13_LaRassegna_03_aprile_2014

la Rassegna
Economico
CONOMICO e
E Finanziario
INANZIARIO
SETTIMANALE
ettimanale e
Numero 13 - 3 aprile 2014 - Anno 70 - Euro 0,90
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1906
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353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
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1, DCB
Bergamo
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27/02/2004
art.
comma
1, DCB
Bergamo
Gelato, con miele
e biscotto di mais
nasce il gusto
di Bergamo
Massimo Bosio
Consumazioni al bar,
aggiornato il listino.
Inserito anche
il caffè al ginseng
► a pagina
di cesare
«I
l problema più grave di ordine pubblico
l’abbiamo in Borgo Santa Caterina».
Giusto un anno, a precisa domanda il
sindaco Franco Tentorio non ebbe esitazione
a dare una risposta secca, senza alcun tentennamento. Tra le diverse reazioni a quell’uscita,
ricordiamo perfettamente il volto ilare di un povero stolto che si era spinto a ironizzare sul primo cittadino, indicato quasi come una sorta di
dilettante allo sbaraglio (dopo “soli” 40 anni di
Consiglio comunale) per aver, udite udite, considerato la movida del Borgo tema più complesso e difficile da gestire delle bravate degli ultrà
allo stadio e dintorni.
Oggi che la contrapposizione tra residenti e
gestori dei locali (quasi sempre vittime dei loro
clienti) ha raggiunto livelli preoccupanti forse
anche le anime belle, quelle solitamente abituate a giudicare dal salotto della loro casa borghese di periferia, opportunamente lontana dai
fastidiosi rumori della città, potranno cominciare a prendere in considerazione di non aver colto il fenomeno nella sua reale delicatezza.
[
Spesa pubblica
Dai dati dell'Osservatorio provinciale arriva la
conferma del quadro critico dell'occupazione bergamasca. Lo scorso anno il saldo è stato negativo per
oltre 13mila unità. L'assessore provinciale al Lavoro
Giuliano Capetti: “Crollano i tempi indeterminati e
questo è un dato inquietante perché stiamo parlando proprio di quei contratti che dovrebbero dare
sicurezza al lavoratore”. Lo scorso anno, in effetti,
il 46% delle assunzioni è avvenuto con contratti a
tempo determinato, solo il 23% a tempo indeterminato. Segue la somministrazione (18%), il lavoro a
ravaschio
9 770393 750004
a spesa pubblica nel 2012 secondo la
banca dati Siope è stata di 805 miliardi.
Nel dettaglio, 86 miliardi di euro ci sono
costati gli interessi sul debito (l’autentica zavorra), quasi 312 miliardi la previdenza, 141
miliardi l’amministrazione centrale, 182 miliardi le Regioni (che includono 114 miliardi di
spesa sanitaria) e 73 miliardi i Comuni. Infine,
con 11 miliardi, arrivano le Province, che incidono così per circa l’1,37% della spesa totale.
Per cercare di tagliare la spesa pubblica però si
è partiti proprio da quest’ultime, facendole passare mediaticamente quasi come le responsabili
del dissesto dei conti.
Ci sarebbero enti ben più costosi e spreconi,
per non dire inutili, sui quali intervenire, ma
per ragioni non del tutto comprensibili e andando contro la tradizione storica si è deciso di
puntare sull’abolizione delle Province. C’è da
augurarsi che si sia partiti dall’ente sul quale
si accentrano meno interessi per poi andare a
colpire anche centri ben più importanti. In ogni
caso, da qualche parte si doveva pur partire e
3
a pagina
Assieme ad esperti contabili e tecnici informatici, la professione di agente di commercio resta tra le più richieste. A Bergamo, secondo i dati Camera di Commercio, dopo due anni di
flessione i numeri sono tornati a crescere. Al 31 dicembre si
contavano infatti 2.690 imprese attive, di cui 436 in città, con
un incremento di 129 unità. «La riduzione del business pesa
doppiamente sugli agenti, che si trovano con provvigioni più
magre e riduzioni significative del volume d’affari – rileva
il presidente del Gruppo Agenti di commercio dell’Ascom
Massimo Bottaro -. A questo si aggiungono costi sempre più
elevati e maggiori oneri di gestione. Oggi la tendenza è ridurre al minimo la struttura e sta crescendo la ricerca di una
scrivania in affitto o di un ufficio in condivisione». Se la crisi
e le strategie delle aziende mandanti hanno imposto una riorganizzazione, il futuro è «nell’andare laddove la struttura
centrale non riesce ad arrivare. L’agente che ha una presenza
capillare e che mantiene contatti con una rete di piccole imprese regge ad ogni situazione di mercato».
3
L
40013
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progetto (5%) e da ultimo l’apprendistato (3%). Per
quanto riguarda le cessazioni, la cui concentrazione
segue le stesse dinamiche delle assunzioni, il dato
più significativo è l’ampio numero di cessazioni
riguardanti il contratto a tempo indeterminato, che
sono state 9499 in più rispetto alle assunzioni. "L'industria - spiega Capetti - è il comparto più colpito,
ma fa riflettere anche la crisi del commercio, che una
volta rappresentava uno sbocco importante".
Dopo due anni di calo, a Bergamo le imprese
sono tornate a salire. Bottaro (Ascom): «Presenza
capillare e cura dei rapporti permettono
di reggere ai mutamenti del mercato»
]
segue a pagina
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Giuliano Capetti
Agente di commercio,
la professione ritrova appeal
Il balletto di cifre
sul taglio
delle Province
di stefano
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I dati dell'Osservatorio provinciale confermano il quadro critico dell'occupazione bergamasca.
L'assessore al Lavoro: «Fa riflettere la difficoltà del commercio, una volta sbocco importante»
Zapperi
segue a pagina
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Capetti: «Crollano i contratti a tempo indeterminato»
[ Bergamo e gli schiamazzi notturni ]
Movida, la vera
sfida è mettere
un freno agli incivili
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Assegnati i marchi
“Sono Sostenibile”,
in città diciotto
i negozi virtuosi
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Il polemIco
di Marco
N
«Ecco cosa può fare
la Regione per aiutare
i pubblici esercizi»
di Lino
enrico stoppani*
L'iniziativa "Dillo alla Lombardia",
utile alla Regione per raccogliere
indicazioni sull’attività a 12 mesi
dall’insediamento della nuova
Legislatura, è l'occasione per presentare
le esigenze e le priorità dei pubblici
esercizi, settore in grande difficoltà, come
dimostrano i fatturati in calo, i numeri
delle chiusure di esercizi, la costante
perdita di produttività nelle gestioni
segue a pagina
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ciMMino
Il nepotismo dilagante
ha messo una zavorra al Paese
on si dice il massimo e, forse, nemmeno il medio: pretenderemmo il minimo. Ci
garberebbe che, in una classe di
venticinque alunni, non si andasse a
pescare il più asino per rappresentare la scuola al concorso nazionale
per giovani talenti: lo dice la logica.
Invece, non si capisce come, si pesca
sempre il peggio fico del bigoncio:
sembra che in questo Paese, in cui,
certamente, non mancano persone
La Lettera
all'assessore Cavalli
di vaglia, quando si deve mettere
la persona giusta al posto giusto,
si senta l’irrefrenabile necessità di
prendere quella sbagliata. Così, se
si deve scegliere un dirigente irreprensibile, che risponda dell’esattezza dei conti pubblici, si prende un
pregiudicato per danni all’erario: se
bisogna affidare a qualcuno la difesa
della cultura, si va a cercare uno che
faccia fatica a mettere insieme le parole “Raffaello” e “Rinascimento”.
segue a pagina
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la Rassegna
3 aprile 2014
Il polemIco
PUNTI DI VISTA
PUNTI DI VISTA
Il nepotismo dilagante
ha messo una zavorra al Paese
Franco
Frigeri
di di
Franco
Frigeri
COMMENTI
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PUNTI DI VISTA
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PUNTI DI VISTA
Siamo costruiti alla rovescia: la nostra piramide è
quanto di meno meritocratico sia dato di concepire. Credo lo sappiano tutti. E, allora, accettiamo la
realtà: smettiamola di fare finta di inseguire inverosimili eccellenze, di proclamare ai quattro venti
che ci vuole maggiore attenzione per il merito, di
dichiarare che le scelte strategiche si faranno, finalmente, basandosi sul curriculum anziché sullo
stato di famiglia. Ammettiamolo: siamo un Paese
così, tra i Balcani e l’America Latina, felicemente
cazzone, allegramente corrotto, confidenzialmente
mafioso. Non c’è mica nulla di male: basta saperlo. Ogni giorno, scartabellando qua e là, scopri
che un patetico imbecille, piazzato, non si sa come,
a dirigere un ente di primaria importanza, è figlio
di questo e nipote di quell’altro. Le università, i
giornali, le partecipate, le banche, straripano di
agnati e cognati di ministri, deputati, boiardi di
stato. Uno infila il fratellino alle Poste, senza concorso: una sinecura da duecentomila euro all’anno. Un’altra sistema il figlioletto a fare il dirigente
in Alitalia, mentre l’azienda licenzia e cade a pezzi. Che volete farci: siamo fatti così! Ma, almeno,
non rompeteci le palle con i vostri sermoncini: non
asfissiateci più con le intemerate sui valori della cultura e della civiltà e sulle meraviglie della
democrazia. Lasciateci covare il nostro odio e la
nostra rabbia senza versare il sale delle vostre prese in giro sulle ferite della gente. Ricordo, molti
anni fa, un’intervista fatta da Vigorelli a Massimo
D’Alema: quello che pensa di cavarsela sempre
coi sorrisetti ironici, anche quando non ha la minima idea di ciò di cui si sta parlando. D’Alema,
che fa il dottor sottile, ma non si è nemmeno laureato: aveva troppe cose più importanti da fare.
Ebbene, dopo uno sproloquio sul costo della vita
e i problemi delle classi subalterne, il giornalista
gli aveva domandato quanto costasse un litro di
latte, uno di benzina, un chilo di pane. L’arguto lo
ignorava: il difensore dei deboli non sapeva minimamente quale fosse la realtà dei problemi su cui
andava pontificando. Alla fine, incalzato, sbottò:
insomma, cosa vuole che ne sappia? Ecco, noi vorremmo che lo sapeste, cari politici. Vorremmo che
la ministra della difesa sapesse che un F35, in un
duello aereo con uno qualunque dei suoi obsoleti
predecessori, verrebbe inesorabilmente tirato giù.
Vorremmo che il ministro della cultura sapesse, almeno, dove si trovino i siti culturalmente rilevanti:
vorremmo che ci andasse, levando le sue riverite e
plumbee chiappone dalla poltrona. Perché siamo
stufi di professoroni che sbagliano le tabelline, di
superesperti che combinano solo catastrofi, di dulcamara del cavolo: vorremmo gente seria, preparata e, soprattutto, che provenga dal mondo reale.
Di associati universitari trentenni che hanno come
sola nota di merito il cognome che portano o la
tessera che hanno in tasca ne abbiamo veramente
abbastanza. Non ci credete? Fate una prova: quella più semplice riguarda il nostro sistema accademico. Prendete una qualsiasi università e cominciate a scorrere i cognomi di ordinari, associati,
ricercatori. Dopo un po’ comincerete a chiedervi:
ma non sarà parente di quello là? Ma com’è che
ha lo stesso cognome di questo qui. Ma è lo stesso
professore? Dovrebbe avere cent’anni: non sarà
il figlio? E questo non sarà mica parente di quel
politico che la mena tanto sulla trasparenza contro il nepotismo? Quest’altra non sarà la figlia di
quel giornalista che faceva il martire della libertà?
Tranquilli: nessun caso di omonimia e non avete le
traveggole. I nostri atenei sembrano l’almanacco
di Gotha: gli associati si scelgono con la legge salica, non con i curricula. Poi, ti domandi: ma come
ha fatto il tale, che nemmeno riusciva a laurearsi a Milano e ha dovuto cambiare università, ad
essere diventato docente? Aveva la tessera così e
cosà, frequentava questo e quello, si è sempre impegnato nel volontariato: caspiterina, tutti titoli
valutabili! E, se per l’università è così, figuratevi
per incarichi di minor fatica e di maggior lucro:
consigli d’amministrazione, sindacati, fondazioni.
Una volta o l’altra bisognerebbe fare una specie di
“Domesday Book”, un censimento totale del nepotismo italico: l’analisi incrociata dei dati darebbe,
secondo me, un quadro tale da giustificare un’insurrezione popolare. Altro che Ancien Règime:
altro che monarchia assoluta! Poi, c’è un’altra
Italia: la mia, la vostra. Quella della gente che tira
la carretta e che non ha santi in paradiso: quella
cui i genitori hanno lasciato in eredità la propria
onestà dignitosa e il proprio culto per il lavoro.
Gente qualunque. Ma è questa gente che, prima o
poi, si stancherà dell’arroganza di chi non ha mai
lavorato in vita sua: non sopporterà più che sia la
raccomandazione a rappresentare nota di merito.
Io aspetto quel momento: sto seduto sul muretto,
sulla riva del fiume. Ed attendo di veder passare il
cadavere di questa finta democrazia. Magari, non
ce la farò: schiatterò prima. Ma è sicuro che mio
figlio o il figlio di mio figlio, la vedranno, questa
benedetta rinascita civile. Ed io me la riderò, dalla
mia nuvoletta…
PUNTI DI VISTA
dalla prima pagina
 L’Europa, un punto di domanda
L’Europa è ancora il numero uno nel mondo per l’economia, per la produzione industriale e per le esportazioni, ma il suo ruolo economico non si
traduce in alcun ruolo politico. La sua frammentazione è tale da ostacolare
anche lo sviluppo di cui abbiamo bisogno. Perché succede questo? Da un
lato sono venuti meno alcuni equilibri del passato: non c’è più in Europa
il senso dell’europeismo governato e guidato dal tandem franco/tedesco.
