Sommario Percorrere una autostrada di solidarietà di Nicola Marinaro 4 Parliamo dei problemi dei giovani con i giovani di Gianfranco Amenta 5 Servire per il piacere di essere utili di Gianfranco Amenta 7 Passione, sentimento, amore e orgoglio dell'appartenenza di Antonio Palmeri 10 Ieri, oggi, domani di Pino Grimaldi 11 Il sogno di un branco di leoni di Domenico Messina 12 Essere Lions è coerenza e testimonianza di Giuseppe Scamporrino 13 Un percorso per crescere di Salvo Ingrassia 15 L'importanza di fare squadra di Francesco Freni Terranova 16 Coinvolgiamo i soci daremo concretezza agli obiettivi di Vincenzo Spata 18 Italia: un Paese dalle enormi risorse di Roberto Timbarello 19 La questione giovanile tra «euristiche della disponibilità» ed esigenze di formazione alla «cittadinanza attiva» di Orazio Liciardello 21 Valori dell'associazionismo e del lionismo di Gaspare Biondo 23 Riflessioni sulla fuga da una società in crisi di Francesca Dugo 24 Cambiano gli scenari europei ed internazionali?di Ines Tomaselli 25 Io c’ero, tu c’eri, egli c’era di Vittoro Di Carlo 27 Lions Day di Marco Stassi 28 Leadership-Lions e Cultura Lions di Toti Plescia 29 Adattamento al clime che cambia Catania pronvincia resiliente? di Luigi Savarino 30 Un poster per...solidarietà di Maurizio La Spina 33 Congresso 10 maggio 2014 Relazione segretario distrettuale di Luigi Fricano 35 RUBRICA SUPPLEMENTARE "DIONISIO": un metodo di partecipazione 37 2 3 Percorrere una autostrada di solidarietà di Nicola Marinaro* Ci avviciniamo alla fine dell'anno lionistico e fra non molto il Governatore Prof. Gianfranco Amenta passerà il testimone al Governatore eletto Ing. Salvatore Ingrassia che avrà il compito di guidare il Distretto 108 Yb per l'anno sociale 2014-2015. Che dire di questo anno che si avvia alla conclusione? Non spetta a noi, responsabili dell'informazione nell'ambito del Distretto, dare un giudizio, una valutazione che compete ad altri organi istituzionali. Noi registriamo gli eventi e ne diamo notizia ai nostri Soci. E fra gli eventi ultimi da sottolineare è la lettera personale che il Presidente Internazionale Barry J. Palmer ha indirizzato ai leader dei Clubs. "Siamo più forti" ci dice il Presidente che afferma :" è stato un anno di conquiste che hanno portato i nostri club a nuovi livelli di successo". Un giudizio, questo, che riguarda anche il nostro Distretto e soprattutto l'intensa attività svolta dal Governatore Gianfranco Amenta che giustamente esprime la propria soddisfazione per le 497 iniziative realizzate nel distretto dai club, anche se in parte sono state diverse rispetto ai temi e ai service nazionali e distrettuali. La stessa "vita" dei clubs è stata fortemente stimolata dalle direttive, dai consigli, dalle sollecitazioni, come pure dalle necessarie critiche che Gianfranco Amenta non ha mai mancato di rivolgerci durante l'intero anno sociale. I risultati sono stati evidenti in varie occasioni e nell'ambito di alcuni club troppo a lungo "sonnacchiosi". Nel corso dell'anno Il nostro Distretto è riuscito, fra i tanti successi, a stilare un protocollo d’intesa con l’Assessorato Regionale alla Salute e questo, dice Amenta, "è stato un motivo di orgoglio". Anche per quello ambientale è in definizione un protocollo d’intesa con l’Ordine degli ingegneri e dei geologi. Fra i motivi di soddisfazione il Governatore sottolinea l’alta percentuale di prossimi presidenti che ha partecipato ai seminari appositamente strutturati e i numerosi CEP effettuati da vari club. Tutto bene, quindi? No, e Gianfranco Amenta, che non ha "peli sulla lingua", stigmatizza, sul piano personale, le faziosità che, dice, "con mio vivo rammarico sono serpeggiate e compiute da soggetti che, per il ruolo ricoperto, avrebbero dovuto dimostrarmi grande vicinanza". Con onestà intellettuale ha anche voluto manifestare " il dubbio - riteniamo non fondato - di non aver fatto abbastanza, di aver perso delle occasioni per incidere maggiormente". Spetta solo a lui dire se questo dubbio abbia ragion d'essere. .Amenta è convinto, tuttavia, che un governatore dopo l’altro deve constatare di non poter riuscire ad eliminare i problemi che affliggono la nostra struttura. Ma tutti, dice a conclusione del suo anno sociale, dobbiamo "percorrere un'autostrada di solidarietà, donare un sorriso a chi soffre, lenire i bisogni, essere i portavoce dei più deboli nei confronti delle istituzioni". Noi responsabili dell'informazione gli dobbiamo un sentito ringraziamento per averci guidati e sorretti nel nostro lavoro e per quanto affermato nella sua ultima relazione: " è stata preziosa la linea editoriale impressa alla nostra rivista in versione telematica dal Direttore Nicola Marinaro e da Antonio Palmeri. Le news curate da Mariano Barbara hanno consentito ai soci di avere piena ed immediata cognizione degli eventi realizzati e da realizzare." *Direttore responsabile Rivista del Distretto 108Yb 4 Parliamo dei problemi dei giovani con i giovani di Gianfranco Amenta* Intervento del 9 maggio 2014 - XVIII Congresso Distrettuale - Hotel Sheraton - Catania Il LIONS non può rimanere insensibile al problema dei giovani. E’ il fulcro del divenire economico e sociale del nostro Paese e pertanto il prenderne cognizione ed il proporre possibili rimedi concretizza uno degli scopi della nostra Associazione. Il Presidente della Repubblica, nell’intervento formulato per il primo maggio, ha fatto riferimento al grave problema della mancanza di lavoro ed in particolare per i giovani. Sinteticamente leggiamo i segnali di allarme. Dai numeri che provano ad indicare lo stato di salute dell'università italiana, c'è un dato che rileva: è quel 23% scritto nel rapporto Anvur alla voce studenti che abbandonano i corsi prima di arrivare alla laurea. Messo accanto al 21,2% di studenti che rimangono iscritti, ma che in un anno non ottengono nemmeno una quota minima dei 60 crediti formativi previsti da ogni piano di studi, il dato fotografa un'ampia fetta di popolazione universitaria disorientata, che spesso abbandona gli studi e va a infittire quella disoccupazione giovanile raddoppiata negli ultimi sei anni. Quale la primaria conseguenza di simile indice di impoverimento del percorso di formazione universitaria: un vero e proprio “boom” nella propensione dei giovani italiani a esplorare la possibilità di andarsene via. Un segnale forte del rischio di una nuova ondata di emigrazione dalle proporzioni d'altri tempi? Proporzioni impreviste, nonostante la crisi, che potrebbero portarci a un modello “polacco”: essere paese di emigrazione (più qualificata) e allo stesso tempo d'immigrazione (meno qualificata). Questo il messaggio proveniente dai dati recentemente pubblicati. Se continuassero le migrazioni come nel 2013 per i prossimi anni, infatti, su 13 giovani italiani uno si trasferirebbe, per cercare lavoro o lavorare in modo esplicito, nel Regno Unito. Così come prospettati i dati non possono che essere valutati come indice di un contesto negativo. Ma sono certamente da escludere letture dei dati che possano mitigare lo sconforto? Per quel che concerne la patologia di rigetto che sembra colpire l’università, l’antidoto potrebbe rinvenirsi nella legge di conversione del “decreto scuola” (legge 128/2013, articolo 14, commi 1-ter e 1-quater) che punta sulle alleanze tra università e imprese per realizzare progetti formativi congiunti durante i quali lo studente svolga un adeguato periodo di formazione presso le aziende e ottenga per questa via fino a 60 crediti. In altri termini è il rilancio dell'alto apprendistato, che in Francia e Germania coinvolge decine di migliaia di giovani all'anno e in Italia si è fermato nel 2012 a quota 234 persone (142 nella sola Lombardia). Il rilancio, naturalmente, non si costruisce in un giorno, perché per realizzarlo bisogna ripensare l'offerta formativa, intrecciare rapporti più strutturali e costanti con il mondo dell'impresa, e far conoscere uno strumento che fa a pugni con uno dei luoghi comuni più consolidati (e sbagliati) fra studenti e famiglie: quello per cui prima si studia, poi si lavora. Nella diffusione di una cultura differente, nell’indurre al cambiamento di stereotipi non più in sintonia con i tempi, i LIONS possono offrire il loro contributo. Certo, le condizioni per attuare le nuove regole possono avverarsi anche se non viene offerto alcun sostegno economico. In questo contesto critico si potrebbe pensare a strumenti indiretti di incentivazione, per esempio sul turn over oppure sui vincoli di utilizzo delle risorse che costellano la normativa degli ultimi anni, per invogliare l'impegno degli atenei nell'alto apprendistato: nelle iniziative di successo, in grado di avviare nuovi percorsi professionali per gli studenti, il rapporto costi/benefici sarebbe sicuramente positivo. Sotto diverso profilo è da rilevare come gli indicatori provenienti dalla ricerca Anvur pongano in evidenza che il laurearsi sia ancora conveniente e quindi ben può sfatarsi l’assunto che i laureati siano più disoccupati dei diplomati. 5 La riforma del “3+2”, è oggetto ancora di rilevanti critiche. Benché abbia evidenti limiti, non può negarsi che oggi, grazie a questa riforma, si laurea il 30% in più degli immatricolati rispetto a dieci anni fa. Anche gli altri Paesi hanno fatto passi avanti e quindi l'Italia continua a restare indietro: siamo il penultimo paese in Europa per numero di laureati. Senza un incremento dei finanziamenti, legato strettamente alla valutazione e alla premialità, il nostro Paese perderà strutturalmente capacità competitiva. E’ pur vero che il finanziamento che arriva alle università del Sud è inferiore rispetto al Centro-Nord, ma se guardiamo i dati con attenzione scopriamo che la causa di questo squilibrio è da addebitare in prevalenza, più che ai minori finanziamenti statali, alle ridotte tasse universitarie. Nonostante che al Nord l'università costi di più, 25 giovani meridionali su 199 scelgono di “emigrare” per trovare condizioni di studio migliori. Chi resta al Sud, spesso abbandona già al primo anno di università. Occorre migliorare decisamente l'offerta didattica, sfoltire ulteriormente i corsi e tagliare i rami secchi. La disoccupazione giovanile è imputabile per un buon 40% all'incapacità di realizzare un'efficace sistema di transizione scuola-università-lavoro. E’ tempo di affrontare seriamente il deficit di orientamento che spinge molti ragazzi a scelte sbagliate. Ben il 10% degli iscritti all'università cambia facoltà dopo il primo anno. I nostri giovani stanno in panchina per 18 anni, si allenano a scuola e all'università, ma non entrano mai nel campo del lavoro. E senza aver mai lavorato si ha più paura di uscire dal sistema educativo. Non a caso, solo un terzo degli studenti è in corso nelle nostre università. Chi si iscrive all'università deve essere accompagnato costantemente, altrimenti i tassi di abbandono aumenteranno ancora. Abbiamo poi necessità di guardare alla competitività dei nostri atenei e renderli più attrattivi verso studenti e docenti provenienti da Paesi più avanzati. Non è più tollerabile che i ricercatori di Paesi evoluti, a causa delle complicazioni burocratiche dei visti, subiscano un trattamento da clandestini. Il miglioramento dell'università è una responsabilità di tutti. Nei Paesi più evoluti il ceto imprenditoriale svolge un ruolo trainante per lo sviluppo universitario e la sua internazionalizzazione. Una concreta collaborazione tra le imprese e gli atenei è certamente un asset fondamentale per la crescita e lo sviluppo. Qualche considerazione sulla migrazione dei cervelli; possiamo anche ipotizzare una lettura non in negativo. Non dobbiamo ripercorrere lo stereotipo degli anni 50 quando migravano i giovani dall’Europa all’America solo andata. Già negli anni 80 i giovani coreani emigrati in America venivano richiamati in patria offrendo loro potenziale umano e strutture. La globalizzazione è uno degli elementi che incide sulla mobilità in maniera positiva; le nuove mete Cina ed Australia offrono, in questo contesto, maggiore possibilità di espressione, migliore apprendimento, maggiore cultura, nuova capacità imprenditoriale. Renzi ha recentemente evidenziato come l’importante sia che se un giovane lo voglia deve poter tornare in patria. In questo caso il bagaglio culturale acquisito deve essere messo a frutto all’interno della nostra nazione. Bisogna saper utilizzare la progettualità acquisita. Guardare, quindi, il fenomeno in modo positivo, valutando le conoscenze acquisibili all’estero come un’opportunità. Certo ancora una volta si dovrà sostenere il rientro, dovranno attuarsi percorsi che vadano ad agevolarlo. Si gioca una partita essenziale. I LIONS ancora una volta potranno essere in prima linea con suggerimenti e progettualità proprio per offrire quella sussidiarietà che la Costituzione ha riconosciuto alle Associazioni. 6 Servire per il piacere di essere utili di Gianfranco Amenta * Intervento del 10 maggio 2014 - XVIII Congresso Distrettuale - Hotel Sheraton - Catania Ed eccomi alla relazione di sintesi in cui si traccia il bilancio dell’attività svolta. Prima consentitemi qualche breve riflessione. Al momento dell’investitura quale governatore del distretto LIONS 108 y/b l’anno che avrei dovuto percorrere mi sembrava interminabile, quasi non fosse composto da 365 giorni, ma da almeno il doppio. Poi tra una visita amministrativa e l’altra, tra una conferenza ed una riunione distrettuale, tra un consiglio dei governatori ed un congresso, il tempo è volato, i giorni mi sono sembrati scivolare con una velocità superiore a quella dei granelli di sabbia tra le ampolline di una clessidra. Rimane il dubbio di non aver fatto abbastanza, di aver perso delle occasioni per incidere maggiormente. Una prima annotazione. Nell’iniziare a servire nell’incarico distrettuale assegnato dai soci si ritiene di essere portatori di nuova modalità organizzativa, di progettualità diversa, di ascendente nei confronti dei soci e quindi di poter far assurgere quasi d’incanto il distretto al colmo del prestigio nei confronti della comunità e delle istituzioni, di far riacquistare l’orgoglio dell’appartenenza ai soci e quindi ottenere il loro incremento numerico. Questo impulso, che si rinnova di anno in anno, è la molla che consente di affrontare l’arduo compito. Il risultato non sarà mai pari alla grande carica che ogni eletto pone all’inizio. Dispiace dover percepire come i grandi traguardi che si suppone di poter raggiungere non possono essere conquistati ed un governatore dopo l’altro deve constatare di non poter riuscire ad eliminare i problemi che affliggono la nostra struttura. Una delle difficoltà che attanaglia maggiormente il nostro distretto è la costante emorragia di soci. Quest’anno sembra essere in misura più contenuta rispetto ad altri anni, ma il problema continua ad esistere ed è il maggiormente rilevante poiché gli altri distretti iniziano ad andare in contro tendenza, anche il più consimile, lo y/a. Ne abbiamo discusso alla conferenza d’autunno; in quell’occasione ebbi a rilevare come si fosse innestata una spirale perversa. Meno facciamo in modo mirato, meno la nostra associazione gode di prestigio, il minor prestigio dell’Associazione conduce ad una disaffezione dall’associazione e quindi ad una perdita di credibilità di ciascun club e conseguentemente alle dimissioni dei soci. Continuo ad essere convinto che dobbiamo intervenire in prima battuta sulle cause che producono l’indebolimento dell’associazione e non sull’effetto quale l’aumento dei soci. Con la terapia dell’incremento ad ogni costo, si può correre il rischio di velocizzare quello che ho chiamato il passaggio dalle porte girevoli, per cui il socio entra ed esce dall’associazione con tale velocità senza avere avuto il tempo di capire perché sia entrato. Quali i possibili rimedi. Per un verso, il comportamento di coloro che si professano convinti sostenitori dell’associazione deve migliorare; deve essere ispirato sempre più ai dettami del codice etico. Evitare, quindi, sterili polemiche, rispettare i ruoli, non avere la brama sfrenata del protagonismo, sfuggire all’esaltazione dell’io, al sentirsi depositari del giusto, al gusto della critica fine a se stessa, a non far dell’incarico il primario obiettivo da perseguire. Spesso si inverte il precetto del codice etico: cauti nella lode generosi nella critica. Più il soggetto è conosciuto, più ricopre o ha ricoperto ruoli di rilievo, maggiore deve essere la sua compostezza, l’eticità del suo comportamento. Non può trascurarsi la circostanza che la maggiore visibilità sollecita altri alla sciocca imitazione, con conseguente indebolimento nel territorio della nostra struttura quale riferimento etico. Un past governatore ha sottolineato come il socio che non rispetta il codice etico si è già chiamato fuori dall’associazione. In sintesi la prima dote che deve possedere l’associato è quella di servire per il piacere di essere utile agli altri così come il nostro fondatore che non volle mai ricoprire la carica di presidente. Mi sia consentito ricordare le parole di Gabriel Garcia Marquez: “Un uomo ha diritto di guardare un altro dall’alto solo per aiutarlo a rialzarsi.” 