Relazione sull’anno accademico 2013-2014 Il compito di questo mio intervento è quello di presentare le coordinate essenziali dell’attività della nostra università durante l’anno accademico 2013-2014. E nel farlo vorrei anzitutto ringraziare l’intera comunità accademica della Pontificia Università Antonianum, in tutte le sue componenti, per la serietà dell’impegno, per lo spirito di collaborazione, per l’entusiasmo e la creatività che hanno caratterizzato lo scorso anno, un anno in cui nell’andamento normale della vita universitaria si è inserito un evento significativo, la visita della commissione nominata dall’Agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità, l’Avepro. Il significato di questa visita credo sia noto a tutti e pertanto lo richiamo in maniera essenziale. Essa ha richiesto l’incontro con tutte le realtà della nostra istituzione e, in particolare, ha comportato la verifica del nostro rapporto di autovalutazione, il cosiddetto RAV, elaborato dall’università a partire dal 2010 per individuare, alla luce della nostra mission, cioè della nostra stessa ragion d’essere, e della nostra vision, dell’identità in cui ci riconosciamo, una strategia di gestione capace di valorizzare le nostre risorse e i nostri elementi di forza e di affrontare al contempo le nostre fragilità con lungimiranza e responsabilità. La visita dell’Avepro si è realizzata il 7 e l’8 maggio, in coincidenza con le attività per il rinnovo delle autorità accademiche, così che lo stesso 8 maggio si è avuta anche la lettura della relazione conclusiva della visita da parte del visitatore P. Claude Culot. Ho richiamato questi momenti significativi dello scorso anno perché considero queste due letture della nostra realtà, cioè la relazione dell’Avepro e quella del visitatore dell’Ordine, come due contributi importanti e imprescindibili per la futura programmazione accademica. L’immagine dell’Antonianum che ne emerge è infatti quella di una realtà viva, vivace e con molte possibilità; vorrei sottolinearlo fortemente, non per cedere alla tentazione, inopportuna quanto inutile, di fare una autocelebrazione della nostra università, quanto piuttosto per allontanare un’altra tentazione, che a volte serpeggia nei nostri ambienti, quella cioè di una certa rassegnazione e rinuncia alla competitività, che può insorgere davanti ad alcune oggettive difficoltà del mondo universitario pontificio in generale e della nostra istituzione in particolare. La nostra università è una realtà ricca di possibilità: l’Avepro lo sottolinea in più passaggi, affermando che – sono parole della commissione - “l’Antonianum presenta caratteristiche di ricchezza culturale e di esperienza didattica capaci di farla crescere come un’università pontificia aperta alla dimensione internazionale, i cui elementi di particolare appetibilità sono la qualità del rapporto umano, lo spirito di libertà nel confronto intellettuale, la concretezza dei problemi dimensioni che attendono da parte nostra una risposta che sia un impulso di crescita più Relazione aa 2013-‐2014 affrontati anche a latere della didattica istituzionale, con un’offerta formativa che contiene un 1 buon potenziale di crescita”. Questa lettura della nostra istituzione, elaborata da un’agenzia esterna e pertanto oggettiva, è particolarmente incoraggiante, perché enuclea con realismo le risorse e gli elementi caratterizzanti dell’Antonianum. Allo stesso tempo, l’esame di tutti gli aspetti della nostra vita accademica ha permesso alla commissione Avepro di fare alcuni rilievi, anche critici, di mettere in luce alcune consapevole. Questi rilievi diventano pertanto i nostri obiettivi prioritari, all’interno del cammino iniziato già da tempo dalla nostra università per il raggiungimento di una cultura accademica che riconosca nella ricerca della qualità non tanto uno slogan affascinante e di moda, quanto piuttosto un traguardo raggiungibile con la serietà dell’impegno e concretezza delle scelte. I rilievi dell’Avepro vertono fondamentalmente sull’importanza di continuare ad investire risorse nella formazione e nella ricerca, e per sintetizzarli vorrei servirmi di uno dei punti focali con cui si conclude il rapporto, lì dove la commissione della S. Sede invita l’Antonianum ad operare in tempi ravvicinati il passaggio – sono ancora parole del rapporto - “da un’università nell’Ordine a un’università dell’Ordine, capace di diventare punto di riferimento non soltanto per la formazione interna dei propri membri, ma anche per la promozione e la ricerca culturale nel più vasto ambito della Chiesa e della società globale” (Avepro). Obiettivo certamente ambizioso, ma non nuovo all’attività dell’Antonianum, che dalla sua origine riconosce nella fedeltà alla vocazione francescana l’elemento qualificante del proprio impegno nell’elaborare cultura. Ma quali sono le domande e quali le attese che l’Ordine e, più in generale, il mondo francescano nutrono nei confronti della nostra istituzione? Mettersi in ascolto di queste attese, e suscitarle qualora non fossero così chiare, si conferma per l’Antonianum un obiettivo importante, anzi, un vero e proprio elemento costitutivo della sua mission. L’Antonianum infatti sarà veramente università