SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. CARITAS DIOCESANA DI MONDOVI’ (CN) La Caritas Diocesana di Mondovì, costituita il primo ottobre 1982, è l'organismo pastorale della Diocesi di Mondovì che ha come finalità la promozione, anche in collaborazione con altri organismi operanti sul territorio, della testimonianza della carità della comunità diocesana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. Attraverso fondi propri e con il sostegno dei progetti pluriennali fondo CEI 8xmille, la Caritas diocesana ha riunito tutte le proprie attività in un’unica sede, la Cittadella della Carità – Centro Unico dei Servizi Sociali della Caritas – che si è imposta negli anni quale importante punto di riferimento sul territorio e quale interlocutore sempre più interpellato dagli enti e dalle molte associazioni a promozione sociale della realtà monregalese e diocesana. All’interno di questa sede sono presenti una serie di servizi “classici” (accoglienza notturna, mensa, centro di ascolto..) a cui sin dalla sua fondazione hanno trovato accesso un crescente numero di persone in situazione di disagio economico e sociale. Con l’affermarsi della crisi si è evidenziata la necessità di ampliare le attività esistenti, creando nuove opportunità e coinvolgendo forze giovani ed innovative nella progettazione ed attuazione di interventi. Tale progetto verrà gestito in collaborazione con l’Ufficio Pastorale Giovanile Diocesano che attraverso l’equipe del progetto Policoro in questi anni sta elaborando degli interventi mirati alla tematica “giovani e lavoro”. L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande è: CARITAS DIOCESANA DI MONDOVI’ Via VASCO 17 cap 12084 città MONDOVI’ – Tel. 0174/555477 Fax 0174/553534 E-mail [email protected] Persona di riferimento: OREGLIA DAVIDE 1 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1° CLASSE CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Giovani per la città – Mondovì 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Area di intervento: Giovani Codice: A 03 2 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: 1.1 Il contesto economico e territoriale – il Piemonte Secondo l’indagine raccolta nel dossier “Lavoro & Formazione” n.42 elaborata dall’Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro in collaborazione con i Centri per l’Impiego provinciali, il bilancio del 2013 in Piemonte è il più negativo fra quelli dei cinque anni in cui si sono dispiegati gli effetti della crisi economica. Nell’annualità trascorsa le ricadute del fenomeno recessivo si sono abbattute violentemente su un mercato del lavoro già piegato da una congiuntura negativa di lungo periodo. I dati più allarmanti riguardano la diminuzione del numero di occupati di 45.000 unità ed un’inarrestabile crescita della disoccupazione che, unico caso finora nell’Italia del Nord, supera per la prima volta negli ultimi vent’anni la soglia del 10%, con picchi addirittura del 40% fra i giovani sotto i 24 anni. Le persone in cerca di occupazione sono aumentate costantemente dall’inizio della crisi ad oggi, mediamente al ritmo di 20.000 disoccupati in più ogni anno: da 100.000 unità nel 2008 fino a 213.000 nel 2013 (+113%). In questo scenario, gli elementi salienti ai fini delle politiche riguardano l’ulteriore peggioramento della situazione dei giovani di fronte ad un mercato lavorativo con poche prospettive di una rapida ripresa. Il Cuneese La crisi che ha coinvolto tutto il mondo a partire dal 2008 ha colpito duramente il Monregalese e le valli circostanti, area già svantaggiata da un punto di vista geografico che ha assistito nel 2013 ad un ulteriore e brusco calo occupazionale. Secondo il Rapporto della Camera di Commercio di Cuneo del 2012, il Cuneese ha dimostrato di aver la forza di remare controcorrente: nonostante i problemi insorti in alcuni settori, l’economia si è mantenuta piuttosto stabile anche se annaspa a fatica, in bilico tra spinte recessive e alcuni, timidi, passi in avanti. Nel corso del 2013 l’occupazione si è ridotta di altre 4.000 unità, con un calo degli addetti che ha coinvolto sia il settore secondario che il terziario; il numero dei disoccupati è così salito a quota 19.000, contro i 10.500 del 2011 e i 17.000 del 2012. Il tasso di disoccupazione in provincia si attesta al 7%, e si riduce il tasso di occupazione, dal 67,1% al 65,9. La cassa integrazione costituisce uno dei più evidenti indicatori dello stato di disagio del sistema industriale: anche nel corso del 2013 le imprese del territorio hanno continuato a fare un massiccio ricorso a questo ammortizzatore sociale per contrastare le conseguenze della crisi. L’unico settore che pare reggere bene gli effetti della crisi è, a livello provinciale, l’agricoltura che – nonostante una flessione registrata nel 2012 - vede nuovamente crescere la richiesta di manodopera (+2.485 unità, +13,6% rispetto al 2012). Cuneo si attesta come la provincia piemontese con la maggiore capacità di tenuta, sebbene in un contesto di forte difficoltà strutturale e in un’annualità che si configura come la peggiore dell’intero periodo di recessione. Se però la disoccupazione in provincia mantiene livelli più bassi rispetto alla regione, il tasso di assunzioni risulta decisamente inferiore alla media piemontese, con la zona di Mondovì fanalino di coda. Dai dati raccolti dai Centri per l’Impiego ed esposti nel dossier di cui sopra, nel 2013 si è assistito ad una progressiva riduzione delle procedure di assunzione: tra di esse, circa il 95% riguardano rapporti di lavoro dipendenti, mentre il lavoro autonomo di tipo parasubordinato rappresenta solo il 5% del totale. Inoltre, solo il 20% di avviamenti è stato effettuato con l'uso di forme contrattuali tradizionali (tempo indeterminato, apprendistato, lavoro intermittente), mentre il restante 80% ha interessato forme contrattuali temporanee e “atipiche” (tempo determinato, somministrazione, lavoro a progetto..). I passaggi da tempo determinato a tempo indeterminato, che fino a pochi anni fa erano molto numerosi e quasi spontanei, si sono ridotti drasticamente, ad indicare una prospettiva interessata meramente al breve periodo. 3 La situazione occupazionale che ha interessato nel 2013 i contratti di apprendistato (con oltre 500 avviamenti in meno ed un calo percentuale del 14,4%) è una riprova delle difficoltà di inserimento lavorativo sperimentate anche in provincia dai giovani. Nel momento in cui imparano un mestiere, vengono subito rimpiazzati da nuovi giovani inesperti, con il risultato di un peggioramento qualitativo del lavoro svolto e di una eterna mobilità, vantaggiosa per le aziende nel breve periodo quanto controproducente per il sistema sociale nel complesso. Si mantiene sostenuto, invece, il ricorso a manodopera straniera, che nel 2013 presenta una lieve crescita rispetto all’anno precedente. Lo sbocco occupazionale di questi soggetti avviene soprattutto in agricoltura e nel lavoro domestico, dove gli immigrati rappresentano l’80% del totale. L’evoluzione in corso sollecita uno sforzo particolare sul versante delle politiche attive, soprattutto in relazione alla maggiore emergenza socio economica, quella dei giovani, che si sostanzia nel prolungato calo della domanda di lavoro giovanile e nella significativa contrazione (-14,4%) delle assunzioni di apprendisti. I progetti provinciali cercano di affrontare il problema occupazionale anche sotto la prospettiva dell’imprenditorialità dell’incentivo alla creazione di imprese attraverso percorsi gratuiti di consulenza e supporto, ma devono essere potenziati gli sforzi per garantire ai giovani un’offerta qualitativamente valida di lavoro, in linea con la Raccomandazione europea del 2013. 1.2 Il contesto sociale Situazione demografica del Comune di Mondovì nel 2013 Popolazione (N.) 22.706 Maschi (%) 11.058 Femmine (%) 11.648 Stranieri 13,27% Negli ultimi anni il saldo naturale nascite/morti è sempre stato negativo: le nascite hanno subito una notevole e continua contrazione. Solitamente il saldo naturale negativo un po’ ovunque è bilanciato da un salto migratorio che a Mondovì è sempre stato positivo, seppur calante. Nel 2013, a fronte di una popolazione in leggero aumento anche il numero degli stranieri è rimasto inalterato rispetto alla conclusione del 2012: allora 3.012, al 31 dicembre 2013 erano invece 3.013 (+1 unità, pari allo 0,03%). È il primo “rallentamento” da molti anni a questa parte. Sul totale, gli stranieri rappresentano il 13,27% della popolazione monregalese. La nazionalità con più rappresentanti continua ad essere quella marocchina, con 1.059 persone (35,1% sul totale degli stranieri, 4,66% sul totale della popolazione monregalese), seguita da quella romena, in crescita (652 persone, 21,6% sul totale della popolazione straniera, 2,87% sul totale dei monregalesi) e da quella albanese, in leggera decrescita (359 persone, 11,9% sugli stranieri, 1,58% sul totale dei monregalesi). I rischi più rilevanti che è possibile prefigurare riguardano i processi di contrazione demografica e di invecchiamento. Secondo i dati riportati dal settimanale “L’Unione Monregalese” relativi al 2013, la fascia di età più rappresentata è quella dai 45 ai 49 anni (7,7%). I giovani (dagli 0 ai 30 anni) sono il 29% sul totale; gli under 18 sono poco meno di 4 mila, e cioè il 17% circa; gli anziani, ossia gli over 65, sono il 23% sul totale. 4 CLASSI DI ETA’ Dati 2012 http://www.urbistat.it/ Età media: 44,48 anni La mappatura YEPP descrive il territorio con la metafora di una “terra di mezzo” ad alta stratificazione interna, contrassegnato dalla drammatica presenza di sacche diffuse di marginalità socioeconomica, soprattutto nei paesi che si trovano più lontani dai principali centri produttivi. 