ANNO XXI Numero 9 7 MARZO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) EURO 1,50 Nel fotomontaggio, Renato Accorinti SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA RIFORME MetroPollitani L’ASSEMBLEA REGIONALE ELIMINA LE PROVINCE PER CREARE I LIBERI CONSORZI E LE CITTÀ METROPOLITANE. MA MESSINA RISCHIA L’ISOLAMENTO. ECCO I COMUNI CHE SI STACCHERANNO DAL CAPOLUOGO 7 Marzo 2014 il punto EDITORIALE O le Province, o il capolinea A piccoli strattoni l’abolizione delle Province martedì prossimo potrebbe arrivare al capolinea. Perché se non passa questa riforma, al capolinea rischia di andare il governo,. Con toni un po’ ruvidi, Antonello Cracolici lo ha detto a chiare lettere: più che un rimpasto, c’è da rivedere tutto l’impianto del governo. Ma sarà qui il vero banco di prova di Crocetta. Perché se la riforma delle Provincie va nella direzione voluta, succede solo perché Grillini e Ncd, il neo gruppo di Alfano, hanno alzato l’asticella del dialogo. Quello di Crocetta, quindi, non si avvia più ad essere un governo di centro-sinistra, ma di sinistracentrodestra, una anomalia ancora più grande di quella che lo stesso governatore personifica. In questa direzione si sono fatti più concilianti i toni dell’ex ministro alla Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia, che vede con favore l’entrata del gruppo Ncd in giunta. A non quadrare sono solo le caselle degli assessori: potrebbe succedere quindi che per fare “appattare la settanta” si tagliano le Province e si aumenta qualche posto di assessore in più. Ad esempio, l’assessorato ai Liberi Consorzi. Maria Elena Boschi Renzi, il clone dei rottamati DI DOMENICO BARRILÀ Gentile Matteo Renzi, nella politica italiana i cambiamenti annunciati si risolvono quasi sempre in crudeli inganni, lo fu persino il presunto lavacro di Tangentopoli. Non vorremmo che il prossimo fosse il suo, giacché taluni indizi al momento la fanno apparire un clone dei politici che voleva rottamare, lo dice anche l’imbarazzante scrutinio dei sottosegretari, evocativo di metodi vecchiotti. Lei stesso può vantare una condanna in primo grado per danno erariale, un brutto imprinting che speriamo la lasci libero di procedere con fermezza di fronte a fenomeni analoghi. La nomina di Francesca Barracciu, ad esempio, indagata per un reato simile, e di altri sottosegretari con posizioni penalmente critiche, sono passi avventati e minano il rapporto di fiducia coi cittadini, suggeriscono cattivi pensieri. Nel dubbio, la ministra Maria Elena Boschi, così giovane così vecchia, si è premurata di informarci che l’esecutivo non chiederà le dimissioni dei sottosegretari indagati. Il principio di precauzione, in un governo di “rivoluzionari”, dovrebbe valere prima di tutto per la collettività, perché se è vero che un avviso di garanzia non è una condanna, è altrettanto vero che esiste qualche probabilità che lo diventi. Si tutelano i cittadini mettendo i pausa gli avvisati. Più semplice di così! Il ciellino Roberto Formigoni, risuscitato insieme al suo movimento proprio da questo governo, plaude a quelle nomine, perché attesterebbero che il presidente del consiglio rifiuta la cultura del sospetto. Cautela autobiografica, visto che lo stesso ex governatore è a giudizio per “corruzione e associazione a delinquere”. A proposito di ciellini, una botta di genio confermarne uno alle Infrastrutture. La prossima volta magari assegneremo a Rocco Siffredi il coordinamento dei collegi delle Orsoline. Lei che voleva fare un governo con soli dieci ministri, ora ci sommerge anche di sottosegretari. Brillante anche la decisione di piazzare due angeli custodi berlusconiani accanto al ministro della giustizia, che si dice stupito ma non molla la sedia. Le carceri italiane traboccano di poveracci che rubano biciclette, mentre restano interdette a chi crea voragini e rovine Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Graziella Lombardo Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 mediante falsi in bilancio. Di sicuro i due sottosegretari lavoreranno per i poveracci, sono li per questo. Dimenticavo. Quando stava per diventare presidente della provincia di Firenze, lei è stato assunto dall’azienda di famiglia con la qualifica di dirigente. Un carrierone, ma anche un tempismo straordinario, perché una volta entrato in carica, la Provincia, come prevede la legge, si è dovuta accollare il pagamento dei suoi contributi previdenziali, in 5 anni circa 300 mila euro sono passati direttamente dalle casse della collettività al suo conto previdenziale. Niente di penale, ci mancherebbe, ma il passaggio da furbino a rivoluzionario pare un tantino audace. Lascio perdere le bugie che è riuscito a inanellare solo nell’ultimo mese, un bel cartello segnaletico di cui tenere conto. Non abbia timore, però, lei è in una botte di ferro. I parlamentari non vogliono tornare a casa rinunciando a centinaia di migliaia di euro all’anno. Inutile dirle che il Paese non cambierà mai per questa via, neppure se lei farà una qualche riforma, perché le riforme non bastano, occorre cambiare i comportamenti. Abbiamo un immenso problema pedagogico e dei pessimi maestri, una miscela mortale che non può essere modificata da chi ne è culturalmente partecipe. Sono uno di quei cittadini recatisi a votare per le primarie credendo di eleggere il segretario di un partito. L’avevamo invitata solo a mangiare l’antipasto, ma lei si è trattenuto fino al dessert e all’ammazzacaffè. Forse ci deve delle scuse. Abbiamo anche il diritto di sapere con esattezza perché è stato condannato in primo grado, dopodiché sarebbe bene restituisse i contributi previdenziali di cui si diceva. Visto il modo in cui si è presentato al Paese, sarebbe una bella prova di coerenza. Può farlo, come si diceva una volta, anche in comode rate mensili, basta che lo faccia. Solo allora la prenderemo sul serio, perché senza questi gesti, questi si rivoluzionari, sarà difficile convincerci che il vento è cambiato, e non la butti sulla necessità delle riforme, tanto per quelle basta anche un tecnico, mentre per cambiare le abitudini di un Paese ci vuole un testimone, che fa rima con chiacchierone ma è una cosa assai diversa. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. 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Un controsenso se si considera che la sede centrale del glorioso reggimento della Brigata Aosta, diretto dal generale di brigata Michele Pellegrino, è in via del Vespro a Messina e da questo comando dipendono i tre reparti operativi di Palermo, il 4° Genio, il 6° Lancieri e il &° Bersaglieri. Ma cosa c’è dietro questa decisione “sofferta” dei vertici militari? Una grave frattura istituzionale. Quella che si è consumata il 4 novembre scorso, per la Festa delle Forze Armate. Il sindaco pacifista di Messina Renato Accorinti, davanti al Cippo dei Caduti, presente il generale di Divisione dei Carabinieri Ugo Zottin, materializzò una bandiera con su scritto “Pace. L’Italia ripudia la Guerra”. E intonò poi, un intervento, con due carabinieri in alta uniforme ai lati, per spiegare che : “Occorre svuotare gli arsenali e riempire i granai”. Ma furono le successive puntualizzazioni a indignare il AUTOSTRADE. Tira e molla sul direttore Pizzino ha il nulla osta, ma il Consorzio dice “no” MESSINA. Ottiene dal Comune il “nulla-osta” per la mobilità verso il Consorzio autostrade, ma l’ente di Condrada Scoppo risponde che non è previsto in pianta organica il posto di dirigente Mario Pizzino generale. Succede all’ingegnere Mario Pizzino, che già per sei mesi, durante la sindacatura Buzzanca, ha svolto il ruolo di direttore generale dell’ente sottoposto al controllo e alla vigilanza dell’assessorato alle Infrastrutture. Oggi, con uno stipendio tra i più alti della Regione, è direttore generale Maurizio Traianiti, dirigente in quota Mpa, nominato sotto la presidenza di Raffaele Lombardo. Traianiti è stato assessore a Catania ed è originario di Gela, come il presidente di nomina crocettiana Faraci. Il Cas sta valutando la mobilità di alcuni dipendenti per rafforzare le fila del settore tecnico e delle manutenzioni. Renato Accorinti il 4 novembre 2013 generale dei carabinieri Zottin, un passato alla guida del nucleo di tutela dei Beni artistici, prima di abbandonare Piazza Europa: venti miliardi per spese militari,, di cui uno per le missioni di pace, a giudizio del sindaco Accorinti, sarebbero del tutto inutili. Ora per evitare “nuove piazzate”, i vertici militari dopo una riservata consultazione tra le varie componenti, compresa l’Arma dei Carabinieri, hanno deciso di “cambiare piazza”: da Messina a Palermo. Qui, l’invito, oltre che al neo ministro della Difesa, sarà esteso solo ai vertici delle istituzioni politiche: il presidente della Regione Rosario Crocetta e il presidente dell’Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone. La Brigata Aosta di Messina ha portato a termine con successo il Piano “Italfor XXI”, l’impegnativo progetto di “Exit Strategy” dai territori devastati dal conflitto: sono state chiuse le basi militari di Farah, Bala Boluk e Shindand. Una operazione complessa e costosa, quella della fuoriuscita dai territori afgani, finanziata dal governo nel settembre dello scorso anno con 280milioni di euro, che si è svolta con ponti aerei tra Herat e Dubai. SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Province addio, futuro da scrivere Approvata la legge che chiude gli enti POLITICA 9. Ncd, Circoli & polemiche Gli under 30 di “Giovani Idee” scendono in campo per rivoluzionare il partito 10. Nessuno ci può giudicare Rivolta al Comune sul regolamento per i gettoni di presenza 12. La grande corsa azzurra A S. Teresa di Riva, Lalla Parisi passa a Ncd SICILIA 13. Discariche, che pasticcio Otto impianti su ventitre ricadono in aree aprotette. Gli ambientalisti denunciano 14. Castello in Procura A Milazzo, aperto un fascicolo sui restauri del monumento affidati alla Aedars 15. Il palazzo delle denunce È guerra a Milazzo tra sindaco e consiglieri 16. Poliziotto di serie C L’odissea di Zangla, congedato nel 2000 17. La maledizione del Gran Maestro Magno non conquista il Grande Oriente 20. La casa della discordia E’ scontro tra il parroco di Furci Siculo e la cooperativa che gestisce l’Oasi di S. Antonio ECONOMIA 21. Giardini, porto...guai Ricorso dell’associazione ambientalista Man contro la struttura turistica 22. Antares domina Letojanni Storia dell’albergo che guarda Taormina 23. Messina fa la zona franca Varato il bando per le Zfu. Ecco cosa accadrà in città. E chi ne trarrà beneficio POSTER 26. “Doppio intrigo” in mostra I dipinti di Francesco Modica 28. Gli amori tragici di Lollo Domenico Cacopardo in libreria con una storia ambientata negli anni ‘70 RUBRICHE 3. Riservato 4-5. Settegiorni 24. Consumatori / Consulenti 28. Libri/La Classifica 28. Lacerti di Letture 29. Nuove Visioni/Musica/De Gustibus 30-31. Lettere & Commenti 30. Qui Scuola 30. Heritage 30. Ecologia 31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 31. Animal House / Antibuddaci centonove pagina 3 TOP SECRET IACP MESSINA Giacobbe ancora dirigente, Lo Conti rinnova l’incarico MESSINA. Il commissario straordinario dello Iacp di Messina, Venerando Lo Conti, ha rinnovato l’incarico per altri due anni alla dirigente generale dell’Istituto Maria Grazia Giacobbe. La carica è al centro di polemiche sulle indennità di risultato, incassate per gli anni passati dopo una controversa transazione all’Ufficio del Lavoro. ANTIMAFIA Bonanno, da “Crescere insieme” al maxi sequestro FURNARI. Mafia e antimafia, fusa e confusa. “Crescere insieme” era la lista con la quale nel 2002 l’imprenditore Santi Bonanno, cui la Dia ha sequestrato 5 milioni di euro di patrimonio di sospetta provenienza mafiosa, si era candidato con l’attuale sindaco di Furnari, Mario Foti, da sempre paladino della lotta antimafia. Un neo, la candidatura di Bonanno, che si è ripetuto nel 2007 nella lista “Per Furnari”, prima che l’imprenditore lasciasse il passo alla candidatura del cognato Tommaso Cundari. CREDITO Sanità siciliana, arriva Banca Igea MESSINA. Ha avanzato a Bankitalia la richiesta per trasformarsi in Banca, Igea Finanziaria, società di credito specializzata nel mondo della sanità e delle farmacie. Il gruppo aprirà tre sedi, una a Roma, e due in Sicilia, a Catania e a Palermo e favorirà gli anticipi alle farmacie e le cartolarizzazioni dei crediti sanitari. GIUNTA REGIONALE Germanà in esecutivo con i colori del Ncd MESSINA. È Nino Germanà, il deputato del Nuovo Centro Destra più quotato come prossimo assessore della giunta regionale guidata da Rosario Crocetta. La scelta, complice l’appoggio del partito per l’approvazione del Ddl Province, cadrà sul messinese per riequilibrare territorialmente le rappresentanze in esecutivo dopo la fuoriuscita dell’attuale assessore alle Infrastrutture, Nino Bartolotta, cui dovrebbe subentrare il palermitano Giuseppe Lupo. 7 Marzo 2014 settegiorni CHI SALE Cinzia Famulari SOCIETÀ MESSINA. Cinzia Famulari è la nuova presidente dell’associazione nazionale dentisti di Messina. Subentra all’uscente Freni Terranova. L’Andi è la più importante associazione di odontoiatrica italiana e annovera oltre 23 mila iscritti. Messina, mostra fotografica sulla danza di Domenick Giliberto Messina. Mostra fotografica di Domenick Giliberto con una performance di danza con Sarah Lanza che presenterà un’anticipazione dello spettacolo “ConTatto” che sarà in prima Nazionale al Teatro Vittorio Emanuele di Messina con Laura Licciardello. L’evento sarà inaugurato giovedì 13 marzo dalle 19,30 nei locali della Feltrinelli di Messina di via Ghibellina è avrà come tema la danza nelle sue varie rappresentazioni. La serata sarà arricchita con letture di aneddoti e storie di famose ballerine, quali Pina Bausch, Isadora Duncan e Martha Graham. Debora Celi VILLAFRANCA TIRRENA. L’assessore alle Pari Opportunità del comune tirrenico, che vanta la più alta concentrazione di Ipermercati di Messina, ha avuto una idea semplice e rivoluzionaria: “Il Carrello della solidarietà”. Basta un cartelloesca esposto su carrello della spesa e all’uscita del centro commerciale si può fare una donazione da “Banco alimentare”. Manlio Magistri MESSINA. L’ex commissario dell’Asp 5, rimosso dall’assessore regionale alla Sanità per avere chiuso il punto nascita all’ospedale di Barcellona, ha avuto ragione dal Tar che ha respinto il ricorso presentato dal comune del Longano. Secondo il tribunale, i locali al Cutroni Zodda non erano idonei e ha condannato l’amministrazione del sindaco Maria Teresa Collica al pagamento delle spese legali. Giuseppe Gulletta MESSINA. Il giornalista professionista è stato confermato per la sesta volta segretario provinciale della sezione di Messina dell’Associazione siciliana della stampa. Riconfermati anche gli altri componenti della segreteria: il pubblicista Matteo Pappalardo (vice) e il professionista Massimiliano Passalacqua. (tesoriere). Fabio Schifilliti MESSINA. Il giovane regista messinese, accompagnato dal suo produttore, Antonio Barbera, ha vinto la prima edizione di Cubovision Web Film Awards col documentario “Come le onde”, dedicato alla storia delle Case Basse di Paradiso. Schifilliti parteciperà ad uno stage di dieci giorni a Los Angeles negli studios del regista Ron Howard. La giuria, presieduta da Howard, era composta da Carlo Verdone, Francesco Bruni, Cristiana Capotondi, Paolo Del Brocco, Raffaella Leone e Guglielmo Scilla. Solidarietà, Aism in 82 comuni della provincia di Messina con la gardenia Messina. Saranno presenti in ben 82 comuni delle provincia di Messina, da Milazzo a Venetico ai comuni jonici, i volontari dell’Aism, in quanto torna l’appuntamento con la solidarietà con le persone colpite dalla sclerosi multipla. L’8 e il 9 marzo, in oltre 3000 piazze italiane, saranno presenti quasi 10.000 volontari dell’Associazione italiana sclerosi multipla, che distribuiranno piantine di gardenia ai cittadini che vorranno acquistarle. L’offerta minima richiesta è di 15 euro e i fondi raccolti saranno utilizzati per sostenere la ricerca su questa grave malattia neurologica. Testimonial dell’iniziativa è la giornalista Gaia Tortora di La7, che ha prestato il proprio volto per promuovere l’importante appuntamento. Il Duca Giuseppe Avarna ANNIVERSARI Giuseppe Avarna quindici anni di misteri DI Torregrotta, conferenza su “Medea. Una donna tra passato e presente” Torregrotta. “Medea. Una donna tra passato e presente” è il tema della ADELE FORTINO Quindici anni orsono, ed esattamente il 21 febbraio 1999, moriva il Duca Giuseppe Avarna. Una morte tragica, causata da un devastante incendio che ha divorato libri di lingua francese e inglese, romanzi scritti di pugno dal nobiluomo, sillogi di liriche poetiche nonché il corpo fragilissimo dello stesso Duca. Una morte strana sulla quale non è mai stata fatta piena chiarezza. La polizia giudiziaria di Roma ha parlato di dolo, la magistratura ha aperto un’inchiesta, ma alla fine ha archiviato. La figlia del Duca, Albereda, ancora oggi si macera nei dubbi. Chi ha voluto la morte del signore aristocratico? E perché nel decreto di archiviazione si fa una enorme confusione tra le fiamme che avvolsero il castello di Gualtieri Sicaminò nel 1981 e l’incendio che esplose nel 1999, cioè diciotto anni conferenza promossa dalla sezione di Venetico e di Capo d’Orlando della Fidapa, la federazione italiana donne, arte professione e affari, in programma alle ore 17,30 nell’aula consiliare di Torregrotta. Moderato da Caterina Trimarchi, l’incontro sarà introdotto da Rosalba Rantuccio, presidente della Fidapa e vedrà come relatori Rosa paratore, Rosetta Vitanza, Francesco Tigani. La coreagrafia dell’incontro sarà a cura di Fiorenza La Fauci. dopo, e che portò alla tomba il Duca? Io intervistai per questo giornale il Signore di Gualtieri Sicaminò proprio due giorni prima dell’incidente funesto. Trovai un uomo stanco, stanco anche della leggenda che lo aveva fatto conoscere alla grande stampa, come colui che azionava “le campane dell’amore”. Ma indomito rispetto ai suoi interessi culturali. Nella sua eccentrica esistenza c’era posto per un sogno, diventare Presidente della Repubblica per fare cancellare al governo italiano il trattato di Osimo del 1947 attraverso il quale l’Italia cedeva alla Jugoslavia i territori giuliani, istriani e dalmati. Un uomo brillante che certamente aveva preso dalla vita il meglio, il gusto di un’esistenza scevra di pregiudizi, la determinazione di non rinchiudersi nel modesto periplo di un circuito provinciale, un cittadino del mondo sempre rutilante di curiosità culturali. Certo, l’arido corpo sociale nel quale viviamo non ha trovato il tempo per un ricordo del Duca, ma la struggente malinconia di Albereda, la figlia a cui lo legava un affetto grande, gli rende omaggio, lo accosta all’immortalità. SCUOLA. Pubblicati i destinatari del finanziamento da un milione e mezzo. A Messina sono quindici Sezioni primavera, finalmente le graduatorie Sono finalmente online dal 27 febbraio le graduatorie definitive relative al finanziamento delle Sezioni Primavera siciliane per l’anno scolastico 2013-2014. Tre le graduatorie (A, B e C) stilate a seguito del bando pubblicato lo scorso 19 dicembre dall’Ufficio Scolastico Regionale e dall’Assessorato Regionale all’Istruzione. Le prime due, relative alle scuole che in passato hanno già attivato le sezioni, sono destinatarie delle risorse in via prioritaria; la terza è riservata invece alle strutture che hanno presentato per la prima volta quest’anno un progetto di Sezione Primavera. Circa 1.500.000 di € la cifra stanziata in totale, di cui mezzo milione dalla Regione Siciliana. A beneficiarne in provincia di Messina saranno 15 strutture, tra comunali, statali e paritarie, che riceveranno in due tranche (acconto e saldo a conclusione delle attività) una cifra compresa tra i 10.000 e i 14.000€. Il finanziamento per le Sezioni Primavera arriva anche stavolta ad anno scolastico inoltrato. Istituite in via sperimentale dalla finanziaria del 2007, le sezioni centonove pagina 4 “primavera” sono state immaginate come una sorta di “ponte” tra asilo nido e scuola dell’infanzia: riservate ai bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi, raccolti in classi poco numerose (max 20 elementi) e con un progetto educativo ad hoc, avrebbero dovuto porre fino al fenomeno degli anticipi della scuola materna e agevolare le famiglie in difficoltà, proponendo delle rette più abbordabili o addirittura la gratuità del servizio. Ma il servizio stenta ancora ad attecchire sul territorio. L’incertezza della disponibilità finanziaria da parte del Miur, che si è sempre mosso a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico, e la complessità dell’iter burocratico da affrontare per attivare i finanziamenti (che prevede tra l’altro la stipula di un’intesa tra l’USR e la Regione prima della pubblicazione del bando) costringono le scuole ad attivare il servizio a proprie spese, scaricandolo spesso sulle famiglie. Il tutto nella speranza che, a primavera, si rientri tra i beneficiari dei finanziamenti. Valentina Costa 7 Marzo 2014 settegiorni PALERMO. Scompare lo studioso di Federico III d’Aragona. Il ricordo dell’amico Paul Devins Addio a Musco, storico e non solo La Sicilia dice addio ad Alessandro Musco. docente di Storia della filosofia medievale all’Università di Palermo, è morto di infarto a soli 63 anni. Così lo ricorda l’amico Paul Devins: «Era solo in casa, come nei tanti giorni trascorsi in monastero ad Assisi, “da Francesco”. Tra fiori curatissimi, un piccolo giardino di alberi da frutto, due paurosi e dolci pastori tedeschi e tanti libri, in silenzio se n'è andato. Avrà visto ancora una volta il suo mare dall'alto prima di salire nella “troppo lenta” autoambulanza per recarsi nel “troppo lontano” ospedale di Bagheria? Quei pochi minuti sono fatali. Ma oggi non ha più senso parlarne. Fa solo male sentirsi cittadini di serie C e per questo perdere un amico. Abbiamo pianto tanto ieri. Scrivere qualcosa di senso, con le lacrime agli occhi oltre che con la tempesta nell'anima, è opera impossibile. Gli abbiamo reso ancora visita. Quel grande uomo ci è parso così piccolo, chiuso in una “ingiusta” bara. Aveva ancora indosso le scarpe da ginnastica e la tuta con cui camminava in giardino. Abbiamo condiviso ogni capitolo e ogni intuizione del nostro libro, Argimusco Decoded, scritto a quattro mani nel 2013. Alessandro Musco L'avevamo appena aggiornato qualche giorno fa e, come profeticamente, avevamo scritto un paragrafo conclusivo intitolato “considerazioni finali”. In esso parlavamo di un “nostro viaggio ora veramente giunto a termine”. Amante entusiasta, ma tradito dalla sua terra, intratteneva gli amici in lunghi racconti spesso spassosi, comunque densi di salace ironia, di fatti, uomini e circostanze in indimenticabili pranzi e cene. Memoria e spirito implacabile, contemplava come dall'alto la storia della sua terra, dai tempi di grandi come Federico III d'Aragona, di cui è stato il più grande studioso vivente, fino al presidente Rino Nicolosi, di cui è stato stimato consigliere. Insieme, dicevamo, abbiamo scritto il libro che ci ha occupato negli ultimi due anni. L'ultimo aggiornamento, scritto il 24 febbraio scorso, iniziava con le parole che abbiamo ricordato sopra e finiva con questa chiosa finale: “... In un unico piccolo paesino della Sicilia abbiamo trovato una serie di “assets” di assoluto primario livello, un gigantesco Specchio delle Stelle in pietra, più uniche che rare chiese beghine/catare, rarissimi simboli alchemici e prove di pratiche (alchemiche, ndr) tese alla conquista del grande sogno dell'immortalità. Finito il nostro viaggio, consegniamo queste nostre scoperte all'Italia e agli studiosi nonché alle genti di Sicilia e di Montalbano Elicona, in particolare, perché non consentano più quell'incuria e quei vandalismi, a protezione di un unicum mondiale, patrimonio dell'umanità". Crediamo che meglio non potrebbe riassumersi e concludersi il grande contributo di cultura e passione civile dato alla sua terra dal nostro Sandro negli ultimi giorni della sua presenza con noi. Ma non per questo oggi non ci sentiamo più soli». ROSA E NERO S. Lucia del Mela, uno sportello ascolto per gli uomini SANTA LUCIA DEL MELA. Uno sportello di ascolto per uomini, aperto tuttavia anche alle donne. Diventa realtà la proposta emersa durante il convegno sul femminicidio organizzato a giugno dello scorso anno dalla Fidapa Bpw, sezione Merì Valle del Mela. Dopo mesi di dialogo con l’amministrazione comunale di Santa Lucia del Mela, ha dato l’ok. All’interno si alterneranno pedagogisti, mediatori familiari, avvocati ai quali i cittadini potranno rivolgersi gratuitamente per informazioni, sostegno e consulenza. Si tratta del primo esperimento del generte nel meridione d’Italia. S. Stefano di Camastra, è morto il maestro Gerbino MESSINA San Salvatore ritrova il Crocifisso L’appuntamento è per sabato 8 marzo, quando, alle ore 17, nella Concattedrale del Santissimo Salvatore di Messina, si terrà la presentazione del restauro del pregevole crocifisso in mistura databile tra la fine del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo. L'interessante recupero ha consentito di attribuire il Crocifisso a Giovannello li Matinati, importante maestro “ Crocifissaio” attivo a Messina dalla seconda metà del Quattrocento e ha messo in luce una notevole definizione pittorica che fa riferimento alla cultura flando - iberica e ai repertori di linguaggio post antonelliano. L’intervento, eseguito dalla ditta Maria Scalisi, verrà illustrato con proiezione di immagini. Il restauro, finanziato dai fedeli del Santissimo Salvatore, è stato diretto dalla dottoresse Grazia Musolino e Virginia Buda della Soprintendenza di Messina. SANTO STEFANO DI CAMASTRA. All’età di 92 è scomparso il maestro maiolicaro Salvatore Gerbino. Si tratta di uno degli ultimi maestri che custodiva i segreti artigianali per reallizare maioliche di qualità ritenute vere opere d’arte. Gerbino era titolare con i suoi fratelli dell’ultimo opificio per la produzione di mattonelle che aveva un ciclo di produzione manuale che cessò l’attività negli anni 50. Addio al filosofo Manlio Sgalambro: scrisse “La Cura” CATANIA. E' morto Manlio Sgalambro, 90 anni, filosofo e autore di numerosi testi di Franco Battiato al quale è stato legato da un lungo sodalizio. Sgalambro ha esordito nel 1982 con La morte del sole; tra le sue opere, Trattato dell'empietà, Del pensare breve, Trattato dell'età. Ha scritto testi anche per Patty Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva e Adriano Celentano. Ma le parole di Manlio Sgalambro sono entrate nella memoria collettiva grazie all'incontro artistico con Franco Battiato. Una collaborazione virtuosa e raffinata che ha dato vita ad alcuni dei brani più intensi di sempre della musica italiana. Suoni e vocaboli talmente integrati tra di loro da risultare indissolubili. centonove pagina 5 CHI SCENDE Guido Signorino MESSINA. “Efficientizzazione” e “coerentizzare”: se molti dei consiglieri comunali sconoscono i congiuntivi, il vicesindaco di Messina ha decisamente litigato con la lingua italiana anche se stava discutendo di economia: i termini sono stati adoperati, nel corso di una intervista tv, per parlare della nascita di una multiservizi comunale. Emila Barrile MESSINA. Il presidente del consiglio comunale è caduta vittima delle sette ore di seduta di martedi 4 marzo. Nel rispondere ad un consigliere, invece del termine corretto “cronometraggio”, Emilia Barrile si è lasciata sfuggire un cinematografico “cortometraggio”. Gaetano Caliò MESSINA. L’ex consigliere comunale assieme al collega Carmelo Conti dovranno rispondere di “abuso d’ufficio in concorso”. Secondo la procura avrebbero fatto una ispezione a sorpresa in un asilo nido comunale - senza avere un potere ispettivo come quello esercitato - per scopi personali. Caliò è un dirigente della cooperativa che precedentemete gestiva la stessa struttura, Conti per “un interesse di un suo prossimo congiunto” (la figlia). Ilenia D’Avenia MESSINA. Venerdì 7 Marzo andrà in onda su Rai3, in prima serata, la seconda puntata della nuova edizione di Amore Criminale, la docufiction condotta da Barbara De Rossi che racconta storie vere di violenza sulle donne. Scelta per il secondo anno consecutivo dal regista Maurizio Iannelli, l’attrice messinese Ilenia D’Avenia veste i panni di una ragazza fidanzata con un ex carcerato che abusa di lei. Carlo Cantali MESSINA. Per non venire meno al suo ruolo da consigliere comunale, Cantali trascura quelli di padre, ma non manca di far “sentire in colpa” i colleghi. Martedi 4, Cantali ha informato l’aula che, a causa del prolungarsi dei lavori, non gli è stato possibile portare il figlio ad assistere alla sfilata dei carri di Carnevale ad Acireale. 