Rassegna Stampa di Venerdì 24 gennaio 2014 SNALS / CONFSAL il Messaggero il Manifesto L'ARENA Radio m2o Testate on line Italia Oggi Il Cittadino (Lodi) Il Cittadino (Lodi) Il Cittadino (Lodi) Il Giorno - Ed. LD-CR_PV 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 22/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 SCUOLA, PRESIDI IN RIVOLTA: DIMENTICATI DAL GOVERNO(A.Campione) INDISPENSABILI E INVISIBILI LA PROTESTA DEI PRESIDI ENAIP, 37 LICENZIATI "E INAMMISSIBILE, PRONTI AD OPPORCI" INTERVISTA AL SEGRETARIO GEN.LE SNALS-CONFSAL M.P.NIGI SULL’INTRAMOENIA NELLE SCUOLE ARTICOLI PRESI ON LINE RELAZIONI DA SVECCHIARE (R.Di maulo) CASO SANTA CHIARA, I DIPENDENTI IN PIAZZA CONTRO LA FONDAZIONE IL MIGLIOR CONTROLLO SARA' QUELLO DEL COMUNE MA ALLA FINE CONTANO SOLO LE POLTRONE E I COMPENSI BAMBINO INCASTRATO NELLA SCALA MOBILE SCATTA LA PERIZIA PER CERCARE I COLPEVOLI (P.Arensi) Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore la Stampa la Stampa Italia Oggi l'Espresso Avvenire Avvenire Avvenire L'Unita' il Venerdi' (la Repubblica) Roma LA SICILIA Corriere della Sera Corriere della Sera Sette (Corriere della Sera) il Sole 24 Ore 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 30/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 PRESIDI, SOLUZIONI ENTRO 60 GIORNI PER LA BUSTA PAGA RENZI INCALZA A CHI SERVE LA MEMORIA (G.Camera) IMMIGRATI SUI BANCHI DI SCUOLA (R.Lenzi) E MAMMA PER MAESTRA (D.Condorelli) DIPLOMA A 18 ANNI "COSI' SFIDIAMO LA DISOCCUPAZIONE" ISCRIZIONI A SCUOLA, E' L'ORA DELLA SCELTA: MA IL 53% E' INDECISO PRESIDI IN PIAZZA: "NOI, INVISIBILI E SOTTOPAGATI" SCUOLA, PRESIDI IN RIVOLTA "INVISIBILI PER IL GOVERNO" UN PC PER 100 STUDENTI, LA SCUOLA FA FLOP (C.Gubbini) SCUOLE E RICICLO, ECCO IL PROGETTO SCUOLE PIU' SICURE E ANCHE FUNZIONALI IL CORSO DELLE ASSUNZIONI E ANCHE GLI STORICI DEL PERIODO "RESTAURANO" IL RISORGIMENTO LA CONTRORIFORMA DI LUIGI EINAUDI PER I GIOVANI RICERCATORI A DISPOSIZIONE 47 MILIONI Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera 24/01/2014 Corriere della Sera Italia Oggi Italia Oggi l'Espresso l'Espresso L'Unita' L'Unita' il Mondo il Mondo Giorno/Resto/Nazione il Sole 24 Ore Corriere della Sera 24/01/2014 Corriere della Sera la Repubblica la Repubblica la Stampa il Messaggero 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 30/01/2014 30/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 31/01/2014 31/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 24/01/2014 UNA RIFORMA A TEMPO INDETERMINATO COMUNICAZIONE IN FORMA LIBERA PER I SOMMINISTRATI DEL 2013 RESISTE SOLO IL CONTRATTO A TERMINE (G.Pogliotti) I CONTRATTI A TERMINE SONO SETTE SU DIECI BENE L'ASPI, ARRETRA L'APPRENDISTATO (E.Marro) FORMAZIONE, QUANDO LO STAGE E' PER 40ENNI (I.Barera) CONCILIAZIONE SEMPRE VALIDA (D.Cirioli) STRETTA SUL LAVORO NERO (F.Geria) PRECARI DI FAMIGLIA. (F.Sironi) Int. a F.Contardi: EPPURE ALL'ESTERO FUNZIONA LE PRIVATIZZAZIONI DI LETTA PARTONO DA POSTE ITALIANE (B.Di LA SANATORIA DI EQUITALIA EVASIONE DA 57 MILIARDI INTERESSA IL BANDO UE? VOILA' LO SPECIALISTA (A.Ballone) PRENDETE E FINANZIATEVI TUTTI (F.Stefanoni) PENSIONI, LO STATO RIVUOLE 50MILA EURO DALLA VEDOVA CAPITALI, OPERAZIONE "RIENTRO" (A.Galimberti/M.Mobili) SACCOMANNI: L'ITALIA TORNA A CRESCERE QUEST'ANNO IL PIL SALIRA' INTORNO ALL'I% (G.Ferraino) DRAGHI: VIA DAL MERCATO LE BANCHE DEBOLI (M.De feo) EVASIONE SUL 3% DEL PIL ITALIANO OLTRE 50 MILIARDI SOTTRATTI AL FISCO SANATORIA PER MILIONI DI CARTELLE VALE ANCHE PER MULTE E BOLLO AUTO PRIVATIZZAZIONI E CACCIA AI CAPITALI, IL GOVERNO ACCELERA TARES E MINI IMU, ULTIMO GIORNO PER I RITARDATARI SANZIONI RIDOTTE Pagina 24-01-2014 19 Foglio 1/ 2 Data Scuola, presidi in rivolta: dimenticati dal governo e sit-in davanti al ministero: «Il nostro stipendio non si tocca» ~Corteo LA MANIFESTAZIONE ROMA C'è sempre una prima volta, anche nelle proteste. Ed è stata la prima volta che i presidi sono scesi in piazza, o meglio su viale Trastevere a Roma, di fronte al ministero dell'Istruzione, per manifestare tutta la loro amarezza per gli stipendi tagliati, di fronte a un lavoro e a una responsabilità che invece cresce sempre di più. «Dirigenti delle scuole invisibili per il governo, indispensabili per il paese», era scritto sullo striscione più lungo, srotolato sulla scale del ministero, che è poi la sintesi della protesta e di come i presidi si sentano messi da parte. Erano alcune centinaia, venuti da tutta Italia, in rappresentanza dei colleghi in servizio: in organico sono poco più di 8.000, mentre due anni fa erano circa 10.400. «Un preside può arrivare a dirigere fino a sei scuole contemporaneamente, senza collaboratori a sufficienza», sintetizza l'emergenza Giorgio Rembado, che guida lAssociazione nazionale dei presidi (Anp) che ha promosso la protesta. «Dopo l'accorpamento ogni dirigente fa capo in media a 4-5 LA PROTESTA sedi a fronte di retribuzioni bloccate - spiega Licia Cianfriglia, che dell'Associazione è la vicepresidente -. E in questi mesi si è aggiunto lo scippo da parte del ministero dell'Economia di 16 milioni del nostro fondo per le retribuzioni legate al risultato e alla posizione. Altri 5 milioni di euro, concessi nel 2010, per la perequazione interna degli stipendi sono spariti». Un sit-in pacifico, e un corteo (il gruppo è andato da viale Trastevere a Montecitorio, per incontrare una rappresentanza di parlamentari) che ha ottenuto unarisposta, e degli impegni. LA RISPOSTA Il ministero ha convocato l'associazione della categoria. Ma ha fatto anche delle promesse, al punto che la stessa Anp ha potuto commentare: missione compiuta. «Il ministero - riferisce Giorgio Rembado - si è impegnato a trovare, di concerto col ministro dell'Economia, una soluzione amministrativa per il recupero dei 18 milioni che erano stati tolti dal Fondo unico nazionale relativamente alla parte variabile della retribuzione dei dirigenti. E verrà trovata una copertura per il recupero dei 5 milioni per la perequazione interna tra giovani dirigenti e dirigenti anziani». Rembado ammette che tutte le richieste dei presidi sono state, nella sostanza, recepite. LO SCIOPERO Ma la scuola resta in subbuglio. Cisl scuola, Uil scuola e mll hanno indetto uno sciopero per il 14 febbraio, destinato a farsi ricordare come lo sciopero di San Valentino: innamorati della scuola, ma non corrisposti. Anche la Cgil alza la voce: «Circa il pagamento degli scatti ribadiamo - dice Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc Cgil - che occorrono risorse aggiuntive e quindi contrasteremo in tutti i modi possibili il taglio ulteriore del Mof perché penalizzerebbe i lavoratori della scuola, gli studenti e le famiglie». C'è un incontro, già in agenda, con il ministro Maria Chiara Carrozza, il 28 gennaio. Nello stesso giorno ci sarà un presidio presso il ministero dell'Istruzione dei presidi che fanno capo al sindacato. Proprio ieri Tuttoscuola ha diffuso una tabella dalla quale emerge che i presidi tra i manager pubblici sono quelli trattati peggio: se i dirigenti amministrativi di seconda fascia che lavorano a viale Trastevere o negli uffici scolastici regionali e si collocano gerarchicamente sullo stesso gradino, hanno infatti una retribuzione media annua lorda di 110.000 euro, la media riconosciuta ai presidi si ferma esattamente alla metà, 55mila. Alessia Campione www.ecostampa.it Quotidiano ©RIPRODUZIONE RISERVATA , Le cifre CONTRO IL BLOCCO DI UN FONDO Anno scolastico 2013/2014 M ~ri!~~lastici DA 18 MILIONI INDETTO UNO SCIOPERO PER Il 14 FEBBRAIO STIPENDIO MEDIO DEI DIRIGENTI . ! con scuola di LOOO alunni e4plessi 25% Taglio dei posti da dirigenti scolastici negli ultimi due anni 8.644 Istituzioni scolastiche Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del 068391 44.000 Plessi scolastici destinatario, non riproducibile. Pag. 3 il manifesto Data Pagina Foglio 24-01-2014 4 1 www.ecostampa.it Quotidiano SCUOLA· Manifestazione dell'Anp davanti al Miur Indispensabili e invisibili La protesta dei presidi stico che nel tempo si è trasformata. nvisibili per il governo, indiNel 2012 MarinaMupo, preside a Besp~nsabili per _il paese» era nevento, ha ricevuto un incarico a scntto sullo stnsc10ne espo60 chilometri di distanza, in una sto ieri da 800 dirigenti scolastici adescuola di Rocca Piemonte, provincia renti alla Anp (Associazione Naziodi Salerno. «Non siamo qui solo per nale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) davanti al ministero una questione di soldi- afferma Mupo - ma di dignità di lavoratrice deldell'Istruzione. Indossavano tutti una casacchina blu con il Colosseo la conoscenza. Passiamo il tempo a supplire all'abbandono dello Stato». stampato alle spalle e hanno bloccaAnche Gabriella Grocco, come altri to viale Trastevere a Roma fino al po100 dirigenti campani, ha iniziato a meriggio. Hanno protestato contro il taglio di 16 milioni di euro al fonviaggiare nella sua regione dal 2012. <<A Scampia era come il Bronx - racdo per le retribuzioni legate al risultato e alla posizione voluto dal miniconta - per le condizioni ambientali, il disastro delle strutture edilizie. stero dell'Economia. Altri cinque milioni di euro, concessi nel 2010, per Noi siamo responsabili per quello che accade a scuola ma come faccio la perequazione interna degli stipena esserlo se buona parte della settidi «sono spariti» denunciano. mana la passo in In alcune regioni, viaggio e non sono come la Campania Contro il taglio presente sul poe la Sardegna, questo?». Antonio Losta situazione ha di 16 milioni di euro tierzo ha 64 anni e comportato un predal 1989 fa il presilievo sugli stipendi al fondo per le de. Oggi dirige com di diverse migliaia retribuzioni e plessivamente 79 di euro. Incontranclassi: «Il dimensiodo i manifestanti, l'assenza dello Stato nmnento degli istituabbian10 ottenuto ti ha comportato un aumento enorun rapido calcolo. Gli 8 mila presidi me della burocrazia che ci impediitaliani guadagnano tra i 48 mila e i sce di fare il nostro lavoro, che è so67 mila euro annui a seconda delprattutto permettere ai ragazzi di for !' anzianità di servizio. Con un conmarsi», afferma Lotierzo che ha un fitratto fermo al 2001, così come lo stiglio a Milano che è stato licenziato pendio, e a seguito del "dimensionada una grande azienda e una figlia mento" degli istituti imposto dalla riche si sta per laureare in Giurispruforma Gelmini a seguito dei tagli codenza a Napoli. «Ieri mi ha detto: lossali da 8,4 miliardi di euro alla ma lo sai che mi dovrai mantenere scuola, i dirigenti scolastici hanno anche dopo la laurea?». iniziato a gestire scuole con migliaia Una delegazione del Anp è stata ridi studenti (anche fino a 4) in città dicevuta al Miur, un'altra da alcuni verse da quella di residenza. Blocco parlamentari a Montecitorio. Cgil, degii stipendi, taglio degli istituti e al Cisl, Uil e!m!!mlannunciano una mofondo sulle retribuzioni, aumento bilitazione se il problema della retridelle responsabilità e degli incarichi buzione di posizione e di risultato di lavoro. Questa è la vita del presinon verrà risolto. ro. ci. de, figura solitaria di manager scola- I 068391 (( Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 22/01/2014 Le dichiarazioni di Marco Paolo NIGI sull’intramoenia nella scuola a RADIO M2O Nella mattina del 22/01/2014, alle h. 11,29 circa, a Radio m2o (http://www.m2o.it/m2o/home ), è andato in onda, nella rubrica “Mario and the City” un servizio che parlava della possibilità dell’”intramoenia” nella scuola, partendo da articoli pubblicati sulla stampa cartacea e on line, al quale è intervenuto il Segretario generale dello SNALS-Confsal, Marco Paolo Nigi, che ha fornito le risposte alla “proposta” SNALS-Confsal. La Rubrica è condotta dalla giornalista Mariolina Simone e andando sul sito sopradetto, nella sezione RELOADED, nella fascia oraria della mattina, rubrica Mario and the City, potrete ascoltare la puntata (che inizia alle h. 10,00 di ogni mattina) http://www.m2o.it/special/mario_and_the_city_reloaded/ 24.01.2014 Enaip, 37 licenziati «È inammissibile, pronti ad opporci» «Siglata un'intesa che prevedeva cassa integrazione fino a marzo» La formazione professionale invece di instradare verso nuovi impieghi apre le porte ai licenziamenti. Che possono anche arrivare a dispetto di accordi volti ad evitarli assunti in maniera formale. A spiegarlo sono i rappresentanti sindacali dei dipendenti dell'Enaip Veneto, ente dell'Acli dedicato alla formazione che il 31 dicembre ha lasciato a casa trentasette dei suoi circa 350 dipendenti. Di questi, dieci lavoravano nelle tre sedi veronesi dell'Enaip, che sono a Legnago, Isola della Scala ed in città. Ora i sindacati, che in maniera unitaria avevano trattato con l'ente, stanno studiando le contromosse. «Perché» dicono «questa storia non può certo finire così». «La vicenda» spiega Elisabetta Capotosto, di Snals Confsal «è iniziata la scorsa estate ed è dovuta alle difficoltà economiche che sta attraversando l'Enaip. Da subito l'ente ha annunciato la necessità di attuare una riduzione delle spese, iniziando dal dare all'esterno il servizio di pulizie e dal razionalizzare quello di segreteria». «Per il primo» continua « è ricorsa a delle cooperative e per il secondo ha trasferito gli addetti dalle sedi periferiche a Padova, per poi arrivare a licenziarli. In estate c'era stato un accordo che prevedeva la cassa integrazione per trentasei dipendenti da settembre sino a fine anno, con previsione di proroga. Il 23 dicembre ci siamo quindi ritrovati ed abbiamo firmato un'intesa che prevedeva la cassa integrazione anche per i primi tre mesi del 2014. Accordo che è stato sottoscritto anche dall'assessore al Lavoro ed alla Formazione Elena Donazzan». Tutto pareva a posto, insomma. Ma non era esattamente così, visti i licenziamenti. Continua la sindacalista «la proroga non è stata ratificata dalla Regione, che attendeva la conferma da Roma, e così, nonostante fosse possibile andare avanti con la cassa integrazione, l'Enaip a fine anno ha spedito le lettere di licenziamento». Le quali riguardano per la maggior parte bidelli ma anche qualche dipendente amministrativo. «Un'iniziativa» conclude Capotosto « che non è ammissibile e contro la quale ci opporremo in tutti i modi possibili». L.F. 24/01/2014 Scuola. Regole più rigide sui contributi ai sindacati. E i sindacati si arrabbiano Caos nelle iscrizioni ai sindacati fra gli insegnanti. Tanto che Rosaria Chizzini, la direttrice della ragioneria territoriale dello Stato di Parma, ha deciso di cambiare le disposizioni sulle trattenute da fare in busta paga a favore delle diverse sigle che rappresentano la categoria. Fino al 15 gennaio erano gli stessi sindacati a comunicare gli elenchi dei loro iscritti. E a tutti questi veniva trattenuta una piccola quota di stipendio come iscrizione al sindacato. Finché qualcuno non si è accorto di essere iscritto a sua insaputa o pure di essere iscritto ad un sindacato che non è quello che aveva scelto. La ragioneria territoriale ha deciso di porre rimedio stabilendo regole più rigide sulle comunicazioni inerenti le iscrizioni, che determinano trattenute e loro destinazione. Per chiedere di cambiare sigla sindacale non verranno più accettate note vaghe, o comunicazioni via fax o normali e.mail. Ma solo comunicazione tramite posta elettronica certificata. Stop alle deleghe trasmesse tramite organizzazioni sindacali, a meno che non siano sottoscritte anche dai presidi dove gli insegnanti interessati lavorano. Una novità che ha fatto arrabbiare i sindacalisti. Perché si viene a superare un’abitudine diffusa fin dal dopoguerra. Salvatore Pizzo, della Gilda degli Insegnanti, se la prende in particolare con la possibilità di far controfirmare ai dirigenti di istituto le deleghe perché siano valide: “E’ iniziata una nuova era di schedatura dei dipendenti pubblici per opinioni politico-sindacali, Parma fa da cavia a una surreale novità. Una forma di controllo da dittatura sudamericana, che mette in soggezione le persone sul luogo di lavoro, identificandole e schedandole per opinione”. Tramite il proprio coordinatore nazionale, Gilda ha informato pure il garante della privacy Soro. Critico anche Simone Saccani della Cgil, che ritiene gravissime queste pretese e annuncia battaglia. Dello stesso avviso anche Ernesto Devodier dello Snals – Confsal. La Cisl esprime sorpresa e sconcerto tramite Maria Gentilini, ritiene il caso di Parma “un palese attacco che di fatto limita la libertà di scelta di appartenenza sindacale in aperto contrasto con le norme che tutelano i dati personali”. In realtà, come detto, gli insegnanti possono ancora evitare di dire al loro preside che cambiano sindacato: basta che utilizzino la pec quando hanno da inviare una delega sindacale a chi fa le buste paga. Ma così, qualcuno potrebbe scordarsi di farlo e qualcun altro decidere di non voler più nessuna trattenuta. Qui, più che i diritti di maestre e professori, paiono a rischio le entrate dei sindacati. Brescia 24 gennaio 2014 ISTRUZIONE I SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA NON ESCLUDONO SCIOPERI: OLTRE 2.500 A BRESCIA I CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO Scuola, supplenti senza stipendio. E niente rimborsi per le ferie maturate All’origine la mancata comunicazione tra il sistema delle scuole e quello del ministero, Tutt’altro che risolta anche la questione degli scatti di anzianità Scatti di anzianità dati poi tolti e infine promessi, precari ai quali vengono decurtati i soldi delle ferie non godute, supplenti brevi senza stipendio per mesi. Cresce il disagio tra i lavoratori della scuola e se Flc Cgil e Gilda sono già in stato di agitazione, il malumore sale anche tra gli altri sindacati e non si escludono nemmeno scioperi (il 14 febbraio ci sarà quello dei dirigenti promosso da Cisl, Uil, Snals e altri). A Brescia la situazione riguarda praticamente tutti gli insegnanti, poco meno di 14 mila, oltre 2.500 con contratti precari. Tra i più penalizzati sicuramente i cosiddetti «supplenti brevi», chiamati dalle scuole. Tutti o quasi, poco meno un migliaio di docenti, da tre mesi lavorano senza stipendio. «Il sistema delle scuole non comunicava con quello del ministero e il meccanismo si è inceppato - spiega Luisa Treccani, segretaria della Cisl scuola - una situazione vergognosa che pare che ora si sia risolta». Almeno temporaneamente, anche se molti supplenti brevi i soldi non li hanno ancora visti accreditati sul conto corrente. Altra partita riguarda i docenti a tempo determinato, che hanno scoperto proprio in questi giorni che le ferie non godute non verranno corrisposte, un danno quantificabile intorno ai 6-700 euro. Per qualche balzano motivo tutto italiano, il taglio avrebbe dovuto entrare in vigore a partire da settembre ma in realtà è iniziato col primo gennaio 2013. I sindacati (e ancor più i lavoratori) sono inferociti e hanno già avviato alcuni ricorsi pilota per recuperare i soldi e, se possibile, rivedere la norma. Tutt’altro