SESTO SAN GIOVANNI inquadramento 01 Progettista: Anno di realizzazione: Superficie territoriale: Piero Bottoni 1963 1˙050˙000 m2 Il 28 novembre 1962 l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni conferisce a Bottoni l’incarico di redigere il piano di edilizia economica e popolare (Peep) in applicazione della legge n. 167 del 18 aprile 1962. ai suoi abitanti facili rapporti con l’esterno e di garantire, all’interno, una elevata vitalità attraverso un insieme complesso di funzioni capillarmente distribuite nel tessuto urbano. Bottoni adotta per il quartiere «167» una soluzione più organica a sviluppo lineare: tre settori residenziali, articolati lungo un sistema di «strade vitali» a forma di Y e in diretta comunicazione sia con il centro di Sesto sia con la vicina Milano. Il piano interessa un vasto territorio a sud della città, compreso tra il viale Edison a nord, la nuova strada di scorrimento collegata alla tangenziale nord del Comune di Milano a est, il confine con Milano a sud e viale Rimembranze a ovest. Si tratta di una zona di oltre un milione di metri quadri, l’unica di dimensioni tanto vaste a essere ancora in gran parte inedificata, con il Peep circa il novanta per cento di tutte le aree fabbricabili del Comune viene sottratto alla speculazione edilizia , responsabile degli alti costi che impediscono di affrontare adeguatamente la fame di case giunta a Sesto a livelli altissimi. In gioco è la qualità dell’abitare e Ia possibilità di rendere ospitale una città cresciuta sotto il segno della valorizzazione esclusiva delle rendite e dei profitti industriali. Per questo, come appare tanto dal piano regolatore che dal piano di fabbricazione, Bottoni preferisce destinare i pochi varchi ancora liberi della parte a nord per riordinare lo sviluppo «degli isolati già in gran parte realizzati nel corpo urbano integrandone i servizi, le infrastrutture e le zone verdi» (Bottoni, Programma di fabbricazione, in APB, Documenti, pp. 3-4). nel contempo, con il vincolo del Peep posto sull’intero territorio a sud della città vengono create le premesse per pianificare la crescita urbana con «organismi omogenei [...] in luogo di una altrimenti prevedibile disordinata espansione a macchia d’olio e in funzione puramente speculativa». La grande dimensione dell’intervento, resa possibile dall’ampia estensione dell’area, offre a Bottoni l’occasione di concepire un insediamento popolare non come un ghetto mono-classe o un quartiere dormitorio, ma come una città nella città. Una sorta di città ideale capace di offrire Data la sua configurazione lineare, la realizzazione del quartiere — come viene detto nel Programma di fabbricazione — avrebbe potuto essere attuata «per progressive sezioni di insediamenti residenziali, di servizi pubblici, di attrezzature stradali, creandosi automaticamente, in questo progressivo sviluppo, una serie di organici elementi di residenza, completi ognuno di tutti gli elementi necessari per una effettiva vitalità». In ognuno dei tre nuclei che si articolano lungo le «strade vitali» vengono infatti previsti: su questi stessi assi, dove il traffico è più intenso, corpi di negozi continui e porticati, alternati a servizi vari, dalle scuole ai mercati, ai centri di cultura e ricreazione cosicché «tutto quanto si attiene alla vita sociale troverà sede lungo le strade vitali» (ibidem); a ridosso delle strade vitali, ma nell’interno, separate dal traffico e immerse nel verde, le zone destinate prevalentemente alle abitazioni. Bottoni non si ferma a un semplice impianto territoriale. Oltre a disegnare strade e a distribuire funzioni, l’urbanista-architetto persegue un suo disegno di paesaggio urbano dove l’architettura della strada non solo occupa un posto di primo piano, ma richiama l’architettura degli spazi aperti immaginata per «l’anello verde» del nuovo centro civico di Sesto, quasi a voler ratificare anche nelle forme il riscatto della periferia dalla sua storica condizione di emarginazione. 02 03 04 SESTO SAN GIOVANNI SESTO SAN GIOVANNI, ITALIA 2 memoria 05 06 07 Per i primi quindici anni del dopoguerra il farsi città di Sesto S.Giovanni è altro rispetto alle pratiche e alla cultura urbana consolidata dal fascismo, sia rispetto alle politiche perseguite contemporaneamente dalla Giunta centrista del Comune di Milano, sia anche alle concezioni modellistiche dell’urbanistica. La città che si costruisce dal 1946 al 1959, anno del primo PRG del dopoguerra, è un tutt’uno con l’espressione di una precisa cultura della prassi, antintellettualistica per definizione, estranea alla elaborazione teorica come alla ricerca estetica, ma non al linguaggio della tecnica quale era il sistema di valori maturato nella fabbrica e nella lotta della Resistenza da quegli operai, tecnici, impiegati, provenienti prevalentemente dalla Breda, dalle Falck e da alcune altre industrie medie che costituivano non solo la maggior parte della popolazione sestese ma formavano lo stato dirigente dell’amministrazione. La tendenza al pragmatismo di questa cultura, radicata nella fabbrica, era costretta inevitabilmente ad accentuarsi sotto l’incalzare urgente delle contraddizioni avanzate dal fascismo, aggravate via via dai caratteri assunti dal processo di riconversione industriale prima e dalla politica di sviluppo economico poi. Dal passato Sesto non ereditava soltanto la fame di case popolari ma anche la mancanza di infrastrutture primarie in gran parte del territorio, oltre alla carenza se non mancanza fisica di comunicazione tra i diversi spezzoni cresciuti in maniera caotica, e quasi volutamente contrapposti gli uni agli altri lungo la ferrovia e a ridosso delle fabbriche. In una situazione come questa, dovendo l’amministrazione popolare difendere e allo stesso estendere nella fabbrica e nella società la presenza politica delle classi lavoratrici, il territorio veniva considerato il primo luogo come una risorsa da far fruttare nell’immediato, in senso direttamente produttivo per rispondere ai bisogni dettati dalla sopravvivenza. Per arginare i pericoli di disgregazione della classe operaia che anche dal fronte della casa potevano provenire, il Comune dava il via contemporaneamente ad una vera e propria politica di radicamento del popolo lavoratore presso il luogo di lavoro, politica che porterà la consistenza immobiliare di proprietà pubblica ad aumentare dal 1946 al 1959 di ben 220 volte. Il territorio