maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 1 AulA mAgnA Stagione musicale 2012-2013 Martedì 28 maggio 2013 ore 20.30 (concerto n. 2819 dalla fondazione) Kandinskij/Musorgskij primA romAnA Mikhail Rudy pianoforte progetto video di mikhail rudy in collaborazione con Cité de la musique – parigi maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 2 martedì 28 maggio 2013 Mikhail Rudy pianoforte Aleksandr Skrjabin (1872-1915) Deux Danses, op. 73 1. guirlandes 2. Flammes sombres Vers la flamme, op. 72 Igor’ Stravinskij (1882-1971) petruška per pianoforte Fête populaire (trascrizione di m. rudy) Chez petruška (trascrizione di i. Stravinskij) la semaine grasse (trascrizione di m. rudy) *** Modest Musorgskij (1839-1881) Quadri di un’esposizione edizione originale per pianoforte con proiezione in sincrono del film d’animazione basato sulla versione teatrale di Vasilij Kandinskij del 1928 promenade i lo gnomo promenade ii il vecchio castello promenade iii Tuileries (litigio di fanciulli dopo il gioco) Bydło promenade iV Balletto dei pulcini nei loro gusci Samuel goldenberg e Schmuÿle promenade V limoges, il mercato Catacombe. un sepolcro romano Con i morti in una lingua morta la capanna sulle zampe di gallina (Baba Yaga) la grande porta di Kiev maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 3 la storiografia musicale e artistica del secolo scorso ha lasciato colare e rapprendere sulla musica di Musorgskij e sulla pittura di Kandinskij le due opposte etichette di realismo e astrattismo. il fatto che Kandinskij – sollecitato nel 1928 da gustav Hermann, direttore del teatro di Dessau – avesse accettato con entusiasmo di realizzare una composizione scenica astratta da legare all’esecuzione dei Quadri di un’esposizione di musorgskij, è dunque a prima vista paradossale; ma si tratta di un paradosso solamente apparente. A dispetto del titolo, infatti, i Quadri (1874) non sono una semplice traduzione in termini sonori degli schizzi naturalistici visti da musorgskij in un’esposizione in memoria del defunto Viktor Hartmann, suo amico architetto; per citare Kandinskij, «la musica non è affatto “musica a programma” [mirante, cioè, a descrivere in suoni un’immagine o racconto non musicale]. Se essa “rispecchia” qualcosa, non si tratta dei quadri dipinti bensì delle esperienze interiori di musorgskij, le quali andarono molto oltre il “contenuto” dei quadri e trovarono una forma puramente musicale». per verificare e comprendere quest’assunto è necessario in primo luogo ridiscutere brevemente il concetto di realismo in rapporto alla produzione musorgskiana. mentre il romanticismo, soprattutto di matrice tedesca, inseguì l’idea di musica assoluta – slegata, nella sua “purezza”, da concetti, oggetti o scopi, da qualsiasi referente extramusicale, da ogni contingenza terrena, e pertanto protesa verso una dimensione metafisica, verso l’essenza, lo Spirito, l’idea –, musorgskij non volle lanciare il suo sguardo oltre i confini del mondo sensibile, ma iniziò a «grattare la nera terra» così a fondo da cogliere la realtà umana in ogni sua anche crudele verità. il dato più evidente è certamente fornito dal catalogo dei suoi lavori, comprendente opere liriche, canzoni ed altri brani immancabilmente legati a stimoli extramusicali testuali o figurativi; ma la prova più profonda si rintraccia nei connotati del suo linguaggio musicale, che, innescato da quegli stimoli e non preesistente ad essi, mostra un’estrema libertà formale, sintattica e grammaticale, visibilmente ignorando i canoni della tradizione, l’estetica del bello musicale, la mistica spiritualità romantica. nelle lettere ad amici e colleghi musorgskij enuncia con chiarezza