_____________________________________________CORRIERE DEL VENETO LE ALTRE EDIZIONI: VICENZA, VENEZIA-MESTRE, PADOVA-ROVIGO, TREVISO-BELLUNO ______________________________________________ www.corrieredelveneto.it GIOVEDÌ 2 APRILE 2009 ANNO VIII - N. 78 REDAZIONE: Via Carlo Cattaneo, 26 - 37121 Verona - Tel 045 - 8067994 - Fax 045 - 8030137 E-mail: [email protected] Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente DOPO L’ALLARME DEI COMMERCIANTI Cinghiali, lepri e uccelli: la lista degli abusi contestati. Un agente ai domiciliari. Avviso di garanzia al comandante LA PARABOLA DELL’ARANCIATA «Decapitata» la Polizia provinciale di FAUSTO PEZZATO Un arresto e diciassette indagati. Nei guai anche quattro volontari della Lipu N on siamo un Paese, siamo un’escrescenza geografica bizzarramente abitata, un insieme di individui che non sono mai riusciti veramente a diventare un popolo, una democrazia surreale, «la Penisola che non c’è». Diversamente, come sarebbero possibili certe cose? Esempio. Ieri, questo giornale, riferendo un discorso pronunciato a Padova di Carlo Sangalli, presidente nazionale della Confcommercio, così titolava: «La contraffazione dilaga e accentua la crisi delle aziende venete». «Una vera e propria piaga», «un giro d’affari in Italia pari a 7,5 miliardi di euro». L’arte di contraffare è talmente diffusa che non ci fidiamo più nemmeno dei nostri connotati. Che cosa stiamo facendo, qui e altrove, per evitare la gigantesca manipolazione dei nostri prodotti, dal cibo ai giocattoli? Interventi delle forze dell’ordine a parte, nulla o quasi. E pazienza. Ma poche ore prima della diffusione giornalistica di questo allarme, l’Unione europea aveva varato un provvedimento che autorizza la produzione e la commercializzazione di aranciata senza arance: nessuna componente della nuova bibita contiene percentuali sia pure irrisorie del frutto. Nemmeno l’odore, soltanto una botta di colore artificiale. Che rapporto c’è, allora, tra le due notizie? Nessuno. La vita quotidiana non sa quello che bolle nella pentola politica, e viceversa. Le lobbies vanno per le loro strade, curano i loro interessi. Noi, i consumatori, prendiamo senza aprire bocca ciò che ci viene rifilato. Allora mi domando perché l’esercito leghista che avanza verso il Potere e tenta di gestirne le leve regionali per regalarci la vera autonomia, ecco, mi domando perché, ad esempio, non entra nelle stanze dei bottoni e non scende nelle strade per risparmiare ai veneti almeno la beffa (presumibilmente dannosa per la salute) dell’aranciata virtuale? Lanciata alla faccia della Sicilia e dei bambini che si sciacqueranno le budella con la bevanda contraffatta alla luce del sole. La novità è talmente odiosa, in quello che fino a pochi decenni fa era il Giardino d’Europa, da suonare persino oltraggiosa, anzi malvagia perché, se approvata definitivamente, rappresenterebbe un forte incoraggiamento a tutti coloro che in Europa stanno cercando, tramite appositi marchingegni legislativi, di snaturare le nostre peculiarità, di sottrarci la genuinità di cibi pregiati, come il Parmigiano-Reggiano. Per tornare a quello che ha detto Sangalli, e che è stato ribadito da Fernando Zilio dell’Ascom di Padova, non solo «il commercio illegale rischia di tagliarci le gambe», ma sarà bene osservare con maggiore attenzione quello che combinano al riguardo gli «amici» parlamentari della Comunità europea. Dove i gruppi di pressione certamente non mancano. Le reazioni Il comandante Zeli: «Non s’intacca l’integrità del corpo» A PAGINA 2 La Provincia Mosele: «Fiducia nella magistratura» VERONA — A volte il periodo di caccia va ben oltre il calendario venatorio. E a volte per essere un buon cacciatore non è tanto questione di mira. Ma di attesa. Ha riempito il carniere della procura e svuotato quello della polizia provinciale, l’indagine condotta dal reparto operativo dei carabinieri, coordinata dal pubblico ministero Carlo Villani. E se quella di cui si parlava già a maggio sembrava una bufera, ieri mattina alle 8 in stradone San Giacomo dove ha sede il corpo di polizia provinciale, è arrivato uno tsunami giudiziario. E’ stato in quegli uffici che i carabinieri hanno notificato un ordine di arresto ai domiciliari per l’ufficiale Daniele Ferrais, 55 anni e 17 avvisi di garanzia ad altri componenti del corpo, a partire dal comandante, Davide Zeli. Altri quattro sono andati ad altrettanti volontari della Lipu, tra cui il delegato regionale Francesco Di Grazia. A PAGINA 2 Arosio La presunte mazzette «Segreto violato», obbligo di firma per l’ex vicecapo dei vigili Pasini VERONA — Per loro la procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla rivelazione di segreti d'ufficio e alla corruzione; il gip Scotto di Luzio, invece, ha ritenuto sussistere gravi indizi per il solo reato di rivelazione di segreti d'ufficio, e ha quindi imposto l'obbligo di firma a carico dell’ex vicecomandante dei vigili urbani di Verona, Eliano Pasini, e dell’imprenditore Stefano Nicotra. ALLE PAGINE 2 e 3 Petronio A PAGINA 5 Tedesco Al via la kermesse Delitto di Mozzecane Attolini al gip: «Mi dispiace, non volevo uccidere» Vinitaly, oggi si stappa La moglie del killer ai carabinieri: mi disse «ho sparato, siamo finiti» VERONA — La grande kermesse è ai nastri di partenza. Vinitaly 2009 questa mattina prende ufficialmente il via, pronto ad accogliere una folla imponente. VERONA - «Domenica pomeriggio mio marito ha voluto uscire da solo. Poi, quando è tornato a casa, mi ha detto "ho perso la testa, ho ceduto alle loro provocazioni e ho sparato". E ha aggiunto "ti chiedo scusa, ma adesso siamo rovinati. Sto andando a costituirmi dai carabinieri"». Eccolo, dal verbale della deposizione resa ai carabinieri dalla moglie a titolo di «sommarie informazioni», il racconto degli ultimi istanti di libertà del pizzaiolo di Villafranca diventato - da un giorno all’altro - il killer di Mozzecane. ALLE PAGINE 7 E 22 Dopo il crollo Al via il check-up di tutti gli edifici. L’appello del sindaco L’incidente L’auto si ribalta nel fossato Muore arbitro di 24 anni VERONA — Un ragazzo veronese di 24 anni, Francesco Simeoni, è morto sul colpo uscendo di strada. Lo schianto è avvenuto ieri mattina poco dopo le 7, in località Stanghella, lungo la A13. Dai primi rilievi della polstrada sembra che la sbandata violenta dell’auto, che non ha coinvolto altri mezzi, sia stata causata da un colpo di sonno o da un malore. A PAGINA 5 Gottardo A PAGINA 5 Enti Vertice di maggioranza fissato per il 10 aprile. Sul tappeto anche la fiera «Circoscrizioni, segnalate le scuole a rischio» Bergamo o Venezia: summit sull’aeroporto Alleghe Località Santa Maria delle Grazie - In posizione tranquilla e facilmente accessibile a soli 1,5 km da Alleghe in prossimità del lago e della fermata dello skibus, edificio architettonicamente molto curato con utilizzo di materiali tradizionali! Alloggi con 2 camere, possibilità secondo servizio, posto auto coperto e cantina. Bellissima mansarda con ampia vetrata; piani terra con giardino privato. ALLEGHE - tel. 0437 723805 Tutte le altre proposte su www.dolomitissime.com Per info: VERONA — Controlli d’urgenza, la macchina comunale per il controllo della sicurezza delle scuole veronesi si è messa in moto. E di buonora: ieri mattina infatti è partita una ricognizione alla volta degli edifici scolastici con problemi di infiltrazioni. Scopo: evitare il ripetersi di fatti come quello della scuola materna Contrada Polese di Santa Lucia la scuola materna cui lunedì mattina è crollato il controsoffitto. «La relazione sarà pronta entro martedì, mercoledì prossimo», fa sapere il sindaco Flavio Tosi. A PAGINA 6 Martellato Chievo Il concerto CAMPIONE JELLATO GOSPEL La «Foca» si rompe il menisco Sunshine, il coro di solidarietà A PAGINA 16 Sorio A PAGINA 22 VERONA — Riunioni? Non risulta. E la cosa è quanto meno strana. Perché da Roma avevano chiesto di «chiudere» sulle candidature provinciali entro sabato. Ma il ritmo è improvvisamente calato. E adesso si rischia di slittare a dopo Pasqua. L’unico a muoversi è Flavio Tosi. Che ha cenato con Galan e che ha convocato per venerdì 10 alle 16 (doveva essere ieri ma è stato rinviato) un vertice del centrodestra sull'aeroporto Catullo: all'ordine del giorno, l'aumento di capitale e le strategie delle alleanze con Bergamo o Venezia. A PAGINA 5 Aldegheri Trattoria Caprini Via Paolo Zanotti, 9 - Torbe di Negrar (VR) tel. 045 7500511 - www.trattoriacaprini.it 2 VR Primo Piano Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona L’inchiesta Polizia provinciale Il «capo» della Lipu: «Non capisco la procura convalidò quel sequestro» Il comandante Zeli: «Non va intaccata la professionalità del Corpo» I colleghi estranei all’inchiesta: «In tutti questi mesi dicevano che era si trattava di una bolla di sapone... Adesso però la bolla è scoppiata» VERONA — E pensare che le vacanze uno le vede come una benedizione. C’è da scommettere che lui, dalla scorsa estate in poi, prima di prendersele ci penserà due volte. «Le avevo pianificate da tempo», aveva detto ad agosto scorso, quando la bufera giudiziaria si è abbattuta sul corpo di cui è comandante. «Non mi sembra sia accaduto nulla di straordinario. Del resto fino al giudizio in terzo grado uno è innocente». Lui, Davide Zeli, non si era fatto scomporre neanche dal solleone. Pensava - probabilmente - che bastasse fare il risiko delle assegnazioni, per mettere tutto a posto. «Sono tre mesi che s’indaga», disse sempre ad agosto. «Abbiamo aperto un’indagine interna», disse. «Chissà, magari ci sono degli asti. Del resto le guardie sanzionano e magari a qualcuno la cosa non è andata giù», disse. «Visto che le indagini della procura sono ancora in corso, abbiamo ritenuto più prudente non sottoporre i nostri agenti a situazioni di eventuale disagio», disse. Gli agenti vennero spostati. Non cambiarono mansione, sia ben chiaro. Cambiarono solo «ambito», vale a dire le zone di caccia in cui è suddivisa la provincia, in cui operare. E’ passata l’estate, l’autunno. E pure l’inverno, per il comandante Zeli, nonostante la richiesta di dimissioni da parte del Pd in consiglio provinciale. «Richieste - disse allora - che non hanno nessun fondamento tecnico, ma hanno un unico valore politico e mediatico». Chissà cosa pensava ieri mattina nel suo ufficio, il comandante Zeli. Chissà se ha pensato a cosa hanno portato le «indagini interne per indagare su procedure, comportamenti e modalità operative per capire se ci sono abusi se non addirittura violazioni penale», come disse il 18 dicembre 2008. Perchè ieri il comandante Zeli si è limitato a un comunicato stampa. «Esprimo piena fiducia nell'operato della magistratura e degli inquirenti», ha detto. «Allo stesso tempo ricordo però che i fatti di oggi (ieri per chi legge, ndr), non devono intaccare la credibilità dell'intero corpo, al cui interno c'è un alto grado di professionalità dei dipendenti. I fatti di cui si parla rientrano nell'ambito delle indagini già note, per le quali stiamo collaborando dall'estate scorsa con il nucleo operativo dei Carabinieri». Che questa collaborazione sia in corso, stride con l’inchiesta, visto che il comandante è indagato per «omessa denuncia all’autorità giudiziaria». Ma tant’è. Gli avvisi non sono per conclusione delle indagini e quindi è ancora tutto da stabilire. «Abbiamo anche adottato accorgimenti organizzativi e logistici che possono migliorare l'operatività del settore», ha sempre detto il comandante. Quando mesi fa aveva detto che lo faceva per tutelare i suoi uomini. «Sono comunque pronto a riferire al magistrato tutto quanto si renderà necessario per fare chiarezza». Su questo non c’è alcun dubbio, visto che volente o nolente dal magistrato dovrà andarci. Tra i nomi «noti» dell’inchiesta c’è anche quello di Francesco Di Grazia, delegato regionale della Lipu, la lega italiana per la protezione degli uccelli. Di Grazia è un agente della polizia municipale di Verona. Ma questa attività non ha nulla a che fare - nonostante l’avviso di garanzia gli sia stato «recapitato» al comando di via Pallone - con il suo volontariato. Il delegato della Lipu entra nell’inchiesta per l’operazione di «bracconaggio» fatta a dicembre dalla provinciale. Quella che avrebbe dovuto scoperchiare un giro di milioni di euro legati all’allevamento di uccellini. E con lui sono coinvolti altri tre volontari. «Di essere coinvolti nell’inchiesta - ha dichiarato - lo sappiamo solo oggi (ieri per chi legge, ndr). Siamo stupiti e addolorati e ci siamo rivolti ai nostri avvocati». La vicenda dei volontari Lipu ruota attorno alle «competenze» che gli vengono riconosciute. La Cassazione ha stabili- to che non hanno alcuna funzione di ufficiali di polizia giudiziaria. Quindi nin possono effettuare perquisizioni. cosa che sarebbe invece avvenuta in occasione dell’«operazione» di dicembre. «Quelle funzioni - spiega Di Grazia - ci sono state riconosciute e poi disconosciute. Da quando la Cassazione ha stabilito che quelle funzioni non le abbiamo più, non abbiamo fatto nulla. Io e gli altri volontari abbiamo agito come "ausiliari" di polizia giudiziaria. Vale a dire che eravamo a disposizione di chi poteva intervenire. Facevamo quello che ci veniva detto. Nulla di più. Sono assolutamente sicuro di essermi comportato bene. Come gli altri. Uno dei volontari che ha ricevuto l’avviso di garanzia durante la perquisizione di dicembre aveva solo il compito di scrivere. E questo ha fatto. In ogni caso se la procura mi convalida un sequestro, penso di avere operato bene. Altrimenti perchè lo convalida?». A dicembre, infatti, lo stesso pm Claudio Villani che conduce l’inchiesta, il sequestro ai «bracconieri» della Valpolicella lo ha «invalidato», tanto che tutto è tornato ai legittimi proprietari. «Non capisco - conclude Di Grazia - perchè l’avviso di garanzia mi sia stato notificato sul posto di lavoro. E’ una questione privata, avrebbero dovuto venire a casa mia». Eppure, secondo le accuse, erano loro ad andare a casa degli altri senza averne le motivazioni. «Non è un fatto da enfatizzare - ha precisato il procuratore capo Mario Giulio Shinaia - anche gli arresti domiciliari sono la misura cautelare giusta, per la por- Zeli ❜❜ Stiamo collaborando dall’estate scorsa con il nucleo operativo dei carabinieri Schinaia ❜❜ Gli arresti domiciliari sono la misura cautelare giusta per la portata dei reati tata dei reati. Si tratta di atti dovuti, sulla base di denunce e di querele che abbiamo ricevuto e che abbiamo approfondito. Cosa che faremo se ne arriveranno altre». «Mi sembra un gran polverone - ha detto Di Grazia - sollevato su poco, almeno per il caso che ci riguarda. Io parlo per quello che ho visto e per le situazioni a cui sono stato predente. Del resto non so nulla». Gli rispondono, a distanza, quegli agenti della provinciale che non sono coinvolti nell’inchiesta. «In questi mesi dicevano che era tutta una bolla di sapone. Adesso la bolla è scoppiata...». An. Pe. 21 Il totale degli indagati nell’inchiesta della procura scaligera. Diciassette sono della polizia provinciale, quattro della Lipu Le reazioni La Provincia Mosele: «Sapevo dell’inchiesta Piena fiducia» VERONA — «Dallo scorso giugno, è stato avviato un processo interno di revisione dell’organizzazione del corpo di polizia, attivando anche alcuni provvedimenti disciplinari». Lo ha dichiarato ieri il presidente della Provincia, Elio Mosele, in seguito alla notifica degli avvisi di garanzia agli agenti di Polizia provinciale. «Sofisticati sistemi di controllo sono da tempo già in uso - spiega l'ex rettore -, per il resto restiamo in attesa dell'esito delle indagini. Ripongo la più completa fiducia nell'operato della magistratura, ma è giusto sottolineare che la polizia ha una lunga storia di impegno e di dedizione per la salvaguardia del territorio. Confido quindi che si faccia presto chiarezza». Laconico l'assessore all'Ambiente e alla Caccia, Luca Coletto, che si limita a dire: «Concordo con le dichiarazioni del presidente. Bisogna aspettare con fiducia gli esiti dell'operato della magistratura, non c'è niente da aggiungere». A voler precisare qualcosa è invece Michele Bertucco che, dalla sede di Legambiente, denuncia «l'assenza della politica» e si dichiara «preoccupato». «La polizia provinciale non esercita solo una funzione di sorveglianza sulla caccia, ma anche sull'ambiente e sul territorio - ricorda -. Nei mesi scorsi, dato che c'era un'indagine in corso, è stata rilevata una carenza di controlli e questo fatto è allarmante. Ci saremmo aspettati un assetto diverso per quanto riguarda la polizia da parte della Provincia, considerato che non sono stati garantiti i compiti istituzionali previsti dalla legge. E tutto ciò non fa altro che minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni». Dello stesso avviso è Lorenzo Albi, presidente provinciale dell'associazione ambientalista. «La vicenda è complessa - riferisce -. In effetti sono calati i controlli e sono aumentate le deroghe. Nell'ultimo periodo si è notata una tendenza alla liberalizzazione della caccia, ci sono meno regole. Comunque l'indagine chiarirà se sussistono lobby di cacciatori che stanno esercitando una pressione indebi- Primo Piano Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 3 VR L’indagine sospetta L’avvio dell’inchiesta è scattata grazie a tre cacciatori e un allevatore, dipinti come «bracconieri» dalla Polizia provinciale. I quattro, una volta sentiti dai magistrati, hanno fatto emergere alcune «stranezze» nell’operazione condotta dagli agenti Le perquisizioni A far partire le indagini della procura scaligera e del reparto operativo dei carabinieri alcune operazioni «anomale» della provinciale. Alcune riguardavano gli uccellini L’inchiesta A sinistra la notizia delle indagini, ad agosto scorso. A destra il comandante del nucleo operativo Dal Monte lascia la sede della provinciale Polizia provinciale: un arresto e 17 indagati Cinghiali, lepri e uccelli: la lunga lista di abusi contestata agli agenti. Nei guai anche quattro volontari della Lipu VERONA — A volte - e questa è una di quelle volte - il periodo di caccia va ben oltre il calendario venatorio. E a volte per essere un buon cacciatore non è tanto questione di mira. Ma di attesa. Ha riempito il carniere della procura e svuotato quello della polizia provinciale, l’indagine condotta dal reparto operativo dei carabinieri e coordinata dal pubblico ministero Carlo Villani. E se quella di cui si parlava già a maggio scorso sembrava una bufera, ieri mattina alle 8 in stradone San Giacomo - dove ha sede il corpo di polizia provinciale, è arrivato uno tsunami giudiziario. La sede Auto della provinciale in via San Giacomo ta sulla polizia». Ieri, in apertura del consiglio provinciale, l'unico a prendere la parola sulla faccenda è stato il consigliere del Pd, Luciano Sterzi. Ha messo il dito nella piaga, lui, mentre in Loggia Fra' Giocondo è calato il silenzio. Gli amministratori hanno preferito tacere. «Che fine ha fatto la politica?», ha chiesto perplesso in aula. Nel suo intervento, Sterzi si è scagliato contro i vertici dei Palazzi Scaligeri. «Questo è l'ennesimo segnale che la funzione della Provincia in materia venatoria non è stata assolta - sostiene -. Quasi metà dell'organico della polizia è indagato, compreso il comandante: sono preoccupato per l'immagine dell'ente nei confronti della cittadinanza. All'inizio di questa amministrazione i vertici provinciali avevano fatto annunci roboanti, mentre alla fine del mandato ci ritroviamo con un corpo di polizia squassato da pesanti indagini in materie di propria competenza». Fuori dall'aula consiliare, il capogruppo del Pd, Sergio Ruzzenente, rammenta: «Da più di un anno ho presentato interrogazioni sull'operato della polizia, ma non ho mai ricevuto risposte soddisfacenti, né da parte del comandante Zeli né da parte dell'assessore Coletto. La maggioranza in Provincia ha scelto Zeli e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Questo finale di amministrazione è deludente, non c'è stata programmazione né dedizione. C'è sempre stata una gran confusione». «La polizia provinciale dovrebbe fare solo il proprio lavoro e non occuparsi di strade e di sicurezza - considera Luigi Tosoni del Gruppo misto -. Deve portare avanti solo il compito per il quale è stata all'origine nominata, evitando così di rischiare di fare male tutto». Paola Arosio L’arresto e gli avvisi E’ stato in quegli uffici che i carabinieri coordinati dal colonnello Sergio Del Monte hanno notificato un ordine di arresto ai domiciliari per l’ufficiale Daniele Ferrais, 55 anni, che deve rispondere, tra l’altro, del reato di corruzione «per atti contrari ai doveri d’ufficio». Ed è sempre lì che gli uomini dell’Arma hanno consegnato altri 17 avvisi di garanzia ad altri componenti del corpo, a partire dal comandante, Davide Zeli. Quasi metà della polizia provinciale - composta da 36 operatori - è coinvolta nell’inchiesta. Due avvisi di garanzia sono stati consegnati invece nella sede della polizia municipale a Francesco di Grazia, nella sua veste di guardia venatoria della Lipu - la lega italiana protezione uccelli di cui è delegato regionale - e l’agente Camilla Sorsoli che all’epoca dei fatti era dipendente del corpo provinciale. Altri avvisi riguardano altri due volontari emiliani della Lipu, che nel Veronese avevano partecipato ad