ELEZIONI EUROPEE 2014 L' ITALIA VISTA DALL' ESTERO ................................................... QUANTO DURA UNA CRISI? IL TURISMO RURALE FUTURO? Non solo agriturismo IL GARANTE PER LA PRIVACY Ed i dati sensibili ................................................... ANNO IV - N.1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2014 NELSON MANDELA L'ultimo gigante del XX secolo Orria Il paese del grano Editoriale PaduanoEditore SIAMO SCIVOLATI IN UN CIRCOLO VIZIOSO C ontinua da diverso tempo la tendenza negativa della stretta del credito alle famiglie e alle imprese da parte del sistema bancario. Anche se, casi ancora molto isolati in alcuni territori, si differenziano dalla tendenza negativa nazionale, come il mondo delle banche del credito cooperativo. Recentemente la Banca d'Italia ha diffuso un nuovo dato: non si arresta il crollo dei prestiti delle banche italiane alle imprese dove si registra un crollo enorme: 6% (4,9% a ottobre). La sofferenza si estende anche alle famiglie: i prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 4,3% (-3,7% a ottobre), con prestiti alle famiglie scesi dell’1,5% sui dodici mesi (-1,3% nel mese precedente). Dal bollettino della Banca D'Italia arriva anche il dato sulle sofferenze dei prestiti che scende lievemente al 22,8% (a ottobre era stato del 22,9%). Il tasso di crescita dei depositi del settore privato, che a ottobre si era fermato al 5,4%, migliora e passa al 6,1% su base annua. Per i mutui diminuiscono poi i tassi di interesse dello 0,04% che passano così al 3,86%. Resta fermo allo 0,99% il tasso complessivo sui depositi "in essere" . Subito la Cgia di Mestre evidenzia che continuano a diminuire i prestiti erogati dalla banche alle imprese del NordEst: tra il mese di ottobre del 2013 (ultimo dato disponibile) e lo stesso mese del 2012, la riduzione complessiva dei prestiti alle imprese è stata pari a 6,6 miliardi di euro. A subire il crollo maggiore in termini percentuali le realtà imprenditoriali della provincia di Trieste (-8%) e quelle di Rovigo e di Trento (entrambe con - 6,4%). precedente. Al calo, fa sapere ancora l'istituto di statistica, hanno contribuito sia le nuove abitazioni che quelle già esistenti. La provincia che ha registrato la stretta più pesante è stata Treviso, sempre secondo gli artigiani di Mestre: nel periodo considerato ha perso oltre 1,1 miliardi di euro. Le imprese di Venezia e di Belluno, invece, risultano quelle meno toccate dal cosiddetto “credit crunch” del Veneto, sia in termini assoluti sia in quelli percentuali. In sostanza, la situazione attuale del mercato dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie, sembra tutt'altro che rosea e fuori da ogni pericolo, ragion per cui, oggi più che mai, occorre un cambio strategico dell'azione politica economica, attraverso l'adozione a favore dell'indotti principali, di nuove azioni dinamiche, concrete e celeri. Basti pensare ad esempio allo sblocco, da più parti evocato, dei pagamenti congelati della pubblica amministrazione a favore delle imprese, azione che consentirebbe, alla pari di uno shock, di riaccendere il motore della fiducia, con il riequilibrio tra domanda e offerta. Al 31 ottobre del 2013, il volume complessivo degli impieghi in capo alle imprese nordestine era di 144,1 miliardi di euro. Al contrario la provincia più “finanziata” è Verona (20,66 miliardi di euro), seguita da Treviso (20,27 miliardi di euro) e Vicenza (20,19 miliardi di euro) . Ormai siamo scivolati in un circolo vizioso. Da un lato, le banche hanno chiuso i rubinetti del credito anche perché in calo la domanda, dall'altro, chi ha ricevuto gli impieghi non è in grado di restituirli secondo gli accordi presi, facendo lievitare le insolvenze. In questo gioco perverso, a rimetterci sono soprattutto le piccole imprese che hanno un potere negoziale con il sistema creditizio molto contenuto". Nel frattempo arriva anche un altro dato: è quello del prezzo delle abitazioni acquistate dalle famiglie che è sceso del 5,3% su base annua e del 1,2% rispetto al trimestre precedente. La flessione congiunturale - nota l'ISTAT sulla base di alcune stime preliminari - sarebbe doppia rispetto al trimestre Sperando che anche questo mese, troverete interessanti gli argomenti trattati, non mi resta che augurarvi buona lettura. Dott. Francesco Paduano Direttore Editoriale [email protected] TECHNOLOGY, FINANCE, SERVICES distribuzione gratuita EDITORE Paduano S.r.l. Via G. B. Vico, 2 84043 Agropoli (SA) Tel. 0974.827010 pbx P.iva/Cod.Fiscale: 04658650652 [email protected] www.mistermagazine.it DIRETTORE EDITORIALE Francesco Paduano DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Lembo CAPO REDATTORE Carmen Lotoro REDAZIONE Carmen Lotoro Ester Consolmagno Danilo Perillo HANNO COLLABORATO: D. Corsini, P. Cusati, L. Cacciapuoti L. De Valeri, F. Di Lorenzo, G. Di Vita, F. Di Vita, R. Gallo, G. Imparato, M. G. Lancellotti, A. Lombardi, P. La Palomenta, G. Moccia, A. Razzino, G. Ruocco, G. Russo, R. Scola, S. Vaina, PUBBLICITÀ & MARKETING Carmen Lotoro WEB & GRAFICA Danilo Perillo STAMPA Tipografia CGM srl www.tipografiacgm.com - 0974 844039 Testata Mr. Magazine Free Press Iscritta registro della stampa periodica n. 21/2011-885/011 R c/o Tribunale di Salerno. MISTER MAGAZINE - ANNO IV - N.1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2014 SOMMARIO 06 ELEZIONI EUROPEE 2014 ITALIA CAPORETTO DELL' EURO 09 ITALIA COMPARATA 10 L' ITALIA VISTA DALL' ESTERO 12 IL TURISMO RURALE FUTURO? NON SOLO AGRITURISMO 15 ENNESIMA BEFFA AI DANNI DEGLI AGENTI IN ATTIVITÀ FINANZIARIA 30 34 37 38 41 42 ORRIA IL PAESE DEL GRANO 44 47 STORIA DEI VIDEOGIOCHI VIAGGIO FOTOGRAFICO 48 EDUCANDOCI ALL' ARTE: GLI ITALIANI E CÉZANNE 50 NELSON MANDELA ULTIMO GIGANTE DEL XX SEC. "UNA MANO PER IL MARE" TERRAORTI E LE AZIENDE AGRICOLE DEL TERRITORIO: "LA MORELLA" DI F. MILETTO SGARBI: "VIVIAMO IN UN PARADISO SENZA SAPERLO" AGRINET WORLD: DIFENDI IL LOCALE, MANGIA SALUTARE ARRIVA "BOOK LIFE" LA CAMPAGNA SOCIAL DEL LIBRO 16 QUANTO DURA UNA CRISI? 18 IL GARANTE PER LA PRIVACY ED I DATI SENSIBILI 20 L' OBBLIGO DEL DATORE DI LAVORO DI REDIGERE IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 22 23 LA MUSICA FA BENE AL CORPO E ALLA MENTE QUANDO LA VITA NON HA PIÙ UN "SENSO" 54 "IL FIGLIO DELL' UOMO" DI FRANÇOIS MAURIAC 55 TREKKING CILENTO: FESTA DI FINE ATTIVITÀ - 2013 24 IL BACCALÀ E STOCCAFISSO CULTURA E TRADIZIONI 26 LA PRESSO TERAPIA RIPRISTINARE LA CIRCOLAZIONE 27 ATTENTI AL LATTICE 28 ALLENARSI DOPO LE FESTE 29 CHE COS' È L'INTELLIGENZA ALIMENTARE 57 CUCINARE A KM 0 58 MR. MOVIES LES CHORISTES L' ARTISTA IERI, L' ARTISTA OGGI ATTUALITÀ| ECONOMIA & FINANZA | SPAZIO AZIENDE & OPPORTUNITÀ | TECNOLOGIA & CURIOSITÀ CULTURA & BENESSERE | TURISMO & TERRITORIO | COSTUME & SOCIETÀ | CUCINA & DINTORNI. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei contenuti. Questo periodico è aperto a quanti desiderano collaborarvi ai sensi dell’art.21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti, articoli e note sono subordinata all’insidacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione commerciale/professionale con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo esclusivamente gratuito. Ai sensi della legge 196/2003 e successive modifiche l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico e/o di comunicazioni promozionali anche via web. Ai sensi degli artt. 7 e10 ai suddetti destinatari è data facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione all’Editore [email protected]. Per eventuali rapporti di collaborazione convenuti si conviene il foro competente esclusivo è quello di Vallo della Lucania (SA). Attualità di Giuseppe Lembo ELEZIONI EUROPEE 2014 L'ITALIA LA CAPORETTO DELL'EURO EUROSCETTICI IN FORTE CRESCITA L' Euro non gode di buona salute in quanto a simpatia ed a sostenitori convinti dell’utilità della moneta unica europea. Gli euroscettici sono in forte crescita in Italia e non solo in Italia. Perché gli italiani non considerano più importante il riconoscersi in quella moneta unica che nel 2002 cancellò la nostra lira, sostituendola con l’entusiasmo di una moneta dal nuovo corso e di una nuova era economico-sociale per l’atteso cambiamento nel nostro Paese e nei Paesi che avevano deciso di dare vita all’UE (Unione Europea) ed a riconoscersi nella bandiera a stelle? È bastato poco più di un decennio per cambiare le cose; dall’ottimismo del 2002, anno di entrata in vigore dell’Euro, siamo caduti in un profondo ed assolutamente inarrestabile pessimismo e forte rifiuto. Tutte le gravi responsabilità dei crescenti mali d’Italia, sono diventate responsabilità uniche della moneta unica europea e delle politiche europee ispirate ad un rigore assolutamente insostenibile che ha affamato in lungo ed in largo il nostro Paese, un Paese in forte crisi; in una crescente e diffusa condizione di decrescita e di strisciante recessione che, oltre al presente, non promette niente ma proprio niente di buono nemmeno per il futuro. Oggi, da più parti, nel nostro Paese, la moneta unica è al centro di fuochi incrociati; è il primo e forte bersaglio di tutte le tante quotidiane proteste politiche e sociali. Lo SME (Sistema Monetario Europeo), creato nel 1978 è entrato in vigore nel 1979; in base agli accordi sottoscritti mentre erano previste forti garanzie per la sola Germania, Paese a moneta più forte si correva, purtroppo, il grave rischio di indebolire i Paesi più deboli della Comunità; l’Italia era tra questi; nello scacchiere internazionale era candidata a perdere di competitività ed a passi indietro con politiche restrittive causa di gravi conseguenze economico-sociali per un sistema Paese in sé assolutamente fragile; un vero e proprio vaso di argilla tra vasi di metallo ben solidi e capaci di affrontare il futuro ed agguerriti e pronti a ridurre in cocci i 6 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 Paesi deboli dell’economia argillosa di un’unione nata senza anima e soprattutto senza presupposti di coesione e di insieme solidale. Ognuno, nel falso progetto di unione, badava egoisticamente, solo a se stesso. In queste prospettive per niente incoraggianti, il 7 febbraio 1992 veniva firmato il Trattato di Maastricht con accordi per un’area euro a moneta unica che, nel nostro Paese, entrò definitivamente in circolazione il 1° gennaio 2002 con il corso così come definito nel 1998 dal primo governo Prodi, con un tasso di cambio concordato dall’allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. L’euro fu visto da tanti come un importante traguardo; Ciampi salutò il suo arrivo come un evento storico; come un’occasione di risanamento per la nostra sofferente economia ed uno strumento di forte stabilità monetaria. Si salutava così con entusiasmo la nascita dell’Europa come un nuovo soggetto politico, capace di creare oltre ad un’economia UE più forte, anche quella tanto attesa identità di cittadini d’Euro- pa. Il suo breve corso di poco più di un solo decennio non ha risposto alle attese della vigilia che avevano portato i tanti a credere ad un’Europa con alla base un mondo nuovo, fatto di un insieme umano dalla forte identità di cittadini d’Europa. Purtroppo tutto questo non c’è stato; tanti sono stati i tradimenti. In modo del tutto inopportuno, sono prevalsi gli egoismi di parte a danno del bene comune europeo. E così, con all’orizzonte le condizioni tristi di correre il grave rischio di poter morire d’Europa, alla vigilia delle Elezioni Europee 2014, nel nostro Paese c’è un diffuso euroscetticismo. Oltre alla gente comune che non vuole assolutamente morire d’Europa, ci sono partiti e movimenti politici fortemente critici verso la moneta unica e verso l’austerità tedesca, considerata la causa prima dei tanti mali italiani. L’Europarlamento per tante sue colpe è al centro di una bufera non facilmente superabile. Il 2014, dovrà superare, se ha le buone ragioni per poterlo fare, le forche caudine dei tanti che, da euroscettici, considerano l’euro e la UE, il nemico mortale dell’Europa dei popoli e delle sue democrazie. In tal senso si vanno ripetutamente esprimendo l’economista Paolo Savona ed il giurista Giuseppe Guarino. L’eurozona e la sua moneta unica ha, purtroppo, tradito le attese di un Europa veramente unita con al centro, prima di tutto, il protagonismo dell’identità dei cittadini d’Europa. L’eurozona non ha capito l’importanza del rispetto per tutti; i forti della moneta unica hanno continuato a pensarla da forti, del tutto indifferenti nell’aggravare le condizioni dei più deboli che sono considerati in tutto dei diversi avendo una loro identità mediterranea completamente estranea al Nord d’Europa dove la Germania capofila ragiona con le sue logiche di potere di sempre, ben individuabile in quella espressione "doich über alles" che tanti guai si è portato con sé, soprattutto nei confronti del nostro Paese, purtroppo, bravo a fare ripetutamente scelte del tutto sbagliate. Ma senza recriminare sul passato e tanto meno senza piangere inutilmente lacrime amare sulla tradita storia d’Italia, pensiamo oggi al nostro difficile presente per cercare di costruire insieme un futuro possibile per i nostri figli che non devono assolutamente pagare gli errori commessi dai propri padri. Responsabilmente dobbiamo smetterla, da italiani sconsiderati, di farci male, maltrattandoci e maltrattando questo nostro Paese ormai agonizzante, ormai morente per colpa di chi è assolutamente incapace di garantirci nel presente e peggio ancora per il futuro, sempre più incerto, sempre più dagli orizzonti limitati. Gli italiani sono stanchi di subire violenze; sono stanchi dello sfasciume italiano; è ormai saltato il sistema di sicurezza e garanzie; dal suolo sempre più fragile ai treni sempre meno affidabili, siamo in un vero e proprio inferno italiano. Gli italiani sono stanchi di subire violenze; sono stanchi di dover fare sacrifici senza alcuna prospettiva che le cose italiane possano un giorno cambiare; sono stanchi di essere vessati da un sistema di tasse e di balzelli che hanno ormai reso le tasche vuote e che non permettono assolutamente al nostro Paese di potersi risollevare da una depressione che va azzerando i consumi interni e con i consumi la possibilità di produzione e quindi di crescita, una via obbligata per non morire. Se l’Europa non vuole questo, allora siamo ad una falsa unione; un’unione che non ci giova e che è sempre più dannosa per il futuro italiano, un futuro da popolo fallito, da popolo cortigiano di realtà forti che non sanno camminare insieme; che non sanno preoccuparsi di essere solidali per un insieme europeo umanamente condiviso. Se l’Europa continentale del ricco Nord non ha a che farsene dell’area nobile, ma povera del Sud, un’area mediterranea ricca di testimonianze di storia, di arte, di saperi, di cultura, di bellezze naturalistiche e paesaggistiche unica al mondo, nonché di sapori altrettanto unici, è un saggio bene per tutti incamminarsi per strade separate. Non possiamo assolutamente rincorrere quanti da prepotenti ed aggressivi padroni ci spingono verso la nostra fine; verso il nostro fallimento, senza alcuna considerazione per la nostra umanità di insieme. I padri-padroni d’Italia e d’Europa, devono cambiare mestiere; devono ricordarsi che governare è prima di tutto un’arte nobile per il bene degli altri; per l’insieme umano che rappresentano e che deve poter trarre giovamento dalla politica finalizzata al protagonista del popolo che deve saperci credere e non per i soli potenti ed affiliati, un insieme spesso disumano di innominati fatto di politici senz’anima, di lobby, di tecnocrati, di boiardi di Stato, di finanzieri d’assalto e di invisibili che egoisticamente pensano solo alle proprie ricchezze, del tutto indifferenti delle povertà diffuse degli altri. Questi scenari tristi non sono assolutamente quelli giusti; devono cambiare; devono cambiare, avendo come obiettivo da raggiungere, certezze nuove che non sono fatte della sola ricchezza e del solo apparire, ma di quei beni immateriali universalmente intesi (la pace, il diritto alla vita, il diritto alla libertà e prima di tutto alla libertà dal bisogno, il diritto al cibo, all’acqua, all’aria pulita, al rispettoso ed intelligente uso delle risorse sempre più esauribili e ad una vita di qualità umanamente compatibile per il bene di tutti, comprese le tante diversità umane in cammino, spinte dalla fame e dal bisogno della sopravvivenza). Tutto questo è parte del progetto uomo per l’Italia, per l’Europa e per il mondo. Chi pensa ad altro, sbaglia; sbaglia in Italia, in Europa e nel mondo. A buon diritto i popoli sovrani devono alzare la testa per non morire; devono difendere il diritto alla vita, un diritto che interessa sempre meno ai governanti d’Italia, d’Europa e del mondo, sempre più attenti a se stessi, ai loro privilegi, al loro egoismo di un fare che è assolutamente indifferente al bene comune. Se gli scenari sono questi, come si possono considerare sbagliate le scelte dei popoli sovrani? Trattasi di libere scelte finalizzate a difendersi, per non morire. Occorre, da parte del potere, una empatia che oggi non c’è con i governati, considerati inopportunamente sudditi sottomessi che devono accettare tutte le scelte imposte da parte di chi li governa. Siamo di fronte ad un rapporto di disumana sudditanza che ormai non regge più; ovunque i popoli della Terra vogliono sentirsi liberi e liberamente scegliere di vivere nel rispetto delle leggi giuste, senza subire le violenze disumane da parte di un potere ottusamente ubriaco di onnipotenza, sempre più spesso finalizzata a fare male agli altri. L’Italia negli anni dell’abbondante decennio di eurozona ha subito in silenzio una condizione crescente e grave di disagio socio-economico; la crisi del lavoro ha determinato una situazione di povertà diffuse con i giovani sempre più senza lavoro ed i loro padri sempre più cacciati dal mondo produttivo, per effetto delle fabbriche chiuse e/o delocalizzate in realtà europee più vantaggiose per il costo del lavoro più basso. E così l’Italia si è andata impoverendo ed ha visto di anno in anno crescere il suo profondo disagio, con una ripresa della fuga soprattutto dei suoi cervelli, costretti ad emigrare per il lavoro negato in patria, ma utile al futuro del Paese. Tutto questo è successo in una situazio- MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 7 Attualità ne di indecisione italiana frastornata ed assolutamente incapace di scelte coraggiose e/o di protagonismo d’azione, finalizzato al bene comune. Purtroppo, con atteggiamento rassegnato sia all’interno che in Europa, chi doveva esercitare in modo diverso il proprio ruolo finalizzato al bene comune, non è riuscito o non ha voluto farlo; non è riuscito ad organizzare risposte credibili, determinando lentamente una crisi irreversibile da inevitabile fallimento italiano. E così, la povera Italia nostra, senza possibilità alcuna di appello, si è trovata con il culo per terra; tanto, grazie a politiche economiche di rigore che hanno prodotto tanta povertà e tanta disoccupazione per effetto delle fabbriche dismesse, delle saracinesche abbassate e/o delocalizzate altrove per non morire. Questi sono gli scenari italiani alla vigilia del voto europeo. Siamo in una condizione di grande confusione interna e di incertezze che non promettono niente di buono; tanto per effetto dell’incapacità diffusa a dare risposte certe alla gente che soffre e di un potere indifferente che non sa o meglio si rifiuta di capire le ragioni degli altri, avvitato com’è su se stesso, avendo come obiettivo primario quello di garantirsi privilegi e piaceri grondan- ti delle lacrime e del sangue del popolo falsamente sovrano. Il popolo italiano è ormai stanco; stanco di subire l’imposizione di tasse e balzelli, per garantire un sistema di potere malsano che bada egoisticamente al tutto per sé. È stanco del rigore europeo che ha regalato al nostro Paese condizioni diffuse di non lavoro e di amara povertà. È stanco di un’eurozona che ragiona solo in termini di difesa dei privilegi dei più forti, assolutamente indifferente ai tanti più deboli, abbandonati a se stessi e senza possibilità alcuna di potersi risollevare. È stanco, soprattutto al Sud, di assistere alla propria fine, dandola per scontata, senza pensare ad una rigenerazione assolutamente possibile, cercando vie nuove per il futuro che sembra negato, perché così vogliono quelli che nel nostro Paese ed in Europa, decidono delle nostre sorti, fottendosene di quel che sarà. Ma siamo, per tutto questo, al capolinea. Gli italiani che ci governano e che non sanno tra l’altro capire quello che c’è dietro l’angolo, all’appuntamento elettorale del 2014, avranno l’amara sorpresa della caporetto dell’Euro. Tanto, come