GLI INTERVENTI POST SISMA RINFORZO PER CARICHI VERTICALI: STRUTTURE IN CA Relatore: Ing. Adriano DICUONZO, Ph.D. Funzionario del Servizio Tecnico Bacino Reno Struttura Competente in Materia Sismica Regione Emilia-Romagna (Ferrara, 30 Maggio 2014) 1 INTERVENTI DI RINFORZO DI STRUTTURE IN CA Motivazioni: - Recupero e risanamento di elementi strutturali degradati; - Incremento della resistenza degli elementi strutturali (es. aumento dei carichi di progetto per cambio di destinazione d’uso, recupero di travi con armatura carente per errori progettuali); - Danni localizzati esplosioni); alle strutture (es. urti, incendi, - Consolidamento di elementi strutturali danneggiati per azione sismica; - Carichi verticali Azione sismica Adeguamento e miglioramento sismico; Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI (Ref. §8.4 NTC08) Gli interventi di rinforzo a carichi verticali rientrano nella categoria di Interventi di RIPARAZIONE o INTERVENTO LOCALE (§8.4.3 NTC2008) purché riguardino singole parti e/o elementi della struttura e interessino porzioni limitate della costruzione. Il progetto e la valutazione della sicurezza potranno essere riferiti alle sole parti e/o elementi interessati e documentare che, rispetto alla configurazione precedente (al danno, al degrado, ecc) non siano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti. - Modifica delle RESISTENZE degli elementi → OK, intervento locale - Modifica delle RIGIDEZZE degli elementi → ATTENZIONE, potrebbe non essere un intervento locale 3 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI (Ref. §8.4 NTC08) Procedure da rispettare in Emilia-Romagna (L.R. n. 19/2008) - zone sismiche 3 e 4: I lavori non possono essere iniziati fino a quando non sia stato effettuato il DEPOSITO DEL PROGETTO ESECUTIVO riguardante le strutture presso lo sportello unico per l’edilizia (Rif. Art. 13 L.R. n. 19/2008). - zone sismiche 2: L’inizio del lavori è sempre subordinato al rilascio dell’ AUTORIZZAZIONE SISMICA da parte della struttura tecnica competente. 4 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI (Ref. §8.4 NTC08) Procedure da rispettare in Emilia-Romagna (L.R. n. 19/2008) ATTENZIONE!! Nelle zone sismiche 3 e 4 sono sempre soggetti a preventiva AUTORIZZAZIONE SISMICA tutti gli interventi (anche locali...): a) in abitati dichiarati da consolidare (di cui all'art. 61 del D.P.R. n. 380 del 2001); b) presentati a seguito di accertamento di violazione delle norme antisismiche; c) relativi ad edifici di interesse strategico e alle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, nonché relativi agli edifici e alle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un loro eventuale collasso. 5 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 Classificazione sismica dell´Emilia-Romagna, OPCM n. 3274/2003 Zona 1: sismicità alta Zona 2: sismicità media Zona 3: sismicità bassa Zona 4: sismicità molto bassa Le 4 categorie di classificazione sono determinate in base alla pericolosità sismica. Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 6 Ferrara, 30 Maggio 2014 Strutture aventi funzione in materia sismica STB Po di Volano e della Costa Comune di Ferrara Associazione intercomunale alto ferrarese 7 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI REGIONALI (ER): - L.R. n. 19 del 30 ottobre 2008 “Norme per la riduzione del rischio sismico - D.G.R. n. 1661/2009 “Approvazione elenco categorie di edifici di interesse strategico e opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile ed elenco categorie di edifici e opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso” - D.G.R. n. 1373//2011 “Atto di indirizzo recante l’individuazione della documentazione attinente alla riduzione del rischio sismico necessaria per il rilascio del permesso di costruire e per gli altri titoli edilizi, alla individuazione degli elaborati costitutivi e dei contenuti del progetto esecutivo riguardante le strutture e alla definizione delle modalità di controllo degli stessi, ai sensi dell’art. 12, comma 1 e dell’art. 4, comma 1 della L.R. n. 19 del 2008” - D.G.R. n. 687/2011 “Atto di indirizzo recante l’individuazione degli interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici” - D.G.R. n. 1879/2011 “Approvazione dell'atto di indirizzo in merito alla definizione degli interventi di sopraelevazione, ampliamento e delle strutture compenetranti, ai fini dell'applicazione del paragrafo 8.4.1 delle NTC2008 e della L.R. n. 19 del 2008” 8 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 DEGRADO DELLE STRUTTURE IN CA - Le manifestazioni di degrado hanno differenti cause. - Le cause possono essere di natura chimica, fisica, meccanica e biologica. - Il degrado è generalmente proporzionale alla porosità del cls (ad eccezione del degrado per aggressioni biologiche). - La porosità del cls è proporzionale all’acqua d’impasto -> più un conglomerato è poroso minore sarà la sua resistenza. Questo spiega perché un’opera realizzata con cls di scarse caratteristiche meccaniche ha anche, generalmente, scarsa durabilità. 9 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 DEGRADO DELLE STRUTTURE IN CA Le principali manifestazioni di degrado del cls sono essenzialmente di due tipi: - disgregazione profonda) (superficiale del conglomerato con o o senza ossidazione delle armature; - formazione di lesioni/fessure che interessano la zona degradata. 10 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 DEGRADO DELLE STRUTTURE IN CA Il processo responsabile del deterioramento, può coinvolgere: - la matrice cementizia (per esempio decalcificazione, attacco solfatico); - la componente lapidea (per esempio reazioni alcali-aggregato); - le armature. Questi aspetti sono strettamente legati tra loro e tendono ad esaltarsi a vicenda. 11 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 DEGRADO DELLE STRUTTURE IN CA Cause principali CARBONATAZIONE Reazione dell’idrossido di calcio (calce) con l’anidride carbonica presente nell’aria (Ca(OH)2 + CO2 -> CaCO3 + H2O), in ambienti moderatamente umidi, con formazione di carbonato di calcio e ciò riduce il pH del cls (da pH > 13 a pH < 11). Come conseguenza si ha il dissolvimento della pellicola passivante delle barre di armatura e la formazione di ruggine. La velocità del degrado è funzione della porosità e della permeabilità del calcestruzzo. La carbonatazione non avviene se: - i pori sono secchi (la CO2 si diffonde all’interno dei pori ma non da luogo a reazioni per assenza di acqua); - il cls è saturo di acqua (a causa della bassa velocità di diffusione dell’anidride carbonica nell’acqua). Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 12 Ferrara, 30 Maggio 2014 DEGRADO DELLE STRUTTURE IN CA Cause principali ATTACCO DEI CLORURI Reazione dei cloruri con i componenti della pasta cementizia e l’acciaio. L’acqua penetra nel calcestruzzo trasportando lo ione cloruro Cl- ; la pellicola passivante delle armature è stabile sino a quando il tenore di Clnon supera la soglia dello 0.2-0.3%. Oltre tale tenore la pellicola passivante si dissolve e si innesca il meccanismo di formazione della ruggine. Si hanno tre tipi diversi di attacco in funzione della provenienza dei sali: - Cloruri di mare; - Sali disgelanti: cloruro di sodio (NaCl); - Sali disgelanti: cloruro di calcio (CaCl2). Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 13 Ferrara, 30 Maggio 2014 DEGRADO DELLE STRUTTURE IN CA Cause principali ATTACCO SOLFATICO ESTERNO Reazione tra lo ione solfato SO4-- ed i componenti della matrice cementizia. Lo ione solfato, che si trova in alcuni terreni e nell’acqua di mare, viene trasportato dall’acqua nel calcestruzzo. Lo ione solfato reagisce con l’idrossido di calcio (calce) e l’acqua formando gesso: A sua volta il gesso reagisce con altri composti formando l’ettringite: Quest’ultima reazione avviene con un notevole aumento di volume ( 400%), dando quindi origine a rigonfiamenti, macrofessurazioni ed espulsione del copriferro. Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 14 Ferrara, 30 Maggio 2014 DEGRADO DELLE STRUTTURE IN CA Cause principali CICLI DI GELO E DISGELO Alle basse temperature l’acqua contenuta nel calcestruzzo si trasforma in ghiaccio. La trasformazione avviene con un aumento di volume di circa il 9%. Se il rapporto volume di acqua/volume dei vuoti è superiore al 91% il ghiaccio solleciterà il calcestruzzo fino a farlo fessurare. Gli effetti diventano devastanti per successivi cicli di gelo e disgelo. 15 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RIPRISTINO DEI SUPPORTI (EVENTUALE PREPARAZIONE DEI RINFORZI) PREPARAZIONE DEL SUPPORTO Fasi lavorative: 1. Preparazione del supporto, mediante demolizione meccanica (non battente) o manuale, dell’intonaco e del cls ammalorato fino ad ottenere una superficie meccanicamente resistente ed adeguatamente irruvidita. Tale intervento è da estendere all’intera superficie da ripristinare. 16 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RIPRISTINO DEI SUPPORTI (EVENTUALE PREPARAZIONE DEI RINFORZI) TRATTAMENTO DELLE ARMATURE Fasi lavorative: 2. Pulizia accurata del calcestruzzo e dei ferri di armatura da polvere, ruggine, vernici e pitture precedentemente applicate. Trattamento delle armature originarie degli elementi strutturali in CA, per inibizione della corrosione, con malta cementizia anticorrosiva. 17 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RIPRISTINO DEI SUPPORTI (EVENTUALE PREPARAZIONE DEI RINFORZI) RIPARAZIONE DELLE LESIONI Fasi lavorative: 3. Riparazione di fessure strutturali in elementi in calcestruzzo armato con utilizzo di resine epossidiche di adeguata viscosità e fluidità. La riparazione delle fessure in elementi in CA deve essere effettuata in modo da ripristinare la continuità strutturale di ogni elemento. Le resine possono essere spatolate, colate o iniettate a pressione. 18 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RIPRISTINO DEI SUPPORTI (EVENTUALE PREPARAZIONE DEI RINFORZI) RIPRISTINO DEL COPRIFERRO Fasi lavorative: 4. Ricostruzione volumetrica per il ripristino del copriferro del calcestruzzo armato mediante applicazione di malte tixotropiche fibrorinforzate o malte a basso modulo elastico composte da cemento, aggregati selezionati, fibre sintetiche e resine polimeriche. 19 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RIPRISTINO DEI SUPPORTI (EVENTUALE PREPARAZIONE DEI RINFORZI) RIPRISTINO DEL COPRIFERRO Fasi lavorative: 4. L’applicazione dovrà avvenire a cazzuola, spatola o a spruzzo, nello spessore massimo di 30-35 mm per strato. Spessori superiori dovranno essere eseguiti in più strati fresco su fresco. 20 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA - rinforzo con incamiciatura in CA; - rinforzo in acciaio (beton plaquè); - rinforzo in acciaio (sistema CAM); - rinforzo con calcestruzzi/malte fibrorinforzati (FRC/HPFRC); - rinforzo con materiale compositi fibrorinforzati (FRP); 21 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA Ai pilastri possono essere applicate camicie in c.a. per conseguire tutti o alcuni dei seguenti obiettivi: • aumento della capacità portante verticale; • aumento della resistenza a flessione e/o a taglio; • aumento della capacità deformativa; • miglioramento dell’efficienza delle giunzioni per sovrapposizione. ? 22 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA - Lo spessore delle camicie deve essere tale da consentire il posizionamento di armature longitudinali e trasversali con un copriferro adeguato. - L’incamiciatura può riguardare tutta la sezione o solo una parte - Nel caso che la camicia non avvolga completamente l’elemento, è necessario mettere a nudo le armature nelle facce non incamiciate, e collegare a queste ultime le armature delle facce incamiciate. 1. pilastro esistente; 2. incamiciatura; 3. armatura esistente; 4. armatura longitudinale aggiunta; 5. staffe aggiunte; 6. saldature; 7. ferri piegati; Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 23 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA Un’ulteriore tecnica per il collegamento tra vecchio e nuovo elemento: 24 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA Se le camicie servono ad aumentare la resistenza flessionale, le barre longitudinali devono attraversare il solaio in apposite forature continue e essere ancorate con adeguata staffatura alle estremità del pilastro inferiore e superiore... 1. soletta; 2. trave; 3. colonna esistente; 4. incamiciatura; 5. armatura longitudinale aggiunta; 6. staffe aggiunte. 25 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA Se le camicie servono ad aumentare la resistenza flessionale, in fondazione si potrà procedere secondo uno dei seguenti modi: - aumentare la larghezza della fondazione per posizionare gli ancoraggi delle barre; - realizzare fori verticali nella fondazione per l’inghisaggio delle barre. 26 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA Se le camicie servono solo per aumentare la resistenza a taglio e la deformabilità, o anche a migliorare l’efficienza delle giunzioni, esse devono fermarsi a poco prima (circa 10 mm) del solaio. 1. soletta; 2. trave; 3. colonna esistente; 4. incamiciatura; 5. armatura longitudinale aggiunta; 6. staffe aggiunte. 27 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA IPOTESI DI CALCOLO Ai fini della valutazione della resistenza e della deformabilità di elementi incamiciati sono accettabili le seguenti ipotesi semplificative: - l’elemento incamiciato si comporta monoliticamente, con piena aderenza tra il calcestruzzo vecchio e il nuovo; - si trascura il fatto che il carico assiale è applicato alla sola porzione preesistente dell’elemento, e si considera che esso agisca sull’intera sezione incamiciata; - le proprietà meccaniche del calcestruzzo della camicia si considerano estese all’intera sezione...se le differenze fra i due materiali non sono eccessive. 