2014 IX° BIENNALE ORIZZONTE QUÉBEC SETTEMBRE -DICEMBRE Grandi traguardi all’orizzonte ! GRANDI TRAGUARDI ALL’ORIZZONTE! E siamo a nove. Nove edizioni della Biennale Orizzonte Québec. Un bel traguardo che abbiamo raggiunto insieme a voi e che insieme ci proietta verso nuovi orizzonti. Questa nuova edizione della Biennale Orizzonte Québec si preannuncia ricca e versatile. Caratteristiche alle quali non vogliamo rinunciare : chi ci segue negli anni lo sa. E voi, chi nel pubblico, chi con un ruolo attivo nella programmazione, siete sempre numerosi e fedeli a questo appuntamento che ogni due anni porta il Québec nelle principali città italiane. Tanto che ormai la Biennale Orizzonte Québec ci sembra l’occasione perfetta per celebrare l’amicizia profonda ed i preziosi partenariati consolidati con l’Italia! La programmazione che tenete tra le mani conferma non solo la natura multidisciplinare della nostra vetrina, ma anche e soprattutto la fiducia che i numerosi partner italiani ripongono nella produzione artistica e la cultura del Québec. Sfogliando questa brochure vi accorgerete che, accanto ai grandi nomi e agli artisti affermati, spiccano svariati giovani artisti e artigiani. Questa lusinghiera fiducia nelle nuove leve del Québec è senz’altro beneaugurante in vista dei grandi traguardi che ci prepariamo a vivere, in primis la decima Biennale Orizzonte Québec, ma non solo. Non è un caso infatti se parliamo di traguardi al plurale! Se tra due anni potremo celebrare il decimo autunno segnato dalla nostra Biennale, prima ancora, con il 2015, il Québec celebrerà i suoi cinquant’anni di presenza istituzionale in Italia. Il primo ufficio di rappresentanza del Québec in Italia venne aperto a Milano nel 1965, lo stesso anno nel quale veniva enunciata la dottrina GérinLajoie, che costituisce il quadro politico e giuridico all’interno del quale si sviluppa tuttora l’azione internazionale del governo del Québec. Inutile dirvi che non lasceremo passare inosservato il 2015 e vi coinvolgeremo nelle celebrazioni di quest’anniversario dei legami di cuore e di ragione che uniscono il Québec e l’Italia. In tema di anniversari, ci preme ricordare che quest’anno si celebra il ventesimo anniversario del Conseil des arts et des lettres du Québec (CALQ - Consiglio delle arti e delle lettere del Québec). Consideriamo particolarmente pertinente farlo in questa sede, poiché, in molti casi, le compagnie quebecchesi che calcano le scene italiane, gli autori che effettuano una tournée di presentazione del loro ultimo romanzo, i registi i cui film arrivano nelle sale italiane, hanno spesso beneficiato di un sostegno da parte del CALQ, in fase di creazione, ma anche di produzione o di promozione. Si può quindi ragionevolmente affermare che questo ente è da sempre uno storico co-protagonista, silenzioso quanto prezioso, delle diverse edizioni della Biennale Orizzonte Québec. Creato per permettere agli artisti di operare nelle migliori condizioni possibili, il CALQ finanzia tra l’altro a Roma una residenza (lo Studio du Québec à Rome) che consente ogni sei mesi ad un artista quebecchese proveniente da discipline diverse, di vivere una residenza di creazione, ma anche di tessere nuovi legami che favoriscano la diffusione del loro lavoro in Italia. I settori in cui il CALQ esercita le proprie competenze sono la letteratura e la narrativa, le arti della scena (teatro, danza, musica, arti circensi), le arti multidisciplinari, le arti digitali, il cinema e video, le arti visive, l’artigianato ma anche la ricerca architettonica. È inoltre doveroso sottolineare anche la collaborazione fondamentale da parte della Société de développement des entreprises culturelles du Québec (SODEC - Società di sviluppo delle imprese culturali del Québec) alla diffusione della cinematografia quebecchese in Italia. Ma se la Delegazione del Québec a Roma è giunta a questa nona edizione della vetrina Biennale Orizzonte Québec, lo deve all’appoggio imprescindibile del Ministère des Relations internationales et de la Francophonie e del Ministère de la Culture et des Communications del Québec. Con l’augurio che ogni traguardo raggiunto sia l’occasione per indirizzare le relazioni con l’Italia verso nuovi ed entusiasmanti orizzonti, vi lascio scoprire in queste pagine la nostra programmazione per un autunno targato Québec! Amalia Daniela Renosto Delegato del Québec a Roma ARCHITETTURA 4 MOSTRA ENDROIT INTERNAZIONALE DI (Lieu) ARCHITETTURA DE LA BIENNALEDATE DI VENEZIA Ore © Foto : Lateral Office (Padiglioni ai Giardini) FINO AL 23 NOVEMBRE www.arcticadaptations.ca/fr IL QUÉBEC PARTECIPA ALLA 14. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA - FUNDAMENTALS « Adaptations à l’Arctique, le Nunavut à 15 ans » (Adattamenti all’Artico, il Nunavut a 15 anni) è il progetto selezionato dal Conseil des arts du Canada e dall’Institut royal d’architecture du Canada per il Padiglione Canada nell’ambito della 14. Mostra Internazionale di Architettura – Fundamentals de La Biennale di Venezia. Organizzata e curata dallo studio Lateral Office di Toronto, l’esposizione si articola in 5 progetti architettonici realizzati da 5 diverse équipe, costituite ciascuna da una facoltà universitaria di architettura e uno studio di architettura canadesi in collaborazione con un organismo stabilito nel Nunavut. Ogni équipe si è vista assegnare una tematica da prendere in esame e sviluppare, tenendo conto delle componenti ambientali, climatiche e culturali del Nunavut : abitazione, salute, istruzione, arti e tempo libero. L’École d’architecture dell’Université de Montréal ha elaborato il progetto legato al tema dell’istruzione. Il lavoro dell’Université de Montréal è stato coadiuvato dallo studio di architetti Fournier Gersovitz Moss Drolet et Associés Architectes (FGMDA) e da Ilisaqsivik Society, un’associazione senza scopo di lucro basata a Clyde River (Nunavut) e che si pone come obiettivo la promozione del benessere della comunità. L’installazione nel suo insieme è stata concepita e presentata per celebrare il quindicesimo anniversario dell’istituzione del Nunavut, il territorio più vasto e settentrionale del Canada, diviso dai Territori del Nord-Ovest ed entrato a far parte del Canada nel 1999. Il Nunavut è abitato da 33.000 persone che vivono in 25 comunità disseminate su una superficie di due milioni di chilometri quadrati. « Adaptations à l’Arctique » documenta la storia architettonica di questa straordinaria quanto poco conosciuta regione, descrivendone vita, storia e progressi. Scopo del progetto, che si è visto attribuire la menzione d’onore durante l’inaugurazione della 14. Mostra Internazionale di Architettura, è valorizzare la capacità dell’architettura di incidere positivamente sul futuro del Nunavut. ARTISTE PHYLLIS LAMBERT LEONE D’ORO ALLA CARRIERA In occasione dell’inaugurazione della 14. Mostra Internazionale di Architettura – Fundamentals lo scorso 7 giugno 2014, il Consiglio di amministrazione de La Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, ha deciso, su proposta del Direttore Rem Koolhaas, di attribuire il Leone d’oro alla carriera all’architetto di Montréal Phyllis Lambert, con la seguente motivazione : « Non solo come architetto, ma anche PHYLLIS LAMBERT come committente e custode, Phyllis Lambert ha dato un enorme contributo all’architettura. Senza la sua partecipazione, uno dei pochi esempi di perfezione assoluta realizzato nel XX° secolo, il Seagram Building a New York, non sarebbe mai esistito. La creazione del Centre canadien d’architecture di Montréal combina una rara visione e una rara generosità nel conservare episodi fondamentali del patrimonio architettonico, e permette di studiarli in condizioni ideali. Gli architetti creano architettura; Phyllis Lambert ha creato architetti... » L’On. Hélène David, ministro della Cultura e delle Comunicazioni e ministro responsabile della Protezione e della Promozione della lingua francese del Québec, considera che « Questo riconoscimento internazionale corona a giusto titolo la carriera brillante di Phyllis Lambert. Donna impegnata ed appassionata, è una grande fonte di ispirazione per le giovani generazioni di architetti e designer urbani. Il suo lavoro rimarchevole per la promozione e la protezione del patrimonio architettonico e urbano ha nettamente contribuito a posizionare Montréal e il Québec sulla scena mondiale in architettura ». © Foto : Lateral Office 5 ARCHITETTURA 6 MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA DE LA BIENNALE DI VENEZIA (Corderie - Arsenale di Venezia) © Valérie Paquette FINO AL 23 NOVEMBRE www.effimero.info LÉA-CATHERINE SZACKA 14. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA – FUNDAMENTALS : LÉA-CATHERINE SZACKA PRESENTA « EFFIMERO » ALL’ARSENALE DI VENEZIA « Effimero : or the Postmodern Italian Condition » (Effimero : o la condizione italiana post-moderna) di Léa-Catherine Szacka è una delle 41 installazioni esposte nella mostra « Monditalia » all’Arsenale di Venezia. Monditalia è un progetto multidisciplinare sviluppato in via sperimentale nell’ambito della 14. Mostra internazionale di Architettura de La Biennale di Venezia, con la volontà di offrire un ritratto omnicomprensivo dell’Italia, mettendo in relazione l’architettura con le altre discipline della Biennale : cinema, danza, teatro e musica. Il lavoro proposto da Léa-Catherine Szacka è frutto delle sue approfondite ricerche sul patrimonio architettonico italiano. In particolare prende in esame il periodo che va dalla fine degli anni ‘70 alla fine degli anni ‘80, quando l’Italia ha vissuto una proliferazione di eventi che usavano strutture effimere in risposta allo scompiglio sociopolitico del decennio precedente, i cosiddetti anni di piombo. Gli spazi utopici di teatro, arti performative e di altre forme di intrattenimento sono diventati catalizzatori di un immaginario collettivo, portando alla nascita di nuove idee di spettacolo. Effimero è sia un archivio che documenta cinque casi studio di architetture effimere, sia un’installazione ideata come promemoria di quelle esperienze spaziali collettive. Léa-Catherine Szacka (PhD) è architetto, storico dell’architettura e critico. Originaria di Montréal, opera principalmente tra il Québec, Parigi e Oslo. Ha studiato architettura presso l’Université de Montréal e presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV). Ha concluso un dottorato presso la Bartlett School of Architecture (UCL) di Londra con una tesi intitolata Exhibiting the Postmodern : Three Narratives for a History of the 1980 Venice Architecture Biennale (Esporre il post-moderno : tre racconti per una storia della Biennale di Architettura di Venezia del 1980). Ha insegnato architettura e storia e teoria dell’architettura alla Nottingham Trent University e in diversi istituti di Parigi. Attualmente tiene un seminario di secondo ciclo dal titolo Understanding Postmodern Architecture (Capire l’architettura post-moderna) presso la Oslo School of