che risolta anche la questione degli scatti di anzianità (circa 150 euro) per i docenti a tempo indeterminato, prima dati poi tolti e infine riassegnati. Sembra infatti che manchi la copertura finanziaria e che quindi una parte delle risorse possa essere recuperata tagliando il fondo d’istituto per le scuole. «Sarebbe un bel problema - spiega Giovanni Spinelli, dirigente scolastico del liceo Gambara - Lo scorso anno il fondo di istituto era già stato tagliato del 35% e quest’anno abbiamo stimato un taglio di un altro terzo». Il risultato concreto è che al Gambara e in molti istituti hanno «congelato» la contrattazione interna per tutte le attività aggiuntive. E l’autonomia scolastica? «È evidente osserva Spinelli - che senza un minimo di risorse finanziarie anche l’autonomia diminuisce nei fatti». T. B. 23 Gennaio 2014 Verona, asili comunali, guerra dalle maestre per le 5 ore in più. Tosi infuriato: "Vergogna" Secondo il sindaco di Verona quella condotta per il ripristino dell'orario di 25 ore settimanali sarebbe una "battaglia riprovevole" e annuncia reazioni: "Faremo ricorso anche fino in Cassazione. Aiuteremo le scuole private" Verona, scandalo Agec, mense e personale: genitori raccolgono firme per "salvare" gli asili. Verona, asili, cure e aiuti: il sottobosco dei "falsi poveri" senza limiti. Denunciate 42 persone Non usa mezzi termini, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, nel commentare la protesta delle maestre in città. Assieme agli assessori di competenza, Alberto Benetti all’Istruzione e Enrico Toffali agli Affari legali, ha voluto esprimere tutto il proprio disappunto sulla decisione delle insegnanti. E, di rimando, a quella del giudice del Lavoro. Giorni fa è infatti arrivata la sentenza che da’ di fatto ragione alle 238 maestre degli asili. Motivo del contendere è il contratto: a loro è stato riconosciuto quello nazionale della scuola invece che quello degli enti locali, che prevede 5 ore di lavoro in più. Niente 30 ore, ma 25, come al solito. Sul contratto degli enti locali era arrivata la sentenza di “antisindacalità”, riconosciuta anche dal Tribunale di Verona e dalla Corte di appello di Venezia. Una battaglia per le cinque ore, che, secondo Tosi, non sarebbero un “sacrificio insopportabile”, con i tempi che corrono. E se il sindaco commenta lo sdegno provato, il braccio destro Toffali ha annunciato che farà ricorso, anche fino in Cassazione, contro la sentenza. Entro alcuni giorni arriveranno le motivazioni del giudice che, dopo aver pronunciato la sua decisione, si era riversato due mesi di tempo per depositarle. Non solo. Il Comune ha annunciato un aiuto economico alle famiglie che manderanno i propri figli nelle scuole private. Fino a mille euro. Per ogni sezione l’amministrazione avrebbe intenzione di assicurare sempre la presenza di due insegnanti e quindi, con tutta probabilità, si farà ricorso al numero chiuso, come spiega al Corriere Veneto. E “dagli 800 bambini che possiamo ospitare nelle nostre scuole, dovremo scendere a circa 600. E gli altri 200 saranno costretti a servirsi di scuole private, pagando ovviamente una retta più alta” Come al solito, Tosi non ha avuto peli sulla lingua, testimoni anche i suoi due assessori e le dichiarazioni rese al quotidiano locale “Quella delle maestre è una battaglia sindacale riprovevole, che mi scandalizza” … “Noi siamo obbligati dalla legge ad applicare il contratto degli enti locali. Le maestre si oppongono, e io trovo riprovevole e scandaloso il loro atteggiamento: con la crisi che c'è, avere il posto assicurato, a 1.300 euro al mese e facendo un lavoro che non è quello del manovale o del minatore, a me pare un privilegio, e fare 5 ore in più non mi sembra un sacrificio insopportabile”. Poi è arrivato il carico da novanta. A un mese dalla scadenza delle iscrizioni alle scuole materne l’amministrazione è in difficoltà e nelle condizioni di dover riorganizzare il servizio, ricorrendo al numero chiuso per il prossimo anno scolastico. "Nonostante la decisione di concentrare tutte le assunzioni del 2014 nel reparto scuola, se alle insegnanti sarà riconosciuto il contratto statale, e quindi un ritorno alle 25 ore lavorative anziché 30, sarà necessario limitare di circa 200 posti la disponibilità nelle scuole comunali dell’infanzia". “Poiché non è giusto che questa vertenza sindacale, che francamente mi scandalizza, sia pagata dai bambini e dalle loro famiglie, la giunta ha deciso di dare un aiuto economico a chi dovrà iscriversi altrove: offriremo un massimo di mille euro a bambino per pagare la differenza tra la retta comunale e quella delle scuole private. In questo modo continueremo ad offrire un servizio pari a quello odierno” A Verona esistono 31 scuole per l’infanzia comunali, 17 statali e 27 affiliate alla Federazione italiana scuole materne, di matrice cattolica. “L’obiettivo dell’amministrazione comunale - ha aggiunto l’assessore Benetti – è quello di non penalizzare le famiglie che desiderano mandare i figli alle scuole comunali dell’infanzia. Grazie all’assunzione di 15 nuove insegnanti, all’introduzione del numero chiuso delle iscrizioni in base alla capacità dell’organico e, soprattutto, attraverso il contributo che verrà messo a disposizione dal Comune, il servizio non subirà variazioni. Per ciascuna classe sarà garantita la presenza di due insegnanti ma i posti a disposizione, attualmente circa 800, con la nuova riorganizzazione diminuiranno di 200 unità. Per le nuove iscrizioni, sarà assicurata la precedenza ai residenti rispetto ai non residenti”. ASSEMBLEA - Intanto le maestre si stanno organizzando. Lunedì 27 gennaio, dalle 11 alle 13 e dalle 14e30 alle 16e30, si terranno due assemblee sindacali indette da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal per il personale docente delle scuole dell’infanzia comunali. In tale data, pertanto, non sarà garantito il completo funzionamento del servizio. REAZIONI - "Le insegnanti che il sindaco Tosi, vergognosamente, cerca di far passare per delle irresponsabili, sono le persone che in questi decenni hanno assicurato alla città un modello educativo d'eccellenza riconosciuto a livello nazionale". Arriva a stretto giro la replica sul caso del capogruppo Pd in Consiglio comunale, Michele Bertucco e della consigliere Elisa La Paglia. "Siamo al paradosso - spiegano - l'amministrazione imputa ai dipendenti la responsabilità dei tagli ai servizi da essa stessa approvati. Tosi sa benissimo che la questione non verte tanto sull'ora di lavoro in più, ma su una riorganizzazione del servizio pensata e attuata secondo criteri esclusivamente ragionieristici, astratta da ogni considerazione di carattere didattico e pedagogico, privata del necessario confronto con le insegnanti e i genitori. Lo stesso consiglio comunale è sempre stato tenuto all'oscuro di ogni decisione della giunta". Annuncio promozionale Continuano Bertucco e La Paglia: "Il fatto che ora si annunci il ritorno della compresenza di due insegnanti per classe, ma a fronte del taglio di 200 su 800 posti nella scuola comunale dell'infanzia, dimostra che qualcosa del precedente assetto non andava. Soprattutto dimostra il fallimento delle politiche dell'amministrazione, che doveva mediare tra le ristrettezze economiche del Comune e la necessità di continuare ad assicurare un servizio di qualità alle famiglie mentre si è cocciutamente addentrata in un inutile e dannoso scontro muro contro muro. Tosi si fermi, convochi i sindacati e le maestre e cerchi di trovare una soluzione extragiudiziale in grado di arginare l'attuale sperpero di denaro per controversie legali e che consenta di mantenere qualità e quantità del servizio". 23/01/2014 - 15:18 Enti di formazione professionale, in arrivo un incontro col ministero per ottenere il pagamento dei crediti Liguria. I rappresentanti degli Enti di formazione, insieme a Regione Liguria e Provincia di Genova, hanno ottenuto dal sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci, l’impegno ad organizzare per la prossima settimana un incontro congiunto a Roma, insieme al Ministero dell’Economia, per risolvere definitivamente la vicenda dei debiti da parte del Governo verso la Provincia di Genova. A comunicarlo è stato l’assessore regionale al bilancio e alla formazione, Pippo Rossetti al termine dell’incontro svoltosi questa mattina tra Bocci, i lavoratori degli Enti di formazione, il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, il vicepresidente Claudio Montaldo, il commissario della Provincia di Genova Piero Fossati e il prefetto di Genova Giovanni Balsamo. Una questione che riguarda da vicino anche lo IAL di Carcare, in crisi ormai da mesi e prossimo al fallimento, con dipendenti senza stipendio da sette mesi e liberi professionisti non pagati da due anni. Il motivo è proprio il mancato stanziamento dei fondi da parte della Provincia di Genova, che a sua volta reclama quel denaro dal Governo. “E’ positivo – ha ribadito Rossetti – che nel corso della riunione il Ministero dell’Interno abbia riconosciuto il debito nei confronti della Provincia di Genova che ammonta a 32 milioni e che deve essere immediatamente saldato. A questo punto ogni giorno diventa fondamentale per pagare persone che hanno già lavorato, ottenuto buoni risultati, rendicontato il lavoro, ma non sono state ancora retribuite dalla Provincia di Genova a causa del debito del Ministero dell’Interno”. Obiettivo dell’incontro della prossima settimana a Roma è quello di ottenere il pagamento dei 32 milioni di euro per evitare il fallimento di numerosi Enti di formazione e la conseguente crisi occupazionale. Intanto in mattinata, alle 10, si è registrata l’assemblea del personale della formazione professionale, organizzata da FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal; una nuova protesta, nel caso non arrivino novità positive dal vertice romani, vedrà i lavoratori scendere in sciopero il 6 e 7 febbraio prossimi. Andrea Chiovelli 23/01/2014 La formazione professionale batte cassa; i fondi continuano a non arrivare se non col contagocce e gli enti liguri sono ormai al collasso. Presidio davanti alla Regione Liguria del personale della formazione professionale organizzata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, in atteso dello sciopero il 6 e 7 febbraio. "Mancano 10 milioni di euro, gli enti sono costretti ad indebitarsi e pagano interessi passivi sempre maggiori" 23/01/2014 Formazione professionale al collasso: "Senza fondi, due giorni di sciopero" Batte cassa la formazione professionale, anche se i fondi non arrivano, se non col contagocce, e gli enti liguri sono ormai al collasso. L’assemblea del personale della formazione professionale organizzata da FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal, iniziata alle 10 di questa mattina, è allora solo l’antipasto di una nuova protesta, che vedrà i lavoratori scendere in sciopero il 6 e 7 febbraio prossimi 23/01/2014 Dirigenti Scolastici: fallita la conciliazione, sciopero il 14 febbraio Dirigenti scolastici in sciopero il 14 febbraio, con manifestazione nazionale a Roma: lo hanno deciso Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal dopo l’incontro di tentata conciliazione svoltosi oggi al MIUR. La questione è quella della decurtazione apportata al fondo che alimenta una parte delle retribuzioni, a causa di una lettura molto rigida del MEF, che i sindacati contestano nella sua legittimità, delle norme di contenimento dei salari pubblici varate nel 2010. La questione si trascina da mesi e ha visto lo stesso Ministero dell’Istruzione convenire con la “lettura” delle norme di legge e contrattuali fatta dai sindacati, ma ciò non è bastato fino ad oggi a superare le resistenze del MEF. Da qui la decisione inevitabile di proclamare uno sciopero che punta a respingere interventi di “retrocessione” retributiva inaccettabili e in palese violazione degli accordi contrattuali. Cisl Scuola, insieme a Uil Scuola e Snals, chiede interventi risolutivi in via amministrativa o, se necessario, anche legislativa, che consentano l’immediata riattivazione dei contratti integrativi regionali con la piena disponibilità dei fondi quantificati fin dal dicembre del 2012. Nel comunicato unitario altre e più dettagliate informazioni sulle motivazioni della protesta. Data ItaliaOggi Pagina Foglio La ricetta della Fismic 24-01-2014 35 1/ 2 WW'ver il rilancio economico (e non solo) Relazioni da svecchiare www.ecostampa.it Quotidiano D1 MAULo* lenchiamo una serie di dati, in quanto ci sembra del tutto evidente che l'emergenza primaria di questo paese si chiami soprattutto disoccupazione, specialmente giovanile e delle fasce più deboli del paese, sia geograficamente che sul lato del sesso. La serie di stime negative per l'economia italiana sembrerebbe finita, ma l'inversione di tendenza è così depole che non avrà alcun impatto sul mercato del lavoro. La disoccupazione continuerà a crescere per tutto il 2014 e toccherà il culmine nel prossimo anno. Il quadro delineato nel Bollettino della Banca d'Italia indica una situazione ancora di grande criticità con il pil in crescita di un esiguo O, 7% per quest'anno e dell'l % nel 2015. Il segno positivo dopo due anni di discesa ininterrotta (-2,4% nel 2012 e -1,8% del 2013), si deve alla dinamica degli scambi internazionali e alla ripresa, «pur moderata» degli investimenti. La macchina imprenditoriale dà segnali di dinamicità anche se su livelli ancora modesti e circoscritti per quelle imprese che sono protese verso l'estero. Bankitalia stima per l'ultimo trimestre del 2013 un aumento della produzione industriale dell'l % e una «ulteriore espansione nei prossimi mesi». É l'export il carburante di questa debole ripresa, e le imprese più piccole, orientate al mercato nazionale, restano ai margini. Sono penalizzate da una dinamica dei consumi molto fiacca a causa del basso livello di reddito e della grave disoccupazione che Bankitalia stima in crescita al 12,8% quest'anno e al 12,9% nel 2015. Il rafforzamento , dell'attività economica, spiega infatti l'istituto, «si trasmetterebbe gradualmente e con ritardo al mercato del lavoro». Il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) è salito ancora, raggiungendo il 40,1 % nel terzo trimestre del 2013, dal 38,9 nel secondo. Un altro fattore «di freno» m RoBERTO E Ritaglio Conf.s.a.l. alla ripresa è il difficile rapporto con le banche. Accedere al credito continua a essere molto faticoso per un mix di fattori quali la pressione della crisi sui bilanci bancari, le scarse garanzie che possono offrire molte imprese nonché la bassa domanda di investimenti. Gli ultimi dati indicano un calo dei prestiti alle imprese de11'8,4% e alle famiglie del 2,1 %. I dati di Bankitalia sono stati condivisi dal commissario europeo Rehn che ha incontrato il ministro dell'economia Saccomanni. Al e;overno italiano ha chiesto di andare avanti con le privatizzazioni -e con la revisione della spesa pubblica. Poi ha sottolineato che se l'Italia rispetterà i target di bilancio allora si potrà attivare la clausola per gli investimenti; ovvero ci sarà una mae;giore flessibilità sulle-regole del deficit. E invece di interessarsi di queste cose fondamentali i sindacati confederali (sempre più in crisi di rappresentanza, di idee, di capacità di proposta) e la Confindustria negli ultimi due anni si sono specializzati in accordi sulla rappresentanza e sulla rappresentatività: in particolare è da quando ha preso la presidenza dell'istituzione di viale dell'Astronomia Giorgio Squinzi che si sono realizzati ben tre accordi sulla materia della rappresentanza, una specie di record se si considera che la materia era ferma dal 20 maggio del 1970 con la nascita dello Statuto dei lavoratori. Il feeling politico subito nato tra la Camusso e Squinzi si pone l'obiettivo di bloccare la crisi di rappresentanza dei due istituti, resa evidente dall'uscita della maggiore azienda italiana, la Fiat, da Confindustria e dai numerosissimi accordi sindacali realizzati con l'autoesclusione della Fiom e di altre categorie della Cgil. In u;na parola, gli accordi, per come sono concepiti nel merito, cercano di rimettere al centro del sistema delle relazioni industriali del nostro paese la Cgil sul versante sinda:eale e la Confindustria su quello dei datori di lavoro, arginando la crescente spinta al pluralismo e alla diffusione di nuovi soggetti che in questi anni si era manifestata e che aveva trovato negli accordi Fiat prima, e nella redazione dell'art. 8 del decreto di Ferragosto 20 U poi, una forte spinta verso la contrattazione di prossimità, vicina al luogo della produzione, togliendo importanza e centralità al vecchio sistema di relazioni industriali che vede nel contratto nazionale di lavoro il centro motore di ogni iniziativa. Si cerca, attraverso accor• di sulla rappresentanza che hanno il solo fine di consolidare l'egemonia delle grandi centrali sindacali e datoriali, di arginare tutte le novità che porteranno il nostro sistema contrattuale a una contrattazione del ventunesimo secolo, per riportarci volenti o nolenti al Novecento. Che altl'a lettura dare quando in calce all'acr;, co~o del lp ge~? s~ attenna che per i dati associativi ai fini del' la misurazione della rappresentatività i per stipulare i fu\ turi Ccnl verranno t prese in conside1razione esclusivar mente le Oo.Ss. •aderenti all'accordo interconfedenile medesimo? Tra l'altro, la lettura èfèll'accÒrdo interconfederale in oggetto va in forte ccintràsto coii la nota sentenza della Corte costituzionale del luglio 2013 che ha giudicato incostituzionale il vecchio impianto dell'art. 19 della legge 300/70 (che assegnava la titolarità dei diritti sindacali esclusivamente alle Oo.Ss. firmatarie dei contratti nazionali). Infatti, la sentenza impone, di fatto, a tutti i datori di lavoro di riconosce- stampa del ad uso esclusivo destinatario, non re tutti i diritti sindacali del titolo secondo dello Statuto dei lavoratori, a prescindere dalla loro forza o dalla partecipazione o meno a trattative contrattuali. Si evince quindi uno stridente contrasto con il dettato della Corte costituzionale, quasi che gli accordi interconfederali sulla rappresentanza vogliano far rientrare dalla finestra quello che era appena uscito dalla porta. Ovverossia la centralità di Cgil-Cisl-Uil nel sistema di relazioni sindacali del nostro paese. Incuriosisce inoltre che gli accordi descrivano con precisione impegni che spettano a terzi non comvolt1 nella discussione finora: infatti all'Inps e al Cnel spetterebbe la certificazione dei dati. Ci clriediamo, al di là del manifestare dei dubbi sulla terzietà di Inps e Cnel (organismi nei quali i sindacati confederali e la Confindustria detengono la maggioranza assoluta), chi pagherà questa massiccia raccolta di dati (milioni di iscritti e migliaia di Rsu/ Rsa)? Dati, tra l'altro, che andranno raccolti almeno ogni anno, essendo sia il numero degli iscritti fluttuante per definizione e non essendo fissato (al contrario del