Rassegna Stampa di giovedì 27 febbraio 2014 SNALS / CONFSAL L'Unione Sarda il Mattino Il Tempo - Cronaca di Roma Adn Labitalia Adn Labitalia FONDI PUBBLICI ALL'ASILO, INDAGATA LA DIRIGENTE MUTI, MANON E LA PRIMA DELLA DISCORDIA 27/02/2014 VANDALI CONTRO BUS CON SASSI E SAMPIETRINI 27/02/2014 27/02/2014 SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI FATTI = FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA E SNALS CONFSAL, INTERVENIRE SUBITO SU EMERGENZE 26/02/2014 SCUOLA: SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI FATTI 26/02/2014 Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera la Repubblica la Stampa Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi il Giornale Panorama Avvenire il Manifesto il Manifesto il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Mattino Il Secolo XIX Il Secolo XIX il Sole 24 Ore MF - Milano Finanza il Tempo Famiglia Cristiana Corriere dell'Umbria il Mattino PER LE SCUOLE SUBITO 500 MILIONI I SINDACI FARANNO I COMMISSARI RENZI TAGLIA IRAP FINO AL 30% 27/02/2014 MINICANTIERI, FONDI DIRETTAMENTE AGLI ISTITUTI 27/02/2014 RENZI A TREVISO TRA SCOLARI E START UP "IL 17 MARZO DALLA MERKEL COL JOBS ACT" 27/02/2014 AI RAGAZZI DIAMO CIBI MENO CALORICI (MA GUSTOSI!) 27/02/2014 CORSI TECNICI SOLO PER LE DONNE 27/02/2014 CONTRATTI DI PULIZIA CON PROROGA 27/02/2014 STOPPATA LA MEGA ANTENNA APPICCICATA ALLA SCUOLA 27/02/2014 APPLAUSI, FISCHI, IL GELO DEL COLLE IL PRIMO GIORNO DI RENZI PREMIER 05/03/2014 PROMETTO, DUNQUE GOVERNO 27/02/2014 "TAGLIO L'IRAP DEL 30% E PUNTO SULLA SCUOLA" 27/02/2014 LAVORO: 8,5 MILIONI SENZA CONTRATTO LA SPENDING REVIEW COLPISCE LA SCUOLA 27/02/2014 VADEMECUM PER CITTADINI CRITICI NELLE AULE DELLA DEMOCRAZIA 27/02/2014 CINQUE ESONERI TOTALI DALLE SPESE UNUVERSITARIE 27/02/2014 LUISS AI "MONDIALI" DEL SAPERE 27/02/2014 DOTTORATI DI RICERCA SE IL COLLEGIO HA 16 DOCENTI 27/02/2014 VENETO LABORATORIO DI START UP 27/02/2014 Int. a M.Marrelli: MARRELLI: "UNA MOSSA INTELLIGENTE PER REALIZZARE UN BIPOLARISMO CHIARO" 27/02/2014 ERASMUS, L'UE CACCIA LA SVIZZERA 27/02/2014 MARTELLI IN CAMPO "SU ERZELLI NIENTE MARCIA INDIETRO" 27/02/2014 AL MINISTERO DELL'ECONOMIA ARRIVANO GLI UOMINI DI LETTA 27/02/2014 SUI SOTTOSEGRETARI SI TRATTA ANCORA 27/02/2014 ARANCE AMARE. RENZI SCOPRE LA PIAZZA 02/03/2014 GOVERNO, IL ROSA DONA A MATTEO 27/02/2014 MINISTRO GIANNINI INAUGURI L'ANNO ACCADEMICO 27/02/2014 RENZI: DALLA MERKEL DOPO L'OK AL JOBS ACT +++ 27/02/2014 27/02/2014 Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera la Stampa MF - Milano Finanza il Messaggero L'Unita' il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera il Messaggero PIU' SOLDI NELLE TASCHE DEI LAVORATORI ITALIANI ESODO INCENTIVATO PER I 290 ESUBERI 27/02/2014 LE RETRIBUZIONI SALGONO DELL'1,4% 27/02/2014 PENSIONI IN CERCA DI GRADUALITA' 27/02/2014 I CONTI IN TASCA AI PIANI DI RENZI 27/02/2014 SENZA CONTRATTO 8,5 MILIONI DI LAVORATORI 27/02/2014 L'ESPRESSO E' IN UTILE, RIDUCE IL DEBITO E RIFA' REPUBBLICA 27/02/2014 CONTRATTI, CIRCA 8,5 MILIONI ASPETTANO ANCORA IL RINNOVO 27/02/2014 CANTIERE PREVIDENZA, CONVEGNO OGGI ALLA CAMERA 27/02/2014 SACRIFICHIAMO I FONDI UE PER RIDURRE IL CUNEO FISCALE 27/02/2014 "CUNEO-INCENTIVI, SI' ALLO SCAMBIO" 27/02/2014 SORPRESA, SONO I DISTRETTI A TRAINARE IL PIL 27/02/2014 RENZI RIFIUTA DI BLINDARE IL DECRETO: NON GIOCO COSI' LA MIA PRIMA FIDUCIA 27/02/2014 27/02/2014 Quotidiano Data IL~MA.TTINO Pagina Foglio Rischia Accordi di saltare ad personam la pièce e decine di di Puccini fondazioni: interpretata le spese . daAnna sonoorma1 Netrebko fuori controllo Le cifre zontale e mancano le risorse per premiare chi fa bene il proprio lavoro. Il Teatro dell'Opera di Roma ha un deficit annuale di 10 milioni e 418mila euro e un debito patrimoniale di 30milioni di euro. Domanda, banale ma pertinente: possibile mai che ci sia ancora qualcuno che di fronte a questo crack possa solo immaginare di non fare nulla, lasciare tutto come prima e come sempre, tanto poi alla fine paga Pantalone o il Campidoglio? Già, purtroppo è possibile. Anche perché sul fuoco della felliniana prova d'orchestra continua a soffiare quel ceto politico poco responsabile che gioca di sponda con il sindacalismo corporativo, altro fenomeno dell'Italia inginocchio. I sindacalisti del Teatro dell'Opera di Roma che, come in una sceneggiata napoletana, si sono presentati in pubblico a spiegare le loro ragioni indossando una maglietta con la scritta «I love Muti» sentono di avere le spalle forti, grazie a chi, come l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, pensa di cogliere al balzo questa protesta per creare ulteriori problemi al suo successore, Ignazio Marino, che certo finora ha dimo- strato solo di essere un sindaco sbagliato al posto sbagliato. L'ultimo atto di tanta follia arriva con cronometrica ripetizione di copioni già visti. Era l'anno di grazia 1999, quando il maestro Giuseppe Sinopoli, artista di spessore internazionale e autentico gentiluomo purtroppo scomparso, gettò la spugna al Teatro dell'Opera di Roma che dirigeva con enorme passione e con assoluta competenza. Lo fece con poche parole, nel suo stile: «Ho dato il massimo, ma è stato inutile. Questo Teatro ormai è a livello di quello di Tunisi, e non può rinascere». Lo presero per un artista capriccioso e umorale, anche loro si gridò contro i fantomatici "comitati di affari" che si volevano impossessare dell'istituzione. In realtà Sinopoli, quindici anni fa aveva capito tutto, e forse l'unico modo per onorare la sua memoria e per sognare una nuova vita dell'Opera, dopo il lungo suicidio, è di augurarsi la sua liquidazione. Più prima che dopo. www.ecostampa.it teggere sprechi e privilegi, non abbiamo più le risorse per garantire la coperturaanuovenecessità ed a chi ha veramen te bisogno di essere tutelato dallo Stato sociale. I costi del personale nei teatri lirici assorbono ormai il 70 per cento delle entrate: un rapporto numerico folle, al quale si aggiungono le indennità a pioggia, e le eredità di accordi ad personam, più che nell'interesse di una categoria. I conti del San Carlo sono schiacciati in modo irreversibile dal costo di una pensione aggiuntiva che la Fondazione deve pagare ogni anno a circa300 ex lavoratori del teatro, titolari del diritto a un assegno previdenziale bis. Assegno reversibile, ovviamente, che si è iniziato a versare a dipendenti che sono andatiin pensione ancora quarantenni. Intanto, un macchinista che fa onestamente il suo lavoro e non è protetto da qualche potente di turno, vede il suo stipendio, 1.500 euro al mese, a rischio e comunque tagliato del 30 per cento perché la scure colpisce in modo oriz- 27-02-2014 1 2/3 Le cifre opere 14 All'Opera di Roma si alza il sipario 163 volte l'anno a fronte di una quarantina di milioni di euro di contributi pubblici dei quali 16milioni e mezzo li versa un'amministrazione comunale a sua volta sull'orlo del dissesto 6.000 fondazioni liriche sinfoniche in Italia Dipendenti 633 808 Dipendenti alla Scala di Milano Dipendenti all'Opera di Roma i debiti 70°/o del budget dipendenti Spese per il personale All'Opera di Roma spadroneggiano cinque sigle sindacali, fino a qualche anno fa erano otto, che se tutto va bene sono molto meno della metàdei490 dipendenti del teatro 360 mln Il debito totale delle fondazioni lirico sinfoniche nel 2013 182,866 mln I contributi statali alle Fondazioni secondo il Fondo unico spettacolo di cui 26,802 mln 068391 L'ammontare dei debiti che stanno soffocando il Teatro dell'Opera sarebbe di circa 360 milioni di euro: rischia così di finire una storia gloriosa e secolare Ritaglio Conf.s.a.l. stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 ADN0621 3 ECO 0 DNA ECO NAZ SCUOLA: SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI FATTI = FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA E SNALS CONFSAL, INTERVENIRE SUBITO SU EMERGENZE Roma, 25 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Passare dalle parole ai fatti. Affrontando da subito alcune delle emergenze piu' 'calde' del 'pianeta scuola': precariato, blocco delle retribuzioni del personale,risorse per la didattica. E' questa la risposta dei sindacati di categoria della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, all'indomani dell'intervento di Matteo Renzi in Senato, durante il quale il premier ha indicato la scuola come "punto di partenza" dell'agenda di governo e annunciato investimenti per l'edilizia scolastica. Un intervento che e' piaciuto alle sigle sindacali, che pero' si attendono da subito azioni concrete dal premier e dal governo. "Sicuramente e' importante -spiega a Labitalia Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil- che i sistemi formativi, d'istruzione e di ricerca tornino al centro dell'attenzione. Ma allo stesso tempo e' necessario passare dalle parole ai fatti, e per farlo servono investimenti e risorse cospicue. E' necessario tornare a investire -aggiunge- per dare qualita' e valore al sistema scuola. Le scuole sono senza risorse -sottolinea- e in una situazione di totale emergenza, e alla famiglie viene chiesto di sostenere le spese quotidiane. Quindi va bene investire sull'edilizia ma serve anche altro. Il personale e' assolutamente demotivato, con un contratto bloccato da troppi anni, e i docenti si sentono svalorizzati nelle loro professionalita'". (segue) SCUOLA: SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI FATTI Soddisfatto delle parole di Renzi anche Marco Paolo Nigi, segretario generale dello Snals Confsal. "La scuola come priorita', restituzione del valore sociale ai docenti, radicale cambiamento di atteggiamento verso la scuola da parte del governo e delle famiglie, l'educazione come motore dello sviluppo. Queste affermazioni pronunciate dal presidente del Consiglio Renzi -spiega a Labitaliasono condivise dallo Snals-Confsal che ora attende impegni coerenti e azioni concrete, ad iniziare dall'organico dell'autonomia e dal rinnovo del contratto". E anche per Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, l'intervento di Renzi "e' stata una scossa salutare: mettere al centro di una difficile stagione politica l'istruzione e il valore dell'insegnamento e' un fatto assolutamente positivo". "Le parole di Renzi sono condivisibili -aggiunge Di Menna- e adesso dobbiamo verificare che, considerata la situazione finanziaria non facile, ci devono essere delle azioni con cui si sposta una quota di spesa pubblica dalle inefficienze e i privilegi all'istruzione. Questo puo'aiutare a migliorare, gradualmente, il rapporto tra spesa per l'istruzione e spesa pubblica del nostro Paese, che e' uno degli ultimi a livello europeo". Per Di Menna, "le prime emergenze, da affrontare subito, riguardano i ritardi accumulati sul precariato e le retribuzioni dei dipendenti". "Affrontate queste emergenze, si potra' aprire una stagione, a cui la Uil e' interessata, di modernizzazione della scuola italiana", conclude. Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 27-02-2014 5 1 www.ecostampa.it Quotidiano Il piano. In tutto 2-2,5 miliardi: altri 850 milioni da mutui Cdp più 1miliardo incagliato Per le scuole subito 500 milioni I sindaci faranno i commissari Giorgio Santilll ROMA Modello emiliano •In Emilia Romagna nei tre mesi successivi al terremoto del 2012 sono state costruite 58 nuove scuole. Sindaci e presidenti di Provincia hanno avuto poteri straordinari, in qualità di commissari governativi per l'edilizia scolastica. fidare poteri da commissario governativo ai sindaci sul modello adottato in Emilia-Romagna dopo il terremoto. Sul punto del coordinamento dei poteri, l'orientamento di Renzi sarebbe di affidare il programma alle competenze del ministro dell'Istruzione. Una soluzione che secondo molti sarebbe un passo indietro. A mettere in guardia il prelnier è, per esempio, il presidente dei costruttori dell' Ance, Paolo Buzzetti. «Abbiamo subito apprezzato il programma annunciato dal governo - dice ma mettiamo in guardia il presidente del Consiglio sulla ripartizione delle competenze perché affidare il piano a un solo ministro lo mette seriamente a rischio. È la storia che abbiamo già visto in passato. L'unica cabina di regia capace di avviare effettivamente il programma è quella coordinata direttamente da Palazzo Chigi». La preoccupazione è per le gelosie esistenti fra i ministeri di spesa, ma anche forse sul ruolo del ministero dell'Economia. Un'altra questione, posta dall'Ance insieme aLegambiente e al Consiglio nazionale degli' architetti, sulla base di un puntuale studio fatto dal Cresme, riguarda le priorità nella selezione dei progetti da finanziare. Per queste organizzazioni si dovrebbe puntare - oltre che sulla sicurezza - sul recupero di efficienza energetica. Il Cresme stima che con un investimento di 3,6 miliardi si abbatterebbe la bolletta energetica del 13,6%. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 Sipartiràconl'avvioimmediato dei 450-;oo milioni messi a disposizione dal decreto del fare, per cui i comuni hanno presentato già progetti per oltre un miliardo di euro. Si sceglieranno i lavori considerati cantierabili e più urgenti in termini di sicurezza. Ma per il «programma straordinario scuole» voluto fortemente da Matteo Renzi come segno della rinascita del Paese il governo cercherà di attivare in tempi rapidisssimi anche 850 milioni di mutui Cdp e Bei già previsti dal decreto legge 104 e un altro miliardo di fondi incagliati da precedenti piani di edilizia scolastica. In tutto 2-2,5 miliardi che daranno spessore al programma annunciato dal premier, sempre che il governo sia capace di attivare effettivamente le risorse. L'ipotesi è di potenziare la prima tranche del piano, che porterà ai lavori tra il 15 giugno e il 15 settembre, almeno con una quota di queste risorse aggiuntive. Anche per i 450 milioni di partenza, per altro, si devono mettere a punto diversi aspetti perché se 150 milioni sono stati già messi a disposizione dalla Ragioneria, altri 300 dovranno arrivare dall'Inail, con una formula che è ancora allo studio. Qµello finanziario non è, però, l'unico problema che il governo dovrà affrontare per far decollare effettivamente i progetti di edilizia scolastica: nei dieci anni ché vanno dal 2004 al 2013 poco'è effettivamente partito a dispetto di tanti annunci fatti, e le risorse bloccate fra numerosi e sparpagliati piani centrali e locali ammontano a2,5 miliardi (si veda Il Sole-24 Ore di ieri). Un nodo decisivo per la riuscita stessa del programma sarà quello del coordinamento delle competenze: anzitutto, all'interno del governo, perché da anni i ministeri si fanno una guerra di competenze che anche Enrico Letta aveva tentato di· affrontare istituendo una «cabina di regia» a Palazzo Chigi; e poi sul territorio perché, al solito, la giungla delle sovrapposizioni e delle autorizzazioni blocca l'avvio concreto dei cantieri anche quando i progetti sono disponibili. Su questo secondo punto, il govemohagiàunprovvedimento pronto: l'ipotesi è quella di af- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 8 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn I Data 27-02-2014 Pagina 5 Foglio 1/ 2 www.ecostampa.it Il premier a Treviso: andrò dalla Merkel il 17 marzo con il Jobs act Renzi: taglio all'Irap possibile fino al 30% Padoan: ora un fisco più orientato alla crescita "l!l'ii)lì «Ridurremo di almeno 10 mi- vale oltre 30 miliardi -ha aggiunto Treviso è la prima tappa del "viagliardiilcuneofiscale»:loharibadi- - e se metti 10 miliardi la riduci di gio profondo" che il premier farà toMatteoRenziaTreviso.