Architecture, dove sta effettuando un post-dottorato all’Oslo Centre for Critical Architectural Studies (OCCAS). Le sue ricerche riguardano le mostre di architettura, le loro teorizzazioni e storicizzazioni, principalmente nell’epoca post-moderna. LETTERATURA 7 ENDROIT (Lieu) © AFP / Miguel Medina DATE Ore www.libreriagremese.it DANY LAFERRIÈRE « L’ENIGMA DEL RITORNO » DI DANY LAFERRIÈRE PUBBLICATO IN ITALIA « La notizia taglia la notte in due. La telefonata fatale che ogni uomo adulto riceve un giorno. Mio padre è appena morto. » In seguito al tragico annuncio, il narratore decide di riconciliarsi intimamente con quanto resta di quell’uomo, tanto amato quanto assente. Prima a Brooklyn, nella desolata stanzetta in cui il vecchio genitore viveva. E poi finalmente, dopo trent’anni, ad Haiti, il paese nel quale entrambi sono nati e dal quale entrambi sono stati esiliati. I cinque sensi in perenne stato di allerta, eccolo tornare sulle tracce della sua storia familiare, accompagnato da un nipote che porta il suo stesso nome, Dany, perché – come al narratore dice sua sorella, madre del ragazzo – « non sapevamo se saresti ritornato. Chi va in esilio perde il posto ». Amici, parenti, luoghi : tutto porta in sé le tracce di quel padre che se ne è andato, ma anche le stigmate dei due dittatori, Papa Doc e Baby Doc, che si sono avvicendati nell’insanguinata storia haitiana. È il momento in cui all’introspezione si affianca uno sguardo diretto su una nazione fatta di estremi, credenze occulte e vitalità creatrice, miseria e meraviglie naturali, fame, violenza ma anche artisti, poeti, ragazze, speranze. Un periplo dolce e intenso, profondamente ispirato dal « Diario del ritorno al paese natale » di Aimé Césaire (grande poeta e scrittore martinicano) e destinato a segnare la tormentata riappacificazione con un passato troppo a lungo messo a tacere. Dany Laferrière è nato ad Haiti nel 1953. Nel 1976 espatria in Québec, dove è divenuto uno scrittore adottato e osannato come gloria nazionale. La sua è stata ed è tuttora una carriera letteraria in continua altalenanza tra due patrie e due culture. Tradotto in oltre dieci lingue in tutto il mondo, « L’enigma del ritorno » è il suo romanzo più importante, vincitore in Francia del Prix Médicis nel 2009. Alla fine del 2013, Laferrière è stato eletto membro dell’Académie française, primo canadese e haitiano nella storia della prestigiosa istituzione. Nella primavera del 2014 l’autore è stato designato Cittadino d’Onore dalla Città di Montréal e nel giugno scorso è stato nominato Cavaliere dell’Ordine Nazionale del Québec. A questo proposito, Dany Laferrière dichiarava ai media presenti all’evento : « Questa nomina è il riconoscimento del mio paese, della mia società, e della gente che mi circonda dal mio arrivo qui ». LETTERATURA © Benoît Levac 8 www.edizioninottetempo.it www.pordenonelegge.it KIM THÚY « NIDI DI RONDINE » DI KIM THÚY PRESENTATO AL FESTIVAL PORDENONELEGGE Dopo il successo di « Riva » (Grand Prix RTL-Lire in Francia e Prix du Gouverneur général in Canada nel 2010, finalista al Scotiabank Giller Prize, tradotto in venti lingue), in cui la scrittrice racconta la storia della sua fuga da Saigon e la drammatica esperienza con i boat people, Kim Thúy, scrittrice di origine vietnamita stabilita in Québec, ritrova il suo paese d’origine, i suoi odori, sapori e colori. « Nidi di rondine », pubblicato in Italia dalle Edizioni Nottetempo, è una riflessione sulle differenti facce dell’esilio, sull’amore e la memoria. Il libro è finalista del Prix des Cinq Continents de la Francophonie (Premio dei Cinque Continenti della Francofonia), attribuito dall’Organizzazione Internazionale della Francofonia. Kim Thúy sarà in Italia a settembre, ospite del Festival Pordenonelegge, dove presenterà il libro il 21 settembre. È inoltre in programma una tournée dell’autrice per la presentazione di « Nidi di rondine » a Roma il 19 settembre (con Giuseppina Torregrossa, Libreria Koob di Via L.Poletti 2, ore 18:30), a Venezia il 22 settembre (Libreria Marco Polo, Cannaregio 5886/A, ore 19:00) e a Milano il 23 settembre (libreria ancora da definire al momento di andare in stampa). Per conoscere il programma definitivo degli incontri con Kim Thúy, consultate il sito www.edizioninottetempo.it Madri, albero di fuoco, sandali di legno, cucina, grattare il vento, rondine, giada, dire addio, baciare, autunno, silenzio : con la leggerezza e l’attenzione di una calligrafa, Kim Thúy costruisce il racconto delle tre vite di una donna come un incantevole dizionario di oggetti, stati d’animo, esperienze, ricordi. In un’ipnotica oscillazione temporale tra passato e presente, percorriamo l’infanzia di Mãn in Vietnam, con le sue meraviglie, le sue durezze e l’amore delle tre madri che, l’una dopo l’altra, l’hanno partorita, raccolta in un orto come una piantina e allevata; la storia della sua vita in Canada e del matrimonio con un ristoratore vietnamita, un rapporto liscio e piatto come uno « spazio fra due flutti », in cui la passione per la cucina e la cura minuziosa delle ricette diventano una lingua alternativa per esprimere sentimenti sopiti 9 PALAZZO GREGORIS (Pordenone) 21 SETTEMBRE Ore 17:30 e nostalgie. E l’irruzione all’orizzonte di una terza vita possibile, l’incontro con un uomo che sembra un appuntamento col destino, in cui si può guadagnare tanto, e altrettanto perdere. Kim Thúy, nata a Saigon nel 1968, ha abbondonato il Vietnam all’età di 10 anni insieme alla sua famiglia e ad altri boat people. Rifugiata politica in Canada, è cresciuta a Montréal, dove, dopo una laurea in traduzione e una in diritto, ha lavorato come interprete e avvocato, per aprire poi un ristorante e occuparsi di critica gastronomica. Oggi, si dedica alla scrittura. Nottetempo ha pubblicato il suo primo romanzo, « Riva », nel 2010, che ha ricevuto in Italia il Premio Letterario Internazionale Mondello per la Multiculturalità. ESTRATTO DA « NIDI DI RONDINE » « La mia prima madre, colei che mi ha concepita e messa al mondo, aveva un buco nella testa. Era una giovane adulta, o forse era ancora una ragazzina, dal momento che nessuna donna vietnamita avrebbe osato avere un figlio senza la fede al dito. La mia seconda madre, colei che mi ha raccolta in un orto in mezzo a piante di gombo, aveva un buco nella fiducia. Non credeva più alle persone, soprattutto quando parlavano. Allora si è ritirata in una capanna, lontano dai bracci possenti del Mekong, per recitare preghiere in sanscrito. La mia terza madre, colei che mi ha visto tentare i primi passi, è diventata la Mamma, la mia Mamma. Quel mattino ha voluto aprire di nuovo le braccia. E così ha aperto le imposte di camera sua, che erano rimaste chiuse fino a quel giorno. Mi ha notata in lontananza, avvolta in una luce calda, e sono diventata sua figlia. Mi ha offerto una seconda nascita crescendomi in una grande città, un altrove anonimo, in fondo al cortile di una scuola, circondata da bambini che mi invidiavano perché avevo una madre insegnante e venditrice di banane glassate. » La tournée dell’autrice conta sulla collaborazione dell’Ambasciata del Canada in Italia. LETTERATURA 10 www.libreriagremese.it NELLY ARCAN I ROMANZI DI NELLY ARCAND IN ITALIA « Su una parete del mio appartamento ho piantato un chiodo enorme per impiccarmi. Mischierò alcol e calmanti e, per essere sicura di non addormentarmi prima di uccidermi, mi ubriacherò su una sedia, mi ubriacherò con la corda al collo fino a perdere coscienza. Quando sopraggiungerà la morte, non voglio essere lì. » (Folle, Nelly Arcan, ed. Gremese, 2013, p. 132) Parole che suonano profetiche, considerato che Nelly Arcan, al secolo Isabelle Fortier (1973-2009), fu ritrovata nel suo appartamento di Montréal nel 2009, dopo essersi tolta la vita per impiccagione. Nata a Lac-Mégantic (Québec), Nelly Arcan si laurea in lettere all’Université du Québec à Montréal. Per sostentarsi durante gli studi, esercita l’attività di escort sotto diversi pseudonimi. Sarà proprio questa esperienza a ispirare nel 2001 i contenuti del suo primo romanzo « Putain » (Puttana), che ha subito riscosso una vasta eco tra media e lettori. Per questo primo romanzo sarà finalista in Francia per il Prix Médicis e per il Prix Femina. Tra le pagine di « Putain » emergono chiaramente alcuni dei temi che saranno poi ricorrenti nell’opera di Nelly Arcan, ovvero il tema dell’immagine, la mercificazione del corpo femminile e il suicidio. « Folle » (2004), il suo secondo romanzo, sarà in lizza per il Prix Femina in Francia e la consacrerà come una delle voci più apprezzate della narrativa francofona. Nel 2007 pubblica « À ciel ouvert » (A cielo aperto), il suo terzo romanzo e nello stesso anno, insieme all’illustratrice Pascale Bourguignon, pubblica il racconto per ragazzi « L’Enfant dans le miroir » (Il bambino nello specchio). L’ultimo romanzo al quale lavorava prima di togliersi la vita, è stato pubblicato postumo con il titolo « Paradis, clef en main » (Paradiso, chiavi in mano 2009) e parla di una ragazza diventata paraplegica in seguito ad un tentativo fallito di suicidio e del suo desiderio ritrovato per la vita. I romanzi « Folle » e « Puttana » sono stati recentemente pubblicati in Italia dalla casa editrice Gremese. 11 « FOLLE » Una giovane donna scrive all’uomo che l’ha lasciata. Dal loro folgorante incontro fino alla brutale separazione, ripercorre gli inizi della loro passione, i fantasmi e le umiliazioni, la droga, il MONSIEUR LAZHAR sesso e l’abbandono. E soprattutto la gelosia che la distrugge, quel terrore costante della separazione, quell’amore che la sottomette e la umilia. Fino alla follia, appunto. Con uno stile diretto e personale, che fa di un uso vertiginoso della lingua la propria caratteristica peculiare, Nelly Arcan costruisce un romanzo-confessione di eccezionale forza emotiva. Non esitando a toccare, con scabra e scabrosa schiettezza, anche i temi più inconfessabili. « PUTTANA » Nella camera del grande edificio di Montréal in cui svolge la sua professione, una prostituta aspetta tra un cliente e l’altro. L’attesa si nutre di ricordi e i ricordi danno voce all’incalzante, impudica confessione con cui Cynthia si racconta ai lettori. Giovane istruita, con una madre-larva e un padre in perenne attesa del Giudizio universale, Cynthia ha scelto la via della prostituzione d’alto bordo per guadagnare tanto e subito, ma anche per ribellione, per autolesionismo, per segnare un drastico distacco dalla famiglia. E scopriamo un’esistenza fragile, fatta del quotidiano tran tran dal letto al trucco, dal chirurgo plastico ai vestiti costosi, dalla palestra allo psicanalista, una routine fatta di soldi e di vuoto che il denaro non riesce a riempire, puntualmente destinata a concludersi in una squallida stanza con le tende tirate per nascondere ai vicini la verità, aspettando che i clienti arrivino, ma soprattutto che se ne vadano via. E nella sua scrittura disperata, con lunghi periodi inframmezzati da virgole