pubblico impiego) una data unica nella quale celebrar~ le elezioni delle Rsu/Rsa. Dalla lettura degli accordi si scoprono poi meccanismi farraginosi che non potranno che imbalsamare ulteriormente il sistema di relazioni sindacali: un contratto nazionale per essere approvato dovrà avere il consenso di almeno il 50% più uno dei sindacati ammessi a partecipare e poi dovrà avere il consenso del voto certificato da parte dei lavoratori. Si tratta di meccanismi che ritarderanno la conclusione dei Ccnl futuri in modo insopportabile e che aumenteranno in modo indicibile i tempi della loro realizzazione. Inoltre ci chiediamo a cosa serve tutto il meccanismo di certificazione e di validazione al 51% dei sindacati certificati se poi a decidere devono essere i lavoratori? Il parlamento legifera una volta t~o_va~a la maggioranz~, riproducibile. Pag. 7 068391 Basta al sistema sindacale imbalsamato Data ItaliaOggi Pagina Foglio pulanti volevano riaffermare la centralità. Ma soprattutto lo stridente contrasto con la sentenza della Corte costituzionale porter·à verso una morte annunciata tutto l'impianto degli accordi interconfederali sulla rappresentanza e della loro impalcatura burocratica e dirigistica, Solo una legge dopo la sentenza della Corte costituzionale potrà dirimere la complessa materia e non basteranno certo i tentativi del duo Camusso-Squinzi a evitare un'ulteriore e già annunciata balcanizzazione del sistema di relazioni sindacali del nostro paese. • segretario generale ... ~Il Lrl-· 11i.;1: Fismic via delle Case RoMe 23 00131ROMA I Tul: 06/71588847 - Fax: 06/71584893 www.1"18mic.it 068391 non esiste m nessun paese civile che dopo che il parlamento ha legiferato ci sia l'obbligo di sottoporre a referendum approvativo una legge. Incongruenze e lungaggini che porteranno a ulteriore divisione e lotte intestine e, forse, alla fine stessa dei Contratti nazionali di lavoro dì cui invece gli stì- 24-01-2014 35 2/2 www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Conf.s.a.l. stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 8 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 24-01-2014 22 1 Istruzione. La protesta dei dirigenti Presidi, soluzioni entro 60 giorni per la busta paga MILANO. Due mesi di tempo per far ripartire il fondo unico per la retribuzione di posizione e risultato, avviare davvero la perequazione stipendiale dei dirigenti scolastici più giovani e bloccare il recupero forzoso di una fetta di trattamento economico ai presidi di Campania e Sardegna, oltre alla riapertura della discussione per superare il blocco dei trattamenti economici che coinvolge la categoria. Sono soddisfatti i dirigenti scolastici che ieri hanno dato vita al sit-in davanti al ministero dell'Istruzione per tornare a far sentire la propria voce dopo la "sospensione" dei rapporti con l'amministrazione della scuola. A Roma, chiamati dall'associazione nazionale presidi (Anp ), si sono radunati circa 800 dirigenti scolastici, cioè uno ogni dieci degli 8mila presidi che guidano i quasi 44ffiila istituti italiani. Tra il 2011eil2013, infatti, la "razionalizzazione" della scuola ha portato gli istituti da 10.400 a 8mila ma non ha ridotto le sedi, con il risultato di far crescere il carico di lavoro medio dei dirigenti proprio mentre la retribuzione veniva congelata. Dai vertici del ministero, guidati dal capo dipartimento Istruzione Luciano Chiappetta, i dirigenti scolastici hanno ottenuto l'impegno a trovare «soluzioni amministrative o legislative» alle diverse questioni entro la conversione del decreto scuola che ha bloccato i recuperi da 150 euro al mese dalle buste paga degli insegnanti. Il decreto è entrato in vigore ieri con la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» di ieri (è il Dl3/2014), per cui ci sono 60 giorni di tempo. «È giunto il momento di chiudere vecchie vertenze e di avviare questioni che possano portare alla valorizzazione del ruolo dei dirigenti e al recupero del Ritaglio Scuola: testate nazionali prestigio della scuola», spiega il presidente dell'Anp, Giorgio Rembado, e la traduzione di questo obiettivo passa attraverso la soluzione a diverse questioni. La prima riguarda i i8 milioni tolti dal fondo unico nazionale per la retribuzione variabile, alimentato dal pensionamento dei dirigenti ma tagliati dal ministero dell'Economia; va poi sbloc- L'IMPEGNO DEL GOVERNO Verso il riavvio dei fondi per la retribuzione entro la conversione del decreto scuola in «Gazzetta» da ieri catala «perequazione retributiva» per i giovani dirigenti scolastici, particolarmente penalizzati dal congelamento degli stipendi giunto ormai al quinto anno. Per far partire il meccanismo servono cinque milioni di euro, una somma non gigantesca per il bilancio pubblico ma ancora "fantasma" nonostante sia stata prevista fin dal 2010. Altro nodo da sciogliere in fretta è quello del recupero forzoso di somme che è stato avviato sui presidi di Campania e Sardegna, che sono stati investiti da un meccanismo analogo a quello dei 150 euro per gli insegnanti e si sono visti chiedere la restituzione di migliaia di euro a testa, con tagli anche da350-400 euro alla retribuzione mensile. Ma per i dirigenti scolastici la «valorizzazione» deve guardare anche più lontano, a partire dal fatto che la retribuzione media di un preside, 55rnila euro, valeesattamentelametàdiquella dei dirigenti amministrativi di seconda fascia, mentre la stessa proporzione non si incontra nelle responsabilità gestionali, contabili e previdenziali che impegnano la categoria. 068391 Gianni Trovati ©R:PROOUZ:ONER!SERVATA stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 14 Quotidiano 24-01-2014 2 Foglio 1 Data www.ecostampa.it LA STAMPA Pagina Remi incalza ----~·------- «5 miliardi per la scuola ·-··-· ----.. fuori dal patto di stabilità» 068391 . - Cinque miliardi di investimenti per ristrutturare edifici scolastici». È la proposta lanciata da Matteo Renzi durante l'intervista al Tg3. Per il segretario del Pd «l'Europa deve accettare» che l'investimento resti «fuori del patto di stabilità». <di governo deve darsi un bello sprint, deve risolvere i problemi degli italiani, ci 5ono le condizioni; non vorrei espressioni in politichese ma cose concrete», ha continuato Renzi. Un esempio fatto dal leader Pd è stato il patto di stabilità: «si parla sempre di pat· to di stabilità ... a me la stabilità che interessa è quella delle scuole». Renzi ha poi anche twittato: «Proposte pdnetwork: mille cantieri per mille scuole. La stabilità europea è importante, la stabilità delle aule dei nostri figli lo è di più». Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 15 Pagina 24-01-2014 41 Foglio 1 Data ItaliaOggi Il bando è gestito dal ministero dell'interno. Le domande vanno presentate entro il 613 Immigrati sui banchi di scuola www.ecostampa.it Quotidiano Un contributo di 18 mln per l'insegnamento dell'italiano }astici regionali (Usr), gli enti locali, foro unioni e consorzi, nonché altri enti senza scopo DI RoBERTO LENZI di lucro interessati. Il bando ono concessi contributi è aperto a tutto il territorio del 100% a fondo per- nazionale. Sono destinatari duto per promuovere la finali della proposta progetrealizzazione della for- tuale i cittadini di paesi terzi mazione civica e linguistica dei regolarmente sòggiornanti sul cittadini di pae_sì terzi.A mette- territorio nazionale. re a disposizione i fondi è l'avviFinanziabili azioni forso pubblico «Piani regionali per mative. Sono finanziabili la formazione civico-linguistica azioni formative progettate e dei cittadini di paesi terzi». Il attuate in modo da far acquisibando, gestito dal ministero re allo straniero un livello di codell'interno, stanzia allo scopo noscenza della lingua italiana la somma di 18 milioni di euro. non inferiore al livello A2 del La scadenza per presentare Qcer, e un livello di conoscenza domanda è fissata al 6 marzo della cultura civica e della vita 2014. La presentazione dei pro- civile in Italia, coerente con le getti, a carattere territoriale, è finanziata a valere- sul Fondo disposizioni del dpr 179/2011. europeo per l'integrazione di Il monte ore complessivo delle cittadini di paesi terzi-Azione azioni formative, corsi di integrazione linguistica e sociale, è 1/2013. Gli enti locali possòno definito in 200 ore. Propedeupartecipare come partner. ticamente a tale monte ore Sono ammessi a presentare è possibile prevedere anche proposte progettuali in quali- specifici moduli aggiuntivi di tà di capofila esclusivamente apprendimento linguistico di regioni ordinarie, regioni a livello pre-Al, per analfabeti statuto speciale e province au- o person.e non scolarizzare, tonome. Possono partecipare in nel paese d'origine, o persone qualità di partner del progetto, esposte al rischio di isolamento territoriale. A pena di esclutra gli altri, anche gli Uffici sco- sione, le attività esecutive dei Pagina a cura S progetti e l'ambito territoriale dell'intervento dovranno avere dimensione regionale o, nel solo caso di progetti presentati da province autonome, dimensione provinciale. Contributi anche per azioni di supporto. Sono finanziabili anche azioni di supporto alle attività formative, quali interviste guidate idonee a valutare le esperienze pregresse di apprendimento o in ambito professionale. Vi può rientrare anche l'attività per la presa visione della eventuale documentazione prodotta dai corsisti, a supporto delle competenze dichiarate. È finanziabile la somministrazione di prove linguistiche di posizionamento a partire dal livello pre-Al, da parte d1ai docenti responsabili delle azioni di accoglienza e orientamento. Questa dovrà essere effettuata sulla base della valutazione degli esiti delle azioni summenzionate, dal loro posizionamento nei moduli didattici e alla luce di un percorso di apprendimento personàlizzato. Contributo a copertura totale. Il contributo viene concesso a fondo perduto e può coprire fino al 100% delle spese ammissibili. Il budget complessivo di ogni progetto proposto, a pena di inammissibilità, non deve essere superiore alla dotazione finanziaria assegnata per ogni regione o provincia autonoma. Nel budget di progetto deve obbligatoriamente essere prevista una voce di costo specifica relativa alla certificazione da parte di un revisore indipendente di tutte le spese sostenute, per un massimo del 7% dei costi diretti. Domande a partire dal 30 gennaio 2014. I soggetti proponenti devono presentare i progetti utilizzando esclusivamente il portale https://www. fondisolid.interno.it a partire dalle ore 12 del 30/01/2014. Le proposte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 16 del 6/03/2014, termine dal quale non sarà più consentito l'accesso alle funzionalità del portale. Al fine di attuare, sostenere e favorire la realizzazione delle proposte progettuali, le prefetture competenti per territorio dovranno aderire alle proposte stesse, mediante la sottoscrizione di una apposita lettera di intenti, da allegare alla domanda di agevolazione. 068391 -----©Riproduzione nseroata----- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 17 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 30-01-2014 11 2/1 7 1/ 6 Scuola DI DANIELA CONDORELLI ostanza torna a casa alle ot- tori nei compiti a casa dei propri figli into, se va bene. Apre il diario, fiamma i pedagogisti e spopola sui blog dì firma avvisi e voti e poi co- studenti e genitori. Si moltiplicano ancheglì mincia a interrogare Leo- strumenti, on line ma non solo, per potennardo, prima media, mentre ziare, stimolare, verificare. In Gran Bretaapparecchia. Costanza è gna è seguitissimo Maths Easy Made, per stanca: il lavoro, la metro svolgere compiti dì matematica con i propri affollata, il treno che non arriva mai. Ma pargoli. Spiegazioni e test suddivisi per fasce domani c'è la verifica dì geometria, vuoi d'età per formare i genitori e metterli in non provargli almeno le definizioni? Patri- grado di sedersi accanto ai figli. zia invece ha trovato un sito, anzi più d'uno, Con quali conseguenze? "Rispetto al per stampare prove dì verifica. Di granunapassato, ì genitori sono sempre più coinvoltica, matematica, scienze, cc n'è per tuni. In ti nella vita scolastica dei figli, ma non pausa caffè naviga sui vari siti - ciaomae- sempre questo coincide con un reale intestra.com, maestrasabry.it, lannaronca.it - e ressamento», spiega Emanuela Confalostampa esercizi di ortografia per Jacopo, nieri, docente di Psicologia dell'educazione terza elementare. Serviranno nel fine setti- all'Università Cattolica di Milano. Il prezmana .Amanda, inoltre ,ha scarica ro un' a pp zo? «Che il ragazzo non faccia mai i conti per creare mappe concettuali: «1'v1atteo fa con se stesso e la sua capacità di apprendela prima media. Sta imparando a districar- re", risponde Confa Ioni eri, autrice del libro si con le nuove materie, fare schemi gli è "La scuola che bella fatica" (San Paolo). utile e sull'iPad più coinvolgente», spiega. Fare da soli è una palestra, vivere I' esperienGenitori che rientrano spossati da una za ìn prima persona e con le proprie armi, giornata di lavoro e ascoltano la lezione; talvolta spunta te, significa anche trovare la padri reclutati la sera e nei weekend per propria motivazione. «I ragazzi devono tentare dì risolvere espressioni complicate ~onrrarsi eon la diffìrnltiì e da lì paJTÌre per tra urla e minacce. E spesso neanche ci rie- dare il meglio dì sé•" interviene Alberto scono, sottolinea una ricerca Pearson, so- Pellai che si occupn da anni di prevenzione cietà leader in sussidi per l'educazione. Un ìn età evolutiva ed è aurore, per Erickson, genitore su 20 non sa risolvere i problemi di "Lasciatemi crescere in pace!". f'. una dì matematica della scuola media. Anche i sfida con se stessi. Concorda Confalonieri: nonni sono della partita. A loro si appalta"Vanno lasciati liberi dì sbagliare, dì arrino incombenze che vanno dall'ascoltare la ' varea scuola con un compito incompleto. poesia a correggere versioni di latino. Il che non vuol dire scomparire, ma guarli dilemma su 1 coinvolgimento dei geni- dare i quaderni, sapere cosa sra studian- ~ 068391 112 f ~I 30 gennaio 20.14 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 18 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 30-01-2014 11 2/1 7 3/6 NELL'AlìRA PAGINA: LO SCR!TIORE E INSEGNANTE MARCO LODOU do, come si trova con professori e coetanei". Aggiunge Pellai: "li buon genitore non si sostituisce. È silenzioso, nc;n interviene se non per dare un consiglio, ascoltare una lezione e poi torna nell'ombra finché non viene cercato. Dà un'occhiata al diario finché il ragazzo non sa districarsi tra le nuove materie e l'organizzazione del tempo. Non si siede accanto, incalzando lìno a risolvere l'espressione che non viene». CORSA Al VOTO. C'è un'altra conseguenza dell'ossessione a mettersi in cattedra pomeriggio e sera: la forre disequità sociale. Tutti possono snidiare, ma la disparità tra Elisabetta, figlia di prof e Stefano, appena arrivato dal Paraguay, non sarebbe così profonda se facessero da soli. O se sì potenziasse quella rete dì volontari del postscuola che raggiunge anche chi non è seguito a casa. Certo, può darsi che senza il costante fiato sul collo il ragazzo non porti a casa tutti dieci. Eccolo allora uno dci nodi cruciali di tutta la faccenda del coinvolgimento di molti genitori. L'ambizione, il risultato scolastico come indice di successo assicurato, di futuro meno incerto. "È il genitore ad aver bisogno del dicci ,.,afferma tentazione è forte: si mettono in piedi vere Confalonieri. Perché si sente giudicato, e proprie sessioni di recupero in casa, con valutato in base ai voti dcl lìglio: il fallimen- simulazioni di verifica, supporti audio per imparare divertendosi, esercizi in più dai to scolastico vissuto come fallimento educativo. Come se un 5 in matematica di libri di frate ti i e cugini. Ma per chi lo stiamo Marco volesse dire che la mamma di Mar- facendo? "Così si delegittima la scuola. Ciò co non è una buona madre. Spiega Confa- ' che fa non è sufficiente, allora interviene il lonieri: «Al momento dell'ingresso a scuo- solerte genitore», sostiene Confalonieri. la si vive una sorra di ansia da debutto so- Riflette Maria Malacrida, docente di letteciale. Per la prima volta le competenze e le re in una scuola media della Brianza, mampotenzialità del figlio vengono messe alla ma di quattro bambini che frequentano la primaria: "La sensazione è che dietro prova e la sensazione è che vengano valutate anche le abilità genitoriali». Sarò stato ' quest'ansia da prestazione si nasconda la in grado di stimolarlo nel modo giusto? La ' difficoltà di esserci su altre questioni, ben più scottanti e su cui siamo invece disarmai ti. L'ossessione ptèr il rendimento scolastico è una fuga: non riesco a starti vicino su altri aspetti, allora mi arrocco su quelli cognitivi". li resto ci interessa? Dove sono tutti i 1 bei ragionamenti stùl'inrelligenza emotiva? Eppure c'è chi, come il sociologo Domenico De Masi, sostiene che il tempo dedicato ai compiti insieme sia un momento privilegiato per entrare in relazione con il figlio attraverso la sua quotidianità scolastica. «Come se non sapessimo creare altre occa- 068391 U4I1~ I 30 gennaio 2014 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 20 Pagina 30-01-2014 11 2/1 7 Foglio 4/6 Data www.ecostampa.it Settimanale sioni per srare insieme e non avessimo altro di cui parlare che non sia l'impegno scolastico», commenta Pellai che avverte: «Quello in cui mi siedo a risolvere un problema di geometria non è tempo insieme. C'è differenza rra il rempo performativo, in cui il prodotto finale non è libero, ma corrisponde ad aspettative, e quello relazionale, condiviso e creativo». E invece ci si trincera dietro la corsa al voto e ogni delusione si ammanta di mille giustificazioni. Da qui l'idea che sia tutto più difficile, progrnmmi, libri, livello di approfondimento e i genitori non possano for aln-o che mettersi in cattedra. Ne &convinto Marco Lodoli, scrittore e insegnante, autore de "Il rosso e il blu" (Einaudi), da cui è stato tratto l'omonimo film, e ora in libreria con "Vento forte rra i banchi" (Erickson). «Come genitore sono sbalordito della mole di impegni che questi ragazzi devono sopportare. Il peso delle cartelle e l'apprensionedei genitori impediscono di fare esperienza di lihenà e autonomia. Oggi si porta a scuola dieci volte ciò che portavo io. Anche i programmi sono molro più complessi. Un tempo si facevano i riassunti, ora si smonta un rcsro in chiave strutturalista cercando sequenze narrative. Come può far da solo un undicenne che deve far fronte all'organiZ7~1Zionedì una giornata più impegnativa di quella di Ma rchionne? ».Interviene Confalonieri: "Anche percht; non si può pretendere di infilare Arene e Sparta tra la panita di calcio e l'inglese. Per imparare a concentrarsi servono momenri distesi". Che i ragazzi di oggi non hanno. Di chi è la colpa? Di genitori che riempiono l'agenda del