Centonove numero 16

ANNO XXI Numero 16
25 APRILE 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
NON C’È
PACE
EMERGENZA RIFIUTI
LA GESTIONE
MESSINAMBIENTE
DA PALAZZO ZANCA
AL PALAZZO DI GIUSTIZIA.
ECCO LE TAPPE
DI UNA VERTENZA
TRA DIPENDENTI “LAVATIVI”
E COSTI ALLE STELLE.
IL MISTERO
DELLA DISCARICA
EURO 1,50
Il sindaco di Messina, Renato Accorinti, in una elaborazione fotografica
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
25 Aprile 2014
il punto
EDITORIALE
Sottobosco
Formazione
L’ex assessore alla formazione
professionale Mario Centorrino,
intervistato da Tempo Stretto, ha fatto
diventare un gigante politico
l’onorevole Nino Beninati. Tra i novanta
deputati all’assemblea regionale è
l’unico che non ha chiesto nessun
favoruccio. Ninuzzu, è un onorevole
silente: non lascia tracce. Gli altri, senza
pudore alcuno, chiedevano,
chiedevano. Chi una raccomandazione,
chi una segnalazione, chi un aumento
del budget per favorire nuove
assunzioni. Di assunti, così, nel pianeta
Formazione in Sicilia, infatti, se ne
contano quasi diecimila. Tempo
indeterminato. In Lombardia, se ne
contano meno di 400. A progetto.
Lo stesso andazzo, dovrebbe scorgere
l’economista Mario Centorrino, unico
astronauta della Formazione che “non
ha pensato poi a candidarsi”, si registra
in molti altri settori: 400 forestali in
Piemonte, ventiduemila in Sicilia; divisi
per fasce: centocinquantunisti,
centunisti, cinquantunisti. Si lavora a
singhiozzo, per prendere poi la
disoccupazione, con la complicità
manifesta dei sindacati. Che tollerano il
triplo lavoro: stagionali forestali, con
indennità di disoccupazione garantita e
lavoro part-time. Risultato finale: la
gestione dei boschi in Sicilia è un
disastro, i disoccupati in cima alle
classifiche. L’unico “sottobosco” infatti
che funziona è quello politico. Poi
nessuno pensa a progetti di bio-masse
come nessuno raccoglie la legna,
neppure per le pizzerie. Sono questi i
meccanismi che fanno saltare gli
“ecosistemi” sociali. Formazione e
forestali sono infatti miscele esplosive:
fanno crescere la desertificazione del
suolo e bruciano la mobilità del
mercato del lavoro. Come tutte le
calamità, poi le voragini si allargano. E
per avere i soldi la Regione si indebita.
Un miliardo a botta. Si arriva così
all’assurdo di una Regione che ha il
record nazionale dell’Irap, la tassa sulle
attività produttive. Che diventano così
sempre più improduttive.
Il pontefice e i diritti rubati
DI
DOMENICO BARRILÀ
Difficile sottrarre questa pagina a papa Francesco,
per il quale il periodo pasquale si è rivelato una
specie di poligono di tiro. Spirituale.
Bergoglio non ama l’arzigogolo, punta diritto al cuore delle
questioni, con parole inequivocabili, anche quando sono
pronunciate da un predicatore pontificio, com’è accaduto con padre
Raniero Cantalamessa durante la celebrazione della Passione nella
basilica vaticana, presieduta dallo stesso pontefice. E' "scandaloso",
così il predicatore, "che alcuni percepiscano stipendi e pensioni
cento volte superiori a quelli di chi lavora alle loro dipendenze" e
che "alzino la voce appena si profila l'eventualità di dover
rinunciare a qualcosa, in vista di una maggiore giustizia sociale".
Concetti che rispecchiano la poetica di un papa capace di metterci
di fronte, come fece Gesù col giovane ricco, alle nostre radicali
contraddizioni. Il pontefice non si attarda su questioni di lana
caprina, ma rivolge i suoi strali contro i peccati sociali, contro i
comportamenti che influenzano negativamente le vite di singoli
individui e di intere popolazioni, impoverendole e consegnandole
ad un disagio economico, quindi psicologico ed esistenziale, che
per molti sarà senza uscita. Sembrano lontani i tempi in cui si
parlava di teologia per evitare argomenti più scottanti,
allontanandosi dal cuore degli uomini. Non è casuale quanto
accaduto nei giorni precedenti la settimana santa, durante
l’udienza concessa ai teologi di vari istituti, tra i quali quelli
provenienti della Pontificia Università Gregoriana. «Il teologo che si
compiace del suo pensiero completo e concluso è un mediocre”,
aveva esordito il papa, ma era solo un assaggio, giusto per scaldare
i muscoli. Poi si sono aperte le cateratte: “E il teologo che non prega
e che non adora Dio finisce affondato nel più disgustoso
narcisismo. E questa è una malattia ecclesiastica. Fa tanto male il
narcisismo dei teologi, dei pensatori, è disgustoso». Nessuno può
dire di non avere capito. Nelle scorse settimane abbiamo toccato
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon
In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella
Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina
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n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
proprio in questa pagina, e da una sponda laica, lo scabroso tema
dei diritti acquisiti, un mantra giuridico ipocrita cui si attaccano
individui che sono a tutti gli effetti da ritenere tra i veri responsabili
della povertà altrui. Per costoro non sono previste giustificazioni, se
è vero che intere generazioni stanno sperimentando spaventosi
tsunami esistenziali, a causa della mancanza di lavoro e di risorse
per vivere dignitosamente, mentre una minoranza prosciuga
voragini di danaro, che immobilizza per sé e per la propria
discendenza, approfittando anche di norme scritte da politici
criminali. Eppure proprio i cattolici si mostrano spesso i più duri a
capire la gravità di questo tema, mi è accaduto di provare solo ad
accennare alla necessità, per motivi di giustizia, di intaccare i
cosiddetti diritti acquisiti, e sentirmi rispondere che non si può
neanche pensare di cambiare le regole in corsa, che quanto è stato
acquisito dev’essere posto sotto l’ombrello dell’intangibilità. Per
alcuni di costoro forse non c’è neppure malafede, ma semplice
ottusità e mancanza di vera formazione evangelica, vero punto
dolente nella chiesa di oggi. Eppure, ragionare di una giusta
revisione dei diritti acquisiti, quando suscitano rabbia e scandalo, è
un grave dovere civile, laicissimo, prima che religioso, considerato
che le asimmetrie sociali sono esasperate da una crisi senza
precedenti. Non stiamo parlando di espropri proletari o di
sottrazioni arbitrarie, ma di riconsiderare l’albero genealogico di
processi da cui sono scaturite le ingiustizie intollerabili di cui parla
il papa. Posto, senza dubbio alcuno, che il primo e unico diritto
acquisito è quello ad una vita dignitosa, un diritto al cospetto del
quale tutti gli altri devono cedere il passo, soprattutto se sono stati
incamerati attraverso percorsi, anche legislativi, ingiustamente
sbilanciati verso persone e categorie dotate di santi in paradiso. Il
papa imprime una torsione quasi violenta a questi temi, cercando
di riportarli nel luogo indicato dallo stesso fondatore del
cristianesimo. La fatica sembra improba, ma ne vale la pena.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
25 Aprile 2014
riservato
CALCIO. La squadra chiede al Comune la concessione. O una fideussione per accedere ai finanziamenti del credito sportivo
Acr Messina, voglio lo stadio per 99 anni
MESSINA. Dopo la promozione
conquistata sul campo, l’Acr Messina
inizia a mettere le basi per il futuro.
Pensando in grande, e
confrontandosi con la politica:
concessione del san Filippo e delle
aree limitrofe per novantanove anni.
In alternativa, un periodo di utilizzo
più breve, ma con fideiussione da
parte di palazzo Zanca, in maniera da
soddisfare i requisiti richiesti dal
Credito sportivo per l’erogazione di
un mutuo. Come contropartita, una
clausola che “obbliga” la società a
raggiungere traguardi in linea con le
aspettative della città e dell’impegno
da parte del Comune. Ancora niente
di tutto ciò è su carta, ma il “cuore”
dell’accordo tra Acr Messina e
Comune è questo, discusso in
commissione sport, giovedi 24 aprile,
dal vicepresidente della società Niki
Patti e dal direttore organizzativo
Alessandro Failla. E’ stato il primo
approccio dell’Acr Messina con
l’organo che poi sarà chiamato a
votare materialmente l’accordo, e
cioè il consiglio comunale. Come
hanno confermato i due dirigenti, le
discussioni precedenti, il patron della
socavute col solo sindaco Renato
Accorinti. Chiariti i termini della
vicenda, si è parlato di futuro: a
breve termine sarà necessario
RIFIUTI. Tra Antonioli e Ardizzone
Tirrenoambiente
La guerra di dossier
MESSINA. E’ guerra di dossier tra il
direttore generale di
Tirrenoambiente, Antonioli, e il
coordinatore del Megafono a
Messina, Giuseppe Ardizzone. Se il
primo ha denunciato alla Procura di
Messina l’esponente politico per
ingerenze “illegittime” nelle attività
della società, Giuseppe Ardizzone ha
fatto di più: ha denunciato tutte le
anomalie della società mista di cui ha
la quota di maggioranza il comune di
Mazzarrà Sant’Andrea. In un
articolato dossier, inviato anche alla
Corte dei Conti e a quattro Procure,
Messina, a Vercelli, a Perugia, a
Milano, si fa la storia della società e
di tutte le anomalie che la
distinguono. A partire dal fatto che
gli stessi comuni-soci, compreso
Mazzarrà, non hanno mai affidato,
come da statuto, la gestione dei
rifiuti alla società della quale fanno
parte, insieme alla Gesenu di Perugia,
e alla A-2-A, di Brescia e Milano. Un
parterre di sigle, che nasconde,
secondo Ardizzine, un viluppo di
intressi “quantomai oscuro”.
Vincenzo Lo Monaco
rimettere il san Filippo a norma in
maniera da potersi iscrivere senza
patemi al campionato di serie C unica
del prossimo anno, serie conquistata
appena due domeniche fa dalla squadra.
Le richieste che la Lega calcio avanza
sono una capienza per la tribunetta
ospiti da almeno 800 posti, e
l’adeguamento dei bagni del settore,
che non dovranno avere nè porte nè
ceramica, materiali facilmente
asportabili ed utilizzabili come armi.
C’è da adeguare anche
l’illuminazione alle richieste dei
gestori televisivi che acquisiranno i
diritti tv, la videosorveglianza per le
aree esterne, ed un rifacimento dei
botteghini, che dovranno essere fissi
e dotati di collegamento internet
veloce per l’emissione dei biglietti. La
questione a medio termine riguarda
invece la capienza dello stadio, oggi
ridotta a meno di settemila posti
quando invece potrebbe contenere
43mila spettatori, anche a causa del
muro crollato tre anni fa e i cui lavori
vanno a rilento. Failla e Patti hanno
brevemente illustrato le strategie a
lungo termine della società, qualora
si riuscisse ad arrivare ad un accordo
sulla concessione: in quello che oggi
è il parcheggio ospiti verrebbero
realizzati tre campi da calcio (da 11,
sette e cinque giocatori per squadra)
ed una piscina. Nell’area a sud dello
stadio, invece, si opererebbe per le
strutture a servizio della squadra:
ovvero un campo regolamentare con
tribunetta da 400 posti con
spogliatoi e bar, più un campo da
calcio a sette, entrambi aperti al
pubblico negli orari in cui le squadre
non dovrebbero allenarsi. (A.C.)
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6. Il lavoro? Io Rifiuto
Emergenza spazzatura”a singhiozzo”. Accorinti
e Ialacqua in procura. Contro i malati immaginari
POLITICA
9. “Salva imprese” salva Crocetta
L’Ars viene incontro al governatore
10. Rimpasto, corsa al Gabinetto
Gli assessori rimodulano i propri staff
11. Udc, la tregua “armata”
I dissidenti incontrano il segretario Cesa
12. Sobbrio, marsalese dello Stretto
Ecco la seconda messinese in pista
13. E Bertino rimane da solo
Francesco Iarrera rinuncia alla candidatura
14. Disabili, non c’è...pass
La guerra agli “abusivi”
SICILIA
15. Galleria, bando ad...Arte
La gara per il Palacultura
16. Risarcimenti, paga Pantalone
Viaggio nelle richieste presentate al Comune
17. La filiera dei Semafori
Chi fornisce i gadget alle auto in attesa
18. Pescatori di verbali
A Milazzo riparte la riqualificazione di Vaccarella
19. Liberi consorzi in frantumi
A rischio la nascita dell’unione Jonio-Taormina-Etna
20. Rally, il giorno di Messina
Tornano le auto nel cuore della città dello Stretto
22. «Giù le mani dall’Unesco»
Il sindaco contro la protesta di referendum
per abbandonare i siti”Patrimonio dell’Umanità»
ECONOMIA
23. Sotterriamo la Falce di guerra
La Regione firma un protocollo con l’Autorità
portuale di Messina. Fine al contenzioso
24. Conti in rosso alla Pro Loco
Allarme per la mancata erogazione dei fondi
25. Lucchesi, lavoro e bicicletta
Chi ha creato la Celetrasporti
POSTER
30. Argimusco, i segreti di Eleonora
Una mega opera rimasta incompiuta
RUBRICHE
3. Riservato
4-5. Settegiorni
32. Libri / Classifica / Lacerti di Letture
38-39. Lettere & Commenti
38. Qui scuola
38. Heritage/ Ecologia e Ambiente
39. Eliodoro
39. Antibuddaci
39. Animal House
39. 150 Parole da Palermo
centonove pagina 3
TOP SECRET
INCARICHI/1
Giorgianni torna
in Corte d’Appello
MESSINA. Sarà operativo dal
16 ottobre come consigliere,
“posto precedentemente occupato, vacante e non pubblicato” della Corte d’Appello di
Messina, il magistrato Angelo
Giorgianni, finora distaccato,
fuori ruolo, al Ministero della
Giustizia di via Arenula, come
presidente della commissione
di valutazione dei dirigenti.
INCARICHI/2
Morano capo segreteria
dell’assessore Furnari
MESSINA. Capo della segreteria tecnica del neo assessore
ai Beni culturali Giusi Furnari:
è l’incarico che si prospetta
per Pippo Morano, ex socialista, che si è allontanato di recente dall’Udc di D’Alia per
ri-abbracciare la causa dei Drs,
di Picciolo e Greco.
PARCO HORCYNUS ORCA
Padigione della Fiera
per l’arte contemporanea
MESSINA. Arricchire l’area
della ex Fiera di Messina con
le raccolte del Parco Letterario
Horcynus Orca. È questa la
proposta inoltrata all’Autorità
Portuale dal presidente della
Fondazione, Gaetano Giunta.
La collezione, attualmente all’interno del Forte degli Inglesi di Capo Peloro, raccoglie
opere dipinti, sculture, installazioni e video installazioni.
25 Aprile 2014
CHI SALE
Sebastiano Gurrieri
RAGUSA. Nuova new entry nel
movimento Articolo 4 di Lino Leanza: l’esponente ragusano è
stato nominato coordinatore per
la Sicilia orientale, con l’incarico
di seguire da vicino il compartto
dell’agroalimentare, assessorato
che fa capo al siracusano Ezechia Reale, nominato dallo
stesso gruppo.
Anna Giordano
MESSINA. Nuovo riconoscimento dell’ambientalista messinese del Wwf. Anna Giordano
riceverà il titolo di “Ambasciatore della Natura 2014”. A rendere noti i premiati è stato il
Centro parchi internazionale.
Questa la motivazione: «Aver
combattuto strenuamente le efferate stragi di uccelli migratori
tra Sicilia e Calabria, svolgendo
un ruolo basilare nella lotta per
stroncare il barbaro bracconaggio tradizionale locale».
Pietro Navarra
MESSINA. Il rettore dell’Università di Messina ha un “cuore
verde”. Quest’anno, infatti,
l’Ateneo peloritano ha deciso di
destinare i proventi del cinque
per mille al “suo” Orto Botanico,
intitolato a “Pietro Castelli”, che
utilizzerà i fondi per “Rare da
salvare”, un progetto che prevede la tutela di 5 specie botaniche in via di estinzione.
Manuela Mistretta
MESSINA. Dipendente di Trenitalia con la qualifica di capotreno, è la nuova segretaria generale della Fit Cisl di Messina.
Manuela Mistretta prende il posto di Enzo Testa, che ha giudato il sindacato per nove anni.
Palermitana di nascita ma messinese d’adozione, 35 anni, laureata in Scienze dell’Educazione
e della Formazione è iscritta
alla Cisl sin dall’inizio della sua
carriera professionale.
Daniele Ialacqua
MESSINA. Sul verde, l’assessore
comunale ha le idee chiare. Ialacqua ha infatti indicato un
piano d'azione per la stipula di
un protocollo d'intesa con l'Istituto tecnico agrario “Cuppari”.
Obiettivo è la potatura degli alberi di arancio amaro che saranno specificati e quantificati
nelle prossime settimane. Gli allievi, seguiti dai docenti, presteranno la collaborazione su alberature già appalcate e per piccoli
interventi di risagomatura.
settegiorni
MESSINA
La Fondazione Scandurra
fa tappa in Procura
MESSINA. Finisce in Tribunale la gestione
dell’immobile di Contesse della Fondazione
Scandurra, Opera Pia, affittato alla
cooperativa Azione sociale di Giovanni
Ammendolia. In un esposto presentato per
conoscenza anche alla Corte dei Conti, il
commissario straordinario Francesco
Mangano, rileva alcune anomalie nella
gestione, che avrebbero determinato lo
stato di abbandono e incuria nel quale
versa la struttura di Contesse, più di
settemila metri di un edificio a due piani,
danneggiato dai vandali, che hanno
portato via le suppellettili e smontato
perfino i rubinetti dei bagni. Un danno
patrimoniale notevole, frutto
dell’imperizia, ad avviso del commissario
della Regione, della Cooperativa Azione
sociale che ha affittato l’immobile, con
contratti di lunga durata, dodici anni,
fissando un canone annuo di 48mila euro,
da cui andavano defalcati 20mila euro
l’annuo, per i lavori di ristrutturazione che
la cooperativa non ha mai avviato, ma che
stimava in 590mila euro.
A insospettire il commissario, “una strana
transazione” tra la cooperativa Azione
Sociale, assistita dal commercialista
Enrico Spicuzza, che ha determinato il
prolungamento del contratto.
Di più, secondo il commissario Mangano,
che ha chiesto lumi all’Ordine degli
avvocati, non troverebbe giustificazione
per l’importo la fattura dell’avvocato
Francesco Giacobbe, di 11.751,00 euro, con
la causale generica “assistenza stipula
contratto di locazione”. Un contratto che il
commissario nel suo esposto si limita a
definire “fotocopia” del precedente. A
guidare la Fondazione Scandurra, è stato
finora Vincenzo Lo Monte, fratello del
deputato Carmelo Lo Monte, che figura tra
gli assunti della società Sicilia “E-Servizi”.
Tra i consiglieri confermati della
Fondazione anche il nipote del vescovo
Calogero La Piana, Leonida Mirisola.
SOCIETÀ
Filosofia d’a...mare alle isole Egadi
PALERMO. L’associazione “La calendula” di Trapani organizza, nel ponte fra
venerdì 2 maggio e domenica 4, una “Tre giorni” di filosofia per tutti, grandi
e piccini, alle isole Egadi. Il Festival di una filosofia d’a-MARE, infatti, non è un
convegno di filosofia per cultori della materia, ma un esperimento di “pratica
filosofica” con “non-filosofi”: con cittadini, si intende, che - per quanto
interessati alle problematiche esistenziali e sociali – non sono filosofi di
professione. Per visionare il programma dettagliato completo andare sul blog
dell’ideatore e coordinatore culturale della manifestazione:
www.augustocavadi.com. Per ulteriori delucidazioni, telefonare al 388
3574822 o scrivere: [email protected]
“Giornata internazionale del Jazz”, jam session agli Aliscafi
MESSINA. Lunedì 28, alle ore 17,30, davanti lo scenario dello Stretto di
Messina, al terminal degli aliscafi in via Vittorio Emanuele II, presenti il
sindaco, Renato Accorinti, e l'assessore alla cultura, Tonino Perna, un gruppo
di musicisti provenienti da Reggio Calabria incontrerà una band di jazzisti
messinesi per una jam session a ritmo di swing. L'appuntamento, che intende
sottolineare la forte valenza del gemellaggio siglato tra i due capoluoghi
dello Stretto, si inserisce nel quadro delle iniziative previste per la “Giornata
Internazionale del Jazz”, istituita dall'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni
Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, e che si celebrerà mercoledì 30
a Reggio Calabria. Il jazz è una forma d’arte internazionale che trascende le
differenze di razza, religione, etnia o nazionalità e promuove quindi il dialogo
interculturale, diffondendo un messaggio di libertà, cultura e fratellanza.
“Anche la musica – ha sottolineato l'assessore Perna – è uno strumento
fondamentale nel cammino avviato verso il riconoscimento, da parte
dell'Unesco, dello Stretto di Messina quale patrimonio dell'umanità”.
MESSINA
“Fotociclette” in via dei Mille
“Fotociclette”. E’ il titolo della passeggiata fotografica che si svolgerà
sabato 3 maggio dalle ore 11 alle ore 19 nell’Isola pedonale di via dei
Mille a Messina. Cosa avviene in un'isola pedonale? Lontano dal caos
del traffico la città prende vita, con la sua gente, i suoi colori, la sua
musica. Raccontati in questa passeggiata attraverso le immagini di
“Fotografia Messina”. Le 16 bici fioriere, elementi decorativi di Via
Dei Mille, diventeranno per un giorno cavalletti delle testimonianze
fotografiche di tutta l'area pedonale, compresa piazza Cairoli e via
Giordano Bruno: uno spazio restituito alla gente, al passeggio e al
gioco dei bambini, e sottratto alle automobili. La mostra
fotografica è realizzata dalla fotografa Simona Bonanno e dai
suoi allievi di Fotografia Messina. L'evento è organizzato in
collaborazione con Officinacreab e Millevetrine Messina.
MESSINA. Centosessanta ospiti alla villa di Mezzana. Dal Vincenzo Franza all’assessore Stancheris
Pasquetta a casa Finocchiaro tra salsiccia e gag
MESSINA. Quaranta chili di salciccia
“tagliata al coltello” non sono bastati ai
centossesanta ospiti che a Pasquetta
hanno popolato la villa di Mezzana, sul
litorale tirrenico che va verso Orto
Liuzzo, di Massimo Finocchiaro,
imprenditoe delle costruzioni e
Antonella La Fauci, imprenditrice dei
laterizi. Fino alle 19 ancora dalla villa si
sprigionavano nuvole di fumo per fare
pantagruelico onore all’ospite di
eccezione, la candidata bergamasca alle
elezioni europee, assessore al turismo
della Regione Sicilia, Michela Stancheris.
A dispetto della linea filiforme,
l’assessore ha mostrato di essere una
buona forchetta e non ha risparmiato
spiedini arrosto, braciole, patate e hot
dog, “per bambini” di cui si è mostrato
particolarmente ghiotto l’imprenditore
Vincenzo Franza, accompagnato dalla
moglie, che non perde mai
l’appuntamento di Pasquetta a Mezzana. Il
pranzo, si è protratto ben oltre le 17 tra
una cipolla arrosto e una gag di
Finocchiaro, coordinatore insieme al
candidato sindaco di Rometta Giuseppe La
Face del Megafono a Messina, che non ha
Michela Stancheris con Massimo Finocchiaro
centonove pagina 4
mancato di fare l’imitazione di alcuni
esponenti del governo Crocetta,
presidente compreso, nella nota
postura telefonica. Hanno fatto poi gli
onori della tavola il “past-president” di
Confindustria Ivo Blandina, che si è
guadagnato i galloni di
“pasteggiatore” sul campo; l’onorevole
Giuseppe Picciolo, in tandem culinario
con Giuseppe Morano e Fabio
D’Amore, Massimo Russotti e Daniela
Ursino e Lucia Tarro Celi, tra le prime
sostenitrici dei circoli “per Crocetta
presidente” a Messina, Pippo Lupò,
presidente del Confidi e della Cassa
edile.
Alla fine grande brindisi in onore di
Michela Stancheris, che a dispetto del
cognome, non ha mostrato nessun
sintomo di cedimento né culinario, né
alcolico, considerata la nordica
preferenza per la grappa.
settegiorni
25 Aprile 2014
CHI SCENDE
CONVEGNI. Associazioni a confronto sulle attività di integrazione e assistenza
Dalla disabilità all’impresa, nasce la rete
DI
GIUSEPPE RUGGERI
Messina. “Disabilità autonomia lavoro”
il tema del convegno svoltosi di recente
a Spadafora nei locali dell’antico
castello. Il sottotitolo –
dall’associazionismo attivo alla
creazione d’impresa – sottende quella
che è da qualche tempo l’intenzione di
“Progetto Policoro”, l’associazione che
ha promosso l’evento, e cioè di investire
sempre più nelle energie giovanili, ivi
comprese quelle dei soggetti
diversamente abili. Ma il progetto è più
ambizioso perché a tenere insieme
quello che sembrerebbe un facile
“slogan” ci pensa la rete che si è
costituita intorno a questo gruppo di
volenterosi, una rete che comprende
associazioni di volontariato a vari livelli
impegnate nell’assistenza ai disabili. Da
“Crescere Insieme Onlus” di Barcellona,
alla Cooperativa Sociale “Insieme nel
2000”, dal Cirs, all’Unione Italiana
Ciechi, per arrivare all’Associazione
“Contro tutte le Mafie Paolo vive”.
Insieme a raccontarsi quella che è stata
l’esperienza di trincea a fronte di una
crescente penuria di contributi da parte
delle istituzioni pubbliche, armati solo
della passione civile che ha reso
autentico il loro impegno. Certo
l’integrazione sociale e lavorativa dei
portatori di menomazioni non è una
passeggiata, come ha fatto rilevare
Roberta Macrì, disabile motoria
protagonista del cortometraggio
“Un’altra vita” che ha per argomento
l’annoso problema delle barriere
architettoniche. Le leggi ci sono, ma le
loro asserzioni di principio spesso
rimangono lettera morta per il
persistere di pregiudizi radicati nella
mentalità comune o, a volte, per la
semplice indifferenza. E’ emerso, in ogni
caso, che la maturazione di una
coscienza diversa del problema passa
Addestratore della Hellen Keller
TRAPANI
Festival degli aquiloni, si torna a volare
Trapani. Il 6° Festival Internazionale degli Aquiloni “Emozioni a naso in su!”,
ritorna a volare e si tinge di Viola e di altri milioni di colori… L’evento a San
Vito lo Capo, dal 21 al 25 maggio è organizzato da Sotto&Sopra Srl con la
consulenza artistica e organizzativa della Trapani Eventi® e dell’Associazione
Culturale “Sensi Creativi”. Oltre 30 aquilonisti nazionali ed internazionali
parteciperanno alla 5 giorni che prevede un ricco programma di eventi
collaterali: laboratori di costruzione di aquiloni, voli notturni, fiera del vento,
gastronomia, spettacoli musicali e di intrattenimento. Filo conduttore nel
sociale dell’edizione di quest’anno sarà: “Gli aquiloni volano e dicono NO alla
violenza sulle donne ed alla violenza di ogni genere”. Numerosi gli
appuntamenti in preview in giro per la Sicilia per un assaggio degli aquiloni:
primo fra tutti il 25 aprile in occasione dell’evento “ArteinLiberazione” al
Parco del Simeto, ad Adrano, laboratori e volo di aquiloni.
soprattutto da una nuova valutazione
del disabile, che deve essere inquadrato
nella globalità delle sue capacità
residue. Le quali sono sempre meno
rapportabili con l’entità delle sue
menomazioni psico-fisiche quanto
piuttosto con l’evoluzione dei nuovi
supporti informatici che rendono
possibile quello che una volta era solo
utopia. Un esempio tra tutti le nuove
tecniche di comunicazione aumentativa,
che restituiscono la parola a chi ormai
ne ha perso l’uso. La “rete”, in ogni
caso, è stata gettata ed è destinata a
raccogliere sempre nuove adesioni
perché nel volontariato insieme è
meglio, anche se tutto questo non può
costituire un alibi per le
istituzioni. Alle quali il
vicepresidente dell’Unione
Italiana Ciechi Giuseppe
Terranova manda a dire di non
far mancare l’indispensabile
sostegno ad attività importanti
come l’addestramento dei cani
guida del Centro “Hellen
Keller”, due splendidi
esemplari di razza Labrador
dei quali sono stati ospiti del
convegno accompagnati dai
loro istruttori.
Emilio Fragale
MESSINA. L’ex direttore generale del Comune in una mail inviata al suo gruppo ha lasciato
intendere, a proposito del commissariamento del Pd, che Messina dovrebbe forse commissariare per latitanza Palermo. Ma
poi ha chiuso con un criptico
“cu c’è c’è, cu non c’è non c’è”,
che pochi, in verità, hanno capito.
Maurizio Puglisi
MESSINA. Il presidente del Teatro di Messina ha provveduto a
inviare gli auguri dell’Ente che
presiede inviando a tutti i destinatari presenti in rubrica una
bella email. Peccato, però, che il
mittente delle lettere ancora
non esista. Infatti, le missive
giunte dal Vittorio Emanuele
provenivano dall’indirizzo di
posta dedicato del Sovrintendente, che ancora deve essere
nominato.
Filippo Panarello
ROSA E NERO
MESSINA. Di fronte alle diatribe
interne del Pd siciliano, il deputato all’Ars dimentica persino
gli “schiticchi di Pasquetta”. Invitato a una sontuosa mangiata
alle falde dell’Etna, infatti, Panarello ha trascorso almeno
due ore, mentre gli altri gustavano pasta al forno e capretti, a
tenere banco sullo scontro tra
Fausto Raciti e Davide Faraone,
passando per Europee, rimpasto in giunta e nomie nei gabinetti degli assessorati.
Geraci festeggia la sua nonnina
Ninì Germanà
GERACI SICULO. Le Madonie si
confermano territorio di longevi è
stata festeggiata, nei giorni scorsi, la
nonnina di Geraci Siculo Maria
Rosaria Alfonso che ha compiuto 101
primavere. Nonna Maria è stata
affettuosamente festeggiata dai due
figli, nuore e nipoti con una torta,
mentre un mazzo di fiori è arrivato
dall’amministrazione comunale
guidata da sindaco Bartolo Vienna.
E’ morto il giornalista Carbone
PALERMO. E' morto il giornalista
Bruno Carbone. Originario di Lipari, è
stato direttore e notista politico del
quotidiano "L'Ora" di Palermo. Ha
lavorato anche alla Rai, curando il
settimanale "Mediterraneo" e diretto
l'emittente di Lipari "TeleIsole".
Destra a lutto per il deputato Virzì
PALERMO. I funerali dell'ex deputato
regionale di An Guido Virzì, uno dei
leader della destra palermitana.
Numerosi i cordogli. Da Giampiero
Cannella, che lo ricorda per «la sua
militanza appassionata, esempio per
le nuove generazioni'' al sindaco di
Palermo, Leoluca Orlando.
Aquiloni in volo nella passata edizione
centonove pagina 5
MESSINA. L’ex deputato, zio dell’esponente Ncd Nino, è tornato
alla ribalta mercoledì 23 grazie a
una rubrica della trasmissione
“La Gabbia”, su La7, dedicata
alle “supercazzole”. Incalzato
dall’intervistatore, Germanà ha
deciso di eludere le domande rispondendo: “Io leggo Seneca, se
vuole, le posso spiegare il suo
pensiero”: tanto è bastato per
conquistare i primi posti della
particolare classifica del servizio.
Peppe Marano
MILAZZO. Dopo le accuse di immobilismo sul contrasto all’inquinamento, il consigliere dei
Verdi si è visto richiedere dalla
stessa giunta Pino il resoconto
della sua attività di presidente
della Commissione d’indagine
consiliare in materia di ambiente. A quanto pare non sembra molto ricca.
25 Aprile 2014
primopiano
Rifiuti per strada a Pasqua lungo il torrente Annunziata
MESSINA. Emergenza spazzatura “a singhiozzo”. Accorinti e Ialacqua in procura. Contro i malati immaginari
Il lavoro? lo Rifiuto
Interruzione della raccolta e guasti ai mezzi a ridosso delle feste. In un report del 2008 registrati
straordinari record di 414 dipendenti. Ecco tutti i numeri. E i motivi per i quali la discarica a Pace è strategica
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Quello che non va in
Messinambiente lo ha sapientemente
espresso il sindaco Renato Accorinti
subito prima di Pasqua: “Succedono
emergenze strane immediatamente
prima delle feste”. Natale, Pasqua,
ferragosto, ma anche a cavallo di ponti
particolarmente allettanti: uno sciopero,
malattie improvvise, mezzi che si
guastano. E la raccolta si ferma, o
procede lentamente, o in maniera
schizofrenica: si svuotano i cassonetti
ma non si raccolgono i cassetti
depositati per giorni a terra, col
risultato di avere un totem di metallo
blu pronto all’uso ma di non poterlo
utilizzare perchè circondato da una
montagna di rifiuti.
“CARA PROCURA...”. Daniele
Ialacqua, assessore all’Ambiente, ha
messo da parte la mitezza che lo
contraddistingue, ha preso in mano
carta, penna e situazione, e sta
scrivendo una memoria da presentare in
Procura entro la fine di aprile. Memoria
che si andrà ad aggiungere ai due
Rnato Accorinti
diversi fascicoli di indagine su
Messinambiente: il primo
“amministrativo”, con i trenta faldoni di
documentazione sequestrati da
carabinieri e polizia su coordinamento
del pm Sebastiano Ardita, e messi
sotto la lente d’ingrandimento dai suoi
consulenti di fiducia Giuseppe
Barreca e Dario Megna, gli stessi
che si sono occupati la documentazione
relativa all’inchiesta Corsi d’oro). Il
secondo fascicolo è top secret, ma sulla
vicenda è certo stia indagando anche
l’antimafia. Sarebbe la seconda volta in
dieci anni, per Messinambiente.
