Rassegna Stampa di giovedì 27 febbraio 2014

Rassegna Stampa di
giovedì 27 febbraio 2014
SNALS / CONFSAL
L'Unione Sarda
il Mattino
Il Tempo - Cronaca di
Roma
Adn Labitalia
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FONDI PUBBLICI ALL'ASILO, INDAGATA LA DIRIGENTE
MUTI, MANON E LA PRIMA DELLA DISCORDIA
27/02/2014 VANDALI CONTRO BUS CON SASSI E SAMPIETRINI
27/02/2014
27/02/2014
SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI FATTI = FLC CGIL, CISL
SCUOLA, UIL SCUOLA E SNALS CONFSAL, INTERVENIRE SUBITO SU
EMERGENZE
26/02/2014 SCUOLA: SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI FATTI
26/02/2014
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
il Sole 24 Ore
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Corriere della Sera
la Repubblica
la Stampa
Italia Oggi
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il Manifesto
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Il Secolo XIX
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il Sole 24 Ore
MF - Milano Finanza
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Famiglia Cristiana
Corriere dell'Umbria
il Mattino
PER LE SCUOLE SUBITO 500 MILIONI I SINDACI FARANNO I COMMISSARI
RENZI TAGLIA IRAP FINO AL 30%
27/02/2014 MINICANTIERI, FONDI DIRETTAMENTE AGLI ISTITUTI
27/02/2014 RENZI A TREVISO TRA SCOLARI E START UP "IL 17 MARZO DALLA MERKEL
COL JOBS ACT"
27/02/2014 AI RAGAZZI DIAMO CIBI MENO CALORICI (MA GUSTOSI!)
27/02/2014 CORSI TECNICI SOLO PER LE DONNE
27/02/2014 CONTRATTI DI PULIZIA CON PROROGA
27/02/2014 STOPPATA LA MEGA ANTENNA APPICCICATA ALLA SCUOLA
27/02/2014 APPLAUSI, FISCHI, IL GELO DEL COLLE IL PRIMO GIORNO DI RENZI
PREMIER
05/03/2014 PROMETTO, DUNQUE GOVERNO
27/02/2014 "TAGLIO L'IRAP DEL 30% E PUNTO SULLA SCUOLA"
27/02/2014 LAVORO: 8,5 MILIONI SENZA CONTRATTO LA SPENDING REVIEW
COLPISCE LA SCUOLA
27/02/2014 VADEMECUM PER CITTADINI CRITICI NELLE AULE DELLA DEMOCRAZIA
27/02/2014 CINQUE ESONERI TOTALI DALLE SPESE UNUVERSITARIE
27/02/2014 LUISS AI "MONDIALI" DEL SAPERE
27/02/2014 DOTTORATI DI RICERCA SE IL COLLEGIO HA 16 DOCENTI
27/02/2014 VENETO LABORATORIO DI START UP
27/02/2014 Int. a M.Marrelli: MARRELLI: "UNA MOSSA INTELLIGENTE PER REALIZZARE
UN BIPOLARISMO CHIARO"
27/02/2014 ERASMUS, L'UE CACCIA LA SVIZZERA
27/02/2014 MARTELLI IN CAMPO "SU ERZELLI NIENTE MARCIA INDIETRO"
27/02/2014 AL MINISTERO DELL'ECONOMIA ARRIVANO GLI UOMINI DI LETTA
27/02/2014 SUI SOTTOSEGRETARI SI TRATTA ANCORA
27/02/2014 ARANCE AMARE. RENZI SCOPRE LA PIAZZA
02/03/2014 GOVERNO, IL ROSA DONA A MATTEO
27/02/2014 MINISTRO GIANNINI INAUGURI L'ANNO ACCADEMICO
27/02/2014 RENZI: DALLA MERKEL DOPO L'OK AL JOBS ACT +++
27/02/2014
27/02/2014
Economia, Lavoro, Previdenza
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il Messaggero
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PIU' SOLDI NELLE TASCHE DEI LAVORATORI ITALIANI
ESODO INCENTIVATO PER I 290 ESUBERI
27/02/2014 LE RETRIBUZIONI SALGONO DELL'1,4%
27/02/2014 PENSIONI IN CERCA DI GRADUALITA'
27/02/2014 I CONTI IN TASCA AI PIANI DI RENZI
27/02/2014 SENZA CONTRATTO 8,5 MILIONI DI LAVORATORI
27/02/2014 L'ESPRESSO E' IN UTILE, RIDUCE IL DEBITO E RIFA' REPUBBLICA
27/02/2014 CONTRATTI, CIRCA 8,5 MILIONI ASPETTANO ANCORA IL RINNOVO
27/02/2014 CANTIERE PREVIDENZA, CONVEGNO OGGI ALLA CAMERA
27/02/2014 SACRIFICHIAMO I FONDI UE PER RIDURRE IL CUNEO FISCALE
27/02/2014 "CUNEO-INCENTIVI, SI' ALLO SCAMBIO"
27/02/2014 SORPRESA, SONO I DISTRETTI A TRAINARE IL PIL
27/02/2014 RENZI RIFIUTA DI BLINDARE IL DECRETO: NON GIOCO COSI' LA MIA
PRIMA FIDUCIA
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Quotidiano
Data
IL~MA.TTINO
Pagina
Foglio
Rischia
Accordi
di saltare
ad personam
la pièce
e decine di
di Puccini fondazioni:
interpretata le spese .
daAnna
sonoorma1
Netrebko fuori controllo
Le cifre
zontale e mancano le risorse per premiare chi fa bene il proprio lavoro.
Il Teatro dell'Opera di Roma ha
un deficit annuale di 10 milioni e
418mila euro e un debito patrimoniale di 30milioni di euro. Domanda, banale ma pertinente: possibile mai
che ci sia ancora qualcuno che di
fronte a questo crack possa solo immaginare di non fare nulla, lasciare
tutto come prima e come sempre,
tanto poi alla fine paga Pantalone o il
Campidoglio? Già, purtroppo è possibile. Anche perché sul fuoco della felliniana prova d'orchestra continua a
soffiare quel ceto politico poco responsabile che gioca di sponda con il
sindacalismo corporativo, altro fenomeno dell'Italia inginocchio. I sindacalisti del Teatro dell'Opera di Roma
che, come in una sceneggiata napoletana, si sono presentati in pubblico a
spiegare le loro ragioni indossando
una maglietta con la scritta «I love
Muti» sentono di avere le spalle forti,
grazie a chi, come l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, pensa di cogliere al balzo questa protesta per creare ulteriori problemi al suo successore, Ignazio Marino, che certo finora ha dimo-
strato solo di essere un sindaco
sbagliato al posto sbagliato.
L'ultimo atto
di tanta follia arriva con cronometrica ripetizione
di copioni già visti. Era l'anno di
grazia
1999,
quando il maestro Giuseppe Sinopoli, artista di spessore internazionale e
autentico gentiluomo purtroppo
scomparso, gettò la spugna al Teatro
dell'Opera di Roma che dirigeva con
enorme passione e con assoluta competenza. Lo fece con poche parole,
nel suo stile: «Ho dato il massimo,
ma è stato inutile. Questo Teatro ormai è a livello di quello di Tunisi, e
non può rinascere». Lo presero per
un artista capriccioso e umorale, anche loro si gridò contro i fantomatici
"comitati di affari" che si volevano
impossessare dell'istituzione. In realtà Sinopoli, quindici anni fa aveva capito tutto, e forse l'unico modo per
onorare la sua memoria e per sognare una nuova vita dell'Opera, dopo il
lungo suicidio, è di augurarsi la sua
liquidazione. Più prima che dopo.
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teggere sprechi e privilegi,
non abbiamo più
le risorse per garantire la coperturaanuovenecessità
ed a chi ha veramen te bisogno di essere tutelato dallo Stato sociale. I
costi del personale nei teatri lirici assorbono ormai il
70 per cento delle entrate:
un rapporto numerico folle, al
quale si aggiungono le indennità a
pioggia, e le eredità di accordi ad personam, più che nell'interesse di una
categoria. I conti del San Carlo sono
schiacciati in modo irreversibile dal
costo di una pensione aggiuntiva che
la Fondazione deve pagare ogni anno a circa300 ex lavoratori del teatro,
titolari del diritto a un assegno previdenziale bis. Assegno reversibile, ovviamente, che si è iniziato a versare a
dipendenti che sono andatiin pensione ancora quarantenni. Intanto, un
macchinista che fa onestamente il
suo lavoro e non è protetto da qualche potente di turno, vede il suo stipendio, 1.500 euro al mese, a rischio
e comunque tagliato del 30 per cento
perché la scure colpisce in modo oriz-
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2/3
Le cifre
opere
14
All'Opera di Roma si
alza il sipario 163
volte l'anno a fronte di
una quarantina di
milioni di euro di
contributi pubblici dei
quali 16milioni e
mezzo li versa
un'amministrazione
comunale a sua volta
sull'orlo del dissesto
6.000
fondazioni liriche
sinfoniche in Italia
Dipendenti
633
808
Dipendenti
alla Scala di Milano
Dipendenti all'Opera
di Roma
i debiti
70°/o del budget
dipendenti
Spese per
il personale
All'Opera di Roma
spadroneggiano
cinque sigle sindacali,
fino a qualche anno fa
erano otto, che se
tutto va bene sono
molto meno della
metàdei490
dipendenti del teatro
360 mln
Il debito totale
delle fondazioni lirico
sinfoniche nel 2013
182,866 mln
I contributi statali alle Fondazioni secondo
il Fondo unico spettacolo di cui 26,802 mln
068391
L'ammontare dei
debiti che stanno
soffocando il Teatro
dell'Opera sarebbe di
circa 360 milioni di
euro: rischia così di
finire una storia
gloriosa e secolare
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ADN0621 3 ECO 0 DNA ECO NAZ
SCUOLA: SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI FATTI = FLC CGIL, CISL
SCUOLA, UIL SCUOLA E SNALS CONFSAL, INTERVENIRE SUBITO SU EMERGENZE
Roma, 25 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Passare dalle parole ai fatti. Affrontando da subito alcune
delle emergenze piu' 'calde' del 'pianeta scuola': precariato, blocco delle retribuzioni del
personale,risorse per la didattica. E' questa la risposta dei sindacati di categoria della scuola Flc
Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, all'indomani dell'intervento di Matteo Renzi in
Senato, durante il quale il premier ha indicato la scuola come "punto di partenza" dell'agenda di
governo e annunciato investimenti per l'edilizia scolastica. Un intervento che e' piaciuto alle sigle
sindacali, che pero' si attendono da subito azioni concrete dal premier e dal governo.
"Sicuramente e' importante -spiega a Labitalia Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc
Cgil- che i sistemi formativi, d'istruzione e di ricerca tornino al centro dell'attenzione. Ma allo
stesso tempo e' necessario passare dalle parole ai fatti, e per farlo servono investimenti e risorse
cospicue. E' necessario tornare a investire -aggiunge- per dare qualita' e valore al sistema scuola. Le
scuole sono senza risorse -sottolinea- e in una situazione di totale emergenza, e alla famiglie viene
chiesto di sostenere le spese quotidiane. Quindi va bene investire sull'edilizia ma serve anche altro.
Il personale e' assolutamente demotivato, con un contratto bloccato da troppi anni, e i docenti si
sentono svalorizzati nelle loro professionalita'". (segue)
SCUOLA: SINDACATI, BENE RENZI MA PASSARE SUBITO AI
FATTI
Soddisfatto delle parole di Renzi anche Marco Paolo Nigi, segretario generale dello Snals Confsal.
"La scuola come priorita', restituzione del valore sociale ai docenti, radicale cambiamento di
atteggiamento verso la scuola da parte del governo e delle famiglie, l'educazione come motore dello
sviluppo. Queste affermazioni pronunciate dal presidente del Consiglio Renzi -spiega a Labitaliasono condivise dallo Snals-Confsal che ora attende impegni coerenti e azioni concrete, ad iniziare
dall'organico dell'autonomia e dal rinnovo del contratto".
E anche per Massimo Di Menna, segretario generale della Uil
Scuola, l'intervento di Renzi "e' stata una scossa salutare: mettere al centro di una difficile stagione
politica l'istruzione e il valore dell'insegnamento e' un fatto assolutamente positivo". "Le parole di
Renzi sono condivisibili -aggiunge Di Menna- e adesso dobbiamo verificare che, considerata la
situazione finanziaria non facile, ci devono essere delle azioni con cui si sposta una quota di spesa
pubblica dalle inefficienze e i privilegi all'istruzione. Questo puo'aiutare a migliorare, gradualmente,
il rapporto tra spesa per l'istruzione e spesa pubblica del nostro Paese, che e' uno degli ultimi a
livello europeo".
Per Di Menna, "le prime emergenze, da affrontare subito,
riguardano i ritardi accumulati sul precariato e le retribuzioni dei dipendenti". "Affrontate queste
emergenze, si potra' aprire una stagione, a cui la Uil e' interessata, di modernizzazione della scuola
italiana", conclude.
Il Sole?]{! mmrn
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Foglio
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Quotidiano
Il piano. In tutto 2-2,5 miliardi: altri 850 milioni da mutui Cdp più 1miliardo incagliato
Per le scuole subito 500 milioni
I sindaci faranno i commissari
Giorgio Santilll
ROMA
Modello emiliano
•In Emilia Romagna nei tre
mesi successivi al terremoto del
2012 sono state costruite 58
nuove scuole. Sindaci e
presidenti di Provincia hanno
avuto poteri straordinari, in
qualità di commissari
governativi per l'edilizia
scolastica.
fidare poteri da commissario governativo ai sindaci sul modello
adottato in Emilia-Romagna dopo il terremoto. Sul punto del coordinamento dei poteri, l'orientamento di Renzi sarebbe di affidare il programma alle competenze del ministro dell'Istruzione. Una soluzione che secondo
molti sarebbe un passo indietro.
A mettere in guardia il prelnier è, per esempio, il presidente dei costruttori dell' Ance, Paolo Buzzetti. «Abbiamo subito
apprezzato il programma annunciato dal governo - dice ma mettiamo in guardia il presidente del Consiglio sulla ripartizione delle competenze perché
affidare il piano a un solo ministro lo mette seriamente a rischio. È la storia che abbiamo
già visto in passato. L'unica cabina di regia capace di avviare
effettivamente il programma è
quella coordinata direttamente
da Palazzo Chigi». La preoccupazione è per le gelosie esistenti fra i ministeri di spesa, ma anche forse sul ruolo del ministero dell'Economia.
Un'altra questione, posta
dall'Ance insieme aLegambiente e al Consiglio nazionale degli'
architetti, sulla base di un puntuale studio fatto dal Cresme, riguarda le priorità nella selezione dei progetti da finanziare.
Per queste organizzazioni si dovrebbe puntare - oltre che sulla
sicurezza - sul recupero di efficienza energetica. Il Cresme stima che con un investimento di
3,6 miliardi si abbatterebbe la
bolletta energetica del 13,6%.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
068391
Sipartiràconl'avvioimmediato dei 450-;oo milioni messi
a disposizione dal decreto del fare, per cui i comuni hanno presentato già progetti per oltre un
miliardo di euro. Si sceglieranno i lavori considerati cantierabili e più urgenti in termini di sicurezza. Ma per il «programma
straordinario scuole» voluto
fortemente da Matteo Renzi come segno della rinascita del Paese il governo cercherà di attivare in tempi rapidisssimi anche
850 milioni di mutui Cdp e Bei
già previsti dal decreto legge
104 e un altro miliardo di fondi
incagliati da precedenti piani di
edilizia scolastica.
In tutto 2-2,5 miliardi che daranno spessore al programma
annunciato dal premier, sempre che il governo sia capace di
attivare effettivamente le risorse. L'ipotesi è di potenziare la
prima tranche del piano, che
porterà ai lavori tra il 15 giugno e
il 15 settembre, almeno con una
quota di queste risorse aggiuntive. Anche per i 450 milioni di
partenza, per altro, si devono
mettere a punto diversi aspetti
perché se 150 milioni sono stati
già messi a disposizione dalla
Ragioneria, altri 300 dovranno
arrivare dall'Inail, con una formula che è ancora allo studio.
Qµello finanziario non è, però, l'unico problema che il governo dovrà affrontare per far decollare effettivamente i progetti
di edilizia scolastica: nei dieci
anni ché vanno dal 2004 al 2013
poco'è effettivamente partito a
dispetto di tanti annunci fatti, e
le risorse bloccate fra numerosi
e sparpagliati piani centrali e locali ammontano a2,5 miliardi (si
veda Il Sole-24 Ore di ieri).
Un nodo decisivo per la riuscita stessa del programma
sarà quello del coordinamento delle competenze: anzitutto, all'interno del governo,
perché da anni i ministeri si
fanno una guerra di competenze che anche Enrico Letta
aveva tentato di· affrontare
istituendo una «cabina di regia» a Palazzo Chigi; e poi sul
territorio perché, al solito, la
giungla delle sovrapposizioni e delle autorizzazioni blocca l'avvio concreto dei cantieri anche quando i progetti sono disponibili.
Su questo secondo punto, il
govemohagiàunprovvedimento pronto: l'ipotesi è quella di af-
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Scuola: testate nazionali
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Quotidiano
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Il premier a Treviso: andrò dalla Merkel il 17 marzo con il Jobs act
Renzi: taglio all'Irap
possibile fino al 30%
Padoan: ora un fisco più orientato alla crescita
"l!l'ii)lì «Ridurremo di almeno 10 mi- vale oltre 30 miliardi -ha aggiunto Treviso è la prima tappa del "viagliardiilcuneofiscale»:loharibadi- - e se metti 10 miliardi la riduci di gio profondo" che il premier farà
toMatteoRenziaTreviso.«L'Irap un terzo. Qµesta è un'ipotesi». inltalia«Daquial17marzo,albilaterale con Angela Merkel -ha det-
to-andremo con il Jobs act sostanzialmentepronto».Ilministr0Padoan alla Camera: cambiare il fisco per crescere.