naturale conseguenza del male fatto al nostro Paese, alla nostra gente ed al Sud in particolare, una re- 8 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 altà italiana, politicamente indifferente a tutti. La caporetto dell’Euro sarà un segnale forte per sconfessare anche le politiche italiane, con alla base una governance che non è assolutamente all’altezza di risollevare le sorti italiane, dando al nostro Paese quel ruolo che merita, ma che l’idiozia umana del potere e dei potenti falsamente italiani, vanno cancellando, con grave danno per la civiltà umanistica italiana messa a dura prova dall’inciviltà di barbari, di finanzieri e di politici d’assalto, attenti strumentalmente al proprio fare finalizzato al solo egoismo di un mondo universalmente basato sempre più sull’apparire che non sa più apprezzare l’essere ed il pensiero parmenideo dell’essere, una ricchezza umana ormai dimenticata, tutta italiana; tutta da riscoprire, per salvarci dalla catastrofe annunciata e così credere anche nel futuro possibile. Giuseppe Lembo www.giuseppelemboscrittore.it [email protected] Attualità di Ciro Bello ITALIA COMPARATA D i ritorno da un recente viaggio a Londra e nel Galles del Sud, e con il ricordo del viaggio a Malta della scorsa estate ancora vivo, ho consolidato alcuni convincimenti che, nella mia condizione di osservatore non regimentato, avevo maturato pur stando comodamente seduto sulla poltrona del mio salotto. L’aver visto, poi, con i miei occhi la realtà di un Paese che snobba giustamente l’EURO, che ormai tutti sanno essere solo uno strumento di potere e di arricchimento illecito per l’EUROSISTEMA (composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che hanno introdotto la moneta unica), e adotta un sistema giuridico di Common Law, unitamente alla lettura di prima mano di notizie sull’economia dei Paesi di aerea anglosassone e, più genericamente, mitteleuropei mi hanno definitivamente convinto di quanto sto per dirvi. Innanzitutto la crisi esiste solo in Italia. E non é nemmeno una crisi economica ma una crisi di sistema e di fiducia nelle Istituzioni: sicché non s’investe e si spende anche meno. Soprattutto i vertici dell’Amministrazione Pubblica vogliono farcela vedere per giustificare nuove e più vessatorie esazioni utili solo a garantire la copertura finanziaria di una spesa pubblica… inutile! In secondo luogo, troppe norme soffocano la vita del Paese. I sistemi di common law sorridono e lavorano mentre il nostro diritto positivo stronca sul nascere ogni iniziativa ed esalta il contenzioso. Un piccolo Paese come Gibilterra (6,8 km2 contro i 59 di Salerno) sta diventando una potenza economica mondiale, grazie ad un corpo normativo snello e ad una fiscalità ridotta (10%!) che attraggono quotidianamente nuovi investitori. Terzo: il senso civico degli Italiani è nullo, quello nazionalistico idem, quello culturale annientato da una comunicazione di massa che lobotomizza e da soap opera a go-go utili solo a generare soap cervelli! In Gran Bretagna hanno meno segni della storia, pur essendo stata la nazione che ha condotto un impero, ma sfruttano ogni piccola traccia notevole del loro passato esaltandone il valore e curandola fin nei minimi particolari: programmazione, ordine, pulizia, rigore, solidarietà sociale (bambini e anziani hanno molti servizi gratis). Lì la maggior parte dei musei è gratis e vi lavorano moltissime persone. Da noi i musei sono tutti a pagamento e, al massimo, vedi 2-3 dipendenti! Dove finiscono i soldi che paghiamo per “mantenere” certi apparati? A questo punto mi permetto un consiglio: smettiamola di lamentarci! Da chi ci governa esigiamo rigore, coerenza e amore per le Istituzioni e per il Popolo. A tutti i livelli. Ma, soprattutto, siamo Italiani migliori in prima persona, senza aspettare l’esempio degli altri. Diamo noi l’esempio! Ovviamente dovremo prepararci prima a rinunciare ciascun al proprio piccolo privilegio per poter pensare al benessere comune… è questa la vera sfida del popolo italiano. Ciro Bello, studio HUB Dottore Commercialista - Revisore Legale [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 9 Attualità di Giorgio Imparato L' ITALIA VISTA DALL' ESTERO L e ultime vicende economico – politiche del paese Italia continuano ad essere oggetto di commenti da parte di opinionisti esteri. Purtroppo la diffidenza verso di noi resta e le previsioni che vengono elaborate sulle prospettive italiane sono sempre di segno negativo. Secondo la London School of Economics l’Italia è addirittura a rischio dissolvimento nell’arco dei prossimi dieci anni. Senza voler approfondire le osservazioni della London School, dobbiamo constatare che molti premier esteri e la stessa Commissione Europea spesso ci bacchettano, considerandoci poco affidabili. Crisi economica, scandali politici, lentezza dei processi e vuoto diplomatico sono i quattro aspetti dell’attualità italiana che trovano maggiore risonanza nei media stranieri, e in particolare negli Stati Uniti e in Medio Oriente. Negli articoli pubblicati dal New York Times, da magazine come Time e Newsweek e dai blog, l’Italia è individuata come il tallone d’Achille dell’ economia europea già di per sé al collasso. Diversi analisti sottolineano che il debito italiano equivale a quello di Spagna, Portogallo e Grecia messe insieme. E hanno una fiducia scarsa, o quasi nulla, nel fatto che la politica italiana riesca a compiere quelle riforme che sono indispensabili per rilanciare l’economia. Di fronte all’incapacità di trovare e realizzare soluzioni interne, le vie d’uscita residuali per il nostro Paese appaiono sospese ad improbabili interventi, sempre provvisori e non certo disinteressati, da parte di potenze come Cina e Arabia Saudita. Quotidiani e network arabi e americani ricordano spesso che i governi italiani degli ultimi 20 anni non hanno mai messo mano al contenimento del debito e si sono affidati troppe volte alla svalutazione della lira per sostenere la competitività delle imprese. L’ entrata in vigore dell’euro ha imposto l’avvio di riforme strutturali, accompagnate dalla riduzione dello stock di debito, che la politica italiana non ha avuto il coraggio o la forza di affrontare. Il paragone col Titanic è inevitabile quando la stessa classe dirigente offre un desolante spettacolo fatto di privilegi irresponsabili e di lussi offensivi delle difficoltà che i semplici cittadini si trovano ad affrontare. Nonostante tutto però il sistema Italia rimane fortemente attrattivo nel mondo, grazie soprattut- politico italiano sia accusato di misfatti gravissimi, dagli scandali sessuali alla mancanza di etica pubblica, e rimanga in carica come se nulla fosse?”. Anche il mondo arabo è scandalizzato per le inchieste che riguardano i nostri politici, tra cui Berlusconi e non solo: in questo caso però le motivazioni sono soprattutto religiose, perché nella cultura musulmana certi comportamenti to alle straordinarie eccellenze che sappiamo esprimere nei più diversi campi, ma i potenziali partner sono scoraggiati dall’investire in Italia per la presenza di una soffocante burocrazia e per la lunghezza spropositata dei processi, che da noi durano come minimo da sette a 12 anni, senza alcuna garanzia che alla fine la sentenza risponda a parametri di trasparenza. Si ritiene comunemente all’estero che le nostre leggi non tutelino né il risparmio né le regole di mercato. Rispetto poi alle vicende giudiziarie italiane e alla questione della moralità in politica, l’opinione pubblica Usa è letteralmente sotto shock. Nella cultura americana tutto quanto avviene in Italia è visto come se fossimo il Paese dei balocchi o la Repubblica delle banane. “Come è possibile – si chiedono di continuo i media Usa – che più di un sono inammissibili. L’episodio in assoluto più grave che è rimasto nella memoria dei media arabi è stato il bacio dato dal Cavaliere all’anello di Gheddafi nel marzo 2010. In quel modo infatti il nostro premier ha accreditato un dittatore, si è genuflesso davanti a lui, e così facendo ha insultato milioni di cittadini oppressi dal suo regime. E se è vero che in seguito l’Italia è intervenuta militarmente in Libia, non è mai stata chiara fino in fondo e la nostra missione è stata accompagnata da una lunga serie di dichiarazioni contraddittorie sui giornali. La principale conseguenza è che oggi è soprattutto la Francia ad essere vista come il Paese liberatore, e questo ovviamente le garantisce i migliori contratti per il petrolio. La visita di Sarkozy e Cameron in Libia è stata salutata da milioni di persone in festa. 10 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 Attualità Rispetto al passato si è percepito dal mondo arabo come un vuoto diplomatico da parte dell’Italia, che rischia così di perdere il vantaggio storico di essere il porto europeo più vicino per buona parte del Medio Oriente. In sintesi, il bilancio per l’immagine del nostro Paese sui media di mezzo mondo non è soltanto negativo, ma addirittura preoccupante. L’effetto che produce è quello di indurre gli operatori stranieri a non investire più in Italia, soprattutto per la mancanza di prospettive di rilancio sia economico che politico. I media americani non individuano un leader italiano in grado di dare inizio a un nuovo progetto politico e a un reale cambiamento generazionale. A sinistra si aspettano grandi novità dal nuovo segretario Renzi e si è ansiosi di vedere quali effettive novità e contributi porterà a un governo ormai non più di larghe intese , ma di sinistra, con l’appoggio di Alfano e della sua nuova formazione politica NCD. Sicuramente ci saranno tensioni tra Renzi, neo-segretario e Letta attuale capo del governo che mira ad arrivare fino al 2015… Renzi e Berlusconi permettendo. A destra si è ancora alla ricerca di un sostituto di Berlusconi che anche se decaduto continua ad essere il punto di riferimento della destra italiana. All’estrema destra abbiamo la Lega che cerca di riformarsi, dopo gli scandali della famiglia Bossi, partendo dal giovane Salvini, "Ah, Italia!”. L'auto-denigrazione a volte è uno sport italiano. Perciò cominciamo con l’ammettere che l’Italia affascina. Nominare la nostra patria riscuote quasi sempre un sorriso ed un “Ah, Italy!” che in vari accenti denota un’ammirazione per le bellezze del paese ed un briciolo d’invidia. Ma dall’esplosione del caso Ruby, con tutto quello che ne è conseguito, l’immagine si è infangata. Intrecci di politica, soldi e sesso sono oro colato per i giornalisti e tutti, dai media americani ed europei a quelli arabi, hanno riportato dettagli di festini vari. Che sia il sinistroso Guardian, o il conservatore Daily Telegraph, il tono non cambia. Si susseguono constatazioni di mancanza di alternativa politica, e della tendenza italiana a fare spallucce. Anche con la decadenza da senatore Berlusconi resta il politico principale in questo periodo molto difficile per l’Italia, rappresenta un terzo dell’elettorato e Renzi sembra tentato di fare lo sgambetto a Letta, magari accordandosi proprio con Berlusconi per la riforma elettorale. Molti stranieri hanno indubbiamente riso delle presunte peripezie di Silvio Berlusconi durante il suo ventennio, ma con l’euro in crisi, nessuno ride più. La Grecia può crollare senza infierire troppo sull’euro, l’Italia no . Intanto anche la Francia ha perso la tripla A e le difficoltà a gestire l’economia europea sono ormai quotidiane. La stessa Germania ha impiegato non poco tempo per fare un nuovo governo. Da noi la preoccupazione maggiore resta su tutte l’enorme debito pubblico e gli interessi che produce, sicuramente un governo debole avrà non poche difficoltà a tirare l’Italia fuori dall’empasse. Giorgio Imparato [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 11 Economia & Finanza di Giovanni Moccia IL TURISMO RURALE FUTURO? NON SOLO AGRITURISMO S pesso, troppo spesso, quando si parla di turismo rurale, un poco per “convenienza” un poco per scarsa conoscenza, si identifica il suo sviluppo attraverso gli agriturismi. In effetti c’è di più. Sono tanti, infatti, gli strumenti che permettono lo sviluppo di una filiera, quale quella agroturistica, da ritenersi sicuramente la strada per lo sviluppo soprattutto delle cd. aree interne. Partiamo dalle Fattorie Didattiche. È una definizione usata per descrivere delle aziende agrarie o agrituristiche nelle quali viene svolta attività di accoglienza ed educazione di gruppi scolastici e nelle quali viene offerta l'opportunità di conoscere le attività primo soccorso, la corretta segnalazione di eventuali aree ad accesso limitato dall'altro lato l'azienda deve presentare una proposta educativo/formativa legata all'effettiva produzione agricola o animale. La Fattoria Didattica rimane quindi principalmente un'azienda agricola nella quale viene anche proposta un'attività educativa "attiva", i piccoli visitatori vengono spesso coinvolti nell'attività di realizzazione di un "prodotto" tipico dell'azienda (produzione di formaggio, partecipazione alla raccolta di prodotti ortofrutticoli, attività legate all'apicoltura ecc). Una visita in una Fattoria Didattica non è una normale "gita in campagna", vie- dell'azienda. La qualifica di Fattoria Didattica viene assegnata solitamente dall'amministrazione regionale sulla base dell'accettazione da parte dell'azienda agricola di alcuni standard definiti da una "carta della qualità", in particolare l'azienda deve impegnarsi da un lato al rigoroso rispetto delle normative di sicurezza che comprendono la messa in sicurezza di materiali e sostanze pericolosi, la copertura assicurativa dei visitatori, la presenza di personale addestrato nel ne solitamente preceduta da un incontro di preparazione con il personale docente durante il quale viene concordato il programma e la proposta formativa, talvolta vi è anche un incontro propedeutico in classe. All'interno della fattoria i piccoli visitatori vengono accolti da operatori che hanno frequentato appositi corsi abilitanti per l'attività di animazione didattica, durante o dopo il percorso didattico viene di solito lasciato del tempo per il gioco in spazi adatti e delimitati e spesso viene 12 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 offerta una merenda a base di prodotti dell'azienda agricola. Un AGRINIDO, invece, è un asilo realizzato in un azienda agricola. I bambini si divertono, imparano e si riposano al ritmo della giornata rurale. In sostanza osservano da vicino e partecipano ai ritmi di una fattoria. Gli agrinido sono in rapida diffusione: oltre cento iniziative sono già state avviate in Veneto, Piemonte, Trentino e Friuli. Tutti questi sono spazi a contatto con la natura e gli animali, fruibili dai bambini. Ambienti educativi meno formalizzati ma liberi e spontanei, che hanno il vantaggio di far crescere i bimbi al ritmo naturale delle stagioni e a stretto contatto con la terra e i suoi prodotti. Le classi sono formate da meno bambini rispetto a un asilo nido tradizionale. Sono garantite tutte le cure quotidiane da parte dell’educatore (pranzo, sonno, cambio). La vera differenza sta nel tempo trascorso all`aria aperta e a contatto con la natura, una sorta di "palestra verde" dove coltivare le piante, socializzare con gli animali, imparare a conoscere i loro ritmi e i principi di un’alimentazione sana. Nell’asilo nella natura si fanno attività sia pratiche, come i laboratori di riciclo creativo, la preparazione del pane e della pasta, l’orto, sia cognitive, come lezioni sulla filiera del farro, l’aromaterapia e la fitoterapia. I percorsi didattici sono tanti e ovviamente variano secondo l’attività produttiva della singola azienda in cui ci si trova. In un agrinido si fanno anche laboratori didattici innovativi, come animaletti buffi realizzati da materiale di recupero, così come la preparazione di mangiatoie per uccelli ottenute da bottiglie di plastica riciclate o le noci utilizzate per fare piccole barchette galleggianti. Altra componente portante del metodo educativo degli agrinido è l’applicazione della pet therapy e l`attivazione dell`orto sensoriale e didattico per insegnare il senso del tempo, della pazienza e la capacità di ascolto della natura. Il metodo educativo in un agrinido prevede l`avvicinamento dei bambini a un ambiente agricolo, in forma innovativa e alternativa rispetto all`offerta educativa di un asilo nido tradizionale, con i piccoli ospiti che interagiscono quotidianamente con la natura. Fanno esperienza della coltivazione delle piante e dell`allevamento. Le esperienze che possono offrire gli agriasilo sono molteplici, dal teatro nella natura fino all`agriludoteca, un posto magico dove sono realizzati giochi di fantasia con il solo uso di prodotti naturali. LA SCUDERIA DIDATTICA. La "Scuderia" diventa didattica ed ha uno specifico ruolo di mediazione culturale perché in grado di offrire all'ospite le coordinate di lettura e di interpretazione più autentiche del territorio. La tutela e la valorizzazione di questo mondo infatti, attraverso una mirata politica di promo-commercializzazione, ha l'obiettivo di riuscire a salvaguardare i nostri valori e le nostre tradizioni. Con programmi di avvicinamento al cavallo, "oggetto" di interesse e di accrescimento culturale,si preparano i giovani allievi alle mille possibili esperienze che si possono vivere, scoprendo il piacere di lavorare in gruppo attraverso nuove esperienze. Si recuperano il valore di un luogo o di un oggetto e la storia che esso racchiude; la tradizione che rappresenta e che si è persa per il sopraggiungere di altre forme di vita sociale, oppure l'importanza ecologica che riveste e che probabilmente potrebbe ancora svolgere. Attraverso i percorsi didattici si vogliono quindi mettere in evidenza i mestieri, i prodotti, la biodiversità e le tradizioni che meriterebbero maggiore considerazione e conservazione. Per questo c'è bisogno di trasferirsi nell'aula in "campagna", per osservare del vivo, far sentire i ragazzi partecipi e far loro scoprire il Territorio non solo con gli occhi, ma con tutti i sensi, aiutati dall'amico cavallo. All'interno di questo tipo di struttura convivono armoniosamente le attività di: 1. scuderia didattica 2. riabilitazione equestre 3. pet therapy 4. attività di intrattenimento educative 5. sport 6. gioco Da sempre il cavallo rappresenta una attrattiva unica per l'uomo: animale che favorisce più di ogni altro l'approccio con l'ambiente, racchiude in sé tutte le caratteristiche per veicolare messaggi istruttivi alle nuove generazioni, e attraverso le attività praticate permette il sostentamento economico di tutta la scuderia didattica, con costi per l'utente assolutamente popolari. Quali sono le attività svolte all'interno della Scuderia? Sono variegate, tra queste: • Visite guidate per scolaresche; • Costituzione del museo della vita in campagna; • Presenza di una scuola pony e cavalli con soggetti idonei all'attività di ippoterapia e volteggio. La prima ha ottenuto riconoscimenti dalla medicina ufficiale mondiale visti i risultati ottenuti con bimbi diversamente abili, in particolare autistici. La seconda permette ai più piccini di avvicinarsi al cavallo con un contatto fisico totale con l'animale; • Pet - therapy (riabilitazione comportamentale con utilizzo di piccoli animali); • Le settimane della scuderia del divertimento; • I giochi con gli animatori; • La riscoperta delle tradizioni rurali con piccole feste in scuderia che scandiscono le stagioni e le lavorazioni della campagna. Ecco, dunque, una breve disamina delle opportunità concrete di sviluppo per il turismo rurale, opportunità non solo perché sta cambiando il nostro modo di intendere il rapporto con la natura ma anche perché trovano ampie occasioni di finanziamenti europei. Giovanni Moccia [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 13 www.metodafinance.it La presenza delle nostre soluzioni nei principali Gruppi Bancari e Finanziari, nazionali e internazionali, testimonia la capacità di gestire i processi aziendali strategici nel pieno rispetto delle normative vigenti. 