Comunque la si guardi, la munnizza
sembra sempre un problema
irrisolvibile. La novità è che
l’amministrazione Accorinti, ed è la
seconda volta, oltre che contro il
destino cinico e baro e la sorte avversa,
ha puntato il dito contro i dipendenti.
Perchè è vero che lavorare nell’ambito
dei rifiuti non è esattamente una
passeggiata di salute, soprattutto per
chi è in strada, ma è pur vero che
qualcuno, negli anni, ci ha marciato.
Eccome, se ci ha marciato.
I MALATI IMMAGINARI. L’ultimo
screening sulle assenze per motivi di
salute, l’azienda lo ha fatto nel 2008. E
non lo ha più ripetuto, forse per timore
di cosa potesse venirne fuori. Perchè,
nel 2008, in totale i giorni di malattia
sono stati 11168.
Undicimilacentosessantotto giorni di
assenza dal lavoro, con regolari
certificati medici, che diviso i poco più
di quattrocento dipendenti che
Messinambiente aveva in organico al
tempo, fanno una media di 22 giorni
ciascuno. Su un mese lavorativo medio
di 26, significa pressappoco che a
Messinambiente si lavora undici mesi
l'anno. Al netto delle ferie, beneficio
concesso per legge e diritto contrattuale
ed inalienabile che, all’epoca dello
screening, erano state erogate per la
somma di 10105
(diecimilacentocinque) giorni. Un altro
mese che vola via. Stranamente, i giorni
di malattia non seguono una logica
"clinica". I picchi, infatti, si registravano
SVOLTE GIUDIZIARIE
Se Dalmazio va a giudizio
INSIEME AD ANTONINO MILORO DOVRA’ RISPONDERE DELL’ACCUSA
DI SMALTIMENTO CON VALORI DI DIOSSINA SUPERIORI AL CONSENTITO
Nino Dalmazio
MESSINA. Mentre Pace diventa luogo strategico per il
futuro di Messinambiente, per qualcuno è il passato che
torna a bussare alla porta. Nemmeno un mese per
festeggiare un’assoluzione per non aver evaso l’Iva da ex
presidente di Messinambiente, che Nino Dalmazio dovrà
di nuovo varcare un’aula di tribunale per essere
sottoposto a processo. Dalmazio e Antonino Miloro,
dirigente tecnico di Messinambiente, hanno ricevuto un
decreto di citazione diretta a giudizio per il 4 giugno,
davanti al giudice monocratico, firmato dal Pm Liliana
Todaro, per rispondere delle ipotesi di reato di concorso
per violazione di un articolo del decreto legge 133/2005
che dà attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di
centonove pagina 6
incenerimento dei rifiuti. I fatti si riferiscono al 2010, e
hanno luogo all’inceneritore di Pace. Dove, secondo le
indagini, i livelli di inquinamento sono stati ampiamente
superati. “Nell’esercizio dell’attività di incenerimento
superava i valori limite di emissione in atmosfera in
relazione ai paramentri “diossine e furani”. In particolare,
si accertava, nel febbraio 2010, un valore pari a 1,026
ng/Nm3 e, nel novembre 2010, un valore di 2,337 ng/Nm3
a fronte di un valore limite di 0,1 ng/Nm3”, scrive il pm,
attribuendo a Dalmazio e Miloro la non osservanza delle
prescrizione dell’articolo 8 del decreto, “conferendo e
smaltendo rifiuti pericolosi con codice C.E.R. 180103 per
un quantitativo pari a 443.627 kg e con codice C.E.R.
180202 per un quantitativo pari a 1703 kg”. In pratica si
tratta di rifiuti ospedalieri speciali, pericolosi, e a rischio
infettivo: aghi, siringhe, lame, vetri, lancette, pungidito,
testine di rasoi e bisturi monouso, oppure rifiuti organici
provenienti dallo svolgimento di attività di ricerca e di
diagnostica batteriologica. (A.C.)
primopiano
in corrispondenza dell'estate e delle
festività, e non, come sarebbe naturale,
durante la brutta stagione.
Aumentando: 966 a maggio, 896 a
giugno, 1040 a luglio , 997 ad agosto, e
842 a settembre, sempre con
riferimento agli anni presi in esame. UE
chiaramente, un ulteriore picco é stato
registrato in prossimità di carnevale e di
Pasqua. Tanto per aggiungere ulteriore
"pepe" ad una vicenda già di suo
abbastanza piccante, c'è da notare come
le assenze aumentino in corrispondenza
del finesettimana, da giovedi a sabato.
Sfogliando i dati, risultano casi
eclatanti. Tipo personale che accumula
196 giorni di assenza in un anno senza
nemmeno un giorno di ricovero o
addirittura 292 con soli sei giorni di
ricovero, o ancora chi di giorni di
malattia ne somma 101, scaglionati in
43 occasioni, la maggior parte da uno o
due giorni, quasi tutti distanziati di una
settimana. Provvedimenti? Quasi
niente, considerato che all’epoca sono
state elevate solo 70 giornate di
sospensione senza stipendio. E quando
a Messinambiente l’ex presidente Nino
Dalmazio aveva tentato di licenziare
diciotto dipendenti per assenteismo, il
suo provvedimento è stato fatto a pezzi
dal giudice del lavoro tre mesi dopo:
reintegro immediato.
ANDIAMO IN PACE. L’esperienza
amministrativa sta instillando in
Accorinti ed i suoi una sana iniezione di
realpolitik. Prova ne è l’ordinanza con la
quale il sindaco dispone che, in
occasioni di assoluta emergenza, i rifiuti
possano essere scaricati dai camion alla
piattaforma di Pace, ormai diventato
sito sempre più centrale nelle politiche
ambientali del comune di Messina.
L’ordinanza, firmata il 19 aprile da
Accorinti e dal segretario generale
Antonio Le Donne, e sollecitata dal
liquidatore Alessio Ciacci, permetterà
ai camion, bloccati per la chiusura delle
discariche, di svuotarsi dalla spazzatura
e scendere nuovamente in strada a
raccogliere rifiuti, evitando che si
ammassino e creino disagi. Un
provvedimento che, nello specifico,
sana una situazione di fatto, ma che è
stato accolto con pareri discordanti. Su
tutte le furie, per esempio, gli
ambientalisti, che contestano
l’adeguatezza del sito (parte della
pavimentazione del quale dovrà essere
rifatta per evitare infiltrazioni del
micidiale percolato). Quello dei costi di
conferimento in discarica, tra l’altro, è
uno dei problemi che più pressano
Ciacci: per un sorvegliate e dieci autisti
(impiegati per un totale annuo di quasi
22mila ore, la metà delle quali in
notturna), infatti, si spendono durante
l’anno oltre mezzo milione di euro, poco
meno dei mezzi: tre autoarticolati e
sette autotreni, infatti, costano 556mila
euro. Negli anni, la politica (obbligata,
dato lo stato patrimoniale) di
Messinambiente è stata quella di
rivolgersi all’esterno per i mezzi, sempre
con procedure emergenziali.
RETROSCENA. L’amministrazione presenta il progetto come “piattaforma integrata”. Ma nei documenti il termine ricorrente è...
25 Aprile 2014
LA PAROLA CHIAVE
“Termodistruzione”
OTTANTA TONNELLATE AL GIORNO
DESTINATE ALL’INCENERIMENTO
A riprova del fatto che quella di
Pace, nonostante gli impianti di
biostabilizzazione, sarà in tutto e per
tutto una discarica, c’è la relazione
generale descrittiva del progetto.
Secondo la quale nell’impianto
andranno circa 80 delle 300
tonnellate giornaliere di rifiuti che si
producono in città. Quelle ottanta
tonnellate, si legge nella relazione,
“sono destinate all’impianto
di termodistruzione adiacente al sito
di realizzazione della nuova
discarica”. E per togliere ogni
dubbio, nella stessa relazione è ben
specificato che si tratta di “attività
dell’inceneritore”.
(A.C.)
Habemus discarica
278MILA METRI CUBI DI INVASO OSPITERANNO 330MILA TONNELLATE
DI RIFIUTI. PER QUATTRO ANNI. DA TRATTARE NEGLI IMPIANTI
MESSINA. Qual è la verità su Pace? Quella che ha
spiegato cento volte l’assessore all’Ambiente del
comune di Messina, Daniele Ialacqua, secondo il
quale sorgerà un impianto di biostabilizzazione, o
quella che a gran voce ammoniscono gli
ambientalisti, che paventano il rischio che a
trecento metri dal mare possa sorgere una vera e
propria discarica? O, ancora, quello che durante
un congresso mondiale sui rifiuti, tenuto a Firenze
nel settembre del 2012, hanno pubblicato i due
dipendenti di Messinambiente Antonino Miloro
e Roberto Lisi, e cioè “Proposal for the
revamping of a municipal solid waste incinerator”,
che tradotto sarebbe il ritorno in funzione di un
inceneritore di rifiuti urbani, combinazione
proprio quello che c’è a Pace? A confondere
ulteriormente le idee ci si è messa anche la
Regione, che a inizio anno ha pubblicato il bando
per un “Appalto per la progettazione esecutiva e
per l’esecuzione dei lavori di realizzazione della
piattaforma integrata per la gestione dei rifiuti
urbani in contrada Pace nel Comune di Messina”.
Cosa prevede il bando?
Un impianto di trattamento meccanico e biologico
della frazione residuale di rifiuti indifferenziati,
una discarica per rifiuti non pericolosi, ed un
impianto di trattamento del percolato da
discarica. Ad oggi, però, l’unico progetto previsto
dal comune di Messina per l’area di Pace, quello
che ha avuto le autorizzazioni amministrative
previste dalla regione e inserito nel piano
regionale dei rifiuti, è un progetto che risale al
2007, che per il sito prevedeva...una discarica da
330mila tonnellate di capienza, 287mila metri cubi
di volume e da 40mila metri quadrati di superficie.
Quanto basta per accogliere i rifiuti prodotti in
città, che all’epoca del progetto erano pari a
124mila tonnellate all’anno (280mila kg al giorno).
Per fare un paragone, la discarica di Mazzarrà
sant’Andrea, nella quale a pieno regime (quindi
fino ad ottobre, mese in cui Messinambiente ha
chiuso i rapporti con Tirrenoambiente ed è andata
Il progetto della discarica di Pace. Gli scavi si inerpicheranno lungo il pendio per 40mila metri quadrati di superficie
a scaricare a Motta sant’Anastasia, in provincia di
Catania), è in grado di ospitare 300mila tonnellate
di rifiuti all’anno, su una superficie di un milione e
720mila metri cubi.
Nel 2009, ad agosto, per il progetto è stato
firmato un decreto A.I.A. (autorizzazione
integrata ambientale) da parte dell’assessorato
regionale all’Ambiente, decreto che è stato
reiterato un anno dopo, a luglio del 2010. Poi più
nulla, fino agli ultimi mesi del 2013, quando
l’impianto di Pace è tornato nel mirino
dell’amministrazione guidata da Renato
Accorinti. Ammesso che di discarica si tratti, e nel
bando non c’è niente che possa fare pensare il
contrario, l’impianto risolverebbe i problemi della
città? No. Perchè, secondo il progetto del 2007, “la
fase operativa dura circa 43 mesi. La fase post
operativa, durante la quale la discarica non è più
attiva in termini di utilizzo ma è sottoposta a
monitoraggio ambientale, dura circa 30 anni”. La
gara (bandita dal responsabile del procedimento
Maurizio Croce e dal dirigente Marco Lupo), che
si è chiusa a inizio marzo, non è però stata ancora
centonove pagina 7
aggiudicata, nonostante l’apertura della buste
fosse prevista per il 13 marzo. “Stanno
completando la commissione di gara, mancava il
parere dell’Urega, sono ritardi fisiologici”, spiega
Daniele Ialacqua, ma il problema potrebbe essere
più grave. Manca infatti la valutazione ambientale
strategica, benchè in sede di redazione del
progetto definitivo, messo su carta dal progettista
Guido Di Capua della So.Ge.Am, si prendano in
considerazione le prescrizioni contenute nel
decreto A.I.A. soprattutto per quello che riguarda
la discarica.
Quali? Per esempio una serie di “accorgimenti
tecnici finalizzati ad impedire che sia percepita la
presenza della discarica al di fuori della fascia di
rispetto”, o “adeguamento del corpo della
discarica alla nuova normativa antisismica”, o,
ancora “rideterminazione del volume massimo a
disposizione della discarica a seguito della
verifica geotecnica della stabilità dei versanti di
scavo”. In venti righe, il termine ricorre tre volte.
Sempre, ossessivamente. Comunque la si legga,
quindi, si tratta proprio di discarica. (A.C.)
25 Aprile 2014
primopiano
Alessio Ciacci nel suo ufficio di via Dogali
MESSINA. Ad un mese dall’insediamento, ecco la “rivoluzione” imposta dal liquidatore
La cura Ciacci
Relazioni settimanali da parte dei responsabili dei servizi, contratto di consulenza per Raphael Rossi,
incontro coi dipendenti al palacultura. E quei giri notturni dietro ai mezzi di raccolta rifiuti...
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “In azienda si respira
un’aria diversa”. Diversa, non migliore,
non peggiore. Diversa. E’ la frase che a
Messinambiente circola più spesso, da
un mese a questa parte. Da quando,
cioè, Alessio Ciacci ha preso in
mano le redini della società, ricevendo
il testimone da Armando Di Maria
in qualità di liquidatore con il compito,
mai espressamente dichiarato ma
ormai palese, di far uscire la
partecipata dalla liquidazione e quindi
di rilanciarla. Come ci sta riuscendo?
Provandoci, intanto. Col bastone.
ADESSO SI FA A MODO NOSTRO.
La sua “linea strategica”, il liquidatore
l’ha illustrata ai dipendenti durante
l’incontro di venerdi 11 al Palacultura.
Accanto a lui Raphael Rossi,
collaboratore “ombra” il cui arrivo a
Messina insieme a Ciacci, a metà
marzo, è stato il segreto di Pulcinella
che l’amministrazione comunale ha
tentato di mantenere per settimane
nonostante la notizia fosse già sulla
bocca di chiunque. Già da settimane
Ciacci coadiuva Rossi nell’azione di
risanamento, e insieme al liquidatore
ha spulciato i quasi duecento curricula
arrivati in via Salandra per la selezione
Raphael Rossi
di quattordici figure di consulenti: i
primi cinque, a titolo informale, sono
arrivati a Messinambiente una
settimana fa, per occuparsi degli
impianti e della spinosa questione
della gestione post mortem delle
discariche di Portella Arena e Vallone
Guidari. Impianti che ancora oggi, a
decenni di distanza dalla dismissione,
non sono mai stati bonificati. Ma cosa
hanno detto Ciacci e Rossi ai
dipendenti di Messinambiente?
LACRIME, SUDORE E SANGUE.
Non è più tempo di recriminazioni, i
problemi vanno risolti e non delegati
ad altri, ciascuno dovrà rinunciare a
parte dei privilegi accumulati durante
questi anni. In sostanza, il discorso dei
due ha messo l’accento su concetti
quali responsabilità e doveri prima
ancora che diritti. Di che privilegi si
può parlare a oltre cinquecento
dipendenti che per anni hanno dovuto
scioperare un mese si e uno no per
avere uno stipendio? Intanto quello di
avere un contratto vantaggioso,
rispetto al resto dei dipendenti
comunali. I lavoratori di
Messinambiente sono inquadrati in un
contratto collettivo firmato da Fise
Assoambiente nel 2008, riuscito a
strappare subito prima che la crisi
travolgesse il comparto. L’impostazione
di lavoro data dalla nuova governance,
in due parole, è questa: “Noi andiamo
avanti per la nostra strada e facciamo a
modo nostro, modo già sperimentato
con successo altrove. Se ci sono
polemiche politiche, è un problema
dell’amministrazione, non nostro”.
IL GIRO NOTTURNO. Una
rivelazione fatta da Ciacci e Rossi, poi,
ha stupito non poco i presenti. I due
hanno raccontato di aver passato un
paio di notti in bianco a seguire il giro
notturno dei mezzi. E di aver tratto le
adeguate conclusioni, che
probabilmente diventeranno gatte da
pelare per alcuni dei conducenti. Che,
nel frattempo, sono stati invitati ad un
uso più parsimonioso degli
autocompattatori, evitando di usare il
“piede pesante” sugli ormai esausti
motori. Ciascuno dei quali con qualche
milione di km alle spalle.
ZOOM
Al mio fianco
COME È ORGANIZZATA LA “PIRAMIDE” CHE RISPONDE ALLA NUOVA GOVERNANCE.
IN CUI, PER TRE MESI CI SARÀ L’EX AMMINISTRATORE DI MARIA. E NON SOLO
MESSINA. Il braccio armato di Alessio Ciacci si chiama
CoDir, il comitato di direzione di Messinambiente del quale
fanno parte, oltre al liquidatore, Armando Di Maria,
precedente amministratore e poi commissario liquidatore
(rimasto in azienda con l’informale incarico di
“traghettatore” e consulente, con contratto trimestrale a
tempo determinato), ed i due dirigenti della partecipata,
Natale Cucè addetto ad amministrazione e personale ed il
direttore tecnico Antonino Miloro. Che però una settimana
fa ha comunicato la cessazione del rapporto di lavoro con
l’azienda a causa del raggiungimento dell’età pensionabile.
Ad entrare nel mirino dei consiglieri comunali del Pd
Antonella Russo e Nicola Cucinotta, è stato invece
Raphael Rossi, consulente “ombra” di Messinambiente: in
un’interrogazione, i due consiglieri chiedevano conto e
ragione della sua presenza in azienda a fianco di Ciacci
durante riunioni istituzionali. “Il problema è risolto, Rossi è in
possesso di un regolare contratto”, ha tagliato corto Daniele
Ialacqua, assessore all’Ambiente. Il consulente ambientale
torinese è dunque inquadrato come collaboratore personale
del liquidatore Ciacci. Nel frattempo, a Messinambiente si
fanno le ore piccole. Mercoledi 23, il CoDir si è riunito di
nuovo, e l’incontro è durato tutto il pomeriggio. Ciacci sta
spremendo come limoni i responsabili dei settori strategici:
l’addetto al settore tesoreria e contenziosi Nino Inferrera,
quello ai servizi Claudio Sindoni, il responsabile acquisti e
vendite Roberto Girolamo, il direttore dell’autocentro
Filippo Marguccio e l’addetto agli impianti Roberto Lisi.
Da ciascuno di loro, il liquidatore ha voluto dettagliate
relazioni sullo stato dei settori affidati. (A.C.)
centonove pagina 8
Daniele Ialacqua
25 Aprile 2014
politica
MANOVRE. L’Assemblea regionale viene incontro al governatore approvando il maxi mutuo da un miliardo
“Salva imprese” salva Crocetta
La somma, da restituire in 30 anni utilizzando le entrate della addizionali, servirà per pagare i debiti della Regione
verso i fornitori. E, per compensare il taglio dei trasferimenti, il presidente assicura: «Basta eliminare la manciugghia”
Una boccata di ossigeno per
Rosario Crocetta, non senza
qualche critica. In questo si traduce
l’approvazione di mercoledì 23, da
parte dell’Ars, del ddl “Salva Imprese”,
ovvero del mutuo da un miliardo
trentennale per fare fronte ai debiti
della pubblica amministrazione in
Sicilia nei confronti delle imprese.
IL DDL. Gli oneri finanziari
dell’operazione saranno coperti dalle
addizionali Irap e Irpef, stimate per gli
anni 2015 e 2016, in 330,51 milioni di
euro. Tra quota d'interessi e quota
capitale, la Regione pagherà 47,7
milioni nel 2015 e altrettanti nell'anno
successivo. Dal pagamento dei debiti
verso le imprese, il governo Crocetta
ha stimato maggiori entrate Iva, già
per quest'anno, pari a 40 milioni. Il
disegno è stato approvato con 48 voti a
favore e 16 contrari. Il mutuo sarà
contratto a un tasso del 2,7%: 600
milioni andranno alle aziende che
hanno lavorato per Asp e ospedali, il
resto andrà diviso fra i creditori di
Regione ed enti locali. I 40 milioni
derivanti dal maggiore gettito Iva
saranno quasi interamente utilizzati
per coprire il buco di bilancio della
società Riscossione Sicilia.
COSI’ CROCETTA. «Cosa avremmo
dovuto fare? Non pagare i debiti e far
fallire gli imprenditori perché questi
debiti erano stati contratti dai vecchi
governi? È troppo facile fare
l'opposizione così», ha detto il
governatore. Che ha aggiunto:
«Paghiamo le imprese, portiamo avanti
una politica di riduzione delle tasse,
mettiamo in circolazione un miliardo
di euro nell'economia siciliana, che
significa dare respiro alle imprese che
INTANTO
Manovra al palo
LA FINANZIARIA BIS DELL’EX ASSESSORE
BIANCHI DOVRÀ ESSERE RISCRITTA
Incassato l'ok ”salva-imprese”, il governo
Crocetta ora si gioca un'altra partita
importante: la manovra-bis. Il testo
depositato all'Ars, al quale aveva lavorato
l'ex assessore all'Economia Luca Bianchi,
dovrà essere riscritto, alla luce dei tagli
imposti a Regioni e comuni dal Dl Irpef, col
quale il premier Renzi restituisce 80 euro in
busta paga ai dipendenti con redditi mediobassi: per la Sicilia si parla di 90 milioni di
euro, oltre a una stretta ulteriore al patto
di stabilità, che potrebbe congelare una
spesa pari a 90 mln. In Conferenza delle
Regioni, i governatori stanno cercando di
attutire l'impatto sui bilanci regionali
elaborando alcune proposte di modifica al
Dl Irpef. In attesa del testo definitivo del Dl
Renzi, la manovra-bis rimane al palo con le
commissioni di merito all'Ars bloccate, tant'è
che oggi l'Affari istituzionali, con all'ordine
del giorno le variazioni, è stata disdettata.
Il neo assessore all'Economia, Roberto
Agnello, dovrà rivedere l'impostazione della
manovra da 300 mln, fondamentale per
potere dare respiro a 30 mila dipendenti di
enti e consorzi, che non ricevono gli stipendi
da quattro mesi.
Rosario Crocetta
stavano fallendo, diamo la possibilità
al denaro di circolare per incrementare
i consumi e le produzioni.
L’opposizione si fa in modo
responsabile perché quando c'è in
gioco la Sicilia e gli interessi del
popolo siciliano non c’è né
maggioranza né opposizione. In certi
provvedimenti ci dobbiamo trovare
tutto insieme e quello è un
provvedimento che salva le aziende e
la Sicilia».
I SACRIFICI PER ROMA. Crocetta,
quindi passa ai rapporti con il
governo nazionale e al taglio dei
trasferimenti stimato in circa 700
milioni di euro: «Siamo pronti perché
se questo è il sacrificio che dobbiamo
pagare affinché i lavoratori abbiano
80 euro al mese in busta paga.
Qualcuno deve rinunciare, e noi
rinunciamo a una parte di fiscalità e
di tributi per darli ai lavoratori. La
Regione Siciliana partecipa a questo
sacrificio». Il taglio però, precisa,
“non lo faremo pagare ai siciliani, non
aumenteremo le tasse, non taglieremo
le spese necessarie allo sviluppo, alle
imprese, ai lavoratori e ai poveri, ma
invece copriremo questa riduzione del
patto di stabilita con gli sprechi nella
Sanità”. «Abbiamo - spiega - 230
milioni di euro di farmaci in più
rispetto alla media nazionale.
L'osteoporosi diventa quasi una
malattia rara rispetto ad un clima
come quello che c'è in Sicilia rispetto
ad altri Paesi, eppure noi siamo i più
grossi consumatori al mondo di
farmaci per l'osteoporosi. È chiaro che
lì non c'è l'errore umano, lì c'è la
corruzione, la “manciugghia”. E
quindi quei 230 milioni li possiamo
recuperare per pagare gli 80 euro ai
lavoratori”.
LE REAZIONI
Confindustria dice “sì”
ANTONELLO MONTANTE PLAUDE AL VOTO DELL’ARS.
DURO IACOLINO DI FI: «GLI EFFETTI SARANNO DEVASTANTI»
Antonello Montante
PALERMO. Diametralmente opposte alcune reazioni
all’approvazione del “Salva Imprese”. Entusiasta, ad esempiuo,
il presidente di Confindustria, Antonello Montante: «Non
possiamo che apprezzare il senso di responsabilità che ha
caratterizzato i lavori d'aula, portando all'approvazione del ddl
500. Un segnale importante che segna un cambio di passo e
che porta al centro del dibattito imprese e lavoratori. La
liquidità garantita dall'accensione del mutuo permetterà
infatti di dare una boccata d'ossigeno alle aziende sempre più
in affanno, ma - sono certo - rappresenta solo il punto di
centonove pagina 9
partenza di un percorso virtuoso che consentirà alla Regione di
alleggerire l'imposizione fiscale sulla collettività». Chi vede
invece i possibili pericoli della manovra è l’eurodeputato di
Forza Italia, Salvatore Iacolino: «Il mutuo da un miliardo di
euro che la Regione dovrà pagare per i prossimi trent'anni
potrebbe bloccare ogni possibilità di sviluppo per la Sicilia. Con
la sua politica scellerata - spiega - il governo Crocetta sta
condannando l'Isola ad un'agonia economica. Gli effetti
saranno devastanti per i cittadini e le imprese, che
continueranno a pagare tasse elevatissime. Non ci sarà nessun
abbassamento della pressione fiscale. Il presidenterivoluzionario ha poco da festeggiare: per la Sicilia il baratro
resta ad un passo anche con la sottoscrizione del mutuo. La
fragilità economica della Regione - conclude Iacolino - è pari a
quella politica: all'interno del Pd, maggior azionista del
governo Crocetta, la spaccatura è sempre più profonda. La
maggioranza non è più maggioranza da parecchio tempo».
25 Aprile 2014
Giusi Furnari
politica
Maria Rita Sgarlata
REGIONE. Nuovi e vecchi assessori rimodulano i propri staff. Tra fiducia, interni all’amministrazione e partiti
Rimpasto, corsa al Gabinetto
Polemiche all’interno del Pd, dove il renziano Faraone piazza Gandolfo Librizzi al Territorio e fa il pieno
nella squadra di Giuseppe Bruno. Scelte fatte anche per Economia ed Energia, mentre gli altri prendono tempo
PALERMO. Non importa quanto
durerà il Crocetta bis, il passaggio
più importante, fino alle Europee, è
stato già consumato con la classica
“corsa al Gabinetto”, ovvero
l’ingresso di volti nuovi, e di fiducia,
non solo negli staff degli assessori
freschi di nomina, ma anche dei
riconfermati. E i malumori non
mancano.
QUI PD. Si può iniziare
dall’assessorato al Territorio, dove è
approdata l’ex titolare dei Beni
Culturali, Maria Rita Sgarlata,
assessore in quota Megafono. Qui, il
nuovo capo di Gabinetto è il direttore
dell’Azienda Foreste Carmelo
Frittitta, mentre la seconda poltrona
in ordine di importanza è andata a
Gandolfo Librizzi. Non nuovo al
ruolo (è stato nel Gabinetto di
Sebastiano Missineo durante il
governo Lombardo), Librizzi ha
posizioni importanti nel Pd in qualità
di renziano: è infatti nella direzione
regionale e coordinatore regionale
dei circoli Big Bang Sicilia, e, in
quanto tale, sperava in un posto in
giunta (ma gli è stato preferito un
fedelissimo di Davide Faraone,
Giuseppe Bruno). Sempre al
Territorio, approda Graziella
Catania dei Verdi e sindacalista
Cgil, da sempre consigliere di Maria
Rita Sgarlata. Il già citato Bruno, che
ha individuato come segretario
particolare Dario Chinnici
(responsabile provinciale delle
Politiche cittadine del Pd di Palermo
nonché consigliere della terza
circoscrizioneinvece), ha scelto per il
suo Gabinetto Lucio Oieni, già
commissario straordinario dell’Ersu
di Messina e in forza alla Regione.
Spazio, ovviamente, ai renziani. Oltre
a Librizzi, la seconda posizione di
peso va a Valentina Falletta,
coordinatrice di Big Bang Palermo,
già in corsa per la fascia di primo
cittadino del comune di Lercara
Friddi.
ASSESSORATO ENERGIA.
Salvatore Calleri, il successore di
Nicolò Marino (in rotta con
Crocetta prima del rimpasto) ha
individuato come capo di Gabinetto
Alessandra Diliberto, già nella
segreteria generale della Regione e
nel consiglio della Seus.
ASSESSORATO ECONOMIA.
Roberto Agnello, invece, ha fatto
le sue scelte, a cominciare da
Vitalba Vaccaro, dirigente del
dipartimento Finanze, che ha preso il
posto di Giulio Guagliano
(“volato” alla segreteria tecnica del
presidente della Regione, posizione
lasciata vacante da Stefano
Polizzotto, che dal primo gennaio è
consulente per le problematiche
“afferenti le competenze trattate
dagli Uffici di diretta collaborazione”
di Crocetta per 24.804 euro fino al
31 dicembre). Designati, inoltre, il
vice Marcello Cascino e il
segretario particolare, Domenico
Merlino. Lascia la posizione
all’assessorato all’Economia, per
transitare a Palazzo d’Orleans come
“esperto per le problematiche di
bilancio”, Salvatore Parlato, già a
capo della segreteria tecnica del
predecessore di Agnello, Luca
Bianchi.
GLI INDECISI. Prendono ancora
tempo gli altri assessori, a cominciare
da Giusi Furnari (Beni Culturali),
che ascolterà le indicazioni di Beppe
Picciolo dei Drs (partito che l’ha
sponsorizzata). Insieme alla
professoressa, non si sono ancora
espressi Nico Torrisi (delegato alle
Infrastrutture segnalato dall’Udc) e
Paolo Ezechia Reale (Agricoltura,
voluto da Articolo 4).
GLI AFFONDI. Polemica in casa Pd
sui sottogoverni. A sparare a zero su
Faraone, Antonello Cracolici:
«Piuttosto che rottamare si è preso
qualche briciola di potere,
sistemando alcuni amici tra assessori
e gabinetti».
MEGAFONO
Se Di Giacinto s’arrabbia
Giovanni Di Giacinto
I Malumori ci sono, anche se, dopo gli affondi iniziali si
prova a stemperare tutto. Ad essere dilaniato dalle
polemiche post rimpasto è lo stesso partito-non partito del
presidente della Regione, Rosario Crocetta. La nuova
giunta del governo bis, infatti, ha fatto scatenare i
malcontenti interni al Megafono, e in particolare al gruppo
dei cinque deputati capeggiati da Giovanni Di Giacinto.
Un crescendo culminato mercoledì 23, con la voce delle
improvvise dimissioni del capogruppo. Una voce che, però,
è stata successivamente zittita dallo stesso protagonista
con una precisazione: “Solo dialettica politica interna - ha
spiegato Di Giacinto - non ho mai presentato alcuna
dimissione, né ho in progetto di farlo”. A confermare che il
centonove pagina 10
clima interno al Megafono di Rosario Crocetta non si
propio rose e fiori, è stato però un suo collega, il messinese
Giovanbattista Coltraro: «Sì, qualche malumore c’è stato ha ammesso il deputato - ma il nostro è un gruppo coeso e
la dialettica non è mai mancata al nostro interno”. A
scatenare le ultime polemiche erano state due due
decisioni del presidente della Regione ritenute
eccessivamente “ad personam”: la prima è stata quella di
“spedire” Michela Stancheris (assessore al Turismo) alle
Europee, senza sentire nessuno dei suoi; la seconda, invece,
riguardava il via libera all’assessore messinese Giusi
Furnari, mettendola in quota ai Drs di Piccolo e Cardinale,
dopo l’esplosione del “caso Fiumefreddo”. Un
comportamento che non è piaciuto a nessuno dei cinque
deputati del gruppo, che sempre più rumoreggiano,
sentendosi scavalcati dalle decisioni in solitudine di
Crocetta.
25 Aprile 2014
politica
SPACCATURE. I dissidenti incontrano il segretario Cesa e decidono di congelare lo scontro fino alle Europee
Udc, la tregua “armata”
Firetto, Dina, Ruvolo e Turano appoggeranno esclusivamente la lista creata insieme al Nuovo Centro Destra,
senza però esprimere preferenze per Valenti e Pistorio. Mentre in aula promettono vita grama al governo
A poco o niente è servito il
chiarimento con il segretario
nazionale Lorenzo cesa. I dissidenti
dell’Udc siciliano, tutti esponenti
dell’anima che fu “cuffariana”,
restano sul piede di guerra, pur
assicurando il loro appoggio
esclusivamente alla lista (e non ai
candidati) con il Nuovo Centro Destra
per le Europee. Al capogruppo all’Ars,
Lillo Firetto, e agli altro
“arrabbiati” Nino Dina (presidente
della commissione Bilancio),
Margherita La Rocca Ruvolo e
Mimmo Turano, Cesa ha assicurato
un incontro con l’intero gruppo
all’Ars, ma questo non sembra
bastare. Perché «non si può chiudere
tutto a tavolino» e chi di dovere deve
assumersi le proprie responsabilità.
