1 15-25 agosto 20142014 15-25 agosto • • • • • • • • • Superficie Popolazione Capitale Popoli Lingua Religione 780.580 kmq 74.724.269 abitanti (stima 2011) Ankara 80% turchi, 20% curdi turco (lingua ufficiale), curdo, arabo, armeno, greco 99,8% musulmana, prevalentemente di rito sunnita, 0,2% cristiana, ebraica Ordinamento dello stato repubblica parlamentare FUSO ORARIO un’ora avanti rispetto all’Italia Curiosità 2 1. San Nicolas, che ha ispirato la creazione di Babbo Natale, nacque a Patara, in Turchia. Era vescovo di Demre, città sulla costa mediterranea del Paese. 2. Si dice che fu l’asure – dessert agrodolce che si può trovare in tutta la Turchia – l’ultimo pasto servito sull’arca di Noè. 3. Le famose parole di Giulio Cesare “veni, vidi, vici” (“venni, vidi, vinsi”) vennero pronunciate dopo la vittoria della difficile battaglia contro il regno di Pontus, situato nel nord-est della Turchia. 4. Nel libro della Genesi si racconta che il Giardino dell’Eden riceveva acqua da un fiume che si divideva in quattro corsi; si crede che due di questi, ovvero il Tigri (o Dicle) e l’Eufrate (o Firat), nascessero dalle montagne della parte est della Turchia. 5. Il Monte Ararat (Agri Dagi), nella Turchia dell’est, pare sia il posto in cui sbarcò l’arca di Noè dopo il Diluvio Universale. 6. In Turchia nacquero le seguenti celebri figure storiche: il personaggio biblico Abramo, il poeta Omero, l’Apostolo San Paolo, lo scrittore di favole Esopo e il padre della storia Erodoto. 7. Fu nel 640 a.C. che, per la prima volta nella storia, si utilizzarono le monete di lega di rame; a usarle fu Re Creso a Sardis, in Turchia. 8. La Guerra di Troia si svolse in Turchia. Ancora oggi si può vedere una statua di legno che rappresenta il Cavallo di Troia. 9. Istanbul è stata la capitale di tre grandi imperi mondiali: l’Impero Romano, l’Impero Bizantino e l’Impero Ottomano. 10. Istanbul è l’unica città al mondo ad essere ubicata su due continenti: Europa ed Asia. E ancora • • • • • Non esiste il bidet ma nel water c’è un foro e aprendo un rubinetto a fianco del water esce un getto d’acqua che viene usato allo scopo. In molti locali e mete turistiche vengono usati ventilatori che spandono goccioline d’acqua per rinfrescare l’aria data l’afa e nei lavandini delle toilette vengono messe palline di naftalina per profumare l’ambiente. Il bagno degli uomini è il bay, quello delle donne il bayan. Tutti parlano o capiscono l'italiano e l'euro è accettato da tutti così come tutte le altre monete. Le donne ormai per la maggior parte portano il velo e sopra il vestito o i pantaloni una specie di soprabito e si fanno il bagno in mare…….vestite con il fazzoletto in testa. 15-25 agosto 2014 Il tulipano è molto rappresentato in quanto è il simbolo degli Ottomani. Forse non sapete che il tulipano è originario della Turchia e infatti il nome deriva dal turco ‘tullband in riferimento ai turbanti di mussola che assomigliano ai fiori di tulipano completamente fioriti. Venne importato in Europa per la prima volta, nel 1554, dal fiammingo Ogier Ghislain de Busbecq, studioso di scienze naturali, ambasciatore di Fernando I alla corte di Solimano il Magnifico. Questo sultano ne spedì alcuni bulbi al botanico Carolus Clusius, responsabile dei giardini reali olandesi, per svilupparne la coltivazione, cosa che avvenne con successo. Clusius ne regalò dei bulbi a un droghiere, che non li conosceva e che li cucinò in frittura e li degustò conditi con olio e aceto, come poi si continuò a fare in tempo di carestia. Ancora oggi, i fiori freschi di determinate varietà di tulipano, sono aggiunti ad antipasti, insalate e dolci, mentre i bulbi essiccati sono macinati a farina in alcune aree del Giappone. In Turchia esistono circa 9000 specie di piante. CURIOSITA’ Le donne sposano con l’abito bianco ma con una cintura rossa segno di verginità. Nei paesi soprattutto dell’est, ancora oggi è usanza, se il marito la prima notte si accorge che la moglie non è vergine, di esporre il giorno dopo sul tetto una bottiglia nera. Quando non capiamo cosa ci dicono, noi normalmente diciamo che la persona parla “in turco”. I Turchi, invece, dicono che parla “in francese” Cerniera tra Occidente e Oriente, la Repubblica Turca si estende dall'estremità orientale della Tracia, e quindi dell'Europa, alla penisola dell'Anatolia che rappresenta l'estremità occidentale del continente asiatico. La Turchia conserva le tracce di un passato nel quale si sono avvicendate civiltà diverse e antichissime. Prima dell'arrivo dei turchi, infatti, popoli quali gli Ittiti, i Frigi, i Traci, i Lidii, gli Armeni e gli Elleni hanno abitato questa terra fatta di contrasti, non solo culturali, ma anche paesaggistici. Dai ghiacciai del Monte Ararat, sui quali continuano ad avventurarsi esploratori provenienti da tutto il mondo alla ricerca dell'Arca di Noè, alle spiagge dorate di località turistiche come Patara, affacciata sul Mediterraneo, fino alle sconfinate steppe della penisola anatolica. La storia del Paese, da sempre crocevia tra lo scacchiere mediorientale e l'Europa, ha reso i turchi estremamente ospitali e aperti ai viaggiatori di ogni nazionalità e religione. In Turchia l'accoglienza è sacra e conserva il fascino di riti antichissimi come quello del tè, che viene offerto ai viaggiatori nei tipici bicchierini di vetro a forma di tulipano. Un paese ricco di magia e mistero, in grado di ipnotizzare chi lo visita, un po' come la roteante danza dei dervisci è in grado di fare con chi la osserva. 15-25 agosto 2014 3 Un po’ di storia La prima grande civiltà nel territorio dell'odierna Turchia fu quella degli ittiti, che dominarono l'Anatolia a partire dalla metà dell'Età del Bronzo (1900-1600 a.C.), si scontrarono con l'Egitto di Ramsete II e conquistarono la Siria; quando gli achei attaccarono Troia nel 1250 a.C., la macchina imperiale degli ittiti cominciò a cedere, a causa delle ondate dei 'popoli del mare', che arrivavano dalle isole greche, e della pressione di varie città stato (dominate da frigi, cimmeri, lidi). Ciro il Grande, imperatore di Persia dal 550 al 530 a.C., invase l'Anatolia da est. I persiani furono sconfitti da Alessandro Magno, che intorno al 330 a.C. conquistò tutto il Medio Oriente, dalla Grecia all'India. Dopo la morte di Alessandro, l'impero perse ogni stabilità e fu teatro di guerre intestine, fino a quando, nel 279 a.C., i galati (popolazione celtica) scelsero Ankara come capitale, insediandosi in modo più o meno pacifico tra i regni seleucide, pontico, armeno e di Pergamo. 4 La dominazione romana garantì prosperità e una relativa pace per almeno tre secoli, creando le condizioni ideali per la diffusione del cristianesimo. San Paolo percorse l'Anatolia per diffondere il messaggio di Cristo, San Giovanni avrebbe scritto a Efeso il quarto Vangelo e Maria si sarebbe ritirata negli ultimi anni di vita in una casa vicino a Efeso. A partire dal 250 d.C., l'Impero Romano cominciò a declinare, ma nel 324 Costantino gli ridiede vigore e progettò la costruzione di una nuova capitale, che si sarebbe chiamata Costantinopoli. Giustiniano (527-65) portò l'Impero d'Oriente al suo massimo splendore, riconquistando una parte dell'Italia, i Balcani, l'Anatolia e il Nordafrica. Cinque anni dopo la sua morte, alla Mecca nacque Maometto, che segnò l'inizio di uno dei capitoli più stupefacenti della storia dell'umanità. Sessant'anni dopo l'ispirazione divina di Maometto, l'esercito dell'Islam giunse alle mura di Costantinopoli, dopo aver conquistato le terre del Medio Oriente e dell'Egitto. Bisanzio fu costantemente minacciata dalla pressione islamica, ma solo l'arrivo degli ottomani, nel XV secolo, poté piegare la sua resistenza. L'Impero Ottomano era sorto alla fine del XIII secolo, dall'unione dei guerrieri turchi in fuga dall'invasione dei mongoli. Nel 1453, gli ottomani erano abbastanza forti da prendere Costantinopoli, sotto la guida del sultano Maometto il Conquistatore. Grazie a Solimano il Magnifico (1520-66) l'impero raggiunse l'apogeo, Costantinopoli fu ampliata e Gerusalemme ricostruita: il territorio si estese fino alle porte di Vienna. Nel 1585 cominciò il lungo declino dell'impero. Nel XIX secolo, quando il malgoverno contribuì a far crescere il nazionalismo e il sentimento di identità nazionale dei popoli dell'impero, iniziarono le rivolte e le guerre d'indipendenza, spesso appoggiate dalle grandi potenze europee. Dopo lunghe e sanguinose lotte, nel 1832 si formò il regno di Grecia e negli anni successivi lottarono per l'indipendenza anche i serbi, i bulgari, i romeni, gli albanesi, gli armeni e gli arabi. Le potenze europee si gettarono come avvoltoi sull'impero ormai in frantumi. La Turchia cercò invano di modernizzare e consolidare il proprio dominio, ma commise l'errore di entrare nella prima guerra mondiale a fianco alla Germania e dell'Austria. I trattati di pace del 1919-20 disgregarono ciò che restava dell'antica potenza turca. Convinto della necessità di un governo che prendesse le redini del paese, Mustafa Kemal, gene- 15-25 agosto 2014 rale ottomano, organizzò la resistenza. Quando la Grecia invase Smirne e iniziò l'avanzata verso est, i turchi parteciparono attivamente alla difesa del loro territorio. La guerra d'indipendenza durò dal 1920 al 1922 e terminò con una faticosa vittoria turca e con l'abolizione del sultanato. presidente della Turchia. Alle elezioni del 1983 vinse il partito di centro-destra guidato da Turgut Özal, che diede l'avvio a un boom economico destinato a durare fino all'inizio degli anni '90. Nel 1993, la morte di Turgut Özal ha privato la politica turca di un leader in grado di garantire stabilità e progresso. Mustafa Kemal (detto Atatürk, 'padre turco') diede il via all'impegnativo programma di ricostruzione della società turca. Negli anni in cui rimase al potere, fino al 1938, fu redatta la costituzione, furono aboliti la poligamia e il fez, simbolo dell'arretratezza ottomana, fu soppressa la religione di stato, si estese alle donne il suffragio e il diritto di eleggibilità. Ancora oggi Atatürk è un eroe nazionale: in ogni angolo del paese si vedono sue statue e fotografie, e leggi speciali puniscono le ingiurie contro la sua figura. Negli ultimi anni la vita politica turca è stata segnata da coalizioni di governo molto instabili e sono rinati i movimenti della destra religiosa. All'inizio del 1998 la Corte Costituzionale ha messo al bando l'ex primo ministro Necmettin Erbakan e il Partito del Benessere, di orientamento islamico, che stava cercando di minare lo status laico e democratico del paese; la sentenza ha sollevato molti dubbi sul livello di democrazia in Turchia. Il successore di Atatürk, Ismet Inönü, riuscì a fatica a tenere la Turchia fuori dalla seconda guerra mondiale e a garantire il passaggio verso la democrazia. Nel 1950 il Partito Democratico prese il potere, ma nel 1960 e nel 1970 il suo programma ambizioso fu ridimensionato dai militari. Il separatismo curdo è uno dei problemi più scottanti della politica turca. Fin dalla disgregazione dell'Impero Ottomano, il governo centrale ha tentato un'assimilazione forzata: ufficialmente non esistevano curdi, solo turchi delle montagne: la lingua e altri elementi culturali del popolo curdo furono a lungo vietati. Negli anni '80, i guerriglieri curdi di Siria, Iraq e Iran, con l'appoggio dell'OLP, organizzarono spedizioni in territorio turco: migliaia di civili e di militari persero la vita. L'ingresso in Turchia di migliaia di profughi curdi in fuga dall'Iraq (in seguito alla repressione da parte dell'esercito iracheno, che usò armi chimiche, e della guerra del golfo) ha riportato la questione curda in primo piano. Nel febbraio 1999, con l'arresto di Abdullah Ocalan, leader del PKK curdo, i turchi si sono rimessi sul piede di guerra. Il PKK, dal canto suo, ha minacciato attentati ai turisti allo scopo di danneggiare l'economia turca. Nel 1980 le lotte politiche e il malcontento civile bloccarono il paese. Gruppi di estrema destra e sinistra furono responsabili di stragi e devastazioni, appoggiate da fanatici islamici e dai sovietici. I maggiori partiti di centro erano paralizzati e non riuscivano ad eleggere il presidente. I militari intervennero nuovamente, ma a modo loro, talvolta calpestando i diritti umani. Il capo del governo militare, il generale Kenan Evren, abbandonò la divisa e divenne il nuovo Le aspirazioni della Turchia ad entrare nell'Unione Europea sono state a lungo ostacolate da numerose violazioni dei diritti umani, dalla corruzione diffusa, dall'economia instabile e dalla questione curda. 15-25 agosto 2014 5 Il 17 agosto del 1999 la Turchia occidentale è stata devastata da un terremoto che ha provocato la morte di 17.000 persone e ne ha lasciate 200.000 senza tetto. Un secondo e grave terremoto si è verificato a novembre dello stesso anno. 6 Il governo del premier socialdemocratico Bulent Ecevit, eletto nell'aprile 1999, non è stato in grado di affrontare la situazione di crisi. Colpito nell'estate del 2002 da una grave malattia, Ecevit ha rifiutato di ritirarsi e di aprire la strada a un successore, provocando le dimissioni di molti esponenti della coalizione di governo. Il partito islamico Giustizia e sviluppo (Akp) di Recep Tayyip, forte della vittoria alle elezioni amministrative del 28 marzo 2004, ha preso la guida del paese e avviato un vasto piano di riforme per portare la Turchia ad adeguare i parametri politici ed economci dell'Unione Europea. La strategia del Primo Ministro è finalizzata al raggiungimento dello storico obiettivo dell'ingresso a pieno titolo della Turchia nell'Unione, ma è osteggiata dallo scetticismo dei governi francesi e tedesco. Tra i provvedimenti presi dalla Turchia negli ultimi anni, ricordiamo la riduzione, approvata dal parlamento nel 2003, del ruolo del potere militare nella vita politica del paese, e la parziale amnistia concessa ai membri del PKK, molti dei quali si erano rifugiati nell'Iraq settentrionale. Nel 2004, per la prima volta, la televisio- 15-25 agosto 2014 ne turca ha trasmesso un programma in lingua curda e il governo ha liberato dal carcere quattro attivisti curdi. La Turchia ha inoltre abolito la pena di morte, tranne che per alcuni delitti di particolare gravità. Il desiderio di Ankara di entrare a far parte dell'Unione è vivo da ormai 40 anni. Il trattato di associazione stipulato con la CEE risale al 1° dicembre 1964 ed è stato firmato in vista della piena adesione. Solo nel 1987, però, la Turchia è riuscita a conseguire in via ufficiale lo status di candidato all’ingresso nella Comunità. Come è stato affermato da fonti autorevoli, la Turchia rischia di diventare nei prossimi anni un vero e proprio dramma esistenziale per gli europei, costretti a specchiarsi nelle acque del Bosforo per capire quale davvero sia l'identità dell'Unione e la loro. L'importanza strategica della Turchia è cresciuta nel settembre 2002, quando è stata approvata la costruzione dell’oleodotto che, percorrendo 1.760 km, collegherà Baku (in Azerbaijan) a Ceyhan (sulla costa turca). La cerimonia è stata poco più che il taglio di un nastro. I lavori veri e propri, condotti dal gigante britannico British Petroleum, sono cominciati solo nel 2003 e quando sarà completato l'impianto pomperà petrolio al ritmo di un milione di barili al giorno. Finalmente, agli inizi dell'ottobre 2005 è stato raggiunto il tanto atteso accordo per l'avvio dei negoziati di adesione della Turchia alla UE. Ankara, da parte sua, ha ratificato la bozza di intesa approvata in precedenza dai 25 paesi dell'Unione. Annunciando la fine dello stallo delle trattative, il vicepremier turco Abdullah Gul ha manifestato il proprio entusiasmo parlando, per la Turchia, dell'inizio di "una nuova era". Dopo la trionfale vittoria riportata alle elezioni del 2007, l’APK rischia di essere messo al bando perché accusato di non rispettare la laicità dello Stato. Date turche • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Primo millennio a.C.: alcuni insediamenti si sviluppano sul Bosforo VII secolo a.C.: i greci, con il leggendario Bizante, si stabiliscono a Lygos, porto peschereccio sulla punta del serraglio. Grazie al commercio Bisanzio si sviluppa in fretta. 512 a.C.: i Persiani conquistano Bisanzio, che sarà poi ripresa da una flotta ateniese nel 478 a.C. 343 a. C.: Alessandro Magno conquista Bisanzio. 193 - 196 d.C.: Bisanzio é assediata dall’imperatore romano Settimio Severo. Rasa al suolo, viene ricostruita su piu’ ampia scala. 330: Costantino trasferisce a Bisanzio la capitale dell’Impero Ottomano. La nuova Roma si chiamerà Costantinopoli. 476: in seguito alla caduta di Roma in mano ai barbari, Costantinopoli diventa la capitale dell’Impero bızantino. 527-565: con Giustiniano l’impero bizantino vive il suo momento di massimo splendore. 1204-1261: nel 1204 i baroni della quarta Crociata distruggono la città e molti dei capolavori che vi si trovano. Con la benedizione del papa, fondano l’Impero romano d’Oriente. I bizantini riconquisteranno Costantinopoli nel 1261. 1453: il sultano Mehmet II, che ha già conquistato tutta l’Anatolia, assedia Costantinopoli, che capitola il 29 maggio 1453 e, diventata capitale dell’impero ottomano, viene ripopolata grazie allo sviluppo del commercio. 1520-1566: sotto il regno di Solimano il Magnifico, l’impero ottomano raggiunge il suo apogeo. 1616: costruzione della Moschea Blu. 1839-1878: periodo di riforme ispirate dall’Occidente. 1919: in seguito allo schieramento degli Ottomani con i tedeschi durante la prima guerra mondiale, la città viene occupata dalle truppe anglo-francesi. Mustafa Kemal lascia Istanbul e si dirige a Samsun, da dove organizza la resistenza popolare contro gli occupanti. 1923: con la ratifica del Trattato di Losanna, che definisce gli attuali confini della Turchia, viene proclamata la Repubblica turca, con capitale Ankara. Gli alleati lasciano Istanbul. 1924: abolizione del Califfato. 1937: proclamazione della laicità. 1938: morte di Ataturk. 1945: passaggio al sistema pluralista. 1960: intervento dell’esercito. 1963: accordo di Associazione tra Turchia e CEE. 1970: colpo di stato militare. 1973: inaugurazione del primo ponte sul Bosforo tra Europa e Asia. 1980: intervento dell’esercito a seguito dell’instabilità politica. 1982: nuova Costituzione e inizio del neoliberalismo politico. 1985: costruzione del secondo ponte sul Bosforo. 1996: unione doganale tra Turchia e UE. 1999: riconoscimento ufficiale della candidatura della Turchia all’UE. Due terremoti del settimo grado della scala Richter scuotono la zona di Istanbul. 15-25 agosto 2014 7 Geografia La Turchia è in gran parte situata in Asia, ma una piccola zona fa parte dell'Europa (pari al 3% del territorio complessivo del Paese), ha migliaia di chilometri di coste distribuiti fra Mar Mediterraneo e Mar Nero. Il territorio corrisponde in massima parte alla penisola Anatolica, un vasto altopiano che in più punti si innalza in catene montuose piuttosto imponenti. 8 La piccola porzione europea della Turchia corrisponde alla parte orientale della Tracia, pianeggiante e collinare; il resto del territorio è dato dall'altopiano dell'Anatolia e nella parte più orientale da alcune catene montuose piuttosto aspre ed imponenti, che culminano nel Monte Ararat (5.137 m.), la vetta più alta del Paese, a pochi chilometri dal confine con l'Iran; le altre cime principali sono alte attorno ai quattromila metri, Süphan (4.058 m.), Kaçkar Dagi (3.937 m.) ed Erciyes (3.917 m.). Le coste turche hanno uno sviluppo di circa 8.000 chilometri, lungo l'Egeo sono anche piuttosto frastagliate e ricche di isole, che però appartengono in gran parte alla Grecia, eccetto Gökçeada (287 Km²), la maggiore del Paese, ed altre più piccole, di discreta estensione anche l'isola di Marmara (126 Km²), ubicata Clima 15-25 agosto 2014 nell'omonimo mare, che collega Mar Nero a Mediterraneo, tramite i famosi stretti del Bosforo (a nord) e dei Dardanelli (ad ovest). Lo sviluppo idrografico dell'Anatolia non è molto rilevante, i maggiori fiumi scorrono verso nord e sfociano quindi nel Mar Nero, a partire dal Kizilirmak, il più lungo del Paese con i suoi 1.355 Km, che compie un giro tortuoso verso ovest prima di giungere alla foce e dal Sakarya (824 Km); nella parte orientale della Turchia nascono due fiumi storici del Medio Oriente, Eufrate (1.263 Km il tratto turco, totale 2.800 Km) e Tigri (523 Km in Turchia, totale 1.850 Km), nei monti turchi nasce inoltre l'Aras (1072 Km, di cui 548 in Turchia). Il maggior lago turco è il Van (3.713 Km²), ubicato a 1.640 metri d'altezza, ha acque salate ed è privo di emissari; segue il Tuz Gölü (1.500 Km²), in italiano Lago Salato, un bacino d'acqua ipersalino, cioè più salato del mare; ad ovest della città di Konya troviamo poi diversi altri laghi di buone dimensioni, Beysehir (656 Km²), Egirdir (468 Km²) e Aksehir (353 Km²). Molti anche i bacini artificiali, i due maggiori sono l'Atatürk (817 Km²) ed il Keban (675 Km²), entrambi lungo il corso dell'Eufrate. Il clima della Turchia varia da continentale a mediterraneo a seconda delle zone, spingendosi verso l'interno dell'altopiano anatolico e del Medio Oriente le temperature invernali diventano più rigide e le precipitazioni sono più scarse, di contro si hanno estati piuttosto calde; le zone adiacenti al mare sono quelle più miti. Geografia umana Il Paese è suddiviso amministrativamente in 81 province, la popolazione urbana è del 77%, in netta crescita negli ultimi anni, per via di una forte migrazione verso le maggiori città. I Turchi rappresentano il 76% della popolazione, la minoranza più significativa è quella dei Curdi (16%), presente soprattutto nella parte orientale del Paese; oltre il 99% degli abitanti è musulmano. La principale città della Turchia è Istanbul che con 13.710.000 persone è la più popolata d’Europa, anche se circa il 30% dei suoi abitanti vive nella parte asiatica di questa metropoli; seguono la capitale Ankara (4.630.000 ab.), posizionata nella zona centrale dell’Anatolia e Smirne (o Izmir, 3.400.000 ab.), sul Mar Egeo, altre sette città superano il milione di abitanti, Bursa (1.735.000 ab.), Adana (1.635.000 ab.), Kocaeli (1.525.000 ab.), Gaziantep (1.440.000 ab.), Konya (1.110.000 ab.), Antalya (1.075.000 ab.) e Kayseri (1.005.000 ab.); per tutti i maggiori centri urbani turchi si è verificata una notevole crescita demografica nel corso degli ultimi