Sanità Camuna L’ASL INFORMA La Regione sostiene le persone fragili La Regione sostiene le famiglie. persone fragili e le loro 01/2014 Periodico trimestrale a carattere tecnico-informativo, ANNO XI - n. 1 ASL di Vallecamonica-Sebino Iscr. Trib. di BS n. 10/2004 in data 8 marzo 2004 e le loro famiglie scopri come a pag. 25 all'interno Nominato il nuovo Primario di Medicina Generale all’Ospedale di Esine ■ PSICOLOGIA CLINICA La Prevenzione delle Dipendenze ■ INFORMA FAMIGLIA Le famiglie nelle quali vivono malatinelle di scuole Alzheimer o con patologie Prevenzione del Melanoma Cutaneo ■ SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA degenerative, disabili gravi, anziani non autosufficienti, giocatori patologici, oggi possono contare su un sostegno in più: per Sommario L’editoriale Eugenio Fontana 03_Documento di Programmazione 2014 - Intervista al D.G. Renato Pedrini 05_Nominato il nuovo Primario di Medicina Generale all’Ospedale di Esine 06_Ermete Giorgi - Nell’informazione l’amore per la sua Valle 07_Campagna di Sensibilizzazione per la Prevenzione e la diagnosi precoce del Melanoma cutaneo e di altri tumori della cute in Valle Camonica 09_Determinazioni in materia di Esenzioni alla partecipazione alla spesa per la specialistica ambulatoriale e l’assistenza farmaceutica 10_Salute: tutele per utenti di Social Network, Blog e Forum 2 Psicologia Clinica 12_Psicologo, Psicoterapeuta, Counselor, Psichiatra: quali differenze? 14_Ortoressia: l’ossessione per la ricerca dei cibi sani 16_Dipendenza affettiva: il mal d’amore 18_ Lo Psicologo risponde 20_L’ADHD - Percorsi diagnostici e di presa in carico nei Disturbi da Deficit d’Attenzione e Iperattività Informa Famiglia 22_Un’esperienza di Domotica per la casa già attiva sul nostro territorio 25_Sostegni a favore delle famiglie con componente fragile 26_Percorso nascita: un progetto che si prende cura della famiglia che nasce 28_Il passaggio della menopausa 30_Il Centro Adozioni informa 31_La Prevenzione delle Dipendenze nelle scuole, l’ASL di Vallecamonica-Sebino c’è Sanità Pubblica Veterinaria L’ASL INFORMA Sanità Camuna 33_Il controllo delle colonie feline nel territorio dell’ASL di VallecamonicaSebino Direttore Responsabile: Eugenio Fontana Direttore Editoriale: Siro Casatti Comitato di Redazione: Gemma Torri (Coordinatore) Daniele Venia Loredana Sanzogni Editore: ASL di Vallecamonica - Sebino Via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS) E-mail: [email protected] Progetto grafico e stampa: la Cittadina - Gianico (BS) www.aslvallecamonicasebino.it GRAZIE CESARE Cesare Moscardi aveva 28 anni. Portava congenita una distrofia muscolare al cuore. A metà febbraio il suo cuore ha smesso di battere. Cesare è morto all’ospedale di Esine. I suoi genitori hanno dato il loro consenso per l’espianto (così si dice tecnicamente: meglio sarebbe dire per il dono) dei polmoni, dei reni, del fegato e degli occhi. Nel prefazio della vecchia liturgia per i defunti si cantava il vita non tollitur sed mutatur: la vita, con la morte, non è definitivamente tolta, cancellata, nientificata, ma mutata. Per la fede cristiana quel mutatur rinvia al mistero dell’incontro con Dio è cioè ad un’altra dimensione della vita chiamata al suo definitivo compimento di gloria. Per la scienza le cose stanno sì diversamente, ma non proprio del tutto: grazie alla donazione degli organi, altre vite possono sperare di migliorare la propria condizione ed uscire dalla malattia per riacquistare salute. Grazie al dono di Cesare, un’altra esistenza (di cui giustamente si deve ignorare l’identità) potrà continuare a respirare a pieni polmoni, un’altra ad avere una migliore funzionalità renale, un’altra ad avere un fegato sano ed un’altra infine a rivedere il creato e le sue bellezze. «Spero che chi ha ricevuto gli occhi di Cesare possa vedere il mondo e gustarsi la vita come ha fatto lui» ha commentato una zia di Cesare. In questi anni la cultura della donazione degli organi è cresciuta di molto. La medicina ha fatto progressi tali da consentire con sufficiente certezza di sapere che il dono avrà una destinazione che muterà la vita di altre persone. L’operazione di espianto e di trapianto è complessa. Richiede tempestività e procedure tecnicamente perfette. Ma tutto questo si può ormai considerare acquisito. Dal primo espianto avvenuto nel 2009 e riguardante il fegato di una suora canossiana, suor Maria Adele Brontesi, anche il nostro ospedale di Esine si è attrezzato e coordinato. Sappiamo che Cesare era un ragazzo molto stimato nella sua frazione di nascita, Mezzarro di Breno: amico di tutti, uno splendido sorriso sul volto, una gioia di vivere, pur essendo ben consapevole del male che un giorno o l’altro gli avrebbe tolto la vita. I genitori, dando il loro consenso, certamente hanno interpretato i pensieri ed i sentimenti, la generosità del loro Cesare: un grande, discreto, silenzioso atto d’amore. Vita non tollitur sed mutatur: sia la vita di chi ha donato e sia la vita di chi ha ricevuto il dono. L’ASL INFORMA «Documento di programmazione 2014» Sanità Camuna Intervista al Direttore Generale Renato Pedrini Eugenio Fontana L ’approvazione del «Documento di programmazione e di coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari» è l’ultima tappa di un lungo e complesso percorso. Si tratta di definire obiettivi, strategie, servizi, in una parola tutta l’attività dell’Azienda Sanitaria, tenendo conto della particolarità della nostra Azienda che per legge deve gestire anche i servizi ospedalieri di Esine e di Edolo. È la più grande azienda della Valle: lo è in termini di personale e lo è in termini di spesa, con un bilancio annuale che si aggira sui 180 milioni di euro. Il documento deve contestualmente essere in coerenza con le azioni precedentemente messe in cantiere, deve poggiare sul consuntivo del lavoro aziendale svolto ma al tempo stesso guardare in avanti ed essere un documento preventivo. Tutto questo comporta il fare letteralmente i conti con le risorse finanziarie che la Regione mette a disposizione, risorse che in tempo di crisi richiedono una gestione attenta, una buona, corretta, vigile amministrazione. Ma richiede anche una scrupolosa osservanza di quelle Regole di sistema che sono emanate dalla Regione. Insomma l’attenzione per non uscire dai binari deve essere al massimo livello perché il rischio del deragliamento è sempre in agguato. Si tenga anche conto, per sottolineare la complessità del percorso, che il Documento deve essere giustamente sottoposto alla Conferenza dei Sindaci e discusso in un confronto aperto con le organizzazioni sindacali e di categoria. Sono dunque diversi i passaggi da compiere e che sono stati compiuti perché il Documento ora si presenta nella sua forma definitiva. Ne parliamo con il Direttore Generale Renato Pedrini che tiene subito ad una precisazione: «Scorrendo le pagine del Documento, si potrà avere l’impressione di azioni a volte velleitarie, o per la mancanza di certezze dovute a variabili indipendenti, o per la dimensione dei problemi da affrontare e risolvere. D’altra parte l’esperienza insegna che occorre porsi mete ambiziose, a cui tendere, anche se non sempre raggiungibili nella loro totalità. Né mai va dimenticata o sottovalutata la particolarità dell’ambito e geografico e demografico in cui opera la nostra Azienda, che deve dare servizi ad una valle lunga cento chilometri ed a una popolazione di oltre 100.000 unità, non raggruppate in un centro urbano ma distribuite sul fondovalle e sui paesi e le frazioni di montagna e di gronda. C’è dunque il grosso problema di mobilità e di collegamenti e dei tempi di percorrenza per giungere ai presidi ospedalieri. Ma posso dire, anche con soddisfazione, che dinanzi ai problemi non ci siamo mai arresi. La struttura, nelle sue varie articolazioni, ha sempre dato il meglio di sé. Perché credo che in tutti gli operatori, quale che sia il loro compito, si riscontra una vera motivazione. È questa che dà forza al sistema e che consente una reale integrazione tra l’Ospedale e il Territorio. 3 4 Direttore, accennavo in premessa al Consuntivo, con riferimento ovviamente al Consuntivo 2013. La domanda d’obbligo riguarda gli investimenti e la gestione. «Quanto agli investimenti, nel 2013 abbiamo completato i lavori di quella che abbiamo chiamato “Cittadella della salute mentale”, nella quale troveranno posto le attività e i servizi che ora sono distribuiti in parte dentro l’ospedale di Esine ed in parte presso la Pia Fondazione di Malegno. Da poco abbiamo inaugurato i nuovi ambulatori di Pisogne (il che significa più spazi e miglior razionalizzazione dei servizi), grazie alla disponibilità e alla collaborazione con la Casa di riposo, la RSA “Santa Maria della Neve”. Altro traguardo raggiunto riguarda la sistemazione della Radiologia e dei locali per la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) di Esine; la Radioterapia finalmente porta in valle un servizio per il quale prima non vi era altra alternativa che recarsi a Brescia, disagio fortunatamente alleviato grazie all’ apporto ed al sostegno tutt’altro che secondario dell’ANDOS, l’Associazione camuna della donne operate al seno. Si è provveduto al rinnovo del patrimonio tecnologico con l’acquisto della nuova TAC e del Telecomandato Radiologico per Esine, a cui seguirà quest’anno altrettanta dotazione per Edolo. Abbiamo effettuato lavori interni ed esterni di sistemazione della sede ospedaliera di Edolo. Vorrei ricordare anche, tra altre cose, il consolidamento della Riabilitaziobne specialistica con attività di prevenzione e cura della disfagia e l’attivazione di un percorso per le cure odontoiatriche dei soggetti disabili.» Il nostro Notiziario credo abbia sempre dato spazio adeguato a queste iniziative, senza nessuna autoreferenzialità ma con obiettività E la stessa cosa si deve riconoscere all’informazione sia televisiva che stampata. Diamo ora uno sguardo al 2014. «Per il 2014 abbiamo messo in programma il completamento della Palazzina per la Libera Professione, la bonifica della copertura della sede di Breno, l’ampliamento e la ristrutturazione del Pronto Soccorso a Esine, l’ulteriore sistemazione del Presidio Distrettuale di Pisogne, l’ammodernamento delle apparecchiature tecnologiche, le opere di accesso al bunker della Radioterapia, l’attivazione dell’Elisuperficie di Esine e di Edolo per il volo notturno ed altri interventi in tema di adeguamento alle norme antincendio sugli edifici di proprietà.» Rimane sempre il nodo dello svincolo di collegamento della superstrada con l’Ospedale di Esine. Lì da molto tempo il cantiere è fermo. «Ed è vero. Ma la soluzione del problema non è nelle nostre mani. È nelle mani della Provincia e dell’Anas. Noi continuiamo a sollecitare. Purtroppo, fino ad oggi, senza risultati. Pare che siano state riscontrate delle irregolarità negli scavi, che stanno allungando notevolmente i tempi di realizzazione. L’auspicata definizione dello svincolo darebbe modo di agevolare l’accesso all’Ospedale e di sistemare in modo idoneo l’intera zona.» Diamo uno sguardo anche al capitolo “Gestione 2014”. «Tra gli obiettivi 2014 vi sono l’apertura di 13 nuovi posti-letto di Riabilitazione ad Edolo, il potenziamento della dotazione organica del personale, la riduzione dei tempi d’attesa, la piena attività dei servizi di Radioterapia e di Risonanza Magnetica, l’apertura di ambulatori “a pacchetto” per alcune fasce di utenza, dei diabetici in particolare, progetti in ambito sociale e socio-sanitario. Vorrei concludere con una osservazione generale. Mantenere l’attuale livello nei vari servizi è già di per sé gravoso, non è impresa facile. Ma, come dicevo in apertura di questa conversazione, abbiamo l’ambizione di fare di più e meglio. Nel compito istituzionale del “curare” vorrei che si