7 Marzo 2014 primopiano RIVOLUZIONI A METÀ. L’ars approva il disegno di legge che manda in soffitta i vecchi enti. Ma sulle competenze... Province addio, futuro da scrivere Il presidente Giovanni Ardizzone salva il provvedimento in corner, rimandando funzioni e poteri dei consorzi a una legge ad hoc. Mentre sulle città metropolitane monta la diaspora dei sindaci. Che vogliono lasciare Messina Eligio Giardina Il salvatore del disegno di legge, Giovanni Ardizzone DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Il responso finale sarà martedì 11, ma il disegno di legge che manda a case le Province regionali e istituisce i Liveri Consorzi è stato approvato in tutte le sue parti dall’Ars, complice la mediazione del presidente Giovanni Ardizzone, che è riuscito a sbloccare l’aula sull’articolo 10 (le competenze), facendo proprio un subemendamento che, però, lascia aperto il campo un po’ a tutto: il testo, scritto dall'assessore Patrizia Valenti, ha rinviato a una successiva legge la ridefinizione delle "funzioni da Carmelo Pino Massimo Lo Schiavo trasferire ai Liberi consorzi, alle città metropolitane, ai comuni, alla Regione e agli enti regionali”. Praticamente, l’unica certezza è che le province non ci sono più e che nasceranno i consorzi e tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina), i quali eserciteranno funzioni di coordinamento, pianificazione, programmazione e controllo in materia territoriale, ambientale, di trasporti e di sviluppo economico. Mentre, riguardo al personale in servizio, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, assicura: «I lavoratori delle Province non devono preoccuparsi perché saranno valorizzati. Una parte dei funzionari sarà trasferita ai comuni dove potranno mantenere lo status, alcuni andranno nei Liberi consorzi e nelle città metropolitane, questo verrà fatto per migliorare i servizi». LA NUOVA GEOGRAFIA. I Consorzi, attualmente, sono nove, quante le attuali Province, ma potrebbero diventare di più nei prossimi sei mesi se i comuni riusciranno a formare nuovi enti, partendo da una popolazione minima di 180 mila abitanti. Il dato più evidente è che scompare il voto diretto, gli organismi rappresentativi (presidenti e assemblee) sono di secondo livello. «Siamo andati avanti con una maggioranza d'aula anche in presenza di voto segreto, lo vedo come un fatto positivo», spiega il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. «Oggi si è segnato un notevole passo in avanti, un'ulteriore fase di completamento dell'abolizione delle Province avviata un anno fa. Ora si deve puntare in maniera significativa sulle città metropolitane». Le norme appena approvate definiscono un quadro che dovrà essere completato con una successiva legge che il governo porterà in aula in autunno e che dovrà stabilire soprattutto compiti e funzioni di Liberi consorzi e città metropolitane. «La Regione dovrà privarsi delle sue funzioni prima in favore dei Comuni e poi delle città metropolitane - osserva Ardizzone - Avremo tutto il tempo per far maturare questo percorso». LE CITTA METROPOLITANE. Che il disegno di legge sarebbe arrivato al traguardo finale, lo si poteva evincere dall’approvazione dell’articolo 7 del testo, riguardante il controverso tema delle Città Metropolitane. Dopo un tira e molla, si era deciso di ripescare le vecchie “aree metropolitane” di Palermo, Catania e Messina, così come definite dalla legge regionale del 1995. L’okay è giunto razie all'accordo raggiunto dal governo e dalla maggioranza con M5s e Ncd. La norma sulle città metropolitane, emendata dal Ncd col parere favorevole del governo e della commissione Affari istituzionali, Nei fatti, le Città non sono altro che cobnsorzi precostituiti con un nome già definito. Da definire, invece, la modalità dell’elezione dei sindaci metropolitane, rinviata a successivo disegno di legge. Tutta l’impalcatura prevista, però, potrebbe saltare in forza dell’emendamento presentato dal Nuovo Centro Destra, che entro sei mesi dà facoltà ai Comuni di poter scegliere se restare o meno dentro la “Città” o il consorzio assegnato. Circostanza pericolosa per Messina. CHI C’È Tanti galli nel pollaio I CINQUANTA COINQUILINI DEL CAPOLUOGO PELORITANO, SECONDO GLI STUDI REGIONALI MESSINA. La delimitazione dell’area metropolitana di Messina interessa un territorio di particolarissima configurazione geografica, fortemente definito tanto dalla crescita dei monti Peloritani quanto dal rapporto con due diversi fronti marini. La perimetazione è definita in base alla considerazione che gli scambi nel sistema messinese interessano l’area della punta con la polarità del sistema dello Stretto, dove si configura un forte nodo di confluenza dei trasporti quale area d’ingresso ed uscita della Sicilia. Nella legge del 1995, sono state valutate le relazioni con il capoluogo anche nei periodi non segnati da forte presenza turistica, tanto della popolazione insediata nei centri della fascia ionica che dei centri della fascia tirrenica e delle stesse isole Eolie possiedono dimensione giornaliera ed interessano ampi strati della popolazione. L'area metropolitana di Messina comprende i territori di 51 comun complessivamente: Alì, Alì Terme, Antillo, Barcellona Pozzo di Gotto, Casalvecchio Siculo, Castelmola, Castroreale, Condrò, Fiumedinisi, Forza d'Agro, Furci Siculo, Furnari, Gaggi, Gallodoro, Giardini Naxos, Guartieri Sicaminò, Itala, Leni, Letojanni, Limina, Lipari, Malfa, Mandanici, Merì, Messina, Milazzo, centonove pagina 6 Monforte San Giorgio, Mongiuffi Melia, Nizza di Sicilia, Pace del Mela, Pagliara, Roccafiorita, Roccalumera, Roccavaldina, Rometta, San Filippo del Mela, San Pier Niceto, Sant'Alessio Siculo, Santa Lucia del Mela, Santa Marina Salina, Santa Teresa di Riva, Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea, Spadafora, Taormina, Terme Vigliatore, Torregrotta, Valdina, Venetico e Villafranca Tirrena. Nel 1995, Il lavoro per la definizione delle aree metropolitane, si è avvalso di tre indicatori: la questione demografica, che pone come soglia utile per la definizione delle aree metropolitane un peso di circa 500mila abitanti; gli scambi, ovvero la mobilità nelle relazioni tra residenze, lavoro e servizi; la natura fisica e funzionale dei territori e i connessi perimetri amministrativi di provincia e comune. 7 Marzo 2014 primopiano LA SCHEDA ADDIO MESSINA. Ma se Catania è un treno in corsa, complice anche il neonato Distretto del Sud Est, e Palermo resta pur sempre la capitale dell’ex viceregno, che appeal può avere la città dello Stretto per far sì che i cinquanta comuni assegnati restino sotto il suo “dominio”? Poche, almeno a sentire le ragioni del sindaco di Taormina, Eligio Giardina: «Sono stato promotore del Consorzio Taormina Etna e non ne rinnego la paternità. Per quanto mi riguarda, ho detto e ribadisco che Taormia rivendica il ruolo di comune capofila del costituendo Consorzio». Insomma, la perla dello Jonio non ci sarà. E uno dei gioielli dell’ex Provincia, cioè Salina? Spiega il sindaco di Santa Marina, Massimo Lo Schiavo: «In teoria non è idilliaco rimanere all’interno della Città metropolitana di Messina. È anche vero che le Eolie non hanno molti margini di movimento. L’ideale - continua - sarebbe stato un libero consorzio delle isole minori». Al di là dei tanti dubbi, e delle possibili fughe, Lo Schiavo vede un futuro a tinte fosche: «In questi anni abbiamo visto nascere tante strutture, basti pensare agli Ato idrici, che, senza dare alcun servizio, si sono rivelati una condanna. Mi sembra che ancora una volta manchi una strategia generale. Ci auguriamo che il contesto delle Eolie non abbia un carattere di subordinazione, e anche per questo sono ideatore della legge speciale per le isole minori. Il dramma resta sempre la burocrazia. Un esempio? Abbiamo un progetto finanziato dal ministero dell’ambiente ma bloccato dalle lungaggini della Regione da anni, per cui non possiamo bandire la gara». Chi ha deciso di attendere è il dirimpettaio di Lo Schiavo, il primo cittadino di Milazzo, Carmelo Pino: «L’area metropolitana ha prodotto molto poco. Alla provincia avevo proprio questa deroga, ma tranne alcune competenze, non si sono raggiunti risultati. Il piano territoriale provinciale, ad esempio, non ha visto la luce. Il vero nodo, adesso, è vedere come sarà la gestione dei finanziamenti». Così infine la pensa Matteo de Marco, primo cittadino di Villafranca Tirrea, agganciata a Messina: «Il discorso fondamentale è quello dei ruoli e delle competenze. Il vulnus della situazione è questo. Il ruolo delle comunità locali. Se il ruolo non sarà quello di prima, se non potranno essere garantiti i diritti del territorio, se sarà un’altra provincia, allora valuteremo il da farsi. Le unioni non funzionano. Basta pensare al distretto socio-sanitario, da cui abbiamo deciso di scorporarci». CONTROCORRENTE. Il futuro? Guarda alla Calabria, secondo il sindaco Accorinti Qui sto...Stretto AUDIZIONI ALLA CAMERA, DOCUMENTI UNIVERSITARI, ORDINI DEL GIORNO. NEL FRATTEMPO PERÒ I COMUNI OLTRESPONDA SI ORGANIZZANO DA SE’ DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Ma vi pare possibile che ancora oggi si dica ancora “Reggio Merda e “Messina merda”?”, domandava un accorato Renato Accorinti a qualche giorno dal termine del 2013, in conferenza stampa. Per lui, e per l’assessore alla Cultura Tonino Perna che lo accompagnava, la questione della città metropolitana non si esaurisce all’Ars, alle decisioni politiche o alla subalternità delle scelte di Catania e Palermo quali cavalli di razza su cui puntare. Perchè l’amministrazione di Accorinti guarda alla Calabria, più che alla Sicilia. E più che di città metropolitana, ad Accorinti (ed a Perna, reggino di nascita e messinese d’adozione) interessa parlare di area metropolitana. Anche davanti agli organi istituzionali. “Non veniamo qui col cappello in mano, chiediamo diritti che ci sono sempre stati negati”, ha spiegato in commissione Trasporti della Camera dei deputati a Roma, parlando a nome dell’area dello Stretto. “A Roma sono venuto cinquecento volte, a Reggio forse trenta, perchè mi costa cinquanta euro”, ha tuonato Accorinti, parlando del diritto, costituzionalmente garantito, alla continuità territoriale. Costo insopportabile per un’area di sei/settecentomila persone, secondo Accorinti. Che, almeno in questa battaglia, sembra essere in sintonia con gli umori del consiglio comunale. A fine agosto, dall’aula è venuto fuori un ordine del giorno, subito recepito dall’amministrazione, per il riconoscimento dell’area dello Stretto. Un progetto che ha ricevuto anche investimento accademico: i docenti dell’ateneo messinese Josè Gambino e Michele Limosani, infatti, hanno prodotto un documento (con firme praticamente “quadripartisan” di tutti gli schieramenti presenti alle amministrative di giugno 2013) che prospetta una “conurbazione” socioeconomica tra ’aggregazione delle due città metropolitane: Messina insieme a cinquantuno comuni della provincia e Reggio Calabria ed il suo hinterland che si affaccia sullo Stretto e si inerpica sull’Aspromonte. Posizioni che Accorinti ha ampiamente, e con forza, sostenuto a Palermo davanti ai deputati regionali dell’Ars: “La mia idea è un territorio che va da Giammoro a Taormina”, ha Renato Accorinti sinteticamente spiegato Accorinti, parlando della sponda di sua competenza. E in Calabria? Come l’hanno presa? Dall’altro lato dello Stretto pare giochino con più mazzi di carte. Perchè se è vero che i sindaci d’oltre sponda escono sempre con radiosi sorrisi sulle labbra dalla stanza di Accorinti in occasione delle visite in città per discutere del tema, per altro verso è vero anche che forme diverse di organizzazione, che non contemplano Messina, sono già in fase avanzata di realizzazione. Perchè il consiglio regionale calabrese ha già deciso che Gioia Tauro, ed i comuni attorno all’area (quindi con estensione naturale fino a Reggio Calabria) diventerà una Zes (Zona economica speciale). Senza Messina. La proposta lʼaveva lanciata Antonino De Simone, il presidente dellʼAutorità portuale: facciamo “sistema” tra i porti di Messina e Milazzo, che ricadono sotto la giurisdizione dellʼAuthority messinese, e quello di Gioia Tauro, uno dei maggiori porti in Europa per movimentazione merci che da qualche tempo, però, ha sentito più di altri scali il morso della crisi. La Zes, qualora dovesse diventare realtà, non precluderebbe altri tipi di conurbazione tra Messina e Reggio. Ma è un segnale ben preciso. Del quale Accorinti dovrebbe tenere conto. Giusto per non correre il rischio di lasciare Messina s”abbandonata” sia in Sicilia che in Calabria. centonove pagina 7 Tutto iniziò nell’86 IL PRIMO PROVVEDIMENTO PER DARE IL VIA ALLE NOVE AREE SICILIANE L’individuazione delle aree metropolitane di Catania, Messina e Palermo è avvenuta con la Legge regionale 9/1986, che le aveva previste ancor prima che la legge 142/90 individuasse le nove aree metropolitane appartenenti alle regioni a statuto ordinario. Per la loro individuazione e perimetrazione la legge individua i seguenti parametri socio – demografici e territoriali: siano ricomprese nell’ambito dello stesso territorio provinciale; abbiano, in base ai dati Istat relativi al 31 Dicembre dell’anno precedente la dichiarazione, una popolazione residente non inferiore a 250.000 abitanti; siano caratterizzate dall’aggregazione, intorno ad un comune di almeno 200.000 abitanti, di più centri urbani aventi fra loro una sostanziale continuità d’insediamenti; presentino un elevato grado d’integrazione in ordine ai servizi essenziali, al sistema dei trasporti e allo sviluppo economico e sociale. L’individuazione dei compiti specifici che “le province regionali comprendenti aree metropolitane” svolgono “nell’ambito delle predette aree” contribuisce a individuare l’area. L’area metropolitana assume “le funzioni spettanti ai comuni" in materia di: disciplina del territorio, mediante la formazione di un piano intercomunale relativo alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie e dei relativi impianti, alle aree da destinare ad edilizia pubblica residenziale convenzionata ed agevolata, alla localizzazione delle opere ed impianti d’interesse sovracomunale; formazione del piano intercomunale della rete commerciale; distribuzione dell’acqua potabile e del gas; trasporti pubblici; raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Nell’ambito della perimetrazione possono essere individuati, a seconda dei servizi erogati e della natura specifica della realtà urbana e territoriale, dei sottoperimetri entro cui sarà possibile risolvere i problemi ed armonizzare le funzioni e le attività. Palermo, Catania e Messina sono le realtà urbane che, nel possedere livelli di scambio e di relazioni interne di più intensa dimensione, possono anche reggere la definizione di area metropolitana. Le tre aree metropolitane, proprio perché costituiscono il sistema non solo dei maggiori pesi demografici dell’isola, ma anche della continuità del rapporto tra le capitali storiche ed il territorio siciliano, vanno misurate in ragione delle possibilità che esse possono esprimere, nella realtà regionale, come sistemi integrati di servizi ed attività complesse. 7 Marzo 2014 primopiano MESSINA. Per l’ente, solo due dei venti milioni messi a disposizione della Regione Provincia, gli ultimi conti I soldi sono troppo pochi per sanare i passivi registrati nello scorso dicembre e gli oneri derivanti dalle sentenze che hanno determinato debiti fuori bilancio. Nonostante l’esercito di legali assoldati DI TIZIANA CARUSO Mentre c’è già chi, seppur con incertezza, guarda ai nuovi assetti amministrativi che comporterà la riforma delle province, a Palazzo dei Leoni si fanno i conti col passato. Che per alcuni, non tornano, affatto. Anche se l’Ente sembra ben lontano dalle condizioni economiche di Palazzo Zanca e di altre province dell’isola, tant’è che il commissario Filippo Romano riferisce che proprio nell’ultima assise convocata tra i ragionieri generali delle nove province siciliane dei 20 milioni di euro messi sul piatto dalla Regione, soltanto 2 sono arrivati a Messina, mentre per realtà come Enna e Ragusa, caratterizzate da un deficit economico strutturale, c’è stato qualche “aiutino” in più. Appena qualche mese fa a impensierire il commissario Romano c’erano soprattutto la causa con l’Asp per gli spazi dell’Antonello, l’aumento di capitale alla Sogas, il porticciolo di Grotte e i debiti contratti con l'esercito di avvocati (svariate centinaia negli ultimi anni) chiamati a difendere le sorti dell’Ente. Con il finanziamento richiesto dalla Provincia al fondo nazionale per ripianare i debiti che le pubbliche amministrazioni hanno contratto con le imprese che, se incamerato, sarebbe stato utilizzato per ripianare i debiti legali. Passivi che, secondo quanto attestato dalla delibera 59 del dicembre 2013, ammontano a 5 milioni 558 mila, mentre pesano 8 milioni 594 mila euro gli oneri derivanti da sentenze che hanno originato debiti fuori bilancio, passività pregresse e transazioni che Palazzo dei Leoni ha deciso in parte di ripianare attraverso due mutui contratti Carlo Vermiglio Felice Calabrò Ferdinando Croce con la Cassa depositi e prestiti, uno dei quali non più utilizzato per la finalità originaria. In più qualche avvocato, quelli verso cui la Provincia ha più debiti, ha dato il suo placet per dilazionare in tre anni i crediti vantati con le somme che verranno stanziate in quota parte nel 2014 e nel 2015. Un fardello, quello delle parcelle legali e degli avvocati che, grazie a legami politici, parentele e fiducia incondizionata, hanno avuto il compito di difendere la Provincia negli ultimi anni, a dir poco gravoso. Non solo dal 2010 in poi, è, infatti, praticamente impossibile raggiungere il “peso”di Andrea Lo Castro, Nino Gazzara e Aldo Tigano che, oltre a fare incetta di incarichi legali che sommati si traducono in una spesa a sei zeri, si “turnavano” per dare “pareri sulle più importanti questioni giuridiche” di Palazzo dei Leoni con onorari orbitanti attorno ai 15mila euro annuali nella qualità di componenti del collegio di difesa della Provincia. Solo Lo Castro si è occupato di cause per conto della Provincia le cui parcelle sommate, superano i 600 mila euro. Ma oltre a questa “triade di ferro” che ha spopolato nonostante presunte incompatibilità, altri sono i nomi ricorrenti negli elenchi di consulenti e collaboratori arruolati per difendersi dalle numerose cause intentate contro l’Ente. Sotto l’irraggiungibile podio, diversi i nomi altisonanti che negli ultimi anni si sono accaparrati la difesa legale della Provincia e che aspettano di essere pagati: dai “veterani” Raffaele Tommasini, Marcello Scurria, Giorgio Mirti Della Valle, Candeloro Nania e Corrado Rosina, passando per giovani dal “poderoso” albero genealogico come Carlo Vermiglio, Gaetano Majolino e Ferdinando Croce, per finire, praticamente ai giorni nostri, con Nino Favazzo e Guido Barbaro, quest’ultimo, però anche di recente è stato abbastanza fortunato (ad esempio, dopo aver ricevuto un incarico in data 24.09.2013, appena qualche mese dopo, il 12.12.2013, aveva già ottenuto la disposizione di pagamento) a differenza di molti altri colleghi che aspettano da anni di essere pagati dall’Ente, oltre ad essere il fiore all’occhiello del commissario Romano che lo predilige per le cause più importanti e che ha inaugurato un “nuovo corso” di incarichi legali, dopo quello tanto vasto quanto “cantilenante” che si è verificato durante l’epoca Ricevuto. Romano, infatti, oltre a chiarire di voler ottimizzare la resa dell’Ufficio legale della Provincia conferendo incarichi, in prevalenza, a giovani avvocati che saranno messi alla prova, ha messo a punto una direttiva con cui viene decurtata una parte delle somme per le parcelle superiori a 10mila euro e dettato altri criteri per il conferimento degli incarichi legali, come, ad esempio, quello della “vicinanza”: ovvero assegnare le cause a chi da tempo opera nei pressi della sede in cui si svolge il giudizio. Gli ultimi incarichi legali della Provincia sono stati conferiti, ad esempio a Fabio Sfravero, Vincenzo Ciraolo, Pietro Scoglio e Felice Calabrò che però per una delle ultime cause assegnate si dovrà recare fino al Giudice di Pace di Tortorici. IL PARERE Romano: «Occhio ai settori cruciali» L’ULTIMO INQUILINO DI PALAZZO DEI LEONI ANALIZZA IL DISEGNO DI LEGGE APPROVATO DALL’ASSEMBLEA REGIONALE. PUNTANDO IL DITO SU STRADE, SCUOLE, TURISMO E TRASPORTI Filippo Romano Interpellato poche ore prima dell’approvazione del disegno di legge in Assemblea regionale, l’ultimo inquilino di Palazzo dei Leoni, Filippo Romano, spiega il suo punto di vista sulla riforma: «È presto per dare un giudizio ponderato, la riforma è ancora troppo fluida per dire se funzionerà o meno, l'importante è che non si disperdano le competenze maturate dai dipendenti della Provincia che, posso dire, rispetto al livello di capacità degli impiegati di altri enti, rappresentano un patrimonio che non va sminuito. Le due diverse formule di ente che andranno a sostituire la Provincia, ovvero l'area metropolitana e i liberi consorzi di comuni - conclude Romano - non possono comunque essere esautorati dalla gestione di settori cruciali come strade, scuole, turismo e trasporti, a ciò si aggiunge la necessità di eliminare tutte le società partecipate e propendere per il sistema delle srr, dall'altro lato ci sono alcune cose che potrebbero essere riviste come i prg integrati». (T.C.) centonove pagina 8 7 Marzo 2014 politica MESSINA. Gli under 30 di “Giovani Idee” mettono i puntini sulle “i” riguardo ai tesseramenti Ncd, Circoli & polemiche Pogliese, futuro Ue È IL PIÙ GETTONATO