28 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN CA VERIFICHE I valori della capacità da adottare nelle verifiche sono quelli calcolati con riferimento alla sezione incamiciata nelle ipotesi semplificative su indicate, ridotte secondo le espressioni seguenti: - resistenza a taglio: V’R = 0.9VR - resistenza a flessione: M’y = 0.9My - deformabilità allo snervamento: ’y = 0.9y - deformabilità ultima: ’u = 0.9u 29 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA INCAMICIATURA IN ACCIAIO Le incamiciature in acciaio possono essere applicate ai pilastri per conseguire tutti o alcuni dei seguenti obiettivi: • aumento della resistenza a taglio; • aumento della capacità deformativa; • miglioramento dell’efficienza delle giunzioni per sovrapposizione; • aumento della capacità portante verticale (per effetto del confinamento del cls); 30 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA METODO BETON PLAQUÈ - Rinforzo di travi Il rinforzo delle travi è realizzato mediante l’impiego di lastre di acciaio, di opportuno spessore (tipicamente 4-8 mm), fissate al supporto in CA con ancoraggi meccanici e/o resine epossidiche. 31 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA METODO BETON PLAQUÈ - Rinforzo di travi Il rinforzo delle travi può essere realizzato anche mediante l’impiego di profili e calastrelli in acciaio di opportuno spessore, fissate al supporto in CA con ancoraggi meccanici e/o resine epossidiche. 32 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA METODO BETON PLAQUÈ – Rinforzo di pilastri Le camicie in acciaio applicate a pilastri rettangolari sono generalmente costituite da quattro profili angolari sui quali vengono saldate piastre in acciaio (calastrelli) di dimensioni ed interasse adeguati. Le bande possono essere preriscaldate prima della saldatura in modo da fornire successivamente una pressione di confinamento. 33 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA SISTEMA CAM (Cerchiatura Attiva Manufatti) Il sistema CAM è basato sull’uso di nastri pretesi in acciaio ad alta resistenza che confinano in maniera “attiva” le membrature in calcestruzzo contrastando su profili metallici pressopiegati ad L e/o piastre imbutite. I nastri vengono posti in opera intorno agli angolari utilizzando una apposita macchina in grado di fornire una pretrazione misurabile ai nastri in modo da produrre un lieve stato di precompressione. 34 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA SISTEMA CAM – Rinforzo a flessione di travi 35 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA SISTEMA CAM – Rinforzo a taglio di travi Avvolgimento completo Avvolgimento parziale Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 36 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA Rinforzo in FRC/HPFRC acciaio polipropilene vetro 37 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA Rinforzo in FRC/HPFRC L’aggiunto delle fibre non modifica sostanzialmente il comportamento a compressione del cls ma gli fornisce una significativa resistenza residua a trazione (ossia dopo la fessurazione). Comportamento post fessurativo degradante Comportamento post fessurativo incrudente 38 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA Rinforzo a flessione e taglio in FRC/HPFRC 39 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA Rinforzo dei pilastri rinforzato con camicia esterna in FRC/HPFRC 40 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA Rinforzo dei pilastri rinforzato con camicia esterna in FRC/HPFRC RIFERIMENTI NORMATIVI - NTC 2008, §8.6: Gli interventi sulle strutture esistenti devono essere effettuati con i materiali previsti dalle presenti norme; possono altresì essere utilizzati materiali non tradizionali, purché nel rispetto di normative e documenti di comprovata validità, ovvero quelli elencati al cap. 12. - CNR-DT 204/2006: Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Strutture di Calcestruzzo Fibrorinforzato. 41 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 I MATERIALI COMPOSITI I materiali compositi fibrorinforzati sono generalmente costituiti da matrici polimeriche e da fibre lunghe continue di carbonio, vetro o arammide, comunemente denominati FRP, acronimo di Fiber Reinforced Polymers. 42 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 PRINCIPALI FORME COMMERCIALI I compositi per il rinforzo strutturale sono disponibili in diverse geometrie: dalle lamine pultruse, caratterizzate da una disposizione unidirezionale delle fibre ed utilizzate preferibilmente per placcare superfici regolari, ai tessuti (mono o pluri assiali), facilmente adattabili alla forma dell’elemento strutturale rinforzato - Lamine pultruse (fibre monoassiali) - Tessuti impregnati in situ (fibre mono o pluriassiali) - Preimpregnati (fibre mono o pluriassiali) 43 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA Rinforzo con materiali compositi fibrorinforzati (FRP) VANTAGGI DEGLI FRP (Fiber Reinforced Polymer) I materiali fibrorinforzati presentano numerosi vantaggi rispetto ai materiali tradizionali tra i quali: - elevata resistenza a trazione; - basso peso specifico; - eccellente resistenza alla corrosione; - rapidità di applicazione (spesso gli interventi non richiedono l’interdizione della struttura che può rimanere funzionante durante l’esecuzione dei lavori); - bassa invasività (spessori ridottissimi) e reversibilità degli interventi; 44 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 PROPRIETÀ MECCANICHE DELLE FIBRE E DELLE MATRICI Le proprietà meccaniche delle matrici sono però decisamente inferiori a quelle delle fibre!!! Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 45 Ferrara, 30 Maggio 2014 Comportamento a trazione monoassiale delle fibre più comuni Legame costitutivo fibre: - elastico-lineare fino a rottura; - privo di duttilità; Fibre di carbonio -> ridotta capacità deformativa -> Quanto incide nel progetto/verifica degli elementi in CA rinforzati? 46 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 MATRICI Le matrici polimeriche possono essere distinte in: • resine termoindurenti (le più utilizzate); • resine termoplastiche. Le resine termoindurenti più comuni sono le seguenti: - le resine epossidiche; - le resine poliesteri; - le resine vinilesteri; - le resine fenoliche. 47 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 MATRICI Tra le resine termoindurenti quelle epossidiche sono le più utilizzate, grazie alle seguenti caratteristiche: - buone proprietà meccaniche; - ottima resistenza alla corrosione; - semplicità del processo di trattamento, che può avvenire ad una qualsiasi temperatura compresa tra i 5° C e 150° C. 48 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 LEGAMI COSTITUTIVI DI FIBRA, MATRICE... E COMPOSITO fmax,FRP FRP max,FRP 49 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 Confronto tra le proprietà fisico-meccaniche dei compositi fibrorinforzati (C-FRP, A-FRP e G-FRP) e dei materiali “tradizionali” (acciaio, alluminio) C-FRP A-FRP G-FRP 50 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 Rapporti rigidezze/peso e resistenze/peso C-FRP A-FRP G-FRP (EL/)FRP >> (EL/)acciaio 51 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZI PER CARICHI VERTICALI DI STRUTTURE IN CA Rinforzo con materiali compositi fibrorinforzati (FRP) - CONCETTI BASILARI DEL PROGETTO DI RINFORZO - CENNI DI PROGETTO E VERIFICA DI SEZIONI IN CA