inserisse e prendesse titolo di cittadinanza anche il “prendersi cura” del paziente nella filiera domicilio - medico di base – ospedale - strutture assistite - servizi integrati, specie per i casi di cronicità, che costituiscono la parte più rilevante del sistema di prestazioni. Se correttamente praticato, questo circolo virtuoso porta anche alla deospedalizzazione. L’importante è che il paziente non si senta mai abbandonato a se stesso, ma sempre al centro dell’attenta sollecitudine degli operatori. Ecco il vero grande obiettivo del nostro lavoro e delle nostre responsabilità.» L’ASL INFORMA Sanità Camuna Nominato il nuovo Primario di Medicina Generale all’Ospedale di Esine a cura della Redazione D all’1.2.2014 ha preso servizio quale Primario dell’Unità Operativa di Medicina Interna all’Ospedale di Esine, nell’ambito del Dipartimento gestionale Medicina e Riabiltazione, il Dr. Roberto Furloni. Il Dr. Roberto Furloni, laureatosi all’Università degli Studi di Pavia, nell’anno accademico 1985/1986, in Medicina e Chirurgia a pieni voti assoluti (110/110), ha operato sia presso l’Ospedale di Chiari che presso l’Ospedale di Iseo quale Dirigente Medico ospedaliero di primo livello. Oltre alle attività svolte ininterrottamente in ambito ospedaliero, il Dr. Furloni è stato relatore in diversi Corsi di aggiornamento e in Convegni nazionali e internazionali. Ha al suo attivo ottanta pubblicazioni scientifiche, con particolare approfondimento delle tematiche cardiovascolari. Il Direttore Generale, Dr. Pedrini, nell’augurare buon lavoro, è certo che il Dr. Roberto Furloni saprà stabilire rapporti positivi con quanti operano all’interno dell’U.O. di Medicina di Esine, e ciò nell’unico fondamentale obiettivo di mantenere alto il livello delle prestazioni ospedaliere, per dare ai pazienti quanto di meglio oggi dispone la scienza medica. ■ Un momento della Conferenza stampa di presentazione del nuovo Primario, seduto a capotavola - Nella stessa occasione è stato illustrato alla stampa anche il Documento di Programmazione e Coordinamento dei Servizi Sanitari e Sociosanitari 2014. 5 ERMETE GIORGI Nell’informazione l’amore per la sua Valle Eugenio Fontana 6 H a lottato con tutte le sue forze fino all’ultimo, quando ha dovuto arrendersi. La malattia l’aveva colpito qualche anno fa e l’ha accettata serenamente, sempre esprimendo gratitudine al personale medico e infermieristico dell’ospedale di Esine per l’assistenza ricevuta. Aveva bisogno di periodiche trasfusioni di sangue. Ma Ermete Giorgi, anche durante questo periodo di prova nel quale sarebbe stato umanamente comprensibile l’abbandono alla sfiducia, non venne mai meno a quella che considerava una missione: l’informazione. Sempre presente a tutte le conferenze stampa della nostra Azienda Sanitaria. Non faceva domande. Prendeva appunti con scrupolosa diligenza. Scriveva poi articoli di assoluta pulizia stilistica, essenziali, leggibili e comprensibili a tutti. Ha collaborato con varie testate giornalistiche. Da ultimo con il settimanale diocesano La voce del popolo sul quale, a pochi giorni dalla morte, Carla Bino, dell’Università Cattolica di Brescia., ha tracciato un commosso e penetrante profilo. Carla Bino ha inventato il festival primaverile Crucifixus. E di questo evento che ormai si ripete da anni, Ermete Giorgi è stato il cronista scrupoloso e attento sia ai significati culturali che religiosi. Anche con le testate televisive della nostra Valle, negli anni eroici degli esordi, ha realizzato tanti servizi o meglio documentari che si proponevano di cogliere lo spirito di una tradizione, di una civiltà, lo spirito ancora una volta della sua Vallecamonica. È stato insegnante nelle scuole elementari, ma ha voluto, proprio negli anni dell’insegnamento, conseguire anche la laurea in lettere moderne, presentando al relatore, il prof. Franco Molinari, un lavoro di notevole spessore storico: Gli atti della visita di San Carlo Borromeo alla Vallecamonica. L’avevo incontrato poco tempo prima dell’ultimo ricovero ad Esine. Mi aveva manifestato l’idea, anzi il sogno di raccogliere sia la tesi di laurea sia altri scritti di impegno culturale in un volume che rappresentasse per così dire la sintesi non solo delle sue ricerche ma anche il segno, la testimonianza di quello che designava con pudore il suo amore per la Valle. Purtroppo non ha fatto in tempo a veder realizzato il suo sogno. Rimane comunque in tutti coloro che l’ hanno conosciuto (e sono tanti) il ricordo di una passione per l’informazione che per lui era la naturale prosecuzione della sua missione di insegnante. L’ASL INFORMA Sanità Camuna Campagna di sensibilizzazione per la prevenzione e la diagnosi precoce del melanoma cutaneo e di altri tumori della cute in Valle Camonica a cura della Redazione L a campagna è Questa campagna è un’iniziativa congiunta un’iniziativa congiunta dell’ASL di VallecamonicaSebino e del Rotary Club Lovere-Iseo-Breno, che hanno raccolto la sollecitazione proveniente dall’Ufficio di Pubblica Tutela (UPT) dell’ASL di ripetere l’esperienza già vissuta nell’ormai lontaCampagna di sensibilizzazione no 2003, anno in cui si per la prevenzione e la diagnosi precoce del svolse la Campagna di MELANOMA CUTANEO prevenzione del melanoe di altri tumori della cute ma. in Valle Camonica La Direzione Strategica dell’ASL ed il Rotary Club Lovere-Iseo-Breno hanno condiviso l’ i dea della Campagna di preTra migliaia di nei può nascondersi un melanoma. È importante scoprirlo in tempo. venzione. L’ASL ha messo a disposizione, coParlane con il tuo medico. ordinandole, le proprie La campagna sarà condotta strutture di base sul territorio (Medici e Pediatri di per 8 settimane nei mesi di famiglia) e specialistiche FEBBRAIO-MARZO-APRILE 2014 (dermatologi, chirurghi, anatomopatologi), il RoLa visita dermatologica è gratuita. tary si è occupato dell’informazione della popolaPromotore della campagna zione. Ufficio Pubbica Tutela (U.P.T.) - ASL di Vallecamonica-Sebino - Tel. 0364.369391 La nuova Campagna, attiva dal 24 Febbraio al 18 aprile 2014, si chiama “Campagna di rischio di sviluppare tumori della pelle e sensibilizzazione per la prevenzione in particolare il melanoma, in base a crie la diagnosi precoce del MELANOMA teri scientifici universalmente riconosciuti. CUTANEO e di altri tumori della cute Tutto ciò perché la diagnosi precoce è in Valle Camonica” e non più Cam cruciale soprattutto nel tumore della pelpagna di screening sul melanoma. le più diffuso: il melanoma. La Campagna di quest’anno non è infatti un vero e proprio screening della popoCosa è il melanoma: il melanoma è il lazione, ma mira, in primis, a sensibiliztumore che ha presentato il maggior auzare la popolazione sulla Prevenzione mento di incidenza negli ultimi anni. RaPrimaria delle malattie della cute e sucrissimo prima della pubertà, il melanoma cessivamente ad individuare i soggetti a colpisce prevalentemente soggetti di età ROTARY INTERNATIONAL ROTARY CLUB LOVERE-ISEO-BRENO PREVENIRE SI PUÒ! una visita può salvare la vita 7 8 compresa tra i 30 ed i 50 anni e di classe sociale medio-alta. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro stima che ogni anno vi siano nel mondo 160.000 nuove diagnosi di melanoma. In Italia i dati indicano un trend in continua crescita con raddoppiamento nell’arco di una decina di anni, attualmente circa 12 casi per 100.000 abitanti. I tassi di incidenza variano da 6 casi per 100.000 al Sud a 19 casi per 100.000 nelle regioni del Nord. Nel 2012, in Italia, sono stati stimanti 9.800 nuovi casi di melanoma cutaneo, al terzo posto tra le neoplasie ad alta incidenza. Nella nostra ASL l’incidenza del melanoma nell’anno 2012 è stata di 18 nuovi casi per 100.000 abitanti, in linea con i dati delle regioni del Nord. Per fortuna, mentre l’incidenza è andata aumentando, la mortalità è sostanzialmente stabile. La preparazione della campagna: al fine di preparare i Medici e i Pediatri di famiglia all’impatto atteso di numerose richieste di visita presso i loro ambulatori e convogliare quindi verso gli ambulatori dermatologici gratuiti organizzati dall’ASL solamente i soggetti meritevoli di maggiore attenzione, l’ASL ha organizzato un Convegno durante il quale si è fatto il punto esatto dei fattori di rischio per il melanoma, dei parametri di una lesione sospetta e soprattutto di cosa vuole dire appartenere al fototipo 1 e 2 che hanno un rischio di melanoma doppio rispetto ai soggetti con pelle scura/olivastra e con occhi, capelli scuri/neri e fototipo 4 (Fototipo 1: Capelli biondi o rossi, occhi chiari, carnagione molto chiara con efelidi, estremamente sensibile al sole, si scotta sempre e non si abbronza; Fototipo 2: Capelli biondi o castano chiaro, occhi chiari, carnagione chiara, spesso con efelidi, sensibile al sole, si scotta con facilità e si abbronza con difficoltà). E’ opportuno precisare che i pazienti, che non sono individuati dai Medici e dai Pediatri di famiglia come meritevoli di approfondimenti per escludere o confermare la diagnosi di melanoma all’interno della campagna organizzata, possono continuare ad essere inviati dai loro medici presso gli ambulatori dermatologici normalmente funzionanti sul territorio camuno. Come si svolge la campagna: la Campagna di sensibilizzazione sulle malattie della pelle e in particolare sul melanoma è organizzata in collaborazione fra Rotary Club Lovere-Iseo-Breno e ASL di Vallecamonica-Sebino e vede collaborare attivamente i Medici e Pediatri di famiglia con le strutture specialistiche dell’ ASL. La campagna è rivolta ai residenti in Valle Camonica di età fra i 15 e i 65 anni ed in particolare fra le classi di età compresa fra i 30 e i 50 anni. Il soggetto residente in Valle Camonica, per “entrare nella campagna di sensibilizzazione messa a disposizione gratuitamente”, deve rivolgersi al proprio Medico o Pediatra di famiglia ed essere visitato nel suo ambulatorio. Se il Medico o il Pediatra di famiglia ritiene, secondo criteri scientifici condivisi nel corso organizzato dall’ASL, che il paziente necessiti di approfondimenti specialistici derma tologici lo indirizza verso questi, utilizzando il ricettario rosso con apposita dicitura e accedendo direttamente al servizio di prenotazione per l’occasione dedicato. È possibile prenotare la visita specialistica dermatologica gratuita nell’ambito della campagna ad hoc organizzata solamente a partire dal 14 febbraio fino al 18 aprile 2014 e solamente con prescrizione specialistica specifica redatta dal medico o dal pediatra di famiglia secondo i criteri sopra enunciati. Gli ambulatori specialistici gratuiti e dedicati alla campagna si tengono nei pomeriggi dei giorni di lunedì, martedì, giovedì e venerdì presso l’Ospedale di Esine, il mercoledì presso l’Ospedale di Edolo. Sono messe a disposizione dall’ASL presso Esine e Edolo 500 visite gratuite dermatologiche a partire dal 24 febbraio con termine il 18 aprile 2014. Nel caso la lesione fosse ritenuta dai dermatologi meritevole di approfondimento diagnostico tramite asportazione chirurgica e relativo esame istologico il paziente viene inviato nei normali canali di diagnosi e cura offerti dall’ASL (accelerati per l’occasione) con eventuale pagamento del ticket. In sintesi: la campagna mira alla sensibilizzazione del sistema e alla diagnosi precoce. Gli ambulatori specialistici previsti dopo la visita del Medico o del Pediatra di famiglia devono PREVENIRE SI PUÒ. SOPRATTUTTO QUANDO SI OPERA IN SINERGIA Tre significative dichiarazioni: “La nostra Azienda Sanitaria ha molto a cuore il tema della prevenzione in primis perché innalza la qualità della vita e, non di secondaria importanza, consente un risparmio in termini di trattamenti terapeutici - afferma Renato Pedrini, Direttore Generale ASL di Vallecamonica-Sebino - In questa occasione riteniamo