1 Infatti, il problema delle distanze, di una rete stradale inadeguata e di trasporti pubblici carenti emargina un numero elevato di individui che fatica ad avere accesso ai servizi, mentre parallelamente disincentiva l'insediamento di attività imprenditoriali di rilievo. Sempre più ampie fasce di popolazione stanno iniziando ad evidenziare i segnali di un crescente disorientamento che colpisce soprattutto le giovani generazioni che si trovano private delle risorse minime per poter progettare il proprio futuro. Anche se il territorio può sembrare un’isola felice rispetto ad altre realtà di dimensioni più grandi, le fabbriche chiudono, i servizi vengono ridimensionati, il commercio langue, la popolazione diminuisce, l’integrazione degli stranieri è ostacolata. Secondo il Rapporto Cuneo 2013 elaborato dalla Camera di Commercio provinciale, i dati più preoccupanti riguardano il tasso di disoccupazione giovanile, che ha subito nel corso del 2012 un innalzamento decisivo nella fascia 15-24 anni mentre scarsa continua ad essere l'offerta di servizi ricreativi e culturali ad essi destinati.2 Oltre un giovane su tre è senza lavoro e il 45% dei giovani di 25-34 anni dichiara di restare in famiglia perché non ha un lavoro oppure pur avendolo, non può mantenersi autonomamente. Il territorio del comune presenta da alcuni anni alcuni fenomeni particolarmente preoccupanti per quanto riguarda la fascia dei preadolescenti e adolescenti. In città si manifestano da tempo piccoli casi di vandalismo e spaccio, senza contare una serie di episodi espressione di un disagio giovanile estremo (tra cui il caso eclatante di un omicidio-suicidio di un giovane, la cui brutalità ha fatto sì che sia balzato sui notiziari nazionali). Già nel 2009 un'indagine effettuata dall'educativa di strada promossa dal C.S.S.M. e dal comune di Mondovì aveva descritto il territorio monregalese come un contenitore geopolitico di "tante città in una città", per cui ogni quartiere o rione era percepito come un contenitore stagno dai contorni ben definiti oltre i quali non è possibile andare.3 1 1. Progetto YEPP – mappatura 2013 a cura di Raffaella Gonella http://www.vallinrete.org/attachments/article/775/Progetto%20Yepp%20Mappatura%20CebMonTan%20%202013.pdf 2 Rapporto Cuneo 2013 (dati del 2012) sito ufficiale della Camera di Commercio di Cuneo: http://www.cn.camcom.gov.it/Page/t08/view_html?idp=1869 3 http://www.cssm-mondovi.it/uploads/media/ANALISI_SWOT_finale.doc 5 L'impressione è quella di un forte disagio all'interno della popolazione giovanile ed una minore capacità di tenuta delle funzioni genitoriali. E' proprio in un tale contesto che la frustrazione per un mancato impiego, il sentimento di impotenza e la fragilità dell'ambito familiare creano le conseguenze più gravi. Ragazzi laureati, magari brillantemente, che non trovano uno sbocco all'altezza dei propri sacrifici; adolescenti volenterosi che non sono messi nelle condizioni di mostrare le proprie potenzialità; oppure i figli delle seconde generazioni, sempre più stretti nella ricerca di una propria identità, che non ritrovano né nel paese di origine dei genitori né nel loro contesto attuale, visto sempre più come estraneo e poco accogliente. Il denominatore comune è la solitudine, quel guscio di vuoto esistenziale che mina i rapporti relazionali. Dipendenze da sostanze stupefacenti, abuso di alcolici, problemi di integrazione sociale e mancata percezione del bisogno di aiuto sono nient'altro che i tasselli di questa emergenza, sintomo di un malessere diffuso che abbraccia intere generazioni, il cui prezzo diventa troppo alto da scontare. I nuovi poveri sono attori sociali inediti, poveri non solo economicamente, ma soprattutto nei termini di una maggiore vulnerabilità: nuclei familiari rimasti senza reddito, giovani che non trovano una loro dimensione nel mondo, vittime di dipendenze e legami difficili. E’ la condizione di sempre più persone, che a cominciare dalle difficoltà economiche arrivano a sperimentare la marginalità e conseguentemente la perdita di senso e di ragione di vita. Sintesi: le principali criticità del territorio ECONOMICHE: SOCIALI: Carenza di attività produttive e commerciali Indice di invecchiamento superiori alla media regionale Disoccupazione e precarietà economica Problemi di integrazione delle seconde generazioni Dispersione territoriale Mancanza di luoghi di ritrovo giovanili Eccesso di burocrazia che non facilita esperimenti di autoimprenditorialità Disagio giovanile Dalle tabelle sopra evidenziate, si evince come la popolazione nel suo complesso, con maggiore riferimento verso gli strati più deboli, stia sopportando il carico di una situazione di precarietà nuova. Purtroppo le azioni intraprese spesso sono state orientate all'emergenza e meno alla progettualità e alla sostenibilità nel lungo periodo. I Giovani nella società Spesso si sente dire: “i giovani non partecipano”, “sono disinteressati”. La tendenza è quella di categorizzarli come un pesante fardello, un problema di cui la società non vuole farsi carico, anziché sottolinearne le potenzialità e l’apporto che ciascuno di essi potrebbe dare in termini di idee e innovazione. Le problematiche maggiormente avvertite dai giovani sono: il lavoro la necessità di una specializzazione, oppure di una formazione che permetta di inserirsi concretamente e con più competenze nel mondo lavorativo. la mancanza di spazi partecipativi e di interazione. Luoghi di ritrovo, spazi in cui è possibile facilitare e consolidare le relazioni e l’integrazione (tra giovani e tra giovani e anziani). la carenza di figure di riferimento. Il bisogno di una guida per coinvolgerli, offrire occasioni per sperimentarsi, tutelarli da frustrazioni e fallimenti, insegnare loro a lavorare in gruppo consumo di sostanze (soprattutto alcol), dei comportamenti a rischio, del disagio 6 giovanile (bullismo, anoressia…) distanze geografiche e una mobilità difficile l’integrazione delle seconde generazioni, in particolare in ambito extra scolastico la presenza di tante iniziative slegate tra loro. La necessità di collaborare e di costruire reti superando le difficoltà di comunicazione. Il lavoro…che non c’è Nel Monregalese, uno dei principali problemi è la precarietà dell’impiego fra i giovani e ancor più fra le giovani donne, le quali si trovano spesso a fare i conti con un lavoro “a termine” e le difficoltà di rientro al lavoro in seguito ad una gravidanza. Emerge una scarsa fiducia nella meritocrazia, nella possibilità di ottenere risultati soltanto con le proprie capacità. Il lavoro non è più considerato come fattore di realizzazione personale, quanto un mezzo per ottenere uno stipendio, necessario per autonomizzarsi. Una precarietà già grave all’inizio degli anni ‘90, ma che si è andata ulteriormente ad acuire con l’avvento della crisi economica internazionale del 2008. Una situazione che finisce con il favorire la cosiddetta “sindrome del pensiero corto”, ossia la tendenza a lasciare da parte progetti di vita, ragionando sul breve periodo senza alcuna possibilità di pianificazione. Le nuove generazioni si vedono costrette a rinviare la fuoriuscita dal nucleo famigliare di origine, soprattutto avvertono una sensazione di svantaggio rispetto ai tempi in cui i propri genitori si sono affacciati al mondo del lavoro. La famiglia rimane il principale luogo decisionale, fonte di informazioni e di soluzione di problemi per quanto riguarda le scelte scolastiche e lavorative dei figli. Dall’altra parte, ci troviamo di fronte ad un crescente numero di lavoratori a rischio di obsolescenza professionale, stretti fra l’esigenza del sistema di prolungarne la vita lavorativa e l’orientamento delle imprese a rimpiazzarli per far posto a personale più giovane, flessibile, ma soprattutto meno costoso. Il territorio monregalese non può offrire molte opportunità lavorative. La volontà di emigrare per lavoro si può considerare positiva se nasce dal desiderio di mettersi alla prova affrontando realtà diverse da quella di origine; se invece è il risultato dell’effetto respingente di un Paese che non dà possibilità di una reale indipendenza economica, assume un’indubbia connotazione negativa. Alcuni giovani sembra preferiscano rimanere disoccupati piuttosto che svolgere “certi” lavori, rivelando la difficoltà nell’accettare mansioni poco qualificate e poco remunerative. I giovani prevedono, nella maggior parte dei casi, di occupare una posizione lavorativa subalterna perlopiù di impiegati, ma emerge anche che molti vorrebbero essere titolari di un’azienda, pur essendo a volte privi della formazione e di un percorso esperienziale simile. Una mancanza di umiltà che condiziona drammaticamente le loro scelte di vita, spingendoli speso a rifiutare occasioni di crescita perché stigmatizzate da una società che li spinge ad ottenere il massimo con il minore sforzo. Manca la volontà di mettersi in gioco, di sperimentare, di sporcarsi le mani. Alcuni fenomeni possono mettere in crisi le nostre conquiste, e già stanno coinvolgendo la nostra generazione più giovane, la quale è in difficoltà e risente anche della debolezza delle proposte educative. Giovani come opportunità Gli interventi sinora realizzati hanno messo in luce come calare dall’alto gli aiuti senza coinvolgere i destinatari spesso non dia risultati, ma possa addirittura diventare controproducente. Emerge pertanto la necessità di realizzare progetti che coinvolgano direttamente giovani come protagonisti nell'ideazione, nella progettazione e nella realizzazione delle iniziative a loro destinate. La presenza di giovani immigrati deve essere vista come una vera risorsa per un territorio demograficamente vecchio e stanco, proponendo percorsi multiculturali che siano possibilità di incontro tra adolescenti italiani e stranieri. Per quanto riguarda la famiglia, si rileva un ruolo piuttosto controverso di collante della società, anche se spesso accusata di fare troppo poco, nascondendosi dietro una crescente delega alle scuole e alle istituzioni rispetto al compito educativo. Non mancano inoltre le responsabilità delle amministrazioni, che sembrano non avere chiare politiche giovanili. 