Patta e Santllli ~ pagina 5
La destinazione del taglio al cuneo
Il nuovo governo
«Con 10 miliardi riduzione di un terzo dell'Irap per le aziende osconto
Irpef di qualche ventina di euro ai lavoratori. Non abbiamo ancora deciso»
IL PROGRAMMA DEL PREMIER
Renzi: taglio Irap fino al 30%
Il premier aTreviso: «Riparto dalla scuola, andrò dalla Merkel con il Jobs act»
Emilia Patta
ROMA
dell'Irap, e proprio in una realtà
di Pmi come quella trevigiana, è
stata lanciata. Non solo cuneo fiscale, ma anche jobs act («arriveremo all'incontro bilaterale
conlaMerkeldel17marzoconil
piano del lavoro e il jobs act sostanzialmente pronto») e allentamento del patto di stabilità interno per rilanciare gli investimenti nei Comuni («entro il 10
marzo faremo un censimento
per verificare come è possibile,
senza sforare il 3%, allargare le
maglie del patto si stabilità».)
Il premier torna a Roma nel
pomeriggio portandosi dietro
·la polemica delusione delle rappresentanze sindacali dei lavoratori di Electrolux che avevano in programma di incontrarlo. Secondo i sindacalisti l'incontro era stato definito attraverso
il prefetto di Treviso ma Renzi
«ha preferito rimandare». In serata, a Palazzo Chigi, una riunione con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano
Delrio e i ministri interessati
(Giuliano Poletti per il lavoro e
Federica Guidi per lo Sviluppo)
ha fatto una prima ricognizione
sul dossier Electrolux e presto -
si fa sapere - i rappresentanti
sindacali saranno ricevuti.
Altro dossier caldo, ma tutto
politico, è quello della legge
elettorale. La prossima settimana potrebbe essere quella buona per l'Italicum, per usare il linguaggio dei renziani. L'approvazione entro febbraio- per la crisi politica e per le vicissitudini
del decreto "salva-Roma" -è ormai saltata, ma oggi la capigruppo di Montecitorio dovrebbe
calendarizzare la legge per l'inizio di marzo. E, considerando il
contingentamento di cui gode
il testo, il via libera dovrebbe arrivare in 26 ore. Ma sono molti,
tra i democratici, a scommettere che i problemi veri ci saranno poi in Senato. Quanto al lodo
Lauricella invocato dal Ncd per
legare l'entrata in vigore
dell'Italicum all'abolizione del
Senato in modo da rimandarne
i tempi, è il portavoce del Pd Lorenzo Guerini a chiarire che il
patto stretto con Silvio Berlusconi è solido: «Gli accordi per
il Pd sono impegnativi. Sull'Italicum andremo avanti con determinazione».
©fllPf\ODUZlONE RISERVATA
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A meno di 24 ore dalla fiducia accordatagli dalle Camere,
Matteo Renzi mette a segno
uno dei suoi colpi d'immagine
con la vista alla scuola Coletti di
Treviso. «Treviso. Che bello incontrare gli studenti! Sentivo la
mancanza. Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi», twittava il neo premier di
prima mattina lasciando i suoi a
Roma a comporre il difficile
puzzle di viceministri e sottosegretari. Lontano dai Palazzi e
tra la gente una volta a settimana, sembra essere il progetto,
dal momento che quella di
Treviso è la prima tappa di un
«viaggio profondo» che Renzi
farà in Italia puntando a conquistare direttamente la fiducia dei cittadini.
Non si era mai visto un premier appena insediato - hanno
osservato industriali di primo
piano incontrati nella trasferta
trevigiana come Luciano Benetton e il patron della Geox Mario
Poletti Po legato - ascoltare stu-
denti e imprenditori prendendo appunti sui loro problemi e
sulle loro richieste. E proprio
agli imprenditori Renzi parla
quando ipotizza di utilizzare i 10
miliardi destinati al taglio del cuneo fiscale tutti per la riduzione
dell'Irap: «Se noi riduciamo
l'Irap, che vale oltre 30 miliardi,
di una decina di miliardile aziende hanno subito una riduzione
di un terzo - dice - . Viceversa se
seguiamo la strada della riduzione fiscale di 10 miliardi sull'Irpef è evidente che i lavoratoti si
trovano in tasca solo qualche
ventina dì euro. Non abbiamo
ancora deciso quale delle due
strade prendere». Probabilmente il punto di caduta sarà nel
mezzo, come spiega quasi contemporaneamente il responsabile economico Filippo Taddei
prefigurando un taglio del 10%
dell'Irap e un taglio del 10%
dell'Irpef per ì redditi medio
bassi che va a decrescere al crescere del reddito: «Per un lavoratore che guadagna 1.500 euro
netti in busta paga sì avrebbe un
guadagno di 500 euro netti
all'anno in busta paga». Eppure
la suggestione del taglio grosso
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Quotidiano
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Cuneo
Il premier Matteo Renzi ha
confermato la riduzione del
cuneo fiscale di 10 miliardi: sarà
modulabile, ha spiegato, con un
intervento sull'Irpef peri
lavoratori e sull'Irap per le
imprese
Jobsact
Renzi ha poi confermato
l'agenda per il varo delJobs act,
che dovrà essere pronto per il
bilaterale con la cancelliera
Angela Merkelil':l.7 marzo.
I Conterrà leannu13cii1~ misure di
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flessibilizzazione sui contratti in
ingresso e la riforma degli
ammortizzatori sociali nella
direzione di un sussidio
uniersale per la disoccupazione
Scuola
Renzi ha ribadito che «il paese
riparte dalla scuola». «Il 70%dei
sindaci che ho incontrato- ha
spiegato- ci ha presentato
progetti\lronti sull'edilizia
scolasti<:a su cui non chiedono
soldi al governo ma solo la
modifica del patto di stabilità
!Il
internçi»~1
Il CASO E.LECTROlUX
Salta l'incontro con gli operai
ma il governo annuncia
che presto i rappresentanti
sindacali saranno ricevuti
a Palazzo Chigi
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Alla scuola di Treviso. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi
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COBBIEBE DELLA SEBA
le
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1
Semplificazione sul modello del terremoto in Emilia. L'obiettivo di 5 mila interventi, ma serviranno altre risorse
Minicantieri, fondi direttamente agli istituti
Una struttura a Palazzo Chi~ per gestire
i 2,5 miliardi disponibili per 1lavon
ROMA - Matteo Renzi l'ha detto
subito e ribadito ieri: «L'edilizia scolastica è una priorità assoluta» perché
le scuole italiane cadono a pezzi e perché intervenire sugli edifici scolastici,
e in qualche caso ricostruire di sana
pianta, rimetterà in moto l'economia.
Ma ecco la domanda: dove prenderà i
soldi il neopresidente del Consiglio?
Nuove tasse? Sorpresa, i soldi ci sono
già. Si tratta solo di decidere come
spenderli. <<Quei due miliardi e mezzo
di euro a cui ha fatto riferimento Renzi in Parlamento sono risorse già esistenti», dice Davide Faraone, siciliano, responsabile Scuola e Welfare del
Pd da quando il sindaco di Firenze è
diventato segretario. E dove sono?
«Le risorse per aprire subito una
grande stagione di ammodernamento, ristrutturazione e messa in sicu rezza delle scuole - continua Faraone - sono il miliardo e 200 milioni di
euro non utilizzati e stanziati negli ultimi dieci anni a vario titolo dallo Stato per la riqualificazione delle scuole;
150 milioni più altri 300 del decreto
del "Fare"; 850 milioni dal 2015 per
mutui che accenderanno le Regioni».
Nel dettaglio,la ricognizione delle
risorse è stata fatta dalla squadra che
lavora con il presidente del Consiglio:
Fondi Fsc (Sviluppo coesione) per
567 milioni, Fondi legge di Stabilità
2012 per 40, Capitolo di bilancio Miur
per 38, decreto del Fare per 450, decreto legge istruzione (104/2013) per
850, decreto anticrisi del 2008 per
111, Fondi strutturali europei per 359,
Fondi legge. Obiettivo, 93 milioni.
Come spenderli? Qui il punto. Ren zi e il Pd la risposta ce l'hanno: subito
una cabina di regia operativa unica
presso la presidenza del Consiglio, alla quale ovviamente parteciperanno
ministero dell'Istruzione, ministero
delle Infrastrutture, Protezione civile
e le associazioni nazionali degli Enti
locali.
«Occorre sburocratizzare - continua Faraone - e la modalità più efficace è quella utilizzata in Emilia Romagna dopo il terremoto». Qui in pochi mesi sono state costruite ben 58
nuove scuole, grazie a procedure di
evidenza pubblica semplificate. È
questo il modello che Renzi vorrebbe
applicare su scala nazionale. La cabina di regia unica è necessaria perché
adesso c'è troppa burocrazia e accedere ai fondi è difficilissimo. Presso il
Miur opera il Fondo unico per l'edilizia scolastica, istituito con decreto
legge 179 del 2012. Presso la presidenza del Consiglio è poi attivo un
nucleo di coordinamento tecnico.
Manca un coordinamento funzionale.
Gli esperti messi in campo da Renzi
hanno rilevato che ci sono 8 diverse
fonti di finanziamento e 12 procedure
attuative, «a testimonianza di come
manchi una strategia complessiva
unitaria>>.
Coordinare e semplificare sono
dunque le due parole d'ordine per il
premier. Comuni e Province presenteranno i progetti da finanziare studiati secondo criteri concordati con il
ministero dell'Istruzione, per esempio laboratori, attrezzature tecnologi-
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che o semplicemente messa in stato
di sicurezza. Di fatto sindaci e presidenti di Provincie avranno poteri
commissariali mentre per gli interventi di minore entità, entro gli 80
mila euro, la cabina di regia individuerà direttamente scuole e dirigenti
scolastici destinatari di risorse e titolari degli interventi. Tutto questo deve avere come premessa l'esclusione
del patto di Stabilità interno delle
spese per gli investimenti nel settore.
In questo modo, Renzi vorrebbe
aprire almeno 5 mila cantieri in tutta
Italia entro il 2014-2016 e anche se i
due miliardi e mezzo di euro non potranno risolvere completamente la
questione dell'edilizia scolastica
l'economia ne gioverà, sottolineano
al Pd, e soprattutto si renderanno le
scuole più moderne, sicure e funzionali alle nuove metodologie didattiche. Un libro dei sogni? <<No, una probabile realtà se si avvia subito il piano», dice ancora Davide Faraone. Bisogna agire d'urgenza: a 18 anni
dall'istituzione dell'Anagrafe scolastica non si ha ancora il quadro completo ma quello che si sa è drammatico. Alcuni dati: il 15 per cento delle
scuole sono situate in caserme o ex
abitazioni civili, 24 mila scuole sorgono in zone a elevato rischio sismico, il
62 per cento è stato costruito prima
del 1974, il 37 per cento necessita di
interventi di manutenzione urgente
mentre il 40 per cento è privo di agibilità. La situazione peggiore è nel
Mezzogiorno.
Mariolina lossa
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Scuola: testate nazionali
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conteggiati 450 milioni del
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strutturali europei per 359
milioni di euro
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Svilupµoeconorrtièo
secondo la ricognizione
fatta dalla squadra che lavora con il presidente del
Consiglio Matteo Renzi
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la Repubblica
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Foglio
27-02-2014
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Renzi aTreviso tra scolari estart up
"Il 17 marzo dallaMerkel col Jobs Acf'
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Quotidiano
Einterviene su caso Guidi: le comunicazioni aun viceministro del Pd
DAL NOSTRO INVIATO
FRANCESCO BEI
TREVISO - -Per un giorno - la
Piano scuola: dal
11 giugno i Comuni
fanm:nop~i
lavori. L'Bdmun
mmit~dlm a1.da
stoppare ogni sospetto dopo la
nomina di Federica Guidi. E
martedì arriverà in aula l'Italicum.
Renzi fa il Renzi fin dalle otto
del mattino, quando si presenta
davanti ai cancelli della scuola
media Coletti di San Liberale.
Sfugge alla scorta per salutare i
genitoricheloaspettano,stringe
le mani agli addetti delle pulizie
che protestano, e si affaccia subito alla finestra di un'aula. «Ciao
sono Matteo, dammi il cinque!».
Lo vogliono far sedere in prima
fila nel posto riservato alle autorità, ma lui guarda quelle poltrone con raccapriccio e sussurra:
«No, mi metto in mezzo ai ragazzi». E' un one-man show, gli studenti sono entusiasti e lo ap-
plaudono spesso. Suonano l'illno e lui tira fuori lo smartphone
per fotografarli e metterli su
Twitter. «Qual è la cosa che non
vi piace di Treviso?». Persino le risposte sembrano da copione:
«L'inquinamento .. .i graffiti sui
muri..Mcdonald's». Di corsa,
sempre di corsa, si cambia location. E' la volta dell'incontro con
gli amministratori locali. Come
conglistudenti,igiomalistivengono tenuti fuori. Renzi si fa sindaco trai sindaci. Liascoltamentre gli raccontano dei molti milioni di euro che hanno in cassa,
mànon possono spendere - «solo 500 mila euro all'anno» - per
fare investimenti a causa dei limitiimpostidalpattodistabilità.
Si lamentano della «burocrazia
soffocante», degli «inutili adempimenti anticorruzione», della
«Sordità» di Roma. Renzi prende
appunti,lichiamapernome, usa
sempre il «tu». Li conquista: «A
me non importa che siate della
Lega, di una lista civica, del Pd,
mi importa solo che ci mettiate il
cuore: questo paese, se non lo
salviamo noi sindaci, non si salva». Lo applaudono a ogni frase.
«Scrivetemi una mail, vi risponderò». Anche agli studenti aveva
lasciato il suo indirizzo: «mat-
[email protected]».Esceinstradae
tutti vogliono una foto. Riccardo
Missiato, sindaco di Spresiano:
«Viene come me dagli scout, hail
servizio nel sangue». Pietro Dalla Libera, sindaco di Oderzo: «Ci
ha dato la gioia di ricominciare a
sperare». Tre anziani dello Spi
Cgil:«Secelafaseiungrande,ma
se non ce la fai sei un grande lo
stesso». Sempre a piedi attraversa la città, ma non sono tutte rose e fiori. Deve anche affrontare
una piccola ma accanita contestazione da parte di esponenti di
ForzaNuova,dellaLigaVenetae
del movimento 9 dicembre (gli
ex forconi). Lo inseguono per le
stradine e gli urlano dietro di tutto: <<Assassino ... buffone ... massone». Tra saluti romani, spintoni e sputi vola anche un'arancia,
ma finisce lontano dal premier.
Luinonsiscompe1Ìle:«E'normale, noi non facciamo passerelle o
tagli di nastri, parliamo con il
paesereale».L'ultimatappaèallaH-FarmdiRiccardo Donadon,
un aweniristico campus che serve da incubatrice per le start-up
digitali. Una sorta di Silicon Valley della Marca. Accompagnato
dai ministri Giannini e Poletti,
Renzi è di nuovo star tra ragazzi
che sfrecciano in Segway e progettano il futuro.
068391
sua prima uscita da premier tutta Treviso è Renzi-town. La
scuola multietnica, quella dove i
bambini delle elementari iniziano a studiare l'arabo, il campus
digitale per le start up, gli imprenditori di successo come Polegato e Benetton, i sindaci, soprattutto i sindaci: la cittàintera
è un enorme set per «Matteo»,
che ha deciso a tavolino di disertare per un po' le interviste televisive. Così approfitta proprio di
questaincursionenella terra che
un tempo regalava ai padani percentuali bulgare per lanciare
due annunci importanti. Il primoriguardailJobsAct, che«sarà
sostanzialmente pronto» per il
17 marzo, quando andrà a Berlino aincontrareAngelaMerkel. Il
secondo riguarda il piano scuola: ogni comune potrà sforare il
patto di stabilità per costruire o
ristrutturare un edificio scolastico. «Con una procedura d'urgenza - spiega il Sindaco - faremo partire i lavori negli ottomila
comuni italiani il 15 giugno,
pompando 4-5 miliardi nel set-
tore edilizio». Velocità, ritmo,
date di scadenza. Intanto, in aereo, ha già deciso che il viceministro alle Comunicazioni, dovrà
essere un esponente del Pd, per
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Quotidiano
LA STAMPA
GIORGIO CALABRESE
ggi l'Italia è fra le nazioni più longeve del
mondo ma i dati statistici ci dicono che fra qualche
decennio questo primato non
potrà più essere un motivo di
vanto italico, perché i nostri
bambini sono diventati i più
obesi del mondo o quasi.
Per invertire la rotta è consigliabile che il ragazzo scelga
il cibo in accordo con il suo gusto, ma nel rispetto di un'alimentazione corretta e normocalorica, che la famiglia in modo naturale deve proporre e
non imporre. L'errore che più
si fa in famiglia è quello di privarli del tutto dei cibi dolci e
gustosi, rendendoli tristi; ciò
fa vivere l'aumento di peso come una malattia, anche solo
per un po' di peso in più.
I chili in eccesso debbono
essere persi gradualmente,
nel medio-lungo tempo e sotto
la guida del nutrizionista, seguendo un'alimentazione ipocalorica ma sempre gustosa.
