Fausta Vetere

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mensile Anno 3 n°30 giugno 2014 € 0,00
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F .C.C.
N
Festival Suq a Genova
Fausta Vetere
Premio Andrea Parodi
Celtie d’Oc
Festen ‘Oc
Premio Giovanna Daffini
Gran Bal Trad
La Fieste da Sedon
Festival FIL dietro le quinte
La Megghiu Gioventù
Arvest
Sommario
n. 30 - Giugno 2014
Contatti: [email protected] - www.lineatrad.com - www.lineatrad.it - www.lineatrad.eu
—04
04
Fausta Vetere
—12
12
Festen Oc
—19
19
La Fieste da Sedon
—07
07
Premio Andrea Parodi
—15
15
Gran Bal Trad
—20
20
Festival di Lorient:
il festival dietro le quinte
08
Celtie d’Oc
—18
18
Natura e musica
in pentola: Sardegna
—29
29
Lorient:
les coulisses du festival
—08
Eventi
Cronaca
Interviste
Recensioni
Argomenti
di Loris Böhm
A
bbiamo aggiornato questo trentesimo numero, ma abbiamo
inserito solo alcune novità discografiche; tutte le recensioni restanti del
2013 saranno pubblicate a luglio con
i resoconti del Premio Città di Loano.
A luglio ci saranno tante anticipazioni
dei festival estivi e soprattutto le cronache dei festival già conclusi. Possiamo
anticipare che il Lilith festival, cui noi
siamo stati media-partner, è stato un
grande successo per la musica folk, in
programmazione al sabato, mentre per
quanto riguarda il Suq, di cui siamo
media-partner per il primo anno, appena ai primi due giorni, possiamo essere fiduciosi per poter festeggiare un
ulteriore grande successo, anche se
l’evento in questo 2014 si è allargato
vistosamente come programmazione,
e la settimana prima dell’evento anche
per me è stato un tour-de-force notevole con ben tre presentazioni del Suq
festival in altrettante radio.
Noi vogliamo crescere e in questo periodo siamo partner di diversi festival
(che dobbiamo seguire), e già a otto-
22
30/2014
bre si prospetta l’appuntamento col
Womex in Spagna: stiamo valutando
in fretta l’eventualità di partecipare, in
primis per la rivista e in second’ordine
anche come referenti per il FIM di Genova... che di fatto dovrebbe diventare
la versione italiana del Womex.
Stiamo crescendo in verticale e ci rendiamo conto che, in un momento dove
tutti gli altri media sono fermi al palo
(o quasi), noi fatichiamo a star dietro a
tutte le iniziative che ci vedono protagonisti.. e questo numero esce in affanno
perchè stiamo dedicando più tempo
a pianificare, discutere e patteggiare,
che a scrivere e pubblicare i risultati di
tutto questo operato. Un dato di fatto
è che ci sono una quantità di progetti
“Lineatrad” in corso, e praticamente
ogni ora ci sono aggiornamenti, per cui
non faremmo in tempo a fare il punto
che sarebbe già obsoleto!
Beh, una situazione simile un anno fa
sarebbe stato da folli prevederla, considerando l’appiattimento e la sensazione di “catastrofe imminente” che
regnava nel mondo folk.
FIM Fiera di Genova
Editoriale
Non siamo folli, e ci rendiamo conto
che in ogni caso ci sono tantissimi musicisti in difficoltà, troppi per pensare
di poterli aiutare tutti, per cui siamo
costretti a scegliere chi sostenere per
primo. La sensazione comunque è che
i locali ritornino a riempirsi di musica
dal vivo, e le strade di conseguenza si
spopolino dai buskers... un fatto sicuramente positivo; esiste maggior possibilità di guadagno per chi suona e
maggior dignità.
Certo siamo ancora lontani dal trovare
una situazione di normalità, ma la tendenza indubbiamente tende all’ottimismo: c’è voglia di suonare, voglia di
produrre dischi, voglia di programmare
spettacoli... non è un fatto marginale
che il Suq a genova, dopo tanti anni
di “mercato etnico” rivolto prevalentemente alla gastronomia e oggettistica,
si sia buttato quest’anno decisamente
alla produzione di spettacolo musicale
in chiave etnico-folk. In questo noi di
Lineatrad abbiamo una parte di merito, essendo per la prima volta rientrati
nella ristretta schiera di media-partner
35
Quei bravi ragazzi de
“La Megghiu Gioventù”
—42
42
Premio Giovanna Daffini
—48
—38
38
Il Suq a Genova
—44
44
Arvest
41
Celtica
—46
46
Zonk
—50
—35
—41
48
Edmondo Romano
—49
49
Hevia
50
La Luna al guinzaglio
ASCOLTATE SU RADIO CITTA’ BOLLATE
www.radiocittabollate.it
la trasmissione An Triskell
ogni GIOVEDÌ alle ore 21:30
LINEATRAD
è la tua “nota” positiva
dell’evento, insieme alla RAI (a discapito di Sky)... davvero un traguardo
prestigioso che apre orizzonti futuri
davvero luminosi per la nostra musica,
a Genova.
Ecco, il nostro caso, i nostri risultati,
dovrebbero in qualche modo essere
presi ad esempio nelle altre città per
creare situazioni analoghe... cooperazione e sinergia a Genova stanno funzionando egregiamente...
Il numero di giugno oltre che di buoni
propositi è bello pingue di presentazioni di eventi e festival. Su tutto è da
leggere l’incredibile reportage di Giustino Soldano e Muriel Le Ny all’interno
dell’organizzazione del Festival Interceltico di Lorient: un dossier unico e
preziosissimo, che spiegherà a tanti organizzatori italiani come funziona uno
dei festival più importanti al mondo.
Chi vorrà ascoltare i miei discorsi potrà farlo sintonizzandosi su Radio Città
Bollate, o Radio Emme, o Radio Cernusco Stereo, per sentire occasionalmente qualche anteprima, mentre per
chi non può attenersi agli orari di tra-
smissione rimane pur sempre la possibilità di scaricare da web e leggere la
nostra rivista.
Sinceramente abbiamo avuto tanti inviti quest’anno, a presenziare a praticamente tutti i festival nazionali; naturalmente sarà molto difficile accontentare
tutti altrimenti la rivista chi la fa uscire?
Faremo comunque il possibile per inviare un reporter a tutte le manifestazioni e ci scusiamo fin da adesso se
nostro malgrado alcuni eventi saranno
disertati da Lineatrad; pubblicheremo
comunque un resoconto inviato dagli
organizzatori stessi.
A proposito, a pagina 29 pubblichiamo
per espressa richiesta del Direttore del
Festival Interceltico di Lorient, Lisardo
Lombardia, una traduzione in francese
dell’intervista ailo staff del festival di
Lorient ad uso dei lettori francesi...
Un mese passa in fretta e concedetemi nel frattempo un po’ di riposo e di
pausa. Pubblicheremo anche la lista di
festival dove avremo un nostro inviato,
sperando di trovarvi tutti pronti alla lettura, magari sotto un ombrellone! ❖
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www.womex.com/virtual/lineatrad
ANNO 3 - N. 30 - Giugno 2014
via dei Giustiniani 6/1 - 16123 Genova
Direttore Editoriale:
Loris Böhm - [email protected]
Consulente alla Direzione:
Giovanni Floreani - [email protected]
Responsabile Immagine e Marketing:
Pietro Mendolia - [email protected]
Responsabile Ufficio Stampa:
Silvio Teot - [email protected]
Hanno collaborato in questo numero:
Fulvio Porro, Giustino Soldano,
Muriel Le Ny, Pietro Mendolia,
Giordano Dall’Armellina
Pubblicazione in formato esclusivamente
digitale a distribuzione gratuita
completamente priva di pubblicità.
Esente da registrazione in Tribunale
(Decreto legislativo n. 70/2003,
articolo 7, comma 3)
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Interviste
Una cantante schiva ma caratterizzante...
Una anti-diva che che ha dato l’impronta
agli NCCP per un trentennio
FAUSTA VETERE
di Loris Böhm - foto © www.quartaparetepress.it
Fotografie a corredo:
Quando: 20 marzo
Luogo: Aversa (NA) per la
rassegna Il Teatro Cerca Casa
Orario: ore 17:30
Interpreti: Fausta Vetere, voce
e chitarra, e Corrado Sfogli, chitarra
Trama: Nel recital E te dico
core core…, Fausta Vetere ripercorre la sua carriera artistica che
va dall’incontro con il M° De Simone fino al periodo più recente
caratterizzato da brani scritti per
lei da vari autori. L’incontro con
De Simone le apre la visione di
una storia musicale napoletana
diversa da quella che si conosceva, dalle antiche villanelle
alle tammurriate, dalle moresche alle tarantelle, di un mondo
pieno di fascino e di poesia. A
questo repertorio si aggiungono
poi anche brani, mai cantati
prima, della canzone classica
napoletana. La caratterizzazione
per quest’ultima è che tutte le
canzoni sono state riportate alla
semplicità ed alla leggerezza di
un tempo: non orchestrazioni ridondanti ma semplici melodie
che ridanno vigore e valore sia al
testo che alla musica. Elemento
unificatore di questi due mondi
comunque distanti tra di loro è
la voce, che diventa unificatrice
del pensiero e della storia di una
città, sicuramente madre della
cultura del nostro mediterraneo.
© http://www.quartaparetepress.it
44
30/2014
F
austa, come si può condensare
in una intervista una carriera che
inizia agli albori della musica
folk italiana e l’ha cavalcata fino ad
oggi? Noi ci proviamo.
Siamo stufi di parlare sempre di
giovani talenti (ce ne sono tanti!) o di
mostri sacri di cui sappiamo tutto...
tu da sempre sei la voce femminile
della Nuova Compagnia di Canto Popolare, forse la formazione più rappresentativa della storia italiana della
musica popolare eppure su di te i media non si soffermano tanto. Anche su
internet non sei ben rappresentata.
Una tua scelta?
La scelta di far parte di un gruppo
musicale come la NCCP, mi ha evitato sempre paragoni con altri colleghi e questo mi è servito a non
perdere quel prestigio artistico che
il pubblico ancora oggi mi attribuisce. Oggi posso essere pienamente
soddisfatta della vita artistica e delle
esperienze che ho avuto. Confesso
che spesso sono tentata di fare
musica o teatro da sola, sempre se
ciò possa mettermi a confronto col
mio essere donna, madre e un po’
anche “madonna”.
Torniamo agli inizi degli anni ‘70:
hai lavorato con Eugenio Bennato,
spalla a spalla con Eduardo De Filippo, ma la tua figura artistica merita di essere estrapolata dal contesto
della NCCP, ne convieni? Come ti ricordi quell’epoca d’oro della tua vita
musicale? La storia l’hai scritta anche
tu con una infinità di concerti nel
mondo, come portavoce della cultura
napoletana.
E’ stata un’esperienza entusiasmante anche se, essendo molto
giovani, quasi non ci rendevamo
conto dell’importanza e del ruolo
che ricoprivamo musicalmente.
I fratelli Bennato e la loro influenza
nel mondo della tradizione napoletana. Ricordo la tua partecipazione
Interviste
all’album “Io che non sono l’imperatore”, un successo discografico di Eugenio, e l’anno prossimo saranno passati 40 anni dalla sua uscita... vissuti
con tante produzioni discografiche
NCCP sancite da altrettanti successi:
quale differenza hai riscontrato tra la
professionalità dei due fratelli?
Anch’io ricordo Edoardo Bennato
che ci seguiva ovunque con la sua
chitarra e la sua grande passione
per la nostra musica; benché lo
stile fosse molto differente dal nostro, tant’è che noi facevamo ricerca e riproposta di una musica
dimenticata o addirittura estinta,
pur tenendo conto di quanto fosse
importante il linguaggio e la gestualità di noi napoletani.
Sulla professionalità dei fratelli
Bennato penso non ci sia nulla da
dire, in quatto, sin da piccoli, sono
stati abituati al palcoscenico con
tutte le regole che esso comporta.
“La voce del grano” è l’album che
ricordo con maggior affetto, degli
ultimi proposti da NCCP. Siamo agli
inizi del 2001, poi avremo momenti
di intensa attività e di lunghe pause.
Ti ricordi come sono stati vissuti questi momenti?
Purtroppo oggi la figura del discografico va sempre più scomparendo: non si investe più su un
artista o su un gruppo di artisti e
spesso si ricorre all’autoproduzione
e ai social networks che rappresentano l’odierna promozione e distribuzione di un lavoro discografico.
Penso che “La voce del grano” e
“Candelora” siano stati gli ultimi
esempi di produzioni discografiche
“tradizionali” e come per ogni lavoro, anche da essi ci siamo aspettati tanto.
Quali sono state le cause di un ultimo decennio avaro di novità discografiche: altri interessi personali oppure la recessione globale?
Sicuramente la recessione globale. Da parte mia c’è sempre stato
un profondo interesse e affetto
per la NCCP; purtroppo, gli avvenimenti che hanno portato alla situazione in cui ci troviamo adesso
hanno chiaramente influito anche e
soprattutto sul nostro lavoro e di ciò
non possiamo che crucciarcene.
La NCCP considerando la sua fama,
è una delle poche formazioni italiane
che potrebbe fare a meno di avere
una agenzia di promozione... un produttore che vuole uno spettacolo di
musica folk di grosso richiamo pensa
a voi e a pochi altri, almeno tra le proposte italiane, eppure Aldo Coppola,
che vi ha rappresentato qualche anno
fa con l’agenzia Suoni e Armonie, ha
detto che di questi tempi è difficile
piazzare sul mercato un gruppo famoso come il vostro, che ovviamente
ha un budget piuttosto elevato, mentre per un artista bravo ma sconosciuto ci sono quasi più richieste...
non si rischia più sull’affluenza del
pubblico? Come la vedi?
Non sappiamo a quale tipo di
budget si riferisse Aldo Coppola,
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5
5
Interviste
ma proprio in questi giorni, abbiamo avuto richiesta da parte di
una famosa agenzia di spettacolo
per una serie di concerti, la quale,
apprendendo a quanto ammontasse il nostro cachet, si è meravigliata di quanto in realtà fosse
basso rispetto al mercato attuale,
considerando che il gruppo è composto da 9 solisti!
Sei sempre in trincea dopo più di
40 anni, con la NCCP, dimostrando
con questo grande attaccamento
grande coerenza artistica, mentre oggigiorno i gruppi si formano e si sciolgono nell’arco di una stagione, e i
musicisti si esibiscono in diverse formazioni senza mai trovare una collocazione definitiva. Non voglio sapere
chi ha ragione, o torto, ma se un mu-
66
30/2014
sicista vuole progredire è preferibile
che condivida le sue esperienze sempre con persone diverse oppure è meglio che concentri la sua attenzione a
migliorare le proprie qualità? In definitiva il successo si raggiunge attraverso la costanza su un obiettivo fisso
o attraverso continui esperimenti su
situazioni e provando nuove vie?
Trovo sempre utile l’esperienza
con persone e gruppi diversi per
formarsi un grande bagaglio musicale; poi, la scelta…
Hai ancora dei sogni nel cassetto
che vuoi realizzare in campo musicale, al di fuori di NCCP?
Mi piace sognare ma con gli occhi aperti e in piedi. Sono del segno
del Leone e difficilmente lascio irrealizzati gli obiettivi che mi prefiggo!
Quando invece avremo una nuova
produzione NCCP?
Al più presto: ci stiamo lavorando.
Per concludere: cosa consiglieresti
ad un giovane che esce dal Conservatorio e che vuole vivere mantenendosi
con la musica folk? Esiste (o è in progetto) una pubblicazione che parla
solo di te e delle tue esperienze?
Di suonare sempre, anche per la
strada, alle feste patronali…Non
esiste una regola da seguire per
avere successo, e indubbiamente,
oggi ci vuole anche una buona
dose di fortuna.
Ti ringraziamo per il tempo che ci
hai dedicato, da grande professionista. ❖
Eventi
CONTINUA IL BANDO DEL PREMIO ANDREA PARODI
L’UNICO CONCORSO ITALIANO DI WORLD MUSIC
Comunicato stampa Monferr’Autore - [email protected]
C
ontinua il nuovo bando dell’unico concorso italiano di world
music, il “Premio Andrea Parodi”, organizzato per il settimo
anno dall’omonima Fondazione e la
cui fase finale è prevista a Cagliari il
prossimo autunno, con la direzione
artistica di Elena Ledda.
All’edizione 2013 sono stati dedicati degli speciali su Radiouno Rai,
Popolare Network e su Roxybar.tv,
a conferma del prestigio sempre
maggiore della manifestazione, che
è stata vinta nell’ultima edizione
dai siciliani Unavantaluna davanti
a Francesca Incudine (anch’essa
siciliana, a cui è andato il Premio
della critica) e Rusò Sala (catalana).
Il concorso del “Premio Andrea
Parodi” intende valorizzare le
nuove tendenze nell’ambito della
musica dei popoli o “World Music”,
ovvero proposte che attingono alle
tradizioni culturali ma le rinnovano
e contaminano. Le domande di
iscrizione al concorso dovranno essere inviate entro e non oltre il 31
luglio 2014, tramite il format presente su www.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: [email protected] ).
Dovranno contenere:
• 2 brani (2 files mp3, provini
o registrazioni live o realizzazioni definitive);
• testi ed eventuali traduzioni
in italiano dei due brani;
• curriculum artistico del concorrente (singolo o gruppo);
Per iscriversi occorre essere
maggiorenni e autori o coautori del
brano in gara. Il concorso è aperto
ad artisti di tutto il mondo.
La Commissione artistica istituita dalla Fondazione selezionerà,
in maniera anonima, dieci finalisti,
e, per ciascuno di essi, sceglierà il
brano in gara tra i due proposti; i finalisti si esibiranno al festival “Premio Andrea Parodi” 2014, davanti
a una Giuria Tecnica (addetti ai
lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una Giuria Critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno
composte da autorevoli esponenti
del settore.
Il premio consiste in una somma
in denaro erogata a copertura di
tutti i costi di masterclass, eventuale acquisto o noleggio di strumenti musicali, corsi e quant’altro
il vincitore sceglierà per la propria
crescita artistica e musicale, per
un importo massimo di 2.500 euro.
Un ulteriore premio è la realizzazione professionale del videoclip
del brano in concorso, a spese
della Fondazione Andrea Parodi.
Inoltre, verrà offerta al vincitore
l’opportunità di esibirsi alle edizioni
2015 del Premio Andrea Parodi,
dell“European jazz expo” di Cagliari, di Folkest e del Negro Festival di Pertosa (SA), che sono partner della manifestazione insieme a
Premio Bianca d’Aponte e Federazione degli Autori.
La manifestazione è nata per
omaggiare un grande artista come
Andrea Parodi, passato dal pop
d’autore con i Tazenda a un percorso solistico di grande valore e di
rielaborazione delle radici, grazie
al quale è diventato un riferimento
internazionale della world music,
collaborando fra l’altro con artisti
come Al Di Meola e Noa. Le precedenti edizioni sono state vinte
nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel
2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel
2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia). ❖
Per maggiori informazioni:
www.fondazioneandreaparodi.it
[email protected]
30/2014
7
7
Eventi
CELTIE D’OC
CAZAVET 11-12 LUGLIO
Il decennale della due giorni di musica e
cultura celtica e occitana in scena
nel piccolo paese dell’Ariège
di Fulvio Porro
P
ur essendo ancora lontana dal raggiungere la
maggior età, quella del 2014 rappresenta l’edizione del decennale, un traguardo importante per
Celtie d’Oc, la manifestazione di musica e cultura occitana e celtica a tutto tondo che si svolgerà tra venerdi
11 e sabato 12 luglio prossimi a Cazavet.
Il piccolo paesino dell’Ariège, a una decina di chilometri da St. Girons (Région Midi Pirénées), che per
lunga parte dell’anno annovera meno di 300 abitanti,
per due giorni si anima all’inverosimile, attirando e attraendo una moltitudine di appassionati di ogni età,
vuoi per il variegato cartellone musicale vuoi per l’ele-
Il giovane Remi Geffroy, virtuoso dell’accordeon diatonique, in scena per un
bal-folk che non mancherà certo di scaldare i muscoli dei ballerini
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vato livello e valore delle formazioni musicali che si
succedono sul palco, vuoi ancora per l’amichevole
e cordiale atmosfera che si viene creando momento
dopo momento,
Sin dalla prima edizione del 2005 la proposta musicale di Celtie d’Oc è sempre stata assai composita,
per esplicita volontà degli organizzatori, in questo anche supportati da un profondo legame di amicizia di
alcuni residenti con una famiglia di origine scozzese
Eventi
Prove di forza in costume tradizionale
I saluzzesi Lou Tapage protagonisti sul palco di Celtie d’Oc nel 2010
Una cornamusa in azione sulla storica “2CV”, e a seguire la bagad bretone dei Claymore Clan che sfila per le vie del paese in costume tradizionale: un
simpatico e attraente mezzo di promozione dell’evento
che molto ha contribuito a creare
l’immagine propria della manifestazione.