figlio di ore di inglese, musica e arri marziali, quando nessuno li obbliga a farlo? Dei programmi più complessi? Dei prof che non pretendono più lo studio? Dei ragazzi che non si vergognano di andare a scuola impreparati? Secondo Pellai non è aumcnrata la complessità, ma lo studente è sconnesso dal giusto settìng. Non puoi ricevere sessanta WharsApp, aggiornare il profilo Facehook e cercare un termine sul trndunore di Google mentre studi la cadura dell'Impero romano. La farica deriva dall'iperstimolazione, dal renrarivo vano dì essere multitasking, dalla connessione perpetua. ENTRA IN CAMPO IL TUTOR. Manca la capacità di pulire l'ambiente di srudio e pianificare, competenza che serviva poco nei rempi distesi dei pomeriggi a casa o in corrile delle passare generazioni. Coffcrra si arricchisce allora dì una nuova proposta, con buona pace di chi è convinto che sia meglio far da sé. Si tratta dell'avvento dei turor, che formano nei ragazzi le capacitii di organizzazione necessarie per snidiare al meglio. Spiega Dario Ianes, docente di Pedagogia speciale all'Universitii di Bolzano: "Nate nel campo delle dìffìcolriì di apprcn- com1sce1T: megho ii proprio figlio, k sue difficoltà e i suoi punti di forza. "I genitori dovrebbero essere bravi allenarori che non corrono insieme al ragazzo, ma lo sostengono nel programma di allenamento. Se però il risultato è arrivare la sera sfoincati dalle discussioni, la soluzione porrebbe essere il turor, che indica una strategia per diventare autonomi organizzando al meglio il tempo, lo spazio e l'attività senza ~ 068391 30 gennaio 2014 /I~/ US Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 21 Pagina 30-01-2014 11 2/1 7 Foglio 5/6 Data www.ecostampa.it Settimanale disperdere energie». Il metodo si chiama Start, acronimo di spazio, tempo, anività, revisione e trasferibilità. In un paio di mesi si ottiene una riduzione del 35 per cento del tempo di svolgimento dei compiti. "Con la differenza che se ho un aiuto esterno, la mia autonomia risulta dimezzata. Se invece ricevo un'iniezione di competenze ne vengo rafforzato», sottolinea Ianes. Dove non arrivano insegnanti e genitori riesce il tutor. Ma i professori in tutto questo dove sono? Chi deve trasmettere strategie di apprendimento ai ragazzi? "t la scuola a doverlo fare», risponde Giuditta Donchi, maestra e autrice dcl blog scuolacontrornrrente.blogspot.com (vedi box a pagina 119). "Ci sono ben cinque anni, a partire dal terzo anno della primaria, quando si comincia a studiare, per insegnare ai ragazzi a essere autonomi. Scuola e famiglia devono prendersi le proprie responsabilità, nessuno deve delegare all'altro. Un maestro che delega non è un buon maestro>>, continua Donchi, che in una terza elementare porta avanti di pari passo la scuola del sapere e dcl fare, insieme alla collega Loredana Pellegrino che riflette sull'etimologia della parola insegnante. «Deriva dal latino insignere, lasciare un segno, una traccia. Se il genitore a casa deve fare i compiti con il figlio vuol dire che l'insegname non ha lasciaro alcun segno. O che il genitore vuole privarlo della fatica sostituendosi a lui. O, ancora, che PAOLA MASTROCOLA ----·~~-----~·"··~·-----·----- vede nel successo del figlio il proprio. C'è confusione di ruoli: il genitore vuol fare l'insegnante e lo studente sostituendosi al figlio. Il figlio non vuole far fatica, non è educato alla pazienza, a sapersi assumere responsabilità e misurarsi con propri limiti'" Assumersi responsabilità. A Parigi in seconda elementare Sofia ha firmato un regolamento di classe in 22 punti. Si impegna a «domandare aiuto quando ne ha bisogno, ascoltare chi parla, aver cura dcl proprio materiale e di quello della scuola, stare attenta per lavorare meglio, studiare le lezioni». Si impegna persino a fare colazione. Se non rispetta un articolo deve copiarlo, se ne viola più di tre deve recitarli a memoria alla preside. A proposito invece dell'imponanza di saper fallire, da copiare l'iniziativa di una scuola di Wimblcdon, in Inghilterra, che ha organizzato la settimana del fallimen- to per insegnare a gestire i sentimenti provati di fronte a uno smacco e imparare dall'errore. Laboratori, incontri, video di personaggi noti che raccontano di quella volta in cui hanno fallito. Perché, afferma la preside Heather lfanbury, «è accettabile e normale non avere successo qualche volta nella vita». O no? Non parrebbe, a sentir Lodoli: "A casa è come essere di nuovo a scuola con il genitore accanto, io per primo, a cercare di ottimizzare il tempo, a interrogare, tirar fuori tutti i libri, per far fronte ad aspettative immediate e fortissime e allevare subito piccoli professionisti». Gli fa eco una mamma: «Altri ritmi, altre richieste. Si deve crescere subito e in fretta, non c'è tempo, bisogna essere subito capaci di studiare, di organizzarsi, di gestire le proprie emozioni, di fronteggiare lo stress». E così via, pedale sull'acceleratore. Quanto hai preso? E il tuo vicino di banco? ANSIA DA PRESTAZIONE. t:ahbiamo copiata da altri quest'ansia da prestazione. Non era nostra. Racconta Maria, tre figli nel principaro di Monaco, che la sua amica Paola ha riempito la casa di post-it con le parole da ripassare per il dettato e che alle elementari vieni bocciato se hai meno di 14 di media (il nostro sette). E allora li vogliamo attrezzare, questi nostri figli, imitando la spinta alla competizione che all'esrero impera. Si pt:'nsi alle scuole tedesche dove Compili a scuola, videolezioni a casa Perché fare i compiti il pomeriggio a casa da soli o sotto l'occhio vigile del genitore ansioso e magari annoiarsi in classe? Alcuni insegnanti stanno sperimentando una nuova didattica che ribalta tempi e luoghi. Si chiama "flipped classroom", classe rovesciata. Ne parla Maurizio Maglioni. insegnante di chimica all'ltis Fermi, uno dei pochi ad applicarla in Italia (flipped-learning. it). Insieme a Fabio Biscaro, docente di informatica, e con la prefazione di Tullio De Mauro, Maglioni sta per pubblicare il libro "Capovolgere l'insegnamento, la via italiana al flipped learning" (Erickson). •L'insegnamento capovolto nasce dal fatto che i vecchi sistemi non funzionano più, i risultati sono inferiori alle aspettative. la formazione dei giovani non corrisponde alle esigenze delle azienden, spiega Maglioni: ·Sono circa 15 mila le scuole americane che stanno sperimentando questo nuovo metodo che consiste nell'invertire il luogo dove si segue la lezione, a casa propria invece che a scuola, con quello in cui si studia e si fanno i compiti, a scuola anziché in camera. •L'idea è far vedere ai ragazzi alcuni video sull'argomento da trattare prima della lezione, liberando così in classe un'incredibile quantità di tempo», aggiunge Maglioni. Tempo per esercitazioni in gruppo, laboratori, compiti. studio di casi, approfondimento. Ma anche tempo per seguire. finalmente, i ragazzi con bisogni educativi speciali. •Quando facevo l'insegnante tradizionale non avevo mai tempo per loro, dovevo spiegare e interrogare e l'ora volava. Ora giro tra i banchi e posso dedicare tempo a ognuno», sottolinea il professore. Anche i genitori sembrano soddisfatti. <>Alcuni mi hanno detto che spengono il televisore e guardano i video delle mie lezioni insieme ai figli perché li trovano interessanti•. Digitando sul motore di ricerca di YouTube, oppure su Rai Scuola o Ovopedia, si trovano video didattici per ogni argomento. Ma c'è anche chi li realizza da solo. Per imparare e per cimentarsi nell'insegnamento capovolto, Maglioni e altri hanno messo a punto un corso on line di un paio di mesi (info su facebook.com/FlippedLearningBES}. Lo scoglio? ·Ammettere che ci possa essere qualcuno più efficace e accattivante di noi a spiegare», risponde Maglioni citando l'esempio di Fiorello che racconta "I promessi sposi". E i risultati? ·Dal secondo anno in poi mi accorgo che i ragazzi sanno affrontare e risolvere problemi più complicati rispetto agli standard proposti ai loro coetanei». D.C. 068391 U6 j ~I 30 gennaio 2014 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 22 Pagina 30-01-2014 11 2/1 7 Foglio 6/6 Data www.ecostampa.it Settimanale 0 ~ ~ ~ ~ 'ìl ~ ~ 2 tismo con cui mandiamo i figli a lezioni private ha prodotto la certezza che studiare non tocchi a loro, c'è sempre qualcuno che penserà a toglierli dai guaì, basta a vere i soldi». Del resto, st•ntenzia il genitore onnipresente così come quello che delega a suon di ripetizioni: «Non ci sono alternative, maestri e professori non insegnano più il metodo». Eccola l'eterna querelle del metodo: cos'è e chi deve trasmetterlo ai ragazzi per affrontare lo studio, soprattutto nei passaggi chiave, dalla primaria alle superiori di primo grado (si chiamano così, oggi, le medie) e da queste alle superiori di secondo grado? La premessa di Masrrocola è disarmante. Non esiste il fantomatico metodo di studio, su cui sono stati spesi fiumi di parole. Bastano poche righe e pochi minuti per trasmet- terio: "Leggi la pagina, sottolinei, annoti a margine appunti di richiamo utili a schematizzare e poi ripeti chiudendo il libro». Tutto qui. Oggi la scuola è basata su test, meglio se a crocette,a risposta multipla, si interroga sempre meno. Continua Mastrocola: «Il fatto è che non viene più richiesto. Nei primi otto anni non si insegna a studiare. Al liceo arrivano ragazzi deliziosi, completamente impreparati. Che non sanno distinguere un soggetto da un complemento. Che non sanno parlare, esporre con un discorso sensato, ben costruito. In otto anni è stato deciso che non era importante, la grammatica è stata svolta tra mille altre cose». !': un j'accuse che parte da lontano, coinvolge docenti e genitori. «f, più gratificante fare uno stage di teatro, gioire per l'acquisto di una lavagna elettronica, che svolgere noiosi esercizi di grammatica». È così, denuncia, che si ottengono «ragazzi dimezzati, occasioni perse». Econtinua: «Chi lì render<Ì idonei? Nessuno. Sono cose che hanno bisogno di tempi lunghi, devono sedimentare e maturare dentro». Da una parte si inneggia al nuovo, all'aula multimediale, allo spettacolo madrelingua, dall'altra ci si lamenta di carenze strutturali, da compensare, va da sé, in privato. E se l'al.ternativa fosse fermare la corsa? invocare la slow school, la pedagogia della lumaca? 11 I 30 gennaio 2014 I~ U7 068391 • " 'B per accedere a livelli superiori la media dei voti è probitiva. O alle orde di studenti cinesi e coreani che al ruggito delle mamme tigri di qualche anno fa occupano le migliori università del mondo per assicurarsi successo e profitto. Ambiziosi, dunque, ma senza rinunciare all'atteggiamento iperprotettivo tutto italiano, preoccupato della fatica, che vuole sostituirsi, risparmiare la frustrazione del quattro. Si spiega così l'atteggiamento ossessivo dei nostri genitori sempre a voler potenziare e recuperare, ma anche la moda delle ripetizioni, fiorente mercato, spesso in nero. Chi non le prende è un alieno. Ne ha bisogno Francesca per sentirsi sicura prima delle verifiche, Luca ogni volta che il prof spiega un argomento nuovo, Fabio per recuperare il tre in matematica. E Niccolò ne ha bisogno a prescindere, per rinforzarsi. Aggiungere un paio d'ore di matematica, nonostante i buoni risultati scolastici, al pomeriggio, a pagamento, perché «non si sa mai)). O perché «così arriva più prepa .. rato alle superiori». Avverte Confa Ionieri: «Il messaggio al ragazzo è che da solo non ce la può fare. Lo si priva anche della capacità di chiedere aiuto, il bisogno». Incalza Paola ,'\1astrocola, che insegna in un liceo torinese, autrice di "Togliamo il disturbo" (Guancia), saggio sulla libertà di non studiare: « L:auroma- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 23 Data Pagina Foglio Il 24-01-2014 21 1 www.ecostampa.it Quotidiano i Diploma a 18 anni «Così sfidiamo la disoccupazione» 068391 è il problema dell'abbandono, col 17,6% dei ragazzi che lasciano la scuola e picchi del 25% nel' Mezzogiorno. Un target lontano dal tetto del 10% fissato dall'Europa. E poi c'è la ferita del passaggio tra la scuola secondaria di primo grado e la scuola secondaria di secondo grado, con l'orientamento degli studenti quasi assente, le scarse competenze di chi arriva a diplomarsi e quello della disoccupazione giovanile, che supera il 40% dei giovani secondo l'Istat e in cui si paga anche la differenza con gli altri Paesi europei, dove i giovani possono affacciarsi sul mondo del lavoro a 18 anni anziché a 19, come accade in Italia. «Diplomarsi con successo a 18 anni» è il titolo del seminario di studio organizzato oggi alla Camera e promosso dalla deputata Milena Santerini, capogruppo Per l'Italia in commissione Cultura di Montecitorio. Un confronto sui temi nevralgici del sistema italiano dell'istruzione superiore per identificare nuovi percorsi che vadano verso il miglioramento del sistema formativo. Esperti e docenti si interrogheranno sul rapporto scuola-lavoro, sulle nuove didattiche e sulla possibilità di qualificare la preparazione degli studenti nel delicato passaggio alla fine del ciclo superiore, nonché sulle proposte di "liceo di 4 anni". Saranno presenti anche alcune scuole che svolgono la sperimentazione del taglio di un anno del percorso superiore. Interverranno il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, e alcuni esperti tra cui Mario Dutto dell'Universit à Cattolica, Luisa Ribolzi dell'Università di Genova, Andrea Gavosto della Fondazione Agnelli e Claudio Gentili di Confindustria. Scuola: testate nazionali Pag. 24 Pagina 24-01-2014 21 Foglio 1/ 2 Data Iscrizioni a scuola, è l'ora della scelta: ma il 53°/o è indeciso www.ecostampa.it Quotidiano Possibili solo online dal 3 al 28 febbraio Uno studente su 4 non ha fatto orientamento i avvicina il momento della scelta, per più di mezzo milione di studenti di ter za media, chiamati a decidere quale indirizzo di studio intraprendere dal prossimo anno. Soprattutto per loro, febbraio sarà un mese di intense riflessioni, anche se l'appuntamento con le iscrizioni per l'anno scolastico 20142015 riguarda tutte le famiglie dei bambini che andranno in prima elementare e quelle degli scolari che passeranno alla secondaria di primo grado. In tutto saranno quindi coinvolti più di un milione e mezzo di studenti e di famiglie. Come l'anno scorso, le iscrizioni saranno esclusivamente online e dovranno essere effettuate (dal 3 al 28 febbraio) accedendo al sito http://www. iscrizioni. istruzione. it, a cui ci si potrà registrare già a partire da lunedì 27 gennaio. Le iscrizioni on line riguardano le prime classi della scuola primaria e di quella secondaria di primo e secondo grado. Sono escluse le scuole dell'infanzia, per le quali rimane in vigore la procedura cartacea. Per le scuole paritarie le iscrizioni online sono facoltative, anche se, comunica il Ministero dell'Istruzione, lo scorso anno, già mille istituti non statali hanno scelto questa modalità nonostante non fosse obbligatoria. Sempre dal Miur fanno sapere che, grazie all' on line, sono stati risparmiati cinque milioni di fogli di carta. «Mi pare che il sistema funzioni bene», ha scritto in un tweet il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che lo ha personalmente testato. Il verRitaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non 068391 PAOLO fERRARIO MIIANO detto finale spetterà comunque agli studenti e genitori che si cimenteranno nelle prossime settimane. Il consiglio che arriva dagli esperti di viale Trastevere è di fare le cose con «tranquillità», prendendosi anche tutto il periodo tra il 3 e il 28 febbraio. Dal Ministero ribadiscono che «non è previsto che le domande arrivate per prime siano accolte con priorità dalle scuole». Calma e ponderazione saranno requisiti essenziali per gli studenti di terza media, giunti a un bivio importante della propria vita. Per loro, da quest'anno, il Miur ha varato il progetto "Io scelgo, io studio" per orientarli, appunto, nella scelta della scuola superiore. Un'attività, quella orientativa, fondamentale che però non tutte le scuole offrono. La denuncia arriva dal portale skuola. net, che ha lanciato un sondaggio tra i ragazzi attraverso i social network: uno studente su cinque (20%), ha dichiarato di non aver tratto grossi benefici dall'orientamento svolto a scuola, mentre uno su quattro (25%), ha riferito che nella propria scuola i' orientamento non è stato svolto. Così, a pochissimi giorni dall'avvio delle iscrizioni, il 53 % riproducibile. Pag. 25 Quotidiano 24-01-2014 21 Foglio 2/2 Data passioni e aspirazioni personali, non legando la scelta ad eventuali sbocchi lavorativi futuri. Per loro è davvero una scelta di cuore, che però rischia di essere slegata dalla realtà e potrà, un domani, anche essere pagata a caro prezzo». In questi giorni, i ragazzi hanno soprattutto bisogno di essere rassicurati e cercano, su Internet ma anche attraverso il dialogo con gli adulti (insegnanti e genitori) un aiuto per districarsi tra le numerose offerte a disposizione. «Chiedono una bussola ed esprimono una forte domanda di orientamento», conclude Ferrucci. www.ecostampa.it degli studenti di terza media non ha ancora deciso. Un altro 16% ha scelto l'indirizzo di studi ma non la scuola, mentre solo il 30% ha le idee chiare sia per quanto riguarda l'indirizzo che la scuola da frequentare. La grande maggioranza di chi ha scelto (68%) è indirizzato verso il liceo, mentre il 29% verso l'istituto tecnico o professionale. «I ragazzi sono disorientati - sottolinea Marta Ferrucci, responsabile editoriale di Studenti.it, altro sito molto visitato da studenti, docenti e famiglie-. Il 66% sceglie sulla base delle proprie Pagina 068391 «Decidete con calma», consigliano dal Ministero. Skuola.net: il 68% vuole andare al liceo e il 29% ai tecnici e professionali. Ferrucci (Studenti. it): «Agli adulti chiedono una bussola» Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 26 Data Pagina Foglio 24-01-2014 21 1 Presidi in piazza: «Noi, invisibili e sottopagati» R1:1ma. Per una volta, la prima, sono scesi in piazza loro. Alcune centinaia di presidi hanno manifestato ieri a Roma -davanti al ministero dell'Istruzione e poi spostandosi a Montecitorio dove sono stati ascoltati da una rappresentanza di parlamentari -perché si sentono ignorati dal Governo. «Dirigenti delle scuole invisibili per il governo, indispensabili per il paese» recitava leloquente striscione che hanno srotolato sulle scale del dicastero di viale Trastevere. Una protesta pacata che ha dato un primo frutto: il ministero ha convocato I' associazione della categoria e preso impegni concreti. «Dopo laccorpamento delle sedi abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro e delle responsabilità (ogni dirigente ha in media 4-5 sedi) a fronte di retribuzioni bloccate. A questo - ha spiegato la vicepresidente dell'Anp, Licia Cianfriglia - si è aggiunto lo scippo da parte del Mef di 16 milioni del nostro fondo per le retribuzioni legate al risultato e alla posizione». «E giunto il momento