BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2013 Banco Emiliano - Credito Cooperativo - Società cooperativa Viale dei Mille, 8 - 42121 Reggio nell'Emilia (RE) Tel. 0522 - 82.76.00 - Fax. 0522 - 83.82.78 - [email protected] Codice Abi 08623.1 - Iscritta all'albo delle Banche tenuto dalla Banca d'Italia al n.5754.7.0 Iscritta all'albo delle cooperative a mutualità prevalente al n° A230392 Numero iscrizione al Registro Imprese di Reggio Emilia - Codice Fiscale - Partita IVA 02593300359 Capitale Sociale e Riserve al 31/12/2012 - € 135.138.833,00 Sommario SCHEMI DEL BILANCIO DELL’IMPRESA ......................................................................... 4 STATO PATRIMONIALE .............................................................................................. 4 CONTO ECONOMICO ................................................................................................. 5 RENDICONTO FINANZIARIO ...................................................................................... 9 RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SULLA GESTIONE ................. 11 L’ATTIVITA’ DI BANCO EMILIANO................................................................................ 17 SITUAZIONE REGIONALE ........................................................................................ 17 DINAMICHE PROVINCIALI ........................................................................................ 23 GLI OBIETTIVI E LE FRONTIERE DI BANCO EMILIANO ......................................... 32 LA GESTIONE DELLA BANCA ...................................................................................... 34 LO STATO PATRIMONIALE ...................................................................................... 35 IL CONTO ECONOMICO ........................................................................................... 48 GESTIONE, MISURAZIONE E CONTROLLO DEI RISCHI ........................................ 56 LA STRUTTURA OPERATIVA ....................................................................................... 65 RELAZIONE SUL CARATTERE MUTUALISTICO DELLA COOPERATIVA AI SENSI ART. 2 LEGGE 59/92 E ART. 2545 DEL CODICE CIVILE E SULLE POLITICHE DI AMMISSIONE DI NUOVI SOCI AI SENSI ART. 2528 DEL CODICE CIVILE ................ 74 FATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO .............. 81 EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE ........................................................ 82 PROPOSTA DI RIPARTIZIONE DELL'UTILE ................................................................ 84 RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE .................................................................... 87 SCHEMI DEL BILANCIO DELL’IMPRESA STATO PATRIMONIALE ATTIVO Voci dell'attivo 10 20 40 50 60 70 80 Cassa e disponibilità liquide Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Crediti verso banche Crediti verso clientela Derivati di copertura 110 120 130 Attività materiali Attività immateriali Attività fiscali a) correnti 150 31-12-2013 31-12-2012 7.350.234 671.805 394.967.979 30.859 156.118.392 1.112.623.538 520.944 4.038.275 4.358 163.772.806 28.752 48.040.718 670.491.078 34.304.163 272.397 9.657.058 2.083.976 10.883.251 11.953 2.099.405 1.236.968 b) anticipate 7.573.082 862.437 - b1) di cui alla Legge 214/2011 6.156.318 162.202 16.528.129 1.733.045.498 42.730.041 942.100.637 Altre Attività Totale dell'attivo - I dati al 31/12/2012 corrispondono a quelli di (ex) Banca Reggiana - Credito Cooperativo Società Cooperativa PASSIVO Voci del passivo e del patrimonio netto 10 20 30 40 50 60 80 Debiti verso banche Debiti verso clientela Titoli in circolazione Passività finanziarie di negoziazione Passività finanziarie valutate al fair value Derivati di copertura Passività fiscali b) differite 100 110 120 Altre passività Trattamento di fine rapporto del personale Fondi per rischi ed oneri b) altri fondi 130 160 170 180 200 Riserve da valutazione Riserve Sovrapprezzi di emissione Capitale Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) Totale del passivo e del patrimonio netto 31-12-2013 193.476.699 809.743.801 538.777.421 205.213 23.467.142 577.001 798.028 31-12-2012 75.282.191 394.324.093 322.922.564 61 104.615 969.775 798.028 - 32.478.915 3.113.729 3.336.195 3.336.195 59.124.782 2.708.585 1.593.089 1.593.089 3.670.025 82.466.690 2.067.578 37.649.252 1.217.809 1.733.045.498 1.610.713 67.567.871 909.900 13.041.837 1.940.561 942.100.637 I dati al 31/12/2012 corrispondono a quelli di (ex) Banca Reggiana - Credito Cooperativo Società Cooperativa CONTO ECONOMICO Voci 31-12-2013 10 Interessi attivi e proventi assimilati 20 Interessi passivi e oneri assimilati 30 Margine di interesse 40 Commissioni attive 50 Commissioni passive 60 Commissioni nette 70 Dividendi e proventi simili 80 Risultato netto dell'attività di negoziazione 90 Risultato netto dell'attività di copertura 100 Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: a) crediti b) attività finanziarie disponibili per la vendita d) passività finanziarie 31-12-2012 29.591.363 24.353.305 (12.630.993) (9.195.718) 16.960.370 15.157.587 9.813.824 7.759.125 (1.877.562) (1.432.731) 7.936.262 6.326.394 93.654 77.024 20.819 6.251 108.772 26.563 5.397.639 905.530 174.000 5.209.881 925.643 13.758 (20.113) 110 Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 188.571 44.624 120 Margine di intermediazione 30.706.086 22.543.973 130 Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (5.893.011) (2.524.421) a) crediti (5.893.011) (2.524.421) 140 Risultato netto della gestione finanziaria 24.813.076 20.019.552 150 Spese amministrative (24.921.893) (19.045.203) a) spese per il personale (13.537.374) (10.767.648) b) altre spese amministrative (11.384.519) (8.277.555) 160 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (520.857) (245.878) 170 Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (742.239) (507.617) 180 Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali 190 Altri oneri/proventi di gestione 200 Costi operativi 240 Utili (Perdite) da cessioni di investimenti 250 260 (37.489) (8.204) 3.235.234 2.240.875 (22.987.247) (17.566.027) (100) 98 Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 1.825.731 2.453.623 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (607.922) (513.062) 270 Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 1.217.809 1.940.561 290 Utile (Perdita) d'esercizio 1.217.809 1.940.561 I dati al 31/12/2012 corrispondono a quelli di (ex) Banca Reggiana - Credito Cooperativo Società Cooperativa REDDITIVITÀ COMPLESSIVA Prospetto della redditività complessiva Voci 10 31-12-2013 Utile (Perdita) d'esercizio 31-12-2012 1.217.809 1.940.561 (9.892) (301.702) 827.007 7.444.679 817.115 7.142.977 2.034.924 9.083.538 Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico 20 Attività materiali 30 Attività immateriali 40 Piani a benefici definiti 50 Attività non correnti in via di dismissione 60 Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico 70 Copertura di investimenti esteri 80 Differenze di cambio 90 Copertura dei flussi finanziari 100 Attività finanziarie disponibili per la vendita 110 Attività non correnti in via di dismissione 120 Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto 130 Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 140 Redditività complessiva (voce 10+130) Nella voce "utile (perdita) 'esercizio" figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico. Nelle voci relative alle "altre componenti reddituali al netto delle imposte" figurano le variazioni di valore delle attività registrate nell'esercizio in contropartita delle riserve da valutazione (al netto delle imposte). I dati al 31/12/2012 corrispondono a quelli di (ex) Banca Reggiana - Credito Cooperativo Società Cooperativa 1.610.713 1.610.713 (545.063) (1.395.498) (545.063) 1.395.498 90.888 40.319.367 (1.065.310) 1.180.586 (1.156.198) (569.399) 13.981.833 13.412.434 38.745 12.296 26.449 26.449 Op.ni sul P.N. – Dis.ne straordinaria dividendi Op. sul P.N. - Acquisto azioni proprie I dati al 31/12/2012 corrispondono a quelli di (ex) Banca Reggiana - Credito Cooperativo Società Cooperativa Patrimonio netto Utile (Perdita) di esercizio Azioni proprie Acconti su dividendi Strumenti di capitale Riserve da valutazione 1.940.561 1.379.274 1.379.274 b) altre Dividendi e altre destinazioni 85.070.882 66.188.597 66.188.597 a) di utili 1.395.498 1.145.382 24.580.965 Variazioni di riserve 1.940.561 67.567.871 67.567.871 Riserve Riserve Sovrapprezzi di emissione b) altre azioni a) azioni ordinarie 24.580.965 3.252.733 1.217.809 2.034.924 Redditività complessiva esercizio 31-12-2013 85.070.882 909.900 909.900 Esistenze al 31.12.2012 13.041.837 Modifica saldi apertura 13.041.837 Esistenze al 01.01.2013 13.041.837 Aggregazione Az.le - Dati (ex) Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. Soc. Coop. al 30/09/2013 13.041.837 Variazione dell'esercizio Op. sul P.N. - Emissione nuove azioni Capitale Allocazione risultato esercizio precedente PATRIMONIO NETTO 31-12-2013 Prospetto delle variazioni del patrimonio netto al 31-12-2013 Patrimonio netto al 127.071.354 1.217.809 3.670.025 809.875 81.656.816 82.466.690 2.067.578 37.649.252 37.649.252 31/12/2013 Op.ni sul P.N. - Stock options Op.ni sul P.N. - Derivati su proprie azioni Op.ni sul P.N. – Var.ne strumenti di capitale b) altre azioni b) altre 75.692.015 75.692.015 (1.288.331) (563.485) (563.485) 5.610 5.610 853.2 04 74.26 Op.oni sul P.N. – Distr.ne straordinaria dividendi Op.oni sul P.N. - Acquisto azioni proprie I dati al 31/12/2012 corrispondono a quelli di (ex) Banca Reggiana - Credito Cooperativo Società Cooperativa Patrimonio netto 1.851.816 destinazioni 1.851.816 Dividendi e altre Utile (Perdita) di esercizio Azioni proprie Acconti su dividendi Strumenti di capitale 1.379.274 (5.532.264) 227.688 1.379.274 (5.759.952) 1.288.331 5.610 778.9 778.9 Variazione dell'esercizio 9.083.538 1.940.561 7.142.977 Redditività complessiva esercizio 31.12.2012 Riserve da valutazione 64.894.656 (227.688) 65.122.344 1.288.331 Riserve a) di utili 835.634 66.273.930 (227.688) 835.634 66.501.618 Variazioni di riserve Riserve Sovrapprezzi di emissione 12.262.899 12.262.899 Esistenze al 31.12.2011 a) azioni ordinarie Modifica saldi apertura 12.262.899 Esistenze al 01.01.2012 12.262.899 Op.ni sul P.N. - Emissione nuove azioni Capitale Allocazione risultato esercizio precedente PATRIMONIO NETTO 31-12-2012 Prospetto delle variazioni del patrimonio netto al 31-12-2012 Patrimonio netto al 85.070.88 2 1.940.561 1.610.713 1.379.274 66.188.59 67.567.87 909.900 13.041.83 13.041.83 31.12.2012 Op.ni sul P.N. – Stock options Op.ni sul P.N. - Derivati su proprie azioni Op.ni sul P.N. - Variazione strumenti di capitale RENDICONTO FINANZIARIO METODO INDIRETTO Importo 31/12/2013 A. ATTIVITA' OPERATIVA 1. Gestione - risultato d'esercizio (+/-) - attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+) - plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) - rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) - accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) - altri aggiustamenti (+/-) 2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie - attività finanziarie detenute per la negoziazione - attività finanziarie disponibili per la vendita - crediti verso banche: a vista - crediti verso banche: altri crediti - crediti verso clientela - altre attività 3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie - debiti verso banche: a vista - debiti verso clientela - titoli in circolazione - passività finanziarie di negoziazione - passività finanziarie valutate al fair value - altre passività Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO 1. Liquidità generata da - dividendi incassati su partecipazioni 2. Liquidità assorbita da - acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - acquisti di attività materiali - acquisti di attività immateriali Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento C. ATTIVITA' DI PROVVISTA - emissioni/acquisti di azioni proprie - distribuzione dividendi e altre finalità Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 31/12/2012 (22.906.728) 1.217.809 (261.942) (520.944) (7.345.119) 648.024 5.222.833 1.940.561 (3.000) (970.000) 3.575.000 515.000 539.419 827.000 (17.183.975) (745.712.902) (9.000) (228.100.136) (8.036.887) (100.134.442) (434.787.341) 25.354.904 759.724.872 118.194.508 415.419.708 215.854.857 (661.728) (110.068.485) (57.452.000) (16.784.482) (5.333.548) 5.726.282 (36.224.737) 104.489.464 60.022.713 32.657.619 (27.432.664) 23.736.228 (13.480.430) (8.810.249) (5.200.000) 44.441.796 (356.188) 93.654 93.654 (13.250.001) (13.000.000) (250.001) (13.240.855) 77.000 77.000 (81.000) (2.000) (66.000) (13.000) (4.000) 25.765.093 (402.031) 25.363.062 3.311.958 853.204 (245.064) 608.140 247.952 Legenda: (+) generata (-) assorbita I dati al 31/12/2012 corrispondono a quelli di (ex) Banca Reggiana - Credito Cooperativo Società Cooperativa 10 RICONCILIAZIONE METODO INDIRETTO Importo Voci di bilancio 31-12-2013 31-12-2012 Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 4.038.275 3.790.323 Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 3.311.958 247.952 7.350.233 4.038.275 Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 11 RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SULLA GESTIONE Cari Soci, Vi ringraziamo innanzitutto per la vostra presenza e partecipazione all'odierna assemblea convocata per approvare il primo esercizio di Banco Emiliano. In questa prima nostra assemblea, oltre alla proposta di approvazione del bilancio del trascorso esercizio, saremo chiamati a definire, insieme, le prime impostazioni dell'attività amministrativa dell'istituto di credito che vogliamo vedere agire nel nostro territorio per le nostre imprese e per le nostre famiglie. Nei trascorsi appuntamenti assembleari si usava salutare l'ingresso dei nuovi soci avvenuto durante l'esercizio nel quale si andava da approvare il bilancio. Questa consuetudine la rinviamo di un anno: oggi, infatti, ci salutiamo reciprocamente come soci di un nuovo progetto, di un obiettivo importante, di un significato che vogliamo dare in termini di prospettiva per la nostra comunità, per le nostre imprese e per il nostro territorio. Un saluto che ci facciamo fra 17.381 soci, persone e imprese che vogliono condividere la cultura del fare insieme, che si vogliono integrare ai bisogni della nostra zona operativa e che non aspettano che altri risolvano i temi dello sviluppo economico e sociale del nostro territorio. Vogliamo trasmettere questo senso di appartenenza ai 1027 soci che hanno deciso di unirsi al nostro istituto di credito cooperativo nel corso del 2013, ben consapevoli che stiamo costruendo un iniziativa economica molto significativa perché accetta la sfida di volersi adeguare ai tempi più difficili che il sistema bancario abbia mai conosciuto. Questa sottolineatura, molto importante, ancora una volta fa riflettere sul significato di comunità e di senso di appartenenza nel quale si vogliono identificare tutte quelle persone che hanno deciso di aderire come soci alla nostra nuova banca e a tutti coloro che hanno deciso di entrare come nuovi soci. 12 Sappiamo tutti che stiamo guardando avanti, sappiamo tutti che il nostro progetto è ambizioso, ma sappiamo tutti che non potevamo indugiare nella scelta di costruire una prospettiva di stabilità economica e di supporto alle economie locali in tempi sicuramente difficili, che costituiscono una svolta economica e sociale e aprono trasformazioni veramente rilevanti. Nonostante da molti anni il nostro tentativo sia quello di chiamarci tutti alla coniugazione fra scelte di mercato e principi cooperativi, temiamo che il nostro futuro contenga il rischio di una divaricazione. Anziché discutere con serenità e disponibilità al cambiamento da parte di tutti, il pericolo è quello di dividersi fra tecnocrati e idealisti. I primi che davanti alle difficoltà oggettive reagiscono con crescente fastidio ai richiami di strategie culturali, i secondi che negano i cambiamenti e le innovazioni necessarie. È un po' la sintesi del nostro progetto, quello che ha determinato la nascita Banco Emiliano, che non vuole superficialmente semplificare il modo di fare banca nelle sue molteplici modalità esecutive, ma che nello stesso tempo non può neanche far credere che non si sia di fronte a qualcosa di veramente innovativo, che determinerà una trasformazione radicale nel modo intendere la custodia accurata del risparmio e il fare credito inteso come selezione accurata degli investimenti finanziati. Proprio in questi anni abbiamo giustificato tutto con la presenza della crisi, con l'inadeguatezza della politica e con la globalizzazione dei mercati. Noi tutti sappiamo che la crisi è un regolatore, ed è ciò che arriva quando prima si è esagerato. Noi abbiamo esagerato nel credere che tutto si potesse produrre e tutto si potesse comprare, che davanti a noi vi fossero sempre e solo delle prospettive di crescita. La profondità della crisi nasce anche dalla iniquità, e a propria volta genera ancora più iniquità. Ma l'errore più grande che possiamo fare è quello di pensare che, passata la crisi, tutto torni come prima. Il prima è ciò che ha determinato la crisi, cioè quei nove anni di economia mandata allo sbaraglio dapprima con la new economy, poi con i 13 bond spazzatura e successivamente con i derivati e, a seguire, i mutui sub prime che facevano addirittura pensare alle persone di poter guadagnare con i debiti. L'attività della nostra banca non è puntata solo sulla specializzazione dei servizi o sulla settorializzazione, ma sulla ricomposizione delle molteplici caratteristiche della vita delle persone, dei bisogni delle famiglie, delle esigenze sostenibili dell'impresa. Sulla base di questi principi abbiamo sentito il dovere di reinterpretare il modello BCC per il nostro territorio. Sappiamo bene che stiamo vivendo tempi molto difficili, abbiamo la piena consapevolezza di quante siano le difficoltà che il settore bancario sta vivendo in questo momento con la difficoltà di recuperare quella parte di crediti concessi in tempi di crescita economica ma che si sono trasformati, in certi comparti, in credito anomalo di difficile recupero. In questo contesto la nostra BCC è chiamata, con ancora maggiore coraggio, a declinare una nuova mutualità, a rinnovare la propria capacità di servizio focalizzando alcuni ambiti di intervento: a) le politiche creditizie: la crescita degli impieghi creditizi in questa fase congiunturale avversa si è spesso trasformata, per le banche, da fattore di successo in fattore di vulnerabilità. Questa situazione apre un interrogativo per chi fa banca cooperativa, che da una parte valuta il merito creditizio con attenzione scrupolosa e con ulteriore prudenza e, dall'altra, non rinuncia alla propria funzione di stimolo e sostegno all'economia reale. Discernere, oggi, è ancora più imperativo; b) il presidio territoriale: la declinazione operativa del principio di prossimità va aggiornata sulla base dell'evoluzione della tecnologia, che spesse volte determina anche un forte risparmio del costo dei servizi, e della necessità di garantire la sostenibilità economica della rete fisica; c) la gestione del risparmio: va rafforzato l'impegno di attrazione verso la nostra banca di crescenti flussi di raccolta indiretta, il cui ammontare oggi è ancora lontano dalle quote di mercato di altri ambiti operativi, che spesse volte non hanno dimostrato la nostra affidabilità; 14 d) l'efficienza/garanzia del capitale: oggi è risorsa scarsa e sempre più preziosa. Pertanto diventa strategico il pianificato utilizzo degli strumenti pubblici di mitigazione del rischio della filiera delle garanzie; e) la redditività: il margine di interesse risentirà degli andamenti congiunturali dati dai bassi tassi e dalla domanda debole del processo di disintermediazione dell'attività bancaria prevista nei prossimi anni. Proprio per queste ragioni, il nostro progetto prevede di intervenire sui costi e di agire per incrementare in modo stabile i ricavi attraverso una lettura attenta dei bisogni vecchi e nuovi delle nostre comunità e la conseguente offerta di servizi bancari utili a soddisfare le esigenze dei soci e dei clienti nella vita personale, familiare e professionale. Redditività, efficienza e declinazione della mutualità cooperativa sono per la nostra banca aspetti sempre più connessi fra loro. Con la nostra nuova banca vogliamo superare e rigenerare un diverso modello di fiducia, perché si è generato una frattura della società nei confronti della politica, delle istituzioni, delle banche. Assistiamo ad un ateismo sociale per il quale non si crede più nulla, certamente provocato dalla crisi e da un populismo approfittatore che sta però anche a dimostrare che è necessario rimettere insieme e velocemente tessuto sociale, tessuto etico, tessuto morale, tessuto civile e tessuto culturale. Tutto questo ha generato sfiducia e ci ha fatto capire i problemi derivanti dalla incapacità di controllarsi a vista. Noi proponiamo una riflessione diversa, in cui la banca è davvero territorio, è possibilità di controllo reciproco ed è valutazione totale: perché questa è la vera differenza fra banche locali e le altre banche. Forse è proprio questa la sorgente della sfiducia nel rapporto banca impresa, ovvero l'inesistenza del significato di reciprocità nella conoscenza: "la banca sa tutto della mia impresa e io conosco ben poco della banca troppo lontana e inaccessibile". Anche la banca è un'impresa con il proprio modello economico, con dipendenti, con fornitori che sono i risparmiatori e con clienti che sono i prenditori di credito. Inoltre, la banca ha controlli che le altre imprese non hanno, ma questo non basta 15 a superare la distanza che si è creata. Occorre riavvicinare la permeabilità della visione sulle banche. Banco Emiliano è nato il 1° ottobre dello scorso anno. Non intendiamo tacere i disagi che si sono creati con il cambio del sistema informativo, con la rigenerazione di un nuovo clima aziendale, con l'accorpamento di due diversi modelli operativi: sapevamo di avere un percorso che presentava delle asperità, ma abbiamo anche sempre confidato sul fatto che si comprendessero i benefici di prospettiva in cui quei disagi si inserivano. I tempi brevi credono ai geni, ai padroni dell'economia e ai fuochi d'artificio, ma la vera chiave di lettura della validità delle scelte la danno i tempi lunghi. I grandi cambiamenti, infatti, necessitano di tempo, anche se spesse volte noi li leggiamo a segmenti mentre li viviamo. Una volta superati e allontanati da quei momenti, leggiamo la somma dei segmenti conoscendo la loro evoluzione; troppo spesso, invece di rispondere ai bisogni, si preferisce rispondere ai bilanci. Ma abbiamo visto che nel tempo resistono solo le imprese che sanno cosa fare e sanno come fare. Sono questi i principi su cui abbiamo impostato la nostra attività bancaria, senza la pretesa di bruciare i tempi, ma consapevoli di avere costruito delle importanti aspettative da parte dei nostri soci e delle comunità locali in cui siamo insediati, e sono già diverse le zone in cui ci è stato chiesto di aprire ulteriori filiali. Noi proponiamo la strada della graduale crescita consolidata. I tempi che stiamo attraversando impongono cautele e attenzioni, e una fusione ha senso quando diventa il miglior investimento di capitale, di prospettiva, di sviluppo, di proposta al mercato e di percorso di futura redditività per rendere sostenibile nel tempo l’investimento che si è attivato. Banco Emiliano ha l’ambizione di generare risparmi, di abbassare i costi ripetibili, di esprimere razionalità organizzativa e operativa, accantonando le particolari "goliardie" di quei soci, pochi, che tendono a sottovalutare le ragioni per ostentare una fierezza corporativa che mette in disparte il buon amministrare per dare spazio a personalismi. 