alcune perquisizioni della provinciale. Per tutti, a vario titolo, le accuse vanno dall’abuso d’ufficio, al falso, all’omissione e anche la calunnia. cartellini da timbrare - ai suoi ambiti di competenza, vale a dire caccia, pesca, flora e fauna. E se le indagini sono ancora aperte su vari fronti, l’operazione di ieri riguarda in particolare quel settore venatorio che, solo nel Veronese, coinvolge 12mila cacciatori. E alla base di quei reati che vengono contestati non ci sarebbe solo una questione d’interessi. Ma anche di «visibilità» del corpo. Operazioni, perquisizioni e sequestri in qualche modo «gonfiati» per dare «lustro» alla provinciale. Gli uccellini e il topolino La prima pietra dell’inchiesta è stata la storia del «topolino». Andrea Pasini, presidente del comprensorio alpino di caccia di Brentino Belluno, avrebbe dovuto rispondere di reati gravi, nell’ambito venatorio. Il 14 maggio 2007 la polizia provinciale verbalizzò gli «spari dall’auto con l’utilizzo di fari, nelle vicinanze di un abitato e in periodo di caccia vietata». A dicembre l’udienza penale, in cui il pm Villani disse che gli agen- ti che dovevano testimoniare erano indagati proprio per quell’episodio. Accuse: calunnia, violazione di domicilio, falso in atto pubblico. Gli agenti sono Daniele Ferrais, Alessandra Recchia, Anselmo Furlani e Maurisio Ferrari. Un altro «ambito» in cui l’azione della provinciale è finito sotto inchiesta è quello degli allevamenti d’uccellini. A dicembre 2007 venne indetta una conferenza stampa, per annunciare la scoperta di un «inquietante» traffico di uccellini, giocato su perquisizioni e denunce che si basano sui famosi anellini che ogni piccolo pennuto deve, per legge, avere. Che la cosa fosse alquanto ingigantita se n'è accorto lo stesso pm Villani che in un primo tempo aveva dato il suo benestare all’operazione. I cinghiali Altro «ambito» su cui le indagini si sono soffermate - almeno in questa fase - è quello della caccia ai cinghiali. Che nel Veronese si riproducono alquanto velocemente, tanto da aver portato alla stesura di un piano di «eradicazione». Vale a dire di abbattimento. Ma non è che tutti possano fare il «tiro al cinghiale». I cacciatori devono fare un corso specifico che li qualifica come «coadiutori abilitati». E seguire delle regole ben precise - compresa la comunicazione delle uscite previo permesso della polizia provinciale. Dalle indagini della procura e dei carabinieri emergerebbero diverse irregolarità, tanto che ai primi di agosto la Provincia ha sospeso il piano di «eradicazione» nelle zone dell'Est veronese e del Sud della Lessinia. In sostanza in un anno e mezzo sarebbero stati eliminati circa 120 animali, dai 30 ai 120 chili. E la maggior parte sarebbe stata uccisa non dai cacciatori muniti di regolare permesso, ma proprio da agenti della polizia provinciale che stando alle norme, invece, potrebbero intervenire solo in casi ben determinati. Inoltre sarebbe stato chiuso un occhio su «tecniche» non previste per l'abbattimento. Per «richiamare» il cinghiale è L’avvio dell’indagine Tutto iniziò da tre cacciatori e un allevatore Da «bracconieri» a «giustizieri» VERONA — Da «bracconieri» a «giustizieri». E’ durata dieci mesi la loro parabola. Quella che prima li ha visto nel fango di un’inchiesta finita in una bolla di sapone. E che poi li ha portati ad essere dall’altra parte della barricata. Vale a dire da accusati ad accusatori. E che le loro denunce non erano campate in aria - come sembra invece fossero quelle a loro carico - lo dimostra il blitz di ieri alla polizia provinciale. Tre cacciatori e un allevatore di uccellini. Un pensionato della Mondadori, un ex carabiniere e un perito elettrotecnico. Quattro «trafficanti», erano stati definiti quando venne resa nota una «vasta operazione contro il Le indagini Perquisiti Signorini e Bonazzi bracconaggio». Giancarlo Signorini e Giuseppe In quegli uffici i caraBonazzi il 21 dicembre del 2007 hanno subìto una binieri del nucleo operativo ci bazziperquisizione da personale della polizia provinciale, cano da dieci mesi. Al setaccio è finiaccompagnato da alcune guardie della Lipu. L’accuto ogni foglio di carta, dai verbali desa, per loro, era bracconaggio. I due vennero sentiti gli ufficiali a quelli degli agenti. Daldai carabinieri del nucleo operativo che indagavano la gestione del corpo - uso dell’auto, sul corpo di agenti. Ed emersero alcune «stranezze». Ad esempio il fatto che per la casa e le proprietà del Bonazzi non c’era mandato di perquisizione. Ma la «visita» venne fatta lo stesso, adducendo che il Signorini teneva nella sua voliera gli uccellini. «Visita» alquanto sui genersi, visto che più agenti si muovevano contemporaneamente in varie stanze, contravvenendo a quanto vuole la legge, vale a dire la presenza del diretto interessato in ogni luogo dove avviene la perquisizione. Il tutto senza la presenza di un avvocato. Venne sequestrato vario materiale, tra cui alcuni uccellini morti e conservati in un freezer. Risultarono essere dei «poveri« fringuelli, non di certo specie protetta. Anche delle corna di daino, che in Veneto è assolutamente cacciabile. Tutto, compreso anelli, fascetti e pinze vennerestituito ai prorpietari dal pm Villani. «Spero - ha detto ieri Giancarlo Signorini quando ha saputo dell’operazione dei carabinieri - che quelle persone abbiano provato quello che abbiamo provato io e mia moglie la mattina della perquisizione». E al «bracconiere» da giro milionario di uccellini di frodo, viene ancora da piangere. An. Pe. prevista una sorta di «pastura» che attira l'animale. Dovrebbe essere in un raggio limitato dal casotto di appostamento. E composta da soli vegetali. Invece più di una volta sono state utilizzate carcasse di animali, sparse anche in fondi ben distanti dal punto di caccia. E il tutto per un motivo più che semplice. La normativa provinciale prevede che se ad abbattere il cinghiale sia un cacciatore, metà bestia spetti a lui e metà spetti al proprietario del fondo. Se ad abbatterlo è un agente, il tutto deve essere donato a enti assistenziali. Cosa che, stando alle indagini, non sembrerebbe sia stata effettuata. E visto che un cinghiale sul mercato della macellazione vale qualche centinaio di euro, l'arcano è presto svelato. Le lepri Non l’unica selvaggina «apprezzata» da alcuni agenti, quella di cinghiale. Che stando alle indagini non disdegnavano neanche le lepri. Del resto una coppia arriva a valere anche 350 euro. Come nel caso di quelle che si riproducono vicino alla base aerea di Sanguinetto. Nella zona che circonda la caserma e che viene definita «sedime» la Provincia ha dato il suo benestare a un allevamento. All’appello mancavano diversi animali. Le lepri, stando alle legge, quando si riproducono in maniera esagerata come a Sanguinetto, dovrebbero essere catturate e rimesse in territorio libero. Che a gennaio scorso le lepri siano state catturate, è provato. Non altrettanto che siano state liberate. Sarebbero finite in bagagliai dai quali non sono più uscite. Le omissioni Un sistema che coinvolgeva la metà di un corpo sostanzialmente sano. E di cui, stando alle accuse, in molti sapevano. Per questo alcuni degli indagati, compreso il comandante Davide Zeli devono rispondere di «omessa denuncia all’autorità giudiziaria». Ieri mattina, in quegli uffici, c’erano anche gli agenti che non sono coinvolti dalle indagini. «E’ stata la fine di un incubo», hanno detto. Ma quando l’«incubo» finirà sarà la procura, a deciderlo. Angiola Petronio 4 VR Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona Cronaca Verona Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 Delitto di Mozzecane Contro il killer spuntano due testimoni oculari albanesi: abbiamo visto tutto. L’assassino al giudice: «Mi dispiace, non volevo uccidere» La moglie: mi disse «ho sparato, siamo finiti» Attolini, la deposizione della consorte ai carabinieri. Il gip: se esce dalla cella può far del male anche alla propria famiglia «No» del magistrato agli arresti domiciliari: «E’ una persona pericolosa, ha fatto fuoco con freddezza, aveva premeditato tutto» VERONA - «Domenica pomeriggio mio marito ha voluto uscire da solo. Poi, quando è tornato a casa, mi ha detto "ho perso la testa, ho ceduto alle loro provocazioni e ho sparato". E ha aggiunto "ti chiedo scusa, ma adesso siamo rovinati. Sto andando a costituirmi dai carabinieri"». Eccolo, dal verbale della deposizione resa ai carabinieri dalla moglie a titolo di «sommarie informazioni», il racconto degli ultimi istanti di libertà del pizzaiolo di Villafranca diventato - da un giorno all’altro - il killer di Mozzecane. Omicidio volontario premeditato della 25enne romena Andreea Sutik, tentato omicidio del marito Tiberio e porto abusivo d’arma: era un capo d’imputazione pesante come un macigno quello di cui era chiamato a rispondere ieri mattina Giacomo Attolini all’udienza di convalida. «Mi dispiace che Andreea sia morta, non volevo uccidere nessuno. Io non avevo intenzione di sparare», ha detto al gip Guido Taramelli prima di avvalersi della facoltà di non rispondere. Un’udienza-lampo, a cui ha fatto sèguito da parte del giudice un provvedimento di rigetto della richiesta di arresti domiciliari (presso la moglie che si era dichiarata disponibile a riaccoglierlo in casa) dai toni inequivocabili. Parla di «elevatissima gravità del fatto», il gip, di «gravi esigenze cautelari», di «ferocia ed efferatezza del crimine compiuto». Secondo il magistrato «Attolini ha agito con una strategia preordinata»: non si sarebbe quindi trattato di un «dolo d’impeto» ma di un progetto omicida prestabilito, con il pizzaiolo che «ha sparato con freddezza». Ma il passaggio forse più duro del provvedimento del gip riguarda l’«estrema pericolosità sociale dell’omicida» che - a parere del magistrato - «non si può escludere, al cospetto di una simile personalità, che, dopo una progressiva presa di coscienza del proprio gesto e delle conseguenze anche economiche che avrà, possa, se rimesso in libertà, compiere ulteriori spropositi anche nei confronti della propria famiglia». Sarebbero addirittura gli stessi moglie e figli del pizzaiolo, quindi, a rischiare la vita se l’uomo dovesse uscire dalla cella. Tre pagine, quelle poste nero su bianco dal gip, che tra i gravissimi elementi di prova in mano al pm Marco Zenatelli chiamano in causa anche due testimoni oculari albanesi che, ai carabinieri, hanno dichiarato di aver «visto tutto», compreso Attolini che «si allontanava salendo nella propria Audi e lasciando a terra la donna esanime e il marito ferito». Ma i due testi hanno reso dichiarazioni univoche anche dal punto di vista uditivo: «Non parlava nessuno, abbiamo sentito due spari, poi un attimo di silenzio e infine un uomo (Tiberio, ndr) chiedere aiuto». Si fa sempre più complicata, quindi, la posizione del pizzaiolo di Villafranca e starà al suo avvocato Guido Beghini, una volta visionati gli atti, decidere se rivolgersi o meno ai giudici del Riesame: «A mio avviso - rimarca il legale - non sussistono concreti indizi di reiterazione del reato. Sollecitando la concessione dei domiciliari al mio assistito, mi rendo conto di aver chiesto al giudice un atto di coraggio che avrebbe potuto attirargli contro gli strali dell’opinione pubblica». Un rischio escluso da tre pagine di fuoco. Laura Tedesco La difesa L’avvocato Beghini: «Nessun rischio di reiterazione, al gip avevo chiesto un atto di coraggio» La vittima Andreea Sutik Il marito Tiberio Sutik L’assassino Giacomo Attolini all’arrivo in tribunale per l’interrogatorio dal gip (FotoSartori) L’inchiesta Il caso delle presunte mazzette. Stessa misura per l’imprenditore Nicotra «Concorso in rivelazione di segreti d’ufficio» Obbligo di firma per l’ex vicecapo dei vigili Il Riesame «Zio-stupratore» Cella confermata VERONA - Deve restare in cella G. M., l’operaio arrestato per violenza sessuale nei confronti della nipotina di dieci anni. Ieri, infatti, il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di alleggerimento della misura cautelare avanzata per l’indagato dall’avvocato Davide Adami, che ha anche sollevato questione di legittimità costituzionale sul decreto sicurezza. Intanto il pm Zanotti ha chiesto la perizia psichiatrica con la formula dell’incidente probatorio. L’incidente VERONA - Per loro la procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla rivelazione di segreti d'ufficio e alla corruzione; il gip Scotto di Luzio, invece, ha ritenuto sussistere gravi indizi per il solo reato di rivelazione di segreti d'ufficio, e ha quindi imposto l'obbligo di firma a carico dell’ex vicecomandante dei vigili urbani di Verona, Eliano Pasini, e dell’imprenditore Stefano Nicotra, 38 anni, domiciliato a Torri ma lavorativamente operativo in città. Per tre giorni alla settimana, dovranno entrambi recarsi a firmare dalla polizia giudiziaria e ambedue, nei prossimi giorni, verranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia. Nessun provvedimento, invece, nei confronti della terza persona iscritta nel registro degli indagati, ovvero Patrizia Ghedini, 46 anni, segretaria dello stesso Nicotra. Identiche le accuse contestate ai tre nell’inchiesta aperta dal pm Pier Umberto Vallerin: in concorso, infatti, risultano tutti indagati per i reati di corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Un fascicolo avviato a marzo 2008 quando, prima per iscritto con un esposto-denuncia e successivamente di persona dopo essere stato convocato in pro- cura, il sindaco Flavio Tosi aveva segnalato ai magistrati la «sempre maggiore insistenza di voci circa l’aggiustamento e l’andamento poco chiaro e trasparente» nell’effettuazione di alcuni controlli di ordine amministrativo a carico di locali pubblici del centro. Tra le contestazioni, risulterebbero «visite» di vigili di cui alcuni esercenti (non solo di bar ma anche di qualche ristorante-trattoria-osteria) sarebbero stati avvertiti in anticipo su orari e contenuto degli accertamenti stessi; multe talvolta evitate mentre in alcuni casi, nonostante la «rassicurazione da parte di chi di dovere» che l’ispezione si sarebbe conclusa senza sanzioni, le contravvenzioni erano poi state spiccate davvero. Mandando su tutte le furie i titolari dei locali «colpiti». Quanto bastava, insomma, per alimentare in città lamentele, confronti, paragoni, chiacchiericci. Fino a giungere al primo cittadino e, tramite lui, alla procura. Inizialmente, l’unico raccordo tra i vari episodi finiti nel mirino degli inquirenti era proprio quel commissario Pasini a cui secondo l’accusa sarebbero andate le presunte mazzette pagate da alcuni esercenti; in fase di indagini, erano però emersi anche i nomi di Nicotra e della segretaria di quest’ultimo. La. Ted. Il dramma Schianto fatale Francesco Simeoni ha perso la vita ieri sulla A13, verso Padova, all’altezza di Stanghella l’urto contro il guardrail». L’assenza di frenata dopo lo sbandamento iniziale del mezzo non fa escludere agli uomini della polizia stradale anche l’eventualità di una rottura del semiasse sinistro anteriore dell’auto, che avrebbe reso il mezzo del tutto ingovernabile. Per fare luce sulla causa dell’incidente, il magistrato di turno della procura di Padova disporrà oggi l’autopsia sul corpo del giovane ed una perizia approfondita su ciò che resta dell’auto di Francesco Simeoni. Sembra comunque che l’auto non stesse procedendo ad una velocità superiore ai 130 chilometri orari. Simeoni era noto in città per gli impegni, oltre allo studio all’università, anche nella locale sezione arbitri. Fino allo scorso anno aveva arbitrato gli allievi regionali e le partite domenicali della terza categoria. Dopo l’autopsia che potrebbe tenersi già oggi pomeriggio, sarà possibile per la famiglia del ragazzo fissare il funerale che dovrebbe potersi tenere sabato mattina. Alberto Gottardo Suicidio Un 38enne residente nella bassa veronese si è tolto la vita nel suo negozio di Padova VR Dal tribunale Molestie Stalking, terzo arresto Ex marito nei guai VERONA - E tre. E’ toccato a un ex marito (di cui omettiamo le iniziali per non rendere in alcun modo riconoscibile la vittima, ndr) vedersi stringere le manette ai polsi per «stalking». Per aver reso - secondo la vittima letteralmente la vita impossibile alla donna, per averla seguita, pedinata, per averle cercata e averle telefonato a tutte le ore del giorno e della notte. A innescare la gelosia irrefrenabile dell’uomo, sarebbe stato soprattutto un sms sul telefonino della donna e dal contenuto «equivocabile». Ieri mattina, l’ex marito è comparso davanti al gup Laura Donati per l’interrogatorio di garanzia: è stato liberato ma gli è stato imposto l’obbligo di tenersi lontano dai luoghi frequentati dalla ex. Rapinatori in cella Spray irritante e «fuga» in quadriciclo VERONA - In cella per rapina due giovani di Legnago. Si tratta di Marco Borasca, classe ’79, e Andrea Bazzani, classe ’78, che ieri mattina sono comparsi con rito direttissimo davanti al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Paola Vacca per l’udienza di convalida al termine della quale il primo ha ottenuto l’obbligo di dimora, il secondo la libertà piena. Secondo le accuse, mentre il secondo avrebbe funto da palo restando all’esterno alla guida di un quadriciclo per la «fuga», Borasca con un passamontagna avrebbe asportato trecento euro dalla cassa di un edicolante a cui avrebbe provocato tre giorni di prognosi per una congiuntivite spruzzandigli contro dello spray urticante. Un colpo finito male. La nomina L’auto si ribalta nel fossato Lei lo lascia, lui la fa finita Muore un arbitro di 24 anni impiccandosi nel sexy shop VERONA — Un colpo di sonno o un malore. L’auto che sbanda contro il guard rail e viene rimbalzata verso la corsia di destra fino a finire nel fossato che costeggia la carreggiata. La parte anteriore del veicolo si scontra con il terrapieno e quella posteriore si solleva, prima di ricadere pesantemente ruote all’aria, schiacciando l’abitacolo. È la scena alla quale ha assistito un automobilista che seguiva la vettura guidata da un ragazzo di 24 anni, Francesco Simeoni, residente a Verona, morto sul colpo uscendo di strada. Lo schianto è avvenuto ieri mattina poco dopo le 7, in località Stanghella, sul tratto della A13, l’auostrada che collega la città del Santo a Bologna. Dai primi rilievi della polstrada sembra che la sbandata violenta dell’auto, che non ha coinvolto altri mezzi, sia stata causata da un colpo di sonno o da un malore. «E’ stata una scena orrenda – ha testimoniato alla polstrada di Rovigo l’autista del mezzo che seguiva Simeoni – la vettura non ha fenato, è stata scaraventata fuori strada dal- 5 VERONA — «Mi ammazzo. Non posso più vivere senza di te». Un messaggio inequivocabile ricevuto dal cellulare dell’ex fidanzata che è diventato l’epitafio elettronico di accompagnamento ad una lettera scritta a mano trovata nel negozio di un 38enne residente nella bassa veronese, che si è tolto la vita ieri pomeriggio all’interno del proprio negozio in zona stazione a Padova. A scoprire l’amico e socio impiccatosi alla meglio nel bagno del sexy shop «Europa» di via Buonarroti sono stati due coetanei, che lo aspettavano per un appuntamento di lavoro a Milano. A quell’appuntamento però il commerciante non si è mai presentato. Dopo aver sbrigato alcune faccende in negozio ha deciso di farla finita: ha scritto tutta la sua disperazione prima su un foglio di carta e poi l’ha sintetizzata pigiando pochi caratteri sulla tastiera indirizzando l’sms a quella che fino a qualche giorno prima era la donna della sua vita e che la fine della storia d’amore ha tramutato nel pretesto per darsi la morte. La ragazza, impressionata e spaventata dal contenuto dell’sms ha raggiunto telefonicamente i soci che aspettavano l’ex fidanzato a Milano. I due veronesi dopo aver cercato inutilmente di mettersi in contatto telefonicamente con l’uomo, hanno preso l’auto e sono corsi fino a Padova. Entrati nel negozio hanno chiamato il socio senza ricevere risposta. Il silenzio nel punto vendita era rotto solo da un rantolo che proveniva dal bagno. Il cappio infatti non aveva rotto il collo dell’uomo, che è stato strangolato lentamente dalla corda, che il 38enne si è fatto passare attorno alla testa prima di ammanettarsi con le mani dietro la schiena. Un’agonia durata almeno due ore e che è finita un’ora dopo i primi soccorsi all’ospedale di Padova. L’asfissia prolungata ha compromesso l’attività respiratoria e l’ossigenazione al cervello spegnendo il dolore che aveva reso per un attimo preferibile la morte ad una vita di solitudine. A.G. Barbaglio è il nuovo procuratore aggiunto VERONA - Con tredici voti a favore, Angela Barbaglio è stata nominata dal plenum del Csm nuovo procuratore aggiunto al tribunale di Verona. Un ruolo, quest’ultimo, ricoperto fino a pochi mesi fa dal dottor Mario Giulio Schinaia, prima di essere promosso a nuovo procuratore di Verona. Cinquantasette anni, specializzata in reati fallimentari e societari, Barbaglio a Verona aveva già ricoperto l’incarico di pm. Davanti al Csm, si era candidata anche per il ruolo di procuratore aggiunto a Venezia: un incarico che però la Suprema corte ha assegnato a Carlo Nordio. Barbaglio potrebbe entrare in servizio a Verona entro poche settimane. 