Sanità Camuna - ASL Vallecamonica

Sanità Camuna
L’ASL
INFORMA
La Regione
sostiene le persone
fragili
La Regione sostiene
le famiglie.
persone fragili
e
le
loro
01/2014
Periodico trimestrale
a carattere tecnico-informativo,
ANNO XI - n. 1
ASL di Vallecamonica-Sebino
Iscr. Trib. di BS n. 10/2004
in data 8 marzo 2004
e le loro famiglie
scopri come a pag. 25
all'interno
Nominato il nuovo Primario di
Medicina Generale all’Ospedale di Esine
■ PSICOLOGIA CLINICA
La Prevenzione delle Dipendenze
■
INFORMA
FAMIGLIA
Le famiglie nelle quali vivono malatinelle
di scuole
Alzheimer o con patologie
Prevenzione del Melanoma Cutaneo
■
SANITÀ
PUBBLICA
VETERINARIA
degenerative, disabili gravi, anziani non autosufficienti, giocatori
patologici, oggi possono contare su un sostegno in più: per
Sommario
L’editoriale
Eugenio Fontana
03_Documento di Programmazione 2014
- Intervista al D.G. Renato Pedrini
05_Nominato il nuovo Primario di Medicina Generale all’Ospedale di Esine
06_Ermete Giorgi - Nell’informazione
l’amore per la sua Valle
07_Campagna di Sensibilizzazione per la
Prevenzione e la diagnosi precoce del
Melanoma cutaneo e di altri tumori
della cute in Valle Camonica
09_Determinazioni in materia di Esenzioni
alla partecipazione alla spesa per la
specialistica ambulatoriale e l’assistenza
farmaceutica
10_Salute: tutele per utenti di Social
Network, Blog e Forum
2
Psicologia Clinica
12_Psicologo, Psicoterapeuta, Counselor,
Psichiatra: quali differenze?
14_Ortoressia: l’ossessione per la ricerca
dei cibi sani
16_Dipendenza affettiva: il mal d’amore
18_ Lo Psicologo risponde
20_L’ADHD - Percorsi diagnostici e di
presa in carico nei Disturbi da Deficit
d’Attenzione e Iperattività
Informa Famiglia
22_Un’esperienza di Domotica per la
casa già attiva sul nostro territorio
25_Sostegni a favore delle famiglie con
componente fragile
26_Percorso nascita: un progetto che si
prende cura della famiglia che nasce
28_Il passaggio della menopausa
30_Il Centro Adozioni informa
31_La Prevenzione delle Dipendenze nelle
scuole, l’ASL di Vallecamonica-Sebino c’è
Sanità Pubblica Veterinaria
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
33_Il controllo delle colonie feline nel
territorio dell’ASL di VallecamonicaSebino
Direttore Responsabile: Eugenio Fontana
Direttore Editoriale: Siro Casatti
Comitato di Redazione: Gemma Torri (Coordinatore)
Daniele Venia
Loredana Sanzogni
Editore: ASL di Vallecamonica - Sebino
Via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)
E-mail: [email protected]
Progetto grafico e stampa: la Cittadina - Gianico (BS)
www.aslvallecamonicasebino.it
GRAZIE CESARE
Cesare Moscardi aveva 28 anni. Portava congenita
una distrofia muscolare al cuore. A metà febbraio
il suo cuore ha smesso di battere. Cesare è morto
all’ospedale di Esine. I suoi genitori hanno dato
il loro consenso per l’espianto (così si dice
tecnicamente: meglio sarebbe dire per il dono)
dei polmoni, dei reni, del fegato e degli occhi. Nel
prefazio della vecchia liturgia per i defunti si cantava
il vita non tollitur sed mutatur: la vita, con la morte,
non è definitivamente tolta, cancellata, nientificata,
ma mutata. Per la fede cristiana quel mutatur rinvia
al mistero dell’incontro con Dio è cioè ad un’altra
dimensione della vita chiamata al suo definitivo
compimento di gloria.
Per la scienza le cose stanno sì diversamente, ma non
proprio del tutto: grazie alla donazione degli organi,
altre vite possono sperare di migliorare la propria
condizione ed uscire dalla malattia per riacquistare
salute. Grazie al dono di Cesare, un’altra esistenza
(di cui giustamente si deve ignorare l’identità) potrà
continuare a respirare a pieni polmoni, un’altra ad
avere una migliore funzionalità renale, un’altra ad
avere un fegato sano ed un’altra infine a rivedere il
creato e le sue bellezze. «Spero che chi ha ricevuto
gli occhi di Cesare possa vedere il mondo e gustarsi
la vita come ha fatto lui» ha commentato una zia
di Cesare. In questi anni la cultura della donazione
degli organi è cresciuta di molto. La medicina ha
fatto progressi tali da consentire con sufficiente
certezza di sapere che il dono avrà una destinazione
che muterà la vita di altre persone. L’operazione
di espianto e di trapianto è complessa. Richiede
tempestività e procedure tecnicamente perfette. Ma
tutto questo si può ormai considerare acquisito. Dal
primo espianto avvenuto nel 2009 e riguardante il
fegato di una suora canossiana, suor Maria Adele
Brontesi, anche il nostro ospedale di Esine si è
attrezzato e coordinato. Sappiamo che Cesare era un
ragazzo molto stimato nella sua frazione di nascita,
Mezzarro di Breno: amico di tutti, uno splendido
sorriso sul volto, una gioia di vivere, pur essendo
ben consapevole del male che un giorno o l’altro
gli avrebbe tolto la vita. I genitori, dando il loro
consenso, certamente hanno interpretato i pensieri
ed i sentimenti, la generosità del loro Cesare: un
grande, discreto, silenzioso atto d’amore. Vita non
tollitur sed mutatur: sia la vita di chi ha donato e sia
la vita di chi ha ricevuto il dono.
L’ASL INFORMA
«Documento di
programmazione 2014»
Sanità Camuna
Intervista al Direttore Generale Renato Pedrini
Eugenio Fontana
L
’approvazione del «Documento di programmazione e
di coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari» è l’ultima tappa di un lungo e complesso percorso. Si
tratta di definire obiettivi, strategie, servizi, in una parola
tutta l’attività dell’Azienda Sanitaria, tenendo conto della particolarità della nostra Azienda che per legge deve gestire anche i
servizi ospedalieri di Esine e di Edolo. È la più grande azienda
della Valle: lo è in termini di personale e lo è in termini di spesa,
con un bilancio annuale che si aggira sui 180 milioni di euro. Il
documento deve contestualmente essere in coerenza con le azioni
precedentemente messe in cantiere, deve poggiare sul consuntivo
del lavoro aziendale svolto ma al tempo stesso guardare in avanti
ed essere un documento preventivo. Tutto questo comporta il fare
letteralmente i conti con le risorse finanziarie che la Regione mette a disposizione, risorse che in tempo di crisi richiedono una gestione attenta, una buona, corretta, vigile amministrazione. Ma
richiede anche una scrupolosa osservanza di quelle Regole di sistema che sono emanate dalla Regione. Insomma l’attenzione per
non uscire dai binari deve essere al massimo livello perché il rischio del deragliamento è sempre in agguato. Si tenga anche conto, per sottolineare la complessità del percorso, che il Documento
deve essere giustamente sottoposto alla Conferenza dei Sindaci e
discusso in un confronto aperto con le organizzazioni sindacali
e di categoria. Sono dunque diversi i passaggi da compiere e che
sono stati compiuti perché il Documento ora si presenta nella sua
forma definitiva. Ne parliamo con il Direttore Generale Renato
Pedrini che tiene subito ad una precisazione:
«Scorrendo le pagine del Documento, si potrà avere l’impressione
di azioni a volte velleitarie, o per la mancanza di certezze dovute
a variabili indipendenti, o per la dimensione dei problemi da
affrontare e risolvere. D’altra parte l’esperienza insegna che
occorre porsi mete ambiziose, a cui tendere, anche se non
sempre raggiungibili nella loro totalità. Né mai va dimenticata
o sottovalutata la particolarità dell’ambito e geografico e
demografico in cui opera la nostra Azienda, che deve dare servizi
ad una valle lunga cento chilometri ed a una popolazione di
oltre 100.000 unità, non raggruppate in un centro urbano ma
distribuite sul fondovalle e sui paesi e le frazioni di montagna
e di gronda. C’è dunque il grosso problema di mobilità e di
collegamenti e dei tempi di percorrenza per giungere ai presidi
ospedalieri. Ma posso dire, anche con soddisfazione, che dinanzi
ai problemi non ci siamo mai arresi. La struttura, nelle sue varie
articolazioni, ha sempre dato il meglio di sé. Perché credo che in
tutti gli operatori, quale che sia il loro compito, si riscontra una
vera motivazione. È questa che dà forza al sistema e che consente
una reale integrazione tra l’Ospedale e il Territorio.
3
4
Direttore, accennavo in premessa al
Consuntivo, con riferimento ovviamente al
Consuntivo 2013. La domanda d’obbligo
riguarda gli investimenti e la gestione.
«Quanto agli investimenti, nel 2013 abbiamo
completato i lavori di quella che abbiamo
chiamato “Cittadella della salute mentale”,
nella quale troveranno posto le attività e
i servizi che ora sono distribuiti in parte
dentro l’ospedale di Esine ed in parte presso
la Pia Fondazione di Malegno. Da poco
abbiamo inaugurato i nuovi ambulatori di
Pisogne (il che significa più spazi e miglior
razionalizzazione dei servizi), grazie alla
disponibilità e alla collaborazione con la
Casa di riposo, la RSA “Santa Maria della
Neve”. Altro traguardo raggiunto riguarda
la sistemazione della Radiologia e dei
locali per la Risonanza Magnetica Nucleare
(RMN) di Esine; la Radioterapia finalmente
porta in valle un servizio per il quale prima
non vi era altra alternativa che recarsi a
Brescia, disagio fortunatamente alleviato
grazie all’ apporto ed al sostegno tutt’altro
che secondario dell’ANDOS, l’Associazione
camuna della donne operate al seno. Si
è provveduto al rinnovo del patrimonio
tecnologico con l’acquisto della nuova
TAC e del Telecomandato Radiologico per
Esine, a cui seguirà quest’anno altrettanta
dotazione per Edolo. Abbiamo effettuato
lavori interni ed esterni di sistemazione della
sede ospedaliera di Edolo. Vorrei ricordare
anche, tra altre cose, il consolidamento
della Riabilitaziobne specialistica con
attività di prevenzione e cura della disfagia
e l’attivazione di un percorso per le cure
odontoiatriche dei soggetti disabili.»
Il nostro Notiziario credo abbia sempre
dato spazio adeguato a queste iniziative,
senza nessuna autoreferenzialità ma con
obiettività E la stessa cosa si deve riconoscere
all’informazione sia televisiva che stampata.
Diamo ora uno sguardo al 2014.
«Per il 2014 abbiamo messo in programma il
completamento della Palazzina per la Libera
Professione, la bonifica della copertura
della sede di Breno, l’ampliamento e la
ristrutturazione del Pronto Soccorso a
Esine, l’ulteriore sistemazione del Presidio
Distrettuale di Pisogne, l’ammodernamento
delle apparecchiature tecnologiche, le opere
di accesso al bunker della Radioterapia,
l’attivazione dell’Elisuperficie di Esine e di
Edolo per il volo notturno ed altri interventi
in tema di adeguamento alle norme
antincendio sugli edifici di proprietà.»
Rimane sempre il nodo dello svincolo
di collegamento della superstrada con
l’Ospedale di Esine. Lì da molto tempo il
cantiere è fermo.
«Ed è vero. Ma la soluzione del problema
non è nelle nostre mani. È nelle mani della
Provincia e dell’Anas. Noi continuiamo a
sollecitare. Purtroppo, fino ad oggi, senza
risultati. Pare che siano state riscontrate
delle irregolarità negli scavi, che stanno
allungando notevolmente i tempi di
realizzazione.
L’auspicata
definizione
dello svincolo darebbe modo di agevolare
l’accesso all’Ospedale e di sistemare in
modo idoneo l’intera zona.»
Diamo uno sguardo anche al capitolo
“Gestione 2014”.