come sospiri, come gemiti di un coito, la giovane Nelly Arcan riversa tutto il suo disgusto, tutto lo squallore che la circonda, tutta la sua inquietudine per un’esistenza lasciata trascorrere mentre la morte aspetta dietro l’angolo. ARTI VISIVE 12 ATELIER GIORGI (Via Belfiore 5H - Torino) © Crédit photo DAL 27 SETTEMBRE AL 11 OTTOBRE www.wildflowers.to.it www.torinospiritualita.org www.vivianebertrand.it VIVIANE BERTRAND VIVIANE BERTRAND PROTAGONISTA DI WILD FLOWERS E TORINO SPIRITUALITÀ Il progetto WILD FLOWERS fa parte di un programma di valorizzazione e sviluppo del territorio cittadino attraverso l’arte e la cultura. Probabilmente l’idea che sta alla base di questo progetto nasce da una semplice reazione : i fiori spontanei (wild flowers o fleurs sauvages) sono pericolosamente autentici, appaiono deboli e dimessi mentre sono, in realtà, robusti e vitali. Non vogliono essere belli, vogliono esistere. Fuori di metafora, questo evento cerca di rendere più visibile una necessità vitale : un’urgenza di espressione artistica che molto spesso si colloca in modo interstiziale, imprevisto, incoerente rispetto ai percorsi ufficiali. L’inaugurazione dell’iniziativa WILD FLOWERS avverrà il 27 settembre, con l’apertura della mostra personale dell’artista Viviane Cristiane Bertrand. L’evento, realizzato in collaborazione con Torino Spiritualità, entra nel circuito della Notte Bianca dell’Arte di Torino. Le gallerie di WILD FLOWERS ospiteranno 5 artisti sotto la regia di Roberta Lena. Viviane Bertrand vi presenta in anteprima il progetto « Lux et tenebra », con l’esposizione di 15 opere realizzate con punta metallica su carta dal titolo DformatA4. Accompagnerà l’apertura della mostra una performance musicale dell’artista ispirata alla poesia di Gaston Miron : « …et contre tout ce qui me rend absent et douloureux par le mince regard qui me reste au fond du froid j’affirme ô mon amour que tu existes » – La marche à l’amour « Nous reviendrons, nous aurons à dos le passé, et à force d’avoir pris en haine toutes les servitudes, nous serons devenus des bêtes féroces de l’espoir » – L’homme rapaillé Viviane Bertrand rappresenterà inoltre WILD FLOWERS e Torino Spiritualità alla Oriental Design Week, che si terrà a Torino a partire dal 30 settembre 2014 presso la Società Promotrice delle Belle Arti. EDITORIA/STORIA 13 ENDROIT (Lieu) © Anthony Majanlahti DATE Ore www.ilsaggiatore.com ANTHONY MAJANLAHTI ANTHONY MAJANLAHTI CO-AUTORE DI « ROMA DIVISA 1919-1925 ». DOVERE DI MEMORIA Camminare per Roma e non vedere i luoghi come sono oggi, come ce li hanno consegnati il cinema prima e poi la televisione; vederli invece com’erano negli anni venti, feriti e sanguinanti, scovarne le tracce nascoste : è questo l’obiettivo degli itinerari ricostruiti in questa guida da Anthony Majanlahti e Amedeo Osti Guerrazzi (Roma, 1967), la cui ricerca non ha lasciato inesplorato alcun palazzo, vicolo, quartiere. La Prima Guerra mondiale non fu gentile con l’Italia. E con Roma in particolare. Esaurita la disponibilità di case popolari, gli immigrati e i poveri che affluivano ogni giorno nella capitale, già sovraffollata e irrequieta, costruirono baracche accanto agli acquedotti e alle vecchie torri fuori le mura. Erano agglomerati miseri, squallidi, pericolosi ai quali il governo e la nuova classe media guardavano con sospetto. L’indolente e soleggiata città dei cesari e dei papi si scrollò di dosso secoli di immobilismo con un sussulto violento, e ne risultarono spaccature profonde. La disillusione generata dalla pace di Parigi, incarnata dal mito dannunziano della « vittoria mutilata », non fece che esacerbare le divisioni e i contrasti - fra ricca borghesia e indigenti, fra studenti e forze dell’ordine -, finché nel 1919 una nuova, dolorosa lacerazione si aprì nel tessuto sociale urbano : quella del fascismo. Eppure la Storia sembra aver dimenticato le ferite che lo squadrismo inferse a Roma : non c’è traccia degli scontri che insanguinarono i rioni popolari di San Lorenzo e del Trionfale, nessun monumento ricorda i massacri perpetrati dalle Camicie nere, nessuna targa commemora i nomi delle vittime. A recuperare questa memoria dolorosa ma essenziale interviene « Roma divisa ». I suoi dettagliati percorsi ci conducono nei luoghi da cui il tempo e la negligenza hanno lavato via i segni di quegli anni tumultuosi e contraddittori. Edito da Il Saggiatore, « Roma divisa » è una guida per non dimenticare e per vedere Roma con occhi diversi. Anthony Majanlahti (Montréal, 1968) è docente universitario di Storia e urbanistica di Roma e associato dell’Accademia Britannica. Nel 2007 ha pubblicato « Guida alle grandi famiglie che fecero Roma » (Vallardi, 2007), tradotto in diversi paesi. CINEMA 14 © Shayne Laverdière PROSSIMAMENTE NELLE SALE ITALIANE www.goodfilms.it XAVIER DOLAN « MOMMY » DI XAVIER DOLAN Artista dai molteplici talenti, Xavier Dolan, classe 1989, assume di volta in volta i ruoli di attore, attore-doppiatore, scenografo e regista. Dolan intraprende la carriera di attore già in tenera età. Il suo nome si legge nei titoli di coda di numerosi lungometraggi quebecchesi nonché di varie serie televisive. Nel 2008 inizia la produzione della sua opera prima, « J’ai tué ma mère » (Ho ucciso mia madre). Il film, scritto da Dolan all’età di 17 anni, viene selezionato alla 41° edizione della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes ed è molto acclamato dalla critica cinematografica. Insignito di numerosi riconoscimenti, il film sarà selezionato per rappresentare il Canada nella categoria del Miglior Film Straniero alla 82° edizione degli Oscar. Anche il suo secondo lungometraggio, « Les amours imaginaires » (Gli amori immaginari, 2010) riscuote un grande successo. Il film è presentato nella categoria Un certain regard del Festival di Cannes e viene accolto molto bene dalla critica. Nel 2012, seguendo il suo percorso di regista, produce la sua terza opera cinematografica « Laurence Anyways » (2012) che s’impone al Festival international du film de Toronto dove riceve il Premio del migliore film canadese. Il suo quarto lungometraggio, « Tom à la ferme » (Tom alla fattoria, 2014), viene presentato nel 2013 in competizione ufficiale della Mostra d’arte cinematografica di Venezia dove conquista il Premio della critica internazionale. Dolan sarà il regista più giovane mai approdato alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2014, Xavier Dolan propone con « Mommy » un’opera cinematografica apprezzata dal pubblico internazionale che sarà il primo titolo di Dolan ad essere distribuito nelle sale italiane. Sarà la Good Films a presentare il talento del regista quebecchese al grande pubblico italiano. © Mommy 15 ANNE DORVAL TRAMA In un Canada immaginario, dove una nuova legge consente ai genitori di abbandonare i propri figli con problemi nelle mani dei servizi sociali, Diane Després, semplicemente soprannominata « Die », è una madre monoparentale che si vede affidare all’improvviso il figlio Steve, un adolescente di 15 anni, profondamente turbato, a cui sono stati diagnosticati vari disturbi comportamentali. Tormentato, a volte impetuoso è identificato come un provocatore-oppositore. Die, la madre, condivide con lui una relazione simbiotica, appassionata e violenta ma anche impulsiva ed imprevedibile. Insieme sotto lo stesso tetto tenteranno di stabilire un’atmosfera vivibile malgrado la loro indigenza crescente. Grazie anche alla presenza di una misteriosa vicina, Kyla, affetta da balbuzie e da una sclerosi dovuta a una nevrosi provocata da un traumatismo non identificato, ci riusciranno. A contatto con Die e Steve, anche Kyla sembra migliorare e nella famiglia nasce un equilibrio completamente inaspettato. Quando la sua presenza si fa sempre più intensa, si sollevano dubbi sulla sua vita e sulle sue motivazioni. Perché il suo destino sembra cosi legato a quello di Die e di Steve? © Mommy Niente sembra duraturo, i cambiamenti che aspettano Die e la sua famiglia potrebbero compromettere questa illusoria felicità triangolare. ANTOINE OLIVIER PILON ARTI DIGITALI 16 LA PELANDA (Piazza Orazio Giustiniani, 4 - Roma) IMPACTS © Burton2012 DAL 8 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE www.romaeuropa.net IMPACTS « IMPACTS » DI ALEXANDRE BURTON AL DIGITAL LIFE 2014 DI ROMAEUROPA FESTIVAL « Impacts » di Alexandre Burton si presenta come una serie di sculture, ognuna di esse composta da una lastra di vetro e da una bobina Tesla sospese sul soffitto del luogo espositivo. Per attivare e sperimentare i diversi aspetti di questa installazione visiva e sonora, i visitatori sono invitati ad avvicinarsi alle sculture. Questa prossimità provoca degli archi di luce di intensità variabile e una successione di creazioni ritmiche che vengono generate dalle interazioni dell’elettricità con la lastra di vetro. « Impacts » è un’opera che ci invita alla riflessione sulla potenza e pericolosità della forze elettromagnetiche, ponendo tuttavia l’accento sulla sua bellezza sublime e il suo potenziale ritmico che viene espresso attraverso l’interazione con lo spettatore. Alexandre Burton è un compositore e artista digitale di Montréal. I suoi lavori sono presentati sia in ambito musicale che in quello espositivo. Il suo interesse per le nuove tecnologie deriva dalla volontà di rivelare nuove forme espressive attraverso processi digitali. Mettendo in forte contatto l’hardware e il software, il suo lavoro artistico è il risultato del tentativo di pensare oltre il media, un luogo dove suono, immagini e processi possano coabitare e rispondersi l’un l’altro in un confronto continuo. Testo di Luca Del Fra Per gentile concessione della Fondazione Romaeuropa ARTI DIGITALI © Le Fresnoy e V. Druta 17 LA BALANÇOIRE L’INSTALLAZIONE « LA BALANÇOIRE » DI VEACESLAV DRUTA AL DIGITAL LIFE 2014 DI ROMAEUROPA FESTIVAL Installazione sonora interattiva prodotta da Le Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains (Francia), « La Balançoire » di Veaceslav Druta invita lo spettatore a improvvisare una partitura musicale sulla base di armonie precomposte, frasi che possono essere combinate in modo casuale. Lo strumento che riproduce la musica è un’altalena appesa a due grandi ruote meccaniche. Le grandi ruote, muovendosi, fanno vibrare una serie di corde di chitarra che iniziano a riprodurre i suoni. Lo spettatore, dondolando sull’altalena, fa « suonare » lo strano strumento, a metà tra un gioco per bambini ed un complesso macchinario tecnologico. Il tono dipende dal peso dello spettatore mentre il volume dalla velocità dell’oscillazione. Un’opera sonora, quella di Veaceslav Druta, capace di mettere in relazione l’aspetto ludico ed interattivo dell’arte digitale in un dialogo continuo con oggetti provenienti dalla cultura tradizionale. Nel 1998 termina gli studi all’University of Arts di Chisinau, (Moldovia); dal 2002 al 2005 è in residenza a Le Fresnoy, Studio National des Arts Contemporains. Dal 2004 al 2006 fa