Lineatrad 34-2014

periodico Anno 3 n°34 ottobre-dicembre 2014 € 0,00
Spotify & C.
Fiera Internazionale della Musica 2015
Championnat de Bretagne
Clarisse Lavanant
Gualtiero Bertelli
Kitchen Implosion
Piia Kleemola
Municipale Balcanica
Alzamantes
Lineatrad: la musica oltre la serratura
Distribuzione gratuita esclusivamente in formato digitale senza pubblicità
www.lineatrad.com - italia: www.lineatrad.it - internazionale: www.lineatrad.eu
Canto Antico
Festival Le zampogne
Ipotesi sul baghèt
Raskas
Redi Hasa e Maria Mazzotta
Nando Brusco
Rainforest worldmusic festival
Penang worldmusic festival
Aynur
Sommario
n. 34 - Ottobre-Dicembre 2014
Contatti: [email protected] - www.lineatrad.com - www.lineatrad.it - www.lineatrad.eu
04
Le polemiche sulle
retribuzioni Spotify e le
alternative sul mercato
—17
17
Gualtiero Bertelli
—21
21
Municipale Balcanica
“h”oro alle olimpiadi
—09
09
FIM 2015, si prepara
la terza edizione
—18
18
Kitchen Implosion
—22
22
Festival “La zampogna”
—11
11
Championnat de Bretagne
de Musique
et Danse Traditionnelles
—19
19
Alzamantes /
Piia Kleemola
—23
23
Canto Antico
16
Clarisse Lavanant
—20
20
Le Malmaritate
—25
25
Francesco Benozzo e
Fabio Bonvicini
—04
—16
Eventi
Cronaca
Interviste
ASCOLTATE SU RADIO CITTA’ BOLLATE
www.radiocittabollate.it
la trasmissione An Triskell
Recensioni
Argomenti
di Loris Böhm
ogni GIOVEDÌ alle ore 21:30 (chiusura estiva)
P
er la prima volta dall’inizio delle
pubblicazioni, in questo mese di
ottobre, Lineatrad ha avuto una
sequenza incredibile di “disavventure”
gestionali... unite ad altrettante “disavventure” del sottoscritto.
Queste “disavventure” hanno causato l’uscita ritardata e incompleta di
questo mese, e mi scuso con i lettori.
La mancanza di comunicazioni da
parte mia è dovuta appunto alla disavventura che ha procurato la recente
alluvione genovese: danni ai servizi
internet locali che mi hanno precluso
ogni connessione (oltre a gravi danni
all’azienda dove lavoro che ne causeranno la chiusura).
A queste circostanze naturali già
pesanti, che hanno messo in ginocchio tutta la città, hanno fatto seguito i
disservizi (e questa volta le colpe sono
tutte di origine “umana”) della società
svizzera, quella per intenderci che curava la pubblicazione di Lineatrad su
iPad e tablet, che ha pensato bene di
inviarmi delle fatturazioni inesistenti,
se non del tutto impreviste a livello
22
34/2014
contrattuale; questo ha provocato l’immediata cessazione dei rapporti tra la
nostra rivista e il loro servizio... potete
immaginare la situazione di grave disagio e imbarazzo che questo comportamento mi ha procurato nei vostri
confronti.
Mi sia consentita solo una breve annotazione polemica sulla “presunta”
efficienza e puntualità svizzera, che a
quanto pare appartiene più alla leggenda che alla realtà!! Dovrò rivedere
tutte le valutazioni sulla tanto bistrattata “azienda Italia” e cercare un servizio nostrano per le pubblicazioni su
tablet... ma non adesso perchè ho altre
priorità: dopotutto anche attraverso il
servizio Issuu la rivista si sfoglia egregiamente sui nuovi tablet.
Come dicevo prima: una disgrazia...
proprio nel mese in cui fioriscono gli
expò, in cui si fanno progetti per l’anno
nuovo, in cui insomma tutto avrebbe
dovuto “filare liscio”.
Buona parte degli articoli e delle recensioni che avevo in mente di pubblicare a ottobre non ho avuto il tempo di
FIM Fiera di Genova
Editoriale
organizzarli a dovere, per cui dovrete
accontentarvi di un’uscita in formato
ridotto, e sarà la penultima del ciclo
Lineatrad così come lo abbiamo concepito nel 2012.
I tempi cambiano in fretta, troppo velocemente, e mi vedo costretto a modificare “in corsa” tutto il progetto rivista.
Non mi soffermo più sulla “penosa”
richiesta di donazioni attraverso il
crowfounding per racimolare fondi per
sopravvivere, tanto il risultato è insignificante. Piuttosto sospenderò la pubblicazione a titolo gratuito (il mese di
dicembre sarà l’ultimo, in cui annuncerò la nuova testata a pagamento,
stampata su carta, con tutte le registrazioni di legge... con target diverso,
per la buona pace di coloro che hanno
sempre usufruito del frutto del mio lavoro senza sganciare neanche un centesimo a sostegno!
Per contro, ringrazio tutti i collaboratori della rivista, che mensilmente dedicano qualche ora o al massimo qualche giorno senza ricevere compensi
in denaro. Io personalmente ci lavoro
—26
26
Renat Sette - Elva Lutza
—37
37
Redi Hasa e Maria
Mazzotta
—48
48
Rainforest Worldmusic
Festival
—27
27
Daniele Falasca
—38
38
Blair Dunlop
—52
52
Penang Worldmusic
Festival
—30
30
Daniele Falasca
—39
39
Mary Gauthier
—54
54
Aynur
—31
31
Paolo Tocco: in radio
il nuovo singolo...
—40
40
Orchestra Bottoni
—55
55
Note di fine anno
—32
32
Ipotesi sul baghèt
in relazione alla bagpipe
—40
40
Canti Sacri nel
Mediterraneo
—35
35
Roberto Fedriga /
Arrivederci Folkaos
—41
41
Nando Brusco
La voce del tamburo
36
Raskas
—45
45
Al Womex 2014...
—36
tutti i giorni dell’anno... da domani non
lo farò più a titolo gratuito, ma professionalmente, come una impresa, cercando di trarne profitto, e sarò costretto
a vendere spazi, indugiare meno su
passioni e simpatie e più su interessi
economici. Forse perderò un po’ della
stima acquisita questi anni ma avrò i
mezzi per poter vivere serenamente...
in caso contrario si abbassa il sipario e
tutti a casa.
Per questioni di segretezza professionale non posso dilungarmi troppo
sul nuovo target che ho individuato,
nella crisi globale... ma quando tutto
sarà pronto, toccando ferro, avremo a
disposizione un servizio sicuramente
innovativo, essenziale, imprescindibile
e inimitabile (esistono i trade mark per
questo!). In sostanza un beneficio sia
per l’utenza finale che per i fortunati
che faranno parte della Redazione, e
riceveranno un compenso per questo
lavoro, e per questo motivo dovranno
passare una rigida selezione da parte
mia, e sono certo che stavolta non sarò
più costretto a supplicare nessuno!
Veniamo dunque ai titoli di coda per
Lineatrad “free”. Prima o poi doveva
succedere, lo avevamo previsto già dai
primi numeri, e lunga vita a Lineatrad
e alla nuova testata registrata che forse
avrà altro nome, ma devo pensarci ancora. Quello che vi chiedo è di continuare a seguirci con passione perchè
comunque la nostra ricerca di solidità
e concretezza non pregiudica in nessun modo il nostro impegno per promuovere la cultura musicale meritevole di essere sostenuta, con occhio di
riguardo alla musica folk ovviamente.
Le ultime righe le dedico al contenuto di questo numero: approfondimenti sul mondo della fruizione della
musica e novità discografiche, un interessante flash sul Womex spagnolo
appena concluso, anticipazioni sulla
Fiera della Musica genovese del prossimo maggio, dove noi saramo sempre
media-partner, perchè comunque, nonostante le incredibili difficoltà ad andare avanti, ci sono tante novità di cui
parlare, tanti eventi, tanta gente che
vive di musica folk, in Italia! ❖
www.lineatrad.com
www.womex.com/virtual/lineatrad
ANNO 3 - N. 34 - Ottobre-Dicembre 2014
via dei Giustiniani 6/1 - 16123 Genova
Direttore Editoriale:
Loris Böhm - [email protected]
Consulente alla Direzione:
Giovanni Floreani - [email protected]
Responsabile Immagine e Marketing:
Pietro Mendolia - [email protected]
Responsabile Ufficio Stampa:
Fulvio Porro - [email protected]
Hanno collaborato in questo numero:
Pietro Mendolia, Giustino Soldano,
Muriel Le Ny, Agostino Roncallo,
Fulvio Porro, Annamaria Parodi,
Vittorio Grisolia
Pubblicazione in formato esclusivamente
digitale a distribuzione gratuita
completamente priva di pubblicità.
Esente da registrazione in Tribunale
(Decreto legislativo n. 70/2003,
articolo 7, comma 3)
34/2014
3
3
Argomenti
LE POLEMICHE SULLE RETRIBUZIONI
DI SPOTIFY AI MUSICISTI
E LE ALTERNATIVE SUL MERCATO
di Loris Böhm
U
n enorme successo planetario si sta materializzando
nel servizio di ascolto in streaming di musica: dopo il mezzo
fallimento (mai ufficialmente dichiarato, ma tangibile) di iTunes e
Amazon, oltre a tutte quelle piattaforme simili diventate obsolete, per
lo scaricamento di file mp3 a pagamento, si è avuta una vera esplosione di servizi in rete che propongono addirittura l’ascolto gratuito di
un intero brano musicale richiesto,
soltanto con qualche vincolo di
ascolto pubblicitario.
La concorrenza si sta facendo
spietata, ovviamente rivolta verso
l’utente con progressive introduzioni di vantaggi e sconti, se non
addirittura gratuità di abbonamento.
I servizi preesistenti, iTunes in
primis, ne rimangono stritolate e
fatalmente in tempi brevi dovranno
essere ristrutturate per offrire un
servizio più competitivo, o addirittura dismessi. Tutta questa prolificità di offerte, dettate dal boom di
utenze interessate al servizio audio
streaming, ha la tendenza di rendere sempre più precario (se non
semi-illegale) il rapporto tra fornitore della musica (musicista) e
questi servizi per utenza.
Sembrano distanti secoli da
quando un appassionato andava
a cercare vinili nei negozi di dischi
per poter ascoltare della musica...
la tecnologia sta facendo passi da
gigante e rischia di distruggere l’intero mercato musicale, offrendo
“low cost” un prodotto che prima
aveva un giusto prezzo e dunque
un giusto compenso per l’autore.
44
34/2014
Si rischia che gli artisti producano della spazzatura sonora (purchè alla moda) in quantità sempre
maggiore, considerando gli esigui
ricavi che ottengono dalla vendita
su Spotify e compagnia bella... e
ancor peggio va ai musicisti che
hanno come intermediaria una
casa discografica, che preleverà ulteriori provvigioni sulla vendita.
Forse l’unico tassello che non
risentirà di questo calo repentino
di guadagno sarà la società che
garantisce i diritti d’autore (SIAE e
affini), per assurdo quella che dovrebbe tutelare anche la regolarità
di questi servizi in rete!
I benefici si possono sintetizzare
in un “meglio poco che niente”,
ovvero se prima dilagava lo scaricamento pirata di brani mp3 con
un danno ingente all’industria discografica, adesso molti “appassionati” di musica con poche disponibilità economiche potranno approfittare con poca spesa delle offerte
in rete. Ma è opinione generale che
chi si arricchisce con questo business non è certo l’artista, soprattutto chi si propone per la prima
volta sul mercato... le etichette discografiche saranno sempre più
propense a investire su musicisti
già affermati piuttosto che scoprire
giovani talenti ancora sconosciuti
al pubblico. Ma va detto che questi
servizi non hanno nessuna preclusione verso le musiche di nicchia e
gli artisti sconosciuti, che vengono
gestiti indifferentemente.
Considerando la grande confusione che regna e l’enorme malcontento di chi produce musica,
sarebbe utile attivare su Lineatrad
un forum mensile di monitoraggio
per questo “fenomeno” dilagante
interpellando musicisti, etichette
discografiche e addetti ai lavori.
Nel frattempo, a coloro che invece sono utenti finali convinti fruitori di questo “casino-in-rete”, rilasciamo una sorta di vademecum
su quale servizio optare nel marasma delle offerte disponibili.
Il colosso svedese Spotify (https://
www.spotify.com) ha molti siti alternativi validi per ascoltare musica on demand in streaming in
modalità gratis su dispositivi come
iPhone, iPad e Android oltre che
dal PC di casa. Il ventaglio dei servizi offerti va sempre più allargandosi rendendo disponibili decine di
milioni di brani musicali. Ma cosa
significa ascoltare musica in streaming ‘on demand’? La parola significa letteralmente ‘su richiesta’
e racchiude il principio secondo il
quale non si è più possessori della
musica ma della chiave di accesso
ad essa. Infatti per ascoltare musica ‘on demand’ non necessitiamo
di scaricare nessun tipo di file ma
abbiamo bisogno semplicemente
di una connessione internet possibilmente tramite ADSL.
Spotify nasce nel 2008 ma approda in Italia solo nel 2013 e tra le
sue funzionalità può vantare la creazione di playlist, l’integrazione con
i social network oltre la possibilità
di ascoltare stazioni radio in diretta.
Il servizio prevede tre pacchetti al
quale aderire. Il primo è quello a
Argomenti
base gratuita e permette di ascoltare musica illimitatamente ma con
la sovrapposizione di pubblicità
visiva, il secondo e il terzo invece
sono a pagamento e permettono di
ascoltare musica senza pubblicità
e di accedere a funzioni aggiuntive
come quella che riguarda la qualità
dello streaming con un ‘bitrate’ che
arriva fino a 320 kb/s.
Quali sono le sue alternative?
NAPSTER
http://it.napster.com
Napster, in passato era un famoso
programma per la condivisione dei
file audio... dopo vicissitudini legali
che ne hanno decretato la chiusura, è oggi un’alternativa a Spotify
ed offre un catalogo di 20 milioni
di brani. Mette a disposizione una
prova gratuita di trenta giorni, trascorsi i quali si potranno ascoltare
canzoni online e offline con un abbonamento di 9.95 euro al mese.
Risulta essere disponibile per tutte
le piattaforme fisse e per le piattaforme mobili, sia smartphone che
tablet, Apple e Android. Non solo,
presenta anche applicazioni per
auto e integrazioni con sistemi HiFi.
MYSPACE MUSIC
https://myspace.com
MySpace Music, nato come social network, oggi è conosciuto per
il suo catalogo musicale di oltre 42
milioni di brani disponibile gratuitamente. Non tutto è positivo però,
avremo problemi di accesso a
molti brani in base al luogo di connessione e questo ci obbligherà a
usare servizi VPN. Inoltre, dei 42
milioni di brani, quasi 30 milioni
sono di artisti sconosciuti, il che
significa che l’archivio musicale
non è poi così completo rispetto a
quello proposto da altri siti.
BLINKBOX MUSIC
http://www.blinkboxmusic.com
(servizio solo per UK)
Blinkbox Music è un servizio alternativo a Spotify ma che si differenzia leggermente. Infatti non propone musica on demand ma streaming musicale basato su stazioni
radio, che però sono personalizzabili per artista e gusti dell’utente, in
questo modo è possibile creare la
propria stazione radio preferita. Il
servizio è gratis e supportato dalla
pubblicità, è veramente multipiattaforma essendo disponibile per Pc,
sistemi operativi Apple e Android,
Console Xbox 360 e Playstation3.
SONY MUSIC
https://music.sonyentertainmentnetwork.com
Sony Music Unlimited. Ottimo
per il supporto offerto a moltissimi
dispositivi Sony e per lo streaming
in alta qualità, tuttavia non è eccezionale quando ascoltato tramite browser. Offre un catalogo di
20 milioni di brani e risulta essere
compatibile con sistemi operativi
Mac e Windows, sistemi mobili iOS
e Android, TV e console Sony PS3,
PSP, PS Vita.
possibilità di creare stazioni radio
a proprio gusto. Possiede oltre 30
milioni i utenti e per il momento
non ha limite temporale di utilizzo
né vi sono programmi da scaricare.
Tuttavia la qualità non è sempre la
migliore, considerato che gli utenti
stessi possono caricare musica
e che le tracce, quindi, possono
essere sia di buona qualità che
scarsa. L’ascolto dei brani musicali,
infine, è gratuito da browser web e
a pagamento da smartphone.
Ha un passato travagliato per
qualche contenzioso con le case
discografiche e accuse di essere
ai limiti della legalità. Comunque
il servizio ha investitori pubblicitari
di primissimo livello e un occhio attento alla musica indipendente che
di sicuro non guasta. È possibile
creare un account, registrandosi
stavolta non con Facebook ma con
Twitter o Google+ per accedere a
diverse funzioni social, ma non è
indispensabile. Tra le tante caratteristiche, Grooveshark promette
di imparare a conoscerci: più lo
usiamo, più potrà darci dei suggerimenti di canzoni che ci potrebbero
piacere. Non ci sono software da
scaricare, funziona tutto nella finestra del browser e senza bisogno di
sborsare nemmeno un centesimo.
In più, va detto, funziona bene. Chi
paga allora i diritti d’autore? Semplicissimo, inserzionisti pubblicitari
di alto livello che investono correntemente nel sito. Un’altra caratteristica peculiare di Grooveshark
riguarda la particolare attenzione
alla musica indipendente, permettendo a chiunque di caricare brani
musicali anche sconosciuti per aumentarne la divulgazione
GROOVESHARK
http://grooveshark.com
Grooveshark è forse la più nota
tra le alternative a Spotify ed è nato
nel lontano 2006 in Florida. Offre
streaming illimitato di brani musicali senza pubblicità, oltre che la
GOOGLE PLAY MUSIC
https://play.google.com/music/listen
Google Play Music è il servizio di
streaming musicale di Google alternativo. Propone una sezione All ac-
34/2014
5
5
cess, dove la musica è disponibile
da browser, e una sezione Unlimited, che è il vero e proprio streaming musicale on demand stile
Spotify.
RDIO
http://www.rdio.com
Rdio è un altro servizio molto
simile a Spotify che permette di
ascoltare musica ‘on demand’ su
tutti i dispositivi desktop come
Windows, Mac, Linux ma anche
con dispositivi mobili tramite la
sua applicazione disponibile per
iOS, Windows Phone, Android e
BlackBerry. Oltre a poter ascoltare
musica Rdio ha un servizio molto
interessante che permette l’ascolto
di stazioni radio e un sistema di
preferenze per esse, servizio che
anche in questo caso è supportato
anche da Spotify. Se effettuiamo la
registrazione con Facebook ci darà
inoltre la possibilità di condividere
con gli amici le playlist ed i brani
e di sapere sempre quali sono le
tendenze musicali delle persone
a te vicine. Purtroppo Rdio, come
Spotify, è a pagamento con una
versione di prova senza limitazioni
per un solo mese dopodichè sarà
necessario pagare l’abbonamento.
DEEZER
http://www.deezer.com
Deezer è un altro strumento piuttosto interessante. Oltre 26 milioni
di utenti in tutto il mondo, quasi 1,5
milioni di «mi piace» su Facebook,
più di 6 anni di storia alle spalle
per questo servizio francese che
conferma una piena localizzazione
nel nostro Paese. In questo caso il
catalogo brani è anche più vasto di
quello di Spotify. Potremo ascoltare
66
34/2014
Argomenti
musica on demand oppure creare
la nostra radio web personalizzata.
I primi sei mesi saranno completamente gratuiti, a seguire potremo
scegliere di mantenere l’account
free, usufruendo di due ore mensili
di musica gratis, o una delle due
soluzioni a pagamento.