anni. Scuola 2.0 Il caso della Turchia è il più recente e sorprendente. Il sistema scolastico turco è del tutto paragonabile, per numeri, a quello italiano: le sedi scolastiche turche sono, infatti, 42.000. Ma in Turchia dal 2012 è stato varato il Piano Fatih. Si tratta di un progetto di innovazione digitale dell’intero sistema formativo turco che è in corso di attuazione in tutte le scuole dell’infanzia, elementari, medie e medie superiori del paese. Le 42mila scuole e 570mila classi del sistema scolastico turco saranno entro il 2015 dotate di connessioni a internet in banda larga, lavagne digitali e sono in corso di distribuzione 13,3 milioni di tablet a tutti gli studenti delle scuole elementari medie e superiori e ai loro 750mila insegnanti. In questo modo tutte le scuole turche saranno trasformate in classi e scuole 2.0. La Turchia ha avviato questo progetto con l’obiettivo di colmare il gap con le realtà inter- nazionali più avanzate, di consentire pari opportunità nell’istruzione a tutti gli scolari – anche nelle zone più remote del paese – e di migliorare gli apprendimenti attraverso un efficace utilizzo degli strumenti Ict. L’ipotesi è quella che da qualche tempo molti studiosi sostengono – e io tra questi -: gli stili di apprendimento dei “nativi digitali” sono molto differenti dai nostri e la scuola deve gettare un ponte tra lo stile di insegnamento “gutemberghiano” del corpo docente e il modo in cui studiano e comunicano i loro studenti. Senza questa azione si rischia una progressiva e irreversibile perdita di efficacia dell’intero sistema educativo. Analizzando più in dettaglio il progetto Fatih, esso è strutturato in cinque azioni: 1. la fornitura di tablet e software, oltre che delle infrastrutture di rete a tutti gli studenti e gli insegnati; 2. la predisposizione di ambienti virtuali per l’apprendimento per gestire l’intero processo didattico; 3. la realizzazione, di concerto con editori nazionali e internazionali, di contenuti digitali per l’apprendimento conformi ai programmi di studio: basi dati disciplinari, e-book e app; 4. la formazione in servizio e continua degli insegnanti; 5. lo sviluppo di un piano di monitoraggio che permetta di monitorare i progressivi step del progetto e di valutarne gli effetti di breve, medio e lungo periodo; Il progetto Fatih si è avviato nel 2010 . Nel 2011 è stata realizzata una fase pilota che ha coinvolto un centinaio di scuole (8500 studenti e circa mille insegnanti). Secondo i risultati di uno studio indipendente, che ha monitorato il progetto pilota condotto da studiosi della Kırıkkale University nel 2012, il gradimento dell’iniziativa presso studenti e insegnanti è stato di grande impatto soprattutto dal punto di vista della motivazione e della recupero di credibilità e della leadership degli insegnanti nella scuola e nella società. Oggi il progetto si sta sviluppando in tutta la Turchia e dovrebbe completarsi entro un anno. 15-25 agosto 2014 9 In sicurezza La Turchia è un Paese a forte affluenza turistica. Gli episodi terroristici che si sono registrati, e che hanno coinvolto in alcuni casi anche località turistiche, evidenziano un generico possibile rischio di attentati, che possono verificarsi ormai ovunque nel mondo. E’ consigliato, pertanto, di adottare opportune misure di vigilanza durante la permanenza nel Paese. Le Autorità locali hanno rafforzato le misure di sicurezza a tutela dei turisti e mantengono un esteso monitoraggio, in particolare nelle aree orientali e sud orientali del Paese. 10 L’intero Paese e’ a forte rischio sismico. Frequenti le alluvioni nel nord-est del Paese. ZONE A RISCHIO Dalla fine del 2002, non vi sono state zone dichiarate soggette a stato di emergenza. Tuttavia si invita alla massima prudenza nelle zone di confine con l’Iraq, nelle zone al confine con la Siria a causa della situazione in corso nel Paese, nelle zone al confine con l’Iran e in generale in quelle a presenza curda, in particolare nelle zone montagnose nel Sud Est. ZONE DI CAUTELA Allo stato attuale vanno considerate ancora zone di cautela quelle ad est della linea che unisce le città di Sivas, Malatya e Mardin. Si raccomanda una particolare cautela da parte dei viaggiatori che intendano recarsi nella zona orientale della Turchia. Si con- 15-25 agosto 2014 siglia vivamente, prima di intraprendere un viaggio in tale area, di monitorare gli sviluppi della situazione in Iraq e in Siria. AVVERTENZE Per quanto concerne la criminalità comune, soprattutto ad Istanbul e nelle principali destinazioni turistiche, e’ necessario prestare un ragionevole livello di attenzione ed adottare le precauzioni opportune. Si raccomanda di non accettare offerte conviviali da persone sconosciute incontrate casualmente per strada, per quanto appaiano amichevoli o affidabili. Specialmente ad Istanbul vi sono stati casi di truffe perpetrate da malfattori, che, con fare amichevole, conducono i turisti in locali dubbi, dove per una ordinaria consumazione vengono presentati conti molto elevati. Se si è vittima di un reato in Turchia, si può richiedere aiuto rivolgendosi alle Forze dell’ordine ai numeri telefonici 174 o 155, con l’assistenza del personale dell’albergo o dell’operatore turistico. Per sporgere denuncia è necessario recarsi presso il Commissariato di Polizia del luogo dove il reato si è consumato. In caso di furto o smarrimento di documenti di identità è necessario effettuare apposita denuncia presso il Commissariato di Polizia del luogo dove è avvenuto il furto/smarrimento. Si raccomanda di non scattare foto in zone militari e di edifici militari e si ricorda che vi e’ un forte sentimento di rispetto verso i simboli dello Stato, in particolare la bandiera e la figura di Atatürk. Continua a registrarsi un consistente aumento di furti in appartamento e in albergo, soprattutto in quelli che utilizzano carte magnetiche per l’accesso nelle stanze. Si consiglia di registrare i dati relativi al viaggio che si intende effettuare in Turchia sul sito Dove siamo nel mondo. Normativa prevista per uso e/o spaccio di droga: la detenzione anche di modiche quantità di sostanze stupefacenti comporta una pena da uno a due anni di reclusione. Lo spaccio di stupefacenti prevede, invece, una pena da 10 a 20 anni di reclusione. In presenza di aggravanti, tale pena può raggiungere i 24 anni di detenzione. Normativa locale prevista per abusi sessuali o violenze contro minori: sono previste pene molto severe per coloro che compiono reati di natura sessuale contro i minori. Va ricordato che coloro che commettono all’estero reati contro i minori (abusi sessuali, sfruttamento, prostituzione) vengono perseguiti al loro rientro in Italia sulla base delle leggi in vigore nel nostro Paese. In caso di problemi con le autorità locali di Polizia (stato di fermo o arresto) si consiglia di informare l’ufficio consolare competente per la necessaria assistenza. In salute Nessuna vaccinazione obbligatoria. Vaccinazioni consigliate: difterite e tetano, epatite virale A, epatite virale B, febbre tifoide, rabbia. Rischi sanitari: focolai di malaria lungo il confine con la Siria. Per conoscere quali farmaci assumere per la profilassi, i relativi dosaggi, i tempi, le modalità di assunzione e le controindicazioni, e comunque quale regime sia preferibile nel vostro caso, rivolgetevi almeno 15 giorni prima della partenza al Servizio di Medicina dei Viaggi della vostra Asl. In Turchia non è sicuro bere l'acqua di rubinetto, per cui è consigliabile consumare solo acqua in bottiglie sigillate oppure bevande calde. In alternativa l'acqua corrente può essere trattata facendola bollire per almeno 15 minuti, al fine di garantire la più efficace delle purificazioni. Si richiama inoltre l’attenzione sul rischio derivante dalla presenza di colibatteri “E” in taluni prodotti e confezioni alimentari. In particolare, è sconsigliato l’acquisto di carne macinata e di diversi tipi di antipasti e insalate miste già confezionate. Ricordiamo che la Turchia non ha accordi che prevedano l’assistenza sanitaria gratuita ai viaggiatori italiani in caso di necessità; consigliamo di stipulare un'assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l'even- tuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro paese. Si segnala che le Autorità turche hanno nel corso del 2011 informato di avere stabilito un numero di emergenza per i turisti con problemi sanitari: 112 (in inglese, arabo, russo, tedesco) e un numero per i reclami: 184 (nelle stesse lingue). Per ottenere prestazioni sanitarie quali ricoveri urgenti, visite mediche o acquisto di medicinali, i cittadini italiani sono tenuti al pagamento dei relativi onorari/spese, che talvolta possono raggiungere cifre considerevoli. Si segnala che il Consolato Generale di Istanbul ha concluso con la Universal Hospital Group un Protocollo che prevede un trattamento di favore per tutti i cittadini italiani presso gli Ospedali facenti parte del predetto gruppo; ad Istanbul, presso l’Ospedale Tedesco in Sira Selviler Caddesi, nell’area di Taksim. L’accordo prevede l’applicazione del 45 % di sconto sulle spese mediche, esclusi farmaci e cure dentali o estetiche. Per maggiori informazioni è possibile contattare il n. 0212 293 2150 - 1577 che garantisce assistenza in inglese. 15-25 agosto 2014 11 Entrare in Moschea 12 Ormai c’ho fatto l’abitudine, il gesto è diventato meccanico e neanche ci penso: via le scarpe prima di entrare, che tengo in mano e poi depongo negli appositi scaffali (dopotutto, in Turchia le scarpe si tolgono anche prima di entrare in casa). Regola aurea o ferrea, fate un po’ voi: ma da rispettare rispettosamente, senza eccezione alcuna! Un consiglio spassionato: chi è abituato alle scarpe aperte – o a chi comunque non ne indossa – è preferibile porti con sé un paio di calzini, camminare scalzi nei luoghi particolarmente affollati non è una buona idea. Per le donne, c’è sicuramente una richiesta in più: coprirsi il capo e i capelli con un foulard o una sciarpina, anche se poi nessuno ti sta a controllare come te li sistemi, se sono coperti più o meno integralmente; anzi, ricordo che a Edirne – nella spettacolare moschea Selimiye di Mimar Sinan – ognuno faceva un po’ come gli pareva, i controlli erano inesistenti: ma a Istanbul i guardiani sono rigidi e inflessibili, per chi ne è sprovvisto ci sono orrendi fazzolettoni da prendere in prestito all’ingresso. Altri accorgimenti: nelle moschee a più alta affluenza turistica, esistono entrate separate per turisti e fedeli; in più, non è consentito l’ingresso ai visitatori non musulmani durante le preghiere: che come sapete non hanno orari fissi, ma cambiano secondo il ciclo delle albe e dei tramonti. Un’ulteriore complicazione è data dal resto dell’abbigliamento, che può essere giudicato poco consono alla sacralità del luogo: pantaloncini, gonne troppo corte, scollature eccessive; sinceramente, non so se esisteva un regolamento preciso – su cosa vietare e cosa no – e se veniva comunque applicato rigorosamente (in genere, spalle e ginocchia coperte): in ogni caso, il Ministero della cultura e turismo ne ha emanato uno che non lascia spazio a dubbi e interpretazioni: ed è questa, in definitiva, la ragione del mio post. ATTENZIONE, il regolamento stabilisce che ai visitatori con tenute poco appropriate verrà negato l’accesso alle moschee di Istanbul: e con tenute poco appropriate s’intendono vestiti che non coprono l’intera figura per le donne, oppure magliette senza maniche, t-shirt e shorts per gli uomini; in compenso, verranno forniti all’ingresso – a chi lo desidera, sempre gratuitamente – degli appositi indumenti riparatori, che verranno periodicamente lavati. In questo caso, mi astengo dal dare consigli: regolatevi come preferite. Al momento non è stata indicata una data per l’entrata in vigore di queste disposizioni: si sa solo che verrà fatta una sperimentazione a Sultanahmet; non sono neanche disponibili immagini di questi indumenti (saranno in vari colori e non avranno scritte): anche se non frequento abitualmente la zona, vedrò di passarci fra qualche settimana per vedere di cosa si tratta. Esperienza Hamman Una delle basi della religione islamica è la pulizia, a volte quasi un’ossessione, non per niente il fedele prima di pregare in moschea si lava accuratamente per purificarsi. In quest’ottica vanno viste anche le usanze che vietano di entrare in casa con le scarpe o che non vedono di buon occhio la presenza di animali domestici. La tradizione di costruire bagni pubblici all’interno delle città risale all’antica Roma, con le Terme che abbinavano le avanzate conoscenze ingegneristiche ad uno sviluppato gusto per il comfort. 15-25 agosto 2014 Gli ottomani hanno preservato questa tradizione combinandola con tratti distintivi della loro cultura ed è così che nascono i cosiddetti “Bagni turchi”. Gli Hamam storici hanno tutti la stessa struttura a cupola centrale, con piattaforme in marmo alla base, usate per distendersi e praticare i massaggi. Già nel Medio Evo in Europa la tradizione delle terme era in netta decadenza, mentre nell’Impero Ottomano, per le ragioni esposte prima, la tradizione rimaneva vivissima. Ed è rimasta viva fino a pochi anni fa, dato che fino agli anni ’50-’60 non tutte le case erano dotate di servizi interni con acqua corrente, quindi l’Hamam assolveva la funzione principale proprio di pulizia. La gente comune di ogni classe sociale vi si recava essenzialmente per lavarsi. Ma non solo. L’Hamam aveva anche delle importanti funzioni sociali, era punto di ritrovo e di intrattenimento, nel passato era comune mangiare al suo interno, ed anche organizzare cerimonie di pre-matrimonio, con le donne che disegnavano ricami di henna sulle mani intonando insieme canzoni tipiche. Al giorno d’oggi le abitudini igieniche all’interno delle case sono cambiate considerevolmente, tutti possiedono bagni ed acqua corrente, quindi era inevitabile che la tradizione poco a poco si spegnesse fin quasi a sparire. In realtà ad Istanbul ci sono ancora attivi una sessantina di Hamam, ma si dividono in due categorie. I quattro o cinque “Hamam storici” che purtroppo si sono trasformati in vere trappole per turisti ed in cui un turco non si sognerebbe mai di entrare, e tutti gli altri piccoli Hamam di quartiere, quasi sempre desolatamente vuoti e spesso con condizioni igieniche piuttosto dubbie. Inevitabilmente questi piccoli hamam saranno costretti a chiudere in breve tempo, se non saranno in grado di reinventarsi e di dirigersi nella direzione in cui spinge il mercato. Un turco che vuole ricevere un buon trattamento di bagno turco e di massaggi al giorno d’oggi va in una Spa, le catene di grandi alberghi infatti offrono servizi di eccellente livello (sicuramente molto più elevati rispetto ai servizi offerti dagli hamam storici) a prezzi convenienti. Cosa rispondere quindi ai turisti (praticamente tutti!) che vogliono fare un’esperienza di Hamam ad Istanbul? Diciamo che rimane comunque un’esperienza affascinante, in gran parte per lo splendore delle architetture interne, ma bisogna essere consapevoli che molto probabilmente ne uscirete con una sensazione di delusione. Cosa ci può essere di tradizionale in un luogo frequentato dal 100% di turisti? Evidentemente poco o niente. Se penserete di essere trattati come un pollo da spennare, beh, sappiate che in questo caso lo siete… Sia ben chiaro che non vogliamo consigliarvi di evitare questa esperienza, cerchiamo solo di mettervi in guardia e di fornirvi le indicazioni per avere un approccio più consapevole ad essa. Se deciderete di provarli, sappiate che in genere pagherete un prezzo elevato (dai 30 ai 50 euro in base al tipo di trattamento), che spesso sarete anche costretti ad acquistare guanti o saponi, che se capitate in orari o periodi di punta verrete trattati in maniera molto sbrigativa e a volte scortese, che la mancia è assolutamente obbligatoria. Fasi del bagno turco Negli Hamam, come da tradizione, vige la separazione dei sessi, quindi sono divisi in parte maschile e parte femminile, ma alcuni Hamam (ad esempio il Süleymaniye) sono misti. Ogni Hamam è diviso in 3 zone. La prima zona si chiama camekan ed in pratica è una sorta di vestibolo, in cui ci si può sedere e rilassare bevendo una tazza di tè (sia prima che dopo il bagno), in questa zona ci si spoglia e si riceve il pestemal, una pezza di tessuto per coprire le parti intime. In seguito si entra nel sogukluk, una stanza di transizione che permette di acclimatarsi prima di entrare nell’hararet, il vero e proprio centro dell’hamam, la stanza calda e piena di vapore in cui rilassarsi e sudare prima di effettuare il bagno. Nel centro dell’hararet c’è la grande lastra di marmo chiamata göbektası, proprio qui, distesi a pancia in giù, potrete ricevere i due trattamenti principali. La kese è la tradizionale pulizia della pelle che viene strofinata a fondo con un guanto di crine, in questo processo viene eliminata la pelle morta ed in seguito si procede a sciacquare con acqua calda. Subito dopo viene praticato un massaggio, normalmente abbastanza rude, della durata variabile di 5 o 10 minuti e si procede al lavaggio finale con acqua calda e sapone. Il massaggio è chiaramente opzionale e sarete voi a decidere se avvalervene guardando le relative tariffe prima di entrare, se non volete potete lavarvi da soli o farvi lavare e “strofinare” da amici o parenti. Normalmente si rimane all’interno dell’hararet cira un’ora o un’ora e mezza. 15-25 agosto 2014 13 Istanbul 15-25 agosto 2014 La magica città dei minareti I minareti che dominano lo skyline di Istanbul, avvisano che quella in cui state per entrare è una città dal fascino incredibile, romantica e misteriosa, antica eppure all’avanguardia. E’ una delle città più belle del mondo, conosciutissima per il ruolo importante avuto in passato, quando ancora si chiamava Bisanzio dapprima e Costantinopoli poi. Le origini di questa città sono da collegare ai coloni greci di Megara intorno al 667 a.C, furo- 16 no loro a chiamarla Bisanzio per omaggiare il proprio re Byzantas. Fu l’arrivo dei romani, nel corso del 300, a trasformare Bisanzio in Costantinopoli, ovvero bella città di Costantino. Prima di finire tra le mani dei turchi ottomani, che ribattezzarono la città con il nome con cui oggi la conosciamo, Istanbul divenne capitale dell’Impero Bizantino. Tutte queste dominazioni, queste diverse popolazioni che hanno abitato questa zona sono ancora oggi ben presenti nei musei, nei monumenti che sono il vanto di questa città e che rientrano, dal 1985, nella lista dei patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Sebbene Istanbul non sia la capitale della Turchia (funzione che spetta ad Ankara) rappresenta il fulcro economico, industriale e culturale di questa nazione. La città di Istanbul si estende sulle sponde del Bosforo, lo stretto che 15-25 agosto 2014 separa il Mar Nero dal Mare di Marmara e che quindi segna la linea di confine tra l’Asia e il Vecchio Continente. Istanbul è attraversata dal Corno d’Oro, ovvero l’estuario del Bosforo che divide in due la città formando un porto naturale bellissimo. Si tratta di una città animata e vivace, capace di offrire ai suoi visitatori alcuni splendidi esempi delle architetture tipiche della pietà islamica, le moschee, e nello stesso tempo permettere al turista di godere di eventi culturali internazionali. Città ambigua e per certi versi contraddittoria, dove il passato e il futuro sembrano procedere a braccetto: tutti questi contrasti e queste diversità sono la vera chiave del successo turistico di Istanbul. Nei mesi estivi le strade sono piene e affollate: il periodo migliore per godersi sul serio questa città è la primavera (da aprile a giugno) e l’autunno (nei mesi di settembre e ottobre) quando il clima è caldo, ma senza eccessi (le temperature in questo periodo sono in media dai 16 ai 25 gradi). Raggiungere Istanbul è semplicissimo, compagnie nazionali e low cost atterrano all’aeroporto di Istanbul Atatürk, il principale hub turco situato nella parte europea della città. La magia di questo posto non ha limiti. Lo diceva anche nell’ottocento il poeta, storico, politico e scrittore francese Alphonse De Lamartine: “Se a un uomo venisse concessa la possibilità di un unico sguardo sul mondo, è Istanbul che dovrebbe guardare. Qualcosa vorrà pur dire, no?” Spostarsi Ad Istanbul purtroppo gran parte del trasporto pubblico è basato sugli autobus, la metropolitana è ancora molto limitata, anche se negli ultimi anni sono stati fatti molti investimenti in tal senso, raddoppiando i chilometri dell’unica linea esistente e procedendo con i lavori sulle nuove tre linee. Anche le scoperte archelogiche influiscono sulle tempistiche, avendo bloccato di fatto i lavori sulla linea di Yenikapı. Lo stesso tunnel che passerà sotto il Bosforo (Marmaray Project) è stato bloccato per gli stessi motivi, tanto che si è deciso di aprire un museo proprio all’interno della nuova metro. Per i turisti in visita ad Istanbul può essere sicuramente un problema capire l’organizzazione e la struttura del sistema di trasporto, districarsi fra le varie tariffe, scegliere fra i numerosi mezzi di trasporto a disposizione, valutarne le differenze e le peculiarità. Istanbul è una città che può essere visitata a piedi, ma considerando le distanze, qualora si decidesse di non usare mai i mezzi di trasporto, ci si priverebbe di visitare molte zone importanti. 17 Autobus E’ il mezzo in assoluto più usato dagli abitanti di Istanbul e anche da noi, ha un rete molto capillare che copre tutta la città da Beylikdüzü a Pendik. Su alcune linee i collegamenti sono talmente frequenti che passa un autobus ogni 30 secondi, salvo poi bloccarsi per via del traffico. Sono in funzione fino alla mezzanotte ma per alcune tratte viaggiano 24 ore su 24. Ci sono vari tipi di autobus. Quelli della Municipalità sono di colore: bianco-rosso (quelli più vecchi), verde (quelli più moderni) e viola (quelli eco-friendly introdotti da poco e che sostituiranno nelle previsioni tutti gli altri). Gli autobus blu invece sono per metà privatizzati, ma totalmente integrati nel sistema pubblico ed attuano le stesse tariffe, quindi per gli utenti non c’è nessuna differenza. Normalmente non è un mezzo che viene molto usato dai turisti, perchè non è intuitivo districarsi fra le varie destinazioni e perchè gli autobus non passano da Sultanahmet. Ma all’occorrenza e vincendo la diffidenza iniziale possono rivelarsi molto utili. I capolinea da segnalare sono Eminönü, Kabataş, Taksim, Beşiktaş, Kadıköy, se vi trovate in qualsiasi zona della città e non sapete come riportarvi in centro, cercate la fermata più vicina e salite sul primo bus diretto ad Eminönü o a Taksim. 