16 La dimensione operativa di Banco Emiliano oggi ci consente di rapportarci con il mercato creditizio e finanziario con efficacia e capacità propositiva La strategia di Banco Emiliano è quella di rendere competitiva l'attività bancaria e sostenibile nel tempo la sua azione, attraverso : x politiche commerciali idonee al consolidamento patrimoniale x politiche creditizie attivate attraverso la divisione settoriale e l’equilibrio degli importi erogati sotto forma di credito x politiche di efficienza dei processi di gestione x politiche territoriali di sostegno creditizio alle buone imprese, alle famiglie e ai progetti di carattere sociale x politiche di sicurezza nella allocazione del risparmio x politiche di equità nelle quali le scelte non ubbidiscono ai conti, ma i conti supportano la praticabilità delle scelte. La nostra banca si è data un imperativo categorico: "ogni passo va compiuto nella consapevolezza di dove si stia andando”. Si ritiene utile segnalare il positivo accoglimento del nostro nuovo istituto di credito da parte delle comunità che ospitano le nostre filiali, la raccolta diretta è incrementata a. 1.356,93 milioni di euro, la raccolta indiretta si è attestata a 442,47 milioni di euro, e gli impieghi si sono consolidati in 1.112,62 milioni di euro. Il patrimonio di vigilanza individuale della nostra banca ammonta a 133,63 ml di Euro, usando i parametri di riferimento di Basilea la percentuale rapportata all'entità degli impieghi raggiunge il 11,70%, da considerare di assoluta sicurezza rispetto ai parametri normativi che sono dell'8%. 17 L’ATTIVITA’ DI BANCO EMILIANO SITUAZIONE REGIONALE Un anno, il 2013, ancora marcato dalla recessione. Con minor vigore rispetto ad altre aree d’Italia, ma pur sempre con grande energia, il “ciclone crisi” continua ad investire anche l’Emilia-Romagna. Infatti i numeri che misurano l’andamento del sistema produttivo emiliano-romagnolo nel 2013 sono ancora orientati al segno negativo. Situazione di crisi ulteriormente segnata dagli effetti e dagli impatti del terremoto che nel 2012 ha colpito i nostri territori. La flessione del Prodotto Interno Lordo è dell’1,5 per cento rispetto all’anno precedente (-1,8 per cento in Italia), una contrazione che interessa tutti i settori e, in misura superiore, costruzioni e manifatturiero. La flessione del Pil, tuttavia, è più contenuta rispetto al calo del 2,5 per cento rilevato nel 2012 con una prospettive di una moderata ripresa (+1,1%) nel 2014. Gli effetti della recessione si leggono anche nei dati dell’occupazione (gli occupati diminuiscono dell’1,4 per cento, il tasso di disoccupazione oltrepassa, seppur di poco la soglia del 9 per cento), nella progressiva perdita del potere d’acquisto delle famiglie (-2,1 per cento), nelle 6 mila imprese in meno, nel saldo determinato non solo dall’aumento delle aziende che chiudono, ma anche dalla minor propensione ad aprire nuove attività. Il settore delle costruzioni chiude il 2013 negativamente. Secondo lo scenario economico predisposto a fine anno da Unioncamere Emilia-Romagna e Prometeia, il valore aggiunto dovrebbe diminuire in termini reali del 5,4 per cento rispetto al 2012, consolidando la fase negativa in atto dal 2008. Nei primi nove mesi del 2013, il volume di affari è diminuito del 5,7 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012. Sul commercio al dettaglio il sistema camerale registra una situazione in ulteriore peggioramento. Nei primi dieci mesi del 2013 è stata rilevata in Emilia-Romagna una diminuzione nominale delle vendite al dettaglio in forma fissa e ambulante del 6,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012 (-7,9 per cento in Italia), che si 18 è distinta dalla situazione già pesantemente negativa emersa nello stesso periodo dell’anno precedente (-5,2 per cento). Le situazioni più critiche sono state registrate nella piccola e media distribuzione, i cui cali sono saliti rispettivamente all’8,7 e 6,7 per cento. La grande distribuzione ha evidenziato una relativa maggiore tenuta (-2,0 per cento), ma il calo è apparso più sostenuto di quello riscontrato un anno prima (-1,5 per cento). Nei primi nove mesi del 2013 le esportazioni dell’Emilia-Romagna sono apparse in crescita, collocando la regione tra quelle più dinamiche del Paese, assieme a Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto. Il valore dell’export è ammontato a circa 37 miliardi e 889 milioni di euro, superando del 2,0 per cento l’importo dell’analogo periodo del 2012 (-0,3 per cento in Italia), a fine anno tale valore sembra attestarsi al + 4,1%. Tra i prodotti che caratterizzano l’export dell’Emilia-Romagna è da sottolineare l’aumento del 7,5 per cento del sistema agroalimentare, che ha rappresentato il 10,7 per cento del totale delle vendite all’estero. Negli altri settori, i prodotti della moda hanno costituito l’11,7 per cento dell’export e sono aumentati del 2,8 per cento, oltre la media generale. Buona intonazione degli articoli in pelle e dei prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi, che includono la produzione di piastrelle, che sono cresciuti del 4,6 per cento. L’andamento del mercato del lavoro è stato caratterizzato dal ridimensionamento dell’occupazione e dalla nuova crescita delle persone in cerca di lavoro. A fine anno l’occupazione dell’Emilia-Romagna è mediamente ammontata a circa 1.940.000 persone, vale a dire l’1,5 per cento in meno rispetto all’analogo periodo del 2012. In Italia e nella più omogenea ripartizione nord-orientale sono state rilevate diminuzioni più elevate rispettivamente pari al 2,2 e 1,9 per cento. Sotto l’aspetto del genere sono state le femmine a incidere maggiormente sul calo complessivo (-2,1 per cento) rispetto a quanto rilevato per i maschi (-1,1 per cento), ribaltando la situazione emersa nell’anno precedente. Gli ammortizzatori sociali hanno evidenziato un maggiore utilizzo, riflettendo il perdurare della fase recessiva che ha colpito l’economia regionale e nazionale. Nei primi dieci mesi del 2013 la Cassa integrazione guadagni nel suo complesso ha sfiorato in Emilia-Romagna i 74 milioni di ore autorizzate, con una crescita dello 0,8 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012. La moderata entità dell’aumento è da ascrivere al riflusso della Cig di matrice anticongiunturale (-8,3 per cento). 19 Ogni ramo ha concorso al calo degli occupati: nel settore industria (in senso stretto e costruzioni) ad esempio, l’occupazione è mediamente diminuita del 2,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di circa 19.000 addetti. I servizi hanno mostrato una migliore tenuta rispetto ai rami primario e secondario. Nei primi nove mesi del 2013 c’è stata una riduzione di appena lo 0,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012. Sul fronte della disoccupazione c’è stato un ulteriore aggravamento. Secondo le indagini sulle forze di lavoro, nei primi nove mesi del 2013 le persone in cerca di occupazione in Emilia-Romagna sono risultate mediamente circa 172.000, vale a dire il 21,8 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2012, per sfiorare i 200.000 a fine anno. Il forte aumento delle persone in cerca di lavoro si è riflesso sul relativo tasso, che è aumentato dal 6,7 al 9,3 per cento. Per quanto riguarda l’agricoltura, il clima dell’annata agraria 2012-2013 è stato caratterizzato da una stagione invernale prodiga di precipitazioni, cui è seguita una primavera dello stesso tenore. Dal punto di vista economico, secondo le prime provvisorie stime dell’Assessorato regionale all’agricoltura il valore della produzione agricola e zootecnica dell’Emilia-Romagna ha accusato una diminuzione di circa il 3 per cento rispetto alla precedente annata agraria. Tale andamento è da attribuire alla flessione, superiore al 6 per cento, delle produzioni vegetali. Le produzioni zootecniche hanno mostrato una migliore tenuta, facendo registrare un incremento dello 0,4 per cento del valore della produzione. La stagione turistica ha avuto un esito negativo. I dati provvisori raccolti in sei province dell’Emilia-Romagna relativamente al periodo gennaio-settembre 2013, hanno evidenziato per arrivi e presenze diminuzioni rispettivamente pari al 2,1 e 4,0 per cento. Come accennato precedentemente, la clientela straniera ha mostrato un andamento meglio intonato rispetto a quella italiana. I relativi arrivi nel complesso degli esercizi sono cresciuti del 5,1 per cento, a fronte della diminuzione del 4,5 per cento registrata per la clientela nazionale. In tema di pernottamenti, che costituiscono la base per il calcolo del reddito del settore, quelli stranieri sono aumentati dell’1,6 per cento, a fronte della flessione del 5,6 per cento degli italiani. L’artigianato manifatturiero ha chiuso il 2013 con un bilancio negativo, anche se in termini relativamente meno accentuati rispetto all’anno precedente. Il maggiore orientamento al mercato interno, depresso dal calo dei consumi, ha penalizzato il 20 settore, mentre la scarsa propensione all’internazionalizzazione, tipica della piccola impresa, non ha consentito di cogliere le opportunità offerte dall’accelerazione, comunque contenuta, del commercio internazionale, come invece è avvenuto nelle imprese industriali più strutturate. Secondo l’indagine del sistema camerale, il periodo gennaio-dicembre 2013 si è chiuso con una flessione produttiva del 4,8 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012 (-5,1 per cento in Italia). Per quanto concerne l’andamento economico 2013 delle imprese cooperative dell’Emilia-Romagna, è possibile fare riferimento ai dati di preconsuntivo forniti da Legacooperative che consentono un’analisi preventiva di quello che sarà il valore della produzione, della marginalità e dei livelli di occupazione a fine 2013. In ambito settoriale, il valore della produzione è previsto in diminuzione per i settori abitazione, turismo e attività culturali; per quanto riguarda le cooperative di servizi, sociali e quelle dei dettaglianti prevedono di chiudere l’anno con un aumento, mentre agroindustria, pesca e consumo sono orientate alla stabilità. I dati 2013 di Confcooperative, supportati anche dall’indagine congiunturale, confermano che, nel quadro di incertezza che da molti anni sta caratterizzando l’economia nazionale e regionale, le imprese cooperative che hanno tenuto ed hanno saputo resistere meglio delle altre realtà produttive alla pesante crisi economica degli ultimi anni il volume d’affari delle imprese aderenti ha infatti registrato un incremento generale del 2,6% rispetto al 2012 con punte del 7,2% per le cooperative di consumo e del 3,1% per le cooperative agricole ed agroalimentari. Relativamente al credito, secondo le statistiche divulgate dalla Banca d’Italia, a fine settembre 2013 gli impieghi bancari “vivi”, ovvero al netto delle sofferenze, concessi alla clientela ordinaria residente, escluso le Istituzioni finanziarie e monetarie, sono diminuiti in Emilia-Romagna del 5,0 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012, in misura leggermente inferiore rispetto a quanto rilevato in Italia (-5,3 per cento). La qualità del credito è nuovamente peggiorata. A fine giugno 2013 le sofferenze bancarie sono cresciute tendenzialmente del 22,3 per cento, facendo salire l’incidenza sugli impieghi totali al valore record del 7,00 per cento rispetto al 5,53 per cento dell’anno precedente. Segnali negativi sono inoltre venuti dai finanziamenti deteriorati, che rappresentano nella sostanza situazioni di potenziale sofferenza. A fine giugno 2013 hanno superato del 19,9 per cento l’importo dell’analogo periodo dell’anno precedente. A fine settembre 2013 i 21 depositi riferiti alla clientela ordinaria residente e non residente, al netto delle Istituzioni finanziarie e monetarie, sono cresciuti del 6,6 per cento rispetto a un anno prima, in frenata rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (+10,9 per cento). Al di là del rallentamento, si tratta di un’evoluzione comunque sostenuta, che è andata ben oltre l’inflazione e il livello dei tassi passivi sui conti correnti a vista (0,67 per cento a giugno 2013). Le previsioni fino al 2015 di Unioncamere Emilia-Romagna e Prometeia, redatte nello scorso dicembre, hanno descritto per l’Emilia-Romagna una economia in ripresa, ma il volume di ricchezza prodotto è destinato a essere ancora inferiore ai livelli precedenti la crisi nata dai mutui statunitensi ad alto rischio. Il 2014 si prospetta per l’Emilia-Romagna come un anno di crescita, dopo un biennio segnato dalla recessione. Il Pil dovrebbe crescere dell’1,1 per cento, in misura più ampia rispetto a quanto previsto per l’Italia (+0,8 per cento). La domanda interna è destinata ad aumentare più lentamente (+0,4 per cento) e a fare da freno saranno soprattutto i consumi finali, sia delle famiglie che della Pubblica amministrazione e Istituzioni sociali private, previsti in aumento, per entrambi, di appena lo 0,1 per cento. La crescita del Pil è pertanto sostenuta principalmente dalla domanda estera. Nel 2014 le esportazioni di beni sono previste in aumento, in termini reali, del 2,9 per cento, in accelerazione rispetto alla crescita dell’1,8 per cento del 2012. A valori correnti si prevede un incremento del 4,6 per cento, anch’esso più ampio di quello atteso per il 2013 pari all1,2 per cento. Tale situazione avrà effetti piuttosto limitati sul mercato del lavoro. Le unità di lavoro dovrebbero risalire dello 0,6 per cento, recuperando parzialmente sulla flessione dell’1,6 per cento del 2013, mentre ancora più contenuta sarà la crescita della consistenza degli occupati (+0,2 per cento) e anche in questo caso ci sarà un parziale recupero del calo stimato per il 2013 (-1,4 per cento). In conclusione, nel 2015 la ripresa dovrebbe consolidarsi, ma come accennato in precedenza il volume della ricchezza prodotta sul territorio dell’Emilia-Romagna rimarrà ancora al di sotto del livello del 2007 nella misura del 5,5 per cento. BREVI NOTE SULLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DELL’EMILIA ROMAGNA NEL 2013 Nonostante il persistente quadro macroeconomico recessivo abbia ridotto la domanda di credito dell’economia e la necessità di contenere i rischi e aumentare la dotazione patrimoniale abbia indotto il sistema bancario a ridurre o contenere fortemente l’erogazione di nuovo credito, il Gruppo delle Banche di Credito 22 Cooperativo dell’Emilia Romagna, seppur fra luci e ombre, ha consolidato nel corso del 2013 la propria posizione di mercato sul versante dell’intermediazione tradizionale, mantenendo un tasso di variazione delle masse intermediate superiore alla media del sistema bancario, pur continuando ad accusare chiari segnali di deterioramento nella qualità del credito; lo dimostrano i dati provvisori al 31 dicembre 2013, recentemente elaborati dalla Federazione regionale. I dati evidenziano un Gruppo che conta 20 Bcc associate, 366 sportelli, competenza territoriale su circa il 78% dei comuni della regione, 117.235 soci e 2.985 dipendenti. La raccolta diretta (Depositi, Pct e Obbligazioni) ha fatto registrare un + 2,45% su base annua attestandosi a quota 13.922 milioni di euro. La raccolta indiretta è stata di 7.989 milioni di euro (- 6,78%). Gli impieghi economici a favore dei soci, delle imprese e delle comunità locali registrano un decremento dell’ -3,72% attestandosi a 12.410 milioni di euro, a conferma di come il Credito Cooperativo abbia comunque assecondato il difficile momento congiunturale, in bilico fra recessione e stagnazione, interpretando in tal modo quella diversità caratteristica delle BCC sul territorio, a fianco delle famiglie e delle piccole e medie imprese. E’ parallelamente proseguito l’incremento dei crediti in sofferenza, che ammontano a 950 milioni di euro con un tasso di incremento annuo del 26,48, percentuale in moderata contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il rapporto sofferenze/impieghi risulta pari al 7,65 per cento, in aumento rispetto all’anno precedente. Il risultato lordo di gestione ha registrato una crescita su base annua del + 15,54 per cento attestandosi a 282 milioni di euro, il margine di interesse registra nello stesso periodo un decremento del 4,03%. Il margine di intermediazione ha raggiunto la consistenza di 604 milioni di euro facendo registrare un aumento su base annua del + 5,05% 23 DINAMICHE PROVINCIALI ECONOMIA DI REGGIO EMILIA NEL 2013 Le stime effettuate a Novembre da Prometeia/Unioncamere rilevano, per il 2013, un calo dell’1,9% del valore aggiunto. La morsa della crisi economica ha continuato a pesare sulla produzione manifatturiera reggiana e al contempo sui livelli occupazionali. Nel primo semestre 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, si è ridotta dell’1,7% l’occupazione delle imprese reggiane: a fronte di oltre 196.000 addetti del giugno 2012, infatti, si è scesi agli attuali 192.700 addetti. E’ negativo, nei primi undici mesi del 2013, il saldo fra imprese nate nella nostra provincia e quelle che hanno cessato l’attività. Le iscrizioni sono state infatti 3.529, mentre le cessazioni (con riferimento a quelle non d’ufficio) sono state 3.878, con un saldo negativo pari a -349 unità. Questa dinamica negativa porta le imprese presenti nella provincia di Reggio Emilia a quota 56.683, riportando il dato ai livelli del 2004 quando, con 56.626 imprese, si era toccato il valore minore. La flessione del numero delle aziende reggiane riguarda un po’ tutti i settori, con la sola eccezione dei servizi di comunicazione, istruzione, attività professionali e finanziarie, con saldi comunque contenuti in poche unità che non sempre raggiungono la decina. Il comparto che presenta il saldo negativo maggiore è quello dell’agricoltura nel quale, a fronte di 163 iscrizioni, si contano ben 567 cessazioni. In difficoltà anche il settore del commercio, che conferma il trend negativo dell’anno precedente: a fronte di 588 iscrizioni ci sono state 760 cessazioni. Relativamente ai singoli settori dell’economia provinciale, il valore aggiunto dell’annata agraria reggiana nel corso del 2013 dovrebbe segnalare un incremento rispetto al 2012. Nel complesso, rispetto al 2012, le quantità prodotte sono risultate in tendenziale aumento, le quotazioni si sono rilevate più in “tono” ed i costi sostenuti per l’acquisizione di materie prime e servizi funzionali alla produzione (i consumi intermedi) si sono mantenuti tendenzialmente stazionari. La produzione di Parmigiano Reggiano, dopo un tendenziale calo rilevato nel corso dei primi 6 mesi, ha ripreso ad aumentare. Nel settore manifatturiero, a partire dal terzo trimestre del 2013, si registra una decelerazione della caduta della produzione. Nel quarto trimestre 2013, rispetto 24 allo stesso periodo dell’anno precedente, i volumi produttivi sono diminuiti dell’1,2% dopo il -2,6% ed il -5,6% rilevati, rispettivamente, nel terzo e nel secondo trimestre dell’anno. Sono ancora una volta i mercati esteri a consentire alle imprese reggiane di contenere la caduta di produzione. Il fatturato oltre frontiera risulta infatti cresciuto dell’1,6% e gli ordini del 5,2%. Nonostante queste buone performance dall’estero, il fatturato e gli ordini analizzati nel loro complesso registrano ancora un tendenziale calo (rispettivamente -1,2% e -0,9%) dovuto alla stagnazione del mercato interno. Congiuntura manifatturiera 2012-2013 - provincia di Reggio Emilia Andamento tendenziale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente di alcuni indicatori (Fonte: indagine congiunturale sistema camerale) Variazione % stesso trimestre dell’anno precedente Indicatori 4° trim 2012 1° trim 2013 2° trim 2013 3° trim 2013 4° trim 2013 Produzione -4,7 -4,4 -5,6 -2,6 -1,2 Fatturato totale (interno+estero) -6,6 -5,1 -5,2 -2,5 -1,2 Fatturato estero (*) -1,5 -0,1 1,9 2,9 1,6 Ordini totale (interno+estero) -7,6 -6,5 -5,9 -2,8 -0,9 Ordini estero (*) -2,5 -2,2 1,8 4,0 5,2 (*) solo imprese esportatrici Relativamente all’ultimo trimestre del 2013, emerge che la produzione è in aumento rispetto all’anno precedente solo per l’elettrico-elettronico e per le materie plastiche. Per gli altri comparti i cali oscillano fra il -1,1% dell’alimentare e il -4,2% dell’abbigliamento. Congiuntura manifatturiera Andamento tendenziale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente della produzione per i principali settori del manifatturiero - 2012 - 2013 - provincia di Reggio Emilia (Fonte: indagine congiunturale sistema camerale) Settori Ceramico Alimentare Abbigliamento Metalmeccanico Elettrico - elettronico Materie plastiche Altre ind. manifatturiere Variazione % stesso trimestre dell’anno precedente 4° trim 1° trim 2013 2° trim 2013 3° trim 2013 4° trim 2013 2012 -1,9 -1,8 -4,5 1,7 -1,3 1,3 -1,8 1,2 1,3 -1,1 -6,2 -9,9 -7,4 -7,5 -4,2 -4,6 -4,2 -7,2 -2,4 -0,9 -7,4 -5,0 -8,2 -4,3 4,0 -4,5 -3,8 -2,4 -9,2 1,0 -7,0 -5,0 -3,3 -2,2 -4,0 25 Il comparto delle costruzioni in provincia di Reggio Emilia ha registrato nel terzo trimestre 2013, rispetto allo stesso trimestre 2012, un andamento ulteriormente in calo raggiungendo una variazione negativa del 14,4%. La diminuzione provinciale è sensibilmente superiore a quella dell’Emilia Romagna, ed è la più consistente fra le provincie della regione. L’andamento delle vendite del commercio al dettaglio è negativo per tutte le tipologie considerate. Il dato del terzo trimestre 2013 (calcolate sul terzo trimestre 2012) continua a essere negativo. Le vendite del commercio al dettaglio si attestano al -7,1%, quelle dei piccoli negozi registrano un -7,2% per i prodotti alimentari ed un -8,3% per i non alimentari, mentre le vendite della grande distribuzione segnala un -3,3%. L’export reggiano ha raggiunto i 6,5 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2013, un valore che supera di 40,5 milioni quello registrato nello stesso periodo del 2012. Sono tutti positivi gli andamenti delle vendite di prodotti reggiani verso l’estero ad eccezione del settore tessile-abbigliamento (in calo del 6,7% che scende a 1.084 milioni dai 1.162 dello stesso periodo 2012) e dei prodotti della gomma-plastica (-14,3% da 110,5 a 94,7 milioni). In crescita dell’1,6% invece i prodotti metalmeccanici che, con 3,3 miliardi di esportato, rappresentano oltre la metà del totale dell’export reggiano; la ceramica, passando da 634,2 a 685,3 milioni di euro, registra un +8,1%; gli alimentari bevande crescono del 2% raggiungendo i 457 milioni; in aumento del 4,7% l’elettrico – elettronica (da 460,2 a 481,6 milioni); superano i 216 milioni (+8,8%) le sostanze e i prodotti chimici. Le esportazioni del “made in Reggio” sono principalmente orientate verso paesi europei (una quota pari al 71,3% del totale), ma sono in forte crescita le esportazioni verso i paesi degli altri continenti. La propensione all’export della provincia di Reggio si mantiene elevata, le esportazioni rappresentano infatti quasi il 58% del valore aggiunto totale, venti punti in più rispetto alla media regionale, con una forbice che va aumentando rispetto al passato (erano 12 i punti di distacco con la regione nel 2001). In merito alle previsioni future si prevede una ripresa del valore aggiunto nel 2014 dello 0,9% e un ulteriore incremento dell’1,6% nel 2015. Previsioni di crescita anche in merito alle esportazioni (+3,7% nel 2014 e +5,3% nel 2015). In leggera ripresa dovrebbe essere anche l’occupazione (+0,6% nel 2014 e +1% nel 2015). 