Si crea un account o ci si registra
facilmente con Facebook e si ha
accesso a 20 milioni di brani con
una qualità davvero sorprendente.
Pacchetti di abbonamento come
Spotify, 4,99 euro per il «Premium»
con 15 giorni gratuiti e 9,99 euro
per il «Premium+», che include
pure il download, ma chi non vuole
pagare nulla può scegliere il pacchetto «Discovery». Che come dice
il nome stesso serve a scoprire il
servizio. L’ascolto è senza limiti per
i primi sei mesi, poi è limitato a due
ore al mese.
YOU TUBE DISCO
https://www.youtube.com/disco
Infine la più grande libreria al
mondo di video musicali è anche
il più grande servizio di streaming
musicale on demand, parliamo
ovviamente di YouTube che, con
il servizio YouTube Disco, ci permette di sfogliare il proprio catalogo per playlist. Un servizio da
non perdere, ottima alternativa a
Spotify e completamente gratuita,
senza limiti di tempo. Le alternative
a Spotify sono quindi numerose e
il consiglio è quello di provare gli
strumenti che abbiamo segnalato
in questo articolo.
DUOMI
http://www.duomi.com
DuoMi, per dirla
breve, è un’alternativa completamente gratuita a
Spotify e a tutti i
servizi di musica
streaming, con possibilità di creare playlist e di salvare offline tutti
i brani che volete!
Rispetto a Spotify, DuoMi offre
addirittura delle funzioni in più, anche se non mancano dei piccoli difetti che però nel complesso non ci
faranno rimpiangere l’alternativa a
pagamento. Se Spotify costa infatti
9,99€ al mese per avere i brani offline ed evitare le pubblicità, Duomi
è completamente gratuita!
Il suo più grande difetto: Duomi è
localizzata solo in cinese, e questo
renderà difficoltoso capire tutte le
funzioni dell’app. Ma non preoccupatevi, si trovano in rete semplici
manuali su come gestire il servizio.
PLAY.ME
http://www.playme.it
Da qui è doveroso partire,
almeno per patriottismo, visto
che si tratta di
un esperimento
nato come via
italiana allo streaming. Sono stati
siglati accordi di partnership con
le principali case discografiche, al
momento sono disponibili oltre 9,5
milioni di canzoni ad alta qualità
(circa la metà di Spotify). Tra i diversi pacchetti disponibili c’è una
prova gratuita che dà accesso alla
creazione di playlist e alle radio. Poi
si parte da 4,99 euro al mese fino a
9,99 euro (come Spotify) per avere
anche 20 mp3 in omaggio. Sebbene sia ancora in fase beta, il servizio ha già la sua app per Android
e Apple e pubblica un’interessante
classifica dei brani più cercati e
ascoltati on line. La cosiddetta
«streaming chart» perfettamente
in linea con il nuovo linguaggio dei
tempi.
Un elemento che distingue Play.
me è il fatto che non necessita di
nessuna installazione, bisognerà
semplicemente accedere al sito
con le proprie credenziali per poter iniziare ad ascoltare musica e
radio. Play.me mostra inoltre clas-
Argomenti
sifiche di ogni genere, da quelle
relative alle ultime novità dei brani
in MP3, le top 10 e gli artisti più in
voga del momento. Questo servizio inoltre è anche disponibile per
smartphone e tablet e con la funzione sync offline potremo ascoltare musica anche senza connessioni WiFi, cosa che invece non è
possibile con Spotify.
FEEZY
http://www.feezy.it
Altra creatura made in Italy, che
promette streaming legale e di alta
qualità, nata, si legge sul sito ufficiale, «dall’amore per la musica e
dalla voglia di renderla disponibile,
sempre, a tutti». Anche in questo
caso per la vastità del catalogo c’è
la garanzia dell’accordo con i quattro giganti del mondo discografico
che, uniti alle principali etichette
indipendenti, portano a 11 milioni
il totale dei pezzi disponibili in streaming. Ci sono dei brani in esclusiva, le immancabili playlist, la possibilità di scoprire le informazioni
sugli artisti e nuova musica dei propri generi preferiti. La versione di
base è gratis, ma limitata a 15 ore
al mese per un massimo di due. Poi
bisogna abbonarsi, a 4,99 euro al
mese, per levare anche di mezzo le
interruzioni pubblicitarie e godersi i
brani ad alta qualità (320 Kb/s). AUDIOLIZER http://www.audiolizer.com
Servizio molto basico, senza costi e nemmeno l’obbligo di registrazione. Permette di creare delle
playlist al volo e di vedere il video
della canzone. Il trucco, dichiarato nei termini e nelle condizioni,
è che questo sito fa da raccordo
linkando musica da terze parti. In
particolare da YouTube. L’idea, va
riconosciuto, ha senso: si offre un
servizio simile a Spotify pescando
nell’enorme pozzo della piattaforma di video sharing di Google. E’
comunque possibile creare playlist,
così come per Spotify, includendo
anche la propria libreria di iTunes,
e scegliere tra tantissimi generi
musicali che vanno dal rock classico al country. Il servizio è gratuito
e si mantiene grazie alle pubblicità,
molti utenti però lamentano alcuni
malfunzionamenti in quanto non
sempre le canzoni partono per la
riproduzione.
Nel 2012, si dice che le entrate
di Spotify abbiano sfiorato i 500 milioni di dollari. Questo significa che
circa 350 milioni (il 70%) sono stati
versati in royalties.
Spotify ha accordi diretti con le
etichette discografiche, i distributori digitali, gli aggregatori e gli editori, a cui versa i diritti d’autore per
consentire loro di pagare i cantanti
in base agli specifici accordi contrattuali. La regola generale è che
la piattaforma paga le royalties in
relazione alla popolarità degli artisti: se una band ha collezionato
quest’anno lo 0,1% delle riproduzioni totali su Spotify, i detentori dei
diritti di quelle canzoni (compagnie
discografiche, manager) incasseranno lo 0,1% lordo di 350 milioni.
Alla band, come da accordi, arriverà solo una percentuale di questi
soldi.
Le alternative elencate sono a beneficio dei fruitori ma per chi produce musica vale il discorso che
la tendenza di questi servizi, forniti
dal nuovo mercato nato su internet, ha come prima regola quella
di trovare fonti di guadagno parassitando artisti, per garantire la propria sopravvivenza, e solo in ultima
analisi quella di garantire la sopravvivenza dell’artista.
Non è un caso se recentemente
ho letto sul quotidiano “Il Secolo
XIX” mezza pagina riguardante un
cantautore americano definito straordinario che si esibiva in un bar
del centro: Brian Smith. Incuriosito
da tanto clamore per un concerto
di un chitarrista eternamente on
the road, mi sono recato al concerto... l’apparenza era di un autentico busker, un giovane un po’
trasandato forse per i continui spostamenti dettati dalla tournee europea; aveva al seguito una grande
cassa di CD di alcuni dei tantissimi
album che ha prodotto durante
la sua carriera (quasi un disco
all’anno).
Avvicinatomi al tavolino mi sono
subito reso conto che i CD venduti
erano tutt’altro che regolari: in pratica consistevano in un compact
con copertina bianca masterizzato
velocemente strada facendo, senza
la benchè minima indicazione ne
34/2014
7
7
dei titoli ne delle royalties, ne etichette... probabilmente copie di
“originali” ufficiali, regolarmente
registrati e bollati, e pure la copertina, incredibile, era composta da
un cartoncino disegnato a mano e
piegato con cura per avvolgere il
disco in questione. In definitiva un
autentico prodotto casalingo senza
nessuna tassa aggiunta governativa, percentuale per casa discografica, percentuale per agenzia,
percentuale per campagna promozionale... ecco il motivo per cui mi
sono affrettato ad acquistare una
copia prima che sparissero tutte,
letteralmente divorate dagli spettatori, alla popolare cifra di 5 euro
per una... e non faccio fatica ad immaginare che nonostante il basso
prezzo di vendita, il buon Brian abbia guadagnato parecchio quella
sera!! Meditate gente!
Anche in questo caso il talento è
indiscutibile, si potrebbe obiettare
sulla qualità del prodotto discografico venduto (la etichetta adesiva
bianca del CD tende a staccarsi e a
fare le pieghe... potrebbe danneggiare il lettore con lo sfregamento,
per cui bisogna prestare attenzione
ed eventualmente staccarla) il concerto comunque è gratuito (senza
obbligo di consumazione), il pubblico è entusiasta e il musicista
pure... e anche il titolare del bar
che in ogni caso ha venduto molti
beveraggi agli avventori, per il fatto
che questi ultimi non erano gravati
dalla spesa del biglietto.
Forse è questo il futuro della musica in Italia? La totale clandestinità
e il totale boicottamento di leggi,
tasse, diritti d’autore e intermediari
che si spartiscono la quasi totalità
del guadagno del tuo lavoro?
A giudicare da quello che sta accadendo direi che ci stiamo arrivando per una questione di sopravvivenza... non certo evadere il fisco
con scopo di arricchirci.
Un discorso questo che dovrebbe
essere valido anche per la nostra
rivista Lineatrad, che se fosse “in
regola” con le vigenti norme do-
88
34/2014
Argomenti
vrebbe essere iscritta al Tribunale,
al ROC, alla SIAE, stipendiare un
Direttore Responsabile iscritto
all’Albo dei Giornalisti, pagare una
tipografia o un editore, pagare le
tasse con una Partita IVA, pagare
pure i collaboratori secondo una
tabella sindacale... tutto questo a
fronte di “presunti” guadagni derivanti dalla vendita del prodotto
editoriale mensile... ed ho evitato
di citare gli introiti di inserzionisti
pubblicitari, che ormai non sganciano più neanche un centesimo e
vorrebbero veder pubblicare sempre i loro annunci del tutto gratuitamente (a meno che non sei una
rivista affermata come Rolling Stones, ma già, dimenticavo, anche
loro ormai sono alla frutta!!).
Allora rischiamo tutti, scribacchini e musicanti, che saremmo
“meritevoli di altra vita”, come diceva Venditti, di incorrere in sanzioni amministrative e penali... per
il bene della Cultura della Musica,
fino a quando, ovviamente, ne
varrà la pena. ❖
FIM Fiera di Genova
Dal 15 al 17 Maggio torna
la grande musica alla Fiera di Genova
FIM 2015,
SI PREPARA LA TERZA EDIZIONE
Comunicato stampa
F
ervono già i preparativi per la
terza edizione del FIM – Fiera
Internazionale della Musica,
l’unica manifestazione culturale
in Italia che dal 2013 rappresenta
tutte le attività legate al settore musicale in un unico grande evento.
Dal 15 al 17 Maggio 2015 la Fiera
del Mare di Genova tornerà a vibrare al suono di tutte le note della
musica e sarà ancora il luogo in cui
le aziende e i musicisti potranno incontrarsi, confrontarsi e gettare le
basi per business futuri. L’evento,
che avverrà in concomitanza con
le prime settimane dell’Expò 2015
di Milano, sarà potenzialmente in
grado di attirare visitatori da ogni
parte del mondo vista la vicinanza
con il capoluogo lombardo.
Tante novità sono state introdotte nella struttura organizzativa,
prima tra tutte quella che vede la
partecipazione attiva del Comune
di Genova come partner sostenitore
della manifestazione: un riconoscimento che sottolinea come le istituzioni inizino a nutrire fiducia nei
confronti della kermesse musicale,
ma anche una risposta agli orga-
34/2014
9
9
nizzatori che lo scorso anno avevano scommesso su Genova e sulla
Fiera del Mare come nuova casa
della musica.
Accanto ad alcune conferme –
come il Riviera Prog Festival, l’area
DJ Mania e l’area Mondo Danza, il
Fim On Air e il Meet The Music – anche molti nuovi appuntamenti che
saranno annunciati nel corso dei
prossimi mesi e che renderanno
l’edizione 2015 ancora più ricca
e interessante, un vero e proprio
“evento nell’evento”. Torneranno gli
attesi Fim Awards, i riconoscimenti
attribuiti ai cantanti e alle band che
ultimamente si sono distinti per
meriti artistici e per talento: un’attenzione speciale verrà riservata
all’eccellenza ligure, senza dimen-
FIM Fiera di Genova
ticare i grandi interpreti nostrani e
le leggende del rock a livello internazionale.
La Fiera è una vetrina unica per
presentare nuovi prodotti discografici, nuove proposte artistiche,
concerti e tournée della prossima
estate; al suo interno sarà possibile esporre qualunque tipo di
strumento musicale e attraverso
corsi e seminari si potranno approfondire tematiche relative ad
aspetti tecnici e teorici. Non esistono, sul territorio nazionale, altre manifestazioni culturali con un
format uguale al FIM in grado di
favorire l’incontro tra domanda e
offerta di musica.
La campagna adesioni del FIM è
aperta su più fronti: si può già ri-
Tratto dall’album FIM dell’edizione 2014: Gloria Berloso e Annamaria Parodi allo stand Lineatrad
1010
34/2014
servare uno spazio espositivo all’interno dell’Area Expò in base alla
propria categoria merceologica,
così come organizzare il proprio
showcase su uno dei palchi a disposizione per gli artisti emergenti;
per chi desidera ampliare le proprie conoscenze e prendere parte
a questo grande evento, è il momento di fare richiesta come volontario FIM 2015.
Si scaldano i motori: FIM sta tornando più potente che mai! ❖
UFFICIO INFORMAZIONI
FIM - Fiera Internazionale della Musica
Dal 15 al 17 Maggio 2015 - Fiera di Genova
Sede Legale: Viale Ansaldo, 28/R - 16137 Genova | Tel & Fax 010.86.06.461
www.fimfiera.it - [email protected]
Argomenti
Gourin 5-6-7 settembre 2014
58esima edizione del Campionato
che riceve il Gotha dei suonatori bretoni
CHAMPIONNAT DE BRETAGNE
DE MUSIQUE
ET DANSE TRADITIONNELLES
di Giustino Soldano e Muriel Le Ny
P
er chi volesse conoscere a
fondo la musica tradizionale
bretone, niente di meglio che
assistere al Campionato di musiche
e danze tradizionali che si svolge
tutti gli anni a Gourin, a circa 50
chilometri da Lorient.
La prima edizione del campionato
di musica tradizionale bretone fu
creata nel 1956, da Polig Monjarret, allora segretario generale di
“Bodadeg ar Sonerion” e uno dei
fondatori del Festival Interceltique
di Lorient.
Si tratta di una manifestazione
molto seguita in Bretagna alla quale
interviene la quintessenza dei suonatori a coppie di bombarda e cornamusa, selezionate in prove di
qualificazione che si svolgono normalmente dall’ottobre dello stesso
anno all’agosto dell’anno successivo, nelle varie zone (terroir) di
appartenenza delle relative danze
tradizionali, in occasione di quattordici Festival o concorsi come ad
esempio La Bogue d’or di Redon
(terroir Gallo-Vannetais), il Kan ar
Bobl di Pontivy (terroir Laridé-Gavotte), il Festival Fisel di Rostrenen,
eccetera.
Ci sono due concorsi principali
che si svolgono la domenica: quello
Koz a cui partecipano le coppie
bombarda e biniou (la cornamusa
bretone) e quello Braz con le coppie bombarda e cornamusa scozzese. Ogni concorso è suddiviso a
sua volta in tre prove nelle quali i
suonatori devono eseguire rispettivamente una melodia, una marcia
e una danza, tutte appartenenti al
medesimo terroir. Ogni prova è valutata da una giuria differente e la
somma dei punteggi assegnati de-
34/2014
11
11
Argomenti
termina la classifica finale e la coppia vincitrice. Le esecuzioni sono
di altissimo livello e può capitare a
volte che i vincitori degli anni precedenti o coppie molto note e con
esperienza pluridecennale, non riescano ad aggiudicarsi nemmeno
il podio.
Da qualche anno inoltre sono
stati introdotti altri concorsi, i cui
concorrenti sono sempre selezionati in prove precedenti, dedicati
rispettivamente a:
Duo libre: coppie che suonano
danze tradizionali, ma con strumenti diversi da bombarde e cornamuse, che possono essere: clarinetto, sassofono, violino, organetto,
voce, ecc.
Giovani: coppie di bombarda e
biniou o cornamusa, al di sotto dei
vent’anni.
Famiglie: coppie sempre di bombarda e biniou o cornamusa, formate da suonatori appartenenti al
medesimo nucleo familiare, ma
1212
34/2014
con almeno una generazione di
scarto.
Questi due ultimi concorsi, che
si svolgono il sabato, sono soggetti
allo stesso regolamento delle prove
Koz e Braz viste in precedenza.
Da due anni infine, il campionato
è stato esteso alle danze tradizionali. I concorrenti, provenienti da
una selezione effettuata durante
sedici concorsi vari, devono esibirsi
in quattro danze differenti, che
possono essere a cerchio, a coppia o a quadriglia e che vengono
sorteggiate qualche mese prima.
Le danze di questa edizione 2014
sono state: Laridé a otto tempi,
Gavotte bigoudène, Avant-deux de
travers e Dans Fisel. Anche in questo caso, la somma dei punteggi
ricevuti durante ognuna delle quattro danze, determina un vincitore
ed una vincitrice.
Il campionato di Gourin, a prima
vista può sembrare destinato solo
agli addetti ai lavori e agli intenditori di musiche tradizionali, ma
Argomenti
questa manifestazione, che propone anche concerti, spettacoli,
animazioni ed esposizioni varie, è
frequentata anche da semplici appassionati e da famiglie e persone
che magari intendono passare un
fine settimana diverso, negli spazi
incantevoli e immersi nel verde del
castello di Tronjoly (che s’intravede
nel volantino), sede del campionato. Ogni anno, infatti, la manifestazione è seguita mediamente da
diecimila visitatori e quest’anno, un
po’ per la soleggiata giornata di domenica o forse per il concerto pomeridiano dei Soldat Louis, gruppo
lorientese molto famoso nato nel
1988, detentore di tre dischi d’oro
e per la prima volta a Gourin, gli
spettatori sono stati ben 12000.
Domenica 7 settembre anche noi
eravamo a Gourin ed abbiamo seguito i vari concorsi, durante i quali
abbiamo potuto ammirare la maestria dei vari suonatori, capaci di far
scaturire suoni e melodie incredibili dai loro strumenti.
Abbiamo anche assistito allo
spettacolo “Karigosse” in cui si è
esibito il “Bugale an Oriant”, circolo di danze di Lorient che fa parte
della federazione culturale War’l
Leur. È stata un’esibizione molto
piacevole e parecchio apprezzata
dal pubblico, con una splendida
coreografia che ha proposto come
tema il periodo in cui Lorient intratteneva delle relazioni con l’Oriente
34/2014
13
13
Argomenti
per i giovani con Herve Maelan,
16 anni, alla bombarda e del concorso per famiglie, in coppia con
suo padre Philippe. Intervistando
Enora abbiamo saputo che suona
la cornamusa da nove anni, che ha
studiato al Conservatorio di Brest e
che precedentemente aveva imparato a suonare il violino e poi si è
appassionata alla cornamusa, visto
che suo padre e sua madre Valerie
suonavano nella bagad di Pommerit le Vicomte (dalle parti di Guingamp), in cui attualmente sono
impegnate anche le sue sorelle,
Louise alla bombarda e Anna alle
percussioni.
Abbiamo chiesto ad Enora quali
sono i suoi progetti per l’avvenire e
ci ha detto che vorrebbe diventare
tramite la Compagnia delle Indie,
per il commercio di spezie, tessuti
pregiati, maioliche e altri oggetti di
lusso.