che fu destinato alla realizzazione del quartiere “167” era l’unico spazio in quel periodo ad essere ancora inedificato e l’unico insediamento che vi si poteva trovare era il complesso abitativo della Cascina De Gatti. Questa costruzione apparteneva a un periodo notevolmente antecedente, e porta testimonianza del passato rurale della città di Sesto. La Cascina, dopo la realizzazione del progetto, è stata mantenuta con la medesima struttura e occupa tuttora una delle poche zone a non essere stata destinata alla residenza ad alta densità abitativa all’interno del quartiere. Inoltre a ovest ai confini con Bresso e Cinisello, sulle aree destinate dal piano Cambi a piccola industria veniva infatti previsto il Parco Volo, mentre sull’asse viale Edison - viale Italia venivano vincolate a verde alcune superfici destinate ad essere occupate dall’industria al fine di assicurare a tutta l’area al di là della barr iera il diritto di conquistarsi anche i vantaggi di appartenere ormai ad un unica città. 08 11 09 10 12 SESTO SAN GIOVANNI SESTO SAN GIOVANNI, ITALIA 3 Il Peep, Piano di Edilizia Economica Popolare, era il piano di attuazione della legge 167 che prevedeva la creazione di un quartiere ad alta densità residenziale con la realizzazione di residenze di edilizia convenzionata che sarebbero state destinate alla crescente classe operaia residente in Sesto San Giovanni. La legge 18 aprile 1962, n. 167, aveva infatti come primo articolo che: “I Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti o che siano capoluoghi di Provincia sono tenuti a formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare, nonchè alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico.” Il quartiere si presenta così fortemente occupato da numerose residenze ad alta densità abitativa e quindi caratterizzate da ingenti altezze. Le case a torre previste dal piano regolatore realizzato da Bottoni lasciano il posto ad altre soluzioni abitative caratterizzate comunque da grandi altezze e da un alto numero di abitazioni come si può subito notare entrando nel quartiere e percorrendo via Carl Marx, la strada vitale del quartiere progettato nel 1963. Nel quertiere sono presenti anche alcune abitare soluzioni abitative singole che appartengono al periodo precedente alla realizzazione del Peep, nonostante quella fosse un’area quasi totalmente inedificata. Il piano del regolatore del quartiere ha così portato alla creazione di circa 400.000 mq di aree residenziali dove è stato possibile insediare ben 25.000 abitanti, un numero considerevole trattandosi di un quartiere posto nella periferia della città ma che permise di far fronte alla necessità di nuove abitazioni di quel periodo. Per permettere l’insediamento di un tal numero di persone è stato necessario costruire complessi residenziali che permisero di ottenere una Superficie Lorda di Pavimento di circa 850.000 mq in base alla metratura necessaria per ogni abitante in base alle normative della regione Lombardia di allora. Lontanamente dal progetto originale di Piero Bottoni, e alla sua idea di creare un quartiere indipendente dal punto di vista commerciale e dei servizi pubblici, oggi osservando il quartiere si può notare come la parte residenziale sia nettamente superiore rispetto alle altre aree. L’unica funzione che è stata altamente potenziata oltre alla superficie residenziale è il verde pubblico. 14 SESTO SAN GIOVANNI Bottoni già prima della guerra aveva indicato le potenzialità insediative di questa area quando, nel 1938, insieme a Mario Pucci, l’aveva scelta come sede di uno dei villaggi proposti per far fronte al problema dell’abitazione operaia in provincia di Milano, nell’ambito dello studio commissionato da Franco Marinotti, allora preside della provincia. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT Approvato nel luglio del 1963, e inserito integralmente nel Programma di fabbricazione steso per l’occasione da Bottoni, il Piano di edilizia economica e popolare interessa un vasto territorio, compreso tra viale Edison a nord, la nuova strada di scorrimento collegata alla tangenziale nord del Comune di Milano a est, il confine con Milano a sud, e viale Rimembranze a ovest. Si tratta di una zona di oltre un milione di metri quadri, l’unica, allora, ancora in gran parte inedificata, e in grado di accogliere i 48.600 locali stimati necessari per rispondere all’enorme necessità di case. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT SESTO SAN GIOVANNI, ITALIA 13 15 16 4 abitare 17 In via Fratelli di Dio, nella parte più a ovest del quartiere, troviamo un complesso di case INA progettate da Giancarlo De Carlo tra il 1950 e il 1953 e quindi appartenente al periodo antecedente al progetto di Bottoni. Il quartiere è contraddistinto da una semplice organizzazione insediativa articolata in due gruppi di edifici: il primo prevede tre corpi di fabbrica alti cinque piani, paralleli a via Fratelli di Dio ma progressivamente distaccati dal filo stradale da una distanza crescente che aumenta con un misura pari alla larghezza del corpo di fabbrica; il secondo gruppo consiste in cinque edifici orientati in modo ortogonale rispetto ai precedenti e disposti dietro di essi. In questo secondo sistema “a pettine” i due edifici laterali presentano un’altezza pari a quattro piani, come quelli allineati sulla strada, mentre quelli centrali sono più bassi. L’edificio più significativo è quello progettato da Giancarlo De Carlo, situato al centro della composizione, in fregio a via Fratelli di Dio. Si tratta della prima opera costruita in autonomia dall’architetto dopo l’esperienza nello studio di Franco Albini. La distribuzione è a ballatoio: quest’ultimo, servito da tre corpi scala, permette l’accesso a una sequenza di alloggi relativamente piccoli conclusa, alle due estremità del corpo di fabbrica, da due alloggi più grandi che si estendono in profondità fino a “chiudere” il percorso del ballatoio stesso. Gli alloggi piccoli sono costituiti da soggiorno e camera da letto rivolti a sud, mentre cucina e bagno sono collocati a nord sul lato del ballatoio. Gli ambienti sono disimpegnati da un piccolo spazio dimostrando una organizzazione molto razionale. Gli alloggi più grandi hanno una stanza in più ma a causa della loro collocazione in testa all’edificio l’architetto è stato costretto a prevedere un corridoio che collega l’ingresso servito dal ballatoio con il centro