26 ECONOMIA DI REGGIO EMILIA NEL 2013: IL CONTESTO COOPERATIVO In riguardo alle cooperative, sulla base di un indagine di Confcooperative Reggio Emilia, il 54,3% delle associate giudica stazionario il proprio portafoglio ordini nell’ultimo quadrimestre dell’anno e si mantiene in leggera, ma costante crescita, la percentuale di chi lo giudica in aumento (21,7%, +2,1% rispetto al secondo quadrimestre 2013). In riguardo al fatturato, questo viene giudicato in aumento per il 39,1% del campione, in diminuzione per il 28,6% e stazionario per il 32,6%. Il 71,3% del campione delle cooperative intervistate da Confcooperative Reggio Emilia, che lavorano con il settore pubblico, segnala ritardi nei pagamenti. Il 44,3% delle cooperative segnala ritardi anche nei pagamenti dal settore privato. Complessivamente le associate giudicano stabile l’occupazione nel l’82,6% dei casi. ECONOMIA DI PARMA NEL 2013 Nei primi nove mesi del 2013 l’economia di Parma vede rallentare la contrazione di tutti i principali indicatori: fatturato, produzione e ordini che, però, continuano a segnare dati negativi da ormai otto trimestri consecutivi. Le variazioni tendenziali risultano meno pesanti di quelle rilevate nei primi 9 mesi del 2012; a livello nazionale e regionale, l’andamento degli indici congiunturali è comunque più pesante rispetto all’area parmense. Si contrae di 686 unità il numero delle imprese attive nel parmense: nascono in numero molto contenuto (2.670, il più basso degli ultimi 11 anni) mentre oltre 3 mila vengono cessate. Al 31 dicembre sono poco più di 42mila rispetto alle quasi 43.700 del 2008. Si assiste a una progressiva terziarizzazione dell’economia territoriale, una tendenza che tuttavia non garantisce lo stesso valore aggiunto pro-capite, perso nella contrazione della manifattura. Le ore di cassa integrazioni sono cresciute di quasi il 30%, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe arrivare al 7,8% nel corso del 2014. Segnali incoraggianti arrivano dalle esportazioni. Nei primi nove mesi del 2013 sono aumentate del 3,8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, in accelerazione rispetto all'incremento del 2,2% segnato nello stesso periodo del 2012. Complessivamente le esportazioni del 2013 (4.210 milioni di euro a valori correnti) hanno superato del 19,8% l'importo complessivo del 2008 (3.514 milioni di euro, il valore più alto prima della crisi internazionale). 27 Osservando la dimensione del valore aggiunto provinciale dal 2008 al 2013, si nota una contrazione complessiva del 6,9%. Tutti i settori presentano valori negativi nel quinquennio con un allarmante -35,5% nelle costruzioni, e un pesante -12,1% nel commercio. Altrettanto grave risulta essere il -9,9% nell’industria. Il valore aggiunto provinciale, secondo le stime di Prometeia-Unioncamere, cala nel 2013 di meno che nel 2012 passando da -2,6% a -1.4% e con la prospettiva di riportarsi con segno positivo nel 2014 (+1%). Distribuendo il valore aggiunto tra i settori dell’economia parmense, si evidenzia l’aggravarsi della situazione nell’edilizia, che perde l’11,4% nel 2013. La prospettiva per questo settore nel 2014 è di crescita zero. L’andamento del valore aggiunto nell’industria e nei servizi (comprendenti commercio, turismo e servizi in senso stretto) è abbastanza simile: la prima dal 3,5% del 2012 passa a un -2,2% del 2013 e dovrebbe arrivare a +0,4% nel 2014; i secondi perdono l’1,2% nel 2012, lo 0,5% nel 2013 e guadagnerebbero un +1,2% nel 2014. Nel settore dell’industria per l’ottavo trimestre consecutivo la variazione della produzione è negativa (-2,5%). Particolarmente accentuata è la contrazione della produzione nei comparti della lavorazione dei minerali non metalliferi (-6%), del tessile (-5,5%) e del legno e mobili (-4,7%). Il calo produttivo grava maggiormente sulle imprese fino a 9 dipendenti (-3,7%) e sulle imprese con 50 e fino a 500 dipendenti (-3,5%), rispetto alle aziende di medie dimensioni tra i 10 e i 49 dipendenti (-2,1%). Il fatturato dell’industria, la cui contrazione era andata allentandosi tra la fine del 2012 e metà 2013 (da -6,2% a -1,5%), è tornata ad appesantirsi (-2,9%) nel terzo trimestre. Anche in questo caso il dato complessivo rispetto al 2012 riporta una variazione negativa del 3%. A soffrire di più, anche in questa dimensione, sono la lavorazione dei minerali non metalliferi (-5,2%), il tessile (-4,7%) e la lavorazione del legno e mobili (-3,6%), cui si deve aggiungere il trattamento dei metalli, in calo del 3,7%. La contrazione dei fatturati si concentra maggiormente nelle imprese di piccole dimensioni (1-9 dipendenti) dove tocca il -3,3%; si allenta a -2,5% per le imprese tra i 10 e i 49 dipendenti e arriva a -2,2% per le aziende tra 50 e 500 dipendenti. Nell’artigianato si assiste a un lieve allentamento di una situazione critica, dove tutti gli indici congiunturali sono in contrazione da fine 2011. A partire dal primo 28 trimestre dell’anno scorso si assiste al rallentamento della caduta di fatturato, produzione e ordini che, tra luglio e settembre, si sono attestati a valori tra il -3% e il -4% (rispettivamente -3,6%, -3,1% e -3,1%). La domanda estera è apparsa in crescita del 3,6% e segna un’inversione di tendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-1,2%). Ciononostante i dati complessivi dei primi tre trimestri 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 danno atto che l’artigianato manifatturiero ha subito, e continua a subire, gli effetti della crisi in misura più pesante dell’industria nel suo complesso. L’edilizia vede nel 2013 l’aggravarsi di una situazione già critica. Il fatturato dell’industria delle costruzioni si contrae nei primi nove mesi dello scorso anno dell’11,6% rispetto al periodo equivalente del 2012, il quale era già in calo del 4,8%. La contrazione del fatturato si è verificata anche a livello regionale, dove la situazione sembra però un po’ meno pesante: si passa infatti dal -2,2% del 2012 al -5,7% del 2013. Il volume d’affari dell’edilizia parmense non smette di contrarsi dai primi mesi del 2011, ha toccato la massima decelerazione nel primo trimestre dell’anno scorso (-14,3%). La fase recessiva del commercio, iniziata nel secondo trimestre 2008, dall'autunno 2011 è divenuta sempre più ampia e preoccupante ad ogni rilevazione, ma aveva segnato un alleggerimento nel secondo trimestre del 2013. Nel terzo trimestre, tuttavia, la tendenza negativa è tornata ad ampliarsi con le vendite in calo del 7,4% rispetto al -5,4% del periodo aprile-giugno. Complessivamente, nei primi nove mesi dello scorso anno, le vendite si sono contratte del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. Gli esercizi minori soffrono maggiormente, con flessioni pari al 9,5% per la piccola distribuzione (1-5 dipendenti) e all’7,8% per la media distribuzione (6-19 dipendenti). La grande distribuzione (20 dipendenti e oltre) registra un calo inferiore alla media (-3,1%). L’ECONOMIA DI MODENA NEL 2013 In base al numero di imprese iscritte nel Registro imprese della Camera di Commercio di Modena, nella provincia si registrano al 31/12/2013 75.158 imprese; complessivamente il dato mostra un lieve calo. Infatti nonostante le imprese iscritte nel 2013 siano 4.961 (maggiori del 5,3% rispetto al 2012), le cessazioni non d’ufficio accusano un’impennata (5.094, +9,1%), producendo un saldo negativo di 133 imprese. E’ la seconda volta che le imprese della provincia di Modena registrano una diminuzione: la precedente si era registrata nel 2009 quando risultava un disavanzo pari a -273 imprese. 29 L’analisi per macro-settori mostra la sensibile diminuzione delle imprese agricole (4,8%), la cui caratteristica è comunque strutturale: infatti tale calo era iniziato già prima della lunga crisi dell’economia italiana. Anche le imprese manifatturiere sono in sofferenza (-2,6%), così come le costruzioni (-1,1%), mentre il numero delle imprese del settore dei servizi registra un leggero aumento (+0,6%). Relativamente al settore manifatturiero, produzioni e ordini nel 2013 hanno riportato un decremento rispettivamente del -1,2% e del -1,8%, a causa dell’andamento negativo riportato nella prima parte dell’anno, anche se si resta su valori molto più contenuti rispetto ai cali del -5,5% e -7% registrati nel 2012. Gli ordini esteri sono aumentati del 5,7% (+3,8% nel 2012). Il fatturato è tornato in positivo (+1,6%), dopo la flessione del 2012 (-3,4%). Produzione, fatturato, ordini interni e esteri dell’industria manifatturiera in provincia di Modena (variazioni % tendenziali) Fonte: Centro studi e statistica della Camera di commercio di Modena Media anno 2011 Media anno 2012 Media anno 2013 1° trimestre 2013 2° trimestre 2013 3° trimestre 2013 4° trimestre 2013 Produzione Fatturato 7,3 8,9 -5,5 -3,4 -1,2 1,6 -5,9 -3,3 -0,9 3,3 -0,6 3,1 2,5 3,2 Ordini Interni Ordini esteri 3,2 7,7 -7,0 3,8 -1,8 5,7 -8,1 3,4 -1,9 4,4 0,1 10,0 2,9 5,1 Produzione, ordini e fatturato hanno registrato dati negativi soprattutto nel primo trimestre del 2013; segnali positivi e incoraggianti sono invece arrivati nell’ultimo trimestre 2013, quando anche gli ordini interni mostrano un miglioramento dopo quasi due anni di flessioni. Per quanto riguarda la dinamica settoriale della produzione del manifatturiero modenese, aumenti della produzione si rilevano nel settore biomedicale (+11,1%), macchine e apparecchiature elettriche ed elettroniche (+4,8%), macchine ed apparecchi meccanici (+2,2%) e alimentare (+0,9%). Molto male la produzione di mezzi di trasporto con un calo del -12,4% su base annua, e l’abbigliamento con 9,7%. 30 Il settore ceramico nel 2013 registra un calo della produzione del -5,4%; segnali incoraggianti arrivano però nell’ultimo trimestre 2013, con un aumento della raccolta ordini del 5,7% sul fronte domestico, e del 7,7% sui mercati internazionali. Modena, dinamica settoriale della produzione (variazioni % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) Fonte: Centro studi e statistica della Camera di commercio di Modena Settori Alimentare Maglieria Abbigliamento Piastrelle e lastre in ceramica Lavorazioni meccaniche e prodotti in metallo Macchine ed apparecchi meccanici Macchine e apparecchiature elettriche ed elettroniche Biomedicale Mezzi di trasporto Altre industrie manifatturiere Totale industria manifatturiera Media 2013 0,9 -5,7 -9,7 -5,4 4,1 1° trimestre 2013 -7,3 -9,1 -10,7 -4,3 -5,5 2° trimestre 2013 -1,3 1,6 -11,8 -12,1 2,4 3° trimestre 2013 4,5 -13,8 -6,8 -4,4 5,2 4° trimestre 2013 7,6 -1,6 -9,4 -0,8 14,4 2,2 4,8 -4,5 -4,4 0,9 13,8 4,1 11,1 8,4 -1,2 11,1 -12,4 -3,0 -1,2 0,2 -0,3 -9,4 -5,9 37,9 -4,6 -1,8 -0,9 8,5 -16,2 -3,1 -0,6 -2,2 -28,4 2,5 2,5 L’economia modenese conferma, anche nel 2013, la sua forte propensione all’export. Nel 2013 le esportazione segnano un +2,6%. Il totale delle esportazioni della provincia ammontano a 10.720 milioni di euro; tale valore però non eguaglia ancora i livelli precedenti alla crisi del 2008. In ambito regionale Modena si trova al secondo posto, dopo Bologna, per valore complessivo delle esportazioni, con una quota pari al 21,1% del totale regionale. I settori produttivi che mostrano una dinamica dell’export migliore sono l’ agroalimentare (+8,8%) , biomedicale (+6,8%) e ceramica (+6,2%). Le aree geografiche verso le quali sono aumentate maggiormente le esportazioni modenesi sono l’America Centro Sud (+16,0%), l’Africa del Nord (+11,8%), e il Medio Oriente (+7,8%), mentre calano l’Asia (4,5%) e i paesi europei non appartenenti alla UE (-3,9%). Il nucleo dell’Unione Europea a 15 paesi continua ad assorbire la maggioranza delle esportazioni modenesi (43,3% del totale) e nel 2013 registra un lieve incremento (+0,9%). In merito al comparto del commercio, turismo e servizi, un’analisi di Confesercenti evidenzia un calo delle vendite in questi settori che ammonta complessivamente a -3,6%. 31 Risale ormai al lontano 2008 l’ultimo risultato positivo: in cinque anni questo comparto ha visto crollare complessivamente del 20% il volume delle vendite. Il 2014 si è aperto nel territorio modenese con 385 imprese commerciali e del turismo in meno rispetto all’anno appena concluso. ECONOMIA DI MANTOVA NEL 2013 I dati relativi alla natimortalità delle imprese in provincia di Mantova per l’anno 2013, elaborati dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova, evidenziano la chiusura di un anno nuovamente difficile per l’imprenditoria mantovana con un calo di 235 unità, che porta la consistenza del Registro Imprese a quota 42.291 imprese registrate. Basso il tasso di natalità delle imprese (5,6%), inferiore di un punto percentuale rispetto al 2008, segno che il perdurare della crisi oltre che incidere sulle chiusure sta scoraggiando l’avvio di nuova imprenditorialità. L’analisi delle attività economiche della provincia mantovana mette in evidenza, come già avvenuto nel 2012, il calo del numero delle imprese nei settori più tradizionali: l’agricoltura (-3,1%), la manifattura (-1,4%), le costruzioni (-2,1%) e il trasporto e magazzinaggio (-1,3%). Al contrario ad accrescere il loro peso nella struttura economica provinciale sono quasi tutte le attività del terziario: gli alberghi e ristoranti (+3,2%), i servizi di informazione e comunicazione (+3,3%), le attività finanziarie e assicurative (+5,6%), i servizi di supporto alle imprese (+6,4%), le attività immobiliari (+1,5%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+0,6%), il commercio (+0,8%). Tra i servizi l’unico calo si registra nel comparto dei servizi alla persona (-1,7%). Così come era avvenuto nel 2012, è in calo il saldo delle imprese artigiane (-2,1%), superiore al dato nazionale (-1,9%), e al dato lombardo (-1,7%). Considerando le variazioni della produzione manifatturiera media annua, nel 2013 rispetto al 2012, la provincia di Mantova vede un aumento del +1,1%; il dato della Lombardia, al contrario, mostra una lieve contrazione, pari al -0,1%. Nel confronto con le altre provincie lombarde, Mantova si colloca tra le provincie migliori, subito dopo Lodi e Lecco. Sempre considerando le variazioni medie annue, mostrano risultati positivi gli ordini esteri (+3,5%) e il fatturato totale (+1,2%), mentre gli ordini interni calano del -2,7%. Nell’ultimo trimestre del 2013, nel settore manifatturiero mantovano si è registrato un aumento della produzione industriale del +0,7%, degli ordini esteri (+1,2%) e del fatturato (+0,6%). Si confermano invece in calo gli ordini interni (-0,6%). 32 Secondo il presidente della camera di Commercio di Mantova, i dati emersi dall’analisi della congiuntura manifatturiera dell’ultimo trimestre 2013 mostrano alcuni segnali incoraggianti, ma la ripresa che si intravede appare comunque molto fragile. Le aspettative degli imprenditori, anche per il 2014, sono riposte in particolar modo nella domanda estera, sulla quale, tuttavia, non si può contare esclusivamente. Servirebbe infatti una ripresa dei consumi interni per dare inizio a una crescita più stabile. GLI OBIETTIVI E LE FRONTIERE DI BANCO EMILIANO Banco Emiliano ha svolto un accurato lavoro suggerito a suo tempo anche dalla vigilanza atto a garantire una nuova struttura in ordine al comparto rischi. In tal senso per assicurare un adeguato presidio sui rischi a cui la Banca risulta esposta, è stato implementato un preciso modello organizzativo che integra metodologie e presidi di controllo a diversi livelli, tutti convergenti con gli obbiettivi di assicurare efficienza ed efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale , tutelare dalle perdite, garantire l’affidabilità e l’integrità delle informazioni e verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della normativa interna ed esterna. In tale contesto, assume particolare rilievo la presenza di adeguati meccanismi di interazione e coordinamento fra i diversi Organi e Funzioni di controllo interno, al fine di disporre di una visione integrata dei rischi e di un processo dinamico di adattamento delle modalità di controllo al mutare del contesto normativo e operativo. I presupposti principali su cui si basa la completezza e la funzionalità del Sistema dei Controlli Interni adottato della Banca sono quindi rappresentati, da un lato, da una corretta e capillare articolazione delle attività di controllo, che sono state distribuite su una pluralità di Funzioni aziendali al fine di evitare sovrapposizioni e/o duplicazioni e di favorire un’adeguata dialettica interna e, dall’altro, dall’esistenza di un’organizzazione aziendale adeguata per assicurare la sana e prudente gestione della Banca e il pieno rispetto di tutte le disposizioni normative. Inoltre, per meglio supportare l’azione della Funzione di Internal Auditing, esternalizzata presso la Federazione Regionale e coordinata da un Referente Aziendale (link auditor) non direttamente coinvolto in attività di controllo di secondo livello, è stata istituita anche una Funzione di Ispettorato interno, col compito di esercitare, attraverso un’opportuna integrazione di controlli ispettivi, in loco e a distanza, un’efficace azione di contenimento e prevenzione dei rischi operativi di frode. L’informativa di sintesi delle attività svolte dalle Funzioni di controllo interno nel corso dell’anno è stata esaminata dal Consiglio di Amministrazione che ha definito 33 sulla base dei relativi contenuti uno specifico programma di attività per la risoluzione delle problematiche evidenziate e per una valutazione complessiva del sistema dei controlli interni. Al fine di supportare un efficiente ed efficace gestione di tali attività, la Banca si è altresì dotata di una piattaforma informatica per la gestione integrata dei rischi, attraverso la quale potranno essere gestite e adeguatamente rendicontate, grazie anche alla presenza di un efficace sistema di reporting, sia le attività di risk assesment, poste in essere dalla Funzione di Compliance con un approccio prevalentemente ex-ante, sia le attività di controllo eseguite, in ottica ex-post, da parte dell’Ispettorato interno e della Funzione di Internal Auditing. Nel Progetto di Fusione presentato in Banca d’Italia il 21 Gennaio 2013 è prioritaria la ricerca della redditività da perseguirsi attraverso un’attenta rivisitazione dei costi, del margine di interesse e di intermediazione, che unitamente all’aumento di capitale Sociale, consentiranno il rafforzamento patrimoniale della Banca anche in presenza di un incremento dei crediti problematici in seguito al protrarsi della crisi economica. 34 LA GESTIONE DELLA BANCA ANDAMENTO DELLA GESTIONE E DINAMICHE DEI PRINCIPALI AGGREGATI DI STATO PATRIMONIALE E DI CONTO ECONOMICO A seguito dell’operazione straordinaria di fusione per unione tra Banca Reggiana Credito Cooperativo Società cooperativa e Banca di Cavola e Sassuolo - Credito Cooperativo – Società cooperativa avente effetto giuridico ed economico a far data dal 01/10/2013, per esclusive esigenze di comparabilità dei dati (2013 su 2012) si deve fare riferimento ai seguenti assunti: - dati patrimoniali al 31/12/2013: trattasi dei dati patrimoniali di Banco Emiliano – Credito Cooperativo – Società cooperativa; - dati patrimoniali al 31/12/2012: trattasi della sommatoria aggregata dei dati patrimoniali rinvenienti dagli Stati Patrimoniali contenuti nei Bilanci chiusi al 31/12/2012 (regolarmente approvati) delle due Banche partecipanti alla fusione per unione; - dati economici al 31/12/2013: trattasi dei dati economici prodotti da Banco Emiliano – Credito Cooperativo – Società cooperativa nel periodo 01/10/2013 – 31/12/2013, sommati, in continuità contabile, a quelli del Conto Economico infrannuale 01/01/2013 – 30/09/2013 di (ex) Banca Reggiana Credito Cooperativo – Società cooperativa (regolarmente approntato e contenuto nel Bilancio intermedio al 30/09/2013 al servizio della fusione per unione); - dati economici al 31/12/2012: trattasi della sommatoria aggregata dei dati economici rinvenienti dai Conti Economici contenuti nei Bilanci chiusi al 31/12/2012 (regolarmente approvati) delle due Banche partecipanti alla fusione per unione; Banco Emiliano - Credito Cooperativo - S.c. subentra in pieno diritto in tutte le ragioni, azioni e diritti, così come in tutti gli obblighi, impegni e passività di qualsiasi natura delle due Banche partecipanti alla fusione per unione. 