7 Ho cercato, pur con tutti i miei limiti, di non farmi coinvolgere in faziosità che con mio vivo rammarico sono serpeggiate e compiute da soggetti che, per il ruolo ricoperto, avrebbero dovuto dimostrarmi grande vicinanza. Non ho raccattato le pietre lanciate dal protagonista di turno, essendo animato dall’intento di servire nel modo migliore la nostra Associazione in cui credo in maniera convinta. Passiamo ora all’attività. Annotiamo quanto di essa può essere causa di influenza negativa al buon andamento della nostra realtà. Dal monitoraggio che il buon Ninni Giannotta ha effettuato su mio incarico, si nota che delle 497 attività realizzate nel distretto dai club, il 39% sono diverse rispetto ai temi e ai service nazionali e distrettuali. Va subito detto che fra le attività non sono state prese in considerazione le riunioni di formazione, le mere conviviali, le gite, gli impegni distrettuali, le riunioni di circoscrizione e di zona. Orbene una percentuale così alta indica che il lionismo siciliano soffre ancora della “sindrome dell’anno del presidente”. Nella mia relazione, distribuita all’inizio dell’anno sociale, scrivevo: “La positività della nostra immagine, la capacità di acquisire autorevolezza, la possibilità di essere presi in considerazione dalla comunità e dalle istituzioni, si fonda sulla qualità degli interventi che sapremo svolgere nel territorio di pertinenza. La qualità sarà raggiunta ove il nostro intervento sia il frutto di una capace ed attenta proposizione di alcuni dei temi e dei services nazionali e distrettuali, evitando fuorvianti tematiche frutto della fantasia del Presidente di turno. La scelta fra i vari temi e services avverrà in relazione alle esigenze della comunità in cui opera ciascun club in modo che quanto realizzato abbia comunque una evidente ricaduta a favore del territorio.” Il desiderio di tracimare in attività di nicchia per le quali non siamo vocati ci fa perdere la nostra identità di predisposti a servire e fa smarrire i soci che sono entrati per compiere tale missione. Sempre dalle attività svolte dai clubs mi sia consentito prendere spunto per evidenziare quanto può formare motivo di mia soddisfazione. E’ da dire che esiste una larga fetta di lions generosi e disponibili che ben può essere considerato lo zoccolo duro su cui poggia il nostro edificio e tramite i quali possiamo avere l’orgoglio di essere lions. In primo luogo si è manifestata una spontanea condivisione con il Tema ed il Service distrettuale che segnano il 36% di realizzazione. Svetta il service distrettuale sulla cultura delle prevenzione ed in particolare quella in ambito sanitario. L’avere avuto, grazie anche a Franco Cirillo, l’opportunità di stilare un protocollo d’intesa con l’Assessorato Regionale alla Salute è stato un motivo di orgoglio. Ha posto la nostra associazione nel novero delle realtà che concretizzano il principio di sussidiarietà inserito nel tutolo V della nostra Carta Costituzionale. Dai primi dati la nostra opera di sensibilizzazione ha prodotto un incremento alla sottoposizione allo screening oncologico. Speriamo che il service sulla prevenzione delle ludopatie proposto dal club di Milazzo a livello MD sia votato. Anche per quello ambientale è in definizione, grazie a Luigi Licata, un protocollo d’intesa con l’Ordine degli ingegneri e dei geologi. Mi sono profondamente emozionato quando ho avuto contezza della risposta data alla mia richiesta di intervento nei confronti dei migranti. L’avere avuto il privilegio, insieme ai Lions che indossavano il nostro giubbotto, di consegnare al Prefetto di Ragusa, vestiario, medicinali e giocattoli onde sostenere le richieste avanzate dai centri di accoglienza mi ha consentito di poter toccare con mano la sensibilità, la generosità dei lions del distretto. E ciò senza trascurare tutte le altre attività realizzate nei confronti di questi sfortunati fratelli dalle varie circoscrizioni con diversi tipi di intervento tra i quali i significativi corsi di alfabetizzazione. Per finire con le borse di studio, d’intesa con l’ordine degli architetti di Agrigento, per giovani architetti che parteciperanno in Lampedusa alla selezione di progetti per i centri di accoglienza. E’ stato per me motivo di soddisfazione vedere come il coinvolgimento dei LEO abbia segnato una positiva intesa per quanto realizzato insieme e ciò sia a livello di service, mi riferisco al progetto Martina e a quello paritetico “i giovani e la sicurezza stradale”, nonché all’incontro tra lions e Leo e la tavola rotonda realizzata in questo congresso. Grazie ai componenti del GMT e del GLT sono proseguite le attività formative anche se ancora partecipate in modo contenuto. Inizia a percepirsi la necessità di essere formati. Troppo spesso si presume di sapere, ancor più frequentemente non si adegua il proprio modo di vivere il lionismo alle mutate esigenze sociali. Il dato significativo è l’alta percentuale di prossimi presidenti che ha partecipato ai seminari appositamente strutturati e i numerosi CEP effettuati da vari club. Ho sollecitato un colloquio diretto con i soci e i primi segnali di risposta fanno ben sperare; sono fermamente convinto che il partecipare, il prendere attivo interesse alla nostra associazione, in modo da rinvigorire un costruttivo dibattito associativo, possa far realizzare ancor prima e più incisivamente attività al passo con i tempi. 8 In questo contatto è stata preziosa la linea editoriale impressa alla nostra rivista in versione telematica dal Direttore Nicola Marinaro e da Antonio Palmeri. Le news curate da Mariano Barbara hanno consentito ai soci di avere piena ed immediata cognizione degli eventi realizzati e da realizzare. Ho avuto l’onore di poter consegnare al Sindaco di Messina, a Giampilieri, il sistema di telerilevamento, onde segnalare la metamorfosi del terreno ed avvertire la popolazione in tempo utile per evitare drammatiche stragi. Un progetto di grande rilevanza sociale, un fiore all’occhiello del nostro distretto. Per la realizzazione dello stesso si sono susseguiti più governatori, Pellegrino, Scamporrino, Di Pietro, Pogliese, che hanno operato per il raggiungimento dell’obiettivo. Un grazie ad Antonio Rizzo per la passione e l’impegno profuso. Andrò a consegnare, alla presenza del Sindaco, al Teatro Comunale di Siracusa, di un “Impianto ad induzione magnetica” attraverso il quale i portatori di disabilità uditiva potranno usufruire, durante le rappresentazioni, di un ascolto ottimale. Un grazie a Giuseppe Reale per l’impegno Proprio ieri il Gabinetto distrettuale ha accolto la mia proposta di destinare le economie che gli officer distrettuali sono riusciti a realizzare all’acquisto di un cane guida per un non vedente. Durante il Lions day abbiamo avuto la gioia di partecipare alla donazione da parte dei LEO di un cane guida ad una giovane. Spero di poter far vibrare ancora una volta i cuori dei LIONS donando due occhi per chi non vede. Servire come governatore è indubbiamente un’esperienza unica ed esaltante; si ha la possibilità di comprendere quanto calore, sostegno, utilità può offrire la nostra associazione. Possiamo percorrere un autostrada di solidarietà, donare un sorriso in chi soffre, lenire i bisogni, essere i portavoce dei più deboli nei confronti delle istituzioni. Basta volerlo intensamente ed adeguare il nostro modo di essere a tale obiettivo. Durante il mio percorso di quest’anno ho avuto quasi sempre vicino negli incontri i due vice governatori ed il past presidente del consiglio dei governatori. La loro presenza è testimonianza di una condivisione del percorso che ho cercato di tratteggiare. Li ringrazio per questo sostegno. Ringrazio tutti coloro che ai vari livelli mi hanno collaborato, nonchè coloro che mi hanno confortato, sostenuto, offerto preziosi e disinteressati consigli. Un ringraziamento al FIP e al Past Direttore Internazionale per la loro cortese e costante presenza nelle manifestazioni di rilievo del distretto. Vorrei chiudere la mia relazione con le parole del Cardinale Martini “Quando seguo una catastrofe solo in televisione o sul giornale mi sento soprafatto ed impotente. Quando invece aiuto qualcuno, sento la forza. Stare a guardare deprime, aiutare sorprende con l’esperienza di poter salvare una vita… Il primo compito delle istituzioni sociali … è consentire a tutti gli uomini di buona volontà, ed in primo luogo ai giovani, di accedere a persone e situazioni in cui possono rendersi utili. Noi LIONS dobbiamo percepire che possiamo divenire artefici del cambiamento e far abbandonare quella globalizzazione dell’indifferenza divenuta il vestimento dei più. Sono certo che questo mio sogno di realizzerà sempre più. * Governatore 2013-2014 Distretto 108 Yb 9 Passione, sentimento, amore e orgoglio dell'appartenenza di Antonio Palmeri* Un altro anno lionistico sta per concludersi. Insieme abbiamo sognato di raggiungere quegli obiettivi che potessero dar lustro all'Associazione affermandone il diritto ad appartenere alle Organizzazioni ONLUS che più si spendono per i diritti umani e sociali, a partire dall'attenzione riservata alle esigenze dei territori sui quali i Clubs operano. Siamo consapevoli di non essere riusciti a dare risposta a tutti i bisogni della collettività nonostante la mole di attenzione e la sensibilità che ci hanno accompagnate durante il nostro percorso. Penso, per esempio, alla gravità della immigrazione clandestina della quale questa testata ha avuto modo di occuparsi più volte ed alle iniziative che il nostro distretto ha condotto cercando di alleviare i disagi di questi nostri fratelli. Penso ancora al protocollo d'intesa firmato con la Regione Sicilia nell'ambito sanitario; alle iniziative a favore degli audiolesi e delle popolazioni del messinese; alla donazione del cane guida per non vedenti donato ad una giovane ipovedente; alla proposta depositata da una Zona del catanese, alla Regione Sicilia, finalizzata al recupero della cenere vulcanica per trasformare in risorsa produttiva la negatività dell'evento a vantaggio delle crescite economiche ed occupazionali della nostra Terra; alla tavola rotonda organizzata in occasione del recente Congresso distrettuale di maggio sui problemi dei giovani soprattutto in ordine al loro inserimento nel mondo del lavoro. Interrompo la mia incompleta elencazione chiedendo scusa per tutto quanto ho certamente dimenticato. Il nostro Governatore, Gianfranco Amenta, al quale va un doveroso ringraziamento, ha voluto con forza e determinazione promuovere, condurre o anche solo avviare - nel presupposto che nel segno della continuità verranno successivamente concluse - le ricordate iniziative e tante altre ancora. Gli rivolgo un sincero personale ringraziamento per avermi offerta l'immeritata opportunità di potermi occupare dell'informazione. Obiettivo di questa Redazione era quello di informare periodicamente i soci e, possibilmente, loro amici e conoscenti- anche al fine di farli interessare ed appassionare al Sodalizio- circa le molteplici attività prodotte nel Distretto riservando alla rivista, oggi edita esclusivamente online, contenuti ed interventi che testimoniassero l'impegno dei Lions a favore del territorio e non solo. Speriamo di essere riusciti, almeno in parte, a raggiungere apprezzabili risultati. Consapevoli che questo strumento potrà e dovrà essere migliorato, consentiteci di affermare l'impegno profuso per la sua realizzazione. Non a caso sono passato dall'esposizione in "prima persona" a quella plurale. Infatti, insieme a me, per raggiungere i risultati, si sono adoperati il nostro Direttore editoriale Nicola Marinaro ed il Coordinatore Comitato distrettuale per l'informatizzazione e le applicazioni informatiche, Claudio Vetrano. Li ringrazio entrambi sentitamente. Approfitto di questo breve messaggio di commiato per ringraziare anche l'amico e compagno di viaggio Mariano Barbara il quale, con puntuale solerzia, ha fatto delle sue "News" l'indispensabile ed imprescindibile fonte di informazione quotidiana. PASSIONE, SENTIMENTO, AMORE E ORGOGLIO DELL'APPARTENENZA sono i propulsori che fanno muovere ed apprezzare la nostra grande Associazione. Poco importa quale metodo sceglieremo, l'importante è trasmettere e partecipare i valori che ci appartengono. Buone vacanze a tutti. *Redattore Capo Rivista online Distretto 108Yb 10 Ieri, oggi, domani di Pino Grimaldi* Tutto cominciò con” un mattone per i disabili”. Idea e progetto ambiziosi che a ridosso del nuovo millennio Salvatore Castorina, insigne chirurgo e uomo dalle mille iniziative, ma soprattutto Lion doc generoso ed umile, assieme al mai troppo compianto Saro Cacciola, past Governatore distrettuale, portano alla attenzione di un Congresso del nostro Distretto come service per antonomasia per dare concretezza alla nostra filosofia della solidarietà umanitaria con la creazione di una “casa vacanza per disabili”. Scetticismo nei primi tempi(anni) e poi via ,via compenetrato convincimento e della bontà e giustezza dell’idea e della fattibilità del progetto. I Lions contribuiscono con gioia e LCIF con fiducia da il proprio contributo. Nel giugno del 2008 dopo due anni di lavoro,lo stabile ed il service vengono inaugurati a Linguaglossa ove l’Amministrazione Comunale aderisce ad intitolare la piazza antistante l’edificio a Melvin Jones nel tripudio anche del cielo perché piovve a dirotto e non solo! Ora tagliato il nastro della dirittura d’arrivo con la approvazione dei Delegati al Congresso Nazionale di Vicenza del “Campo Italia disabili” per il triennio 2015/18 da tenere nel “Campus case vacanze disabili” nel mese di luglio di ogni anno sotto la sovrintendenza dell’ottimo Prof. Salvatore Castorina e direzione di Aldo Cordaro già Chairman degli Scambi giovanili del nostro Distretto:alea jacta est! Ecco allora a coronarsi il sogno del Governatore Gianfranco Amenta che ha seguito e saputo far valutare in maniera adeguata ed encomiabile il progetto dal CdG, che lo ha posto all’ordine del giorno nella convinzione di offrire al Lionismo italiano una chance ed a chi nel bisogno-i disabili- una opportunità di giusto svago, invero unica e per il luogo e per le attrezzature. Si chiude cosi un anno di cui Amenta ha da esser ben orgoglioso per la molteplici iniziative che ha saputo indurre, suggerire, facilitare e far realizzare in uno spirito di grande sintonia con tutti i Lions che hanno visto in lui chi nella funzione espletata con signorilità, intelligenza e conoscenza in verità “governa” senza particolarità comportamentali per alcuno,non in cerca di clientele a futura memoria, ma con l’alto senso della rispettabilità e responsabilità per la funzione intesa solo ed unicamente come “servizio”. Lions International è orgoglioso d’avere nelle proprie fila personalità come Amenta che onorano l’Associazione dandole credito ed apprezzamento di certo forieri di migliore fortune per la vita dei Clubs che, a ben ragione, possono mostrare tanti gioielli per essere certi che cooptando nuovi soci costoro stiano con gioia nel club e dare a quanti e da tempo Lions l’orgoglio della appartenenza a quella che di certo é la più grande Associazione di Clubs service oggi esistente nel mondo. Ora comincia il domani. Lunga vita al 108 Yb Sicilia e grazie a quanti testimoniano la loro volontà di servire donando non solo quod superest ma anche una parte del loro cuore e dando al domani certezza di bene, giusto ed utile per i recettori del nostro essere Lions: i bisognosi. *Former International President Lions Clubs International 11 Il sogno di un branco di leoni di Domenico Messina* Il sogno, nella sua corretta accezione scientifica, è un fenomeno