Come si fanno le citazioni bibliografiche Sistema a piè di pagina Dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes Bernardo di Chartres diceva che siamo un po’ come nani, seduti sulle spalle di giganti John of Salisbury, Metalogicon, III, 4 0. Le tesi di laurea, e in generale i testi accademici, anche se contengono idee e conclusioni originali, si basano sempre, in qualche misura, sul lavoro di altri. Tale lavoro va rigorosamente riconosciuto e segnalato. Il lettore di un testo accademico deve poter identificare con facilità le fonti utilizzate (i libri, i saggi, gli articoli, i siti web) dall'autore. La citazione bibliografica di un libro o di un saggio è l’espediente che si usa per garantire l'identificabilità di un'opera cui l'autore di un testo accademico si riferisce e nei confronti della quale ha una specie di debito di riconoscenza. Non citare gli autori che ci hanno aiutato significa appropriarsi indebitamente dei loro testi e dei risultati delle loro ricerche: una mancanza di rispetto, un segno di noncuranza ingrata, che, nei casi più gravi, può anche essere definita plagio. Qualunque lavoro di ricerca, una tesi sperimentale, un’indagine sul campo o in laboratorio, richiede una rassegna accurata della letteratura scientifica già pubblicata. La letteratura scientifica (i libri, i saggi, gli articoli), citata in maniera formalizzata, supporta il testo accademico in ogni sua parte. È opportuno fare una rassegna critico-bibliografica, anche sintetica, nella fase introduttiva della tesi di laurea. È obbligatorio fare un elenco delle opere citate (references) alla fine della tesi di laurea. Le citazioni bibliografiche sono parte integrante di ogni testo accademico. Un testo accademico, (ossia un articolo per una rivista scientifica, un paper, un report, una tesi di laurea), che riporta le citazioni bibliografiche a piè di pagina, ha questo aspetto Le fonti letterarie suggeriscono una versione pittoresca della fine di Ezzelino1, ma studi più recenti hanno chiarito nel dettaglio il contesto delle sue ultime imprese2 e della battaglia in cui fu ferito mortalmente3. ………. ___________________________ 1 1 Albertino Mussato, Ecerinide, a cura di Luigi Padrin, Bologna, Zanichelli, 1900, pp. 84-85. 2 Giorgio Cracco, Ezzelino e la chiesa, «Studi medievali», 28 (1974), pp. 47-99. 3 Id., Il fronte dell'Adda, ibid., 29 (1975), pp. 100-121. [Commento: evidenziare, far risaltare con fumetti o didascalie relative, le varie componenti: il testo, i numeri in apice e le note a piè di pagina corrispondenti, ossia le citazioni bibliografiche a piè di p.] 1. Come si citano i libri e gli articoli Ci sono modi diversi di citare e numerosi stili grafici accettati. C’è una relativa libertà di scelta, dunque, ma quando si decide per uno stile è obbligatorio seguirlo con coerenza e sistematicità. Non si può, per esempio, dare il nome di battesimo di un autore e non darlo di un altro; trascrivere il titolo di un libro una volta in tondo e una volta in corsivo; mettere tra virgolette una volta i titoli degli articoli e un’altra i titoli delle riviste che li contengono … 1.1 Non si può citare un libro in maniera informale Un certo libro di un tale Toniatti in tema di politica estera americana, pubblicato da un editore milanese nel secolo scorso … 1.2 Citare un libro o un articolo significa riportarne con precisione i principali dati editoriali e tipografici: il nome dell’autore, il titolo, il titolo della rivista scientifica che contiene un articolo, i dati cronologici che identificano il fascicolo della rivista, la paginazione, il nome dell’editore che pubblica un libro, l’anno di stampa di un libro. 