35 LO STATO PATRIMONIALE Lo stato patrimoniale è stato redatto secondo i nuovi principi contabili internazionali IAS/IFRS. I principali aggregati, con le relative variazioni, sono riportati nella Tabella di cui sotto: Attivo 2013 2012 Cassa e Attività finanziarie (voci da 10 a 50) 403,02 Crediti verso banche (voce 60) Variazioni Assolute Percentuali 360,03 42,99 11,94% 156,12 110,23 45,89 41,63% 1.112,62 1.177,60 -64,98 -5,52% 0,52 0,67 -0,15 -21,83% Attività materiali e immateriali (voci 110 e 120) 34,58 19,39 15,19 78,36% Altre attività (voci da 130 a 150) 26,19 53,61 -27,43 -51,16% 1.733,05 1.721,53 11,52 0,67% 2013 2012 Crediti verso clientela (voce 70) Derivati di Copertura (voce 80) TOTALE DELL'ATTIVO Passivo Debiti verso banche (voce 10) Variazioni Assolute Percentuali 193,48 186,52 6,96 3,73% 1.371,99 1.321,55 50,43 3,82% Passività finanziarie (voce 40) 0,21 0,17 0,03 18,92% Derivati di copertura (voce 60) 0,58 0,97 -0,39 -40,50% Altre passività (voci 80 e 100) 33,28 72,06 -38,78 -53,82% Trattamento di fine rapporto (voce 110) 3,11 3,31 -0,19 -5,81% Fondi per rischi e oneri (voce 120) 3,34 1,80 1,53 85,04% 125,85 130,75 -4,90 -3,75% 1,22 4,38 -3,17 -72,22% 1.733,05 1.721,53 11,52 0,67% Debiti verso clientela (voci 20, 30 e 50) Patrimonio netto (voci da 130 a 190) Utile d'esercizio (voce 200) TOT. PASSIVO E PATRIMONIO NETTO 36 LA RACCOLTA TOTALE DELLA CLIENTELA La raccolta aziendale ammonta, al 31/12/2013, a 1.814,42 milioni di euro, con un incremento di 83,59 milioni di euro rispetto al precedente esercizio, pari al 4,83%. Sia la raccolta diretta, sia quella indiretta, registrano un incremento su base annua, rispettivamente pari a 47,16 milioni di euro e 25,25 milioni di euro. Il rapporto tra raccolta diretta e indiretta, per effetto delle suddette variazioni passa al 310,07% contro il 316,79% di fine 2012. (Importi in milioni di euro) 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % 1.356,93 1.309,77 47,16 3,60% 15,03 11,96 3,07 25,70% 442,47 417,22 25,25 6,05% Risparmio amministrato 325,70 305,81 19,89 6,50% Risparmio gestito 116,77 111,41 5,36 4,81% 1.814,42 1.730,83 83,59 4,83% Voci Raccolta diretta Pronti contro termine passivi Raccolta Indiretta Di cui: Totale raccolta Raccolta diretta La raccolta diretta complessiva è iscritta in Bilancio nelle voci 20 – Debiti verso clientela (comprendente come sottovoci: conti correnti, creditori diversi, depositi a risparmio, mutui passivi, pronti contro termine, ratei e risconti passivi), 30 – Titoli in circolazione (comprendente come sottovoci: assegni propri, certificati di deposito, creditori diversi, obbligazioni valutate al costo ammortizzato, ratei e risconti passivi) e 50 – Passività finanziarie valutate al fair value (comprendente le obbligazioni di propria emissione valutate al fair value). Nel complesso, la raccolta diretta ammonta a 1.356,93 milioni di euro, in incremento rispetto al 2012. L’analisi delle forme tecniche di raccolta evidenzia, rispetto al passato esercizio, un calo della raccolta a termine a favore di un incremento della raccolta a breve. A fronte infatti di un aumento assoluto dei Conti Correnti per circa 80 milioni di euro e dei Certificati di deposito per circa 21,731 milioni di euro, si registra una calo dei prestiti obbligazionari di circa 96 milioni di euro. Nell’ambito della raccolta a termine, oltre al già citato rallentamento dei prestiti obbligazionari, si registra un aumento significativo delle operazioni pronti contro termine (+3,072 milioni corrispondenti al 25,70%). (Importi in milioni di euro) 37 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % Conti correnti e depositi liberi 601,74 520,15 81,58 15,68% Depositi Vincolati 173,16 125,00 48,17 38,53% Certificati di deposito 118,75 97,02 21,73 22,40% Obbligazioni 443,50 540,22 -96,72 -17,90% 19,79 27,38 -7,60 -27,75% 1.356,93 1.309,77 47,16 3,60% Voci Altri debiti Totale Raccolta diretta (Percentuali composizione raccolta diretta) Voci 31/12/2013 % sul totale 31/12/2012 % sul totale Variazione Conti correnti e depositi a risparmio 44,35% 39,80% 4,55% Depositi Vincolati 12,76% 9,56% 3,20% 8,75% 7,42% 1,33% 32,68% 41,33% -8,65% 1,46% 1,88% -0,43% 100,00% 100,00% Certificati di deposito Obbligazioni Altri debiti Totale Raccolta diretta La raccolta indiretta La raccolta indiretta, valorizzata al valore di carico e comprendente anche l’attività di collocamento di Fondi e Sicav, di GPM e GPF e di prodotti assicurativi del Ramo Vita finanziario, si attesta, a fine 2013, a 442,47 milioni di euro, facendo registrare un incremento di 25,25 milioni di euro (corrispondenti al 6,05%) rispetto al dato dell’esercizio precedente. L’incremento ha riguardato sia il comparto del risparmio amministrato (in incremento di 19,89 milioni di euro, pari al 6,50%), sia il comparto del risparmio gestito (in incremento di 5,36 milioni di euro, pari al 4,81%). Il comparto del risparmio gestito è composto, per il 76,44% da Fondi e Sicav e, per il 23,56% da gestioni patrimoniali. 38 (Importi in milioni di euro) 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % Fondi comuni di investimento e Sicav 88,64 86,84 1,79 2,07% Gestioni patrimoniali mobiliari 28,13 24,57 3,57 14,52% Totale risparmio gestito 116,77 111,41 5,36 4,81% Titoli di terzi 279,84 258,17 21,67 8,39% 45,86 47,64 -1,79 -3,75% Risparmio amministrato 325,70 305,81 19,89 6,50% Totale raccolta indiretta 442,47 417,22 25,25 6,05% Voci Polizze assicurative e fondi pensione GLI IMPIEGHI CON LA CLIENTELA Ai sensi della nuova normativa di bilancio, gli impieghi con la clientela sono iscritti al costo ammortizzato e inseriti alla voce 70 “Crediti verso clientela”, che ricomprende anche i titoli di proprietà inseriti fra i finanziamenti e crediti commerciali (Loans & Receivables); l’ammontare complessivo degli impieghi, al netto delle svalutazioni, è risultato pari a 1.112,62 milioni di euro, con un decremento di 36,99 milioni (-3,22%) rispetto all’esercizio precedente. La componente a medio - lungo termine nell’esercizio 2013 ha subito un incremento di 10,49 milioni di euro (+1,56%) ma è stata la componente a breve rappresentata dai Conti Correnti e dall’SBF a rappresentare il fattore frenante degli impieghi a clientela, con un calo di 25,53 milioni di euro, pari al 9,90%. Tale contrazione è motivata dalla generalizzata diminuzione di fatturato che ha indotto le aziende clienti a diminuire l’utilizzo delle linee di credito di smobilizzo. Nel corso del 2013 si è provveduto ad un’intensa attività di revisione dei fidi concessi; ciò ha comportato la diminuzione e la chiusura di linee di fido concesse a suo tempo alla clientela. Insignificanti sono i volumi relativi ai titoli di debito. Si riscontra un decremento delle attività deteriorate, anche per effetto del passaggio, al netto dei fondi di svalutazione, dei crediti a sofferenza di (ex) Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. al 30/09/2013, come previsto dal principio contabile IFRS 3 in materia di aggregazioni aziendali. 39 (Importi in milioni di euro) 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % Conti correnti 232,39 257,93 -25,53 -9,90% Mutui 684,30 673,81 10,49 1,56% 8,78 9,36 -0,58 -6,17% 78,10 93,52 -15,41 -16,48% - 0,50 -0,50 -100,00% 109,03 114,49 -5,46 -4,77% 1.112,62 1.149,60 -36,99 -3,22% Voci Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto Altre operazioni Titoli di debito Attività deteriorate Totale impieghi con clientela (Percentuali composizione crediti verso clientela) 31/12/2013 % sul totale 31/12/2012 % sul totale Variazione Conti correnti 20,89% 22,44% -1,55% Mutui Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto Altre operazioni 61,50% 58,61% 2,89% 0,79% 0,81% -0,02% 7,02% 8,13% -1,11% Titoli di debito 0,00% 0,04% -0,04% Attività deteriorate 9,80% 9,96% -0,16% 100,00% 100,00% Voci Totale impieghi con clientela Crediti deteriorati I nuovi principi contabili dispongono che i crediti, in base al grado di deterioramento (impairment) del credito stesso, vengano così ripartiti: - crediti “in bonis” (performing) - crediti deteriorati (non performing). Questi ultimi vengono ulteriormente distinti in crediti a sofferenza, ad incagli, ristrutturati, scaduti e/o sconfinanti (c.d. “past due”). Per tutti i crediti deteriorati (non performing) è stata applicata una valutazione su base individuale, tenendo conto, oltre alle previsioni di perdita (dubbi esiti), anche dell’effetto attualizzazione collegato alla dinamica temporale della previsione di rientro per le singole posizioni. Per tutte le restanti posizioni (performing) è stata applicata una valutazione su base collettiva, tenendo conto, sulla base dei dati 40 storici disponibili, sia della probabilità di deterioramento (PD) che delle previsioni di perdita a seguito del default (LGD), facendo registrare, nello specifico, rettifiche di portafoglio per un ammontare complessivo di 4,289 milioni di euro. (Importi in milioni di euro) Esposizione lorda Tipologie esposizioni Esposizioni per cassa Attività deteriorate 1.007,89 Rettifiche di valore Esposizione netta Incidenza % Incidenza % Spec. Portaf. Indice cop. 88,09% X 4,29 0,43% X 41,08% 22,49 2,02% X 14,19% 69,32 6,23% 1.003,60 90,20% a) sofferenze 38,17 3,34% b) Incagli 80,79 7,06% 0,82 0,07% 0,004 X 0,49% 0,82 0,07% 16,55 1,45% 0,15 X 0,90% 16,40 1,47% 1.144,21 100,00% 27,30 4,29 2,76% 1.112,62 100,00% c) esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute Totale crediti verso clientela 15,68 11,46 Qualità del credito Le attività deteriorate nette sono leggermente diminuite nell’ammontare complessivo delle esposizioni, attestandosi al 9,80% dei crediti netti verso clientela, contro il 9,72% dello scorso anno. In particolare preme sottolineare come, in ottemperanza alla normativa prevista dal principio contabile IFRS 3, le sofferenze che presentava Banca di Cavola e Sassuolo alla data del 30/09/2013, siano confluite in Banco Emiliano al netto dei fondi di svalutazione (più di 11 milioni di euro) stanziati alla data (Fair Value). Inoltre, a fine dicembre, si è conclusa un’operazione di cessione pro soluto di sofferenze (interamente svalutate alla data) per un importo di 2,134 milioni di Euro. I due fattori hanno avuto ripercussioni sugli indici di copertura, che oggi risultano inferiori rispetto allo scorso anno. Prosegue l’attenta attività posta in essere dalla Banca in osservanza delle politiche del credito emanate dal Consiglio di Amministrazione, che periodicamente esamina le relazioni della Direzione sulle posizioni ad andamento anomalo, individuando quelle da iscrivere a sofferenza. Nell’anno 2013 sono stati effettuati accantonamenti prudenziali per complessivi Euro 20.707.058, in aumento rispetto a quanto già comunicato provvisoriamente a Banca d’Italia. 41 Considerando pertanto le sofferenze al lordo delle svalutazioni, l’ammontare complessivo delle medesime al 31/12 di Banco Emiliano sarebbe di Euro 49.692.675 pari al 4,30% degli impieghi, le svalutazioni sarebbero di Euro 27.206.846, per un indice di copertura pari al pari al 54,75%. (Importi in milioni di euro) 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % Sofferenze 22,49 18,29 4,19 22,93% Incagli 69,32 61,33 7,99 13,03% 0,82 0,84 -0,02 -2,62% Esposizioni scadute 16,40 34,03 -17,63 -51,80% Totale crediti dubbi 109,03 114,49 -5,46 -4,77% 1.003,60 1.063,05 -59,45 -5,59% 1.112,62 1.177,54 -64,92 -5,51% Voci Esposizioni ristrutturate Crediti in bonis Totale crediti verso la clientela La Posizione interbancaria e le Attività finanziarie Composizione della posizione interbancaria netta e delle variazioni delle attività finanziarie: Posizione interbancaria netta Crediti verso banche Debiti verso banche Totale pos. interbancaria netta 31/12/2013 31/12/2012 156,12 110,23 Variazione assoluta 45,89 193,48 186,52 6,96 3,73% -37,36 -76,29 38,93 -51,03% Variazione % 41,63% La posizione interbancaria 2013 tiene conto della partecipazione all’operazione di rifinanziamento (Long Term Refinancing Operation – LTRO) posta in essere dalla Banca Centrale Europea (BCE) il 29 febbraio 2012 nella quale la Banca si è aggiudicata complessivamente 96 milioni di euro con durata triennale al tasso dell’1% (alla data della presente relazione 0,25%). Tuttavia, in considerazione del mutato contesto di mercato determinatosi nella seconda metà del 2013 (riduzione dei rendimenti dei titoli governativi periferici e riattivazione del mercato interbancario dei depositi collateralizzati) la Banca ha richiesto nel corso del 2014 l’annullamento della garanzia dello Stato concessa nel 2012. Tale decisione è supportata da un’analisi in termini di sostenibilità ed equilibrio finanziario condotta 42 con opportune simulazioni di impatto sulla situazione di liquidità della Banca. Pertanto, la Banca una volta ottenuto l’annullamento della citata garanzia, provvederà alla sostituzione dei titoli a garanzia dell’operazione di rifinanziamento presso la BCE. LE ATTIVITÀ FINANZIARIE Come emerge dalla tabella, l’evoluzione dell’aggregato è essenzialmente ascrivibile alla dinamica dei titoli di Stato italiani giunti a rappresentare il 92,48% dell’intero portafoglio con 365,60 milioni di euro presenti nel portafoglio AFS. (Importi in milioni di euro) 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % 0,67 1,00 -0,33 -32,63% 394,97 351,61 43,35 12,33% 0,03 0,03 0,00 6,90% 0,30 0,63 -0,33 -51,98% 395,97 353,27 42,70 12,09% 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % 384,39 340,41 43,98 12,92% 365,60 302,11 63,49 21,02% Titoli di capitale 10,64 10,98 -0,34 -3,05% Quote di OICR 1,46 1,23 0,24 19,37% Voci Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino scadenza Finanziamenti e crediti commerciali (L&R) Totale attività finanziarie Di cui: (Importi in milioni di euro) Voci Titoli di debito - di cui Titoli di Stato 43 Nella tabella che segue è riportata la distribuzione per scadenza dei titoli di Stato Italiani in portafoglio. Maturity Titoli Stato Italiani 31/12/2013 Dati in migliaia di euro Fino a 6 mesi Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Attività finanziarie disponibili per la vendita Totale Incidenza % 57.634 57.634 15,76% Da 6 mesi fino a un anno - 50.688 50.688 13,86% Da un anno fino a 3 anni - 150.131 150.131 41,06% Da 3 anni fino a 5 anni - 29.707 29.707 8,13% Da 5 anni fino a 10 anni - 28.753 28.753 7,86% Oltre 10 anni - 48.687 48.687 13,32% Gli strumenti derivati L’operatività in strumenti derivati di copertura, ha riguardato principalmente la copertura specifica di prestiti obbligazionari di propria emissione e finanziamenti emessi a tasso fisso. Le coperture sono state poste in essere al fine di ridurre l’esposizione a variazioni avverse di fair value dovute al rischio di tasso di interesse. I contratti derivati utilizzati sono stati prevalentemente del tipo “interest rate swap”. Le attività materiali ed immateriali Le attività materiali ed immateriali risultano iscritte in Bilancio alle Voci 110 e 120 dell’attivo. Le attività materiali ammontano a 34,577 milioni. Il sensibile incremento rispetto all’anno precedente è dato dall’ultimazione della sede di Pieve di Guastalla. Le immobilizzazioni immateriali ammontano a 0,272 milioni di euro. I fondi a destinazione specifica I fondi per rischi e oneri, di cui alla Voce 120 del passivo, comprendono le passività relative agli altri benefici a lungo termine, riconosciuti contrattualmente al personale in servizio, il fondo beneficenza e mutualità ed i fondi rischi così suddivisi: x Fondo beneficienza e mutualità: 0,341 milioni di euro; x Fondo per ferie non godute: 0,094 milioni di euro; x Fondo per oneri da revocatorie fallimentari: 0,798 milioni di euro; 44 x x x x Fondi per oneri personale: 0,672 milioni di euro; Fondo premi di fedeltà dipendenti: 0,180 milioni di euro; Fondo rischi per controversie legali: 0,925 milioni di euro Altri fondi per rischi e oneri: 0,327 milioni di euro IL PATRIMONIO NETTO E DI VIGILANZA E L’ADEGUATEZZA PATRIMONIALE Al 31/12/2013 il patrimonio netto ammonta a 127,07 milioni di euro che, confrontato con il dato al 31/12/2012, risulta in decremento del 5,59%, ed è così suddiviso: (Importi in migliaia di euro) 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % 37,65 37,70 -0,05 -0,14% Sovrapprezzi di emissione 2,07 2,03 0,04 1,92% Riserve da valutazione 3,67 3,24 0,43 13,17% 82,47 87,78 -5,31 -6,05% 1,22 3,84 -2,62 -68,23% 127,07 134,59 -7,52 -5,59% Voci Capitale Riserve Utile di esercizio Totale patrimonio netto Tra le “Riserve da valutazione” figurano le riserve, positive e negative, relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita pari a 0,827 milioni di euro, le riserve positive e negative relative alle attualizzazioni del TFR (così come previsto dallo IAS 19), nonché le riserve iscritte in applicazione di leggi speciali di rivalutazione pari a 3,253 milioni di euro. Il decremento rispetto al 31/12/2012 è connesso alle variazioni di fair value delle attività finanziarie disponibili per la vendita contabilizzate nell’esercizio 2012. Il calo della Voce “Riserve” è imputabile esclusivamente alle contabilizzazioni di riserve negative scaturite dalla fusione tra Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. e Banca Reggiana Cred. Coop.. Sono ricomprese, inoltre, le Riserve di utili già esistenti (riserva legale) nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti di transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS non rilevate nelle riserve da valutazione. Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita sono così composte: 45 (Importi in milioni di euro) 2013 Attività/Valori Riserva positiva Riserva negativa 1. Titoli di debito 1,536 -0,351 2. Titoli di capitale 0,055 -0,001 3. Quote O.I.C.R. 4. Finanziamenti Totale 1,591 2012 Riserva positiva Riserva negativa -460 -0,003 -6 -0,355 -466 Il patrimonio di vigilanza L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un elemento fondamentale nell’ambito della pianificazione strategica aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che la dotazione di mezzi propri assume per la crescita dimensionale e il rispetto dei requisiti prudenziali. Per tale motivo la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base Sociale e criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili prodotti, eccedenti il vincolo di destinazione normativamente stabilito. Le risorse patrimoniali sono state collocate, anche nelle fasi più acute della crisi finanziaria, ben al di sopra dei vincoli regolamentari con ciò permettendo di continuare a sostenere l’economia del territorio e, in particolare, le famiglie, le piccole e medie imprese. (Importi in milioni di euro) Voci Patrimonio di base Patrimonio supplementare Elementi da dedurre dal patrimonio di base e supplementare Patrimonio di vigilanza 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione % 122,35 127,43 -5,08 -3,99% 11,28 11,39 -0,11 -0,97% - - - - 133,63 138,82 -5,19 -3,74% Il coefficiente di capitale complessivo (total capital ratio) determinato dal rapporto tra patrimonio di vigilanza e attività di rischio ponderate totali si attesta al 11,70%, 46 mentre il rapporto tra patrimonio di vigilanza di base e il totale delle attività di rischio ponderate (tier 1 capital ratio) risulta pari al 10,71%. La Banca monitora con attenzione i valori di riferimento delle operazioni di rifinanziamento con la BCE, per il tramite di ICCREA Banca e di Cassa Centrale Banca, e le disponibilità di titoli eligible in ordine all’adeguato presidio del rischio di innalzamento del livello degli haircut applicati e la conseguente necessità di estinguere anticipatamente il finanziamento o porre a garanzia ulteriori titoli connotati delle caratteristiche richieste. Si ricorda che, a partire dal calcolo del Patrimonio di Vigilanza riferito al 30 giugno 2010, la Banca ha esercitato l’opzione, introdotta dal Provvedimento della Banca d’Italia del 18 maggio 2010, di neutralizzare le plusvalenze e le minusvalenze rilevate - successivamente al 31 dicembre 2009 - nelle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available For Sale – AFS)” inerenti titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’UE. Il 1° gennaio 2014 è divenuto applicabile il nuovo pacchetto legislativo costituito dal Regolamento 575/2013/UE (CRR) e dalla Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) con il quale, tra l’altro, sono state trasposte nell’ordinamento dell’Unione europea le raccomandazioni contenute nel nuovo schema di regolamentazione internazionale per il rafforzamento delle banche e dei sistemi Bancari definito dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria nel mese di dicembre del 2010 (cosiddetto “Basilea 3”). I testi legislativi richiamati sono completati da: x le collegate disposizioni di carattere tecnico-applicativo (“Regulatory Technical Standard” - RTS e "Implementing Technical Standard” - ITS) definite dall’EBA (“European Banking Authority”) e in via di adozione da parte della CE; x le collegate disposizioni di vigilanza e segnaletiche emanate dalla Banca d’Italia con la circolare n. 285/2013 (“Disposizioni di vigilanza per le banche” con la quale, con particolare riferimento alla disciplina attuativa del CRR, vengono tra l’altro precisate le scelte di competenza dell’Autorità di vigilanza relative al regime transitorio per l’applicazione delle disposizioni in materia di fondi propri.”) e con la circolare n. 286/2013 (“Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le Società di intermediazione mobiliare”); 47 x la collegata documentazione tecnica Puma2 prodotta dal Gruppo Interbancario per l’applicazione delle suddette disposizioni segnaletiche della Banca d’Italia. Con riferimento ai fondi propri, la nuova disciplina tende ad accrescere sia la qualità sia il livello minimo regolamentare del patrimonio di vigilanza nell’ambito di un quadro complessivo di maggiore armonizzazione delle regole inerenti gli aggregati patrimoniali. Nel più ampio contesto della revisione del framework prudenziale e, in tale ambito, della nuova definizione dei Fondi Propri, il CRR introduce una modifica di estremo rilievo rispetto alle strategie di classificazione in bilancio degli strumenti finanziari. Viene infatti introdotto il divieto di applicare le rettifiche di valore (cd. filtri prudenziali) volte a eliminare, totalmente o parzialmente, i profitti o le perdite non realizzati/e sulle attività o passività valutate al fair value in bilancio. Pertanto, relativamente alle attività classificate in bilancio alla voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available for sale – AFS), il CRR prevede l’eliminazione dei corrispondenti filtri prudenziali (simmetrici o asimmetrici, a seconda dei casi). Tenuto anche conto del processo di radicale revisione dell’attuale principio di riferimento in materia di strumenti finanziari, lo IAS 39, è stata prevista la possibilità di neutralizzare gli impatti sui Fondi Propri delle variazioni di fair value degli strumenti finanziari classificati in AFS, qualora tali strumenti siano rappresentativi di esposizioni verso amministrazioni centrali dell’Unione Europea e il medesimo trattamento trovi applicazione antecedentemente al 1° gennaio 2014. La citata deroga rientra nella discrezionalità delle autorità di vigilanza nazionali e può essere applicata sino all’adozione da parte della Commissione di un regolamento che omologhi l’IFRS 9, il principio internazionale d'informativa finanziaria che sostituirà lo IAS 39. Tra le tante disposizioni attuative di rilievo, nella Circolare viene previsto il mantenimento in vigore del filtro prudenziale su utili e perdite non realizzati relativi a esposizioni verso Amministrazioni centrali dell’Unione Europea classificate nel portafoglio AFS. Nelle more dell’adozione del principio in argomento e della conseguente rivisitazione delle scelte di classificazione degli strumenti finanziari, la Banca, avvalendosi della facoltà introdotta nel CRR e accolta dalla Banca d’Italia, ha deliberato di adottare - in continuità con la scelta a suo tempo operata l’impostazione che permette di continuare a neutralizzare le plus-minus rilevate a partire dal 1°gennaio 2010. La Banca monitora con estrema attenzione le dinamiche dei differenziali valutativi dei titoli in argomento anche in ordine alla prevista abrogazione dei filtri prudenziali in argomento a valle dell’adozione del nuovo IFRS 9. 