Guida Turchia web

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Superficie
Popolazione
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Popoli
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Religione
780.580 kmq
74.724.269 abitanti (stima 2011)
Ankara
80% turchi, 20% curdi
turco (lingua ufficiale), curdo, arabo, armeno, greco
99,8% musulmana, prevalentemente di rito sunnita, 0,2% cristiana, ebraica
Ordinamento dello stato repubblica parlamentare
FUSO ORARIO
un’ora avanti rispetto all’Italia
Curiosità
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1. San Nicolas, che ha ispirato la creazione di Babbo Natale, nacque a Patara, in Turchia. Era vescovo di Demre, città sulla costa mediterranea del Paese.
2. Si dice che fu l’asure – dessert agrodolce che si può trovare in tutta la Turchia – l’ultimo pasto
servito sull’arca di Noè.
3. Le famose parole di Giulio Cesare “veni, vidi, vici” (“venni, vidi, vinsi”) vennero pronunciate
dopo la vittoria della difficile battaglia contro il regno di Pontus, situato nel nord-est della Turchia.
4. Nel libro della Genesi si racconta che il Giardino dell’Eden riceveva acqua da un fiume che si
divideva in quattro corsi; si crede che due di questi, ovvero il Tigri (o Dicle) e l’Eufrate (o Firat),
nascessero dalle montagne della parte est della Turchia.
5. Il Monte Ararat (Agri Dagi), nella Turchia dell’est, pare sia il posto in cui sbarcò l’arca di Noè
dopo il Diluvio Universale.
6. In Turchia nacquero le seguenti celebri figure storiche: il personaggio biblico Abramo, il poeta
Omero, l’Apostolo San Paolo, lo scrittore di favole Esopo e il padre della storia Erodoto.
7. Fu nel 640 a.C. che, per la prima volta nella storia, si utilizzarono le monete di lega di rame; a
usarle fu Re Creso a Sardis, in Turchia.
8. La Guerra di Troia si svolse in Turchia. Ancora oggi si può vedere una statua di legno che rappresenta il Cavallo di Troia.
9. Istanbul è stata la capitale di tre grandi imperi mondiali: l’Impero Romano, l’Impero Bizantino
e l’Impero Ottomano.
10. Istanbul è l’unica città al mondo ad essere ubicata su due continenti: Europa ed Asia.
E ancora
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Non esiste il bidet ma nel water c’è un foro e aprendo un rubinetto a fianco del water esce
un getto d’acqua che viene usato allo scopo.
In molti locali e mete turistiche vengono usati ventilatori che spandono goccioline d’acqua
per rinfrescare l’aria data l’afa e nei lavandini delle toilette vengono messe palline di naftalina per profumare l’ambiente.
Il bagno degli uomini è il bay, quello delle donne il bayan.
Tutti parlano o capiscono l'italiano e l'euro è accettato da tutti così come tutte le altre monete.
Le donne ormai per la maggior parte portano il velo e sopra il vestito o i pantaloni una specie di soprabito e si fanno il bagno in mare…….vestite con il fazzoletto in testa.
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Il tulipano è molto rappresentato in
quanto è il simbolo degli Ottomani.
Forse non sapete che il tulipano è originario della Turchia e infatti il nome
deriva dal turco ‘tullband in riferimento
ai turbanti di mussola che assomigliano
ai fiori di tulipano completamente fioriti.
Venne importato in Europa per la prima
volta, nel 1554, dal fiammingo Ogier
Ghislain de Busbecq, studioso di scienze
naturali, ambasciatore di Fernando I alla
corte di Solimano il Magnifico.
Questo sultano ne spedì alcuni bulbi al
botanico Carolus Clusius, responsabile
dei giardini reali olandesi, per svilupparne la coltivazione, cosa che avvenne con
successo.
Clusius ne regalò dei bulbi a un droghiere, che non li conosceva e che li cucinò in
frittura e li degustò conditi con olio e aceto, come poi si continuò a fare in tempo
di carestia.
Ancora oggi, i fiori freschi di determinate varietà di tulipano, sono aggiunti ad
antipasti, insalate e dolci, mentre i bulbi
essiccati sono macinati a farina in alcune
aree del Giappone.
In Turchia esistono circa 9000 specie di
piante.
CURIOSITA’
Le donne sposano con l’abito bianco ma
con una cintura rossa segno di verginità.
Nei paesi soprattutto dell’est, ancora oggi
è usanza, se il marito la prima notte si
accorge che la moglie non è vergine, di
esporre il giorno dopo sul tetto una bottiglia nera.
Quando non capiamo cosa ci dicono, noi
normalmente diciamo che la persona
parla “in turco”.
I Turchi, invece, dicono che parla “in francese”
Cerniera tra
Occidente
e
Oriente, la Repubblica Turca si estende
dall'estremità
orientale della
Tracia, e quindi dell'Europa, alla penisola
dell'Anatolia che rappresenta l'estremità occidentale del continente asiatico. La
Turchia conserva le tracce di un passato
nel quale si sono avvicendate civiltà diverse e antichissime. Prima dell'arrivo dei
turchi, infatti, popoli quali gli Ittiti, i Frigi,
i Traci, i Lidii, gli Armeni e gli Elleni hanno abitato questa terra fatta di contrasti,
non solo culturali, ma anche paesaggistici.
Dai ghiacciai del Monte Ararat, sui quali
continuano ad avventurarsi esploratori
provenienti da tutto il mondo alla ricerca
dell'Arca di Noè, alle spiagge dorate di località turistiche come Patara, affacciata sul
Mediterraneo, fino alle sconfinate steppe
della penisola anatolica.
La storia del Paese, da sempre crocevia tra
lo scacchiere mediorientale e l'Europa, ha
reso i turchi estremamente ospitali e aperti
ai viaggiatori di ogni nazionalità e religione. In Turchia l'accoglienza è sacra e conserva il fascino di riti antichissimi come
quello del tè, che viene offerto ai viaggiatori nei tipici bicchierini di vetro a forma di
tulipano. Un paese ricco di magia e mistero, in grado di ipnotizzare chi lo visita, un
po' come la roteante danza dei dervisci è in
grado di fare con chi la osserva.
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Un po’ di storia
La prima grande civiltà nel territorio dell'odierna Turchia fu quella degli ittiti, che dominarono
l'Anatolia a partire dalla metà dell'Età del Bronzo (1900-1600 a.C.), si scontrarono con l'Egitto di
Ramsete II e conquistarono la Siria; quando gli achei attaccarono Troia nel 1250 a.C., la macchina
imperiale degli ittiti cominciò a cedere, a causa delle ondate dei 'popoli del mare', che arrivavano
dalle isole greche, e della pressione di varie città stato (dominate da frigi, cimmeri, lidi). Ciro il
Grande, imperatore di Persia dal 550 al 530 a.C., invase l'Anatolia da est. I persiani furono sconfitti
da Alessandro Magno, che intorno al 330 a.C. conquistò tutto il Medio Oriente, dalla Grecia all'India. Dopo la morte di Alessandro, l'impero perse ogni stabilità e fu teatro di guerre intestine, fino a
quando, nel 279 a.C., i galati (popolazione celtica) scelsero Ankara come capitale, insediandosi in
modo più o meno pacifico tra i regni seleucide, pontico, armeno e di Pergamo.
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La dominazione romana garantì prosperità e una relativa pace per almeno tre secoli, creando le
condizioni ideali per la diffusione del cristianesimo. San Paolo percorse l'Anatolia per diffondere
il messaggio di Cristo, San Giovanni avrebbe scritto a Efeso il quarto Vangelo e Maria si sarebbe
ritirata negli ultimi anni di vita in una casa vicino a Efeso. A partire dal 250 d.C., l'Impero Romano cominciò a declinare, ma nel 324 Costantino gli ridiede vigore e progettò la costruzione di
una nuova capitale, che si sarebbe chiamata Costantinopoli. Giustiniano (527-65) portò l'Impero
d'Oriente al suo massimo splendore, riconquistando una parte dell'Italia, i Balcani, l'Anatolia e il
Nordafrica. Cinque anni dopo la sua morte, alla Mecca nacque Maometto, che segnò l'inizio di uno
dei capitoli più stupefacenti della storia dell'umanità. Sessant'anni dopo l'ispirazione divina di
Maometto, l'esercito dell'Islam giunse alle mura di Costantinopoli, dopo aver conquistato le terre
del Medio Oriente e dell'Egitto. Bisanzio fu costantemente minacciata dalla pressione islamica,
ma solo l'arrivo degli ottomani, nel XV secolo, poté piegare la sua resistenza.
L'Impero Ottomano era sorto alla fine del XIII secolo, dall'unione dei guerrieri turchi in fuga
dall'invasione dei mongoli. Nel 1453, gli ottomani erano abbastanza forti da prendere Costantinopoli, sotto la guida del sultano Maometto il Conquistatore. Grazie a Solimano il Magnifico
(1520-66) l'impero raggiunse l'apogeo, Costantinopoli fu ampliata e Gerusalemme ricostruita: il
territorio si estese fino alle porte di Vienna.
Nel 1585 cominciò il lungo declino dell'impero. Nel XIX secolo, quando il malgoverno contribuì a
far crescere il nazionalismo e il sentimento di identità nazionale dei popoli dell'impero, iniziarono
le rivolte e le guerre d'indipendenza, spesso appoggiate dalle grandi potenze europee. Dopo lunghe e sanguinose lotte, nel 1832 si formò il regno di Grecia e negli anni successivi lottarono per
l'indipendenza anche i serbi, i bulgari, i romeni, gli albanesi, gli armeni e gli arabi.
Le potenze europee si gettarono come avvoltoi sull'impero ormai in frantumi. La Turchia cercò invano di modernizzare e consolidare il proprio dominio, ma commise l'errore di entrare nella prima
guerra mondiale a fianco alla Germania e dell'Austria. I trattati di pace del 1919-20 disgregarono
ciò che restava dell'antica potenza turca.
Convinto della necessità di un governo che prendesse le redini del paese, Mustafa Kemal, gene-
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rale ottomano, organizzò la resistenza. Quando la Grecia invase Smirne e iniziò l'avanzata
verso est, i turchi parteciparono attivamente
alla difesa del loro territorio. La guerra d'indipendenza durò dal 1920 al 1922 e terminò con
una faticosa vittoria turca e con l'abolizione del
sultanato.
presidente della Turchia. Alle elezioni del 1983
vinse il partito di centro-destra guidato da
Turgut Özal, che diede l'avvio a un boom economico destinato a durare fino all'inizio degli
anni '90. Nel 1993, la morte di Turgut Özal ha
privato la politica turca di un leader in grado di
garantire stabilità e progresso.
Mustafa Kemal (detto
Atatürk, 'padre turco')
diede il via all'impegnativo programma di ricostruzione della società
turca. Negli anni in cui
rimase al potere, fino al
1938, fu redatta la costituzione, furono aboliti la poligamia e il fez,
simbolo dell'arretratezza ottomana, fu soppressa la religione di stato, si estese alle donne il
suffragio e il diritto di eleggibilità. Ancora oggi
Atatürk è un eroe nazionale: in ogni angolo del
paese si vedono sue statue e fotografie, e leggi speciali puniscono le ingiurie contro la sua
figura.
Negli ultimi anni la vita politica turca è stata
segnata da coalizioni di governo molto instabili
e sono rinati i movimenti della destra religiosa.
All'inizio del 1998 la Corte Costituzionale ha
messo al bando l'ex primo ministro Necmettin
Erbakan e il Partito del Benessere, di orientamento islamico, che stava cercando di minare
lo status laico e democratico del paese; la sentenza ha sollevato molti dubbi sul livello di democrazia in Turchia.
Il successore di Atatürk, Ismet Inönü, riuscì a
fatica a tenere la Turchia fuori dalla seconda
guerra mondiale e a garantire il passaggio
verso la democrazia. Nel 1950 il Partito Democratico prese il potere, ma nel 1960 e nel 1970
il suo programma ambizioso fu ridimensionato
dai militari.
Il separatismo curdo è uno dei problemi più
scottanti della politica turca. Fin dalla disgregazione dell'Impero Ottomano, il governo
centrale ha tentato un'assimilazione forzata:
ufficialmente non esistevano curdi, solo turchi
delle montagne: la lingua e altri elementi culturali del popolo curdo furono a lungo vietati.
Negli anni '80, i guerriglieri curdi di Siria, Iraq
e Iran, con l'appoggio dell'OLP, organizzarono
spedizioni in territorio turco: migliaia di civili e
di militari persero la vita. L'ingresso in Turchia
di migliaia di profughi curdi in fuga dall'Iraq (in
seguito alla repressione da parte dell'esercito
iracheno, che usò armi chimiche, e della guerra del golfo) ha riportato la questione curda in
primo piano. Nel febbraio 1999, con l'arresto di
Abdullah Ocalan, leader del PKK curdo, i turchi
si sono rimessi sul piede di guerra. Il PKK, dal
canto suo, ha minacciato attentati ai turisti allo
scopo di danneggiare l'economia turca.
Nel 1980 le lotte politiche e il malcontento
civile bloccarono il paese. Gruppi di estrema
destra e sinistra furono responsabili di stragi e
devastazioni, appoggiate da fanatici islamici e
dai sovietici. I maggiori partiti di centro erano
paralizzati e non riuscivano ad eleggere il presidente. I militari intervennero nuovamente,
ma a modo loro, talvolta calpestando i diritti
umani.
Il capo del governo militare, il generale Kenan
Evren, abbandonò la divisa e divenne il nuovo
Le aspirazioni della Turchia ad entrare nell'Unione Europea sono state a lungo ostacolate da
numerose violazioni dei diritti umani, dalla corruzione diffusa, dall'economia instabile e dalla
questione curda.
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Il 17 agosto del 1999 la Turchia occidentale è
stata devastata da un terremoto che ha provocato la morte di 17.000 persone e ne ha lasciate 200.000 senza tetto. Un secondo e grave terremoto si è verificato a novembre dello stesso
anno.
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Il governo del premier socialdemocratico
Bulent Ecevit, eletto nell'aprile 1999, non è
stato in grado di affrontare la situazione di
crisi. Colpito nell'estate del 2002 da una grave malattia, Ecevit ha rifiutato di ritirarsi e di
aprire la strada a un successore, provocando le
dimissioni di molti esponenti della coalizione
di governo. Il partito islamico Giustizia e sviluppo (Akp) di Recep Tayyip, forte della vittoria alle elezioni amministrative del 28 marzo
2004, ha preso la guida del paese e avviato
un vasto piano di riforme per portare la Turchia
ad adeguare i parametri politici ed economci
dell'Unione Europea. La strategia del Primo
Ministro è finalizzata al raggiungimento dello
storico obiettivo dell'ingresso a pieno titolo
della Turchia nell'Unione, ma è osteggiata dallo scetticismo dei governi francesi e tedesco.
Tra i provvedimenti presi dalla Turchia negli
ultimi anni, ricordiamo la riduzione, approvata
dal parlamento nel 2003, del ruolo del potere
militare nella vita politica del paese, e la parziale amnistia concessa ai membri del PKK, molti
dei quali si erano rifugiati nell'Iraq settentrionale. Nel 2004, per la prima volta, la televisio-
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ne turca ha trasmesso un programma in lingua
curda e il governo ha liberato dal carcere quattro attivisti curdi. La Turchia ha inoltre abolito
la pena di morte, tranne che per alcuni delitti
di particolare gravità. Il desiderio di Ankara di
entrare a far parte dell'Unione è vivo da ormai
40 anni. Il trattato di associazione stipulato con
la CEE risale al 1° dicembre 1964 ed è stato
firmato in vista della piena adesione. Solo nel
1987, però, la Turchia è riuscita a conseguire in
via ufficiale lo status di candidato all’ingresso
nella Comunità. Come è stato affermato da fonti autorevoli, la Turchia rischia di diventare nei
prossimi anni un vero e proprio dramma esistenziale per gli europei, costretti a specchiarsi
nelle acque del Bosforo per capire quale davvero sia l'identità dell'Unione e la loro.
L'importanza strategica della Turchia è cresciuta nel settembre 2002, quando è stata
approvata la costruzione dell’oleodotto che,
percorrendo 1.760 km, collegherà Baku (in
Azerbaijan) a Ceyhan (sulla costa turca). La cerimonia è stata poco più che il taglio di un nastro. I lavori veri e propri, condotti dal gigante
britannico British Petroleum, sono cominciati
solo nel 2003 e quando sarà completato l'impianto pomperà petrolio al ritmo di un milione
di barili al giorno.
Finalmente, agli inizi dell'ottobre 2005 è stato raggiunto il tanto atteso accordo per l'avvio
dei negoziati di adesione della Turchia alla UE.
Ankara, da parte sua, ha ratificato la bozza di
intesa approvata in precedenza dai 25 paesi
dell'Unione. Annunciando la fine dello stallo
delle trattative, il vicepremier turco Abdullah
Gul ha manifestato il proprio entusiasmo parlando, per la Turchia, dell'inizio di "una nuova
era". Dopo la trionfale vittoria riportata alle
elezioni del 2007, l’APK rischia di essere messo
al bando perché accusato di non rispettare la
laicità dello Stato.
Date turche
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Primo millennio a.C.: alcuni insediamenti si sviluppano sul Bosforo
VII secolo a.C.: i greci, con il leggendario Bizante, si stabiliscono a Lygos, porto peschereccio sulla
punta del serraglio. Grazie al commercio Bisanzio si sviluppa in fretta.
512 a.C.: i Persiani conquistano Bisanzio, che sarà poi ripresa da una flotta ateniese nel 478 a.C.
343 a. C.: Alessandro Magno conquista Bisanzio.
193 - 196 d.C.: Bisanzio é assediata dall’imperatore romano Settimio Severo. Rasa al suolo, viene ricostruita su piu’ ampia scala.
330: Costantino trasferisce a Bisanzio la capitale dell’Impero Ottomano. La nuova Roma si chiamerà Costantinopoli.
476: in seguito alla caduta di Roma in mano ai barbari, Costantinopoli diventa la capitale dell’Impero
bızantino.
527-565: con Giustiniano l’impero bizantino vive il suo momento di massimo splendore.
1204-1261: nel 1204 i baroni della quarta Crociata distruggono la città e molti dei capolavori che vi si
trovano. Con la benedizione del papa, fondano l’Impero romano d’Oriente. I bizantini riconquisteranno
Costantinopoli nel 1261.
1453: il sultano Mehmet II, che ha già conquistato tutta l’Anatolia, assedia Costantinopoli, che capitola
il 29 maggio 1453 e, diventata capitale dell’impero ottomano, viene ripopolata grazie allo sviluppo del
commercio.
1520-1566: sotto il regno di Solimano il Magnifico, l’impero ottomano raggiunge il suo apogeo.
1616: costruzione della Moschea Blu.
1839-1878: periodo di riforme ispirate dall’Occidente.
1919: in seguito allo schieramento degli Ottomani con i tedeschi durante la prima guerra mondiale, la
città viene occupata dalle truppe anglo-francesi. Mustafa Kemal lascia Istanbul e si dirige a Samsun, da
dove organizza la resistenza popolare contro gli occupanti.
1923: con la ratifica del Trattato di Losanna, che definisce gli attuali confini della Turchia, viene proclamata la Repubblica turca, con capitale Ankara. Gli alleati lasciano Istanbul.
1924: abolizione del Califfato.
1937: proclamazione della laicità.
1938: morte di Ataturk.
1945: passaggio al sistema pluralista.
1960: intervento dell’esercito.
1963: accordo di Associazione tra Turchia e CEE.
1970: colpo di stato militare.
1973: inaugurazione del primo ponte sul Bosforo tra Europa e Asia.
1980: intervento dell’esercito a seguito dell’instabilità politica.
1982: nuova Costituzione e inizio del neoliberalismo politico.
1985: costruzione del secondo ponte sul Bosforo.
1996: unione doganale tra Turchia e UE.
1999: riconoscimento ufficiale della candidatura della Turchia all’UE. Due terremoti del settimo grado
della scala Richter scuotono la zona di Istanbul.
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Geografia
La Turchia è in gran parte situata in Asia, ma una
piccola zona fa parte dell'Europa (pari al 3% del
territorio complessivo del Paese), ha migliaia
di chilometri di coste distribuiti fra Mar Mediterraneo e Mar Nero. Il territorio corrisponde in
massima parte alla penisola Anatolica, un vasto
altopiano che in più punti si innalza in catene
montuose piuttosto imponenti.
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La piccola porzione europea della Turchia corrisponde alla parte orientale della Tracia, pianeggiante e collinare; il resto del territorio è dato
dall'altopiano dell'Anatolia e nella parte più
orientale da alcune catene montuose piuttosto
aspre ed imponenti, che culminano nel Monte
Ararat (5.137 m.), la vetta più alta del Paese, a
pochi chilometri dal confine con l'Iran; le altre
cime principali sono alte attorno ai quattromila
metri, Süphan (4.058 m.), Kaçkar Dagi (3.937
m.) ed Erciyes (3.917 m.).
Le coste turche hanno uno sviluppo di circa
8.000 chilometri, lungo l'Egeo sono anche
piuttosto frastagliate e ricche di isole, che però
appartengono in gran parte alla Grecia, eccetto
Gökçeada (287 Km²), la maggiore del Paese,
ed altre più piccole, di discreta estensione
anche l'isola di Marmara (126 Km²), ubicata
Clima
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nell'omonimo mare, che collega Mar Nero a
Mediterraneo, tramite i famosi stretti del Bosforo (a nord) e dei Dardanelli (ad ovest).
Lo sviluppo idrografico dell'Anatolia non è
molto rilevante, i maggiori fiumi scorrono verso nord e sfociano quindi nel Mar Nero, a partire dal Kizilirmak, il più lungo del Paese con
i suoi 1.355 Km, che compie un giro tortuoso
verso ovest prima di giungere alla foce e dal
Sakarya (824 Km); nella parte orientale della
Turchia nascono due fiumi storici del Medio
Oriente, Eufrate (1.263 Km il tratto turco, totale 2.800 Km) e Tigri (523 Km in Turchia, totale
1.850 Km), nei monti turchi nasce inoltre l'Aras
(1072 Km, di cui 548 in Turchia).
Il maggior lago turco è il Van (3.713 Km²),
ubicato a 1.640 metri d'altezza, ha acque salate ed è privo di emissari; segue il Tuz Gölü
(1.500 Km²), in italiano Lago Salato, un bacino
d'acqua ipersalino, cioè più salato del mare; ad
ovest della città di Konya troviamo poi diversi
altri laghi di buone dimensioni, Beysehir (656
Km²), Egirdir (468 Km²) e Aksehir (353 Km²).
Molti anche i bacini artificiali, i due maggiori
sono l'Atatürk (817 Km²) ed il Keban (675
Km²), entrambi lungo il corso dell'Eufrate.
Il clima della Turchia varia da continentale a mediterraneo a seconda delle zone, spingendosi verso
l'interno dell'altopiano anatolico e
del Medio Oriente le temperature
invernali diventano più rigide e
le precipitazioni sono più scarse,
di contro si hanno estati piuttosto
calde; le zone adiacenti al mare sono
quelle più miti.
Geografia umana
Il Paese è suddiviso amministrativamente
in 81 province, la popolazione urbana è del
77%, in netta crescita negli ultimi anni, per
via di una forte migrazione verso le maggiori città.
I Turchi rappresentano il 76% della popolazione, la minoranza più significativa è
quella dei Curdi (16%), presente soprattutto nella parte orientale del Paese; oltre il 99% degli abitanti è musulmano.
La principale città della Turchia è Istanbul che con 13.710.000 persone è la più popolata d’Europa, anche
se circa il 30% dei suoi abitanti vive nella parte asiatica di questa metropoli; seguono la capitale Ankara
(4.630.000 ab.), posizionata nella zona centrale dell’Anatolia e Smirne (o Izmir, 3.400.000 ab.), sul Mar
Egeo, altre sette città superano il milione di abitanti, Bursa (1.735.000 ab.), Adana (1.635.000 ab.), Kocaeli (1.525.000 ab.), Gaziantep (1.440.000 ab.), Konya (1.110.000 ab.), Antalya (1.075.000 ab.) e Kayseri
(1.005.000 ab.); per tutti i maggiori centri urbani turchi si è verificata una notevole crescita demografica nel
corso degli ultimi anni.