PER LA SICILIA ORIENTALE. INSIEME A CATANOSO Forti di aver creato 192 “basi” sul territorio a fronte delle 401 complessive, avvertono i “grandi”. In primo piano, gestione e organizzazione del Nuovo Centro Destra, ma anche primarie per i candidati Sarà pure secondo solo alla patria del leader Angelino Alfano, ma il Nuovo Centro Destra di Messina entra in polemica interna proprio sul grande successo legato alla nascita dei circoli. In tutto sono 401, ma, di questi, 192 sono riferibili all’area degli under 30, gli esponenti di “Giovani Idee” che hanno deciso di precisare la propria forza, dettando l’ultimatum. TRIONFALISMI... «Siamo riusciti a mettere in piedi ben 401 circoli, un’opportunità per quanti vogliano operare attivamente nel territorio e sentirsi parte in questo processo costitutivo di una realtà in cui noi tutti crediamo fortemente. Tutti i presidenti dei circoli che si sono costituiti saranno protagonisti di questa fase organizzativa del partito, partecipando all’Assemblea Costituente del Ncd che si terrà a breve e quindi contribuendo in prima persona all’edificazione del nostro progetto comune», dichiarava alla chiusura delle iscrizioni Vincenzo Garofalo, deputato messinese, aqggiungendo: «Ciascuna di queste realtà rappresenta un punto di riferimento per il cittadino e un trait d’union con la rappresentanza locale, regionale e nazionale». E AVVERTIMENTI. Il comunicato ufficiale, però, non è andato giu ai ragazzi di “Giovani Idee”, che avrebbero avuto il giusto riconoscimento: “La città di Messina, dopo Agrigento, terra del massimo esponente del partito, Angelino Alfano, con i suoi 423 circoli, è la prima realtà della Regione per adesioni e consenso territoriale. Centonovantadue circoli che noi rappresentiamo, uniti da valori e convinzioni comuni, hanno aderito al Vincenzo Garofalo progetto “Giovani Idee”, un laboratorio di idee innovative e motivazioni congiunte che ha reso possibile un’unione di intenti che vogliamo si basino sui principi di giustizia e che tendono a perseguire il bene comune. Il laboratorio, al quale hanno aderito amministratori politici, professionisti, associazioni culturali e studentesche, nasce con l’obiettivo di dare voce a tutti i cittadini e in particolar modo a tutti i giovani messinesi che non si riconoscono più con la vecchia politica, obsoleta e lontana dai bisogni della collettività. FORZA ITALIA Tutti i presidenti dei circoli che si sono costituiti saranno protagonisti di questa fase organizzativa del partito, partecipando all'Assemblea Costituente del Ncd. Parteciperemo attivamente - avvertono - e saremo protagonisti di questa importante fase di nascita e costituzione del nuovo partito che non può e non deve assolutamente concludersi con l’Assemblea Costituente Nazionale”. Da qui, una serie di avvertimenti agli adulti: “L’organizzazione del partito locale è immediatamente necessaria. Abbiamo deciso di impegnarci perché Week and azzurro per la Perla dello Jonio. Sono infatti più di 400 i titolari di nuovi club di “Forza Italia” che si sono dati appuntamento tra sabato e domenica all’Hotel Diodoro di Taormina, sotto la regia del coordinatore regionale Vincenzo Gibiino, per “radicare il partito sul territorio”. L’occasione sarà anche quella di tastare il polso alla “base” per presentare le candidature all’orizzonte, verso l’appuntamento con le Europee. Tra i nomi più gettonati all’interno del partito di Berlusconi per l’appuntamento elettorale di primavera, ci sono nella Sicilia Orientale Salvo Pogliese, in quota An, e Basilio Catanoso. Pogliese non ha però sciolto la riserva e in caso di rinuncia circola insistente il nome del messinese Santi Formica, della lista Musumeci, che porta ancora il logo –“Forza Italia”, Più fluida la situazione Nella Sicilia Occidentale dove in pista ci sono Saverio Romano, fondatore del Pid e già dalla prima ora considerato dal Cavaliere uno dei “Responsabili” in Sicilia e Gianfranco Miccichè, ex sottosegretario al Ministero della Pubblica amministrazione, desideroso di scendere in campo nella competizione europea, dopo la rinuncia alla Presidenza della Regione, a seguito dell’accordo con Raffaele Lombardo. abbia termine quel modo di affrontare e di “gestire” le politica all’interno dei palazzi, con la consapevolezza che la Città può essere cambiata soltanto in presenza di una visione chiara, estesa e condivisa di ciò che si intende realizzare. Organizzazione locale del partito, strutturazione di coordinamenti e commissioni, primarie per la scelta dei candidati, non possono essere temi rimandati nel tempo ma questioni di imminente trattamento, dove il coinvolgimento dei cittadini sarà uno dei principi cardine del nostro progetto”. TRATTATIVE Pd, Crocetta al bivio DOPO L’APPROVAZIONE DEL DDL PROVINCE, ASSEDIO AL GOVERNATORE PER IL RIMPASTO IN GIUNTA La prossima settimana dovrebbe essere quella decisiva per la definizione dei nuovi equilibri del Partito democratico siciliano. Il governatore Rosario Crocetta, infatti, dovrà dirimere una volta per tutte la questione del rimpasto di Governo (soprattutto alla luce dell’approvazione del disegno di legge sulle Province e in vista della spinosissima Finanziaria bis da varare), e la segreteria regionale del Pd dovrebbe finalmente completarsi, dando spazio agli appetiti delle varie anime del Partito. RIMPASTO. I primi a scaldare i motori e a tuonare per una vera e propria “rivoluzione” nella composizione della Giunta Crocetta sono i cuperliani guidati da Antonello Cracolici. La “sconfitta” subita da Matteo Renzi, che non ha inserito neppure un siciliano del Pd nella squadra di sottosegretari, infatti, è letta dall'ex capogruppo all'Ars e dai suoi uomini come subordinazione politica del Pd allo strapotere individualista di Rosario Crocetta. Evidente il corollario politico: per rafforzare il Pd siciliano, occorre potenziare la componente politica della Giunta. Con un vero e proprio azzeramento della squadra di governo e con una ripartenza del tutto basata su nuovi numeri e nuovi uomini. Un azzeramento di tale natura è richiesta anche dallo sconfitto alle primarie, Peppino Lupo, forte del suo degno 33% raggiunto centonove pagina 9 ai gazebo. Occorrerà comprendere, in caso di rimpasto profondo, se per la corrente di Lupo possa continuare a restare seduto in Giunta ancora Nino Bartolotta, uomo di Francantonio Genovese, ovvero se possa - come pare - subentrare al suo posto proprio l'ex segretario del Partito. Spazi più ampi reclameranno anche i “renziani storici”, capeggiati da Davide Faraone. Costoro, esclusi dal giro di nomine a Roma, chiedono al leader siciliano di veder aumentata la propria quota in sede di governo regionale, per imprimere un “cambio di passo” basato su amministratori e politici che vivono sul territorio. In questo quadro, Faraone avrà grane da gestire col movimento dei sindaci, da Marco Zambuto (Agrigento) a Giancarlo Garozzo (Siracusa), che premono forte affinché nella nuova giunta entrino loro esponenti. (D.D.J.) 7 Marzo 2014 politica PALAZZO ZANCA. Tutti contro Lucy Fenech sulla delibera per “regolamentare” i gettoni di presenza Nessuno ci può giudicare Il consiglio comunale insorge contro l’obbligo di partecipare ad almeno metà della durata delle sedute. Il presidente Barrile bacchetta la consigliera, l’aula si dimostra allergica ai lacciuoli. Ecco come è andata DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Non sono bastate sette ore (e solo tre emendamenti votati) per venire a capo della questione: è possibile quantificare il tempo che i consiglieri comunali trascorrono a lavorare ed assegnare a questo tempo un gettone di presenza? Per la delibera proposta da Lucy Fenech, che lega il “rimborso” alla partecipazione ad almeno metà della seduta, il futuro non è roseo. NESSUNO MI PUO’ GIUDICARE. Dalle sette ore di seduta di consiglio, conclusa con un nulla di fatto per via della caduta del numero legale, è emerso chiaramente che i consiglieri di lacci e lacciuoli non ne vogliono sapere, prendendo un po’ troppo alla lettera l’assioma del “senza vincolo di mandato”. La delibera proposta da Lucy Fenech avrebbe imposto la presenza effettiva ad almeno metà della durata delle sedute di consiglio e commissione per ottenere i 56 euro e qualche spicciolo del gettone di presenza, e l’eliminazione del gettone per le sedute andate deserte, ma è stata massacrata da emendamenti, prese di posizione, urla di disappunto e risatine di scherno. A confermare il tutto, l’ossessivo ricorso all’altro intramontabile assioma, quel “io rendo conto del suo operato solo all’elettorato” che si è dimostrato palesemente fallace, visto che il tasso interesse che riscuotono le sedute di consiglio da parte del pubblico è pari allo zero assoluto. A parole, non se ne trovava uno di consigliere che non fosse d’accordo sulla regolamentazione delle sedute. All’atto pratico, invece, arrivavano a pioggia i distinguo. Alla fine, la linea che è passata è stata quella del “benaltrismo”: Ovvero, il regolamento è da cambiare in più parti, quindi è inutile farlo adesso e solo per un punto. Mettiamoci attorno ad un tavolo e discutiamone. Incidentalmente, le stesse ragioni che hanno portato alla bocciatura, per due volte in consiliature differenti (2007 e 2013) la commissione d’inchiesta sui rifiuti. Al grido di “E perché l’Atm no? E l’Amam la lasciamo fuori? E i servizi sociali cosa sono, figli di nessuno?”, le due proposte di istituire un organo consiliare che potesse far luce è naufragato nel vuoto. Sediamoci e discutiamone. Quello che, ai numeri, il consiglio sa far meglio: discutere. E poi ancora discutere. Per questo, la delibera della Fenech è stata apostrofata, nell’ordine “ demagogica” (Giuseppe Santalco), “Rattoppata (Donatella Sindoni), “Incompleta (Paolo David), “Ipocrita e sterile” (Pio Amadeo). Questo solo per la volontà di metter ordine in una giungla. NIENTE DI PERSONALE. “Le modifiche ai regolamenti vanno concordate con tutta l’aula, non possono essere iniziative dei singoli”, ha spiegato serafico Franco Mondello dell’Udc. Quindi è una questione di forma. “La forma è sostanza”, ha concluso sornione. E se Mondello ha colpito di fioretto (meglio, di sciabola, visto che due o tre battutine non le ha lesinate durante le sette interminabili ore), chi ha usato la spada, e di piatto, non di taglio, è stato Pippo Trischitta di Forza Italia, che contro Lucy Fenech l’ha portata sul personale, sventolando un paio di fogli e sgolandosi chiedendo come mai a rimborso fossero presenti due attraversamenti al casello di Rometta a mezzanotte ed alle cinque e qualcosa di mattina. Il consigliere di Cambiamo Messina dal Basso, infatti, non essendo residente a Messina usufruisce dei rimborsi per il viaggio (e non tutte le “strisciate” del Telepass vanno a rimborso). Un tema che è diventato il grimaldello per attaccarla ai fianchi, nonostante il segretario generale Antonio le Donne abbia spiegato una trentina di volte che il rimborso è previsto per legge e non è cancellabile, come avrebbe voluto un emendamento (proposto da Nora Scuderi, che abita a Milazzo ma ha scelto di non ricevere rimborso) al quale il dirigente ha GUERRE INTESTINE Zuccarello solitario IL CAPOGRUPPO DEI PROGRESSISTI DEMOCRATICI SFIDUCIATO DAI “SUOI”. A CAUSA DELLE INDAGINI SU ATM E ATO3 MESSINA. Per essere un gruppo consiliare relativamente piccolo, quello dei Progressisti democratici è un agglomerato decisamente litigioso: qualche mese fa l’addio da parte di Antonella Russo, in polemica col capogruppo Daniele Zuccarello, oggi la sfiducia per lo stesso capogruppo ad opera di Simona Contestabile e Francesco Pagano (diventato capogruppo provvisorio per anzianità). Ce ne sarebbe abbastanza già solo così, ma la questione è destinata a diventare ancora più saporita nei prossimi giorni. Tipo venerdi 7 marzo, in cui Zuccarello darà la sua versione dei fatti sul percorso che ha portato alla sfiducia. Un primo risultato, la mossa di Pagano e Contestabile, l‘ha però ottenuto: “Tutti gli iscritti al movimento Progressisti democratici considerano opportuno chiarire ai cittadini messinesi che il proprio rappresentante politico in seno al civico consesso è e resta Santi Zuccarello”, ha spiegato chiaramente un comunicato stampa che non mancherà di fare discutere. Perchè, se da un lato Zuccarello si è in pochi mesi guadagnato stima e rispetto per il faticoso (e poco foriero di soddisfazioni politiche) Daniele Zuccarello centonove pagina 10 lavoro di ispezione sui numeri delle partrecipate che sta portando avanti, dall’altro in consiglio comunale è sempre più isolato. Basta osservarlo mentre cammina nei corridoi, dove i colleghi fanno comunella e lui è invece emarginato. Questo non vuol dire che non sappia come impegnare le sue giornate: dopo l’operazione verità su Messinambiente, Zuccarello si sta indirizzando su Ato3 e Atm. Numeri, atti, compensi, incarichi, di tutto. Anche quello che, per l’azienda d’ambito, ha ricevuto Simona Contestabile (ventimila euro per il codice etico, di cui ricevuti solo cinquemila dopo la sospensione parziale dell’incarico), e che di certo non avrà giovato ai rapporti interni al gruppo. Le accuse mosse a Zuccarello sono di eccessivo personalismo, mancata comunicazione e incompatibilità con le posizioni del Pd. “Prendo atto del fatto che non è condivisa l’esigenza di trasparenza”, ha risposto sornione Zuccarello. (A.C.) politica apposto parere sfavorevole. LA LEGGE SECONDO ME. I lavori d’aula sono stati a tratti talmente irritanti da aver fatto registrare uno sfogo a microfoni aperti del solitamente compassatissimo Le Donne (reduce, in conferenza dei capigruppo, di un accesissimo diverbio con Pippo Trischitta), che davanti alle sue dettagliate spiegazioni su norme, commi e gerarchia delle fonti si sentiva rispondere con un “secondo me”. Stremato, alla fine dell’ennesima spiegazione sul fatto che il diritto si basa su leggi certe e non sui “secondo me”, a Le Donne è sfuggito un sibilante “non ce la faccio più”. NOTIZIE CHE NON LO ERANO. Durante le sette ore di seduta, annoiarsi è stato impossibile. Ad animare le danze è stata Emilia Barrile, presidente del consiglio che con Lucy Fenech ha ingaggiato una battaglia senza esclusione di colpi, culminata in un episodio che lascerà strascichi. Quando il consigliere di Cambiamo Messina dal basso ha elencato una lunga serie di sedute di commissione andate deserte nelle quali il gettone di presenza è stato comunque corrisposto ai consiglieri (presenti in prima convocazione ma assenti in seconda, quella “valida” e quindi destinatari comunque dei 56 euro), Emilia Barrile (ma anche tre quarti di consiglio) si è scagliata contro Lucy Fenech, spiegandole con asburgico rigore che quelle che il consigliere stava fornendo erano notizie di reato delle quali sarebbe stato suo dovere portare TESTA A TESTA. l’odierno consesso a confronto col vecchio. E “non c’è partita” Produttività? boh? prove. Lo stesso zelo, però, Emilia Barrile non lo aveva dimostrato qualche ora prima, quando Benedetto Vaccarino, consigliere del Pd, aveva candidamente lasciato a verbale una vera, quella sì, notizia di reato. “Sono venuto a conoscenza del fatto che alcuni consiglieri starebbero promettendo l’assunzione di loro elettori nei cantieri di lavoro”, ha informato l’aula Vaccarino. La sua “esternazione”, che ha valore perché Vaccarino ufficiale, è caduta invece nel vuoto. PIANO DI RIEQUILIBRIO Guardando al futuro NELLO STESSO PERIODO DI TEMPO, “I NUOVI” APPROVANO 20 DELIBERE CONTRO 55. E L’INIZIATIVA CONSILIARE LANGUE. ECCO I NUMERI MESSINA. “Siamo un consiglio che lavora e che produce”, ha esclamato a microfoni aperti Elvira Amata, consigliere dei Dr, nel tentativo di allontanare le ombre di scarso impegno sollevate in aula. Nobile tentativo, il suo. Che si scontra, purtroppo, con i freddi numeri. Perchè, delibere alla mano, lo scorso consiglio, nello stesso intervallo di tempo, aveva prodotto quattro volte le delibere partorite dall’attuale consesso. Da luglio 2008 a inizio marzo del 2009 infatti, il precedente consesso aveva esaminato e votato la bellezza di 55 delibere. Rispetto alla ventina esitate dal consiglio odierno, fa poco meno del 300% in più. Delle quattro votate nel 2014, solo due sono di iniziativa consiliare (entrambi atti d’indirizzo, uno per modifiche all’isola pedonale, l’altro per l’implementazione della raccolta differenziata), le altre due vengono da ufficio di Gabinetto e Ragioneria. Molto, molto peggio per quelle votate in aula dall’insediamento di luglio a dicembre del 2013. Della ventina scarsa di delibere arrivate al voto, ben diciassette provengono da giunta, segreteria generale e dipartimenti vari, e solo tre portano la firma di consiglieri comunali. Una è l’adesione alla strategia nazionale “Rifiuti zero”, le altre due (entrambe a firma presidenza del consiglio) riguardano la nomina di un componente del collegio dei revisori dei conti ed una presa di posizione del consiglio sul femminicidio. Eppure il materiale sul quale lavorare ci sarebbe. Ad agosto, qualche settimana dopo lʼinsediamento, Daniele Zuccarello si prende la briga di proporre tre delibere su modifica del regolamento di autorizzazione alle licenze dʼesercizio per i Bed & Breakfast, su quello per autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande e su occupazione suolo per fiere, mostre e mercati, e qualche tempo dopo ne propone una che prevede modifiche alla Tares. Delibere delle quali nellʼordine del giorno del consiglio comunale, che ne scandisce lʼordine dei lavori, non cʼè traccia, perse nei meandri del palazzo. In ballo adesso c’è la proposta di Libero Gioveni e Donatella Sindoni sulla modifica del regolamento degli asili comunali, e poco, pochissimo altro. Sorte peggiore hanno ricevuto altre due proposte di delibera di iniziativa di consiglieri di buona volontà. La commissione d’inchiesta sui rifiuti chiesta da Piero Adamo (e Antonella Russo) è stata miseramente affossata, sulla delibera di vincolo orario per il ricevimento del gettone di presenza proposto da Lucy Fenech si è scatenato l’ostracismo dei colleghi d’aula. Nello stesso periodo di tempo, lo scorso consiglio faceva invece fuoco e fiamme. Scatenatissimi erano Giuseppe Melazzo e Nello Pergolizzi (entrambi non eletti nelle file dell’Udc) per esempio, che non passava settimana che non portassero 7 Marzo 2014 RISPARMI ENERGETICI, MULTISERVIZI, TAGLI. E UN CONCORSO ALL’ORIZZONTE. FORSE Emilia Barrile Giuseppe Melazzo al voto una materia a caso su tutto oo scibile umano di competenza del consiglio comunale: a settembre 2008 hanno proposto una modifica nellʼassegnazione dei contrassegni per la sosta dei disabili ed un progetto di ampliamento della zona a traffico limitato, ad ottobre sono intervenuti sulla gestione delle aree portuali e sui rapporti tra Comune e Rfi, hanno promosso una discussione su un ipotetico termovalorizzatore, a novembre hanno portato in aula modifiche al regolamento del consiglio. Presi da sindrome competitiva, anche il resto dell’aula si adeguava ai ritmi da stakanovista. Su termovalorizzatore e ampliamento della Ztl i due si sono trascinati dietro anche Antonio Fazio (consigliere Pdl che alle amministrative di giugno ha passato la mano) e Giuseppe Chiarella (ex Pdl che, cambiato schieramento e passato al centrosinistra, non è riuscito ad ottenere la riconferma). Gaetano Gennaro, anche lui non più eletto, ha proposto una delibera per lʼistituzione di rotatorie in zona sud, Tani Isaia (assessore “ombra” nel caso in cui fosse diventato sindaco Felice Calabrò) è intervenuto sui limiti di velocità in Panoramica, Paolo David (oggi capogruppo Pd) si è trascinato dietro tutto il centrosinistra nella proposta di istituzione di un lido per disabili (progetto ritirato fuori nelle scorse settimane), mentre sulla discussione intorno alla Ztl, dopo Melazzo, Fazio e Pergolizzi, hanno proposto una delibera anche Claudio Canfora, Enzo Messina e Giorgio Muscolino, e di Film Commission si è occupato Nicola Barbalace. E poi modifiche al regolamento comunale per il funzionamento delle commissioni, Car sharing, addirittura, a firma Angelo Burrascano, la soppressione dell’Istituzione dei servizi sociali. Oggi, che di sedute di consiglio e di commissione se ne tengono molte di più (anche perchè il gettone di presenza è passato da cento a 56 euro, rendendo necessario partecipare a più sessioni per raggiungere il tetto massimo), la produttività è crollata in maniera vertiginosa. In compenso, però, c’è il “question time”. Come alla camera del Lords in Inghilterra. (A.C.) centonove pagina 11 MESSINA. Sarà marzo il mese cruciale per consiglio e giunta. Per capire se la seconda potrà davvero imprimere al comune di Messina (e quindi a Messina) quella rivoluzione promessa all’indomani del voto, e se il secondo avrà voglia di fare il salto di qualità e promuovere un cambiamento, o se resterà schiavo di logiche di partito, preconcetti o semplici ignavia e mediocrità. A Marzo si voterà il nuovo, e definitivo, piano di riequilibrio, sul quale l’assessore al Bilancio Guido Signorino ed il direttore generale Antonio Le Donne stanno buttando sangue e sudore da un mese e mezzo. Dal piano, ed è una novità, spariranno le alienazioni “fantasma” del patrimonio immobiliare comunale, che negli anni hanno solo fatto incazzare la Corte dei conti e prodotto risultati scarsissimi: saranno vendute a chi già ci abita gli appartamenti del Comune, i grandi stabili saranno valorizzati, come da programma elettorale della giunta di Renato Accorinti. Dove si troveranno allora i milioni che garantiranno il riassetto decennale dei conti del Comune? Risparmiando. E reinvestendo. Una cinquantina di milioni di euro arriveranno da una diversa politica energetica grazie all’esperienza, maturata in vent’anni di direzione del Cnr di Contesse, da parte di Gaetano Cacciola (assessore all’Energia), e da 125 di tagli alle spese per riduzione di personale. Che potrebbero ridursi a sessanta, ma aprendo le porte di palazzo Zanca a nuove assunzioni. Trecento circa, la metà in mobilità, l’altra metà con un concorso pubblico; fatto che al Comune non si verificava da tipo venticinque anni, essenso state fatte tutte le assunzioni dell’ultimo ventennio da partecipate, a chiamata diretta, mentre secondo Costituzione, nella pubblica amministrazione vi si accede solo per concorso. Poi c’è la razionalizzazione delle banche dati comunali, che servirà per far pagare imposte e tributi a chi fino ad oggi l’ha fatta franca (e a far pagare di meno chi fino a oggi ha subito salassi). E le partecipate? Accorpamento nella Multiservizi. Una scommessa di Le Donne. Che il consiglio dovrà vagliare. (A.C.) 7 Marzo 2014 politica MESSINA Forza Italia, roba da professionisti DECINE DI AVVOCATI PROVENIENTI DA TUTTA LA PROVINCIA FONDANO UN CLUB FORZA SILVIO PRESIEDUTO DA CARLO AUTRU RYOLO. ECCO I 24 FONDATORI....ALLA CORTE DI GASPARRI DI Lalla Parisi Carlo Lo Schiavo S. TERESA DI RIVA. Lalla Parisi lascia gli ex An e sceglie Ncd La grande corsa azzurra Tra gli “alfaniani” e i sostenutori di Berlusconi c’è ressa attorno ai simboli del centro destra. Che potrebbe ospitare anche nemici storici DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. I movimenti nazionali all'interno del quadro politico di centro destra provocano degli scossoni per ricaduta anche nello scenario cittadino. Il neonato Ncd di Angelino Alfano incassa più di una adesione. In primis quella del consigliere di minoranza David Trimarchi che insieme all'ex consigliere provinciale Lalla Parisi ed all'ex assessore Ernesto Sigillo lasciano la corte di Santi Formica di cui lamentano il continuato silenzio. Il gruppo che potrebbe allargarsi ha già firmato l'adesione ufficiale e sta organizzando il battesimo della sede locale, faranno riferimento al deputato regionale Nino Germanà. Sempre in area Nuovo Centro Destra si contano pure gli amici del sottosegretario Giuseppe Castiglione capitanati da Leonardo Racco, già presidente dell'Ato 4, di cui oggi ne e' commissario liquidatore. Ma il movimento nato dalla scissione del Pdl potrebbe acquisire sembianze pletoriche se gli ammiccamenti romani proprio tra l'onorevole Castiglione ed il sindaco Cateno De Luca andranno a buon fine. Qualche mese fa gli incontri erano molto frequenti e circolava voce di una eventuale candidatura del primo cittadino santateresino ad una allora probabile tornata politica nazionale, ipotesi al momento poco credibile per un canale che comunque resta molto caldo e potrebbe portare ad un "matrimonio" che darebbe ben dieci consiglieri comunali su quindici al Ncd. Sul versante Forza Italia, l'ex capogruppo Pippo Arpi e Giannandrea Agnoni, già assessore, rimangono al momento fedeli all'altro deputato eletto nelle file del PDL, Santi Formica che viene dato alla corte del movimento guidato da Silvio Berlusconi. Contenitore dove potrebbe ritrovarsi pure l'altro consigliere di minoranza Santino Veri, reuccio della frazione di Misserio, che con grande dignità giura fedeltà al suo leader ed amico di sempre Peppino Buzzanca di cui ne attende le mosse e le indicazioni. In Forza Italia potrebbero ritrovarsi anche due ex sindaci, ossia Carlo Lo Schiavo ed Alberto Morabito, il primo ha sempre sposato il credo berlusconiano ed il secondo forte dell'amicizia che lo lega all'onorevole D'Alcontres. Sul fronte centro