Proprio per questa sua caratteristica trasversale rispetto all’universo della musica trad, la proposta
artistica ha costantemente spaziato
in largo e in lungo nei territori europei, affiancando al sound tipicamente occitano proposte di più
spiccato respiro celtico, dalle suggestive sonorità di stampo irish alla
miglior tradizione bretone e con un
pizzico di sapori d’oltre Manica a
tutto tondo.
Nel corso degli anni la programmazione musicale ha quindi attinto
a piene mani dall’articolata e composita offerta di sonorità occitane e
celtiche di casa propria, declinata
in tutti i generi possibili, dal rock
al punk e quant’altro nel tempo
i gruppi di matrice trobadorica
hanno saputo elaborare.
A fianco dello spettacolare francese Spi con il gruppo La Gaudriole
o i bretoni tolosani Breizh en Oc
sono stati presentati nomi elitari a
livello internazionale come i polacchi Beltaine e gli inglesi The Popes,
quasi tutti già ospitati anche in territorio italiano.
Buona attenzione è sempre stata
riservata alle sonorità di casa nostra, offrendo ospitalità musicale,
tra il 2009 e il 2011, alle tre migliori
formazioni di matrice occitana; nel
2009 sono stati gli “scoiattoli” Lou
Seriol a esportare per primi il suono
delle nostre vallate occitane, cui
hanno fatto seguito l’anno successivo i saluzzesi Lou Tapage con il
loro travolgente “frastuono” di Nu
Folk/Rock d’Oc, e infine la pietra
miliare della riproposizione “moderna” della tradizione valligiana, i
Lou Dalfin nel 2011.
Le prime quattro edizioni si sono
articolate su una sola giornata di
festa e hanno permesso di testare
le capacità organizzative dei volontari del locale “Comité des fêtes”,
peraltro ampiamente supportati da
gran parte della popolazione residente, sino a giungere alla costituzione dell’associazione che trae
nome proprio dalla stessa manifestazione.
A partire dal 2009, superata
brillantemente la fase di rodaggio,
in questo anche supportata dal
crescente e positivo riscontro da
parte di musicisti, pubblico ed enti
e aziende sostenitrici del progetto,
la manifestazione ha raddoppiato
la sua proposta, allargandosi an-
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9
9
Eventi
Il folto e festoso ed eterogeneo pubblico che ogni anno accompagna e sottolinea le performance musicali senza lesinare applausi a scena aperta
che alla giornata del sabato. E il
crescente successo ha anche permesso, in accordo con gli enti pubblici di territorio, di allestire un’ampia struttura in legno a copertura
della piazza principale del paese,
palcoscenico primo dell’evento,
con ciò garantendo una perfetta riuscita della manifestazione anche
in caso di inclemenza meteo.
Il programma della due giorni
2014 inizierà nel tardo pomeriggio
di venerdi 11 luglio con una classica formula transalpina, quella
dell’Apéro musical, per l’occasione
animato dal gruppo Grail’Oli; la
serata presenterà due successivi
concerti, con gli Epsylon ad aprire
e gli Oai Star a chiudere.
Gli Epsylon, formazione massimamente scenica, sono prossimi
ad un secondo tour in Cina, e possono annoverare la condivisione
Una sana e doverosa pausa ristorativa tra un
ballo, un concerto e uno stage
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del palco con personaggi prestigiosi a livello internazionale, da
Goran Bregovic a Sergent Garcia a
Soldat Louis; i marsigliesi Oai Star,
formazione creata ormai quindici
anni or sono dal compianto Lux
Botté e Gari Greu, già artefici con i
Massilia Sound System, oggi si presentano con i nuovi inserimenti Mo
Lo Cicéro alla chitarra e Métronomax alla batteria.
Il pomeriggio del giorno successivo sarà, ancora secondo buona
tradizione, dedicato alla scoperta
delle danze tradizionali occitane,
e al loro veloce insegnamento, in
modo da permettere a chi già le
conosce di anticipare la voglia di
danzare, e chi invece ne è neofita
di apprendere alcuni passi base e
potersi così inserire al meglio nei
balli serali.
A metà pomeriggio la festa si
sposterà presso la chiesa, con
un concerto a ballo di Remi Geffroy, giovane talentuoso interprete
dell’organetto diatonico, quindi ancora l’aperitivo in musica sempre
animato da Grail’Oli; la serata sarà
aperta da Les Bombes 2 Bal cui
seguiranno, a chiudere l’edizione
2014, i Booze Brothers.
Bombes 2 bal è oggi un sestetto che ruota intorno alla voce
di Aurélie Neuville (fondatrice
del gruppo insieme a Lise Arbiol
e Claude Sicre), supportata da
Lola Calvet, Kim Tempera, Simon
Barbe, Menad Moussaoui e Onel
Miranda, musicisti che integrano al
meglio strumenti tradizionali come
organetto diatonico e violino ad altri
decisamente meno usuali: “ganza,
agogo, zabumba e alfaia”.
Ai sei musicisti si affiancano anche due ballerini che si esibiscono
tra giovani e meno giovani facendoli danzare in coppia, in circolo, a
catena.
I Booze Brothers, gruppo, portabandiera dell’irish trad punk,
risente di molte influenze musicali (irlandesi, slave, orientali) e si
esprime attraverso una moltitudine
di generi (rock, hardcore, electro,
folk, world, punk) e di lingue (inglese, francese, occitano e gaelico).
Per tutta la durata della manifestazione sarà possibile campeggiare in un’area riservata, con servizi igienici e docce, così come si
potrà approfittare dell’offerta enogastronomica locale.
Importante, diciamo pure fondamentale, il supporto economico, e
non solo, garantito dagli enti pubblici territoriali, dalla Municipalità
di Cazavet al Conseil général de
l’Ariège e al Conseil régional de
Midi-Pyrénées, senza dimenticare
l’insieme dei comuni del territorio
del Bas-Couserans,
Per maggiori informazioni è possibile
visitare il sito www.celtiedoc.fr oppure
contattare l’organizzazione all’indirizzo
[email protected]. ❖
Eventi
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11
11
Eventi
“FESTEN’OC”
Si svolgerà a Saurat, dall’11 al 13 luglio prossimi,
uno tra i più importanti festival transalpini di musica
e cultura occitana a tutto tondo, e sempre
con un occhio di riguardo alle proposte di casa nostra
di Fulvio Porro
C
orreva l’anno 2002 quando il gruppo dirigente
dell’Associazione di danzatori “Groupe Folklorique Sauratois”, importante realtà culturale
occitano-pirenaica nel campo della riscoperta e della
riproposizione della danza tradizionale, decise di dar
vita ad un nuovo evento musicale fortemente legato e
radicato alle proprie tradizioni storico-culturali, di forte
estrazione trobadorica, “Lo Festenal Festen’Oc”, o più
semplicemente Festen’Oc, com’è ormai generalmente
conosciuto dagli appassionati di cultura “OC”.
Sin dal primo appunto organizzativo, sostenuto dal
Conseil Général de l’Ariege, dalla Région Midi Pirénées
e dall’Amministrazione comunale di Saurat, un elemento è stato posto con forza al centro dell’attenzione
del gruppo organizzatore: la chiara ed esplicita volontà
di dar vita ad un evento, pur nei limiti economicamente
concessi, in grado di condividere, e ancor più far condividere lo spirito di gioiosa festa coniugato con la riproposizione della propria storia e della propria tradizione.
Convivenza e condivisione: i fondamenti dell’epoca
trobadorica erano, sono e resteranno il fil rouge del festival, quel legame invisibile all’occhio, ma assai tangibile all’animo e al cuore, che unisce indissolubilmente
il popolo occitano, a partire dalle nostrane vallate cuneesi, e in parte torinesi, per snodarsi lungo tutto il lungomare mediterraneo francese, risalire la zona pirenaica
per giungere sino all’enclave spagnola della Val d’Aran.
Saurat è un piccolo paesino, non varca la soglia dei
700 abitanti, allungato da est a ovest nel dipartimento
dell’Ariège (regione dei Midi-Pyrénées), che si apre alle
alte vette pirenaiche, con un importante dislivello territoriale che da poco più dei 600 mt del centro abitato
sale sin quasi a toccare quota 2.000 mt con il Col de
Port, il Cap de la Dosse e il Pic de La Journalade, vette
che fanno da fascinosa cornice alla piccola comunità
pirenaica.
Festen’Oc rappresenta una tre giorni estiva di cultura
occitana, ove si mescolano e si amalgamano al meglio
la danza come la musica e il canto (compreso quello
polifonico), un luogo di incontro, e di reincontro, tra le
musiche e i musicisti delle vallate occitane piemontesi
che si confrontano con le sonorità più tipiche e tradizionali di Guascogna, Linguadoca e Ariege.
A onor di cronaca, ormai da alcuni anni la manifesta-
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Musica, danze e costumi tradizionali della cultura occitana nel pomeriggio di festa
Anche il cambio palco serale è momento da sfruttare con musica “al volo”
Non saranno certo poche gocce di pioggia a far fuggire pubblico e ballerini; un ombrello per qualcuno, un po’ di innocuo umido per qualcun’altro
Eventi
La boutique “volante” di Macarel, un grande amico di Festen’Oc e un importante diffusore della cultura occitana, nonché partner commerciale dell’organizzazione
zione raccoglie al proprio interno
alcuni ulteriori momenti di festa,
accomunati da un comun denominatore di sostegno e diffusione
di cultura di radici, eventi che si
snodano da aprile a novembre, e
che rappresentano per un verso
l’aperitivo e per un altro il digestivo
rispetto all’evento clou dell’anno,
appunto il Festenal estivo di luglio.
La tredicesima edizione di Festen’Oc si avvierà venerdi 11 luglio
con un pomeriggio dedicato a stage
di danza tradizionale animato dal
gruppo Talabast, cui farà seguito
un giro di paese musicato e un successivo bal folk con la formazione
de La Pifada, un misto di occitano
e brasiliano guidata da Carlos Valverde che si esprime con “fifres”
nostrani e “pifanos“ ispanici (molto
volgarmente, varietà di flauti) e
percussioni; un abbinamento stru-
La formazione pirenaica catalana “La Sonsoni”
mentale tipicamente occitano ma
ben riscontrabile, ad esempio, anche nella cultura bretone.
A chiudere la prima giornata di
festa, un inizio di serata con un
classico bal folk e a seguire ancora
ballo, ma in versione maggiormente
concertizia (ovvero da ascolto); ad
aprire saranno i Garric, un ensemble che ha portato l’esplorazione
musicale ai limiti tra la modernità e
l’intemporalità, o per chi preferisce
tra le origini più radicali e l’immensità del cielo, mentre l’ultimo atto
della giornata sarà appannaggio
dei Talabast.
Il “gruppo elettrogeno”, originario della regione del Perigord, unisce alle proprie sonorità di radice
quelle della vicina Guascogna, miscelando tradizione e contemporaneità, tradizione orale, teatro, ritmiche arrembanti alternate a melodie
semplici; reinvenzione, riarrangiamento, improvvisazione, questi gli
elementi di ricchezza e di diversità
del gruppo che, come recita la loro
biografia, propongono una mescolanza che spazia dalla bouree metallurgica al ragga-congo, dall’impro-scottish al rondo-pogo.
La mattinata del sabato sarà appannaggio della professoressa Camilhac Bilhac, docente di lingua
occitana per adulti presso lo IEO
(Institut d’Etudes Occitanes) che,
all’interno dello stage linguistico,
presenterà un “collectage”, una ricerca su costumi, musiche, danze,
canti e canzoni della tradizione
orale (potremmo ben dire una ricerca etnomusicale), realizzata
proprio nel territorio dell’Ariège nel
corso del 2012, dal titolo “St Joan
d’estiu tradicions e usatges; Contes
e racontes, culhida de contes d’Arièja”.
Lo stage linguistico continuerà
anche nella mattinata del giorno
successivo.
Il pomeriggio si aprirà con un
omaggio alla confinante Catalogna
con uno stage di danze tipiche
del territorio musicate in diretta
dal gruppo, parimenti catalano,
La Sonsoni; subito a ruota ancora
stage, questa volta riservato fondamentalmente ai bambini, dove
Pèire Ricard metterà in scena la
prima puntata (la seconda sarà il
giorno dopo) di un piccolo spettacolo di “chansonnettes” (lo riporto
volutamente in lingua originale,
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perchè l’italica traduzione in “canzonette” mi parrebbe quasi dispregiativa).
Nel frattempo ci sarà pure il
tempo della proiezione del film occitano “Eth vin de casa” (comunque sottotitolato in lingua francese),
la storia di un “piccolo vino” locale,
poco conosciuto, ma la cui storia
e produzione viene ancora mantenuta viva da un gruppo di vignaioli
della zona.
Dal tardo pomeriggio si ripartirà
con musica e danze sino a notte
inoltrata; l’apertura sarà affidata
ancora alla formazione pirenaica
catalana “La Sonsoni”, che mette
a confronto due generazioni musicali, con l’esperto e navigato Pep
Lizandra (prezioso collaboratore
de El Pont d’Arcalis nelle occasioni
da ballo) all’organetto diatonico, a
duettare con la freschezza del violino di Elias Porter.
Per l’occasione la formazione,
che normalmente si esibisce in
duo, sarà rafforzata da due pregevoli presenze femminili, Erika Weigand (allieva di Pep), ancora all’organetto e Mariona Del Carmen, virtuosa delle percussioni tradizionali
iberiche.
Il tempo di mangiare un boccone,
magari anche due, per esperienza
personale i cucinieri “sauratesi”
non sono certo da disprezzare, e si
potrà tornare in pista con il gruppo
guascone “Ja Pòdes Creir”, quattro
baldi giovanotti (Geoffrey Darmani,
Pierre Rouch, Philippe Fernandez
e Dominique Barès) che affidano ai
loro strumenti e alla loro passione
musicale il compito di fare da ambasciatori alla loro comune origine
musicale della valle de l’Arbas.
Nel frattempo si farà mezzanotte
e sul palco di Festen’Oc 2014 salirà l’ennesima formazione catalana
per un concerto a ballo che non
mancherà certo di riservare piacevoli sorprese, il sestetto della Coixinera.
La formazione, originaria di Manresa e dintorni, è già stata protagonista in Italia (in Piemonte in parti-
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30/2014
Eventi
colare, e in provincia di Cuneo ancor più nello specifico) in varie occasioni; per quel che mi sovviene al
volo una Festa dei Lou Dalfin a Vernante e un Cantè Magg a Bergolo.
La domenica si aprirà ancora con
il gruppo Ja pòdes Creir che sfilerà
in musica per le vie del paese, e
con il proseguimento dello stage
di Camilhac Bilhac; in tarda mattinata verrà anche celebrata la Santa
Messa con canti in lingua occitana.
A mezzogiorno sarà finalmente
la volta del locale gruppo di danze
“Groupe Folkclorique Sauratois” a
intrattenere pubblico e musicisti
sulla piazza principale del paese;
al termine il classico “Trad apero”
musicale ancora con Ja Pòdes
Creir a diffondere piacevoli sonorità
trad.
Il pomeriggio manterrà, e forse
aumenterà, il ritmo frenetico degli
appuntamenti: letture cantate del
poeta occitano Didier Tousis, successivamente protagonista con il
gruppo “Tousin en Oc”, formazione
che utilizza al meglio il “parlar negue”, ovvero la lingua guascona più
tipica dell’area delle Landes. I testi
poetici di Didier trovano qui la loro
miglior espressione, grazie anche
alla musicalità di organetti e cornamuse e soprattutto alla forza della
lingua in uso.
Tra i due momenti, troverà ancora spazio la seconda parte dello
stage di Pèire Ricard riservato al
pubblico più giovane.
Le danze pomeridiane si avvieranno con la ritmica, la melodia
e la gioiosità della musica de Les
Irètges, un gruppo formatosi nella
stessa cittadina pirenaica teatro
del Festenal, e da sempre al fianco
degli organizzatori (sia nell’attività
musicale come in quella più strettamente organizzativa), che riesce
a coniugare al meglio, nell’ambito
della musica e della danza occitana, l’utilizzo di strumenti quanto
meno inabituali per il contesto, dal
soubassophone (il nostrano susafono) alle “hautbois du Couserans”, un oboe tipica della regione
guascone, a fifres e clarinetti, il
tutto condito con percussioni e fisarmonica cromatica.
Il sestetto annovera Sylvie Girard
e Isabelle Ripoll interpreti dell’oboe,
Raphael Mateos alla fisarmonica,
Jérôme Cazenave alle percussioni,
Jean-Jacques Pialat al susafono e
Jean-Luc Rouzoul con fifre e clarinetti.
La prima serata di domenica sarà
curata da Cyril Brotto e Guillaume
Lopez, un magico, conosciuto e
apprezzatissimo duo francese che
per l’occasione si presenterà in sestetto insieme a Camille Simerai,
Pascal Celima, Camille Raibaud e
Simon Portefaix; presenteranno un
ampio repertorio tratto dal loro ultimo album, per far danzare i piedi
ma anche le orecchie.
L’ultimo atto di Festen’Oc 2014 è
targato italiano con il ritorno, dopo
l’apprezzata prima del 2012, di
Lou Tapage, la folk-rock band saluzzese che non mancherà certo
di riscaldare l’ambiente con una
gran massa di suoni, amalgamati al
meglio, che spaziano dal repertorio
trad (ovviamente molto reinterpretato in proprio) alle sonorità irlandesi, passando, come primo esperimento dopo oltre 10 anni di onorata carriera, anche attraverso l’utilizzo della lingua italiana a fianco di
occitano, francese e catalano.
L’attuale formazione annovera
Chiara Cesano al violino, Dario
Littera alla chitarra e percussioni,
Nicolò Cavallo al basso elettrico,
Daniele Caraglio alla batteria e percussioni, Sergio Pozzi, voce e chitarra acustica, e Marco Barbero a
dilettarsi e dilettare con una gran
varietà di flauti, un paio di cornamuse (forse anche tre), bouzuki,
mandolino e, se la scaletta lo prevede, organetto diatonico.
Per ogni ulteriore informazione,
sia relativa al festival che alle possibilità di soggiorno, è possibile visitare il sito ufficiale:
www.festenoc.com oppure contattare l’organizzazione all’indirizzo
[email protected]. ❖
Eventi
Vialfrè (TO) – Dal 25 al 29 giugno prossimi ritorna la grande
kermesse nazionale di danze e musiche trad, con proposte
che spazieranno da nord a sud e da est a ovest per l’intero
continente europeo
GRAN BAL TRAD
di Fulvio Porro
Folla assiepata ai piedi del palco e, poco più indietro, ballerini “pronti all’uso”
C
orreva l’anno 2000 quando un
gruppo di amici, appassionati
di musiche e danze tradizionali, decise di dar vita ad un evento
di respiro internazionale, verosimilmente primo esperimento del
genere in terra italica, in linea con
la propria propensione culturale,
allestendo, in quel di Sala Biellese,
la prima edizione del “Gran Bal du
Piemont”.
Sulla falsariga del Gran Bal d’Europe di Gennetines, e in tempi più
recenti dell’omonimo evento di St.
Gervais, entrambe manifestazioni
in terra francese, gli organizzatori,
uniti dal comune desiderio di mettere a diretto contatto e confronto
le diverse espressioni della cultura
di radici, andarono a proporre una
manifestazione specificamente
dedicata alla danza e alla musica
tradizionale dei popoli, offrendo ai
partecipanti un variegato quadro
delle varie culture presenti in Europa, non dimenticando un impor-
tante spaccato di tradizione tipicamente di casa nostra.
L’evento riscosse subito buon
successo, sia sul fronte dei musicisti come sul versante dei ballerini,
coinvolgendo un gran numero di
persone provenienti un po’ da tutte
le regione italiane ma anche da
molti paesi europei.