E’ un’Europa assai diversa in cui un solo Paese, la Germania, ha un ruolo
dominante. L’Europa è nata invece sul senso di pluralismo e di solidarietà
e con meccanismi di flessibilità che ora sono sistematicamente messi in
dubbio. Questo ha creato in diversi Paesi una progressiva crescita del populismo, e di partiti anti europei.
La Germania ha fermato il populismo al suo interno, ma al prezzo di una
politica che non tiene conto dei problemi degli altri Paesi. Esiste inoltre
un problema britannico. La Gran Bretagna non ha ancora deciso (per non
parlare del referendum per l’indipendenza della Scozia) a quale sponda
dell’Atlantico appoggiarsi. Se si votasse oggi, il no avrebbe la maggioranza. Ciò significa che i problemi dell’Europa sono complicati. Non è che
l’Europa si vada sciogliendo perché ormai è una realtà fortemente strutturata e che, in fondo, tutti ritengono indispensabile per il mondo futuro. Tuttavia, nelle condizioni in cui si trova, è impossibile che l’Unione europea
possa giocare, nella grande politica mondiale, il ruolo che pure potrebbe
benissimo giocare. Abbiamo un grande potenziale che non si traduce in
realtà. “Europa in trappola?": no, una domanda da respingere, una sfida da
vincere.
 Essere coraggiosi in democrazia
E’ difficile essere coraggiosi in democrazia. L’eroismo appartiene di diritto
allo stato di emergenza. Quando c’è da scegliere tra bianco e nero, libertà e tirannide. E’ più complicato essere animati da sentimenti baldanzosi
nel clima di mediazione e compromesso che accompagna le democrazie in
buona salute, dove il coraggio viene sostituito dalla ricerca del consenso
e della legittimazione e dalla soluzione politica maggiormente condivisa.
Il problema nasce quando le democrazie se la passano maluccio, come accade in Italia. Può capitare infatti che in questi casi il coraggio venga sostituito integralmente dal cinismo. Ovvero dall’esaltazione della sfiducia,
dalla predica della rassegnazione come abito morale, dalla celebrazione
della mangiatoia come simbolo nazionale. Nonostante tutto pensiamo che
si debba reagire a questa mitologia negativa del nostro presente, all’apologia del cinismo come registro prevalente della narrazione italiana. L’idea,
per l’appunto, che gli italiani siano metodicamente dediti al sotterfugio e al
malaffare e che come tali debbano essere raccontati nelle cronache e nelle
raffigurazioni di ogni genere.
Naturalmente l’immagine dell’italiano malandrino non è una novità. E non
è una novità che si polemizzi contro le fotografie che ci vogliono schiacciati nella caricatura del profittatore. Allora, ci basterà ricordare alcune delle
parole con cui Gaetano Salvemini se la prendeva nel 1947 con chi ripeteva
che “gli italiani sono fatti così e la botte non può dare che il vino che ha”,
“Sissignori - scriveva Salvemini - gli italiani presi uno per uno sono quelli
che sono. Ma non tutti sono allo stesso modo. Ve ne sono alcuni che sono
fatti diversamente...E quand’anche gli italiani che sono fatti diversamente,
fossero non centomila, ma appena mille, cento, dieci, uno solo, quell’uomo
solo - degno di rispetto e non carogna - dovrebbe essere aiutato, approvato,
sostenuto”. Una lezione morale sempre valida, il pensare che il destino
degli italiani non è cinico e baro.
 La città e le scommesse da vincere
E’ in corso un vivace dibattito pre elettorale in cui l’obiettivo da tutti
dichiarato è quello di puntare su una Bergamo capace di raggiungere traguardi che competono a una città in cui è sempre larga la forbice fra lecite
ambizioni e realizzazioni concrete. In un quadro di grandi trasformazioni
c’è bisogno che all’interno dei gruppi protagonisti della vita cittadina prevalga l’obiettivo di inserire la difesa degli interessi legittimi in un progetto complessivo, in una visione plurale della comunità, un insieme in cui
ciascuno dà in modo trasparente e riceve con certezza quanto gli tocca.
Nel contempo, però, lealmente accetta di “sacrificare” qualcosa delle sue
mire, nel caso in cui il perseguimento di qualcuna di esse andasse a discapito di altri. La coesione sociale non può prescindere da una visione
comunitaria, pena il ritrovarsi entro un agglomerato di egoismi e non in
una convivenza ordinata. Tocca alla politica capire quando gli squilibri
fra richieste in gioco sono fonte di alterazioni e smagliature nel tessuto
di relazioni. Dopo tutti i doverosi tentativi di esperire intese fra i vari
interessi, giunge il momento della responsabilità di stabilire una scala di
valori e di scegliere ciò che in base ad essa è il “buono per tutti”. Certo,
può essere una via irta di difficoltà e che aliena simpatie e appartenenze,
ma governare non può ridursi a tirare a campare che “tanto poi tutto si
aggiusta”.
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Presidente: Ivan Rodeschini
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la Rassegna
3 aprile 2014
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COMMENTI
questi giorni, sfociate in assemblee e raccolte di firme, venissero
convogliate in una riflessione il più possibile serena e pacata. Che
parta da una considerazione fin che si vuole banale ma ineludibile: entrambi i diritti (riposo-divertimento) hanno eguale dignità e
necessità di essere dispiegati. Anche i residenti, ricordiamolo agli
accigliati censori di chi si ostina a non gradire i baccanali a cielo aperto, amano svagarsi, trascorrere serate in compagnia degli
amici, bere qualcosa al bar. Né più né meno dei tanti, tantissimi
(ed è un patrimonio prezioso per la realtà commerciale cittadina)
clienti dei locali pubblici. Il vero discrimine è il luogo, ma soprattutto il modo. Ed è di questo che bisogna discutere.
La città è viva anche se e tanto quanto lo sono i suoi luoghi di
divertimento. Il contrario sarebbe il camposanto. Nessuna pregiudiziale, quindi, né ostilità nei confronti di chi investe risorse
ed energie per offrire occasioni di relax. Il bersaglio vero, su cui
gestori e residenti devono e possono trovare un’intesa per una
battaglia comune, sono piuttosto i clienti. Quella parte, ahimè
non trascurabile, di avventori che quando esce di casa dimentica di portarsi con sé (ammesso che ne disponga) quel corredo
di buona educazione e rispetto altrui che rendono l’uomo civile
diverso dall’animale. Conosciamo tutti, anche per esperienza diretta, il campionario di cori e urla a squarciagola in piena notte,
le sgommate, i lanci di bottiglie.
Certo non possiamo immaginare una sorta di maxi campagna di
rieducazione, sarebbe velleitario e fors’anche inutile. Ma si può
provare a chiedere più attenzione e severità alle forze dell’ordine (i reati, dagli schiamazzi al disturbo della quiete pubblica,
esistono). Un impegno che vale soprattutto per chi si candida
alla guida di Bergamo, nella speranza che, come dimostra anche il recente parziale dietrofront, sappia calibrare meglio il pur
condivisibile desiderio di contribuire a migliorare la vivibilità
della città.
Cesare Zapperi
(commenti su www.larassegna.it)
Bergamo e gli schiamazzi notturni
Movida, la vera
sfida è mettere
un freno agli incivili
dalla prima pagina
Lo stesso assessore Massimo Bandera, che pure insieme ai suoi
colleghi di Giunta fino allo scorso anno aveva visto di buon occhio la moltiplicazione degli appuntamenti post cena nel cosiddetto Borgo d’Oro, dopo un meritevole viaggio sul campo ha dovuto
ammettere: “Tre sere sono troppe”. E pazienza se qualcuno ci ha
letto, come è pur probabile che sia, una premura dettata dall’opportunità di tener buoni i residenti (i clienti dei locali nella stragrande maggioranza vengono da fuori) a poche settimane dalla
chiamate alle urne. E’ più importante che maturi e si diffonda la
consapevolezza che per trovare il giusto equilibrio tra il diritto
al riposo da un lato e quello al divertimento dall’altro serva una
grande capacità di coniugare le ragioni degli uni con quelle degli
altri senza preconcetti, senza favoritismi e, soprattutto, senza le
facilonerie di chi è capace solo di dire “e che sarà mai?”.
Detto che alcuni quartieri di Bergamo (non solo Borgo Santa Caterina) sperimentano problematiche ben note anche in altre città,
chiedere a Milano per esempio, sarebbe bene che le polemiche di
SpeSa pubblica
Il balletto di cifre sul taglio delle Province
dalla prima pagina
anche se si poteva puntare su azioni più efficaci e su cifre più alte, così è. Illusorio però è pensare
che l’abolizione delle Province possa portare a una cancellazione degli 11 miliardi che pesano
sulla spesa pubblica.
Sugli effetti dell’abolizione (che sarebbe meglio definire “trasformazione”) delle Province non c’è
convergenza. Secondo alcuni il risparmio si fermerà a 100-200 milioni. La Cgia di Mestre prevede
510 milioni, mentre secondo l’istituto Bruno Leoni sarebbe di 1-2 miliardi. La Confesercenti spara
alto arrivando a un’ipotesi di circa 4,5 miliardi. Ma anche se quest’ultimo scenario ottimistico
fosse vero, siamo comunque a un taglio che incide per frazioni di punto sulla spesa complessiva.
Alcuni (l’Unione delle Province italiane, obiettivamente di parte) sostengono che l’operazione
potrebbe addirittura comportare un aumento della spesa, oltre che a diseconomie e problemi di
gestione considerato che, ad esempio per le strade, non ci sarebbe più un livello intermedio tra
Regione e Comune. Mentre si fa molta propaganda sui possibili risparmi si trascura poi di ricordare che, come nelle ristrutturazioni aziendali, queste operazioni di “cancellazione” hanno pure
dei costi, che riducono, seppure una tantum i risparmi. Anche per questo i risparmi potrebbero
arrivare non subito, ma in tempi più lunghi di quanto si può ottimisticamente pensare, a vedere
ad esempio i precedenti della soppressione dei cosiddetti enti inutili. Un’analisi della Sose (Soluzioni per il sistema economico), società di consulenza e servizi controllata dal ministero dell’Economia e dalla Banca d’Italia, nel 2012 ha stimato per la spesa di beni e servizi delle Province un
tasso di inefficienza pari al 31,44%, calcolando un risparmio possibile di 2 miliardi 612 milioni
di euro a fronte di una massa di risorse pari a 8 miliardi 297 milioni. Ma siamo proprio sicuri che
i nuovi responsabili (presumibilmente Regioni e Comuni) delle competenze tolte alla Provincia
saranno più efficienti? In ogni caso i risparmi non si avranno dal minore personale, dato che
c’è la previsione di riallocare tutti i circa 80 mila dipendenti delle Province nelle Regioni e nei
Comuni, che costano circa 2,5 miliardi, con lo spostamento delle varie competenze ad altri enti.
E diversi immobili e strutture logistiche provinciali rimarranno, dato che alla fine la Provincia
non scomparirà ma diventerà un ente “leggero”, quasi low cost. Alla fine il vero risultato si
otterrà con la scomparsa di circa 3.000 incarichi di carattere strettamente politico. Presidenti,
assessori e consiglieri provinciali non saranno più eletti (e quindi si risparmierà sul costo delle
elezioni) e non avranno compenso, con la scomparsa quindi di un costo di circa 120 milioni di
euro. Si potrebbe arrivare a circa mezzo miliardo, come del resto si attende il Piano Cottarelli
sulla spending review, grazie a qualche economia di scala. Che è meglio che niente, ma non
può essere il volano per rilanciare l’economia, a meno che, appunto, non sia il primo passo per
una revisione generale della macchina amministrativa. L’abolizione delle Province poi pone un
problema di tempi su quelle operazioni che Renzi vuole mettere al centro dell’azione di rilancio:
edilizia scolastica e lavoro per i giovani. Ora sono entrambe di competenza della Provincia, ma
non è ancora chiaro di chi lo saranno in futuro.
Stefano Ravaschio
(commenti su www.larassegna.it)
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la Rassegna
3 aprile 2014
Agenti di commercio, torna la crescita
Dopo due anni di calo, il 2013 ha registrato un incremento di 129
imprese. Bottaro (Ascom): «L’agente che ha una presenza
capillare e che mantiene contatti con una rete
di piccole imprese regge ad ogni situazione di mercato»
Il presidente del Gruppo Agenti
di Commercio dell’Ascom Massimo
Bottaro, nel consiglio nazionale della Fnaarc, da oltre vent’anni agente
plurimandatario nel settore termotecnico, fa il punto su una professione cambiata enormemente negli ultimi anni. Esaurita l’era degli uffici
di rappresentanza, oggi i costi di gestione impongono strutture leggere,
meglio ancora una semplice scrivania in un ufficio condiviso. Il futuro
sembra essere quello di un ritorno al
passato, al contatto personale e alle
piccole commesse, perché è proprio
qui che le multinazionali non riescono ad arrivare.
La crisi ha cambiato il ruolo e il
lavoro dell’agente di commercio?