DOPPIO EFFETTO. A non andare giù
ai dissidenti è stata una successione di
eventi: prima il rimpasto in giunta, che
ha visto il mantenimento di Patrizia
Valenti (divenuta vicepresidente della
Regione) e l’inserimento di Nico
Torrisi («seguendo i voleri di Rosario
Crocetta», accusano) e poi l’abbraccio
con Ncd, che ha visto l’inserimento in
lista per le europee della stessa Valenti e
di Giovanni Pistorio (al quale il
governatore aveva sbarrato l’ingresso in
esecutivo). Quanto basta, insomma, per
arrabbiarsi e sottolineare come, loro,
non esprimeranno singole preferenze
sui due candidati di bandiera, facendo
campagna esclusivamente per la lista.
Appoggio che, finché tutto non si sarà
chiarito, potrebbe invece venire a
mancare in aula al governatore, “reo” di
aver accelerato e costretto una parte del
partito a violare le regole di democrazia
interna alla maggioranza dell’Udc.
Gianpiero D’Alia
Lillo Firetto
LE RAGIONI DEGLI SCONTENTI.
Dopo le prime polemiche successive al
rimpasto in giunta, i quattro hanno
riacceso i riflettori non presentandosi
alla conferenza stampa di
presentazione della lista per le
europee: «La nostra posizione
rappresenta quella di metà partito, non
è una voce isolata. La definizione di
“scontenti” non fa al caso nostro - ha
detto Firetto - Siamo parlamentari
dell'Udc che invocano il ripristino delle
regole democratiche nel nostro partito.
Fino a quando non otterremo il
chiarimento, non parteciperemo a
manifestazioni come la conferenza
stampa. Riteniamo utile ripristinare
essenziali regole di democrazia
interne. Pur tuttavia riconfermiamo il
sostegno alla lista per le elezioni
europee. Quanto all'azione del governo
di Rosario Crocetta, abbiamo ribadito
proprio, durante le comunicazioni del
presidente a Sala d'Ercole, che ci
sentiamo impegnati sulle riforme vere
e non enunciative ed a Crocetta
chiediamo un impegno straordinario di
risanamento finanziario».
D’ALIA TRA DUE FUOCHI. Dal
canto suo, il presidente dell’Udc, il
messinese Gianpiero D’Alia, si è
dimostrato “molto comprensivo”: «Non
voglio far finta di niente, e capisco lo
stato d'animo di alcuni,
l'insoddisfazione che in realtà abita
nelle case di tanti partiti in Sicilia. Il
secondo governo Crocetta, in effetti, si
è formato in modo anomalo e atipico.
Ma con gli amici dell'Ars ci
incontreremo e chiariremo. A loro
faccio un appello: torniamo uniti e
combattiamo insieme questa battaglia
per Strasburgo, altrimenti per loro sarà
un suicidio politico». Parole di
apertura, ma anche qualche battuta: «I
maldipancia? Per farli passare
bisognerebbe fare una giunta con 90
assessori, tutti deputati».
LE NECESSITA’ DELL’UDC. Per
D’Alia, il problema è uno soltanto:
dimostrare che l’Udc è altro rispetto al
centrosinistra, qualificandosi come
forza di centro che guarda al
centrodestra. Da qui l’abbraccio con
Angelino Alfano, i cui voti sono
necessari (e viceversa) per superare la
soglia di sbarramento. «Siamo contenti
dell’intesa fatta con gli amici del Ncd.
È il primo passo di un percorso politico
che ci deve portare all’aggregazione di
tutta l’area dei moderati». Per il
presidente, la somma delle due forze è
forte, almeno secondo alcuni sondaggi
che la danno tra il 6 e 7 per cento,
«senza considerare la rappresentatività
dei singoli candidati a livello
territoriale».
DEMOCRATICI
Raciti incontra Guerini
IL SEGRETARIO VOLA A ROMA PER DIRIMERE I RAPPORTI
CON LA SICILIA DOPO LE FRIZIONI CROCETTA E FARAONE
ROMA. Un colloquio per trovare appoggio e mettere una
pietra tombale sulle ultime polemiche interne al Pd siciliano. È
quello che il segretario regionale Fausto Raciti ha avuto
giovedì 24 con il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini.
Una situazione non facile, quella del giovane coordinatore
isolano, che, nel giro di neanche una settimana, si è ritrovato
da soggetto che dettava le indicazioni al presidente della
Regione sulle modalità del rimpasto e che componeva la lista
per le elezioni europee a segretario clamorosamente smentito
su entrambi i fronti a causa degli accordi presi, a livello
nazionale, dal plenipotenziario di Renzi, Davide Faraone.
Una brutta grana che ha anche determinato la frattura tra i
cuperliani (area di Raciti), capeggiati dal deputato all’Ars
Antonello Cracolici e i renziani e il governatore Crocetta.
Durante il colloquio con Guerini, quindi, sono state discusse le
tematiche della situazione politica siciliana. In particolare, sono
state approfondite le modalità attorno alle quali poter
ristabilire un rapporto più incisivo tra il Governo regionale e il
Pd Sicilia, che possa consentire al partito di esercitare la propria
funzione in maniera piena ed efficace. Parallelamente, dalla
Sicilia arriva una potenziale tegola sul Megafono e Crocetta. La
Commissione regionale di garanzia, presieduta da Giovanni
Bruno, in base allo statuto nazionale del Partito democratico e
alla delibera della Commissione nazionale del 23 luglio 2013
riguardante l'adesione di iscritti ad altri movimenti, ha
deliberato, all'unanimità, che "gli iscritti al Pd non possono far
parte di altri movimenti politici" pena la cancellazione.
centonove pagina 11
Fausto Raciti
25 Aprile 2014
politica
A SORPRESA. Vincitrice al primo turno alle consultazioni indette dai 5 Stelle, ecco la seconda messinese in pista
Sobbrio, marsalese dello Stretto
Laureata con 110 e lode, vincitrice di Bonino Pulejo, dottorato e assegno di ricerca in città, la “ricercatrice
indipendente non fa cenno alle sue origini nel curriculum. Ecco chi è l’avvocato con tre cani e tre gatti
MESSINA. Non c’è solo Maria
Cristina Saija, come esponente
messinese nel drappello dei candidati
votati dal popolo del Movimento
Cinque Stelle e inseriti nella lista che
si presenta alle europee. Anche se
figura come marsalese, l’altra figlia
dello Stretto in corsa è Paola
Sobbrio. Classe 1971, eletta
direttamente al primo turno delle
consultazioni con 221 preferenze, la
“ricercatrice indipendente” così parla
di sé: “Sono laureata in
Giurisprudenza ed ho un dottorato di
ricerca in ‘Normative dei paesi della
Cee sul benessere e protezione
animale’. Sono avvocato, anche se per
adesso non esercito. Ho collaborato al
progetto Xenome della Commissione
Europea nell’ambito del Sesto
Programma Quadro. Sono fondatrice
dell’Istituto Italiano di Bioetica
Sezione Sicilia e di Minding Animals
Italy. Sono una ricercatrice
indipendente e mi occupo di temi
legati alle normative europee e
nazionali che riguardano gli animali e
gli organismi geneticamente
modificati (Ogm) su cui ho scritto
vari articoli in italiano e in inglese,
pubblicati in diverse riviste
scientifiche”. Il perché della
candidatura? “Quando mi è arrivata
la mail dal Blog di Beppe, Grillo, con
oggetto: ‘Elezioni europee 2014:
candidati online!’ ho aperto il link e
mi è apparsa una schermata con su
scritto: si mi candido, no non mi
candido. Ho chiuso la schermata e
sono andata a farmi una camomilla.
Questa domanda mi ha messo in
agitazione e non mi ha fatto
dormire”. Poi, la risposta: “Perché
Paola Sobbrio
faccio parte del MoVimento 5 stelle
da prima che si chiamasse
MoVimento, quando ancora i gruppi
locali si chiamavano meetup e Beppe
Grillo era l’unico che parlava di
Telecom, Parmalat, Cirio ma anche
nanoparticelle, costi ambientali del
trasporto, svendita dei beni comuni
alle multinazionali, monocolture,
Ogm”. Della sua messinesità, la
candidata non parla, ma tanto dice il
suo curriculum, oltre a un cognome,
Sobbrio, noto all’Università di
Messina (il padre è Giuseppe
Sobbrio, ora emerito di Scienza
delle Finanze). Laureata con 110 e
lode in Giurisprudenza, nel 1995
vince la Borsa di studio Bonino
Pulejo, nel 1998 diventa avvocato, nel
2000 approda al dottorato di ricerca
in “Normative dei paesi Cee relative
al benessere e protezione animale”
presso la facoltà di Veterinaria e nel
2007 vince il concorso per un assegno
di ricerca di durata quadriennale nel
settore Diritto Agrario, per la
collaborazione ad attività di ricerca
scientifica per il programma dal titolo
“Biotecnologie, tutela della salute e
principio di precauzione”
all’Università degli studi di Messina.
Tra le esperienze professionali,
docenze a contratto in “Principi
giuridici” presso la Facoltà di Scienze
di Palermo e in “Legislazione e
bioetica delle biotecnologie” presso
Scienze di Messina.
La seconda candidata messinese, Maria
Cristina Saija è una “grillina” della
prima ora, dai tempi dei meet-up.
“Figlia della mia generazione e dei miei
tempi. Sintesi della mia complessa
Sicilia”, si definisce una “donna siciliana
di 34 anni con le enormi difficoltà di chi
abita questa Terra e questo Paese!”. “Ho
svolto svariati lavori per poter viaggiare
così giovane ed abitare Paesi molto civili
cercando di approfondire lo studio delle
lingue che conosco: francese, spagnolo,
inglese di cui le ultime due
fluentemente. È stato un viaggio lungo
alla ricerca della mia vera identità, dei
miei valori e della mia forza che ritrovo
oggi interamente grazie anche agli studi
universitari conclusi. Ho sempre
lavorato come chi può dirsi persona
‘normale’, figlia di nessuno di
importante”. (D.D.J.)
AI NASTRI
Nino si presenta
ROTTI GLI INDUGI, GERMANÀ DEBUTTA
ALLE CONSULTAZIONI CON NDC
«Vogliamo portare più Messina in
Europa», esclama Vincenzo Garofalo
durante la presentazione della candidatura
alle Europee del collega e deputato all’Ars
Nino Germanà, cheha ufficializzato la sua
partecipazione alle elezioni che del 25
maggio. Con al fianco Garofalo e il senatore
Bruno Mancuso, il giovane politico ha
chiarito le ragioni che lo hanno spinto ad
accettare la proposta avanzata dal Ministro
dell'Interno e leader del Nuovo
CentroDestra, Angelino Alfano, che «ha
dimostrato ancora una volta di tenere
moltissimo
alla
nostra città». Tra i
punti caldi discussi, la
priorità che «l’
Europa
divenga
sinonimo
di
opportunità per il
nostro territorio». «Il
lavoro
sinergico
portato avanti in
questi anni con i
c o l l e g h i
eurodeputati tra cui,
Nino Germanà
in primis, Giovanni La
Via - spiega Germanà
- ha accresciuto la mia convinzione che, in
questo particolare momento, diventi
essenziale rafforzare quel ponte che unisce
Palermo a Bruxelles facendo sì che esso
abbia in Messina un pilastro fondamentale”.
#scegliME è lo slogan/hashtag che segnerà
la campagna elettorale di Nino Germanà,
il quale, in occasione dell'incontro con i
giornalisti, si è soffermato su alcune
questioni relative ai rapporti con l'Unione
Europea e le disposizioni comunitarie:
«Siamo campioni d'accoglienza ma non
possiamo essere lasciati soli a fronteggiare
le difficoltà, noi che, come Sicilia, siamo la
porta dell'Europa».
AZZURRI
Romagnoli in tour
NON PIU’ IN LIZZA, IL TITOLARE DELL’ORLANDINA
GIRA PER LA SICILIA PROMUOVENDO FORZA ITALIA
Uno dei 6x3 di Messimo Romagnoli
I suoi manifesti erano ormai diventati
un’abitudine, per i siciliani. Ecco perché l’esclusione
dalla lista di Forza Italia di Massimo Romagnoli
ha sorpreso un po’ tutti, tranne il diretto
interessato. Per il presidente dell’Orlandina Calcio,
nominato da Silvio Berlusconi membro del
nuovo comitato di presidenza della regione Sicilia,
«la campagna elettorale continua». «In questo
momento mi trovo a Monreale, ma oggi sono già
stato a Ucria e a Santa Domenica Vittoria. Essendo
centonove pagina 12
un uomo di partito - spiega - la mia vittoria
corrisponde solo e soltanto a quella di Forza Italia.
In tal senso, ho sempre cercato di portare avanti le
idee del presidente Berlusconi, al quali mi legano
simpatia, affetto e amicizia». Ma come mai i
manifesti, se non c’era certezza di essere in lista?
«Io ero nella rosa dei candidati, ma, nel momento
in cui ci sono state le disponibilità di Leontini e
Miccichè, a quel punto era necessario dare spazio a
persone più forti di me». Fino ad ora, Romagnoli
sta lavorando per promuovere la lista, ma la
prossima settimana convocherà «una riunione con
i referenti, che sono 290 in tutta la sicilia: si tratta
di squadre di calcio, società sportive, consiglieri
comunali e italiani all’estero». «In quella sede conclude - decideremo chi portare avanti. Sarà
comunque un candidato giovane». (D.D.J.)
25 Aprile 2014
politica
BROLO
Magistro: «Scendo in campo senza condizionamenti»
Supporter principale dell’avvocato sarà l’onorevole renziano
Brolo. «Sono il candidato scelto
Antonino Bertino
OLIVERI. Francesco Iarrera rinuncia alla candidatura
E Bertino rimane da solo
Sarà uno scontro a due con l’uscente Michele Pino. Che già
lo punzecchia sulla composizione “elitaria” della lista
Oliveri. Dopo la rinuncia dell’ultima ora
del nutrizionista Francesco Iarrera,
saranno due i contendenti alla poltrona
di sindaco. Iarrera ha rinunciato alla
candidatura a sindaco specificando con
una nota che, «nonostante abbia
provato a costruire un gruppo giovane e
di qualità, scevro dalle logiche
numeriche che negli ultimi 10 anni
hanno caratterizzato la comunità, ho
notato che un cambiamento non è
ancora fisiologicamente compatibile con
la disponibilità della gran parte dei
cittadini di Oliveri, ancora troppo
assoggettati a dinamiche familiari,
secondo cui le scelte degli
amministratori avvengono in ossequio
al numero di persone afferenti allo
stesso nucleo familiare». Secondo il
sindaco Michele Pino, questa rinuncia
può essere dovuta al fatto che Iarrera
non sarebbe stato sostenuto dalla stessa
cugina, Franca Iarrera, assessore
uscente. «Considerato questo passo
indietro - dichiara Pino - si aprono
nuovi scenari potendo contare su nuovi
sostenitori. Infatti, oltre al gruppo che
mi ha sostenuto finora e che ha fatto
parte della mia amministrazione continua - posso contare anche
sull’appoggio di altre persone che sono
rimaste senza riferimenti politici. Certo
- conclude Pino - rispetto a quella del
mio avversario che ha una lista di
professionisti, la mia è una compagine
“proletaria”, e io sono soddisfatto
perché rappresenta ancora di più i
cittadini». Il primo comizio è previsto il
3 maggio. Avrà molte cose da
puntualizzare durante i comizi anche
l’altro candidato a sindaco, il dottore
Antonino Bertino, che nello svelare
alcuni componenti della sua lista,
evidenzia come ne facciano parte
persone di tutte le estrazioni sociali.
Con Bertino vi saranno l’avvocato
Cettina Triscari, che sembra sia stata
contesa da Iarrera e dallo stesso Pino,
l’impiegata dell’azienda Gaglio
Vignaioli, Piera Iarrera, parente del
nutrizionista, e un’altra giovane
ragazza che come le prime due non ha
mai fatto politica, Maria Teresa Gullo.
«La mia lista è composta da giovani,
professionisti, comuni lavoratori dichiara Bertino». (Pamela Arena)
dall’onorevole Pippo Laccoto ma sarò
scevro da condizionamenti». Si è
presentato così agli elettori l’avvocato
Mimmo Magistro. Dopo Carmelo
Occhiuto, Irene Ricciardello ed Ettore
Salpietro nei giorni scorsi è stata la
volta di Mimmo Magistro e Basilio
Scaffidi a presentare la candidatura a
sindaco. Un po’ tutti lavorano alla
definizione delle liste e degli
organigrammi. Occhiuto, forte del
sostegno dell'uscente assessore al
Bilancio del settennio Messina,
Carmelo Gentile, vero play maker della
lista, dovrebbe proporre alla carica di
presidente del Consiglio Comunale
Elisabetta Morini, capogruppo uscente
di Salvo Messina.
Irene Ricciardello dovrebbe
promuovere ai posti di vertice della sua
squadra tutti i suoi colleghi consiglieri
uscenti. Giuseppe Miraglia, Carmelo e
Vincenzo Princiotta affidando la
vicesindacatura al battagliero Gaetano
Scaffidi Lallaro il quale, pur tra mal di
pancia dei compagni di viaggio, ritiene
di essersi conquistato sul campo i
galloni di vice arretrando soltanto di
fronte alla parentela di Ricciardello con
il leader Nino Germanà. Ricciardello
punta sul radicamento dei suoi
candidati e sul peso elettorale del
cognato, noncurante delle voci che
derivano dall'essere nipote del
concorrente candidato di Laccoto,
l’avvocato Magistro, che a dire di molti
in paese sarebbe l'ennesimo capitolo
del ventennale gioco delle parti tra
Laccoto ed i Germanà.
Basilio Scaffidi ha chiuso com'era
pronosticato l'accordo con Nuccio
Ricciardello e per la prima volta
complice il doppio voto di preferenza
ROMETTA
Alle elezioni ci pensa Archimede
DA CAVALLARO A CIRINO TUTTI PRONTI A PUNTARE SULLE GRANDI OPERE
Rometta. Si è registrata anche l'accelerazione nella campagna elettorale di
Rometta. I candidati a sindaco lavorando ai programmi. L'ingegnere e urbanista
Giacomo Cavallaro che avrebbe scelto di correre in solitaria a capo di una lista,
"Archimede", puntando sui grandi progettazioni di lavori pubblici, primo tra
tutti il ripascimento costiero redatto da Eurolink. L'opera rientrerebbe tra quelle
connesse all'inattuata realizzazione del Ponte sullo Stretto. Ed ancora Nino
Cirino che in questi giorni ha pubblicato il proprio programma amministrativo e
l'imprenditore Alessandro Previti, sostenuto dal gruppo “L'alternativa per
Rometta”. Infine la ricandidatura di Roberto Abbadessa sostenuto da gran parte
della sua attuale compagine, nonché una componente dell'associazionismo
impegnato nel territorio, tra cui Enzo Cicero e Piero Gazzara. (A.B.)
Nino Cirino
centonove pagina 13
Mimmo Magistro
per la parità di genere, dovrebbe
misurarsi con l'elettorato forte
dell'accoppiamento con Nuccio
Ricciardello, anche Linda Marino,
autentico spin doctor della squadra,
aspirante presidente del Consiglio. La
lista conta anche sull'appoggio, non
dichiarato ufficialmente, della
presidente del consiglio uscente, la
dirigente scolastica Maria Ricciardello.
Per il giovane avvocato grillino si dice
che batta anche il cuore dell'ex sindaco
Salvo Messina infatti non sarebbero
passati inosservati, per quanto felpati,
alcuni movimenti.
Magistro sta lavorando, tra difficoltà
sconosciute in altri tempi, alla
definizione della lista. È gravato
dall'onore ed onere di essere il
candidato ufficiale e prescelto
dall’onorevole Laccoto, padrino
politico di Salvo Messina. L'avvocato
non ha potuto fare a meno di
riconoscere pubblicamente il patrocinio
del deputato premurandosi di precisare
che «entrambi sono di sinistra, come la
lista» e che «Laccoto è il suo primo
elettore ma che sarà scevro da
condizionamenti». In tutto questo è
anche alle prese con il problema della
collocazione di alcuni big uscenti, primi
tra tutti gli ex Assessori Tina Fioravanti
ed Enzo Di Luca Lutupitto. Infine
Salpietro. L'ingegnere, forte del suo
prestigio personale e della totale
estraneità alle vicende locali degli
ultimi decenni, ha deciso di puntare
solo su facce nuove e si sta curando
soltanto di mettere a punto una
squadra inattaccabile e fortemente
rappresentativa. È lui, secondo molti,
l'autentica sorpresa di queste elezioni.
Gianfranco Cusumano
25 Aprile 2014
politica
PALAZZO ZANCA. La guerra agli “abusivi” colpisce anche chi ne avrebbe bisogno. Ecco la storia. E la conclusione. Amara
Disabili, non c’è...pass
Una determina del 2013 mette ordine nella jungla, ma discrimina chi non ha necessità
di frequenti spostamenti per motivi di salute”. E da 250 stalli la parola d’ordine è “tagliare”
MESSINA. Duecentocinquanta
permessi, ma in diminuzione. La politica
del comune di Messina, in materia di
rilascio dei pass per disabili, si è fatta
stringente. Anche troppo. Da
quell’ordinanza del 5 febbraio del 2013
firmata dal dirigente alla viabilità
Mario Pizzino e “avallata” dall’allora
commissario straordinario di palazzo
Zanca Luigi Croce, il giro di vite si è
ulteriormente ristretto. A farne le spese
è stato anche chi del lasciapassare ne
avrebbe effettivamente bisogno.
NIENTE PASS. “In riferimento alla
richiesta di pass, si comunica che dalla
stessa non si evince il requisito della
necessità di frequenti spostamenti per
motivi di salute, previsto dalla
determina dirigenziale numero 4 del 5
febbraio 2013”. Firmato Mario Pizzino.
A ricevere il diniego è stata una signora,
non in grado di camminare, che a
sostegno della sua richiesta ha dovuto
presentare una lunga serie di certificati:
dalla fotocopia del contrassegno per
disabili, alla certificazione medica
Mario Pizzino
rilasciata dall’ufficio medico-legale
dell’Ausl dalla quale risulta “l’effettiva
capacità di deambulazione impedita”, la
dichiarazione sostitutiva che attesta di
non disporre di un parcheggio privato.
Non solo. Avendo bisogno di frequenti
cure, c’è stato bisogno di produrre anche
la certificazione di una struttura
sanitaria che eroga i trattamenti
necessari. “Nulla ricevendo entro trenta
giorni dal ricevimento della presente specificava Pizzino il 13 febbraio - sarà
considerata non interessata al
mantenimento dello stallo di sosta per
disabili, e pertanto questo dipartimento
procederà alla sua disattivazione”. Cosa
che è accaduta un mese e qualche
giorno dopo.
LA RISPOSTA AMARA. Il 21 marzo,
dal dipartimento viabilità arriva il
diniego: non c’è necessità di frequenti
spostamenti per motivi di salute, è la
motivazione del provvedimento. Con
tanto di preannuncio della “conseguente
prossima rimozione della segnaletica
stradale indicante lo stallo di sosta
personalizzato”, conclude la
raccomandata inviata dal dipartimento.
LOTTA AGLI ABUSIVI. Qual è la
ragione del “pugno di ferro” attuato dal
comune di Messina su pass e stalli per
disabili? Il più ovvio: permessi utilizzati
dai parenti, o intestati a disabili
deceduti. Per questo, l’assessore alla
Mobilità Gaetano Cacciola, ha
invitato Pizzino ed il dipartimento a
valutare con attenzione non solo i
motivi della richiesta, ma soprattutto la
necessità di spostarsi frequentemente.
“E’ una decisione cinica, ma se un
disabile non ha possibilità di muoversi,
perchè gli si dovrebbe rilasciare un pass?
E’ questa la logica entro la quale si è
mosso il dirigente”, spiega Cacciola. Che
subito dopo però ammette che “in effetti
la dicitura è fuorviante e probabilmente
non interamente corretta. Per questo
quanto prima la rivedremo:
affronteremo il problema in modo che
non sia penalizzante” conclude. (A.C.)
SANT’AGATA MILITELLO
Prova del fuoco per Forza Italia
DOPO IL DIVORZIO TRA IL PARTITO AZZURRO E IL SENATORE MANCUSO E’ STATA FISSATA UNA CONVENTION
COMPRENSORIALE. IN PRIMA FILA DOMENICO BARBUZZA E NINO REITANO
MESSINA. Sabato 3 maggio al cine teatro Aurora di
Sant’Agata MIlitello si alza il sipario sullo scenario
territoriale del nuovo corso di Forza Italia, alla prova
numerica dopo il consumato divorzio del senatore
Bruno Mancuso, già sindaco della città ed oggi
“tesoriere” nazionale del Nuovo Centro Destra
guidato dal leader Angelino Alfano. A pochi giorni
dalla “convention” in vista del voto per il rinnovo
del “Parlamento Europeo” l’unico posto prenotato in
prima fila è quello del consigliere comunale
Domenico Barbuzza, collegato ai simpatizzanti di
Nello Musumeci e di Francesco Storace. Il consigliere
Barbuzza è imbarazzato perché non vorrebbe salire
sul palcoscenico se tra gli “special guest” sarà
presente il capolista del Sud di Forza Italia,
Gianfranco Miccichè, che all’azzurro del 61 a 0
rimprovera di aver determinato la sconfitta di
Musumeci nel confronto con Crocetta per il trono di
Governatore di Sicilia. Il prima fila un posto sarebbe
prenotato dal medico politico di San Fratello, Nino
Reitano, eterno secondo nelle competizioni
elettorali. Ma il tarlo che rode il consigliere
Barbuzza, è sul peso specifico in termini elettorali
dei notabili politici locali presenti alla convention di
Forza Italia. Quanti voti prenderà alle europee di
fine maggio l’asse Ncd di Bruno Mancuso insieme
centonove pagina 14
all’Udc di Alfredo Vicari (altro ex sindaco della città)
rispetto alle nuove “falange” di Forza Italia? Il
consigliere Barbuzza spera che faccia convergere le
preferenze su Forza Italia di quanti rimarranno
disorientati dal “matrimonio impossibile” dell’unione
di fatto tra l’elettorato dei “Mancuso” e dei “Vicari”,
gli storici nemici che ancora oggi si rispecchiano nel
quadro delle forze politiche rappresentate in
consiglio comunale. Anche la roccaforte del Pd, (lista
a maggior consenso elettorale) liberatosi dal “circolo”
di Gianluca Amata transitato nei quadri organizzativi
dell’Ncd del senatore Mancuso, non nasconde il
malumore per la delega a vicesindaco affidata
all’assessore designato e non segnato dal voto
elettorale, Nino Testa (Forza Italia dell’era Nino
Beninati). «Le decisioni del sindaco sono fuori onda
da concertazione e partecipazione delle varie forze
politiche» è l’avvertimento lanciato dal segretario del
partito Vincenzo Canonico».
Nino Dragotto
25 Aprile 2014
sicilia
MESSINA. La gara per il Palacultura spiazza l’amministrazione Accorinti. E riempie la Gam di arredi e attrezzature
Galleria, bando ad... Arte
L’avviso da quasi quattrocentomila euro finanziati con i fondi Ue, che presenta passaggi stringenti su forniture
e consulenze, è pensato per una struttura che non c’è ma invece esiste. La Soprintendenza scrive, e il Comune...
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. La mano destra
(l’assessorato alla Cultura) non sa
quello che fa la sinistra (il
dipartimento Lavori Pubblici). A
Palazzo Zanca, del bando di gara per la
fornitura di beni e servizi per la
realizzazione del progetto “Palazzo
della Cultura Antonello da Messina:
Galleria d’Arte per la valorizzazione e
promozione del patrimonio artistico
del Comune di Messina”, sapeva il
dipartimento che ha bandito tutto in
seguito a una delibera dirigenziale del
6 febbraio 2014. All’oscuro era invece
l’assessore alla Cultura Tonino
Perna, che sta lavorando proprio per
la Gam (acronimo della Galleria di
Arte Moderna e Contemporanea)
mettendo a punto una commissione
per avviare la gestione. Ne era invece a
conoscenza il segretario generale
Antonino Le Donne, “investito” da
una lettera di chiarimenti da parte
della Soprintendenza. Già, perché il
bando da 372.510 euro varato
nell’ambito del Pist (Piano Integrato di
Sviluppo territoriale) è stato in parte
un un fulmine a ciel sereno ma anche
“contraddittorio”: tant’è che il destino
della gara che si celebrerà potrebbe
essere quello di un annullamento in
seguito a ricorsi.
QUANTI ARREDI. La parte più
cospicua della cifra a disposizione
riguarda arredi e attrezzature varie. Si
tratta di 192.510 euro destinati a
progettazione, fornitura e istallazione
di attrezzature ed allestimenti museali,
contenuti audiovisivi multimediali e
arredi museali ed espositivi di
particolare qualità. Una serie di voci,
esclusi i contenuti audiovisivi, che
danno l’idea di un luogo che non c’è ed
è da creare ex novo. Mentre invece la
Gam c’è dalla prima notte della
Cultura del 2012, è stata allestita a
cura di Antonio Virgilio e riordinata
grazie alla Soprintendenza in
occasione dell’ultima “Notte” del
febbraio scorso. Chi partecipa alla
gara, inoltre, dovrà produrre un
“elenco delle principali forniture di
arredi ed attrezzature varie per un
importo minimo di € 192.510,00,
realizzate negli ultimi tre anni
antecedenti a quelli di scadenza del
bando di gara”, una delle clausole
stringenti contenute nel disciplinare.
MULTIMEDIA MON AMOUR.
Centoquindicimila euro, invece,
serviranno allo sviluppo del software,
piattaforma Cms e contenuti
multilingua e tablet. Anche in questo
Il Palacultura Antonello. Nella foto piccola, le due Vittorie alate di Letterio Subba
caso, chi concorre dovrà fornire un
elenco “delle principali forniture di
arredi ed attrezzature varie per un
importo minimo di 192.510 euro,
realizzate negli ultimi tre anni
antecedenti a quelli di scadenza del
bando di gara”.
E C’E’ ANCHE IL CATALOGO. Per
trentamila euro, il partecipante dovrà
fornire progettazione, contenuti e
stampa del catalogo ragionato della
galleria, ovviamente, e come sempre,
fornendo l’elenco “dei principali servizi
di editoria per un importo minimo di
30.000 euro, realizzati negli ultimi tre
anni antecedenti a quelli di scadenza
del bando di gara”.
CONSULENTE AD HOC. Ma chi
dovrà elaborare i contenuti, curare il
catalogo, dare dritte su come realizzare
al meglio il “sistema integrato e
coordinato di attività atte a valorizzare il
patrimonio artistico, iconografico e
librario del Comune mediante un
allestimento multimediale ed arredi
della Galleria”, al netto
dell’addestramento del personale? Si
tratta del consulente (“Consulenza
specialistica artistica”) per i quali sono
previsti diecimila euro. Qual è il profilo
dello specialista? Si tratta di uno storico
dell’arte, o di chi ha una comprovata
esperienza nel campo degli allestimenti
e cura di esposizioni di arte
contemporanea? No. Il consulente dovrà
possedere un curriculum stringente
come erano gli abiti che, in età
avanzata, si faceva cucire addosso
Marlene Dietrich: diploma di Istituto
d’Arte o Liceo Artistico, diploma di
Accademia di Belle Arti, esperienza
espositiva nel settore delle arti figurative
in Fiere e mostre di settore,
collaborazione con Enti pubblici
nell’ambito dei servizi culturalim
fornitore di prodotti artistici ad enti
pubblici, abilitazione all’insegnamento
delle materie disegno, storia dell’arte ed
educazione artistica, attività didattica
svolta in Accademia o scuola di
Formazione Professionale, pubblicazioni
e recensioni relative all’attività svolta nel
settore dell’arte contemporanea su
giornali, riviste, cataloghi di mostre
personali e collettive, libri e
pubblicazioni, conoscenza di software
dedicati alla grafica raster e vettoriale.
L’IDENTIKIT. Ma c’è di più: “Il
consulente in materie artistiche che avrà
il compito di guidare il contraente ed il
direttore dell’esecuzione nella
identificazione delle opere e soggetti da
inserire nel catalogo e nei contenuti
multimediali la cui regia e sviluppo resta
compito di uno più componenti del
gruppo di lavoro che il concorrente
dovrà indicare in sede di gara”.
“Pertanto - si specifica - nessun
nominativo relativamente alla
consulenza specialistica dovrà essere
indicato in sede di gara la cui scelta
dovrà essere concordata con
l'Amministrazione Comunale così come
indicato nel disciplinare di gara”. Ma chi
possiede un curriculum così calzante in
città? Sicuramente il profilo è quello di
un artista con tali caratteristiche.
IL RESTAURO. Alla faccia della
contemporaneità, però, 25 mila euro
sono destinati a un restauro. Si tratta
delle due Vittorie scolpite
nell’Ottocento da Letterio Subba
che sormontavano uno degli ingressi
dell’antica Palazzata. Attualmente in
deposito presso il Museo, saranno
pulite, consolidate e predisposte per
adornare l’ingresso dell’edificio.
REAZIONI
L’affondo di Tonino Perna
PER L’ASSESSORE, IL PROCEDIMENTO VA RITIRATO.
MA IL SEGRETARIO GENERALE GETTA ACQUA SUL FUOCO
MESSINA. Ma cosa ne pensa, del bando, l’assessore alla
Cultura, Tonino Perna? «Me lo sono ritrovato, e risale ad
anni fa. Per quanto riguarda l’organizzazione della Gam, noi
abbiamo un accordo con la Soprintendenza, quindi, del
bando, vanno bene le attrezzature, che possono essere utili, a
differenza del resto». Per il rappresentante della giunta, la
gara arriva proprio mentre si stava componento «un comitato
scientifico per la Galleria»: «Il bando è stato pubblicato senza
che ne sapessi niente, e cono sicuro che ci saranno i ricorsi da
parte delle ditte. Per questo ho chiesto che venga revocato.
centonove pagina 15
L’ultima parola, però, spetta al segretario generale»,
aggiunge Perna. Ma cosa ne pensa, Antonino Le Donne?