7 Per questa ragione nasce il bisogno per cui tutti gli attori sociale, compresi gli utenti finali, devono essere promotori di benessere al fine di favorire la socializzazione, l'aggregazione e il protagonismo dei minori contrastando la solitudine e sostenendo il multiculturalismo ed il rispetto delle differenze. Il coinvolgimento dei giovani del territorio su iniziative di pubblica utilità, insieme alla necessità di dare continuità a esperienze formative è indubbiamente un punto di forza. LA CARITAS DIOCESANA DI MONDOVI’: La cittadella della Carità: • • è un’Opera Segno della Diocesi di Mondovì rispetto al proprio territorio; attua il servizio di carità, tenendo ben presente , oltre la realtà parrocchiale, anche la dimensione diocesana, cattolica e mondiale; • da il proprio contributo per costruire una comunità solidale, in collaborazione con le realtà locali del volontariato; • realizza una reale promozione della persona, passando dall’aiuto materiale all’attenzione in tutta la sua globalità ( ascolto, osservazione, accoglienza, orientamento, ospitalità, relazione, condivisione, ecc. ); • ha contatti con le agenzie del territorio ( servizi Socio – Sanitari, CPI, CFP, Cooperazione sociale, imprese, associazioni, ecc.); • crea percorsi individualizzati finalizzati al reinserimento sociale e/o lavorativo. Attualmente in questa sede sono presenti: il Centro di Ascolto Diocesano il Centro di Aiuto alla Vita l’accoglienza notturna maschile 4 mini alloggi adibiti all’accoglienza femminile (donne o mamme in difficoltà con bambini) la mensa serale la scuola di italiano per immigrati la scuola di cucito un servizio di accompagnamento al lavoro, attraverso tirocini con borsa lavoro presso aziende del territorio una “banca dati” per l’assistenza domestica agli anziani un servizio di microcredito (in cui rientrano il progetto Fiducia, il progetto Speranza ed il progetto Dieci Talenti) un servizio di assistenza legale con consulenze rese a titolo gratuito da un avvocato un servizio di consegna quindicinale di pacchi viveri per le famiglie bisognose della città un progetto di sostegno abitativo in collaborazione con il comune di Mondovì un progetto di inclusione sociale in collaborazione con il Consorzio per i servizi sociali del Monregalese un progetto di ritiro e distribuzione mobili in collaborazione con il Volontariato Vincenziano l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse Laboratorio per la Promozione delle Caritas Parrocchiali Dall'analisi dei dati analizzati dall' Osservatorio delle Povertà e delle Risorse diocesano le principali criticità emerse dalla lettura dei bisogni espressi che premono per una più effettiva ed efficace risoluzione sono: Aumento del numero di persone che si trovano in difficoltà e multi-problematicità e complessità delle loro richieste; Nuove forme di povertà, strettamente correlate ad una sempre più vulnerabile dimensione economico e sociale; 8 Mancanza o perdita del lavoro, lavori sottopagati o con pagamenti dilazionati nel tempo; A seguito della difficoltà nel poter pagare un affitto e le utenze, sempre un maggior numero di persone e relative famiglie si ritrova in assenza di un’idonea abitazione; Destrutturazione familiare, in conseguenza a radicali trasformazioni che stanno contrassegnando i rapporti familiari e che inducono insicurezze e fragilità nuove; Difficili percorsi di integrazione per i giovani, poco accompagnati nel loro percorso di crescita e sempre più testimoni e non protagonisti delle loro vite, spesso incanalate da modelli negativi e da modalità relazionali che tendono all’esclusione; Problemi di emarginazione sociale degli stranieri presenti sul nostro territorio in una percentuale rilevante e preoccupazione crescente per gli adolescenti delle seconde generazioni, che si sentono spesso privi di identità o che al contrario esacerbano i tratti della loro personalità nel tentativo di rivendicare una specificità culturale; Problemi di dipendenza dall’alcool, da sostanze stupefacenti e da gioco d’azzardo patologico. In questi anni gli operatori della Caritas, con il supporto di volontari, hanno imbastito rapporti di collaborazione con molti soggetti presenti sul territorio diocesano creando una RETE importante (con Servizi Socio – Assistenziali, Comune di Mondovì, Centri per l’impiego, Azienda Sanitaria, Centri di Formazione Professionale, scuole, Cooperative sociali, imprese, associazioni, ecc. ), che ha permesso di dare risposte concrete alle persone in difficoltà che si sono presentate al Centro di ascolto diocesano e alle Caritas Parrocchiali. IL PROGETTO POLICORO Negli ultimi cinquanta anni la Chiesa ha cercato di mettere in atto le nuove indicazione promosse dal Concilio Vaticano II (1962-1965). Durante questo viaggio, non ancora concluso, la Chiesa mondiale e italiana ha attraversato mutamenti sociali non indifferenti. La nascita di nuove sensibilità ha generato esperienze di comunione che hanno promosso percorsi di collaborazione e cooperazione sociale molto più vaste che vanno oltre la parrocchia in senso lato. Recente è il rinnovato slancio dato dall’Enciclica di Papa Benedetto XVI, Caritas In Veritate del 2009, dove sono ribadite alcune parole chiave come giustizia e bene comune. Nello specifico a livello diocesano molteplici in questi anni sono stati i momenti di riflessione, le proposte divulgative e le esperienze concrete per approfondire la tematica. In particolare è da segnalare l’adesione della Regione Ecclesiastica Piemontese al Progetto Policoro (vedi pieghevole allegato). Aderire al progetto Policoro significa “mettere insieme” tre filoni pastorali (Pastorale Sociale e del Lavoro – Caritas – Pastorale Giovanile) che nell’ordinario programmano e operano in modo spesso autonomo e individuale, pur accogliendo le indicazione pastorali comuni del Vescovo diocesano. Mettere insieme, confrontarsi, significa creare un progetto comune e nella collaborazione scoprire la ricchezza che ogni pastorale racchiude, elaborare insieme strategie e operare nel concreto. Anche nella nostra diocesi tale adesione ha promosso un dialogo, che già era stato avviato, facilitando la promozione e la realizzazione di progetti condivisi. IL PROBLEMA, ma che per alcuni è un BISOGNO Recentemente abbiamo compreso come sia meglio parlare di problemi più che bisogni. La differenza semantica è specifica: il problema è definito, misurabile e quindi verificabile mentre il bisogno è soggetto a emozioni che non sempre sono indicatori stabili e egualitari. Da qui le due chiavi di lettura: una più misurata e una più esperita attraverso i progetti che stiamo portando avanti. Attualmente la nostra azione è iniziare a incontrare la realtà che ci circonda: ascoltando le necessità, scoprendo le possibilità che ognuno ha così da facilitare la realizzazione di opportunità di collaborazione attiva. Da qui vogliamo elaborare una rete di piccoli gesti concreti che possano aiutare o sostenere i giovani e di riflesso le loro famiglie a vivere nella speranza che un cambiamento è possibile, così da poter costruire il proprio futuro con fiducia. 9 I NUMERI DELLA CITTADELLA Come evidenziato, il numero di persone in difficoltà che si rivolgono alla Cittadella della Carità per ottenere un aiuto è in crescente aumento e anche i servizi sociali, non riuscendo più a offrire i propri servizi per mancanza di fondi, si rivolgono alle Caritas parrocchiali e diocesana. La Cittadella della Carità svolge le sue attività attraverso la collaborazione di circa 150 volontari e 3 operatori a tempo pieno. DESCRIZIONE SERVIZIO CENTRO DI ASCOLTO ACCOGLIENZA NOTTURNA MASCHILE INSERIMENTO LAVORATIVO FORME ALTERNATIVE ALLA PENA LAVORI PUBBLICA UTILITA' INSERIMENTO MINORI (TRIBUNALE DI TORINO) ACCOGLIENZA FEMMINILE CENTRO AIUTO ALLA VITA CONVENZIONE UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO PROGETTO RECUPERO STUDENTI SCUOLE SUPERIORI MENSA MICROCREDITO (FIDUCIA) MICROCREDITO (SPERANZA) MICROCREDITO (10 TALENTI) PROGETTO FAMIGLIA LAVORO PROGETTO EMERGENZA CASA SERVIZIO LEGALE SCUOLA DI ITALIANO SCUOLA DI CUCITO DOPOSCUOLA MENSA DIPENDENTI ASL E MARANGONI (SCUOLA) PROGETTO ZATTTERA SERVIZIO ASSISTENZA ANZIANI PROG. BUON FINE E BUON SAMARITANO 2008 (passaggi) (notti) (ospiti) (avvio al tirocinio form.) 2009 1.300 1.100 146 1.180 9 124 25 2010 2011 2012 1.930 1.296 156 5 1.970 1.531 167 2 2.000 1.550 180 4 2.495 1.803 171 4 3 4 2 2 14 1 4 22 1 4 415 10 429 (n° assunti) (accolti) (accolti) 8 2 2 9 (accolti) 1 (accolte) (passaggi) 226 298 2013 30 338 423 (accolti) 1 (accolti) 4 (pasti) (di cui pasti distribuiti ad italiani) (colloqui) (prestiti erogati) (colloqui) (prestiti erogati) (colloqui) (prestiti erogati) (colloqui) (prestiti erogati) (colloqui) (prestiti erogati) (colloqui) (allievi) (allievi) 4.848 4.804 5.202 7.126 8.318 1.468 1.741 2.480 3.614 4.908 263 80 71 34 3 1 43 13 100 15 35 120 18 78 34 110 20 85 20 106 46 39 80 20 (allievi scuole elem.) 25 55 (allievi scuole medie) 25 25 (n° medio dei pasti) (ospiti degli alloggi) (badanti in cerca lavoro) (n° medio di kg forniti al mese) 2 2 4.000 5 4.000 4.000 4 5 3 20 200 140 200 200 1.150 10 Centro di ascolto diocesano - dati 2013 – Con specifico riguardo al contesto sociale del nostro territorio, l'Osservatorio delle Povertà e delle Risorse presente presso la Caritas diocesana ha evidenziato anche per l'anno 2013 un aumento significativo dei passaggi presso la Cittadella della Carità, in rappresentanza di 42 nazionalità e con un totale di 2.495 colloqui effettuati (registrando un incremento rispetto all'anno precedente di poco meno del 25% e con riguardo al 2008 di circa il 92%). In particolare - in linea con il trend rilevato nel Convegno Nazionale delle Caritas del 2013 - sia dall'analisi dei dati del 2013 relativi all'afflusso della Cittadella, che dagli incontri periodici tra i volontari e gli operatori, è emerso come la tipologia di richieste sia mutata in maniera sensibile rispetto agli anni precedenti. E' stata inoltre registrata una considerevole crescita a ventaglio delle richieste avanzate presso i nostri sportelli: servizi prima non offerti perché generalmente priorità di altri enti, ma che sono stati richiesti da più voci per via di un welfare statale sempre più indebolito. Infine, un altro elemento preoccupante che induce a riflettere sulla portata della crisi sono le grandi presenze anche nei mesi di luglio e agosto 2013: mentre gli anni scorsi lo sportello di Ascolto era meno frequentato nei mesi estivi, quest'anno gli orari di apertura sono stati dilatati, chiedendo uno sforzo ai nostri volontari per continuare a garantire questo importante servizio. Dati elaborati dal sistema gestionale “Caritas Piemonte- Valle d’Aosta” 11 L’ ANTENNA MISSIOMONDO - onlus L’associazione di volontariato “L’Antenna Missiomondo – onlus” si costituisce il 10 novembre 2005 da un gruppo di persone di buona volontà, per lo più facenti parte di gruppi missionari parrocchiali e in collaborazione con la Diocesi di Mondovì. Si pone come obiettivo l’organizzazione e la gestione di un punto informativo denominato “LABORATORIO MISSIONARIO DI PACE E GIUSTIZIA TRA I POPOLI”, attraverso il quale: 12 - - trasmettere notizie, immagini, documenti, informazioni, ricevute direttamente da testimoni oculari (missionari, volontari, organismi di cooperazione internazionale), relative alle tematiche della povertà nel mondo, della giustizia tra i popoli, della pace, delle missioni, della mondanità che molto spesso i mezzi di comunicazione ignorano e/o non trasmettono; sostenere economicamente le opere realizzate dai Missionari diocesani e/o organizzazioni che si adoperano per la giustizia e la pace e le attività stesse del laboratorio; collaborare con la Caritas Diocesana per sostenere eventuali richieste di servizio e/o emergenze locali, Nazionali ed internazionali. Per il prossimo futuro, in collaborazione con la Caritas e l’ufficio missionario della Diocesi di Mondovì, si prevede di potenziare le attività fino ad ora svolte, ed in particolare le attività di formazione sull’educazione alla pace