sinistra S. Teresa può vantarsi di esprimere il nuovo vicesegretario provinciale dei Democratici Riformisti nel nome di un figlio d'arte quale Giammarco Lombardo, figlio di Pippo vicensidanco nella legislatura Morabito sino al 2012. Padre e figlio insieme al loro consigliere di riferimento (Ciccio Brancato) seguono le fortune politiche dell'onorevole Giuseppe Picciolo, eletto nell'Mpa di Lombardo ed adesso maggiorente del nuovo gruppo di centro sinistra. GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. A livello nazionale fanno riferimento all’onorevole Maurizio Gasparri, all’Ars si sono più volte incontrati con l’onorevole Marco Falcone, capogruppo del partito. Un rapporto diretto con i vertici senza intermediazioni locali. Sono decine di professionisti senza incarichi politici che hanno deciso di aderire a Forza Italia fondando un “Club Forza Silvio” che ha sede ufficiale a Messina, ma raccoglie consensi nei vari comprensori della provincia, a cominciare da quello di Milazzo - Barcellona. «Abbiamo voluto dare un segnale preciso - dice l’avvocato Tommaso Calderone, con una militanza nell’Msi e in Alleanza Nazionale - la costituzione è stata affidata a professionisti. Nelle prossime settimane apriremo ad amministratori comunali, impenditori, sindacalisti. Sono previste due “diramazioni” una dedicata ai giovani, l’altra alle donne». I nomi dei costituenti sono gli avvocati Tommaso Calderone, Carlo Autru Ryolo, Gianni Pino, Vincenzo Grosso, Gianni Pino Tommaso Calderone Salvatore Silvestro, Giuseppe Aveni, Maurizio Cacace, Patrizia Messina, Vittorio Di Pietro, Antonio Raimondo, Daniela Agnello, Giuseppe Tortora, Carmelo Cicero, Domenico Siracusa, Giuseppe Perdichizzi, Giuseppe Mormino, Antonio Roberti; il dottore Pasquale Vazzana, i commercialisti Antonino Stancanelli, Salvatore Cacace, l’assicuratore Nicola Marzullo; gli architetti Maria Teresa Gaglio e Michele Urbano; il medico Francesco Salpietro, l’ingegnere Tommaso Pino. Il direttivo è composto dal presidente Carlo Autru Ryolo e da Tommaso Calderone Gianni Pino, Vincenzo Grosso e Maurizio Cacace. «Proveniamo da esperienze diverse continua Calderone - da quelle socialiste a quelle liberali, altri sono ex missini come il sottoscritto. Siamo tutti cinquantenni appagati professionalmente, oggi vogliamo dare solo una mano al territorio». OLIVERI Due medici per “curare” il Comune Antonino Bertino OLIVERI. Escono allo scoperto i due candidati a sindaco che sfideranno l’attuale primo cittadino. Oltre al sindaco Michele Pino a tentare la scalata al palazzo comunale saranno i medici Francesco Iarrera, alla sua prima esperienza politica, e Antonino Bertino, già vicesindaco durante l’amministrazione Cariddi. Salvo ulteriori accorpamenti, fra pochi giorni i tre capolista avranno le idee chiare anche sulla propria squadra. A prediligere un sostegno diretto di volti nuovi è Iarrera: «Ho intenzione di creare una lista composta da persone diverse da quelle che hanno caratterizzato la storia politica del nostro paese negli ultimi decenni e che, purtroppo, hanno contribuito a segnarne il declino»,anticipa. Ad avere raggiunto un primo risultato importante, invece, sono i consiglieri comunali di minoranza che hanno ricevuto il fatidico “si” da parte di Antonino Bertino. Secondo i consiglieri di opposizione, infatti, Bertino sarebbe l’unica persona di cui il paese ha bisogno per fare la differenza. «La mia lista sarà composta da alcuni componenti dell’attuale minoranza, ma porte aperte alla società civile», sottolinea. (Pamela Arena) centonove pagina 12 7 Marzo 2014 sicilia Il sito del biostabilizzatore di Pace (Messina) AMBIENTE. Otto strutture su ventitre ricadono in zone protette. Gli ambientalisti denunciano Discariche, che pasticcio Le associazioni Wwf, Man e Italia Nostra inviano un dossier al ministero dell’Ambiente. Un deputato leghista chiede informazioni sulle procedure in Sicilia. Le preoccupazioni del Governatore Crocetta Otto impianti su ventitré di discariche e impianti di trattamento previsti dal Piano regionale dei rifiuti ricadono in aree ambientali protette e sono da considerarsi fuorilegge. E’ la pesante denuncia che tre associazioni ambientaliste, Wwf, Man e Italia nostra, in un dossier di una ventina di pagine inviato al Ministero dell’Ambiente, alla Regione e al Noe, il nucleo di tutela ambientale dei carabinieri, documentano chiedendo la rimodulazione del Piano, l’annullamento della procedura Vas e il ritiro “in autotutela” dell’autorizzazione rilasciata dal Ministero dell’Ambiente alla Regione Sicilia nel luglio 2012. L’iniziativa segue a ruota una denuncia presentata dagli ambientalisti alla Procura della Repubblica di Messina nella quale si documenta che l’appalto del biostabilizzatore previsto a Pace, venti milioni di euro di importo, ricade in zona Zps, zona a protezione speciale della rete Natura 2000, e anziché una procedura di Vas, la valutazione di incidenza ambientale, il sito è stato sottoposto a un semplice “screening”, per aggirare le stringenti normative. L’invio del documento-denuncia segue a ruota una interrogazione dell’onorevole Arrigone della Lega Nord nella quale si chiede lumi sulle procedure adottate dalla Regione Sicilia per appaltare opere per cento milioni di euro si discariche, impianti di trattamento e “biostabilizzazione” in barba alle leggi e alle procedure ordinarie e tutte incentrate sul principio dell’emergenza. E’ il doppio fronte che investe l’assessorato ai rifiuti e all’energia diretto dal Pm Nicolò Marino, che ha aperto da una parte la guerra con i signori privati delle discariche, gruppo Catanzaro di Agrigento che gestisce la discarica di Siculiana in testa, e gli ambientalisti dall’altra, che vedono nelle procedure di urgenze adottate dal dirigente generale Marco Lupo, un sistema “furbo” per aggirare le normative di settore. Tutte denunce frettolese e poco informate, secondo Nicolò Marino, che intanto ha avviato una serie di ispezioni nelle maggiori discariche dell’Isola: Mazzarrà Sant’Andrea, Siculiana e Motta Sant’Anastasia. Dai primi rilievi, tutti gli impianti sono risultati “non a norma”. Ma ad essere preoccupato per le feroci polemiche innescate sul settore è soprattutto il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che vede nella Confindustria di Antonello Montante, del quale Giuseppe Catanzaro è vicepresideente regionale, un alleato di ferro. Ma cosa denunciano gli ambientalisti nel loro dossier? A dicembre dell’anno scorso in una diffida inviata alla Regione gli ambientalisti lamentavano che nella nuova discarica in progetto a Pace si indica una capacità di trattamento rifiuti, di 60 tonnellate al giorno e 280 presso l’inceneritore, quando la relazione di un tecnico dell’Università di Catania, nominato a seguito di una indicazione del Tar, nel 2011 certifica una produzione di diossina fuori dai limiti di legge già all’origine della chiusura della discarica e una indagine della Procura non ancora chiusa. Ma quali sono gli impianti che “interferiscono” con le aree protette? Nell’ordine, due a Palermo, l’impianto di smaltimento di vasca e Tmb di Bellolampo; la piattaforma integrata di Gela, in condrada Timpazzo: qui l’assessorato non ha mai finanziato un progetto per un impianto di biostabilizzazione presentato nel 2012 per l’importo di 5 milioni e ha subito finanziato quello che quintuplica i costi. Seguono a ruota la piattaforma integrata di Messinambiente in contrada Pace, l’impianto di trattamento percolato di Palermo, l’impianto di compostaggio di Castelbuono e quello di Sciacca e di Messina. Sarebbe bastato un semplice controllo alle prescrizioni di rete Duemila, ad avviso delle associazioni ambientaliste, a Gela per capire come un impianto a Timpazzi, per una discarica già in via di esaurimento mette a dura prova la vita del “Falco Grillaio” che ha proprio lì la sua zona di riproduzione censita nella Direttiva Uccelli all’origine della istituzione della Zps, la zona a protezione speciale, come Pace, a Messina, è indicata come la importante rotta migratoria del Paleartico occidentale. Come dire? Il piano dei rifiuti? E’ tutto da rifare. (R.C.) MESSINA Corsa a Pace ARRIVANO DUE IMPRESE PER IL BANDO DELL’IMPIANTO DI BIOSTABILIZZAZIONE MESSINA. “Per carità, non chiamatelo inceneritore”. Immaginando le ferocissime critiche che gli sarebbero cadute addosso, a lui che per anni è stato presidente di Legambiente Messina, Daniele Ialacqua aveva subito messo le mani avanti. Da assessore all’Ambiente della giunta di Renato Accorinti, suo malgrado ha dovuto tirare fuori dalla naftalina il progetto che da anni incombe sulla vallata di Pace: un impianto di biostabilizzazione per il trattamento della frazione umida dell’immondizia, quella che produce il micidiale percolato. Che in ventuno giorni di “lavorazione”, diventa secca, si ricicla e si presta agli utilizzi più disparati, oltre all’ovvio vantaggio di non essere più inquinante. Il bando è già stato pubblicato in Gazzetta ufficiale del direttore del dipartimento Acque e rifiuti, Marco Lupo: dodici milioni la base d’asta, offerte entro il 5 marzo, qualche mese per l’assegnazione della gara poi, se tutto va come deve andare, e al netto di ricorsi al Tar che in questi casi sono sempre da preventivare, Daniele Ialacqua centonove pagina 13 la Regione realizzerà l’impianto e lo “girerà” al comune di Messina. Da palermo non hanno ancora fatto sapere nulla, ma Ialacqua ha confermato l’interesse (ed i sopralluoghi) di due imprese. Andasse tutto per il verso giusto, entro giugno del 2015 il termovalorizzatore potrebbe entrare a regime consentendo, secondo i calcoli di Messinambiente, sei milioni di euro all’anno di risparmio. Non pochi, considerando che Messinambiente spende 950mila euro al mese di costi di trasporto e smaltimento in discarica: con raccolta e trattamento sono diciassette milioni di euro all’anno, più o meno, da quando la discarica cittadina non è più Mazzarrà sant’Andrea, sopra Barcellona, ma Motta sant’Anastasia a Catania. Con il trasloco obbligato, i costi sono passati da 830 a 950mila euro al mese. (A.C.) 7 Marzo 2014 sicilia MILAZZO. Aperto un fascicolo sul restauro del monumento a cura della Aedars Castello in Procura Un esposto accende i riflettori sui lavori da undici milioni e sul doppio ruolo dei dirigenti del Comune. Ecco tutti i retroscena ed i protagonisti della vicenda La Procura della Repubblica di Barcellona ha aperto un fascicolo sul restauro del Castello di Milazzo. Copiosi documenti sono stati acquisiti al Comune, per ammissione del sindaco in carica Carmelo Pino: acquisizioni saranno presto portate a termine alla Soprintendenza di Messina. Ma cosa c’è all’origine di questa inchiesta destinata a fare scalpore? Ancora una volta il consorzio stabile “Aedars”, con sede a Roma, che fa capo ai fratelli Mollica di Gioiosa Marea. Secondo un dettagliato esposto-denuncia arrivato in Procura, un ruolo non secondario in tutta la controversa storia dell’appalto, finanziato con undici milioni di fondi “Pios” dell’assessorato ai beni culturali, sarebbe stato svolto dal Rup, il responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Francesco Clemente, che nella procedura figura in più ruoli: dirigente comunale dei lavori pubblici con contratto a tempo determinato e anche presidente di gara. Nella commissione di gara, altri due professionisti, l’ex presidente dell’Ordine Francesco Clemente degli Architetti di Messina, Gaetano Montalto, e il presidente dell’Ordine degli ingegneri Santi Trovato. Un ruolo molto ben delle somme per “disinfestazione di superfici pagato, se è vero che con determinazione n. 188 del lapidee” con la voce “Rest 01”: disinfestazione di 17 aprile 2009, i professionisti si sono “auto superfici, intonacate da microflora attiva. Solo per liquidati” 115.247,99 euro. Una procedura che non questa voce risultano liquidate più di ha convinto per niente l’assessorato ai lavori pubblici 4.164.226,39 euro, la metà di tutto l’intervento. che starebbe valutando le procedure per chiedere la Anomalie che si aggiungono alla facilità, secondo restituzione delle somme incassate all’ingegnere vari esponenti dell’opposizione a Milazzo, con le Clemente. Ma “l’auto-nomina” sembra una costante quali le opere sono state collaudate, nonostante le delle anomalie di questa procedura: contattati dal evidente anomalie, “non solo estetiche” rispetto al Rup del Comune di Milazzo, i due presidenti degli progetto iniziale. E a un quesito finora rimasto ordini degli architetti e degli ingegneri, scelsero se senza risposta: chi ha rilasciato il nulla-osta al stessi, senza nessuna procedura pubblica. certificato antimafia alla Prefettura di Messina al Promossa con la tecnica largamente in uso consorzio dei fratelli Mollica, considerati i risultati dell’offerta "economicamente e tecnicamente più di altre prefetture d’Italia? vantaggiosa", la gara fu aggiudicata al consorzio Secondo una interdittiva antimafia della Prefettura Aeders con un punteggio di 93,77 quasi il di Roma, infatti, il consorzio Aedars, nonostante la massimo sui cento punti previsti, basati su cinque presenza di alcuni parenti ritenuti soltanto dei parametri: soluzione progettuale (punti 40); prestanomi, è guidato dalla stessa “governance” prezzo globale offerto (punti 25) tempi di della impresa “Siaf”, i fratelli Nino, Pietro e Mico esecuzione (25), contenimento costi e Mollica, finita al centro di clamorose indagini manutenzione e organizzazione e impiantistica di legate al “Caso Messina” e risultante in rapporto cantiere. Il consorzio Aeders, sindaco Lorenzo organico con pericolosi esponenti delle cosche Italiano, ottiene il punteggio massimo per i mafiose di Barcellona. Il consorzio “Aedars” si è punti “a, c, d,” con un ribasso davvero inatteso, il visto rescindere lavori acquisiti, attraverso finanza 3,978, il più basso dei partecipanti in gara. di progetto, a Quarto Oggiaro a Milano, a Venezia, I lavori, che ottengono poi una proroga, vengono e anche a Taranto, dove la giunta si appresta a liquidati, con stati di avanzamento redatti dal rescindere il contratto con il consorzio dei Mollica, direttori dei lavori, l’architetto Giuseppe che aveva rilevato le quote della Taranto srl, projet Bonarrigo, e determinazioni dirigenziali e finance da 33 milioni di eurio mirato a riqualificare certificati di pagamento dell’ingegnere Clemente. il liceo Archita, un hotel a 5 stelle e una serie di Secondo le piste investigative, si vuole capire uffici comunali. Inseguiti da creditori, come la C&G come mai i lavori che si sono poi protratti per tre di Mesagne, ora i Mollica, attraverso un anni, con violente polemiche a Milazzo sulle commercialista di Chieti hanno chiesto il modalità di utilizzo del cemento in luogo di concordato preventivo al Tribunale di Roma. materiali adatti al restauro conservativo che Accertamenti antimafia sono in corso pure su altri investiva il Mastio, le mura di Cinta spagnole e la due consorzi stabili, promossi dallo stesso gruppo Cinta aragonese, ha visto liquidare quasi la metà imprenditoriale., Valori e Vitruvio. (E.B.) centonove pagina 14 ZOOM Mollica, dinastia di costruttori DI CHI È L’IMPRESA STORICA CHE HA VINTO L’APPALTO Non c’è solo l’appalto-monstre del Castello di Milazzo nel carnèè della Premiata ditta Fratelli Mollica & C. Il gruppo, con sigle diverse, Consorzio Valori o Sirar, ha operato di recente a Milazzo per la costruzione del depuratore o anche per il restauro della Chiesa di San Francesco, capitoli sui quali la Procura di Barcellona vuole incrociare le indagini. Un riposizionamento rapido quello dei fratelli Mollica su nuove sigle societarie, dopo l’abbandono di altre scatole come Itaco, Sarfati e Casal. Un sistema sul quale, gli imprenditori di Piraino, fanno ormai scuola nel settore, tanto che nel settore si parla di “ Casa Mollica”, come fosse una saga di famiglia, a cavallo tra affari e politica. Guidati dal capostipite Domenico, in arte Mico, mole imponente, un ciuffo ribelle alla Elvis Plesley, i fratelli Nino e Pietro balzano alla cronaca nazionale negli anni Novanta per lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Piraino, centro nel quale provengono e dove hanno ingaggiato una lunga battaglia con il sindaco Raffo Cusmano. L’allora viceprefetto Giuseppe Rizzo scrive che alla guida del Comune è stato portato il più giovane sindaco d’Italia, un diciannovenne che di nome fa Granata, che altro non è che un dipendente del gruppo Mollica. Una impresa che decide la giunta e pure l’opposizione. Il gruppo, in quegli anni ruggenti è in continua espansione: rileva dal Tribunale di Patti l’ex Wagi e, attraverso invisibili fili politici, rileva a Milano una antica impresa, la Siaf, specializzata in acquedotti e fognature. E’ la svolta. Negli anni ruggenti della tangentopoli, i progetti da finanziare si confezionano dentro le imprese; la Regione altro non è che un bancomat. Impigliati nelle indagini compromettenti degli appalti, i Mollica cominciano poi a collaborare con l’allora Pm di Mani Pulite Angelo Giorgianni e con il suo fido collaboratore, il maresciallo dei carabinieri in servizio ad Acquedolci, Calogero Di Carlo. Una collaborazione che si trasforma in amicizia Mico Mollica compromettente quando il Pm Angelo Giorgianni si trasforma in sottosegretario agli Interni, in quota Dini. Le indagini messinesi vengono rilette, dalla commissione antimafia presieduta da Ottaviano del Turco, vicepresidente Niki Vendola, sotto una diversa prospettiva: viene coniato il termine “verminaio”. Giorgianni finisce nella bufera ed è costretto a rapide dimissioni, dopo una apparizione in Tv, da Santoro, nella quale si difende sventolando il certificato antimafia dei Mollica. E resta ancora un alone di mistero su un viaggio in una lussuosa barca dei Mollica, al largo delle Eolie, che avrebbe imbarcato per un giretto l’allora Ministro degli Interni, Giorgio Napolitano. Un dubbio sollevato dall’ex procuratore generale Marcello Minasi, che solo per aver fatto balenare questa ipotesi, fini sotto indagine del consiglio superiore della magistratura. Indagine archiviata. Ma il rapporto dei Mollica con la politica è stato sempre molto stretto: l’indagine sulla Siaf, finita a Reggio Calabria per la presenza di un magistrato, Serraino, vedeva come indagati più di duecento persone, molti consiglieri, tra cui anche l’ex presidente della Regione Vincenzino Leanza. Per cavilli giuridici, il processo finisce in una bolla di sapone, mentre i Mollica costruiscono anche il depuratore di Reggio Calabria, >Di recente, poi, nella loro villa di Gioiosa Marea hanno ospitato il candidato alla presidenza della Regione Rosario Crocetta: ad invitarlo l’ex ministro Totò Cardinale, che ha due figlie fidanzate con i figli di Mico e Pietro Mollica, di cui una, Daniela Cardinale, è già deputata a Montecitorio. Più stretti di così? (E.B.) 7 Marzo 2014 sicilia ZOOM MILAZZO. Carta bollata tra il sindaco, i consiglieri e gli ex amministratori Il palazzo delle denunce La procura di Barcellona e la Corte dei Conti di Palermo “invase” dagli esposti. Pino mette in dubbio la validità dei bilanci dal 2004 al 2009. Nastasi querela Midili. Ecco chi denuncia chi DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Al bando sms, telefonate o mail. A Milazzo si è ritornati all’antico e le comunicazioni avvengono esclusivamente su carta. Quella bollata. Ormai è guerra all’ultima denuncia tra il sindaco Carmelo Pino, i consiglieri comunali, gli assessori e gli ex politici. Gli esposti sono all’ordine del giorno. Non c’è un giorno in cui qualcuno non varchi una procura (da quella di Barcellona alla Corte dei Conti), i cancelli della Guardia di Finanza o del commissariato di polizia per puntare i riflettori su bilanci falsi, appalti poco trasparenti, i gettoni d’oro dei consiglieri, l’inquinamento industriale. L’ultimo a recarsi in procura è stato sabato 1 marzo il sindaco Carmelo Pino e l’assessore alle Finanze Pippo Midili. In un esposto sostiene - in sostanza - che i bilanci del comune di Milazzo sarebbero tutti falsi a partire dal 2004 al 2009. Tra i sette punti si legge che «per milioni di debiti fuori bilancio si è data copertura fittizia» e che, di conseguenza, «l’Ente assumeva spese per somme ingenti che non avrebbero potuto essere legalmente impegnate né tanto meno avrebbero potuto essere effettuate». Le carte bollate sono state utilizzate per stabilire se il consiglio comunale, prima dichiarato decaduto per non avere approvato la delibera con cui si sanciva il dissesto economico dell’ente e poi reintegrato, si sposta tra il Tar di Catania, il Cga di Palermo e la Cassazione di Roma. Pino ha anche querelato il consigliere dei Verdi, Peppe Marano, per un volantino politico distribuito ad inizio estate ritenuto Carmelo Pino e Lorenzo Italiano diffamatorio. Il sindaco, a sua volta, era stato querelato dal suo predecessore, Lorenzo Italiano, per le spese che avrebbe sostenuto il Comune per il sontuoso servizio catering in occasione dell’inaugurazione del Castello (poi richiuso) riconducendola all’imminente campagna elettorale. Italiano ha “scomodato” i giudici anche per una querelle che vedeva Pino e gli espropri effettuati alla Fondazione Lucifero. L’assessore alle Finanze Pippo Midili, invece, è stato querelato da Nino Nastasi. Midili durante la lettura di una relazione in aula consiliare sottolineò che Nastasi e la sua giunta furono assolti dall’inchiesta aperta sull’appalto della Cooplat (si occupava della raccolta e smaltimento dei rifiuti) poichè non sarebero state ammesse nel processo delle intercettazioni. Ad avere varcato più volte il portone del commissariato di polizia anche il consigliere di Forza Italia, Alessio Andaloro, il quale avrebbe sollevato perplessità su atti gestionali del Comune. Il recordman delle denunce rimane però l’ex consigliere comunale Antonio La Rosa, il quale ha una predilizione per gli esposti alla Guardia di Finanza di Milazzo. La Rosa balzò agli onori della cronaca negli anni 90 quando durante una seduta consiliare Luce e telefoni: quanto mi costi? MILAZZO. L’ex consigliere Antonio La Rosa ha denunciato alla Guardia di Finanza presunte irregolarità nell’appalto di fornitura dell’energia elettrica affidata nel 2013 dal comune di Milazzo all’Enel Energia spa, «senza che la stessa fosse stata vincitrice della gara Consip». In una interrogazione di Roberto Mellina, invece, si chiedono chiarimenti sul contratto telefonico. gli cadde dalla borsa di lavoro una pistola (regolarmente detenuta) che portava con se per difesa personale. Un quotidiano nazionale lo fece passare come un consigliere cowboy che si muoveva come nel far west. Anche in quel caso una querela portò ad un sostanzioso risarcimento danni. L’ultima corrispondenza con i tribunali risale al 3 marzo. La Rosa ha chiesto alla Corte dei conti di sospendere la vertenza 2011/07748/AS relativa ai “gettoni d’oro” incassati dai consiglieri negli anni 2000 a causa della pendenza del procedimento penale con il quale dovrà accertare chi, nella sua funzione di pubblico ufficiale (i consiglieri comunali) non ha ridotto il gettone di presenza come previsto dalla legge, tenendo per se gli importi liquidati in avanzo dal comune di Milazzo dall’ottobre 2007 sino al dicembre 2010. I consiglieri fino al 31 dicembre 2010 hanno incassato 100 euro a seduta (l’estate scorsa a ridurre il gettone da 100 euro a 30 è stato il commissario straordinario Valerio De Joannon con decorrenza 1 gennaio 2011) non per gli effetti della delibera 114 contestata dalla magistratura contabile di Palermo, votata in aula nel 2001, ma per una determina dirigenziale a firma di Armando Sottile del 26 marzo 2008. Eppure a finire nel mirino della Corte dei conti, che chiede il rimborso del danno erariale di quasi 500 mila euro, sono gli ex politici a cui viene contestato il periodo non andato in prescrizione tra settembre 2007 e aprile 2011. SCONTRI IN AULA Incompatibilità d’annata IL PRESIDENTE PERGOLIZZI E GLI ASSESSORI ROMAGNOLO E RUSSO RISCHIANO DI DECADERE. INFATTI NEGLI ANNI 90.... Saro Pergolizzi MILAZZO. Le vertenze giudiziarie potrebbero costare caro al presidente del consiglio comunale Saro Pergolizzi e agli assessori Dario Russo e Santi Romagnolo. Tutti e tre sarebbero incompatibili per cause pendenti con l’ente che rappresentano. Vertenze vecchie di decenni improvvisamente portate alla luce in questi giorni. L’incompatibilità di Pergolizzi è legata ad una vicenda del 1991. All'epoca l'assessorato comunale al Turismo guidato da Pino Privitera, centonove pagina 15 organizzò il Festival dell'opera Lirica Siciliana e Pergolizzi fu nominato direttore artistico. Successivamente una compagnia che si esibì durante la manifestazione aprì un contenzioso con Pergolizzi e l'assessore Privitera perchè pagassero personalmente il dovuto (39 mila euro). A quel punto i due che avevano operato per conto del comune chiamarono in causa l'ente che ora, dopo la condanna, ha presentato ricorso ponendo Pergolizzi in posizione di incompatibilità. Stessa vicenda per Dario Russo. A presentare la denuncia per il mancato pagamento di prestazioni risalenti al 1994 la Coop. Teatro nel laboratorio che ha tirato in ballo anche l’ex sindaco Filippo Russo. Romagnolo, invece, avrebbe chiesto al comune oltre 3 mila euro per una prestazione aprendo un contenzioso. L’amministrazione ha confermato quella di pergolizzi e smentito quella degli assessori. 