LA MEDICINA BIOLOGICA LUGLIO - SETTEMBRE 2014 CLINICAL E. Riva Sanseverino, P. Castellacci RIASSUNTO La presente indagine è stata eseguita su un campione di pazienti che mostravano segni clinici neurologici ascrivibili al morbo di Parkinson in terapia convenzionale con farmaci dopaminergici. Poiché gli effetti collaterali avversi si accentuavano col progredire dell’età e della malattia, e considerando quest’ultima come l’espressione di una cronica tossi-infezione, abbiamo ritenuto opportuno cercare di ridurre il dosaggio del farmaco convenzionale aggiungendo contestualmente un medicinale biologico low dose, Extrabios (1 e 2), al fine di ridurre il dosaggio del farmaco convenzionale e promuovere una migliore condizione di salute del paziente. Per validare gli effetti della terapia associata sono stati utilizzati criteri semeiologici e l’indice di Barthel. – Sono stati inclusi 120 pazienti suddivisi in tre Gruppi in base all’età anagrafica ed alla quantità di farmaco dopaminergico assunto al tempo zero. Dai dati ottenuti durante l’arco di 24 mesi è risultato che il migliore effetto terapeutico si è realizzato nel Gruppo di pazienti più giovani (45-59 anni) in cura convenzionale da pochi anni. Nel Gruppo di pazienti di età >70 anni e con numerosi anni di terapia convenzionale la terapia associata ha avuto effetti molto modesti. Si ritiene che tanto prima si affronta la terapia biologica low dose nel paziente Parkinsoniano tanto maggiore sarà il recupero funzionale dei neuroni dopaminergici encefalici danneggiati; dopo molti anni di terapia “sostitutiva”, l’atrofia dei neuroni dopaminergici rende impossibile il recupero funzionale della struttura encefalica così compromessa. PAROLE CHIAVE MORBO DI PARKINSON, PARKINSONISMO, NEURONI DOPAMINERGICI, FARMACI DOPAMINERGICI, TERAPIA LOW DOSE, EXTRABIOS LA GESTIONE DEL PAZIENTE PARKINSONIANO NELL’AMBULATORIO DI MEDICINA GENERALE – DAI SEGNI CLINICI PRECOCI ALLA TERAPIA BIOLOGICA LOW DOSE THE MANAGEMENT OF THE PARKINSON’S DISEASE IN THE GENERAL MEDICINE OUTPATIENT CLINIC – FROM EARLY CLINICAL SIGNS TO LOW DOSE BIOLOGICAL THERAPY INTRODUZIONE Da alcuni anni il morbo di Parkinson è annoverato tra le patologie neurologiche degenerative di maggior rilievo per l’aumentata frequenza di comparsa in età precoce rispetto al passato, e per l’incidenza famigliare (Hoehn and Yar, 1967). SUMMARY: The present research deals with patients affected by the Parkinson’s disease. The aim was the attempt to reduce the amount of the dopaminergic conventional drugs with the association of a low dose biological medicine such as Extrabios (1 and 2). Patients were clinically examined every 6 months for 24 consecutive months. The associated therapy was validated by semeiological approach and by the Barthel’s Index. The results obtained in the present study emphasize the concept that earlier the associated therapy is administered in relatively young patients higher is the recovery of the functional activity of the dopaminergic neurons. Parkinsonismo primario degenerativo KEY WORDS: PARKINSON’S DISEASE, PARKINSONISM, DOPAMINERGIC NEURONS, DOPAMINERGIC DRUGS, LOW DOSE THERAPY, EXTRABIOS • Morbo di Parkinson (forma idiopatica). Sono descritte altre patologie neurologiche con sintomi clinici simili, a volte sovrapponibili a quelli classici del morbo di Parkinson che, considerato clinicamente più importante, rientra – tuttavia – nel termine più ampio indicato come Parkinsonismo. • Parkinsonismo atipico (paralisi sopranucleare progressiva, degenerazione corticobasale, morbo dei corpi di Lewy, atrofia multisistemica). – La denominazione “atipico” si riferisce alla modesta risposta del Parkinsonismo alla levo-dopa ed alla manifestazione precoce di ulteriori caratteristiche cliniche come oftalmoparesi, aprassia e demenza. • Parkinsonismi eredo-degenerativi. Parkinsonismo secondario acquisito, sintomatico post-traumatico, • Parkinsonismo post-encefalitico, da neurotossine ambientali e alimentari, pesticidi, metalli (Manganese, Alluminio). • Sindrome multinfartuale vascolare. • Da farmaci neurolettici e antiemetici. 