6 VR Cronaca Verona Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona Edilizia scolastica Dopo il crollo alla materna Contrada Polese La vendita Verifiche in tutte le scuole Il sindaco alle circoscrizioni «Segnalate ogni rischio» Palazzo Forti Disaccordo sulla stima Partiti i controlli. Lettera a tutti i presidenti Al Consiglio di Stato Ex Cartiere, centrosinistra contro il Tar VERONA — Non è finita la telenovela giudiziaria attorno alle ex Cartiere. Contro il progetto della giunta comunale per la realizzazione del grande isolato (uffici, centro commerciale, cinema e parco) il centrosinistra aveva fatto ricorso al Tar, chiedendo il blocco dei lavori. Ricorso respinto. Ma adesso, Stefania Sartori e gli altri consiglieri hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato. Quaranta pagine preparate dagli avvocati Lambertini, Sandulli e Maccarrone, contro il Comune e la società Verona Porta Sud, rappresentata dagli avvocati Carlo Fratta Pasini, Luigi Annunziata e Giorgio Pinello. Pagine in cui si sostiene che alla minoranza non è stato concesso di discutere i propri emendamenti, presentati in aula ma dichiarati «inammissibili». Il Tar aveva replicato che comunque la discussione c’era stata, con «la possibilità di esprimere il dissenso». Ma il centrosinistra ribatte che «i consiglieri comunali non sono componenti di una giuria che si limita a diure sì o no». Di qui la richiesta di annullare la prima sentenza e di sospendere la delibera del consiglio comunale di ottobre, bloccando i lavori perché altrimenti, dicono i ricorrenti, la decisione nel merito della validità della delibera potrebbe arrivare quando «l’area sarà ormai edificata» e sarebbe allora ovviamente «inutile riportare la delibera». L.A. Alberto Bozza (Seconda): «Giusto, ma finora nessuno di noi ha sottovalutato la situazione» VERONA — Controlli d’urgenza, la macchina comunale per il controllo della sicurezza delle scuole veronesi si è messa in moto. E di buonora: ieri mattina infatti è partita una ricognizione alla volta degli edifici scolastici con problemi di infiltrazioni. Scopo: evitare il ripetersi di fatti come quello della scuola materna Contrada Polese di Santa Lucia la scuola materna cui lunedì mattina è crollato il controsoffitto. «La relazione sarà pronta entro martedì, mercoledì prossimo», fa sapere il sindaco Flavio Tosi, che già martedì sera aveva annunciato la disposizione di un controllo rapido e urgente per verificare se altri edifici presentano infiltrazioni d’acqua o situazioni analoghe a quelle di Contrada Polese. Non solo. Dall’ufficio del sindaco ieri è stata inviata una «tirata d’orecchie» a tutte le circoscrizioni; una lettera, in cui si sollecitava a segnalare tutti i casi riguardanti le scuole di cui sono a conoscenza. «Assolutamente doveroso da parte del sindaco. Ma non ci coglie impreparati - afferma il presidente della seconda circoscrizione, Alberto Bozza -. Non è che finora non si sia considerato con serietà il problema: io stesso fisso delle riunioni annuali con i dirigenti scolastici e i tecnici per decidere con loro le priorità da effettuare nell’anno in corso, a seconda del budget disponibile. Nel 2009, con i tagli in generale e la crisi siamo più in difficoltà: per questo penso si dovrebbe fare più spesso degli aggiornamenti tra circoscrizioni e gli assessorati competenti, al fine di coordinare meglio gli interventi». A proposito di segnalazioni, è proprio Fabio Venturi, presidente Quinta circoscrizione, a mettere in luce una nuova gatta da pelare che sta riguardando già oggi, e ri- guarderà ancora di più in futuro, le scuole veronesi. «Giusto che sindaco faccia ricognizione delle situazioni, anche se il nostro ufficio tecnico lavora bene e tutti i casi sono sempre stati segnalati. Oggi il vero problema riguarda gli ampliamenti. C’è una sempre maggiore domanda da parte delle giovani famiglie, spesso straniere, un aumento di insediamenti abitativi. Quindi, ci sono anche più bambini. La programmazione pianificata nel passato sugli ampliamenti strutturali nelle scuole è insufficiente. Stiamo perdendo aule per laboratori o altre attività per recuperare aule per l’attività scolastica». Crollo Il cedimento alla scuola materna Contrada Polese di Santa Lucia. Il sindaco ieri ha inviato una lettera ai president dei parlamentini di zona chiedendo di segnalare ogni rischio Anna Martellato Enti Vertice di maggioranza fissato per il 10 aprile. Sul tappeto anche la fiera Il Catullo tra Bergamo e Venezia Tosi convoca il summit sull’aeroporto Colpo doppio Due rapine in 15 minuti nella zona di Borgo Roma VERONA — Due colpi sono stati messi a segno l’altra sera a distanza di un quarto d’ora l’uno dall’altro, nella zona di Borgo Roma. Erano circa le 20.30, quando due malviventi col viso coperto da un casco integrale sono entrati nella gelateria Alaska: dopo aver minacciato la cassiera con una pistola sono fuggiti con un bottino di circa sessanta euro. Un magro bottino, tanto che secondo la polizia i due potrebbero essere gli autori anche della rapina portata a termine poco più tardi all’interno della pizzeria al taglio Girasole, in via Belfiore, dove i malviventi hanno portato via circa 350 euro. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle volanti, quelli della squadra mobile e della polizia scientifica. Al. Men. VERONA — Riunioni? Non risulta. E la cosa è quanto meno strana. Perché da Roma avevano chiesto di «chiudere» sulle candidature provinciali entro sabato. Ma il ritmo è improvvisamente calato. E adesso si rischia di slittare a dopo Pasqua. L’unico a muoversi (e molto) al momento è Flavio Tosi. Che ha cenato l’altra sera con Galan e che forse non per semplice coincidenza, ha convocato per venerdì 10 alle 16 (doveva essere ieri ma è stato rinviato) un vertice del centrodestra sull'aeroporto Catullo: all'ordine del giorno, l'aumento di capitale e le strategie delle alleanze (con Bergamo o Venezia?). Temi di cui forse si è discusso l'altra sera al ristorante di Giovanni Rana. Assieme (dicono i bene informati) alla questione Fiera, al nuovo vicesindaco (Galan punta su Giacino), al traforo delle Torricelle (finanziamenti in arrivo?), allo sblocco dei fondi per la cultura e alle elezioni provinciali. L'unica cosa certa di quella cena, peraltro, è il menù: rigorosamente bipartisan all'inizio (uova e asparagi e ravioli con bruscansi, innaffiati da Valpolicella superiore Roccolo Grassi) poi divaricatosi tra una tartare di manzo, piatto prediletto del sindaco, e la burrata scelta da Galan. Tornando alle questioni politiche, per la presidenza della Fiera (da decidere en- tro il 20 aprile) c'è l'ipotesi del prorettore, Bettina Campedelli e c'è quella di Ettore Riello (al momento impegnato nella sua battaglia interna a Confindustria) che potrebbe essere sostenuto da Alberto Giorgetti. Perché, altra cosa sicura, da An tengono a sottolineare che il nome del successore di Castelletti lo decideranno loro, e nessun altro. E per la presidenza della Provincia? Qui davvero «grande è la confusione». Ogni gruppo del Pdl sembra essere asserragliato nel suo bunker. E il fatto che non sia ancora arrivata né la nomina ufficiale di Alberto Giorgetti a coordinatore regionale, né quella dei coordinatori provinciale e cittadino (in lizza Giancarlo Conta e Massimo Giorgetti) non aiuta a chiarire le cose. Domani ad Affi si riuniranno i seguaci di Aldo Brancher. Che confermeranno il sostegno ad Antonio Pastorello. L’ipotesi di slittamento a dopo Pasqua si rafforza: anche se potrebbe provocare un ingorgo politico col candidato presidente della Provincia da decidere tra il 14 e il 18, il presidente della Fiera da scegliere entro il 20, i dirigenti del Pdl da nominare nella stessa settimana, le liste dei candidati alle europee da presentare entro il 29 e quelle per le provinciali entro il 9 maggio. Lillo Aldegheri VERONA — Sette milioni di euro in meno. La cifra è quanto la Fondazione Cariverona avrebbe valutato al ribasso la stima fatta dal Comune su palazzo Forti, pari a 39,5 milioni. Sembrava che l’accordo per la permuta dell’area dell’ex Mercato ortofrutticolo (valutata poco meno di 40 milioni di euro) con la sede della Galleria d’arte moderna fosse ormai cosa fatta. E che si fosse trovata la quadra sui valori dei due beni da scambiare. Invece potrebbe crearsi un’empasse di natura economica. La Fondazione, proprietaria (insieme a Banco Popolare e Cattolica) dell’area di fronte alla Fiera, per palazzo Forti non sarebbe disponibile, infatti, a pagare più di 32 milioni di euro. Puntando a portare a casa qualcosa in più oltre all’edificio storico, magari denaro contante per le proprie casse. Per scambiare l’intero capitale della Polo Finanziario Spa (in pratica l’ex Mercato ortofrutticolo) con il palazzo, la Fondazione avrebbe quindi chiesto al Comune di colmare la differenza tra le due stime. Resterebbero scoperti circa 7 milioni di euro: tanto quanto l’amministrazione comunale dovrebbe poi saldare a margine della permuta dell’isolato Forti. A palazzo Barbieri, bocche cucite sulla questione. Eppure, a margine della giunta di ieri mattina, c’è stato un incontro tra i vertici della Fondazione Cariverona, il sindaco Flavio Tosi e l’assessore al Patrimonio Daniele Polato. Ufficialmente per valutare le ultime adempienze amministrative per chiudere l’operazione. Ufficiosamente, invece, potrebbe essere stata l’occasione per mettere sul piatto la nuova richiesta della Fondazione. Anche se l’assessore Polato smentisce chiaramente quest’ultima possibilità: «Nell’incontro – spiega – si è discusso solo delle ultime formalità burocratiche da sbrigare e non si è nemmeno sfiorato l’argomento stime. Per quanto ne so la nostra posizione e quella della Fondazione sono rimaste le stesse». Francesco Marchi Cronaca Verona Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 Vinitaly Oggi l’inaugurazione in Fiera, si stimano 160mila visitatori Il riconoscimento Al via la kermesse del vino «La crisi? Il Valpolicella non può lamentarsi» Il Bugiardo, premio alla scaltrezza Sartori, presidente di Uiv: «Il prodotto classico resiste» VERONA — La grande kermesse è ai nastri di partenza. Vinitaly 2009 questa mattina prende ufficialmente il via, pronto ad accogliere una folla imponente (si stimano 160 mila visitatori sino a lunedì, giorno di chiusura). Crisi dei mercati, sostegno alla qualità, promozione del biologico, tutela dell’ambiente, impegno nel diffondere una cultura del bere tra i giovani saranno tra i temi al centro della rassegna che è anche occasione buona per verificare lo stato di salute dei vini veronesi. L’analisi è affidata ad Andrea Sartori, presidente della UIV, l’Unione Italiana Vini. «Chi non può lamentarsi – afferma – è la zona del Valpolicella nel suo insieme. Amarone e Ripasso tengono piuttosto bene, il prodotto classico cerca di resistere. Sul versante opposto si registra qualche difficoltà per il Soave che soffre la concorrenza del Pinot Grigio, oggi probabilmente il bianco italiano di maggior successo in assoluto. Il Lugana, per metà nostro e per metà bresciano, sta ottenendo buoni risultati specie nel sud della Germania mentre il Custoza resta un prodotto tipicamente locale e non riesce a sfondare all’estero ma questo è un vecchio discorso». La maggior criticità del comparto scaligero però è un’altra: «Parliamo di un Bardolino in sofferenza. Non è una questione di qualità, forse di momenti, di mode. Certo chi ha voluto trasformare un Bardolino tradi- zionale, vino fresco, giovane, di facile beva, in una sorta di Valpolicella ha sbagliato strategia. Fortunatamente c’è il Chiaretto che permette di recuperare posizioni grazie alla riscoperta generale dei rosati. Un successo, quest’ultimo, destinato a durare nel tempo, sia sui prodotti fermi sia sui mossi». E intanto proprio il Consorzio di Tutela del Bardolino farà partire a Vinitaly una raccolta di firme allo scopo di opporsi al progetto comunitario che prevede in futuro la realizzazione di rosati «miscelati» tra vini bianchi e rossi. Il Soave invece avanza a piccoli passi nonostante i numerosi premi raccolti nelle guide specializzate del 2009: «Negli ultimi dieci anni – osserva Sartori – si è assistito ad una rinascita di questo prodotto, superiore per qualità al Pinot Grigio, ma il consenso di massa lo si raggiunge soltanto attraverso una comunicazione più incisiva». Chi non deve farsi conoscere è l’Amarone: «Se ne produce troppo, è vero, ma il mercato risponde e quindi i risultati danno ragione alle aziende. Piuttosto è il Valpolicella che in prospettiva rischia di restare schiacciato dalla forza di Amarone e Ripasso e di perdere le sue posizioni. Un fatto che mi preoccupa parecchio». Allargando l’orizzonte al territorio regionale il presidente della Uiv si dice fiducioso: «Le difficoltà non mancano ma il Veneto, sul piano vinicolo, sta meglio di tanti altri, penso ad esempio a grandi come Piemonte e Toscana. Merito delle nostre eccellenze: il Prosecco, forte di 50 milioni di bottiglie vendute nel 2008, il Pinot Grigio e il blocco dei vini veronesi, un must dell’enologia nazionale. E poi il Veneto lo scorso anno è stata la regione più produttiva e vanta un tessuto imprenditoriale di altissimo livello». Stefano Alfonsi In Fiera Oggi l’inaugurazione della 43esima edizione di Vinitaly. Ieri sera l’anteprima con il Gran Galà al teatro Filarmonico Il piano del traffico Migliaia di visitatori: scattano i semafori intelligenti VERONA — Al via da oggi la 43esima edizione del Vinitaly. In cinque giorni di manifestazione, sono attesi in Fiera almeno 158mila visitatori. E per ridurre al minimo i disagi alla circolazione, il Comune da quest’anno ha varato una serie di nuove iniziative, concordate con VeronaFiere. La più importante prevede il posticipo di mezzora degli orari di apertura e chiusura che saranno, quindi, 9.30 e 18.30. Questo per evitare che il traffico portato dai visitatori si sommi a quello generato dall’inizio delle scuole e dal rientro a casa dei lavoratori. Sempre per evitare il caos sulle strade, per la prima volta, i pannelli a messaggio variabile distribuiti nelle vie di accesso alla città daranno informazioni aggiornate sullo stato dei posti disponibili nei singoli parcheggi di Verona. Ad aiutare la viabilità anche i nuovi semafori «intelligenti» centralizzati: la durata del rosso e del verde sarà regolata in tempo reale dal Centro di controllo del traffico. In soccorso dei pedoni, invece, la nuova passerella sospesa che, da quest’anno, collega il parcheggio all’ex Mercato ortofrutticolo con la Fiera, scavalcando il trafficato viale del Lavoro. Potenziato anche il sistema dei parcheggi, 7 con altri 2mila posti ricavati agli ex Magazzini generali che portano il totale a oltre 17mila. Il collegamento con il quartiere fieristico sarà garantito da bus navetta in servizio sui principali percorsi verso parcheggi (alle ex Officine Adige e allo Stadio), centro città, stazione ferroviaria e aeroporto Catullo. Per i pullman turistici diretti ai posteggi della Fiera, poi, il Comune ha stabilito l’esenzione dal ticket di ingresso da 30 euro, con un’apposita ordinanza. Nelle ore di maggior traffico (previste per il mattino) le auto in uscita dal casello di Verona sud verranno indirizzate verso i parcheggi con itinerari alternativi e deviazioni. Il percorso principale rimane comunque quello di via Flavio Gioia-via del Commercio. Chi utilizzerà la tangenziale sud, invece, arriverà al park multipiano da strada dell'Alpo e via Roveggia. Durante l’evento saranno in servizio fino a 130 vigili. Oltre che regolare il traffico, contrasteranno anche il parcheggio abusivo e altri fenomeni illegali, quali la presenza di bagarini, campanellari e l’utilizzo improprio di permessi per disabili. F.M. VERONA — Una cena di beneficenza per presentare i prodotti e le iniziative della Cantina Buglioni al Vinitaly e mostrare i risultati di una ricerca sull’uva Molinara. Martedì sera, all’interno di un salone dell’azienda agricola Buglioni, a San Pietro in Cariano, il titolare della Cantina Mariano Buglioni ha raccontato: «Quello che vivremo sarà un Vinitaly speciale. Quest’anno lanciamo la prima edizione del premio "Il Bugiardo". Un riconoscimento all’ironia, all’intelligenza, alla furbizia e alla scaltrezza. E in veronese "el busiardo", è inteso come furbo e scaltro, dove la bugia non è una mera menzogna ma una "finzione" intelligente per raggiungere uno scopo di grande livello». La proposta 2009 della Cantina al Vinitaly sarà "Lo Zingaro", un vino rosso veronese Igt. Durante la serata, inoltre, è stata bandita un’asta con cinque bottiglioni da cinque litri di Bugiardo. Il ricavato è andato all’Agave, Associazione genitori e amici di bambini autistici veronesi. Il professor Roberto Ferrarini, infine, docente nel dipartimento di Scienze, tecnologie e mercati della vite e del vino dell’Ateneo veronese, ha illustrato i risultati della ricerca sull’uva Molinara. «Un’uva da salvare – ha affermato – perché si tratta di un vitigno autoctono della Valpolicella». (d.g.) VR 8 VR Regione Attualità Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona I servizi Enti e istituzioni Volontari di nuovo in servizio Il questore Luigi Savina: «Il giuramento di servire Il Siulp Silvano Filippi: «La novità non ci piace, il Paese non decade con la pensione, quindi ho accolto la disponibilità di sei ex poliziotti ad aiutarci per ridurre i tempi di attesa allo sportello» nemmeno come cittadini: non ci sta bene che colleghi a riposo, quindi non più vincolati al segreto professionale, trattino dati sensibili» Pensionati in questura per snellire le pratiche Il caso I medici di base scrivono a Sacconi Padova, faranno passaporti e licenze. Insorge il Siulp PADOVA — Ma come, il governo taglia a destra e a manca e non si accorge di un enorme spreco che si consuma sotto il suo naso da quattro anni? Lo ha scoperto Lorenzo Adami, nuovo segretario regionale della Fimmg (medici di base), che ha scritto ai ministri Giulio Tremonti, Renato Brunetta e Maurizio Sacconi per segnalare l’inutilità di milioni di etichette adesive da piazzare sulle ricette per nascondere il nome del paziente se lo richiede. «E’ una conseguenza della legge sulla privacy emanata nel 2005 — spiega Adami — da allora, insieme alle ricette rosse ad ogni medico arrivano le relative etichette, stampate dal Poligrafico dello Stato. Ma che nessuno usa, nonostante negli ultimi quattro anni siano costate 6 milioni di euro (600 mila solo per il Veneto, ndr)». Vanno al macero, anche perchè quasi nessun paziente sa di poter «oscurare» il nome, che comunque basterebbe non scrivere sulla ricetta. Il segretario chiede ai tre ministri di sospendere la stampa delle etichette e destinarne l’importo (che raddoppia se si considerano anche le impegnative per visite, esami e ricoveri ospedalieri) al Fondo per la medicina generale. Per assumere segretarie e infermieri, sempre carenti negli ambulatori. La Fimmg bacchetta anche la Regione, che «travasa» i soldi risparmiati dai medici di famiglia per la farmaceutica territoriale alla rete ospedaliera, invece «in rosso». «Dal gennaio all’ottobre 2008 abbiamo ridotto la spesa di 126,585 milioni di euro, arrivando al 10,8% del budget, contro il 13% di tetto massimo — dice Adami —. Gli ospedali hanno sforato di 136,363 milioni, evidentemente ripianati con il nostro risparmio, che abbiamo proposto alla Regione di indirizzare a un nuovo Fondo di appropriatezza. Servirebbe a pagare servizi logistici ora senza budget, a causa del sot- PADOVA — Capaci, addestrati, affidabili e a costo zero. In questo periodo di crisi e di tagli al comparto sicurezza, i poliziotti in pensione vanno per la maggiore. Tutti li vogliono: i centri commerciali per la vigilanza, il ministro Roberto Maroni per le ronde e ora anche le questure, per affiancare il personale degli uffici. Il primo questore veneto a ricorrervi è quello di Padova, Siulp Silvano Filippi Luigi Savina, che nei giorni scorsi ha sottoscritto una convenzione con il presidente provinciale dell’Associazione nazionale polizia di Stato, Pierpaolo Menini, per poter utilizzare i volontari a supporto dell’attività di rilascio di passaporti, licenze per armi e pubblici esercizi. «Il giuramento di servire il Paese non decade con la pensione — spiega Savina — perciò ho deciso di accogliere la disponibilità manifestata da sei ex agenti e ispettori a darci una mano, con l’unico obiettivo di migliorare il servizio al cittadino. E ridurre ulteriormente i tempi di attesa. Dal 30 marzo i volontari sollevano i colleghi in servizio da piccole mansioni, come fornire informazioni all’utente, mettere le foto sui passaporti, assolvere a compiti di mediazione. Un domani potranno anche tenere lezioni di sicurezza agli anziani — aggiunge il questore — o distribuire opuscoli per evitare truffe. Lavorano alcuni giorni alla settimana per qualche ora, a seconda della loro disponibilità, e fanno risparmiare tempo allo sportello. Niente di più impegnativo». L’iniziativa sta prendendo piede, a macchia di leopardo, anche nel resto d’Italia, un po’ sulla falsariga dell’esperienza maturata nel tempo da altri ex appartenenti a corpi dello Stato, come gli alpini e i carabinieri. Ma il Siulp storce il naso. «I pensionati rientrano nell’organizzazione del lavoro e nessuno avverte il personale in servizio e i sindacati? — si chiede il segretario regionale Silvano Filippi — Se la questura di Padova intende riavvalersi di loro, deve disciplinarne l’attività in modo corretto e dopo una concertazione