«Penso che sulla gara ci sia stato un fraintendimento nella
valutazione complessiva. L’ho analizzato insieme al
responsabile del procedimento, Giacomo Villari, al quale ho
chiesto di predispore una relazione chiarificatrice». Il
segretario, inoltre, tiene a precisare: «La parte qualitativa è
ridotta rispetto alla parte quantitativa, e sarà sottoposta a
verifica da una commissione di esperti che chiameremo a
valutare le voci del catalogo e il resto». Ma come mai
l’assessore Perna non sapeva nulla? «Ciò è dovuto al fatto che
il bando è stato adottato da un dipartimento tecnico e non
da quello Cultura. Circostanze del genere, però, non si
verificheranno più». Il bando, però, può essere riformulato o
deve restare tale e quale? Sul punto, Le Donne risponde: «In
astratto, potrebbe essere riformulato perché, in teoria, i
tempi lo consentirebbero». (D.D.J.)
25 Aprile 2014
sicilia
MESSINA. Viaggio nelle richieste presentate al Comune dai cittadini. Che, a torto o ragione, ci provano sempre
Risacimenti, paga Pantalone
Dalla pigna caduta dell’albero che frantuma il parabrezza alle ustioni per una passerella in metallo resa
rovente dal sole, l’elenco delle cause “folli” che assediano Palazzo Zanca. E che si vincono o si perdono se...
L’ultima in ordine di tempo riguarda
una frenata. Per un brusco arresto di
marcia sulla Panoramica, la sorella della
conducente ha già presentato il conto al
Comune di Messina. Perché il colpo di
frusta è una brutta cosa, e ricevere un
rimborso è meglio di qualsiasi
linimento. In riva allo Stretto, qualsiasi
cosa accada ai cittadini è sempre colpa
del “governo ladro” che, di fronte ai
sinistri, deve indossare le vesti di
Pantalone e pagare, pagare, pagare. Una
storia antica, quella dei risarcimenti
dovuti ma in molti casi paradossali, che
aveva conosciuto una breve pausa
durante i periodi in cui il Comune era
assicurato. Ma, da quando non c’è più
alcuna compagnia, ovvero dal 2010,
l’avvocatura municipale deve dividersi
tra Tribunale, Giudice di Pace e Corte
d’Appello, mietendo successi e subendo
qualche “temporanea” condanna.
TRANSIGERE? MAI!. «Anche di
fronte a richieste congrue, il Comune
non può mai instaurare una transazione,
perché mancano i soldi in cassa», spiega
un legale di Palazzo Zanca. Per cui, la
parola d’ordine è “resistere, resistere,
resistere”. Come nel caso della donna
con il colpo di frusta: «Siamo di fronte a
un caso tipico: viene chiesto un
risarcimento, ma non si specifica la
frenata da cosa sia stata causata. Poi,
sulla base dell’entità della somma
richiesta, davanti al Giudice di Pace o al
Tribunale, arriverà un testimone che
servirà da rincalzo». Ma, a seconda di
dove si svolge la causa (in primo grado,
se la richiesta è entro i 5000 euro si va
dal Giudice di Pace), l’esito può
conoscere destini differenti.
A TORTO O A RAGIONE. Nel 2013,
più della metà delle cause che hanno
visto vincitrice il Comune è stata decisa
dai giudici togati. E lo stesso è accaduto
nel 2014. Insomma, Palazzo Zanca esce
sconfitto, in primo grado, molto spesso
per le decisioni dei Giudici di Pace, che
voi vengono ribaltate in appello nella
maggior parte dei casi. Il perché? I
togati del Tribunale, ad esempio, in
presenza di un testimone vanno più a
fondo, e spesso basta una semplice
domanda, “Quando è sopraggiunto, ha
visto il ricorrente a terra?”, per smontare
tutto. Se infatti l’interrogato dice “sì”, è
chiaro che non ha idea della dinamica
del sinistro.
LE RICHIESTE. Vorrebbe 5000 euro
di risarcimento, ad esempio, una
signora sprofondata dentro un loculo
nel cimitero di Castanea. Meno esoso,
invece, il suo concittadino che ne chiede
4000 per i danni derivati
dall’investimento di un bovino lungo la
strada arginale del torrente Pace. Poi ci
sono i sinistri su due e quattro ruote,
come quelli della signora che, per
evitare un cassonetto portato al centro
della Statale 114, ha sbattuto
violentemente al muro (5000 euro), o
come l’altro, di un centauro scivolato a
causa del fango sulla strada due giorni
dopo l’alluvione di Giampilieri del
2009. Ma non finisce qui. A leggere le
cause, sembra quasi che il Comune sia
una vera e propria persecuzione per i
cittadini. Come nel caso del bimbo di
18 mesi rimasto ustionato da una
passerella in metallo, su cui era caduto,
resa rovente dal sole. E tutto fa brodo,
anche la pigna caduta su un parabrezza
in viale Italia (richiesta respinta) o una
lapide che cade in testa a una donna al
Cimitero (respinta). La fantasia, poi,
non manca proprio. Lo dimostra la
signora che ha chiesto soldi per essere
caduta mentre tentava di sfuggire al
ringhio del cane di un barbone.
LE DISTRAZIONI. Anche vagare con
la testa per aria è colpa del Comune.
Tantissimi, infatti, sono i risarcimenti
danni inoltrati per colpa dei
“panettoni” dissuasori in cemento ai
bordi dei marciapiede. Ma si inciampa
anche per altri elementi piazzati a
bella posta per far cadere i cittadini: in
primis i nastri segnalatori in plastica
legati solo da una parte e fluttuanti al
vento, ma anche le catene tra i blocchi
dissuasori o i temibili cartelli stradali
su cui si sbatte incolpevolmente la
testa, mentre si transita sugli
spartitraffico. (D.D.J.)
CONTROVERSIE
Assicurazione kaputt
I RAPPORTI CON LA COMPAGNIA FARO, FINITA
IN LIQUIDAZIONE NEL 2011 SENZA AVER PAGATO
MESSINA. In principio fu la Gerling, ma finì tutto, e
male, nel 2002. Poi, dopo un paio di gare andate a
vuoto, sembrava che il Comune di Messina avesse
trovato una nuova assicurazione contro i sinistri. Si
trattava della Faro, con cui i rapporti iniziano il primo
gennaio del 2007 attraverso una polizza che sarebbe
scaduta il 30 luglio del 2008. Un rapporto che, con
delibera dirigenziale, viene prolungato con una
riduzione del premio al 10% e della franchigia dovuta
a carico dell’amministrazione da 5000 a 3000 euro,
nonché l’inserimento di una frachigia aggiunta
aggregata pari a 90 mila, che costituiva il tetto
massimo per il periodo assicurativo. Di proroga in
proroga, l’ultima scadeva il 31 luglio del 2010, il 28
luglio del 2011 la Faro viene posta in liquidazione
coatta amministrativa. La brutta notizia giunge in
occasione di un risarcimento, quando all’avvocato della
parte lesa viene comunicato dal liquidatore della Faro
che le pretese creditorie devono essere fatte valere in
sede concorsuale, nell’ambito della formazione dello
stato passivo della società. Questo accade a novembre
del 2012, e a gennaio del 2013, l’allora commissario
straordinario del Comune, Luigi Croce, affida a
Maurizio Igor Germanà, componente del Collegio di
Difesa, l’incarico di redigere una consulenza per
preparare gli atti propedeutici all’insinuazione del
passivo della Faro. Allo stesso legale, viene dato poi
centonove pagina 16
l’incarico di tutelare il Comune nell’aprile dello stesso
anno, quando viene presentata la relazione. Ma cosa
viene fuori? Innanzi tutto, che l’ammontare delle
sentenze da pagare è di 400 mila euro, cifra destinata a
crescere e derivata da giudizi rientranti nel periodo di
copertura. C’è però un intoppo. Come comunica lo
stesso Germanà, il termine per le istanze di
insinuazione al passivo è scaduto il 20 dicembre 2011,
anche se “il commissario liquidatore ha reso noto che il
termine deve intendersi di carattere ordinatorio e non
perentorio e i crediti saranno ammessi fino al
momento in cui verrà presentato all’Isvap l’elenco dei
crediti ammessi”. In seguito all’incarico, il legale
comunica che le istanze per i crediti e i contenziosi
devono seguire criteri legati alle frachigie (prima 5000
e poi 3000 euro), tenendo conto del tetto massimo di
90 mila per ogni trismestre. (D.D.J.)
25 Aprile 2014
sicilia
SOTTO LA LENTE. Chi fornisce i gadget offerti alle auto in attesa, quanto costano e cosa si guadagna
La filiera dei Semafori
La merce proviene soprattutto da Napoli e viene distribuita ai singoli ambulanti da senegalesi e nigeriari.
Un pacchetto di fazzoletti si acquista in media a 35 centesimi. E le marche? I titolari rispondono così
DI
SIMONE OLIVELLI
CATANIA. «Dove vai? Qui ci sono io,
da un anno e mezzo sto qui». Janesh,
ventottenne del Bangladesh, difende
così il proprio posto di lavoro dalla
sfrontatezza di Ludmila,
quarantacinquenne polacca che
vorrebbe condividere con lui il
semaforo e ricavare qualche spicciolo.
Nessuna merce da vendere, soltanto un
bicchiere di plastica e tanta speranza
che però, se i finestrini non si
abbassano, si trasforma in maledizioni.
Janesh invece no, lui vuole guadagnarsi
da vivere e per farlo offre fazzoletti agli
automobilisti in attesa. La solita merce,
quella che si trova a ogni semaforo di
ogni grande città. Perché in questo
particolare tipo di mercato, di
segmentato c’è solo il destino.
«Sono arrivato in Italia tre anni fa.
All’inizio facevo le pulizie, ora soltanto
una volta a settimana; gli altri giorni
prendo il treno e vengo qui». La vita di
Janesh è simile a quella di tanti altri
extracomunitari. Sveglia presto, dodici
ore di lavoro e qualche decina di euro in
tasca quando va bene: «Quanto
guadagno? Poco. A volte dieci euro,
altre quindici, se va bene venti. Mai di
più».
Se gli si chiede cosa ne fa dei soldi, se
rimangono tutti a lui o se invece una
parte deve cederla a chi gli permette di
rimanere lì senza avere fastidi, Janesh
guarda, capisce la domanda ma poi fa
affidamento al suo italiano zoppicante:
«I soldi? Mando alla famiglia, pago
l’affitto e mangio». Stessa domanda,
ma con parole diverse: «Vorrei sapere
se tutto quello che guadagni è tuo o se
invece una parte va a chi ti fa
Non solo fazzoletti, ma anche mimose l’otto marzo
lavorare». Ma è inutile, continua a
guardarsi le scarpe e ripete «casa,
mangiare, scusa». L’imbarazzo è
evidente, la paura pure. Ma per poco.
Dopo un caffè che vorrebbe offrire a
tutti i costi, Janesh si scioglie e inizia a
parla spontaneamente del suo lavoro. I
fazzoletti li compra in un deposito
gestito da nigeriani, che a sua volta si
riforniscono lontano, forse a Napoli.
Una confezione da otto pacchetti gli
costa trentacinque centesimi per poi
rivenderla a cinquanta, a volte
sessanta, altre «io regalo». Ciò che
invece non cambia mai è la marca dei
fazzoletti: Finosoft.
Presenti sul mercato degli ambulanti
da molti anni, i Finosoft attirano anche
la curiosità dei collezionisti per un
motivo ben preciso: si trovano soltanto
ai semafori.
Ma chi li produce? È possibile che
un’azienda abbia come riferimento il
mercato nero?
Cercando sul web, si scopre che il
marchio è stato in qualche modo
legato alla holding tedesca Betz. Con
sede nella cittadina di Buchholz,
venticinque chilometri a sud di
Amburgo, la Betz Holding ha in
Pantos il ramo di società specializzato
nei prodotti cartari. Che i Finosoft
abbiano avuto un qualche legame con
la Germania lo si deduce peraltro
anche dalle confezioni su cui è
riportata la scritta “Taschentücher
samtweich” (fazzoletti vellutati, ndr).
A rappresentare la Betz Holding in
Italia è la Bml Mediterranea,
società con sede legale a Lucca.
Contattato telefonicamente,
l’amministratore Giorgio Garibaldi
tiene innanzitutto a chiarire che «la
nostra filiale si occupa soltanto del
settore dei prodotti alimentari, nulla a
che vedere con i fazzoletti o altri
prodotti in carta».
Dei Finosoft, però, ne ha sentito
parlare: «Già qualche anno fa dichiara Garibaldi - mi è stata
segnalata la presenza di questi
fazzoletti nelle bancarelle dei venditori
ambulanti. Tuttavia, tanti sono gli
elementi che dimostrano l’assenza di
responsabilità della Betz Holding in
questa vicenda».
L’ad di Bml Mediterranea spiega che la
Betz è una holding commerciale che si
occupa di «fare da intermediario» tra
produttori e grande distribuzione,
senza intervenire direttamente nella
realizzazione dei prodotti.
Un altro elemento che spiegherebbe
l’estraneità della holding sarebbe
rappresentato dalle scritte in tedesco:
«Si tratta di un errore madornale, la
legge impone che le descrizioni siano
nella lingua del mercato di
riferimento».
A detta di Garibaldi, quindi, Finosoft in
un recente passato ha fatto parte del
ventaglio di marchi gestiti da Pantos,
mentre oggi la commercializzazione
dei fazzoletti sarebbe gestita da altri.
Ma allora chi ci sta oggi dietro
Finosoft? «Le possibilità - conclude
l’amministratore - potrebbero essere
tante. Qualcuno potrebbe essersi
procurato un cliché di stampa usato in
passato per continuare a confezionare i
fazzoletti clandestinamente, venendo
meno a tutti i controlli di qualità
previsti dalla legge».
Problemi che andrebbero risolti risalendo a chi gestisce questo mercato
- ma che non riguardano Janesh,
perché «io mai allergia o raffreddore».
LA SCHEDA
Obiettivo venti euro
I MASSIMI RICAVI PER UN GIORNATA DI PAZIENTE
ATTESA E SPESSO DI INSULTI. ANCHE SE LA CRISI...
Non solo fazzoletti, ma anche accendini, deodoranti
per automobili e chincaglie di svariata natura. Sono
questi i prodotti che, ogni giorno, i venditori ambulanti
offrono all'estemporanea clientela in fila ai semafori
delle città siciliane. Perlopiù nordafricani o provenienti
dal subcontinente indiano, tra un semaforo rosso e
l'altro cercano di ricavare quel salario che permetta loro
di tirare avanti e, magari, inviare qualcosa ai parenti
rimasti nei paesi d'origine. La quotidianità per i
venditori ambulanti è fatta di pazienza, per un lavoro
che non dà certezze, e nevrosi, quelle degli
automobilisti spazientiti dalle attese sempre troppo
lunghe e più in generale da quel traffico che, come
Johnny Stecchino insegna, è sempre stato uno dei
principali problemi della nostra terra, se non il più
grave. Ma quanto si guadagna passando una giornata
ai semafori? Il ricavato si aggira tra i 10 e i 20 euro,
anche se, come in tutti i settori, ci sono periodi che
fanno eccezione: di questi tempi, però, si tratta di
eccezioni soprattutto in negativo visto che a quanto
pare l'effetto domino della conclamata crisi economica
non ha lasciato indenne neanche questo settore. E così,
nelle giornate meno fortunate ci si accontenta anche di
sette o otto euro. Il margine di guadagno, in genere, si
aggira intorno ai 40 centesimi al pezzo, sia per quanto
riguarda i fazzoletti che gli accendini. Tuttavia, le
particolarità modalità con cui avvengono le
centonove pagina 17
contrattazioni con gli automobilisti fanno oscillare le
medie. Per quanto riguarda, invece, coloro che
potrebbero essere considerati i grandi distributori di
questo particolare mercato, le notizie sono più
contrastanti e difficili da reperire. Trattandosi di un
commercio in nero, nessuno dei protagonisti è ben
disposto a fornire indicazioni sulla quantità di merce
che passa dai propri depositi e, soprattutto, su chi
siano i fornitori. Comunque, a gestire i luoghi di
raccolta sono il più delle volte persone proveniente dai
paesi africani - specialmente Senegal e Nigeria tradizionalmente più avvezzi al commercio
“sedentario”. Parziale conferma arriva da Ahmed,
45enne marocchino da 15 anni in Sicilia: «La merce la
porta un amico. Lui la prende dai senegalesi. Vendono
tutto. Da dove la prendono non lo so, ma ho sentito
dire che arriva dalle altre regioni. Con i furgoni”. (S.O.)
25 Aprile 2014
sicilia
Il tipico banchetto in cui si vende il pescato fresco a Vaccarella
MILAZZO. Dal sequestro di 100 chili di pesce riparte la riqualificazione del borgo di Vaccarella
Pescatori di verbali
Al via il progetto di una pescheria all’aperto dove i professionisti potranno vendere il frutto
della battuta notturna. Dal produttore al consumatore. Allontanando chi vende prodotto congelato
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Milazzo. Una pescheria all’aperto nel
borgo marinaro di Vaccarella e una
street food a base di pesce fresco che
vede come base il vecchio mercato
coperto. A Milazzo si punta sempre
più sulle risorse del mare sia dal
punto di vista turistico che
economico. La svolta è avvenuta
dopo un mega sequestro di 100 chili
di prodotto ittico non commestibile
ad opera degli uomini della
capitaneria di porto. Uno “scandalo”
che stava rischiando di far crollare
un mito. Gli amanti del buon pesce
arrivano da tutto il comprensorio.
Specialmente nel fine settimana
Vaccarella diventa un luogo
folkloristico con i banchetti
improvvisati dagli stessi pescatori di
ritorno dalla battuta notturna. La
settimana scorsa il blitz. In realtà
l’intento della capitaneria era quello
di cogliere sul fatto qualche “furbo”
che, mimetizzandosi tra i pescatori
professionisti, da tempo vende
pescato fresco....di bancone frigo.
Infatti alla Capitaneria sarebbe
giunta la soffiata e si erano mossi
con questo obiettivo. Il risultato? Il
presunto venditore di prodotto
congelato, alla vista dei militari
accompagnati da una pattuglia del
comando di polizia municipale, si
sarebbe dileguato abbandonando la
merce, ma a finire denunciati sono
stati i pescatori che da sempre, per
tradizione, vendono vicino alle
proprie imbarcazioni. Situazione che
si è complicata quando i medici del
servizio veterinario dell'Asp 5 hanno
disposto di smaltire il provento del
sequestro a causa del cattivo stato di
conservazione in banchetti non
autorizzati. «Questo aspetto si deve
chiarire - dice Damiano Maisano,
presidente dell’associazione marinara
“Nino Salmeri” - il cattivo stato di
conservazione è legato a contenitori
non perfettamente a norma o a una
profilassi igienica che difficilmente si
può rispettare sulla spiaggia. C’è da
dire che il pesce viene venduto nel
giro di poche ore dall’approdo delle
barche, dunque, il prodotto arriva
integro sulle tavole dei clienti». Il
sequestro, però, ha consentito di
avviare un percorso che porterà a
Vaccarella alla nascita di una piccola
pescheria dove vendere il prodotto
appena pescato nel rispetto delle
norme sanitarie. Si è già tenuta
riunione che si è tenuta una riunione
tra la Capitaneria di Porto guidata
dal comandante Fabrizio Coke a cui
hanno preso parte i rappresentanti
dell'associazione "Nino Salmeri",
della coop La Murena, dell'Ufficio
Demanio Marittimo, dei vigili urbani,
del servizio veterinario dell'Asp 5,
l'assessore allo Sviluppo Economico
Gaetano Nanì. "Su nostra proposta -
dice Maisano - i vari rappresentanti
degli enti intervenuti hanno dato il
parere favorevole sull'istituzione di
micro punti vendita all'aperto
realizzati nel rispetto delle norme
sanitarie e dell'occupazione degli
spazi demaniali. Le aree saranno
individuate nel tratto tra la chiesa di
Santa Maria Maggiore e la "cupola"
con l'affresco di San Francesco di
Paola». I pescatori professionisti
dovranno presentare singolarmente
un progetto che dovrà essere
approvato dal demanio e della
capitaneria. L'associazione Salmeri
metterà a disposizione un proprio
tecnico a supporto degli associati.
«Gli adempimenti da parte dei
pescatori locali - si legge in una nota
della capitaneria - consentiranno agli
organi di vigilanza di reprimere ogni
forma di commercializzazione illecita
di prodotto ittico ovvero di
immissione sul mercato di prodotto
di dubbia provenienza, tutelando
altresì i diritti dei produttori ittici che
commercializzano correttamente il
frutto della loro pesca nel rispetto
anche delle norme igienicosanitarie».
IL PROGETTO
Lo street food di Nanì
L’ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO CERCA FONDI
PER RISTRUTTURARE L’EX MERCATO COPERTO
Milazzo. Tutto ruota attorno alla ristrutturazione del vecchio
mercato coperto. Solo così si potrà puntare allo street food
(cibo da strada) a base di pesce che dovrebbe rilanciare la
vecchia pescheria di Milazzo. L’assessore allo Sviluppo
economico, Gaetano Nanì, sta lavorando su questo percorso
da tempo. «La mia intenzione è quella di affidare il mercato
coperto ad un privato tramite bando con un indirizzo preciso,
lo street food. L’alternativa è quella di aspettare che la
Regione pubblichi un bando legato all’agricoltura per
ristrutturare il locale». La struttura si affaccia sulla vecchia
pescheria. I fasti del passato sono un lontano ricordo visto che
centonove pagina 18
delle decine di banconi non ve n’è traccia. Nanì, assieme
all’assessore Dario Russo responsabile del turismo, ha riunito i
venditori superstiti chiedendo loro di aderire al progetto. In
sostanza la mattina continuerebbero a vendere il prodotto, la
sera offrirebbero del pesce cucinato per aperitivi “rinforzati”.
Lo snodo, però, dovrebbe diventare il mercato coperto. L’idea
dello street food è al centro di una proposta lanciata dal
consigliere comunale Roberto Mellina. «Occorre cercare di
determinare nuove opportunità di interesse per i
consumatori - scrive Mellina - al fine di ricostituire le
condizioni per il ritorno della frequentazione assidua delle
vie del centro cittadino. La carenza che si riscontra
immediatamente nel centro di Milazzo è la mancanza del
"Food", che invece è elemento essenziale di ogni centro
commerciale». Proprio il mercato coperto potrebbe diventare
il punto nevralgico del nuovo "Centro di Milazzo". Mellina,
nella nota, spinge per favorire imprese under 35.
sicilia
25 Aprile 2014
FURCI SICULO. A rischio la nascita dell’unione Jonio-Taormina-Etna
Liberi consorzi in frantumi
Da Scaletta Zanclea a Giardini Naxos i sindaci disertano l’incontro: non vogliono Giarre come
capofila. Ma Taormina non ha i numeri per avere la leadership. Le pressioni dei catanesi
La riunione dei sindaci della zona jonica
DI
GIUSEPPE PISTONE
FURCI SICULO. Al centro della
contesa è il ruolo del comune di
Taormina. Su questo punto
potrebbe frantumarsi l’ipotesi di
una adesione da parte dei comuni
jonici messinesi al nascituro
consorzio dei liberi comuni dell’area
“Jonio-Taormina-Etna. «La verità è
che non ci sentiamo rappresentati
da questa legge che in base al
numero di abitanti designerebbe
Giarre comune capofila e non
Taormina – sbotta il sindaco di Furci
Siculo, Sebastiano Foti». L’ultima
ipotesi portata al vaglio dei 52
sindaci riuniti al comune di Furci
Siculo sarà quella di destinare
almeno la presidenza e la sede
legale a Taormina. Questa la
proposta lanciata da Foti, per
salvare in extremis l’unione dei
comuni che andrà a sostituire l’ente
provincia in quella porzione di
territorio.
«Se il consorzio dei liberi comuni
dell’area “Jonio-Taormina-Etna”
dovesse fallire, aderire alla città
metropolitana di Messina sarebbe la
nostra fine, diventeremo solo dei
satelliti» avverte, però, il sindaco di
Taormina, Eligio Giardina rivolto
soprattutto ai comuni dell’area
jonica messinese da Letojanni a
Santa Teresa di Riva affinché non
aderiscano alla città metropolitana
di Messina. «In ballo ci sono tanti
finanziamenti riservati ai consorzi continua - la leadership, poi, è tutta
ancora da vedere: Taormina regista
oltre 1 milione di turisti l’anno».
Sono ore decisive per sciogliere i
dubbi dei primi cittadini. L’ultima
parola spetterà ai presidenti dei
consigli comunali che si riuniranno
a Taormina per decidere sulle sorti
del consorzio. Il sindaco della perla
jonica, Eligio Giardina sarebbe
ancora fiducioso. «Questa è l’unica
ipotesi di sviluppo territoriale, i
comuni del catanese sono pronti a
sottoscrivere il consorzio, quelli del
versante messinese invece subiscono
l’influsso di qualche politico di
turno a far aderire il proprio
comune alla “Città metropolitana di
Messina”». C’è, addirittura, chi
sarebbe pronto a resettare tutto
come il sindaco di Santa Teresa di
Riva, Cateno De Luca che avrebbe
tentato di creare un comune unico
con altri 7 sindaci confinanti. Ipotesi
già fallita. Ma non archiviata.
Dunque resta appeso ad un filo il
futuro del costituendo consorzio,
dei liberi comuni dell’area “JonioTaormina-Etna” che, qualora venisse
istituito, rivoluzionerebbe la
geografia politica dei 52 comuni. Da
Giarre a Scaletta Zanclea, con tutte
le zone pedemontane, che
comprende un’utenza di oltre 150
mila abitanti, tetto minimo per un
consorzio di area vasta. «Se
l’obiettivo è quello della gestione
economica, togliamoci mano –
chiarisce il sindaco di Zafferana
Etnea, Alfio Russo - Non mi
interessa a chi andrà la leadership,
Giarre, Taormina o Mongiuffi Melia,
fa lo stesso. Nessuno ha capito
l’importanza progettuale che
sarebbe una vera rivoluzione per
tutto il territorio che offe al suo
interno bellezze uniche al mondo».
«E’ una sfida difficile – aggiunge il
sindaco di Furci Siculo Sebastiano
Foti – primo perché ancora non si
hanno le idee chiare, e poi perché
bisogna indire un referendum e non
tutti hanno la disponibilità
economica per farlo». Alla riunione
del 22 aprile il sindaco di Furci
Siculo ha convocato i sindaci
dell’area jonica per verificare il loro
interesse, ma quasi tutti i sindaci
hanno disertato l’assemblea:
presenti solo gli amministratori di
appena 3 comuni di cui Alì
Superiore, Roccafiorita e Furci
Siculo. Nelle ultime ore prende
piede addirittura l’ipotesi di una
vera e propria campagna di
avversione contro l’istituzione del
consorzio area “Jonico-TaorminaEtna” guidata dalle amministrazioni
di Santa Teresa di Riva, Giardini
Naxos, Letojanni, Roccafiorita e
Forza D’Agrò, i cui sindaci da un
lato avrebbero il timore di rimanere
all’ombra delle due città capofila
Giarre o Taormina. «Sono in gioco i
destini delle future generazioni - ha
spiegato Roberto Bonaccorsi,
sindaco di Giarre - dobbiamo
arrivare a costituire un ente che
riesca a coinvolgere tutti i centri in
un contesto omogeneo. E' un
percorso ad ostacoli ma dobbiamo
unire le forze per giungere al
traguardo». A non credere nei liberi
consorzi è il presidente del
Consiglio di Roccafiorita Fabio
Orlando. «La nostra paura è che
anche costituendo il consorzio
rischiamo di diventare la periferia di
Giarre o Taormina. In ogni caso –
dice Orlando – i grandi centri
verranno favoriti a discapito dei
piccoli comuni». Insomma, o città
metropolitane o consorzi pare non ci
sia scampo per le realtà minori.
«Bisognerà scegliere, come da
tempo accade in Italia, la soluzione
meno tragica. Non di certo la
migliore». «Dobbiamo capire se c'è
una comunanza di interessi - ha
dichiarato il sindaco di Taormina
Eligio Giardina - se ciò esiste
nessuno potrà fermarci e ci faremo
sentire a Palermo perchè non
vogliamo delegare a nessuno il
ruolo fondamentale che i sindaci
svolgono sul territorio». Taormina,
dunque, si propone come città
leader del Consorzio JoniaTaormina-Etna, anche se la norma
appare chiara: il ruolo di capofila
spetta al comune con il maggior
numero di abitanti, nel caso in
questione Giarre.
LA PROPOSTA
Gambino e Limosani puntano sulla metropoli
Messina. "La città Metropolitana di Messina, linee guida per lo sviluppo dei
cinquantuno Comuni". E’ questo il titolo del saggio presentato dai docenti
universitari Josè Gambino e Michele Limosani nel quale delineano una
visione di medio e lungo periodo in base allo sviluppo dell'Area integrata
dello Stretto e della Città metropolitana. I punti cardine sono la
valorizzazione delle aree montane, con la realizzazione del Parco dei
Peloritani; la riqualificazione dei Comuni marittimi attraverso la rete dei
borghi marinari e di quelli collinari facendo rete anche in questo caso; la
realizzazione di una grande opera di riprogettazione delle fiumare
realizzando le rotte dei saperi e dei sapori; la riqualificazione del porto di
Messina come porta della Città metropolitana; la riorganizzazione del
sistema dei trasporti sfruttando il mare.
centonove pagina 19
25 Aprile 2014
sicilia
MOTORI. Ritornano le auto nel cuore della Città dello Stretto
Rally, il giorno di Messina
Nella gara, in programma domenica 27 aprile, sessantasette equipaggi
si sfideranno nelle prove speciali “Campo Italia”e “Colli San Rizzo”
DI
Marco Runfola
ROSSANA FRANZONE
MESSINA. «Il ritorno delle auto e degli
equipaggi nel cuore della città significa
riavere qualcosa che i messinesi hanno
sempre sentito come propria». Non ha
dubbi Rosaria Villari presidente della
Messina Racing Team, la scuderia che ha
organizzato il 1° Messina Rally Day con
il concorso dell’Assemblea Regionale
Siciliana e in collaborazione con
l’Automobile Club Peloritano ed il
Comune di Messina. La competizione, in
programma sabato 26 e domenica 27
aprile a Messina, è valida per il
Campionato Siciliano Rally e il primo
Rally Day inserito nel calendario del
monomarca Trofeo Peugeot Competition.
Sessantasette gli equipaggi, in arrivo da
tutta l’isola, iscritti alla gara che riporterà
le auto da rally nel cuore della Città
dello Stretto. Cerimonia di partenza e
Mauro Amendolia, Renato Accorinti e Massimo Rinaldi durante la conferenza stampa
traguardo, infatti, tornano in pieno
centro cittadino, a Piazza Unione
Europea, davanti al Municipio. E
saranno i due momenti clou della
manifestazione. La partenza è prevista
alle 22,30 di sabato 26 aprile ed la
premiazione alle 17.30 di domenica 27
aprile. Il pubblico potrà prima
apprezzare vetture ed equipaggi in
piazza e poi potrà assistere alle due
prove, già teatro di memorabili sfide
internazionali. Domenica 27 aprile
l’attenzione si sposterà su “Campo Italia”
e “Colli San Rizzo”, i due tratti
cronometrati da percorre tre volte, oltre
che verso il Centro Sportivo Universitario
UniMe Sport, dove sono previsti i
riordinamenti ed il parco assistenza. La
manifestazione è stata ben accolta anche
dall’amministrazione comunale. «La
partenza da Piazza Municipio precisa il
sindaco Renato Accorinti - ha un forte
valore simbolico. Vuole portare il rally
tra la gente, in una città che ama questo
sport e che deve crescere nel rispetto
della grande tradizione automobilistica».
E alla prima edizione del Messina Rally
Day non mancano le sorprese. Tra gli
iscritti, infatti, compare un equipaggio
tutto rosa. Si tratta dalla sempre più
decisa Gemma Amendolia e Anna
Maria Pittari. Corrono con la Rover
MG Rover ZR preparata da Ferrara
Motors equipaggio della scuderia
Messina Racing Team. Gemma é figlia di
Mauro Amendolia e Rosaria Villari
rispettivamente direttore sportivo e
presidente della scuderia messinese.