1.3 Anche se non esiste un solo e unico modo di fare le citazioni, i dati bibliografici non possono essere disposti casualmente Come funziona l’Unione europea: le istituzioni, i processi decisionali, le politiche, Laterza, di Brunazzo Marco, 2009, Roma-Bari 1.4 Citazione di un libro Un buon modo di citare un libro è questo Marco Brunazzo, Come funziona l’Unione europea. Le istituzioni, i processi decisionali, le politiche, Roma-Bari, Laterza, 2009 È importante che i vari elementi della citazione siano chiaramente distinguibili. Ecco perché, in questo caso, è opportuno che il titolo del libro sia in corsivo. Il sottotitolo (Le istituzioni …) segue il titolo, dopo il punto e con lettera maiuscola. 2 1.5 Se un libro ha avuto più di un’edizione bisogna citare sempre quella che si è adoperata. In genere è bene consultare l’ultima edizione, a patto che sia affidabile. Alberto Aquarone, L’organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 1995 [1. ed., 1965] Si è consultata l’edizione del 1995, ma tra parentesi quadre si indica la prima edizione dell’opera. Questo dato è importante perché aiuta il lettore a inquadrare dal punto di vista storico, critico e bibliografico, l’opera citata. 1.6 Un altro modo, più sommario, di citare un’edizione successiva alla prima Alberto Aquarone, L’organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 19954 Si capisce che l’edizione consultata è la quarta, ma non si dice a quando risale la prima 1.7 Traduzioni Si possono usare i libri tradotti nella propria lingua madre, ma è bene specificare che sono stati scritti originariamente in un’altra lingua Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Torino, Einaudi, 2009 (The origins of totalitarianism, 1951) È stata usata l’edizione italiana (2009), ma si dà notizia della edizione originaria, col titolo in inglese e l’anno di stampa 1.8 Un saggio tratto da un volume miscellaneo si può citare così Fulvio Ferrari, Beowulf sulle strade del fantasy, in Medioevi Moderni - Modernità del Medioevo, a cura di Marina Buzzoni, Maria Grazia Cammarota, Marusca Francini, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2013, pp. 41-56 Il saggio di Ferrari sta tra la p. 41 e la p. 56 di un libro miscellaneo (Medioevi Moderni …), cioè composto da più saggi di più autori, curato da Buzzoni, Cammarota e Francini. Il curatore è colui che segue l’edizione dell’intero volume, garantendone la qualità editoriale e scientifica. 1.9 Gli articoli di rivista si citano così Giuseppe Sciortino, Aspettando la prossima sanatoria? I nodi irrisolti delle politiche migratorie italiane, «La rivista delle politiche sociali», 1 (2004), n. 3, pp. 121-138 L’articolo di Sciortino sta tra la p. 121 e la p. 138 del fascicolo 3 dell’annata 1 (corrispondente al 2004) del periodico «La rivista delle politiche sociali». Per i periodici non si dà il nome dell’editore, mentre è fondamentale indicare il numero del fascicolo o almeno l’annata che contiene l’articolo. 3 Articoli in rotocalchi, settimanali e quotidiani Giovanni Ansaldo, Mussolini e gli intellettuali, «L'illustrazione italiana», 21.III.1948 Nella citazione di questo genere di articoli si possono omettere i riferimenti alle pagine. Basta la data Articoli (o saggi) poi ripubblicati in libri Emilio Lussu, L’avvenire della Sardegna, «Il ponte», 1951, n. 6, ora in Id., La mia isola, Torino, Einaudi, 2009, pp. 29-32 È opportuno segnalare l’ultima edizione de L’avvenire della Sardegna (apparsa nel volume del 2009) e nel contempo dare notizia di quella originaria (apparsa su rivista nel 1951). I dati bibliografici relativi alla prima edizione dell’articolo possono anche essere incompleti (qui ad esempio manca la paginazione). La mia isola è un volume che raccoglie insieme alcuni scritti dello stesso Emilio Lussu (Id. = Idem = lo stesso) usciti nel corso degli anni in sedi diverse. 