parte del programma di ricerca dell’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Tra le sue mostre più importanti, Whispereddances, allestita presso la Jozsa Gallery a Bruxelles e la Galérie de l’Ecluse n° 10 a La Collancelle in Francia, tutte e due nel 2009. Nel 2012 partecipa all’esposizione collettiva Nuit blanche en salle obscure al Palais de Tokyo a Parigi. Da Montréal dove si è stabilito ormai da qualche anno, l’artista prosegue la sua carriera internazionale. Testo di Luca Del Fra Per gentile concessione della Fondazione Romaeuropa CINEMA 18 MUSEO CIVICO XXV RASSEGNA INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO (Borgo Santa Caterina, 43 Rovereto) © Daniela Zedda DAL 7 AL 11 OTTOBRE 2014 www.museocivico.rovereto.tn.it /rassegna JULIE PERRON I NUOVI FILM DI JULIE PERRON IN ITALIA : « VIVRE AVEC LA TERRE » E « LE SEMEUR » Julie Perron è già conosciuta in Italia per la sua presenza in festival noti e per la presentazione del suo documentario « Lucie de tous les temps », opera dedicata a Lucie Aubrac, eroina della resistenza francese. Con i suoi nuovi film, la regista quebecchese ci propone una riflessione sulla natura, su questa terra ricca di segreti e di sorprese. « VIVRE AVEC LA TERRE » Selezionato per la XXV° edizione del Festival internazionale del film archeologico di Rovereto, il cortometraggio « Vivre avec la terre » è emerso naturalmente durante la realizzazione dell’ultimo lungo-metraggio a firma di Julie Perron, « Le Semeur ». Questa sua ultima opera cinematografica è stata già presentata con successo in vari festival internazionali ed è anche in arrivo in Italia. « Vivre avec la terre » è stato completamente girato in Grecia e svela il lavoro affascinante di Tania Valamoti, un’archeobotanista che, con la sua squadra di lavoro cerca, scopre e analizza resti vegetali del periodo del neolitico nell’area archeologica di Dikili Tash dove si trovava l’antica città di Fillippi. A PROPOSITO DEL FILM « LE SEMEUR » PROSSIMAMENTE IN ARRIVO IN ITALIA : Il film presenta un ritratto dell’artista delle sementi Patrice Fortier che mette la sua passione e il suo sapere al servizio della salvaguardia della nostra biodiversità vegetale. Nei meandri della regione di Kamouraska, in Québec, Patrice Fortier vive nella Société des Plantes dove cura, con la minuzia di un amanuense del Medioevo, la preservazione delle semenze vegetali rare o dimenticate per farle diventare le varietà « antiche del futuro ». Mentre è impegnato nel giardinaggio, Patrice sogna e trasforma i suoi raccolti in progetti. Passano le stagioni ed egli, con il suo paziente operare, ci trasmette la propria passione e le conoscenze mentre dona la vita alla sua banca di semenze. Questi germi cresceranno nelle migliaia di orti di tutto il pianeta. Ode alla biodiversità vegetale ed al patrimonio da parte di un esperto di semenze originale e geneticamente motivato. Attenzione, davanti ai nostri occhi sta avvenendo l’impossibile. DESIGN 19 SPAZIO OBERDAN DELLA PROVINCIA DI MILANO (Via Vittorio Veneto, 2 - Milano) © Crédit photo 9 OTTOBRE DALLE ORE 10:00 ALLE ORE 14:30 www.grandesignetico.org MILAN CUISINE DI TONY GAUDETTE IL PREMIO « GRANDESIGNETICO INTERNAZIONAL AWARD », UN RICONOSCIMENTO NELL’IMPRONTA DELLA CONTEMPORANEITÀ L’Associazione Culturale Plana, fondata da Sergio Costa nel 1977, ha promosso numerose iniziative di carattere culturale, sociale ed informativo attraverso la pubblicazione della testata « Fascicolo » e l’ideazione del « contenitore di eventi » grandesign che dal 2005 viene presentato con il marchio « grandesignEtico ». grandesignEtico, che nel 2013 ha festeggiato il suo ventennale, è il punto di incontro tra gli esponenti del mondo del design, dell’industria, della creatività e dell’arte. Nel corso degli anni grandesignEtico, oltre ad assegnare con cadenza biennale il « grandesignEtico International Award », ha proposto al pubblico mostre di design, fotografia, performance di artisti, incontri e dibattiti con architetti, designer, filosofi, docenti e manager per focalizzare i diversi aspetti che caratterizzano la società contemporanea. Personalissimo Etico è l’evento che l’Associazione Culturale Plana ha organizzato in occasione del Fuorisalone di Milano 2014. La mostra, realizzata allo spazio Oberdan e dedicata all’esposizione dei prodotti di sei aziende e designer del Québec, è stata la prima iniziativa di una collaborazione tra Associazione Culturale Plana e il Québec per favorire gli interscambi commerciali nell’ambito del design. I contenuti etici dei progetti ed i prodotti presentati nella mostra rappresentano la comune sensibilità alle esigenze della società contemporanea e fanno sì che i lavori siano meritevoli della designazione alla 13° edizione di grandesignEtico International Award che vedrà la premiazione dei vincitori il 20 novembre 2014. In questo contesto, il prossimo 9 ottobre, in occasione della presentazione di « ETICO 2015 - un progetto per EXPO 2015 » l’Associazione Culturale Plana organizza una tavola rotonda sul tema : « Nuovi Paradigmi : le sfide etiche del XXI° secolo » riunendo personalità di fama internazionale, fra cui alcuni designer del Québec. In occasione dell’evento saranno consegnate le targhe delle nuove designazioni al grandesignEtico International Award 2014. TURISMO 20 FIERA DI RIMINI (Via Emilia 155 - Rimini) www.quebecoriginal.com/it © Tourisme Québec © Tourisme Québec © Jean-François Hamelin DAL 9 AL 11 OTTOBRE 21 TOURISME QUÉBEC RINNOVA LA SUA PARTECIPAZIONE AL TTG INCONTRI, IN COLLABORAZIONE CON AIR CANADA E AIR TRANSAT Tourisme Québec ed i suoi partner dell’industria turistica del Québec, tra cui una decina di operatori, insieme ai vettori Air Canada e Air Transat, contribuiscono attivamente alla promozione della destinazione sul mercato italiano da oltre 25 anni. Il settore del turismo quebecchese sarà rappresentato alla borsa del TTG Incontri a Rimini dal 9 all’11 ottobre 2014; l’appuntamento professionale B2B dedicato esclusivamente all’industria turistica, rappresenta un’occasione privilegiata per uno scambio tra professionisti sull’offerta di prodotti e servizi e sulle novità della destinazione Québec. Ricordiamo di seguito alcune peculiarità che il Québec offre ai visitatori italiani! MONTRÉAL, PERLA DEL SAN LORENZO Dinamica ed energica, la metropoli si distingue per il suo lato zen e per la sicurezza. Col passare dei giorni e delle passeggiate, il visitatore scopre incroci culturali - a Montréal vivono 80 comunità culturali diverse - e architettonici di questa metropoli unica, in cui i rapporti umani sono in primo piano. Fin dall’inizio del XX° secolo, l’isola di Montréal è stata il primo approdo di merci e persone. In seguito alle diverse ondate migratorie, ogni quartiere ha preso i colori delle comunità culturali che lo abitano. Ci si muove da un quartiere all’altro affascinati da quest’amena mescolanza culturale. QUÉBEC, DIAMANTE DELL’AMERICA DEL NORD La città, che ha compiuto 400 anni nel 2008, costituisce il trait d’union tra l’Europa e le Americhe. Il centro storico è entrato a far parte della cerchia prestigiosa del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1985. La città di Québec è l’unica città fortificata a nord del Messico. Dall’alto del Cap Diamant, la capitale nazionale è una delle città più visitate del Canada sia d’estate che d’inverno. Seduce con le sue atmosfere storiche dal sapore francese, con il suo dedalo di viottoli, le dimore storiche, i musei, le botteghe e la Cittadella, tutte tracce della colonizzazione francese e inglese. I GRANDI SPAZI, RICCHEZZA NATURALE DEL QUÉBEC In prossimità dei centri urbani, il visitatore entra in un’altra dimensione : quella delle distese a perdita d’occhio. Un universo abitato dalla foresta che, a seconda delle stagioni, permette di vivere in simbiosi con la natura. Il Québec diventa il luogo d’incontro per gli amanti della villeggiatura e dei grandi spazi per praticare attività all’aperto. In primavera, in estate, in autunno o in inverno, il soggiorno in una riserva naturale diventa uno dei modi migliori per scoprire e comprendere il legame unico che unisce i Quebecchesi alla natura. MUSICA 22 TEATRO ALLE TESE (Venezia) © Jean Radel 11 OTTOBRE Ore 20:00 www.labiennale.org JEAN-MICHAËL LAVOIE « RYTHMES ET ÉCHOS DES RIVAGES ANTICOSTIENS » DEL COMPOSITORE DENYS BOULIANE AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA CONTEMPORANEA DELLA BIENNALE DI VENEZIA. DIRIGE L’ENSEMBLE INTERCONTEMPORAIN IL MAESTRO JEAN-MICHAËL LAVOIE. In programma dal 20 settembre al 12 ottobre, il 58° Festival Internazionale di Musica contemporanea della Biennale di Venezia. Diretto da Ivan Fedele, il Festival ha come titolo « Limes » e suggerisce musiche e sonorità lontane sia nello spazio che nel tempo. Vi prenderà parte l’Ensemble intercontemporain, formazione musicale francese di grande fama in Europa e nel mondo per la sua eccellenza nell’interpretare i compositori di musica contemporanea. In occasione della Biennale Musica di Venezia 2014, la formazione è diretta dal Maestro quebecchese Jean-Michaël Lavoie e propone un programma di grande interesse con alcuni compositori in forte ascesa e provenienti da Israele, Repubblica Ceca, Giappone, Ungheria e Canada, con l’opera del compositore quebecchese Denys Bouliane, « Ryhtmes et échos des rivages anticostiens »; una visionaria ricostruzione della musica dei propri antenati, immaginati sulle sponde dell’Isola di Anticosti (in Québec). Jean-Michaël Lavoie è un giovane maestro d’orchestra del Québec la cui carriera internazionale è ormai consolidata. Assistente Maestro dell’Ensemble intercontemporain dal 2008 al 2010, Lavoie ha lavorato a stretto contatto con Pierre Boulez, particolarmente all’Académie du Festival de Lucerne. L’esperienza accumulata gli ha permesso di sviluppare importanti collaborazioni con l’Orchestre Philarmonique di Radio France, il Klangforum Wien, l’Ensemble Moderne, l’Ensemble Resonanz et l’Israel Contemporary Players. Nel 2010 è stato invitato nuovamente a dirigere l’Ensemble intercontemporain per la creazione francese della nuova versione di Metropolis del compositore Martin Matalon. Nel 2011, Lavoie debutta alla Scala di Milano dirigendo con Susanna Mälkki la creazione di Quartett del compositore italiano Luca Francesconi. Nel 2012 collabora alla ripresa dell’opera nell’ambito della Wiener Festwochen. I suoi ultimi concerti confermano la sua collaborazione con l’Orchestre Philharmonique de Radio France, registrando per France Musique varie Alla Breve. Inoltre, nell’ambito della sua residenza presso la Los Angeles Philharmonic, debutta alla Walt Disney Hall nella programmazione contemporanea di Green Umbrella. JeanMichaël Lavoie ha debuttato con le orchestre sinfoniche con la BBC National 23 Orchestra of Wales, la Toronto Symphony Orchestra, l’Orchestre symphonique de Montréal ed la Philharmonie de Berlin ed è stato invitato alla Biennale de Salzbourg. Nella stagione 2013-2014, Lavoie ha