15-25 agosto 2014 La società della Municipalità responsabile della circolazione degli autobus è la IETT. 18 Metropolitana Attualmente è attiva una sola linea di metropolitana, indicata nella nostra cartina con la sigla M2, si tratta peraltro di una linea che parte da Taksim e va verso nord, in quello che è il distretto finanziario-commerciale di Istanbul. Le fermate di Şişli e Levent ad esempio sono molto usate da chi si reca negli uffici dei molti istituiti bancari o nei vari centri commerciali, ma raramente saranno usate dai turisti. Sappiate quindi che esiste ma che probabilmente non avrete la necessità di utilizzarla. Le linee M3, M4, M5 ed M6 sono attualmente in costruzione e collegheranno al centro le periferie est ed ovest. In funzione dalle ore 6 fino alle 24. Metropolitana di Superfici Attualmente è attiva solo la linea indicata con la sigla M1, si tratta in sostanza di una metro ma non sotterranea, la linea va da Aksaray fino all’aeroporto Atatürk, è quindi molto comoda per gli spostamenti dall’aeroporto verso il centro come indicato nel nostro articolo più specifico sull’argomento. Altra fermata che potrebbe essere importante per i turisti è quella dell’Otogar, la grande stazione degli autobus, dalla quale partono pullman per tutte le destinazioni della Turchia. In funzione dalle ore 6 fino alle 24. Tram Fortunatamente ha poco a che vedere con i tram italiani, è moderno, funzionale, comodissi- 15-25 agosto 2014 mo anche per disabili o carrozzine, veloce e puntuale (ne parte uno ogni 5 minuti). E’ strutturato su un’unica linea T1 che passa da Sultanahmet e tocca molte destinazioni importanti, per questo è assolutamente consigliato il suo utilizzo. I due capolinea sono Kabataş e Bağcılar. A Zeytinburnu è possibile effettuare il transfer per la linea M1 che conduce fino all’aeroporto Atatürk. In funzione dalle ore 6 fino alle 24. La società della Municipalità responsabile della circolazione di Metro e Tram è la Istanbul Ulaşım. Tünel La seconda metro più vecchia del mondo costruita nel 1875. In realtà si tratta di una funicolare sotterranea, chiaramente modernizzata, costituita da sole due stazioni (partenza e arrivo) che collegano Karaköy e Beyoğlu (zona di Galata). Inaugurata il 17 gennaio del 1875 è la seconda più antica linea sotterranea urbana al mondo dopo la metropolitana di Londra (1863).Progettato dall’ingegnere francese Eugène-Henri Gavand venne fatto realizzare dal sultano Abdulaziz con lo scopo di rendere facile e veloce il collegamento tra il distretto marino di Karaköy con quello collinare di Beyoğlü che si trova a circa 60m sul livello del mare. All’origine la funicolare trasportava quası 40mila passeggeri al giorno! Oggi le cose sono cambiate ma il Tünel resta parte integrante della rete dei mezzi di trasporto pubblico di Istanbul. In circa 90 secondi potete raggiungere comodamente queste due zone con quello che il suo progettista definì “un genere di ascensore per la salita e la discesa”. Indicata nella cartina dalla sigla F2 è molto comoda per raggiungere rapidamente Istiklal quando ci si trova nei pressi del Ponte di Galata, evitandosi così una faticosa salita. Per il tragitto inverso non è strettamente necessario utilizzarla dato che ci vogliono 5 minuti a piedi. In funzione dalle ore 7 fino alle 22.45. Funicolare Kabataş-Takism E’ la seconda funicolare sotterranea di Istanbul, indicata con F1, inaugurata nel 2006. Collega lo snodo di Kabataş (capolinea del tram T1 ed importante porto per i traghetti) direttamente a PiazzaTakism in meno di 2 minuti. In funzione dalle ore 6.15 fino alle 24. Tram Nostalgico Non solo pittoresco ma anche utile tram (T5) che percorre istiklal Caddesi per tutta la sua lunghezza, partendo da Taksim ed arrivando fino a Tünel. Da utilizzare per scattare qualche bella foto ma anche se si ha fretta e si vuole evitare di percorre a piedi il chilometro e mezzo più affollato di Istanbul. Da una decina d’anni un tram gemello (T3) percorre un anello nel lato asiatico, nel quartiere di Kadıköy. In funzione dalle ore 7 fino alle 20. I tram di queste due linee sono conservati in condizioni perfette e risalgono ai primi anni ‘50 del secolo scorso. E’ da qualche anno e primo caso al mondo, sul finire del giorno, attaccato al tram della linea Taksim-Tünel vi é un vagone-palco (Tramvay Sahne) che trasporta un gruppo musicale che si esibisce dal vivo. Sono sopratutto band di giovani che hanno la possibilità di realizzare un live lungo tutta la linea del tram che attraversa l’İstiklal Caddesi, una delle strade pıù frequentate e famose dell’intera metropoli. prevalentemente ai pendolari quindi poco utile ai turisti. Treno Suburbano (Banliyö Treni): Due treni (B1 e B2) che partono dalle due stazioni principali di Istanbul ogni 20 minuti e collegano le periferie est ed ovest costeggiando il mar di Marmara. Utile ai turisti per il tratto che dalla stazione di Sirkeci porta a Cankurtaran ed in zona Kumkapı. In funzione dalle 5.45 alle 24. La società responsabile della circolazione dei treni suburbani è la TCDD. Teleferica Eyüp-Pierre Loti Collega il porto di Eyüp sul Corno d’oro fino al panoramico Cafè Pierre Loti. In funzione dalle ore 8 alle 22. Traghetti A Istanbul i traghetti (vapur) sono mezzi di trasporto molto usati specialmente da chi lavora nel lato Europeo ma abita nel lato asiatico o vice versa. E’ il metodo migliore per portarsi da una sponda all’altra della città ed anche per godersi una traversata sul Bosforo al prezzo di un normale biglietto. I due approdi sul lato asiatico sono Üsküdar e Kadıköy, mentre dal lato europeo i porti sono Eminönü, Kabataş e Beşiktaş. Le partenze sono molto frequenti e si possono visionare gli orari all’interno del sito di Şehir Hatları (la compagnia della municipalità). Importante anche ricordare che è possibile raggiungere facilmente le Isole dei Principi da Kabataş con 8 collegamenti giornalieri. Oltre a Şehir Hatları svolgono servizio di traghetti anche 2 compagnie private ma integrate all’interno del sistema di trasporto pubblico: Dentur e Turyol. Metrobüs Una soluzione temporanea ma efficace realizzata dalla municipalità. E’ semplicemente un autobus che viaggia su una corsia preferenziale al centro della strada e quindi senza traffico (MB). Attua un percorso quasi circolare e periferico, serve 15-25 agosto 2014 19 Biglietti e Tariffe Prima di tutto vi informiamo di una cosa: non esiste nessun tipo di abbonamento per i mezzi pubblici, nè giornaliero nè settimanale. Esiste solo un abbonamento mensile (Mavi Kart) riservato però solo ai cittadini turchi. Gli studenti stranieri in Erasmus possono acquistare una speciale carta per studenti con tariffe agevolate. 20 Su molti dei mezzi pubblici finora citati è possibile utilizzare i gettoni (jeton) di plastica e di colore rosso. Il costo di un gettone è di 3 Lire e sono acquistabili facilmente dalle numerose macchinette o dai chioschi che si trovano alle fermate del tram, della metro o dei traghetti. Il funzionamento è semplice, si inserisce il gettone e si passa attraverso i tornelli. Fate però attenzione ad una cosa: per i traghetti non potete usare i gettoni validi per il tram e vice versa. Ci son però delle eccezioni, la più importante delle quali è costituita dagli autobus, in questi ultimi non vi sono tornelli e quindi non è possibile utilizzare i gettoni. Bisogna quindi per forza acquistare un biglietto elettronico (valido peraltro anche su tutti gli altri mezzi 15-25 agosto 2014 pubblici), ma che ha un prezzo di 4 Lire, quindi maggiorato rispetto al gettone. E’ possibile anche acquistare un biglietto valido per due corse al prezzo di 7 Lire, per 5 corse al prezzo di 15 Lire e per 10 corse al prezzo di 28 Lire. Anche per il metrobüs e per il tram nostalgico valgono le stesse regole. Per il treno suburbano oltre al biglietto elettronico è possibile fare un vero e proprio biglietto cartaceo all’interno della stazione. Consiglio Il nostro consiglio è però quello di acquistare la Istanbul Kart, una carta ricaricabile valida su tutti i mezzi pubblici che nel 2011 ha progressivamente sostituito il vecchio akbil. Utilizzando la Istanbul Kart si risparmia innanzi tutto sul prezzo della singola corsa, in quanto per qualsiasi mezzo pubblico si paga 1,95 Lire. Inoltre ogni qualvolta si effettua un transfer da un mezzo pubblico ad un altro (ad esempio se si prende un autobus e subito dopo si sale sulla metro, oppure se si prende un traghetto e subito dopo si sale su un tram) si paga 1,25 Lira invece di 1,95. E’ possibile effettuare 5 transfer nell’arco di 2 ore. La Istanbul Kart è comoda perché è valida senza limiti di tempo, teoricamente vale per sempre, per averla si paga un deposito di 7 Lire ma prima di partire è possibile restituirla e sarà restituito un importo variabile fra le 5 e le 7 Lire. Ovviamente non è necessario prendere più di una Istanbul Kart anche se si fa parte di un gruppo numeroso, ne basta una dato che è possibile ricaricarla col credito necessario per tutti. Il credito che rimane sulla carta non è però rimborsato. Si trova in tutti i chioschi con scritta AKBIL e macchinette alle fermate di tram, metro, autobus e traghetti, si può acquistare alle macchinette anche all’aeroporto Atatürk. Per utilizzarla è sufficiente farla passare davanti ai sensori dei tornelli ed attendere il bip di conferma. Si ricarica facilmente negli stessi chioschi in cui si acquista oppure tramite le apposite macchinette. Alcune corse di autobus e di traghetti hanno delle tariffe maggiorate, ad esempio i traghetti per le Isole dei Principi e tutti gli autobus che attraversano il Ponte sul Bosforo applicano tariffa doppia. Altri mezzi di trasporto Dolmuş: Sono dei mini-bus che hanno la funzione di taxi collettivi molto diffusi in tutta la Turchia. Effettuano dei tragitti specifici e partono uno dietro l’altro non appena tutti i posti all’interno sono stati occupati. La parola dolmuş significa infatti “pieno”. I più tipici sono di colore giallo e hanno una capienza di 8 posti, ma sono diffusi anche quelli da 15 posti di colore azzurro chiaro. Le tratte più utili sono Taksim-Kadıköy e Taksim-Beşiktaş. Sono in funzione 24 ore su 24. Taxi: Istanbul é una delle città col numero di taxi più elevato al Mondo. In realtà è un mezzo molto usato dagli stessi abitanti e non solo dai turisti dato che effettivamente le tariffe sono convenienti, soprattutto se si è in 4 persone. La tariffa base è di 2,5 TL + 0,16 Lire ogni 100 metri. I taxisti di Istanbul sono però famosi per fregare i turisti stranieri, ultimamante lo fanno sempre più spesso e con modalità davvero sfacciate. Fate quindi molta attenzione. Come regola generale bisognerebbe pretendere che venga inserito il tassametro, ma in questo caso se il taxista non è onesto potrebbe portarvi a spasso per un’ora riportandovi al punto di partenza. E’ consigliabile quindi trattare il prezzo a priori, ma non sparate cifre a caso! Ci è capitato di sentire alcuni turisti felici di aver contrattato una tariffa di 25 Lire per un percorso che in realtà costerebbe la metà! Quindi sappiate che un tragitto standard Sultanahmet-Taksim oppure Taksim-Ortaköy dovrebbe costare in media sulle 12 Lire, massimo 15. E’ difficile che nel centro cittadino possiate fare tragitti superiori ai 7-8 chilometri, quindi al massimo si tratta di 20-25 Lire, se vi sparano il classico 50 Lire non pagate e chiamate la polizia! Autobus del mare (Deniz otobüsü): La compagnia IDO effettua collegamenti veloci all’interno del Mar di Marmara, collegando Istanbul dal porto di Yenikapı fino a Bostancı, Isole dei Principi, Bandırma, Bursa, Yalova, Marmara Adası e Avşa Adası. Tariffe ed orari possono essere visionati sul sito dell’Ido. Consigli appena siete atterrati ad Istanbul all’Atatürk Airport Usciti dall’aeroporto potete prendere le navette della HAVATAŞ per arrivare a piazza Taksim. La bigliettazione é fatta all’ınterno dell’autobus, costa 10 Lire Turche (meno di 4 euro) a persona e la partenza é effettuata ogni 30 minuti. Solo dopo le 1:00 di notte e fino alle 4:00 non é disponibile questo servizio. La durata del tragitto varia dai 40 minuti ad oltre un ora negli orari di punta. Prima di arrivare a Taksim vengono effettuate delle fermate intermedie: Bakırköy (nelle vicinanze della stazione dei ferryboat della İDO); Yenikapı (a 50 metri dalla stazione per prendere o la METRO2 o il Marmaray); Aksaray (Per la METRO1 o se diretti nelle vicinanze di Sultanahmet). A Taksim, vicino all’ingresso del POINT HOTEL, sono presenti anche le navette per l’eventuale rıtorno all’Atatürk Airport e lo stesso servizio é disponibile anche per l’aeroporto di Sabiha Gökçen che si trova nella parte asiatica di Istanbul, con un biglietto che costa 13 Lire Turche e un tempo di percorrenza variabile dai 45 minuti (di notte) a un’ora e mezza (nelle ore di punta). 15-25 agosto 2014 21 Ma quanto grande è Istanbul? Quante volte mi é stata rivolta questa domanda alla quale ho sempre risposto con un sorriso perché davvero provo difficoltà nel cercare di far immaginare l’estensione di una megalopoli che ospita 14milioni di abitanti! Ad Istanbul una cosa é certa: dovunque posi il tuo sguardo vedi sempre Istanbul. 22 L’immagine in basso che riprende Istanbul di giorno é stata scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) il 16 Aprile 2004. Naturalmente i margini dell’intera area metropolitana sono visibili maggiormente in notturna, come potete notare a destra in uno scatto del 9 Agosto 2012 sempre dalla ISS. Sono visibili i 31 chilometri dello Stretto del Bosforo che separano le due metà della città collegando il Mar di Marmara con il Mar Nero; le ampie zone boscose e collinari; l’arcipelago delle Isole dei Principi; la parte vecchia di Istanbul sul famoso Corno d’Oro che occupa il punto di rilievo dell’ingresso meridionale dello stretto. Le linee luminose che notate sono le principali arterie di traffico che attraversano tutta l’area metropolitana e con un po’ di attenzione potete scorgere, sempre grazie alle loro illuminazioni, anche i due ponti sul Bosforo che uniscono il versante europeo con quello asiatico. Infine sono visibili anche i due aeroporti internazionali: in basso a sinistra é riconoscibile quello di Atatürk mentre in basso a destra si scorge quello di Sabiha Gökçen. 15-25 agosto 2014 Istanbul è una megalopoli con un’estensione del territorio davvero rilevante e che non ha eguali in Europa, infatti da nord a sud e da est ad ovest l’estensione supera i 100 chilometri. E certamente Istanbul , con oltre 13 milioni e mezzo di abitanti è la metropoli più popolosa in Europa, giusto per dare la proporzione : Londra ha 7 milioni e mezzo di abitanti, Parigi e Roma meno di 3 milioni e Milano meno di 1 milione e mezzo e Berlino 3 milioni e mezzo. abbondantemente triplicati. Questo non deve far pensare ad Istanbul come una città disordinata , sporca o peggio ancora non sicura , anzi al contrario , Istanbul è una città molto sicura , Istanbul di fatto è considerata una delle città in assoluto più sicure al mondo , in particolare rispetto a crimini rilevanti. Istanbul sorge su 7 colli ( sì, come Roma !) ed è composta da 27 quartieri o meglio potremmo dire da 27 piccole cittadine , ciascuna amministrata autonomamente, ma tutte facenti parte di Istanbul , insomma per molti versi, come Los Angeles . Istanbul è praticamente divisa a metà dal Bosforo . I ponti che collegano le 2 parti di Istanbul, quella europea e quella asiatica sono 2 . Inoltre, Il 29 ottobre 2013 è stato inaugurato il tunnel sotto il Bosforo che collega la par- te europea alla parte asiatica di Istanbul. Andando ad Istanbul per una vacanza è chiaro che i quartieri storici vanno assolutamente visitati anche perché , la maggior parte di monumenti di Istanbul si trovano lì, ma questo non significa che dobbiate vedere solamente quelle zone perché Istanbul ha molto di più e può mostrare anche il suo lato più genuino. Ma vediamo qui sotto quali sono i quartieri di Istanbul da non perdere. QUARTIERI CLOU Il distretto di Fatih comprende molti quartieri suggestivi, essenzialmente si tratta di tutta la vasta area all’interno delle antiche mura di Istanbul, quindi il cuore della vecchia Istanbul con molte cose conosciute ed alcuni angoli da scoprire. Ovviamente Sultanahmet è quello che tutti conoscono e tutti visitano si tratta infatti del quartiere più famoso di Istanbul, meritatamente, perché è splendido ed ospita i maggiori monumenti di Istanbul, non a caso è Patrimonio Unesco, ma ovviamente , è il più frequentato da turisti. Non c’è nulla di demoniaco in questo, dopotutto, se andate ad Istanbul in vacanza, siete turisti... La cosa migliore da fare per visitare Sultanhamet è quella di assaporarne il fascino scoprendola a piedi. Non è indispensabile soggiornare a Sultanahmet ma è imperdibile una visita accu- rata. Il nostro consiglio è quello di soggiornare in questo quartiere sopratutto se amate gli alberghi in stile e se vi piace essere comodissimi a molti dei monumenti e musei principali di Istanbul ma, al tempo stesso, vi suggeriamo di non fossilizzarvi solo su Sultanhamet ed i suoi dintorni, molto meglio spaziare alla scoperta di tante altre zone, alcune anch’esse molto turisticizzate, altre assolutamente più genuine, che Istanbul ha da offrire. Restando a Fatih, ma attraversando il ponte di Galata cioè Karaköy, molto meglio se a piedi, vi godrete lo spettacolo incantevole che offrono Bosforo e Corno d’oro, e potrete visitare un altro quartiere storico di Istanbul il quartiere di Eminönü, la zona dei Bazaar e dei vicoli e vicoletti caratteristici nei quali si trovano alcune fra le più belle moschee della città. Eminönü è anche il quartiere dei famosissimi panini con il pesce, uno dei più apprezzati cibi da strada di Istanbul. Proseguiamo con Fener e Balat tra i quartieri più popolari dentro le mura si trovano e sempre nel distretto di Fatih sulle rive del Corno d’Oro , e sono molto caratteristici con strade ripide, tipiche case ottomane coloratissime, con i bimbi che giocano in strada. Balat era l’antico quartiere ebraico di Istanbul. Ancora nel distretto di Fatih troviamo Samathia o Koca Mustafa Pasha, sul Mar di Marmara, caratterizzato da molte chiese greche ed armene, e Sulukule, storico quartiere Rom. Se volete provare un vero Kebap, la zona di Horhor può essere ideale e non avrete che l’imbarazzo della scelta visto i numerosissimi ristoranti tipici generalmente molto buoni. 15-25 agosto 2014 23 Quartieri di Istanbul Istanbul vive su due continenti. Unica città al mondo che si divide in parte asiatica e parte europea e che porta questa sua dicotomia intrinseca a caratterizzare ogni quartiere ed ogni strada della città. È lavoro arduo elencare ogni singolo quartiere di Istanbul essendo una città con un’estensione notevole (circa 5.343km² ). Vi elenchiamo alcuni quartieri che, per la nostra esperienza, possono rispondere a diverse esigenze e gusti a seconda di dove lavoriate o studiate e cosa amiate fare nel vostro tempo libero. (Il nostro elenco non comprende quartieri storici e turistici perchè non considerati da noi zone ottimali per vivere). Tarlabaşı, quartiere vivace, colorato e popolare. Essendo in zona centralissima, sta vivendo una fase di riqualificazione che ne modificherà le caratteristiche tradizionali. Da molti abitanti di Istanbul è considerato pericoloso. Fino a pochi mesi fa i prezzi erano medio – bassi ma dopo questo progetto di riqualificazione sospettiamo possa diventare uno dei quartieri più in voga della città. Ortaköy: quartiere magico affacciato sul Bosforo sotto il primo ponte. Questo quartiere è rinomato in particolar modo per passare una piacevole serata o la domenica pomeriggio, mangiando Kumpir o per deliziarsi del favoloso panorama che si può godere sulla parte asiatica. A causa della sua popolarità, i prezzi sono generalmente molto alti nei caffè e ristoranti con vista sul Bosforo. Servito dagli autobus e con problemi di traffico durante il tardo pomeriggio e la sera nei weekend. 