estrema il proprio credo artistico: la vita è dov’è la gente viva e là non v’è posto per paragrafi preconcetti o articoli di regolamento. ma quando questa gente [i compositori contemporanei] finirà di scrivere fughe […] e parlerà con la gente della strada? […] non questo chiede l’uomo del nostro tempo all’arte, non queste cose danno una giustificazione all’artista. La vita, in tutte le sue manifestazioni; la verità, per quanto sia salata; il discorso ardito e sincero, rivolto alla gente à bout portant: questo è il mio lievito, questo è quanto voglio e da cui avrei paura di distaccarmi. nelle masse umane, come nel singolo, vi son sempre tratti sfumatissimi che ci sfuggono, tratti che nessuno ha ancora colto: rilevarli e studiarli leggendo, osservando, indovinando in tutte le profondità e nutrire di ciò l’umanità, offrendo quasi un nuovo cibo salutare, ancora non gustato. Ecco qual è il nostro compito! l’arte non deve realizzare la sola bellezza; un palazzo è bello veramente, quando oltre la bella facciata, fatta con criterio e solidità, lascia capire lo scopo dell’intera costruzione e la mente dell’artista. maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 4 Queste parole non rimangono inerti affermazioni programmatiche, ma trovano reale riscontro nella musica dell’autore russo. in questo senso i Quadri di un’esposizione risultano paradigmatici: i sedici brani che compongono la raccolta, ciascuno dei quali recante il titolo di un dipinto di Hartmann, costituiscono altrettanti tasselli di un variopinto mosaico che, nel trarre spunto dalle più diverse situazioni del vivere quotidiano (il gioco di alcuni bambini, il lento incedere di un carro di contadini, il convulso dialogo fra due ebrei di diversa estrazione, la caleidoscopica girandola di un mercato, l’oscurità e il silenzio di alcune catacombe ecc.), si insinua nelle pieghe più profonde dell’umana esistenza. il realismo di musorgskij consiste nell’accettazione dell’impulso extramusicale costituito dalle pitture di Harmtann, ma non in una loro pura e semplice “traduzione” sonora: quello di musorgskij è un realismo psicologico che innesta sul dato esterno (il quadro e il suo contenuto) la ribollente interiorità dell’autore, il quale non offre dunque una fotografia oggettiva del mondo, ma una visionaria lettura dell’esistenza. A livello formale i Quadri di un’esposizione risultano piuttosto frammentari, perché giocati sulla giustapposizione di momenti (i singoli quadri) fra loro scarsamente integrati. manca quell’unità che, in molti compositori dell’epoca, era garantita da schemi formali preesistenti, “stampini” all’interno dei quali calare il materiale musicale. l’unico elemento che conferisce una certa coesione alla raccolta è la promenade (“passeggiata”), che tuttavia insorge irregolarmente ed in forma sempre variata. la forma non è qui ricevuta in eredità dalla tradizione, ma creata ex novo, sulla base del materiale e delle esigenze espressive del momento. Questa enorme libertà si riverbera su tutti i livelli, come dimostrano le spregiudicate scelte linguistiche che in molti casi prefigurano la musica del ‘900: ne Lo gnomo, ad esempio, il discorso risulta continuamente spezzato dal rincorrersi di gesti (più che temi) musicali dalla spiccata individualità; in molti brani (Bydło, Balletto dei pulcini, Samuel Goldenberg e Schmuÿle) il pianoforte viene impiegato esclusivamente nei registri estremi, con effetti di colore inauditi; nel Balletto dei pulcini abbellimenti solitamente decorativi – trilli, acciaccature ecc. – assumono un ruolo primario, divenendo elementi tematici; in Catacombe, invece, troviamo unicamente accordi giustapposti e silenzi, un panorama cupo e