RINFORZATE (Rinforzo a flessione, rinforzo a taglio, confinamento dei pilastri) - SEMPLICI ESEMPI DI CALCOLO - FASI LAVORATIVE DI APPLICAZIONE DEGLI FRP - CASI REALI DI RINFORZO DI STRUTTURE CON FRP 52 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 Circ. n. 617/2009 - Nel caso in cui nell’intervento si faccia uso di materiali compositi (FRP), ai fini delle verifiche di sicurezza degli elementi rinforzati si possono adottare le Istruzioni CNR-DT 200/2004 e ss.mm.ii. (§C8.7.1.8). REVISIONE - BOZZA Istruzioni CNR-DT 200 R1/2013 53 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONCETTI BASILARI DEL PROGETTO DI RINFORZO - Il sistema di rinforzo deve essere posizionato nelle zone in cui è necessario resistere a sforzi di trazione; - Al composito non devono, in generale, essere affidati sforzi di compressione; - Le proprietà meccaniche di resistenza (e di deformazione) dei materiali o dei prodotti usati nel rinforzo sono quantificate dai corrispondenti valori caratteristici; - I soli parametri di rigidezza (moduli elastici) dei materiali o dei prodotti usati nel rinforzo e sono valutati attraverso i corrispondenti valori medi; 54 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONCETTI BASILARI DEL PROGETTO DI RINFORZO Di regola, per l’elemento rinforzato, non può essere considerato un incremento della capacità di calcolo, dovuto al solo FRP, superiore al 60% di quella dell’elemento non rinforzato. (Tale limitazione non si applica per azioni eccezionali e sismiche) Ridotto al 50% nella CNR-DT 200 R1/2013 55 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONCETTI BASILARI DEL PROGETTO DI RINFORZO: RINFORZO A FLESSIONE 56 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONCETTI BASILARI DEL PROGETTO DI RINFORZO: RINFORZO A FLESSIONE Il collasso di una sezione inflessa in c.a. placcata con nastri/lamine in FRP può avvenire: ROTTURA DUTTILE ROTTURA FRAGILE (a) rottura della lamina/nastro (b) compressione del cls (con acciaio snervato) (c) crisi per taglio (d), (e), (f) crisi per delaminazione (collasso prematuro!) 57 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONCETTI BASILARI DEL PROGETTO DI RINFORZO: RINFORZO A FLESSIONE Nello spirito del criterio di gerarchia delle resistenze, il collasso non deve mai avvenire per delaminazione (perdita di aderenza tra calcestruzzo e composito) in quanto è un meccanismo di tipo fragile. 58 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RESISTENZA NEI CONFRONTI DELLA DELAMINAZIONE - Modalità 1: Delaminazione di estremità (Quando la lunghezza di ancoraggio non è sufficiente a trasferire la forza richiesta); - Modalità 2: Delaminazione intermedia (causata da fessure per flessione nella trave); - Modalità 3: Delaminazione causata da fessure diagonali da taglio (carenza di armature trasversali); - Modalità 4: Delaminazione causata da irregolarità e rugosità della superficie di cls; 59 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RESISTENZA NEI CONFRONTI DELLA DELAMINAZIONE DELAMINAZIONE DI ESTREMITÀ (MODALITÀ 1) f f fdd le Eftf 2 f ctm (lunghezze in mm) lb / le La lunghezza le viene definita lunghezza ottimale di ancoraggio e corrisponde alla lunghezza minima di quest’ultimo che assicura la trasmissione del massimo sforzo di aderenza. - fctm è la resistenza media a trazione del cls costituente il supporto; - Ef e tf sono il modulo di elasticità e lo spessore del composito fibrorinforzato; 60 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RESISTENZA NEI CONFRONTI DELLA DELAMINAZIONE DI ESTREMITÀ (MODALITÀ 1) Per lunghezze di ancoraggio maggiori o uguali a quella ottimale, la tensione di progetto del rinforzo, ffdd, ovvero il valore della massima tensione alla quale il rinforzo può lavorare nella sezione terminale di ancoraggio, vale: f fdd 0.68 2 E f 0,03k b f ck f ctm (Forze in N e lunghezze in mm) tf (Sistemi di rinforzo certificati in accordo al Cap. 2 delle Istruzioni CNR-DT 200/2004) Fattore geometrico: k b (fattore di ricoprimento) 2 1 bf b 1 bf (lunghezze in mm) 400 61 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RESISTENZA NEI CONFRONTI DELLA DELAMINAZIONE INTERMEDIA (MODALITÀ 2) Devo verificare che la tensione massima nel rinforzo non superi il valore di ffdd,2 f fdd , 2 3 f fdd Il corrispondente valore della deformazione di progetto del rinforzo, εfdd, vale: fdd f fdd , 2 Ef 62 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONCETTI BASILARI DEL PROGETTO DI RINFORZO: RINFORZO A FLESSIONE L’intervento di rinforzo risulta efficace per sezioni a debole armatura ossia, allo SLU, si dovrà avere: - acciaio teso snervato (deformazione dell’acciaio εs maggiore o uguale del valore di progetto della deformazione di snervamento, εyd). Le ulteriori ipotesi fondamentali su cui si basa l’analisi allo SLU delle sezioni di CA rinforzate con FRP sono: - legame costitutivo del composito fibrorinforzato elastico lineare fino a rottura; - conservazione della planarità delle sezioni rette fino a rottura, in modo che il diagramma delle deformazioni normali sia lineare; - perfetta aderenza tra i materiali componenti (acciaio-cls, FRP-cls); - resistenza a trazione nulla del calcestruzzo. Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 63 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE Pertanto, si ipotizza che la rottura per flessione si manifesti quando si verifica una delle seguenti condizioni: • CAMPO 1: raggiungimento della massima deformazione nel rinforzo di FRP, εfd, • CAMPO 2: raggiungimento della massima deformazione nel cls compresso, εcu; 64 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE - Nell’ipotesi che il rinforzo di FRP sia applicato su un elemento soggetto ad una sollecitazione preesistente, cui corrisponda un momento applicato Mo, si deve procedere alla valutazione dello stato deformativo iniziale; tuttavia, se Mo è minore del momento di fessurazione, lo stato deformativo iniziale può essere, di norma, trascurato. - Le deformazioni significative dello stato di sollecitazione preesistente sono quella al lembo compresso, εc0, e quella al lembo teso, ε0, dove viene applicato il rinforzo di FRP. Esse possono essere semplicemente ricavate in base alla linearità del diagramma delle deformazioni sulla sezione retta. 65 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE CAMPO 1: raggiungimento delle deformazione ultima delle fibre fd; f fd (FRP) x c fd 0 cu hx x d2 s 2 fd 0 hx dx s1 fd 0 hx (Cls al lembo compresso) (Acciaio compresso) (Acciaio teso) NOTE - In generale, è superfluo verificare l’entità della deformazione nell’acciaio teso in quanto i valori usuali della deformazione limite delle fibre εfd sono tali da escludere il raggiungimento della deformazione limite dell’acciaio. 