psichico legato al sonno ed è caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto sognante, ma i sogni a cui il Presidente Internazionale Barry Palmer, ha fatto riferimento nel corso di questo anno, sono quei sogni che, realizzati, attraverso l’impegno ed il servizio disinteressato, riescono a cambiare realtà tristi, talora drammatiche, in realtà ricolme di gioia e di serenità. Leiji Matsumoto (pseudonimo di Akira Matsumoto), fumettista e animatore giapponese, fa dire a Phantom F. Harlock, antenato di Capitan Harlock, che “i sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano e che, se continueremo a credere nei nostri sogni, nulla nella nostra vita sarà stato fatto invano”. Ecco perché il sogno di Melvin Jones non è svanito, perché tanti Lion, uomini e donne, in tanti parti del mondo, lo hanno tenuto vivo, si sono impegnati, hanno faticato, si sono sacrificati per questo sogno, e sono stati capaci, con le loro azioni, di cambiare la vita di milioni persone, di dare qualità alla vita di milioni di persone, vincendo lo scetticismo di chi sosteneva, allora nel lontano 1917, come ancora oggi, che il mondo è popolato solo da individui che pensano esclusivamente al bene individuale. Il Presidente Internazionale incoming, Jo Preston, nel corso del nuovo anno, non mancherà di ricordarci che noi siamo Lions Clubs International e che noi non possiamo indietreggiare di fronte alle difficoltà, non possiamo farci vincere dal disfattismo e dallo scetticismo, nulla e nessuno infatti può fermare un branco di Leoni, soprattutto un branco di leoni che vogliono rafforzare il loro orgoglio di essere tali (strengthen the pride). E’ vero che il branco di leoni (pride), nel regno animale, indica un gruppo di animali che si riuniscono spontaneamente e operano in modo omogeneo, ma nel nostro caso si vuole fare riferimento ad un gruppo di esseri umani liberi, attivi, che operano, sotto le insegne di LCI, per un ideale altruistico, cosa certamente ben diversa, ad esempio, dall’immagine di un "gregge", in cui gli individui, per ingraziarsi uno pseudocapo di turno, perdono la propria autonomia a favore di comportamenti conformisti e passivi, che nulla hanno a che fare con la nostra vera missione. Occorrerà quindi che tanti altri uomini e donne si innamorino della nostra idea, non certo per aumentare “i numeri”, ma per una crescita della affiliazione che ci consenta di accrescere la nostra capacità di servire, coerentemente con il nostro primato, per rispondere ai tanti bisogni umanitari. Non so se con questo scritto sono riuscito a rendere, all’amico lettore, correttamente l’immagine del branco di leoni che insegue un sogno, ma di una cosa sono certo che, come affermava, Thomas Edward Lawrence (1888 – 1935), archeologo e scrittore britannico, nella suo lavoro - I sette pilastri della saggezza: ”Tutti gli uomini sognano: ma non allo stesso modo. Coloro che sognano di notte, nei recessi polverosi delle loro menti, si svegliano di giorno per scoprire la vanità di quelle immagini; ma coloro i quali sognano di giorno, sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino”. *Direttore Internazionale 2010-2011 12 Essere Lions è coerenza e testimonianza di Giuseppe Scamporrino* Il momento in cui veniamo cooptati nel nostro club e in LCI, siamo invitati a pronunciare delle promesse, che ci impegnano a condividere i principi e le finalità della nostra Associazione, ed a concretizzarli per migliorare la qualità di vita delle comunità e lo stato dei territori. Noi promuoviamo la dignità umana e il bene comune; questo è il nostro fine unico, e il club è il titolare della estrinsecazione pratica di ciò nel proprio territorio. Il club, cioè noi che ne siamo i protagonisti attivi, ha motivo di esistere se è utile alla comunità locale e a quella globale; l’utilità legittima l’esistenza di un lions club. Ovviamente, per essere utili bisogna essere efficaci e seguire delle regole idonee: bisogna lavorare in maniera progettuale e per obiettivi, e bisogna farlo insieme in amicizia; in sintesi noi lions condividiamo dei principi comuni universalmente accettati, e perciò non soggetti ad aggiornamenti, valori che però dobbiamo mettere in pratica nei modi dovuti, cioè adeguati al tempo che viviamo, mettendoci passione, ma anche competenze. Sembra tutto molto immediato, ma nella realtà innumerevoli ostacoli si frappongono alla realizzazione di questi impegni che si connettono in maniera sostanziale alla messa in campo di una ineludibile responsabilità personale, alla quale purtroppo tante volte tendiamo a sottrarci per una serie di motivi che obnubilano il vero senso della nostra appartenenza, e ci conducono in direzioni non certo aderenti ai nostri valori fondanti, perché indirizzate per alcuni verso il perseguimento e l’affermazione di ottiche personali, o per troppi altri verso un limbo di demotivazione che conduce il più spesso ad allontanamento dall’Associazione per un processo di schistogenesi incontenibile…A tal proposito, smettiamola di dire che è meglio che certi soci se ne vadano, perché sono i peggiori; malauguratamente troppo spesso ci abbandonano donne e uomini che avrebbero potuto dare molto nel servizio, e che non riescono a identificarsi in molti modelli equivoci di conduzione del nostro sodalizio, oppure che vengono letteralmente bruciati nei club per mancato coinvolgimento immediato nella vita del sodalizio, scadendo così in progressive demotivazione ed abulia difficilmente recuperabili. Comunque i problemi non si dissolvono facendo finta che non esistano; e non dimentichiamo che più i problemi si incancreniscono, più è difficile risolverli. Essere Lions è un valore dell’essere, patrimonio profondo, e non atteggiamento di superficie, che serve a mascherare carenze intrinseche, le quali rendono molti di noi paragonabili ai sepolcri imbiancati di evangelica memoria. Il distintivo che portiamo non può essere limitato ad un ornamento esteriore, ma deve rappresentare chiara espressione di coinvolgimento. Per questo essere Lions deve essere caratterizzato da coerenza e deve essere testimoniato. La coerenza è doverosa in relazione a diversi aspetti del nostro essere, e del nostro essere Lions. Abbiamo il dovere di essere coerenti con noi stessi, per rispetto alla nostra dignità umana, e dal momento che abbiamo volontariamente e responsabilmente assunto l’impegno di renderci utili agli svantaggiati, ognuno nell’ambito delle proprie possibilità, ma in ogni caso con assolute onestà mentale e dedizione, e non per soddisfare noi stessi, ma i meno fortunati, ricevendo di ritorno il grande dono di una progressiva crescita nella realizzazione armonica della nostra umanità in una dimensione comunitaria, che ci arricchisce e ci gratifica. Coerenza richiedono i principi ispiratori e le finalità che abbiamo accettato di condividere e di conseguire. Coerenza merita l’appartenenza a LCI che ci fornisce la opportunità di agire in squadra con altri coi quali condividiamo i medesimi valori, ottenendo le sinergie necessarie per raggiungere buoni risultati. E non dimentichiamo mai la coerenza imperativa che va applicata in risposta alle aspettative delle comunità che vogliamo servire coi fatti, e non solo a parole; non dimentichiamo che la nostra organizzazione è dedicata esclusivamente al servizio volontario umanitario. Su questo aspetto fondamentale dobbiamo essere molto attenti in merito all’impiego delle nostre competenze, perché la passione, che è elemento imprescindibile per far bene, da sola non basta, ed anche alle modalità di pianificazione dei nostri progetti, i quali devono scaturire dalla ricognizione dei bisogni reali delle comunità e dei territori, e svolti tenendo conto delle risorse disponibili. 13 E’ necessario superare gli stereotipi, come le discussioni infinite sull’autonomia o sulla non autonomia dei club, ovvero sulla opportunità che il club si dedichi a piccoli oppure a grandi progetti; mentre noi perdiamo tempo dissertando, i bisogni della gente non vanno in vacanza. Nei club noi abbiamo il compito di affrontare i bisogni della comunità in cui insistiamo, senza dimenticare la valenza internazionale della nostra associazione. Quello che noi facciamo deve sempre scaturire dall’analisi e dalla conoscenza delle disarmonie delle comunità; ora, i suggerimenti che l’associazione ci fornisce a tutti i livelli (distretto, multidistretto, sede centrale) spessissimo interessano anche la nostra comunità, e quando apparentemente ne sono lontani, teniamo conto che il miglioramento della qualità della vita nostra è inevitabilmente strettamente legato allo sviluppo delle condizioni di vita globali. Quanto al secondo punto sul quale desidero richiamare la nostra attenzione, cioè la testimonianza personale, mi pare che troppo frequentemente ci è dato osservare un disallineamento tra quanto diciamo ed i nostri comportamenti nella vita e nell’associazione; per altro è innegabile che anche questo rientra nel campo della coerenza. Ora, se quanto esprimiamo con le parole, specialmente quando si tratta come nel nostro caso di ambiti in cui i principi morali sono prevalenti, non è coerente con l’essere noi stessi esempi di rettitudine e di pulizia, noi non risultiamo credibili, non possiamo pretendere che altri ci seguano, non possiamo essere dei leader; sicuramente ciò non ci giova a livello personale in tutti gli ambienti che frequentiamo, e non soltanto nell’associazione; altrettanto indubbiamente si hanno ripercussioni negative sulla credibilità dell’associazione. Non riusciamo a scardinare da noi un sistema anomalo radicato di comportamenti, vigente a tutti i livelli, il quale serpeggia sotterraneo e indisturbato, di cui si parla solo a mezza voce, ma che ha effetti devastanti sul nostro contesto; e questo non si può negare per quanto sono evidenti gli effetti negativi derivanti. Abbiamo perduto la disposizione al dialogo e al confronto, perché siamo troppo presi da una personale tenace convinzione di superiorità di noi stessi, che rasenta talora l’idea della semidivinità, poggiata sulla sabbia, cioè senza fondamenti reali; non possiamo confondere, né assimilare, la furbizia e il levantinismo con la capacità di comprensione e di condivisione, la lungimiranza, una ampia visione delle cose del mondo, l’equilibrio, l’intelligenza; queste ultime doti caratterizzano in positivo la persona e ne devono costituire patrimonio radicato; le prime due vanno in direzione antitetica. E non possiamo altresì giustificare l’abbandonarci a comportamenti commendabili con il fatto di essere una componente della società; noi siamo società civile organizzata per fare del bene, volontariamente e responsabilmente; tutto il resto è inquinamento che non può far altro che nuocere alla nostra missione e a noi. Solo chi riconosce i propri limiti può costruire relazioni serie nella vita in ogni ambito. Innegabilmente sarebbe utile correggere la sordità alla condivisione delle idee e delle azioni da orientare verso i meno fortunati, senza dimenticare nei fatti che il servizio è l’unica ragione dell’esistenza di LCI, e quindi della nostra come suoi soci; non disattendiamo la trasparenza del rapporto con gli amici soci, con la pretesa di far prevalere il nostro punto di vista su ogni questione, riappropriamoci della capacità di dialogo e di confronto leale, rispettando le diversità delle opinioni, mettendo in cantina la voglia di affermare il nostro narcisismo ogni volta che fa capolino. Facciamoci passare la smania di protagonismo sterile propria dell’io egocentrico, noi possiamo essere veramente protagonisti soltanto insieme. Una squadra è fatta di persone che perseguono obiettivi comuni, scaturenti dalla condivisione di idee e di progetti, per la cui realizzazione si collabora mettendo a disposizione del gruppo passione e professionalità. Senza queste caratteristiche un gruppo di persone trova la sua definizione soltanto come una comitiva che si incontra per un aperitivo al bar, e niente di più. Tutto il nostro fare per bene il bene nasce dal rinnovamento della responsabilità personale, la cui presa di coscienza è imperativa nel segno del rispetto per gli altri, ma anche, e prima di tutto, per noi stessi. *PDG 2010/11 Distretto 108Yb Sicilia 14 Un percorso per crescere di Salvo Ingrassia* Desidero iniziare queste mie brevi riflessioni, affidando a quest’ultimo numero della nostra rivista On Line i miei ringraziamenti a coloro che nel corso di quest’anno sociale ho avuto l’opportunità di conoscere, apprezzare e con cui ho condiviso gli obiettivi e gli scopi della nostra grande associazione. Un grazie al Governatore Gianfranco Amenta per l’impegno e la disponibilità sempre manifestata nel corso dell’intero anno del proprio mandato. E’ stato un anno in cui si è discusso del forte calo del numero di Soci, delle problematiche giovanili, delle nuove povertà e dell’impegno civile. Si è dibattuto sulle questioni connesse al maggior numero di soci che abbandonano i clubs per problemi economici, delle difficoltà di attirare i giovani. In un periodo di crisi come il nostro è certamente fondamentale prenderne consapevolezza ma nello stesso tempo è importante sapere affrontare le difficoltà , credere in se stessi, avere fiducia nei propri ideali, trovare la forza di impegnarsi con maggiore vigore. Ecco perché si è discusso anche della necessità di far conoscere ed apprezzare l’opera dei lions, del maggiore coinvolgimento diretto dei soci, della necessità di maggiore coordinamento tra le manifestazioni dei clubs e tutto questo per raggiungere obiettivi più grandi e visibili. Per tutto ciò è indispensabile incontrarsi, parlarne e lavorare insieme. In sintesi “partecipare per cooperare alla crescita”, come ci ricorda con il suo motto il Governatore Amenta. Ecco perché gli annuali congressi distrettuali e multidistrettuali rappresentano gli eventi di maggiore rilevanza dell’anno sociale. Essi, infatti, sono momenti di verifica, di rilancio, di riflessione e di approfondimento sul presente e di scelte per l’avvenire. Scelte che si manifestano attraverso i delegati i quali a loro volta dovranno riportare nel club le conclusioni e gli indirizzi democraticamente concordati in seno all’Assemblea. Dal 30 maggio al 1° giugno del corrente anno si è tenuto a Vicenza il 62° Congresso Nazionale , nel corso del quale i Delegati sono stati invitati a votare i candidati alla carica di Direttore Internazionale 2015-2017, nonchè a deliberare su tutta una serie di questioni attinenti la vita associativa . Chi è stato presente a Vicenza (spero non solo o, ancora peggio, esclusivamente per il rituale dell’elezione della nuova Leadership - Direttore Internazionale 2015-2017), ed ha inteso partecipare ai lavori congressuali, con il proprio convinto sostegno, ha contribuito al raggiungimento di tutta una serie di obiettivi che certamente consentiranno di fare rinvigorire in ciascuno di noi quell’orgoglio che ci accomuna nel we serve. Il Service “Help emergenza lavoro, ludopatie, sovraindebitameno e usura”, proposto da diversi club siciliani, con la convergenza di altre Regioni su un unico argomento è stato votato come Service Multidistrettuale per il prossimo Anno. Il Tema “Nutrire il pianeta energia per la Vita” , che è anche il tema di expo 2015 e che ha visto tra i numerosi proponenti di ben quindici distretti anche numerosi club siciliani, è stato anch’esso votato come tema di studio nazionale. La proposta di candidatura del nostro distretto ad ospitare“Il Campo Italia disabili” è stata approvata a larghissima maggioranza dei delegati, pertanto, avremo l’orgoglio per il triennio 2015/16 – 2017/18 di avere questi giovani presso la “Casa Vacanze Disabili” di Linguaglossa. Sono tutte queste attività che ci chiamano ad un impegno gravoso organizzativo ma che se ben gestite potranno farci crescere in visibilità, consensi e credibilità. Andiamo avanti su questa strada. *Governatore eletto 2014-2015 Distretto 108 Yb Sicilia 15 L'importanza di fare squadra di Francesco Freni Terranova* Raccogliendo la richiesta del Direttore della Rivista Distrettuale Dott. Nicola Marinaro, invio l’intervento esposto in occasione del Congresso Distrettuale. "Governatore, autorità del tavolo della Presidenza, Past Presidente del Consiglio dei Governatori, Past Governatori, amiche ed amici lions e leo, buongiorno. E’ passato un anno. Un anno che mi ha coinvolto intensamente a fianco del Governatore Amenta che sento il bisogno