disorientante all’interno del quale ogni logica discorsiva è sospesa; in Con i morti in una lingua morta ricorre un esempio di politonalità (due tonalità differenti sovrapposte: lo stesso artificio verrà usato, ad esempio, da igor’ Stravinskij in Petruška); notevole, infine, è l’uso della modalità. Da un confronto anche sommario fra questo rivoluzionario linguaggio musicale e il banale tradizionalismo dei lavori di Hartmann risulta evidente che realismo, in musorgskij, non significa “imitazione” o “traduzione” (non si spiegherebbe, altrimenti, una così forte escursione linguistica fra i due autori), ma libera resa delle «esperienze interiori» del compositore – per riprendere l’espressione di Kandinskij. il caso della promenade è sintomatico: il suo ritorno variato, piuttosto che descrivere naturalisticamente l’esplorazione delle sale della mostra, corrisponde al progressivo mutare dell’interiorità di musorgskij, che finisce per innestare il motivo ricorrente – ormai gioco puramente mentale, “spirituale” – in due quadri: Con i morti e La grande porta di Kiev. Quanto detto finora dovrebbe far luce sulle ragioni dell’interesse di Kandinskij per i Quadri, e dimostrare come il realismo di musorgskij – nell’accezione qui delineata – non risulti affatto inconciliabile con l’astrattismo del pittore russo. D’altra parte maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 5 quest’ultimo, nel concepire la propria messinscena dei Quadri, si rapporta ad essi in maniera non dissimile rispetto a quanto fatto da musorgskij con Hartmann, il suo modello: non “traduce” scenicamente l’elemento musicale, ma offre alla nostra visione i riverberi interiori che i Quadri hanno ingenerato in lui. l’occhio, dunque, non “serve” l’orecchio, né avviene il contrario: si verifica piuttosto un «rafforzamento dei mezzi che servono all’espressione». Scrive Kandinskij: neppure io mi proposi un’imitazione della natura ma usai forme che si presentarono alla mia immaginazione mentre ascoltavo la musica. i mezzi principali da me usati furono: (1) le forme stesse, (2) il colore sulle forme, a cui si associò, come pittura ombreggiata, (3) il colore dell’illuminazione, (4) il gioco indipendente della luce colorata e (5) la struttura, connessa con la musica, di ogni quadro e, in caso di necessità, la scomposizione della stessa. i princìpi guida dello spettacolo teatrale di Kandinskij sono quelli teorizzati ne Lo Spirituale nell’arte (1910) e in Punto, linea, superficie (1926), il trattato che tenta di offrire un primo abbozzo di «teoria della composizione», indagando gli elementi di base dell’arte astratta non soltanto nelle loro proprietà «esterne», ma anche e soprattutto in quelle «interne»: ogni punto, ogni linea, ogni forma, ogni colore posseggono un «suono» che fa vibrare la nostra interiorità, innalzandoci verso gli stadi superiori della «vita spirituale». l’artista – artefice del miglioramento dell’umanità – agisce dunque come un profeta: idea, questa, assente in musorgskij (mille miglia lontano, come s’è visto, da qualsiasi “misticismo”), ma ricorrente in molti artisti del primo ‘900, fra cui Schönberg e Skrjabin, entrambi significativamente legati, come Kandinskij, al pensiero teosofico. Questo clima culturale è evidentemente ravvisabile nelle parole dei nostri protagonisti: Allora però arriva un uomo, che ci assomiglia, ma ha in sé una misteriosa forza visionaria. Egli vede e fa vedere. [Kandinskij] il dipingere è uno scontro tempestoso di mondi diversi, che in questa battaglia si definiscono reciprocamente per creare un mondo nuovo, che è l’opera. ogni opera nasce così, come nasce il Cosmo, attraverso le catastrofi che dal caotico frastuono degli strumenti