48 Con riguardo al complessivo percorso di adeguamento al nuovo framework, la Banca partecipa, per il tramite della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia Romagna alle iniziative progettuali attive a livello di Categoria. IL CONTO ECONOMICO I PROVENTI OPERATIVI - IL MARGINE DI INTERESSE Il margine di interesse è pari a 16,97 milioni di euro. Il dato riesposto segnala una contrazione del margine di interesse di 3,66 milioni di euro (pari a -12,73% rispetto al 2012). Come si desume dalla Tabella di cui sotto, il calo è dovuto essenzialmente alla contrazione degli interessi attivi (-3,28 milioni di euro). Tale diminuzione è imputabile alla diminuzione degli impieghi ed alla diminuzione dei tassi. Nello specifico gli interessi da impieghi con la clientela ammontano a 24,066 milioni di euro, mentre gli interessi da investimenti finanziari risultano pari a 4,913 milioni di euro. Gli interessi da banche ammontano a 0,672 milioni di euro. Il costo complessivo della raccolta è di 12,62 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto al 2012. In questo caso la dinamica dei tassi ha compensato l’importante aumento dei volumi. 2013 Riesposto 31/12/2012 Banca Reggiana 31/12/2012 Banca di Cavola e Sassuolo 2012 Riesposto Totale margine di interesse 30/09/2013 Banca di Cavola e Sassuolo 10. Interessi attivi e proventi assimilati 20. Interessi passivi e oneri assimilati 31/12/2013 Banco Emiliano Voci Variazione 31/12/2013 31/12/2012 Riesposto (Importi in milioni di euro) 29,59 19,49 49,08 24,35 28,01 52,36 -3,28 -6,26% -12,62 -11,36 -23,98 -9,20 -14,41 -23,60 -0,38 1,62% 16,97 8,13 25,10 15,16 13,60 28,76 -3,66 12,73% Assoluta % 49 I PROVENTI OPERATIVI: IL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE Il margine di intermediazione è pari a 30,71 milioni di euro. Il buon andamento della raccolta diretta dovuto anche all’allargamento della clientela, ha determinato un favorevole andamento dei ricavi da servizi. L’impatto dell’operatività finanziaria sul margine di intermediazione presenta un impatto positivo per 5,80 milioni di euro. Tra le componenti principali dell’aggregato si osserva che: x l’attività di negoziazione registra un utile pari a 0,03 milioni di euro; x i dividendi e proventi simili sono pari a 0,09 milioni di euro; x l’attività di copertura è positiva 0,09 milioni di euro; x la cessione/riacquisto di strumenti finanziari registra un effetto positivo di 5,40 milioni di euro; x le attività e passività valutate al Fair Value rilevano un effetto positivo di 0,19 milioni di euro. A dati riesposti l’incremento annuo si è attestato a 1,04 milioni di euro (pari a 2,31%); nel confronto sono evidenziati variazioni contenute in valore assoluto, ad eccezione dell’utile da cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita, dove l’effetto della variazione è marcato. 50 31/12/2012 Banca Reggiana 31/12/2012 Banca di Cavola e Sassuolo 2012 Riesposto 30. Margine di interesse 40. Commissioni attive 50. Commissioni passive 60. Commissioni nette 70. Dividendi e proventi simili 80. Risultato netto dell’attività di neg.ne 90. Risultato netto attività di copertura 100. Utili (perdite) da cess./riacquisto di: a) Crediti b) Attività disponibili per la vendita d) Passività finanziarie 110. Risultato netto attività e passività fin. valutate al FV 120. Totale Margine di intermediazione Variazione 31/12/2013 31/12/2012 Riesposto 2013 Riesposto 16,97 8,13 25,10 15,16 13,60 28,76 -3,66 -12,73% 9,81 4,78 14,60 7,76 6,46 14,22 0,37 2,62% -1,88 -0,77 -2,64 -1,43 -1,02 -2,45 -0,19 7,79% 7,94 4,02 11,95 6,33 5,45 11,77 0,18 1,55% 0,09 0,02 0,11 0,08 0,01 0,09 0,02 26,20% 0,03 -0,14 -0,11 0 -0,11 -0,11 -0,00 1,50% 0,11 0,01 0,12 0,03 0,03 0,06 0,06 100,00% 5,40 3,45 8,85 0,91 3,34 4,25 4,60 108,22% 0,17 - 0,17 - 0,03 0,03 0,14 481,86% 5,21 3,39 8,60 0,93 3,11 4,04 4,56 112,89% 0,01 0,06 0,08 -0,02 0,20 0,18 -0,10 -57,26% 0,19 -0,10 0,09 4/89 0,19 0,23 -0,14 -61,23% 30,71 15,39 46,09 22,54 22,51 45,05 1,04 2,31% 31/12/2013 Banco Emiliano Voci 30/09/2013 Banca di Cavola e Sassuolo (Importi in milioni di euro) Assoluta % 51 RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA Le rettifiche/riprese valore nette per deterioramento dei crediti (voce 130) presentano un saldo negativo di 5,89 milioni di euro. Le rettifiche iscritte nel 2013 sono totalmente riconducibili alla svalutazione dei crediti. Il Risultato netto della gestione finanziaria (voce 140) assomma a complessivi 24,81 milioni di euro. 31/12/2013 Banco Emiliano 30/09/2013 Banca di Cavola e Sassuolo 2013 Riesposto 31/12/2012 Banca Reggiana 31/12/2012 Banca di Cavola e Sassuolo 2012 Riesposto Variazione 31/12/2013 31/12/2012 Riesposto (Importi in migliaia di euro) 120. Margine di intermediazione 130. Rett./ripr. di valore per det.to di : a) Crediti 30,71 15,39 46,09 22,54 22,51 45,05 1,04 2,31% -5,89 -13,27 -19,16 -2,52 -5,02 -7,54 -11,62 154,15% -5,89 -13,17 -19,06 -2,52 -4,96 -7,49 -11,58 154,62% b) Attività finanziarie disp. per la vendita 140. Totale Risultato netto della gestione finanziaria - -0,10 -0,10 - -0,05 -0,05 -0,05 87,91% 24,81 2,12 26,93 20,02 17,49 37,51 -10,58 -28,21% Voci Assoluta % Le importanti rettifiche apportate da Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. meritano un approfondimento. Banca d’Italia aveva visionato in anteprima il conto economico del 2011 e le svalutazioni su sofferenze e incagli di Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. durante la periodica visita ispettiva, a distanza di un anno, con l’aggravarsi della crisi economica e nella prospettiva della unificazione della Vigilanza Europea sugli Istituti di credito, Banca d’Italia ha dato disposizione alle banche di applicare criteri di classificazione e svalutazione dei crediti deteriorati molto più rigidi rispetto al passato. Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. a quel punto, come le altre banche, ha prudenzialmente aumentato gli accantonamenti elevando la percentuale di svalutazioni e di copertura degli incagli al 18% e mantenendo la percentuale di svalutazione e di copertura delle sofferenze al 52% in linea con le 52 altre Banche di Credito Cooperativo della regione. Banca Reggiana Cred. Coop., che ha subito la visita ispettiva l’anno successivo rispetto a Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop., è stata ritenuta conforme alle nuove esigenze. Gli accantonamenti prudenziali, complessivamente effettuati nel 2013 mettono in sicurezza Banco Emiliano e in condizione di affrontare meglio il futuro e potrebbero, negli anni, tradursi in parziali riprese di valore. I COSTI OPERATIVI Il costo del personale (voce 150a), che nel nuovo schema di conto economico comprende anche i compensi per gli amministratori e sindaci, si è attestato a 13,54 milioni di euro. Per una completa disamina delle singole componenti di spesa si rinvia alla parte C, sezione 9, della nota integrativa. Le altre spese amministrative (voce 150b) ammontano a 11,38 milioni e risultano superiori rispetto a quanto rilevato nello scorso esercizio (+13,99%). Gli accantonamenti netti per rischi e oneri (voce 160) sono pari a 0,521 milioni di euro, in crescita rispetto al 2012, come dettagliatamente esposto nella parte C, sezione 10, della nota integrativa. Le rettifiche nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (voci 170 e 180) ammontano complessivamente a 0.78 milioni di euro. I proventi di gestione (voce 190), al netto dei corrispondenti oneri, sono quantificati in 3,24 milioni di euro, in sensibile aumento del 2012. Per un analisi delle singole componenti si rimanda alla parte C, sezione 13, della nota integrativa. 53 31/12/2013 Banco Emiliano 30/09/2013 Banca di Cavola e Sassuolo 2013 Riesposto 31/12/2012 Banca Reggiana 31/12/2012 Banca di Cavola e Sassuolo 2012 Riesposto Variazione 31/12/2013 31/12/2012 Riesposto (Importi in migliaia di euro) -24,92 -12,02 -36,94 -19,05 -14,43 -33,47 -3,47 10,36% a) Spese per il personale -13,54 -6,49 -20,03 -10,77 -7,87 -18,64 -1,39 7,47% b) Altre spese amministrative -11,38 -5,53 -16,91 -8,28 -6,56 -14,84 -2,08 13,99% 160. Accantonamenti netti ai fondi per i hiRett./riprese i 170. di valore su attività materiali 180. Rett./riprese di valore su attività immateriali 190. Altri oneri/proventi di gestione 200. Totale Costi operativi -0,52 -1,02 -1,55 -0,25 -0,01 -0,26 -1,29 496,81% -0,74 -0,56 -1,30 -0,51 -0,62 -1,13 -0,18 15,74% -0,04 -0,06 -0,10 -0,01 -0,06 -0,07 -0,03 40,72% 3,24 1,08 4,32 2,24 1,23 3,47 0,85 24,36% -22,99 -12,58 -35,57 -17,57 -13,89 -31,45 -4,11 13,08% Voci 150. Spese amministrative Assoluta % 54 L’UTILE DI PERIODO Le imposte sul reddito del 2013 (Voce 260) sono pari a 0,61, pertanto l’utile netto di fine esercizio è di euro 1.217.808,84. 240. Utili (perdite) da cessione di investimenti 250. Utile (perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte 260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente 270. Utile (perdita) dell'operatività corrente al netto delle imposte 290. Utile (perdita) d'esercizio Variazione 31/12/2013 31/12/2012 Riesposto 2012 Riesposto 31/12/2012 Banca di Cavola e Sassuolo 31/12/2012 Banca Reggiana 2013 Riesposto 30/09/2013 Banca di Cavola e Sassuolo Voci 31/12/2013 Banco Emiliano (Importi in migliaia di euro) Assoluta % - - - - -0,01 -0,01 0,01 -100,00% 1,83 -10,46 -8,64 2,45 3,59 6,06 -14,69 -242,61% -0,61 1,94 1,34 0,51 -1,15 -1,66 3,00 -180,41% 1,22 -8,52 -7,30 1,94 2,44 4,39 -11,70 -266,13% 1,22 -8,52 -7,30 1,94 2,44 4,39 -11,70 -266,13% L'utile d'esercizio risente delle dinamiche di fusione che ai fini IAS/IFRS prevedono che l'utile/perdita di (ex) Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. confluisca a Stato Patrimoniale di Banco Emiliano Cred. Coop.. Tale risultato ha risentito degli importanti accantonamenti effettuati a fini prudenziali da (ex) Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop. Di converso, Banco Emiliano Cred. Coop., beneficia di importanti plusvalenze su titoli di stato posseduti in portafoglio da (ex) Banca di Cavola e Sassuolo Cred. Coop., le quali hanno concorso positivamente al risultato di esercizio conseguito al 31/12/2013. 55 Al termine dell’esposizione dei principali aggregati di conto economico e di stato patrimoniale si possono riportare nella tabella sottostante i principali indicatori economici, finanziari e di produttività della Banca. Indici economici, finanziari e di produttività Indici Patrimoniali 2013 Patrimonio netto/impieghi lordi 11,11% Patrimonio netto/raccolta diretta da clientela Indici di solvibilità 9,36% 2013 Patrimonio netto/Crediti netti a clientela 11,42% Impieghi/Depositi 84,32% Indici di Rischiosità del Credito 2013 Crediti netti in sofferenza/Crediti netti vs. clientela 2,02% Crediti netti in incaglio/Crediti netti vs. clientela 6,23% Crediti netti in sofferenza/Patrimonio netto Indici di Redditività 17,70% 2013 Margine di interesse/Margine di intermediazione 55,23% Margine dei servizi/Margine di intermediazione 25,83% Costi operativi/Margine di interesse -135,47% Costi operativi/Margine di intermediazione Indici di Efficienza -74,82% 2013 Impieghi a clientela/Numero dipendenti* 3,75 Raccolta da clientela/Numero dipendenti* 6,10 Spese per il personale/Margine di intermediazione Risultato lordo di gestione/Patrimonio netto Costi operativi/Totale attivo * In milioni di euro -44,06% 1,44% -1,33% 56 GESTIONE, MISURAZIONE E CONTROLLO DEI RISCHI Il Sistema dei Controlli Interni (SCI) costituisce elemento essenziale del sistema di governo della Banca ed assume un ruolo fondamentale nell’identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, contribuendo ad assicurare la salvaguardia del patrimonio sociale, l’efficienza e l’efficacia dei processi aziendali, l’affidabilità dell’informazione finanziaria, il rispetto di leggi e regolamenti nonché dello statuto sociale e delle procedure interne. Il SCI si presenta pertanto come un insieme di regole, funzioni, strutture, risorse, processi e procedure che mirano ad assicurare, nel rispetto dei principi di proporzionalità e di sana e prudente gestione, il conseguimento di una moltitudine di finalità, tra le quali quanto meno: x la verifica dell’attuazione delle strategie e delle politiche aziendali; x il contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio della Banca; x la salvaguardia del valore delle attività aziendali e la protezione dalle perdite; x la prevenzione del rischio di coinvolgimento, anche involontario, in attività illecite (in particolare di quelle connesse con il riciclaggio, l’usura e il finanziamento al terrorismo); Il SCI riveste pertanto un ruolo centrale all’interno dell’organizzazione aziendale e rappresenta un elemento fondamentale di conoscenza per gli Organi della Banca, che sono chiamati ad assicurare, in piena consapevolezza, un presidio efficace dei rischi aziendali e delle relative correlazioni. Il SCI costituisce inoltre uno strumento essenziale per orientare i mutamenti degli indirizzi strategici e delle politiche aziendali e per consentire di adattare in modo coerente il contesto organizzativo, di presidiare la funzionalità dei sistemi gestionali, di assicurare il pieno rispetto delle disposizioni di vigilanza prudenziale e di favorire la diffusione di una corretta cultura dei rischi, della legalità e dei valori aziendali. Dal momento che la Banca attribuisce al SCI un valore strategico, la cultura del controllo viene ad assumere una posizione di rilievo nella scala dei valori aziendali; essa non riguarda solo le funzioni preposte al controllo, ma deve coinvolgere l’intera struttura organizzativa della Banca (organi aziendali, strutture, livelli gerarchici, personale), nello sviluppo e nell’applicazione sistematica di 57 modelli e metodologie atti ad identificare, misurare, comunicare e gestire i rischi a cui la Banca risulta esposta. Testimonianza tangibile di quanto sopra esposto è rappresentata dall’assetto organizzativo che, per effetto della fusione avvenuta con decorrenza primo ottobre 2013, Banco Emiliano ha deciso di adottare, tenendo altresì presenti gli importanti impatti normativi in tema di Sistema dei Controlli Interni introdotti dall’Organo di Vigilanza con l’emanazione del XV° aggiornamento alla Circolare 263/2006, avvenuta nel corso del mese di luglio del 2013. Più nello specifico, come per altro programmato e descritto all’interno del Piano Industriale di Fusione, significativo è stato il potenziamento delle funzioni di controllo di secondo livello della Banca, soprattutto se raffrontate rispetto agli organici delle due entità partecipanti all’operazione. Articolate in due distinte Aree (una dedicata principalmente ai rischi operativi e di compliance, l’altra invece a tematiche afferenti le tipologie di rischio più tipicamente quantitativo/finanziarie), ad oggi alle tipiche funzioni di controllo di secondo livello sono complessivamente assegnate 11 risorse, pari al 3,7% del totale dei dipendenti della Banca. In linea con le disposizioni in materia di Corporate Governance, il modello adottato delinea le principali responsabilità in capo agli organi aziendali al fine di garantire la complessiva efficacia ed efficienza del SCI. In particolare: - il Consiglio di Amministrazione è responsabile del sistema di controllo e gestione dei rischi e, nell’ambito della relativa governance, della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti; - la Direzione Generale è responsabile dell’attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definiti dal Consiglio di Amministrazione al quale riferisce costantemente in proposito. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto 58 - funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi. Nell’ambito delle deleghe alla stessa attribuite: o analizza le tematiche afferenti tutti i rischi aziendali al fine di definire e mantenere aggiornate le politiche, di gestione, controllo e mitigazione dei rischi; o concorre alla definizione dei processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi, individuando compiti e responsabilità delle strutture coinvolte per dare attuazione al modello organizzativo prescelto, assicurando il rispetto dei requisiti di segregazione funzionale e la conduzione delle attività rilevanti in materia di gestione dei rischi da parte di personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di giudizio e in possesso di esperienze e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere; o verifica nel continuo la funzionalità, l’efficienza e l’efficacia del sistema di gestione e controllo dei rischi informando in proposito il Consiglio di Amministrazione; o propone i criteri del sistema di reporting direzionale e verso le funzioni di controllo interno, individuandone finalità, periodicità e funzioni responsabili; o assicura che le unità organizzative competenti definiscano ed applichino metodologie e strumenti adeguati per l’analisi, la misurazione/valutazione ed il controllo/mitigazione dei rischi individuati; o coordina, con il supporto del Comitato Rischi, le attività delle unità organizzative coinvolte nella gestione, misurazione/valutazione e il controllo dei singoli rischi il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sull’adeguatezza del sistema di gestione e controllo dei rischi, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Il Collegio Sindacale viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei responsabili delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell’architettura complessiva del sistema dei controlli; segnala al Consiglio di Amministrazione le carenze e le irregolarità riscontrate, richiede l’adozione di idonee misure correttive e ne verifica nel tempo l’efficacia. Il SCI adottato dalla Banca si fonda sulla separazione delle funzioni di controllo da quelle operative e, in conformità alle indicazioni fornite dall’Organo di Vigilanza, risulta articolato su tre distinti livelli: 59 I° Livello – Controlli di linea, effettuati direttamente presso le varie unità operative e di businness, sono per lo più direttamente integrati all’interno delle procedure informatiche e sono finalizzati ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni e dei servizi; II° Livello – Controlli sulla gestione dei rischi e sulla conformità normativa, condotti da specifiche Funzioni aziendali operanti all’interno dell’Area Controlli e dell’Area Pianificazione (ognuna contraddistinta dalla piena separatezza rispetto alle Funzioni operative) e strutturati secondo lo schema seguente: - Funzione di Risk Management (Area Pianificazione), incaricata di proporre e applicare adeguate metodologie di misurazione dei rischi, di monitorare la dinamica degli indicatori di rilevanza ad essi collegati e di quantificarne il grado di esposizione assicurando, nel contempo, un adeguato coordinamento del processo di autovalutazione e predisposizione del resoconto ICAAP. Alla funzione viene altresì assegnato il compito di collaborare alla definizione ed all’attuazione del Risk Appetite Framework (RAF) e delle relative politiche di governo e gestione dei rischi contribuendo ad assicurare, nel contempo, la necessaria coerenza tra Piano Strategico, RAF, Icaap, Budget e complessivo Sistema dei Controlli Interni. - Funzione di Compliance (Area Controlli), con il compito specifico di promuovere il rispetto delle leggi, delle disposizioni di vigilanza e delle norme di autoregolamentazione, al fine di ridurre al minimo il rischio di non conformità normativa e i rischi reputazionali ad esso collegati. - Funzione Antiriciclaggio (Area Controlli), a cui è attribuita la responsabilità di assicurare un presidio organico e unitario sul complesso di procedure operative e di controllo adottate dalla Banca in materia di Antiriciclaggio e Antiterrorismo, con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione delle rispettive normative di riferimento. - Funzione Ispettorato (Area Controlli), a cui è affidato il compito di verificare il rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni e di esercitare, attraverso un’opportuna integrazione di controlli ispettivi in loco e a distanza, un’efficace azione di contenimento e prevenzione dei rischi operativi e di frode interna, assicurando, al riguardo, anche la necessaria assistenza nei confronti del Collegio Sindacale. III° Livello – Attività di revisione interna, esercitata dalla Funzione di Internal Auditing, esternalizzata presso la Federazione Regionale ed incaricata di valutare l’adeguatezza e l’efficacia del complessivo SCI, nonché di individuare l’eventuale 60 presenza di anomalie strutturali nei processi e nelle procedure interne adottati dalla Banca. Un ruolo centrale nel processo di valutazione e gestione dei rischi che si sviluppa su tutto il perimetro individuato nell’ambito del processo Icaap, è anche affidato al Comitato Rischi, organismo collegiale che coinvolge una pluralità di strutture e professionalità, col compito di assicurare un adeguato supporto nella definizione e nel coordinamento delle misure di intervento finalizzate alla mitigazione e/o al trasferimento dei rischi. La chiara ed esaustiva identificazione dei rischi cui la Banca è potenzialmente esposta, costituisce il presupposto per la consapevole assunzione e l’efficace gestione degli stessi, attuate anche attraverso appropriati strumenti e tecniche di mitigazione e traslazione. Nell’ambito dell’ICAAP la Banca definisce la mappa dei rischi rilevanti che costituisce la cornice entro la quale sono sviluppate tutte le attività di misurazione/valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi. A tal fine provvede all’individuazione di tutti i rischi verso i quali è o potrebbe essere esposta, ossia dei rischi che potrebbero pregiudicare la propria operatività, il perseguimento delle strategie definite e il conseguimento degli obiettivi aziendali. Per ciascuna tipologia di rischio identificata, vengono individuate le relative fonti di generazione (anche ai fini della successiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della loro misurazione e gestione) nonché le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento delle attività citate la Banca tiene conto del contesto normativo di riferimento, dell’operatività in termini di prodotti e mercati di riferimento, delle specificità connesse alla propria natura di Banca cooperativa a mutualità prevalente operante in un network e, per individuare gli eventuali rischi prospettici, degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione e declinati nel piano annuale. Tutte le attività poste in essere dalle Funzioni di Controllo, ai vari livelli, risultano tracciate e le relative risultanze vengono documentate e formalizzate attraverso opportuni sistemi di reporting indirizzati alle funzioni operative, alla Direzione Generale e agli Organi di Governo e Controllo. Gli sviluppi sulle attività di controllo poste in essere nel corso del 2013 sono stati giocoforza influenzati dal processo di fusione iniziato ad inizio 2013 e conclusosi il 61 primo di ottobre del medesimo anno. Nel corso dell’esercizio, pertanto, le funzioni di controllo delle due banche partecipanti alla fusione hanno avviato diversi gruppi di lavoro, tesi ad armonizzare e mettere a fattor comune le best practice già adottate da ogni singola Banca in ambito controlli. Analogo ragionamento ha riguardato la predisposizione ed armonizzazione della varie politiche di gestione e governo del rischio. Per ulteriori approfondimenti in merito agli obiettivi e alle politiche adottate dalla Banca in