Molti sono gli equipaggi che per
esperienza ed abilità sono accreditati ai
vertici della classifica assoluta e di quella
delle varie categorie. Lo spettacolo
arriverà dalle cinque Super 1600 in
elenco ad iniziare dalle Renault Clio dei
cefaludesi Marco Runfola e Marco
Pollicino, un equipaggio giovane ma
dalla provata esperienza, che però dovrà
fronteggiare l’accreditata pattuglia
messinese dove spiccano i nomi del
portacolori Sunbeam Motorsport
Salvatore Armaleo che per
l’occasione conterà sul perfetto feeling
con la figlia Claudia. Forte anche
l’equipaggio Phoenix formato dal tenace
Giovanni Celesti e Carmelo Russo,
sulla Fiat Punto sempre Super 1600 ci
saranno i portacolori della Scuderia
organizzatrice Giuseppe Alioto e
Nicola Mangano. A domare la
potenza della Mitsubishi EVO X a
trazione integrale dovranno pensarci gli
alfieri T.M. Racing Angelo Di Dio e
GLI ISCRITTI
Da Runfola ad Arena. Ecco piloti e navigatori
Messina. Sessantasette gli equipaggi in gara. Ecco chi si sfiderà nelle due prove speciali:
Runfola/Pollicino, Armaleo/Armaleo, Doria/Martorana, Celesti/Russo, Alioto/Mangano, Di Dio/Vinci,
Arena/Caputo, Vercelli/Bongiorno, Caminiti/Barbaro, Trifirò/Abate, Schepisi/Pizzo, Foti/Mento,
Rizzo/D’Angelo, Mondello/Martino, Cariolo/Arena, Sottile/Sottile, Arasi/Calisto, Riggio/Cariolo, Lo
Schiavo/Lo Schiavo, Longo/Longo, Previti/Previti, Liotta/Liotta, Nucci/Gulino, Inturri/Iuvara,
Filippini/Mangano, Segreto/Longo, Sofia/Gambadoro, Rizzo/Scuderi, Fragale/Aliberto,
Calderone/Perrone, Briguglio/Messina, Bologna/Pittella, Piccione/Catalfamo, Cipolla/Buscemi,
Saija/Saija, Alvano/Di Marco, Greco/Cutugno, Venuto/Cambria, Samarelli/Carnevale, Bagnato/Marino,
Rizzo/Ilaqua, Capizzi/Pirri, Cappadona/Cappadona, Alibrando/Aprile, Lo Schiavo/Ferrara,
Cimino/Guercio, Toscano/Santisi, Scolaro/Pintaudi, Crescente/Moschella, Anterini/Anterini, De Meo/De
Meo, Di Pietro/Marino, Vazzano/Venuti, Malvaso/Russo, Finanze/Finanze, Di Stefano/Bellinvia,
Martella/Drago, Scibilia/Gangemi, Cannata/Zoccoli, Borrello/Adamo, Cosenza/Costanzo,
Amendolia/Pittari,Interdonato/Triolo, Presti/Sposito, Papa/Milici, Federico/Magistro, Arena/D’Agostino.
centonove pagina 20
25 Aprile 2014
sicilia
LA STORIA
Novant’anni di corse
Dino Nucci
Gemma Amendolia
Il campione di Motocross Eros Doria con Viviana Martorana
Giovanni Vinci. Mentre altra categoria
in lotta per i vertici assoluti sarà la R3
dove figurano le Renault New Clio del
sempre più promettente Giuseppe
Arena, di Ivan Vercelli sempre più a
suo agio come pilota dopo un’ottima
carriera da navigatore, di Filippo
Caminiti e Santino Trifirò,
quest’ultimo navigato da Gaetano
Abate impegnato anche nel Trofeo
Suzuki al fianco di Sergio Denaro.
Grandi presenze e anche grandi ritorni al
1° Rally Day di Messina. Atteso debutto
nelle strade messinesi per il campione di
Motocross Eros Doria, della scuderia
Sgb Rallye, che alla sua prima gara a
bordo di una Renault Clio Super1600, al
recente Ronde delle Maccalube, ha
saputo mettere tutti in riga, il pilota di
Caltanissetta ha scelto la gara messinese
per migliorare ulteriormente il suo
feeling con le quattro ruote e con la
potente Super1600 di casa Renault. Ed
anche in questa occasione sarà
affiancato dalla fidanzata Viviana
Martorana. Altri sei gli equipaggi in
gara della scuderia nebroidea al rally
messinese. In classe A7 tra i favoriti alla
vittoria il pilota di San Piero Patti
Giuseppe Schepisi navigato da
Alessio Pizzo a bordo della sua
Renault Clio Williams. Trasferta per il
forte pilota agrigentino Giuseppe
Cipolla che navigato da Giuseppe
Buscemi sarà al via con una potente
Peugeot 106 rally di classe A6. Ma da
segnalare in modo particolare è il ritorno
alle competizioni di Mauro Gulino,
direttore sportivo della scuderia di San
Piero Patti, che dopo oltre cinque anni di
assenza dai campi di gara torna a vestire
tuta e casco per affiancare il
vicepresidente Dino Nucci che sarà al
volante di una Renault Clio Williams di
classe N3. In cerca di riscatto, dopo la
sfortunata prova al Rally Torri Saracene,
ci sarà Antonio Cappadona in coppia
con la figlia Alessia al via in classe A5 a
bordo di una Peugeot 205 Rally. Da
tenere d’occhio in classe N1 il
giovanissimo Andrea Borrello
navigato da Andrea Adamo a bordo di
una Peugeuot 106 Rally. E infine Fabio
Cosenza con Giovanni Costanzo.
«Manifestazioni come questa - sottolinea
Mauro Amendolia - sono importanti.
Portano in città tanta gente. Non mi
stancherò mai di ripeterlo».
La storia d’amore tra Messina e le
corse su strada è parecchio antica, e
nonostante alti e bassi mai sopita.
Dalla quasi centenaria la "Coppa Vinci"
del 1925, che vide la partecipazione
degli assi del volante dell’epoca come
Tazio Nuvolari ed Achille Varzi, alla
storica “10 ore notturna” che si corse
per sei edizioni a partire dal 1952,
prima sul circuito cittadino poi, nel ’58,
sul circuito dei laghi di Ganzirri. La 10
ore notturna, con formula
“endurance”, vide la partecipazione
dei campioni degli anni ’50 quali,
Clemente Biondetti, Eugenio
Castellotti, Maurice Trintignant, Phil
Hill ed una delle poche donne al
volante da corsa come Maria Teresa De
Filippis. Da oltre trent’anni, però,
motori e Messina sono andati a l’estate
del 1979, fu il rally dei Due Mari, che
precedette solo di qualche mese il rally
di Messina, destinato a diventare un
caposaldo del campionato italiano
assoluto rally. La prima edizione fu
vinta dall’equipaggio palermitano
Montalto-"Flay"a bordo della micidiale
Lancia Stratos, la vettura
soprannominata “ammazzarally” per le
prestazioni di una generazione
superiori rispetto alle concorrenti
dell’epoca. La casa torinese del
tridente, in riva allo Stretto, si è sempre
fatta onore: con la 037 dell’equipaggio
Runfola-Poli, marito e moglie e di
Rosselli, e con le Delta di Ferrecchi e
Liatti, con Piero Lçonghi che riuscì a
vincere il Messina sia con la 037 che
con la Delta. Nel 1986, anno dei
terrificanti mostri da seicento cavalli di
gruppo B, ebbe luogo una delle più
avvincenti edizioni di sempre, con la
coppia Cerrato-Cerri, a bordo della
Delta S4, a battagliare per tre giorni
con Zanussi e Amati, vincitori per
pochissimi secondi a bordo della
Peugeot 205 turbo 16. Tra i vincitori,
negli anni, parecchi campionissimi: Da
Franco Cunico, a cui fu dedicato anche
un fan club, ad Andrea Dallavilla.
Ironia della sorte, l’unico messinese a
trionfare fu Nunzio Panebianco, nel
1983 su Opel Kadett GTE, mentre c’è
andato vicino, senza mai riuscirci,
Beppe Bosurgi, che i tornanti del
Messina li ha affrontato con Porsche,
Lancia e Audi gruppo B. (A.C.)
Le verifiche a Piazza Unione Europea del Ronde dei Peloritani 2011
centonove pagina 21
25 Aprile 2014
sicilia
TURISMO
LIPARI. Il sindaco Giorgianni contro la proposta di referendum per abbandonare i siti “Patrimonio dell’Umanità»
«Giù le mani dall’Unesco»
La polemica nasce dalla mancata stabilizzazione dei lavoratori della Pumex, la società che estraeva
pomice. «I vincoli del territorio sono legati ai piani paesaggistici non al riconoscimento internazionale»
Una protesta dei lavoratori Pumex
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Lipari. «Un referendum per decidere
se rimanere nell’elenco dei siti
patrimonio dell’umanità stilata
dall’Unesco? Una stupidaggine». Ad
intervenire nel dibattito sui benefici o
meno del riconoscimento ottenuto
dall’arcipelago eoliano quattordici
anni fa è il sindaco di Lipari, Marco
Giorgianni. La polemica nasce dopo la
mancata stabilizzazione al Comune
dei 35 ex dipendenti della Pumex, la
società dell’imprenditore Enzo
D’Ambra costretta a chiudere i battenti
per evitare che l’Unesco ritirasse il
riconoscimento. Oggi i lavoratori
rimangono nel limbo. A gennaio si è
concluso il rapporto lavorativo con il
Comune eoliano.
In questi anni gli ex Pumex sono stati
reimpiegati attraverso un progetto
obiettivo che però li ha lasciati in una
situazione poco chiara: non sono né
Lsu, né dipendenti. «Non hanno mai
instaurato un rapporto di lavoro con il
Comune di Lipari e per questo motivo
non hanno diritto alla disoccupazione
ma neanche titolo a un percorso di
stabilizzazione» hanno scritto i
sindacalisti della Fp Cgil Clara Crocè e
Francesco Fucile. Ed ecco che ad
accendere la miccia ci pensa il
movimento “Art. 1 Autonomia e
Libertà” del coordinatore Alessandra
Falanga che ipotizza l’uscita dalla
«World heritage List» tramite un
referendum popolare. «A mio giudizio
è una stupidaggine - replica il sindaco
Giorgianni - se domani mattina le
Isole Eolie non fossero più ritenute
“patrimonio dell’umanità” non è che
improvvisamente cadono vincoli
paesaggistici e la Pumex potrebbe
riaprire. A vincolare il nostro territorio
sono le riserve, il piano paesaggistico,
le zone zps. Paletti che non hanno
nulla a che fare con l’Unesco. Questo
riconoscimento è solo plus valore». A
subirne le conseguenze non è stata
solo la Pumex ma tutto il settore
dell’edilizia che nell’ultimo decennio
ne è risultato ridimensionato.
Giorgianni non ha alcun dubbio sul
beneficio ottenuto dall’arcipelago
grazie al riconoscimento. «Per un
territorio può essere considerato solo
opportunità, il valore non può essere
messo in discussione. Certamente vi
sono criticità a cominciare da quelli
della Pumex, ma questa difficoltà è
aspetto negativo che va risolto. La
tutela del territorio deve essere una
nostra priorità a prescindere. E’ l’unica
cosa che possiamo offrire ai turisti e
comunque deve essere mantenuto e
vincolato in quel modo.
Indipendentemente dal
riconoscimento. Ad esempio il
progetto di mega porto è stato
ridimensionato e - al momento - non
sappiamo nemmeno se si farà mai.
Non solo è impattante ma non è detto
che regge economicamente in questo
momento di crisi». Giorgianni entra
nel merito della vicenda Pumex. «I 35
lavoratori sono in questa situazione
non per colpa dell’Unesco ma perchè
negli anni precedenti chi mi ha
preceduto non è riuscito a sfruttare
alcune opportunità per la
riconversione di questo personale.
Personalmente ho in programma
incontri sia con l’assessorato alla
Formazione e al Lavoro che con il
Ministero del Lavoro. La drammaticità
di questa vicenda ha due aspettati
altrettanti gravi. Trentacinque famiglie
senza reddito sono una emergenza
sociale in una piccola realtà come la
nostra. Inoltre, noi amministratori, ci
stiamo ritrovando con il 40% del
personale in meno nella gestione del
comune e rischiamo il collasso. Loro
operavano a supporto degli uffici
comunali, si occupavano del controllo
del territorio, del mantenimento dei
centonove pagina 22
Una Mirabilia
di arcipelago
Lipari. L’isola ospiterà l’edizione 2015
di ” Mirabilia” , iniziativa finalizzata
a promuovere l’offerta turistica dei
siti Unesco , favorendo il
collegamento tra territori
accumunati dal riconoscimento
Unesco proponendoli a potenziali
fruitori internazionali attenti al
turismo culturale e di qualità.
L’intesa è stata raggiunta nel corso
della riunione operativa della
seconda edizione della
manifestazione organizzata dalla
Camera di Commercio di Matera in
collaboraizone con gli enti camerali
di Messina , Brindisi, Genova,
Padova, La Spezia , Perugia, Salerno,
Udine e Vicenza. L’edizione 2014 si
svolgerà a Perugia. Per la Camera di
Commercio di Messina, presente il
commissario Franco De Francesco
entusiasta di poter organizzare a
Lipari la rassegna del prossimo
anno.
siti archeologici».
Sulla stessa linea anche il presidente
del consiglio comunale, Adolfo
Sabatino. «L’Unesco ha giovato e giova
alle Eolie - sostiene - essere divenuti
“patrimonio dell’umanità” ha veicolato
nel mondo il nome delle Eolie e
portato turismo qualificato e
qualificante, ma chi ci ha dato il
riconoscimento deve venirci incontro
per consentire di mantenerlo con
vincoli idonei. Una cosa è vincolare in
modo aleatorio le Alpi o i sassi di
Matera, un’altra un luogo dove c’è una
popolazione che ha esigenze di vita e
di lavoro». A spingere per
l’inserimento dell’arcipelago nella lista
fu l’ex sindaco Michele
Giacomantonio. «Mi sembra
impossibile che a quasi 15 anni
dall’evento ci sia chi imputa il calvario
degli ex-Pumex all’iscrizione delle
Eolie nelle liste dell’Unesco sottolinea in una nota - Basterebbe
considerare che l’iscrizione è avvenuta
nel 2000 e i licenziamenti risalgono,
mi sembra, al 2007. L’Unesco non
c’entra niente con la chiusura. Questa
è stata voluta dalla magistratura
perché la concessione delle cave
scadeva nel 2001 e si è continuato a
lavorare con proroghe illegittime e
comunque ritenute tali. Io stesso
promossi incontri con imprenditori e
finanziatori statunitensi e tedeschi
interessati alla riconversione dell’area
ma non se ne fece niente perché si
pensava di continuare a scavare
pomice in eterno anche se già si erano
cominciati ad intaccare siti delicati fra
cui la conca vulcanica delle Rocche
Rosse, un gioiello naturale
irrimediabilmente compromesso».
economia
Linda Vancheri
Antonino De Simone
MESSINA. La Regione firma un protocollo con l’Autorità portuale di Messina, mettendo fine al contenzioso
Sotterriamo la Falce di guerra
L’Ente Porto rinuncerà ai ricorsi sulla titolarità delle aree in cambio di un colpo di penna sui debiti accumulati.
Strada spianata per il varo definitivo del Piano regolatore, che rischiava di saltare se l’Authority avesse perso
MESSINA. Rinuncia ai giudizi in corso,
liberatoria dai debiti, via al rush finale
per il Piano Regolatore Portuale. La
Regione ha deciso di mettere un punto
alla decennale diatriba tra l’Autorità
Portuale di Messina e l’Ente Porto (sua
emanazione) riguardante la titolarità di
ampie porzioni della zona falcata di
Messina. Un “cessate il fuoco” che si
traduce, in termini economici, con una
liberatoria dei debiti dell’Ente (che verrà
sciolto) nei confronti dell’Authority, ma
che prevede l’intera consegna delle aree,
comprese quelle che sono
“remunerative” (ad esempio il bacino di
carenaggio) o destinatarie di interventi
finanziati (la degassifica).
STOP AL CONTENZIOSO. Ma il
nodo più importante riguarda la
rinuncia al contenzioso legale sulla
titolarità delle aree. Una questione
non da poco, se si considera che, in
ballo, c’era il futuro stesso del Piano
regolatore portuale e una grossa cifra
da pagare nel caso in cui l’Ente nato
per la realizzazione del Porto Franco
avesse prevalso. Allo stato attuale,
mentre in sede civile si era registrata
una sconfitta in primo grado, in serie
amministrativa a soccombere era
l’Autorità Portuale. Autorità che, in
caso di sconfitta, avrebbe dovuto
rifondere l’Ente per i canoni ricevuti e
per le mancate entrate derivate dalla
“requisizione” delle aree strappate
all’Ente all’epoca della nascita
dell’Authority. Aspetto non
secondario, infine, il nodo del Piano
regolatore del Porto, che si sarebbe
dovuto rielaborare sulla base delle
zone realmente nella disponibilità
degli uffici di di Vittorio Emanuele.
Sulla bontà dell’operato della
Regione, che ha deciso di non creare
più ostacoli all’Autorità, tra l’altro al
centro di una battaglia per il
ordinamento dei nuovi distretti
previsti dalla riforma del governo,
eventualmente potrà pronunciarsi
solo la Corte dei Conti, se ravviserà
un danno per l’erario.
25 Aprile 2014
I TERMINI DEL PROTOCOLLO. Ma
cosa dice l’accordo firmato dal
presidente dell’Authority, Antonino
De Simone, dal commissario ad acta
dell’Ente, Emanuele Nicolosi, e
dall’assessore regionale alle Attività
Produttive, Linda Vancheri?
All’articolo 1, si specifica che il
protocollo è “inteso a consentire il
pieno, integrale e condiviso
raggiungimento degli obiettivi di
riqualificazione e sviluppo della Zona
Falcata del porto di Messina”. Per
raggiungere tali obiettivi, all’articolo
due, i contraenti specificano che si
dovrà procedere a una rapida
attuazione degli interventi contenuti
nel Piano regolatore portuale, ancora in
fase di approvazione (tra le ultime
necessità da affrontare, c’è stato
l’adeguamento alla Vas). In tal senso,
l’Ente Porto, nato con lo scopo di
realizzare la zona franca nella falce,
non si metterà più “di traverso”, mentre
la Regione provvederà ad analizzare il
Prp in tempi brevi. L’articolo 3, invece,
riguarda proprio l’Ente Porto, visto che
resterà “impregiudicata dal presente
atto la facoltà della Regione Sicilia di
portare a termine attraverso i propri
organismi opere e interventi già
programmati e di eseguire, a proprie
cure e spese, nuove opere nella Zona
Falcata ma coerenti con il Piano
regolatore portuale nel rispetto della
legge 84 del 1994 che ha istituito
l’Authority portuale”. Infine, all’articolo
4, si legge che: “L’ente Porto, entro 15
giorni dalla sottoscrizione dell’accordo,
s’impegna ad abbandonare il giudizio
di appello proposto contro la sentenza
n. 191 del 25 gennaio 2013 resa dal
tribunale civile di Messina e del
giudizio 4121 del 2010 pendente
innanzi al tribunale. L’ente Porto dovrà
fornire formale riscontro all’Authority
portuale. Entro 15 giorni dalla firma
sarà redatto dalla competente Autorità
Marittima verbale di consegna delle
aree demaniali, opere e specchi acquei
ricompresi nella Zona Falcata del porto
e non ancora consegnati all’Autorità
portuale”, che quindi concederà la
liberatoria “sull’integrale posizione
debitoria imputata all’ente Porto”.
(D.D.J.)
CONTRO CORRENTE
Zafarana dice “no”
LA DEPUTATA E I COLLEGHI DI CINQUE STELLE
CRITICANO CROCETTA: “CI DICA DEL PUNTO FRANCO”
MESSINA. Nel clima di gioia generale, a vestire gli abiti
da guastafeste sono Valentina Zafarana e i
parlamentari all’Ars del Movimento Cinque Stelle:
“Crocetta non nasconda la testa sotto la sabbia e dica
chiaramente cosa sarà dei 144 mila metri quadrati in cui
sorgerà il punto franco di Messina. Non è
assolutamente pensabile di potere regalare all’Autorità
portuale un’area di cui la Regione deve assumere la
gestione diretta”, attacca la deputata, che aggiunge
insieme ai colleghi: “Non vorremmo che questo accordo
sia l’ennesimo atto con cui la Regione cederà la propria
sovranità e le proprie prerogative ad un ente statale
non elettivo e non soggetto a forme di controllo
democratico, ma squisitamente tecnico, slegato dal
territorio e finanziarizzato, facendone pagare le
conseguenze ai cittadini messinesi e ai siciliani tutti”.
Molte le ombre gettate dai grillini: “Dietro questo
accordo c’è la volontà di riqualificare l’area più preziosa
dello stretto e di creare ricchezza equamente distribuita
tra i cittadini? Oppure tra le linee del piano regolatore
portuale redatto dall’Autorità portuale di Messina –
sconosciuto ai cittadini e condiviso non si sa con chi – si
nasconde l’ennesima speculazione edilizia che gioverà
ai ‘soliti noti’ e sottrarrà per l’ennesima volta il mare
alla città?”. Aggiunge poi Valentina Zafarana: “Da una
interlocuzione con l’assessore Vancheri, non è stato
possibile avere la certezza se questo ‘storico accordo’
centonove pagina 23
farà salvi i 144.000 mq su cui è stato stabilito che debba
sorgere il punto franco, preogativa del governo
regionale, o se ancora una volta la Regione farà finta di
nulla, nascondendo la testa sotto la sabbia. Il segreto,
evidentemente, sarà svelato ai cittadini solo dopo
l’incontro di domani. D’altro canto in un recente
incontro, l’assessore aveva garantito la volontà di
costituire un tavolo tecnico, allo scopo di individuare e
attuare l’iter amministrativo che porti alla realizzazione
del punto franco di Messina. Appare doveroso ricordare
al governo che sull’area insiste un vincolo legislativo e
che l’ Alta Corte stabilì che, essendo il punto franco
compreso nel territorio della Regione, la competenza
della materia industriale, commerciale ed
amministrativa è del presidente e degli assessori
regionali, mentre solo la vigilanza doganale spetta agli
organi del Ministero delle Finanze”.
25 Aprile 2014
economia
MESSINA. Da Villafranca a Gaggi l’allarme per la mancata erogazione dei fondi dalla Provincia
Conti in rosso alla Pro Loco
Il presidente Santino Gentile chiede un incontro con il commissario Romano e invoca
300 mila euro di contributi. Ma da Palazzo dei Leoni rispondono picche: «Non ci sono risorse»
DI
ANTONIO BONACCORSO
Messina. Dalle isole Eolie a Taormina,
dal barocco del distretto ibleo alle isole
Egadi, da Palermo a Catania fino a
Cefalù: questo lungo ponte pasquale ha
mostrato un Turismo in ripresa in Sicilia.
Secondo i primi dati, le strutture
alberghiere e i bed&breakfast hanno
registrato un considerevole aumento di
clienti rispetto al medesimo periodo
dell’anno scorso. Sono state organizzate
corse straordinarie dei traghetti per le
Isole Eolie per far fronte alla grande
richiesta di migliaia di visitatori.
L’aeroporto Falcone e Borsellino ha visto
ben un terzo di passeggeri in più
rispetto alla Pasqua 2013, con un
aumento del 25% dei voli sullo scalo
palermitano, mentre quello di Comiso
ha mostrato subito i frutti del suo
potenziamento. Dati che preannunciano
un inizio di stagione incoraggiante.
Ma se da una parte si gioisce per queste
cifre, cambiando prospettiva esiste
nell'universo del settore turistico una
“flotta” di volontari che reclamano più
attenzione. È il caso delle associazioni
Pro Loco che nella sola provincia di
Messina contano ben 60 sodalizi iscritti
alla delegazione dell'Unpli (Unione
Nazione Pro Loco d'Italia).
«Un esercito dei volontari – spiega
Santino Gentile, presidente dell'Unpli
Messina e della Pro Loco di Gaggi - che
hanno promosso migliaia di iniziative
tese a fornire servizi di accoglienza,
ospitalità e intrattenimento, nonché alla
promozione ed alla valorizzazione dei
prodotti tipici locali, agli usi e costumi.
Tradizioni che spesso rischiano di essere
dimenticate, soprattutto in momenti di
grave difficoltà economica come quello
che stiamo vivendo». Tuttavia, accusa
Gentile, nonostante le numerose
numerose richieste di un primo incontro
con il Commissario straordinario della
Nino La Spina, Unpli Sicilia
Santino Gentile, presidente Unpli Messina
Provincia Regionale di Messina, Filippo
Romano, dallo scorso luglio 2013 i
rappresentanti delle Pro Loco attendono
invano di essere ricevuti. «Avevamo
espresso il desiderio di incontrare il
Commissario – spiegano dall'Unpli
Messina - per discutere le problematiche
inerenti alla vita delle Pro Loco del
nostro territorio, che da tempo
subiscono il disinteresse della Provincia
Regionale e sono oggi afflitte da una
insufficiente disponibilità di fondi.
Nonostante esista un regolamento per
l’erogazione dei contributi, l'Ente da
circa quattro anni non ha destinato
alcuna risorsa. Ma questo non è bastato
a fermare i volontari. Al Commissario
vorremmo semplicemente far sapere che
da molti anni in Sicilia esistono strutture
di volontariato che hanno attenzionato e
continuano ad attenzionare il turista,
queste strutture altro non son altro che
le 300 Pro Loco, delle quali 220 hanno
attivato al loro interno, dal 2002 grazie
ai volontari del servizio civile nazionale,
le I.a.t. (Informazione e Accoglienza
Turistica)». Dalle associazioni si
chiedono quali siano le iniziative, le
direttive, le strategie e l’utilizzo che la
Palazzo dei Leoni sta attuando o vuole
attuare nei confronti delle Pro Loco che,
tra l’altro, per diventare tali devono
passare al vaglio del proprio Ufficio pro
loco prima di essere iscritte all’Albo
regionale dell’assessorato al turismo.
«Certo è che vogliamo denunciare – dice
ancora Gentile - il totale
disinteressamento da parte del
Commissario Straordinario per le
problematiche e per il non utilizzo delle
Pro Loco esistenti in tutto il territorio
provinciale, considerato che se inserite
nel circuito e messe in rete
rappresenterebbero certamente un
valore aggiunto, creando così un servizio
capillare di sportelli funzionali in
materia di accoglienza turistica quasi a
costo zero». Nel 2010 era stato
presentato un progetto destinato alla
realizzazione di una rete informatica che
coinvolgesse Provincia Regionale,
Soprintendenza dei Beni Culturali e Pro
Loco, ma «probabilmente sarà ben
riposto nell'armadio del dirigente di
turno. La verità – accusano dall'Unpli – è
che le Pro Loco non interessano forse
perché costano poco o niente, così come
non interessa utilizzare il personale delle
associazioni nelle maggiori borse
nazionali ed internazionali». E mentre la
Provincia sembra far “melina”, a livello
regionale le Pro Loco hanno siglato un
protocollo d'intesa siglato con
l'assessorato Regionale ai Beni Culturali
finalizzato a migliorare la fruizione di
siti e parchi siciliani mediante l'ausilio di
volontari. «La Sicilia – ha affermato
Nino La Spina, presidente Unpli Sicilia –
ha un patrimonio archeologico e
culturale che non sempre è stato
adeguatamente valorizzato, talvolta
anche per carenze di personale. Le
nostre associazioni e i 20mila volontari
sono pronti ad a prestare
immediatamente la propria opera per la
promozione e la tutela dei beni culturali
siciliani, che possono e devono
diventare il petrolio bianco della nostra
isola».
Consapevolezza che, in realtà, ha anche
centonove pagina 24
ZOOM
Above Milazzo,
il turismo con i droni
AEROVISIVO E PREVENTIGO
LANCIANO UN SITO CHE CONSENTE
DI FARE UN TOUR VIRTUALE
Milazzo. Si chiama AboveMilazzo il
nuovo sito di promozione turistica
che consente di fare un tour
virtuale delcomune grazie al’ausilio
di telecamere montate su droni. A
promuovere l’iniziativa sono
Aerovisivo, già noto per la
realizzazione di spettacoli video e
cortometraggi, e Preventigo Group,
leader nella promozione online.
AboveMilazzo ha lo scopo di
promuovere il suo promontorio
attraverso delle visuali inedite che
sappiano mettere in risalto la sua
bellezza, catturando l'attenzione
del potenziale turista.
«AboveMilazzo nasce da un'idea
totalmente nuova di promuovere
un territorio – dice Francesco
Romagnolo a capo di Aerovisivo Aerovisivo, con anni di esperienza
alle spalle, in ambito di riprese e
fotografia aerea con l'ausilio di
droni, ha messo a punto un sistema
in grado di offrire all'utente una
visione totalmente innovativa,
divertente ma soprattutto
interattiva, di un intero territorio,
al fine di promuoverlo sotto ogni
aspetto, principalmente turistico».
Romagnolo, Formica, Fleres
il commissario provinciale Filippo
Romano. Ma davanti ad un bilancio in
rosso può fare ben poco. «I fondi che il
consiglio provinciale aveva preventivato
di assegnare alle pro loco non ci sono
mai stati - spiega Romano - è già affissa
all’albo pretorio la delibera con cui si
annulla il provvedimento. Non
sappiamo nemmeno se le competenze
rientreranno in quelle dei liberi
consorzi. Nel bilancio ho solo 300 mila
euro per la manutenzione di 3000
chilomentri di strade provinciali e 400
mila per emergenza di protezione civile.
Figuriamo ci se possiamo dare 300mila
euro alle pro loco».
economia
UOMINI&BUSINESS. Ritratto dell’enfante prodige che ha dato vita alla Celertrasporti
Lucchesi, lavoro e bicicletta
A soli 14 anni comincia con un carretto la sua ascesa nel settore dei trasporti che oggi vanta oltre 300
grandi automezzi. Una passione che affianca a quella per le pedalate accanto ai big. Da Bartali a Nibali
DI
VINCENZO LOMBARDO
Milazzo. Negli anni del dopoguerra fino
agli anni sessanta era cosa consueta
vedere per le strade carretti trainati da
cavalli o somari che trasportavano merci
e prodotti della campagna, farina dai
mulini, masserizie varie. Sopra di essi,
alla guida, sedevano i carrettieri,
antesignani degli autotrasportatori dei
tempi moderni. A poco più di quattordici
anni, il giovane Peppino Lucchesi inizia a
lavorare come carrettiere e trasporta , per
conto terzi, ogni genere di roba.
La concentrazione nelle aree tirreniche
delle attività di produzione dei laterizi gli
fa comprendere che quei prodotti devono
essere trasportati , in lungo e in largo,
per il territorio siciliano con una
flessibilità da porta a porta, superiore agli
altri mezzi di trasporto e con una
convenienza economica maggiore di
qualunque altro competitor. Acquista,
con un mare di cambiali, scontategli
temerariamente dal Banco di Sicilia, due
camion e, insieme al fratello Antonino,
comincia a girare da una fornace all’altra
per portare i laterizi nei vari cantieri edili
della provincia.
I primi soldi guadagnati gli servono da
acconto per l’acquisto di altri mezzi. Le
grandi case produttrici hanno le
Direzioni Centrali al nord e se vuoi
lavorare con loro, non puoi aspettare che
qualcuna di queste venga a chiamarti a
casa. Peppino Lucchesi , si arma di
coraggio, monta sul suo camion,
attraversa l’Italia e bussa alle porti delle
grandi industrie. Ad esse offre i suoi
servizi dando a ciascuna garanzie sulla
propria puntualità, precisione,
correttezza professionale e convenienza
economica. Grazie alle sue doti umane,
al grande senso di fiducia che sa suscitare
nei suoi interlocutori riesce a strappare i
primi contratti con industrie di
importanza internazionale come la
Heineken, l'azienda olandese produttrice
di birra; la Parmalat; la Saint-Gobain,
gruppo industriale francese tra i primi
100 gruppi industriali del mondo.
Peppino Lucchesi sa che non può
sgarrare di un solo millimetro. Si mette a
LA SCHEDA
RATING ECONOMICO SOCIALE (0
a 10): 6
- Storia ultra decennale: 6
- Andamento economico: 4
- Rapporto Occupazione/Territorio
Partner di Iniziative Sociali: 5
- Sponsor Attività Sportive: 9
Peppino Lucchesi
la vorare full time. Trasforma la cabina
del camion nel suo personale
monolocale e, a forza di pane e
mortadella, recapita le merci in ogni
dove d’Italia. La fiducia riposta dalle
aziende in Peppino Lucchesi si rafforza
nel tempo. Il suo innato spirito di
osservazione lo porta ad acquisire il
modello organizzativo dell’azienda
olandese che mutua nella propria, e in
breve tempo la trasforma in una impresa
di livello nazionale in grado di competere
con i più agguerriti concorrenti italiani
ed esteri. Nel 1980 Peppino Lucchesi da
vita alla Celertrasporti S.r.l., con la quale
opera nel settore dei Trasporti nazionali e
internazionali a carico completo. Esegue
trasporti in cisterna, trasporto collettame
dal Nord Italia alla Sicilia, trasporto
mezzi ADR, trasporto per il servizio
postale, deposito e magazzinaggio,
noleggio mezzi di sollevamento. Ha un
parco mezzi di oltre trecento grandi
automezzi, in giro per l’Europa 365
giorni all’anno. La sede della società è
nella zona industriale di Giammoro dove
occupa un capannone e un’area di oltre
20.000 mq adibita allo stoccaggio delle
merci conto terzi. A Rosate (Mi) ha sede
un altro punto logistico utilizzato come
centro di raccolta merci. Dispone inoltre
di un'officina interna di manutenzione e
lavaggio dei mezzi di trasporto. La sede
della Celertrasporti a Giammoro è un
luogo che merita di essere visitato.
Rispetto al degrado circostante,
all’incuria in cui versano le strade di
accesso essa appare come una piccola
oasi: aiuole fiorite e ben curate, pulizia
dei piazzali, efficienza e cortesia del
personale danno al visitatore il senso di
una realtà produttiva d’oltralpe. Peppino
Lucchesi non è solo un apprezzato
operatore economico. Egli è molto noto
nel mondo sportivo nazionale, nel
ciclismo soprattutto. La passione della
bicicletta è pari solo a quella del suo
lavoro. Ha conosciuto i più grandi
campioni. Da Gino Bartali a Giuseppe
Nibali. Nel 1968 organizza la tappa del
Giro d’Italia che passa per Milazzo. Di lui
si ricorda che fu a fianco di Francesco
Moser, trent’anni fa in Messico,
allorquando il campione vi stabilì il
record dell’ora. Nota è la sua amicizia
con il campione Mario Cipollini. E’ un
infaticabile organizzatore di eventi
ciclistici ai quali partecipa di persona,
alla rispettabile età di 81 anni. A quanti
si preoccupano delle conseguenze che un
impegno del genere può provocare sulla
sua salute, Peppino Lucchesi ama dire:
“Non si smette di pedalare quando si
invecchia, si invecchia quando si smette
di pedalare”. Non solo uomini di sport
sono stati suoi grandi amici. Franco
Franchi è stato un suo grande amico,
come pure Marcello Mastroianni che
veniva a trovarlo nella sua casa alle Eolie
e lo volle con sé nel film di Giuseppe
Tornatore “Stanno tutti bene”. Un
grande campione di sci come Alberto
Tomba, lo viene a trovare ogni anno a
Vulcano. Non è mai stato fermo un
momento nella sua vita Peppino
Lucchesi. Nella sua grande saggezza ama
dire “ I miei figli li ho visti poco. Mi
consolo pensando di aver sostituito la
presenza con l’esempio”.