di ringraziare per i suoi consigli, per l’affettuosa disponibilità e per l’esperienza che mi ha trasmesso. Consentitemi di ringraziare ancora una volta il Club Messina Ionio, al quale mi onoro di appartenere, per avermi dato l’opportunità di raggiungere questi risultati. E’ stato un anno di grande impegno, il DG TEAM ha lavorato in squadra ed in perfetta armonia in un Distretto che chiedeva comprensione, attenzione, formazione e ringrazio i coordinatori GMT e GLT ed i componenti per il lavoro svolto ed il forte impulso di rinnovamento che hanno fornito con il loro qualificato contributo, per poter camminare al passo di una società che è in continua evoluzione. Abbiamo lavorato, in squadra, come dicevo poc’anzi, integrandoci l’uno con l’altro, cercando di essere presenti alternativamente, nelle riunioni di circoscrizione per conoscere ed ascoltare tutti i soci, stimolarli al dialogo, alla partecipazione, ed allo stesso tempo, dare spazio alla formazione. Sono certo che il percorso intrapreso per una migliore comunicazione ed il desiderio di realizzare una formazione adeguata ai tempi, cominciata lo scorso anno ed intensificata adeguatamente quest’anno dal Governatore Amenta, nel tempo darà dei buoni risultati. Dei buoni risultati all’altezza della più grande ed importante Associazione di servizio volontario umanitario. Ed è certamente questo impegno umanitario che ci ha fatto conoscere ed apprezzare dal mondo intero. Ma è necessario affiancare a questo anche l’impegno civico al quale ci indirizza il quarto comma dei nostri Scopi (promuovere i principi di buon governo e di buona cittadinanza) L’impegno civico è una strada obbligata per promuovere un lionismo per la gente ed in mezzo alla gente e che sia SOSTEGNO e CONTROLLO dell’azione pubblica. Un “WE SERVE” a 360°, che deve essere vissuto non come un sacrificio, bensì, come un desiderio di rispondere agli innumerevoli DISAGI espressi dalla società odierna. Disagi che constatiamo ogni giorno nella nostra quotidianità, spesso non accorgendoci, o peggio ancora, rimanendo indifferenti a ciò che ci circonda. E’ quindi necessario, guidati dai nostri principi ispiratori, continuare a percorrere la strada del cambiamento, dobbiamo necessariamente far nostra la capacità di adeguarci al tempo che viviamo, senza stravolgimenti ma con tanta forza di volontà e molta-molta umiltà; ricordandoci sempre che l’Associazione siamo noi ed è da noi, da ognuno di noi, dal nostro modo di fare e dalle nostre azioni, che dipende il credito che l’Associazione Internazionale ha acquisito nella società e nel mondo in questi 97 anni. L’Associazione Internazionale, tramite gli scopi ed i regolamenti che valgono per tutti i Clubs sparsi nel mondo, sostiene e promuove principi di uguaglianza, tolleranza e solidarietà. Se l’impegno di servizio si realizza all’interno di questo modello, allora potremo sperare di esercitare un ruolo determinante e sostanziale nella nostra società e nel contempo far crescere il comportamento etico della collettività. Sforziamoci di saper ascoltare, di ascoltare con la mente e con il cuore, di essere disponibili, disponibili all’ascolto senza seconde intenzioni, senza voler condizionare tutti con le nostre idee. Questi sono i concetti basilari e UNIVERSALI per PROMUOVERE LA PACE NEL MONDO, questo vuol dire abbandonare le conflittualità a tutti i livelli, vuol dire dare spazio al dialogo nella vita di tutti i giorni, vuol dire riconoscere i nostri limiti, dando in tal modo prova di intelligenza e di umiltà, nella convinzione che altri, insieme a noi, potranno dare maggior forza e vigore alle nostre attività e condurre ad un risultato di squadra migliore. 16 Concludo, cari amici, ringraziando ancora una volta Gianfranco e assicurando al Governatore Eletto Salvatore Ingrassia ed al II° Vice Governatore eletto Vincenzo Spata, il mio impegno nel Distretto, nell’ambito di una continuità costruttiva e condivisa, convinto di poter acquisire nel nostro comune percorso, nuove esperienze da riversare nel servizio disinteressato per gli altri. Grazie" *Primo Vice Governatore eletto2014-2015 Distretto 108 Yb Sicilia 17 Coinvolgiamo i soci daremo concretezza agli obiettivi di Vincenzo Spata* Con il mio intervento di presentazione a candidato alla carica di secondo Vice Governatore, in occasione del recente congresso Distrettuale, ho inteso riassumere l’attuale analisi della nostra Associazione ed indicare il percorso da seguire per dare concretezza agli scopi dei Lions. Discorso del quale voglio riportare un estratto perché ciascuno dei (tanti) soci non presenti, possa trarne riferimento per una seria, sincera ed approfondita riflessione a fondamento di un coinvolgimento personale e “passionario”. "In tutti questi anni di vicinanza alla direzione del distretto, ho partecipato a diverse manifestazioni di club, di zona, di circoscrizione, di distretto; a Congressi nazionali e a Convention internazionali. In questi incontri, sono stati affrontati Temi e Service di rilevanza nazionale o distrettuale, pianificati progetti e comitati con gli obiettivi più vari. Ebbene, in tutte queste occasioni, ho avuto modo di constatare non solo nei massimi vertici della ns. Associazione, ma anche nei tanti soci Lions e Officer una grande attenzione , un assiduo richiamo ed una esortazione alla necessità di avere Soci formati e con la vocazione al servizio. Ho colto come siano sempre più diffusamente sentiti e manifestati il desiderio di abbandonare l’inerzia, la freddezza, l’indifferenza verso il prossimo, come pure l’apatia e la diffidenza rispetto alla politica (non di parte) e alla cura della “ res publica “, per rendersi partecipi, con passione e con coraggio sempre crescenti, dei bisogni e delle istanze di riscatto della nostra varia umanità . Avendo assimilato e fatto miei tali preziosi anèliti e il loro intrinseco valore, ho ritenuto di potermi fare avanti per assumere con umiltà e consapevolezza l’impegno di contribuire a realizzare insieme a voi un Lionismo, che sia improntato non solo alla solidarietà, ma anche profondamente inteso all’impegno civile, sì rispettoso delle norme, ma anche innovativo nei metodi e capace di relazionarsi in maniera interattiva con le istituzioni, la scuola, le categorie produttive e di servizio. Se metteremo a fattor comune le nostre rispettive esperienze di Lions e professionali, in un clima di coinvolgente amicizia e con rinnovato entusiasmo;se sapremo “donare”, prima di tutto, il nostro “tempo libero” e quant’altro alle finalità solidali e umanitarie dell’associazione; allora sì’ che potremo conseguire efficacemente gli obiettivi che ci prefiggiamo. Il nostro distintivo è l’emblema dell’appartenenza –in uno alla sua Fondazione -alla migliore e più estesa organizzazione di servizio nel mondo; personalmente, lo vivo come una specie di seconda cittadinanza, un segno di riconoscimento che affratella gente e popoli di tutti i continenti: lo potremo portare con onore e orgoglio solo se sapremo dare concretezza alla nostra Missione. Ricordo che il sogno del nostro fondatore Melvin Jones - poco meno di un secolo fa - era di migliorare le nostre comunità: e che egli visse “ con l’idea che non si può andare lontani finche non si fa qualcosa per qualcun altro “. Per raggiungere tali finalità, dobbiamo dare diffusione ai nostri principi e rendere la nostra Associazione sempre più presente nel mondo “esterno”, allontanando ogni tentazione di autoreferenzialità. Penso che per Noi Lions sia giunto il momento di promuovere la rinascita di valori morali ed essere modelli positivi per i nostri figli, per i giovani e per la collettività. La crescita del prestigio dell’associazione e l’attrazione di nuovi soci non può’ prescindere dall’azione personale di ognuno di noi, chiamato a fare la propria parte. Ne sono sicuro, riusciremo in questa impresa nella misura in cui ci renderemo promotori dell’attività dei club , con idee innovative, con sempre maggior motivazione e gioia nell’aiutare gli altri. *Secondo Vice Governatore eletto 2014-2015 Distretto 108Yb Sicilia 18 Italia: un Paese dalle enormi risorse "Immaginiamolo più saggio ed onesto" di Roberto Timbarello* La classe dirigente si rapporta al lavoro come se la crisi e il malessere sociale riguardassero solamente intellettuali, professionisti e giovani imprenditori che, invece, bene o male, sono privilegiati e se la cavano sempre. Se non altro emigrando. Il problema grave è per tutti gli altri, che noi dimentichiamo. Per chi non ha potuto studiare, per chi non ha una famiglia alle spalle, per chi non ha protezioni di alcun genere. In tutti i convegni sull’economia o sui problemi giovanili mi rendo conto che c’è un’immensa categoria di giovani dimenticati, quasi inesistenti per la società. Questo strano modo di analizzare i problemi, mi ricorda un amico molto facoltoso abituato a viaggiare in prima o in business class. Credeva che quella che occupava fosse l’unica cabina dell’aereo e che dietro ci fossero i bagagli. Un giorno rimase allibito nel constatare che il retro dell’aereo era occupato da altri passeggeri della classe economica. Nei rapporti con la società noi abbiamo la stessa concezione del mio amico. La crisi colpisce solo il ceto privilegiato. Nessuno di noi sospetta che causa della regressione non sia solo l’inefficienza dello stato, delle istituzioni e delle strutture sociali, ma la nostra incapacità di proporre nuove soluzioni e soprattutto la nostra rassegnazione. Non organizziamo più una manifestazione di protesta. Ormai accettiamo tutto senza fiatare. Ci lamentiamo senza renderci conto che lo stato siamo noi. Mi riferisco soprattutto agli intellettuali e alla borghesia, non agli indigenti, ai pensionati minimi, agli esodati, ai disabili, ai disoccupati, che si accoderebbero a una guida che prendesse l’iniziativa. I migliori emigrano, cioè recidono le radici, come se si potessero ripiantare altrove. Non sempre chi emigra è in cerca di gloria. Molti vogliono restituire ai genitori ciò che a fatica hanno seminato. Anziché rimanere in patria per cercare di migliorarla, si parte per riscuotere subito il frutto dell’investimento dello studio e degli enormi sacrifici che i genitori spesso affrontano per lunghi anni. È comprensibile, ma sbagliato. Nessuno meglio di me, che appartiene a una famiglia di emigranti, lo capisce e ora lo biasima. Dal mio bisnonno a mia figlia, ognuna delle cinque generazioni ha avuto i suoi emigrati. Io sono nato in una casa popolare, a Marsala. Ho sempre studiato, giustamente convinto che fosse il solo modo per emergere. Ho anche lavorato per mantenermi all’estero, effettuare studi complementari e imparare le lingue. Non ero tanto in cerca di gloria quanto di riscatto. Un giorno Umberto di Savoia, che mi credeva romano, mi criticò amorevolmente ma aspramente, e aveva ragione, quando seppe che vivevo a Roma, ma che ero siciliano. Fu allora che mi resi conto di avere in un certo modo tradito la mia terra. Doveva rimanere in Sicilia per aiutare il suo paese a evolversi e diventare migliore, mi rimproverò. Cercai di giustificarmi dicendo che la Sicilia non fa nulla per trattenere i suoi figli nell’isola. Ma l’ex re insisteva che la Sicilia eravamo noi, io e tutti gli altri, non un’entità astratta che premia o trascura. Se va via chi ha un progetto, è normale che la Sicilia si impoverisca e sia, poi, gestita da mediocri. Adesso l’Europa intera è nelle stesso condizioni, non solo l’Italia e la Sicilia. È il prezzo che si paga alla pace, che, purtroppo non valorizza il merito, che tiene lontano dal potere chi avrebbe le capacità di dare un contributo valido. Emigrare non è la soluzione. È come se scoppiasse un incendio casa e, anziché cercare di spegnere il fuoco ci trasferissimo in albergo. Sappiamo solo lamentarci, dimenticando che siamo noi a scegliere chi ci rappresenta e a confermarli anche dopo avere constatato la loro inettitudine. Come pure quando ce la prendiamo con l’Europa. Certo, lamentarsi e contestare è più facile che rimboccarsi le maniche e contribuire alla soluzione dei problemi. Andarsene da casa lasciando i figli e i problemi addosso all’altro coniuge è più sbrigativo che cercare un accordo di armonia di coppia. C’è da dire – a difesa di chi, come me, fa fagotto e parte – che sia la Sicilia e ancora di più l’Italia cercano di agevolare l’esodo perché l’intellettuale che non si prostra all’establishment disturba il manovratore, spesso incapace. Ecco perché nessuno – né a destra né a sinistra – trattiene la fuga dei cervelli. Allo stesso modo non si combatte, come si dovrebbe, la diffusione della droga perché una popolazione di giovani sedati è più facilmente governabile. 19 La colpa è solo nostra, intellettuali, professionisti e imprenditori. La crisi che stiamo attraversando è più morale che economica. L’Italia è un paese dalle enormi risorse. Ma impoverito dall’ignoranza e dalla corruzione. Non prendiamocela solo con i politici, che, del resto, noi stessi eleggiamo se la metà dei giovani italiani non trovano lavoro.. Provate stasera, mettendovi a letto, a pensare alle scelte che avete fatto finora e a quelle che, invece, sarebbe stato più giusto fare. Cercate, quindi, di immaginare come sarebbe il paese se ognuno si fosse comportato con maggiore onestà e saggezza. *Giornalista - già direttore del Giornale di Napoli Corrispondente Servizio Stampa del Consiglio d’Europa in Italia Esperrto Comunicazione e Dirittii Umani 20 La questione giovanile tra «euristiche della disponibilità» ed esigenze di formazione alla «cittadinanza attiva» di Orazio Liciardello* La questione giovanile, nella trattazione che ne fanno i media, appare caratterizzata da due ricorrenti affermazioni riconducibili al fenomeno della “euristica della disponibilità”, fenomeno per cui alcune affermazioni, per il semplice fatto di essere costantemente poste all’attenzione, finiscono con l’essere considerate come incontrovertibili dati di realtà: per una di queste affermazioni, i giovani sarebbero dei “mammoni”; per l’altra, sarebbero vittime delle “generazioni precedenti che hanno loro rubato il futuro”. Nell’un caso e nell’altro, si pone qualche riflessione. Per la prima euristica, i giovani sarebbero dei mammoni poiché rimangono in casa con i loro genitori, invece, di “andare a vivere per conto loro e mettere su famiglia”. Ora, anche prescindendo dalle difficoltà connesse alla crisi economica, viene da chiedersi: se la permanenza in casa non è caratterizzata da imposizioni (da parte dei genitori e viceversa), ma deriva da scelte personali condivise, dove sta il problema? In realtà, si tratta di posizioni, per certi versi, di vecchia data (nel merito, viene in mente la famosa “tassa sul celibato” che il fascismo imponeva a coloro che non si sposavano in modo da “fare i figli per la patria”), per l’altra, di importazione anglosassone, laddove i ragazzi a diciotto anni, di fatto, iniziano una vita di indipendenza (andando a studiare nei College, etc.). Tale tradizione, però, nasce da specifiche esigenze economico/politiche: il mantenimento dell’impero nel Regno Unito, la colonizzazione dei territori negli U.S.A ed in Australia, come anche dalle esigenze di mobilità connessa allo sviluppo industriale (da noi si è tradotta nei flussi migratori). Per la seconda euristica, i giovani sarebbero vittime delle generazioni precedenti che “hanno loro rubato il futuro”. Tale affermazione, che tende a spiegare così l’elevata disoccupazione giovanile, sarebbe fondata sulla constatazione che un tempo i giovani si “sistemavano facilmente” mentre oggi “trovare un posto” risulta sempre più difficile: i padri avrebbero occupato gli spazi disponibili senza lasciare spazi ai figli e, anzi, caricandoli di un enorme debito pubblico. Viene da chiedersi: a parte la minoranza che aveva accesso agli studi, che tipo di sistemazione ottenevano facilmente la gran parte dei padri? La risposta è nelle cose: l’emigrazione all’estero con condizioni di vita spesso molto simili a quelle di cui “godono” gli immigrati che arrivano da noi! Genitori cui era negata l’istruzione, che spesso hanno fatto sacrifici immani per consentire ai figli di studiare, avrebbero “rubato il futuro ai figli”!. L’«euristica della disponibilità», peraltro, è strettamente connessa al fenomeno delle “rappresentazioni sociali”, la cui caratteristica (come a suo tempo osservava Serge Moscovici) è di “concorrere a costruire le relazioni sociali nel mentre se le rappresentano”: fatto, questo, di notevole rilevanza, poiché rimanda al tipo di atteggiamenti che guidano i comportamenti specifici ed al rischio che si verifichi la “profezia che si auto-avvera”. Ovviamente, non si tratta di negare che esista il problema relativo al futuro dei nostri giovani, ma di riflettere sul tipo di interventi funzionali perché gli stessi possano confrontarsi in maniera attivo/propositiva con una realtà sociale che lo sviluppo dell’informatica (e la globalizzazione che ne deriva) concorre a caratterizzare nei termini delle dinamiche della discontinuità e dei livelli di obsolescenza crescente: emergono nuove professioni, molte delle vecchie e consolidate spariscono, altre, pur mantenendo la stessa etichetta, comportano livelli di competenze (e non semplicemente di conoscenze) qualitativamente molto diverse; la stessa quotidianità implica livelli di complessità un tempo inimmaginabili. La crescente discontinuità sociale colora di ambivalenza il futuro: per un verso l’incertezza provoca angoscia (poiché le certezze del passato non risultano più funzionali a confrontarsi positivamente con la discontinuità), per l’altro apre nuovi scenari di possibilità (laddove le certezze del passato ingabbiavano spesso i singoli in usi, costumi e comportamenti che impedivano qualsiasi evoluzione). Il risultato è talora l’oscillazione tra la richiesta sociale di certezze (la rivolta antiautoritaria del ’68 e la “creatività al potere” del ’77 hanno lasciato ben presto il passo al “paternalismo”: a partire dagli anni ‘80, i partiti sono diventati leaderistici) e il ribellismo aprogettuale, laddove la realtà della discontinuità richiede capacità di autonomia (per confrontarsi con le sfide che dal sociale emergono) e cooperazione (indispensabili per affrontare problemi complessi e per confrontarsi con il nuovo, con l’ «altro da sè», imparando a cogliere le opportunità che ne possono derivare). 