Scuola 2.0
Il caso della Turchia è il più recente e sorprendente. Il sistema scolastico turco è del tutto paragonabile, per numeri, a quello italiano:
le sedi scolastiche turche sono,
infatti, 42.000. Ma in Turchia dal
2012 è stato varato il Piano Fatih.
Si tratta di un progetto di innovazione digitale dell’intero sistema
formativo turco che è in corso
di attuazione in tutte le scuole
dell’infanzia, elementari, medie
e medie superiori del paese. Le
42mila scuole e 570mila classi
del sistema scolastico turco saranno entro il 2015 dotate di connessioni a internet in banda larga,
lavagne digitali e sono in corso di
distribuzione 13,3 milioni di tablet
a tutti gli studenti delle scuole elementari medie e superiori e ai loro
750mila insegnanti.
In questo modo tutte le scuole turche saranno trasformate in classi
e scuole 2.0. La Turchia ha avviato
questo progetto con l’obiettivo di
colmare il gap con le realtà inter-
nazionali più avanzate, di consentire pari opportunità nell’istruzione
a tutti gli scolari – anche nelle zone più remote del paese – e di
migliorare gli apprendimenti attraverso un efficace utilizzo degli
strumenti Ict. L’ipotesi è quella che da qualche tempo molti studiosi
sostengono – e io tra questi -: gli stili di apprendimento dei “nativi
digitali” sono molto differenti dai nostri e la scuola deve gettare un
ponte tra lo stile di insegnamento “gutemberghiano” del corpo docente e il modo in cui studiano e comunicano i loro studenti. Senza
questa azione si rischia una progressiva e irreversibile perdita di
efficacia dell’intero sistema educativo. Analizzando più in dettaglio
il progetto Fatih, esso è strutturato in cinque azioni: 1. la fornitura
di tablet e software, oltre che delle infrastrutture di rete a tutti gli
studenti e gli insegnati; 2. la predisposizione di ambienti virtuali per
l’apprendimento per gestire l’intero processo didattico; 3. la realizzazione, di concerto con editori nazionali e internazionali, di contenuti digitali per l’apprendimento conformi ai programmi di studio: basi
dati disciplinari, e-book e app; 4. la formazione in servizio e continua
degli insegnanti; 5. lo sviluppo di un piano di monitoraggio che permetta di monitorare i progressivi step del progetto e di valutarne gli
effetti di breve, medio e lungo periodo;
Il progetto Fatih si è avviato nel 2010 . Nel 2011 è stata realizzata una fase pilota che ha coinvolto un centinaio di scuole (8500
studenti e circa mille insegnanti). Secondo i risultati di uno studio
indipendente, che ha monitorato il progetto pilota condotto da studiosi della Kırıkkale University nel 2012, il gradimento dell’iniziativa
presso studenti e insegnanti è stato di grande impatto soprattutto
dal punto di vista della motivazione e della recupero di credibilità e
della leadership degli insegnanti nella scuola e nella società. Oggi il
progetto si sta sviluppando in tutta la Turchia e dovrebbe completarsi entro un anno.
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In sicurezza
La Turchia è un Paese a forte affluenza turistica.
Gli episodi terroristici che si sono
registrati, e che hanno coinvolto
in alcuni casi anche località turistiche, evidenziano un generico
possibile rischio di attentati, che
possono verificarsi ormai ovunque nel mondo. E’ consigliato,
pertanto, di adottare opportune
misure di vigilanza durante la
permanenza nel Paese.
Le Autorità locali hanno rafforzato
le misure di sicurezza a tutela dei
turisti e mantengono un esteso
monitoraggio, in particolare nelle
aree orientali e sud orientali del
Paese.
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L’intero Paese e’ a forte rischio
sismico. Frequenti le alluvioni nel
nord-est del Paese.
ZONE A RISCHIO
Dalla fine del 2002, non vi sono
state zone dichiarate soggette
a stato di emergenza. Tuttavia
si invita alla massima prudenza
nelle zone di confine con l’Iraq,
nelle zone al confine con la Siria
a causa della situazione in corso
nel Paese, nelle zone al confine
con l’Iran e in generale in quelle a
presenza curda, in particolare nelle zone montagnose nel Sud Est.
ZONE DI CAUTELA
Allo stato attuale vanno considerate ancora zone di cautela quelle
ad est della linea che unisce le
città di Sivas, Malatya e Mardin.
Si raccomanda una particolare
cautela da parte dei viaggiatori
che intendano recarsi nella zona
orientale della Turchia. Si con-
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siglia vivamente, prima di intraprendere un viaggio in tale area, di
monitorare gli sviluppi della situazione in Iraq e in Siria.
AVVERTENZE
Per quanto concerne la criminalità comune, soprattutto ad Istanbul
e nelle principali destinazioni turistiche, e’ necessario prestare un ragionevole livello di attenzione ed adottare le precauzioni opportune.
Si raccomanda di non accettare offerte conviviali da persone sconosciute incontrate casualmente per strada, per quanto appaiano
amichevoli o affidabili. Specialmente ad Istanbul vi sono stati casi di
truffe perpetrate da malfattori, che, con fare amichevole, conducono i
turisti in locali dubbi, dove per una ordinaria consumazione vengono
presentati conti molto elevati.
Se si è vittima di un reato in Turchia, si può richiedere aiuto rivolgendosi alle Forze dell’ordine ai numeri telefonici 174 o 155, con
l’assistenza del personale dell’albergo o dell’operatore turistico. Per
sporgere denuncia è necessario recarsi presso il Commissariato di
Polizia del luogo dove il reato si è consumato.
In caso di furto o smarrimento di documenti di identità è necessario
effettuare apposita denuncia presso il Commissariato di Polizia del
luogo dove è avvenuto il furto/smarrimento.
Si raccomanda di non scattare foto in zone militari e di edifici militari e si ricorda che vi e’ un forte sentimento di rispetto verso i
simboli dello Stato, in particolare la bandiera e la figura di Atatürk.
Continua a registrarsi un consistente aumento di furti in appartamento e in albergo, soprattutto in quelli che utilizzano carte magnetiche per l’accesso nelle stanze.
Si consiglia di registrare i dati relativi al viaggio che si intende effettuare in Turchia sul sito Dove siamo nel mondo.
Normativa prevista per uso e/o spaccio di droga: la detenzione anche
di modiche quantità di sostanze stupefacenti comporta una pena
da uno a due anni di reclusione. Lo spaccio di stupefacenti prevede,
invece, una pena da 10 a 20 anni di reclusione. In presenza di aggravanti, tale pena può raggiungere i 24 anni di detenzione.
Normativa locale prevista per abusi sessuali o violenze contro minori: sono previste pene molto severe per coloro che compiono reati
di natura sessuale contro i minori. Va ricordato che coloro che commettono all’estero reati contro i minori (abusi sessuali, sfruttamento,
prostituzione) vengono perseguiti al loro rientro in Italia sulla base
delle leggi in vigore nel nostro Paese.
In caso di problemi con le autorità locali di Polizia (stato di fermo o
arresto) si consiglia di informare l’ufficio consolare competente per
la necessaria assistenza.
In salute
Nessuna vaccinazione obbligatoria.
Vaccinazioni consigliate: difterite e
tetano, epatite virale A, epatite virale
B, febbre tifoide, rabbia.
Rischi sanitari: focolai di malaria
lungo il confine con la Siria. Per
conoscere quali farmaci assumere
per la profilassi, i relativi dosaggi, i
tempi, le modalità di assunzione e le
controindicazioni, e comunque quale regime sia preferibile nel vostro
caso, rivolgetevi almeno 15 giorni
prima della partenza al Servizio di
Medicina dei Viaggi della vostra Asl.
In Turchia non è sicuro bere l'acqua
di rubinetto, per cui è consigliabile
consumare solo acqua in bottiglie
sigillate oppure bevande calde. In alternativa l'acqua corrente può essere
trattata facendola bollire per almeno
15 minuti, al fine di garantire la più
efficace delle purificazioni.
Si richiama inoltre l’attenzione sul
rischio derivante dalla presenza di
colibatteri “E” in taluni prodotti e
confezioni alimentari. In particolare, è sconsigliato l’acquisto di carne
macinata e di diversi tipi di antipasti
e insalate miste già confezionate.
Ricordiamo che la Turchia non ha
accordi che prevedano l’assistenza
sanitaria gratuita ai viaggiatori italiani in caso di necessità; consigliamo
di stipulare un'assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura
delle spese mediche, anche l'even-
tuale rimpatrio aereo sanitario o il
trasferimento in altro paese.
Si segnala che le Autorità turche
hanno nel corso del 2011 informato di avere stabilito un numero di
emergenza per i turisti con problemi
sanitari: 112 (in inglese, arabo,
russo, tedesco) e un numero per i
reclami: 184 (nelle stesse lingue).
Per ottenere prestazioni sanitarie
quali ricoveri urgenti, visite mediche
o acquisto di medicinali, i cittadini
italiani sono tenuti al pagamento dei
relativi onorari/spese, che talvolta
possono raggiungere cifre considerevoli. Si segnala che il Consolato
Generale di Istanbul ha concluso
con la Universal Hospital Group
un Protocollo che prevede un
trattamento di favore per tutti
i cittadini italiani presso gli
Ospedali facenti parte del
predetto gruppo; ad Istanbul,
presso l’Ospedale Tedesco
in Sira Selviler Caddesi,
nell’area di Taksim. L’accordo prevede l’applicazione del
45 % di sconto sulle spese
mediche, esclusi farmaci e
cure dentali o estetiche.
Per maggiori informazioni
è possibile contattare il n.
0212 293 2150 - 1577
che garantisce assistenza in
inglese.
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Entrare in Moschea
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Ormai c’ho fatto l’abitudine, il gesto è diventato meccanico e neanche ci penso: via le scarpe prima di entrare,
che tengo in mano e poi depongo negli appositi scaffali
(dopotutto, in Turchia le scarpe si tolgono anche prima di
entrare in casa). Regola aurea o ferrea, fate un po’ voi: ma
da rispettare rispettosamente, senza eccezione alcuna! Un
consiglio spassionato: chi è abituato alle scarpe aperte – o
a chi comunque non ne indossa – è preferibile porti con sé un paio di calzini, camminare scalzi nei luoghi
particolarmente affollati non è una buona idea. Per le donne, c’è sicuramente una richiesta in più: coprirsi il
capo e i capelli con un foulard o una sciarpina, anche se poi nessuno ti sta a controllare come te li sistemi,
se sono coperti più o meno integralmente; anzi, ricordo che a Edirne – nella spettacolare moschea Selimiye
di Mimar Sinan – ognuno faceva un po’ come gli pareva, i controlli erano inesistenti: ma a Istanbul i guardiani sono rigidi e inflessibili, per chi ne è sprovvisto ci sono orrendi fazzolettoni da prendere in prestito all’ingresso. Altri accorgimenti: nelle moschee a più alta affluenza turistica, esistono entrate separate per turisti e
fedeli; in più, non è consentito l’ingresso ai visitatori non musulmani durante le preghiere: che come sapete
non hanno orari fissi, ma cambiano secondo il ciclo delle albe e dei tramonti.
Un’ulteriore complicazione è data dal resto dell’abbigliamento, che può essere giudicato poco consono alla
sacralità del luogo: pantaloncini, gonne troppo corte, scollature eccessive; sinceramente, non so se esisteva
un regolamento preciso – su cosa vietare e cosa no – e se veniva comunque applicato rigorosamente (in
genere, spalle e ginocchia coperte): in ogni caso, il Ministero della cultura e turismo ne ha emanato uno che
non lascia spazio a dubbi e interpretazioni: ed è questa, in definitiva, la ragione del mio post.
ATTENZIONE, il regolamento stabilisce che ai visitatori con tenute poco appropriate verrà negato l’accesso
alle moschee di Istanbul: e con tenute poco appropriate s’intendono vestiti che non coprono l’intera figura
per le donne, oppure magliette senza maniche, t-shirt e shorts per gli uomini; in compenso, verranno forniti
all’ingresso – a chi lo desidera, sempre gratuitamente – degli appositi indumenti riparatori, che verranno
periodicamente lavati. In questo caso, mi astengo dal dare consigli: regolatevi come preferite. Al momento
non è stata indicata una data per l’entrata in vigore di queste disposizioni: si sa solo che verrà fatta una
sperimentazione a Sultanahmet; non sono neanche disponibili immagini di questi indumenti (saranno in
vari colori e non avranno scritte): anche se non frequento abitualmente la zona, vedrò di passarci fra qualche
settimana per vedere di cosa si tratta.
Esperienza Hamman
Una delle basi della religione islamica è la pulizia,
a volte quasi un’ossessione, non per niente il fedele prima di pregare in moschea si lava accuratamente per purificarsi. In quest’ottica vanno viste
anche le usanze che vietano di entrare in casa con
le scarpe o che non vedono di buon occhio la presenza di animali domestici.
La tradizione di costruire bagni pubblici all’interno delle città risale all’antica Roma, con le Terme
che abbinavano le avanzate conoscenze ingegneristiche ad uno sviluppato gusto per il comfort.
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Gli ottomani hanno preservato questa tradizione
combinandola con tratti distintivi della loro cultura
ed è così che nascono i cosiddetti “Bagni turchi”.
Gli Hamam storici hanno tutti la stessa struttura
a cupola centrale, con piattaforme in marmo alla
base, usate per distendersi e praticare i massaggi.
Già nel Medio Evo in Europa la tradizione delle terme era in netta decadenza, mentre nell’Impero Ottomano, per le ragioni esposte prima, la tradizione
rimaneva vivissima. Ed è rimasta viva fino a pochi
anni fa, dato che fino agli anni ’50-’60 non tutte
le case erano dotate di servizi interni con acqua
corrente, quindi l’Hamam assolveva la funzione
principale proprio di pulizia. La gente comune di
ogni classe sociale vi si recava essenzialmente per
lavarsi. Ma non solo. L’Hamam aveva anche delle
importanti funzioni sociali, era punto di ritrovo e di
intrattenimento, nel passato era comune mangiare
al suo interno, ed anche organizzare cerimonie di
pre-matrimonio, con le donne che disegnavano
ricami di henna sulle mani intonando insieme
canzoni tipiche.
Al giorno d’oggi le abitudini igieniche all’interno
delle case sono cambiate considerevolmente, tutti
possiedono bagni ed acqua corrente, quindi era
inevitabile che la tradizione poco a poco si spegnesse fin quasi a sparire. In realtà ad Istanbul ci
sono ancora attivi una sessantina di Hamam, ma si
dividono in due categorie. I quattro o cinque “Hamam storici” che purtroppo si sono trasformati in
vere trappole per turisti ed in cui un turco non si
sognerebbe mai di entrare, e tutti gli altri piccoli
Hamam di quartiere, quasi sempre desolatamente
vuoti e spesso con condizioni igieniche piuttosto
dubbie. Inevitabilmente questi piccoli hamam
saranno costretti a chiudere in breve tempo, se
non saranno in grado di reinventarsi e di dirigersi
nella direzione in cui spinge il mercato. Un turco
che vuole ricevere un buon trattamento di bagno
turco e di massaggi al giorno d’oggi va in una Spa,
le catene di grandi alberghi infatti offrono servizi di
eccellente livello (sicuramente molto più elevati rispetto ai servizi offerti dagli hamam storici) a prezzi
convenienti.
Cosa rispondere quindi ai turisti (praticamente tutti!) che vogliono fare un’esperienza di Hamam ad
Istanbul? Diciamo che rimane comunque un’esperienza affascinante, in gran parte per lo splendore
delle architetture interne, ma bisogna essere consapevoli che molto probabilmente ne uscirete con
una sensazione di delusione. Cosa ci può essere di
tradizionale in un luogo frequentato dal 100% di
turisti? Evidentemente poco o niente. Se penserete
di essere trattati come un pollo da spennare, beh,
sappiate che in questo caso lo siete…
Sia ben chiaro che non vogliamo consigliarvi di evitare questa esperienza, cerchiamo solo di mettervi
in guardia e di fornirvi le indicazioni per avere un
approccio più consapevole ad essa.
Se deciderete di provarli, sappiate che in genere
pagherete un prezzo elevato (dai 30 ai 50 euro in
base al tipo di trattamento), che spesso sarete anche costretti ad acquistare guanti o saponi, che se
capitate in orari o periodi di punta verrete trattati in
maniera molto sbrigativa e a volte scortese, che la
mancia è assolutamente obbligatoria.
Fasi del bagno turco
Negli Hamam, come da tradizione, vige la separazione dei sessi, quindi sono divisi in parte maschile e parte femminile, ma alcuni Hamam (ad
esempio il Süleymaniye) sono misti. Ogni Hamam
è diviso in 3 zone. La prima zona si chiama camekan ed in pratica è una sorta di vestibolo, in
cui ci si può sedere e rilassare bevendo una tazza
di tè (sia prima che dopo il bagno), in questa zona
ci si spoglia e si riceve il pestemal, una pezza
di tessuto per coprire le parti intime. In seguito
si entra nel sogukluk, una stanza di transizione
che permette di acclimatarsi prima di entrare
nell’hararet, il vero e proprio centro dell’hamam,
la stanza calda e piena di vapore in cui rilassarsi
e sudare prima di effettuare il bagno.
Nel centro dell’hararet c’è la grande lastra di
marmo chiamata göbektası, proprio qui, distesi
a pancia in giù, potrete ricevere i due trattamenti
principali. La kese è la tradizionale pulizia della
pelle che viene strofinata a fondo con un guanto di crine, in questo processo viene eliminata la
pelle morta ed in seguito si procede a sciacquare
con acqua calda. Subito dopo viene praticato un
massaggio, normalmente abbastanza rude, della
durata variabile di 5 o 10 minuti e si procede al
lavaggio finale con acqua calda e sapone. Il massaggio è chiaramente opzionale e sarete voi a
decidere se avvalervene guardando le relative
tariffe prima di entrare, se non volete potete lavarvi da soli o farvi lavare e “strofinare” da amici
o parenti.
Normalmente si rimane all’interno dell’hararet
cira un’ora o un’ora e mezza.
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Istanbul
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La magica città dei minareti
I minareti che dominano lo skyline di Istanbul, avvisano che quella in cui state per entrare è una
città dal fascino incredibile, romantica e misteriosa, antica eppure all’avanguardia. E’ una delle
città più belle del mondo, conosciutissima per il ruolo importante avuto in passato, quando
ancora si chiamava Bisanzio dapprima e Costantinopoli poi.
Le origini di questa città sono da collegare ai coloni greci di Megara intorno al 667 a.C, furo-
16
no loro a chiamarla Bisanzio per
omaggiare il proprio re Byzantas.
Fu l’arrivo dei romani, nel corso
del 300, a trasformare Bisanzio in Costantinopoli, ovvero
bella città di Costantino. Prima
di finire tra le mani dei turchi
ottomani, che ribattezzarono la
città con il nome con cui oggi la
conosciamo, Istanbul divenne
capitale dell’Impero Bizantino.
Tutte queste dominazioni, queste
diverse popolazioni che hanno
abitato questa zona sono ancora
oggi ben presenti nei musei, nei
monumenti che sono il vanto di
questa città e che rientrano, dal
1985, nella lista dei patrimoni
dell’Umanità dell’Unesco.
Sebbene Istanbul non sia la capitale della Turchia (funzione che
spetta ad Ankara) rappresenta il
fulcro economico, industriale e
culturale di questa nazione. La
città di Istanbul si estende sulle
sponde del Bosforo, lo stretto che
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separa il Mar Nero dal Mare di Marmara e che quindi segna la linea
di confine tra l’Asia e il Vecchio Continente.
Istanbul è attraversata dal Corno d’Oro, ovvero l’estuario del Bosforo
che divide in due la città formando un porto naturale bellissimo. Si
tratta di una città animata e vivace, capace di offrire ai suoi visitatori
alcuni splendidi esempi delle architetture tipiche della pietà islamica, le moschee, e nello stesso tempo permettere al turista di godere
di eventi culturali internazionali. Città ambigua e per certi versi contraddittoria, dove il passato e il futuro sembrano procedere a braccetto: tutti questi contrasti e queste diversità sono la vera chiave del
successo turistico di Istanbul.
Nei mesi estivi le strade sono piene e affollate: il periodo migliore
per godersi sul serio questa città è la primavera (da aprile a giugno)
e l’autunno (nei mesi di settembre e ottobre) quando il clima è caldo,
ma senza eccessi (le temperature in questo periodo sono in media
dai 16 ai 25 gradi). Raggiungere Istanbul è semplicissimo, compagnie nazionali e low cost atterrano all’aeroporto di Istanbul Atatürk, il
principale hub turco situato nella parte europea della città.
La magia di questo posto non ha limiti. Lo diceva anche nell’ottocento il poeta, storico, politico e scrittore francese Alphonse De Lamartine: “Se a un uomo venisse concessa la possibilità di un unico
sguardo sul mondo, è Istanbul che dovrebbe guardare. Qualcosa
vorrà pur dire, no?”
Spostarsi
Ad Istanbul purtroppo gran parte del trasporto pubblico è basato sugli autobus, la metropolitana è ancora
molto limitata, anche se negli ultimi anni sono stati fatti molti investimenti in tal senso, raddoppiando i chilometri dell’unica linea esistente e procedendo con i lavori sulle nuove tre linee. Anche le scoperte archelogiche
influiscono sulle tempistiche, avendo bloccato di fatto i lavori sulla linea di Yenikapı. Lo stesso tunnel che
passerà sotto il Bosforo (Marmaray Project) è stato bloccato per gli stessi motivi, tanto che si è deciso di aprire
un museo proprio all’interno della nuova metro.
Per i turisti in visita ad Istanbul può essere sicuramente un problema capire l’organizzazione e la struttura del
sistema di trasporto, districarsi fra le varie tariffe, scegliere fra i numerosi mezzi di trasporto a disposizione,
valutarne le differenze e le peculiarità. Istanbul è una città che può essere visitata a piedi, ma considerando
le distanze, qualora si decidesse di non usare mai i mezzi di trasporto, ci si priverebbe di visitare molte zone
importanti.
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Autobus E’ il mezzo in assoluto più usato dagli
abitanti di Istanbul e anche da noi, ha un rete
molto capillare che copre tutta la città da Beylikdüzü a Pendik. Su alcune linee i collegamenti sono
talmente frequenti che passa un autobus ogni 30
secondi, salvo poi bloccarsi per via del traffico. Sono
in funzione fino alla mezzanotte ma per alcune tratte viaggiano 24 ore su 24.
Ci sono vari tipi di autobus. Quelli della Municipalità sono di colore: bianco-rosso (quelli più vecchi),
verde (quelli più moderni) e viola (quelli eco-friendly introdotti da poco e che sostituiranno nelle previsioni tutti gli altri). Gli autobus blu invece sono
per metà privatizzati, ma totalmente integrati nel
sistema pubblico ed attuano le stesse tariffe, quindi
per gli utenti non c’è nessuna differenza.
Normalmente non è un mezzo che viene molto
usato dai turisti, perchè non è intuitivo districarsi
fra le varie destinazioni e perchè gli autobus non
passano da Sultanahmet. Ma all’occorrenza e vincendo la diffidenza iniziale possono rivelarsi molto
utili. I capolinea da segnalare sono Eminönü, Kabataş, Taksim, Beşiktaş, Kadıköy, se vi trovate in qualsiasi zona della città e non sapete come riportarvi
in centro, cercate la fermata più vicina e salite sul
primo bus diretto ad Eminönü o a Taksim.
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La società della Municipalità responsabile della
circolazione degli autobus è la IETT.