di poter esprimere grande soddisfazione anche per la creazione di interessanti sinergie con sodalizi davvero prestigiosi”. “Il Rotary International - dichiara Ales- “Già nell’edizione passata si erano ottenuti interessanti risultati in termini di prevenzione e studio - afferma Riccardo Ziliani, Responsabile dell’UPT - ci auguriamo di ottenere altrettanto successo con questa nuova iniziativa”. Determinazioni in materia di esenzioni alla partecipazione alla spesa per la specialistica ambulatoriale e l’assistenza farmaceutica Dr.ssa Isabella Voglioso - Erica Pessognelli - Dipartimento Cure Primarie L a Regione Lombardia con delibera n. X/1095 del 16 dicembre 2013 dispone: 1. di confermare per l’anno 2014 il diritto, specifico della Regione Lombardia, all’esenzione dalla compartecipazione alla spesa farmaceutica e per le prestazioni di specialistica ambulatoriale per i seguenti soggetti iscritti al SSR: a. i minori di 14 anni, indipendentemente dal reddito (codice di esenzione: E11); b. i disoccupati iscritti agli elenchi anagrafici dei centri per l’impiego, esclusivamente se il relativo reddito familiare risulti pari o inferiore a 27.000 Euro/anno, ed i familiari a loro carico, per il periodo di durata di tale con- dizione (codice di esenzione: E12) c. i cittadini in cassa integrazione straordinaria o in deroga o in mobilità che percepiscano una retribuzione, comprensiva dell’integrazione salariale o indennità, non superiore ai massimali mensili previsti dalla Circolare n. 14 dell’INPS del 30.1.2013 e suoi eventuali successivi aggiornamenti, ed i familiari a carico, per il periodo di durata di tale condizione (codice di esenzione: E13) d. i cittadini cui è stato concesso il contratto di solidarietà cosiddetto difensivo ex art. 1 del D.L. 30 ottobre 1984, n. 726 che percepiscano una retribuzione, comprensiva dell’in- L’ASL INFORMA sandro Serioli, Presidente del Rotary Club Lovere Iseo Breno - si impegna in molte attività secondo il principio servire al di sopra di ogni interesse personale, in special modo elaborando progetti a favore delle comunità in cui sono insediati i Club. La nostra azione a sostegno e promozione di una migliorata salute pubblica della Valle Camonica risponde a questa attenzione doverosa al nostro territorio. Nel passato abbiamo già sperimentato in termini decisamente fattivi la collaborazione con l’ASL. Per questo, riteniamo che la campagna di sensibilizzazione consente di svolgere una azione efficace a servizio dei cittadini della Valle Camonica”. Sanità Camuna essere utilizzati solamente per casi effet tiva mente meritevoli di approfondimento. Per le visite specialistiche di routine sono sempre attivi i normali ambulatori. 9 tegrazione salariale, non superiore ai massimali previsti dalla Circolare n. 14 dell’INPS del 30.1.2013 e suoi eventuali successivi aggiornamenti, per la cassa integrazione ed ai familiari a loro carico, per il periodo di durata di tale condizione (codice di esenzione: E13) 10 2. di confermare per l’anno 2014 il diritto, specifico della Regione Lombardia, all’esenzione dalla compartecipazione per le prestazioni di specialistica ambulatoriale per i per i soggetti con età superiore ai 65 anni e reddito familiare fiscale inferiore o uguale a 38.500 euro (codice di esenzione: E05). 3. di disporre, a decorrere dal 31 marzo 2014, l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa solamente per l’assistenza farmaceutica (fermo restando il pagamento della differenza di prezzo nel caso in cui la scelta prescrittiva si indirizzi sul farmaco di marca al posto dell’equivalente “generico” o su un “ge- nerico” con prezzo differente da quello di riferimento, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 7 della legge n. 405/2001) per i cittadini iscritti al SSR con età uguale o superiore a 66 anni fino ad un reddito familiare fiscale annuale pari a Euro 18.000 (codice di esenzione: E14). Al fine del riconoscimento dell’esenzione, le condizioni innanzi citate dovranno essere autocertificate dagli interessati presso l’ASL di competenza territoriale che rilascerà la relativa attestazione di esenzione . Si rende noto che le esenzioni per reddito autocertificate presso gli sportelli scelta/revoca dell’ASL o tramite i servizi on-line sul sito della carta Regionale dei Servizi in scadenza al 31.12.2013 sono prorogate automaticamente in Anagrafica Regionale fino al 31.12.2014, ovvero fino al momento in cui non intervengano variazioni nel reddito e/o nella condizione lavorativa; è preciso obbligo e responsabilità del cittadino comunicare tali eventuali variazioni. Salute: tutele per utenti di social network, blog e forum Liberamente tratto da Comunicatori e Comunicazione Newsletter n.185 a cura della Redazione C rescono le tutele per chi è iscritto a social network dedicati alla salute, partecipa a blog e a forum di discussione o segue siti web che si occupano esclusivamente di tematiche sanitarie; i gestori di questi siti, infatti, dovranno fornire agli utenti una specifica “avvertenza”, che informi sui rischi di esporsi in rete con la propria patologia. Così stabiliscono le “Linee guida” per i siti web dedicati alla salute (che non riguardano comunque i servizi di assistenza sanitaria on line e la telemedicina), varate dal Garante della privacy. E’ in forte aumento il numero di utenti che, nell’ambio di siti web, blog forum, social network si scambiano informazioni, inviano commenti, chiedono consigli o consulenze. E’ un fenomeno che pre- senta evidenti vantaggi, ma anche potenziali rischi connessi alla pubblicazione e alla diffusione on line dei dati “sensibili” relativi alla loro salute. In base alle Linee guida del Garante, i gestori di spazi web dedicati a tematiche relative alla salute, che prevedano o meno www.garanteprivacy.it www.governo.it L’ASL INFORMA Raccomandazioni per i Gestori di Siti web, esclusivamente dedicati alla salute che prevedono la registrazione dell’utente, connesse all’”avvertenza di rischio”: • avvertire l’utente di valutare con la necessaria attenzione l’opportunità, nei propri interventi, di inserire, o meno, dati personali (compreso l’indirizzo e-mail), che possano rivelarne, anche indirettamente, l’iden tità (si pensi, ad esempio, al caso in cui in cui l’utente, nel testimoniare la propria esperienza o descrivere il proprio stato di salute, inserisca riferimenti a luoghi, persone, circostanze e contesti che consentano anche indirettamente di risalire alla sua identità); • avvertire l’utente di valutare l’opportunità di pubblicare, o meno, foto o video che consentano di identificare o rendere identificabili persone e luoghi; • avvertire l’utente di prestare particolare attenzione alla possibilità di inserire, nei propri interventi (postati nei diversi spazi dedicati alla salute), dati che possano rivelare, anche indirettamente, l’identità di terzi, quali, ad esempio, altre persone accomunate all’autore del post dalla medesima patologia, esperienza umana o percorso medico; • specificare l’ambito di conoscibilità dei dati propri o altrui, immessi dall’utente, in particolare precisando se tali dati siano consultabili soltanto dagli iscritti al sito, ovvero da qualsiasi utente che acceda al sito stesso (reperibilità dei dati mediante funzionalità di ricerca interne al sito); • precisare se i dati sono indicizzabili e reperibili o meno anche dai motori di ricerca generalisti (Google, Yahoo ecc.); • invitare l’utente a confermare, apponendo un segno di spunta in un’apposita casella, l’avvenuta presa visione dell’avvertenza di rischio. L’avvertenza di rischio può essere richiamata dal gestore anche eventualmente attraverso l’inserimento, nella home page del sito, di un’immagine che rimandi l’utente al testo dell’avvertenza stessa. Sanità Camuna la registrazione degli utenti, dovranno inserire nella loro home page una specifica “avvertenza di rischio”, il cui scopo sarà quello di richiamare l’attenzione sui rischi connessi al fatto di rendersi identificabili sul web in relazione alla propria patologia. È concreta, infatti, la possibilità che tali in formazioni possano essere indicizzate dai motori di ricerca o conosciuti da altri utenti Internet non necessariamente iscritti al sito. L’utente, avvertito del rischio, potrà fare attenzione e decidere in modo più consapevole se inserire o meno dati personali (es: nome, cognome e-mail ecc) che possano rivelare, anche indirettamente, la propria identità o quella di terzi, così come se pubblicare foto o video che consentano di rendere identificabili persone e luoghi. L’utente sarà invitato a dare conferma di aver preso visione dell’ “avvertenza di rischio”, barrando un’apposita casella. I siti che prevedono la registrazione saranno tenuti anche ad informare gli utenti sugli scopi per i quali i dati sono richiesti, sulle modalità del loro trattamento, sui tempi di conservazione, sul diritto di cancellare, aggiornare, rettificare o integrare i dati così raccolti, come previsto dal Codice privacy. Il Garante, infine, ha stabilito che i dati raccolti dai gestori dei siti dovranno essere protetti da rigorose misure di sicurezza, dovranno restare riservati e non essere comunicati o diffusi a terzi, e dovranno essere trattati solo da personale autorizzato. 11 PSICOLOGIA CLINICA Dipartimento di Salute Mentale 12 SCRIVETECI A: SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA C/O Ospedale di Vallecamonica, Via Manzoni 142, 25040 Esine (BS) o, via mail, all’indirizzo [email protected] o [email protected] Visita il nostro nuovo sito: www.menopesoalpeso.it Psicologo, psicoterapeuta, counselor, psichiatra: quali differenze? Dott.ssa Nadia Baccanelli - Psicologa Servizio Psicologia Clinica N el campo della salute mentale operano professionisti diversi, che si differenziano tra loro per conoscenze, competenze, percorsi formativi, strumenti impiegati ed ambiti di intervento. Spesso queste differenze non sono chiare e, di conseguenza, molte persone avvertono un bisogno, ma non sanno a chi rivolgersi. Riteniamo quindi utile fornire alcune indicazioni per orientarsi nel mondo delle professioni “PSI”. psicologia clinica LO PSICHIATRA Lo psichiatra é un professionista laureato in Medicina, iscritto all’Ordine dei Medici della sua provincia e specializzato in Psichiatria. Si occupa della cura delle malattie mentali, riconoscendone e trattandone in particolare la componente biochimica e neurobiologica. Lo psichiatra compie una valutazione dei sintomi manifestati dal paziente (ad esempio ansia, tono basso dell’umore) ed arriva a formulare una diagnosi, ovvero a riconoscere uno specifico disturbo mentale. In quanto medico, questo professionista utilizza quale modalità di cura specifica la farmacoterapia (la prescrizione di farmaci), attraverso cui persegue la risoluzione dei sintomi. LO PSICOLOGO Lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia ed iscritto all’Ordine degli Psicologi della sua regione. Questo professionista può svolgere diverse attività, tra cui: valutare una situazione problematica e riconoscere l’eventuale presenza di una psicopatologia (attraverso la somministrazione di test psicologici, la conduzione di colloqui clinici e la formulazioni di una diagnosi), e fornire un sostegno psicologico, ovvero un percorso di supporto (e non di cura) cir- L’ASL INFORMA 13 possibile sapere se un iscritto sia o meno abilitato all’esercizio della psicoterapia. Esistono differenti scuole di specializzazione in psicoterapia, con modelli teorici e di intervento molto diversi tra loro, accomunati comunque dagli obiettivi indicati. LO PSICOANALISTA Lo psicoanalista è un particolare tipo di psicoterapeuta, che si ispira nello specifico all’approccio psicoanalitico, ovvero uno dei modelli di psicoterapia tra i diversi disponibili in questo campo. IL COUNSELOR Il counselor è diplomato