Lo spettacolo ha rappresentato alcuni momenti della vita quotidiana
che scorreva sul porto di Lorient,
quando arrivavano le navi dall’Oriente, con i danzatori che indossavano i diversi costumi tradizionali in
uso un secolo fa e altri momenti che
si svolgevano ipoteticamente in India, in cui i costumi bretoni si sono
mescolati sulla scena con quelli
coloratissimi indiani, il tutto condito
da danze tradizionali bretoni come
laridè, an-dro, pilé-menu, gavotte
bigoudène e jabadao. Da notare
che uno dei danzatori del circolo,
Mael Kernin, ha vinto il campionato
di danze tradizionali di quest’anno.
Il Kari Gosse, che dà il nome allo
spettacolo, è una spezia originaria
di Lorient, inventata circa un secolo
fa da un farmacista e la cui composizione è rimasta segreta parecchio
tempo; attualmente è molto usata
nella cucina bretone.
Le giornate di Gourin sono anche
un’occasione per incontrare persone straordinarie.
Tra queste citiamo Enora Morice, diciannovenne suonatrice di
cornamusa scozzese, vincitrice, il
sabato precedente, del concorso
1414
34/2014
Gourin su Google Map
Argomenti
professoressa di musica. Siamo rimasti colpiti dalla determinatezza
di questa ragazza, dalla sua chiara
visione del suo futuro professionale,
cosa non comune nei suoi coetanei
e dalla sua passione per la musica,
che fa parte evidentemente di tutta
la sua famiglia.
Enora ha partecipato col padre
anche al concorso Braz di domenica. La coppia si è qualificata oltre
il decimo posto, ma essere arrivati
a Gourin è già un’impresa notevole
visto il percorso molto selettivo per
giungere alla finale; ci sono coppie
che impiegano anni per accedervi,
nonostante il loro ottimo livello. Si
deve inoltre tener conto della giovane età della ragazza e che suo
padre non è un suonatore professionista. Pensiamo quindi che
Enora conquisterà ancora numerosi premi in futuro e che diventerà
qualcuno d’importante nel panorama musicale bretone.
Le coppie vincitrici di quest’anno
sono: Julien Tymen e Michel Ker-
veillant (campioni 2013) per il concorso Koz; Goulven Henaff e Alexis
Meunier (terroir Aven-Glazik-Rouzik/Bigouden) per il concorso Braz;
la coppia Brunet-Le Gall (chitarre,
repertorio Gavotte de Montagne)
per il concorso Duo Libre.
Bodadeg ar Sonerion è l’associazione che riunisce i suonatori e
le bagadoù e che organizza i concorsi e i campionati di musica tradizionale bretone. War’l Leur è una
confederazione di circoli di danze
tradizionali bretoni. ❖
I terroir bretoni - Immagine dal sito Geobreizh
34/2014
15
15
Recensioni
CLARISSE LAVANANT
“L’ENCRE À RÊVER”
Settimo album della cantautrice bretone
Un ipotetico viaggio tra differenti
luoghi e ritmi musicali
di Giustino Soldano
C
larisse Lavanant è una cantante e compositrice poco più
che trentenne nata a Morlaix
in Bretagna. Dando un’occhiata
alla sua biografia si viene a conoscenza che già all’età di quindici
anni aveva scritto le sue prime canzoni e che la sua carriera è costellata di numerosi premi e riconoscimenti nel campo musicale. Sette
album all’attivo della cantante, di
cui il primo “Où c’est ailleurs ?” è
uscito nel 2001. L’artista si esibi-
1616
34/2014
sce abitualmente come solista ma
spesso anche in compagnia di Dan
Ar Braz.
In occasione del concerto di Clarisse Lavanant tenutosi a Quimper
il 24 luglio durante Festival Cornouaille sono riuscito ad intervistare
l’artista bretone (vedi Lineatrad di
settembre) e ad ottenere una copia
del suo ultimo album, che ho poi
ascoltato con interesse.
L’album, uscito a giugno e realizzato con Jean Félix Lalanne,
chitarrista, arrangiatore e compositore di colonne sonore, è composto
di quattordici brani, quasi tutti in
francese, di cui sei composti interamente da Clarisse.
Si tratta per la maggior parte di
canzoni sentimentali, nei cui testi
molto poetici, sottolineati da svariate riflessioni personali ed esistenziali, traspare qualche nota
malinconica, vuoi un po’ triste.
Frasi come nella canzone “Ta
chaleur”: Tra la voglia e la paura
d’amare, invento un mondo dove
ritrovarci o nell’altra “J’dors toute
seule”: Dormo in inverno anche
quando fa caldo, sola in questo
letto senza amore, con nessuno a
cui dire buongiorno, e altre ancora,
rispecchiano molto probabilmente i
sentimenti interiori e la personalità
della cantante, che si presenta comunque sempre sorridente e gioiosa durante i suoi spettacoli.
Tra i titoli dell’album ci sono
anche: un brano famoso della
tradizione bretone “An hini a garan” tradotto in francese col titolo
“L’homme que j’aime” e canzoni
molto famose come “Senza fine”
di Gino Paoli cantata in italiano,
“Le Métèque” del greco Georges
Moustaki cantata però in bretone,
“Le temps des enfants” di Danielle
Messia e Jean-Jacques Goldman e
“Les Étrangers” di Léo Ferré.
Da un punto di vista musicale, in
questo album ritroviamo vari stili
che vanno da quello tipico dei cantanti francesi molto in voga sia oggi
sia alcuni anni fa, a melodie più solari e mediterranee e con qualche
intrusione orientale come nel primo
brano “L’encre à rêver “, a qual-
Recensioni
che piccolo accenno jazz suonato
al trombone verso la fine del brano
“Donne moi”, ad armonie esotiche
che ricordano isole lontane come
in “La vie se danse”, ai ritmi delle
danze greche in “Le Métèque”, o
a quello delle filastrocche come
mi è sembrato cogliere nel brano
“L’homme de glace”. In sostanza
un viaggio musicale tra differenti
luoghi e ritmi, come si diceva nel
sottotitolo.
Voce fantastica quella di Clarisse
Lavanant, che ben si adatta a tutti
gli stili citati. Ho trovato singolare
sentirla cantare in italiano, e devo
notare che se la cava bene, e in
bretone, ma in questo caso non
sono in grado di esprimere pareri.
Storie di un cantastorie,
un nuovo libro a 15 euro
per la Editrice Nuovadimensione
Ho provato inoltre grandi emozioni
sentirla interpretare in modo magistrale “Les Étrangers” di Léo Ferré,
cantante che apprezzo moltissimo
e mi è particolarmente piaciuto il
testo molto toccante di questa canzone con vari riferimenti ai marinai
e alla Bretagna.
Buonissima esecuzione quella
dei musicisti che hanno accompagnato la cantante in questa avventura: Jean Félix Lalanne alle chitarre e percussioni; Jean-Philippe
Audin al violoncello; Eva Montfort
al basso e contrabbasso; Philippe
Abalain al bouzouki e al trombone;
Philippe Guével alle tastiere e Philippe Turbin alle tastiere e alla fisarmonica. ❖
I brani dell’album sono i seguenti:
1 - L’encre à rêver
2 - Ta chaleur
3 - Donne moi
4 - J’dors toute seule
5 - La vie se danse
6 - L’homme que j’aime
7 - Senza fine
8 - Si je ne t’avais pas connu
9 - On leur dira
10 - L’homme de glace
11 - Le temps des enfants
12 - Fragile equilibre
13 - Le Métèque
14 - Les Étrangers
Il sito internet ufficiale della cantante è
www.clarisselavanant.fr
GUALTIERO BERTELLI:
VENEZIA E UNA FISARMONICA
di Loris Böhm
N
ato a Venezia, Gualtiero Bertelli fonda nel 1964 il Canzoniere Popolare Veneto componendo canzoni in dialetto
veneziano e italiano per l’etichetta “I Dischi del Sole”. Le
sue canzoni verranno eseguite anche da importanti cantautori
come Lauzi e De Gregori per una carriera artistica ricca di successi e carica di soddisfazioni... di cui vi proponiamo la lettura
attraverso questo volume succoso, di confezione lussuosa.
Profumi e aromi veneti dicevamo, si possono attingere qua
e là in queste 154 pagine davvero cariche di storia, vicende,
aneddoti, racconti di vita e di esperienze concertistiche di Gualtiero. Un resoconto davvero dettagliato, particolareggiato, delle
giornate passate in ambienti legati al mondo delle rivendicazioni
sindacali, attraverso spettacoli in cui il nostro e il suo gruppo
cantano di problemi sociali, umani, per un pubblico sempre
coinvolto e partecipe.
Ogni periodo raccontato con situazioni diverse, dove l’impegno politico e sociale di questo brillantissimo cantastorie ne
viene esaltato in tutte le sue forme, dove il dialogo con il pubblico non è solo “virtuale” come sempre più spesso accade oggigiorno ai nuovi cantautori, ma si fonde in un unico canto, un
urlo di ribellione alle ingiustizie sociali.
Rosso come il fuoco, come il colore del suo pensiero politico,
come il marchio indelebile che ha lasciato nel canto popolare,
questo è Gualtiero per chi l’ha conosciuto, e questo è Gualtiero
per coloro che, ne sono certo, si appresteranno a riscoprirlo
nelle pagine di questo volume. ❖
34/2014
17
17
Recensioni
KITCHEN IMPLOSION
PRETTY WORK BRAVE BOYS!
di Agostino Roncallo
“D
iciamo che Youtube è sempre un serbatoio
di sorprese per chi, in qualsiasi ambito musicale, voglia scoprire qualche novità discografica. Ieri, ho casualmente visionato un recente video di una formazione denominata Kitchen Implosion.
Il video, per quanto breve, mi ha incuriosito non
poco, in quanto per la prima volta in Italia, ho potuto
ascoltare un punk-folk nuovo, considerato che forse
nessuna formazione si era fino ad oggi avventurata su
questi territori.
Mi sono dunque documentato e ho individuato il sito
del gruppo (www.kitchenimplosion.com) dal quale ho
poturo scaricare l’unico CD che la formazione abbia
finora prodotto.
Il disco dal titolo “Pretty Work Brave Boys!” è stato
pubblicato il 5 Settembre 2014, si tratta dunque di
materiale fresco di stampa. Leggendo la tracklist ci si
accorge che gran parte del materiale è tradizionale.
L’ascolto mi è sembrato per molti aspetti sorprendente per la novità del tentativo, quello di coniugare
1818
34/2014
il folk, anche composizioni molto note come “Barbagal” e “La bergera”, con un punk rock assai sostenuto.
Anzi, se proprio dovessimo riscontrare l’eco di qualche
gruppo noto, il pensiero va ai Ramones e, perché no,
ai Sex Pistols. Aggiungo che la qualità della registrazione e il lavoro in studio sono apparsi molto precisi
ed equlibrati: il disco suona bene insomma e le sonorità si fondono naturalmente senza tuttavia imbrigliare
quelle del punk che appaiono libere nell’espressione e
nell’impatto valvolare delle chitarre elettriche.
A questo punto nasce un dubbio: chi sono realmente i componenti della formazione? Le note sul booklet non rivelano granché. Infatti il gruppo risulta formato da Wenzo (voce, flauti, cornamuse), Ziokartella
(fisarmonica e voce), The Egg, da non confondere con
“The Edge” (chitarra e voce), Cannibalpaul (basso) e
Sam (batteria). L’unica cosa certa è che i musicisti non
sono dei novellini, infatti la tecnica sugli strumenti è
apprezzabile e il lavoro in fase di registrazione e mix è
tutt’altro che trascurabile.
Al momento in cui scriviamo questa recensione non
abbiamo informazioni ulteriori sull’identità dei musicisti ma contiamo di svelarla Sabato 1 Novembre, in
occasione del concerto che si svolgerà alla Loggia del
Leopardo di Vogogna, in una serata dove i Kitchen Implosion condivideranno il palco con il quotato gruppo
francese dei Moorings. Allora, sapremo.” ❖
Recensioni
ALZAMANTES:
TENETEVI FORTE
di Loris Böhm
A
lzamantes sono una banda
che prevalentemente propone brani da danza di ogni
tradizione e continente, adatta sia
a feste che concerti, considerando
l’energia prorompente che sono in
grado di dare sul palco e la verve,
che si può constatare in pieno in
questa nuova produzione Rox Records (www.roxrecords.it).
Sono esattamente Maddalena
Soler alla voce e violino, Dario Tornaghi alla voce e fisarmonica, Andrea Ferrari sempre voce e chitarra
elettrica, Lorenzo Tagliapietra con
chitarra sia acustica che elettrica,
Alessandro Croce al basso elettrico, Stefano Migliavacca e Francesca Fiore alle percussioni. Già
dal titolo si capisce dove vogliono
andare a parare: “tenetevi forte”...
e così noi facciamo, ascoltando un
disco dove si evidenzia subito un
entusiasmo e una capacità espressiva non comune. Esiste grande
voglia di fare, grande voglia di comunicare emozioni e sensazioni, di
interagire con l’ascoltatore, in qualche modo di stupire e impressionare, doti non comuni nel mondo
della musica di tradizione, dove costituzionalmente tutto “dovrebbe”
essere stereotipato, conservato,
decifrabile e assimilabile. Resettate
tutto e preparatevi a questo piat-
tone speziato, dove ogni brano è
una sorpresa, dove nulla è scontato
o intuibile, e ne uscirete rigenerati
dopo l’ascolto, ne sono certo consapevoli di avere scoperto qualcosa
di diverso ed emozionante.
Se proprio dobbiamo trovare un
appunto da fare è per la durata del
cd di 35 minuti circa, con i suoi otto
brani, e qui si poteva fare di più. In
ogni caso spaziamo dagli scottish
ai valzer, da mazurka a horo per
una carrellata a tutto trad, impregnata di estrosità a tal punto da costringere l’ascoltatore a mettere in
loop ogni brano. Complimenti agli
Alzamantes, alla loro energia non
fine a se stessa, alla loro volontà
di provare nuove soluzioni tuttaltro
che banali. ❖
PIIA KLEEMOLA:
PIRUN JA PAPIN POLSKA
di Loris Böhm
S
uona il violino dall’età di 7
anni, come si conviene a tutti
i Nordici, con formazione di
stampo classico e folk dal maestro Timo Hannula, fondatore della
banda folk Viulisteista Ikäluokkani,
poi con il severo maestro polacco
Adam Nowak, passando per l’accademia Sibelius e tanto studio.
Pluridiplomata, grande ricercatrice e profonda conoscitrice delle
tradizioni finlandesi, dal 1990 in
poi, dopo una parentesi di folk irlandese, diventa frequentatrice di
celebri festival quali Kaustinen e
Viljandi con diversi gruppi musicali,
producendo con loro diversi CD.
Questo “Pirun” rappresenta la
sua uscita da solista, con il fedele
violino da cui è capace di tirar fuori
ogni tipo di melodia, e dal kantele,
l’arpa tradizionale finnica.
Una produzione finlandese,
quindi, forse distante anni luce
dai clamori delle star della musica
folk... nella produzione troviamo
l’estrosa Anne-Mari Kivimäki, di cui
abbiamo recensito il bellissimo recente album.
Polke e tradizionali reinterpretati con una maestria e personalità
squisite, suoni eterei dolcissimi e
puliti come si può desiderare nei
migliori album di folk provenienti
dalla Scandinavia.
Prodotto dall’accademia musicale Sibelius per l’etichetta Seita
Music www.seitamusic.com, il disco (che non è ancora presente sul
catalogo in rete) merita di essere
considerato per l’acquisto, direttamente richiedendo il titolo dal sito
dell’etichetta stessa. ❖
34/2014
19
19
Eventi
ESCE IL PRIMO ALBUM
DELLE MALMARITATE
“Ognuno havi ‘n sigretu”
è il titolo dell’album della Narciso Records
Comunicato Stampa
D
opo un viaggio durato più di
un anno, nel corso del quale
hanno calcato prestigiosi
palchi italiani, le Malmaritate sono
pronte a presentare “Ognuno havi
‘n sigretu”, il loro primo progetto discografico in uscita il 25 novembre
2014 prodotto dall’etichetta discografica Narciso Records e distribuito da Universal Music Italia.
Un disco nel quale la formazione
catanese tutta al femminile dà voce
ad un percorso di ricerca e riscoperta della tradizione popolare italiana e, al tempo stesso, mantiene
un piede fermo nell’attualità, connotando l’album con sperimentazioni e contaminazioni. In “Ognuno
havi ‘n sigretu” si fondono ritmicamente i colpi decisi e irrequieti
del tamburo di Valentina Ferraiuolo
con le calde sonorità del clarinetto
basso di Concetta Sapienza, la sinuosità e la melodia del violino di
Emilia Belfiore con il tocco inconfondibile e contaminato della chitarra di Gabriella Grasso.
E queste continue sovrapposizioni tra passato e presente connotano anche il nome scelto dalla
band: Malmaritate, termine che
designava, nel Medioevo, le donne
disilluse da un amore forzato o sbagliato; oggi in quel nome e in quelle
storie si possono rispecchiare tutte
le donne vittime di violenze e soprusi. L’intero progetto è intessuto
di questa tematica ed è per questo che i concerti delle Malmaritate
sono spesso eventi tra musica e
teatro, con ospiti da entrambi gli
àmbiti che testimoniano i loro no
2020
34/2014
ad ogni forma di violenza. Nel disco
sostengono il progetto, oltre all’Associazione Nazionale Volontarie del
Telefono Rosa – Onlus che patrocina il disco di esordio, quattro artiste
di spicco del panorama musicale e
cinematografico: Nada, Claudia Gerini, Donatella Finocchiaro, che interpretano tre brani della tradizione
popolare italiana, rispettivamente
Terra Ca Nun Senti di Rosa Balistreri, Remedios di Gabriella Ferri,
Canzone Arrabbiata di Nino Rota;
e Carmen Consoli, che interpreta un
brano inedito da lei scritto, Ognuno
havi ‘n sigretu, che dà il titolo all’album, il cui testo racconta appunto
il contesto, il mormorio intorno a
una storia di malmaritate. Si è scelto quindi, come data di debutto di
questo primo progetto discografico,
la Giornata Internazionale Contro la
Violenza sulle Donne, proprio a voler sancire l’impegno delle Malmaritate, manifestato sin dagli esordi,
nella lotta contro il femminicidio e
la violenza in genere.
Il disco verrà presentato in anteprima esclusiva il 25 novembre
2014 dalle ore 9:00 alle ore 13:00
presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, Viale
De Coubertin 30 a Roma, nell’ambito dell’evento “Le donne, un filo
che unisce mondi e culture diverse”, organizzato dall’Associazione
Nazionale Volontarie del Telefono
Rosa – Onlus in occasione della
Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.
Sarà ospite di questo concerto
anche Claudia Gerini, che – partecipando all’evento - testimonierà
una volta in più il suo accorato “no”
al femminicidio e il suo sostegno
artistico al progetto delle Malmaritate. ❖
Per informazioni sull’evento:
[email protected] https://www.facebook.com/Malmaritate
Ufficio Stampa
Narciso Records s.a.s.
Via A. di Sangiuliano, 134
95131 Catania
Tel.: +39 095 7470211
Fax: +39 095 7461491 cell: +39 333 1699760 E-mail: [email protected]
www.narcisorecords.it
Cronaca
Irina Annenkova ha vinto la medaglia d’oro
a Nanchino e la musica
della Municipale Balcanica ha fatto
da colonna sonora alla sua prova vincente
LA MUNICIPALE BALCANICA
“H”ORO ALLE OLIMPIADI !
Comunicato Stampa
Irina Annenkova
L
a Federazione Russa di Ginnastica Ritmica ha stretto un
accordo con la band Municipale Balcanica per utilizzare i suoi
brani come colonna sonora delle
esibizioni delle atlete russe. La musica della Municipale Balcanica ha
accompagnato, infatti, l’avventura
vincente della quindicenne ginnasta russa Irina Annenkova alle
Olimpiadi Giovanili di Nanchino.