21 La sfida per il futuro dei giovani implica, anzitutto, la radicale modifica della Scuola che, malgrado i suggerimenti che in tal senso provengono dalle Istituzioni (MIUR, Organismi dell’U.E.), non appare adeguata, soprattutto per le metodologie didattiche utilizzate, a fornire ai giovani strumenti funzionali a rispondere alle richieste che dalle dinamiche sociali originano ed a cogliere le opportunità che il cambiamento propone a chi possiede gli strumenti per coglierle. Occorre anche cambiare gli atteggiamenti verso il lavoro: quale che esso sia, purchè onesto, merita rispetto e può costituire la base di partenza per costruire il futuro che si desidera. I govani di oggi non hanno bisogno di commiserazione (la qualità della vita attuale non ha paragoni con quella dei loro genitori) ma di supporto nei complessi processi di autonomizzazione, funzionale al futuro loro e del sociale. Le Istituzioni formative e le organizzazioni sociali, come i Lions, per il loro ruolo sociale, possono svolgere una funzione, in tal senso strategica. *Componente area cultura e rapporti con le Università siciliane 22 Valori dell'associazionismo e del lionismo modelli per l'inserimento dei giovani nel mondo produttivo di Gaspare Biondo* Parlare dei giovani con i Lions per me è un’esperienza significativa, poiché ho trascorso tutta la mia giovinezza (socio LEO dal 1999) e sono maturato immerso in una realtà ricca di service ed amicizia. Devo tanto al Lions club International. Oggi mi sento un trentenne maturo con un passo più veloce grazie a questi 15 anni. Vi esporrò il punto di vista di un giovane libero professionista. Il capitale dei giovani laureati è l’intelligenza e le esperienze maturate sul campo. Lo “sbarco in Normandia” per me è stato meno faticoso, grazie alla lunga militanza nello studio di ingegneria di mio padre. Ma esercitare la professione in questi anni di profonda crisi, vi confermo è veramente dura! Qui inizia la sfida di molti colleghi: la condivisione degli obiettivi con altri professionisti tramite studi associati integrati o società come prevede la vigente normativa. In questo modo si è attrezzati per partecipare a gare pubbliche dati i sempre più stringenti requisiti che vengono richiesti. Altro punto su cui puntare è l’Europa con le sue innovazioni. È necessario guardare lontano per intercettare in tempo gli spazi lavorativi creati dai regolamenti comunitari. Mi reputo un fortunato! Statistiche di Inarcassa (cassa previdenziale degli ingegneri ed architetti liberi professionisti) mettono in evidenza un’esplosione dell’apertura di “Partita IVA” fra i giovanissimi colleghi a causa del blocco delle assunzioni in imprese o società di consulenza. Chi rimane in Sicilia spesso è costretto a lavorare con stipendi da callcenter (l’antonomasia del lavoro sottopagato). Purtroppo il sogno della piena occupazione a pochi mesi della laurea si è infranto in freddi numeri e grafici. Il 40% di disoccupazione giovanile probabilmente è un dato sottostimato, considerando che i giovani colleghi dichiarano fatturati inferiori a € 1000 mensili, a cui bisogna sottrarre l’affitto dello studio, la polizza assicurativa, ecc… Tutti voi conoscerete Renzo Piano e le sue architetture, sapete come è diventato un’ archistar? Grazie ad un concorso di idee! Il codice degli appalto prevede questo strumento, ma viene mortificato e scarsamente utilizzato. A livello ordinistico la commissione giovani del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha fortemente richiesto una migliore applicazione delle norme vigenti ed una loro rivisitazione non in favore degli under 30, ma di tutta la categoria. Analogamente noi LEO, grazie a guide come i LIONS, siamo riusciti a terminare service importanti e significativi sia per il territorio sia per l’associazione. In Italia quali politiche si sono adottate? Quale azione è stata intrapresa per favorire l’inserimento dei giovani nel tessuto produttivo? Nessuno, a meno della riforma Fornero che ha ristabilito un nesso di equità fra le varie generazioni nel sistema previdenziale. Permettetemi un ultimo passaggio sull’università, centri di buoni insegnamenti e cultura. Nei nostri atenei il sapere prevale di molto sul saper-fare. Quest’ultimo non è secondario perché permette di inserirsi nel mondo del valoro in maniera più efficace e redditizia. La formazione post-laurea (a carico dei giovani) è costosa, ma principalmente posticipa l’ingresso nel mondo del lavoro ed in ritardo rispetto i nostri concorrenti mondiali. Perché non mutuare dal percorso dei medici in specializzazione un ultimo anno di studi pienamente inserito nel mondo lavorativo? Questa è vera formazione, l’esperienza sul campo! Invece in Sicilia l’ambito della formazione professionale è sempre alla ribalta per vicende giudiziarie e grandi scandali. Analogamente si dovrebbe prevedere ed incentivare un periodo di studi all’estero, l’ERASMUS che crea un vero spirito europeo fra noi giovani dovrebbe essere esteso a più studenti possibile. I LIONS, che da sempre hanno avuto una visione lungimirante ed internazionale, dovrebbero insistere su questi punti ed esportare i nostri modelli di associazionismo ed i valori: lealtà, collaborazione ed impegno! *Tesoriere Distretto LEO 108 Yb - Sicilia 23 Riflessioni sulla fuga da una società in crisi di Francesca Dugo* L’incontro di oggi è incentrato su noi giovani e sui problemi che ci troviamo ad affrontare nella società odierna. Io da neo laureata che sta cercando di inserirsi nel mondo del lavoro e soprattutto da membro di un’associazione di Service alla quale sto dedicando il mio tempo e il mio impegno, ritengo opportuno, oggi, parlarvi brevemente della mia esperienza di giovane in una società in crisi, per fornire degli spunti di riflessione e discussione. Da quando mi sono laureata non ho sentito altro che queste parole: crisi e disoccupazione. Io ho concluso il mio percorso di studente universitaria della facoltà di giurisprudenza presso l’università di Messina circa due anni fa, e sono stata sempre un’accanita sostenitrice della nostra terra, tanto da cercare di dissuadere tanti giovani colleghi o amici ad andare a studiare fuori, sottolineando la qualità dei nostri atenei. La mia personale esperienza universitaria fino alla laurea è stata positiva ma già dal giorno dopo ho vissuto le difficoltà dell’inserimento nel mondo del lavoro e del raggiungimento di un guadagno tale da permetterci di costruire un futuro. Ci chiediamo perché i giovani non fanno figli. La risposta è chiara nella maggior parte dei casi: non li fanno perché non potrebbero mantenerli senza l’aiuto di mamma e papà. Tanto nell’ambito della pratica forense quanto nell’ambito del mio dottorato di ricerca non ho mai ricevuto parole incoraggianti per il futuro. Il percorso obbligato di una studentessa di giurisprudenza richiede almeno 8 anni di studio. A quel punto io sarò già troppo “vecchia” per il mondo del lavoro considerando che il mercato pretende GIOVANISSIMI CON ESPERIENZA. L’esperienza purtroppo già a 25 anni la maturano i giovani di tanti Paesi del Nord Europa, dove il sistema universitario li mette nelle condizioni di affrontare il mondo del lavoro. Ora io credo che la situazione particolarmente critica degli ultimi anni prima o poi finirà e soprattutto credo che non accada solo in Sicilia ma in tutto il nostro Paese. Ma mi chiedo però perché centinaia di ragazzi siciliani lasciano la Sicilia? Credo sia questo uno dei punti da affrontare oggi: perché i giovani lasciano la nostra terra. Il fenomeno, come ho detto, è in preoccupante aumento. Evidentemente le nostre università non riescono a offrire ciò che i giovani di oggi vogliono. Evidentemente non riescono a inserirci nel mondo del lavoro, portando moltissimi giovani alla fuga. Evidentemente questo continuo massacro mediatico sulla crisi dell’Italia induce a scappare in cerca di migliore fortuna. Io continuo ad appartenere alla cerchia di siciliani che vogliono restare qui, che vogliono costruirsi una vita qui e soprattutto che vogliono migliorare la realtà in cui viviamo. Però confesso che oggi, davanti a un tasso di disoccupazione giovanile pari al 43%, muovendo i primi passi nel mondo degli adulti, mi sento fortemente scoraggiata. Vice Presidente Distretto Leo 108Yb - Sicilia 24 Cambiano gli scenari europei ed internazionali? affidiamoci alla creatività ed al coraggio di Ines Tomaselli* Il tema trattato è di particolare rilevanza ed attualità, soprattutto nel contesto italiano ed europeo che stiamo vivendo. La situazione di emergenza che il mercato del lavoro, soprattutto giovanile, attraversa oggi nel nostro paese, presenta dati molto rilevanti. Purtroppo in Italia non è soltanto il lavoro dipendente a contrarsi, anche nell’area dell’imprenditorialità abbiamo una situazione di sofferenza. Personalmente non ho ereditato alcuna attività imprenditoriale. Ho ereditato insieme a mio fratello un patrimonio, un patrimonio morale, basato sull’onesta e correttezza professionale e commerciale, trasferito da mio padre, ed ancor prima da mio nonno. Pur essendo una giovane donna, il mio bagaglio di esperienza lo custodisco gelosamente. Iniziai ad occuparmi di vendite all’età di ventitre anni, coniugando con difficoltà università e lavoro. Perché una volta entrati nei meccanismi lavorativi è difficile tirarsi indietro,m a è sempre stata una scommessa. Soprattutto noi giovani riscontriamo in molti nostri coetanei una collettiva rassegnazione, nei confronti sicuramente del presente, ma soprattutto del futuro. Per non parlare delle ultime generazioni, spesso prive di dialogo e sommerse da una profonda aridità comunicativa. Io oserei definirla la “generazione dal capo chino”. Occhi bassi, verso schermi di qualunque genere anche in presenza di amici. Anche i meno giovani certamente non siamo da meno, ma riusciamo in qualche modo, giustamente, a strumentalizzare il progresso che ci viene presentato. Una percentuale molto ampia di giovani si limita ad una quotidianità sterile, costituita da rapporti virtuali, pretese e poca iniziativa, con riferimento anche alle giovanissime generazioni. Di sicuro l’esempio educativo a mio avviso non è limitato solo al nucleo familiare, ma ai contesti in cui un giovane vive e si confronta. Così come per noi i nostri padri si rivelavo dalla nostra nascita un forte esempio da seguire, ritengo che ognuno debba rappresentare una guida nei confronti del prossimo. E’ una catena comunicativa incondizionata, che se messa in atto diventa fonte di miglioramento. Noi Leo rappresentiamo un forte esempio positivo nella società. Ed abbiamo il compito di contagiare i nostri coetanei. L’associazione come la nostra, offre opportunità di crescita che credo vengano spesso sottovalutate. Insegna a collaborare e dialogare insieme, affrontare e risolvere le problematiche, relazionarsi con generazioni differenti. Insegna a conoscere noi stessi. E quando associano negativamente il termine politica all’associazione, noi dobbiamo fornire dimostrazioni, affinché si possa capire che anche tra noi ragazzi, quel sistema politico che tanto si declassa, quasi ormai come luogo comune, è essenziale, perché conferisce ordine e rigore, al fine di poter visionare i propri obiettivi di crescita e quindi mettersi in gioco, offrendo il proprio contributo. Ecco le doti di leader che emergono in un giovane. Questi sono alcuni esempi per far comprendere qualsiasi sistema, soprattutto imprenditoriale. Quindi avere il desiderio di conoscere e di non lasciarsi trascinare da notizie o link che si divulgano con la stessa velocità della luce, e che lasciano solamente tematiche prive di significato se non approfondite. Ogni settore lavorativo, dai giovani medici ai liberi professioni, accusa una forte crisi. Tutti confermano: qui nulla funziona! Scappiamo via! Ottima scelta. E poi? Interesse, come appena esposto, significa soprattutto informarsi. Informarsi sui cambiamenti ed innovazioni, ad esempio avanzate ed applicate dalla commissione della comunità europea. Si sta davvero investendo su noi ragazzi, è normale che il cambiamento non può avvenire in maniera radicale ed istantanea, e citando il rapporto con le università, la filiera università- industria grande e piccola media impresa è una filiera vincente, per garantire inoltre una ricerca applicata all’industria, nella quale i giovani ricercatori, finita la fase della ricerca, possono applicare nell’industria quello che hanno fatto e guadagnare quanto magari possono guadagnare negli stati esteri, ed essere più competitivi come nazione, con una ricerca applicata all’industria e tenerci i migliori cervelli a casa nostra, per il bene del nostro sistema. Seppur favorevole ai periodi formativi all’estero, sono certa che è molto più audace aver il coraggio di ritornare nella propria nazione. E’così che avviene il vero cambiamento, con le nostre eccellenze sul campo. In tempi di difficoltà economica i giovani devono anche in qualche modo inventarsi un lavoro e quindi la creatività imprenditoriale diventa fondamentale. Ed è per questo che noi giovani rappresentiamo una grande sfida per l’economia. Per uscire dalla crisi, indiscutibilmente, il sistema politico deve puntare sull’economia, soprattutto sul settore imprenditoriale, seppure diversificato, perché sono di vario tipo le attività, proprio perché frutto della fantasia, dell’intuizione, del 25 sudore di chi rischia e si mette in gioco. Abbiamo analizzato la tematica:“Parliamo dei problemi dei giovani con i giovani”, ma concedetemi di dire, alla luce di quanto detto, che forse il reale problema dei giovani a mio avviso è soprattutto tra i giovani, in una evidente rassegnazione e mancanza di fiducia verso noi stessi. Ci si lascia opprimere dal sistema errato che tanto critichiamo, ma verso il quale non manifestiamo il benché minimo coraggio di cambiamento. Tutto ciò che crediamo essere innovativo, in realtà è il miglioramento di ciò che era. Allo stesso modo, continuo ad affrontare le scommesse, mantenendo vive le tradizioni, i valori e gli esempi di grande fatica e conquista. Quello che consiglio sempre è di non guardare al futuro senza poter accennare lo sguardo al passato. *Leo Club Catania Nord Delegata Formazione Area Est Distretto Leo 108 Yb Sicilia 26 Io c’ero, tu c’eri, egli c’era di Vittoro Di Carlo* “Piazza Verdi, già nota per la superba presenza del teatro Massimo, e il cinema Rouge et Noir hanno accolto di buon mattino, giorno 26 aprile, l’arrivo dei lions provenienti dalle province