dell’alloggio. Le regole aggregative degli spazi abitabili sono fortemente influenzate dal passo strutturale poichè le partizioni tra gli ambienti coincidono con gli allineamenti tra i pilastri. La facciata verso sud è caratterizzata da una certa dinamicità ottenuta componendo, con semplici ma efficaci variazioni, due moduli di base, il pieno e il vuoto corrispondenti rispettivamente ai soggiorni e alle logge. La composizione della facciata verso nord presenta un impaginato modulare focalizzato su due tematiche principali: l’esposizione del sistema strutturale, e la presenza del ballatoio staccato dalla parete perimetrale di per evitare problemi di introspezione visiva. Poiché i pilastri sono posti sul filo esterno del ballatoio restano in vista anche le travi che fuoriescono dall’involucro murario, passano sotto il ballatoio e si raccordano ai pilastri stessi. La facciata risulta così profonda, ariosa e allo stesso tempo rigorosa e sobria. Nonostante l’intenzione del progettista di tenere il ballatoio “lontano” dagli alloggi esso diventa un elemento importante nella vita della casa: “Qualche anno fa ho costruito a Sesto San Giovanni una casa per famiglie di operai. Il progetto si articolava su un cardine che mi pareva sicuro: fornire ad ogni alloggio le migliori condizioni obbiettive di abitabilità e assicurare la più grande possibilità di isolamento. Per questo le stanze di soggiorno e da letto erano state portate verso il sole e il verde, i servizi e i ballatoi a nord sulla strada. Ho passato qualche ora di domenica, in primavera, ad osservare da un caffè di fronte il moto degli abitanti della mia casa; ho subito la violenza che mettevano nell’aggredirla per farla diventare loro casa. Ho verificato l’inesattezza dei miei calcoli. Le logge al sole erano colme di panni stesi e la gente era tutta sui ballatoi per partecipare da attori e spettatori al teatro di loro stessi e della strada.” Poi conclude dicendo: “Conta l’orientamento e conta il verde e la luce e potersi isolare, ma più di tutto conta vedersi, parlare, stare insieme. Più di tutto conta comunicare.”(De Carlo, 1954, p. 29) 18 19 20 21 SESTO SAN GIOVANNI LE CASE INA DI GIANCARLO DE CARLO 5 abitare 22 23 IL QUARTIERE GESCAL DI SESTO SAN GIOVANNI Il nuovo aggregato è ubicato in un’area qualificata dal più totale caos urbanistico nella parte a sud del quartiere Bottoniano seguendo la Strada Vitale. Cinquecento alloggi dovevano essere collocati in nuclei di tre blocchi alti 42 metri, scaglionati lungo una spina centrale sistemata a parco. Luigi Bugatti, Franco Casale, Grazia Michetti, Francesco Pagani, Sergio Rosso, Arturo Poversi, Francesca e Piero Sartogo hanno considerato il piano regolatore di Piero Bottoni come un objet trouvé, assemblandovi un sistema di torri dipinte a profili segmentati. Sartogo si difende ricordando di essersi avvalso della sagace collaborazione dell’artista Gianni Colombo esperto nella fenomenologia percettiva: “Stabilito lo sviluppo verticale quale metrica dell’insediamento, fissato un livello secante che determina un sotto e un sopra, si è scelto di inclinarlo onde ottenere simultaneamente un segno-identità di grande scala e una gerarchia di relazioni proporzionate ad un intorno più prossimo”. L’indice visivo del processo è offerto dal diaframma-parete colorato in giallo che si prolunga fino ai pilotis su cui poggiano, staccati dal suolo, i volumi. L’aberrazione prospettica determina una sorta di ribaltamento ottico, grazie al quale i valori tridimensionali degli edifici si annullano per ‘artificio’, divengono pura superficie, figure appiattite; anche i tetti, tinteggiati come le pareti, danno l’impressione di assonometrie astrattamente geometriche. Effetto ‘duro’, privo di indulgenze plastiche, atto a denotare il carattere di una zona marginale affollata di materiali eterogenei: vecchie case rurali, la piazza con il municipio di Bottoni, intensivi della speculazione, cascinali, opifici industriali, viadotti e tralicci, ciminiere e smog. Lo scarto tra reale e virtuale si constata nella fruizione: visitando il quartiere, scopriamo con sorpresa che i blocchi sembrano molto distanziati; la ‘compressione’ denunciata a distanza svanisce quasi per incanto. Commenta Sartogo: “Il quadro unitario che abbiamo appena memorizzato si scompone e ricompone per piani, sequenze, in rapporto alla velocità di percorrenza. Lungo le strade veicolari di penetrazione, disposte su un’orditura parallela alle case, emergono i riferimenti delle cavità interne ad ogni nucleo, veri pozzi di aria e colore che scavano la linea secante posizionando gli elementi come in una numerazione progressiva. I collegamenti pedonali con i servizi di quartiere, invece, godono di iperboliche fughe spaziali, inducendo una sollecitazione più mentale che fisiologica. All’idea di spazio antropometrico abbiamo voluto giustapporre quella di spazio come intorrrazione”. Citano Taliesin West di F. L. Wright, “giocato su un sentiero di pellegrini inesistenti”; la Villa Savoye di Le Corbusier, al cui prisma purista si contrappone la “dinamica di un internopaesaggio”; le residenze di Richard Neutra con invasi ‘climatizzati’ ed esterni “che consumano il panorama in una mimesi raggiunta mediante opulente trasparenze”. Sartogo incalza: “Un giorno o l’altro, accanto ad architetture magnificanti e magnificate, dovremo porre esempi architettonici più critici, liberatori. smitizzanti; e, proprio in quanto tali, più vivi. Se nella progettazione per realtà storica e tradizionale ci siamo abituati a vedere, in quelia per ‘virtualita’ si potrebbe tentare di ‘inventare’. Ragionamenti sottili, sull’orlo del paradosso, che indubbiamente stimolano un’esperienza dell’habitat non solo fisica, ma psicologica. Si tratta tuttavia di espedienti compensatori, tutto di inappagati desideri spazio-temporali. Non potendo trasmettere messaggi organici, sulla traccia Wrightiana, si è costretti a ricorrere ai filtri intellettuali deIl’Optical Art. II che appare comprensibile e lodevole in una situazione di crisi, ma rischia di trascinare verso l’incomunicabilità, favorendo codici ipnotici e, insieme, asettici, forse geniali, sicuramente spogli di predicati umani. Difendiamo però il quartiere Gescal di Sesto San Giovanni: suscita almeno un dibattito, incarna una protesta rivendicando, con gesti disperati, il diritto alle creatività. SESTO SAN GIOVANNI La ricerca di Piero Sartogo sulle potenzialità espressive del linguaggio architettonico ha subito una svolta imprevista nel quartiere Gescal a Sesto San Giovanni. Avventura progettuale anomala e ricca di spunti provocatori, condotta a termine fra non pochi, contrasti e con le dimissioni dal team professionale di Vittorio Boracchia, Vito Latis e Carlo Santi. 