Bozza di programma

Work in progress
Chioggia, 14 – 19 ottobre 2014
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In copertina:
Traversata in laguna – 1885
tela/ pittura a olio 83 x 123 cm
di Bianchi Mosè
BIANCHI Mosè (Monza 20 giugno 1806 – 15 marzo 1904) ritrattista, compositore di quadri sacri e maestro di pittura.
Per commissioni di opere affidategli in Veneto intorno al 1877, Bianchi trovò l'impulso per accostarsi all'ambiente di Venezia, e
soprattutto di Chioggia, che doveva offrire una svolta significativa alla sua carriera pittorica. Il lombardo B., che non conosceva
altro ritmo d'acqua che quello delle pigre rogge di Monza punteggiate di lavandaie dal gesto calmo e pieno, divenne, per
inattesa comprensione della più intima sostanza della vita chioggiotta, del suo mare e della sua gente, il più frizzante e poetico
"marinista" del nostro Ottocento.
Motivi prediletti, per le possibilità di ricerca pittorica che offrivano, il mare in burrasca, la lotta dei pescatori per tirar in secco le
barche, le traversate in laguna, le larghe visioni di porti e imbarcaderi.
Traversata in Laguna, è una delle opere della Galleria d'arte moderna di Milano.
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Perchè“Donne da Mare” ?
“… nella grande storia, quella cosiddetta ufficiale, le vite
minori con il loro carico di accadimenti, emozioni,
convinzioni […] non hanno, come è noto, diritto di
accoglienza, tuttavia solitamente è la storia locale a
riportare alla luce figure e modalità di vita che
caratterizzano il territorio. Ma sinora la dualità donnamare è quasi sempre stata ignorata. Quando si è fatto ad
essa qualche riferimento, tale realtà è stata condensata
nella breve espressività di una frase: le donne andavano a
mare. Parole ricorrenti che nella loro sintetica banalità
hanno trasformato le donne in una moltitudine senza volto,
genericamente operativa.
… Ma quale storia si va perdendo? Quella di donne che
hanno remato […], tirato le reti, […].
Donne che hanno generato i figli e li hanno allevati.
… Detto altrimenti, si va perdendo la storia di donne che
hanno contributo all’economia delle Isole, che hanno
assolto compiti produttivi molto diversi tra loro mantenendo
sempre chiaro, loro che erano analfabete o appena
alfabetizzate, l’intento di una coesione familiare e sociale.
… Dimenticarle […] significherebbe altresì perdere il senso
vero e profondo dei luoghi.”
Tratto da Donne di mare
di Macrina Marilena Maffei
Editrice Pungitopo
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PREMESSA
Nel passato - nonostante le preclusioni di ordine legislativo, la mentalità ed i costumi - le donne di mare o da
mare hanno ricoperto ruoli e responsabilità su cui direttamente o indirettamente si basava l’economia
marinara, in un settore, quello del mare, tipicamente maschile.
L’analisi della capacità delle donne di mare, dettata dalla necessità di subentrare ai mariti nella gestione degli
affari, è riflessione del sacerdote Marcello Eusebio Scotti che nel suo Catechismo Nautico, sui particolari
doveri della gente marittima, alla fine del Settecento, scriveva che le donne erano abitualmente considerate:
«… inetti arnesi al contrattare ed ingerirsi nel maneggio degli affari […] e vengono soltanto destinate a
sedere in un angolo della casa al semplice ministero di mantenerla ripulita e netta, alla cucina, ed al
maneggiamento d’un ago o di un fuso, […] accollandosi tutto il peso degli affari importanti i mariti, lasciato
alle prime il solo pregio dell’ubbidienza, dell’ossequio, e del servigio. Ma non è così nelle città marittime.»
Scotti, in maniera rivoluzionaria, dedica un intero capitolo all’attenzione che avrebbero dovuto prestare le città
marittime all’educazione delle donne che in assenza dei mariti imponeva loro cura totale della famiglia, delle
faccende domestiche, dell’economica amministrazione delle cose, del disbrigo degli affari, delle vendite e
degli acquisti.
Dal mare, dunque, nasce una cultura del mare, che non trascura le donne da mare che, anche per questa
ragione, appaiono diverse.
Non è facile però reperire coinvolgimenti diretti di donne in attività legate al mare, unico riferimento esplicito
alle donne nel settore della navigazione è nel Codice di commercio del Granducato di Toscana, stampato a
Firenze nel 1844 e relativo alle disposizioni legislative francesi. Nella sezione riservata al commercio marittimo
si fa espresso riferimento alle donne armatrici: «… le donne innutte o maritate, comproprietari di navi, che
non sono ad un tempo mercantesse pubbliche, non sono sottoposte all’arresto personale per la
responsabilità circa gli impegni contratti dal capitano.».
Dagli anni successivi si dispone giù di una più precisa documentazione quantitativa: circa il 2.5% dei
bastimenti iscritti al Registro Italiano Navale, l’armatore era una donna; sebbene non elevata tale percentuale,
è tutt’altro che insignificante.
Nelle città di mare, come aveva riconosciuto Salomone nell’Antico Testamento, si attribuiva alle donne il merito
di ciò che sarebbe stato proprio degli uomini: fondi, poderi e vigne.
Inutile dire che OBU 2014 non parlerà di emancipazione o qualsivoglia reazione femminista, i ruoli di donna
che andremo a esaminare sono quindi precisi e legati alla tradizione.
La fedeltà, la forza e la tenacia sono le virtù che ne risulteranno.
Cercheremo di capire la psicologia di quell’immagine di donna più forte e meno docile rispetto a quelle
presenti altrove, rispetto all’inutile vanità e al semplice piacere di apparire.
Cercheremo di esaminare ciò che ancor oggi spesso caratterizza le donne di terre bagnate dal mare.
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Madrina Ottobre Blu 2014
Donatella Bianchi inizia l’esperienza giornalistica
nella redazione del “Secolo XIX” di La Spezia, la sua città. Da pubblicista
collabora con Gente Viaggi e altre riviste occupandosi di turismo, ambiente e
beni culturali.
Dal ’89 al ’92 firma e conduce per il programma “Sereno Variabile” la rubrica
“Viaggi d’Autore” che la vede realizzare reportage esclusivi in tutto il mondo.