con i rappresentanti dei la- Sprechi in sanità, sei milioni in etichette finite al macero «Oscurano il nome del malato» Primo in Veneto Luigi Savina, questore di Padova, è il primo del Veneto ad avviare un’iniziativa diffusa nel resto d’Italia Al via La questura di Padova da martedì affianca poliziotti in pensione al personale degli Uffici passaporti e rilascio licenze voratori. Come si devono rapportare con i volontari? La novità non ci piace nemmeno come cittadini, non ci sta bene che poliziotti ormai a riposo, quindi non più vincolati a rapporti gerarchici nè al segreto professionale, possano trattare dati sensibili». E c’è un altro rospo difficile da mandare giù, per Filippi: «Se la polizia è costretta a richiamare in servizio i pensionati, significa che è arrivata alla frutta». Qualche perplessità la esprime anche Graziano Candeo, segretario provinciale del Siulp, che si è accorto della novità quando ha visto in ufficio colleghi in pensione. «Siamo certi della buona fede e della buona volontà dei nostri capi — dichiara — ma ci chiediamo: chi è il responsabile amministrativo per una pratica trattata dai volontari? E la privacy? E ancora: un assistente in servizio può dare disposizioni ad un ex ispettore in quiescenza e viceversa? Facciamo sempre più fatica a destreggiarci in questo caos organizzativo». Michela Nicolussi Moro tofinanziamento della sanità territoriale». Dal 2000, le risorse per tale settore sono scese dal 6,1% al 4,1% del fondo sanitario regionale, nonostante il progetto di affidare la gestione del paziente cronico alla rete territoriale, per liberare i letti ospedalieri. Soprattutto in previsione di un ulteriore taglio di 300 posti per acuti e dell’aggiunta di altri 2071 per post acuti. I medici di base vorrebbero che la metà di questi ultimi fosse attivata nelle case di riposo e affidata al loro controllo. In compenso rinuncerebbero ad altre Utap, gli ambulatori territoriali resi obbligatori in ogni Usl dalla Regione per smaltire i codici bianchi al Pronto soccorso. Ci la- Lorenzo Adami con le etichette (Gobbi) vorano medici, pedriatri di base e Guardie mediche e costano il 2,6 per mille dei 7,6 miliardi di euro del fondo regionale sanitario. «Ora sono 28, ma quando saranno a regime, cioè 40, serviranno 480 mila veneti, il 10% — rileva Adami —. Sarebbe più utile mettere in rete i medici di famiglia tra loro e con gli ospedali, per garantire il continuo scambio di dati tra le varie strutture che si occupano di tutti i cittadini e permettere agli stessi di trovare sempre un dottore disponibile nel quartiere di residenza, anche quando il loro è in ferie». M.N.M. 9 Regione Attualità Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 La Politica Le leggi Avviato il progetto di riforma VR Mara Bizzotto (Lega Nord) «Una mediazione accettabile ma che ci soddisfa solo parzialmente: il nostro obiettivo rimane sempre l’abolizione totale di questi enti» Dimezzati Consorzi di bonifica e poltrone Il consiglio regionale vota la riduzione da 21 a 10 e il dimagrimento dei consigli di amministrazione La critica di Gerolimetto (Fi): «Un errore accorpare i tre Consorzi trevigiani, sono territori troppo diversi tra loro» La riforma VENEZIA — Dimezzati, con un colpo solo. Il sistema dei Consorzi di bonifica del Veneto, eredi (non amatissimi, per la verità) della storica epopea delle terre strappate alle paludi e al capriccio delle acque, uscirà completamente stravolto dal processo di riforma che sta avanzando in consiglio regionale. Il provvedimento non è ancora legge (il voto finale potrebbe arrivare oggi, anche se i potenziali intoppi e le divergenze di opinione non mancano) ma il nucleo della rivoluzione è contenuto in un articolo, il numero 2, che è già stato votato dall’aula: mettendo insieme le diverse proposte, anche dell’opposizione, avanzate nel corso del dibattito, la giunta regionale ha messo a punto e fatto approvare un emendamento che taglia drasticamente il numero dei Consorzi da 21 a 10. Taglio netto La legge di riforma dei Consorzi di bonifica, in discussione in consiglio regionale, è arrivata a un punto di svolta: l’aula ha approvato l’articolo più «pesante», quello che prevede il dimezzamento (da 21 a 10) del numero dei Consorzi, ottenuto accorpando tra loro quelli esistenti. Il provvedimento è il risultato di una mediazione tra le posizioni più radicali, come quelle della Lega (favorevole alla totale eliminazione dei Consorzi, con passaggio delle competenze alle Province) e il progetto originario, che riduceva il numero dei Consorzi a quattordici. Dimagrimento Oltre alla riduzione del numero complessivo, i consorzi superstiti risulteranno dimagriti negli organi dirigenti: i consigli di amministrazione scenderanno da 7 a 5 componenti, mentre le assemblee consortili d’ora in avanti saranno composte da 20 rappresentanti anziché 30. I superstiti Lo stesso articolo individua anche la mappa dei nuovi Consorzi, frutto degli accorpamenti tra quelli esistenti: 1) Adige-Garda, Agro Veronese, Tartaro, Tione, Valli Grandi e Medio Veronese; 2) Padana Polesana, Polesine, Adige-Canal Bianco; 3) Delta Po-Adige; 4) Riviera Berica, Zerpano, Adige Guà, Medio Astico, Bacchiglione; 5) Pede- Questa mattina S’inaugura il Vinitaly Consiglio a rischio Epopea La sala macchine delle idrovore al Museo della bonifica di Porto Tolle, nel delta del Po montano Brenta; 6) Adige Bacchiglione, Euganeo; 7) Bacchiglione Brenta; 8) Dese Sile, Sinistra Medio Brenta; 9) Destra Piave Pedemontano, Brentella di Pederobba, Pedemontano Sinistra Piave; 10) Basso Piave Pianura Veneta tra Livenza e Tagliamento. L’opera di dimagrimento dei Consorzi è completata dal taglio dei consigli di amministrazione, che scenderanno da 7 a 5 componenti, e dalla riduzione delle assemblee consortili, che d’ora in avanti saranno composte da 20 rappresentanti anziché 30. Favorevoli e contrari Mara Bizzotto, la pasionaria della Lega Nord che ha dichiarato ai Consorzi di bonifica una guerra senza quartiere, ha messo in chiaro: «Questo dimezzamento è una mediazione accettabile ma ci soddisfa solo parzialmente. Il nostro obiettivo - ha insistito la consigliera vicentina - rimane sempre l’abolizione to- tale di questi enti, ma purtroppo non la pensano così le altre forze di maggioranza né il Pd, che non ci hanno voluti seguire sulla strada della radicale cancellazione». Le opinioni divergono in maniera ancora più netta quando si scende nel particolare. Amedeo Gerolimetto, consigliere trevigiano di Forza Italia, ha voluto mettere a verbale tutta la sua contrarietà per la creazione di un unico Consorzio nella Marca, figlio VENEZIA — Il vino contro l’acqua in consiglio regionale. I Consorzi di bonifica? Non sono così urgenti da rinunciare all’inaugurazione del Vinitaly, la grande manifestazione enologica che apre questa mattina nei padiglioni della Fiera di Verona. Sembra proprio che diversi consiglieri di maggioranza, oltre ad alcuni assessori, siano fermamente intenzionati ad essere presenti questa mattina allo stand della Regione Veneto al Vinitaly, che sarà inaugurato alle 12 e 30 dal governatore Galan e dal vice Manzato, alla presenza del ministro trevigiano per le Politiche agricole, Zaia. Perciò non potranno essere in consiglio, convocato a Venezia alle 10 e 30 per proseguire le votazioni sulla riforma dei Consorzi di bonifica. La previsione, a questo punto, è facile: vuoi scommettere che stamattina non ci sarà il numero legale per iniziare i lavori? Rimane il pomeriggio, tasso alcolico dei presenti permettendo. della fusione fra i tre esistenti: «Per molti anni sono stato consigliere del Brentella - ha premesso - e quindi conosco bene la realtà della bonifica. L’accorpamento di territori così diversi dal punto di vista idraulico, comporterà grandi difficoltà nella gestione delle strutture consortili e non consentirà di risolvere i problemi idraulici esistenti». Gli intoppi La strada che porta all’approvazione finale del provve- dimento, in ogni caso, rimane irta di ostacoli. Ieri pomeriggio, per esempio, la Lega è andata per conto suo sulla norma che regola le fasce di rappresentanza degli utenti nei Consorzi, votando contro (l’articolo è stato comunque approvato). Subito dopo, come immediata conseguenza, è saltato il numero legale e la seduta è stata tolta. Dispettucci fra alleati, che costano tempo e fatica per ricucire. A.Z. Il caso Il dirigente regionale sostenuto da un fronte che va dal Pdl al Pd Quella legge bipartisan per riconfermare Vernizzi Sul Passante Silvano Vernizzi (secondo da destra) con l’assessore Renato Chisso, il governatore Giancarlo Galan e il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro Veneto Strade, in commissione ok alla norma che consente il terzo mandato Al Consiglio di Stato Attesa per la Pedemontana Il vincitore potrebbe cambiare Il tracciato Cittadini visionano il percorso della futura Pedemontana Veneta ROMA – Le parti hanno atteso trepidanti fino a tarda serata, ma dopo l’udienza di martedì il dispositivo non è ancora stato notificato. Come sempre succede a Roma, però, le voci si rincorrono e sarebbero clamorose: dopo la decisione di dicembre di sospendere l’assegnazione dell’appalto della Pedemontana Veneta all’associazione di imprese guidata da Impregilo, i giudici della V sezione del Consiglio di Stato avrebbero confermato che la gara avrebbe dovuto essere vinta dai loro concorrenti, cioè gli spagnoli del consorzio Sis. In attesa delle conferme ufficiali, un simile esito costringerebbe la Regione Veneto, che nelle cause amministrative si era schierata al fianco dell’Impregilo, ad assegnare a Sis la costruzione dell’autostrada di 90 chilometri da Spresiano a Montecchio Maggiore, a meno di non cancellare la gara, con tutti i rischi connessi. A.Zo. VENEZIA — Che si tratti di uno bravo, è opinione diffusa al punto da sfiorare l’unanimità. Caso mai il problema, se di problema si tratta, è che Silvano Vernizzi - l’uomo del Passante di Mestre, per intenderci - è talmente bravo che non se ne può fare a meno. Anche quando le leggi obbligherebbero a congedarlo per raggiunto limite dei mandati. Il punto è proprio questo. L’ingegner Vernizzi, dirigente regionale al massimo livello, è già stato nominato per due volte consecutive (dal 2001 a oggi) alla carica di amministratore delegato di «Veneto Strade», la società pubblica per la gestione e manutenzione della rete stradale costituita da Regione (30 per cento), Province (50 per cento) e concessionarie autostradali (20 per cento). A rigor di norma - anche se l’interpretazione del caso specifico presenta elementi controversi -, non potrebbe concorrere per un terzo mandato: su questo, la legge del 1997 che regola le nomine e le designazioni agli incarichi pubblici parla chiaro, in ossequio al principio generale del ricambio. Ciò non di meno, Vernizzi ha ripresentato la sua candidatura e la politica regionale ha risposto con un’iniziativa di rara trasversalità: consiglieri di maggioranza (Sernagiotto, Degani, De Boni, Cortelazzo, Grazia, Laroni, Bertipaglia, Piccolo e Tesserin) e di minoranza (Marchese del Pd, che addirittura è il primo firmatario e relatore del provvedimento, Frigo, Gallo, Foggiato, Rossato, Covi e Cancian) hanno sottoscritto una proposta di legge per «correggere» la normativa sulle nomine. Tutti per Vernizzi, insomma, con una significativa eccezione: quando la commissione Affari istituzionali, il 24 marzo, ha licenziato la pratica per l’aula, la Lega Nord si è astenuta. All’atto pratico, la «correzione» che si vuole introdurre è persino banale: nel conteggio totale, non si tiene conto del primo mandato effettuato dall’amministratore delegato di «Veneto Strade». Questo perché - è spiegato nella breve relazione che accompagna il provvedimento - la legge isti- tutiva di «Veneto Strade» prevedeva che, in sede di avvio della nuova società creata nel 2001, la nomina degli amministratori fosse attribuita in via straordinaria al presidente della Regione (anziché al consiglio regionale), consentendogli di utilizzare dirigenti regionali esperti e di fiducia dell’amministrazione - come Silvano Vernizzi - in modo da garanti- re l’immediato avvio operativo della società. In sostanza: quel primo mandato era un caso eccezionale e non va computato. In Regione, però, hanno messo a fuoco il problema soltanto una volta che il bando per le nuove nomine in «Veneto Strade» era stato lanciato. Tanto che agli uffici del consiglio regionale sono arrivate, entro i termini previsti, ben centocinquanta candidature, tra gli aspiranti a un posto da semplice consigliere d’amministrazione e i pretendenti al ruolo di amministratore delegato (il presidente, per la cronaca, viene scelto tra gli amministratori indicati dalle Province). Di fronte al dilemma rappresentato dal caso di Vernizzi, la politica è corsa precipitosamente ai ripari: le nomine e il relativo bando sono stati temporaneamente congelati, in attesa di trovare una soluzione che mettesse al riparo la procedura di designazione da eventuali ricorsi dei candidati esclusi. L’unico modo sicuro, evidentemente, era cambiare la normativa, scomputando per legge quel primo mandato «straordinario». Dovrà essere il consiglio regionale a stabilirlo ma, nel passaggio in commissione, questa via d’uscita ha registrato il consenso assolutamente bipartisan di Forza Italia, An, Udc, Nuovo Psi, Partito Democratico, Italia dei Valori, Rete civica. Un’autentica rarità. Alessandro Zuin 10 Regione Attualità Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona VR Il lavoro Le distorsioni VENEZIA — Riduzione in schiavitù, buste paga anomale, finte assunzioni, ferie camuffate, società apri e chiudi, contratti capestro. La procura di Venezia ha puntato i riflettori sui capannoni della Fincantieri, leader mondiale della cantieristica navale e ultimo colosso interamente statale (100% proprietà di Fintecna, finanziaria del Tesoro) per tentare di scoperchiare il pentolone che sta cambiando radicalmente il mondo del lavoro: quello dell’esternalizzazione alle ditte d’appalto e dei mutanti rapporti fra classe operaia e queste ultime. Sotto gli azzurri capannoni della più grande azienda pubblica italiana, dalla quale sta uscendo l’ultima regina dei mari della Costa crociere, la Luminosa, gli inquirenti stanno infatti scandagliando alcune sospette relazioni industriali. Si occupano cioè dei nuovi Cipputi: più timorosi, meno tutelati, pedine importanti di quest’epoca già ribattezzata post-fordista. I nuovi Cipputi L’esercito dei dipendenti delle piccole ditte d’appalto della Fincantieri di Porto Marghera (la sede del gruppo è a Trieste), soprattutto extracomunitari con l’esigenza di avere un contratto per rimanere in Italia, ha ormai di gran lunga superato quello dei dipendenti diretti dell’azienda pubblica: 2.600 contro 1.200. Tutti assunti da un numero impressionante di piccole società, oltre 500, che frammentano l’attività del cantiere in centinaia di cellule operative riducendo ai minimi termini i diritti sindacali dei lavoratori. I quali stanno contribuendo in modo decisivo a sfornare navi mercantili e passeggeri che nel 2008, a fronte di una sensibile riduzione degli ordini (dai 4,5 miliardi del 2007 ai 2,5 dello scorso anno), hanno portato i ricavi al record storico di 2,9 miliardi per un utile netto di 10 milioni. L’ipotesi La polizia giudiziaria è partita da un sospetto: che alcune ditte paghino i loro dipendenti solo in parte. Cioè, sulla busta paga figura il minimo sindacale, 1.200 euro o giù di lì, ma la società versa al lavoratore appena 7-8-900 euro. Una condizione di sfruttamento sulla quale giocherebbe un ruolo importante l’aspetto psicologico della minaccia: accettazione o licenziamento che, nel caso degli extracomunitari, significherebbe anche rimpatrio. In una denuncia pervenuta in procura si ipotizzano situazioni paradossali. E’ il caso di una società di allestimenti navali che ha fatto arrivare dall’estero, in un anno, un numero di lavoratori asiatici decisamente superiore al proprio organico. Domanda: dov’è finita l’eccedenza? Quali sono gli interessi che si celano dietro un’operazione del genere? Altro capitolo riguarda la proprietà di una Indagine della procura di Venezia I nuovi Cipputi Lo sfruttamento Ci sarebbe un sottoproletariato, composto da stranieri, che pur di non perdere posto e permesso di soggiorno, lavorerebbe in condizioni disumane Sospetti su buste paga anomale, finte assunzioni, ferie camuffate, società apri e chiudi, contratti capestro Fincantieri, inchiesta sugli operai «schiavi» nata di un amministratore italiano di origini meridionali con quella di uno straniero. Nel mirino le micro imprese vincitrici di appalti e subappalti L’indagine dopo un esposto: paghe «finte», nessuna regola Un esercito ai margini Il numero delle ditte che ruotano attorno a Fincantieri ha superato di gran lunga quello dei dipendenti diretti: 2.600 contro 1.200 miriade d’imprese. Sono tutti titolari reali o si nasconde qualche testa di legno che copre interessi superiori? I sindacati puntano il dito sulla condizione di decine di operai costretti di fatto a lavorare in nero attraverso il sistema della cosiddetta «paga globale» che monetizza e forfettizza tut- 500 Sono le micro imprese che lavorano per Fincantieri e che avrebbero al loro interno un sistema di regole completamente diverso da quello dell’azienda madre e dei suoi 1200 operai regolarmente assunti to: straordinari, salute, sicurezza, ferie. Una buona parte legata a ditte sotto i 15 dipendenti e quindi senza rappresentanze sindacali né delegati alla sicurezza, condizione di debolezza che consiglia di evitare la denuncia della loro condizione per non rischiare il posto. Esercito di riserva Alcuni arrivano a fare 250 ore al mese e il loro lavoro è strettamente connesso alle esigenze del momento della piccola struttura la cui dimensione non consente elasticità di orari e di assunzioni. E’ in questo quadro che si inserisce il cosiddetto «esercito di riserva», gli ultimi degli ultimi, cioè alcune centinaia di operai che vivono ai margini della fabbrica e che vengono chiamati alla bisogna. Fenomeno nel fenomeno è quello della doppia proprietà. Ci sono aziende che vengono amministrate insieme da uno o più italiani e da un extracomunitario, il quale serve alla società per agganciare i suoi connazionali da portare in Italia (spesso via Genova), molti dei quali arrivano in azienda grazie a lui. Si sta affermando anche una stranezza: la regia combi- Cantieri navali Fincantieri, leader mondiale della cantieristica navale e ultimo colosso interamente statale (100% proprietà di Fintecna, finanziaria del Tesoro) ha chiuso il 2008 con oltre due miliardi di euro di ricavi e un utile di dieci milioni di euro. La procura ha posato la lente d’ingrandimento sulle condizioni di lavoro all’interno dei cantieri Aziende miste La società Rocx, per esempio, specializzata in lavori di carpenteria e saldatura navale, trenta dipendenti, ha sede nel Veneziano e risulta guidata da tale Osman Hossain, un trentottenne del Bangladesh residente a Mestre. E’ stato nominato al vertice della società l’11 febbraio di quest’anno. Prima c’erano anche il sessantasettenne Giuseppe Ruggi di Taranto e un suo corregionale, il trentatreenne di Lentini Daniele Cassarino. Quest’ultimo risulta attualmente amministratore unico di un’altra società, la Eurotecnica, specializzata nel montaggio di impianti navali, anche questa con 30 dipendenti. Eurotecnica era in precedenza amministrata da un uomo proveniente dalle terre asiatiche: Hazari Saiful Islam, un trentasettenne bengalese di Comilla che ha tenuto il timone fino all’aprile dello scorso anno. Gestioni miste, insomma, che investono quasi esclusivamente su un capitale umano in arrivo da Oriente, a basso costo e molto produttivo. Rock ed Eurotecnica sono solo due esempi. La paura Ce ne sono altre che operano con il Maghreb, in particolare la Tunisia. Altre ancora più semplicemente con operai italiani inquadrati con il sistema della paga globale. Come Giovanni, un siciliano di Siracusa stoppato sabato scorso all’ingresso dei cantieri dal picchetto protestatario di Stefano Castigliego della Fiom. Giovanni sintetizza così la sua odissea: «Se non lavoro non mi pagano...Ho cambiato tre ditte in pochi anni, tutte dentro la Fincatieri. Due sono fallite e una alla fine non mi ha neppure versato lo stipendio... Penso che il proprietario sia lo stesso». Castigliego, che è un metalmeccanico dipendente diretto di Fincatieri, cioè un privilegiato a paga non globale, si scalda: «E devi denunciarle queste cose!.. Lo so lo so, c’è il timore di rimanere a casa ma se non le dite queste cose non si potrà mai fare nulla». Il siciliano avrà una cinquantina d’anni. Prima lo fulmina con gli occhi, poi si controlla: «Sì, e poi vengo a casa tua a mangiare, michia». Teme ripercussioni padronali perché ha famiglia, figli, bisogno. Non è un metalmeccanico come Castigliego. E se gli chiedi il cognome ti guarda e scuote la testa sorridendo. Mentre il sindacalista, naturalmente, può dirlo: «Io? Stefano Castigliego, con la g». Lui, invece, sospira: «Eh, tu puoi». Andrea Pasqualetto La manifestazione Appuntamento sabato al Circo Massimo. Viafora: «Veneto a rischio sociale. Superati i 2 milioni di ore di Cig» Cgil, la carica dei 12mila a Roma contro l’accordo separato MESTRE — «Saremo in 12mila per dire no all’accordo separato»: la Cgil Veneto prepara lo sbarco a Roma, per la manifestazione in programma sabato 4 aprile al Circo Massimo. Il segretario regionale Emilio Viafora snocciola i dati delle oltre 4.000 consultazioni organizzate tra febbraio e marzo tra i lavoratori e i pensionati. «Il no all’accordo separato sul modello contrattuale ha stravinto, con il 94,25% delle preferenze. E non si tratta solo di voti della Cgil, perché in moltissime aziende hanno votato anche gli iscritti agli altri sindacati». La percentuale più alta si è registrata nella provincia di Venezia (95,96%), seguono Padova (95,29) e Rovigo (94,77): oltre 160mila i voti raccolti in tutta la regione. Un risultato pressoché plebiscitario, frutto senza dubbio della crisi. «Ma alcuni indicatori evidenziano che siamo alle porte di un peggioramento della situazione, con l’aggravante che l’esaurimento di alcuni elementi che finora hanno in qualche modo permesso di assorbire le ricadute, rischi ora di fare esplodere un pesante problema sociale». Viafora analizza settore per settore il quadro: «Il metalmeccanico è quello che soffre di più, e le politiche del governo sono inutili. A cosa serve la rottamazione se c’è un calo così drastico dei consumi? Non ci sono più soldi». Crisi gravissima anche nel settore chimico, con il caso più eclatante di Porto Mar- 2.331.000 Sono le ore di cassa integrazione di febbraio nel Veneto. 