00123 Milano - Via Borromei, 9 00148 Roma - Via di Affogalasino, 105/A 00131 Salerno - Via San Leonardo, 52 Dott. Francesco Paduano Area Manager [email protected] - (+39) 335 7895642 Economia & Finanza Redazione Assofinmed ENNESIMA BEFFA AI DANNI DEGLI AGENTI IN ATTIVITÀ FINANZIARIA E MEDIATORI CREDITIZI I l D1 “mille proroghe”, approvato dal consiglio dei ministri del 27 dicembre 2013 ha riconfermato per entrambe le categorie professionali la vigilanza di Banca d’Italia, almeno fino al 30 giugno 2014. Dunque, la vigilanza da parte dell’OAM viene ancora una volta procrastinata: scelte come questa accentuano ed estremizzano l’amarezza già profondamente provata da parte di tutti quegli operatori che ancora oggi devono fare i conti, se non addirittura competere, con soggetti che, numerosi, continuano tranquillamente a operare, pur non essendosi in alcun modo allineati ai disposti del ben noto D.lgs. 141/10. Andrea Ciani, membro del comitato di gestione dell’OAM, aveva ribadito lo scorso dicembre a Radiocor l’esigenza di ripulire un sottobosco di migliaia di operatori che abusivamente svolgono la professione, nella strafottente consapevolezza di commettere un reato. Se il D.lgs. 141/10 ha riorganizzato il mercato regolare, assicurandogli un nuovo assestamento, nulla è stato attuato per debellare il problema degli abusivi. Anzi. Nessun segnale forte arriva a questi soggetti da parte degli organi preposti, un segnale che restituisca fiducia in questa riforma: allo scopo di allinearsi ai disposti di legge 267 mediatori e 6700 agenti in attività finanziaria hanno sostenuto e sosterranno annualmente spese onerose, soprattutto tenuto conto del difficile momento in cui il mercato creditizio versa. Lo stesso Ciani ha ribadito che l’OAM non ha e non avrà alcun potere contro gli abusivi, ma potrà solo presentare denuncia alle Procure e alla Guardia di Finanza, preposta ai controlli sugli agenti e mediatori per l’antiricilaggio. Di qui emerge la necessaria e indispensabile sensibilizzazione a vigilare, la quale però, pur ben viva e molto forte, da sola non riuscirà a risolvere un problema di cui tutti parlano, discutono, ma che nessuno affronta in maniera decisiva. Le associazioni si fanno portavoce di un malessere ormai profondo e radicato, non più tollerabile. Non dimentichiamo che l’agire scorretto di questi soggetti non tutela in alcun modo la reputazione dei professionisti, che faticano a riconquistare una credibilità che vuoti normativi e sanzionatori hanno fin qui leso. La repressione dell’abusivismo, apparsa ovvia, se non addirittura intrinseca, nella razionalizzazione del sistema del credito finanziario, così come teorizzata dal legislatore nel D.Lgs. 141/10, ancora oggi stenta a trovare forma e contenuti ben definiti. In assenza di provvedimenti attuativi, la stessa azione ispettiva nei confronti degli intermediari finanziari (agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi) si limiterebbe all’individuazione di eventuali forme di abusivismo, senza effettive e concrete azioni di contrasto a un fenomeno che deve essere invece debellato in maniera decisa e perentoria. Redazione Assofinmed [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 15 Economia & Finanza di Daniele Corsini QUANTO DURA UNA CRISI? W ith the U.S. economy yelding firmer data, some researchers are beginning to argue that recoveries from financial crises might not be as dierent from the aftermath of conventional recessions as our analysis suggests. Their caseis unconvincing. È il primo passo di un recente e interessante articolo di due studiosi del calibro di K.S. Rogo e K.M. Reinhart “Five Years After Crisis, No Normal Recovery” (marzo, 2012), che porta ad interrogarsi sulla effettiva durata della crisi che stiamo vivendo, con alcune lezioni del passato che aiutano a dare maggiore consapevolezza alle nostre attese. Almeno così sembrano suggerirci i due economisti che hanno passato in rassegna decine di crisi economiche succedutesi nel corso dei secoli. Uno sguardo rivolto alle sicurezze del passato e non alle incertezze del futuro! Orbene, dicono i due autori, le crisi economiche possono essere ascritte a due eventi: di natura congiunturale e di natura finanziaria, con sostanziali differenze quanto alla loro durata. Nel primo caso possono bastare alcuni mesi o trimestri per uscirne. Il secondo caso è, invece, di gran lunga più problematico, tanto che in media ci vorrebbero quasi 5 anni perché alcune variabili economiche ritornino ai livelli pre-crisi. La recessione innescata da turbolenze finanziarie è, quindi, quella più pericolosa: gli eccessi della finanza uccidono, sono un vero killer dei mercati e dell’economia, per i quali diventa molto più faticoso risorgere e riprendere il trend temporale. Vi è anche da registrare che vi sono economisti di alcune banche centrali che sono di diverso avviso e che giudicano troppo lungo un periodo di recupero stimato in 5 anni. Ora non siamo in grado di prevedere 16 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 quale sia il tempo esatto per una ripresa del reddito, degli investimenti e dell’occupazione, ma di certo queste discussioni ci permettono di capire un pò meglio ciò che sta avvenendo in Italia e di porre il problema in un più plausibile contesto. Due punti chiave ci pare che emergano chiaramente. Il primo è che i tempi del risanamento sono assai lunghi, nonostante tutte le medicine che sono state e continuano ad essere somministrate alla nostra malata economia. Se poi le medicine accentuano la fase recessiva, i 5 anni vanno contati dalla fine della recessione e non dall’inizio e quindi i tempi di ripristino si allungano ulteriormente con gravi ripercussioni sul piano sociale e politico. Il secondo ragionamento chiama in causa i profondi e non del tutto approfonditi nessi tra finanza ed economia reale e rinvia allo stato di salute delle nostre banche, che nel 2011 hanno complessivamente iscritto in bilancio perdite per circa 27 miliardi di euro per lo più generate da svalutazioni degli avviamenti prodottisi in anni nei quali i valori delle partecipazioni acquisite soprattutto in altre banche erano, quando non di pura fantasia, di certo privi di sufficiente prudenza. In questi giorni la Borsa italiana, che non aveva scontato tali ultimi risultati, ha ripreso a penalizzare i titoli del comparto ricollegandosi alla strutturale debolezza reddituale del nostro sistema, piuttosto che ai valori di mercato dei titoli sovrani presenti nei loro portafogli. Le rettifiche operate per impairment degli avviamenti hanno lasciato minore spazio alle rettifiche dei portafogli crediti, pena risultati complessivi ancor più scoraggianti di quelli invero modesti conseguiti, salvo eccezioni, dalle banche italiane. Così, stante la crisi in atto, anche il 2012 sarà presumibilmente segnato da una redditività quasi inesistente, dovuta questa volta alla non più differibile svalutazione dei crescenti crediti deteriorati, con sofferenze lorde che hanno raggiunto i 100 miliardi di euro. Quanto si sta sperimentando è quindi molto preoccupante, anche perché si ha l'impressione che non se ne parli (o non se voglia parlare) a sufficienza, andando alla ricerca delle vere cause. Nei fatti bisogna definitivamente riconoscere che il nostro sistema bancario ha capacità produttiva in eccesso e prospettive di espansione assai contenute, se non a prezzo di una profonda ristrutturazione industriale. Anche nelle regioni ricche del paese l’attività d’intermediazione delle banche (grandi o piccole che siano) è sostanzialmente ferma ai volumi degli anni passati, cosicché non possono non profilarsi dolorosi ridimensionamenti in termini di sportelli, di personale e di tutto quello che, in queste organizzazioni, è cresciuto a dismisura negli anni di euforia finanziaria. Il problema è che sono terminati anche i fondi accantonati nel tempo per autofinanziare gli esodi e l'età pensionabile si è spostata inesorabilmente in avanti. E in più l'Eba insiste sulla necessità di maggiore capitale a fronte dei rischi. Così diventa difficile stabilire da dove si debba cominciare. E per di più sono tutti a sostenere che bisogna fare presto per allontanare lo spettro ormai incombente del credit crunch, che sembra invece l'unica via per ristabilire un adeguato rapporto tra attivi a rischio e mezzi patrimoniali richiesti dalle regole di vigilanza. Ragione per la quale pare di essere entrati in un complicato labirinto nel quale, alla fase di inappetenza per il rischio del nostro banchiere possa addirittura seguire quella della sua eutanasia. Nel contempo, peraltro, ci sembra che ci si preoccupi soprattutto di aspetti parziali, evitando di analizzare criticità da sempre note, quali le gravi inefficienze operative e la diffusa pratica di relazioni creditizie non proprio trasparenti con le cosiddette parti correlate, cosa che nel tempo produce anche una maggiore concentrazione dei rischi creditizi. Ci si deve augurare che il sistema inizi la propria riforma con determinazione e al costo di irrinunciabili cambiamenti nelle modalità del proprio governo societario, cui l'applicazione dell' art. 36 del decreto Salva Italia ha dato in questi giorni un salutare impulso almeno per eliminare gli incarichi plurimi, segnale inequivocabile di palesi conflitti di interesse. Ma anche qui occorre essere realistici e pensare che disboscare gli intrecci creatisi in un tempo tanto lungo è un processo difficile e forse altrettanto lungo sul quale le autorità non debbono allentare la presa. A titolo di cronaca un'indagine di qualche tempo fa individuava in Mediobanca l'esistenza di 1200 relazioni creditizie e finanziarie con parti correlate: praticamente tutte le imprese italiane che contano. E si deve sperare che rinnovamento del governo societario e riconversione industriale del sistema non vengano avviate con troppo ritardo, altrimenti i contribuenti italiani potrebbero essere chiamati a salvare, oltre allo Stato, anche le banche, magari con qualche soluzione in salsa spagnola. E questo sarebbe davvero troppo, perché si dimostrerebbe che, anche nel caso italiano, l'uscita dalla crisi economica che ci attanaglia potrebbe essere molto più lunga e complessa a causa dei descritti problemi del nostro sistema bancario. Daniele Corsini Ceo CABEL [email protected] www.cabel.it LA TUA PUBBLICITÀ SU Mr. Magazine? [email protected] Tel. 0974.82.70.10 www.mistermagazine.it MARMI • GRANITI • PIETRE ANTICHIZZATE PAVIMENTI • RIVESTIMENTI • ARREDO URBANO • CAMINI • SCULTURE • PIANI CUCINA STABILIMENTO E UFFICI 84047 Capaccio Scalo (Sa) S.S. 18 Km 88,500 Tel. 0828 871 074 ESPOSIZIONE E DEP. S.S. 18 Km 88,500 Tel. 0828 871 209 Fax 0828 871 118 www.sicamarmi.com [email protected] SINCE 1969 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 17 Economia & Finanza di Pietro Cusati IL GARANTE PER LA PRIVACY ED I DATI SENSIBILI S ul sito web del Comune non possono essere pubblicati atti e documenti contenenti dati "sensibili" sullo stato di salute dei cittadini. Il Garante per la privacy ha fatto oscurare dal sito web di un Comune i dati personali contenuti in una determina ed ha avviato la procedura per applicare la sanzione amministrativa. La determina Dirigenziale si riferiva al "Sostegno economico ai soggetti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica" (Sla) contenente dati personali anche sensibili. Il provvedimento dell'Autorità Garante ha preso il via dalla segnalazione di un'associazione. Nell'atto del Comune si faceva riferimento alla patologia sofferta dal soggetto beneficiario del sostegno economico con indicazione dei relativi dati anagrafici. Inoltre venivano riportati in chiaro altri dettagli eccessivi quali i dati anagrafici del familiare referente del malato (nominativo, luogo e data di nascita) con i relativi dati di residenza, il codice fiscale e il codice iban su cui accreditare le somme, con la seguente causale "Sostegno economico al familiare di persona affetta da Sclerosi laterale amiotrofica". Il trattamento dei dati effettuato dal Comune è risultato illecito. L'Autorità Garante ha ricordato che le disposizioni del Codice della privacy, richiamate anche dalle Linee guida sulla trasparenza on-line della Pa emanate dallo stesso Garante, vietano espressamente la diffusione di dati idonei a rivelare lo stato di salute delle persone. I dati, per giunta, oltre ad essere visibili e liberamente consultabili sul sito istituzionale del Comune, erano facilmente reperibili anche sui più usati motori di ricerca, come Google: bastava digitare il nome e cognome delle persone. Nel disporre il divieto di ulteriore diffusione dei dati del malato e del familiare referente, presenti nella determinazione, da qualsiasi area del sito, l'Autorità per la privacy ha prescritto all'Amministrazione Comunale di attivarsi presso i responsabili dei principali motori di ricerca per fare in modo che vengano rimosse le copie web del documento dagli indici . Il Garante, inoltre, è intervenuto nuovamente sulle pratiche di telemarketing. Utenti più tutelati contro le "telefonate mute". Gli operatori di telemarketing dovranno adottare specifiche misure per ridurre drasticamente questo tipo di disturbo che provoca diffuso allarme sociale. Numerose sono le telefonate nelle quali, una volta risposto, non si viene messi in contatto con alcun interlocutore. L'Autorità per la Privacy ha accertato che il problema deriva dalle impostazioni dei sistemi centralizzati di chiamata dei call center, rivolte a massimizzare la produttività degli operatori. Per eliminare tempi morti tra una telefonata e l'altra, infatti, il sistema genera in automatico un numero di chiamate superiore agli operatori disponibili. Queste chiamate, una volta ottenuta risposta, possono essere mantenute in attesa silenziosa finché non si libera un operatore. Il risultato è appunto una "chiamata muta", che può indurre comprensibili stati di ansia, paura e disagio nei destinatari. L'Autorità Garante per eliminare gli effetti distorsivi di questa pratica commerciale ha stabilito precise regole. I call center dovranno tenere precisa traccia delle "chiamate mute", che dovranno comunque essere interrotte trascorsi 3 secondi dalla risposta dell'utente. Non potranno verificarsi più di 3 telefonate "mute" ogni 100 andate "a buon fine". L'utente non potrà più essere messo in attesa silenziosa, ma il sistema dovrà generare una sorta di rumore ambientale, ad esempio con voci di sottofondo, squilli di telefono, brusio, per dare la sensazione che la chiamata non provenga da un eventuale molestatore. L'utente disturbato da una chiamata muta non potrà essere ricontattato per una settimana e, al contatto successivo, dovrà essere garantita la presenza di un operatore. I call center saranno tenuti a conservare per almeno due anni i report statistici delle telefonate "mute" effettuate per ciascuna campagna, così da consentire eventuali controlli‘’. Se alcune pratiche 18 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 di marketing telefonico – ha dichiarato il Presidente dell'Autorità, Antonello Soro – vengono vissute dagli utenti addirittura come una forma di stalking, significa che l'impresa non sta facendo bene il suo lavoro. È prioritario per le stesse società di telemarketing che le cosiddette "chiamate mute" vengano drasticamente ridotte". Pietro Cusati Direttore Amministrativo del Ministero della Giustizia Giudice Tributario [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 19 Economia & Finanza di Luigi De Valeri L'OBBLIGO DEL DATORE DI LAVORO DI REDIGERE IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI A distanza di oltre un semestre dal 1 Giugno 2013 ovvero da quando tutte le aziende, indipendentemente dal numero di lavoratori occupati, devono redigere il documento di valutazione dei rischi che dimostra l’avvenuta valutazione di tutti i rischi presenti nei luoghi di lavoro riferibili alla società, non mancano i datori di lavoro che non hanno adempiuto quest'obbligo di legge per negligenza oppure ritenendo di non esserne impegnati. Sono tenuti alla redazione del D.V.R. coloro, anche liberi professionisti, che hanno alle proprie dipendenze lavoratori subordinati o equiparati ovvero soci lavoratori, associati in partecipazione, collaboratori, parasubordinati, tirocinanti. La valutazione dei rischi, art. 17 e 28 del Testo Unico in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, è un obbligo che il datore di lavoro non può delegare al preposto o altro soggetto e va effettuato in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione R.S.P.P., il responsabile dei lavoratori per la sicurezza R.L.S. e, nei casi previsti dall'art. 41, con il medico competente. Segnalo ai datori di lavoro e li invito a leggere con attenzione la circolare del 31 gennaio 2013 del Ministero del lavoro. L’autocertificazione non è più valida e il D.V.R. deve essere predisposto mediante le procedure standardizzate per la valutazione dei rischi approvate dalla commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro istituita presso il Ministero del lavoro. I giudici della Cassazione penale, IV sezione, con la sentenza n. 10448/2010 hanno precisato che può configurarsi la colpa del datore di lavoro non solo per l’omessa redazione del D.V.R. ma anche per il suo mancato, insufficiente o inadeguato aggiornamento oppure per l’omessa valutazione della individuazione degli specifici pericoli cui i prestatori di lavoro siano sottoposti in relazione alle diverse mansioni. La valutazione dei rischi, sottolinea il giudicante, costituisce un fondamentale passaggio per la prevenzione degli infortuni, anche se il rapporto di causalità tra omessa previsione del rischio e infortunio o il rapporto di causalità tra omesso inserimento del rischio nel documento di valutazione dei rischi e infortunio, deve essere accertato in concreto rapportando gli effetti indagati e accertati della omissione, all'evento che si è concretizzato, non potendo essere affermata una causalità di principio. È opportuno ricordare che l’art. 55 del D. Lgs. 81/2008, modificato dal D. Lgs. 106/2009, il Testo Unico prevede le seguenti sanzioni per il datore di lavoro in caso di violazioni inerenti la stesura del DVR: Omessa redazione del D.V.R.: arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 € (art. 29, comma 1); Incompleta redazione del D.V.R.: ammenda da 2.000 a 4.000 €: omessa indicazione di quanto previsto dall’art. 28 lettere: b) misure di prevenzione e protezione e D.P.I, dispositivi di protezione individuale, c) programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza d) procedure sulle misure da adottare e distribuzione dei compiti e delle responsabilità Ammenda da 1.000 a 2.000 € per l'omessa indicazione di quanto previsto dall’art. 28 lett.: a) relazione sulla valutazione di tutti i rischi, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa f ) individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici o richiedono riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento. Infine va precisato che il documento di valutazione dei rischi deve essere revisionato e aggiornato tempestivamente in occasione di modifiche del processo 20 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 produttivo, dell’organizzazione generale del lavoro interno compresa l’assunzione di nuovi dipendenti o la sostituzione e ovviamente in caso di gravi infortuni. È bene diffidare da soggetti di imprecisata professionalità ed esperienza che, soprattutto sul web, propongono la redazione del D.V.R. per un compenso di poco più di un centinaio di euro. Ai lettori della rivista formulo i migliori auspici per un 2014 che concretizzi la ripresa economica, ricordo i consueti recapiti dello Studio per i chiarimenti sulla redazione del D.V.R. e in generale sulla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Luigi De Valeri [email protected] Cultura & Benessere di Samanta Vaina LA MUSICA FA BENE AL CORPO E ALLA MENTE L a musica fa bene al corpo e alla mente: voci, suoni e rumori che fanno sorridere l’anima e vibrare il cuore, dall’ascolto della natura a quello della musica. Proviamo a chiudere gli occhi, immaginiamo di passeggiare in un bosco, in un prato o sulla spiaggia. Lasciamo che i nostri sensi siano trasportati dal canto degli uccelli, dallo scorrere lento di un ruscello che sussurra dolcemente la bellezza della vita, dal rumore delle onde del mare che, talvolta si infrangono violentemente contro qualche scoglio per fargli sentire che ancora c’è vita, talvolta accarezzano timide la pelle di chi vuole assaporare la loro unicità. Lasciamo che la natura ci prenda per mano, ci faccia esplorare la grandiosità delle sue opere e, attraverso i suoi suoni e i suoi rumori, ci faccia sentire il suo grido polifonico di gioia, di spensieratezza, di speranza. Il nostro corpo e la nostra mente saranno indiscutibilmente catturati dai suoni e dalle voci che li rilasseranno, li rigenereranno e restituiranno vigore, energia e carica, attraverso una miriade di sensazioni e di emozioni che liberano i pensieri nell’aria. La natura rivela a tutti l’autenticità e l’universalità della sua es- senza: sussurra, parla, scalpita, grida, soffia; si serve delle sue creature per svelarci misteri e segreti, per mostrarci le sfumature della vita. L’ascolto attento e partecipato dei suoni rilassanti della natura, favorisce il nostro benessere psicofisico e infonde calma, pace e ristoro alla nostra anima. Tutti i suoni e i rumori che ascoltiamo, sono originati da diversi fenomeni naturali: lo scorrere dei corsi d’acqua, un temporale, il rumore impetuoso della pioggia che cade. Questi sono costituiti da specifiche vibrazioni che hanno la capacità, grazie al principio fisico di risonanza, di mettere in moto le vibrazioni di alcune aree specifiche del nostro corpo e influenzano positivamente il sistema nervoso con il flusso di energie vitali da essi trasmesse. Gli effetti positivi che queste vibrazioni producono, sono utili a combattere forti stati d’ansia, situazioni di stress o di tensione o di stanchezza del corpo. La musica rappresenta, da sempre, un’arte capace di conquistare la mente e il cuore di ogni essere umano che si accinge ad avventurarsi nelle sue meravigliose melodie e coglie in essi quelle immagini che nessun altro elemento sarebbe ca- pace di riprodurre. I ricordi, le emozioni vissute, i pensieri che, in qualche periodo della nostra vita, avevano preso il sopravvento e che poi, per qualche motivo avevamo archiviato, riaffiorano soavemente attraverso l’ascolto di brani musicali che, con le loro note, accarezzano la mente, donandole serenità. Gli effetti benefici della musica sul nostro corpo e sulla nostra mente, sono numerosi e sono stati oggetto di studio di grande interesse. Già nell’antichità, questa convinzione era ampiamente diffusa e fortemente sostenuta dal pensiero di filosofi come Pitagora e Platone, secondo i quali la vita degli esseri umani era rigorosamente regolata e scandita da ritmi musicali. Il potere della musica veniva utilizzato, fin dai tempi più antichi, per curare dolori o per stimolare la fertilità e, ancora oggi, le sue proprietà benefiche sono variamente utilizzate nella musicoterapia, attraverso la quale la musica rigenera il corpo e rinfranca lo spirito. Il suono, infatti, agisce sul sistema neurologico e stimola l’elaborazione delle emozioni e lo sviluppo della creatività degli esseri umani, dona una grande sensazione di benessere che induce ad azioni positive e a reazioni intrise di ottimismo e di grande energia. Mente e corpo, dunque, devono essere curati insieme, entrare in sintonia e raggiungere una sorta di equilibrio atto a garantire uno stato di totale benessere alla persona. Il linguaggio dei suoni, facilmente comprensibile da tutti, inoltre, contribuisce al miglioramento della comunicazione a livello universale, favorita dalla stimolazione della mente e del cuore che, quando si lasciano guidare dai suoni, dalle melodie e dalle sensazioni da essi liberate, fanno in modo che il loro sorriso si stampi e si legga sul volto di chi si accinge a scegliere la musica come meta del suo meraviglioso viaggio. 