3 LA MEDICINA BIOLOGICA LUGLIO - SETTEMBRE 2014 Frequentemente non è possibile formulare diagnosi di morbo di Parkinson idiopatico dai soli segni clinici, ma è opportuno rivolgersi alla diagnostica per immagini. – Questa tecnica mette in evidenza una patologia neurologica caratterizzata da intensi fatti degenerativi a carico dei neuroni dopaminergici di una ristretta regione del mesencefalo definita “Sostanza nera di Sommering”*. Si riscontrano lesioni degenerative anche laddove nell’encefalo siano presenti neuroni dopaminergici. In particolare, e di recente, è entrata nella diagnostica per immagini una nuova metodica di immagine funzionale (DaTSCAN – Nycomed) in grado di confermare o escludere la compromissione del sistema dopaminergico anche nello stadio precoce della malattia (Viallet et Al., 2013). Questo esame consiste nell’iniezione endovenosa di un particolare tracciante e nell’acquisizione di scansioni cerebrali mediante SPECT; è così possibile evidenziare l’accentuata riduzione dei livelli di dopamina nella Sostanza nera di Sommering e nei Gangli della base nei casi di Parkinson idiopatico e nei Parkinsonismi secondari, mentre il quadro dopaminergico è normale nei casi di tremore essenziale e nelle condizioni cliniche di rallentamento motorio non Parkinsoniano. del talamo (Benabid et Al., 1966); questo intervento aveva lo scopo di individuare il deficit talamico nel controllo dei sintomi del morbo di Parkinson; la sua scarsa applicabilità era legata a motivi prevalentemente tecnici. Anche la elettrocoagulazione del Nucleo talamico ventralis lateralis (Shurman et Al., 2000) è stata sperimentata per comprendere l’importanza funzionale del talamo: questa tecnica rimuoveva solo il tremore Parkinsoniano. – Noi sosteniamo l’ipotesi di una eziopatogenesi da lenta, progressiva e cronica “tossi-infezione”, talora iniziata nell’infanzia – includendo lo stress ossidativo cronico – dei neuroni nigrostriato-talamo-corticali. SCOPO DELLO STUDIO Sul fondamento della nostra ipotesi eziopatogenetica, abbiamo intrapreso la presente indagine ritenendo che una terapia globale del paziente avrebbe potuto sortire un effetto soddisfacente, laddove per globale intendessimo la terapia omotossicologica di base, la riabilitazione sensori-motoria ed un farmaco convenzionale a dosaggio basso. Inoltre, in questo studio abbiamo ritenuto clinicamente importante registrare quanti pazienti esaminati hanno dichiarato di avere sofferto in passato, inconsapevoli, di segni clinici neurologici precoci della malattia Parkinsoniana (vedi oltre). EZIOPATOGENESI Dalla vasta mole di Letteratura scientifica sull’argomento, si ricorda in questa sede la stimolazione elettrica cronica * La Sostanza nera di Sommering, localizzata nel mesencefalo, comprende una parte reticolata, più estesa, e una parte compatta. I neuroni della parte reticolata sono GABAergici inibitori ed influenzano le strutture del tronco dell’encefalo con funzione motoria e il talamo; i neuroni della parte compatta proiettano al neostriato (vie nigro-striatali), alla corteccia limbica (vie meso-corticali) e ad altre strutture limbiche (vie meso-limbiche) con attivazione motoria. 4 Come noto, il decorso dei segni clinici di questa patologia è lentamente progressivo; i pazienti giunti alla nostra osservazione mostravano i classici segni neurologici del morbo di Parkinson ed erano stati sottoposti precedentemente a terapia con levo-dopa assunta con dosaggi crescenti nel tempo. – Su questa base, abbiamo suddiviso i pazienti in tre Gruppi (A, B, C) secondo l’età e la quantità di levo-dopa assunta. Ai tre Gruppi abbiamo somministrato, in associazione alla levo-dopa, un far- maco omotossicologico con l’intento di: 1) ridurre il dosaggio della terapia con levo-dopa 2) attenuare, e possibilmente rimuovere, la complessa