materia di assunzione, misurazione, gestione e copertura dei rischi (compreso i presidi posti in essere per la gestione del rischio di liquidità), si rimanda alla parte “E” (informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura) della Nota Integrativa. XV° AGGIORNAMENTO CIRCOLARE 263/2006 – GAP ANALYSIS Con il XV° aggiornamento alla Circolare di Banca d’Italia n. 263/ 2006, “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”, è stato definito il nuovo quadro regolamentare in materia di “Sistema dei controlli interni”, “Sistema informativo”, “Continuità operativa”. Il termine per l’adeguamento alle disposizioni in materia di Sistema dei Controlli Interni, di cui al Capitolo 7, è fissato al 1° luglio del 2014. Fanno eccezione: - le previsioni inerenti le linee di riporto dei responsabili delle funzioni aziendali di controllo di secondo livello (risk management e compliance), di cui al Capitolo 7, Sezione III, par. 1, lett. b), cui ci si deve conformare entro il 1° luglio 2015; - con riferimento all’esternalizzazione di funzioni aziendali (Capitolo 7, Sezioni IV e V), l’obbligo di adeguare i contratti di esternalizzazione in essere alla data di entrata in vigore delle disposizioni alla prima scadenza contrattuale e, comunque, entro tre anni dall’entrata in vigore (1° luglio 2016). I contratti di esternalizzazione conclusi dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina devono essere adeguati alle nuove disposizioni entro la data di efficacia delle disposizioni (1° luglio 2014). Entro tale data deve essere inviata alla Banca d’Italia una comunicazione che riporti tutti i contratti stipulati nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore delle disposizioni e la data della loro efficacia. Le perduranti tensioni prodotte dalla crisi finanziaria impongono alla Banca un’adeguata riflessione sulla capacità di realizzare la propria missione, tenendo in 62 debita considerazione anche i profili dell’efficienza e dell’economicità della gestione. In tale ottica, i contenuti, complessi e articolati, delle nuove disposizioni e i tempi di prevista entrata in vigore impongono un’attenta valutazione non solo dei necessari profili di adeguamento alle nuove previsioni ma anche delle modalità di declinazione delle attività di adeguamento stesse, anche alla luce del prevedibile impatto organizzativo, procedurale ed economico e posta la peculiare fase congiunturale tuttora in atto. All’insegna di tali riflessioni e nel contesto di un percorso comune che ha coinvolto, oltre alle consorelle, anche tutte le strutture, associative e imprenditoriali, di secondo livello del network, è stata sviluppata l’autovalutazione aziendale di posizionamento rispetto alle nuove disposizioni (Gap Analysis). Lo scorso gennaio, la Banca ha trasmesso alla Banca d’Italia la propria relazione sugli esiti dell’autovalutazione in argomento. Nella relazione sono state individuate le misure da adottare per assicurare il rispetto delle disposizioni e la relativa tempificazione, definita in coerenza con le date di efficacia delle disposizioni di riferimento e tenuto conto delle linee progettuali di Categoria inerenti la predisposizione di riferimenti metodologici e standard documentali utili rispetto ai profili di necessario adeguamento individuati nel corso della stesura del piano di migrazione. Sulla base di quanto emerso nel corso delle attività sviluppate nell’ambito dell’autovalutazione, la Banca ha individuato le seguenti principali aree di adeguamento: 1. Ruolo e responsabilità degli organi aziendali. In particolare, occorre procedere alla revisione e integrazione - in stretta coerenza, laddove necessario, con le attività in corso di revisione dello statuto tipo - dei regolamenti della Banca al fine di allineare ruoli, compiti e responsabilità degli Organi aziendali a quanto stabilito dalle disposizioni di vigilanza. Tali attività saranno sviluppate in stretto raccordo con quelle inerenti l’adeguamento alla nuova disciplina in materia di governo societario, di prossima emanazione. 2. Attuazione/integrazione dei processi di governo e gestione dei rischi. In particolare: o definizione, formalizzazione e attuazione del Risk Appetite Framework (RAF); 63 o adeguamento della Funzione di Risk Management ai nuovi requisiti regolamentari e definizione / integrazione dei processi di governo e gestione dei rischi anche alla luce delle nuove definizioni regolamentari, ivi inclusa la definizione dei presidi di controllo di secondo livello per il monitoraggio delle esposizioni creditizie; o definizione e implementazione di procedure volte ad assicurare la piena e corretta valutazione dei rischi derivanti dalla nuova operatività, in coerenza con la propensione al rischio definita e la capacità della banca di gestirli; o definizione dei criteri quantitativi e qualitativi per identificare le operazioni di maggior rilievo e del processo di gestione e governo dei rischi associati; o aggiornamento e integrazione delle politiche e processi di valutazione delle attività aziendali per assicurarne un’adeguata integrazione con l’attività di risk management. 3. Profili attinenti l’esternalizzazione di funzioni aziendali con riferimento alle disposizioni riportate nei capitoli 7 e 8. In tale ambito, o definizione e adozione della politica in materia di esternalizzazione nella quale verranno regolamentati i processi e i presidi in grado di garantire l’adeguato governo delle attività oggetto di esternalizzazione, finalizzati anche a valutare e attivare, se necessario, soluzioni di switch o di contingency; o adeguamento dei contratti in essere con i fornitori tenuto anche conto dei riferimenti che a riguardo verranno definiti a livello di Categoria con particolare, ma non esclusivo, riguardo a indicatori, SLA e logiche di misurazione e valutazione delle soglie individuate per tipologia di servizio. 4. Nell’ambito delle attività finalizzate alla definizione e adozione del documento di coordinamento delle funzioni e organi di controllo, implementazione/revisione dell’attuale regolamento adottato dalla Banca, al fine di assicurare allo stesso il pieno rispetto della normativa in termini di: o compiti e responsabilità delle Funzioni di controllo, dei relativi flussi informativi e delle modalità di coordinamento e collaborazione ai sensi delle nuove disposizioni; o definizione di processi in grado di garantire una maggiore collaborazione e un più frequente interscambio fra le differenti Funzioni e tra queste e gli Organi aziendali, coinvolte nell’iter di misurazione, valutazione e mitigazione dei rischi. Ciò in termini anche di 64 pianificazione condivisa e temporalmente coordinata, sinergica e non ridondante, modalità di confronto, logiche e metriche di valutazione del rischio residuo; o definizione di un set di informazioni omogenee relative a medesimi ambiti sottoposti a pareri e valutazioni delle differenti Funzioni di Controllo; 5. adeguamento della Funzione di Compliance, secondo un approccio risk based, in misura proporzionale al rilievo che le singole norme hanno per l’attività svolta e alle conseguenze della loro violazione. Il percorso di adeguamento è già in corso nell’ambito delle progettualità di Categoria cui la Banca partecipa per il tramite della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia Romagna. INFORMAZIONI SULLA CONTINUITÀ AZIENDALE, SUI RISCHI FINANZIARI, SULLE VERIFICHE PER RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ E SULLE INCERTEZZE NELL’UTILIZZO DI STIME. Con riferimento ai documenti Banca d’Italia, Consob e Isvap n.2 del 6 febbraio 2009 e n.4 del 3 marzo 2010, relativi alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive aziendali, con particolare riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività (impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Consiglio di Amministrazione conferma di avere la ragionevole aspettativa che la Banca possa continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta pertanto che il bilancio dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità. Nella struttura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sussistono elementi o segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità aziendale. Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività e alle incertezze nell’utilizzo di stime si rinvia alle informazioni fornite nella presente relazione, a commento degli andamenti gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota Integrativa. 65 INFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE Le informazioni sui rapporti con parti correlate, come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H - operazioni con parti correlate” della nota integrativa, cui si fa rinvio. Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, si evidenzia che non sono state compiute operazioni con soggetti collegati di maggiore rilevanza ai sensi della normativa di riferimento e dei criteri adottati nell’ambito delle politiche assunte, sulle quali gli Amministratori Indipendenti componenti della Commissione Indipendente e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi. LA STRUTTURA OPERATIVA Il 2013 è stato fortemente ed ovviamente caratterizzato dall’operazione di fusione per concentrazione che ha comportato la costituzione di Banco Emiliano. Notevole impegno è stato profuso per la riorganizzazione della banca in seguito alla fusione e per una completa integrazione delle due realtà. Infatti, il processo di fusione - che si è formalmente compiuto nel maggio (Assemblee straordinarie dei soci) e ottobre (nascita di Banco Emiliano) 2013 - è iniziato precedentemente, con le analisi preliminari delle macro problematiche organizzative ed informatiche rappresentate all’interno del Piano Industriale inviato alla Banca d’Italia nel mese di gennaio, e successivamente – in maniera più analitica e completa – dal momento dell’ottenimento del nulla osta all’operazione di fusione da parte dell’Autorità di Vigilanza. A tal fine sono stati costituiti numerosi “cantieri” di analisi, che hanno coinvolto il personale delle due banche in gruppi di lavoro misti, coordinati fra loro, aventi l’obiettivo di analizzare le tematiche di fusione sotto i diversi profili (normativo, organizzativo, informatico, commerciale, contabile e fiscale, di rischio, di risorse umane) e di pianificare le attività da svolgere, assegnando precise responsabilità ai referenti dei singoli “gruppi di lavoro” sia sull’effettuazione delle attività stesse, sia del rispetto delle tempistiche stabilite. 66 Tra gli argomenti propedeutici all’operazione di fusione, particolare impegno in termini di tempo, risorse e capacità di analisi hanno richiesto la migrazione del sistema informativa ex Banca Reggiana sulla piattaforma “target” Gesbank Evolution, e la successiva fusione degli archivi delle due banche, avvenuta nel mese di ottobre. Per poter effettuare compiutamente queste operazioni si sono resi indispensabili approfonditi esami delle architetture informatiche preesistenti e dei modelli organizzativi sottostanti, nonché del modello organizzativo di riferimento che s’intendeva adottare, sia sotto il profilo operativo che dal punto di vista commerciale, coinvolgendo – per quanto di loro competenza – anche gli outsourcer informatici interessati. Sempre nell’ambito delle attività di analisi descritte, si sono definite le soluzioni tecniche di riferimento per quanto attiene l’impostazione della rete, ed in generale le soluzioni da adottare su tematiche specifiche (quali ad esempio piattaforma Home Banking, piattaforma ALM, gestione ATM e POS, gestione carte di credito, razionalizzazione catalogo prodotti ed offerta commerciale, ridefinizione delle deleghe nel processo del credito, ecc.) per le quali la situazione di partenza si presentava non omogenea tra le due banche. ARTICOLAZIONE TERRITORIALE La fusione intervenuta nel 2013 ha determinato, come effetto immediato, una notevole espansione territoriale della nuova Banca rispetto ai territori delle ex Bcc. Con le sue 41 agenzie, Banco Emiliano opera infatti in un’area d’insediamento composta da 31 comuni e di un’area operativa composta da 95 comuni. Data l’estensione del territorio, la banca ha impostato la propria attività bancaria suddividendola in base a cinque aree di competenza. Il raggruppamento delle 41 filiali in Aree (Reggio – 9 filiali, Parma – 8 filiali; Modena – 7 filiali; Area montana – 7 filiali; Bassa Reggiana – 10 filiali) non assolve esclusivamente a obiettivi di raggruppamento logistico, in quanto le Aree rappresentano dei reali snodi operativi tra funzioni di Direzione generale e le agenzie. L’adozione di questo criterio, insieme alla nascita dei Comitati Locali, consente di promuovere con maggiore efficacia l’ampliamento della compagine sociale, 67 creando canali più̀ diretti di comunicazione con il Consiglio di amministrazione della banca per la soddisfazione delle esigenze delle varie comunità̀ locali. Nel corso del mese di Aprile 2014 l’Area di Reggio si ridurrà a 8 filiali, grazie all’accorpamento delle 2 filiali presenti nella zona di Pieve Modolena. In evidenza la dislocazione delle unità organizzative della Banca negli immobili di Reggio, Guastalla, Cavola e sul territorio. Nella fase iniziale di Banco Emiliano, si è ritenuto di fare riferimento alle rispettive infrastrutture già consolidate presso le due Banche: è stata individuata una distribuzione funzionale su tre sedi, Reggio Emilia, Guastalla (nuova sede) e Cavola, in grado di assicurare a Banco Emiliano adeguati livelli di presidio ed efficienza organizzativa. Tale scelta trova la sua principale motivazione anche nel fatto che nessuna delle sedi attualmente disponibili consentirebbe di allocare tutte le risorse previste per i Servizi e le Funzioni centrali. Nel corso del 2013 sono stati rinnovati completamente i locali che ospitano le agenzia di Castellarano (gennaio) e di Noceto (novembre). L’agenzia di Toano si è trasferita in nuovi locali più funzionali e accoglienti (aprile). Nel mese di maggio è stata inaugurata la nuova sede direzionale della ex Banca Reggiana, a Pieve di Guastalla, con il trasferimento degli uffici amministrativi dalla vecchia sede di di Guastalla, C.so Prampolini. Poco prima (aprile) anche l’agenzia di Pieve di Guastalla si è trasferita nei nuovi locali adiacenti al nuovo centro direzionale. SISTEMA INFORMATIVO Come previsto progetto di fusione Banco Emiliano ha adottato il sistema informativo di base già utilizzato dalla ex Banca di Cavola e Sassuolo – Gesbank Evolution (supportato da Servizi Bancari Associati – società consortile). A seguito di tale scelta si ritiene che la nuova Banca potrà conseguire, nel medio periodo, ulteriori benefici economici grazie alla razionalizzazione organizzativa derivante dal diverso modello di servizio. Il sistema è in continua evoluzione e oggetto di numerose implementazioni volte a migliorare l’operatività, la relazione con il cliente, i controlli e l’analisi gestionale. 68 ALTRE ATTIVITÀ Disposizioni di nuova applicazione nel corso del 2013 hanno determinato l’esigenza di interventi sull’organizzazione e i processi aziendali. x Sepa End Date - In base a quanto stabilito dal Regolamento UE n.260/2012 e dal Provvedimento di Banca d'Italia recante istruzioni applicative dello stesso, dal 1° febbraio 2014 i servizi di bonifico e di addebito diretto nazionali sono stati sostituiti con gli analoghi servizi attivi in ambito europeo - rispettivamente SCT e SDD - creati per la realizzazione dell'area unica dei pagamenti in Euro, la Single Euro Payments Area - SEPA. Al fine di minimizzare i possibili rischi di interruzione dei pagamenti per i consumatori e le imprese, il 9 gennaio scorso la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di modifica del Regolamento (UE) 260/2012 che prevede l’introduzione di un periodo transitorio di sei mesi, avallato dalla BCE, durante il quale possono essere accettate le operazioni di bonifico e di addebito diretto disposte nei formati nazionali. Il Parlamento e il Consiglio europei hanno approvato, rispettivamente il 4 e il 18 febbraio 2014, la modifica proposta, con validità retroattiva a partire dal 1° febbraio 2014. La modifica introdotta non ha comportato una variazione del termine per la migrazione alla SEPA, fermo al 1° febbraio 2014, ma la previsione di un “grace period” finalizzato alla migliore gestione di casi eccezionali o di emergenza. L’adeguamento ai requisiti generali imposti dal Regolamento citato ha determinato impatti significativi su i processi di trattamento/elaborazione delle operazioni, le infrastrutture preposte, gli strumenti di conferimento degli ordini e di relativa rendicontazione a disposizione della clientela sui diversi canali. La Banca, per garantire il corretto e completo processo di adeguamento alla SEPA, in ottemperanza a quanto richiesto dall'art. 9 del Provvedimento attuativo citato, ha predisposto e adottato un piano di migrazione delle operazioni di bonifico e di addebito diretto, redatto anche sulla base della pianificazione di dettaglio degli interventi - nonché della tempistica di relativa attuazione - a seguito dell'analisi di posizionamento rispetto ai nuovi schemi SEPA dei rispettivi processi e procedure inerenti all’operatività nei sistemi di pagamento. In tale ambito, la Banca ha individuato gli interventi necessari sui profili organizzativi e procedurali interni alla definizione delle conseguenti modifiche ai regolamenti e alle disposizioni attuative attinenti, nonché all’implementazione dei connessi presidi di controllo. 69 x Regolamento EMIR Il 16 agosto 2012 è entrato in vigore il “Regolamento (UE) N. 648/2012 sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni” (di seguito EMIR). L’EMIR dà seguito alle comunicazioni adottate dalla Commissione Europea e agli impegni assunti dai leader del G-20, nel 2009 e nel 2010, con riferimento all’adozione di misure volte ad accrescere la trasparenza e la vigilanza regolamentare, ridurre il rischio di controparte e il rischio operativo, rafforzare l’integrità del mercato con riferimento alle negoziazioni dei derivati OTC. In particolare, l’EMIR introduce l’obbligo, per le controparti finanziarie e non finanziarie, di: - ricorrere a “controparti centrali” (c.d. CCPs) per la compensazione dei derivati OTC; - adottare tecniche di mitigazione del rischio per i derivati OTC non oggetto di compensazione; - segnalare ai “repertori di dati” (c.d. Trade Repositories) le informazioni relative ad ogni contratto derivato stipulato e ogni modifica o cessazione dello stesso. Nel corso del 2013 sono entrati in vigore gli standard tecnici regolamentari e di implementazione emanati dalle competenti Autorità Europee di Vigilanza ai fini dell’applicazione degli obblighi previsti, ad eccezione di quelli relativi alla compensazione presso una CCP. La Banca, in qualità di controparte finanziaria soggetta agli obblighi dell’EMIR, ha adottato/sta adottando gli opportuni presidi per le segnalazioni ai “repertori di dati” e l’applicazione delle tecniche di mitigazione del rischio previste dalla normativa. PERSONALE E FORMAZIONE Complessivamente i dipendenti di Banco Emiliano alla data del 31/12/2013 risultano essere 297, di cui 24 con contratto a tempo determinato. Il 36,5% del personale è operante negli uffici centrali di direzione mentre il 63,5% presta la propria opera presso la rete di vendita. Relativamente al profilo di genere delle risorse umane si segnala che le donne sono 117 e rappresentano il 39,0% del personale totale. L’età media dei dipendenti è di 38 anni. L’anzianità media di servizio è di 10,5 anni; il 99% del personale è in possesso almeno di un diploma di scuola media superiore mentre il 29% è laureato. 19 persone appartengono alle cosiddette “categorie protette”. 70 Le agenzie in particolare ma anche gli uffici di Direzione sono interessati da fisiologici avvicendamenti, disposti principalmente per favorire la crescita professionale dei dipendenti e mantenere un livello qualitativo, soprattutto in relazione ai rapporti con la clientela, adeguato al mercato di riferimento. Le attività formative nella prima parte dell’anno hanno riguardato le tradizionali tematiche di natura tecnica e normativa (anche tramite auto formazione). Particolare attenzione è stata rivolta alle attività obbligatorie, legate ad aggiornamenti normativi (prodotti assicurativi, antiriciclaggio, compliance, trasparenza bancaria, sicurezza, ecc.) Gli interventi formativi sono stati svolti sia in autonomia, attraverso il coinvolgimento di strutture della nostra Banca, sia avvalendosi del piano formativo proposto dalla Federazione regionale. Per alcune tematiche soprattutto di tipo manageriale ci si è anche avvalsi di società esterne specializzate su questa tipologia di formazione. Per quanto riguarda la formazione sulla sicurezza è stato coinvolto lo studio di consulenza responsabile della Sicurezza negli ambienti di lavoro, mentre per quanto riguarda la formazione assicurativa sono state coinvolte società prodotto. Nella seconda metà del 2013 l’attività di job rotation negli uffici centrali si è intensificata in virtù delle necessità formative derivanti dal cambio del sistema operativo (per Ex Reggiana) a seguito della fusione in Banco Emiliano. Pur nella straordinarietà dell’anno passato, è comunque proseguita l’attività di aggiornamento e sviluppo delle competenze. Nel 2013 le ore di formazione complessivamente erogate sono state 7.274. Il dato è in calo rispetto all’anno precedente, sommando ex Reggiana e ex Cavola e Sassuolo, e trova giustificazione nel fatto che, come sopra indicato, tutta la prima parte dell’anno, e anche fino a settembre, la Banca ha visto gran parte delle risorse impegnate nelle attività pre-fusione e quindi la formazione è stata ridotta e in particolare è stata concentrata sulla conoscenza del sistema operativo Gesbank e sulle attività di cassa e sportello per i colleghi ex Reggiana. La gestione del personale di Banco Emiliano è orientata a creare e sviluppare competenze adeguate per poter affrontare efficacemente le sfide che il mercato costantemente ci pone ma anche e soprattutto per aumentare la motivazione diffusa stimolando quell’interesse al lavoro in grado di generare impegno, passione e senso di appartenenza indispensabili per la crescita e lo sviluppo della nostra Banca. 