dell’Ordine nella misura in cui sarà a servizio della missione ecclesiale dell’Ordine e del mondo francescano, rendendo sempre più evidente ed efficace il capitale di straordinaria attualità della tradizione teologica e filosofica francescana, il suo prezioso apporto all’evangelizzazione della Chiesa, segnato in modo peculiare dalla ricerca di scienza e sapienza, di santità e dottrina. Questi tratti sono inscritti fin dall’inizio nel volto della Pontificia Università Antonianum, e sono visibili nella sua storia a volte in modo più chiaro, a volte forse con minore evidenza, ma fanno parte di questa storia e ogni professore, ogni studente dovrebbe conoscerla per riconoscersi nel suo progetto e nella sua identità. Non si consideri questo invito come un’ingenua e romantica esortazione a guardare al passato, quasi sempre idealizzato e più bello del presente, dove invece tutti facciamo i conti con le fatiche e le speranze del nostro lavoro e del nostro servizio. Al contrario, questo invito nasce da una consapevolezza molto seria e molto concreta. Non è pensabile un’università che non sia al tempo stesso una comunità di valori e di progetti condivisi, con un forte senso di identità e di appartenenza. Un luogo in cui si “fa lezione” o si “viene a lezione” e basta non è una vera università. La nostra realtà accademica è, da questo punto relazioni interpersonali messe in atto, come ad esempio le preziose possibilità di tutoring con cui il corpo docente non solo accompagna l’apprendimento degli studenti, ma cerca anche di risolvere le eventuali difficoltà che essi portano nello studio. Partendo da questa vantaggiosa condizione, è perciò possibile e necessario sviluppare sempre più il valore costitutivo della partecipazione alla vita di una comunità accademica, attivando forme concrete di collaborazione e di condivisione che possano contribuire ad alimentare il senso di identità della nostra istituzione. Relazione aa 2013-‐2014 di vista, particolarmente avvantaggiata per il clima che la caratterizza e per la qualità delle 2 Amplifico volutamente queste sottolineature per richiamare l’attenzione sul primo elemento dell’obiettivo indicato dalla commissione Avepro: se è importante, infatti, passare da università nell’Ordine a università dell’Ordine, è non solo importante, ma decisivo farlo proprio come università. In questo primo anno del triennio che si apre siamo invitati a celebrare il decimo anniversario del passaggio della nostra istituzione da Pontificio Ateneo a Pontificia Università Antonianum, firmato da Giovanni Paolo II l’11 gennaio 2005. Sarebbe nostra intenzione dedicare la prossima giornata di festa del Gran Cancelliere e dell’università, il 16 gennaio 2015, alla riflessione che da questo decimo anniversario deve necessariamente scaturire. E tuttavia fin d’ora desideriamo tracciare alcune linee guida che, facendo tesoro delle indicazioni del rapporto Avepro più volte richiamato, e tenendo in particolare considerazione i risultati propositivi dell’analisi del Visitatore P. Culot, costituiscano l’ossatura del piano di lavoro dell’Antonianum. Si tratta di linee programmatiche che hanno come scopo fondamentale quello di indicare in quale direzione è possibile continuare ad accrescere la caratterizzazione del nostro profilo universitario. Essenzialmente, queste linee interessano i tre ambiti vitali dell’Università: la formazione, la ricerca e il supporto istituzionale. 1. Riguardo alla formazione, è fondamentale continuare la qualificazione dell’offerta formativa dell’Antonianum, così da far risaltare sempre più chiaramente la sua specificità all’interno dell’indubitabile abbondanza e ricchezza di proposte delle pontificie università romane. Allo stesso tempo, è urgente continuare a promuovere le attività finalizzate all’incremento del numero degli studenti, potenziando il più possibile le strategie informative. A questo proposito, vorrei ricordare il prezioso lavoro svolto dall’Ufficio per la comunicazione e l’informatica, istituito lo scorso anno dal Gran Cancelliere su richiesta del vice rettore, prof. Carbajo e diretto dal prof. Oviedo, che ha promosso la pubblicazione delle newsletter della PUA. L’ufficio, che da quest’anno è stato affidato alla guida del prof. Valeriano Fiori, ha tra l’altro la responsabilità della promozione dell’immagine e del sostegno organizzativo per le attività culturali delle diverse facoltà. Sempre nell’ambito della formazione, la scelta di promuovere le attività didattiche di supporto all’apprendimento degli studenti ha portato, durante lo scorso anno accademico, a mettere in cantiere l’importante progetto di attivazione di una piattaforma per l’e-learning, affidata al prof. Gilberto Cavazos, che da quest’anno ha assunto un ambito di servizio più ampio e strutturato, divenendo responsabile della tecnologia didattica dell’università. Con questa sua competenza, il prof. Cavazos ha già iniziato la collaborazione con il corpo docente dell’università, a cui unirà, a facendo attenzione in particolare alla possibilità di attivare percorsi di ricerca post-gratuated, che Relazione aa 2013-‐2014 partire dalle prossime settimane, una forma di accompagnamento per gli studenti interessati 3 all’apprendimento e all’utilizzo degli strumenti informatici. 