«Tra gli obiettivi 2014 vi sono l’apertura
di 13 nuovi posti-letto di Riabilitazione ad
Edolo, il potenziamento della dotazione
organica del personale, la riduzione dei
tempi d’attesa, la piena attività dei servizi
di Radioterapia e di Risonanza Magnetica,
l’apertura di ambulatori “a pacchetto” per
alcune fasce di utenza, dei diabetici in
particolare, progetti in ambito sociale e
socio-sanitario. Vorrei concludere con una
osservazione generale. Mantenere l’attuale
livello nei vari servizi è già di per sé gravoso,
non è impresa facile. Ma, come dicevo in
apertura di questa conversazione, abbiamo
l’ambizione di fare di più e meglio. Nel
compito istituzionale del “curare” vorrei che
si inserisse e prendesse titolo di cittadinanza
anche il “prendersi cura” del paziente nella
filiera domicilio - medico di base – ospedale
- strutture assistite - servizi integrati, specie
per i casi di cronicità, che costituiscono
la parte più rilevante del sistema di
prestazioni. Se correttamente praticato,
questo circolo virtuoso porta anche alla
deospedalizzazione. L’importante è che il
paziente non si senta mai abbandonato a
se stesso, ma sempre al centro dell’attenta
sollecitudine degli operatori. Ecco il vero
grande obiettivo del nostro lavoro e delle
nostre responsabilità.»
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
Nominato il nuovo Primario di
Medicina Generale all’Ospedale di Esine
a cura della Redazione
D
all’1.2.2014 ha preso servizio quale Primario dell’Unità
Operativa di Medicina Interna all’Ospedale di Esine,
nell’ambito del Dipartimento gestionale
Medicina e Riabiltazione, il Dr. Roberto
Furloni.
Il Dr. Roberto Furloni, laureatosi all’Università degli Studi di Pavia, nell’anno accademico 1985/1986, in Medicina e Chirurgia a pieni voti assoluti (110/110), ha
operato sia presso l’Ospedale di Chiari
che presso l’Ospedale di Iseo quale Dirigente Medico ospedaliero di primo livello.
Oltre alle attività svolte ininterrottamente in ambito ospedaliero, il Dr. Furloni è
stato relatore in diversi Corsi di aggiornamento e in Convegni nazionali e internazionali. Ha al suo attivo ottanta pubblicazioni scientifiche, con particolare
approfondimento delle tema­tiche cardiovascolari.
Il Direttore Generale, Dr. Pedrini, nell’augurare buon lavoro, è certo che il Dr.
Roberto Furloni saprà stabilire rapporti positivi con quanti operano all’interno dell’U.O. di Medicina di Esine, e ciò
nell’unico fondamentale obiettivo di
mantenere alto il livello delle prestazioni
ospedaliere, per dare ai pazienti quanto
di meglio oggi dispone la scienza medica.
■ Un momento della Conferenza stampa di presentazione del nuovo Primario, seduto a capotavola - Nella stessa occasione è stato illustrato alla stampa anche il Documento di Programmazione e
Coordinamento dei Servizi Sanitari e Sociosanitari 2014.
5
ERMETE GIORGI
Nell’informazione l’amore per la sua Valle
Eugenio Fontana
6
H
a lottato con tutte le sue
forze fino all’ultimo, quando ha dovuto arrendersi.
La malattia l’aveva colpito
qualche anno fa e l’ha accettata serenamente, sempre esprimendo gratitudine
al personale medico e infermieristico
dell’ospedale di Esine per l’assistenza
ricevuta. Aveva bisogno di periodiche
trasfusioni di sangue. Ma Ermete Giorgi, anche durante questo periodo di
prova nel quale sarebbe stato umanamente comprensibile l’abbandono alla
sfiducia, non venne mai meno a quella che considerava una missione: l’informazione. Sempre presente a tutte le
conferenze stampa della nostra Azienda
Sanitaria. Non faceva domande. Prendeva appunti con scrupolosa diligenza.
Scriveva poi articoli di assoluta pulizia
stilistica, essenziali, leggibili e comprensibili a tutti. Ha collaborato con varie
testate giornalistiche. Da ultimo con il
settimanale diocesano La voce del popolo sul quale, a pochi giorni dalla morte,
Carla Bino, dell’Università Cattolica di
Brescia., ha tracciato un commosso e
penetrante profilo. Carla Bino ha inventato il festival primaverile Crucifixus. E
di questo evento che ormai si ripete da
anni, Ermete Giorgi è stato il cronista
scrupoloso e attento sia ai significati
culturali che religiosi.
Anche con le testate televisive della
nostra Valle, negli anni eroici degli
esordi, ha realizzato tanti servizi o
meglio documentari che si proponevano
di cogliere lo spirito di una tradizione,
di una civiltà, lo spirito ancora una
volta della sua Vallecamonica. È stato
insegnante nelle scuole elementari,
ma ha voluto, proprio negli anni
dell’insegnamento, conseguire anche la
laurea in lettere moderne, presentando
al relatore, il prof. Franco Molinari, un
lavoro di notevole spessore storico: Gli
atti della visita di San Carlo Borromeo
alla Vallecamonica.
L’avevo incontrato poco tempo prima
dell’ultimo ricovero ad Esine. Mi
aveva manifestato l’idea, anzi il sogno
di raccogliere sia la tesi di laurea sia
altri scritti di impegno culturale in un
volume che rappresentasse per così dire
la sintesi non solo delle sue ricerche
ma anche il segno, la testimonianza
di quello che designava con pudore il
suo amore per la Valle. Purtroppo non
ha fatto in tempo a veder realizzato il
suo sogno. Rimane comunque in tutti
coloro che l’ hanno conosciuto (e sono
tanti) il ricordo di una passione per
l’informazione che per lui era la naturale
prosecuzione della sua missione di
insegnante.
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
Campagna di sensibilizzazione per la prevenzione e la diagnosi precoce del melanoma cutaneo
e di altri tumori della cute in Valle Camonica
a cura della Redazione
L
a campagna è
Questa campagna è un’iniziativa congiunta
un’iniziativa congiunta
dell’ASL
di VallecamonicaSebino e del Rotary Club
Lovere-Iseo-Breno, che
hanno raccolto la sollecitazione proveniente
dall’Ufficio di Pubblica
Tutela (UPT) dell’ASL di
ripetere l’esperienza già
vissuta nell’ormai lontaCampagna di sensibilizzazione
no 2003, anno in cui si
per la prevenzione
e la diagnosi precoce del
svolse la Campagna di
MELANOMA CUTANEO
prevenzione del melanoe di altri tumori della cute
ma.
in Valle Camonica
La Direzione Strategica dell’ASL ed il Rotary
Club Lovere-Iseo-Breno
hanno condiviso l’ i­
dea
della Campagna di preTra migliaia di nei può nascondersi un melanoma. È importante scoprirlo in tempo.
venzione. L’ASL ha messo a disposizione, coParlane con il tuo medico.
ordinandole, le proprie
La campagna sarà condotta
strutture di base sul territorio (Medici e Pediatri di
per 8 settimane nei mesi di
famiglia) e specialistiche
FEBBRAIO-MARZO-APRILE 2014
(dermatologi, chirurghi,
anatomopatologi), il RoLa visita dermatologica è gratuita.
tary si è occupato dell’informazione della popolaPromotore della campagna
zione.
Ufficio Pubbica Tutela (U.P.T.) - ASL di Vallecamonica-Sebino - Tel. 0364.369391
La nuova Campagna, attiva dal 24 Febbraio al 18
aprile 2014, si chiama “Campagna di
rischio di sviluppare tumori della pelle e
sensibilizzazione per la prevenzione
in particolare il melanoma, in base a crie la diagnosi precoce del MELANOMA
teri scientifici universalmente riconosciuti.
CUTANEO e di altri tumori della cute
Tutto ciò perché la diagnosi precoce è
in Valle Camonica” e non più Cam­
cruciale soprattutto nel tumore della pelpagna di screening sul melanoma.
le più diffuso: il melanoma.
La Campagna di quest’anno non è infatti
un vero e proprio screening della popoCosa è il melanoma: il melanoma è il
lazione, ma mira, in primis, a sensibiliztumore che ha presentato il maggior auzare la popolazione sulla Prevenzione
mento di in­ci­denza negli ultimi anni. RaPrimaria delle malattie della cute e sucrissimo prima della pubertà, il melanoma
cessivamente ad individuare i soggetti a
colpisce pre­valentemente soggetti di età
ROTARY INTERNATIONAL
ROTARY CLUB
LOVERE-ISEO-BRENO
PREVENIRE SI PUÒ!
una visita
può salvare la vita
7
8
compresa tra i 30 ed i 50 anni e di classe
sociale medio-alta. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro stima che
ogni anno vi siano nel mondo 160.000
nuove diagnosi di melanoma.
In Italia i dati indicano un trend in continua crescita con raddoppiamento nell’arco di una decina di anni, attualmente circa 12 casi per 100.000 abitanti. I tassi di
incidenza variano da 6 casi per 100.000
al Sud a 19 casi per 100.000 nelle regioni
del Nord. Nel 2012, in Italia, sono stati stimanti 9.800 nuovi casi di melanoma cutaneo, al terzo posto tra le neoplasie ad alta
incidenza. Nella nostra ASL l’incidenza
del melanoma nell’anno 2012 è stata
di 18 nuovi casi per 100.000 abitanti,
in linea con i dati delle regioni del
Nord. Per fortuna, mentre l’incidenza è
andata aumentando, la mortalità è sostanzialmente stabile.
La preparazione della campagna: al
fine di preparare i Medici e i Pediatri di
famiglia all’impatto atteso di numerose richieste di visita presso i loro ambulatori
e convogliare quindi verso gli ambulatori
dermatologici gratuiti organizzati dall’ASL
solamente i soggetti meritevoli di maggiore attenzione, l’ASL ha organizzato un
Convegno durante il quale si è fatto il
punto esatto dei fattori di rischio per il
melanoma, dei parametri di una lesione
sospetta e soprattutto di cosa vuole dire
ap­partenere al fototipo 1 e 2 che hanno
un rischio di melanoma doppio rispetto ai soggetti con pelle scura/olivastra e
con occhi, capelli scuri/neri e fototipo 4
(Fototipo 1: Capelli biondi o rossi, occhi
chiari, carnagione molto chiara con efelidi, estremamente sensibile al sole, si scotta sempre e non si abbronza; Fototipo
2: Capelli biondi o castano chiaro, occhi
chiari, carnagione chiara, spesso con efelidi, sensibile al sole, si scotta con facilità
e si abbronza con difficoltà).
E’ opportuno precisare che i pazienti,
che non sono individuati dai Medici e
dai Pediatri di famiglia come meritevoli
di approfondimenti per escludere o confermare la diagnosi di melanoma all’interno della campagna organizzata, possono
continuare ad essere inviati dai loro medici presso gli ambulatori dermatologici
normalmente funzionanti sul territorio
camuno.
Come si svolge la campagna: la Campagna di sensibilizzazione sulle malattie
della pelle e in particolare sul melanoma
è organizzata in collaborazione fra Rotary
Club Lovere-Iseo-Breno e ASL di Vallecamonica-Sebino e vede collaborare attivamente i Medici e Pediatri di famiglia con
le strutture specialistiche dell’ ASL.
La campagna è rivolta ai residenti in Valle
Camonica di età fra i 15 e i 65 anni ed in
particolare fra le classi di età compresa fra
i 30 e i 50 anni.
Il soggetto residente in Valle Camonica,
per “entrare nella campagna di sensibilizzazione messa a disposizione gratuitamente”, deve rivolgersi al proprio Medico
o Pediatra di famiglia ed essere visitato
nel suo ambulatorio.
Se il Medico o il Pediatra di famiglia ritiene, secondo criteri scientifici condivisi nel
corso organizzato dall’ASL, che il paziente
necessiti di approfondimenti specialistici
derma­
tologici lo indirizza verso questi,
utilizzando il ricettario rosso con apposita dicitura e accedendo direttamente al
servizio di prenotazione per l’occasione
dedicato.
È possibile prenotare la visita specialistica dermatologica gratuita nell’ambito della campagna ad hoc organizzata solamente a partire dal 14 febbraio
fino al 18 aprile 2014 e solamente con
prescrizione specialistica specifica redatta
dal medico o dal pediatra di famiglia secondo i criteri sopra enunciati.