1.676.000 di ordinaria, 655mila di straordinaria contro le 795mila ore totali del febbraio 2008 ghera e con il 70% delle aziende di Murano che è interessato da chiusure o ricorso agli ammortizzatori sociali. «Pesanti - aggiunge il sindacali- sta — sono le difficoltà nel calzaturiero e nell’occhialeria, così come in tutto il comparto edilizio (dove si registra un calo del fatturato del 70% Sono le aziende di Murano in difficoltà. Segnali negativi in tutti i settori, compreso il turismo. Pasqua sarà magra, secondo gli operatori, soprattutto a Venezia In piazza Un corteo della Cgil. A Roma 12mila veneti 30%), nel settore del mobile e del legno in generale, del marmo (a Verona) e dei manufatti in cemento (Bassa padovana e Treviso)». Pasqua, secondo la Cgil, sarà magra per il turismo, soprattutto nei centri storici (Venezia in testa), con un consistente calo delle prenotazioni. E nel commercio continua la chiusura dei piccoli negozi, mentre i grandi centri commerciali hanno già da tempo iniziato a ridurre gli organici all’osso. «Questi problemi si stanno facendo sentire in modo diffuso anche nelle agenzie di lavoro — dice Viafora — sono ben 17 quelle che in queste settimane hanno richiesto riduzione di organico, perché il crollo nell’utilizzo del lavoro somministrato (-30% in Veneto) si ripercuote proprio sulle agenzie». E poi c’è tutto il capitolo dei tagli di organico nel pubblico impiego e nella scuola, che secondo la Cgil porteranno a una riduzione di 2.237 docenti e 1.109 non docenti nella nostra regione. Un quadro a tinte foschissime. «Lo dimostrano — conferma Viafora — gli ultimi dati sulle ore di cassa integrazione autorizzate: nel febbraio 2009 sono state 2.331.000 (1.676.000 di ordinaria, 655mila di straordinaria), contro le 795mila ore totali del febbraio 2008: siamo ormai a più del triplo». Tutti motivi che hanno portato alla mobilitazione del 4 aprile. «Ci stiamo organizzando con treni e pullman, saremo almeno 12mila, dal Veneto, a protestare: tutti i governi si mobilitano mentre quello italiano pensa ad altro». Giuliano Gargano 11 Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 VR Le Città Impresa Il programma Un festival contro la crisi Innovazione e creatività: oggi prende il via la kermesse che toccherà cinque zone del Nord Est. A confronto imprenditori, professori e politici C inque capitali della periferia nordestina, cinque temi di fondo che esplorano la relazione fra il superamento della crisi e l’innovazione necessaria, questa volta non per forza solo tecnologica. Il percorso del secondo Festival delle Città Impresa, da oggi al 5 aprile, organizzato e promosso da Nordesteuropa.it e dal Corriere della Sera, torna a cercare risposte su ciò che siamo e che potremo diventare collegando zone delle tre regioni, tra esse anche piuttosto lontane, con una ragnatela di 50 incontri intitolata, quest’anno, «Innovare per vincere la crisi. Idee e strategie per persone, aziende e territori». L’articolazione scelta assegna dei «settori d’indagine» a ciascuna delle aree che ospiteranno le tavole rotonde, e vede Rovereto occuparsi di «Una nuova spinta dall’energia», Schio affrontare il tema «La formazione creativa. I talenti del futuro» e i comuni del Camposampierese quello definito «Urbi et archi. Lo sviluppo della città policentrica». Fra Montebelluna ed Asolo, quindi, gli esperti si soffermeranno su «Innovare per vocazione» mentre a Maniago il campo di indagine è «La qualità dell’impresa. Che c’è di nuovo nella competizione». Fra le molte decine di relatori, scelti fra ricercatori, docenti universitari, scienziati, imprenditori, giornalisti ed amministratori, è prevista la presenza di un nutrito gruppo di politici veneti e non. «Lo scorso anno il Festival è stato una start-up, con connotazioni piuttosto sperimentali – spiega l’organizzatore, Filiberto Zovico, editore di Nordesteuropa.it – mentre questa edizione assomiglia molto di più a ciò che ci proponevamo di fare all’inizio. La chiave è quella di conferire al Nordest un’immagine metropolitana, un’area vasta che riesce a portare all’estero l’insegna dell’Innovation Valley, vale a dire il sistema di di GIANNI FAVERO realtà imprenditoriali distribuite grosso modo sull’area pedemontana e che si è trasformato dalla galassia di piccole imprese della subfornitura che lo ha reso famoso negli anni ’80 e ’90 al fenomeno internazionale che oggi si confronta con il mondo in modo molto diverso ed evoluto». «Una manifestazione policentrica – si accoda Enzo Rullani, presidente del Comitato scientifico del Festival – realizzata in quella che con disprezzo viene detta periferia. Periferia nella quale si crea la vera innovazione, periferia che nutre il centro e lo sostiene, periferia fatta di imprese, certo, ma soprattutto di persone in stretto rapporto con il territorio». Per accennare al programma, nel cartello- Nord Est metropolitano Il festival, organizzato da Nordesteuropa.it, si concluderà il 5 aprile. Collegherà tre regioni con 50 incontri. Titolo: «Innovare per vincere la crisi. Idee e strategie per persone, aziende e territori». Riflessioni su un territorio policentrico LIGNANO SABBIADORO VICINISSIMO AL PORTO Impresa vende direttamente Nuovi appartamenti con soggiorno-cottura, loggia, due camere, due servizi, enormi terrazze abitabili, posto auto. Aria condizionata, riscaldamento autonomo, pannelli solari, grandi vetrate con finestre scorrevoli. Alto livello di finitura. Tel 335/5439250 - 348/3843097 BNB COSTRUZIONI ne di Rovereto, focalizzato sui temi dell’energia, vanno posti in evidenza in particolare gli appuntamenti di oggi. In tema di nuove tecnologie per l’ambiente interverrà il vice presidente di Confindustria, Antonio Costato, mentre in serata è atteso Jeremy Rifkin, l’economista americano famoso per i suoi studi sull’impatto dei cambiamenti scientifici sull’economia globale. A Schio si parlerà in contemporanea di «Acquisti verdi e nuove tecnologie» e dell’«Uomo nell’età della tecnica», con il filosofo Umberto Galimberti. L’indomani i riflettori saranno puntati sulle «Nuove frontiere della formazione superiore» e sulla «Scuola d’innovazione», con la partecipazione del professor Vincenzo Milanesi, rettore dell’Università di Padova, il professor Pier Francesco Ghetti, rettore di Ca’ Foscari, e Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Vicenza. Da Schio ai comuni dell’area di Camposampiero, dove domani si affronterà un tema più che mai caro all’imprenditoria, vale a dire quello del «Semplificare per competere». Successivamente, a Piazzola sul Brenta, è previsto un dibattito sulla «Ripresa in chiave micro» mentre domenica 5, ancora a Borgoricco, le riflessioni saranno concentrate sul passaggio «Dal capannone alla città diffusa». A Montebelluna oggi è in programma il debutto dello spettacolo teatrale «Canto per la metropoli Nordest», di Pino Costalunga su testo di Gigi Copiello, ed il giorno dopo, ad Asolo, il governatore veneto, Giancarlo Galan, parlerà sul tema del «Costruire la vocazione dei territori». Luca Zaia è atteso per l’indomani, a Montebelluna, con un intervento sul rapporto fra territorio e cultura locale. L’evento forse centrale nella quattro giorni di Maniago, infine, è la tavola rotonda intitolata «Più attrattivi, più competitivi», le cui conclusioni sono affidate al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. La manifestazione di apertura del festival si tiene oggi alle 17.30 a Rovereto alla presenza di Piergaetano Marchetti (nella foto piccola), presidente della Rcs. Uno dei primi nomi illustri nel programma di Schio è quello del filosofo Umberto Galimberti, stasera al teatro Astra, che si soffermerà su «L’uomo nell’età della tecnica». Domani, a partire dalle 17.30, allo spazio Lanificio Conte, spicca il confronto fra i rettori delle università di Padova e Venezia. Subito dopo parlamentari, banchieri e industriali, fra i quali Massimo Calearo e Fabio Gava, si confronteranno su «Il nuovo equilibrio dopo la crisi». Ancora domani, ma al teatro «Aldo Rossi» di Borgoricco, il tema del mattino sarà «Semplificare per competere», tavola rotonda fra imprenditori, sindacalisti, amministratori pubblici e parlamentari: interverranno Francesco Peghin (Confindustria Padova) e il senatore Maurizio Castro. Nel pomeriggio, a Piazzola sul Brenta, l’argomento da affrontare è quello della «Ripresa in chiave micro», evento al quale parteciperanno, fra gli altri, la presidente di Veneto Sviluppo, Irene Gemmo, il presidente di Unioncamere Veneto, Federico Tessari, e il segretario confederale Cisl Giorgio Santini. Di nuovo a Borgoricco, domenica mattina, la tavola rotonda avrà come titolo «Dal capannone alla città diffusa», fra sociologi, industriali, giornalisti e docenti universitari. Il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, è atteso per il pomeriggio di venerdì alla Fondazione Fornace, ad Asolo, per intervenire sul tema «Costruire la vocazione dei territori» mentre la sera, alla biblioteca di Montebelluna, scrittori, musicisti ed editori svilupperanno la questione di come poter oggi raccontare il Nordest. Stessa sede, l’indomani, alle 11, per un dibattito su «Territorio e cultura locale: radici e futuro nell’era della globalizzazione». Convention di artisti, alle 15, alla Fondazione Fornace, per «Periferia creativa. Giovani artisti a Nordest», mentre domenica 5, a conclusione della quattro giorni del Festival nel montebellunese, nella biblioteca Sandro Buzzatti interpreterà «Filò», di Andrea Zanzotto. 12 Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona 13 Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 VR VR Il Festival delle Città Impresa Comunicare L’architetto e le origini Le piccole e medie imprese Il nome di Palladio, al pari di marchi come Diesel o Benetton, è diventato così un marchio globale. La grandezza dell’architetto vicentino è legata al suo essere stato uno straordinario comunicatore Dalla villa all’azienda Nascono le «piccole capitali» U L’incontro «Capannone Andrea Palladio» è il titolo provocatorio dell’incontro al quale parteciperà Guido Beltramini e che si svolgerà stasera (ore 20.30) a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova (nella foto), presso la sede della fondazione G.E. Ghirardi. Il tema del dibattito è «Come e perché le ville di Palladio erano i centri produttivi della sua epoca». Oltre al direttore del Centro Studi Andrea Palladio, prenderanno parte alla discussione l'architetto Aldo Cibic e l'economista dell'università di Verona Edoardo Demo. Modera Alessandra Carini, mentre l'intervento introduttivo è affidato alla presidente del Cisa e parlamentare europeo Amalia Sartori. spazio veniva dato ai luoghi e alle funzioni dell’agricoltura: a queste erano generalmente dedicate le ali, che con i portici contenevano gli spazi dove ricoverare i cavalli, le stalle; non mancava il fienile orientato a sud, l’orto e il brolo, ovvero un piccolo giardino interno per gli alberi da frutto. Le ville risaltavano nella campagna circostante, come una sorta di «grandi astronavi bianche con gli stemmi della famiglia in evidenza sul timpano». «Ancora per tutto il ’400 il territorio veneto era selvaggio e la scommessa delle grandi famiglie veneziane, come i Grimani o i Corner, era di essere protagoniste della trasformazione di paludi e boschi in nuovi campi fertili». Una rivalutazione del territorio divenuta centrale dopo la scoperta delle Americhe, che rese improvvisamente periferico il Mediterraneo per le grandi rotte del commercio mondiale, relegando la Serenissima in un vicolo cieco della storia e dell’economia globale. «In Lombardia una proprietà agricola poteva annoverare anche 10mila campi, mentre in Veneto ogni Villa faceva riferimento - nota Beltramini ad una proprietà di 500 o 800 campi al massimo: ecco perché nella nostra regione nascerà un tessuto di piccole e medie imprese, mentre la grande industria è sorto nell’Italia nord-occidentale». Da questa configurazione dipenderanno gli esiti dell’industrializzazione del territorio. «È questa la radice antica sottolinea il direttore del Cisa - del policentrismo e dei tanti distretti del Veneto». Tra il Veneto del Palladio e quello attuale c’é «una similitudine e una mostruosa differenza». La somiglianza è che ❜❜ «Questo territorio è un laboratorio di nuovi assetti produttivi, nuove forme di lavoro e di trasformazioni sociali. Di sicuro ciò con cui avevamo a che fare è scomparso e il nuovo ancora non si mostra» Parla lo scrittore padovano Bugaro «C La centrale di teleriscaldamento a Chiusa e, nella foto piccola, la Rotonda, una delle più famose ville palladiane Palladio rappresenta un classico «self-made man», come molti imprenditori veneti Una società tra nuovo e vecchio «Una transizione che sta cambiando le nostre abitudini» Le origini del policentrismo e dei tanti distretti veneti na sintesi magistrale tra le esigenze della logistica e quelle della bellezza. Le ville venete erano capannoni industriali ante litteram e, allo stesso tempo, una sorta di «capitali della campagna». Lo afferma Guido Beltramini, direttore del Cisa-Centro Studi Andrea Palladio, anticipando i contenuti dell’incontro promosso dal centro nell’ambito del «Festival delle Città Impresa». «Siamo abituati a vedere le ville venete come dei meri luoghi di villeggiatura, quando in realtà - spiega Beltramini - nel ’500 esse nascono come vere e proprie "macchine" per l’agricoltura». Tra i più chiari esempi Villa Emo a Fanzolo di Vedelago, Villa Barbaro a Maser, Villa Badoer a Fratta Polesine, Villa Saraceno a Finale di Agugliaro. «Andrea Palladio riesce a fare di queste fattorie di campagna degli esempi di grande architettura, trasformandole - aggiunge Beltramini - in una sorta di capitali della campagna, che erano centri del potere politico locale, centri di credito informale ai quali si rivolgevano gli abitanti dei borghi circostanti e, naturalmente, centri di produzione». Il Palladio dedicava la prima fase della progettazione agli aspetti della logistica, perno per il lavoro che si svolgeva attorno alla villa. Grande In Lombardia una proprietà agricola poteva annoverare anche 10mila campi, mentre in Veneto ogni villa aveva 500 campi. Ecco perché nella nostra regione è nato un tessuto di piccole e medie imprese «oggi come allora i centri di produzione sono - afferma Beltramini - disseminati in tutto il territorio», d’altro canto però «se le Ville oltre ad essere utili e funzionali erano anche belle, lo stesso non si può dire - nota il direttore del Cisa - degli attuali luoghi di produzione». Ma non mancano le eccezioni: «Nel Veneto si trovano diverse realtà industriali architettonicamente di qualità, come la fabbrica Benetton firmata da Tobia Scarpa, la fabbrica Lowara fatta da Renzo Piano, o ancora il grande "cubo" della Dainese». Nella propria crescita da umile scalpellino e tagliapietra a grande architetto, il Palladio rappresenta un classico «self-made man», delineando un percorso simile a quello di molti imprenditori veneti. «La grandezza dell’architet- to vicentino è legata al suo essere stato uno straordinario comunicatore: Palladio è stato il primo che si rese conto che, oltre a produrre, era necessario comunicare, pubblicando in quattro libri la propria opera. Il suo nome d’arte, al pari di marchi come Diesel o a Benetton, è diventato così - conclude Beltramini - un marchio globale». Massimo Favaro i si sveglia la mattina con un sottile senso di angoscia, quella di non riuscire più ad avere in mano il governo della nostra vita». Accade un po’ ovunque, in Italia come probabilmente in tutto l’Occidente. Accade forse di più a Nordest. Ne è sicuro Romolo Bugaro, avvocato padovano con il mestiere parallelo della scrittura e di investigatore dei nuovi sentimenti, uno fra i sei relatori – gli altri sono Isabella Bossi Fedrigotti, Mauro Covacich, Cesare De Michelis, Giovanni Montanaro e Vitaliano Trevisan - della tavola rotonda in programma domani alla biblioteca comunale di Montebelluna, nell’ambito degli incontri del secondo Festival delle Città Impresa. «Quando un territorio è un laboratorio di nuovi assetti produttivi, nuove forme di lavoro e di trasformazioni sociali – spiega inevitabilmente quel territorio diventa anche un laboratorio di nuovi assetti dell’interiorità». Vuole dire, in sostanza, che noi a Nordest ci siamo svegliati una mattina sco- prendo di non essere improvvisamente più quelli di ieri? «Diciamo che stiamo realizzando di essere nel mezzo di una transizione. Di sicuro ciò con cui avevamo a che fare è scomparso ed il nuovo ancora non si mostra». C’è il modo di far vedere Lo scrittore Romolo Bugaro una specie di corrispondenza fra quello che accade al di fuori e ciò che invece riguarda il nostro privato? «Prendiamo la dimensione più universale e comune, quella dell’amore. Da millenni ne scrivono letterati e musicisti, per la cinematografia è un argomento inesauribile. Ecco, quella che oggi viene messa in discussione è la stabilità, vale a dire quella com- ponente sognata da sempre come una costante. Le parole che si dicono in amore, le promesse, sono crisalidi vuote». E questo è legato alla variabilità di tutto il resto «La stabilità nel lavoro non c’è più, il precariato dilagante fa venir meno, tra gli altri, il valore dell’insegnamento, della trasmissione del sapere. Come si può fare formazione a vantaggio di persone che fra qualche giorno non ci saranno più? Così la perdita di stabilità si propaga a cascata su tutti gli altri ambiti dell’esistenza, privato compreso. Siamo rassegnati all’idea che nulla e nessuno potrà mai fornirci delle garanzie personali, neppure a 60 anni». Dimensione professionale a parte, dov’è che è saltato il vecchio modo di coltivare le relazioni fra le persone? «Pensiamo alla tecnologia. Nel momento in cui un individuo è costantemente connesso con una molteplicità di altri individui, quando è sempre raggiungibile, automaticamente il senso dell’attesa, così gravido di cose e di sentimenti, scompare dalla vita Un’azienda veneta: la flessibilità è stata la ricetta del successo contemporanea. Questa è un’esperienza di tutti ed è una distorsione che contribuisce a non farci più riconoscere rispetto a come eravamo appena pochi anni fa. Il mondo del fare ed il mondo dell’emotività sono correlati in modo stretto». In questo scenario quali sono i mutamenti più evidenti nella vita delle persone? «In senso generale direi La forza competitiva di CBLADE nel mondo è: • l’innovazione nel metodo, che si muovono fra i due estremi dell’iperattività e della depressione. Di casi probabilmente ne abbiamo sotto gli occhi tutti quanti. Ci sono quelli che reagiscono all’angoscia mattutina accendendo i motori e rimanendo in perpetuo movimento tutta la giornata e ci sono quelli che, invece, non trovano la benzina e si arrendono». G.F. Sedi produttive Via D’Aronco, 34 Maniago (PN) • l’unione delle persone, Via Genova, 1 Maniago (PN) • l’operatività in un territorio amico. TEL. 0427/735411 Azienda controllata dalla SGR Riello Investimenti www.cblade.it 14 Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona VR SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE FUORISALONE MILANO Nuova Segnaletica per ZonaTortona e ZonaRomana Limitless color tower Pocket Landscapes. Small poetic gardens Green Living Check it out Surfacin’ - Materials Innovation More with less. Enjoy life in a changing world 15 Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 VR Economia Porto Tolle, blitz alla Camera Il carbone arriva per decreto Norma su misura inserita in un maxi-emendamento: «Possibile derogare a leggi nazionali e regionali». Così la Via avrà la strada spianata ROVIGO — Tra le quote latte e gli incentivi al settore auto ed elettrodomestici, arriva anche la norma su misura per la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Il «blitz» è contenuto nel maxi-emendamento inserito nel decreto legge incentivi, che oggi pomeriggio approderà alla Camera con la fiducia richiesta dal governo proprio ieri (il voto finale è previsto