Documenta, per prima, nel ’90, la scoperta del Basamento del Tempio di
Davide, presso il Muro del Pianto di Gerusalemme, unica giornalista donna ad
avere accesso al settore maschile del tempio. Nello stesso anno realizza
collegamenti in diretta dalla Valle dei Re di Luxor per la riapertura di alcune tombe di straordinario interesse
archeologico, dalle oasi egiziane e dal Monte Olimpo in Grecia. Dall’India alle Azzorre, dalla Bulgaria al
Canada, ogni settimana propone al pubblico di Raidue nuove scoperte.
Nel 1991 firma e conduce numerosi programmi radiofonici per Radio Uno, tra i quali “Senti la Montagna” e
“Quando i Mondi si incontrano” .
Nel ’93 entra a far parte della redazione della TGR per la quale oltre ad occuparsi in video e in redazione delle
principali edizioni dei giornali radio e dei TG firma “Tgr Italia Agricoltura”, la rubrica in onda su Rai Tre il
sabato mattina, dedicata al mondo dell’agricoltura e all’ambiente e diventa giornalista professionista.
Un anno dopo Rai Uno programma l’avvio di una nuova trasmissione dedicata al mare: Lineablu.
A condurla chiama come volto femminile Donatella Bianchi. Il mare, per nascita e vocazione ereditata dalla
famiglia di velisti, è da sempre l’elemento naturale per Donatella che quest’anno festeggia i suoi 20 anni
di Lineablu come inviato speciale, autrice e conduttrice del programma.
Appassionata di ambiente, collabora come testimone alle principali campagne del WWF, di Legambiente e
Marevivo, con il Ministero dell’Ambiente e delle Politiche Agricole e Forestali. Ed è il volto delle principali
campagne mediatiche sulla sicurezza in mare delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera.
Cittadina onoraria del Comune di Santa Teresa di Gallura e Ustica, ha ricevuto numerosi premi nel corso della
carriera per il suo impegno giornalistico per la divulgazione della cultura dell’ambiente e del mare.
Dal 2007 rappresenta l’Italia in seno all’Unione Europea per il Green Paper , il libro verde sulle politiche del
mare. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo libro “Storie dal Mare” con Aliberti Editore.
“Ambasciatore della Biodiversità 2010” riconoscimento attribuitole dal Ministero dell’Ambiente del Territorio e
del Mare per l’impegno nella divulgazione della Tutela dell’Ambiente e della Biodiversità.
Sempre nel 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le ha conferitola distinzione onorifica di
Commendatore dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”.
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ESPOSIZIONI
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REPORTAGE FOTOGRAFICO SULLE ATTIVITÀ DI PESCA DELLA MARINERIA DEL PORTO DI CHIOGGIA
A completamento delle imbarcazioni ormeggiate nelle banchine e per tutta la durata di OTTOBRE Blu, questo
reportage fotografico vuole raccontare proprio le attività di pesca dell'Alto Adriatico.
Scatti di un mestiere, quello del pescatore, ancora forse troppo poco conosciuto. Scatti alla scoperta delle
imbarcazioni, degli uomini e delle tipologie di pesca. Scatti che di notte e di giorno parlano di Mare.
Saranno rappresentate le principali attività di pesca a strascico: la "coccia", la "coccia volante", e la pesca con
i "ramponi".
Gli scatti porteranno alla luce, le fasi del duro lavoro che i pescatori compiono ogni giorno tra "cala", "lieva"
delle reti da pesca e la cernita del pesce. Una complessa “catena di lavoro” che porta ogni giorno il pescato
nei mercati delle nostre città.
Tutte le immagini che compongono il lavoro sono frutto di uscite fotografiche in mare tra il 2012 e il 2013. Nelle
fasi di lavoro è stato omesso l'uso dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) per ricreare un contesto
fotografico senza elementi di distrazione.
Si ringraziano gli armatori delle imbarcazioni: Ubaldo Zennaro, Gimmi Zennaro, Andrea Penzo, Paolo Naccari
e tutti gli uomini degli equipaggi. Un ringraziamento speciale alla Fondazione della Pesca e a tutte le persone
che hanno collaborato per la riuscita del progetto.
Luca Siviero, Chioggiotto, classe 1984.
Si avvicina alla fotografia dopo un viaggio nel 2010.
Da autodidatta inizia a mettersi in gioco e con i primi scatti, attraverso un obiettivo, ha un nuovo modo di
vedere ciò che lo circonda. La fotografia diventa così una delle sue più grandi passioni e strumento per
raccontare con le immagini realtà culturali e sociali della sua terra bagnata dal mare.
Da questo mare trae l'ispirazione per il suo primo lavoro, "PESCAinMARE", un reportage di 60 immagini
che portano alla luce il mestiere del pescatore.
Vede la sua fotografia non come professione, ma come metodo di comunicazione e condivisione della
realtà che lo circonda. Predilige il bianco e nero per la sua maggiore capacità comunicativa.
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“Chioggia e le sue donne”
esposizione di immagini e ricordi
Donne che hanno sempre sostituito gli
uomini nella conduzione della famiglia
e nella gestione delle finanze
famigliari, contrastando con l’idea di
donna, che in quei decenni si
collocava all’interno della famiglia
come madre attenta alla casa e ai
figli, pronta a rinunciare per i suoi
doveri a parte dei suoi diritti, esclusa
dalle attività non pertinenti la famiglia
in senso stretto come il lavoro, la
gestione del reddito o l’investimento in
attività economiche.
Donne, le nostre, quindi, che oltre alla
solitudine, la responsabilità dei figli e
della casa detenevano spesso la
gestione finanziaria, contribuendo con
la realizzazione di reti, stoffe, merletti
e pizzi, ad un ulteriore guadagno e
sostentamento.
Si ringrazia il sig. Dalio Ballarin per la preziosa ed indispensabile collaborazione.
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MUSEO DELLA
NAVIGAZIONE FLUVIALE
DI BATTAGLIA TERME
“…fiumi e canali furono
utilizzati, fin dall'antichità, come
le naturali e più sicure vie di
comunicazione per il trasporto
delle merci e dei passeggeri…”
Il Museo della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme è un vero e proprio percorso della memoria
attraverso un mondo, quello della civiltà e della cultura dei barcari, che di Battaglia Terme e del territorio
circostante è identità e storia. Grazie alla passione e alla disponibilità di alcuni ex barcari, che sin dal 1979
hanno raccolto numerosi reperti e preziosi documenti, e al recupero dell'ex macello come sede museale,
abbiamo la possibilità di riscoprire una pagina delle tradizioni e della storia locale particolarmente
significativa e ancora in parte inesplorata.