rivolti a giovani ed adulti sui temi inerenti le finalità dell’Antenna Missiomondo. Il “LABORATORIO MISSIONARIO DI PACE E GIUSTIZIA TRA I POPOLI”, essendo situato nel centro storico di Mondovì, a pochi passi dalla Cittadella, si affianca al Centro Unico dei Servizi – Cittadella della Carità, con finalità di vetrina per la conoscenza delle vecchie e nuove povertà ed allo stesso tempo di risorsa per la costruzione e la testimonianza di relazioni e solidarietà. Analisi della domanda/offerta di servizi analoghi Da diversi anni la Caritas diocesana, attraverso la Cittadella della Carità, si è fatta carico di dare risposte ai problemi dei poveri che bussano alla porta, riuscendo a concentrare in uno spazio ben preciso un ventaglio di risposte ai bisogni primari delle persone; si sono organizzati servizi di distribuzione vestiario, distribuzione viveri, punti di ascolto e di indirizzo alle istituzioni competenti. Con l’avvento della crisi però, a fianco delle forme di povertà più classiche se ne sono imposte nuove, che vedono coinvolte fasce sociali ex- garantite e che spingono a parlare di una vera e propria “povertà del ceto medio”. Oltre ai bisogni tradizionali sono esplose tutta una serie di problematiche non più risolvibili mediante un unico approccio focalizzato sulle povertà materiali, ma che richiedono invece un potenziamento delle attività presenti, la presenza di operatori qualificati, energie concertate e la previsione di un percorso studiato da parte di tutte le unità del territorio che si adoperano per il sociale. In particolare negli anni più recenti il Comune e il Consorzio dei servizio socio assistenziali del monregalese hanno esternalizzato le loro attività sulla Caritas, per cui è sempre più necessaria la presenza di persone motivate e formate al servizio. Sono numerose infatti le associazioni e gli enti pubblici che si occupano di tali problematiche tuttavia, data la crescente frammentazione dei problemi, deve essere potenziata la capacità di collaborazione e di condivisione delle strategie per farvi fronte. C’è inoltre bisogno di forze nuove e giovani, che si prendano carico e incentivino una risposta comunitaria ai problemi di povertà presenti sul territorio. Il progetto scaturisce: a. dall’analisi dei bisogni degli utenti e dalla loro eterogeneità, con la necessità di trovare nuove risorse umane per rispondere al meglio a tutte le richieste. b. dalla necessità di una riorganizzazione funzionale dei servizi forniti, in particolare sul territorio Il ruolo pedagogico. Uno degli obiettivi della Caritas è appunto il coinvolgimento della comunità locale in tutte le sue componenti, ecclesiali e civili. Sono stati individuati nei giovani i soggetti da coinvolgere, attraverso la creazione di iniziative che siano promozionali, educative e nella prospettiva più ampia di un lavoro in rete. 13 Si tratta quindi di partire dalla comunità, per costruire insieme risposte di solidarietà e creare una nuova coscienza collettiva, sostenendo sul territorio le singole persone e quei nuclei familiari che si trovano in particolare difficoltà economica e sociale. 7) Obiettivi del progetto: Il progetto Giovani per la città - Mondovì nasce e si inserisce nel cammino che la diocesi di Mondovì sta compiendo nel proprio territorio e con le diocesi vicine della provincia di Cuneo per ascoltare, conoscere e sostenere le persone in situazioni di disagio attraverso la fornitura di servizi e l’accompagnamento personale. PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale. Un valore aggiunto viene dato dal lavoro sinergico che la Caritas Diocesana ha con la Pastorale Giovanile Diocesana affermando così, l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. 14 Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo normato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO Il progetto vuole dare il proprio contributo per alleviare il problema della disoccupazione giovanile, attivando iniziative di formazione e orientamento, di esperienze e partecipazione civile, che stimolino, promuovano e sostengano la creatività e “l’imprenditoria” giovanile, costruendo rapporti di collaborazione e reciprocità tra i diversi attori, istituzionali e non, presenti nel nostro territorio locale. Si intende offrire ai giovani in servizio civile un percorso di impegno e di formazione che permetta di: promuovere la crescita umana, la cittadinanza attiva ed il protagonismo dei giovani attraverso il loro inserimento all’interno delle variegate attività della Caritas Diocesana di Mondovì. Il loro coinvolgimento – da una parte - rappresenta per la Caritas e per il territorio un valore aggiunto ed una risorsa, dall’altra rappresenta per i giovani l’opportunità di acquisire attitudini e competenze indispensabili per muoversi con efficacia e padronanza in contesti complessi quali i servizi alla persona e per promuovere l’animazione socio-culturale del territorio. Il progetto che si intende realizzare vuole offrire ai giovani interessati la possibilità di vivere un’ esperienza di incontro, stimolo alla creatività, alla cittadinanza attiva e responsabile. Un’esperienza in cui i destinatari diretti si mettono a servizio di altri giovani, mettendo a disposizione i propri talenti e le proprie aspirazioni; uno stimolo che li metta in moto sul mercato del lavoro, consci dei propri punti di forza e dei propri limiti, che non sono irreparabili, ma punti di partenza per migliorarsi e crescere proponendosi con rinnovata positività nella società. Vuole anche essere momento di riflessione sulla loro vita e sulle loro scelte, occasione di formazione e confronto sui valori della non violenza, solidarietà e gratuità. L’obiettivo principale è quello di far sperimentare ai giovani che, nonostante la congiuntura economica sfavorevole, essi possono adoperarsi per costruire una società migliore, più giusta e solidale e che sono i primi artefici del proprio benessere. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO premessa Sulla base delle caratteristiche del nostro contesto territoriale sopra esposte, ci appare particolarmente necessario potenziare i servizi ai giovani in difficoltà economiche e sociali. E’ risaputo che i luoghi di 15 accoglienza e di ascolto costituiscono valide occasioni per favorire un recupero delle potenzialità della persona e per sviluppare valori come la solidarietà, il rispetto di sé e dell’altro, la condivisione e la comunicazione costruttiva. area di intervento: GIOVANI sede: CITTADELLA DELLA CARITA' SITUAZIONE DI PARTENZA OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo) 1. la situazione socio - economico del territorio, la solitudine e la precarietà economica porta a nuovi disagi e alla necessità degli utenti di trovare risposte pronte alle loro esigenze 1. Aumento di numero di giovani volontari del 20% e del numero d’ascolto di giovani in difficoltà del 30% 2. 2. la difficoltà di offrire risposte ai bisogni Aumento di progetti personalizzati di primari delle persone attraverso un Centro unico per far fronte ai disagi e alle sofferenze intervento e accompagnamento del 30% provocate dalla povertà e dalla emarginazione sociale 3. La difficoltà di agganciare i giovani che vivono ai margini, di promuovere percorsi di orientamento e formativi atti a modificare e promuovere opportunità positive di realizzazione personale sia in ambito scolastico che lavorativo. 3. aumento di interventi di tutoraggio, orientamento e affiancamento diretti o indiretti a favore di giovani disoccupati o facenti parte la categoria dei “NEET” del 20% 4. frammentazione delle iniziative e delle possibilità formative destinate ai giovani, loro scarsa visibilità e non fruibilità per il target specifico dei NEET 4. aumento del numero di giovani NEET che usufruiscono delle opportunità formative presenti sul territorio 5. mancanza di un'adeguata informazione della cittadinanza sui bisogni delle persone che vivono situazioni di disagio ed in particolare sui giovani 5. - aumento di numero delle attività di sensibilizzazione rispetto alle povertà locali del 20% - aumento di partecipazione della cittadinanza alle esperienze di volontariato per sopperire al bisogno del territorio del 20% 16 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI 8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI area di intervento: GIOVANI sede: CITTADELLA DELLA CARITA' OBIETTIVO SPECIFICO 1_ Policoro – giovani e lavoro: promuovere la cittadinanza attiva dei giovani attraverso percorsi formativi e di tutoraggio che sostengano la crescita umana, il protagonismo e la ricerca attiva del lavoro all’interno di una collaborazione territoriale integrata. ATTIVITA' 1.1 mappatura delle opportunità dei territori AZIONE GENERALE 1 Progetto Policoro ATTIVITA' 1.2 sportello Policoro DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari tramite ricerche on line e contatti diretti elaboreranno una mappa dei servizi, delle associazioni di categoria e di volontariato, formali e non, degli sportelli istituzionali e dei progetti attivi presenti sul territorio diocesano. DESCRIZIONE DETTAGLIATA L’apertura di uno sportello è intesa al fine di: - assicurare un raccordo tra i giovani e i diversi soggetti, pubblici e del mondo associativo organizzato, in particolare di quelli coinvolti nel Progetto e orientare verso la realizzazione di gesti concreti (idea imprenditoriale e rapporti di reciprocità). - scoprire e valorizzare le potenzialità e competenze dei giovani e delle risorse del territorio. OBIETTIVO SPECIFICO 2_ migliorare le capacità degli operatori nell'ascoltare coloro che si rivolgono al centro di ascolto, curandone l'accoglienza e l'attenzione necessaria AZIONE GENERALE 2 Centro d'ascolto ATTIVITA' 2.1 Accoglienza e ascolto delle problematiche DESCRIZIONE DETTAGLIATA Il volontario accoglie l’utenza che si presenta al centro d’ascolto e tramite colloqui guidati ascolta i vissuti e le istanze di coloro che usufruiscono del servizio. 