1.10 Citazione di un sito web La citazione di un sito web o di un articolo (un paper, un report) che si trovi su un sito web e non abbia le caratteristiche editoriali canoniche e formalizzate va completata con la data di consultazione Rampton, B., K. Tusting, J. Maybin, R. Barwell, A. Creese, and V. Lytra. 2004. Linguistic Ethnography in the UK: A Discussion Paper. Available at http://www.ling-ethnog.org.uk. Accessed 5 July 2007 2. Abbreviazioni e uso dei pronomi latini Idem, Eadem, Ibidem Le note a piè di pagina contengono tutte le informazioni necessarie all'identificazione bibliografica di un'opera. La citazione completa di un'opera, tuttavia, viene data solo la prima volta. A iniziare dalla seconda apparizione in nota, un'opera viene citata in maniera abbreviata, sicché, se si vuole conoscere l'informazione completa e non si ha a disposizione una bibliografia finale di riferimento, bisogna risalire il corso delle note, per rintracciare quella che contiene la prima citazione 2.1 Abbreviazioni Ecco una legenda essenziale che elenca le abbreviazioni più usate nelle note. Esse sono perlopiù elementi di connessione tra diverse citazioni bibliografiche. cfr.: confronta: l'invito rimanda a qualcos'altro, in genere a un'altra opera, per un confronto (appunto). Può essere anche omesso, ossia sottinteso. cit.: citato. Cioè: opera già citata; si può trovare anche nella forma op. cit., che sta per opus citatum, ma è terminologia antiquata, da non usare. Ead.: Eadem, che in latino significa la stessa, cioè: la stessa autrice. 4 ibid.: Ibidem, che in latino significa nello stesso luogo. Id.: Idem, che in latino significa lo stesso, cioè: lo stesso autore. infra: in latino significa sotto, ma in pratica significa più avanti rispetto al punto in cui sei. In genere si trova nella forma v. infra, cioè: vedi quanto dico più avanti in questa stessa opera, alla tale pagina o alla tale nota. passim: ovunque: si usa per rinviare a un'opera nel suo complesso e non a un suo luogo (pagina, paragrafo o capitolo) specifico. supra: sopra. In genere si trova nella forma v. supra, cioè: vedi quanto ho già detto in questa stessa opera, alla tale pagina o alla tale nota che precede. v.: vedi: si confonde spesso con cfr., ma «vedi» è un invito2 ad approfondire, più che a paragonare. Può essere anche omesso, ossia sottinteso 2.2 Idem, Eadem, Ibidem Lo stesso autore citato sopra La vittoria delle truppe francesi a Marengo, come racconta un testimone1, fu schiacciante, anche se in un primo momento le sorti della battaglia erano incerte2. ……… ______________________________________ 1 2 Gianni NALDINI, Vita e opere di me stesso, «L'eco di Marengo», 2 (1801), pp. 3-7. ID., Il primo console, ibid., pp. 8-10. L’opera in nota 2 è dello stesso autore (Naldini) citato alla nota precedente e sta nello stesso luogo, cioè nello stesso fascicolo della stessa annata dello stesso periodico (L’eco di Marengo). Attenzione: i pronomi latini usati alla nota 2 dell'esempio supra valgono in quanto si riferiscono a informazioni che stanno, appunto, immediatamente sopra (o immediatamente prima). Insomma: se in nota 1, dopo l'articolo di Naldini, ci fosse stata la citazione di un’opera di un altro autore, la nota 2 si sarebbe dovuta scrivere così: La vittoria delle truppe francesi a Marengo, come racconta un testimone1, fu schiacciante, anche se in un primo momento le sorti della battaglia erano incerte2. ……… ______________________________________ 1 Gianni NALDINI, Vita e opere di me stesso, «L'eco di Marengo», 2 (1801), pp. 3-7. Cfr. Luigi PARADISI, Addio alle armi, «La gazzetta di Martignano», 2 (1811), p. 9. 