presso una scuola di counseling. Questo professionista svolge attività di consulenza, il cui obiettivo è orientare e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi e propositivi e stimolandone le risorse personali. Il counselor non svolge attività di sostegno psicologico; egli inoltre non tratta situazioni psicopatologiche (ovvero non cura) ed opera quindi in assenza di un disagio/disturbo mentale. Compito del counselor è fornire consulenze in risposta a problemi specifici (ad esempio compiere una scelta, migliorare le relazioni interpersonali) e circoscritti in determinati contesti (quali la famiglia, il lavoro, la scuola), focalizzandosi su obiettivi specifici e limitati. In Italia attualmente l’attività di counselor psicologia clinica LO PSICOTERAPEUTA Lo psicoterapeuta è un professionista laureato in Psicologia o in Medicina, iscritto al rispettivo ordine professionale, che ha svolto un corso di specializzazione in Psicoterapia, riconosciuto dallo Stato. Questo professionista è l’unico che può svolgere attività di psicoterapia. La psicoterapia è un’attività nella quale il professionista, a partire dalla relazione terapeutica costruita con il paziente, attua specifici interventi che hanno come obiettivo il trattamento, la cura di un problema ed il cambiamento della persona, a volte attraverso la modificazione di aspetti della personalità, al fine di perseguirne il benessere. La psicoterapia può essere utilizzata sia nel trattamento di psicopatologie (ad esempio attacchi di panico, disturbi alimentari, depressione) sia in situazioni nelle quali non si evidenzia un disturbo mentale vero e proprio, ma vi è comunque una situazione di disagio e di sofferenza della persona che richiede un cambiamento profondo. Consultando l’Ordine degli Psicologi è Sanità Camuna coscritto ad un momento temporaneo di difficoltà psicologica (non psicopatologica, ovvero non di disturbo mentale). Lo psicologo può operare anche in settori non clinici, ad esempio in ambito educativo, del lavoro, delle emergenze, dello sport e può occuparsi di ricerca. Lo psicologo non può fare psicoterapia, ovvero non può svolgere terapia su specifici disturbi; tale attività, infatti, richiede sempre l’intervento di uno psicoterapeuta. Egli inoltre non può prescrivere farmaci. è disciplinata come “professione non organizzata in ordini o collegi” (Legge del 14 Gennaio 2013, n.4). 14 COME SCEGLIERE? Come abbiamo visto, tra le diverse professioni considerate vi sono sostanziali e specifiche differenze, che dovrebbero orientare nella scelta del professionista adatto a seconda del problema, del bisogno e delle richiesta. Talvolta tale scelta può comunque risultare tutt’altro che semplice! In tal caso, il Medico di Medicina Generale (Medico di base) può fornire un importante aiuto per decidere a chi rivolgerci. Inoltre ciascun professionista ha ben chiaro il proprio ruolo e le proprie competenze; di conseguenza, nel caso in cui egli non abbia gli strumenti più adeguati ad affrontare la situazione, è suo dovere indirizzarvi ad un altro professionista. Ad esempio: lo psicologo potrà indirizzarvi ad uno psicoterapeuta qualora ravvisi la necessità di un trattamento psicoterapeutico; così come lo psicoterapeuta saprà rilevare ed indicarvi l’utilità dell’intervento di uno psichiatra. Inoltre talvolta può accadere che professionisti diversi collaborino fra loro per aiutare un paziente a superare una situazione di sofferenza. Ortoressia L’ossessione per la ricerca dei cibi sani Dr.ssa Elena Massari - Psicologa, Psicoterapeuta del Servizio di Psicologia Clinica psicologia clinica O rtoressia (dal greco orthos, corretto, e orexis, appetito) è un termine che fu utilizzato per la prima volta nel 1997 dal dietologo americano Steven Bratman per descrivere l’ossessione patologica riguardo al consumo di cibi sani e naturali (Bratman, 1997). Il comportamento della persona è caratterizzato da: - pensieri ricorrenti e costanti sul cibo; - comportamenti riguardanti la selezione, la ricerca, la preparazione ed il consumo degli alimenti, che occupano gran parte della giornata e sono solitamente fatti in modo ritualistico -insoddisfazione affettiva e isolamento sociale dovuti alla persistente preoccupazione riguardo al mantenere le regole alimentari autoimposte. La persona tende ad avere una forte preoccupazione legata al pensiero di cosa mangiare, così inizia a pianificare i pasti con largo anticipo, anche di giorni, così da evitare quei cibi che ritiene essere dannosi o contaminati, come ad esempio quelli con ingredienti geneticamente modificati, oppure ricchi di un contenuto che la persona ritiene non salutare, come zucchero o sale. La selezione così minuziosa compromette la qualità di vita della persona, che dedica gran parte del suo tempo a cercare l’acquisto ritenuto adatto e a cucinare il cibo attraverso delle procedure particolari che siano ritenute sane (come ad esempio la pulizia dell’alimento o la sua la cottura). Il fatto di seguire certe norme alimentari porta l’individuo a sentirsi soddisfatto di sé quando riesce a seguire le regole imposte, mentre avverte sentimenti di colpa, che a volte compromettono l’autostima, quando non riesce a rispettare ciò che si è obbligato a seguire. Questo stile di vita, oltre a non garantire Bibliografia • Bratman, S. (1997). Original essay on orthorexia [Internet]. Yoga Journal 1997 Oct. [aggiornato a novembre 2013]. Scaricabile dal sito: www.orthorexia.com L’ASL INFORMA Sanità Camuna to, ma anche con le persone significative presenti nella sua vita. A livello scientifico ci sono buone evidenze circa l’efficacia della psicoterapia cognitivo-comportamentale associata a determinati farmaci (SSRI). 15 • Brytek-Matera, A. (2012). Orthorexia nervosa – an eating disorder, obsessive–compulsive disorder or disturbed eating habit? Archives of Psychiatry and Psychotherapy; 1 : 55–60. • Donini, L.M., Marsili, D., Graziani, M.P., Imbriale, M., & Cannella, C. (2004). Orthorexia nervosa: A preliminary study with a proposal for diagnosis and an attempt to measure the dimension of the phenomenon. Eat Weight Disord; 9(2): 151–157. psicologia clinica l’assunzione di tutti gli alimenti necessari all’organismo, limita in modo sempre più rigido le situazioni sociali, perché la persona tenderà ad evitare di andare al ristorante o a mangiare a casa di amici. In un tempo più o meno breve, l’importanza dell’alimentazione prenderà il posto delle relazioni sociali, del lavoro e della vita affettiva della persona, che si ritrova, quasi senza rendersene conto, ad isolarsi e a minare il proprio funzionamento globale. In Italia la prevalenza di questa problematica sembra essere maschile, con una percentuale di diffusione dell’11.3% nell’uomo contro il 3.9% nelle donne. Questo può essere spiegabile con la crescente pressione culturale e mediatica legata alla forma fisica maschile. L’intervento sull’ortoressia dovrebbe avvalersi di un’équipe multidisciplinare composta da psicoterapeuti, medici e dietisti. L’obiettivo dovrebbe essere quello di insegnare alla persona a mangiare in modo equilibrato, senza che questo costituisca un’ossessione a cui pensare tutto il tempo, lavorando non solo con il sogget- Dipendenza affettiva: il mal d’amore (parte 1) Dr.ssa Elena Massari - Psicologa-psicoterapeuta del Servizio di Psicologia Clinica psicologia clinica 16 L a dipendenza affettiva potrebbe essere definita come una forma malata di amore, in cui uno dei membri della coppia ricopre il ruolo di donatore d’amore e vede nel legame con l’altro, spesso problematico o sfuggente, l’unica ragione della propria esistenza. I sintomi sono simili ad una vera e propria dipendenza da sostanze: ●ebbrezza: sensazione di piacere che l’individuo dipendente prova quando è con il partner. Questo stato emotivo è indispensabile e non ottenibile in altri modi; ●tolleranza: il dipendente avverte la necessità di una quantità di tempo sempre maggiore da dedicare al partner. Questo comporta una riduzione dei momenti da dedicare alla propria vita e alle relazioni con gli altri; ●astinenza: il non poter stare con il partner provoca nella persona dipendente uno stato di grave disperazione, perché sente che la propria esistenza ha senso solo in presenza dell’altro. Il partner infatti è visto come l’unica fonte di gratificazione. ●incapacità di controllare il proprio comportamento: nella persona dipendente si crea una riduzione della lucidità e della capacità di critica, sostituite a volte dalla presa di consapevolezza della patologia del rapporto, a cui segue un senso di prostrante sconfitta e una ricaduta nella dipendenza, che fa sentire più imminenti di prima i propri bisogni legati all’altro. Questi processi si caratterizzano di rabbia e senso di colpa. Ma cosa può portare una persona a cadere in questo tipo di relazione? Le cause vanno ricercate nell’ambito delle prime relazioni familiari, dove la persona costruisce la propria immagine di sé. A volte le donne con dipendenza affettiva sono state vittime di abusi sessuali, maltrattamenti fisici e/o emotivi. In generale spesso sono stati dei bambini che sono dovuti crescere troppo in fretta per prendersi cura dei propri genitori, imparando così che l’unico modo per ottenere amore è quello di sacrificarsi per l’altro. Ciò che accomuna l’infanzia di chi soffre di dipendenza affettiva è comunque una situazione di carenza affettiva che da adulti si cerca di colmare e compensare con atteggiamenti iperprotettivi e controllanti nei confronti del partner. Nel caso della dipendenza affettiva, la percezione di sé è quindi quella di una persona inadeguata e non degna di essere amata, per cui sente di doversi sacrificare per il partner, in modo da essere meritevole di amore; la propria autostima dipenderà da quanto riesce a darsi e a soddisfare le esigenze dell’altro. Questa visione di sé e del partner fa in modo che la persona accetti tradimenti e persino violenze da parte di quest’ultimo, perché la paura e l’angoscia di essere abbandonata prevalgono su tutto. La caratteristica peculiare di queste relazioni è che ognuna è la copia di quella precedente, per l’inizio, l’evoluzione e la chiusura definitiva. Per quanto sembri paradossale, la persona dipendente è attratta inconsciamente da un partner che ha in sé le caratteristi- Nel momento in cui il disagio e la sofferenza diventano troppo pesanti, tanto da compromettere seriamente la vita quotidiana, è bene rivolgersi ad uno psicologo. L’obiettivo del processo terapeutico è rappresentato dall’acquisizione di consapevolezza, scoprire la propria fragilità può trasformarsi in una forza che permetterà di avere una più chiara visione della realtà e di conseguenza la capacità di migliorare la propria vita. Sono vari i campanelli di allarme che aiutano a rendersi conto di essersi invischiati in una relazione dipendente tra cui: la mancanza di reciprocità nella comunicazione (ad es. uno parla sempre e l’altro sta zitto); la mancanza di una progettualità in comune (è sempre uno dei due che vorrebbe sposarsi, comprare casa, avere figli); l’assunzione di regole rigide che servono apparentemente a preservare la coppia ma che in realtà non rispettano la libertà individuale (ad esempio la regola che proibisce di avere amici del sesso opposto che non facciano parte di un’altra coppia); la mancanza di spazi condivisi (ognuno fa le cose per conto suo); la mancanza di una sessualità di qualità. Rendersi conto di far parte di una relazione dipendente non è mai facile, tanto meno piacevole. Molti tendono a negare la situazione e a sperare che prima o poi cambierà e migliorerà. Tanti si arrabbiano con il terapeuta che li aiuta a prendere consapevolezza della propria dipendenza. Alcuni sono anche tentati di interrompere la terapia perché si accorgono che proseguirla significherebbe mettere se stessi al centro del proprio mondo e liberarsi dalle catene della relazione. Altri invece, nonostante le difficoltà decidono di andare avanti e di darsi la possibilità di imparare ad essere felici e di vivere una relazione sana e reciproca, anche se al momento in cui si prende consapevolezza di appartenere ad una coppia dipendente potrebbe sembrare impossibile. Continua nel numero successivo di Sanità Camuna L’ASL INFORMA Sanità Camuna il dipendente d’affetto cerca un partner sposato o non interessato alla relazione), per sentirsi così al centro dell’attenzione e compensare anche lui dei vuoti affettivi mai colmati. 