di chiudere vecchie vertenze e di avviare questioni che possano portare alla valorizzazione del ruolo dei Dirigenti e al recupero del prestigio della scuola», ha dichiarato il presidente dell'Anp, Giorgio Rembado. Gli dà sostegno una tabella diffusa da Tuttoscuola dalla quale emerge che i presidi sono una sorta di «Cenerentola» tra i manager pubblici: se i dirigenti amministrativi di seconda fascia che lavorano a viale Trastevere o negli uffici scolastici regionali e si collocano gerarchicamente sullo stesso gradino hanno, infatti, unaretribuzionemediaannualordadi llOmilaeuro, i presidi ne prendono la metà, 55mila. Intanto, un primo risultato l'hanno ottenuto. «Il ministero - ha aggiunto Rembado - si è impegnato a recuperare i 18 milioni che erano stati tolti dal Fondo unico nazionale relativamente alla parte variabile della retribuzione dei dirigenti. Everrà trovata una copertura per il recupero dei 5 milioni per la perequazione interna tra giovani dirigenti e dirigenti anziani. www.ecostampa.it Quotidiano 068391 Prima manifestazione della categoria: «Il nostro stipendio è la metà di quello dei dirigenti amministrativi» L'impegno del Miur: recupereremo 18 milioni Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 27 Quotidiano runità Pagina 24-01-2014 12 Foglio 1/ 2 Data I . Al ministero in 700 Tagliati duemila euro in busta paga «Troppe responsabilità sulle nostre spalle» MARIAGRAZIA GERINA ROMA e Saccomanni. «Su di noi lo Stato ha già risparmiato parecchio, accorpando le scuole e riducendo il numero di dirigenti», protestano i presidi arrivati da tutta Italia mentre sventolano il prospetto elaborato da Tuttoscuola, con l'elenco delle responsabilità a cui ogni giorno devono fare fronte, dalla gestione degli appalti alla responsabilità civile nei confronti degli alunni, molte di più che nel passato, più di un qualunque dirigente amministrativo. Risultato: i dirigenti amministrativi guadagnano llOmila euro, loro la metà. Bistrattati come il resto della scuola, che sono chiamati ad innovare. Ad esempio, Nazareno Porcu guadagna 2500 euro ed è preside di mille alunni, 150 docenti, divisi in 11 plessi sparsi tra Nuoro e Mammoiada. Più la scuola di Torpé, altro paese alluvionato, di cui è «reggente» da due anni in attesa che la direzione regionale sarda nomini un nuovo preside. Per l'incarico aggiuntivo dovrebbe prendere 7mila euro l'anno, ma non ha visto un soldo. In compenso ha organizzato con una colletta tra le scuole per aiutare le famiglie alluvionate dei suoi studenti. Quella sarda è una delle delegazioni più nutrite. E ha un motivo in più per "adirarsi": la retribuzione integrativa regionale gli è già stata sottratta arbitrariamente per anni. Sperequazione geografica che il ministero si è impegnato a sanare. E che si somma a quella generazionale per cui i nuovi arrivati, in assenza di risorse, guadagnano molto meno degli anziani. Quattro anni fa erano stati stanziati 5 milioni per sanare, solo in parte, quest'altra ingiustizia: spariti. 068391 Vengono pagati la metà di un qualunque altro dirigente della Pubblica amministrazione. Gestiscono, in nome del risparmio, cinque o sei scuole per volta, distanti anche decine di chilometri, spesso cadenti, con mille e più ragazzini, cento insegnanti. E lo Stato come li ripaga? Decurtando loro lo stipendio. Purtroppo sembra il remake di quanto accaduto, appena pochi giorni fa, con i 150 euro d'aumento sottratti agli insegnanti. Stavolta il ministero dell'Economia ha deciso di fare cassa con le retribuzioni dei presidi, sottraendo 18 milioni al Fondo unico per la retribuzione di posizione e di risultato. Tradotto: per rimpinguare le casse dello Stato ai dirigenti scolastici saranno sottratti dai 1700 ai 2mila euro l'anno, circa 150 euro in meno in busta paga ogni mese. Si capisce che siano "adirati", come dicono loro, senza abbandonare il bon ton. «Carrozza e Saccomanni: basta fare danni», scandiscono sulla gradinata di Viale Trastevere. Centinaia di dirigenti scolastici, molti con i capelli già bianchi. Settecento ne conta lAssociazione nazionale dei presidi che ha convocato il sit-in davanti al ministero dell'Istruzione, più un centinaio in delegazione a Montecitorio per incontrare parlamentari del Pd, del M5S e di Scelta Civica. Una manifestazione inedita, con tanto di mantellina azzurra, che fa un po' divisa scolastica, contro la pioggia. E martedì prossimo si replica con il sit-in organizzato dalla Flc Cgil. Anche perché le «rassicurazioni» ottenute ieri a viale Trastevere sono tutte da verificare. La posizione del ministero è che quei 18 milioni di euro devono essere reintegrati: «O per via burocratica o per via legislativa», riferisce Giorgio Rembado, presidente dell'Anp, dopo l'incontro con il capo del dipartimento per l'Istruzione (il ministro Carrozza non c'era). Prima possibilità: i soldi ci sono già, basta lasciare nel Fondo unico nazionale i risparmi ottenuti alla voce «retribuzioni individuali d'anzianità» (appannaggio ormai solo della «vecchia guardia») ogni volta che un preside va in pensione. Se Saccomanni dovesse respingere il ragionamento, la seconda via è individuare le risorse per garantire anche ai presidi le attuali retribuzioni durante la conversione in legge del Decreto pro-insegnanti approvato la scorsa settimana a Palazzo Chigi. Ma il ministro dell'Economia potrebbe non essere d'accordo neppure con questa soluzione. «Invisibili per il governo, indispensabili per il Paese», si considerano i diretti interessati, in attesa di capire come finirà il nuovo braccio di ferro tra Carrozza www.ecostampa.it Scuola, presidi in rivolta «Invisibili per il governo» Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 28 Data Pagina la Repubblica Foglio 24-01-2014 43 1 LAVAGNETTE ELETTRONICHE, TABLET E COMPUTER: LA RIVOLUZIONE DIGITALE RESTA FUORI DALLE AULE UN PC PER 100 STUDENTI, LA SCUOLA FA dì Cinzia Gubbini R modernizzazione delle scuole. «l motivi sono tanti: gli hardware diventano obsoleti velocemente senza il personale tecnico addetto alla manutenzione. Inutile distribuire pc a pioggia: dopo due anni sono inutilizzabili se non c'è chi li aggiorna. E, spesso, non c'è. Centrali sono anche la manean;1,a di formazione degli insegnanti e i continui spostamenti dell'organico: è necessario passare dalla programmazione annuale a quella pluriennale. Altrimenti le scuole investono e formano persone che l'anno successivo vengonomandate altrove». L'Ocse ha messo il dito nella piaga rilevando finanziamenti scarsi e carenza di formazione. «Ve la immaginate una classe di trenta ragazzi connessa a internet, mentre il prof spiega Leopardi? In due secondi sarebbero tutti su Faeebook» dice Dianora Bardi, vicepresidente di Impara Digitale e referente per la Regione Lombardia della digitalizzazione delle scuole. «Le nuove tecnologie servono se aiutano a creare un nuovo modo di fare scuola». Serve una rivoluzione, insomma. E non solo digitale. 1111 068391 OMA. In principio fu il persona! computer: doveva entrare in ogni classe e rivoluzionare il modo dì fare scuola. Invece è entrato nelle case: 1'88,9 per cento delle famiglie italiane con figli ha ormai un pc, ma la strada per la digitalizzazione della scuola è ancora lunga. I paragoni internazionali sono spesso impietosi: secondo l'Ocse in Italia c'è un computer Of.,rni 100 studenti, la media Uc è di 16. Eppure sarebbe ingeneroso non riconoscere che negli ultimi anni tutti i ministri hanno puntato sulle nuove tecnologie: dalle lavagne multimediali (Lim) dell'ex ministra Gelmini, al Piano nazionale per la digitalizzazione dell'ex ministro Profumo ai 15 milioni per il wi-fì stanziati dall'attuale ministra Carrozza. E, allora, come mai le scuole di oggi assomigliano tanto a quelle di ieri? «Ho visto insegnanti scrivere con i pennarelli sulle Linw racconta Noemi Ranieri segreteria nazionale Uil, da anni impegnata sul fronte della OP www.ecostampa.it Settimanale SUPPLEMENTO DE Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 30 ROMA Data Pagina Foglio AMBIENTE 24-01-2014 50 1 www.ecostampa.it Quotidiano TORRE DEL GRECO. "Scuole riciclane: riduco, riutilizzo, riciclo" è un progetto di promozione della raccolta differenziata rivolto alle scuole, e promosso dall'assessorato all'Ambiente in collaborazione con Legambiente, che sarà presentato oggi al Palazzo Baronale dall'assessore Francesco Balestrieri (nella foto) e dal presidente regionale Michele Buonomo. L'iniziativa coinvolgerà, dal 3 febbraio al 5 marzo prossimi, tutti gli istituti comprensivi di Torre del Greco attraverso la raccolta di plastica Pet in appositi contenitori. 068391 Scuole e riciclo, ecco il progetto Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 31 LA SICILIA Data Pagina Foglio 24-01-2014 31 1 www.ecostampa.it Quotidiano MASCALUCIA. Due interventi dell'Amministrazione Scuole più sicure e anche funzionali ripristinare lo stato delle aule. L'installazione delle telecamere dovrebbe seivire da deterrente soprattutto nel periodo di chiusura delle scuole e per garantire, quando possibile, un «occhio» vigile nei momenti di ingresso e di uscita degli alunni. Diverso l'inteivento alla struttura di via Timparello dove occorreva inteivenire immediatamente per ristrutturare i bagni, ormai impraticabili. L'opportuno lavoro, effettuato nei due piani della costruzione, ha permesso di adeguare i seivizi a norma di legge, installare sanitari nuovi e creare seivizi igienici per i portatori di handicap. Sono state inoltre sostituite tutte le porte e imbiancato gli spazi. «Queste opere - ha affermato il sindaco Giovanni Leonardi - sono un esempio concreto della forte attenzione della nostra amministrazione alle scuole del nostro territorio, considerate una priorità su cui inteivenire a vantaggio delle nuove generazioni e di tutta la comunità, perché consegnare alla cittadina le scuole in perfetta efficienza, funzionalità e sicurezza è un nostro dovere civico». CARMELO DI MAURO 068391 Sicurezza è la parola d'ordine dell'attuale amministrazione di Mascalucia che ha inserito fra le sue priorità inteiventi a favore delle scuole cittadine, molte delle quali «colpite» la scorsa estate da veri e propri atti vandalici. Nei giorni scorsi sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione e l'installazione del sistema di antifurto in due plessi scolastici per alcune decine di migliaia di euro. Ci riferiamo al plesso di via Roma del Comprensivo «Leonardo Da Vinci», situato in via Roma, e ali' edificio di via Timparello appartenente al Circolo didattico «Giuseppe Fava». I lavori sono stati realizzati per gran parte nel periodo natalizio, approfittando delle vacanze. Nei locali della «Leonardo Da Vinci» è stato installato un sistema di sicurezza con due telecamere di soiveglianza esterne connesse all'antifurto collegato alla caserma dei Carabinieri, al Comune e alla sede centrale della scuola ubicata in via della Regione Siciliana. Quest'inteivento si è reso necessario dopo una serie di atti vandalici che, come detto, hanno creato seri danni all'arredo della scuola e al Comune che ha dovuto attingere dalle proprie casse per Ritaglio Scuola: testate locali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 32 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 24-01-2014 39 1 Comau e Politecnico Torino Il corso delle assunzioni 068391 Al via la terza edizione del master Comau-Politecnico di Torino per formare specialisti dell'automazione industriale. E' stata inaugurata nell'aula magna del Lingotto la nuova edizione del master di secondo livello in Industria! Automation: Comau ha assunto in tre anni con questa formula 59 nuovi apprendisti. Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Data Eventi Foglio 24-01-2014 1O 1 www.ecostampa.it COBBIEBE DELLA SEBA Pagina L'UNIVERSITÀ E anche gli storici del periodo «restaurano» il Risorgimento allarme era arrivato proprio da Bologna, sede storica di Arte Fiera ma anche della più antica università del mondo occidentale: ci si sarebbe potuti addirittura laureare in Storia senza sapere niente (o quasi) del Risorgimento, allarme poi completamente rientrato o quasi. Un filo rosso connette la riscoperta di macchiaioli e dintorni (Fattori e Lega furono peraltro artisti e patrioti) alla ricerca di una nuova didattica della Storia di quella stessa Italia. Secondo il professor Gian Paolo Brizzi, del corso di Storia Moderna dell'Università di Bologna, «con l'espansione accademica della Storia contemporanea gli storici hanno prima assunto la partizione cronologica 1815-1945 poi, assecondando i propri interessi di ricerca, hanno abbandonato l'Ottocento specializzandosi sul XX secolo, mentre Storia del Risorgimento decadeva rapidamente dopo gli anni Sessanta». Il vuoto che si è creato a livello nazionale, proprio per quello che riguarda il Risorgimento, è uno dei terni che le · «associazioni storiche dibattono e che ha prodotto una prima estensione dei manuali più recenti di Storia moderna al 1848». Se dunque l'arte si riprende i macchiaioli, gli storici cercano di pari passo una maggiore consapevolezza del momento storico. Il problema era già stato posto dal professore Paolo Prodi, che lo aveva a suo tempo definito «ambiguo»: nel suo saggio Introduzione allo studio della Storia moderna (il Mulino 1999) aveva spiegato che «dopo la marginalizzazione della Storia del Risorgimento» si è creato «nell'insegnamento universitario quasi un buco nero», «una terra di nessuno che ricopre gran parte dell'Ottocento e che si estende almeno sino alla Prima guerra mondiale». Quello st.b. stesso momento (ma nell'arte) che a Bologna si sta cercano di ritrovare L Atmosfera agreste Un particolare dell'opera di Silvestro Lega, dal titolo «Contadina a riposo» (1890) ' 068391 ©RIPROOUZlONE RISERVATA Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 34 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Per i giovani ricercatori a disposizione 47milioni 24-01-2014 37 Foglio 1 esterni. Per partecipare c'è tempo fino al 13 marzo, con la promessa di chiudere la selezione entro la fine del 2014. Il bando si inserisce tra le iniziative che il ministero intende mettere in campo per fare del 20141'anno del ricercatore e dovrebbe essere seguito nei prossimi mesi da un secondo bando, riservato ai ricercatori "senior". www.ecostampa.it BandoMiur Data Pagina ©RIPRODUZIONE RISERVATA Marzio Bartoloni Il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza lo aveva promesso: destinare i pochi fondi rimasti per la ricerca su bandi per i giovani ricercatori. E così è stato. Il Miur ieri ha pubblicato il programma «Sin> (Scientific independence of young researchers) che ricalca i bandi Ue dell'Erc, il Consiglio europeo per la ricerca.L'obiettivo è finanziarie nella fase iniziale della loro carriera giovani ricercatori under 40. Tre i macro settori del bando che può contare su di una dote complessiva di 47 milioni: scienze della vita (a cui va il 40% del budget), scienze fisiche e ingegneria (altro 40%) e scienze umanistiche e sociali (20%). Con una corsia preferenziale 10% L'incentivo Per l'università o ente pubblico che ospiterà ricercatori esterni per i progetti di natura interdisciplinare, «pionieristici» o che introducono approcci innovativi o invenzioni scientifiche. Il programma consiste nel finanziamento di progetti «svolti dagruppidiricercaindipendenti e di elevata qualità scientifica - recita il bando del Miur- sotto il coordinamento scientifico di un principal investigator, italiano o straniero». Che, tra i requisiti, oltre a non aver ancora compiuto 40 anni, dovrà aver conseguito il dottorato (o la specializzazione di area medica) da non più di sei anni. L'istituzione che ospiterà il gruppo di ricerca deve essere un'università o un ente pubblico di ricerca che vedrà riconoscersi un incentivo del 10% del costo del progetto nel caso ospitasse dei ricercatori Ritaglio Maria Chiara Carrozza ,~,~~;cc.j IMPRE~A:;s,~~~:11lll1~,~::·.1 id 068391 i' I j bi M@?i!i 1~~~!:~5~~;~~~~~~~~,i"~:,~~1~~~ stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 36 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 24-01-2014 16 1 www.ecostampa.it Quotidiano Una riforma a tempo determinato, LAVORO 1monitoraggio promosso dal ministero del Lavoro, ad un anno della legge Fornero, conferma l'impatto devastante , della crisi che ha fmito per annullare gli effetti delle diverse iniziative legislative. L'iniziativa rappresenta un'importante novità: è stata creata una struttura che ogni 90 giorni aggiornerà i dati sin a livello provinciale, per avere un quadro preciso dell'andamento del mercato del lavoro. Sulla base di questi risultati si potranno prendere decisioni appropriate. La congiuntura negativa non ha risparmiato alcuna forma contrattuale: calano i contratti a tempo indeterminato, l'apprendistato, il lavoro a chiamata e le collaborazioni. I contratti a tempo determinato rappresentano un'eccezione: tengono, ma solo perchè sono utilizzati per durate molto brevi nei servizi di ristorazione e accoglienza, al posto del lavoro a chiamata e a progetto che, dopo i paletti posti dalla legge Fornero, hanno perso appeal. In questo quadro c'è da augurarsi, che quando il jobs act diventerà una realtà, non si punti ad irrigidire ulteriormente i contratti a tempo determinato. 