Gli ambulatori specialistici gratuiti e dedicati alla campagna si tengono nei pomeriggi dei giorni di lunedì, martedì, giovedì e venerdì presso l’Ospedale di Esine,
il mercoledì presso l’Ospedale di Edolo.
Sono messe a disposizione dall’ASL presso Esine e Edolo 500 visite gratuite dermatologiche a partire dal 24 febbraio con
termine il 18 aprile 2014.
Nel caso la lesione fosse ritenuta dai dermatologi meritevole di approfondimento
diagnostico tramite asportazione chirurgica
e relativo esame istologico il paziente viene inviato nei normali canali di diagnosi e
cura offerti dall’ASL (accelerati per l’occasione) con eventuale pagamento del ticket.
In sintesi: la campagna mira alla sensibilizzazione del sistema e alla diagnosi pre­coce. Gli ambulatori specialistici previsti dopo la visita del Medico o del Pe­dia­tra di famiglia devono
PREVENIRE SI PUÒ. SOPRATTUTTO
QUANDO SI OPERA IN SINERGIA
Tre significative dichiarazioni:
“La nostra Azienda Sanitaria ha molto a
cuore il tema della prevenzione in primis
perché innalza la qualità della vita e, non
di secondaria importanza, consente un
risparmio in termini di trattamenti terapeutici - afferma Renato Pedrini, Direttore
Generale ASL di Vallecamonica-Sebino
- In questa occasione riteniamo di poter
esprimere grande soddisfazione anche
per la creazione di interessanti sinergie
con sodalizi davvero prestigiosi”.
“Il Rotary International - dichiara Ales-
“Già nell’edizione passata si erano ottenuti interessanti risultati in termini di
prevenzione e studio - afferma Riccardo
Ziliani, Responsabile dell’UPT - ci auguriamo di ottenere altrettanto successo con
questa nuova iniziativa”.
Determinazioni in materia di esenzioni
alla partecipazione alla spesa
per la specialistica ambulatoriale
e l’assistenza farmaceutica
Dr.ssa Isabella Voglioso - Erica Pessognelli - Dipartimento Cure Primarie
L
a Regione Lombardia con delibera n.
X/1095 del 16 dicembre 2013 dispone:
1. di confermare per l’anno 2014 il diritto,
specifico della Regione Lombardia, all’esenzione dalla compartecipazione alla
spesa farmaceutica e per le prestazioni di specialistica ambulatoriale per i
seguenti soggetti iscritti al SSR:
a. i minori di 14 anni, indipendentemente dal reddito (codice di esenzione: E11);
b. i disoccupati iscritti agli elenchi
anagrafici dei centri per l’impiego,
esclusivamente se il relativo reddito familiare risulti pari o inferiore a 27.000
Euro/anno, ed i familiari a loro carico, per il periodo di durata di tale con-
dizione (codice di esenzione: E12)
c. i cittadini in cassa integrazione straordinaria o in deroga o in mobilità che percepiscano una retribuzione,
comprensiva dell’integrazione salariale o indennità, non superiore ai massimali mensili previsti dalla Circolare
n. 14 dell’INPS del 30.1.2013 e suoi
eventuali successivi aggiornamenti, ed
i familiari a carico, per il periodo di
durata di tale condizione (codice di
esenzione: E13)
d. i cittadini cui è stato concesso il
contratto di solidarietà cosiddetto difensivo ex art. 1 del D.L. 30 ottobre 1984, n. 726 che percepiscano
una retribuzione, comprensiva dell’in-
L’ASL INFORMA
sandro Serioli, Presidente del Rotary
Club Lovere Iseo Breno - si impegna in
molte attività secondo il principio servire al di sopra di ogni interesse personale,
in special modo elaborando progetti a
favore delle comunità in cui sono insediati i Club. La nostra azione a sostegno
e promozione di una migliorata salute
pubblica della Valle Camonica risponde
a questa attenzione doverosa al nostro
territorio. Nel passato abbiamo già sperimentato in termini decisamente fattivi
la collaborazione con l’ASL. Per questo,
riteniamo che la campagna di sensibilizzazione consente di svolgere una azione
efficace a servizio dei cittadini della Valle
Camonica”.
Sanità Camuna
essere utilizzati solamente per casi
effet­
tiva­
mente meritevoli di approfondimento. Per le visite specialistiche di routine sono sempre attivi i
normali ambulatori.
9
tegrazione salariale, non superiore ai
massimali previsti dalla Circolare n. 14
dell’INPS del 30.1.2013 e suoi eventuali successivi aggiornamenti, per la
cassa integrazione ed ai familiari a loro
carico, per il periodo di durata di tale
condizione (codice di esenzione: E13)
10
2. di confermare per l’anno 2014 il diritto, specifico della Regione Lombardia,
all’esenzione dalla compartecipazione per le prestazioni di specialistica
ambulatoriale per i per i soggetti con
età superiore ai 65 anni e reddito
familiare fiscale inferiore o uguale
a 38.500 euro (codice di esenzione:
E05).
3. di disporre, a decorrere dal 31 marzo
2014, l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa solamente per l’assistenza farmaceutica (fermo restando
il pagamento della differenza di prezzo
nel caso in cui la scelta prescrittiva si
indirizzi sul farmaco di marca al posto
dell’equivalente “generico” o su un “ge-
nerico” con prezzo differente da quello
di riferimento, ai sensi di quanto disposto
dall’articolo 7 della legge n. 405/2001)
per i cittadini iscritti al SSR con età
uguale o superiore a 66 anni fino ad
un reddito familiare fiscale annuale
pari a Euro 18.000 (codice di esenzione: E14).
Al fine del riconoscimento dell’esenzione,
le condizioni innanzi citate dovranno
essere autocertificate dagli interessati
presso l’ASL di competenza territoriale che
rilascerà la relativa attestazione di esenzione .
Si rende noto che le esenzioni per reddito
autocertificate presso gli sportelli scelta/revoca dell’ASL o tramite i servizi on-line sul
sito della carta Regionale dei Servizi in scadenza al 31.12.2013 sono prorogate automaticamente in Anagrafica Regionale fino
al 31.12.2014, ovvero fino al momento
in cui non intervengano variazioni nel
reddito e/o nella condizione lavorativa;
è preciso obbligo e responsabilità del
cittadino comunicare tali eventuali variazioni.
Salute: tutele per utenti di social network,
blog e forum
Liberamente tratto da Comunicatori e Comunicazione Newsletter n.185
a cura della Redazione
C
rescono le tutele per chi è iscritto a social network dedicati alla
salute, partecipa a blog e a forum di discus­sione o segue siti
web che si occupano esclusivamente di
tematiche sanitarie; i gestori di questi siti,
infatti, dovranno fornire agli utenti una
specifica “avvertenza”, che informi sui rischi di esporsi in rete con la propria patologia.
Così stabiliscono le “Linee guida” per i siti
web dedicati alla salute (che non riguardano comunque i servi­zi di assistenza
sanitaria on line e la telemedicina),
varate dal Garante della privacy.
E’ in forte aumento il numero di utenti
che, nell’ambio di siti web, blog forum,
social network si scambiano informazioni, inviano commenti, chiedono consigli
o consulenze. E’ un fenomeno che pre-
senta evidenti vantaggi, ma anche potenziali rischi connessi alla pubblicazione e
alla diffusione on line dei dati “sensibili”
relativi alla loro salute.
In base alle Linee guida del Garante, i
gestori di spazi web dedicati a tematiche
relative alla salute, che prevedano o meno
www.garanteprivacy.it
www.governo.it
L’ASL INFORMA
Raccomandazioni per i Gestori di Siti
web, esclusivamente dedicati alla salute
che prevedono la registrazio­ne dell’utente, connesse all’”avvertenza di rischio”:
• avvertire l’utente di valutare con la
necessaria attenzione l’opportunità, nei
propri interventi, di inserire, o meno,
dati personali (compreso l’indirizzo
e-mail), che possano rivelarne, anche
indirettamente, l’iden­
tità (si pensi, ad
esempio, al caso in cui in cui l’utente,
nel testimoniare la propria esperienza
o descrivere il proprio stato di salute,
inserisca riferimenti a luoghi, persone,
circostanze e contesti che consentano
anche indirettamente di risalire alla sua
identità);
• avvertire l’utente di valutare l’opportunità di pubblicare, o meno,
foto o video che consentano di identificare o rendere identificabili persone e
luoghi;
• avvertire l’utente di prestare particolare attenzione alla possibilità di inserire, nei propri interventi (postati nei
diversi spazi dedicati alla salute), dati
che possano rivelare, anche indirettamente, l’identità di terzi, quali, ad
esempio, altre persone accomunate
all’autore del post dalla medesima patologia, esperienza umana o percorso
medico;
• specificare l’ambito di conoscibilità dei
dati propri o altrui, immessi dall’utente,
in particolare precisando se tali dati siano consultabili soltanto dagli iscritti al
sito, ovvero da qualsiasi utente che acceda al sito stesso (reperibilità dei dati
mediante funzionalità di ricerca interne
al sito);
• precisare se i dati sono indicizzabili
e reperibili o meno anche dai motori
di ricerca generalisti (Google, Yahoo
ecc.);
• invitare l’utente a confermare, apponendo un segno di spunta in un’apposita casella, l’avvenuta presa vi­sione
dell’avvertenza di rischio.
L’avvertenza di rischio può essere richiamata dal gestore anche eventualmente
attraverso l’inserimento, nel­la home page
del sito, di un’immagine che rimandi l’utente al testo dell’avvertenza stessa.
Sanità Camuna
la registrazione degli uten­ti, dovranno inserire nella loro home page una specifica
“avvertenza di rischio”, il cui scopo sarà
quello di richiamare l’attenzione sui rischi
connessi al fatto di rendersi identificabili
sul web in relazione alla propria patologia.
È concreta, infatti, la possibilità che
tali in­
formazioni possano essere indicizzate dai mo­tori di ricerca o conosciuti da altri utenti Internet non
necessariamente iscritti al sito.
L’utente, avvertito del rischio, potrà fare
attenzione e decidere in modo più consapevole se inserire o meno dati personali (es: nome, cognome e-mail ecc) che
possano rivelare, anche indirettamente,
la propria identità o quella di terzi, così
come se pubblicare foto o video che consentano di rendere identificabili persone
e luoghi. L’utente sarà invitato a dare conferma di aver preso visione dell’ “avvertenza di rischio”, barrando un’apposita
casella.
I siti che prevedono la registrazione saranno tenuti anche ad informare gli utenti
sugli scopi per i quali i dati sono richiesti, sulle modalità del loro trattamento, sui
tempi di conservazione, sul diritto di cancellare, aggior­nare, rettificare o integrare
i dati così raccolti, come previsto dal Codice privacy.
Il Garante, infine, ha stabilito che i dati
raccolti dai gestori dei siti dovranno essere protetti da rigorose misure di sicurezza, dovranno restare riservati e non
essere comunicati o diffusi a terzi, e dovranno essere trattati solo da personale
autorizzato.
11
PSICOLOGIA
CLINICA
Dipartimento di Salute Mentale
12
SCRIVETECI A: SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA
C/O Ospedale di Vallecamonica, Via Manzoni 142, 25040 Esine (BS)
o, via mail, all’indirizzo [email protected]
o [email protected]
Visita il nostro nuovo sito:
www.menopesoalpeso.it
Psicologo, psicoterapeuta, counselor,
psichiatra: quali differenze?
Dott.ssa Nadia Baccanelli - Psicologa Servizio Psicologia Clinica
N
el campo della salute mentale
operano professionisti diversi,
che si differenziano tra loro
per conoscenze, competenze,
percorsi formativi, strumenti impiegati ed
ambiti di intervento.
Spesso queste differenze non sono chiare e, di conseguenza, molte persone avvertono un bisogno, ma non sanno a chi
rivolgersi. Riteniamo quindi utile fornire
alcune indicazioni per orientarsi nel mondo delle professioni “PSI”.
psicologia clinica
LO PSICHIATRA
Lo psichiatra é un professionista laureato
in Medicina, iscritto all’Ordine dei Medici della sua provincia e specializzato
in Psichiatria. Si occupa della cura delle malattie mentali, riconoscendone e
trattandone in particolare la componente
biochimica e neurobiologica.