22 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 Samanta Vaina [email protected] Cultura & Benessere di Rosina, Lidia Cacciapuoti QUANDO LA VITA NON HA PIÙ UN "SENSO" M olte persone sono continuamente alla ricerca di uno scopo nella vita. Esistono circostanze in cui, per quanto esamini gli avvenimenti della tua cronaca quotidiana e li scruti da tutti i lati, non vi scopri nulla che possa dare un significato alla tua vita. E ci sono situazioni nelle quali le persone che ti circondano, per quanto le pesi con una bilancia benevola, non ti offrono che motivi di delusione, perfino di disgusto. Puoi vivere momenti in cui, per quanto esplori gli angoli più reconditi del tuo essere, non riesci a scovare neppure un briciolo di speranza. Ti trovi sprovvisto di energie e forze, non riesci più a camminare né a vedere in lontananza una lanterna accesa, né una via d’uscita. Ti senti in gabbia, con enormi e pesanti catene che ti legano a sbarre gelide. Sei fermo, immobile forse anche un pò spaventato. Con tutta la buona volontà, non riesci a raggranellare in te e attorno a te, un solo grammo di serenità. Nella maniera più desolante, assoluta. Non un raggio di luce, uno squarcio di sereno sul tuo orizzonte, soltanto buio e tristezza, grigio e amarezza, stanchezza e sconforto. Per uno strano paradosso senti che riuscirai a trovare quiete e pace, alla tempesta che si è scatenata dentro di te, solo mettendo fine alla tua vita. Oramai siamo abituati a sentire fatti di cronaca che raccontano storie di adulti e giovani che scelgono di adottare una condotta suicidaria come risposta ad un loro personale disagio. Al di là dei dati statistici (si calcola che circa il 30% delle forme depressive si associa ad una totale mancanza di senso della propria vita), diventa quanto mai interessante soffermarsi sul fatto che oggi questo tipo di condotta non può più essere in- terpretata come una specifica forma di patologia psichica. Sembra infatti che oggi ci si uccide quando si sperimenta una assoluta mancanza di significato della propria esistenza. Il motivo dominante per cui ci si toglie la vita è perché “la vita non significa nulla”. Questo scritto intende portare il lettore a riflettere su quello che sta diventando un sintomo, quanto mai tragico, della nostra società e che riguarda la condizione esistenziale di un’intera generazione. Sembra che le storie di cronaca di morti suicidi, vengano raccontate unicamente per soddisfare l’esigenza di cittadini che si sono trasformati in “guardoni” dei dolori altrui. Poi si volta pagina fino alla prossima disgrazia, fino a un altro funerale. Secondo lo psichiatra austriaco Victor Emil Frankl, il problema è che viviamo in un mondo nel quale è difficile trovare un senso alla vita, in primo luogo perché la scuola, la famiglia e la società stessa non ci hanno insegnato a cercarlo. Frankl assegna al vuoto esistenziale, inteso come percezione di assoluta mancanza di significato, un ruolo centrale per la comprensione del suicidio. Per spiegare il suicidio, il punto di partenza è il seguente: l'uomo è un essere la cui caratteristica fondamentale è rappresentata dalla libertà. Libertà che, per Frankl, va intesa come la capacità che l'uomo ha, nonostante la vasta gamma di condizionamenti, di dare un significato alla sua vita, di costruire la propria felicità o infelicità. Un compito del tutto personale. Quando la persona delega questo compito ad altri o ad altre cose, allora egli può sperimentare un vuoto esistenziale. Accogliere soluzioni preconfezionate non sono alternative soddisfa- centi che contribuiscono ad apportare autenticità alla vita di ciascuno di noi. Ognuno di noi potrà trovare la sua risposta personale dentro di sé. Il suicidio non nasce sempre da grandi problemi, ma anche da piccole scosse inavvertite, piccole sconfitte quotidiane che galleggiano come chiazze di petrolio sul mare dell’indifferenza altrui. Dunque non è necessariamente un evento particolare che determina il suicidio, ma come la persona vive quell'evento, l' atteggiamento che assume nei confronti dei condizionamenti. Questo costituisce il cuore del problema. In un periodo in cui le antiche tradizioni vacillano, in cui le istituzioni non costituiscono più un riferimento stabile, ecco che l’individuo si trova di fronte al dubbio esistenziale fondamentale: che senso ha tutto ciò? Spesso le persone avvertono questo senso di vuoto interiore, di mancanza di uno scopo della loro esistenza, ma, ancor più di frequente preferiscono continuare immutata la loro esistenza, per timore di perdere quanto hanno raggiunto fino a quel momento. Vale la pena, quindi, provare ad avventurarsi su una nuova strada, trovare nuove risposte, nuovi modi di vivere, perché la vita è un dono ricevuto. Essa è come uno scrigno prezioso dove ci sono gioielli bellissimi. L’amore, l’amicizia, la bellezza, la natura, tutto ci lascia senza parole e ci fa sentire la gioia di esserci. Ma se la vita è un dono, perché possa esprimere tutta la sua bellezza, è necessario accoglierla e coltivarla ogni giorno, dando ad essa un significato autentico. Rosina, Lidia Cacciapuoti [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 23 Cultura & Benessere di Francesco Di Lorenzo IL BACCALÀ E STOCCAFISSO CULTURA E TRADIZIONI l baccalà e lo stoccafisso sono costituiti da merluzzo bianco (gadus morhua- pesce presente nell’ Oceano Atlantico meridionale). Il primo conservato sotto sale e l’altro attraverso essiccazione. Entrambe queste metodiche sono usate fin dai tempi lontanissimi per consentire la conservazione, il trasporto e la consumazione del pesce in luoghi di un tempo, che contribuì a farne la fortuna dei secoli passati. I napoletani e tutti i campani restano i più forti consumatori di baccalà con un picco significativo a Natale. Non a caso le più grandi aziende italiane di importazione e conservazione del baccalà e stoccafisso sono in Campania alle pendici del Vesuvio ( Somma Vesuviana). Dietro il loro commercio c’è tura e dell’essiccazione. Questi pesci dovrebbero essere preparati dopo la pesca, in questo ordine; decapitati, puliti, messi sotto sale e ad essiccare. Visto il grande giro di affari di questi ultimi, oggi si denuncia sul mercato anche pesci di scarsa qualità e lavorato senza scrupolo: baccalà pescato con reti a strascico metodo che assicura maggiore quantità a discapito di anche molto lontani da quelli di origine. Le prime notizie dell’arrivo in Italia di entrambi risale al 1500 a Genova, Venezia e Napoli importati da paesi nordici come merce di scambio. Oggi l’Italia è al secondo posto per il consumo di baccalà dopo il Portogallo. Un tempo era il pesce dei poveri e a Napoli se ne mangiava tanto in tutto l’anno. Oggi lo sfruttamento indiscriminato della pesca industriale sta portando all’estinzione questa specie, per questo il suo prezzo non più quello popolare un giro di affari non indifferente. Un kg di questo pesce varia da 8 a 30 euro in basa alla scelta, qualità, taglio ecc. Oggi abbastanza caro ma esso è definito il maiale di mare perché non si butta quasi niente ed il loro peso quasi triplica dopo essere stato in ammollo. In Campania amano il baccalà tuttavia se vi esclamano per strada “ che baccalà “ non vi fanno di certo un complimento perché indicano un individuo imbranato. Un buon baccalà dovrebbe essere pescato all’amo e lavorato con cura e lentezza da maestri dell’arte della sala- questi e sostenibilità pesci dissanguati e lavorati ad ore dopo la morte; pesci siringati con acqua e sale, pesci trattati con sostanze chimiche, esempio sbiancanti per rendere la carne più bianca e la pelle più integra e lucida. In commercio troviamo vari pezzi di baccalà dal bianco perla al giallognolo; con spine o senza come il filetto. Possiamo riconoscere un buon baccalà attraverso l’olfatto e vista perché gli elementi più importanti sono sapore e aspetto. I migliori pezzi sono le farfalle molto grandi (15-20 Kg) ricavate da I 24 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 merluzzi che in mare pesano 30-50 kg. La lunghezza non deve essere inferiore ai 40cm; lo spessore nella parte centrale non inferiore a 3 cm; la polpa deve essere translucida, morbida, elastica e compatta allo stesso tempo; il colore non deve essere bianchissimo ne giallastro. Le caratteristiche nutritive fanno del baccalà un alimento sano e apprezzato, infatti possiede pochissimi grassi (1 g ogni 100 g), molte proteine (più della carne) vitamine, Sali minerali e soprattutto calcio. Dopo il salmone è il secondo cibo più ricco di omega 3-6 e 9, quindi ottimo nell’ipercolesterolemia ipertensione, malattie cardiovascolari e neuro vascolari, obesità e diabete di tipo 2. Entrambi per essere utilizzati hanno bisogno di una lunga immersione in acqua fredda per dissalare il baccalà reidratare e restituire tessuti e consistenza allo stoccafisso. Tenuto in ammollo per tre o quattro giorni cambiando l’acqua ogni giorno. Questo pesce bianco ha una tradizione gastronomica ed un elevata versatilità in cucina. Infatti possiamo apprezzarlo in tantissime ricette con i cruschi (peperoni-corno di capra) in Basilicata alla cosentina con patate, olive nere, salsa di pomodoro, peperoni; con la pasta meglio se trafilata al bronzo; in umido alla napoletana con patate, fritto, al forno, in insalata ecc. Nel Cilento molto rinomate sono le alici di menaica messe sotto sale. Una rete artigianale usati in pochissime località in Italia. Questa pesca viene effettuata di notte alla luce della luna e delle stelle quando il mare è molto calmo i pescatori con piccole imbarcazioni buttano queste reti che selezionano solo le alici più grandi che nervose e guizzanti si agitano perdendo in breve gran parte del loro sangue. I pescatori tirano la rete in superficie, estraggono uno ad uno i pesci, li puliscono delle interiora e della testa, lavano nella salamoia e li sistemano nei vasetti di terracotta, alternandole con uno strato di sale marino artigianale delle saline di Trapani, poi vengono fat- te stagionare per almeno tre mesi nei magazzini (locali freschi ed umidi). In passato quando il pesce era più abbondante nelle terramole (barili di legno molto capienti). Dopo la copertura e la pressatura con pietre devono stagionare almeno sei mesi. Queste alici sono di grandi qualità presentano una carne bianca tendente al rosa e un gusto particolarmente intenso ma delicato. Nel Cilento a Marina di Pisciotta si possono acquistare direttamente dai pescatori dei barattoli di terracotta. Francesco Di Lorenzo [email protected] Via A. De Gasperi, 22 - 84043 Agropoli (SA) - Tel. & Fax. 0974 828049 www.ottica-focuspoint.it O T T I C A FOCUS POINT centro applicazioni - lenti a contatto MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 25 Cultura & Benessere di Giovanna Russo LA PRESSO TERAPIA RIPRISTINARE LA CIRCOLAZIONE O ggi, nello specifico parleremo di: PRESSO TERAPIA. La Presso Terapia è un efficace trattamento di compressione per ripristinare la funzionalità circolatoria venosa e linfatica, aiutandone la circolazione locale, riducendo il gonfiore, la tensione muscolare, lo stress e il dolore. È un trattamento che diventa una risposta ai principali inestetismi del corpo, in particolare di addome, gambe e fianchi. La Presso Terapia consente di tonificare i tessuti riducendo gli inestetismi dovuti all'adipe, aiuta il processo di dimagrimento ed è anche un ottimo metodo per combattere la cellulite. Oltre a risultati visibili ad occhio nudo, la Presso ha la particolarità di rilassare chi vi si sottopone, generando un senso di benessere generale e leggerezza degli arti coinvolti. Le zone trattabili sono normalmente gli arti e la zona addominale, tramite degli applicatori (divisi normalmente in almeno 4 sezioni) che vengono indossati dal paziente (gambali, bracciali o fascia addominale), e gonfiati in maniera sequenziale (dalla sezione più estrema tipo il piede o la mano verso il tronco). È importante che ogni seduta del trattamento con apparecchiature per presso terapia avvenga solo dopo aver sbloccato manualmente i centri di raccolta del sistema linfatico (svuotamento delle stazioni linfonodali, partendo da quelle sopraclaveari, passando poi a quelle inguinali e terminando con quelle poplitee). Questo tipo di trattamento estetico viene praticato a chi soffre di ritenzione idrica, sovrappeso (in quanto tutto il sistema linfatico e circolatorio è stressato), o per migliorare gli inestetismi causati dalla cellulite. APPLICAZIONI Per ottenere buoni risultati si consiglia di sottoporsi a trattamenti settimanali regolari di circa 20\30 minuti e, può essere accompagnata da impacchi di alghe o di oli essenziali. Si consiglia sempre di consultare il proprio medico curante prima di intraprendere qualsiasi trattamento per verificare il proprio stato di salute. INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI Ecco alcune tra le indicazioni terapeutiche dove la Presso Terapia è consigliata (elenco indicativo): 1) fasi iniziali di cattiva circolazione; 2) insufficienza venosa; 3) linfodrenaggio; 4) cellulite; 5) rottura dei capillari; 6) scarso tono della pelle; 7) distorsioni; 8) sciatica; 9) vene varicose. riscono poiché apporta un contributo notevole allo sgonfiamento dell‘arto. Giovanna Russo [email protected] L’ Estetica da Giovanna CONTROINDICAZIONI 1) trombosi profonda; 2) infezione della gamba; 3) insufficienza cardiaca; 4) trombo flebiti; 5) insufficienza arteriosa periferica grave; 6) dermatite. La PRESSO TERAPIA, inoltre, viene consigliata, dicendo che i medici la sugge- 26 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 Sede e Cons. Doc. Via A.De Gasperi, 58 84043 Agropoli (SA) Tel. 0974 82.65.38 Cell. 333 13.98.926 www.esteticagiovanna.it Cultura & Benessere di Pasquale La Palomenta ATTENTI AL LATTICE Famiglia: Papilionaceaea Nome: Chelidonium majus L. Conosciuta come: Chelidonia, erba porraia Questa rustica, umile erbacea perenne deve il suo nome, secondo gli antichi, a una leggenda che racconta come le rondini ne spezzassero i ramoscelli e ne succhiassero il lattice per darlo ai rondinotti in attesa nel nido. Grazie a questo lattice, essi, che nascono quasi ciechi, cominciavano a vedere. Dal greco kelidon = rondinella, ecco il nome chelidonia. È un'erba molto comune in tutta Italia e cresce un pò dappertutto. Proprio perché è così frequente incontrarla, è bene dire subito che va usata con molta cautela, sempre sotto controllo medico. È sconsigliata ai “profani” la raccolta e la conseguente conservazione, ma è molto importante per tutti saperla riconoscere. Questa erbacea cresce molto rapidamente, formando graziosi cespi di un bel verde brillante. Ha fusti cilindrici, alti fino a 70 cm, eretti, pelosi, molto ramificati e allo stesso tempo abbastanza fragili, foglie alterne, frastagliate a 5-7 lobi. I fiori sono riuniti in ombrelle, fioriscono da maggio ad agosto e sono formati da 4 petali gialli. Caratteristica inconfondibile della pianta è l'odore sgradevole che emanano tutte le sue parti e il lattice giallo che esce quando si taglia il fusto o si staccano le foglie. Fare, quindi, molta attenzione quando si raccoglie (meglio sarebbe proteggere le mani con i guanti). In erboristeria si usa la porzione aerea della pianta per i suoi contenuti in alcaloidi (chelidonina, cheleritrina, santuinarina, protopina), enzimi, mucillagini, acido ascorbico, tracce di olio essenziale. Le proprietà della chelidonia sono principalmente antispasmodiche del il fegato e della cisitifellea e agiscono come tali anche sui bronchi. È consigliabile, sempre con molta precauzione, solo l'uso esterno, per estirpare i calli, eliminare le verruche e i porri. Per questa ragione la chelidonia è anche chiamata “erba porraia”. Pasquale La Palomenta [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 27 Cultura & Benessere di Giuseppe Ruocco ALLENARSI DOPO LE FESTE L a fine delle feste è ormai alle porte e la “campanella” sta per “suonare”, ricordandoci che è ora di riprendere gli allenamenti e di abbandonare l’ozio Natalizio. Per alcuni invece il problema è l’esatto contrario; in occasione delle feste si ha più tempo da dedicare a se stessi e si inizia qualche attività sportiva, ma quando gli impegni lavorativi ritornano, anche per gli amanti del fitness, allora diventa difficile organizzarsi per continuare ad allenarsi. Oggi, come ogni anno, voglio darti qualche “dritta” su come riprendere efficacemente gli allenamenti dopo i bagordi alimentari e dopo un periodo più o meno prolungato di inattività. Per prima cosa, per le prime due settimane, “metti in agenda” almeno 3 allenamenti cardiovascolari (nuoto, bici, corsa ecc) di almeno 30-40 minuti che ti permetteranno di eliminare le tossine accumulate e di consumare le calorie in eccesso introdotte a causa di panettoni, pandori, torroni, tortelli d’erbetta, zamponi ecc... Scegli la disciplina che preferisci e permette di unire l’allenamento dell’apparato cardiorespiratorio a quello della muscolatura di gambe, glutei e arti superiori, svolgendo così un ottimo lavoro di tonificazione muscolare. In questo primo periodo dedica molto tempo anche allo stretching, ti permetterà di allungare la muscolatura “addormentata” da ore passate davanti la tv o sul divano a leggere un bel libro. Dopo le prime due settimane dedica al lavoro “aerobico” non meno di 2 sedute alla settimana, inserendo anche 2 allenamenti riservati alla tonificazione muscolare. Inizia gradualmente con esercizi multiarticolari che coinvolgano le grandi masse muscolari (pettorali, dorsali, spalle, addominali e gambe) utilizzando come metodica d’allenamento il circuit training o le “serie e ripetizioni” utilizzando un range di ripetizioni tra le 15 e le 20. Per quanto riguarda l’alimentazione ti fornisco solo alcuni consigli: 1) Inserisci nella tua dieta almeno 2 porzioni abbondanti (esagera!!) di ver- 28 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 dura giornaliera. 2) Abbonda anche con la frutta (mangiala negli spuntini tra colazione/pranzo e pranzo/cena). 3) Limita il consumo di carboidrati, favorendo magari il consumo di legumi come fagioli, ceci e lenticchie. 4) Bevi abbondantemente almeno 1,5 litri di acqua al giorno. 