17 psicologia clinica che che la porteranno a subire, perché cerca una realtà che conosce fin da bambina, una dinamica di relazione malata, ma conosciuta e considerata “normale”. Ciò che pensiamo di noi stessi influenza il nostro comportamento e quindi innesca specifiche reazioni da parte degli altri Se una persona si forma un concetto di sé negativo tenderà a confermarlo rimanendo intrappolato in un sistema che si autoalimenta, creando una serie di profezie che si auto avverano: questa è la base su cui si possono costruire problemi nelle relazioni, come le continue delusioni nelle storie d’amore. Le donne dipendenti attuano comportamenti protettivi nei confronti del partner, rivestendo i ruoli di confidente, mamma, o infermiera in base alle necessità. La donna tende a mettere da parte i propri bisogni nel rapporto di coppia, e nelle situazioni conflittuali soffoca la rabbia, la rimuove o la dirige contro se stessa, manifestandola spesso in forma di sensi di colpa. Dietro tutto questo c’è sempre la paura che il partner possa abbandonarla. La dipendenza affettiva, diversamente da quanto a volte si pensa, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica a due. Il partner che “sceglie” di stare con una persona dipendente d’affetto ha spesso anche lui il bisogno di essere accudito e di avere una relazione di tipo figlio-madre anziché alla pari, per dinamiche e problematiche familiari irrisolte. Oppure, al contrario, può trovarsi ad esercitare un ruolo di persona sfuggente, irraggiungibile o rifiutante (per esempio, quando Lo psicologo risponde Risponde la Dott.ssa Guzza Milva 18 “Buongiorno, sono la madre di un ragazzo di 27 anni. Da qualche tempo ripete in continuazione certi comportamenti durante la giornata senza riuscire a smettere. Quando glielo faccio notare lui mi dice “è più forte di me!”. Prima di mangiare lava e risciacqua stoviglie e posate per 5 volte, va in bagno a lavarsi le mani e ci rimane per lungo tempo perché “deve” fare delle cose per un numero di volte definito, sempre nello stesso ordine e allo stesso modo. Quando deve uscire di casa, è irrequieto e controlla almeno 3 volte che porte e finestre siano ben chiuse. Insomma la vita di mio figlio è sempre più condizionata da questi suoi bisogni incontrollabili. Si sta allontanando anche dagli amici, al lavoro ritarda sempre e i suoi superiori iniziano a lamentarsi di questo. Io da mamma non so come comportarmi. Lui si rende conto che tutto ciò sta diventando un problema. Non so cosa fare, a chi dobbiamo rivogerci?” “C psicologia clinica entile signora, da quello che scrive in merito ai comportamenti di Suo figlio, è possibile ipotizzare che abbiamo a che fare con un disturbo d’ansia chiamato Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). Questo disturbo infatti si caratterizza per la presenza di: · Pensieri ossessivi: presenza costante e forzata di pensieri, immagini, numeri, impulsi, che si presentano fortemente nella mente della persona, al punto tale da portarla a sperimentare un’intensa sensazione di ansia, allarme, angoscia e preoccupazione; · Compulsioni: consistono in azioni ripetitive (rituali ) o di pensieri che la persona sente di dovere per forza fare, per evitare di essere colta da attacchi d’ansia. Come Suo figlio, solitamente le persone con queste difficoltà, si lamentano dell’incapacità di interrompere i vari rituali. Anche lui, nonostante li viva come un obbligo, è consapevole dell’infondatezza dei suoi pensieri e riti e tenta di vincerli senza risultati soddisfacenti. Il tentativo di controllare ciò che viene vissuto come incontrollabile, finisce col generare uno stato d’ansia e di allarme così forte da spingere il ragazzo ad abbandonarsi ai vari rituali proprio per placare l’ansia accumulata, in un circolo vizioso che si ripete senza controllo. Di fronte a un simile disagio, è comprensibile e sensata la Sua preoccupazione di madre e la conseguente richiesta di aiuto. Il consiglio che le posso dare è di evitare di sottolineare l’infondatezza e l’assurdità delle ossessioni e della compulsioni che Suo figlio mette in atto, essendo lui stesso già consapevole di questo. E’ però importante evitare di sostenerlo durante i rituali, in modo che non si cronicizzino ulteriormente. Il DOC è un disturbo frequente e che può essere trattato sia mediante terapia farmacologica che psicoterapica. Le consiglio quindi di rivolgersi ad un Medico Psichiatra e ad uno psicoterapeuta che possano aiutare suo figlio. Un cordiale saluto L’ASL INFORMA Sanità Camuna 19 Risponde la Dr.ssa Paola Bettoni “..in famiglia da anni conviviamo con una persona affetta da disturbo bipolare; pur conoscendo cosa comporta questa malattia spesso fatichiamo ancora a comprendere alcuni suoi comportamenti...” Laura renderà conto di ciò che ha fatto o detto. E’ fondamentale aiutarlo a progettare il futuro, rassicurandolo e aiutandolo, senza però proteggerlo troppo o facendo le cose al suo posto. Ricordate infine che comunque la più importante e affidabile fonte di informazione rimane sempre il suo medico curante, non esitate a manifestargli i vostri dubbi, a chiedergli cosa ci si può aspettare dalla terapia prescritta, quali sono i possibili effetti collaterali e il tempo mediamente necessario per iniziare a vedere dei miglioramenti. Avere le idee più chiare su questi argomenti aiuta a fronteggiare con meno angoscia i momenti difficili. Un caro saluto psicologia clinica Cara Laura, come saprete il disturbo bipolare si riconosce per l’alternarsi più o meno costante di fasi depressive e fasi maniacali dell’umore: la fase depressiva è caratterizzata da inattività, mancanza d’interessi, alterazioni del sonno e dell’appetito, difficoltà di concentrazione; nella fase maniacale, che si alterna e in alcuni casi coesiste con quella depressiva, l’umore è invece al contrario esaltato e la persona colpita dal disturbo diventa irritabile, logorroica e iperattiva. Per familiari e amici non è facile stare accanto a chi ha un disturbo bipolare. La prima cosa importante da capire è che l’oscillazione dell’umore e i comportamenti che ne derivano, a volte bizzarri e fastidiosi, non sono volontari né ricercati, ma sono il sintomo della malattia. Non dobbiamo colpevolizzare la persona per i suoi comportamenti e per i suoi umori, ma interpretarli diversamente, senza mettere in dubbio il legame e l’affetto che unisce, quando la persona tende ad isolarsi o a rifiutare la presenza dell’altro. Questo non solo vi renderà più facile sorvolare su molte manifestazioni che potreste scambiare per insulti o offese, ma aiuterà il vostro familiare a sentirsi meno in colpa quando, nelle fasi di benessere, si L’ADHD Percorsi diagnostici e di presa in carico nei Disturbi da Deficit d’Attenzione e Iperattività Dott.ssa Marzia Morandini - Dott.ssa Federica Serioli - Psicologhe del Servizio NPIA 20 V enerdì 6 dicembre 2013 si è tenuto, presso la Sala Civica del Comune di Berzo Inferiore, un evento informativo sull’ADHD, rivolto a genitori ed insegnanti. Le dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini del Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Asl Vallecamonica-Sebino) si sono occupate dell’organizzazione di tale evento in collaborazione con: - Regione Lombardia tramite il progetto “Condivisione percorsi diagnostico-terapeutici per l’ADHD In Lombardia”; - Associazione ASSOLO Vallecamonica; - Associazione AIFA (Associazione Italiana Famiglie con ADHD). Lo scopo dell’incontro è stato quello di offrire le informazioni relative agli elementi diagnostici e all’iter valutativo che si effettua all’interno del Servizio di NPIA, per poi passare alla spiegazione della presa in carico multimodale (Child training, Parent training, Teacher training e trattamento farmacologico). Il Servizio di NPIA dell’ASL Vallecamonica Sebino, essendo uno dei 18 centri per l’ADHD in Regione Lombardia, da tre anni ha consolidato (attraverso una formazione continua dei suoi operatori) procedure condivise con tutti i Centri Regionali, sia per quanto concerne gli aspetti psicodiagnostici, che per gli aspetti della presa in carico. I relatori coinvolti sono stati il dr. Francesco Rinaldi (Responsabile del Servizio di NPIA), che ha effettuato l’introduzione ai lavori, sottolineando l’importanza della creazione di una rete tra genitori, che deve necessariamente nascere una volta terminati i percorsi di presa in carico presso la NPIA, e che ha parlato del trattamento farmacologico; la la dr.ssa Federica Serioli (Neuropsicologa), la dr.ssa Marzia Morandini (Psicologa), la dr.ssa Valentina Tagliaferri (Educatrice) e la dr.ssa Veronica Pasinetti (Psicomotricista). Si è inoltre lasciato spazio alle esperienze dirette dei genitori (papà di Luca, mamma di Alessandro e mamma di Luca) e degli insegnanti (Fulvia Salvetti dell’IC di Breno) coinvolti nei percorsi sopracitati. Importante è stato inoltre il contributo della Sig.ra Maila Bontempi (Presidente dell’Associazione Assolo) e della Sig.ra Monti (rappresentante AIFA). I genitori dei bambini con ADHD, che avevano frequentato i percorsi di Parent Training e Child Training presso la NPIA di Esine negli anni passati, hanno infatti deciso di continuare il percorso di confronto relativo alle tematiche specifiche del Disturbo, in collaborazione con Associazione Assolo (che offre spazio per bambini ADHD nel proprio doposcuola) e con l’AIFA. La Regione Lombardia, al fine di avere un feedback immediato sull’efficacia e sulla qualità degli eventi proposti dai 18 Centri, 1 - HA PARTECIPATO ALL’INCONTRO IN QUALITÀ DI: L’ASL INFORMA Qualità dei contenuti Sanità Camuna ha inviato un questionario di gradimento i cui risultati verranno esposti di seguito. Status partecipanti 21 5 - RISPETTO AGLI INTERVENTI DEI RELATORI, COMPLESSIVAMENTE, IL SUO GUDIZIO È: Giudizio complessivo 2 - RISPETTO ALLE SUE ASPETTATIVE L’INCONTRO È STATO: Livello di gradimento per nulla soddisfacente poco soddisfacente abbastanza completamente soddisfacente soddisfacente 3 - PERCHÈ?: 6 - I RELATORI HANNO SPIEGATO IN MODO CHIARO, STIMOLANDO L’INTERESSE E USANDO METODI DI PRESNTAZIONE DEI CONCETTI EFFICACI? Giudizio sui relatori L’esposizione è stata chiara, completa, esaustiva ampliando le informazioni già in possesso. 