2. Il secondo ambito vitale dell’università, quello della ricerca, richiede anzitutto attenzione al sostegno e allo sviluppo della professionalità dei docenti. Due sono a mio avviso le direzioni da tener presenti in questo ambito: in primo luogo, la promozione della produzione scientifica, assicurano l’aggiornamento e la ricerca soprattutto nei primi anni di docenza. In secondo luogo, poi, va incrementata la collaborazione con altre istituzioni universitarie, anche in vista di una mobilità dei docenti, che rappresenta un indubbio valore aggiunto per la circolazione dei risultati del proprio impegno professionale di ricerca. A questo proposito vorrei fare un riferimento, purtroppo molto breve, ad un progetto che, fra gli altri, immette in modo particolare l’Antonianum in questa prospettiva di collaborazione tra diverse istituzioni. Si tratta di un progetto che coinvolge le facoltà di filosofia e teologia, dal titolo: La specificità umana: strumenti, simboli e cultura tra neuroscienze, antropologia filosofica e atteggiamento religioso verso il Creato, finanziato dalla John Tèmpleton Foundation, e guidato dai nostri proff. Colagè, leader del progetto, e Oviedo, membro del team direttivo. Tra le varie attività del progetto segnalo che sono stati già organizzati, qui all’Antonianum, 4 seminari di ricerca, ognuno dei quali ha coinvolto almeno due studiosi di livello internazionale, mentre è in programma un Workshop Internazionale, per il 7-9 maggio 2015, dal titolo “Hard-wired, Soft-wired and Re-wired. The human being at the crossroad of evolution, brain, language, and culture”. Sempre nell’ambito della ricerca vorrei richiamare in particolare le preziose risorse che il legame con l’Ordine e con il mondo francescano mette a disposizione dell’Antonianum e che la commissione dell’Avepro ha colto con particolare apprezzamento. Si tratta della possibilità di rafforzare i legami a livello di progettazione accademica, sia con le istituzioni affiliate e aggregate all’università, in particolare l’ISE e l’IT di Murcia, sia con altri centri di studio, in modo da attivare un vero e proprio sistema francescano di formazione e ricerca. In questa prospettiva, vorrei richiamare ancora una volta il prezioso lavoro svolto dal vice-rettore prof. Carbajo, che lo scorso anno ha concluso a nome dell’Antonianum una convenzione con la Commissione scotista, in vista di una collaborazione più stretta e più articolata per la promozione del pensiero e della dottrina del Beato Duns Scoto. 3. Riguardo infine al terzo ambito vitale, quello del supporto istituzionale, credo sia importante continuare a camminare nella direzione già tracciata con lucidità negli ultimi anni, vale a dire cercando modalità concrete per sviluppare e ottimizzare la struttura organizzativa, tecnica e amministrativa e, soprattutto, per individuare adeguate risorse umane e finanziarie da mettere a disposizione dell’università. Alla luce di queste considerazioni, che sottolineano credo abbastanza chiaramente il lavoro di presentare alcuni dei dati più significativi dell’anno accademico 2013-2014. Relazione aa 2013-‐2014 innovazione nella tradizione che si prospetta per l’Antonianum nel prossimo triennio, vorrei 4 Dati statistici e Vita delle Facoltà (slides) Non posso concludere questa rassegna senza prima fare tre riferimenti specifici e necessari: 1. il primo alla nostra biblioteca, che sta facendo un grosso lavoro di valorizzazione e di incremento del suo patrimonio; cito soltanto a mo’ di esempio l’attuazione del progetto di catalogazione dei libri rari, iniziato lo scorso anno; 2. in secondo luogo, il prezioso, competente e quasi sempre paziente servizio della nostra segreteria e di tutto il personale amministrativo, che nei questionari di valutazione degli studenti viene sempre promosso con i voti più alti! 3. In terzo luogo la risorsa più importante, e per questo volutamente lasciata alla fine, di tutta la nostra Università, vale a dire gli studenti. Dai dati statistici non riesce a trasparire tutta la ricchezza della loro presenza e la riuscita delle loro iniziative: penso ad esempio ai momenti celebrativi, all’aperitivo culturale degli studenti di diritto per il recupero di fondi a vantaggio di nuove borse di studio, alle gite culturali dell’ISSR e così via. Grazie per l’entusiasmo, la creatività, e per l’amore allo studio, che soprattutto con l’avvicinarsi degli esami riuscite a rendere molto evidente! Ho scelto di presentare solo alcuni indicatori, tralasciando molti altri importanti dati, perché il mio intento era soprattutto quello di confermare l’idea con cui ho iniziato questa mia relazione: l’Antonianum è una realtà ricca, viva e vivace. E se questo ci intimorisce un po’ davanti alla responsabilità di portarne avanti la crescita e lo sviluppo, penso di interpretare i sentimenti di tutti dicendo che, allo stesso tempo, ci fa sentire davvero orgogliosi di farne parte! La Regina dell’Ordine dei Minori e il beato Duns Scoto guidino i nostri passi verso la vera Sapienza. Suor Mary Melone sfa Rettore Magnifico Relazione aa 2013-‐2014 Pontificia Università Antonianum 5
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