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Metropolitana Attualmente è attiva una sola
linea di metropolitana, indicata nella nostra cartina con la sigla M2, si tratta peraltro di una linea
che parte da Taksim e va verso nord, in quello che è
il distretto finanziario-commerciale di Istanbul. Le
fermate di Şişli e Levent ad esempio sono molto
usate da chi si reca negli uffici dei molti istituiti
bancari o nei vari centri commerciali, ma raramente saranno usate dai turisti. Sappiate quindi
che esiste ma che probabilmente non avrete la
necessità di utilizzarla. Le linee M3, M4, M5 ed M6
sono attualmente in costruzione e collegheranno
al centro le periferie est ed ovest. In funzione dalle
ore 6 fino alle 24.
Metropolitana di Superfici Attualmente è attiva solo la linea indicata con la sigla M1, si tratta in
sostanza di una metro ma non sotterranea, la linea
va da Aksaray fino all’aeroporto Atatürk, è quindi molto comoda per gli spostamenti dall’aeroporto verso il centro come indicato nel nostro articolo
più specifico sull’argomento. Altra fermata che
potrebbe essere importante per i turisti è quella
dell’Otogar, la grande stazione degli autobus, dalla quale partono pullman per tutte le destinazioni
della Turchia. In funzione dalle ore 6 fino alle 24.
Tram Fortunatamente ha poco a che vedere con
i tram italiani, è moderno, funzionale, comodissi-
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mo anche per disabili o carrozzine, veloce e puntuale (ne parte uno ogni 5 minuti). E’ strutturato
su un’unica linea T1 che passa da Sultanahmet e
tocca molte destinazioni importanti, per questo è
assolutamente consigliato il suo utilizzo. I due capolinea sono Kabataş e Bağcılar. A Zeytinburnu è
possibile effettuare il transfer per la linea M1 che
conduce fino all’aeroporto Atatürk. In funzione dalle ore 6 fino alle 24. La società della Municipalità
responsabile della circolazione di Metro e Tram è la
Istanbul Ulaşım.
Tünel La seconda metro più vecchia del mondo
costruita nel 1875. In realtà si tratta di una funicolare sotterranea, chiaramente modernizzata,
costituita da sole due stazioni (partenza e arrivo)
che collegano Karaköy e Beyoğlu (zona di Galata).
Inaugurata il 17 gennaio del 1875 è la seconda
più antica linea sotterranea urbana al mondo
dopo la metropolitana di Londra (1863).Progettato dall’ingegnere francese Eugène-Henri Gavand
venne fatto realizzare dal sultano Abdulaziz con lo
scopo di rendere facile e veloce il collegamento tra
il distretto marino di Karaköy con quello collinare
di Beyoğlü che si trova a circa 60m sul livello del
mare. All’origine la funicolare trasportava quası
40mila passeggeri al giorno!
Oggi le cose sono cambiate ma il Tünel resta
parte integrante della rete dei mezzi di trasporto
pubblico di Istanbul. In circa 90 secondi potete
raggiungere comodamente queste due zone con
quello che il suo progettista definì “un genere di
ascensore per la salita e la discesa”.
Indicata nella cartina dalla sigla F2 è molto comoda
per raggiungere rapidamente Istiklal quando ci si
trova nei pressi del Ponte di Galata, evitandosi così
una faticosa salita. Per il tragitto inverso non è strettamente necessario utilizzarla dato che ci vogliono
5 minuti a piedi. In funzione dalle ore 7 fino alle
22.45.
Funicolare Kabataş-Takism E’ la seconda funicolare sotterranea di Istanbul, indicata con F1,
inaugurata nel 2006. Collega lo snodo di Kabataş
(capolinea del tram T1 ed importante porto per i
traghetti) direttamente a PiazzaTakism in meno di
2 minuti. In funzione dalle ore 6.15 fino alle 24.
Tram Nostalgico Non solo pittoresco ma anche
utile tram (T5) che percorre istiklal Caddesi per tutta
la sua lunghezza, partendo da Taksim ed arrivando
fino a Tünel. Da utilizzare per scattare qualche bella
foto ma anche se si ha fretta e si vuole evitare di
percorre a piedi il chilometro e mezzo più affollato
di Istanbul. Da una decina d’anni un tram gemello
(T3) percorre un anello nel lato asiatico, nel quartiere di Kadıköy. In funzione dalle ore 7 fino alle 20.
I tram di queste due linee sono conservati in condizioni perfette e risalgono ai primi anni ‘50 del
secolo scorso.
E’ da qualche anno e primo caso al mondo, sul
finire del giorno, attaccato al tram della linea Taksim-Tünel vi é un vagone-palco (Tramvay Sahne)
che trasporta un gruppo musicale che si esibisce
dal vivo. Sono sopratutto band di giovani che hanno la possibilità di realizzare un live lungo tutta la
linea del tram che attraversa l’İstiklal Caddesi, una
delle strade pıù frequentate e famose dell’intera
metropoli.
prevalentemente ai pendolari quindi poco utile ai
turisti.
Treno Suburbano (Banliyö Treni): Due treni (B1
e B2) che partono dalle due stazioni principali di
Istanbul ogni 20 minuti e collegano le periferie est
ed ovest costeggiando il mar di Marmara. Utile ai
turisti per il tratto che dalla stazione di Sirkeci porta
a Cankurtaran ed in zona Kumkapı. In funzione
dalle 5.45 alle 24. La società responsabile della
circolazione dei treni suburbani è la TCDD.
Teleferica Eyüp-Pierre Loti Collega il porto di
Eyüp sul Corno d’oro fino al panoramico Cafè Pierre
Loti. In funzione dalle ore 8 alle 22.
Traghetti A Istanbul i traghetti (vapur) sono
mezzi di trasporto molto usati specialmente da chi
lavora nel lato Europeo ma abita nel lato asiatico
o vice versa. E’ il metodo migliore per portarsi da
una sponda all’altra della città ed anche per godersi una traversata sul Bosforo al prezzo di un
normale biglietto. I due approdi sul lato asiatico
sono Üsküdar e Kadıköy, mentre dal lato europeo
i porti sono Eminönü, Kabataş e Beşiktaş. Le partenze sono molto frequenti e si possono visionare
gli orari all’interno del sito di Şehir Hatları (la
compagnia della municipalità). Importante anche
ricordare che è possibile raggiungere facilmente
le Isole dei Principi da Kabataş con 8 collegamenti
giornalieri. Oltre a Şehir Hatları svolgono servizio di
traghetti anche 2 compagnie private ma integrate
all’interno del sistema di trasporto pubblico: Dentur e Turyol.
Metrobüs Una soluzione temporanea ma efficace realizzata dalla municipalità. E’ semplicemente
un autobus che viaggia
su una corsia preferenziale al centro della strada e
quindi senza traffico (MB).
Attua un percorso quasi
circolare e periferico, serve
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Biglietti e Tariffe
Prima di tutto vi informiamo di una cosa: non esiste
nessun tipo di abbonamento per i mezzi pubblici, nè
giornaliero nè settimanale.
Esiste solo un abbonamento mensile (Mavi Kart)
riservato però solo ai cittadini turchi. Gli studenti
stranieri in Erasmus possono acquistare una speciale
carta per studenti con tariffe agevolate.
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Su molti dei mezzi pubblici
finora citati è possibile utilizzare i gettoni (jeton) di
plastica e di colore rosso.
Il costo di un gettone è di
3 Lire e sono acquistabili
facilmente dalle numerose
macchinette o dai chioschi
che si trovano alle fermate
del tram, della metro o dei
traghetti. Il funzionamento è semplice, si inserisce
il gettone e si passa attraverso i tornelli. Fate però
attenzione ad una cosa: per
i traghetti non potete usare
i gettoni validi per il tram e
vice versa.
Ci son però delle eccezioni, la più importante delle
quali è costituita dagli autobus, in questi ultimi non
vi sono tornelli e quindi
non è possibile utilizzare i
gettoni. Bisogna quindi per
forza acquistare un biglietto
elettronico (valido peraltro
anche su tutti gli altri mezzi
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pubblici), ma che ha un prezzo di 4 Lire, quindi maggiorato rispetto al gettone. E’ possibile anche acquistare
un biglietto valido per due corse al prezzo di 7 Lire, per
5 corse al prezzo di 15 Lire e per 10 corse al prezzo di
28 Lire. Anche per il metrobüs e per il tram nostalgico
valgono le stesse regole. Per il treno suburbano oltre al
biglietto elettronico è possibile fare un vero e proprio
biglietto cartaceo all’interno della stazione.
Consiglio
Il nostro consiglio è però quello di acquistare la Istanbul
Kart, una carta ricaricabile valida su tutti i mezzi pubblici che nel 2011 ha progressivamente sostituito il vecchio akbil. Utilizzando la Istanbul Kart si risparmia innanzi tutto sul prezzo della singola corsa, in quanto per
qualsiasi mezzo pubblico si paga 1,95 Lire. Inoltre ogni
qualvolta si effettua un transfer da un mezzo pubblico
ad un altro (ad esempio se si prende un autobus e subito
dopo si sale sulla metro, oppure se si prende un traghetto
e subito dopo si sale su un tram) si paga 1,25 Lira invece
di 1,95. E’ possibile effettuare 5 transfer nell’arco di 2 ore.
La Istanbul Kart è comoda perché è valida senza limiti di
tempo, teoricamente vale per sempre, per averla si paga
un deposito di 7 Lire ma prima di partire è possibile restituirla e sarà restituito un importo variabile fra le 5 e le
7 Lire. Ovviamente non è necessario prendere più di una
Istanbul Kart anche se si fa parte di un gruppo numeroso,
ne basta una dato che è possibile ricaricarla col credito
necessario per tutti. Il credito che rimane sulla carta non
è però rimborsato. Si trova in tutti i chioschi con scritta
AKBIL e macchinette alle fermate di tram, metro, autobus e traghetti, si può acquistare alle macchinette anche
all’aeroporto Atatürk. Per utilizzarla è sufficiente farla
passare davanti ai sensori dei tornelli ed attendere il bip
di conferma. Si ricarica facilmente negli stessi chioschi in
cui si acquista oppure tramite le apposite macchinette.
Alcune corse di autobus e di traghetti hanno delle tariffe
maggiorate, ad esempio i traghetti per le Isole dei Principi e tutti gli autobus che attraversano il Ponte sul Bosforo
applicano tariffa doppia.
Altri mezzi di trasporto
Dolmuş: Sono dei mini-bus che hanno la
funzione di taxi collettivi molto diffusi
in tutta la Turchia. Effettuano dei tragitti
specifici e partono uno dietro l’altro non
appena tutti i posti all’interno sono stati
occupati. La parola dolmuş significa infatti “pieno”. I più tipici sono di colore giallo
e hanno una capienza di 8 posti, ma sono
diffusi anche quelli da 15 posti di colore
azzurro chiaro. Le tratte più utili sono Taksim-Kadıköy
e Taksim-Beşiktaş. Sono in funzione 24 ore su 24.
Taxi: Istanbul é una delle città col numero di taxi più
elevato al Mondo. In realtà è un mezzo molto usato dagli stessi abitanti e non solo dai turisti dato che effettivamente le tariffe sono convenienti, soprattutto se si è
in 4 persone. La tariffa base è di 2,5 TL + 0,16 Lire ogni
100 metri. I taxisti di Istanbul sono però famosi per
fregare i turisti stranieri, ultimamante lo fanno sempre
più spesso e con modalità davvero sfacciate. Fate quindi
molta attenzione. Come regola generale bisognerebbe
pretendere che venga inserito il tassametro, ma in questo caso se il taxista non è onesto potrebbe portarvi a
spasso per un’ora riportandovi al punto di partenza. E’
consigliabile quindi trattare il prezzo a priori, ma non
sparate cifre a caso! Ci è capitato di sentire alcuni turisti
felici di aver contrattato una tariffa di 25 Lire per un
percorso che in realtà costerebbe la metà! Quindi sappiate che un tragitto standard Sultanahmet-Taksim oppure Taksim-Ortaköy dovrebbe costare in media sulle
12 Lire, massimo 15. E’ difficile che nel centro cittadino
possiate fare tragitti superiori ai 7-8 chilometri, quindi
al massimo si tratta di 20-25 Lire, se vi sparano il classico 50 Lire non pagate e chiamate la polizia!
Autobus del mare (Deniz otobüsü): La compagnia IDO
effettua collegamenti veloci all’interno del Mar di Marmara, collegando Istanbul dal porto di Yenikapı fino a
Bostancı, Isole dei Principi, Bandırma, Bursa, Yalova,
Marmara Adası e Avşa Adası. Tariffe ed orari possono
essere visionati sul sito dell’Ido.
Consigli appena siete atterrati ad
Istanbul all’Atatürk Airport
Usciti dall’aeroporto potete prendere
le navette della HAVATAŞ per arrivare
a piazza Taksim. La bigliettazione é
fatta all’ınterno dell’autobus, costa
10 Lire Turche (meno di 4 euro) a persona e la partenza é effettuata ogni
30 minuti. Solo dopo le 1:00 di notte
e fino alle 4:00 non é disponibile
questo servizio.
La durata del tragitto varia dai 40
minuti ad oltre un ora negli orari di
punta.
Prima di arrivare a Taksim vengono
effettuate delle fermate intermedie:
Bakırköy (nelle vicinanze della stazione dei ferryboat della İDO); Yenikapı
(a 50 metri dalla stazione per prendere o la METRO2 o il Marmaray); Aksaray (Per la METRO1 o se diretti nelle
vicinanze di Sultanahmet).
A Taksim, vicino all’ingresso del
POINT HOTEL, sono presenti anche
le navette per l’eventuale rıtorno
all’Atatürk Airport e lo stesso servizio
é disponibile anche per l’aeroporto
di Sabiha Gökçen che si trova nella
parte asiatica di Istanbul, con un biglietto che costa 13 Lire Turche e un
tempo di percorrenza variabile dai
45 minuti (di notte) a un’ora e mezza
(nelle ore di punta).
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Ma quanto grande è Istanbul?
Quante volte mi é stata rivolta questa domanda alla quale ho sempre risposto con un sorriso
perché davvero provo difficoltà nel cercare di far
immaginare l’estensione di una megalopoli che
ospita 14milioni di abitanti! Ad Istanbul una cosa
é certa: dovunque posi il tuo sguardo vedi sempre
Istanbul.
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L’immagine in basso che riprende Istanbul di
giorno é stata scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) il 16 Aprile 2004. Naturalmente i
margini dell’intera area metropolitana sono visibili
maggiormente in notturna, come potete notare
a destra in uno scatto del 9 Agosto 2012 sempre
dalla ISS.
Sono visibili i 31 chilometri dello Stretto del Bosforo che separano le due metà della città collegando
il Mar di Marmara con il Mar Nero; le ampie zone
boscose e collinari; l’arcipelago delle Isole dei Principi; la parte vecchia di Istanbul sul famoso Corno
d’Oro che occupa il punto di rilievo dell’ingresso
meridionale dello stretto.
Le linee luminose che notate sono le principali arterie di traffico che attraversano tutta l’area metropolitana e con un po’ di attenzione potete scorgere,
sempre grazie alle loro illuminazioni, anche i due
ponti sul Bosforo che uniscono il versante europeo
con quello asiatico.
Infine sono visibili anche i due aeroporti internazionali: in basso a sinistra é riconoscibile quello di
Atatürk mentre in basso a destra si scorge quello di
Sabiha Gökçen.
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Istanbul è una megalopoli con un’estensione del territorio davvero rilevante e
che non ha eguali in Europa, infatti da
nord a sud e da est ad ovest l’estensione
supera i 100 chilometri. E certamente
Istanbul , con oltre 13 milioni e mezzo
di abitanti è la metropoli più popolosa in
Europa, giusto per dare la proporzione :
Londra ha 7 milioni e mezzo di abitanti,
Parigi e Roma meno di 3 milioni e Milano meno di 1 milione e mezzo e Berlino 3 milioni e mezzo. abbondantemente
triplicati. Questo non deve far pensare
ad Istanbul come una città disordinata ,
sporca o peggio ancora non sicura , anzi
al contrario , Istanbul è una città molto
sicura , Istanbul di fatto è considerata
una delle città in assoluto più sicure al
mondo , in particolare rispetto a crimini rilevanti. Istanbul sorge su 7 colli
( sì, come Roma !) ed è composta da 27
quartieri o meglio potremmo dire da 27
piccole cittadine , ciascuna amministrata
autonomamente, ma tutte facenti parte di
Istanbul , insomma per molti versi, come
Los Angeles . Istanbul è praticamente
divisa a metà dal Bosforo . I ponti che
collegano le 2 parti di Istanbul, quella europea e quella asiatica sono 2 . Inoltre,
Il 29 ottobre 2013 è stato inaugurato il
tunnel sotto il Bosforo che collega la par-
te europea alla parte asiatica di Istanbul.
Andando ad Istanbul per una vacanza è
chiaro che i quartieri storici vanno assolutamente visitati anche perché , la maggior parte di monumenti di Istanbul si
trovano lì, ma questo non significa che
dobbiate vedere solamente quelle zone
perché Istanbul ha molto di più e può
mostrare anche il suo lato più genuino.
Ma vediamo qui sotto quali sono i quartieri di Istanbul da non perdere.
QUARTIERI CLOU
Il distretto di Fatih comprende molti quartieri suggestivi,
essenzialmente si tratta di tutta la vasta area all’interno
delle antiche mura di Istanbul, quindi il cuore della vecchia Istanbul con molte cose conosciute ed alcuni angoli
da scoprire.
Ovviamente Sultanahmet è quello che tutti conoscono e
tutti visitano si tratta infatti del quartiere più famoso di
Istanbul, meritatamente, perché è splendido ed ospita i
maggiori monumenti di Istanbul, non a caso è Patrimonio
Unesco, ma ovviamente , è il più frequentato da turisti.
Non c’è nulla di demoniaco in questo, dopotutto, se andate ad Istanbul in vacanza, siete turisti... La cosa migliore
da fare per visitare Sultanhamet è quella di assaporarne
il fascino scoprendola a piedi. Non è indispensabile soggiornare a Sultanahmet ma è imperdibile una visita accu-
rata. Il nostro consiglio è quello di soggiornare in questo
quartiere sopratutto se amate gli alberghi in stile e se vi
piace essere comodissimi a molti dei monumenti e musei
principali di Istanbul ma, al tempo stesso, vi suggeriamo
di non fossilizzarvi solo su Sultanhamet ed i suoi dintorni,
molto meglio spaziare alla scoperta di tante altre zone,
alcune anch’esse molto turisticizzate, altre assolutamente
più genuine, che Istanbul ha da offrire.
Restando a Fatih, ma attraversando il ponte di Galata cioè
Karaköy, molto meglio se a piedi, vi godrete lo spettacolo
incantevole che offrono Bosforo e Corno d’oro, e potrete
visitare un altro quartiere storico di Istanbul il quartiere di
Eminönü, la zona dei Bazaar e dei vicoli e vicoletti caratteristici nei quali si trovano alcune fra le più belle moschee
della città. Eminönü è anche il quartiere dei famosissimi
panini con il pesce, uno dei più apprezzati cibi da strada di
Istanbul. Proseguiamo con Fener e Balat tra i quartieri più
popolari dentro le mura si trovano e sempre nel distretto di
Fatih sulle rive del Corno d’Oro , e sono molto caratteristici
con strade ripide, tipiche case ottomane coloratissime, con
i bimbi che giocano in strada. Balat era l’antico quartiere
ebraico di Istanbul.
Ancora nel distretto di Fatih troviamo Samathia o Koca Mustafa Pasha, sul Mar di Marmara, caratterizzato da molte
chiese greche ed armene, e Sulukule, storico quartiere
Rom. Se volete provare un vero Kebap, la zona di Horhor
può essere ideale e non avrete che l’imbarazzo della scelta
visto i numerosissimi ristoranti tipici generalmente molto
buoni.
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Quartieri di Istanbul
Istanbul vive su due continenti. Unica città al mondo che si divide in parte asiatica e parte europea e che
porta questa sua dicotomia intrinseca a caratterizzare ogni quartiere ed ogni strada della città.
È lavoro arduo elencare ogni singolo quartiere di Istanbul essendo una città con un’estensione notevole
(circa 5.343km² ). Vi elenchiamo alcuni quartieri che, per la nostra esperienza, possono rispondere a diverse
esigenze e gusti a seconda di dove lavoriate o studiate e cosa amiate fare nel vostro tempo libero.
(Il nostro elenco non comprende quartieri storici e turistici perchè non considerati da noi zone ottimali per
vivere).
Tarlabaşı, quartiere vivace, colorato e popolare. Essendo in zona centralissima, sta vivendo una fase di
riqualificazione che ne modificherà le caratteristiche tradizionali. Da molti abitanti di Istanbul è considerato
pericoloso. Fino a pochi mesi fa i prezzi erano medio – bassi ma dopo questo progetto di riqualificazione
sospettiamo possa diventare uno dei quartieri più in voga della città.
Ortaköy: quartiere magico affacciato sul Bosforo sotto il primo ponte. Questo quartiere è rinomato in particolar modo per passare una piacevole serata o la domenica pomeriggio, mangiando Kumpir o per deliziarsi
del favoloso panorama che si può godere sulla parte asiatica. A causa della sua popolarità, i prezzi sono
generalmente molto alti nei caffè e ristoranti con vista sul Bosforo. Servito dagli autobus e con problemi di
traffico durante il tardo pomeriggio e la sera nei weekend.
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Beşitaş grazie alla sua posizione è da considerarsi un quartiere abbastanza caro. Affacciato sul Bosforo, ben
connesso tramite autobus, traghetti verso la parte asiatica, dolmuş e minibüs, Beşitaş è vivace e giovane.
Molto comoda per coloro che lavorano sulla sponda europea.
Üsküdar, ricco di moschee caratterizzate da un’impressionante architettura, è sicuramente un quartiere
tradizionale dal punto di vista sociale e religioso. E’ ad ogni modo un quartiere molto colorito e con un
bellissimo mercato che offre cibi di ottima qualità. Servito piuttosto bene dai mezzi. Da questo quartiere è
facile raggiungere la parte europea della città, sia grazie ai traghetti che grazie al Marmaray. I prezzi sono
da considerarsi accessibili.
Bakırköy, quartiere ricco di negozi, piccoli centri commerciali e ristorantini. Si affaccia sul bosforo e anche
se non si trova in una zona centralissima, è una delle stazioni ferroviarie. Servita da innumerevoli autobus,
miniautobus e traghetti (diretti anche verso la sponda asiatica).
Fener e Balat si trovano sul corno d’oro, vicino al mare. Quartieri molto popolari, adesso in via di ristrutturazione, caratterizzati da case molto colorate e caratteristiche dell’impero ottomano. Strade affollate e vivaci
appena si apre la bella stagione e sempre più ritrovo di artigiani ed artisti che dicidono di aprire il loro Atelier
Il rapporto qualità prezzo per affitti e costo della vita sono molto buoni, ma si prevede a breve un aumento
dovuto agli investimenti per il riqualificamento del quartiere. Servito scarsamente dai mezzi di trasporto, ci
sono autobus che collegano il quartiere con i quartieri limitrofi ma per percorsi a lunga tratta è necessario
cambiare mezzo. C’è un ambia varietà di negozi per tutte le tasche.
Kartal situato alla periferia della città, i prezzi del quartiere sono molto più accessibili rispetto al centro
asiatico di Kadıköy. Ben collegata grazie alla nuova metro e ai minibus. Molto tranquillo, con zone verdi
lungomare.
Kadıköy e Kartal abitato specialmente da famiglie giovani. Fuori dal centro della città è ora però più
accessibile grazie alla nuova linea della metropolitana. Ricco di negozi, centri commerciali e bar. I prezzi
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sono in aumento rispetto al passato ma accessibili.
Ataşehir, moderno quartiere nella periferia di Istanbul, offre residenze di lusso per coloro che dispongono
di salari molto alti. Ospita uffici ed è uno dei centri del commercio e di affari. A questo quartiere è stato assegnato il premio “Habitat Prize”, strutture come campi da tennis, palestre e cinema rendono questo quartiere
piacevole per vivere.