24 25 26 6 abitare 27 28 All’interno della aree residenziali del quartiere Bottoniano e appartenenti al piano di edilizia economica popolare realizzato nel 1962 come attuazione della legge 167, troviamo alcune tipologie residenziali ricorrenti nei progetti dell’architetto, soprattuto in altre zone residenziali della città di Milano. Per alcuni lotti di terreno, in zona piuttosto centrale nella città di Sesto San Giovanni, di forma casuale, cioè definita da tracciati stradali poco ordinati e da confini di proprietà indiscussi, Bottoni si limita a proporre soluzioni di utilizzazione edile sul filo del regolamento, entro le quali sembra smarrirsi, oltre che la ricerca, tipica in Bottoni, di nuovi rapporti fra volumi, strada, aree interne, anche la vocazione a trarre profitto da qualsiasi commessa per fare “architettura” e non “edilizia”. Forse è sintomatico che in quattro casi su cinque Bottoni lavori per conto della Fondi Rustici. Tutt’altro valore ha lo studio del 1971-73 per un quinto lotto, relativamente meno centrale, in via Carlo Marx. Qui Bottoni, in una elaborazione che e già progetto vero e proprio, disegna una casa i cui appartamenti, nella zona giorno, sono caratterizzati da una particolare architettura di parete esterna e relative finestrature, fra cui l’originale apertura quasi orizzontale a soffitto definita da Bottoni stesso “la Bottoniana”. Questo sistema già presente in forma più semplice in progetti precedenti, funzionale e profondamente modificatore della forma complessiva di una facciata di casa attraverso l’andamento a rientrare e a sporgere, in successione, delle pareti a ogni piano, e apportatore nella casa di luce, vista, aria dall’alto, verrà presentato al concorso In-arch per tipologie residenziali nel 1973. Questa tipologia di struttura sarà quella che poi lungo via Carl Marx sarà poi adibita ad ospitare al piano terreno le attività commerciali che si affacceranno sul ciglio della strada vitale. Nel progetto originario di Bottoni del 1963 questo tipo di abitazioni erano previste lungo quasi tutta la via e quindi giocavano un ruolo fondamentale nella creazione del quartiere indipendente; oggi in realtà troviamo solo pochi esempi di questo tipo di costruzione in quanto il progetto ha subito numerose modifiche e all’interno del quartiere sono state realizzate poche attività commerciali. Infatti lungo la strada vitale troviamo solamente tre esempi di questo tipo di abitazioni. Lungo la strada vitale è possibile incontrare un altro tipo di edificio residenziale frutto del progetto di Bottoni. Contemporaneo alle case più importanti, per architettura, realizzate da Bottoni e Lingeri nello stesso quartiere in un altro lotto sono interessanti per la pianta tipo degli alloggi e, coerentemente, per la forma volumetrica. Ogni gruppo scaleascensore (due per ogni edificio alto nove piani) disimpegna tre alloggi appartenenti ad un corpo di fabbrica principale e un quarto alloggio, da quello completamente sporgente, attraverso il ripiano delle rampe. Ne risulta una ordinata complessità volumetrica sia in senso orizzontale che verticale, inoltre arricchita dall’effetto ripetitivo generato dalla contiguità delle due case. Lo Schema a piani di alloggi sfalsati che utilizza il ripiano intermedio delle rampe rimanda al progetto di una casa Ina-casa per il QT8 del 1951. Anche in questo caso, nel progetto originario era stato previsto un numero notevole di questo tipo di edifici residenziali, soprannominate per la loro forma caratteristica torri a stella, che avrebbero occupato interi lotti residenziali, ma oggi visitando il quartiere si ha la possibilità di trovare un solo edificio di questo tipo. 30 29 31 SESTO SAN GIOVANNI DIVERSE TIPOLOGIE ABITATIVE 7 Analizzando la rete stradale è da menzionare il fatto che la parte sud di Sesto San Giovanni è caratterizzata dalla presenza di due arterie principali che attraversano la città in tutta la sua larghezza, collegandola alla rete stradale “superiore” posta nelle immediate vicinanze, si tratta di viale Italia e viale Tommaso Edison. Ma sicuramente l’aspetto più importante all’interno del quartiere di edilizia economica popolare per quanto riguarda l’aspetto delle reti e degli accessi è la questione della strada vitale progettata da Piero Bottoni. L’idea di creare un quartiere non dormitorio ma una sorta di città indipendente all’interno della città stessa dotata di servizi e spazi pubblici oltre al gran numero di residenze aveva portato alla progettazione di una strada, detta poi Vitale, oggi via Carl Marx, che lo percorresse nella sua intera lunghezza e che funzionasse come centro vitale del quartiere stesso. L’obiettivo ultimo della strada Vitale non era quello di collegare il centro di Sesto con la sua periferia ma era di dotare il quartiere dei servizi principali necessari ai cittadini, gli spazi pubblici e le attività commerciali in modo da connettere rendere il quartiere quasi indipendente. Diversamente rispetto al progetto oggi la via non ha la caratteristica forma a Y che aveva previsto Bottoni, ma attraversa il quartiere senza biforcazioni tagliata perpendicolarmente dalle altre vie minori che portano alle diverse zone residenziali e purtroppo il progetto di dare al quartiere una grande rilevanza e indipendenza non ha mai avuto totale compimento. La strada Vitale ha inizio a nord partendo da viale Tommaso Edison e a sud del quartiere termina troncandonsi e senza alcun importante sbocco stradale malgrando la sua grande dimensione che ne dimostra l’importanza che avrebbe voluto darle Bottoni nel suo progetto originale. La via Carlo Marx ha comunque una funzione centrale e di collegamento all’interno del quartiere come una sorta di arteria principale dalla quale si diramano tutte le strade minori che portano ai vari complessi residenziali, ma percorrendola si trovano ben poche delle funzioni commerciali e pubbliche previste dal Peep originario ma sono numerosi i parchi pubblici e i giardini privati che si affacciano direttamente sulla strada. Tutto ciò crea un notevole contrasto all’interno del quartiere, soprattutto anche conoscendo il progetto iniziale, in quanto una strada di tali dimensioni si può persino definire fuori luogo in un contesto abitativo di questo genere. 