5) Evita il consumo di alcolici e dolciumi vari. Seguendo questi semplici consigli riuscirai a ritrovare un ottimale livello di fitness e a disintossicarti dagli “stravizi” alimentari. Non mi resta che augurarti un grandioso 2014 all’insegna dell’allenamento e del benessere! Giuseppe Ruocco [email protected] Cultura & Benessere di Rosa Gallo CHE COS'È L'INTELLIGENZA ALIMENTARE? L a bocca ha per il bambino fin dai primissimi istanti di vita un’importanza fondamentale. Lo pone in relazione privilegiata con il mondo circostante: respirare, succhiare, deglutire, mangiare, ma anche conoscere, esplorare, apprezzare, essere soddisfatto, gioire, provare dispiacere sono le funzioni più importanti. Alla fine del secondo semestre di vita l’alta specializzazione neuromuscolare buccale consente già l’inizio dell’organizzazione del linguaggio articolato con la sua precisione e rapidità crescenti. L’educazione e la promozione di queste strutture risultano fondamentali in età evolutiva per lo sviluppo delle competenze alimentari. È in questo senso che si colloca quella che Schindler ha definito “intelligenza alimentare”, definita come la più ampia capacità di operare della bocca in maniera intelligente, come principale interfaccia dell’individuo con il mondo esterno. Come per le altre forme di intelligenza anche l’intelligenza alimentare permette una serie di operazioni mentali, quali: - discriminare la temperatura dell’alimento, il gusto, la consistenza e l’omogeneità; - differenziare nell’alimento la componente da mangiare rispetto a quella da eliminare (come nel caso di ciliegie, olive, anguria, ecc..); - riconoscere la tipologia di alimento (frutta, carne, pasta) inserita nella bocca; - classificare gli alimenti in base a conoscenze stereognosiche, tattili, termiche, olfattive, gustative (carne di maiale, tipo di pesce, ecc..); - prevedere, dal contesto e dalle informazioni sopracitate, la tipologia del cibo che verrà inserita all’interno della cavità orale; - modulare i comportamenti nelle fasi della deglutizione in base alle informazioni ricevute dall’interfaccia individuoambiente. In queste fasi si verifica il controllo, la selezione, il riconoscimento ed il paragone del cibo nuovo con il cibo noto. In rieducazione logopedica l’intelligenza alimentare può potenziare, diversi- ficare, differenziare, affinare, educare e rieducare quei bambini che fanno parte della cosiddetta sindrome ex non usu. Bambini che non avendo mai assunto cibo dalla bocca o comunque messi a riposo per lunghi tempi con posizionamento di sondini nasogastrici o PEG, con soggiorni ospedalieri prolungati in cui per molto tempo non venga usata la bocca ai fini alimentari, devono ripercorrere in modo lento e a volte piuttosto doloroso il cammino degli odori, dei gusti, delle consistenze anche metabolizzandoli a livello metacognitivo prima di accettare di alimentarsi normalmente. Quindi l’educazione (raramente rieducazione) all’uso della bocca ai fini alimentari ad una certa età (2-6 anni) quando non è mai stata usata a tal fine, è impresa ardua per vari motivi: - mancanza di esperienza di gratificazione ed edonismo buccale alimentare; - assenza di schemi motori automatizzati ed esercitati. Infatti nelle gravi patologie dell’età evolutiva in bambini prematuri, con gravi disfunzioni a livello del Sistema Nervoso, con malformazioni a livello gastrointestinale che avendo sperimentato talvolta anche per anni e sovente come unica possibilità un’alimentazione per vie alternative, si può sviluppare una resistenza alla nutrizione per os anche quando le condizioni di alimentazione artificiale fossero superate. Spesso, all’origine di un’inadeguata nutrizione vi sono difficoltà della motricità orale che potrebbero essere migliorate dal trattamento oro-facciale e da alcuni accorgimenti comportamentali da parte dei caregivers (persone che si prendono cura del paziente). Altro aspetto peculiare è che a questi soggetti vengano presentati perlopiù cibi di consistenza semiliquida e semisolida perché i genitori solitamente sostengono che non siano in grado di mordere e masticare adeguatamente. Inoltre l’alimentazione di questi individui è spesso complicata da problemi comportamentali legati alla situazione alimentare (rifiuto del cibo, espulsione del cibo, insolite abitudini alimentari). Si è spesso osservato come queste difficoltà non siano dovute soltanto a cause organiche; infatti, i fattori ambientali giocano un ruolo importantissimo nello sviluppo, nel mantenimento e nell’esasperazione delle difficoltà alimentari. Tutte queste considerazioni rendono necessaria una individuazione precoce delle difficoltà alimentari, di una valutazione logopedica accurata delle strutture e delle funzioni preposte e di una presa in carico abilitativa se possibile e riabilitativa molto tempestiva per prevenire l’ipostimolazione e promuovere l’apprendimento alimentare necessario. Rosa Gallo [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 29 Turismo & Territorio di Maria Grazia Lancellotti ORRIA IL PAESE DEL GRANO foto di copertina Amedeo Petrocchi C ari lettori, provate a immaginare un paesino abitato da poche centinaia di anime, immerso nella pittoresca e profumata “Murtella” (Mirto) delle colline del Parco del Cilento e Vallo di Diano, il piccolo campanile che riecheggia per le profonde valli e le voci dei contadini che inseguono le candide caprette che spariscono nei piccoli vialetti che attraversano le case di pietra secolare e dove gli orologi e i calendari sono rimasti indietro nel tempo e a seconda dell’aroma che si sente nei vicoli si capisce in che periodo dell’anno ci troviamo. La vecchia fontana inesorabile porta con se gli anni e la vita di generazioni di contadini, gente semplice che riesce a conservare un’ospitalità ammirevole. Il nome di Orria è legato ad una leggenda, tramandataci da voci di popolo. Questa leggenda narra che un Dux Longobardo ritornando dalla Calabria al comando del suo esercito, nel dirigersi verso Benevento, sia passato per la pianura di Casalvelino e non trovando grano perché già mietuto e nascosto dalla popolazione, abbia mandato il suo esercito alla ricerca di campi ancora non mietuti. Essi salirono i costoni del Monte Stella e all’altezza di Porcili (Stella Cilento) videro di fronte i colli cosparsi di ondeggianti spighe d’oro, il Dux rimase estasiato ed esclamò: “HORREA MEA VIDEO”(vedo i miei granai) e siccome Orria è stato sempre un paese molto adatto alla coltivazione del grano e dell’orzo possiamo dire che il suo nome derivi appunto da Horrea (dal latino, granai). Sebbene i primi documenti che confermino l’esistenza di questo casale denominato ORIOLA e poi anche ORIA, risalgono all’11° secolo, la storia di Orria e delle sue frazioni, è analoga a quella di tanti piccoli borghi cilentani, sorti in 30 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 seguito alla distruzione, per mano dei Barbari, nel 6° secolo d.C. della bellissima Velia (l’antica Elea per i Greci). I centri maggiori sulle coste dopo l’assedio si svuotarono e la popolazione si rifugiò nell’entroterra dando origine a piccoli villaggi, sorti spesso vicino ai conventi edificati dai monaci. Secondo alcuni studiosi Orria , al contrario dei casali vicini, non apparteneva alla baronia di Novi, dipendendo direttamente dalla Corona. Dal 1476, anno in cui il Re vendette Gioi al suo I° Ministro Antonello De Petruciis, fino al 1772, i casali di Orria, Piano e Vetrale con gli attuali territori dei Comuni di Salento, Perito e Moio della Civitella divennero possedimenti di Gioi e di questo seguirono le sorti. Nel XVI secolo, terribile fu la catastrofe umanitaria causata, prima da una grave carestia e poi dall’epidemìa di peste del 1656, che decimò l’intera comunità orriese. © Amedeo Petrocchi Dopo il 1500, a seguito della rinuncia di Ferrante Sanseverino ai suoi possedimenti, la terra cilentana fu smembrata e venduta ai vari nobili. Quest’ultimi, quasi sempre napoletani, per la gestione dei vari feudi, si affidarono a fiduciari senza scrupoli che non esitarono a vessare con ogni sorta di angherìa i poveri contadini, costretti a sopravvivere con gli avanzi che essi stessi producevano. I Baroni, con la forza ed il sopruso, nei secoli 16°e 17°, ripristinarono la servitù e la schiavitù dei poveri contadini. Furono anni di fame, carestie, sfruttamento ed abbandono che generarono la risposta della ribellione e della violenza : I Briganti. Si narra, che proprio nelle campagne del Comune di Orria, i fratelli Capozzoli di Monteforte, famosi banditi dell’epoca per il regime Borbonico, valorosi patrioti per le genti cilentane, trovarono rifugio ed aiuto dalle famiglie locali. Nel 1772 Ferdinando IV di Borbone, autorizzò la divisione del Feudo di Gioi. L’8 agosto 1806, durante il governo napoleonico, Orria divenne Comune autonomo e nella sua circoscrizione venne inclusa la frazione di Piano Vetrale. Tra gli uomini illustri di questa martoriata terra vanno ricordati: Bernardo Gugliucci, esponente delle sezioni Carbonare, partecipò ai moti cilentani del 1820 -21. L’avvocato Erminio Lancellotti, in qualità di Consigliere provinciale ebbe il merito di realizzare varie infrastrutture pubbliche tra le quali la più importante è il “Ponte sulla Fiumara”realizzato nel 1925. Il Duca Erminio Gugliucci eletto sindaco nel 1958 realizzò molte opere di carattere sociale. Oggi Orria si presenta come uno dei più caratteristici paesi del Parco del Cilento e Vallo di Diano. Un borgo fortemente ancorato alla sua storia, con parti di territorio urbano sapientemente conservati. Tra i quali meritano menzione: Via Capo Orria, Via Grotta, Via Belvedere, Via Tempa, Corso Umberto I e Via Marchesano caratterizzati dalla presenza di archi e pontili, fontane, pavimentazione del fondo stradale con pietra locale ed edifici destinati ad uso abitativo di interesse storico – culturale in ottimo stato di conservazione. Medesima cura è stata riservata agli edifici di culto: la Chiesa di San Felice Martire, costruita intorno al 1500; patrono del paese viene festeggiato solennemente due volte all’anno il 14 gennaio e la seconda domenica di agosto. In piazza della Vittoria si erge l’antica Cappella della Madonna delle Grazie, mentre sulla collina che sovrasta il paese si può visitare il Santuario dedicato a S. Domenica Martirela cui festa ricorre MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 31 Turismo & Territorio il 7 luglio. Dal 1997, è possibile visitare un suggestivo “Museo della Civiltà Contadina“ la cui sede è sita nell’ex Palazzo Municipale, già Casa Pinto, dove possiamo osservare utensili che documentano la vita quotidiana dei contadini, la prassi e lo svolgimento delle diverse attività agricole . Lo stesso edificio, ospita anche la sede del Centro Locale del Parco. Gli artigiani del luogo sono capaci e fattivi e per decenni sono stati anche bravi scalpellini nonché bravi lavoratori della pietra locale e dell’agricoltura. Piano Vetrale Piano è noto quale paese dei Murales, enormi e splendidi dipinti che ornano quasi tutte le facciate esterne delle case, alcuni realizzati anche su vecchi portoni, rendendo questo posto quasi fiabesco, stimolando la curiosità dei turisti e appassionati d’arte, è "un Museo a cielo aperto". L’iniziativa denominata "Il Pennello D’Oro" è una rassegna d’arte contemporanea ed espressionista dove ogni artista del mondo può esprimere la propria arte, curata dalla Pro-Loco (Pres. attuale Prof. Giuseppe Sica) in onore del grande pittore del ‘600 Paolo De Matteis, il quale proprio a Piano Vetrale ebbe i suoi natali il 9 febbraio del 1662. De Matteis, figlio di Decio e Lucrezia Orrico, trasferitosi in tenera età a Napoli, fu avviato all’apprendimento delle tecniche pittoriche, avendo come maestro, dapprima Francesco Di Maria Napoli 1623-1690) e successivamente Luca Giordano (Napoli 1634-1705) di cui divenne uno dei migliori allievi, superandolo nelle rappresentazioni mitologiche. De Matteis nel suo tempo era conosciuto anche come "Paoluccio della Madonnina", per il fatto che la mamma era una donna dai lineamenti belli e gentili come una Madonna. Artista, dalla personalità complessa, visse alternando genio e sregolatezza. Viaggiò molto in Italia e all’estero e dipinse per Papi e molti Re. Le sue opere si trovano a Parigi, Genova, Napoli, Madrid, Calabria e anche a Salerno, Lecce Cassino, Lucera F. Proprio a Cassino dipinse la famosa tela "Assunzione della Vergine" nell’ Abbazia Benedettina, altri famosi affreschi sono nella Chiesa di San Sebastiano di © Amedeo Petrocchi Guardia Sanframondi. Secondo alcuni studiosi il De Matteis, fece ritorno nel Cilento tra il 1683 ed il 1700, per realizzare dipinti sacri dietro commissioni locali di signorotti e nobili del posto. A testimonianza che il pittore , non dimenticò mai la bellezza della sua terra, sono lo sfondo dei suoi quadri, i quali riproducono chiaramente scorci di bellissimi panorami cilentani. A tale proposito fra tutte ,merita menzione la tela dal titolo: ”Riposo durante la fuga in Egitto” (1685 circa). Casino Lebano La contrada Casino Lebano, distante 8 chilometri dal capoluogo, con i suoi 130 residenti, è il nucleo abitato più piccolo del Comune di Orria. Una sorta di vera e propria porta d’ingresso, per i visitatori provenienti da sud. Negli anni Trenta del secolo scorso, vi abitavano pochissime famiglie, 4 delle quali vivevano nel "Casino" (casa di campagna) di proprietà di Don Rosario Lebano, da cui il toponimo attuale. Questi, per intensificare l’agricoltura e la silvicoltura, assegnò a diversi coloni, alcuni dei quali provenienti da Orria capoluogo, quasi 100 ettari di terreno di natura alluvionale, quindi particolarmente fertile, e nella quasi totalità pianeggianti ed irrigui. Una politica gestionale, che segnò l’avvio di una stagione decisamente fiorente per le attività agricole del luogo. Una vocazione per l’agricoltura di qualità, che Casino Lebano, ha conservato fino ai giorni nostri. Dopo la morte di Don Rosario Lebano, i suoi eredi decisero di vendere agli stessi coloni. Di conseguenza, quella che era una sorta di "Fazenda", fu smembrata in tanti appezzamenti, ed i nuovi proprietari, non solo continuarono a coltivare la terra ma costruirono diverse abitazioni, facendo sorgere, di fatto, il borgo così come noi lo conosciamo. “capacità degli imprenditori - prodotti genuini - collegamenti efficaci”, uniti all’innata ospitalità degli abitanti, sappiano, far sorgere in quest’area, attività ricettive legate al mondo dell'agricoltura. A pochi chilometri dai grossi centri abitati e caotici esiste un mondo antico e profumato, angoli meravigliosi, la cui bellezza rapisce, sottraendo l’osservatore da quella dimensione chiamata civiltà, convincendolo che nessuna opera dell’uomo eguaglierà mai l’ineffabile splendore della natura e di questo selvaggio "Cilento" tutto da scoprire. Con la collaborazione del Comune di Orria e funzionario dell’ufficio demografico Massimo Sica “a lu’ Ciliento” …So nata a lù Ciliento addò le foglie re l’aulive …so dd’oro e dd’argiento… Addo’ la gente te uarda ccù sentimiento…E lù…sole face l’amore ccù lu…. viendo…Cca’ lù sole nun se ne vole ire luntano e se tira le spighe re lù ggrano… Ccù le mmano… dedicata a Orria Maria Grazia Lancellotti cantautrice, poetessa [email protected] Oggi, come in passato, l’attività economica preminente è rappresentata dalle colture biologiche. Gli abitanti, fattivi e capaci, con l’ausilio di strumenti e tecniche moderne, hanno realizzato impianti destinati alla produzione di diverse specie di frutti ed ortaggi, con risultati eccellenti. Per il futuro, l’auspicio è che proprio la sintesi dei diversi elementi a disposizione: © Amedeo Petrocchi Turismo & Territorio "UNA MANO PER IL MARE" DELLA SCUOLA PRIMARIA RAMELLA DI VIGEVANO (PV) LA CAMPAGNA VINCITRICE DEL CONCORSO NAZIONALE U na mano per il mare, è questo il claim ideato dagli alunni della Scuola Primaria Ramella di Vigevano (Pv) come campagna di comunicazione per la tutela e la valorizzazione dei nostri mari, vincitore del concorso nazionale, tenutosi a dicembre 2013, “Le magie del mare: alla scoperta delle Aree Marine Protette con Winx Club” promosso da Fondazione Symbola, Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e Rainbow con la collaborazione di Federparchi, il contributo e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente - Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare. La minicampagna che sollecita con immagini e parole a rispettare il mare, a non gettare rifiuti, a non inquinare e a non fare rumori che potrebbero disturbare la fauna marina, ha conquistato il primo gradino del podio uscendo vincitrice tra una rosa di 18 campagne finaliste. Ad assegnare il premio - che prevede un soggiorno didattico di tre giorni nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Ente gestore delle due AMP Santa Maria di Castellabate e Costa degli Infreschi e della Masseta, e la realizzazione campagna di comunicazione junior da parte del Sistema della Aree Marine Protette Italiane proprio con immagini e slogan ideati dalla scuola vincitrice del concorso – a Susanna Barbaglia, maestra della classe 3/a B della Scuola Primaria “Vittorio Ramella” di Vigevano, in una cerimonia al ministero dell’Ambiente sono stati: Fabio Renzi – Segretario Generale Fondazione Symbola, Amilcare Troiano – Presidente Parco Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Roberta Massaccesi – Marketing executive Rainbow e Maria Carmela Giarratano – Ministero dell’Ambiente. La premiazione è stata anche l’occasione per allestire una mostra con i lavori della prime cinque scuole classificate. La selezione dei lavori e la scelta del vincitore tra i diciotto finalisti, provenienti dalle scuole elementari di Alghero, Ancona, Brindisi, Mercatello Salerno, Milano, Salerno, Senorbi (Ca), Siracusa, Taggia (Im), Toirano, Torino e Villa di Serio (Bg), è stata invece a cura della giuria composta da: Maria Carmela Giarratano – DG per la protezione della natura e del mare del Ministero Ambiente, Domenico Sturabotti – Direttore Fondazione Symbola, Amilcare Troiano – Presidente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Iginio Straffi – CEO Rainbow, Giampiero Sammuri – Presidente Federparchi, Alessandro Paciello -Presidente Aida Partners Ogilvy Pr e Monique Hemsi 34 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 – Responsabile progetti educational giornalino OKAY. Partito lo scorso aprile, il progetto “Le magie del mare: alla scoperta delle Aree Marine Protette con Winx Club” ha sperimentato una nuova e creativa modalità di promozione dello straordinario patrimonio ambientale del Paese: le italianissime fatine Winx, da sempre paladine di valori come la passione, l’amicizia, il coraggio, della natura e dell’ambiente, sono state le protagoniste dell’iniziativa per la tutela di una parte importante del nostro patrimonio paesaggistico. Oltre al concorso per le scuole, “Le magie del mare: alla scoperta delle aree marine protette con Winx Club” è infatti un video in cui le Winx si sono fatte ambasciatrici delle Aree Marine Protette promosso e portato in giro per l’Italia con un road show che da maggio a giugno scorsi ha toccato sei Aree Marine Protette. Coinvolte nel road show le due AMP del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, del Plemmirio, di Miramare, Portofino, Torre Guaceto e Capo Carbonara. Nell’insieme il progetto è rivolto a ragazzi, insegnanti, adulti e comunità locali e a circa 10 mila scuole italiane. L’Italia può contare su un sistema di 27 Aree Marine Protette (AMP), oltre a 2 Parchi Archeologici Sommersi, che tutelano complessivamente circa 228 mila ettari di mare e circa 700 chilometri di costa. E in comune con la Francia abbiamo anche il Santuario dei Cetacei. Nell’insieme si tratta di un patrimonio di acque, fondali, coste, flora e fauna di grande importanza scientifica, ecologica, culturale ed educativa. Ma anche di grande rilevanza economica. Le AMP, infatti, non solo attraggono turismo di qualità, ma sono anche un formidabile motore di sviluppo sostenibile per il territorio e le comunità locali coinvolte. Comunicato Stampa Ente Parco Basti pensare che il turismo natura, nonostante la crisi, nel 2012 ha sfiorato gli 11 miliardi di euro di fatturato. “Questo progetto non a caso s’intitola “Le Magie del Mare“ – dichiara Amilcare Troiano, Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni -. Il mare è davvero un elemento magico, fonte di vita per una moltitudine di creature, fonte d’ispirazione per poeti, scrittori e pittori di tutti i tempi, fonte di sostentamento per le popolazioni dei paesi costieri e non. Eppure, anche se così prezioso, oggi, purtroppo, è costantemente minacciato dalle fonti d’inquinamento. Proprio