Il Museo di Battaglia vuole offrire un percorso in questo mondo "perduto" del trasporto fluviale e lagunare
dalle varie sfaccettature: dall'attività cantieristica alla varietà dei tipi di imbarcazioni (a fondo piatto), dai
mezzi di propulsione alla suggestiva ma faticosa vita di bordo, dai manufatti idraulici della fitta rete di
idrovie all'arte della navigazione in acque interne.
Al Museo sono esposti fèri (ancore), argani, motori e brìcole, imbarcazioni per il trasporto delle merci e
delle persone e quant’altro ricordi questo mondo scomparso, che il Museo, nella persona di Riccardo
Cappellozza, mantiene vivo nella memoria di tutti noi.
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Cent’anni dalla nascita del Signore del Mare
AGOSTINO STRAULINO
(Lussinpiccolo, 10 ottobre 1914 – Roma, 14 dicembre 2004)
Nacque in una famiglia con lunga tradizione marinara. I suoi
antenati navigavano sui velieri, sui piroscafi gli zii ed il padre
Piero che al ritorno d’ogni viaggio gli piaceva rilassarsi sulla
sua barca a vela, ed il piccolo Tino gli teneva compagnia
assorbendo ogni sua singola parola. A cinque anni era
capace di nuotare ed andare in barca a vela, finchè lo zio Joe
(Giovanni) regalatagli una piccola imbarcazione gli disse:
“Adesso sai tutto, salta dentro, arma e vai”.
Straulino usò questa frase per il titolo del suo libro autobiografico: “Arma e vai!”.
Da giovane passava il tempo pescando, approfondendo la conoscenza del mare e del vento, sviluppando i
propri sensi e saggiando le proprie possibilità ed i propri limiti.
Nel 1934 si iscrisse all’Accademia Navale di Livorno e prestò servizio nella Marina Militare fino al
pensionamento.
Al termine della guerra, nel 1946, nel corso dei lavori di sminamento nel Golfo di Taranto, l’esplosione di un
ordigno bellico lo rese quasi cieco. La vista ricomparve lentamente, ma il suo amore per la vela lo spinse ad
allenarsi durante la notte, quando non era necessario vedere perfettamente, per prepararsi ai Giochi olimpici
del 1948.
Lo chiamavano “il mago del vento” perché era capace di “annusare” il vento, prima che arrivasse.
Nel 1965 ebbe al comando della Nave Scuola Amerigo Vespucci, uscì dal porto di Taranto a vele spiegate,
senza motore né rimorchiatore, e stabilendo il record di velocità di 14,6 nodi. Impresa mai ripetuta.
Nello stesso anno approdò a vela lungo il fiume Tamigi fino a Londra.
Fu insignito di 9 ordini per i meriti nella Marina Militare.
Nel 2000 fu intitolato cittadino onorario di Lussinpiccolo.
Nel 2001 venne nominato Cavaliere di gran Croce dal Presidente della Repubblica d’Italia, Carlo Azeglio
Ciampi, ed insignito dell’Ordine al Merito.
A 88 anni, vinse nelle acque di Napoli per la quinta volta di fila la regata per i veterani Over-60’s.
Dopo i funerali svoltisi a Roma, doveva aveva vissuto, secondo il suo desiderio i suoi resti furono portati con
l’elicottero della Marina Militare Italiana sulla sua isola nativa, dove riposa nella tomba di famiglia nel cimitero
di San Martino.
Madrina della seconda edizione di Ottobre Blu (anno 2010) fu Noretta Cosulich, Lussignana ed esperta velista, “…l’unica donna che sa andare a vela…”
come ebbe a dire Straulino nei suoi diari.
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INCONTRI
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“Le Donne di Mare”
di MACRINA MARILENA MAFFEI
Macrina Marilena Maffei antropologa, fiabologa e studiosa di cultura
marinara. Ha tenuto e tiene lezioni e cicli seminariali in varie università
italiane sui beni culturali immateriali. Socio Fondatore dell’Istituto Italiano
di Archeologia e Etnologia Navale. Progettista del primo Museo del Mare
demoetnoantropologico del Lazio, con sede a Gaeta. Ha collaborato con
vari Enti ed Istituti di ricerca (Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni
dove sono esposti oggetti di cultura marinara eoliana da lei acquisiti per
conto del museo; CNR; RAI; Istituto Centrale per i Beni Sonori ed
Audiovisivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Assessorati alla
Cultura della Regione Lazio e della Provincia di Roma, etc.) Ha curato la
Mostra Le Polene. I volti del Mare per la Soprintendenza per i Beni Storici
Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (2009). Membro del Consiglio
Direttivo dell’Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche (2004-2011). Membro della
Commissione Ammissioni dell’Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche (2012-2013). Ha
effettuato con ricerche sul campo un censimento dei Musei del Mare italiani e del Mediterraneo, dei santuari
con ex voto marinari, per conto del Ministero del Turismo (1990 – 1993) e delle Attività Produttive (2001-2003).
In relazione a tali ricerche ha redatto per l’Italia un inventario dei beni marinari relativo alle feste e alle
cerimonie officiate sul mare; alle botteghe dei maestri d’ascia; agli istituti di studi e ricerca dove sono
conservate tradizioni orali riguardanti la cultura alieutica e marinara; ai parchi e alle aree marine protette; ai
maggiori mercati ittici; alla pesca turismo. Ha condotto ricerche sulla narrativa tradizionale e sull’oralità
popolare in Italia centro meridionale (Basilicata, Calabria, Lazio, Sicilia), rilevando dalla voce di contadini,
pescatori, operai, fiabe, racconti, memorie, credenze, storie di vita e di lavoro. Dal 1981 raccoglie
sistematicamente i patrimoni narrativi tradizionali dell’arcipelago eoliano, dando vita a un corpus narrativo di
oltre mille documenti, a cui oggi fanno riferimento gli studi antropologici di settore.
E’ autrice di libri e saggi di narrativa tradizionale e di antropologia del mare. Tra le sue opere:

Capelli di serpe (1995,Premio Scanno 1996)



Gesti, parole, coltelli 1997
La Grande Guida dei Musei del Mare del Mediterraneo. Dall’ingegno all’incanto (con R.Parisi; 2003)
La danza delle streghe. Cunti e credenze dell’arcipelago eoliano (2008)

Le polene, i volti del mare (2009)
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“Il padrone del vento.