17 ATTIVITA' 2.2 Redazione di schede personali e registrazione dei dati ATTIVITA' 2.3 Incrocio di bisogni e risposte DESCRIZIONE DETTAGLIATA Durante e al termine del momento di ascolto viene richiesto al volontario di redigere una scheda in cui raccogliere i dati anagrafici e le varie istanze dell’utente. Successivamente saranno in un database specifico. DESCRIZIONE DETTAGLIATA Dall’ascolto e dal confronto in equipe il volontario cercherà di elaborare, coadiuvando gli operatori del centro, dei percorsi orientativi che possono stimolare un miglioramento significativo e misurabile delle situazioni descritte dall’utente. OBIETTIVO SPECIFICO 3_ Supporto nel facilitare l’integrazione lavorativa e sociale degli stranieri attraverso l'apprendimento della lingua italiana. Indirizzare i giovani ai servizi orientativi e di sostegno al rientro, in percorsi d’istruzione e di formazione finalizzati al conseguimento di qualifiche professionali e diplomi di livello secondario o titoli universitari. Orientare verso il sistema della formazione e/o dell’istruzione promuovendo il successo scolastico e cercando di ridurne la sua dispersione. AZIONE GENERALE 3 Lifelong Learning Formazione permanente ATTIVITA' 3.1 insegnamento della lingua italiana DESCRIZIONE DETTAGLIATA Il volontario collaborerà con i docenti nei diversi corsi di alfabetizzazione della lingua italiana di livello L0 ed L1. ATTIVITA’ 3.2 orientamento scolastico permanente DESCRIZIONE DETTAGLIATA In collaborazione con l’associazione “Dalla parte dell’educare” gli operatori forniranno un nuovo modello di orientamento formativo presso i servizi presenti sui territori, capace di garantire il sostegno a tutti i momenti di scelta e transizione della persona, lungo tutto il corso della vita e promuovere occupazione, inclusione sociale e crescita. ATTIVITA’ DESCRIZIONE DETTAGLIATA 3.3 promozione del successo scolastico Valutazione del fabbisogno formativo e e riduzione della dispersione scolastica professionale dell’utente. Definizione del Piano di Azione Individuale. Accompagnamento e tutoraggio. Attività di doposcuola 18 OBIETTIVO SPECIFICO 4_ cittadinanza attiva attraverso la promozione e messa in rete di attività di volontariato, il coinvolgimento in attività di pubblica utilità, nella comunità e nella società a contatto con situazioni di disagio e povertà. AZIONE GENERALE 4 Partecipazione civile, promozione del volontariato. ATTIVITA' 4.1 promozione, messa in rete di progetti di volontariato e di partecipazione civile promossi dall’ente erogante. DESCRIZIONE DETTAGLIATA ATTIVITA' 4.2 partecipazione diretta a esperienze di volontariato e partecipazione civile promossi dall’ente erogante e dagli enti partner. DESCRIZIONE DETTAGLIATA Attività promosse all’interno della Diocesi: - assistenza al servizio mensa; - accoglienza notturna uomini; - accoglienza delle donne; In collaborazione con la Pastorale Giovanile, gli operatori conoscono e mettono in rete diverse esperienze di volontariato promosse ed organizzate dall’ente usando tecniche come il “social marketing”: - mappatura delle esperienze territoriali; - creazione di un archivio multimediale; - messa in rete tramite diverse tecniche di “social marketing”. In collaborazione con il Volontariato Vincenziano gruppo S. Pietro ONLUS: - distribuzione alimenti e vestiario; - Progetto mobilitiamoci; Altri progetti e opportunità di volontariato con le quali durante lo svolgimento del progetto si potrà venire a contatto. OBIETTIVO SPECIFICO 5_ promuovere, organizzare e partecipare a momenti di incontro, sensibilizzazione, riflessione e diffusione delle tematiche legate alla povertà emergente e alle situazioni di disagio, disoccupazione e dispersione scolastica giovanile dei territori diocesani, anche nell'ottica di organizzazione del Servizio Civile. ATTIVITA' 5.1 organizzazione di incontri di sensibilizzazione AZIONE GENERALE 5 Cittadinanza e sensibilizzazione DESCRIZIONE DETTAGLIATA In collaborazione con l’equipe Policoro i volontari realizzeranno incontri di divulgazione e di sensibilizzazione sulla tematica “giovani e lavoro” nei diversi territori diocesani. ATTIVITA' DESCRIZIONE DETTAGLIATA 5.2 partecipazione ad eventi Tutti gli operatori e responsabili parteciperanno a pubblici, convegni, momenti di formazione e approfondimento sulle approfondimenti sul tema della tematiche inerenti il progetto (Erasmus Plus, disoccupazione e altre iniziative di Garanzia Giovani, ricerche statistiche formazione specifica, sull’occupazione giovanile dell’Ires Piemonte e presentazione mensile dei dati dell’Istituto Tognolo...) elaborati Per maggior chiarezza sui tempi di realizzazione del progetto, viene anche riportata una tabella con una timeline, il diagramma di Gantt. 19 ATTIVITA' Obiettivo specifico 1 PERIODO DI REALIZZAZIONE 1° 2° 3° 4° 5° 6° mese mese mese mese mese mese 7° mes e 8° mes e 9° 10° 11° mese mese mese 12° mese attività 1.1: mappatura delle opportunità dei territori: attività 1.2: sportello Policoro Obiettivo specifico 2 attività 2.1: Accoglienza e ascolto delle problematiche attività 2.2: Redazione di schede personali e registrazione dei dati attività 2.3 Incrocio di bisogni e risposte Obiettivo specifico 3 attività 3.1 insegnamento della lingua italiana attività 3.2 orientamento scolastico permanente attività 3.3: promozione del successo scolastico e riduzione della dispersione Obiettivo specifico 4 attività 4.1 promozione, messa in rete di progetti di volontariato e di partecipazione civile promossi dall’ente erogante. attività 4.2 partecipazione diretta a esperienze di volontariato e partecipazione civile promossi dall’ente erogante ed enti partner. Obiettivo specifico 5 attività 5.1 organizzazione di incontri di sensibilizzazione attività 5.2 partecipazione ad eventi pubblici, approfondimenti sul tema della disoccupazione, presentazione mensile dei dati elaborati 20 8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ. area di intervento: GIOVANI sede: CITTADELLA DELLA CARITA' Numero n. 1 n. 1 Professionalità coordinatore laico dell’Equipe Policoro Diocesana coordinatore laico Elenco attività in cui è coinvolto e eventuale spiegazione della coerenza con la professionalità indicata Attività 1.1 – 1.2 – 3.2 – 3.3- 4.1- 5.2 coordina, con il coordinatore laico, tutte le attività, creando collegamenti fra i responsabili di tutti i servizi presenti al Centro Attività 2.1 – 2.2 – 2.3– 5.1 coordina tutti i volontari del Centro di Ascolto, orientando con essi l'Utente che si rivolge al Centro al relativo specifico servizio Attività 1.2 - 2.1 – 2.2 – 2.3– 2.5 – 5.1 ascolto dell'Utente, redazione della scheda personale e raccolta dei bisogni evidenti e orientamento al servizio; n. 2 operatori Caritas progettazione di percorsi individuali di sostegno, anche in collaborazione con i servizi sociali; affiancamento degli utenti nello svolgimento di pratiche. n. 2 inserimenti socializzanti attività 1.2 - 3.1 – 4.1 – 4.2 accoglienza degli ospiti nel Centro e raccolta dati, bisogni e risposte Attività 2.1-2.2-2.3-4.2 ascolto degli utenti, redazione della scheda personale, raccolta dei bisogni evidenti e orientamento al servizio n. 15 Volontari del centro di ascolto progettazione di percorsi individuali di sostegno, anche in collaborazione con i servizi sociali affiancamento agli utenti nello svolgimento delle pratiche, erogazioni di aiuti economici diretti o indiretti, dopo il consenso dell'equipe e del direttore Caritas. n. 11 Docenti n. 5 cuochi n. 60 Volontari per la mensa serale n. 40 Volontari per accoglienza notturna n. 5 Volontari CAV totale personale retribuito: 3 Attività 3.1 – 3.2 – 3.3 insegnamento della lingua italiana al fine di migliorare la comprensione della lingua per gli utenti stranieri Attività 4.2 erogazione di pasti serali presso la mensa del Centro Attività 4.2 erogazione di pasti serali presso la mensa del Centro Attività 4.2 si occupano dell'accoglienza degli utenti durante la notte, in modo da far loro compagnia e vigilare durante la notte Attività 4.2 affiancano il Centro per il sostentamento delle donne accolte nella struttura totale personale volontario: 137 21 8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO. area di intervento: GIOVANI sede: CITTADELLA DELLA CARITA' OBIETTIVO SPECIFICO 1: Policoro – giovani e lavoro : promuovere la cittadinanza attiva dei giovani attraverso percorsi formativi e di tutoraggio che sostengano la crescita umana, il protagonismo e la ricerca attiva del lavoro all’interno di una collaborazione territoriale integrata. ATTIVITA' 1.1 mappatura delle opportunità dei territori: ATTIVITA' 1.2 sportello Policoro: DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari si occuperanno delle seguenti mansioni: - Creazione di reti di contatto con le diverse associazioni di categoria, le istituzioni territoriali (comuni, CPI e Informa giovani) e le associazioni di volontariato. - Elaborazione di un database di aziende disponibili a sperimentazioni di inserimenti lavorativi temporanei. - Acquisizione di informazioni utili per organizzare e mettere a disposizione degli utenti opportunità legislative (comunitarie, nazionali e regionali) relative alla possibilità di accesso nel mondo del lavoro. - Supporto e potenziamento dell’equipe diocesana del progetto Policoro. DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari affiancheranno i membri dell’equipe Policoro Diocesana per fornire servizi di: - ascolto; - supporto e tutoraggio; - pianificazione di interventi mirati; - orientamento formativo; - orientamento professionale; - promozione della rete e dei diversi rapporti di reciprocità; - elaborazione di curriculum vitae; - affiancamento nell’edit di curricula on line o attraverso portali specifici. 22 OBIETTIVO SPECIFICO 2: Migliorare le capacità degli operatori nell'ascoltare coloro che si rivolgono ai centri, curandone l'accoglienza e l'attenzione necessaria. ATTIVITA' 2.1 Accoglienza e ascolto delle problematiche DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari SCN accoglieranno gli Utenti che si presentano all'interno della struttura, facendoli accomodare nel luogo d'attesa; affiancheranno gli operatori e i volontari del Centro nell'ascolto del disagio presentato dall'Utente, in modo da essere di aiuto nell'individuare il tipo di aiuto necessario ATTIVITA' 2.2 Redazione di schede personali e registrazione dei dati DESCRIZIONE DETTAGLIATA ATTIVITA' 2.3 Incrocio di bisogni e risposte DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari affiancheranno gli operatori e i volontari del Centro nella: - compilazione della scheda personale con dati, storia e bisogni dell'Utente e del suo nucleo famigliare; - registrazione online dei dati all’interno del software ROS.PO (strumento promosso dalla Caritas Italiana per la raccolta dati); - Elaborazione di statistiche e grafiche e loro comunicazione ai settimanali locali I volontari SCN affiancheranno gli operatori e i volontari del Centro nell'individuare la risposta corretta al tipo di disagio riscontrato dall'utente. 