24 Beşitaş grazie alla sua posizione è da considerarsi un quartiere abbastanza caro. Affacciato sul Bosforo, ben connesso tramite autobus, traghetti verso la parte asiatica, dolmuş e minibüs, Beşitaş è vivace e giovane. Molto comoda per coloro che lavorano sulla sponda europea. Üsküdar, ricco di moschee caratterizzate da un’impressionante architettura, è sicuramente un quartiere tradizionale dal punto di vista sociale e religioso. E’ ad ogni modo un quartiere molto colorito e con un bellissimo mercato che offre cibi di ottima qualità. Servito piuttosto bene dai mezzi. Da questo quartiere è facile raggiungere la parte europea della città, sia grazie ai traghetti che grazie al Marmaray. I prezzi sono da considerarsi accessibili. Bakırköy, quartiere ricco di negozi, piccoli centri commerciali e ristorantini. Si affaccia sul bosforo e anche se non si trova in una zona centralissima, è una delle stazioni ferroviarie. Servita da innumerevoli autobus, miniautobus e traghetti (diretti anche verso la sponda asiatica). Fener e Balat si trovano sul corno d’oro, vicino al mare. Quartieri molto popolari, adesso in via di ristrutturazione, caratterizzati da case molto colorate e caratteristiche dell’impero ottomano. Strade affollate e vivaci appena si apre la bella stagione e sempre più ritrovo di artigiani ed artisti che dicidono di aprire il loro Atelier Il rapporto qualità prezzo per affitti e costo della vita sono molto buoni, ma si prevede a breve un aumento dovuto agli investimenti per il riqualificamento del quartiere. Servito scarsamente dai mezzi di trasporto, ci sono autobus che collegano il quartiere con i quartieri limitrofi ma per percorsi a lunga tratta è necessario cambiare mezzo. C’è un ambia varietà di negozi per tutte le tasche. Kartal situato alla periferia della città, i prezzi del quartiere sono molto più accessibili rispetto al centro asiatico di Kadıköy. Ben collegata grazie alla nuova metro e ai minibus. Molto tranquillo, con zone verdi lungomare. Kadıköy e Kartal abitato specialmente da famiglie giovani. Fuori dal centro della città è ora però più accessibile grazie alla nuova linea della metropolitana. Ricco di negozi, centri commerciali e bar. I prezzi 15-25 agosto 2014 sono in aumento rispetto al passato ma accessibili. Ataşehir, moderno quartiere nella periferia di Istanbul, offre residenze di lusso per coloro che dispongono di salari molto alti. Ospita uffici ed è uno dei centri del commercio e di affari. A questo quartiere è stato assegnato il premio “Habitat Prize”, strutture come campi da tennis, palestre e cinema rendono questo quartiere piacevole per vivere. Kadıköy (Bostancı), uno dei centri moderni della parte asiatica. Kadıköy è un bellissimo quartiere dotato di un lungo mare nel verde e molte zone tranquille, a misura d’uomo, dove si trova cultura, divertimento e possibilità di fare sport all’aperto. Ottimamente servito dai mezzi di trasporto, è da poco attiva anche la metropolitana che fa capolinea proprio in questo quartiere. I prezzi sono accessibili e variano molto a seconda delle zone. Cihangir, quartiere particolarmente in voga per gli occidentali che vivono a Istanbul, limitrofa a piazza Taksim, è una delle zone più care di Istanbul. All’interno di Cihangir vi sono diverse zone: Tophane, costellato di gallerie d’arte contemporanea e che scende verso il Bosforo, e Kuçurcuma, con i suoi negozietti di vintage. I prezzi degli affitti sono tra i più cari a Cihangir e abbordabili a Tophane e Kuçurcuma. Beyoğlu Beyoğlu, al di là del Corno d'Oro, è l’antico leggendario quartiere di Pera, quello del Pera Palas e dell’Orient Express per intenderci, con una struttura urbanistica in larga parte Art Nuveau ( Liberty) . Il quartiere di Beyoglu sorge al di là del ponte di Galata si sviluppa intorno a Piazza Taksim e Istiklal Caddesi (una delle principali strade commerciali di Istanbul). Beyoglu è d’altro canto anche un quartiere molto moderno, pieno di negozi bar e ristoranti dove certamente passerete almeno una serata in in una delle vostre serate ad Istanbul in uno dei numerosissimi locali che animano la vivace vita notturna di Istanbul Ci sono poi numerosi altri quartieri che formano la moderna Istanbul come Nişantaşı, anche questo quartiere di fine Ottocento, e che oggi è probabilmente il quartiere più glamour ddi Istanbul oppure Bebek, altro quartiere residenziale molto elegante che si trova sulla riva europea tra i due ponti sul Bosforo e poi, Beşiktaş bel quartiere residenziale, il romantico Ortaköy, Şişli quartiere moderno dello shopping dei grattacieli e degli uffici ed Etiler, anche questo centro direzionale e residenziale di lusso Istanbul Asiatica Il comodo servizio traghetti di Istanbul porta sulle coste asiatiche, i traghetti sono un mezzo usato come bus o metro ad Istanbul solo... molto più panoramici! Nonostante la parte asiatica di Istanbul abbia oggettivamente meno da offrire è comunque da scoprire. Uskudar è uno dei quartieri più importanti e più antichi della parte asiatica di Istanbul. Il monumento senza dubbio più celebre e molto romantico del quartiere è Koz Kulesi cioè la Torre di Leandro o Torre della Fanciulla, una torre situata sull'acqua, nata per il controllo del traffico nel porto di Istanbul. Kadıköy è un quartiere residenziale e commerciale con un famoso mercato di frutta e verdura, numerosi negozi, bar, cinema e ristoranti. Non ha attrazioni particolari ma merita una visita, inoltre volendo si può avere una visione stupefacente di Istanbul dall’alto salendo sul Turkbalon, una mongolfiera che si sale a circa 200 metri offrendo una prospettiva differente e suggestiva. 15-25 agosto 2014 25 26 Fatih Il distretto di Fatih comprende molti quartieri suggestivi, essenzialmente si tratta di tutta la vasta area all’interno delle antiche mura di Istanbul , quindi il cuore della vecchia Istanbul con molte cose conosciute ed alcuni angoli da scoprire. Ovviamente S ul t anah m e t è quello che tutti conoscono e tutti visitano si tratta infatti del quartiere più famoso di Istanbul, meritatamente, perché è splendido ed ospita i maggiori monumenti di Istanbul, non a caso è Patrimonio Unesco, ma ovviamente, è il più frequentato da turisti. Non c’è nulla di demoniaco in questo, dopotutto, se andate ad Istanbul in vacanza, siete turisti ... La cosa migliore da fare per visitare Sultanhamet è quella di assaporarne il fascino scoprendola a piedi. Non è indispensabile soggiornare a Sultanahmet ma è imperdibile una visita accurata. Il nostro consiglio è quello di soggiornare in questo quartiere sopratutto se amate gli alberghi in stile e se vi piace essere comodissimi a molti dei monumenti e musei principali di Istanbul ma, al tempo stesso, vi suggeriamo di non fossilizzarvi solo su Sultanhamet ed i suoi dintorni, molto meglio spaziare alla scoperta di tante altre zone, alcune anch’esse molto turisticizzate, altre assolutamente più genuine, che Istanbul ha da offrire. Restando a Fatih, ma attraversando il ponte di Galata cioè Karaköy, molto meglio se a piedi, vi godrete lo spettacolo incantevole che offrono Bosforo e Corno d’oro, e potrete visitare un altro quartiere storico di Istanbul il quartiere di E min ö n ü , la zona dei Bazaar e dei vicoli e vicoletti caratteristici nei quali si trovano alcune fra le più belle moschee della città. Eminönü è anche il quartiere dei famosissimi panini con il pesce, uno dei più apprezzati cibi da strada di Istanbul. Ancora nel distretto di Fatih troviamo Samathia o Koca Mustafa Pasha, sul Mar di Marmara, caratterizzato da molte chiese greche ed armene, e Sulukule, storico quartiere Rom. Se volete provare un vero Kebap, la zona di Horhor può essere ideale e non avrete che l’imbarazzo della scelta visto i numerosissimi ristoranti tipici generalmente molto buoni. Proseguiamo con Fener e Balat tra i quartieri più popolari dentro le mura si trovano e sempre nel distretto di Fatih sulle rive del Corno d’Oro e sono molto caratteristici con strade ripide, tipiche case ottomane coloratissime, con i bimbi che giocano in strada. Balat era l’antico quartiere ebraico di Istanbul. 15-25 agosto 2014 Quartieri centrali Le zone di Fatih, Fener e Balat sono sicuramente le più ricche di storia, le più affascinanti e caratteristiche di tutta Istanbul. Proprio per questi motivi rientrano nella lista dei patrimoni dell’Unesco. Ma nonostante ciò sono visitate da meno dell’1% dei turisti che visitano Istanbul. Com’è possibile una cosa del genere? I motivi sono molti, ma la colpa principale è sicuramente da attribuire alla cosiddetta “industria del turismo”, che semplifica tutto e attua una riduzione stereotipata della città, per massimizzare i suoi profitti. La città viene quindi sostituita e rimpiazzata da una sua immagine artefatta, ed è quest’ultima purtroppo che viene visitata dalla quasi totalità dei turisti. Noi per nostra filosofia ci opponiamo a tutto questo, e speriamo che la gente abbia la curiosità e la voglia di scoprire le reali bellezze di Istanbul. Parliamo di 3 quartieri davvero centrali per comprendere appieno la storia e la cultura di questa città, zone in cui i popoli e le religioni si sono nel tempo mescolati e sovrapposti, evidenziando e portando fino ai giorni nostri una straordinaria ricchezza di architetture, di monumenti religiosi, di colori e di prelibatezze gastronomiche. I 3 quartieri si trovano all’interno delle mura della città vecchia, ad ovest di Eminönü e si affacciano sul Corno d’Oro. Sono zone non propriamente agevoli da visitare se non accompagnati da gente che le conosce, non perché siano pericolose, ma perché non sono assolutamente battute dai turisti e non è affatto facile trovare i monumenti ed orientarsi fra il dedalo di case. Fatih è da considerarsi uno dei quartieri più “conservatori” di Istanbul, è la zona più osservante dal punto di vista religioso, con al centro il monumentale complesso della Moschea di Fatih. Passeggiare per le sue strade, nella zona di Malta Çarşı, la zona del mercato, è un’esperienza che non può lasciare indifferenti. A Fatih oggi vivono per lo più immigrati dalle zone dell’e- stremo est anatolico, quindi persone molto più attente ai dettami religiosi, ma anche cariche delle loro strepitose tradizioni culinarie regionali, ed è proprio per questo motivo che il quartiere viene ormai accettato come centro gastronomico della città. E’ qui che bisogna venire per provare i sapori più autentici della cucina turca. Ristoranti o piccoli chioschi specializzati in kebap, pide, sarma, köfte, tutto squisito ed a prezzo molto basso. Dopo un pranzo o uno spuntino, è possibile raggiungere, se si riesce a trovare, la bellissima moschea di Zeyrek, che in passato era il Monastero Bizantino di Cristo Pantocratore, il secondo più grande edificio del periodo Bizantino, dopo Aya Sofia, ancora esistente ad Istanbul. La zona di Zeyrek, con le sue case in legno di periodo ottomano antiche di 200 anni, è una delle più pittoresche di tutta Istanbul. Lasciando alle spalle Fatih e dirigendosi verso Fener, incontriamo il quartiere di Çarşamba. Qui si trova una delle più famose Chiese Bizantine di Istanbul, la Chiesa di Theotokos Pammakaristos, conosciuta oggi come Fethiye 15-25 agosto 2014 27 28 Camii, dato che al giorno strade, si arriva davanti al Rum Lisesi, il Liceo Greco d’oggi è per metà moschea e Ortodosso, magnifico e caratteristico edificio in mattoni rossi che sovrasta la collina di Fener. Inerpicandosi per metà museo. per una scalinata pittoresca si raggiunge la sommità Entrati finalmente nel quar- della collina di Fener, dove un tempo passavano le mura tiere di Fener, lo storico dell’antica Costantinopoli, è proprio qui che sorge una quartiere greco, le strade Chiesa ai più sconosciuta ma di un’importanza fondacominciano a farsi strette e mentale nella storia della città. Si tratta della splendida labirintiche, le pendenze si Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, conosciuta anche fanno importanti, ed il ri- come la Chiesa Rossa. La sua storia peraltro è talmente schio di perdersi sempre più bella e affascinante che meriterebbe un libro, ma purelevato. E’ su questi sampie- troppo non esiste nessuna pubblicazione in merito ed trini ultra centenari, fra case anzi la Chiesa pare dimenticata da tutti. ottomane colorate, alcune superbamente restaurate, Sempre all’interno del quartiere di Fener troviamo uno altre impietosamente diroc- dei luoghi più importanti in assoluto della religione cate, che si respira la storia Cristiana, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, di Istanbul. Devoti preti bi- l’equivalente di San Pietro a Roma per la religione Crizantini, rozzi crociati, fieri stiana Ortodossa. L’importanza storica e simbolica di paşa ottomani col loro stuo- questo luogo è enorme. E’ una delle cinque sedi prinlo di servitori, commercian- cipali della chiesa cristiana, in ordine di gerarchia, il ti armeni, negozianti ebrei, patriarcato di Costantinopoli è il secondo dopo Roma, chiromanti zingari, nell’arco e precede Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. La dei secoli hanno popolato, visita della Cattedrale di San Giorgio dovrebbe perspesso contemporaneamen- ciò costituire un “must” per un turista in viaggio ad te, queste zone della città, e Istanbul, eppure credo che neanche l’1% dei turisti lo hanno dato origine a quel- faccia, ignorandone probabilmente l’esistenza. la ricchezza culturale che possiamo ammirare ancora In riva al Corno d’Oro, a fare da spartiacque fra Fener oggi. Passeggiando fra case e Balat, incontriamo la Sveti Stefan Kilisesi (Chiesa dai colori e dalle forme più Bulgara di Santo Stefano), famosa per essere costruita bizzarre, fra bambini che completamente in ferro e per i suoi ricchi ornamenti giocano a pallone per le interni. Balat è lo storico quartiere ebraico, lo è stato a lungo, sia durante il periodo bizantino sia durante il periodo ottomano, questo a dimostrare il clima di convivenza interreligiosa che ha sempre caratterizzato Istanbul. Gli ebrei hanno cominciato a lasciare il quartiere solo a seguito del forte terremoto del 1894, spostandosi in parte nel quartiere di Galata ed in parte emigrando in Israele. Dopo il 1960 la residua minoranza ebraica benestante di Balat si è trasferita nel quartiere di Şişli, ed il risultato è stata una completa trasformazione del quartiere, che da zona estremamente ricca si è in fretta trasformata in zona di immigrati delle classi sociali più basse. Il cam- 15-25 agosto 2014 I Quartieri Asiatici Kuzguncuk 2 religioni a fianco Istanbul è l’unica città al Mondo a sorgere su due continenti. Non c’è dubbio che la presenza del “lato asiatico” aldilà del Bosforo funga da potente richiamo per l’immaginario collettivo europeo. A volte questa prerogativa può far nascere strani dubbi ed aspettative non realistiche. bio di composizione sociale ha fatto attraversare a Balat una fase di trascuratezza non indifferente, a cui solo ultimamente si è cercato di porre rimedio attraverso un ambizioso progetto di riqualificazione patrocinato dall’Unesco. Il sottile confine fra splendore e degrado produce in Balat un contrasto abbagliante. Il quartiere, in cui sono presenti ben 3 sinagoghe (fra cui la bellissima Sinagoga di Arhida, ancora in funzione, e visitabile previo contatto col rabbino), rimane ancora oggi un vero gioiello. Arrivando sulla sommità di Balat si entra in un parco da cui si può ammirare un panorama mozzafiato su tutto il Corno d’oro. Proseguendo sempre a piedi e col rischio, sempre concreto, di perdersi, si raggiunge la famosa Chiesa di San Salvatore in Chora, oggi conosciuta come Kariye Müzesi. I suoi magnifici mosaici e i suoi affreschi, non hanno niente da invidiare a quelli di Aya Sofia, anzi sono oggettivamente molto più belli. Si tratta senza dubbio di uno dei più importanti monumenti storici di Istanbul, straordinario esempio della perfezione stilistica bizantina. La visita di Fatih, Fener e Balat, è una visita impegnativa, ma regala delle emozioni uniche, anche a chi come noi è abituato ormai a frequentare questi luoghi. Ripetiamo che visitare questi quartieri da soli non è facile, spesso i nomi delle vie sulle cartine sono errati o non vengono segnati, si rischia di girare invano e perdere un sacco di tempo, la percentuale di persone che conoscono l’inglese in queste zone è prossima allo zero e quindi risulta impossibile chiedere informazioni, ci tocca ammettere che le prime volte ci perdevamo anche noi pur potendo chiedere informazioni in turco! Gli strani dubbi si condensano nella domanda che a volte ci viene rivolta via mail ed a cui speriamo di rispondere una volta per tutte: No, non serve il passaporto per andare sul lato asiatico di Istanbul.. Le aspettative non realistiche si intravedono sui volti dei gruppi di turisti che ci capita di vedere ogni tanto scendere dai traghetti ad Üsküdar. Gli occhi e le orecchie che immaginavano di assaporare l’oriente si scontrano col traffico caotico e con l’enorme cantiere del Marmaray Tünel. Alcuni addirittura dopo pochi minuti salgono sullo stesso traghetto per fare ritorno a Sultanahmet, tristemente spaesati e con le reflex deluse. La realtà di Istanbul è molto complessa, non ci stancheremo mai di dirlo, la città è un insieme di molte città, il panorama architettonico ed il contesto sociale cambiano velocemente e radicalmente, nel giro di qualche metro e/o di qualche mese. Basta spostarsi di pochi metri da Taksim a Kasımpaşa oppure da Sultanahmet a Kadırga per scontrarsi con realtà profondamente diverse. Non è necessario quindi attraversare il Bosforo per 15-25 agosto 2014 29 Sono più di 180 le Moschee del quartiere, alcune di queste risalgono a prima della conquista ottomana, quindi fra le più antiche di Istanbul. Le più grandi quelle di Mihrimah e di Yeni Valide, le più interessanti quelle più piccole, Şemsi Paşa, Kaptan Paşa, Çinili Camii. La storia di Üsküdar affonda le sue radici ben più indietro nel tempo rispetto all’arrivo degli ottomani, come Bisanzio è stata fondata infatti nel VII sec. AC da coloni greci. Durante gli scavi per il tunnel del Bosforo sono stati infatti trovati moltissimi resti dell’antica Crisopoli. 30 ricercare la parte più orientale, più musulmana, più povera, la parte più vera (?). Queste classificazioni ad Istanbul sono prive di senso. Sia nella parte europea che in quella asiatica troviamo dei quartieri più conservatori (Fatih e Ümraniye) e dei quartieri più moderni (Beyoğlu e Kadıköy), delle zone ricche di storia (Sultanahmet e Üsküdar) e delle zone votate allo shopping (Nişantaşı e Bağdat Caddesi), delle zone di considerevole mescolanza religiosa (Fener/Balat e Kuzguncuk/ Yeldeğirmeni) e dei graziosi villaggi sul Bosforo (Arnavutköy e Çengelköy). Üsküdar è uno dei più antichi quartieri della Istanbul ottomana, un quartiere fin dall’inizio residenziale, ed ancor oggi conserva queste sue caratteristiche. Oltre all’importanza storica delle moschee ed alla bellezza del quartiere in sè, bisogna necessariamente fare una passeggiata fino a Salacak ed arrivare di fronte alla Kız Kulesi, una torre leggendaria che sorge su di un’isoletta all’interno del Bosforo e che dipinge, grazie allo sfondo della penisola storica, una delle più scenografiche silhouette di Istanbul. Poco distante da Üsküdar sorge Kuzguncuk, un quartiere abitato dalla popolazione ebraica a partire dal 1500 e che in seguito ha accolto anche la popolazione greca e armena. Kuzguncuk è uno dei nostri quartieri preferiti in assoluto, si tratta in pratica di una valle lunga e stretta, con i due lati che scendono a picco sul Bosforo. La serenità che infondono le sue antiche case in legno fra il verde dei platani lo rende speciale. E’ solo qui che si possono vedere una moschea al fianco di una chiesa armena, ed una sinagoga al fianco di una chiesa ortodossa. Non è esagerato prendere questo piccolo quartiere come simbolo della tolleranza e dell’armonia presenti in passato nell’Istanbul ottomana. Kuzguncuk conserva ancora intatta l’atmosfera da villaggio di pescatori, un luogo dell’anima che ha ispirato e che continua ad ispirare artisti, poeti, registi, architetti e sognatori. Sono tanti i suoi punti di interesse, la sinagoga di Beth Yakov, la Chiesa di Ayos Panteleimon e quella di San Gregorio Armeno, senza dimenticare lo splendido parco di Fethi Paşa che regala affascinanti scorci sul Bosforo. L’ultimo quartiere che tocca il nostro itinerario asia- 15-25 agosto 2014 tico è Kadıköy, l’antica e famosa Calcedonia, fondata addirittura 20 anni prima di Bisanzio da coloni greci provenienti da Megara. La storia antichissima di Kadıköy rimane sullo sfondo di quello che ormai è a tutti gli effetti uno dei quartieri più moderni e vivaci di Istanbul. A partire dall’800 quella che in epoca ottomana era solo una zona residenziale per nobili benestanti si trasforma, grazie alla costruzione della stazione dei treni di Haydarpaşa, in un quartiere estremamente variegato sia dal punto di vista etnico che sociale. All’inizio del ‘900 la popolazione del quartiere era composta da ebrei, greci, armeni, albanesi, bulgari, persiani, italiani, tedeschi e francesi. E’ proprio in questo quartiere che a Istanbul nascono i primi “appartamenti” in senso moderno di pietra e marmo. 31 Una passeggiata per il sobborgo di Yeldeğirmeni ci riporta quindi alla mente un periodo non lontano in cui ingegneri tedeschi e scalpellini italiani lavoravano insieme, entrambi da immigrati, nella Istanbul cosmopolita di inizio ‘900. Kadıköy è un quartiere moderno, molto esteso e densamente popolato (più di mezzo milione di abitanti), con una grande varietà di atmosfere e stili architettonici. Un giro più articolato porterebbe fino a Bağdat Caddesi, un viale di 14 chilometri che costeggia il Mar di Marmara, costellato di centri commerciali e negozi dei più famosi brand internazionali. Sostituendo i platani con le palme sembrerebbe di stare a Los Angeles. Ma è nel centro di Kadıköy che consigliamo ai viaggiatori di passare qualche piacevole ora, il mercato centrale è uno dei più interessanti e pittoreschi della città, è un luogo molto adatto per un mini-tour gastronomico. Fra i moltissimi chioschi sono innumerevoli le specialità da provare e che i negozianti fanno assaggiare col sorriso sulle labbra, sia per gli amanti del salato che del dolce, infatti è qui che si trovano alcune fra le pasticcerie più storiche e famose. 