sintomatologia. Allo scopo, sono stati individuati due farmaci low dose omeopatizzati complessi, Extrabios 1 e Extrabios 2, in grado di compensare i deficit morfo-funzionali dei neuroni dopaminergici dei pazienti. In particolare, Extrabios, la cui formulazione include numerosi componenti suddivisi in due preparazioni, è un’integratore efficace nella disintossicazione cellulare, nella rimozione dei detriti cellulari e nella riattivazione dei meccanismi enzimatici dei neuroni danneggiati. MATERIALE E METODI Popolazione di studio I 120 pazienti oggetto di questo studio, sono stati suddivisi in tre Gruppi, in base all’età ed alla dose della precedente terapia convenzionale di due, quattro o cinque capsule al giorno di levo-dopa, ciascuna composta da 100 mg di levodopa e da 25 mg di benzodiazepine. Gruppo A: età 45-59 anni, 250 mg di levo-dopa (2 capsule/die), 65 pazienti, 60 M e 5 F. Gruppo B: età 60-69 anni, 500 mg di levo-dopa (4 capsule/die), 45 pazienti M. Gruppo C: età > 70 anni, 625 mg di levo-dopa (5 capsule/die), 10 pazienti M. Semeiologia e Indice di Barthel I pazienti sono giunti alla nostra attenzione per la Riabilitazione motoria anti-Parkinsoniana in terapia convenzionale con farmaci dopaminergici, ovvero per altra patologia fisiatrica già in terapia dopaminergica e con segni clinici del morbo di Parkinson. LA MEDICINA BIOLOGICA I segni clinici neurologici dei pazienti sono stati selezionati, tra i tanti citati in Letteratura medico-scientifica (Hartmann, 2000), come segue: A) Triade motoria (in Riva Sanseverino, 2006) 1 Bradicinesia. I movimenti iniziano con difficoltà come fossero rallentati, in particolare nel parlare e nello scrivere. 2 Ipocinesia e Amimia. Riduzione della motilità volontaria e dei muscoli mimici del volto; disturbi della motilità della lingua. 3a Tremore statico, a riposo, con accentuazione negli stati d’ansia, che scompare durante l’esecuzione di un movimento volontario; molto frequentemente questo è inizialmente localizzato alle prime dita di una mano (movimento di contar monete), successivamente anche in entrambe le mani. Talora, il tremore statico, a riposo, era localizzato al capo con ritmico e leggero movimento oscillatorio verticale; 3b Rigidità e Ipertono. Resistenza al movimento passivo, resistenza plastica a gradi (segno della ruota dentata); ipertono a carico della muscolatura flessoria ed estensoria. Disturbi dell’equilibrio. Disturbi della fonazione e della deglutizione. ESEMPI DI VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLA VITA QUOTIDIANA (Indice di Barthel) Alimentazione Abbigliamento Toilette personale Fare il bagno Controllo della defecazione Controllo della minzione Spostarsi dalla sedia al letto e viceversa Sedersi ed alzarsi dalla tazza del water Camminare in pianura Salire o scendere le scale A 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B 10 5 0 0 5 5 10 5 10 5 C 10 5 5 5 15 15 10 5 10 15 Totale punteggio 0 55 95 A) Paziente dipendente B) Paziente con aiuto C) Paziente indipendente. TAB. 1 vita quotidiana (Mahoney and Barthel, 1965). Logopedista non sono stati inclusi nello studio. Questo Indice fornisce un punteggio indicativo delle capacità del soggetto di alimentarsi, abbigliarsi, gestire l’igiene personale, lavarsi, usare i servizi igienici, spostarsi dalla sedia al letto e viceversa, deambulare in piano, salire e scendere le scale, controllare la minzione e la defecazione, etc. – Il punteggio attribuito per ogni funzione può essere 15, 10, 5, 0. Per quanto riguarda la patologia Parkinsoniana, la nostra esperienza suggerisce ai medici non neurologi di eseguire, secondo le opportune indicazioni semeiologiche, una minuziosa e registrata visita dei pazienti sospettati di patologia Parkinsoniana; infatti, esistono segni e sintomi clinici precoci, non solo motori – scrittura lenta e stretta, mimica facciale ridotta, deambulazione lenta, lievi alterazioni della voce e della parola – ma anche sensoriali