Kadıköy (Bostancı), uno dei centri moderni della parte asiatica. Kadıköy è un bellissimo quartiere dotato
di un lungo mare nel verde e molte zone tranquille, a misura d’uomo, dove si trova cultura, divertimento
e possibilità di fare sport all’aperto. Ottimamente servito dai mezzi di trasporto, è da poco attiva anche la
metropolitana che fa capolinea proprio in questo quartiere. I prezzi sono accessibili e variano molto a seconda
delle zone.
Cihangir, quartiere particolarmente in voga per gli occidentali che vivono a Istanbul, limitrofa a piazza
Taksim, è una delle zone più care di Istanbul. All’interno di Cihangir vi sono diverse zone: Tophane, costellato
di gallerie d’arte contemporanea e che scende verso il Bosforo, e Kuçurcuma, con i suoi negozietti di vintage.
I prezzi degli affitti sono tra i più cari a Cihangir e abbordabili a Tophane e Kuçurcuma.
Beyoğlu
Beyoğlu, al di là del Corno d'Oro, è l’antico leggendario quartiere di Pera, quello del Pera Palas e dell’Orient
Express per intenderci, con una struttura urbanistica in larga parte Art Nuveau ( Liberty) . Il quartiere di Beyoglu sorge al di là del ponte di Galata si sviluppa intorno a Piazza Taksim e Istiklal Caddesi (una delle principali
strade commerciali di Istanbul). Beyoglu è d’altro canto anche un quartiere molto moderno, pieno di negozi
bar e ristoranti dove certamente passerete almeno una serata in in una delle vostre serate ad Istanbul in uno
dei numerosissimi locali che animano la vivace vita notturna di Istanbul
Ci sono poi numerosi altri quartieri che formano la moderna Istanbul come Nişantaşı, anche questo quartiere
di fine Ottocento, e che oggi è probabilmente il quartiere più glamour ddi Istanbul oppure
Bebek, altro quartiere residenziale molto elegante che si trova sulla riva europea tra i due ponti sul Bosforo
e poi, Beşiktaş bel quartiere residenziale, il romantico Ortaköy,
Şişli quartiere moderno dello shopping dei grattacieli e degli
uffici ed Etiler, anche questo centro direzionale e residenziale
di lusso
Istanbul Asiatica
Il comodo servizio traghetti di Istanbul porta sulle coste asiatiche,
i traghetti sono un mezzo usato come bus o metro ad Istanbul
solo... molto più panoramici! Nonostante la parte asiatica di
Istanbul abbia oggettivamente meno da offrire è comunque da
scoprire. Uskudar è uno dei quartieri più importanti e più antichi
della parte asiatica di Istanbul. Il monumento senza dubbio più
celebre e molto romantico del quartiere è Koz Kulesi cioè la Torre
di Leandro o Torre della Fanciulla, una torre situata sull'acqua,
nata per il controllo del traffico nel porto di Istanbul. Kadıköy è
un quartiere residenziale e commerciale con un famoso mercato
di frutta e verdura, numerosi negozi, bar, cinema e ristoranti. Non
ha attrazioni particolari ma merita una visita, inoltre volendo si
può avere una visione stupefacente di Istanbul dall’alto salendo
sul Turkbalon, una mongolfiera che si sale a circa 200 metri offrendo una prospettiva differente e suggestiva.
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Fatih
Il distretto di Fatih comprende molti quartieri suggestivi, essenzialmente si tratta di tutta la vasta area
all’interno delle antiche mura di Istanbul , quindi il
cuore della vecchia Istanbul con molte cose conosciute ed alcuni angoli da scoprire.
Ovviamente S ul t anah m e t è quello che tutti conoscono e tutti visitano si tratta infatti del quartiere più
famoso di Istanbul, meritatamente, perché è splendido ed ospita i maggiori monumenti di Istanbul,
non a caso è Patrimonio Unesco, ma ovviamente, è
il più frequentato da turisti. Non c’è nulla di demoniaco in questo, dopotutto, se andate ad Istanbul in
vacanza, siete turisti ... La cosa migliore da fare per
visitare Sultanhamet è quella di assaporarne il fascino scoprendola a piedi. Non è indispensabile soggiornare a Sultanahmet ma è imperdibile una visita accurata. Il nostro consiglio è quello di soggiornare in questo
quartiere sopratutto se amate gli alberghi in stile e se vi piace essere comodissimi a molti dei monumenti
e musei principali di Istanbul ma, al tempo stesso, vi suggeriamo di non fossilizzarvi solo su Sultanhamet
ed i suoi dintorni, molto meglio spaziare alla scoperta di tante altre zone,
alcune anch’esse molto turisticizzate,
altre assolutamente più genuine,
che Istanbul ha da offrire.
Restando a Fatih, ma attraversando il ponte di Galata cioè Karaköy,
molto meglio se a piedi, vi godrete
lo spettacolo incantevole che offrono Bosforo e Corno d’oro, e potrete
visitare un altro quartiere storico di
Istanbul il quartiere di E min ö n ü ,
la zona dei Bazaar e dei vicoli e vicoletti caratteristici nei quali si trovano
alcune fra le più belle moschee della
città. Eminönü è anche il quartiere
dei famosissimi panini con il pesce,
uno dei più apprezzati cibi da strada di Istanbul.
Ancora nel distretto di Fatih troviamo Samathia o Koca Mustafa
Pasha, sul Mar di Marmara, caratterizzato da molte chiese greche
ed armene, e Sulukule, storico quartiere Rom. Se volete provare
un vero Kebap, la zona di Horhor può essere ideale e non avrete
che l’imbarazzo della scelta visto i numerosissimi ristoranti tipici
generalmente molto buoni.
Proseguiamo con Fener e Balat tra i quartieri più popolari dentro le
mura si trovano e sempre nel distretto di Fatih sulle rive del Corno
d’Oro e sono molto caratteristici con strade ripide, tipiche case ottomane coloratissime, con i bimbi che giocano in strada. Balat era
l’antico quartiere ebraico di Istanbul.
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Quartieri centrali
Le zone di Fatih, Fener e Balat sono sicuramente le più
ricche di storia, le più affascinanti e caratteristiche di
tutta Istanbul. Proprio per questi motivi rientrano nella lista dei patrimoni dell’Unesco. Ma nonostante ciò
sono visitate da meno dell’1% dei turisti che visitano
Istanbul. Com’è possibile una cosa del genere?
I motivi sono molti, ma la colpa principale è sicuramente da attribuire alla cosiddetta “industria del turismo”,
che semplifica tutto e attua una riduzione stereotipata
della città, per massimizzare i suoi profitti. La città viene quindi sostituita e rimpiazzata da una sua immagine
artefatta, ed è quest’ultima purtroppo che viene visitata
dalla quasi totalità dei turisti.
Noi per nostra filosofia ci opponiamo a tutto questo, e
speriamo che la gente abbia la curiosità e la voglia di
scoprire le reali bellezze di Istanbul.
Parliamo di 3 quartieri davvero centrali per comprendere appieno la storia e la cultura di questa città, zone
in cui i popoli e le religioni si sono nel tempo mescolati
e sovrapposti, evidenziando e portando fino ai giorni
nostri una straordinaria ricchezza di architetture, di
monumenti religiosi, di colori e di prelibatezze gastronomiche. I 3 quartieri si trovano all’interno delle mura
della città vecchia, ad ovest di Eminönü e si affacciano
sul Corno d’Oro. Sono zone non propriamente agevoli
da visitare se non accompagnati da gente che le conosce, non perché siano pericolose, ma perché non sono
assolutamente battute dai turisti e non è affatto facile
trovare i monumenti ed orientarsi fra il dedalo di case.
Fatih è da considerarsi uno dei quartieri più “conservatori” di Istanbul, è la zona più osservante dal punto
di vista religioso, con al centro il monumentale complesso della Moschea di Fatih. Passeggiare per le sue
strade, nella zona di Malta Çarşı, la zona del mercato,
è un’esperienza che non può lasciare indifferenti. A Fatih oggi vivono per lo più immigrati dalle zone dell’e-
stremo est anatolico, quindi
persone molto più attente ai
dettami religiosi, ma anche
cariche delle loro strepitose
tradizioni culinarie regionali, ed è proprio per questo motivo che il quartiere
viene ormai accettato come
centro gastronomico della
città. E’ qui che bisogna venire per provare i sapori più
autentici della cucina turca.
Ristoranti o piccoli chioschi
specializzati in kebap, pide,
sarma, köfte, tutto squisito ed a prezzo molto basso. Dopo un pranzo o uno
spuntino, è possibile raggiungere, se si riesce a trovare, la bellissima moschea
di Zeyrek, che in passato
era il Monastero Bizantino
di Cristo Pantocratore, il
secondo più grande edificio
del periodo Bizantino, dopo
Aya Sofia, ancora esistente ad Istanbul. La zona di
Zeyrek, con le sue case in
legno di periodo ottomano
antiche di 200 anni, è una
delle più pittoresche di tutta Istanbul. Lasciando alle
spalle Fatih e dirigendosi
verso Fener, incontriamo
il quartiere di Çarşamba.
Qui si trova una delle più
famose Chiese Bizantine di
Istanbul, la Chiesa di Theotokos Pammakaristos, conosciuta oggi come Fethiye
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Camii, dato che al giorno strade, si arriva davanti al Rum Lisesi, il Liceo Greco
d’oggi è per metà moschea e Ortodosso, magnifico e caratteristico edificio in mattoni rossi che sovrasta la collina di Fener. Inerpicandosi
per metà museo.
per una scalinata pittoresca si raggiunge la sommità
Entrati finalmente nel quar- della collina di Fener, dove un tempo passavano le mura
tiere di Fener, lo storico dell’antica Costantinopoli, è proprio qui che sorge una
quartiere greco, le strade Chiesa ai più sconosciuta ma di un’importanza fondacominciano a farsi strette e mentale nella storia della città. Si tratta della splendida
labirintiche, le pendenze si Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, conosciuta anche
fanno importanti, ed il ri- come la Chiesa Rossa. La sua storia peraltro è talmente
schio di perdersi sempre più bella e affascinante che meriterebbe un libro, ma purelevato. E’ su questi sampie- troppo non esiste nessuna pubblicazione in merito ed
trini ultra centenari, fra case anzi la Chiesa pare dimenticata da tutti.
ottomane colorate, alcune
superbamente restaurate, Sempre all’interno del quartiere di Fener troviamo uno
altre impietosamente diroc- dei luoghi più importanti in assoluto della religione
cate, che si respira la storia Cristiana, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli,
di Istanbul. Devoti preti bi- l’equivalente di San Pietro a Roma per la religione Crizantini, rozzi crociati, fieri stiana Ortodossa. L’importanza storica e simbolica di
paşa ottomani col loro stuo- questo luogo è enorme. E’ una delle cinque sedi prinlo di servitori, commercian- cipali della chiesa cristiana, in ordine di gerarchia, il
ti armeni, negozianti ebrei, patriarcato di Costantinopoli è il secondo dopo Roma,
chiromanti zingari, nell’arco e precede Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. La
dei secoli hanno popolato, visita della Cattedrale di San Giorgio dovrebbe perspesso contemporaneamen- ciò costituire un “must” per un turista in viaggio ad
te, queste zone della città, e Istanbul, eppure credo che neanche l’1% dei turisti lo
hanno dato origine a quel- faccia, ignorandone probabilmente l’esistenza.
la ricchezza culturale che
possiamo ammirare ancora In riva al Corno d’Oro, a fare da spartiacque fra Fener
oggi. Passeggiando fra case e Balat, incontriamo la Sveti Stefan Kilisesi (Chiesa
dai colori e dalle forme più Bulgara di Santo Stefano), famosa per essere costruita
bizzarre, fra bambini che completamente in ferro e per i suoi ricchi ornamenti
giocano a pallone per le interni.
Balat è lo storico quartiere ebraico, lo è stato a lungo,
sia durante il periodo bizantino sia durante il periodo
ottomano, questo a dimostrare il clima di convivenza
interreligiosa che ha sempre caratterizzato Istanbul. Gli
ebrei hanno cominciato a lasciare il quartiere solo a seguito del forte terremoto del 1894, spostandosi in parte
nel quartiere di Galata ed in parte emigrando in Israele.
Dopo il 1960 la residua minoranza ebraica benestante
di Balat si è trasferita nel quartiere di Şişli, ed il risultato
è stata una completa trasformazione del quartiere, che
da zona estremamente ricca si è in fretta trasformata in
zona di immigrati delle classi sociali più basse. Il cam-
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I Quartieri Asiatici
Kuzguncuk 2 religioni a fianco
Istanbul è l’unica città al Mondo
a sorgere su due continenti. Non
c’è dubbio che la presenza del
“lato asiatico” aldilà del Bosforo
funga da potente richiamo per
l’immaginario collettivo europeo.
A volte questa prerogativa può
far nascere strani dubbi ed aspettative non realistiche.
bio di composizione sociale ha fatto attraversare a Balat
una fase di trascuratezza non indifferente, a cui solo
ultimamente si è cercato di porre rimedio attraverso
un ambizioso progetto di riqualificazione patrocinato
dall’Unesco. Il sottile confine fra splendore e degrado
produce in Balat un contrasto abbagliante. Il quartiere,
in cui sono presenti ben 3 sinagoghe (fra cui la bellissima Sinagoga di Arhida, ancora in funzione, e visitabile previo contatto col rabbino), rimane ancora oggi
un vero gioiello. Arrivando sulla sommità di Balat si
entra in un parco da cui si può ammirare un panorama
mozzafiato su tutto il Corno d’oro.
Proseguendo sempre a piedi e col rischio, sempre concreto, di perdersi, si raggiunge la famosa Chiesa di
San Salvatore in Chora, oggi conosciuta come Kariye
Müzesi. I suoi magnifici mosaici e i suoi affreschi, non
hanno niente da invidiare a quelli di Aya Sofia, anzi
sono oggettivamente molto più belli. Si tratta senza
dubbio di uno dei più importanti monumenti storici di
Istanbul, straordinario esempio della perfezione stilistica bizantina.
La visita di Fatih, Fener e Balat, è una visita impegnativa, ma regala delle emozioni uniche, anche a chi come
noi è abituato ormai a frequentare questi luoghi. Ripetiamo che visitare questi quartieri da soli non è facile,
spesso i nomi delle vie sulle cartine sono errati o non
vengono segnati, si rischia di girare invano e perdere un
sacco di tempo, la percentuale di persone che conoscono l’inglese in queste zone è prossima allo zero e quindi
risulta impossibile chiedere informazioni, ci tocca ammettere che le prime volte ci perdevamo anche noi pur
potendo chiedere informazioni in turco!
Gli strani dubbi si condensano
nella domanda che a volte ci
viene rivolta via mail ed a cui
speriamo di rispondere una volta
per tutte: No, non serve il passaporto per andare sul lato asiatico
di Istanbul..
Le aspettative non realistiche si
intravedono sui volti dei gruppi
di turisti che ci capita di vedere
ogni tanto scendere dai traghetti ad Üsküdar. Gli occhi e le
orecchie che immaginavano di
assaporare l’oriente si scontrano
col traffico caotico e con l’enorme
cantiere del Marmaray Tünel.
Alcuni addirittura dopo pochi
minuti salgono sullo stesso traghetto per fare ritorno a Sultanahmet, tristemente spaesati e
con le reflex deluse.
La realtà di Istanbul è molto
complessa, non ci stancheremo
mai di dirlo, la città è un insieme di molte città, il panorama
architettonico ed il contesto
sociale cambiano velocemente
e radicalmente, nel giro di qualche metro e/o di qualche mese.
Basta spostarsi di pochi metri
da Taksim a Kasımpaşa oppure
da Sultanahmet a Kadırga per
scontrarsi con realtà profondamente diverse. Non è necessario
quindi attraversare il Bosforo per
15-25 agosto 2014
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Sono più di 180 le Moschee del quartiere, alcune di
queste risalgono a prima della conquista ottomana,
quindi fra le più antiche di Istanbul. Le più grandi
quelle di Mihrimah e di Yeni Valide, le più interessanti quelle più piccole, Şemsi Paşa, Kaptan Paşa,
Çinili Camii.
La storia di Üsküdar affonda le sue radici ben più
indietro nel tempo rispetto all’arrivo degli ottomani, come Bisanzio è stata fondata infatti nel VII sec.
AC da coloni greci. Durante gli scavi per il tunnel
del Bosforo sono stati infatti trovati moltissimi resti
dell’antica Crisopoli.
30
ricercare la parte più orientale, più musulmana, più
povera, la parte più vera (?). Queste classificazioni
ad Istanbul sono prive di senso.
Sia nella parte europea che in quella asiatica
troviamo dei quartieri più conservatori (Fatih e
Ümraniye) e dei quartieri più moderni (Beyoğlu e
Kadıköy), delle zone ricche di storia (Sultanahmet e
Üsküdar) e delle zone votate allo shopping (Nişantaşı e Bağdat Caddesi), delle zone di considerevole
mescolanza religiosa (Fener/Balat e Kuzguncuk/
Yeldeğirmeni) e dei graziosi villaggi sul Bosforo
(Arnavutköy e Çengelköy).
Üsküdar è uno dei più antichi quartieri della
Istanbul ottomana, un quartiere fin dall’inizio
residenziale, ed ancor oggi conserva queste sue
caratteristiche.
Oltre all’importanza storica delle moschee ed alla
bellezza del quartiere in sè, bisogna necessariamente fare una passeggiata fino a Salacak ed arrivare di fronte alla Kız Kulesi, una torre leggendaria
che sorge su di un’isoletta all’interno del Bosforo
e che dipinge, grazie allo sfondo della penisola
storica, una delle più scenografiche silhouette di
Istanbul.
Poco distante da Üsküdar sorge Kuzguncuk, un
quartiere abitato dalla popolazione ebraica a partire dal 1500 e che in seguito ha accolto anche la
popolazione greca e armena. Kuzguncuk è uno
dei nostri quartieri preferiti in assoluto, si tratta in
pratica di una valle lunga e stretta, con i due lati
che scendono a picco sul Bosforo. La serenità che
infondono le sue antiche case in legno fra il verde
dei platani lo rende speciale.
E’ solo qui che si possono vedere una moschea al
fianco di una chiesa armena, ed una sinagoga al
fianco di una chiesa ortodossa. Non è esagerato
prendere questo piccolo quartiere come simbolo
della tolleranza e dell’armonia presenti in passato
nell’Istanbul ottomana. Kuzguncuk conserva ancora intatta l’atmosfera da villaggio di pescatori, un
luogo dell’anima che ha ispirato e che continua ad
ispirare artisti, poeti, registi, architetti e sognatori.
Sono tanti i suoi punti di interesse, la sinagoga di
Beth Yakov, la Chiesa di Ayos Panteleimon e quella di San Gregorio Armeno, senza dimenticare lo
splendido parco di Fethi Paşa che regala affascinanti scorci sul Bosforo.
L’ultimo quartiere che tocca il nostro itinerario asia-
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tico è Kadıköy, l’antica e famosa Calcedonia, fondata addirittura 20 anni prima di Bisanzio da coloni greci provenienti
da Megara. La storia antichissima di Kadıköy rimane sullo
sfondo di quello che ormai è a tutti gli effetti uno dei quartieri più moderni e vivaci di Istanbul.
A partire dall’800 quella che in epoca ottomana era solo
una zona residenziale per nobili benestanti si trasforma,
grazie alla costruzione della stazione dei treni di Haydarpaşa, in un quartiere estremamente variegato sia dal punto
di vista etnico che sociale. All’inizio del ‘900 la popolazione
del quartiere era composta da ebrei, greci, armeni, albanesi, bulgari, persiani, italiani, tedeschi e francesi. E’ proprio
in questo quartiere che a Istanbul nascono i primi “appartamenti” in senso moderno di pietra e marmo.
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Una passeggiata per il sobborgo di Yeldeğirmeni ci riporta
quindi alla mente un periodo non lontano in cui ingegneri
tedeschi e scalpellini italiani lavoravano insieme, entrambi
da immigrati, nella Istanbul cosmopolita di inizio ‘900.
Kadıköy è un quartiere moderno, molto esteso e densamente popolato (più di mezzo milione di abitanti), con una
grande varietà di atmosfere e stili architettonici. Un giro più
articolato porterebbe fino a Bağdat Caddesi, un viale di 14
chilometri che costeggia il Mar di Marmara, costellato di
centri commerciali e negozi dei più famosi brand internazionali. Sostituendo i platani con le palme sembrerebbe di
stare a Los Angeles.
Ma è nel centro di Kadıköy che consigliamo ai viaggiatori
di passare qualche piacevole ora, il mercato centrale è uno
dei più interessanti e pittoreschi della città, è un luogo molto adatto per un mini-tour gastronomico. Fra i moltissimi
chioschi sono innumerevoli le specialità da provare e che i
negozianti fanno assaggiare col sorriso sulle labbra, sia per
gli amanti del salato che del dolce, infatti è qui che si trovano alcune fra le pasticcerie più storiche e famose.
15-25 agosto 2014
Uffici turistici
Atatürk Havalimanı
Location: Atatürk Airport – Yeşilköy (small desk
after passing customs)
Open: daily from 08.00 – 23.00
Tel.: +90 212 465 31 51 – +90 212 465 35 47
Taksim Hilton Otel
Location: Hilton Hotel – Elmadağ / Taksim (Hilton
Hotel entrance)
Open: daily from 08.30 – 16.45, closed on Sundays
Tel.: +90 212 233 05 92
Sultanahmet
Location: At Meydanı – Sultanahmet (on the Hippodrome)
Open: daily from 09.00 – 17.00
Tel.: +90 212 518 18 02
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sabato
BEYOGLU
Piazza Taksim
Quartiere Beyoglu
Istiklal Caddesi
Hotel Pera
Tram nostalgico
Sirkeci
Location: Sirkeci Tren İstasyonu – Sirkeci (Sirkeci
Train Station)
Open: daily from 09.00 – 17.00
Tel.: +90 212 511 58 88
Beyazıt
Location: Beyazıt Meydanı – Beyazıt (Beyazıt square)
Open: daily from 08.30 – 18.00
Tel.: +90 212 522 49 02
Karaköy
Location: Karaköy Limanı – Karaköy (inside cruise
ship terminal)
Open: couldn’t get confirmation, probably upon
arrival of a cruise ship
Tel.: +90 212 249 57 76
domenica
GRAND BAZAR - SULTANAHMET
GALATA - KARAKOY
Moschea di Solimano
Giro dei Bazar
Bazar delle Spezie
Aya Sofia - Moschea Blu - Basilica Cisterna
Ponte di Galata
Giro di Galata
Quartiere Karakoy
lunedì
TOPKAPI - BALAT - FENER BOSFORO - BEBEK - ORTAKOY Palazzo Topkapi
Chiesa di Chora
Quartiere Balat (Chiesa S. Maria dei Mongoli)
Quartiere Fener
Gita sul Bosforo (fino a Anadolu Kavagi)
Quartiere Bebek
Quartiere Ortakoy
Palazzo Dolmabahçe
Concerto
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martedì
LATO ASIATICO
- con il Marmaray -
Uskudar
Kuzguncuk
Kadikoy
20:30 Volo per Nevsehir
sabato
BEYOGLU
Fin da epoca bizantina Beyoğlu è stato il quartiere
dei residenti stranieri. Vi si installarono per primi
i Genovesi su concessione dello stesso imperatore
bizantino che intese così ricompensarli per aver
contribuito a scacciare i Veneziani dalla città. Nel
periodo ottomano vi si stanziarono Ebrei banditi
dalla Spagna e comunità di Armeni. In seguito i paesi europei vi fondarono gli edifici destinati ad accogliere i propri rappresentanti diplomatici presso
la Sublime Porta (Il consolato italiano si trova qui).
Oggi Beyoğlu è il fulcro della vita notturna di
Istanbul e annovera innumerevoli alberghi di lusso.
PIAZZA TAKSIM
Nel dinamico quartiere Beyoglu si trova Piazza Taksim, una delle più grandi e frequentate di Istanbul.