15-25 agosto 2014 Uffici turistici Atatürk Havalimanı Location: Atatürk Airport – Yeşilköy (small desk after passing customs) Open: daily from 08.00 – 23.00 Tel.: +90 212 465 31 51 – +90 212 465 35 47 Taksim Hilton Otel Location: Hilton Hotel – Elmadağ / Taksim (Hilton Hotel entrance) Open: daily from 08.30 – 16.45, closed on Sundays Tel.: +90 212 233 05 92 Sultanahmet Location: At Meydanı – Sultanahmet (on the Hippodrome) Open: daily from 09.00 – 17.00 Tel.: +90 212 518 18 02 32 sabato BEYOGLU Piazza Taksim Quartiere Beyoglu Istiklal Caddesi Hotel Pera Tram nostalgico Sirkeci Location: Sirkeci Tren İstasyonu – Sirkeci (Sirkeci Train Station) Open: daily from 09.00 – 17.00 Tel.: +90 212 511 58 88 Beyazıt Location: Beyazıt Meydanı – Beyazıt (Beyazıt square) Open: daily from 08.30 – 18.00 Tel.: +90 212 522 49 02 Karaköy Location: Karaköy Limanı – Karaköy (inside cruise ship terminal) Open: couldn’t get confirmation, probably upon arrival of a cruise ship Tel.: +90 212 249 57 76 domenica GRAND BAZAR - SULTANAHMET GALATA - KARAKOY Moschea di Solimano Giro dei Bazar Bazar delle Spezie Aya Sofia - Moschea Blu - Basilica Cisterna Ponte di Galata Giro di Galata Quartiere Karakoy lunedì TOPKAPI - BALAT - FENER BOSFORO - BEBEK - ORTAKOY Palazzo Topkapi Chiesa di Chora Quartiere Balat (Chiesa S. Maria dei Mongoli) Quartiere Fener Gita sul Bosforo (fino a Anadolu Kavagi) Quartiere Bebek Quartiere Ortakoy Palazzo Dolmabahçe Concerto 15-25 agosto 2014 martedì LATO ASIATICO - con il Marmaray - Uskudar Kuzguncuk Kadikoy 20:30 Volo per Nevsehir sabato BEYOGLU Fin da epoca bizantina Beyoğlu è stato il quartiere dei residenti stranieri. Vi si installarono per primi i Genovesi su concessione dello stesso imperatore bizantino che intese così ricompensarli per aver contribuito a scacciare i Veneziani dalla città. Nel periodo ottomano vi si stanziarono Ebrei banditi dalla Spagna e comunità di Armeni. In seguito i paesi europei vi fondarono gli edifici destinati ad accogliere i propri rappresentanti diplomatici presso la Sublime Porta (Il consolato italiano si trova qui). Oggi Beyoğlu è il fulcro della vita notturna di Istanbul e annovera innumerevoli alberghi di lusso. PIAZZA TAKSIM Nel dinamico quartiere Beyoglu si trova Piazza Taksim, una delle più grandi e frequentate di Istanbul. Originariamente la piazza era un grande serbatoio che raccoglieva l’acqua per tutta la città e ancora oggi si può vedere la cisterna costruita nel 1732 da Mahmut I. Oggi Piazza Taksim è un nodo nevralgico di Istanbul: si trova alla fine di Istiklal Caddesi, è il capolinea della tram che attraversa la città fino a Tünel e vi si trova la funicolare sotterranea che giunge a Kabatas fino alla linea tramviaria. Consigli • Per godere al massimo di questa atmosfera d’altri tempi percorrete il viale principale con il pittoresco tram rosso che parte da piazza Tünel e arriva in piazza Taksim. • Se di giorno Beyoğlu è ideale per lo shopping e un giro rilassante per negozi, la sera il quartiere si anima di discoteche, locali e una frenetica vitta notturna. • Non salite a Beyoğlu la domenica: troverete tutto chiuso. Piazza Taksim è anche sede del Monumento alla Repubblica (in turco: Cumhuriyet Anıtı) scolpito dallo scultore italiano Pietro Canonica e inaugurato nel 1928. Il monumento commemora l’istituzione della Repubblica Turca nel 1923, a seguito della Guerra d’indipendenza turca. Sulla piazza si svolgono anche i maggiori eventi pubblici come parate, feste di capo d’anno e altre manifestazioni popolari. In essa è ubicato anche l’Atatürk Cultural Center (Atatürk Kültür Merkezi), un edificio multifunzione utilizzato anche come teatro d’opera. PARCO GEZI Nei pressi di Piazza Taksim è presente il Parco Gezi, un piccolo parco urbano. Nel maggio del 2013, il comune di Istanbul ha progettato di distruggere il parco per ricostruire l’ex caserma militare Taksim (demolita nel 1940), destinata ad ospitare un nuovo centro commerciale, scatenando le proteste della popolazione. Tali proteste si sono poi diffuse anche in altre città della Turchia come reazione spontanea all’eccessiva violenza impiegata dalla polizia turca nel disperdere i manifestanti. VEDI www.istanbulturchia.it/beyoglu/ Palazzi antichi: Palazzo di Francia, Palazzo d’Olanda. a forma di tempio greco, il Palazzo di Venezia, residenza cittadina dell’ambasciatore italiano, il tribunale di Francia, casa Helbig e casa Camondo, casa Botter in art nouveau, Palazzo di Svezia, Palazzo Corpi e casa Freige Pera Palas Ağa Hammam Mercato del pesce Chiesa armena di Üç Horan Chiesa di S. Antonio da Padova I Passages La Strada Francese Nevizade Street Asmalımescit Petit-Champs 15-25 agosto 2014 33 domenica Moschea di Solimano La Moschea di Solimano, costruita in onore di Solimano il Grande dall’architetto Sinan nel XVI secolo è la più grande di Istanbul e può ospitare fino a cinquemila persone. Intorno alla moschea venne costruita una mini città dotata di ospedale, biblioteca, scuole, hammam, ristorante popolare e cimitero. Con i suoi 4 minareti svettanti nel cielo della città e circondata da un portico realizzato con le colonne provenienti dall’Ippodromo ha al suo interno un’acustica spettacolare: anche il più piccolo 34 suono può essere percepito in ogni angolo della moschea. Per raggiungerla a piedi dal cuore della città vi attendono ripide e trafficate strade in salita: la fatica è ampiamente ricompensata dalla spettacolare vista e dalla brulicante vita cittadina che attraverserete. GRAND BAZAR Costruito nel 1461 questo labirintico mercato coperto è una vera e propria città nella città: 4000 botteghe su una superficie di 200.000 metri quadri. Dotato di vie, piazzette, vicoli e fontane, il Gran Bazar è stato il primo “grande magazzino” della storia: i caravanserragli consentivano alle carovane di scaricare la merce direttamente al suo interno e ogni strada era, allora come oggi, dedicata a una corporazione, orefici, venditori di tappeti, abiti o scarpe e fabbricanti di dinanderies, ovvero oggetti in ottone. Qui potrete trovare di tutto per sfogare la vostra voglia di souvenirs: dai pellami alle lampade, dalle maioliche ai gioielli in oro e argento. Ma la vera scoperta di questo immenso mercato è la sua struttura in pietra: una labirintica città, un tempo in legno e ricostruita in pietra a causa degli incendi, che non finirà di stupirvi per la sua bellezza così unica e ricca di fascino. ANGOLI DA VEDERE Nonostante la sua essenza ormai votata al turismo, il mercato conserva ancora angoli autentici da scoprire. Zincirli Han: il martellare cadenzato vi segnalerà la presenza di artigiani che lavorano i metalli. Entrando nelle botteghe potrete ammirare i maestri al lavoro. Iç Cebeci Han: per trovare attimi di tranquillità dal caos di turisti e venditori potete rifugiarvi in questo verde e tranquillo cortiletto e salire sulle terrazze per 15-25 agosto 2014 bere un thè. Cevahir Bedesten: questa è la parte più antica del mercato dove si trovano i venditori più autentici e più cari del Gran Bazar. BAZAR DELLE SPEZIE E’ il regno dei colori e dei profumi, delle delizie e delle tentazioni, uno dei tanti… ancora oggi il centro per il commercio delle spezie a Istanbul. Il Bazar delle Spezie è famoso per i negozi e i banchi ricolmi di prodotti tradizionali di spezie, erbe rare, profumi, prodotti di erboristeria, frutta secca, medicinali naturali, semi, strane radici. Ogni banco è un colore, una sorpresa, un profumo…una tentazione! Strani grappoli di radici secche a penzoloni, centinaia di tipi diversi di zafferano, thé e chay di tutte le qualità, il tutto presentato magnificamente. Trovare regali e souvenirs, qui, non sarà certo un problema! E’ il luogo ideale per comprare il famoso sapone di alloro esfoliante, quello che si usa tradizionalmente negli hammam. E’ anche un mercato moderno AYA SOFIA Ingresso: 30 LT Dal greco Haghia Sofia, conosciuta anche come Chiesa della Divina Sapienza, è stata costruita nel 537 dall’imperatore Giustiniano ed era la chiesa cristiana più importante e grande di Costantinopoli. Nel 1453, in seguito alla caduta della città da parte di Maometto il Conquistatore, la chiesa è stata convertita in moschea e dal 1935, per opera di Atatürk, è stata trasformata in museo. La sua bellezza è dovuta alla maestosa cupola e alle decorazoni dei magnifici mosaici, composti da circa 30 milioni di tessere dorate: domina la piazza di Sultanahmet con la sua inconfondibile forma dai tratti imponenti ma allo stesso tempo incredibilmente leggiadri. Gli interni Entrando dalla massiccia ed elaborata porta di cedro rimarrete senza fiato: gli interni dai soffitti altissimi e riccamente decorati sovrastano il visitatore con la loro bellezza esaltata dai giochi di luci, ombre e raggi di sole che fendono l’aria entrando dalla immense finestre. in cui acquistare dolci, ninnoli e oggettini turistici…quelli cha a Torino chiamiamo “chapa-chapa” insomma. Ci sono anche dei pezzi “curiosi”, come il Viagra Turco, a base di fichi secchi ripieni di noci (ma non era una specialità calabra?). I prezzi variano a seconda dei banchi, dell’umore del venditore e dl periodo dell’anno! L’ardita opera degli architetti greci Artemio di Tralle e di Isidoro di Mileto stupisce ancora oggi grazie alla mastodontica cupola aerea che diversi terremoti hanno danneggiato nel corso dei secoli: la preziosità di quello che vediamo oggi non è paragonabile ai fasti del passato. Non solo magnifici mosaici, ma pavimenti musivi, altare in oro massiccio tempestato di pietre preziose, iconostasi in argento e tantissimi affreschi sono ormai scomparsi nel tempo e durante guerre e crociate. Oggi il mosaico più grande scampato ai saccheggi è la Madonna seduta sul trono con il Gesù Bambino vestito d’oro. Consigli Una particolarità da vedere è la colonna sudante, cui la tradizione popolare attribuisce la proprietà di curare il mal di testa, di esaudire i desideri e di favorire le gravidanze. Per attingere alle sue doti basta infilare il pollice in buco lungo la colonna e ruotare il palmo della mano da sinistra a destra esprimendo il desiderio. La Galleria Salendo nella galleria superiore potrete ammirare 15-25 agosto 2014 35 non solo una veduta spettacolare sull’interno della basilica, ma vedere da vicino o mosaici più importanti conservati. Il più famoso quello che rappresenta la Madonna e Giovanni Battista che nel giorno del Giudizio Universale pregano Cristo di perdonarli dai loro peccati. Bellissimi anche i bassorilievi che raffigurano il Paradiso e l’Inferno e quello che ritrae l’imperatrice Zoe con il suo terzo marito. La regina faceva sostituire l’immagine del precedente consorte con quella nel nuovo marito. Gli esterni Uscendo dalla Bella Porta e girandovi indietro potrete ammirare un altro mosaico d’eccezione: qui 36 Costantino I e Giustiniano offrono alla Madonna con il Bambino la città di Costantinopoli e un modellino di Santa Sofia. All’esterno si possono vedere l’antico Battistero, trasformato nei secoli in oleificio prima e sepolcro dopo, le tombe di Selim II, Murat II e Mehemet III e infine la stupenda fontana delle abluzioni a pianta ottagonale e cupola di piombo che poggia su 8 colonne di marmo. MOSCHEA BLU Ingresso: GRATUITO La Moschea del Sultano Ahmet è conosciuta come Moschea Blu per le sue meravigliose maioliche di Iznik che rivestono le pareti interne: oltre 21.000 piastrelle in ceramica dalle diverse tonalità di azzurri e blu ricoprono l’interno della moschea trasformandola in una vera e propria opera d’arte. La sacralità e bellezza della moschea è accentuata dalle decine di lampade che scendono dall’alto a formare cerchi di luce particolarmente suggestivi. Con i suoi imponenti minareti e la forma aggraziata, la moschea venne realizzata dal sultano esattamente di fronte ad Aya Sofia per competere in bellezza e grandiosità con l’opera di Giustiniano. Consigli L’ingresso ai non musulmani è permesso entrando dal cortile che si affaccia sull’Ippodromo tutti i giorni tranne durante gli orari di preghiera che mutano a seconda della posizione della luna. E’ obbligatorio lasciare le proprie scarpe fuori dalla moschea, negli appositi ripiani: portate con voi un paio di calzini per girare in tranquillità. Ricordatevi sempre che siete all’interno di un luogo di 15-25 agosto 2014 culto: massima discrezione e rispetto del silenzio. Le donne sono invitate a coprirsi il capo con scialle o foulard. La vista migliore della moschea la potete avere entrando dal cortile dalla parte dell’Ippodromo: vi si aprirà uno scorcio assolutamente sublime, soprattutto al tramonto quando la pietra si ammanta di un delicato color miele. Vi consigliamo di tornare anche durante le ore notturne: le luci e il vivace via dei fedeli unito al color cobalto del cielo vi lasceranno senza fiato. BASILICA CISTERNA Ingresso: 30 LT La Cisterna Basilica (Yerebatan Sarniçi) è una delle grandi opere realizzate da Giustiniano nel 532. L’imponente edificio ha numeri davvero impressionanti: 336 colonne con capitelli e pietre scolpite divise in 12 file da 28 ciascuna, 140 metri di lunghezza, 70 di larghezza, capace di contenere 80.000 metri cubi d’acqua. Era utilizzato come deposito delle acque di Istanbul durante l’epoca bizantina e in seguito garantiva PONTE DI GALATA Il Ponte di Galata collega la parte vecchia di Istanbul, sede del palazzo imperiale e delle istituzioni religiose con il distretto europeo della città, Beyoğlu, dove vivevano e lavoravano commercianti e diplomatici stranieri. Con pochi passi affacciati sul mare, passerete da antiche atmosfere orientali al clima europeo, fatto di bistrot alla moda e palazzi ottocenteschi. Un vero salto culturale e artistico! Il Ponte di Galata attraversa il Corno d’Oro e in origine fu progettato da Leonardo da Vinci: secondo il l’approvvigionamento idrico per il palazzo Topkapi. Scendendo dal livello della strada vi troverete di fronte una vera meraviglia: un capolavoro dell’architettura romana illuminato da suggestive luci rosse. Le colonne hanno stili e forme diverse perché provengono da vari templi: oltre quelle corinzie, ce ne sono anche alcune scolpite con noduli, occhi e lacrime e a forma di tronco d’albero. Le più affascinanti sono quelle poggiate su due enigmatiche teste di Medusa, una di profilo e una capovolta. progetto originale doveva essere lungo 360 metri ad una sola campata, largo 24 metri e alto più di 40 sul livello del mare. Nonostante Leonardo avesse investito tutte le sue energie in questa opera avveniristica (secondo una lettera ritrovata recentemente metteva a garanzia del progetto perfino la sua testa), il sultano ritenne il ponte irrealizzabile e rinunciò a costruirlo. Il ponte è stato costruito e smantellato diverse volte a causa di guerre, incendi e ammodernamenti: quello che si vede oggi è la quinta versione ed è in parte pedonale. Inoltre sotto il livello stradale si affacciano negozi, bar e ristoranti. GALATA Su questa collina che domina lo stretto del Corno D’Oro e che si affaccia sulla città vecchia, si stabilirono i coloni della Repubblica di Genova dopo l’alleanza con i bizantini: sorse una vera città intorno alle chiese di San Domenico e di San Francesco con case in pietra e cinta muraria. A difesa della cittadella venne costruita anche la Torre Galata attorno cui si sviluppò il centro del potere genovese, con le case patrizie e il palazzo del podestà. I genovesi assistettero impassibili alla presa di Costantinopoli ad opera dei turchi e grazie a un trattato di resa ottennero non solo l’incolumità dei cittadini ma anche una certa autonomia. 15-25 agosto 2014 37 Da allora Galata divenne una sorta di ghetto latino all’interno del quale si insediarono le ambasciate dei paesi cristiani e dove si svolgevano le trattative commerciali con l’Occidente. Qui si stabilirono banche e imprese a formare il cuore finanziario della città e le più potenti famiglie levantine, greche ed ebraiche fecero crescere istituti di credito, attività commerciali e si impegnarono nel restauro e nella conservazione del patrimonio architettonico del quartiere. 38 Consigli Oggi questo angolo di Istanbul con le ripide stradine, gli scorci pittoreschi, i negozi di strumenti musicali e di libri costituisce uno dei luoghi più romantici e attraenti della città. Perdetevi per le vie di Galata lasciandovi trasportare da suoni, luci e colori. Per salire in cima alla collina vi consigliamo di utilizzare la funicolare Tünel, alla fine del Ponte Galata mentre scendete a piedi, per scoprire gli angoli più suggestivi del quartiere. Galata è particolarmente affascinante al tramonto quando si ammanta di bellissimi colori aranciati. Da vedere Galip Dede Caddesi: in tempi antichi era la strada degli ebrei ashkenaziti e oggi è la via della musica, con negozi di strumenti, dischi e spartiti e patria dei cimbali turchi. Monastero dei Mevlevi: qui si svolge la cerimonia dei dervisci rotanti ogni domenica e la struttura è una vera oasi di pace e di meditazione. Torre di Galata: la salita alla torre merita per superba vista che vi attende. Dalla cima infatti potrete ammirare una vista mozzafiato su tutta la città vecchia con le moschee imperiali, il Bosforo, le isole e il Corno D’Oro. Da qui nel XVII un appassionato di astronomia si lanciò dalla torre con un paio di ali meccaniche e atterrò dall’altra parte del Bosforo. L’interno della chiesa dei Santi Pietro e Paolo è una vera oasi di pace dalla vita brulicante del quartiere. L’antico bazar di Galata è il Bedesten Fatih dove oggi ci sono botteghe artigiane di ferrivecchi così come il Rüstem Paşa Hani, il caravanserraglio della zona. Fra le case patrizie da ammirare vi segnaliamo: la Banca Ottomana, la scalinata Camondo, casa Camondo, casa Minerva e Karaköy Palas. Il piccolo Museo ebraico racconta la storia dell’esilio degli ebrei da tutta Europa: qui infatti giunsero ebrei in fuga dall’Ungheria, dalla Sicilia, dalla Spagna durante l’Inquisizione che trovavano protezione da parte dei sultani prima e dai turchi poi al punto che ai tempi dell’Impero ottomano in città arrivarono ad essere 400.000. 15-25 agosto 2014 KARAKOY Karaköy è il nome moderno del medievale quartiere di Galata. Si tratta di una zona commerciale del distretto di Beyoğlu ad Istanbul in Turchia, sito sulla sponda nord del Corno d’Oro sulla parte europea della città divisa da quella asiatica dal Bosforo. Karaköy è uno dei più antichi e storici nuclei della città, ed è oggi un importante centro commerciale e dei trasporti urbani. Esso è collegato ai quartieri circostanti attraverso strade provenienti da Piazza Karaköy. Il ponte di Galata collega Karaköy a Eminönü a sud-ovest, Tersane Sokak ad Azapkapı a ovest, Voyvoda Sokak con Sishane a nord-ovest, la strada in ripida salita Yuksek Kaldirim Sokak (Beyoğlu) nella parte nord , Kemeraltı Sokak e Necatibey Sokak a Tophane nel nord-est. Il quartiere commerciale, che in origine era il luogo nel quale, nel XIX secolo, erano concentrate banche e compagnie di assicurazione, è oggi sede di meccanici, elettrici, idraulici e venditori di componenti elettronici. Il termine Karaköy deriva dalla combinazione di “kara” e “köy”. “kara” proviene probabilmente dal turco karay, riferito alla cominità ebraica chiamata comunemente Caraimi. In un determinato periodo, i Caraimi erano la maggioranza degli abitanti del distretto. Nella lingua moderna, comunque, “kara” significa “nero” o “scuro”. “Köy” significa villaggio. lunedì TOPKAPI Ingresso: 30 LT Il Palazzo di Topkapi è stato costruito nel 1453 in seguito alla presa di Costantinopoli da parte di Maometto il Conquistatore, che vi ha abitato fino alla sua morte, ma qui abitarono ben 26 dei 36 sultani dell’Impero Ottomano Superata la magnifica Porta Imperiale vi troverete di fronte un edificio immenso: non pensare alle residenze europee dalle strutture razionali e compatte. Il Topkapi è un insieme eterogeneo di chioschi, harem, cortili, corridoi e belvedere che nasce dalle continue modifiche e ampliamenti introdotti dai diversi sultani. Ma la sua forma tentacolare è anche una sorta di campo nomade pietrificato, che ricorda e ricalca le usanze e i costumi di un popolo in continuo movimento. Consigli Essendo una delle attrazioni principali della città, è sempre preso d’assalto da orde di turisti. Preparatevi a lunghe code per i biglietti e per visitare le singole parti della struttura. Vi consigliamo di scegliere le prime ore del mattino oppure di visitarlo durante l’ora del pranzo, quando le comitive si ritirano. Non esiste un vero e proprio ordine di visita e potete scegliere di visitare le singole parti a seconda dell’affollamento e degli orari. Da vedere Il Palazzo Topkapi è inframmezzato da 3 corti, ampi cortili abbelliti da giardini rigogliosi e fontane, nel migliore stile moresco. Corte dei Giannizzeri Su questo primo ampio spazio (dedicato al corpo di soldati cristiani convertiti all’Islam) si affaccia la chiesa di Santa Irene e la fontana nella quale si dice che i giannizzeri pulissero le spade dal sangue delle esecuzioni che avevano luogo in questo cortile. Corte delle Cerimonie Dalla Porta del Saluto, dalla quale poteva passare solo il sovrano a cavallo, si accede alla Corte delle Cerimonie: qui si tenevano le assemblee sugli affari di stato, le adunate del popolo che manifestava il proprio scontento al sultano e il pagamento dello stipendio ai giannizzeri. Harem L’ala del palazzo dedicato alle donne del sultano era composto da 300 stanze, 8 bagni, 4 cucine, 2 moschee, 6 cantine, una piscina e un’infermeria: qui abitavano circa mille donne, tra cui la regina madre, le favorite del sultano, ma anche ex favorite che gli avevano dato un figlio, domestiche, nutrici, sarte, musiciste, danzatrici e schiave, sorvegliate dalla figura degli eunuchi, gli unici uomini oltre al sovrano ammessi in questa parte del palazzo. Anche l’harem è diviso internamente da cortili, alloggi degli eunuchi, gallerie segrete, fontane e fresche corti affacciate sul mare. Da non perdere il salone del Sultano in cui le donne si esibivano davanti al sultano per convincerlo a sceglierle per la notte e la stanza della frutta. Le cucine Rimarrete impressionati dalle immense cupole e cappe circolari in cui lavoravano 1000 persone che apparecchiavano ogni giorno per 5000 coperti che arrivavano a 15000 durante le feste e che preparavano circa 50 portate per ogni banchetto. Le cucine del Topkapi erano rinomate per i dolci mentre i pasti del sultano venivano preparati a parte per ragioni di sicurezza. Terza Corte Su questo cortile si affacciano: il Palazzo Arz Odasi: fungeva da sala di ricevimento del sultano e qui il rumore della fontana serviva per impedire agli estranei di ascoltare le conversazioni. Biblioteca di Ahmet III: un tempo custodiva ben 6000 volumi, manoscritti inediti di diverse culture. I vecchi hammam: fra i cimeli conservati c’è il gilè che Abdulaziz indossava al momento della sua morte, trovato con le vene recise dalla lame di un paio di forbici. Hirka-i-Saadet: questo è il padiglione delle reliquie dei santi, con i cimeli più preziosi del mondo islamico come alcuni oggetti appartenuti a Maometto, il suo mantello, il suo stendardo, un dente, un’impronta del piede e perfino alcuni peli della sua barba. Sala delle miniature e dei ritratti: sebbene fosse considerato un tabù la pittura di esseri viventi, i sultano incentivarono questa arte e si fecero realizzare miniature particolarmente pregiate dei loro ritratti che tenevano nascoste Il Tesoro In queste 4 sale sono custoditi tutti gli oggetti preziosi appartenuti ai sovrani e sopravvissuti al tempo: da candelabri di oro massiccio con incastonati 6666 diamanti al trono ricoperto di lamine d’oro fino al pezzo più importante della collezione, il Diamante del mercante di cucchiai, di ben 86 carati e circondato da 49 brillanti. Non solo gioielli, ma anche i doni di capi di stato che per secoli hanno fatto visita ai sultani e armature di rappresentanza. Quarta Corte Chiamata anche il Giardino dei Tulipani, il fiore preferito dal sultano Ahmet III, questa corte vanta una meravigliosa terrazza affacciata sul Bosforo, sicuramente una delle più panoramiche grazie anche al Baldacchino in rame circondato da vasche di marmo e fontane gorgheggianti con una magnifica vista sul Corno d’Oro. In questo angolo solitario del palazzo il sultano si faceva servire la cena dopo il tramonto nel periodo del ramadan. Da non perdere anche il Bağdat Köşkü, un edificio ottagonale circondato da 22 colonne e interamente rivestito di piastrelle blu di Iznik come la Sünnet Odasi, la sala delle circoncisioni. 