66 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE CAMPO 2: raggiungimento delle deformazione ultima del cls, cu; c cu cu h x 0 fd f x x d2 s 2 cu x dx s1 cu yd x (Cls al lembo compresso) (FRP) (Acciaio compresso) (Acciaio teso) 67 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE Per determinare ill momento ultimo della sezione rinforzata sono sufficienti 2 semplici equazioni: 1. l’equazione di equilibrio alla traslazione nella direzione dell’asse della trave; 0 bxf cd As 2 s 2 As1 f yd A f f 2. l’equazione di equilibrio alla rotazione intorno ad una asse parallelo all’asse neutro (ad esempio, passante per il baricentro delle armature tese). M Rd bxfcd d x As 2 s 2 d d 2 A f f d1 - e sono funzione del legame costitutivo del cls; 68 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE Nc x’= x Asse neutro = Nc/(bxfcd) = x’/x In CAMPO 2 (c = cu e f < fd) si ha: In CAMPO 1 (f = fd e c < cu) si ha: - 0.8; - < 0.8; - 0.4; - < 0.4; 69 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE s1 f yd x d2 E E se s 2 yd CAMPO 1 s2 s s2 s fd 0 hx ( < cu e f = fd) f E f f E f fd f yd s1 CAMPO 2 x d2 E E s2 s s2 s cu se s 2 yd x ( = cu e f < fd) cu E E h x 0 f f f f x N.B. - Se l’acciaio compresso è in fase elastica, la sua tensione di lavoro è ottenibile moltiplicando la deformazione per il modulo di elasticità normale, altrimenti è pari a fyd; - Poiché il rinforzo di FRP ha un comportamento elastico-lineare fino a rottura, la sua tensione è sempre pari alla sua deformazione per il modulo di elasticità; - Nelle zone 1 e 2 l’entità della deformazione esibita dalle barre d’acciaio tese è sempre superiore a εyd e pertanto s1 = fyd; 70 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Solai in latero-cemento 16+4cm (interasse travetti = 50 cm) Carichi permanenti: 1.9 kN/m (carico distribuito sul singolo travetto) Carichi accidentali: 0.25 kN/m (sottotetto non accessibile - cat. H1: Qk = 0.50 kN/m2) Nota: 1 kNm = 100 kgm; 1 kN/m = 100 kg/m; 1 kN/m2 = 100 kg/m2; Ferri di estradosso dei travetti interrotti e con scarsa sovrapposizione SLU: 1.4Gk + 1.5Qk = 2.70 + 0.37 = 3.07 kN/m MSd,mezz = ql2/8 = 3.0752/8 = 9.60 kNm 71 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Il cambio di destinazione d’uso di un solaio di sottotetto può essere inquadrato come INTERVENTO LOCALE? Se si, quali condizioni devono essere rispettate? §8.4.1 NTC08 È fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora necessario, all’adeguamento della costruzione, a chiunque intenda: ... c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi globali in fondazione superiori al 10%; ... 72 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Il cambio di destinazione d’uso di un solaio di sottotetto può essere inquadrato come INTERVENTO LOCALE? Se si, quali condizioni devono essere rispettate? Orientamenti interpretativi in merito a interventi locali o di riparazione in edifici esistenti COMITATO TECNICO SCIENTIFICO in materia di rischio sismico Regione Toscana 2.2 Cambio di destinazione d’uso Il cambio di destinazione d’uso da sottotetto da “non abitabile” a “abitabile” se accompagnato da rifacimento completo del solaio di calpestio e/o copertura (raggiungimento di un’altezza utile di interpiano compatibile con l’abitabilità), comporta la classificazione dell’intervento almeno come miglioramento, fatto salvo quanto riportato al p.to 8.4.1 (intervento di adeguamento). Nel caso di rifacimento parziale del solaio di calpestio e/o copertura la valutazione sarà effettuata caso per caso. 73 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Calcestruzzo C16/20 Rck = 20 MPa fcd = 9.1 MPa Acciaio FeB44k fyk = 430 MPa Es = 210 GPa fyd = 373.9 MPa yd = 0.00182 Armatura As2 = 110 = 79 mm2 As1 = 210 = 157 mm2 Eq. di equilibrio alla traslazione: Eq. alla rotazione attorno all’asse passante per l’armatura tesa: Nota: 1 MPa = 10 kg/cm2; 1 GPa = 10000 kg/cm2; 0 bxf cd s 2 As 2 s1 As1 -> x = 24.6 mm Mu bxfcd d x s 2 As 2 d c -> Mu = 9.8kNm 74 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI x = 21.71 mm MRd = 9.9 kNm > MSd = 9.6 kNm -> OK Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 75 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Carichi accidentali: 1.00 kN/m (ambienti ad uso residenziale cat. A: Qk = 2.00 kN/m2) Carichi permanenti: 2.2 kN/m (carico distribuito sul singolo travetto) SLU: 1.4Gk + 1.5Qk = 3.1 + 1.5 = 4.6 kN/m MSd = ql2/8 = 4.652/8 =14.4 kNm > MRd !!! 76 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI CARBOPLATE E 170 Geometria lamina: spessore = 1.4 mm larghezza = 50 mm Caratteristiche meccaniche: ftk = 3100 MPa Ef = 170 GPa fk = 2.0 % Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 77 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Calcolo di kb, ffdd e fdd b = 100 mm bf = 50 mm bf / b = 0.5 Ef = 170 GPa tf = 1.4 mm ffdd,2 = 3ffdd = 450 MPa Ef = 170 GPa 2 kb bf b 1.15 1 OK bf 1 400 f fdd 0.68 fdd f fdd , 2 Ef 2 E f 0,03k b f ck f ctm tf 150MPa 0.0026 (0.26%) 78 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Calcolo di Mu Attraverso le equazioni di equilibrio alla traslazione ed alla rotazione, si ottiene: - Campo di rottura 1 (rottura per raggiungimento della deformazione ultima del rinforzo) - x = 29.7 mm - s1 = 373.9 MPa - f = 450 MPa Mu = 14.9 kNm > MSd = 14.4 kNm 79 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI CONFRONTO: Sezione non rinforzata: Mu = 9.9 kNm Sezione rinforzata: Mu = 14.9 kNm L’utilizzo del rinforzo ha portato ad un incremento in termini di resistenza a flessione pari al 50.5% della capacità originaria !!! 80 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Calcestruzzo C16/20 Rck = 20 MPa fcd = 9.1 MPa Acciaio FeB44k fyk = 430 MPa Es = 210 GPa fyd = 373.9 MPa yd = 0.00182 Armatura As2 = 216 = 402 mm2 As1 = 416 = 804 mm2 Eq. di equilibrio alla traslazione: 0 bxf cd s 2 As 2 s1 As1 Eq. alla rotazione attorno all’asse Mu passante per l’armatura tesa: -> x = 89.4 mm bxfcd d x s 2 As 2 d c -> Mu = 132kNm 81 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI MRd = 132.5 kN Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 82 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI MSd = 123 kNm (carico variabile per sola manutenzione) MRd = 132.5 kNm > MSd = 123 kNm -> OK MSd = 185 kNm (carico variabile per civile abitazione) MRd = 132.5 kNm < MSd = 185 kNm !!! NECESSARIO RINFORZO! 83 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI MAPEWRAP C UNI-AX HM Geometria lamina: spessore equiv.= 0.329 mm larghezza = 300 mm Caratteristiche meccaniche: ftk = 4410 MPa Ef = 390 GPa fk = 1.1 % Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 84 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Calcolo di kb, ffdd e fdd b = 300 mm bf = 300 mm bf / b = 1.0 Ef = 390 GPa tf = 20.329=0.628 mm ffdd,2 = 3ffdd = 915 MPa Ef = 390 GPa 2 kb 1 bf b 0.76 1 1 bf 400 f fdd 0.68 fdd 2 E f 0,03k b f fdd ,2 Ef f ck f ctm tf 305MPa 0.0023 (0.23%) 85 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI Calcolo di Mu Attraverso le equazioni di equilibrio alla traslazione ed alla rotazione, si ottiene: - Campo di rottura 1 (rottura per raggiungimento della deformazione ultima del rinforzo) - x = 181 mm - s1 = 373.9 MPa - f = 915 MPa Mu = 197.8 kNm > MSd = 185 kNm 86 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A FLESSIONE: ESEMPI NUMERICI CONFRONTO: Sezione non rinforzata: Mu = 132 kNm Sezione rinforzata: Mu = 197.8 kNm L’utilizzo del rinforzo ha apportato un incremento in termini di capacità di resistenza a flessione pari al 49.8% della capacità originaria !!! 