vanno a formare una Sinfonia, la musica delle sfere. la creazione di un’opera è la creazione del mondo. [Kandinskij] io comincio la mia storia, la storia del mondo, la storia dell’universo, io sono, e niente è al di fuori di me. io non sono niente, io sono tutto, io sono l’unico, e in lui la molteplicità si uniforma. [Skrjabin] l’artista-profeta comunica il proprio Verbo attraverso tutti i possibili canali espressivi: si moltiplicano così le vibrazioni interiori dello spettatore-iniziato, con conseguente accelerazione del necessario processo di innalzamento spirituale. ne consegue un progressivo sfaldamento dei confini fra le varie forme artistiche, ed un anelito sempre più irresistibile verso l’opera d’arte totale. la pittura sola non bastava. Ebbi allora l’idea di un libro sintetico che togliesse di mezzo le vecchie, anguste concezioni, facesse crollare i muri divisori fra le arti […] e dimostrasse infine che il problema dell’arte non è un problema delle forme ma un problema del contenuto spirituale. [Kandinskij] maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 6 Kandinskij e Skrjabin avvertono con particolare urgenza questo bisogno, perché entrambi “affetti” da sinestesia (o “percezione simultanea”), quel particolare fenomeno psichico proprio di alcuni individui, naturalmente portati a visualizzare un colore in corrispondenza di un determinato suono, o, ad esempio, a percepire un odore o un sapore in corrispondenza di una determinata sensazione tattile. «Sentiamo il colore e vediamo il suono – scrive Kandinskij –. non dobbiamo ingannarci, e pensare che riceviamo la pittura solo attraverso l’occhio. no, la riceviamo, a nostra insaputa, attraverso tutti e cinque i sensi». gran parte dell’opera di Skrjabin, esattamente come nel caso di Kandinskij, è l’esito di questa particolare facoltà percettiva: Prometeo, probabilmente la sua pagina più celebre, prevede, accanto all’orchestra, al pianoforte e al coro, una parte per «tastiera a colori», con proiezioni di luci colorate rigorosamente in sincrono con la musica. un valore simbolico e spirituale ancora più alto avrebbe dovuto raggiungere Mysterium, l’opera totale lungamente progettata dall’autore ma mai portata a compimento: in questa “liturgia” (da rappresentarsi in un apposito “tempio”, l’architettura divenendo parte integrante del gioco sinestesico) il profeta – l’artista – avrebbe dovuto condurre la collettività di iniziati e profani verso una nuova umanità, grazie alla cooperazione e compenetrazione di suoni, luci, gesti, parole e profumi. «il Mistero aveva per soggetto la storia dell’universo, il Cosmo e l’Androgenesi o, secondo l’espressione di Skrjabin, l’evoluzione delle razze umane, non nei suoi sviluppi esteriori, ma nel suo aspetto interiore, come materializzazione progressiva dello spirito». le pagine di Vers la flamme op. 72 e delle Deux Danses op. 73 recano in sé molti elementi che, nelle intenzioni di Skrjabin, sarebbero dovuti in seguito confluire nel Mysterium. Si tratta, nella fattispecie, di due “poemi” pianistici, cioè brevi frammenti passibili di ulteriori sviluppi. l’op. 72, in particolare, mostra un movimento ascensionale verso la fiamma (la luce, evidente simbolismo), con una progressiva accelerazione del movimento e l’impiego insistito di «tremoli e trilli, a guisa di fiamme, come incendio che si propaga (luigi Verdi)». rispetto al contesto fin qui delineato il primo Stravinskij occupa una posizione radicalmente antitetica: Petruška (1910-11) prende le distanze da qualsiasi atteggiamento profetico, configurandosi piuttosto come un gioco dal quale ogni immedesimazione è bandita (e come potrebbe essere diversamente, essendo tre maschere le protagoniste