Lo psichiatra compie una valutazione
dei sintomi manifestati dal paziente (ad
esempio ansia, tono basso dell’umore)
ed arriva a formulare una diagnosi, ovvero a riconoscere uno specifico disturbo
mentale. In quanto medico, questo professionista utilizza quale modalità di cura
specifica la farmacoterapia (la prescrizione di farmaci), attraverso cui persegue
la risoluzione dei sintomi.
LO PSICOLOGO
Lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia ed iscritto all’Ordine
degli Psicologi della sua regione.
Questo professionista può svolgere diverse attività, tra cui: valutare una situazione problematica e riconoscere l’eventuale
presenza di una psicopatologia (attraverso la somministrazione di test psicologici, la conduzione di colloqui clinici e la
formulazioni di una diagnosi), e fornire
un sostegno psicologico, ovvero un
percorso di supporto (e non di cura) cir-
L’ASL INFORMA
13
possibile sapere se un iscritto sia o meno
abilitato all’esercizio della psicoterapia.
Esistono differenti scuole di specializzazione in psicoterapia, con modelli teorici e di
intervento molto diversi tra loro, accomunati comunque dagli obiettivi indicati.
LO PSICOANALISTA
Lo psicoanalista è un particolare tipo di
psicoterapeuta, che si ispira nello specifico all’approccio psicoanalitico, ovvero
uno dei modelli di psicoterapia tra i diversi disponibili in questo campo.
IL COUNSELOR
Il counselor è diplomato presso una
scuola di counseling.
Questo professionista svolge attività di consulenza, il cui obiettivo è orientare e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi e propositivi e
stimolandone le risorse personali.
Il counselor non svolge attività di sostegno psicologico; egli inoltre non tratta
situazioni psicopatologiche (ovvero non
cura) ed opera quindi in assenza di un
disagio/disturbo mentale. Compito del
counselor è fornire consulenze in risposta a problemi specifici (ad esempio
compiere una scelta, migliorare le relazioni interpersonali) e circoscritti in determinati contesti (quali la famiglia, il lavoro,
la scuola), focalizzandosi su obiettivi specifici e limitati.
In Italia attualmente l’attività di counselor
psicologia clinica
LO PSICOTERAPEUTA
Lo psicoterapeuta è un professionista laureato in Psicologia o in Medicina, iscritto al rispettivo ordine professionale, che
ha svolto un corso di specializzazione in
Psicoterapia, riconosciuto dallo Stato.
Questo professionista è l’unico che può
svolgere attività di psicoterapia.
La psicoterapia è un’attività nella quale
il professionista, a partire dalla relazione
terapeutica costruita con il paziente, attua
specifici interventi che hanno come obiettivo il trattamento, la cura di un problema
ed il cambiamento della persona, a volte
attraverso la modificazione di aspetti della
personalità, al fine di perseguirne il benessere.
La psicoterapia può essere utilizzata sia
nel trattamento di psicopatologie (ad
esempio attacchi di panico, disturbi alimentari, depressione) sia in situazioni
nelle quali non si evidenzia un disturbo
mentale vero e proprio, ma vi è comunque una situazione di disagio e di sofferenza della persona che richiede un
cambiamento profondo.
Consultando l’Ordine degli Psicologi è
Sanità Camuna
coscritto ad un momento temporaneo di
difficoltà psicologica (non psicopatologica, ovvero non di disturbo mentale).
Lo psicologo può operare anche in settori
non clinici, ad esempio in ambito educativo, del lavoro, delle emergenze, dello
sport e può occuparsi di ricerca.
Lo psicologo non può fare psicoterapia,
ovvero non può svolgere terapia su specifici disturbi; tale attività, infatti, richiede
sempre l’intervento di uno psicoterapeuta. Egli inoltre non può prescrivere farmaci.
è disciplinata come “professione non organizzata in ordini o collegi” (Legge del
14 Gennaio 2013, n.4).
14
COME SCEGLIERE?
Come abbiamo visto, tra le diverse professioni considerate vi sono sostanziali
e specifiche differenze, che dovrebbero
orientare nella scelta del professionista
adatto a seconda del problema, del bisogno e delle richiesta.
Talvolta tale scelta può comunque risultare tutt’altro che semplice!
In tal caso, il Medico di Medicina Generale (Medico di base) può fornire un importante aiuto per decidere a chi rivolgerci.
Inoltre ciascun professionista ha ben
chiaro il proprio ruolo e le proprie competenze; di conseguenza, nel caso in cui
egli non abbia gli strumenti più adeguati
ad affrontare la situazione, è suo dovere
indirizzarvi ad un altro professionista.
Ad esempio: lo psicologo potrà indirizzarvi ad uno psicoterapeuta qualora ravvisi
la necessità di un trattamento psicoterapeutico; così come lo psicoterapeuta saprà
rilevare ed indicarvi l’utilità dell’intervento
di uno psichiatra. Inoltre talvolta può accadere che professionisti diversi collaborino
fra loro per aiutare un paziente a superare
una situazione di sofferenza.
Ortoressia
L’ossessione per la ricerca dei cibi sani
Dr.ssa Elena Massari - Psicologa, Psicoterapeuta del Servizio di Psicologia Clinica
psicologia clinica
O
rtoressia (dal greco orthos,
corretto, e orexis, appetito) è
un termine che fu utilizzato
per la prima volta nel 1997
dal dietologo americano Steven Bratman
per descrivere l’ossessione patologica riguardo al consumo di cibi sani e naturali
(Bratman, 1997).
Il comportamento della persona è caratterizzato da:
- pensieri ricorrenti e costanti sul cibo;
- comportamenti riguardanti la selezione,
la ricerca, la preparazione ed il consumo degli alimenti, che occupano gran
parte della giornata e sono solitamente
fatti in modo ritualistico
-insoddisfazione affettiva e isolamento
sociale dovuti alla persistente preoccupazione riguardo al mantenere le regole alimentari autoimposte.
La persona tende ad avere una forte preoccupazione legata al pensiero di cosa
mangiare, così inizia a pianificare i pasti
con largo anticipo, anche di giorni, così
da evitare quei cibi che ritiene essere
dannosi o contaminati, come ad esempio quelli con ingredienti geneticamente
modificati, oppure ricchi di un contenuto
che la persona ritiene non salutare, come
zucchero o sale.
La selezione così minuziosa compromette
la qualità di vita della persona, che dedica
gran parte del suo tempo a cercare l’acquisto ritenuto adatto e a cucinare il cibo
attraverso delle procedure particolari che
siano ritenute sane (come ad esempio la
pulizia dell’alimento o la sua la cottura).
Il fatto di seguire certe norme alimentari
porta l’individuo a sentirsi soddisfatto di
sé quando riesce a seguire le regole imposte, mentre avverte sentimenti di colpa,
che a volte compromettono l’autostima,
quando non riesce a rispettare ciò che si
è obbligato a seguire.
Questo stile di vita, oltre a non garantire
Bibliografia
• Bratman, S. (1997). Original essay
on orthorexia [Internet]. Yoga Journal
1997 Oct. [aggiornato a novembre
2013]. Scaricabile dal sito: www.orthorexia.com
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
to, ma anche con le persone significative
presenti nella sua vita. A livello scientifico
ci sono buone evidenze circa l’efficacia
della psicoterapia cognitivo-comportamentale associata a determinati farmaci
(SSRI).
15
• Brytek-Matera, A. (2012). Orthorexia
nervosa – an eating disorder, obsessive–compulsive disorder or disturbed
eating habit? Archives of Psychiatry
and Psychotherapy; 1 : 55–60.
• Donini, L.M., Marsili, D., Graziani,
M.P., Imbriale, M., & Cannella, C.
(2004). Orthorexia nervosa: A preliminary study with a proposal for diagnosis and an attempt to measure the
dimension of the phenomenon. Eat
Weight Disord; 9(2): 151–157.
psicologia clinica
l’assunzione di tutti gli alimenti necessari all’organismo, limita in modo sempre
più rigido le situazioni sociali, perché la
persona tenderà ad evitare di andare al
ristorante o a mangiare a casa di amici. In
un tempo più o meno breve, l’importanza
dell’alimentazione prenderà il posto delle
relazioni sociali, del lavoro e della vita affettiva della persona, che si ritrova, quasi
senza rendersene conto, ad isolarsi e a
minare il proprio funzionamento globale.
In Italia la prevalenza di questa problematica sembra essere maschile, con una percentuale di diffusione dell’11.3% nell’uomo contro il 3.9% nelle donne. Questo
può essere spiegabile con la crescente
pressione culturale e mediatica legata alla
forma fisica maschile.
L’intervento sull’ortoressia dovrebbe avvalersi di un’équipe multidisciplinare
composta da psicoterapeuti, medici e dietisti. L’obiettivo dovrebbe essere quello
di insegnare alla persona a mangiare in
modo equilibrato, senza che questo costituisca un’ossessione a cui pensare tutto il
tempo, lavorando non solo con il sogget-
Dipendenza affettiva:
il mal d’amore (parte 1)
Dr.ssa Elena Massari - Psicologa-psicoterapeuta del Servizio di Psicologia Clinica
psicologia clinica
16
L
a dipendenza affettiva potrebbe
essere definita come una forma
malata di amore, in cui uno dei
membri della coppia ricopre il
ruolo di donatore d’amore e vede nel legame con l’altro, spesso problematico o
sfuggente, l’unica ragione della propria
esistenza.
I sintomi sono simili ad una vera e propria dipendenza da sostanze:
●ebbrezza: sensazione di piacere che
l’individuo dipendente prova quando è
con il partner. Questo stato emotivo è
indispensabile e non ottenibile in altri
modi;
●tolleranza: il dipendente avverte la necessità di una quantità di tempo sempre maggiore da dedicare al partner.
Questo comporta una riduzione dei
momenti da dedicare alla propria vita e
alle relazioni con gli altri;
●astinenza: il non poter stare con il
partner provoca nella persona dipendente uno stato di grave disperazione,
perché sente che la propria esistenza ha
senso solo in presenza dell’altro. Il partner infatti è visto come l’unica fonte di
gratificazione.
●incapacità di controllare il proprio
comportamento: nella persona dipendente si crea una riduzione della lucidità e della capacità di critica, sostituite
a volte dalla presa di consapevolezza
della patologia del rapporto, a cui segue un senso di prostrante sconfitta e
una ricaduta nella dipendenza, che fa
sentire più imminenti di prima i propri
bisogni legati all’altro. Questi processi
si caratterizzano di rabbia e senso di
colpa.
Ma cosa può portare una persona a
cadere in questo tipo di relazione?
Le cause vanno ricercate nell’ambito delle
prime relazioni familiari, dove la persona
costruisce la propria immagine di sé. A
volte le donne con dipendenza affettiva
sono state vittime di abusi sessuali, maltrattamenti fisici e/o emotivi. In generale
spesso sono stati dei bambini che sono
dovuti crescere troppo in fretta per prendersi cura dei propri genitori, imparando
così che l’unico modo per ottenere amore è quello di sacrificarsi per l’altro. Ciò
che accomuna l’infanzia di chi soffre di
dipendenza affettiva è comunque una situazione di carenza affettiva che da adulti si cerca di colmare e compensare con
atteggiamenti iperprotettivi e controllanti
nei confronti del partner. Nel caso della
dipendenza affettiva, la percezione di sé
è quindi quella di una persona inadeguata e non degna di essere amata, per cui
sente di doversi sacrificare per il partner,
in modo da essere meritevole di amore;
la propria autostima dipenderà da quanto riesce a darsi e a soddisfare le esigenze dell’altro. Questa visione di sé e del
partner fa in modo che la persona accetti
tradimenti e persino violenze da parte di
quest’ultimo, perché la paura e l’angoscia
di essere abbandonata prevalgono su tutto.
La caratteristica peculiare di queste relazioni è che ognuna è la copia di quella
precedente, per l’inizio, l’evoluzione e la
chiusura definitiva.
Per quanto sembri paradossale, la persona dipendente è attratta inconsciamente
da un partner che ha in sé le caratteristi-
Nel momento in cui il disagio e la sofferenza diventano troppo pesanti, tanto da
compromettere seriamente la vita quotidiana, è bene rivolgersi ad uno psicologo.