7 Marzo 2014 sicilia Nelle due foto Vito Zangla BARCELLONA. Vito Zangla nel 2000 è stato congedato a causa dell’epatite. Ma non gli è stata riconosciuta l’invalidità Poliziotto di serie C Una storia controversa che l’ha portato ad avviare una battaglia giudiziaria senza fine. «Mi sono scontrato con un muro di gomma, ho denunciato poteri forti». Ecco la sua storia DI PASQUALINO MATERIA BARCELLONA. Non si dà pace, non sa più a chi rivolgersi per avere quello che lui ritiene essere un suo diritto e cioè solo aver riconosciuto la “causa di servizio”. Vito Zangla, 63 anni, sposato con tre figli, era un poliziotto che credeva nei valori fondanti quali la “giustizia e la legalità”. Dal 2000 questo valore al quale credeva fermamente, è stato messo a dura prova, ma nonostante tutto non molla. E’ stato messo alla porta dal corpo di polizia per motivi di salute ma, nello stesso tempo, non gli è stata riconosciuta l’invalidità. Dunque, senza stipendio e senza pensione. Zangla, a 18 anni, entra in Polizia nel 1978 al 61° corso della scuola “S. Giovanni” di Trieste. Dopo due anni e mezzo, viene trasferito a Bologna. «Erano- dice- gli anni di piombo. Le cariche erano il pane quotidiano. Gli appostamenti, i perlustramenti specie quando sparirono tre fratelli tedeschi che ci ha portato a perlustrare tutte le montagne della zona. Poi c’è stata la bomba alla stazione di Bologna. Mai mi sono tirato indietro, mai. Ero in servizio alla stradale. Poi mi trasferirono, nel 1982 a Parma. Ci rimasi tre anni, ebbi qualche screzio con il questore di Parma perché a me le ingiustizie non sono mai andate giù e ciò mi ha procurato qualche problema. Nel 1985 arrivo a Comiso e vi rimasi fino allo smantellamento dell’aeroporto militare e fu una campagna molto dura e impegnativa. Nel ’90 mi trasferirono alla Polfer di Messina. Da qualche anno però stavo male, accusavo parecchi problemi, ma non volevo mollare per cui sopportavo tutto e andavo avanti. Nel maggio dello stesso anno arrivai finalmente a Barcellona, la mia città. Fino al 2000 non sono mai stato in ufficio ma sempre sulle volanti. Ero in servizio 24 ore su 24». Nel 1992, però, inizia la sua battaglia sia con la sua salute che con quello che lui definisce “il muro di gomma”. Nel ’92, infatti, gli viene diagnosticata Epatite C steatica senza strutture diformate. «Nel 1994continua Vito Zangla - chiedo la causa di servizio anche perché mi sono state diagnostiche altre patologie(Colite e gastrite) che erano probabilmente dovute al tipo di servizio che avevo fatto. Qui, però, dopo alcune peripezie, mi viene dato parere contrario alla mia richiesta. Nel ’96, nonostante da moltissimo tempo la mia salute non mi permetteva più di svolgere regolarmente il servizio, vado al Centro Medico Ospedaliero di Messina, ma anche qui trovo un muro di gomma. Il commissario Paolo Sirna di Barcellona decide, stante il mio stato di salute, di togliermi dalle volanti e mi manda in ZOOM Se l’agente ha 47 anni IN PROVINCIA DI MESSINA L’ETA’ MEDIA DEL PERSONALE È SEMPRE PIÙ ALTA MESSINA. In provincia di Messina da 1200 agenti di polizia, il personale è sceso a 850 unità per tutto il territorio e per tutti i servizi e dove, secondo il sindacato Silp, da circa 10 anni non viene destinata alcuna nuova risorsa umana, “Tanto che – hanno spiegato inpiù occasioni i vertici del sindacato l’età media del personale nella nostra provincia è di 45/47 anni. Anche sul versante mezzi e strumenti, sono state denunciate le condizioni di alcune caserme non accettabili e quelle del parco auto formato da vetture che hanno in media 200mila chilometri di vita. La conseguenza naturale dei tagli previsti sarà un’ulteriore ridimensionamento della presenza delle forze di prevenzione e presidio del territorio. centonove pagina 16 ufficio, al servizio denunce. Nel ’99, io che non mi ero arreso, chiedo di parlare direttamente con il Capo della Polizia nazionale. Nell’ottobre dello stesso anno vengo rispedito sulle volanti. Nel novembre del 1999 deposito denuncia al Ministero degli Interni a Roma per chiedere giustizia. In risposta alla mia denuncia danno incarico per accertare le cose ad un dirigente che io avevo in precedenza denunciato. Nel dicembre del 1999 il Centro medico ospedaliero di Palermo, al quale mi ero nuovamente rivolto, mi riconoscono lo stato di salute deprecabile e mi danno 60 giorni di riposo per malattia. A maggio del 2000 l’ospedale militare di Messina mi danno invece l’idoneità a ritornare a lavorare. Qualche settimana dopo vengo ricoverato d’urgenza all’ospedale di Milazzo e qui dopo qualche settimana mi dimettono con la diagnosi di epatite cronica, pregressa epatite C. A ottobre, ricoverato presso il Policlinico di Messina e qui, dopo un mese mi viene diagnostica epatite cronica da virus C. A dicembre del 2000, vengo dispensato dal servizio. Inizia una battaglia giudiziaria senza fine nella quale coinvolgo tutti, dal Presidente della Repubblica in giù”. Zangla sembra essere esausto, disperato, ma non molla. Il 26 febbraio scorso ha investito anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi al quale chiede giustizia e “persegua chi, con le proprie azioni, ha macchiato l’onore ed il prestigio delle Istituzioni”. sicilia MASSONERIA. Non ce la fa il messinese Silverio Magno, in corsa per la guida del Grande Oriente d’Italia La maledizione del Gran maestro Ci aveva provato per due volte Orazio Catarsini, non c’è riuscito neanche il notaio. La carica più alta va al senese Stefano Bisi. Il suo “aggiunto” sarà il professore del’Ateneo Santi Fedele. I retroscena MESSINA. La maledizione sembra aver colpito ancora. Per la terza volta, un messinese che si candida a guidare il Grande Oriente d’Italia viene battuto alle urne. Era toccato ad Orazio Catarsini per due volte, a cavallo del regno dell’uscente Gustavo Raffi, oggi tocca a Silverio Magno. Il notaio, candidato a Gran maestro nella lista "Il futuro nella tradizione", si è fermato infatti a poco più del 30% delle preferenze (3468 voti). A prevalere è stata la lista "Presenza, laicità, tradizione", guidata dal senese Stefano Bisi, che ha ottenuto 5315 voti, il 46,26% delle preferenze. All’interno delle alte sfere della quale, però, si parla messinese: per i prossimi cinque anni, infatti, Gran maestro aggiunto sarà il professore dell’università di Messina Santi Fedele. Una lotta quasi “fratricida”, quella tra Magno e Fedele. Entrambi, infatti, sono iscritti alla stessa loggia del Grande Oriente Santi Fedele Silverio Magno messinese: la numero 333 denominata “La ragione”. Un segnale di distensione, ad un Silverio Magno che si era detto stupito per la “diaspora” tra lui e Fedele, viene dallo stesso professore: “Non è corretto dire che Silverio Magno abbia perso. E’ più corretto dire che, in una sfida fraterna, ha pre- valso Stefano Bisi ed una visione diversa del futuro del Grande Oriente”. Proprio Bisi, però, ha aperto un “fronte” che ha rischiato di avvelenare la competizione e che gli è valso un richiamo ufficiale. "D'ordine del Gran Maestro si diffidano i Fratelli ad astenersi dall'utilizzo di lettere aperte tra- centonove pagina 17 7 Marzo 2014 smesse anche via mail, per promuovere future candidature chiedendo adesioni", aveva scritto a luglio del 2013 il gran segretario del Goi Alberto Jannuzzelli che, pur senza citarlo, aveva richiamato Bisi al rispetto delle regole delle logge, parlando poi di "atteggiamento invasivo che si palesa contrario alla nostra Tradizione, connotando metodi e logiche di partiti politici". Cosa era accaduto? A sostegno della candidatura di Stefano Bisi era stata messa in circolo una lettera aperta che magnificava le doti del candidato senese. “Le nostre regole - avvertiva Jannuzzelli - e una prassi consolidata consentono, infatti, di trasmettere programmi elettorali ed appelli a corredo solo dopo la presentazione delle candidature e solo tramite la Gran segreteria. A fortiori proseguiva il gran segretario - in quanto il Gran maestro non ha ancora emanato il decreto per le elezioni del Gran Maestro e della giunta, nè convocato la gran loggia a tal fine. Poichè tali comportamenti delegittimano l’attuale Gran maestranza - concludeva duro Jannuzzelli - non saranno tollerati ulteriormente”. Lo strappo, poi, si è ricomposto senza ulteriori strascichi e, il 3 marzo, le urne hanno decretato Bisi vincitore. I risultati saranno sottoposti l’8 marzo alla verifica della commissione elettorale nazionale. (A.C.) 7 Marzo 2014 centonove pagina 18 7 Marzo 2014 centonove pagina 19 7 Marzo 2014 sicilia FURCI SICULO. E’ scontro tra il parroco Tavilla e la cooperativa che gestisce l’Oasi di S. Antonio La casa della discordia La struttura per la degenza di anziani è stata edificata con le donazioni dei fedeli per ospitare bisognosi. Il sacerdote: «Ormai è diventata una macchina alimentata dal Dio denaro». La replica DI GIUSEPPE PISTONE FURCI SICULO. Luci e ombre sulla casa protetta per anziani “Oasi S. Antonio” rischiano di mettere fuori gioco la cooperativa sociale “Comunità e servizio” che gestisce la casa residenziale di proprietà della chiesa Santa Maria del Rosario di Furci Siculo. Padre Giacinto Tavilla, 43 anni, vuole vederci chiaro su una presunta amministrazione poco trasparente e non nasconde il suo rammarico. «Non posso permettere che questa casa continui ad essere una macchina alimentata dal Dio denaro - dice il religioso - Non posso fingere di dire che tutto vada bene. Ho raccolto anche confidenze di alcuni dipendenti della Padre Giò Tavilla cooperativa che non vengono pagati da alcuni trapelato mai nulla di ufficiale. Ma che 50% a fonte dei 20 mila euro al mese mesi. Non siamo noi a volerli sfrattare, tutti ancora ricordano bene. Ora che dovrebbe versare come da contratto. sono loro che si mettono nelle l’attenzione è tutta incentrata sulla L’ultimo pagamento risale a giugno condizioni di essere messi alla porta a gestione della casa di Via dei Cipressi da 2013 pari a 10 mila euro – ricorda Padre partire dalla morosità dei canoni parte della cooperativa a cui è stata Tavilla - la cooperativa non ha rispettato mensili». Il sacerdote sarebbe pronto a affidata, per 20 anni. Il parroco Giò i doveri contrattuali». Il sacerdote in riprendersi la gestione degli 80 anziani Tavilla, nonché presidente dell’omonima una lettera ha già intimato lo sfratto per ricoverati nella struttura di proprietà associazione “Oasi S.Antonio”, organo morosità alla cooperativa sociale per un della chiesa Santa Maria del Rosario di di controllo, con tanto di consiglio di debito di 220 mila euro che starebbe Furci Siculo. Anche un comitato di amministrazione formato da 6 membri, danneggiando l’associazione di natura cittadini rivendica a gran voce quella ed un revisore contabile, Grazia ecclesiale «impedendoci di affrontare che definiscono la loro “seconda casa”, Pappalardo, ha intimato lo sfratto per lavori a favore degli anziani e della costruita grazie alle donazioni dei morosità alla cooperativa “Comunità e casa. Ed è per questo che siamo costretti fedeli. E oggi chiedono la rescissione del Servizio”. «Da oltre 8 mesi la ad avviare l’iter per la risoluzione del contratto con la cooperativa “Comunità cooperativa non paga più il canone contratto a causa delle gravi e e servizio” per affidare il servizio di d’affitto e da più di un anno ingiustificate inadempienze nei assistenza alla parrocchia come voluto corrisponderebbe all’associazione solo il confronti dell’associazione». dal suo fondatore padre Francesco Donsì. «Noi siamo e facciamo impresa e non volontariato e non ho intenzione di ZOOM rispondere alla provocazioni di padre Tavilla – dice telegraficamente al telefono Santino Mascena, presidente della cooperativa “Comunità e Servizio”». La parrocchia già nel 2011 I FEDELI CHIEDONO UN CAMBIO DI ROTTA: «UNA GESTIONE CRISTIANA» finì al centro di una polemica dopo la scoperta da parte di padre Giacinto FURCI SICULO. A chiedere che la gestione dell’Oasi di S. Antonio si ispiri ai principi Tavilla che il suo predecessore, padre che ne hanno portato alla edificazione è Santino Metauro, a capo di un comitato Salvatore Sinitò, avrebbe investito circa spontaneo. «Vogliamo giustizia e verità su quella che Padre Donsì voleva che 90 mila euro in “bond irladesi”. Soldi diventasse la casa di tutti gli anziani indigenti - dice - Una vera oasi di preghiera e che presumibilmente sarebbero stati carità cristiana. Invece oggi è diventata una fabbrica di soldi il cui accesso degli frutto della vendita della casa di padre anziani è dettato solo dalla loro pensione. In quella casa c’è anche il sudore ed il Donsì, di cui una parte venne destinata sangue di mio padre che ha lavorato una vita per avere un letto ed una sedia per per il completamento dei lavori essere accudito e come lui tanti altri cittadini. Lui è morto col desiderio di vederla dell’Oasi S.Antino e l’altra sarebbe finita ultimata. Ed oggi mi ritrovo a costituire un comitato di cittadini per riscattare nell’acquisto dei “fondi spazzatura”. quella casa e restituire la gestione alla parrocchia». Una storia dei cui risvolti non è La replica di Mascenaè chiara. «Non paghiamo il canone per protesta. Una decisione maturata e decisa dal consiglio di amministrazione della cooperativa “Comunità e servizio” per opporci contro un atteggiamento annoso da parte della chiesa – ha dichiarato su un sito internet locale, il presidente Santino Mascena». Di fatto rivendica all’Associazione “Oasi S. Antonio” interventi di messa in sicurezza della struttura. Lavori che, però, il parroco sostiene di aver già fatto eseguire da alcune ditte di loro fiducia con tanto di rilascio di certificazioni. «Venga a parlare con me il professore Mascena – esorta il religioso». Indiscrezioni rivelerebbero altresì che il presidente della cooperativa starebbe valutando un’operazione imprenditoriale con una grossa azienda del Nord Italia, cedendone la gestione a terzi. In bilico anche il futuro dei circa 40 dipendenti della cooperativa sociale che da quasi 8 mesi non percepirebbero lo stipendio. «Bisogna ristabilire tutta la verità sulla casa protetta “Oasi Sant’Antonio” – chiarisce padre Giò – sono due enti giuridicamente diversi con conti correnti e finalità diverse. Noi non abbiamo alcun interesse di natura economica: i canoni d’affitto li investiamo nell’associazione “Oasi S.Antonio” per il sociale e per la stessa casa». I due sono ormai arrivati ai ferri corti. «Noi vogliamo continuare la nostra attività, ma se le finalità non fossero coerenti con quelle della parrocchia, andremo via – spiega Mascena - fare beneficenza non è il nostro mestiere, la chiesa non deve sindacare sul nostro operato, ma vigilare moralmente e certificare la funzione sociale dell’opera». «Quella è una struttura nata dal cuore sacerdotale di padre Donsì grazie alle donazioni ed al sudore di tanti fedeli ed è un bene al servizio di tutta la comunità - replica padre Tavilla - . Questa casa ha due vocazioni. Una ecclesiale, destinata agli anziani più bisognosi, ed una vocazione di servizio al territorio, come risorsa per la comunità furcese, ed ogni azione coinvolge l’opinione pubblica». Il comitato di Metauro centonove pagina 20 Santino Metauro economia AFFARI&AMBIENTE. Ricorso dell’associazione ambientalistica Man contro la struttura turistica Giardini, porto...guai Accolto il procedimento contro un parere positivo della Soprintendenza, la cittadina ionica si prepara alla Conferenza dei servizi. Il sindaco Lo Turco. “Mai ricevuta alcuna notifica” DI TIZIANA SIDOTI GIARDINI NAXOS. Un ricorso e una Conferenza di Servizi. Due elementi dello stesso ingranaggio che come lancette d'orologio rischiano di portare l'uno indietro il tempo e l'altro in accelerazione in avanti. Il ricorso è quello di Deborah Ricciardi, presidente di M.a.n., Associazione Mediterranea per la Natura. La Conferenza, l’ennesima, è quella convocata per il 24 marzo dal Comune di Giardini Naxos. Il centro del “quadrante” è il progetto del porto turistico giardinese. Che, esecutivo, pare pronto al rush finale dell'approvazione in via definitiva. Ma il ricorso di “M.a.n.”, impegnata per la protezione ambientale, può rimescolare le carte, riportando indietro a prima di un'altra Conferenza, quella del 7 giugno 2011, quando il progetto aveva il “no” della Soprintendenza di Messina. Il Comune di Giardini però pare non saperne nulla e, incassato il “sì” dell'ex Soprintendente Salvatore Scuto, ha continuato nell'iter, "veleggiando" verso il traguardo. IL RICORSO “SCONOSCIUTO”. «Abbiamo presentato ricorso gerarchico contro il parere positivo di Scuto all'Assessorato regionale ed è stato accolto», fa sapere Gianni Mento da “M.a.n.”. Intanto al Comune di Giardini si prepara la Conferenza. «Il progetto scelto è quello della Tecnis Spa. Alla Conferenza sono stati convocati tutti i 17 enti già presenti nel 2011, tra cui la Soprintendenza, e che avevano dato La baia di Giardini Naxos tutti parere favorevole. Gli enti avevano fatto delle precisazioni che obbligavano a delle condizioni: sono stati fatti tutti i controlli richiesti e la Tecnis ha elaborato il progetto esecutivo e lo presenterà il 24 per essere approvato definitivamente. Se approvato, la ditta procederà alle richieste di rito», annuncia Pancrazio Lo Turco, sindaco di Giardini. Che dice: «Un ricorso? Sono tutte chiacchiere. A noi come Comune non è stato comunicato nulla. Non ne è arrivata copia nè ci è stato comunicato l'esito. Ci atteniamo alle carte che abbiamo in mano». Il ricorso, invece, c'è ed è stato inoltrato il 26 febbraio 2013 dalla Ricciardi al Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Servizio Tutela e Acquisizioni. Ed il 3 giugno 2013 è stato accolto dall'Assessorato, facente capo al suddetto Dipartimento con decreto del suo dirigente generale. CRONO-QUERELLE. Per capire occorre un passo indietro. Al 7 giugno 2011, quando in Conferenza dei Servizi al Comune giardinese, presenti tra gli altri il Soprintendente del tempo, Scuto, e Maria Costanza Lentini per il Parco Archeologico di Naxos, si discuteva sulla realizzazione di un porto turistico. Per il quale erano stati proposti due progetti, l'uno della 7 Marzo 2014 Tecnis e l'altro della Net Group. E che nel 2008 aveva incassato provvedimento negativo della Soprintendenza messinese circa la fattibilità. Ad apertura dei lavori si era anche richiamata la nota della Soprintendenza del Mare che riteneva necessaria una campagna di indagini per verificare beni culturali sommersi. In Conferenza Scuto revoca il provvedimento negativo ed esprime il suo parere favorevole. Da qui l'iter che ha portato a varie tappe fino alla Conferenza del 24. Il ricorso è proprio contro i due provvedimenti di Scuto ossia revoca e parere positivo, per i quali si chiede l'annullamento. Nel testo si evidenzia che i progetti prevedono “consistenti opere ed interventi” a mare e nella fascia di rispetto del Parco Archeologico, soggetti a vari vincoli tra cui paesaggistici, archeologici, divieto di nuove costruzioni entro 200 metri dai confini dei parchi archeologici, norme di salvaguardia del Piano paesaggistico-Ambito 9, aree costiere di particolare interesse nel raggio di 300 metri e relative a Capo Schisò. E come i provvedimenti di Scuto, oltre a riguardare aree soggette a regime plurimo di tutela, “mancano di qualunque motivazione, maggiormente importante” per via dei vincoli, e sono adottati dal Soprintendente “che notoriamente ha solo compiti amministrativi di coordinamento e non tecnicoscientifici, di stretta competenza delle Unità Operative”. A giugno 2013 arriva l'accoglimento, ritenendo tra l'altro che sono state violate le norme di tutela dell'area di rispetto del Parco, che la valutazione tecnica del Soprintendente Scuto è senza motivazioni, e che i pareri impugnati nel ricorso sarebbero viziati. E l'esito del ricorso è stato notificato alla ricorrente presidente di M.a.n., alla Soprintendenza di Messina, Unità per i Beni Paesaggistici e Archeologici, e al Parco Archeologico di Naxos. Non al Comune di Giardini. Che ignora il tutto. ZOOM Istituzioni contro NESSUN APPELLO CONTRO LA DECISIONE DELLA REGIONE. IL COMUNE: “SE SOLO LO AVESSIMO SAPUTO...” Rocco Scimone MESSINA. «Noi non sappiamo nulla», ribadisce a proposito del ricorso accolto dell'associazione "M.a.n", il sindaco di Giardini, Pancrazio Lo Turco. Che seguita: «Il problema è semplicissimo: in sede di Conferenza di Servizi la Soprintendenza dovrà comunicarcelo». Ed evidenzia: «Se avessimo saputo del ricorso, avremmo potuto ricorrere contro». Per impugnare il provvedimento di accoglimento del ricorso, era ammesso ricorso giurisdizionale al Tar competente o straordinario al Presidente della Regione, rispettivamente entro 60 e 120 giorni dall'avvenuta notifica del decreto d'accoglimento. Ma parrebbe che nessuno dei destinatari della notifica, ossia il Parco Archeologico di Naxos e la centonove pagina 21 Soprintendenza di Messina, oltre alla ricorrente Ricciardi, ne avrebbe esercitato il diritto. Ed il sindaco Lo Turco annuncia: «Se il ricorso c'è ed è stato accolto, dovremmo chiedere alla Soprintendenza di sostenere delle spese che ci sono state». Il riferimento è all'iter che ha portato all'elaborazione del progetto esecutivo della catanese Tecnis Spa, società dal core business nelle grandi infrastrutture, autrice anche del porto turistico di Marina di Ragusa, un hub con 850 posti circa per imbarcazioni dai 10 metri ai maxiyacht, oltre alle strutture di supporto, quali opere di viabilità e parcheggi, officine, club nautico, bastione panoramico, servizi per disabili e infrastrutture ricettive, con due bracci di 790 e di 390 metri. Risponde l'attuale Soprintendente di Messina, Rocco Scimone, titolare della Soprintendenza prima di Salvatore Scuto: «Il problema che il Comune di Giardini non sappia del ricorso non è un problema mio ma è il Comune che doveva istruirsi sulla questione». E annuncia: «Il ricorso è stato recepito. Non è stato bocciato nulla ma abbiamo l'obbligo di riesprimerci. E lo faremo il giorno della Conferenza del 24 marzo». (T.S.) 7 Marzo 2014 economia UOMINI&BUSINESS. Storia dell’albergo che guarda Taormina. E del suo fondatore Antares domina Letojanni Prima di tre hotels del circondario, la struttura è stata costruita da Germano Cincherini negli anni ‘70. Il gruppo si è espanso a Taormina e Giardini. Ecco come. E perchè DI VINCENZO LOMBARDO Viaggiando sulla autostrada Me CT in direzione Catania, superato lo svincolo di Roccalumera si apre un sontuoso scenario panoramico che abbaglia gli occhi dei viaggiatori. A levante lunghi litorali sui quali si alternano sabbia e ghiaia, bagnati da un cristallino mare limpido con sullo sfondo Capo d'Armi, il promontorio di Lazzàro (RC), dal quale parte l’imbuto dello stretto. Ad ovest, incastonata , nella suggestiva collina di fronte a Taormina, si staglia, da un’altura che domina il paese di Letojanni , l’Hotel Antares. La struttura è inserita in una cornice paesaggistica di incomparabile bellezza, sulla sommità di un verdeggiante promontorio che si protende ora dolcemente ora a picco verso acque dai riflessi turchesi. Per accedervi si passa da una stradina, via Germano Chincherini, che si inerpica dalla statale sottostante al viadotto dell’autostrada e termina il suo percorso fin davanti alla porta d’ingresso. Pochi sanno chi sia Germano Chincherini, e del perché il Comune di Letojanni gli abbia dedicato una via a imperituro ricordo. Egli nasce nel 1937 a Limone sul Garda. Fin da piccolo lotta per la vita. Si adatta a sbarcare il lunario facendo i lavori più umili. Alla fine degli anni 50’ con i genitori e i 5 fratelli gestisce una piccola pensione e, nei ritagli di tempo, vende con un tipico carretto locale, grappoli di limoni sulla strada principale. In quegli anni ha un incontro fortunato. Conosce un pastore protestante danese, Eilif Krogager, fondatore e proprietario dell’agenzia Tjaerborg, che comprese le potenzialità per il turismo di massa in Italia, decide di puntare sul giovane Chincherini: lo finanzia e lo mette in condizione di creare la prima grande struttura alberghiera. Nasce così la Chincherini Hotels. Negli anni sessanta e settanta la Chincherini Hotels si espande fino a arrivare a gestire 58 alberghi, fra strutture di proprietà e in affitto, dislocate in tutta Italia, (Roma, Ischia, Dolomiti, Liguria, Lago maggiore, Lago di Garda, Monte Bondone). Negli anni ottanta, in occasione di un suo viaggio in Sicilia, rimane letteralmente rapito dalla baia di Letojanni e da quella perla dello Jonio che è Taormina. Approfittando del periodo di espansione urbanistica dei Comuni e delle favorevoli condizioni per gli investimenti concessi dalla Regione agli operatori del settore turistico alberghiero, si butta a capofitto nella impresa di realizzare un grande L’Hotel Antares LA SCHEDA RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): 7,50 Storia trentennale: 7 Andamento economico: 7 Rapporto Occupazione/Territorio Partner di Iniziative Sociali: 6 Sponsor Attività Sportive/Umanitarie: 10 complesso alberghiero a Letojanni, articolato in tre strutture ricettive: Antares, le Terrazze e Olimpo. Per un totale di 358 camere munite di servizi di elevata qualità. Meta ideale di una clientela di massa, tuttavia, esigente. A