«La riduzione del business pesa doppiamente sugli agenti, che si trovano
con provvigioni più magre e riduzioni
significative del volume d’affari. Al
calo delle vendite si sommano costi
sempre più elevati e maggiori oneri di
gestione. Il lavoro dell’agente non si
esaurisce più con visite, ordini e contratti, ma dopo una giornata di porta in
porta inizia il lavoro di ufficio, a casa
o in agenzia, davanti al computer. Gli
scenari oggi mutano rapidamente e
l’affidabilità nei pagamenti è un bene
raro e prezioso. La crescita delle insolvenze ci porta inoltre a sbrogliare
inghippi e ritardi nei pagamenti fino
al recupero crediti».
Un lavoro sempre più al confine
con quello dell’“esattore” specializzato nel recupero crediti?
«La vendita ormai è diventata
un’operazione finanziaria. Bisogna
considerare l’andamento del mercato, l’affidabilità dei clienti e la reale
capacità finanziaria. Le situazioni
d’impresa oggi possono cambiare
da un momento all’altro, tra acquisizioni e cambi di assetti societari.
La chiusura di imprese storiche, che
per la loro tradizione infondevano
già una sicurezza in più, mostra in
modo preoccupante ed emblematico come si stiano perdendo pezzi di
storia e punti di riferimento».
Si lavora di più e si guadagna di
meno, insomma…
«L’articolo 1742 del Codice Civile
che regola il contratto di agenzia indica il ruolo dell’agente che è quello
di “promuovere per conto dell’altra
parte verso retribuzione la conclusione di contratti in una zona determinata”. Oggi il nostro lavoro, che
richiede ore di scartoffie in ufficio,
va davvero ben oltre il nostro ruolo».
I contratti non mettono dei paletti
al “tuttofare” della vendita?
«A livello nazionale la Federazione,
Fnaarc, ha avanzato alle case madri
la richiesta di maggior informazione, chiarezza e trasparenza nella
di laura
Bernardi locatelli
I
n Italia il 35% delle richieste di lavoro riguarda agenti e rappresentanti di commercio che, assieme ad esperti contabili e tecnici
informatici, rimangono ai vertici delle professioni più richieste. Il
loro numero rimane stabile, sono circa 240mila, nonostante la crisi
abbia colpito anche questa categoria. Alle cessazioni di attività ha
fatto fronte l’entrata di giovani in cerca di prima occupazione e di
soggetti in età matura (dai 45 ai 50 anni) espulsi dal mondo del lavoro,
rispettivamente +4,6% e +7,2%, da settembre 2009 a settembre 2013
(dati del Centro Studi di “Network Agenti”). Oltre a ciò si aggiunge il
fenomeno diffuso di aziende che trasformano parte della propria forza
vendita da occupata in autonoma, per risparmiare sui costi del lavoro.
Nella nostra provincia gli agenti e rappresentanti di commercio
– dati Camera di Commercio di Bergamo a dicembre 2013 - sono
in crescita: si contano 2.690 imprese attive, di cui 436 in città. Dal
2009, anno in cui si contavano 2.599 imprese attive, la professione
dell’agente ha visto una prima crescita nel 2010 con 2.613 imprese
per poi riscendere nel 2011 a quota 2.584, calare ancora a 2.561 nel
2012, fino ad invertire completamente la tendenza l’anno scorso con
ben 129 imprese in più. A crescere maggiormente sono le categorie
più generiche, che non rientrano in un inquadramento specifico Ateco. Triplicano gli “agenti e i rappresentanti di vari prodotti senza
prevalenza di alcuno”, che passano dagli 81 del 2009 ai 240 del 2013.
Crescono anche gli agenti di prodotti non alimentari inclusi gli imballaggi e gli articoli antinfortunistici, antincendio e pubblicitari,
che passano dai 66 del 2009 ai 104 del 2013.
formulazione dei contratti. La crisi
sta portando le aziende a stipulare
contratti sempre più personalizzati che non fanno che complicare la
vita di noi agenti, chiamati a destreggiarci tra clausole e cavilli, a
partire dal patto di non concorrenza, che rendono ancora più difficile
affrontare questo momento di crisi,
senza contare l’avversità del regime
fiscale. Spesso gli agenti firmano
veri e propri contratti-capestro. Ci
stiamo battendo per semplificare le
forme contrattuali che le aziende ci
impongono, dalle provvigioni - con
margini sempre più risicati - a clausole studiate a tavolino a tutto sfavore di chi ogni giorno propone servizi
e prodotti in un contesto economico
di grande difficoltà».
Quali sono le clausole contrattuali
più onerose?
«Il patto di non concorrenza rende
all’agente impossibile continuare
ad operare per conto di altri nello stesso settore merceologico. La
clausola può essere accettata, ma
non è applicabile se non prevede
l’indennità a copertura del patto di
non concorrenza. In assenza di una
contropartita, la clausola è quindi da
considerare del tutto illegittima. Infine, cresce il numero di aziende che
riconoscono il pagamento delle incombenze di segreteria ma senza il
giusto inquadramento contributivo.
È vero che così il lavoro di ufficio
viene riconosciuto, ma purtroppo
non esattamente come andrebbe fatto e in modo poco ortodosso».
le dinamiche settore per settore
”
Massimo Bottaro
«Oggi bisogna contenere
i costi e la struttura
deve essere ridotta
al minimo. Sta crescendo
la ricerca di una scrivania
in affitto o di un ufficio
in condivisione».
«Intendiamo siglare
convenzioni locali
per alleggerire i costi
dell’attività, dalla
manutenzione dell’auto
all’informatica, dalla
cancelleria ai parcheggi»
L’agente continua ad essere un
professionista richiesto dal mercato del lavoro. Quali consigli si
sente di dare ad un giovane che
intende avviarsi alla professione?
«Di considerarlo un investimento a
lungo termine: tra l’inizio dell’attività di promozione e il guadagno
effettivo passano in media anche un
paio di anni. È una scelta mental-
2009
2010
2011
2012
2013
Moda, abbigliamento, gioielli, accessori
160
165
172
164
166
Macchinari attrezzature agricoltura, industria
926
932
922
915
894
Alimentari
335
346
335
329
356
Benessere, sport, cura persona
174
171
166
162
148
Editoria, elettronica di consumo, giocattoli
379
373
365
365
339
Mobili, arredamento e complementi d'arredo
281
279
262
250
236
Prodotti sanitari, farmaceutici
197
197
200
209
207
Varie/altre attività
147
150
162
167
344
2.599
2.613
2.584
2.561
2.690
ToTAlE
Arretrano profumeria e cosmetica (da 119 agenti attivi nel 2009 ai 95 del 2013), elettronica di consumo e audio (da 143
nel 2009 a 116 nel 2013), macchine ed impianti per l'industria ed il commercio (da 314 nel 2009 a 290 l’anno scorso),
ferramenta e bricolage (da 99 nel 2009 a 78 nel 2013). Soffrono abbigliamento ed edilizia, mentre - forse per effetto
Expo - crescono i rappresentanti di “altri prodotti alimentari” che da 156 di cinque anni passano a 171 nel 2013 e di
materie prime agricole (da 27 nel 2009 a 36 l’anno scorso).
mente difficile ma le soddisfazioni
professionali arrivano. Mai cercare,
infine, il posto fisso: se un’azienda decide di assumere un agente è
perché la sua rendita è decisamente
superiore ai costi e, a questi livelli,
l’agente non ha alcun interesse a
guadagnare meno di quello che potrebbe fare mettendosi in gioco in
prima persona».
Meglio fare l’agente mono o plurimandatario?
«L’agente monomandatario è di fatto un dipendente senza stipendio,
l’avere più mandati credo sia senza
dubbio la condizione migliore. È
una scelta di campo e di fatto rappresentare più aziende non è semplice al giorno d’oggi, ma offre senza
dubbio una maggiore gratificazione
economica».
I problemi si moltiplicano con più
mandati?
«Globalizzazione e cali di mercato
hanno portato le aziende ad estendere le gamme dei prodotti a catalogo.
Ora è sempre più facile che un agente si trovi a gestire prodotti in concorrenza tra loro se non addirittura
a promuovere il medesimo prodotto
per diverse aziende».
Quale futuro intravede per la professione?
«Credo che il futuro stia nel ritorno
al passato, nell’andare laddove la
struttura centrale non riesce ad arrivare. L’agente che ha una presenza
capillare e che mantiene contatti con
una rete di piccole imprese regge
ad ogni situazione di mercato. Tanti
piccoli contratti come tante bricioline messe assieme fanno una buona
torta. Si trova a fare invece i conti
con costi di gestione esorbitanti chi
ha scelto di investire in strutture e
uffici di rappresentanza. Oggi bisogna contenere i costi e la struttura
deve essere ridotta ai minimi termini. Sta infatti crescendo la ricerca di
una scrivania in affitto o di un ufficio in condivisione».
Quali sono i settori più interessanti da rappresentare oggi ?
«Tiene l’impiantistica industriale,
ma purtroppo nella maggior parte
dei casi si tratta di una fornitura destinata ad andare nei siti produttivi
aperti all’estero. I prodotti ad alto
valore aggiunto e tecnologici reggono alla crisi. C’è invece grande
preoccupazione per i comparti più
tradizionali, dal settore alimentare
a quello delle bevande, all’abbigliamento, per non parlare dell’edilizia
e dei prodotti che vi ruotano attorno,
chiamati ad affrontare una crisi senza precedenti».
Quali sono le priorità per il 2014
per agevolare la categoria?
«Intendiamo siglare convenzioni a
livello locale per alleggerire i costi dell’attività, dalla manutenzione
dell’auto all’informatica, alla cancelleria ai parcheggi. È inoltre fondamentale fornire delle indicazioni
chiare sul fronte della viabilità, dato
che il fiorire di ztl in ogni comune
non agevola il nostro lavoro ed urge
un’azione condivisa a livello provinciale per chiedere il rilascio di un
permesso speciale alla categoria».
la Rassegna
3 aprile 2014
5
Capetti: «Crollano
i contratti a tempo
indeterminato»
di Laura
CeresoLi
“Le persone che lo scorso anno sono state interessate a cessazioni di rapporti di lavoro sono
state pari a 101.070. È il risultato peggiore degli
ultimi 5 anni”. I dati sull’occupazione, elaborati
dall’Osservatorio provinciale del Mercato del
lavoro, parlano chiaro. E nemmeno l’assessore
provinciale al Lavoro, Giuliano Capetti, riesce a
nascondere la sua preoccupazione. D’altronde,
dopo la parziale ripresa tra il 2010 e il 2011, torna ad imporsi un trend negativo dove il saldo
tra avviamenti e cessazioni è pari a -13.295. A
subire di più gli effetti della mobilità è la fascia
di età centrale: il 51,1% delle persone che l’anno scorso sono rimaste a piedi aveva infatti tra
i 30 e i 49 anni. Ma anche per i giovani sono
momenti duri, vista l’oggettiva difficoltà a farsi
assumere dalle imprese orobiche: “I tempi indeterminati crollano - sottolinea Capetti - e questo
è un dato inquietante perché stiamo parlando
proprio di quei contratti che dovrebbero dare sicurezza al lavoratore”. Lo scorso anno, in effetti, il 46% delle assunzioni è avvenuto con contratti a tempo determinato, mentre solo il 23% è
a tempo indeterminato. Segue la somministrazione (18%), il lavoro a progetto (5%) e da ultimo l’apprendistato (3%). Per quanto riguarda le
cessazioni, la cui concentrazione segue le stesse
dinamiche delle assunzioni, il dato più significativo è l’ampio numero di cessazioni riguardanti
il contratto a tempo indeterminato, che sono state 9499 in più rispetto alle assunzioni.
I numeri del 2013 non sono confortanti ma per
il 2014 possiamo sperare in una timida ripresa?
“L’analisi dell’Osservatorio si basa su dati oggettivi che non vogliono ridurre le speranze di
un’eventuale ripresa nei cittadini. Sono numeri
che confermano un quadro statistico di quanto è
avvenuto nel 2013 e, anche se sono già passati tre
mesi dai rilevamenti, sono importanti per costruire politiche del lavoro che siano efficaci anche da
qui in poi. Speriamo che qualcosa si modifichi in
corso d’anno. Confindustria ha detto che ci saranno dei segnali positivi relativi alla seconda metà
del 2014 con un’inversione di tendenza e una ripresa verso la fine dell’anno”.
Quali sono le zone più penalizzate?
“A livello territoriale i Centri per l’impiego maggiormente colpiti da questi processi di ristrutturazione o di chiusure aziendali sono quelli della media Valle Seriana, in particolare Albino (-17,9%),
e la Valle Brembana, nello specifico Zogno
(-16%). Le valli sono infatti lontane dai luoghi in
cui si determinano gli investimenti dal punto di
vista infrastrutturale ed è quindi in pianura che gli
imprenditori preferiscono investire”.
Il fenomeno della disoccupazione riguarda di
più gli uomini o le donne?
“Dal 2010 a oggi abbiamo un calo di occupazione
che riguarda entrambi i generi in maniera più o
meno equa. Il saldo tra avviamenti è cessazioni è
leggermente più alto, anche se di poco, tra le donne con un -12,9% rispetto al -11,2% degli uomini,
ma non è un dato tanto significativo da far pensare
a una disparità di trattamento”.
Qual è il settore più in crisi?
“L’industria. Hanno chiuso imprese storiche della provincia di Bergamo, cosa che negli ultimi
40 anni, da quando ho iniziato a fare politica non
era mai successa. Il caso di un’azienda come il
Cotonificio Honegger di Albino che ha messo in
cassa i suoi lavoratori fino a giugno 2014 è la chiara espressione di un settore tessile che ha sofferto
molto. Anche i contratti di somministrazione hanno avuto un crollo più sostanziale, probabilmente
perché molto legati alle dinamiche dell’industria.