068391 I Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 24-01-2014 22 1 www.ecostampa.it Per gli inadempimenti sanzione fino a 1.250 euro Comunicazione in forma libera per i somministrati del 2013 Nevio Bianchi Barbara Massara Entro il 31 gennaio le aziende dovranno trasmettere ai sindacati la comunicazione relativa ai contratti cli somministrazione stipulati nel 2013. Si tratta dell'adempimento previsto dall'articolo 24, comma 4, lettera b) del Dlgs 276/2003, introdotto per la prima volta lo scorso anno dal Dlgs 24/2012 e da quest'anno a pieno regime, anche a seguito dei chiarimenti forniti dal ministero del Lavoro con la nota 12187 del 3 luglio 2012. L'obbligo ricade su tutti i datori di lavoro che nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre del 2013 hanno fatto ricorso ai contratti di somministrazione e consiste in una comunicazione da inviare ai sindacati interni o esterni in cui devono essere indicati il numero dei contratti stipulati, la durata degli stessi, le ragioni di ricorso alla somministrazione (sostitutive, produttive od organizzative) nonché il numero e la qualifica dei lavoratori utilizzati. I destinatari di tale comunicazione sono le rappresentanze sindacali interne (Rsa o Rsu), se presenti o, in mancanza di queste, le organizza- zioni territoriali di categoria aderenti alle confederazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Nélanormadilegge,nélanota ministeriale esplicitano le specifiche modalità di trasmissione, che sono quindi da intendersi come libere. Il ministero, nella nota del 2012, precisa soltanto che l'obbligo può essere adempiuto anche mediante l'associazione dei datori di lavoro LA BUSSOLA L'elenco dei contratti, delle motivazioni e della durata va consegnato alle Rsu o alle organizzazioni sindacali territoriali alla quale l'utilizzatore aderisce o conferisce mandato. La comunicazione, che di fatto fotografa i nuovi contratti stipulati nel corso del 2013, ha natura consuntiva e un contenuto semplice (si veda il facsimile riportato sotto), ma una funzione importante e cioè quella di consentire alle organizzazioni sindacali di verificare il corretto e limitato utilizzo dei contratti di somministrazione, evitandone abusi (va considerato, ad esempio, che nel limite massimo di 36 mesi di ricorso al contratto a termine vanno inclusi anche i periodi in somministrazione). L'unica pratica difficoltà per il datore di lavoro potrebbe essere quella di reperire i corretti indirizzi delle organizzazioni sindacali territoriali a cui inviare la comunicazione, laddove manchino i sindacati interni. L'eventuale omissione, però, espone il datore di lavoro all'applicazione di una sanzione pecuniaria amministrativa compresa tra un minimo di 250 euro e un massimo di 1.250 euro, prevista dall'articolo 18 del Dlgs 276/ 2003. Per completezza, si ricorda l'esistenza di un'altra comunicazione, prevista dalla lettera a) del comma4 dell'articolo 24 del Dlgs 276/2003, questa volta di tipo preventivo, con cui gli utilizzatori dovrebbero comunicare ai sindacati la propria intenzione di ricorrere ai contratti di somministrazione specificando i numeri nonché le ragioni. L'eventuale omissione subisce la stessa misura sanzionatoria prevista per quella consuntiva. ©R:PRODLZJONE RISERVATA Il modello CORBIS Fac-simile comunicazione annuale "consuntiva" ex articolo 24, comma 4, lettera b), Dlgs 276/2003 Spett.le RSA o RSU o 00.SS territoriali di categoria Oggetto: com1B1icazione annuale ex articolo 24, comma 4, lettera b), Dlgs 276/2003 ·anno 2013 Con la presente la società ......................•, ai sensi della lettera b) comma 4 dell'articolo 24del Dlgs 276/2003 comunica di aver stipulato nell'anno2013 contratti di somministrazione aventi le seguenti caratteristiche: Numero complessivo....................... Motivazioni..... (n. 2 per ragioni organizzative, n. 3 per ragioni sostitutive, eccetera) ....................... . Durate (per esempio n. 2 con durata 1-1-2013/30.6.2013) Per complessivi n.... lavoratori con qualifiche di... ............. . Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad 068391 Cordiali saluti uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 38 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 24-01-2014 42 1 l'indagine. Il monitoraggio post Fornero: crollano tutte le forme di inquadramento, apprendistato compreso Resiste solo il contratto a termine www.ecostampa.it Quotidiano La breve .durata è preferita al lavoro intermittente o al «progetto» Giorgio Pogliotti ROMA Il calo dell'occupazione interessa tutte le tipologie, a partire dal contratto a tempo indeterminato, penalizzando soprattutto i giovani. Fanno eccezione i contratti a tempo determinato che reggono, grazie alle assunzioni di breve durata, e sono utilizzati dalle imprese al posto del lavoro intermittente e a progetto, dopo i "paletti" posti dalla legge Fomero a queste due forme contrattuali. È questo lo scenario che emerge nel monitoraggio promosso dal ministero del Lavoro del 1° anno di applicazione della legge 92 del 2012, la legge Fornero, che evidenzia come il calo degli avviamenti con contratti a tempo indeterminato, prosegua nel 2° trimestre 2013, interessando le donne (-10,1%) e gli uomini (-10,3%). Considerando che 6 attivazioni di contratti a tempo indeterminato su 10 sono per lavoratori "over 34" e che solo 1 su 10 è per giovani con meno di 24 anni, «la riforma non sembra aver sollecitato le imprese ad un maggior ricorso a forme di lavoro "standard" per i giovani». Il calo riguarda tutti i comparti (-18,8% nel commercio e riparazioni, -14,6% nell'industria), ad esclusione dei servizi per attività svolte da famiglie, dove i contratti a tempo indeterminato aumentano del 3%. «Il monitoraggio e la valutazione delle riforme legislative - sottolinea il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini - sono uno strumento per migliorare la produzione normativa e accrescere l'efficacia degli interventi, in presenza di risorse scarse». Male l'apprendistato: tra aprile e giugno 2013 sono stati trasfoflllati in contratti a tempo indeterminato solo 1'1,3% dei contratti (6.013),il14%inmenosubasetendenziale, con una maggiore accentuazione del fenomeno per i più giovani, mostrando <<Una significativa contrazione dopo l'entrata in vigore della riforma». I contratti di apprendistato attivati nel 2° trimestre 2013 sono solo il 2,7% dei 2,7 milioni di contratti totali, una quota in diminuzione di 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. Se al Nord i contratti di apprendistato attivati sono il 4,1% del totale, nel Centro e nel Mezzogiorno il peso è, rispettivamente, del 2,8% e 1,2%. Quanto ai contratti a tempo determinato, secondo i curatori del rapporto «le nuove disposizioni non ne hanno inibito l'ampia utilizzazione», nel 2012 hanno rappresentato il 69% delle attivazioni. Sempre nel 2012 1,7 milioni di attivazioni con contratti a tempo determinato avevano una durata di1-3 giorni (17 4% del totale), quasi tutti nei servizi (ristorazione, accoglienza). I contratti a tempo determinato di brevissima durata (1-3 giorni) sono cresciuti del 4,6% nel 2°trimestre2013 rispetto allo stesso periodo del 2012, il fenomeno «costituisce, nell'accezione proposta dalla riforma, un aspetto indubbiamente controverso». Dal 4 °trimestre2012 per i contratti a tempo determinato si registra una variazione tendenziale del +2,1 %, seguita da un lieve incremento nel secondo trimestre del 2013 ( +0,2%) dovuto alla crescita del Centro Italia, nei servizi, fra gli over 44 e le donne (calano nel Mezzogiorno e nel Nord, nell'industria, fra i giovani). L'impatto della legge 92 è forte sul lavoro intermittente: dal 3°trimestre 2012 calano sensibilmente fino a rappresentare nel 2°trimestre 2013 solo il 44% degli avviamenti (erano il l0,4% nel 2012), concentrandosi nei servizi (alberghi e ristoranti). In forte calo anche i contratti a progetto dopo l'approvazione della legge 92: nel 2°trimestre 2013 sono stati avviati 49.259 contratti di collaborazione, il 5,9% del totale. Per ilsottosegretario al Lavoro, Carlo Dell'Aringa, siamo in presenza di «un fenomeno di sostituzione nell'utilizzo di tipologie contrattuali da parte delle imprese», mentre sul lavoro intermittente e sulle collaborazioni «ha pesato l'irrigidimento normativo introdotto dalla legge 92», sull'apprendistato «l'appesantimento burocratico». In questo quadro emerge un aspetto positivo nel 3 °trimestre del2013:ilsaldopositivotraassunzioni e cessazioni, dopo cinque trimestri consecutivi di saldo negativo. Bisognerà attendere le prossime rilevazioni per capire se questo fenomeno si sarà stabilizzato. ©RJPROD:..:ZIONERISERVATA Tempo indeterminato "' Continua anche nel secondo trimestre 2013, il ca lo dei contratti a tempo indeterminato, interessando in eguale misura le donne (-10,1%)egli uomini (10,3%). Apprendistato " I contratti attivati nel secondo trimestre del 2013 sonosoloi12,7%dei 2,7 milioni di contratti totali, una quota in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012 Ritaglio Lavoro e previdenza 068391 Tempo determinato "Nel2012eranoil69%delle attivazioni. Nel secondo trimestre del 2013 (+0,2 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2012, dovuto alla crescita registrata nel Centro, nel settore dei servizi (contratti di brevissima durata), fra gli over 44e le donne. stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 39 COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 24-01-2014 3 1 I contratti a termine sono sette su dieci Bene I'Aspi, arretra lapprendistato www.ecostampa.it Quotidiano di ENRICO MARRO a riforma Fornero del mercato del lavoro non ha l A funzionato. E questo, in sintesi, ciò che emerge dal primo rapporto di monitoraggio, previsto dalla riforma stessa, diffuso ieri dal ministero del Lavoro. Sessanta pagine per analizzare il periodo da luglio 2012 a giugno 2013, cioè il primo anno di applicazione delle norme che puntavano a incoraggiare le assunzioni e le stabilizzazioni a tempo indeterminato, a combattere la precarietà e afare dell'apprendistato il principale canale di accesso al lavoro per i giovani. Il bilancio è negativo. Certo, va detto che la riforma, pensata, come dice il titolo stesso della legge, «in una prospettiva di crescita» dell'economia, ha debuttato in un momento particolarmente infelice: la peggiore crisi economica del dopoguerra. Ma andiamo con ordine. Il numero degli occupati, l in calo dal 2008, è continuato a scendere, osservano gli esperti del comitato permanente di monitoraggio nominati dal successore di Elsa Fornero, Enrico Giovannini. I contratti diversi dal contratto a tempo indeterminato, cioè tutti i contratti atipici, non hanno perso terreno: «Complessivamente, emerge una certa costanza del contributo dellçz tipologia "altri contratti" nel determinare la dinamica complessiva della variazione tenden,ziale delle attivazioni» di rapporti di lavoro. «E evidente che le nuove disposizioni non ne hanno inibito una ampia utilizzazione (il contratto a tempo determinato nel 2012 ha rappresentato circa il 69% di tutte le attivazioni). Al contrario, per i «rapporti di lavoro a tempo indeterminato, considerati dal legislatore quale "contratto dominante"(. ..) il. trend decrescente è abbastanza evidente». Male anche le stabilizzazioni: esaminando le «trasformazioni dei contratti da tempo determinato a indeterminato (nel secondo trimestre 2013 pari a circa 73mila su oltre 1, 7 milioni di attivazioni con contratto a termine), si osserva una dinamica tendenziale negativa», con un «crollo delle trasformazioni» pari al 22% rispetto al secondo trimestre del 2012. Malissimo l'apprendistato: «Il trend delle attivazioni con contratto di apprendistato appare nettfimente decrescente dopo l'approvazione della riforma» e «anche il numero medio di contratti di apprendistato trasformati in rapporti di lavoro a tempo indeterminato subisce una notevole flessione. Tra aprile egiugno 2013, infatti, sono stati trasformati solo l'1,3% dei contratti attivi». La stipula di contratti di apprendistato ha mostrato «Una significativa contrazione dopo l'entrata in vigore della riforma». Nel secondo trimestre del 2013 «sono solo il 2, 7%» di tutti gli avviamenti al lavoro. Con i vincoli introdotti dalla legge sono scesi anche i contratti intermittenti e quelli di collaborazione. Nonostante l'articolo 18 sia stato attenuato, i licenziamenti «sono in diminuzione dall'inizio del 2013 e costituiscono circa il 9% delle cessazioni». Bene la nuova indennità di disoccupazione. Aspi e mini-Aspi hanno «comportato un incremento della popolazione coperta»: potenzialmente un milione e mezzo di persone in più, in particolare apprendisti, soci delle coop, giovani che perdono il primo lavoro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Artlcolo18 068391 I licenziamenti «sono in diminuzione dall'inizio del 2013 e costituiscono circa il 9% delle cessazioni» Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 40 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 24-01-2014 39 1 Non solo giovani Formazione, quando lo stage èper40enni Volete rimettervi in gioco, professionalmente parlando? Quest'anno il gruppo Tuscano prevede di attivare più di 200 stage (rimborso di 1600 euro per 8 settimane). E, come lo scorso, saranno rivolti soprattutto a 18-4oenni, ma anche, in piccola parte, a 40-45enni motivati. Non è un caso isolato. Per esempio la provincia di Cremona finanzia (fino a 1000 euro al mese) a senior senza lavoro 70 tirocini in aziende, cooperative e associazioni. E il Comune di Venezia, che già qualche mese fa ne ha promossi 18, visto il successo dell'iniziativa, prevede di replicare. In questo momento di crisi lo stage in età matura si sta diffondendo. Non solo in America, dove i <<retournship» organizzati da società come Goldman Sachs o Sara Lee per reinserire talenti senior usciti dal mercato del lavoro sono ormai un classico. Ma anche qui in Italia. A partire dalla provincia di Milano, dove, secondo l'Osservatorio Mercato del Lavoro, solo nei primi dieci mesi del 2013 ne sono stati attivati ol- lcul Le iniziative del gruppo Toscano e degli enti locali. Gli esempi all'estero. Tra gli obiettivi: reinserire in ufficio i disoccupati tre mille per over 40 e 50, il doppio rispetto al 2009. E' una buona notizia? I pareri degli esperti sono contrastanti. «Sicuramente è un primo segnale di attenzione a un problema cruciale: la crescente uscita dal lavoro di persone di 40-4550 anni, che non hanno più una professionalità adatta alle condizioni attuali è un problema molto grave, per cui si è sempre fatto poco», riflette Matteo Giuliano Caroti, ordinario di economia e gestione delle imprese internazionali alla Luiss. <<Attività di questo tipo da sole non bastano - avverte Alessandra Lazazzara, ricercatore postdoc di Organizzazione aziendale all'università di MilanoBicocca -. Quello che serve è una seria riforma del mercato del lavoro italiano, ma anche un profondo cambiamento culturale da parte delle aziende e della ·società in generale che porti a una rivisitazione degli stereotipi legati all'età in tutte le loro sfaccettature». 068391 Iolanda Barera (()RIPROD\JZlONERISF.RVATA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 Quotidiano Data ItaliaOggi Pagina www.ecostampa.it Foglio 24-01-2014 32 1 Interpello su accordi e licenziamenti Conciliazione sempre valida DI DANIELE CIRIOLI l vizio di procedura nel licenziamento non invalida la conciliazione sindacale in cui il lavoratore ha rinunciato a impugnare lo stesso licenziamento. La rinuncia in altre parole mantiene efficacia, anche se il licenziamento sia avvenuto senza rispettare il rito Fornero (art. 7 della legge n. 604/1996 come modificato dalla legge n. 92/2012, lariforma Fornero). Lo precisa il ministero del lavoro nel primo interpello di quest'anno. Conciliazione e licenziamento. Il ministero è chiamato a rispondere a un quesito con cui la Confindustria ha chiesto chiarimenti in merito alla validità di una conciliazione conclusa in sede sindacale, nella quale il lavoratore rinuncia al diritto a impugnare il licenziamento, anche nell'ipotesi in cui lo stesso licenziamento sia stato effettuato senza rispettare la procedura prevista dall'art. 7 della legge n. 604/1966. Tale procedura, introdotta dalla riforma Fornero per i licenziamenti economici, contempla proprio un tentativo di conciliazione quale atto propedeutico a quello risolutivo 1 068391 I del rapporto di lavoro, prescrivendone il relativo iter di adempimenti e di tempistica. I chiarimenti. In via di principio il ministero afferma che l'introduzione del tentativo di conciliazione all'interno dell'iter procedurale del licenziamento lascia inalterati disciplina ed effetti dell'art. 2113 del codice civile. Articolo che dispone l'invalidità di rinunce e transazioni in materia di lavoro, salvo che nella specifica ipotesi in cui concernano diritti disponibili del lavoratore tra i quali virientra anche quello dell'impugnazione del licenziamento. In conclusione il ministero ritiene che le due procedure, il rito di licenziamento e la conciliazione, benché accostati nel rito Fornero, (erano e) sono indipendenti l'uno dall'altro, con la sola (e unica) limitazione che la seconda è atto necessario per il licenziamento secondo il rito Fornero. Pertanto ai fini della validità del licenziamento occorre esperire il tentativo di conciliazione, ma un eventuale vizio procedimentale nell'effettuazione del licenziamento non inficia la validità di una conciliazione la quale resta pienamente efficace e valida. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 42 I ltallaOggi Data Pagina I Foglio 24-01-2014 33 1 Il sindacato unitario Ancl commenta le ultime misure in materia Stretta sul laVoro nero www.ecostampa.it Quotidiano Inasprite le sanzioni per chi non è in regola DI FRANCESCO GERJA ccupazione, flessibilità, opportunità. Ecco gli slogan amplificati in questo periodo di crisi, quasi come ricette incontrovertibili per poter creare nuovi posti di lavoro. E lotta su tutti i fronti al lavoro in <<nero» piaga sempre difficile da estirpare. Nell'attuale scenario, contornato da una continua quanto a volte pleonastica ricerca della stabilità, il legislatore, «sornione», fa il restyling alle sanzioni per il lavoro in nero e alle violazioni in materia di orario di lavoro. Dal 24 dicembre 2013, l'art. 14 del dl 145 /2013, incrementa del 30% le sanzioni amministrative di cui all'art. 3 del dl n. 1212002 (converto in legge n. 73/2002) previste in caso di occupazione di lavoratori non regolarizzati. Di concerto aumenta parimenti l'importo delle somme aggiuntive da versarsi per poter revocare il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale ai sensi dell'art. 14, comma 4, lett. c) del dlgs n. 8V2008. Con lo stesso provvedimento il legislatore coglie l'occasione per rivisitare e decuplicare le sanzioni amministrative di cui ai commi 3 e 4, art. 18-bis, dlgs 66/2003 previste nei casi di violazione della durata media dell'orario di lavoro, dei riposi giornalieri e settimanali. Risulta quindi spontaneo chiedersi se tale accanimento sia necessario e quindi utile alla realizzazione di nuova oc- ro la sanzioni prevista è da 1.000,00€ a 7.500,00€ (prima da 100,00€ a 750,00€). Se nella violazione sono coinvolti, poi, più di cinque lavoratori ovvero si riscontra in almeno tre periodi di riferimento la sanzione aumenta da un minimo di 4.000,00€ a un massimo di 15.000,00€ . Se poi la violazione è riferibile a più di dieci lavoratori o a cinque periodi di riferimento il regime sanzionatori vola da 10.000,00€ a 50.000,00€ (in quest'ultimo caso non è ammissibile il pagamento delle sanzioni ridotte); - non rispettare i riposi giornalieri (intervallo di 11 ore consecutive ogni 24 ore) costa ora da un minimo di 500,00€ a un massimo di 1.500,00€, innalzati da 3.000,00€ a 10.000,00€ con il coinvolgimento di più di cinque lavo~t.Qri o riscontrata in almeno tre periodi di 24 ore, e sino a 9.000,00€ e a 15.00,00€, senza. pagamento della sanzione ridotta, quando si ricomprendano più di di.eci lavoratori o almeno cinque periodi di 24 ore; -infine per la mancata osservanza del riposo·Sèttimanale (periodo di 24 ore consecutive cumulabile con il riposo.giornaliero, di norma coincidente con la domenica e riferibile a una media di 14 giorni), le sanzioni lievitano da 1.000,00€ a 7.500,00€.Anchein tale contesto il coinvolgimento di più di cinque o dieci lavoratori le somme previste risultano rispettivamente da 4.000,00€ a 15.000,00€ e da 10.000,00 a 50.000,€). Ora, seppur rimanendo inalterata l'opportunità di ridurre le sanzioni a un doppio del minimo o a 1/3 del massimo se più favorevoli e se versate tempestivamente, la nuova disciplina potrebbe aver riflessi, per così, dire a corrente alternata. Sanzionare e reprimere le sacche di lavoro nero e irregolare risulta certamente lodevole e corretto. Tali abitudini, spesso radicate in situazioni di sfruttamento e disonestà, necessitano di strumenti e di misure atte a contrastarne la permanenza, soprattutto in uno spirito di prevenzione e promozione della dignità del lavoro e della persona lesa nei suoi irrinunciabili diritti. Per contro però, l'aumento di dieci volte delle sanzioni riferite all'orario di lavoro e ai riposi, pur con l'intenzione di sconfiggere comportamenti fraudolenti, può divenire causa di scoraggiamento in quei datori di lavoro che, invece, necessitano di flessibilità visto l'attuale contesto economico. Se con una mano il legislatore applica la regola del bastone e della soppressione, con l'altra dovrebbe quanto meno introdurre metodi innovativi e più concreti. Infine poi, considerato che gli introiti riscossi con l'aumento delle sanzioni saranno in gran parte destinati a migliorare il funzionamento dei servizi ispettivi, risulta quasi laconico pensare che la cronica carenza di fondi nella pubblica amministrazione, è posta ancora un volta a carico della collettività. 