Questo importante risultato fu,
ovviamente, di massimo conforto
per gli organizzatori, che riproposero l’iniziativa anche negli anni
successivi, e sull’onda del crescente successo, e delle connesse
complicazioni organizzative, alcuni
anni dopo si decise di ampliare in
modo consistente lo staff e di apportare alcune importanti variazioni, a cominciare dalla scelta di
una nuova location, tutt’ora valida,
e individuata nel Comune di Vialfrè,
in provincia di Torino, la cui amministrazione è sempre stata molto vicina alle necessità degli organizzatori, e dal nuovo nome dell’evento,
ancor oggi conosciuto come Gran
Bal Trad.
Il festival è ospitato all’interno
dell’area naturalistica Pianezze di
Vialfré, sulla sommità di una delle
numerose colline, poco meno di
500 metri di altitudine che compongono l’anfiteatro morenico di
Ivrea; la serra morenica eporediese rappresenta una delle aree
di maggiore interesse naturalistico
presente in Nord Italia e parimenti
il più significativo anfiteatro glaciale
di tutta Europa.
Il festival è attualmente organizzato dall’omonima Associazione
Culturale Gran Bal Trad, soggetto
che annovera “solo” cinque soci,
rappresentati però da altrettante
singole associazioni assai attive e
dinamiche sul territorio piemontese: Accordanza, BandaBrisca,
Biella Trad, Carolando e John O’Leary, enti che, ormai da tempo, a
fianco delle specifiche attività in
proprio, hanno unito le forze fisiche
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come quelle mentali per metterle al
servizio di uno degli eventi di maggior risonanza in tutta Europa.
Le giornate del Gran Bal Trad si
articolano in atelier di danza e di
strumento al mattino e al pomeriggio, offrono un servizio di mensa
e ristoro con bar in loco, e proseguono fino a notte inoltrata con le
serate di ballo e concerto su 4 diversi palchetti.
L’ultima edizione ha annoverato
oltre 200 persone tra insegnanti
ed artisti, provenienti da un capo
all’altro del vecchio continente,
che si sono impegnati, ogni giorno,
in atelier di danza, concerti serali,
conferenze e atelier di strumento.
L’edizione 2014 andrà in scena
a partire da mercoledi 25 per svilupparsi armoniosamente, e non
potrebbe essere altrimenti, sino a
domenica 29 giugno, con un programma ancor più intenso e articolato rispetto alle precedenti edizioni; cinque intensi giorni durante
i quali migliaia di persone sono
contemporaneamente spettatori e
protagonisti di una full immersion
di danze e musiche tradizionali.
Gli atelier di danze spazieranno
dal fervido territorio francese, con
proposte provenienti da Alsazia,
Alvernia, Bretagna, Guascogna e
Poitou, all’area balcanica, dalle
Fiandre a Israele, senza dimenticare i paesi anglosassoni, la Svezia,
la Romania e il mondo tzigano in
generale.
Ovviamente la proposta di casa
nostra risulta parimenti articolata,
spaziando da nord a sud, dalle proposte di matrice occitana e delle
Quattro Province, per scendere con
il saltarello marchigiano, le pizziche, tarantelle e tammuriate ancor
più meridionali, senza dimenticare
la composita proposta sarda.
Per scelta di chi scrive, data l’articolata e composita presenza di
musicisti e insegnati di danza, non
potendoli citare tutti (e comunque
sempre con il rischio di dimenticarne qualcuno), non si evidenzia
alcun nome dei protagonisti della
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Eventi
kermesse canavesana, rimandando direttamente al
sito ufficiale del festival www.
granbaltrad.it ove è possibile visualizzare, suddivisi tra
stage di ballo, di strumento,
concerti serali e conferenze,
i tanti e importanti nomi che
allieteranno l’ultimo lungo
fine settimana di giugno.
La struttura tecnica del festival è di assoluto livello, con
ben sette tensostrutture di
varia metrature (dalla piccola
12x24 alla grande 25x30),
oltre 20 gazebo per ospitare
gli atelier di strumento, le
esposizioni di materiale musicale a tutto tondo, l’area
bimbi, un’ampia struttura per
il servizio di custodia della
strumentazione musicale,
area campeggio per tende,
camper e roulotte, ampio parcheggio per i “pendolari”, tre
blocchi servizi igienici, area
ristoro.
Assai articolata anche l’offerta di convenzioni per pernottamenti in loco, spaziano
da ostelli ad agriturismi, da
hotel a bed & breakfast.
E proprio prima di andare in
stampa ci giunge notizia di un
altro importante tassello, nel
segno del rispetto delle persone e delle loro specifiche
esigenze, ovvero l’approntamento di uno specifico menù
per coloro che sono affetti da
celiachia.
Per ogni ulteriore necessita
di informazione e per iscriversi al festival e agli stage,
è possibile contattare direttamente l’Associazione di Volontariato Culturale Gran Bal
Trad, all’indirizzo terrestre di
via Arduino Casale n. 31 a
Lessolo (TO), telefonicamente
ai numeri +39 0125 58403,
+39 347 9589138, +39 0125
54244, +39 0125 48942, o
telematicamente all’indirizzo
[email protected] ❖
L’accogliente e organizzata tensostruttura atta al ricovero e
alla custodia della strumentazione al momento non in uso
Prove libere di musica d’insieme all’ombra della serra morenica eporediese
Un brindisi collettivo dell’allegra brigata dei cucinieri (non
sappiamo se la gioia sia dovuta all’imminente avvio della
cinque giorni di fatica o per l’ennesima e felice conclusione dell’evento …)
Uno dei gazebo che accoglie i più piccoli partecipanti al
festival, allestito con carta e colori a volontà e in libero uso
Eventi
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Eventi
NATURA E MUSICA IN PENTOLA
SARDEGNA
Tradizione culinaria e musicale
della Sardegna
con il concerto del gruppo
“Elva Lutza & Renat Sette”
Comunicato Stampa
Q
uarta edizione di “Natura &
Musica in pentola”a Latina,
iniziativa organizzata dall’
Azienda Agricola Ganci in collaborazione con l’associazione di musica e cultura popolare “Mantice”.
Quest’anno vi proponiamo una serata all’insegna della tradizione culinaria e musicale della Sardegna.
La cena a tema prevede un menu
con specialità tipiche della Sardegna e a seguire intrattenimanto
musicale a cura degli Elva Lutza &
Renat Sette.
Un’ottima occasione per trascorrere una serata assaporando piatti
semplici della tradizione e ascoltando buona musica.
Elva Lutza & Renat Sette
Una produzione originale che
vede collaborare due musicisti
sardi da anni attivi nel campo della
musica popolare e con collaborazioni di spicco live e discografiche,
e l’ultimo erede della tradizione occitana dei trovatori. Lo spettacolo,
già rodato nel corso di un’estensiva
tournèe in Francia nel giugno 2012
e in Sardegna nei mesi precedenti,
è un excursus nella tradizione musicale dei due paesi, Occitania e
Sardegna. Lo spettacolo è un anticipazione del disco “Amada” che
vedrà la luce la prossima estate per
la celebrata etichetta Felmay.
Elva Lutza è il duo, del quale,
addetti ai lavori e pubblico parlano con maggiore simpatia e attenzione: una proposta fresca e
nuova che mescola tradizione folk
(con particolare attenzione a musica balcanica e sarda) e improvvisazione jazzistica. Sono vincitori
1818
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del Premio Andrea
Parodi 2011 e
hanno licenziato
nel 2012 un cd
(appena ristampato) salutato dalla
critica nazionale
come uno degli
esordi più interessanti dell’anno.
Renat Sette è un
esperto cantante
di Nizza, forse il
più carismatico
fra gli esponenti
del revival della
musica tradizionale provenzale,
cantante di esperienza, conosciuto
per le sue performances a-capella
(senza l’ausilio
di strumenti, ma
solo con l’uso della
voce) che per le
collaborazioni con
importanti gruppi
francesi e italiani. La collaborazione nasce dalla
stima reciproca e
da quella voglia di
confronto e di rischio tipica della World Music.
Parte del concerto è dedicato
ai repertori sacri e para-liturgici
dell’Occitania francese e della Sardegna. ❖
Renat Sette – voce
Nico Casu – tromba, voce
Gianluca Dessì – chitarra, mandola
Cena in musica € 28,00 (ingresso ore 19.30)
Ciambelline fatte in casa, Vino e Musica € 10,00
(ingresso dopo le 21.30)
Info e prenotazioni entro 19 Giugno
Cantina – 0773208219
Maria – 3207435685
Azienda Agricola Ganci (a due passi
dal Lago di Fogliano) Via Isonzo km
5,300 Borgo Grappa Latina
Facebook : Azienda Agricola Ganci
Marco Delfino - Associazione Mantice
Via Botticelli 12 - 04100 Latina
Eventi
Castello di Ragogna
15 giugno 2014
dalle ore 16
LA FIESTE DA SEDON
Comunicato Stampa
L
a Fieste da Sedon al castello di
Ragogna è diventata ormai una
tradizione: un festival nel festival, anteprima di Folkest 2014, dedicato alla musica tradizionale friulana
come spunto per la valorizzazione di
uno dei luoghi storici di maggior significato ricostruiti dopo il terremoto,
il Castello dei Conti di Ragogna, un
mastio antico dove si respira la storia, inebriandosi dell’aria che sale dal
Tagliamento e godendo di una delle
più incredibili viste paesaggistiche
dell’intero Friuli.
Organizzato dall’Associazione culturale Folkgiornale, grazie al patrocinio del Comune di Ragogna e della
Provincia di Udine, rappresenta una
lunga carrellata su trent’anni di storia della musica friulana, visti con gli
occhi di tre generazioni di musicisti,
che diventano così l’occasione per ripercorrere le tappe della riscoperta
e dell’evoluzione della musica popolare friulana, dal rischio di oblio degli
anni Settanta, fino al grande impatto
con i media, alle tournée in tutto il
mondo, alle apparizioni televisive e
agli special dedicati, oltre le prestigiose collaborazioni che hanno portato la usica friulana nel mondo.
La Sedon Salvadie ha avuto modo
di incrociare gli strumenti anche con
musicisti molto importanti (Angelo
Branduardi, Massimo Bubola, The
Chieftains, Carlos Nuñez e Inti Illimani tra gli altri) e ha in programma
un nuovo progetto insieme al grande
Enzo Avitabile.
Dalle file de La Sedon Salvadie
hanno preso le mosse le formazioni
più significative dell’attuale panorama musicale friulano: da Giulio
Venier, ad Andrea Del Favero, a Lino
Straulino, Emma Montanari, Marisa
Scuntaro, Dario Marusic, Glauco To-
Andrea Del Favero e Angelico Piva
niutti, Flaviano Miani, Gianluca Za- menti, verranno a far festa e fa cuatri
nier, tutti hanno militato o militano sunades insieme. E per ricordare tre
in questa formazione e hanno dato o grandi amici e complici in trent’anni
danno vita a molti altri gruppi e realtà di musica, come Angelico Piva, Claudi ricerca e di riproposta, quali Ca- dio Macoritto e Giovanni Micelli, rerantan, Braul, Tischlbong, Montanari centemente scomparsi. ❖
Grop, Furclap, Braul,
Nosisà, Lino Straulino...
Un’occaione per passare un intenzo po meriggio e una serata
all’insegna del mangiare
friulano e genuino di
qualità grazie a Maurizio,
chef del ristorante Tre
Corone di Spilimbergo e
della buona musica con
Lino Straulino, Carantan,
l’associazione culturale
Furclap, i Nosisà in inedita versione acustica,
La sedon Salvadie e tanti
altri amici da tutti il Friuli
che, armati dei loro stru- Il castello di Ragogna
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Argomenti
FESTIVAL INTERCELTIQUE
DI LORIENT 2014
IL FESTIVAL DIETRO LE QUINTE
Come e da chi è organizzato il Festival
più importante del mondo interceltico
di Giustino Soldano e Muriel Le Ny
Il logo del Festival all’entrata dell’Espace Nayel, a fianco della biglietteria
2020
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Argomenti
Legenda. CDI: contratto a tempo indeterminato. CDD contratto a tempo determinato
Q
uando si parla del Festival
Interceltique di Lorient, il
pensiero ricorre spontaneamente alla musica celtica e agli
artisti che la interpretano. Si va subito alla ricerca degli spettacoli che
più ci interessano, sfogliando con
interesse il programma del Festival.
Pochi però si chiedono come è organizzata questa manifestazione,
che dura dieci giorni e dieci notti,
e che offre un numero impressionante di spettacoli.
Noi ce lo siamo chiesto ed abbiamo cercato di scoprire cosa c’è
dietro tutto questo. Ci siamo così
recati negli uffici del Festival per
parlare con alcune persone che
si occupano dell’organizzazione
del FIL (Festival Interceltique de
Lorient). Abbiamo avuto un primo
contatto a marzo con Lisardo Lombardia, Direttore Generale del Festival Interceltique di Lorient e con
Josette Joubier, che da circa un
anno affianca il Direttore Generale
occupandosi delle risorse umane;
in precedenza era stata direttrice
del Grand Théâtre di Lorient, sede
di numerose manifestazioni teatrali
e uno dei luoghi dove si svolgono
alcuni concerti del FIL. Le abbiamo
chiesto alcune informazioni.
Josette, ci può spiegare come funziona l’organizzazione del Festival?
Il Festival è una vera e propria
Impresa nella quale lavorano: nove
dipendenti fissi impegnati tutto
l’anno, circa dieci dipendenti a
tempo determinato lungo o breve
secondo le funzioni, oltre a una
dozzina di stagisti. Inoltre, durante
il Festival, nei vari siti come le biglietterie, il “Village Celte”, il “Quai
de la Bretagne” i bar, i punti di ristoro e vari altri, lavorano da 50 a
100 persone per sito, per un totale
di 750 stipendiati temporanei e, in
aggiunta, circa 1.200 volontari.
Come in qualsiasi azienda anche per il Festival esiste un organigramma ben definito; il nostro è
suddiviso in cinque settori coordinati dal Direttore e per quanto riguarda le risorse umane, come vi
dicevo, dalla sottoscritta.
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Argomenti
La reception del Festival
Il settore artistico lavora direttamente con il Direttore e si occupa
dei contatti con gli artisti e della
programmazione degli spettacoli.
Il settore delle risorse finanziarie
s’interessa della raccolta dei fondi
e dei finanziamenti necessari allo
svolgimento del Festival.
Il settore comunicazioni si occupa
della stesura e della diffusione dei
programmi e di tutto il materiale
divulgativo del FIL attraverso i vari
mezzi di comunicazione.
Il settore amministrazione e produzione s’interessa di tutta la gestione amministrativa, dei contratti
di lavoro e dei compensi, della gestione finanziaria, dei rapporti sociali, dei contatti con i volontari e
della biglietteria.
Infine c’è il settore tecnico: la
“régie générale”, che si occupa
dell’allestimento e dell’organizza-
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zione delle strutture dove si svolgono gli spettacoli, delle norme di
sicurezza e dell’accoglienza dei
vari Paesi rappresentati e di qualsiasi necessità di carattere tecnico
durante il FIL.
Chi assiste al Festival come
spettatore non si rende conto di
tutta la mole di lavoro che c’è alle
spalle e di come tutte le varie mansioni debbano essere coordinate
tra loro, con Lisardo che le dirige
come fosse un direttore d’orchestra, in contatto continuo e diretto
con i responsabili dei vari settori e
indicendo periodicamente delle riunioni collettive o per settore, per
fare il punto della situazione.
Io mi devo assicurare che a livello
di personale tutto giri alla perfezione e che tutti gli stipendiati in
modo che le persone che arrivano
per il FIL siano soddisfatte e pos-
sano ripartire con la voglia di ritornare. In Francia la legislazione
c’impone di rispettare il Codice del
Lavoro, la Convenzione Collettiva
Nazionale delle Imprese del settore
privato degli spettacoli dal vivo. Le
leggi sono complesse e richiedono
una vigilanza costante. Alle risorse
umane ci si occupa anche di fare
in modo che ci sia un vero lavoro
d’equipe, in armonia e che ciascuno, indipendentemente dalla
sua funzione, possa contribuire alla
riuscita del Festival.
Da quanto tempo esiste questo tipo
di organizzazione?
Il FIL aveva già un’organizzazione
fino dalla sua nascita, ma vista la
sua continua evoluzione, è stato
necessario rifare il punto in tema di
risorse umane. Il punto è stato fatto
dall’anno scorso. Quando sono
Argomenti
arrivata, ho rinforzato o stabilito
le regole per il funzionamento del
Festival e formalizzato un organigramma.
Abbiamo rivisto i contratti di lavoro e, visto che il Festival è una
“grande macchina” che si deve
muovere in modo ottimale, abbiamo compilato dei mansionari, in
modo che ogni singolo dipendente
sappia esattamente quali siano i
suoi incarichi, le sue responsabilità, le sue condizioni di lavoro, il
suo rapporto con gli altri colleghi e
gli obiettivi da raggiungere.
Il personale che lavora per il Festival da tanti anni, come ha preso questi cambiamenti?
All’inizio, come in tutte le situazioni in cui ci sono delle innovazioni, c’è stata qualche discussione, ma, date le mie esperienze
precedenti come direttrice di teatro, ho trascorso parecchio tempo
con tutti riuscendo ad instaurare
un dialogo continuo con loro per
far comprendere i vantaggi di un
lavoro più funzionale, che è stato
apprezzato anche dal consiglio
d’amministrazione.
Sono previsti dei corsi di aggiornamento per il personale?
Ci stiamo lavorando; siamo in
contatto con l’A.F.P.A. (Associazione per la Formazione Professionale degli Adulti) per stabilire dei
corsi di formazione in vari campi.
Tali corsi potranno essere sul tema
della sicurezza, dell’accoglienza
del pubblico, delle norme igienico
– alimentari e molto altro ancora,
in modo che chiunque lavori per il
Festival sia qualificato professionalmente.
Ci piacerebbe che anche le persone senza occupazione che s’impegnano nel volontariato, possano
accedere a successivi corsi di perfezionamento e avere un’opportunità futura di lavoro. Il Festival ha
anche un ruolo importante nel sociale, offrendo la possibilità, anche
a persone poco o male integrate
nella collettività, di lavorare per il
Festival assumendo così un incarico utile per loro e agli altri.
La ringraziamo per la collaborazione e le chiediamo se sarà possibile
parlare con qualcuno dei responsabili
dei vari settori per conoscere quali
sono le loro mansioni.
Certamente, ad aprile, dopo la
presentazione del programma del
Festival, vi organizzerò qualche incontro con loro.
Siamo così tornati negli uffici del FIL
a metà aprile. Ad accoglierci, alla
reception, troviamo Régine e cominciamo con lei il giro d’interviste.
Buongiorno Régine, ci può descrivere quali sono le sue funzioni?
Io collaboro con il responsabile
dell’amministrazione e produzione
e m’interesso della contabilità, dei
rapporti con le banche, della preparazione dei bilanci. Inoltre mi
occupo dell’accoglienza delle persone che arrivano qua negli uffici e
del centralino. Durante il Festival,
al centralino, sono aiutata da un’equipe di venti persone: dodici che
lavorano qui e otto che sono al Palais des Congrès (sede delle biglietterie, dell’accoglienza del pubblico
e della sala stampa oltre ad essere
una delle sedi degli spettacoli. N.d.A.)
Da quanto tempo lavora per il Festival?
Collaboro con loro da dieci anni.
Ho cominciato nel 2004 come volontaria al centralino, negli uffici
della precedente sede del FIL: la
“Maison du Festival”. In seguito
ho lavorato a tempo determinato
al centralino e alla biglietteria e infine sono stata assunta per lavorare
permanentemente sia al centralino
che alla contabilità.
Lei quindi ha un’esperienza nel
campo amministrativo?
Ho un diploma professionale in
contabilità e in seguito ho appreso
anche l’informatica, indispensabile
per il lavoro.
Quanto le piace lavorare per il FIL?
Tantissimo, adoro lavorare per
il Festival, penso come tutti i miei
colleghi. Ci impegniamo a fondo
e diamo il massimo per il Festival.
Formiamo un’equipe molto solida
e affiatata; ci troviamo spesso insieme anche al di fuori dell’ambiente di lavoro e questo contribuisce a mantenere il buonumore
anche al lavoro.
Qual è il suo rapporto con la cultura bretone?
Sono bretone di nascita e di origini. I miei genitori abitano tuttora
nelle Cotes d’Armor e nella mia
famiglia si parla il bretone. Io non
lo parlo correntemente ma lo comprendo benissimo. Ho fatto parte
del Circolo di danze, di prima categoria, di Pluneret, con cui ho partecipato a numerosi concorsi; pertanto la cultura e le danze bretoni
fanno parte del mio patrimonio.