collaborato con la Deutsche Radio Philharmonie Saarbrücken-Kaiserlautern, SWR Sinfonieorchester Freiburg, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg, Aarhus Symphony Orchestra e la Edmonton Symphony Orchestra. Inoltre, ha debuttato all’Opéra de Lyon con Der Kaiser von Atlantise e all’Opéra di Bordeaux con la nuova creazione di Christian Lauba, La Lettre des Sables. Nella prossima stagione, debutterà con l’Orchestre Philharmonique de Strasbourg e proseguirà le sue collaborazioni con l’Ensemble intercontemporain, la Los Angeles Philharmonic e la BBC Symphony Orchestra. DENYS BOULIANE si avvicina alla musica durante l’adolescenza come chitarrista in un gruppo rock per poi intraprendere i suoi studi musicali presso la Facoltà di Musica dell’Università Laval (Città di Québec) dove studierà, tra l’altro, pianoforte e violino. Ottiene nel 1979 un Master in composizione ed intraprende un percorso di perfezionamento presso i Cours internationaux de Darmstadt per poi stabilirsi a Cologna. Dal 1980 al 1985 sarà l’allievo del Maestro György Ligeti alla Hochschule für Musik di Amburgo e proseguirà la sua carriera tra la Germania e il Canada. DENYS BOULIANE Bouliane è uno dei compositori canadesi di maggior fama internazionale : da oltre due decenni, la sua musica è eseguita nei festival più noti e prestigiosi e le sue opere sono eseguite regolarmente in Europa e in Nord America dalle più brillanti formazioni musicali, con importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali. Molto attivo come pedagogo, maestro d’orchestra e organizzatore di eventi musicali di prestigio, dal 1995 Bouliane è docente di composizione all’Università McGill di Montréal e ne dirige l’Ensemble di musica contemporanea. Ha collaborato inoltre con il regista quebecchese Denis Marleau, scrivendo le musiche per la pièce Woyzeck di Büchner (Théâtre National de Belgique e Centre dramatique Hainnuyer, 1993) e per Lulu di Wedekind (Théâtre du Nouveau Monde a Montréal,1995-96). Lo stile musicale di Bouliane è stato definito dal musicologo tedesco Peter Niklas Wilson come « musica del realismo magico, gioco critico virtuoso che si spinge quasi fino alla mistificazione stilistica seguendo le tracce di Jorge-Luis Borges, Italo Calvino e Boris Vian ». Denys Bouliane è uno dei compositori quebecchesi che maggiormente si è interrogato sulla diversità culturale. Formato nella tradizione europea e allievo di Ligeti, Bouliane rimane intimamente conscio della sua appartenenza al continente americano, con tutta la freschezza e i paradossi che ne derivano. DANZA 24 TEATRO ELISEO (Via Nazionale, 183 - Roma) © Denis Farley IL 18 E 19 OTTOBRE www.romaeuropa.net USUALLY BEAUTY FAILS UNA PRIMA NAZIONALE DI FRÉDÉRICK GRAVEL AL ROMAEUROPA FESTIVAL Astro nascente della danza canadese e quebecchese, Frédérick Gravel - per la prima volta in Italia a Romaeuropa - con « Usually Beauty Fails », un potente omaggio coreografico e musicale all’universo della bellezza, tra seduzione, vulnerabilità e ironia. Coreografo, danzatore, regista, chitarrista, cantante, Gravel è un vero rappresentante della scena di Montréal. Con la sua compagnia di danzatori e musicisti ad alta pressione mescola infatti generi e stili, regalando uno spessore intellettuale alla danza, in un tracciato aperto da altre compagnie quebecchesi quali i La La La Human Steps e la Compagnie Marie Chouinard. La cifra pop dei suoi lavori - che definisce concerti coreografici per la presenza in scena di musicisti tra cui Gravel stesso che si alterna tra danza, chitarra e voce - è nel giocare con lo spirito del nostro tempo, mescolando poesia e luoghi comuni, la cultura popolare e quella dominante. Il suo linguaggio è fatto di intensità fisica, virtuosismo grezzo, energia che sprigiona dai movimenti di ogni giorno, incorniciate in una colonna sonora di rock e pop con potenti venature elettroniche. « Usually Beauty Fails » è una lucida esplorazione dell’universo dell’amore, della bellezza e delle relazioni umane : ispirandosi ai video musicali con il loro facile erotismo, Gravel esalta la visione frontale dello spettacolo per creare un’atmosfera di sensualità e seduzione dove i danzatori sono al tempo stesso provocatori e vulnerabili. Come in altri suoi spettacoli, anche in quest’ultimo lavoro Gravel inserisce momenti parlati, in cui si intrattiene sulla danza in modo informale creando una ambigua complicità con il pubblico. 25 ›› concezione, direzione e coreografia Frédérick Gravel ›› con Frédérick Gravel, Vincent Lagault, Brianna Lombardo, Stéphane Boucher, David-Albert Toth, Peter Trosztmer, Lucie Vigneault, Jamie Wright ›› compositori Stéphane Boucher, Philippe Brault ›› assistente artistica Ivana Milicevic ›› direttore prove Jamie Wright ›› luci Alexandre Pilon-Guay ›› direttore tecnico e di palco Alexandre Pilon-Guay ›› suono Jimmy Boury ›› produttore esecutivo Marie-Andrée Gougeon per Daniel Léveillé danse ›› co-produzione Danse Danse ›› in collaborazione con Place des Arts (Montréal), Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis (France), Moving in November (Helsinki), Département de danse de l’Université du Québec à Montréal, Société de la Place des Arts (Montréal), Circuit-Est centre chorégraphique (Montréal), Centre Segal (Montréal) ›› con il sostegno del Conseil des arts et des lettres du Québec ›› Agenti George Skalkogiannis, Sarah De Ganck/Art Happens (Benelux) Gravel beneficia del sostegno della compagnia Daniel Léveillé Danse nel quadro del suo programma di sostegno alla produzione e alla diffusione. Frédérick Gravel è membro di Circuit-Est centre chorégraphique (Montréal). Il pezzo musicale « Something Chimes in Me », composto da Stéphane Boucher, è gentile concessione delle Éditions Éloize. IL ROMAEUROPA FESTIVAL Nato nel 1986 e coronato da sempre crescenti successi, il Romaeuropa Festival è ormai riconosciuto come il più importante festival italiano e il Wall Street Journal lo ha indicato, nel 2006, come uno dei quattro top festival in Europa. Romaeuropa Festival presenta al pubblico romano da quasi 3 decenni il meglio della creazione artistica contemporanea e vanta un pubblico di fedelissimi a cui si aggiungono ogni anno nuovi spettatori. Una platea composita, come composita è l’offerta culturale del festival, che abbatte le barriere tra cultura « alta » e « di massa », all’insegna dello scambio, del connubio e dell’intreccio, tra culture e codici espressivi. Ogni anno Europa, Asia, America, Oceania, Africa si incontrano nella Capitale in una partitura spettacolare fatta di danza, teatro, musica, cinema, incontri con gli artisti, arti visive e sfide tecnologiche. I suoni e le espressioni artistiche di cinque continenti costruiscono un’esperienza estetica intensa che distribuisce in un’articolata geografia di spazi il piacere dello spettacolo per oltre due mesi. Testo di Luca Del Fra Per gentile concessione della Fondazione Romaeuropa STUDI QUEBECCHESI 26 PALAZZO HERCOLANI SALA POETI (Strada Maggiore, 45 - Bologna) 20 E 21 OTTOBRE www3.lingue.unibo.it/cisq SOPHIE BIENVENU L’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA OSPITA IL CONVEGNO INTERNAZIONALE « LE BIEN-ÊTRE EN VILLE : ESPACES URBAINS, LANGUES, CULTURES ET SOCIÉTÉS. UNE VITRINE POUR LE QUÉBEC » Organizzato dal Centro Interuniversitario di Studi Quebecchesi (CISQ) in collaborazione con il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture moderne dell’Università degli Studi di Bologna, il convegno « Le bien-être en ville : espaces urbains, langues, cultures et sociétés. Une vitrine pour le Québec » (Il benessere in città : spazi urbani, lingue, culture e società. Una vetrina per il Québec) si pone l’obiettivo di indagare il tema del benessere in città attraverso un approccio multidisciplinare. © Jean-François Lemire I partecipanti sono chiamati ad ispirarsi ad approcci teorici attuali, adottando prospettive diverse che vadano dalla linguistica all’urbanistica, dalla sociologia alla letteratura, dalla geografia all’analisi del discorso, dalla traduzione allo studio del paesaggio. I lavori andranno pertanto ampiamente aldilà dell’approccio medico-sociale suggerito dal titolo. Sarà piuttosto sotto l’impulso dei paradigmi identitari che la tematica verrà SOPHIE BIENVENU ENDROIT (Lieu) DATE Ore www.courriel.com affrontata. Lo studio del vivere insieme non può prescindere infatti dalle questioni identitarie, dalle diversità linguistica, culturale e sociale che arricchiscono e fanno pulsare il cuore della società. Le città contemporanee sono spazi chiamati ad affrontare sfide e rinnovare dinamiche al fine di elaborare nuove forme di condivisione, inclusione e solidarietà. Pensare la città del futuro non implica quindi solo immaginarla come entità pratica e intelligente, ma anche cercare e proporre nuove pratiche volte ad avvicinare gli individui, laddove troppo spesso le solitudini tendono a rendere più fragile il tessuto sociale. Il convegno intende quindi analizzare tutte le forme espressive che favoriscono la trasformazione della non-città (una sorta di non-luogo che si incarna con traiettorie troppo individualiste e quindi antitetiche al progetto di vivere insieme) in uno spazio al centro del quale evolva l’individuo che cerca di creare delle relazioni, un’identità ed una storia (Marc Augé, Tra i confini. Città, luoghi, interazioni, Mondadori, 2007). Seguendo un metodo dialogico, i ricercatori ed esperti quebecchesi ed italiani si incontreranno nell’arco di queste due giornate di lavori. Segnaliamo tra i partecipanti provenienti dal Québec la scrittrice Sophie Bienvenu, il cui intervento sarà incentrato sul tema « La città nel racconto, sul grande schermo e in scena ». Francese di nascita, Sophie Bienvenu si è stabilita in Québec nel 2001. In poco tempo ha ottenuto successo come blogger e autrice di libri per ragazzi. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo « Et au pire, on se mariera » (E alla peggio, ci sposeremo), recentemente adattato per il grande schermo in Québec. L’autrice effettuerà in seguito una tournée nelle università di Milano e Parma. In occasione del convegno saranno altresì presentati gli Atti dei « Primi Stati generali degli Studi quebecchesi in Italia e Prospettiva europea » che furono ospitati dall’Università di Bologna nell’autunno 2012. 