15-25 agosto 2014 39 LA CHIESA DI SAN SALVATORE IN CHORA (MUSEO DI KARIYE) Un favoloso ciclo di mosaici e affreschi del XIV sec. decora gli interni della Chiesa di San Salvatore in Chora, cioè “fuori le mura”, cosi chiemata perché sorgeva all’esterno delle mura erette da Costantino. Trasformata in museo è, dopo Aya Sofya, il più rappresentativo dei monumenti bizantini di Istanbul. Tra i pannelli più pregevoli della chiesa, 40 BALAT BALAT è lo storico quartiere ebraico, lo è stato sia durante il periodo bizantino sia durante il periodo ottomano. Istanbul è da sempre terra di stranieri in cui convivono religioni e culture diverse e la convivenza interreligiosa ha sempre caratterizzato questa città. Gli ebrei hanno lasciato il quartiere dopo il terremoto del 1894, spostandosi in parte nel quartiere di Galata ed emigrando in Israele. C'è una miscela di bellezza e degrado che crea contrasto magnetico. Qui tra le case storiche e colorate un pò ristrutturate accanto ad altre in pessimo stato, ci sono molte minuscole botteghe e sinagoghe. Panni stesi alle finestre o su fili che vanno da un balcone all'altro. Si vede che è un quartiere povero, quasi dimenticato dalla Istanbul moderna che guarda all'europa e in giro ci sono solo bambini che giocano o venditori che con il loro carretto urlano il loro richiamo. Qualche donna si affaccia e acquista frutta o verdura, scope o stracci. Le persone sono sempre contente 15-25 agosto 2014 nota anche come Kariye Müzesi, spiccano quelli della navata centrale, restaurati tra il 1948 e il 1959 a opera della Byzantine Society of America, raffiguranti Cristo e l’Assunzione della Vergine. Mentre l’affresco più spettacolare e senz’altro quello del Giudizio Universale che decora il parecclesion, la cappella che ospita le tombe dei Eondaton della chiesa. quando facciamo delle foto. Io quasi mi sento in imbarazzo, qui unici turisti, a fare un sacco di scatti. Scorci di case con inferiate e balconcini, a volte in mattoni rossi, altre in legno, molte colorate e persino ricoperte di mosaicini azzurrini o grigini. Il fascino di questi quartieri si sente mentre ci incamminiamo per le strade lastricate in pietra, su per una salita ripida tra balconcini rettangolari o a punta sempre colorati. Spuntano panni o tappeti, piccole tettoie colorate e case in legno non più alte di tre o quattro piani. Le donne sono in maggioranza velate, almeno sul capo, e molti degli uomini portano la barba musulmana. Il quartiere è un dedalo di vicoli che scendono da tutti i lati, interotti da scalinate e da case alte e strette o ad angolo. Bottegucce e piccoli supermercati si susseguono, insieme a barbieri e panifici d'altri tempi, sembra di tornare indietro di cinquantanni. E' sicuramente il mio genere, si, sono affascinata da tutto ciò che mi circonda. In lontananza dall'alto si vede la sponda asiatica e il profilo delle moschee sullo sfondo. L'atmosfera è molto particolare tra questi scorci e i bambini dietro le inferiate delle finestre che ci chiamano e sorridono. Le strade salgono su per la collina e i bambini più grandi giocano a calcio in salita. Sembra che il tempo non sia mai passato e la percezione che abbiamo è sempre quella di sicurezza e gentilezza, da parte degli abitanti. Tutti sorridono quando i nostri sguardi si incrociano. Mi affascina pensare che qui ci hanno abitato un pò tutti tra bulgari, greci, armeni, ebrei, turchi. Passiamo davanti ad una moschea in cui ci sono decine di donne completamente velate e nere. E' uno scorcio bellissimo, solo donne nere in questo cortiletto bianco. Fanno cenno a me e la mia amica che possiamo entrare. Ce ne restiamo lì un pò in silenzio in contemplazione, poi togliamo il disturbo. FENER Il Quartier di FENER era chiamato Fanari in greco ed era il quartiere abitato in epoca ottomana da Greci ortodossi. E' curioso sapere che ad oggi resta l’unica delle 79 chiese greco ortodosse della città a non essere mai stata trasformata in moschea. Qui le strade sono ancora più intricate e labirintiche. Il fondo stradale è fatto da sampietrini ultra centenari su viette che diventano più strette e ripide. Scorci autentici e quasi dimenticati di queste case colorate. Le antiche costruzioni di legno non ancora restaurate, tutte malconce rendono l'impressione di coglierne una storia lontana. Qui tra questi colori ci sono sempre bambini alle finestre o che giocano in strada. Incontriamo anche un set cinematrografico indiano che sta girando delle scene di un film. Anche qui è strano e affascinante il contrasto tra le case restaurate e quelle diroccate. Tra i colori sgargianti dei muri dipinti e quelli sbiaditi e scrostati. Affascinante anche percé penso che sto calpestando le stesse pietre su cui sono passati bizantini, crociati, paşa, armeni, ebrei e chissà chi altro. La storia mi ha sempre affascinata. Non sono mai riuscita a ricordare molto, lo ammetto, ma l'idea di qualcosa di antico mi fa sognare e ancor più l'idea di essere in una città con tutti questi anni di storia. Passeggiando fra case dai colori e dalle forme più bizzarre arriviamo in cima alla collina di Fener dove si trova il Rum Lisesi, il Liceo Greco Ortodosso. La struttura è grandissima in mattoni rossi e fa capolino da ogni via. C'è una grande cupola grigia sorretta da una base merlata in mattoni. FATIH Il quartiere Fatih è quello che si sviluppa intorno alla Moschea di Fatih ed è una parte del centro storico di Istanbul a ridosso di Eminönü. E' considerato il quartiere più “conservatore” di Istanbul, nel senso di osservazione religiosa. Anche in questo quartiere i turchi sono molto tolleranti , gentili e mai qualche sguardo di dissenso. Persino il nostro fotografare non sembra dar fastidio a nessuno. Ci sono tantissimi posti in cui poter mangiare, deliziosi posti semplici e locali. Qui sono per la maggior parte immigrati dalle zone dell’estremo est anatolico che hanno mantenuto le loro tradizioni culinarie. Anche questa zona è molto pittoresca con case in legno ottomane, altre ricoperte da mosaici o colorate. Qualche uomo uscendo dalla moschea ci ferma per chiacchierare un pò e sapere da dove veniamo. Ci aiuta ad orientarci e semplicemente ha piacere di stare un pò a chiacchierare. Andateci, camminate in un dedalo di vie davvero storiche e fuori dal tempo! Troppi pregiudizi per un popolo così gentile. GITA SUL BOSFORO Şehir Hatları effettua il Full Bosphorus Tour con due partenze tutti i giorni da Eminönü alle ore 10.35 ed alle ore 13.35. Il Tour fa 5 fermate intermedie e dopo un’ora e mezza arriva ad Anadolu Kavağı si ferma per 3 ore ed in seguito riparte per tornare ad Eminönü. Si può scegliere se fare il biglietto solo andata (15 Lire) o andata/ritorno (25 Lire) e volendo si può anche scendere nelle fermate intermedie. Nel periodo invernale è garantita solo la partenza delle 10.35. http://sehirhatlari.com.tr/en/timetable/full-bosphorus-cruise-362.html Anadolu Kavagi Anadolu Kavagi è l’ultima fermata del traghetto pubblico che attraversa il Bosforo. Questo piccolo villaggio di pescatori è un luogo gradevole per venire a fare una passeggiata, o mangiare del pesce, ma soprattutto vale la pena venire fin qui per le viste mozzafiato del Mar Nero che offre la collina. La città in sé non ha nulla di spettacolare e sembra un tantino artificiale, a causa del massiccio afflusso di turisti. Le bancarelle di pesce del porto sono diventate ristoranti “turistici” specializzati e di qualità piuttosto dubbiosa e discutibile così come i loro prezzi. Consiglio di acquistare alcuni prodotti alimentari di Istanbul anziché mangiare in uno di quei ristoranti affollati prima di scalare la collina del castello. È possibile bere delle buone bevande fredde a valle e poi su per la collina è possibile fare un pic-nic nei prati verdi con vista sul mare. Molto più raccomandabile! QUARTIERE BEBK E’ uno dei quartieri più belli di Istanbul: Bebek (in turco vuol dire “bambino”), la “pupilla del Bosforo” (Boğaz’ın gözbebeği). Si trova per l’appunto sul Bosforo, sulla sponda europea: ed è facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo di trasporto, battello compreso; la prima volta, ci sono andato a piedi: una spettacolare passeggiata di un paio d’ore abbondanti sempre sul bordo dell’acqua, partendo da Karaköy. Bebek è sostanzialmente divisa in due are, quella attorno al porticciolo e quella sulla collina. Vicino all’iskele c’è una pic- 15-25 agosto 2014 41 42 cola e pittoresca moschea; prima di arrivarci, il sorprendente edificio che oggi ospita il consolato d’Egitto: venne costruito dall’architetto italiano Raimondo D’Aronco all’inizio del Novecento – in stile rococo e art nouveau – e divenne la residenza della madre dell’ex khedive d’Egitto, dopo l’esilio (ovviamente non è visitabile, in compenso è stato recentemente restaurato). Foto d’epoca mostrano questi due soli edifici circondati da una foresta: sempre sul Bosforo – ma a debita distanza l’uno dall’altro - i caratteristici yalı, lussuose abitazioni estive in legno delle famiglie nobiliari. Dopo due secoli, Bebek è ancora oggi un luogo molto trendy: l’insenatura, soprattutto d’estate, è affollata da barche e yacht di ogni dimensione; qualche settimana fa vi ho parlato del cocktail bar Tektekçi: ed è davvero tutto un fiorire di locali interessanti, soprattutto per cena e dopocena. Ci sono molti ristoranti di pesce, io però confesso di non esserci mai stato (soprattutto per motivi di distanza: per tornare dove abito io, ci vuole almeno un’ora e mezza); mi hanno parlato bene del Poseidon, direttamente sul Bosforo: ma attenzione, i prezzi possono essere alti. ORTAKOY In compenso, conosco bene la pasticceria Baylan che si trova proprio Complice un viaggio realizzato da pochissimo da quelle parti, segnalo accanto al Poseidon: originariamente armena e con prodotti dolciari una meta interessante per chi volesse di ogni tipo, per una sosta durante una bella passeggiata è l’ideale; recarsi a Istanbul prossimamente. Un poco lontano – sempre sulla strada principale, ma nei pressi del porto quartiere, per la verità, che si trova – la pasticceria Meşhur Bebek Badem Ezmesi: è nello stesso luogo leggermente fuori dalle ordinarie rotte turistiche, forse diventate anche troppo dal 1904, la sua specialità è il marzapane, la pasta di mandorle (di turistiche, ma non per questo meno cui io vado ovviamente ghiottissimo: quello normale, non quello al ricco di fascino. pistacchio). Di ciò che definiremmo monumenti, a Bebek in effetti non c’è molto; Si chiama Ortaköy e si trova esattamente sotto il Ponte sul Bosforo, che imboccando la ripida salitella principale perpendicolare al porto – collega Europa e Asia. Di domenica è Bebek Yokuşu (rampa Bebek) – s’incrocia però la chiesetta ortodossa animato da un mercatino dove è posdi Ayios Haralambos, sulla sinistra (di solito è aperta); lì a fianco, tre sibile mangiare patate al forno giganti grandi edifici: due in legno piuttosto malandati, l’ex liceo francofono ripiene: lungo una delle strade è presente una curiosa processione di vendei padri Lazzaristi – ottocentesco e in muratura - trasformato più re- ditori di questa specialità del luogo, centemente in liceo turco. La strada è davvero ripida, inerpicarsi non è che al passagio dei turisti si sbracciano da tutti: chi ha il coraggio di farlo verrà gratificato da suntuosi yalı cir- e salutano da dietro i banconi dei loro condati da invidiabili giardini, alcuni ancora originali e tutti in legno; piccoli box per invitarti. Probabilmente, comunque, conviene provare uno mentre sulla sommità della collina c’è l’Università del Bosforo, che è dei ristorantini interni. subentrata negli anni ’70 al Robert College fondato nel 1863. Ci sono Non mancate di visitare la moschea, stato una sola volta e non a piedi da Bebek: la vista è straordinaria. leggermente diversa dalle altre perché in stile barocco ed esattamente sul mare. Proprio dietro la moschea partono piccole crociere di un’ora della parte settentrionale del Bosforo (costano 10 lire turche, circa 5 euro) mentre se volete percorrere tutto lo Stretto allora la partenza è da Eminönü, più a sud. Ortakoy si raggiunge con una bella passeggiata di 20 minuti da Beşiktaş, oppure con un autobus che percorre la costa occidentale da sud a nord. 15-25 agosto 2014 Palazzo di Dolmabahçe Palazzo di Dolmabahçe si trova nel quartiere Besiktas di Istanbul ed è stato realizzato nel 1856 dove sorgeva il giardino coperto Dolma Bahçe. Il palazzo vanta delle sale meravigliosamente decorate e sfarzose, volute come dimostrazione della ricchezza dell’impero ottomano ma che ne rivelano lo splendore decadente in cui stava scivolando durante il suo ultimo secolo di esistenza. I sultani dell’ultimo periodo scelgono il Corno d’Oro come luogo di residenza e adottano stili di vita all’europea, creando piccole Versailles lungo il mare con giardini alla francese dai meravigliosi roseti e fontane, arredamenti alla moda e un gusto decisamente continentale. Il palazzo di compone di tre parti, una per gli uomini, una per le donne e una per la vita ufficiale di corte. Palazzo di Abdulmecit I desideri di lusso e fasto all’occidentale spinsero i sultani a costruire un palazzo dal costo di ben 5 milioni di sterline dell’epoca: 280 stanze, 43 saloni, 6 hammam. Il tutto realizzato con i migliori materiali a disposizione: colonne greche, volte moresche, pavimenti in ebano, mogano e legno rosa, cristalli Baccarat e di Waterford, alabastro, marmo di Carrara, ori, argenti e prisma per creare effetti di luce. L’Harem si compone di 50 stanze con saloni e sale di ricevimento ed era abitato da un centinaio di odalische che tramavano alle spalle dei sultani. Museo della Marina Potrete ammirare tutti gli strumenti della flotta turca come sestanti, astrolabi e uniformi per capire la vita dell’epoca. Da non perdere i caicchi dei sultani: con queste meravigliose imbarcazioni i sovrani sfilavano sul Bosforo seduti su imponenti divani d’avorio e madreperla. martedì La parte asiatica di Istanbul è quella che da secoli fa sognare viaggiatori e letterati di tutto il mondo: l’idea di una città a metà fra Occidente e Oriente, divisa fra due culture, due influenze religiose e due stili di vita tanto vicini quanto diversi, due sorelle che comunicano attraverso il Bosforo. Molto meno visitata rispetto alla parte occidentale, questa riva è ricca di spunti e di angoli da scoprire, lontano dal turismo di massa e immersi invece nella vita quotidiana di un popolo abituato a spostarsi da un capo all’altro della città usando il traghetto. CONSIGLI Per passare da una parte all’altra della città il mezzo più economico e più veloce è il vapur, ovvero il traghetto. Ne partono tantissimi da ogni approdo della città: Eminönü, Karaköy, Kadıköy, Beşiktaş. Avrete l’imbarazzo della scelta! Il versante asiatico di Istanbul è molto più tranquillo rispetto alla sponda occidentale del Bosforo, ma è un’ottima occasione per visitare angoli autentici della città: inoltre anche qui l’impero ottomano ha costruito bellissime moschee e lussuosi palazzi per nobili e sultani. Da vedere Nel rione di Üsküdar ci sono le moschee costruite dall’architetto Sinan, la moschea Iskele, proprio all’imbarcadero, fatta costruire da Solimano il Magnifico per la figlia Mihrimah, la moschea Semsi Pasa, con la medersa affacciata sul mare, la moschea di Atik Valide, splendida con i suoi viali alberati, le fontane ombreggiate e le cupole, la moschea e hammam di Çinili interamente decorate con piastrelle di Iznik. Arrivando dal battello non potrete che rimanere abbagliati dal Palazzo di Beylerbeyi: meno sfarzoso di Dolmabahçe, resta un vero capolavoro di marmo affacciato sul mare, circondato da un meraviglioso giardino a terrazzo ricco di erbe aromatiche di cui il sultano era appassionato il tutto ammantato da uno splendido panorama sul Bosforo. A Kadıköy non ci sono cose precise da vedere, ma merita una sosta per il labirinto di stradine e viuzze strette che s’inerpicano per la collina fra banchi di frutta e verdura, tavolini all’aperto, fragranti panetterie e venditori di anticaglie 15-25 agosto 2014 43 44 USKUDAR Üsküdar, così come Bakırköy, era in realtà una città separata da Istanbul. Si tratta della antica Scutaro, che in epoca bizantina ospitava il palazzo omonimo. Si chiamava in realtà Crisopoli in origine, e fu fondata da Alcibiade nel 409 AC, a pochi passi da quella Calcedonia che verrà anch’essa inglobata da Istanbul. In una posizione particolarmente difficile da proteggere, Üsküdar subirà diverse occupazioni e devastazioni, che purtroppo nulla hanno lasciato dell’epoca Bizantina al turista che arriva oggi a Istanbul. Fu conquistata dai turchi circa 100 anni prima di Costantinopoli, e fu praticamente da subito uno dei luoghi preferiti dalle mogli del Sultano, che la adornarono con splendide moschee ed edifici che ancora oggi possono essere visitati. Cosa c’è da visitare? Iskele Camii Si chiama appunto la moschea del porto, e domina l’arrivo dei traghetti dalla parte europea della città. Fu costruita da Sinan, il più popolare degli architetti ottomani, per contino di Mihrimah Sultan, figlia di Solimano il Magnifico e moglie del gran visir Rüstem. Gli esterni sono semplicemente incredibili, e possono essere ammirati anche dall’altro lato della città. Gli interni sono forse meno suggestivi, soprattutto se prima si è visitata la Moschea Blu. Yeni Valide Camii Poco distante da Iskele Camii, sulla piazza principale di Üsküdar, c’è la moschea di Yeni Valide, costruita durante il 18^ secolo. Facciata incredibile in legno, che apre su interni che dovreste cercare di visitare a tutti i costi. Forti gli influssi barocchi, 15-25 agosto 2014 che poi ritroveremo in tutti gli edifici di questo periodo. Şemşi Paşa Camii Uscendo da Yenı Valide Camii e andando verso sinistra troveremo una delle più belle piccole moschee di Mimar Sinan. Colpisce per le sue pietre bianchissime, che danno direttamente sul Bosforo. Il complesso di Ahmediye Si tratta dell’ultima grande costruzione in stile classico ottomano, che poi verrà abbandonato dai turchi, che gli preferiranno stili più europei. Fu commissionato dal capo dell’arsenale di Ahmet III, e presenta bassorilievi in marmo che sono il fiore all’occhiello del periodo classico Ottomano. Il cimitero di Karaca Ahmet Uno dei punti più famosi di Üsküdar. Si tratta di un cimitero piuttosto pittoresco, forse il più famoso fuori dalle porte della città vecchia. Sconfinato, offre una camminata all’ombra di magnifici cipressi, accompagnandoci con tombe di rara bellezza, soprattutto nel caso di quelle dei grandi dignitari dello stato ottomano. Torre di Leandro In turco, più suggestivamente, la Torre della Ragazza. SI tratta di quella torre che potrete ammirare mentre arrivate a Üsküdar via vaporetto. E’ su un isolotto minuscolo a 200 metri dalla costa, e potrete raggiungerla con delle piccole barche (6 lire il biglietto), che partono ogni 15 minuti da Salacak. Kuzguncuk Kuzguncuk è stato per svariati secoli abitato in maggioranza da ebrei: che fuggiti dalla Spagna nel 1492 e hanno salvaguardato la loro particolare lingua, il giudeo-spagnolo (o ladino); c’erano anche armeni e greco-ortodossi. Lo scorso anno, visitando una mostra fotografica – foto della sponda orientale del Bosforo nel XIX secolo – del museo di Pera, ho scoperto qualcosa di particolarmente affascinante: un modo di dire – in giudeo-spagnolo, per l’appunto – frequentemente usato nel quartiere, Nos dos yabancı, yes konu komşi (“Non ci sono stranieri tra di noi, siamo tutti vicini”). Ma Kuzguncuk ha preservato la sua natura multi-etnica e multi-religiosa solo fino agli anni ’50: molti ebrei si sono trasferiti in Israele dopo la sua fondazione, rum (i greco-ortodossi con cittadinanza ottomana e poi turca) e armeni sono fuggiti dopo il pogrom ultra-nazionalista del 6-7 settembre 1955 che ha avuto come obiettivo soprattutto esercizi commerciali e luoghi di culto. Gli abitanti di un tempo sono stai rimpiazzati da immigrati dell’Anatolia. A Kuzguncuk spira ancora un’aria di pura rilassatezza: e non parlo della brezza del Bosforo. Le chiese, le sinagoghe e la moschea (cotruita solo nel 1952, nel cortile di una chiesa armena e con il contributo della comunità armena) sono ancora in piedi, una a fianco all’altra: anche se chiese e sinagoghe sono aperte di rado, solo in occasione delle feste liturgiche. Amy Mills, comunque, suggerisce e spiega che l’esperienza del passato – divenuta patriomonio collettivo – ha contagiato anche i nuovi abitanti di Kuzguncuk: perché nel quartiere regnano spirito comunitario e solidarietà; in ogni caso, è estremamente piacevole passeggiare per le viuzze del quartiere, senza fretta e senza meta: per poi fermarsi nei suoi caffé e ristorantini all’aperto. D’estate, ci si può imbattere persino in qualche comitiva turistica: Kuzguncuk ha fatto recentemente da set a qualche seria televisiva turca dal successo internazionale, gli appassionati vengono per ammirare i luoghi sperando di incontrare i loro attori favoriti. KUZGUNCUK - CENGELKOY - KADIKOY Sveglia presto e colazione a buffet in hotel. Mi tuffo nella città e iniziamo questa giornata esplorativa. Dal momento che ho già visto in viaggi precedenti le parti più affascinanti di Istanbul (quartiere Sultanhamet, Eminome, Balta, Fener, Fathi, Beyoglu) preferisco andare alla scoperta della parte asiatica della città. Devo ammettere che è meno affascinante questa zona, in quanto più moderna e meno “caratteristica”, più che altro non ci sono meritevoli attrazioni come negli altri quartieri. Consiglio un giro qui solo a chi ha già approfonditamente scoperto il resto della città. Potreste restare delusi nel senso che non c’è niente di che. io ho apprezzato questi quartieri che sono parte reale della città, parte vissuta dagli abitanti nella vita quotidiana. Non voglio dire che non sono belli, solo che non sono così affascinanti come i quartieri più noti. A piedi raggiungiamo con il trenino il quartiere di Kadikoy, da cui prendiamo il traghetto per Uskudar. Da qui sempre a piedi costeggiando il fascinoso Bosforo in una ventina di minuti arriviamo al quartiere Kuzguncuk. Si trova di fronte a Besiktas, sulla sponda opposta e asiatica della città. Il quartiere è caratteristico per le case in legno colorate e perchè una volta era popolato da una grande comunità ebraica, una minoranza armena e greca. Kuzguncuk fu dominata dai bizantini prima e successivamente durante tardo 1400 gli ebrei che furono espulsi da Spagna e Portogallo cominciarono