La lunga vita felice di Agostino Straulino.”
raccontato da GIULIANO GALLO
Giuliano Gallo, istriano d’origine, è stato per molti anni inviato
del Corriere della Sera nei luoghi più caldi del pianeta, dai Balcani a
Timor Est, dall’Afghanistan all’Iraq. Va per mare da quando era ragazzo,
e ha navigato in Atlantico e in Mediterraneo, nella Manica e nel golfo di
Biscaglia.
La storia e le imprese di Agostino Straulino, il ritratto intimo e
appassionante di un uomo che ha vissuto fino in fondo la grande
avventura del mare.
Giuliano Gallo scrive di Straulino con la passione del velista e la
sapienza del cronista narratore. “Il Padrone del Vento” è una biografia
ricca di testimonianze sulle imprese, ma soprattutto, sulla vita, “la lunga
vita felice”, di un uomo che sapeva sentire il vento e che per novant’anni
ha amato il mare. Gallo ha raccontato quegli anni, dando voce a chi meglio ha conosciuto Straulino: i suoi
marinai, gli amici d’infanzia, i familiari. E lo ha fatto con la passione e l’emozione di chi il mare sa viverlo.
Perchè lo ama perdutamente.
“Raccontare una leggenda non è mai semplice: chiunque ne sappia
qualcosa, o creda di saperne, avrà un' idea propria da opporre anche se
non sempre a ragione. In questo caso, tuttavia, c' è molto da conoscere e
poco replicare …”
tratto dal Corriere della Sera
(17 dicembre 2005)
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La scomparsa della motonave Hedia:
naufragio o complotto ?
La storia di un possibile, all’inizio, e quindi di un certo naufragio, quello della motonave Hedia, 20 persone di
equipaggio, quattro delle quali di Chioggia. Una storia non insolita quando la nave è una vecchia caretta ed il
mare, il Mediterraneo, è sconvolto da una burrasca delle più forti che si ricordino. Ma anche una storia che
ancora oggi presenta troppi lati oscuri, una sorta di giallo con tutti gli ingredienti di un possibile intrigo
internazionale, che cinquanta anni non hanno minimamente chiarito.
Gli interrogativi sollevati dalla stampa dopo il 14 marzo 1962, data dell’ultimo contatto radio con Hedia, hanno
delineato tre possibili scenari: il naufragio del piroscafo provocato dal mare in tempesta, l’affondamento a
seguito di un’azione di guerra – la nave sarebbe stata addirittura silurata – o un atto di pirateria con possibile
cattura dei componenti dell’equipaggio alcuni dei quali, sei mesi più tardi, sarebbero stati riconosciuti in una
telefoto in cui era ripreso un gruppo di prigionieri liberati dalle autorità francesi in Algeria.
In questa cornice una serie di notizie, informazioni e controinformazioni, un palese disinteresse della autorità
nazionali e il rifugiarsi dietro il segreto di stato di quelle francesi, alimentarono e continuano purtroppo ad
alimentare pesanti sospetti sul modo in cui venti uomini trascorsero le ultime ore sul mare o, forse, gli ultimi
giorni sulla terra d’Africa.
Hedia parte da Casablanca la sera del 10 marzo 1962 secondo quanto affermerà la società armatrice, il 12
stando a quanto riportato dalla stampa, dopo aver imbarcato 4000 tonnellate di fosfati destinati a Porto
Marghera, dove la nave è attesa per il 19 di marzo.
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La prima ed anche ultima comunicazione dalla Hedia arriva il 14 di marzo, un mercoledì, alle 11 del mattino al
capitano Giuseppe Patella, titolare di un’agenzia veneziana che rappresenta la Naviera General di Panama,
armatrice della nave. Il dispaccio che arriva via radio è sicuramente drammatico anche se non si parla di
difficoltà insormontabili; vale a dire che non è stato lanciato l’SOS: “Stiamo incontrando un mare a forza otto telegrafa il comandante Agostinelli - e la navigazione è difficile soprattutto a causa della violenza delle
raffiche di vento. Ora teniamo la rotta a sud della Sicilia, la più sicura, stop.”
Battente bandiera liberiana, il piroscafo Hedia aveva un equipaggio di venti componenti costituito cinque mesi
prima del viaggio fatale: vengono da Molfetta, Sciacca, Catania, Chioggia, Fano Venezia e Trieste, ed a bordo
c’è anche un gallese, il macchinista Anton Narusberg di Cardiff.
Il comandante è Federico Agostinelli di Fano come anche il primo ufficiale Colombo Furlani ed il capo
macchina Otello Leonardi; Claudio Cesca, ufficiale marconista, è di Trieste, il secondo ufficiale di macchina,
Michele Marancia, il marò Nicola Caputi, il marò Cosimo Gadaleta, l’ingrassatore Corrado Caputi, fratello di
Nicola, il fuochista Damiano Bufi ed il giovanotto Giuseppe Uva sono tutti di Molfetta. Giorgio Bandera, capo
fuochista è di Mestre, il secondo ufficiale Elio Dell’Andrea ed il cuoco Ferdinando Baldoni di Venezia; Giovanni
Pagan, nostromo, Dino Bullo, fuochista, Giovanni Salvagno, elettrotecnico ed Edoardo Nordio, marinaio come
Salvagno, sono tutti e quattro di Chioggia. Filippo Graffeo, marò, è di Sciacca in provincia di Agrigento, come
Giuseppe Onofrio fuochista che abita a Catania.
I chioggiotti, se si esclude Salvagno che è praticamente al suo primo imbarco dopo un’esperienza estiva di
alcuni mesi, e tutti gli altri componenti l’equipaggio, è gente esperta del mare, che solitamente sa cosa fare
quando il mare si arrabbia.
Quello della Heida è purtroppo un giallo a cui nessuno fino ad ora, malgrado l’ansiosa attesa delle famiglie, ha
saputo dare una soluzione.
Tre le ipotesi affacciate, nessuna delle quali però convince pienamente.
La nave è naufragata, la prova sta nei salvagente trovati dai pescatori siciliani, ma quale burrasca può
sommergere una nave senza che nessuno dell’equipaggio abbia il tempo di agguantare un salvagente, di
allacciarsi una cintura di sicurezza? Una cintura, quella con la scritta “Milly” (ex nome della Hedia), è stata
recuperata, ma se qualcuno se la fosse cinta addosso, magari anche privo di vita si sarebbe dovuto pur
trovare; e invece niente.
La seconda ipotesi riguarda l’affondamento per mezzo di un siluro, che seppur devastante, non sarebbe stato
abbastanza rapido da poter affondare la nave, senza consentire a qualcuno di tentare di mettersi in salvo.