L’obiettivo del processo terapeutico è rappresentato dall’acquisizione di consapevolezza, scoprire la propria fragilità può
trasformarsi in una forza che permetterà
di avere una più chiara visione della realtà e di conseguenza la capacità di migliorare la propria vita.
Sono vari i campanelli di allarme che aiutano a rendersi conto di essersi invischiati
in una relazione dipendente tra cui:
la mancanza di reciprocità nella comunicazione (ad es. uno parla sempre e l’altro
sta zitto); la mancanza di una progettualità in comune (è sempre uno dei due che
vorrebbe sposarsi, comprare casa, avere
figli); l’assunzione di regole rigide che
servono apparentemente a preservare la
coppia ma che in realtà non rispettano la
libertà individuale (ad esempio la regola che proibisce di avere amici del sesso
opposto che non facciano parte di un’altra coppia); la mancanza di spazi condivisi (ognuno fa le cose per conto suo); la
mancanza di una sessualità di qualità.
Rendersi conto di far parte di una relazione dipendente non è mai facile, tanto
meno piacevole. Molti tendono a negare
la situazione e a sperare che prima o poi
cambierà e migliorerà. Tanti si arrabbiano
con il terapeuta che li aiuta a prendere
consapevolezza della propria dipendenza. Alcuni sono anche tentati di interrompere la terapia perché si accorgono che
proseguirla significherebbe mettere se
stessi al centro del proprio mondo e liberarsi dalle catene della relazione. Altri
invece, nonostante le difficoltà decidono
di andare avanti e di darsi la possibilità di
imparare ad essere felici e di vivere una
relazione sana e reciproca, anche se al
momento in cui si prende consapevolezza di appartenere ad una coppia dipendente potrebbe sembrare impossibile.
Continua nel numero successivo di
Sanità Camuna
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
il dipendente d’affetto cerca un partner
sposato o non interessato alla relazione),
per sentirsi così al centro dell’attenzione
e compensare anche lui dei vuoti affettivi
mai colmati.
17
psicologia clinica
che che la porteranno a subire, perché
cerca una realtà che conosce fin da bambina, una dinamica di relazione malata,
ma conosciuta e considerata “normale”.
Ciò che pensiamo di noi stessi influenza
il nostro comportamento e quindi innesca
specifiche reazioni da parte degli altri
Se una persona si forma un concetto di
sé negativo tenderà a confermarlo rimanendo intrappolato in un sistema che si
autoalimenta, creando una serie di profezie che si auto avverano: questa è la base
su cui si possono costruire problemi nelle
relazioni, come le continue delusioni nelle storie d’amore.
Le donne dipendenti attuano comportamenti protettivi nei confronti del partner,
rivestendo i ruoli di confidente, mamma,
o infermiera in base alle necessità. La
donna tende a mettere da parte i propri
bisogni nel rapporto di coppia, e nelle situazioni conflittuali soffoca la rabbia, la
rimuove o la dirige contro se stessa, manifestandola spesso in forma di sensi di
colpa. Dietro tutto questo c’è sempre la
paura che il partner possa abbandonarla.
La dipendenza affettiva, diversamente da
quanto a volte si pensa, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma
è una dinamica a due.
Il partner che “sceglie” di stare con una
persona dipendente d’affetto ha spesso
anche lui il bisogno di essere accudito e
di avere una relazione di tipo figlio-madre
anziché alla pari, per dinamiche e problematiche familiari irrisolte. Oppure, al
contrario, può trovarsi ad esercitare un
ruolo di persona sfuggente, irraggiungibile o rifiutante (per esempio, quando
Lo psicologo risponde
Risponde la Dott.ssa Guzza Milva
18
“Buongiorno, sono la madre di un ragazzo di 27 anni. Da qualche tempo ripete in continuazione certi comportamenti durante la giornata senza riuscire a smettere. Quando
glielo faccio notare lui mi dice “è più forte di me!”. Prima di mangiare lava e risciacqua
stoviglie e posate per 5 volte, va in bagno a lavarsi le mani e ci rimane per lungo tempo
perché “deve” fare delle cose per un numero di volte definito, sempre nello stesso ordine
e allo stesso modo. Quando deve uscire di casa, è irrequieto e controlla almeno 3 volte
che porte e finestre siano ben chiuse. Insomma la vita di mio figlio è sempre più condizionata da questi suoi bisogni incontrollabili. Si sta allontanando anche dagli amici, al
lavoro ritarda sempre e i suoi superiori iniziano a lamentarsi di questo. Io da mamma
non so come comportarmi. Lui si rende conto che tutto ciò sta diventando un problema.
Non so cosa fare, a chi dobbiamo rivogerci?”
“C
psicologia clinica
entile signora, da quello che scrive in merito ai
comportamenti di Suo figlio, è possibile ipotizzare
che abbiamo a che fare con un disturbo d’ansia chiamato Disturbo Ossessivo
Compulsivo (DOC). Questo disturbo infatti si caratterizza per la presenza di:
· Pensieri ossessivi: presenza costante e
forzata di pensieri, immagini, numeri, impulsi, che si presentano fortemente nella mente della persona, al punto tale da
portarla a sperimentare un’intensa sensazione di ansia, allarme, angoscia e preoccupazione;
· Compulsioni: consistono in azioni ripetitive (rituali ) o di pensieri che la persona sente di dovere per forza fare, per
evitare di essere colta da attacchi d’ansia.
Come Suo figlio, solitamente le persone
con queste difficoltà, si lamentano dell’incapacità di interrompere i vari rituali.
Anche lui, nonostante li viva come un
obbligo, è consapevole dell’infondatezza
dei suoi pensieri e riti e tenta di vincerli senza risultati soddisfacenti. Il tentativo di controllare ciò che viene vissuto
come incontrollabile, finisce col generare
uno stato d’ansia e di allarme così forte
da spingere il ragazzo ad abbandonarsi
ai vari rituali proprio per placare l’ansia
accumulata, in un circolo vizioso che si
ripete senza controllo.
Di fronte a un simile disagio, è comprensibile e sensata la Sua preoccupazione di
madre e la conseguente richiesta di aiuto.
Il consiglio che le posso dare è di evitare di sottolineare l’infondatezza e l’assurdità delle ossessioni e della compulsioni
che Suo figlio mette in atto, essendo lui
stesso già consapevole di questo. E’ però
importante evitare di sostenerlo durante
i rituali, in modo che non si cronicizzino
ulteriormente.
Il DOC è un disturbo frequente e che può
essere trattato sia mediante terapia farmacologica che psicoterapica. Le consiglio
quindi di rivolgersi ad un Medico Psichiatra e ad uno psicoterapeuta che possano
aiutare suo figlio.
Un cordiale saluto
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
19
Risponde la Dr.ssa Paola Bettoni
“..in famiglia da anni conviviamo con una persona affetta da disturbo bipolare; pur
conoscendo cosa comporta questa malattia spesso fatichiamo ancora a comprendere
alcuni suoi comportamenti...”
Laura
renderà conto di ciò che ha fatto o detto.
E’ fondamentale aiutarlo a progettare il
futuro, rassicurandolo e aiutandolo, senza però proteggerlo troppo o facendo le
cose al suo posto.
Ricordate infine che comunque la più importante e affidabile fonte di informazione rimane sempre il suo medico curante,
non esitate a manifestargli i vostri dubbi,
a chiedergli cosa ci si può aspettare dalla terapia prescritta, quali sono i possibili
effetti collaterali e il tempo mediamente
necessario per iniziare a vedere dei miglioramenti. Avere le idee più chiare su
questi argomenti aiuta a fronteggiare con
meno angoscia i momenti difficili.
Un caro saluto
psicologia clinica
Cara Laura,
come saprete il disturbo bipolare si riconosce per l’alternarsi più o meno costante
di fasi depressive e fasi maniacali dell’umore: la fase depressiva è caratterizzata
da inattività, mancanza d’interessi, alterazioni del sonno e dell’appetito, difficoltà
di concentrazione; nella fase maniacale,
che si alterna e in alcuni casi coesiste
con quella depressiva, l’umore è invece
al contrario esaltato e la persona colpita
dal disturbo diventa irritabile, logorroica
e iperattiva. Per familiari e amici non è
facile stare accanto a chi ha un disturbo
bipolare.
La prima cosa importante da capire è
che l’oscillazione dell’umore e i comportamenti che ne derivano, a volte bizzarri e
fastidiosi, non sono volontari né ricercati,
ma sono il sintomo della malattia. Non
dobbiamo colpevolizzare la persona per
i suoi comportamenti e per i suoi umori,
ma interpretarli diversamente, senza mettere in dubbio il legame e l’affetto che
unisce, quando la persona tende ad isolarsi o a rifiutare la presenza dell’altro.
Questo non solo vi renderà più facile sorvolare su molte manifestazioni che potreste scambiare per insulti o offese, ma aiuterà il vostro familiare a sentirsi meno in
colpa quando, nelle fasi di benessere, si
L’ADHD
Percorsi diagnostici e di presa in carico nei
Disturbi da Deficit d’Attenzione e Iperattività
Dott.ssa Marzia Morandini - Dott.ssa Federica Serioli - Psicologhe del Servizio NPIA
20
V
enerdì 6 dicembre 2013 si è
tenuto, presso la Sala Civica
del Comune di Berzo Inferiore, un evento informativo
sull’ADHD, rivolto a genitori ed insegnanti.
Le dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini del Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
(Asl Vallecamonica-Sebino) si sono occupate dell’organizzazione di tale evento in collaborazione con:
- Regione Lombardia tramite il progetto “Condivisione percorsi diagnostico-terapeutici per l’ADHD In Lombardia”;
- Associazione ASSOLO Vallecamonica;
- Associazione AIFA (Associazione
Italiana Famiglie con ADHD).
Lo scopo dell’incontro è stato quello
di offrire le informazioni relative agli
elementi diagnostici e all’iter valutativo
che si effettua all’interno del Servizio di
NPIA, per poi passare alla spiegazione
della presa in carico multimodale (Child
training, Parent training, Teacher training e trattamento farmacologico).
Il Servizio di NPIA dell’ASL Vallecamonica Sebino, essendo uno dei 18 centri
per l’ADHD in Regione Lombardia, da
tre anni ha consolidato (attraverso una
formazione continua dei suoi operatori) procedure condivise con tutti i Centri Regionali, sia per quanto concerne
gli aspetti psicodiagnostici, che per gli
aspetti della presa in carico.
I relatori coinvolti sono stati il dr. Francesco Rinaldi (Responsabile del Servizio
di NPIA), che ha effettuato l’introduzione ai lavori, sottolineando l’importanza
della creazione di una rete tra genitori,
che deve necessariamente nascere una
volta terminati i percorsi di presa in carico presso la NPIA, e che ha parlato del
trattamento farmacologico; la la dr.ssa
Federica Serioli (Neuropsicologa), la
dr.ssa Marzia Morandini (Psicologa), la
dr.ssa Valentina Tagliaferri (Educatrice)
e la dr.ssa Veronica Pasinetti (Psicomotricista).
Si è inoltre lasciato spazio alle esperienze dirette dei genitori (papà di Luca,
mamma di Alessandro e mamma di
Luca) e degli insegnanti (Fulvia Salvetti
dell’IC di Breno) coinvolti nei percorsi
sopracitati.
Importante è stato inoltre il contributo
della Sig.ra Maila Bontempi (Presidente
dell’Associazione Assolo) e della Sig.ra
Monti (rappresentante AIFA). I genitori
dei bambini con ADHD, che avevano
frequentato i percorsi di Parent Training
e Child Training presso la NPIA di Esine
negli anni passati, hanno infatti deciso
di continuare il percorso di confronto
relativo alle tematiche specifiche del Disturbo, in collaborazione con Associazione Assolo (che offre spazio per bambini ADHD nel proprio doposcuola) e
con l’AIFA.
La Regione Lombardia, al fine di avere un
feedback immediato sull’efficacia e sulla
qualità degli eventi proposti dai 18 Centri,
1 - HA PARTECIPATO ALL’INCONTRO IN QUALITÀ DI:
L’ASL INFORMA
Qualità dei contenuti
Sanità Camuna
ha inviato un questionario di gradimento
i cui risultati verranno esposti di seguito.