a trasferirsi qui e nel quartiere di Balat. Gli armeni arrivano nel 1700. A differenza di Balar e Fener, le case in legno non sono in rovina o abbandonate. Il quartiere è ben tenuto, così come le deliziose casette colorate e popolate da bei gattini. In una via ci sono una Moschea, una Sinagoga ed una Chiesa ortodossa, un esempio perfetto di ciò che rappresenta Istanbul, punto di incontro di re l’una accanto alla’altra. Istanbul è da sempre una città mix di culture, religioni e popoli. Una passeggiata piacevole, scorci rilassati, autentici e genuini. Atmosfera molto piacevole e serena. Stradine e casette curate e ben tenute. Sulla cima del paese c’è una moschea e il Cimitero Ebraico. Saliamo per la Moschea non sapendo che è chiusa. Stradine in salita da cui pezzi di bosforo fanno capolino tra le case. Bellissimi scorci. Dall’alto ci sono dettagli molto carini da scoprire. Il quartiere è molto tranquillo e tradizionale, qui fanno in molti il ramadam e i piccoli bar sono pieni di gente che chiacchiera e riposa senza toccare cibo. Ci vogliano offrire un te, perciò dopo un giretto ritorniamo lì per un cay e gustiamo l’atmosfera, la loro gentilezza. E’ bello condividere questi momenti, sono questi dettagli, queste piccole condivisioni, questi incontri che fanno un viaggio meraviglioso secondo me.. ogni volta resto colpita dalla gentilezza turca. Tornando verso il mare Ale vorrebbe mangiare all’Ismet Baba, che il sito “scoprire Istanbul” indica come uno dei migliori ristoranti di pesce di tutta Istanbul. Non lo proviamo perchè ora è chiuso..Qualche sguardo al mare e l’ultima occhiata a questo quartiere tranquillo dalle strade deserte.. Da Kuzguncuk prendiamo il bus e proseguiamo per il quartiere Cengelkoy. Un altro quartiere che volevo scoprire. Era un villaggio di pescatori e anche oggi è 15-25 agosto 2014 45 un tranquillo quartiere dove non vediamo in giro turisti. Dicono sia uno dei quartieri popolato dalle classi sociali alte di Istanbul. Ci sono un po’ di ristorantini e bar sul Bosforo molto carini e dall’atmosfera rilassata. Ci sono alcuni palazzi signorili dell’epoca ottomana sulla strada che sale sulla collina. Facciamo quattro passi per le poche vie e ci riposiamo un po’ sulle panchine in riva al Bosforo dove ragazzi o famiglie stanno pescando. Nel mare barchette piccole di pescatori mentre una petroliera passa dietro. Diversi i ristoranti di pesce che sembrano essere l’unica attrattiva locale. Noi semplicemente con gli occhi curiosi assaporiamo l’atmosfera rilassata e le immagini di fronte a noi. Dopo un po’ di riposo prendiamo il bus per Uskudar e da lì un altro bus per arrivare al quartiere di Kadikoy. Si trova sempre sulla sponda asiatica, sul mare. Questo quartiere è un ex colonia greca ed è uno degli insediamenti più antichi. E’ vero che del passato non vi è più nulla e nemmeno ci sono attrattive turistiche o qualche cosa di così speciale da vedere, ma è anche vero che Kadikoy offre uno scorcio reale della città come mi hanno riferito in molti, ed è si vero. Un tram bianco passa per le vie vivaci del quartiere. Lo preferisco agli altri due quartieri visitati perchè più vivace, è un quartiere vivo e dinamico. Molti bar, attività commerciali e via vai di giovani in un atmosfera serena e di tutti i giorni. Un mercato in mezzo alle vie offre delizie da mangiare di ogni genere.. tamarindo, foglie di vita, frutta secca... Carine le vie ciottolate e stupendi i negozi ed i mercatini di antiquariato. Nel quartiere ci sono diverse università e scuole di lingua inglese, ed è per questo una scelta popolare per gli studenti e gli stranieri che stanno qui a vivere e lavorare. Tante le librerie, anche di libri usati inglesi. Noi ci divertiamo a perderci nei negozi degli antiquari che hanno oggetti fantastici in legno intagliato con avorio e madreperla. Culle, specchi, tavolini e sedie per veri sultani, nella bellezza e nei prezzi ovviamente. Spulciamo ogni bancarella e ogni negozietto ammirando queste opere d’arte. Compro una borsetta rosa deliziosa visto che gli oggetti antichi sono troppo costosi. Ci fermiamo per una birra e un po’ di anguria mentre riposiamo un po’ le gambine. Da qui prendiamo il traghetto per Eminonu e raggiungiamo a piedi la Moschea Süleymaniye Camii. Nello scorso viaggio ad Istanbul era chiusa per restauro ed ora siamo proprio curiosi di vederla. E’ una costruzione davvero maestosa. Fu realizzata tra il 1550 e il 1557, su incarico del sultano Solimano il Magnifico, dall’architetto ottomano Sinan. L’edificio è circondato da un ampio piazzale e un cimitero. Quasi quasi mi colpisce più della Moschea Blu per dimensione e bellezza. Questa moschea si distingue per essere l’edificio sacro della città. E’ stata costruita sul sesto colle di Istanbul. Anche all’interno la grande cupola, le decorazioni, i tappeti e le luci rapiscono i nostri occhi. In effetti è molto grande, si nota dal Topkapi, dal Gran Bazar e dalla torre Galata. Osservando il profilo di Istanbul spicca la silhouette dal ponte di Galata al tramonto. L’opera comprende anche le cucine per i poveri, bagni, scuole di teologia, biblioteche.. Accanto alla moschea, Solimano fece erigere un quartiere del quale sopravvivono ancora 525 case di legno. Bella la posizione rialzata in cui si trova. Molto carino un bar che si trova nelle vicinanze in bello stile tipicamente turco. Scendiamo per le strade che rapide scendono per raggiungere il corno d’oro ... meraviglioso è arrivare giusto in tempo sul ponte di Galata per gustarci il tramonto con il sole che si tuffa dietro le moschee così affascinanti della città. E penso sempre che Istanbul è davvero magica, un mix di europeo, asiatico, modaiolo e povero ma sempre con una sua identità che mi colpisce sempre e mi fa star bene. Torniamo a piedi nella nostra zona di Beyoglu e ci fermiamo per cena. Zuppa di lenticchie, insalata turca per me, carne con con verdure per Alessio e pane. Da bere acqua e ayran. Anche la zona di Beyoglu mi piace. Il segreto qui è notare gli odori, le voci ed i rumori. Un’esperienza che coinvolge diversi sensi. Solo qui si sentono i gabbiani, le voci dei venditori, dei passanti.... si mangia per strada al volo, si ammira il Bosforo, il sole, la luce della città... La serata passa tra le vie piene di luci e bar. Prima di rientrare in hotel ci fermiano alla festa di ieri per la fine del ramazan dove si beve te, c’è musica dal vivo e diverse bancarelle di artigianato. Compro un foulard verde decorato a mano che mi piace tantissimo e due ciotole dell’hammam. Prima di andare a dormire ci beviamo qualcosa sulla terrazza del nostro hotel ammirando le luci di questa immensa città dall’alto. Come finire in bellezza. 47 15-25 agosto 2014 48 15-25 agosto 2014 Cappadocia 15-25 agosto 2014 La magica città dei minareti La Cappadocia è una regione storica dell’Anatolia, un tempo ubicata nell’area corrispondente all’attuale Turchia centrale, che comprende parti delle province di Cesarea, Aksaray, Niğde e Nevşehir. La Cappadocia si caratterizza per una formazione geologica unica al mondo e per il suo patrimonio storico e culturale. Nell’anno 1985 è stata inclusa dalla UNESCO nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità. 50 La cappadocia letteralmente “terra dei bei cavalli”, è misteriosa e bellissima e con una formazione geologica unica al mondo. Dove un tempo scorrevano fiumi di lava , oggi si estendono valli ondulate sullo sfondo di un polveroso orizzonte. Non meno essenziale è la storia della presenza umana nella regione, in particolare la storia dei bizantini, il cui antico mondo sotterraneo ci ha riconsegnato affreschi e chiese scavate nella roccia. Il paesaggio unico della Cappadocia è il risultato del dispiegarsi di forze naturali nel corso di millenni. Circa 60 milioni di anni fa, si formò la catena montagnosa del Tauro nell’Anatolia meridionale. La formazione delle cordigliera del Tauro creò numerosi burroni e depressioni in Anatolia centrale. Dieci milioni di anni fa, queste depressioni sono state riempite da magma vulcanico e altre ma- 15-25 agosto 2014 teriali provenienti dai numerosi vulcani. Gradualmente, le depressioni andarono scomparendo, trasformando la regione in un altopiano. Tuttavia, il minerale che colmò la depressione non è molto resistente all’azione erosiva del vento, della pioggia, dei fiumi, e alle escursioni termiche, di modo che l’erosione è stata in grado di “scolpire” le numerose valli delle quali la Cappadocia va famosa. Le peculiarità geologiche del sito hanno fatto sì che i suoi paesaggi siano spesso descritti come “lunari”. Le profonde pareti rocciose di tufo calcareo hanno subito una continua erosione per milioni di anni, acquisendo forme insolite . Il terreno argilloso e’ inoltre malleabile tanto da consentire alle primitive popolazioni di costruire le proprie abitazioni ricavandole dalle pareti rocciose. Pertanto si incontano ovunque insediamenti rupestri formati da cavità e grotte, sia naturali che artificiali, che furono per secoli abitazioni e ripari. Per uguale motivo e’ stato facile per gli abitanti della regione costruirsi rifugi sotterranei, vere e proprie citta’ (esempi ancora visitabili sono le città di Kaymaklı, Ozkonak e Derinkuyu) che permettevano a migliaia di rifugiarsi nel sottosuolo e di sopravvivervi per mesi, senza necessità di arrischiare sortite esterne. Queste città sotterranee sono state molto utilizzate durante il periodo cristiano/bizantino e alcune camere furono adattate come templi e decorati. Nel medio evo a cura dei nuovi dominatori Selgiuchidi sorsero nella zona numerosi caravanserragli (letteralmente alberghi per le carovane), che fornivano alloggio e rifugio alle carovane che percorrevano la famosa Via della Seta, permettendo non solo un sicuro pernottamento luogo il tragitto ma pure servizi vari quali, moschee ospedali e rifugi per greggi . I caravanserragli erano diffusi in tutta l’Anatolia, distanziati di circa 30 km l’uno dall’altro; in tempo di guerra venivano usati come postazioni difensive del territorio. Tra queste costruzioni, spicca il caravanserraglio di Agzikarahan e quello di Avanos dove si tengono stupende cerimonie Dervishe. Ci sono decine di villaggi nella zone che vale la pena di visitare. Le piu’ belle cittadine e piu’ conosciute sono Urgup, Goreme, Avanos, Cavusin, Ortahisar e Uchisar. Ma la bellezza del posto consiste nella possibilità di effettuare stupende passeggiate a piedi nel mezzo di una natura UNICA , in valli dai nomi pittoreschi in cui si possono fare centinaia di foto incredibili soprattutto al tramonto. Consigliamo di dedicare almeno una giornata a passeggiate a cavallo che partono da Avanos lungo il fiume Kizilirmak – il piu’ lungo della Turchia – e di concedersi la bellezza di un volo in mongolfiera sulle valli all’alba! Itinerari PRIMO GIORNO Parco nazionale di Goreme - Cavusin - Urgup - Uchisar SECONDO GIORNO Valle Ihlara - Selime TERZO GIORNO Mongolfiera - Città sotterranee -Mustafapasa 1 51 3 2 15-25 agosto 2014 Giorno 1° Museo all’aperto di Goreme Senza dubbio il luogo più famoso ed affollato della Cappadocia, il Museo all’aperto di Goreme è stato dichiarato Patrimonio nel 1985. Le chiese rupestri di Goreme sono situate in una valle a circa 1 chilometro dall’abitato, sono scavate direttamente nella roccia e custodiscono splendidi affreschi millenari che si sono miracolosamente conservati. 52 I più affascinanti si trovano nella Chiesa della Mela (Elmali Kilise), nella Cappella di Santa Barbara e nella Chiesa dei Serpenti (Yilanli Kilise), ma per osservare i dipinti più straordinari è necessario pagare un supplemento e visitare la Chiesa Buia (Karanlik Kilise) Qui, grazie alla mancanza di luce, i colori degli affreschi si sono preservati in modo ottimale. La visita dura circa un’ora e mezza senza considerare i dintorni. Se lo visitate in estate armatevi di scorta d’acqua, cappello e crema solare ad alta protezione! Avrete un po’ di fresco nei passaggi nelle diverse chiese che sono state costruite all’interno di queste cave, alcune hanno degli affreschi ben conservati e sono molto belle, come la chiesa del sandalo e la chiesa oscura, per cui occorre pagare un biglietto supplementare di 8 lire, che è effettivamente quella con affreschi meglio conservati di tutte quelle del sito. La Chiesa del melo (Elmali Kilise). Vi Informazioni pratiche: ingresso 15 lire turche, supplemento per la Chiesa Buia 8 lire. Lo spazio all’interno delle chiese è limitato e spesso interamente occupato dai gruppi turistici. Visitando il sito la mattina presto (arrivate prime delle 9) non avrete nessun problema di ressa e confusione. 15-25 agosto 2014 si accede attraverso un pozzo piuttosto stretto; l’interno è ricco di interessanti dipinti riguardanti la vita di Cristo. Nei pressi la piccola affrescatissima chiesa di Santa Barbara La Chiesa della fibbia (Tokali Kilise): situata poco prima del parcheggio, è la più interessante di tutta la valle. Sulla volta e sulle pareti si ammirano degli affreschi risalenti al 963 raffiguranti la vita di Gesù. Attorno alla chiesa si trovano alcune cappelle scavate a diversi livelli raggiungibili con scale di ferro (Cappella di sant’Eustachio) e, nei pressi dell’ingresso, un affresco rappresenta Daniele nella fossa dei leoni. La Chiesa oscura (Karanlik Kilise): l’accesso è attraverso una stretta scala che si apre in un ambiente illuminato da un’unica finestrella. L’oscurità ha preservato gli affreschi, che quindi risultano essere sicuramente i più spettacolari dell’intero museo, con colori ancora estremamente vivi. La Chiesa del serpente (Yilanli kilise). All’interno dipinti raffiguranti l’imperatore Costantino e sua madre, Sant’Elena, e un affresco che ha dato il nome alla chiesa: San Giorgio che atterra il drago, rappresentato dal serpente. 53 Love Valley La Love Valley è incredibile, forse il luogo più bizzarro tra tutti: qui dei giganteschi camini delle fate si innalzano per parecchi metri nel cielo, ricordando delle forme falliche: da qui appunto la nominazione Love Valley. Un percorso scenografico attraversa l’intera vallata offrendo splendide vedute fino a raggiungere i pinnacoli più imponenti. Informazioni pratiche: la Love Valley si trova a circa 5-10 minuti di auto a nord di Goreme ma non è facile da trovare. Si può parcheggiare lungo la strada principale e percorrere a piedi un tratto non asfaltato che in circa 10 minuti porta all’inizio della vallata. Lo sterrato si può anche percorrere quasi interamente con l’auto fino ad un piccolo ristoro, da qui si procede a piedi per un paio di minuti, poi prevedete una camminata di circa mezz’ora nella vallata. Red e Rose Valley Uno dei trekking più famosi della Cappadocia attraversa queste due spettacolari vallate, in un paesaggio mozzafiato che ricorda quello lunare, costituito da rocce bizzarre dai colori tenui che passano dal rossastro, al rosato, al bianco. L’azione dell’acqua e dell’erosione nel corso dei millenni ha dato vita a forme suggestive. Il percorso collega l’abitato di Cavusin con un punto a nord di Goreme, il percorso di sola andata dura circa un paio d’ore. Informazioni pratiche: per non dover percorrere a ritroso lo stesso percorso dell’andata è necessario appoggiarsi a qualche agenzia turistica locale. La maggior parte degli hotel di Goreme può organizzare l’escursione, ad un costo di circa 20 lire turche a persona. In alternativa è possibile raggiungere in auto il punto di partenza a nord di Goreme e percorrerne un breve tratto decisamente panoramico. 15-25 agosto 2014 Cavusin Visitare il Villaggio di Çavusin è come arrivare in altri tempi. Se già il paesaggio della Cappadocia ci produce una sensazione di stranezza, come di un paesaggio lunare, arrivare a questo piccolo paesino lo è ancora di più. Chi cerca un’autentica esperienza rurale in Cappadocia deve visitare questo angolino che si trova a 6 km da Goreme. Camminando tra i vigneti e i campi coltivati ci si avvicina al bellissimo cimitero, attraverso il quale bisogna passare con rispetto. Il villaggio è sempre tranquillo, ci sono solo due pissoli ristoranti turistici che rompono il silenzio. Attraversando il paese tutti ti sorridono, vogliono aiutarti e sono curiosi di vedere un raro turista. Si deve solo alzare la testa per contemplare il vecchio centro di Çavusin, tutta una città abbandonata, scavata nella roccia, nella quale ci si accede attraverso scale e rampe. e’ un luogo incredibile, poco conosciuto ma di facile accesso. Salendo lungo il ripido e labirintico complesso di case abbandonate di Çavusin si arriva, non senza difficoltà, a una delle chiese più antiche e affascinanti di tutta la Cappadocia: la Chiesa di San Giovanni Battista. Situata quasi sulla cima della montagna offre i migliori panorami di tutta la regione. Gli interni sono spettacolari per via della grandezza della navata e dell’infinità di angoli nei quali ci si può perdere senza imbattersi in altri turisti. L’entrata alla chiesa è gratuita e vale la pena lo sforzo fatto per arrivarci. 54 Urgup Visitare il Villaggio di Çavusin è come arrivare in altri tempi. Se già il paesaggio della Cappadocia ci produce una sensazione di stranezza, come di un paesaggio lunare, arrivare a questo piccolo paesino lo è ancora di più. Chi cerca un’autentica esperienza rurale in Cappadocia deve visitare questo angolino che si trova a 6 km da Goreme. Camminando tra i vigneti e i campi coltivati ci si avvicina al bellissimo cimitero, attraverso il quale bisogna passare con rispetto. Il villaggio è sempre tranquillo, ci sono solo due pissoli ristoranti turistici che rompono il silenzio. Attraversando il paese tutti ti sorridono, vogliono aiutarti e sono curiosi di vedere un raro turista. Si deve solo alzare la testa per contemplare il vecchio centro di Çavusin, tutta una città abbandonata, scavata nella roccia, nella quale ci si accede attraverso scale e rampe. e’ un luogo incredibile, poco conosciuto ma di facile accesso. Salendo lungo il ripido e labirintico complesso di case abbandonate di Çavusin si arriva, non senza difficoltà, a una delle chiese più antiche e affascinanti di tutta la Cappadocia: la Chiesa di San Giovanni Battista. Situata quasi sulla cima della montagna offre i migliori panorami di tutta la regione. Gli interni sono spettacolari per via della grandezza della navata e dell’infinità di angoli nei quali ci si può perdere senza imbattersi in altri turisti. L’entrata alla chiesa è gratuita e vale la pena lo sforzo fatto per arrivarci. 15-25 agosto 2014 Uchisar La fortezza di Uchisar, che sembra abbracciare il piccolo e caratteristico villaggio sottostante, domina il paesaggio della Cappadocia, innalzandosi improvvisamente dalla piana circostante rendendola visibile da chilometri di distanza. La fortezza altro non è che un’imponente roccia vulcanica di tufo perforata da un labirinto di finestre e gallerie. Grazie ad una buia scalinata interna, che prosegue con un percorso esterno senza Informazioni pratiche: l’ingresso, che fino al 2011 era libero, ora costa 5 lire turche. Due sono i punti panoramici che offrono viste spettacolari sulla fortezza. Il primo si trova sulla strada che collega Uchisar con Ortahisar (Turgut Ozal Cd), un paio di chilometri prima di entrare nel villaggio, l’altro sulla provinciale verso Goreme. Quest’ultimo è particolarmente affascinante all’alba, quando le mongolfiere si alzano sopra il cielo della Cappadocia sfiorando anche la fortezza. Giorno 2° Valle Ihlara La valle è un canyon stretto e profondo, come una spaccatura, di roccia rossastra erosa nel tempo dal fiume Melendiz, che ancora oggi scorre nella gola. Il canyon è lungo una ventina di chilometri e si può percorrere attraverso un sentiero che costeggia il ruscello in un contesto verdeggiante molto bello e rilassante. E’ alto circa 150 metri e 300 scalini che partono dalla biglietteria permettono di raggiungere il letto del fiume. Il contesto è davvero paricolare e molto differente dai panorami visti fin’ora, non sembra nemmeno di essere in Cappadocia. Oltre alla parte naturalistica è molto interessante anche la presenza di un centinaio tra chiese bizantine, monasteri e celle di eremiti. Una volta scesi dagli scalini è facile seguire il percoso che costeggia il fiume e permette di esplorare alcuna protezione, è possibile raggiungere la cima ed ammirare una delle più belle viste di tutta la regione. anche delle chiese. Almeno tre ore sono necessarie per un giretto senza fretta. In questo luogo si respira una pace profonda, nel verde, all’ombra delle piante si sente solo il rumore del ruscello che scorre e degli uccelli. La passeggiata è molto piacevole. Si costeggia la parete rocciosa piena di buchi per i piccioni viaggiatori che usano per comunicare. Immagino che in epoche passate i conquistatori passavano di qui e, ignari di essere osservati, vedevano il luogo deserto e proseguivano. Affascinante immaginare tanti occhi dalle fessure che guardavano per nascondersi in tunnel bui e senza fine. Una rete 15-25 agosto 2014 55 56 capillare che collegava un sacco di stanze. La prima chiesa è Agacalti Kilisesi, cioè la Chiesa sotto l’albero. Si entra vicino all’altare perché gli altri ingressi sono parzialmente crollati. E’ una chiesa con pianta a croce, con due piccole navate e un’abside. I monaci bizantini affrescarono il soffitto e le pareti della grotta con disegni dai colori vivaci e semplici. Sul soffitto a cupola è affrescato Gesù che acende in cielo sorretto da quattro angeli e racchiuso in una mandorla. Altre scene nella chiesa a sud rappresentano l’Annunciazione, la Visitazione, San Giuseppe, la Natività, la Presentazione al tempio. Mentre a nord: la fuga in Egitto, il Battesimo di Cristo, la Dormizione della Vergine e a oves Daniele nella fossa dei leoni. Molto bella è la Chiesa Fragrante “Kokar Kilise” con affrescate scene del Nuovo Testamento, tra cui la Natività e la Crocifissione. Anche la Chiesa del Giacinto (Sümbüllü Kilise)è da vedere, un monastero con una facciata ben conservata e begli affreschi. Molto carina questa zona verde con capanne in legno e tavolini nei ruscelli, tra il canto degli uccellini. Si può mangiare con i piedi in acqua su tronchi tagliati e tavoli in legno sistemati nell’acqua oppure ci sono piccole palafitte con cuscini e tavolo. Selime Il monastero rupestre di Selime è il più grande della Cappadocia. E’ stato scavato dai monaci cristiani nel 13 secolo nella valle di Ihlara. Questo monastero 15-25 agosto 2014 nelle rocce intagliate è sorprendente. Avevamo creato una cattedrale enorme e certamente mi sorprendo, mi chiedo come abbiano fatto dei monaci a costruire qualcosa di così grande e bello nei dettagli. Degli affreschi che ornavano i muri è rimasto ben poco ma affascina scoprire le stanze e i passaggi scavati. C’erano cucine e stanze per muli persino. Ora parte delle rocce sono erose e crollate, ma una volta dall’esterno non si vedeva nulla di tutto ciò. Spettacolare. Inimmaginabile pensare che dentro delle rocce ci fosse tutto ciò. Subito dopo Selime si raggiunge un punto panoramico da cui si vede meglio la valle e il punto che fu uno dei tanti set del film guerre stellari. Strane formazioni rocciose grigiastre che mi ricordano dei fantasmini! Informazioni pratiche: ingresso 5 lire turche (include la valle Ilhara, conservare il biglietto). Selime dista circa 80 chilometri da Goreme, il viaggio dura poco più di un’ora ma le indicazioni sono scarse. Da qui la Valle Ilhara dista circa 15 minuti. Giorno 3° Città sotterranea di Derinkuyu E’ uno dei luoghi più incredibili del mondo, dove si resta sbalorditi nell’immaginare cosa l’uomo sia in grado di creare. In Cappadocia sono presenti numerose città sotterranee, costruite attorno all’800 a.C. come rifugio durante le invasioni, ma quella di Derinkuyu è tra le più complesse. Tredici piani dotati di pozzi di aerazione che scendono nelle viscere della terra, capaci di ospitare fino a 20.000 persone, con stanze, cucine, refettori, botteghe, chiese, scuole, persino stalle per il bestiame. Si pensa che le popolazioni potevano vivere in questi spazi angusti fino a sei mesi, in completa autonomia. Informazioni pratiche: ingresso 15 lire turche. I corridoi da percorrere sono molto stretti e in alcuni passaggio è ne- Pochi luoghi sono affascinanti e misteriosi quanto le città sotterranee della Cappadocia. Gli studiosi ne hanno identificate 36. Alcuni archeologi fanno risalire le parti più antiche di queste città all’epoca ittita, ossia a 4000 anni fa. In tempo di pace gli abitanti di questa regione vivevano in superficie coltivando la terra, ma quando erano minacciati di invasione da parte di nemici, si rifugiavano nelle loro abitazioni troglodite dove potevano resistere in tutta sicurezza anche per 6 mesi. cessario camminare chinati. Qualcuno potrebbe pertanto trovare il posto claustrofobico, anche se personalmente non mi ha dato questa sensazione. I momenti migliori per una visita sono la mattina presto, l’ora di pranzo ed il tardo pomeriggio: un paio di gruppi turistici potrebbero intasare completamente i corridoi. 