Fa pensare anche la crisi del commercio che, fino
a qualche tempo fa, rappresentava uno sbocco importante. Tra l’altro la Bergamasca è sempre stata
la provincia con tassi occupazionali tra i più elevati d’Italia. Il settore delle costruzioni, che ha avuto
Dai dati dell’Osservatorio la conferma del quadro critico dell’occupazione
bergamasca. Lo scorso anno saldo negativo di oltre 13mila unità. L’assessore
provinciale al Lavoro: «L’industria il comparto più colpito, ma fa riflettere anche
la crisi del commercio, che una volta rappresentava uno sbocco importante»
un crollo nel 2012 del 21,6%, nel 2013 si attesta
invece a -4,8%. Questo significa che il settore ormai è stato decimato e quello che resta è in grado
di resistere agli eventi e magari di recuperare qualcosa, nel caso ci fosse un’inversione di tendenza”.
E la disoccupazione giovanile?
“Anche i giovani sono in grossa difficoltà. Come
si evince dai dati, la variazione degli avviamenti
2009/2013 getta un bilancio negativo per i lavoratori dai 15 ai 29 anni: -16,1% nel 2013. Rispetto
al 2012, gli avviamenti dei giovani fino a 19 anni
scendono del 22,3%; dai 20 ai 29 anni -15,4%; per
i lavoratori dai 30 a 49 anni -11,4%, e per quelli da
50 a 59 anni -1,8%. Speriamo che le politiche nazionali annunciate diventino realtà e che servano
ad aprire ai ragazzi nuove opportunità per entrare
nel mondo del lavoro, ma non con contratti precari, bensì con continuità”.
Quali iniziative sta mettendo in campo la
Provincia per agevolare l’inserimento lavorativo nelle aziende orobiche?
“La Provincia ha sottoscritto un protocollo di intesa con Assolavoro, le organizzazioni sindacali e i
centri per l’impiego per promuovere la collocazione dei cosiddetti lavoratori svantaggiati, ovvero
disoccupati da oltre 12 mesi, donne dopo due anni
di inattività, disoccupati che abbiano compiuto i
45 anni o senza occupazione da almeno 6 mesi che
abbiano effettuato almeno 78 giorni di lavoro in
somministrazione. In pratica, le aziende che assu-
Giuliano Capetti
meranno riceveranno ogni mese un incentivo di
250 euro per ogni lavoratore. Il progetto, che vuole coinvolgere almeno 500 persone, è finanziato
con fondi regionali per 500mila euro”.
Cosa serve per rifar partire l’economia locale?
“Il Governo dovrebbe sbloccare le risorse locali
disponibili depositate in un unico conto nazionale per rispettare il patto di stabilità. Se potessimo disporre di quei 105 milioni di euro bloccati
potremmo chiudere il bilancio con 22 milioni di
attivo. Ce ne basterebbe la metà per fare qualcosa di concreto che non sia la solita programmazione. La decisione del ministro Saccomanni di
sbloccare 25 miliardi di euro a livello nazionale
(45 milioni in Bergamasca) per metterli a disposizione degli enti locali ci ha concesso di pagare
i debiti verso i privati. Anche la Regione ha messo a disposizione fondi che cercano di ovviare al
patto di stabilità, ma non basta. Talvolta ci si lamenta dei ritardi nei lavori ma non è l’ente locale
che è incapace di asfaltare le strade. Di imprese
locali da ingaggiare per svolgere un buon lavoro
ce ne sono tante, solo che non abbiamo i soldi per
pagarle. Quando si appalta un’opera a una ditta
bisogna infatti avere subito la copertura finanziaria e quindi se il denaro manca si rallentano
i lavori. Le amministrazioni pubbliche devono
poter investire per opere necessarie e migliorare così lo sviluppo dei territori. È una questione
fondamentale per far ripartire l’economia”.
”
«I giovani sono in seria difficoltà.
Speriamo che le politiche
nazionali annunciate
diventino realtà e che servano
ad aprire ai ragazzi nuove
opportunità per entrare
nel mondo del lavoro,
non con contratti precari,
bensì con continuità»
«L’abolizione delle Province?
Una soluzione pasticciata»
“È una legge pasticciata e fatta male - commenta Giuliano Capetti -. Più che un’abolizione
è un trasferimento di poteri. Le Province si trasformeranno in enti il cui Consiglio è eletto
da sindaci. Eliminando il Consiglio provinciale si rischiano però mesi di immobilismo. È un
risparmio irrisorio se paragonato a tutti gli sprechi che ci sono a Roma. Siamo aggrappati a
una burocrazia europea che ci dice continuamente di fare una cura dimagrante per eliminare i
costi. Allora perché a Roma al ministero dell’Istruzione ci sono addirittura due segretarie per
ufficio a curare l’agenda del dirigente? C’è troppa gente nel palazzo e quanti sono veramente
quelli occupati a fare il loro mestiere? Per esempio andrebbe agevolato l’accompagnamento a
due anni dalla pensione per risparmiare e invece pare che si voglia mantenere tutto con costi
enormi. Per non parlare degli sprechi. Qui in Provincia la Corte dei Conti ti fa le pulci per 32
euro e a Roma ci sono passività di 860 milioni di euro che nessuno controlla”.
Il commercio
continua
a soffrire
Commercianti sempre più penalizzati dalla crisi. Complice una
crescente perdita del potere d’acquisto da parte dei bergamaschi, il
2013 si è rivelato un anno difficile
in parecchi settori produttivi con un
calo complessivo degli avviamenti
del 9,5%. Secondo i dati dell’Osservatorio provinciale, le attività
più colpite dalla decrescita sono
quelle artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento (-26,4%),
immobiliari (-24,8 %) e i servizi di
alloggio e di ristorazione (-23,4%).
Il saldo tra avviamenti e cessazioni
rivela un trend negativo anche per
il commercio al dettaglio e all’ingrosso (-15,3% rispetto al 2012),
il noleggio, le agenzie di viaggio
e i servizi di supporto alle imprese
(-11,3%), trasporto e magazzinaggio (-10,6%).
E sono tempi bui anche per l’industria dove il calo degli avviamenti è del -19,7%. Osservando
la variazione degli avviamenti nel
biennio 2012-2013, si rileva che
la diminuzione colpisce maggiormente le attività di fabbricazione
di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-43,3%), l’industria delle
bevande (-36,9%), e la metallurgia
(-32,4%). Altrettanto significativa
risulta la diminuzione della produzione di articoli in gomma e materie plastiche (-28,7%) e prodotti in
metallo (-21,1%). In controtendenza rispetto all’andamento provinciale, sono gli avviamenti nelle attività di fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali
non metalliferi (+34,9%), stampa
e riproduzioni di supporti registrati
(+23,8%), di mobili (+20,9%), di
prodotti di carta (+19,1%). In riferimento alle attività manifatturiere,
l’incidenza maggiore degli avviamenti è presente nella fabbricazione di prodotti in metallo (25%) e di
articoli in gomma e materie plastiche (14%). Nel settore industriale,
dove sono maggiormente concentrati gli avviamenti in somministrazione (47%), la quota di assunzioni si concentra nella tipologia
di basso livello (49%), mentre il
commercio si caratterizza per una
prevalenza di assunzioni a medio
livello (47%) con contratti a tempo
determinato e stage.
6
la Rassegna
3 aprile 2014
I Giovani imprenditori a caccia di ricette
per contrastare la “fuga dei normali”
Anche i cosiddetti “normali” stanno prendendo la via dell’estero. Diplomati, tecnici,
oppure giovani senza arte né parte che volano
a Londra con la prospettiva di fare i camerieri
e poi chissà, qualcuno più audace punta invece all’Australia. Sono piccoli numeri, non si
può parlare di un fenomeno migratorio, ma di
una tendenza su cui si sono interrogati i Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo
che hanno focalizzato l’assemblea annuale su
“La fuga dei normali”, chiamando a un confronto il rettore dell’Università di Bergamo
Stefano Paleari, Marie-Christine Mariani,
CEO di MCM Steel Luxembourg, Elena Zorzi, responsabile risorse umane AB Plast Srl Hager Group, e Mario Giovannelli, Technical
Director CCI Valve.
“Siamo di fronte a partenze di persone normali, senza curriculum stratosferici, ma comunque spesso diplomati - ha introdotto Marco
Bellini, presidente dei Giovani Imprenditori che a volte nemmeno cercano uno status economico migliore, ma scappano da un paese
che non dà prospettive”.
“Questo succede anche nei nostri territori.
Non possiamo semplicemente stare a guardare questo impoverimento. Dobbiamo tutti
insieme porci il problema di come intervenire, di come rendere il territorio attraente.
Non è questione solo di lavoro, ma anche di
ambiente, di servizi, di sanità. Occorre rafforzare l’alleanza fra pubblico e privato - ha
evidenziato -. Noi come Confindustria abbiamo lavorato molto in questi anni per ridurre
il divario fra domanda e offerta, intervenendo sulla scuola per orientare i giovani verso
percorsi formativi maggiormente spendibili,
perché questo resta un aspetto centrale”.
“Ma anche le imprese devono rendersi attraenti - ha tenuto a precisare Bellini -, dare
servizi aggiuntivi, supplire alle carenze del
sistema pubblico, aggiungendo orari flessibili, sistemi organizzativi moderni e agendo sul
merito”.
Merito è anche la parola d’ordine per Stefano
Paleari, che ha dipinto un quadro a tinte fosche: la distruzione di interi settori, dall’automobile all’elettrodomestico, uniti al forte indebolimento degli assetti istituzionali hanno
creato una crisi senza precedenti che è stata
prima finanziaria, poi economica, infine occupazionale e da oggi in poi potrebbe anche
essere migratoria. Oltre tutto sull’Italia gravano tendenze demografiche particolarmente
Diplomati e tecnici cominciano a guardare
all’estero in cerca di condizioni lavorative
e di vita migliori. Bellini (Confindustria Bergamo):
«Le imprese devono diventare più attraenti»
Marco Bellini
infelici. “Togliamoci dai luoghi comuni – ha
ammonito – per esempio quello relativo ai
laureati che oggi sarebbero troppi. Non è
quello che dicono i confronti internazionali.
Certo bisogna lavorare contro il mismatching
fra domanda e offerta. Poi, è ovvio, più aumenta il numero dei laureati e meno godranno di condizioni di privilegio, ma la conoscenza diffusa serve al paese”.
Un paese che sembra poter contare su una sistema scolastico ancora in grado di dare buone
opportunità e su un sistema universitario di livello. Non si spiegherebbe, ha sottolineato il
rettore, come nel 2013 ben 46 borse su 312
ERC Consolidator Grants assegnate dall’European Research Council, fondi di ricerca
attribuiti a scienziati nel pieno della loro carriera, con una media di 1,8 milioni di finanzia-
mento, sono andati a ricercatori italiani.
Ci ha battuto solo la Germania con 48. Ma
sono fondi che in maggioranza non verranno spesi in Italia, perché questi ricercatori
sono all’estero o lavoreranno all’estero per
questi progetti. Non a caso è la Germania a
spiccare in questa speciale classifica, caratterizzata dal sapere diffuso e da una qualità
media di sistema. “In questa speciale classifica – ha aggiunto il rettore – anche l’Italia
farebbe una bella figura”.
Sull’elevata qualità del sistema scolastico
e universitario italiano, mantenuta anche in
questi anni pur nei limiti di bilancio sempre più ferrei, concorda Mario Giovannelli,
reduce da una lunga esperienza lavorativa
svedese, con famiglia al seguito. La Svezia
è un altro mondo, programma l’accoglienza in tutti i dettagli, favorisce la formazione
permanente , “ma la qualità dell'istruzione
in Italia resta è insuperabile, l’università ha
una marcia in più”. Come un altro mondo
sembra anche il Lussemburgo, dove il salario d’ingresso è intorno ai 1650 euro netti.
Un trasloco complesso, ma alla fine ben riuscito, è quello che hanno affrontato da otto
dipendenti di AB Plast srl che hanno seguito
in Germania la delocalizzazione della società. Una scelta sostenuta dall’azienda sia per
non disperdere competenze, sia per senso di
responsabilità nei confronti dei dipendenti.
“Oggi queste persone - ha sottolineato Elena
Zorzi - sono cresciute professionalmente e
sono diventate punto di riferimento per altri.
In generale penso però che la sfida sia quella di rendere le nostre aziende attraenti, il
salario non è tutto, contano anche la salute e
la sicurezza, la possibilità di crescere professionalmente, un buon clima aziendale”.
“Ognuno ha le sue doti – ha concluso il cavaliere del lavoro Mario Scaglia, presidente SIT Spa - e uno dei compiti principali
dell’imprenditore è saper mettere ogni persona al posto giusto”.
Tre i riconoscimenti
da 38mila euro
Innovatori
d’impresa,
al via il bando
di Unioncamere
Aperto il bando per la raccolta delle candidature al Premio
Unioncamere “Giovani innovatori
d’impresa”. Possono candidarsi al
riconoscimento le imprese di tutti i settori economici (anche non
profit, associazioni e fondazioni)
con sede legale in Italia, iscritte al
Registro delle Imprese o presenti nel Rea (Repertorio Economico
Amministrativo) e presenti sul web
con un sito internet e/o su social network.
Per partecipare al Premio è necessario presentare la propria candidatura
tramite il sito internet www.innovatoridimpresa.it entro il prossimo 4
maggio.