del balletto?). il teatro totale cede il posto, in Stravinskij, ad un teatro “epico” (nel senso definito da Carl Dahlhaus) i cui elementi, anziché integrarsi e rafforzarsi reciprocamente, si pongono in netto contrasto fra loro, ingenerando nello spettatore un distacco che non potrebbe essere più lontano dalla mistica partecipazione richiesta dalle opere di Kandinskij e Skrjabin. l’icastico ritratto del giovane Stravinskij fornito da Claude Debussy è probabilmente la più eloquente testimonianza di quest’atteggiamento: «è proprio un bambino viziato che ogni tanto mette le dita nel naso della musica». Giuliano Danieli* * nell’ambito del progetto “Studiare con la iuC” a cura di Antonio rostagno (“Sapienza” università di roma). maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 7 Istituzione Universitaria dei Concerti STAgionE 2012-2013 14 ottobre Amsterdam Baroque Orchestra Wilbert Hazelzet flauto traverso Maria Christina Cleary arpa Ton Koopman direttore Haydn Sinfonia n. 104 in re maggiore; Mozart Concerto in do maggiore, K 299; Sinfonia n. 41 in do maggiore, K 551 «Jupiter». 27 ottobre Dmitry Sitkovetsky violino Roger Vignoles pianoforte Tartini Sonata in sol minore «il trillo del diavolo»; Grieg Sonata n. 3 in do minore, op. 45; Beethoven Sonata n. 8 in sol maggiore, op. 30 n. 3; Kreisler rondino; liebesleid; liebesfreud; Scott/Kreisler lotusland; Brahms/Kreisler Danza ungherese in fa minore. 30 ottobre Orchestra di Padova e del Veneto Enrico Bronzi violoncello e direzione Haydn Sinfonia n. 83 in sol minore «la poule», Hob.i/83; Boccherini Concerto n. 8 in do maggiore, g481; Ghedini musica Concertante; Schubert Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore. 6 novembre Musica Pourparler. La musica raccontata dagli interpreti Ials Jazz Big Band Gianni Oddi direttore Big Band! Viaggio nella storia del jazz musiche di: morton, prima, miller, Dorsey, Ellington, Foster, giuffre, parker & gillespie, Jones, oddi, nestico. 10 novembre Roberto Cominati pianoforte D.Scarlatti Sonata in mi maggiore, l 23; Sonata in si minore, l 33; Sonata in re minore, K 9; Mozart Sonata n. 9 in re maggiore, K 311; J.S.Bach/Godovskij Suite n. 3 in do maggiore, BWV 1009; Ravel pavane pour une infante défunte; miroirs; la Valse 13 novembre Il mio debutto a Roma Camerata del Royal Concertgebouw di Amsterdam Benedetta Mazzucato contralto André Post tenore Giorgio Mezzanotte direttore Ravel Settimino (introduction et Allegro); Mahler/Schönberg Das lied von der Erde 20 novembre Musica Pourparler. La musica raccontata dagli interpreti Angela Hewitt pianoforte Il mio Bach musiche di: J.S.Bach, Beethoven, Chopin, Debussy. 20 novembre Angela Hewitt pianoforte L’Arte della Fuga J.S.Bach nun komm, der Heiden Heiland, BWV 659 (arr. di Kempff); Siciliana in sol minore (arr. di Kempff dalla sonata per flauto in mi bemolle, BWV 1031); Sinfonia in re maggiore (arr. di Kempff dalla Cantata, BWV 29); l’Arte della Fuga, BWV 1080 (Contrappunti i-X); Beethoven Sonata in la maggiore, op. 101 24 novembre Voci di corridoio Lo Swing all’italiana dagli anni ’30 agli anni ‘60 musiche di: rodgers, luttazzi, morbelli, rossi, Valci, Kramer, Savona, Fabor, riva. 27 novembre Midori violino Ozgur Aydin pianoforte Beethoven Sonata in la maggiore, op. 12 n. 2; Sonata in la maggiore, op. 30 n. 1; Sonata in la maggiore, op. 47 «A Kreutzer»; Webern Quattro pezzi, op. 7; Crumb Four nocturnes 1 dicembre Quartetto d’Archi della Scala Puccini Crisantemi; Verdi Quartetto in mi minore; Webern langsamer Satz; Ravel maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 8 Quartetto in fa maggiore 5 dicembre Musica Pourparler. La musica raccontata dagli interpreti Studenti del Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone Silvia Schiavoni voce narrante e cantante Antonio Caggiano percussioni e direzione Orienti vicini e lontani ROMA: Something bout camels; Valse; Clouds moving; milarepa; lanesboro; minnesota; paul motian; lullaby; melafefon 2 febbraio Anna Bonitatibus mezzosoprano Marco Marzocchi pianoforte Soirée Rossini 5 febbraio Gabriele Carcano pianoforte musiche di: Wenjing, reich, Caggiano, Cage, The Beatles e musiche tradizionali. letture da: m. polo, g. leopardi, g. gozzano, E. pound, r. Kapuscinski D.Scarlatti 3 Sonate: K 1, K 197, K 492; Berio 5 Variazioni; Beethoven Sonata in re minore, op. 31 n. 2 «la Tempesta»; Schumann Davidsbündlertänze, op. 6 11 dicembre European Union Baroque Orchestra Paul Agnew direttore Mito e Magia 16 febbraio Richard Galliano fisarmonica e bandoneón Orchestra Camerata Ducale Guido Rimonda violino solista e concertatore Purcell The Fairy Queen (adattamento di S. Heighes); Rameau pigmalion (edizione curata da les Arts Florissant, W. Christie) 15 dicembre Daniil Trifonov pianoforte Skrjabin Sonata n. 2 in sol diesis minore, op. 19; Trifonov rachmaniana (primA ESECuzionE EuropEA); Stravinskij Suite da L’uccello di fuoco (arr. di g. Agosti); Chopin 24 preludi, op. 28 12 gennaio Andrea Lucchesini pianoforte MittelEuroPiano. Viaggio nella cultura mitteleuropea: Budapest Ligeti musica ricercata; Bartók Sonata; Liszt Sonata in si minore 19 gennaio Andrea Lucchesini pianoforte MittelEuroPiano. Viaggio nella cultura mitteleuropea: Vienna Schubert 3 Klavierstücke, D 946; Brahms 3 intermezzi, op. 117; Beethoven Sonata in si bemolle maggiore, op. 106 «Hammerklavier» 22 gennaio Il mio debutto a Roma Anat Fort Trio musiche di Anat Fort in PRIMA ESECUzIOnE A J.S.Bach Concerto in do minore, BWV 1060 (arr. di r. galliano); Gardel por una cabeza; Galliano opale; melodicelli; Tango pour Claude; la valse a margaux; Vivaldi Concerto n. 2 in sol minore, rV 315 «l’Estate» (arr. di r. galliano); Piazzolla invierno porteňo; oblivion 19 febbraio Bruno Canino pianoforte Antonio Ballista pianoforte Omaggio a Djaghilev: Balletti Russi trascritti dagli autori Debussy prélude à l’après-midi d’un faune; De Falla Danza del mugnaio da Il cappello a tre punte; Satie prélude da Jack in the box; Ravel la Valse; Stravinskij le Sacre du printemps 23 febbraio Roberto Prosseda piano-pédalier J.S.Bach passacaglia in do minore, BWV 582 per cembalo con pedaliera; Mozart Fantasia in fa minore per organo meccanico, K 608; Schumann 6 Studien in kanonischer Form für den pedalflügel, op. 56; 4 Skizzen für den pedalflügel, op. 58; E.Morricone Studio iV bis per pedalpiano (primA ESECuzionE ASSoluTA); Gounod marcia Funebre per una marionetta (versione di g. maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 9 lupis); Alkan 3 preludi da 11 Grands Préludes, op. 66 per piano-pédalier (primA ESECuzionE in TEmpi moDErni) 26 febbraio Andrea Lucchesini, Pietro De Maria pianoforti Andrea Dulbecco, Luca Gusella percussioni Berio Touch per pianoforte a 4 mani (primA ESECuzionE ASSoluTA); Canzonetta per pianoforte a 4 mani (primA ESECuzionE ASSoluTA); linea; Dulbecco Wind; lontano (primA ESECuzionE romAnA); Gusella Tzipan (primA ESECuzionE romAnA); Bartók Sonata per due pianoforti e percussioni 5 marzo Il mio debutto a Roma nicola Benedetti violino Alexei Grynyuk pianoforte Beethoven Sonata in do minore, op. 30 n. 2; Brahms Sonata in sol maggiore, op. 78; MacMillan From Ayrshire (primA ESECuzionE romAnA); R.Strauss Sonata in mi bemolle maggiore, op. 18 9 marzo Il mio debutto a Roma Veronika Eberle violino Sunwook Kim pianoforte Schubert Sonatina in la minore, D 385; Brahms Sonata in re minore, op. 108; Bartók