siciliane. L’appuntamento era, infatti, di quelli da non perdere per rendere conto e testimoniare il proprio senso dell’appartenenza. Una solare giornata ha regalato il clima appropriato. Nello spazio antistante l’ingresso del cinema si sono sistemate le unità oftalmica e audiologica per consentire ai medici specialisti di effettuare lo screening dei disturbi della vista e dell’udito ai molti richiedenti. E poi, i colorati gazebo animati dai volontari lions disponibili a spiegare ai visitatori le molteplici attività dei lions dalla Fondazione Internazionale ai progetti distrettuali sulla prevenzione, dal servizio cani guida alla raccolta degli occhiali usati, dal progetto Italia alla consapevole partnership con il popolo dei ragazzi Leo. Intanto, all’interno della sala, mentre l’ultimo ritardatario prendeva posto, l’ascolto degli inni e la presentazione delle bandiere aprivano ufficialmente il programma della mattinata. Ed è stato Lions Day con la gradita partecipazione delle massime autorità Lionistiche del distretto 108YB Sicilia. Una particolare atmosfera ha subito pervaso l’uditorio nel susseguirsi degli interventi che il Governatore Amenta, vero anchorman e padrone di casa, ha brillantemente coordinato. Parole suggestive ed importanti supportate da immagini significative quelle di Claudia Balduzzi e Ornella Salemi per ritracciare rispettivamente l’attività della Fondazione e l’articolazione del Progetto Italia. Graditi ospiti l’Amm. Francesco Carpinteri, Comandante Guardia Costiera, il Dr. Giusto Catania, vice sindaco Comune di Palermo, la dott.ssa Gabriella Dardanoni, Dirigente Assessorato Salute Regione Sicilia, il Dr. Lorenzo Ragona, Comandante Polizia Stradale Palermo, l’Avv. Ignazio Tozzo, Dirigente Generale Assessorato Salute Regione Sicilia. A tutti loro il ringraziamento del distretto lions Sicilia per l’attività solidale svolta a vari livelli e per lo spirito di sana collaborazione intrattenuto. Ancora due momenti significativi hanno connotato la mattinata. La celebrazione dell’investitura, condotta dal delegato Tuccio Toscano, ha visto presenti una rappresentanza di quei lions che nel corso di questo anno sociale sono entrati a far parte dell’associazione nei club siciliani e la emozionante cerimonia della consegna di un cane guida ad una giovane non vedente da parte del distretto Leo. Tanti giovani leo, guidati da Pierluigi Fortuna, sono intervenuti sul palco per testimoniare questo particolare momento e, accanto a Giovanni Fossati, Presidente Servizio Cani Guida dei Lions, eccolo, padrone della scena, arrivare Varenne, di professione cane guida, a prendersi l’applauso e gli scatti fotografici di tutti. Infine, in perfetto orario, si ripiegano le bandiere e si spengono le luci ma nessuno di noi presenti nasconde la speranza che una piccola luce, seppur accesa dall’emozione, possa persistere ed alimentare lo spirito di questa giornata lionistica. “ *componente comitato distrettuale Lions Day 27 Lions Day all'annuale appuntamento internazionale nutrita partecipazione di soci e non di Marco Stassi* La giornata in cui gli affiliati alla più grande Associazione di servizio del pianeta si radunano per testimoniare l’orgoglio della loro appartenenza a essa, il Lions Day, è stata quest’anno celebrata dal Distretto 108 YB la mattina dello scorso 26 aprile, a Palermo. La folta presenza dei Soci provenienti da tutti i Clubs isolani, l’interesse suscitato dalla manifestazione presso la cittadinanza, il continuo va e vieni dai gazebo predisposti nel piazzale antistante il locale al fine di pubblicizzare le attività del Lions, i contenuti delle relazioni ascoltate nell’ambito degli interventi programmati hanno dato atto dell’incisività nel tessuto sociale dell’indirizzo che ha caratterizzato lo scorrere di quest’anno di servizio 2013/2014. Il motto del Governatore Gianfranco Amenta, “Partecipare per cooperare alla crescita”, è sembrato riassumere anche quello che si è percepito essere il vero tema conduttore dell’evento: un richiamo forte e convinto a quel Lionismo che svela la sua autentica ragion d’essere soltanto quando gli affiliati riescono a coinvolgere la loro azione nelle comunità di riferimento e cooperando in modo attivo, impegnandosi in atti di solidarietà reali e tangibili, sempre finalizzati al miglioramento e alla crescita costante della Società stessa. In tal senso l’intervento iniziale del Governatore Amenta. I vari service che fanno parte del Progetto Italia sono stati ricordati ai soci e illustrati agli occasionali spettatori dalla Delegata responsabile distrettuale Ornella Salemi, il cui intervento ha sinceramente coinvolto gli astanti. Lucido e appassionato, poi, l’excursus storico sull’Associazione effettuato da Claudia Balduzzi, rappresentante multidistrettuale della LCIF, rivolto soprattutto ai numerosi nuovi Soci entrati a far parte dell’Associazione nel corso del corrente anno sociale. Nuovamente ai nuovi Soci, inoltre, si sono indirizzate le parole di sincero augurio, per un costruttivo e costante percorso di servizio, pronunciate sia da Salvatore Giacona, Past Presidente del Consiglio dei Governatori, sia da Salvatore Ingrassia e da Franco Freni Terranova, primo e secondo Vice Governatore del Distretto. Il sincero apprezzamento e la gratitudine degli ospiti Ammiraglio Francesco Carpinteri, Comandante della Guardia Costiera, Dr. Lorenzo Ragona, Comandante della Polizia Stradale di Palermo, Avv. Ignazio Tozzo e D.ssa Gabriella Dardanoni, Dirigenti dell’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia hanno dato, via via, testimonianza della rilevanza e dell’efficacia del lavoro svolto da larga parte dei Clubs relativamente ai più importanti Service Distrettuali proposti dal Governatore, il quale ha sempre sollecitato, in quest’anno sociale, l’integrazione fra il Lions e le Istituzioni pubbliche. La cerimonia di donazione di un cane guida a un giovane non vedente, infine, ha dato attestazione del coinvolgimento pratico e del ruolo fondante assunto dai Leo Clubs nel progetto solidaristico che ha uniformato il presente anno. La consegna, alla presenza del Presidente Distrettuale Leo Sicilia, Pierluigi Fortuna, è stata preceduta dalle parole appassionate di Giovanni Fossati, che ha descritto il percorso di addestramento praticato nel Centro di Limbiate: quanto rappresentato dall’oratore ha suscitato viva commozione nei presenti allorquando è stato illustrato il particolare feeling affettivo che si instaura tra l’animale e l’uomo. A scandire alcuni dei momenti in cui si è articolata la manifestazione, le musiche eseguite dai giovani strumentisti del siciliano Heptacord duo. *Delegato Distrettuale Comitato Culturale e musicale 28 Leadership-Lions e Cultura Lions. di Toti Plescia* Le competenze di Leadership maturate precedentemente da un Socio in ambiti diversi dall’Associazione non possono essere necessariamente trasferite alla nuova posizione di Leadership-Lions. Si diventa Leader-lions con l’apprendimento della storia del L.C.I. , del suo divenire nel tempo, delle sue specifiche ed uniche finalità e della sua Organizzazione, che permette la realizzazione, a livello di club, di distretto, di multidistretto ed internazionale di servizi utili alla collettività. Con le conoscenze si spazza via l’ ignoranza. Si deve far tesoro delle informazioni perché in seguito ad una loro elaborazione mentale più o meno complessa, che consiste in analisi comparative, seguite da sintesi ispiratrici del pensiero, si approda alla formazione, che sublima in Cultura e nel caso specifico in Cultura Lionistica. Le caratteristiche di un leader-lions dovrebbero essere identificabili in una intelligenza intrapersonale, cioè capacità di conoscere ed accettare se stesso e sapersi autogestire, in una intelligenza interpersonale, cioè la capacità di interagire efficacemente con gli altri e in un’ esperienza pratica significativa. Inoltre, il leader-lions deve esercitare altruismo incondizionato. L’altruista deve essere elastico, deve accettare le eccezioni, ma conoscere bene le regole. Essere leader di un sodalizio come il L.C.I., significa non pretendere trattamenti particolari, guardarsi dall’egocentrismo , non ricercare l’applauso. Si sa che l’uomo si aspetta gratificazioni e riconoscimenti per il proprio operato, che non devono rappresentare l’obiettivo principale. La vanità del Socio a volte può essere una molla, un forte stimolo nella ricerca del successo nell’espletamento delle attività programmate: Il riconoscimento dell’avere ben operato e dell’avere fatto il bene deve essere la conseguenza e non il fine. I soci Lions hanno scelto di praticare amorevole solidarietà non perché le sorelle e i fratelli bisognosi li aiutino a conquistare una medaglia, una targa o uno spillino, ma per sentirsi appagati e coscienziosamente soddisfatti nel ricevere in regalo un sorriso di chi hanno aiutato e per il ricordo che lasceranno. La gratuità insegna ai Lions a donare prima di avere ricevuto, soprattutto a chi non può restituire. Bisogna che il sodale acquisisca una mentalità nuova che superi il gretto materialismo: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Questa è una reciprocità commerciale e sulla quale, purtroppo, si sta impostando l’intero sistema istituzionale e sociale. Si è Lions, perché, dotati di generosità, umiltà e di profonda compassione, si riesce ad attirare a sé gli altri per il calore e il benessere che si sa infondere e per la piena disponibilità a dare agli altri ciò che serve. Si fa squadra-lions perché l’individualismo è una grande minaccia per il raggiungimento delle prescritte finalità e per l’auspicato miglioramento dello stato di salute del Distretto. Si è Leader-Lions se si riesce ad evitare conflitti tra i Soci, tra gruppi diversi all’interno dei club e tra i club, se non si è “yes-person”, adulatori, ma unanimemente riconosciuti ed accettati per meriti , prestigio personale e non per appartenenze: una leadership-lions efficace ha anche l’impegnativo compito di risolvere i problemi del sodalizio. *Coordinatore GLT del Distretto Lions 108Yb 29 ADATTAMENTO AL CLIMA CHE CAMBIA CATANIA PROVINCIA RESILIENTE? di Luigi Savarino* Aumento delle temperature estive, ondate di calore, siccità, flash flooding, agricoltura in difficoltà e raccolti infestati da nuovi parassiti, scarsità della risorsa idrica, trombe d’aria e allagamenti. Sono solo alcuni degli eventi climatici stagionali che si fanno sempre più intensi e che negli ultimi anni stanno colpendo il nostro Paese. L’autunno 2013 ha rivelato all’Italia quello che forse si sarebbe dovuto capire già da tempo: il cambiamento climatico, attraverso il riscaldamento anomalo del Mediterraneo e la modifica del movimento delle masse d’aria sull’Europa, sta esponendo il nostro paese a eventi meteorologici di breve durata, ma estremi per intensità, in grado di provocare stragi e gravissimi danni materiali. Sono ormai diversi anni, per esempio, che, a ogni autunno, assistiamo ad alluvioni lampo, un tempo più tipiche dei climi tropicali che dei nostri. Figura 1 - Il sistema climatico (da "Cres - Climaresilienti" – Kyoto Club) 30 Ricordiamo solo le peggiori fra le più recenti: 36 morti vicino a Messina il 1° ottobre 2009; 3 morti e danni gravissimi in Veneto il 1° novembre 2010; 18 morti fra fine ottobre e inizio novembre 2011 fra Genova, Cinque Terre e Lunigiana; 6 morti il 12 novembre 2012 nella Maremma toscana, 17 morti intorno ad Olbia il 18 novembre 2013. A quest’ultimo episodio è seguito poi, ai primi di dicembre, una sorta di ciclone mediterraneo, che ha investito la parte Adriatica e Ionica del Meridione, con piogge, venti e mareggiate violentissimi che hanno devastato le coste, provocato frane e fatto esondare fiumi fra la Calabria e le Marche. Solo l’allarme precoce e le misure di sicurezza prese da sindaci, prefetti e protezione civile, hanno contenuto a tre il numero dei morti, evitando una strage simile a quella sarda. Figura 2 - Flash flooding a Scarcelli nel comune di Saponara (ME) Questo dimostra che se fermare il cambiamento climatico è cosa enormemente difficile e al di là delle nostre possibilità di nazione, almeno possiamo tentare di adattarci alle sue conseguenze attuali e future, per limitare vittime e danni. La Commissione europea, nel mese di aprile dello scorso anno 2013, ha presentato la “Strategia europea per l’adattamento ai cambiamenti climatici” , che rappresenta un ulteriore passo per la definizione di strategie a livello nazionale, regionale e locale (http://ec.europa.eu/clima/policies /adaptation/what/ documentation/en.htm ). La strategia, che fa seguito al Libro bianco sull'adattamento pubblicato nel 2009 (COM(2009)147), è mirata al rafforzamento del livello di preparazione e della capacità di reazione agli impatti del cambiamento climatico a livello locale, regionale, nazionale e dell’Unione. Il pacchetto è composto da un documento politico principale - la comunicazione (COM(13)3288 (rev.1)) - corredato da altri documenti relativi alle valutazioni di impatto (COM(13)3289 (riv. 1), COM(13)3292 (riv. 1), COM(13)3290 (riv. 1)). Uno degli obiettivi chiave della strategia consiste nell'aumentare la resilienza (capacità reattiva alle avversità) di alcuni settori vulnerabili (tra i quali l'agricoltura). L'integrazione dell'adattamento in tutte le politiche settoriali dell'UE è, inoltre, considerata un azione prioritaria, per permettere sinergie e diminuire i costi. Questo strumento europeo è stato recepito dall’Italia il 29 ottobre 2013 con la presentazione a Roma della “Strategia nazionale sull'adattamento ai cambiamenti climatici”,. al fine di mettere gli Enti locali del nostro Paese nelle condizioni di poterlo utilizzare come riferimento per l’avvio di politiche e azioni in chiave di adattamento sul nostro territorio. Ne abbiamo dato notizia con l’articolo intitolato “Adattamento ai cambiamenti climatici – Elementi per una Strategia nazionale – Consultazione pubblica on line sul sito del MATTM”, pubblicato su TuttolionsSicilia (http://tuttolionssicilia2013.wordpress.com/2013/11/13/ adattamento-ai-cambiamenti-climatici/ ). Nel documento vengono individuati gli interventi prioritari per la sicurezza del territorio, ma si tratta solo di una bozza che dal 29/10 viene pubblicata on line sul sito del ministero e sottoposta a consultazione pubblica. Una volta adottata ufficialmente, la Strategia, dovrà' diventare Piano nazionale di adattamento, diventando operativa con la previsione di governance e allocazione dei fondi. I risultati non sono molto incoraggianti per l’Europa in generale e per l’Italia in particolare. Se 130 delle città europee considerate (il 65%) ha almeno un piano per limitare le proprie emissioni, solo il 28% ha un piano di mitigazione dei rischi legati al cambiamento climatico, mentre il 35% delle città considerate non pensa a ridurre né emissioni di CO2 né i rischi per la popolazione. 