27 ARTI CIRCENSI 28 ROMA, BOLOGNA, FIRENZE, PESARO, MILANO E TORINO © Cirque du Soleil DAL 22 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE www.cirquedusoleil.com QUIDAM IL CIRQUE DU SOLEIL PRESENTA « QUIDAM » IN ITALIA L’atteso e gradito ritorno del Cirque du Soleil in Italia vedrà gli artisti di « Quidam » esibirsi in 25 spettacoli in 6 città italiane : dal 22 al 26 ottobre al Palalottomatica di Roma, dal 30 ottobre al 2 novembre all’Unipol Arena di Bologna, dal 6 al 9 novembre al Mandela Forum di Firenze, dal 14 al 16 novembre all’Adriatic Arena di Pesaro, dal 19 al 23 novembre al Mediolanum Forum di Milano e dal 17 al 30 novembre e al PalaAlpitour di Torino. « Quidam » ha debuttato sotto il tendone nell’aprile 1996 a Montréal. Da allora, la produzione ha visitato cinque continenti ed ha emozionato milioni di persone. Nel dicembre 2010, « Quidam » ha intrapreso un nuovo viaggio : presentare la stessa entusiasmante produzione nei palazzetti, partendo dal Nord America. Il cast internazionale comprende 45 acrobati, musicisti, cantanti e artisti di prima classe. TRAMA La giovane Zoé è annoiata; i suoi genitori, distanti e apatici, la ignorano. La sua vita ha perso qualsiasi significato. Cercando di riempire il vuoto della sua esistenza, scivola in un mondo immaginario - il mondo di « Quidam » - dove incontra dei personaggi che la incoraggiano a liberare la sua anima. CIRQUE DU SOLEIL Il Cirque du Soleil celebra quest’anno il suo 30° anniversario. Dai circa 20 artisti di strada di cui la compagnia era formata ai suoi inizi, la compagnia quebecchese è oggi la società leader nel settore dell’intrattenimento. Il gruppo conta 4.000 lavoratori, di cui oltre 1.200 artisti di oltre 50 nazionalità diverse. Il Cirque du Soleil ha portato gioia e meraviglia a più di 100 milioni di spettatori in oltre 300 città dei cinque continenti. Per prenotazioni e maggiori informazioni sulla tournée consultare : www.livenation.it ARTI DELLA TAVOLA 29 CENTRO FIERE LINGOTTO (Via Nizza, 294 - Torino) www.salonedelgusto.it www.slowfoodfoundation.com/presidia www.slowfoodmontreal.com I SAPORI DEL QUÉBEC AL SALONE DEL GUSTO E TERRA MADRE Il Salone del Gusto e Terra Madre 2014 si svolge dal 23 al 27 ottobre nel Centro Fiere Lingotto di Torino e prevede la presenza di oltre 1.000 espositori provenienti da più di 130 paesi, 300 Presidi Slow Food, cuochi, agricoltori, pescatori, esperti, artigiani, rappresentanti del mondo del vino e della gastronomia e le comunità del cibo di Terra Madre. Organizzato da Slow Food, dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino, con la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, l’evento internazionale Salone del Gusto, quest’anno alla sua 10° edizione, si unisce di nuovo all’incontro internazionale di Terra Madre, la rete mondiale di produttori di piccola scala, che è ora al suo 10° anno. I temi dell’edizione 2014 sono l’Arca del Gusto e l’agricoltura familiare. L’Arca, lanciata proprio all’edizione del Salone nel 1996 per catalogare i prodotti a rischio, è il progetto di Slow Food più rappresentativo per la tutela della biodiversità. L’agricoltura familiare sale sul palcoscenico proprio nell’anno in cui questa viene celebrata in tutto il mondo dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO). Ricordiamo infatti che nel novembre del 2013 a New York, le Nazioni Unite hanno designato il 2014 « Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare ». Questi temi sono inseriti nelle attività sia di Slow Food che di Terra Madre. Ogni giorno saranno affrontati e coniugati insieme a tutta un’altra serie di argomenti : la lotta alla fame nel mondo, la malnutrizione e la cattiva alimentazione, l’educazione alimentare, il rapporto tra cibo e ambiente e il rispetto dei territori e delle tradizioni. Molteplici sono anche le realtà del Québec presenti al Salone che, con la loro partecipazione all’evento, sostengono e valorizzano attivamente l’idea che il prodotto alimentare locale, autentico e di qualità merita di essere più diffuso e conosciuto. A Torino, sarà presente una delegazione di imprese quebecchesi del settore agroalimentare con vari Convivia Slow Food del Québec. DA SEGNALARE NELL’AMBITO DEI LABORATORI DEL GUSTO : SALA B | SABATO 25 OTTOBRE alle ore 14:30 « FORMAGGI E BEVANDE DAL CANADA » L’incredibile vastità del Canada si rispecchia non solo nella variegata ricchezza di territori e climi, ma anche in un ventaglio di culture gastronomiche diverse, figlie delle successive ondate migratorie dal XVI° secolo a oggi, che ne hanno plasmato le produzioni agroalimentari. Sotto la guida di Bobby Grégoire, quebecchese di Montréal, cuoco ed esperto dell’enogastronomia canadese e responsabile del Convivium Slow Food di Montréal, assaggerete cinque sorprendenti abbinamenti tra formaggi di differenti tipologie, idromele, distillati d’acero, vini da dessert e il tipico cidre de glace, « sidro di ghiaccio », dell’Arca del Gusto di Slow Food, proveniente dal Québec ed da altre aree canadesi. © Cirque du Soleil DAL 23 AL 27 OTTOBRE DANZA 30 BOLOGNA IL 25 E IL 26 OTTOBRE BASSANO DEL GRAPPA © Alexandre Lampron DAL 28 OTTOBRE AL 2 NOVEMBRE www.genderbender.it www.virginiebrunelle.com www.operaestate.it VIRGINIE BRUNELLE VIRGINIE BRUNELLE AL FESTIVAL GENDER BENDER DI BOLOGNA E IN RESIDENZA A BASSANO DEL GRAPPA Gender Bender è il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale. Giunto alla sua 12° dizione, questo festival interdisciplinare vede quest’anno il ritorno in Italia della giovane coreografa di Montréal Virginie Brunelle e della sua compagnia con lo spettacolo « Complexe des genres » (Complesso dei generi). Soffermandosi sulla definizione di sé negli schemi dei generi maschile e femminile, « Complexe des genres » mostra gli uomini e le donne intrappolati nelle proprie paure scontrarsi nel tentativo di affermare le loro rispettive esistenze. Con una coreografia fisica, dagli accenti acrobatici e carica di poesia, questo lavoro tratta della ricerca identitaria attraverso le relazioni. Vi si percepisce il dubbio e la freddezza della perfezione ossessiva, ma anche la speranza che gli uomini e le donne sapranno evolvere, stimarsi e amare. In seguito alla sua partecipazione al Festival Gender Bender, Virginie Brunelle effettuerà una residenza coreografica con la sua compagnia dal 28 ottobre al 2 novembre al Centro per la Scena Contemporanea/Casa della Danza di Bassano del Grappa ed il 31 ottobre presenterà al pubblico la prima parte di un nuovo progetto coreografico che la compagnia sta creando per il 2015. L’Operaestate Festival rappresenta da anni un partner prezioso per il Québec e nel quadro delle iniziative che legano Bassano del Grappa al Québec, non possiamo non menzionare il progetto Migrant Bodies nato dalla collaborazione tra il Comune di Bassano del Grappa/CSC Casa della Danza (Italia), La Briqueterie - Centre de développement chorégraphique du Val de Marne (Francia), Circuit-Est di Montréal (Québec), The Dance Centre di Vancouver (British Columbia) e HIPP The Croatian Institute for Dance and Movement di Zagabria (Croazia). © Marie Philibert-Dubois 31 COMPLEXE DES GENRES Migrant Bodies intende utilizzare strumenti artistici e culturali per aprire una riflessione civile sulle migrazioni e gli impatti culturali e le differenze che queste portano con sé, viste come fonti di valori e ricchezza sia per le società europee che canadesi e quebecchesi. L’iniziativa prevede il coinvolgimento di 16 artisti (6 coreografi/danzatori, 5 scrittori, 5 artisti visivi) di tre paesi europei : Italia, Francia, Croazia e di due province canadesi : il Québec e la British Columbia, che realizzeranno nell’arco di due anni, un progetto di ricerca sulle migrazioni e gli impatti sociali e culturali che le migrazioni generano nelle società locali, al fine di produrre opere che verranno presentate nel 2015 in spazi teatrali e contesti di rilievo. I coreografi partecipanti al progetto sono Ginelle Chagnon (Montréal), Manuel Roque (Montréal), Cecile Prust (Parigi), Alessandro Sciarroni (Bassano del Grappa), Su-Feh Lee (Vancouver), Jasna Vinovrski (Zagabria). La ricerca sarà aperta alle più diverse possibilità : incontri con le comunità locali, incontri con le comunità di immigrati, con le comunità di migranti, report audio/video itineranti tra le città partner, una piattaforma web per artisti e critici. Un simposio internazionale finale a Bassano del Grappa a luglio 2015 e la messa on line della relazione finale sul progetto Migrant Bodies che raccoglierà anche la documentazione delle esperienze, saranno gli strumenti per valutare e diffondere i risultati finali del progetto, sostenuto dal Programma Cultura 2007-13 della UE. AFFARI PUBBLICI 32 CAMERA DEI DEPUTATI (Roma) 29 OTTOBRE www.festivaldelladiplomazia.eu « DONNE E DIPLOMAZIA », L’ESPERIENZA DEL QUÉBEC AL FESTIVAL DELLA DIPLOMAZIA Come la diplomazia ha avuto origine dai tentativi di dare equilibrio al potere, tra guerre e negoziati di pace, trattative segrete e grandi avvenimenti, indipendentemente dalla sua essenza reale e dalle doti del negoziatore. È intorno alle riflessioni su queste tematiche che nasce Diplomacy - Festival della Diplomazia, quest’anno alla sua quinta edizione. Il suo segretario generale, Giorgio Bartolomucci, ci conduce sapientemente in un viaggio attraverso i diversi stili nazionali di condurre la politica internazionale, le più significative iniziative diplomatiche, le forze e gli interessi che hanno unito e separato le Nazioni. La chiave di lettura adottata per questa edizione del Festival è « Prevenire i conflitti, elaborare soluzioni ». ©Agence Photo Consulat Fotografo : Guillaume Simoneau Il delegato del Québec a Roma, Amalia Daniela Renosto, è stata invitata a prendere parte ad una sessione del Festival, dedicata al tema « Donne e diplomazia ». Attraverso la sua partecipazione a questa sessione, la dottoressa Renosto potrà non solo illustrare la sua personale esperienza a contatto da anni con le istituzioni italiane e vaticane, ma anche e soprattutto la peculiarità, la storia e i fondamenti giuridici delle relazioni internazionali del Québec. Parlare di donne e diplomazia sarà inoltre una valida occasione per parlare del ruolo della donna nella società quebecchese, considerato che circa la metà degli uffici di rappresentanza del Governo del Québec all’estero è diretto da donne. Nell’autunno 2013, la metà degli uffici di rappresentanza del Québec all’estero era diretto da donne. LETTERATURA 33 ENDROIT (Lieu) DATE Ore © ICÉA www.nuovaeditriceberti.it ÉMILE OLLIVIER « PASSAGGI » DI ÉMILE OLLIVIER PUBBLICATO IN ITALIA Si può vivere e sentirsi sempre di passaggio? La domanda attraversa, sotterranea, le pagine di questo romanzo, mentre i personaggi si avvicendano sulla scena e intrecciano le loro storie : c’è Amédée, che costruisce un veliero per sfuggire al degrado della sua isola; Normand, costretto al gelo di Montréal e partito per Miami in cerca dell’ultimo sole; Amparo, che il tempo ha reso senza radici, estranea alla sua stessa terra; Leyda, che deve affrontare il distacco dal passato. Vincitore del Grand Prix du Livre de Montréal, « Passaggi » è il romanzo degli esili, al plurale, e una riflessione sull’esistenza umana, intesa appunto come passaggio : con una lingua ricca, colorata e densa d’immagini, Émile Ollivier racconta la ferita e la speranza che si accompagna a ogni nuova partenza. Pubblicato in Italia dalla Berti Editrice nell’ottima traduzione di Elena Pessini, e corredato da una postfazione che è strumento prezioso per il lettore, il romanzo è l’opera di un autore originale, che merita di essere conosciuto anche in Italia per le sue