e comportamentali – quali marcata alterazione del gusto e dell’olfatto, tendenza all’isolamento sociale, frequenti cambiamenti di umore e di personalità, depressione non giustificata – che devono allertare per programmare una visita di controllo entro 6-8 mesi, al fine di diagnosticare la malattia Parkinsoniana, ovvero di escluderla concludendo per altra patologia. B) Deambulazione La deambulazione si presentava caratteristica del morbo di Parkinson (il paziente procedeva compiendo passi sempre di minore ampiezza). Talora erano assenti alcune sinergie fisiologiche come si verifica nei movimenti involontari associati a quelli intenzionali, per esempio l’oscillazione sinergica degli arti superiori e di quelli inferiori durante la deambulazione. I pazienti di età >70 anni (Gruppo C) mostravano anche il freezing, un’acinesia caratterizzata dal “congelamento” dei piedi che appaiono come “incollati” a terra. C) Indice di Barthel (TAB. 1) Scala di valutazione delle attività della LUGLIO - SETTEMBRE 2014 Per esempio, vengono attribuiti 10 punti se il paziente si alimenta autonomamente o 5 punti se richiede aiuto per tagliare un alimento. – Al paziente si dà una valutazione C per un punteggio totale da 80 a 100; valutazione B per un punteggio totale da 30 a 80; valutazione A per un punteggio totale uguale a zero. Sono stati utilizzati la Triade motoria e la Deambulazione come segni clinici oggettivi e l’Indice di Barthel come esame soggettivo per validare la terapia omotossicologica in associazione a quella dopaminergica. I pazienti che per motivi vari non hanno svolto un programma di Riabilitazione motoria con il Fisiatra/Fisioterapista e il Protocollo terapeutico Durante la prima visita è stata raccolta la storia clinica del/della paziente, registrando in particolare le informazioni circa patologie tossi-infettive dall’infanzia ed il tipo di attività professionale per valutare l’eventuale stress ossidativo cronico. 5 LA MEDICINA BIOLOGICA LUGLIO - SETTEMBRE 2014 – Ciascun paziente veniva inserito nel Gruppo A, B o C come sopra indicato; è stato consigliato di iniziare l’associazione terapeutica levo-dopa + Extrabios. Ogni 6 mesi si procedeva al controllo dei segni clinici oggettivi ed alla registrazione di un nuovo Indice di Barthel, annotando i recuperi e l’entità di essi. Dopo i primi 6 mesi di terapia associata il paziente veniva controllato e veniva ripetuto l’Indice di Barthel: nel caso di rapido miglioramento della sintomatologia e dell’Indice di Barthel, il dosaggio di levo-dopa veniva ridotto da 250 mg/die a 125 mg/die (Gruppo A); nel caso di tardivo miglioramento della sintomatologia e dell’Indice di Barthel si insisteva col medesimo dosaggio di levo-dopa sino a 12 mesi, riducendone ulteriormente il dosaggio (Gruppo B fino a 24 mesi). Il miglioramento terapeutico del Gruppo C è stato conseguito dopo 12 mesi, e non oltre. Dosaggio farmacologico Tre dei 10 pazienti del Gruppo C erano stati consigliati dai loro medici di aumentare il dosaggio di levo-dopa a 200+50 mg 3 volte/die; a causa degli effetti collaterali intollerati senza alcun vantaggio sintomatologico, i 3 pazienti sono tornati al dosaggio primitivo di 625 mg/die. Inoltre, veniva suggerito di intraprendere la Riabilitazione fisioterapica e logopedica in modo continuativo. – Durante l’arco dei 24 mesi dello studio, la levo-dopa veniva ridotta come indicato in Protocollo terapeutico. Terapia aggiuntiva alla levo-dopa Extrabios 1: 20-25 gocce in acqua a digiuno o lontano dai pasti 3 volte/die, nel giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Terapia aggiuntiva alla levo-dopa Terapia antecedente lo studio Levo-dopa 250 mg/die Gruppo A; 500 mg/die Gruppo B; 625 mg/die Gruppo C, a stomaco pieno. Extrabios 2 : 20-25 gocce in acqua a digiuno o lontano dai pasti 3 volte/die nei giorni di martedì, giovedì e sabato. A domeniche alterne, Extrabios 1 e Extrabios 2, sempre al medesimo dosaggio giornaliero, da associare