Tre i riconoscimenti previsti:
1) Premio “Impresa ecosistema di
innovazione” destinato alla migliore
innovazione nei servizi alle imprese
e alla persona, con una significativa
ricaduta a livello sociale e culturale
(innovazioni nei servizi alla cittadinanza, nel welfare, servizi all’ambiente, ricettività, turismo e Beni
Culturali, ecc.);
2) Premio “New Made in Italy” riservato alla migliore applicazione di
nuove tecnologie, processi, strumenti o all’applicazione dei risultati della
ricerca ai settori del Made in Italy
(moda, artigianato, agroalimentare,
meccanica, beni per la casa, arredamento, ecc.);
3) Premio “Impresa connettiva” per
la migliore innovazione d’impresa
con un forte valore “connettivo”.
Sono considerate in tale ambito le innovazioni nella logistica, nei servizi
di comunicazione, così come negli
spazi e strumenti di collaborazione
tra imprese (sia fisici che virtuali).
Eventuali richieste di informazioni vanno indirizzate alla Segreteria
Organizzativa del Premio “Giovani
Innovatori d’Impresa” istituita presso Unioncamere con sede in Piazza
Sallustio 21, 00187 Roma. info:
www.innovatoridimpresa.it.
Let’s Sinergy, riflettori puntati sulla comunicazione social
Sinergia, internazionalizzazione, nuove tecnologie. Sono i temi
attorno ai quali si sta muovendo il “Coordinamento Bergamo
Giovani”, nato poco più di un anno fa dalla collaborazione dei
Gruppi Giovani di Ance, Ascom, Confartigianato Bergamo e
Confindustria Bergamo. Con lo slogan “Let’s Sinergy” il tavolo di lavoro ha dato vita ad un progetto di formazione continua
strutturato in una serie di momenti di confronto e approfondimento per promuovere la crescita imprenditoriale e personale
degli under 40. Una nuova tappa di questo percorso sarà giovedì 10 aprile all’Urban Center di viale Papa Giovanni a Bergamo, alle 19.45, per un incontro dedicato alla comunicazione
innovativa e al ruolo dei social network. Si tratta del quarto dei
cinque appuntamenti previsti dal ciclo “International”, focalizzati perciò sull’approccio e le opportunità offerte dall’estero.
Le iniziative sono curate a rotazione da ciascun Gruppo e, nella
circostanza, saranno i Giovani Ascom a fare gli onori di casa. Si
parlerà, in particolare, dei social media, di come questi strumenti stiano cambiando non solo il modo di comunicare ma anche le
strategie aziendali e di come possono essere utilizzati per il business locale e internazionale. Fondamentale anche l’attività di
Seo – Search Engine Optimization, saranno perciò approfondite
le nuove dinamiche delle ricerche online e come posizionarsi
nei motori di ricerca per farsi trovare anche da mercati esteri e
valorizzare così il proprio brand e il Made in Italy. Le relazioni
saranno curate da Valentina Trevaini, membro di giunta e coor-
Il 10 aprile l’incontro promosso dal Coordinamento Giovani e curato dall’Ascom.
Bonicelli: «Importante conoscere i nuovi strumenti e aprirsi al mondo»
Il presidente del Gruppo Giovani Ascom, Luca Bonicelli
dinatrice del gruppo di lavoro Formazione e Comunicazione di
Confartigianato Bergamo, e da Alessandro La Ciura, entrambi
giovani imprenditori del settore informatico.
«Il tema dell’internazionalizzazione – riflette il presidente del
Gruppo Giovani Ascom Luca Bonicelli -, potrebbe sembrare
distante per molte attività commerciali, più propense a dedicarsi al servizio di vicinato. In realtà è uno stimolo fortissimo,
se non in termini operativi, di certo culturali. Vuol dire aprirsi
e fare attenzione a ciò che accade intorno a noi, cogliere le
esigenze, le novità, le soluzioni che nascono in tutto il mondo.
Per altri settori, come la ricettività, è invece interessante lo
sviluppo dell’incoming e per tutti resta l’importanza di saper
utilizzare la rete e la comunicazione digitale per rafforzare
il contatto diretto con la clientela, vicina o meno». Bonicelli
sottolinea anche il valore della collaborazione tra i giovani dei
diversi settori economici. «Le differenze tra i comparti ci sono
ed è inutile negarlo – ammette -, ma questa collaborazione
dimostra che c’è anche il coraggio di parlarsi, capirsi, condividere idee e impegno per qualcosa di costruttivo. La verità è
che l’individualismo non porta risultati, l’invito ai giovani è
perciò quello dimettere il naso al di fuori della propria attività,
essere curiosi, non temere di entrare in un campo che si crede
fuori dalle proprie competenze o interessi. Si potranno così
trovare più informazioni, supporto, collaborazioni e nuove
opportunità».
la Rassegna
la lettera
all’assessore Cavalli
di lino
enrico stoppani*
3 aprile 2014
7
«Ecco cosa può fare la Regione
per aiutare i pubblici esercizi»
I
l presidente della Fipe ha scritto una lettera ad Alberto Cavalli, assessore
regionale al Commercio, Turismo e Terziario, in occasione di “Dillo alla
Lombardia”. Un incontro organizzato dall’esecutivo guidato da Roberto
Maroni, a un anno dall’insediamento, per sapere come i portatori d’interesse
ricevono, applicano e giudicano le misure adottate dalla Regione
dalla prima pagina
che porta altri problemi di natura sindacale, con
la rottura delle trattative per il rinnovo del Ccnl
di settore. Tra le diverse cause che stanno aggravando la situazione, si registra l’inasprimento della concorrenza sleale, che oltre a sviluppare scorrette prassi commerciali, porta a volte
anche danno erariale. Non è vittimismo o segno
di debolezza se mi permetto riproporre l’argomento, ma nel corso del Suo intervento - assessore Cavalli - ha spesso citato la necessità di
migliorare il Testo Unico del Commercio (Legge
Regionale n. 6/2010) e, quindi, la segnalazione
potrebbe offrire utili elementi per le annunciate
manutenzioni. Al riguardo andrebbe, innanzitutto, rivista la programmazione comunale, con
riferimento all’insediamento delle nuove attività
commerciali, nella parte che non prevede, tra le
attività soggette alla programmazione comunale, quelle artigianali di produzione di prodotti
alimentari. In questo modo, infatti, i Comuni non
possono adottare nei confronti di queste attività
atti di programmazione, con riguardo alle zone
da sottoporre a tutela, risultando notevolmente
depotenziati gli interventi finalizzati a contrastare il degrado urbano, il consumo di alcolici, il
diritto dei residenti alla vivibilità del territorio
e della normale mobilità. Pertanto, alla Regione
chiediamo che le regole riguardanti la sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità previste per
i pubblici esercizi vengano estese anche alle attività artigianali di produzione di beni alimentari.
Inoltre, molti interventi legislativi hanno favorito, da un lato, la dequalificazione del settore,
stressando l’offerta sul lato concorrenziale, e,
dall’altro, hanno foraggiato una concorrenza
sleale, consentendo anche a chi non è chiamato
ad osservare le nostre stesse regole di somministrare, come nei casi della somministrazione non
assistita, degli agriturismi e delle sagre.
sagre
da regolamentare
Non abbiamo nulla contro le Sagre, che dovrebbero essere promotrici di territori, prodotti, tradizioni e culture; il problema sorge dal fatto che,
sempre più spesso, a queste manifestazioni popolari, se ne affiancano altre che di tipico han-
no ben poco e che hanno il solo scopo di facili
guadagni, grazie all’assenza dei costi fissi che
gravano, invece, sui ristoratori.
In Lombardia non c’è in ballo solo il futuro di un
comparto strategico per il turismo, dove l’eccesso di feste popolari rischia di diventare un boomerang negativo come in Toscana, ma il rischio
di sopravvivenza del concetto di ristorazione.
Il nostro obiettivo è quello di regolamentare la
situazione di assoluta anarchia oggi esistente e
dare garanzie di qualità e sicurezza alimentare
ai consumatori, tutelando al tempo stesso ristoratori e produttori.
In questa direzione si chiede alla Regione di intervenire e di dettare alcune regole precise, quali
per esempio:
• La creazione del marchio “Sagra tipica della
Lombardia”, da concedersi esclusivamente alle
sagre che valorizzino il territorio e i prodotti tipici locali. Di conseguenza gli alimenti serviti
durante gli eventi dovranno provenire, per una
forte percentuale (40%?), da prodotti inseriti
nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali o comunque classificati come
Dop, Igp, Doc e Docg dalla Regione Lombardia;
• L’approvazione di un calendario da parte dei
Comuni, con un numero massimo di manifestazioni, di durata ragionevole stabilito dal regolamento comunale, che devono rispettare i requisiti previsti dalla Regione;
• La fissazione di un limite temporale all’esercizio di somministrazione di bevande e alimenti
durante le sagre e le feste popolari;
• Il vincolo di destinazione degli incassi a finalità benefiche.
• L’individuazione dei soggetti organizzatori, che
devono essere associazioni senza scopo di lucro;
• Il monitoraggio da parte degli organizzatori
che i compiti relativi alla sicurezza degli ambienti e alle norme igienico sanitarie siano svolti
con professionalità e responsabilità, assicurando competenza e preparazione del personale
volontario.
• Il rispetto del territorio, facendo attenzione
all’impatto ambientale e curando in particolare
strutture, uso di detersivi biologici e smaltimento rifiuti. Solo in questo modo si potrà mettere
un freno a un fenomeno che danneggia enormemente i ristoratori, in quanto si basa su una concorrenza sleale che consente di tenere prezzi più
bassi, perché non sconta tasse e costi di esercizio
che gravano invece sui pubblici esercizi.
le seguenti proposte:
* l’utilizzo di sistemi che attivino la macchina
solo con l’introduzione del tesserino del codice fiscale o della tessera sanitaria;
* l’aumento del tempo delle giocate;
* l’adozione di schede elettroniche per i giocatori compulsivi che blocchino la possibilità di
ulteriori giocate dopo una certa somma spesa.
I minori, tra l’altro, andrebbero tutelati da
tutte le forme del gioco d’azzardo ad iniziare
dalle scommesse on line che, oltretutto, sono
anche fortemente pubblicizzate.
il ruolo
della criminalità
Lino Enrico Stoppani
le proposte
sui videogiochi
Il settore vede poi, continuamente, interventi
normativi che incidono in modo negativo sulle possibilità offerte dal mercato e di conseguenza sulla redditività dell’impresa, come i
recenti interventi della Regione Lombardia in
tema di video giochi. Anche se adottati per finalità condivisibili, finalizzati a contrastare un
fenomeno sociale vero e grave come il gioco
d’azzardo patologico, il complesso normativo
approvato dalla Regione renderà difficile installare nuovi video giochi nei pubblici esercizi, a cominciare dalla distanza, di almeno
500 metri, che, questi ultimi, devono tenere
da determinati luoghi sensibili, come istituti
scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi.
A ciò si aggiunga che le Amministrazioni possono individuare ulteriori luoghi sensibili, e
il Comune di Milano, ad esempio, ha previsto
quali luoghi sensibili tutti gli immobili destinati a residenza, azzerando di fatto la possibilità di installare queste apparecchiature.
Questi interventi favoriranno l’apertura di
sale giochi che, differentemente dai pubblici
esercizi, possono individuare i luoghi di apertura distanti dai luoghi considerati sensibili,
in quanto ubbidiscono a logiche diverse, con
maggiori rischi per i giocatori più deboli, in
quanto si possono effettuare giocate di maggiori importi rispetto ai video giochi collocati
nei bar, oltre ad alimentare un contorno di frequentazioni di dubbia qualità.
Per tutelare efficacemente i giovani e le persone dipendenti dal gioco, Fipe da tempo avanza
Infine, qualche considerazione sul ruolo della
Criminalità nel nostro settore, frequentemente
oggetto di riflessioni che i Media giustamente
sollevano, prendendo spunto da operazioni di
Polizia.
E’ mortificante per un Rappresentate di
Categoria constatare la facilità con la quale
la criminalità aggredisce il sano tessuto imprenditoriale, sfruttando le contingenti gravi
difficoltà di molte Imprese, aggressione oggi
impedita o rallentata soprattutto grazie all’encomiabile attività di Magistratura e Forze
dell’Ordine, che intercettano investimenti nel
settore.
E’ un aspetto delicato e complesso, ma oltre
ai danni sociali che le operazioni comportano, trasferiscono dequalificazione nel settore,
dumping sui prezzi, interrogativi sugli avviamenti commerciali riconosciuti, oltre che a
cattiva immagine, che danneggia il settore e le
tante persone perbene che vi lavorano.
L’eccesso di semplificazione che è stato introdotto, non potrebbe essere in qualche modo
corretto, riprendendo il tema dei requisiti professionali e morali e la previsione di qualche
certificazione aggiuntiva, rimossa per un liberismo che porta poi alle degenerazioni che ho
responsabilmente rappresentato?
La Lombardia è una Regione che “fa (buona) scuola” su molte cose e in vista anche di
Expo mi sono permesso queste considerazioni,
che affido alla Sua sensibilità, competenza e
responsabilità, ringraziando per l’attenzione
che potrà dedicare, confermando sostegno e
massima collaborazione.