Inoltre Hedia avrà pur avuto qualche lancia di salvataggio: che fine hanno fatto?
La terza ipotesi che fu avanzata nei giorni seguenti il disastro, che riguarda invece la possibilità di un atto di
pirateria, apre una serie di interrogativi ai quali cinquant’anni non hanno saputo dare risposta. I “pirati”
possono essersi impadroniti della nave (anche se col mare forza otto, per giunta una vecchia carretta, che
trasporta merce non pregiata), aver catturato l’intero equipaggio, ma comunque della nave doveva restare
qualche traccia, anche indiretta: o la si fa saltare o la si fa arrivare in qualche porto, dove la si può
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smantellare. Possibile che un’operazione del genere sfugga? Possibile che qualcuno non abbia visto e
riferito?
Insomma “gialli” impenetrabili, che nessun acume riesce a dipanare; interessi superiori, forse, che scivolano
sulla povera gente. Esseri umani annotati sul “conto perdite” e famiglie che ancora oggi, aspettano di
conoscere la verità.
A cinquant’anni di distanza dal tragico accadimento, l’Azienda Speciale per il Porto di Chioggia, in occasione
dell’evento OTTOBRE Blu 2012, ha voluto ricordare la prematura scomparsa di questi audaci chioggiotti e di
tutti coloro che, quotidianamente svolgo il loro lavoro nel mare e del mare fanno la propria vita, posizionando
un “monumento commemorativo” presso il molo Nicolò dei Conti del porto in Isola Saloni.
Ottobre Blu, anche quest’anno vuole ricordare ed aiutare a capire.
Capire l'immobilismo delle autorità italiane di allora, capire perchè alcuni di quei marinai appaiono
nell'obiettivo di un fotografo di guerra ad Algeri il 2 settembre 1962, capire il silenzio dell'allora Ministro della
Difesa Andreotti, la frase dell’allora Presidente del Consiglio Fanfani "per venti persone non si può fare una
guerra".
In Italia sembra che i colpevoli siano le vittime ed i loro parenti che cercano di capire.
Da due anni il giornalista Massimiliano Ferraro e Graffeo Accursio, nipote di uno dei dispersi, cercano di far
luce sull’inestricabile giallo di Hedia, ricerche che hanno aperto nuovi scenari.
Relatori (in definizione):
 Massimiliano Ferraro giornalista freelance d'inchiesta;
 Felice Casson senatore, nato a Chioggia;
 Paolo Pagnottella Presidente nazionale A.N.M.I.
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CONVEGNI
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“La Marina Militare, un’opportunità per
l’industria e il commercio”
con il C.S.M.M. Amm. GIUSEPPE DE GIORGI
Si chiama capacità dual-use l’impiego delle tecnologie e dei mezzi della Marina Militare sia per scopi
militari che civili, caratteristica intrinseca di tutte le Unità della Marina.
Le navi della Marina Militare sono pensate e progettate con caratteristiche “duali” di elevate capacità
in termini di autosufficienza logistica, capacità di movimento, flessibilità d’impiego e possibilità di
fornire autonomamente diversi tipi di supporto e servizi.
Indipendentemente che si tratti di propri compiti d’istituto o di concorsi su accordi e convenzioni, le
attività sono molteplici: l’aiuto sanitario e l’utilizzo delle camere iperbariche, la sorveglianza
antinquinamento, la ricerca e bonifica di ordigni e residuati bellici in mare, il supporto a protezione
dei siti archeologici marini, l’ausilio nel monitoraggio e protezione della fauna e flora marina, lo
svolgimento di campagne scientifiche e la raccolta di dati idro-oceanografici, il supporto alla
diffusione della cultura marittima e marinara e lo sviluppo di particolari terapie riabilitative su
particolari unità a vela per giovani con disabilità e difficoltà motorie.
L’attività quindi svolta direttamente in favore della popolazione civile è sempre più di maggiore
interesse e importanza.
A supporto della Protezione Civile in piena autonomia le unità navali forniscono postazioni operative
e di comunicazioni satellitari, energia elettrica, acqua potabile e pasti caldi alle popolazioni delle zone
sinistrate; trasporto con elicotteri di feriti e aiuti umanitari; ricerca, soccorso, evacuazioni e
sorveglianza.
Il supporto offerto dalle Navi della Marina Militare si articola in diverse offerte. Esperienza di
navigazione a scopi didattici oppure terapeutici, possibilità di esecuzione in mare di rilievi da parte di
team scientifici, ricerca, investigazione e controllo di siti archeologici o storici immersi, messa a
disposizione di spazi per l’organizzazione di eventi, la possibilità di impiego a titolo gratuito di
attrezzature speciliastiche.
Ottobre Blu 2014 vuole essere un’opportunità di analisi per il mantenimento e lo sviluppo delle
principali innovazioni tecnologiche grazie a due fonti di finanziamento, quella privata, legata alla
libertà imprenditoriale, e quella pubblica, determinata dagli obiettivi di politica governativa.
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L’Università SAPIENZA di Roma
presenta
“Studio di fattibilità per la variante al
Piano Regolatore Portuale”
Chioggia ha vissuto nel ‘900 uno sviluppo urbano intenso, ma molto disordinato dove non si è concretizzata
l’idea di un complesso urbano organicamente strutturato nella delicatissima e fragile condizione fisicogeografica del suo territorio.
Oggi la città ha bisogno di Architettura, ha bisogno di allestire rapidamente, ma con attenzione, una nuova
cultura del progetto.
Per questo, A.S.PO. in collaborazione con il Dipartimento Architettura e Progetto dell’Università Sapienza di
Roma, ha cercato di decifrare le opportunità future nascoste nel presente, infatti un progetto nasce sempre dal
presente, sulle criticità e sulle qualità degli elementi che la determinano, e il suo compito principale è quello di
porre in essere un’attenta valutazione delle misure, degli spazi e delle cose che si possono prefigurare per
confermare o mettere in discussione abitudini, consuetudini consolidate, strumenti e procedure atte a
sostenerlo.
La città deve crescere, il suo sviluppo sarà determinante per il futuro del suo territorio e dei suoi abitanti. Ma
come? Questo importante interrogativo non poteva non riguardare il futuro assetto portuale di Chioggia, città
di mare. Anzi, a partire da questo ambito dovevano emergere l’indicazioni più vicine alle necessità di crescita
per una ampia rigenerazione urbana.
L’analisi del nuovo Piano delle aree portuali è stato ricostruito attraverso un progetto di architettura,
procedura insolita ma fondamentale se si pone al centro della riflessione progettuale la città e le sue relazioni
con il mare e la laguna.