Siamo passati quindi ad intervistare
Diane Laure, una delle responsabili
del settore artistico.
Ci può descrivere in cosa consiste il
suo lavoro?
Sono assistente del direttore del
FIL e coordinatrice artistica. Mi occupo, sotto la responsabilità del Direttore Generale, della programmazione degli spettacoli; per sei mesi
l’anno sono impegnata a stabilire
chi viene ad esibirsi al Festival e a
quali condizioni, in stretta collaborazione con Lisardo. Prendo contatto
con i vari artisti e gruppi e i loro manager per conoscere la loro disponibilità e per negoziare quali sono le
loro richieste. In seguito, dopo aver
selezionato gli artisti insieme al direttore, sono impegnata nella programmazione e nella logistica; devo
assicurarmi che i vari gruppi siano
effettivamente presenti, che le condizioni stabilite siano rispettate e mi
devo occupare della buona riuscita
degli spettacoli.
Collaborano con me Hélène che
si occupa degli alloggiamenti e
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Argomenti
La nuova biglietteria del F.I.L
dei trasporti e Yann, che segue le
manifestazioni tradizionali come il
Campionato dei bagadoù, le sfilate
come quella della Grande Parade, i
vari concorsi e manifestazioni culturali. Yann ha una buona esperienza nel settore, poiché l’anno
scorso mi ha sostituito durante la
mia assenza per maternità. Inoltre
da aprile sono aiutata da una stagista che mi assisterà fino alla fine
del Festival.
M’interesso inoltre della parte
protocollare, dei contatti con le
Ambasciate e dell’accoglienza dei
V.I.P.
Come avviene la scelta dei gruppi
che partecipano al Festival e come si
stabiliscono i contatti con loro?
Ogni anno riceviamo un numero
enorme di domande di partecipazione: 5.000-6.000. Mediamente
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solo un dieci per cento di loro corrisponde allo spirito del Festival.
Io faccio una selezione accurata
che richiede parecchio tempo e
impegno, ascoltando le loro proposte musicali e alla fine il cerchio si
chiude a circa una dozzina di artisti
che propongo al direttore.
Questo per quanto riguarda le
candidature che riceviamo, ma la
maggior parte dei gruppi è scelta
direttamente da noi.
Lisardo è spesso in viaggio e segue molti “show case” e se scopre
degli artisti che gli piacciono e che
corrispondono al suo progetto culturale, mi chiede di prendere contatto con loro. La ricerca degli artisti
avviene con largo anticipo, già dal
mese di settembre, subito dopo il
Festival, ma in alcuni casi anche
prima soprattutto per quelli che
hanno le loro tournee programmate
con largo anticipo.
Per quanto riguarda poi la parte
protocollare e cioè le relazioni con
le Ambasciate, i Governi e i Ministeri stranieri, ci si deve muovere
due, tre anni prima. Infatti in questo momento, per esempio, Lisardo
è in Australia, che sarà la nazione
del FIL del 2016 per avviare i primi
contatti.
Da quanto tempo lavora per il FIL?
Da circa dieci anni. Ho iniziato
prima come volontaria e poi come
stagista, avendo frequentato un
master per il turismo e l’organizzazione di eventi.
All’inizio mi occupavo degli spettacoli organizzati dal Festival a Parigi, Nantes, Rennes e Lione e poi
mi hanno assunta per la posizione
attuale.
Argomenti
In questi dieci anni ha notato dei
cambiamenti nell’organizzazione del
Festival?
Lo spirito del FIL a mio parere
non è cambiato, c’è sempre una
larga partecipazione di volontari e
le persone coinvolte lavorano con
entusiasmo. Da un punto di vista
organizzativo, siamo più numerosi
rispetto al passato e credo che
siamo più professionali; sono aumentate le pratiche amministrative
da seguire e sono state raffinate le
strategie nelle comunicazioni e nel
marketing, che sono molto importanti per il mantenimento e la riuscita del Festival.
Abbiamo quindi intervistato
l’assistente di Diane, Hélène.
Da quanto tempo collabora con il
Festival?
Dal 1998.
Trova difficile il suo lavoro?
Più che difficile, diciamo che è
parecchio impegnativo, ma l’esperienza è molto d’aiuto e comunque
è un lavoro molto interessante.
Personalmente mi occupo di tutto
quello che riguarda l’accoglienza
e la sistemazione degli artisti, dei
gruppi, delle delegazioni e di tutti
quelli che, a titolo professionale,
partecipano al Festival. È un lavoro
meticoloso che richiede parecchio
tempo e attenzione.
Già dal mese di settembre si
devono contattare gli alberghi,
concordare i prezzi e fare le prenotazioni per l’estate successiva.
Una volta che Diane ha concluso i
contratti con gli artisti, mi passa le
informazioni e in base alle varie esigenze, devo pianificare le sistemazioni alberghiere, in pratica circa
10.000 pernottamenti suddivisi in
25 alberghi. Inoltre devo collocare
i gruppi di danzatori, dei musicisti
delle band e le varie delegazioni
nei dormitori dei licei e dei collegi
di Lorient.
Ci sono delegazioni numerose,
come ad esempio quelle dell’Irlanda e della Scozia, che sono
composte da 150 partecipanti ciascuna; in totale gli spazi disponibili
in queste strutture sono 700.
Inoltre devo occuparmi della ristorazione dei vari gruppi: i pasti,
30.000 durante il Festival, sono
serviti nella mensa del liceo Dupuy
De Lôme.
Tra i miei incarichi c’è anche
quello di provvedere ai trasferimenti via terra o via mare, come ad
esempio per i provenienti dalla Cornovaglia, dal Galles o dall’Irlanda o
di chi arriva all’aeroporto di Parigi e
quindi devo pianificare con diverso
anticipo il noleggio dei vari mezzi di
trasporto come traghetti, pullman e
auto.
In effetti, il suo è un lavoro molto
intenso.
Sì, ma non finisce qui; già durante l’inverno devo organizzare i
vari spazi espositivi come il “Marché interceltique” cioè tutte le
tende e bancarelle che si vedono
durante i dieci giorni del Festival,
in cui artigiani e commercianti
espongono i loro prodotti. Tra l’altro
quest’anno abbiamo ricevuto diverse richieste da parte di artigiani
italiani che fabbricano oggetti con
simboli e motivi celtici. Alla base
c’è un lungo lavoro di selezione
perché le domande dei possibili
espositori superano abbondantemente i 160 spazi disponibili e
i prodotti proposti devono essere
comunque in tema con lo spirito
del Festival.
Ci sono inoltre le esposizioni dei
fabbricanti di strumenti al “Jardin
des Arts et des Luthiers” e i padiglioni della Bretagna e delle varie
Nazioni rappresentate. Nel periodo
estivo sono affiancata da due persone che mi aiutano nelle fasi definitive della pianificazione e organizzazione.
Ho poi una terza funzione: mi occupo di fornire a quei gruppi, associazioni o aziende, che vogliono
venire a Lorient durante il Festival,
le indicazioni necessarie per organizzare il soggiorno e procurarsi i biglietti per assistere ai vari spettacoli.
Parla qualche lingua straniera?
Sì, parlo correntemente l’inglese
e lo spagnolo, necessari ai rapporti
che ho tutto l’anno con le delegazioni dei Paesi invitati.
Parliamo successivamente con
Vincent, che lavora nel settore
delle risorse finanziarie.
Quali sono i suoi compiti?
Sono responsabile della sezione
partenariato e sovvenzionamenti e
del “Club K” che raccoglie tutte le
Imprese di Lorient e vari partner,
con lo scopo di favorire gli scambi
economici e culturali. Il Club K si
chiama così perché K è l’abbreviazione di Ker che in bretone significa villaggio.
Sono qui da novembre e sostituisco Emilie, che è in congedo per
maternità, fino al gennaio 2015.
Mi occupo della ricerca di sponsor privati per il FIL che ci servono
ogni anno in numero maggiore,
perché le sovvenzioni pubbliche
sono insufficienti e tendono a diminuire.
Ci sono due tipi di partner: quelli
che investono nel Festival per avere
maggiore visibilità e i patrocinatori
che fanno le loro donazioni senza
fini commerciali. Da quest’anno
cerchiamo anche privati che vogliono sostenere il Festival tramite
una raccolta di fondi on-line sul sito
internet del FIL Le donazioni, tra
l’altro, sono defiscalizzabili.
Qual è la sua formazione professionale?
Ho compiuto degli studi in Amministrazione aziendale e ho seguito
un Master in Marketing che mi è
tornato utile per quanto riguarda le
trattative con le aziende e la ricerca
di nuovi partner.
Come avvengono i contatti con gli
sponsor?
Da settembre a novembre contatto i partner per fare un bilancio
dell’edizione appena passata del
Festival, per conoscere il loro livello di soddisfazione e per cercare
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Argomenti
Alcuni degli intervistati. Da sinistra: Hélène, Benjamin, Diane Laure, Vincent, Rachel, Régine
di rinnovare i contratti per l’edizione dell’anno dopo. Sempre nello
stesso periodo ci si concentra sulla
prospettiva di nuovi sponsor, perché è il momento in cui le aziende
decidono il loro budget per l’anno
successivo. La ricerca avviene telefonicamente o tramite dei volontari
che hanno diverse conoscenze nel
settore commerciale e aziendale.
Ci sono poi delle aziende che da
diversi anni sponsorizzano alcuni
concorsi musicali e altre che ci contattano spontaneamente, come per
esempio Red Bull che quest’anno
ha offerto il finanziamento di un
concerto.
Da dicembre a febbraio si procede con le negoziazioni per discutere con i partner quale sarà il loro
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apporto economico e cosa noi possiamo offrire in cambio.
Nel trimestre successivo si passa
alla fase operativa nella quale si ricevono i finanziamenti e ritiriamo i
materiali necessari alle varie forme
di pubblicità sugli opuscoli, sui manifesti e su internet.
Com’è entrato in contatto con l’organizzazione del FIL?
L’anno scorso, dopo aver finito gli
studi, ho visto che cercavano degli
stagisti per il Festival, come tanti altri ho proposto la mia candidatura
e mi hanno scelto per uno stage in
cui mi sono occupato del Club K. A
novembre poi, come dicevo prima,
mi hanno assunto a tempo determinato.
Perché ha scelto di lavorare col Festival invece che con delle Imprese o
con delle Società?
Ho preferito lavorare per il FIL
perché è molto conosciuto, ma
soprattutto perché essendo io
bretone, mi sento fiero di collaborare con un Festival che sostiene la nostra cultura e le nostre radici.
Mi piace moltissimo questo tipo di
lavoro anche quando in prossimità
del Festival siamo sotto pressione e
qui ci si muove tutti freneticamente
come api in un alveare.
Inoltre questo tipo di lavoro, che
mi mette in contatto con numerose aziende, potrebbe essermi
utile come trampolino di lancio nel
mondo imprenditoriale.
Argomenti
È aiutato da qualcuno nel suo lavoro?
Collaborano con me due stagisti
tra cui Benjamin che si occupa del
Club K con le stesse mansioni che
avevo io l’anno scorso quando ero
stagista.
A questo punto è venuto il turno di
interpellare Benjamin, stagista.
Com’è venuto in contatto con il FIL
e di cosa si occupa?
Grazie all’Istituto d’Amministrazione Aziendale di Brest, che frequento, ho visto che il FIL cercava
degli stagisti; ho inviato la mia domanda e sono stato selezionato.
Mi occupo dell’organizzazione
del Club K. Entro in contatto con le
aziende che vogliono aderire, dietro
il versamento di una quota, al Club.
Far parte del Club K offre molti vantaggi, dallo scambio di esperienze
culturali e commerciali alla possibilità di essere maggiormente conosciuti. Pianifico inoltre i vari eventi,
come pranzi, cene, serate, gite,
partecipazioni agli spettacoli. È un
lavoro nel quale mi trovo a mio agio
poiché mi è sempre piaciuto organizzare eventi.
Quali sono state le sue prime impressioni quando ha iniziato la sua
collaborazione col FIL?
Non immaginavo che ci fossero
così tante persone a lavorare per il
Festival e delle numerose attività da
seguire. È da tre settimane che lavoro qui e trovo tutto sorprendente
ed entusiasmante.
Come si trova con il suo gruppo di
lavoro?
Benissimo. C’è un ottimo rapporto con i colleghi e anche se
sono uno stagista, sono apprezzato
e considerato come uno di loro. Nel
mio lavoro ricevo parecchi consigli
da Vincent, che ha già svolto queste mansioni l’anno scorso, ma mi
permettono anche una certa autonomia. C’è una grande collaborazione e coesione con tutti quanti e
tutti sono impegnati affinché i dieci
giorni del Festival siano organizzati
al meglio.
Consiglierebbe questo tipo di lavoro
a qualcun altro?
Certamente. Avere così tanti contatti diretti con le persone e i direttori o i responsabili delle aziende,
poter esprimere le proprie capacità
nell’organizzare incontri ed eventi,
è un’esperienza notevole che può
essere utile anche come biglietto
da visita per un futuro lavoro. I rapporti umani, poi, sono eccezionali.
Siamo passati quindi ad intervistare
Rachel, responsabile del settore comunicazioni.
Rachel, in cosa consiste il suo lavoro?
Sono responsabile di settore e
webmaster del FIL Mi occupo della
gestione di tutte le informazioni e i
mezzi di comunicazione che riguardano il Festival. C’è un grosso lavoro
a monte: già a novembre cominciamo a lavorare su quello che sarà
il logo del Festival dell’anno successivo e lo divulghiamo prima di Natale. A partire da gennaio il mio settore si occupa dell’affissione dei manifesti del FIL in Bretagna e altrove.
A marzo ci sono i primi contatti
con la nostra agenzia di grafica di
Lorient (Orignal Communication)
che ci sottopone un bozzetto su
come dovrebbero essere i libretti
con il programma. Appena sono a
conoscenza della programmazione
artistica, ricontatto l’agenzia per
l’elaborazione finale degli opuscoli,
in modo che ad aprile siano stampati (180.000 esemplari) con i programmi definitivi degli spettacoli.
Gestisco inoltre il sito internet del
Festival, che è molto importane
poiché aumenta sempre di più la
tendenza alla consultazione su internet invece che su materiale cartaceo. Già nel momento successivo
alla presentazione del Festival, il
programma deve essere disponibile on-line con tutte le informazioni
sugli spettacoli e sugli artisti; inoltre
deve essere accessibile la biglietteria per l’acquisto dei biglietti su internet. Ci sono poi le pagine Facebook e Twitter da gestire e dal mese
di luglio mi devo interessare anche
del “magazine”del Festival.
C’è poi tutto quello che riguarda
il partenariato con i vari media, cui
devo fornire per tempo tutti i dossier e le schede tecniche: emittenti
televisive come “France 3”, che
registra la “Grande Parade” e le
“Nuits Interceltiques”, riviste come
“Télé 7 jours” o l’agenzia di stampa
Heymann-Renoult di Parigi solo
per citarne alcuni.
Il mio settore si occupa anche
della realizzazione dei teaser di
presentazione del Festival e degli
audiovisivi degli artisti che, una
delle novità di quest’anno, saranno
trasmessi anche su uno schermo
gigante al “Village Celte”. Io scelgo
le immagini e i filmati, li propongo
a Lisardo e poi li trasmetto ad un’agenzia che fa il montaggio.
Faccio inoltre parte della commissione che si occupa della segnaletica stradale che indica dove
si trovano i vari siti delle manifestazioni del Festival. Questa segnaletica, fatta in collaborazione con
il Comune di Lorient, comporta
un lavoro meticoloso, poiché ogni
anno ci sono dei cambiamenti e
delle novità nell’ubicazione dei siti.
Realizzare tutto questo richiede
un impegno notevole, ma fortunatamente da marzo e fino alla fine
del Festival ho due collaboratori.
Da quanto tempo lavora per il FIL e
di cosa si occupava prima?
Lavoro per il FIL dal 2009. Prima
mi occupavo del settore eventi e
comunicazioni della Coppa del
Mondo di Triathlon. Sono passata
dallo sport alla cultura musicale;
sono due campi differenti, ma le
basi di come si fa comunicazione
sono le stesse.
Abbiamo quindi terminato il nostro
giro di interviste con Corentin assistente alla produzione tecnica.
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È da molto che si occupa del Festival?
Dal 2010 e lavoro per il Festival
sei mesi l’anno. Prima mi occupavo
della parte amministrativa e ora mi
occupo della parte tecnica, anche
se nei miei compiti ci sono ugualmente dei rapporti con il settore
amministrativo.
A partire da febbraio devo compilare i dossier concernenti la sicurezza, che saranno poi inviati alla
Prefettura. Questi dossier vanno
presentati quattro mesi prima delle
varie manifestazioni: descrivono
il luogo, la data e la natura dello
spettacolo e le misure di sicurezza
per prevenire e gestire eventuali
problemi. Mi occupo inoltre della
logistica e della parte tecnica inerenti all’installazione delle varie
strutture, quando il centro città di
Lorient si trasforma in luogo di manifestazioni del FIL.
Che scuole ha frequentato?
Ho di base una formazione nel
settore amministrativo, ma ho anche
ottenuto un diploma in sistemi audiovisivi e gestione della produzione
e un diploma in amministrazione e
gestione di imprese culturali.
Si reca anche sui vari spazi per controllare che la messa in opera dei differenti siti sia condotta regolarmente?
Sì, con Jean Yves, che è a capo
del nostro settore, ci occupiamo
dell’installazione dei “Chapiteaux”:
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Argomenti
i tendoni e le strutture dove si svolgono gli spettacoli e di tutto quello
che serve, come gli allacciamenti
elettrici, le transenne, i sistemi di
evacuazione e verifichiamo che
tutto sia pronto cinque, sei giorni
prima del Festival, in modo che i
tecnici di scena possano installare
i sistemi di sonorizzazione e delle
luci, fase di cui non ci occupiamo
direttamente.
Per quanto riguarda gli spettacoli
allo stadio, chi si occupa del cambiamento delle scene, che avviene quasi
tutti i giorni?
È sempre il nostro settore: la
“Régie Générale” che interviene.
Studiamo la situazione insieme a
Lisardo che ci spiega quali sono
i suoi progetti, analizziamo quali
sono le difficoltà e le varie possibilità e ci organizziamo per mettere in
pratica l’installazione dei vari scenari in collaborazione con i servizi
tecnici del Comune.
Il vostro lavoro richiede quindi
molta attenzione e lavoro di squadra.
In effetti, chi è al di fuori dell’organizzazione del Festival non si
rende conto di tutta la preparazione che c’è a monte. Ad esempio
l’anno scorso c’è stato il cambiamento del percorso della Grande
Parade; si potrebbe pensare che
sia sufficiente spostare le persone
da un posto all’altro, ma non è così;
questo cambiamento ha richiesto
un notevole sforzo organizzativo. La Parade attira ogni
anno 60.000-65.000 spettatori (quanto gli abitanti di
Lorient N.d.A.) e in collaborazione con i pompieri e la
polizia abbiamo visto cosa
era possibile realizzare soprattutto in termini di sicurezza ma anche per facilitare
le riprese televisive.
Quest’anno poi la struttura
del “Espace Marine”va montata su una base differente
da quella degli anni scorsi,
poiché ora, al posto di una
piazza, c’è un parcheggio
sotterraneo e quindi cambia il sistema di ancoraggio della struttura. Per realizzare questa trasformazione abbiamo cominciato a
studiare le varie possibilità già nel
2011 e adesso il progetto è concreto.
Durante il FIL tenete conto delle
previsioni meteorologiche?
Sì, siamo in contatto costante con
Météo France, sempre per motivi
di sicurezza. È successo in passato
che abbiamo dovuto annullare uno
spettacolo allo stadio, perché erano
previste fortissime raffiche di vento
che potevano essere pericolose per
lo schermo gigante e numerose altre
strutture. In altri casi abbiamo spostato gli orari di alcune manifestazioni perché erano previsti intensi
rovesci e abbiamo così evitato che la
gente s’inzuppasse di pioggia.
In conclusione, siamo rimasti
impressionati di quanto sia complessa l’organizzazione del Festival,
ma soprattutto abbiamo ammirato
la professionalità delle persone
coinvolte, i rapporti tra colleghi,
l’entusiasmo e la passione con cui
s’impegnano nonostante l’enorme
mole di lavoro. Chapeau! ❖
Ringraziamo:
Josette Joubier e tutti gli intervistati per la loro
disponibilità e per averci concesso il loro tempo
prezioso; Lisardo Lombardia, la sua meravigliosa
equipe e tutti volontari che rendono possibile la
realizzazione del Festival Interceltique.