lunedì). L’approvazione, quindi, è praticamente garantita. La nuova norma prevede che per centrali elettriche come quella polesana si potranno superare le leggi nazionali e regionali, a patto che la trasformazione garantisca un dimezzamento delle emissioni. «Per la riconversione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati ad olio combustibile - si legge nel testo - in esercizio alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, al fine di consentirne l’alimentazione a carbone o altro combustibile solido, si procede in deroga alle vigenti disposizioni di leggi nazionali e regionali che prevedono limiti di localizzazione territoriale». Con una sola discriminante, ossia che «la ricon- 2.000 Milioni gli investimenti Enel per la riconversione della centrale versione assicuri l’abbattimento delle loro emissioni di almeno il 50% rispetto ai limiti previsti per i grandi impianti di combustione». Inoltre, se approvato, il decreto sarebbe applicabile anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge. È proprio un salvagente per la trasformazione Venerdì Il Mondo in edicola con il Corriere del Veneto Venerdì 3 aprile in edicola con il Corriere del Veneto/Corriere della Sera sarà abbinato Il Mondo al solo prezzo del quotidiano. La storia di copertina è un’inchiesta che parte proprio dal Veneto e che racconta come le regioni italiane stanno affrontando la crisi. La prima puntata, firmata da Gianfrancesco Turano, racconta la regione attraverso sette storie aziendali che hanno fatto fronte alla crisi in modo diverso e originale. In questo numero Il Mondo ha dedicato molto altro spazio al Veneto: da segnalare, tra gli altri servizi, 8 pagine dedicate al Vinitaly attraverso la classifica dei 63 maggiori produttori italiani con dati inediti su fatturato e utili di tutte le grandi case vinicole con volumi superiori ai 10 milioni di euro. Sfida a Confindustria, l’Api rinasce a Treviso e Belluno Con i lavoratori Stefania Prestigiacomo della centrale Enel di Porto Tolle. La Commissione Via nazionale, chiamata a dire l’ultima parola sul progetto, si era arenata nelle scorse settimane su due scogli: la compatibilità con la legge istitutiva del Parco del Delta veneto, che all’articolo 30 prevede solo impianti a metano o di pari o minore impatto ambientale, e soprattutto l’inchiesta aperta dalla Procura di Rovigo per accertare la regolarità del progetto. Proprio sulla compatibilità della centrale con il Parco la Commissione Via aveva recentemente cercato di trovare risposte dalle istituzioni, in un vertice fallito per l’assenza della Regione Veneto. Con il decreto legge, la Commissione Via vedrà sparire la spada di Damocle dell’articolo 30. Proprio sabato il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, aveva promesso di trovare una soluzione al più presto per autorizzare la riconversione. Ma tra gli addetti ai lavori c’è ancora prudenza. Antonio Costato, vicepresidente di Confindustria con delega all’energia, accoglie sornione la notizia di quello che definisce «un decreto tailor made», ma evita di commentare: «Staremo a vedere cosa succederà». Banco Popolare Saviotti: «Niente tagli nella rete» VERONA — Al momento il Banco Popolare non varerà un nuovo piano industriale. Lo ha annunciato il consigliere delegato Pier Francesco Saviotti nel corso del vertice con i sindacati ieri a Roma. Saviotti ha ribadito che le banche del gruppo «sono sane e producono reddito» e annunciato lo stop del progetto di fusione delle controllate Popolare di Crema, Popolare di Cremona e Banca Caripe nella Popolare di Lodi, varato dal precedente ad Fabio innocenzi. Escluse infine cessioni di sportelli o nuovi swap infragruppo e, soprattutto, tagli nella rete che «potrà incontrare al massimo qualche limitata razionalizzazione». Francesco Casoni TREVISO — Si completa oggi, con la presentazione ufficiale di Confapi Treviso e Belluno (ci sarà il leader nazionale Paolo Galassi), il puzzle che sancisce la totale rifondazione su base veneta dell’Associazione delle Piccole Imprese, sigla che nella Marca era scomparsa nel 1995. Allora fu Nicola Tognana a traghettare l’Associazione degli industriali e l’Api nella fusione che portò alla creazione di Unindustria Treviso, processo poi emulato in altri territori. Ora, con una forza iniziale di 135 imprese di più settori, l’Api si riprende un proprio spazio aggregando Treviso e Belluno e articolando la propria presenza con mandamenti a Oderzo, Pieve di Soligo ed il capoluogo montano. Un’operazione che Mario Pozza, presidente di Confartigianato della Marca, osserva con un certo scetticismo. «I soggetti associativi oggi sono anche troppi – sostiene – e la frammentazione va nel senso contrario rispetto alla ricerca di sinergie che tutti Leader stiamo perseguendo. Un’associazione deve Paolo Galassi, essere in grado di fornire servizi, assistenpresidente nazionale Confapi za contrattuale, sindacale, al credito, occorrono uffici e le spese non sono poche. Senoggi a Treviso nò si rischia di diventare poco più di una bocciofila». Diverso il punto di vista di Monica Galvanin, ex presidente di Confapi Veneto, oggi membro del consiglio nazionale e rappresentante per l’Italia di Ueapme, associazione europea delle piccole e medie imprese. «Se ci sono titolari d’azienda che lasciano la Confartigianato o le associazioni degli industriali – dice – è perché da queste non hanno probabilmente ottenuto le risposte che cercavano». Il problema delle realtà di rappresentanza di grandi dimensioni, per Galvanin, è che la complessità della struttura fa a pugni con la necessità di aver e avanti interlocutori agili e rapidi nel loro operare. «Il nostro modo di parlare magari sarà meno forbito di quello che si usa fra i confindustriali ma è sicuramente più diretto». Gianni Favero DON GIL E TOM TAILOR HANNO TROVATO CASA DA IERI AL CENTRO COMMERCIALE “Aria di primavera” al Designer Outlet Brennero Calzatura Lanciata la nuova linea di scarpe da golf Polegato sfida la recessione «Geox rallenta ma cresce» MONTEBELLUNA — È sull’erba rasata dei campi da golf che Geox muove il suo secondo passo nel mondo della calzatura sportiva. Dopo le scarpe da running, la casa di Mario Moretti Polegato (nella foto) lancia una linea dedicata, di fascia medio-alta, il cui prezzo è compreso fra i 130 ed i 180 euro. È un progetto avviato già oltre un anno fa, quando Geox decise di affrontare anche il mercato della calzatura tecnica che nel mondo rappresenta un mercato potenziale di 22 milioni di paia. Altrettante, secondo le stime dell’azienda, dovrebbero essere quelle assorbite da chi pratica discipline sportive definite ed è in quest’area che dunque il gruppo di Montebelluna cerca evidentemente di compensare la crisi di consumi che non sta risparmiando nessuno. «Cresceremo anche nel 2009 - assicura comunque Moretti Polegato, che ieri ha incassato il premio dell’ufficio studi di Mediobanca per il bilancio 2008, chiuso con un +17% nei ricavi - anche se le proiezioni per il primo semestre riducono ad una la doppia cifra di incremento del fatturato dello scorso anno». Alla fine dell’anno in corso saranno anche meno, cioè non oltre le 140 unità contro i 240 del 2008, i nuovi negozi monomarca aperti nel pianeta. La scarpa da golf, in ogni caso, avrà da subito un canale riservato, vale a dire i pro shop, L’iniziativa Secondo passo dell’azienda nel mondo dello sport. «Venderemo in 68 Paesi del mondo» REGIONE VENETO AZIENDA ULSS N. 15 - “ALTA PADOVANA” ESTRATTO BANDO DI GARA Si rende noto che l’Azienda ULSS N. 15 “ALTA PADOVANA” indice gara, mediante Procedura Aperta, per la fornitura di “Sistemi, sacche e dispositivi accessori per la raccolta, la lavorazione e la produzione di emocomponenti e dispositivi da trasfusione per sacche per il Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale (DIMT) della Provincia di Padova”, per una valore stimato, comprensivo di tutti i lotti e le opzioni, di E. 4.052.667,00=, IVA esclusa. Le offerte, formulate secondo quanto previsto nel Disciplinare di Gara e corredate da quanto nello stesso richiesto, dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 14.05.2009, all’U.O.Affari Generali e Legali dell’Azienda Ulss N. 15 “Alta Padovana”, via Casa di Ricovero, n. 40 35013 CITTADELLA (PD), con le modalità nello stesso Disciplinare previste. Per ulteriori informazioni telefonare all’U.O.Approvvigionamenti - sede di Camposampiero - tel. n. 049 9324798. Il testo integrale del Bando di gara, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europa in data 21.03.2009 e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 30.03.2009 è disponibile, unitamente al Disciplinare di Gara, al Capitolato d’Oneri ed al Capitolato Tecnico, sul sito aziendale www.ulss15.pd.it. Cittadella, lì 30.03.2009. IL DIRETTORE GENERALE - Dott. Francesco Benazzi cioè gli spazi vendita presenti nei golf club, che entro il prossimo dicembre saranno 500 distribuiti in 68 paesi del mondo. Sostanzialmente il cuore della nuova creatura avrà, come da tradizione della scarpa che respira, una soluzione tecnologica tale da permettere l’espulsione dalla tomaia attraverso la suola dei vapori dovuti alla sudorazione del piede e, allo stesso tempo, l’impermeabilità rispetto all’acqua allo stato liquido. Effetto ottenuto, anche in questo caso, da una membrana particolare partorita da un progetto di ricerca chiamato «Net System» che di fatto sostituisce la suola tradizionale. Il prodotto viene declinato in più modelli, da uomo e da donna, classificati in prima battuta in una sezione Pro Tech, cioè rivolta ai professionisti, ed in una Linea Fusion, più confortevole ed utilizzabile anche al di fuori dei campi di gara. Per la prima volta, infine, ai fini della promozione di un prodotto, Geox sfrutterà l’immagine di un testimonial esterno, ancora mantenuto segreto. Nel 2008 le paia di scarpe Geox da running vendute nel mondo sono state circa 300 mila. Una briciola rispetto ai 20 milioni complessivi, ma che promette bene, tanto da far annunciare il prossimo ingresso nel mercato di un modello estremamente tecnico. G.F. La primavera si fa attendere? Non al Designer Outlet Brennero dove l'aria frizzante della bella stagione è già arrivata portando con sé piacevoli novità. Ieri 1° aprile, infatti, hanno trovato casa al DOB due prestigiose marche internazionali che hanno aperto, nella modernissima struttura di Brennero, i loro nuovi punti vendita. Curiosità ed interesse hanno portato dunque ieri molti a far visita al DOB per conoscere i due nuovi ospiti: Don Gil e Tom Tailor. Don Gil è una firma internazionale famosa per la sua moda/business di qualità ma anche per capi d'abbigliamento comodi e funzionali adatti al tempo libero, uno stile appropriato per tutti coloro che vogliono sempre sentirsi a proprio agio in ogni situazione. Tom Tailor è una marca leader del lifestyle internazionale, l'ottima qualità e la disinvoltura della sua linea d'abbigliamento Casual e gli innovativi accessori per donna, uomo e bambino conquistano per la loro originalità. La presentazione di Tom Tailor al DOB è avvenuta sotto i migliori auspici, l'azienda infatti per farsi conoscere dall'attenta clientela dell'Outlet, in occasione di queste prime settimane di apertura, offre alcuni articoli della sua collezione in promozione con un ribasso del -70% sul prezzo originale. Con l'apertura di questi due nuovi punti vendita di prestigiose marche internazionali avvenuta ieri, il Designer Outlet Brennero rafforza la sua posizione di leader dello shopping e si propone per 360 giorni all'anno come la meta di una gita per tutta la famiglia, anche per i più piccoli. Per loro infatti c'è il Kiddyland, un'area pensata per le esigenze dei bambini dove possono disegnare, creare, giocare e fare molto altro ancora, mentre i genitori hanno la possibilità di sostare nei negozi e nei ristoranti con tranquillità. L'orario d'apertura del Kiddyland va da venerdì dalle 14 alle 18, il sabato e la domenica dalle 11 alle 18. Il DOB con una superficie di 10.000 mq e 40 negozi offre la possibilità di acquistare a prezzi ridotti famose marche internazionali. La degustazione delle proposte gastronomiche, il servizio di assistenza per i bambini e un immenso parcheggio con 1200 posti per auto e bus gratuiti direttamente adiacenti alla A22 ed alla A13, rendono lo shopping al DOB un'esperienza piacevole e confortevole. Il DOB è anche facilmente raggiungibile con il treno, la stazione è a 5 minuti a piedi dal centro outlet. Per essere sempre informati sulle novità del DOB abbonatevi alle Newsletter sul sito: www.dob-brenner.com Orario d'apertura: lunedì-domenica 9.00 - 19.00 | Domenica e lunedì di Pasqua aperto tutto il giorno! informazione pubblicitaria La riconversione della centrale inserita nel dl incentivi Associazioni 16 Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona VR Sport In breve Marmi Lanza I giocatori diventano donatori di sangue Parolo, passione e fantasia «Mi manca un po’ di malizia» VERONA – Il campionato della Marmi Lanza si è chiuso due domeniche fa, con la salvezza e la mancata qualificazione ai playoff. Non si sono fermati, però, gli impegni nel sociale della Verona del volley. Frank Dehne e Daniele Sottile, assieme al condirettore generale Stefano Filippi, si sono infatti recati presso il Centro trasfusionale dell’ospedale di Borgo Trento per effettuare il prelievo necessario per diventare donatori di sangue, all’interno di un’iniziativa coordinata dalla Fidas. Il trequartista dell’Hellas si racconta: «Il mio idolo? Gerrard» Prima del Portogruaro, l’Hellas aveva sempre vinto quando lui segnava. «Tre punti buttati. Ma nulla è perduto» VERONA — Non gli è riuscito di incassare la cambiale, stavolta. Dicono: Parolo segna, l’Hellas vince. A far saltare per aria la tradizione – tra Novara, Monza e Reggiana, un percorso netto –, la toccatina del portogruarese Cunico, oltre il 90’ di una partita bislacca, cielo grigio su, ombre gialloblù giù: «Una leggerezza e addio tre punti. Ma nulla è perduto», taglia corto, il «nostro caro Marco». Lui, il numero primo del Verona remondiniano, l’«uno» tra i tre di centrocampo e i due in attacco, che viene da terra insubre, Gallarate, tra la Lombardia e la Svizzera. Le chiavi della fantasia in mano. Ciak, motore, azione. Parolo, quali i pregi dell’Hellas? «Che siamo quadrati, non molliamo mai e, anche nelle giornate meno brillanti, ab- biamo le qualità per vincere». E i difetti? «Perdiamo tranquillità quando si tratta di gestire il risultato. Com’è successo col Portogruaro, ma non è neppure stata una novità». Lei e il gol: quello che sogna di fare qual è? «Me l’immagino così: uno scambio in velocità con i compagni di squadra, io che salto il portiere e che deposito il pallone in rete. Boato, esultanza». L’emozione per Parolo è questo? «Vinci e fai festa con il tuo pubblico. La magia del calcio. Brividi veri». Fuori dal campo che hobbies coltiva? «Seguo altri sport. Il tennis, la pallacanestro, il ciclismo». Il campione che ammira? «Roger Federer. E LeBron James, il fuoriclasse Nba dei Cleveland Cavaliers». E nel calcio che stima di più? «Steven Gerrard del Liverpool». L’idolo da bambino? «Nasco milanista, per cui i miei miti erano gli olandesi di Arrigo Sacchi: Van Basten, Gullit e Rijkaard». Parolo e gli studi? «Sono diplomato: maturità scientifica. Poi l’iscrizione alla facoltà di economia di Varese, ma il calcio mi ha fermato». ❜❜ I difetti dell’Hellas ❜❜ Gli inizi Perdiamo tranquillità quando si tratta di gestire il risultato, come successo domenica Ho avuto tanti maestri, come Silvano Fontolan e Roberto Galia Numero primo Nello schema di Remondina, Parolo è il raccordo tra il centrocampo e l’attacco; in mano le chiavi della fantasia Parolo e l’amore? «Caterina, con cui sto da quattro anni. Studia lingue a Milano». Da grande come si vede? «Come un padre di famiglia. Sul piano professionale, a fine carriera, il mio desiderio è quello di restare nel calcio, per allenare i ragazzini. I grandi? No, grazie: troppo stress». Come ha iniziato con il pallone? «Con il Como. Tanti maestri, tra cui Silvano Fontolan e Roberto Galia, che a Verona sono ben noti perché hanno fatti grandi cose con l’Hellas, negli anni ‘80». Il suo rapporto con Verona? «Una città in cui vivo bene. Passeggio per il centro, sono andato anche a vedere il concerto di Jovanotti in Arena. E mi gusto qualche M.F. Sambonifacese Biglietti scontati per la sfida al vertice cena». Piatto preferito? «Premetto che ho un nonno altoatesino, così vado matto per i pizzoccheri. Ma qui ho imparato ad apprezzare il risotto all’amarone. Il vino? Un bicchiere ogni tanto non guasta». In cosa vorrebbe migliorare Marco Parolo? «Forse sono troppo buo- no. Un po’ di malizia in più non mi dispiacerebbe avercela». Detto così, ricorda il Verona… «Già: si vede che ci somigliamo proprio. E allora dovremo cercare di essere tutti più “cattivi”. Perché non ci stiamo a restare belli e incompiuti». SAN BONIFACIO — Biglietti scontati per il rush finale. Ai playoff la Sambonifacese ci crede e chiede il supporto dei tifosi in vista della prossima decisiva sfida con la capolista Varese allo stadio Tizian, domenica (calcio d’inizio alle 15). Questi i i prezzi dei biglietti: Intero a 10 Euro; ridotto a 5 Euro (donne, over 60: nati prima 1/7/48, under 18: nati dopo 1/7/90). Da 0 a A 10 anni ingresso gratuito se accompagnato da un adulto. Matteo Fontana Chievo Stagione chiusa per il talento brasiliano a causa dell’ennesimo infortunio. In campo si è visto pochissimo La jella del fenomeno: menisco rotto per la «Foca» Fragile Talentuoso e sfortunato, Kerlon Foquina VERONA — Il colpo è di quelli che stendono. Come quello che gli rifilò, nel settembre 2007, un difensore dell’Atletico Mineiro. Si era incollato il pallone alla testa, Foquinha, e nessuno riusciva a toglierglielo. Coelho non fece complimenti: la spallata da boxer, con cui sbatté a terra il folletto d’Ipatinga, gli valse l’espulsione e una squalifica di due mesi. L’ultima (si spera) entrataccia è firmata dalla sfortuna: Kerlon si è rotto il menisco del ginocchio sinistro e domani sarà operato dal dottor Bernazzo alla clinica San Matteo di Pavia. I tempi di recupero si prospettano lunghi, visti i due precedenti infortuni ai legamenti crociati. Sembra un curriculum clinico di fine carriera. E’ invece quello di un talentuoso attaccante di 21 anni sul quale Mimmo Di Carlo puntava per il rush finale. Ancora presto, per capire se l’appuntamento con la «foca» sia solo rinviato all’anno prossimo. Tesserato alla fine del mercato estivo dal club della Diga, Kerlon è nelle mani dell’Inter, con la quale il direttore sportivo Giovanni Sartori discuterà a giugno del suo futuro. Semplice l’accordo: in caso di exploit in questa prima stagione italiana, i nerazzurri lo avrebbero richiamato alla base. I numeri sono poco allegri: Foquinha è sceso in campo tre volte - contro Lazio (all’andata), Napoli e Torino - giocando appena 44 minuti. L’ambiente clivense l’ha atteso a lungo come il Godot di Beckett e ancora si domanda quale effetto avrebbe avuto il suo talento sulla corsa salvezza dei gialloblù. «Ogni notte sogno il mio primo gol in Italia», confidava il brasiliano qualche settimana fa. L’arrivo dal Cruzeiro su segnalazione del suo agente, Mino Raiola, lo stesso di Zlatan Ibrahimovic. Poi la preparazione atletica, a settembre, nelle palestre del Centro Bernstein, comprensiva di un piccolo show di fotbol bailado improvvisato una mattina davanti allo sguardo incantato di alcuni bambini. «E’ un fenomeno – assicurava il dottor Giorgio Pa- setto che lo seguiva ogni giorno – Se gli danno spazio diventa un campione». Non a caso, Kerlon era stato nominato miglior giocatore ai Mondiali under 17 del 2005, in Perù, dove incastonò 8 perle in 7 partite tra punizioni, pallonetti e dribbling ubriacanti. A ottobre l’ingresso nel gruppo: «Trequartista o seconda punta? A me basta giocare», rispondeva impaziente a Veronello. Nel turno infrasettimanale del 29, contro la Lazio, il debutto in serie A. «Lo inseriremo senza forzare i tempi», le parole di Beppe Iachini. A metà novembre l’infortunio muscolare che l’ha visto chiudere il 2008 ai box. Il pensiero di Di Carlo è sempre stato chiaro: ha classe ma deve andare al doppio degli altri se vuole conquistare il posto. In tempi in cui servono certezze, uno come Foquinha, bisognoso di tempo per maturare, ha vita difficile. E se di mezzo ci si mette pure la malasorte, anche la più agognata delle avventure può diventare un calvario. Matteo Sorio L’altro ko Frey si stira Salterà la Juve VERONA – Stop per Nicolas Frey. Il terzino francese, 25 anni, si è bloccato a causa di uno stiramento e domenica salterà la trasferta di Torino in casa Juve. Frey, fratello di Sebastian, portiere della Fiorentina, era tra i più in forma nell’undici titolare del Chievo. (m.s.) 17 Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 VR a cura di DA OGGI AL 6 APRILE LA 43ESIMA EDIZIONE Il 2009 tra business e brindisi 43a Edizione Verona 2 - 6 Aprile Sotto il segno del “mondo che amiamo” apre oggi i battenti Vinitaly 2009, il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati. Fino al 6 aprile l’universo del vino s’incontra alla Fiera di Verona, puntando, secondo il motto “The World We Love”, al vino, ma anche al territorio, alla qualità, all’ambiente, alla sua tutela, alle persone, alle storie e alle avventure che in questo