87 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO Rinforzo a taglio discontinuo Rinforzo a taglio continuo Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 88 Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO Configurazioni per il rinforzo a taglio: 89 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO Configurazioni per il rinforzo a taglio: CNR-DT 200 R1/2013 90 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO In generale, il taglio di progetto di una sezione in cemento armata rinforzata in FRP può essere scritto nel seguente modo: VRd min VRd ,ct VRd , s VRd , f , VRd ,max - VRd,ct e VRd,s sono, rispettivamente, i contributi del calcestruzzo e dell’armatura trasversale di acciaio; - VRd,f è il contributo del rinforzo di FRP; - VRd,max è la resistenza della biella compressa di calcestruzzo; 91 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO Il contributo a taglio del rinforzo, VRd,f, è valutabile attraverso espressioni che dipendono dalla configurazione del rinforzo. Nel caso di: 1. Sezione rettangolare; 2. Disposizione ad U o in avvolgimento con nastri verticali; il contributo a taglio del rinforzo può essere espresso mediante le seguenti espressioni: - Rinforzo continuo: VRd , f 1.5df fed t f - Rinforzo discontinuo: VRd , f 1.5df fed t f wf pf - ffed è la resistenza efficace di calcolo del rinforzo (a taglio); 92 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO 93 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO Resistenza efficace del rinforzo, ffed Sezione rettangolare e disposizione Sezione rettangolare e disposizione ad U con nastri verticali in avvolgimento con nastri verticali f fed 1 le f fdd 1 3 min 0 . 9 d , h w 1 le f fed f fdd 1 6 min 0 . 9 d , h w (espressione approssimata) - ffdd è la resistenza per delaminazione di estremità; - le è la lunghezza efficace (o ottimale) di ancoraggio; - hw è l’altezza dell’anima della sezione; 94 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO Limitazioni e dettagli costruttivi - Nel caso di disposizione ad U ed in avvolgimento, gli spigoli della sezione dell’elemento da rinforzare a contatto con il materiale composito devono essere arrotondati, in modo da evitare il tranciamento del rinforzo. Il raggio di curvatura, rc, dell’arrotondamento deve essere non minore di 20 mm. - Nel caso di rinforzi discontinui costituiti da strisce di materiale composito, la larghezza, wf, ed il passo, pf, delle strisce, misurati (in mm) ortogonalmente alla direzione delle fibre, devono rispettare le seguenti limitazioni: 50 mm ≤ wf ≤ 250 mm e wf ≤ pf ≤ min{0.5·d, 3·wf, wf + 200 mm}. Disposizione ad U ed in avvolgimento: - rc 20 mm; Rinforzi discontinui: - 50 mm ≤ wf ≤ 250 mm; - wf ≤ pf ≤ min{0.5d, 3wf, wf + 200 mm}. 95 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO Limitazioni e dettagli costruttivi Rinforzi discontinui: - 50 mm ≤ wf ≤ 250 mm; - wf ≤ pf ≤ min{0.5d, 3wf, wf + 200 mm}. Esempio: Trave a spessore 80x20cm Si decide di adottare un rinforzo discontinuo con strisce larghe 10 cm, per cui: wf = 100 mm; pf ≤ min{0.5d, 3wf, wf+200 mm} → pf ≤ min{85 mm, 300 mm, 300 mm} = 85 mm ATTENZIONE! pf = 85 mm < wf = 100 mm, per cui devo cambiare tipologia di rinforzo, passando, ad esempio, ad un rinforzo di tipo continuo. 96 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO: ESEMPIO NUMERICO Calcestruzzo C16/20 Rck = 20 MPa fcd = 9.1 MPa Armatura fctd=fctk/c=(0.7fctm)/c1.4MPa As2 = 216 = 402 mm2 Acciaio FeB44k As1 = 416 = 804 mm2 fyk = 430 MPa Staffe 6 passo 20 cm Es = 210 GPa fyd = 373.9 MPa yd = 0.00182 VRd min VRd ,ct VRd , s , VRd ,max VRd ,ct 0.6 f ctd db 78kN VRd , s Asw f ywd 0.9d 45kN s VRd VRd ,ct VRd ,s 123kN VRd , max 0.3 f cd bd 385kN 97 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO: ESEMPIO NUMERICO MAPEWRAP C UNI-AX HM Geometria lamina: spessore equiv.= 0.329 mm larghezza = 300 mm Caratteristiche meccaniche: ftk = 4410 MPa Ef = 390 GPa f = 1.1 % 98 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO: ESEMPIO NUMERICO Decidiamo di voler eseguire un rinforzo ad U continuo: VRd , f 1.5df fed t f f fed le 1 le f fdd 1 3 min 0 . 9 d , h w Ef tf 2 f ctm 146mm tf =0.329 mm; kb = 1 per rinforzi continui f fed con f ctm (Nel caso di sezione rettangolare e disposizione ad U con = 90°) 0.3 f ck f fdd 0.68 2/3 2 MPa 2 E f 0,03k b tf f ck f ctm 432MPa 1 le f fdd 1 382MPa 3 min0.9d , hw 99 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO: ESEMPIO NUMERICO VRd minVRd ,ct VRd , s VRd , f ,VRd ,max VRd , f 1.5df fed t f 88.6kN VRd ,ct VRd ,s VRd , f 123 88.6 211.6kN VRd min VRd ,ct VRd , s VRd , f ,VRd ,max 211.6kN 100 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 RINFORZO A TAGLIO: ESEMPIO NUMERICO CONFRONTO: Sezione non rinforzata: Tu = 123 kN Sezione rinforzata: Tu = 211.6 kNm L’utilizzo del rinforzo ha apportato un incremento in termini di capacità di resistenza a taglio pari al 72% della capacità originaria !!! ATTENZIONE!!! Per l’elemento rinforzato non può essere considerato un incremento della capacità di calcolo superiore al 60% di quella dell’elemento non rinforzato. 101 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Fasciatura esterna discontinua (cerchiatura) Fasciatura esterna continua (ricoprimento) 102 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Principi generali (elementi sollecitati da sforzo normale centrato o con piccola eccentricità) Un adeguato confinamento degli elementi in CA può determinare un miglioramento delle proprietà meccaniche del cls in condizioni ultime. In particolare, esso può consentire un: - incremento della resistenza ultima a compressione del cls; - incremento della deformazione ultima. 103 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Schematizzazione del del legame tensionedeformazione per calcestruzzo confinato con FRP (CNR-DT 200/2004) Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 104 Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Sforzo normale a compressione di progetto dell’elemento confinato (compressione centrata o piccola eccentricità) N Rcc ,d 1 Rd Ac f ccd As f yd Rd = 1.10; Ac è l’area della sezione trasversale dell’elemento; fccd è la resistenza di calcolo del calcestruzzo confinato; As è l’area dell’armatura metallica; fyd è la resistenza di calcolo dell’armatura; 105 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Resistenza di calcolo del calcestruzzo confinato, fccd keff f l f ccd 1 2.6 f cd f cd 2 3 fcd è la resistenza di calcolo del calcestruzzo non confinato; fl è la pressione di confinamento; keff è il coefficiente di efficienza, funzione della forma della sezione trasversale dell’elemento (rettangolare o circolare) e del tipo di rinforzo (continuo o discontinuo). keff ≤ 1; fl,eff = kefffl è la pressione efficace di confinamento; 106 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Pressione di confinamento 1 f l f E f fd ,rid 2 - f è la percentuale geometrica di rinforzo; - fd,rid è la deformazione di calcolo ridotta del composito; fd ,rid fk min a ;0.004 f fd,rid 0.4% !!! 