Originariamente la piazza era un grande serbatoio
che raccoglieva l’acqua per tutta la città e ancora
oggi si può vedere la cisterna costruita nel 1732 da
Mahmut I. Oggi Piazza Taksim è un nodo nevralgico
di Istanbul: si trova alla fine di Istiklal Caddesi, è
il capolinea della tram che attraversa la città fino a
Tünel e vi si trova la funicolare sotterranea che giunge a Kabatas fino alla linea tramviaria.
Consigli
•
Per godere al massimo di questa atmosfera
d’altri tempi percorrete il viale principale con il
pittoresco tram rosso che parte da piazza Tünel
e arriva in piazza Taksim.
•
Se di giorno Beyoğlu è ideale per lo shopping e
un giro rilassante per negozi, la sera il quartiere
si anima di discoteche, locali e una frenetica vitta
notturna.
•
Non salite a Beyoğlu la domenica: troverete tutto
chiuso.
Piazza Taksim è anche sede del Monumento alla
Repubblica (in turco: Cumhuriyet Anıtı) scolpito
dallo scultore italiano Pietro Canonica e inaugurato
nel 1928. Il monumento commemora l’istituzione
della Repubblica Turca nel 1923, a seguito della
Guerra d’indipendenza turca.
Sulla piazza si svolgono anche i maggiori eventi
pubblici come parate, feste di capo d’anno e altre
manifestazioni popolari. In essa è ubicato anche
l’Atatürk Cultural Center (Atatürk Kültür Merkezi),
un edificio multifunzione utilizzato anche come
teatro d’opera.
PARCO GEZI
Nei pressi di Piazza Taksim è presente il Parco Gezi, un
piccolo parco urbano. Nel maggio del 2013, il comune
di Istanbul ha progettato di distruggere il parco per ricostruire l’ex caserma militare Taksim (demolita nel 1940),
destinata ad ospitare un nuovo centro commerciale,
scatenando le proteste della popolazione. Tali proteste
si sono poi diffuse anche in altre città della Turchia come
reazione spontanea all’eccessiva violenza impiegata dalla polizia turca nel disperdere i manifestanti.
VEDI www.istanbulturchia.it/beyoglu/
Palazzi antichi: Palazzo di Francia, Palazzo d’Olanda. a forma di tempio greco, il Palazzo di Venezia,
residenza cittadina dell’ambasciatore italiano, il
tribunale di Francia, casa Helbig e casa Camondo,
casa Botter in art nouveau, Palazzo di Svezia, Palazzo Corpi e casa Freige
Pera Palas
Ağa Hammam
Mercato del pesce
Chiesa armena di Üç Horan
Chiesa di S. Antonio da Padova
I Passages
La Strada Francese
Nevizade Street
Asmalımescit
Petit-Champs
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domenica
Moschea di Solimano
La Moschea di Solimano, costruita in onore di Solimano il Grande dall’architetto Sinan nel XVI secolo
è la più grande di Istanbul e può ospitare fino a
cinquemila persone.
Intorno alla moschea venne costruita una mini città dotata di ospedale, biblioteca, scuole, hammam,
ristorante popolare e cimitero.
Con i suoi 4 minareti svettanti nel cielo della
città e circondata da un portico realizzato con le
colonne provenienti dall’Ippodromo ha al suo interno un’acustica spettacolare: anche il più piccolo
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suono può essere percepito in ogni angolo della
moschea.
Per raggiungerla a piedi dal cuore della città vi attendono ripide e trafficate strade in salita: la fatica
è ampiamente ricompensata dalla spettacolare
vista e dalla brulicante vita cittadina che attraverserete.
GRAND BAZAR
Costruito nel 1461 questo labirintico mercato coperto è una vera e propria città nella città: 4000
botteghe su una superficie di 200.000 metri quadri.
Dotato di vie, piazzette, vicoli e fontane, il Gran
Bazar è stato il primo “grande magazzino” della
storia: i caravanserragli consentivano alle carovane
di scaricare la merce direttamente al suo interno e
ogni strada era, allora come oggi, dedicata a una
corporazione, orefici, venditori di tappeti, abiti o
scarpe e fabbricanti di dinanderies, ovvero oggetti
in ottone.
Qui potrete trovare di tutto per sfogare la vostra voglia di souvenirs: dai pellami alle lampade, dalle
maioliche ai gioielli in oro e argento.
Ma la vera scoperta di questo immenso mercato è
la sua struttura in pietra: una labirintica città, un
tempo in legno e ricostruita in pietra a causa degli
incendi, che non finirà di stupirvi per la sua bellezza così unica e ricca di fascino.
ANGOLI DA VEDERE
Nonostante la sua essenza ormai votata al turismo, il
mercato conserva ancora angoli autentici da scoprire.
Zincirli Han: il martellare cadenzato vi segnalerà la
presenza di artigiani che lavorano i metalli. Entrando
nelle botteghe potrete ammirare i maestri al lavoro.
Iç Cebeci Han: per trovare attimi di tranquillità dal
caos di turisti e venditori potete rifugiarvi in questo
verde e tranquillo cortiletto e salire sulle terrazze per
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bere un thè.
Cevahir Bedesten: questa è la parte più antica del
mercato dove si trovano i venditori più autentici e più
cari del Gran Bazar.
BAZAR DELLE SPEZIE
E’ il regno dei colori e dei profumi, delle delizie
e delle tentazioni, uno dei tanti… ancora oggi il
centro per il commercio delle spezie a Istanbul. Il
Bazar delle Spezie è famoso per i negozi e i banchi
ricolmi di prodotti tradizionali di spezie, erbe rare,
profumi, prodotti di erboristeria, frutta secca, medicinali naturali, semi, strane radici.
Ogni banco è un colore, una sorpresa, un profumo…una tentazione! Strani grappoli di radici secche a penzoloni, centinaia di tipi diversi di zafferano, thé e chay di tutte le qualità, il tutto presentato
magnificamente. Trovare regali e souvenirs, qui,
non sarà certo un problema!
E’ il luogo ideale per comprare il famoso sapone di
alloro esfoliante, quello che si usa tradizionalmente negli hammam. E’ anche un mercato moderno
AYA SOFIA
Ingresso: 30 LT
Dal greco Haghia Sofia, conosciuta anche come
Chiesa della Divina Sapienza, è stata costruita nel
537 dall’imperatore Giustiniano ed era la chiesa
cristiana più importante e grande di Costantinopoli.
Nel 1453, in seguito alla caduta della città da parte
di Maometto il Conquistatore, la chiesa è stata convertita in moschea e dal 1935, per opera di Atatürk,
è stata trasformata in museo.
La sua bellezza è dovuta alla maestosa cupola e alle
decorazoni dei magnifici mosaici, composti da circa
30 milioni di tessere dorate: domina la piazza di
Sultanahmet con la sua inconfondibile forma dai
tratti imponenti ma allo stesso tempo incredibilmente leggiadri.
Gli interni
Entrando dalla massiccia ed elaborata porta di
cedro rimarrete senza fiato: gli interni dai soffitti
altissimi e riccamente decorati sovrastano il visitatore con la loro bellezza esaltata dai giochi di luci,
ombre e raggi di sole che fendono l’aria entrando
dalla immense finestre.
in cui acquistare dolci, ninnoli e oggettini turistici…quelli cha a Torino chiamiamo “chapa-chapa”
insomma. Ci sono anche dei pezzi “curiosi”, come
il Viagra Turco, a base di fichi secchi ripieni di noci
(ma non era una specialità calabra?). I prezzi variano a seconda dei banchi, dell’umore del venditore
e dl periodo dell’anno!
L’ardita opera degli architetti greci Artemio di Tralle
e di Isidoro di Mileto stupisce ancora oggi grazie
alla mastodontica cupola aerea che diversi terremoti hanno danneggiato nel corso dei secoli: la
preziosità di quello che vediamo oggi non è paragonabile ai fasti del passato. Non solo magnifici
mosaici, ma pavimenti musivi, altare in oro massiccio tempestato di pietre preziose, iconostasi in argento e tantissimi affreschi sono ormai scomparsi
nel tempo e durante guerre e crociate.
Oggi il mosaico più grande scampato ai saccheggi
è la Madonna seduta sul trono con il Gesù Bambino
vestito d’oro.
Consigli
Una particolarità da vedere è la colonna sudante,
cui la tradizione popolare attribuisce la proprietà di
curare il mal di testa, di esaudire i desideri e di favorire le gravidanze. Per attingere alle sue doti basta
infilare il pollice in buco lungo la colonna e ruotare
il palmo della mano da sinistra a destra esprimendo il desiderio.
La Galleria
Salendo nella galleria superiore potrete ammirare
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non solo una veduta spettacolare sull’interno della
basilica, ma vedere da vicino o mosaici più importanti conservati.
Il più famoso quello che rappresenta la Madonna e Giovanni Battista che nel giorno del Giudizio
Universale pregano Cristo di perdonarli dai loro
peccati.
Bellissimi anche i bassorilievi che raffigurano il Paradiso e l’Inferno e quello che ritrae l’imperatrice
Zoe con il suo terzo marito. La regina faceva sostituire l’immagine del precedente consorte con quella
nel nuovo marito.
Gli esterni
Uscendo dalla Bella Porta e girandovi indietro potrete ammirare un altro mosaico d’eccezione: qui
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Costantino I e Giustiniano offrono alla Madonna
con il Bambino la città di Costantinopoli e un modellino di Santa Sofia.
All’esterno si possono vedere l’antico Battistero,
trasformato nei secoli in oleificio prima e sepolcro
dopo, le tombe di Selim II, Murat II e Mehemet III
e infine la stupenda fontana delle abluzioni a pianta ottagonale e cupola di piombo che poggia su 8
colonne di marmo.
MOSCHEA BLU
Ingresso: GRATUITO
La Moschea del Sultano Ahmet è conosciuta come
Moschea Blu per le sue meravigliose maioliche di
Iznik che rivestono le pareti interne: oltre 21.000
piastrelle in ceramica dalle diverse tonalità di
azzurri e blu ricoprono l’interno della moschea
trasformandola in una vera e propria opera d’arte.
La sacralità e bellezza della moschea è accentuata
dalle decine di lampade che scendono dall’alto a
formare cerchi di luce particolarmente suggestivi.
Con i suoi imponenti minareti e la forma aggraziata, la moschea venne realizzata dal sultano esattamente di fronte ad Aya Sofia per competere in
bellezza e grandiosità con l’opera di Giustiniano.
Consigli
L’ingresso ai non musulmani è permesso entrando dal
cortile che si affaccia sull’Ippodromo tutti i giorni tranne
durante gli orari di preghiera che mutano a seconda
della posizione della luna.
E’ obbligatorio lasciare le proprie scarpe fuori dalla moschea, negli appositi ripiani: portate con voi un paio di
calzini per girare in tranquillità.
Ricordatevi sempre che siete all’interno di un luogo di
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culto: massima discrezione e rispetto del silenzio.
Le donne sono invitate a coprirsi il capo con scialle o
foulard.
La vista migliore della moschea la potete avere entrando dal cortile dalla parte dell’Ippodromo: vi si aprirà
uno scorcio assolutamente sublime, soprattutto al
tramonto quando la pietra si ammanta di un delicato
color miele.
Vi consigliamo di tornare anche durante le ore notturne: le luci e il vivace via dei fedeli unito al color cobalto
del cielo vi lasceranno senza fiato.
BASILICA CISTERNA
Ingresso: 30 LT
La Cisterna Basilica (Yerebatan Sarniçi) è una delle
grandi opere realizzate da Giustiniano nel 532.
L’imponente edificio ha numeri davvero impressionanti: 336 colonne con capitelli e pietre scolpite divise in 12 file da 28 ciascuna, 140 metri di
lunghezza, 70 di larghezza, capace di contenere
80.000 metri cubi d’acqua.
Era utilizzato come deposito delle acque di Istanbul
durante l’epoca bizantina e in seguito garantiva
PONTE DI GALATA
Il Ponte di Galata collega la parte vecchia di
Istanbul, sede del palazzo imperiale e delle istituzioni religiose con il distretto europeo della città,
Beyoğlu, dove vivevano e lavoravano commercianti
e diplomatici stranieri.
Con pochi passi affacciati sul mare, passerete da
antiche atmosfere orientali al clima europeo, fatto
di bistrot alla moda e palazzi ottocenteschi. Un vero
salto culturale e artistico!
Il Ponte di Galata attraversa il Corno d’Oro e in origine fu progettato da Leonardo da Vinci: secondo il
l’approvvigionamento idrico per il palazzo Topkapi.
Scendendo dal livello della strada vi troverete di
fronte una vera meraviglia: un capolavoro dell’architettura romana illuminato da suggestive luci
rosse.
Le colonne hanno stili e forme diverse perché provengono da vari templi: oltre quelle corinzie, ce ne
sono anche alcune scolpite con noduli, occhi e lacrime e a forma di tronco d’albero. Le più affascinanti
sono quelle poggiate su due enigmatiche teste di
Medusa, una di profilo e una capovolta.
progetto originale doveva essere lungo 360 metri
ad una sola campata, largo 24 metri e alto più di
40 sul livello del mare. Nonostante Leonardo avesse investito tutte le sue energie in questa opera
avveniristica (secondo una lettera ritrovata recentemente metteva a garanzia del progetto perfino la
sua testa), il sultano ritenne il ponte irrealizzabile e
rinunciò a costruirlo.
Il ponte è stato costruito e smantellato diverse volte a causa di guerre, incendi e ammodernamenti:
quello che si vede oggi è la quinta versione ed è
in parte pedonale. Inoltre sotto il livello stradale si
affacciano negozi, bar e ristoranti.
GALATA
Su questa collina che domina lo stretto del Corno
D’Oro e che si affaccia sulla città vecchia, si stabilirono i coloni della Repubblica di Genova dopo l’alleanza con i bizantini: sorse una vera città intorno
alle chiese di San Domenico e di San Francesco con
case in pietra e cinta muraria.
A difesa della cittadella venne costruita anche la
Torre Galata attorno cui si sviluppò il centro del
potere genovese, con le case patrizie e il palazzo
del podestà.
I genovesi assistettero impassibili alla presa di
Costantinopoli ad opera dei turchi e grazie a un
trattato di resa ottennero non solo l’incolumità dei
cittadini ma anche una certa autonomia.
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Da allora Galata divenne una sorta di ghetto latino
all’interno del quale si insediarono le ambasciate
dei paesi cristiani e dove si svolgevano le trattative commerciali con l’Occidente. Qui si stabilirono
banche e imprese a formare il cuore finanziario
della città e le più potenti famiglie levantine, greche ed ebraiche fecero crescere istituti di credito,
attività commerciali e si impegnarono nel restauro
e nella conservazione del patrimonio architettonico del quartiere.
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Consigli
Oggi questo angolo di Istanbul con le ripide stradine,
gli scorci pittoreschi, i negozi di strumenti musicali e di
libri costituisce uno dei luoghi più romantici e attraenti
della città. Perdetevi per le vie di Galata lasciandovi trasportare da suoni, luci e colori.
Per salire in cima alla collina vi consigliamo di utilizzare
la funicolare Tünel, alla fine del Ponte Galata mentre
scendete a piedi, per scoprire gli angoli più suggestivi
del quartiere.
Galata è particolarmente affascinante al tramonto
quando si ammanta di bellissimi colori aranciati.
Da vedere
Galip Dede Caddesi: in tempi antichi era la strada degli
ebrei ashkenaziti e oggi è la via della musica, con negozi di strumenti, dischi e spartiti e patria dei cimbali
turchi.
Monastero dei Mevlevi: qui si svolge la cerimonia dei
dervisci rotanti ogni domenica e la struttura è una vera
oasi di pace e di meditazione.
Torre di Galata: la salita alla torre merita per superba
vista che vi attende. Dalla cima infatti potrete ammirare
una vista mozzafiato su tutta la città vecchia con le moschee imperiali, il Bosforo, le isole e il Corno D’Oro. Da
qui nel XVII un appassionato di astronomia si lanciò dalla torre con un paio di ali meccaniche e atterrò dall’altra
parte del Bosforo.
L’interno della chiesa dei Santi Pietro e Paolo è una vera
oasi di pace dalla vita brulicante del quartiere.
L’antico bazar di Galata è il Bedesten Fatih dove oggi ci
sono botteghe artigiane di ferrivecchi così come il Rüstem Paşa Hani, il caravanserraglio della zona.
Fra le case patrizie da ammirare vi segnaliamo: la Banca
Ottomana, la scalinata Camondo, casa Camondo, casa
Minerva e Karaköy Palas.
Il piccolo Museo ebraico racconta la storia dell’esilio
degli ebrei da tutta Europa: qui infatti giunsero ebrei in
fuga dall’Ungheria, dalla Sicilia, dalla Spagna durante
l’Inquisizione che trovavano protezione da parte dei sultani prima e dai turchi poi al punto che ai tempi dell’Impero ottomano in città arrivarono ad essere 400.000.
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KARAKOY
Karaköy è il nome moderno del medievale quartiere di Galata. Si tratta di una zona commerciale
del distretto di Beyoğlu ad Istanbul in Turchia, sito
sulla sponda nord del Corno d’Oro sulla parte europea della città divisa da quella asiatica dal Bosforo.
Karaköy è uno dei più antichi e storici nuclei della
città, ed è oggi un importante centro commerciale
e dei trasporti urbani. Esso è collegato ai quartieri
circostanti attraverso strade provenienti da Piazza Karaköy. Il ponte di Galata collega Karaköy a
Eminönü a sud-ovest, Tersane Sokak ad Azapkapı
a ovest, Voyvoda Sokak con Sishane a nord-ovest,
la strada in ripida salita Yuksek Kaldirim Sokak
(Beyoğlu) nella parte nord , Kemeraltı Sokak e Necatibey Sokak a Tophane nel nord-est.
Il quartiere commerciale, che in origine era il luogo nel quale, nel XIX secolo, erano concentrate
banche e compagnie di assicurazione, è oggi sede
di meccanici, elettrici, idraulici e venditori di componenti elettronici.
Il termine Karaköy deriva dalla combinazione di “kara”
e “köy”. “kara” proviene probabilmente dal turco karay,
riferito alla cominità ebraica chiamata comunemente
Caraimi. In un determinato periodo, i Caraimi erano la
maggioranza degli abitanti del distretto. Nella lingua
moderna, comunque, “kara” significa “nero” o “scuro”.
“Köy” significa villaggio.
lunedì
TOPKAPI
Ingresso: 30 LT
Il Palazzo di Topkapi è stato costruito nel 1453 in
seguito alla presa di Costantinopoli da parte di Maometto il Conquistatore, che vi ha abitato fino alla
sua morte, ma qui abitarono ben 26 dei 36 sultani
dell’Impero Ottomano
Superata la magnifica Porta Imperiale vi troverete
di fronte un edificio immenso: non pensare alle residenze europee dalle strutture razionali e compatte. Il Topkapi è un insieme eterogeneo di chioschi,
harem, cortili, corridoi e belvedere che nasce dalle
continue modifiche e ampliamenti introdotti dai
diversi sultani.
Ma la sua forma tentacolare è anche una sorta di
campo nomade pietrificato, che ricorda e ricalca le
usanze e i costumi di un popolo in continuo movimento.
Consigli
Essendo una delle attrazioni principali della città, è
sempre preso d’assalto da orde di turisti. Preparatevi a
lunghe code per i biglietti e per visitare le singole parti
della struttura.
Vi consigliamo di scegliere le prime ore del mattino
oppure di visitarlo durante l’ora del pranzo, quando le
comitive si ritirano.
Non esiste un vero e proprio ordine di visita e potete
scegliere di visitare le singole parti a seconda dell’affollamento e degli orari.
Da vedere
Il Palazzo Topkapi è inframmezzato da 3 corti, ampi cortili abbelliti da giardini rigogliosi e fontane, nel migliore stile moresco.
Corte dei Giannizzeri
Su questo primo ampio spazio (dedicato al corpo di soldati cristiani convertiti all’Islam) si affaccia la chiesa di Santa Irene e la
fontana nella quale si dice che i giannizzeri pulissero le spade
dal sangue delle esecuzioni che avevano luogo in questo cortile.
Corte delle Cerimonie
Dalla Porta del Saluto, dalla quale poteva passare solo il sovrano
a cavallo, si accede alla Corte delle Cerimonie: qui si tenevano
le assemblee sugli affari di stato, le adunate del popolo che manifestava il proprio scontento al sultano e il pagamento dello
stipendio ai giannizzeri.
Harem
L’ala del palazzo dedicato alle donne del sultano era composto
da 300 stanze, 8 bagni, 4 cucine, 2 moschee, 6 cantine, una
piscina e un’infermeria: qui abitavano circa mille donne, tra cui
la regina madre, le favorite del sultano, ma anche ex favorite
che gli avevano dato un figlio, domestiche, nutrici, sarte, musiciste, danzatrici e schiave, sorvegliate dalla figura degli eunuchi,
gli unici uomini oltre al sovrano ammessi in questa parte del
palazzo.
Anche l’harem è diviso internamente da cortili, alloggi degli
eunuchi, gallerie segrete, fontane e fresche corti affacciate sul
mare.
Da non perdere il salone del Sultano in cui le donne si esibivano
davanti al sultano per convincerlo a sceglierle per la notte e la
stanza della frutta.
Le cucine
Rimarrete impressionati dalle immense cupole e cappe circolari
in cui lavoravano 1000 persone che apparecchiavano ogni giorno per 5000 coperti che arrivavano a 15000 durante le feste e
che preparavano circa 50 portate per ogni banchetto.
Le cucine del Topkapi erano rinomate per i dolci mentre i pasti
del sultano venivano preparati a parte per ragioni di sicurezza.
Terza Corte
Su questo cortile si affacciano:
il Palazzo Arz Odasi: fungeva da sala di ricevimento del sultano
e qui il rumore della fontana serviva per impedire agli estranei
di ascoltare le conversazioni.
Biblioteca di Ahmet III: un tempo custodiva ben 6000 volumi,
manoscritti inediti di diverse culture.
I vecchi hammam: fra i cimeli conservati c’è il gilè che Abdulaziz
indossava al momento della sua morte, trovato con le vene recise dalla lame di un paio di forbici.
Hirka-i-Saadet: questo è il padiglione delle reliquie dei santi,
con i cimeli più preziosi del mondo islamico come alcuni oggetti appartenuti a Maometto, il suo mantello, il suo stendardo,
un dente, un’impronta del piede e perfino alcuni peli della sua
barba.
Sala delle miniature e dei ritratti: sebbene fosse considerato un
tabù la pittura di esseri viventi, i sultano incentivarono questa
arte e si fecero realizzare miniature particolarmente pregiate dei
loro ritratti che tenevano nascoste
Il Tesoro
In queste 4 sale sono custoditi tutti gli oggetti preziosi appartenuti ai sovrani e sopravvissuti al tempo: da candelabri di oro
massiccio con incastonati 6666 diamanti al trono ricoperto di
lamine d’oro fino al pezzo più importante della collezione, il
Diamante del mercante di cucchiai, di ben 86 carati e circondato da 49 brillanti.
Non solo gioielli, ma anche i doni di capi di stato che per secoli
hanno fatto visita ai sultani e armature di rappresentanza.
Quarta Corte
Chiamata anche il Giardino dei Tulipani, il fiore preferito dal
sultano Ahmet III, questa corte vanta una meravigliosa terrazza
affacciata sul Bosforo, sicuramente una delle più panoramiche
grazie anche al Baldacchino in rame circondato da vasche di
marmo e fontane gorgheggianti con una magnifica vista sul
Corno d’Oro. In questo angolo solitario del palazzo il sultano si
faceva servire la cena dopo il tramonto nel periodo del ramadan.
Da non perdere anche il Bağdat Köşkü, un edificio ottagonale
circondato da 22 colonne e interamente rivestito di piastrelle
blu di Iznik come la Sünnet Odasi, la sala delle circoncisioni.