In questo quadro tematico, Val da Rio, Isola Saloni ed
Aleghero, sono ambiti distinti ma interconnessi. In
particolare i primi due sono ripensati alla luce dei nuovi
rapporti tra porto e città indotti dalla riconfigurazione
dell’attuale cinta doganale, dalla riqualificazione
residenziale e urbana, dal nuovo assetto ricettivo
auspicato, da nuove strutture produttive e mercantili,
dagli spazi ad uso collettivo, da un nuovo assetto
vegetazionale.
Il terzo ambito concerne il tema del costruire in laguna, luogo delicato,
complesso e poco conosciuto, che va considerato innanzitutto come un’area
produttiva, potenzialmente riconvertibile, faticosamente edificabile per il suo
essere fatta di acqua e per la scarsissima attitudine del suolo subacqueo di
sostenere il peso degli edifici. Anche se per le stesse ragioni è facilmente
instrutturabile.
Costruire in laguna è quindi anche l’occasione per un progetto di paesaggio, un nuovo ambiente inteso come
spazio fruibile ed al tempo stesso ecologicamente efficiente, in grado non solo di minimizzare e compensare
impatti connessi agli insediamenti esistenti e previsti, ma di migliorare le prestazioni ambientali, offrire nuovi
habitat, salvaguardare e potenziare le biodiversità degli ecosistemi lagunari, riconnettere città e laguna anche
dal punto di vista funzionale con spazi, servizi ed attrezzature per il tempo libero, l’educazione ambientale e
l’osservazione naturalistica.
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SPORT
Regate OTTOBRE Blu 2014
Anche quest’anno Ottobre Blu nello sport è sinonimo di Regate. Uniche nel loro genere poiché disputate nello
specchio acqueo antistante piazzetta Vigo, centro storico della città..
La preziosa collaborazione che A.S.PO. può vantare con il Circolo Nautico Chioggia, e il Circolo Velico “Il
Portodimare” di Padova darà vita a due weekend di vela: il primo 11-12 ottobre nel quale, a bordo degli
“Optimist” e degli “Snipe”, gli equipaggi si sfideranno, a colpi di strambate e orzate; il secondo 18-19 ottobre
sarà invece caratterizzato dalla presenza dei “J24”: imbarcazioni a chiglia fissa, con una lunghezza oltre i 7
metri e scafo planante.
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IRO A VOLO
2° Trofeo interforze di tiro
“ Ammiraglio di Squadra Giuseppe Fioravanzo”
L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Monselice – Battaglia Terme (Padova), in collaborazione con il
centro sportivo di Agna, durante OTTOBRE Blu 2014 organizzerà il 2° Trofeo interforze di tiro “ Ammiraglio di
Squadra Giuseppe Fioravanzo” con il doppio intento di promuovere la disciplina sportiva del tiro a volo operativo e costituire un settore sportivo giovanile della associazione.
Nello specifico durante la manifestazione, in accordo con A.S.PO., presso il poligono Le Tre Piume di Agna, si
svolgeranno le seguenti gare di tiro:
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2 fosse olimpiche tiro al volo 50 piattelli;
2 linee Double Trap 60 piattelli;
1 linea di tiro Sniper 100 - 200 mt.;
4 campi di tiro sportivo operativo International Defensive Pistol Association;
1 linea di tiro 10 mt accademico promozionale per ragazzi/ragazze interessati ad avvicinarsi a questa
disciplina sportiva.
Saranno inviterati a partecipare, oltre alle varie asso d’arma e le associazioni A.N.M.I. dislocate nel territorio
nazionale, gli appassionati di tiro e le rappresentative dei seguenti corpi:
O
O
O
O
O
O
O
O
ESERCITO
MARINA MILITARE
AEREONAUTICA
CARABINIERI
POLIZIA DI STATO
POLIZIA PENITENZIARIA
GUARDIE FORESTALI
VIGILI DEL FUOCO
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Nel 2009 nasce il "Gruppo ErreciVela" che nel 2011 diventa a tutti gli effetti Associazione Sportiva
Dilettantistica con sede a Mestre (Ve).
Ad oggi l'associazione conta 28 iscritti, uno dei gruppi più numerosi ed attivi della categoria presente
in Italia. Non vi sono limiti di età nei campi di regata, inoltre alcuni soci sono anche modellisti, molti
iscritti alla Federezione Internazionale Vela e all'ente sportivo Modelvela Italia (riconosciutadalla
International Radio Sailing Association e dalla IOMICA.
Il gruppo Errecivela quest’anno sarà presente anche a Chioggia in occasione di Ottobre Blu 2014, nel
bacino marittima in Isola Saloni con una regata di imbarcazioni telecomandate classi IOM e M.
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INFORMAZIONE/PREVENZIONE
L’Associazione di Volontariato per la lotta al Melanoma Cutaneo che dal 2010 ad oggi si è occupata di
sensibilizzare e di informare la popolazione di Chioggia sulla temibile malattia della pelle così
denominata, purtroppo sempre più diffusa nel nostro territorio, ha assunto a partire dal 27.11.2012
la nuova denominazione “CHIOGGIA CONTRO IL MELANOMA” – Associazione di volontariato ONLUS.
Gli obiettivi che l’Associazione si propone sono:
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Mantenere e se possibile potenziare l’attività del proprio Ambulatorio Dermatologico (istituito nel Maggio
2012) dell’Ospedale di Chioggia per la lotta contro il melanoma, offrendo visite di controllo, valutazione e
sorveglianza gratuite con esame dermatoscopico corredato della documentazione fotodermatoscopica, la
mappatura dei nei e la registrazione di tutti i dati raccolti su una cartella informatizzata;
Sensibilizzare tale attività alle categorie dei pescatori, degli agricoltori e degli operatori di spiaggia soggetti
ad esposizione solare;.
Operare affinché presso l’Ospedale di Chioggia il paziente affetto da questa patologia possa beneficiare in
loco o per il tramite dell’Ospedale di Chioggia presso Strutture Sanitarie Regionali, di idonee cure;
Proseguire in tutte le Scuole Primarie di Chioggia l’azione di sensibilizzazione e informazione sul melanoma
iniziata nel 2011;
Organizzare Corsi di Formazione sulla patologia neoplastica benigna e maligna della cute diretti al
Personale Infermieristico e dell’Assistenza;
Organizzare periodicamente sul territorio iniziative che sensibilizzino e informino la popolazione sulla
prevenzione primaria e secondaria del melanoma.