33 SESTO SAN GIOVANNI Verso nord ovest, nella parte più centrale della città, si trova la stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, fermata appartenente sia alla linea ferroviaria Regionale che ha quella Nazionale, e la stazione capolinea della linea metropolitana di Milano M1; entrambe le linee di trasporto pubblico permettono alla città di essere collegata prontamente alla città di Milano e ai paesi circostanti. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT Posto alla perifieria a nord-est di Milano Sesto San Giovanni risulta complessivamente dotato di adeguate reti stradali e di trasporto pubblico. Analizzando l’area attorno al quartiere di Bottoni preso in esame infatti si può immediatamente constatare la presenta di reti stradali di grande rilevanza. A est vi è il tratto autostradale dove avviene la biforcazione tra la tangeziale Nord e la tangenziale Est di Milano con la presenza anche dell’uscita di Sesto San Giovanni Sud che permette di raggiungere con facilità la città di Sesto. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT SESTO SAN GIOVANNI, ITALIA 32 34 35 8 connettere 36 37 38 SESTO SAN GIOVANNI Strada regionale interurbana Autostrada Metropolitana Ferrovia Regionale Ferrovia Nazionale Strada Vitale e direttrici principali di SSG 9 AL E VI VI A E AL VI XX III IT AL IA VA NN I 70 70 1 2 GIO VIA AL E VI A VI IT AL IA I ELL RIC PU OUR CAV VI AL E VIA TT I 700 IA AL IT BOSCO SAN GU E T LO NTA RI VO VIA VIA O AN MIL FERRARA VIA VIA RIMEMBRANZE VI ES T VIA NO MILA VIA TTO SO E P. VIA VIAL Anassagora-Pitagora 713 ARDIA LOMB EMPEDO CLE EST VIA DO' VIA ADRIA SE VIA ST O OBER DO' Breda-Vipacco 51 VIA NO ERACLITO RATE VILLA S. GIOVANNI VillaSanGiovanniM1 LUS SOC EUCLIDE 87 53 VIA 81 SU EURO PA VIA VIA Vipacco-Breda VIA Anassagora-Pindaro 87 51 Breda-Capelli Lambrate FS/M2 via Breda Lambrate FS/M2 39 41 Cimiano M2 40 42 SESTO SAN GIOVANNI CAR LO A VIALE NO OR LIV 53 713 Lombardia-Crescenzago RNO CO SOCRATE VIA SOCRAT E LE TANG ENZIA RANZE RIMEMB 53 700 VIALE ES DEL 70 0 DEL E AL VI IA IT AL AL E VI VIA BER TOLAIA 51 81 87 MON VIA VIALE Livorno,236 EATINE EURO PA VIALE ZA MON E VIAL ZA INI SOFFRED MADONNA LO AL C AV E 71 3 IT ALI A 53 VIA VIA VIA VIA RECANATI VIA VISE RBA VIA A FORTEZZ ARD IN AN VIA TANGENZIALE S.MARCO ED A BR VECCHIO M VIA LIVORNO CIMITERO LE E. MAR X BO SA E MO NT A VI I NN VA GIO S. 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VIA CARDINAL VIA FERRARI VIA FRANCESCO VIA VIA A SARC 713 728 VI VIA LE HI VIA NAZARIO VIA VIA TICINO VIA VIAL E CHIESA EO TT I FERRARI CUSTOZA D'ASSISI VIA MILANESE CASIRAG VIA PO G. 700 702 DENIS SAINT VINCENZO GIOBERTI VIA VIA RISORGIMENTO MA VIA VIA 702 PISACANE VIA CESARE TT EO TT I SAINT 728 728 708 MILANESE I TE ST 31 LVIO FU VI AL E TEST I 713 IO LV FU VIA LE I ZZAN SU I NA VANN AG GIO SP MO A VIA LE AO VIA VI VIA LIV VIA CimiteroVecchio PITAG ORA VIA PISA IANI E IM CH AR RO VIA CIMITE VIA GALENO VIA CHIVERINI MARTESANA PARTIG ESTR RNO 713 PIAZZA VIA RA ANASSAGO VIA PISA VIA DEI CAMP LI FRATEL LIVO PITAGOR A DI VIA A Marx,495 VIA 87 VIA VIA OBER VI AGO CENZ 81 VITTORIO 702 DIO Livorno-F.lli_di_Dio VIA CRES GALENO Santa Marcellina (Bicocca M5) DI VERONA Marx-F.lli_di_Dio F.lli_di_Dio-Livorno DIO VIA VIA E DiVittorio-Martesana VIA VIA Galeno-Breda VIA IES Edison-Oberdan FOSSE Monza-Empedocle T'UG UZZ ONE DI DI VIA ON IS ED ANASSAGORA VIA PLATONE SAN CH PLATONE UZZONE VIA VIA DiVittorio-Europa GIUSEPPE VIA DiVittorio-TangEst 702 GO GIUSEPPE DIO TALETE VIA SAN T'AG Cologno Nord M2 BOSC O DI VIA MIRAMA RE L DE VIA MIRAMA RE VIA CHIVERINI RIO VITTO RIO DI VITTO CHIESA VIA LIVO VIA VIA VIA P.ZZA DELLA FRATELLI INDRO E BOSCO VIA VIA IES COTT OLEN MILANO VIA 53 MARX BA VISER FORTEZZA CH Bicocca Università Ospedale Niguarda Istria M5 Stazione Centrale MADONNA DEL VIA VIA SETTEMBRE MONTANELLI VIA A VIA MADONN XI CARLO VIA VIA TI BOSCO DEL VIA 53 713 VIA VIA VA NZ ET UE VOLONTARI Pace-Marx A LAM SSG-PortoCorsini PonaleM5 VIALE SESTO MARELLI DI E VIA NG SA DEL VIA PACE 702 VIA SACCO Marx-VolontariDelSangue Marx-Pace Pace-VolontariDelSangue 702 53 700 FIUME 51 87 O PORT I P.ZZA 53 ADAMELLO CORS VIA INI O VIA M AFF PARTIGIANI RE PACE DI VIA 51 87 DEI VolontariDelSangue-Maffi EST Pace-Ferrara VIA PACE VIA VIA NALE IA 0 70 ILAN M DI VIA CAMP VIA LI FRATEL 81 BILB GR AN VIA VANZET TI A. VIA 53 SACCO E Grandi-Pisa I VIA MANTOVANI E EST VIA ND VIA AL Rimembranze-Pace ON IS ED CATANIA GRA GIO VI PIS A VIA PISA VIA PISA VIA MAG FORLI' A. 3 71 XXIVMaggio-Italia VIA VIA E AL VI ADIGE E SestoMarelliM1 53 OSLAVIA AO BILB VIA VILLAGGIO CECA Pisa-Forlì VIA MARX Milano Bicocca Università AL CIMITERO ORE VI A CARLO VI E Catania-Pisa SAVONA NT A VI Italia-MarelliM1 SAGRAD O VIA PIAZZA HIROSHIMA 700 Marx-Edison CA 3 71 0 70 53 0 70 VIA S. LUCIA Italia-Oberdan PAVESE ONE Marzabotto-Forlì VIA Italia-Rimembranze 713 MON FALC VIA CATANIA III I RD VE BIGNAMI VIA VIA VIA VIA I XX 70 2 AL VIA LE NA TO 713 VIA MAPELLI GORIZIA VIA LE VIA DIA OR NC NN VA GIO O ER 70 2 N OBERDA LI LIONA PAG CO A VI RC D'A MANZONI NA MI 700 CapolineaCimiteroNuovo MARZABOTTO A GEN LE ON IS ED I RD BIG E ZIAL GEN TAN PAR A VI A VI I SA E AL VI DON ITAL VIA NAGASAKI 53 EM PO VIA III XX NN VA GIO E DR PA MARZABOTTO A A PIAZZA Sarca-Bignami PARPAGLION A ORE VI VIA A RN DO CA 0 70 VIA VI 713 NA SPAG I NN VA GIO DARA CAL VIA I NT ON IS ED VIA INIAT O MA NN VALDIMAGNA LL I VIA PO RD 700 XXIV VIA MAGGIO GIO ISONZO VIA VIA S.M INO VIA VIA EZZO Cantore-Edison AL VIA MAG VIA ZZA EPPE EZZO AR VIA VIA HI Marelli-XXIVMaggio VIA BignamiM5 PIA S.G IUS LE PARCO ITALIA GUERRA MANZONI XXIV XXIV AR A PELUCC TOR Marsala-XXIVMaggio VIA SALA MAR GA ER Italia-XXIVMaggio COMO MA INO RAB G. VIA A. FU O VI A VIA RO VO VI A GEN LA Sarca-Fumagalli I TT LO TTI VIA D. VIA EL LI VIA A SIVIGLIA VIA ON IS ED VIA VIA LLO VA CA RICCIO AN OL VIA L. BIAG I 2 VI 2 ON IS ED VAL CA VIA Marelli-Cavallotti L DE L. SAVI GN GA FO A' LIBERT VI A VI A GR VIA RI RI CALEFFI MARTI A COST PIERO EL LI 70 RE 70 RAV ASI LEVI VIA VIA DELLA RATO L. MU PIAZZA VI A RANI AN DANTE LACERR VIA GR Milanese-CadutiDelLavoro INI EL F. FIO L. BORROMEO VEM RI CU VIA CAN TO VIA Fogagnolo-Levi T. VIA TI LE NUOVO VIA AN K ER AL MANZONI I ORIAN RG GIARDINO VIA O CARDUCCI