Inoltre, in Italia non si dà la
giusta importanza al movimento fisico quotidiano del
bambino. Per di più a scuola la
lezione di educazione fisica è
organizzata in orario frammisto alle lezioni teoriche della
mattinata e ciò fa rimanere i
ragazzi stanchi e sudati, per
cui i genitori, per non compromettere salute e risultati scolastici, presentano certificati
con le motivazioni più fantasiose. Meglio sarebbe programmare la lezione nelle ultime ore o al pomeriggio. A
causa di questa immobilità i
ragazzi, per distrarsi, si dedicano ai giochi elettronici e piluccano in continuazione. Risultato: diventano prima sovrappeso e poi obesi.
Ecco alcuni consigli nutrizionali in caso di obesità: diminuire del 30% l'introito calorico, fornire pasti che facciano sentire sazio e appagato il
bambino, fare una prima cola-
O
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Scuola: testate nazionali
27-02-2014
19
1
Foglio
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zione con buoni carboidrati
(latte, frutta, pane con marmellata o miele o crema di
nocciola o prodotti da forno ai
cereali) che diano energia e
buonumore, fare almeno 2
spuntini nella giornata (in tarda mattinata e a merenda),
aumentare l'uso di frutta e
verdura, diminuire la densità
calorica dei pasti, aumentare
l'apporto di fibre.
L'assunzione di proteine
animali e vegetali deve essere
equilibrata, l'apporto di grassi
dovrebbe essere inferiore al
30% con non più di 100 mg di
colesterolo ogni 1000 calorie,
limitando quelli di origine animale.L'apporto di carboidrati
dovrebbe essere intorno al
60% delle calorie con prevalenza dei carboidrati complessi. La quota di zuccheri semplici dovrebbe essere pari al
10% della calorie totali.
-1~:':.lrii:".~:1:;~"~::· l:i;;:rJ;i~::::.l'!,~'2,:'1~,
I
068391
Ai ragazzi
diamo cibi
meno calorici
(ma gustosi!)
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ItaliaOggi
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27-02-2014
IN GERMANIA
Corsi tecnici solo
per le donne
Gihrdina a pag.
16
In Germania, per superare il maschilismo e anche le prevenzioni degli studenti maschi
Corsi tecnici solo per le donne
Gli imprenditori non fanno differenze: cercano i brav~
da Berlino
RoBERTO GIARDINA
ia madre andò a
scuola in Libia. E
a Bengasi, dove
viveva, c'era solo
il liceo scientifico. Poi la famiglia tornò in Italia, e allo
scientifico di Palermo si trovò
unica ragazza tra centinaia
di compagni, che, raccontava
lei, la trattavano con rispetto,
qua.i;ii con deferenza. Erano gli
Anni Trenta, oggi le giovani
studiano dove gli pare. Ma
qualche pregiudizio sopravvive. E se sono in minoranza
in un corso «tipicamente maschile» incontrano qualche
difficoltà. Paradossalmente,
·non perché vengano discriminate, ma al contrario perché
gli insegnanti le trattano con
eccessiva gentilezza.
M
In altre parole, non vengono prese sul serio. È quello che avveniva sempre negli
atelier dei maestri: se mai
accettavano un'allieva, non
facevano che ricoprirla di lodi,
tanto poi si sposa e smette, e
l'aspirante pittrice non imparava i segreti dell'arte,
che poi sono quelli di ogni
artigiano.
In Germania cominciano
a mancare i tecfiici, gli immigrati· non bastano per far
fronte alle richieste, anche
perché pochi arrivano conoscendo la lingua, quindi si
cerca di attirare le ragazze.
Loro, veramente, il desiderio
di svolgere «attività tecniche» l'hanno sempre avuto,
ma fino a ieri si trovavano
innanzi a ùn muro.·
«Ho sempre voluto fare
l'ingegnere meccanico»,
confessa Marika Augner, 22
anni, alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, il mio SOgl).O
era costruire macchine. Ma il
mio sogno sembrava irreale,
in famiglia e a scuola cercavano di sconsigliarmi. Ero
brava in scienze naturali,
perché non seguivo piuttosto
questi studi? Per la meccanica, mi dicevano, ci vogliono
uomini forti. Come se avessi
dovuto usare il magliò».
Come a mia madre nel
secolo. scorso, a Marika non
sorrideva l'idea di trovarsi
unica donna in una classe
maschile e si è guardata in
giro. Adesso studia ingegneria meccanica a Wilhelmshaven in una classe con altre
trenta ragazze. Il corso è «vietato ai maschi. Magari non
sarà politicaqi.ente corretto
ma nessuno protesta. Gli studenti hanno solo l'imbarazzo
della scelta». «Nonostante le
campagne femministe e tutte
le battaglie combattute i pregiudizi sul genere resistono»,
dice Ulrike Schleier, direttrice del corso.
Ancora oggi le ragazze
sono solo il venti per cento
degli studenti in informatica
o in ingegneria. Non sempre
le trattano con cavalleria.
«Durante le lezioni devono
sopportare· le battute maschiliste, e i pregiudizi dei
compagni, e spesso dei professori. Solo le giovani molto
motivate hanno la voglia, se
non il coraggio, di entrare
in un territorio considerato
esclusivamente maschile. E
per andare avanti devono
sempre essere più bravè dei
compagni».
Il corso di Wilhelmshaven è
stato aperto nel 1997, ed era
l'unico in Germania. Adesso
ce ne sono altri quattro: a
Stralsund si può studiare ingegneria economica. A Brema,
Berlino, e Furtwangen l~i\fa~
gazze possono studiare informatica senza essere disturbate dai maschi. Naturalmente
le critiche non sono mancate.
«Ma la separazione non è fondamentalista», sorride Frau
Ulrike, «dopo il terzo semestre, ragazzi e ragazze possono ritrovarsi insieme. Quando
gli studenti sono ormai avanti, gli ostacoli antifemministi,
sono minori. È all'inizio che
i pregiudizi sono pericolosi e
possono indurre le ragazze ad
abbandonare».
E cosa avviene dopo il
diploma? «Le ragazze non
devono temere i pregiudizi
dei datori di lavoro», assicura Christian Richter,
dell'agenzia di indirizzo professionale Select-if di Diisseldorf. «Le aziende cercano chi
è bravo, e si fidano dei diplomi delle candidate».
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il Giornale
I
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Applausi, fischi, il gelo del Colle
Il primo giorno di Renzi premier
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A Treviso la visita del presidente del Consiglio si rivela un mezzo fallimento
ENapolitano èscettico.· «Con lui ci sarà la svolta? Una domanda ipotetica... »
di Stefano Filippi
nostro inviato a Treviso
' importanteindustriale
. loammetteadentistretti e sotto anonimato:
«Abbiamo perso una mattinata». Matteo Renzi nella sua prima uscita da premier assicura
che «non siamo qui perfare passerelle, nonfacciamo tagli dinastri, parliamo conilPaesereale».
MalasuamezzagiornataaTreviso è tutta una passerella, dagli
studenti ai sindaci, dagliimprenditoria un «incubatore» di aziende innovative, inframmezzata
da una passeggiata nel centro
storico carica di tensione per le
contestazionidiForzaNuova,leghisti e «forconi» (ma ileader del
movimento in serata hanno
smentito). L'aplomb che regnava a Palazzo Chigi con Monti e
Letta è spazzato via: Renzi cerca
il bagno di folla, la ressa di fotografi e operatori tv, salvo gli incontri a porte chiuse.
Le forze dell'ordine frenano a
faticai contestatori armati di striscioni («Dopo Monti e Letta ecco
Renzi la terza marionetta»), car-
telli («Meglio un morto in casa
che Renzi sulla porta») e arance
da lanciare contro il municipio.
«Buffone buffone» urlano iforconi che ogni tanto si tacciono per
ricordare i suicidi.C'è anche tanta gente normale: «Noi veniamo
da Pordenone - dicono marito e
moglie sulla settantina prima di
un prosecco - bisogna sostenere
Renzi, ne ha bisogno, deve prosciugare la palude».
AllescuolemedieColetti, periferia nordovest di Treviso, zona
multietnica, il premier arriva
con i ministri Giuliano Paletti
(Lavoro) e Stefania Giannini
(Istruzione), nell'aula magna si
canta l'inno di Mameli con l' orchestra dei ragazzi, si parla di
graffiti, storia dell'arte, ecologia
e rifiuti: «Quello che non vame lo
segnalate alla mail [email protected]. Ogni settimana andrò
nellescuoleadascoltarelerichieste e poi torno aRomaconicompiti a casa. La scuola è il punto di
ripartenza del Paese».
Vistochenonèunapasserella,
Renzi cerca anche di spiegare
che cos'è il cuneo fiscale ma come prof deve studiare ancora. Il
cuneo è invece il piatto forte de-
gli appuntamenti successivi.
«Lo riduciamo, è deciso -garantisce Poletti - Quantisoldiin più arriveranno ai lavoratori lo decideràilministro dell'Economia.Noi
abbiamo calcolato 10 miliardi
come abbattimento del cuneo».
Renzi conferma la cifra «come
minimo» senza però precisare
come verrà distribuita. «Ditemi
voi che cosa preferite», dice agli
imprenditoriinmunicipio: sono
presenti i capitani d'industria di
Treviso, da Benetton a Moretti
Polegato (Geox), dalla De Longhi alla Fassa Bortolo, dal presidente degli industriali Alessandro Vardanega alleader degli artigiani Mario Pozza. Niente sindacati né i rappresentanti dei lavoratori Electrolux.
Gliimprenditori parlano a ruota libera. Alla fine Renzi suggerisce di indicare «le priorità da 1 a 5
inunabusta,manonditechesono come Mike Bongiorno». Le
ipotesi sono tre: un taglio del 30
percentoall'IrapparialOmiliardi, un alleggerimento dell'Irpef
(«ma i lavoratori si troverebbero
in tasca solo qualche ventina di
euro»)ounintervento«modulabile». A una giornalista che chie-
de cosa significa, Renzi risponde: «Ne ho già parlato in Parlamento, leggetevi gli interventi
sul sito internet di Palazzo Chigi».
Promesse e annunci mirabolantianchepergliamministratori locali guidati dal governatore
veneto LucaZaia, che salutaRenzicon baci, ab bracci eunastretta
di mano all'americana. Il premier ascolta le lamentele suitagli ai trasferimenti e i vincoli del
patto di stabilità interno che impedisce direalizzare opere giàfinanziate. Proprio qui farà leva il
governo: ogni sindaco potrà sforare il patto per un progetto che
avrà segnalato a Palazzo Chigi
viamail.«Ill7marzoandremoal
bilaterale con Angela Merkel
con il piano dellavoro sostanzialmente pronto», assicura Renzi.
Imprenditoriesindaciloattendono alla prova dei fatti. Tra loro,
in spirito, c'è anche il capo dello
Stato. Giorgio Napolitano ieri
era a Catania. «Presidente, con
Renzi arriva questa svolta?»,
chiedono i cronisti. «Bella domanda, in America le chiamano
"Hypothetical questions"». Le
aspettative potrebbero essere
deluse? «È difficile dire "nonesagerate ... ».
11
Nonfacciamo
passerelle. Le
contestazioni
sono normali
Imprenditori delusi,
forconi e Lega protestano
Ma c'è chi lo incoraggia
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Avete ragione
il patto
di stabilità
va sbloccato
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Settimanale
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05-03-2014
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pagati alle aziende creditrici della pubblica amministrazione.
oscuro sui modi. Ed ecco perché sarà difficile da realizzare.
di Stefano Caviglia
«Qualche miliardo» per le scuole. Fermamente intenzionato a stupire, l'ex sindaco
di Firenze è partito a razzo sull'edilizia scolastica. Per il programma che ha in mente, dice,
serve «qualche miliardo di euro», e punta il
dito sul paradosso per cui neppure le amministrazioni che avrebbero soldi da spendere
possono farlo. Colpa dell'ottusità (non usa
il termine, ma il senso è quello) del Patto di
stabilità interno, che fissa parametri così rigidi
da impedire l'impiego delle risorse esistenti.
E dunque va cambiato. Può farlo? Certo. Ogni anno il governo stabilisce le norme
per l'applicazione del Patto e può introdurre
nuovi criteri. Il punto è che se fosse davvero
semplice e indolore, l'avrebbero fatto anche i
governi precedenti. Ma chiaramente così non
è. «Allargare le maglie del Patto» spiega a Panoroma Carlo Scarpa, economista dell'Università
di Brescia, «può avere senso in un momento
di crisi». li problema è che assieme ai comuni
virtuosi possono approfittarne quelli con le
finanze disastrate, ricominciando a spendere
soldi che non hanno. «Se accadrà» dice Scarpa
«i conti pubblici peggioreranno e a quel punto
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anche l'Europa avrà qualcosa da dire».
Inoltre Renzi non ha neppure accennato
a una previsione su quanti comuni possano
davvero permettersi interventi nell'edilizia
scolastica. Ha detto che scriverà agli 8 mila
sindaci, per saperlo. Ammettiamo pure, ottimisticamente, che i virtuosi siano la metà. E
gli altri? Ci penserà lo Stato a fornire le risorse a chi non le ha, oppure avremo un'Italia
divisa in due, con le scuole risanate laddove
i comuni se la cavano meglio e pericolanti
dove le casse sono malridotte?
L'incognita del pagamento dei debiti.
l:annuncio più a effetto (anticipato da Panorama nel numero del 26 febbraio) riguarda il
pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. «Saranno sbloccati tutti» assicura
Renzi. Che su questo offre l'unico cenno al
«come», chiamando in soccorso la più grande
riserva di liquidità dell'economia nazionale
(alimentata dal risparmio postale degli italiani): la Cassa depositi e prestiti. Dopo il primo,
generale smarrimento, si è scoperto che la
proposta altro non è che la riproposizione
di quella presentata nel maggio 2013 alla
Fondazione A<>trid (un pensatoio trasversale, influente soprattutto sui temi legati alla
pubblica amministrazione) dal presidente
della Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini e dall'economista Marcello Messori, con
tanto d'interventi necessari a modificare la
legislazione corrente.
L'ipotesi è effettivamente percorribile
ed era già stata avallata in Europa da una
dichiarazione congiunta del vicepresidente
della Comissione e commissario all'Industria
Antonio Tajani e del collega agli Affari econo-
uscire denari dalle sue casse.
In realtà le cose sono più complicate, come sì capisce leggendo la proposta BassanìniMessori (il cui testo completo è a disposizione
dei lettori sul sito Panorama.it). «Sui mercati
internazionali» c'è scritto «il conseguente aumento contabile dello stock del debito pubblico italiano non dovrebbe provocare eccessive
tensioni; esso è in buona paite già scontato e
potrebbe essere compensato dal! 'immagine di
maggior pulizia dei nostri conti».
Basta questa frase, e in particolare i due
condizionali che abbiamo evidenziato in corsivo, per consentire anche a chi non è laureato
in economia di comprendere che: l) il debito
pubblico italiano aumenterebbe, anche se
non nella misura dei pagamenti autrnizzati; 2)
per quanto si possano avere legittimamente
aspettative positive, la risposta dei mercati
resta pur sempre un'incognita.
mici Olli Rehn. Non per nulla era stata presa in
considerazione dal governo Letta, per essere
poi bloccata dal ministero dell'Economia.
Le scarne parole del premier, tuttavia, hanno lasciato interdetto in un primo momento lo
stesso Bassanini che, a quanto risulta a Panorama, ha dovuto telefonare proprio a Padoan
per avere conferma del pieno accoglimento
del suo lavoro nel programma di governo. La
strada indicata per sbloccare il pagamento
dei debiti è quella della loro certificazione
da parte della pubblica amministrazione, in
modo che le aziende possano scontarli in
banca e le banche farseli anticipare dalla Cdp.
La spiegazione fornita ufficiosamente è che i
pelicolanti saldi della finanza pubblica italiana
non ne saranno peggiorati, in quanto lo Stato
si limiterà a fornire una garanzia, senza far
ad
uso esclusivo
del
destinatario,
Il cuneo fiscale «a doppia cifra». La promessa renziana di un abbattimento massiccio
delle tasse per aumentare le retribuzioni dei
lavoratori e tagliare i costi delle imprese non è
una sorpresa, visto che da mesi è il cavallo di
battaglia del suo programma. Il premier non
si è fatto mancare nulla neppure su questo
capitolo, sparando al bersaglio grosso: una 1iduzione «a doppia cifra», senza alcun accenno
non solo alla provenienza delle risorse necessarie, ma neppure alla loro quantificazione.
Sembra una lacuna grave, a giudicare da
quanto scritto poco più di un anno fa dall'economista Mirko Cardinale sul portale Lavoce.
info. Citiamo testualmente dall'articolo: «Una
riduzione di 5 punti percentuali per i lavoratrni
di meno di 40 anni richiederebbe 13,7 miliardi
(0,9 per cento del pii), mentre la terapia d'urto
di una riduzione di 10 punti percentuali (l,7
per cento del pii), avvicinerebbe l'Italia alla
media Ocse per i lavoratori più giovani, ma
costerebbe 27,5 miliardi».
Renzi ha precisato d'intendere un taglio di
1Omiliardi (che basterebbero forse a coprire
il 2,5 per cento per tutti, altro che 10 punti
percentuali). Infine l'economista della sua
squadra, Filippo Taddei, ha fatto un'ulteriore
marcia indietro, parlando di 8-1 Omiliardi, che
fatti i dovuti conti valgono poche decine di
euro al mese nelle tasche dei lavoratori.
QueJ che Renzi non dice. Un intero capitolo del programma andrebbe poi dedicato
alle «caselle mancanti». Il premier non ha
parlato del rientro dei capitali all'estero, dei
problemi del Mezzogiorno, dell'evasione finon
riproducibile.