per questo ritengo che alle azioni di salvaguardia, di tutela e di promozione intraprese dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dalle altre Istituzioni, dalle Associazioni ambientaliste, dalle Capitanerie di Porto occorre affiancare azioni di educazione e sensibilizzazione. Sono certo che “Le Magie del Mare”, interpretato dai personaggi Winx Club, riuscirà ad avvicinare al sistema delle Aree Marine Protette italiane l’attenzione e la sensibilità di migliaia di studenti e non solo che, nel loro futuro, avranno il difficile compito di custodire, meglio di quanto stiamo facendo noi, questo meraviglioso intreccio di storia, natura e cultura che il Creato ci ha regalato e per il quale il nostro Paese è conosciuto in tutto il mondo”. “I parchi e le Aree Marine Protette - commenta il Segretario Generale della Fondazione Symbola Fabio Renzi - sono un’opportunità straordinaria per tutelare il nostro inestimabile patrimonio ambientale e paesaggistico, ed anche per valorizzare quell’intreccio inimitabile di natura, storia, cultura, territori e creatività che rende unica l’Italia nel mondo. La campagna “Le magie del mare” non solo ha valorizzato in modo nuovo questa straordinaria opportunità, ma ha messo insieme alcune delle nostre eccellenze al servizio dei più giovani, che saranno il futuro dell’Italia”. “Le Winx rappresentano per Rainbow la property di punta – Iginio Straffi, CEO Rainbow – relazioni esterne Rainbow che ci ha permesso di varcare i confini nazionali e internazionali, facendo entusiasmare bambini di tutto il mondo. Fin dalla loro creazione, ho fortemente voluto che le nostre fatine fossero in grado, oltre che di divertire i più piccoli, di proporsi come portavoce di messaggi positivi per le nuove generazioni. Per questo ho appoggiato ed accolto con entusiasmo questo progetto creato insieme a Symbola, condividendone appieno le finalità altamente educative”. “Il progetto ‘Le Magie del Mare’ – conclude Maria Carmela Giarratano, Ministero dell’Ambiente Direzione generale protezione della natura e del mare - ha rappresentato un eccezionale occasione di divulgazione presso le scuole dei valori tutelati dal sistema nazionale delle aree marine protette italiane, attraverso le Winx che sono un traino efficace per i più piccoli. L’idea di base è che la valorizzazione delle aree protette possa passare attraverso messaggi semplici, soprattutto visivi, in grado di trasferire in modo incancellabile quanto importante sia rispettare il mare e la natura e quanto questo costituisca un capitale su cui continuare ad investire con la consapevolezza che preservare la natura equivale a garantire condizioni di vita migliore e di benessere per le generazioni presenti e future”. Ufficio comunicazione Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Giovanni Ciao [email protected] Assunta Niglio [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 35 Turismo & Territorio Terraorti TERRA ORTI E LE AZIENDE AGRICOLE DEL TERRITORIO AZIENDA AGRICOLA "LA MORELLA" DI FABIO MILETTO GRANOZIO T erra Orti è costituita da oltre 100 produttori agricoli, ognuno dei quali eccelle nella produzione di ortaggi o frutta. Una delle aziende più belle dell’OP è l'azienda agricola La MORELLA di Fabio Miletto Granozio, una tenuta di 32Ha, situata a Battipaglia, al centro di una delle più fiorenti ed intensivamente coltivate regioni agricole d’Italia: la Piana del Sele. L’Azienda Agricola Morella (o “La Morella”, nome con cui la gente del posto individua da secoli la proprietà) è interamente dedicata alla produzione di colture biologiche, sia in serra che in pieno campo. La superficie sotto serra (circa 50.000 mq) è utilizzata per la coltivazione di rucola, spinacino e bietoline a foglia ros- sa. La restante superficie dell’azienda in pieno campo (circa 270.000 mq), è a sua volte utilizzata per un’ampia varietà di colture ortive di stagione, quali il fagiolino, la lattuga, il cavolfiore, la zucca. Di pregio i vigneti che producono un ottimo aglianico, il vitigno per eccellenza della regioni meridionali peninsulari. L’aglianico viene vinificato in purezza ed invecchiato in botti di rovere francese nelle nostre cantine. Anche se la produzione ortofrutticola alla Morella rimane l’attività prevalente, è affiancata da quella di agriturismo. Il Centro aziendale, infatti, è costituito da eleganti ed imponenti edifici settecenteschi ed ha la struttura naturale di un piccolo borgo agricolo, dove gli ospiti trovano comodi e spaziosi locali recentemente ristrutturati, e la possi- bilità di scegliere tra appartamenti con cucina e camere. A disposizione degli ospiti anche un grande parco alberato con ampia piscina, giardini ed agrumeti, giochi e campetti per i bambini ed un ottimo ristorante dove assaggiare i prodotti aziendali ed i piatti tipici del territorio. www.terraorti.it [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 37 Turismo & Territorio di Roberto Scola SGARBI: "VIVIAMO IN UN PARADISO SENZA SAPERLO" S i fa presto a dire che la bellezza salverà il mondo. Ma come la mettiamo se questa bellezza è una perfetta sconosciuta a chi ogni giorno ci passeggia sopra e non incontra mai uno sguardo che la illumini e la riconosca come tale? E’ questo il dilemma che si pone Vittorio Sgarbi. Per porre rimedio a tutto ciò ,il critico d’arte ci regala una vera perla ,il suo ultimo libro. Un ennesimo esaltante regalo per gli occhi e per il cuore. Così potremmo definire le 465 pagine del libro: ”Il Tesoro d’Italia”. Il libro trasuda di immagini in presa diretta dell’arte italiana, regalando a noi lettori un nuovo tassello di produzione e promozione. Partendo da una Regione (le Marche), e proseguendo alla ricerca di quelle peculiarità che fanno della penisola italiana il centro nodale dell’arte e della cultura mondiale Vittorio Sgarbi si ferma nel Cilento: “C’è un’Italia protetta e remota a Morano Calabro, a Vairano, a Rocca Cilento, a Vatolla, a Giungano, a Torchiara, a Perdifumo, incontaminati presidi del Cilento, confini nei quali sono ristretti a coltivare i campi, cacciati dal Paradiso terrestre, Adamo ed Eva. Poco più tardi vedremo altri contadini affaticati, di mese in mese, nel Battistero dell’Antelami a Parma. Soltanto a Ferrara il lavoro sembrerà riservare una imprevista felicità. Il Maestro dei Mesi trasmette il piacere che ha provato estraendo fanciulli dalla pietra. Siamo nel 1230, in largo anticipo sul ritrovamento della vita nella pittura, prima ancora che in Toscana, nel cuore della Valle Padana, a Cremona, con il racconto delle storie di Sant’Agata di un maestro anonimo; non sarà un caso che la nuova lingua toscana in pittura si espanda fino a Padova con Giotto nella Cappella degli Scrovegni, e di lì in tutto il Nord ”. Il tesoro d’Italia è da inseguire nei luoghi più remoti. Le pagine di Sgarbi ci accompagnano perciò in un viaggio, in una esplorazione. Ci raccontano di una ricchezza della quale non sospettavamo l’esistenza. Sappiamo che l’Italia, con 49 siti riconosciuti dall’Unesco, alla data del 2013, è in testa alla classifica che misura il patrimonio culturale mondiale. Ma in realtà tutto il nostro territorio è punteggiato da tesori storici, artistici, paesaggistici. E noi ci camminiamo ogni giorno, per lo più senza sapere dove posiamo i piedi? Sgarbi continua sviscerando dati e cifre: dopo il crollo della Schola Armatorum a Pompei, nel novembre del 2010, il cattivo stato del nostro patrimonio artistico è divenuto l’emblema di un fallimento nazionale. Tanto che tre anni dopo (29 giugno 2013) l’Unesco ci ha dato un ultimatum: o provvedete a un minimo di manutenzione, o togliamo gli Scavi di Pompei dalla lista dei Patrimoni 38 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 dell’umanità. La cultura, continua Sgarbi, è strumento di riscatto, di emancipazione. Senza cultura siamo sudditi, non cittadini. È questo il mandato che i costituenti affidarono alle nostre istituzioni, scrivendo l’art. 9 della Carta. Ed è questa la ragione che rende ogni bene culturale - come diceva Massimo Severo Giannini - per definizione pubblico, prima che di proprietà privata . L’obiettivo che Sgarbi si pone con questo libro è una "rivoluzione costituzionale": creare un ministero del Tesoro dei Beni culturali, che sia la fusione tra quello dell’Economia e quello dei Beni Culturali e tenga conto del valore assoluto di quello che abbiamo nel nostro Paese. Il critico ferrarese alla fine del suo libro fa questa riflessione: ”Vorrei capire perché se uno ha in casa venti quadri di Van Gogh o di Picasso diciamo che ha un tesoro e noi che siamo immersi in questo tesoro molto più grande non ne siamo consapevoli e neppure lo consideriamo tale. Noi viviamo in un paradiso terrestre dove l’arte dell’uomo ha aumentato e accresciuto la bellezza della natura creata da Dio. Goethe quando vide villa La Rotonda di Andrea Palladio a Vicenza restò impressionato da come l’architettura si fonde con il paesaggio”. Roberto Scola [email protected] Comunicato Stampa ® Via Benedetto Croce, 11 - Località S. Marco - Agropoli (SA) Via Estate, 19 Località Moio - Agropoli (SA) www.cilentodistribuzione.it Da una tradizione artigianale e la passione per il legno tramandata dal papà falegname ebanista , nasce nel 1981 la falegnameria F.lli Pascale fondata da tre fratelli . L’impegno e la passione negli anni fa crescere la piccola bottega artigiana in una falegnameria dotata di macchine a controllo numerico e utensili di ultima generazione senza però mai trascurare le regole basilari del nostro lavoro, l’artigianalità e la scelta dei materiali sempre di prima qualità. Oggi i figli proseguono in questa attività continuando a trattare il legno con la stessa professionalità e la stessa perizia dei genitori e del nonno, sviluppando allo stesso tempo nuove tecniche di lavorazione e continue ricerche per migliorare sempre di più i nostri prodotti. Chi si rivolge alla falegnameria F.lli Pascale preferisce guardare alla qualità e alla sostanza del prodotto e non al prodotto più pubblicizzato. Negli acquisti dei vari materiali non è il costo che ci guida , ma il superamento di severi requisiti tecnici. Ci vogliono decine di anni perché un albero sia pronto a dare il legno necessario per costruire i serramenti e i mobili che utilizziamo nelle nostre case. Il rispetto verso la natura e verso chi verrà dopo di noi, prima ancora che la legittima richiesta di chi acquista un prodotto, impone che tali manufatti durino a lungo nel tempo. Per questo, quando costruiamo i nostri prodotti abbiamo una particolare attenzione nella progettazione e nella scelta dei materiali, per fare in modo che oltre ad essere funzionali rimangano belli nel tempo. Per il completamento della propria offerta la falegnameria ha affiancato alla produzione di infissi e arredi in legno innumerevoli prodotti che vanno dai serramenti in legno alluminio ,portoni in legno e blindati , cucine su misura e ogni tipo di porta interna. www.falegnameriapascale.it wedding planner & eventi accessori casa e sposa confetteria e bomboniere lista nozze partecipazioni decorazione di interni mobili e complementi AGROPOLI via Pio X, 31 tel.0974.1935223 [email protected] Turismo & Territorio di Alessia Lombardi AGRINET WORLD: DIFENDI IL LOCALE, MANGIA SALUTARE! D a un’idea maturata durante lo svolgimento di una Tesi di Dottorato presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha preso vita il portale Agrinetworld.com che fa da vetrina a prodotti e proposte agroalimentari che coniugano la qualità, il rispetto per l’ambiente, la sicurezza alimentare e le tradizioni locali. La realizzazione di questa bella iniziativa, frutto anche dell’imprenditorialità giovanile meridionale, è scaturita da uno studio sulle filiere agroalimentari corte e sull’importanza di una corretta informazione del consumatore su ciò che si porta in tavola. Il principio fondamentale del sito è appunto quello di portare la qualità direttamente a casa dei consumatori senza troppe intermediazioni commerciali e ulteriori manipolazioni dei prodotti. Il rispetto di questo obiettivo ha guidato fin dai primi passi la costruzione del portale per far si che i prodotti fossero selezionati a partire dalle aziende produttrici, visitate una ad una per valutare il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla igienicità dei prodotti. La scelta di aziende ha dovuto rispettare un altro vincolo che Agrinetworld si è voluto dare: la spendibilità ambientale della loro localizzazione geografica. Con l’acquisto on-line, ogni prodotto selezionato dal cliente sarà prelevato direttamente presso la sede aziendale di produzione e recapitato nel luogo di consegna scelto. Agrinetworld non è solo una vetrina espositiva per la vendita on-line, perché si propone come una community che consente al consumatore di entrare nelle aziende associate e verificare con mano le modalità di produzione e la qualità delle materie prime impiegate. Non finisce qui. Il portale propone le Adozioni di piante di olivo, di filari di viti e maialini (la famosa e tradizionale razza pelatello nero) che si concretizzano in prodotti saporiti e genuini diretta- mente sulla propria tavola. La partecipazione alla Community di Agrinetworld offre la possibilità di vivere la campagna: l’iniziativa Orti in affitto consente la coltivazione diretta degli ortaggi di stagione oppure, per chi non ha voglia di coltivarli personalmente, è possibile scegliere con quali specie organizzare il proprio orto che sarà coltivato dall’agricoltore così che all’affittuario non resterà che recarsi in azienda semplicemente per raccoglierli. Si ha la facoltà di scegliere fra diverse dimensioni di orto secondo le esigenze (è previsto anche la tipologia condominiale) e l’azienda stessa mette a disposizione degli hobbisti l’attrezzatura adeguata per la coltivazione e l’acqua per irrigare gli ortaggi. Un divertimento utile e nello stesso tempo salutare per tutta la famiglia, specialmente per i più piccini che hanno sempre meno opportunità di vivere all’aperto e a contatto con una natura incontaminata. I terreni disponibili per questa iniziativa si trovano, infatti, in territori suggestivi e ameni selezionati nel sannio beneventano, e a breve nel Cilento salernitano, facilmente raggiungibili, dove è profondamente radicato il rispetto per l’ambiente e la natura; non a caso tra le aziende che propongono questa opzione ci sono Fattorie didattiche e Imprese agrituristiche che offrono alle famiglie l’opportunità di vivere l’agricoltura immergendosi nella campagna e gustando gli odori e i sapori della tradizione e delle tipicità locali. Alessia Lombardi [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 41 Costume & Società di Salvatore Galeone ARRIVA "BOOK LIFE" LA CAMPAGNA SOCIAL PER PROMUOVERE LA LETTERATURA A l via la nuova campagna social in condivisione, ideata da Libreriamo (www.libreriamo.it), con gli utenti di Facebook, Twitter ed Instagram chiamati a fotografare i libri quali protagonisti della quotidianità. Scopo della campagna promuovere la lettura e far emergere come il libro sia sempre più presente nella vita di tutti i giorni. Una campagna sociale per far emergere come i libri siano sempre più presenti e protagonisti nella vita di tutti i giorni. Parte su Facebook, Twitter ed Instagram “Book Life”, l’iniziativa inedita rivolta agli utenti dei celebri social network, chiamati a vestire i panni di “Book hunter”, ovvero cacciatori di immagini che vedano i libri protagonisti nei diversi contesti di vita quotidiana per poi pubblicarle sulle pagine Facebook, Twitter ed Instagram di Libreriamo, la piazza virtuale di chi ama i libri e la lettura (www.libreriamo.it). "Libreriamo" è il primo social book magazine per la promozione dei libri e della lettura. Nasce da un’idea di Saro Trovato, mood maker, sociologo e presidente di Comunicazione Perbene. Il nome della testata ha origine dall’amore per i libri e dalla volontà di liberarli dal tempio della cultura alta, rendendoli accessibili a tutti. Si tratta di una testata online che ha come obiettivo quello di incoraggiare la lettura e rendere i libri più accessibili ad un pubblico di massa. A promuovere "Libreriamo" è una vera e propria comunità culturale formata da amanti della lettura, che vogliono portare i libri tra la gente, dando loro la possibilità di parlare della lettura e mettere in relazione autori, case editrici e critici letterari. Il tutto per un fine sociale molto importante, far emergere la sempre maggior presenza del libro nella vita di tutti i giorni. “Nonostante i dati dicono che in Italia si legge sempre meno, basta guardarsi intorno per notare come la sensibilità di alcune aziende e della stessa gente comune nei confronti dei libri sia in sensibile aumento – afferma Saro Trovato, mood maker e direttore di Libreriamo – Non solo librerie, ma anche vetrine di negozi e manifesti pubblicitari vedono il libro e la lettura protagonisti di iniziative e campagne. Anche camminando per strada o sui mezzi pubblici è possibile notare persone intente a leggere un libro, prima di andare a lavoro o durante un viaggio. Abbiamo quindi pensato di sfruttare la viralità dei social più popolari per cercare di far emergere ciò che è sotto gli occhi di tutti, coinvolgendo la gente in modo semplice e divertente. Ognuno può dare un suo contributo, dimostrando l’importanza dei libri e la loro sempre maggiore presenza nella vita di tutti i giorni.” L’iniziativa vivrà sulle pagine Facebook di Libreriamo (https://www.facebook.com/ libreriamo) e Fotografiamo (https://www. facebook.com/FotografiamobyLibreriamo), su Twitter (https://twitter.com/Libreriamo) e su Instagram. Oltre a pubblicare le foto, occorrerà inserire sui diversi canali social l’hashtag #BookLife e la mention @Libreriamo. Alla fine verrà realizzato un unico “Book fotografico” che raccoglierà tutte le immagini che saranno inviate. Un’opera di sensibilizzazione ma anche di impegno, in cui tutti coloro che partecipano possono contribuire a far emergere come i libri stiano diventando sempre più protagonisti del nostro quotidiano e ci accompagnino nel corso delle nostre azioni di tutti i giorni, in casa come per 42 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 strada. Chiunque può diventare un “Book hunter” e realizzare immagini con protagonisti i libri nelle più disparati contesti: in un negozio, su una panchina, in un manifesto pubblicitario, al bar, su un treno… sono infinite le situazioni in cui un libro può essere presente. L’obiettivo della campagna è quello di stimolare alla condivisione e far emergere come il libro sia sempre più protagonista della vita di tutti i giorni. Salvatore Galeone [email protected] PRENOTA QUESTO SPAZIO PUBBLICITARIO [email protected] Tel. 0974.82.70.10 www.mistermagazine.it Conto ANTICIPO FATTURE Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per spese, tassi e condizioni economiche e contrattuali si rinvia ai fogli informativi a disposizione della clientela presso tutte le filiali della Banca di Credito Cooperativo di Aquara. La Banca si riserva la valutazione dei requisiti necessari per la concessione degli affidamenti. Avevo esigenze di liquidità per la mia azienda. Ho aperto un Conto Anticipo Fatture e ora monetizzo in anticipo i miei crediti. www.bccaquara.it Filiale 1 AQUARA (SA) tel. 0828.962755 (pbx) Filiale 2 CASTEL SAN LORENZO tel. 0828.944271 Filiale 3 ROCCADASPIDE tel. 0828.941146 Filiale 4 CAPACCIO (V.le della Repubblica) tel. 0828.723786 Filiale 5 Filiale 6 Filiale 7 Filiale 8 EBOLI (Località Santa Cecilia) tel. 0828.600033 OLIVETO CITRA tel. 0828.798286 CAPACCIO (Loc. Capo di Fiume) tel. 0828.723744 SALERNO (Via Wenner 62 - Fuorni) tel. 089.302000 Costume & Società di Danilo Perillo STORIA DEI VIDEOGIOCHI VIAGGIO FOTOGRAFICO DAL 1947 AL 2000 1947 – Il primo gioco elettronico venne brevettato due anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e con il nome di Cathode-Ray Tube Amusement Device si ispirava agli schermi radar utilizzati durante il conflitto. 1958 – Tennis for Two sfruttava un oscilloscopio che permetteva ai visitatori del laboratorio di ricerca nucleare Brookhaven di New York di sfidarsi con un tennis rudimentale. 1961 – Spacewar fu il primo gioco “distribuito”: una sfida nello spazio che era installata sui computer “armadio” (da 120 mila dollari) della Dec. 1972 – Bushnell insieme a Dabney fondò la Atari, azienda che di fatto diede il via al business videoludico grazie al gioco Pong: la semplice simulazione “a barrette” del ping pong vendette 19 mila cabinati e da questo successo iniziò l’epoca d’oro dei “coin-op”, le macchinette da bar che funzionavano a gettone (“coin operated”). Nello stesso anno la Magnavox mise sul mercato la prima console di gioco domestica: la Odissey. 