Giustino Soldano, autore del servizio
Topics
Comment et par qui est organisé
le Festival le plus important
du monde interceltique
FESTIVAL INTERCELTIQUE
DE LORIENT 2014:
LES COULISSES DU FESTIVAL
di Giustino Soldano e Muriel Le Ny
Q
uand on parle du Festival
Interceltique de Lorient, on
pense spontanément à la musique celtique et aux artistes qui l’interprètent. On va immédiatement à la recherche des spectacles qui nous intéressent le plus, lisant avec intérêt, page
après page, le programme du Festival.
Mais peu d’entre nous se demande
comment est organisée cette manifestation qui dure dix jours et dix nuits, et
qui offre un nombre impressionnant de
spectacles.
Nous nous sommes posés la question et avons essayé de découvrir ce
qu’il y a derrière tout cela. Nous nous
sommes donc rendus dans les bureaux
du Festival pour nous entretenir avec
certaines personnes qui s’occupent
de l’organisation du FIL (Festival Interceltique de Lorient). Nous avons
eu un premier contact en mars avec
Lisardo Lombardia, Directeur Général
du Festival Interceltique de Lorient et
Josette Joubier, qui depuis un an est
chargée de mission ressources humaines auprès du Directeur Général.
Précédemment elle a été directrice
du Grand Théâtre de Lorient, siège de
nombreuses manifestations théâtrales
et un des lieux où se déroulent certains
concerts du FIL. Nous lui avons demandé quelques informations.
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Josette, tu peux nous expliquer
comment fonctionne l’organisation du
Festival ?
Le Festival est une vraie Entreprise
dans laquelle travaillent: 9 salariés
en CDI, environ 10 employés en CDD
longs ou brefs selon les fonctions, et
une dizaine de stagiaires.
De plus, durant le Festival, sur les
différents sites comme la billetterie,
le «Village Celte», le «Quai de la Bretagne», les bars et les points de restauration, autres sites, de 50 à 100
personnes travaillent sur chacun de
ces sites, pour un total de 750 salariés
temporaires auxquels s’ajoutent environ 1200 bénévoles.
Comme dans toute entreprise, il
existe au Festival un organigramme
bien défini; le nôtre est divisé en cinq
secteurs coordonnés par le directeur
général et sur la question des ressources humaines par moi-même.
Le secteur artistique travaille directement avec le Directeur, Lisardo Lombardia, et s’occupe des contacts avec
les artistes et de la programmation des
spectacles.
Le secteur des ressources financières s’intéresse à la recherche de
fonds et des financements nécessaires
au bon déroulement du Festival.
Le secteur communications s’occupe
de l’élaboration et de la diffusion des
programmes ainsi que de tout le matériel publicitaire du FIL à travers les
différents moyens de communication.
Le secteur administratif et production
s’intéresse de toute la gestion administrative, des contrats de travail et des
salaires, de la gestion financière, des
rapports sociaux, des contacts avec les
bénévoles, de la billetterie...
Enfin, il y a le secteur technique : la
«régie générale», qui s’occupe de la
mise en place et de l’organisation des
structures où se dérouleront les spectacles, des normes de sécurité et de
l’accueil des différents Pays représentés et de toute demande technique durant le FIL.
La personne qui assiste au Festival en tant que spectateur ne se rend
absolument pas du travail qu’il y a
en amont et pendant les festivités,
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Topics
ni de comment les différentes fonctions doivent être toutes coordonnées
entre elles, avec Lisardo qui les dirige
comme un chef d’orchestre, en contact
direct et continu avec les responsables
des différents secteurs, conduisant périodiquement des réunions collectives
ou par pôle pour faire le point sur la
situation.
Moi je dois m’assurer qu’au niveau
des personnels tout va à la perfection
et chaque salarié travaille pour que
tous les festivaliers soient satisfaits et
que, lorsqu’ils s’en vont, aient envie de
revenir. Nous sommes liés en France
par une législation du code du travail
et par la convention collective nationale des entreprises du secteur privé
du spectacle vivant, la législation doit
donc être respectée, elle est complexe
et demande une vigilance constante.
Les ressources humaines c’est aussi
faire en sorte qu’il y ait un vrai travail
d’équipe, en harmonie et que chacun
puisse concourir quelque soit sa fonction à la réussite du festival.
Depuis quand ce type d’organisation existe-t-il?
Le festival avait une organisation
depuis son origine mais il était nécessaire du fait de son évolution de refaire
le point sur la question des ressources
humaines. Ce point a été fait depuis
l’année dernière. Quand je suis arrivée j’ai conforté ou établi les règles
pour le fonctionnement du Festival
et formalisé un organigramme. Nous
avons revu les contrats de travail et,
puisque le Festival est une «grande
machine» qui doit opérer de façon optimale, nous avons établi des fiches de
poste, de telle sorte que chaque employé sache exactement quelles sont
ses fonctions, ses responsabilités, ses
conditions de travail, ses rapports avec
les autres collègues et ses objectifs.
Les personnes qui travaillent depuis
longtemps au Festival, comment ontelles pris ces changements?
Au début, comme dans toutes les situations nouvelles, il y a eu quelques
discussions, mais, vu mes expériences
précédentes comme directrice de
théâtre, j’ai passé beaucoup de temps
avec chacun d’entre eux, réussissant
à instaurer un dialogue continu pour
leur faire comprendre les avantages
d’un travail plus fonctionnel. Celai a été
aussi apprécié par le conseil d’administration.
Est-ce que des cours de mise à jour
sont prévus pour le personnel?
Nous y travaillons: nous sommes
en contact avec l’AFPA (Association
pour la Formation Professionnelle des
Adultes) pour proposer des cours dans
différentes formations telles que la sécurité, l’accueil du public, les normes
d’hygiène, d’hygiène alimentaire, et
bien d’autres encore, de telle sorte
que, quelque soit la personne qui travaille pour le Festival elle soit qualifiée
professionnellement. A terme nous aimerions que certaines personnes sans
qui s’impliquent comme bénévoles
puissent aussi accéder successivement aux cours de perfectionnement
et avoir ainsi une opportunité future de
travail. Le Festival a aussi un rôle social
très important car il offre la possibilité
à des personnes peu ou mal intégrées
dans la collectivité, de travailler, assumant une fonction utile pour ellesmêmes ainsi que pour les autres.
Nous la remercions pour sa collaboration et lui demandons s’il serait
possible de parler avec quelques
responsables des différents secteurs
pour connaitre leurs fonctions au sein
du Festival.
Certainement, au mois d’avril, après
la présentation du programme du Festival, je vous organiserai des entretiens
avec eux.
Nous sommes retournés dans les bureaux du FIL à la mi-avril.
A nous accueillir, à la réception, nous
trouvons Régine, et nous commençons
notre tour d’interview avec elle.
Bonjour Régine, pourriez-vous nous
décrire vos fonctions?
Je collabore avec le responsable de
l’administration et production, et je
m’occupe de la comptabilité, des rapports avec la banque, de la prépara-
tion des bilans. En outre, je m’occupe
de l’accueil des personnes qui arrivent
ici, dans les bureaux, et du standard.
Pendant le Festival, je suis aidée au
standard par une équipe de vingt personnes : douze qui travaillent ici et huit
qui sont au Palais des Congrès (siège
de la billetterie, de l’accueil du public,
de la salle de presse, sans oublier que
c’est aussi un des lieux de spectacles.
N.d.A.)
Depuis quand travaillez-vous pour
le Festival ?
Depuis dix ans. J’ai commencé en
2004 comme bénévole au standard,
dans le précédent bureau du Festival:
la «Maison du Festival». Ensuite j’ai
travaillé en CDD au standard et à la billetterie et enfin j’ai été embauchée de
façon permanente au standard et à la
comptabilité.
Vous avez donc une expérience en
administratif?
J’ai un diplôme professionnel de
comptabilité et ensuite j’ai appris aussi
l’informatique, indispensable pour travailler.
Est-ce que ça vous plait de travailler
pour le FIL ?
Enormément, j’adore travailler pour
le Festival, comme tous mes collègues
je pense. Nous nous engageons à fond
et donnons le maximum pour le Festival. Nous formons une équipe très solide et très unie, nous nous retrouvons
souvent ensemble en dehors du travail et cela contribue à maintenir une
bonne ambiance au travail.
Quels sont vos rapports avec la
culture bretonne?
Je suis bretonne de naissance. Mes
parents habitent toujours dans les
Cotes d’Armor et dans ma famille on
parle breton.
Moi je ne le parle pas couramment
mais je le comprends très bien, J’ai fait
partie du Cercle de danses de première
catégorie de Pluneret, avec lequel j’ai
participé à de nombreux concours; la
culture bretonne fait partie de mon patrimoine.
Topics
Nous avons ensuite interviewé Diane
Laure, une des responsables du secteur
artistique.
Vous pouvez nous décrire en quoi
consiste votre travail?
Je suis l’assistante du directeur du
FIL et je coordinatrice artistique. Je
m’occupe, sous la responsabilité du
directeur général de la programmation
et des spectacles; pendant six mois de
l’année je dois établir qui vient et qui
jouera au Festival et à quelles conditions, en étroite collaboration avec Lisardo.
Je prends contact avec les différents
artistes. Les groupes, et leurs managers pour connaitre leur disponibilité et pour négocier leurs demandes.
Ensuite, après avoir sélectionné les
artistes, avec le directeur, je suis en
charge de la programmation et de la
logistique; je dois m’assurer que tous
soient effectivement présents, que les
conditions des contrats soient respectées et je dois m’occuper de la réussite
des spectacles.
Je collabore avec Hélène qui s’occupe du logement et des transports, et
avec Yann qui gère les manifestations
traditionnelles comme le Championnat
des Bagadoù, la Grande Parade et les
défilés, les concours et les manifestations culturelles. Yann a une bonne
expérience dans le secteur puisque
l’année dernière il n’a substituée pendant mon congé-maternité. De plus, à
partir du mois d’avril je suis aidée par
une stagiaire qui m’assiste jusqu’à la
fin du Festival.
Je m’occupe aussi de la partie protocolaire, des contacts avec les Ambassades et de l’accueil des VIP.
Comment se fait le choix des différents artistes et groupes qui participent au Festival?
Chaque année nous recevons un
nombre énorme de demandes de participation: 5000-6000. En moyenne,
seulement 10% correspondent à l’esprit du Festival. Je fais une sélection
attentive qui demande beaucoup de
temps, en écoutant leurs propositions musicales et à la fin le cercle se
referme et il ne reste environ qu’une
douzaine d’artistes que je propose au
directeur.
Ceci concerne les candidatures
que je reçois, mais la majeure partie des groupes et artistes sont choisis directement par nous. Lisardo
est souvent en voyage et assiste aux
«show case», et ainsi il découvre des
artistes qui lui plaisent et qui correspondent à son projet culturel. Il me
demande alors de prendre contact
avec eux. La recherche d’artistes se
fait dès le mois de septembre, immédiatement après le Festival, mais dans
certains cas encore avant, surtout
pour ceux qui ont programmé leurs
tournées avec grande anticipation.
En ce qui concerne la partie protocolaire, c’est-à-dire les relations avec
les Ambassades, les Gouvernements
et les Ministères, on doit commencer
deux, trois ans avant. En effet, en ce
moment, par exemple, Lisardo est en
Australie, qui sera la nation à l’honneur du FIL 2016, pour mettre en
place les premiers contacts.
Depuis quand travaillez-vous pour
le FIL?
Depuis environ dix ans. J’ai commencé comme bénévole puis comme
stagiaire, ayant fréquenté un master
tourisme et organisation d’événements.
Au début je m’occupais des spectacles organisés par le Festival à Paris,
Nantes, Rennes et Lyon et ensuite on
m’a embauchée pour mon poste actuel.
Durant ces dix ans avez-vous remarqué des changements dans l’organisation du Festival?
L’esprit du FIL à mon avis n’a pas
changé, il y a toujours une large participation de bénévoles et les personnes
impliquées travaillent avec enthousiasme. Du point de vue organisation
nous sommes plus nombreux que par
le passé et je crois que nous sommes
plus professionnels; il y a plus de dossiers administratifs à suivre et nous
avons affinés nos stratégies de communications et de marketing, qui sont
très importantes pour le maintien et la
réussite du Festival.
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Nous avons ensuite interviewé l’assistante de Diane, Hélène.
Depuis quand collaborez-vous avec
le Festival?
Depuis 1998.
Trouvez-vous votre travail difficile?
Plus que difficile, disons qu’il est
très prenant, mais l’expérience m’aide
beaucoup et de toute façon c’est un travail très intéressant. Personnellement
je m’occupe de tout ce qui concerne
l’organisation pour les artistes, l’accueil
des groupes, des délégations et de
tous ceux qui à un titre professionnel
participent au Festival. C’est un travail
méticuleux qui demande beaucoup de
temps et d’attention.
Dès le mois de septembre nous devons contacter les hôtels, fixer les prix
et faire les réservations pour l’été suivant. Une fois que Diane a conclut les
contrats des artistes elle me passe les
informations et en me basant sur les
différentes exigences, je dois planifier
les dispositions hôtelières, en pratique,
10000 nuitées dans 25 hôtels. De plus,
je dois installer les groupes de danses,
de musiciens et les différentes délégations dans les dortoirs des lycées
de Lorient. Il y a des délégations nombreuses comme celles de l’Irlande et
de l’Ecosse, qui sont composées chacune de 150 participants; il y a un total de 700 places disponibles dans ces
structures. Je dois aussi m’occuper de
la restauration de ces groupes: les repas, 30000 pendant le Festival, sont
servis dans le restaurant du lycée Dupuy de Lôme.
Parmi toutes mes fonctions il y a
aussi celle de prévoir les transferts
par terre et mer, comme par exemple
pour les personnes qui arrivent de la
Cornouaille, du Pays de Galles, de l’Irlande, ou de ceux qui arrivent à l’aéroport, je dois donc planifier longtemps
à l’avance la location des moyens de
transport comme les ferries, les cars et
les automobiles.
En effet, c’est un travail très intense.
Oui, mais il ne finit pas ici. Dès l’hiver
je dois organiser les différents espaces
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comme le «Marché interceltique» c’està-dire toutes les tentes et étals que l’on
voit pendant les dix jours du Festival,
dans lesquels les artisans et commerçants exposent leurs produits. Nous
avons reçu cette année, entr’autre, plusieurs demandes de la part d’artisans
italiens qui fabriquent des objets avec
des symboliques et motifs celtes.
A la base il y a un long travail de
sélections car les demandes pour exposer dépassent abondamment les
160 places disponibles et les produits
proposés doivent être de toute façon
en thème avec l’esprit du Festival. Il y
a aussi les expositions des fabricants
d’instruments au «Jardin des Arts et
des Luthiers» et les pavillons de la Bretagne et des différentes Nations représentées.
Pendant la période estivale je suis
aidée par deux personnes dans les
phases définitives de la planification et
de l’organisation.
J’ai aussi une troisième fonction: je
m’occupe de fournir aux groupes, associations et entreprises qui veulent
venir à Lorient pendant le Festival, les
indications nécessaires pour organiser
leurs séjours et se procurer les billets
pour assister aux spectacles.
Vous parlez des langues étrangères?
Oui, je parle couramment l’anglais et
l’espagnol, qui sont nécessaires pour
les relations que j’ai toute l’année avec
les délégations des Pays invités.
Nous parlons successivement avec
Vincent qui travaille dans le secteur
des ressources financières.
Quelles sont vos fonctions?
Je suis responsable de la section partenariat et subventions et du «Club K».
Celui-ci comprend tous les partners
économiques du Festival, et son objectif est de favoriser les échanges
économiques et culturels. Le Club K
s’appelle ainsi car K est l’abréviation
de Ker qui signifie en breton, village.
Je suis ici depuis le mois de novembre
et je substitue Emilie, qui est en congé
parental, jusqu’en janvier 2015. Je recherche des sponsors privés pour le
FIL. Nous avons besoin chaque année
d’un nombre toujours plus important
de sponsors car les subventions publiques sont insuffisantes et tendent à
diminuer.
Il y a deux types de partners: ceux
qui investissent dans le Festival pour
avoir une meilleure visibilité et les mécènes qui font des donations sans fins
commerciales. Depuis cette année
nous cherchons aussi des donateurs
privés qui veulent soutenir le Festival, à
travers un recueil de fonds on-line sur
le site internet du Festival. A noter que
ces dons sont défiscalisés.
Quelle est votre formation professionnelle?
J’ai fait des études en Administration
des entreprises et j’ai suivi un Master
en Marketing qui m’est très utile en
ce qui concerne les négociations avec
les entreprises et la recherche de nouveaux partenaires.
Comment se déroulent les contacts
avec les sponsors?
De septembre à novembre je
contacte les partenaires pour faire
un bilan de l’édition à peine finie du
Festival, pour connaitre leur niveau
de satisfaction et pour essayer de renouveler les contrats pour l’édition
suivante. Pendant la même période
on se concentre sur la prospection de
nouveaux sponsors, parce que c’est
le moment où les entreprises décident
leur budget pour l’année suivante. La
recherche advient téléphoniquement
ou à travers des volontaires qui ont de
nombreuses relations dans le secteur
commercial et dans les entreprises. Il
y a ensuite des entreprises qui depuis
de nombreuses années sponsorisent
certains concours musicaux et d’autres
qui nous contactent spontanément,
comme par exemple Red Bull qui
s’est offert cette année de financer un
concert.
De décembre à février on poursuit les
négociations avec les partenaires pour
savoir quel sera leur apport économique et ce que nous pouvons leur offrir en échange. Au cours du trimestre
suivant on passe à la phase opérative
dans laquelle nous recevons les financements et nous retirons le matériel
nécessaire pour les diverses formes de
publicité sur les dépliants, sur les affiches et sur internet.
Comment êtes-vous entré en contact
avec l’organisation du Festival?
L’année dernière, après avoir fini
mes études, j’ai vu qu’on cherchait
des stagiaires pour le Festival, et
comme beaucoup d’autres j’ai proposé ma candidature; j’ai été choisi
pour un stage au cours duquel je me
suis occupé du Club K. Au mois de
novembre suivant, comme je vous l’ai
dit précédemment, j’ai été embauché
à temps déterminé.
Pourquoi avez-vous choisi de travailler pour le Festival plutôt que dans
des entreprises ou des sociétés?
J’ai préféré travailler pour le FIL car
c’est très connu, mais surtout parce
que je suis breton, et je suis fier de collaborer avec un Festival qui soutient
notre culture et nos racines.
J’aime beaucoup ce genre de travail
même quand nous approchons du début des festivités; nous sommes alors
sous pression et nous nous donnons
tous à fond, frénétiquement, comme
des abeilles dans une ruche. En outre,
ce genre de travail me met en contact
avec de nombreuses sociétés et cela
pourrait s’avérer être un tremplin de
lancement dans le monde de l’entreprise.
Quelqu’un vous aide-t-il dans votre
travail?
Deux stagiaires collaborent avec
moi, dont Benjamin qui s’occupe du
Club K avec les mêmes fonctions que
j’avais l’année dernière lorsque j’étais
stagiaire.
Nous avons donc interpelé Benjamin,
un stagiaire.
Comment êtes-vous venu en contact
avec le FIL et de quoi vous occupez-vous?
Grâce à l’Institut d’Administration
des Entreprises de Brest que je fréquente, j’ai vu que le FIL cherchais des
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stagiaires; j’ai présenté ma candidature
et j’ai été sélectionné.
Je m’occupe de l’organisation du
Club K. J’entre en contact avec les
entreprises qui désirent adhérer et
doivent verser une quotepart au Club.
Faire partie du Club K offre de nombreux avantages, de l’échange d’expériences culturelles et commerciales
à la possibilité d’être plus connus. Je
planifie aussi les différents événements
tels que les déjeuners, les diners, les
soirées, les excursions, les participations aux spectacles. C’est un travail
dans lequel je me trouve à mon aise
parce que j’ai toujours aimé organiser
des événements.
Quelles ont été vos premières impressions quand vous avez commencé
à collaborer avec le FIL?
Je n’imaginais pas qu’il pouvait y
avoir autant de personnes à travailler
pour le Festival et de toutes ces activités différentes à suivre. Je travaille
ici depuis trois semaines et tout me
semble surprenant et enthousiasmant!