[email protected]
centonove pagina 25
25 Aprile 2014
ANDAMENTO ECONOMICO
Parola d’ordine:
potenziare i ricavi
La Celertrasporti è una società a
responsabilità limitata. Capitale
sociale euro 400.000. La nuda
proprietà è suddivisa al 50% tra i
due figli: Claudio e Daniela.
L’usufrutto invece è in testa al
fondatore, Giuseppe Lucchesi, che
riveste anche la carica sociale di
Amministratore unico. Il giro di
affari complessivo nell’ anno 2012
ascende a euro 13.130.000.
Sostanzialmente invariato rispetto
all’anno precedente. Il risultato
economico, per l’anno in esame,
chiude con una modesta perdita di
8mila euro. Il dato registra una
caduta rispetto a quello dell’anno
precedente (2011 utile 891mila
euro) per effetto di una crescita
vertiginosa dei costi per servizi
(aumento dei prezzi del
carburante, assicurazioni e
manutenzioni del parco mezzi,
logistica ecc.) annotata in bilancio
per euro 1.300.000. Il MOL, infatti,
risente della spirale negativa e si
attesta su un valore negativo di
euro 2.183.000. Il dato sul
Patrimonio Netto va raccontato nel
triennio. Nel 2010 esso ammontava
a euro 1.284.000. Nel 2011 e nel
2012 i soci provvedono a
redistribuirsi gli utili degli esercizi
pregressi, circa 800mila euro,
provocando un assottigliamento
della posta di bilancio del 61%,
collocandola a quota 487.000 euro.
Un valore pari alla sommatoria del
capitale sociale e delle riserve di
legge. In termini percentuali,
rispetto all’attivo, misura solo il
6,1% in più. Un indice di sicurezza
finanziaria molto debole. Ciò
significa che la copertura
finanziaria degli investimenti viene
reperita tra i mezzi del circolante
operativo (indebitamento a breve
verso banche e fornitori). La
struttura finanziaria poco
equilibrata dimostrata dal capitale
circolante negativo – 1.820.000
euro, rischia di far lievitare gli oneri
finanziari sino a portarli alla soglia
della insostenibilità. Il rapporto
dell’indebitamento finanziario
netto sul Patrimonio misura 6,64.
Un livello che deve essere corretto
con una iniezione di mezzi propri
ovvero con un ampliamento
esponenziale dei ricavi. Gli elevati
accantonamenti determinano un
cash flow discreto pari a 877mila
euro. Dipendenti n. 45. Return On
common Equity (ROE), indice di
redditività del capitale proprio,
lievemente negativo – 0,85%.
25 Aprile 2014
centonove pagina 26
25 Aprile 2014
LEGALMENTE
I.P.A.B. CASA DI OSPITALITA' COLLEREALE
Avviso di gara - CIG 56749805A4
AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE, I.P.A.B. CASA DI OSPITALITA'COLLEREALE,
via Catania is. 41 - 98124 Messina; servizio gare: tel.090/696696 fax
090/692379, [email protected]
Affidamento del servizio sociale professionale, di servizi vari di assistenza alla
persona e medico-infermieristici nei Reparti della Casa. Luogo esecuzione:
Messina. Quantitativo o entità dell'appalto; Euro 720.697,00. Termine di
esecuzione; 24 mesi dalla data di stipula del Contratto. INFORMAZIONI DI
CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO. Condizioni di
partecipazione: tutti i soggetti che abbiano i requisiti richiesti dagli artt.11 e 12
del bando di gara. PROCEDURA APERTA ai sensi dell' ART. 55 COMMA 5 DEL
DECR. LGS. N. 163/2006 E S.M.I. Criteri di aggiudicazione; art. 83 comma 1 del
D.L. n. 163/2006 e s.m.i. Termine per la presentazione delle offerte; 28/05/14
ore 11:00 Apertura plichi: terzo giorno successivo al termine di scadenza della
presentazione delle offerte ore 11:00. ULTERIORI INFORMAZIONI:
www.collereale.it
Qualifica sottoscrittore bando; R.U.P. Dott. Giuseppe Turrisi
Firma sottoscrittore bando; Dott. Giuseppe Turrisi
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA
D’APPALTO SU CENTONOVE
PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI:
090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211
RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected]
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25 Aprile 2014
economia
NOMINE
QUI EUROPA. La campagna del commissario europeo con delega alla mobilità
Diritti del passeggero ecco la guida di Kallas
DI SALVATORE
CIFALÀ
Negli ultimi trent'anni, la
mobilità dell'Unione
europea si è evoluta in
maniera considerevole, e
con lei anche il rapporto tra gestore del
mezzo di trasporto e viaggiatore si è
trasformato in un vero e proprio
"contratto di servizio".
Il viaggio, anche quello per motivi di
lavoro, è divenuto una realtà concreta e,
in quanto tale, il cittadino-viaggiatore
diventa titolare effettivo di diritti
irrinunciabili, indipendentemente dal
mezzo utilizzato. Proprio in questo senso,
il Commissario europeo con delega alla
mobilità e trasporti, Siim Kallas, ha
presentato presso la stazione ferroviaria
di Bruxelles, la nuova campagna
informativa rivolta ai cittadini europei,
per informare i milioni di viaggiatori che
si apprestano ad intraprendere un
viaggio tra le nazioni dell'Unione.
Nell’ambito della nuova campagna, per
l'occasione saranno affissi manifesti
informativi in tutti gli aeroporti e porti
dell'Ue, mentre nelle autostazioni e
stazioni ferroviarie di tutta Europa
saranno disponibili brochure tradotte in
BANCA DELLA CONTEA
Arriva il nuovo Cda
RAGUSA. E Giuseppe Vaccaro, ex funzionario della Banca d’Italia, il presidente della
Banca di credito cooperativo della Conte.
Con un nuovo consiglio d' amministrazione,
inizia un nuovo corso per la Banca di credito
cooperativo della Contea, che ha già concordato un' audizione con i funzionari della
sede di Catania della Banca d' Italia, che il
mese scorso è intervenuta nella gestione
dell' istituto, portando alle dimissioni il vecchio cda e procedendo immediatamente a
sospendere l' erogazione del credito.
PENSIONATI CONFAGRICOLTORI
Castrogiovanni presidente
tutte le lingue. Questa nuova campagna
propone in particolar modo la creazione
di una maggiore consapevolezza
riguardo ai diritti di tutti i passeggeri, sia
che essi viaggino via mare sia che essi si
spostino via terra o a mezzo autobus o
tramite i servizi ferroviari nazionali.
L'esigenza e l'obiettivo principale di
questa campagna informativa è
essenzialmente quello di mettere a
conoscenza tutti i viaggiatori dell'Unione
dei propri diritti, dal momento che le
ricerche dimostrano che ben due terzi dei
turisti non è a conoscenza delle tutele
che l'Europa ha garantito a chi viaggia
tra gli Stati membri. L’Unione europea è
la prima organizzazione al mondo ad
aver elaborato un insieme completo ed
esauriente di diritti del passeggero per
tutte le modalità di trasporto (da quello
aereo a quello ferroviario, passando per
quello marittimo e su gomma).
Per queste ragioni l'Ue, per voce del
Commissario Kallas, si è profondamente
impegnata a mettere i passeggeri al
centro della sua politica dei trasporti.
PALERMO. Girolamo Castrogiovanni è il
nuovo presidente della delegazione palermitana dell' Anp-Cia, l'associazione dei
pensionati della Confagricoltori. Castrogiovanni,prende il posto di Pino Lo Sicco.
È stato eletto nella sede della Cila-Ebat al
termine della sesta assemblea elettiva, alla
presenza di Carmelo Travaglia, presidente
regionale dell' Anp-Cia.
FIT CISL MESSINA
Mistretta segretaria
MESSINA. Manuela Mistretta, dipendente di Trenitalia con la qualifica di capotreno, è la nuova segretaria generale
della Fit Cisl di Messina. Succede ad Enzo
Testa che lascia dopo nove anni per raggiunti limiti di età stabiliti dallo statuto
della Cisl.
CONSUMATORI
CORSI. ORGANIZZA LA SOAT DI SPADAFORA
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Diritto di recesso
Promuovere l’ospitalità
Minori, aumentano tutele antipedofilia
Entrerà in vigore a giugno la
direttiva europea sui diritti
dei consumatori che
introduce alcune novità al
Codice del Consumo.
Innanzitutto sono previste
maggiori informazioni nella fase
precontrattuale da fornire al
consumatore e ciò non solo per i
contratti a distanza e negoziati fuori dei
locali commerciali ma anche per gli altri
contratti. Cambia anche il diritto di
recesso, previsto nei contratti a distanza
e negoziati fuori dei locali commerciali, il
cui termine è stato elevato a 14 giorni
(10 giorni secondo la previgente
normativa). La legge prevede inoltre che,
in caso di omessa comunicazione al
consumatore dell’informazione
sull’esistenza del diritto di recesso, il
periodo entro il quale questo può essere
esercitato è di un anno e 14 giorni dalla
conclusione del contratto o della
consegna del bene. In caso di esercizio
del diritto di recesso il professionista
rimborsa tutti i pagamenti ricevuti dal
consumatore, eventualmente
comprensivi delle spese di consegna.
Francesco Suria
Esperto legale
miglioramento del profilo
professionale dell’attività turisticoricettiva, la Soat di Spadafora
dell’Assessorato regionale alle Risorse
agricole e alimentari ha organizzato il
percorso formativo “Ospitalità
turistica per gli agriturismi”. Il corso,
gratuito e della durata complessiva di
24 ore, si svolgerà presso la Sede della
SOAT di Spadafora in Piazza
Immacolata snc, di Venetico Superiore.
Il corso è rivolto ad un massimo di 25
partecipanti che dovranno presentare
apposita manifestazione di interesse
entro e non oltre le ore 12 del
30/04/2014 alla Soat di Spadafora che
provvederà a stilare una graduatoria
in base ai requisiti dichiarati. A parità
di punteggio sarà data priorità ai
candidati che risiedono nel distretto di
sesso femminile e di minore età. Il
programma dettagliato e l’apposito
modello di manifestazione d’interesse
sono disponibili presso le Soat del
Distretto Messina-Peloritani.
Venetico. Per promuovere il
Il 6 aprile 2014 è entrato in vigore l'obbligo di richiesta del
certificato penale del casellario giudiziale da parte dei
soggetti che intendano impiegare al lavoro una persona, per
lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie
organizzate, che comporti contatti diretti e regolari con
minori. Il DLgs n.39/14 ha il fine di combattere lo sfruttamento minorile sotto
l'aspetto sessuale e la pornografia. Il certificato deve rilevare l’assenza di condanne
per prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di materiale
pedopornografico, pornografia virtuale ed adescamento minorenni sul web. Il costo
dello stesso è di circa 20 euro. Dopo i chiarimenti dei ministeri della giustizia e del
lavoro, è possibile affermare che l’obbligo per il datore di lavoro sorge all’atto
dell’assunzione e quando, scaduto il termine di durata previsto, il datore di lavoro
stipuli altro e nuovo contratto con lo stesso lavoratore. Quindi l’obbligo non è in
vigore per le persone che erano già assunte al 6 aprile 2014. Il datore ha l'obbligo di
richiedere il certificato in tutti i casi in cui si instaura con la persona un rapporto
contrattuale con prestazioni corrispettive, per attività che comportino un contatto
diretto e regolare con i minori. L’obbligo non sorge, invece, per le forme di
collaborazione che non si strutturino all’interno di un definito rapporto di lavoro. Il
certificato vale 6 mesi, ma il ministero della giustizia precisa che va richiesto solo al
momento dell'assunzione. In attesa dell'acquisizione del certificato, se il datore di
lavoro è pubblico può acquisire dal lavoratore una dichiarazione sostitutiva di
certificazione; se il datore è privato, una dichiarazione sostitutiva di atto di
notorietà. Il ministero precisa anche cosa si intenda per attività professionali o
attività volontarie organizzate. Si tratta di tutte le professioni o i lavori (ad es. quelle
di insegnante, bidello, pediatra, allenatore, educatore) per i quali l’oggetto della
prestazione comporta un contatto diretto e regolare con i minori a fronte di uno
specifico rapporto di lavoro. Restano, invece, esclusi i datori di lavoro domestico nel
caso di assunzione di baby-sitter o di persone impiegate in attività che comportino
contatti diretti e regolari con minori. Questo perché il legislatore ha inteso tutelare i
minori quando gli stessi sono al di fuori dell'ambito familiare. Tutte le info dai
Consulenti del lavoro.
centonove pagina 28
poster
25 Aprile 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
EVENTI. Fino al 4 maggio nella capitale del barocco
Noto, bellezza è cultura
Poeti, artisti, musicisti e intellettuali protagonisti di incontri e percorsi
culturali sullo sfondo di un patrimonio proprietà dell’Unesco
NOTO. Fino al 4
maggio la città di
Noto, in provincia
di Siracusa,
esplode di arte. La
capitale europea
del barocco ospita
il progetto dal
titolo "Nei luoghi
della bellezza",
appuntamento
culturale
primaverile
presentato dal
Comune di Noto in
collaborazione con
l'associazione RiFlexus. Nel corso
dell'evento,
numerosi poeti,
artisti, musicisti e
intellettuali
saranno
protagonisti di
incontri e percorsi
culturali sullo
sfondo di chiese, conventi e palazzi, il
cui splendore ha reso Noto patrimonio
dell'umanità Unesco e città conosciuta
in tutto il mondo per la sua bellezza.
L'evento, a cura di Luisa Mazza artista
e curatrice della manifestazione, gode
dell'adesione del presidente della
Repubblica e dell'Alto patrocino del
ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare. L'obiettivo spiegano gli organizzatori - è rendere
Noto un luogo di produzione culturale
in cui saranno coinvolti i cittadini
attraverso laboratori e percorsi
culturali ma anche giovani grazie a
attività dedicate alle scuole.
L'iniziativa culturale partendo da Noto
potrà rafforzarsi coinvolgendo altre
città e le "città tardo barocche del Val
di Noto", del sito Unesco, per
valorizzare i "luoghi della bellezza", sia
con il coinvolgimento che con
l'estensione di eventi alle altre località
della "World Heritage List" Unesco,
patrimonio mondiale dell'Umanità. Il
programma della manifestazione è
ricco di iniziative che si svolgeranno
tra luoghi incantevoli, tra questi:
Palazzo Ducezio, Palazzo Impellizzeri,
Palazzo Nicolaci, la loggia del
Mercato, Santa Caterina, Palazzo
Un momento dello spettacolo
L’Antimafia in palcoscenico
Al Biondo di Palermo “Dopo il silenzio” di Piero Grasso. Poi le minacce...
Crociferi. Mostre fotografiche, incontri
culturali, letture di poesie, musica,
teatro: una manifestazione che vuole
comunicare l'importanza e la forza
della bellezza, consolidando ancora
una volta la centralità assunta dalla
città come ambasciatrice dell'arte e
della cultura in tutto il mondo. Gli
artisti presenti saranno numerosi, tra
questi: Danilo Rea, Milo De Angelis,
Giorgio Bonomi, Davide Rondoni,
Roberto Galaverni, Tiziano Broggiato,
Antonio Presti e Massimo Scaringella
che presenterrano le loro opere tra i
maestosi palazzi di Noto in cui il
fascino dei luoghi del barocco
interagisce con l'arte.
Palermo. Una "prima" molto attesa
quella di martedì scorso al Teatro Biondo
di Palermo, per un autore d'eccezione. In
scena lo spettacolo di Pietro Grasso
"Dopo il silenzio", scritto da Francesco
Niccolini e Margherita Rubino e tratto
dal nuovo libro del presidente del Senato
"Liberi tutti". Nel palco centrale, martedì
scorso, oltre a Grasso, anche il presidente
della Regione, Rosario Crocetta e altri
esponenti politici. E' la seconda
esperienza teatrale per l'ex procuratore,
dopo "Per non morire di mafia".
Entrambi gli spettacoli sono stati
fortemente voluti da Sebastiano Lo
Monaco, che ancora una volta si è calato
nei panni di Pietro Grasso, con una forza
e una passione davvero sorprendenti,
bravo e convincente anche nelle
sfumature di un personaggio non facile.
Il testo racconta l'impegno personale di
Grasso, da giudice a latere del
maxiprocesso a Procuratore nazionale
antimafia, nella lotta a Cosa Nostra e ha
una precisa impronta autobiografica.
Proprio all’indomani del debutto
teatrale, la polizia ha sequestrato nel
centro meccanografico delle poste di
Palermo una lettera intimidatoria
indirizzata al presidente del Senato.
Firmata “I cittadini onesti di Palermo”,
contiene un lungo manoscritto con
insulti e minacce all'ex procuratore
antimafia. La polizia scientifica sta
analizzando anche il contenuto del
DEBUTTI
A Cannes il film girato a Catania
'PIÙ BUIO DI MEZZANOTTE' DEL REGISTA RISO
CATANIA. "Racconto le cose che la gente non vuole vedere,
che si lasciano ai margini". Così Sebastiano Riso, il regista
del film 'Più buio di mezzanotte' che sarà presentato alla
Semaine de la Critique di Cannes 2014. Distribuito da
Istituto Luce, l'opera, che ha al centro il mondo degli
emarginati, ha nel cast Davide Capone e Lucia Sardo ed è
ambientata a Catania. La storia si volge nella Villa Bellini
che nella finzione è il parco delle città: un mondo a parte,
che la gente fa finta di non vedere.
centonove pagina 29
flaconcino di vetro, contenente un
liquido giallo e la scritta “orange”.
In "Dopo il silenzio" i personaggi sono
tre: un giovane mafioso che sta per
morire, il giudice e sua moglie, Maria
Fedele, che per più di 30 anni ha
insegnato nelle scuole "difficili" di
Palermo, impegnata in un'attività
costante di promozione della legalità. Il
personaggio della moglie è impersonato
da Mariangela D'Abbraccio, quasi una
vestale della appassionata lotta alla
mentalità mafiosa, nel difficile tentativo
di "redimere" quei ragazzi che pur
appartenendo a "zone sociali" a rischio o
mafiose tout court, incontrano nella
scuola la sola opportunità di cambiare
vita e destino. E tutto questo a rischio
concreto della propria incolumità, come
nel caso dell'auto della professoressa che
venne danneggiata, minacce e notizie
mai divulgate, non tanto per tacere lo
scandalo e il sopruso, quanto per
continuare a lavorare nell'anonimato
alla costruzione di una società migliore.
Oltre alla D'Abbraccio e a Lo Monaco, in
scena anche l'attore siracusano Turi
Moricca, nei panni del giovane mafioso.
La regia, di Alessio Pizzech, impedisce
che si scivoli nella retorica ed è molto
efficace il muro di pietra grigia che
chiude la scena e si trasforma in schermo
per proiettare la lunga teoria di martiri
della nostra storia, da Falcone a
Borsellino.
25 Aprile 2014
postermisteri
MONTALBANO. Il dibattito sul sito di statue di pietra voluto da Federico III e la moglie. Una mega opera rimasta incompiuta
Argimusco, i segreti di Eleonora
Come riuscì la regina a finanziare una delle opere più controverse di tutti i tempi? Le ipotesi di due esperti, all’ombra i una delle prime ribellioni fiscali della storia
DI PAUL
DEVINS E SANDRO MUSCO
Montalbano. La Regina Eleonora
d’Angio è stata a nostro giudizio tra
coloro, con lei l’ideatore Magister Arnau
de Vilanova e il marito Re Federico III,
cui e da imputare la paternita dell’opera,
a nostro avviso incompiuta, del sito di
statue di pietra dell’Argimusco in
Montalbano Elicona. Abbiamo già
parlato di come la cultura medico
astrologica e alchemica di Arnau e della
coeva koine islamico-iberica sia
perfettamente coerente con le tecnologie
mediche utilizzate sul sito (in
particolare, per i salassi a mezzo
dell'osservazione stellare fatta con il
sestante litico arabo e con le tacche
incise sui megaliti e a mezzo della vasca
per l'allevamento delle sanguisughe) e
con i vari simboli alchemici e templari.
Abbiamo detto della donazione di un
tabernacolo di legno fatta dalla Regina
Eleonora ad Arnau e della dedicazione
dell’ultima opera di Arnaldo, del 1310,
l’Informacio espiritual al Rei Frederic de
Sicilia, alla stessa Eleonora.
Esempio di santità. Nell’Informacio
Arnau si rivolgeva alla regina Eleonora
raccomandandole di non avere letture
mondane e di organizzare gruppi
religiosi in stile beghino, beghini che egli
aveva raccomandato pressantemente al
Re di ospitare e proteggere. In altro
articolo abbiamo raccontato di come tali
gruppi vennero, con ogni probabilita,
ospitati nelle due chiese montalbanesi di
Santa Caterina e di Spirito Santo,
costruite nello stesso periodo (1310) in
stile romanico-catalano. Arnaldo, sempre
nell’Informacio, prescrisse ad Eleonora di
essere un esempio di santita per i suoi
sudditi vestendo tonache di lino per
visitare gli ospedali con le sue ancelle in
modo da essere scambiate, lei come
personificazione della Fede, le sue
Megaliti dell’Argimusco
ancelle della Speranza. Abbiamo detto di
come la stessa immagine della suora in
tonaca di lino con le mani intrecciate in
preghiera (posa vietata nel paganesimo
greco-romano) e oggi visibile, oltre che
nell’abside sinistra del duomo di
Messina, anche nello specchio delle
stelle di Argimusco, ove la vergine in
preghiera prende il posto della
costellazione-vergine del modello
iconografico arabo (il Liber locis
stellarum fixarum di Al- Sufi) usato da
Arnaldo. Abbiamo cennato del progetto
di Arnau di realizzare sul sito demaniale
di “Argimustus”, preferita riserva di
caccia con il falcone del Re, una sorta di
grande talismano di pietra al fine della
medicina astrologica per la salute della
famiglia reale in vista delle tribolazioni
apocalittiche attese per il 1368 o 1376.
Alcuni attenti studiosi hanno medio
tempore prodotto altri studi di conferma
della tesi sull'origine medievale del sito,
pur contrastata da chi si ostina a
scambiare per Ciclopi o altri popoli
preistorici i committenti e le maestranze
impegnate nella lavorazione delle statue.
QUEL NOBILE DI MESSINA.
Rimangono, pero, ancora tanti
interrogativi. Perche il sito rimase
incompiuto negli anni successivi alla
morte di Arnaldo? Come riusci Eleonora
a finanziare l’opera? Abbiamo gia detto,
che poco prima, nel 1308, Eleonora
aveva sostituito il Castellano di Avola,
terra in dotazione della sua Camera
Reginale, con il fido catalano Calcerando
da Vergnea. Costui era delegato anche
della giurisdizione criminale nel
territorio della Camera Reginale. Il 26
agosto del 1311, proprio da Montalbano,
centonove pagina 30
Federico III comunicava agli ufficiali del
Val di Noto di aver incaricato il nobile
Enrico Rosso di Messina, maestro
razionale (una specie di ministro
Tesoriere del Regno), di stabilire le assise
a Siracusa per corrispondere 400 onze
d'oro di “donativo obbligatorio”
(exenium), importo pari ovvero al 3,3%
di tutte le collette post-guerra acquisite
nel 1286 in tutta la Sicilia, Malta
compresa, pari a 12.406 onze. Enrico
Rosso, era stato
dato come presente alla Corte di
Montalbano dal cavalier di ventura
catalano Ramon Muntaner (y misser
Orrigo Rosso) nella sua visita del 1309.
E' dunque probabile che egli fosse
presente anche durante la redazione
dell'atto che lo incaricava. Non è certo
da ascrivere a mera casualita la
circostanza che l'atto della Cancelleria
con cui si prescriveva di imporre una
colletta ai cittadini della Camera
Reginale del Val di Noto partisse proprio
da Montalbano e in presenza di Arnau
de Vilanova, ovvero a pochi chilometri
dal sito di statue megalitiche
riproducenti simboli spesso presenti
nella sua opera. La presenza di Arnau
quel giorno e certa. Da li a qualche
giorno sarebbe partito per Genova nel
postermisteri
cui mare trovo la morte il successivo 6
Settembre. Nonostante le armi e il
probabile timore generato dal castellano
e responsabile dell'amministrazione della
giustizia De Vergnea, la riscossione fu,
pero, lunga e difficile per la opposizione
della popolazione a contribuire.
DISERZIONE FISCALE. Si puo anzi dire
che forse siamo in presenza di uno dei
primi scioperi fiscali o diserzione fiscale
che dir si voglia. Tanto fece si che il 24
gennaio 1313 da Catania Federico III
imponesse, con altra lettera, ai giurati di
Siracusa di costringere una tal nobile
Cesarea, moglie del nobile Giovanni di
Montenegro, Guglielmo Palomar, e altri
nobili e cittadini a corrispondere le rate
loro spettanti per le 400 onze da donare
al Re, e cio nonostante il loro perdurante
rifiuto. Nel parlamento di Castrogiovanni
tenutosi nel giugno 1313, Siracusa
espresse, infine, la sua adesione alla
colletta votata per la ripresa della guerra
contro gli Angioini: venne per questo,
forse, deciso di convertire l’exenium in
tassa. Evidentemente ancora
preoccupato, poco dopo, il 18 luglio
1313 da Messina Federico III scrisse al
baiulo, giudici, giurati e agli uomini di
Siracusa ricordando che, nel generale
colloquio tenuto a Castrogiovanni nel
giugno 1313, XI ind., Siracusa era stata
tassata per 400 onze per la sovvenzione
regia “habita compensationem ad
quantitatem proinde alias terras et loca
Sicilie contingentem”, ovvero al fine
della compensazione di altre terre e
luoghi della Sicilia. La finalita veniva ora
in ultimo indicata. Viste le difficolta
avute nel riscuotere, venne ora
incaricato della esazione delle onze il
siracusano Guglielmo Raimondo I
Moncada al posto del maestro razionale
Enrico Rosso. Il re Federico era more
tempore addivenuto a piu miti consigli
riducendo la somma da riscuotere a 300
onze. La citta, nel dare la sua
disponibilita a contribuire alla colletta,
poteva sottoporre quest’ultima a
condizioni: ed e proprio questo che fece,
lo abbiamo visto, quando chiese che si
specificasse il motivo del tributo. Ed e
quanto avvenne, poi ancora, nel 1316-17
allorche Siracusa si oppose a
corrispondere le 300 onze per cui era
stata di nuovo tassata obiettando che il
consenso della citta era stato dato per
proseguire le operazioni militari e non
per trattare la tregua con gli Angioini:
Federico III reitero la richiesta di
corresponsione delle 300 onze, ma nella
lettera del 22 agosto 1317, questa volta,
si fece scrupolo di elencare in dettaglio i
molti impegni finanziari contratti per la
difesa del Regno e per l’armamento della
flotta che rimanevano da onorare.
La tassa, imposta a Castrogiovanni nel
1313 fu, comunque, presto revocata
perche la cittadinanza fece rilevare che
gli abitanti del Siracusano erano esenti
dai donativi e che intendevano, pertanto,
contribuire spontaneamente. Tanto in
virtu del regime fiscale esente di cui
godeva Siracusa: la prima esenzione era
stata, infatti, pronunciata da Federico III
il 5 ottobre 1298. L'esenzione venne poi
successivamente ribadita con altri atti di
Federico del 26 ottobre 1306, del 26
dicembre 1306 e del 24 maggio 1307.
LA SVOLTA SIRACUSANA. Dunque,
l'area Siracusana, sede della Camera e
oggetto di ripetute attenzioni benevole
in materia di esenzioni doganali e di
collette di guerra, secondo le aspettative
del Re non si sarebbe potuta mai sognare
di creare problemi verso una nuova
imposizione fiscale, ancorche dai
contorni poco definiti. L'exenium
avrebbe dovuto rimpinguare le esauste
casse reali per scopi volutamente non
resi pubblici, dicevamo
precedentemente, come fino ad oggi
fatto anche per le spese riservate della
Presidenza della Regione Siciliana. Si e
detto che si voleva evitare che l’opera
fosse resa nota alle famiglie nobiliari
critiche verso la casata reale e,
sopratutto, che se ne accorgesse la
Chiesa di Roma che teneva in regime di
scomunica il marito di Eleonora e che
guardava con sospetto le opere di Arnau,
dopo avere tentato di metterlo un paio di
volte sul rogo. Ci fu pero una sorpresa: i
cittadini siracusani si rifiutarono di
pagare la colletta. Dopo un anno e
mezzo, il fallimento della riscossione
porto il Re a scrivere ben due volte sullo
stesso tema a distanza di 7 mesi. Nel
parlamento di Castrogiovanni del giugno
1313 obtorto collo Federico dovette
trovare una motivazione per l’exenium.
Siracusa espresse solo allora la sua
adesione alla colletta che venne votata
favorevolmente al fine della ripresa della
guerra contro gli Angioini: da qui, come
detto, la trasformazione in tassa. Cio non
bastò ancora perche un mese dopo
Federico fu costretto ad emettere un
altro atto in cui, sollecitando detto
pagamento, specificava che l’importo era
dovuto “quale risarcimento ad altri paesi
e regioni di Sicilia”, con cio giustificando
e ammettendo l'effettivo trasferimento
delle risorse nel Messinese, ovvero a
Montalbano, da cui, ricordiamo, venne
emesso l'atto originale di imposizione
dell'exenium.
CANTIERE APERTE. Come tutti i mariti,
Federico immaginiamo dovette subire un
anno e mezzo di martellanti insistenze
da parte di Eleonora che, devota
discepola di Arnau nonche sorella
dell'appassionato alchimista Roberto Re
di Napoli, premeva, affinche dopo la
morte del Maestro, venisse completata
l'opera. Se poi ricordiamo che come tanti
regnanti della Casata Aragonese, la sua
passione per le stelle era tale che gli
abitanti di Malpasso reintitolarono, in
suo onore, il borgo in cui viveva in
“Stella Aragona”, possiamo avere chiaro
lo stress del Re determinante un
colloquio in parlamento e ben tre atti di
cancelleria non legati alle piu importanti
vicende belliche o del Regno, ma
all'esigenza del completamento
dell'opera dello “speculum astrorum”
prima dell' annunciata apocalisse.
Possiamo, dunque, ora anche capire, per
quale motivo i lavori dell’Argimusco
siano rimasti incompleti. Il cantiere
dotato di argani e mezzi costosi, forse,
provenienti da lontano, si era bloccato
alla morte del suo progettista e ideatore.
Il re impaurito di avere, forse, innescato
le attenzioni delle famiglie nobiliari al
25 Aprile 2014
Eleonora d’Angiò
Parlamento di Castrogiovanni o peggio
dell'Inquisizione (che aveva gia tentato
di mettere sul rogo Arnaldo da
Villanova) non completo i lavori e con
ogni probabilita fece sparire ogni
documento o carteggio sull'opera, per
non lasciare tracce. La dichiarazione
fatta a luglio 1313 sulla reale
destinazione ad altra zona di Sicilia e la
provenienza dell'atto da Montalbano
avrebbero potuto fare scattare indebite
curiosita. Forse, in tutta fretta venne
distrutta ogni prova della committenza
reale dei lavori. Il sito megalitico,
talismano medico della famiglia reale,
rimase incompiuto e venne poi presto
dimenticato. Nel frattempo, il ricordo del
significato e del piano stellare dell'opera
era gia sceso nella tomba con Arnaldo.
Certo, e che alcune grandi pietre
disordinatamente sparse sul pianoro in
alto non stanno a testimoniare la
compiuta e funzionale realizzazione di
un grande progetto reale. Il successivo
oblio delle conoscenze medico-astrali, il
silenzio e l'incuria di 700 anni di
abbandono poi fecero il resto.
Ricapitolando, da Montalbano e, per
esigenze locali (per come ammesso dallo
stesso Re), il 26 agosto del 1311, in
presenza del medico
alchimista/astrologo Arnau de Vilanova,
venne emesso un atto per
un'imposizione fiscale gravante sulla
Camera della Regina Eleonora d'Angio.
Per evidenziare la cogenza dell'atto, ad
emettere la disposizione non fu la
Regina, quale titolare della Camera, ma
il Re in persona che incaricava della
riscossione non un qualunque gabelloto,
come in tanti altri atti regi, bensi il
tesoriere reale, Enrico Rosso.
IN NOME DELLA TRASPARENZA
Sorprendentemente, le collettivita della
Camera Reginale opposero, pero, una
sorda resistenza fiscale in nome di quella
che oggi chiameremo “trasparenza”. Il Re
alla fine dovette ammettere, anche se
parzialmente, il reale scopo dell'exenium
centonove pagina 31
non rivolto alle guerre, ma ad una
compensazione destinata ad altri luoghi
della Sicilia, ovvero a Montalbano da cui
l'atto fiscale originario proveniva. E' utile
notare che quell'atto di imposizione
fiscale del 26 agosto 1311 e stato l'unico
emesso dalla Magna Curia di Federico III
da Montalbano. Che quelle ingenti
risorse siano servite ad altro che non
l’Argimusco, e, a questo punto, da
escludere. Non si ha motivo di dubitarne
se consideriamo la presenza a corte del
medico alchimista Arnaldo da Villanova
autore di profezie apocalittiche all'epoca
molto note, il clima di urgenza causato
dalla stessa attesa apocalittica, la
riproduzione, nell’attiguo sito demaniale,
su statue di pietra dei simboli culturali e
degli strumenti per le tecniche mediche
praticate dallo stesso medico e il fatto
che, infine, l’allargamento del castello
era stato certamente concluso prima del
1309 (data dell’arrivo al Palacium di
Ramon Muntaner). Altra grande opera
coeva non risulta nei dintorni: le due
piccole chiesette di Santa Caterina e
Spirito Santo erano state fatte nel 1310
e, comunque, con la somma del tributo
se ne sarebbero potute costruire varie
decine di quelle chiesette.