4 - I CONTENUTI TRATTATI LE SONO PARSI: Qualità dei contenuti 7 - HA DEI SUGGERIMENTI PER GLI RELATORI? Organizzazione di più incontri di questo tipo per genitori ed insegnanti (training). Qualità dei contenuti Un’esperienza di domotica per la casa già attiva sul nostro territorio Dr.ssa Silvia Cretti - Psicologa del Servizio Fragilità 22 COS’ È UNA CASA DOMOTICA? informa famiglia I l termine domotica deriva dal neologismo francese “domotique”, a sua volta contrazione della parola greca “domos” (casa) ed “informatique”, e sta ad indicare la gestione informatica che entra nella casa. La domotica offre soluzioni concrete, utili, dà risposta ad esigenze specifiche di varia natura. In una casa domotica i dispositivi elettronici ed elettrici sono in grado di comunicare tra di loro, semplificando azioni complesse con l’adozione di semplici gesti. La domotica non nasce specificamente per le persone con disabilità, ma, più in generale, per dare risposta ad esigenze di comfort, sicurezza e risparmio energetico. Quando ad esempio si esce di casa, il sistema domotico ci permette, premendo un solo tasto, di spegnere tutte le luci, chiudere tutte le serrande e abbassare la temperatura dei vari ambienti. Oltre agli obiettivi mirati al comfort, questa disciplina presenta prospettive interessanti per quelle categorie di persone, quali disabili ed anziani, che richiedono particolari attenzioni ed assistenza. La domotica può aiutare queste persone a raggiungere l’obiettivo di incrementare il livello di autonomia portando ad un evidente miglioramento la qualità della loro vita. In una casa domotica una persona con gravi difficoltà motorie, ad esempio, può utilizzare un telecomando a scansione per aprire i serramenti, accendere le luci, controllare la televisione o lo stereo, attivare sistemi di sicurezza personale o ambientale. La casa domotica può rappresentare per la persona con disabilità un luogo sicuro dove sperimentare autonomie nello svolgere attività domestiche che altrimenti dovrebbe delegare ad altre persone. “Abitare la casa” non significa solo dimorare o svolgere azioni del vivere quotidiano, ma assume un significato più profondo legato alla propria identità, al sentirsi radicati in un luogo, al percepire uno spazio come proprio. Sentirsi “padroni” della propria casa permette anche alla persona con fragilità di sentirsi indipendente dagli altri e di sperimentare sentimenti di adeguatezza ed accrescere l’ autostima. Qui di seguito raccontiamo la recente esperienza di due persone con lieve disabilità residenti sul nostro territorio che hanno usufruito di tale finanziamento. Il progetto sulla domotica è nato dai bisogni specifici di due ospiti dei rispettivi appartamenti, portatori di esigenze personali, tenendo conto al tempo stesso delle loro abilità e fragilità. I progetti sono stati realizzati all’interno dei due appartamenti, con l’installazione di sistemi domotici di comunicazione e sicurezza per la casa, al fine di rendere i destinatari il più autonomi possibili rispetto alla gestione della vita quotidiana. Sono stati installati ed attivati un sistema di comunicazione, controllo e vigilanza attraverso l’ausilio di diversi strumenti: tablet, smatphone, webcam, software, illuminazione di emergenza in punti strategici attivabili con L’ASL INFORMA Sanità Camuna sensori. L’appartamento è dotato di un videotelefono e vivavoce in zona giorno, notte e servizi igienici; questi ultimi per garantire interventi immediati in caso di emergenze. Lo scopo del progetto è quello di migliorare la qualità della vita della persona con disabilità, attraverso un supporto domotico, inteso sia come fornitura di strumentazioni di controllo domestico, sia come intervento che permetta lo svolgimento di azioni quotidiane rese difficili dalla disabilità fisica o psichica. I progetti hanno consentito ai due protagonisti di percepire una condizione di maggiore sicurezza, attraverso un sistema di comunicazione più facile e diretto con le persone che prestano loro supporto nella gestione della vita quotidiana. La persona con disabilità, in caso di necessità, può infatti videochiamare gli educatori in qualsiasi momento del giorno e della notte e viceversa, gli operatori possono comunicare e verificare che in appartamento vada tutto bene, sia azionando telecamere disposte in varie zone della casa, sia parlando direttamente con i residenti, sempre naturalmente nel rispetto della privacy degli stessi. Ciò permette di svolgere attività di assistenza e consulto, fornire consigli e intervenire rapidamente in situazioni di emergenza. La domotica in questa esperienza è un appoggio, uno strumento di integrazione sociale, ma anche un ausilio per stimolare la persona ad essere autonoma all’interno della propria abitazione. 23 informa famiglia UN ESEMPIO DI CASA DOMOTICA IN VALLECAMONICA La legge Regionale n.23 del 1999 “Erogazione di contributi per l’acquisto di strumenti tecnologicamente avanzati”, da qualche anno promuove il finanziamento di sistemi/strumenti domotici volti a compensare la disabilità e consentire la realizzazione di progetti di vita autonoma. Recentemente sono stati finanziati progetti rivolti a due persone con lieve disabilità residenti in appartamenti protetti, gestiti dalle cooperative sociali “Il Cardo” di Edolo e “Arcobaleno” di Breno. L’Appartamento Protetto offre alle persone disabili con discrete autonomie una casa dove poter sperimentarsi e realizzare esperienze di crescita individuali e sociali, sotto la supervisione di una équipe formata da un coordinatore, un educatore e da un operatore socio sanitario. 24 informa famiglia Si tratta di un intervento basato sul rapporto tra disabile e abitazione che riduce al minimo l’intervento di un educatore esterno e prevede la presenza di un pacchetto domotico molto semplice al fine di rendere la casa sicura ma anche “educativa”. Con “educativa” si intende l’introduzione di una strumentazione elettronica che non sostituisca l’individuo nella gestione dell’abitazione ma che sia solo atta a coadiuvarlo nelle normali azioni quotidiane con appositi software che forniscano loro, in caso di bisogno, tutte le informazioni necessarie per intraprendere azioni finalizzate al raggiungimento di un obiettivo (esempio, avviare la lavatrice, cucinare una pietanza...). La domotica rivolta alle persone con difficoltà ha lo scopo di facilitare il raggiungimento della migliore autonomia possibile, permettere alla persona di gestire in modo indipendente la casa, sfruttando al massimo le sue abilità residue. Nell’ottica di una maggiore indipendenza e del mantenimento delle abilità acquisite, il sistema di comunicazione tra gli operatori e chi vive in casa viene utilizzato solo per l’ effettivo bisogno. Questa esperienza di casa domotica è risultata vincente e funzionale ai bisogni delle persone che ne usufruiscono: gli operatori da un lato, che possono svolgere le loro funzioni di supporto in maniera meno invadente, ma soprattutto i destinatari dei progetti, il cui percorso di autonomia è reso più sicuro e soddisfacente. La concretizzazione di questa importante innovazione tecnologica è stata resa possibile anche dalla sinergia e stretta collaborazione tra il Servizio Fragilità dell’ASL e gli Enti gestori dei servizi per persone disabili a livello territoriale. Le immagini mostrano la visualizzazione di ambienti dell’appartamento inviate dal sistema a tablet, smartphone degli operatori. Dr.ssa Giuseppina Barcellini - Dipartimento ASSI R egione Lombardia mette a disposizione per il sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili risorse economiche e interventi appropriati mediante l’erogazione di: - buoni per compensare economicamente le prestazioni di cura che vengono rese dai familiari o da personale regolarmente assunto; - voucher sociosanitari per ricevere prestazioni a casa, presso strutture residenziali (anche per periodi di sollievo della famiglia) o ambulatoriali. Destinatari: - persone con gravi e gravissime disabilità, con particolare attenzione ai minori, alle persone in stato vegetativo, oppure affette da malattie del motoneurone o con altre patologie che determinano una condizione di dipendenza vitale; - persone anziane non autosufficienti, con particolare attenzione a chi è affetto da demenza ed è assisitito a casa; - persone anziane in condizioni di fragilità che necessitano di una soluzione abitativa con caratteristiche sociosanitarie; - persone affette da ludopatia (giocatori d’azzardo patologici). I cittadini del territorio della Valle Camonica, che sono interessati a L’ASL INFORMA Sanità Camuna La Regione sostiene le persone fragili e le loro famiglie. 25 Le famiglie nelle quali vivono malati di Alzheimer o con patologie degenerative, disabili gravi, anziani non autosufficienti, giocatori patologici, oggi possono contare su un sostegno in più: per loro Regione Lombardia ha stanziato 130 milioni di euro in voucher e interventi per attività di assistenza. Per saperne di più e farne richiesta, rivolgiti a www.regione.lombardia.it ricevere un sostegno, si devono rivolgere all’ASL che provvede a: - effettuare la valutazione multidimensionale del bisogno della persona e stabilire se la persona può essere destinataria di una delle misure previste; -predisporre il Progetto individuale che viene condiviso dalla persona stessa e/o dalla sua famiglia; -consegnare alla famiglia entro 15 giorni lavorativi l’esito della valutazione, il Progetto individuale e l’elenco degli enti che garantiscono i servizi previsti dal progetto individuale; -monitorare e controllare costantemente gli interventi. PER INFORMAZIONI È POSSIBILE RIVOLGERSI PRESSO: Segreteria del Servizio Fragilità Breno, Via Nissolina 2 - Tel. 0364 329.406 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30 Segreteria del Dipartimento ASSI Breno, Via Nissolina 2 - Tel. 0364 329.389 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30 oppure collegarsi al sito dell’ASL www.aslvallecamonicasebino.it informa famiglia Sostegni a favore delle famiglie con componente fragile Percorso nascita: un progetto che si prende cura della famiglia che nasce Dr.ssa Irene Benaglio; Dr.ssa Chiara Troletti - Psicologhe informa famiglia 26 L ’Organizzazione Mondiale della Sanità distingue le cure sanitarie in “cure”, termine con cui si fa riferimento alle prestazioni clinico/ mediche, e “caring”, termine che fa riferimento alla relazione d’aiuto, al sostegno e al supporto che viene fornito alla persona. Parlare oggi di caring nel percorso nascita significa quindi fare riferimento ad un modello assistenziale che accompagna la persona, la coppia e la famiglia che si avvicinano al progetto generativo, ponendo particolare attenzione agli aspetti di promozione del benessere globale, alla crescita delle competenze di accudimento presenti nella coppia e al rafforzamento delle potenzialità della famiglia nascente. Le iniziative del Percorso nascita sono collocate all’interno di una cornice di interventi e attività appositamente studiati per dare alle famiglie una risposta alle esigenze di sostegno e supporto in questo momento delicato del ciclo di vita della famiglia (la gravidanza, il parto, il puerperio e il primo anno di vita del bambino). Di seguito vengono riportate le iniziative proposte per sostenere il nucleo familiare nel compito di prendersi cura del figlio, rinforzando nei genitori la fiducia nelle proprie risorse e potenzialità. Corsi di accompagnamento alla nascita: si tratta di corsi teorici pratici rivolti alla coppia per approfondire le tematiche principali della gravidanza, del parto, del post partum, dell’ allattamento, e della vita con il bambino). Organizzati presso le due sedi del Consultorio Familiare (Darfo e Edolo) e presso l’Ospedale di Vallecamonica Sebino, garantiscono il sostegno alla coppia e il confronto di medesime esperienze di vita. Dopo il parto, per fornire sostegno e prime cure al neonato, è prevista la possibilità di usufruire di visite ostetriche domiciliari. Nel corso della visita domiciliare l’ostetrica ha la possibilità di verificare lo stato di salute della mamma, il buon andamento dell’allattamento al seno, di fornire consigli di buone pratiche di accudimento del bambino neonato; vengono proposte a tutte le puerpere con particolare attenzione alle primipare, al fine di sostenere le funzioni genitoriali nelle donne senza precedenti esperienze di accudimento. E’ previsto anche un ambulatorio “maternità multietnica” presso il Consultorio di Darfo, destinato alle visite ostetrico-ginecologiche di donne gravide e puerpere straniere, con la presenza del mediatore linguistico-culturale. Lo sportello allattamento, poi, presente in tutte e tre le sedi di Consultorio, è accessibile a tutte le mamme che hanno bisogno di