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LA CHIESA DI SAN SALVATORE IN CHORA (MUSEO
DI KARIYE)
Un favoloso ciclo di mosaici e affreschi del XIV sec.
decora gli interni della Chiesa di San Salvatore in
Chora, cioè “fuori le mura”, cosi chiemata perché
sorgeva all’esterno delle mura erette da Costantino. Trasformata in museo è, dopo Aya Sofya, il
più rappresentativo dei monumenti bizantini di
Istanbul. Tra i pannelli più pregevoli della chiesa,
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BALAT
BALAT è lo storico quartiere ebraico, lo è stato sia durante il periodo
bizantino sia durante il periodo
ottomano.
Istanbul è da sempre terra di stranieri in cui convivono religioni e
culture diverse e la convivenza
interreligiosa ha sempre caratterizzato questa città.
Gli ebrei hanno lasciato il quartiere dopo il terremoto del 1894,
spostandosi in parte nel quartiere
di Galata ed emigrando in Israele. C'è una miscela di bellezza e
degrado che crea contrasto magnetico.
Qui tra le case storiche e colorate
un pò ristrutturate accanto ad altre
in pessimo stato, ci sono molte
minuscole botteghe e sinagoghe.
Panni stesi alle finestre o su fili che
vanno da un balcone all'altro. Si
vede che è un quartiere povero,
quasi dimenticato dalla Istanbul
moderna che guarda all'europa e
in giro ci sono solo bambini che
giocano o venditori che con il loro
carretto urlano il loro richiamo.
Qualche donna si affaccia e acquista frutta o verdura, scope o stracci.
Le persone sono sempre contente
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nota anche come Kariye Müzesi, spiccano quelli della navata centrale, restaurati tra il 1948 e il
1959 a opera della Byzantine Society of America,
raffiguranti Cristo e l’Assunzione della Vergine.
Mentre l’affresco più spettacolare e senz’altro quello del Giudizio Universale che decora il parecclesion, la cappella che ospita le tombe dei Eondaton
della chiesa.
quando facciamo delle foto. Io
quasi mi sento in imbarazzo, qui
unici turisti, a fare un sacco di
scatti. Scorci di case con inferiate
e balconcini, a volte in mattoni
rossi, altre in legno, molte colorate
e persino ricoperte di mosaicini
azzurrini o grigini.
Il fascino di questi quartieri si
sente mentre ci incamminiamo
per le strade lastricate in pietra,
su per una salita ripida tra balconcini rettangolari o a punta
sempre colorati. Spuntano panni
o tappeti, piccole tettoie colorate
e case in legno non più alte di tre
o quattro piani. Le donne sono in
maggioranza velate, almeno sul
capo, e molti degli uomini portano
la barba musulmana. Il quartiere è
un dedalo di vicoli che scendono
da tutti i lati, interotti da scalinate e
da case alte e strette o ad angolo.
Bottegucce e piccoli supermercati
si susseguono, insieme a barbieri
e panifici d'altri tempi, sembra di
tornare indietro di cinquantanni.
E' sicuramente il mio genere, si,
sono affascinata da tutto ciò che mi
circonda. In lontananza dall'alto si
vede la sponda asiatica e il profilo
delle moschee sullo sfondo.
L'atmosfera è molto particolare tra
questi scorci e i bambini dietro le
inferiate delle finestre che ci chiamano e sorridono. Le strade salgono su per la collina e i bambini più
grandi giocano a calcio in salita.
Sembra che il tempo non sia mai
passato e la percezione che abbiamo è sempre quella di sicurezza e
gentilezza, da parte degli abitanti.
Tutti sorridono quando i nostri
sguardi si incrociano. Mi affascina
pensare che qui ci hanno abitato
un pò tutti tra bulgari, greci, armeni, ebrei, turchi.
Passiamo davanti ad una moschea
in cui ci sono decine di donne
completamente velate e nere. E'
uno scorcio bellissimo, solo donne
nere in questo cortiletto bianco.
Fanno cenno a me e la mia amica
che possiamo entrare. Ce ne restiamo lì un pò in silenzio in contemplazione, poi togliamo il disturbo.
FENER
Il Quartier di FENER era chiamato
Fanari in greco ed era il quartiere
abitato in epoca ottomana da Greci ortodossi.
E' curioso sapere che ad oggi resta
l’unica delle 79 chiese greco ortodosse della città a non essere mai
stata trasformata in moschea. Qui
le strade sono ancora più intricate
e labirintiche.
Il fondo stradale è fatto da sampietrini ultra centenari su viette
che diventano più strette e ripide.
Scorci autentici e quasi dimenticati
di queste case colorate. Le antiche
costruzioni di legno non ancora
restaurate, tutte malconce rendono l'impressione di coglierne una
storia lontana.
Qui tra questi colori ci sono sempre
bambini alle finestre o che giocano
in strada.
Incontriamo anche un set cinematrografico indiano che sta girando
delle scene di un film. Anche qui
è strano e affascinante il contrasto
tra le case restaurate e quelle diroccate.
Tra i colori sgargianti dei muri
dipinti e quelli sbiaditi e scrostati.
Affascinante anche percé penso
che sto calpestando le stesse pietre
su cui sono passati bizantini, crociati, paşa, armeni, ebrei e chissà
chi altro.
La storia mi ha sempre affascinata.
Non sono mai riuscita a ricordare
molto, lo ammetto, ma l'idea di
qualcosa di antico mi fa sognare
e ancor più l'idea di essere in una
città con tutti questi anni di storia.
Passeggiando fra case dai colori e
dalle forme più bizzarre arriviamo
in cima alla collina di Fener dove
si trova il Rum Lisesi, il Liceo Greco
Ortodosso.
La struttura è grandissima in mattoni rossi e fa capolino da ogni
via. C'è una grande cupola grigia
sorretta da una base merlata in
mattoni.
FATIH
Il quartiere Fatih è quello che si sviluppa intorno alla Moschea di Fatih ed è una parte del centro storico
di Istanbul a ridosso di Eminönü.
E' considerato il quartiere più “conservatore” di Istanbul, nel senso di
osservazione religiosa.
Anche in questo quartiere i turchi
sono molto tolleranti , gentili e mai
qualche sguardo di dissenso.
Persino il nostro fotografare non
sembra dar fastidio a nessuno.
Ci sono tantissimi posti in cui poter
mangiare, deliziosi posti semplici
e locali.
Qui sono per la maggior parte immigrati dalle zone dell’estremo est
anatolico che hanno mantenuto
le loro tradizioni culinarie. Anche
questa zona è molto pittoresca con
case in legno ottomane, altre ricoperte da mosaici o colorate.
Qualche uomo uscendo dalla moschea ci ferma per chiacchierare un
pò e sapere da dove veniamo.
Ci aiuta ad orientarci e semplicemente ha piacere di stare un pò a
chiacchierare.
Andateci, camminate in un dedalo
di vie davvero storiche e fuori dal
tempo!
Troppi pregiudizi per un popolo
così gentile.
GITA SUL BOSFORO
Şehir Hatları effettua il Full Bosphorus Tour con due partenze tutti i giorni da Eminönü alle ore 10.35 ed alle
ore 13.35. Il Tour fa 5 fermate intermedie e dopo un’ora e mezza arriva ad Anadolu Kavağı si ferma per 3
ore ed in seguito riparte per tornare ad Eminönü. Si può scegliere se fare il biglietto solo andata (15 Lire) o
andata/ritorno (25 Lire) e volendo si può anche scendere nelle fermate intermedie. Nel periodo invernale è
garantita solo la partenza delle 10.35.
http://sehirhatlari.com.tr/en/timetable/full-bosphorus-cruise-362.html
Anadolu Kavagi
Anadolu Kavagi è l’ultima fermata del traghetto pubblico
che attraversa il Bosforo. Questo piccolo villaggio di pescatori è un luogo gradevole per venire a fare una passeggiata, o mangiare del pesce, ma soprattutto vale la pena
venire fin qui per le viste mozzafiato del Mar Nero che
offre la collina. La città in sé non ha nulla di spettacolare e
sembra un tantino artificiale, a causa del massiccio afflusso di turisti. Le bancarelle di pesce del porto sono diventate ristoranti “turistici” specializzati e di qualità piuttosto
dubbiosa e discutibile così come i loro prezzi. Consiglio
di acquistare alcuni prodotti alimentari di Istanbul anziché mangiare in uno di quei ristoranti affollati prima
di scalare la collina del castello. È possibile bere delle buone bevande fredde a valle e poi su per la collina è
possibile fare un pic-nic nei prati verdi con vista sul mare. Molto più raccomandabile!
QUARTIERE BEBK
E’ uno dei quartieri più belli di Istanbul: Bebek (in turco vuol dire “bambino”), la “pupilla del Bosforo”
(Boğaz’ın gözbebeği). Si trova per l’appunto sul Bosforo, sulla sponda europea: ed è facilmente raggiungibile
con qualsiasi mezzo di trasporto, battello compreso; la prima volta, ci sono andato a piedi: una spettacolare
passeggiata di un paio d’ore abbondanti sempre sul bordo dell’acqua, partendo da Karaköy. Bebek è sostanzialmente divisa in due are, quella attorno al porticciolo e quella sulla collina. Vicino all’iskele c’è una pic-
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cola e pittoresca moschea; prima di arrivarci, il sorprendente
edificio che oggi ospita il consolato d’Egitto: venne costruito
dall’architetto italiano Raimondo D’Aronco all’inizio del Novecento – in stile rococo e art nouveau – e divenne la residenza
della madre dell’ex khedive d’Egitto, dopo l’esilio (ovviamente
non è visitabile, in compenso è stato recentemente restaurato).
Foto d’epoca mostrano questi due soli edifici circondati da una
foresta: sempre sul Bosforo – ma a debita distanza l’uno dall’altro - i caratteristici yalı, lussuose abitazioni estive in legno delle
famiglie nobiliari.
Dopo due secoli, Bebek è ancora oggi un luogo molto trendy: l’insenatura, soprattutto d’estate, è affollata
da barche e yacht di ogni dimensione; qualche settimana fa vi ho parlato del cocktail bar Tektekçi: ed è davvero tutto un fiorire di locali interessanti, soprattutto per cena e dopocena. Ci sono molti ristoranti di pesce,
io però confesso di non esserci mai stato (soprattutto per motivi di distanza: per tornare dove abito io, ci
vuole almeno un’ora e mezza); mi hanno parlato bene del Poseidon,
direttamente sul Bosforo: ma attenzione, i prezzi possono essere alti. ORTAKOY
In compenso, conosco bene la pasticceria Baylan che si trova proprio Complice un viaggio realizzato da
pochissimo da quelle parti, segnalo
accanto al Poseidon: originariamente armena e con prodotti dolciari una meta interessante per chi volesse
di ogni tipo, per una sosta durante una bella passeggiata è l’ideale; recarsi a Istanbul prossimamente. Un
poco lontano – sempre sulla strada principale, ma nei pressi del porto quartiere, per la verità, che si trova
– la pasticceria Meşhur Bebek Badem Ezmesi: è nello stesso luogo leggermente fuori dalle ordinarie rotte
turistiche, forse diventate anche troppo
dal 1904, la sua specialità è il marzapane, la pasta di mandorle (di turistiche, ma non per questo meno
cui io vado ovviamente ghiottissimo: quello normale, non quello al ricco di fascino.
pistacchio).
Di ciò che definiremmo monumenti, a Bebek in effetti non c’è molto; Si chiama Ortaköy e si trova esattamente sotto il Ponte sul Bosforo, che
imboccando la ripida salitella principale perpendicolare al porto – collega Europa e Asia. Di domenica è
Bebek Yokuşu (rampa Bebek) – s’incrocia però la chiesetta ortodossa animato da un mercatino dove è posdi Ayios Haralambos, sulla sinistra (di solito è aperta); lì a fianco, tre sibile mangiare patate al forno giganti
grandi edifici: due in legno piuttosto malandati, l’ex liceo francofono ripiene: lungo una delle strade è presente una curiosa processione di vendei padri Lazzaristi – ottocentesco e in muratura - trasformato più re- ditori di questa specialità del luogo,
centemente in liceo turco. La strada è davvero ripida, inerpicarsi non è che al passagio dei turisti si sbracciano
da tutti: chi ha il coraggio di farlo verrà gratificato da suntuosi yalı cir- e salutano da dietro i banconi dei loro
condati da invidiabili giardini, alcuni ancora originali e tutti in legno; piccoli box per invitarti. Probabilmente, comunque, conviene provare uno
mentre sulla sommità della collina c’è l’Università del Bosforo, che è dei ristorantini interni.
subentrata negli anni ’70 al Robert College fondato nel 1863. Ci sono
Non mancate di visitare la moschea,
stato una sola volta e non a piedi da Bebek: la vista è straordinaria.
leggermente diversa dalle altre perché
in stile barocco ed esattamente sul
mare. Proprio dietro la moschea partono piccole crociere di un’ora della parte
settentrionale del Bosforo (costano 10
lire turche, circa 5 euro) mentre se
volete percorrere tutto lo Stretto allora
la partenza è da Eminönü, più a sud.
Ortakoy si raggiunge con una bella
passeggiata di 20 minuti da Beşiktaş,
oppure con un autobus che percorre la
costa occidentale da sud a nord.
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Palazzo di Dolmabahçe
Palazzo di Dolmabahçe si trova nel quartiere Besiktas di Istanbul ed è stato realizzato nel 1856
dove sorgeva il giardino coperto Dolma Bahçe.
Il palazzo vanta delle sale meravigliosamente decorate e sfarzose, volute come dimostrazione della
ricchezza dell’impero ottomano ma che ne rivelano
lo splendore decadente in cui stava scivolando durante il suo ultimo secolo di esistenza.
I sultani dell’ultimo periodo scelgono il Corno
d’Oro come luogo di residenza e adottano stili di
vita all’europea, creando piccole Versailles lungo
il mare con giardini alla francese dai meravigliosi
roseti e fontane, arredamenti alla moda e un gusto
decisamente continentale.
Il palazzo di compone di tre parti, una per gli uomini, una per le donne e una per la vita ufficiale
di corte.
Palazzo di Abdulmecit
I desideri di lusso e fasto all’occidentale spinsero i
sultani a costruire un palazzo dal costo di ben 5 milioni di sterline dell’epoca: 280 stanze, 43 saloni, 6
hammam. Il tutto realizzato con i migliori materiali
a disposizione: colonne greche, volte moresche,
pavimenti in ebano, mogano e legno rosa, cristalli
Baccarat e di Waterford, alabastro, marmo di Carrara, ori, argenti e prisma per creare effetti di luce.
L’Harem si compone di 50 stanze con saloni e sale
di ricevimento ed era abitato da un centinaio di
odalische che tramavano alle spalle dei sultani.
Museo della Marina
Potrete ammirare tutti gli strumenti della flotta turca come sestanti, astrolabi e uniformi per capire la
vita dell’epoca.
Da non perdere i caicchi dei sultani: con queste
meravigliose imbarcazioni i sovrani sfilavano sul
Bosforo seduti su imponenti divani d’avorio e madreperla.
martedì
La parte asiatica di Istanbul è quella che da secoli
fa sognare viaggiatori e letterati di tutto il mondo:
l’idea di una città a metà fra Occidente e Oriente,
divisa fra due culture, due influenze religiose e due
stili di vita tanto vicini quanto diversi, due sorelle
che comunicano attraverso il Bosforo.
Molto meno visitata rispetto alla parte occidentale,
questa riva è ricca di spunti e di angoli da scoprire,
lontano dal turismo di massa e immersi invece nella vita quotidiana di un popolo abituato a spostarsi
da un capo all’altro della città usando il traghetto.
CONSIGLI
Per passare da una parte all’altra della città il mezzo più
economico e più veloce è il vapur, ovvero il traghetto.
Ne partono tantissimi da ogni approdo della città:
Eminönü, Karaköy, Kadıköy, Beşiktaş. Avrete l’imbarazzo
della scelta!
Il versante asiatico di Istanbul è molto più tranquillo
rispetto alla sponda occidentale del Bosforo, ma è un’ottima occasione per visitare angoli autentici della città:
inoltre anche qui l’impero ottomano ha costruito bellissime moschee e lussuosi palazzi per nobili e sultani.
Da vedere
Nel rione di Üsküdar ci sono le moschee costruite
dall’architetto Sinan, la moschea Iskele, proprio all’imbarcadero, fatta costruire da Solimano il Magnifico
per la figlia Mihrimah, la moschea Semsi Pasa, con la
medersa affacciata sul mare, la moschea di Atik Valide,
splendida con i suoi viali alberati, le fontane ombreggiate e le cupole, la moschea e hammam di Çinili interamente decorate con piastrelle di Iznik.
Arrivando dal battello non potrete che rimanere abbagliati dal Palazzo di Beylerbeyi: meno sfarzoso di Dolmabahçe, resta un vero capolavoro di marmo affacciato sul
mare, circondato da un meraviglioso giardino a terrazzo
ricco di erbe aromatiche di cui il sultano era appassionato il tutto ammantato da uno splendido panorama
sul Bosforo.
A Kadıköy non ci sono cose precise da vedere, ma merita
una sosta per il labirinto di stradine e viuzze strette che
s’inerpicano per la collina fra banchi di frutta e verdura, tavolini all’aperto, fragranti panetterie e venditori di
anticaglie
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USKUDAR
Üsküdar, così come
Bakırköy, era in realtà
una città separata da
Istanbul. Si tratta della
antica Scutaro, che in
epoca bizantina ospitava il palazzo omonimo.
Si chiamava in realtà
Crisopoli in origine, e
fu fondata da Alcibiade nel 409 AC, a pochi
passi da quella Calcedonia che verrà anch’essa inglobata da Istanbul.
In una posizione particolarmente difficile da proteggere, Üsküdar subirà diverse occupazioni e
devastazioni, che purtroppo nulla hanno lasciato
dell’epoca Bizantina al turista che arriva oggi a
Istanbul.
Fu conquistata dai turchi circa 100 anni prima di
Costantinopoli, e fu praticamente da subito uno
dei luoghi preferiti dalle mogli del Sultano, che la
adornarono con splendide moschee ed edifici che
ancora oggi possono essere visitati.
Cosa c’è da visitare?
Iskele Camii
Si chiama appunto la moschea del porto, e domina
l’arrivo dei traghetti dalla parte europea della città.
Fu costruita da Sinan, il più popolare degli architetti ottomani, per contino di Mihrimah Sultan,
figlia di Solimano il Magnifico e moglie del gran
visir Rüstem.
Gli esterni sono semplicemente incredibili, e possono essere ammirati anche dall’altro lato della
città. Gli interni sono forse meno suggestivi, soprattutto se prima si è visitata la Moschea Blu.
Yeni Valide Camii
Poco distante da Iskele Camii, sulla piazza principale di Üsküdar, c’è la moschea di Yeni Valide, costruita durante il 18^ secolo. Facciata incredibile
in legno, che apre su interni che dovreste cercare
di visitare a tutti i costi. Forti gli influssi barocchi,
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che poi ritroveremo in tutti gli edifici di questo
periodo.
Şemşi Paşa Camii
Uscendo da Yenı Valide Camii e andando verso
sinistra troveremo una delle più belle piccole moschee di Mimar Sinan. Colpisce per le sue pietre
bianchissime, che danno direttamente sul Bosforo.
Il complesso di Ahmediye
Si tratta dell’ultima grande costruzione in stile
classico ottomano, che poi verrà abbandonato dai
turchi, che gli preferiranno stili più europei. Fu
commissionato dal capo dell’arsenale di Ahmet III,
e presenta bassorilievi in marmo che sono il fiore
all’occhiello del periodo classico Ottomano.
Il cimitero di Karaca Ahmet
Uno dei punti più famosi di Üsküdar. Si tratta di
un cimitero piuttosto pittoresco, forse il più famoso fuori dalle porte della città vecchia. Sconfinato,
offre una camminata all’ombra di magnifici cipressi, accompagnandoci con tombe di rara bellezza,
soprattutto nel caso di quelle dei grandi dignitari
dello stato ottomano.
Torre di Leandro
In turco, più suggestivamente, la Torre della Ragazza. SI tratta di quella torre che potrete ammirare
mentre arrivate a Üsküdar via vaporetto. E’ su un
isolotto minuscolo a 200 metri dalla costa, e potrete raggiungerla con delle piccole barche (6 lire il
biglietto), che partono ogni 15 minuti da Salacak.
Kuzguncuk
Kuzguncuk è stato per svariati secoli abitato in maggioranza da ebrei: che fuggiti dalla Spagna nel 1492
e hanno salvaguardato la loro particolare lingua, il
giudeo-spagnolo (o ladino); c’erano anche armeni e
greco-ortodossi. Lo scorso anno, visitando una mostra
fotografica – foto della sponda orientale del Bosforo nel
XIX secolo – del museo di Pera, ho scoperto qualcosa di
particolarmente affascinante: un modo di dire – in giudeo-spagnolo, per l’appunto – frequentemente usato
nel quartiere, Nos dos yabancı, yes konu komşi (“Non ci
sono stranieri tra di noi, siamo tutti vicini”). Ma Kuzguncuk ha preservato la sua natura multi-etnica e multi-religiosa solo fino agli anni ’50: molti ebrei si sono trasferiti
in Israele dopo la sua fondazione, rum (i greco-ortodossi
con cittadinanza ottomana e poi turca) e armeni sono
fuggiti dopo il pogrom ultra-nazionalista del 6-7 settembre 1955 che ha avuto come obiettivo soprattutto
esercizi commerciali e luoghi di culto. Gli abitanti di un
tempo sono stai rimpiazzati da immigrati dell’Anatolia.
A Kuzguncuk spira ancora un’aria di pura rilassatezza: e
non parlo della brezza del Bosforo. Le chiese, le sinagoghe e la moschea (cotruita solo nel 1952, nel cortile di
una chiesa armena e con il contributo della comunità
armena) sono ancora in piedi, una a fianco all’altra: anche se chiese e sinagoghe sono aperte di rado, solo in
occasione delle feste liturgiche. Amy Mills, comunque,
suggerisce e spiega che l’esperienza del passato – divenuta patriomonio collettivo – ha contagiato anche i
nuovi abitanti di Kuzguncuk: perché nel quartiere regnano spirito comunitario e solidarietà; in ogni caso, è
estremamente piacevole passeggiare per le viuzze del
quartiere, senza fretta e senza meta: per poi fermarsi nei
suoi caffé e ristorantini all’aperto. D’estate, ci si può imbattere persino in qualche comitiva turistica: Kuzguncuk
ha fatto recentemente da set a qualche seria televisiva
turca dal successo internazionale, gli appassionati vengono per ammirare i luoghi sperando di incontrare i loro
attori favoriti.
KUZGUNCUK - CENGELKOY - KADIKOY
Sveglia presto e colazione a buffet in hotel. Mi tuffo nella
città e iniziamo questa giornata esplorativa.
Dal momento che ho già visto in viaggi precedenti le
parti più affascinanti di Istanbul (quartiere Sultanhamet,
Eminome, Balta, Fener, Fathi, Beyoglu) preferisco andare alla scoperta della parte asiatica della città.
Devo ammettere che è meno affascinante questa zona,
in quanto più moderna e meno “caratteristica”, più che
altro non ci sono meritevoli attrazioni come negli altri
quartieri.
Consiglio un giro qui solo a chi ha già approfonditamente scoperto il resto della città. Potreste restare delusi
nel senso che non c’è niente di che. io ho apprezzato
questi quartieri che sono parte reale della città, parte vissuta dagli abitanti nella vita quotidiana. Non voglio dire
che non sono belli, solo che non sono così affascinanti
come i quartieri più noti.