Comment vous sentez-vous dans
votre groupe de travail?
Très bien ! Même si je suis un stagiaire, j’ai de très bonnes relations
avec mes collègues qui m’apprécient
et me considèrent comme un des
leurs. Je reçois beaucoup de conseils
de Vincent qui était à ce poste l’année
dernière, mais j’ai aussi une certaine
autonomie de travail. Il y a une grande
collaboration et une grande cohésion
entre nous tous et nous travaillons afin
que les dix jours du Festival soient organisés au mieux.
Conseillerez-vous ce travail à
quelqu’un d’autre?
Certainement. Avoir autant de
contacts directs avec les personnes,
les directeurs ou les responsables
d’entreprises, pouvoir exprimer mes
propres capacités dans l’organisation
de rencontres et d’événements, c’est
une expérience importante qui peut
me servir comme une carte de visite
pour un futur travail. Et les rapports humains sont exceptionnels.
Nous avons ensuite interviewé Rachel, responsable du secteur communications.
Rachel, en quoi consiste votre travail?
Je suis responsable de ce secteur
et du webmaster du FIL. Je m’occupe
de la gestion de toutes les informations
et moyens de communications qui
concerne le Festival.
C’est un gros travail en amont : dès
le mois de novembre je commence à
travailler sur ce qui sera le logo du prochain Festival qui est divulgué avant
Noel.
A partir de janvier, mon secteur s’occupe de l’affichage du FIL en Bretagne
et ailleurs.
Au mois de mars nous avons les
premiers contacts avec notre agence
graphique de Lorient (Orignal Communication) qui nous soumet un modèle-type du petit programme. Dès que
je suis au courant de la programmation
artistique, je recontacte l’agence pour
l’élaboration définitive des 180 000
opuscules, de telle sorte qu’ils soient
prêts pour le mois d’avril.
De plus je gère le site internet du
Festival qui est très important car la
consultation sur le web est de plus
importante. Immédiatement après la
présentation du Festival, le programme
doit être disponible on-line avec toutes
les informations sur les spectacles et
sur les artistes; la billetterie aussi doit
être immédiatement accessible on-line
pour l’achat des places de spectacles.
Je dois aussi gérer les pages Face book
et Twitter et à partir du mois de juillet je
dois m’intéresser aussi au «magazine»
du Festival.
Il y a aussi tout ce qui concerne le
partenariat avec les différents médias
(la télévision France 3 qui filme la
Grande Parade et les Nuits Interceltiques, le revue Télé 7 jours ou l’agence
de presse Heymann-Renoult de Paris,
pour n’en citer que quelques-uns) auxquels je dois fournir à temps tous les
dossiers et les fiches techniques.
Mon secteur s’occupe aussi de la
réalisation du teaser de présentation
du Festival et des audiovisuels des artistes qui, une des nouveautés du Fes-
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tival 2014, seront aussi retransmis sur
écran géant au Village Celte. Je choisis
les images et les audiovisuels que je
soumets ensuite à Lisardo; ensuite je
les transmets à une agence qui fait le
montage.
Je fais aussi partie de la commission
qui gère la signalétique dans les rue
de Lorient, qui indique où se trouvent
les différents sites du Festival. Cette signalétique, faite en collaboration avec
la Ville de Lorient, est un travail très
méticuleux car chaque année il y a des
changements et des nouveautés.
Pour réaliser tout cela il faut beaucoup de temps, et heureusement, à
partir du mois de mars et jusqu’à la fin
du Festival j’ai deux collaborateurs.
Depuis combien de temps travaillez-vous pour le FIL et de quoi vous
occupiez-vous auparavant?
Je travaille pour le FIL depuis 2009.
Avant je m’occupais du secteur événementiel et communications de la Coupe
du Monde de Triathlon. Je suis passée
du sport à la culture musicale, ce sont
deux genres différents mais les bases
de la communication sont les mêmes.
Nous terminons ici notre tour d’interviews avec Corentin, assistant à la production technique.
Il y a longtemps que vous vous occupez du Festival?
Depuis 2010 je travaille pour le
Festival six mois par an. Au début je
m’occupais de la partie administrative et maintenant je m’occupe de la
partie technique ; mais mes fonctions
m’amènent aussi à avoir des relations
avec le secteur administratif.
A partir de février je dois remplir les
dossiers concernant la sécurité, qui
seront ensuite envoyés à la Préfecture.
Ces dossiers doivent être présentés
quatre mois avant les manifestations.
Ils décrivent le lieu, la date et la nature
du spectacle, ainsi que les mesures de
sécurité prises pour prévenir et gérer
d’éventuels problèmes.
Je m’occupe aussi de la logistique
et de la partie technique inhérente
à l’installation des différentes structures, quand le centre-ville de Lorient
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se transforme en lieu de manifestations du FIL.
Quelle école avez-vous fréquenté?
A la base j’ai une formation dans le
secteur administratif, mais j’ai aussi
obtenu un diplôme en système audiovisuel et gestion de la production et un
diplôme en administration et gestion
des entreprises culturelles.
Vous vous rendez aussi sur les différents espaces pour contrôler que la
mise en œuvre des sites se fasse selon
les règles?
Oui, avec Jean-Yves qui est le chef
de notre secteur, nous nous occupons
de l’installation des chapiteaux, des
tentes et des structures où auront lieu
les spectacles et de tout ce qui sert
comme les raccords électriques, les
transennes, les systèmes d’évacuation
et nous vérifions que tout soit prêt cinq,
six jours avant le début du Festival,
de telle façon que les techniciens de
scène puissent installer les systèmes
de sonorisation et de lumières, phase
dont nous ne nous occupons pas directement.
En ce qui concerne les spectacles
au stade, qui s’occupe des changements des scènes, ce qui se produit
presque tous les jours?
C’est toujours notre secteur, la Régie
Centrale qui intervient. Nous étudions
la situation avec Lisardo qui nous explique quels sont ses projets, nous analysons les difficultés et les différentes
possibilités et nous nous organisons
pour mettre en pratique l’installation
des différents scénarios en collaboration avec les services techniques de la
Ville de Lorient.
Vo t r e t r a v a i l d e m a n d e d o n c
beaucoup d’attention et un travail
d’équipe.
En effet, qui est en dehors de l’organisation du Festival ne se rend pas
compte de toute la préparation qu’il y
a en amont. Par exemple, l’année dernière il y a eu un changement dans
le parcours de la Grande Parade; on
pourrait penser qu’il est suffisant de
déplacer les personnes d’un endroit à
un autre, mais ce n’est pas comme ça ;
ce changement à demander un gros
effort d’organisation. La Parade attire
chaque année 60 000-65 000 spectateurs (autant que le nombre d’habitants de Lorient N.d.A.) et en collaboration avec les pompiers et la police nous
avons étudié ce qu’il était possible de
réaliser surtout en termes de sécurité
mais aussi pour faciliter les prises de
vues pour la télévision.
Cette année il y a l’Espace Marine
qui sera monté sur une base différente
des années passées, car maintenant,
au lieu d’une place il y a un parking
souterrain en construction et donc,
le système d’ancrage des structures
change. Pour réaliser ces transformations nous avons commencé à étudier
les différentes possibilités dès 2011 et
maintenant le projet est concret.
Pendant le FIL vous tenez compte
des prévisions météorologiques?
Oui, nous sommes en contact permanent avec Météo France, toujours
pour motifs de sécurité. Par le passé
nous avons du annuler un spectacle au
stade car de très grosses rafales de vent
étaient annoncées et cela pouvaient
être dangereux pour l’écran géant et
pour de nombreuses autres structures.
Dans d’autres cas nous avons changé
les horaires de certaines manifestations car on nous annonçait des orages
et nous avons ainsi évité que les gens
soient trempés par la pluie.
En conclusion, nous avons été très
impressionnés par la complexité de
l’organisation du Festival, mais surtout
nous avons admiré la professionnalité
des personnes impliquées, les rapports
entre collègues, l’enthousiasme et la
passion avec lesquels ils œuvrent, malgré l’énorme quantité de travail. Chapeau ! ❖
Nous remercions : Josette Joubier et toutes les
personnes interviewées pour leur disponibilité
et pour nous avoir concédés de leur temps
précieux ; Lisardo Lombardia, sa merveilleuse
équipe et tous les bénévoles qui rendent possible la réalisation du Festival Interceltique.
Argomenti
QUEI BRAVI RAGAZZI
DE “LA MEGGHIU GIOVENTÙ”
di Pietro Mendolia
Q
uando Alessio prese la laurea in “Gestione dei
Rischi Territoriali” i suoi familiari, forse, già
lo immaginavano a Roma, a presiedere importanti tavoli tecnici presso la sede centrale del Dipartimento della Protezione Civile e quando Santino
si presentò all’Università di Messina per discutere la
sua tesi in “Economia e Management del Turismo e
dei Beni Culturali” sua madre e suo padre, sopraffatti
dalla commozione, probabilmente, già lo vedevano,
in giacca e cravatta, a far parte degli esperti consulenti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo; e così sarà stato per Francesco (laurea in
“Ingegneria Elettronica”) e, chissà, magari accadrà
anche per Santo (prossima laurea in “Scienze Biologiche”). Sicuramente questi simpatici ragazzi non
mancheranno, in futuro, di regalare ai loro cari altre
belle soddisfazioni ma, per intanto, parallelamente alle
legittime aspirazioni, hanno maturato la decisione, in-
sieme a Santi ed Emanuele (già – fortunatamente - inseriti nel mondo del lavoro) di non partire, di restare al
loro paese, a Bafia (frazione di Castroreale, in Sicilia)
per cercare di.. “dare una mano”. E hanno scelto di
farlo in una maniera stupenda, formando un gruppo di
musica popolare dal nome che affascina tanto quanto
le loro storie e lascia intravedere un barlume di speranza, per questo troppo spesso vituperato Meridione
d’Italia: “La Mègghiu Gioventù” nasce nell’estate del
2009 per condividere la passione per la musica, certo,
ma, soprattutto, l’amore per la Sicilia. E il nome del
gruppo vuole segnare un legame con tutti quei giovani
che, giorno dopo giorno, lottano e si danno da fare,
con la convinzione di poter costruire un futuro migliore
per questa terra, spesso oppressa e maltrattata.
Il debutto, in occasione del “Festival della canzone
di Bafia”, frazione alla quale sono legati molti aspetti
della loro produzione musicale. Hanno partecipato a
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Argomenti
“La Megghiu Gioventù”: Santi Donato (chitarra e voce), Emanuele Catalfamo (fisarmonica e organetto), Santino De Pasquale (chitarra e voce), Santo Buglisi
(percussioni e voce), Francesco Ferrise (basso) e Alessio Triolo (mandolino e chitarra)
diversi festival: “Medi-Terrae 2010”, “Espressivamente 2010”, “Notte Giovani Artisti 2010”, “Musikarte 2011”, classificandosi al primo posto a “La
Sicilia: grandi talenti e splendido territorio” (Montagnareale agosto 2010) e nella sezione inediti del
“XXVIII Festival dei Nebrodi” di Capo d’Orlando. Tutti i
componenti del gruppo hanno maturato un’esperienza
decennale nell’ambito del folklore durante la loro permanenza nel gruppo folk “I Sikani” di Castroreale, con
il quale hanno preso parte a numerosi concerti e festival in Italia ed all’estero. Nel 2011 hanno prodotto
il loro primo Cd di canzoni inedite, “Porta du Ventu”
(Porta del vento), con testi frutto della fantasia di Santo
Buglisi e Santino De Pasquale, autore, quest’ultimo,
anche delle musiche e arrangiamenti realizzati da tutti
i ragazzi del gruppo. I temi spaziano dalla leggenda
alla tradizione, toccando temi di scottante attualità.
Ho avuto modo di ascoltare con attenzione i brani del
loro disco. Tralasciando considerazioni stilistiche o di
altro genere, mi sono concentrato sull’analisi testuale
dei componimenti. Uno più degli altri, ha catturato il
mio interesse. E’ una canzone che, sia per il titolo, sia
per i suoi contenuti, può essere considerata, a ragione,
il manifesto del gruppo: “A Megghiu Gioventù”. E’ un
canto di denuncia, esplicita, forte, chiara. Eccovelo,
con traduzione a fronte.
Una frase, più di tutte, colpisce: “Siamo la gioventù
migliore, siamo noi il futuro…. e desideriamo solo lavorare sodo”.
Ed è, sovente, proprio la gioventù migliore, (“A megghiu gioventù”, per l’appunto) costretta dagli eventi,
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dalla mancanza di strade percorribili o dall’impossibilità di ritagliarsi uno spazio, a scappare, a fuggire, in
obbligo a leggi non scritte, da questa terra bellissima e
martoriata, alla quale visceralmente è legata ma che,
paradossalmente, non offre opportunità.
E allora accogliamo con estrema gioia questa inversione di tendenza e speriamo che altri giovani come
Santi, Emanuele, Santino, Santo, Francesco e Alessio,
La copertina di “Porta du Ventu” – LMG 2011
Argomenti
Quei bravi ragazzi de La Megghiu Gioventù
con le stesse facce pulite e cuori incorrotti, scelgano
di percorrere la loro stessa strada, perché sarà grazie
al coraggio della gioventù migliore se potremo, do-
mani, uscire per strada, “alzare la testa” e tornare a
guardare la bellezza del sole… senza timore di bruciarci gli occhi. ❖
Vint’anni e non sapiri comu s’ava fari
pirchì cu li paroli non si po campari
vint’anni e non sapiri nenti du futuru
pirchì cca p’andari avanti ci voli a pidata nto culu
Sicilia è terra i mari, è terra di muntagna
Sicilia è troppu bella oggi è tuttu un magna magna
Vent’anni e non sapere come fare
perché di sole parole più non si può campare
vent’anni e non conoscere niente del futuro
qui per andare avanti ci vuole il “calcio in culo”
Sicilia è terra di mare e di montagna
Sicilia è troppo bella ma è tutto un “magna magna”
La curpa è tutta nostra, la curpa è tutta vostra
e ‘ntantu cu si ricchisci è sulu cosa nostra
camini pi la strata e ti senti un baruni
ma non vali mancu un pilu du giudici Falcuni
ti senti tuttu tu, tuttu realizzatu
ma non vali na sputazzata di Pippinu Mpastatu
ti azzi a menziornu, non ghietti na goccia di sudura
mi dici chi ta pagari se no la me vita non è sicura
ti senti forti comu un diu, ti senti forti comu lu mari
ma semu tutti brava genti e tu nda lassari stari
E’ tutta colpa nostra? E’ tutta colpa vostra?
intanto s’arricchisce soltanto “Cosa Nostra”
cammini per la strada ti senti un barone
ma non vali un pelo del giudice Falcone
ti senti forte, realizzato
ma non vali uno sputo di Peppino Impastato
ti alzi a mezzogiorno non versi alcun sudore
mi chiedi il “pizzo” per avere salva la vita
ti senti forte come un dio ti senti forte come il mare
ma qui siam tutta brava gente e tu ci devi lasciare in pace
E tira chi tira la corda si rumpi si strazza la corda
e tira chi tira la corda si rumpi si strazza la corda
chiamamu la mafia cu lu so nomi, fa fetu picchi è merda
E a tirare la corda… la corda si spezza…
e a tirare la corda… la corda si spezza…
chiamiamo la mafia col suo nome fa puzza perché è merda
Semu la megghiu gioventù, semu niautri lu futuru
vulemu sulu travagghiari ndi vulemu rumpiri u culu
pi sta nostra bedda Sicilia lu facemu senza parrari
semu ambiziusi, facemu i fatti e non ndi piacinu li paroli
c’è ancora cu ndi dici sta o to postu e non pinsari
vadda sulu o tò e non pisciari fora rinali
non dumandari nenti puru l’aria cca si paga
ma a niautri non ndi basta mancu la butti gghina
e la mugghieri mbriaca
Siamo la gioventù migliore siamo noi il futuro
desideriamo solo lavorare sodo
per la nostra bella Sicilia lo facciamo senza protestare
siamo ambiziosi, preferiamo i fatti alle parole
c’è ancora chi ci consiglia di starcene al nostro posto e non pensare
guardare solo al nostro poco e a non “urinare fuori dal pitale”
a non chiedere niente.. anche l’aria qui si paga
ma a noi non basta neanche la botte piena
e la moglie ubriaca
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Eventi
SUQ A GENOVA
IL 2014 DELLA SVOLTA
Conferenza stampa di presentazione
del programma 2014
riservata agli sponsors,
ai patrocinatori e media-partner
di Loris Böhm
I
n qualità di media-partner ufficiale dell’evento, Lineatrad
è chiamata alla Conferenza
stampa nella prestigiosa sala della
Camera di Commercio di Genova.
L’occasione per presentare gli undici giorni (dal 13 al 24 giugno),
quantomai ricchi di iniziative, carichi di eventi irrinunciabili per chi si
occupa di etnie, a qualunque titolo.
Per quanto ci riguarda ci occuperemo ovviamente della programmazione in ambito musica folk, e
dobbiamo subito compiacerci che
quest’anno si sono moltiplicati i
concerti e le esibizioni di musica
folk e world. Il nostro supporto,
dopo tanti anni, sfociato nella attuale partnership, ha comunque
aumentato l’importanza di questo settore all’interno dell’evento
Sopra e sotto l’area del Suq notturna, animata di mille colori e sapori
“Suq”, che fino all’anno scorso poteva contare pochissimi appuntamenti a carattere concertistico.
Possiamo solo essere fieri di aver
dato il nostro contributo a far crescere questo appuntamento fondamentale del calendario genovese...
in effetti finora, dopo ben quindici
anni di programmazione, si sono
succeduti tanti dibattiti culturali,
tante rappresentazioni teatrali,
tante esposizioni gastronomiche
ma l’aspetto puramente musicale
in chiave etnica era stato considerato in modo marginale, con un
solo concerto “di peso” per anno.
Senza nulla togliere all’aspetto caratterizzante e culturale degli eventi
proposti nelle passate edizioni,
svolti senza la partnership “attiva”
di Lineatrad, forse si sentiva la man-
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Eventi
Esmeralda Sciascia
Ambrogio Sparagna sarà protagonista al Suq
Hampâté con il suo gruppo Sahel Blues
canza dei suoni etnici derivanti da
gruppi folk-world di provata esperienza. Ebbene quest’anno, come
la stessa direttrice Carla Peirolero
afferma, avremo ben tre palchi in
cui si suonerà musica etnica con
diverse influenze e contaminazioni
moderne.
La star sarà Shantel con la sua
DJ Session “The kiez is al right” il
15 giugno, poliedrico musicista
meticcio, di origini ucraine e rumene, popolarissimo in Turchia e
nel resto d’Europa per il videoclip
“Disko Partizani”... una presenza
che incontreremo sicuramente.
Non meno importante sarà la
partecipazione di Ambrogio Sparagna e la sua orchestra il 19 giugno, credo che in Italia sia difficile
trovare un musicista più rappresentativo e conosciuto all’estero, in
chiave folk... poi ci sarà Hampâté
con il suo gruppo Sahel Blues il 20
giugno, si tratta di un personaggio
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Eventi
di spicco nel panorama musicale senegalese, a rappresentare le armonie dei popoli Sahel, simbolo dell’Africa contemporanea.
Anche nel teatro avremo una presenza consistente di interpreti di musica folk, con la presenza di Moni Ovadia e un progetto per omaggio a Don Gallo il 20 giugno, poi i Radiodervish
il 23 giugno, infine... l’inaugurazione del Suq con il concerto
del 13 giugno protagonista l’Orchestra di Piazza Vittorio.
Quasi passano in second’ordine le esibizioni dei bravissimi
Esmeralda Sciascia & Dadà Ankorì il 22 giugno e dei siciliani
Fratelli Mancuso il 14 giugno... roba da matti!!
Vi aspettiamo tutti al Porto Antico di Genova allora! ❖
Radiodervish
Fratelli Mancuso
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Moni Ovadia
FOTO jOnaThan mOOrman de bOdh’akTan © YUrIY dmYTrIYIv
Eventi
Media partner
magazine
the digital way of the world music
www.lineatrad.com
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Cronaca
PREMIO
GIOVANNA DAFFINI
8 giugno 2014, Villa Saviola di Motteggiana (Mn):
assegnati i premi “Giovanna Daffini”
Comunicato Stampa
preso un premio proprio in occasione del centenario della nascita
di Giovanna Daffini.