GEN ITALIA GUERRA A M VIA VIA ON IS ED VIA FA LC Italia-Cantore GdArco-Italia TI I PASCOLI GIOVANNI A. Caleffi 3 71 Fiorani-Savi VIA CARDUCCI VI A I 713 Carducci-Bergomi VIA LAVORO DEL VIA VILL VIA EL GIARDINO DE PON VE VIA Breda-Firenze VIA 71 3 SESTO RONDÒ Roma-Firenze Marelli-Modena VIA M AM VIA AL BE RTO CA LAVORO ON NZ MI NI RA PIAZZA A MODENA CO A FARUFFINI MODEN 3 71 CI Testi-Torretta ParcoNord-Torretta FIRENZE MAR ER VIA P.ZZA DEL I RAN UC TENZA RESIS VIA Carducci-S.F.d'Assisi G. CA RD CADUTI TRENTO E TRIESTE FIO 71 3 DELLE ROSE B. PURIC VIA GU VILLA DE PONTI V.LO VIA DON XX MERONI VI A CROCE DELLA REPUBBLICA OLO GN GA FO GIARDINO VIA VIA SOLFER INO SESTO VIA DUC CI I ON VIA CAR SETTEMBRE XX VIA G. Carducci-Milanese Milanese-Carducci RC PIAZZA SETTEMBRE XX VIA SETTEMBRE MA VIA VIA VIA MENOTTI 708 713 728 Bresso Niguarda Parco Nord VIA BARACCA VIA 708 700 713 TO SES DA C. VIA Repubblica P.ZZA VIA VIA 701 708 LEME I ELL VIA VIA LARGO GIARDINI VIA CLERICI VIA ParcoNord-Clerici CLERICI Clerici,342 SestoRondòM1 VI ERRA GU LAMARMORA DA C. P.ZZA DELLA IO GIANCARLO VIA 700 708 PASUBIO F.te_d'Italia VIA BARNABA VIA P.ZZA IV NOVEMBRE VIA BIX XXV APRILE BANDIERA S.C NTE VIA I FERM VIA PIAZZALE Milanese-Bandiera F.lliBandiera-Risorgimen FRATELLI VIA PETAZZI VILLA MILYUS ALIA VIA VIA 708 F.lliBandiera-Matteotti BANDIERA SANTA MARIA LI O LTA P.ZZA GIARDINO DIDATTICO D'IT FRATELLI GIUSEPPE E FANT NO F.lliBandiera-Ferrari VIA DI AL IB GAR VIA VIA GdArco-Volta D'A RC RM FE BALDANZA NI BANDIERA FRATELLI VIA 1 70 VO VIA VIA GIARDINO ROVANI BANDIERA BARACCA 708 Clerici,370 708 ROVANI NIEVO VIA 700 701 713 Garibaldi D'ITALIA E DANT ROVANI VIA ROVANI MARINAI 700 Rovani-Casiraghi VIA O MA ZZ IN I 70 70 1 2 P.ZZA P.ZZA OLDRINI Rovani-Po Rovani(Ospedale) C AIR GIO VA NN A VIA Dante-Garibaldi Gramsci-Rovani VIA ONA ELL BARC VIA A E. G. MAGENTA 700 708 GUERNICA A VI RKI O UR SA GdArco-Acciaierie VIA Italia-Mazzini Mazzini-Cairoli VI DIAZ VIA M. VIA Gramsci-Adua I K LC FA P.ZZA SAL VI AL E MAGENTA CORRIDONI PADOVANI Acciaierie-GiovannadArco VIA FU LVIO PADOVANI VIAL E BATTISTI C. BECCARIA 31 TEST I GIARDINO Magenta(Ospedale) VIA MA ZZ IN 70 70 2 70 1 2 UA AD VIA VIA VIA 8 70 HET TI VIA VIA ROVANI VIA ROVANI SA CC VIA Rovani-Gioberti Rovani-Milanese708 Gramsci-Campari VIA LEOPARDI Matteotti Ospedale 702 708 CORRIDONI F. VIA 70 70 1 2 VIA VIALE MAGENTA CONFALONIERI VIA ParcoNord(Ist.Tecnico) CORRIDONI PA RI T ES 702 7 G. VI EO TT I TT MA G. 70 0 70 2 DE VIA VIA DENIS LEOPARDI GIACOMO VIA VIA CAM 701 GO F. SESTO FS VIA Matteotti-Leopardi VIA MAGENTA VIA VIA VIA RISORGIMENTO ZORZI DENIS SAINT VIA z227 z229 z301 SestoImaggioFSM1 SS O LE ZIA EN GIACOMO GIACOMO AR I NG TA VIA LEOPARDI CAMP SPAGNA I A PARM Leopardi-SaintDenis TA I VIA VIA 702 SICILIA VIA IDON PALERMO CO RR VIA VIA CALABRIA F. TIMAVO VIA EST VIA VIA SaintDenis-Leopardi ILEI GAL SICILIA Matteotti-Sardegna NA CAV ALCANT O AL E TIM AV SA RD EG FTesti,128 OLOMBO VIA VIA 10 Camminando per il quartiere, frutto del piano di attuazione della legge 167 per l’edilizia popolare progettato da Piero Bottoni nel 1964, è immediatamente percepibile l’importanza che il verde ha avuto nel disegno di quest’area di città. I parchi pubblici sono numerosi e intervallati unicamente da residenze e da poche attività commerciali. La grande quantità di aree coperte da verde pubblico è anche dovuta alla dismissione di grandi fabbriche avvenuta negli anni Novanta e che portò ad avere ampie parti della città a dover essere recuperate. La riflessione sul ruole del verde fu sempre al centro di numerosi dibattiti e ne consegue un gran numero di progetti di trasformazione urbana per la riqualificazione delle aree dismesse. Il piano di governo del territorio del 2009 registra 1.360.000 mq di verde a Sesto. In cinquant’anni il verde esistente è quintuplicato ed è prevista una crescita ulteriore. E il verde non è solo quello del parco, è verde anche quello che invade le strade con un sistema di “filari verdi”, vie e viali con grandi alberi, quando le dimensioni delle strade lo permettono, o con piante più piccole, quando gli spazi sono più limitati. Queste alberature consentono al parco di penetrare nel tessuto urbano esistente, creano corridoi ecologici lungo gli assi est–ovest e nord–sud nell’intera città, riconnettono le aree verdi tra loro e con il sistema dei parchi, del verde e dei percorsi ciclopedonali esistenti e in progetto. Il verde ha dunque lo scopo di “tenere insieme” la città collegando le diverse aree residenziali. Esaminando inoltre il masterplan di progetto realizzato da Bottoni nel 1964 si può subito constarare come alcune delle aree inizialmente adibite alla residenza siano invece ora occupate da verde pubblico. Il verde ha dunque una forte impronta sull’aspetto del quartiere posto nelle immediate vicinanze di Milano. 44 SESTO SAN GIOVANNI Il piano prevedeva oltre 1.800.000 mq di verde pubblico, ma il verde esistente raggiunge solo 250.000 mq. Il verde e i servizi per il tempo libero interessano anche i grandi interventi di edilizia economica e popolare progettati e realizzati in quegli anni verso il quartiere di Cascina Gatti. Non tutto ciò che prevede il PRG viene realizzato, ma il piano, così concepito, segna uno spartiacque nel modo di concepire l’evoluzione della città. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT All’inizio degli anni Sessanta la città raggiunge il culmine dello sviluppo economico e industriale. Nel 1962, dopo decenni di preminenza dell’industria su tutti gli aspetti dello sviluppo urbano, il piano regolatore generale realizzato da Piero Bottoni afferma il primo vero disegno organico della città pubblica: non solo case e scuole, ma verde e servizi per il tempo libero, fondamentali per i quartieri e la città e necessari a cambiare l’idea di città industriale che aveva caratterizzato Sesto San Giovanni fino a quel momento. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT SESTO SAN GIOVANNI, ITALIA 43 45 11 47 48 49 50 SESTO SAN GIOVANNI 46 12 verde 52 53 54 SESTO SAN GIOVANNI 51 55 13 verde verde PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT 56 57 58 59 60 GLI ORTI URBANI La città di Sesto San Giovanni è comune storicamente caratterizzato dalla presenza di grandi industrie, oggi dismesse. Negli ultimi anni ha attivato una pluralità di interventi di riqualificazione del territorio al fine di ricostruire la propria identità come città di servizi. È il soggetto responsabile dell’approvazione del progetto degli Orti Bergamella ed è Comune capofila nella promozione e gestione del Parco Media Valle del Lambro. Forestazione Urbana (CFU) - ha messo in gioco le competenze necessarie per gestire il percorso di demolizione degli orti spontanei e di costruzione degli orti pubblici, facendo tesoro delle iniziative di “autocostruzione guidata” già realizzate all’interno del Boscoincittà, un parco urbano del Comune di Milano. A fronte di una presenza ormai consolidata di orti sia in alcune aree verdi tra i lotti residenziali del quartiere, sia nella parte più a sud di esso che era ancora inedificata, l’Amministrazione Comunale di Sesto San Giovanni, la Cooperativa Uniabita ed il Parco Media Valle Lambro hanno deciso di intraprendere un percorso il più possibile condiviso e attento alle istanze del territorio con gli utilizzatori storici di quegli spazi, al fine di riqualificarli. A tal fine Italia Nostra - Centro per la SESTO SAN GIOVANNI PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT Posto alla periferia Nord di Milano, il quartiere costruito attorno alla Cascina Gatti ospita la Bergamella, un’area ritagliata tra il grande quartiere di edilizia popolare di via Marx ed i margini frastagliati di Milano. Un’area che si configurava come marginale non solo in senso “geografico”, ma anche per gli usi illeciti che sopportava, quali discariche abusive e smaltimento di sostanze inquinanti. Inoltre circa 30.000 mq di terreno erano occupati da orti spontanei, cresciuti e consolidatisi a ridosso di via Livorno. Nella stessa area, che è altresì compresa nel perimetro del Parco della Media Valle del Lambro, è in corso di attuazione un Programma Integrato di Intervento promosso dalla Cooperativa Uniabita. L’attuazione di tale PII da un lato non può prescindere dal recupero e dalla riqualificazione degli spazi aperti per la realizzazione di un parco pubblico di 200.000 mq, e dall’altro, prevede tra le opere di urbanizzazione secondaria la realizzazione di un complesso di orti pubblici. La trasformazione urbana diventa occasione per recuperare uno spazio degradato senza negarne la “vocazione “ che si è consolidata nel corso del tempo. I reciproci impegni sono definiti attraverso una convenzione, firmata dai quattro attori coinvolti, ed in tal modo ha preso avvio l’intervento. Elemento chiave della convenzione è il riconoscimento della necessità di un coinvolgimento attivo dei cittadini nella costruzione materiale dello spazio pubblico. Il testo prevede esplicitamente che si operi “attraverso modalità di intervento che assicurino un elevato livello di condivisione, partecipazione e utilità sociale”. La partecipazione viene qui intesa come strumento concreto per sviluppare un rapporto positivo tra ambiente, territorio e abitanti, e per innescare una crescita culturale e sociale della comunità coinvolta nel progetto. Ed è per questo motivo che gli orti urbani, oltre ad essere stati realizzati grazie all’intervento attivo dei cittadini, una volta conclusi sono stati affidati ad essi attraverso un bando di assegnazione e secondo precisi canoni decisionali. Gli orti comunali dunque per quanto possano fungere da catalizzatori sociali, sono realtà riservate alle persone pensionate, limitandosi ad un’utenza non ampia e non condivisa dai più. La localizzazione di questi orti riguarda zone che sono marginali rispetto al centro della città, al confine tra il tessuto metropolitano e rurale che godono in parte del contatto, forse ancora precario, con un contesto non costruito. 61 14 Oltre agli istituti scolastici, lungo la strada vitale si incontrano anche due luoghi di culto: la Chiesa Evangelica Cristiana, e la Parrocchia di Santa Maria Nascente. L’obbiettivo di Bottoni di creare un quartiere che non fosse il solito quartiere residenziale “dormitorio” si può dire che non ha avuto un ottimo risultato in quanto la zona risulta carente di luoghi pubblici rilevanti. Analizzando anche gli spazi aperti, l’unico aspetto degno di essere analizzato nell’ambito dello spazio pubblico, è quello del verde in quanto è uno degli argomenti più dibatutti durante la realizzazione di questo nuovo quartiere. Per il resto lo spazio pubblico risulta carente, non vi sono piazze nè altri luoghi da menzionare è l’unico elemento a cui si riduce sono le infrastrutture stradali. La strada vitale, che può rientrare in quest’ultima categoria, ha perso ogni suo spazio pubblico significato in quanto, lontanamente dal progetto iniziale, risulta spoglia e inadeguata dal punto da questo punto di vista. La sua unica funzione è quella di affaccio delle zone residenziali, in quanto anche dal punto di vista dei trasporti essa non serve a nessun collegamento rilevante del traffico locale. Le attività commerciali che vi sorgono sono ridotte al minimo e le poche strutture adibite a questa funzione sono poste alla base di alcuni edifici residenziali a torre collocali ad intervalli lungo la via. Tuttavia lo spazio pubblico risulta ben curato e risistemato per funzionare al meglio all’interno del quartiere; le strade e le aree residenziali sono dotate di numerosi parcheggi, e le strade hanno ampi marciapiedi e in alcuni casi, come in via Carlo Marx è presente anche un’ampia pista ciclabile. Si può dunque dire che nonostante le strutture pubbliche presenti nel quartiere non siano numerose, lo spazio pubblico risulta comunque un aspetto importante del quartiere in quanto il suo aspetto e la superficie occupata sono tenute sempre in considerazione specialmente per creare un quartiere con degli standard abitativi positivi. 63 SESTO SAN GIOVANNI Sulla totale superficie del quartiere, all’incirca 105 ettari di superficie, solamente 50.000 mq sono stati occupati da strutture pubbliche in cinque aree principali situate lungo via Carlo Marx, la strada vitale. Si tratta principalmente di scuole pubbliche, tra le quali l’Istituto Superiore Erasmo da Rotterdam e alcuni istituti d’istruzione primaria e secondaria che fanno in modo che dal punto di vista dell’istruzione il quartiere sia completamente soddisfatto. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT Come già detto in precedenza, il progetto per il quartiere di Sesto San Giovanni realizzato da Piero Bottoni come attuazione della legge 167 relativa all’edilizia economica popolare, nacque con l’obiettivo principale di creare un quartiere indipendente, dotato dei principali servizi di cui necessitavano i suoi abitanti, una città nella città che era in grado di soddisfare ogni necessità. Il progetto di Bottoni, un quartiere dove un’ampia metratura di terreno era stata adibita alle infrastrutture pubbliche, non fu mai realizzato nella sua completezza e molte delle aree che erano state dedicate al suolo pubblico in realtà oggi sono occupate da zone residenziali o in alcuni casi risultano ancora inedificate. PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT SESTO SAN GIOVANNI, ITALIA 62 64 65 15 spazio pubblico 66 67 68 69 SESTO SAN GIOVANNI SESTO SAN GIOVANNI, ITALIA 16 71 72 73 SESTO SAN GIOVANNI 70 17 spazio pubblico 76 74 77 78 SESTO SAN GIOVANNI 75 18 spazio pubblico SESTO SAN GIOVANNI PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT spazio pubblico PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT 79 80 81 82 19 riferimenti 01. vista complessi residenziali di via Carlo Marx verso sud-est del quartiere 02. vista aerofotogrammetrica del quartiere in scala 1:10000 03. vista aerofotogrammetrica del quartiere in scala 1:50000 04. piano regolatore generale di Sesto San Giovanni, 1962 05. carta IGM del 1924 della città di Sesto San Giovanni 06. carta IGM del 1936 della città di Sesto San Giovanni 07. carta IGM del 1950 della città di Sesto San Giovanni 08. vista esterna della Cascina De’ Gatti 09-10. viste interne della Cascina De’ Gatti 11. vista odierna dell’ingresso della Cascina De’ Gatti 12. vista aerea complessiva della Cascina De’ Gatti 13. complesso residenziale in via Fratelli di Dio 14. ridisegno tecnico del quartiere con evidenziate le aree residenziali 15. vista di un complesso abitativo di via Fratelli di Dio 16. piano di fabbricazione e Peep di Sesto San Giovanni 17. vista frontale complesso abitativo progettato da Giancarlo de Carlo, case INA 18. vista complesso abitativo progettato da Giancarlo de Carlo, case INA, 1953 19. vista complesso abitativo progettato da Giancarlo de Carlo, case INA, oggi 20. esempio di pianta delle residenze nelle case INA 21. residenze a bassa densità abitativa del quartiere INA 22. particolare quartiere Gescal di Piero Sartogo, via Livorno 23. vista totale quartiere Gescal di Piero Sartogo, via Livorno 24. assonometria del quartiere Gescal 25. vista di due delle dodici torri del quartiere Gescal 26. un gruppo di tre torri del quartiere Gescal così come appare oggi 27. esempio di edificio residenziale con attività commerciali al piano terra tra via Carlo Marx e via Livorno 28. sezione interne degli edifici con attività commerciali al piano terra 29. tipologia residenziale a torre in via Carlo Marx 30. complessi residenziali in via Carlo Marx 31. pianta di un livello degli edifici residenziali a torre 32. vista di via Carlo Marx, strada Vitale del quartiere 33. ridisegno tecnico del quartiere con evidenziate le infrastrutture stradali 34. vista incrocio stradale tra via Carlo Marx e via Milano 35. piano di attuazione della legge 167 del comune di Sesto San Giovanni 36. aerofotogrammetrico dove sono evidenziate le principali reti stradali e di trasporto pubblico nell’area di Sesto San Giovanni e dintorni 37. stazione ferroviaria e della metropolitana di Sesto San Giovanni 38. vista inizio di via Carlo Marx a nord del quartiere 39. vista attraversamento ciclo-pedonale in via Carlo Marx 40. planimetria della città con evidenziati i percorsi dei mezzi pubblici e le fermate della linea degli autobus 41. percorso ciclo-pedonale in via Carlo Marx 42. vista incrocio stradale tra via Carlo Marx e via Pace 43. vista ravvicinata del Parco Marx 44. ridisegno tecnico del quartiere con evidenziate le aree di verde pubblico 45. vista panoramica del Parco Rurale Cascina De’ Gatti, da via Fratelli di Dio 46. vista panoramica del Parco Marx 47. vista panoramica del Parco Rurale Cascina De’ Gatti, da via Carlo Marx 48. vista del Parco Rurale Cascina De’ Gatti, da via Volontari del Sangue 49. vista del Parco Rurale Cascina De’ Gatti, da via Carlo Marx 50. vista interna del Parco Rurale Cascina De’ Gatti 51. vista panoramica del Parco Marx-Lombardia 52. vista ingresso del Parco Giardino dell’Ex Fornace 53. vista interna del Parco Marx-Lombardia 54-55. viste interne del Parco Marx-Livorno 56. ridisegno tecnico del quartiere con evidenziate le aree occupate da orti urbani 57. modello delle strutture poi realizzate all’interno degli orti urbani 58. lavori di realizzazione delle strutture all’interno degli orti urbani 59. aree inedificate e occupate abusivamente prima della realizzazione degli orti urbani 60. aree bonificate prima di realizzare gli orti 61. vista panoramica di un’area adibita ad orto urbano 62. vista esterna della scuola primaria in via Carlo Marx 63. ridisegno tecnico del quartiere con evidenziate le aree occupate da strutture pubbliche (istruzione-edifici di culto) 64. vista Liceo Linguistico Statale Erasmo da Rotterdam, via Carlo Marx 65. piano di attuazione della legge 167 del comune di Sesto San Giovanni 66. Chiesa Cristiana Evangelica, via Carlo Marx 67. Chiesa Santa Maria Nascente e Beato Mazzucconi, via Carlo Marx 68. verde pubblico in via Carlo Marx, parco Rurale Cascina De’ Gatti 69. Strada Vitale del quartiere 70. vista di un tratto della strada vitale 71. ridisegno tecnico di un tratto della strada Vitale dove sono evidenziati i percorsi pedonali, le piste ciclabili e il verde pubblico 72. percorso ciclo-pedonale lungo via Carlo Marx 73. vista incrocio stradale tra via Carlo Marx e via Pace 74. ridisegno tecnico del quartiere con evidenziate le aree occupate da aree di parcheggio pubblico 75. parcheggio tra via Carlo Marx e via Pace 76. parcheggio in via Pace 77. parcheggio in via Volontari del Sangue 78. parcheggi lungo via Carlo Marx 79. ridisegno tecnico del quartiere con evidenziate le aree occupate da aree commerciali 80. supermercato in via Carlo Marx 81. edifici residenziali con attività commerciali a piano terra 82. edificio in via Carlo Marx con porticati che ospitano attività commerciali BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA Campos Venuti G., 1973, Urbanistica nell’area metropolitana milanese : Sesto San Giovanni, Monza, Cinisello Balsamo, Muggio, Milano:Clup. http://www.lombardiabeniculturali.it Consonni G., Tonon G., 2010, Piero Bottoni, Milano: Electaarchitettura. 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