«L'Irap un terzo. Qµesta è un'ipotesi». inltalia«Daquial17marzo,albilaterale con Angela Merkel -ha det- to-andremo con il Jobs act sostanzialmentepronto».Ilministr0Padoan alla Camera: cambiare il fisco per crescere. Patta e Santllli ~ pagina 5 La destinazione del taglio al cuneo Il nuovo governo «Con 10 miliardi riduzione di un terzo dell'Irap per le aziende osconto Irpef di qualche ventina di euro ai lavoratori. Non abbiamo ancora deciso» IL PROGRAMMA DEL PREMIER Renzi: taglio Irap fino al 30% Il premier aTreviso: «Riparto dalla scuola, andrò dalla Merkel con il Jobs act» Emilia Patta ROMA dell'Irap, e proprio in una realtà di Pmi come quella trevigiana, è stata lanciata. Non solo cuneo fiscale, ma anche jobs act («arriveremo all'incontro bilaterale conlaMerkeldel17marzoconil piano del lavoro e il jobs act sostanzialmente pronto») e allentamento del patto di stabilità interno per rilanciare gli investimenti nei Comuni («entro il 10 marzo faremo un censimento per verificare come è possibile, senza sforare il 3%, allargare le maglie del patto si stabilità».) Il premier torna a Roma nel pomeriggio portandosi dietro ·la polemica delusione delle rappresentanze sindacali dei lavoratori di Electrolux che avevano in programma di incontrarlo. Secondo i sindacalisti l'incontro era stato definito attraverso il prefetto di Treviso ma Renzi «ha preferito rimandare». In serata, a Palazzo Chigi, una riunione con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio e i ministri interessati (Giuliano Poletti per il lavoro e Federica Guidi per lo Sviluppo) ha fatto una prima ricognizione sul dossier Electrolux e presto - si fa sapere - i rappresentanti sindacali saranno ricevuti. Altro dossier caldo, ma tutto politico, è quello della legge elettorale. La prossima settimana potrebbe essere quella buona per l'Italicum, per usare il linguaggio dei renziani. L'approvazione entro febbraio- per la crisi politica e per le vicissitudini del decreto "salva-Roma" -è ormai saltata, ma oggi la capigruppo di Montecitorio dovrebbe calendarizzare la legge per l'inizio di marzo. E, considerando il contingentamento di cui gode il testo, il via libera dovrebbe arrivare in 26 ore. Ma sono molti, tra i democratici, a scommettere che i problemi veri ci saranno poi in Senato. Quanto al lodo Lauricella invocato dal Ncd per legare l'entrata in vigore dell'Italicum all'abolizione del Senato in modo da rimandarne i tempi, è il portavoce del Pd Lorenzo Guerini a chiarire che il patto stretto con Silvio Berlusconi è solido: «Gli accordi per il Pd sono impegnativi. Sull'Italicum andremo avanti con determinazione». ©fllPf\ODUZlONE RISERVATA 068391 A meno di 24 ore dalla fiducia accordatagli dalle Camere, Matteo Renzi mette a segno uno dei suoi colpi d'immagine con la vista alla scuola Coletti di Treviso. «Treviso. Che bello incontrare gli studenti! Sentivo la mancanza. Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi», twittava il neo premier di prima mattina lasciando i suoi a Roma a comporre il difficile puzzle di viceministri e sottosegretari. Lontano dai Palazzi e tra la gente una volta a settimana, sembra essere il progetto, dal momento che quella di Treviso è la prima tappa di un «viaggio profondo» che Renzi farà in Italia puntando a conquistare direttamente la fiducia dei cittadini. Non si era mai visto un premier appena insediato - hanno osservato industriali di primo piano incontrati nella trasferta trevigiana come Luciano Benetton e il patron della Geox Mario Poletti Po legato - ascoltare stu- denti e imprenditori prendendo appunti sui loro problemi e sulle loro richieste. E proprio agli imprenditori Renzi parla quando ipotizza di utilizzare i 10 miliardi destinati al taglio del cuneo fiscale tutti per la riduzione dell'Irap: «Se noi riduciamo l'Irap, che vale oltre 30 miliardi, di una decina di miliardile aziende hanno subito una riduzione di un terzo - dice - . Viceversa se seguiamo la strada della riduzione fiscale di 10 miliardi sull'Irpef è evidente che i lavoratoti si trovano in tasca solo qualche ventina dì euro. Non abbiamo ancora deciso quale delle due strade prendere». Probabilmente il punto di caduta sarà nel mezzo, come spiega quasi contemporaneamente il responsabile economico Filippo Taddei prefigurando un taglio del 10% dell'Irap e un taglio del 10% dell'Irpef per ì redditi medio bassi che va a decrescere al crescere del reddito: «Per un lavoratore che guadagna 1.500 euro netti in busta paga sì avrebbe un guadagno di 500 euro netti all'anno in busta paga». Eppure la suggestione del taglio grosso Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 9 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Cuneo Il premier Matteo Renzi ha confermato la riduzione del cuneo fiscale di 10 miliardi: sarà modulabile, ha spiegato, con un intervento sull'Irpef peri lavoratori e sull'Irap per le imprese Jobsact Renzi ha poi confermato l'agenda per il varo delJobs act, che dovrà essere pronto per il bilaterale con la cancelliera Angela Merkelil':l.7 marzo. I Conterrà leannu13cii1~ misure di www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 5 2/2 flessibilizzazione sui contratti in ingresso e la riforma degli ammortizzatori sociali nella direzione di un sussidio uniersale per la disoccupazione Scuola Renzi ha ribadito che «il paese riparte dalla scuola». «Il 70%dei sindaci che ho incontrato- ha spiegato- ci ha presentato progetti\lronti sull'edilizia scolasti<:a su cui non chiedono soldi al governo ma solo la modifica del patto di stabilità !Il internçi»~1 Il CASO E.LECTROlUX Salta l'incontro con gli operai ma il governo annuncia che presto i rappresentanti sindacali saranno ricevuti a Palazzo Chigi 068391 Alla scuola di Treviso. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 10 COBBIEBE DELLA SEBA le Data Pagina Foglio 27-02-2014 8 1 Semplificazione sul modello del terremoto in Emilia. L'obiettivo di 5 mila interventi, ma serviranno altre risorse Minicantieri, fondi direttamente agli istituti Una struttura a Palazzo Chi~ per gestire i 2,5 miliardi disponibili per 1lavon ROMA - Matteo Renzi l'ha detto subito e ribadito ieri: «L'edilizia scolastica è una priorità assoluta» perché le scuole italiane cadono a pezzi e perché intervenire sugli edifici scolastici, e in qualche caso ricostruire di sana pianta, rimetterà in moto l'economia. Ma ecco la domanda: dove prenderà i soldi il neopresidente del Consiglio? Nuove tasse? Sorpresa, i soldi ci sono già. Si tratta solo di decidere come spenderli. <<Quei due miliardi e mezzo di euro a cui ha fatto riferimento Renzi in Parlamento sono risorse già esistenti», dice Davide Faraone, siciliano, responsabile Scuola e Welfare del Pd da quando il sindaco di Firenze è diventato segretario. E dove sono? «Le risorse per aprire subito una grande stagione di ammodernamento, ristrutturazione e messa in sicu rezza delle scuole - continua Faraone - sono il miliardo e 200 milioni di euro non utilizzati e stanziati negli ultimi dieci anni a vario titolo dallo Stato per la riqualificazione delle scuole; 150 milioni più altri 300 del decreto del "Fare"; 850 milioni dal 2015 per mutui che accenderanno le Regioni». Nel dettaglio,la ricognizione delle risorse è stata fatta dalla squadra che lavora con il presidente del Consiglio: Fondi Fsc (Sviluppo coesione) per 567 milioni, Fondi legge di Stabilità 2012 per 40, Capitolo di bilancio Miur per 38, decreto del Fare per 450, decreto legge istruzione (104/2013) per 850, decreto anticrisi del 2008 per 111, Fondi strutturali europei per 359, Fondi legge. Obiettivo, 93 milioni. Come spenderli? Qui il punto. Ren zi e il Pd la risposta ce l'hanno: subito una cabina di regia operativa unica presso la presidenza del Consiglio, alla quale ovviamente parteciperanno ministero dell'Istruzione, ministero delle Infrastrutture, Protezione civile e le associazioni nazionali degli Enti locali. «Occorre sburocratizzare - continua Faraone - e la modalità più efficace è quella utilizzata in Emilia Romagna dopo il terremoto». Qui in pochi mesi sono state costruite ben 58 nuove scuole, grazie a procedure di evidenza pubblica semplificate. È questo il modello che Renzi vorrebbe applicare su scala nazionale. La cabina di regia unica è necessaria perché adesso c'è troppa burocrazia e accedere ai fondi è difficilissimo. Presso il Miur opera il Fondo unico per l'edilizia scolastica, istituito con decreto legge 179 del 2012. Presso la presidenza del Consiglio è poi attivo un nucleo di coordinamento tecnico. Manca un coordinamento funzionale. Gli esperti messi in campo da Renzi hanno rilevato che ci sono 8 diverse fonti di finanziamento e 12 procedure attuative, «a testimonianza di come manchi una strategia complessiva unitaria>>. Coordinare e semplificare sono dunque le due parole d'ordine per il premier. Comuni e Province presenteranno i progetti da finanziare studiati secondo criteri concordati con il ministero dell'Istruzione, per esempio laboratori, attrezzature tecnologi- www.ecostampa.it Quotidiano che o semplicemente messa in stato di sicurezza. Di fatto sindaci e presidenti di Provincie avranno poteri commissariali mentre per gli interventi di minore entità, entro gli 80 mila euro, la cabina di regia individuerà direttamente scuole e dirigenti scolastici destinatari di risorse e titolari degli interventi. Tutto questo deve avere come premessa l'esclusione del patto di Stabilità interno delle spese per gli investimenti nel settore. In questo modo, Renzi vorrebbe aprire almeno 5 mila cantieri in tutta Italia entro il 2014-2016 e anche se i due miliardi e mezzo di euro non potranno risolvere completamente la questione dell'edilizia scolastica l'economia ne gioverà, sottolineano al Pd, e soprattutto si renderanno le scuole più moderne, sicure e funzionali alle nuove metodologie didattiche. Un libro dei sogni? <<No, una probabile realtà se si avvia subito il piano», dice ancora Davide Faraone. Bisogna agire d'urgenza: a 18 anni dall'istituzione dell'Anagrafe scolastica non si ha ancora il quadro completo ma quello che si sa è drammatico. Alcuni dati: il 15 per cento delle scuole sono situate in caserme o ex abitazioni civili, 24 mila scuole sorgono in zone a elevato rischio sismico, il 62 per cento è stato costruito prima del 1974, il 37 per cento necessita di interventi di manutenzione urgente mentre il 40 per cento è privo di agibilità. La situazione peggiore è nel Mezzogiorno. Mariolina lossa ©RIPRODUZIONE RISERVATA /mttionl di ~ro Èìil totale deUe risors~diSJ'.1~nibili 1 '' Scuola: testate nazionali stampa ;'~.~.'~·''.:.>., ;. c},".ti1 ·>;,\ !r' ~11,pn1 di ~o'~émpre ~e~ nel~lricog1/Zìon~idella . 1 ad uso esclusivo del destinatario, 068391 ;) sqll~~ra di;lavoroiCl,el .• • 110 1 • '' premler.Rènzi sono•statì conteggiati 450 milioni del decreto del «Fare» e fondi strutturali europei per 359 milioni di euro nei Fondi .tt'sc pe~f<i> Svilupµoeconorrtièo secondo la ricognizione fatta dalla squadra che lavora con il presidente del Consiglio Matteo Renzi Ritaglio ,;;:,:,·>: non riproducibile. Pag. 11 la Repubblica Data Pagina Foglio 27-02-2014 6/7 1/ 2 Renzi aTreviso tra scolari estart up "Il 17 marzo dallaMerkel col Jobs Acf' www.ecostampa.it Quotidiano Einterviene su caso Guidi: le comunicazioni aun viceministro del Pd DAL NOSTRO INVIATO FRANCESCO BEI TREVISO - -Per un giorno - la Piano scuola: dal 11 giugno i Comuni fanm:nop~i lavori. L'Bdmun mmit~dlm a1.da stoppare ogni sospetto dopo la nomina di Federica Guidi. E martedì arriverà in aula l'Italicum. Renzi fa il Renzi fin dalle otto del mattino, quando si presenta davanti ai cancelli della scuola media Coletti di San Liberale. Sfugge alla scorta per salutare i genitoricheloaspettano,stringe le mani agli addetti delle pulizie che protestano, e si affaccia subito alla finestra di un'aula. «Ciao sono Matteo, dammi il cinque!». Lo vogliono far sedere in prima fila nel posto riservato alle autorità, ma lui guarda quelle poltrone con raccapriccio e sussurra: «No, mi metto in mezzo ai ragazzi». E' un one-man show, gli studenti sono entusiasti e lo ap- plaudono spesso. Suonano l'illno e lui tira fuori lo smartphone per fotografarli e metterli su Twitter. «Qual è la cosa che non vi piace di Treviso?». Persino le risposte sembrano da copione: «L'inquinamento .. .i graffiti sui muri..Mcdonald's». Di corsa, sempre di corsa, si cambia location. E' la volta dell'incontro con gli amministratori locali. Come conglistudenti,igiomalistivengono tenuti fuori. Renzi si fa sindaco trai sindaci. Liascoltamentre gli raccontano dei molti milioni di euro che hanno in cassa, mànon possono spendere - «solo 500 mila euro all'anno» - per fare investimenti a causa dei limitiimpostidalpattodistabilità. Si lamentano della «burocrazia soffocante», degli «inutili adempimenti anticorruzione», della «Sordità» di Roma. Renzi prende appunti,lichiamapernome, usa sempre il «tu». Li conquista: «A me non importa che siate della Lega, di una lista civica, del Pd, mi importa solo che ci mettiate il cuore: questo paese, se non lo salviamo noi sindaci, non si salva». Lo applaudono a ogni frase. «Scrivetemi una mail, vi risponderò». Anche agli studenti aveva lasciato il suo indirizzo: «mat- [email protected]».Esceinstradae tutti vogliono una foto. Riccardo Missiato, sindaco di Spresiano: «Viene come me dagli scout, hail servizio nel sangue». Pietro Dalla Libera, sindaco di Oderzo: «Ci ha dato la gioia di ricominciare a sperare». Tre anziani dello Spi Cgil:«Secelafaseiungrande,ma se non ce la fai sei un grande lo stesso». Sempre a piedi attraversa la città, ma non sono tutte rose e fiori. Deve anche affrontare una piccola ma accanita contestazione da parte di esponenti di ForzaNuova,dellaLigaVenetae del movimento 9 dicembre (gli ex forconi). Lo inseguono per le stradine e gli urlano dietro di tutto: <<Assassino ... buffone ... massone». Tra saluti romani, spintoni e sputi vola anche un'arancia, ma finisce lontano dal premier. Luinonsiscompe1Ìle:«E'normale, noi non facciamo passerelle o tagli di nastri, parliamo con il paesereale».L'ultimatappaèallaH-FarmdiRiccardo Donadon, un aweniristico campus che serve da incubatrice per le start-up digitali. Una sorta di Silicon Valley della Marca. Accompagnato dai ministri Giannini e Poletti, Renzi è di nuovo star tra ragazzi che sfrecciano in Segway e progettano il futuro. 068391 sua prima uscita da premier tutta Treviso è Renzi-town. La scuola multietnica, quella dove i bambini delle elementari iniziano a studiare l'arabo, il campus digitale per le start up, gli imprenditori di successo come Polegato e Benetton, i sindaci, soprattutto i sindaci: la cittàintera è un enorme set per «Matteo», che ha deciso a tavolino di disertare per un po' le interviste televisive. Così approfitta proprio di questaincursionenella terra che un tempo regalava ai padani percentuali bulgare per lanciare due annunci importanti. Il primoriguardailJobsAct, che«sarà sostanzialmente pronto» per il 17 marzo, quando andrà a Berlino aincontrareAngelaMerkel. Il secondo riguarda il piano scuola: ogni comune potrà sforare il patto di stabilità per costruire o ristrutturare un edificio scolastico. «Con una procedura d'urgenza - spiega il Sindaco - faremo partire i lavori negli ottomila comuni italiani il 15 giugno, pompando 4-5 miliardi nel set- tore edilizio». Velocità, ritmo, date di scadenza. Intanto, in aereo, ha già deciso che il viceministro alle Comunicazioni, dovrà essere un esponente del Pd, per Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 12 Quotidiano LA STAMPA GIORGIO CALABRESE ggi l'Italia è fra le nazioni più longeve del mondo ma i dati statistici ci dicono che fra qualche decennio questo primato non potrà più essere un motivo di vanto italico, perché i nostri bambini sono diventati i più obesi del mondo o quasi. Per invertire la rotta è consigliabile che il ragazzo scelga il cibo in accordo con il suo gusto, ma nel rispetto di un'alimentazione corretta e normocalorica, che la famiglia in modo naturale deve proporre e non imporre. L'errore che più si fa in famiglia è quello di privarli del tutto dei cibi dolci e gustosi, rendendoli tristi; ciò fa vivere l'aumento di peso come una malattia, anche solo per un po' di peso in più. I chili in eccesso debbono essere persi gradualmente, nel medio-lungo tempo e sotto la guida del nutrizionista, seguendo un'alimentazione ipocalorica ma sempre gustosa. Inoltre, in Italia non si dà la giusta importanza al movimento fisico quotidiano del bambino. Per di più a scuola la lezione di educazione fisica è organizzata in orario frammisto alle lezioni teoriche della mattinata e ciò fa rimanere i ragazzi stanchi e sudati, per cui i genitori, per non compromettere salute e risultati scolastici, presentano certificati con le motivazioni più fantasiose. Meglio sarebbe programmare la lezione nelle ultime ore o al pomeriggio. A causa di questa immobilità i ragazzi, per distrarsi, si dedicano ai giochi elettronici e piluccano in continuazione. Risultato: diventano prima sovrappeso e poi obesi. Ecco alcuni consigli nutrizionali in caso di obesità: diminuire del 30% l'introito calorico, fornire pasti che facciano sentire sazio e appagato il bambino, fare una prima cola- O Ritaglio Scuola: testate nazionali 27-02-2014 19 1 Foglio www.ecostampa.it zione con buoni carboidrati (latte, frutta, pane con marmellata o miele o crema di nocciola o prodotti da forno ai cereali) che diano energia e buonumore, fare almeno 2 spuntini nella giornata (in tarda mattinata e a merenda), aumentare l'uso di frutta e verdura, diminuire la densità calorica dei pasti, aumentare l'apporto di fibre. L'assunzione di proteine animali e vegetali deve essere equilibrata, l'apporto di grassi dovrebbe essere inferiore al 30% con non più di 100 mg di colesterolo ogni 1000 calorie, limitando quelli di origine animale.L'apporto di carboidrati dovrebbe essere intorno al 60% delle calorie con prevalenza dei carboidrati complessi. La quota di zuccheri semplici dovrebbe essere pari al 10% della calorie totali. -1~:':.lrii:".