71 Nel 2013 si è ulteriormente rafforzato il legame di tutti i nostri collaboratori con il territorio, testimoniato da una forte presenza di personale alle iniziative, manifestazioni, eventi ed incontri organizzati dalla Banca segno di una condivisione caratterizzata dall’impegno e dalla passione per le nostre comunità. E il nostro territorio. Particolare importanza è stata rivolta nei pochi mesi del 2013 e molta ne verrà data nell’anno corrente alla diffusione della cultura identitaria ed unitaria cercando di far acquisire e condividere, a tutti i livelli i valori di Banco Emiliano e tipici del Credito Cooperativo. Anche nel 2013 la Banca ha accolto studenti delle scuole superiori e universitari per lo svolgimento di stage finalizzati a realizzare un primo orientamento nel mondo del lavoro e per il conseguimento di crediti formativi. Nel corso del 2013, sono stati concessi orari di lavoro part-time alle dipendenti che ne hanno fatto richiesta al fine di agevolare la conciliazione tra la vita lavorativa e la vita privata. SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO Per quanto concerne la sicurezza sui luoghi di lavoro ( D.lgs 81/2008), è continuata nel corso dell’anno l’attività di mantenimento e miglioramento delle condizioni fisiche dei locali e delle attrezzature aziendali. Nel corso dell’anno si è proceduto ad effettuare oltre a tutte le verifiche e certificazioni, che le normative richiedono. In seguito alla fusione si è iniziato ad analizzare e a raccordare i piani di sicurezza della ex Banca Reggiana e della ex Banca di Cavola e Sassuolo onde pervenire alla redazione di un piano generale per la sicurezza di Banco Emiliano in collaborazione con i responsabile esterno nominato per il servizio di prevenzione e protezione dei rischi. ATTIVITA' DI RICERCA E SVILUPPO – PRODOTTI E SERVIZI L’anno 2013 è stato caratterizzato principalmente da attività di analisi propedeutiche alla fusione tra Banca di Cavola e Sassuolo e Banca Reggiana, allo studio dei prodotti tra i più innovativi presenti sul mercato per la definizione del catalogo prodotti di Banco Emiliano che vuole rivolgersi ad un pubblico eterogeneo e multicanale. In particolar modo l’attività si è concentrata sui seguenti prodotti. Conti correnti: La banca si è principalmente orientata verso una logica di pacchetto: in base alle esigenze il cliente a fronte di un canone trimestrale riceve 72 dei servizi compresi. Sono stati creati pacchetti sia per il segmento privati che aziende. E’ seguita una fase identitaria attraverso il quale il prodotto conto corrente è stato interessato da un’attività di naming e di riconoscibilità attraverso un marchio. Carte di debito: definite due tipologie di carte che operano su circuito europeo attraverso la tecnologia Chip&Pin (Vpay) e circuito internazionale dotato di tecnologia microchip e banda magnetica (Maestro). Carte di credito: La scelta di Banco Emiliano è ricaduta sulle carte di credito CartaBcc powered disponibili anche con la tecnologia contactless e con meccanismo di rebate (soglia al raggiungimento della quale il canone annuo non viene addebitato al cliente). Il circuito di riferimento scelto è Mastercard caratterizzato dalle coperture assicurative “acquisto facile” con formula “soddisfatti o rimborsati” ed “estensione della garanzia” e dalla proroga della valuta di addebito rispetto alla data di chiusura dell’estratto conto dai 18 ai 28 giorni successivi in base al segmento di appartenenza ed al prodotto scelto. La tecnologia contacless permette al titolare di eseguire la transazione “senza contatto” ovvero senza consegnare la carta all’esercente semplicemente avvicinandola ad un apparecchio pos con la stessa tecnologia a beneficio della sicurezza e della velocità nella transazione. Per le transazioni di importo fino a 25€ non viene richiesta ne firma ne pin. Pos: La preferenza è stata rivolta ai nuovi modelli con tecnologia contacless. Allo studio il mobile pos per il pagamento in mobilità che sfrutta la rete e la tecnologia di smartphone e tablet. Prodotto disponibile dal 2014. Internet banking: Oltre all’implementazione per il pagamento del canone Rai è allo studio una completa rivisitazione dell’interfaccia grafica e del potenziamento delle funzionalità dispositive lato web e lato applicazione per smartphone e tablet. I nuovi prodotti saranno disponibili dal 2014. Mutui casa: allo studio il nuovo prodotto mutuo casa. Condizioni determinate in base al loan to value ed alla durata del finanziamento. I nuovi prodotti saranno disponibili dal 2014. Soci: I Soci hanno diritto al riconoscimento di canoni ridotti rispetto ad alcuni prodotti individuati da Banco Emiliano facenti parte della categoria dei conti correnti, mutui, bancassicurazione ecc.. 73 Prodotti di terzi raccolta e impieghi: dopo un’attenta analisi volta alla scelta del miglior partner facente parte del gruppo e non solo, la scelta di Banco Emiliano è ricaduta sui seguenti intermediari: x Raccolta (fondi, sicav, gestioni patrimoniali): Cassa Centrale, Aureo Gestioni, Nef, Raiffeisen x Bancassicurazione: Assimoco, Assicura, Bcc assicurazioni x Prestito al consumo: Bcc Credito al consumo, Pitagora (solo cessione del quinto) x Leasing: Ibi, Bcc Lease Fraer Leasing x Factor: Bcc factoring INFORMAZIONI SUGLI ASPETTI AMBIENTALI Gli aspetti ambientali non assumono rilevanza sull’andamento e sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa. Viceversa l’attività della banca, configurandosi quali prestazioni di servizi “dematerializzati” non produce impatti ambientali di rilievo. Tuttavia la Banca, quale ente mutualistico attento al territorio e consapevole della responsabilità socio-ambientale che hanno le imprese, persegue una politica di attenzione all’ambiente, impegnandosi attivamente in molte iniziative a favore dello sviluppo sostenibile e della salvaguardia ambientale. La nuova sede direzionale, pienamente utilizzata nel corso dell’anno, rientra come classificazione energetica in “classe B” ed è attivo un impianto fotovoltaico integrato della potenza di circa 80 kWp. Inoltre soluzioni di domotica avanzata consentono una gestione ottimale di tutti gli apparati compreso l’impianto di riscaldamento che utilizza per il proprio funzionamento solo energia elettrica (pompa di calore). La Banca si avvale del servizio di imprese autorizzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi che sono costituiti esclusivamente da toner di stampanti e fotocopiatrici provvedendo anche in alcuni casi e sempre tramite imprese specializzate alla loro rigenerazione per un pluri utilizzo. Si provvede inoltre al riciclo della carta usata tramite il programma di raccolta differenziata proposto dalle varie municipalità. 74 RELAZIONE SUL CARATTERE MUTUALISTICO DELLA COOPERATIVA AI SENSI ART. 2 LEGGE 59/92 E ART. 2545 DEL CODICE CIVILE E SULLE POLITICHE DI AMMISSIONE DI NUOVI SOCI AI SENSI ART. 2528 DEL CODICE CIVILE Nella gestione sociale sono state osservate le prescrizioni circa la destinazione al Fondo Nazionale per lo sviluppo della Cooperazione di una quota degli utili netti di esercizio; è stata inoltre rispettata la normativa che disciplina la misura dei dividendi e la legislazione in tema di ristorno. Ai sensi dell’art. 2 della legge 59/92 e art. 2545 cod. civ., la Banca ha costantemente operato, in conformità con il proprio carattere cooperativo, per il conseguimento degli scopi statutari; infatti, l’obiettivo principale è quello di produrre utilità e vantaggi di natura economica, sociale e culturale a beneficio di tutta la comunità. Si conferma in particolare l'osservanza dei seguenti principi operativi: x applicazione dei criteri per l'ammissione di nuovi soci (art. 5 e seguenti dello Statuto Sociale); x devoluzione della quota degli utili ai fondi mutualistici e gestione degli stessi (art. 49 dello Statuto Sociale); x rispetto dei principi di legge sull'applicazione dei requisiti mutualistici (divieto di distribuzione riserve tra i soci e dividendi superiori alla previsione di legge); x adozione di interventi specifici che si ricolleghino alla "mutualità" e al "localismo", confermando la caratteristica di banca "locale". E’ stato rispettato il criterio che attiene all’operatività prevalente verso i Soci. Ai sensi dell’art. 2528 cod. civ. e dell’art. 8, ultimo comma, dello Statuto Sociale, nell’espansione della compagine sociale la Banca ha proseguito nelle linee tracciate dalle due ex BCC e dal Piano Strategico di Fusione. L’obiettivo di un costante incremento della base sociale è stato perseguito nell’esercizio 2013 da entrambe le ex Bcc prima e da Banco Emiliano poi. 75 Sono ammessi a far parte della società̀ tutte le persone fisiche e le persone giuridiche, secondo il principio della porta aperta, che mostrino concretamente interesse ad interagire con la banca e presentino i requisiti previsti statutariamente. Nell’esercizio trascorso si sono attivate alcune politiche per incentivare l’ingresso di soci giovani al di sotto dei 28 anni. L’azione della Banca è sempre stata volta a favorire un rapporto associativo sempre più ampio che consolidi ed accresca la funzione sociale della Banca. La compagine sociale conferma nel corso del 2013 il costante trend di crescita: al 31/12/2013 i Soci erano 17.381, in crescita di 500 rispetto al 2012. Le ammissioni sono state 1.027, e le uscite 481. I soci “comuni” sono 46. Nel corso del 2013 è proseguito l’accoglimento, nel rispetto della normativi di riferimento, delle domande di sottoscrizione di azioni della Banca da parte dei Soci, aumentando così il loro livello di coinvolgimento nella crescita dell’azienda. Positivi sono i rapporti - “raccolta diretta da soci/totale raccolta”, pari al 61,7% - “impieghi con soci /impieghi”, pari al 70,6%. Il valore di una azione di Banco Emiliano - Credito Cooperativo – S.c. è di Euro 25,82. Ad ogni Socio delle società partecipanti alla fusione è stato assegnato, in seguito al rapporto di concambio, un numero di azioni della nuova società, per un valore nominale pari a quello delle azioni dal medesimo complessivamente posseduto nella vecchia società, come di seguito riportato: Soci ex Banca Reggiana : n. 2 azioni di Banco Emiliano– Credito Cooperativo – S.c. del valore unitario di Euro 25,82 per ogni azione di Banca Reggiana – Credito Cooperativo – S.c. del valore di Euro 51,64; 76 Soci ex Banca di Cavola e Sassuolo : n. 1 azione di Banco Emiliano– Credito Cooperativo – S.c. del valore unitario di Euro 25,82 per ogni 5 azioni del valore nominale di Euro 5,16 di Banca di Cavola e Sassuolo – Credito Cooperativo– S.c. con richiesta di versamento ai Soci dell’eventuale differenza. Inoltre, qualora i resti da ristorno eventualmente presenti sulla posizione del socio siano stati di importo pari o superiore al valore nominale dell’azione (quindi 25,82), è prevista l’attribuzione di una ulteriore azione, imputando la differenza restante sulla posizione del socio, in attesa di futuri ristorni. Ai soci ammessi dopo la costituzione di Banco Emiliano non è stato richiesto il versamento di nessun sovrapprezzo azioni in quanto tale determinazione è di competenza dell’assemblea ordinaria dei soci della nuova Banca, su proposta del Consiglio di Amministrazione (Art. 22 statuto sociale) Il Consiglio di Amministrazione, in base a quanto previsto dallo Statuto Sociale, intende proporre il mantenimento/introduzione dell’istituto del ristorno. In base a quanto previsto dallo statuto sociale (art. 50), verrà sottoposta all’assemblea dei soci di Banco Emiliano l’adozione di un regolamento sul ristorno e l’elenco dei contratti rispetto ai quali calcolare il ristorno. COLLEGAMENTO CON LA BASE SOCIALE E CON LA COMUNITÀ LOCALE Nonostante il perdurare della crisi economica e finanziaria, e nonostante il progetto di fusione in atto, nel 2013 si continuato a contribuire a dare riscontro alle esigenze dei Soci e clienti. Proseguendo l’esperienza della ex Banca Reggiana, sono stati costituiti subito dopo la nascita di Banco Emiliano i Comitati Locali in rappresentanza delle 5 aree di riferimento della banca (area storica “bassa”, area storica “montana”, area Reggio Emilia, area Parma, area Modena). I Comitati Locali hanno compiti di relazione e contatto con i soci, compiti consultivi, informativi e di proposta nel campo dello sviluppo affari, di definizione e destinazione sul territorio dell’attività di beneficenza – promozione pubblicitaria, nell’ambito dei budget di spesa definiti dal Consiglio di Amministrazione. L’attività dei Comitati Locali è definita in un apposito regolamento deliberato dal Consiglio di Amministrazione. 77 Si segnala, inoltre, l’organizzazione di incontri pre-assembleari con i comitati locali e i soci per informare compiutamente i Soci in merito al progetto di fusione tra le due banche. Per conseguire concretamente i principi enunciati nello Statuto e nella Carta dei Valori del Credito Cooperativo si è proseguito nel 2013 nell’ attività di sostengo alle economie e al tessuto sociale dei territori di competenza, coniugando il rispetto delle regole di mercato con la responsabilità sociale di un’azienda mutualistica. Nel 2013 Banco Emiliano ha investito risorse economiche, organizzative e gestionali per valorizzare e qualificare ulteriormente il rapporto con la base sociale e con il territorio dove la Banca opera. Numerose e di varia natura sono state le iniziative intraprese nei confronti della base sociale da parte delle due Bcc che hanno dato vita attraverso il processo di fusione alla nuova cooperativa di credito, in coerenza con l’articolo 2 dello statuto sociale secondo il quale la banca “si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata” ed “ha lo scopo di favorire i Soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché́ la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera”. Tali attività attengono fondamentalmente: - al profilo bancario, con lo scopo di perseguire una politica di differenziazione delle condizioni economiche tra clienti soci e clienti non soci, in particolare, per i prodotti di nuova emissione - al profilo extra bancario, a sancire il principio che la banca dà risposte concrete e garantisce sostegno al socio anche come persona e non solo come soggetto economico - al profilo identitario, per far conoscere e promuovere le peculiarità̀ della cooperativa e garantire consapevolezza su cosa significhi essere socio della banca. Costante e frequenti sono state le azioni di contatto con il socio da parte del personale sia della rete commerciale che della direzione generale, con l'obiettivo 78 di sviluppare sempre più la relazione con la base sociale, stabilendo con soci (e clienti) un rapporto basato innanzitutto sulla professionalità e sulla competenza, ma anche su uno stile collaborativo che parte della conoscenza del territorio e delle sue peculiarità sociali ed economiche. Attraverso la pubblicazione di "CReA Informazioni" e "Banca informa", rispettivamente i periodici semestrali di Banca Reggiana e di Banca di Cavola e Sassuolo, si è consolidata la comunicazione nei confronti dei soci, sulle iniziative mutualistiche realizzate dalla Banca in corso d'anno e su problematiche operative di particolare interesse. Con l'obiettivo di diffondere l'informazione e promuovere la partecipazione dei Soci, la Banca ha messo in campo le seguenti iniziative: x Assemblee ordinarie di approvazione dei bilanci x Assemblee straordinarie per la valutazione e approvazione del Progetto di Fusione x 5 Comitati locali dei Soci finalizzati a garantire il collegamento tra Banca e territorio x 5 Feste dei Soci di fine anno sulle cinque aree territoriali. Si è operato nel coinvolgimento dei soci alla vita della società non solo nei momenti istituzionali, ma continuando a promuovere iniziative di carattere culturale, turistico, sportivo, di svago e di scambio di reciproche conoscenze ed informazioni fra soci. Consapevoli dell'importanza di sviluppare il patrimonio di relazioni, e dunque la partecipazione della comunità locale nella nostra impresa nonché il radicamento di questa nel territorio, la nostra banca ha adottato una strategia ed una politica di incentivazione all'apertura e alla crescita della compagine sociale. A fianco di questo, al fine di incentivare la partecipazione dei giovani clienti alla vita sociale, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l'abbassamento della soglia di ingresso a Socio per i giovani di età compresa tra i 18 ed i 28 anni. A rafforzare il carattere cooperativo della Banca hanno contribuito le opportunità di carattere bancario con condizioni e servizi riservati ed extra-bancario quali le borse di studio, i bonus ai neogenitori, le convenzioni commerciali, le gite sociali e le visite di studio. L’Assemblea rappresenta il momento centrale della partecipazione democratica alla vita della Banca. 79 Le assemblee del 2013 delle due Bcc hanno visto una elevata partecipazione dei Soci: Ordinaria Banca Banca di Reggiana Cavola e Sassuolo aventi 11.935 4.878 Totale soci diritto Totale soci presenti di cui in proprio di cui per delega 1.180 1.180 0 418 346 72 Straordinaria Banca Banca di Reggiana Cavola e Sassuolo 11.935 4.898 1.516 1.176 340 2.336 1.101 1.235 COLLEGAMENTO CON L'ECONOMIA LOCALE E L'IMPEGNO PER IL SUO SOSTEGNO E SVILUPPO L'attività aziendale è continuata con il preciso obiettivo di sostenere e sviluppare la raccolta diretta sul territorio ancora con un'ottica precisa e forte di sviluppo della cultura del risparmio. Anche nel 2013 si è continuato a favorire l’accesso al credito a favore delle famiglie ed operatori economici del territorio. Il collegamento con le comunità locali si è concretizzato mediante significativi interventi economici riconducibili alle attività di beneficenza e sponsorizzazione in favore delle associazioni che operano nel campo del volontariato sociale, nello sport, nella musica, nella cultura e nel tempo libero, nella tutela della salute e nella ricerca, in campo religioso, nell’istruzione, formazione, ambiente, oltre a numerosi enti locali, istituzioni e associazioni di categoria. Non sono mancate infatti le erogazioni a favore delle tante iniziative che nelle comunità nascono d a enti pubblici e privati, associazioni di volontariato, strutture scolastiche ed educative, realtà culturali, sportive, ricreative, parrocchie ecc. . Tali erogazioni rappresentano un vero e proprio sostegno alle realtà che svolgono un ruolo fondamentale nel territorio, garantendo servizi, occasioni di incontro, di crescita e di coesione tra le persone. Molto spesso il contributo erogato aggiunge un tassello spesso decisivo per le attività di coloro che lo ricevono. 80 Il legame di Banco Emiliano con il territorio e le sue diverse espressioni è evidenziato anche dalla gestione delle tante Tesorerie, tra queste figurano quelle di ben 7 Comuni, 3 Istituti scolastici superiori e 5 scuole medie statali, cui si aggiungono scuole d’infanzia, case d i riposo e istituti di diversa natura per un totale di 7 enti. Da segnalare, di nuova acquisizione a partire dal primo gennaio 2014, l’acquisizione della tesoreria della camera di Commercio di Reggio Emilia. Le due banche hanno inoltre sempre risposto con grande disponibilità̀ e risorse ai richiami istituzionali, in particolare della Provincia, tesi ad offrire sostegno ai lavoratori delle aziende del territorio in crisi. In questo senso sono state messe a disposizione risorse finanziarie che non prevedono la corresponsione di interessi e spese, per anticipare le liquidazione INPS a soggetti di aziende che hanno cessato la propria attività̀ . SVILUPPO SULL'IDEA COOPERATIVA E COLLEGAMENTO CON LE ALTRE COMPONENTI DEL MOVIMENTO Anche nel 2013, nonostante il processo di fusione in atto, la Banca ha posto molta attenzione all'integrazione operativa con gli organismi centrali di categoria, portando avanti importanti accordi al fine di migliorare l'offerta specifica di prodotti per ottenere una sempre migliore ottimizzazione dei costi di struttura. Proprio in un contesto di difficoltà come quello che il mercato e l’economia sta vivendo da alcuni anni, il rafforzare le sinergie di sistema, diviene una necessità sempre più stringente per potenziare i meccanismi di reciproca protezione dalla crisi, produrre economie di scala e di scopo vitali per l’abbattimento dei costi, incrementando la competitività nei mercati locali. SVILUPPO DELL'IMPRESA COOPERATIVA A PRINCIPI MUTUALISTICI Nell'espletamento delle attività di gestione è stata data attenzione particolare a tutti i principi di mutualità caratteristici della nostra azienda cercando di far condividere l'etica con il giusto ed indispensabile profitto di un'impresa a responsabilità sociale in un contesto di riferimento che deve comprendere le imprese come componenti integrate del sistema sociale. Il sostegno dei Soci, delle loro famiglie, delle imprese, delle comunità locali, è l’elemento distintivo dell’azione della nostra Banca e della sua presenza sul territorio. Una Banca differente, che vuole rispondere ai bisogni dei Soci e, per il loro tramite e la loro partecipazione attiva, alle attese di aiuto e sostegno che pervengono 81 giornalmente dalle nostre comunità locali, tanto più in un momento di crisi perdurante in cui, mai come oggi i valori della mutualità e della cooperazione mostrano tutta la loro attualità. La consapevolezza della propria “differenza”, punto di forza rispetto al restante sistema bancario, unitamente alla volontà di darne effettivo riscontro, hanno indotto a proseguire nella pubblicazione che annualmente accompagna il fascicolo di bilancio, a cui si rimanda per una più compiuta illustrazione delle attività svolte in questo ambito. BUSINESS CONTINUITY (PIANO DI CONTINUITÀ OPERATIVA) In seguito alla fusione avvenuta nel 2013 tra Banca Reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo è stato avviato un processo di conoscenza e di analisi della nuova realtà di Banco Emiliano per arrivare ad una omogenea stesura realistica ed efficace di un nuovo piano di Business Continuity con l’obiettivo che il medesimo venga approvato dal Consiglio di Amministrazione entro il primo semestre del 2014. FATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO Non si sono verificati fatti di rilievo intervenuti dopo l’approvazione del bilancio tali da modificare il progetto di bilancio presentato. Ad ogni modo, si ritiene meriti menzione, nella presente sezione, l’avvio della procedura inerente la richiesta di revoca della garanzia dello Stato concessa su Prestiti Obbligazionari (c.d. Monti Bond) di propria emissione ricevuta nel corso del 2012, ai sensi dell’art. 8 DL 201/2011, per complessivi 96 milioni di euro (dei quali 36 milioni a favore di Bond emessi da ex Banca di Cavola e Sassuolo ed i restanti 60 milioni da ex Banca Reggiana). Le emissioni in parola, con il connesso ricorso alla garanzia dello Stato nonché la successiva partecipazione all’Asta di Rifinanziamento Straordinaria LTRO, si collocavano nel contesto dei presidi volti a ripristinare l’equilibrio finanziario dell’attivo e del passivo della Banca, in ragione delle scadenze di raccolta previste per l’anno 2012. L’operazione, nella sua completezza, è stata strutturata con l’obiettivo di mitigare il rischio di un possibile mancato rinnovo, anche parziale, delle passività a medio lungo termine in scadenza nella prima metà del medesimo anno, sostituite con strumenti finanziari a breve o brevissima scadenza, conti di deposito o certificati di deposito. 