31 "In realtà - spiega Piero Pelizzaro, esperto di adattamento climatico per il Kyoto Club - ……………… . Al momento solo una città, Ancona, ha un piano di adattamento climatico, approvato in consiglio comunale. Padova e Alba hanno iniziato a sviluppare il proprio piano di adattamento, mentre Bologna ha completato da poco un piano della vulnerabilità dell’area metropolitana. Questo muoversi in ordine sparso desta molte perplessità, in quanto se può essere opportuno immaginare piani per le grandi aree metropolitane, per le altre città sarebbe più opportuno immaginare piani di adattamento integrati almeno a livello provinciale o regionale, in quanto molte misure vanno applicate su una scala maggiore di quella cittadina. Per ora ci sono solo due piani di adattamento provinciale, per Genova e Catania, che però risalgono a diversi anni fa e non mi risulta siano mai stati implementati, e un’unica strategia regionale, quella lombarda, che indirizza ed elenca obiettivi, rimandando gli interventi di dettaglio a un futuro piano di adattamento". In considerazione di ciò invito i club Lions della provincia di Catania a ragionare, nel prossimo anno sociale 2014/2015, con i Comuni nei quali operano e con i partner tecnici (Ambiente Italia, Kyoto Club, Agenda 21 Locale, ecc.) per fare rete e intraprendere un percorso comune verso la costruzione di una comunità provinciale resiliente. Consulente del Distretto per la tutela ambientale Service distrettuale “La cultura della prevenzione” 32 Un poster per...solidarietà di Maurizio La Spina* Siamo arrivati alla fine di quest’anno sociale ed è giusto domandarsi se e quale obbiettivo abbiamo raggiunto, se siamo riusciti a concretizzare con azioni mirate un risultato o se abbiamo dispensato, attraverso incontri e convegni, solo inutile dottrina. Probabilmente siamo riusciti sia nell’uno che nell’altro intento, l’importante è prenderne coscienza e avere sempre presente il logo del Lion bifronte: guardare al passato per migliorare in futuro. L’attività relativa al concorso Un Poster per la Pace nel “nostro” Distretto è diventata certamente un appuntamento annuale di sicuro riferimento per la maggior parte dei Club e sebbene il tema della Pace sembrerebbe un tema “statico” i risultati dimostrano che l’attività offre numerosi spunti di azione rivolti alla solidarietà sociale. Ogni anno infatti si rileva che i ragazzi pendono spunto, per i loro disegni, dagli eventi contemporanei dimostrando, il più delle volte rispetto a noi, una maggiore sensibilità per gli eventi negativi, antitesi della pace, che TV, stampa e internet ogni giorno ci rappresentano. Quest’anno si è molto parlato, con articoli, servizi e immagini, il più delle volte davvero ignobili, del problema degli immigrati, i politici, tutti all’unanimità, hanno sfilato in passerella dispensando responsabilità a destra e a sinistra al solo scopo di ritagliarsi il ruolo accattivante di puntare il dito (ma non si è visto nessuno alzare il….. sedere dalla poltrona!!!) senza promuovere alcuna azione degna di rilievo. I ragazzi invitati a partecipare al “Concorso” hanno manifestato invece una grande sensibilità dedicando numerosi “Poster” al problema dell’immigrazione, mettendo in risalto il problema contingente esprimendo attraverso ogni disegno solidarietà e speranza. Attraverso gli scenari riportati nei Poster si legge chiaramente, vuoi per i colori, per il sole o piuttosto per la luce all’orizzonte, un sogno di speranza per un futuro di pace. Tanto impegno si è tradotto con la partecipazione di oltre 6000 alunni contribuendo a stimolare numerose iniziative di solidarietà nei Club dando così un valore aggiunto al “service”. 33 Mi auguro che in futuro si possa fare tesoro delle esperienze passate per incrementare una sempre maggiore partecipazione per contribuire ad “alimentare quello spirito di comprensione tra i popoli del pianeta” a cui i nostri ragazzi tendono con tanta sensibilità e sopratutto passione. Quella passione (Pace interiore) che “è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla giustizia” (B.Spinoza) Quella passione che ci vuole “..per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, o semplicemente……… per vivere “ ( Oriana Fallaci) *Delegato Distrettuale "Un poster per la Pace" 34 Congresso 10 maggio 2014 Relazione segretario distrettuale di Luigi Fricano Cari Soci e Socie Lions Dopo l’avvio dello scorso luglio a Monreale, ed i successivi appuntamenti istituzionali che hanno scandito questo anno sociale, intendo con questo mio breve intervento condividere con Voi, in relazione all’ufficio che, nel servizio, ho avuto il compito di coordinare, lo stato amministrativo del nostro Distretto e dunque dei Club in relazione al mantenimento ed incremento dei Soci attivi, formazione dei Soci e corretta informazione, partecipazione e qualità. Tali obiettivi volti al miglioramento dell’immagine della nostra Associazione nell’ambito del nostro Distretto e non solo. Per quanto riguarda la struttura, alla data del 30 aprile il Distretto è composto da 102 Club con 3945 soci. Bisogna constatare quindi un decremento, rispetto alla data del 30 giugno 2013, di 161 unità. Come sapete nel corso dell’anno sono stati cancellati 6 club mentre vi è stata la costituzione di un nuovo club a cui a breve verrà consegnata la charter. Tutti i Club sono stati visitati, rimane solo il club di Enna la cui visita è prevista per il prossimo 15 maggio. Oltre alla verifica amministrativa, si è potuto constatare, in molti casi , l’andamento delle attività svolte, la buona partecipazione dei soci con i quali si è instaurato un dialogo fattivo e costruttivo. Dall’esame dello stato dei Club si rilevano però, e soprattutto nei grossi centri dell’isola, alcune criticità, dovute a diversi fattori, ed anche – ritengo – al numero medio di soci per singolo Club, fattore questo che limita senz’altro l’attività nel suo complesso. E da qui permettetemi una breve riflessione: nel numero di aprile della rivista nazionale è stata pubblicata una tabella che rileva, tra l’altro, come i soci Lions italiani siano diminuiti dal giugno 2001 al Febbraio 2014 di 4264 unità (-8,90%); nel contempo si è registrata una crescita di 179 Club ( +15,80%). Nel nostro Distretto nello stesso periodo si è avuta una perdita di 829 soci (-17%) ed una crescita di 17 club (+20%). Analizzando poi alcuni dati relativi alle 3 città siciliane Palermo, Catania e Messina si evince che a Palermo e comune limitrofo sono presenti 12 club per un totale di 361 soci; di questi 12 club 5 hanno un numero complessivo di soci di 88 unità quindi con un numero di soci al di sotto delle 20 unità per singolo club. Catania 14 club per 493 soci di cui 6 club con un numero di soci al di sotto delle 30 unità. Infine Messina 5 club per 176 soci di cui 2 al di sotto delle 20 unità. E’ da rilevare che, anche altri Club del Distretto , ad oggi presentano un numero di soci inferiori alle 20 unità. Penso proprio che tutti noi da una attenta e serena valutazione di questi dati, possiamo trovare degli spunti di riflessione. Quello che occorre è ritrovare un entusiasmo nuovo per la crescita – intesa non in senso numerico – del Distretto e dell’Associazione rendendoci conto che tutti NOI siamo soci del Lions Club International, la più antica e vasta organizzazione di servizio umanitaria oggi esistente. E’ fondamentale vincere l’innato egoismo che ha sede in ogni essere umano, mettendo in atto i principi di solidarietà, di onestà, di offerta gratuita, di sostegno alle Istituzioni dando ognuno il proprio contributo di opere, idee e tempo a favore dell’Associazione. Come sostiene il D.I. Fresia, bisogna agire sempre col senso del buon padre di famiglia e ricordare che il Distretto non “impone” nulla, ma richiede che le regole siano conosciute, rispettate ed applicate. Solo così saremo in grado di dare maggiore impulso e sviluppo all’Associazione. Dobbiamo liberarci da ogni tipo di preclusione mentale ed essere capaci di slancio. Come ci ha ricordato il nostro Governatore nel corso dell’anno dobbiamo ricercare e favorire il senso della partecipazione attiva e della gioia e soddisfazione del socio di sentirsi utile alla società. Nell’avviarmi alla conclusione mi piace ancora evidenziare l’importanza che si è data all’attività formativa nelle sue diverse fasi e momenti ed alla comunicazione. Ritengo che l’impegno del Governatore, nel volere raggiungere singolarmente e direttamente tutti i soci sia stato un fatto rilevante e positivo in termini di coinvolgimento e partecipazione. Se il lionismo è missione, e lo è, dobbiamo credere fermamente in ciò che facciamo, giorno per giorno, essere responsabili dell’impegno preso, ed essere in grado di consolidare sempre più rispetto, amicizia, e condivisione. Dunque dobbiamo mobilitarci tutti a porre fine alle critiche “tout court”, ricordando che occorre essere cauti nella critica e generosi nella lode; per costruire e non per distruggere. Ma tutti noi ne saremo capaci? 35 Desidero infine rivolgere un sentito grazie a tutti indistintamente per la collaborazione avuta nel corso del corrente anno sociale ed augurare al nostro Distretto tanti successi. Buon lavoro a Tutti. Segretario distrettuale 2013/2014 36 "DIONISIO": un metodo di partecipazione Cari amici, Ricordiamo che "Partecipare per cooperare alla crescita", è il motto scelto dal nostro Governatore, Gianfranco Amenta, per sollecitarci a pensare ed agire proattivamente per la crescita di un sano lionismo e del nostro Distretto. Un sentito ringraziamento a quanti hanno voluto contribuire alla realizzazione di questo nuovo appuntamento. I vostri preziosi contributi saranno sempre graditi. La Redazione I Lions di Sicilia a Lampedusa per la Festa dell’architettura 2014 Conferenza degli ordini d’Italia – convegno internazionale workshop L’Architettura dell’accoglienza in emergenza dal 9 al 14 giugno di Giuseppe Vella* I Lions di Sicilia, del Distretto 108 Yb, ancora in prima linea con gli Architetti di Sicilia e d’Italia a Lampedusa. L’occasione che accende ancora i riflettori sul biblico esodo di uomini donne e bambini che provengono da un contesto di disagi e guerre verso quello che loro ritengono la “speranza” di un futuro migliore e più sicuro e coltivando altresì la speranza di essere accolti come esiliati, realtà di cronaca giornaliera che viviamo attraverso i giornali e le televisioni e che pone “simbolicamente” e “praticamente” Lampedusa quale porta d’Europa nel Mediterraneo. Ed ecco il perché dell’adesione all’International Workshop di Lampedusa da parte dei Lions di Sicilia al tema: L’Architettura dell’accoglienza in emergenza. Ancora una tappa importante con la quale dimostrare quanto impegno e lavoro va profuso per dare risposte “vere” e senza terzi fini a questo evidente bisogno di umanità. Uno sforzo per mettere a nudo i limiti del sistema che ha balbettato e balbetta da troppo tempo. Un Sistema che reagisce male e denota quanto poco interesse abbia suscitato l’inadeguatezza delle operazioni messe in essere rispetto ad un “esodo” preannunciato da anni e al quale nel momento di maggior imponenza si sperimentano invece tutti i limiti organizzativi. La consapevolezza tardiva della portata europea dell’evento richiede una veloce rimodulazione dei Servizi relegati ad un problema locale di confine marginalizzato e delegato solo a chi deve approntare le operazioni di sbarco. Il Governatore Prof. Gianfranco Amenta ha avuto già da tempo in agenda tale problematica, raccogliendo dati già negli anni di preparazione al Suo Anno Sociale da Governatore, e oggi, collocando il Distretto tra i Patrocinanti di questo importante evento mediatico, ancora manifesta l’Autorevolezza dell’impegno e Sostiene anche economicamente la portata culturale che non deve e non può mancare. Ci vuole consapevolezza quando l’accoglienza verso fratelli meno fortunati è, non solo opportuna ma necessaria, e ciò può rendere solido il rapporto con chi è meno fortunato di noi e cerca riparo e asilo nella Nostra terra d’Europa. E’ chiaro ed Evidente che è necessario rendere quanto più manifesto possibile a tutti che il flusso così numeroso necessita di una pianificazione e una progettazione che gli Architetti si propongono di sperimentare in uno dei momenti più importanti della propria vita di Corporazione. Il Contesto della festa, perché di questo si tratta per gli Architetti d’Italia, l’Anniversario in cui festeggiano i loro 90 anni di esistenza in forma organizzata come categoria attività e 37 "DIONISIO": un metodo di partecipazione proprio tale festa sarà preceduta dal Workshop sul tema dell’architettura dell’accoglienza in emergenza, che coinvolgerà studenti in architettura dei Paesi del Mediterraneo e, soprattutto, della costa Nordafricana; manifestazione di lancio del Concorso Internazionale “l’Architettura dell’accoglienza” a Lampedusa, quale cerniera culturale, socio - economica, politica e commerciale tra l’Europa ed i Paesi della costa Nordafricana. I Lions “partecipano” concretamente attribuendo tre delle dieci borse di studio che saranno consegnate dall’Arch. Rosa Maria Corbo, Lion e Presidente della Zona 23 che rappresenterà il Governatore in questo importante contesto. I Lions vedono e seguono con apprensione gli eventi ma chiaramente vogliono essere, anche in questa difficile occasione, presenti e con l’operatività che i momenti come questo richiedono. Socio Lions Tavola rotonda "Parliamo dei problemi dei giovani Una Voce dalla Platea Durante la recente tavola rotonda1 sul tema “Parliamo del problema dei giovani con i giovani”, le varie anime dei Lions hanno cercato di analizzare e dare soluzione ad un problema dei più attuali e scottanti: il lavoro e i giovani. L’esistenza di un disagio giovanile2 presente nel nostro Paese, non è sicuramente un fenomeno recente, anche se le sue modalità di manifestazione sono variate al variare del “momento storico” di riferimento: in tempi vicini ai nostri giorni, esso si manifesta, principalmente, tramite il fenomeno della dipendenza da alcool o droghe, nonché attraverso l’ abbandono prematuro dei “percorsi di studio” intrapresi (università o altro). Gli illustri relatori hanno sottolineato l’esistenza3 di un grave momento di crisi generale che vede, sul territorio meridionale dell’Italia, concentrato appena il 20% degli “occupati”, a fronte di un ideale “ 50% di un sistema economico in equilibrio (vedi i Paesi del nord - Europa). Hanno poi posto l’accento sull’esistenza di un “processo di formazione” (soprattutto universitaria) che, in Italia, contrariamente a quanto succede nei Paesi di origine anglosassone, isola i giovani dal mondo del lavoro fino al conseguimento finale del “titolo di studio”, rinviandone, pertanto, la crescita umana e relegandoli al ruolo di “figli di famiglia”4. A tal proposito, pur difendendo il contenuto formativo, in termini di qualità, del nostro “sistema di istruzione”, si è auspicato da più parti5 l’introduzione di una correzione, all’interno del suddetto “sistema”, che potrebbe essere individuata nella trasformazione dell’ultimo periodo di formazione universitaria (ultimo anno accademico o ultimo 1 XVIII Congresso Distrettuale – Catania, 9 – 10 maggio 2014 Intervento del Past Presidente del Consiglio dei Governatori - S. Giacona 3 Prof. Pietro Busetta – Delegato – Comitato Area cultura e rapporti con le università siciliane” (PA) 4 Governatore Prof. Avv. Gianfranco Amenta; F. Dugo – vice Presidente Distretto Leo. 5 Prof. Avv. G. Amenta – Governatore Distretto 108 Y B, in primis. 2 38 "DIONISIO": un metodo di partecipazione semestre dello stesso) in un tirocinio attivo di apprendistato lavorativo, possibilmente supportato da “convenzioni” ufficiali che ne garantiscano il “valore legale”. Entra pertanto in gioco, e lo hanno fatto rilevare alcuni dei “relatori”, l’importanza del contesto in cui si opera: l’esistenza e la non – esistenza, sul territorio di pertinenza, di un pacchetto di opzioni lavorative (offerte di piccole , medie o grandi imprese), condiziona sicuramente la possibile riuscita di questa “ipotesi correttiva”. In modo certamente non casuale, il Prof. Busetta ipotizzava l’attivazione di un “aiuto concreto” da parte delle generazioni passate (genitori, nonni o altro) per superare l’ impatto iniziale dell’ingresso nel mondo del lavoro. Ipotesi, questa, possibile solo in presenza di “genitori” (o nonni …) in grado di farlo: ossia in condizioni economiche tali da garantire la sussistenza propria e quella dei figli, ben oltre l’età che, per definizione, li rende “maggiorenni”. Il focus si è infine spostato sugli “atteggiamenti” che il mondo giovanile assume nei confronti del mondo lavorativo. È emerso, da vari interventi6 di relatori appartenenti proprio al mondo giovanile, che vi sono dei “comportamenti” che, per quanto talvolta giustificati, sono di ostacolo all’ingresso nel mondo del lavoro: 1. La sfiducia verso le proprie “potenzialità”, generata talvolta da una educazione troppo protettiva: 2. La rassegnazione ad una situazione economica in crisi, esacerbata dalla sfiducia verso una classe politica ed un mondo economico ritenuti, dai più, affetti da corruzione e clientelismo; 3. Le oggettive condizioni economiche disagiate, che rendono inattuabile anche il quasi scontato “aiuto familiare”. Ma occorre puntualizzare7 che essere giovani NON8 deve essere interpretato come una “malattia” o un ostacolo, poiché, anche se il disagio esiste, sicuramente le condizioni dei giovani di oggi sono migliori di quelle dei “ragazzi del dopoguerra”. Allora, quali sono le possibili soluzioni ? Ed i Lions come possono intervenire ? A mio parere e in base a quanto sentito in questo convegno9 , i Lions fanno già molto, attraverso “progetti specifici”, mirati per risolvere i problemi della “dipendenza” o della “prevenzione”: si pensi al “Progetto Martina” ed altro ancora. Rimane, ed è fortemente sentito, il problema dell’ingresso nel mondo del lavoro. Alcuni relatori10 hanno fatto rilevare che, le cosiddette offerte lavorative potrebbero essere incrementate e migliorate, attraverso una migliore e più efficiente gestione di quei FONDI che la Comunità Europea mette al servizio dello sviluppo economico di “territori” in sofferenza e, in particolare, del mondo giovanile imprenditoriale: tali “interventi” potrebbero in breve tempo ( 4 o 5 anni) portare a dei buoni risultati. In questo ambito, per esempio, secondo un mio modesto parere, anche una riscoperta di antichi mestieri, surclassati dall’era tecnologica o legati al mondo dell’eno–gastronomia, potrebbe offrire delle “opportunità lavorative” aggiuntive, forse di nicchia, ma sicuramente vincenti (come è stato già dimostrato in alcune “realtà locali”, anche in Sicilia). 