alla levo-dopa. – La terapia biologica low dose è stata protratta in dosaggio costante durante i 24 mesi di osservazione. RISULTATI Sono qui di seguito riportati i risultati ottenuti nei tre Gruppi di pazienti. GRUPPO A GRUPPO A Numero pazienti = 65 Età 45-59 anni 300 LEVO-DOPA (mg/die) 250 200 150 65 pazienti di età compresa tra 45 e 59 anni, in terapia convenzionale da 2-3 anni. Ai pazienti di questo Gruppo è stato richiesto con insistenza, durante la prima visita, se in passato avessero lamentato segni clinici precoci, motori, sensoriali e comportamentali riferibili a segni premonitori di malattia di Parkinson: il 69% dei pazienti, con l’aiuto dei parenti, ha risposto positivamente. 100 50 0 6 12 18 24 TEMPO (MESI DI TERAPIA) – Terapia iniziale associata Levo-dopa, 250 mg (2 capsule/die). Extrabios 1, giorni dispari, e Extrabios 2, giorni pari della settimana, 20-25 gocce in poca acqua 3 volte/die a digiuno o lontano dai pasti. TAB. 2 Al tempo zero è indicato il dosaggio di levo-dopa giornaliero prima di iniziare la terapia associata levo-dopa + Extrabios; viene iniziata la terapia associata e ogni 6 mesi è stata effettuata una visita di controllo con valutazione dei segni oggettivi e soggettivi. La riduzione della levodopa avviene solo quando, ai periodici controlli, sono stati rilevati miglioramenti della sintomatologia e dell’Indice di Barthel. – Nota: In questa Tabella i valori dell’asse delle ordinate sono più “espansi” dei valori dell’asse delle ordinate delle Tabb. 3 e 4. 6 La TAB. 2 mostra che questi pazienti hanno iniziato la terapia associata al tempo zero. Dopo 6 mesi di terapia associata, il controllo ha evidenziato miglioramenti tali da consigliare il dosaggio di 125 mg (1 capsula/die) fino ai successivi controlli. LA MEDICINA BIOLOGICA GRUPPO B Numero pazienti = 45 Età 60-69 anni 600 500 LEVO-DOPA (mg/die) In dettaglio, all’esame obbiettivo, è stato riscontrato un netto miglioramento della Triade motoria, della deambulazione e l’Indice di Barthel compreso tra 90 e 100 con valore di mediana di 95, valutazione C, indicante un recupero dei deficit accusati prima di iniziare la terapia associata: il paziente svolge le usuali mansioni domiciliari in maniera indipendente, senza l’ausilio di persona assistente. Per nostro consiglio, per scelta dei pazienti e dei loro parenti, la terapia sarebbe proseguita nel tempo per non incorrere in eventuali ricadute, e questo senza alcun rischio poichè tale terapia associata è priva di effetti collaterali avversi. La maggior parte dei pazienti del Gruppo C ha collaborato effettuando periodici cicli di Fisioterapia. LUGLIO - SETTEMBRE 2014 400 300 200 100 0 6 12 18 24 TEMPO (MESI DI TERAPIA) TAB. 3 Al tempo zero è indicato il dosaggio di levo-dopa giornaliero prima di iniziare la terapia associata levo-dopa + Extrabios; viene iniziata la terapia associata e ogni 6 mesi è stata effettuata una visita di controllo GRUPPO B con valutazione dei segni oggettivi e soggettivi. La riduzione della levodopa avviene solo quando, ai periodici controlli, sono stati rilevati 45 pazienti di età compresa tra 60 e 69 anni, in terapia convenzionale da 3-6 anni. Nessuno dei pazienti è stato in grado di riferire segni clinici precoci sofferti in passato. miglioramenti della sintomatologia e dell’Indice di Barthel. GRUPPO C Numero pazienti = 10 Età > 70 anni – Terapia iniziale associata Levo-dopa, 500 mg (4 capsule/die). Extrabios 1, giorni dispari, e Extrabios 2, giorni pari della settimana, 20-25 gocce in poca acqua 3 volte/die a digiuno o lontano dai pasti. 