068391 O cupazione oppure se tutto sia riconducibile all'incapacità di scardinare una sedimentata filosofia repressiva e sanzionatoria del nostro legislatom, quale unico strumento a sua: disposizione. Tempestivamente, il Ministero del lavoro in data 27 dicembre 2013 con lettera circolare n. 22277, per tramite della Direzione generale per l'attività ispettiva, ha chiarito che le nuove sanzioni sono applicabili solo per i verbali notificati o per le revoche di provvedimento presentate dopo il 24 dicembre 2013 e quindi escludendone una efficacia retroattiva, in virtù del tempus regit actum. La cornice che racchiude i nuovi valori applicabili alle fattispecie sanzionatorie risulta essere la seguente: - la maxi-sanzione amministrativa per l'utilizzo di lavoro nero (in precedenza da 1.500,00€ a 12.000,00€) aumenta rispettivamente a 1.950,00€ e a 15.600,00€ per ciascun lavoratore, mentre la 'somma aggiuntiva viene ragguagliata a 195,00€ per ciascuna giornata di lavoro effettivo non regolarizzato (cfr circ. Min. lav. 38/'2010); - la sanzione ridotta invece, sempre per la precedente violazione, si attesta da 1.300,00€ a 10.400,00€ (prima da 1.000,00€ a 8.000,00€), e la somma aggiuntiva sale a 39,00€ (in precedenza 30,00€); - ilei casi dì superamento della durata massima settimanale dell'orario di lavo- Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 43 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 30-01-2014 28/33 1/ 6 LAVORO/ L'ULTIMO DRAMMA IL PROFESSORE CATANESE FILIPPO GENSABELLA COL AGLIO STEFANO. ENTRAMBI PRECARI Non solo i giovani che non hanno mai visto un posto lisso. Ma anche i genitori che l'hanno perso. La vita sempre in bilico di un nwnero crescente d'ilaHani DI FRANCESCA SIRONI - FOTO DI GIANNI CIPRIANO, ANDREA FRAZZETTA, LUCA LOCATELLI PER L'ESPRESSO o sempre lavorato con l'ansìa del rìnnovo del contratto. Adesso vedo ì miei figli condannati alla stessa sorte». Filippo Gensahella, insegnante di storia dell'arte a Catania, quando è nato suo figlio era un'eccezione: nell'ltalìa "quìnta potenza ìndustriale" dì Bettino Craxi, quelli che penavano per un'assunzione dcfinìtiva formavano una sparuta minoranza. Oggi è l'esatto contrario: il Paese è scivolato nella crisi, toglìendo g<mmzie a due generazìonì dì lavoratori. Che sì scoprono precari, a 20 come a 50 anni; quelli che un impiego a tempo pieno ce l'avevano ma lo hanno perso e quelli che non l'hanno proprio mai nemmeno visto. Non è più solo, infatti, un problema dei ragazzi, ma anche dei loro padri, di quei genitori che riescono a ottenere solo occupazioni interrnìttentì. Vecchie e nuove : leve obbligate a fare i conti con redditi i Forma di assunzione per ogni 100 nuovi sempre pili incertì. impiegati In Italia Impieghi temporanei, collaborazioni saltuarie e cassa integrazione riguardano Contratti atipici 53% ormai pili del 50 per cento dei lavoratori attivi, rendendo il posto fisso una certezza del passato. E non sono solo gli under 25: metà degli assumi "a progetto" nel 20 l 2 aveva tra i .30 e i 49 anni. Più di un terw di loro ha figli a carico. Ed è una tendenza destinata ad aumentare: quasi sette neo-impiegati su IO, fotografa il rapporto 20 !J dell'lstat, non sono "standard". Secondo l'Isfol, un istituto del ministero del Lavoro, va ancora peggio: Contratti Contratti 1'84 per cento dci nuovi contratti firmati "parzialmente a tempo avrebbe già incisa la data di scadenza. standard" Indeterminato Per questo non si può parlare solamenFonte:lstai 16'\ 31% te dì "giovani precari'', come se il lavo- ,. 068391 28 I~ 30 gennaio 2014 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 44 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 30-01-2014 28/33 3/6 all'eslaro hmdaaa ro senza garanzie riguardasse solo chi ha appena finito gli studi. «Mentre la disoccupazione tra i 15 e i 24 anni continua a crescere a livelli record, la precarietà ha raggiunto le fasce d'età medie e medioa lte della popolazione•,, spiega Luca Salmieri, docente di Sociologia alla Sapienza: "Gli effetti della crisi hanno inghiottito anche coloro che prima poteva~~=:~!~1:~:~E-=:~:::~:;:::=~~;~~=~~ r~~!E1JIT.rur.~ru~ ~~!!~ 'lrr'.foru ~tlrnmJ!~" no contare su un contratto a tempo indeterminato: gli adulti, padri e madri ..:he ~!f~~""~!!!!~i\i!"'Ì' restano senza garanzie. All'incertezza dei figli si i.: aggiunta quella dei genitori. Mi~, ~1!i!i;il~ r;l~~i, ~.ir~~ !!lHliifl !11"1!lilltr.J :ii~1ìi!;ii rJ~,jl'.Ji 1~~!'!!!f~j:.'1~~i!~r~fi!! ~i nando le fondamenta di quello che è per ll~ ~~~~~~~~~~ :i~~{;~~~~i~~~-,~~~~~:· ·~~~~.:~~~~~~~·:i~~~ :~~~~~~~~~~<~~~:·~~::t~~:!!·,, antonomasia l'ammortizzatore sociale ~1~:~,~--;~"~~·~··~~~.11!~~~u. nel nostro Paese: la famiglia". Così i Gensabella si ritrovano ad essere testimonial di un futuro instabile che riguarderà milioni di italiani. SENZA PARACADUTE. Rossella ha 50 anni, tre figli e una carriera solida alle spalle. Laureata con lode in fisica nucleare, appena trentenne era già dirigente di un 'azienda; come esperta di "information technology" è stata a Torino, Napoli, Roma, in Francia, in Norvegia. «lo e mio marito abbiamo fotto del nostro temere l'indigenza. Guido e sua mamma, meglio. Abbiamo studiato e lavorato ! come il professor Gensahella, sua moglie senza spintarelle. Abbiamo creduto nel e i loro quattro figli, si sentono fortunati. merito. E salito tutti i gradini, uno alla In un modo o nell'altro un lavoro lo trovolta"· Poi nel 2005 è stata licenziata. Da vano: saltuario, intermittente,che imporallora ha trovato solo contratti a progetta. li problema però è sempre lì, che to, collahorazìoni a ritenuta d'acconto o aspetta: è il domani. Progettare qualcosa retribuzioni in nero. Dal 20 I O il marito è è impossibile. Risparmiare diffa·ile. Così in cassa integrazione. Sua figlia, 30 anni, sul futuro cala la più completa incertezza. ha fatto la segretaria, l'impiegata, la «Sappiamo di non poter contare su un centralinista e adesso è disoccupata. atterraggio morbido se cadiamo», prova I: altro figlio, 23, studia al conservatorio fratello è sempre mancato quell'aliante a sintetizzare Guido. Come anche sanno, chitarra classica,ha vinto premi interna- che ti permette di volare senza incertezze,,. giovani e adulti in questa situazione, che zionali ma per sopravvivere distribuisce Dal 2006 al 2012 i nuclei familiari in possono scordarsi l'auto di proprietà volantini e dà lezioni private. L'ultimo i.: cui almeno due persone hanno trovato (una, quando va bene, per l'intero nucleo ancora al liceo. «Ora mi rendo conto che solo impieghi a tempo sono passati dal 9 familiare), devono rinunciare alle vacanho paura per mia figlia, per il suo futu- al 16 percento. «Quellochecolpisceèche ze, contare sugli inviti degli amici per ro», racconta: "Perché io non posso in Italia si continua a pensare che la fa- uscire, controllare tutti i prezzi quando aiutarla, che ne so, a finire gli studi, ad miglia sia un ammortizzatore», spiega fanno la spesa, riparare sempre i vestiti, andare all'estero. Non posso protegger- Chiara Saraceno, professore del ''Centro far aggiustare la lavatrice presa a rate che la. Non potrei nemmeno farle eia garan- per la ricerca sociale" di Berlino e auto- non si può cambiare. te per un affitto in regola o darle un i re de "lavoce.info": "Cosa che sicura«lo avrei voluto che i miei figli studiasprestito per versare la caparra,,. mente è stata vera fino ad oggi - tanto sero all'estero. Che potessero viaggiare, Avere dei genitori precari, spiega Guido che la disoccupazione da noi ha creato fare esperienze, tentare nuove strade. In· Ingenito, videomaker 27cnne, il papà meno affanno, meno debolezze che in vece sono fermi qui, come me», racconta mancato nel 200.3 e la mamma che negli altri Paesi - ma che ormai non regge più. l'insegnante di Catania: «Ancorati in que· ultimi dieci anni ha fatto la cameriera, la La maggior parte delle famiglie si è man- sta Sicilia asfissiante, solo perché io non so barista, la donna delle pulizie, l'assistente giata i risparmi accumulati. Sono finite se a settembre mi rinnoveranno l'inca- • di notte negli ospedali, la commessa, pure le riserve. E infatti i dati sulla povertà la venditrice al banco del pesce, significa: sono esplosi di colpo». GUIDO INGENITO CON SUA MADRE FEBRONIA «Non avere un paracadute. A me e mio Non è questione di far la farne. O di NEL LORO APPARTAMENTO DI MILANO ~~~~~::~~'~1.:~:::::~=~~J~~';-~;:.;~~i.:::~~i:!~J~;,:;:~~:;~;:~::~;~i~~~:=~~~rtl!~~ DAL 2006 AL 2012 SONO PASSATE DAL 6 AL l!f/o LE FAMIGLIE IN CUI ALMENO DUE PERSONE HANNO IMPIEGHI ATEMPO 068391 30 I~ I30 gennaio 2014 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 46 Pagina 30-01-2014 28/33 Foglio 5/6 Data www.ecostampa.it Settimanale rìco oppure no». li primogenito di Filippo Gensabella ha 35 anni, un figlio di due e un impiego come part-time obbligato: una forma dì contratto che condivide con due milioni e 450 mila italiani. Erano poco più di un milione nel 2004. "Lui non me l'ha chiesto. Ma se avesse voluto sposarsi, non so come avremmo fatto», racconta il professore: «Soldi per organizzare un niatrimonio non ce n'è. E non avremmo nemmeno garanzie da dare alle banche per ottenere un prestito». NIENTE AIUTI Al CO.CO.PRO. Se queste famiglie da sole non ce la fanno, non possono nemmeno contare sullo Stato. "Le nostre forme di sussidio sono piene di buchi'" spiega Saraceno: "l co. co.pro, ad esempio, non hanno alcuna protezione. Come non l'hanno i precari di 40 anni, o chi uno stipendio ce l'ha, ma non sufficiente a mantenere uno stile di. vita dignitoso. Il welfare dovrebbe compensare le difficoltà di reddito delle famiglie, anche per chi è precario. Ma non lo fa. Le forme di sostegno, dalla "carta acquisti" ai sussidi, aiuta no infatti chi è: disoccupato, dividendo poi in ulteriori categorie: famiglie con minori a carico, ad esempio, o anziani poveri. In questo modo si esclude chi si impegna a trovare dei mini-guadagni da portare a casa.,. L'Italia part-tìme, Numero di adulti assunti a tempo determinato 400.000 350.000 350.000 300.000 300.000 250.000 250.000 200.000 200.000 o o 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: lstat Numero di part·tlme Imposti dalle aziende Uomini Donne 2.000.000-,--------- - - - - - - - - - - - - - - - - - - 1.500.000--t-------------------- 1.000.000-+--------------- 500.000 o 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 MONICA SESIA , 40 ANNI, CON LA FIGLIA VENTENNE BRUNA: NESSUNA DELLE DUE HA MAI AVUTO UNA OCCUPAZIONE STABILE insomma, non ha diritti né tutele. Decine di migliaia di adulti si ritrovano a vivere sull'altalena di stipendi che possono aumentare per un anno e crollare quello successivo, senza avere alcun accesso a sgravi, esoneri o aiuti. Rossella, con i suoi 600 euro al mese guadagnati traducendo software per un'azienda di Roma, non ha diritto all'esenzione dai ticket sanitari. E neanche agli sconti sui libri scolastici dell'ultimo figlio. Febronia Salerno, la madre di Guido, nel 2013 era riuscita a ottenere almeno l'abbonamento gratuito ai trasporti di Milano. 1.fa quest'anno diminuiranno i fondi per rinnovare le esenzioni. SULLA STESSA BARCA. Alessandro abita a Monza da quando è nato. Da nove anni lavora a chiamata, a progetto, o come capita, per una libreria del centro. Non ha mai visto un contratto a tempo indeterminato. Suo padre ha perso il lavoro nel 2003. Da allora è una "falsa partita Iva", un libero professionista con un unico committente che ogni anno aspetta il rinnovo dell'ingaggio. "Mi ricordo benissimo i primi tempi», racconta: «Si svegliava presto. Si vestiva, mettendosi anche le scarpe. Per poi mettersi al computer a inviare curriculum. li problema è che non era il mio coinquilino. Era mio papà». Un uomo di 53 anni e un figlio di 20. Nella stessa situazione. Che imparano a conoscere e affrontare le stesse difficoltà, gli stessi timori. Due generazioni sulla stessa barca. «Mio padre non ci ha mai aiutato perché non si rendeva conto di quanto facessimo fatica,,, racconta Stefania, 28 anni e una scrivania a scadenza come grafica editoriale, che vive con la madre separata in un appartamento di 33 metri quadri e deve anche aiutare la sorella, appena licenziata: «Come parecchie persone di quella generazione, non capisce quanto sia difficile trovare un lavoro». Anche se adesso pure "i grandi" stanno scoprendo cosa significa la precarietà. Le forme atipiche che si fanno strada fra gli ovcr 40 hanno molte conseguenze, al di là della mancanza di tutele e dei redditi che precipitano.« Gli adulti maturi finiscono per entrare in competizione 068391 32 I~ I30 gennaio 2014 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 48 Pagina 30-01-2014 28/33 Foglio 6/6 Data www.ecostampa.it Settimanale COSÌ NON REGGE PIÙ IL RUOLO DEllA FAMIGLIA COME AMMORTIZZATI.IE SOCIALE CHE HA FUNZIONATO FINORA sul mercato con i più giovani, che alle aziende costano meno, oltre al fatto che per la loro assunzione possono contare sugli incentivi,,, spiega Saraceno. Lo sa bene la cinquantenne Fehronia, che gira tutto il giorno per Milano con i curriculum nella borsa: «lononmiarrendo.Non mi arrenderò. Ma ogni volta che incontro un datore di lavoro la prima cosa che guarda è la data di nascita. "Troppo vecchia", è la sentenza. f:.:omese noi precari "anziani" non dovessimo esistere: né per i politici, d1e non .:i nominano mai, né per chi abbiamo intorno». FARE DA SÉ. Monica Sesia non ha mai avuro un'o.:cupazione stabile. Fino a porn tempo fa lavorava 14 ore al giorno per una cooperativa di Torino, portando a casa mille curo al mese, con cui manteneva sé e le sue tre figlie. A novembre si è licenziata per una promessa di assunzione. Tradita. Così, ha passato Natale a fare pacchetti e spedizioni per una piccola società insieme alla figlia Bruna di 20 anni, anche lei precaria: finito il diploma è stata apprendista a Strasburgo ma ha preferito tornare in Italia. «Siamo molto unite», racconta Monica: «Di giorno ci mettiamo insieme a spedire curriculum. Non penso di essere una fallita, e lei fa di rutto perché io non mi senra tale. Capisce la mia situaz.ione, anche perché la vive di persona. Cerchiamo di farci forza a vicenda. Di tenerci su con le piccole cose, come il canto: è la nostra passione». Cincertez.za deve rimanere lontana da tavola. Fuori dalle mura di casa. Ì: come un di;:ttame implicito, in tutte queste famiglie. Di quel che non si può, non si parla. "Mio padre,per dirmi di aspettare a usar(' il Telepass perché doveva prima conrrol- lare ci fossero soldi sul conto, ha preferito mandarmi un sms,,, racconta Alessandro: "Non c'è mai stato un momento in cui abbia detto: "Non ce lo possiamo permettere". Si sapeva, nmo qui». Il primogenito di Mario, un uomo di 60 anni che dal 2004 vive in provincia di Treviso facendo letture di contatori a 25 centesimi l'una, si è laureato in fisica con lode. Aveva ottenuto un dottorato. Tesi sul bosone di Higgs, proprio quello, con cui vinse un anno di ricerca al Fermilab statunitense. «Ma dopo un po' si è reso conto che facevamo fatica a mantenerlo a Chicago, pur usando tutti i nostri risparmi,,, racconta: «Non ha detto niente. Ha semplicemente rinunciato. È. tornato in Italia. Ora lavora a ritenuta d'acconto per un 'azienda informatica». «Non stiamo male», conclude: «Abbiamo da mangiare. Anche mio figlio, è sereno. Ma a me si è ferito l'orgoglio per sempre. Sono un appassionato di scienz.a. Leggo tutto quello che posso. E so che lui avrebbe potuto essere fra quelli che hanno portato alla scoperta da Nobel. Se solo ce lo fossimo potuto permettere».• I I 068391 30 gennaio 2014 l:asprellll!O 33 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 49 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 30-01-2014 30 1 Eppure all'estero funziona 068391 Gli italiani sono diffidenti verso il precariato. Innamorati del posto fisso, guardano storto chi propone loro mansioni a scadenza. E onnai sono gli ultimi in Europa a farlo. Afotografare i timori nostrani verso il lavoro interinale è l'agenzia di "head hunting" Page .Persormel, anticipando i risultati di uno studio che verrà pubblicato a febbraio. •In Paesi come Germania, Spagna e Francia la crescita del contratti temporanei è vissuta in modo positivo da quasi la metà degli intervistati., spiega Francesca Contardi, amministratore delegato della soèietà in Italia: •Da noi invece è il contrario•. Perchi questa specificità Italiana, secondo lel? «Spesso perché mancano informazioni tecniche sui contratti e sulle loro garanzie. E poi perché le aziende usano queste forme in modo poco evoluto•. In che~ "poco evoluto"? •Nel senso che non usano la flessibilità come forma di inserimento in vista di un'assunzione standard. A livello globale una persona su quattro, secondo i nostri dati, accede a un posto fisso dopo un'esperienza a termine. In Italia le possibilità sì assottigliano: solo uno su cinque ce fa fa». Per mo1t1·st tratta di una condidone di vita a lunga durata, Infatti. •Spesso lo è, è vero. Per .questo la diffidenza è giustificata. Penso alla piaga delle forme atipiche, ad esempio, o deì falsi contratti a progetto, alle finte partite Iva, alle collaborazioni a chiamata, solo per citare alcunì meccanismi distorti. Modi sbagliati a cui vengono erroneamente accostati i contratti temporanei•. Perchi, esistono anche forme "bw.me" di precarietà? •Sl. Anche se a termine, spesso le assunzioni temporanee garantiscono le stesse tutele di quelle standard. In più possono offrire l'opportunità di testarsi, accrescere le proprie competenze, creare un network professionale. Ma soprattutto non restare fermi. Anche perché Il mercato del lavoro ormai è cambiato per sempre. In diretlone di una maggiore flessibilità•. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 50 runità Data Pagina I Foglio 24-01-2014 7 1/2 Privatizzazioni, si comincia con le Poste • «L'economia italiana sta migliorando» Saccomanni annuncia che il quaranta per cento sarà messo sul mercato Incasso: 5-6 miliardi Poste privatizzate al quaranta per cen- to: il decreto, con ogni probabilità, vedrà la luce nel Consiglio dei ministri convocato oggi. L'annuncio è stato dato ieri dal ministro dell'Ecomomia Fabrizio Saccomanni, durante una pausa del Forum di Davos. DI GIOVANNI A www.ecostampa.it Quotidiano 7 Le privatizzazioni di Letta partono da Poste italiane Oggi il decreto del governo per vendere il 40%: incasso di 5-6 miliardi • Saccomanni assicura che leconomia italiana sta migliorando IL VALORE BIANCA DI GIOVANNI ROMA 2012), nonostante le perdite nelle lettere. Ma le attività di Poste sono un vero e proprio mosaico, in cui si incastrano settori tradizionali a comparti «obbligati» da disposizioni politiche. Fu così con Giulio Tremanti e la sua Banca del Mezzogiorno, costruita tutta attorno agli sportelli del colosso postale. È stato così con Fabrizio Saccomanni a fine 2013, quando occorreva un finanziatore per l'aumento di capitale Alitalia. Così oggi il gruppo postale si ritrova con una flotta a sua disposizione (la Mistral acquisita in precedenza) e una poltrona nella cabina di comando della ex compagnia di bandiera. E non solo. L'azienda guidata da Massimo Sarmi, con i suoi 140mila dipendenti e i 37 milioni di clienti, giocherà un ruolo importante nell'agenda digitale. Sarmi sa che la sua poltrona è tra le più ambite delle partecipate pubbliche. In aprile il suo incarico è in scadenza e in molti avevano visto nel suo attivismo sul fronte Alitalia il tentativo di ricollocarsi magari al vertice Telecom, dopo la bufera spagnola. Ma quelle per ora sembrano solo voci senza fondamento. Tanto più che se davvero partirà la fase di privatizzazione sarà molto difficile disarcionare l'amministratore delegato. Insomma, l'era Sarmi all'Eur non sembra proprio finita. Sulla privatizzazione è arrivato ieri il placet esplicito della Cisl. «È una buona operazione - ha detto Petitto - Noi da anni stiamo facendo i conti con i rischi costanti di spacchettamento dell'azienda. Purtroppo il proprietario, ovvero lo Stato, è indebitato. Si è parlato della vendita del Bancoposta, di PosteVita, del patrimonio immobiliare. Qualsiasi di queste scelte avrebbe ucciso l'azienda. Ora, con la soluzione che si prospetta, Poste vive. Di fronte al rischio di spacchettamento noi riteniamo sia molto più conveniente, importante e giusto ragionare sull'apertura del capitale ai privati. E su questo la Cisl è disposta a ragionare». 068391 La conferma c'è ed è molto attendibile. «Domani (oggi, ndr) ci sarà il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che fa iniziare il processo di privatizzazione previsto. Per le Poste si comincia con il 40% poi vediamo». Parola di Fabrizio Saccomanni, intervenuto sulla partita vendite di Stato durante una pausa del Forum di Davos. Fonti vicine a Palazzo Chigi confermano il varo del decreto per oggi: non ci si fermerà a un primo esame. Il testo passerà poi ali' esame delle commissioni parlamentari competenti, per un parere obbligatorio ma non vincolante. Nelle disposizioni in arrivo compariranno anche le linee guida sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'azienda (la cosiddetta Mitbestimmung). Tema su cui, tuttavia, persistono posizioni distanti tra le diverse sigle sindacali. Il governo è aperto all'ipotesi di distribuire gratuitamente le azioni ai dipendenti (come vuole la Cisl), ma resta ancora da decidere la consistenza della quota. L'esecutivo pensa al 5%, il sindacato punterebbe al doppio, anche se ieri il Mario Petitto, segretario generale della Slp Cisl, ha definito «consona ai lavoratori» la quota del 5%. Il resto verrà collocato in parte presso investitori istituzionali, in parte presso semplici risparmiatori. Il testo che entrerà oggi in consiglio, tuttavia, non farà riferimenti dettagliati alla governance né all'azionariato ai dipendenti. Lo Stato vende per fare cassa. Con la cessione del 40% si potrebbero rastrellare circa 4 miliardi. «Spero che lobiettivo sia raggiunto», aggiunge Saccomanni parlando a SkyTg24. Il piano complessivo del governo punta a 7un incasso di 12 miliardi nell'anno, destinato a limare lo stock di debito. Il dato di 4 miliardi relativo al 40% di Poste riflette l'ultima valutazione effettuata da Deutsche Bank nel 2010, che assegnava all'azienda il valore di 10 miliardi. Oggi tuttavia il management è convinto di poter spuntare anche di più, visti i buoni risultati ottenuti in particolare da alcune divisioni aziendali. La «perla» del colosso postale si chiama oggi Poste Vita, che con pochi addetti è riuscita a sviluppare una raccolta superiore a 12 miliardi di euro, piazzandosi al terzo posto nella classifica nazionale degli operatori Vita e danni. Bene anche i risultati del settore credito, con i libretti di risparmio arrivati a uno stock di 102,6 miliardi a fine 2013. Grazie alle attività assicurative e finanziarie i risultati di bilancio sono in attivo (un miliardo di utili nel Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 51 Quotidiano runità Data Pagina I Foglio 24-01-2014 8 1/2 www.ecostampa.it EQUITALIA Sanatoria per le cartelle pagate in ritardo • Scoperti 8.315 evasori totali per 57 miliardi VENTIMIGLIAAPAG.8 La sanatoria di Equitalia Evasione da 57 miliardi I contribuenti possono pagare cartelle e accertamenti senza gli interessi di mora Il bilancio 2013 della Guardia di Finanza: scoperti 8.315 evasori totali Sanatoria, definizione agevolata, o persino mini-condono. La si può definire come si vuole, ma l'opportunità a disposizione dei contribuenti che hanno delle pendenze aperte con il Fisco è comunque rilevante: pagare in un'unica soluzione, senza interessi di mora e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31ottobre2013 a Equitalia per la riscossione. Vista dall'altra prospettiva, quella dello Stato, un'occasione per incassare in fretta una parte di somme che sono sì dovute, ma la cui effettiva esigibilità si rivela spesso problematica. li tutto in un Paese dove I' evasione fiscale continua a rappresentare un ostacolo gigantesco sulla strada della ripresa e della normalizzazione dei conti pubblici, come hanno ribadito ieri i dati diffusi dalla Guardia di Finanza relativi all'anno che si è da poco concluso. ENTRO IL 28 FEBBRAIO Per quanto riguarda la definizione agevolata delle cartelle, i contribuenti hanno la possibilità di pagare entro il prossimo 28 febbraio, «Secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2014 - si legge in una nota di Equitalia -. I cittadini interessati dovranno attivarsi per valutare la loro situazione e scegliere se aderire, ma in caso di dubbi è sempre opportuno chiedere chiarimenti agli sportelli Ritaglio Lavoro e previdenza di Equitalia dove gli addetti forniranno tutte le informazioni necessarie e la massima assistenza». Ad oggi risultano aver aderito circa duecento contribuenti, un numero ovviamente destinato a salire con l'avvicinarsi della scadenza. Il comunicato prosegue specificando che «rientrano nell'agevolazione le entrate erariali come l'Irpef e l'Iva e, limitatamente agli interessi di mora, anche le entrate non erariali come il bollo dell'auto e le multe per violazione al codice della strada elevate da Comuni e Prefetture. Restano invece escluse le somme dovute per effetto di sentenze di condanna della Corte dei Conti, i contributi richiesti dagli enti previdenziali (Inps, Inail), i tributi locali non riscossi da Equitalia e le richieste di pagamento di enti diversi da quelli ammessi (l'elenco è disponibile sul sito www.gruppoequitalia.it). La definizione agevolata - conclude la nota di Equitalia - è applicabile anche in presenza di rateizzazioni, sospensioni giudiziali o altre situazioni particolari». Un'altra nota, di ben diverso tenore, è quella diffusa dalla Guardia di Finanza e riguardante il bilancio 2013 dell'attività. Cifre che se da un lato certificano il grande impegno delle Fiamme Gialle nella lotta all'evasione fiscale, dall'altro spaventano per le dimensioni dei comportamenti illegali. In particolare, l'anno scorso risultano essere stati occultati al Fisco ben 57 miliardi di euro. Ed ancora, sono 8.315 gli evasori totali scoperti che hanno nascosto redditi per 16,1 mi- stampa ad uso esclusivo del liardi, i ricavi non dichiarati e costi non deducibili scoperti sul fronte dell'evasione fiscale internazionale ammontano a 15,1 nùliardi, i ricavi non contabilizzati "valgono" 20,7 miliardi. Nel conto vanno poi messi i 4,9 miliardi di Iva evasa, nonché 145 milioni di imposte evase con frodi nel settore delle accise (anche su prodotti energetici). Il comunicato della Guardia di Finanza informa altresì che «Sono stati denunciati 12.726 responsabili di frodi e reati fiscali, di cui 202 arrestati, principalmente per aver utilizzato o emesso fatture false (5.776 violazioni), per non aver versato l'Jva (534 casi), per aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi (2.903 violazioni) o per aver distrutto/ occultato la contabilità (1.967 casi)». li lavoro svolto dai finanzieri in termini di effettivo recupero dei tributi evasi ha registrato «un'adesione integrale dei contribenti ai verbali di constatazione che ha portato a proposte cli recupero a tassazione per circa 4,2 miliardi». Inoltre, le Fiamme Gialle nel 2013 hanno individuato 14.220 lavoratori completamente "in nero" e 13.385 irregolari, impiegati da 5.338 datori di lavoro; effettuato oltre 9nùla interventi nel settore dei giochi e delle scommesse, scoprendo violazioni in 3.500 casi a carico di 10.000 responsabili e rilevando scommesse non assoggettate ad imposta per 123 milioni; eseguito oltre 400mila controlli sul rilascio di scontrini e ricevute fiscali con irregolarità nel 32% dei casi. destinatario, non 068391 MARCO VENTIMIGLIA MILANO riproducibile. Pag. 53 Quotidiano runità Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 24-01-2014 8 2/2 LA LOTTA ALL'EVASIONE Attività della Guardia di Finanza nel 2013 AMMONTARE DELLE TASSE NON PAGATE 15,1 miliardi da evasione internazionale da evasori totali 20, 7 miliardi da altri fenomeni (es. frodi carosello) EVASORI TOTALI 8.315 nel 2013 8.617 nel 2012 SCONTRINI E RICEVUTE FISCALI .41JQ~Op(J nel2013 1su3 nel 2012 irregolari .i.:r.oop:· J LAVORATORI IN NERO 13.385 ......... . irregolari ............. 14.220 . • l•I 5.338 completamente i datori in nero di lavoro nero 4,9 miliardi di euro EVASIONE IVA 2 miliardi da frodi carosello 068391 ANSA +.:.e.ntime.tri Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 54 I t ~ a il a Voilà I s cialista Data 31-01-2014 Pagina 52 Foglio 1 www.ecostampa.it Settimanale ? lii I n totale sono 960 miliardi di euro da potranno godere le Regioni (destinazione dividere in Europa tra enti pubblici, infrastrutture), così come il governo amministrazioni e soggetti privati. Da nazionale che sarà in grado di finanziare inizio gennaio 2014 è iniziato il settennato programmi operativi segnalati dai per i fondi europei, una torta che va ministeri, ma anche circa 300 progetti ripartita lra tutti i Paesi della Ue: circa 55 gestiti dalla Commissione europea. milioni è previsto che siano destinati È questa la partita dove entrano in gioco i all'Italia. Ma, come spesso è accaduto in progettisti, sia dipendenti pubblici sia passato, il rischio è che in privati o free lance. Il ruolo è buona parte rimangano delicato e non sempre agevole inutilizzati. Il coltello che da svolgere. Il progettista ha il consente di tagliare e mangiarsi compito di elaborare una rete le fette più gnmdi di questa relazionale, mett.endo in torta si chiama progettista collegamento più enti, quindi europeo. È una poco nota figura capire le regole del gioco, e poi professionale, fomrnta nella stabilire a quale bando il maggior parte dei casi concorrente può accedere. frequentando master appositi, «Chiedere un po' a vanvera dei ma per la quale esistono anche fondi comunitari non ha senso», corsi di laurea (per esempio a osserva Ruggero Targhetta Bologna, Camerino o Ancona). presidente di Euris, società di Il compito del progettista servizi che si occupa di europeo è quello di attrarre pianificazione nell'ambito degli Dall'alto, Ruggero aiuti di stato, «per questo chi fa risorse verso enti pubblici, Targhetta (Euris) associazioni, fondazioni e il nostro lavoro deve aiutare il e Gianni Pittella aziende. «Non di rado», spiega cliente a capire a quale bando (Parlamento il vicepresidente del Parlamento europeo) può accedere in relazione alle europeo ed esponente del Pd prop1ie caratteristiche». Gianni PitteJJa, «arrivano da Secondo gli addetti ai lavori. si me persone che mi chiedono di segmùargli tratta di una professione capace di dare professionalità di questo tipo. Io stesso ho grandi soddisfazioni, ma non semplice da sollecitato la Camera di commercio di intraprendere. Accaparrato il bando, Napoli e le università di Caserta e Perugia infatti, il progettista deve occuparsi anche invitandole a promuovere corsi ad hoc». di rendicontazione, cioè spiegare alla Nell'ultimo anno accademico. da Commissione europea che cosa e come ha iniziative del genere, sono usciti 70 nuovi speso i quattrini ottenuti. Se frequentare progettisti, ma sembrano proprio non corsi specialistici apre le porte alla libera bastare. Con le amministrazioni locali di professione, la fom1azìone diventa inoltre fatto commissariate dalla spending review un'opportunità per le piccole realtà locali. e un governo centrale impegnato a ridun-e È capitato che alcune amministrazioni la spesa pubblica, l'Europa è diventata comunali abbiano affrontato il problema l'ultimo domicilio conosciuto per attrarre dei fondi europei pagando un master da fondi che facciano ripartire la macchina progettista a uno dei propri dipendenti. Paese. Grazie ai 960 miliardi a Dopo di che hanno aperto le pratiche. disposizione (50 centesimi a cittadino), ne Andrea Balkme Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non 068391 . riproducibile. Pag. 55 Data 31-01-2014 Pagina 53 Foglio 1 www.ecostampa.it Settimanale Fondi conmnitari Anche gli studi professionali attingeranno dalle casse di Bruxelles r n t e finan iat vi tu 1111 I on solo le pmi, ma anche gli studi procedurale uno dei principi da tempo alcune Regioni stanno cercando di fornire, sostenuti in sede comunitaria e fonte di professionali otteffam10 finan7jamenti sia pure con risultati talvolta contraddittori da Bruxelles. Innanzitutto, entro fine 2015, o incerti (spesso restano solo sulla carta o mille polemiche e proteste: l'attività dei non vengono utilizzati). Gli incentivi professionisti è eia ritenersi assimilabile a i liberi professionisti potranno tentare di attingere dai 37 ,6 miliardi destinati quella delle pmi (anche se in Italia gli regionali, anche in questo caso un tempo all'Italia e ancora non spesi, riferiti al Ordini respingono con fermezza una simile meno frequenti ma poi accettati nell'ottica periodo 2007-2013 (in tutto ammontavano pmificazione). Tutto questo dovrebbe di considerare le attività professionali alla a 49,5 miliardi). A questi sarà possibile trasfom1arsi in denaro usufruibile stregua di quelle imprenditoriali vere e aggiungere la quota parte all'interno dei partecipando ai bandi europei, là dove si proprie, abbracciano più canali e segmenti finanziamenti previsti in 55 miliardi e presentermrno piani di sviluppo, molto ben di settore. In Emilia-Romagna, per stabiliti per il pe1ìodo successivo, tra il puntualizzati e verificabili però, a scanso di esempio, per il periodo 2012-2015 sono operazioni solo di facciata. I professionisti 2014 e il 2020. Cifre enormi, solo in stati previsti incentivi agli studi tecnici che avranno l'occasione di partecipare alle gare piccola parte utilizzate in Italia, che in intendano assumere personale a tempo attraverso gli organismi associativi di concreto si possono tradurre in concessioni indetenninato; in Calab1ia esiste un fondo di microprestiti, crediti d'imposta, rappresentanza, i Confidi e gli enti di garanzia di 20 milioni per sostenere il bilaterali che coprono ruoli di finanziamenti a tasso agevolato. rnicrocredito che include anche i Anche se in passato ai professionisti; in Puglia, dal professionisti non erano 20! 1, esistono fonne di Assimilati alle imprese nonostante H no tecnicamente del tutto suppo1to al reddito, che tra degli Ordini, per architetti e dentisti si aprono laltro hanno coinvolto preclusi i fondi della Ue, in le porte dei prestiti agevolati e microcredito realtà laccesso era stato quasi l'Ordine degli avvocati di sempre una chimera. Le cose Bari; in Sicilia sono a sono cambiate solo di recente. disposizione finanzim11enti Complice l'insistenza delle per aiutm·e i praticanti degli organizzazioni che rappresentano gli enti dì intennediazione. Le ca%e cJj previdenza studi professionali a fronteggiare i tirocini previdenza dei professionisti (come private italiane, anche utilizzm1do le poco o per nulla retribuiti; in Piemonte è garanzie offe1te da Bei (Banca europea l'italianaAclepp guidata da Andrea stata prevista una fomm di sostegno al Camporese), la Commissione europea degli investimenti) e Fci (Fondo europeo credito, da 3 a 25 mila euro; in Toscana è per gli investimenti), potranno inoltre stato finnato un accorcio con 37 Ordini e preieduta da José Manuel Barroso ha affiancare i prop1i isc1itti nell'ottenere deciso di consentire di aprire più a~sociazioni professionali per consentire ai materialmente i quattrini. Infatti, la trafila agevolmente i rubinetti dei contributi anche professionisti più giovani di poter sperare ad avvocati, ingegneri, architetti. per accedere ai bandi non è cosa semplice, in un reddito minimo; in Campania sono commercialisti, odontoiat:Ji. D'altra parte, stati approvati crediti d'imposta per come smrno bene pmi ed enti locali, che l'impronta gimiclica ed economica di infatti chiedono aiuto ai progettisti europei incentivare le aggregazioni professionali tra B1uxelles degli ultimi decenni si è ispirata (vedere articolo nella pagimi a _fianco). i più giovani iscritti agli albi; in Abruzzo Il nuovo strnmento di finanziamento, proprio a una visione del mondo in cui i sono stati studiati dei voucher, a scopi servizi professionali erano da considerarsi consentito in una delle stagioni meno formativi. del valore compreso tra 5 e I O cosa non così diversa dal resto del mercato ridenti per tanti professionisti, con calo di mila euro per le persone fisiche e fìno a 25 (con dirini e doveri conseguenti). Di fatto, è redditi e perdita di posti di lavoro, si mila per quelle giuridiche. dunque stato ora tradotto in piano affiancherà al sostegno che già in Italia Franco Stefanoni J;.1'.r.~ ~·~:~:~li.~tri.~.;, Jr_bi~~ Je::~;~t'.Lf!la·El :~~!ii.['.~~)ifil:~ 068391 ;[~~ilmm~!;iiii:lt.liti!iil ~11t~ w~~~J~~~.~:~ ,~ '"~\§'ir.~!i.1r~~~i. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 56
© Copyright 2024 Paperzz