Sonata n. 1 in do diesis maggiore, op. 21 16 marzo Quartetto di Tokyo Beethoven Quartetto in fa minore «Quartetto Serioso», op. 95 n. 11; Haydn Quartetto in sol maggiore, op. 77 n. 1; Schubert Quartetto in sol maggiore, D 887 19 marzo in primA ASSoluTA “Barocco!” Cristina zavalloni voce Brass Bang! Paolo Fresu tromba e flicorno; Steven Bernstein tromba; Gianluca Petrella trombone; Marcus Rojas tuba musiche di: Händel, pergolesi, monteverdi, palestrina, merula, Fresu, Stradella, Anonimo medievale 26 marzo Angela Hewitt pianoforte L’Arte della Fuga J.S.Bach Fantasia Cromatica e Fuga in re minore, BWV 903; l’Arte della Fuga (Contrappunti Xi-Xiii; Quattro Canoni; Contrappunto XiV); Beethoven Sonata n. 31 in la bemolle maggiore, op. 110 6 aprile Ensemble Berlin. I Solisti dei Berliner Philharmoniker Crusell Divertimento in do maggiore, op. 9; Britten phantasy Quartet, op. 2; Mozart Quartetto in fa maggiore, K 370; Serenata «gran partita», K 361 (trascr. di F.J.rosinack) 9 aprile Ars Ludi Lab Ready Made Ensemble Gianluca Ruggeri concertatore e maracas Reich nagoya marimbas; music for 18 musicians; Lang i lie; Bryars out of zaleski’s gazebo 20 aprile Michele Campanella pianoforte Wagner/Liszt marcia solenne per il Santo graal dal Parsifal; morte di isotta da Tristan und Isolde; Coro delle filatrici da Der fliegende Holländer; ouverture del Tannhäuser; Verdi/Liszt reminiscenze da Boccanegra; Rigoletto. paraphrase de concert; miserere dal Trovatore; Aida. Danza sacra e Duetto finale 14 maggio Figaro il Barbiere Elio Roberto Fabbriciani flauto Massimiliano Damerini pianoforte Fabio Battistelli clarinetto ideazione e libero racconto di roberto Fabbriciani con musiche ridotte da Il Barbiere di Siviglia di gioachino Rossini. 28 maggio in primA romAnA Kandinskij/Musorgskij Mikhail Rudy pianoforte maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 10 Skrjabin Deux Danses, op. 73; Vers la flamme, op. 72; Stravinskij petruška; Musorgskij Quadri di un’esposizione (versione originale per pianoforte con proiezione in sincrono del film d’animazione basato sulla versione teatrale di Vasilij Kandinskij del 1928) 11 giugno in primA romAnA Noi/Altri Moni Ovadia Ensemble nuovo Contrappunto Moni Ovadia Stage Orchestra Mario Ancillotti direttore Brahms Danza ungherese; rondò alla zingarese dall’op. 25; Bartók Danze rumene; n.3 Sebes da Contrasti; Enescu Ciocarlia, tema della Rapsodia Rumena; 1° movimento dalla Sonata per violino e pianoforte; Šostakovič 3 Canti ebraici; Canti tradizionali La IUC per le scuole 10 aprile Lab In Time Antonio Caggiano direttore musiche di: Brodmann, piazzolla, reich, mozart, Battistelli, Cage, Toch, Schinstine 6, 22 e 24 maggio Quartetto Sincronie musiche di: Haydn, Schumann, pachelbel letture da: Esercizi di stile di r. Queneau 13 e 20 maggio Ialsax Quartet musiche di: Singelee, ravel, prokof’ev, gershwin, piazzolla, E.morricone, Turpin, gillespie, Deodati, Woods 3 e 5 giugno Antonio Caggiano percussioni Luca Sanzò: viola musiche di: Berio e brani tradizionali Il vecchio castello di Viktor Hartmann Il vecchio castello di Vasilij Kandinskij maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 11 Mikhail Rudy Artista di grande creatività e carisma, mikhail rudy entusiasma il pubblico di tutto il mondo con la sua profonda musicalità e il suo straordinario virtuosismo. È nato in russia, dove ha studiato al Conservatorio di mosca con Flier Jacob. Dopo aver vinto il primo premio al Concorso “marguerite long” di parigi nel 1975, ha deciso di stabilirsi in Francia. la carriera internazionale di mikhail rudy si sviluppa in tutto il mondo: il debutto negli Stati uniti con la Cleveland orchestra diretta da lorin maazel, l’invito