A piedi raggiungiamo con il trenino il quartiere di Kadikoy, da cui prendiamo il traghetto per Uskudar. Da qui
sempre a piedi costeggiando il fascinoso Bosforo in una
ventina di minuti arriviamo al quartiere Kuzguncuk. Si
trova di fronte a Besiktas, sulla sponda opposta e asiatica della città. Il quartiere è caratteristico per le case in
legno colorate e perchè una volta era popolato da una
grande comunità ebraica, una minoranza armena e
greca. Kuzguncuk fu dominata dai bizantini prima e successivamente durante tardo 1400 gli ebrei che furono
espulsi da Spagna e Portogallo cominciarono a trasferirsi qui e nel quartiere di Balat. Gli armeni arrivano nel
1700. A differenza di Balar e Fener, le case in legno non
sono in rovina o abbandonate. Il quartiere è ben tenuto,
così come le deliziose casette colorate e popolate da bei
gattini. In una via ci sono una Moschea, una Sinagoga
ed una Chiesa ortodossa, un esempio perfetto di ciò
che rappresenta Istanbul, punto di incontro di re l’una
accanto alla’altra. Istanbul è da sempre una città mix di
culture, religioni e popoli. Una passeggiata piacevole,
scorci rilassati, autentici e genuini. Atmosfera molto piacevole e serena. Stradine e casette curate e ben tenute.
Sulla cima del paese c’è una moschea e il Cimitero
Ebraico. Saliamo per la Moschea non sapendo che è
chiusa. Stradine in salita da cui pezzi di bosforo fanno
capolino tra le case. Bellissimi scorci. Dall’alto ci sono
dettagli molto carini da scoprire. Il quartiere è molto
tranquillo e tradizionale, qui fanno in molti il ramadam
e i piccoli bar sono pieni di gente che chiacchiera e riposa senza toccare cibo. Ci vogliano offrire un te, perciò
dopo un giretto ritorniamo lì per un cay e gustiamo l’atmosfera, la loro gentilezza. E’ bello condividere questi
momenti, sono questi dettagli, queste piccole condivisioni, questi incontri che fanno un viaggio meraviglioso
secondo me.. ogni volta resto colpita dalla gentilezza
turca. Tornando verso il mare Ale vorrebbe mangiare
all’Ismet Baba, che il sito “scoprire Istanbul” indica come
uno dei migliori ristoranti di pesce di tutta Istanbul. Non
lo proviamo perchè ora è chiuso..Qualche sguardo al
mare e l’ultima occhiata a questo quartiere tranquillo
dalle strade deserte..
Da Kuzguncuk prendiamo il bus e proseguiamo per
il quartiere Cengelkoy. Un altro quartiere che volevo
scoprire. Era un villaggio di pescatori e anche oggi è
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un tranquillo quartiere dove non vediamo in giro turisti. Dicono sia uno dei quartieri popolato dalle classi
sociali alte di Istanbul. Ci sono un po’ di ristorantini e
bar sul Bosforo molto carini e dall’atmosfera rilassata. Ci
sono alcuni palazzi signorili dell’epoca ottomana sulla
strada che sale sulla collina. Facciamo quattro passi per
le poche vie e ci riposiamo un po’ sulle panchine in riva
al Bosforo dove ragazzi o famiglie stanno pescando.
Nel mare barchette piccole di pescatori mentre una
petroliera passa dietro. Diversi i ristoranti di pesce che
sembrano essere l’unica attrattiva locale. Noi semplicemente con gli occhi curiosi assaporiamo l’atmosfera
rilassata e le immagini di fronte a noi.
Dopo un po’ di riposo prendiamo il bus per Uskudar
e da lì un altro bus per arrivare al quartiere di Kadikoy.
Si trova sempre sulla sponda asiatica, sul mare. Questo
quartiere è un ex colonia greca ed è uno degli insediamenti più antichi. E’ vero che del passato non vi è più
nulla e nemmeno ci sono attrattive turistiche o qualche
cosa di così speciale da vedere, ma è anche vero che Kadikoy offre uno scorcio reale della città come mi hanno
riferito in molti, ed è si vero. Un tram bianco passa per le
vie vivaci del quartiere. Lo preferisco agli altri due quartieri visitati perchè più vivace, è un quartiere vivo e dinamico. Molti bar, attività commerciali e via vai di giovani
in un atmosfera serena e di tutti i giorni. Un mercato in
mezzo alle vie offre delizie da mangiare di ogni genere.. tamarindo, foglie di vita, frutta secca... Carine le vie
ciottolate e stupendi i negozi ed i mercatini di antiquariato. Nel quartiere ci sono diverse università e scuole
di lingua inglese, ed è per questo una scelta popolare
per gli studenti e gli stranieri che stanno qui a vivere e
lavorare. Tante le librerie, anche di libri usati inglesi. Noi
ci divertiamo a perderci nei negozi degli antiquari che
hanno oggetti fantastici in legno intagliato con avorio e
madreperla. Culle, specchi, tavolini e sedie per veri sultani, nella bellezza e nei prezzi ovviamente. Spulciamo
ogni bancarella e ogni negozietto ammirando queste
opere d’arte. Compro una borsetta rosa deliziosa visto
che gli oggetti antichi sono troppo costosi. Ci fermiamo
per una birra e un po’ di anguria mentre riposiamo un
po’ le gambine.
Da qui prendiamo il traghetto per Eminonu e raggiungiamo a piedi la Moschea Süleymaniye Camii. Nello
scorso viaggio ad Istanbul era chiusa per restauro ed
ora siamo proprio curiosi di vederla. E’ una costruzione
davvero maestosa. Fu realizzata tra il 1550 e il 1557,
su incarico del sultano Solimano il Magnifico, dall’architetto ottomano Sinan. L’edificio è circondato da un
ampio piazzale e un cimitero. Quasi quasi mi colpisce
più della Moschea Blu per dimensione e bellezza. Questa moschea si distingue per essere l’edificio sacro della
città. E’ stata costruita sul sesto colle di Istanbul. Anche
all’interno la grande cupola, le decorazioni, i tappeti e
le luci rapiscono i nostri occhi. In effetti è molto grande,
si nota dal Topkapi, dal Gran Bazar e dalla torre Galata.
Osservando il profilo di Istanbul spicca la silhouette dal
ponte di Galata al tramonto. L’opera comprende anche
le cucine per i poveri, bagni, scuole di teologia, biblioteche.. Accanto alla moschea, Solimano fece erigere un
quartiere del quale sopravvivono ancora 525 case di
legno. Bella la posizione rialzata in cui si trova. Molto
carino un bar che si trova nelle vicinanze in bello stile
tipicamente turco.
Scendiamo per le strade che rapide scendono per raggiungere il corno d’oro ... meraviglioso è arrivare giusto
in tempo sul ponte di Galata per gustarci il tramonto
con il sole che si tuffa dietro le moschee così affascinanti
della città. E penso sempre che Istanbul è davvero magica, un mix di europeo, asiatico, modaiolo e povero ma
sempre con una sua identità che mi colpisce sempre e
mi fa star bene.
Torniamo a piedi nella nostra zona di Beyoglu e ci
fermiamo per cena. Zuppa di lenticchie, insalata turca
per me, carne con con verdure per Alessio e pane. Da
bere acqua e ayran. Anche la zona di Beyoglu mi piace. Il segreto qui è notare gli odori, le voci ed i rumori.
Un’esperienza che coinvolge diversi sensi. Solo qui si
sentono i gabbiani, le voci dei venditori, dei passanti....
si mangia per strada al volo, si ammira il Bosforo, il sole,
la luce della città...
La serata passa tra le vie piene di luci e bar. Prima di
rientrare in hotel ci fermiano alla festa di ieri per la fine
del ramazan dove si beve te, c’è musica dal vivo e diverse bancarelle di artigianato. Compro un foulard verde
decorato a mano che mi piace tantissimo e due ciotole
dell’hammam.
Prima di andare a dormire ci beviamo qualcosa sulla
terrazza del nostro hotel ammirando le luci di questa
immensa città dall’alto. Come finire in bellezza.
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Cappadocia
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La magica città dei minareti
La Cappadocia è una regione storica dell’Anatolia, un tempo ubicata nell’area corrispondente
all’attuale Turchia centrale, che comprende parti delle province di Cesarea, Aksaray, Niğde e
Nevşehir.
La Cappadocia si caratterizza per una formazione geologica unica al mondo e per il suo patrimonio storico e culturale. Nell’anno 1985 è stata inclusa dalla UNESCO nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità.
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La cappadocia letteralmente “terra dei bei cavalli”, è misteriosa e
bellissima e con una formazione
geologica unica al mondo. Dove
un tempo scorrevano fiumi di
lava , oggi si estendono valli
ondulate sullo sfondo di un
polveroso orizzonte. Non meno
essenziale è la storia della presenza umana nella regione, in
particolare la storia dei bizantini,
il cui antico mondo sotterraneo ci
ha riconsegnato affreschi e chiese
scavate nella roccia.
Il paesaggio unico della Cappadocia è il risultato del dispiegarsi
di forze naturali nel corso di millenni. Circa 60 milioni di anni fa,
si formò la catena montagnosa
del Tauro nell’Anatolia meridionale.
La formazione delle cordigliera
del Tauro creò numerosi burroni e
depressioni in Anatolia centrale.
Dieci milioni di anni fa, queste
depressioni sono state riempite
da magma vulcanico e altre ma-
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teriali provenienti dai numerosi vulcani.
Gradualmente, le depressioni andarono scomparendo, trasformando la regione in un altopiano. Tuttavia, il minerale che colmò la depressione non è molto resistente all’azione erosiva del vento, della
pioggia, dei fiumi, e alle escursioni termiche, di modo che l’erosione
è stata in grado di “scolpire” le numerose valli delle quali la Cappadocia va famosa.
Le peculiarità geologiche del sito hanno fatto sì che i suoi paesaggi
siano spesso descritti come “lunari”. Le profonde pareti rocciose di
tufo calcareo hanno subito una continua erosione per milioni di anni,
acquisendo forme insolite . Il terreno argilloso e’ inoltre malleabile
tanto da consentire alle primitive popolazioni di costruire le proprie
abitazioni ricavandole dalle pareti rocciose. Pertanto si incontano
ovunque insediamenti rupestri formati da cavità e grotte, sia naturali
che artificiali, che furono per secoli abitazioni e ripari.
Per uguale motivo e’ stato facile per gli abitanti della regione costruirsi rifugi sotterranei, vere e proprie citta’ (esempi ancora visitabili
sono le città di Kaymaklı, Ozkonak e Derinkuyu) che permettevano a
migliaia di rifugiarsi nel sottosuolo e di sopravvivervi per mesi, senza
necessità di arrischiare sortite esterne. Queste città sotterranee sono
state molto utilizzate durante il periodo cristiano/bizantino e alcune
camere furono adattate come templi e decorati.
Nel medio evo a cura dei nuovi dominatori Selgiuchidi sorsero nella
zona numerosi caravanserragli (letteralmente alberghi per le carovane), che fornivano alloggio e rifugio alle carovane che percorrevano
la famosa Via della Seta, permettendo non solo un sicuro pernottamento luogo il tragitto ma pure servizi vari quali, moschee ospedali
e rifugi per greggi . I caravanserragli erano diffusi in tutta l’Anatolia, distanziati di circa 30 km l’uno dall’altro;
in tempo di guerra venivano usati come postazioni difensive del territorio. Tra queste costruzioni, spicca il
caravanserraglio di Agzikarahan e quello di Avanos dove si tengono stupende cerimonie Dervishe.
Ci sono decine di villaggi nella zone che vale la pena di visitare. Le piu’ belle cittadine e piu’ conosciute sono
Urgup, Goreme, Avanos, Cavusin, Ortahisar e Uchisar.
Ma la bellezza del posto consiste nella possibilità di effettuare stupende passeggiate a piedi nel mezzo di
una natura UNICA , in valli dai nomi pittoreschi in cui si possono fare centinaia di foto incredibili soprattutto
al tramonto.
Consigliamo di dedicare almeno una giornata a passeggiate a cavallo che partono da Avanos lungo il fiume
Kizilirmak – il piu’ lungo della Turchia – e di concedersi la bellezza di un volo in mongolfiera sulle valli all’alba!
Itinerari
PRIMO GIORNO
Parco nazionale di Goreme - Cavusin - Urgup - Uchisar
SECONDO GIORNO
Valle Ihlara - Selime
TERZO GIORNO
Mongolfiera - Città sotterranee -Mustafapasa
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Giorno 1°
Museo all’aperto di Goreme
Senza dubbio il luogo più famoso ed affollato della Cappadocia, il Museo all’aperto di Goreme è stato dichiarato Patrimonio nel 1985. Le chiese rupestri di
Goreme sono situate in una valle a circa
1 chilometro dall’abitato, sono scavate
direttamente nella roccia e custodiscono
splendidi affreschi millenari che si sono
miracolosamente conservati.
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I più affascinanti si trovano nella Chiesa
della Mela (Elmali Kilise), nella Cappella
di Santa Barbara e nella Chiesa dei Serpenti (Yilanli Kilise), ma per osservare i
dipinti più straordinari è necessario pagare un supplemento e visitare la Chiesa
Buia (Karanlik Kilise) Qui, grazie alla
mancanza di luce, i colori degli affreschi
si sono preservati in modo ottimale.
La visita dura circa un’ora e mezza senza
considerare i dintorni. Se lo visitate in
estate armatevi di scorta d’acqua, cappello e crema solare ad alta protezione!
Avrete un po’ di fresco nei passaggi nelle
diverse chiese che sono state costruite
all’interno di queste cave, alcune hanno degli affreschi ben conservati e sono
molto belle, come la chiesa del sandalo e
la chiesa oscura, per cui occorre pagare
un biglietto supplementare di 8 lire, che
è effettivamente quella con affreschi meglio conservati di tutte quelle del sito.
La Chiesa del melo (Elmali Kilise). Vi
Informazioni pratiche: ingresso 15 lire turche, supplemento per la Chiesa Buia 8 lire. Lo spazio all’interno
delle chiese è limitato e spesso interamente occupato
dai gruppi turistici. Visitando il sito la mattina presto
(arrivate prime delle 9) non avrete nessun problema di
ressa e confusione.
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si accede attraverso un pozzo piuttosto
stretto; l’interno è ricco di interessanti
dipinti riguardanti la vita di Cristo. Nei
pressi la piccola affrescatissima chiesa di
Santa Barbara
La Chiesa della fibbia (Tokali Kilise): situata poco prima del parcheggio, è la più
interessante di tutta la valle. Sulla volta
e sulle pareti si ammirano degli affreschi risalenti al 963 raffiguranti la vita di
Gesù. Attorno alla chiesa si trovano alcune cappelle scavate a diversi livelli raggiungibili con scale di ferro (Cappella di
sant’Eustachio) e, nei pressi dell’ingresso,
un affresco rappresenta Daniele nella
fossa dei leoni.
La Chiesa oscura (Karanlik Kilise): l’accesso è attraverso una stretta scala che si
apre in un ambiente illuminato da un’unica finestrella. L’oscurità ha preservato
gli affreschi, che quindi risultano essere
sicuramente i più spettacolari dell’intero
museo, con colori ancora estremamente
vivi.
La Chiesa del serpente (Yilanli kilise).
All’interno dipinti raffiguranti l’imperatore Costantino e sua madre, Sant’Elena,
e un affresco che ha dato il nome alla
chiesa: San Giorgio che atterra il drago,
rappresentato dal serpente.
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Love Valley
La Love Valley è incredibile, forse il luogo più bizzarro tra tutti: qui dei
giganteschi camini delle fate si innalzano per parecchi metri nel cielo, ricordando delle forme falliche: da qui appunto la nominazione
Love Valley. Un percorso scenografico attraversa l’intera vallata offrendo splendide vedute fino a raggiungere i pinnacoli più imponenti.
Informazioni pratiche: la Love Valley si trova a circa 5-10 minuti di
auto a nord di Goreme ma non è facile da trovare. Si può parcheggiare lungo la strada principale e percorrere a piedi un tratto non asfaltato che in circa 10 minuti porta all’inizio della vallata. Lo sterrato si
può anche percorrere quasi interamente con l’auto fino ad un piccolo
ristoro, da qui si procede a piedi per un paio di minuti, poi prevedete
una camminata di circa mezz’ora nella vallata.
Red e Rose Valley
Uno dei trekking più famosi della Cappadocia attraversa queste due spettacolari
vallate, in un paesaggio mozzafiato che
ricorda quello lunare, costituito da rocce
bizzarre dai colori tenui che passano dal
rossastro, al rosato, al bianco. L’azione
dell’acqua e dell’erosione nel corso dei
millenni ha dato vita a forme suggestive.
Il percorso collega l’abitato di Cavusin con
un punto a nord di Goreme, il percorso di
sola andata dura circa un paio d’ore.
Informazioni pratiche: per non dover
percorrere a ritroso lo stesso percorso
dell’andata è necessario appoggiarsi a
qualche agenzia turistica locale. La maggior parte degli hotel di Goreme può organizzare l’escursione, ad un costo di circa
20 lire turche a persona. In alternativa è
possibile raggiungere in auto il punto di
partenza a nord di Goreme e percorrerne
un breve tratto decisamente panoramico.
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Cavusin
Visitare il Villaggio di Çavusin è come arrivare in altri tempi. Se già il paesaggio della Cappadocia ci produce
una sensazione di stranezza, come di un paesaggio lunare, arrivare a questo piccolo paesino lo è ancora di
più. Chi cerca un’autentica esperienza rurale in Cappadocia deve visitare questo angolino che si trova a 6
km da Goreme. Camminando tra i vigneti e i campi coltivati ci si avvicina al bellissimo cimitero, attraverso
il quale bisogna passare con rispetto. Il villaggio è sempre tranquillo, ci sono solo due pissoli ristoranti
turistici che rompono il silenzio. Attraversando il paese tutti ti sorridono, vogliono aiutarti e sono curiosi di
vedere un raro turista. Si deve solo alzare la testa per contemplare il vecchio centro di Çavusin, tutta una città
abbandonata, scavata nella roccia, nella quale ci si accede attraverso scale e rampe. e’ un luogo incredibile,
poco conosciuto ma di facile accesso.
Salendo lungo il ripido e labirintico complesso di case abbandonate
di Çavusin
si arriva, non senza difficoltà, a una delle chiese più antiche e affascinanti di tutta la Cappadocia: la Chiesa di San Giovanni Battista.
Situata quasi sulla cima della montagna offre i migliori panorami di tutta la regione. Gli interni sono spettacolari per
via della grandezza della navata e dell’infinità di angoli
nei quali ci si può perdere senza imbattersi in altri turisti. L’entrata alla chiesa è gratuita e vale la pena lo
sforzo fatto per arrivarci.
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Urgup
Visitare il Villaggio di Çavusin è come arrivare in altri tempi. Se già il paesaggio della Cappadocia ci produce
una sensazione di stranezza, come di un paesaggio lunare, arrivare a questo piccolo paesino lo è ancora di
più. Chi cerca un’autentica esperienza rurale in Cappadocia deve visitare questo angolino che si trova a 6
km da Goreme. Camminando tra i vigneti e i campi coltivati ci si avvicina al bellissimo cimitero, attraverso il
quale bisogna passare con rispetto. Il villaggio è sempre tranquillo, ci sono solo due pissoli ristoranti turistici
che rompono il silenzio. Attraversando il paese tutti ti sorridono, vogliono aiutarti e sono curiosi di vedere un
raro turista. Si deve solo alzare la testa per contemplare il vecchio centro di Çavusin, tutta una città abbandonata, scavata nella roccia, nella quale ci si accede attraverso scale e rampe. e’ un luogo incredibile, poco
conosciuto ma di facile accesso.
Salendo lungo il ripido e labirintico complesso di case abbandonate di Çavusin si arriva, non senza difficoltà,
a una delle chiese più antiche e affascinanti di tutta la Cappadocia: la Chiesa di San Giovanni Battista. Situata
quasi sulla cima della montagna offre i migliori panorami di tutta la regione. Gli interni sono spettacolari per
via della grandezza della navata e dell’infinità di angoli nei quali ci si può perdere senza imbattersi in altri
turisti. L’entrata alla chiesa è gratuita e vale la pena lo sforzo fatto per arrivarci.
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Uchisar
La fortezza di Uchisar, che sembra abbracciare il piccolo e caratteristico villaggio sottostante, domina il paesaggio della Cappadocia, innalzandosi improvvisamente dalla piana circostante
rendendola visibile da chilometri di distanza.
La fortezza altro non è che un’imponente roccia vulcanica di tufo
perforata da un labirinto di finestre e gallerie. Grazie ad una buia
scalinata interna, che prosegue con un percorso esterno senza
Informazioni pratiche: l’ingresso, che fino al 2011 era libero, ora costa
5 lire turche. Due sono i punti panoramici che offrono viste spettacolari sulla fortezza. Il primo si trova sulla strada che collega Uchisar con
Ortahisar (Turgut Ozal Cd), un paio di chilometri prima di entrare nel
villaggio, l’altro sulla provinciale verso Goreme. Quest’ultimo è particolarmente affascinante all’alba, quando le mongolfiere si alzano sopra il
cielo della Cappadocia sfiorando anche la fortezza.
Giorno 2°
Valle Ihlara
La valle è un canyon stretto e profondo,
come una spaccatura, di roccia rossastra
erosa nel tempo dal fiume Melendiz, che
ancora oggi scorre nella gola. Il canyon è
lungo una ventina di chilometri e si può
percorrere attraverso un sentiero che costeggia il ruscello in un contesto verdeggiante molto bello e rilassante.
E’ alto circa 150 metri e 300 scalini che
partono dalla biglietteria permettono di
raggiungere il letto del fiume.
Il contesto è davvero paricolare e molto
differente dai panorami visti fin’ora, non
sembra nemmeno di essere
in Cappadocia. Oltre alla
parte naturalistica è molto
interessante anche la presenza di un centinaio tra chiese
bizantine, monasteri e celle
di eremiti. Una volta scesi
dagli scalini è facile seguire il
percoso che costeggia il fiume e permette di esplorare
alcuna protezione, è possibile raggiungere la cima ed ammirare una delle più
belle viste di tutta la regione.
anche delle chiese. Almeno tre ore sono
necessarie per un giretto senza fretta. In
questo luogo si respira una pace profonda, nel verde, all’ombra delle piante si
sente solo il rumore del ruscello che scorre e degli uccelli. La passeggiata è molto
piacevole. Si costeggia la parete rocciosa
piena di buchi per i piccioni viaggiatori
che usano per comunicare. Immagino
che in epoche passate i conquistatori passavano di qui e, ignari di essere osservati,
vedevano il luogo deserto e proseguivano. Affascinante immaginare tanti occhi
dalle fessure che guardavano per nascondersi in tunnel bui e senza fine. Una rete
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capillare che collegava un sacco di
stanze.
La prima chiesa è
Agacalti
Kilisesi,
cioè la Chiesa sotto l’albero. Si entra
vicino all’altare perché gli altri ingressi
sono parzialmente
crollati. E’ una chiesa con pianta a croce, con due piccole navate e un’abside. I
monaci bizantini affrescarono il soffitto e
le pareti della grotta con disegni dai colori vivaci e semplici. Sul soffitto a cupola è affrescato Gesù che acende in cielo
sorretto da quattro angeli e racchiuso in
una mandorla. Altre scene nella chiesa
a sud rappresentano l’Annunciazione, la
Visitazione, San Giuseppe, la Natività, la
Presentazione al tempio. Mentre a nord:
la fuga in Egitto, il Battesimo di Cristo,
la Dormizione della Vergine e a oves Daniele nella fossa dei leoni.
Molto bella è la Chiesa Fragrante “Kokar
Kilise” con affrescate scene del Nuovo
Testamento, tra cui la Natività e la Crocifissione. Anche la Chiesa del Giacinto
(Sümbüllü Kilise)è da vedere, un monastero con una facciata ben conservata e
begli affreschi.
Molto carina questa zona verde con capanne in legno e tavolini nei ruscelli, tra
il canto degli uccellini.
Si può mangiare con i piedi in acqua su
tronchi tagliati e tavoli in legno sistemati
nell’acqua oppure ci sono piccole palafitte con cuscini e tavolo.
Selime
Il monastero rupestre di Selime è il più
grande della Cappadocia. E’ stato scavato dai monaci cristiani nel 13 secolo
nella valle di Ihlara. Questo monastero
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nelle rocce intagliate è sorprendente.