Pag. 20
068391
uel che colpisce di più è la sproorzione nell'uso delle parole
uando» e «come». La prima è stata declinata una quantità di volte
nei due discorsi di presentazione
del governo di Matteo Renzi, il 24
e 25 febbraio, sempre in termini perento1i e
ravvicinati. Maggio, giugno, luglio, settembre:
scadenze sparate a raffica, una per ogni impegno preso dal giovane e irruento presidente
del Consiglio. La seconda, invece, non compare praticamente mai. Come si porteranno
a casa i risultati. promessi così rapidamente?
Da dove verranno i soldi? In nessun caso
Renzi si è preso la briga di spiegarlo, se non
con accenni di disarmante genericità.
È il segno di una certa attitudine a improvvisare, già manifestata nella formazione
della squadra di governo? Oppure dipende
dalla volontà di tenere coperte le carte per
non dover affrontare critiche e resistenze?
In ogni caso c'è poco da stare allegri. Serve
chiaramente una mano capace di tirare le
briglie al governo, evitando azzardi, imponendo misura e realismo. E questa non può che
appartenere al ministro dell'Economia Pier
Carlo Padoan, l'unico dotato di riconosciuta
esperienza (non per niente un fuori-quota
anche dal punto di vista dell'età) in un esecutivo pieno di debuttanti.
Data
Pagina
Foglio
scale, di come intende applicare gli ultimi
impegni del governo Letta, solo per citare i
temi maggiori. Ma soprattutto, vista l'entità
delle cifre in ballo e la straordinarietà delle
riforme annunciate (su tutte l'invio a casa
degli italiani della dichiarazione dei redditi
precompilata, roba da lare invidia ai paesi
scandinavi) mancano indicazioni fondamentali sulle coperture economiche. La domanda,
sempre quella, è stata posta al braccio destro
Graziano Delrio, che naturalmente ha passato
la palla al solito ministro dell'Economia. «Se le
coperture ci sono? Ci mancherebbe. Spiegherà tutto bene il professor Padoan ... ». Peccato
che Padoan, interpellato poco dopo, abbia
cominciato a prendere qualche distanza: «Le
coperture? Non ho alcun commento da lare.
Ero in commissione a seguire un decreto».
Della spending review Renzi ha parlato
solo per dire che non sarà l'unica misura da
cui aniveranno risultati nel primo semestre
2014. L'inasprimento delle tasse su bot e rendite lìnanzìarie, l'unica cosa che il fedele Delrio
si era lasciato sfuggire prima della fiducia, è
stato messo in quarantena di fronte al vespaio
di polemiche, salvo poi un'ammissione parziale dello stesso Renzi: «Stiamo valutando».
Prima ancora di iniziare la corsa di governo, il segretario del Pd deve ricorrere al
vecchio espediente di presentare come semplice e a portata di mano ciò che è complesso,
faticoso e tutt'altro che certo, rischiando così
di trasformarsi in una versione appena più
evoluta del populismo economico di Beppe
Grillo. Non resta che sperare nella mano patema del ministro dell'Economia, perché ci
risparmi una metammiosi mostruosa.
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05-03-2014
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«UNO DEI PRIMI OBIETTIVI DEL MIO GOVERNO SARA
UNA RIDUZIONE ADOPPIA ClfRA DEL CUNEO FISCALE»
cdl TEMA DELLA TASSAZIONE SULLE RENDITE
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Settimanale
FINANZIARIE SARA OGGETTO DI UNA VALUTAZIONE»
cdl PRIMO PROWEDIMENTO ECONOMICO SARÀ
LO SBLOCCO TO-TA-LE DEI DEBITI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE. GRAZIE AUN DIVERSO UTILIZZO
DELLA GASSA DEPOSITI EPRESTITI»
«ATTRAVERSO MISURE SERIE.
IRREVERSIBILI, LEGATE NON SOLO
ALLA REVISIONE DELLA SPESA,
NEL PRIMO SEMESTRE 2014
AVREMO GIA IPRIMI RISULTATI»
«DAL 15 GIUGNO AL 15 SETTEMBRE
DOVREMO IMPOSTARE UN PIANO PER
INTERVENIRE IN MODO CONCRETO E
PUNTUALE SUL[EDILIZIA SCOLASTICA
CON OUALGHE MILIARDO DI EURO: DI
FRONJE ALLA CRISI ECONOMICA NON
SI PUO NON RIPARTIRE DALLE SCUOLE»
Matteo Renzi, a sinistra e a destra, in due diversi
atteggiamenti. Al centro, Pier Cario Padoan,
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65 anni, nuovo ministro tecnico dell'Economia.
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Renzi promette: Irap
ridotta di un terzo
Debutto del presidente del Consiglio in Veneto.
«Il piano lavoro? Lo porterò ad Angela Merkel».
V!ANA A PAGINA
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«Taglio l'Ira del 300/o
Epunto sul a scuola»
Per Renzi prima uscita pubblica a Treviso
«Porterò il piano lavoro da Angela Merkel»
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re in tasca qualche decina di euro in più al mese.
Opp!-1re interv~~r~ sugli ~neri s?ciali.;;» ha detto, citando a pm nprese l 1dea d1 una modulazione" del provvedim~nto. ~ovità con giallo in~~per Ele1:D"olux. Ien mattina le Rsu del~o s~a­
bil1mento di Susegana, dopo un formale mVIto,
si sono viste negare l'incontro con il premier. Mo-
ti~disicurez~a, uflìcialmente.Poi~enzi~ari~u­
cito, armunc1and? ~n ta_volo ~ Mise. All usci~~
d~n~ue, solo v~lti _distesi. Luc1_an~ ,Benetton s1 e
d1ch1arato «Ott1m1sta» perche «CIO che ha annunciato mi va bene, l'importante è che lo facc~a».Ancor_più schietto il ~residente di Geox: Ma~
no 1;1~rett1 Polegato: «D1vers~ente dag~1 ~tr1
polit1c1 nelle sue parole non c1 sono due s1gnificati». Tuttavia per il patron della Geox, «l'uovo si
è rotto» e Renzi «deve assumere provvedimenti
urgenti, subito, magari accordando delle esenzioni ~ontribut~ve ~ ~hi cre_a _oc_cu~azi~ne e investe m macchinan, mcent1VI di cw un lillprendit~re ~ede subito gli e~etti. Diversamente, risch1a di perdere la fiducia che ha».
©
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- - - - o - = - - - - - - - - - - - - - - illustri "decisionisti" del passato. Nella sua prima
PAOLO VIANA
uscita pubblica - che si è conclusa con la visita
Nosmo INVIATO A TREVISO
alla H-Farm di Roncade _ il premier ha interrogato a lungo amministratori locali e imprendito~stizzaèz~pillatafuo~soloquan~oèar- ri prima di esporre le sue ricette e i sindaci hm:nvata la sohta domanda. ma dove h trave- no sciorinato un cahier de doléances che non nrete tutti quei miliardi per tagliare il cuneo guarda solo il Patto di stabilità, ma anche le norfiscale? ,«Vada a ~leggersi il. ~io discorso su In- me antiriciclaggio, il dissesto idrogeologico ... Il
t~rnet» e stata ~~?sposta e ~1 ~ mm:cato po~o che governatore LucaZaia ha insistito sulla spropors1 app_alesas~e ~ tosc~acc1? . Per.~ resto, di ~on.- zione tra le tasse pagate dai veneti e quel che rite agh ammm1straton locali e agl1 lillprenditon, torna in investimenti e servizi pubblici. Il preil premier ha scelto la doppia linea dell'ascolto e mier ha ascoltato molto, ma ha anche replicato
delle promesse. E le seconde, ieri a Treviso, non molto. «Per quanto riguarda le municipalizzate,
sono i:iancate.
.
.
. .
serve certezza delle regole _ ha detto -. Per tre
A partire da quella d1 sbloccare 1 fondi dei Co- anni non cambieranno anche se io sono dell'imuni perinterveniresull'ediliziascolastica, prio- dea che varmo diminuite». Quanto al federalirità delle priorità per il neopremier, che l'ha ri- smo fiscale, secondo Renzi è «poco più che una
lanciata durante la visita alla scuola Caletti ~on barzelletta» e bisogna «superare la logica dello
il 1:1inistro dell'.Istruzio?e, Stef~ia GiarminL E scontro ideologico». Entro il 10 marzo, ha detto
pm una sfilza d1 progetti per la npresa: «Il gover- infine si farà un censimento delle finanze locali
no int~nde risp~ttar~ ~l ~?colo del 3% ~imodu- per c~pire quanto si potrà derogare al Patto di
lando il Patto di stabilita mtei:-io»; «al bilaterale stabilità, in particolare per mettere in sicurezza
c?n la Merkel andremo con il !obs act sostan- le scuole. Di fronte agli imprenditori ha affronz1almente pronto»; «sento part1c?larmen~e for- tato il nodo delle "strade diverse" che portano al~e la verte~aElectrolux e l~ p:osslilla sett~ana la riduzione del cuneo fiscale, intorno al quale
mcontrero 1rappresentanti d1 ~utte le fabbn~he l'attesa cresce in modo esponenziale. Il premier
~-el gru~po». ~o?rattutt?: «Abbiamo ~u~~iato ha ipotizzato un taglio dell'Irap-che taluni quo1mtenz1one di ndurre di almeno 10 mil1ard1 il cu- tano intorno al 30% (oggi questa imposta vale 30
neo fiscale. S_dam? ~scutendo _sul co~e>;. Al suo miliardi) _così come lo sgravio dell'Irpef per i difianco, armmva G1ul1ano Polett1, neomm1stro del pendenti («ma non per i dirigenti») o un interLavoro.
. .
.
. . . vento sugli oneri sociali. .. «Se c'è un taglio delSe ~e~ W: verso, i~n Matte~ R~nz1 ha d_1stnbmto l'Irap, alle aziende andranno subito elementi di
dec1s10rusmo a piene maru, bisogna dire che u- concretezza economica. Poi c'è l'ipotesi di metsa uno stile tutto personale. Siamo di fronte a W: tere in tasca ai lavoratori, dipendenti pubblici e
decisionismo che premette un atteggiamento di privati lo sgravio Irpef, che significherebbe aveascolto e condivisione e ciò fa la differenza con
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lstat/ DUE LAVORATORI SU TRE, È LA QUOTA PIÙ ALTA DAL 2008 ,
Lavoro: 8,5 milioni senza contratto
la spending review colpisce la scuola
Ciò che è interessante in quest analisi è la segnalatto milioni e 500 mila dipendenti in Italia sozione da parte dell' Istat della variazione nulla per tutno al lavoro con il contratto scaduto. Seconta la pubblica amministrazione a causa del blocco
do l'Istituto Nazionale di Statistica (lstat)
dei contratti rinnovato dal governo Letta fino alla fi"
due lavoratori su tre continueranno a lavorare sulne del 2014. Q"no dei modi per fare paglilfe l'austerità
la base delle vecchie intese nel pubblico e nel privaad una grande fetta della popolazione, contribuento. Una cifra così alta non si registrava dal 2008, il
do a tenere il deficit sotto il 3% sul Pii, come preteso
primo anno della .crisi' e riguarda i commessi, gli
dalla Commissione Europea. Se l'Italia si attesterà
statali. gli edili, i dipendenti degli studi professionasotto questa soglia ·anche quest'anno, il «merito» sali, quelli della sanità privata. Tutti dovranno fare i
rà anche degli statali che continueranno a lavorare
conti con un reddito fermo da anni, proprio nei mecon gli stessi salari di sei o otto anni fa. Letta e Saccosi successivi all'approvazione della legge di stabilimanni, in realtà, hanno fatto ancora di più. Hanno
tà voluta dal vecchio governo Letta e approvata daldefinite le modalità di computo dell'indennità di vala maggioranza che regge quello Renzi che ha imcanza contrattuale fino al 2017, congelandola ai valopoverito almeno 3 milioni di dipendenti pubblici.
ri 2013; hanno tagliato l'ammontare complessivo
Complessivamente, dal 2010, la riduzione delle redelle risorse destinate annualmente al trattamento
tribuzioni 'pro capite' in termini reali del pubblico
accessorio del personale a fine 2014; hanno limitato
impiego supera i 10 punti percentuali.
ancora di più il tUrn-over; hanno modificato al ribasA febbraio sono state ratificate solo quattro intese
so le regole per il riconoscimenche riguardano 500 mila lavorato degli straordinari. Per «rispartori nel campo del tessile, della
Senza conclusione le
miare» e rientrare nei parametri
produzione di pelli e cuoio, del
gas e dell'acqua, del turismo e
trattative per 51 intese, dell'austerità lo · Stato italiano
chiede un contributo sostanziodelle strutture ricettive. Restano
15 riguardano la PA
so ai suoi dipendenti, rendendo
senza conclusione le trattative
pennanente la negazione dei diper 51 intese, di cui ben 15 riferiIl blocco dei contratti
ritti acquisiti e delle retribuzioni
bili al settore della pubblica ampenalizza l'istruzione
dovute. Una stangata vera e proministrazione. All'inizio del
.
pria. I più colpiti sono i dipen2014 sono inoltre decaduti gli accordi sul servizio di smaltimento dei rifiuti e della· denti della scuola che hanno lo stipendio più basso
dei pa,esi Ocse: Se per gli altri il blocco dei contratti
Rai. Nel limbo c'è anche il contratto del commercio
dura da 4 anni, per loro il 2014 sarà il quinto anno di
che interessa 2 milioni di persone. Poi ci sono 650
sacrifici. Secondo la relazione al parlamento sul pubmila edili, 260 mila addetti ai servizi di pulizia locablico impiego della Corte dei conti il blocco dei con.le, 100 mila autoferrotramvieri, 400 mila lavoratori
tratti costerà 3.348 euro ai docenti, 6.380 ai dirigenti
della sanità privata, 200 mila addetti degli studi proscolastici, 2.416 al personale Ata. A questo dovrà esfessionali. Da solo il comparto della Pa conta 2,9 misere aggiunta la somma non ancora calcolata del
lioni di persone con il salario fermo a quello di sei o
congelamento dell'indennità di vacanza contrattuaotto anni fa. L'attesa media per il rinnovo del conle. Il cohgelamento dei salari è accompagnato dal tatratto è di 24,5 mesi per i dipendenti, 11,8 mesi per
glio del personale della PA, pari ad almeno 300 mila
chi lavora nel privato.
persone, avvenuto dal 2006 a oggi (dati Aran). QueL'Istat segnala inoltre un lieve aumento defle
sto è il risultato delle «riforme» fino ad oggi realizzaretribuzioni contrattuali orario avvenuta a gente. Il personale ha perso centralità a favore di una genaio. Il piccolo balzo è dovuto ad uno scatto di
nerale perdita di qualità e efficienza imposte dalla
miglioramento economico previsto nei contratti
spending review pemanente. Una tendenza che con
ancora in vigore. Le statistiche registrano anche
ogni probabilità verrà confermata nel piano che sta
l'allargamento della forbice tra i salari e l'inflapreparando l'ex Fmi Carlo Cottarelli. ro. cl.
zione, ferma a gennaio allo 0,7%.
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li libro/ INSEGNARE SENZA PERDERE DI VISTA JOHN DEWEY E ANTONIO GRAMSCI
no dei produttori efficienti (e consumatori
acritici, di idee, merci, progetti imposti dalla
logica mercatista). L'idea di scuola che emerge da questo libro è piuttosto costruita su
modelli didattici e dinamiche pedagogiche
tese a formare dei cittadini liberi e critici, in
grado di affrontare la sfida/ diritto del lavoro
con quegli strumenti che consentano loro di
non finire schiavi di logiche numeriche e impersonali, ma di svolgere un ruolo attivo e
consapevole all'interno di un contesto democratico e cooperativo.
La scuola pensata da Baldacci è «progressista» perché contrappone ai dogmi liberisti un
universo di valori sociali propri del pensiero
orientato a sinistra, quali la democrazia,
l'emancipazione, l'uguaglianza, la solidarietà,
cercando di concepire entro questo orizzonte
iaJormazione dei produttori e dei cittadini. .
, ~«laica» non nel senso di anti-ecdesiastica,
bensl in quello relativo all'autonomia della formazione rispetto ad altre sfere (la politica,
l'economia, la religione), con le quali devi interagire senza chiusure autoreferenziali, ma senza subordinarsi ad esse.
Infine è «critica", poiché pur attingendo ampian1ente al pensiero di sinistra, fino alle sue
fonti classiche, intende serbare un taglio antidogmatico e rimanere quindi distante da
Solo con un modello formativo
ogni impostazione dottrinaria, preferendo
sempre il libero esame intellettuale al dogma
che si basi sul principio
e alla scolastica Mai come irt questa epoca,
dello sviluppo umano si potrà
in cui la presunta e declamata fine delle ideologie ha in realtà lasciato il campo completarispondere alle distruzioni
mente libero all'ideologia incontrastata del
del ventennio di centrodestra
profitto, si awerte l'urgenza di tornare a pensare e costruire quella scuola che Gran1sci
chian1ava «disinteressata» e «fdrmativa»: dinon mette in discussione la teologia del mersinteressata perché non finalizzata a un intecato, con i suoi riti votati alla considerazjone
resse immediato che non sia quello della libedel «Capitale umano» a fronte di un abbandora e consapevole formazione di individui in
no totale del concetto di «sviluppo umano».
possesso degli strumenti per decidere, e non
Improntare il modello educativo e fomiatisubire, il proprio destino lavorativo.
vo sul principio dello sviluppo umano signifiLa vera democrazia comincia dalla scuola,
ca non arrendersi all'idea per cui la stuola dealtrimenti non è tale.
ve formare soltanto individui che diventeran-
Vademecum per cittadini critici
nelle aule della democrazia
P. Er.
ue baluardi sorreggono l'impianto di.
un libro comunque articolato e intriso
di riferimenti: John Dewey e Antonio
Gramsci. Anche pedagogista il primo, anche
uomo politico il secondo, ma entrambi anzitutto filosofi, e in quanto tali accomunati nelle rispettiv~ attività da una ~ne hegeliana
: di fondo; la rice,rca .costante dell'unione tra.il
rnomentò soggettivo e quello oggettivo.