La giovanissima atleta ha vinto
la medaglia d’oro di Ginnastica ritmica individuale utilizzando un
brano del gruppo pugliese come
colonna sonora della sua esibizione. Non è questo il primo incontro tra i brani della band e la ginnastica ritmica internazionale perché
già nel 2013 l’atleta egiziana Alia
Yassin Elkatib li aveva utilizzati in
competizioni ufficiali e prima di lei
la russa Alexandra Merkulova era
stata protagonista della stagione
2010 guadagnando medaglie d’oro
e ribalta internazionale esibendosi
su musiche della MB.
Come colonna sonora delle prove
di ginnastica ritmica la musica della
“Municipale” ha fatto il giro del
mondo come testimoniano i video
del web in cui atlete cinesi ed italiane usano i pezzi strumentali del
gruppo sia nelle gare ufficiali che in
allenamento ma era la prima volta
che la collaborazione con la Federazione Russa di Ginnastica e una sua
atleta veniva formalizzata e i contatti
con la giovane ginnasta e il suo entourage divenivano amichevoli.
Ora il prossimo appuntamento
ufficiale è il Campionato Mondiale
in Turchia che inizierà il 21 Settembre, e anche là Irina Annenkova
si esibirà sulla musica della Municipale Balcanica, presentandosi
come una delle maggiori promesse
della Ginnastica Ritmica mondiale.
“E’ un grande onore – diffonde
la Municipale Balcanica sui suoi
canali telematici – essere ufficialmente coinvolti in questo sport
dove una disciplina durissima incontra la ricerca assoluta della grazia e dell’armonia. Siamo orgogliosi
che le atlete abbiano trovato nei
nostri pezzi la giusta dinamica per
mettere in mostra il meglio delle
proprie abilità. Siamo fieri che le
atmosfere dolci nei nostri intro e
la frenesia energica dei nostri finali
siano la colonna sonora ideale per
le ginnaste che vogliono esprimere
tutta la loro armonia ma anche la
propria incredibile forza.” ❖
VIDEO DOCUMENTS
Qualification:
https://www.youtube.com/watch?v=zwdBxiD0V8Y
Final:
https://www.youtube.com/watch?v=tmNcdLoYyk4
Nico Marziale
Ass. Cult. Mus. Municipale Balcanica
Viale Delle Mimose 24 70038 Terlizzi (Ba)
Tel: +39 3403851346
Fax: +39 0802140618
[email protected]
www.municipalebalcanica.com
34/2014
21
21
Eventi
FESTIVAL “LA ZAMPOGNA” XXII EDIZIONE - 17 – 18 GENNAIO 2015 MARANOLA - FORMIA (LT)
Comunicato Stampa
S
i rinnova a gennaio 2015 l’appuntamento con uno dei festival
più importanti in Italia nel panorama della musica popolare e della
world music: La Zampogna – Festival
di Musica e Cultura Tradizionale.
L’appuntamento, giunto alla XXII
edizione, e in programma i prossimi
17 e 18 gennaio, coinvolgerà un gran
numero di studiosi, musicisti, liutai e
un caloroso pubblico, dimostrando
quanto sia forte ed in costante aumento, l’attenzione verso questo importante strumento della tradizione
popolare italiana.
Dalla prima edizione del 1994 ad
oggi, molte cose sono cambiate nel
nostro settore e il bilancio presenta
comunque tanti aspetti positivi. Ad
esempio una nuova generazione di
musicisti, liutai, appassionati, che
solo venti anni fa sembrava impossibile da immaginare, è nata ed è
cresciuta dando alla zampogna e agli
zampognari una nuova importanza e
dignità.
Così ci è più facile confermare ora
che finalmente appassionarsi alla
zampogna non è più un vezzo solo
folkloristico. Studiare, promuovere e
costruire zampogne significa semplicemente fare cultura. E ancora di
più. Suonare questi strumenti significa essere in primo luogo musicisti,
2222
34/2014
in molti casi musicisti più aperti al
mondo.
Il Festival La Zampogna, sotto la
direzione artistica di Ambrogio Sparagna e Erasmo Treglia, è diventato
con il tempo un appuntamento obbligato per quanti, a più livelli, si interessano del variegato mondo delle
tradizioni italiane.
Molti sono gli artisti e gli artigiani
che affolleranno le strade del paese
e integreranno il programma di concerti e seminari e tra questi, in particolare, i tanti suonatori tradizionali di
zampogna della zona degli Aurunci,
Ausoni e delle Mainarde.
Musicisti giovani e anziani, italiani
e stranieri, che animeranno i concerti, i seminari e gli incontri.
Ma il Festival sarà anche l’occasione per avere un contatto diretto
con alcuni tra i costruttori di strumenti musicali tradizionali più importanti della penisola.
La mostra-mercato di liuteria tradizionale di Maranola è considerata infatti tra gli appuntamenti più rilevanti
del settore.
Costituisce un’occasione unica in
cui poter acquistare strumenti musicali, oggettistica tradizionale, attrezzi
di uso contadino e pastorale legati al
mondo della zampogna e degli zampognari.
Numerosi sono inoltre gli ospiti
provenienti da varie regioni e ancora
segreto il nome di chi riceverà il riconoscimento “Premio La Zampogna
2015” che ha visto negli anni scorsi
premiati artisti come Hevia, Simone
Cristicchi, Nuova Compagnia di
canto Popolare. Enzo Avitabile, Nino
d’Angelo. ❖
Le immagini in allegato sono di Ferruccio Frigerio
e Maria Zanardi.
Per maggiori informazioni
www.lazampogna.it
[email protected]
Recensioni
Ottobre 2014 è disponibile il nuovo album
dei Canto Antico
CANTO ANTICO
SOUTH BEAT
Comunicato Stampa
I
nnestare le radici della musica popolare del Sud
Italia nel giardino metropolitano e cosmopolita di
Milano. Tramandare la secolare tradizione della
tarantella e della tammurriata attraverso il linguaggio della modernità, per dar voce ad un patrimonio
culturale di immenso valore ma spesso confinato
in nicchie per pochi adepti o, ancor peggio, svilito
da anacronistiche imitazioni senza cuore. Passato,
presente e futuro si mescolano nel progetto artistico dei Canto Antico, trio di musicisti sincronizzati
su unico battito: quello del South Beat, termine da
loro coniato per definire il particolare genere di world
music di cui sono fieri paladini. South Beat è anche il
nome dato al nuovo lavoro in studio della band, attiva
dal 2000 e con alle spalle numerosi riconoscimenti
e tour internazionali. Un album che ha il sapore
della svolta: più che segnare un nuovo capitolo nella
discografia dei Canto Antico, South Beat rappresenta
infatti il culmine di un percorso artistico iniziato con
la fedele riproposizione delle musiche del Meridione,
proseguito con il riarrangiamento personale dei
brani della tradizione (si veda il precedente Jesce
‘a lla pubblicato nel 2006) e sfociato ora in una
scrittura autorale che immerge tutto il bagaglio delle
esperienze precedenti nei suoni e nei ritmi frenetici
della metropoli.
“Volevamo raccontare in musica come l’essere emigrati a Milano, ormai quasi vent’anni fa, abbia modificato nel tempo il modo in cui viviamo il rapporto con la
nostra terra d’origine. Continuiamo a sentire fortissima
questa appartenenza, nel modo di suonare ma anche
in quello di concepire le cose, di vivere i rapporti personali e di intendere la vita. Però oggi abbiamo occhi e
orecchie diversi, una visione più globale della musica
e della società, influenzata dal mondo in cui viviamo:
la nostra ‘pulsazione sud’ si è arricchita di nuovi stimoli” spiegano i napoletani Armando Illario (fisarmonica e voce) e Francesca Di Ieso (tamburi a cornice
italiani e voce), che insieme al milanese Francesco
Nastasi (flauto, cornamusa e piffero) compongono il
nucleo storico della band. Per registrare South Beat si
sono avvalsi di preziose collaborazioni: dai musicisti Lorenzo Gasperoni (percussioni), Gianantonio Felice (basso) e Marcello Lomascolo (voce) fino all’Orchestra di via Padova di Milano, multietnica ensemble
di musicisti che proprio grazie alla sua capacità di far
dialogare culture diverse si è rivelata l›ideale per il
progetto dei Canto Antico.
Il disco si presenta dunque come una miscela esplosiva di suoni e di esperienze, una musica tarantolata
che dalla cima del Vesuvio scende nelle campagne
del Mezzogiorno per assorbirne i segreti tramandati da
generazioni e poi risale lungo la Penisola seguendo il
richiamo di nuove influenze sonore. Il filo conduttore,
a livello strumentale, è la pulsazione ritmica: proprio
come accade nelle tammurriate e nelle tarantelle, ogni
composizione dei Canto Antico muove i suoi passi
dall’incedere instancabile, quasi posseduto, di tamburi, tamburelli e percussioni. Attorno a quel battito
si sviluppa poi un mondo sonoro a cui contribuiscono
numerosi strumenti tipici di culture secolari, dalla fisarmonica al piffero, dalla cornamusa al flauto, dai violini agli scacciapensieri, ma anche elementi cardine
della musica leggera come il basso, la batteria, perfino
il Fender Rhodes. A rendere il mix ancora più esplosivo è poi l’arrangiamento orchestrale, inserito in parte
dei brani di South Beat per sottolineare la volontà di
sperimentare, di allontanarsi da un puro e nostalgico
34/2014
23
23
Recensioni
esercizio di ricalco della tradizione. E poi la voce,
anzi le voci, che si intrecciano in tessiture polifoniche
capaci di trasportare lontano l’ascoltatore, evocando
orizzonti sonori distanti latitudini. “Abbiamo arrangiato
il disco cercando di creare un ambiente emotivo che
non risultasse ostico o di nicchia - spiegano i Canto
Antico - e che rendesse fruibile ad un pubblico il più
vasto possibile la musica che amiamo e che è scritta
nel nostro dna”.
Dieci le canzoni che compongono la tracklist di South
Beat: cinque sono brani d’autore, quattro (Cicerenella,
Carpino Revolution, Gallina e Aremu Rindineddha)
riarrangiano fin quasi a stravolgerli altrettanti brani tradizionali del Meridione, mentre l’ultimo è la riproposizione di Malarazza, altro motivo del canzoniere popolare che Domenico Modugno fece conoscere all’Italia col
suo celebre ritornello “Ti lamenti, ma che ti lamenti,
pigghja lu bastone e tira fori li denti”. Importantissimo, soprattutto nei brani di propria composizione,
anche il lavoro di scrittura: i testi, firmati da Francesca
Di Ieso, contribuiscono a rafforzare quell’immaginario
a cavallo tra passato, presente e futuro che si respira
in tutto il disco. Leggende e ritualità ancestrali vengono
viste e raccontate con gli occhi e soprattutto con la sensibilità di chi vive nel terzo millennio, con le sue insicurezze e le sue infinite possibilità, tra antiche certezze
sgretolate dal tempo e nuove conquiste da inseguire.
2424
34/2014
Storie di uomini e di
donne che sono figli del
Sud e che vivono in maniera ineluttabile la loro
appartenenza alla terra
d’origine, qualsiasi sia il
secolo in cui nascono,
il posto del mondo in
cui crescono, il ruolo
sociale che si costruiscono. Personaggi
con la pelle spessa,
cocciuti, innamorati,
sofferenti, emarginati,
sognatori. Come il protagonista di Fico a dicembre, la canzone
con cui si apre South
Beat, che insegue una
libertà radicale e visionaria come un frutto
fuori stagione. O come
il lottatore di Me vulesse
addurmì, pervaso da
un dilaniante conflitto
interiore tra amore e
odio. O ancora in Sanghe, canzone ispirata
alla figura di San Francesco, la storia di un uomo che
sogna di cambiare il mondo liberandosi dall’abito sociale che lo protegge. Cunta lu jentu riflette invece
sulla solitudine dell’uomo nella società globale, mentre
antiche leggende napoletane rivivono in Fontanelle, testo che riporta in vita le figure mitologiche e le divinità
ctonie della cultura popolare sotto il Vesuvio.
Per i Canto Antico, dopo una carriera già ricca di soddisfazioni (nel 2006 il primo premio al concorso nazionale di musica della Val Tidone, nel 2008 il trionfo
al Folkontest), di esibizioni in Italia, Europa e America
(nel 2003 un tour intero a Cuba) e di prestigiose collaborazioni (tra gli altri Officina Zoè, Mascarimirì, Ugo
Maiorano, Marina De Juli, Stygiens, Emanuela Gabrieli),
è il momento di spiccare nuovamente il volo, nel segno
della propria terra d’origine, di una passione viscerale
per la musica e di una pulsazione - il South Beat - che
non ha alcuna intenzione di smettere di battere.
❖
Ufficio stampa
MORNING BELL Rossella Savino email: [email protected]
cell: 347 11589449
Sebastiano Giordani
email: [email protected]
cell: 339 1232383
www.rossellasavino.it
Recensioni
FRANCESCO BENOZZO E FABIO BONVICINI
LIBERTÀ L’È MORTA
di Loris Böhm
Q
uando si parla delle opere di Francesco Benozzo non si può evitare di menzionare il suo
curriculum di letterato, ricercatore, filologo,
poeta. La sua bramosia di ricerca sfocia in innumerevoli pubblicazioni librarie e si sviluppa in una tematica
anarchica che darà vita a questo album insieme a Fabio Bonvicini.
Benozzo è anche cantautore e un suonatore di arpa
celtica tra i più quotati in circolazione. Di origini emiliane, come Bonvicini, autore di sette CD usciti in Italia, Galles e infine questo secondo CD per l’etichetta
Tutl delle isole Faroe, mescola in questo disco i canti
tradizionali anarchici raccolti per via orale nel fine Ottocento con l’influenza medievale gallese e celtica su
alcuni brani. Vincitore di una “menzione speciale” al
Edinburg Folk Awards nel 2004 e
nel 2006, si è recentemente esibito con il premio Nobel per la letteratura Wislawa Szymborska.
Il suo precedente album, prodotto con Tutl, è stato giudicato
“miglior album del mese” (maggio 2009) dalla rivista di musica
“RootsWorld” e ha raggiunto le
fasi finali presso il celebre “Premio
Tenco “ italiano.
Tornando a questi superbi undici brani, racchiusi insieme ad un
corposo libretto con le annotazioni
e i testi di tutti i brani sia in italiano
che in inglese, dobbiamo sottolineare la qualità dell’etichetta danese Tutl che ha prodotto il lavoro,
destinato ad un mercato internazionale, ma anche italiano.
Sublime la musica di Francesco,
accompagnato impeccabilmente
dall’esperto Fabio Bonvicini, organetto diatonico, piva emiliana,
baghèt, flauto dolce, ocarina, ciaramella, piffero... musicista che
nel corso degli anni ha collaborato
con diversi gruppi ed ensemble di
musica antica e popolare, come il
gruppo di ocarine Ensemble Novecento, il coro gregorianoSeptenarius, l’ensemble di musica barocca La
scatola dai suoni, il gruppo di musica tradizionale Pìvaritrio, la banda di pive emiliane Pivenelsacco,
l’orchestra La Rumorosa, il gruppo di musica popolare
modenese Suonabanda, riproponendo nel gruppo il
bassetto, antico strumento ad arco a tre corde.
Un binomio eccezionale quindi, che mette in pratica
tutta l’esperienza che è in grado di dare... cosa chiedere di più da una produzione discografica? Va bene,
è uscita nel 2013, non è recentissima, ma se il viaggio
che ha intrapreso per arrivare sul nostro tavolo è stato
lungo, questo non significa che merita minore attenzione da parte della critica discografica! ❖
34/2014
25
25
Recensioni
RENAT SETTE - ELVA LUTZA:
AMADA
Un binomio che ha creato una
suggestione intrigante
tra melodie provenzali e
sonorità sarde
di Loris Böhm
H
a fatto centro ancora una volta “Il Tè con l’artista” di Daniela Barca, con un fuori programma
carico di suggestioni e di magia. Sulla scena,
un impasto di sonorità sardo-occitane, con il duo
sardo degli Elva Lutza e il cantante francese Renat
Sette, che hanno saputo offrire momenti di intense
emozioni al pubblico presente.
Il concerto era una anticipazione del disco “Amadas”, realizzato a giugno e pubblicato a settembre.
Una rilettura in chiave originale e moderna di brani
della tradizione occitana e di quella sarda: “A principi”, “Bela Calha”, “La bela Margoton”, “Amada
gioventude”, “Au pont de Mirabeu”, “Sett’ispadas”,
“Deo torro”, “Maria Maddalena”, “A la guerra”, “Ave
Maria ‘e Deu”. Renat Sette ha cantato con voce intensa e appassionata i brani che ne fanno l’ultimo
erede della tradizione occitana dei trovatori, ma ha
dato ottima prova di sé anche con i pezzi della tra-
2626
34/2014
dizione sarda, spesso cantati in duo
con la voce degli Elva Lutza, Nico
Casu.
Gianluca Dessì, con la sua chitarra ha costruito la colonna portante del concerto, offrendo una
dimostrazione di grande tecnica
e di puro sentimento, oltre che di
simpatia umana. Nico Casu, con
la sua tromba, sempre discreta e
dolce, ma ben presente nell’impasto
sonoro complessivo, ha saputo toccare corde profonde dell’anima. Il
concerto è giunto a Osilo dopo una
lunga tournée in Francia, dove i tre
musicisti hanno raccolto larghi consensi. “Cette collaboration – hanno
scritto i francesi – est née de leur
estime réciproque, de la volonté de
chacun d’echanger et de donner un
souffle nouveau aux musiques traditionnelles” (Questa collaborazione è
nata dalla loro stima reciproca, dalla
volontà di ciascuno di cambiare e di
offrire un soffio nuovo alle musiche
tradizionali”.
A volte un progetto artistico che sfocia in un album
è dettato da fattori che prescindono dalla produzione
di un ensemble. Questo “Amada” è nato dalla stima
e collaborazione tra il duo sardo Elva Lutza, giovane
gruppo che in un solo anno ha raccolto significativi
successi di pubblico e il premio Parodi, e il cantante
provenzale Renat Sette, ultimo menestrello occitano
della vecchia guardia, con una carriera piena di partecipazioni con rinomati artisti franco-piemontesi.
Le due tradizioni, quella provenzale e quella sarda,
in questo disco vengono fatalmente a contatto, e il dialetto provenzale caldo e pastoso di Renat trova valido
supporto strumentale nei fiati di Nico Casu e le corde
di Gianluca Dessì, e allora i suoni di connotazione isolana si fondono mirabilmente assecondando la poetica
e l’ardore del menestrello nizzardo rigenerando il suo
inconfondibile stile e realizzando un lavoro di estrema
intensità emotiva. ❖
Interviste
DANIELE FALASCA
Comunicato Stampa
Il titolo del tuo nuovo disco può sembrare sentimentale, in realtà Insieme a
te va letto osservando la copertina: tu
insieme alla tua amata fisarmonica. È
una lettura corretta?
È la lettura corretta, in modo
spontaneo mi è venuto in mente
questo che vuol sottolineare il mio
viaggio nella composizione con
questo eccezionale strumento che
è l’accordion, e che vorrei far conoscere al grande pubblico con il
mio stile.
Insieme a te è il tuo quinto album:
che differenze ci sono rispetto ai precedenti?
È il terzo come fisarmonicista (ho
inciso altri due album per pianoforte solo): per quanto riguarda la
scrittura credo di essere riconoscibile sin dal primo disco, tutte le mie
musiche parlano sinceramente di
me e la maggior parte delle melodie prendono ispirazione dalla persona amata, ovvero la mia ragazza
Fiorella.