6 Ines Tomaselli – Leo Club Catania Nord O. Licciardella –Delegato Comitato Area cultura e rapporti con le università siciliane (CT) 8 Dott. Roberto Tumbarello, giornalista – Esperto in comunicazione e diritti umani. 9 S. Giacona – Past Presidente Consiglio dei Governatori ed altri. 10 G. Biondo – Tesoriere Distretto Leo; Prof. P. Busetta. 7 39 "DIONISIO": un metodo di partecipazione Ma tutto ciò non è sufficiente se anche il mondo giovanile non collabora al “progetto”, mettendosi in gioco, con la propria creatività, intraprendenza e competenza. Si, competenza, perché i nostri “giovani”, anche se spesso hanno perduto il contatto con le vecchie “professionalità”, ne hanno acquisite di nuove, molto spendibili in campo lavorativo. Allora, dobbiamo riposizionare il “bersaglio”: occorre modificare il “punto di partenza”, al di là dell’istruzione e dell’aiuto economico, vi deve essere qualcosa di più e questo qualcosa è il nostro esempio, attraverso la trasmissione di quei valori che sono i nostri, ma sono anche i “Valori del Lionismo”: l’onestà, l’impegno costruttivo e il rispetto della persona. Ognuno dei nostri figli (o nipoti) possiede uno “scrigno di tesori”, a noi il compito di aiutarli: non dobbiamo spingerli a “tenerlo nascosto”, per proteggerli dal mondo esterno, ma piuttosto dobbiamo incoraggiarli a valorizzarlo, affinché la loro unicità sia una occasione di miglioramento per loro e per il mondo che li circonda. Giusi Balsamo Convegno sul TEMA DI STUDIO DISTRETTUALE PROBLEMATICHE ED OPPORTUNITA’ DELLA SICILIA, EUROREGIONE DEL MEDITERRANEO Marsala – Domenica 27 aprile 2014 di Diego Maggio* DOCUMENTO DI SINTESI Quello su cui i Lions siciliani sono stati, dal loro Governatore, chiamati a confrontarsi in quest’annata sociale, noi lo abbiamo interpretato con questo coro a più voci: del quale – avendo scelto che provenissero da fuori rispetto al nostro ristretto ambito - abbiamo sentito e goduto la ben orchestrata sinfonia e ci apprestiamo, adesso, a sintetizzare e tramandare la cordiale armonia. Abbiamo oggi avuto conferma del fatto che questa terra (appartenente solo politicamente al continente boreale ma da esso staccata fisicamente) è in realtà – nei secoli e nel presente - la più “contaminata” fra quelle che si affacciano nel Mare di mezzo. Riportando testualmente Vitaliano Brancati “L’Europa, che comincia a nord con fiumi gelati e popoli dal pensiero lucido e senza vertigini, dopo il gran salto delle Alpi, si ingolfa, da questa parte, nel Mediterraneo e finisce lentamente con la Sicilia. L’Europa che – dal suo sud estremo - comincia e finisce: ecco la Sicilia.” Pertanto, anziché sconfinare in presuntuose derive auto-identitarie, siamo indotti a far prevalere l’onestà intellettuale nel riconoscere che la Sicilia è la risultante di un mix - in continua evoluzione - fra sapori ed enologie, sapienze e genealogie, localismi e universalità, autonomismi e autismi, risorse e sprechi, crimini e speranze. Se una sintesi possiamo dunque trarre da questa domenica marsalese d’aprile, il messaggio vero che corrisponde alla stessa mission di questa religione laica che professiamo – il lionismo - ben può tradursi nel voler fare dell’immenso patrimonio colturale, artistico, culturale, archeologico, organolettico ed ambientale della nostra terra, lo strumento di uno sviluppo reale. Anche stamane, abbiamo capito come non basti che la Sicilia sia (come naturalmente è) al centro geografico del Mediterraneo, ma quanto è necessario farla divenire l’epicentro pulsante di tale area, l’isola centrale nella comunità dell’arcipelago euro-mediterraneo: una terra di convivenza e solidarietà, ponte fra le culture dell'Europa, dell'Africa, del Medio Oriente. Si tratta cioè di internazionalizzare la vita sociale ed economica dei 40 "DIONISIO": un metodo di partecipazione Siciliani: il che deve vedere la Regione titolare di nuovi rapporti da un lato con l'U.E. e dall'altro con i paesi rivieraschi. Da questo non casuale tema di studio, i Lions siciliani vogliono proporre una strategia, istituzionalizzandone l’insistenza: attivare cioè una rete volitiva – insieme agli altri clubs service e a tutti i soggetti pubblici e privati capace di focalizzare intanto ogni particolare della singola "isola" siciliana: il Marsala e il Passito di Pantelleria, l’olio extravergine di oliva Nocellara del Belice e delle Valli Trapanesi, il pane nero di Castelvetrano, i grandi vini di Alcamo, il mare ed il pescato di Mazara del Vallo, il cuscus di San Vito Lo Capo, le busiate di Buseto, il sale marino di Trapani, l’aglio rosso di Nubia, il formaggio Pecorino e la Vastedda del Belice, le vigne e la dolceria artigianale di Erice, le fragole di Bufalata, i fiori e le piante ornamentali di Samperi, il Carnevale di Petrosino, le tradizioni dei gelatai e delle torrefazioni, ma anche le Processioni pasquali di Trapani e Marsala, i templi e gli anfiteatri di Selinunte e Segesta, le grotte preistoriche di Levanzo, il bosco del Monte Bonifato, la foca monaca che ha ripreso ad abitare nelle acque limpide di Marettimo, le tonnare di Favignana e Bonagia, la pietra campanella della giudecca di Salemi, i marmi di Custonaci, le Orestiadi di Gibellina, i faraglioni di Scopello, i capperi, lo zibibbo, le favàre e i dammùsi di Pantelleria, le vie del vento che fanno capolinea allo Stagnone, il fascino struggente del Golfo di Castellammare … Partire dalla riscoperta della propria identità vuol dire valorizzare la profondità della propria storia, riscoprire l’orgogliosa abilità del saper coltivare vigneti ed uliveti d’eccellenza, confidare sulle proprie capacità e farne oggetto di apertura al mondo. Dalla sinergia fra queste filiere di pensiero e di produzione, si può pianificare l'immissione sui mercati nazionali ed internazionali del prodotto made in Sicily, valorizzando ogni fattore e facendolo diventare economia. Quelli appena descritti costituiscono tutti – inimitabilmente - presìdi, tipicità, denominazioni, patrimoni. E meritano, ognuno, adeguata difesa e protezione. Ecco, perciò, il metodo strategico che proponiamo: proiettare la Sicilia, tutta la Sicilia, verso una ancor maggiore notorietà nell’opinione pubblica mondiale, puntando a mettere sotto la più alta tutela le sue più peculiari ricchezze materiali ed immateriali. Ma i Lions vogliono razionalizzare un tal percorso: ragion per cui assicureranno il loro sostegno autorevole a quei progetti che, in ogni territorio nel quale si estrinseca il loro “servire”, mirano fondatamente ad ottenere il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità”. Di certo c’è che, su specifica domanda avanzata dall’amministrazione locale e fatta propria dal Governo nazionale, a decidere deve infine essere l’UNESCO: cioè l’Organizzazione dell’ONU per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Sono quasi mille, in tutto il mondo, questi posti-gioiello individuati come meritevoli di una custodia inviolabile e di una particolare tutela da parte del Paese di appartenenza e da tutte le nazioni aderenti all’UNESCO e che si adoperano attivamente - mediante contributi finanziari ed azioni informative - per proteggerli quando versino in pericolo di andare in rovina o di subire danneggiamenti. E sono 120 i Paesi che sostengono l’impegno di preservare sottraendolo ad incuria, calamità naturali e guerre - il meglio di ciò che la creatività umana ha prodotto nei secoli e che, proprio per questo motivo, appartiene ad ognuno di noi esseri umani, a prescindere dal Paese in cui il bene si trova. Due sono, in questo estremo Ovest, i progetti in pista e che il Lions International - al più alto livello e insieme a quanti altri vorranno - può e vuole impegnarsi a sostenere ufficialmente. E ne illustriamo qui il rispettivo “stato dell’arte”. - I– In fase molto avanzata è la candidatura della “Pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria”: idea che, lanciata in una mia pubblicazione del 2000 e poi rilanciata nel 2010 dal mio Consorzio Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dei vini a d.o.c. dell’isola di Pantelleria, sta vedendo gli sforzi collettivi pervenire al buon esito di una proposta che è diventata corale aspirazione di tutta la comunità isolana. Quella della coltivazione del vigneto ad alberello, a Pantelleria è una consuetudine millenaria e comunque molto antica. E – più di ogni altra tradizione - proprio la coltivazione della vite è sintesi di questa eredità storica. La proverbiale e impetuosa ventosità dell’isola ha verosimilmente indotto i primi arcaici viticoltori a mettere al riparo la vite dalle folate, collocando ogni pianta in una conca scavata nel suolo di terra lavica. Così adagiati, i tralci si abbracciano e i grappoli guadagnano prossimità all’humus vulcanico. Tutto ciò ha potuto attecchire e perpetuarsi in un’isola che, già di per se stessa, costituisce un vero unicum. A fronte degli altri arcipelaghi che circondano e coronano la Sicilia, infatti, Pantelleria rimane solitaria e situata più vicina alla costa nordafricana di quanto non lo sia all’isola-madre. Iscrivere questo singolare vigneto (ove ancora vivono ceppi perfino ottuagenari) nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO rappresenterà il riconoscimento dell’autentico eroismo con cui ogni giorno i viticoltori si cura 41 "DIONISIO": un metodo di partecipazione dell’ambiente: i terrazzamenti, i muretti a secco (estesi, nell’intero, 8.000 chilometri), i “giardini arabi” (altrettanti nuraghi senza tetto, ciascuno a riparo di una sola pianta di agrumi) e i caratteristici dammùsi. La coltivazione della vite pantesca è, pertanto, il simbolo di una comunità che, grazie al difficile lavoro nei campi di una terra ardua, riesce a rinnovare quotidianamente il legame tra l’uomo e la natura. Con un documento che ho personalmente redatto ed inoltrato al Mipaf a nome del Consorzio di Tutela, si è appena completato il dossier di candidatura infine inviato alla sede UNESCO di Parigi lo scorso 24 febbraio dal Dipartimento politiche europee ed internazionali e sviluppo rurale dello stesso nostro Ministero. L’attuale documentazione sarà quindi inviata dal Segretariato della Convenzione all’Organo valutatore per l’esame che vedrà il suo esito a fine novembre 2014. - II – E poi c’è un sogno che qui accarezziamo da quasi tre lustri. Cominciai, infatti, quattordici anni fa – sulle colonne de Il Vomere – a scrivere della necessità e della legittimità che Mozia e Lilybeo, quali punte di diamante della civiltà fenicio-punica, venissero poste sotto l’alta tutela dell’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Sono trascorsi, da allora circa cinquemila giorni farciti da convegni, gelosie di paternità, appropriazioni indebite, comunicati che annunciano l’obiettivo ormai vicino, etc. Ma la candidatura non è mai stata efficacemente avanzata. Ora, è vero che non tutti i siti culturali per i quali viene richiesto l’intervento dell’UNESCO finiscono con l’essere dichiarati “patrimonio dell’umanità”: occorre che rappresentino un “unicum” storico-artistico che abbia avuto rilevante influenza per lungo tempo, oppure che costituiscano un esempio eccezionale di una civiltà o di una tradizione culturale. Ma non vi sembrano, queste, parole tagliate e cucite addosso a questo territorio? In quale altrove possono rinvenirsi prove così importanti della più antica e consistente (ed ancor viva) tradizione viticola e cerealicola, capolinea pure delle “rotte dei grani”, oltre che dei commerci vinicoli di un incrocio unico fra la civiltà fenicia, quella greca e quella imperiale romana? Non credete che proprio da qui e da allora abbia preso piede quello stile di vita che ora viene protetto e chiamato “dieta mediterranea”? Dove, se non qui, si può trovare un’isolamuseo, circondata da saline attive e mulini a vento, al centro di una laguna naturale e che si irradia sul comprensorio vitivinicolo più denso al mondo? E che il tutto sia un insieme vivibile come emporio, bacino ed arcipelago dell’epopea fenicia-ellenica-romana nel Mare Nostrum? Fu Joseph Whitaker, imprenditore “marsalista”, a riportare alla luce una civiltà insediatasi in quell’isoletta già 8 secoli prima di Cristo. La ritrovata affascinante statua dell’auriga o giovinetto in tunica, la strada subacquea per i carretti dell’uva, il suo incredibile vigneto: proprio da Mozia partono – da secoli - le vie del pane, del vino, del sale e del vento ! Quanto alla unicità ambientale e storica di questo territorio, valga citare la Nave Punica (con le sue anfore vinarie), le diecine di migliaia di ettari a vigneto, le tracce della più antica arte della panificazione, gli straordinari stabilimenti vinicoli, i mosaici romani dell’insula, il fondale marino con i suoi tesori ancora da esplorare... Ecco perché Mozia, inscindibilmente con Lilybeo, forma ormai – anche immaterialmente - un luogo della memoria collettiva, prediletto dalla comunità scientifica internazionale. Questa può ben essere la piattaforma motivazionale con cui risvegliare e magari duplicare la candidatura in questione, proponendola cioè – da parte dei due Ministeri - per entrambe le liste dell’Unesco. Dal dossier detenuto presso gli uffici comunali si rileva che l’ultima valida corrispondenza proveniente dal Ministero Beni Culturali porta la data del 25/2/2009 e vi si dice che l’inserimento dei suddetti siti nell’ambito di una più ampia candidatura, dai requisiti transregionali e transnazionali e avente come comune denominatore le evidenze fenicio-puniche nel Mediterraneo Occidentale, ottempererebbe agli odierni orientamenti della WHL Unesco. Da allora tutto tace. Ora l’On. Giulia Adamo vuole fare sul serio e ha cominciato con il conferire alla sezione marsalese del club Unesco l’incarico di predisporre gli atti necessari all’iscrizione della candidatura di Mozia e Lilybeo nella Tentative List dell’Unesco. Qui ed oggi, tutti noi appartenenti ai Clubs della Zona 5 che abbiamo organizzato questo Convegno, affidiamo ufficialmente al Governatore dei Lions siciliani – affinché valuti di impegnare i suoi successori, nonché di farne inoltro al Presidente Internazionale – ambedue le richieste di sostegno provenienti da entrambi questi territori dell’occidente siciliano che aspirano rispettivamente (ciascuno con le proprie motivazioni) ad essere riconosciuti Patrimonio dell’Umanità. 42 "DIONISIO": un metodo di partecipazione Siamo certi, in ogni caso, che il club service più diffuso al mondo, prenderà a cuore le sorti anche di questa parte di mondo: ove l’intero genere umano si riconoscerà per scienza e coscienza. Grazie. *Componente commissione distrettuale 43 ottobre 2013 gennaio 2014 aprile 2014 giugno 2014 Buone vacanze a tutti 44 Editore Lions Club International Distretto 108 Yb Direttore Responsabile Nicola Marinaro Redattore Capo Antonio Palmeri E' gradito il contributo dei lettori e di quanti preposti ad inviare le informazioni che dovranno pervenire entro il 15 del mese di chiusura trimestrale (settembre, dicembre, marzo, giugno), ad uno dei seguenti indirizzi: [email protected] (presente sull'organigramma) o [email protected]. Gli articoli dovranno pervenire in formato word con una lunghezza massima di 4000 caratteri (spazi inclusi), senza parole in grassetto, sottolineature o maiuscole; le foto (max 3), in formato jpg, possibilmente con didascalia. La redazione si riserva il diritto di decidere se, quando ed in quale spazio pubblicare i testi pervenuti nonché di intervenire sugli stessi apportandovi modifiche formali o anche riducendoli per migliorane la leggibilità. La rivista sarà consultabile e/o scaricabile dal sito del Distretto www.lionsicilia.it 45
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