In occasione di OTTOBRE Blu 2014 il ….. e ….. ottobre l’Associazione ONLUS “Chioggia contro il
Melanoma” terrà presso ……………………. una campagna di sensibilizzazione e informazione sul rischio
solare, offrendo ai visitatori controlli dermatologici gratuiti non solo finalizzate all’osservazioni dei
nei ma anche alla valutazione dello stato generale di salute della pelle.
Per tutta la durata dell’evento L’Associazione sarà presente con uno stand che distribuirà materiale
informativo sul rischio solare, sulla protezione solare, sull’autocontrollo della cute e sulla valutazione
dei nei.
Proposta:
Visita agli equipaggi delle Unita Navali della MM presenti.
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L'associazione "Amici per il mare" è stata costituita nel dicembre 2012 dal chioggiotto Gianluca Memmo,
come opportunità riabilitativa psico-fisico-sociale, dopo un incidente che lo ha costretto in una sedia a rotelle.
Dalla volontà di non allontanare dal mare chi sempre l’ha amato, consentendo quelle emozioni altrimenti rese
per loro impossibili, è nata l’idea di allestire un vecchio peschereccio in disuso, ristrutturarlo ed adibirlo al
trasporto di persone con diverse disabilita'.
Il progetto ha raccolto approvazione, aiuto morale e con piccoli aiuti finanziari da parte di alcune aziende
private e da singoli cittadini, Kapitan Memo, ora ultimato, durante OTTOBRE Blu potrà essere conosciuto,
apprezzato e sostenuto.
A Chioggia, Kapitan Memo, come una piccolissima Nave Italia, persegue obiettivi comuni per donare
sensazioni uniche condividendo la passione per il mare.
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INTRATTENIMENTI
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Serata Ottobre Blu
TERRAMARI
DONNE A(MARE)
Il Centro Formazione Danza e Ginnastica compagnia Gruppo Chòrea, nato a Chioggia nel 2000 con lo scopo
di promuovere e divulgare l’arte della danza, opera sul territorio con un’intensa attività didattica e con
l’organizzazione di eventi.
Selezionando le allieve più promettenti, giunte ad un livello semi-professionale, offre loro la possibilità di
formarsi e lavorare come professioniste. Numerose le coreografie create e portate in giro per l’Italia,
riscuotendo consensi e ricevendo anche premi importanti (Terramari, Salerno, premio Pagani 2006 per la
scena).
Cosa succede se improvvisamente dei quadri dipinti prendono vita?
Diventano emozione e danza nei corpi…
Terramari vuol essere un racconto danzato delle sensazioni sprigionate
dalle tele del pittore clodiense Walter Pregnolato (Chioggia, 1931-1989).
La vita e la morte, il sacro e il profano, l’attesa spasmodica di un non
ritorno si mescolano nello spazio scenico, come nei dipinti.
I personaggi, simili a marionette umane, raccontano la quotidianità di un
microcosmo lagunare con i sentimenti profondi di chi, rassegnandosi agli
eventi, non cessa di sperare.
Coreografie, Francesca Serafini e Patrizia Aricò.
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Concerto
BANDA MUSICALE della M.M.
La Banda Musicale della Marina Militare trae le proprie origini dai piccoli complessi strumentali che,
nelle marine Pre-Unitarie, erano normalmente imbarcati sulle Navi Ammiraglie.
Nel 1861, con l’unione delle Marine del Regno Sardo-Piemontese e del Regno delle Due Sicilie,
nasceva la Regia Marina Italiana e con essa la Musica del Corpo della Fanteria di Marina, formata da
Musicanti Soldati e presente in ognuno dei Dipartimenti Marittimi allora esistenti. La costituzione
ufficiale del Corpo Musicale della Marina, con la creazione della categoria Musicanti Marinai
all’interno del Corpo Reale Equipaggi, venne comunque disposta a partire dal 1° gennaio 1879,
facendone così uno dei complessi bandistici militari italiani più antichi. Articolata in ben sette
Musiche, quella più importante aveva sede presso l’Alto Comando della città di La Spezia dove
sarebbe rimasta fino a quando nel 1964, con la denominazione di Banda Centrale, non venne posta
alle dipendenze del Dipartimento Marittimo di Taranto. Nel 1992 è stata trasferita a Roma, dove
attualmente risiede.
La struttura organica musicale della Banda si compone di un Maestro Direttore, un Maestro
Vicedirettore, 102 Orchestrali e un Archivista, tutti in servizio permanente effettivo, provenienti dai
più famosi Conservatori di Musica.
Il repertorio abbraccia ogni genere musicale, dalla musica originale per banda al classico, liricosinfonico, leggero e jazz.
La Banda Musicale della Marina Militare è chiamata a svolgere la sua attività istituzionale sia in Italia
che all’estero e per la peculiare capacità di saper rappresentare, attraverso la musica, un’immagine
della Marina sempre più impegnata, a livello internazionale, negli ambiti del sociale e degli aiuti
umanitari, è stata insignita, nel 2004, dal Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli di Assisi del
“Cavalierato di Pace”.
Innumerevoli successi:
 nel 2011 in Svezia con le attività legate al Military Tattoo di Ystad;
 nel 2001 e nel 2009 a Mons in Belgio presso il Comando Supremo della NATO;
 nel 2003 e nel 2006 a New York in occasione dei festeggiamenti del Columbus Day;
 nel 2002 ad Auckland (Nuova Zelanda) durante la “Louis Vuitton Cup”;
ed ancora in Germania, Austria.
Tra gli importanti palcoscenici nazionali spiccano l’Accademia Nazionale di S.Cecilia, l’Auditorium
Parco della Musica in Roma, il Teatro S. Carlo in Napoli, il Teatro Regio ed Auditorium Paganini in
Parma, il Teatro Verdi in Trieste e il Teatro La Fenice in Venezia.
Guidata in passato dai Maestri Tommaso Mario, Sebastiano Matacena, Pietro Aghemo, Vittorio
Manente, Egidio Fazio, Luigi Franco, Massimo Martinelli, Roberto Granata, attualmente la Banda
Musicale della Marina Militare Italiana è comandata dal Capitano di Vascello Giacomo Polimeni ed è
diretta dal Capitano di Fregata Maestro Antonio Barbagallo.