riflessioni sempre attuali su esilio, trasformazioni sociali e scardinamento delle frontiere. « Quebecchese il giorno, haitiano la notte ». È la definizione attraverso la quale Émile Ollivier amava descriversi. Scrittore, sociologo, docente universitario, animatore culturale, nasce ad Haiti nel 1940 e intraprende studi di sociologia dapprima nella sua terra natale e successivamente a Parigi. Al ritorno in patria, Ollivier milita contro il regime dittatoriale di François Duvalier e dopo un breve soggiorno in prigione, è costretto all’esilio prima in Francia e poi, nel 1965, in quella che diverrà la sua patria d’adozione : il Québec. A partire dagli anni settanta pubblica vari saggi, frutto della sua attività di sociologo all’Università di Montréal, e si impegna per l’integrazione degli immigrati. Molto attivo nella vita letteraria quebecchese, è autore di cinque romanzi e due raccolte di racconti. Ollivier muore improvvisamente nel 2002, mentre sta terminando il suo ultimo romanzo, « La Brûlerie ». « Nel mondo ci sono due grandi razze di uomini : quelli che mettono radici, che si tessono un destino minerale in un sogno di pietra, e quelli che credono di essere polline. Amanti delle lunghe cavalcate, attraversano con il vento i grandi spazi. Saltano su velieri di fortuna, imboccano sentieri aleatori, senza meta, senza percorsi predeterminati. Normand apparteneva a questa razza. Amava gli spostamenti alla cieca che avvengono su superfici illimitate, dove partenze e ritorni finiscono con il confondersi... » – Émile Ollivier CINEMA 34 CINEMA ODEON (Piazza Strozzi - Firenze) © Marlène Gélineau Payette DAL 6 AL 11 NOVEMBRE www.laboratorioimmaginedonna.it MICHELINE LANCTÔT RETROSPETTIVA MICHELINE LANCTÔT AL 36° FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA E DONNE DI FIRENZE Il tema di quest’anno della 36° edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne di Firenze è : « L’origine del mondo ». Un luogo metaforico e reale in cui le registe si sentono « a casa », riconosciute nella loro novità e complessità storico-geografica. Tra le numerose proposte del festival, il focus « L’energia pensante del Nord, l’eccentricità culturale del Québec ». Ad illustrare questa tematica, la regista quebecchese Micheline Lanctôt sarà presente con tre dei suoi film più importanti, realizzati nel corso di una carriera segnata da prestigiosi riconoscimenti, sia per le sue produzioni cinematografiche e televisive che per il suo lavoro di attrice e straordinaria donna di cultura. Dopo aver conseguito trent’anni fa il prestigioso Leone d’argento alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con il suo secondo film « Sonatine », Micheline Lanctôt disse : « All’uscita di “Sonatine”, avevo ricevuto diverse critiche negative, ma con registi del calibro di Antonioni in giuria (edizione 1984), questo riconoscimento mi incoraggiò a perseverare ». La carriera di Micheline Lanctôt è sicuramente segnata da una forte determinazione, ma soprattutto da una profonda passione nei confronti di quel cinema di qualità e di riflessione che sa interrogare ed emozionare. Micheline Lanctôt, la quale aveva iniziato la sua carriera interpretando il ruolo da protagonista nel film di Gilles Carle « La vraie nature de Bernadette » (in concorso a Cannes nel 1972), sarebbe tornata presto sulla Croisette con il suo primo film da regista « L’Homme à tout faire » (Quinzaine des Réalisateurs, 1980). Quarant’anni dopo, vi tornò di nuovo come attrice in due film : « Sarah préfère la course » di Chloé Robichaud e nel magnifico « The apprenticeship of Duddy Kravitz », in occacione di una retrospettiva dedicata a Ted Kotcheff e presentata nella sezione Cannes Classics (2013). Micheline Lanctôt ha appena terminato di girare il suo ultimo film, che uscirà presto nelle sale. « Autrui » - questo il titolo - è la storia di Lucie, una giovane donna introversa, fragile, senza ambizioni né progetti, che conduce una vita discreta. Éloi, un senzatetto che ha notato mentre si reca al lavoro, è in fin di vita a causa del freddo in un vicolo. Lo accoglie quindi a casa sua per permettergli di riprendersi. Vi resterà per due mesi. La coabitazione sarà dolorosa, ma a poco a poco la caritatevole cocciutaggine di Lucie ridarà a © Marlène Gélineau Payette 35 GENEVIÈVE BUJOLD E MICHELINE LANCTÔT in « Pour l’amour de Dieu » Éloi la sua umanità. « Autrui » è interpretato da Brigitte Pogonat nel ruolo di Lucie con Robin Aubert nella parte di Éloi. Il film è prodotto da Reprise Films. L’opera è molto attesa negli ambienti cinematografici. In Québec, all’inizio dell’anno, Micheline Lanctôt è stata insignita del Premio Jutra Hommage alla carriera nell’ambito del Gala Jutra 2014, un riconoscimento nazionale di notevole prestigio. La regista, che si è battuta per quarant’anni per potere fare i film che desiderava, è stata molto impegnata sul fronte della difesa dei diritti d’autore e della posizione della donna nell’ambiente del cinema. La sua presenza al Festival Internazionale di Cinema e Donne di Firenze sarà senz’altro un’occasione privilegiata per conoscere quest’artista e donna d’eccezione. IN PROGRAMMA NELLA RETROSPETTIVA : « Sonatine » (1984) : Il male di vivere e la seta d’amore di due adolescenti come una partitura musicale. « Deux Actrices » (1993) : Due sorelle che non si conoscono imparano ad accettarsi. In parallello, le due attrici protagoniste di questa storia parlano dei loro personaggi, si raccontano, soffermandosi sulle dissonanze tra la loro vita reale e quella fittizia. « Pour l’amour de Dieu » (2011) : Montréal, 1959. Nella classe di Suor Cecilia, Leonie (11 anni) incontra Padre Malachy, un giovane prete Dominicano in visita alla scuola. È amore a prima vista per questa giovane ragazza un po’ speciale che si rifugia nella religione per evadere da una madre troppo soffocante. Ma è amore a prima vista anche tra Suor Cecilia e Padre Malachy. Tra l’amore umano e quello divino, quale dominerà? CINEMA 36 INSTITUT FRANÇAISCENTRE SAINT-LOUIS (Largo Toniolo 20-22 - Roma) 11 NOVEMBRE ALLE 21:00 12 NOVEMBRE ALLE 17:00 www.ifcsl.com MONSIEUR LAZHAR « MONSIEUR LAZHAR » IN PROGRAMMA ALL’INSTITUT FRANÇAIS CENTRE SAINT-LOUIS « Monsieur Lazhar », il pluripremiato lungometraggio del regista quebecchese Philippe Falardeau, sarà proiettato all’Institut français-Centre Saint-Louis nell’ambito della rassegna Cycle photo de classe (Ciclo foto di classe), in programma dal 7 ottobre al 10 dicembre. I 10 film selezionati per la rassegna raccontano tutti storie legate alla scuola come microcosmo delle nostre società. « Monsieur Lazhar » è ambientato in una scuola primaria di Montréal, dove un’insegnante muore tragicamente. Avendo letto la notizia sul giornale, Bachir Lazhar, un immigrato algerino di 55 anni, si presenta nella scuola per offrirsi come supplente. Appena assunto per sostituire la maestra scomparsa, Bachir si trova di fronte ad un’istituzione in crisi, e questo mentre lui stesso è costretto ad affrontare un dramma personale. Poco a poco Bachir impara a conoscere il gruppo di bambini, tra i quali emergono Alice e Simon, due ragazzini svegli e particolarmente turbati dalla morte della loro insegnante. Mentre la classe ritorna lentamente alla normalità, nessuno nella scuola è a conoscenza del passato doloroso di Bachir; nessuno sospetta che in qualsiasi momento potrebbe essere espulso dal paese. « Monsieur Lazhar » è stato candidato agli Oscar del 2012 nella categoria Miglior Film Straniero in rappresentanza del Canada e ha ricevuto numerosi premi prestigiosi, tra cui il Premio Art Cinema all’Hamburg Film Festival 2011, il Premio Speciale della Giuria al Namur Film Festival 2011, il Premio per il Miglior Film Canadese al Toronto International Film Festival 2011 e il Premio del pubblico UPC all’International Film Festival Rotterdam 2012. Nel 2000 Philippe Falardeau ha diretto il suo primo lungometraggio, « La moitié gauche du frigo » (La metà sinistra del frigo). Il film è stato un grande successo in Québec e in Canada ed è stato presentato in numerosi festival in tutto il mondo tra i quali Rotterdam, Parigi, Seattle, Vancouver e Montréal. Nel 2006, Philippe Falardeau realizza « Congorama », una coproduzione franco-belga-canadese. Il suo terzo film, « C’est pas moi, je le jure ! » (Non sono io, lo giuro!), è un adattamento del romanzo di Bruno Hébert. Il film è uscito in anteprima mondiale al Festival di Berlino nella sezione Generation, vincendo il prestigioso Orso di cristallo e il Premio del Deutsche Kinderhilfswerk. Distribuito in più di 40 paesi, è stato nominato come miglior film canadese all’Halifax Film Festival e ai Premi della Critica di Vancouver. LETTERATURA 37 ENDROIT (Lieu) © Cyclopes DATE Ore www.libreriagremese.it JOCELYNE SAUCIER « PIOVEVANO UCCELLI » DI JOCELYNE SAUCIER « L’autrice dimostra che l’amore, quanto la speranza e l’anelito di libertà, siano senza età. Pura meraviglia. » Così ne parlava Voir Montréal, in occasione della sua uscita in Québec nel 2011. Luglio 1916. Nelle foreste dell’Ontario settentrionale le fiamme si levarono alte nel cielo, in quello che sarà conosciuto come il Grande Fuoco di Matheson e che ingoierà boschi, paesi e vite umane di quelle regioni. Decenni più tardi, una fotografa si mette sulle tracce di un certo Boychuck, sopravvissuto al rogo e circondato da un alone di mito e di mistero. Non riuscirà a incontrarlo - è appena morto - ma il suo viaggio non sarà vano : conoscerà altri due reduci di quella tragedia, Tom e Charlie, vecchi eremiti che da lungo tempo hanno scelto di vivere nella foresta, e poco dopo incontrerà anche l’eterea Marie-Desneige, che ha ottantadue anni e tutte le proprie facoltà intatte, nonostante abbia trascorso in manicomio gran parte della sua esistenza. E ancora Bruno e Steve, affascinati dal meraviglioso isolamento nel quale vive quella strana comunità, che neppure il pensiero della morte riesce a turbare. Pubblicato in Italia da Gremese editore, « Piovevano uccelli » è un superbo racconto di sopravvivenza e di fierezza, che emoziona fino alla fine e limpidamente testimonia una grande verità : amore, speranza e anelito di libertà resistono a tutto, all’assalto delle fiamme come a quello del tempo. Jocelyne Saucier ha studiato scienze politiche e giornalismo e il suo romanzo « Piovevano uccelli » rappresenta il suo quarto titolo. Questo romanzo ha vinto, tra gli altri, il Premio dei Cinque Continenti della Francofonia, il Premio Ringuet dell’Accadémie des lettres du Québec, il Premio dei lettori di Radio-Canada e il Premio France-Québec, oltre ad essere stato finalista di vari altri premi nazionali ed internazionali. « Piovevano uccelli » ha conosciuto un forte successo di critica e pubblico in tutto il mondo. È stato tradotto in inglese ed in svedese e sarà presto oggetto in Québec di un adattamento cinematografico. MUSICA LIRICA 38 TEATRO ALLA SCALA (Piazza della Scala - Milano) © Julien Faugère IL 23 E IL 25 NOVEMBRE www.analekta.com HÉLÈNE