2 Gianni NALDINI, Il primo console, «L'eco di Marengo», 2 (1801), pp. 8-10. La stessa autrice La natura morta è un genere pittorico relativamente recente. Come genere autonomo nasce nel Seicento1, anche se i suoi antecedenti risalgono a epoche ben più antiche1. I soggetti della natura morta sono inanimati, cesti di frutta, fiaschi di vino, bicchieri, stoviglie e cacciagione. 5 _____________________ 1 2 Luigia MENGOLI, Violini, lepri e melograni, «La rivista dell'arte», 26 (1982), pp. 8-12. EAD., Pompei, Giotto e Zurbaran, ibid., 27 (1983), pp. 9-29. Il saggio citato alla nota 2 è della stessa autrice (la stessa in latino si dice èadem!) citata alla nota 1. Il saggio Pompei … sta nello stesso periodico citato alla nota precedente (ibìdem), in una annata diversa. Seconda citazione di una stessa opera La natura morta è un genere pittorico relativamente recente. Come genere autonomo nasce nel Seicento1, anche se i suoi antecedenti risalgono a epoche ben più antiche2. I soggetti della natura morta sono inanimati, cesti di frutta, fiaschi di vino e cacciagione3. _________________________ 1 Luigia MENGOLI, Violini, lepri e melograni, «La rivista dell'arte», 26 (1982), pp. 8-12. Martino PEDERIALI, Pompei, Giotto e Zurbaran, ibid., 27 (1983), pp. 9-29. 3 MENGOLI, Violini, p. 9. 2 Il saggio alla nota 3, già citato sopra, si cita in forma abbreviata. Se il testo prevede una bibliografia generale finale (comunque obbligatoria nel caso delle tesi di laurea), si potrebbero citare le opere in maniera abbreviata anche quando compaiono per la prima volta nel testo. 3. La bibliografia finale La bibliografia generale di fine testo raccoglie tutte le citazioni relative alle opere menzionate nelle note a piè di pagina del testo. Non si trova mai nei fascicoli di periodici, si trova raramente nei volumi miscellanei, abbastanza spesso nei volumi monografici di un singolo autore ed è obbligatoria per le tesi di laurea o di dottorato. La bibliografia generale può essere un elenco unico o può essere suddivisa per sezioni. Nelle tesi di storia, ad esempio, è importante separare le Fonti dalla Bibliografia, cioè i documenti o le edizioni a stampa di documenti e i saggi critici. Nelle tesi di letteratura si possono dividere i Testi degli autori (che corrispondono alle fonti) dai saggi di critica letteraria. In tutti i casi, all'interno delle singole sezioni, o nel registro generale, si segue l'ordinamento alfabetico per autori e titoli. La bibliografia generale è dunque un elenco in cui sono ordinate alfabeticamente, in unica lista, le opere che hanno un autore (secondo il cognome dell'autore) e le opere che non lo hanno, oppure che hanno solo un curatore (secondo il titolo). Bocchi, Renato - Carlo Oradini, Trento, Roma-Bari, Laterza, 1983 Le collezioni scientifiche del Ginnasio Liceo Giovanni Prati di Trento, a cura di Renato G. Mazzolini, Trento, Ginnasio Liceo Giovanni Prati, 1997 Croce, Benedetto, L’ultimo Fogazzaro, «La critica», 20 maggio 1935, poi in Id., La letteratura della nuova Italia. Saggi critici, Bari, Laterza, 19574, pp. 233-246 Croce, Benedetto, La storia come pensiero e come azione, Bari, Laterza, 19382 Demarchi, Franco, La condotta morale dell'operatore sociale, Trento, Alcione, 1958 Dossier Brigate Rosse, 1969-1975, a cura di Lorenzo Ruggiero, Milano, Kaos edizioni, 2007 6 Le opere anonime o che hanno il solo curatore (Dossier ..) si inseriscono nella lista secondo la prima parola del titolo. Se il titolo inizia con un articolo (Le collezioni ...) non si deve tenerne conto. Si deve evitare la formula Aa.Vv. [Autori vari] che qualcuno premette al titolo di opere con più di un autore. Se ci sono due o più opere dello stesso autore (Croce) è bene ordinarle cronologicamente, dalla più antica alla più recente 7
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