20° Concorso Nazionale Giovanna
Daffini - sezione cantastorie
1° Premio: a Giada Salerno e
Francesco Giuffrida, Unni si’
2° Premio: a Valentina Pira ed Andrea Belmonte, L’angelo del pane
3° Premio: a Michele Mari, North
Country Blues
Premio Giovanna Daffini alla carriera: a Felice Pantone
Premio per il regionale: ad
Agnese Monaldi (regione Lazio)
Premio per la critica: a Piero Nissim, Giorgio e Gino
Premio per l’impegno sociale: a
Daniele Poli (satira politica), Super
Silvio va all’ospizio
Giada Salerno davanti alla targa dedicata a Giovanna Daffini
I
l Concorso Nazionale “Giovanna
Daffini”, nel centenario della
nascita della grande cantante
popolare di Motteggiana, compie
vent’anni e premia nuovamente
una canzone siciliana di due artisti
catanesi: il primo premio dell’edizione 2014 è andato infatti a Unni
si’ con testo di Francesco Giuffrida
e musica di Giada Salerno (in arte
Ciatuzza). Anche l’anno scorso era
stato assegnato a una canzone–
L’amanti miu – degli stessi autori.
Francesco Giuffrida è uno studioso del canto popolare - in special modo di quello siciliano - e
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del canto sociale in genere; negli
anni settanta ha partecipato allo
spettacolo di Dario Fo “Ci ragiono
e canto”, dal 64 compone e interpreta canzoni in siciliano e in italiano.
Giada Salerno ha al suo attivo
il cd Tant’amuri r’unni veni e sta
lavorando al secondo. La sua predilezione va alle ottave di composizione anonima in cui a cantare
è una madre, un’innamorata, una
donna in genere.
Oltre al primo premio del Concorso Nazionale la Giuria ha assegnato vari riconoscimenti, com-
Premio Giovanna Daffini (19141969)
1° Premio: a Francesca Prestìa, Si ccà fussa Giuvanna iddha
cantèra.
2° Premio : a Roberta Pestalozza,
Milonga per Giovanna
Da rimarcare il primo premio Giovanna Daffini (1914-1969) assegnato a un’artista anch’essa meridionale, Francesca Prestìa, per una
canzone in calabrese - Si ccà fussa
Giuvanna iddha cantèra – sui veleni che ci ritroviamo nel piatto e
che stanno distruggendo la terra.
Assegnato anche un premio della
critica a una canzone – Giorgio e
Gino - che parla di Giorgio Nissim
(padre dell’autore) che assieme a
Gino Bartali si impegnò nell’aiutare
Cronaca
gli ebrei e in genere i perseguitati dai
nazifascisti. Il premio per il regionale
(regione Lazio) è stato attribuito alla poetessa in ottava rima di Civitavecchia
Agnese Monaldi.
Gli interventi che si sono susseguiti
durante il convegno tenutosi nel pomeriggio del “Giorno di Giovanna” vertevano su biografia, significato ed eredità
di Giovanna (Gian Paolo Borghi), ristampa in cd del Long Playng L’amata
genitrice (Massimo Zamboni), ricordo
della Daffini e riflessione sull’importanza della ricerca sul campo e della
riscoperta delle radici per i giovani che
desiderano accostarsi alla cultura popolare (Gastone Pietrucci). In coda agli
interventi è stata proiettata una videointervista realizzata da Claudio Piccoli
e Tiziana Oppizzi a Sandra Mantovani
con un ricordo di Giovanna. Tiziana Oppizzi ha anche letto una commovente
testimonianza di Mauro Geraci su Vito
Santangelo, cantastorie siciliano recentemente scomparso a Paternò (Ct)
Intervallati agli interventi ci sono stati
dei momenti musicali a cura di Zamboni, Pietrucci e cantastorie e musicisti
dell’area mantovana. ❖
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Interviste
ARVEST
Intervista con il gruppo bretone
in occasione della presentazione
del loro ultimo album ARVEST IV
di Giustino Soldano e Muriel Le Ny
I
l gruppo degli Arvest è parecchio
conosciuto ed apprezzato negli
ambienti della musica bretone,
soprattutto in quelli delle danze
popolari che si svolgono durante le
festoù-noz.
Gli Arvest si sono formati nel 2000
ed hanno il merito di aver introdotto,
probabilmente per primi, strumenti
come la chitarra e il piano, al posto
dei tradizionali bombarda e biniou
nell’esecuzione di brani musicali
tipici delle danze bretoni, mescolando tradizione ed innovazione,
come hanno fatto anche altri artisti
da diversi anni.
Fanno parte del gruppo i due
cantanti Yves Jégo e Yann Raoul, il
chitarrista David Er Porh e Aymeric
Le Martelot al piano e tastiere. Yves
Jégo e Yann Raoul hanno prodotto
anche degli album come solisti e
David Er Porh fa parte inoltre del
gruppo che suona nello spettacolo
“Celebration” diretto e composto da
Dan Ar Braz.
Gli Arvest (Spettacolo, in bretone)
hanno all’attivo quattro album.
Il primo, Distaol bras, è uscito
nel 2003 quando, nella formazione
originale, era presente il chitarrista
Erwan Raoul, fratello di Yann, al posto del pianista Aymeric.
Nel 2007 è uscito il secondo album: Fantazi, che nel 2008 ha ottenuto il “Prix du disque produit en
Bretagne” e nel 2010 il terzo: Tri
Diaoul.
Il quarto album, di cui parliamo
in questo articolo: Arvest IV, ha visto la luce nel dicembre del 2013.
Questi tre ultimi CD sono prodotti da
L’OZ Production e distribuiti da Coop
Breizh.
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Abbiamo conosciuto gli Arvest
nel 2007, grazie a Giovanni Alcaini,
conduttore della trasmissione radiofonica Folknihgts (Radio Cernusco
Stereo) che ce li aveva segnalati e
che era rimasto entusiasta di questo
gruppo, dopo aver ascoltato il loro
primo CD Distaol bras.
Anche a noi erano piaciuti e da
allora ci siamo recati spesso ai loro
spettacoli in Bretagna, soprattutto
ad agosto al Festival Interceltique
di Lorient e alla “Fête de l’huître a
Sainte-Hélène”, dove hanno sempre
avuto un largo consenso di pubblico
e siamo sempre rimasti al corrente
delle loro novità musicali.
Appena abbiamo avuto notizia
dell’uscita del loro quarto album,
ci siamo attivati per andare ad una
conferenza stampa durante la quale
hanno presentato la loro ultima creazione “ARVEST IV”. A fine conferenza, poi, abbiamo avuto modo di
organizzare con Yves Jego e Aymeric
Le Martelot, un’intervista della quale
vi riportiamo qui alcuni passaggi.
Sono passati tre anni dal precedente album; quando avete cominciato a pensare a questo nuovo album e chi ne è stato l’ideatore?
È stata un’idea di tutti e quattro;
abbiamo cominciato a lavorare su
alcuni brani un anno fa ed altri sono
terminati un mese prima delle registrazioni.
Quanti brani ci sono in questo album e sono tutti brani per danzare?
Sono undici composizioni tra le
quali c’è anche una “mélodie” oltre
alle danze. Avevamo già introdotto
una mélodie nel terzo album.
Le danze che eseguite sono le
stesse che avete proposto in passato e sono di una zona particolare?
No, vengono da tutta la Bretagna;
c’e n’è per tutti i gusti.
I brani sono tutti di vostra composizione e chi di voi li scrive?
A parte il pezzo “Jamais je n’aurai…” che è stato ripreso da “Voici le
mois de mai” una canzone molto conosciuta in Francia e cantata in passato anche da Nana Mouskouri, gli
altri sono composti da noi: le parole
e parte della musica sono di Yann
e Yves, gli arrangiamenti musicali
sono di Aymeric e David, lavoriamo
in equipe, ognuno ci mette del suo.
Avete mantenuto la formazione
originale, voci, chitarra e tastiere?
Si, ma in quest’album abbiamo
invitato anche Forian Juillard, dei
“Pevar Den”, alla bombarda e Baptiste Mebrouk della “Bagad de LannBihoué” ai tamburi.
Di cosa trattano i testi delle vostre canzoni?
In questo caso parliamo del mare
e di tutti i suoi aspetti. Ci sono accenni anche ad alcuni disastri provocati dall’uomo e a quelli dell’Erika,
ma ci sono anche dei riferimenti a
chi vive vicino al mare.
Avete programmato una tournée
per la diffusione dell’album?
Sì abbiamo parecchi concerti in
programmazione per tutto il 2014
tra cui il Festival de Cornouaille a
Quimper a luglio.
Sarete ancora a Sainte-Hélène?
Sì, è previsto un concerto ad
agosto.
Interviste
Bene, grazie del tempo che ci
avete concesso e… speriamo di rivedervi a Sainte-Hélène allora.
Successivamente ci siamo procurati il CD e queste sono state le nostre prime impressioni.
Questo CD balza subito all’occhio
per la semplicità e l’essenzialità nella
veste grafica della copertina con un
titolo immediato e con uno sfondo
minimale che rappresenta il mare,
che come abbiamo inteso dall’intervista, è il tema conduttore dell’album. Semplicità ed essenzialità che
ritroviamo nel carattere del gruppo
che si astiene da fronzoli inutili sia
nel modo di presentarsi sulla scena
sia nei testi dei loro brani in cui
narrano spesso del mondo attuale
con una visione critica, a volte con
riferimenti sull’importanza dell’essere piuttosto che dell’apparire. È
sempre stata una prerogativa degli
Arvest quella di utilizzare musica “a
ballo” per comunicare il loro stato
d’animo nei confronti di una società
che sovente disapprovano.
Tema conduttore dell’album è
come dicevamo prima il mare. I testi
sono in bretone o in francese.
Si parla della dura vita dei marinai
e delle condizioni difficili che devono
affrontare, come nei brani “An holl
vorioù” (Tutti i mari) e “Kreiznoz”
(Mezzanotte).
Ci sono dei ritratti di vita quotidiana come in “Le bistrot du port”
che dipingono perfettamente gli ambienti dei piccoli bar vicino ai porti e
i loro avventori.
Si narra dello scempio dei rifiuti
che invadono le coste in “Déferlantes”; dell’inquinamento provocato
dagli allevamenti intensivi e dalle alghe verdi in “E gwirionez” (In verità,
in effetti) nel cui testo si denuncia la
cementificazione delle coste e si riflette anche su un mondo dominato
dal denaro, in cui una parte degli
abitanti muore di fame ed un’altra è
sovralimentata.
Si sfiora poi la poesia nei brani
“Houlenn” (Onde) e “Kostez ar
mor” (Vicino al mare) tra le cui parole citiamo “Ho scelto una piccola
casa... vicino al mare… certo non
ci sono grandi cose qui, né sfarzi…
quando varco la soglia percepisco
il movimento del mare… questa
calma è per me la più grande delle
ricchezze”. Un testo veramente toc-
cante. Per quanto riguarda la parte
musicale, siamo sempre in presenza
di danze popolari che abbiamo già
ascoltato in passato come Laridé,
Rond e Gavotte, ma anche nuove
proposte come Danse Kef e Avantdeux de travers.
La formula di base è sempre quella
del kan-ha-diskan (canto e controcanto) sottolineato dalla chitarra e
dal piano, ma rispetto ai precedenti
album ci sembra percepire un maggiore uso della parte strumentale,
soprattutto delle tastiere. Avvertiamo
in alcune composizioni, come Le
bistrot du port e Treuzadenn, uno
stile più jazzistico, particolarmente
nell’uso del piano, che ci ricorda un
altro famoso musicista bretone: Didier Squiban.
Probabilmente ad un orecchio
abituato a melodie tradizionali, questo modo di proporsi potrebbe causare ad un primo ascolto qualche
incertezza.
Personalmente riteniamo meritevole questa continua ricerca e
sperimentazione di nuovi stili, pur
mantenendosi nella tradizione, che
gli Arvest e anche altri gruppi bretoni
conducono da diversi anni.
Apprezzabili come sempre le voci
di Yves Jégo e Yann Raoul anche
per il loro stile unico, che si discosta
da tanti altri cantanti e che ben s’integra con il piano e la chitarra suonati rispettivamente da Aymeric Le
Martelot e David Er Porh. ❖
Fanno parte dell’album ARVEST
IV i seguenti brani:
I An holl voriou /Polka plinn
II Deferlantes /Tour
III Kreiznoz /Melodie
IV Houlenn /Danse kef
V A-dreuz /Avant-deux de travers
VI Jamais je n’aurai... /Laridè 8 temps
VII Dir ha koad /Gavotte Pourlet
VIII E gwirionez /Rond Pagan
IX Treuzadenn /Valse
X Le bistrot du port /Rond de Saint-Vincent
XI Kostez ar mor /Kas a-barzh
Ringraziamo Gilles Lozac’hmeur della L’OZ production www.lozproduction.fr per averci fornito il
CD. Questo CD è distribuito da Coop-Breizh:
www.coop-breizh.fr
Per maggiori informazioni sul gruppo visitare il
sito www.arvest-breizh.com.
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Recensioni
Primo album del gruppo che propone musica
bretone ed irlandese in un’unica raccolta
ZONK
di Giustino Soldano e Muriel Le Ny
G
ruppo bretone formatosi
nel 2009, gli Zonk sono alla
prima esperienza discografica con quest’album omonimo
uscito nel novembre del 2013.
Fanno parte del gruppo originale
tre artisti che suonano anche in altre formazioni, prerogativa di molti
musicisti bretoni e non solo:
Yuna Léon, violinista, figlia d’arte
(il padre Alain è chitarrista nel
gruppo Oktopus Kafe) ha imparato
a suonare da piccola e si è innamorata immediatamente delle danze
bretoni e della musica irlandese.
Fa parte anche dei gruppi “Tan
De’i!”, formato da sole donne, tra
le quali la famosa cantante Nolùen
Le Buhé, e “KemperCeili”, solo per
citarne alcuni.
Kenan Guernalec, pianista, appassionato di jazz e blues, suona
anche il flauto in altri gruppi tra
cui quello franco-irlandese degli
“Spring Barley”.
Jaouen Le Goïc, all’organetto diatonico, in passato ha partecipato
attivamente alla diffusione della
musica bretone nel Trégor, una provincia al nord della Bretagna. Ha
fatto parte fino al 2006 della “BroDreger Swing Orchestra”. Suona
attualmente anche nel gruppo di
musica bretone degli “Skirienn”.
Interessato anche lui alla musica irlandese, interviene spesso insieme
a Yuna in un collettivo di danze
irlandesi di Rennes denominato
“Le Roazhon Ceili Band”. Una curiosità: tempo fa ha soggiornato in
provincia di Napoli.
Nel 2013 è poi entrato a far parte
degli Zonk, Ronan Le Dissez, suonatore di bombarda e flauto tra-
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verso e facente parte anch’egli in
passato della “Bro-Dreger Swing
Orchestra”.
Questa passione mista per la
musica bretone ed irlandese ha
stimolato senz’altro questi artisti
alla pubblicazione del loro album,
primo nel suo genere a quanto ci
risulta.
Abbiamo avuto modo di ascoltare per la prima volta gli Zonk a
febbraio di quest’anno in un’affollatissima fest-noz alla Salle Cosmao di Lorient, organizzata dal
Cercle Armor-Argoat, un circolo di
danze locali e ci sono subito piaciuti. Yuna e gli altri elementi del
gruppo con la loro bravura ed entusiasmo hanno saputo trascinare
il pubblico in un turbinio di danze
praticamente senza sosta fino a
tarda ora, quasi obbligati a concedere più di un bis.
Tale entusiasmo l’abbiamo ritrovato nell’ascolto del loro album.
Come si evince dal sottotitolo, il CD
comprende un’alternanza di musiche bretoni ed irlandesi.
Si comincia con un set di Jigs,
di cui le prime due sono composte da Yuna, per proseguire con tre
brani che fanno parte di una Suite
di Gavotte, ispirata al gruppo bretone degli Skolvan. Si passa poi ad
Recensioni
un valzer “Marilena” composto da
Jaouen Le Goïc e dedicato ad una
sua amica napoletana.
Torniamo in Bretagna col sesto brano, una Rond de Loudéac,
danza circolare originaria delle
Côtes-d’Armor.
Il settimo brano è una Mélodie
tratta da una collezione di Dastum,
una associazione che si occupa
della ricerca di vecchie composizioni, spesso tramandate oralmente.
Ancora danze bretoni :“Ronds de
Saint Vincent” originaria del Morbihan, per l’ottavo brano e poi di
nuovo Irlanda con un set di Reels
di ben sei minuti che comincia con
il brano tradizionale “Father Kelly’s”.
Una serie di Ridées a sei tempi
composte da Kenan Guernalec,
per il decimo brano.
L’undicesimo brano riprende
un graziosissimo valzer irlandese
“Matthew’s waltz” composto dalla
accordeonista Josephine Marsh.
L’album termina con un set di
Reels dedicato ad un bar di Rennes nel quale si svolgono delle sessions irlandesi il lunedì sera.
In definitiva, quasi cinquanta minuti di musica piacevole che potrebbe essere proposta benissimo
da qualche DJ, in quelle occasioni
in cui non è possibile proporre concerti dal vivo per far danzare il pubblico. In questo caso poi si potrebbero accontentare sia i fans di musica irlandese sia di quella bretone.
In alcuni brani compaiono come
invitati Pierre Cadoret al flauto traverso e Tom Lemonnier alla chitarra
che fanno parte anche del gruppo
“Poppy Seeds” originario di Rennes che propone musica irlandese.
Una selezione di ballate per voce e strumento
ricordo del concerto commemorativo uscita su CD
curata da Associazione Cantovivo a favore di Emergency
Per chi volesse ascoltare prossimamente il gruppo degli Zonk,
questi saranno presenti al Festival
Interceltique di Lorient sabato 2
agosto, nel pomeriggio, al Quai de
la Bretagne con ingresso gratuito;
un’occasione da non lasciarsi sfuggire. ❖
I brani dell’album Zonk sono
1 The Hint Set (Jigs/Slip Jig)
2-3-4 Kask Ha Kask (Suite Gavotte)
5 Marilena (Valse)
6 Rondes Des Loups (Rond de Loudéac)
7 Chanson de la mariée (Mélodie)
8 Ronds de Saint Vincent
9 Father Kelly’s (Reels)
10 Ridées 6 Temps
11 Matthew’s waltz
12 Ramon and Pedro Reel Set
L’album degli Zonk è prodotto dalla RIDE ON Music di Rennes www.rideonmusic.com/ ed è distribuito da Coop-Breizh : www.coop-breizh.fr
Ringraziamo Yuna Léon ed il gruppo degli Zonk
per averci fornito il CD.
Il loro sito: http://zonkmusic.wordpress.com/
IN VETRINA:
FOLK & PEACE
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Recensioni
MISSIVE ARCHETIPE
EDMONDO ROMANO
Secondo CD di composizione sulla comunicazione
dopo il primo capitolo “Sonno eliso” dedicato al
Maschile-Femminile
Comunicato Stampa
S
econdo CD di composizione
sulla comunicazione dopo il
primo capitolo “Sonno eliso”
dedicato al Maschile-Femminile.
La tematica di “Missive archetipe” è la parola, il verbo attraverso
la poesia, il racconto, la memoria…
la sua crescita nei secoli insieme
all’uomo, dalla sua nascita sino
all’era contemporanea.
I brani strumentali, orchestrali,
intimisti, legati sempre ad immagini sono affiancati da poesie di Catullo “Carme - A Lesbia”, di Jalal alDin Rumi “Morite morite”, dal canto
popolare della culla “Ninna nanna
sette e venti”tra le più note della
nostra tradizione, all’esperienza diretta di Charlotte Delbo nei campi di
concentramento con “Vestire la tua
pelle”.
Al lavoro prendono parte numerosi musicisti italiani: Marco Basley, Simona Fasano, Lina Sastri,
Laura Curino, Alessandra Ravizza
voce - Edmondo Romano soprano
& alto sax, clarinet, bass clarinet,
low whistle, chalumeau - Elena
Carrara, Fabio Vernizzi, Arturo Stalteri piano - Kim Schiffo: violoncello
- Redouane Amir: fagotto - Vittoria Palumbo: oboe - Roberto Piga,
Alessandra Dalla Barba, Gabriele
Imparato violini - Riccardo Barbera
contrabbasso - Marco Fadda percussioni - Elias Nardi oud - Max
Di Carlo tromba - Gianfranco De
Franco flauto, clarinetto
Musica e arrangiamenti di Edmondo Romano eccetto 3. Carme
di Romano/De Franco e 5. Dato al
mondo di Romano/Vernizzi.