107 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Coefficiente di efficienza, keff k eff k V k H k - kV è il coefficiente di efficienza verticale e dipende dalla modalità di applicazione del confinamento (continuo o discontinuo); - kH è il coefficiente di efficienza orizzontale e dipende dalla sezione dell’elemento (circolare o rettangolare); - k è un coefficiente legato all’eventuale inclinazione delle fibre; Nel caso di fasciatura continua: kV = 1 Nel caso di fasciatura discontinua: kV p' f 1 2 d min 2 1 - p’f dmin/2 → kV 0.56 con dmin minima dimensione trasversale dell’elemento. 108 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Coefficiente di efficienza, keff k eff k V k H k - kV è il coefficiente di efficienza verticale e dipende dalla modalità di applicazione del confinamento (continuo o discontinuo); - kH è il coefficiente di efficienza orizzontale e dipende dalla sezione dell’elemento (circolare o rettangolare); - k è un coefficiente legato all’eventuale inclinazione delle fibre; Nel caso di sezione circolare: kH = 1 Nel caso di sezione rettangolare: 2 kH 1 b' d ' 3A g effetto arco 2 - Ag è l’area della sezione trasversale; - b’ = b - 2rc ; - d’ = d - 2rc ; Gli interventi post sisma 109 Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Coefficiente di efficienza, keff k eff k V k H k - kV è il coefficiente di efficienza verticale e dipende dalla modalità di applicazione del confinamento (continuo o discontinuo); - kH è il coefficiente di efficienza orizzontale e dipende dalla sezione dell’elemento (circolare o rettangolare); - k è un coefficiente legato all’eventuale inclinazione delle fibre; Nel caso di fibre disposte ad elica, si tiene conto della riduzione della pressione di confinamento attraverso il coefficiente k. N.B. k non dipende dalla forma della sezione. k 1 1 tan 2 f - f è l’angolo di inclinazione delle fibre; Per f = 0 → k = 1; 110 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI Nel caso di sezione rettangolare: Le istruzioni CNR-DT 200/2004 prescrivono, inoltre, che: - in assenza di adeguate prove sperimentali, che ne comprovino al contrario l’efficacia, non va considerato l’effetto del confinamento su sezioni rettangolari per le quali b/d>2, ovvero max {b,d} > 900mm; - Prima dell’applicazione del sistema di FRP è opportuno procedere ad un arrotondamento degli spigoli della sezione (rc ≥ 20 mm), allo scopo di evitare pericolose concentrazioni di tensione localizzate in corrispondenza degli stessi, che potrebbero provocare una rottura prematura del sistema. Sezione rettangolare: - b/d < 2; - max {b, d} < 900 mm; - rc 20 mm. 111 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI: ESEMPI NUMERICI Es. 1 - Sezione circolare Es. 2 - Sezione quadrata Area = 908 cm2 As = 812 = 905 mm2 Area = 900 cm2 As = 812 = 905 mm2 Calcestruzzo C20/25 fcd = 11.33 MPa Acciaio FeB44k fyd = 373.9 MPa 112 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI: ESEMPI NUMERICI MAPEWRAP C UNI-AX HM Geometria lamina: spessore equiv.= 0.329 mm larghezza = 300 mm Caratteristiche meccaniche: ftk = 4410 MPa Ef = 390 GPa f = 1.1 % 113 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI: ESEMPI NUMERICI Sezione circolare (D = 34 cm) - Rinforzo continuo Percentuale geometrica di rinforzo Area rinforzo Dt f 4t f f 0.00387 2 D Area cls D 4 Deformazione di calcolo ridotta del rinforzo fk fd ,rid min a ;0.004 min0.0095;0.004 0.004 f a 0.95 e f = 1.1 per rinforzi certificati secondo le Istruzioni CNR-DT 200/2004 Pressione di confinamento 1 f l f E f fd ,rid 3.019MPa 2 Resistenza a compressione del cls confinato 2 3 keff fl f ccd fccd 23.5MPa 1 2.6 f cd fcd Gli interventi post sisma (kV = 1, kH = 1 e k= 1 → keff = 1) N.B. fcd = 11.33 MPa Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 114 Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI: ESEMPI NUMERICI Sezione circolare (D = 34 cm) - Rinforzo continuo Sforzo normale di progetto della sezione non confinata N Rc, d Ac f cd As f yd 1367kN Sforzo normale di progetto della sezione confinata N Rcc, d 1 Rd Ac f ccd As f yd 2278kN con Rd = 1.10 CONFRONTO: Sezione non confinata: NRc,d = 1367 kN Sezione confinata: NRcc,d = 2278 kNm L’utilizzo del rinforzo ha apportato un incremento in termini di capacità di resistenza a compressione pari al 66.6% della capacità originaria !!! Attenzione! si dovrà rispettare il limite superiore del 60% Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 115 Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI: ESEMPI NUMERICI Sezione quadrata (L = 30 cm) - Rinforzo continuo Percentuale geometrica di rinforzo f Area rinforzo 2t f b d 0.00439 Area cls bd Deformazione di calcolo ridotta del rinforzo fk fd ,rid min a ;0.004 min0.0095;0.004 0.004 f a 0.95 e f = 1.1 per rinforzi certificati secondo le Istruzioni CNR-DT 200/2004 Pressione di confinamento 1 f l f E f fd , rid 3.877 MPa 2 Resistenza a compressione del cls confinato keff f l f ccd 1 2.6 f cd f cd 2 3 f ccd 20.3MPa Gli interventi post sisma con k eff k H Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. b' 2 d ' 2 1 0.497 3A g 116 Ferrara, 30 Maggio 2014 CONFINAMENTO DI PILASTRI: ESEMPI NUMERICI Sezione quadrata (L = 30 cm) - Rinforzo continuo Sforzo normale di progetto della sezione non confinata N Rc ,d Ac f cd As f yd 1358kN Sforzo normale di progetto della sezione confinata N Rcc, d f ccd Ac As f yd 1999kN Rd con Rd = 1.10 CONFRONTO: Sezione non confinata: NRc,d = 1358 kN Sezione confinata: NRcc,d = 1999 kNm L’utilizzo del rinforzo ha apportato un incremento in termini di capacità di resistenza a compressione pari al 47.2% della capacità originaria. N.B. Tale valore risulta inferiore all’incremento ottenuto con la sezione circolare, nonostante una maggiore percentuale geometrica di armatura. 117 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 ESECUZIONE DI RINFORZI IN FRP PREPARAZIONE DEL SUPPORTO Fasi lavorative: 1. Procedere all'imprimitura (primerizzazione) del sottofondo, con la preparazione e la successiva applicazione, a rullo o a pennello, di primer epossidico bicomponente superfluido per il trattamento del supporto, avente funzione di appretto sulla superficie di calcestruzzo pulita ed asciutta. 118 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 ESECUZIONE DI RINFORZI IN FRP PREPARAZIONE DEL SUPPORTO Fasi lavorative: 2. Applicazione di primo strato di adesivo epossidico di media viscosità. L’applicazione dell’impregnante del tessuto deve essere eseguita a pennello o a rullo a pelo corto, per uno strato, in spessore uniforme, di circa 0,50 mm. 119 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 ESECUZIONE DI RINFORZI IN FRP DISPOSIZIONE DEL RINFORZO Fasi lavorative: 3. Posizionamento delle fasce di tessuto immediatamente dopo l’applicazione del primo strato di impregnante, avendo cura di stenderle senza formare grinze, con le mani protette da guanti di gomma impermeabili. 120 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 ESECUZIONE DI RINFORZI IN FRP DISPOSIZIONE DEL RINFORZO Fasi lavorative: 4. Favorire la penetrazione dell’adesivo e della resina attraverso le fibre (impregnazione) agendo con apposito rullino metallico, in modo da far penetrare l’adesivo nel tessuto. 