Formulato in altri termini, possiamo parlare di que1 metodo per cui ogni teoria non
.ha molto senso qualora risultasse scissa dal
confronto serrato e dialettico con la contingenza storica e sociale di un determinato
momento storico. La prassi che ne deriva,
allo stesso modo, risulterebbe sterile e inappropriata quàlora non fosse pensata in riferimento a un'elaborazione teorica che ne
supporti e guidi le varie tappe.
A. partire da questo impianto metodologico, Massimo Baldacci pensa, elabora e propone un' «idea di scuola» che non mira soltanto
alla teoria pura, ma si C()nfronta con quel problema storico-pratico che si presenta, nell'epoca della società globalizzata, in seguito a
più di un ventennio in cui i governi di centrodestra, ispirati dal pensiero unico della teoria
liberista, hanno ridisegnato il modello fom1ati·
vo ed educativo di un'intera nazione.
Una «pedagogia militante», la sua, che non
soltanto si contrappone al sistema valoriale
della destra liberista, ma intend_e rappresentare anche uno stimolo per quella sinistra che
ha abbandonato i propri fondan1enti teorici,
finendo con l'appiattirsi su una prassi che
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BORSE DI STUDIO
Cinque esoneri totali
dalle spese universitarie
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Oltre alle 500 borse di studio
erogate ogni anno nell'ambito del diritto
allo studio, la Luiss mette a disposizione,
per l'anno accademico 2014-15, cinque
borse di studio d'eccellenza; una per
ciascun corso di laurea triennale in
Economia e management, Economics
and business, Scienze politiche e
Politics, philosophy and economics e
una per la magistrale a ciclo unico in
Giurisprudenza. Per partecipare al
bando occorre superare il test di
ingresso che si terrà il 27 marzo a Roma e
in altre 29 sedi, con un punteggio non
inferiore all'8o% e passare l'esame di
maturità con un voto non inferiore a
90/100. Tutte le informazioni sono
disponibili sul sito www luiss.it.
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UNIVERSITÀ
Luiss ai «Mondiali» del sapere
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Trading di squadra -Valorizzare i talenti «Unendo teoria e operatività»
on capita spesso che un'università italiana superi le big
mondiali. Perciò quando accade è di per sé una notizia.
Come è successo alla Luiss Guido Carli di Roma, l'ateneo presieduto da Emma Marcegaglia che si è aggiudicato
l'undicesima edizione della Rotman
Competition per il trading internazionale, grazie a quattro suoi laureati in
Economia e management e ora iscritti
ai suoi corsi di laurea magistrale in
Economia e finanza (Riccardo Caruso, Michael Guy Cuna, Giovanni Fassari e Alessio Ottaviani), preparati dal
professor Emilio Barone, dopo una garadi tre giorni a Toronto, hanno battuto 51 team provenienti dalle più blasonate realtà americane (tra cui Berkeley, Chicago, Cornell, Mit, Princeton,
Stanford e U cla) e dal resto del mondo
(Europa, Africa ed Asia). Un risultato
dietro il quale «C'è quasi un anno di lavoro» come sottolinea il rettore Massimo Egidi, che si definisce «orgoglioso» del risultato del suo team e aggiunge: «È stato come preparare i nostri ragazzi per i Mondiali».
È lui stesso a spiegare perché il coefficiente di difficoltà della Rotman
Competition è molto elevato: «Bisogna simulare cosa succede in Borsa
per cui è richiesta una formazione di
tipo "esperienziale"». Non bastano
cioè le nozioni che i ragazzi hanno imparato tra lezioni ed esami ma serve precisa - aver sviluppato la dimestichezza a «fare trading in squadra».
Grazie a una «formazione che uni-
N
sce teoria e operatività e che quindi è
già professionalizzante». Poiché ci si
sfida a colpi di trading, negoziando
contratti in tempo reale con le stesse
pratiche in uso nei mercati finanziari,
basta infatti perdere una singola operazione di Borsa per vanificare il lavoro di un anno. E invece è andata diversamente. Grazie anche a un modo nuovo di strutturare la formazione dei giovani, che è molto in uso nelle università anglosassoni e che in Italia è ancora
agli albori, come fanno notare tutti gli
studenti che hanno fatto un'esperienza nell'ambito del programma Erasmus al loro rientro in Italia.
Competizioni del genere sono utili
anche a riportare al centro del dibattito
il tema del merito. Troppo spesso assente dalle vicende italiane, in generale, e dai nostri atenei, in particolare. Per
promuoverlo di più e meglio «la Luiss come sottolinea Egidi - sta puntando
su due cardini: il primo, far emergere i
talenti a cui assicurare un percorso formativo da noi direttamente e completamente finanziato; il secondo, rafforzare una mentalità imprenditoriale di autovalorizzazione della persona e di sviluppo delle proprie capacità».
Da qui a parlare dell'orientamento
il passo è breve. Purché lo si intenda evidenzia il rettore - in due modi. Innanzitutto come uno strumento «per
vincere la confusione» iniziale: «Se ai
ragazzi vengono presentati in modo
chiaro i contenuti culturali e scientifici dei loro possibili percorsi universitari - fa notare - possono capire quali
sono i loro potenziali interessi». In secondo luogo, orientare gli studenti si-
gnifica anche mostrare loro in anticipo delle opportunità lavorative. Ed è
ciò che «proveremo a fare con il progetto "DallaApp alle start up"», rivolto ai 30 migliori allievi dell'ultimo anno dei licei e degli istituti tecnici di Roma e nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Impresa e management
della Luiss e il Dipartimento di Informatica della Sapienza. Anche questo è
un esempio di come si possa diventare
imprenditori di se stessi fin dai banchi
di scuola. Un-modello - chiosa il rettore-, fondato sul «sapere esperienziale,
che unisce pratica e teoria, discussione e confronto e che faccia capire che
questo è un modo di insegnare ancora
poco diffuso in Italia, ma in linea con
le migliori pratiche internazionali».
Nel manifestare ottimismo per la
nomina di Stefania Giannini a ministro dell'Istruzione, Egidi si sofferma
sulle principali criticità del sistema
universitario italiano. La cronica mancanza di risorse che «prima o poi dovrà essere risolto», certo. Ma anche la
presenza di vincoli troppo stringenti
e uguali per tutti. Che se da un lato impediscono i comportamenti errati,
dall'altro rischiano «di colpire chi
vorrebbe crescere rapidamente sperimentando modelli innovativi». Da
qui il suo appello a «ridurre i vincoli
per gli atenei che vanno meglio e che
quindi sono nella parte alta della valutazione condotta dall' Anvun>, ad
esempio sull'utilizzo dei docenti stranieri: rendere questo tipo di vincoli
meno stringenti favorirebbe l'internazionalizzazione delle nostre università. E forse dell'intero Paese.
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068391
di Eugenio Bruno
Massimo Egldi. Rettore dell'Università Luiss Guido Carli di Roma dal 1·ottobre2006
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Università. Fissate le regole
Dottorati di ricerca
se il collegio
ha 16 docenti
Gianni Trovati
I dottorati di ricerca del
trentesimo ciclo, cioè quelli
del prossimo anno accademico, potranno essere attivati solo quando il collegio sarà composto da almeno 16 docenti, fra
i quali al massimo quattro ricercatori, e quando per ogni corso
saranno disponibili almeno sei
borse di studio.
L'agenzia di valutazione del
sistema universitario (Anvur)
ha fissato gli indicatori per l'accreditamento dei corsi di dottorato e, dopo una consultazione
con rettori, consiglio universitario nazionale e mondo acca-
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non potranno vedere la luce.
Il ventaglio di indicatori messi in campo per esaminare i dottorati è ampio ma sono i due parametri "di struttura" citati
all'inizio ad alzare la prima barriera contro i corsi fuori linea.
La loro applicazione sarà infatti" automatica" e per chi non rispetta il numero minimo di docenti nel collegio e di borse per
gli studenti non ci saranno
chance. Soprattutto sul numero minimo di borse, che intercetta uno dei problemi storici
dei dottorati nel nostro Paese,
si è levato l'allarme sul rischio
di penalizzare le sedi più piccole. L'agenzia riconosce il problema ma del resto la lotta
LE LINEE GUIDA
all'eccessiva "parcellizzazione" dei corsi di dottorato è una
Dal prossimo anno
delle ragioni sociali del sistenecessari anche
ma di accreditamento: l'Anvur
quattro ricercatori
comunque indica anche le pose la disponibilità
sibili soluzioni, caldeggiando
la strada delle convenzioni: in
di sei borse di studio
quest'ottica sarebbe possibile
prevedere che globalmente il
demico in generale, ha pubbli- dottorato in convenzione concato i criteri definitivi. Un pri- ti le stesse borse richieste ai
mo monitoraggio, sperimenta- corsi per singola sede, e che ciale, è già stato effettuato su ioo scuna delle sedi in convenziodottorati del ciclo in corso, il ne metta a disposizione almeXXIX, e i risultati saranno in- no una borsa di studio.
I due parametri "quantitativiati domani alle università
vi" rappresentano comunque
che li ospitano.
Con il nuovo documento solo una parte delle pagelle per
l'Anvur completa il pacchetto i dottorati. Per quel che riguardi strumenti per attuare l'ac- da i professori del collegio, increditamento, previsto dalla ri- fatti, la valutazione non sarà soforma
Gelmini
(legge lo numerica perché metterà
240/2010) sia per i corsi di lau- sotto esame anche la qualità
rea sia per i dottorati. Sul pri- scientifica, attraverso meccanimo versante il sistema è già smi analoghi a quelli utilizzati
partito da quest'anno accade- per la valutazione della ricerca
mico mentre per l'alta forma- (Vqr) presentata nel luglio
zione entrerà a regime dal 2013, e sarà messa sotto controlprossimo. In entrambi i casi, lo anche la produzione scienticomunque, il principio è iden- fica degli studenti che hanno ottico. Per razionalizzare l'offer- tenuto il dottorato. Nei radar
ta formativa e garantirne la dell'Agenzia finiranno anche
qualità, gli atenei potranno atti- la disponibilità di finanziamenvare solo i corsi che superano ti stabili e di strutture adeguate
lesame dell'Agenzia e ottengo- insieme alla previsione di prono quindi l'accreditamento: i grammi interdisciplinari.
corsi senza "bollino" di qualità
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Innovazione. Anche nei cinque anni di crisi sono nate idee vincenti - Chi punta sulla ricerca triplica i ricavi
Veneto laboratorio di start up
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Banche e associazioni sostengono gli incubatori e i poli universitari
trimestri precedenti hanno
erto, la selva di grattacie- sempre registrato segni meno),
li, a dimostrare potenza e ma chi ha puntato sull'innovaingegno, come nelle gran- zione è stato ripagato. Lo sanno
di capitali europee, a dire a mo' le aziende "senior" che, invedi manifesto che il progresso e stendo su contenuti tecnologil'avanguardia abitano qui, non ci, si sono viste aumentare a
c'è. Persiste un paesaggio fram- due cifre il fatturato. Come la
mentato e senza enormi costru- BenozziEngineering di Piombizioni, diffuso, un po' disordina- no Dese (Pd),40 addetti e un mito. Non ci sono grandi città tec- lione di ricavi nel 2002, arrivato
nologiche, dove si concentrano ai 4 milioni nel 2013, un terzo
le valley a tema, non ci sono se- reinvestito in ricerca. È leader
gni tangibili di grandezza. Le nei componenti di alta precisiopersone, le imprese, restano le- ne per il settore aereonautico,
gate ai piccoli centri, quasi na- auto e moto,.robotico, energie
scoste, in una sorta di tempo
astratto e immutato.
Eppure, il Veneto resta terra ARONCADE {TV)
di innovazione, di idee vincen- Veneto Banca ha siglato
ti, di brulicare di creatività, il un accordo con H-Farm
più delle volte sottotraccia. Senza troppo clamore e nonostan- per un finaziamento
te la crisi, la regione non ha mai di 2,5 milioni a vantaggio
smesso di innovare, di sfornare di nuove imprese
startup, di intraprendere o potenziare progetti per i giovani,
di aprirsi - cosa non facile qui - rinnovabili, farmaceutico, ocal mondo più e meglio del passa- chialeria e tessile, in una nicto. La crisi ha aguzzato l'inge- chia in cui fa il contoterzista di
gno e spinto a nuove partite Iva, alta gamma per aziende leader
a buttarsi in progetti sognati da del made in Italy, come Ferrari
tempo, a sperimentare nuove Corse, Brembo, Aprilia Racing
strade. Ha spinto alla collabora- o per produttori di protesi medizione tra soggetti, alle iniziative cali, arredi, macchinari.
in rete. Non si è mai perso il coLo sanno anche le imprese
raggio di provare.
"junior", quelle appena nate,
Non tutto è andato bene, gli che sopravvivono grazie ad
indicatori congiunturali regio- idee insolite e vincenti: come la
nali parlano di perdite di pro- Oficina di Casale sul Sile (Tv),
duttività consistenti (a parte natanelzoo8 per unire architetl'ultimo trimestre 2013, che ha tura, ingegneria e artigianato e
visto la produzione crescere creare ambienti chiavi in mano,
dell'I,4% su base annua, gli otto che ha brevettato Ghe, un sisteKaty Mandurino
ley, in California, sette imprese
incubate che impiegano 130 dipendenti e fatturano globalmente 20 milioni di euro - ma il
potenziale è sfruttato solo in
parte, per colpa di una cultura
che stimola poco a fare impresa. Dà fiducia il fatto che l'artigianato stia diventando 2.0».
E su questo gli esempi sono
innumerevoli. A Venezia quattro giovani professionisti, 'hanno dato vita a FabLab (si veda
pezzoinpag.47).APadovaConfindustria, assieme a Forema,
Ban Veneto e Camera di commercio, promuove Rebound, la
competition start up che premia la miglior idea d'impresa
under 35 negli ambiti industria!,
life science, social innovation,
agrifood e cleantech, smart cities. Il premio è stato consegnato due giorni fa a Luca Borgio,
per un progetto di protesi polivalenti per la rigenerazione tissutale.A Trevis0Labinn2.o,iniziativa promossa da Banca della Marca, Confartigianato, Artigianato Trevigiano, Cofitre, Veneto Garanzie e Rotary Club,
mette a disposizione somme di
denaro ma anche consulenze e
progettazione
nell'avvio
dell'impresa.
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VENETO FOCUS
COORDINAMENTO: Katy Mandurino
REDAZIONE: Barbara Ganz, Marco de'
Francesco
chiuso in redazione merco\edl 26 febbraio
068391
e
ma di cubi in alluminio verniciato tenuti insieme dalle fascette
verdi da elettricista che diventano librerie e pensili.
Lo sa la Regione, che attraverso il suo braccio finanziario V eneto Sviluppo ha costituito un
fondo di rotazione per il fmanziamento agevolato degli investimenti innovativi, mette a disposizione un sistema di garanzie e partecipa minoritariamente e temporaneamente al capitale di rischio.
La forza di questo territorio,
che pian piano sta cambiando
pelle, sta nell'incentivare e agevolare il fiorire di laboratori di
innovazione, incubatori di start
up, centri di ricerca. Pubblici e
privati. Dal Cuoa a Veneto Nanotech, dal Vega a Veneto Innovazione, dal metadistretto digitale M3I alla Fornace di Asolo,
fmo al più famoso H-Farm, che,
per bocca del suo fondatore Riccardo Donadon, ora vuole realizzare il sogno di un distretto
dell'innovazione nella piana di
Roncade, una zona economica
speciale che goda di agevolazioni buorocratiche e favorisca la
nascita di nuove imprese. E che
ha appena siglato un accordo
con Veneto Banca per un finanziamento di 2,5 milioni di euro
(assistito dal fondo di garanzia
per le Pmi) destinato alle start
up innovative.
«A livello nazionale il Veneto resta una regione tra le più dinamiche - dice Ruggero Prezza, presidente di M3I, una sede
aPadovaeunanellaSilicon Val-
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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I protagonisti.
L'industria veneta (confronto con l'Italia)
Tra i numerosi
centri di
ricerca, parchi
scientifici
e tecnologici,
incubatori
di impresa
e centri di
formazione
per le start up
in regione,
ci sono M31
a Padova,
la Fornace di
Asolo (Tv),
Veneto
Innovazione,
il Parco Vega,
Veneto
Nanotech,
Fablab
a Venezia,
Rebound
a Padova
------- ----
Produzione industriale. Variazione% anno su anno
o
PRODUZIONE INDUSTRIALE VENETO
.
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27-02-2014
49
2/2
.
PRODUZIONE INDUSTRIALE ITALIA
I trim.
II trim.
III trim.
IV trim.
I trim.
II trim.
~-----20_1_2___
III trim.
2013
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Fonte: Unioncamere Veneto· Istat I
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IL~MA.TTINO
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Marrelli: «Una mossa intelligente
per realizwe un bipolarismo chiaro»
Il rettore: Luigi crede nella politica
ha in testa un progetto chiaro
Gli en-mi? Fatte anche cose buone
e
redo che la mossa di de Magi((
stris sia intelligente, fare chiarezza nel centrosinistra è importante per
far confrontare due coalizioni diverse».
Massimo Marrelli, rettore della Federico II, analizza la sfida lanciata al Pd dal
sindaco Luigi de Magistris, ovvero un' alleanza politica per vincere alle regionali.
Professore cosa ha spinto secondo lei
il sindaco a rompere gli indugi?
«La volontà di fare chiarezza, Caldoro
ha un programma e una coalizione ma
il centrosinistra no, il sindaco crede
molto nella politica».