mondo si intrecciano. Business innanzitutto, declinato in incontri, migliaia di operatori ed espositori, giornate di brindisi, degustazioni, premiazioni, successi consolidati e produzioni emergenti. “Vinitaly è un sistema integrato per la promozione commerciale - spiegano gli organizzatori - meta prescelta da buyer, grossisti, importatori/esportatori, agenti, grande distribuzione, vendita al dettaglio e canale horeca: operatori provenienti da tutto il mondo”. La passata edizione ha visto la presenza di oltre 57 mila operatori, il 42% dei quali stranieri e di ben 20 mila i buyer, con un incremento del 25% degli operatori stranieri. Insomma affari, numeri, contatti, ma anche la consueta atmosfera di festa, con il bicchiere in mano, ma i piedi ben piantati a terra, a fare il bilancio dell’annata in corso, a tracciare prospettive, soluzioni alla crisi, cogliendo occasioni e ammaliando, come di consueto, operatori provenienti da ogni angolo del mondo. Il cartellone delle degustazioni è infinito e curato in ogni dettaglio. Nel calice rarità e annate imperdibili, ma anche inediti vini che saranno i successi di domani. Tantissimi anche gli appuntamenti con la buona tavola, i concorsi di fama internazionale, gli eventi fuori salone e la presenza di grandi nomi dell’universo enologico. Accanto a Vinitaly vengono inaugurati anche “Sol”, “Enolitech” e “Agrifood”, creando una sinergia tra i settori della più pregiate produzioni mondiali. Come di consueto la manifestazione conferma la sua vocazione di termometro del settore, fotografato quest’anno, dal Centro Studi Vinitaly – Veronafiere nel convegno sul tema “La Crescita continua” in programma oggi alle 15.15 in Sala Stampa. Il Veneto del vino si incontra invece ai padiglioni 4 e 5 dove lo stand istituzionale viene inaugurato oggi alle ore 12.30 dal Presidente del Veneto Giancarlo Galan e del vicepresidente Franco Manzato, alla presenza di Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. Alle 14 si parlerà di “La Vigna in Rosa”, il progetto esclusivo di Donna Sommelier, con la prima ricerca nazionale relativa all’imprenditoria femminile in ambito vitivinicolo, mentre alle ore 14.30, per il “Galateo del vino” giungono le “veline” Elisabetta Canalis e Maddalena Corvaglia, per un veloce corso di Galateo del vino in chiave veneta. La prima lezione è dedicata alla sciabolatura e spetta alla medaglia d’oro olimpica di spada Matteo Tagliariol fare da suggeritore e da padrone di casa. 18 Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona Curiosità VR I numeri La produzione Il mondo del vino muove nel Belpaese un giro d’affari di 8mila milioni di euro, l’intero patrimonio della filiera vitivinicola sfiora i 50 miliardi di euro, mentre sono 1,2 milioni gli occupati riconducibili al vino, compresa la fase della distribuzione. La produzione italiana rappresenta il 21% della produzione mondiale e il 34% di quella dell’Unione Europea. La vendemmia 2008 è stata di 44,5 milioni di ettolitri. La produzione di vino in Italia conta 476 denominazioni, delle quali 40 Docg, 316 Doc e 120 Igt. Le aziende vitivinicole sono 800.000 e le aziende imbottigliatrici sono 30.000. La superficie vitata e in produzione in Italia è di 679.090 ettari. Il vitigno più diffuso è il Sangiovese. I due terzi delle aziende hanno una superficie vitata inferiore ad un ettaro. DEGUSTAZIONE E BENEFICENZA I 150 Anni di Gaja Tra gli appuntamenti principali della 43esima annata di Vinitaly va segnalata la festa per “150 anni di Gaja”. La degustazione, che è in calendario sabato 4 aprile alle 10.30 nella Sala Argento del Pala Expo di Veronafiere, è solo a pagamento (150 Euro) e il biglietto si acquista online sul sito di www.vinitaly.com. Il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione Nuovo Ospedale Alba – Bra Onlus. Verranno celebrati i 150 anni di impegno vinicolo della famiglia Gaia, a partire dalla fondazione della cantina avvenuta a Barbaresco nel 1859. Il wine tasting, che sarà preceduto da un’intervista ai protagonisti a cura, come la degustazione, di Jancis Robinson, massima esperta mondiale di vini e famosa scrittrice, giornalista e presentatrice Tv, prevede l’assaggio di Gaia&Rey 1994, Darmagi 1997, Conteisa 1996, Sperss 1989, Sorì San Lorenzo 1988 e Barbaresco 1964. «Si tratta di un evento che conferma il ruolo di Vinitaly in Italia e nel mondo – sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - Oggi, la rassegna è il più importante appuntamento internazionale del settore, sia per il business sia per la cultura e la promozione con i suoi 4.300 espositori e 100 mila operatori professionali, di cui la metà provenienti da 110 Paesi». LA RASSEGNA DAI MILLE VOLTI Molto più di un salone T anti eventi dentro un evento! Vinitaly esce sempre dai confini fieristici e abbraccia l’intera città e la provincia, che non si lasciano scappare l’occasione per brindare. Ad affiancare il Salone del Vino e dei Distillati, ci sono gli appuntamenti di “Vinitaly for you” che da oggi a domenica portano buon vino e degustazioni al palazzo della Gran Guardia, nel centro storico della città scaligera. Accanto a Vinitaly è ai nastri di partenza anche “Sol”, il Salone internazionale dell’olio extravergine di oliva di qualità, che giunto alla 15esima edizione, cresce in sodalizio con Agrifood. Sempre nelle stesse giornate è di scena “Enolotech”, il Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole e olearie, che mai come quest’anno punterà sull’innovazione anti-crisi. Ovviamente infinito il programma dei convegni, dei focus internazionali, delle grandi anteprime e delle riflessioni sul mercato. Le degustazioni rappresentano il cuore pulsante della manifestazione, occasione per gli operato- ri di scoprire davvero l’eccellenza enologica mondiale. Il cartellone propone “Taste Italy”, l’iniziativa dedicata agli operatori stranieri, con 8mila buyer invitati direttamente quest’anno, che partecipano a una degustazione assistita da sommelier professionali, ma libera nei tempi grazie a un sistema automatico di distribuzione, di una selezione di vini delle migliori aziende italiane. Sempre molto atteso il viaggio nel mondo del vino proposto da “Tasting ex…press”, degustazioni guidate, ricche di contenuti tecnici e culturali, in collaborazione con le testate più importanti del settore a livello internazionale. Quest’anno il “viaggio” parte dalla Nuova Zelanda e passando da Germania, California e Italia torna nell’emisfero australe per chiudersi in Australia, con focus su Sauvignon, Pinot Nero, Riesling, Soave e Amarone. Altro evento è “Taste and Dream”, grandi verticali di vini italiani scelti con il criterio dell’eccellenza. Luca Maroni coordina “Trendy oggi, Big domani”, una selezione dei vini delle aziende emergenti capaci di presentarsi sul mercato con prodotti dall’interessante rapporto qualità/prezzo. Il Gambero Rosso mette in campo una straordinaria degustazione chiamata “Bentornato Brunello con l’annata 2004”, mentre “Dodici bianchi immortali” sono al centro della degustazione a cura di Civiltà del bere, con dodici leggendari vini bianchi italiani da invecchiamento. Grande festa per la degustazione-evento con “I 150 anni di Gaja”: la ricorrenza viene celebrata in esclusiva a Vinitaly con una degustazione guidata da Jancis Robinson, nota wine writer britannica. La partecipazione, che si annuncia come l’evento dell’anno a livello mondiale, è a pagamento e tutto il ricavato sarà devoluto a scopo benefico. Da segnalare anche le degustazioni guidate di Ais e Aspi, Il Salotto dei vini by Enoteca Italiana e il Grappa & C. Tasting, alla quale è associato il Vinitaly Grappa Tasting Award, realizzato con il Centro Studi Assaggiatori. 19 Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 VR BRINDISI, La sfida Nuove frontiere Il Concorso Enologico Internazionale è la competizione più partecipata e selettiva al mondo, con una percentuale media di premiati del 3%. Quest’anno vi hanno preso parte oltre 3.500 vini provenienti da 34 Paesi di tutti e cinque i continenti. Il concorso ha ampliato inoltre le sezioni all’esame dei giudici, accogliendo per la prima volta i vini frizzanti. L’Italia del vino migliora, malgrado la crisi, le sue performance all’estero. È quanto emerge dai dati elaborati dal Centro Studi Vinitaly che dedicherà in questi giorni una serie di Seminari Focus centrati su tendenze, potenzialità e opportunità offerte dalle nuove frontiere del vino. E che lasciano prospettare grandi cambiamenti per il prossimo futuro. TUTTI VELINE E CAMPIONI DELLO SPORT Il Veneto nel calice I Informazioni VINITALY 2009 43ESIMA EDIZIONE DOVE: VERONA - VERONAFIERE V.LE DEL LAVORO, 8 QUANDO: DA GIOVEDÌ 2 APRILE A LUNEDÌ 6 APRILE ORARIO: DALLE 9.30 ALLE 18.30 INGRESSO RISERVATO AGLI OPERATORI BIGLIETTI: GIORNALIERO 40 EURO ABBONAMENTO 5 GIORNATE: (VALIDITÀ DI UN INGRESSO AL GIORNO PER CIASCUN GIORNO) 80 EURO TEL. 045/8298854 WWW.VINITALY.COM Veneto Agricoltura che, assieme al CRA (Centro di Ricerca per Viticoltura del Ministero) di Conegliano, hanno scovato e recuperato dei vecchi vitigni di varietà oramai quasi scomparse, le hanno coltivate e poi vinificate con successo, dando vita a vini preziosi che verranno presentati nelle giornate del salone. Nel calice gli antichi profumi e sapori di due varietà a bacca nera vinificate in purezza: la Corbina, scovata sui colli Euganei padovani, e la Turchetta, proveniente dalle campagne rodigine. Da segnare anche l’arrivo nella giornata di sabato degli sportivi Federica Pellegrini, Pietro Piller Cottrer e Rossano Galtarossa per un confronto con il pubblico e la stampa sulla fertilità della terra veneta nella “produzione” di campioni dello sport. Domenica 5 aprile, alle 11,30, ci sarà la “Presentazione degli itinerari georeferenziati delle strade del vino venete”: percorsi tra le strade del vino con il GPS, attraverso itinerari georeferenziati scaricabili da internet e utilizzabili sui navigatori satellitari, completi di tutti i Punti di Interesse legati al settore vitivinicolo. Per scoprire l’intero calendario degli eventi e delle degustazioni consortili basta consultare il sito: www.regione.veneto.it www.vinitaly.com. Gli appuntamenti per gourmet U no degli irrinunciabili sodalizi di Vinitaly è ovviamente quello con la buona tavola. La vicinanza con Sol, il salone dedicato all’olio d’oliva di qualità e da quest’anno con Agrifood, vetrina dell’eccellenza italiana, rendono ancor più varia l’offerta della manifestazione dedicata alla tavola. In cartellone laboratori gastronomici, grandi chef, piatti da degustare in fretta tra un appuntamento e l’altro o comodamente seduti. Il tutto rigorosamente basato su ingredienti della migliore tradizione gastronomica italiana. Vinitaly 2009 propone il “Ristorante d’autore”, che permette la degustazione durante tutta la durata della manifestazione di piatti preparati dagli alcuni degli chef dell’alta ristorazione italiana, poi il “Ristorante dei Signori”, curato invece dagli chef italiani dell’associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe, che ogni giorno al primo piano della Galleria dei Signori, dalle 12.30 alle 15.00, realizzeranno un menu composto da antipasto, secondo, dessert, piccola pasticceria, vino, acqua e caffè. Alla “Cittadella della Gastronomia” si scopre invece lo spazio dedicato alla qualità e alle caratteristiche della cucina regionale realiz- zata con ingredienti DOP e IGP in abbinamento con i migliori vini.Qui si trovano all’opera sette chef socie dell’Associazione Nazionale delle Donne del Vino, mentre al “Ristorante Sol Goloso” ai fornelli ci sono gli chef dei laboratori dell’olio extra vergine di oliva di Sol. Fotografo Rania Alessandro ADVERTEINSTEIN l vigneto veneto schiera un ricco cartellone di degustazioni e appuntamenti che i visitatori potranno scoprire ai padiglioni 4 e 5. Qui s’incontra anche lo stand istituzionale della Regione che sarà per tutta la durata della manifestazione punto d’incontro, di informazione per gli operatori, oltre che banco di degustazioni libere con abbinamento a prodotti DOP e IGT regionali. All’inaugurazione, nella giornata di oggi, saranno presenti il Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia con il Presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan ed il Vice Presidente Franco Manzato. Alle ore 14 si parla di “La Vigna in Rosa”, la più completa elaborazione statistica delle aziende vitivinicole nazionali femminili, mentre alle ore 14.30 per il “Galateo del vino” arrivano le bellissime “veline” Elisabetta Canalis e Maddalena Corvaglia, per un veloce corso di Galateo del vino in chiave veneta. Nella prima lezione dedicata alla sciabolatura è la medaglia d’oro olimpica di spada Matteo Tagliariol a fare da padrone di casa. Tra gli appuntamenti proposti va segnalata domani alle ore 10 una degustazione guidata di vini ottenuti da storiche varietà di vitigni del territorio. Il merito di questa straordinaria riscoperta spetta ai tecnici di A TAVOLA Villa Arvedi di Cuzzano I nostri servizi: Cene di Gala - Cene aziendali Servizi fotografici - Presentazioni Congressi - Matrimoni La Villa Arvedi è a 9 chilometri da Verona, a pochi chilometri dalle uscite delle autostrade e dall'aeroporto Catullo di Villafranca (VR), vicina al Lago di Garda, nella verde Valpantena ai piedi dei monti Lessini. È una sede prestigiosa anche per conferenze stampa, sfilate di moda, film, spot pubblicitari. L NB B Lee Nocii Boccaree srll - Villaa Arvedii - 37023 3 Grezzanaa - Veronaa - Tel.. 045/907045 5 - Faxx 045/908766 6 - Cell.. 348/2207298 8 - E-Mail:: [email protected] - www.villarvedi.it 20 Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona VR Informazione Pubblicitaria 21 Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 VR Cultura &Tempo libero Venezia Libro e cellulare Domani la notte del Ruyi Un cellulare e un libro bastano per passare una notte alla ricerca dello scettro di Marco Polo. Domani scatterà la «Notte del Ruyi» che legherà due città, Roma e Venezia, nella prima caccia al tesoro tra leggende e nuove tecnologie. Il ritrovo è fissato alle 21.30 in campo San Polo (piazza Navona per Roma) e basterà avere con sé il libro guida di Alberto Toso Fei The Ruyi e un cellulare, organizzarsi in piccole squadre e lanciarsi alla ricerca del fantomatico Ruyi, il leggendario scettro che Marco Polo portò con sé dalla Cina, scoprendo nel percorso misteri e leggende sulla città di Venezia. Domani sera in Campo San Polo a Venezia parte il gioco del Ruyi Al via saranno consegnati ai capigruppo delle squadre i codici per accedere al gioco che potrà essere seguito anche da casa navigando su www.whaiwhai.com. Si giocherà utilizzando le centoventi storie individuate dallo scrittore veneziano Alberto Toso Fei nel «Quaderno whaiwhai di Venezia», inviando e ricevendo un sms dal cellulare. I gruppi che risolveranno l’enigma dell’ultima tappa, avranno vinto la «Notte del Ruyi» e, come premio, potranno misurarsi nella gara nell’altra città «gemellata». F.Ver. Nella «Gloria del mais» di Luigi Messedaglia le vicende di un cibo-simbolo delle tradizioni rurali Guide d’autore Formenton o sorgo turco, la pannocchia che salvò i veneti Venezia sconosciuta Torna il saggio di Predrag Matvejevic La nostra regione fu la prima a coltivare su larga scala il prezioso cereale Il libro La polenta è, da secoli, l’alimento-simbolo dei contadini veneti: tracciare, dunque, la storia della coltivazione del mais, significa scrivere la storia stessa del popolo veneto. A occuparsene fu, nella prima metà del ’900, il veronese Luigi Messedaglia, massimo storico dell’alimentazione italiana: i suoi saggi sono raccolti nel volume «La gloria del mais e altri scritti sull'alimentazione veneta» (375 pagine, 40 euro), edito da Angelo Colla per la Fondazione «Giorgio Cini» e la Regione del Veneto, a cura di Corrado Barberie e Ulderico Bernardi. L a gloria del mais e altri scritti sull’alimentazione veneta di Luigi Messedaglia è uno di quei libri che non si scrivono più. E, quel che è peggio, che forse non si leggono quasi più. Peccato, perché in queste quasi quattrocento pagine - ripubblicate ora dalla Fondazione «Giorgio Cini» e dalla Regione del Veneto per i tipi di Angelo Colla e a cura di Corrado Barberis e Ulderico Bernardi - c’è un’idea della cultura che ci siamo, forse, dimenticati. Il veronese Luigi Messedaglia, nato nel 1874 e morto nel 1953, è uno studioso difficile da catalogare: laureato in medicina, egli fu storico dell’alimentazione, della cultura, della letteratura e, non marginalmente, anche della lingua. E in tutti questi campi del sapere, oggi rigorosamente separati da barriere disciplinari più minacciose del filo spinato, dimostrò una capacità di adunare fatti e di trarne informazioni al tempo stesso banale e prodigiosa. L’erudizione è una forma di sublime artigianato che consiste nell’adunare faticosamente e pazientemente notizie isolate e di per sé insignificanti combinandole in un solido quadro storico che dalla somma di tante vacuità ricava l’unica forma di conoscenza degna di non perire e di non essere col tempo contraddetta o superata. Nei casi più fortunati, ciò consente di rimuovere pregiudizi, di cancellare false convinzioni e di restituire dignità e completezza alla memoria di un popolo. Tutto ciò accade, puntualmente, nei saggi che Messe- daglia dedicò a una pianta, il mais, importata dall’America durante il Rinascimento e divenuta, in pochi secoli, protagonista non solo dell’agricoltura, ma anche dell’immaginario culturale e persino delle fiabe popolari dei Veneti: prima popolazione europea - lo studioso lo dimostra ad aver avviato la coltivazione a tappeto di questo cereale capace di scongiurare carestie, di rallentare la decadenza della Repubblica di Venezia, di celebrare un «trionfo corale» dei contadini delle nostre terre. Oltre che, naturalmente, di procurar loro nuove sventure. Dopo aver indagato la diffusione e gli usi del mais nelle antiche Americhe e nelle varie regioni d’Italia, Messedaglia dedica ampio spazio alla piaga della pellagra, malattia che per secoli afflisse una popolazione che pagava in tal modo i violenti scompensi alimentari cui la costringevano i nuovi assetti agricoli fondati sul formenton. Ossia sul sorgo turco, sulla zalla, sul zallonzin, sullo strepolin: per citare solo alcuni fra le decine di nomi popolari del mais che Messedaglia colleziona in uno dei saggi più belli di questo libro. Pagine che deliziano il linguista e lo studioso di tradizioni popolari, ma che naturalmente possono incuriosire anche il lettore del tutto digiuno d’interessi specialistici. Altro grande - e perduto - pregio dell’erduzione primonovecentesca era di porgere i risultati delle proprie ricerche in una forma al tempo stesso rigorosissima e per nulla esoterica. Scientificamente solida ma accessibile ad un pubblico indistin- Scienza e vita Una stampa del mais. A sinistra, contadini al lavoro to. Piacevole, addirittura, a differenza degl’indigeribili scritti di tanti specialisti dei nostri giorni. Così, il saggio in cui Messedaglia parte da un passo poco noto di un poeta macaronico della fine del Quattrocento, il padovano Tifi Odasi, per indagare sul nome di due misteriosi alimenti, schienale e morona, è a tal punto gradevole da leggere che si può citare in un giornale. Quanti studiosi di oggi saprebbero fare altrettanto ammonticchiando dati, e non divagando con le loro fantasticherie? «Certo è, che gli italiani, anche in materia di gusti più raffinati degli stranieri, non vollero mai saperne - scrive Messedaglia in quel saggio - del delfino in cucina: il che era noto già ad Alberto Magno. A Venezia, si noti, era proibito tagliare il delfino (dolfin) in pesche- ria: così il Cecchetti. Tutt’al più, del delfino, ancora oggi, vien mangiata la lingua, che dicesi eccellente. A proposito poi del delfino salato, un competente, testimonio de visu, il conte Emilio Ninni, mi informa, che sul mercato di Costantinopoli il delfino, pur essendo abbondante nel Mar Nero (dove non gli danno la caccia), non compare mai». E via indagando, ricostruendo, collezionando schede. Ci stupirà scoprire che un uomo tanto curioso fu anche autore di saggi sull’ornitologia (per i quali partiva dalla sua concreta esperienza di appassionato cacciatore) e persino di una ricerca storica sulla danta nota col nome di pavana, di cui rivendicò l’origine al Veneto, strappandola alla Spagna? Torna in una versione aggiornata e con altro titolo, uno dei saggi più originali di Predrag Matvejevic, lo scrittore di madre croata e padre russo: Venezia minima (Garzanti, 160 pagine, euro 14,60). La prima edizione era apparsa nel 2003 L’altra Venezia - e si era aggiudicata la prima edizione del premio Strega Europeo. Lo sguardo dello scrittore sulla città non si è soffermato sulle basiliche e sui grandi pittori ma ha spaziato, con una visione trasversale, sugli angoli meno conosciuti: dalle doratore sul legno alle vene d’argento sui mattoni ai giardini invisibili fino ai mestieri di una volta. Il risultato è un cruciverba di luoghi, immagini e suoni, la cui definizione varia da uno stato d’animo all’altro. «Non potevo fare a meno di confrontarmi con una città come Venezia, ragiona Matvejevic - non smetterò mai, perché è una delle realtà più affascinanti tra Oriente e Occidente». Testo raffinato, pensato e scritto come un affresco Predrag Matvejevic cangiante, Venezia minima