121 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 ESECUZIONE DI RINFORZI IN FRP DISPOSIZIONE DEL RINFORZO Fasi lavorative: 5. Applicazione di secondo strato di adesivo epossidico di media viscosità 122 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 ESECUZIONE DI RINFORZI IN FRP DISPOSIZIONE DEL RINFORZO Fasi lavorative: 6. Ripassare più volte sul tessuto impregnato il rullino metallico per eliminare le eventuali bolle d’aria occluse durante le precedenti lavorazioni e per distendere le fibre della fascia di tessuto secondo la relativa orditura. 123 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 ESECUZIONE DI RINFORZI IN FRP PRE-FINITURA Fasi lavorative: 7. Per l’applicazione di successivi strati di finitura e/o protezione, provvedere a “spagliare” della sabbia fine sull’ultimo strato di resina applicato, al fine di assicurare il futuro idoneo aggrappo dei materiali per le successive lavorazioni a completamento. Lo spaglio sarà eseguito a mano o meccanicamente. 124 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 VIADOTTO “FLAMINIA” - Spoleto (PG) Descrizione - Ponte ad arco a via superiore di luce pari a circa 76 m; Cause del rinforzo (1994-95) - Avanzato di degrado dei pilastri; - pericolo di compromissione dell’efficienza statica degli elementi strutturali degradati; 125 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 VIADOTTO “FLAMINIA” - Spoleto (PG) Azioni preparatorie all’intervento di ripristino e rinforzo strutturale - rilievo pacometrico (localizzare le armature, stima dei diametri delle barre); - prove sclerometriche; - prove ultrasoniche; - prove di estrazione con espansione (pull out); - prove a schiacciamento eseguite in laboratorio su carote di cls prelevate in sito; - prova di carico ante intervento; Durata dell’intervento: 5 giorni (senza interrompere il traffico di mezzi) Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 126 Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PRIVATO - Bagnolo di Piano (RE) Descrizione - Palazzina residenziale di sette piani; Cause del rinforzo (1996) - Danneggiamenti dovuti al terremoto del 15/10/1996 (Magnitudo 4.8); Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 127 Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PRIVATO - Bagnolo di Piano (RE) Le indagini sperimentali effettuate per determinare le caratteristiche della struttura avevano consentito di evidenziare difetti nella realizzazione e nella disposizione della staffatura dei pilastri e una bassa qualità del conglomerato. L’obiettivo dell’intervento fu pertanto quello di recuperare la duttilità ai nodi superiori e inferiori dei pilastri per contenere l’effetto di plasticizzazione dei nodi stessi. Vista dei pilastri fasciati Vista del portico a fine lavori 128 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PRIVATO - Bagnolo di Piano (RE) Fasi lavorative 1. Demolizione del cls distaccato, passivazione dei ferri d’armatura e riprofilatura del cls mediante malte tixotropiche e resine epossidiche. 129 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PRIVATO - Bagnolo di Piano (RE) Fasi lavorative 2. Preparazione degli spigoli con angolari metallici e interposizione di fibra di vetro disposta in senso longitudinale e fibra di carbonio in senso trasversale. 130 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PRIVATO - Bagnolo di Piano (RE) Fasi lavorative 3. Fasciatura delle estremità dei pilastri e verniciatura protettiva Durata dell’intervento: 4 giorni Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 131 Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PLURIPIANO IACP - Aprilia (LT) Descrizione - Struttura portante in travi e pilastri in CA con tamponamenti esterni realizzati con cortina di mattoni e controfodera in laterizio, tramezze interne in laterizio; Cause dell’intervento (1996) - Schiacciamento delle pareti di tramezzatura e controfodera a diretto contatto con le travi di impalcato; 132 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PLURIPIANO IACP - Aprilia (LT) La verifica analitica del progetto e le indagini preliminari confermavano che la struttura aveva un comportamento conforme alle risultanze progettuali. Qual’era la causa dei danneggiamenti? La tamponatura era stata realizzata partendo dai piani inferiori, senza attendere che la struttura avesse assorbito tutti i carichi -> le tramezzature si trovavano quindi a dover sopportare parte delle deformazioni delle travi. Demolizione di parte delle tramezzature per liberare l’intradosso delle travi Gli interventi post sisma Pianta del paino tipo del fabbricato Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 133 Ferrara, 30 Maggio 2014 EDIFICIO PLURIPIANO IACP - Aprilia (LT) L’obiettivo dell’intervento fu pertanto quello di ridurre la deformabilità delle travi e ridurre altresì lo stato tensionale delle armature per recuperare un maggior grado di sicurezza. Sono stati pertanto impiegati nastri di carbonio ad altissimo modulo elastico. Trave tipo Durata dell’intervento: 25 giorni (senza sgomberare gli appartamenti) Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. 134 Ferrara, 30 Maggio 2014 ELENCO REGIONALE DEI PREZZI DELLE OPERE PUBBLICHE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA ART. 8 LEGGE REGIONALE N. 11/2010 ART. 133 DECRETO LEGISLATIVO 163/2006 EDIZIONE LUGLIO 2012 135 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 136 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 137 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 138 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 139 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 140 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI - NTC di cui al DM 14/01/2008; - Circolare n. 617/2009; - CNR-DT200:2004 – Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Interventi di Consolidamento Statico mediante l’utilizzo di Compositi Fibrorinforzati; (esiste una versione aggiornata del 2012) - Linee Guida per riparazione, rafforzamento di elementi tamponature e partizioni, Dipartimento di Protezione Civile; - Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; - Elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche della regione EmiliaRomagna art. 8 legge regionale n. 11/2010, art. 133 decreto legislativo 163/2006, edizione luglio 2012; - Il degrado del cemento armato. Dinamiche, recupero e prevenzione, Emilio Traettino; - Compositi FRP. Linee guida per il rinforzo di strutture in calcestruzzo e calcestruzzo armato precompresso. NCT global media editore (collana: tecnologie innovative). strutturali, 141 Gli interventi post sisma Relatore: Ing. Adriano Dicuonzo, Ph.D. Ferrara, 30 Maggio 2014 GLI INTERVENTI POST SISMA GRAZIE PER L’ATTENZIONE Relatore: Ing. Adriano DICUONZO, Ph.D. Funzionario del Servizio Tecnico Bacino Reno Struttura Competente in Materia Sismica Regione Emilia-Romagna (Ferrara, 30 Maggio 2014) 142
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