~:1:;~"~::· l:i;;:rJ;i~::::.l'!,~'2,:'1~, I 068391 Ai ragazzi diamo cibi meno calorici (ma gustosi!) Data Pagina stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 14 Quotidiano Data ItaliaOggi Pagina 16 1 www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 IN GERMANIA Corsi tecnici solo per le donne Gihrdina a pag. 16 In Germania, per superare il maschilismo e anche le prevenzioni degli studenti maschi Corsi tecnici solo per le donne Gli imprenditori non fanno differenze: cercano i brav~ da Berlino RoBERTO GIARDINA ia madre andò a scuola in Libia. E a Bengasi, dove viveva, c'era solo il liceo scientifico. Poi la famiglia tornò in Italia, e allo scientifico di Palermo si trovò unica ragazza tra centinaia di compagni, che, raccontava lei, la trattavano con rispetto, qua.i;ii con deferenza. Erano gli Anni Trenta, oggi le giovani studiano dove gli pare. Ma qualche pregiudizio sopravvive. E se sono in minoranza in un corso «tipicamente maschile» incontrano qualche difficoltà. Paradossalmente, ·non perché vengano discriminate, ma al contrario perché gli insegnanti le trattano con eccessiva gentilezza. M In altre parole, non vengono prese sul serio. È quello che avveniva sempre negli atelier dei maestri: se mai accettavano un'allieva, non facevano che ricoprirla di lodi, tanto poi si sposa e smette, e l'aspirante pittrice non imparava i segreti dell'arte, che poi sono quelli di ogni artigiano. In Germania cominciano a mancare i tecfiici, gli immigrati· non bastano per far fronte alle richieste, anche perché pochi arrivano conoscendo la lingua, quindi si cerca di attirare le ragazze. Loro, veramente, il desiderio di svolgere «attività tecniche» l'hanno sempre avuto, ma fino a ieri si trovavano innanzi a ùn muro.· «Ho sempre voluto fare l'ingegnere meccanico», confessa Marika Augner, 22 anni, alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, il mio SOgl).O era costruire macchine. Ma il mio sogno sembrava irreale, in famiglia e a scuola cercavano di sconsigliarmi. Ero brava in scienze naturali, perché non seguivo piuttosto questi studi? Per la meccanica, mi dicevano, ci vogliono uomini forti. Come se avessi dovuto usare il magliò». Come a mia madre nel secolo. scorso, a Marika non sorrideva l'idea di trovarsi unica donna in una classe maschile e si è guardata in giro. Adesso studia ingegneria meccanica a Wilhelmshaven in una classe con altre trenta ragazze. Il corso è «vietato ai maschi. Magari non sarà politicaqi.ente corretto ma nessuno protesta. Gli studenti hanno solo l'imbarazzo della scelta». «Nonostante le campagne femministe e tutte le battaglie combattute i pregiudizi sul genere resistono», dice Ulrike Schleier, direttrice del corso. Ancora oggi le ragazze sono solo il venti per cento degli studenti in informatica o in ingegneria. Non sempre le trattano con cavalleria. «Durante le lezioni devono sopportare· le battute maschiliste, e i pregiudizi dei compagni, e spesso dei professori. Solo le giovani molto motivate hanno la voglia, se non il coraggio, di entrare in un territorio considerato esclusivamente maschile. E per andare avanti devono sempre essere più bravè dei compagni». Il corso di Wilhelmshaven è stato aperto nel 1997, ed era l'unico in Germania. Adesso ce ne sono altri quattro: a Stralsund si può studiare ingegneria economica. A Brema, Berlino, e Furtwangen l~i\fa~ gazze possono studiare informatica senza essere disturbate dai maschi. Naturalmente le critiche non sono mancate. «Ma la separazione non è fondamentalista», sorride Frau Ulrike, «dopo il terzo semestre, ragazzi e ragazze possono ritrovarsi insieme. Quando gli studenti sono ormai avanti, gli ostacoli antifemministi, sono minori. È all'inizio che i pregiudizi sono pericolosi e possono indurre le ragazze ad abbandonare». E cosa avviene dopo il diploma? «Le ragazze non devono temere i pregiudizi dei datori di lavoro», assicura Christian Richter, dell'agenzia di indirizzo professionale Select-if di Diisseldorf. «Le aziende cercano chi è bravo, e si fidano dei diplomi delle candidate». 068391 - - © Riproduzwrw riseroata--- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 15 il Giornale I Data 27-02-2014 Pagina 4 Foglio 1/ 2 Applausi, fischi, il gelo del Colle Il primo giorno di Renzi premier www.ecostampa.it Quotidiano A Treviso la visita del presidente del Consiglio si rivela un mezzo fallimento ENapolitano èscettico.· «Con lui ci sarà la svolta? Una domanda ipotetica... » di Stefano Filippi nostro inviato a Treviso ' importanteindustriale . loammetteadentistretti e sotto anonimato: «Abbiamo perso una mattinata». Matteo Renzi nella sua prima uscita da premier assicura che «non siamo qui perfare passerelle, nonfacciamo tagli dinastri, parliamo conilPaesereale». MalasuamezzagiornataaTreviso è tutta una passerella, dagli studenti ai sindaci, dagliimprenditoria un «incubatore» di aziende innovative, inframmezzata da una passeggiata nel centro storico carica di tensione per le contestazionidiForzaNuova,leghisti e «forconi» (ma ileader del movimento in serata hanno smentito). L'aplomb che regnava a Palazzo Chigi con Monti e Letta è spazzato via: Renzi cerca il bagno di folla, la ressa di fotografi e operatori tv, salvo gli incontri a porte chiuse. Le forze dell'ordine frenano a faticai contestatori armati di striscioni («Dopo Monti e Letta ecco Renzi la terza marionetta»), car- telli («Meglio un morto in casa che Renzi sulla porta») e arance da lanciare contro il municipio. «Buffone buffone» urlano iforconi che ogni tanto si tacciono per ricordare i suicidi.C'è anche tanta gente normale: «Noi veniamo da Pordenone - dicono marito e moglie sulla settantina prima di un prosecco - bisogna sostenere Renzi, ne ha bisogno, deve prosciugare la palude». AllescuolemedieColetti, periferia nordovest di Treviso, zona multietnica, il premier arriva con i ministri Giuliano Paletti (Lavoro) e Stefania Giannini (Istruzione), nell'aula magna si canta l'inno di Mameli con l' orchestra dei ragazzi, si parla di graffiti, storia dell'arte, ecologia e rifiuti: «Quello che non vame lo segnalate alla mail [email protected]. Ogni settimana andrò nellescuoleadascoltarelerichieste e poi torno aRomaconicompiti a casa. La scuola è il punto di ripartenza del Paese». Vistochenonèunapasserella, Renzi cerca anche di spiegare che cos'è il cuneo fiscale ma come prof deve studiare ancora. Il cuneo è invece il piatto forte de- gli appuntamenti successivi. «Lo riduciamo, è deciso -garantisce Poletti - Quantisoldiin più arriveranno ai lavoratori lo decideràilministro dell'Economia.Noi abbiamo calcolato 10 miliardi come abbattimento del cuneo». Renzi conferma la cifra «come minimo» senza però precisare come verrà distribuita. «Ditemi voi che cosa preferite», dice agli imprenditoriinmunicipio: sono presenti i capitani d'industria di Treviso, da Benetton a Moretti Polegato (Geox), dalla De Longhi alla Fassa Bortolo, dal presidente degli industriali Alessandro Vardanega alleader degli artigiani Mario Pozza. Niente sindacati né i rappresentanti dei lavoratori Electrolux. Gliimprenditori parlano a ruota libera. Alla fine Renzi suggerisce di indicare «le priorità da 1 a 5 inunabusta,manonditechesono come Mike Bongiorno». Le ipotesi sono tre: un taglio del 30 percentoall'IrapparialOmiliardi, un alleggerimento dell'Irpef («ma i lavoratori si troverebbero in tasca solo qualche ventina di euro»)ounintervento«modulabile». A una giornalista che chie- de cosa significa, Renzi risponde: «Ne ho già parlato in Parlamento, leggetevi gli interventi sul sito internet di Palazzo Chigi». Promesse e annunci mirabolantianchepergliamministratori locali guidati dal governatore veneto LucaZaia, che salutaRenzicon baci, ab bracci eunastretta di mano all'americana. Il premier ascolta le lamentele suitagli ai trasferimenti e i vincoli del patto di stabilità interno che impedisce direalizzare opere giàfinanziate. Proprio qui farà leva il governo: ogni sindaco potrà sforare il patto per un progetto che avrà segnalato a Palazzo Chigi viamail.«Ill7marzoandremoal bilaterale con Angela Merkel con il piano dellavoro sostanzialmente pronto», assicura Renzi. Imprenditoriesindaciloattendono alla prova dei fatti. Tra loro, in spirito, c'è anche il capo dello Stato. Giorgio Napolitano ieri era a Catania. «Presidente, con Renzi arriva questa svolta?», chiedono i cronisti. «Bella domanda, in America le chiamano "Hypothetical questions"». Le aspettative potrebbero essere deluse? «È difficile dire "nonesagerate ... ». 11 Nonfacciamo passerelle. Le contestazioni sono normali Imprenditori delusi, forconi e Lega protestano Ma c'è chi lo incoraggia 068391 Avete ragione il patto di stabilità va sbloccato Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 18 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 05-03-2014 52/58 1/ 3 pagati alle aziende creditrici della pubblica amministrazione. oscuro sui modi. Ed ecco perché sarà difficile da realizzare. di Stefano Caviglia «Qualche miliardo» per le scuole. Fermamente intenzionato a stupire, l'ex sindaco di Firenze è partito a razzo sull'edilizia scolastica. Per il programma che ha in mente, dice, serve «qualche miliardo di euro», e punta il dito sul paradosso per cui neppure le amministrazioni che avrebbero soldi da spendere possono farlo. Colpa dell'ottusità (non usa il termine, ma il senso è quello) del Patto di stabilità interno, che fissa parametri così rigidi da impedire l'impiego delle risorse esistenti. E dunque va cambiato. Può farlo? Certo. Ogni anno il governo stabilisce le norme per l'applicazione del Patto e può introdurre nuovi criteri. Il punto è che se fosse davvero semplice e indolore, l'avrebbero fatto anche i governi precedenti. Ma chiaramente così non è. «Allargare le maglie del Patto» spiega a Panoroma Carlo Scarpa, economista dell'Università di Brescia, «può avere senso in un momento di crisi». li problema è che assieme ai comuni virtuosi possono approfittarne quelli con le finanze disastrate, ricominciando a spendere soldi che non hanno. «Se accadrà» dice Scarpa «i conti pubblici peggioreranno e a quel punto Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa anche l'Europa avrà qualcosa da dire». Inoltre Renzi non ha neppure accennato a una previsione su quanti comuni possano davvero permettersi interventi nell'edilizia scolastica. Ha detto che scriverà agli 8 mila sindaci, per saperlo. Ammettiamo pure, ottimisticamente, che i virtuosi siano la metà. E gli altri? Ci penserà lo Stato a fornire le risorse a chi non le ha, oppure avremo un'Italia divisa in due, con le scuole risanate laddove i comuni se la cavano meglio e pericolanti dove le casse sono malridotte? L'incognita del pagamento dei debiti. l:annuncio più a effetto (anticipato da Panorama nel numero del 26 febbraio) riguarda il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. «Saranno sbloccati tutti» assicura Renzi. Che su questo offre l'unico cenno al «come», chiamando in soccorso la più grande riserva di liquidità dell'economia nazionale (alimentata dal risparmio postale degli italiani): la Cassa depositi e prestiti. Dopo il primo, generale smarrimento, si è scoperto che la proposta altro non è che la riproposizione di quella presentata nel maggio 2013 alla Fondazione A<>trid (un pensatoio trasversale, influente soprattutto sui temi legati alla pubblica amministrazione) dal presidente della Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini e dall'economista Marcello Messori, con tanto d'interventi necessari a modificare la legislazione corrente. L'ipotesi è effettivamente percorribile ed era già stata avallata in Europa da una dichiarazione congiunta del vicepresidente della Comissione e commissario all'Industria Antonio Tajani e del collega agli Affari econo- uscire denari dalle sue casse. In realtà le cose sono più complicate, come sì capisce leggendo la proposta BassanìniMessori (il cui testo completo è a disposizione dei lettori sul sito Panorama.it). «Sui mercati internazionali» c'è scritto «il conseguente aumento contabile dello stock del debito pubblico italiano non dovrebbe provocare eccessive tensioni; esso è in buona paite già scontato e potrebbe essere compensato dal! 'immagine di maggior pulizia dei nostri conti». Basta questa frase, e in particolare i due condizionali che abbiamo evidenziato in corsivo, per consentire anche a chi non è laureato in economia di comprendere che: l) il debito pubblico italiano aumenterebbe, anche se non nella misura dei pagamenti autrnizzati; 2) per quanto si possano avere legittimamente aspettative positive, la risposta dei mercati resta pur sempre un'incognita. mici Olli Rehn. Non per nulla era stata presa in considerazione dal governo Letta, per essere poi bloccata dal ministero dell'Economia. Le scarne parole del premier, tuttavia, hanno lasciato interdetto in un primo momento lo stesso Bassanini che, a quanto risulta a Panorama, ha dovuto telefonare proprio a Padoan per avere conferma del pieno accoglimento del suo lavoro nel programma di governo. La strada indicata per sbloccare il pagamento dei debiti è quella della loro certificazione da parte della pubblica amministrazione, in modo che le aziende possano scontarli in banca e le banche farseli anticipare dalla Cdp. La spiegazione fornita ufficiosamente è che i pelicolanti saldi della finanza pubblica italiana non ne saranno peggiorati, in quanto lo Stato si limiterà a fornire una garanzia, senza far ad uso esclusivo del destinatario, Il cuneo fiscale «a doppia cifra». La promessa renziana di un abbattimento massiccio delle tasse per aumentare le retribuzioni dei lavoratori e tagliare i costi delle imprese non è una sorpresa, visto che da mesi è il cavallo di battaglia del suo programma. Il premier non si è fatto mancare nulla neppure su questo capitolo, sparando al bersaglio grosso: una 1iduzione «a doppia cifra», senza alcun accenno non solo alla provenienza delle risorse necessarie, ma neppure alla loro quantificazione. Sembra una lacuna grave, a giudicare da quanto scritto poco più di un anno fa dall'economista Mirko Cardinale sul portale Lavoce. info. Citiamo testualmente dall'articolo: «Una riduzione di 5 punti percentuali per i lavoratrni di meno di 40 anni richiederebbe 13,7 miliardi (0,9 per cento del pii), mentre la terapia d'urto di una riduzione di 10 punti percentuali (l,7 per cento del pii), avvicinerebbe l'Italia alla media Ocse per i lavoratori più giovani, ma costerebbe 27,5 miliardi». Renzi ha precisato d'intendere un taglio di 1Omiliardi (che basterebbero forse a coprire il 2,5 per cento per tutti, altro che 10 punti percentuali). Infine l'economista della sua squadra, Filippo Taddei, ha fatto un'ulteriore marcia indietro, parlando di 8-1 Omiliardi, che fatti i dovuti conti valgono poche decine di euro al mese nelle tasche dei lavoratori. QueJ che Renzi non dice. Un intero capitolo del programma andrebbe poi dedicato alle «caselle mancanti». Il premier non ha parlato del rientro dei capitali all'estero, dei problemi del Mezzogiorno, dell'evasione finon riproducibile. Pag. 20 068391 uel che colpisce di più è la sproorzione nell'uso delle parole uando» e «come». La prima è stata declinata una quantità di volte nei due discorsi di presentazione del governo di Matteo Renzi, il 24 e 25 febbraio, sempre in termini perento1i e ravvicinati. Maggio, giugno, luglio, settembre: scadenze sparate a raffica, una per ogni impegno preso dal giovane e irruento presidente del Consiglio. La seconda, invece, non compare praticamente mai. Come si porteranno a casa i risultati. promessi così rapidamente? Da dove verranno i soldi? In nessun caso Renzi si è preso la briga di spiegarlo, se non con accenni di disarmante genericità. È il segno di una certa attitudine a improvvisare, già manifestata nella formazione della squadra di governo? Oppure dipende dalla volontà di tenere coperte le carte per non dover affrontare critiche e resistenze? In ogni caso c'è poco da stare allegri. Serve chiaramente una mano capace di tirare le briglie al governo, evitando azzardi, imponendo misura e realismo. E questa non può che appartenere al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, l'unico dotato di riconosciuta esperienza (non per niente un fuori-quota anche dal punto di vista dell'età) in un esecutivo pieno di debuttanti. Data Pagina Foglio scale, di come intende applicare gli ultimi impegni del governo Letta, solo per citare i temi maggiori. Ma soprattutto, vista l'entità delle cifre in ballo e la straordinarietà delle riforme annunciate (su tutte l'invio a casa degli italiani della dichiarazione dei redditi precompilata, roba da lare invidia ai paesi scandinavi) mancano indicazioni fondamentali sulle coperture economiche. La domanda, sempre quella, è stata posta al braccio destro Graziano Delrio, che naturalmente ha passato la palla al solito ministro dell'Economia. «Se le coperture ci sono? Ci mancherebbe. Spiegherà tutto bene il professor Padoan ... ». Peccato che Padoan, interpellato poco dopo, abbia cominciato a prendere qualche distanza: «Le coperture? Non ho alcun commento da lare. Ero in commissione a seguire un decreto». Della spending review Renzi ha parlato solo per dire che non sarà l'unica misura da cui aniveranno risultati nel primo semestre 2014. L'inasprimento delle tasse su bot e rendite lìnanzìarie, l'unica cosa che il fedele Delrio si era lasciato sfuggire prima della fiducia, è stato messo in quarantena di fronte al vespaio di polemiche, salvo poi un'ammissione parziale dello stesso Renzi: «Stiamo valutando». Prima ancora di iniziare la corsa di governo, il segretario del Pd deve ricorrere al vecchio espediente di presentare come semplice e a portata di mano ciò che è complesso, faticoso e tutt'altro che certo, rischiando così di trasformarsi in una versione appena più evoluta del populismo economico di Beppe Grillo. Non resta che sperare nella mano patema del ministro dell'Economia, perché ci risparmi una metammiosi mostruosa. 