*presidente della Fipe
(Federazione Italiana Pubblici Esercizi)
■ tappa a bergamo dell’aSSeSSore alle attività produttive, ricerca e innovazione
Melazzini: «Le legge Impresa Lombardia è uno strumento forte»
La Regione Lombardia vuole rispondere in modo concreto
e con strumenti fattivi alle imprese. La nuova legge “Impresa
Lombardia”, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale
lo scorso 11 febbraio ,”va esattamente in questo senso”. Si tratta di “uno strumento molto forte”, nato dalla precisa raccolta
dei bisogni, che ha coinvolto tutti gli attori, gli stakeholder, i
Sistemi camerali e le associazioni.
E’ quanto ha detto l’assessore alle Attività produttive, Ricerca
e Innovazione Mario Melazzini, aprendo nei giorni scorsi a
Bergamo l’incontro con le realtà produttive e imprenditoriali
della provincia.
L’appuntamento è stato organizzato con lo scopo di far conoscere le misure regionali a favore delle stesse imprese, in
particolare la nuova legge “Impresa Lombardia”. Quello di
Bergamo è il primo di una serie di incontri che si svolgeranno
in tutte le province. Prima dell’incontro con le imprese, che si è
tenuto alla Sede Territoriale di Bergamo, l’assessore ha visitato
l’i.lab di Italcementi. La legge, ha ricordato Melazzini, è basata
su quattro principi fondamentali: la fiducia reciproca tra imprese e Istituzioni, la responsabilità condivisa, la sussidiarietà
e l’innovazione. I principali strumenti, ha ricordato l’assessore,
riguardano: l’Accordo per la competitività; interventi di facilitazione dell’accesso al credito; l’introduzione della moneta
complementare; meno carico fiscale per le Mpmi; l’istituzione
del riconoscimento Made in Lombardia; la riduzione dell’incidenza dei costi energetici sulle imprese manifatturiere lombarde; la comunicazione unica e il ‘Fascicolo elettronico d’impresa’; la Conferenza dei servizi telematica; la revisione del
sistema dei controlli; il garante regionale per le Mpmi.
Tra gli altri interventi, Melazzini ha ricordato i bandi per Start
up e Re-start, “rivolti soprattutto ai nostri giovani” che hanno già registrato complessivamente oltre 2000 candidature.
“Grazie al Programma, che ha una dotazione di 30 milioni
di euro (7 a fondo perduto e 23 a finanziamento agevolato)
- ha spiegato l’assessore - pensiamo di poter affiancare per
tre anni, anche col supporto di una rete di professionalità selezionate, circa 400 imprese, scelte in base all’innovazione e
alla sostenibilità del Business plan presentato. Dato il successo
dell’iniziativa vogliamo trovare nuove risorse per rifinanziare
il bando”.
L’assessore ha poi sottolineato l’importanza della ricerca
come leva per la ripresa e la crescita: “Il nostro obiettivo di
legislatura è raddoppiare gli investimenti in ricerca passando
dall’attuale 1,6% del Pil (circa 4 miliardi) al 3% del Pil. Con
l’assestamento di bilancio a giugno, abbiamo intenzione di
istituire un fondo regionale per la ricerca”.
Per le imprese in difficoltà, oltre al bando per il Re-start delle
imprese che vogliono rilanciarsi (con strumenti di aiuto anche
per i dipendenti che intendono rilevare l’azienda in cui lavorano), Melazzini ha ricordato le possibilità offerte da Raid, la
Rete per l’Affiancamento delle Imprese in difficoltà.
8
la Rassegna
3 aprile 2014
Negozi “green”, a Bergamo 18 pionieri
Assegnati i primi marchi del progetto “Sono Sostenibile”
della Camera di Commercio. Al via la nuova annualità,
che si estende a tutta la provincia. A disposizione un percorso
formativo e consulenze su misura. Dal Comune sconti sulla Tari
Alcune hanno già insito nel dna il carattere “green”,
come il servizio di consegne in bicicletta o i negozi di
abiti usati. Altre sono attività più tradizionali che hanno
scelto di mettere in atto piccoli o grandi accorgimenti per
migliorare il proprio impatto ambientale. Tutte sono i primi testimonial del progetto “Sono Sosteniblie”, iniziativa
finanziata dalla Camera di Commercio e realizzata dalla
sua azienda speciale Bergamo Sviluppo, in collaborazione con le associazioni di categoria del commercio e
dell’artigianato, tra cui l’Ascom, il Comune di Bergamo
e il Centro di Etica Ambientale della Diocesi. Il percorso, varato lo scorso anno, ha portato all’assegnazione del
marchio di qualità a 18 negozi della città ed è già pronto al bis, coinvolgendo, questa volta, l’intera provincia.
L’obiettivo è dare visibilità alle attività che adottano azioni e modelli di comportamento improntati ai principi della sostenibilità ambientale e supportare quelle interessate
a farlo, ma anche stimolare aziende e cittadini alla buone
prassi. Destinatari sono gli esercizi di vicinato (negozi/
attività di servizi con superficie fino a 250 mq), i pubblici
esercizi e le attività artigianali alimentari con vendita al
pubblico. Si comincia con una serie di incontri sul territorio per la presentazione del bando e la raccolta delle adesioni. Dopo l’apertura a Bergamo del primo aprile, sono
in programma serate (l’inizio è alle 20.30) a Treviglio
(giovedì 3 aprile, nella sede della Bcc), Albino (martedì 8
aprile, nella sede della Comunità Montana Valle Seriana)
e Piazza Brembana (giovedì 10 aprile, sede della Comu-
Le soluzioni
amiche dell’ambiente
La prima annualità del progetto Sono Sostenibile
era rivolta a negozi e attività artigianali della città.
Vi hanno preso parte 18 imprese, otto del commercio non alimentare, quattro pubblici esercizi, tre negozi alimentari, due attività alimentari artigiane e
una del settore servizi. Complessivamente sono state
erogate 234 ore di consulenza. Ecco cosa hanno realizzato ed i comportamenti che mettono in atto.
bio pasticceria anita
Impiego di materie prime locali, biologiche e stagionali, reimpiego del vetro, uso di carta riciclata per il materiale da imballo/confezioni, utilizzo della bicicletta
elettrica per le commissioni
brembilla luca accumulatori
Sensibilizzazione dei clienti a raccogliere pile esauste,
incentivandoli con promozioni e sconti, scelta di fornitori green, utilizzo di materiale di cancelleria e di
consumo eco-compatibile
carminati lorenzo – carni equine
Installazione di nuovi motori della cella frigorifera e di
banco, vendita e utilizzo di prodotti biologici e locali,
uso di detersivi ecologici per la pulizia
casa gambarara
Showroom di arredi e complementi, propone una selezione di prodotti di imprese attente all’ambiente,
gestione attenta dell’imballo delle merci, utilizzo di
borse in carta o cartone
chez richard paris (boutique gastronomica)
nità Montana Valle Brembana). Le imprese ammesse al
progetto saranno al massimo una cinquantina. Per queste
è previsto, nel periodo maggio-giugno, un percorso formativo articolato in tre incontri per un totale di 12 ore
su temi legati alla sostenibilità, l’efficienza energetica
e il marketing ambientale. La frequenza di almeno due
dei tre incontri è obbligatoria per beneficiare dei servizi
di consulenza e per poi fare domanda di concessione del
marchio. Saranno messe complessivamente a disposizione 600 ore su versanti come risparmio energetico e fonti
rinnovabili, quantificazione degli investimenti e ricerca
di fonti di finanziamento dedicate, marketing e promozione ambientale, pianificazione degli acquisti e logistica
a basso impatto ambientale. A fine anno saranno raccolte
le azioni sostenibili messe in atto dai partecipanti, che saranno valutate da un’apposita commissione. Il marchio
“Sono Sostenibile” ha durata annuale e sarà consegnato
alle aziende nel corso di un evento finale. Per le imprese con sede a Bergamo c’è anche un vantaggio in più.
Il Comune, come ha annunciato l’assessore all’Ambiente
Massimo Bandera, intende riconoscere un contributo del
20% sulla Tari in conformità con le premesse che hanno
dato avvio al progetto. Nell’inverno 2011-12 l’amministrazione si trovava infatti a dover decidere se “punire”
con una sanzione i negozi che tenevano aperte le porte
provocando dispersione del calore, ma grazie al confronto con le associazioni di categoria si è scelto di cambiare
prospettiva e premiare le insegne virtuose.
Il bando e la scheda di adesione ai focus group sono disponibili sul sito www.bergamosviluppo.it. Il bando resterà aperto fino al 30 aprile 2014 (per informazioni tel.
035 3888011 – email: [email protected])
La boutique gastronomica ha puntato su ristrutturazione del locale con soluzioni sostenibili, utilizzo di
lampade a risparmio energetico e a Led, allestimento
con mobili usati, recupero della carta d’imballaggio,
vendita prodotti del commercio equo e solidale
ristorante pizzeria da mimmo
gelateria verderosa
Utilizzo di ingredienti freschi e naturali, installazione
di una pompa di calore, illuminazione tramite lampade
ad alta resa, utilizzo di una linea di packaging in carta
motorama bike
Vendita di biciclette a pedalata assistita, utilizzo mobili ed espositori di seconda mano, uso borse in carta o
cartone e batterie/cartucce ricaricabili
orobici
Offerta di un servizio di consegne “green” in tutto il
comune di Bergamo, grazie a una flotta di biciclette
veloci, silenziose ed ecologiche
ottica tironi
Vendita di occhiali in materiale riciclato, raccolta lenti
e occhiali dismessi per una missione in Malawi, scelta
di fornitori certificati per la carta degli scontrini
paguro blu
Vendita di abbigliamento di seconda mano per bambini, organizzazione di eventi e laboratori sul tema del
riciclo, raccolta materiale vario da riutilizzare, sensibilizzazione all’uso di pannolini lavabili
Scelta di prodotti locali e/o biologici, offerta di acqua
del rubinetto filtrata e depurata, utilizzo di energia rinnovabile, scelta di fornitori non food sostenibili, proposta alla clientela di portare a casa il cibo non consumato
ristorante pizzeria marechiaro
del rosso vernici
ristorante pizzeria vesuvio
Ristrutturazione degli uffici secondo i principi del risparmio idrico ed energetico, riciclo degli imballi e
delle buste di plastica per altri utilizzi, riduzione del
volume degli imballi, offerta di prodotti di verniciatura
sostenibile
eticalimenta
Specializzato nella vendita di prodotti alimentari artigianali con particolare attenzione ai prodotti stagionali
e biologici, utilizzo di imballaggi in vetro e carta, organizzazione di eventi con utilizzo di stoviglie biodegradabili
il bianconiglio bergamo
Vendita di abbigliamento e attrezzature di seconda
mano per bambini, proposta di prodotti di realtà artigianali locali, arredi fatti con legno e cartone riciclato,
illuminazione a risparmio energetico
Impiego di materie prime stagionali e locali, uso di
acqua naturalizzata, sistema di spillatura della birra e
del vino con impianti fissi, installazione di vetrate per
amplificare la luce naturale
Ristrutturazione con materiali naturali (legno, pietra e
ferro), uso di materie prime biologiche e/o locali, proposta di portare a casa il cibo non consumato, car sharing tra i dipendenti
riva gioielli
Installazione di vetrate a vetri stratificati, illuminazione efficiente, uso degli arredi originali (del 1928),
confezioni e borse solo in carta, sensibilizzazione dei
commercianti del Distretto di Bergamo su temi della
sostenibilità
Sweet irene
Caffetteria pasticceria con offerta di prodotti e uso materie prime bio, naturali e stagionali, preparazione cibi
vegetariani e vegani, utilizzo di energia rinnovabile,
proposta delle doggy bag per evitare sprechi, arredi di
seconda mano, catering con stoviglie biodegradabili
la Rassegna
3 aprile 2014
9
Gelato, «più valore con i prodotti del territorio»
Il Co.Gel. Ascom lancia un gusto speciale che vuole rappresentare
Bergamo, il Mielgòt. Bosio confermato presidente: «Puntare
sulle eccellenze locali dà risalto alla qualità del proprio lavoro»
Destagionalizzato o meno, il
gelato vive con la primavera il momento del risveglio. Ed è questo il
periodo in cui il Comitato Gelatieri
dell’Ascom lancia le proprie iniziative. Il carnet è sempre più ricco. Si
è aperto con la partecipazione di oltre 50 attività alla Giornata europea
del Gelato artigianale e il concorso
dedicato alla creazione di gusti con
prodotti del territorio, con tanto di
giuria internazionale e cena di gala.
Proseguirà con gli appuntamenti
ormai classici della campagna Gelateria di Fiducia e un’ulteriore novità, il debutto di un gusto speciale
che vuole rappresentare Bergamo, il
Mielgòt. Nel frattempo è stato anche
rinnovato il Consiglio direttivo del
gruppo, con la conferma del presidente Massimo Bosio, classe 1966,
titolare della Gelateria Selz Cafè di
Clusone, al suo quarto mandato.
Quest’anno ci sono un bel po’ di
proposte sul piatto...
«In passato l’attenzione del Comitato
si è concentrata prevalentemente sui
consumatori, con progetti di comunicazione e iniziative promozionali
dedicate a diverse fasce di età, come
bambini e anziani. Dallo scorso anno
abbiamo pensato di rafforzare anche
il confronto tra gli operatori. È così
nato il concorso, nella prima edizione affiancato da un convegno e
in questo secondo appuntamento da
una cena che ha sviluppato il tema
del gelato gastronomico. La partecipazione è stata buona, siamo soddisfatti, significa che abbiamo trovato
una chiave per ampliare il coinvolgimento. La conferma viene anche
dai tre nuovi ingressi nel Consiglio
direttivo, persone che non avevano
mai ricoperto incarichi associativi e
che proponendosi hanno dato fiducia al gruppo e dimostrato di volersi
spendere per la categoria».