La mia scrittura è il risultato del
mio percorso artistico che non si è
mai fossilizzato in un solo genere
musicale ma, nel corso degli anni,
sin da giovanissimo, ha assimilato
tanti stili musicali, dalla classica al
jazz con influenze di ritmi latini. Si-
curamente ho acquisito una maturità anche come fisarmonicista, dopo anni che
non suonavo questo
strumento ho dovuto
studiare per colmare
qualche “difetto”
(come la gestione del
mantice) e da buon
perfezionista spero di
essere riuscito nell’intento.
Una delle novità di questo disco,
oltre all’utilizzo delle percussioni,
sono le bonus track cantate: tanti
miei ammiratori mi hanno sempre
consigliato di affiancare alle mie
melodie dei testi e così ho voluto
seguire il loro consiglio e devo riconoscere che avevano ragione!
Una cosa molto importante da segnalare è il contributo del pubblico:
grazie al sostegno di MusicRaiser e dei
tuoi ammiratori, Insieme a te ha visto
la luce. Sei stupito o sotto sotto te lo
aspettavi?
Grazie ai miei ammiratori, al pubblico che mi sostiene e mi segue ai
concerti e agli amici (anche musicisti), ho avuto questo importante
supporto per la realizzazione della
stampa fisica del disco, tutta la
fase che precede la stampa é stata
autoprodotta così come é avvenuto
per gli altri cd. Sinceramente non
me l’aspettavo: viviamo in un momento di crisi e la musica, soprattutto quella indipendente, fatica
molto ad andare avanti. È stata una
stimolante esperienza che ha confermato l’affetto delle tante persone
che mi vogliono bene: un segno del
destino che mi consiglia di continuare su questa strada.
Cosa pensi di questo “azionariato dal
basso” ormai così diffuso? Pensi che il
crowdfunding possa essere una soluzione ai problemi della discografia?
Penso che condividere con i fan
i propri progetti, anche economicamente, sia un’intelligente mossa
per continuare a crederci e creare
sempre musica nuova. L’azionariato dal basso è un test importante
per l’artista che vuole produrre le
sue idee, è come il test di fine concerto: ci sono persone che si avvicinano per farti i complimenti ed
altre che, oltre a questo bel gesto,
acquistano il cd, infatti con Musicraiser i raisers hanno acquistato il
cd in anteprima.
Una caratteristica peculiare della tua
musica è l’unione di due anime: da una
parte quella più “classicamente” melodica e folk, dall’altra l’indole jazz. Quel
è il segreto per tenerle in equilibrio?
Non c’è un segreto, nascono
spontaneamente: da quando nasce la prima idea (sempre al pianoforte) riesco in poco tempo a scrivere tutto il pezzo ed a depositarlo
già il giorno dopo in Siae... Penso
che l’esperienza nei diversi generi
musicali e la fortuna di aver suonato sempre con grandi talenti mi
abbia arricchito e quello che scrivo
è il risultato di tanti anni di live, di
collaborazioni con grandi artisti e
ascolto costante di dischi di altissima qualità, non solo per quanto
riguarda il genere ma soprattutto
per gli arrangiamenti che hanno
sempre stuzzicato la mia attenzione. Mi è capitato spesso di trascrivere per delle composizioni che
adoro le parti di ogni singolo strumento, con Charlie Parker e Michel
34/2014
27
27
Petrucciani per esempio. Ho ascoltato molti dischi di Gino Vannelli e
Michael McDonald ed ho avuto la
fortuna di ascoltarli dal vivo insieme
a musicisti di strepitoso livello.
Interviste
Come nasce solitamente un brano di
Daniele Falasca?
Spontaneamente al pianoforte. Le
musiche dei miei dischi sono state
pensate e trascritte in massimo
una settimana, dal 2010 ad oggi ho
scritto un numero eccezionale di
idee, potrei incidere altri album ma
le tasche non me lo permettono...
Sicuramente l’amore che provo per
Fiorella incide molto nella mia scrittura, è sempre la prima ad ascoltare una mia composizione, tra
l’altro stiamo incidendo un album
con pezzi liturgici di sua creazione,
è una brava cantante e ha un ottimo orecchio musicale, con lei sto
molto bene ed ho la tranquillità ideale per comporre.
Per quanto riguarda la fisarmonica,
quali sono stati i tuoi maestri, le figure
che per te hanno rappresentato e rappresentano un punto di riferimento musicale?
Non ho avuto un modello di fisarmonicista, mentre per quanto
riguarda la mia attività come pianista classico, il mio modello è stato
Arthur Rubinstein, ho consumato
le videocassette dei suoi concerti,
seguivo in ogni suo gesto il suono
delle sue dita, la musicalità; volevo fare il concertista classico, ho
studiato molto per questo e ho ricevuto diverse soddisfazioni. Da
bambino volevo fare il direttore
d’orchestra, mi alzavo di notte per
seguire i concerti che trasmetteva
Rai 3: mentre ascoltavo le diverse
sessioni di strumenti, dagli archi ai
fiati, seguivo il direttore dirigendo
anch’io con lui.
Tu e la tua fisarmonica non siete soli:
Insieme a te nasce con un team di validi musicisti. Che caratteristiche deve
avere uno strumentista per poter collaborare con te?
La prima caratteristica che deve
avere un musicista che collabora
2828
34/2014
con me è l’umiltà, ho sempre allontanato i presuntuosi e gli arroganti,
ne troviamo tantissimi, troppi, anche tra i grandi. Oltre al talento e la
musicalità, in ognuno dei miei musicisti cerco la professionalità, la
sincerità. Chiedo spesso consigli a
loro e mi fido delle loro idee perché
li stimo, i musicisti che ho scelto
hanno interpretato al meglio la mia
musica, ero sicuro dell’ottimo risultato sin dall’inizio.
Ti occupi spesso anche di curare arrangiamenti per altri musicisti: quanto
è importante per la tua attività confrontarti con la musica altrui?
Il pensiero che un artista mi affidi un arrangiamento mi rende felice ed orgoglioso, quindi lavoro al
servizio della sua musica come se
fosse la mia.
L’Abruzzo è una regione musicalmente un po’ defilata però ha donato
alla musica italiana grandi nomi, da
Ivan Graziani a Goran Kuzminac: oggi
qual è lo stato di salute della tua
terra?
In Abruzzo albergano tanti talenti, i musicisti che suonano nei
miei dischi sono tutti abruzzesi.
Chi governa questa regione dovrebbe aiutare i giovani musicisti,
attivandosi di più per la cultura in
generale.
Parallelamente alla tua attività di
strumentista e compositore, sei molto
presente con la tua scuola: pensi che la
musica sia ancora un’arte importante e
formativa oppure percepisci un diverso
tipo di considerazione?
La musica è sempre un’attività educativa importante per una
sana formazione del bambino, oltre all’attività pratica e teorica con
lo strumento c’è anche il rapporto
di rispetto per l’interpretazione e
quindi un rapporto con l’anima del
bambino, che può solo avere benefici dalla musica amplificando la sua
sensibilità. La musica stimola il bambino ma anche l’adulto, fa bene ad
ogni età avvicinarvisi perché tocca
le corde del cuore facendoci conoscere parti sconosciute di noi stessi.
Insieme a te è un progetto solamente
di studio oppure accadrà qualcosa anche dal vivo?
Tornando alla crisi, l’attività live
oggi è sempre più difficile anche
se io ancora mi difendo, spero di
suonare tutte le sere, produco anche con l’intento di diffondere la
mia musica a quante più orecchie
sappiano apprezzarla e possano
giovarsi di essa.
Cosa ti aspetti da questo disco?
Mi aspetto di arrivare nelle case
di molti italiani e non, di regalare
Interviste
bei momenti di condivisione, di far
conoscere un po’ di musica originale che abbraccia generi diversi e
trasmette delle emozioni positive in
un periodo dove abbiamo tutti bisogno di serenità e spensieratezza. E
perché no? di estendere la mia musica oltre i confini nazionali. ❖
Daniele Falasca:
Pianista, fisarmonicista
e compositore
Attratto dai suoni sin da quando
aveva 4 anni grazie alla passione per
la musica del Nonno (fisarmonicista
classico), con il quale ha iniziato gli
studi musicali.
Si diploma in Fisarmonica e Composizione con il massimo dei voti ed
in pianoforte con lode al Conservatorio “A. Casella” di L’Aquila sotto la
guida del M° Vincenzo Di Sabatino.
Ha frequentato i corsi di alto perfezionamento in pianoforte classico
con il M° Bruno Canino ed il M° Aldo
Ciccolini.
Vincitore di numerosi concorsi Nazionali ed Internazionale come il Premio Brahms ed il Concorso Internazionale Rubistein ( come pianista), la
vela d’argento e la fisarmonica d’oro
(come fisarmonicista)
Ha collaborato dai 16 ai 25 anni,
con le migliori band del centro/Italia
e con diversi artisti come Aida Cooper, Rossana Casale, Max Gazzè.
Collabora con grandissimi musicisti
di fama internazionale come Fabrizio
Bosso, Marco Tamburini, Tullio De Piscopo, Luca Bulgarelli, Luca Colombo,
Fabio Zeppetella, Amin Zarrinchang,
Gabriele Pesaresi. Altri ottimi jazzisti con i quali collabora attualmente
sono Fabrizio Mandolini, Glauco Di
Sabatino, Daniele Mencarelli, Arturo
Valiante, Massimiliano Coclite.
Dal 2000 si dedica all’attività concertistica pianistica eseguendo musica classica e proprie composizioni
dell’album “Più di mille parole”,
composizioni neo-classiche che ha
inciso nell’Aprile 2008, prodotto e distribuito dall’etichetta Hdemia s.a.s
di cui son state vendute più di 5.000
copie in allegato con il quotidiano
nazionale “Il Tempo”.
Diverse sono le partecipazioni in tv
nazionali Rai e Mediaset.
Ha insegnato pianoforte classico e
moderno nelle migliori scuole abruzzesi e Laziali con le quali collabora
anche oggi.
Da 6 anni insegna ed è Direttore
della Scuola di Musica “MUSICAHDEMIA” nella quale è docente
di pianoforte principale.
Ha ripreso a suonare l’accordion
a Gennaio 2011 ed ha già fatto più
di 30 concerti in pochi mesi. La
Barvin (edizioni muscali) lo ha invitato, nel Settembre dello stesso
anno, nell’Auditorium del prestigioso Festival internazionale della
Fisarmonica a Castelfidardo, dove
ha presentato l’album “Ricomincio
da qui” in accordion solo, condividendo il palco con grandi fisarmonicisti quali Gervasio Marcosignori,
Frank Marocco, Richard Galliano,
Antonello Salis, Luciano Biondini,
Massimo Tagliata, Simone Zanchini, Gianfranco Caporilli, Vincenzo Abbracciante e tanti altri
grandi musicisti.
Dal 2009 esegue, in tutta Italia con
varie formazioni, la propria musica,
attualmente si esibisce con musiche
del nuovo album dal titolo “Ricomincio da qui”, progetto di World Music
contenente dodici brani originali,
composti in un linguaggio moderno,
in cui l’accordion riveste ruolo di protagonista.
Da Maggio 2012 collabora con la
prestigiosa ditta Brandoni di Castelfidardo, a Settembre 2011 ha presentato l’album “Ricomincio da qui” ed
a Settembre 2012 “AnimaLibera” al
FIF 2012 di Castelfidardo ed a Luglio
2013 il suo concerto sarà nel cartellone, insieme ad artisti come Richard Galliano, del prestigioso Festifal “THE WORLD OF ACCORDION.
Ad Aprile 2013 uscirà il suo quarto
album come compositore.
Molti sono i commenti positivi sulla
musica e l’artista Falasca ne elenchiamo uno del grande jazzista Fabrizio Bosso:
“Dopo anni che collaboro con
grandi fisarmonicisti come Antonello
Salis e Luciano Biondini, scopro con
piacere un altro grande talento capace di regalare forti emozioni con
questo strumento. Daniele Falasca
in questo lavoro riesce a dare prova
di una tecnica impeccabile, in grado
quasi di far parlare la fisarmonica.
Originali le sue composizioni già
ad un primo ascolto rimangono impresse nella mente”. ❖
34/2014
29
29
Recensioni
DANIELE FALASCA:
INSIEME A TE
di Loris Böhm
Si intitola “Insieme a te” ed è il disco che Daniele
Falasca, 41 anni, musicista di Roseto degli Abruzzi,
ospite speciale del trio “Il Volo” nella tournée italiana,
continuerà a promuovere in inverno col suo collaudatissimo quintetto.
Dopo lo straordinario successo delle due serate del
20 e 21 luglio scorsi al Teatro Antico di Taormina,
Daniele Falasca è stato nuovamente ospite del Volo
nei tre concerti della tournée italiana del trio: al teatro d’Annunzio di Pescara il 5 settembre, a Napoli il
12 (è stato ospite anche Tullio De Piscopo) e a Marostica il 16. Se a Taormina il fisarmonicista e compositore abruzzese ha suonato insieme al suo conterraneo Gianluca Ginoble, per le tre date di settembre, a
partire da quella attesissima di Pescara, era presente
sul palco con il trio al completo. «Il concerto siciliano
con Ginoble è andato talmente bene che il produttore
Michele Torpedine e l’arrangiatore Celso Valli hanno
fortemente voluto la mia presenza con i tre tenori»,
spiega il fisarmonicista abruzzese. Sarà un trittico imperdibile per gli ammiratori della fisarmonica latin-jazz
di Daniele Falasca: lo strumentista abruzzese parteciperà ai brani del Volo e sarà anche un’occasione per
poter scoprire il suo ultimo disco Insieme a te.
3030
34/2014
Il trio del Volo - i giovanissimi tenori Piero Barone (19
anni), Ignazio Boschetto (18 anni) e Gianluca Ginoble
(17 anni) - è famoso in tutto il mondo e i concerti di
settembre saranno la parte italiana di un lungo tour
internazionale: un’occasione speciale per assistere
all’incontro tra l’interpretazione moderna delle grandi
arie classiche della tradizione italiana e la spericolata
fisarmonica di Falasca.
Daniele Falasca sta promuovendo il nuovo album
“Insieme a te”, nato grazie al supporto dei numerosi
fans attraverso MusicRaiser: è il suo quinto disco,
il terzo per fisarmonica dopo due album per piano
solo. Tredici i brani, tra cui le bellissime “Insieme a
te”, “Passaggiata sul Tamigi” (entrambe in versione
cantata da Dante Francani), “Libertango italiano” e
Beba do Samba cantata da Alessia Martegiani. I brani
sono suonati insieme agli indivisibili Fabrizio Mandolini (sax) e Glauco Di Sabatino (batteria), Bruno Marcozzi (percussioni), Amin Zarrinchang (double-bass),
Pierluigi Fidanza (chitarra) e Gianluca Caporale (sax e
clarinetto).
Attratto dalla musica sin da quando aveva quattro
anni, inizia gli studi musicali grazie alla passione del
nonno. Il suo corso di studi è stato impeccabile fino al
2011, anno della riscoperta della fisarmonica, un vecchio amore mai sopito e protagonista più che mai nella
sua svolta musicale all’insegna del latin-jazz melodico,
mediterraneo e suadente, che ha raccolto tanti apprezzamenti dal pubblico e dai colleghi, come Fabrizio
Bosso, con il quale ha collaborato. Il nuovo album miscela latin e jazz, world music e invenzioni strumentali,
e gode dell’estro melodico dell’autore, che con il suo
accordion Brandoni & Sons ricerca e ottiene un suono
molto riconoscibile.
Daniele dice: Nonostante la crisi, ho riposto buone
aspettative in questo progetto perchè penso che siano molte le persone che credono in chi, come me,
dedica la propria vita alla musica per realizzare progetti originali... e che siano disposte a sostenerle affinchè questi non restino solo bei sogni chiusi nel
cassetto, ma divengano concrete realtà...
Ebbene, consentiamogli di realizzare questo progetto, dandogli lo spazio che merita, e procurandoci
questo suo nuovo album. ❖
Eventi
Paolo Tocco torna in radio con il nuovo
singolo dal titolo “Aveva Vent’anni” il
primo estratto ad anticipare il disco in
uscita a Gennaio.
PAOLO TOCCO:
IN RADIO IL NUOVO SINGOLO
“AVEVA VENT’ANNI”
Comunicato Stampa
“A
veva Vent’anni” è la storia
di un omicidio passionale
ben ragionato, è un video
ironico a cavallo tra satira e ironia,
una ballata leggera di musica italiana
che coinvolge con un ritornello che si
incide a fuoco nella memoria.
A distanza di 5 anni dal suo debutto ottimamente accolto dalla
critica con il disco “Anime Sotto il
Cappello” e dopo oltre 10 anni di intensa attività discografica come produttore e promoter, torna in scena in
prima persona il cantautore abruzzese Paolo Tocco con un nuovo
disco in uscita a Gennaio 2015
dal titolo “Il Mio Modo di Ballare”.
Ad anticipare le danze in tutte le radio arriva un singolo decisamente accattivante dal titolo “Aveva Vent’anni”
a cui si accompagnerà un divertentissimo videoclip in cui l’autoironia e
la semplicità sono gli ingredienti fondamentali.
Con “Il Mio Modo di Ballare” non
scende in campo solo l’anima di un
cantautore, ma l’intera squadra della
Protosound Polyproject guidata dalla
produzione artistica e tecnica di Domenico Pulsinelli, che coglie l’occasione per confezionare un disco che
sia espressione massima di tutta
la crescita avuta in questi anni. Un
lavoro che promette di emozionare
ma anche di mostrare il frutto di un
prezioso artigianato sonoro che oggi,
con la crisi ormai imperante in ogni
ambito sociale e culturale, raramente
si ha modo di sviluppare.
Paolo Tocco e Giulio Berghella a
capo della Protosound Polyproject che
dal 2005 ha sviluppato e dato vita a
numerosi progetti di comunicazione
e di produzione discografica raccogliendo in qualche modo il passaggio
di quasi tutta la scena italiana degli ultimi anni. In stretta collaborazione con
L’Altoparlante di Fabio Gallo portano a
casa anche traguardi come il Premio
TENCO 2012 con Zibba come miglior
disco dell’anno a pari merito con gli Afterhours, il Premio MEI 2013 e un Premio Della Critica e Della Sala Stampa/
Tv al Festival di Sanremo 2014.
La Protosound scende anche in
radio, dapprima con il format “Radio
Indie Music Like” in collaborazione
con il M.E.I. di Giordano Sangiorgi
format che successivamente si è
trasformato nel programma “Tutti i
Topi vogliono Ballare” andando stabilmente in onda su un circuito di oltre 150 emittenti web ed fm locali e
regionali restituendo alla musica oltre
500 passaggi settimanali.
Ad oggi Paolo Tocco è stabile collaboratore della redazione di Raropiù
di Fernando Fratarcangeli e cura personalmente i contenuti su numerose
rubriche on line dedite alla diffusione
di musica indipendente italiana. ❖
WWW.PROTOSOUND.NET
CONTATTI
“Aveva Vent’anni” (Official Video)
https://www.youtube.com/watch?v=BP3jdBLEjjw
PROTOSOUND POLYPROJECT
www.protosound.net
[email protected]
L’ALTOPARLANTE
www.laltoparlante.it
[email protected]
DCOD Communication
Giulio Berghella
[email protected]
34/2014
31
31
Argomenti
IPOTESI SUL BAGHÈT
IN RELAZIONE ALLA BAGPIPE
di Vittorio Grisolia
N
on sono uno studioso,
sono un semplice appassionato di tutto
ciò che riguarda la tradizione musicale in particolar
modo quella bergamasca,
ma da quasi 25 anni suono
il Baghet (cornamusa bergamasca) ed oltre 20 anni
fa ho sviluppato un’ipotesi
riguardo la sua origine.
Le ricerche iconografiche
fanno risalire il nostro strumento (molto simile a quello
attuale) a prima della scoperta dell’America; in quel
periodo molti bergamaschi,
bresciani, cremonesi ecc.
erano al servizio di famiglie
nobili veneziane.