Non pensa che vista la situazione
difficile che sta vivendo possa essere
una manovra per trovare nuovi
alleati?
«No, non lo penso e non lo credo.Non
credo che ci sia un tornaconto
personale da parte di de Magistris,
conosco bene il sindaco, le cose non
stanno così. In Italia c'è stato un
cambiamento chiaro, tutti vogliono il
bipolarismo, de Magistris lo ha capito e
lavora per un bipolarismo con un
centrosinistra e un centrodestra».
Però il Pd è scettico e non sembra
entusiasta.
«Bisogna essere chiari e sereni su di una
cosa: de Magistris certamente ha fatto
degli errori, però ha ereditato il
predissesto. Si deve criticare ma anche
contestualizzare. Poi è vero che rispetto
al programma con cui si è presentato
Lo scenario
Non si deve
dimenticare
la situazione
difficilissima
che ha ereditato
E la burocrazia
si autodifende
non è stato realizzato tutto o non
ancora. E credo perché si è operato in
una condizione di oggettiva difficoltà,
unica direi».
Al netto del problema bilancio su
certe cose si poteva fare di più, come
le partecipate. Non trova?
«Perché non è riuscito a fare lo scatto in
avanti non lo so, sicuramente sulle
partecipate si doveva e si poteva fare
molto di più, mentre io non conosco
nel dettaglio il bilancio e non so se le
buche ci sono per mancanza di fondi o
per inefficienza. Posso dire che alcune
cose non avevano bisogno di soldi,
come la riforma della macchina
amministrativa».
Dunque una defaillance inspiegabile?
«Direi che la burocrazia si autodifende
e la complessità dell'ordinamento
giuridico non aiuta: non voglio dire che
de Magistris non abbia responsabilità,
però lordinamento si auto difende, le
norme a monte sono troppe e ci sono
casi in cui si deve cambiare e non si
può».
De Magistris è isolato politicamente?
«Bisogna fare un ragionamento in
funzione della città non tanto per
l'interesse del sindaco ma per Napoli.
Si facciano programmi e proposte.
Conosco abbastanza bene de Magistris,
non penso che punti alla sopravvivenza
personale, lui ci crede veramente nelle
proposte che avanza, però è vero che
non ha una coalizione forte ed è senza
un partito alle spalle».
La città è destinata a vivacchiare?
«No, qualcosa accadrà, la crisi è al
punto tale che l'Italia e Napoli
reagiranno: succede sempre così
quando si è con lacqua alla gola».
lu.ro.
©RIPRODUZIONE RISCRVATA
~"'-
«Insieme alle Regionali», Pd cauto su de Magistris
068391
(';upPntieri e Tartaglione valut..1"?mo EC.1l<Timatta1rn il<i11rlam e irrimnn,rPnte
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IL SECOLO XIX
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27-02-2014
8
1/ 2
Il CASO
RAPPRESAGLIA UE
DOPO IL REFERENDUM:
STUDENTI SVIZZERI
SUBITO ESCLUSI
DAI PIANI ERASMUS
Berna chiude ai lavoratori
stranieri e l'Europa cancella
gli scambi universitari
COSTANTE » 8
·······················-·············-·············································································-·····
NEL MIRINO GU STUDENTI PER L'ANNO 2014-15. PESA Il «NO» ALLA LIBERA CIRCOLAZIONE
Erasmus, l'Ue caccia la Svizzera
Ritorsione dopo il referendum anti-Europa: azzerate le borse di studio
STRASBURGO. La risposta è arrivata
rapidamente. E ha il sapore della rappresaglia. Gli studenti svizzeri saranno
esclusi dall'Erasmus a partire dal prossimo anno accademico 2014/2015. Lo
ha confermato ieri un portavoce della
Commissione Ue. Dopo il referendum
sullaliberacircolazioneconcuilaSvizzera ha deciso di bloccarla, sono saltati
una serie di accordi stretti con l'Unione Europea, tra cui quelli su ricerca ed
istruzione. E questo ha bloccato la partecipazione di Berna ai nuovi programmi in materia, Horizon 2020 ed
Erasmus+. Ormai, ha quindi chiarito il
portavoce, è «totalmente chiaro che g~i
studenti svizzeri non potranno beneficiare del programma Erasmus al prossimo rientro accademico». Nessun
problema, invece, per gli universita~
in mobilità per l'anno in corso, che rischiano di essere gli ultimi svizzeri a
poterne approfit\are.
.
Per la Svizzera e un duro colpo. Fmo
al 2010 la Confederazione era rimasta
ai margini dell'Erasmus, limitandosi
ad accordi bilaterali tra le 12 scuole
universitarie elvetiche e gli istituti dei
Paesi che avevano aderito in pieno al1' accordo europeo. Ma pur non facendo parte dell'Ue
(con cui però ha
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Borghezio, il più acceso sosteni tare del
referendum svizzero del 9 febbraio
scorso. Ieri "armato" di una bandiera
svizzera (beccandosi per l'in termerata
e i toni un'espulsione a tempo indeterminato) è stato tra i protagonisti della
breve discussione sulla decisione svizzera che sta già minando gli accordi
sulla libera circolazione tra l'Unione
europea e la Svizzera, mettendo in serio pericolo le regole dell'area Schengen. E su cui l'Ue non vuole concedere
sconti. Anzi l'obiettivo di Bruxelles
sembra essere quello di punire gli svizzeri per sedare «i bollori antieuropei di
Gran Bretagna, Olanda e appunto Italia».
Il referendum inizia infatti ad avere
i suoi effetti. Prima si sono interrotti i
negoziati sull'energia, poi, il 17 febbraio il ministro della Giustizia svizzero,
Si~onetta Sommaruga, ha annunciato
che «il suo governo non ratificherà
l'accordo raggiunto con la Croazia sulla libera circolazione delle persone».
Ora si è passati al blocco dei negozia~i
per l'estensione dei trattati per laricerca Horizon 2020 e per il progetto
Erasmus. Anche se attraverso Therese
Steffen Gerber, della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (SEFRI), la Confederazione fa
sapere all'Ue e agli universitari che «la
situazione è assolutamente aperta»,
precisando che la palla è nel campo
della politica. L'alternativa, ha detto,
c'è ma per il momento è segreta.
[email protected]
068391
firmato tutta una
serie di accordi
bilaterali, com TERZO>»
preso quello sulla
Secondo
libera circolazioStrasburgo ne delle merci e
Berna
delle persone rin' '
nonepm
negato dal refe«associata» rendum), dal 2011
la Confederazione aveva dato vita
ad un programma più organico per
l'Erasmus tanto che in tre anni circa
seimila universitari svizzeri si erano
mossi dai loro cantoni per studiare all'estero. Esperimento così entusiasmante che per il nuovo programma
comunitario 2014-2020 la Svizzera
aveva deciso di aderire con un investimento di 287 milioni di euro (circa
305,5 milioni di franchi svizzeri) al ri tmo di oltre 40 milioni all'anno. Ma ora,
dopo la doccia gelata (ma non improvvisa, da giorni se ne parlava) di Strasburgo, tutto dovrà essere rivisto.
Formalmente l'esclusione della
Svizzera da Erasmus dipende dal fatto
che, in seguito al congelamento ?elle
trattative tra Berna e Bruxelles, i termini per la distribuzione delle borse
non può essere rispettato. La Svizzera
non è più considerata come «Paese associato» all'accordo, ma come «Paese
terzo», ha precisato ieri il commissario
europeo per l'occupazione Laszlo Andar (Partito socialista) durante il dibattito sulle relazioni tra Svizzera e Ue
al parlamento europeo a Strasburgo.
Parole contestate a scena aperta dal1'europarlamentare leghista Mario
UN PAESE
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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27-02-2014
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1
Più soldi nelle tasche
dei lavoratori italiani
GIÙ Il CUNEO, SU I CONSUMI
'occupazione è in calo ormai da mesi. Le buste paga
aumentanto dello zero virgola e praticamente solo
per effetto dei miglioramenti economici (minimi)
previsti dai contratti in vigore. Ci sono interi settori, come
la pubblica amministrazione (parliamo di 3milioni di dipendenti), che hanno la contrattazione ferma ormai dal 2010. I
dati diffusi ieri dall'Istat evidenziano un "blocco", di fatto,
delle risorse a disposizione delle famiglie che spiegano, senza troppi giri di parole, l'attuale stato di "glaciazione" dei
consumi. C'è una contrazione dei redditi da lavoro.Un calo
dei prezzi, che fa presumere che qualora arriveranno nuovi
rinnovi contrattuali (a gennaio l'attesa riguardava circa 8,s
milioni di dipendenti) le dinamiche retributive non saranno elevate. Risorse in più per aziende e lavoratori potrebbero arrivare da un'incisiva e tangibile riduzione del cuneo
fiscale, che su Irap e Irpef. Una strada indicata da tutti i principali osservatori economici nazionali e internazionali. Il
governo ipotizza un intervento "a doppia cifra". Presto.
068391
L
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Il Sole?]{! mmrn
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1
Dati Istat Agennaio crescita dello 0,6% - Gli aumenti maggiori nell'energia, nell'estrazione minerale, nelle telecomunicazioni
Le retribuzioni salgono dell'l,4%
I dati diffusi ieri dall'Istat confermano il quadro di profonda
difficoltà del mercato del lavoro, con evidenti ripercussioni
sui consumi. C'è un calo della retribuzione pro-capite reale. A
cui si somma la riduzione della
base occupazionale (che va
avanti da mesi). E ciò si traduce
in una inevitabile riduzione della massa salariale a disposizione
delle famiglie. «Ma il rimedio
non può essere un aumento delle busta paga perchè così si incrementa il costo del lavoro per le
aziende - sottolinea l'economista del lavoro, Carlo Dell'Aringa
- . Serve piuttosto utilizzare la leva fiscale ma su entrambi i versanti, lavoratori e aziende, per liberare risorse e riattivare laspe-
Claudio Tucci
Retribuzioni in lieve aumento a gennaio (+o,6% rispetto a dicembre). Nel pubblico impiego
si confermano variazioni nulle
(per effetto del blocco della contrattazione previsto dalla legge
122 del 2010 ). E sono circa 8,s milioni i lavoratori in attesa del rinnovo del contratto (praticamente, due su tre; al top dal 2008).
L'incremento delle buste paga sull'anno (rispetto cioè agennaio 2013) si ferma a un modesto
+14 per cento. Si «doppia» l'inflazione ( +0,7% tendenziale registrato a gennaio), ma non è una
buona notizia visto che il divario
è essenzialmente addebitabile
alla frenata dei listini.
sa per consumi».
Per i dipendenti del settore
privato le retribuzioni contrattuali a gennaio sono cresciute a
livello tendenziale dell'1,8%, praticamente per gli aumenti tabellari (scattati a inizio 2014) per effetto dei contratti·in vigore. A livello settoriale, gli aumenti maggiori si sono registrati nei comparti energia e petroli (+4,6%);
estrazioni minerali (+4,3%); telecomunicazioni (+4%). L'edilizia
continua a rimanere ferma (i salari crescono solo dello 0,1%).
A fine gennaio, certifica ancora l'Istat, è stato rinnovato
un solo accordo (gomma e materie plastiche), mentre nel
mese sono scaduti cinque contratti (agricoltura operai, ser-
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Quotidiano
vizio smaltimento rifiuti privati, servizio smaltimento rifiuti
municipalizzati, commercio che interessa circa due milioni di addetti - e Rai).
In vigore risultano quindi 23
contratti che regolano il trattamento econolnico di circa44 lnilioni di dipendenti (il 33,7% del
monte retributivo complessivo). I contratti in attesa di rinnovo sono invece 51 (di cui 15 nella
solaPa). Magiàafebbraio, sottolineano dall'Istat, sono state ratificate quattro ipotesi di accordo
(tessili, pelli e cuoio, gas e acqua,
turismo-strutture ricettive) che
toccano circa 5oomila dipendenti.L'attesa del rinnovo per ilavoratori con contratto scaduto è in
media di 24,s mesi. Si scende a
n,8 mesi nel settore privato.
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Gli aumenti
Retribuzioni contrattuali orarie,
variazioni%, gen 2012 • gen 2014
Gen 2012
Gen 2014
1,8
068391
I Fonte: l5tat
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t'n!v11:1e111za.
27-02-2014
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1
Dalla sinistra Pd un decalogo con correzioni alla legge Fornero per ripristinare le uscite flessibili
Pensioni in cerca di gradualità
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Quotidiano
L'obiettivo è assicurare ai giovani un tasso di sostituzione al 60%
Giorgio Pogliotti
ROMA
Pensionamenti flessibili con
un sistema di penalizzazioni e
premi per reintrodurre la gradualità cancellata dalla legge Fornero. Una pensione di base di442 euro, finanziata dalla fiscalità generale- da affiancare a quella contributiva maturata - per garantire ai
giovani un tasso di sostituzione
pari almeno al 60 per cento.
Sono alcune delle proposte
contenute nel Decalogo per le
pensioni elaborato dall'area Lavoro e W elfare del Pd - tra i promotori l'ex ministro Cesare Damiano, Maria Luisa Gnecchi e TeresaBellanova - illustrato oggi alla Camera, che parte da un presupposto: la Ragioneria tra il
2020 ed il 2060 ha calcolato che si
risparmieranno per effetto della
"riforma" Fornero oltre 300 miliardidieuro, circa il 15% del debito pubblico. «Con le pensioni si é
abbondantemente foraggiata la
diminuzione del debito pubblico
e oltre non si può andare- sostengono gli autori della proposta-. È
ora di restituire le risorse con in-
terventi di correzione per migliorare il sistema».
Il Decalogo guarda anzitutto ai
giovani che iniziano a lavorare
più tardi, con un'attività precaria
che comporta basse retribuzioni
e discontinuità occupazionale,
con conseguenze negative sul
versante previdenziale.L'obiettivo di garantire ai giovani un assegno pensionistico pari al 60% dello stipendio può essere conseguito agendo su quattro leve: abbassare l'età di ingresso all'impiego
sperimentando l'alternanza scuola-lavoro come previsto dal decreto Carrozza. Secondo: garantire un equo compenso per le forme di impiego che non fanno riferimento ad un contratto nazionale. Terzo: istituire una pensione
di base, finanziata dalla fiscalità
generale, di442 euro (come l'assegno sociale) in aggiunta a quella
contributiva maturata dal dipendente, autonomo o parasubordinato. Questa pensione è riconosciuta al 65 ° annodi età, con almeno 15 anni di contributi.Ai parasubordinati iscritti alla Gestione separ~ta dop~ il 31 dicemb~e 19?5·
vanconoscmta unamagg1oraz10ne fino al 20% dei coefficienti di
trasformazione applicabili, con
un incremento dell'aliquota di
computo, entro il limite previsto
ai lavoratori dipendenti.
Un'altra priorità, oggetto di
unDdl presentato da Damiano, è
garantire flessibilità nel pensionamento, con penalizzazioni e
premi in un range tra i 62 e i 70
anni di età, con almeno 35 anni di
contributieunassegnochesiaalmeno una volta e mezzo la pensione sociale. Chi andrà in pensione a 62 anni avrà una penalizzazione dell'8% che diminuisce
del 2% all'anno fino a 66 anni, età
nella quale si annulla. Per chi rimane al lavoro oltre i 66 anni
scatta una rivalutazione che raggiunge 1'8% per chi andrà in pensione a 70 anni. Con 41 anni di
contributi, uomini e donne potranno andare in pensione aprescindere dall'età anagrafica e
senza penalizzazioni.
Per i parasubordinati si propone il superamento dell'«anacronistica esclusione» dall'applicazione del cosiddetto principio di automaticità della prestazione pre-
videnziale prevista per i lavoratori dipendenti dall'articolo 2116
del codice civile. Per i parasubordinati "esclusivi" iscritti alla gestione separata Inps si chiede di
allineare i minimali contributivi
a quelli dei dipendenti per garantire una maggiore anzianità con
meno buchi previdenziali. Infatti
pur lavorando un anno intero,
spesso non raggiungono il minimale dei lavoratori autonomi
(15.516 euro), mentre il minimale
dei dipendenti è di 10.419 euro
(9.953 euro in media per i lavoratori a progetto).
Altro nodo, le pensioni d'oro.
La proposta è di fissare un tetto di
5mila euro netti mensili (90Inila
euro lordi annui), senza sommare per il conseguimento di questa
soglia le pensioni integrative o
complementari ma i vitalizi, studiando un «metodo che non sia il
ricalcolo e che non incorra nella
censura della Consulta». Si ipotizzail congelamento dell'indicizzazione o la stabilizzazione del
contributo di solidarietà oltre la
soglia: «le risorse risparmiate
vanno al sistema pensionistico».
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AL
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Si punta ad introdurre
un assegno-base di 442 euro
grazie alla fiscalità generale
da affiancare a quello maturato
con il regime contributivo
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COBBIEBE DELLA SEBA
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27-02-2014
TROPPE CIFRE SENZAREALlRJSCONTRJ
I CONTI IN TASCA
AIPIANIDIRENZI
di ENRICO MARRO
atteo Renzi, con
i suoi interventi
programmatici
in Parlamento,
ha cambiato l'approccio alle relazioni tra Italia e
Unione Europea. Per la prima volta, nelle parole di un
presidente del Consiglio,
non c'è la preoccupazione
prioritaria di impostare la
politica economica secondo le raccomandazioni, gli
indirizzi o le reprimende
della Commissione europea. Non è un caso che
Renzi non abbia fatto cenno alla necessità/obbligo
di rispettare la regola del
deficit del 3% del Prodotto
interno lordo, al pareggio
strutturale di bilancio, al
Fiscal compact per rientrare dall'abnorme debito
pubblico. E non è un caso
che abbia voluto rimarcare
come il suo primo viaggio
all'estero non sarà né a
Bruxelles né a Berlino, ma
1
I
a Tunisi. Tutto ciò manda
all'Europa il messaggio
che, dopo la stagione dei
governi tecnici o semitecnici, questo è un governo
politico, senza alcun timore reverenziale verso i tecnocrati della Commissione
europea. Detto che questa
mossa riequilibra un atteggiamento che in passato a
tratti è sembrato di suddi-.
tanza - che oltretutto finisce per nuocere all'idea
stessa di Europa unita - i
problemi base dell'economia e della finanza pubblica italiane restano quelli di
sempre.