1977 – È l’anno dell’Atari 2600, la prima console domestica che rese popolare il sistema “a cartucce”: la macchina fece l’exploit di 30 milioni di pezzi venduti. 1978 – I videogiochi entrano definitivamente nella cultura popolare: di quest’anno sono Space Invaders e Asteroids. Nel 1980 arrivò Pac-Man, e nello stesso anno Battlezone, primo gioco a proporre una grafica tridimensionale. 44 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 1983 – In Giappone viene lanciato il Nintendo Entertainment System: il Nes (che da noi arrivò nel 1987, lo stesso anno del Sega Master System) aveva “a bordo” il primo Super Mario Bros e rilanciò di fatto l’intera industria, spostando di fatto la patria dei videogame dagli Stati Uniti al Giappone. 1994 – Arriva in Giappone la prima Playstation: Sony era al debutto e creò una macchina capace di vendere 110 milioni di pezzi e di diventare sinonimo di console di gioco. Siamo nella cosiddetta quinta generazione di console e vennero introdotti i primi supporti ottici (i cd-rom). 2000 – Inizia la sesta generazione delle console con l’arrivo della Playstation 2, la console più venduta di sempre (oltre 150 milioni di unità). Nel 2001, negli Stati Uniti viene lanciata la prima Xbox. Danilo Perillo [email protected] CILENTO DA SCOPRIRE E DA VIVERE TORRE ANTICA LA TUA RESIDENZA D’EPOCA VIVERE NELLA STORIA LUOGO DI ECCELLENZA PER PENSATORI E CREATIVI ortodonico cilento turismo culturale IL SUD CHE VUOLE GUARDARE AL FUTURO tel. / fax 0974 271854 - e-mail: [email protected] Hai bisogno di una Garanzia Fideiussoria o di una Cauzione? Chiedi la nostra consulenza! Fidejussioni a favore di Enti Pubblici, Finanziamenti Agevolati. Garanzie Commerciali tra Clienti e Fornitori, Compravendite, Locazioni e Permute Immobiliari. Garanzia su canoni di Fitto Immobiliare, Cessioni e/o Fitti Rami di Aziende, Concordati Fallimentari e varie opportunità tra Privati. 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Un artista di oggi, sempre che così si possa definire, non cerca, almeno nella maggior parte dei casi, di rappresentare nell’opera (grafica, pittorica, letteraria) sentimenti comuni o individuali, problemi sociali, non cerca di smuovere l’animo dell’osservatore. Come una prostituta vende la sua arte, il suo talento, ammesso che lo possieda. In tempi recenti si è sviluppato il cosiddetto mercato dell’arte. Una lapide imponente sulla tomba di quest’ultima. L’introduzione del denaro nel mondo artistico ha fatto in modo che oggi l’arte non rappresenti più nulla, se non il desiderio di guadagno, un guadagno che va oltre un giusto sostentamento dell’artista e un’equa circolazione di liquidi nel mondo artistico. Il sistema capitalistico ha ormai inglobato anche l’emozione, il sentimento e in una società in cui tutto è destinato al consumo, dai prodotti industriali al benessere, le opere d’arte vengono considerate prodotti di un artigianato inutile, frutto dell’ambizione individuale. La competizione sociale che ci affligge ha coinvolto anche gli artisti, che ora lottano per emergere tralasciando la loro funzione originaria. Gli artisti del 2000 non cercano più l’emozione o il sentimento, cercano la novità. Ed è proprio questa continua ricerca di innovazione che distrugge il rapporto uomo-natura sempre presente nell’arte di ogni epoca. Nasce così il rapporto artista-artista, un confronto che invece di dimostrarsi costruttivo partorisce un’omologazione tra i fautori delle opere. Perché per comprendere un significato di dubbia esistenza di un’opera contemporanea è necessario fare ragionamenti astratti e spesso inconcludenti? Che fine ha fatto l’arte immediata, che sconvolge l’animo all’istante? Dove sono finiti Friedrich, Manet, Monet, Renoir, Van Gogh, Munch? Eppure viviamo in un’epoca dove di problemi ce ne sono, dove i sentimenti delle persone contano e andrebbero espressi attraverso l’arte. Ma gli artisti si amalgamano con la realtà sociale, come molti altri, e si lasciano ingannare dalla stessa ambizione che li imprigiona, contribuendo così al danno irreparabile arrecato all’arte stessa. Da attento osservatore l’artista diventa complice del virus sociale che ha infettato anche la sfera emozionale. Il filosofo tedesco Walter Benjamin sosteneva che la causa della cosiddetta “perdita dell’aura” dell’opera fossero i mezzi per riprodurla in grandi quantità. In questo modo si perde il piacere di osservare un componimento artistico originale. Il discorso non vale per le “nuove arti” come cinema e fotografia, per cui non è necessaria la vista dell’originale per approfondire l’indagine dell’opera. La contemplazione di un prodotto di una nuova arte è più complessa. Per esempio per un film il susseguirsi delle immagini rende impossibile una contemplazione omogenea, e si deve quindi riflettere sul significato intrinseco. Per Benjamin non era solamente questo l’ostacolo, ma anche la politica che nel Ventesimo secolo esercitò una notevole influenza sugli artisti, per gran parte prima indipendenti. La “politicizzazione” dell’arte ha portato a una trasmissione di messaggi banali, ma adatti a far presa sulla gente. In compenso alla perdita dell’aura gli artisti si rivestono di arroganza, credendosi profeti. Persone di questo genere esistevano anche prima, come testimonia Baudelaire, il quale condannava aspramente il poeta-prostituta che vendeva la sua arte. Nella nostra società l’arte è marginalizzata e la situazione non sembra migliorare. Nuove tecniche sono state introdotte, l’utilizzo della tecnologia è una costante nella nostra quotidianità, ed è quindi comprensibile che per l’artista di oggi sia assai difficile rapportarsi all’arte. Ma questa si avvicina sempre di più a un prodotto figlio della superficialità e del qualunquismo, invece di risultare il frutto di una ricerca elaborata dall’artista per spezzare le catene del mondo odierno che lo legano. Uno scrittore moderno mentre scrive pensa alle copie che venderà, un musicista rende un testo banale perché la canzone risulti orecchiabile, un pittore immagina il denaro che riceverà per un quadro venduto a uno “snob” qualsiasi, che probabilmente di arte capisce ben poco. E allora pretendiamo di più da tutti coloro che arrogantemente si reputano artisti, inconsci dell’importanza che questo ruolo deve rivestire nella società di questo secolo. Alfredo Razzino [email protected] PRENOTA QUESTO SPAZIO PUBBLICITARIO [email protected] Tel. 0974.82.70.10 www.mistermagazine.it MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 47 Costume & Società di Giada Di Vita EDUCANDOCI ALL'ARTE GLI ITALIANI E CÉZANNE "P aul Cézanne, spirito colto, austero e riflessivo, vivendo in mezzo alla scuola impressionista e partecipando ai tentativi di quella… e dotato come tutti i grandi di un giudizio da postero, dove provare al pari di noi, quel senso di incompletezza di un’epoca. Non c’era dunque più che da farsi coraggio e lavorare candidamente secondo lo spirito nuovo. Egli lo fece e questo spiega perché l’opera sua sia stata considerata come una fantasia da pazzo, o dai più benevoli, come un rinnovamento delle forme sintetiche della arti primordiali e magari selvagge.” (Carteggio Soffici, Papini). post-impressionismo francese, è conosciuto principalmente per aver gettato le basi del passaggio artistico dall’Impressionismo del XIX Secolo ad una nuova linea di concezione d’arte nel XX Secolo: il Cubismo. La mostra di Cezanne al Vittoriano di Roma è un’occasione per vedere palesato sotto i nostri occhi, quel che Matisse e Picasso dissero del grande artista francese: “Cézanne è il padre di noi tutti”. L’esposizione che raccoglie circa 100 opere di Cezanne e numerosi altri artisti, provenienti da musei di grande prestigio, tra i quali: The State Hermitage Museum, po de Pisis”, Ferrara, rimarrà in mostra fino al 2 febbraio 2014. Nello stesso momento in cui si avvicina agli impressionisti, Cézanne si sente diverso da loro. La sua esperienza pittorica che vuole captare l’atmosfera che circonda l’oggetto e l’oggetto stesso, lo spinse a ricercare nella pittura la sua visione che in breve tempo creò un distacco dalla pittura impressionista, e che al tempo stesso portò con sé la sua scuola. Morandi, Boccioni, Casorati, Sironi, i futuristi e innumerevoli pittori testimoniano che identificarono in Paul Cézanne una Dalla volontà di indagare e documentare l’influsso di Paul Cézanne anche sull’arte nazionale, nasce questa grande esposizione al complesso del Vittoriano, curata da Maria Teresa Benedetti. Ventidue opere dell’artista francese provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo e ottantaquattro dipinti di artisti italiani, da Ardengo Soffici fino a Fausto Pirandello, che costellano l’arco di mezzo secolo. Fu proprio, nel 1904 che Soffici all’indomani del Salon D’Autumne, riconosce in lui la capacità di far diventare palpabile la realtà, invece di limitarsi alla mera riproduzione di essa. Paul Cézanne, artista proveniente dal San Pietroburgo; Musée d’Orsay, Parigi; Fondazione Collezione E.G. Bührle, Zurigo; Musée Granet, Aix-en-Provence; National Gallery of Victoria, Melbourne; The Art Gallery of Ontario, Toronto; Virginia Museum of Fine Arts, Richmond; Museo Morandi, Bologna; MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto; Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale; Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma; Museo del Novecento, Milano; Musei Vaticani, Città del Vaticano; GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Galleria d’Arte Moderna, Milano; Museo d’arte moderna e contemporanea “Filip- delle principali fonti per la grande rivoluzione artistica che si realizzò in italia nei primi decenni del Novecento. La sua pittura fu perciò fonte di ispirazione diretta. “ In materia d’arte non parla che di dipingere la natura secondo la sua personalità e non secondo l’arte in sé“. Ho visto alcuni dei suoi quadri, tra i quali una grande tela di donne nude, che è una cosa magnifica, sia per le forme, sia per la potenza dell’insieme e dell’anatomia umana. C’è in lui una particolarità: è un grande originale.” ( M.Doran) 48 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 Giada Di Vita [email protected] ARTE E DINTORNI VAN GOGH ALIVE dal 6 dicembre a marzo 2014 a Milano, la Fabbrica del Vapore presenta Van Gogh Alive: la mostra interattiva, per vivere l'arte come in un'esperienza unica. FRIDA KAHLO Dal 20 Marzo 2014 al 13 Luglio 2014 Scuderie del Quirinale è in arrivo una grande mostra sull’artista messicana Frida Kahlo, simbolo dell’avanguardia artistica e della cultura messicana del Novecento. IL VOLTO DEL NOVECENTO AL PALAZZO REALE DI MILANO FINO AL 9 FEBBRAIO 2014 Da Matisse a Bacon I grandi capolavori del Centre Pompidou visitabile MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 49 Costume & Società di Giuseppe Lembo NELSON MANDELA L'ULTIMO GIGANTE DEL XX SECOLO N elson Mandela, l’uomo che scelse di restare in carcere per difendere il diritto alla libertà dei negri, all’età di 95 anni, ha lasciato il mondo degli uomini, con tanta tristezza nei cuori dei tanti che lo consideravano non solo un grande patriota africano, ma un grande uomo di Pace della Terra. Era l’ultimo gigante del XX secolo, un secolo che non possiamo dimenticare perché ci serve a costruire il futuro; ci serve per tanti suoi uomini importanti e Nelson Mandela è uno di questi, come guida per andare con fiducia oltre il presente e vincere le difficili sfide epocali di un tempo globale, dove l’apparire e le cose dell’apparire tentano di offuscare irrimediabilmente l’essere e di limitare gli orizzonti di un’universalità che pone al centro del suo cammino le tante diversità umane, una ricchezza dell’umanità; tanto grazie anche a Nelson Mandela, gigante del XX secolo che combattendo l’apartheid, sgomberò il campo da un odio razziale ferocemente contro ed assolutamente inopportuno per risolvere i problemi di civile convivenza umana e della libertà un valore, che non va assolutamente messo in discussione, in quanto trattasi di un diritto umano da dover garantire a tutti gli uomini della Terra. Nelson Mandela, da gigante dell’umani- tà quale era, ha vissuto ed operato nella forte e determinata convinzione che abbracciare il nemico è molto meglio che combatterlo. Per ben 27 anni un regime di potenti assolutamente disumani, lo ha tenuto rinchiuso nella prigione di Robben Island, privandolo della libertà. Anche durante questo lungo periodo di grande sofferenza umana lontano dal mondo tenne, come una fiaccola sempre accesa, sempre viva la sua convinzione secondo cui abbracciare il nemico e molto meglio che combatterlo. Sarà questa sua lunga detenzione a farlo diventare il guru della non violenza e del perdono. Nelson Mandela è stato un grande uomo e come grande uomo, resterà per sempre tra noi, avendo un posto assolutamente privilegiato e di primo piano nella storia dell’umanità. Vediamo, per breve linee, il percorso della sua vita. Nato a Johannesburg il 18 luglio 1918; fu importante politico sudafricano; eletto presidente nel 1994, dopo la fine dell’apartheid, nelle prime elezioni multirazziali in Sudafrica, rimase in carica fino al 1999, come espressione politica dell’African National Congresso, ininterrottamente da allora protagonista della socie- 50 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 tà politica del governo del Paese. Nel 1993 ottenne meritatamente il Premio Nobel per la Pace. Il suo grande sogno che lo accompagnò per tutta la vita, fu quello della libertà degli uomini a cui, a partire dal 1941, dedicò tutto il suo impegno di uomo al servizio dell’umanità. Il suo primo atto di ribellione in difesa della libertà personale fu il rifiuto tribale del suo matrimonio combinato dalla famiglia. Per amore della libertà e della libertà di scelta, abbandonò la famiglia e se ne andò a vivere a Johannesburg. Da giovane studente di legge, si oppose con fermezza, al regime sudafricano che negava i diritti politici, sociali e civili alla maggioranza nera sudafricana. Contro il Partito Nazionale, responsabile di una politica pro-apartheid di segregazione razziale, Mandela ebbe un ruolo assolutamente di primo piano, contribuendo e non poco, all’adozione della Carta della Libertà che stabiliva i principi base della lotta anti-apartheid. Il 5 dicembre 1956 con altre 150 persone fu arrestato con l’accusa di tradimento. Il suo impegno per porre fine all’apartheid fu continuo e fino alle estreme conseguenze. Da questo impegno fu duramente segna- to il corso della sua vita; gli comportò ben 27 anni di carcere. Nonostante le sofferenze del carcere ed il grave danno per la libertà lungamente perduta, una parte minoritaria del suo popolo, ebbe a sospettare che, Mandela per tornare ad essere un uomo libero, tradì i neri, dimostrandosi remissivo con i vecchi padroni. Tale infamante ed inopportuna nonché ingiusta accusa gli venne rivolta soprattutto dal suo amico dottore Cabila e dalla stessa sua ex moglie Winnie che nel 2000 ebbe inopportunamente a gridargli in faccia le seguenti gravi parole di tradimento “Ci ha abbandonato. È entrato in prigione da rivoluzionario, è uscito cambiato, accettando un accordo che ha lasciato i neri ai margini della società, per effetto di promesse infrante e di una disoccupazione crescente, soprattutto nel mondo dei giovani, con oltre il 50% di disoccupati. Mandela, dopo 27 anni di carcere, l’11 febbraio 1990 viene liberato; esce dal carcere con il pugno alzato, all’età di 71 anni. Nel 1993 il mondo gli riconosce meritatamente il Premio Nobel per la Pace. Nel 1994, altrettanto meritatamente viene eletto Presidente nero del Sudafrica, dopo la tanta attesa fine dell’apartheid. Le sue prime e sicuramente opportune parole furono “wat verby is, is verby” (il passato è passato). La grande dimensione umana di Nelson Mandela, gli teneva l’animo sgombero dall’odio anche verso chi lo aveva ingiustamente imprigionato e privato della libertà, un grande valore per tutti gli uomini della Terra e come tale nessun uomo può inopportunamente togliere ad un altro uomo che ovunque deve essere garantito nel diritto umano di poterla godere. Nel 2004 Mandela si ritira a vita privata; la sua ultima apparizione pubblica fu nel 2010 per la finale della Coppa del Mondo. Sposato tre volte, lascia tre figlie e decine di nipoti e pronipoti. A 95 anni se ne è andato, nel ricordo profondo da parte del mondo che lo ha tanto amato e lo amerà per sempre, in quanto uomo assolutamente da non dimenticare, dal nome familiare di Nelson Mandela; il cinema in questi giorni lo sta ricordando attraverso il film tratto dalla sua autobiografia “Lungo cammino per la libertà”. Voglio testimoniare il mio umano affetto per Nelson Mandela attraverso una importante frase di Oscar Wilde “L’uomo non cerca né la sofferenza né il piacere. Cerca la vita”. Mandela nel suo percorso di uomo proteso verso la libertà e la dignità umana, nella sua lotta disperata e senza quartiere contro l’ apartheid, ha dato tutto di se stesso. Quella di Nelson Mandela è stata una vita vissuta per gli altri e, soprattutto per il suo popolo a cui, sacrificando tutto se stesso, è riuscito a dare la dignità di uomini liberi da sempre negata. Una vita non comune fortemente sostenuta dalla ricchezza delle sue idee; delle sue idee per la libertà, un grande patrimonio difeso con tutto se stesso e con ben 27 anni di carcere. Mandela aveva ben capito ed attraverso il suo pensiero e le sue azioni cercò sempre di farlo capire anche agli altri che la vita è veramente vita solo se l’uomo non rinuncerà mai ad essere se stesso; tanto, contro l’autorità di chiunque; tanto, manifestando la propria disobbedienza, una virtù di soli pochi coraggiosi, pronti a tutto pur di non rinunciare ad essere se stessi; pur di non manifestare, annullandolo, il proprio autonomo sviluppo. Mandela ha lasciato la Terra; ha lasciato gli uomini della Terra; ha lasciato la sua gente a cui era riuscito a dare la dignità di uomini e la coscienza generatrice di popolo, mai prima conosciuta. Mandela nella sua Africa è stato un nobile democratico; un esempio per tutti nella ricerca della pace, della libertà e del sacro rispetto umano degli uni per gli altri. È stato un uomo di grandissima umanità; non a torto, da più parti è stato definito l’ultimo gigante del XX secolo. Sicuramente i lunghi anni di prigionia influirono e non poco su Mandela uomo, trasformandolo ad un punto tale da rinunciare alla violenza ed alle stesse idee rivoluzionarie di un tempo ormai lontano. In Nelson Mandela non crollò mai il suo grande amore per la libertà, per questo suo amore fu sempre in prima linea, combattendo l’apartheid, una violenta disumana nonché ingiustificata separazione tra bianchi e neri. Uomo tenero e sensibile, Nelson Mandela con Martin Luther King e Gandhi, è l’eroe del mondo passato che ha saputo combattere, riuscendo ad abbatterle le tante violenti barriere di razza, di colore della pelle, delle diversità di fede e di tutte le diversità umane, una grande ricchezza per l’uomo della Terra. Ha parlato al mondo di uguaglianza umana e del trionfo della vita per tutti ed in tutti gli angoli della Terra. Grazie alla presenza di uomini come Mandela, King e Gandhi, il mondo oggi finalmente va cambiando e pensando all’uomo in sé, come trionfo della vita; grazie alla loro presenza ed al loro instancabile pensiero unito al loro fare, oggi in America, un negro d’America dal nome di Barack Obama, è Presidente degli Stati Uniti d’America. Sono loro che con la loro forza titanica hanno avuto il coraggio di osare, usando il potere non per se stessi, ma per cambiare il mondo. Il mondo in cui viviamo è oggi veramente cambiato; è nella giusta via del cambiamento; le razze, le diversità umane sono le nuove risorse del mondo; in cammino cercano l’altro in quanto uomo della Terra per un dialogo costruttivo ed un confronto umano utile alla comunità umana, sempre più attenta alle cose che uniscono piuttosto che a quelle che dividono; tanto, per camminare insieme e per fare anche dell’apartheid, delle disumane divisioni delle razze umane, solo un utile archivio della memoria, per ricordare un passato ormai lontano di altre realtà umanamente disumane, oggi superate grazie a uomini eroi come Nelson Mandela, che ci fa ben sperare nel futuro di un mondo nuovo. È bene ricordare Mandela oltre che per le cose fatte, soprattutto per le straordinarie cose dette; il suo pensiero è oggi patrimonio delle menti e dei cuori non solo della gente d’Africa, ma di tutto il mondo che ha saputo amare Nelson Mandela e ne renderà sicuramente incancellabile il ricordo. Tutto quanto detto è in sé la sintesi dell’universalità del suo pensiero, ben impresso anche in queste sue sagge parole da eroe di umanità del nostro tempo. “Nella mia vita mi sono battuto contro la dominazione bianca e mi