Che indicazioni ha dato il concorso?
«La giuria era formata anche
quest’anno da esperti di livello internazionale, con componenti del Comitato d’onore della Coppa del mondo
della Gelateria, ed ha evidenziato un
miglioramento sensibile dei prodotti.
Il vero significato della gara non sta
comunque tanto nella proclamazio-
Massimo Bosio
tre nuovi ingressi
nel direttivo
L’assemblea per il rinnovo
delle cariche del Comitato Gelatieri dell’Ascom di Bergamo
- avvenuto lunedì 24 marzo
nell’ambito della seconda edizione del Concorso di gelateria
artigianale di Bergamo – ha
confermato, oltre al presidente Massimo Bosio, Giuseppe
Mologni titolare della Gelateria
Oasi di Villongo, con l’incarico
di vicepresidente, Paolo Bignardi di Fiordipanna di Almenno
San Bartolomeo, Vincenza
Carissimi del Bar Commercio
di Osio Sotto e Colombano
Mariani della Gelateria Oasi di
Fara Gera d’Adda. Tre i nuovi
ingressi: Giovanna Enrica Amboni della gelateria Cherubino
di Bergamo, Matteo Corna della
gelateria Gelatiamo di Treviolo
e Cristian Daldossi di Safarà
Soft di Bergamo. Il nuovo Consiglio direttivo rimarrà in carica
fino al 2017.
ne di un vincitore, ma nello stimolo
a mettersi in discussione, a cercare
di fare sempre meglio e tradurlo nella pratica di tutti i giorni. In questo,
come in tutti gli altri campi, non si
può mai pensare di essere arrivati, ci
può sempre essere un gelato più buono o più in sintonia con le richieste
dei clienti».
Nella corsa ad accaparrarsi i favori
del pubblico le nuove insegne non
mancano, la gelateria continua ad
essere un settore su cui puntare?
dal 7 all’11 aprile
Per i bambini torna
“La merenda non si paga”
“I prodotti bergamaschi diventano gelato artigianale” è il filo conduttore dell’edizione 2014 della campagna Gelateria di Fiducia, la consolidata
iniziativa del Comitato Gelatieri bergamaschi che offre agli operatori una
serie di opportunità per farsi conoscere e ai consumatori alcuni momenti
golosi. Quest’anno i gelatieri sono chiamati a fare proprio in nuovo gusto “Mielgòt”, con miele e biscotto al mais Spinato di Gandino, e, più in
generale, a dare spazio a ricerca e a fantasia valorizzando le produzioni
locali o le ricette tipiche.
La campagna, alla quale hanno aderito circa 50 attività, conferma inoltre
due appuntamenti ormai entrati stabilmente nel calendario delle iniziative.
Il primo è “La merenda non si paga”, in programma dal 7 all’11 aprile.
Ciascun gelatiere che vi partecipa distribuirà nelle scuole e negli asili del
proprio territorio coupon che regalano ai bambini un cono a scelta da ritirare in gelateria nel periodo della manifestazione. Il Comitato Gelatieri
provvederà inoltre a consegnare gelato artigianale ai reparti di Pediatria e
di Otorinolaringoiatria del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro per
i bambini ricoverati, che potranno così partecipare alla festa. Il 2 ottobre,
in chiusura di stagione, sarà la volta della “Festa dei nonni”, che propone
ai gelatieri accordarsi con una casa di riposo o un centro anziani della
propria zona per una fornitura gratuita di gelato da distribuire agli ospiti.
«Anche in tempi di crisi non sta
avendo grossi problemi perché offre ai consumatori la possibilità di
gratificarsi a cifre contenute. Questo
aspetto, unito alla presunta facilità
del fare il gelato, ha portato molti,
magari in cerca di un nuovo lavoro,
ad abbracciare questa attività. Quello
che posso dire è che oggi, con l’attenzione crescente di clienti a come
si spende, c’è sempre meno spazio
per l’improvvisazione, la competizione è serrata e solo i più bravi
vanno avanti. Quello del gelatiere è
un vero mestiere, da coltivare ogni
giorno».
Stanno aumentando anche le catene, un “nemico” per le gelaterie
tradizionali?
«Le catene, almeno quelle ben fatte,
danno dei vantaggi a chi gestisce i
punti vendita perché offrono soluzioni su molti aspetti dell’attività,
da quelli commerciali a quelli legati
alla produzione e all’organizzazione.
L’ottica è da “multinazionale” e la
spinta all’innovazione è marcata, ma
questo lo considero uno stimolo per
le gelaterie indipendenti a migliorare
sempre più la qualità del prodotto e la
gestione».
Con il concorso il Co.Gel. ha puntato l’attenzione sui prodotti del
territorio, è questo il nuovo filone
della gelateria?
«È un tema che sta attraversando tutto
il panorama dell’enogastronomia ed è
senz’altro una risorsa. È un’opportunità per raccontare la nostra storia, per
avviare una ricerca, mettere la propria
cifra sui prodotti anziché omologarsi
alle proposte dei fornitori di semilavorati. Senza dimenticare che è una
scelta che i clienti stanno dimostrando
di apprezzare».
Su questo versante avete fatto un
passo in più, creando un gusto che
vuole rappresentare Bergamo, il
Mielgòt, presentato in anteprima
alla cena che ha chiuso il concorso.
Di cosa si tratta?
«È un gelato che ha come ingredienti principali latte, miele e Melgòt, il
biscotto realizzato con il mais Spinato di Gandino, rivisto nella ricetta
per adattarsi all’impiego in gelateria.
Nasce dalla collaborazione tra Comitato Gelatieri, Consorzio Pasticcieri, l’Associazione provinciale dei
produttori apistici e la Comunità del
Mais Spinato, una sinergia importante attorno ad alcune eccellenze
che sono state ritenute capaci di raccontare e rappresentare il territorio.
Proporlo non è un obbligo per i gelatieri, il “gusto di Bergamo” è una
provocazione, uno stimolo a prendere in considerazione il legame con le
produzioni locali e a farlo proprio.
Inoltre è un’iniziativa in linea con i
temi dell’Expo».
Quindi la tendenza dell’estate saranno i gusti “locali”?
«Personalmente credo tantissimo nel
rapporto con il territorio e la possibilità di consumare i prodotti nel luogo
in cui vengono realizzati è un valore
aggiunto importante. Ad esempio nella nostra gelateria abbiamo scelto di
impiegare il latte prodotto in un stalla
vicina ed è tutta un’altra cosa. È vero
poi che, oltre a latte, la Bergamasca
non offre molto di più per l’impiego
in gelateria, dove i volumi continuano
a farli i classici, fiordilatte, nocciola,
cioccolato, fragola e limone. Prodotti
particolari, come il gelato alla polenta
o quello al Moscato di Scanzo, servono però a dare la percezione della
qualità del proprio lavoro, della ricerca di un miglioramento continuo».
il concorSo
Miele, zafferano e mais Spinato: la ricetta vincente arriva da Azzano
È il gusto “I tre ori”, a base di latte con
miele millefiori di montagna, stimmi di zafferano di Caprino Bergamasco, granella di mais
Spinato di Gandino il vincitore della seconda
edizione del Concorso di Gelateria artigianale
di Bergamo, promosso dal Comitato Gelatieri
dell’Ascom. A realizzarlo è stato Simone Rota
Biasetti della Gelateria Artigel di Azzano San
Paolo, che ha meglio interpretato secondo la
giuria il tema della competizione, ossia la riscoperta del gusto lattemiele abbinato ai sapori del territorio. La manifestazione, andata in
scena all’Istituto alberghiero Alfredo Sonzogni di Nembro, ha visto in lizza 27 gelaterie e
14 coppie di studenti degli istituti alberghieri
di Nembro e San Pellegrino. Al secondo posto
si è classificato “Mais cream” (latte con miele
di castagno, torta di mais Spinato, Garibalda,
mele e uvetta), presentato da Marcello Gusmini della gelateria La Crem di Vertova, al terzo
“Fantasia d’autunno” (latte con miele di castagno della Valle Imagna, riduzione di Passito
di moscato di Gandosso, ciliegie settembrine
candite della Valle Imagna) di Cristian Daldossi della gelateria Safarà Soft di Bergamo.
Vincitrici della Coppa riservata agli studenti
Francesca Polimeno e Ilaria Mele dell’Istituto
alberghiero di Nembro con il gusto “Fiordilat-
te con mirtilli di Cardeto” (latte, panna, uova,
miele e mirtilli di Cardeto).
Di alto livello la giuria, diretta dalla giornalista Luciana Polliotti e composta da Giancarlo
Timballo presidente del Co. Gel. Fipe e della
Coppa del Mondo della Gelateria, Pierpaolo
Magni dell’Accademia Italiana Maestri Pasticcieri, Jean Claude David e Kamal Rahal
Essoulami membri del Comitato d’Onore della
Coppa del Mondo, che hanno valutato gusto,
struttura, originalità e aspetto visivo.
Il concorso si è concluso con una cena che ha
avuto come il protagonista il gelato gastronomico. L’aperitivo con gelato allo spritz accompagnato da salatini ha dato il via agli accostamenti
fra dolce e salato e fra caldo e freddo. Preparati e serviti dagli studenti dell’Alberghiero di
Nembro, sono seguiti crostino con polenta, pancetta gratinata e formaggi della Valseriana con
gelato gastronomico al rafano, casoncello bergamasco, coniglio disossato ripieno con riduzione di Valcalepio, patate duchessa con gelato
al cioccolato del maestro Ernst Knam speziato
al pepe rosa. Il dessert è stato una sollecitazione all’inserimento del nuovo gusto, che verrà
presentato a breve dal Comitato Gelatieri bergamaschi, dedicato alla valorizzazione del mais
Spinato di Gandino.
10
la Rassegna
3 aprile 2014
RISORSE UMANE
IL CONSULENTE RISPONDE
di Marco Bergamaschi
L'efficienza professionale,
come ottenere di più
lavorando di meno
Mai come in questo periodo, ”efficacia ed efficienza” sono due concetti fondamentali per il mondo del
lavoro e ci svelano tanto sulle realtà
aziendali e suoi loro collaboratori.
Riuscire a portare avanti il proprio
ruolo con efficacia ed efficienza fa
la differenza e che piaccia o meno,
tratteggia una linea invisibile ma netta tra chi raggiunge gli obiettivi e chi
no, in termini di spesa, di risorse e di
tempo impiegato. Ma è pur vero che
spesso nessuno spiega ai lavoratori
cosa significhi operare con efficacia
ed efficienza e almeno in alcuni casi,
basterebbe aiutarli a comprenderlo,
per cambiare quasi immediatamente
lo stato delle cose. Quindi per eliminare ogni dubbio, diciamo che
per “efficacia” si intende la capacità
di raggiungere un determinato obiettivo, mentre per “efficienza” la capacità di raggiungerlo con la minima
allocazione possibile di risorse.
Per capirci: quando un collaboratore
lavora 10 ore al giorno per raggiungere il proprio risultato e ci riesce, è
sicuramente efficace, ma non è certo
efficiente; se altri suoi colleghi raggiungono lo stesso obiettivo, lavorando 8 ore al giorno, questi sono sicuramente efficienti. È un esempio molto
semplice, ma che spero dia l’idea del
problema; quasi sempre non si mette
D
ottor Bergamaschi
lavoro come responsabile commerciale per un’azienda del territorio e ultimamente, complice una riorganizzazione aziendale dettata
dalla crisi, fatico a gestire gli obiettivi prefissati a inizio anno. Le urgenze sono sempre dietro l’angolo e la sensazione di dover rincorrere il
tempo per fare tutto non mi abbandona mai. Ho fatto presente la mia
condizione ai vertici aziendali, ma mi è stato detto che il problema non
può essere solo il tempo. In altre parole, mi hanno invitato a rivedere
il mio modo di operare, a renderlo più efficiente. Cosa sia cambiato
tra prima e dopo la riorganizzazione è sotto gli occhi di tutto, perché
adesso, improvvisamente, non sono più efficiente? Che ne pensa lei?
e-mail, Castelli Calepio
in discussione la motivazione, l’impegno e la voglia di fare, ma “come”
lo si fa, soprattutto perché vivere e
lavorare con un alto grado di efficienza sta diventando uno stile operativo
sempre più richiesto.
Pertanto se vi accorgete che alla fine
della giornata lavorativa avete sempre delle questioni aperte che pensavate invece di chiudere, se la vostra
scrivania è costantemente piena di
carte e se una miriade di email aspettano di essere lette, allora è arrivato
il momento di mettere in discussione
la propria efficienza professionale. E
sia chiaro: ciò non significa essere dei
pessimi lavoratori, ma solo lavoratori
che devono riesaminare e rivalutare alcune priorità. A qualcuno potrà
suonare strano, ma è possibile infatti avere una quantità enorme di cose
da fare e malgrado ciò, continuare ad
essere produttivi, rimanendo propositivi, calmi e tenendo sotto controllo la
situazione. Ma ripeto: se nessuno ce
lo insegna o ci aiuta a comprenderlo,
cambiare è difficile.