Si sa che il popolo ha sempre
rappresentato in forme plateali la
derisione del padrone e, di conseguenza, del Potere, e ciò accadeva
soprattutto nel periodo carnevalesco oppure, per quanto riguarda
Venezia, la Maschera era consentita quasi tutto l’anno.
Queste rappresentazioni (in
forma ancora esistente oggigiorno
con le “Mascherate”) venivano
eseguite nelle calli e nelle piazze
di Venezia e sicuramente ottennero un certo successo (inizio della
Commedia dell’Arte?) motivo per
cui venne a delinearsi la figura
dello “Zanni” (Giovanni,Gianni),
termine generico usato per chiamare questi personaggi.
Si formarono compagnie che
decisero di girare l’Europa, ma-
3232
34/2014
gari utilizzando strumenti popolari
come il Baghèt, i Pifferi e i tamburi adatti a richiamare l’attenzione all’arrivo della Compagnia
nel villaggio o città che fosse e che
forse utilizzavano melodie come
la “Bergamasca”, raccolta nel Rinascimento dall’Azzaiolo e da altri
musicisti-editori, danza diffusa in
tutta Europa, citata anche da Shakespeare (diverse ricerche scientifiche sono state fatte su questa
importante musica).
Arrivarono così in Inghilterra, Galles, Scozia; a tal proposito bisogna
sottolineare che la parola “Zani”
(giullare-sempliciotto-buffone) si
trova anche nel vocabolario inglese. Arriviamo all’ipotesi finale
che forse farà arrabbiare o ridere
gli Scozzesi: l’antenato della Cornamusa scozzese (Bagpipe) è
il Baghèt (in bergamasco
Baghèt vuol dire piccola
baga-pancia-sacco). Naturalmente agli scozzesi va il
merito d’aver evoluto sia la
costruzione dello strumento
che l’ esecuzione delle melodie; il Baghèt in Scozia ha
dunque avuto uno sviluppo
che in bergamasca non si è
verificato.
Non vanno dimenticate la
“Piva emiliana”, la “Musa”
piacentina e la “Baga” veneta, cugine del nostro Baghèt.
Questa è, esposta sinteticamente e con semplicità, la
mia ipotesi (provocatoria) sul
Baghèt bergamasco e la Bagpipe
scozzese, dedotta a partire dalla
mia personale esperienza. Un’ipotesi, niente di più. Spetta ora agli
studiosi verificare e dimostrare la
veridicità piuttosto che l’erroneità
di questa ipotesi.
Dimenticavo: sembra che un
Clan scozzese, i cui membri sono
chiamati “Maccremon” o “Maccrimmon”, famosi suonatori di
Bagpipe, sia di origine italiana
(Cremona). Ed inoltre, dato attuale, se presa come oggetto di
indagine la “Famiglia Zani” di
Dossena (Bg), tutti i componenti
della quale sono cantori e musicisti popolari, ritengo non priva di
fondatezza l’ipotesi che essa sia
discendente a pieno titolo (soprattutto nella persona di Piero Zani)
degli “Zanni” sopra citati. ❖
Eventi
34/2014
33
33
Eventi
3434
34/2014
Recensioni
ROBERTO FEDRIGA
di Loris Böhm
R
oberto Fedriga è un giovane cantautore bergamasco. Prima di esordire discograficamente con questo album, si esibisce come cantante di vari gruppi
rock locali. Ben presto si affaccia allo studio del canto,
e ascoltando autori come Tim Buckley, Tom Waits, Nick
Drake e John Martyn inizia ad abbandonare sonorità rock
troppo “fragorose” e di impatto per immergersi nel suono
dark, borderline, influenzato profondamente dagli autori
prediletti elencati.
La sua tecnica abbinata alla ricerca dell’interpretazione
come obbiettivo principale dell’espressione musicale pro-
ducono l’effetto di ispirare Fedriga a produrre questo suo
primo disco che porta il suo nome. Voce intrigante e narrativa, con l’aiuto di un sincopato ritmo jazzato ci mette
poco ad impadronirsi delle nostre anime. Discreti quanto
determinanti sono gli interventi sonori dei suoi numerosi
strumentisti che lo accompagnano in questa avventura.
Sax e clarinetto per Guido Bomabardieri, basso per
Nicola Mazzucconi, chitarra per Lorenzo Melchiorre e
Andrea Lo Furno, percussioni per Matteo Marchese, batteria per Luca Finazzi e infine piano per Francesco Benedetti... davvero tanti per ottenere un sottofondo discreto
e mai invasivo: la voce di Fedriga e le sue storie comandano la scena... solo il sax azzarda qualche assolo.
Dieci brani di durata non esagerata che si ascoltano
tutti d’un fiato, e lasciano una sensazione di benessere finale, la soddisfazione di aver scoperto un autore davvero
degno dei nomi, celebri, a cui si è ispirato per l’esordio
discografico. Un paragone che potrebbe sembrare azzardato, ma non sfigura davvero Fedriga di fronte a un Tom
Waits o chiunque altro; ha trovato una sua dimensione e
uno stile che comunque è tutto suo... si tratta di Roberto
Fedriga, una personalità tutta nuova, tutta da scoprire.
Adesso la palla passa a voi lettori! ❖
GIANRINALDO:
ARRIVEDERCI FOLKAOS
di Loris Böhm
D
overosa segnalazione per questo prezioso doppio
CD prodotto dalla piemontese Rox Records a commemorare la chiusura del Club Folkaos... con una
lunga sequenza di gruppi e artisti che hanno animato le
serate di questo conosciutissimo locale milanese, tempio delle danze in Lombardia. Per tutti coloro che erano
frequentatori abituali di questo locale (e anche per gli
appassionati di bal folk, un documento essenziale in cui
possiamo ascoltare musicisti davvero particolari, la maggior parte dei quali totalmente priva di produzioni discografiche, o comunque assai difficile da reperire... il che
rende questo prodotto altamente consigliato ai collezionisti di CD. (http://www.roxrecords.it) ❖
34/2014
35
35
Recensioni
RASKAS:
LA MACHA NIERA
di Fulvio Porro
E
alla fine ce l’abbiamo fatta! Vale
per me, che avevo promesso queste righe ai ragazzi ormai da tempo
(e me ne scuso pubblicamente), ma
soprattutto vale per loro, i Raskas, che
dopo anni di doverosa e onorata gavetta
(più o meno equamente suddivisa tra
sala prove, live, un po’ di conservatorio, soprattutto targato Sergio Berardo),
un paio di “esperimenti demo-live”
(senza alcuna particolare pretesa, ne
promozionale ne commerciale), hanno
finalmente tagliato il traguardo del loro
primo album, una pregevole autoproduzione che non mancherà certo di suscitare interesse, sia per le orecchie del
semplice fruitore di note musicali come
per i piedi dei ballerini.
“La Macha Niera”, questo il titolo
dell’album della giovane formazione
cuneese, trae origine dall’omonimo
brano, il primo interamente scritto, musicato e arrangiato dal gruppo, e che in
lingua occitana significa letteralmente
la macchia nera; una bonaria “presa
in giro” di chi si impegna nella ricerca
della perfezione (musicale) e del successo, perdendo però di vista la reale
dimensione della propria carriera, il
rapporto con le persone e con proprio
territorio.
L’album è un coinvolgente melange
di nove tracce (forse ce ne poteva stare
qualcuna in più ... ) che spaziano dai
circoli circassi alle polke, dai rigoudon
alle scottish, con sonorità (sempre in
giusto equilibrio tra ritmo incalzante e
morbidi fraseggi acustici) che si rincorrono e si intrecciano, mescolando
tradizione, folk-rock, qualche pizzico di
raggae; poco più di mezz’ora di ascolto
che fugge via piacevolmente, sempre
con la curiosità di passare al brano
successivo. E alla fine, ripartire con un
nuovo ascolto!
3636
34/2014
Artefice primo del lavoro è Francesco
Olivero, autore di tutte le musiche (con
la sola eccezione della scottish), ben
supportato dai testi di Martino e Piero
Adamo (oltre che propri), e con gli arrangiamenti pensati, provati, modificati
e riarrangiati dall’intero gruppo.
Le registrazioni, il mixaggio e l’editing
(e quant’altro ... come si legge sul retro della cover), sono state curate da
Maurizio Prudenzano, DJ e fonico di
provata esperienza e amico da sempre
della band, di cui conosce pregi, virtù,
difetti e soprattutto piaceri e necessità
tecniche.
L’album si apre con una suite di circoli, Floc, gentilmente concesso da
Sergio Berardo (leader dei Lou Dalfin) e riarrangiato dal gruppo, e Festo,
scritto da Francesco Olivero (allievo di
Berardo e membro anche de La Chardouso), dove gli organetti di Sylvain
Jenesseaux e dello stesso Francesco
si rincorrono armonicamente ben sostenuti dalla ritmica dei gemelli Piero
e Martino Adamo (rispettivamente
chitarra elettrica e basso) e di Daniele
Danzi (batteria) per raccontare dell’incontro tra due ragazzi sotto le stelle,
mentre si sente in lontananza il rumore
e la musica di una festa.
La seconda traccia è un pezzo importante per il suo contenuto storico
e nasce come colonna sonora del
film di Vittorio Dabbene “Un giorno
d’inverno”, uno struggente racconto
dell’eccidio nazifascista a Valgrana vissuto attraverso le paure di una famiglia
di contadini.
“La fin dal mond” non poteva che
nascere il giorno della fine del mondo,
secondo i Maja; un gioco tra l’apoca-
lisse e la riscoperta dalle cose semplici
e piccole, quelle che vediamo ogni
giorno, ma solo di rado riusciamo veramente ad apprezzare.
Il quarto brano è festa di ghironda,
con incursioni elettriche a sei corde (su
un pezzo di Dominque Forges, direttore musicale della Compagnie Bérot e
dell’Ensemble de Musique Traditionelle
de Nevers) fortemente riarrangiato dal
gruppo ma che non perde assolutamente il sempre piacevole ascolto della
“vioulo”.
Barcelouno, brano decisamente più
morbido e dalla ritmica raggae, traccia
un velocissimo sunto dell’articolata vita
dello scrittore Hernest Hemingway; e
per rimanere in tema di grandi penne
d’oltreoceano, l’album si avvia alla sua
chiusura con “Touristas de bel”, libera
e mal fatta traduzione (per stessa ammissione del gruppo) di “Easy Rider”,
una storia “On the Road”, alla Jack Kerouac giusto per intenderci, di due giovani, stanchi della piccola provincia e
della valle troppo stretta, alla conquista
del mondo.
La settima traccia è indubbiamente
un brano “spiritoso” ricordando,
nell’hastag del titolo, il noto aperitivo
marsigliese, e come tale non poteva
che essere uno strumentale: con un
po’ di buon pastis in corpo dover anche
cantare potrebbe risultare non così immediato! O forse no ...
L’album si chiude con “Cafè des epices”, uno strumentale ottimamente
supportato dalla chitarra classica di
Paola Bernardi (un piacevole seppur
fugace “ritorno”), che vuole rievocare
le oniriche atmosfere dei bistrot parigini, e che alla fine lascia un po’ con
l’amaro in bocca ... ma solamente perché la traccia numero dieci (e magari la
undici e la dodici ...) sono rimandate al
prossimo lavoro. Prossimo lavoro che
potrebbe essere migliorato nella grafica
(il nero diffuso mal si adatta all’allegria
delle musiche, ma avrà pure una sua
recondita ragione ...), e corredato da un
piccolo booklet esplicativo dell’album
stesso (ma si sa, la finanza è sempre
molto, troppo tiranna!) E quindi, buon
proseguimento di lavoro e arrivederci al
prossimo live! ❖
Argomenti
REDI HASA E MARIA MAZZOTTA:
URA
Comunicato Stampa
U
n autunno ricco di soddisfazioni e successi per lo straordinario duo formato da Redi
Hasa (violoncello) e Maria Mazzotta
(voce).
Il loro URA, disco prodotto da
Finisterre con la collaborazione
di Puglia Sounds, è entrato nella
prestigiosa classifica internazionale “World Music Chart Europe”
ed è fra i candidati a ricevere l’insigne premio della World Music
“Preis der deutschen Schallplattenkritik” in Germania. Dopo la
presentazione ufficiale del pro-
getto alla 17a Fiera Mediterannea
di Manresa in Spagna e al Medimex di Bari, Redi Hasa & Maria
Mazzotta saranno i protagonisti
di un concerto in diretta per RAI
Radiotre in occasione della Fiera
della Piccola eMmedia Editoria, il
6 dicembre 2014.
Il progetto discografico d’esordio di uno straordinario duo che
vede la formidabile voce della salentina Maria Mazzotta, solista tra
l’altro dell’ensemble Canzoniere
Grecanico Salentino, intrecciarsi
abilmente con le corde del vio-
loncello albanese di Redi Hasa,
solista dell’ensemble di Ludovico
Einaudi e del gruppo pugliese
Bandadriatica.
Il progetto, dal significativo titolo
di “Ura” (ponte in albanese, adesso
in salentino) porta alla luce i legami
possibili tra i repertori che navigano
attraverso l’Adriatico unendo i Balcani e i Carpazi con le regioni del
Sud dell’Italia.
La voce di Maria Mazzotta si
muove leggera e ricca di mille sfumature tra le lingue musicali delle
due sponde mentre le note di Redi
34/2014
37
37
Hasa propongono, ogni volta, una e
mille soluzioni possibili alle melodie
tradizionali.
Il primo brano, originale, ci introduce a questo universo sonoro con
sfumature “Del cielo e della terra”,
come recita il titolo. “Maria” è invece cantata in griko, la lingua delle
antiche comunità grecaniche della
Puglia e ci porta facilmente alla
melodia montenegrina di “Sladjano
Moje”.
Ma è in “Ederlezi” che il duo raggiunge uno dei suoi apici artistici.
Questo brano della tradizione rom,
eseguito da numerosi artisti internazionali, è qui interpretato nella
sua forma più pura. Il vibrato della
voce di Maria e le armonie di Redi
ci portano direttamente nel pieno
di una carovana e nelle sue magie
notturne.
DI questo brano è stato realizzato
il primo video promozionale del
progetto disponibile sul canale youtube di Finisterre.
“Ohri” è una composizione originale per violoncello solo e dalle sue
note discende il ritmo che ci conduce in Tracia per “Tou Margoudi”,
BLAIR DUNLOP
Argomenti
brano tradizionale tra i più importanti di quella regione-ponte.
Si torna in Italia per “Cicerenella”, popolarissima tarantella del
Settecento che Maria riesce a trasformare in un gioco vocale molto
efficace che rende il brano una
piece di commedia dell’arte contemporanea.
Ritmo di danza frenetica e voce
tra le corde nel “Krivo horo” della
tradizione bulgara. Un intreccio
complesso reso semplice dalla perfetta armonia delle parti. Il canto
tradizionale albanese “Kno mi
qyqe” e il celebre scioglilingua rumeno “Dumbala dumba” completano questo progetto discografico
che getta un ponte tra mondi musicali lontani ma incredibilmente
vicini. ❖
Il progetto discografico
Grazie a Maria Mazzotta e a Redi
Hasa, ci si trova subito catapultati
nei densi e vivaci aromi dei Balcani.
Della maestria vocale e strumentale si resta sbalorditi, c’è unione
perfetta e grande naturalezza nell’esecuzione di brani melodicamente e
ritmicamente molto impegnativi.
Preziose sfumature armonich insieme a un piglio improvvisativo che
trasmette un senso di freschezza
che si rinnova ad ogni istante.
Ludovico Einaudi
“Abbiamo sfidato le freddi notti
d’inverno con tempi dispari, strofe
in rima, il vibrato del canto. Così,
nota dopo nota, l’anima si è liberata
giocando svelata tra le corde della
voce e del violoncello. Abbiamo poi
cercato e mescolato la musica e le
lingue. Dalle pianure del Sud Italia
ai Balcani, fino ai Carpazi. Sembrava una sfida solitaria, un gioco
di virtuosismo e invece con quelle
melodie e quei ritmi abbiamo costruito un ponte - ura in albanese e vogliamo attraversarlo insieme a
voi, ora - ura in salentino”.
Maria e Redi
FINISTERRE srl
Mobile 338/6263549
E-mail: [email protected]
www.finisterre.it
Acoustic music & beyond (oltre i confini del folk)
Vincitore dell’HORIZON AWARD per BBC Radio 2
in esclusiva per GEOMUSIC
Comunicato Stampa
L
a scena inglese si arricchisce di un nuovo volto: BLAIR
DUNLOP. Nonostante la giovane età (Blair ha appena superato i vent’anni) egli ha già
compiuto passi importanti, sia in
campo musicale che in quello cinematografico.
Dunlop è figlio del musicista
Ashley Hutchings, fondatore di
Fairport Convention, SteeleySpan,
Albion Band e Rainbow Chasers.
Ha debuttato sul grande schermo,
3838
34/2014
con un accento americano, nel
film di Tim Burton La fabbrica di
cioccolato, nelle vesti del giovane
Willy Wonka(che diventato grande
assumerà le sembianze di Johnny
Depp). E’ apparso in due episodi
dello show inglese Rocket Man, basato su un ingegnere ferroviario del
diciannovesimo secolo, nella parte
di Caleb McNully.
Ora è un apprezzato chitarrista,
cantante e attore: nell’autunno del
2010 è stato in tour nella nuova
produzione di Lark Rise ed ha partecipato ad importanti festival come
Big Session, Towersey e Cropredy,
riscuotendo unanimi consensi sia
dalla critica e dal pubblico. Ne sono
conseguiti un gran numero di concerti, sia in solo che con una propria band e partecipazioni ad altri
importanti eventi internazionali, con
fama rapidamente in crescita. ❖
www.geomusic.it [email protected]
GEOMUSIC – Il suono della terra
Argomenti
“...da quando Lennon ululava Mother non
ci sono più state canzoni
così nude e dense. Cinque stelle!”
(UncutMagazine)
MARY GAUTHIER
Comunicato Stampa
M
ary Gauthier si è imposta prepotentemente negli ultimi
quindici anni sulla scena del
country alternativo e, più in generale,
della musica acustica americana. La
sua eccezionale sensibilità creativa e la
voce calda e precisa la pongono su un
livello di eccellenza assoluta e per lei si
sono spesi, a buon diritto, paragoni e
accostamenti altisonanti: Townes Van
Zandt, Steve Earle, Lucinda Williams,
John Prine. Mary fu abbandonata appena nata dalla madre a New Orleans,
e visse il primo anno di vita in un orfanotrofio. Adottata da una coppia di Baton Rouge, a quindici anni ruba la loro
macchina e scappa verso nord. È l’inizio di una spirale di perdizione in cui
precipita: abuso di droghe, alcolismo,
galera. Riesce a iscriversi all’università
in Louisiana grazie all’aiuto dello stato,
ma anche questa esperienza sfocia
in un insuccesso. Dopo aver frequentato una scuola di cucina, apre a Boston un ristorante di specialità cajun,
il Dixie Kitchen. Le cose incominciano
a girare per il verso giusto, gli affari
vanno bene, ha smesso di bere, e sta
tornando fuori quella vecchia passione
adolescenziale per la musica, suonare
la chitarra, cantare e scrivere canzoni.
Incomincia a esibirsi nei locali di Boston e, nel 1997, a trentacinque anni,
pubblica il suo primo disco, Dixie
Kitchen. Il successo giunge immediato quanto inaspettato: Mary ottiene
una nomination come “miglior nuovo
artista folkcontemporaneo” ai Boston
Music Awards, e parte in tournée per
tutti gli USA con la Nashville SongwriterAssociation. Al ritorno vende il ristorante per poter finanziare il secondo
capitolo, Drag queens in Limousine,
che esce nel ‘99. Il disco ottiene quat-
tro stelle dalla rivista
Rolling Stone, e Mary
diventa una presenza
fissa in tutti i folk festival più importanti.