600 LEVO-DOPA (mg/die) La TAB. 3 mostra che questi pazienti hanno potuto ridurre il dosaggio di levo-dopa dai 500 mg/die iniziali a 375 mg/die solo quando, al controllo medico dei 12 mesi, si è evidenziato un significativo miglioramento. Ai 18 mesi il controllo ha suggerito una riduzione del dosaggio di levo-dopa a 250 mg/die ed in seguito a 125 mg/die. 700 500 400 300 200 100 0 6 12 18 24 TEMPO (MESI DI TERAPIA) All’esame obbiettivo, il miglioramento della Triade motoria è iniziato lentamente dopo12 mesi, divenendo discreto solo dopo 24 mesi di terapia associata. L’Indice di Barthel è risultato con valutazione B (range 35-55 con valore di mediana di 45) dopo 18 e dopo 24 mesi. TAB. 4 Al tempo zero è indicato il dosaggio di levo-dopa giornaliero prima di iniziare la terapia associata levo-dopa + Extrabios; viene iniziata la terapia associata e ogni 6 mesi è stata effettuata una visita di controllo con valutazione dei segni oggettivi e soggettivi. La riduzione della levodopa avviene solo quando, ai periodici controlli, sono stati rilevati miglioramenti della sintomatologia e dell’Indice di Barthel. 7 LA MEDICINA BIOLOGICA LUGLIO - SETTEMBRE 2014 A tutti è stato consigliato di proseguire la terapia associata a tempo indeterminato. La terapia omotossicologica, affiancata da Fisioterapia e da Logopedia, ha ottenuto un risultato globale soddisfacente. GRUPPO C 10 pazienti di età > 70 anni, in terapia convenzionale da 6-13 anni. Questi pazienti ed i loro parenti non sono stati in grado di riferire segni clinici precoci di malattia sofferti in passato. – Terapia iniziale associata Levo-dopa, 625 mg (5 capsule/die). Extrabios 1, giorni dispari, e Extrabios 2, giorni pari della settimana, 20-25 gocce in poca acqua 3 volte/die a digiuno o lontano dai pasti. La TAB. 4 mostra che la riduzione del dosaggio di levo-dopa si realizza solo al controllo medico dei 12 mesi; non è stato possibile suggerire ulteriore riduzione: la Triade motoria non si è ridotta significatamente, la deambulazione resta molto alterata, l’equilibrio rimane instabile, l’Indice di Barthel è valutato come A, totale esclusione sociale, disinteresse a tutto e a tutti, il paziente è completamente dipendente. I pazienti di questo Gruppo, in terapia con farmaci dopaminergici da molti anni, hanno tratto solo un modesto effetto dall’associazione terapeutica. Tuttavia non hanno mostrato ulteriori segni neurologici degenerativi. La Fisioterapia e la Logopedia hanno prodotto miglioramenti molto esigui, quando rilevabili. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI I risultati ottenuti in questo studio permettono di affermare la validità della terapia biologica low dose associata alla terapia convenzionale nella riduzione dei dosaggi di levo-dopa nel tempo. 8 – Dalla Letteratura scientifica consultata non risulta che sia stato condotto in precedenza uno studio che abbia conseguito miglioramenti simili a quelli ottenuti. Di rilievo è la constatazione che i pazienti oggetto di studio hanno tratto parziale, talora consistente, miglioramento delle condizioni neuro-motorie, vegetative e comportamentali e mai ulteriore peggioramento come risulta nei pazienti trattati cronicamente con i soli farmaci convenzionali, dopaminergici ed anti-depressivi. – Dall’analisi dei risultati è evidente che quanto prima si inizia la terapia biologica low dose in pazienti affetti da poco tempo dalla malattia neurodegenerativa tanto maggiore è il numero di neuroni nigro-striatali e dopaminergici in generale riportati alla loro normale funzione. Quest’affermazione si basa sui risultati ottenuti nei pazienti del Gruppo A nei quali è possibile ipotizzare che i neuroni nigro-striatali e dopaminergici si trovavano in uno stato di sofferenza funzionale e quindi recuperabili. I pazienti del Gruppo B, e soprattutto i pazienti del Gruppo C, hanno nel tempo perduto la funzionalità di molti, troppi neuroni dopaminergici per prevedere un miglioramento significativo delle loro condizioni neuro-motorie, neurovegetative e comportamentali. Poiché i neuroni dopaminergici, oltre ad essere concentrati nella Sostanza nera di Sommering, si reperiscono anche in altre strutture encefaliche, si giustifica la progressivamente accresciuta gravità dei segni clinici neurodegenerativi tipicamente accusati dai pazienti del Gruppo C. – Le nostre perplessità sui farmaci dopaminergici ad alto dosaggio si basano su alcune considerazioni: 1. Il miglioramento sintomatologico che il paziente riferisce dopo l’iniziale dosaggio di 2 capsule da 125 mg di levo-dopa/die è transitorio poiché nell’arco di alcuni mesi il dosaggio deve necessariamente essere aumentato, solo per attenuare la sintomatologia clinica. 