IASMA Notizie Stampato su carta certificata Ecolabel prodotta dalla cartiera Mondi EU Ecolabel: AT/11/001 Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige ZOOTECNIA 11 settembre 2014 n. 3 IASMA Notizie n. 21 - Anno XIII - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Litotipografia Alcione, Lavis (TN) IL DISERBO DEL PRATO Le aree prative della nostra Provincia ricoprono oltre 20.000 ettari: negli ultimi decenni si è però assistito ad un forte abbandono soprattutto nei terreni più declivi e superficiali e quindi meno produttivi, che sono andati a vantaggio del bosco. Ciò è stato causato essenzialmente dai profondi cambiamenti economici e sociali che hanno particolarmente inciso sull’attività zootecnica, ma hanno riguardato tutta l’agricoltura che si è trasformata, da agricoltura di sussistenza e per lo più rivolta all’autoconsumo, in agricoltura specializzata. Le zone più vocate alla viticoltura e alla frutticoltura hanno visto la scomparsa del prato e spesso della zootecnia in alcune aree del Trentino (Valdadige, Vallagarina e buona parte della Val di Non) confinando tale attività alle superfici più marginali ed in altitudine. Alla praticoltura, accanto al fondamentale ruolo nella produzione del foraggio, si è però andato riconoscendo l’importante aspetto della gestione del territorio e della sua valorizzazione paesaggistica. Le finalità ottenute dalla corretta gestione prativa devono quindi rispondere alle diverse esigenze dei fruitori non più unicamente del foraggio (allevatori), ma più ampiamente dei “fruitori” del territorio (abitanti, albergatori, turisti, ecc.). Una corretta gestione delle superfici a prato deve comunque tendere in primo luogo al miglioramento quali-quantitativo delle produzioni foraggiere locali che rappresentano l’alimento principale per gli animali in produzione di latte, soprattutto quando è destinato alla trasformazione in formaggi tipici. Il lavoro da svolgere è spesso notevole, dato il forte squilibrio che si osserva molto spesso nella gestione delle superfici prative più vicine ai centri aziendali dove, a fronte di grandi quantità di effluenti zootecnici distribuiti, non corrisponde una altrettanto intensiva attività di taglio. Tale situazione è ben visibile anche per l’occhio non necessariamente esperto: tutte le volte che nel prato si notano forti infestazioni di essenze non buone foraggere o in cui siano presenti aperture nel cotico significa che la gestione ha avuto delle carenze (foto 1). Gli interventi che si possono applicare per il miglioramento del cotico erboso di un prato sono molteplici: • adeguare il numero di sfalci alle somministrazioni di effluenti e in generale alle concimazioni; • utilizzare letami maturi e possibilmente liquami sottoposti a separazione, al fine di contenere la distribuzione di sementi di infestanti ancora attive e di imbrattare il cotico; 2 11 settembre 2014 • anticipare il primo taglio, per evitare l’eccessivo scadimento qualitativo dei foraggi ed aumentare il “peso” degli altri sfalci in fienile; • evitare che le infestanti portino a maturità i semi e riescano quindi a disseminare prima del taglio; • ridurre al minimo, e con attrezzature adeguate, i passaggi sul prato durante la fienagione: ciò è particolarmente raggiungibile effettuando l’essiccazione in due tempi; • attuare ove possibile il pascolamento primaverile, che è efficace nel contenimento delle più comuni specie ombrellifere (Anthriscus sylvestris, Heracleum sphondylium); • ove la profondità del suolo lo consenta e lo stato di compromissione del prato lo consiglino, si può riseminare il prato ponendo particolare attenzione alla scelta della semente; Foto 1. Cotico molto aperto TECNICHE E PRODOTTI UTILIZZABILI PER IL DISERBO Il diserbo può rappresentare un valido aiuto per migliorare le superfici foraggere infestate, pur non risultando risolutivo della problematica se non si rimuovono i fattori che l’hanno determinata. In merito è prima di tutto indispensabile sottolineare che: • possono essere distribuiti solo prodotti registrati per il prato, alle dosi riportate in etichetta; • devono essere utilizzate attrezzature idonee; IASMA Notizie • utilizzare la tecnica della trasemina con le sementi adatte e nelle modalità richieste dalle diverse situazioni; • applicare prodotti diserbanti selettivi e specifici per il prato. Foto 2 e 3. Anthriscus sylvestris (sopra) e Heracleum sphondylium (sotto) sono le più frequenti infestanti ombrellifere dei nostri prati • l’operatore deve indossare i dispositivi di protezione individuale; • è obbligatorio per legge (D.P.R. 290/2001) la tenuta del Quaderno di campagna o Registro dei trattamenti, sul quale devono essere annotate la data, il prodotto utilizzato, le dosi, le particelle fondiarie, la superficie trattata; • la documentazione d’acquisto (fatture e bolle d’acquisto) deve essere conservata in modo idoneo per due anni; • i trattamenti devono essere registrati entro 30 giorni dalla loro esecuzione. IASMA Notizie PRINCIPIO ATTIVO 2,4-D 2,4-DB DICAMBA GLIFOSATE MECOPROP PICLORAM 11 settembre 2014 GRUPPO CHIMICO 3 PRINCIPALI INFESTANTI CONTROLLATE Controlla numerose infestanti a foglia larga, sia annuali, sia perenni, quali: Rumex spp., Tarassacum officinale, Amaranthus spp., Chenopodium spp., ecc. Principio attivo ammesso per il diserbo dei prati di leguminose foraggere Derivati di acidi come l’erba medica. Controlla le principali malerbe a foglia larga come: fenossicarbossilici Amaranthus spp., Chenopodium album, Rumex crispus, Ranunculus spp., ecc. Derivati dell’acido Controlla le principali infestanti a foglia larga: benzoico Urtica urens, Capsella bursa pastoris, ecc. Diserbante totale da utilizzare in caso di risemina o localizzato Fosforganici sull’infestante da eliminare Derivati di acidi Controlla le principali infestanti a foglia larga: fenossicarbossilici Rumex spp., Ranunculus arvensis, ecc. Ha azione sistemica e controlla le principali infestanti annuali e perenni: Acidi piridilacetici Rumex spp., Cardus spp., Pteridium aquilinum, ecc. Derivati di acidi fenossicarbossilici Foto 5. Il romice ha un apparato radicale a fittone che può raggiungere notevoli profondità Foto 4. Prato degradato Foto 6. Ranuncoli e tarassaco determinano fioriture primaverili apprezzate dai turisti, ma sono poco interessanti dal punto di vista foraggiero 4 11 settembre 2014 Il diserbo chimico viene generalmente applicato solo alla porzione di prato interessata dall’infestazione e quindi a seconda dell’estensione della stessa si sceglie il tipo di macchina che può essere utilizzata: la barra da diserbo, la macchina a spalla o specifiche attrezzature umettanti. La distribuzione dei principi attivi sopra elencati può essere effettuata da inizio primavera sino all’autunno, anche IASMA Notizie se l’efficacia maggiore si registra per le applicazioni autunnali, visto che in questa stagione le piante tendono a traslocare le sostanze di riserva nelle radici. È importante che il prodotto venga distribuito uniformemente, le infestanti abbiano uno sviluppo di circa 20 cm e che le temperature siano tra i 10 e i 25°C, per almeno 10 giorni dopo l’effettuazione del diserbo.
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