Latitletrack vince agli
Indipendent Music
Awards il titolo di “miglior canzone folk”. Il
terzo CD, Filth&Fire,
è prodotto nel 2002
da GurfMorlix (mitico
produttore di Lucinda
Williams), ed è nominato “miglior disco indipendente dell’anno”
dal New York Times.
Ancora prodotto da
Morlix, nel 2005
viene pubblicatoMercynow, prima uscita di Mary per una
major. Il disco è inserito tra i migliori
dieci dell’anno da numerosi giornali
(tra cui Billboard e Chicago Tribune);
Mary è nominata artista emergente
dell’anno dalla American Music Association e Bob Dylan trasmette le sue
canzoni nel suo programma radiofonico. Between Daylight and Dark
(2007) è prodotto da Joe Henry (già
produttore di Solomon Burke, Bruce
Cockburn, LoudonWainwright III, Elvis Costello). Il New York Daily News
incorona Mary erede di Johnny Cash,
il Boston Globe la paragona, per la particolare associazione di durezza e vulnerabilità, a Bruce Springsteen. Con
The Foundling (2010), arriva l’attesa
chiusura di un cerchio. Mary è finalmente tranquilla, soddisfatta, in pace
con se stessa e pronta ad affrontare i
nodi emotivi legati alla sua infanzia, e
lo fa con unconcept tutto dedicato alla
sua storia di neonata abbandonata.
L’album è magistralmente prodotto da
Michael Timmins (Cowboy Junkies), e
vede la partecipazione di sua sorella
Margo (voce dei CJ) e del grande Garth
Hudson della Band, oltre a una canzone di cui è coautoreDarrell Scott.
Nel 2014 Mary Gauthier firma un
altro album meraviglioso, Trouble and
Love. Un viaggio interiore sospeso tra
folk, poesia e anima che porterà in tour
in Italia accompagnata dal violinista
Michele Gazich e dal songwriter irlandese Ben Glover. ❖
Discografia
- Dixie Kitchen, 1997
- Drag Queens in Limousines, 1999
- Filth & Fire, 2002
- Mercy Now, 2005
- Between Daylight And Dark, 2007
- Genesis (The Early Years), 2008 (compilation)
- The Foundling (2010)
- The Foundling Alone (2011)
- Live at Blue Rock (2012)
- Trouble and Love (2014)
34/2014
39
39
Recensioni
ORCHESTRA BOTTONI
LIVE
di Loris Böhm
L
oro sono: Antonella Costanzo:
voce, percussioni Alessandro
D’alessandro: organetto solista,
coord. artistico ed esecutivo Elisa
Di Bello, Gianfranco Onairda, Silvia
Di Bello, Giuseppe Di Bello, Francesca Villani, Matteo Mattoni: organetti Giacomo Nardone: organetto
basso (bassoon) Mario Mazzenga:
basso elettrico, contrabbasso Raffaele Di Fenza: batteria percussiva.
Sono romani, una allegra banda di
organetti, con l’aggiunta di percussioni e basso elettrico.
In questo disco autoprodotto percorrono una carrellata di classici
tradizionali di altri autori con personalizzazione eseguita con gusto
e buona capacità interpretativa.
Peccato che l’album in oggetto
non dispone di un libretto con delle
note sull’orchestra, che sarebbe
stato davvero utile all’ascoltatore,
ma Marc Perrone, Riccardo Tesi e
l’ospite Dan Moretti sono ben celebrati.
Attendiamo gli sviluppi sul prossimo disco, quello della maturità...
intanto procuriamoci questo disco
contattando Alessandro via mail:
[email protected] oppure sul
cell. 347.8945041. ❖
Sabato 29 novembre 2014, ore 21 – Monastero di S. Chiara, via Lagustena, Genova
Giovedì 4 dicembre 2014, ore 21 – Oratorio S. Antonio Abate, Mele (Ge)
Domenica 14 dicembre 2014, ore 16 – Museo di Sant’Agostino, Piazza Sarzano, Genova
Venerdì 19 dicembre 2014, ore 21 – Oratorio S. Antonio Abate, Mele (Ge)
Ingresso libero a tutti gli eventi
4040
34/2014
Interviste
NANDO BRUSCO
LA VOCE DEL TAMBURO
di Pietro Mendolia*
I
o dico che i tamburi sono vivi
e di notte, quando restano soli,
parlano dei fatti loro: “Tamburello bello come va’?” “A tempo
di tarantella, e lei?” “Io? Da un
po’ di tempo ho come.. un cerchio
alla testa!”
Così quando gli esseri umani li
prendono in mano, se ne sanno
accarezzare le pelli e, sapientemente, percuotere le superfici, i
tamburi iniziano a parlare e a cantare e raccontano di tutte le storie
e le genti che hanno vissuto e incontrato nelle loro movimentate
“vite a sonagli”.
Nando Brusco è uno che coi
tamburi ci parla. Io l’ho conosciuto
a una festa di musica popolare,
alcuni anni fa, quando, assieme
a due suoi amici (Biagio Accardi
e Oreste Forestieri), davano vita
al progetto Nagrù, col proposito di
arricchire l’elemento identitario
musicale calabrese. Questo trio mi
piacque per la forte personalità dei
suoi componenti e per la passione
e la fierezza con la quale soleva
raccontare, in musica, la propria
terra d’origine: la Calabria. Così
ritrovarmi di fronte Nando, questa
estate, tutto solo, all’ennesima festa
dell’amicizia popolare mi ha un po’
sorpreso. Gli ho chiesto di raccontarmi del suo percorso musicale.
N.: Sono nato a Paola (CS) nel ‘78
e cresciuto all’interno di un contesto
culturale popolare rappresentato, in
ambito familiare, da mia nonna. Musicalmente mi sono formato nel panorama del folk e interessato anche
di poesia dialettale. Da autodidatta
mi sono avvicinato all’uso della chitarra, dell’organetto e della zampogna ma sin da piccolo manifestavo
una spiccata propensione al ballo
tradizionale: la tarantella. L’aspetto
34/2014
41
41
Interviste
4242
34/2014
Interviste
ritmico ad essa connessa mi portò
a collaborare, sul finire degli anni
’90, con molteplici formazioni di
musica popolare/tradizionali proprio come ballerino.
P.: Quando l’incontro col tamburo?
N.: Da questa esperienza capii di
essere profondamente legato all’aspetto del ritmo e allo strumento
che, nella musica popolare, lo genera: il tamburello, appunto. Così,
nel 2003 iniziai un vero e proprio
percorso esistenziale e di studi
sullo strumento.
Incontrai i più grandi maestri
(Massimo Laguardia, Alfio Antico,
Paolo Cimmino, Davide Conte, Andrea Piccioni, Leon Pantarei e altri)
e conobbi da vicino le varie tecniche tradizionali del sud Italia.
P.: Il progetto Nagrù?
N.: Parallelamente, il percorso
universitario, mi permise di compiere una ricerca storico-antropo-
logica che mi condusse, in qualche
modo, ai progetti artistici ai quali
successivamente presi parte.
La laurea con una tesi sulla danza
tradizionale in Calabria mi spinse a
tenere seminari, laboratori e relazioni sull’argomento così, nel 2007,
per continuare un mio personale
percorso di ricerca, fondai, insieme
a Biagio e a Oreste, il trio NAGRU’.
Nagrù, che sta per “Nessuna Alterazione Genetica Riscontrata Unicamentepopolare”, nacque dal desiderio di continuare a ricercare,
apprendere e trasmettere elementi
di una cultura antica, alla quale
sentivamo di appartenere.
Nagrù sviluppò il proprio lavoro
affiancando alla ricerca sul campo
- nella quale si incontravano canti e
suonate tradizionali - le singole capacità artistiche, sviluppate da noi
tre, nelle nostre precedenti esperienze musicali. Realizzammo anche un disco.
P.: Successivamente la decisione di
proseguire da solo..
N.: Nel 2010 dopo aver tenuto
numerosi concerti nei maggiori
festival di musica etnica e popolare, sentii il bisogno di lavorare
a un progetto individuale: uno
spettacolo da Cantastorie (L’Amuri
di Calabria) con il quale realizzai
oltre 70 repliche partecipando a
34/2014
43
43
numerosi Festival e Rassegne d’Italia. Ricordo con piacere il ”Festival dei Menestrelli” a Dipignano,
”Terravecchia in Folk” a Pietramontecorvino, “Mojoca Festival”
a Mojo della Civitella, o anche “La
Valle delle Storie” a Vallefiorita.
Continuai, peraltro, a collaborare
nel campo della musica popolare
e in diversi progetti discografici:
Taranta Muffin, Suonatori Libertari
Calabresi, Cantori Calabri…
P.: Il teatro che importanza ha avuto
nel tuo percorso musicale?
N.: Il teatro è stato e rimane il
luogo ideale dove raccontare le
mie storie. Ho avviato, negli anni,
delle collaborazioni teatrali che
mi hanno portano a partecipare ad
alcuni spettacoli: “Visita Guidata
Teatrale GALEAZZO DI TARSIA” (Regia P.Scialis), ”Vibrazioni d’Acqua”
(Regia V. Gallo), “Gramsci Antonio,
detenuto” (Regia F. Maraghini).
Successivamente, nel 2012 presi
parte al progetto musicale EtnoJazz
4444
34/2014
Interviste
NA’IM con il quale realizzai il disco “DELICATO” e partecipai ad
alcuni festival Jazz: “Jazzset” di
Acquaviva delle Fonti, “Jonio Jazz
Festival” a Faggiano, “Jazz Loci” a
Lametia Terme.
P.: Stai girando la penisola con
“Tamburo è Voce… Battiti di un Cantastorie”. Raccontaci com’è nato il
progetto e in cosa si caratterizza.
N.: Quest’ultimo progetto è nato
nel 2012; oltre a partecipare a “Popolo ‘e Tammurriata” a Salerno, al
“Festival Artisti del Mediterraneo”
di Gasperina, alla “Rassegna Teatrale Vernaculandu” di Montepaone,
al “Festival dell’Oralità Popolare” di
Torino, l’ho portato in numerosi altri
luoghi (Circoli Arci, etc..) con crescente soddisfazione. Con lo spettacolo “TAMBURO è VOCE… Battiti
di un Cantastorie”, mi confronto con
l’immenso patrimonio di memoria
orale del sud Italia e ne restituisco
alcuni esempi da me appresi o ricercati.
Lo faccio attraverso le suggestioni
ritmiche e sonore espresse dai miei
tamburi, strumenti che sono ventre
materno, forza generante, evocazioni di storie e leggende del mediterraneo.
Una sorta di viaggio tra mito e realtà caratterizzato dalla narrazione
affascinante e suggestiva di storie
e leggende del mediterraneo, ma
anche dalla potenza espressiva dei
tamburi a cornice.
Lascio Nando al suo viaggio che
lo porterà, questo ottobre, al 3°
Festival Internazionale di Narrazione “Storie in Tasca” di Besozzo,
al Circolo Arci “1° Maggio” di Lodi
Vecchio, al Teatro “Nebiolo” di Tavazzano.
Mentre ci salutiamo getto uno
sguardo alla sacca dei tamburi. Le
pelli disegnano immagini che… ho
come l’impressione… mi stiano
sorridendo.
Ma, ovviamente, è solo un’impressione…. ❖
* Pietro Mendolia è autore e compositore del
gruppo di nuova musica etnica siciliana Malanova.
Cronaca
AL WOMEX 2014, IN SPAGNA
LA RICCA CULTURA E TRADIZIONE
DELLA MUSICA MALESE
Comunicato Stampa
I
l World Music Expo (WOMEX) è
la fiera internazionale per tutta
la musica e gli operatori che
lavorano nel mondo. Quest’anno
due dei principali artisti tradizionali
della Malesia: ‘Madeeh’ e ‘Geng
Wak Long’ sono stati selezionati
per rappresentare la Malesia nella
prestigiosa vetrina di quest’anno
dal 22-26 ottobre 2014 in Galizia,
Spagna.
Galizia, Spagna 21 Ottobre 2014
- Quest’anno per la prima volta in
assoluto, non solo uno, ma due
artisti dalla Malaysia sono stati selezionati per suonare al WOMEX
2014. Questi due artisti spettacolari dal Sarawak, Malesia: ‘Madeeh’ e ‘Geng Wak Long’ di Kelantan, uniranno un ricco programma
di musica tradizionale con la bella
cultura e il patrimonio della Malesia. Nel circuito della world music
internazionale, ‘Madeeh’ e ‘Geng
Wak Long’ sono stati selezionati
dalla giuria internazionale WOMEX
al ‘Borneo World Music Expo’ e ‘Penang Island Jazz Festival’, rispettivamente. Il processo di selezione
è stato effettuato da una giuria di
membri stimati della comunità
musicale mondiale, con il massimo rigore per mettere insieme il
programma per ogni World Music
Expo.
WOMEX 2014 è l’Expo internazionale che riunisce ogni anno le
attività della world music attraverso
tutte le frontiere per interagire su
una piattaforma globale. Organizzare 60 eventi con più di 300 artisti
provenienti da 25 diversi Paesi è
possibile solo per una manifestazione di musica unica nel suo ge-
L’artista malese Madeeh, invitato al Womex 2014
nere. In ogni anno per celebrare le
diversità e l’unità della world music, WOMEX si svolge in differenti
località in Europa che danno a ciascun paese la possibilità di ospitare
e mostrare i talenti provenienti da
tutto il mondo. Quest’anno il WOMEX 2014 si è tenuto a Santiago
de Compostela, Galizia, Spagna da
Mercoledì 22 a Domenica 26 ottobre 2014.
Ben Mandelson, Direttore Fondatore del WOMEX e leggenda nel settore come un intenditore di World
Music, dice: “WOMEX è stato creato con l’intento di riunire tutti
gli appassionati di questo settore
internazionale. Si tratta di uno
dei siti più grandi e migliori per
scoprire la musica e connettersi
con le persone su scala globale e
penso che la Malesia è stata una
grande aggiunta al nostro expo”.
Quest’anno la delegazione malese è guidato da Malaysia Grandi
Eventi (MME) una divisione della
Convenzione Malaysia and Exhibition Bureau (MyCEB), un’agenzia
del Ministero del Turismo e della
Cultura (MoTAC). MME ha frequentato WOMEX per gli ultimi 2
anni con il solo scopo di comunicare al mondo la diversità unica e
il fascino malese coltivato in tutto il
mondo della musica e del jazz internazionale. Incaricato nell’ambito
del programma di trasformazione
economica del Primo ministro
(ETP) la missione dell’agenzia è
quello di mettere la Malaysia sulla
mappa del mondo come sede di
scelta per i grandi eventi. MME è
stato fondamentale per l’identificazione, il sostegno e la realizzazione
de marketing di eventi a livello internazionale, lo stile di vita e gli
34/2014
45
45
Cronaca
L’altro ensemble malese invitato al Womex 2014: Geng Wak Long
eventi di intrattenimento che saranno ospitati in Malesia.
Tony Nagamaiah, Direttore Generale di Malaysia Grandi Eventi dice:
“Vedo la world music come un
mezzo che trascende il linguaggio e la cultura. La Malesia offre
una prospettiva unica in questo
aspetto, celebriamo tutte le razze
e le tradizioni in ambienti veramente spettacolari. La Malesia è
un luogo di classe mondiale per
le persone e quello che stiamo facendo al WOMEX di quest’anno è
creare l’occasione per gli organizzatori di festival musicali e musicisti di tutto il mondo di collaborare e mostrare la Malesia su un
palcoscenico internazionale”.
I nostri artisti presenti al WOMEX
possono dare alla Malesia incredibili opportunità per promuovere
non solo i nostri artisti locali, ma
4646
34/2014
per mostrare realmente alla comunità musicale internazionale i diversi talenti e la ricca cultura che
la Malesia ha da offrire in termini
di linguaggio, le arti e il patrimonio.
La Malesia non è solo nota a livello
internazionale come una nazione
in rapida crescita di imprese avanzate, commercio moderno e talento
musicale, ma anche come il palcoscenico ideale per organizzare vivaci festival di livello mondiale “coltivati in casa”, conditi con i paesaggi mozzafiato naturali e un ricco
patrimonio multiculturale in cui gli
artisti e le persone provenienti da
tutto il mondo possono imparare,
apprezzare e fare musica.
Il 2015 sarà l’anno dei festival in
Malesia, l’anno promette una serie
di eventi per celebrare diversi festival. La fama internazionale del Rainforest World Music Festival a Ku-
ching, a Sarawak, acclamato come
uno dei “25 Top World Music Festival” per gli ultimi 5 anni da Songlines, una nota rivista di world music.
Il festival attira circa 25.000 visitatori
per una fusione di radici tradizionali
del mondo. Durante tutto l’anno ci
sono una varietà di eventi come il
‘Penang World Music Festival’ e ‘Penang Island Jazz Festival’, che attira
circa 10.000 visitatori e dispone di
100 artisti provenienti da 25 paesi.
Turisti e appassionati di musica di
tutto il mondo sono accolti per celebrare questi eventi incredibili di
musica così come molti altri festival
meravigliosi e le nostre attività in
tutto l’anno.
La delegazione malese del WOMEX comprende ‘Turismo Penang’,
la ‘Sarawak Tourism Board’, ‘JL
Productions “, e ‘The Connection
Capricorn’.
Cronaca
Circa l’Expo World Music
(WOMEX)
WOMEX è una piattaforma internazionale di networking per
l’industria musicale mondiale.
L’evento annuale di cinque giorni
comprende una fiera vivace del
commercio, Showcase Festival,
Conferenze, e programmi cinematografici, nonché cerimonie di premiazione.
Diciannove edizioni WOMEX
hanno affermato il valore della rete
oltre i confini, siano essi musicali,
politico, culturali o commerciali.
Dal 1994 WOMEX ha viaggiato in
tutta Europa da Berlino (1994), via
Bruxelles (1995), Marsiglia (1997),
Stoccolma (1998), Berlino (1999
+ 2000), Rotterdam (2001), Essen
(2002 + 2004), Newcastle (2005),
Sevilla (2003 + 2006-2008), Copenaghen (2009-2011), a Salonicco
(2012) a Cardiff (2013). Questa
ventesima edizione del WOMEX si
è tenuta a Santiago de Compostela,
Galizia, Spagna, da Mercoledì 22 a
Domenica 26 ottobre 2014.
Per ulteriori informazioni, visitare
il sito www.womex.com
Chi è Malaysia Grandi Eventi
Malaysia Grandi Eventi (MME) è
una divisione di Convention & Exhibition Bureau Malesia (MyCEB),
un’agenzia del Ministero del Turismo e della Cultura, Malaysia (MoTAC). MME è stato istituito nell’ambito del programma di trasformazione economica del governo (ETP)
per identificare, promuovere, facilitare e supportare eventi internazionali vitali per la scena in Malesia. Con il suo obiettivo principale
di migliorare la crescita economica
della Malesia e il suo profilo, MME
ha anche il compito di individuare e
sostenere le offerte di eventi impor-
tanti per lo sport, le arti, i stili di vita
e gli eventi di intrattenimento e di
fornire assistenza ad eventi di produzione propria e locale al fine di
rafforzare ulteriormente l’interesse
estero sulla Malesia di come luogo
di scelta per i grandi eventi della regione. MME agisce anche come un
condotto tra il settore pubblico e il
privato nel garantire processi senza
soluzione di continuità si ottenuti
attraverso rapporti sinergici con gli
“stakeholder” di diversi eventi di
successo in scena in Malesia. ❖
Per ulteriori informazioni, si prega di visitare il
sito www.mymajorevents.com.my e seguire su
www.facebook.com/MyCEB, TwitterMyMajorEvents emymajorevents Instagram.