Status partecipanti
21
5 - RISPETTO AGLI INTERVENTI DEI RELATORI,
COMPLESSIVAMENTE, IL SUO GUDIZIO È:
Giudizio complessivo
2 - RISPETTO ALLE SUE ASPETTATIVE L’INCONTRO
È STATO:
Livello di gradimento
per nulla
soddisfacente
poco
soddisfacente
abbastanza completamente
soddisfacente soddisfacente
3 - PERCHÈ?:
6 - I RELATORI HANNO SPIEGATO IN MODO CHIARO,
STIMOLANDO L’INTERESSE E USANDO METODI DI
PRESNTAZIONE DEI CONCETTI EFFICACI?
Giudizio sui relatori
L’esposizione è stata chiara, completa,
esaustiva ampliando le informazioni già in
possesso.
4 - I CONTENUTI TRATTATI LE SONO PARSI:
Qualità dei contenuti
7 - HA DEI SUGGERIMENTI PER GLI RELATORI?
Organizzazione di più incontri di questo tipo
per genitori ed insegnanti (training).
Qualità dei contenuti
Un’esperienza di domotica per la casa
già attiva sul nostro territorio
Dr.ssa Silvia Cretti - Psicologa del Servizio Fragilità
22
COS’ È UNA CASA DOMOTICA?
informa famiglia
I
l termine domotica deriva dal neologismo francese “domotique”, a
sua volta contrazione della parola
greca “domos” (casa) ed “informatique”, e sta ad indicare la gestione informatica che entra nella casa. La domotica
offre soluzioni concrete, utili, dà risposta
ad esigenze specifiche di varia natura. In
una casa domotica i dispositivi elettronici ed elettrici sono in grado di comunicare tra di loro, semplificando azioni complesse con l’adozione di semplici gesti.
La domotica non nasce specificamente
per le persone con disabilità, ma, più in
generale, per dare risposta ad esigenze
di comfort, sicurezza e risparmio
energetico. Quando ad esempio si esce
di casa, il sistema domotico ci permette,
premendo un solo tasto, di spegnere
tutte le luci, chiudere tutte le serrande
e abbassare la temperatura dei vari
ambienti.
Oltre agli obiettivi mirati al comfort,
questa disciplina presenta prospettive
interessanti per quelle categorie di
persone, quali disabili ed anziani,
che richiedono particolari attenzioni
ed assistenza. La domotica può aiutare
queste persone a raggiungere l’obiettivo
di incrementare il livello di autonomia
portando ad un evidente miglioramento
la qualità della loro vita. In una casa
domotica una persona con gravi difficoltà
motorie, ad esempio, può utilizzare un
telecomando a scansione per aprire i
serramenti, accendere le luci, controllare
la televisione o lo stereo, attivare sistemi
di sicurezza personale o ambientale.
La casa domotica può rappresentare
per la persona con disabilità un luogo
sicuro dove sperimentare autonomie
nello svolgere attività domestiche che
altrimenti dovrebbe delegare ad altre
persone. “Abitare la casa” non significa
solo dimorare o svolgere azioni del
vivere quotidiano, ma assume un
significato più profondo legato alla
propria identità, al sentirsi radicati in
un luogo, al percepire uno spazio come
proprio. Sentirsi “padroni” della propria
casa permette anche alla persona con
fragilità di sentirsi indipendente dagli
altri e di sperimentare sentimenti di
adeguatezza ed accrescere l’ autostima.
Qui di seguito raccontiamo la recente
esperienza di due persone con lieve
disabilità residenti sul nostro territorio che
hanno usufruito di tale finanziamento.
Il progetto sulla domotica è nato dai
bisogni specifici di due ospiti dei rispettivi
appartamenti, portatori di esigenze
personali, tenendo conto al tempo stesso
delle loro abilità e fragilità.
I progetti sono stati realizzati all’interno
dei due appartamenti, con l’installazione
di sistemi domotici di comunicazione
e sicurezza per la casa, al fine di
rendere i destinatari il più autonomi
possibili rispetto alla gestione della vita
quotidiana. Sono stati installati ed attivati
un sistema di comunicazione, controllo
e vigilanza attraverso l’ausilio di diversi
strumenti: tablet, smatphone, webcam,
software, illuminazione di emergenza
in punti strategici attivabili con
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
sensori. L’appartamento è dotato di un
videotelefono e vivavoce in zona giorno,
notte e servizi igienici; questi ultimi per
garantire interventi immediati in caso di
emergenze.
Lo scopo del progetto è quello di
migliorare la qualità della vita della
persona con disabilità, attraverso un
supporto domotico, inteso sia come
fornitura di strumentazioni di controllo
domestico, sia come intervento che
permetta lo svolgimento di azioni
quotidiane rese difficili dalla disabilità
fisica o psichica.
I progetti hanno consentito ai
due
protagonisti
di
percepire
una
condizione
di
maggiore
sicurezza, attraverso un sistema di
comunicazione più facile e diretto con
le persone che prestano loro supporto
nella gestione della vita quotidiana.
La persona con disabilità, in caso di
necessità, può infatti videochiamare gli
educatori in qualsiasi momento del giorno
e della notte e viceversa, gli operatori
possono comunicare e verificare che
in appartamento vada tutto bene, sia
azionando telecamere disposte in varie
zone della casa, sia parlando direttamente
con i residenti, sempre naturalmente nel
rispetto della privacy degli stessi.
Ciò permette di svolgere attività di
assistenza e consulto, fornire consigli e
intervenire rapidamente in situazioni di
emergenza.
La domotica in questa esperienza è un
appoggio, uno strumento di integrazione
sociale, ma anche un ausilio per stimolare
la persona ad essere autonoma all’interno
della propria abitazione.
23
informa famiglia
UN ESEMPIO DI CASA DOMOTICA
IN VALLECAMONICA
La legge Regionale n.23 del 1999
“Erogazione di contributi per l’acquisto di
strumenti tecnologicamente avanzati”, da
qualche anno promuove il finanziamento
di sistemi/strumenti domotici volti a
compensare la disabilità e consentire la
realizzazione di progetti di vita autonoma.
Recentemente sono stati finanziati
progetti rivolti a due persone con lieve
disabilità residenti in appartamenti
protetti, gestiti dalle cooperative sociali “Il
Cardo” di Edolo e “Arcobaleno” di Breno.
L’Appartamento Protetto offre alle
persone disabili con discrete autonomie
una casa dove poter sperimentarsi
e realizzare esperienze di crescita
individuali e sociali, sotto la supervisione
di una équipe formata da un coordinatore,
un educatore e da un operatore socio
sanitario.
24
informa famiglia
Si tratta di un intervento basato sul
rapporto tra disabile e abitazione che
riduce al minimo l’intervento di un
educatore esterno e prevede la presenza
di un pacchetto domotico molto semplice
al fine di rendere la casa sicura ma anche
“educativa”. Con “educativa” si intende
l’introduzione di una strumentazione
elettronica che non sostituisca l’individuo
nella gestione dell’abitazione ma che sia
solo atta a coadiuvarlo nelle normali azioni
quotidiane con appositi software che
forniscano loro, in caso di bisogno, tutte le
informazioni necessarie per intraprendere
azioni finalizzate al raggiungimento di un
obiettivo (esempio, avviare la lavatrice,
cucinare una pietanza...).
La domotica rivolta alle persone con
difficoltà ha lo scopo di facilitare il
raggiungimento della migliore autonomia
possibile, permettere alla persona di
gestire in modo indipendente la casa,
sfruttando al massimo le sue abilità
residue.
Nell’ottica di una maggiore indipendenza e
del mantenimento delle abilità acquisite, il
sistema di comunicazione tra gli operatori
e chi vive in casa viene utilizzato solo per
l’ effettivo bisogno. Questa esperienza
di casa domotica è risultata vincente e
funzionale ai bisogni delle persone che
ne usufruiscono: gli operatori da un lato,
che possono svolgere le loro funzioni di
supporto in maniera meno invadente, ma
soprattutto i destinatari dei progetti, il cui
percorso di autonomia è reso più sicuro e
soddisfacente.
La concretizzazione di questa importante
innovazione tecnologica è stata resa
possibile anche dalla sinergia e stretta
collaborazione tra il Servizio Fragilità
dell’ASL e gli Enti gestori dei servizi per
persone disabili a livello territoriale.
Le immagini mostrano la visualizzazione
di ambienti dell’appartamento inviate
dal sistema a tablet, smartphone degli
operatori.
Dr.ssa Giuseppina Barcellini - Dipartimento ASSI
R
egione Lombardia mette a disposizione per il sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili
risorse economiche e interventi
appropriati mediante l’erogazione di:
- buoni per compensare economicamente
le prestazioni di cura che vengono rese
dai familiari o da personale regolarmente
assunto;
-
voucher sociosanitari per ricevere
prestazioni a casa, presso strutture
residenziali (anche per periodi di sollievo
della famiglia) o ambulatoriali.
Destinatari:
- persone con gravi e gravissime
disabilità, con particolare attenzione
ai minori, alle persone in stato
vegetativo, oppure affette da malattie
del motoneurone o con altre patologie
che determinano una condizione di
dipendenza vitale;
- persone anziane non autosufficienti,
con particolare attenzione a chi è affetto
da demenza ed è assisitito a casa;
- persone anziane in condizioni di
fragilità che necessitano di una soluzione
abitativa con caratteristiche sociosanitarie;
- persone affette da ludopatia (giocatori
d’azzardo patologici).
I cittadini del territorio della Valle
Camonica, che sono interessati a
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
La Regione
sostiene le persone fragili
e le loro famiglie.
25
Le famiglie nelle quali vivono malati di Alzheimer o con patologie
degenerative, disabili gravi, anziani non autosufficienti, giocatori
patologici, oggi possono contare su un sostegno in più: per
loro Regione Lombardia ha stanziato 130 milioni di euro in voucher
e interventi per attività di assistenza.
Per saperne di più e farne
richiesta, rivolgiti a
www.regione.lombardia.it
ricevere un sostegno, si devono
rivolgere all’ASL che provvede a:
- effettuare la valutazione multidimensionale
del bisogno della persona e stabilire se
la persona può essere destinataria di una
delle misure previste;
-predisporre il Progetto individuale che
viene condiviso dalla persona stessa e/o
dalla sua famiglia;
-consegnare alla famiglia entro 15 giorni
lavorativi l’esito della valutazione, il
Progetto individuale e l’elenco degli enti
che garantiscono i servizi previsti dal
progetto individuale;
-monitorare e controllare costantemente
gli interventi.
PER INFORMAZIONI È POSSIBILE RIVOLGERSI PRESSO:
Segreteria del Servizio Fragilità
Breno, Via Nissolina 2 - Tel. 0364 329.406
dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30
Segreteria del Dipartimento ASSI
Breno, Via Nissolina 2 - Tel. 0364 329.389
dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30
oppure collegarsi al sito dell’ASL
www.aslvallecamonicasebino.it
informa famiglia
Sostegni a favore
delle famiglie con
componente fragile
Percorso nascita:
un progetto che si prende cura
della famiglia che nasce
Dr.ssa Irene Benaglio; Dr.ssa Chiara Troletti - Psicologhe
informa famiglia
26
L
’Organizzazione Mondiale della
Sanità distingue le cure sanitarie
in “cure”, termine con cui si fa riferimento alle prestazioni clinico/
mediche, e “caring”, termine che fa riferimento alla relazione d’aiuto, al sostegno
e al supporto che viene fornito alla persona. Parlare oggi di caring nel percorso
nascita significa quindi fare riferimento ad
un modello assistenziale che accompagna
la persona, la coppia e la famiglia che si
avvicinano al progetto generativo, ponendo particolare attenzione agli aspetti di
promozione del benessere globale, alla
crescita delle competenze di accudimento
presenti nella coppia e al rafforzamento
delle potenzialità della famiglia nascente.
Le iniziative del Percorso nascita sono
collocate all’interno di una cornice di interventi e attività appositamente studiati
per dare alle famiglie una risposta alle
esigenze di sostegno e supporto in questo
momento delicato del ciclo di vita della
famiglia (la gravidanza, il parto, il puerperio e il primo anno di vita del bambino).