al Festival di pasqua di Salisburgo con Herbert von Karajan, il debutto a londra con la london Symphony orchestra e l’esecuzione della Wanderer Fantasie di Schubert-liszt con i Berliner philharmoniker alla Waldbühne. rudy è ospite dei grandi festival di Berlino, Vienna, Tanglewood, Blossom, Edimburgo, Aldeburgh, Harrogate, Schleswig-Holstein, Concertgebouw di Amsterdam, ruhr piano Festival, Festival pianistico “michelangeli” di Brescia e Bergamo, primavera di praga, Aix en provence, la roque d’Anthéron e della maggior parte dei festival francesi, tra cui nohant, Colmar, Sully sur loire e Strasburgo. nel novembre del 2010 la Cité de la musique ha presentato il suo progetto dei Quadri di un’esposizione di mussorgsky per pianoforte con proiezione video simultanea del film di animazione basato sulla versione teatrale di Kandinsky realizzata nel 1928 per la Bauhaus. Dopo l’anteprima alla Cité de la musique il 30 novembre 2010, la produzione è stata presentata in diversi teatri in Francia tra metz e rouen, e successivamente alla Yale university, al moscow performing Arts Center, a Southampton e a Wimbledon. prossimamente sarà portata all’Arts Square Festival di San pietroburgo, a milano con l’orchestra Sinfonica “giuseppe Verdi” e al Teatro la maestranza di Siviglia. legato in esclusiva alla Emi records, le sue registrazioni hanno vinto numerosi premi: il «prix de l’Academie du Disque Français» per il Concerto n. 2 di rachmaninov e il Concerto n. 1 di Čajkovskij eseguiti con la Filarmonica di San pietroburgo diretta da mariss Jansons; il «grand prix du Disque» per la registrazione dei lavori per pianoforte solo di Szymanowski; il «grand prix Académie Charles Cros» per il ciclo Skrjabin; il «grand prix liszt» di Budapest per l’incisione dei lavori per pianoforte solo di liszt; «Der Deutsche Schallplatten Kritik prize» per i Concerti di Šostakovič con la lpo e i Berliner philharmonic (direttore: mariss Jansons). la sua passione per la scrittura lo ha portato a pubblicare nel 2008 il suo primo libro The Novel of a Pianist. un film diretto da Andy Sommer dal titolo Mikhail Rudy, The Novel of a Pianist è stato prodotto da France 2. nel 2012 rudy ha realizzato, alla Cité de la musique di parigi, un nuovo progetto intorno alle Metamorphosis di Kafka con un film d’animazione dei Brothers Quay su musiche di Janáček. la stagione prossima – oltre a prevedere lunghe tournée con la polish national radio Symphony e con la metropolitan Symphony orchestra di Tokyo – vedrà anche un ciclo Brahms al Kings place (londra), e una «Carte blanche» alla maison de la musique di nanterre, nel corso della quale mikhail rudy e l’attore Denis lavant metteranno in scena La musique d’une vie di Andrei makine. maggio_28_26novembre 22/05/13 15:30 pagina 12 Prossimi Concerti martedì 11 giugno ore 20.30 – Fuori abbonamento Moni Ovadia Noi / Altri La musica dei popoli nomadi d’Europa. Influenze sulla musica colta. con Moni Ovadia Stage Orchestra, Ensemble nuovo Contrappunto, Mario Ancillotti Istituzione Universitaria dei Concerti lungotevere Flaminio, 50 - 00196 roma tel 06 3610051/2 www.concertiiuc.it [email protected] presidente Gianna Troiano Stanzani direttore generale Francesca Fortuna consiglio artistico Antonio Ballista, Ennio Morricone, Franco Piperno, nicola Sani ufficio stampa Mauro Mariani webmaster Lia de’ Stefani programmi di sala Giuliano Danieli organizzazione e segreteria Sonia Crisafi, Isabella Pagliano Tajani, Rosa Maria Romano, Simonetta Ruju Per ricevere la newsletter iscrivetevi al sito www.concertiiuc.it Seguiteci anche su e € 1,00 stampa Tipograf srl - Via C. morin, 26/a - roma - 2013
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