82 L’opportunità di intraprendere la procedura di richiesta di revoca della garanzia statale, qui descritta, è stata oggetto di attenta valutazione da parte degli Organi di Governo, avvalendosi in tal senso anche del supporto delle strutture tecniche della Banca, nonché dei consulenti delle Banche di secondo livello del credito cooperativo. In particolare, oltre a valutarne i benefici potenzialmente derivabili per effetto del venir meno del pagamento della relativa commissione dovuta al Ministero del Tesoro in virtù della garanzia ricevuta, estrema attenzione è stata posta al profilo finanziario e di liquidità prospettico della Banca, simulato in assenza dei c.d. Monti Bond, ottenendo in tal senso risultati ampiamente rassicuranti. Sono per altro stati presi contatti con l’Organo di Vigilanza, ai fini di una preventiva condivisione dell’operazione. La richiesta di revoca è stata ufficialmente inoltrata al Mef ed alla Banca d’Italia nel corso del mese di marzo. I tempi previsti per la chiusura della procedura sono stati indicativamente quantificati in circa 2 mesi. EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE Il 2014 non si discosterà molto dal precedente e richiederà un impegno straordinario a tutta la struttura, perché andrà a sommare ad una gestione caratteristica resa già difficile dal perdurare della crisi economica e dal contesto sociale, le attività di carattere straordinario rivenienti dal progetto di fusione. Con la presentazione di questo bilancio, si conclude di fatto la prima fase, quella dell’integrazione dei numeri. Altrettanto importante e impegnativa ma più lunga, sarà la seconda fase, finalizzata ad armonizzare le diverse politiche adottate in passato dalle due banche. Politiche del credito, commerciali, reddituali, patrimoniali, sociali, di comunicazione, di remunerazione del personale dipendente, di gestione della liquidità ed altre ancora, verranno progressivamente ricondotte ad unitarietà. Le politiche di lungo termine, saranno ispirate ad incrementare la solidità patrimoniale sia in termini di percentuale di free capital (capitale libero) che di total capital ratio (patrimonio di vigilanza/attività di rischio ponderate). Molto impegno verrà profuso, in particolare verso i dipendenti, i Soci ed i clienti, per dare al Banco Emiliano la propria identità che non potrà prescindere da uno stile chiaro e definito. La fusione fra le due banche aveva alcuni obiettivi certi, fra tutti fare una banca unica, più forte, in grado di offrire maggiori garanzie ai propri 83 depositanti e alimentare la crescita della raccolta, per continuare a sostenere l’economia e il tessuto locale attraverso il credito. L’obiettivo è stato raggiunto; l’impegno futuro è finalizzato a non disperdere la storicità delle due banche, ma capitalizzare le relazioni e scegliendo fra le proprie esperienze le prassi migliori, generare un virtuoso percorso di crescita a beneficio dei soci e di tutti i portatori di interesse. L’attività ordinaria proseguirà alla ricerca della massima efficienza, che potremo raggiungere gestendo in modo oculato le risorse, perseguendo il contenimento dei costi, affinando il modello organizzativo individuando il più appropriato a garantire insieme snellezza operativa e presidio dei rischi, ricercando il miglior equilibrio fra costi e ricavi, perseguendo il “giusto” margine da suddividere equamente fra sociclienti-impresa. Solo attraverso la competitività, (concetto che vale per tutte le aziende), la nostra banca potrà continuare a restituire solidarietà e mutualità al proprio territorio. La recessione economica e l’attività di fusione, inducono la banca a soprassedere per il momento, ad aprire nuovi sportelli. Nel 2014 verranno accorpate le due filiali di Reggio Emilia poste a Pieve Modolena che consentiranno un risparmio di costi e un miglioramento del servizio. PREVISIONI ECONOMICHE E PATRIMONIALI Il nostro Paese versa in una situazione economica e finanziaria molto difficile, condizionata dall’inadeguatezza della politica (in pochi mesi si sono susseguiti tre governi), da una Pubblica Amministrazione costosa e inefficiente, da un debito pubblico fuori controllo e da una pressione fiscale insostenibile. La mancanza di fiducia comprime gli investimenti, la disoccupazione e la precarietà del lavoro limitano i consumi. Tutti questi fattori hanno inciso sul Pil che nel 2013 non ha dato segni di inversione se non verso la fine dell’anno, nel frattempo, l’euribor trimestrale ha continuato a scendere per poi fermarsi allo 0.30 (record storico). In questo contesto di sfiducia, un eventuale ulteriore diminuzione del credito abbinato al calo della domanda interna, potrebbe avviare il paese verso una pericolosa situazione di deflazione. Per questo motivo, gli obiettivi principali dei politici, degli economisti e delle autorità monetarie, sono diventati la ripresa economica ed il lavoro. Negli anni scorsi, i bilanci delle banche anche la nostra, sono stati sostenuti da un importante marginalità riveniente dalla gestione della liquidità in titoli di stato, che 84 ha ampiamente compensato la contrazione del margine di interesse dovuta alla diminuzione degli impieghi a clientela. Nel corso del 2014 Banco Emiliano dovrà riequilibrare le proprie fonti di reddito, abbandonando progressivamente gli investimenti finanziari in titoli dello Stato Italiano a favore degli impieghi all’economia reale. PROPOSTA DI RIPARTIZIONE DELL'UTILE Signori Soci, l'utile ammonta a Euro 1.217.809. E’ il risultato di una significativa azione di ripristino al valore reale del credito erogato. Questo è il periodo storico delle difficoltà rivenienti dal deterioramento del valore dei prestiti concessi in conseguenza di una situazione economica che sta mettendo a dura prova le attività imprenditoriali con le conseguenti ricadute occupazionali. Quando in un momento difficile si propone una nuova soluzione per il nostro contesto economico locale, significa che c'è desiderio di fare e consapevolezza di sapere come si deve fare, il passo compiuto è alla nostra portata e soprattutto riteniamo sia la risposta alle difficoltà di questi difficili tempi che stiamo vivendo, ora vogliamo e dobbiamo andare avanti, assumendo una responsabilità importante che è quella di proporre e interpretare un percorso di sviluppo innovativo capace di diventare una risposta propositiva ai problemi. Siamo dentro ad un significativo cambiamento , non esistono progetti senza problemi ma sappiamo anche che quando esistono problemi senza progetti è ben peggio, forse è questo il nuovo corso culturale da proporre, è compito di Banco Emiliano capire quali siano i problemi delle nostra comunità di persone delle nostre imprese e delle nostre famiglie, ma è anche nostro compito individuare le soluzioni bancarie da adottare attraverso il corretto utilizzo della nostra banca cooperativa attenta a ciò che succede intorno a sé. 85 In conformità all’art. 49 del nuovo statuto sociale, il Consiglio di Amministrazione propone di destinare il risultato di bilancio nel modo seguente: Ripartizione dell’Utile di Esercizio Al Fondo di Riserva Legale, indivisibile ai sensi del vigente Statuto Sociale, come richiesto dalla legge 904/1977, art. 12 € 852.527,00 Al fondo per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (ex art. 11 Legge L.59/1992) € 36.534,27 Ai Soci, come dividendo in ragione del 0,50% annuo sul valore nominale delle azioni € 188.747,57 Al fondo per acquisto azioni proprie € 40.000,00 Al fondo a disposizione del Consiglio di Amministrazione per scopi di beneficenza o mutualità € 100.000,00 Totale Euro 1.217.808,84 Signori Soci, sottoponiamo alla Vostra approvazione il presente bilancio di esercizio 2013 come esposto nella documentazione di stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa e rendiconto finanziario consapevoli che è sempre estremamente difficile riportare in poche pagine, progetti, vicende e risultati di un anno di intenso lavoro, ma riteniamo di aver riassunto in esse gli elementi più̀ significativi dell’impegno profuso a tutti i livelli dalle nostre risorse. Ci pare pertanto doveroso esprimere un sincero grazie a tutti coloro che con la loro collaborazione hanno contribuito al raggiungimento di tali risultati. Un particolare apprezzamento spetta alla direzione ed al personale dipendente per la sensibilità̀ e l’attaccamento al dovere dimostrati anche in occasioni straordinarie come quelle che si sono realizzate nel corrente anno. Un sincero riconoscimento va al Collegio Sindacale che, nello svolgimento del proprio lavoro, ha mostrato impegno e professionalità̀ , alla Banca d’Italia per la preziosa assistenza fornitaci nello sviluppo del processo di fusione, alla 86 Federazione Regionale delle Bcc Emilia Romagna e alle Società̀ che collaborano con noi o per la disponibilità dimostrata nell’assecondare le nostre esigenze. Rivolgiamo infine un cordiale saluto e ringraziamento a Voi Soci, per la solidarietà̀ e l’attaccamento dimostrato e tra questi vogliamo ricordare gli Amministratori ed i Sindaci che nel corso dell’anno hanno rimesso il loro mandato in sintonia con il progetto di aggregazione. IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE 87 “BANCO EMILIANO - CREDITO COOPERATIVO” S.C. VIALE DEI MILLE N. 8 – 42121 REGGIO EMILIA C.F. P. IVA E ISCRIZ. REG. IMPRESE DI RE N. 02593300359 RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE AL BILANCIO D’ESERCIZIO CHIUSO AL 31.12.2013 (ai sensi e per gli effetti dell’art. 14 del D. Lgs. n. 39/2010 e dell’art. 2429, del Cod. Civ.) Premessa Signori Soci, siete chiamati ad approvare il bilancio relativo all’esercizio chiuso al 31/12/2013. Il Collegio Sindacale, nell’attuale composizione a decorrere dal 1° ottobre 2013, nell’espletamento del mandato affidatogli dall’assemblea dei Soci, ha provveduto ad eseguire i controlli previsti dalla vigente normativa. Il Consiglio di Amministrazione ha messo a nostra disposizione il fascicolo afferente il Progetto del Bilancio d’esercizio chiuso al 31/12/2013, nelle componenti Stato Patrimoniale, Conto Economico, Nota Integrativa, Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto, Prospetto della Redditività Complessiva e Rendiconto Finanziario, unitamente alla Relazione sulla Gestione e ad ogni ulteriore prospetto di dettaglio, nei termini di legge, così come approvati nella seduta del 24 marzo 2014. Anche il bilancio 2013, come per i precedenti esercizi chiusi da parte delle due banche partecipanti alla fusione per unione che ha visto quale beneficiaria “Banco Emiliano”, è stato redatto applicando i principi contabili internazionali IAS/IFRS, nella logica del mantenimento della continuità aziendale, come da noi accertata. L’esercizio sociale cui si riferisce il bilancio in esame è il primo nel quale si manifestano gli effetti della nota operazione di fusione per aggregazione occorsa fra “Banca Reggiana Credito Cooperativo S.C.” e Banca di Cavola e Sassuolo Credito Cooperativo” S.C. che, a decorrere dal 1 ottobre 2013, ha assunto la denominazione di “Banco Emiliano - Credito Cooperativo - Società Cooperativa”. Questa operazione ha ampliato ulteriormente le dimensioni aziendali comportando alcune necessarie e significative modificazioni nella struttura organizzativa della Società, nonché un conseguente processo di riorganizzazione, tutt’ora in corso, 88 con particolare riferimento alle procedure interne, allo scopo di incrementarle ed implementarle onde renderle maggiormente confacenti alla nuova e più complessa configurazione societaria. Con riferimento agli aspetti contabili dell’operazione di fusione per unione in parola, si rammenta che gli IAS/IFRS (IFRS n. 3) richiedono di individuare quale delle due società partecipanti risulti contabilmente l’ente aggregante. “Banca Reggiana” è stata individuata quale società aggregante i valori contabili provenienti da “Banca di Cavola e Sassuolo”; alla data di effetto della fusione (1.10.2013), pertanto, “Banca di Cavola e Sassuolo” ha chiuso il proprio bilancio intermedio nel rispetto del principio contabile IAS 34 al fine di far confluire i propri saldi di chiusura nella contabilità, in continuità di valori, di “Banca Reggiana”, dando vita, contabilmente (e giuridicamente) a “Banco Emiliano”. Da un punto di vista tributario, invero, entrambe le banche partecipanti all’aggregazione hanno chiuso un proprio autonomo periodo d’imposta individuando il carico tributario alla data del 30.9.2013, sulla scorta dei due distinti bilanci intermedi (sempre redatti nel rispetto del principio IAS 34). Bilanci regolarmente approvati dal Consiglio di amministrazione di “Banco Emiliano”. Conseguentemente, i dati 2013 di “Banco Emiliano” vengono comparati con quelli di “Banca Reggiana” 2012 sulla base della assunzioni contenute nelle premesse della Relazione sulla Gestione. Ogni dettaglio di quanto testé rappresentato potrà essere estrapolato dalla consultazione del contenuto della Nota Integrativa alla quale, pertanto, Vi rimandiamo. Relazione ai sensi dell’art. 14 del D. Lgs. 27/01/2010 n. 39 - Prima parte x Abbiamo svolto la revisione legale del bilancio di esercizio di “Banco Emiliano Credito Cooperativo S. C.” chiuso al 31/12/2013, costituito, si ripete, dallo Stato Patrimoniale, dal Conto Economico, dal Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto, dal Prospetto della Redditività Complessiva, dal Rendiconto Finanziario e dalla relativa Nota Integrativa. x La responsabilità della redazione del bilancio compete agli Amministratori di “Banco Emiliano”. E’ nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione legale dei conti. Il suddetto bilancio d’esercizio è stato redatto in conformità all’International Financial Reporting Standards adottati dall’Unione Europea e secondo gli schemi contenuti nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 – 89 x x x x x x x “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione (2° agg.to del 21/1/2014)”. Il nostro esame è stato condotto secondo i principi statuiti per la revisione legale dei conti. In conformità ai predetti principi, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni necessario elemento per accertare se il bilancio di esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professionale. Il bilancio di esercizio, come indicato in premessa, non presenta ai fini comparativi i dati corrispondenti a quello precedente in quanto l’esercizio 2013 è il primo della vita di “Banco Emiliano Credito Cooperativo S. C.”. Pur mancando una comparazione diretta, abbiamo effettuato i confronti con i dati dell’esercizio precedente aggregando ed omogeneizzando i dati delle due Banche aggregate, predisposti in conformità ai medesimi principi contabili, e ricavandone utili ragguagli per la formazione del nostro giudizio. Il procedimento di revisione è stato svolto in modo coerente con la dimensione della società e con il suo assetto organizzativo. Esso comprende l’esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenute nel bilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli Amministratori. A giudizio dei sottoscritti Sindaci, il bilancio d’esercizio di "Banco Emiliano Credito Cooperativo S.C.” chiuso al 31/12/2013 risulta conforme ai principi contabili IAS/IFRS e, nel suo complesso, è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico, le variazioni del patrimonio netto e i flussi di cassa del “Banco Emiliano Credito Cooperativo S.C.” per l’esercizio chiuso a tale data. Il Collegio Sindacale dà atto che, per quanto di sua conoscenza, alla data odierna, non ricorrono i presupposti per richiami di informativa degni di menzione. La responsabilità della redazione della Relazione sulla Gestione, in conformità a quanto previsto dalle norme di Legge compete agli Amministratori di “Banco Emiliano Credito Cooperativo S.C.”. E’ di nostra competenza l’espressione del giudizio sulla coerenza della Relazione sulla Gestione con il bilancio, come richiesto dall’art. 14, comma 1, lett. e), del D.Lgs. n. 39/2010. A tal fine, abbiamo svolto le procedure 90 indicate dal principio di revisione n. PR 001 emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e raccomandato dalla Consob. A nostro giudizio la relazione sulla gestione è coerente con il bilancio d’esercizio di “Banco Emiliano S.C.” al 31/12/2013. Relazione ai sensi dell’art. 2429 del Cod. Civ. - Seconda parte Il progetto di bilancio chiuso al 31.12.2013, completo in tutte le sue parti ossia: Stato Patrimoniale, Conto Economico, Prospetto delle Variazioni di Patrimonio Netto, Prospetto della Redditività Complessiva, Rendiconto Finanziario e Nota Integrativa, può essere riassunto nelle seguenti risultanze:terr Stato Patrimoniale Attivo Euro 1.733.045.498 Passivo Euro 1.605.974.144 Patrimonio netto (utile netto 2013 incluso) Euro 127.071.354 Utile dell’esercizio 2013 Euro 1.217.809 Utile dell’operatività corrente al lordo dell’imposte Euro 1.825.731 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente Euro 607.922 Utile dell’esercizio 2013 Euro 1.217.809 Conto Economico i. ii. La Nota Integrativa contiene un dettaglio delle singole voci di Bilancio oltre alle altre necessarie informazioni, e agli appositi dati richiesti dalla vigente normativa, al fine di esporre in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria di “Banco Emiliano”. In apposite sezioni risultano correttamente indicate anche adeguate informazioni circa i rischi aziendali, sia di tipo quantitativo che qualitativo, oltre a quanto richiesto in tema di patrimonio aziendale e di coefficienti ad esso rapportati. Anche in merito alle operazioni poste in essere con “parti correlate” viene fornita dettagliata ed adeguata rendicontazione. 91 iii. iv. v. vi. vii. viii. ix. La Relazione sulla Gestione, oltre alle informazioni richieste dalla Legge, fornisce un quadro completo sull’andamento della gestione della frazione 2013 di “Banco Emiliano” e, complessivamente, dell’intero esercizio 2013 relativamente a quanto ha caratterizzato la vita aziendale delle due banche partecipanti alla fusione, nonché sulla prevedibile evoluzione futura. Il Collegio Sindacale ha vigilato sulla impostazione generale data al bilancio ed alla Relazione sulla Gestione, sulla sua generale conformità alla legge per quel che concerne la formazione, la struttura ed i contenuti. Sul punto non vi è alcun rilievo degno di menzione da operare in questa sede. Nel corso della frazione d’esercizio abbiamo partecipato a tutte le riunioni del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo. In tali occasioni abbiamo potuto verificare come l’attività dei suddetti organi sia stata improntata al rispetto della corretta e prudente amministrazione, a garanzia della conservazione del patrimonio di “Banco Emiliano Credito Cooperativo S.C.”. Nel corso della frazione di esercizio 2013, abbiamo regolarmente effettuato le verifiche periodiche previste dalla Legge. Per l’espletamento della nostra attività ci siamo avvalsi della collaborazione della Direzione Generale, della struttura dei controlli interni, dell’ufficio di contabilità generale, dell’ufficio legale e conformità, dell’ufficio fidi e dell’ufficio di Segreteria Generale, ognuno per le specifiche competenze. La società e, per essa, il suo Consiglio di Amministrazione, non ha ritenuto, ad oggi, di dotarsi di un Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231/01 e, conseguentemente, non è stato nominato l’Organismo di Vigilanza. Dalla nostra attività di controllo e verifica non sono emersi fatti significativi tali da richiedere alcuna segnalazione a Banca d’Italia. Ai sensi dell’art. 2403 del Codice Civile, il Collegio da atto di aver: 1. ottenuto dagli Amministratori e dalla Direzione Generale le necessarie informazioni sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione, nonché sulle operazioni di maggior rilievo economico finanziario e patrimoniale; 2. in base alle informative rese, il Collegio Sindacale ha constato che le delibere assunte e poste in essere sono risultate conformi alla Legge e allo Statuto sociale e che non sono apparse manifestamente imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interessi o in contrasto con le deliberazioni assunte dall’Assemblea o tali da compromettere l’integrità del patrimonio, ivi comprese le operazioni con parti correlate dettagliate in Nota Integrativa; 92 x. xi. xii. xiii. 3. vigilato sull’osservanza della Legge e dello Statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta amministrazione; 4. acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di sua competenza, sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo di “Banco Emiliano”, anche tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle funzioni e, a tal riguardo, il Collegio non ha rilevato osservazioni particolari da riferire a codesta Assemblea dei Soci; 5. rilevato l’adeguatezza, sostanziale, del sistema dei controlli interni della Banca, anche attraverso informazioni ottenute dall’Internal Audit e sulla base delle attività di auditing demandate alla Federazione Regionale B.C.C. dell’Emilia Romagna; 6. valutato e vigilato sull’adeguatezza del sistema amministrativo e contabile, nonché sull’affidabilità in concreto di quest’ultimo a rappresentare correttamente i fatti, gli atti e le operazioni di gestione, anche a seguito delle specifiche informazioni ricevute dai responsabili delle rispettive funzioni; Vi evidenziamo, inoltre, che non sono pervenute denunce da parte dei soci ai sensi dell’art. 2408 del Codice Civile o esposti di altra natura; Il Collegio Sindacale, in ottemperanza alla disposizioni di cui all’art. 2 Legge 59/92 e dell’art. 2545 Cod. Civ., esprime la propria condivisione circa i criteri adottati dal Consiglio di Amministrazione nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici, in conformità al carattere cooperativo della società e dettagliati nella Relazione sulla Gestione presentata dagli stessi Amministratori nel Bilancio, redatto anche per questo esercizio dalla struttura della Vostra Banca. I criteri seguiti si sono incentrati, oltre che a fornire ai Soci una politica dei “prezzi” agevolata, sul tentativo di garantire un’offerta di servizi e attività di vario genere, esterne all’attività creditizia vera e propria. Vi confermiamo, altresì, che è stato rispettato il parametro minimo di operatività verso i Soci previsto nel 50%, nonché il parametro massimo di attività con clienti fuori zona, risultato pari al 2,44% contro il limite massimo previsto del 5%. Risulta rispettata anche la destinazione minima degli utili alla Riserva Legale, prevista dalla Legge e dallo Statuto, nella misura pari al 70,0049936% contro il limite minimo del 70%, e ciò a garanzia del rafforzamento patrimoniale di “Banco Emiliano”, così pure quella prevista ai fondi mutualistici (3%) per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, nonché la indisponibilità assoluta delle riserve Patrimoniali. 93 *** In considerazione di tutto quanto sopra esposto ed argomentato, il Collegio Sindacale, nel suo insieme, esprime parere favorevole all’approvazione del bilancio dell’esercizio chiuso al 31/12/2013 e concorda con la proposta di destinazione del risultato di esercizio formulata dal Consiglio di Amministrazione, nel rispetto delle Leggi vigenti e dello Statuto Sociale. Reggio nell’Emilia, 11 aprile 2014 Il Collegio Sindacale di “Banco Emiliano - Credito Cooperativo” S.C. Zucca Dott. Mirco – Presidente Bellucci Dott. Giorgio – Sindaco Effettivo Guidetti Avv. Vittorio – Sindaco Effettivo
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