Ci sembra, dunque, opportuno
concludere che l’Argimusco, oltre ad
essere un unicum mondiale quale vero e
proprio “specchio delle stelle”, puo
essere definito anche come una delle
prime grandi opere a non essere stata
completata per scarsita di risorse
finanziarie. Non solo: per il
finanziamento di esso si e scatenata una
delle prime resistenze fiscali che la storia
ricordi, seconda solo a quella degli zeloti
contro i romani nel 66-70 d.C.. Gli
abitanti del Siracusano stufi di
imposizioni fiscali chiesero conto e
ragione dell’utilizzo delle risorse loro
fiscalmente sottratte. Chiesero, si direbbe
oggi, trasparenza fiscale. L'Argimusco e,
forse, anche un silenzioso monito valido
anche per la politica di oggi?!?
25 Aprile 2014
posterlibri
SAGGI. Noam Chomsky e il duro atto d’accusa contro “I padroni dell’umanità”
Quant’è finta la democrazia
Lo storico racconta le oligarchie occidentali, che riducono i cittadini al ruolo di sudditi.
Da istupidire sempre più con istruzione insufficiente e media completamente asserviti
DI LUIGI FERLAZZO
NATOLI
NOAM CHOMSKY, il maggiore
linguista vivente, ma anche storico,
politologo e certamente fra i più illustri
intellettuali, attraverso la raccolta dei
suoi saggi politici, apparsi tra il 1970 e
il 2013 con il titolo I padroni
dell’umanità (Ponte alle Grazie, 2014,
pp.264, euro 16,50), grida il suo
j’accuse contro quello che definisce il
capitalismo reale e in particolare
contro quello americano – per la sua
preponderanza – e in una parola
contro il potere economico
globale che, pur di fare
profitto, sta portando il
pianeta verso la sua
implosione finale. Osserva
nella Introduzione Marcus
Raskin: “Poiché nel mondo di
Chomsky l’intellettuale deve
mettere il suo talento e il suo
spirito al servizio del racconto
della verità e dell’analisi
accurata dei fatti per come
essi sono, la scelta individuale
diviene scontata e inevitabile.
Per Chomsky l’indagine è strumento
per aiutare gli oppressi a essere liberi di
agire”. E precisa ancora che gli eventi
devono essere osservati “togliendo le
lenti opache premurosamente fornite
dall’intreccio tra Università, mondo
aziendale, fondazioni e media”. A ciò
aggiungerei, ancor più semplificando,
che i governi dei più importanti Paesi
del pianeta, da quello americano a
quelli europei (Germania, Inghilterra,
Francia, Italia, Spagna etc.), hanno
ormai abdicato nei confronti dei
potentati economici, che li
LACERTI DI LETTURE
condizionano. In conseguenza, si
creano delle vere e proprie democrazie
fittizie, in sostanza delle oligarchie, che
riducono i cittadini al ruolo di sudditi,
da istupidire sempre più con istruzione
insufficiente, media e pubblicità
completamente asserviti. Per tutto ciò,
se resta tuttavia l’ottimismo della
volontà, si spiega come intellettuali
come Noam Chomsky rischino di fare la
fine di Don Chisciotte guerreggiante
contro i mulini a vento. Senza contare
che l’ultima trasposizione e/o
trasformazione del capitalismo reale
(per usare l’espressione cara a
Chomsky) si deve
all’avvento del computer, di
Internet, nonché di
tecnologie sempre più
raffinate.
Come dice l’autore il
computer e Internet,
insieme ad altre
componenti fondamentali
della rivoluzione
informatica, per decenni
hanno fatto parte del
settore statale (attraverso
ricerca e sviluppo,
sovvenzioni, approvvigionamenti etc.),
prima di essere ceduti alle imprese
private perché le adeguassero ai
mercati e al profitto”.
Uno dei più autorevoli giornalisti
economici del Financial Times, Martin
Wolf osserva che “un settore
finanziario ormai fuori controllo sta
divorando l’attuale mercato economico
dell’interno…”; e il maggior filosofo
americano John Devey ammoniva che
se l’economia globale non sarà
sottoposta a controllo da parte dei
governi “la politica continuerà ad
essere l’ombra proiettata sulle società
dai grandi interessi economici”.
Conclude pessimisticamente Chomsky:
“Mi sembra improbabile che la civiltà
possa sopravvivere al capitalismo reale
e alla forma di democrazia fortemente
ridimensionata che a esso si
accompagna”. E nell’ultimo saggio del
2013, intitolato Può la civiltà
sopravvivere al capitalismo reale,
afferma amaramente che ormai si va
verso la catastrofe ambientale del
pianeta e, mentre “le società indigene
lottano per tutelare quelli che
definiscono i «diritti della natura»…,le
società civilizzate e sofisticate si fanno
beffa di quella che considerano una
sciocchezza…”
Proprio un comportamento irrazionale,
LA CLASSIFICA
Noam Chomsky
“a meno che non si tratti della forma
di ragione distorta dal filtro
deformante della democrazia del
capitalismo reale”. Come si vede, non
c’è da stare allegri. Si può, comunque,
sperare nella resipiscenza delle
potenze occidentali, che finalmente si
rendano conto che la catastrofe
eventuale – verso la quale siamo diretti
– non risparmierà nessuno.
DI FELICE IRRERA
Torna l’annuale appuntamento con un libro che è ormai tradizionale del nostro
territorio e che si colleziona come un gioiellino dal suo primo anno di edizione, il 1978.
Questa volta il tema propostoci dal buon fra Filici è quello del vino e quindi della
preziosa cultura popolare che gravita intorno a questo prodotto altrettanto pregiato
e di prestigio in campo internazionale. Scorrono nel volumetto le pagine senza tempo
di Guastella, Lanza, Martoglio, Mongitore, Pitrè, Salomone Marino, Vigo, Cannizzaro,
Nino Falcone e Lucio, l’editore che ha seguito le orme paterne e permette al lettore di
accedere a fonti preziose di sapere popolare.
AA.VV., Almanaccu sicilianu 2014. Uva e Vino nella cultura e nelle tradizioni popolari
siciliane (con illustrazioni di Giuseppe Vanadia), Pungitopo 2013, pp. 204, € 12,00
Espinosa
Michael Connelly
1Albert
Braccialetti rossi - Salani
4
Il quinto testimone - Piemme
Alan Friedman
Clara Sánchez
il Gattorpardo - Rizzoli
Le cose che sai di me - Garzanti
2Ammazziamo
5
Andrea Vitali
Serra
3Rizzoli
6Michele
Premiata ditta Sorelle Ficcadenti
Gli sdraiati - Feltrinelli
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Segreta per lui
La mafia agisce nell’ombra solo per chi non la
vuole vedere. I suoi effetti sono alla luce del sole
e gli esiti delle sue azioni sono sotto gli occhi di
tutti. “Il solito tuttologo aveva detto che la mafia
è un’associazione segreta! Proprio così, segreta!
Segreta per lui, forse, che non sapeva quello che
diceva. Bastava fare una passeggiata nei quartieri della città
per accorgersi di quanto era segreta la mafia. Era sufficiente
osservare la cerimonia del saluto, gli scappellamenti, gli
inchini, per capire chi era il capo.” I veri lupi sono coloro che si
vestono da pecorelle. “Se proprio sbagliava , una bella
confessione, la penitenza, tutti gli atti di devozione e si
ritornava a posto. Nevvero? C’era chi nasceva pecorone e
doveva seguire tutte le regole, e chi nasceva pecorella
smarrita. Lui pecorella smarrita faceva di testa sua. E il
pastore andava a cercarlo.” L’intolleranza è l’abbandono della
ragione a favore del fideismo e del pregiudizio. “Roma era
tollerante, in fatto di dei. Poi erano venuti i seguaci
dell’ebreo, del falegname, a dire che il vero Dio era quello
loro, che anzi era l’unico Dio, e che tutti gli altri non si
dovevano adorare. L’intolleranza aveva vinto. Per sempre.”
Il fanatismo religioso conduce al conflitto come il fiume al
mare. “La fede unita alla grande tolleranza riusciva a
unificare gli uomini, a renderli veramente uguali. Ora invece i
seguaci del circonciso impedivano la preghiera, imponevano i
riti, dettavano norme per tutti gli aspetti della vita
obbligatorie per tutti. Era la fine della humanitas, della civiltà,
come l’aveva edificata Roma con la sua storia, con le sue
leggi!” La borghesia rappresenta la sua doppiezza sul
centonove pagina 32
sagrato delle chiese prima di acquistare i dolci domenicali.
“Davanti alla Chiesa era tutto un susseguirsi di buongiorno
dottore, bacio le mani cavaliere, salutiamo ingegnere, con le
voci e i cappelli che si alzavano e si abbassavano più rauche o
più squillanti a seconda dell’importanza della persona cui era
rivolto il saluto.” Ma da dove proviene la facoltà di
dichiararsi rappresentanti di Dio?
“Parlavano in nome di Dio, ripetevano con enfasi le parole di
Dio, come se Dio le avesse sussurrate all’orecchio a loro soli,
in gran segreto, per far dispetto agli altri. Parlare in nome di
Dio era il modo più semplice e rapido per raggiungere onori,
ricchezza, potere, per dominare le coscienze e il mondo in
modo assoluto, fuori da ogni razionalità. Ecco perché più di
cento erano le fedi nate dal falegname.”
Lacerti tratti da: “Il Cammello e la corda ” - 2006
Domenico Seminerio
25 Aprile 2014
posterprotagonisti
ANALISI. Il riocordo dell’’autore del capolavoro Cent’anni di solitudine recentemente scomparso
Garcia Marquez, la sinistra e l’utopia
Premio Nobel per la letteratura, resta nel cuore anche per il suo impegno e passione
politica. Storia di una vita spesa contro le dittature in Sud America e per le giustizie sociali
Gabriel Garcia Marquez
DI
MAURIZIO BALLISTRERI
Messina. Gabriel García Márquez,
l’autore del capolavoro Cent’anni di
solitudine, recentemente scomparso
all’età di 87 anni premio Nobel per la
Letteratura, è stato ricordato,
giustamente, anche per il suo impegno
politico.
Un impegno nato di getto, contro le
dittature in Sud America e per la
libertà e la giustizia sociale, sin da
quando fu assassinato il leader liberale
colombiano Jorge Eliécer Gaitán il 9
aprile del 1948. In Colombia si scatenò
una guerra civile e il “Gabo”, così era
soprannominato Garcia Marquez,
cominciò la professione di giornalista
come forma di resistenza democratica.
Aveva non solo il bisogno di
guadagnarsi da vivere, ma anche una
gran passione politica e una profonda
conoscenza della storia contemporanea
latinoamericana.
Il “Gabo” non ha mai militato in
nessun partito anche se ne ha
sostenuto diversi. A Caracas, per
esempio, quando gli è stato conferito
nel 1972 il premio letterario “Rómulo
Gallegos” per il romanzo Cent’anni di
solitudine, García Márquez donò i
100mila dollari del riconoscimento al
Movimento al Socialismo (Mas)
dell’amico Teodoro Petkoff.
Marquez, che diceva di volere portare
con sé in un’isola deserta La Metamorfosi di Kafka e Le mille e una notte,
abbracciava nel suo “realismo magico”
un’idea della letteratura e del mondo:
per quanto abbia sempre negato di
essere comunista, nonostante un
legame strettissimo con Fidel Castro,
confessò al suo amico Plinio Apuleyo
Mendoz il suo desiderio che il mondo
fosse “socialista, e credo — disse —
che prima o poi lo sarà”. E nel discorso
che pronunciò a Stoccolma nel 1982,
quando gli fu consegnato il Nobel,
disse che “Noi inventori di favole, che
crediamo a tutto, ci sentiamo in diritto
di credere che non è ancora troppo
tardi per intraprendere la creazione di
una nuova e devastante utopia della
vita, dove nessuno possa decidere per
gli altri addirittura il modo in cui
morire, dove davvero sia certo l’amore
e sia possibile la felicità, e dove le
stirpi condannate a cento anni di solitudine abbiano finalmente e per
sempre una seconda opportunità
sulla terra”. E vent’anni prima, parlando della rivoluzione cubana, aveva
detto di continuare a credere che “il
socialismo sia una possibilità reale”.
Ma il socialismo del “Gabo”, che fu
pure amico del leader socialista
spagnolo Felipe Gonzalez (ma anche
del presidente americano Bill
Clinton), era assai lontano da quello
della tradizione europea, che, sia nel
modello collettivistico leninista, che in
quello socialdemocratico che con
Eduard Bernstein portò alle estreme
conseguenze il suo revisionismo
ideologico dal materialismo storico,
trae dal marxismo le origini, ponendo
lo Stato al centro della propria azione
politica. Piuttosto, il socialismo di
Garcia Marquez è un rimpianto della
Hispanidad soverchiata dal
capitalismo industriale statunitense,
non a caso la sua grande ossessione
era la politica estera degli Stati Uniti:
dal 1974 al 1980 infatti, scrisse molti
articoli a sostegno della sinistra
latinoamericana sulla rivista
Alternativa. A tal proposito si deve
ricordare un bellissimo articolo scritto
“a caldo”, commentando i drammatici
fatti del golpe militare cileno l’11
settembre 1973: “Nell'ora della
battaglia finale, con il paese alla
mercé delle forze della sovversione,
Salvador Allende continuò afferrato
alla legalità. La contraddizione più
drammatica della sua vita fu quella di
essere, contemporaneamente, nemico
della violenza ed appassionato
rivoluzionario, e credeva di averla
risolta con l'ipotesi che le condizioni
del Cile consentivano una evoluzione
pacifica verso il socialismo, all'interno
della legalità borghese”.
“Gabo” in definitiva, esprimeva
essenzialmente il volontarismo politico
dell’anarchismo spagnolo degli anni
’30 del Novecento intriso del culto del
leader rivoluzionario, del
romanticismo dei libertadores come
José Marti’ e Simon Bolivar (o del
nostro Garibaldi), del populismo delle
rivoluzioni dei peones, con il richiamo
alle teorie sull’arretratezza latinoamericana a causa dell’imperialismo
yankee, ma quasi indifferente
all’esperienza di Hugo Chavez in
Venezuela, forse perché segnata dai
germi della violenza autoritaria.
Un socialismo libertario quello di
Marquez e per questo un po’ utopico,
certamente ispirato dalle atmosfere
magiche dei suoi romanzi ma di
schietta matrice popolare e
democratica, alieno da dogmatismi e,
soprattutto, dalle influenze
neoliberiste, che ai nostri giorni
corroborano il paradigma delle “Due
destre”. E d’altronde, non è necessaria
una certa dose di utopia per i tempi
che viviamo, per contrastare la
“dittatura” dei mercati e della finanza,
soprattutto per la sinistra italiana
sedicente riformista?
INIZIATIVE
Un museo per Lo Sardo
NASO CELEBRA LA MEMORIA DI UN COMUNISTA MARTIRE
DI LIBERTÀ, MORTO DI STENTI NELLE CARCERI FASCISTE
Inaugurato il 25 aprile il primo museo dedicato all’onorevole
Francesco Lo Sardo (1871-1931) presso il Convento a Naso, suo
paese natale, per celebrare la memoria di un comunista
martire di libertà, morto di stenti nelle carceri fasciste, che
riassume in sé la storia di Sicilia dai fasci siciliani alle camere del
lavoro, al pacifismo alla ricostruzione di Messina terremotata,
alla rappresentanza parlamentare. La sala accoglie reperti e i
mobili, stile tardo cinquecento, dello studio legale romano in
possesso del comune per eredità testamentaria della famiglia
Lo Sardo. All’origine la proposta di Franca Sinagra Brisca,
centonove pagina 33
accolta dal sindaco Daniele Letizia già nell’autunno scorso, per
la creazione di un polo museale sugli uomini illustri nasitani
nelle sale del restaurato Convento dei Frati Minori. E’ stato
possibile cominciare l’allestimento per la Sala Lo Sardo a
partire dal prezioso mobilio attorno al quale la prof.ssa
Sinagra ha costruito una biografia sintetica, che inizia nel 1886
con la rara foto dei due fratelli Lo Sardo e Noè alla prima
uscita de “Il Riscatto” a Messina. Stampe e riproduzioni
fotografiche tracciano per grandi linee i momenti salienti del
percorso di vita dell’onorevole avvocato, fino alle citazioni
celebrative di personalità del dopoguerra. L’ambiente
conventuale, di severa eleganza con muri di pietra viva
arenaria, l’entrata nell’arco del primo portico che immette al
chiostro e il parco naturale annesso, rendono la visita
accogliente mentre celebrano la memoria storica.
25 Aprile 2014
posterstoria
Padre Alessio Mandranikiotis
S.LUCIA DEL MELA. Ritratto del religioso di rito greco che ha costruito pietra su pietra il tempio della Candelora
Padre Alessio, eremo e fast food
In un trionfo di icone e profumo di incenso, il monaco celebra le ore liturgiche e un passato glorioso
DI GIUSEPPE PANTANO
Milazzo. Chi entra nel Parco Corolla,
grosso centro commerciale alle porte di
Milazzo, avrà modo di notare, proprio
accanto al fast-food Mc Donald’s, la
stridente presenza di una piccola
costruzione in pietra, che appare così
avulsa dal contesto da sembrare finta,
quasi messa apposta in una sorta di parco
giochi stile Disneyland. Così non è, perché
si tratta di un edificio storico che niente
ha da spartire con i grandi magazzini
confinanti, esattamente una “Cuba”
bizantina, una cappella a pianta quadrata
coperta da cupola, nata tra primo e
secondo millennio d.C. come edificio
religioso e luogo di culto di rito greco per
le popolazioni locali che da tempo
abitavano la zona del “Planum milatii”.
Restaurata nel 1996 dalla Soprintendenza
di Messina, nel corso dei secoli successivi
alla sua edificazione la Cuba era stata
affiancata da altre costruzioni formanti un
sistema insediativo di tipo agricolo
comprendente alcuni edifici, non più
esistenti, tra cui un frantoio/palmento e
una cisterna per la raccolta d’acqua, che
ne spiegano il nome di “Masseria” dato
all’intera contrada. Oggi la Cuba
rappresenta una silenziosa testimonianza
architettonica di una cultura e di un
passato religioso cristiano, dovuto ai
monaci di rito greco ortodosso che, in
questa zona ed in tutto il Valdemone
medievale durante la dominazione araba,
erano riusciti ad alimentare i residui
focolai del cristianesimo nei confronti del
dilagante islamismo.
La massiccia affluenza di pubblico
nell’area in cui è situata la Cuba, pur con
tutte le contraddizioni di una società dei
consumi che omologa tutto e tutti, rende
comunque a questo monumento la sua
corretta funzione di ricordare un passato
che innegabilmente fa parte della cultura
locale e che viene, in questo modo,
portato alla conoscenza di tanti, anche se
spesso disattenti, visitatori. Ma si tratta
pur sempre, come dicevamo, di un muto
testimone del passato, di un pezzo di
archeologia, di un brano di storia “mordi
e fuggi”.
Non molti sanno invece che a breve
distanza in linea d’aria, nelle soprastanti
colline di S. Lucia del Mela, vive un
religioso di rito greco che oggi come
allora può essere considerato il cuore
pulsante di queste piccole “ecclesie”
bizantine. Il riferimento è a Padre Alessio
jeromonaco (prete-monaco), un autentico
«frammento di storia vivente », figura e
personaggio fuori del comune, fuori del
tempo e per molti versi fuori dagli
schemi. Chi si reca nell’eremo della
Candelora, da lui costruito pietra su
pietra, si rende conto di fare un
privilegiato excursus nella cultura e nella
spiritualità di un mondo che non esiste
più, ma che è il medesimo che mille anni
orsono fioriva in questo specifico
territorio. Inserito in mezzo alla natura,
con la spettacolare visione delle Isole
Eolie, si percepisce nitida la sensazione di
trovarsi in un luogo diverso, come
potrebbe essere l’Athos o la Tessaglia,
dove si trovano i famosi monasteri greci
di Meteora. Eppure, in questa zona della
Sicilia in epoca bizantina e normanna la
spiritualità era vissuta esattamente come
la vive oggi Padre Alessio, perfetto erede
del monachesimo italo-greco dell’antico
Valdemone. Anzi, come puntualizza egli
stesso (profondo studioso di agiografia,
dotato di una biblioteca straordinaria), le
categorie monastiche sviluppatesi nella
nostra terra tra VII e IX sec. hanno
addirittura preceduto quelle ancora in
vigore sul Monte Athos.
Padre Alessio, al secolo Placido
Cappuccio, nativo di Messina, ha
aggiunto al suo nome da religioso
l’appellativo di “Mandranikiotis”, come
dire “appartenente all’Archimandritato
del SS. Salvatore”, monastero voluto e
fondato nel 1131 da Ruggero II, in virtù
della Legatia Apostolica, nella zona
falcata del porto, «in lingua Phari», alle
cui dipendenze erano all’epoca ben 43
cenobi, dislocati in gran parte nella
provincia messinese. Questo sacerdote di
rito greco ortodosso è noto nel
comprensorio peloritano e del Mela, per
lo spirito ecumenico che lo anima e per
l’impegno profuso nel vivere pienamente i
problemi del suo territorio e della sua
gente. Penso non a caso alla definizione
cara a Papa Francesco, di pastore «con
l’odore delle pecore», animali che Padre
Alessio alleva davvero, insieme ad alcuni
pavoni e alle colombe, specie anch’esse
cariche di simbolismi religiosi.
Egli si considera, a ragione, un monaco
italo-greco, in quanto figlio ed epigono
della grande tradizione autoctona
monastica di Sicilia e Calabria, regioni
dalle radici paleocristiane dove fiorirono
lo stile ascetico e contemplativo della vita
anacoretica, eremitica e cenobitica,
unitamente al rito liturgico grecobizantino, ancora oggi praticato nelle
Chiese orientali e in tutta l’ortodossia
sparsa per il mondo.
Nel suo eremo di montagna dove si ritira
in preghiera, Padre Alessio celebra le ore
liturgiche in un piccola chiesetta che è un
trionfo di icone, di volute d’incenso, di
memorie e reliquie di santi italo-greci (sui
quali ha pubblicato un libro). «Quel che
conta – egli dice – è pregare e offrire, tra
incomprensioni, solitudine e abbandono
la propria vita per la salvezza degli
uomini e chiedere a Dio misericordia per
tutti e per tutto. Questa è la vocazione del
monaco».
Da quell’incontro mi è rimasto il profumo
dell’incenso, diverso da quello in uso nelle
chiese cattoliche, molto più aromatico e
speziato, che ricorda l’Oriente. Era quello
“della Resurrezione” bruciato durante il
periodo pasquale. Poi, mentre andavo via,
mi tornavano in mente le dichiarazioni di
papa Giovanni Paolo II, nella sua lettera
apostolica del 1995 “Orientalis lumen”,
sul ruolo unico dell’Oriente cristiano, in
quanto contesto originario della Chiesa
nascente e sul concetto delle Chiese
d’Oriente quali interpreti viventi del
tesoro di tradizioni da esse custodito. A
pensarci bene, un « interprete vivente » di
un tesoro di tradizioni e di spiritualità lo
avevo lasciato da pochi minuti nel suo
mondo di struggente coerenza, mentre mi
avviavo lentamente verso la costa, forse
per un veloce panino del fast-food.
La cuba di contrada Masseria. Sullo sfondo parco Corolla
centonove pagina 34
Icona Bizantina
posteranniversari
CENTENARI. Le guerre, scriveva Vittorini, generano nuovi linguaggi. Ecco quelli nati nel 15-18
Quando il soldato è poeta
Da Ungaretti a D’Annunzio, da Casati a Evangelista il conflitto che ha ispirato versi di rara incisività
DI SEBASTIANO SAGLIMBENI
Si approssima la ricorrenza che riguarda
il centenario della prima guerra
mondiale, di cui sono stati divulgati tanti
libri. Se ne divulgheranno altri che, fra
l’altro, sapranno dire alle nuove
generazioni che in guerra non v’è
alcuna salvezza, come ammoniva nel suo
poema, l’Eneide, Virgilio Marone.
“Nulla salus bello” (Nessuna salvezza in
guerra), scriveva, oltre duemila anni or
sono, e religiosamente rifletteva come in
guerra si uccide alla pari e si soccombe
alla pari, vincitori e vinti. “Caedebant
pariter pariterque ruebant/ victores
victique”. Così nella sua lingua di poeta
della latinità.
Diversamente, ma dai medesimi effetti, il
poeta del nostro tempo, Giuseppe
Ungaretti, uno dei tanti scrittori e
letterati in quel conflitto mondiale,
esprimeva in versi come aveva vissuto,
da soldato, la guerra. E, come esempio,
qui quei suoi 4 brevissimi notissimi versi
di “Soldati”. Il poeta descriveva quella
guerra, che cagionò milioni di morti e
feriti, con questa rara sinteticità ed
incisività:
“Si sta come / d’autunno / sugli alberi
/ le foglie”.
Lo scrittore Elio Vittorini, uno degli acuti
interpreti della crisi del nostro
Novecento, scriveva, con amara ironia,
che “le guerre generano nuovi linguaggi
e nuove poetiche”. Ad Ungaretti, la
guerra aveva ispirato alcune liriche,
spesso scelte dagli antologisti di testi
letterari, come testimonianza di tragicità.
“I poeti non dimenticano”, scriveva
Salvatore Quasimodo, a proposito di altre
atroci morti nell’ultima guerra mondiale.
Nessuna salvezza in quella prima guerra
mondiale, che non si volle scongiurare, e
che si credeva, come l’ultima, si potesse
concludere in breve tempo. Durò tre
anni. Eppure, per scongiurarla, era stato
predicato il forte pacifismo del papa
Benedetto XV, che - lo scrive nella sua
Storia d’Italia 1861-1958 Denis Mack
Smith - si “trovava su questo punto
stranamente solidale con socialisti
ufficiali, ma il motto dei socialisti, ‘né
aderire, né sabotare’, rispecchiava in
maniera evidente le loro divergenze
interne d’opinioni”.
Da non dimenticare che molti uomini di
lettere furono interventisti e propagarono
una propria apologia della guerra.
Addirittura, i futuristi la definirono l’
“igiene del mondo”, ma il vero Paese
restava intimamente avverso o
indifferente alla guerra. La osteggiavano
le masse popolari, i contadini, e gli operai
dei centri industriali. L’interventismo,
nonostante andasse intensificandosi, tra
l’ottobre del 1914 e il maggio del 1915,
era rimasto una
manifestazione di
minoranza, ma il fronte
studentesco esercitò una
solida capacità di
attrazione. A questo si
erano uniti gli intellettuali
e, come prima accennato,
gli scrittori e i letterati.
Come si sa da tanti
manuali di storia, Antonio
Salandra, assurto a primo
ministro, dopo la caduta
del governo Giolitti, aveva
affiancato la Triplice Intesa
e così si era assicurata
l’entrata in guerra
dell’Italia. Per non
dimenticare, il Salandra,
un ministro conservatore,
che dopo gli insuccessi
della guerra, si dimise. Nel
1922 inneggiò all’ascesa
del fascismo, che, dopo, nel
1928, lo nominò senatore.
Mentre si dirà della guerra
1915/ 1918 verranno alla
luce tanti nomi di
“protagonisti”. Tra questi,
quello di Luigi Cadorna,
un militare che riscuoteva
Giuseppe Ungaretti
delle benemerenze, grazie
al padre Raffaele, il
Gabriele D’Annunzio, retore interventista,
liberatore di Roma nel 1870. “Egli era un
che all’età di 52 anni si era arruolato
buon organizzatore, sia lui che i suoi
volontario nei Lancieri di Novara, ne
principali colleghi mancavano d’ingegno,
parla di quelle morti spietate che, come
d’inventiva e di elasticità mentale, ed
limpidamente le ha descritte, pare
ispiravano d’altra parte scarsa fiducia ed
vivano di vita reale. Così: “Di schiena al
affetto nei loro uomini”, scrive ancora
muro grigio furono messi i fanti
Smith. E, proseguendo, dirà che Luigi
condannati alla fucilazione, tratti a sorte
Cadorna venne “accusato di aver fatto
nel mucchio dei sediziosi. Ce n’erano
fucilare, nel corso delle decimazioni da
della Campania e della Puglia, di
lui ordinate, anche dei soldati che non si
Calabria e di Sicilia: quasi tutti di bassa
trovavano in zona di operazione nei
statura, scarni, bruni, adusti come i
giorni in cui si erano verificati gli eventi
mietitori delle belle messi ov’erano nati”.
per i quali erano stati condannati”.
Ce l’ha ricordata questa prosa del poeta
Ne Il libro ascetico della giovane Italia,
25 Aprile 2014
D’Annunzio, lo scrittore veronese Franco
Casati. I sostenitori della guerra e la
maggior parte dei vertici militari
restavano insensibili a tutte quelle morti
o simulavano amarezze. Ora su di loro si
è estesa l’inesorabile oscurità del tempo
e quanto di migliore per il Paese
credettero di aver fatto era stato
ambiguo e vano. La guerra, che si può
definire la conseguenza dell’insipienza
della politica, va fermamente ripudiata.
Dopo l’ultimo conflitto mondiale, la
nostra Carta Costituzionale, all’art. 11,
redatta da uomini di valore culturale e
morale, la ripudia “come strumento di
offesa degli altri popoli…”. Le madri
latine la detestarono (Bellaque matribus/
detestata). Giovanni Evangelista,
alludendo al male, in senso lato,
scriveva che “gli uomini preferirono
piuttosto la tenebra alla luce” (Kai
egàpesan, oi antropoi màllon to scòtos e
to fos). Si era come ornato di questa
proposizione l’inquieto Giacomo Leopardi
che la citava in cima al suo testo poetico
“La ginestra o il fiore del deserto”.
Francesco Petrarca con “La canzone ai
signori d’Italia” diffondeva un messaggio
pacifico e umanitario, motivato dalla
caducità dell’esistere e dalla pietas.
Chiudeva quella sua grande poesia con
l’endecasillabo:
“I’ vo gridando: Pace, pace, pace”.
Si faccia conoscere, con libri, dibattiti,
film, esposizioni di immagini, quella
prima guerra mondiale, ma come
denuncia di una delle tante e tante
distruzioni del genere umano. Si ricordi e
si detesti quanto divulgava nel 1915 il
generale Cadorna. Vale a dire: “Il
superiore ha il sacro potere di passare
immediatamente per le armi i
recalcitranti e i vigliacchi. Chi tenti
ignominiosamente di arrendersi e di
retrocedere, sarà raggiunto prima che si
infami dalla giustizia sommaria del
piombo delle linee retrostanti e da quella
dei carabinieri incaricati di vigilare alle
spalle delle truppe, sempre quando non
sia freddato da quello dell’ufficiale”. Si
ricordino i luoghi (Isonzo, Caporetto,
Piave, Montello, Monte Grappa, ecc.); si
ricordino i martiri che leggemmo nei
manuali scolastici (Battisti, Sauro,
Chiesa, Filzi, Baracca, ecc.), ma si rifletta
sulle parole “Sfortunato quel paese che
ha bisogno di eroi”, dello scrittore Bertolt
Brecht.
APPUNTAMENTI
Tre giorni per la Liberazione
COSTITUZIONE, RESISTENZA E ANTIMAFIA I TEMI A DIBATTITO
MESSINA. Tre appuntamenti per celebrare la Festa della
Liberazione. Anche la provincia di Messina ricorda la lotta
al nazifascimo, che in tutta l’Italia si celebra il 25 aprile. Il
primo degli eventi organizzato dall’Anpi messinese si terrà
oggi, mercoledì 23 aprile, alle 17.30 alla Sala Oasi di
Barcellona Pozzo di Gotto. Tema dell’evento Le radici della
Costituzione, la resistenza, con gli interventi del direttore
del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Ateneo di
Messina Giovanni Moschella, la ricercatrice universitaria
Alessandra Grasso e il responsabile provinciale di Anpi
Messina Teodoro La Monica.
Per Messina il tema sarà Resistenza, Costituzione,
centonove pagina 35
Antimafia e il programma prevede giovedì 24 aprile alle 18
presso la sede di AddioPizzo in via Roosevelt la lettura
delle lettere di condannati a morte della Resistenza e di
alcuni articoli della Costituzione e alle 20.30 la proiezione
del film Placido Rizzotto. Infine, sabato 26 aprile alle 17.30
le celebrazioni della Resistenza italiana si chiuderanno con
il convegno Il contributo di sangue dei Nebrodi alla lotta
partigiana tra realtà storica e presenza democratica oggi,
che si terrà presso la Sala Polifunzionale del Circolo dei
Maestri a Tortorici. I lavori saranno coordinati da Alfonso
Fratacci di Anpi Nebrodi. Interverranno il sindaco di
Tortorici Carmelo Rizzo Nervo, Teodoro La Monica, il
segretario della Camera del Lavoro di Capo d’Orlando Nino
Pizzino, il coordinatore regionale di Net Left Luca
Lecardane e il direttore dell’Istituto di Cultura Politica per la
Questione Siciliana Fabio Cannizzaro.