Avevamo creato una cattedrale enorme
e certamente mi sorprendo, mi chiedo
come abbiano fatto dei monaci a costruire qualcosa di così grande e bello
nei dettagli.
Degli affreschi che ornavano i muri è rimasto ben poco ma affascina scoprire le
stanze e i passaggi scavati. C’erano cucine e stanze per muli persino. Ora parte
delle rocce sono erose e crollate, ma una
volta dall’esterno non si vedeva nulla di
tutto ciò. Spettacolare. Inimmaginabile
pensare che dentro delle rocce ci fosse
tutto ciò.
Subito dopo Selime si raggiunge un punto panoramico da cui si vede meglio la
valle e il punto che fu uno dei tanti set
del film guerre stellari. Strane formazioni
rocciose grigiastre che mi ricordano dei
fantasmini!
Informazioni pratiche: ingresso 5 lire turche (include la
valle Ilhara, conservare il biglietto). Selime dista circa
80 chilometri da Goreme, il viaggio dura poco più di
un’ora ma le indicazioni sono scarse. Da qui la Valle
Ilhara dista circa 15 minuti.
Giorno 3°
Città sotterranea di Derinkuyu
E’ uno dei luoghi più incredibili del mondo, dove si resta sbalorditi nell’immaginare cosa l’uomo sia in grado di creare.
In Cappadocia sono presenti numerose
città sotterranee, costruite attorno all’800
a.C. come rifugio durante le invasioni,
ma quella di Derinkuyu è tra le più complesse.
Tredici piani dotati di pozzi di aerazione
che scendono nelle viscere della terra,
capaci di ospitare fino a 20.000 persone,
con stanze, cucine, refettori, botteghe,
chiese, scuole, persino stalle per il bestiame. Si pensa che le popolazioni potevano
vivere in questi spazi angusti fino a sei
mesi, in completa autonomia.
Informazioni pratiche: ingresso 15 lire
turche. I corridoi da percorrere sono
molto stretti e in alcuni passaggio è ne-
Pochi luoghi sono affascinanti e
misteriosi quanto le città sotterranee della Cappadocia. Gli studiosi ne hanno identificate 36.
Alcuni archeologi fanno risalire
le parti più antiche di queste
città all’epoca ittita, ossia a 4000
anni fa. In tempo di pace gli abitanti di questa regione vivevano
in superficie coltivando la terra,
ma quando erano minacciati di
invasione da parte di nemici, si
rifugiavano nelle loro abitazioni
troglodite dove potevano resistere in tutta sicurezza anche
per 6 mesi.
cessario camminare chinati. Qualcuno
potrebbe pertanto trovare il posto claustrofobico, anche se personalmente non
mi ha dato questa sensazione. I momenti
migliori per una visita sono la mattina
presto, l’ora di pranzo ed il tardo pomeriggio: un paio di gruppi turistici potrebbero intasare completamente i corridoi.
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DERINKUYU, L’ANTICA CITTÀ SOTTERRANEA COSTRUITA DAGLI ANTICHI ASTRONAUTI PER PROTEGGERE L’UMANITÀ?
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La Cappadocia, nella Turchia orientale, è delimitata al
nord dal Mar Nero e a sud dalla catena montuosa del
Tauro.
Nel 1963, una semplice ristrutturazione nella città di
Derinkuyu porta ad una scoperta straordinaria.
L’apertura della parete di una grotta, rivela un passaggio verso una città sotterranea, antica di migliaia di
anni, ad oltre 85 metri di profondità.
Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi
di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l’aria anche ai livelli più profondi.
Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte
potevano contenere circa 20 mila persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri
religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il
bestiame.
Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo,
cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar.
La città ha beneficiato della presenza di un fiume
sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce
studiosi e ingegneri.
La costruzione di una città come Derinkuyu sarebbe stata un’impresa per chiunque, anche in tempi moderni
e con attrezzature moderne. Pensare che un’opera del
genere sia stata realizzata in un’epoca così remota è
semplicemte stupefacente, paragonabile solo alle piramidi d’Egitto.
A Derinkuiu, a causa della morbidezza della pietra,
bisognava stare molto attenti a fornire abbastanza
supporto ai piani superiori con i pilastri, altrimenti ci
sarebbero stati crolli catastrofici.
Invece, è sorprendente l’assenza di qualsiasi traccia di
collasso grave, quindi dobbiamo supporre che dovessero essere particolarmente abili e conoscessero molto
bene il materiale roccioso.
Parliamo di popoli antichissimi, ed è difficile immaginare come possano aver fatto a realizzare un’opera del
genere. Forse furono aiutati da qualche altra civiltà?
Ma chi ha costruito questa enorme città sotterranea? E
quale motivazione misteriosa li ha spinti a vivere sottoterra? Perchè qualcuno vorrebbe vivere nella profondità
di queste strane caverne?
Secondo molti archeologi e studiosi, è probabile che
Derinkuyu servisse come rifugio temporaneo durante
le invasioni e che sia stata costruita intorno all’800 a.C.
dai Frigi, un popolo dell’Età del Bronzo imparentato
con i Troiani.
Altri credono che sia stata costruita dagli Ittiti, popolo
guerriero menzionato nella Bibbia e che aveva prosperato centinaia di anni prima. Ma è possibile che la
città sotterranea sia ancora più antica? Secondo i teorici
degli “Antichi Astronauti” lo è, e forse di varie migliaia
di anni.
Città sotterranea di Kaymakli
Le entrate principali venivano chiuse da
grosse pietre rotonde.
Il paese di Kaymakli ospita nel sottosuolo una gigantesca città sotterranea scavata probabilmente tra il VI e il X sec. Il
percorso è ben tracciato ed illuminato,
tuttavia certi passaggi sono un po’ pericolosi perchè il terreno risulta friabile.
La città si articola su 8 livelli, quattro dei
quali visitabili scendendo ad una profondità di 43m.
Le costruzioni sotterranee sono costruite
attorno ad un camino di aerazione (nella
foto) che consente una buona ventilazione. Si possono così ammirare cappelle,
silos, celle, stanze di abitazione.
La Kaymakli sotterranea si trova al di
sotto della cittadella omonima, nella
regione centrale dell’Anatolia e a circa
19 chilometri da Nevşehir. Fu aperta ai
turisti nel 1964 e si sa che il suo nome
antico era Enegup. Essendo più centrale
delle altre rispetto al centro abitato, i suoi
tunnel sono usati ancora oggi come aree
di stoccaggio, e per le stalle e le cantine.
Le circa cento gallerie della città sotterranea sono centrali rispetto alle case del
villaggio moderno, che vi sono state costruite intorno. La Kaymakli sotterranea
è diversa da Derinkuyu sia per struttura
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architettonica che nel layout. La prima ha
tunnel più bassi e stretti, ed è costituita
da forti pendii. Oggi sono aperti quattro
piani ai turisti, e ciascuno degli spazi è
organizzato intorno a dei pozzi di ventilazione e sulla base della loro collocazione.
Al primo piano vi sono diverse sezioni, di
cui molte si pensa non ancora aperte, tra
cui possibili stalle che si intuiscono grazie
al passaggio di una porta – macina. Sulla sinistra, il passaggio in un una chiesa.
Dall’altro lato delle camere, possibili spazi abitativi. Il secondo piano è costituito
da una chiesa con una navata e due absidi, il fonte battesimale e diversi posti a
sedere. Sono indicati nomi di defunti che
coincidono con quelli situati accanto alla
chiesa, e questo fa intuire che si tratti di
religiosi del posto. Sempre sullo stesso livello, alcuni spazi abitativi. Sul terzo piano le aree del composto metropolitano,
come aree di stoccaggio, torchi per l’olio e
le cucine. La presenza di grande quantità
di andesite, una roccia vulcanica, mostra
come la metallurgia fosse importante
per gli abitanti di questa regione, per la
lavorazione del rame estratto dalle vicine
zone di Aksaray e Nevsehir. Al contempo, la presenza di grandi silos per lo stoccaggio delle merci, al piano successivo,
indica una stabilità economica del centro
abitativo, che fa intuire come in epoca remota Kaymakli fosse uno dei più grandi
insediamenti sotterranei della regione.
ALTRO DA VEDERE
Museo all’aperto di Zelve
Il museo all’aperto di Zelve è simile a quello di Goreme
e, sebbene gli affreschi siano di qualità inferiore, il luogo è sicuramente meno affollato e posizionato in una
valle ancor più spettacolare. Ingresso 8 lire turche.
Pasabag
Si può percorrere un breve percorso tra suggestivi camini delle fate per poi salire in cima ad un punto panoramico che abbraccia tutta la vallata.
La valle di Devrent
E’ famosa per una formazione rocciosa a forma di dromedario ed altri coni vulcanici di colore rosato.
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Antalya
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Cosa vedere
Adalia[1] (in turco Antalya, in greco Αττάλεια, Attália[2] o anche Sattalia[3]) è una città della Turchia,
capoluogo della provincia omonima, situata sul golfo di Adalia[4] alle pendici dei monti del Tauro
occidentale.
La popolazione della città è di circa un milione di abitanti. Situata su una scogliera piuttosto ripida,
Adalia è una città pittoresca circondata dalle montagne, dalle foreste, dal mar Mediterraneo e da mol-
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te rovine risalenti ai tempi degli
antichi greci. Ospita un noto museo archeologico. Gli sviluppi nel
settore di turismo, cominciati negli anni settanta, hanno trasformato la città in un centro molto
visitato e noto, quindi è chiamata
“capitale del turismo turco”, oltre
ad essere diventata un riferimento nell’automobilismo turco,
dopo essersi aggiudicata un posto nel prestigioso Campionato
del mondo rally, che ha portato
alla ribalta mondiale la città.
Amministrativamente Adalia costituisce uno dei comuni metropolitani della Turchia formato dai
centri urbani di 5 distretti: Aksu,
Döşemealtı, Kepez, Konyaaltı,
Muratpaşa.
Ad Antalya, le montagne del
Tauro ricoperte di pini, si prolungano verso il mare scintillante,
formando una costa irregolare di
promontori rocciosi e baie nasco-
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ste. Le fortune turistiche di questa ridente città costiera sono dovute
alla sua incantevole posizione in una baia ai piedi della catena montuosa del Tauro, alle ampie spiagge e al clima quasi subtropicale.
Dal centro storico si ammirano il porto e la corona di cime innevate.
Una porta marmorea ricorda la visita che l’imperatore Adriano fece
alla città nel 130 d.C. La zona vecchia, restaurata con cura, e un bel
complesso di case tradizionali.
Situata in un paesaggio morfologicamente contrastato Antalya,
principale stazione balneare della Turchia, è una città attraente con
i suoi viali di palme e la sua nota marina. Nel vecchio quartiere pittoresco di Kaleici, attraversando vicoli stretti troviamo vecchie case
di legno addossate alle mura della città, fondata nel II secolo a.C. da
Attalo II, re di Pergamo che la chiamò Attaleia. Dopo di lui romani,
bizantini e selgiuchidi occuparono a turno la città, fino a quando
essa cadde sotto il dominio degli ottomani.
L’elegante minareto della Moschea Yivli Minare, nel centro della
città, edificato dal sultano selgiuchide Alaeddin Keykubat nel XIII
secolo, è attualmente il simbolo di Antalya. Il Medrese di Karatay
(collegio teologico), nel distretto di Kaleiçi, appartiene allo stesso
periodo e rappresenta il più bell’esempio selgiuchide di scultura su
pietra.
Le due più importanti moschee ottomane della città sono la Moschea di Murat Pasa del XVI sec., notevole per il suo decoro in
maioliche, e la Moschea
Tekeli Mehmet Pasa del
XVIII sec.. Nei pressi della
manna l’attraente Moschea
di Iskele, costruita verso
la fine del XIX sec., si erge
su quattro colonne sopra
ad una corgente naturale.
Probabilmente la Torre di
Hidirlik del II secolo è stata
in origine un faro. La Moschea Kesik Minareli attesta
la lunga storia della città attraverso i rifacimenti subiti
in periodi successivi da romani, bizantini, selgiuchidi
ed ottomani.
Quando, nel 130 d.C., l’imperatore Adriano visitò Antalya, una porta a tre arcate
fu costruita in suo onore entro le mura della città. Oggi,
nei pressi della marina si
vedono ancora le due torri
che fiancheggiano la porta.
La Torre dell’Orologio in Piazza Kalekapısı faceva
parte delle fortificazioni della città antica.
Dal Parco di Atatürk a quello di Karaalioğlu i fiori
esotici multicolori e il mare scintillante della baia
con le montagne sullo sfondo, rivelano le ragioni
del successo di Antalya, considerata una stazione
turistica molto popolare.
L’Aquapark offre possibilità di praticare tutti gli
sport nautici, il Parco Aqualand è situato vicino al
parco della Cultura (Kültür Park) dove è rilacsante
vagare.
La marina di Kaleiçi è il centro di attrazione e cuore
di Antalya.
Il pittoresco quartiere dei pescatori, con le tipiche
case ottomane in legno tra cui svettano i minareti
delle moschee e un porto turistico tra più frequentati.
Ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali ed è considerata una delle più accoglienti
della Turchia. In questo centro, un turista può
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trovare tutto ciò che decidera: negozi di souvenir,
caffè accoglienti, ristoranti, ormeggi per barche e
relativi servizi. Si può veleggiare al mattino e al
pomeriggio, godendo la tranquillità della marina.
Le vecchie mura della città, illuminate di notte, creano un’atmosfera suggestiva.
II Museo Archeologico, con reperti risalenti dell’Era Paleolitica, Neolitica, elenistica, greca, romana e
ottomana offre uno squarcio sulla ricca storia della
zona (Aperto tutti i giorni escluso il lunedì).
Il Museo di Atatürk espone oggetti appartenuti
al Fondatore della Repubblica Turca (Aperto tutti i
giorni escluso il lunedì).entro
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ESCURSIONI
GIORNALIERE
Ad ovest di Antalya, la lunga spiaggia di ghiaia della spiaggia Konyaalti, vi offre una vista spettacolare.
La regione nei dintorni di Antalya
è ricca di bellezze naturali e notevoli vestigia. A km 14 a nord-est di
Antalya, troviamo le Cascate Superiori di Duden.
Le montagne della Catena del
Tauro si ergono immediatamente
dietro la costa. Il Parco Nazionale
Bey Dagları (Olympos), che dalla
spiaggia di Konyaaltı si estende
fino alla Penisola Kırlangıç, è sotto
protezione nazionale. La storia di
questa antica Penisola della Licia,
si riporta alle colonie dell'Era Neolitica di Beldibi.
Sulla strada per la spiaggia di
Lara, le Cascate Inferiori di Duden,
precipitano direttamente in mar
mediterraneo. La zona circostante
offre una magnifica vista di queste
cascate, più spettacolare ancora se
goduta dal mare.
Le Cascate di Kursunlu ed il lago
Nilufer, entrambi a km 18 da
Antalya, sono due posti naturali
meravigliosi.
La spiaggia di Lara si trova a km 12
verso est e fa parte dei lidi contrassegnati dalla "bandiera blu".
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Un pò più lontano, i Monti Bey
Dagları (Olympos), il Parco Nazionale e la spiaggia di Topcam,
vi offrono pure delle viste magnifiche. Proprio di fronte si trova l'isola
Sican.
Al nord del Parco vi sono possibilità di campeggio per coloro che
desiderano rimanere immersi
nella bellezza della natura. Per
godere una vista panoramica
della zona, potete dirigervi verso
un complesso di vacanze con un
ristorante "ruotante" in cima alla
collina Tünektepe.
Saklıkent, a 50 km da Antalya, è un
luogo ideale per gli sport invemali
e situato sulla falda nord delle
Montagne Bakırlı, ad una altitudine di 1750-1900 metri. Nei mesi
di marzo e di aprile, potete sciare
al mattino, gustare un delizioso
piatto di pesce nella marina di
Antalya a mezzogiomo, e di pomeriggio dedicare il vostro tempo alle
gioie del mare.
A nord di Antalya, nel Parco di
Düzlercami, cervi e capre di montagna vivono protetti. Durante il
percorso, potete fermarvi ed ammirare il magnifico Güver Canyon,
profondo 115 metri.
Nella parte orientale del Monte
Can, a km 30 da Antalya, troviamo
la Caverna Karain, di Era Paleolitica
(160.000 a.C.), sede della colonia
più antica della Turchia.
Una singola entrata, illuminata dal
sole mattutino, dà accesso a tre
spaziose camere intercomunicanti.
Il piccolo museo, vicino all'entrata,
espone oggetti trovati nella zona.
Gli altri oggetti d'arte, sono esposti
nei vari musei della Turchia.
La città Licia di Termessos, si trova
nel Parco Nazionale di Gulluk a
nord-ovest di Antalya, su un grande altopiano a 1.050 metri di
altitudine, sulla facciata ovest del
Monte Gulluk (Solymos). Camminando tra le rovine di questa città
antica, ci rendiamo conto della
bellezza selvaggia del paesaggio
Le spiagge più belle
Antalya, una delle meta turistiche della Costa Turchese ha la costa lunga 640 Km con delle spiagge
bellissime dove potete fare il bagno da Marzo a
Novembre. Per via dei Monti Tauri il mare è maggiormente profondo, le spiagge non sono continue ma si sono create dei panorama meravigliosi.
Comunque sulla costa dove si trovano Kemer,
Tekirova, Kumluca, Finike, Demre e Kaş ci sono
delle spiagge meravigliose con tutte le comodità.
Kas è un posto che vi consiglio vivamente anche
per fare una mini vacanza di qualche giorno.
Inoltre la costa sotto Olympos fino a Xantos è unica, naturale e ricca di storia.
Invece sulla parte est della città i monti sono
parallelle alla costa quindi si sono create delle
spiagge bellissime con sabbia fina, cominciando
da Antalya fino a Side. Le più belle sono Lara, Karpuzkaldıran, Belek e Kundu.
LA Spiaggia di Lara: si trova a circa 12 km da
Antalya, contrassegnata da una “bandiera blu”.
A ovest si arriva alla lunga spiaggia di ghiaia di
Konyaalti e un po’ più lontano alla spiaggia di
Topcam, che ha di fronte l’isola Sican, contrassegnata da una “bandiera blu”.
La Spiaggia di Cleopatra (Kleopatra Plaji):
si trova sul lato ovest di Antalya estendendosi per
circostante. All'entrata del parco
si trova un museo della "vita naturale".
Nei dintorni di Antalya si possono
visitare numerosi scavi e siti storia. I principali sono le rovine di
Termessos a nordovest, quelle di
Perge a est e il teatro di Aspendos
con 18.000 posti, assai ben conservato, che risale al II secolo d.C.
due km di sabbia fine. Qui il mare è basso.
Karpuz Kaldıran Plajı: si trova ad ovest di Lara
Plaji dove la Cascata di Duden si unisce al mare.
Anche qui il mare è basso e la sabbia finissima.
Sorgun Plajı: è una delle spiagge più belle
di Antalya. Sulla via della Cascata Manavgat si
incontra una strada che va verso sud quindi la si
prosegue per 6 Km e si arriva a questa spiaggia
simpatica e naturale.
La Spiaggia di Patara (Patara Kumsalı): questa meravigliosa spiaggia di soffice sabbia bianca
lunga 18 chilometri è stata eletta “la spiaggia più
bella del mondo” da Sunday Times.
La spiaggia di Patara: è nota per la nidificazione
della tartaruga Caretta Caretta. Questa meravigliosa habitat delle “Caretta Caretta” è completamente sotto protezione.caretta caretta. Oltre che per la
sua bellezza naturale e per il suo mare turchese
e cristallino, Patara (Ovagelemiş) è conosciuta
anche per la presenza di rovine storiche risalenti
al tempo in cui questa località era un’importante
città romana e il principale porto della Licia.
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Trasporti
Quando si parla del trasporto urbano, si può dire che i turisti venuti qui non hanno nessuna difficoltà nel viaggiare
da un posto all´altro, nella città o attorno ad Antalya.
Con l'autobus
È conveniente, pratico e confortevole, l´autobus ti porterà
dove vuoi nella città. Indifferentemente dalla destinazione finale, il viaggio con l´autobus può essere rilassante e
puoi vedere un film mentre ti godi il fresco dell´aria condizionata; nello stesso tempo, il vostro viaggio può essere
un vero spettacolo interattivo dove seguite gli edifici che
scegliete lungo le strade.
Inoltre, se decidete di fare un viaggio più lungo nella città,
allora dovete arrivare prima al terminale dell´autobus. Da
qui potete essere portati in qualsiasi posto che desidera
il vostro cuore.
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Con il Dolmus
Il Dolmus è un microbus che segue un tragitto e un orario
fisso. Il principale vantaggio che detiene dolmus è quello
che, una volta partiti potete vedere gli obiettivi importanti della città, potete scendere o salire ovunque vogliate,
grazie al fatto che, in generale, nelle fermate principali
del trasporto pubblico si trova anche una fermata dolmus.
Con il taxi
Conveniente anche se un po' costoso, il taxi è un mezzo
di trasporto pratico per potervi muovere nella città. Se
comunque decidete di scegliere un taxi ecco qualche
raccomandazione che dovete tenere in considerazione! La
corsa è tassata in funzione del momento della giornata,
cosicché, una corsa con il taxi dopo la mezzanotte può
arrivare a costare due volte in più rispetto ad una corsa
durante il giorno. Inoltre, verificate se la destinazione si
trova sulla lista delle destinazioni popolari, perchè dovrete
pagare in Euro.
Con il tram
Ogni 30 o 60 minuti esiste un tram che parte dalla fermata ovest di Konyaalti Beach e dal Museo Antalya. Il tragitto
è in parallelo con gli alberghi Sheraton Voyager o Falez,
appropriandosi sempre di più al viale principale dell´est,
alla fine del quale il tram parte verso il centro storico - uno
spazio aperto dove la storia si affianca vicino a Kalekapisi,
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Hadrian´s Gate, Karaalioglu Park, o Talya Oteli.
Con la bicicletta
Antalya non è una città amica del ciclismo come vi sareste
aspettati che fosse. Andare con la bicicletta sulle strade
agglomerate si può trasformare in una vera avventura, cosicché, se non dominate la bicicletta dal manubrio e non
siete un vero sfidatore della morte, non vi assumete questi
rischi inutili che si dimostreranno di essere molto stancanti alla fine. Inoltre, se il ciclismo è la vostra vita, esistono
dei viali per i ciclisti che viaggiano in parallelo con la costa,
e li potete comunque provare.
www.ozcappadocia.com
Promemoria
VOLI
Venezia 15 agosto 14:20 - 17:45 (Turkish)
Istanbul 25 agosto 16:50 - 18:20 (Turkish)
Codici d’identificazione della compagnia aerea: UYGUDG
Numeri dei biglietti: 2354822105387, 2354822105388
Istanbul 18 agosto 20:30 - 21:50 Nevsehir (Pegasus)
Codice prenotazione (PNR): FTKEF3
Antalya 25 agosto 13:00 - 14:05 Istanbul (Atlasjet)
Codice prenotazione (PNR): J8363A
NOTTI
ISTANBUL (3 notti dal 15 al 18 agosto)
Istanbul Sydney Hotel
Muhsine Hatun Mah. Tavasi Cesme Sok. No:45 Kumkapi Fatih Istanbul,
34130, Turchia
Telefono: +90212 517 76 33
E-mail:[email protected]
Cancellazione gratuita fino all’11 agosto 23.59
GOREME (3 notti dal 18 al 21 agosto)
Paradise Cave
Muze Cad.No 24 Göreme Nevsehir (Cappadocia), 50180, Turchia
Telefono:+903842712248
E-mail: [email protected]
Cancellazione gratuita fino al 10 agosto 23.59
ANTALYA (3 notti dal 22 al 25 agosto)
Kılıçarslan Mahallesi Tabakhane Sokak No:4 Kaleici Kaleici
Antalya, 07400, Turkey
Telefono: +902422432802
Email: [email protected]
Cancellazione gratuita fino al 19 agosto 23.59
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