Giardini Naxos costruisce il Caesar Palace Hotel, lungo Strada Statale Orientale Sicula SS. 114, target Family 220 camere, centro Congressi. A Taormina crea l’hotel Ariston & Palazzo Santa Caterina, con oltre 119 camere di diverse tipologie; presso il Palazzo Santa Caterina, distante circa 50 metri dall'Ariston, altre 27 camere, tutte ricavate dalla completa ristrutturazione dell'antico palazzo, target business class. E’ il periodo nel quale Germano Chincherini rivoluziona il proprio modello di business. Fonda una nuova compagnia , la Park Hotels Italia che gestisce centralmente tutta la rete di servizi di una catena alberghiera moderna il cui mercato di riferimento prevalente è quello internazionale. Un’ organizzazione articolata in divisioni operative che monitorano e governano tutti processi logistici e commerciali connessi all’esercizio dell’attività turistica alberghiera: agenzia viaggi e centrali di prenotazioni, magazzini centralizzati per gli acquisti, uffici di controllo costi e di programmazione nonché un’impresa edile per le ristrutturazioni e la costruzione di nuovi alberghi. La società Bellatrix S.r.l. si occupa, invece, della gestione operativa delle strutture alberghiere, tutte di pregio inserite nella classe 4 stelle, con un’offerta complessiva di oltre 1600 camere e circa 80 appartamenti in resort.Nel ‘90 la passione per i viaggi lo porta in Kenya, dove ama soggiornare e conosce la realtà non sempre idilliaca del paese. Qui nasce la profonda amicizia con Padre Angelo, un religioso missionario, e inizia l’aiuto nei confronti delle popolazioni locali. Nel 2000 Germano Chincherini muore in Sicilia durante un viaggio di lavoro lasciando incompiute alcune grandi idee. Per espressa sua volontà testamentaria nasce nel 2001 la Fondazione Germano Chincherini Onlus. Costituita e dotata delle risorse iniziali dalla moglie di Germano, Helena Malm, che ha osservato scrupolosamente e con assoluta fedeltà la volontà di Germano, assumendone nel contempo la Presidenza a vita. La Fondazione ha ottenuto il riconoscimento quale ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) da parte del Ministero delle Finanze, ed è stata iscritta nell’albo degli enti che possono beneficiare del contributo IRPEF del 5 per mille. Gli scopi istituzionali della Fondazione sono la tutela e l’aiuto a favore di bambini, giovani e infanti poveri e bisognosi, con particolare riguardo alle situazioni più disagiate dei paesi del terzo mondo, senza dimenticare supporto e sostegno a favore di altre istituzioni religiose e laiche operanti nello stesso settore. In Italia ha supportato istituzioni benefiche come i missionari Comboniani, ha erogato borse di studio e si è occupata di sostegno verso enti e istituzioni in ambito scolastico, sportivo e assistenziale per anziani e portatori di handicap. centonove pagina 22 L’ANALISI Andamento Economico Messina. Il Gruppo Chincherini non presenta un bilancio consolidato d’insieme. I dati esaminati riguardano la società di gestione Bellatrix S.r.l.. Capitale sociale euro 2.500mila. Soci: Helena Malm Gundel, vedova del fondatore, che possiede il 94,90% delle quote, Nova Domus S.p.A. 5%, Fedrizzi Roberto 0,10%. Dipendenti 380. Il fatturato nel 2012 di euro 44.205.000 è sostanzialmente invariato rispetto a quello dell’anno precedente. Il dato è in decisa controtendenza rispetto a quelli registrati nel settore che ha visto una contrazione di presenze del 2,5% rispetto al 2011. Che, tradotto in cifre, ha significato una perdita unitaria di 7 milioni di pernottamenti alberghieri, che accomunati alla parallela flessione dell’indotto ed alla generica frenata delle tariffe ha generato un calo stimabile per il settore in 3 miliardi di Euro per il giro d’affari ed un decremento del 10% dei fatturati delle sole imprese ricettive. Pur in una situazione congiunturale sfavorevole, la società ha investito in opere ammodernamento, manutenzioni, impianti e macchinari la ragguardevole cifra di 5.730mila euro. Il Patrimonio Netto, già solido, ha avuto nel 2012 un ulteriore incremento del 4,6% raggiungendo il valore di 8.869mila. Spiccano tra le attività correnti la voce crediti per euro 23.422mila classificati come “diversi” che non sono chiaramente specificati. Potrebbero essere delle partite di giro infragruppo considerata la slegata composizione societaria. L’indebitamento finanziario è di 20.844mila in decrescita rispetto a quello dell’anno precedente. E il rapporto Indebitamento Patrimonio Netto si attesta al 2,1%. Entro i limiti della sostenibilità. Buono il capitale circolante, euro 7.192. Il che vuol dire che con le risorse finanziarie reperite a medio e lungo termine ( a costi contenuti) ha finanziato gli investimenti egli sono rimaste residue risorse da immettere nella gestione corrente con un risparmio complessivo di oneri finanziari. Gli utili 2012 sono stati di 513mila euro. Nel 2011 erano stati di soli 40mila. Il considerevole incremento lo si deve per proventi straordinari, rivenienti da partecipazioni. Buona la liquidità, euro 1.977mila e soddisfacente il cash flow di euro 2.067mila. Positivo il ROE + 5,92%. Buona notizia per chi ha investito nell’azienda. Outlook: discreto con tendenza al miglioramento di posizione. 7 Marzo 2014 economia OCCASIONI. Varato il bando per le Zfu. Ecco cosa accadrà in città. E chi ne trarrà beneficio Messina fa la zona franca Sgravi, agevolazioni ed esenzioni fiscali e contributive per l’area che parte dalla Falce ed arriva fino a Tremestieri. Ecco come accedere ai benefici del programma ministeriale MESSINA. Dal 23 gennaio, la Sicilia è “zona franca”. Agevolazioni, esenzioni ed esoneri contributivi fino a 200mila euro, e fondi per 182 milioni di euro ai quali accedere tramite il bando pubblicato a mezzogiorno di mercoledi 5 marzo e aperto fino al 23 maggio. A Messina, di zone franche urbane ne sono state identificate due: il capoluogo e Barcellona. Zone, secondo la legge, soggette a degrado e sottosviluppo economico. Nel 2008, l’allora assessore allo Sviluppo economico del comune di Messina, Gianfranco Scoglio, identificò come tale, a Messina, l’area che dalla falce si estende fino a Tremestieri e comprende quindi Larderia e le zone che, da industriali, presto passeranno a residenziali, sulle quali riversare tutta la cubatura in eccesso sottratta alle colline. Messina è stata scelta in virtù di un tasso di disoccupazione, rilevato al 2005, del 13,1% (il più basso tra tutte le aree ammesse, ma praticamente doppio rispetto a quello nazionale dell’epoca, stimato nel 7,7%). “Sono opportunamente descritti e commentati ulteriori indicatori di disagio quali la presenza di microcriminalità, un tasso di “casalinghità” molto elevato, una presenza di immigrati più elevata nella ZFU (rispetto al resto della città, ndr.). Infine, sono contenute descrizioni qualitative sulle potenzialità socio-economiche dell'area nella sezione relativa alle motivazioni progettuali”, si legge nell’istruttoria che ha permesso a Messina di essere “tirata per i capelli” all’interno del novero delle dodici Zfu. Perchè, se la città era probabilmente la meno “disastrata” del novero, la proposta ha suscitato apprezzamento. “Risultano quasi buone le modalità di gestione previste per la ZFU. Il giudizio della proposta risulta alto”, conclude l’istruttoria. Nello specifico, cosa comporta l’inserimento della città dello stretto nel programma ministeriale? Esenzioni, fino ad un tetto massimo di 200mila euro massimo, dalle imposte sui redditi Irpef, Irap e Ires, dalla Tasi e dall’esonero contributivo delle retribuzioni da lavoro dipendente a tempo indeterminato, a contratto almeno per un anno e part time. Agevolazioni riservate alle imprese che avranno sede all’interno dei confini della Zfu. Per quanto tempo? L’esenzione è totale per i primi cinque anni, per poi ridursi progressivamente fino al 20% tra il tredicesimo ed il quattordicesimo anno. Il Comune di messina si è attivato tramite il “Centro Servizi Imprenditorialità” che ha sede presso l’UrbanLab, al Palacultura. Oltre che al prossimo “boom” edilizio delle zone ex Asi, all’interno dell’area Zfu si sono concentrati, negli anni, grossa parte dei Prusst, il progetto “porti e stazioni”, la piastra logistica di Tremestieri ed i vari progetti di recupero turistico e porticcioli contenuti nel piano strategico Messina 2020. Oltre a questi, c’è in ballo la continuazione della via Don Blasco e la via del Mare. Una serie di ipotesi progettuali che hanno già fatto sviluppare un certo appetito intorno all’area. E gli studi notarili già “fremono” (A.C.) LEGALMENTE AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI PALERMO AVVISO DI GARA Questa Azienda ha indetto, con deliberazione n.395 del 05.11.2013, procedura aperta per l’affidamento del servizio integrato di gestione energetica che si compone della fornitura dei vettori energetici e della gestione, conduzione e manutenzione degli impianti tecnologici a servizio dell’Asp di Palermo, per un periodo pari a 108 mesi.L’importo complessivo presunto dell’appalto ammonta ad Euro 126.490.000,00 oltre I.V.A. Gli atti di gara sono disponibili sul sito internet:www.asppalermo.org. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per le ore 10,00 del 07 Aprile 2014. Il bando è stato inviato alla G.U.E. il 24/02/2014. IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO PROVVEDITORATO E TECNICO Avv.to Fabio Damiani SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] centonove pagina 23 7 Marzo 2014 economia NOMINE Benvenuta Croazia DI SALVATORE CIFALÀ Il 1° Luglio la Croazia è entrata a far parte dell'Unione europea e i suoi 4,4 milioni di cittadini hanno acquisito la cittadinanza europea. La politica di allargamento dell'Unione ha dimostrato anche in questo caso la sua capacità di influire positivamente sullo sviluppo dei Paesi terzi, così da renderli conformi agli alti standard europei. La Croazia, paese dei Balcani occidentali, solo 20 anni fa è, infatti, stata teatro di una delle guerre più sanguinose che l'Europa ha vissuto dopo la seconda guerra mondiale. Dal 2003, anno in cui la Croazia ha presentato la sua domanda di adesione, il Paese ha dato vita ad una serie di riforme strutturali per adeguarsi ai requisiti e alle norme europee. In particolare, ha compiuto progressi significativi in materia di democrazia, Stato di diritto, diritti umani e tutela delle minoranze, dimostrando la sua volontà di risollevarsi e di intraprendere un cammino di crescita, che le permetterà oggi di diventare il 28° Stato membro. La sua adesione darà alle imprese e ai cittadini croati l'opportunità CONSUMATORI di godere dei benefici del mercato unico, con la sua libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali. Inoltre, gli altri Stati europei potranno sviluppare legami commerciali più stretti con il nuovo Paese membro e trarre vantaggio da un mercato unico sempre più ampio. L'ipotesi è particolarmente concreta per i Paesi confinanti, tra cui l'Italia, che confinano con la Croazia.Come ha dimostrato l'attuale crisi economica e sociale, infatti, gli Stati sono sempre più interdipendenti e necessitano di politiche coordinate per rispondere alle sfide del nostro tempo. L'adesione della Croazia al progetto Francesco Sabatino, Adoc Uil Messina Presidenza a Moschella MESSINA. Giovanni Moschella, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche e Storie delle istituzioni, è stato nominato presidente del “Centro studi e ricerche sulla criminalità mafiosa e sui fenomeni di corruzione politica -amministrativa”, istituito dall’Università di Messina. Gli obiettivi della nuova struttura sono sostenere, incentivare e divulgare l’analisi scientifica, la discussione critica e la diffusione di tutti temi connessi alle organizzazioni di tipo mafioso. SAN FILIPPO DEL MELA Perrone revisore unico SAN FILIPPO DEL MELA. Il consiglio comunale, ha eletto all’unanimità revisore dei conti Stefano Perrone. Commercialista, nel corso della carriera è stato eletto più volte come revisore dei conti in enti localie in società private. Era componente uscenteinsieme a Luisa Di Bella ed al commercialista Massimo Chiofalo. FILCTEM CGIL-PALERMO Ricornferma per Lannino PALERMO. Francesco Lannino è stato riconfermato alla guida della Filctem Cgil di Palermo. Al congresso Fiom dopo le relazioni del segretario uscente Roberto Mastrosimone, e quelle di Maurizio Calà e di Rosario Rappa, è stato eletto il nuovo direttivo di 67 componenti che tra un paio di settimane eleggerà il nuovo segretario. CONFINDUSTRIA. MESSINA Benessere e denti sani Intesa con gli albergatori Il benessere fisico di tutto il corpo passa anche attraverso una bocca sana e curata. Bastano poche e semplici azioni quotidiane per prevenire molti problemi legati a denti e gengive , che, se non curati, possono avere ripercussioni anche gravi sul benessere generale di tutto il nostro organismo. La bocca e il naso sono le più importanti vie di ingresso e di eliminazione di agenti infettivi tra cui i virus influenzali e del raffreddore . Per tale motivo l’igiene orale è fondamentale. Una buona igiene orale può essere assicurata da una corretta pulizia dei denti dopo ogni pasto con l’utilizzo di uno spazzolino con setole di media durezza . E per contribuire la prevenzione della carie è necessario passare periodicamente il filo interdentale che favorisce il mantenimento di gengive sane. Si consiglia cambiare lo spazzolino ogni tre mesi e utilizzare dentifrici, possibilmente, a base di fluoro con blandi disinfettanti. Utilizzare spazzolini elettrici contribuisce ad eliminare i residui alimentari. europeo permetterà di rendere l'Unione un attore di sempre maggior rilievo nel panorama internazionale, limitando anche l'instabilità delle frontiere europee e contribuendo alla pace e alla sicurezza sul continente. L'entrata della Croazia segnerà anche un'evoluzione nella composizione delle istituzioni dell'Unione. Neven Mimica, Commissario croato designato, entrerà a far parte del Collegio dei Commissari, come responsabile della protezione dei consumatori. Inoltre, i cittadini croati saranno rappresentati in Parlamento europeo da 12 deputati e da 7 voti al Consiglio. CENTRO STUDI ANTIMAFIA MESSINA Confindustria Messina e Aica Associazione Italiana Confindustria Alberghi hanno siglato un accordo per consolidare l’appartenenza delle Strutture ricettive della provincia ad entrambe le Associazioni, con vantaggi tangibili per le Imprese del comparto. L’intesa assicura alle Strutture ricettive aderenti a Confindustria Messina il doppio inquadramento nel sistema confindustriale, ossia l’adesione anche all’Associazione nazionale di categoria con il conseguente potenziamento dei servizi a disposizione delle imprese e la possibilità di acquisire i vantaggi di una serie di accordi, tra cui le migliori agevolazioni Siae e l’accesso all’accordo con Unicredit per finanziare piani di investimento sulle strutture ricettive. La recente intesa con l’istituto bancario, peraltro sarà presentata proprio a Confindustria Messina il prossimo 14 marzo. L’accordo tra le due organizzazioni consente di valorizzare il settore, coniugando presenza sul territorio e visione settoriale, e punta a una azione incisiva di rappresentanza degli interessi delle imprese presso le diverse sedi istituzionali, centrali e locali. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Rimborsi da 730 si complicano I rimborsi derivanti dai modelli 730 diventano più complicati: è l’effetto della legge di stabilità 2014 sui lavoratori che si avvalgono di questa modalità per effettuare la propria dichiarazione dei redditi. Infatti è stato introdotto un sistema di controlli preventivi dei modelli 730, nelle ipotesi in cui le dichiarazioni presentino un rilevante saldo a credito per il contribuente, con lo scopo di evitare indebiti rimborsi Irpef sia da parte del sostituto d’imposta, sia da parte dell’agenzia delle Entrate. In sintesi – a partire dalle dichiarazioni presentate nel 2014 – l’amministrazione finanziaria, entro sei mesi dalla scadenza dei termini previsti per la trasmissione del 730, ovvero, se successiva, dalla sua data di trasmissione, effettua controlli preventivi sull’effettiva spettanza delle detrazioni per carichi di famiglia, nell’ipotesi in cui scaturisca un rimborso complessivamente superiore a euro 4.000, anche se determinato da precedenti dichiarazioni. Se al termine della verifica preventiva il credito risulta dovuto, sarà cura delle Entrate erogare il rimborso al contribuente che ne ha diritto. La disposizione descritta non riguarda soltanto i lavoratori interessati dal 730, ma anche i datori di lavoro nella loro veste di sostituti d’imposta: peraltro, su queste novità normative e sui risvolti operativi entrano in gioco anche i Consulenti del lavoro, chiamati a gestire questi adempimenti e a fornire alle aziende la consulenza in merito. I lavoratori e i sostituti d’imposta devono quindi prestare particolare attenzione nel richiedere e nell’attribuire le detrazioni per carichi di famiglia: si ricorda che l’obbligo di presentare al datore di lavoro una nuova dichiarazione sussiste solo in caso di variazione dei dati precedentemente comunicati, ma deve essere tempestiva. Il contribuente, per evitare di dover restituire all’erario importi non spettanti, deve tener conto – ad esempio – che la detrazione per il coniuge spetta a condizione che questi non sia legalmente ed effettivamente separato e che sia “a carico”; stesso discorso riguarda i figli a carico. Inoltre, la detrazione può essere ripartita nella misura del 50% fra i genitori oppure, previo accordo tra gli stessi, spetta al genitore che possiede il reddito complessivo con ammontare più elevato, non essendo più ammessa una diversa divisione. centonove pagina 24 APPUNTAMENTI “Doppio intrigo” in mostra Pagina 26. Francesco Modica espone per la prima volta i suoi dipinti tenuti a lungo nascosti al pubblico poster 7 Marzo 2014 LIBRI Gli amori tragici di Lollo Pagina 28. Domenico Cacopardo con un’avvicente storia di provincia ambientata negli anni ‘70 MURALES DI UMANITÀ VARIA IN BREVE L’8 marzo a Messina GLI EVENTI DAL SOCIALE ALL’ESTETICA EMANUELA GIORGIANNI EVENTI. Sugli scaffali il libro per ragazzi di Serena Manfrè illustrato da Amalia Caratozzolo Scienza, donne protagoniste Cinque biografie raccontano a più piccoli come la sensibilità femminile è stata determinante nello sviluppo del sapere umano. Dalla pedagogia, alla matematica, alla medicina, all’astronomia... Squillino le trombe e rullino i tamburi! Sbarca nelle librerie Regine della scienza, Edizioni Anicia, un libro di cinque biografie illustrate di donne divenute famose per aver dedicato la loro vita al sapere. Il testo per ragazzi, che ha impronta narrativo-letteraria e intento pedagogico, porta la firma della giornalista Serena Manfrè, alla sua terza pubblicazione. Le immagini, forti e dai riferimenti vintage, sono di Amalia Caratozzolo, giovane ma già affermata artista siciliana, romana d’adozione. Il libro sarà presentato a Roma l’8 marzo alle 19 al Club HulaHoop, in occasione della Festa della donna, e inizierà così il suo tour per il Lazio. Il 9 sarà infatti a Sabaudia, alle 17, alla manifestazione artistica “MadDonna” e il 10 a Latina ospite dell’istituto “G.Giuliano” e ancora a Cisterna al “Leone Caetani”. Proseguirà poi l’11 all’istituto comprensivo di Frascati per l’VIII edizione di “Accoglienza, ricerca, irriverenza”, nell’ambito delle iniziative sulla lettura e letteratura per l’infanzia e infine, il 14, tornerà a Latina, alla libreria Piermario & Co alle 18,30. PROTAGONISTE. Dall’astronomia alla medicina, dalla matematica alla pedagogia, due sono i fili conduttori di Regine della scienza: da un lato l’indiscutibile importanza della scoperta scientifica per l’umanità; dall’altro un’energia tutta femminile che emerge con forza – a tratti facendosi pure portavoce della difesa dei diritti delle donne – dalle personalità delle protagoniste laddove alla determinazione e alla creatività della pedagoga Maria Montessori si affiancano la volontà ferrea e la genialità della ricercatrice e medico Rita Levi Montalcini, la costanza e l’abnegazione dell’astronoma Caroline Herschel, la passione sconfinata per la ricerca della verità della filosofa, nonché astronoma e matematico, Ipazia d’Alessandria e infine l’umiltà e l’amore ispiratore di Suor Celeste nei confronti di suo padre, Galileo Galilei. PASSIONE NARRATIVA. “Narrare la vita di una persona - dichiara Serena Manfrè - significa entrare nel suo mondo e tirarne fuori la storia: non solo quella estrinseca, fatta degli avvenimenti che si succedono fuori da noi nel corso di una vita, ma soprattutto quella intrinseca, che riguarda l’entità dell’individuo, la sua crescita personale, umana, lavorativa, affettiva". Narrarla a un giovanissimo pubblico è una sfida ancora più avvincente. "L’attenzione di un ragazzino - continua la giornalista - è un bene dalla preziosità inestimabile. Riuscire a coinvolgerlo, a impegnarlo nell’apprendimento di cose nuove, a lanciargli un messaggio positivo persino laddove il mondo adulto, a volte, è incapace di trasmetterne, non è impresa del tutto facile, però è quella che, forse arduamente, mi sono proposta attraverso le nostre Regine”. La decisione della donna come protagonista non è una scelta in direzione femminista. “E’ solo il risultato di un’ispirazione che proviene da quest’emisfero “F” i cui meriti nel raggiungimento di obiettivi sociali, soprattutto in termini di carriera professionale, sono sicuramente maggiori rispetto a quelli di un uomo. Rita Levi Montalcini, una delle “protagoniste” del libro, disse: “Siamo uguali, uomini e donne: entrambi un serbatoio infinito di potenzialità purtroppo ancora lontani dalla piena parità sociale”. “Intellettualmente non c’è differenza, solo che la donna è impedita alla nascita, l’uomo incoraggiato. Non si tratta di una questione genetica, ma ambientale”, conclude Serena Manfrè. centonove pagina 25 Messina si mobilita per la festa della donna. Diverse le iniziative organizzate, tutte riguardanti la figura della donna e la sua difesa da ogni punto di vista. La giornata di giovedì 6 marzo si apre, alle 11, al Comune di Messina con una conferenza stampa. Alle 14.30, al Salone Pulifunzionale, Plesso “M. Trimarchi”, l’Associazione Mogli dei Medici Italiani organizzerà una tavola rotonda a tema: “Giù le mani dalle donne”. La partecipazione è aperta a tutto il territorio, a genitori, alunni e docenti. L’incontro, preseduto dalla direttrice dell’associazione, Ileana Padovano Rotondo, e dalla presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, sarà aperto da Francesca Impalà, Dirigente Scolastico I.C.Giovanni XXIIIVillaggio Aldisio. Relatori Luisa Barbaro, Flavia Patrizia Gennaro e Anna Maria Passasseo. Nello stesso giorno, alle 17, l’associazione si sposta all’Ordine dei Medici, dove terrà una conferenza sulla Medicina Estetica. L’evento, dal titolo “Estetica. Medicina nella salute e nella malattia”, illustrerà l’importanza della cura estetica, non soltanto per vanità, come, erroneamente, s’intende, ma per molto di più. Curare la pelle è fondamentale per mantenere e rispettare il proprio equilibrio psicofisico, e può inoltre essere di grande aiuto per i danni causati dalle terapie mediche aggressive o dai nuovi farmaci. Luisa Barbaro, ginecologa e responsabile del consultorio di Messina centro, spiega: «È questo il compito principale della medicina estetica, binomio tra conoscenza clinica ed estetica». A parlarne saranno i relatori: Gloria Luzza, medico estetico; Vincenzo Adamo, direttore del reparto di Oncologia dell’Ospedale Papardo, che presenterà il suo progetto “La forza e il sorriso”; Francesca Ceravolo, psicologa e Cristina Raffone, estetista del Centro Estetico Bios, con la partecipazione di Giacomo Caudo, Presidente dell’Ordine dei Medici di Messina. Invece, sabato 8 marzo, alle 17, al Palacultura, si svolgerà un incontro con le scuole di ogni ordine e grado intorno alla violenza sulle donne. Incontro nato per la premiazione del concorso, promosso dalla presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile: “La violenza sulle donne fa male anche a me!”. Il concorso si pone come obiettivo la sensibilizzazione della giovane popolazione intorno al rispetto degli altri e dei loro diritti. Barrile difende, infatti, l’importanza di istruire i cittadini del domani intorno a questi argomenti, per far fronte al dilagare di fenomeni, quali quello del femminicidio. Tra i relatori Luisa Barbaro. 