Il governo Renzi potrà
anche andare a Bruxelles a
chiedere, e magari ottenere, più tempo per rientrare
dal debito pubblico, ma se
non prenderà provvedimenti efficaci e credibili
dovrà fare i conti con i mercati, ai quali ogni anno malia è costretta a chiedere di
sottoscrivere 400 miliardi
di euro in titoli di Stato. E
credibilità significa innanzitutto prendere misure
che abbiano una copertura
finanziaria certa.
Va benissimo promettere un taglio del curreo fiscale per alleggerire di 10
miliardi le tasse su imprese e lavoratori, ma se si dice che questo sconto verrà
coperto cori il taglio della
spesa pubblica per 3-4 miliardi, bisogna spiegare come. Perché si può avere la
massima fiducia nel lavoro
del commissario Carlo
Cottarelli, ma è Un. dato di
fatto che altre valide persone prima di lui, da Piero
Giarda a Enrico Bondi, ci
hanno provato, ma con
scarsi risultati. Che cosa è
cambiato davvero per farci
credere che nei 7-8 mesi
dell'anno che restano si
potranno risparmiare diversi miliardi? Così come,
se si dice che una parte
della copertura del taglio
del cuneo verrà dall'aumento del prelievo sulle
rendite finanziarie per allinearlo alla media europea,
bisogna che il governo non
lasci i mercati nell'incer-
tezza e chiarisca subito che
cosa si appresta a fare.
Pensa di partire aumentando le tasse? Farebbe
meglio a guadagnarsi prima la credibilità tagliando
la spesa. Così come non ci
si può limitare, nell'annunciata riforma del lavoro, a prefigurare l'introduzione di un sussidio universale di disoccupazione
senza dire almeno su che
ordine di grandezza di spesa si ragiona e dove si prendono le risorse necessarie,
perché un conto è potenziare l'Aspi, cioè l'indennità introdotta dalla Fornero,
e tutt'altra cosa è dare 500
euro al mese a 3 milioni di
disoccupati, per un costo
annuo di 18 miliardi.
Se Renzi non darà presto
una risposta a questi interrogativi, che del resto lui
stesso ha suscitato mettendo così tanta carne al fuoco, l'entusiasmo col quale
sembra essere stato accolto
dai cittadini, dalla maggioranza e dai mercati lascerà
il posto a tensioni crescenti. E a danni rilevanti.
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~gA SEliA.~
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LA STAMPA
L'ISTAT: QUELLI CHE ATTENDONO IL RINNOVO SONO I DUE TERZI DEL TOTALE, E IL RITARDO MEDIO È DI DUE ANNI
Senza contratto 8,5 milioni di lavoratori
Retribuzioni a gennaio +1,40/o, cioè il doppio dell'inflazione. Ma solo per l'entrata in vigore alcuni accordi
LUIGI GRASSIA
La crisi economica si fa sentire non solo con i licenziamenti e la cassa integrazione ma anche con i contratti
di lavoro che scadono e non
si rinnovano, magari per anni. Dice l'Istat che a gennaio
addirittura due dipendenti
italiani su tre erano al lavoro
con contratti scaduti. Si
tratta di 8,5 milioni di persone che vanno avanti con le
vecchie intese: dai commessi agli statali, passando per
le segretarie degli studi professionali. Una cifra così alta
non si registrava dall'inizio
del 2008, ovvero da sei anni,
e il 2008 è stato l'anno d'inizio della crisi economica generale. Invece a gennaio
2014 risultavano titolari di
un contratto aggiornato,
cioè in vigore secondo i termini previsti, solo 4,4 milioni
di lavoratori. I ritardi dei
rinnovi si stanno accumulando, con l'attesa media che
ormai oltrepassa i due anni.
A monitorare lo stato di
salute dei contratti collettivi
è l'Istat, come fa ogni mese.
Da dicembre a gennaio la situazione è peggiorata, con
ben cinque contratti che nel
frattempo sono scaduti. Così
la quota di lavoratori italiani
in attesa di rinnovo del contratto è balzata dal 48,9% al
66,2%, e tradotta in cifre assolute questa impennata
percentuale corrisponde a
due milioni di persone in più.
Restano sul tavolo 51 intese
da firmare, di cui 15 riferibili
alla pubblica amministrazione. Comunque per quattro
accordi è praticamente fatta
visto che a febbraio sono state ratificate le ipotesi d'intesa (tessili, pelli e cuoio, gas e
acqua e turismo-strutture
ricettive). In tutto sarebbero
500 mila dipendenti pronti a
rientrare nel pianeta dei contratti rinnovati (e questa dovrebbe essere la norma, non
l'eccezione). Ma anche con la
firma di questi quattro contratti i lavoratori che aspettano nel limbo continueranno a
essere circa 8 milioni, cioè
molto di più dei 6 milioni del
dicembre scorso.
Con lo scoccare del nuovo
anno sono decaduti contratti
che spaziano dal servizio
smaltimento rifiuti alla Rai,
ma a fare la differenza in negativo è soprattutto il contratto del commercio, che regola l'attività di circa due milioni di persone; poi sono in
attesa 650 mila edili, quasi
400 mila dipendenti della sanità privata, 300 mila operai
agricoli, 260 mila impiegati
dei servizi di pulizia locale,
circa 200 mila addetti negli
studi professionali, 100 mila
autoferrotranvieri, e il comparto pubblico, con 2,9 milioni di addetti.
L'economia è nota come la
«triste scienza» ma arrivano
ogni tanto anche delle buone
notizie, ed eccone una fresca:
in Italia le retribuzioni contrattuali orarie (cioè, in parole
povere, gli stipendi medi) a
gennaio hanno avuto un balzo
dello 0,6% rispetto a dicembre, mentre sono salite addirittura dell'l,4% su base annua, cioè il doppio dell'inflazione. In realtà, spiega l'Istat,
dietro a questa bella sorpresa
c'è un piccolo trucco: il rialzo
mensile è dovuto ai miglioramenti economici previsti da
alcuni contratti di lavoro firmati nel recente passato (perché sì, qualche contratto si firma nonostante tutto) e i cui
meccanismi tecnici sono appena in vigore (gli aumenti di
solito partono proprio a inizio
anno). Ma anche fatta questa
riserva sull'aumento delle retribuzioni, si tratta di un fatto
positivo reale e non illusorio,
Distruggere i contratti
nazionali di lavoro
non è la soluzione
giusta. Restano uno
strumento importante
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Quotidiano
perché arrivano più soldi nelle tasche di un certo numero
di famiglie italiane in un momento in cui c'è bisogno; può
trarne beneficio anche la sperata ripresa economica.
Pure il divario fra il +l,4%
delle retribuzioni su base annua e il +0,7% dell'inflazione
può essere commentato in vario modo: in positivo corrisponde a un aumento del potere di acquisto per i lavoratori, in negativo c'è da constatare che i prezzi frenano solo
perché crollano i consumi, e
non perché (ad esempio) il sistema economico italiano diventa più efficiente (il che sarebbe virtuoso). E poi ci sono i
dubbi delle associazioni dei
consumatori secondo cui, in
realtà, i prezzi corrono più di
quanto stima l'Istat, per cui il
vantaggio acquisito dal potere
d'acquisto delle famiglie sarebbe illusorio, o almeno daridimensionare.
Ad ogni modo per le retribuzioni il rialzo mensile di
gennaio è il più alto da due anni e anche il dato annuo risulta in lieve recupero rispetto a
dicembre (a +1,4% da +1,3%).
Sempre in termini tendenziali, cioè annuali, l'Istat registra
gli aumenti maggiori delle retribuzioni nei settori energia e
petroli (+4,6% ), estrazione minerali (+4,3%) e telecomunicazioni (+4%).
Giorgio Squinzi
068391
presidente
di Confindustria
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Lavoro e previdenza
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MF
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Foglio
27-02-2014
9
1
Il _gruppo vede calare i ricavi mentre l'ebit, seppure positivo, si dimezza. Definito il piano di prepensionamenti al quotidiano
[)Espresso è in utile, riduce il debito e rifà Repubblica
mo! di 63,5 milioni (c38% ), un ebit di
31 ,3 milioni (--48,2%) e appunto profitti per 3,7 milioni, rispetto ai 21,7
milioni del 2012. Sul versan_te patrimoniale, invece, il debito è calato di
35 milioni a quota 73,5 grazie ali' attenta gestione aziendale (i costi sono
diminuiti dcl 9,6%) e al cash flow.
Cresce invece il patrimonio netto
salito da 557,7 a 562,2 milioni.
Visto il risicato saldo di gestione
e il pericolo di affrontare un 2014
alquanto complicato («l'evoluzione
della pubblicità per la carta stampata
rimane critica», recita il comunicato), per il secondo anno consecutivo
i vertici dell'Espresso hann.o deciso di non distribuire il dividendo ai
soci. E per questo il titolo a Piazza
Affari ha chiuso con un segno meno
al,84euro(-l,7%).
:
Sul piano degli organici, la razionalizzazione impostata anni fa ba visto nel
2013 uscire dall'azienda 111 dipendenti, che ora sono 2.425. E su questo
fronte un'altra novità di giornata è il
via libera dell'assemblea dei redattori
di Repubblica, con 334 voti favorevoli
e 26 contrari, al piano di prepensio-
DI ANDREA MONTANARI
---,,,,.,,,,,.. --+,~:::iE'-.:t---
namenti per 58 giornalisti, a fronte
dei quali !;azienda si è impegnata ad
assumerne altri 12 nei prossimi anni.
E proprio peri' ammiraglia del gruppo
(leader in Italia per numero·di lettori,
Gaz.z,etta dello Sport esclusa, e vendite nette in edicola davanti al Corriere
della Sera) è in arrivo un ambizioso
progetto di rinnovamento e ammodernamento grafico, editoriale e multimediale, al quale stanno lavorando il
direttore Ezio Mauro e AngeloRinaldi, vicedirettore e art
director della testata, e
che prevederà per I' online anche la formula a
pagamento per alcune
sezioni del sito. Anche
perché le versioni digitali del giornale a fine
2013 hanno superato la
soglia dei 75 mila abbonati. Infine, prosegue il
progetto di integrazione
dei multiplex di ReteA
con quelli di TiMedia.
Una newco alla quale guardano con
interesse, per un possibile ingresso nel
capitale, i fondi Cvc, F2i e Clessidra.
(riproduzione riservata)
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L'ESPRESSO
quotazioni in euro
2,0
1,2
~---
.26 feb '14
068391
26nov'13
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Lavoro
Contratti,
circa 8,5 milioni
aspettano ancora
il rinnovo
!Il>A gennaio due dipendenti su
tre erano a lavoro con contratti
scaduti. Si tratta di 8,5 milioni
di persone. Una cifra così alta
non si registrava dall'inizio del
2008, ovvero da sei anni. A
monitorare mensilmente lo
stato di salute dei contratti
collettivi è l'Istat. Da dicembre
a gennaio lo scarto si è fatto
sentire, con ben cinque
scadenze a fronte di un solo
rinnovo. E così la quota di chi è
in attesa di un rinnovo è
balzata dal 48,9% al 66,2%,
tradotta in cifre asso1ute
l'impennata corrisponde ad
oltre due milioni di persone.
Restano sul tavolo 51 intese da
concludere, di cui 15 riferibili
alla Pa (su cui pesa però il
blocco della contrattazione).
Per quattro accordi, che nel
complesso interessano mezzo
milione di lavoratori, però è
ormai fatta visto che a febbraio
sono state ratificate le ipotesi
di rinnovo (tessili, pelli e cuoio,
gas e acqua e turismo-strutture
ricettive). Con il nuovo anno
sono scaduti diversi accordi,
dal servizio smaltimento rifiuti
alla Rai. Ma a fare la differenza
è stato il contratto del
commercio, che interessa circa
due milioni di persone a cui, tra
gli altri, si aggiungono 650 mila
edili, quasi 400 mila
dipendenti della sanità privata,
300 mila operai agricoli, 260
mila impiegati dei servizi di
pulizia 1ocale, circa 200 mila
addetti negli studi
professionali, 100 mila
autoferrotranvieri. Inoltre c'è
sempre il fardello del
comparto pubblico, con 2,9
milioni di addetti.
Econmnia ~
068391
Alitalia-Etihad, AF vuole l'ultima parola
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runità
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1
PENSIONI
Cantiere previdenza,
convegno
oggi alla Camera
068391
«Cantiere previdenza» è il titolo del
convegno che si svolge oggi
pomeriggio, alle ore 17, alla Sala delle
Colonne presso la Camera dei
deputati. L'iniziativa, promossa da
Lavoro&Welfare e Associazione 20
maggio, prevede la partecipazione,
tra gli altri, di Davide Faraone e
Stefano Fassina, con le conclusioni di
Cesare Damiano. Ieri Damiano ha
chiesto a Renzi di onorare l'impegno
preso con i cosiddetti esodati, al fine
di risolvere definitivamente questo
drammatico problema sociale, e
porsi l'obiettivo di modernizzare un
sistema previdenziale reso troppo
rigido e socialemente iniquo dalla
riforma Fornero.
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Il Sole?]{! mmrn
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Non c'è niente di male in questo: in passato l'Italia è stata beneficiaria netta, ora i fondi affluiscono soprattutto ai nuovi entrati, come la Polonia.
Il problema è che molti dei
soldi che riceviamo dalla Ue
non servono a niente, anzi sono
dannosi; faremmo molto meglio a rinunziarvi e chiedere
uno sconto equivalente sui contributi che versiamo alla U e. Potremmo usare questi risparmi
per ridurre il cuneo fiscale di almeno 5-6 miliardi all'anno.
Il nuovo programma settennale per il 2014-20 prevede che
l'Italia riceverà dalla Ue 33 miliardi di fondi di coesione, di cui
22 miliardi per sole 5 regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Pu-
PROPOSTE DRASTICHE
Sacrifichiamo
ifondiUe
per ridurre
il cuneo fiscale
di Roberto Perotti
el
2012
l'Italia ha pagato
16 miliardi alla Unione
europea e ne ha ricevuti
in maggioranza fondi per la
coesione e per l'agricoltura.
11,
glia, e Sicilia. Questi fondi vanno poi cofinanziati per un pari
ammontare dallo Stato italiano.
In totale almeno 70 miliardi, circa 10 all'anno.
Questo fiume di denaro porta
con sé una gigantesca macchina
amministrativa. Si comincia
con le migliaia di pagine di piani
nazionali e regionali, e poi di sottopiani per ogni obiettivo: questa volta la Ue ha deciso che saranno tredici. Non che questi
piani siano necessari, perché un
qualunque assessore regionale
un po' capace può far passare
qualsiasi iniziativa sotto l'etic
chetta di "innovazione e competitività" oppure "occupazione".
Questo spiega le migliaia di bandi, programmi, iniziative, corsi
27-02-2014
1
1
di formazione spesso per pochi
milioni o poche centinaia di migliaia di euro; e le decine di migliaia di beneficiari, dal parrucchiere che "forma" una estetista
al cinema che prende sovvenzioni per digitalizzarsi.
In tutto questo vengono coinvolti parecchi ministeri (almeno Economia, Sviluppo Economico, Infrastrutture, Lavoro, Politiche agricole, Affari regionali) e molte direzioni all'interno
di ogni ministero. Almeno la metà degli assessorati regionali ha
a che fare in qualche modo con i
fondi europei. Poi vi sono le migliaia di enti e agenzie nazionali
e regionali per la formazione, il
lavoro, l'internazionalizzazione delle imprese, e via dicendo.
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Co11ti111111 .. pagina 2
Sacrifichiamo i fòndi U e
di Roberto Perotti
neo fiscale, magari con un trattamento di favore per le cinque regioni di cui sopra.
Ma bisogna fare in fretta, perché in questo periodo si decide
il nuovo programma settennale. Bisogna dire alla Ue: grazie,
rinunciamo ai soldi, in cambio
ci fate uno sconto corrispondente sul nostro contributo. La
Ue non ha motivo di lamentarsi, perché il contributo netto
dell'Italia rimane esattamente
lo stesso; ma si dà un taglio alle
tasse e a una delle principali
fonti di inefficienza, purocrazia, malcostume, corruzione e
malgoverno delle regioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Roberto Perotti coordina un gruppo di
lavoro della segreteria di Matteo Renzi
sulla spesa pubblica. Il contenuto di questo
articolo rappresenta le idee persona/i di
Roberto Perotti e non è stato in alcun modo
sottoposto alla visione né tantomeno al
vaglio preventivo di alcun componente del
gruppo di lavoro o della segreteria.
068391
.. Continua da pagina i
erte regioni hanno persino diversi fondi pubblici
per start-up, ognuno con
pochi milioni di euro, e ognuno gestito da un assessorato
diverso. Così come vi sono regioni con decine di agenzie o
aziende per lo sviluppo, una
struttura di partecipazioni incrociate così aggrovigliata
che è praticamente impossibile da dipanare.
Alla fine, migliaia di persone campano nel sottobosco
creato da questo fiume di denaro e queste migliaia di enti. E
purtroppo ci campano anche
la corruzione e la malavita.