sono battuto contro la dominazione nera. Ho creduto nell’ideale di una società democratica e libera, in cui tutti vivono insieme in armonia e con uguali opportunità. È un ideale a cui spero di dedicare la vita. Ma se necessario è un ideale per cui sono pronto a morire.” Per tutto questo, Mandela è oggi un simbolo; il simbolo utile a costruire con la forza del pensiero che viene da lontano, un mondo nuovo; un mondo che è scritto nel testamento umano di chi ha vissuto sognando una vita migliore per tutti; una vita, prima di tutto di libertà e di diritti MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 51 Costume & Società umanamente inviolabili; tanto per vivere in pace e per costruire un mondo di pace con tutti gli uomini della Terra, che sono ormai sempre più vicini tra loro per effetto di una mondializzazione che va riducendo le distanze della Terra, dandole la dimensione di Terra-Stato, con una società mondo, al di sopra delle divisioni che, per il bene dell’umanità futura, devono appartenere al passato e solo al passato dei popoli della Terra, bianchi o neri o gialli che siano, trattandosi in sé di differenze esteriori assolutamente formali che non interessano minimamente il cuore e l’animo dell’uomo che vive sulla Terra nel Terzo Millennio, un uomo globale che si sente e vive da uomo tra gli uomini, senza se e senza ma, ma a buon diritto, cittadino del mondo di una Terra-Stato. Voglio concludere, per meglio ricordarlo e per meglio farlo ricordare come uomomito assolutamente necessario al futuro del mondo, alcuni suoi importanti pensieri. Nel 1993, a proposito della libertà, Mandela disse: “La strada verso la libertà non è mai agevole e molti dovranno attraversare valli spazzate dal vento della morte prima di arrivare in cima alla montagna dei propri desideri”. Nel 1975, a proposito delle difficoltà: “Le difficoltà piegano alcuni uomini, ma ne rafforzano altri. Non esiste ascia abba- stanza affilata da tagliare l’anima di un peccatore che coltivi la speranza di potersi redimere”. Nel 1990, parlando del popolo disse: “Sono sempre più convinto che a fare la storia sono le persone comuni; la loro partecipazione alle decisioni che riguardano il futuro è la sola garanzia di democrazia e libertà”. Nel 1994, parlando della morte, il suo acuto pensiero così si espresse: “Se un uomo ritiene di aver compiuto il proprio dovere nei confronti del suo popolo, potrà riposare in pace. Credo di aver assolto il mio compito; perciò dormirò per l’eternità”. Ancora nel 1998 parlando della figura del leader ebbe saggiamente a dire. “I veri leader devono essere pronti a sacrificare tutto per la libertà dei loro popoli”. Un messaggio di grande attualità per chi oggi si propone come leader, senza essere disposti a sacrificare niente, proprio niente per la libertà del proprio popolo, verso cui dimostrano sempre più atteggiamenti d’egoistica indifferenza. Mi piace ricordare, per concludere questa breve carrellata di pensieri che ci ha lasciati in eredità, questa sua testimonianza sul senso della vita: “Ciò che conta non è il semplice fatto di aver vissuto, ma il cambiamento che siamo stati in grado di imprimere alla vita degli altri”. Mandela ha vissuto tenendo davanti agli occhi questo suo grande impegno; pensare agli altri; pensare prima di tutto e soprattutto alla vita degli altri. La morte di Mandela, è una notizia triste per tutto il mondo; il mondo è in lutto ed avverte il senso di vuoto profondo per la sua scomparsa. Per l’ultimo saluto a Nelson Mandela, tutti i potenti della Terra si sono recati in Africa, nel villaggio di Qunu, dove le esequie sono state celebrate dal suo vecchio amico di lotte antiapartheid Desmond Tutu, primo Arcivescovo nero del Sudafrica e Nobel per la Pace. Anche il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha reso omaggio a Mandela, osservando un minuto di silenzio. Il modo migliore per concludere questo triste viaggio-testimonianza sulla scomparsa di Nelson Mandela è quello di ricordarlo ricordando le parole, assolutamente non di circostanza, di Barack Obama, il simbolo delle nuove frontiere d’America. La citazione di Obama, parte del suo libro di memorie “Dream From My Father”, dice: “E’ successo in un mondo lontanissimo, al di la degli oceani, ma la battaglia di 52 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 Mandela ha cambiato la mia vita e quella di tutti noi per sempre. Che uno ne sia consapevole o no, che lo voglia o no”. Aggiunge Obama, dopo pochi minuti dalla morte di Mandela “Una grande fonte di ispirazione, non potrei mai immaginare la mia vita politica senza il suo esempio. Resterà per me un faro, finché vivrò”. Mandela è stato per Obama, così come ha dichiarato, un faro. Mandela ed Obama, hanno insieme il comune destino di essere stati entrambi i primi Presidenti neri del loro Paese, entrambi tra l’altro Premi Nobel per la Pace; entrambi, tra l’altro, animati da un forte spirito di riconciliazione delle diversità umane. Concludo facendo mio il pensiero dei tanti che, oggi nel giorno della sua scomparsa, avvertendo dentro di sè un grande ed incolmabile vuoto, gridano al mondo che Nelson Mandela è una figura unica nella storia dell’umanità; una figura che, non ha termini di paragone e che certamente continuerà ad essere un faro di luce anche per il futuro delle nuove generazioni del mondo, in quanto eroe di pace e di libertà per l’uomo della Terra; per tutti gli uomini della Terra. Giuseppe Lembo www.giuseppelemboscrittore.it [email protected] di Marika De Luca produzione artigianale accessori moda Via Mazzini, 47 84043 Agropoli SA tel. 3206756794 AREA consulenza finanziaria ABBIAMO A DISPOSIZIONE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE (S.r.l. e/o S.p.A.) UN PLAFOND DI € 5.000.000,00 (cinquemilioni/00 euro) DA UTILIZZARE PER ASSUNZIONE DI PARTECIPAZIONI ANCHE SOTTO FORMA DI VERSAMENTO IN CONTO FUTURO AUMENTO CAPITALE SOCIALE. ROLFIN TRADE S.r.l. Via XXIV Maggio, 1 – 34170 GORIZIA C.F./P.IVA: 01614880936 Tel.0481.538435 Fax: 0481.549025 www.rolfintrade.com - [email protected] PADUANO Sr.l. Via G.B. Vico, 2 - 80043 AGROPOLI (SA) C.F./P.IVA: 04658650652 Tel.0974.827010 Fax 0974.846065 www.enicomitalia.it - [email protected] Un Libro al Mese di Pasquale Cucco Il Figlio dell' Uomo di François Mauriac "Rincorriamo l'amore per tutta una vita, e non l'otteniamo che in una maniera imperfetta che fa insanguinare il cuore. Quand'anche l'avessimo ottenuto da vivi, cosa ci resterà dopo la morte?" Così, con Lacordaire, si apre Il Figlio dell'uomo di François Mauriac edizioni Officina delle 11, con una domanda rivolta a tutti, che apre il cuore di tutti e fa nascere numerosi interrogativi, molti dei quali misteriosi. Il Figlio dell'uomo è un'opera sull'amore, non servono altre parole, un amore per l'umanità intera e per se stessi, è uno struggimento che Mauriac identifica con quel Gesù bambino di cui adoriamo la debolezza ma, allo stesso tempo ci rapisce. L'autore riflette su particolari della vita di Gesù interpretati da un punto di visto umano, senza pregiudizi. L'analisi storica, i paradossi del male, la promessa, il falso idolo dell'angoscia per l'angoscia sono descritti da Mauriac con quella calma che proviene dall'esperienza. Ma chi è François Mauriac? Scrittore indipendente a cavallo tra l'800 e il 900, illustre giornalista ed editorialista di Figaro. I «religiosi» romanzi di Mauriac sono stati un puzzle per molto tempo, un vero e proprio enigma per molti critici, perché abbondano di testimonianze del «lato oscuro della vita», e il loro contenuto religioso non è direttamente visibile. Nel 1952 fu insignito del Premio Nobel per la letteratura per la sua intuizione spirituale profonda e l’intensità artistica con cui ha penetrato nei suoi romanzi il dramma della vita umana, ha conosciuto i cuori degli uomini non esitando ad usare i colori più tristi e più cupi, se la verità lo ha richiesto. E, se da un lato ha dipinto immagini tristi della vita umana, dall’altro ha dimostrato i raggi della fede e della grazia divina che illuminano l’oscurità, proprio come ne Il Figlio dell'uomo. Nella notizia in apertura del libro, Francisco Prieto, scrittore messicano e professore di Teoria della Comunicazione e di Giornalismo di Opinione a Città del Messico, scrive: “Il libro trabocca di quella gioia che prova colui che sa che all'ultima curva del cammino conquista la pace, ed è un sentimento che diventa gratitudine per la vita donata senza averla chiesta. È una soddisfazione per aver perseverato nel cammino, di aver lasciato alle spalle dubbi e angosce per sentirsi un tutt'uno con Dio, così come il bambino che si sente uno solo con la madre che lo porta in grembo”. 54 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 François Mauriac IL FIGLIO DELL’UOMO osedffunum icina delle11 est necessarium È un libro anche doloroso, in quanto affronta tutte le conseguenze del rifiuto di quel Dio che fu bambino, senza pregiudizi, anche alla luce di tutti gli orrori storici del periodo di inizio novecento, che hanno insanguinato i popoli e i loro cuori. Il lettore può soltanto leggere come se tutte le domande, le indagini, le riflessioni contenutevi siano rivolte personalmente a lui stesso, per non lasciare che il Cristo diventi un amore della sera della vita. Il libro sarà presto acquistabile online dal sito della casa editrice: www.officinadelle11.it Pasquale Cucco [email protected] Diario di Bordo di Santina Cavalli TREKKING CILENTO - AGROPOLI FESTA DI FINE ATTIVITÀ ANNO 2013 V enerdi 13 dicembre 2013 , alla faccia delle credenze americane ci facciamo una bella serata al “Ceppo” di AgropoIi, accolti dalla loro calda cordialità. È stato un anno molto intenso e proficuo per la nostra associazione dove il nostro presidente Pietro Faniglione, anche Consigliere Nazionale della Federazione Italiana Escursionismo a cui siamo affiliati, ha speso con successo il meglio delle sue energie. Dal Trekking Estremo di km 31, svolto sul Sentiero delle Dee di Roccia, interamente tracciato dalla nostra associazione per conto dell’Ente Parco , all’inaugurazione del sentiero dello Scoglio del Sale/Pastena, dove oltre al sindaco Alfieri erano presenti l’assessore all’ambiente La Porta e altri consiglieri comunali; fine settimana di trekking a Rossano Calabro ed ancora a Poggibonsi in Toscana, non dimentichiamo le tante escursioni effettuate durante tutto l’anno. Questi i punti piu salienti di un frenetico 2013, per chi pensasse ad un più tranquillo 2014 vi annuncio solo alcune cosette: il prossimo anno sarà dedicato ai Sentieri della Contem- plazione dal titolo del bellissimo libro di Pietro Faniglione. S’inizierà a Gennaio con un percorso ad anello tutto su Agropoli “ la contemplazione dei nostri panorami”, febbraio con Camerota e la Primula palinuri, marzo con Rocca Cilento…tra Baroni, cavalieri, cavalli e carrozze, aprile la contemplazione dai sentieri di Monte S. Biagio a Maratea, il clou di questo primo programma primaverile si avrà a maggio: 1° Campionato italiano di Trekking Estremo denominato Extreme Trekking Competition, 31 km tra dee e rocce! Un montepremi di 4.100,00 euro gara inserita nel progetto Cilento No Limits del Comune di Ascea con interessamento della Manager Marisa Mirella Prearo. Per la prima volta in Italia, al solo pensiero mi sento già stanca, scherzi a parte, questo avvenimento come gli altri inseriti nel calendario Cilento No Limits, sarà di grande attrazione per tutto il nostro territorio. La festa/cena si svolge in grande allegria, siamo in 48 ed è superfluo dire che alla fine si sono scatenati tutti in tarantelle e pizziche, io no sono reduce da un’operazione al ginocchio. Foto ricordo con la megatorta squisita fatta dal maestro pasticciere Marcello Laureana chef del ristorante. Vengono premiate: Silvana Botti, pilastro dell’associazione, a lei anche il compito di sbrogliare imprevisti di percorso. Antonietta Rizzo, assidua sempre sorridente ed energica, grande trascinatrice del gruppo. Molto gradito il programma stampato con foto dei percorsi suddetti trovato accanto ad ogni commensale con una bottiglietta di olio offerta dal nostro associato di Felitto Marco Rizzo, sempre presente e di grande aiuto in tutti i nostri progetti. Interessante anche la presentazione dimostrativa fatta da Pietro per quanto riguarda l’abbigliamento da usare nei percorsi trekking. Chiude questa bella e coinvolgente serata la consegna del calendario dell’anno nuovo, non resta che augurare a tutti un felice anno ricco di nuove esperienze …vi terrò informati. Ciao! Santina Cavalli www.trekkingcilento.it MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 55 15/12/2013 INFOBUSINESS (VISURE) INFOCOMMERCIALI A CTIVEcard NICA VOIP O F E L E T A E A LIN SE ABBINI UN FO BUSINESS IN E IV T C A A NZ O ATTIVI UTE OFFERTA VALIDA ANCHE PER I CLIENTI Enicom Italia è una divisione commerciale di proprietà della società Paduano S.r.l via G.B. Vico, 2 Agropoli (SA) Cucina & Dintorni di Francesco Di Vita CUCINARE A KM ZERO PRIMO: SECONDO: INGREDIENTI per 2 persone: 200 g di tubettoni, 250 g di lupini freschi, 200 g di piselli surgelati, ½ cavolfiore di medie dimensioni, 2 spicchi d’aglio, 1 peperoncino piccolo, 1 mazzetto di prezzemolo fresco, 250 ml di vino bianco (1 bicchiere), Olio extravergine di oliva q.b. Sale q.b. DIFFICOLTÀ DI PREPARAZIONE: Media. TEMPI DI PREPARAZIONE: 50 minuti con i piselli già scongelati INGREDIENTI per 2 persone: 6 mazzancolle fresche, 400 g di patate dolci, 1 scalogno, 1 spicchio d’aglio, Qualche rametto di rosmarino fresco, Qualche foglia di alloro, 30 ml di liquore al mandarino (1 bicchiere da liquore), Gorgonzola fresco q.b., Olio extravergine di oliva q.b., Sale q.b. DIFFICOLTÀ DI PREPARAZIONE: Media TEMPI DI PREPARAZIONE: 30 minuti con le mazzancolle già pulite PREPARAZIONE: Per prima cosa ricordarsi di scongelare i piselli almeno 40 minuti prima della preparazione, poi lavare accuratamente i lupini sotto l’acqua corrente, poi scolarli dell’acqua in eccesso in uno scolapasta e disporli in un canovaccio pulito e umido, poi chiudere lo strofinaccio come una sorta di fagotto e sistemarlo in frigorifero finchè non si dovranno cuocere i lupini. In questo modo resteranno freschi fino al momento della cottura. In una pentola di medie dimensioni porre a bollire dell’acqua e mentre raggiunge il bollore pulire il cavolfiore in questo modo: Inciderlo al centro ed eliminare il fusto tagliandolo intorno, poi tagliarlo a metà e tagliare i gambi e le foglie della metà interessata alla base; infine lavare bene il cavolfiore e staccare dalla base del torsolo rimasto le cime di cavolfiore e tagliarle a pezzetti. Quando l’acqua bolle calarvi il cavolfiore e cuocere per 7-8 minuti, quindi scolarlo e trasferirlo in una ciotola per farlo raffreddare, e infine nella stessa acqua calarvi i piselli e lessarli per 15 minuti. Nel frattempo porre a bollire in un’ampia pentola dai bordi alti dell’acqua. Dopo aver tolto i lupini dal frigorifero porre a riscaldare in un’ampia padella un filo d’olio extravergine di oliva e aggiungere i 2 spicchi d’aglio sbucciati e tritati finemente al coltello insieme al peperoncino, e una volta che l’aglio e il peperoncino cominceranno a soffriggere, aggiungere i cavolfiori e salare il tutto mescolando; dopo 3-4 minuti di cottura aggiungere i lupini e dopo pochi secondi bagnare con il vino bianco. Coprire con un coperchio e cuocere per circa 7 minuti. Terminata la cottura e apertesi i lupini, spegnere il fuoco e sgusciare i lupini, lasciando quindi in padella solo i frutti di mare e il cavolfiore. Lavare, asciugare e tritare finemente al coltello il prezzemolo e tenerlo da parte. Trascorsi 15 minuti scolare i piselli e trasferirli in padella assieme ai lupini e al cavolfiore e mescolare bene; salare l’acqua e calare i tubettoni lasciandoli cuocere circa 10 minuti, ovvero finchè saranno al dente, poi scolarli e trasferirli in padella riaccendendo il fuoco sotto quest’ultima. Aggiungere un goccio di acqua di cottura della pasta e iniziare a saltare e mescolare a fiamma vivace in modo da far addensare tutti i liquidi e completare la cottura della pasta creando così un sughetto ben legato. Servire guarnendo con un filo d’olio extravergine di oliva e una spolverata di prezzemolo. PREPARAZIONE: Innanzitutto bisogna preoccuparsi di pulire le mazzancolle in questo modo: tagliare con l’aiuto di una forbice le zampe delle mazzancolle, e rimuovere il carapace centrale; staccare poi con un gesto secco la testa e rimuovere anche il carapace finale e la coda ottenendo così solo la parte centrale: lavare delicatamente le mazzancolle sotto l’acqua corrente fredda e lasciarle scolare in un piccolo scolapasta. In una casseruola porre a riscaldare un filo d’olio extravergine di oliva insieme allo spicchio d’aglio intero precedentemente sbucciato, e contemporaneamente mondare, lavare e affettare finemente lo scalogno aggiungendolo in casseruola appena l’aglio inizia a sfrigolare: lasciare rosolare appena 1 minuto lo scalogno, poi rimuovere l’aglio, bagnare con un velo d’acqua e lasciare stufare a fuoco moderato per 10 minuti mescolando spesso con un cucchiaio di legno. Nel frattempo sbucciare le patate con un pelapatate, tagliarle a metà nel senso della lunghezza e poi ulteriormente a metà realizzando degli spicchi, e infine tagliare tutti gli spicchi a cubetti e tenerli da parte. Trascorsi 10 minuti trasferire le patate in casseruola e mescolare nuovamente, quindi coprire con dell’acqua, aggiungervi 1 presa di sale e coprire di ¾ la casseruola con un coperchio lasciando stracuocere per 20 minuti dall’ebollizione. A parte disporre le mazzancolle in una ciotola e condirle con un filo d’olio extravergine di oliva massaggiandole bene, e aggiungervi poi anche il liquore al mandarino e mescolare bene lasciando marinare il tutto. Trascorsi 20 minuti dalla cottura delle patate, spegnere il fuoco e frullare il tutto direttamente in casseruola utilizzando un frullatore ad immersione fino ad ottenere una crema vellutata e densa al tempo stesso, quindi assaggiare ed eventualmente aggiustare di sale. Riscaldare una padella antiaderente con poco olio extravergine di oliva, qualche rametto di rosmarino e qualche foglia di alloro, poi rimuovere una ad una le mazzancolle dalla marinata, tamponarle con della carta assorbente da cucina e condirle da entrambi i lati con 1 pizzico di sale; appena l’olio in padella è ben caldo adagiare le mazzancolle e cuocerle a fuoco vivace appena 1 minuto e mezzo per lato, quindi infine spegnere il fuoco e iniziare ad assemblare il piatto. Versare la crema di patate in un piatto fondo con un mestolo lasciando almeno 1 centimetro dal bordo, poi sistemare al centro dei piatti 3 mazzancolle per porzione cercando di creare un triangolo. Sistemare al centro delle mazzancolle un cucchiaino di gorgonzola e qualche fiocco qua e là tutt’intorno sulla crema di patate e servire guarnendo con un filo d’olio extravergine di oliva e un rametto di rosmarino. TUBETTONI CON LUPINI DI MARE, CAVOLFIORI E PISELLI MAZZANCOLLE AROMATIZZATE AL MANDARINO SU CREMA DI PATATE DOLCI E GORGONZOLA Francesco Di Vita [email protected] MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 57 Rubrica Cinematografica a cura di Danilo Perillo LES CHORISTES I ragazzi del coro Nazione: Anno: Genere: Durata: Regista: Cast: Premio Lumière 2005 Miglior Film Nomination Oscar 2005 Miglior Film Straniero Francia 2004 Drammatico, Musicale 95' Christophe Barratier Gérard Jugnot, Jean-Baptiste Maunier Clement Mathieu compositore e insegnante di musica, ha accettato l'impiego da sorvegliante nel collegio per bambini difficili, perché disoccupato. Viene accolto dal Direttore Rachin che gli parla dei ragazzi e del loro comportamento, presentandogli la sua regola (azione-reazione), affermando che capiscono solo se puniti, ma Mathieu crede nell'educazione e nel dialogo comprendendo le loro vicende personali. Dopo l'ascolto di una canzoncina offensiva da parte di uno dei ragazzi, Mathieu intuisce del potenziale, capisce che si può dare loro una possibilità con la musica, quindi, dopo aver mandato tutti a dormire, prende in mano un foglio pentagrammato e compone un breve brano, eseguendo prove "clandestine" prima dell'arrivo del professore, formando così un coro contro la volontà del direttore, dimostrando che anche in un terreno poco fertile si possono ricavare delle piante meravigliose. 58 MISTER MAGAZINE | GENNAIO/FEBBRAIO 2014 ® ® Vi aspettiamo in... Via Benedetto Croce, 11 - Località S. Marco - Agropoli (SA) Via Estate, 19 - Località Moio - Agropoli (SA) www.cilentodistribuzione.it PaduanoEditore www.mistermagazine.it Campanile della Chiesa di Santa Sofia Piano Vetrale frazione di Orria (SA) © Amedeo Petrocchi
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