15-25 agosto 2014 57 DERINKUYU, L’ANTICA CITTÀ SOTTERRANEA COSTRUITA DAGLI ANTICHI ASTRONAUTI PER PROTEGGERE L’UMANITÀ? 58 La Cappadocia, nella Turchia orientale, è delimitata al nord dal Mar Nero e a sud dalla catena montuosa del Tauro. Nel 1963, una semplice ristrutturazione nella città di Derinkuyu porta ad una scoperta straordinaria. L’apertura della parete di una grotta, rivela un passaggio verso una città sotterranea, antica di migliaia di anni, ad oltre 85 metri di profondità. Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l’aria anche ai livelli più profondi. Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20 mila persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame. Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar. La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri. La costruzione di una città come Derinkuyu sarebbe stata un’impresa per chiunque, anche in tempi moderni e con attrezzature moderne. Pensare che un’opera del genere sia stata realizzata in un’epoca così remota è semplicemte stupefacente, paragonabile solo alle piramidi d’Egitto. A Derinkuiu, a causa della morbidezza della pietra, bisognava stare molto attenti a fornire abbastanza supporto ai piani superiori con i pilastri, altrimenti ci sarebbero stati crolli catastrofici. Invece, è sorprendente l’assenza di qualsiasi traccia di collasso grave, quindi dobbiamo supporre che dovessero essere particolarmente abili e conoscessero molto bene il materiale roccioso. Parliamo di popoli antichissimi, ed è difficile immaginare come possano aver fatto a realizzare un’opera del genere. Forse furono aiutati da qualche altra civiltà? Ma chi ha costruito questa enorme città sotterranea? E quale motivazione misteriosa li ha spinti a vivere sottoterra? Perchè qualcuno vorrebbe vivere nella profondità di queste strane caverne? Secondo molti archeologi e studiosi, è probabile che Derinkuyu servisse come rifugio temporaneo durante le invasioni e che sia stata costruita intorno all’800 a.C. dai Frigi, un popolo dell’Età del Bronzo imparentato con i Troiani. Altri credono che sia stata costruita dagli Ittiti, popolo guerriero menzionato nella Bibbia e che aveva prosperato centinaia di anni prima. Ma è possibile che la città sotterranea sia ancora più antica? Secondo i teorici degli “Antichi Astronauti” lo è, e forse di varie migliaia di anni. Città sotterranea di Kaymakli Le entrate principali venivano chiuse da grosse pietre rotonde. Il paese di Kaymakli ospita nel sottosuolo una gigantesca città sotterranea scavata probabilmente tra il VI e il X sec. Il percorso è ben tracciato ed illuminato, tuttavia certi passaggi sono un po’ pericolosi perchè il terreno risulta friabile. La città si articola su 8 livelli, quattro dei quali visitabili scendendo ad una profondità di 43m. Le costruzioni sotterranee sono costruite attorno ad un camino di aerazione (nella foto) che consente una buona ventilazione. Si possono così ammirare cappelle, silos, celle, stanze di abitazione. La Kaymakli sotterranea si trova al di sotto della cittadella omonima, nella regione centrale dell’Anatolia e a circa 19 chilometri da Nevşehir. Fu aperta ai turisti nel 1964 e si sa che il suo nome antico era Enegup. Essendo più centrale delle altre rispetto al centro abitato, i suoi tunnel sono usati ancora oggi come aree di stoccaggio, e per le stalle e le cantine. Le circa cento gallerie della città sotterranea sono centrali rispetto alle case del villaggio moderno, che vi sono state costruite intorno. La Kaymakli sotterranea è diversa da Derinkuyu sia per struttura 15-25 agosto 2014 architettonica che nel layout. La prima ha tunnel più bassi e stretti, ed è costituita da forti pendii. Oggi sono aperti quattro piani ai turisti, e ciascuno degli spazi è organizzato intorno a dei pozzi di ventilazione e sulla base della loro collocazione. Al primo piano vi sono diverse sezioni, di cui molte si pensa non ancora aperte, tra cui possibili stalle che si intuiscono grazie al passaggio di una porta – macina. Sulla sinistra, il passaggio in un una chiesa. Dall’altro lato delle camere, possibili spazi abitativi. Il secondo piano è costituito da una chiesa con una navata e due absidi, il fonte battesimale e diversi posti a sedere. Sono indicati nomi di defunti che coincidono con quelli situati accanto alla chiesa, e questo fa intuire che si tratti di religiosi del posto. Sempre sullo stesso livello, alcuni spazi abitativi. Sul terzo piano le aree del composto metropolitano, come aree di stoccaggio, torchi per l’olio e le cucine. La presenza di grande quantità di andesite, una roccia vulcanica, mostra come la metallurgia fosse importante per gli abitanti di questa regione, per la lavorazione del rame estratto dalle vicine zone di Aksaray e Nevsehir. Al contempo, la presenza di grandi silos per lo stoccaggio delle merci, al piano successivo, indica una stabilità economica del centro abitativo, che fa intuire come in epoca remota Kaymakli fosse uno dei più grandi insediamenti sotterranei della regione. ALTRO DA VEDERE Museo all’aperto di Zelve Il museo all’aperto di Zelve è simile a quello di Goreme e, sebbene gli affreschi siano di qualità inferiore, il luogo è sicuramente meno affollato e posizionato in una valle ancor più spettacolare. Ingresso 8 lire turche. Pasabag Si può percorrere un breve percorso tra suggestivi camini delle fate per poi salire in cima ad un punto panoramico che abbraccia tutta la vallata. La valle di Devrent E’ famosa per una formazione rocciosa a forma di dromedario ed altri coni vulcanici di colore rosato. 15-25 agosto 2014 59 Antalya 15-25 agosto 2014 Cosa vedere Adalia[1] (in turco Antalya, in greco Αττάλεια, Attália[2] o anche Sattalia[3]) è una città della Turchia, capoluogo della provincia omonima, situata sul golfo di Adalia[4] alle pendici dei monti del Tauro occidentale. La popolazione della città è di circa un milione di abitanti. Situata su una scogliera piuttosto ripida, Adalia è una città pittoresca circondata dalle montagne, dalle foreste, dal mar Mediterraneo e da mol- 62 te rovine risalenti ai tempi degli antichi greci. Ospita un noto museo archeologico. Gli sviluppi nel settore di turismo, cominciati negli anni settanta, hanno trasformato la città in un centro molto visitato e noto, quindi è chiamata “capitale del turismo turco”, oltre ad essere diventata un riferimento nell’automobilismo turco, dopo essersi aggiudicata un posto nel prestigioso Campionato del mondo rally, che ha portato alla ribalta mondiale la città. Amministrativamente Adalia costituisce uno dei comuni metropolitani della Turchia formato dai centri urbani di 5 distretti: Aksu, Döşemealtı, Kepez, Konyaaltı, Muratpaşa. Ad Antalya, le montagne del Tauro ricoperte di pini, si prolungano verso il mare scintillante, formando una costa irregolare di promontori rocciosi e baie nasco- 15-25 agosto 2014 ste. Le fortune turistiche di questa ridente città costiera sono dovute alla sua incantevole posizione in una baia ai piedi della catena montuosa del Tauro, alle ampie spiagge e al clima quasi subtropicale. Dal centro storico si ammirano il porto e la corona di cime innevate. Una porta marmorea ricorda la visita che l’imperatore Adriano fece alla città nel 130 d.C. La zona vecchia, restaurata con cura, e un bel complesso di case tradizionali. Situata in un paesaggio morfologicamente contrastato Antalya, principale stazione balneare della Turchia, è una città attraente con i suoi viali di palme e la sua nota marina. Nel vecchio quartiere pittoresco di Kaleici, attraversando vicoli stretti troviamo vecchie case di legno addossate alle mura della città, fondata nel II secolo a.C. da Attalo II, re di Pergamo che la chiamò Attaleia. Dopo di lui romani, bizantini e selgiuchidi occuparono a turno la città, fino a quando essa cadde sotto il dominio degli ottomani. L’elegante minareto della Moschea Yivli Minare, nel centro della città, edificato dal sultano selgiuchide Alaeddin Keykubat nel XIII secolo, è attualmente il simbolo di Antalya. Il Medrese di Karatay (collegio teologico), nel distretto di Kaleiçi, appartiene allo stesso periodo e rappresenta il più bell’esempio selgiuchide di scultura su pietra. Le due più importanti moschee ottomane della città sono la Moschea di Murat Pasa del XVI sec., notevole per il suo decoro in maioliche, e la Moschea Tekeli Mehmet Pasa del XVIII sec.. Nei pressi della manna l’attraente Moschea di Iskele, costruita verso la fine del XIX sec., si erge su quattro colonne sopra ad una corgente naturale. Probabilmente la Torre di Hidirlik del II secolo è stata in origine un faro. La Moschea Kesik Minareli attesta la lunga storia della città attraverso i rifacimenti subiti in periodi successivi da romani, bizantini, selgiuchidi ed ottomani. Quando, nel 130 d.C., l’imperatore Adriano visitò Antalya, una porta a tre arcate fu costruita in suo onore entro le mura della città. Oggi, nei pressi della marina si vedono ancora le due torri che fiancheggiano la porta. La Torre dell’Orologio in Piazza Kalekapısı faceva parte delle fortificazioni della città antica. Dal Parco di Atatürk a quello di Karaalioğlu i fiori esotici multicolori e il mare scintillante della baia con le montagne sullo sfondo, rivelano le ragioni del successo di Antalya, considerata una stazione turistica molto popolare. L’Aquapark offre possibilità di praticare tutti gli sport nautici, il Parco Aqualand è situato vicino al parco della Cultura (Kültür Park) dove è rilacsante vagare. La marina di Kaleiçi è il centro di attrazione e cuore di Antalya. Il pittoresco quartiere dei pescatori, con le tipiche case ottomane in legno tra cui svettano i minareti delle moschee e un porto turistico tra più frequentati. Ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali ed è considerata una delle più accoglienti della Turchia. In questo centro, un turista può 63 trovare tutto ciò che decidera: negozi di souvenir, caffè accoglienti, ristoranti, ormeggi per barche e relativi servizi. Si può veleggiare al mattino e al pomeriggio, godendo la tranquillità della marina. Le vecchie mura della città, illuminate di notte, creano un’atmosfera suggestiva. II Museo Archeologico, con reperti risalenti dell’Era Paleolitica, Neolitica, elenistica, greca, romana e ottomana offre uno squarcio sulla ricca storia della zona (Aperto tutti i giorni escluso il lunedì). Il Museo di Atatürk espone oggetti appartenuti al Fondatore della Repubblica Turca (Aperto tutti i giorni escluso il lunedì).entro 15-25 agosto 2014 64 ESCURSIONI GIORNALIERE Ad ovest di Antalya, la lunga spiaggia di ghiaia della spiaggia Konyaalti, vi offre una vista spettacolare. La regione nei dintorni di Antalya è ricca di bellezze naturali e notevoli vestigia. A km 14 a nord-est di Antalya, troviamo le Cascate Superiori di Duden. Le montagne della Catena del Tauro si ergono immediatamente dietro la costa. Il Parco Nazionale Bey Dagları (Olympos), che dalla spiaggia di Konyaaltı si estende fino alla Penisola Kırlangıç, è sotto protezione nazionale. La storia di questa antica Penisola della Licia, si riporta alle colonie dell'Era Neolitica di Beldibi. Sulla strada per la spiaggia di Lara, le Cascate Inferiori di Duden, precipitano direttamente in mar mediterraneo. La zona circostante offre una magnifica vista di queste cascate, più spettacolare ancora se goduta dal mare. Le Cascate di Kursunlu ed il lago Nilufer, entrambi a km 18 da Antalya, sono due posti naturali meravigliosi. La spiaggia di Lara si trova a km 12 verso est e fa parte dei lidi contrassegnati dalla "bandiera blu". 15-25 agosto 2014 Un pò più lontano, i Monti Bey Dagları (Olympos), il Parco Nazionale e la spiaggia di Topcam, vi offrono pure delle viste magnifiche. Proprio di fronte si trova l'isola Sican. Al nord del Parco vi sono possibilità di campeggio per coloro che desiderano rimanere immersi nella bellezza della natura. Per godere una vista panoramica della zona, potete dirigervi verso un complesso di vacanze con un ristorante "ruotante" in cima alla collina Tünektepe. Saklıkent, a 50 km da Antalya, è un luogo ideale per gli sport invemali e situato sulla falda nord delle Montagne Bakırlı, ad una altitudine di 1750-1900 metri. Nei mesi di marzo e di aprile, potete sciare al mattino, gustare un delizioso piatto di pesce nella marina di Antalya a mezzogiomo, e di pomeriggio dedicare il vostro tempo alle gioie del mare. A nord di Antalya, nel Parco di Düzlercami, cervi e capre di montagna vivono protetti. Durante il percorso, potete fermarvi ed ammirare il magnifico Güver Canyon, profondo 115 metri. Nella parte orientale del Monte Can, a km 30 da Antalya, troviamo la Caverna Karain, di Era Paleolitica (160.000 a.C.), sede della colonia più antica della Turchia. Una singola entrata, illuminata dal sole mattutino, dà accesso a tre spaziose camere intercomunicanti. Il piccolo museo, vicino all'entrata, espone oggetti trovati nella zona. Gli altri oggetti d'arte, sono esposti nei vari musei della Turchia. La città Licia di Termessos, si trova nel Parco Nazionale di Gulluk a nord-ovest di Antalya, su un grande altopiano a 1.050 metri di altitudine, sulla facciata ovest del Monte Gulluk (Solymos). Camminando tra le rovine di questa città antica, ci rendiamo conto della bellezza selvaggia del paesaggio Le spiagge più belle Antalya, una delle meta turistiche della Costa Turchese ha la costa lunga 640 Km con delle spiagge bellissime dove potete fare il bagno da Marzo a Novembre. Per via dei Monti Tauri il mare è maggiormente profondo, le spiagge non sono continue ma si sono create dei panorama meravigliosi. Comunque sulla costa dove si trovano Kemer, Tekirova, Kumluca, Finike, Demre e Kaş ci sono delle spiagge meravigliose con tutte le comodità. Kas è un posto che vi consiglio vivamente anche per fare una mini vacanza di qualche giorno. Inoltre la costa sotto Olympos fino a Xantos è unica, naturale e ricca di storia. Invece sulla parte est della città i monti sono parallelle alla costa quindi si sono create delle spiagge bellissime con sabbia fina, cominciando da Antalya fino a Side. Le più belle sono Lara, Karpuzkaldıran, Belek e Kundu. LA Spiaggia di Lara: si trova a circa 12 km da Antalya, contrassegnata da una “bandiera blu”. A ovest si arriva alla lunga spiaggia di ghiaia di Konyaalti e un po’ più lontano alla spiaggia di Topcam, che ha di fronte l’isola Sican, contrassegnata da una “bandiera blu”. La Spiaggia di Cleopatra (Kleopatra Plaji): si trova sul lato ovest di Antalya estendendosi per circostante. All'entrata del parco si trova un museo della "vita naturale". Nei dintorni di Antalya si possono visitare numerosi scavi e siti storia. I principali sono le rovine di Termessos a nordovest, quelle di Perge a est e il teatro di Aspendos con 18.000 posti, assai ben conservato, che risale al II secolo d.C. due km di sabbia fine. Qui il mare è basso. Karpuz Kaldıran Plajı: si trova ad ovest di Lara Plaji dove la Cascata di Duden si unisce al mare. Anche qui il mare è basso e la sabbia finissima. Sorgun Plajı: è una delle spiagge più belle di Antalya. Sulla via della Cascata Manavgat si incontra una strada che va verso sud quindi la si prosegue per 6 Km e si arriva a questa spiaggia simpatica e naturale. La Spiaggia di Patara (Patara Kumsalı): questa meravigliosa spiaggia di soffice sabbia bianca lunga 18 chilometri è stata eletta “la spiaggia più bella del mondo” da Sunday Times. La spiaggia di Patara: è nota per la nidificazione della tartaruga Caretta Caretta. Questa meravigliosa habitat delle “Caretta Caretta” è completamente sotto protezione.caretta caretta. Oltre che per la sua bellezza naturale e per il suo mare turchese e cristallino, Patara (Ovagelemiş) è conosciuta anche per la presenza di rovine storiche risalenti al tempo in cui questa località era un’importante città romana e il principale porto della Licia. 15-25 agosto 2014 65 Trasporti Quando si parla del trasporto urbano, si può dire che i turisti venuti qui non hanno nessuna difficoltà nel viaggiare da un posto all´altro, nella città o attorno ad Antalya. Con l'autobus È conveniente, pratico e confortevole, l´autobus ti porterà dove vuoi nella città. Indifferentemente dalla destinazione finale, il viaggio con l´autobus può essere rilassante e puoi vedere un film mentre ti godi il fresco dell´aria condizionata; nello stesso tempo, il vostro viaggio può essere un vero spettacolo interattivo dove seguite gli edifici che scegliete lungo le strade. Inoltre, se decidete di fare un viaggio più lungo nella città, allora dovete arrivare prima al terminale dell´autobus. Da qui potete essere portati in qualsiasi posto che desidera il vostro cuore. 66 Con il Dolmus Il Dolmus è un microbus che segue un tragitto e un orario fisso. Il principale vantaggio che detiene dolmus è quello che, una volta partiti potete vedere gli obiettivi importanti della città, potete scendere o salire ovunque vogliate, grazie al fatto che, in generale, nelle fermate principali del trasporto pubblico si trova anche una fermata dolmus. Con il taxi Conveniente anche se un po' costoso, il taxi è un mezzo di trasporto pratico per potervi muovere nella città. Se comunque decidete di scegliere un taxi ecco qualche raccomandazione che dovete tenere in considerazione! La corsa è tassata in funzione del momento della giornata, cosicché, una corsa con il taxi dopo la mezzanotte può arrivare a costare due volte in più rispetto ad una corsa durante il giorno. Inoltre, verificate se la destinazione si trova sulla lista delle destinazioni popolari, perchè dovrete pagare in Euro. Con il tram Ogni 30 o 60 minuti esiste un tram che parte dalla fermata ovest di Konyaalti Beach e dal Museo Antalya. Il tragitto è in parallelo con gli alberghi Sheraton Voyager o Falez, appropriandosi sempre di più al viale principale dell´est, alla fine del quale il tram parte verso il centro storico - uno spazio aperto dove la storia si affianca vicino a Kalekapisi, 15-25 agosto 2014 Hadrian´s Gate, Karaalioglu Park, o Talya Oteli. Con la bicicletta Antalya non è una città amica del ciclismo come vi sareste aspettati che fosse. Andare con la bicicletta sulle strade agglomerate si può trasformare in una vera avventura, cosicché, se non dominate la bicicletta dal manubrio e non siete un vero sfidatore della morte, non vi assumete questi rischi inutili che si dimostreranno di essere molto stancanti alla fine. Inoltre, se il ciclismo è la vostra vita, esistono dei viali per i ciclisti che viaggiano in parallelo con la costa, e li potete comunque provare. www.ozcappadocia.com Promemoria VOLI Venezia 15 agosto 14:20 - 17:45 (Turkish) Istanbul 25 agosto 16:50 - 18:20 (Turkish) Codici d’identificazione della compagnia aerea: UYGUDG Numeri dei biglietti: 2354822105387, 2354822105388 Istanbul 18 agosto 20:30 - 21:50 Nevsehir (Pegasus) Codice prenotazione (PNR): FTKEF3 Antalya 25 agosto 13:00 - 14:05 Istanbul (Atlasjet) Codice prenotazione (PNR): J8363A NOTTI ISTANBUL (3 notti dal 15 al 18 agosto) Istanbul Sydney Hotel Muhsine Hatun Mah. Tavasi Cesme Sok. No:45 Kumkapi Fatih Istanbul, 34130, Turchia Telefono: +90212 517 76 33 E-mail:[email protected] Cancellazione gratuita fino all’11 agosto 23.59 GOREME (3 notti dal 18 al 21 agosto) Paradise Cave Muze Cad.No 24 Göreme Nevsehir (Cappadocia), 50180, Turchia Telefono:+903842712248 E-mail: [email protected] Cancellazione gratuita fino al 10 agosto 23.59 ANTALYA (3 notti dal 22 al 25 agosto) Kılıçarslan Mahallesi Tabakhane Sokak No:4 Kaleici Kaleici Antalya, 07400, Turkey Telefono: +902422432802 Email: [email protected] Cancellazione gratuita fino al 19 agosto 23.59 15-25 agosto 2014 67 68 15-25 agosto 2014 69 15-25 agosto 2014 70 15-25 agosto 2014 15-25 agosto 2014 72 15-25 agosto 2014
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