1111 ©RIPRODUZIONE RISERVATA 05-03-2014 52/58 2/3 «UNO DEI PRIMI OBIETTIVI DEL MIO GOVERNO SARA UNA RIDUZIONE ADOPPIA ClfRA DEL CUNEO FISCALE» cdl TEMA DELLA TASSAZIONE SULLE RENDITE www.ecostampa.it Settimanale FINANZIARIE SARA OGGETTO DI UNA VALUTAZIONE» cdl PRIMO PROWEDIMENTO ECONOMICO SARÀ LO SBLOCCO TO-TA-LE DEI DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. GRAZIE AUN DIVERSO UTILIZZO DELLA GASSA DEPOSITI EPRESTITI» «ATTRAVERSO MISURE SERIE. IRREVERSIBILI, LEGATE NON SOLO ALLA REVISIONE DELLA SPESA, NEL PRIMO SEMESTRE 2014 AVREMO GIA IPRIMI RISULTATI» «DAL 15 GIUGNO AL 15 SETTEMBRE DOVREMO IMPOSTARE UN PIANO PER INTERVENIRE IN MODO CONCRETO E PUNTUALE SUL[EDILIZIA SCOLASTICA CON OUALGHE MILIARDO DI EURO: DI FRONJE ALLA CRISI ECONOMICA NON SI PUO NON RIPARTIRE DALLE SCUOLE» Matteo Renzi, a sinistra e a destra, in due diversi atteggiamenti. Al centro, Pier Cario Padoan, 068391 65 anni, nuovo ministro tecnico dell'Economia. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 21 Quotidiano Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 8 1/ 2 Renzi promette: Irap ridotta di un terzo Debutto del presidente del Consiglio in Veneto. «Il piano lavoro? Lo porterò ad Angela Merkel». V!ANA A PAGINA 8 «Taglio l'Ira del 300/o Epunto sul a scuola» Per Renzi prima uscita pubblica a Treviso «Porterò il piano lavoro da Angela Merkel» Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, re in tasca qualche decina di euro in più al mese. Opp!-1re interv~~r~ sugli ~neri s?ciali.;;» ha detto, citando a pm nprese l 1dea d1 una modulazione" del provvedim~nto. ~ovità con giallo in~~per Ele1:D"olux. Ien mattina le Rsu del~o s~a bil1mento di Susegana, dopo un formale mVIto, si sono viste negare l'incontro con il premier. Mo- ti~disicurez~a, uflìcialmente.Poi~enzi~ari~u cito, armunc1and? ~n ta_volo ~ Mise. All usci~~ d~n~ue, solo v~lti _distesi. Luc1_an~ ,Benetton s1 e d1ch1arato «Ott1m1sta» perche «CIO che ha annunciato mi va bene, l'importante è che lo facc~a».Ancor_più schietto il ~residente di Geox: Ma~ no 1;1~rett1 Polegato: «D1vers~ente dag~1 ~tr1 polit1c1 nelle sue parole non c1 sono due s1gnificati». Tuttavia per il patron della Geox, «l'uovo si è rotto» e Renzi «deve assumere provvedimenti urgenti, subito, magari accordando delle esenzioni ~ontribut~ve ~ ~hi cre_a _oc_cu~azi~ne e investe m macchinan, mcent1VI di cw un lillprendit~re ~ede subito gli e~etti. Diversamente, risch1a di perdere la fiducia che ha». © RIPRoouzioN• RISERVATA 068391 - - - - o - = - - - - - - - - - - - - - - illustri "decisionisti" del passato. Nella sua prima PAOLO VIANA uscita pubblica - che si è conclusa con la visita Nosmo INVIATO A TREVISO alla H-Farm di Roncade _ il premier ha interrogato a lungo amministratori locali e imprendito~stizzaèz~pillatafuo~soloquan~oèar- ri prima di esporre le sue ricette e i sindaci hm:nvata la sohta domanda. ma dove h trave- no sciorinato un cahier de doléances che non nrete tutti quei miliardi per tagliare il cuneo guarda solo il Patto di stabilità, ma anche le norfiscale? ,«Vada a ~leggersi il. ~io discorso su In- me antiriciclaggio, il dissesto idrogeologico ... Il t~rnet» e stata ~~?sposta e ~1 ~ mm:cato po~o che governatore LucaZaia ha insistito sulla spropors1 app_alesas~e ~ tosc~acc1? . Per.~ resto, di ~on.- zione tra le tasse pagate dai veneti e quel che rite agh ammm1straton locali e agl1 lillprenditon, torna in investimenti e servizi pubblici. Il preil premier ha scelto la doppia linea dell'ascolto e mier ha ascoltato molto, ma ha anche replicato delle promesse. E le seconde, ieri a Treviso, non molto. «Per quanto riguarda le municipalizzate, sono i:iancate. . . . . serve certezza delle regole _ ha detto -. Per tre A partire da quella d1 sbloccare 1 fondi dei Co- anni non cambieranno anche se io sono dell'imuni perinterveniresull'ediliziascolastica, prio- dea che varmo diminuite». Quanto al federalirità delle priorità per il neopremier, che l'ha ri- smo fiscale, secondo Renzi è «poco più che una lanciata durante la visita alla scuola Caletti ~on barzelletta» e bisogna «superare la logica dello il 1:1inistro dell'.Istruzio?e, Stef~ia GiarminL E scontro ideologico». Entro il 10 marzo, ha detto pm una sfilza d1 progetti per la npresa: «Il gover- infine si farà un censimento delle finanze locali no int~nde risp~ttar~ ~l ~?colo del 3% ~imodu- per c~pire quanto si potrà derogare al Patto di lando il Patto di stabilita mtei:-io»; «al bilaterale stabilità, in particolare per mettere in sicurezza c?n la Merkel andremo con il !obs act sostan- le scuole. Di fronte agli imprenditori ha affronz1almente pronto»; «sento part1c?larmen~e for- tato il nodo delle "strade diverse" che portano al~e la verte~aElectrolux e l~ p:osslilla sett~ana la riduzione del cuneo fiscale, intorno al quale mcontrero 1rappresentanti d1 ~utte le fabbn~he l'attesa cresce in modo esponenziale. Il premier ~-el gru~po». ~o?rattutt?: «Abbiamo ~u~~iato ha ipotizzato un taglio dell'Irap-che taluni quo1mtenz1one di ndurre di almeno 10 mil1ard1 il cu- tano intorno al 30% (oggi questa imposta vale 30 neo fiscale. S_dam? ~scutendo _sul co~e>;. Al suo miliardi) _così come lo sgravio dell'Irpef per i difianco, armmva G1ul1ano Polett1, neomm1stro del pendenti («ma non per i dirigenti») o un interLavoro. . . . . . . vento sugli oneri sociali. .. «Se c'è un taglio delSe ~e~ W: verso, i~n Matte~ R~nz1 ha d_1stnbmto l'Irap, alle aziende andranno subito elementi di dec1s10rusmo a piene maru, bisogna dire che u- concretezza economica. Poi c'è l'ipotesi di metsa uno stile tutto personale. Siamo di fronte a W: tere in tasca ai lavoratori, dipendenti pubblici e decisionismo che premette un atteggiamento di privati lo sgravio Irpef, che significherebbe aveascolto e condivisione e ciò fa la differenza con ' non riproducibile. Pag. 23 il manifesto Data Pagina Foglio 27-02-2014 5 1 www.ecostampa.it Quotidiano lstat/ DUE LAVORATORI SU TRE, È LA QUOTA PIÙ ALTA DAL 2008 , Lavoro: 8,5 milioni senza contratto la spending review colpisce la scuola Ciò che è interessante in quest analisi è la segnalatto milioni e 500 mila dipendenti in Italia sozione da parte dell' Istat della variazione nulla per tutno al lavoro con il contratto scaduto. Seconta la pubblica amministrazione a causa del blocco do l'Istituto Nazionale di Statistica (lstat) dei contratti rinnovato dal governo Letta fino alla fi" due lavoratori su tre continueranno a lavorare sulne del 2014. Q"no dei modi per fare paglilfe l'austerità la base delle vecchie intese nel pubblico e nel privaad una grande fetta della popolazione, contribuento. Una cifra così alta non si registrava dal 2008, il do a tenere il deficit sotto il 3% sul Pii, come preteso primo anno della .crisi' e riguarda i commessi, gli dalla Commissione Europea. Se l'Italia si attesterà statali. gli edili, i dipendenti degli studi professionasotto questa soglia ·anche quest'anno, il «merito» sali, quelli della sanità privata. Tutti dovranno fare i rà anche degli statali che continueranno a lavorare conti con un reddito fermo da anni, proprio nei mecon gli stessi salari di sei o otto anni fa. Letta e Saccosi successivi all'approvazione della legge di stabilimanni, in realtà, hanno fatto ancora di più. Hanno tà voluta dal vecchio governo Letta e approvata daldefinite le modalità di computo dell'indennità di vala maggioranza che regge quello Renzi che ha imcanza contrattuale fino al 2017, congelandola ai valopoverito almeno 3 milioni di dipendenti pubblici. ri 2013; hanno tagliato l'ammontare complessivo Complessivamente, dal 2010, la riduzione delle redelle risorse destinate annualmente al trattamento tribuzioni 'pro capite' in termini reali del pubblico accessorio del personale a fine 2014; hanno limitato impiego supera i 10 punti percentuali. ancora di più il tUrn-over; hanno modificato al ribasA febbraio sono state ratificate solo quattro intese so le regole per il riconoscimenche riguardano 500 mila lavorato degli straordinari. Per «rispartori nel campo del tessile, della Senza conclusione le miare» e rientrare nei parametri produzione di pelli e cuoio, del gas e dell'acqua, del turismo e trattative per 51 intese, dell'austerità lo · Stato italiano chiede un contributo sostanziodelle strutture ricettive. Restano 15 riguardano la PA so ai suoi dipendenti, rendendo senza conclusione le trattative pennanente la negazione dei diper 51 intese, di cui ben 15 riferiIl blocco dei contratti ritti acquisiti e delle retribuzioni bili al settore della pubblica ampenalizza l'istruzione dovute. Una stangata vera e proministrazione. All'inizio del . pria. I più colpiti sono i dipen2014 sono inoltre decaduti gli accordi sul servizio di smaltimento dei rifiuti e della· denti della scuola che hanno lo stipendio più basso dei pa,esi Ocse: Se per gli altri il blocco dei contratti Rai. Nel limbo c'è anche il contratto del commercio dura da 4 anni, per loro il 2014 sarà il quinto anno di che interessa 2 milioni di persone. Poi ci sono 650 sacrifici. Secondo la relazione al parlamento sul pubmila edili, 260 mila addetti ai servizi di pulizia locablico impiego della Corte dei conti il blocco dei con.le, 100 mila autoferrotramvieri, 400 mila lavoratori tratti costerà 3.348 euro ai docenti, 6.380 ai dirigenti della sanità privata, 200 mila addetti degli studi proscolastici, 2.416 al personale Ata. A questo dovrà esfessionali. Da solo il comparto della Pa conta 2,9 misere aggiunta la somma non ancora calcolata del lioni di persone con il salario fermo a quello di sei o congelamento dell'indennità di vacanza contrattuaotto anni fa. L'attesa media per il rinnovo del conle. Il cohgelamento dei salari è accompagnato dal tatratto è di 24,5 mesi per i dipendenti, 11,8 mesi per glio del personale della PA, pari ad almeno 300 mila chi lavora nel privato. persone, avvenuto dal 2006 a oggi (dati Aran). QueL'Istat segnala inoltre un lieve aumento defle sto è il risultato delle «riforme» fino ad oggi realizzaretribuzioni contrattuali orario avvenuta a gente. Il personale ha perso centralità a favore di una genaio. Il piccolo balzo è dovuto ad uno scatto di nerale perdita di qualità e efficienza imposte dalla miglioramento economico previsto nei contratti spending review pemanente. Una tendenza che con ancora in vigore. Le statistiche registrano anche ogni probabilità verrà confermata nel piano che sta l'allargamento della forbice tra i salari e l'inflapreparando l'ex Fmi Carlo Cottarelli. ro. cl. zione, ferma a gennaio allo 0,7%. 068391 O Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 25 il manifesto Pagina 27-02-2014 1O Foglio 1 Data li libro/ INSEGNARE SENZA PERDERE DI VISTA JOHN DEWEY E ANTONIO GRAMSCI no dei produttori efficienti (e consumatori acritici, di idee, merci, progetti imposti dalla logica mercatista). L'idea di scuola che emerge da questo libro è piuttosto costruita su modelli didattici e dinamiche pedagogiche tese a formare dei cittadini liberi e critici, in grado di affrontare la sfida/ diritto del lavoro con quegli strumenti che consentano loro di non finire schiavi di logiche numeriche e impersonali, ma di svolgere un ruolo attivo e consapevole all'interno di un contesto democratico e cooperativo. La scuola pensata da Baldacci è «progressista» perché contrappone ai dogmi liberisti un universo di valori sociali propri del pensiero orientato a sinistra, quali la democrazia, l'emancipazione, l'uguaglianza, la solidarietà, cercando di concepire entro questo orizzonte iaJormazione dei produttori e dei cittadini. . , ~«laica» non nel senso di anti-ecdesiastica, bensl in quello relativo all'autonomia della formazione rispetto ad altre sfere (la politica, l'economia, la religione), con le quali devi interagire senza chiusure autoreferenziali, ma senza subordinarsi ad esse. Infine è «critica", poiché pur attingendo ampian1ente al pensiero di sinistra, fino alle sue fonti classiche, intende serbare un taglio antidogmatico e rimanere quindi distante da Solo con un modello formativo ogni impostazione dottrinaria, preferendo sempre il libero esame intellettuale al dogma che si basi sul principio e alla scolastica Mai come irt questa epoca, dello sviluppo umano si potrà in cui la presunta e declamata fine delle ideologie ha in realtà lasciato il campo completarispondere alle distruzioni mente libero all'ideologia incontrastata del del ventennio di centrodestra profitto, si awerte l'urgenza di tornare a pensare e costruire quella scuola che Gran1sci chian1ava «disinteressata» e «fdrmativa»: dinon mette in discussione la teologia del mersinteressata perché non finalizzata a un intecato, con i suoi riti votati alla considerazjone resse immediato che non sia quello della libedel «Capitale umano» a fronte di un abbandora e consapevole formazione di individui in no totale del concetto di «sviluppo umano». possesso degli strumenti per decidere, e non Improntare il modello educativo e fomiatisubire, il proprio destino lavorativo. vo sul principio dello sviluppo umano signifiLa vera democrazia comincia dalla scuola, ca non arrendersi all'idea per cui la stuola dealtrimenti non è tale. ve formare soltanto individui che diventeran- Vademecum per cittadini critici nelle aule della democrazia P. Er. ue baluardi sorreggono l'impianto di. un libro comunque articolato e intriso di riferimenti: John Dewey e Antonio Gramsci. Anche pedagogista il primo, anche uomo politico il secondo, ma entrambi anzitutto filosofi, e in quanto tali accomunati nelle rispettiv~ attività da una ~ne hegeliana : di fondo; la rice,rca .costante dell'unione tra.il rnomentò soggettivo e quello oggettivo. Formulato in altri termini, possiamo parlare di que1 metodo per cui ogni teoria non .ha molto senso qualora risultasse scissa dal confronto serrato e dialettico con la contingenza storica e sociale di un determinato momento storico. La prassi che ne deriva, allo stesso modo, risulterebbe sterile e inappropriata quàlora non fosse pensata in riferimento a un'elaborazione teorica che ne supporti e guidi le varie tappe. A. partire da questo impianto metodologico, Massimo Baldacci pensa, elabora e propone un' «idea di scuola» che non mira soltanto alla teoria pura, ma si C()nfronta con quel problema storico-pratico che si presenta, nell'epoca della società globalizzata, in seguito a più di un ventennio in cui i governi di centrodestra, ispirati dal pensiero unico della teoria liberista, hanno ridisegnato il modello fom1ati· vo ed educativo di un'intera nazione. Una «pedagogia militante», la sua, che non soltanto si contrappone al sistema valoriale della destra liberista, ma intend_e rappresentare anche uno stimolo per quella sinistra che ha abbandonato i propri fondan1enti teorici, finendo con l'appiattirsi su una prassi che 068391 D www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 26 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 20 1 BORSE DI STUDIO Cinque esoneri totali dalle spese universitarie 068391 Oltre alle 500 borse di studio erogate ogni anno nell'ambito del diritto allo studio, la Luiss mette a disposizione, per l'anno accademico 2014-15, cinque borse di studio d'eccellenza; una per ciascun corso di laurea triennale in Economia e management, Economics and business, Scienze politiche e Politics, philosophy and economics e una per la magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza. Per partecipare al bando occorre superare il test di ingresso che si terrà il 27 marzo a Roma e in altre 29 sedi, con un punteggio non inferiore all'8o% e passare l'esame di maturità con un voto non inferiore a 90/100. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www luiss.it. Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 27 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 27-02-2014 20 1 UNIVERSITÀ Luiss ai «Mondiali» del sapere www.ecostampa.it Quotidiano Trading di squadra -Valorizzare i talenti «Unendo teoria e operatività» on capita spesso che un'università italiana superi le big mondiali. Perciò quando accade è di per sé una notizia. Come è successo alla Luiss Guido Carli di Roma, l'ateneo presieduto da Emma Marcegaglia che si è aggiudicato l'undicesima edizione della Rotman Competition per il trading internazionale, grazie a quattro suoi laureati in Economia e management e ora iscritti ai suoi corsi di laurea magistrale in Economia e finanza (Riccardo Caruso, Michael Guy Cuna, Giovanni Fassari e Alessio Ottaviani), preparati dal professor Emilio Barone, dopo una garadi tre giorni a Toronto, hanno battuto 51 team provenienti dalle più blasonate realtà americane (tra cui Berkeley, Chicago, Cornell, Mit, Princeton, Stanford e U cla) e dal resto del mondo (Europa, Africa ed Asia). Un risultato dietro il quale «C'è quasi un anno di lavoro» come sottolinea il rettore Massimo Egidi, che si definisce «orgoglioso» del risultato del suo team e aggiunge: «È stato come preparare i nostri ragazzi per i Mondiali». È lui stesso a spiegare perché il coefficiente di difficoltà della Rotman Competition è molto elevato: «Bisogna simulare cosa succede in Borsa per cui è richiesta una formazione di tipo "esperienziale"». Non bastano cioè le nozioni che i ragazzi hanno imparato tra lezioni ed esami ma serve precisa - aver sviluppato la dimestichezza a «fare trading in squadra». Grazie a una «formazione che uni- N sce teoria e operatività e che quindi è già professionalizzante». Poiché ci si sfida a colpi di trading, negoziando contratti in tempo reale con le stesse pratiche in uso nei mercati finanziari, basta infatti perdere una singola operazione di Borsa per vanificare il lavoro di un anno. E invece è andata diversamente. Grazie anche a un modo nuovo di strutturare la formazione dei giovani, che è molto in uso nelle università anglosassoni e che in Italia è ancora agli albori, come fanno notare tutti gli studenti che hanno fatto un'esperienza nell'ambito del programma Erasmus al loro rientro in Italia. Competizioni del genere sono utili anche a riportare al centro del dibattito il tema del merito. Troppo spesso assente dalle vicende italiane, in generale, e dai nostri atenei, in particolare. Per promuoverlo di più e meglio «la Luiss come sottolinea Egidi - sta puntando su due cardini: il primo, far emergere i talenti a cui assicurare un percorso formativo da noi direttamente e completamente finanziato; il secondo, rafforzare una mentalità imprenditoriale di autovalorizzazione della persona e di sviluppo delle proprie capacità». Da qui a parlare dell'orientamento il passo è breve. Purché lo si intenda evidenzia il rettore - in due modi. Innanzitutto come uno strumento «per vincere la confusione» iniziale: «Se ai ragazzi vengono presentati in modo chiaro i contenuti culturali e scientifici dei loro possibili percorsi universitari - fa notare - possono capire quali sono i loro potenziali interessi». In secondo luogo, orientare gli studenti si- gnifica anche mostrare loro in anticipo delle opportunità lavorative. Ed è ciò che «proveremo a fare con il progetto "DallaApp alle start up"», rivolto ai 30 migliori allievi dell'ultimo anno dei licei e degli istituti tecnici di Roma e nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Impresa e management della Luiss e il Dipartimento di Informatica della Sapienza. Anche questo è un esempio di come si possa diventare imprenditori di se stessi fin dai banchi di scuola. Un-modello - chiosa il rettore-, fondato sul «sapere esperienziale, che unisce pratica e teoria, discussione e confronto e che faccia capire che questo è un modo di insegnare ancora poco diffuso in Italia, ma in linea con le migliori pratiche internazionali». Nel manifestare ottimismo per la nomina di Stefania Giannini a ministro dell'Istruzione, Egidi si sofferma sulle principali criticità del sistema universitario italiano. La cronica mancanza di risorse che «prima o poi dovrà essere risolto», certo. Ma anche la presenza di vincoli troppo stringenti e uguali per tutti. Che se da un lato impediscono i comportamenti errati, dall'altro rischiano «di colpire chi vorrebbe crescere rapidamente sperimentando modelli innovativi». Da qui il suo appello a «ridurre i vincoli per gli atenei che vanno meglio e che quindi sono nella parte alta della valutazione condotta dall' Anvun>, ad esempio sull'utilizzo dei docenti stranieri: rendere questo tipo di vincoli meno stringenti favorirebbe l'internazionalizzazione delle nostre università. E forse dell'intero Paese. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 di Eugenio Bruno Massimo Egldi. Rettore dell'Università Luiss Guido Carli di Roma dal 1·ottobre2006 Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 28 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 27-02-2014 23 1 www.ecostampa.it Università. Fissate le regole Dottorati di ricerca se il collegio ha 16 docenti Gianni Trovati I dottorati di ricerca del trentesimo ciclo, cioè quelli del prossimo anno accademico, potranno essere attivati solo quando il collegio sarà composto da almeno 16 docenti, fra i quali al massimo quattro ricercatori, e quando per ogni corso saranno disponibili almeno sei borse di studio. L'agenzia di valutazione del sistema universitario (Anvur) ha fissato gli indicatori per l'accreditamento dei corsi di dottorato e, dopo una consultazione con rettori, consiglio universitario nazionale e mondo acca- Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo 068391 non potranno vedere la luce. Il ventaglio di indicatori messi in campo per esaminare i dottorati è ampio ma sono i due parametri "di struttura" citati all'inizio ad alzare la prima barriera contro i corsi fuori linea. La loro applicazione sarà infatti" automatica" e per chi non rispetta il numero minimo di docenti nel collegio e di borse per gli studenti non ci saranno chance. Soprattutto sul numero minimo di borse, che intercetta uno dei problemi storici dei dottorati nel nostro Paese, si è levato l'allarme sul rischio di penalizzare le sedi più piccole. L'agenzia riconosce il problema ma del resto la lotta LE LINEE GUIDA all'eccessiva "parcellizzazione" dei corsi di dottorato è una Dal prossimo anno delle ragioni sociali del sistenecessari anche ma di accreditamento: l'Anvur quattro ricercatori comunque indica anche le pose la disponibilità sibili soluzioni, caldeggiando la strada delle convenzioni: in di sei borse di studio quest'ottica sarebbe possibile prevedere che globalmente il demico in generale, ha pubbli- dottorato in convenzione concato i criteri definitivi. Un pri- ti le stesse borse richieste ai mo monitoraggio, sperimenta- corsi per singola sede, e che ciale, è già stato effettuato su ioo scuna delle sedi in convenziodottorati del ciclo in corso, il ne metta a disposizione almeXXIX, e i risultati saranno in- no una borsa di studio. I due parametri "quantitativiati domani alle università vi" rappresentano comunque che li ospitano. Con il nuovo documento solo una parte delle pagelle per l'Anvur completa il pacchetto i dottorati. Per quel che riguardi strumenti per attuare l'ac- da i professori del collegio, increditamento, previsto dalla ri- fatti, la valutazione non sarà soforma Gelmini (legge lo numerica perché metterà 240/2010) sia per i corsi di lau- sotto esame anche la qualità rea sia per i dottorati. Sul pri- scientifica, attraverso meccanimo versante il sistema è già smi analoghi a quelli utilizzati partito da quest'anno accade- per la valutazione della ricerca mico mentre per l'alta forma- (Vqr) presentata nel luglio zione entrerà a regime dal 2013, e sarà messa sotto controlprossimo. In entrambi i casi, lo anche la produzione scienticomunque, il principio è iden- fica degli studenti che hanno ottico. Per razionalizzare l'offer- tenuto il dottorato. Nei radar ta formativa e garantirne la dell'Agenzia finiranno anche qualità, gli atenei potranno atti- la disponibilità di finanziamenvare solo i corsi che superano ti stabili e di strutture adeguate lesame dell'Agenzia e ottengo- insieme alla previsione di prono quindi l'accreditamento: i grammi interdisciplinari. corsi senza "bollino" di qualità © RIPRODUZJONE RISERVATA del destinatario, non riproducibile. Pag. 29 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina I Foglio 27-02-2014 49 1/ 2 Innovazione. Anche nei cinque anni di crisi sono nate idee vincenti - Chi punta sulla ricerca triplica i ricavi Veneto laboratorio di start up www.ecostampa.it Quotidiano Banche e associazioni sostengono gli incubatori e i poli universitari trimestri precedenti hanno erto, la selva di grattacie- sempre registrato segni meno), li, a dimostrare potenza e ma chi ha puntato sull'innovaingegno, come nelle gran- zione è stato ripagato. Lo sanno di capitali europee, a dire a mo' le aziende "senior" che, invedi manifesto che il progresso e stendo su contenuti tecnologil'avanguardia abitano qui, non ci, si sono viste aumentare a c'è. Persiste un paesaggio fram- due cifre il fatturato. Come la mentato e senza enormi costru- BenozziEngineering di Piombizioni, diffuso, un po' disordina- no Dese (Pd),40 addetti e un mito. Non ci sono grandi città tec- lione di ricavi nel 2002, arrivato nologiche, dove si concentrano ai 4 milioni nel 2013, un terzo le valley a tema, non ci sono se- reinvestito in ricerca. È leader gni tangibili di grandezza. Le nei componenti di alta precisiopersone, le imprese, restano le- ne per il settore aereonautico, gate ai piccoli centri, quasi na- auto e moto,.robotico, energie scoste, in una sorta di tempo astratto e immutato. Eppure, il Veneto resta terra ARONCADE {TV) di innovazione, di idee vincen- Veneto Banca ha siglato ti, di brulicare di creatività, il un accordo con H-Farm più delle volte sottotraccia. Senza troppo clamore e nonostan- per un finaziamento te la crisi, la regione non ha mai di 2,5 milioni a vantaggio smesso di innovare, di sfornare di nuove imprese startup, di intraprendere o potenziare progetti per i giovani, di aprirsi - cosa non facile qui - rinnovabili, farmaceutico, ocal mondo più e meglio del passa- chialeria e tessile, in una nicto. La crisi ha aguzzato l'inge- chia in cui fa il contoterzista di gno e spinto a nuove partite Iva, alta gamma per aziende leader a buttarsi in progetti sognati da del made in Italy, come Ferrari tempo, a sperimentare nuove Corse, Brembo, Aprilia Racing strade. Ha spinto alla collabora- o per produttori di protesi medizione tra soggetti, alle iniziative cali, arredi, macchinari. in rete. Non si è mai perso il coLo sanno anche le imprese raggio di provare. "junior", quelle appena nate, Non tutto è andato bene, gli che sopravvivono grazie ad indicatori congiunturali regio- idee insolite e vincenti: come la nali parlano di perdite di pro- Oficina di Casale sul Sile (Tv), duttività consistenti (a parte natanelzoo8 per unire architetl'ultimo trimestre 2013, che ha tura, ingegneria e artigianato e visto la produzione crescere creare ambienti chiavi in mano, dell'I,4% su base annua, gli otto che ha brevettato Ghe, un sisteKaty Mandurino ley, in California, sette imprese incubate che impiegano 130 dipendenti e fatturano globalmente 20 milioni di euro - ma il potenziale è sfruttato solo in parte, per colpa di una cultura che stimola poco a fare impresa. Dà fiducia il fatto che l'artigianato stia diventando 2.0». E su questo gli esempi sono innumerevoli. A Venezia quattro giovani professionisti, 'hanno dato vita a FabLab (si veda pezzoinpag.47).APadovaConfindustria, assieme a Forema, Ban Veneto e Camera di commercio, promuove Rebound, la competition start up che premia la miglior idea d'impresa under 35 negli ambiti industria!, life science, social innovation, agrifood e cleantech, smart cities. Il premio è stato consegnato due giorni fa a Luca Borgio, per un progetto di protesi polivalenti per la rigenerazione tissutale.A Trevis0Labinn2.o,iniziativa promossa da Banca della Marca, Confartigianato, Artigianato Trevigiano, Cofitre, Veneto Garanzie e Rotary Club, mette a disposizione somme di denaro ma anche consulenze e progettazione nell'avvio dell'impresa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA VENETO FOCUS COORDINAMENTO: Katy Mandurino REDAZIONE: Barbara Ganz, Marco de' Francesco chiuso in redazione merco\edl 26 febbraio 068391 e ma di cubi in alluminio verniciato tenuti insieme dalle fascette verdi da elettricista che diventano librerie e pensili. Lo sa la Regione, che attraverso il suo braccio finanziario V eneto Sviluppo ha costituito un fondo di rotazione per il fmanziamento agevolato degli investimenti innovativi, mette a disposizione un sistema di garanzie e partecipa minoritariamente e temporaneamente al capitale di rischio. La forza di questo territorio, che pian piano sta cambiando pelle, sta nell'incentivare e agevolare il fiorire di laboratori di innovazione, incubatori di start up, centri di ricerca. Pubblici e privati. Dal Cuoa a Veneto Nanotech, dal Vega a Veneto Innovazione, dal metadistretto digitale M3I alla Fornace di Asolo, fmo al più famoso H-Farm, che, per bocca del suo fondatore Riccardo Donadon, ora vuole realizzare il sogno di un distretto dell'innovazione nella piana di Roncade, una zona economica speciale che goda di agevolazioni buorocratiche e favorisca la nascita di nuove imprese. E che ha appena siglato un accordo con Veneto Banca per un finanziamento di 2,5 milioni di euro (assistito dal fondo di garanzia per le Pmi) destinato alle start up innovative. «A livello nazionale il Veneto resta una regione tra le più dinamiche - dice Ruggero Prezza, presidente di M3I, una sede aPadovaeunanellaSilicon Val- Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 30 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina I protagonisti. L'industria veneta (confronto con l'Italia) Tra i numerosi centri di ricerca, parchi scientifici e tecnologici, incubatori di impresa e centri di formazione per le start up in regione, ci sono M31 a Padova, la Fornace di Asolo (Tv), Veneto Innovazione, il Parco Vega, Veneto Nanotech, Fablab a Venezia, Rebound a Padova ------- ---- Produzione industriale. Variazione% anno su anno o PRODUZIONE INDUSTRIALE VENETO . www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 49 2/2 . PRODUZIONE INDUSTRIALE ITALIA I trim. II trim. III trim. IV trim. I trim. II trim. ~-----20_1_2___ III trim. 2013 068391 Fonte: Unioncamere Veneto· Istat I Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 31 IL~MA.TTINO Pagina 27-02-2014 37 Foglio 1 Data www.ecostampa.it Quotidiano Marrelli: «Una mossa intelligente per realizwe un bipolarismo chiaro» Il rettore: Luigi crede nella politica ha in testa un progetto chiaro Gli en-mi? Fatte anche cose buone e redo che la mossa di de Magi(( stris sia intelligente, fare chiarezza nel centrosinistra è importante per far confrontare due coalizioni diverse». Massimo Marrelli, rettore della Federico II, analizza la sfida lanciata al Pd dal sindaco Luigi de Magistris, ovvero un' alleanza politica per vincere alle regionali. Professore cosa ha spinto secondo lei il sindaco a rompere gli indugi? «La volontà di fare chiarezza, Caldoro ha un programma e una coalizione ma il centrosinistra no, il sindaco crede molto nella politica». Non