Di seguito vengono riportate le iniziative
proposte per sostenere il nucleo familiare
nel compito di prendersi cura del figlio,
rinforzando nei genitori la fiducia nelle
proprie risorse e potenzialità.
Corsi di accompagnamento alla nascita: si tratta di corsi teorici pratici rivolti
alla coppia per approfondire le tematiche
principali della gravidanza, del parto, del
post partum, dell’ allattamento, e della
vita con il bambino). Organizzati presso le due sedi del Consultorio Familiare
(Darfo e Edolo) e presso l’Ospedale di
Vallecamonica Sebino, garantiscono il sostegno alla coppia e il confronto di medesime esperienze di vita.
Dopo il parto, per fornire sostegno e prime cure al neonato, è prevista la possibilità di usufruire di visite ostetriche
domiciliari. Nel corso della visita domiciliare l’ostetrica ha la possibilità di verificare lo stato di salute della mamma,
il buon andamento dell’allattamento al
seno, di fornire consigli di buone pratiche di accudimento del bambino neonato; vengono proposte a tutte le puerpere
con particolare attenzione alle primipare,
al fine di sostenere le funzioni genitoriali
nelle donne senza precedenti esperienze
di accudimento.
E’ previsto anche un ambulatorio “maternità multietnica” presso il Consultorio
di Darfo, destinato alle visite ostetrico-ginecologiche di donne gravide e puerpere
straniere, con la presenza del mediatore
linguistico-culturale.
Lo sportello allattamento, poi, presente in tutte e tre le sedi di Consultorio, è
accessibile a tutte le mamme che hanno
bisogno di informazioni pratiche sull’allattamento al seno o consigli su come
affrontare piccoli problemi (ragadi, poco
latte, alimentazione, ecc).
Gli incontri per neogenitori consistono in attività di gruppo rivolte a genitori
di bambini da 0 a 12 mesi. Le tematiche
trattate riguardano la cura del bambino,
come l’allattamento, lo svezzamento, il
sonno, il gioco, il contatto fisico ed il ruolo genitoriale. Gli incontri hanno lo scopo
di condividere riflessioni sulla relazione
dei genitori con il proprio bambino, sul
come educarlo e vivere accanto a lui, per
vivere al meglio la ricchezza di questo
rapporto.
Nel corso del 2013 è stato introdotto un
incontro sul Pronto soccorso pediatrico
grazie all’attiva collaborazione del personale medico ospedaliero esperto in materia, che si è prestato per informare i genitori sul tema della prevenzione e degli
interventi in situazioni di emergenza fuori
e dentro le mura domestiche.
Alcuni dati sulla partecipazione a queste
iniziative nel corso dell’anno 2013 ci permettono di capire la portata di tale progetto e l’impatto sulla popolazione del
nostro territorio:
• 588 genitori sono stati coinvolti nei corso di accompagnamento alla nascita, (45,1
% del totale nati nel 2013 presso
l’Ospedale di Esine)
• hanno usufruito della visita ostetrica a domicilio 168
puerpere, delle quali 162 primipare
•
L’ASL INFORMA
•
te al corso di massaggio al
bambino neonato
agli incontri per neogenitori
sono stati coinvolti 91 genitori (per uno o più incontri previsti
nel calendario)
110 sono state le donne straniere che hanno avuto accesso all’ambulatorio “maternità
multietnica” per un totale di
249 visite.
Sanità Camuna
• 113 mamme hanno preso par-
27
L’attenzione posta al benessere delle famiglie e dei loro bambini di età compresa
tra 0 e 1 anno è un obiettivo primario
nell’ambito delle politiche sanitarie perchè “investire sulla nascita significa investire sulla speranza di un futuro migliore per tutti, e rilanciare l’attenzione sulle
nuove generazioni”. Anche nel 2014
verranno rilanciate le iniziative sopra descritte e potenziate la comunicazione tra
servizi e cittadino in modo tale da garantire una sempre maggiore e capillare diffusione delle informazioni inerenti le opportunità di prevenzione e cura in tutto
l’arco del progetto generativo.
informa famiglia
Per i genitori di bambini da 0 a 6 mesi
c’è anche la possibilità di partecipare al
corso di massaggio al neonato. Durante
il corso un operatore del Consultorio con
formazione specifica, mostra ai genitori come massaggiare il proprio bambino
per valorizzare l’importanza del contatto
genitore-bambino. Un resoconto del Families and Work Institute riporta che la
maggior parte delle connessioni tra le cellule cerebrali si forma nei primi tre anni
di vita e sottolinea come il massaggio
possa influenzare direttamente lo sviluppo emotivo del bambino e la sua capacità di reagire adeguatamente allo stress
da adulto. Massaggiando regolarmente il
bambino, il genitore mette quindi in moto
un ciclo di reazioni positive che migliorano le qualità genitoriali, il benessere del
bambino, il suo temperamento e il rapporto della triade.
Il passaggio
della menopausa
Tina Tosini - Ostetrica Consultorio Familiare di Breno
informa famiglia
28
A
ccompagnare le donne nella Nascita mi ha fatto capire
che la donna nell’arco della
sua esistenza attraversa ciclicamente dei Passaggi che la natura le
ha destinato per renderla più... saggia,
più forte, più capace, più matura e per
prepararla al nuovo ruolo che le spetta
nella vita.
Ho incominciato allora ad interessarmi
di questi passaggi e mi sono resa conto
di come siano chiari per il corpo ma fortemente rimossi dalla nostra società che
tende a negarli o, al contrario, a medicalizzarli.
La menopausa rappresenta un passaggio
potente e in un mondo che idealizza l’essere giovani, teme ogni forma di invecchiamento e vive la morte solo come una
fine, non può che essere vissuta come
una malattia o essere del tutto ignorata.
Ho della menopausa, come di ogni travaglio, l’immagine di una grande tempesta che, preceduta dall’oscuramento del
cielo, può sembrarci la fine del mondo e
terrorizzare giustamente le più impavide.
Ma se so che passerà, se so che posso affrontarla imparando a stare al timone del
mio cambiamento, se conosco i venti e le
parole delle onde, se so che quando mi
sentirò vulnerabile ci sarà qualcuno che
mi capirà e mi sosterrà, se so che dopo
averla vinta mi sentirò invincibile... se so
tutto questo, forse saprò che posso farcela!
Ogni donna ha la sua menopausa e ci
sarà chi la vivrà con grande facilità senza quasi accorgersene, mentre per altre
sarà davvero dura senza dimenticare che
alcuni fattori possono di per sé rendere
la tempesta più impegnativa come la menopausa precoce, quella indotta da interventi medici o chirurgici e quella che
deve confrontarsi con una storia di salute
già segnata da altri ostacoli.
La mia esperienza con le donne mi ha
insegnato che spesso basta sapere cosa
le aspetta e di quante risorse possono disporre, (da quelle corporee a quelle della medicina allopatica e olistica) perché
possano sentirsi più forti e più fiduciose nel vivere questo momento delle loro
vite.
Altrettanto preziose sono la condivisione
e il confronto fra donne che creano momenti di ricca espressione femminile ma
che nella realtà delle nostre quotidianità
hanno ben poco spazio. Il Consultorio
Familiare si rivolge alle donne che vivono
il periodo della menopausa con un’équipe interdisciplinare costituita da psicologo, ginecologo, ostetrica, fisioterapista e
dietista che operano per promuovere il
benessere psico-fisico mediante attività di
informazione e formazione.
Le iniziative proposte accompagnano
le donne nel delicato passaggio, cono-
IL PASSAGGIO della MENOPAUSA
Ciclo di incontri di approfondimento per... chi ci è nel mezzo e chi ci è
vicina
1° Riflessioni introduttive sugli aspetti socioculturali, antropologici ed emotivi
della menopausa. Le implicazioni di
questa importante trasformazione fra
miti e false credenze: diversi punti di
vista e diversi modi di viverla per evitare di “ammalarsi di menopausa”.
2°Conoscere i mutamenti ormonali e le
diverse fasi del climaterio per comprendere, contenere e prevenire i
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
possibili disturbi: vampate, insonnia,
alterazioni dell’umore, problemi ginecologici ed urologici, osteoporosi, difficoltà sessuali.
3° Le risorse delle donne, della medicina,
della natura e del cibo: rimedi semplici e personalizzati per poter vivere
attivamente e da protagoniste questo
prezioso ma impegnativo Passaggio
della propria vita.
4°Uno spazio per le domande e le riflessioni sulle tematiche che ruotano
intorno alla menopausa, dai disturbi
fisici ai mutamenti nella relazione di
coppia.
5° Pensare alla creazione di una rete femminile di sostegno e ricerca permanente che offra appoggio, possibilità
di confronto e valorizzazione dei passaggi femminili secondo una visione
ciclica ed evolutiva.
29
informa famiglia
sciuto come ‘’menopausa’’, rinforzando il senso di fiducia nelle proprie
risorse e potenzialità.
Il cammino che viene proposto alle donne curiose di saperne di più si caratterizza
come ciclo di 5 incontri:
Il Centro Adozioni
Informa
Dr.ssa Teresita Domenighini, Psicologa-Psicoterapeuta
Responsabile Centro Adozioni Consultorio Familiare di Breno
informa famiglia
30
I
n riferimento alla DGR n. 14043 / 03
e alla normativa vigente in materia
di adozione, dal 21.06.04 nell’ASL di
Vallecamonica-Sebino è operativo il
Tavolo di Coordinamento delle Adozioni,
correlato ad un apposito regolamento che
ne specifica la composizione, l’organizzazione di lavoro, gli obiettivi ed i compiti
istituzionali.
Il Tavolo costituisce la sede stabile di confronto tra ASL, Enti locali, Associazioni Familiari ed Enti Autorizzati per l’adozione al
fine di mantenere il raccordo delle risorse
in campo per quanto riguarda l’articolazione del supporto e della tutela all’infanzia
in difficoltà, abbandonata o a rischio di abbandono che, in sostanza, si concretizzano
negli interventi dell’affido familiare e dell’adozione.
A titolo di breve cenno informativo, rimandando ad altro articolo l’approfondimento
delle caratteristiche, differenze e similitudini dell’affido e dell’adozione, si fa presente che, come il Centro Adozioni dell’Asl è
contattabile da chiunque sia interessato a
saperne di più sull’adozione, il Servizio Affidi dell’Azienda Territoriale per i Servizi alla
Persona con sede a Breno in p.zza Tassara
n.4, tel. 0364 226.93, organizzato a sua volta
con un’équipe dedicata composta da assistente sociale e psicologa, è a disposizione
per informare chiunque voglia saperne di
più sull’affido e per la preparazione di coloro che, interessati, si candidano in qualità
di famiglia affidataria.
Fra i compiti istituzionali del Tavolo Operativo Adozioni vi è la programmazione triennale del Piano Informativo, documento che
contiene:
• tematiche e numero delle iniziative informative e formative da realizzare nel territorio dell’Asl;
• soggetti realizzatori e modalità di attuazione di ogni singola iniziativa;
• tempi e modalità di verifica periodica dello stato delle attività.
Negli ultimi due incontri del T.O.A. di ottobre e dicembre scorsi, in vista della scadenza del precedente e in correlazione all’analisi di quanto realizzato nel triennio 201112-13, si è lavorato alla stesura del nuovo
Piano Informativo, definendone le attività
per gli anni 2014-15-16.
Nell’attuale programmazione, suddivisa nei
due ambiti informativo e formativo, ampio
spazio è stato dato alla continuazione delle
proposte in atto considerate utili alla conoscenza ed alla realizzazione del progetto
adottivo e corrispondenti ai bisogni di supporto della famiglia adottiva, una volta costituitasi e durante il proprio corso evolutivo:
le azioni informative vengono svolte sia
nel contatto diretto con le persone interessate che tramite i consueti mezzi di comunicazione (articoli, opuscoli, aggiornamenti nel sito Internet dell’Asl ...); mentre per
quanto riguarda le attività formative uno
specifico valore, sia in termini di qualità e
risultato che per l’ottimizzazione delle risorse in campo, viene mantenuto all’attivazione degli interventi di gruppo, orientati nelle
diverse fasi del ciclo di vita della famiglia
adottiva ( ad es. la preparazione al progetto
adottivo, dall’idoneità rilasciata dall’Autorità
Giudiziaria nell’attesa di diventare nucleo
familiare adottivo, nel post-adozione per la
condivisione di problemi e l’attivazione di
risorse, nell’andamento familiare con i figli
in età adolescenziale ...).