7 Marzo 2014 posterappuntamenti Francesco Modica MESSINA. Francesco Modica espone per la prima volta i suoi dipinti tenuti a lungo nascosti al pubblico “Doppio intrigo” in mostra E’ il cavallo il filo conduttore dei lavori di 30 anni dell’architetto con la passione per la pittura. “Questa città all’architettura contemporanea non ha dato nessuno spazio”, accusa. DI ALESSANDRA TIMMONIERI MESSINA. «Ogni quadro è una parola, dunque una mostra è un discorso, essendo un insieme di dipinti; così mi disse Enzo Celi. Ecco, in questa mia mostra ci sono tanti discorsi, ma un'unica parola e cioè il cavallo, perché è diverso da tutti gli altri, è una frase a sé, è nato da solo e si distingue da tutto ciò che c'è nell'esposizione». Con queste parole Francesco Modica presenta "Doppio intrigo", la mostra tenutasi fino a domenica 2 marzo presso il Monte di Pietà. Architetto di professione, ma da sempre dedito alla pittura, l'artista si è lasciato convincere da amici e colleghi architetti (la mostra è stata infatti patrocinata dall'Ordine degli architetti della provincia di Messina, insieme alla Fondazione Architetti nel Mediterraneo e alla promozione culturale Prometeo) a mettere insieme dipinti creati in oltre trent'anni di attività. Il primo quadro, infatti, risale al 1977, quando Modica aveva appena diciott'anni. Cos'ha quindi spinto l'autore a mostrare al pubblico tutte queste opere custodite in segreto per tanti anni? La risposta dell'architetto non nasconde una certa amarezza: «Io nasco architetto, ma cosa c'è di nuovo, di artisticamente valido, quale spazio è dato all'architettura contemporanea in questa città? Praticamente il vuoto assoluto». E allora largo alla pittura. La mostra fin dal titolo rivela la sua duplicità di interpretazioni: da un lato grandi ritratti di visi ben definiti con un largo uso di colore, con particolare forza e intensità sugli occhi e le bocche; dall'altro corpi stilizzati con il solo utilizzo del bianco, figure di coppie ben attentamente e anatomicamente delineate ma che lasciano, di proposito, indefinitezza nei volti, come a significare una mancanza, un'indeterminatezza di fondo. Come lo stesso Modica spiega, infatti, “nei dipinti dei volti, ora femminili, ora maschili, lo spazio è lasciato al trasparire delle emozioni, che si manifestano in maniera violenta, come nel caso degli urli, che impetuosamente palesano sensazioni forti, oppure in maniera più pacata, per mezzo di espressioni più impenetrabili che possono suggerire diverse chiavi di lettura”. Dunque, se ciò che si ricava dai ritratti dei grandi volti è l'introspezione, invece sono da ricercarsi vere e proprie storie dietro le rappresentazioni dei corpi. Come per l'impostazione dei visi, anche qui il punto di partenza è la geometria: con tratti veloci e rapide tracce di disegno, infatti, Modica crea un incontro di linee che fanno sì che i corpi, di donna e uomo, si uniscano e fondano insieme, dando l'impressione di continuità, quasi di infinito, risultante da un utilizzo della linea che non si frantuma, non si spezza, non si interrompe, ma piuttosto si unisce e ripiega sempre su se stessa. Questo tipo di approccio, sicuramente molto tecnico e geometrico, tuttavia non crea un tipo di arte per così dire asettica, mera unione di segni e linee. Al contrario, proprio l'assenza di definizione nei volti delle coppie, la voluta mancanza di espressioni, e il peso dato alle forme dei corpi, che ora si fondono in amplessi, ora si sovrappongono in incontri, ora rimandano a vere e proprie rivisitazioni mitologiche (è il caso di Apollo e Dafne, dove la ragazza, ripiegata su se stessa, è sul punto di trasformarsi in albero), danno la sensazione di potersi tranquillamente immedesimare in ciò che è rappresentato. Se è vero infatti che dai quadri dei grandi volti emerge l'introspezione, l'emotività, dai numerosi dipinti dei corpi vengono fuori invece delle vere e proprie storie; ciascuno può rivedere in essi situazioni comuni, universali, episodi in cui ritrovarsi, e proprio l'indefinitezza del disegno rende più facile questo percorso di immedesimazione. Unico momento della mostra in cui i corpi non si fondono, non si sovrappongono, bensì si allontanano è quello della tela in cui i due protagonisti si danno le spalle, in un'atmosfera buia, su un letto sfatto, dove si può realmente percepire l'incapacità di comunicazione, la difficoltà di ritrovarsi, l'incomunicabilità data da una distanza incolmabile che ha reso impossibile ogni forma di dialogo. Immagine, questa, in cui facilmente ciascuno può rispecchiarsi. TEATRO La rinascita di Tindari ECCO IL PROGRAMMA DELLA STAGIONE DEL “NUOVO” TRA PROSA E MUSICA Il teatro “Beniamino Joppolo” di Patti si apre con coraggio alla drammaturgia contemporanea, e rende giustizia a Joppolo stesso. La nuova stagione nella cittadina del teatro antico di Tindari viene inaugurata dalla prima edizione di Scena Nuda, una rassegna di prosa e musica voluta dall'associazione Filokalòn, a integrare l'offerta culturale del cartellone stilato dall'amministrazione comunale. Scena Nuda sta offrendo otto spettacoli fino a giugno inoltrato, contando sulle sue proprie risorse e competenze, di natura professionale e umana e, com'è naturale, più strettamente economica: “Negli ultimi anni a Patti c'è una maggiore attenzione al teatro – osserva Michelangelo Maria Zanghì, direttore artistico di Scena Nuda - In particolare dal 2010, quando nacque un comitato spontaneo che iniziò a battersi contro la gestione privata in atto fino a quel momento, affinché il Teatro Comunale tornasse alla Città e ai cittadini. Credo che i Teatri di provincia siano l'unica possibilità di sopravvivenza della cultura. I grandi teatri falliscono ogni giorno. Gli Enti, le Regioni, le Fondazioni, i Teatri Stabili, sono i mostri che stanno uccidendo il Teatro”. Legati dal segno della parola contemporanea, i primi 2 spettacoli già andati in scena: in apertura “Mamma. Piccole tragedie minimali” è un testo di Annibale Ruccello interpretato dal poliedrico Gianluca Cesale, unico attore sul palco diretto da Roberto Bonaventura della compagnia Castello di Sancio Panza. Quattro storie di femmine popolari e grottesche, centonove pagina 26 esilaranti e dolorose nella verità cruda. Secondo appuntamento trascorso, “Mari” di Tino Caspanello, con l'autore stesso anche in scena insieme a Cinzia Muscolino. Un allestimento molto fortunato, scritto in dialetto messinese, di Pagliara, mette in scena un uomo e una donna nella loro relazione, un elogio del non detto. La musica debutta invece con "Napoli Opera", un tributo alla canzone classica napoletana, con il soprano Grazia Maria Luca e il polistrumentista Giovanni San Giovanni a interpretare le più celebri canzoni partenopee. “Nella scelta degli spettacoli - spiega Zanghì – abbiamo voluto mirare all'essenza dell'atto teatrale. Fondamentale è l'esperienza di Chiara Pollicita per la parte di musica da camera”. Il prossimo evento in cartellone è il 20 marzo "Promenade musicale da Bach ai giorni nostri", il duo Cordemore di Elisa Baglieri al violino e della stessa Pollicita alla chitarra, autoprodotto da Filokalòn. (Nunzia Lo Presti) posterpersonaggi IL CASO. La vena artistica di Lucio Falcone in un libro stampato “in casa” in 50 copie La precarietà in “Poesie” Il proprietario di “Pungitopo” di Gioiosa Marea debutta con una pubblicazione fuori commercio. Un affresco della condizione umana sulla scia della poetessa di Case Basse Maria Costa DI FELICE IRRERA Dapprima, chi comincia solo a scorrere l’indice della prima sezione (“Oggettuale”) di questo volumetto di Lucio Falcone (“Poesie”, Pungitopo Editore, Gioiosa Marea 2013) rimane spiazzato dal leggere i titoli delle composizioni. Perché tante parole unite tra loro come “Ventattindari”, “Castellodimare”, “Ntovidiriesvidiri”, “Eddiononvoglia”, “Dicodelcielo” Costaovancudibbarca”, “Mmuttannusincoddu”, e così via? Poi, leggendo le singole poesie, si comprende che non è davvero un vezzo da neoavanguardia, ma piuttosto l’immissione cercata, voluta e sentita nel lessico popolare magari con echi della poesia, ben conosciuta dall’autore, della poetessa di Case Basse, Maria Costa, nella quale l’immissione nel mito e nella storia avviene attraverso l’appropriazione dei modi di dire popolari. Pensiamo, ad esempio, in “Scirocco” (che fa parte della I sezione del libro, “Oggettuale”) ad una “Circe sucamasculi-spasciafamigghi” che trasporta dal mito alla realtà di vicende di ogni giorno la figura della maga resa celebre da Omero, e a come, nella stessa poesia, la metafora acquista forza e significato pregnante proprio dall’unione in una di più parole (“pettinando a casaccio lospecchiodimare”). La parola, resa in tal modo unica e originale, costituisce la forza di una poesia che si carica pertanto di un più robusto, energico, esclusivo ed anche diverso significato, rispetto a quello dei termini:“mattinobeipensieri”, “mareturchialamarina”, “sapidazuppadipaneppianto”, “charriciatanuntosonnu”, “mmuttannusincoddu”, “viaticobonuammanciari”, “sguardopersodifanciullaffacciata”, “chiancirierridiri”. Altrove, come in “Storia” (“lucuntudilicunti/storiesenzastoria/settantannidist orie”), in “Porta porta” (avanzaportaarretaporta/portoaperto-nonimporta/cunniporta) e in “Reginadeituoigiornidiluce” (“camicia bandiera/ camiciadeltuogiorno/ bandieradelsudario/bandieradeltuoaffanno”) è la cantilena, ripetuta con appropriate varianti, a suggerire, al contempo, la ripetitività e la variabilità del corso degli eventi. E comunque dominano in “Oggettuale” i campi semantici della luce, del cielo e del mare, declinati con infinite variazioni sul tema. Nella seconda sezione, “Ablativo”, le parole tendono ora a staccarsi, sia pure per accompagnare sempre e soltanto il flusso dei pensieri, sottolineato dalla quasi totale assenza di punteggiatura e dalle minuscole. Emergono frammenti di vita anche personali (“io vorrei di mio padre/coraggio di essere e di sognare”), brandelli d’incontri e conversazioni (“Madrigale”), sensazioni e sogni (“Con gli occhi chiusi”), ma anche e soprattutto “solo astrazioni, frammenti” (“Racconto”). Lo sguardo del poeta si posa sugli altri, sulla traccia, appena una traccia, che le loro esistenze hanno lasciato, ma è solo un elenco di gesti e di suoni: “tintinnio di moneta sonante/rumore di passi/intorno un gran silenzio/suono di violino…/un colpo di telefono” (“Stella-diva”). Segue l’ampia sezione delle “Storie”, in cui le parole di nuovo si uniscono per raccontare con esiti epici frammenti di eventi che vanno dalla Genesi alle antiche storie di popoli: cananei, filistei, egizi, carovanieri e capipolo, schiavi e califfi e poi il Medioevo e, di volata, la guerra più recente. Il filo sottile che lega tutto è una memoria di fatti frantumata, che pure macina immagine dopo immagine, che fa tracimare le parole dai pensieri come un fiume in piena che rompe gli argini e si spande ovunque, dividendosi in mille tumultuosi torrenti. Impossibile appare al poeta ridurre tutto ad unità, trovare un filo logico, la chiave che permetta di decifrare il codice della vita. La sezione di “Caffè pagato” racchiude le composizioni più recenti (2010-13). Continua qui la mescolanza linguistica tra parole o frasi composte dialettali (“pignataranni”, “nzunnacchiatu”, “banniu”, “all’ancallaria”, “jurnatedd’i suli”, ecc.) e voci italiane, anch’esse (anche se un po’ meno spesso) composte: si affastellano elenchi di visioni, sadsad avvenimenti, parole che frullano come uccelli nell’aria, fanno balenare impressioni visive subito superate da altre. Emerge qui, come poi in tutta la silloge, il non-senso di una vita che dà e toglie senza un perché (“mistero fatto commedia”, “a domani/il verdetto di domani”), impossibile da indagare (“servisse a qualcosa/contare i passi”), al massimo, “Porteremo via da qui/banali foto ricordo/di meravigliosi ruderi ciclopici”; all’uomo tocca solo “irrigare una disperata speranza/verdura amara”. Così, il poeta non può che pensare a “suoni e gesti/che riempiono e tradiscono le nostre giornate/col sigillo del maipiù” e non solo lui, ma tutti gli appaiono “smarriti in una serale balera difinestate/con una triste gioiadivivere/sorpresa dal temporale”. Lucio Falcone suggella, in definitiva in questa sua ampia silloge poetica, l’impossibilità di carpire il segreto delle cose, segnala proprio con il suo stile frantumato la precarietà della condizione umana, l’impossibilità di scoprire, come cercava di fare Eugenio Montale (“I limoni”), “il filo da disbrogliare che finalmente ci metta/nel mezzo di una verità”. A destra, Lucio Falcone centonove pagina 27 7 Marzo 2014 L’INTERVISTA “Un atto di generosità” L’EDITORE-POETA SPIEGA LA DECISIONE DI “PUBBLICARSI” Difficile trovare un momento in cui è libero da impegni. Lo s’incontra per caso mentre corre trafelato ad un incontro o ad una presentazione oppure durante una di queste e poi…via di volata. Intercettato, risponde, però, con affabilità alle domande. Vien subito da chiedersi il motivo per cui chi fa il “mestiere” dell’editore, come Lucio Falcone, e di solito pubblica produzioni altrui, decide di farlo con le “sue” poesie, sia pure “fuori commercio”. “Pubblicare, cioè offrire qualcosa che ti appartiene ad un pubblico è un dare, un donare che, come ogni dare, è un atto anzitutto egoistico perché dà piacere al donatore, sia pure con la speranza che altrettanta piacevolezza provi il destinatario. Ho pubblicato in una cinquantina di copie le poesie che adesso qualcuno ha per le mani spinto solo da questo sentimento, rassicurato dall’editore, che avverte che scrivere poesie non fa poeta, come scattare fotografie non fa fotografo”, spiega Falcone. Che precisa: “Quanto alla pubblicazione, l’ho fatta in ‘casa’ editrice Pungitopo perché è ‘la mia casa’ da un quarantennio. Sarebbe stato quasi contro natura fare diversamente. Ho stabilito però anche in questa vicenda, una distanza, un fuori (fuori collana, fuori commercio) che risponde alla mia natura. Affido così le pagine al loro destino, ad una sorte che non spetta più a me. Le opere dell’ingegno umano, se pubblicate, - sottolinea l’editore spettano al genere umano. Il mercato, e la legislazione che lo governa, spesso stravolge tutto: gonfia, nega, cancella, privilegia, dimentica. È idiota, ovvero risponde solo a interessi privati (sacrosanti, ma in che misura?). Basti pensare al caso Lucio Piccolo ed alle sorti della sua poesia, che rischia, per questioni di mercato, il silenzio. Per quello che vale, ho voluto che le mie poesie raggiungessero tutti coloro che intendano leggerla. E mi rincresce se, esaurite le poche copie stampate, per mettere le mie pagine a disposizione di ulteriori lettori non ho potuto far altro che donare qualche volume a biblioteche pubbliche o proporle in ebook, per pochi spiccioli. Ho inteso garantire così non il possesso del volume, ma la possibilità a chiunque di leggerlo. In fondo è stato questo l’accordo raggiunto fra editore e autore, adesso ambedue soddisfatti. Ci saranno pure alla base di questa scrittura poeti, italiani o stranieri che siano… Non so dire: la ridda dei nomi che inizierei a elencare rischierebbe ingiuste omissioni o imperdonabili dimenticanze e l’imbarazzo di una graduatoria”. Mettendoci dalla parte del lettore, non si potrebbe temere di poterlo sconcertare con l’uso di tante parole unite tra loro, non separate dai consueti spazi bianchi, insomma pluricomposte? “Qui il nodo. Non ho scritto poesie ‘per’, non ho previsto un lettore. Sembra paradossale: pubblicare per chi? Ma non avrei saputo fare diversamente. Scopro da autore che pubblicare è un atto di spudoratezza: ci si priva (o libera) del pudore fin qui garantito dal cassetto della propria scrivania. La mia è una poesia che rischia di risultare ‘difficile’, ma non volutamente, né per eccentricità. Raggrumare parole perché diventino unico ‘oggetto’ è un’esigenza da me sentita circa due decenni fa (mi riferisco a quelle della prima sezione). Ho sciolto in unica soluzione significanti che ‘pluricomposti’ o saldati assumono altra accezione. Li avverto come oggetti, miei, nuovi ai miei occhi. Né hanno la stessa valenza delle parole che la compongono. Ma non penso che sia una novità. Sono pluricomposte già molte parole: c’è una distanza tra “pomidoro” e “pomi d’oro”, tra “figghiu ciatu” e “figghiuciatu”, tra “pane e vino” e “panevvino”. Tanto vale per intere espressioni, che tendono anche ad accostarsi quanto più possibile alla lingua parlata, alla quale cerco di essere fedele. Solo ultimamente, forse con l’approssimarsi della pubblicazione e quindi della figura ‘nuova’ di un eventuale lettore, ho voluto segnare gli accenti di questi ‘grumi’, più per guidarne la lettura, fissare una loro musicalità, che altro. Laddove essi mancano di accenti, ho previsto una lettura sillabata. Insomma, comunicare qualcosa, estrinsecare se stesso, le proprie esperienze, la propria esistenza o semplicemente testimoniare il paradosso di una difficoltà nel mondo della comunicazione globale di far giungere il proprio messaggio? “Queste pagine sono solo “pizzini nella bottiglia”, senza destinatario. Senza presumere che queste “parole ora in viaggio” raggiungano felicemente itache tanto agognate, spero che diano un po’ di bellezza a chi avrà la sorte di imbattersi in esse, e a lui rivolgerò il mio “lieto di poter servire!”, conclude Lucio Falcone. (F.I) 7 Marzo 2014 posterlibri A TU PER TU. Domenico Cacopardo in libreria con un’avvincente storia di provincia ambientata negli anni ‘70 Gli amori tragici di Lollo Il protagonista de“Il delitto dell’Immacolata” tra relazioni pericolose, tradimenti e omicidi. Ecco come lo scrittore risponde alle domande sulla condizione della donna nel mondo DI NINO CARABELLÒ Da qualche giorno è in libreria, per i tipi di Marsilio Editori, Il delitto dell’Immacolata, l’ultima fatica letteraria di Domenico Cacopardo. Più che un giallo, è la storia che Filippo Soliméni detto Lollo racconta della sua vita, segnata dalla morte per strangolamento di due donne con cui egli ha avuto relazioni intime. Le assassinate sono Immacolata Pianuzza in Barbalonga Chirò di 32 anni, sposata con Gerardo, maestro di violino al Conservatorio, e Lia, coetanea. Gli avvenimenti si svolgono tra Messina e Letojanni negli anni 1975-76. A partire dal libro, in cui il caso è costituito non tanto dagli omicidi da risolvere quanto piuttosto dal protagonista e dalla sua controversa personalità umana ed erotico-affettiva, abbiamo rivolto alcune domande a Domenico Cacopardo. Per quanto sia stato pubblicato nella collana dei gialli Marsilio, Il delitto dell’Immacolata non sembra avere i caratteri di un giallo. Qual è il pensiero dell’autore? “Gli editori amano semplificare. Per questo motivo, in assenza di idee promozionali, si attaccano ai ‘generi’. Il giallo, comunque, va perché ha un pubblico di appassionati? Allora, si battezza ‘giallo’ qualsiasi opera in cui ci sia un omicidio. Anche un furto, a dire il vero, basta. Nell’avvertenza premessa al testo, si legge che “persone, circostanze e luoghi sono frutto della fantasia dell’autore e non hanno alcun fondamento nella realtà”. Con riferimento ai luoghi di Messina, cosa significa che sono frutto della fantasia? “La Messina che racconto è una Messina veramente esistita in tempi diversi da quelli in cui si svolge la mia storia. Messina (e Letojanni) è il palcoscenico su LACERTI DI LETTURE cui si muovono le mie “Persone della storia” insistenti nella realtà, ma vive nella vita. Insomma, di Lollo ne esistono uno, nessuno e centomila”. Quale il suo rapporto di ieri e di oggi con Messina? Cosa pensa della nuova amministrazione Accorinti? “Il mio rapporto per decenni è stato di amore-odio. Da alcuni anni è solo di amore, con una forte componente di nostalgia per i tempi andati. Superata una certa età –e io l’ho superata- il passato diventa meno grigio, meno triste di com’era e assume il senso di una piccola eroica epopea. Su Accorinti non so che dire; credo che la competenza sia presupposto di ogni incarico a servizio dei cittadini. Vedremo. Cosa dice del personaggio Lia Malamma e del suo spregiudicato comportamento sessuale? “Dico due cose: che l’emancipazione della donna negli anni ’70 è già avvenuta anche in Sicilia e che i modelli comportamentali, però, subiscono le distorsioni di un’immatura definizione del proprio (di Lia) rapporto con se stessi. Il progetto di vita, a dispetto dell’emancipazione sessuale, è ancora l’incontro con un uomo, il deus ex machina della vita”. A suo parere, come sono cambiati negli ultimi quarant’anni i costumi sessuali degli uomini e delle donne? “Il mutamento è stato totale. La libertà altrettanto totale. Persistono aree sociali e geografiche, però, che mantengono riti tribali e tabù sessuali volti alla perpetuatio del potere degli uomini. Paradossalmente sono la piccola borghesia e le organizzazioni criminali i gruppi sociali più legati al passato, alla sottomissione della donna, casa e cucina. Come spiega il perdurare diffuso delle violenze sulle donne, dagli stupri agli omicidi? “Gli uomini non hanno ancora accettato del tutto la parità. Vedono messo in discussione il loro potere fallocratico e reagiscono con violenza. Del resto, in LA CLASSIFICA forma macroscopica l’integralismo islamico è la rappresentazione più evidente della paura degli uomini verso l’emancipazione femminile. Il potere sociale dei paesi islamici viene messo in forse ogni giorno dalla crescita civile e culturale della donna. In Afghanistan i talebani sono contro l’istruzione femminile. Questa lotta terminerà con la sconfitta dell’uomo: il sistema di comunicazione globale televisione e rete sarà decisivo”. Prendendo spunto da un brano del libro in cui si contrappone la scuola pubblica alla scuola privata, quale il suo pensiero al riguardo? “Sono stato nella scuola privata (Sant’Ignazio di Messina) e nella scuola pubblica: non c’è confronto. Ora e sempre scuola pubblica”. Una battuta su Italo Agrò, il personaggio cui tanto deve la sua notorietà di scrittore. “Non è un alter ego. È una specie di amico ingombrante. In questo romanzo appare in modo marginale. Nel prossimo, già finito, non c’è più”. In conclusione, cosa è per lei la scrittura? “Non scrivo per dimostrare una tesi. Scrivo perché mi nasce in mente una storia che urge per essere trasferita sul pc. Poi, rileggendomi, mi rendo conto che il mondo dei miei valori è insopprimibile ed esce fuori così, naturalmente. Del resto, non intendo comprimerlo o nasconderlo. Il fatto sostanziale, però, è che il romanzo che mando in libreria sia un piacere, il piacere della lettura, naturalmente”. DI FELICE IRRERA Esce, in un’edizione filologicamente corretta, e con traduzione a fronte, questo libro di “cunti” (pubblicato postumo fra il 1634 e il 1636), forse il più bello dell’età barocca Giovan Battista Basile, Lo cunto de li cunti (a cura di Carolina Stromboli), voll. 1-2, pp. 1058, Salerno Editrice, € 98,00 Friedman 1Alan Ammazziamo il Gattopardo - Rizzoli King Doctor Sleep - Sperling & Kupfer 2Stephen Giampaolo Pansa 3stenza Bella ciao. Controstoria della Resi- Rizzoli Sánchez 4Clara Le cose che sai di me - Garzanti Cornwell Polvere - Mondadori 5Patricia Serra 6Michele Gli sdraiati - Feltrinelli www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Senza bussola L’ignoranza è un buco nero nel quale molti perdono inconsapevolmente l’esistenza. “L’acquisto di qualunque cognizione è sempre utile allo intelletto, perché potrà scacciare da sé le cose inutili e riservare le buone. Nessuna cosa si può amare né odiare se non si ha cognizio-ne di quella.” I pratici, gli uomini del fare, scelgono l’azione perche non sono adatti a quella attività che ha consentito la sopravvivenza della specie: il pensiero. “La scienza è il capitano e la pratica sono i soldati. Quelli che si innamorano di pratica sanza scienza son come ‘l nocchier ch’entra in navillo sanza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada.” Non basta conoscere le cose, bisogna conoscere i meccanismi che le regolano e capirne il senso. “O speculatore delle cose, non ti laudare di conoscere le cose per se medesima natura conduce; ma rallegrati di conoscere il fine di quelle.” Siamo una massa di feci, pus, urine e sangue, che si alimenta di morte, ricoperta da un liscio involucro: la pelle. “L’uomo e gli animali sono transito e condotto di cibo, sepoltura di animali, albergo di morti, guaina di corruzione, facendo a sé vita dall’altrui morte.” Il tempo quasi sempre svela la verità; ma quasi sempre è troppo tardi per renderle giustizia. “Il foco distrugge ogni sofistico, cioè lo inganno, e sol mantiene la verità. La verità al fine non si cela: non val simulazione.” La vita non vissuta rende disperata la morte. “Si come una giornata ben spesa dà lieto dormire, così una centonove pagina 28 vita bene usata da lieto morire.” Il tempo a venire appare lento nella logorante attesa, ma in quello passato si scopre la sua tragica velocità. “L’età vola e niuna cosa è più veloce che gli anni.” Nulla è impossibile per la volontà. La passione supera ogni ostacolo. “Impedimento nò mi piega. Ogni impedimento è distrutto dal rigore. Non si volta chi a stella è fisso.” Chi ha paura non vive. Ciò che lo spaventa lo uccide lasciandolo vivo. “Chi teme i pericoli non perisce per quelli.” Quelli che si nascondono tutta la vita, anche a Dio, solo per celare le loro debolezze e le loro incapacità. “La talpa è sempre sottoterra, e tanto vive, quanto essa si occulta, come viene alla luce subito muore. Così la bugia ” Lacerti tratti da: “L’uomo e la natura ” - 1508 Leonardo da Vinci posterrubriche NUOVE VISIONI CATANIA DI MARCO OLIVIERI MUSICA L’Oscar italiano A proposito dell’infinito dibattito italiano su “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, tra estimatori e critici del film appena premiato con l’Oscar come migliore film straniero. Cinque minuti girati da Sorrentino sono sufficienti per riconoscerne il valore: è un grande regista. Il film non è perfetto, nei dialoghi e nella sceneggiatura, ma ben vengano opere visionarie di questo livello sul piano del linguaggio cinematografico. Spesso si esaltano prodotti, come quello di Pif, carini e con buone idee di scrittura, ma che nulla hanno a che fare con la vertigine del cinema. In Italia sono tutti commissari tecnici, esperti di cinema e addetti alla cultura. Non è così. Dopo il premio a “La vita è bella” nel 1999, questo Oscar potrebbe essere un ottimo stimolo a riavviare una seria riflessione sul declino produttivo e distributivo del cinema italiano, in modo da invertire la rotta, invece di continuare il fiume consueto di retorica e luoghi comuni su economia e cultura che non determina alcun cambiamento. Il trionfo della “Grande bellezza” – vincitore anche degli European Film Awards e dei Golden Globe – sia uno stimolo a recuperare non solo tutto il cinema di Sorrentino, di Garrone, Andò e Crialese, tra gli altri, ma anche i classici del nostro passato, in un’ottica creativa e aperta al futuro. Non decadente e mortifera. SEMINARI Western all’italiana CATANIA. Dopo Giancarlo Giannini un altro appuntamento con due grandi del cinema: il regista Enzo Castellari e l'attore George Hilton, protagonisti del fortunatissimo filone del "western all'italiana". Saranno a Catania sabato 8 e domenica 9 marzo per il secondo seminario cinematografico organizzato dal Centro studi laboratorio d'arte. Sarà presente anche Carlotta Bolognini, figli di Manolo nipote di Mauro. Enzo Castellari e George Hilton. Gli artisti incontreranno i giornalisti sabato, alle 11.30, nella sede di via Caronda, 316, a Catania. 