25 Aprile 2014
postermostre
EVENTI
NON PERDERE. Argenti, avori, tessuti, pergamene della Cappella Palatina
Lo scrignodi Palermo
In mostra l’intera collezione di suppellettili liturgiche
ed una selezione dei più pregiati paramenti sacri
Palermo. La Cappella Palatina,
la più bella Chiesa al
mondo, il più
sorprendente gioiello
religioso sognato dal
pensiero umano
come la definì
Guy de
Maupassant,
come uno
scrigno, oltre
agli aurei
mosaici,
custodisce un
importante
patrimonio di
argenti, avori e
preziosi tessuti.
Questa mostra
propone, per la
prima volta,
l’esposizione dell’intera
collezione di suppellettili
liturgiche ed una selezione dei
più pregiati paramenti sacri,
valorizzando un tesoro d’arte applicata
poco conosciuto e raramente fruibile
nella sua interezza.
Ammirando le settanta opere in
argento presentate, realizzate da
argentieri palermitani tra la fine del
Cinquecento e la seconda metà
dell’Ottocento, è possibile cogliere
nitidamente la convergenza di più
elementi, legati sia alla volontà della
committenza che alla sensibilità
dell’autore, sia alla materia trattata che
al contesto in cui è stata realizzata.
I circa venti manufatti tessili sono le
testimonianze più antiche e
interessanti tra gli esemplari scampati
al dannoso incendio scoppiato nella
sacrestia della Cappella il pomeriggio
del 27 ottobre 1963. Quel che resta
della collezione di sete e ricami della
Cappella Palatina di Palermo offre una
note- vole rassegna di pregiati ed
originali paramenti sacri che, grazie a
questa manifestazione espositiva,
vengono valorizzati permettendone
l’opportuna fruizione del tutto meritata
e dovuta. Le opere mostrate
documentano un arco cronologico che
dalla fine del XVI secolo giunge sino ai
primi del Novecento.
Tra luccicanti argenti e sete preziose,
selezionati da Maria Concetta Di
Natale e Maurizio Vitella, sono anche
Biblioteca Ursino Recupero
Bibbia del Cavallini esposta a Catania
Considerata una delle opere più preziose al mondo, sarà digitalizzata
esposti
singolari cofani
eburnei e notevoli
pergamene. Sono opere, pertinenti al
tesoro e al tabulario della Cappella,
che documentano la quasi millenaria
storia della chiesa del Regio Palazzo e
offrono la possibilità di fare memoria
di un grande studioso, per anni
custode di questo cospicuo e
ragguardevole patrimonio: Mons.
Benedetto Rocco. La mostra, a lui
dedicata, che durerà fino al 10 giugno,
offre un itinerario alla scoperta di
eccezionali capo- lavori d’arte poco
conosciuti che testimoniano la
straordinaria ricchezza e il decoro nel
tempo riconosciuti alla sacra liturgia
nella Regia Cappella, gioiello d’arte
bizantina nel suo massimo splendore
(Bernard Berenson).
CATANIA. Piccola, preziosa e rara. Quindi
intoccabile. Ma ancora per poco. Presto
sarà digitalizzata per renderla
consultabile a studiosi, appassionati, ma
anche semplici curiosi. E' la preziosa
edizione di una delle Bibbie miniate di
Pietro Cavallini, uno dei libri più famosi
al mondo, visibile ai frequentatori della
biblioteca Ursino Recupero che la ospita.
L'iniziativa è del Comune di Catania,
promossa dal sindaco Enzo Bianco. Il
programma riguarda manoscritti e libri
antichi e rari del fondo Benedettino della
Biblioteca e fa parte del progetto 'Science
and technology digital library' finanziato
e coordinato da Cnr e università di di
Catania. La Bibbia miniata del Cavallini,
ritenuta una delle cinque più belle al
mondo, fu acquistata a Roma, tra il 1740
e il 1750 da Placido Scammacca per
arricchire la Biblioteca del monastero di
San Nicolò l'Arena di Catania ed è stata
sempre oggetto di attenzione e
ammirazione da parte di studiosi e
bibliofili. È stata esposta fino a oggi
soltanto in tre mostre a Roma (1954),
Bruxelles (1965) e Catania (1999). Il
codice in folio è miniato in oro, consta di
440 carte (Vecchio e Nuovo Testamento,
PALERMO
I codici a barre di Angelo Denaro
Palermo. Sarà inaugurata sabato 26 aprile alle ore 11, presso
l’ex Monastero dei Benedettini c/o Antivilla Comunale Piazza
Guglielmo II Monreale, la mostra antologica di Angelo Denaro
dal titolo: Codice a barre. Itinerari e metafore. Nella mostra,
che resterà aperta fino al 16 maggio, l’artista presenta in
occasione di questa “antologica” i diversi momenti della sua
vita artista. Sette cicli pittorici compresi in cinquant’anni di
pittura e precisamente da Ossido e Nichel fino a Visioni
Cosmiche passando da: Gabbiano Meccanico, Territorio, Le
terre dal cielo, Graffiti e American landscape; un periodo
abbastanza lungo e tormentato fatto di fughe in avanti e
ritorni spesso amari e avari.
centonove pagina 36
con le Epistole a Prologhi di San
Girolamo) disposte su due colonne di 56
linee, di accurata scrittura gotica, ha titoli
rubricati ed è decorata con iniziali
istoriate e con fregi marginali costituiti da
steli che fanno da cornice al racconto
biblico, adorno da figurine umane e
grottesche, spesso racchiuse in
medaglioni. Con il codice nasce l'arte
della miniatura e il libro in senso
moderno, composto di singole pagine da
sfogliare e non da srotolare. Indagini
testuali, paleografiche e codicologiche
sulla Bibbia del Cavallini fissano
l'esecuzione di questo splendido codice
tra la fine del '200 e i primi decenni del
'300, creato in un centro di produzione
libraria di altissimo livello per qualità e
quantità della decorazione. Il codice è
evidentemente frutto dello sforzo unitario
di più amanuensi e miniatori, almeno tre,
guidati da un quarto che fa la sua
comparsa a partire dalla prima "Lettera di
Paolo ai Romani" e che per quella
rappresentazione tridimensionale dello
spazio, per i chiaro-scuri dei panneggi e
degli incarnati, la sua volumetria dei
personaggi raffigurati, può identificarsi
con Pietro Cavallini in persona.
posterrubriche
NUOVE VISIONI
DI MARCO OLIVIERI
Wes Anderson e i narratori
del futuro
Uno sguardo
dissonante.
Un’attenzione ai
dettagli, con un occhio
ingenuo e disincantato al tempo
stesso. Che cosa caratterizza il
cinema visionario di artisti come Wes
Anderson, i fratelli Coen e Tim
Burton, pur nelle profonde differenze
nel linguaggio e nei temi? Forse la
capacità di riattivare in chiave
originale i meccanismi narrativi e i
generi, inventando momenti
cinematografici a volte memorabili.
Sono loro i narratori che costruiscono
un ponte verso il futuro, che sarà
riempito da nuovi registi e nuovi
sceneggiatori. In questo scenario,
Grand Budapest Hotel, il nuovo film
dello statunitense Wes Anderson
(Rushmore, I Tenenbaum, Moonrise
Kingdom), rispecchia il mondo
creativo e geniale di un artista che si
confronta con i mostri sacri del
passato, da Chaplin a Wilder e
Lubitsch, valorizzando la propria
originalità espressiva e tematica.
Dedicato allo scrittore Stephan Zweig
e Orso d’argento Gran Premio della
Giuria al Festival di Berlino, Grand
Budapest Hotel vanta un’atmosfera
fuori dal tempo, nell’Europa della
prima metà del Novecento, e un
tocco fuori dal consueto. Ottimo il
cast: da Ralph Fiennes a Bill Murray,
Edward Norton, F. Murray Abraham e
Jude Law, senza dimenticare Harvey
Keitel e Tilda Swinton. Ogni
personaggio e ogni piega della storia
appaiono curatissimi, nello stile dello
sceneggiatore e regista Wes
Anderson.
CATANIA. Teatro delle diversità
Il coraggio... di Danilo
CATANIA. Il coraggio è una cosa è uno
splendido verso di Roberto Roversi ed è
molto più che una semplice frase. È uno
stile di vita, una visione dell’esistenza,
una sfida, ma anche la possibilità di
vivere la quotidianità appieno. Ed è una
possibilità che ci dona Danilo Ferrari,
attraverso un suo libro e uno spettacolo
teatrale (in scena sabato 26 alle ore 21 e
domenica 27 alle ore 17,30, al Piccolo
Teatro) nel quale è protagonista,
intitolati, appunto, “Il coraggio è una
cosa” e realizzati dall’associazione Nèon,
che da 25 anni ha introdotto in Sicilia il
Teatro delle Diversità. Per Danilo, affetto
dalla nascita da tetraparesi spasticodistonica (con assenza di linguaggio e
impossibilità di muovere le mani),
scrivere un libro e partecipare da
protagonista ad un’opera teatrale ha
richiesto un lavoro speciale.
25 Aprile 2014
RASSEGNE
Docu-cinema alla siciliana
MUSICA
Al Teatro Tina Di Lorenzo di Noto “Foemina Ridens”
Leone d’oro a Reich
Un momento della presentazione
DI PAOLO
RANDAZZO
Noto. Occorre farcela e far girare idee,
informazioni, opportunità e realizzazioni,
occorre darsi da fare, trovare il modo di
render concreti progetti e idee;
raccontiamo spesso di quanto la ricerca
teatrale siciliana in mezzo a difficoltà,
conflitti e incomprensioni, riesce a
realizzare di straordinariamente
interessante; parliamo spesso di teatro
anche come metafora della giovane arte
siciliana che tenta di sopravvivere a ogni
gretto provincialismo e a un’insipienza
politica che, troppo spesso, non sa
scommettere sulla cultura come chiave di
volta per lo sviluppo. Questa volta
parliamo invece di cinema e di una
tipologia particolare di quest’arte, quella
documentaristica. È in corso a Noto
(partita il 12 aprile e fino al 6 maggio) la
“Prima rassegna dei documentaristi
siciliani”, organizzata
dall’associazione/collettivo di cultura visiva
e cinematografica “Frame off”, nel Teatro
comunale “Tina Di Lorenzo” e col
patrocinio del Comune di Noto. Tredici
documentari firmati da giovani film
maker siciliani e tutti interessanti.
«…Opere eterogenee, dense di ricerca,
DE GUSTIBUS
aperte all'indagine sul contemporaneo ed
insieme intimistiche, biografiche a tratti,
aperte alla scoperta dell'identità regionale
– spiegano i giovani di “Frame off” -.
Autori che sperimentano
quotidianamente le possibili forme di
produzione per il cinema documentario,
esplorando nuove possibilità che superino
il grande ostacolo dell'espressione cinedocumentaria: la mancanza oggi della
figura fondamentale del produttore
cinematografico. E dunque dei
finanziamenti allo sviluppo dell'arte più
giovane della storia». Si pensi a quello che
forse è il più conosciuto tra i documentari
in programma, ovvero “I fantasmi di San
Berillo” di Edoardo Morabito: al di là dello
scavo storico e sociologico, è la fortissima
torsione poetica delle immagini che rende
questo lavoro (vincitore nella sezione
documentari italiani del Torino film
festival 2014) notevole. Ecco i prossimi
appuntamenti: il 29 Aprile, alle 19:00
“Zeroper – Rimettersi in gioco” di
Francesco Russo; alle 21:30 “Viaggio a
Sud” di Alessandro Seidita e Joshua
Wahlen; il 6 Maggio alle 19:00 “Eu 013
l'ultima frontiera”, di Alessio Genovese e
alle 21:30 “Caminante”, dello stesso
collettivo Frameoff.
DI CESARE NATOLI
È andato a Steve Reich il
Leone D’Oro alla carriera
per la musica della
Biennale di Venezia. La
notizia è stata data
durante la conferenza di
presentazione della prestigiosa
manifestazione, tenutasi nei giorni
scorsi a Roma. Il prossimo 21
settembre, in occasione del Festival
Internazionale di musica
contemporanea della Biennale, verrà
così consegnato al settantottenne
compositore statunitense l’ambito
riconoscimento. Reich se lo merita.
Da sempre vicino al minimalismo di
Philip Glass, ha sempre improntato la
sua opera alla ricerca del ritmo e
della musicalità, basandosi su un
processo compositivo che crei
un’unione con la realtà,
immediatamente percettibile
all’orecchio umano. Cultore del
“phasin”, (ossia di una tecnica di
desincronizzazione delle voci che si
evolve e cresce sempre di più con
timbri e ritmi ogni volta differenti) è
stato autore di brani molto famosi,
quali “Music for 18 Musicians” (1974–
76), “Double Sextet” (2009) per
ensemble misto amplificato e nastro,
o doppio ensemble misto, e
“Different Trains” per quartetto
d'archi e nastro (1988). Nella sua vita
sono stati molto importanti anche gli
avvicinamenti ad altre culture,
ebraica, africana e mediorientale, che
gli hanno consentito di raggiungere
risultati sonori sconosciuti alla
cultura musicale occidentale. E sono
stati sicuramente la continua ricerca e
la voglia di modificare gli stereotipi,
di trasformare ciò che già esiste in
qualcosa di nuovo e mai esistito, le
basi che gli hanno permesso di
conquistare il Leone D’Oro
DI MASSIMO LANZA
I premi Grandi Cru d’Italia
Anche quest’anno, nel corso del Vinitaly, la
prestigiosa associazione dei Grandi Cru d’Italia, che
riunisce i protagonisti italiani della viticoltura
d’eccellenza, ha assegnato gli ambitissimi Premi
Grandi Cru d’Italia dedicati alle più importanti
personalità internazionali del settore del vino. Alla
cena di gala hanno partecipato circa 300 giornalisti e operatori
nazionali e internazionali, autorità e i soci del Comitato Grandi
Cru d’Italia, associazione che sul modello francese riunisce i 100
produttori di più alta qualità, che da almeno 20 anni producono
vini con i più alti rating derivanti dall’incrocio di guide e riviste
italiane e straniere. Manifestazione che ha segnato l’esordio nel
ruolo di nuovo Presidente dei Grandi Cru d’Italia del Marchese
Carlo Guerrieri Gonzaga, che succede al Marchese Vittorio
centonove pagina 37
Frescobaldi. Il nuovo Presidente, proprietario della Tenuta San
Leonardo è affiancato dal Vice Presidente Esecutivo Paolo Panerai,
appassionato produttore e proprietario di tre note cantine, due in
Toscana (Castellare di Castellina e Rocca di Frassinello) e una in
Sicilia (Feudi del Pisciotto). Fil rouge della serata è stato il
connubio tra vino e arte: protagonista è stato il Bacco Adolescente
di Caravaggio, di cui gli ospiti hanno potuto apprezzare i più
interessanti dettagli pittorici e la storia della sua creazione grazie
agli approfondimenti del Prof. Vittorio Maria De Bonis. Ai
partecipanti è stato inoltre presentato il libro WineArt, con un
interessante approfondimento sul legame fra vino e arte. I soci del
Comitato Grandi Cru d’Italia hanno premiato come: Miglior
giornalista, ex aequo Jay McInerney, Wine Columnist Town &
Country e The Wall Street Journal, e a Qianrui Cheng, Senior
Editor Wine in China. A vincere il titolo di Sommelier dell’anno è
stato Paolo Basso, Miglior Sommelier del Mondo 2013 per la
Association de la Sommellerie Internazionale.
25 Aprile 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
HERITAGE
GUI
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Buon lavoro Giusi
Formazione in ingresso
per neo assunti in ruolo
Prenderà il via il prossimo 7
maggio l’attività di formazione per il
personale docente ed educativo neo
immesso in ruolo. Il compito di iscrivere il
personale neo assunto a uno degli
ambienti di apprendimento predisposti è
affidato alle scuole, avvalendosi del
codice meccanografico e della password
utilizzata per le iscrizioni alle iniziative di
Puntoedu e prelevando i dati anagrafici
dall’elenco fornito dal MIUR. Le attività di
formazione previste con la nota
ministeriale del 17 aprile, costituite da 50
ore e articolate metà in presenza e metà
a distanza, sono coordinate da un tutorfacilitatore d’apprendimento. Ogni
incontro in presenza sarà, in via ordinaria,
organizzato in classi di 15-30 docenti,
provenienti dai due cicli scolastici, purché
gravitanti nello stesso ambito territoriale.
Per i docenti neo nominati in ruolo su
posti di sostegno con decorrenza
giuridica 1/9/2013, l'anno scolastico è
considerato come anno di prova purché il
neo nominato presti servizio in qualità di
supplente (annuale, fino al termine delle
attività didattiche o con supplenze
temporanee di almeno 180 gg.). Per la
validità del servizio, ai fini della prova, è
valido quello prestato come supplente
purché svolto nello stesso insegnamento
o classe di concorso o nell'insegnamento
di materie affini. Ciascun corso è
coordinato e diretto da un dirigente
scolastico che, avendo compiti
amministrativo-gestionali, avrà la
responsabilità di rilasciare l’attestazione
finale delle ore di formazione.
L’organizzazione dei corsi è affidata alla
competenza delle direzioni regionali, che
opereranno secondo principi di efficacia
ed economicità. L'attività formativa è
rivolta ai corsisti neoassunti in ruolo nel
corrente anno scolastico e a coloro che, a
vario titolo, non hanno assolto al periodo
di formazione in ingresso.
ECOLOGIA&AMBIENTE
IL COMMENTO
Mafia e professionisti, la gaffe di Rosi Bindi
L’Unione Commercialisti ha acquistato una intera pagina di un noto
quotidiano per stigmatizzare pesantemente le dichiarazioni della Signora
Rosy Bindi, Presidente della Commissione Antimafia, la quale avrebbe
dichiarato : “Il problema principale per combattere la mafia oggi è quello di
aggredire la zona grigia, fatta prevalentemente di professionisti, come
avvocati, commercialisti e notai”.
Una affermazione di eccezionale gravità e assolutamente calunniosa che
travalica abbondantemente i limiti della libertà di opinione e che la signora
Bindi avrebbe avuto l’ineluttabile dovere di documentare riferendo nomi ed
episodi concreti.
Sappia la signora Bindi che gli avvocati, i commercialisti e i notai non sono
mafiosi e cerchi, per l’avvenire, di essere più cauta e soprattutto più
documentata.
Se questi sono i parametri per lottare seriamente la mafia, i mafiosi
potranno dormire sonni tranquilli.
Purtroppo questo accade quando, nelle nomine di vertice, alla competenza
viene sostituita la spartizione politica.
A questo punto però è indispensabile l’intervento immediato degli ordini
Professionali compententi a tutela dei professionisti ingiustamente aggrediti
nella loro professionalità e nel loro decoro dalle sconcertanti accuse della
signora Bindi.
Avv. Franco Pustorino
Presidente Vicario della Camera Civile
Associato della Camera Penale
Mi rivolgo al nuovo
assessore regionale per i
Beni culturali, usando una
metafora e richiamandomi
alla similitudine usata da
Socrate per spiegare a
Glaucone, fratello di
Platone, la condizione di noi uomini
rinchiusi in caverna. Il paradosso è che
lo faccia io, benché possa solo
immaginare di parlarle. Poiché la catena
della mia incoscienza, che mi costringe a
guardare solo avanti, verso l’ingresso
aperto alla luce, mi fa credere di
scorgere il futuro. In verità conosco solo
le ombre proiettate sulle pareti e le
confondo col vero essere delle cose.
Mentre burattinai scaltri, oltre il muro
che cinge la salita, mettono in scena
spettacoli immaginifici. Molti di loro
parlano. Dio se parlano, quando
dovrebbero tacere. Così io, ostacolato
dalla mia eikasìa, esprimo solo opinioni.
Ma lei, per nostra fortuna, ha raggiunto
l’agognata nòesi e dalla conoscenza
sensibile è pervenuta all’intellegibile.
Ora con la massima facilità può
«osservare di notte i corpi celesti e il
cielo, alla luce delle stelle e della luna, e
di giorno il sole e la luce solare». Non
deve, però, dimenticare cosa predice il
Maestro di se nel raccontarci come
discernere la realtà dalle parvenze. Per
cui, non le chiederò di cambiare da sola
il sistema, pur nutrendo una speranza.
Che, senza proferire parole, possa
demolire i paraventi dei burattinai e
allargare, dall’esterno, l’apertura
dell’antro. Scemeranno gli effetti dei
fuochi fatui alle nostre spalle ed entrerà
uno sprazzo di sole. Nella caverna
rischiarata riusciremo a distinguere le
preesistenti ricchezze, portate in luce. E
comprenderemo, lei e noi, cosa meglio
fare.
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Zps, urla nel silenzio
Avrei preferito scrivere dei falchi bellissimi
che ignari sorvolano la città e i villaggi di
Messina, ma la tremenda realtà fatta di
scelte irresponsabili, invade il mio spazio
temporale e mentale e mi costringe a dire
altro. Mentre scrivo non so come finirà, auspico che il
sindaco revochi l’ordinanza con la quale autorizza lo
stoccaggio di rifiuti in ZPS, e capisca che c’è stato un corto
circuito informativo tra lui e il resto degli uffici, che
hanno continuato ad oggi a tacere la parola discarica e
tutto ciò che ho man mano detto loro, sulle violazioni in
corso, ostinandosi a portare avanti questo progetto,
usando solo la parola “biostabilizzatore” (per legge,
vietata comunque in ZPS). Quindi, visto che ancora oggi si
tace la verità, la faccio dire alle carte ufficiali. Dal bando
di gara, pag.2 (oggetto di 2 diffide, la prossima sarà un
esposto alla Procura): “ i lavori e le attività oggetto della
gara consistono nell’esecuzione di tutti i lavori, le opere e
le forniture occorrenti per la realizzazione di: 1) un
impianto di trattamento meccanico e biologico della
frazione residuale di RSU (rifiuto indifferenziato); 2)una
discarica per rifiuti non pericolosi; 3)un impianto di
trattamento del percolato da discarica”. Dalla risposta
alla nostra prima diffida, il dirigente regionale acque e
rifiuti, (5 marzo): “la piattaforma si compone di una
discarica, di un impianto di biostabilizzazione e di un
impianto di trattamento del percolato” (pag. 3). Dalla
nota inviata dal medesimo ad altri uffici: “la suddetta
piattaforma integrata risulta essere stata autorizzata con
decreti AIA DRS 886 del 2009 (discarica e impianto di
biostabilizzazione) (..)”.Nello studio di impatto
ambientale la parola “discarica” è ovunque, in ogni
centonove pagina 38
pagina, in alto, in copertina. L’articolo 5 comma 1 lettera
K del DM 17 ottobre 2007 vieta le discariche e impianti di
trattamento dei rifiuti in ZPS. Sorvolo sui dettagli della
deroga concessa senza il rispetto delle leggi (già oggetto
di esposto in Procura), e passo al contenuto della lettera
del 26 marzo scorso, sempre del dirigente regionale acque
e rifiuti, che riporta un virgolettato dell’ass.regionale
territorio e ambiente: “in mancanza della prescritta
Valutazione di Incidenza ex art. 5 DPR 357/1997 la
procedura deve considerarsi illegittima per violazione di
legge”. Autorizzare lo stoccaggio in ZPS è un in più frutto
di ulteriore mancanza di informazione a chi di dovere. Mi
risulta che il consulente in materia non sapesse nulla della
vicenda ZPS/discariche vietate, a 3 settimane
dall’insediamento. Non ho più parole, solo profondissima
consapevolezza che in Sicilia, per far rispettare le leggi,
non basta che esistano e si ricordino, no: ci si deve sgolare
e si rimane pure inascoltati.
postercommenti
IL COMMENTO
DI GIOVANNI FRAZZICA
Contemporanei
Nella letteratura, nell’arte,
nello sport, nel cinema, nella
politica, a volte personaltà di
diversa generazione si
incontrano, si sfioranano, o
più semplicemente vivono ed operano nello
stesso tempo, talvolta anche in ambiti
diversi, ma per gli storici finiscono per
diventare dei “contemporanei”. E così
Matteo Renzi si inserisce nella coda dell’era
berlsconiana, così come Amintore Fanfani si
inserì nel finale dell’esperienza di Alcide De
Gasperi o Bettino Craxi in quella di Pietro
Nenni. Sono in molti tuttavia a ritenere che il
premier sia un uomo nato con la camicia,
perché incrocia un fenomeno di portata
planetaria, che è solo agli inizi e che ha le
caratteristiche per segnare un’epoca: papa
Bergoglio. Il 13 marzo 2013 Jorge Mario
Bergoglio è stato eletto papa assumendo il
nome di Francesco, in poco più di un anno
ha sviluppato una tale mole di lavoro e di
interventi che hanno stupito il mondo. La
riforma dello IOR, la riforma del Codice
Penale vaticano e la riforma economica della
Santa Sede sono tre interventi che hanno
inciso profondamenti sugli assetti strutturali
dell’organizzazione ecclesiastica, ma non va
sottovalutato l'impegno per la pace in Siria.
La tutela dell'ambiente, la lotta alla
pedofilia sono altre battaglie che hanno
caratterizzato la sua presenza alla guida del
Vaticano. Ancora pochi, ma significativi, i
suoi viaggi apostolici: l’8 luglio 2013 a
Lampedusa, primo viaggio apostolico di
papa Francesco, sul tema dell'accoglienza
dei migranti; il 22 luglio 2013 a Rio de
Janeiro, in occasione della XXVIII giornata
mondiale della gioventù, ha raccolto quattro
150 PAROLE DA PALERMO
La rosa bianca
DI
25 Aprile 2014
MARIA D’ASARO
25 aprile 1945: per i ragazzi di oggi una
data giurassica. Per chi invece la guerra
l’ha vissuta o per chi ha imparato dai
libri di Storia come può essere violenta
e feroce una dittatura, il 25 aprile è
data storica, festa di liberazione. Oggi
un tributo va ai sei tedeschi, i 5
studenti Hans e Sophie Scholl,
Christoph Probst, Alexander Schmorell
, Willi Graf che, assieme al prof. Kurt
Huber, nel 1942/43 pubblicarono 6
opuscoli che incitavano i tedeschi a
opporsi al regime nazista. Il gruppetto,
che volle chiamarsi “La rosa bianca”, fu
presto scoperto e i sei attivisti
nonviolenti furono uccisi. “Beata la
terra che non ha bisogno di eroi”, ci
ammoniva Brecht. Comunque ai sei
eroi, a 70 anni di distanza, va la nostra
stima ammirata. Con l’augurio di poter
avere anche noi, come auspicava
Sophie Scholl, unica donna del gruppo:
“Uno spirito forte, un cuore tenero”.
milioni di presenze; il 22 settembre 2013 a
Cagliari omaggio alla Madonna di Bonaria
ed il 4 ottobre 2013 ad Assisi alla festa di san
Francesco. Straordinaria anche l’opportunità
di celebrare canonizzazioni e beatificazioni,
in questo quadro eccezionale appare la
circostanza già fissata per il 27 aprile 2014
per la canonizzazione dei predecessori
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, un evento
seguito in diretta tv in tutto il pianeta. A
tutto questo vanno aggiunti i documenti
emanati, in particolare l’Enciclica “Lumen
fidei”, pubblicata a giugno 2013. Importante
anche l’impulso che questo papa ha saputo
dare alle relazioni con le altre comunità
religiose e al dialogo con la Chiesa ortodossa
e con la Chiesa copta egiziana, utile per non
solo per promuovere il dialogo ecumenico
tra le due confessioni cristiane, ma anche per
mantenere vivo il dialogo con i musulmani.
Ebbene questi e gli anni a venire passeranno
alla Storia come gli anni di Bergoglio, ma
forse grazie a quei mitici 80 euro in busta
paga, un giorno potrebbero essere anche gli
anni di Renzi. Perché forse? Il dubbio è
legittimo, sia per i parametri quantitativi, ma
soprattutto per le attività strutturali e di
qualità che andrebbero messe in piedi in un
Paese che non può essere salvato solo con
effetti annuncio. Si scopre che oltre un
milione di famiglie è senza redditi di lavoro:
+18% in un anno, dati drammatici che in
due anni sono aumentati del 50%. Secondo
dati diffusi da Coldiretti oltre quattro milioni
di italiani chiedono aiuto per mangiare. A
soffrire di più, come sempre, è il
Mezzogiorno, con 598.000 famiglie. Sono
persone in carne ed ossa, che gli 80 euro li
vedranno col binocolo, ma anche gli altri,
quelli che li vedranno in busta paga, presto
capiranno che la loro vita non cambierà. Il
costo della vita sale, la disoccupazione cresce,
le sirene dell’antieuro e dell’antitutto,
gridano sempre più forte e gli italiani,
frastornati, il giorno del voto potrebbero
rimanere a casa o far rialzare le quotazioni
di Grillo. Mal gliene incolse all’ex-cavaliere
che impose al “contemporaneo” Renzi il
bipolarismo e le liste bloccate. Ore c’è il
rischio che a godere dell’Italicum, l’abitino su
misura immaginato per Renzi e Berlusconi,
possa essere invece l’ex comico genovese. E
se ciò dovesse accadere, sarebbero gli anni di
Bergoglio e di Grillo.
ANIMAL HOUSE
ELIODORO
Università, porta in faccia al direttore generale
CATANIA - Dopo un lungo braccio di ferro è stato dato il benservito al
direttore generale dell'Università di Catania. Il Consiglio di
amministrazione dell'Ateneo, infatti, ha deliberato la revoca del mandato a
Lucio Maggio, nominato dal precedente rettore, Tony Recca. Con cambio
della guardia e l'elezione di Giacomo Pignataro a "Magnifico", i contrasti
sono diventati frequenti a il rapporto professionale e personale più che
teso. Al dottor Maggio è stato, in pratica, intimato di cessare subito la sua
attività, invito restituito al mittente, perché il direttore generale (o ex?)
non ritiene di essere sottoposto a provvedimenti del Cda che ritiene
"organo paritario" rispetto alla sua funzione. Venti di guerra, in piazza
Università.
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
I grillini e la democrazia
Anche a Messina il
Movimento 5 Stelle sta
promuovendo una serie
di incontri, aperti a tutti
i cittadini, per contribuire a
migliorare il dibattito pubblico su
temi di grande importanza per la
vita sociale. Un metodo positivo, che
potrà dare risultati molto utili. Il
futuro della democrazia, però, non si
garantisce semplicemente favorendo
la partecipazione dei cittadini, che
resta indispensabile, ma da sola non
è il toccasana per affrontare i
problemi. Stimolare tutti a una
maggiore partecipazione è giusto,
ma non basta. Di non minore
importanza è, infatti, imparare a
esercitare la democrazia
rappresentativa.
Ora, chi mette in alternativa
democrazia partecipativa e
democrazia rappresentativa, come
fanno i grillini, come farà a spiegare
l'importanza di quest'ultima?
Riuscire a ridurre le volontà di
milioni di cittadini in decisioni non è
possibile senza qualcuno che
rappresenti le volontà in libere
elezioni. Scrive il politologo Giovanni
Sartori che “un primo vantaggio del
governo rappresentativo è che un
processo politico tutto intessuto di
mediazioni consente di sfuggire alle
radicalizzazioni elementari dei
processi diretti” (in “Democrazia:
cosa è”, Rizzoli, Milano 2006, p.
145). I grillini messinesi dovrebbero
infatti spiegare che fare esperienze
di democrazia su larga scala è molto
diverso dal praticare la democrazia
nelle piccole realtà (come sta
cercando di fare Pizzarotti, sindaco
di Parma, con l'ideologo Casaleggio).
Credere di poter aggirare il
problema veramente essenziale
della decisione, appellandosi alla
Rete, è francamente illusorio.
Un piccolo esempio? Quando Grillo
è andato a confrontarsi con Renzi,
all'inizio del mandato presidenziale,
perchè la Rete a maggioranza lo
aveva chiesto, poi non ha potuto
consultare la Rete su quali domande
fare, quali risposte dare a Renzi, etc.
Grillo, insomma, ha deciso da solo
cosa fare, in barba a tutto il popolo
5Stelle (avrebbe potuto fare
altrimenti?).
[email protected]
DI ROBERTO SALZANO
Le allergie alimentari
Le allergie alimentari costituiscono un
problema che si presenta ormai
frequentemente anche negli animali di casa. Ci
sono le allergie da punture di pulci, quelle che
vengono provocate da fattori ambientali, a causa
dell’inalazione di particelle come polvere e polline e le
reazioni scatenate dall’ingestione di alimenti normalmente
considerati innocui. Si attestano attualmente al terzo posto e,
mentre le altre forme allergiche sono generalmente
stagionali, si presentano durante tutto l’anno, con sintomi
che riguardano la cute o il sistema digestivo o entrambi.
Prurito, rossore ed infezioni della pelle nei casi più gravi e
delicati; flatulenza, vomito cronico e intermittente, diarrea e
perdita di peso. Come diagnosticare la patologia? Con una
dieta di eliminazione verrà somministrato un regime
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alimentare a base di fonti selezionate di proteine e
carboidrati, evitando l’esposizione dell’esemplare agli
alimenti sospetti, a quei cibi i cui componenti potenzialmente
stimolano l’allergia. Se la dieta nell’arco di almeno otto
settimane condurrà alla scomparsa dei sintomi, il veterinario
prescriverà il trattamento adeguato, con la somministrazione
di medicinali e l’inserimento di modifiche nell’alimentazione.
Oggi la medicina veterinaria fa i conti con animali le cui
patologie somigliano in misura sempre più netta a quelle dei
padroni ed i migliori amici dell’uomo, esattamente come i
padroni, hanno diritto a cure e terapie mirate. Aspettarsi che
si arrivi a dialogarci come faceva il dottor Dolittle non
sarebbe realistico, ma è certo che il benessere degli animali
meriti col passare degli anni una sempre maggiore sensibilità,
delle competenze più approfondite e un più acuto occhio
clinico. Tutto ciò va preteso e garantito per i pazienti su due
gambe: lo stesso deve accadere per quelli a quattro zampe.