Si resta a disposizione nel corso del triennio, previa richiesta, anche per l’effettuazione di interventi a carattere informativo
e/o formativo rivolti ad Associazioni, Enti,
Istituti scolastici e/o team di insegnanti, a
vario titolo interessati. Si invita pertanto
a contattare il Centro Adozioni (tel. 0364
329.381) per ogni idea utile in proposito e
per l’organizzazione dell’attività specifica.
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
La prevenzione delle
Dipendenze nelle Scuole,
L’ASL di Vallecamonica-Sebino c’é
a cura degli operatori del Servizio Dipendenze
L
a notizia relativa al fenomeno di
spaccio e uso di hashish e marijuana nelle scuole superiori
camune, balzate agli onori della
cronaca a metà gennaio scorso, ha evidenziato il problema della diffusione e
uso di sostanze illecite tra i più giovani,
problema per altro presente e noto anche
a livello nazionale.
La notizia, ha consentito di evidenziare
ancor di più la necessità della presenza
sul territorio di una rete sempre più forte
di prevenzione in cui la scuola svolga un
ruolo primario in stretta collaborazione
con le realtà già operanti nel settore della
tossicodipendenza, Servizio Dipendenze
in primis, ma anche Azienda Territoriale
dei Servizi alla Persona, SMI e attori del
Terzo Settore.
La diffusione delle sostanze illecite, come
hanno ricordato i Dirigenti scolastici delle
scuole superiori camune intervistati dai
media locali, è riconducibile a un atteggiamento permissivo generale della società, che in soggetti più fragili per il contesto sociale e educativo dove vivono sfocia
nella devianza.
L’ASL di Vallecamonica-Sebino, attraverso il proprio Servizio Dipendenze, stia
già operando da qualche anno in alcuni istituti scolastici camuni con specifici
progetti di prevenzione, validati scientificamente, coordinati da Regione Lombar-
31
dia, i progetti “LifeSkills Training”, rivolto
a alunni della scuola secondaria di primo
grado, e “Unplugged”, pensato per studenti del primo anno della scuola secondaria di secondo grado.
Il progetto regionale “LifeSkills Training” Lombardia è realizzato sul territorio di tutta la regione coinvolgendo 150
Scuole secondarie di primo grado, circa
1.600 insegnanti e 19.000 studenti. “LifeSkills Training” è un programma di prevenzione all’uso e abuso di sostanze validato scientificamente e dimostratosi capace di ridurre il rischio di abuso di alcol,
tabacco e droghe. Il programma è stato
sviluppato negli Stati Uniti dal professor
Gilbert J. Botvin il quale sperimenta e verifica la validità del programma da oltre
trent’anni.
“Unplugged” è un programma di prevenzione scolastica dell’uso di sostanze
basato sul modello dell’influenza sociale. Disegnato da un gruppo di ricercatori
europei, è stato valutato attraverso uno
studio sperimentale randomizzato e controllato condotto in 7 Paesi. È il primo
programma europeo di provata efficacia.
Riduzione % dell’uso di sostanze nei ragazzi che hanno seguito il progetto “Unplugged”
rispetto ai ragazzi del gruppo di controllo che non lo hanno seguito.
32
3 MESI DOPO
L’INTERVENTO
15 MESI DOPO
L’INTERVENTO
Aver fumato almeno una sigaretta negli ultimi 30 giorni
-12%
-6%
Aver fumato almeno 5 sigarette negli ultimi 30 giorni (fumatori regolari)
-14%
-11%
Aver fumato almeno 20 sigarette negli ultimi 30 giorni (fumatori quotidiani)
-30%
-8%
Essersi ubriacato almeno una volta negli ultimi 30 giorni
-28%
-20%
Essersi ubriacato almeno 3 volte negli ultimi 30 giorni
-31%
-38%
Aver fumato cannabis almeno una volta negli ultimi 30 giorni
-23%
-17%
Aver fumato cannabis almeno 3 volte negli ultimi 30 giorni
-24%
-26%
Aver assunto sostanze illecite almeno una volta negli ultimi 30 giorni
-11%
-15%
Unplugged mira a migliorare il benessere e la salute psicosociale dei ragazzi
attraverso il riconoscimento ed il potenziamento delle abilità personali e sociali
necessarie per gestire l’emotività e le relazioni sociali, e per prevenire e/o ritardare
l’uso di sostanze. Unplugged è basato sul
modello dell’influenza sociale, e ha l’obiettivo di:
• favorire lo sviluppo ed il consolidamento delle competenze interpersonali;
• sviluppare e potenziare le abilità intrapersonali;
• correggere le errate convinzioni dei
ragazzi sulla diffusione e l’accettazione dell’uso di sostanze psicoattive,
nonchè sugli interessi legati alla loro
commercializzazione;
• migliorare le conoscenze sui rischi
dell’uso di tabacco, alcol e sostanze
psicoattive e sviluppare un atteggiamento non favorevole alle sostanze.
In particolare in Vallecamonica il progetto
“LifeSkills Training Program”, è in svolgimento nell’anno scolastico 2013/2014 in
nove Istituti Comprensivi (Edolo, Cividate
Camuno, Esine, Bienno, Darfo 2, Capodiponte, Breno, Borno, Istituto Suore Dorotee di Cemmo), coinvolgendo circa ottanta
insegnanti, venti classi prime, diciotto classi seconde e quattordici classi terze della
scuola secondaria di primo grado, per un
totale di circa millequaranta studenti.
Sempre sul territorio di competenza
dell’ASL Vallecamonica-Sebino si sta svolgendo per il terzo anno consecutivo il progetto “Unplugged”, rivolto agli adolescenti
del primo anno degli Istituti d’Istruzione
Superiore, che coinvolge attualmente l’Istituto “Olivelli-Putelli” di Darfo Boario Terme, l’Istituto “Tassara” di Breno e il Centro
di formazione professionale (Cfp) di Edolo
per un totale di venti insegnanti, ventidue
classi prime, cinquecentoventi studenti.
L’ASL INFORMA
Sanità Camuna
Il controllo delle colonie feline nel
territorio dell’ASL di Vallecamonica-Sebino
Dr. Gian Carlo Battaglia - Direttore Dipartimento Prevenzione Veterinario
I
l termine colonia felina indica un
gruppo di gatti liberi che si aggrega
in una determinata area con la finalità di trovare un’adeguata protezione
e continuo rifornimento di cibo.
I referenti di colonia (volgarmente definito gattari) sono le persone che gestiscono tale gruppo di gatti, segnalano all’ASL
la loro presenza, collaborano per la loro
cattura finalizzata alla sterilizzazione e si
adoperano per il loro sostentamento.
Per il riconoscimento di status di colonia felina e la relativa registrazione in
anagrafe è necessario un sopralluogo
congiunto del Veterinario Ufficiale competente per territorio e dell’Amministrazione comunale.
TUTELA DEI GATTI DI COLONIA
La normativa sia nazionale che regionale
tutela la presenza dei gatti sul territorio:
●È vietato a chiunque maltrattare i gatti
che vivono in libertà;
●I gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente e riammessi nel loro gruppo;
●I gatti che vivono in libertà possono
essere soppressi solo se gravemente
malati o incurabili.
COMPITI DELL’ASL
●Il censimento delle zone dove esisto-
no colonie feline in collaborazione
con l’Autorità comunale e le Associazioni di volontariato riconosciute;
●Il controllo demografico della popolazione felina;
●Gli interventi di pronto soccorso atti
alla stabilizzazione dei gatti che vivono in libertà ritrovati feriti o gravemente malati.
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COMPITI DEI COMUNI
●Il censimento delle zone dove esisto-
no colonie feline in collaborazione
con l’ASL e le Associazioni di volontariato riconosciute;
●l’individuazione di idonea collocazione qualora lo spostamento delle colonie sia inevitabile per la loro tutela o
per gravi motivazioni sanitarie.
CONTROLLO DEMOGRAFICO
Il controllo demografico (compito ASL),
tramite sterilizzazione dei componenti
della colonia, permette di mantenere stabile il numero di soggetti della colonia il
che la rende più tollerabile da parte della
popolazione residente e consente peraltro di controllarne lo stato sanitario.
Una precisa gestione della colonia (compito del referente) e specialmente la corretta gestione dei punti cibo, permette di
tenere sotto controllo gli inconvenienti
igienici e i problemi sanitari quali zoonosi ed evita fenomeni di intolleranza degli
abitanti del luogo.
L’interesse della Regione Lombardia nei confronti delle colonie feline
è stato dimostrato dal cofinanziamento che l’ASL ha ricevuto in seguito alla
partecipazione al bando DGR n. 2868
del 29/12/2011 per l’effettuazione di una
campagna di sterilizzazione.
Il relativo progetto si è svolto da marzo
2012 a dicembre 2013 ed ha visto la par-
sanità pubblica veterinaria
INTRODUZIONE
tecipazione operativa sia della struttura
pubblica dell’ASL che delle strutture private convenzionate con essa.
Il progetto inizialmente stimava la realizzazione di circa 400 sterilizzazioni
che in corso d’opera sono diventate
755 in relazione all’aumento della richiesta, infatti durante tale progetto c’è
stato un vorticoso aumento delle segnalazioni di colonie feline.
34
Sterilizzazioni effettuate presso l’ambulatorio ASL
Maschi
Femmine ovariectomie
Femmine ovarioisterectomie
Totale
Ambulatorio ASL
183
150
100
433
Sterilizzazioni effettuate dagli ambulatori privati convenzionati ASL
sanità pubblica veterinaria
Maschi
Femmine ovariectomie
Femmine ovarioisterectomie
Totale
Ambulatori privati
74
199
49
322
Il grande numero di sterilizzazioni effettuate ha come risultato un imponente
opera di controllo delle nascite nelle colonie feline, con abbattimento dei problemi igienico-sanitari connessi, con miglioramento del benessere degli animali.
Inoltre si segnala che le colonie di nuova
registrazione sono ora caratterizzate da
un numero ridotto di gatti.
domanda, comprovato anche dagli anni
di sterilizzazioni precedenti al progetto.
La diminuzione del numero di gatti per
colonia è lo specchio del fatto che il servizio fornito riesce a raggiungere il territorio prima che si creino grossi gruppi di
gatti randagi difficili da gestire, prevenendo fenomeni di intolleranza e problemi
sanitari.
RIFLESSIONI
Alcune semplici riflessioni in merito a due
aspetti:
•l’aumento della richiesta di interventi per sterilizzazione di gatti di
colonia;
•la diminuzione del numero di soggetti per colonia.
Permane però sul territorio la necessità
di effettuare altre numerose sterilizzazioni, in conseguenza dell’incremento
del numero di colonie feline registrate
più volte sottolineato, per cui si auspica
la reiterazione del Progetto regionale di
sterilizzazione dei gatti di colonia con un
incremento delle risorse disponibili per il
cofinanziamento.
L’aumento delle segnalazioni di colonie
feline, che si colloca in un periodo di
generale crescita della sensibilità per gli
animali, è legato alla presenza di un servizio dell’ASL efficace e rispondente alla
Sigg.ri Simona e Luigi Oreste Bettoni, Luigi e Marco Contessi di
Rogno (BG), a ricordo della Sig.ra Giuseppina Bigoni e marito
Sig. Sandro Gualeni, per la donazione di € 5.000,00 a favore del
Servizio di Radioterapia dell’Ospedale di Esine
ABIO Esine ONLUS per la donazione di un divano, un microonde
e un tavolino del valore commerciale di € 521,19 a favore dell’UO
di Pediatria dell’Ospedale di Esine
AVIS di Darfo Boario Terme per la donazione di una poltrona da
prelievo ed aferesi del valore commerciale di € 3.782,00 a favore
dell’ UO SIMT dell’Ospedale di Esine
ANFFAS Onlus Vallecamonica di Breno per la donazione a favore
del Blocco operatorio dell’Ospedale di Esine per lo svolgimento
dell’attività di odontoiatria dedicata ai soggetti con disabilità intellettiva
e relazionale, consistente in un micromotore per endodonzia con
rilevatore d’apice del valore commerciale di € 1.218,78
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