informazioni pratiche sull’allattamento al seno o consigli su come affrontare piccoli problemi (ragadi, poco latte, alimentazione, ecc). Gli incontri per neogenitori consistono in attività di gruppo rivolte a genitori di bambini da 0 a 12 mesi. Le tematiche trattate riguardano la cura del bambino, come l’allattamento, lo svezzamento, il sonno, il gioco, il contatto fisico ed il ruolo genitoriale. Gli incontri hanno lo scopo di condividere riflessioni sulla relazione dei genitori con il proprio bambino, sul come educarlo e vivere accanto a lui, per vivere al meglio la ricchezza di questo rapporto. Nel corso del 2013 è stato introdotto un incontro sul Pronto soccorso pediatrico grazie all’attiva collaborazione del personale medico ospedaliero esperto in materia, che si è prestato per informare i genitori sul tema della prevenzione e degli interventi in situazioni di emergenza fuori e dentro le mura domestiche. Alcuni dati sulla partecipazione a queste iniziative nel corso dell’anno 2013 ci permettono di capire la portata di tale progetto e l’impatto sulla popolazione del nostro territorio: • 588 genitori sono stati coinvolti nei corso di accompagnamento alla nascita, (45,1 % del totale nati nel 2013 presso l’Ospedale di Esine) • hanno usufruito della visita ostetrica a domicilio 168 puerpere, delle quali 162 primipare • L’ASL INFORMA • te al corso di massaggio al bambino neonato agli incontri per neogenitori sono stati coinvolti 91 genitori (per uno o più incontri previsti nel calendario) 110 sono state le donne straniere che hanno avuto accesso all’ambulatorio “maternità multietnica” per un totale di 249 visite. Sanità Camuna • 113 mamme hanno preso par- 27 L’attenzione posta al benessere delle famiglie e dei loro bambini di età compresa tra 0 e 1 anno è un obiettivo primario nell’ambito delle politiche sanitarie perchè “investire sulla nascita significa investire sulla speranza di un futuro migliore per tutti, e rilanciare l’attenzione sulle nuove generazioni”. Anche nel 2014 verranno rilanciate le iniziative sopra descritte e potenziate la comunicazione tra servizi e cittadino in modo tale da garantire una sempre maggiore e capillare diffusione delle informazioni inerenti le opportunità di prevenzione e cura in tutto l’arco del progetto generativo. informa famiglia Per i genitori di bambini da 0 a 6 mesi c’è anche la possibilità di partecipare al corso di massaggio al neonato. Durante il corso un operatore del Consultorio con formazione specifica, mostra ai genitori come massaggiare il proprio bambino per valorizzare l’importanza del contatto genitore-bambino. Un resoconto del Families and Work Institute riporta che la maggior parte delle connessioni tra le cellule cerebrali si forma nei primi tre anni di vita e sottolinea come il massaggio possa influenzare direttamente lo sviluppo emotivo del bambino e la sua capacità di reagire adeguatamente allo stress da adulto. Massaggiando regolarmente il bambino, il genitore mette quindi in moto un ciclo di reazioni positive che migliorano le qualità genitoriali, il benessere del bambino, il suo temperamento e il rapporto della triade. Il passaggio della menopausa Tina Tosini - Ostetrica Consultorio Familiare di Breno informa famiglia 28 A ccompagnare le donne nella Nascita mi ha fatto capire che la donna nell’arco della sua esistenza attraversa ciclicamente dei Passaggi che la natura le ha destinato per renderla più... saggia, più forte, più capace, più matura e per prepararla al nuovo ruolo che le spetta nella vita. Ho incominciato allora ad interessarmi di questi passaggi e mi sono resa conto di come siano chiari per il corpo ma fortemente rimossi dalla nostra società che tende a negarli o, al contrario, a medicalizzarli. La menopausa rappresenta un passaggio potente e in un mondo che idealizza l’essere giovani, teme ogni forma di invecchiamento e vive la morte solo come una fine, non può che essere vissuta come una malattia o essere del tutto ignorata. Ho della menopausa, come di ogni travaglio, l’immagine di una grande tempesta che, preceduta dall’oscuramento del cielo, può sembrarci la fine del mondo e terrorizzare giustamente le più impavide. Ma se so che passerà, se so che posso affrontarla imparando a stare al timone del mio cambiamento, se conosco i venti e le parole delle onde, se so che quando mi sentirò vulnerabile ci sarà qualcuno che mi capirà e mi sosterrà, se so che dopo averla vinta mi sentirò invincibile... se so tutto questo, forse saprò che posso farcela! Ogni donna ha la sua menopausa e ci sarà chi la vivrà con grande facilità senza quasi accorgersene, mentre per altre sarà davvero dura senza dimenticare che alcuni fattori possono di per sé rendere la tempesta più impegnativa come la menopausa precoce, quella indotta da interventi medici o chirurgici e quella che deve confrontarsi con una storia di salute già segnata da altri ostacoli. La mia esperienza con le donne mi ha insegnato che spesso basta sapere cosa le aspetta e di quante risorse possono disporre, (da quelle corporee a quelle della medicina allopatica e olistica) perché possano sentirsi più forti e più fiduciose nel vivere questo momento delle loro vite. Altrettanto preziose sono la condivisione e il confronto fra donne che creano momenti di ricca espressione femminile ma che nella realtà delle nostre quotidianità hanno ben poco spazio. Il Consultorio Familiare si rivolge alle donne che vivono il periodo della menopausa con un’équipe interdisciplinare costituita da psicologo, ginecologo, ostetrica, fisioterapista e dietista che operano per promuovere il benessere psico-fisico mediante attività di informazione e formazione. Le iniziative proposte accompagnano le donne nel delicato passaggio, cono- IL PASSAGGIO della MENOPAUSA Ciclo di incontri di approfondimento per... chi ci è nel mezzo e chi ci è vicina 1° Riflessioni introduttive sugli aspetti socioculturali, antropologici ed emotivi della menopausa. Le implicazioni di questa importante trasformazione fra miti e false credenze: diversi punti di vista e diversi modi di viverla per evitare di “ammalarsi di menopausa”. 2°Conoscere i mutamenti ormonali e le diverse fasi del climaterio per comprendere, contenere e prevenire i L’ASL INFORMA Sanità Camuna possibili disturbi: vampate, insonnia, alterazioni dell’umore, problemi ginecologici ed urologici, osteoporosi, difficoltà sessuali. 3° Le risorse delle donne, della medicina, della natura e del cibo: rimedi semplici e personalizzati per poter vivere attivamente e da protagoniste questo prezioso ma impegnativo Passaggio della propria vita. 4°Uno spazio per le domande e le riflessioni sulle tematiche che ruotano intorno alla menopausa, dai disturbi fisici ai mutamenti nella relazione di coppia. 5° Pensare alla creazione di una rete femminile di sostegno e ricerca permanente che offra appoggio, possibilità di confronto e valorizzazione dei passaggi femminili secondo una visione ciclica ed evolutiva. 29 informa famiglia sciuto come ‘’menopausa’’, rinforzando il senso di fiducia nelle proprie risorse e potenzialità. Il cammino che viene proposto alle donne curiose di saperne di più si caratterizza come ciclo di 5 incontri: Il Centro Adozioni Informa Dr.ssa Teresita Domenighini, Psicologa-Psicoterapeuta Responsabile Centro Adozioni Consultorio Familiare di Breno informa famiglia 30 I n riferimento alla DGR n. 14043 / 03 e alla normativa vigente in materia di adozione, dal 21.06.04 nell’ASL di Vallecamonica-Sebino è operativo il Tavolo di Coordinamento delle Adozioni, correlato ad un apposito regolamento che ne specifica la composizione, l’organizzazione di lavoro, gli obiettivi ed i compiti istituzionali. Il Tavolo costituisce la sede stabile di confronto tra ASL, Enti locali, Associazioni Familiari ed Enti Autorizzati per l’adozione al fine di mantenere il raccordo delle risorse in campo per quanto riguarda l’articolazione del supporto e della tutela all’infanzia in difficoltà, abbandonata o a rischio di abbandono che, in sostanza, si concretizzano negli interventi dell’affido familiare e dell’adozione. A titolo di breve cenno informativo, rimandando ad altro articolo l’approfondimento delle caratteristiche, differenze e similitudini dell’affido e dell’adozione, si fa presente che, come il Centro Adozioni dell’Asl è contattabile da chiunque sia interessato a saperne di più sull’adozione, il Servizio Affidi dell’Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona con sede a Breno in p.zza Tassara n.4, tel. 0364 226.93, organizzato a sua volta con un’équipe dedicata composta da assistente sociale e psicologa, è a disposizione per informare chiunque voglia saperne di più sull’affido e per la preparazione di coloro che, interessati, si candidano in qualità di famiglia affidataria. Fra i compiti istituzionali del Tavolo Operativo Adozioni vi è la programmazione triennale del Piano Informativo, documento che contiene: • tematiche e numero delle iniziative informative e formative da realizzare nel territorio dell’Asl; • soggetti realizzatori e modalità di attuazione di ogni singola iniziativa; • tempi e modalità di verifica periodica dello stato delle attività. Negli ultimi due incontri del T.O.A. di ottobre e dicembre scorsi, in vista della scadenza del precedente e in correlazione all’analisi di quanto realizzato nel triennio 201112-13, si è lavorato alla stesura del nuovo Piano Informativo, definendone le attività per gli anni 2014-15-16. Nell’attuale programmazione, suddivisa nei due ambiti informativo e formativo, ampio spazio è stato dato alla continuazione delle proposte in atto considerate utili alla conoscenza ed alla realizzazione del progetto adottivo e corrispondenti ai bisogni di supporto della famiglia adottiva, una volta costituitasi e durante il proprio corso evolutivo: le azioni informative vengono svolte sia nel contatto diretto con le persone interessate che tramite i consueti mezzi di comunicazione (articoli, opuscoli, aggiornamenti nel sito Internet dell’Asl ...); mentre per quanto riguarda le attività formative uno specifico valore, sia in termini di qualità e risultato che per l’ottimizzazione delle risorse in campo, viene mantenuto all’attivazione degli interventi di gruppo, orientati nelle diverse fasi del ciclo di vita della famiglia adottiva ( ad es. la preparazione al progetto adottivo, dall’idoneità rilasciata dall’Autorità Giudiziaria nell’attesa di diventare nucleo familiare adottivo, nel post-adozione per la condivisione di problemi e l’attivazione di risorse, nell’andamento familiare con i figli in età adolescenziale ...). Si resta a disposizione nel corso del triennio, previa richiesta, anche per l’effettuazione di interventi a carattere informativo e/o formativo rivolti ad Associazioni, Enti, Istituti scolastici e/o team di insegnanti, a vario titolo interessati. Si invita pertanto a contattare il Centro Adozioni (tel. 0364 329.381) per ogni idea utile in proposito e per l’organizzazione dell’attività specifica. L’ASL INFORMA Sanità Camuna La prevenzione delle Dipendenze nelle Scuole, L’ASL di Vallecamonica-Sebino c’é a cura degli operatori del Servizio Dipendenze L a notizia relativa al fenomeno di spaccio e uso di hashish e marijuana nelle scuole superiori camune, balzate agli onori della cronaca a metà gennaio scorso, ha evidenziato il problema della diffusione e uso di sostanze illecite tra i più giovani, problema per altro presente e noto anche a livello nazionale. La notizia, ha consentito di evidenziare ancor di più la necessità della presenza sul territorio di una rete sempre più forte di prevenzione in cui la scuola svolga un ruolo primario in stretta collaborazione con le realtà già operanti nel settore della tossicodipendenza, Servizio Dipendenze in primis, ma anche Azienda Territoriale dei Servizi alla Persona, SMI