Stampa e Media Contact:
Kaylee Kuah
Responsabile Relazioni Pubbliche presso Globale
Creative Media Agency (GCMA)
E-mail: [email protected]
Tel: +603 6272 8818 / Hp: +60 122 055 333
34/2014
47
47
Cronaca
RAINFOREST WORLD MUSIC FESTIVAL:
IL MITICO FESTIVAL DI SARAWAK!
Comunicato Stampa
Vedan Kolod - Russia
L
o scorso giugno, la città di Kuching risuonava ancora una
volta con i suoni estasianti del
Sape. Sì! il Rainforest World Music
Festival è stato di nuovo qui e non
sarebbe lo stesso festival senza il
Sape, il liuto a forma di barca che
è diventato il simbolo del Rainforest World Music Festival. Gli strumenti tradizionali, apprezzati dalla
comunità Bisayah che provengono
dal nord del Sarawak sono stati
apprezzati dal pubblico. A comple-
4848
34/2014
mento abbiamo ascoltato vecchie
melodie popolari delle diverse comunità indigene del Sarawak che
sono state improvvisate con un
timbro contemporaneo su di esso,
ma senza perdere la mistica e la
semplice bellezza del modo di vita
nel Borneo. Passando dalla Borneo
mistica alle regioni Nord-orientali e
meridionali della penisola Malese,
abbiamo sperimentato una visione
artigianale meravigliosa per le tradizioni musicali di quella regione,
come il ‘gioco di ombre’ e ‘Zapin’
uno stile di danza specifica accompagnata dal Gambus, oud, violino e
percussioni tradizionali.
Da qui ci siamo spostati verso una
premiata banda della vicina Singapore, con la musica tradizionale cinese presa da diverse regioni della
Cina, stratificata con il patrimonio
culturale misto di Singapore e colorata con tocchi contemporanei.
Poi c’è la musica del popolo Minangkabau di Sumatra, con la sua
Cronaca
Prem Joshua & Band - India
musica mistica Highland con l’influenza della religione islamica e le
tendenze più contemporanee delle
regioni costiere.
Tutto questo si sente accanto
alla musica di tutto il mondo. - Un
knock out da brivido le band del
Mali / Burkina Faso. Ci sono state
anche nuove dimensioni della musica meditativa, piene di mistica.
Dal Giappone, min’yo¯, la musica
popolare tradizionale che riflette
la vita di tutti i giorni - i canti di lavoro, i canti religiosi, le canzoni per
bambini, le canzoni della nascita,
morte, matrimonio. Dalla Nuova
Zelanda, possiamo ascoltare la Taonga pu¯oro, gli strumenti tradizionali del popolo Maori che portano
echi della Madre Terra e le storie
degli antenati. Misteriose melodie
popolari ucraine, le voci delle streghe, le avvincenti percussioni e un
mix selvaggio di vecchio e nuovo
sounds, la primitiva Musica Jagwa
con le sue storie di sopravvivenza
urbana, disgrazie della vita quotidiana e voodoo. Dalla Spagna, la
musica del txalarparta con testi in
misteriosa lingua basca, le bellissime voci e percussioni provenienti
dalla Francia. Poi ci sono canti,
danze, riti e tamburi della regione
del Kerala nel sud dell’India cantate in un dialetto di un passato arcaico.
Per gli appassionati di old-time
music e le radici della danza, era
presente una premiata band di
Prince Edward Island con la musica che è l’aria fresca, il sole sano
espresso da allegre danze. Poi c’è
la musica salsa e un mix di voce
latina, dolce dolce in ottone e ritmi
africani che rendono impossibile
sedersi in quanto portano dal Borneo alle strade di Santiago di Cuba.
Potrai ascoltare i canti tradizionali dell’Inghilterra con la energia
espressa dalle danze solide come
la roccia. I testi sono, nella vera tradizione britannica, spiritosi e senza
pudore. Poi c’è la musica tarantella
dal Sud Italia - avvincente, irresistibile e appassionata e la musica
celtica dal Galles con balli eleganti
e maschere folli.
Un migliaio di armonie apparen-
temente in contrasto ma suonate
all’unisono, un mondo a parte, ma
qui diventa... un mondo insieme ...
una vera avventura nel Borneo!
Ogni anno, migliaia e migliaia di
appassionati di musica viaggiano
da tutto il mondo per questo pellegrinaggio a Sarawak, sull’isola
di Borneo. L’evento ha trovato la
sua casa in Santubong, a 45 minuti di auto da Kuching, capitale
del Sarawak. E’ stato ancora una
volta votato tra i primi 25 festival
internazionali per il 5° anno consecutivo da Songlines, nota rivista di world music. Più vicino a
casa, il festival è stato assegnato il
BrandLaureate Country Branding
Award 2012-2013 dal Asia Pacific
Brands Foundation per il suo impegno nel portare il paese sulla scena
internazionale. Questo evento annuale, giunto al suo 17° anno, è
organizzato dal Sarawak Tourism
Board ed è una celebrazione di tre
giorni di laboratori musicali e ricco
di azione, e spettacoli teatrali. L’evento di quest’anno si è tenuto dal
20 al 22 giugno 2014.
34/2014
49
49
Cronaca
Dizu Plaatjies and Ibuyambo - south Africa
Sotto l’imponente ombra del
Monte Santubong, e nel bel mezzo
di una foresta pluviale vergine ai
margini del Mar Cinese Meridionale, il Rainforest World Music Festival è un festival unico nel suo genere che riunisce sullo stesso palco
musicisti di fama mondiale provenienti da tutti i continenti e musicisti indigeni dagli interni della mitica
isola del Borneo.
Il partenariato e lo spirito tra i produttori di musica e gli amanti della
musica, si celebrano nella culla
della Madre Natura, unica per il paradiso verde dove migliaia di alberi
5050
34/2014
secolari regnano. Una comunione
annuale il cui spirito è senza tempo
come l’ecosistema complesso
che celebra la diversità della vita.
Quest’anno, in concomitanza con
laboratori, ci sono stati spettacoli a
partire dal pomeriggio alle 2 del pomeriggio in fase di teatro, un totale
di 3 fasi durante i giorni di festa. Per
i festivalieri che desiderano interagire con i musicisti e sperimentare
la musica e la danza delle diverse
culture da vicino, i laboratori continueranno allo stesso tempo in varie
‘case’ presso la sede. Le notti sono
animate da concerti di cinque ore
che si svolgono su un palco principale e il più piccolo “Albero Stage”
che prosegue oltre la mezzanotte.
Concerti notturni si svolgono su
un palco costruito in riva al lago,
sotto il cielo aperto e in un ambiente
informale, seduti sui prati d’erba
con danze a estasiare il pulsare del
mondo. La festa culmina poi in una
grande finale, a notte fonda, in cui
tutti gli attori sono invitati a suonare
sul palco come fossero uno.
La line-up di quest’anno è stata
confermata. Sul palco del teatro,
nel pomeriggio, era presente Talago
Buni dall’Indonesia, Horomona
Horo dalla Nuova Zelanda, Ding
Yi Music Company da Singapore,
Stephan Micus dalla Germania,
Lan E Tuyang da Sarawak, e Ryuz
dal Giappone.
Sul palco principale per la prestazione notturna erano presenti Bisaya Gong Orchestra da Sarawak,
Kalakan (Spagna), Son Yambu (UK
/ Cuba), Karinthalakoottam (India),
Tea Party di Barbanera (Inghilterra), Dakha Brakha (Ucraina),
Yayasan Warisan Johore Zapin
(Malesia), Jamie Smith Mabon
(Galles), Canzoniere Grecanico Salentino (Italia), Nading Rhapsody
(Sarawak), Debademba (Burkina
Faso / Costa d’Avorio / Francia),
Geng Wak Long (Malesia), La Cor
De La plana (Francia), Bedok Ensemble (Sarawak), Gordie Mackeeman & his Rhythm Boys (Canada),
e Jagwa Music (Tanzania).
Per la seconda volta consecutiva, si è svolto il Borneo World
Music Expo (BWME), un evento
che nel suo anno inaugurale aveva
mostrato il potenziale di alcune
delle band in mostra per essere
portate in tour in Europa e negli
Stati Uniti. Questo evento ha riunito i professionisti della scena
musicale internazionale, che sono
confluiti in Sarawak poco prima
del festival per condividere idee.
Questa manifestazione di musica
è stata integrata da una fiera, vetrine musicali, conferenze, mostre
e sessioni di networking che hanno
promosso la cultura e la musica.
E’ stato progettato specificamente
per esporre i musicisti asiatici ed
etnici sulla scena musicale internazionale. L’evento si è tenuto dal
16 al 18 giugno.
Sarawak La Terra delle Avventure
Sarawak è un luogo di storia, mistero, romanticismo e di avventure
esotiche, la terra dei favolosi Rajah
bianco, il Hornbills e il tango Orang.
La sua foresta pluviale ospita il
più ricco e vario ecosistema del
Cronaca
mondo. L’antica foresta vergine è
anche sede di 27 gruppi etnici con
una propria distinta lingua, cultura
e stile di vita. Le loro antiche culture possono essere diverse ma
hanno una cosa in comune, il loro
calore e l’ospitalità.
Arrivati a Sarawak e fate un passo
nell’avventura. Optate per una
passeggiata mattutina nel parco
nazionale vicino al vostro hotel,
un trekking nella giungla incontaminata con paesaggi mozzafiato e
la più lunga foresta pluviale, o trascorrete giornate esplorando il più
esteso sistema di grotte del mondo.
La visita alle grotte che sono state
abitate 40.000 anni fa, fa capire
come i mercanti indiani e quelli
cinesi hanno effettuato scambi
per secoli nel Sarawak prima ancora dei primi europei venuti qui,
con racconti di principi e pirati, di
cacciatori di teste ed esploratori. O
semplicemente rilassarsi sulle nostre spiagge sul Mar Cinese Meridionale, fare immersioni al largo di
meravigliose scogliere, o semplicemente godere di una partita a golf o
fare uno dei nostri eccellenti corsi.
Sarawak ha qualcosa per tutti e
tutti sono i benvenuti.
Cosa aspettarsi al Rainforest
World Music Festival
Oltre alla musica, ci sarà anche
un buffet di delizie presso la Food
and Village Mart con gli stand
Orang Ulu e Iban longhouse che
circondano la sede per tutta la durata del festival. Prendete con voi
una varietà di arti e mestieri, cimeli
di eventi così come CD e registrazioni degli artisti dello spettacolo.
Ci sarà una vetrina della cultura
del Sarawak per voi per provare e
riportare ricordi meravigliosi.
La musica non è tutto suono; si
tratta di una forma d’arte, e con
essa arriva la cultura, la diversità,
la creatività, il talento, e spettacoli
incantevoli. Il Rainforest World
Music Festival è un’occasione da
non perdere nel cuore della giun-
gla del Borneo. Questo è dove le
persone, indipendentemente dalla
loro origine etnica, loro background
culturale e interesse nella musica
si riuniscono per tre giorni magici
per una divertente esperienza attraverso un festival sano con una
buona atmosfera di campagna
immersa nel verde. Venite a conoscere uno spettacolo musicale davvero memorabile in mezzo al paradiso verde lussureggiante che è la
mitica terra di Sarawak. “Selamat
Datai”! (Benvenuti!)
Ulteriori aggiornamenti sulla
Rainforest World Music Festival
2014 sono disponibili online all’indirizzo www.rwmf.net.
Consigli per una piacevole
esperienza al Rainforest
World Music Festival:
• Fare presto. Di solito ci sono
lunghe code al cancello per i biglietti o all’accesso alla sede di verifica a causa di misure di sicurezza.
• Si prega di non portare oggetti
non consentiti (coltelli, oggetti taglienti), in quanto saranno confiscati.
• Nessun cibo e bevande e neanche gli animali possono essere
portati all’interno dei locali.
• Prodotti alimentari, bevande,
CD, souvenir e artigianato saranno
in vendita durante l’evento. Tutti gli
articoli sono venduti su richiesta,
tranne dove indicato e non c’è bancomat presso la sede quindi per
favore prepararsi di conseguenza.
• possibilità di parcheggio limitati sono disponibili nei pressi del
sito del festival. Tuttavia, per evitare eventuali disagi, si consiglia di
prendere i bus navetta che opereranno a intervalli regolari durante
l’evento.
• È possibile portare le proprie
sedie o stuoie sul prato.
• Portare con sé il desiderio di
essere tutt’uno con la natura e un
desiderio di celebrare e unirsi con
lo spirito di tutto il mondo. ❖
34/2014
51
51
Eventi
PENANG
WORLD MUSIC FESTIVAL 2015
11 - 12 Aprile 2015
Esplanade, Penang, Malaysia
Comunicato Stampa
L’Ufficio del Turismo di Penang organizza due notti di musica e
cultura universali al Penang World Music Festival 2015, i giorni
11 e 12 aprile 2015. Il festival si terrà presso l’Esplanade, a
George Town, Penang.
G
li amanti della musica possono aspettarsi una vasta
gamma di musicisti provenienti da tutto il mondo che proporranno una fusione di world music e
musica tradizionale e contemporanea presso il sito più rappresentativo della città patrimonio dell’UNESCO, l’Esplanade.
Secondo il Ministro del Turismo
di Stato di Penang, il signor Danny
Law “Penang aspira ad essere
il modello di città per la cultura il
patrimonio; crediamo
di fare opera di conservazione, mettendo
in mostra la bellezza
della musica del
mondo. Penang World
Music Festival funge
anche da piattaforma
per raggiungere una
comprensione culturale tra i diversi paesi
e le diverse culture in
essi rappresentati”.
A parte gli spettacoli trascinanti, i
spettatori del festival
possono anche farsi
avanti per seguire più
da vicino e personalmente i musicisti, frequentando i laboratori
musicali gratuiti che
si terranno presso il
più grande fortino in
Malesia, in funzione
5252
34/2014
da 100 anni: Fort Cornwallis. Le
deliziose prelibatezze di Penang,
CD e souvenir saranno venduti durante il festival.
I biglietti per Penang World Music
Festival 2015 saranno disponibili a
partire da novembre sul sito www.
penangworldmusic.gov.my con
il prezzo di circa 20 euro per un
giorno e circa 35 euro per un pass
per due giorni.
Per ulteriori informazioni sul festival si prega di inviare una e-mail
a [email protected] o chiamaci al + 604-6505136.
Per la stampa, si prega di contattare [email protected] ❖
Eventi
34/2014
53
53
Argomenti
AYNUR:
HEVRA
Comunicato Stampa
L
a musicista curda Aynur, ha
dato innumerevoli concerti in
tutto il mondo e ha raggiunto
un grande successo nel mondo
della musica; è stata artista ospite
al concerto dei Silk Road Ensemble che è stato condotto dal violoncellista di fama mondiale Yo-Yo
Ma nel Zorlu Center PSM per due
giorni. Ha poi accompagnato i Silk
Road Ensemble, che prendono il
nome dalla storica via della seta e
propongono le culture etniche di
Asia ed Europa nelle loro esibizioni.
5454
34/2014
Aynur si è esibita sul palco per 25
minuti durante la performance del
famoso virtuoso di violino Kayhan
Kalhor. Anche Yo-Yo Ma ha accompagnato Aynur con il suo violoncello
dando al pubblico un concerto
multiculturale indimenticabile.
Il nuovo album di Aynur
“HEVRA/TOGETHER”
Aynur è la più importante interprete di "world music curda" non
solo nel suo Paese d’origine ma
in tutto il mondo e, infine, dopo 3
anni, il suo nuovo album "Hevra"
è stato pubblicato e distribuito nei
negozi di musica sotto l'etichetta
Sony Music Classical!
L’album di debutto di Aynur arriva nel 2004 con “Keça Kurdan"
seguito da "Nûpel” nel 2005 e la
sua ultima pubblicazione è stata
nel 2010 con "Rewend". L'attenzione del pubblico è stata grande
ed è stata menzionata abbastanza
frequentemente nei circoli musicali
di tutto il mondo.
Infine, ha collaborato con importanti musicisti sia in Turchia che
all'estero in vari progetti e concerti
ha costruito un grande gruppo di
fan. Nel suo nuovo album "Hevra"
ha lavorato con il compositore e
chitarrista Javier Limón, che è il
produttore di artisti come Buika,
Yasmin Levy e Mariza e anche il
vincitore di 5 premi Latin Grammy.
Essendo uno dei più prestigiosi artisti della Spagna, il lavoro di Javier
Limón copre una vasta gamma di
musica, tra cui Brasile, afro-cubana e jazz.
Aynur e Javier trascendono i limiti della musica nel nuovo album
"Hevra" per raggiungere una sintesi
tra est e ovest. Aynur è sia l'autore
e compositore delle canzoni "Pés¸
Nare", "Tobedar im” e "Diyarbekir".
Al posto dei tradizionali strumenti
utilizzati nei suoi album precedenti,
il suono del nuovo album porta le
melodie flamenco di Limón. Cattura il suono comune della musica
curda e del flamenco, rende l'album un prodotto di grande sintesi.
Cronaca
La registrazione è stata effettuata
sia a Madrid che Boston.
"Xerîw” è una registrazione dal
vivo con il compositore e pianista
spagnolo Ariadna Castellanos e
"Sîsîlé" è stato registrato anche dal
vivo con un grande musicista, Cemil Qoçgirî, e la sua tembur.
Anche l’autunno è finito ma la musica continua...
i problemi per Lineatrad si moltiplicano,
ma il futuro non è stato ancora scritto...
In quest’album, tanto atteso di
Aynur: "Hevra" (che significa "insieme"), si attraversano i confini
della musica, con Javier Limón,
prodotto dall'etichetta Sony Classical Music si può richiedere facilmente in tutti i negozi di musica...
per scoprire un talento. ❖
NOTE DI FINE ANNO
di Loris Böhm
Q
uesta volta è finita per davvero... Lineatrad, così come
lo abbiamo inteso per tre
lunghi anni, chiude i battenti con
l’ultima pagina dell’ultimo numero
di questo maledetto 2014.
Tanti imprevisti, tante spese non
programmate, tante disavventure,
e alla fine nella mente si fa strada
un pensiero che non avremmo
mai voluto attuare: un cambio di
filosofia e di strategia che non sarà
necessariamente attuato in tempi
brevi, per la sopravvivenza di Lineatrad come testata giornalistica.
Sarà necessario tornare a pubblicare su carta, saranno necessarie
tutte le registrazioni previste dalla
legge, con seguente pagamento di
tasse e oneri di vario genere, sarà
necessario ovviamente applicare
un prezzo di acquisto al prodotto.
In tempi di crisi profonda come
quello in cui stiamo vivendo sembra una follia avanzare queste
ipotesi... ma lo facciamo per continuare ad avere un futuro, visto
che attualmente è impossibile continuare a pubblicare una rivista che
non è ufficialmente una rivista, che
comunque ha molteplici spese di
gestione senza nessuna prospettiva di rientrare dal passivo con fantomatici quanto inesistenti proventi
derivanti da offerte libere sul sito
internet. Non abbiamo nemmeno
pubblicato l’elenco dei pochi lettori
che hanno offerto un euro (o poco
più), per un ammontare totale che
non raggiunge nemmeno lontanamente i cento euro... e con una cifra simile io ci compro le noccioline,
altro che pubblicare una rivista!!
Ringrazio tutti coloro che ci
hanno sostenuto e ci sosterranno a
risollevarci col nuovo progetto: affinchè, come ho scritto sulla copertina, Lineatrad rappresenti davvero
“la musica oltre la serratura”... sul
sito www.lineatrad.com leggerete
tutti gli sviluppi futuri. ❖
34/2014
55
55
Media Partner:
RadiciMusic
www.radicimusicrecords.it