pensa che vista la situazione difficile che sta vivendo possa essere una manovra per trovare nuovi alleati? «No, non lo penso e non lo credo.Non credo che ci sia un tornaconto personale da parte di de Magistris, conosco bene il sindaco, le cose non stanno così. In Italia c'è stato un cambiamento chiaro, tutti vogliono il bipolarismo, de Magistris lo ha capito e lavora per un bipolarismo con un centrosinistra e un centrodestra». Però il Pd è scettico e non sembra entusiasta. «Bisogna essere chiari e sereni su di una cosa: de Magistris certamente ha fatto degli errori, però ha ereditato il predissesto. Si deve criticare ma anche contestualizzare. Poi è vero che rispetto al programma con cui si è presentato Lo scenario Non si deve dimenticare la situazione difficilissima che ha ereditato E la burocrazia si autodifende non è stato realizzato tutto o non ancora. E credo perché si è operato in una condizione di oggettiva difficoltà, unica direi». Al netto del problema bilancio su certe cose si poteva fare di più, come le partecipate. Non trova? «Perché non è riuscito a fare lo scatto in avanti non lo so, sicuramente sulle partecipate si doveva e si poteva fare molto di più, mentre io non conosco nel dettaglio il bilancio e non so se le buche ci sono per mancanza di fondi o per inefficienza. Posso dire che alcune cose non avevano bisogno di soldi, come la riforma della macchina amministrativa». Dunque una defaillance inspiegabile? «Direi che la burocrazia si autodifende e la complessità dell'ordinamento giuridico non aiuta: non voglio dire che de Magistris non abbia responsabilità, però lordinamento si auto difende, le norme a monte sono troppe e ci sono casi in cui si deve cambiare e non si può». De Magistris è isolato politicamente? «Bisogna fare un ragionamento in funzione della città non tanto per l'interesse del sindaco ma per Napoli. Si facciano programmi e proposte. Conosco abbastanza bene de Magistris, non penso che punti alla sopravvivenza personale, lui ci crede veramente nelle proposte che avanza, però è vero che non ha una coalizione forte ed è senza un partito alle spalle». La città è destinata a vivacchiare? «No, qualcosa accadrà, la crisi è al punto tale che l'Italia e Napoli reagiranno: succede sempre così quando si è con lacqua alla gola». lu.ro. ©RIPRODUZIONE RISCRVATA ~"'- «Insieme alle Regionali», Pd cauto su de Magistris 068391 (';upPntieri e Tartaglione valut..1"?mo EC.1l<Timatta1rn il<i11rlam e irrimnn,rPnte Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 32 Quotidiano IL SECOLO XIX Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 8 1/ 2 Il CASO RAPPRESAGLIA UE DOPO IL REFERENDUM: STUDENTI SVIZZERI SUBITO ESCLUSI DAI PIANI ERASMUS Berna chiude ai lavoratori stranieri e l'Europa cancella gli scambi universitari COSTANTE » 8 ·······················-·············-·············································································-····· NEL MIRINO GU STUDENTI PER L'ANNO 2014-15. PESA Il «NO» ALLA LIBERA CIRCOLAZIONE Erasmus, l'Ue caccia la Svizzera Ritorsione dopo il referendum anti-Europa: azzerate le borse di studio STRASBURGO. La risposta è arrivata rapidamente. E ha il sapore della rappresaglia. Gli studenti svizzeri saranno esclusi dall'Erasmus a partire dal prossimo anno accademico 2014/2015. Lo ha confermato ieri un portavoce della Commissione Ue. Dopo il referendum sullaliberacircolazioneconcuilaSvizzera ha deciso di bloccarla, sono saltati una serie di accordi stretti con l'Unione Europea, tra cui quelli su ricerca ed istruzione. E questo ha bloccato la partecipazione di Berna ai nuovi programmi in materia, Horizon 2020 ed Erasmus+. Ormai, ha quindi chiarito il portavoce, è «totalmente chiaro che g~i studenti svizzeri non potranno beneficiare del programma Erasmus al prossimo rientro accademico». Nessun problema, invece, per gli universita~ in mobilità per l'anno in corso, che rischiano di essere gli ultimi svizzeri a poterne approfit\are. . Per la Svizzera e un duro colpo. Fmo al 2010 la Confederazione era rimasta ai margini dell'Erasmus, limitandosi ad accordi bilaterali tra le 12 scuole universitarie elvetiche e gli istituti dei Paesi che avevano aderito in pieno al1' accordo europeo. Ma pur non facendo parte dell'Ue (con cui però ha Ritaglio Universita' stampa ad . uso esclusivo del Borghezio, il più acceso sosteni tare del referendum svizzero del 9 febbraio scorso. Ieri "armato" di una bandiera svizzera (beccandosi per l'in termerata e i toni un'espulsione a tempo indeterminato) è stato tra i protagonisti della breve discussione sulla decisione svizzera che sta già minando gli accordi sulla libera circolazione tra l'Unione europea e la Svizzera, mettendo in serio pericolo le regole dell'area Schengen. E su cui l'Ue non vuole concedere sconti. Anzi l'obiettivo di Bruxelles sembra essere quello di punire gli svizzeri per sedare «i bollori antieuropei di Gran Bretagna, Olanda e appunto Italia». Il referendum inizia infatti ad avere i suoi effetti. Prima si sono interrotti i negoziati sull'energia, poi, il 17 febbraio il ministro della Giustizia svizzero, Si~onetta Sommaruga, ha annunciato che «il suo governo non ratificherà l'accordo raggiunto con la Croazia sulla libera circolazione delle persone». Ora si è passati al blocco dei negozia~i per l'estensione dei trattati per laricerca Horizon 2020 e per il progetto Erasmus. Anche se attraverso Therese Steffen Gerber, della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI), la Confederazione fa sapere all'Ue e agli universitari che «la situazione è assolutamente aperta», precisando che la palla è nel campo della politica. L'alternativa, ha detto, c'è ma per il momento è segreta. [email protected] 068391 firmato tutta una serie di accordi bilaterali, com TERZO>» preso quello sulla Secondo libera circolazioStrasburgo ne delle merci e Berna delle persone rin' ' nonepm negato dal refe«associata» rendum), dal 2011 la Confederazione aveva dato vita ad un programma più organico per l'Erasmus tanto che in tre anni circa seimila universitari svizzeri si erano mossi dai loro cantoni per studiare all'estero. Esperimento così entusiasmante che per il nuovo programma comunitario 2014-2020 la Svizzera aveva deciso di aderire con un investimento di 287 milioni di euro (circa 305,5 milioni di franchi svizzeri) al ri tmo di oltre 40 milioni all'anno. Ma ora, dopo la doccia gelata (ma non improvvisa, da giorni se ne parlava) di Strasburgo, tutto dovrà essere rivisto. Formalmente l'esclusione della Svizzera da Erasmus dipende dal fatto che, in seguito al congelamento ?elle trattative tra Berna e Bruxelles, i termini per la distribuzione delle borse non può essere rispettato. La Svizzera non è più considerata come «Paese associato» all'accordo, ma come «Paese terzo», ha precisato ieri il commissario europeo per l'occupazione Laszlo Andar (Partito socialista) durante il dibattito sulle relazioni tra Svizzera e Ue al parlamento europeo a Strasburgo. Parole contestate a scena aperta dal1'europarlamentare leghista Mario UN PAESE ©RIPRODUZIONE RISERVATA destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 20 1 Più soldi nelle tasche dei lavoratori italiani GIÙ Il CUNEO, SU I CONSUMI 'occupazione è in calo ormai da mesi. Le buste paga aumentanto dello zero virgola e praticamente solo per effetto dei miglioramenti economici (minimi) previsti dai contratti in vigore. Ci sono interi settori, come la pubblica amministrazione (parliamo di 3milioni di dipendenti), che hanno la contrattazione ferma ormai dal 2010. I dati diffusi ieri dall'Istat evidenziano un "blocco", di fatto, delle risorse a disposizione delle famiglie che spiegano, senza troppi giri di parole, l'attuale stato di "glaciazione" dei consumi. C'è una contrazione dei redditi da lavoro.Un calo dei prezzi, che fa presumere che qualora arriveranno nuovi rinnovi contrattuali (a gennaio l'attesa riguardava circa 8,s milioni di dipendenti) le dinamiche retributive non saranno elevate. Risorse in più per aziende e lavoratori potrebbero arrivare da un'incisiva e tangibile riduzione del cuneo fiscale, che su Irap e Irpef. Una strada indicata da tutti i principali osservatori economici nazionali e internazionali. Il governo ipotizza un intervento "a doppia cifra". Presto. 068391 L Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 45 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 27-02-2014 51 1 Dati Istat Agennaio crescita dello 0,6% - Gli aumenti maggiori nell'energia, nell'estrazione minerale, nelle telecomunicazioni Le retribuzioni salgono dell'l,4% I dati diffusi ieri dall'Istat confermano il quadro di profonda difficoltà del mercato del lavoro, con evidenti ripercussioni sui consumi. C'è un calo della retribuzione pro-capite reale. A cui si somma la riduzione della base occupazionale (che va avanti da mesi). E ciò si traduce in una inevitabile riduzione della massa salariale a disposizione delle famiglie. «Ma il rimedio non può essere un aumento delle busta paga perchè così si incrementa il costo del lavoro per le aziende - sottolinea l'economista del lavoro, Carlo Dell'Aringa - . Serve piuttosto utilizzare la leva fiscale ma su entrambi i versanti, lavoratori e aziende, per liberare risorse e riattivare laspe- Claudio Tucci Retribuzioni in lieve aumento a gennaio (+o,6% rispetto a dicembre). Nel pubblico impiego si confermano variazioni nulle (per effetto del blocco della contrattazione previsto dalla legge 122 del 2010 ). E sono circa 8,s milioni i lavoratori in attesa del rinnovo del contratto (praticamente, due su tre; al top dal 2008). L'incremento delle buste paga sull'anno (rispetto cioè agennaio 2013) si ferma a un modesto +14 per cento. Si «doppia» l'inflazione ( +0,7% tendenziale registrato a gennaio), ma non è una buona notizia visto che il divario è essenzialmente addebitabile alla frenata dei listini. sa per consumi». Per i dipendenti del settore privato le retribuzioni contrattuali a gennaio sono cresciute a livello tendenziale dell'1,8%, praticamente per gli aumenti tabellari (scattati a inizio 2014) per effetto dei contratti·in vigore. A livello settoriale, gli aumenti maggiori si sono registrati nei comparti energia e petroli (+4,6%); estrazioni minerali (+4,3%); telecomunicazioni (+4%). L'edilizia continua a rimanere ferma (i salari crescono solo dello 0,1%). A fine gennaio, certifica ancora l'Istat, è stato rinnovato un solo accordo (gomma e materie plastiche), mentre nel mese sono scaduti cinque contratti (agricoltura operai, ser- www.ecostampa.it Quotidiano vizio smaltimento rifiuti privati, servizio smaltimento rifiuti municipalizzati, commercio che interessa circa due milioni di addetti - e Rai). In vigore risultano quindi 23 contratti che regolano il trattamento econolnico di circa44 lnilioni di dipendenti (il 33,7% del monte retributivo complessivo). I contratti in attesa di rinnovo sono invece 51 (di cui 15 nella solaPa). Magiàafebbraio, sottolineano dall'Istat, sono state ratificate quattro ipotesi di accordo (tessili, pelli e cuoio, gas e acqua, turismo-strutture ricettive) che toccano circa 5oomila dipendenti.L'attesa del rinnovo per ilavoratori con contratto scaduto è in media di 24,s mesi. Si scende a n,8 mesi nel settore privato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Gli aumenti Retribuzioni contrattuali orarie, variazioni%, gen 2012 • gen 2014 Gen 2012 Gen 2014 1,8 068391 I Fonte: l5tat Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 47 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio t'n!v11:1e111za. 27-02-2014 51 1 Dalla sinistra Pd un decalogo con correzioni alla legge Fornero per ripristinare le uscite flessibili Pensioni in cerca di gradualità www.ecostampa.it Quotidiano L'obiettivo è assicurare ai giovani un tasso di sostituzione al 60% Giorgio Pogliotti ROMA Pensionamenti flessibili con un sistema di penalizzazioni e premi per reintrodurre la gradualità cancellata dalla legge Fornero. Una pensione di base di442 euro, finanziata dalla fiscalità generale- da affiancare a quella contributiva maturata - per garantire ai giovani un tasso di sostituzione pari almeno al 60 per cento. Sono alcune delle proposte contenute nel Decalogo per le pensioni elaborato dall'area Lavoro e W elfare del Pd - tra i promotori l'ex ministro Cesare Damiano, Maria Luisa Gnecchi e TeresaBellanova - illustrato oggi alla Camera, che parte da un presupposto: la Ragioneria tra il 2020 ed il 2060 ha calcolato che si risparmieranno per effetto della "riforma" Fornero oltre 300 miliardidieuro, circa il 15% del debito pubblico. «Con le pensioni si é abbondantemente foraggiata la diminuzione del debito pubblico e oltre non si può andare- sostengono gli autori della proposta-. È ora di restituire le risorse con in- terventi di correzione per migliorare il sistema». Il Decalogo guarda anzitutto ai giovani che iniziano a lavorare più tardi, con un'attività precaria che comporta basse retribuzioni e discontinuità occupazionale, con conseguenze negative sul versante previdenziale.L'obiettivo di garantire ai giovani un assegno pensionistico pari al 60% dello stipendio può essere conseguito agendo su quattro leve: abbassare l'età di ingresso all'impiego sperimentando l'alternanza scuola-lavoro come previsto dal decreto Carrozza. Secondo: garantire un equo compenso per le forme di impiego che non fanno riferimento ad un contratto nazionale. Terzo: istituire una pensione di base, finanziata dalla fiscalità generale, di442 euro (come l'assegno sociale) in aggiunta a quella contributiva maturata dal dipendente, autonomo o parasubordinato. Questa pensione è riconosciuta al 65 ° annodi età, con almeno 15 anni di contributi.Ai parasubordinati iscritti alla Gestione separ~ta dop~ il 31 dicemb~e 19?5· vanconoscmta unamagg1oraz10ne fino al 20% dei coefficienti di trasformazione applicabili, con un incremento dell'aliquota di computo, entro il limite previsto ai lavoratori dipendenti. Un'altra priorità, oggetto di unDdl presentato da Damiano, è garantire flessibilità nel pensionamento, con penalizzazioni e premi in un range tra i 62 e i 70 anni di età, con almeno 35 anni di contributieunassegnochesiaalmeno una volta e mezzo la pensione sociale. Chi andrà in pensione a 62 anni avrà una penalizzazione dell'8% che diminuisce del 2% all'anno fino a 66 anni, età nella quale si annulla. Per chi rimane al lavoro oltre i 66 anni scatta una rivalutazione che raggiunge 1'8% per chi andrà in pensione a 70 anni. Con 41 anni di contributi, uomini e donne potranno andare in pensione aprescindere dall'età anagrafica e senza penalizzazioni. Per i parasubordinati si propone il superamento dell'«anacronistica esclusione» dall'applicazione del cosiddetto principio di automaticità della prestazione pre- videnziale prevista per i lavoratori dipendenti dall'articolo 2116 del codice civile. Per i parasubordinati "esclusivi" iscritti alla gestione separata Inps si chiede di allineare i minimali contributivi a quelli dei dipendenti per garantire una maggiore anzianità con meno buchi previdenziali. Infatti pur lavorando un anno intero, spesso non raggiungono il minimale dei lavoratori autonomi (15.516 euro), mentre il minimale dei dipendenti è di 10.419 euro (9.953 euro in media per i lavoratori a progetto). Altro nodo, le pensioni d'oro. La proposta è di fissare un tetto di 5mila euro netti mensili (90Inila euro lordi annui), senza sommare per il conseguimento di questa soglia le pensioni integrative o complementari ma i vitalizi, studiando un «metodo che non sia il ricalcolo e che non incorra nella censura della Consulta». Si ipotizzail congelamento dell'indicizzazione o la stabilizzazione del contributo di solidarietà oltre la soglia: «le risorse risparmiate vanno al sistema pensionistico». ©RIPRODUZIONE RISERVATA AL 068391 Si punta ad introdurre un assegno-base di 442 euro grazie alla fiscalità generale da affiancare a quello maturato con il regime contributivo Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 48 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina 1 1 www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 TROPPE CIFRE SENZAREALlRJSCONTRJ I CONTI IN TASCA AIPIANIDIRENZI di ENRICO MARRO atteo Renzi, con i suoi interventi programmatici in Parlamento, ha cambiato l'approccio alle relazioni tra Italia e Unione Europea. Per la prima volta, nelle parole di un presidente del Consiglio, non c'è la preoccupazione prioritaria di impostare la politica economica secondo le raccomandazioni, gli indirizzi o le reprimende della Commissione europea. Non