GUILMETTE IL DEBUTTO ALLA SCALA DI HÉLÈNE GUILMETTE Per celebrare i 90 anni del Maestro Georges Prêtre, il Teatro alla Scala di Milano gli affida la direzione dell’opera « Werther » di Jules Massenet in versione da concerto. In programma il 23 e il 25 novembre, queste due rappresentazioni segneranno il debutto al prestigioso teatro scaligero del soprano quebecchese Hélène Guilmette nel ruolo di Sophie, a fianco di un cast internazionale d’eccezione tra cui Béatrice Uria Monzon nel ruolo di Charlotte e Roberto Alagna in Werther. Guilmette ha già interpretato Sophie nel « Werther » di Massenet al Teatro dell’Opera di Parigi all’inizio di quest’anno, riscuotendo grande successo di pubblico e di critica. Lo testimoniano queste parole di Pierre-Emmanuel Lephay su Forumopera.com : « Ma la vera rivelazione della serata fu per noi la Sophie dell’eccezionale Hélène Guilmette. Il timbro superbo e soprattutto, incarnazione magistrale ci hanno entusiasmato. Hélène Guilmette è in grado infatti di conferire una profondità straordinaria al suo personaggio. In una parola : indimenticabile. Chapeau Madame. Un nome da seguire ». Laureata in didattica musicale e pianoforte presso l’Università Laval (Québec), Hélène Guilmette ha inoltre studiato canto con Marlena Malas a New York e ha ricevuto il sostegno del Conseil des arts du Canada e del Conseil des arts et lettres du Québec. Da quando ha ricevuto il suo secondo premio al celebre concorso Reine Élisabeth de Belgique nel 2004, il soprano quebecchese conduce una brillante carriera internazionale sia all’opera che nei concerti. Tra i suoi recenti progetti, ricordiamo : l’interpretazione di Euridice nell’opera « Orfeo ed Euridice » di Christoph Willibald Gluck al Maggio Musicale Fiorentino, « Stabat Mater » di Francis Poulenc con l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, il ruolo di Thérèse in « Les Mamelles de Tirésias » di Francis Poulenc (all’Opéra de Lyon, all’Opéra comique de Paris e con l’orchestra della BBC), l’interpretazione di Pamina ne « Il Flauto magico » di Wolfgang Amadeus Mozart (a Bruxelles), Susanna ne « Le Nozze di Figaro » di Wolfgang Amadeus Mozart (a Lille, a Montréal, a Montpellier e al Théâtre des Champs Elysées a Parigi) e Constance e Blanche in « Les dialogues des Carmélites » di Francis Poulenc (a Monaco, Toronto, Nizza e Lione). Tra i prossimi ruoli segnaliamo : Hero in « Beatrice et Benedict » al Glyndebourne Festival, Laoula in « L’Étoile » (al Covent Garden ed a Amsterdam), Belinda in « Dido and Æneas » (al Carnegie Hall con Les Violons du Roy), Telaïre in « Castore e Polluce » (a Tolosa) e Mélisande in « Pelléas et Mélisande » (a Lione). Hélène Guilmette ha registrato con le etichette : Ambroisie, Harmonia Mundi, Analekta e ATMA. AFFARI PUBBLICI TI E AUSILIAR IS IE 39 TUT DI SC T I S IE NZ O D I A LT U DI GEOPOLITIC A E www.geopolitica-rivista.org A DICEMBRE, UN NUMERO DI « GEOPOLITICA » PER I CINQUANT’ANNI DI PRESENZA DEL QUÉBEC IN ITALIA Nata nel dicembre 2011, Geopolitica è la rivista trimestrale pubblicata dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), associazione di promozione sociale, riconosciuta come ente internazionalistico dal Ministero degli Affari Esteri italiano dal 2013. Scopo della rivista è diffondere lo studio della geopolitica e stimolare in Italia un ampio e de-ideologizzato dibattito sulla politica estera. Diretta da Tiberio Graziani, Geopolitica dedica al Québec la prossima uscita del suo supplemento Quaderno di Geopolitica (QdG) in occasione dell’imminente cinquantesimo anniversario di presenza istituzionale del Québec in Italia che celebreremo nel 2015. L’anno 1965 segna una svolta importante sul piano delle relazioni internazionali del Québec : il ministro dell’Istruzione del Québec, Paul Gérin-Lajoie, firma le prime intese formali con la Francia e l’Italia. Incontra il Sottosegretario italiano agli Affari esteri due mesi prima di pronunciare, davanti al corpo consolare di Montréal, un discorso in cui espone l’idea che diverrà il pilastro della politica internazionale del Québec e che viene ricordata come « Dottrina Gérin-Lajoie » : le competenze interne di una provincia canadese vanno applicate a livello internazionale. Su questa scia, il Primo ministro Jean Lesage inaugura nell’ottobre dello stesso anno a Milano un Ufficio del Québec segnando in questo modo l’inizio di un rapporto istituzionale fra il Governo del Québec e quello italiano. Cinquant’anni che hanno visto i legami tra l’Italia e il Québec crescere e diversificarsi andando ad includere : relazioni politiche e parlamentari, cultura, economia, turismo, relazioni universitarie e scambi scientifici. In occasione della presentazione del numero di QdG dedicato al Québec, verrà altresì resa pubblica la programmazione ufficiale delle celebrazioni dei cinquant’anni di presenza istituzionale del Québec in Italia. ARCHITETTURA/STORIA 40 MAXXI - MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI° SECOLO (Via Guido Reni, 4A - Roma) DAL 19 DICEMBRE 2014 AL 3 MAGGIO 2015 www.fondazionemaxxi.it www.cca.qc.ca MAXXI « ARCHITECTURE IN UNIFORM », DAL CENTRE CANADIEN D’ARCHITECTURE DI MONTRÉAL AL MAXXI DI ROMA La mostra « Architecture in Uniform », a cura di Jean-Louis Cohen al MAXXI racconta attraverso più di 400 opere tra filmati, documenti originali, riviste storiche, fotografie d’epoca e modellini, la storia di alcuni tra i più interessanti progetti nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. In mostra quindi le città in guerra, i progetti autarchici, il ruolo dell’industria, le fortificazioni, il camouflage, fino all’immediato dopoguerra con i memoriali e il riuso delle tecnologie militari. La mostra propone un percorso tra i differenti scenari della guerra, mettendo a confronto le esperienze di Francia, Inghilterra, Germania, Giappone, Stati Uniti e Italia, con un approfondimento sulle importanti innovazioni e scoperte nel campo della progettazione architettonica e della costruzione ingegneristica. Concepita e realizzata dal Centre Canadien d’Architecture di Montréal, la mostra è adattata dalla Cité de l’Architecture et du patrimoine a Parigi e dal MAXXI per la presentazione a Roma. Il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI° secolo è il primo museo italiano dedicato alla creatività contemporanea. È una grande opera architettonica, dalle forme innovative e spettacolari, progettata da Zaha Hadid. Pensato come un grande campus per la cultura, il MAXXI è stato inaugurato nel 2010. Produce e ospita mostre di arte e architettura, progetti di design, fotografia, moda, rassegne cinematografiche e performance di teatro e danza. Basato a Montréal, il Centre Canadien d’Architecture (CCA) è un centro internazionale di ricerca e un museo fondato nel 1979 da Phyllis Lambert, con la convinzione che l’architettura fosse d’interesse pubblico. Forte delle sue ampie collezioni, delle sue mostre, dei suoi programmi e del sostegno alla ricerca, il CCA è oggi capofila nell’accrescimento del sapere, nella conoscenza e nell’arricchimento d’idee e dibattiti sull’architettura, la sua storia, la sua teoria, la sua pratica e il suo ruolo nella società. MAXXI ARTI CIRCENSI 41 PICCOLO TEATRO STREHLER (Largo Greppi, 1 - Milano) © Viviana Cangialosi DAL 27 DICEMBRE ALL’11 GENNAIO www.piccoloteatro.org LA VERITÀ « LA VERITÀ » DELLA COMPAGNIA FINZI PASCA AL PICCOLO TEATRO STREHLER DI MILANO Co-prodotto da Place des Arts di Montréal e dalla Compagnia Finzi Pasca, « La Verità » nasce nel 2011 con la scoperta, nel deposito di un teatro, di un telone chiuso in una cassa di legno. Si tratta di un pezzo unico e raro, uno dei teloni dipinti da Salvador Dalí negli anni quaranta a New York per la sua versione di « Tristano e Isotta ». Una telefonata, la proposta di utilizzare questo fondale di Dalì in uno spettacolo e il desiderio di un nuovo spettacolo acrobatico. Questi gli ingredienti con cui Daniele Finzi Pasca, regista e autore dello spettacolo, e sua moglie Julie Hamelin Finzi, direttrice creativa e produttrice, danno vita a « La Verità ». « La verité est tout ce qu’on a rêvé, qu’on a vécu, qu’on a inventé, tout ce qui fait partie de notre mémoire. » (La verità è tutto ciò che abbiamo sognato, vissuto, inventato, tutto quello che fa parte della nostra memoria) È in questo appunto scritto dalla moglie che Daniele Finzi Pasca trova il senso del titolo. Insieme decidono di abbinare l’acrobazia, il teatro, la danza e la musica, con la presenza di 13 artisti riuniti intorno al gigantesco fondale originale dipinto da Salvador Dalí. © Viviana Cangialosi Il pubblico si trova avvolto nell’atmosfera di una storia surreale di « mani con dita lunghissime, ombre che deformano le proporzioni, rosso sangue, bianco, il blu del mantello di Maria, scale sospese nel vuoto, equilibri impossibili, corpi che si dislocano, piume e paillettes come se la storia prendesse vita in un vaudeville decadente con un direttore che cerca idee per risollevare le sorti della baracca ». PROMOTORE Delegazione del Québec a Roma CON IL SOSTEGNO DI Ministère de la Culture et des Communications du Québec Ministère des Relations Internationales et de la Francophonie du Québec Conseil des arts et des lettres du Québec Société de développement des entreprises culturelles du Québec E LA COLLABORAZIONE DI Association internationale des études québécoises Tourisme Québec BROCHURE REALIZZATA GRAZIE AL CONTRIBUTO DI Ministère de la Culture et des Communications du Québec Ministère des Relations Internationales et de la Francophonie du Québec Programma soggetto a variazioni. Consultare il seguente sito per la versione aggiornata : www.orizzontequebec.com RINGRAZIAMENTI DIFFUSORI E PARTNER ITALIANI Associazione Culturale Plana • Centro Interuniversitari di Studi Quebecchesi • CSD/Casa della Danza Bassano del Grappa • Digital Life • Festival della Diplomazia • Festival Gender Bender • Festival Pordenonelegge • Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia • Good Films • Gremese Editore • Il Saggiatore • Institut Français-Centre SaintLouis • Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie • Laboratorio Immagine Donna • Live Nation • MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI° secolo • Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia • Nottetempo • Nuova Editrice Berti • Officine Ubu • Operaestate Festival Veneto • Piccolo Teatro Strehler • Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico • Romaeuropa Festival • Salone del Gusto e Terra Madre • Teatro alla Scala • Teatro Eliseo • Torino Spiritualità • TTG Incontri • Università degli Studi di Bologna Un ringraziamento particolare a tutti gli artisti, artigiani, compagnie e participanti quebecchesi coinvolti. 2014 IX° BIENNALE ORIZZONTE QUÉBEC SETTEMBRE -DICEMBRE Delegazione del Québec a Roma Via Quattro Fontane, 16 Interno 5 00184 Roma Tel.: +39 06 42034501 WWW.QUEBEC-ITALIA.IT Seguiteci: QuebecItalia QuebecItalia_it
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