offre anche un breve saggio di Raffaele La Capria. Che scrive: «Quella di Matvejevic è una Venezia fatta di scrittura che diventa materia e sensazione che ci restituiscono quelle che riceviamo: sensazioni di umido, di acqua, di marcio, di tempo, di bellezza, di passato, di malinconia (…) insomma dell’indicibile Venezia». L’originalità del saggio sta tutta qui. In una breve ma avvincente guida d’autore agli angoli meno battuti della città popolata ogni anno da milioni di turisti. Forse è un bene, paradossalmente, che i visitatori occasionali di Venezia non leggano questo delizioso volume: potrebbero trasformare in iper-affollati e chiassosi, luoghi che fino a oggi sono appartati e silenziosi. Massimiliano Melilli Lorenzo Tomasin Teatro La rodigina Maria Paiato interprete dell’«Intervista», stasera a Mira «La mia Ilaria, buffa e femminile» Una commedia scritta vent’anni fa, nel 1989, ma che conserva intatta la sua freschezza e la sua capacità di penetrazione psicologica nell’analisi dei caratteri: L’intervista di Natalia Ginzburg torna sulle scene nell’allestimento di Valerio Binasco, uno dei registi e attori più affermati nel panorama teatrale italiano. Al suo fianco, Maria Paiato, l’attrice veneta che ha saputo conquistarsi una posizione di rilievo nell’ambito dell’interpretazione di testi della drammaturgia contemporanea, e la giovane Azzurra Antonacci. Li vedremo oggi al Teatro di Villa dei Leoni di Mira, prima tappa di una tournée che toccherà Schio, Asolo e Verona, rispettivamente il 3, 4 e 7 aprile. Il te- sto che abbraccia un arco di dieci anni, dal 1978 al 1988, si gioca su tre personaggi: Marco Rozzi, giovane giornalista, che arriva in una casa di campagna per realizzare un’intervista a un importante studioso, e Ilaria e Stella, rispettivamente la compagna e la sorella del professor Tiraboschi. La iterata assenza del professore farà sì che si crei un’intimità confidenziale con Ilaria, un dialogo sincero che porta a galla le aspirazioni e i sentimenti dei personaggi. È felice, come sempre, Maria Paiato di lavorare in Veneto, dove ancora ha la sua famiglia. Una tappa in Veneto non manca mai per i suoi spettacoli… «È vero, cerco sempre di tor- nare perché sento molto forte il richiamo della mia terra di origine, che è una zona di confine con il territorio ferrarese. Io sono nata a Stienta e i miei, anche le mie giovani nipoti Sveva ed Elsa a cui sono legatissima, vivono a Santa Maria Maddalena, una frazione di Occhiobello. Sono terre che erano al centro della «Maria Zanella», il monologo sull’alluvione del Polesine del 1951 che lei ha recitato un paio di stagioni fa… «È stato molto importante per me interpretare quel personaggio simbolo di un territorio affascinante, ma a rischio. Maria Zanella porta su di sé le stigmate di una sofferenza atavica, è icona di una popolazione abituata a confrontarsi an- che in maniera dolorosa con una natura fiorente e matrigna al tempo stesso». Dopo Félicité, protagonista di «Un Cuore Semplice» dello scorso anno, dà vita ora a una nuova figura femminile, Ilaria, della Ginzburg. Che legame c’è tra queste due donne? «Sono donne che colpiscono per la loro straordinaria umanità e disponibilità verso gli altri. Ilaria è un essere che sa conoscere la forza del dolore, del sacrificio e della dedizione. Anche lei ha "un cuore semplice": è una creatura candida, a tratti buffa, piuttosto pigra, ma al tempo stesso accogliente e molto femminile». Ilaria era stata concepita dalla Ginzburg per Giulia Laz- zarini. Come si è differenziata da un precedente così autorevole? «Binasco mi ha guidato nella costruzione di un personaggio statico nella sua fisicità, diverso dal dinamismo e dalla mobilità dell’interpretazione della Lazzarini. Nel primo tempo Ilaria sta pressoché immobile su una poltrona, come se fosse un fiore, aperto però all’incontro con gli altri». Che progetti ha in cantiere? «Nell’immediato una partecipazione alla fiera del libro di Torino il prossimo maggio per parlare del romanzo di Berto Gavioli Il leon d’oro, la storia di una famiglia da fine Ottocento al 1956. E poi l’interpretazione di Erodiade di Giovanni Tesori, una donna di potere, assai diversa da quelle che ho interpretato fino ad oggi». Sul palco Valerio Binasco, Azzurra Antonacci e Maria Paiato Caterina Barone 22 Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona VR Il concerto Il programma di Vinitaly Il futuro del vino In Fiera convegni, soubrette e politici Fabrizio Coppola contro razzismo e paura del diverso Impegnato in tournée da metà marzo, arriva domani sera a Verona Fabrizio Coppola, cantautore milanese, ospite dell’associazione culturale Majakovskij in via Fiumicello 9, zona Porta Vescovo. Il suo primo album «La superficie delle cose» risale al 2003, seguito due anni dopo da «Una vita nuova», che ebbe un ottimo successo di critica. Il suo ultimo extended play s’intitola «La stupidità», che è anche il titolo del primo singolo NOTTE E GIORNO [email protected] FAX 178 279 7071 uscito. La canzone affronta una serie di questioni scottanti del nostro paese, tra cui il razzismo e la paura del diverso: «L’uomo nero è uno spacciatore, un sovvertitore. Lui è un terrorista, è uno sfruttatore. Lui ti ruba il pane, lui è tutto il male, il male, il male», recitano le prime parole del testo. L’Ep è scaricabile gratuitamente dal sito www.myspace.com/fabriziocoppola. Il concerto inizia alle 22; ingresso con tessera 5 euro. (a.d.r.) Al palazzetto dello sport In Fiera A inaugurare Vinitaly sarà il ministro Luca Zaia Politici, convegni e starlette della tv. Dopo la serata di gala che si è svolta ieri, con il concerto del pianista Ludovico Einaudi al Teatro Filarmonico, il programma della prima giornata di Vinitaly si preannuncia molto fitto. Oggi alle 10, sarà il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia a inaugurare la kermesse fieristica. Presenti anche il presidente della Regione Giancarlo Galan, il sindaco di Verona Flavio Tosi e il presidente della Provincia Elio Mosele. Ma neppure questa edizione rinuncia al connubio tra vino e bellezza, e così tra gli ospiti attesi figurano anche le ex veline Maddalena Corvaglia ed Elisabetta Canalis (nela foto). Ricca di contenuti la prima giornata di Vinitaly, con la presentazione dello scenario di mercato a cura del Centro Studi Vinitaly Veronafiere sul tema «La Crescita continua» (inizio alle 15.15, nella sala stampa al secondo piano del PaShowgirl Elisabetta Canalis la Expo). L’analisi è il frutto dell’elaborazione delle indagini di mercato: «Il vino nei locali italiani di qualità» (Unicab-Axiter); «Vino, il mercato che verrà» (Università Federico II - Edizioni L'Informatore Agrario); «Il mercato del vino nella Gdo» (IRI Infoscan); «Gli italiani e il vino» (Bocconi Trovato & Partners). Con gli Stati Uniti d’America, si apre anche il ciclo di focus di Vinitaly sui più interessanti mercati esteri. A seguire Russia, Cina, Giappone, India e Singapore e Paesi Scandinavi. Enrico Presazzi Al Teatro Filarmonico Mozart e Bruckner chiudono la stagione Maestro Günter Neuhold dirige il concerto al Filarmonico L’ultima opera di Mozart chiude la stagione sinfonica del Teatro Filarmonico. Con le ultime pagine del grande compositore, il Concerto in La maggiore per clarinetto e orchestra realizzato nel 1791, pochi mesi prima di morire, si apre il concerto di sabato prossimo, tutto sotto il segno della musica austriaca: a seguire la Sinfonia n.4 «Romantica» di Bruckner. Due scelte entrambe emblematiche, un salto di quasi un secolo per ritrovare anche con Bruckner la maturità e la pienezza del compositore. Austriaco perfino il podio, con il maestro Günter Neuhold che ha diretto nei più importanti teatri d’opera italiani (la Scala, Teatro Massimo di Palermo e di Catania, i comunali di Bologna e Genova) ed europei, da Vienna a Berlino a Dresda, Monaco, Ginevra, Zurigo, al festival di Salisburgo e alla Biennale di Venezia. La stagione sinfonica si chiude, oltre che con Mozart e Bruckner, anche con le opere più belle di Glinka, Dvorak e Rachmaninov. Gli ultimi due appuntamenti saranno sabato (alle 20.30, replica domenica alle 17) e il 2 maggio (replica domenica 3). Il clarino solista è di Vincenzo Mariozzi che nell’interpretazione di questo concerto di Mozart, eseguito anche al Festival Mozart Praha con l’Orchestra da Camera di Mantova, vanta una delle sue prove più note e più apprezzate. All’ultimo appuntamento della stagione, il 2 e 3 maggio, la musica avrà invece i toni dell’est con le musiche di Glinka, Dvorak e Rachmaninov, dirette questa volta da Fabio Mastrangelo, che vedrà come violoncellista David Geringas. Informazioni e biglietti al Teatro (via dei Mutilati 4), oppure allo 045.8005151 e sul sito www.arena.it. Camilla Bertoni Il Sunshine Gospel per la solidarietà Torna ad esibirsi nella nostra città per una buonissima causa il «Sunshine Gospel Choir», ensemble di circa 50 coristi vincitore del primo premio nel 2001 del «Gospel Jubilee Festival» di Torino e considerato uno dei migliori gruppi italiani nel genere. Sarà in concerto sabato sera a partire dalle 20.30 al palazzetto dello sport «Città di Verona» in piazzale Atleti Azzurri d'Italia. Il ricavato dell’evento verrà devoluto alle associazioni Medici Senza Frontiere e Gli Amici di Angal: la prima necessita di fondi per il progetto «Fondo emergenze», attivato al fine di finanziare interventi di emergenza in caso di guerre, epidemie, catastrofi naturali ed emergenze nutrizionali. Mentre la seconda per l’«Operazione Proteine», contro la malnutrizione infantile, e per «Orfani da Ai- ds», progetto volto a garantire il sostegno a distanza - cibo, cure mediche, vestiti, scuola - ai bambini di Angal, nel nord Uganda, resi orfani da questa terribile malattia. Attualmente l’associazione ne segue oltre 230. I biglietti sono disponibili on line sul sito http://www.winticket.it; costo: platea 15 euro, gradinate 10, ridotto (5-10 anni) 5 euro. Antonella de Robertis Spettacoli 23 Corriere di Verona Giovedì 2 Aprile 2009 VR Guida ai film CINEMA TEATRO TV e RADIO DRAMMATICO COMMEDIA ANIMAZIONE THRILLER COMMEDIA DRAMMATICO Gran Torino Due partite Ponyo sulla scogliera Push Racconti Incantati Two Lovers Il tema del razzismo è al centro del film di Clint Eastwood, in cui interpreta, un reduce della Guerra. L’unica cosa rimastagli è una Ford Gran Torino, a cui è molto affezionato. Quando il figlio dei suoi vicini tenta di rubargliela... Multisala Rivoli Trasposizione cinematografica della piece teatrale di Cristina Comencini, con al centro il confronto fra madri e figlie, che si concretizza in un confronto fra due generazioni. Protagoniste otto attrici del nuovo cinema italiano. Alcione I protagonisti sono Sosuke, un bimbo di cinque anni, e Ponyo la pesciolina incastrata in un barattolo di marmellata e salvata dallo stesso Ponyo. Una storia che si apre all’amicizia, all’amore materno, al rispetto per la vita e per la natura. L’esercito americano vuole mettere la mani su una super-razza di uomini dotati di poteri paranormali, così da sfruttare per scopi militari. I ragazzi coinvolti in questo intrigo decidono di allearsi per poter mettere fine alla minaccia che incombe su di loro. Skeeter decide di fare da baby-sitter ai figli della sorella, così da arrotondare un po’. Per due sere racconta ai bambini delle bellissime favole della buona notte, ma, con sua grande sorpresa, i suoi racconti il giorno successivo si realizzano puntualmente. Leonard è un giovane con molti problemi, che decide di tornare a vivere con i genitori, dopo l¿ennesimo tentativo di suicidio. Proprio quando sembra riacquistare una certa serenità, entrano nella sua vita due donne, molto diverse tra loro. Cinema VERONA ALBA S. LUCIA ISOLA DELLA SCALA Via S. Elisabetta, 6 - Tel. 045.95.68.61 Il dubbio 20.45 Via Verdi, 20 - Tel. 045.84.00.848 Due partite 16.30-19.00-21.30 Commedia Regia di E. Monteleone, con M. Buy, I. Ferrari AURORA Via Rimembranza 2b - Tel. 045/7302667 21.00 Concerto LEGNAGO Drammatico Regia di J. P. Shanley, con M. Streep, P. S. Hoffman ALCIONE CINEMA TEATRO CAPITAN BOVO Riposo DIAMANTE I mostri oggi Gran Torino Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli 19.30-22.00 17.50-20.10-22.30 Push Via Trentino, 1 - Tel. 89.21.11 17.55-20.15-22.35 19.40-22.15 The international 19.20-22.10 Thriller Regia di T. Tykwer, con C. Owen, N. Watts MULTISALA CRISTALLO Corso Italia, 9 - Tel. 045.76.10.171 20.00-22.00 Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli Lasciami entrare 21.15 Horror Regia di T. Alfredson, con K. Hedebrant, L. Leandersson La mostra La felicità porta fortuna 21.00 Commedia Regia di M. Leigh, con S. Hawkins, E. Marsan Via Zecchinato, 5 - Tel. 045.50.99.11 I mostri oggi 20.00-22.00 Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli Drammatico Regia di G. Van Sant, con S. Penn, E. Hirsch SAN GIOVANNI LUPATOTO Vicolo Cere, 14 - Tel. 045.80.02.050 Ti amerò sempre SAN BONIFACIO I mostri oggi Regia di P. McGuigan, con D. Fanning, C. Belle 16.30-19.00-21.30 FIUME 17.30-20.00-22.20 Commedia Regia di U. Carteni, con L. Argentero, C. Gerini 21.00 Milk 19.00-21.50 21.00 Diverso da chi? Drammatico Regia di G. Muccino, con W. Smith, R. Dawson Via Trentino, 1 - Tel. 89.21.11 La verità è che non gli piaci abbastanza Commedia Regia di K. Kwapis, con B. Affleck, J. Aniston Via Brigata Aosta, 8 - Tel. 045.89.02.596 Sette anime WARNER VILLAGE - LA GRANDE MELA Regia di D. Frankel, con E. Dane, J. Aniston Riposo Comico Regia di S. Ficarra, V. Picone, G. Avellino, con S. Ficarra, V. Picone CINEMA TEATRO SAN MASSIMO 17.45 Io & Marley Drammatico Regia di C. Eastwood, con C. Eastwood, B. Vang WARNER VILLAGE - LA GRANDE MELA La matassa Via Trentino, 1 - Tel. 89.21.11 Drammatico Regia di R. Faenza, con C. Santamaria, I. Glen CINEMA TEATRO SALUS LUGAGNANO DI SONA Via Fracastoro, 17 - Tel. 045.52.00.68 WARNER VILLAGE - LA GRANDE MELA Il caso dell’infedele Klara 15.30-18.00-20.30 UCI CINEMAS VERONA Via Monte Amiato - Tel. 89.29.60 Drammatico Regia di P. Claudel, con S. Hazanavicius, K. Scott Thomas I mostri oggi KAPPA DUE Via A. Rosmini, 1 - Tel. 045.80.05.895 Sala riservata Watchmen VM 14 MULTISALA RIVOLI Diverso da chi? 16.00-22.40 Two Lovers Ponyo sulla scogliera 18.10-20.20 I Love Shopping 16.00-18.10-20.20-22.30 Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli 16.00-18.10-20.20-22.40 Two Lovers La verità è che non gli piaci abbastanza Via Monti, 7/c - Tel. 045.97.42.44 Avventura Regia di B. Luhrmann, con N. Kidman, H. Jackman The international Via Sabotino, 2/a - Tel. 045.91.35.91 15.30-18.30-21.15 Drammatico Regia di S. Daldry, con K. Winslet, R. Fiennes Via Molinara, 23 - Tel. 045.50.83.80 The Burning Plain - Il confine della solitudine 21.00 Drammatico Regia di G. Arriaga, con C. Theron, K. Basinger CEREA MIGNON Via Mons. Dario Cordoli, 2 - Tel. 0442.82450 Katyn 20.45 Regia di A. Wajda, con M. Ostaszewska, A. Zmijewski COLOGNA VENETA CINEMA C. FERRINI Via Papesso, 10 - Tel. 0442.41.27.58 Riposo 17.30-20.10-22.50 Thriller Regia di T. Tykwer, con C. Owen, N. Watts La vittoria dei partigiani «a memoria d’arte» Racconti Incantati 18.20-20.30-22.40 Fantastico Regia di A. Shankman, con D. Goodman, A. Sandler Il caso dell’infedele Klara La vittoria dei partigiani sul nazifascismo, raccontata attraverso quadri e sculture. È la mostra collettiva «A memoria d’arte», organizzata dall’8 aprile al 15 maggio, dal circolo Pink. Un modo alternativo per ricordare la festa della Liberazione di cui, questo 25 aprile, cade il 64esimo anniversario. «Con questa manifestazione – spiega Alice Castellani, una delle organizzatrici – abbiamo deciso di richiamare alla memoria la resistenza per riconquistare la libertà e la democrazia, declinandola attraverso le opere di 42 artisti, tra cui quattro partigiani che hanno vissuto sulla propria pelle questa esperienza». Padrino della manifestazione, infatti, proprio lo scultore e pittore partigiano Vittore Bocchetta che, a 91 anni, porterà la sua testimonianza diretta. La mostra si terrà in nove diversi spazi della città. Si inizia l’8 aprile, con l’inaugurazione all’Osteria ai Preti, alle 18.30. Il 10 aprile sarà la volta del circolo Malacarne, mentre il 15 toccherà alla libreria Pagina 12. Si prosegue il 16, al Metropolis cafè, poi il 17 da Esposta e il giorno successivo ai campi di San Felice Extra. Il programma fa tappa il 21, alla libreria Rinascita, il 23 al Fuori Corso, per finire il 24 aprile al circolo Pink, dove interverranno i due partigiani: Bocchetta e Tonino Migali. (f.m.) 18.15-20.30-22.45 Drammatico Regia di R. Faenza, con C. Santamaria, I. Glen Push 17.30-20.00-22.30 Regia di P. McGuigan, con D. Fanning, C. Belle La matassa 17.30-20.00-22.30 Comico Regia di S. Ficarra, V. Picone, G. Avellino, con S. Ficarra, V. Picone Gran Torino 17.15-20.00-22.35 Drammatico Regia di C. Eastwood, con C. Eastwood, B. Vang SOMMACAMPAGNA VIRTUS Via Ospedaletto, 4 - Tel. 349.77.95.283 Riposo Tv TELENUOVO 07.00 08.05 09.30 12.00 12.25 12.45 14.05 17.30 19.00 19.10 19.45 20.20 20.30 21.00 23.10 23.30 24.00 INFORMAZIONE LOCALE PRIMA PAGINA INCONTRI ISTITUZIONALI TG STUDIO TG VENETO ROSSO & NERO TELEGIORNALE REGIONALE FOX KIDS CARTOONS TG PADOVA TG STUDIO L’OPINIONE TELEGIORNALE PADOVA: PRIMA SERATA TG STUDIO TELEGIORNALE NOTTE FILM: PROVOCAZIONE TELEARENA 07.00 07.45 10.00 10.30 12.20 12.45 14.00 18.15 18.30 TG MATTINA BUONGIORNO VERONA LA GRANDE STORIA DIRETTA DALLA FIERA DI VERONA: APERTURA VINITALY TELEGIORNALE DIRETTA VINITALY TELEGIORNALE VOLLEY VERONESE CARTONI ANIMATI Direttore responsabile: Ugo Savoia Vicedirettore: Alessandro Russello 19.05 19.30 20.10 20.30 21.05 21.10 21.25 22.10 22.50 23.00 23.40 TG SPORT TELEGIORNALE TG SPORT VINITALY DI GIORNO E DI NOTTE TG UPA SPECIALE CONVEGNO PDL DIRETTA VERONA VINITALY DI GIORNO E DI NOTTE (R) TG UPA TELEGIORNALE TG SPORT ANTENNA TRE VENETO 07.20 07.50 08.00 08.50 12.00 12.30 12.45 13.15 18.00 18.45 18.52 19.00 19.30 20.30 20.45 23.00 23.30 00.00 A3 REGIONE OGGI (R) OROSCOPO - NOTES LA VOCE DEL MATTINO IL BOLLETTINO DELLA NEVE MUSICA E SPETTACOLO OROSCOPO - NOTES INFORMAZIONE CON A3 NOTIZIE TALK SHOW: ORE TREDICI TELENOVELA: ESMERALDA RU GOSSIPWOOD NOTES TG VICENZA - VENEZIA INFORMAZIONE CON IL TG TREVISO RU VISITANDO IL NORDEST TALK SHOW: SIGNORE & SIGNORI TG VICENZA - VENEZIA INFORMAZIONI CON IL TREVISO HOT LOV Caporedattore: Massimo Mamoli Editoriale Veneto s.r.l Presidente: Pilade Riello Amministratore Delegato: Massimo Monzio Compagnoni 16.50-19.50-22.40 Commedia Regia di K. Kwapis, con B. Affleck, J. Aniston 20.30 The Reader - A voce alta 17.30-20.00-22.30 Sentimentale Regia di J. Gray, con J. Phoenix, G. Paltrow Australia S. TERESA 20.00-22.30 Commedia Regia di P. J. Hogan, con I. Fisher, H. Dancy Commedia Regia di K. Kwapis, con B. Affleck, J. Aniston NUOVO S. MICHELE 17.30 Cartoon Regia di H. Miyazaki Sentimentale Regia di J. Gray, con J. Phoenix, G. Paltrow La verità è che non gli piaci abbastanza 17.30-20.00-22.20 Commedia Regia di U. Carteni, con L. Argentero, C. Gerini Drammatico Regia di C. Eastwood, con C. Eastwood, B. Vang I mostri oggi 17.30-21.00 Fantasy Regia di Z. Snyder, con J. D. Morgan, P. Wilson Piazza Brà, 10 - Tel. 045.80.32.935 Gran Torino PINDEMONTE 17.30-20.00-22.30 Commedia Regia di E. Oldoini, con D. Abatantuono, S. Ferilli Suggestioni in centro a Verona dal 2 al 5 aprile 2009 Appuntamenti selezionati in luoghi unici nel centro di Verona. Il fascino della cornice storica come luogo d’incontro di contenuti artistici e culturali. Una rete di appuntamenti per vivere spazi pubblici urbani e valorizzarne il ruolo. Eventi per la città, per i visitatori, per i numerosi enonauti e amanti dell’arte e della cultura enogastronomica in continua crescita. Da giovedì 2 aprile a domenica 5 , in centro storico a Verona: Porta Palio, Arsenale, Vecchia Dogana e altri. Ospiti: Food Editore, Neroli Records, Facoltà di Economia dell’Università di Verona, Valpolicella Photographic Workshop, Fondazione Callas, Forme di Luce, Prandina, Scalacolore, Canoa Club Verona, Loud, Roots e altri. Assaggi in omaggio: Etna rosso I vigneri di Salvo Foti, Amarone La Pala, Malvasia Callas Monte delle Vigne, Amarone 1964 Bolla e Barolo 1967 Oddero Old Wines, Novecento il Santo, Perdarubia e altri. Ingresso gratuito e assaggi enogastronomici in tutti gli appuntamenti. www.winecity.it [email protected] T+39 335 808 3724 T+39 347 50 23 382 Sede legale: Via Mameli 12, 35131 Padova Reg. Trib. di Milano n. 488153 del 2/7/2002 Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Ugo Savoia Stampa: SEPAD S.p.A. Corso Stati Uniti 23, 35100 Padova Tel. 049.870.00.73 Sped. in A.P. - 45% - Art.2 comma 20/B Legge 662/96 Diffusione: m-dis Distribuzione Media Spa - Via Rizzoli, 2- 20132 Milano Tel. 02.25821 Redazioni distaccate: Via Mameli, 12 - 35131 Padova - Tel. 049.823.88.11 - Fax 049.823.88.31 Via Gabriele D’Annunzio 19, 31100 Treviso - Fax 0422.41.97.58 Dorsoduro 3120, 30123 Venezia - Tel. 041.520.86.03/241.34.21 - Fax 041.241.01.09 Pubblicità: RCS Pubblicità spa - Via Carlo Cattaneo, 26 - 37121 Verona Proprietà del Marchio: Corriere di Verona RCS Quotidiani S.p.A. Distribuito con il Tel. 045.801.14.49 Fax 045.801.02.08 Prezzo 0,33 € 24 Giovedì 2 Aprile 2009 Corriere di Verona VR Peuterey, Woolrich, Richlu, Blauer, Brema, Napapijri, Dek'Her, Dekker, Kejo, Geo Spirit, A.M. 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