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PREMI E
RICONOSCIMENTI
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XXIII BARBOTIN D’ORO
Barbotin
Il
d’Oro
è
un
riconoscimento
istituito
dall’Azienda Speciale per il Porto di Chioggia, in sinergia
con il Comune di Chioggia e tutta la portualità clodiense,
che
annualmente
viene
assegnato
a
persona,
associazione, ente o azienda che abbiano con fatti, idee
o iniziative, contribuito a promuovere e divulgare il Porto
di Chioggia.
Il XXIII Barbotin d’Oro sarà assegnato
assegnazione in definizione
1992 Professoressa Amalia Sartori
1993 Ingegner Ezio Panetti
1994 Alla memoria Comandante Giorgio Ricottilli
BARBOTIN: inventato dal Comandante
Barbotin della Marina Militare francese, è
una
parte
del
verricello
salpancora
costituito da una robusta ruota, nella quale
sono ricavati dei vani che guidano le maglie
della catena per il salpamento dell’ancora.
1995 Capitano Oscar Nalesso
1996 Ammiraglio Gaetano Sodano
1997 Dottor Marino Grimani
1998 Dottor Raffele Bazzoni
1999 Marina Militare Italiana
2000 Dottor Tresilio Tomassetti
2001 Dottor Ingegner Maria Giovanna Piva
2002 Corpo delle Capitanerie di Porto
2003 Dottor Giancarlo Galan
2004 Dottor Fortunato Guarnieri
2005 Dottor Pasquale De Felice
2006 Premio non assegnato
2007 Signor Luciano Boscolo Cucco
2008 Equipaggio Sommergibile Salvatore Todaro
2009 Dottor Renato Chisso
2010 Architetto Ingegner Giampietro Mayerle
2011 Dottor Gianfranco Boscolo Contadin
2012 Alla memoria di Alfredo Boscolo Anzoletti
2013 Ammiraglio Tiberio Piattelli
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GALEA D’ORO
Il prestigioso riconoscimento “Galea d’Oro”, raffigurante un
quarto di poppa di una antica “galea veneta”, rappresenta
simbolicamente quel riconoscimento che A.S.PO. ha istituito a
favore di una persona, un ente o una società che abbia
contribuito all’approdo, presso gli scali di Chioggia, di navi
prestigiose o abbia permesso di attivare nuove linee di
navigazione.
Precedenti conferimenti:
2010 Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte
2011 Presidente del Magistrati alle Acque di Venezia Ingegnere Patrizio Cuccioletta
2012 Hugo Trumpy Group di Genova
2013 premio non assegnato
Assegnazione in definizione
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La presenza della
MARINA MILITARE
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Stand istituzionale
La Marina Militare sarà presente - anche in questa 6^ edizione di Ottobre Blu - per illustrare il proprio ruolo nel
sistema Paese per l’impegno nel mantenimento e l'educazione alla pace, la responsabilità nella garanzia della
sicurezza e la propria funzione dual-use.
Il personale della Marina con uno stand istituzionale esporrà ed illustrerà le proprie funzioni operative: flessibili
e non "obbligate" al mero compito militare.
Ovvero la capacità di utilizzo di mezzi e uomini anche in ambito civile. Una caratteristica intrinseca che non
nasce oggi ma che da oggi, più che mai, è richiesta dal Paese negli impegni di tutti i giorni.
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FREGATA DELLA CLASSE MAESTRALE
Le fregate della classe "Maestrale"
hanno il loro compito primario
nell'impiego ASW anche se dispongono
di un elevato grado di flessibilità che le
rende idonee anche per il ruolo AAW e
ASuW. La compartimentazione dello
scafo è costituita da quindici
compartimenti
stagni
e
il
galleggiamento è assicurato anche con
tre compartimenti contigui allagati. La
stabilità di piattaforma è assicurata da una coppia di pinne stabilizzatrici non retrattili in grado di ridurre il
rollio da 30° a 3° alla velocità di 18 nodi. L'apparato propulsore è in configurazione CODOG su due assi
con eliche a cinque pale orientabili di 4 m di diametro. L'impianto elettrico è composto da due centrali
ognuna con quattro gruppi generatori da 780 kW e da due centrali di conversione da 60/400 Hz per le
esigenze del sistema di combattimento: ogni centrale è sufficiente ad assicurare il fabbisogno massimo
della nave.
Il controllo remoto dell'apparato motore è effettuato da un sistema elettronico SEPA-7206 che assicura il
controllo digitale di tutte le funzioni. Il governo è assicurato da due timoni sospesi di tipo semicompensato,
a comando elettro-idraulico e con un angolo di barra di 35° per lato. Molte le soluzioni per le misure
antivibrazione e antirumore intese a ridurre i rumori irradiati in mare al fine di migliorare le caratteristiche
ASW delle navi.
Cenno merita la composizione dell'armamento silurante che, oltre ai consueti due complessi trinati da 324
mm Mk 32 per siluri ASW, conta anche su due tubi di lancio B-516 per siluri filoguidati Whitehead A-184
da 533 mm a doppio scopo (ASW e ASuW) con una testa in guerra di 250 kg e una portata di 9,2 mg a a
38 nd e di 13,7 mg a 24 nd. Queste armi sono collocate assialmente a poppa estrema. Due sono gli
elicotteri leggeri imbarcabili e ricoverabili nell'hangar poppiero. Le unità di questa classe hanno avuto
negli anni un impiego così intenso da risultare di gran lunga superiore a quello inizialmente calcolata nella
loro progettazione. Prevista la loro sostituzione con unità di nuova costruzione a partire dal 2010.
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NAVE ITALIA
Nave Italia è un brigantino armato a goletta di 61 metri, costruito
nei cantieri navali Wiswa di Danzica nel 1993 per una compagnia
olandese con il nome di “Swan fan Makkum”, e dal 19 marzo
2007 di proprietà della FondazioneTender to Nave Italia, una
Onlus costituita dalla Marina Militare Italiana e dallo Yacht Club
Italiano. Da tale data è una Nave iscritta nei ruoli del naviglio
militare italiano e gestita in compartecipazione tra i due soci della
fondazione.
La Fondazione ha lo scopo di promuovere il mare e la
navigazione come strumenti di educazione, formazione,
abilitazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia a favore di
associazioni non profit, ONLUS, scuole, ospedali, servizi sociali,
aziende pubbliche o private che promuovano azioni inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie.
Per realizzare la propria missione la Fondazione mette a disposizione, dal 2007, Nave Italia dove
emarginati, giovani e adulti resi fragili da disabilità o disagi fisici, psichici o sociali possano acquisire
nuove consapevolezze sul proprio valore di persone, attraverso risposte attive e energie inattese.
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