Nessuno ha più il controllo di
questo meccanismo. Sfido
chiunque - anche i maggiori
esperti ministeriali - a illustrare sinteticamente come è strutturata questa spesa.
Abbiamo bisogno di tutti
questi soldi? Se fossero così urgenti e necessari, sapremmo
come spenderli subito. E invece sappiamo bene che non è così. In questi mesi le regioni si
stanno arrovellando per inventare i bandi e i programmi più
fantasiosi e inverosimili, ma anche più inutili, pur di spendere
i fondi del settennio 2007-2013
rimasti inutilizzati.
Ovviamente, non tutti gli interventi sono inutili. Ma non
c'è nessun bisogno di dare i soldi alla U e per poi farseli ridare
con lacci e lacciuoli (per quanto facilmente aggirabili) e
quindi rigirarli alle regioni,
che spesso non sanno cosa farsene. Dei 10 miliardi all'anno
che complessivamente ci verrebbe a costare questa macchina infernale, potremmo utilizzarne diciamo una media di 4 e
risparmiarne 6, da utilizzare
per contribuire a ridurre il cu-
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Il Sole?]{!
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1/2
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La riduzione di 10 miliardi è la base per ripartire: Renzi ha captato i problemi, o~a i fatti
Squinzi: imprese pronte arinunciare
.agii incentivi in cambio di tagli al cuneo
Imprese pronte a rinunciare
agli incentivi in cambio di un taglio del cuneo. Per il presidente di
Confindustria Giorgio Squinzi il
taglio di 10 miliardi è la base per
ripartire: Renzi - ha detto Squinzi
- ha captato i problemi, ora i fatti.
Picchio >- pagina 4
Il nuovo governo
Oltre il dogma dell'austedty
«Sarebbe importante avere più flessibilità sul vincolo del 3%
sul deficit, chiedendo una deroga per gli investimenti produttivi»
LE MISURE PER LE IMPRESE
«Cuneo-incentivi, sì allo scambio»
Squinzi: 10 miliardi base per ripartire -«Renzi ha captato i problemi, ora i fatti»
Nicoletta Picchio
ROMA.
Perungiudiziovuole aspettare qualche mese, per verificare se
Matteo Renzi manterrà le promesse. «Nei discorsi in Senato e alla Camera ha sicuramente captato i problemi su cui intervenire»,
ha detto Giorgio Squinzi «Severamente mette mano al pagamento
integrale dei debiti della Pa, e parliamo di più di 70 miliardi, ad un
taglio del cuneo di io miliardi, se
farà le riforme istituzionali, come
il Titolo V della Costituzione, se
converte in legge la delega fiscale
allora potremo dare slancio allaripresa.Altrimenti saremo condannati a strisciare sul fondo».
È dal manifatturiero che può
tornare la crescita. Il presidente di
Confindustria lo ripete, fotografando la situazione dell'economia: «è drammatica, non lo dobbiamo nascondere. Sono preoccupatissimo: la ripresa non è vigorosa, parliamo di zero virgola e i ~u­
meri temo saranno rettificati. I
consumi elettrici a gennaio sono
caduti del 4%, dalla Federalimentare arrivano segnali di cali preoccupanti sui consumi».
Un taglio di10 miliardi al cuneo
fiscale sarebbe la misura minima
«la linea del Piave», ha detto
Squinzi, ricordando la proposta
del documento di Confindustria
un anno fa, 20 miliardi, dove si indicava anche come reperire le risorse e ripetendo che le imprese
sono disposte a rinunciare ai trasferimenti pur di ridurre il costo
del lavoro, in particolare il cuneo.
«Non so se Renzi potrà farlo, non
ho elementi, speriamo che avvenga», ha detto, parlando durante la
presentazione del rapporto Accredia-Censis su qualità, crescita
e innovazione. «Le certificazioni
si rilasciano sulla base di dati concreti, aspettiamo a vedere», ha
detto Squinzi, ribadendo il concetto anche ad una domanda sul neo
ministro dello Sviluppo, Federica
Guidi: «anche in questo caso le
certificazioni le darei dopo».
Sul governo Letta, ha ricordato
il presidente di Confindustria, ha
aspettato 7-8 mesi prima di dare
un giudizio: «avevo ed ho molta
stima di Enrico Letta come persona, purtroppo come governo non
è riuscito a mantenere le promesse che aveva fatto alle imprese come sul cuneo fiscale». Dei 10 miliardi annunciati, ne sono arrivati
I,L <<Abbiamo dovuto rilevare queste mancanze, non siamo un partitopolitico,nonabbiamoruolopolitico, non abbiamo determinato
nulla,masevogliamocrescerebisogna puntare sulle imprese, facendo quelle riforme che ci permettano di agganciare le ripresa
che c'è neglialtri paesi».
Agire qui da noi, ma anche in
Europa: sarebbe importante avere più flessibilità sul vincolo del
3% sul deficit, chiedendo una deroga per gli investimenti produttivi in ricerca, sviluppo e tutto ciò
che crea occupazione. Una sollecitazione che Squinzi ha fatto anche nel pomeriggio, a Palazzo Madama, durante un'audizione nelle
commissioni Esteri e Politiche
Ue di Camera e Senato sul semestre di Presidenza ithliano. «C'è la
necessità assoluta di andare oltre
il dogma dell'austerità» e «il nuovo governo - ha detto Squinzi - ha
davanti a sè una grande chanche
in Europa, far sì che grazie alla
rinnovata fiducia dei mercati finanziari vengano riconosciuti
all'Italia i margini di una flessibilità concessi dal patto di stabilità,
in cambio di un serio programma di riforme».
Nonc'èunministeroper le Politiche comunitarie, «ma anche
io ho tenuto le deleghe agli affari
europei, Renzimihacopiat()», ha
risposto Squinzi ad una domanda dei parlamentari, raccontando di averparlato personalmente
con il presidente del Consiglio di
possibili deroghe europee per la
crescita e il lavoro. Su quest'ultimo punto ha sollecitato il governo a rivedere la legge Fomero,
sul job actattende di vedere i contenuti «Sono solo titoli», e nell'audizione ha difeso il valore del contratto nazionale.
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27-02-2014
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COBBIEBE DELLA SEBA
Il rapporto Lo studio di Intesa Sanpaolo: nel 2014 i territori crescono del 2,2% contro lo 0,6% dell'economia
Sorpresa, sono i distretti a trainare il Pii
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La meccanica è leccellenza e batte mobili, moda e alimentare
di DARIO DI VICO
C'è una letteratura economica che continua a giudicare
sorpassato il modello distrettuale e ne decreta periodica mente la morte. Fortunatamente la realtà va da tutt'altra
parte e i distretti non solo hanno tenuto botta davanti a cinque anni di crisi ma sono i meglio attrezzati per intercettare
la ripresa della domanda
mondiale. La «notizia>>, se vogliamo considerarla tale, arriva dal Servizio studi e ricerche
di Intesa Sanpaolo che studia
con particolare attenzione le
dinamiche dell'industria di
territorio. E allora vediamo
dati e previsioni. Nel 2014
l'evoluzione del fatturato delle
imprese dei distretti dovrebbe
segnare un incoraggiante
+2,2%, molto al di sopra quindi dell'incremento del Pil italiano, diagnosticato per l'anno
in corso attorno al mezzo pun to o appena su. L'anno successivo, il 2015, le imprese distrettuali dovrebbero aumentare i ricavi addirittura del
4, 7%. «A quel punto - sottolinea Gregorio De Felice, capo-
economista della banca - i
distretti saranno riusciti a recuperare la maggior parte del
fatturato che avevano dovuto
lasciare per strada negli anni
della recessione. Se prendiamo come riferimento i livelli
del 2008 mancherà solo
l'l,4%». Un miracolo, visto che
se prendiamo in esame l'intero manifatturiero italiano il
raffronto 2015 su 2008 segna
comunque una perdita di ricavi del 9,4%. Dunque i distretti
promettono di perdere meno
degli altri e di riprendere a
correre più velocemente.
A guidare la volata dei territori è il settore meccanico che
esce dalla recessione con una
rinnovata capacità di cogliere i
mutamenti della domanda internazionale e che nel 2015
crescerà oltre il 6%. Non era affatto scontato e riguarda in
primo luogo la meccanica di
processo che si conferma come una grande eccellenza del
made in Italy. De Felice ne parla come di «Un mid-tech italiano che ha saputo affinare la
sua specializzazione e può
darci una grande spinta per i
prossimi anni>>. Dietro la meccanica e i prodotti in metallo
Export, brevetti,
marchi, partecipazioni
estere: i punti di forza
dei distretti
• Aree non distrettuali
spuntano gli altri settori tradizionali dell'offerta italiana: i
mobili che dopo un 2014 attorno a +2% dovrebbero prodursi in un 2015 vicino al 5%
di incremento; il sistema moda e l'alimentare con un ritmo
di crescita più contenuto. Èin teressante notare come dagli
studi di Intesa Sanpaolo si segnali una buona risalita persino dei distretti dell'elettrodomestico in virtù, anche in questo caso, della domanda estera. I punti di forza dei distretti
sono sostanzialmente quattro:
una quota maggiore di imprese che esportano, un numero
di partecipate estere ragguardevole (pari a 35 su 100), una
capacità di produrre brevetti
che supera il 50% delle imprese e anche un numero erescente di marchi. In parole povere l'industria di territorio
esce dalla crisi più internazionalizzata, più innovativa e più
attenta al marketing. <<Si ha la
sensazione che abbiano raggiunto una massa critica nell'innovazione e che ciò si trad uca in maggior vantaggio
competitivo», annota De Feli-
fanno più investimenti diretti
all'estero sono anche quelle
che esportano di più, non c'è
quindi un effetto di sostituzione a danno dei territori. La
Risalita
I distretti nel 2015
saranno riusciti a
recuperare quasi tutto il
fatturato perso con la crisi
presenza all'estero «è concepita come una base di sviluppo
per opportunità di vendita difficilmente soddisfabili dall'Italia>>. Anche le filiere di fornitura tengono perché i Piccoli
garantiscono alle imprese capofila «qualità, affidabilità e
time to market» superiori ai
componentisti stranieri. Tra
tante notizie positive però Intesa Sanpaolo segnala un pericolo rosso: «Nei distretti c'è
una perdita progressiva di
molte competenze e occorre
quindi un rilancio di tutto il sisterna formativo. Dalle scuole
professionali all'università».
ce.
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Le im:{)rese distrettuali che
D'ARCO
50
54,8
so
40
30
20
lii Distretti
Indagine sui bilanci di quasi
13 mila aziende appartenenti
a 144 distretti industriali a confronto
con 37 mila aziende che non fanno
parte di alcun distretto
10
Quota% di imprese
che esportano
Numero di marchi
ogni 100
imprese
068391
Fonte: ISID (Intesa Sanpaololntegmted Databue)
Numero di partecipate Numero di brevetti
estere ogni 100
ogni 100
imprese
imprese
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Renzi rifiuta di blindare il decreto:
non gioco così la mia prima fiducia
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~E c'era anche il timore di fare il bis di dicembre
premier non ama né la storia né il merito
del provvedimento: «Basta con i dl pasticciati» Sul nuovo intervento si allarga la lente del Colle
~Il
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Primo piano Italia
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del
questo obiettivo ha messo tra i
primi punti del suo programma
l'accelerazione della riforma dei
regolamenti parlamentari della
Camera. «L'obiettivo non è comprimere i diritti delle opposizioni», spiega il renziano Angelo Rughetti, «ma ottenere un percorso
legislativo simile a quello degli altri Paesi europei dove, ad esempio, è prassi che le Commissioni
parlamentari valutino le leggi in
sede deliberante, lasciando all'Aula solo il voto finale. Con una
produzione legislativa rapida,
inoltre, per il governo sarà meno
necessario ricorrere ai decreti».
Alberto Gentili
©R1PRoouz10NER1srnvArA
MATTEO
E PRIMO CITTADINO
ROMANO I RAPPORTI
SONO SOLO FORMALI
NONOSTANTE MllffiNO
ENTRAMBI NEL PD
A ottobre 2013 il primo
decreto Salva-Roma
Il 28 Ottobre del 2013 il
governo guidato da
Enrico Letta vara il
primo decreto
Salva-Roma con aiuti
per 485 milioni alla capitale.
Nella prima versione è anche
previsto un aumento all'l,3 per
cento dell'addizionale
comunale Irpef per i
contribuenti romani.
A dicembre il richiamo
del Colle, il testo decade
Il 24 dicembre, vigilia
di Natale, il governo
incassa la fiducia sul
primo provvedimento
Salva-Roma. Ma due
giorni dopo arriva il monito di
Napolitano sulle «norme
eterogenee» inserite nel testo.
II 27 dicembre, a sorpresa, il
governo decide di lasciar
morire il provvedimento.
Febbraio, maggioranza
spaccata sul nuovo di
A fine 2013 il governo
Letta presenta il
Salva-Roma bis per
evitare il dissesto della
Capitale. Mail provvedimento
rimane insabbiato in Senato
dove Pd e Se si spaccano sulle
misure di risanamento da
imporre al Campidoglio. Il
testo arriva alla Camera a
pochi giorni dalla scadenza.
Giovanni Legnini
068391
- - - - - - - - - sta partita pesa la difficoltà di rapporti tra il premier e Marino. Mol_______,______ ti ricorderanno che quando venROMA Non è stato solo I'ostruzioni- nero celebrate le primarie a Rosmo dei Cinquestelle e della Lega ma, la scelta di Renzi cadde sul
a spingere Matteo Renzi a rotta- competitor dell'attuale sindaco:
mare il decreto Salva-Roma. In re- Paolo Gentiloni. E che quando
altà il premier, in base a quanto nell'agosto scorso sbarcò nella
filtra dai suoi più stretti collabo- Capitale per inaugurare insieme
ratori, non ha voluto spendere la a Marino la pedonalizzazione dei
sua prima fiducia su un provvedi- Fori Imperiali, il premier si guarmento «discutibile e dal percorso dò bene dal partecipare alla pastravagliato», figlio per di più di un serella in biciclett~ con il sindaco
altro governo. Quello di Enrico a uso e consumo d1 cameramen e
Letta. Insomma, non ha voluto fotografi.
metterci la faccia: «Porre la mia Renzì, infatti, con il tempo si è
prima fiducia su un decreto così fatto un'idea non proprio positiva
pasticciato», ha spiegato mercole- dì ~1arìno. Per dì~la con, uno d~i
dì sera il premier, «non sarebbe il s~01 collabora!on, «.n~i:i e certo}l
modo per partire con il piede giu- smdaco che ~tu.na d1 p11!"· :ra?t e,
sto». E così bye bye Salva-Roma. che quando 1en pomengg10 e arrivato a palazzo Chigi un Marino
Il RISCHIO DEL FLOP
disperato e furente, a riceverlo è
Ma non sono stati soltanto il me- stato Giovanni Legnini, comperito e la paternità delle norme per tente ed esperto, m~ ~ur sempr~
la Capitale, mischiate all'alluvio- u.n ex sottosegretar~o m att~sa d1
ne di Olbia, l'Expo di Milano e nconferma .. E nOf!, 11 bracqo dequant'altro, a spingere il premier stro.~1 Renz1 •. Grazrn:'1o Delno.
ad abbandonare il decreto. «An- cw.detto,. 11 prei:i-iier ~on ha alche ponendo la fiducia», rivela c'!na mtenz10ne ~i lasciare !a ~a­
una fonte autorevole di palazzo p~tale al s\lo destmo .."E far.a 1mChìgi incaricata di seguire il dos- d1spensab1le per evitare I~ desier, «non era affatto detto che sa- fault, non fosse altro perche ~er­
remmo riusciti ad approvarlo en- rebb.e comprome.ssa anche l 1mtro venerdì (domani, ndr). Il fili- magme-Paese»,_d~ce un alt.ro colbustering dei grillìni e dei leghisti laborat?~e. Cosi e proba~1le. eh~
avrebbe probabilmente vanifica- domam il g?"'.erno - dop~ 1~ via lito lo sforzo. Con il risultato di fare bera del. Qumnale, .che Vigila .con
il bis del dicembre scorso, quan- la massima attenz!one - van un
do Letta pose la fiducia per poi ri- n~ovo decreto .. pero con un cuore
tirare il provvedimento il giorno d~verso: la Tas1 ~ la ~roroga al ~O
dopo. Epilogo imbarazzante che gmgno ~el te~mme d1 approvaz10~
Renzi non ha assolutamente volu- ?e del b1l~nc10. ro~ano, :on. ~ltn
to ripetere».
1~tervent1.sugh Enti locali. P~u, un
C'è da dire che il premier non è disegno d1 legge che a~sorb1ra le
mai stato tenero con il decreto norme meno urgenti del Salche dovrebbe salvare la pelle al ~a-Rom_a. «~per~amo che al Co.ne
sindaco Ignazio Marino e alla Ca- il dopp10 bu:ian vada bene'.". mpitale. Quando, sempre in dicem- cro~~ano le d~ta a ~alazz? ~h1gi.
bre, nel testo venne infilata la nor- . L 1mperat1vo d1. I_lenz1 e q~ello
ma sulle slot machine, Renzi par- d1. «alzare la quahta normat1~a».
lò di «decreto porcata». E il gior- Niente decreti-carrozzone, menno dopo l'infortunio dì Letta e il te «provvedimenti-melma». E per
r~tiro del provvedimento, affer- quanto possibile «evitare la demò tagliente: «Un brutt~ inciden- cretazione d'urgenza»: «Voglio
te che poteva essere evitato con una legislazione trasparente, orun po' di buonsenso».
dinata ed efficace», ha detto il preC'è da aggiungere che su que- mier. E proprio per raggiungere
Il RETROSCENA
destinatario,
non
riproducibile.
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