23 OBIETTIVO SPECIFICO 3: Supporto nel facilitare l’integrazione lavorativa e sociale degli stranieri attraverso l'apprendimento della lingua italiana. Indirizzare i giovani ai servizi orientativi e di sostegno al rientro, in percorsi d’istruzione e di formazione finalizzati al conseguimento di qualifiche professionali e diplomi di livello secondario o titoli universitari. Orientare verso il sistema della formazione e/o dell’istruzione promuovendo il successo scolastico e cercando di ridurne la sua dispersione. ATTIVITA' 3.1 insegnamento della lingua italiana DESCRIZIONE DETTAGLIATA Il volontario insieme agli operatori si adopera per offrire agli Utenti stranieri in difficoltà corsi in cui poter imparare l'italiano ed integrarsi: Alfabetizzazione LIVELLO 0 e di LIVELLO 1: Fornisce gli elementi base per la conoscenza della lingua italiana attraverso lo sviluppo delle quattro abilità (ascolto, parlato, lettura e scrittura). - Sviluppare le abilità comunicative. - Sviluppare le abilità per orientarsi nel sociale (conoscere le regole fondamentali del vivere comune, conoscere il territorio e le sue risorse). Alfabetizzazione LIVELLO 2: percorso più avanzato, ha come obiettivo conoscere i linguaggi settoriali. - Usare strategie di lettura. - Confrontare la propria lingua e l’italiano su elementi contrastivi. - Acquisire un metodo di studio. - Usare in modo efficace i manuali. - Preparare un percorso per l’esame finale. - Sapersi orientare nella scelta della Scuola Secondaria di Secondo grado. Le classi vengono divise in base al grado di conoscenza della lingua in modo da poter offrire le competenze giuste per ogni esigenza. I corsi di alfabetizzazione iniziano a ottobre e terminano verso giugno. ATTIVITA’ 3.2 orientamento scolastico permanente ATTIVITA’ 3.3 promozione del successo scolastico e riduzione della dispersione DESCRIZIONE DETTAGLIATA Gli operatori e i volontari impiegati forniranno un nuovo modello di orientamento formativo presso i servizi presenti sui territori basato sull’analisi delle competenze dell’utente. Somministreranno questionari in grado di verificare: L’analisi delle proprie risorse; L’esame delle opportunità offerte dal contesto; La previsione dello sviluppo della propria esperienza; L’assunzione di decisioni; L’individuazione di traguardi; La progettazione del proprio sviluppo; Il monitoraggio e la valutazione delle scelte operate. Forniranno informazioni specifiche e accompagneranno i ragazzi a incontri divulgativi e informativi (scuole aperte ed eventi dell’informa giovani). DESCRIZIONE DETTAGLIATA Il volontario, coadiuvato dagli operatori del servizio, individua negli utenti eventuali difficoltà rispetto ai prerequisiti richiesti ed al metodo di studio. Dopo un’analisi condivisa, si attivano interventi mirati, sia nell’area logico-matematica, che in quella linguistica allo scopo di favorire l’inserimento scolastico ed il riallineamento didattico. E’ prevista inoltre un’iniziativa di tutoraggio a medio termine, anche con il supporto di esperti esterni, finalizzata al recupero dell’autostima ed alla motivazione allo studio, attraverso un percorso di consapevolezza ed auto conoscenza. Il volontario potrà affiancare e seguire, a piccolo gruppo, gli utenti nello svolgimento dei compiti in attività di “dopo scuola”. 24 OBIETTIVO SPECIFICO 4 cittadinanza attiva attraverso la promozione e messa in rete di attività di volontariato, al coinvolgimento in attività di pubblica utilità, nella comunità e nella società a contatto con situazioni di disagio e povertà. ATTIVITA' 4.1 promozione, messa in rete di progetti di volontariato e di partecipazione civile promossi dall’ente erogante. ATTIVITA' 4.2 partecipazione diretta a esperienze di volontariato e partecipazione civile promossi dall’ente erogante e dagli enti partner. DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari affiancano gli operatori nel mettere in rete diverse esperienze di volontariato promosse ed organizzate dall’ente usando tecniche come il “social marketing”: - mappatura delle esperienze territoriali: attraverso ricerche internet o tramite i Centri Servizi del Volontariato presenti sul territorio; - creazione di un archivio multimediale: attraverso l’inserimento delle caratteristiche e aree di intervento delle singole associazioni; - messa in rete tramite diverse tecniche di “social marketing”: aggiornamento della pagina facebook/twitter dell’ente sulle diverse iniziative promosse; creazione di mailing-list che promuovono le diverse attività organizzate; elaborazione di “campagne informative e di divulgazione”. DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari parteciperanno in modo attivo ad attività promosse dalla Diocesi: - assistenza al servizio mensa: i giovani volontari si occuperanno della preparazione dei pasti, curando il servizio ai tavoli, la pulizia dei locali e della mensa. - accoglienza notturna uomini: servizio di accoglienza per persone in mancanza di un luogo di riposo per la notte. I giovani volontari si occuperanno dell'accoglienza nella struttura e nell'accompagnamento ai piani. - accoglienza delle donne: i volontari decideranno in equipe, insieme al Direttore Caritas e in accordo con i servizi sociali, come da prassi consolidata, quali sono i casi con più estrema necessità e stipulano un accordo con gli utenti interessati per la giusta fruizione del servizio. - Progetto mobilitiamoci: in collaborazione con associazioni locali e l’ UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) i volontari svolgeranno il servizio di raccolta, immagazzinamento e ridistribuzione di mobili usati che vengono offerti gratuitamente ai bisognosi. - Altri progetti e opportunità di volontariato con le quali durante lo svolgimento del progetto si potrà venire a contatto. 25 OBIETTIVO SPECIFICO 5 promuovere, organizzare e partecipare a momenti di incontro, sensibilizzazione, riflessione e diffusione delle tematiche legate alla povertà emergente e alle situazioni di disagio, disoccupazione e dispersione scolastica giovanile dei territori diocesani, anche nell'ottica di organizzazione del Servizio Civile. ATTIVITA' 5.1 organizzazione di incontri di sensibilizzazione DESCRIZIONE DETTAGLIATA I volontari realizzeranno incontri di divulgazione e di sensibilizzazione sulla tematica “giovani e lavoro” nei diversi territori diocesani: incontri divulgativi pubblici; elaborazioni di articoli e storytelling. DESCRIZIONE DETTAGLIATA Tutti i volontari parteciperanno a momenti di formazione e approfondimento sulle tematiche inerenti il progetto. Nello specifico ci saranno aggiornamenti tramite i canali formativi locali su: ATTIVITA' Erasmus Plus; 5.2 partecipazione ad eventi pubblici, convegni, Garanzia Giovani; approfondimenti sul tema della disoccupazione le diverse ricerche pubblicate dall’ Ires Piemonte e e altre iniziative di formazione specifica, dall’Istituto Tognolo. presentazione mensile dei dati elaborati In collaborazione con l’Antenna Missiomondo, parteciperanno inoltre ad incontri sulle tematiche del servizio e della cittadinanza attiva. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 (Quattro) 10) Numero posti con vitto e alloggio: N. posti: // Modalità di fruizione del vitto e dell’alloggio: Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con vitto e alloggio (indicare il codice sede e il numero di posti con V/A):// 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 4 (Quattro) 12) Numero posti con solo vitto: N. posti: // Modalità di fruizione del vitto:// 26 Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con solo vitto (indicare il codice sede e il numero di posti con vitto):// 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 (Trenta) 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): 5 (Cinque) 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Questa voce è stata oggetto di limitazioni in sede di valutazione da parte del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione territoriali inerenti la tematica “giovani e lavoro” che, a seconda dei progetti approvati e finanziati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, potranno essere organizzati anche d’intesa con altre Caritas diocesane della stessa regione, anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali in date e luoghi che verranno tempestivamente comunicati al Dipartimento. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione (es. 12 marzo: incontro nazionale giovani in servizio civile). 27 CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande è: CARITAS DIOCESANA DI MONDOVI’ Via Vasco, 17 cap 12084 città: Mondovì Tel. 0174.45070 Fax 0174.551353 E-mail: [email protected] Persona di riferimento: Oreglia Davide N. 1 Sede di attuazione del progetto Comune Cittadella della Carità Mondovì Indirizzo Via Funicolare, 15 Cod. ident. sede 7341 N. vol. per sede 4 Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita C.F. Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato Cognome Data di e nome nascita C.F. OREGLIA DAVIDE 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 28 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: A livello generale L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e dell’obiezione di coscienza e del servizio civile della Caritas Italiana. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE Sito Caritas Italiana www.caritas.it Foglio informativo quindicinale on line “InformaCaritas” di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana “Italia Caritas” Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile www.esseciblog.it Sito Progetto Policoro: www.progettopolicoro.it Sito Servizio Nazionale della Pastorale Giovanile: www.chiesacattolica.it/giovani/ Pagina Facebook della Pastorale Giovanile Diocesana: https://www.facebook.com/pg.diocesi.mondovi Stampa di pieghevoli, poster e altro materiale sul servizio civile e il progetto Policoro. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo). Marcia per la pace (31 dicembre) organizzata dall’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, Pax Christi, Azione Cattolica e Caritas Italiana. In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC. ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO Campagna sul servizio civile in collaborazione con l’Università LUMSA. In particolare sono messi a disposizione delle Caritas diocesane format grafici e slogan promozionali pensati da studenti del corso in Scienze della Comunicazione dell’Università LUMSA. Il target dell’azione promozionale In particolare l’azione di promozione è rivolta a: - la popolazione giovanile nel suo insieme; - i Vescovi e in particolare la Conferenza Episcopale Italiana; - gli operatori pastorali diocesani; - i movimenti e le associazioni di carattere culturale ed educativo; - le scuole e gli Istituti di formazione. Principali canali di promozione La promozione del progetto è realizzata attraverso gli strumenti informativi della Caritas Italiana: - “Italia Caritas”, mensile indirizzato a tutte le parrocchie e ai benefattori; - “Informa Caritas”, quindicinale indirizzato alle Caritas diocesane; - pagina mensile sul quotidiano Avvenire; - sito web della Caritas Italiana, Progetto Policoro Nazionale e Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile; - convegni, seminari, incontri, giornate diocesane/regionali/nazionali della gioventù, giornata mondiale della gioventù (GMG); - inserti e articoli su Famiglia Cristiana. 