2. La levo-dopa somministrata ad alti dosaggi e per lunghi periodi di tempo si sostituisce funzionalmente a quella prodotta dai neuroni nigrostriatali con conseguente progressiva atrofia “da disuso” di tali neuroni. 3. Poiché i neuroni dopaminergici si trovano anche in strutture encefaliche diverse dalla Sostanza nera di Sommering, il danno della levo-dopa si manifesta nel tempo in altri distretti neurologici con conseguente incremento dei sintomi neurodegenerativi. Non va trascurata – inoltre – l’importanza dell’uso/abuso dei farmaci neurolettici i quali agiscono talora influenzando positivamente, talora negativamente, i numerosi centri motori ed extra-motori encefalici contenenti neuroni dopaminergici. – È più opportuno utilizzare farmaci biologici low dose come Extrabios 1 e Extrabios 2 in associazione con i farmaci dopaminergici a basso dosaggio per ottenere notevoli miglioramenti della sintomatologia, come riscontrato nei pazienti del Gruppo A. – In conclusione si suggerisce al medico di medicina generale di visitare il paziente anziano, e quello adulto, cercando con cura, e registrando, eventuali segni precoci della malattia Parkinsoniana: una precoce terapia con Extrabios 1 e Extrabios 2 può evitare l’insorgenza o anche l’evoluzione della malattia degenerativa. – Quando i pazienti si rivolgono ad uno specialista neurologo, la malattia degenerativa è molto probabilmente progredita a tal punto da rendere difficili, talora impossibili, i miglioramenti sintomatologici evidenziati nei pazienti del Gruppo A. Il medico di medicina generale, al quale i pazienti si rivolgono quando accusano LA MEDICINA BIOLOGICA LUGLIO - SETTEMBRE 2014 segni clinici neurologici iniziali, rappresenta una figura sanitaria di importanza decisiva per scongiurare l’evoluzione della patologia neurodegenerativa Parkinsoniana; quando in fase avanzata, la malattia non permette più alcun recupe ro funzionale del paziente. Bibliografia – – – – – – – – Benabid A.L. et Al. – Chronic electrical stimulation of the ventralis intermedius nucleus of the thalamus as a treatment of movement disorders. J. Neurosurg., 1966, 84:293-214. Green P., Cote L., Fahn S. – Treatment of drug-induced psychosis in Parkinson’s disease with clozapine. Adv. Neurol., 1993, 60:703-706. Hartmann E. – Parkinson. L’approccio riabilitativo multidisciplinare. Editrice Speciale Riabilitazione, Milano, 2000, pp.3-183. Hoehn M.M., Yar M.D. – Parkinsonism: onset, progression and mortality. Neurology, 1967, 17:427-442. Mahoney F.I., Barthel D.W. – Scala di valutazione delle attività della vita quotidiana (Barthel Index). Mar.St.Med.J., 1965, 14:61-65. Riva Sanseverino E. – Fisiologia, Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2006, pp.398-399. Shurman P.R., Bosh D.A., Bossuyt P.M. – A comparison of continuous thalamic stimulation and thalatomy for suppression of sever tremor. N. Engl J. Med., 2000, 342:461-468. Viallet F., Gayraud D., Bonnefoi B., Renie L., Aurenty R. – Morbo di Parkinson idiopatico: aspetti clinici, diagnostici e terapeutici. Elsevier Masson, 2013, pp. 1-29. Riferimento bibliografico RIVA SANSEVERINO E., CASTELLACCI P. – La gestione del paziente Parkinsoniano nell’ambulatorio di medicina generale. – Dai segni clinici precoci alla terapia biologica low dose. La Med. Biol., 2014/3; 3-9. Primo autore Prof. Eugenio Riva Sanseverino – Professore di Fisiologia – Già Ordinario di Fisiologia Umana presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna – Specialista in Terapia fisica e Riabilitazione – Docente A.I.O.T. Piazza Luigi di Savoia, 22 I – 20124 Milano 9
© Copyright 2024 Paperzz