7 Marzo 2014 DI CESARE NATOLI Addio a Paco de Lucia Silvio Laviano Amori Borderline Al Teatro Canovaccio, dall’8 al 16 marzo, il nuovo lavoro di Silvio Laviano DI PAOLO RANDAZZO Che almeno l’amore resti un mistero: che resti ancora ineffabile, insondabile, incomprensibile la vera ragione per cui si sceglie proprio una persona d’amare, solo quella e non un’altra. Che resti un mistero il motivo per cui si accettano sacrifici e sforzi e dolori per vivere quell’esperienza affet-tiva ed emotiva, quell’incantamento che chiamiamo amore e che nei secoli non è mai stato raccontato abbastanza, mai del tut-to, mai del tutto esaustivamente. Inutile provare appena a ricordare l’infinita schiera di filosofi, scrittori, psicologi e psichiatri che in questa impresa impossibile si sono cimenta-ti: nomi celeberrimi che non hanno tenuto di lanciarsi in que-sta impresa sapendo di non farcela e di poter dire dell’amore solo parzialmente, solo per metafore e frammenti. Tra c’è questi sicuramente Shakespeare, il più amato dai teatranti di ogni tempo e latitudine. Ed è a Shakespeare che si ispira l’ultimo lavoro di Silvio Laviano, attore, drammaturgo e regista catanese di respiro e impegno nazionale che torna nella sua città per presentare al Teatro del Canovaccio di via Gulli (piccolo, delizioso teatro) “Borderline in love, uno studio oltre confine”. Lo DE GUSTIBUS spettacolo in scena dall’8 al 16 marzo, è costruito attraverso una riscrittura di testi tratti sopratutto da Shakespeare (ma anche da Fabre e Jung) e vede in scena oltre allo stesso Laviano, Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Alice Ferlito, Nicola Alberto Orofino, Alice Sgroi, Vincenzo Spadaro. Ed ecco come lo racconta il regista: «La fiaba “Borderline in love” ha il desiderio e l’urgenza di raccontare l’educazione sentimentale e il percorso emotivo e sensoriale di sei esseri umani che scelgono di oltrepassare la sottile linea di confine dell’ essere e del non essere amati. Sei personalità borderline che vivono la loro identità affet-tiva fatta di scoperte, costruzioni e distruzioni emotive. Attraverso la metafora del disturbo di personalità questo progetto narra il limite tra la nevrosi e la psicosi che ogni essere umano vive e attraversa ogni volta che subisce l’abbandono. Si parla di uomini e di donne moderne che si specchiano “nello specchio della moda e nel modello della Forma” e cominciano ad affiorare lentamente le parole della tragedia per eccellenza il dub-bio dell’essere e del non essere del moderno Amleto, e l’elaborazione non riuscita dell’abbandono/lutto della giovane Ofelia». SE N’È ANDATO a soli 66 anni, Paco de Lucia. Il grande chitarrista spagnolo, che ha saputo mescolare flamenco, musica classica e jazz, conquistando un grandissimo successo internazionale, è stato stroncato da un attacco di cuore durante una vacanza in Messico. Nato ad Algeciras, in Andalusia, Francisco Sanchez Gomez (il suo vero nome) vive sin da piccolo in un ambiente nel quale la musica è protagonista, in particolare il flamenco, grazie al padre e al fratello, chitarristi di professione. A cinque anni prende già lezioni di chitarra da Niño Ricardo e intraprende presto l’attività di concertista insieme al fratello Pepe. Il trasferimento della famiglia a Madrid, a15 anni, gli consente l’incontro con numerosi artisti. Nascono così molte collaborazioni che, dopo un album solista del 1967, “La fabulosa guitarra de Paco de Lucía”, culmineranno nel 1968 con l’incontro con Camarón de la Isla, il più famoso cantante spagnolo di flamenco. Con lui realizzerà trenta dischi. Aperto alle contaminazioni di stile e genere, negli anni ‘70 De Lucia diventa una notorietà anche al di fuori del flamenco, collaborando con Chick Corea, Al Di Meola e John McLaughlin, con cui pubblica, nel 1980, l’album “Friday Night in San Francisco”, una sorta di jam session nella quale convergono generi e stili diversi: il disco, infatti, vende più di cinque milioni di copie. La stessa formazione ritornerà, nel 1996, con “The Guitar Trio”. Tuttavia, Paco de Lucia non abbandona mai né il flamenco né la Spagna. Nel 2010 il “Berklee College of Music” di Boston lo premia con il titolo di Dottore Honoris Causa per il suo ruolo nel mondo della cultura. DI MASSIMO LANZA Le 4 stelle del Brunello di Montalcino Valutata con quattro stelle l’annata 2009 del Brunello di Montalcino ha certamente regalato ottimi vini a chi ha saputo ben gestirla soprattutto in vigna. Continuando la mia carrellata su Benvenuto Brunello 2014 ecco il Brunello Canneta ’09 pulito e complesso al naso, profondo, ricco di frutta e fresco al palato. Ottimo anche il Brunello ’09 di Casanova delle Cerbaie fitto al naso e ricco di frutto in bocca ben supportato da tannini eleganti e ben estratti. Frutto nitido e di rara eleganza per il Brunello ’09 del Castello Romitorio, fresco, balsamico e speziato, brilla anche per la lunga persistenza gustativa. Ricchissimo di sfumature al naso il Campo del Drago ’09 la selezione di Brunello di Castiglion del Bosco in bocca è pieno e ben supportato da una elegante architettura tannica, fresco e lunghissimo il finale. centonove pagina 29 Equilibrio complessivo invidiabile per il Brunello ’09 di Cupano pulito, denso di frutto con sfumature di tabacco e cioccolato che tornano bene in bocca ricca di frutto succoso (more) e ben sposata ad acidità e tannini. Piccola frutta di bosco e note speziate e minerali caratterizzano l’approccio olfattivo del Brunello ’09 di Donatella Cinelli Colombini che all’assaggio è pieno e di notevole carattere. Frutta rossa matura, note floreali che rimandano agli agrumi per il Brunello ’09 Ferrero fresco e ben distribuito alla beva. Tra i migliori assaggi dell’edizione 2014 di Benvenuto Brunello c’è sicuramente il Brunello ’09 Fuligni un capolavoro di equilibrio e rara complessità ed eleganza che darà ancora di più negli anni a venire. Segna uno dei punteggi più alti del mio taccuino il Brunello ’09 Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto, fitto, ricco di frutto, visciola, more e cassis, note minerali iodate e fresche sensazioni floreali quasi agrumate. Lungo, profondo all’assaggio dove il frutto è mirabilmente bilanciato da sapidità e freschezza acida. 7 Marzo 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Periferie esistenziali Avviata la mobilità del personale DOPO LA SOTTOSCRIZIONE del contratto della mobilità, il Miur ha diramato, con la nota 655 del 28 febbraio, il contenuto e l’ordinanza attuativa. I docenti e gli educatori dovranno presentare domanda entro il 29 marzo 2014, mentre il personale Ata deve farlo dall’11 marzo al 9 aprile 2014. Per la mobilità dei docenti e degli ATA è obbligatoria la procedura online; per i docenti di religione e il personale educativo resta in vigore la tradizionale domanda cartacea. Ancora una volta c’è la clausola di salvaguardia che prevede la possibilità di riaprire il confronto negoziale. In particolare è prevista la riapertura negoziale per il sostegno nel secondo grado non appena saranno pronte le disposizioni per gli organici, alla luce delle novità introdotte dalla L. 128/14 per l’unificazione delle quattro aree disciplinari. Per i trasferimenti interprovinciali il periodo di blocco nella provincia di immissione in ruolo è stato ridotto da 5 a 3 anni. I 3 anni scolastici di permanenza verranno conteggiati a far data dalla decorrenza giuridica dell’immissione in ruolo, pertanto, potrà presentare domanda di trasferimento interprovinciale il personale docente assunto con decorrenza giuridica 1/09/2011 o precedente. Il figlio che assiste il genitore con grave disabilità, pur non usufruendo della precedenza dell’art. 7, non rientra nel blocco triennale e può partecipare alle operazioni di mobilità interprovinciale. Nella mobilità a domanda la documentazione della grave disabilità deve avere carattere permanente, ad eccezione dell’assistenza al figlio (a prescindere dall’età dello stesso). Il diritto all’esclusione dalla graduatoria per l’individuazione del soprannumerario è accordato anche in caso di grave disabilità “rivedibile”, ma solo per assistenza a coniuge e figlio. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO Siamo tutti Scandinavi Messina si sta trasformando, piano piano, nella nuova Copenaghen. Del resto la Sirenetta ce l'abbiamo gia' , vabbe' ha la forma della Madonnina , ma fa lo stesso. Il centro e' stato trasformato in un isola pedonale felice , dove vige il silenzio , la cultura , la meditazione , e piano piano si sta tramutando in un isola vera propria , staccata completamente dal resto della città, circondata dall'acqua e completamente disabitata. Stanno sorgendo anche , spontaneamente tanti ponticelli che la collegano alla terraferma, diciamo una piccola Amsterdam, e quei pochi abitanti o passanti che si incontrano sono tutti strafatti , perchè in questa piccola isola felice hanno legalizzato la marijuana, e tutti ridono, cantano e ballano. La Punta Faro sta cambiando sempre di piu' morfologicamente e l'altro giorno ho avuto la fortuna di vedere i primi orsi polari che passeggiavano indisturbati sulla spiaggia ed ho fatto il bagno con i pinguini e le ontarie .Tutt'intorno , sulla pista ciclabile gli eschimesi si divertivano con le biciclette , infatti la nuova pista ciclabile arriva a Maregrosso , girando per il centro.Il cambiamento , al quale stiamo assistendo , pero' non e' climatico , e' culturale, nel senso che stiamo diventando scandinavi non per il freddo ma per la pulizia, la civiltà, l' educazione e per il pescestocco, che è l'unico anello di congiunzione che abbiamo con questi paesi . E vi diro' di più, in questo siamo anche superiori, infatti molti nostri concittadini si stanno trasferendo in Scandinavia per insegnare loro a cucinare il pescestocco a ghiotta, e le liguine con il sugo e le ventri. Stiamo, finalmente, esportando cultura, stiamo facendo crescere il Pil Scandinavo e migliorando la Bilancia dei Pagamenti della nostra nazione . Per ultimo liberalizzeremo anche la droga, così non avremo piu' coscienza di dove viviamo. W il Polo Nord!!!! Nel “Cortile dei Gentili”, il luogo d’incontro ideato da Sergio Todesco alla Biblioteca Universitaria, si è parlato di chi sono i nuovi poveri e quali le nuove povertà. Di chi vive senza speranza e crede poterla recuperare nella droga, nell’alcol, nel gioco d'azzardo. Di chi è ridotto in schiavitù dal crimine o dal potere del denaro. Gran parte della popolazione mondiale vive in uno stato di profonda indigenza. E l’ampliarsi del pauperismo coincide con la restrizione delle libertà personali. Il bisogno opera, dunque, sul piano materiale, etico e spirituale. Ma aggiungerei una nuova povertà: la miseria intellettuale. In questo senso ricordo l’intervento di papa Francesco a giugno dello scorso anno. Il Vangelo - ha chiarito - è la sapienza divina rivolta all’umanità per recuperare tutte le periferie esistenziali, quelle della reale povertà fisica e quelle della povertà intellettuale altrettanto reale. Mi chiedo perciò se la crescente pauperizzazione non sia in realtà frutto di una indifferenza sociale che prescinde i valori religiosi ed investe la sfera dell’individualismo esasperato. Ossia il risultato di una povertà intellettuale, quando si dovrebbe assicurare prima il necessario e solo poi il superfluo, anziché l’esatto contrario. La cultura millenaria ha insegnato a tralasciare quanto non è utile ad una crescita dell’intelletto, ad acquisire ciò che è voluto dalla virtù dello studio e non dal vizio dell’ignoranza e dell’errore. Non resta perciò che ricostruire un nuovo ambito di significati da relazionare al contesto. Di qui la riscoperta che ciascuno potrebbe fare di sé. [email protected] DI ANNA GIORDANO I reati spia “Dopo decenni in cui ho sempre creduto che i reati ambientali fossero molto più di semplici reatucci da 4 soldi, anzi, la perfetta espressione, molte volte, della reale estensione degli affari della mafia, ora scopro che sono considerati reati “spia”. Ben venga una consapevolezza istituzionale, seppur tardiva, e ben vengano inasprimenti di pene e migliori strumenti di indagine, estendendo a questi intercettazioni e tanto altro. Più che “spia”, per me erano discoteche ambulanti e urlanti, ma va bene uguale. Le vere vittime della mafia sono o coloro che si oppongono ai suoi metodi perversi, o chi la persegue (e ahimè, il tributo umano è stato devastante) o l’ambiente, spesso tutti insieme. Del resto, una montagna non urla, non protesta quando arrivano le ruspe per farci qualunque cosa. Di progetti assurdi, inutili, improduttivi (eolici che non producono ma vengono remunerati, si, è così) ne ho visti troppi e contestati tanti. Impensabili, assurdi, al pari dei palazzi che rimangono vuoti e di società dai capitali risibili, 10 mila euro e fanno palazzi da milioni di euro. Boschi, ruscelli, fiumare, pendii, mare, spiagge, non reagiscono. E gli effetti su di loro si manifestano poi, a distanza di decenni, a volte prima, a volte dopo. I veleni distribuiti ovunque, tutti zitti, e una discarica che oggi si vorrebbe fare in piena zona di divieto, con ancora gli effetti devastanti della precedente, percolato a go go e chissenefrega. Basta scrivere che si è ottemperato alle norme, senza averlo fatto e parte un bando di 12 milioni di euro, senza manco rispondere agli ambientalisti che segnalano l’illecito. Va perseguito anche il piccolo reato, o quello che sembra irrilevante perché a morire saranno suoli, centonove pagina 30 acque, erbe e perché in natura ad ogni azione corrisponde una reazione e la pagheremo noi, volenti o nolenti, con grande guadagno e gaudio di chi oggi distrugge tutto ciò che non parla. Distruggere l’ambiente, alterarne gli equilibri preziosissimi, inquinarlo, trasformarlo irreversibilmente è spesso azione di mafia cui si associa (o cammina per conto suo), il mero interesse economico e l’indifferenza assoluta al resto del mondo che ne pagherà le conseguenze, se non è oggi, è domani. E chi difende una collina che sembra priva di valore, ma è preziosa a prescindere, è oggetto di dileggio, indifferenza, ostruzionismo, ostilità, isolamento. Ma chi difende la natura non si ferma. Ci crede e basta, sperando che al suo fianco ci siano sempre più strumenti legislativi e investigativi che aiutino a fermare il reato perfetto di mafia: la distruzione dell’ambiente per soldi, potere e riciclaggio di denaro sporco. Il tutto, spesso con la “collaborazione” di enti e politici. postercommenti 7 Marzo 2014 IL COMMENTO 8 Marzo, pantere rosa e lady di ferro DI GIOVANNI FRAZZICA Le presenze femminili al governo non sono certo una novità assoluta nella storia dell’umanità, si va dalla mitica società delle Amazzoni ad altre realtà di questo tipo di cui c’è traccia nell’Europa antica, agli Irochesi, alla civiltà dell’Indo, ai Minangkabau di Sumatra, ai Mosuo della Cina ed ai Lohu della Cina sud occidentale. E poi c’è la città di Juchitan nel Messico del Sud, i Nair del Kerala, India meridionale. Altre forme attenuate di vantaggio di genere si riscontrano ancora presso alcune società tradizionali tibetane, nella Polinesia francese, nelle isole Trobriand, in Papuasia e presso gli Arapesh in Oceania. Ma è stata indubbiamente Margaret Thatcher che ha aperto la strada all’ingresso della donna nella stanza dei bottoni, anche se non era l’affermazione di una rivendicazione di genere l’obiettivo reale della sua azione politica. Tuttavia la durata del suo governo, la qualità del suo impegno, al di la della condivisione della sua linea politica, hanno dimostrato al mondo che anche una donna può essere protagonista vera di una stagione politica importante in un grande paese che ha ruolo sulla scena internazionale. Per l’Occidente europeo la figura più somigliante alla grande governante inglese è Angela Merkel, ma non è la sola donna nel mondo a giocare la difficile partita del governo di una nazione. 150 PAROLE DA PALERMO Viva le mimose DI MARIA D’ASARO Che ci siano alcune differenze tra l’universo mentale maschile e quello femminile è ormai un dato acquisito dalle scienze umane. Forse uno degli aspetti che segnano la differenza tra uomini e donne è il diverso atteggiamento verso l’idea di ordine. Se poi accostiamo questa idea al concetto di entropia, scopriamo che le donne hanno una paura matta del disordine e dell’entropia che permea l’universo. Intanto sanno per esperienza quanto sancito dal secondo principio della termodinamica: se l'universo è un sistema chiuso, l'entropia aumenta nel tempo. A loro basta guardare la cameretta dei figli … Al contrario, gli uomini si curano poco del disordine: spesso anzi litigano e fanno la guerra, aumentando l’entropia del sistema. Le donne cercano con ostinazione di diminuirla. Anche per questo amano la pace più dei maschi: perché, come ci ricorda la Littizzetto con un sorriso, lo scoppio delle bombe, intanto, provoca troppa polvere e confusione…? Corazon Aquino, passata alla storia come la donna capace di abbattere il regime di Marcos, è considerata la Iron Lady delle Filippine. Cristina Kirchner e Dilma Rousseff governano l’Argentina ed il Brasile, due paesi immensi e ricchi di tante cose, anche di irrisolvibili problemi sociali. Sono selfmade women anche il primo ministro australiano Julia Gillard ed altre cinque donne dei Paesi dell’Europa dell’Est BosniaHerzegovina, Croazia, Slovacchia, Lituania e Lettonia, così come la Finlandia e l’Islanda hanno recentemente avuto una donna premier. In Occidente dunque le presenze femminili nei governi sono in aumento, la risposta italiana è la parità nel rapporto uomo donna dei ministri nel governo Renzi, con l’affidamento di deleghe importanti come Esteri e Difesa. Tuttavia, senza voler togliere alcun merito alla quota rosa della nostra compagine governativa, queste nostre ministre non hanno un vissuto di lotta o di militanza che le faccia anche lontanamente somigliare a donne come Aung San Suu Kyi o Benazir Bhutto, ma neanche alle più terrestri Anna Finocchiaro o Susanna Camusso. I posti dati con le quote rosa sembrano più che conquistati, regalati e questo non le aiuta a crescere, le mantiene in un’area privilegiata, ma funzionale e subordinata rispetto ai veri detentori del potere. Nel sindacato invece la Polverini e la Camusso hanno rappresentato, nei rispettivi ambiti, momenti di reale protagonismo femminile e nella Cisl sembra in crescita Anna Maria Furlan. Anche i movimenti potrebbero presentarci presto delle novità. Macaluso dice con amarezza che ormai la politica la fanno i comici e nel ramo della comicità a sfondo politico ci sono anche valide esponenti femminili, come Sabina Guzzanti e Luciana Litizzetto. Quest’ultima, dopo il flop di Sanremo e la stanchezza del lungo ripetersi di “Che tempo che fa”, potrebbe decidere di mettere a frutto la sua graffiante popolarità sbarcando in politica in concorrenza con Grillo, comico e uomo, attualmente in difficoltà, pover’uomo. ANIMAL HOUSE ELIODORO Bianco, non pervenuto CATANIA - Implacabile il sondaggio di Datamedia, sul gradimento degli amministratori pubblici. Il sindaco della nuova, si spera, "primavera di Catania", Enzo Bianco, non rientra neanche della classifica dei "top", nel rilevamento che riguarda il secondo semestre del 2013. Non ha superato, insomma, 'asticella del 55%, limite minimo per poter essere considerato "gradito". Dopo la gestione Stancanelli, l'avvio della sindacatura Bianco è stato tutto in salita, ma anche l'esponente Pd ci ha messo del suo nel mettere a dura prova la pazienza dei catanesi, come la negativa Operazione Ponte Gioieni, con la ricaduta negativa sulla circolazione in un'area nevralgica della viabilità cittadina. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Lo Monaco e i messinesi Pietro Lo Monaco, attuale proprietario dell'ACR Messina, ha una lunga esperienza nel mondo del calcio. Da calciatore ha giocato come centrocampista in diverse squadre di serie C (compreso il Messina 40 anni fa), è stato allenatore e dirigente sportivo, ma deve la sua notorietà agli importanti risultati ottenuti soprattutto come Amministratore delegato del Catania, che riuscì a portare in serie A nel 2006. Dopo la rottura con la società etnea, Lo Monaco ha intrapreso una nuova carriera acquisendo il Messina, in un periodo molto difficile per la società peloritana, precipitata inopinatamente in serie D, dopo i grandi bagliori della serie A fra il 2004 e il 2007. In poco tempo Lo Monaco è riuscito a rifondare una società ormai allo sbando e, quel che più conta per gli appassionati di calcio, ha rilanciato la squadra verso traguardi più consoni alla storia calcistica messinese. Insomma, i successi conseguiti sul campo dalla famiglia Lo Monaco (il figlio Vincenzo ricopre la carica di Direttore generale) sono sotto gli occhi di tutti. La tempestività e l'efficacia con cui ha saputo intervenire per correggere e modificare l'impostazione data inizialmente alla squadra, in questo campionato, sono una conferma delle sue eccellenti qualità. Tutti questi presupposti sarebbero più che sufficienti a garantire una conoscenza approfondita del mondo calcistico e poter guardare così con una certa serenità alle future sorti dellACR Messina, ma il timore è che non bastino. Nonostante l'antica frequentazione dell'ambiente messinese (in questi anni, tra l'altro, Lo Monaco ha vissuto a Villafranca Tirrena, a due passi dalla città) a Lo Monaco è forse sfuggito un tratto costituivo dell'identità messinese o, per meglio dire, di una parte di essi: la volontà di mettere i bastoni fra le ruote, l'ostilità nei confronti di chi vuole portare avanti nuove iniziative, l'atteggiamento distruttivo verso il positivo. E' questo l'ostacolo forse più grande, Lo Monaco se ne sta già accorgendo, a proposito del suo progetto di Centro sportivo a San Filippo. Non basterà più la squadra allenata dall'ottimo Grassadonia a sconfiggere questi terribili avversari. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Sensibilizzazione su Facebook Facebook è latore di tanti messaggi negativi, sbagliati, discutibili, dall’impatto così forte che spesso l’opinione pubblica dimentica che su Internet circolano con grande velocità anche notizie importanti. Notizie che vengono diffuse e condivise con un grandissimo numero di persone in tempi rapidissimi. Si fa presto a demonizzare l’opera di reti sociali così ampie e popolari: dal momento che sono accessibili a tutti, non si può negare che non siano pochi coloro che ne fanno un uso malato, distorto ed insano. Di contro, numerosi sono pure gli iscritti che credono in un impiego accorto e maturo di uno strumento in grado di mettere in contatto individui a distanza di chilometri e di renderli partecipi in tempo reale di fatti che stanno accadendo in un qualsiasi punto del mondo, anche lontanissimo. centonove pagina 31 Facebook, il social network più gettonato degli ultimi anni, accoglie ormai disparate campagne di sensibilizzazione, molte delle quali sugli animali. È così che parecchia gente ha scoperto valori per cui gli animalisti si battono da sempre. Petizioni approdate su Facebook, la cui condivisione a catena, di bacheca in bacheca, ha fatto conoscere ad un numero crescente di persone le brutalità che macchiano le coscienze degli uomini. Atroci scene di abuso immortalate in scatti e filmati che lasciano senza parole e fiato, potenti e spiazzanti, come un pugno nello stomaco. Come rimanere indifferenti di fronte ai soprusi che l’uomo è capace di commettere? Ecco l’utilità di Facebook e di tutte le piattaforme sociali simili: dove prima c’erano l’ignoranza e l’impossibilità di fare conoscere su larga scala il proprio dissenso, ora ci sono la consapevolezza ed il coinvolgimento di un numero sempre più ampio di persone. Bastano un semplice click ed un po’ di intelligenza.
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