Il CD è uscito ufficialmente il 19
maggio, prodotto da Felmay ed
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Eden Production, distribuito in Italia
da Egea e a livello internazionale da
Felmay.
All’interno è presente anche il video “Vestire la tua pelle” cantato
da Marco Beasley coreografato da
Giovanni Di Cicco, testo di Charlotte
Delbo Delbo (scrittrice internazionale deportata ad Auschwitz e sopravvissuta all’olocausto), messo in
scena da Compagnia Teatro Nudo
per la regia di Edmondo Romano.
Il precedente lavoro “Sonno
eliso” ha ottenuto consensi da
tutta la principale stampa musicale italiana ed è stato presentato
in molte radio, tra cui anche Radio
Rai alle trasmissioni ‘Piazza Verdi’,
‘6 gradi’, ‘Primo movimento’, ‘Bat-
titi’, ‘Stereo Notte’. Scrive Paolo
Fresu: “La prima cosa che mi ha
colpito all’ascolto del primo cd di
Edmondo Romano è stato il suono,
che dimostra la maturità di un artista che cuce un patchwork musicale senza limitazioni di generi e
di geografie… Considerati i nuovi
scenari geo-politici del Mediterraneo, il suo lavoro non potrebbe
essere più attuale.Con molta passione e risultati sorprendenti.” ❖
Edmondo Romano
+ 39 347 9020430
Stradone Sant’Agostino 18/3
16123 – Genova - Italia
[email protected]
www.edmondoromano.net
Eventi
Il magico soffio della cornamusa asturiana
Pagazzano (Bg) – Castello Visconteo
Venerdì 18 luglio 2014 - ore 21
HEVIA
Comunicato Stampa
U
n concerto di Jose Angel Hevia
è sempre un evento eccezionale
in quanto egli rappresenta uno
straordinario fenomeno musicale che
ha contribuito ed ancora lo fa a rivitalizzare la scena del folk e della world
music internazionale, attraverso sonorità che nascono da uno strumento
tradizionale, la cornamusa, sapientemente rivoluzionato ed elettrificato.
Oltre due milioni e mezzo di album
venduti confermano e rinnovano la
sua popolarità, dal primo hit “Businde
Reel” sino all’ultimo parto discografico
“Obsessión”.
Il suo ritorno in Italia, dove mantiene
una grande fama, acquisisce maggiore
importanza perché sarà dato nella
splendida e suggestiva cornice del
castello visconteo di Pagazzano, nella
bassa Bergamasca, a pochi chilometri
da Bergamo. Ed ancor più perché, in
piena sintonia con quel luogo, Hevia
si esibirà in trio, una formazione elettroacustica che prevede la partecipazione della sorella Maria José e di un
pianista. Nulla cambia rispetto alle
esibizioni con l’intera band, perché al
centro della scena sono sempre le particolari sonorità della sua cornamusa,
in evidenza attraverso i suoi brani più
celebri ma anche nell’interpretazione
di brani tradizionali, accompagnato
dalle percussioni della sorella, come
nella più pura tradizione asturiana.
Il concerto è dovuto alla collaborazione tra il Comune e il Gruppo CIVILTA’ CONTADINA di Pagazzano e
GEOMUSIC. Asturiano, Jose Angel Hevia si è avvicinato ancor giovanissimo alla cornamusa ed ha conseguito studi di musica
tradizionale sino alle prime esibizioni
con gruppi folk. In seguito ha iniziato
una carriera solistica accompagnan-
dosi con la sorella Maria José ai tamburini, come nella migliore tradizione
della sua Terra. Nel frattempo inizia ad
insegnare e forma una banda di cornamuse con i suoi allievi, contribuendo
notevolmente a render popolare lo
strumento tra i giovani. La svolta decisiva qualche anno più tardi quando
con Alberto Arias, un suo allievo programmatore di computer, crea una
sorta di scala di plastica coi pulsanti di
una slot machine. Un prototipo che diventerà poi la midi-bagpipes, che finirà
per divenire il simbolo e l’indispensabile compagno del musicista.
Nel 1998 José Angel registra il primo
album Tierra de Nadie, che è il suo
primo successo sia a livello nazionale
che internazionale. Il disco, supportato
da un tour mondiale, viene pubblicato
in più di quaranta paesi, in molti dei
quali raggiungerà i primi posti nelle
classifiche di vendita. Più di due milioni le copie vendute, e molti i dischi
d’oro e di platino collezionati in paesi
tanto diversi come Italia, Ungheria,
Nuova Zelanda, Belgio, Danimarca e
Portogallo.
Nel 2001 esce il secondo album Al
Otro Lado – Al otru llau che ne rinnova
i successi, con altre tournée in posti
vecchi e nuovi. L’anno seguente vede
il realizzarsi del suo sogno con l’inaugurazione di una fabbrica di strumenti,
che lo vede dividersi tra l’attività di manager per questa impresa e quella di
musicista.
Nel 2003 viene pubblicato Étnico ma
non troppo, che conferma Hevia figura
di caratura internazionale, che rivoluziona la musica popolare con la sua
cornamusa midi, inserita in situazioni
sonore prima inimmaginabili. Il 2007 vede l’uscita dell’atteso album Obsessión, che contiene, tra
l’altro, la colonna sonora di Luz de domingo del regista premio Oscar José
Luis Garci. Girato nelle Asturie e ispi-
rato dalla storia di Ramón Pérez de
Ayala, il film ha come interprete principale Alfredo Landa, e lo stesso Hevia
vi appare in una piccola parte. Hevia
è ormai tra imusicisti spagnoli nell’ultimo decennio maggiormente insigniti
di premi di valore, quali Ondas (1999),
Sensational Musical Artist ai Premios
Amigo (1999), Multiplatinum Award a
Bruxelles (2000), Best Album of Traditional Music (2001), Die Goldene
Stimmgabel per il miglior brano strumentale con Busindre Reel (Francoforte 2001) e Medaglia del Principato
delle Asturie per la diffusione della cultura asturiana nel mondo (2003).
Obsessión segna un passo avanti
nel percorso musicale di Hevia, capolavoro di fusione sonora ispirato dalle
tradizioni popolari, ma che sa nel contempo guardare al futuro mediante
l’uso delle nuove tecnologie. Sorprendente garanzia di musica di qualità!
Di successo in successo continua
una fervida attività concertistica esibendosi sia con una formazione elettrica che in trio “acustico”, combinazioni che vedono sempre le sue sonorità e i suoi strumenti al centro della
scena. Nel periodo natalizio ha allestito
anche un progetto ad hoc, con l’esecuzioni di brani ispirati alla tradizione
natalizia dei luoghi d’origine.
HEVIA è molto popolare anche in
Italia, terra che ama particolarmente e
nella quale ritorna sempre con grande
piacere ed entusiasmo.
Disponibile nelle due combinazioni. Discografia:
- Tierra de Naide (No Man’s Land), 1998
- Al Otro Lado/Al otru llau (The Other Side), 2001
- Étnico ma non troppo, 2003
- Obsessión, 2007
Disponibile per Festival e Concerti
fine Giugno/primi Luglio e 2014 ❖
INFO e BOOKING:
tel. 035732005 – 3484466307 [email protected]
www.geomusic.it 30/2014
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Eventi
LA LUNA AL GUINZAGLIO
Il 3 luglio 2014 a Genova gran finale
della I Edizione de “La luna al guinzaglio”,
Concorso Nazionale dedicato alle canzoni
scritte dai bambini
Comunicato Stampa
I
l 3 luglio 2014 alle ore 21 a Genova
l’evento finale, con un concerto live
a Palazzo Ducale che vede in gara
i 12 testi finalisti musicati da compositori di fama nazionale. Il cantautore
Sandro Giacobbe sarà il Presidente
della Giuria. L’iniziativa ha coinvolto gli
alunni delle scuole primarie e secondarie di I grado. Il 2 luglio 2014 presso
gli spazi dell’Accademia Ligure della
Canzone d’Autore, giornata dedicata
ai laboratori didattici musicali gratuiti e
ad ingresso libero.
E’ stata presentata oggi a Genova la
prima edizione de “La luna al guinzaglio”, concorso nazionale di scrittura,
a partecipazione gratuita, rivolto agli
alunni delle scuole primarie e secondarie di I grado di tutta Italia, che si sviluppa con l’intento di stimolare la creatività dei giovani studenti e favorire in ambito scolastico momenti di condivisione
all’insegna della musica e del canto.
Il gran finale dell’iniziativa avrà
luogo a Genova, nel Cortile Maggiore
di Palazzo Ducale, giovedì 3 luglio, a
partire dalle ore 21, e vedrà i dodici
testi finalisti sfidarsi nel corso di una
serata-concerto ricca di momenti di
spettacolo e divertimento, dove i brani
musicati da compositori e musicisti di
fama nazionale verranno cantati live
dal Piccolo Coro Lollipop, coro genovese e multietnico formato da bambini
tra i cinque e i dodici anni.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale Eclettica con
A.L.C.A.demia – Accademia Ligure
della Canzone d’Autore e patrocinata
da Regione Liguria, Comune di Genova,
SIEM – Società Italiana per l’Educazione Musicale, da Assoartisti Confesercenti Liguria e dalla Fondazione Fabrizio De Andrè, e si svolge in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione
per la Cultura. Partner della manifestazione sono il CEL “La Torretta” e Fabbrica Musicale Edizioni, media partner
5050
30/2014
Radio 19. Sponsor dell’evento La Cremeria delle Erbe, Il Paradiso dei Bimbi,
Azienda Vitivinicola Torre Pernice e E.
Group. Net.
La Conferenza stampa si è aperta
con un intervento dell’Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo Angelo
Berlangieri, che ha testimoniato il sostegno della Regione Liguria all’iniziativa.
Antonella Serà, Direttore Artistico de
“La luna al guinzaglio” e Presidente
dell’Associazione Eclettica, sottolinea con soddisfazione come questo
sia “un inizio: l’inizio di un percorso
che nasce dall’esperienza didattica
dell’Accademia Ligure della Canzone
d’Autore, la nostra scuola di musica,
dove abbiamo lavorato con impegno
sulla scrittura” – e aggiunge – “L’iniziativa prende avvio con già una forte
idea di sviluppo e una visione rivolta
alla crescita, perché “La luna al guinzaglio, grazie anche alla collaborazione con gli enti locali, con le realtà
che ci sostengono, con i nostri partner e gli sponsor, possa diventare un
appuntamento annuale riconosciuto e
sempre più partecipato”.
Vincenza Nalbone, responsabile
SIEM per la Liguria, ha espresso il suo
sincero apprezzamento per la manifestazione “La S.I.E.M. società italiana per l’educazione musicale ha
da subito aderito al concorso-progetto
“La luna al guinzaglio” un’iniziativa
nuova, stimolante per tutti i bambini
che hanno partecipato, quelli che essere i futuri cantautori. Qualsiasi proposta che possa aiutare e sviluppare
la creatività e la fantasia del bambino
è sicuramente accolta, da parte degli
insegnanti, con entusiasmo. “La luna
al guinzaglio” ha questi requisiti e
quindi ben vengano iniziative di questo genere”.
Stefania Bertini, Presidente di Assoartisti Confesercenti Liguria dichiara
che “Assoartisti Confesercenti Liguria” patrocina questo importante
progetto con grande entusiasmo,
perché si colloca nella condivisione
di un impegno, espresso anche nei
progetti europei realizzati in collaborazione con N.E.M.O.geie nell’ultimo
biennio, di valorizzazione della musica come veicolo di cultura, crescita
ed educazione sociale per i giovani.
Crediamo inoltre” – evidenzia Stefania Bertini – che mettere in relazione
professionalità alte della musica con
il mondo della canzone per ragazzi e
del canto corale sia un modo importante per promuovere le potenzialità
della canzone d’autore e dei suoi contenuti nella società contemporanea”.
IL CONCORSO
Il progetto del concorso “La luna al
guinzaglio” ha comportato due fasi:
quella preselettiva, con il lancio del
bando a dicembre 2013, il lavoro di
composizione in classe e l’invio dei
testi (fino a 3 per classe) agli organizzatori; e l’organizzazione di un evento
conclusivo di due giorni, il 2e il 3 luglio 2014 a Genova, a Palazzo Ducale,
che prevede una serata di spettacolo
“live”, dedicata alle finali del concorso,
e le attività collaterali, con laboratori
didattici in cui bambini e adulti potranno confrontarsi con il mondo del
cantautorato, del canto e degli strumenti musicali.
Tra i testi pervenuti agli organizzatori, la Commissione Artistica di
A.L.C.A.demia – Accademia Ligure
della Canzone d’Autore, presieduta
dal Professor Lorenzo Coveri, ordinario
di Linguistica italiana nella Facoltà di
Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Genova, ne ha selezionato
dodici, che sono stati in seguito musicati da musicisti e compositori di fama
nazionale e trasformati in canzoni.
In occasione di questa prima edi-
zione, hanno aderito all’iniziativa i
cantautori Vittorio de Scalzi, Max Manfredi, Enrico Lisei, i musicisti Antonio
Marangolo, Armando Corsi,i giovani
autori Max Bove, Pino Di Stadio, Fausto
e Francesca Ciapica, Giampaolo Casu,
Andrea Vialardi, che hanno lavorato
con passione sui testi finalisti per crearne la veste musicale.
I brani che si sfideranno nella serataconcerto sono giunti da tutta la Liguria,
da ponente a levante, dalla Sicilia e dal
Piemonte.
Il concorso prevede per la classe
vincitrice un premio in denaro di 1.500
Euro, da investire in materiale didattico, laboratori e iniziative a carattere
musicale.
LA SERATA FINALE – 3 luglio 2014
Il gran finale del concorso si svolgerà il 3 luglio 2014, a partire dalle ore
21,a Genova, nella prestigiosa cornice
offerta dal cortile maggiore di Palazzo
Ducale, impreziosita dalle scenografie
realizzate dai ragazzi del Centro di Educazione al Lavoro “La Torretta”, con il
concerto dedicato alle canzoni finaliste
in gara e tanti momenti di spettacolo
e intrattenimento in un’atmosfera festosa e impregnata di musica.
A presentare la serata e scandire i
momenti della gara, Andrea Bottesini,
showman, cantante, cabarettista ben
noto al pubblico di Zelig. Madrina
dell’evento Marisa Bindi, sorella dell’indimenticato cantautore Umberto.
I testi finalisti saranno cantati dal
Piccolo Coro Lollipop di A.L.C.A.demia,
giovane e attivissima realtà genovese e
multietnica, formata da piccoli coristi
dai cinque ai dodici anni, e verranno
valutati da una Giuria composta da professionisti del settore (musicisti, cantanti, critici). Ci sarà anche una Giuria
di piccoli giurati, di età compresa tra i
nove e i dodici anni, capitanata da Lele
Ravera, giovane cantautore emergente
genovese, che verrà selezionata attraverso un lancio radiofonico in collaborazione con Radio 19, media partner
dell’evento.
La Giuria sarà capitanata dal cantautore Sandro Giacobbe, e annovera
tra le sue fila Pippo Lamberti, artista
poliedrico e musicista, Andrea Podestà
e Lucia Marchiò, giornaisti e critici musicali, e Stefania Bertini, Presidente di
Assoartisti Liguria e coordinatrice per
la Liguria della Fondazione Fabrizio
Eventi
De Andrè. Alcuni momenti verranno
dedicati alla lettura di alcuni testi apprezzati dalla Commissione artistica di
A.L.C.A.demia, seppur non selezionati
per la finale.
Interverranno nel corso della serata
gli inviati di Radio 19, che seguiranno
l’evento e modereranno le impressioni
della Giuria.
I primi tre brani classificati verranno
premiati nel corso dell’evento, con
trofei in ceramica realizzati appositamente dall’artista Claudia Ferrando. La
scuola vincitrice si aggiudicherà inoltre
il premio in denaro.
I laboratori didattici musicali –
2 luglio 2014
A corollario della serata finale, nella
giornata del 2 luglio 2014, con orario
11-12.30 e 1517, si terrà un ciclo di
laboratori didattici musicali presso gi
spazi dell’Accademia Ligure della Canzone d’Autore.
Gli incontri saranno gratuiti ed aperti
a tutti su prenotazione (t. 3939355187,
[email protected], entro il 30 giugno),
e saranno dedicati agli strumenti musicali, alla voce, alla composizione di
testi di canzoni e all’espressione teatrale, quest’ultimo realizzato dall’attrice
Arianna Comes, in cui si metterà “in
scena” una canzone.
CD E LIBRO “La Luna Al Guinzaglio”
Dalla manifestazione verrà tratto il
compact disc “La luna al guinzaglio -1°
edizione”, che verrà venduto in abbinamento ad un libro, che avrà al centro i testi del concorso, attraverso canali musicali ed editoriali specializzati.
Parte del ricavato della vendita sarà
devoluto in beneficenza a sostegno di
progetti musicali presso strutture che
si occupano di assistenza a bambini in
contesti di disagio.
L’Associazione senza scopo di lucro
Eclettica di Genova è da anni impegnata
in campo artistico e didattico nell’organizzazione di eventi culturali legati alla
valorizzazione del patrimonio artistico
della città di Genova L’idea di un concorso
nazionale di scrittura rivolto a bambini e
ragazzi delle scuole nasce dall’incontro
tra l’esperienza organizzativa dell’associazione culturale Eclettica e il percorso
didattico di A.L.C.A.demia (Accademia
Ligure della Canzone d’Autore -scuola di
musica). Il lavoro didattico-artistico intrapreso da Antonella Serà, cantautrice
e direttrice artistica di A.L.C.A.demia,
con il Piccolo Coro Lollipop (genovese e
multietnico, età 5-12 anni) fa nascere l’esigenza e stimola la volontà di creare un
repertorio nuovo realizzato da i bambini
per i bambini –
Associazione Culturale Eclettica
tel/fax +39 010 3776509 www.eclettica2005.it
Antonella SERÀ
www.antonellasera.it
La sua esperienza come interprete prima e come autrice poi, ha
preso corpo ed è cresciuta attraverso la canzone d’autore, a partire
dalla musica italiana anni ’40, passando dalla canzone napoletana,
per arrivare all’infinito mondo della
canzone sudamericana. Ha partecipato a varie rassegne musicali
fra cui “Ciao Ragazzo” organizzata
dal Club Tenco al Teatro Ariston di
Sanremo il 7/12/96 con ospite d’onore Chico Buarque De Hollanda e
a trasmissioni radiofoniche come
Raistereonotte (novembre 1996) o
RaitreSuite (dicembre 1996).
COLLABORAZIONI DISCOGRAFICHE:
La sua passione per la canzone d’autore la porta
a sviluppare ogni anno progetti “live” diversi:
nell’estate 2000 partecipa al progetto culturale
“Insieme in Liguria 2000” organizzato dalla Regione Liguria e dalle quattro Province con Terra
d’Ardesia” (la Liguria nella canzone d’autore);
nel marzo 2001 nasce lo spettacolo “La chitarra di Via del Campo”, le più belle canzoni di
Fabrizio De Andrè con la partecipazione della
chitarra “Esteve ‘97”; nell’ottobre 2002 presenta il concerto ”Senza fine”, un viaggio nella
canzone d’autore Italiana dagli anni ’60 ad oggi,
negli Istituti Italiani di Cultura di Atene e Lisbona
nell’ambito della “Seconda settimana della lingua italiana nel mondo”. Estate 2006 “Come in
una favola” ripropone il repertorio del Maestro
Umberto Bindi che attraverso arrangiamenti più
attuali e nuove interpretazioni assume una veste
inedita e ancor più intensa. Estate 2008 ha prodotto lo spettacolo di danza e canzone d’autore
“2 dùe” inserito anche nel circuito “Insieme in
Liguria”. Estate 2010 “Di mare e di vento” dove la
canzone d’autore internazionale s’intreccia con
la prosa e la poesia. Estate 2013 “Sogno in una
notte di luna piena” spettacolo di musicadanzateatro per approdare attraverso l’arte nelle città più
suggestive tra Italia, Portogallo, Turchia e Grecia.
In tutti i progetti vengono coinvolti alcuni tra i migliori musicisti italiani come Mario Arcari, Ellade
Bandini, Armando Corsi, Antonio Marangolo, Riccardo Tesi. Inoltre con l’arpista Vincenzo Zitello
propone un repertorio di musica sacra intitolato
“Cantate Domino”.
30/2014
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Media Partner:
RadiciMusic
www.radicimusicrecords.it