e attori del Terzo Settore. La diffusione delle sostanze illecite, come hanno ricordato i Dirigenti scolastici delle scuole superiori camune intervistati dai media locali, è riconducibile a un atteggiamento permissivo generale della società, che in soggetti più fragili per il contesto sociale e educativo dove vivono sfocia nella devianza. L’ASL di Vallecamonica-Sebino, attraverso il proprio Servizio Dipendenze, stia già operando da qualche anno in alcuni istituti scolastici camuni con specifici progetti di prevenzione, validati scientificamente, coordinati da Regione Lombar- 31 dia, i progetti “LifeSkills Training”, rivolto a alunni della scuola secondaria di primo grado, e “Unplugged”, pensato per studenti del primo anno della scuola secondaria di secondo grado. Il progetto regionale “LifeSkills Training” Lombardia è realizzato sul territorio di tutta la regione coinvolgendo 150 Scuole secondarie di primo grado, circa 1.600 insegnanti e 19.000 studenti. “LifeSkills Training” è un programma di prevenzione all’uso e abuso di sostanze validato scientificamente e dimostratosi capace di ridurre il rischio di abuso di alcol, tabacco e droghe. Il programma è stato sviluppato negli Stati Uniti dal professor Gilbert J. Botvin il quale sperimenta e verifica la validità del programma da oltre trent’anni. “Unplugged” è un programma di prevenzione scolastica dell’uso di sostanze basato sul modello dell’influenza sociale. Disegnato da un gruppo di ricercatori europei, è stato valutato attraverso uno studio sperimentale randomizzato e controllato condotto in 7 Paesi. È il primo programma europeo di provata efficacia. Riduzione % dell’uso di sostanze nei ragazzi che hanno seguito il progetto “Unplugged” rispetto ai ragazzi del gruppo di controllo che non lo hanno seguito. 32 3 MESI DOPO L’INTERVENTO 15 MESI DOPO L’INTERVENTO Aver fumato almeno una sigaretta negli ultimi 30 giorni -12% -6% Aver fumato almeno 5 sigarette negli ultimi 30 giorni (fumatori regolari) -14% -11% Aver fumato almeno 20 sigarette negli ultimi 30 giorni (fumatori quotidiani) -30% -8% Essersi ubriacato almeno una volta negli ultimi 30 giorni -28% -20% Essersi ubriacato almeno 3 volte negli ultimi 30 giorni -31% -38% Aver fumato cannabis almeno una volta negli ultimi 30 giorni -23% -17% Aver fumato cannabis almeno 3 volte negli ultimi 30 giorni -24% -26% Aver assunto sostanze illecite almeno una volta negli ultimi 30 giorni -11% -15% Unplugged mira a migliorare il benessere e la salute psicosociale dei ragazzi attraverso il riconoscimento ed il potenziamento delle abilità personali e sociali necessarie per gestire l’emotività e le relazioni sociali, e per prevenire e/o ritardare l’uso di sostanze. Unplugged è basato sul modello dell’influenza sociale, e ha l’obiettivo di: • favorire lo sviluppo ed il consolidamento delle competenze interpersonali; • sviluppare e potenziare le abilità intrapersonali; • correggere le errate convinzioni dei ragazzi sulla diffusione e l’accettazione dell’uso di sostanze psicoattive, nonchè sugli interessi legati alla loro commercializzazione; • migliorare le conoscenze sui rischi dell’uso di tabacco, alcol e sostanze psicoattive e sviluppare un atteggiamento non favorevole alle sostanze. In particolare in Vallecamonica il progetto “LifeSkills Training Program”, è in svolgimento nell’anno scolastico 2013/2014 in nove Istituti Comprensivi (Edolo, Cividate Camuno, Esine, Bienno, Darfo 2, Capodiponte, Breno, Borno, Istituto Suore Dorotee di Cemmo), coinvolgendo circa ottanta insegnanti, venti classi prime, diciotto classi seconde e quattordici classi terze della scuola secondaria di primo grado, per un totale di circa millequaranta studenti. Sempre sul territorio di competenza dell’ASL Vallecamonica-Sebino si sta svolgendo per il terzo anno consecutivo il progetto “Unplugged”, rivolto agli adolescenti del primo anno degli Istituti d’Istruzione Superiore, che coinvolge attualmente l’Istituto “Olivelli-Putelli” di Darfo Boario Terme, l’Istituto “Tassara” di Breno e il Centro di formazione professionale (Cfp) di Edolo per un totale di venti insegnanti, ventidue classi prime, cinquecentoventi studenti. L’ASL INFORMA Sanità Camuna Il controllo delle colonie feline nel territorio dell’ASL di Vallecamonica-Sebino Dr. Gian Carlo Battaglia - Direttore Dipartimento Prevenzione Veterinario I l termine colonia felina indica un gruppo di gatti liberi che si aggrega in una determinata area con la finalità di trovare un’adeguata protezione e continuo rifornimento di cibo. I referenti di colonia (volgarmente definito gattari) sono le persone che gestiscono tale gruppo di gatti, segnalano all’ASL la loro presenza, collaborano per la loro cattura finalizzata alla sterilizzazione e si adoperano per il loro sostentamento. Per il riconoscimento di status di colonia felina e la relativa registrazione in anagrafe è necessario un sopralluogo congiunto del Veterinario Ufficiale competente per territorio e dell’Amministrazione comunale. TUTELA DEI GATTI DI COLONIA La normativa sia nazionale che regionale tutela la presenza dei gatti sul territorio: ●È vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà; ●I gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente e riammessi nel loro gruppo; ●I gatti che vivono in libertà possono essere soppressi solo se gravemente malati o incurabili. COMPITI DELL’ASL ●Il censimento delle zone dove esisto- no colonie feline in collaborazione con l’Autorità comunale e le Associazioni di volontariato riconosciute; ●Il controllo demografico della popolazione felina; ●Gli interventi di pronto soccorso atti alla stabilizzazione dei gatti che vivono in libertà ritrovati feriti o gravemente malati. 33 COMPITI DEI COMUNI ●Il censimento delle zone dove esisto- no colonie feline in collaborazione con l’ASL e le Associazioni di volontariato riconosciute; ●l’individuazione di idonea collocazione qualora lo spostamento delle colonie sia inevitabile per la loro tutela o per gravi motivazioni sanitarie. CONTROLLO DEMOGRAFICO Il controllo demografico (compito ASL), tramite sterilizzazione dei componenti della colonia, permette di mantenere stabile il numero di soggetti della colonia il che la rende più tollerabile da parte della popolazione residente e consente peraltro di controllarne lo stato sanitario. Una precisa gestione della colonia (compito del referente) e specialmente la corretta gestione dei punti cibo, permette di tenere sotto controllo gli inconvenienti igienici e i problemi sanitari quali zoonosi ed evita fenomeni di intolleranza degli abitanti del luogo. L’interesse della Regione Lombardia nei confronti delle colonie feline è stato dimostrato dal cofinanziamento che l’ASL ha ricevuto in seguito alla partecipazione al bando DGR n. 2868 del 29/12/2011 per l’effettuazione di una campagna di sterilizzazione. Il relativo progetto si è svolto da marzo 2012 a dicembre 2013 ed ha visto la par- sanità pubblica veterinaria INTRODUZIONE tecipazione operativa sia della struttura pubblica dell’ASL che delle strutture private convenzionate con essa. Il progetto inizialmente stimava la realizzazione di circa 400 sterilizzazioni che in corso d’opera sono diventate 755 in relazione all’aumento della richiesta, infatti durante tale progetto c’è stato un vorticoso aumento delle segnalazioni di colonie feline. 34 Sterilizzazioni effettuate presso l’ambulatorio ASL Maschi Femmine ovariectomie Femmine ovarioisterectomie Totale Ambulatorio ASL 183 150 100 433 Sterilizzazioni effettuate dagli ambulatori privati convenzionati ASL sanità pubblica veterinaria Maschi Femmine ovariectomie Femmine ovarioisterectomie Totale Ambulatori privati 74 199 49 322 Il grande numero di sterilizzazioni effettuate ha come risultato un imponente opera di controllo delle nascite nelle colonie feline, con abbattimento dei problemi igienico-sanitari connessi, con miglioramento del benessere degli animali. Inoltre si segnala che le colonie di nuova registrazione sono ora caratterizzate da un numero ridotto di gatti. domanda, comprovato anche dagli anni di sterilizzazioni precedenti al progetto. La diminuzione del numero di gatti per colonia è lo specchio del fatto che il servizio fornito riesce a raggiungere il territorio prima che si creino grossi gruppi di gatti randagi difficili da gestire, prevenendo fenomeni di intolleranza e problemi sanitari. RIFLESSIONI Alcune semplici riflessioni in merito a due aspetti: •l’aumento della richiesta di interventi per sterilizzazione di gatti di colonia; •la diminuzione del numero di soggetti per colonia. Permane però sul territorio la necessità di effettuare altre numerose sterilizzazioni, in conseguenza dell’incremento del numero di colonie feline registrate più volte sottolineato, per cui si auspica la reiterazione del Progetto regionale di sterilizzazione dei gatti di colonia con un incremento delle risorse disponibili per il cofinanziamento. L’aumento delle segnalazioni di colonie feline, che si colloca in un periodo di generale crescita della sensibilità per gli animali, è legato alla presenza di un servizio dell’ASL efficace e rispondente alla Sigg.ri Simona e Luigi Oreste Bettoni, Luigi e Marco Contessi di Rogno (BG), a ricordo della Sig.ra Giuseppina Bigoni e marito Sig. Sandro Gualeni, per la donazione di € 5.000,00 a favore del Servizio di Radioterapia dell’Ospedale di Esine ABIO Esine ONLUS per la donazione di un divano, un microonde e un tavolino del valore commerciale di € 521,19 a favore dell’UO di Pediatria dell’Ospedale di Esine AVIS di Darfo Boario Terme per la donazione di una poltrona da prelievo ed aferesi del valore commerciale di € 3.782,00 a favore dell’ UO SIMT dell’Ospedale di Esine ANFFAS Onlus Vallecamonica di Breno per la donazione a favore del Blocco operatorio dell’Ospedale di Esine per lo svolgimento dell’attività di odontoiatria dedicata ai soggetti con disabilità intellettiva e relazionale, consistente in un micromotore per endodonzia con rilevatore d’apice del valore commerciale di € 1.218,78 ORA È POSSIBILE SFOGLIARE SANITÀ CAMUNA ANCHE SU iPAD E ALTRI TABLET Camuna La nostra rivista è ora consultabile anche in versione L’ASL digitale per iPad e altri Tablet, tramite i sistemi INFORMA operativi OS e Android. La pubblicazione digitale è stata arricchita con contenuti multimediali, grazie ai quali l’esperienza di lettura diviene unica. L’applicazione “Sanità Camuna” è presente gratuitamente su App Store, dove troverete uno scaffale virtuale nel quale, man mano che verranno pubblicate, appariranno le nuove uscite che potrete salvare sul vostro dispositivo. Una volta scaricata, la rivista è sempre consultabile, anche in assenza di collegamento internet. L’applicazione è scaricabile anche dall’ home page del nostro sito www.aslvallecamonicasebino.it per Android; lì troverete anche il link diretto con App Store. Sanità L’ASL INFORMA Sanità Camuna Un sentito GRAZIE a: Associazione Diabetici Camuno-Sebina per la donazione di € 9.000,00, finalizzata all’acquisto di un retinografo per il Servizio di Diabetologia dell’Ospedale di Esine. 35 Centri specializzati nell’applicazione di apparecchi acustici Test dell’udito gratuito anche a domicilio Applicazioni protesiche in prova per 30 giorni senza obbligo d’acquisto ACCREDITATI ASL - INAIL AGENZIA BRENO Piazza Vielmi, 3 Tel. 0364 320816 Tutti i Martedi e Giovedi 09,00 / 12,00 - 15,00 / 18,00 Tutti i Sabato 09,00 / 12,00 DARFO BOARIO TERME Presso: Poliambulatorio Golgi Via De Gasperi, 8 Tel. 0364 320816 2°e 4° venerdi del mese 14,30 / 18,00 EDOLO Presso: Studio Medico Specialistico Edolo Piazza Martiri della Libertà, 16 Tel. 0364 320816 1° e 3° venerdi del mese 15,00 / 18,00 www.medicaludito.it Medical Udito - Via San Polo, 209 - Brescia Tel. 030 294182
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