29 Realizzazione di strumenti specifici di promozione del progetto: Link a: - Siti dell’associazionismo cattolico e uffici CEI; - Siti delle Università ed Istituti scolastici; - Concorsi di idee in cui coinvolgere i partecipanti al progetto (es. concorso per sceneggiatura, logo, grafica, ecc….); - Rapporto periodico sul servizio civile in Caritas; - Albo dei partecipanti al progetto con curriculum, acquisizioni competenze, per aziende, enti od altri organismi. A livello Diocesano Nelle attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile vanno inserite sia le proposte che svolgerà la Caritas Diocesana di Mondovì insieme alle altre Caritas Diocesane partner, sia quelle che verranno realizzate con i giovani in servizio civile. I volontari verranno coinvolti nella progettazione ed attuazione d’incontri con la comunità locale (scuole, convegni, incontri parrocchiali, manifestazioni,…), soprattutto appoggiandosi a “L’Antenna Missiomondo” o.n.l.u.s. (vedi convenzione allegata), portando la loro testimonianza sulle motivazioni della scelta attuata e sui nodi del servizio in cui stanno operando, fungendo da ulteriore contatto tra il territorio e i centri Caritas. Le ore totale previste per le attività di promozione e sensibilizzazione del progetto saranno 60, così suddivise: A) prima dell’avvio del Progetto attraverso: 1. preparazione alle principali forme di comunicazione (gestire un gruppo, parlare in pubblico); 2. studio di target e studio delle principali forme di comunicazione (elaborazione di testi, grafica, informatica, stampa, social network e Radio/TV): - elaborazione di depliant, locandine ecc…; - inserzioni e articoli sui settimanali locali; - contatti con alcune radio locali; 3. elaborazione di programmi di animazione e sensibilizzazione del territorio: - proposta di esperienze di volontariato ai giovani; - percorsi di sensibilizzazione e animazione al servizio civile nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi giovanili; - campi di volontariato in collaborazione con altre Diocesi (“E-state in fraternità” con la Diocesi di Cagliari) 4. incremento della collaborazione con altre associazioni del territorio per far conoscere le opportunità di servizio civile in Caritas. 5. verifica dei risultati ottenuti. Ore di attività di sensibilizzazione previste: 30 B) successivamente durante il Servizio Civile dei nostri giovani attraverso: 1. elaborazione di programmi di animazione e sensibilizzazione del territorio da parte dei giovani (presso gruppi giovanili, scuole, associazioni, parrocchie); 2. testimonianze dei giovani volontari presso gruppi giovanili, scuole, associazioni, parrocchie; 3. consulenza presso gli sportelli di promozione e sensibilizzazione al Servizio Civile presso Informagiovani del Comune; 4. incontri aperti alla cittadinanza; 5. sensibilizzazione al servizio nell’ambito di eventi particolari quali la manifestazione annuale “Festa dei Popoli”, organizzata dalla Associazione “Dalla Parte dell’Educare”, in collaborazione con la Caritas; Ore di attività di sensibilizzazione previste: almeno 30. 30 Fra i vari ambiti in cui intendiamo spingerci per sensibilizzare il progetto, i principali saranno: 1. 2. 3. 4. 5. 6. gruppi giovanili formali ed informali; ambiti scolastici ed universitari; associazioni varie del territorio; parrocchie comunità locale; stampa e mass media locali. Totale ore di promozione e sensibilizzazione: 60. 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento. Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell’esperienza dei volontari in servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto: incontro di metà servizio (al 5°-6° mese); incontro di fine servizio (al 12° mese); Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell’esperienza. 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Preferenziali: Predisposizione e capacità di relazionarsi con le persone in difficoltà Adattamento a situazioni e persone con valori di riferimento diversi; Essere cordiali, aperti, sensibili e garantire il rispetto della riservatezza sui dati degli utenti; 31 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): Al progetto aderiscono come partner: UFFICIO di PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA codice fiscale 93009770046 L’ente Pastorale Giovanile si impegna a fornire il seguente apporto alle attività del progetto: nell’azione generale 1 progetto Policoro, nelle seguenti attività: creazione di reti di contatto con le diverse associazioni di categoria, le istituzioni Territoriali e mappatura delle opportunità dei territori; elaborazione di un database di aziende disponibili a sperimentazioni di inserimenti lavorativi temporanei; potenziamento dei contatti con l’equipe diocesana del progetto Policoro. Nell’azione generale 3 - Lifelong Learning - Formazione permanente, nelle seguenti attività: orientamento scolastico permanente; promozione del successo scolastico e riduzione della dispersione. Nell’azione generale 4 - Partecipazione civile, promozione del volontariato, nelle seguenti attività: promozione, messa in rete di progetti di volontariato e di partecipazione civile; mappatura delle esperienze territoriali; creazione di un archivio multimediale; messa in rete tramite diverse tecniche di “social marketing”. Nell’azione generale 5 - Cittadinanza e sensibilizzazione, nelle seguenti attività: organizzazione di incontri di sensibilizzazione; partecipazione ad eventi pubblici, convegni, approfondimenti sul tema della disoccupazione e altre iniziative di formazione specifica. ANTENNA MISSIOMONDO - O.N.L.U.S codice fiscale 93040350048 L’Associazione di Volontariato L’ANTENNA MISSIOMONDO – ONLUS si impegna a fornire il seguente apporto alle attività del progetto: Nell’azione generale 5 – Cittadinanza e sensibilizzazione, nella seguente attività: Incontri formativi destinati ai giovani del programma “Garanzia giovani” sulle tematiche del servizio, della condivisione, della cittadinanza attiva, con un approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà (attività 5.2) ASSOCIAZIONE “DALLA PARTE DELL’EDUCARE codice fiscale 93034010046 L’associazione “Dalla Parte dell’educare” si impegna a fornire il seguente apporto alle attività del progetto: nell’azione generale 1 progetto Policoro, nelle seguenti attività: creazione di reti di contatto con le diverse associazioni di categoria, le istituzioni Territoriali e mappatura delle opportunità dei territori. Nell’azione generale 3 - Lifelong Learning - Formazione permanente, nelle seguenti attività: Alfabetizzazione; orientamento scolastico permanente; promozione del successo scolastico e riduzione della dispersione. Nell’azione generale 4 - Partecipazione civile, promozione del volontariato, nelle seguenti attività: promozione, messa in rete di progetti di volontariato e di partecipazione civile; messa in rete tramite diverse tecniche di “social marketing”. Nell’azione generale 5 - Cittadinanza e sensibilizzazione, nelle seguenti attività: organizzazione di incontri di sensibilizzazione; 32 partecipazione ad eventi pubblici, convegni, approfondimenti sul tema della disoccupazione e altre iniziative di formazione specifica. VOLONTARIATO VINCENZIANO – Gruppo S.Pietro O.N.L.U.S codice fiscale 93034270046 Nell’azione generale 4 - Partecipazione civile, promozione del volontariato, nelle seguenti attività: 25) affiancamento operativo e supervisione dei volontari del servizio civile nello svolgimento del servizio di accompagnamento e nell’elaborazione di progetti di aiuto individuale per gli indigenti - con riferimento all’erogazione di beni di prima necessità (borse alimenti e distribuzione vestiario). Coinvolgimento logistico ed operativo dei volontari nel Progetto “Mobilitiamoci”, che prevede la creazione di iniziative di servizio che da una parte sono rivolte a persone senza lavoro, dall’altra promuovono un sistema di welfare generativo. Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza” 27) Eventuali tirocini riconosciuti : Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza” 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: 33 Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio (modello consegnato al Dipartimento da Caritas Italiana). La singola Caritas diocesana rilascia –su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla leggeulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Le stesse competenze sono riconosciute e certificate mediate il rilascio di un attestato da parte dell’Ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”, come da convenzione allegata. Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Italiana e dall’ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”: COMPETENZE TRASVERSALI Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’ente. Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere. Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non. Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari. Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. Lavorare in team per produrre risultati collettivi. Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi. Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi. COMPETENZE SPECIFICHE Il progetto della Caritas Diocesana di Mondovì rappresenta per i giovani l’opportunità di acquisire attitudini e competenze indispensabili per muoversi con efficacia e padronanza in contesti complessi quali i servizi alla persona e per promuovere l’animazione socio-culturale del territorio. Si intende offrire ai giovani in servizio civile un percorso di impegno e di formazione che permetta loro di: acquisire competenze di tutoraggio e accompagnamento di soggetti in ricerca di occupazione (progetto Policoro); acquisire una competenza approfondita sui programmi europei con ricaduta nazionale inerente i giovani, l’occupazione e il volontariato. Acquisizione di tecniche specifiche sulla cooperazione, il self- empowerment, percorsi di coaching, analisi delle competenze e della motivazione estrinseca. acquisire abilità e competenze rispetto all’ambito socio-assistenziale ed all’animazione socio-culturale del territorio e facilitare la comprensione della metodologia di lavoro nel settore socio-culturale (lavoro in equipe, lavoro di rete…); acquisire abilità e competenze relative alla promozione di nuove forme di welfare generativo attraverso una riflessione sul senso di appartenenza alla vita sociale e civile e sulla corresponsabilità di ognuno nel farsi carico dei problemi della collettività; acquisire competenze di gestione ed elaborazione dei dati attraverso software specifici (software ROSPO); acquisire competenze di elaborazione di testi e contenuti multimediali a scopo promozionale e di animazione territoriale. Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: La formazione generale si svolgerà presso: Fraternità Missionaria “Il Pozzo di Sicar” di Frabosa Sottana (CN); Cittadella della Carità – via della Funicolare 15, Mondovì CN; 34 Uffici Pastorali – via Vasco 17, Mondovì CN. 30) Modalità di attuazione: La formazione è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente. 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato in sede di accreditamento, il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie. Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (non meno del 30% delle 42 ore); - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (non meno del 40% delle 42 ore); - testimonianze e/o visite ad esperienze significative Articolazione della proposta di formazione previste; totale nei primi sei mesi dall’avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno nei mesi successivi. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio. Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti; Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. 35 33) Contenuti della formazione: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale in sede di accreditamento, si propone una formazione generale che preveda due fasi: una prima fase di 36 ore circa che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante: Moduli Linee Guida L’identità del gruppo in formazione e patto formativo Moduli Caritas Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione. Sostenere l’orientamento per il futuro. Tempistica 6 Modalità (1) 6i Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale. Il dovere di difesa della Patria -difesa civile non armata e nonviolenta La normativa vigente e la Carta di impegno etico Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria 2 2f 4 3f – 1i 2 1f – 1i Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale La formazione civica Le forme di cittadinanza La protezione civile Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale 3 3 3 2f – 1i 2f – 1i 2f – 1i La rappresentanza dei volontari nel servizio civile Presentazione dell’ente Il lavoro per progetti Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere la Caritas come ente Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Promuovere la prosocialità. Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione. 1 1i 3 2 2f – 1i 1f – 1i 2 2f 2 2f 3 3i 36 20f – 17i L’organizzazione del servizio civile e le sue figure Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti (1) f: lezione frontale; I:dinamiche non formali Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 6 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta. 36 34) Durata: Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: Cittadella della Carità – via della Funicolare 15, Mondovì CN Uffici Pastorali – via Vasco 17, Mondovì CN “Il pozzo di Sicar” fraternità presso la parrocchia dell’Alma, Frabosa Sottana CN 36) Modalità di attuazione: La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Cognome e nome Oreglia Davide Mammola Francesco Bresciano Cristina Langhetti Serena 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire da una concezione della formazione come “intervento capace di influire sulla cultura di individui e gruppi agendo sulle conoscenze, sulle capacità e sugli atteggiamenti attraverso metodologie diverse che attivino forme di apprendimento di tipo cognitivo, operativo ed emotivo” (Quaglino e Carozzi, 1998) verranno proposte metodologie didattiche differenziate (lezione frontale, esercitazione e simulata) in relazione al tipo di apprendimento specifico che va attivato per raggiungere ciascuno degli obiettivi di apprendimento (contenuti di ciascun modulo di apprendimento) che il percorso di formazione si pone (sapere, saper fare, saper essere) (Quaglino e Carozzi, 1998). I contenuti della formazione saranno suddivisi ed organizzati in 24 “moduli di apprendimento” di tre ore ciascuno (per un totale di 72 ore): i 24 moduli saranno svolti entro i primi tre mesi dall’avvio del progetto, con cadenza bi-settimanale (ad eccezione dell’ultimo modulo, conclusivo). Oltre alla formazione specifica organizzata in “moduli di apprendimento” nelle modalità di cui sopra (i cui contenuti sono riportati al punto 40) ai volontari, per tutta la durata del Servizio Civile, verrà proposto di partecipare: - agli incontri settimanali (di 1 ora) di programmazione e verifica delle attività insieme agli operatori della sede di realizzazione del progetto (partecipazione che rappresenta ulteriore opportunità di formazione grazie alla possibilità di confrontarsi sui casi e sulle difficoltà incontrate); 37 - ad incontri di supervisione quindicinali (di 2 ore) dedicati a loro, guidati da una psicologa, per fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro; - ad eventuali eventi formativi rivolti agli operatori dei Centri di Ascolto Caritas. 40) Contenuti della formazione: La formazione specifica ha come obiettivo quello di garantire ai giovani in servizio civile un adeguato ed efficace percorso formativo finalizzato all’acquisizione delle competenze necessarie per la realizzazione del progetto in cui si trovano ad operare, e in tal modo capace di contribuire ad una più generale formazione professionale del giovane stesso attraverso l’esperienza di servizio civile. La formazione specifica ha una durata complessiva pari a 72 ore, organizzate in 24 “moduli di apprendimento” di 3 ore ciascuno. I contenuti dei “moduli di apprendimento” saranno i seguenti (corrispondenti alle relative attività): Area di intervento: GIOVANI Contenuti della formazione specifica Mod. 1: (incontro introduttivo) presentazione generale della sede di realizzazione del progetto e delle attività svolte Mod. 2: conoscenza e comprensione - da parte dei giovani volontari - del proprio ruolo e delle proprie responsabilità all’interno del progetto Mod. 3: formazione ed informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile Mod. 4: la metodologia dell’intervento sociale Mod. 5: : il territorio in cui si trova il Centro, con le caratteristiche ed i bisogni sociali emergenti Mod.6: le forme emergenti di povertà, emarginazione ed esclusione sociale Mod. 7: il ruolo delle Istituzioni e dei servizi presenti sul territorio e la metodologia del “lavoro di rete” Mod. 8: la comunicazione efficace nella relazione interpersonale (ascolto attivo ed uso del feedback) Mod. 9: l’assertività ed il riconoscimento del valore della diversità nella relazione interpersonale Mod. 10: le dinamiche di gruppo (la comunicazione nel gruppo) Mod. 11: le dinamiche di gruppo (la costruzione del gruppo di lavoro) Mod. 12: lo stile d’ascolto nella relazione d’aiuto (cornice di riferimento teorica ed esercitazioni e simulate che permettano di comprendere il ruolo dell’operatore nell’ascolto attivo) Mod. 13: la gestione emozionale (strumenti di elaborazione personale e modalità di condivisione e comunicazione di gruppo relativamente ai vissuti emotivi che riguardano le attività d’accoglienza e d’ascolto) Mod. 14: la gestione del conflitto (cornice di Attività di progetto a cui si riferiscono i contenuti Modulo formativo introduttivo relativo a tutte le azioni/attività del progetto Modulo formativo relativo a tutte le azioni/attività del progetto Modulo formativo relativo a tutte le azioni/attività del progetto Modulo formativo di competenze trasversali relativo a tutte le azioni/attività del progetto Attività 1.1 – 1.2 – 2.1 – 2.3- 4.1 Attività 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 Attività 1.1. – 1.2 – 3.2 – 4.1 – 4.2 - 5.1 Attività 1.1 – 1.2 – 2.1 – 2.2 – 2.3 - 3 Modulo formativo del progetto Modulo formativo del progetto Modulo formativo del progetto Modulo formativo del progetto relativo a tutte le azioni/attività relativo a tutte le azioni/attività relativo a tutte le azioni/attività relativo a tutte le azioni/attività Modulo formativo relativo a tutte le azioni/attività del progetto Modulo formativo relativo a tutte le azioni/attività 38 riferimento teorica ed esercitazioni e simulate che permettano di comprendere le dinamiche del conflitto e diverse modalità per risolverlo) Mod. 15: il lavoro d’equipe (linee guida per decifrare in modo condiviso il senso della richiesta d’aiuto raccolta e per costruire una modalità di valutazione che permetta di essere omogenei nel tipo di risposta) Mod. 16: acquisizione di materiale sull’analisi delle competenze e della motivazione estrinseca Mod. 17: acquisizione di materiali e formulari per la compilazione di curriculum efficaci Mod. 18: tecniche specifiche di social marketing Mod. 19: formazione sul Progetto Policoro Nazionale e sugli orientamenti diocesani Mod. 20: self- empowerment, percorsi di coaching Mod. 21: le attività dell’azione generale 3 Lifelong learning: insegnamento lingua italiana, doposcuola, progetti di aiuto individuale, accompagnamento, tutoraggio Mod. 22: uso del software per archiviazione dati e schede e metodologie di elaborazione dei dati Mod. 23: conoscenza della normativa vigente e delle leggi di settore Mod. 24: : incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell’esperienza del volontario (presentazione da parte dei volontari di una relazione di “fine servizio” per una “restituzione” dell’esperienza 41) del progetto Modulo formativo relativo a tutte le azioni/attività del progetto Attività 1.1 – 1.2 – 3.1 – 3.2 – 3.3 Attività 1.2 – 3.2 – 3.3 – 4.1 – 5.1 Attività 1.2 – 4.1 – 5.1 – 5.2 Attività 1.2 – 3.3 – 4.1 – 5.1 Attività 1.1 – 1.2 – 3.1 – 3.2 – 3.3 Attività 3.1 – 3.2 – 3.3 Attività 1.1 – 1.2 – 2.3 – 3.3 – 4.1 – 4.2 – 5.1 – 5.2 Attività 1.1 – 1.2 – 3.2 – 4.1 – 5.1 – 5.2 Modulo formativo relativo a tutte le azioni/attività del progetto Durata: La formazione specifica ha una durata complessiva pari a 72 ore, organizzate in 24 “moduli di apprendimento” di 3 ore ciascuno: i 24 moduli saranno svolti entro i primi tre mesi dall’avvio del progetto, con cadenza bi-settimanale (ad eccezione dell’ultimo modulo, conclusivo). 39 Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dal Dipartimento in sede di accreditamento 18 luglio 2014 40
© Copyright 2024 Paperzz