è un caso che Renzi non abbia fatto cenno alla necessità/obbligo di rispettare la regola del deficit del 3% del Prodotto interno lordo, al pareggio strutturale di bilancio, al Fiscal compact per rientrare dall'abnorme debito pubblico. E non è un caso che abbia voluto rimarcare come il suo primo viaggio all'estero non sarà né a Bruxelles né a Berlino, ma 1 I a Tunisi. Tutto ciò manda all'Europa il messaggio che, dopo la stagione dei governi tecnici o semitecnici, questo è un governo politico, senza alcun timore reverenziale verso i tecnocrati della Commissione europea. Detto che questa mossa riequilibra un atteggiamento che in passato a tratti è sembrato di suddi-. tanza - che oltretutto finisce per nuocere all'idea stessa di Europa unita - i problemi base dell'economia e della finanza pubblica italiane restano quelli di sempre. Il governo Renzi potrà anche andare a Bruxelles a chiedere, e magari ottenere, più tempo per rientrare dal debito pubblico, ma se non prenderà provvedimenti efficaci e credibili dovrà fare i conti con i mercati, ai quali ogni anno malia è costretta a chiedere di sottoscrivere 400 miliardi di euro in titoli di Stato. E credibilità significa innanzitutto prendere misure che abbiano una copertura finanziaria certa. Va benissimo promettere un taglio del curreo fiscale per alleggerire di 10 miliardi le tasse su imprese e lavoratori, ma se si dice che questo sconto verrà coperto cori il taglio della spesa pubblica per 3-4 miliardi, bisogna spiegare come. Perché si può avere la massima fiducia nel lavoro del commissario Carlo Cottarelli, ma è Un. dato di fatto che altre valide persone prima di lui, da Piero Giarda a Enrico Bondi, ci hanno provato, ma con scarsi risultati. Che cosa è cambiato davvero per farci credere che nei 7-8 mesi dell'anno che restano si potranno risparmiare diversi miliardi? Così come, se si dice che una parte della copertura del taglio del cuneo verrà dall'aumento del prelievo sulle rendite finanziarie per allinearlo alla media europea, bisogna che il governo non lasci i mercati nell'incer- tezza e chiarisca subito che cosa si appresta a fare. Pensa di partire aumentando le tasse? Farebbe meglio a guadagnarsi prima la credibilità tagliando la spesa. Così come non ci si può limitare, nell'annunciata riforma del lavoro, a prefigurare l'introduzione di un sussidio universale di disoccupazione senza dire almeno su che ordine di grandezza di spesa si ragiona e dove si prendono le risorse necessarie, perché un conto è potenziare l'Aspi, cioè l'indennità introdotta dalla Fornero, e tutt'altra cosa è dare 500 euro al mese a 3 milioni di disoccupati, per un costo annuo di 18 miliardi. Se Renzi non darà presto una risposta a questi interrogativi, che del resto lui stesso ha suscitato mettendo così tanta carne al fuoco, l'entusiasmo col quale sembra essere stato accolto dai cittadini, dalla maggioranza e dai mercati lascerà il posto a tensioni crescenti. E a danni rilevanti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA ~gA SEliA.~ 068391 • Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 49 Pagina 27-02-2014 28 Foglio 1/ 2 Data LA STAMPA L'ISTAT: QUELLI CHE ATTENDONO IL RINNOVO SONO I DUE TERZI DEL TOTALE, E IL RITARDO MEDIO È DI DUE ANNI Senza contratto 8,5 milioni di lavoratori Retribuzioni a gennaio +1,40/o, cioè il doppio dell'inflazione. Ma solo per l'entrata in vigore alcuni accordi LUIGI GRASSIA La crisi economica si fa sentire non solo con i licenziamenti e la cassa integrazione ma anche con i contratti di lavoro che scadono e non si rinnovano, magari per anni. Dice l'Istat che a gennaio addirittura due dipendenti italiani su tre erano al lavoro con contratti scaduti. Si tratta di 8,5 milioni di persone che vanno avanti con le vecchie intese: dai commessi agli statali, passando per le segretarie degli studi professionali. Una cifra così alta non si registrava dall'inizio del 2008, ovvero da sei anni, e il 2008 è stato l'anno d'inizio della crisi economica generale. Invece a gennaio 2014 risultavano titolari di un contratto aggiornato, cioè in vigore secondo i termini previsti, solo 4,4 milioni di lavoratori. I ritardi dei rinnovi si stanno accumulando, con l'attesa media che ormai oltrepassa i due anni. A monitorare lo stato di salute dei contratti collettivi è l'Istat, come fa ogni mese. Da dicembre a gennaio la situazione è peggiorata, con ben cinque contratti che nel frattempo sono scaduti. Così la quota di lavoratori italiani in attesa di rinnovo del contratto è balzata dal 48,9% al 66,2%, e tradotta in cifre assolute questa impennata percentuale corrisponde a due milioni di persone in più. Restano sul tavolo 51 intese da firmare, di cui 15 riferibili alla pubblica amministrazione. Comunque per quattro accordi è praticamente fatta visto che a febbraio sono state ratificate le ipotesi d'intesa (tessili, pelli e cuoio, gas e acqua e turismo-strutture ricettive). In tutto sarebbero 500 mila dipendenti pronti a rientrare nel pianeta dei contratti rinnovati (e questa dovrebbe essere la norma, non l'eccezione). Ma anche con la firma di questi quattro contratti i lavoratori che aspettano nel limbo continueranno a essere circa 8 milioni, cioè molto di più dei 6 milioni del dicembre scorso. Con lo scoccare del nuovo anno sono decaduti contratti che spaziano dal servizio smaltimento rifiuti alla Rai, ma a fare la differenza in negativo è soprattutto il contratto del commercio, che regola l'attività di circa due milioni di persone; poi sono in attesa 650 mila edili, quasi 400 mila dipendenti della sanità privata, 300 mila operai agricoli, 260 mila impiegati dei servizi di pulizia locale, circa 200 mila addetti negli studi professionali, 100 mila autoferrotranvieri, e il comparto pubblico, con 2,9 milioni di addetti. L'economia è nota come la «triste scienza» ma arrivano ogni tanto anche delle buone notizie, ed eccone una fresca: in Italia le retribuzioni contrattuali orarie (cioè, in parole povere, gli stipendi medi) a gennaio hanno avuto un balzo dello 0,6% rispetto a dicembre, mentre sono salite addirittura dell'l,4% su base annua, cioè il doppio dell'inflazione. In realtà, spiega l'Istat, dietro a questa bella sorpresa c'è un piccolo trucco: il rialzo mensile è dovuto ai miglioramenti economici previsti da alcuni contratti di lavoro firmati nel recente passato (perché sì, qualche contratto si firma nonostante tutto) e i cui meccanismi tecnici sono appena in vigore (gli aumenti di solito partono proprio a inizio anno). Ma anche fatta questa riserva sull'aumento delle retribuzioni, si tratta di un fatto positivo reale e non illusorio, Distruggere i contratti nazionali di lavoro non è la soluzione giusta. Restano uno strumento importante www.ecostampa.it Quotidiano perché arrivano più soldi nelle tasche di un certo numero di famiglie italiane in un momento in cui c'è bisogno; può trarne beneficio anche la sperata ripresa economica. Pure il divario fra il +l,4% delle retribuzioni su base annua e il +0,7% dell'inflazione può essere commentato in vario modo: in positivo corrisponde a un aumento del potere di acquisto per i lavoratori, in negativo c'è da constatare che i prezzi frenano solo perché crollano i consumi, e non perché (ad esempio) il sistema economico italiano diventa più efficiente (il che sarebbe virtuoso). E poi ci sono i dubbi delle associazioni dei consumatori secondo cui, in realtà, i prezzi corrono più di quanto stima l'Istat, per cui il vantaggio acquisito dal potere d'acquisto delle famiglie sarebbe illusorio, o almeno daridimensionare. Ad ogni modo per le retribuzioni il rialzo mensile di gennaio è il più alto da due anni e anche il dato annuo risulta in lieve recupero rispetto a dicembre (a +1,4% da +1,3%). Sempre in termini tendenziali, cioè annuali, l'Istat registra gli aumenti maggiori delle retribuzioni nei settori energia e petroli (+4,6% ), estrazione minerali (+4,3%) e telecomunicazioni (+4%). Giorgio Squinzi 068391 presidente di Confindustria Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 50 MF Data Pagina Foglio 27-02-2014 9 1 Il _gruppo vede calare i ricavi mentre l'ebit, seppure positivo, si dimezza. Definito il piano di prepensionamenti al quotidiano [)Espresso è in utile, riduce il debito e rifà Repubblica mo! di 63,5 milioni (c38% ), un ebit di 31 ,3 milioni (--48,2%) e appunto profitti per 3,7 milioni, rispetto ai 21,7 milioni del 2012. Sul versan_te patrimoniale, invece, il debito è calato di 35 milioni a quota 73,5 grazie ali' attenta gestione aziendale (i costi sono diminuiti dcl 9,6%) e al cash flow. Cresce invece il patrimonio netto salito da 557,7 a 562,2 milioni. Visto il risicato saldo di gestione e il pericolo di affrontare un 2014 alquanto complicato («l'evoluzione della pubblicità per la carta stampata rimane critica», recita il comunicato), per il secondo anno consecutivo i vertici dell'Espresso hann.o deciso di non distribuire il dividendo ai soci. E per questo il titolo a Piazza Affari ha chiuso con un segno meno al,84euro(-l,7%). : Sul piano degli organici, la razionalizzazione impostata anni fa ba visto nel 2013 uscire dall'azienda 111 dipendenti, che ora sono 2.425. E su questo fronte un'altra novità di giornata è il via libera dell'assemblea dei redattori di Repubblica, con 334 voti favorevoli e 26 contrari, al piano di prepensio- DI ANDREA MONTANARI ---,,,,.,,,,,.. --+,~:::iE'-.:t--- namenti per 58 giornalisti, a fronte dei quali !;azienda si è impegnata ad assumerne altri 12 nei prossimi anni. E proprio peri' ammiraglia del gruppo (leader in Italia per numero·di lettori, Gaz.z,etta dello Sport esclusa, e vendite nette in edicola davanti al Corriere della Sera) è in arrivo un ambizioso progetto di rinnovamento e ammodernamento grafico, editoriale e multimediale, al quale stanno lavorando il direttore Ezio Mauro e AngeloRinaldi, vicedirettore e art director della testata, e che prevederà per I' online anche la formula a pagamento per alcune sezioni del sito. Anche perché le versioni digitali del giornale a fine 2013 hanno superato la soglia dei 75 mila abbonati. Infine, prosegue il progetto di integrazione dei multiplex di ReteA con quelli di TiMedia. Una newco alla quale guardano con interesse, per un possibile ingresso nel capitale, i fondi Cvc, F2i e Clessidra. (riproduzione riservata) www.ecostampa.it Quotidiano L'ESPRESSO quotazioni in euro 2,0 1,2 ~--- .26 feb '14 068391 26nov'13 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 52 Quotidiano Data Pagina 16 1 www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 Lavoro Contratti, circa 8,5 milioni aspettano ancora il rinnovo !Il>A gennaio due dipendenti su tre erano a lavoro con contratti scaduti. Si tratta di 8,5 milioni di persone. Una cifra così alta non si registrava dall'inizio del 2008, ovvero da sei anni. A monitorare mensilmente lo stato di salute dei contratti collettivi è l'Istat. Da dicembre a gennaio lo scarto si è fatto sentire, con ben cinque scadenze a fronte di un solo rinnovo. E così la quota di chi è in attesa di un rinnovo è balzata dal 48,9% al 66,2%, tradotta in cifre asso1ute l'impennata corrisponde ad oltre due milioni di persone. Restano sul tavolo 51 intese da concludere, di cui 15 riferibili alla Pa (su cui pesa però il blocco della contrattazione). Per quattro accordi, che nel complesso interessano mezzo milione di lavoratori, però è ormai fatta visto che a febbraio sono state ratificate le ipotesi di rinnovo (tessili, pelli e cuoio, gas e acqua e turismo-strutture ricettive). Con il nuovo anno sono scaduti diversi accordi, dal servizio smaltimento rifiuti alla Rai. Ma a fare la differenza è stato il contratto del commercio, che interessa circa due milioni di persone a cui, tra gli altri, si aggiungono 650 mila edili, quasi 400 mila dipendenti della sanità privata, 300 mila operai agricoli, 260 mila impiegati dei servizi di pulizia 1ocale, circa 200 mila addetti negli studi professionali, 100 mila autoferrotranvieri. Inoltre c'è sempre il fardello del comparto pubblico, con 2,9 milioni di addetti. Econmnia ~ 068391 Alitalia-Etihad, AF vuole l'ultima parola Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 53 Quotidiano runità Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 27-02-2014 9 1 PENSIONI Cantiere previdenza, convegno oggi alla Camera 068391 «Cantiere previdenza» è il titolo del convegno che si svolge oggi pomeriggio, alle ore 17, alla Sala delle Colonne presso la Camera dei deputati. L'iniziativa, promossa da Lavoro&Welfare e Associazione 20 maggio, prevede la partecipazione, tra gli altri, di Davide Faraone e Stefano Fassina, con le conclusioni di Cesare Damiano. Ieri Damiano ha chiesto a Renzi di onorare l'impegno preso con i cosiddetti esodati, al fine di risolvere definitivamente questo drammatico problema sociale, e porsi l'obiettivo di modernizzare un sistema previdenziale reso troppo rigido e socialemente iniquo dalla riforma Fornero. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 54 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio Non c'è niente di male in questo: in passato l'Italia è stata beneficiaria netta, ora i fondi affluiscono soprattutto ai nuovi entrati, come la Polonia. Il problema è che molti dei soldi che riceviamo dalla Ue non servono a niente, anzi sono dannosi; faremmo molto meglio a rinunziarvi e chiedere uno sconto equivalente sui contributi che versiamo alla U e. Potremmo usare questi risparmi per ridurre il cuneo fiscale di almeno 5-6 miliardi all'anno. Il nuovo programma settennale per il 2014-20 prevede che l'Italia riceverà dalla Ue 33 miliardi di fondi di coesione, di cui 22 miliardi per sole 5 regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Pu- PROPOSTE DRASTICHE Sacrifichiamo ifondiUe per ridurre il cuneo fiscale di Roberto Perotti el 2012 l'Italia ha pagato 16 miliardi alla Unione europea e ne ha ricevuti in maggioranza fondi per la coesione e per l'agricoltura. 11, glia, e Sicilia. Questi fondi vanno poi cofinanziati per un pari ammontare dallo Stato italiano. In totale almeno 70 miliardi, circa 10 all'anno. Questo fiume di denaro porta con sé una gigantesca macchina amministrativa. Si comincia con le migliaia di pagine di piani nazionali e regionali, e poi di sottopiani per ogni obiettivo: questa volta la Ue ha deciso che saranno tredici. Non che questi piani siano necessari, perché un qualunque assessore regionale un po' capace può far passare qualsiasi iniziativa sotto l'etic chetta di "innovazione e competitività" oppure "occupazione". Questo spiega le migliaia di bandi, programmi, iniziative, corsi 27-02-2014 1 1 di formazione spesso per pochi milioni o poche centinaia di migliaia di euro; e le decine di migliaia di beneficiari, dal parrucchiere che "forma" una estetista al cinema che prende sovvenzioni per digitalizzarsi. In tutto questo vengono coinvolti parecchi ministeri (almeno Economia, Sviluppo Economico, Infrastrutture, Lavoro, Politiche agricole, Affari regionali) e molte direzioni all'interno di ogni ministero. Almeno la metà degli assessorati regionali ha a che fare in qualche modo con i fondi europei. Poi vi sono le migliaia di enti e agenzie nazionali e regionali per la formazione, il lavoro, l'internazionalizzazione delle imprese, e via dicendo. www.ecostampa.it Quotidiano Co11ti111111 .. pagina 2 Sacrifichiamo i fòndi U e di Roberto Perotti neo fiscale, magari con un trattamento di favore per le cinque regioni di cui sopra. Ma bisogna fare in fretta, perché in questo periodo si decide il nuovo programma settennale. Bisogna dire alla Ue: grazie, rinunciamo ai soldi, in cambio ci fate uno sconto corrispondente sul nostro contributo. La Ue non ha motivo di lamentarsi, perché il contributo netto dell'Italia rimane esattamente lo stesso; ma si dà un taglio alle tasse e a una delle principali fonti di inefficienza, purocrazia, malcostume, corruzione e malgoverno delle regioni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Roberto Perotti coordina un gruppo di lavoro della segreteria di Matteo Renzi sulla spesa pubblica. Il contenuto di questo articolo rappresenta le idee persona/i di Roberto Perotti e non è stato in alcun modo sottoposto alla visione né tantomeno al vaglio preventivo di alcun componente del gruppo di lavoro o della segreteria. 068391 .. Continua da pagina i erte regioni hanno persino diversi fondi pubblici per start-up, ognuno con pochi milioni di euro, e ognuno gestito da un assessorato diverso. Così come vi sono regioni con decine di agenzie o aziende per lo sviluppo, una struttura di partecipazioni incrociate così aggrovigliata che è praticamente impossibile da dipanare. Alla fine, migliaia di persone campano nel sottobosco creato da questo fiume di denaro e queste migliaia di enti. E purtroppo ci campano anche la corruzione e la malavita. Nessuno ha più il controllo di questo meccanismo. Sfido chiunque - anche i maggiori esperti ministeriali - a illustrare sinteticamente come è strutturata questa spesa. Abbiamo bisogno di tutti questi soldi? Se fossero così urgenti e necessari, sapremmo come spenderli subito. E invece sappiamo bene che non è così. In questi mesi le regioni si stanno arrovellando per inventare i bandi e i programmi più fantasiosi e inverosimili, ma anche più inutili, pur di spendere i fondi del settennio 2007-2013 rimasti inutilizzati. Ovviamente, non tutti gli interventi sono inutili. Ma non c'è nessun bisogno di dare i soldi alla U e per poi farseli ridare con lacci e lacciuoli (per quanto facilmente aggirabili) e quindi rigirarli alle regioni, che spesso non sanno cosa farsene. Dei 10 miliardi all'anno che complessivamente ci verrebbe a costare questa macchina infernale, potremmo utilizzarne diciamo una media di 4 e risparmiarne 6, da utilizzare per contribuire a ridurre il cu- Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 55 Il Sole?]{! Quotidiano mmrn Data Pagina I Foglio 27-02-2014 4 1/2 www.ecostampa.it La riduzione di 10 miliardi è la base per ripartire: Renzi ha captato i problemi, o~a i fatti Squinzi: imprese pronte arinunciare .agii incentivi in cambio di tagli al cuneo Imprese pronte a rinunciare agli incentivi in cambio di un taglio del cuneo. Per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi il taglio di 10 miliardi è la base per ripartire: Renzi - ha detto Squinzi - ha captato i problemi, ora i fatti. Picchio >- pagina 4 Il nuovo governo Oltre il dogma dell'austedty «Sarebbe importante avere più flessibilità sul vincolo del 3% sul deficit, chiedendo una deroga per gli investimenti produttivi» LE MISURE PER LE IMPRESE «Cuneo-incentivi, sì allo scambio» Squinzi: 10 miliardi base per ripartire -«Renzi ha captato i problemi, ora i fatti» Nicoletta Picchio ROMA. Perungiudiziovuole aspettare qualche mese, per verificare se Matteo Renzi manterrà le promesse. «Nei discorsi in Senato e alla Camera ha sicuramente captato i problemi su cui intervenire», ha detto Giorgio Squinzi «Severamente mette mano al pagamento integrale dei debiti della Pa, e parliamo di più di 70 miliardi, ad un taglio del cuneo di io miliardi, se farà le riforme istituzionali, come il Titolo V della Costituzione, se converte in legge la delega fiscale allora potremo dare slancio allaripresa.Altrimenti saremo condannati a strisciare sul fondo». È dal manifatturiero che può tornare la crescita. Il presidente di Confindustria lo ripete, fotografando la situazione dell'economia: «è drammatica, non lo dobbiamo nascondere. Sono preoccupatissimo: la ripresa non è vigorosa, parliamo di zero virgola e i ~u meri temo saranno rettificati. I consumi elettrici a gennaio sono caduti del 4%, dalla Federalimentare arrivano segnali di cali preoccupanti sui consumi». Un taglio di10 miliardi al cuneo fiscale sarebbe la misura minima «la linea del Piave», ha detto Squinzi, ricordando la proposta del documento di Confindustria un anno fa, 20 miliardi, dove si indicava anche come reperire le risorse e ripetendo che le imprese sono disposte a rinunciare ai trasferimenti pur di ridurre il costo del lavoro, in particolare il cuneo. «Non so se Renzi potrà farlo, non ho elementi, speriamo che avvenga», ha detto, parlando durante la presentazione del rapporto Accredia-Censis su qualità, crescita e innovazione. «Le certificazioni si rilasciano sulla base di dati concreti, aspettiamo a vedere», ha detto Squinzi, ribadendo il concetto anche ad una domanda sul neo ministro dello Sviluppo, Federica Guidi: «anche in questo caso le certificazioni le darei dopo». Sul governo Letta, ha ricordato il presidente di Confindustria, ha aspettato 7-8 mesi prima di dare un giudizio: «avevo ed ho molta stima di Enrico Letta come persona, purtroppo come governo non è riuscito a mantenere le promesse che aveva fatto alle imprese come sul cuneo fiscale». Dei 10 miliardi annunciati, ne sono arrivati I,L <<Abbiamo dovuto rilevare queste mancanze, non siamo un partitopolitico,nonabbiamoruolopolitico, non abbiamo determinato nulla,masevogliamocrescerebisogna puntare sulle imprese, facendo quelle riforme che ci permettano di agganciare le ripresa che c'è neglialtri paesi». Agire qui da noi, ma anche in Europa: sarebbe importante avere più flessibilità sul vincolo del 3% sul deficit, chiedendo una deroga per gli investimenti produttivi in ricerca, sviluppo e tutto ciò che crea occupazione. Una sollecitazione che Squinzi ha fatto anche nel pomeriggio, a Palazzo Madama, durante un'audizione nelle commissioni Esteri e Politiche Ue di Camera e Senato sul semestre di Presidenza ithliano. «C'è la necessità assoluta di andare oltre il dogma dell'austerità» e «il nuovo governo - ha detto Squinzi - ha davanti a sè una grande chanche in Europa, far sì che grazie alla rinnovata fiducia dei mercati finanziari vengano riconosciuti all'Italia i margini di una flessibilità concessi dal patto di stabilità, in cambio di un serio programma di riforme». Nonc'èunministeroper le Politiche comunitarie, «ma anche io ho tenuto le deleghe agli affari europei, Renzimihacopiat()», ha risposto Squinzi ad una domanda dei parlamentari, raccontando di averparlato personalmente con il presidente del Consiglio di possibili deroghe europee per la crescita e il lavoro. Su quest'ultimo punto ha sollecitato il governo a rivedere la legge Fomero, sul job actattende di vedere i contenuti «Sono solo titoli», e nell'audizione ha difeso il valore del contratto nazionale. 068391 ©RIPRODUZIONE RISrnVATA Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 56 Pagina 27-02-2014 35 Foglio 1 Data COBBIEBE DELLA SEBA Il rapporto Lo studio di Intesa Sanpaolo: nel 2014 i territori crescono del 2,2% contro lo 0,6% dell'economia Sorpresa, sono i distretti a trainare il Pii www.ecostampa.it Quotidiano La meccanica è leccellenza e batte mobili, moda e alimentare di DARIO DI VICO C'è una letteratura economica che continua a giudicare sorpassato il modello distrettuale e ne decreta periodica mente la morte. Fortunatamente la realtà va da tutt'altra parte e i distretti non solo hanno tenuto botta davanti a cinque anni di crisi ma sono i meglio attrezzati per intercettare la ripresa della domanda mondiale. La «notizia>>, se vogliamo considerarla tale, arriva dal Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che studia con particolare attenzione le dinamiche dell'industria di territorio. E allora vediamo dati e previsioni. Nel 2014 l'evoluzione del fatturato delle imprese dei distretti dovrebbe segnare un incoraggiante +2,2%, molto al di sopra quindi dell'incremento del Pil italiano, diagnosticato per l'anno in corso attorno al mezzo pun to o appena su. L'anno successivo, il 2015, le imprese distrettuali dovrebbero aumentare i ricavi addirittura del 4, 7%. «A quel punto - sottolinea Gregorio De Felice, capo- economista della banca - i distretti saranno riusciti a recuperare la maggior parte del fatturato che avevano dovuto lasciare per strada negli anni della recessione. Se prendiamo come riferimento i livelli del 2008 mancherà solo l'l,4%». Un miracolo, visto che se prendiamo in esame l'intero manifatturiero italiano il raffronto 2015 su 2008 segna comunque una perdita di ricavi del 9,4%. Dunque i distretti promettono di perdere meno degli altri e di riprendere a correre più velocemente. A guidare la volata dei territori è il settore meccanico che esce dalla recessione con una rinnovata capacità di cogliere i mutamenti della domanda internazionale e che nel 2015 crescerà oltre il 6%. Non era affatto scontato e riguarda in primo luogo la meccanica di processo che si conferma come una grande eccellenza del made in Italy. De Felice ne parla come di «Un mid-tech italiano che ha saputo affinare la sua specializzazione e può darci una grande spinta per i prossimi anni>>. Dietro la meccanica e i prodotti in metallo Export, brevetti, marchi, partecipazioni estere: i punti di forza dei distretti • Aree non distrettuali spuntano gli altri settori tradizionali dell'offerta italiana: i mobili che dopo un 2014 attorno a +2% dovrebbero prodursi in un 2015 vicino al 5% di incremento; il sistema moda e l'alimentare con un ritmo di crescita più contenuto. Èin teressante notare come dagli studi di Intesa Sanpaolo si segnali una buona risalita persino dei distretti dell'elettrodomestico in virtù, anche in questo caso, della domanda estera. I punti di forza dei distretti sono sostanzialmente quattro: una quota maggiore di imprese che esportano, un numero di partecipate estere ragguardevole (pari a 35 su 100), una capacità di produrre brevetti che supera il 50% delle imprese e anche un numero erescente di marchi. In parole povere l'industria di territorio esce dalla crisi più internazionalizzata, più innovativa e più attenta al marketing. <<Si ha la sensazione che abbiano raggiunto una massa critica nell'innovazione e che ciò si trad uca in maggior vantaggio competitivo», annota De Feli- fanno più investimenti diretti all'estero sono anche quelle che esportano di più, non c'è quindi un effetto di sostituzione a danno dei territori. La Risalita I distretti nel 2015 saranno riusciti a recuperare quasi tutto il fatturato perso con la crisi presenza all'estero «è concepita come una base di sviluppo per opportunità di vendita difficilmente soddisfabili dall'Italia>>. Anche le filiere di fornitura tengono perché i Piccoli garantiscono alle imprese capofila «qualità, affidabilità e time to market» superiori ai componentisti stranieri. Tra tante notizie positive però Intesa Sanpaolo segnala un pericolo rosso: «Nei distretti c'è una perdita progressiva di molte competenze e occorre quindi un rilancio di tutto il sisterna formativo. Dalle scuole professionali all'università». ce. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Le im:{)rese distrettuali che D'ARCO 50 54,8 so 40 30 20 lii Distretti Indagine sui bilanci di quasi 13 mila aziende appartenenti a 144 distretti industriali a confronto con 37 mila aziende che non fanno parte di alcun distretto 10 Quota% di imprese che esportano Numero di marchi ogni 100 imprese 068391 Fonte: ISID (Intesa Sanpaololntegmted Databue) Numero di partecipate Numero di brevetti estere ogni 100 ogni 100 imprese imprese Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 58 Data Pagina I Foglio 27-02-2014 3 1 Renzi rifiuta di blindare il decreto: non gioco così la mia prima fiducia www.ecostampa.it Quotidiano ~E c'era anche il timore di fare il bis di dicembre premier non ama né la storia né il merito del provvedimento: «Basta con i dl pasticciati» Sul nuovo intervento si allarga la lente del Colle ~Il Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del questo obiettivo ha messo tra i primi punti del suo programma l'accelerazione della riforma dei regolamenti parlamentari della Camera. «L'obiettivo non è comprimere i diritti delle opposizioni», spiega il renziano Angelo Rughetti, «ma ottenere un percorso legislativo simile a quello degli altri Paesi europei dove, ad esempio, è prassi che le Commissioni parlamentari valutino le leggi in sede deliberante, lasciando all'Aula solo il voto finale. Con una produzione legislativa rapida, inoltre, per il governo sarà meno necessario ricorrere ai decreti». Alberto Gentili ©R1PRoouz10NER1srnvArA MATTEO E PRIMO CITTADINO ROMANO I RAPPORTI SONO SOLO FORMALI NONOSTANTE MllffiNO ENTRAMBI NEL PD A ottobre 2013 il primo decreto Salva-Roma Il 28 Ottobre del 2013 il governo guidato da Enrico Letta vara il primo decreto Salva-Roma con aiuti per 485 milioni alla capitale. Nella prima versione è anche previsto un aumento all'l,3 per cento dell'addizionale comunale Irpef per i contribuenti romani. A dicembre il richiamo del Colle, il testo decade Il 24 dicembre, vigilia di Natale, il governo incassa la fiducia sul primo provvedimento Salva-Roma. Ma due giorni dopo arriva il monito di Napolitano sulle «norme eterogenee» inserite nel testo. II 27 dicembre, a sorpresa, il governo decide di lasciar morire il provvedimento. Febbraio, maggioranza spaccata sul nuovo di A fine 2013 il governo Letta presenta il Salva-Roma bis per evitare il dissesto della Capitale. Mail provvedimento rimane insabbiato in Senato dove Pd e Se si spaccano sulle misure di risanamento da imporre al Campidoglio. Il testo arriva alla Camera a pochi giorni dalla scadenza. Giovanni Legnini 068391 - - - - - - - - - sta partita pesa la difficoltà di rapporti tra il premier e Marino. Mol_______,______ ti ricorderanno che quando venROMA Non è stato solo I'ostruzioni- nero celebrate le primarie a Rosmo dei Cinquestelle e della Lega ma, la scelta di Renzi cadde sul a spingere Matteo Renzi a rotta- competitor dell'attuale sindaco: mare il decreto Salva-Roma. In re- Paolo Gentiloni. E che quando altà il premier, in base a quanto nell'agosto scorso sbarcò nella filtra dai suoi più stretti collabo- Capitale per inaugurare insieme ratori, non ha voluto spendere la a Marino la pedonalizzazione dei sua prima fiducia su un provvedi- Fori Imperiali, il premier si guarmento «discutibile e dal percorso dò bene dal partecipare alla pastravagliato», figlio per di più di un serella in biciclett~ con il sindaco altro governo. Quello di Enrico a uso e consumo d1 cameramen e Letta. Insomma, non ha voluto fotografi. metterci la faccia: «Porre la mia Renzì, infatti, con il tempo si è prima fiducia su un decreto così fatto un'idea non proprio positiva pasticciato», ha spiegato mercole- dì ~1arìno. Per dì~la con, uno d~i dì sera il premier, «non sarebbe il s~01 collabora!on, «.n~i:i e certo}l modo per partire con il piede giu- smdaco che ~tu.na d1 p11!"· :ra?t e, sto». E così bye bye Salva-Roma. che quando 1en pomengg10 e arrivato a palazzo Chigi un Marino Il RISCHIO DEL FLOP disperato e furente, a riceverlo è Ma non sono stati soltanto il me- stato Giovanni Legnini, comperito e la paternità delle norme per tente ed esperto, m~ ~ur sempr~ la Capitale, mischiate all'alluvio- u.n ex sottosegretar~o m att~sa d1 ne di Olbia, l'Expo di Milano e nconferma .. E nOf!, 11 bracqo dequant'altro, a spingere il premier stro.~1 Renz1 •. Grazrn:'1o Delno. ad abbandonare il decreto. «An- cw.detto,. 11 prei:i-iier ~on ha alche ponendo la fiducia», rivela c'!na mtenz10ne ~i lasciare !a ~a una fonte autorevole di palazzo p~tale al s\lo destmo .."E far.a 1mChìgi incaricata di seguire il dos- d1spensab1le per evitare I~ desier, «non era affatto detto che sa- fault, non fosse altro perche ~er remmo riusciti ad approvarlo en- rebb.e comprome.ssa anche l 1mtro venerdì (domani, ndr). Il fili- magme-Paese»,_d~ce un alt.ro colbustering dei grillìni e dei leghisti laborat?~e. Cosi e proba~1le. eh~ avrebbe probabilmente vanifica- domam il g?"'.erno - dop~ 1~ via lito lo sforzo. Con il risultato di fare bera del. Qumnale, .che Vigila .con il bis del dicembre scorso, quan- la massima attenz!one - van un do Letta pose la fiducia per poi ri- n~ovo decreto .. pero con un cuore tirare il provvedimento il giorno d~verso: la Tas1 ~ la ~roroga al ~O dopo. Epilogo imbarazzante che gmgno ~el te~mme d1 approvaz10~ Renzi non ha assolutamente volu- ?e del b1l~nc10. ro~ano, :on. ~ltn to ripetere». 1~tervent1.sugh Enti locali. P~u, un C'è da dire che il premier non è disegno d1 legge che a~sorb1ra le mai stato tenero con il decreto norme meno urgenti del Salche dovrebbe salvare la pelle al ~a-Rom_a. «~per~amo che al Co.ne sindaco Ignazio Marino e alla Ca- il dopp10 bu:ian vada bene'.". mpitale. Quando, sempre in dicem- cro~~ano le d~ta a ~alazz? ~h1gi. bre, nel testo venne infilata la nor- . L 1mperat1vo d1. I_lenz1 e q~ello ma sulle slot machine, Renzi par- d1. «alzare la quahta normat1~a». lò di «decreto porcata». E il gior- Niente decreti-carrozzone, menno dopo l'infortunio dì Letta e il te «provvedimenti-melma». E per r~tiro del provvedimento, affer- quanto possibile «evitare la demò tagliente: «Un brutt~ inciden- cretazione d'urgenza»: «Voglio te che poteva essere evitato con una legislazione trasparente, orun po' di buonsenso». dinata ed efficace», ha detto il preC'è da aggiungere che su que- mier. E proprio per raggiungere Il RETROSCENA destinatario, non riproducibile. Pag. 59
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