Per riuscire a sbrigare il proprio lavoro, anziché rimanerne sepolti e
oppressi, è sufficiente modificare
alcune abitudini lavorative con degli accorgimenti che, se applicati in
maniera opportuna, completa e sistematica possono farci ottenere di più,
lavorando di meno. Innanzitutto, è
necessario imparare ad interrompere
il circolo vizioso del “lavoro arretrato”: la tendenza a rinviare le cose
Fai decollare con
non è un aspetto innato della nostra
personalità, è semplicemente una cattiva abitudine. Ci sono molte ragioni
per cui rimandiamo un certo compito
e quella più banale, è ”perché non ci
piace, perché è noioso o perché posso
farlo dopo” e quindi la si procrastina a
più non posso, non valutando le conseguenze; in questo caso se non è possibile delegare qualcun altro, è necessario ritrovare la propria motivazione
per affrontarlo e portarlo a termine.
Suonerà anche come una paternale, di
cose che nella vita ci piacciono poco,
ne incontreremo sempre, ma non per
questo siamo legittimati dall’evitarle.
Altro passo fondamentale è imparare
ad troncare il “circolo delle interruzioni”: quando ci si lamenta di non
aver tempo, è necessario chiedersi
perché e come permettiamo agli altri
di rubare il nostro tempo. E ciò non
significa che non bisogna dare retta a
quanti ci domandano un parere o un
chiarimento, ma significa far capire
loro che sarebbe meglio chiedere in
una volta sola più quesiti, anziché
formulare domande ogni mezz’ora
nell’arco della giornata. Quindi bisogna chiarire subito le modalità con
cui gli altri possono disturbarci e su
quali questioni e la stessa cosa vale
per le telefonate in arrivo: non ha
senso davanti ad una scadenza da rispettare continuare ad interrompersi,
lo ha invece chiedere al collaboratore
o all’addetta al centralino di segnarsi
chi ha telefonato per rimandare il tutto al giorno dopo. Allo stesso modo,
se siamo noi a dover effettuare una
telefonata, ancor prima di cominciare
la conversazione, dovremmo segnarci i punti che vogliamo affrontare e
gli obiettivi che desideriamo raggiungere al termine della telefonata, per
non correre il rischio di sprecare tempo e farlo perdere anche agli altri; lo
stesso principio va esteso anche alle
riunioni aziendali e gli incontri con i
clienti e i fornitori.
Ma in verità chi ha problemi di efficienza, deve rivedere la sua capacità
di programmare, cioè di impostare ed
organizzare il lavoro; infatti il lavoratore che è in grado di impostare un
sistema di lavoro in modo organizzato
e completo, vede aumentare all’infinito le proprie potenzialità e le chance
di riuscita; in caso contrario sarà una
battaglia persa in partenza. Ma cambiare e migliorare l’efficienza non è
impossibile: ci sono corsi di formazione molto validi che aiutano ad aumentare la performance lavorativa in
termini di organizzazione e gestione
del lavoro e che oltre a dei benefici
a livello professionali, regalano una
disciplina mentale utilissima anche
nella vita sociale e personale; bisogna solo accettare di avere qualcosa
da migliorare e quindi frequentarli.
Per cui da oggi se ci accorgiamo di
pensare spesso “non ho tempo”, forse il problema non è il tempo, ma la
propria efficienza, che va analizzata e
se è il caso, rivista. Non mi resta che
auguravi buon lavoro.
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la Rassegna
3 aprile 2014
11
Bar, aggiornato il listino delle consumazioni
A disposizione degli esercenti il nuovo cartello.
Inseriti caffè marocchino e al ginseng.
Beltrami: «I gestori stanno facendo grossi sforzi
per contenere i prezzi». «Ad incidere
COsA DICE
è soprattutto il servizio, ma è anche
LA LEGGE
ciò che valorizza l’offerta»
REGIONE LOMBARDIA - Legge 2 febbraio 2010 n. 10
Dopo quattro anni dall’ultima
revisione, arriva il nuovo “Cartello prezzi dei bar” per la città
e la provincia. Il listino, redatto
dall’Ascom, è a colori, elegante,
ben visibile e riporta le voci delle
varie consumazioni con gli spazi dove l’esercente può indicare
il prezzo praticato al pubblico.
L’elenco è stato aggiornato anche
per rispondere ai nuovi trend di
consumo: «Abbiamo scelto di inserire quest’anno anche il caffè d’orzo, quello al ginseng e il caffè marocchino, sempre più richiesti nei
nostri locali», sottolinea Giorgio
Beltrami, presidente del Gruppo
Bar e Pasticcerie Ascom. Lo stampato può essere ritirato già in questi
giorni all’ufficio soci dell’Associazione di via Borgo Palazzo 137
e delle sedi periferiche di Albino,
Calusco d’Adda, Clusone, Lovere,
Osio Sotto, Romano di Lombardia,
Sarnico, Trescore Balneario e Zogno. Rispetto ad anni fa quando il
prezzo delle consumazioni al banco era fissato per tutti, negli ultimi
anni la politica dei prezzi dei pubblici esercizi è andata differenziandosi così come gli standard dell’offerta dei locali. «Il costante aumen-
Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere
Il presidente del Gruppo Bar
e Pasticcerie Ascom
Giorgio Beltrami
to del costo delle materie prime e
la pressione fiscale hanno ridotto
ulteriormente i nostri utili - continua il presidente di categoria -. Da
quattro anni manteniamo i prezzi
con grosse difficoltà perché i costi
di gestione siano lievitati. Storicamente il prezzo del caffè è sempre
andato a braccetto con quello del
■ ARTICOLO 77 (Pubblicità dei prezzi)
1. Il titolare dell'esercizio di somministrazione deve indicare in modo
chiaro e ben visibile, mediante cartello o altro mezzo idoneo allo scopo,
il prezzo dei prodotti destinati alla vendita per asporto, esposti nelle vetrine, sul banco di vendita o in altro luogo.
2. I prodotti sui quali il prezzo di vendita al dettaglio si trovi già impresso
in maniera chiara e con caratteri ben leggibili sono esclusi dall’applicazione delle disposizioni di cui al comma 1.
3. Per i prodotti destinati alla somministrazione, l’obbligo di esposizione
dei prezzi è assolto:
a) per quanto concerne le bevande, mediante esposizione, all’interno
dell’esercizio, di apposita tabella;
b) per quanto concerne gli alimenti, con le stesse modalità di cui alla lettera a), cui si aggiunge l’obbligo di esposizione del menù anche all'esterno dell’esercizio, o comunque leggibile dall’esterno.
4. Qualora, nell’ambito dell’esercizio, sia effettuato il servizio al tavolo, il listino dei prezzi deve essere posto a disposizione dei clienti
prima dell’ordinazione e deve inoltre indicare l’eventuale componente
del servizio.
5. Le modalità di pubblicità dei prezzi prescelte dall’esercente debbono
essere tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile
al pubblico, anche per quanto concerne somme aggiunte attribuibili al
servizio
■ SANZIONI
Per la mancata esposizione dei prezzi, si applica la sanzione prevista
dall’art. 17 bis comma 3 del R.D. 773/31 che prevede una sanzione amministrativa da € 154,00 a € 1.032,00 (pagamento in misura ridotta di €
308,00). L’autorità competente a ricevere lo scritto difensivo è il Sindaco.
DOMENICA 17 APRILE
Bancarelle
sul sentierone
nel fine settimana
Fruttivendoli in festa a Brusaporto
Gli ambulanti
portano
in centro
la primavera
Dopo il successo delle bancarelle che
hanno tentato con dolci e frittelle le migliaia di bergamaschi che hanno visto sfilare
i carri di mezza Quaresima e non hanno
voluto perdersi il tradizionale rogo della
Vecchia organizzato dal Ducato di Piazza Pontida, nelle vie del centro fiorisce la
primavera. Dal 4 al 6 aprile il Sentierone
ospita la “Festa di primavera”, appuntamento promosso dalla Comap, la cooperativa costituita dalle due associazioni
provinciali dei venditori su area pubblica
tra cui Fiva Ascom. Per tutto il fine settimana, venerdì incluso, dalle 8.30 alle 21,
la passeggiata cittadina sarà accompagnata
da colori e profumi primaverili portati ed
esposti da una cinquantina di bancarelle.
Gli ambulanti proporranno prodotti tipici,
articoli d’artigianato, profumi, fiori, piante
e una vasta gamma di prodotti per la casa e
la persona, ideali per dare un tocco di no-
quotidiano, ma è già da anni che
lo manteniamo decisamente al di
sotto, visto che i giornali ormai
sono arrivati ad 1,30 euro. La politica di attenzione al cliente e ai
prezzi per sostenere i consumi ci
accompagna sin dall’introduzione dell’euro – ricorda -, quando
il caffè è passato dalle vecchie
1.700 lire ad 80-88 centesimi per
almeno altri cinque anni, salvo arrivare a 90 centesimi nel 2007 e ad
1 euro nel 2010».
Il caffè, che rappresenta la consumazione di gran lunga più richiesta,
vede il suo prezzo oscillare anche a
seconda della componente servizio
che rappresenta la voce più rilevante dei costi sostenuti dall’esercente.
«Oggi è il servizio l’elemento che
contraddistingue l’offerta del bar –
spiega Beltrami -. La somministrazione di alimenti e bevande non è
infatti una vendita ma una prestazione. Una materia prima di ottima
qualità e un personale qualificato
meritano e giustificano anche prezzi superiori». Stretti tra spese sempre più alte la tentazione per molti
pubblici esercizi è quella di tagliare
i costi ma «si tratta di un grave errore – avverte -. In questo momento
di difficoltà la qualità del servizio è
fondamentale, rappresenta la differenza tra chi resiste e chi non ce la
fa. Se si crolla ora, se si abbassa la
qualità del servizio, poi sarà difficile far tornare il locale in auge».
Per confrontarsi sulle problematiche della categoria il Gruppo Bar
Ascom ha organizzato una serie
di incontri sul territorio. Il primo
appuntamento per gli esercenti dell’Alto Sebino è fissato il 14
aprile alle 15.30 nella Sala degli
Affreschi dell’Accademia Tadini di
Lovere in piazza Garibaldi, 5.
vità con il cambio di stagione. Ad allietare
lo shopping non mancheranno momenti
di intrattenimento per adulti e bambini e
l’occasione unica di vedere gli artigiani
all’opera, pronti a mostrare gesti e saperi
antichi ormai quasi dimenticati. «Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con
una manifestazione attesa che scandisce
l’avvicendarsi delle stagioni, organizzata
da oltre dieci anni in centro - spiega il presidente di Fiva Mauro Dolci -. Con la Fiera
di Sant'Alessandro, la Festa d'Autunno e la
Fiera di Santa Lucia, la Festa di Primavera
è una delle vetrine più importanti per la categoria. L'appuntamento vuole rappresentare anche quest’anno un momento di festa
per tutti, ma anche l'opportunità per far
conoscere la realtà del mercato a chi non
frequenta abitualmente gli appuntamenti
settimanali, di presentare le nostre proposte
e il nostro lavoro quotidiano».
Quella in programma
domenica 13 aprile sarà la
17esima edizione della Festa di Primavera, la giornata
promossa dal gruppo Fruttivendoli dell’Ascom come
momento di incontro per la
categoria all’insegna della
convivialità e dello spirito
di gruppo. L’appuntamento,
realizzato in collaborazione con Bergamo Mercati,
è al Relais La Cantalupa Da Vittorio di Brusaporto,
dove il programma si aprirà
alle 11.45 con la celebrazione della Santa Messa.
Seguiranno l’aperitivo e il
pranzo. Il pomeriggio sarà
allietato
dall’intrattenimento musicale della band
“Alta Moda”. Appuntamento consolidato e sentito, la
Festa riunisce i dettaglianti
ortofrutticoli bergamaschi,
familiari e collaboratori attorno ad una tavola
imbandita, ma è anche
un’occasione di confronto
e approfondimento sulle tematiche e le problematiche
che interessano il settore.
La partecipazioni dei rappresentanti delle istituzioni
e delle organizzazioni d’impresa accanto al presidente
provinciale, e nazionale,
della categoria Livio Bre-
sciani, permettono infatti
di anno in anno di mettere a
fuoco le criticità ma anche
di sviluppare idee, progetti
e collaborazioni. La quota di partecipazione è di
50 euro a persona, grazie
al contributo dell’Agenzia
di Bergamo di UniCredit
Leasing Spa. È necessaria
la prenotazione ai seguenti contatti: Segreteria del
gruppo tel. 035 4120203,
Livio Bresciani tel. 035
214200; Roberto Busca tel.
035 258517, Ezio Sangalli
tel. 0363 51093, Barbara
Ravelli - bar interno al mercato ortofrutticolo.
A Orio al Serio la Pasqua dell’Alimentarista
Come sempre organizzata la domenica
delle Palme - e quindi il prossimo 13 aprile
- la Pasqua dell’Alimentarista è l’iniziativa
della Pia Unione San Lucio per lo scambio
degli auguri in vista della Festività. Meta
di quest’anno è il ristorante Il Giardinetto,
nel centro storico di Orio al Serio, appositamente messo a disposizione dai titolari
per il ritrovo. Un’opportunità che permette
di celebrare direttamente negli spazi del locale la Santa Messa e di sedersi poi a tavola
per una cena in compagnia tra colleghi. La
funzione, in programma alle 19, sarà officiata da Don Tarcisio Ferrari, assistente
spirituale della San Lucio. Seguirà il menù
concordato per la serata. L’appuntamento
rientra tra quelli fissi del calendario annuale della storica associazione tra i commercianti del dettaglio alimentare che fa capo
all’Ascom e che si dedica alla promozione
di iniziative legate a religiosità, cultura e
solidarietà. I posti sono limitati, è perciò
consigliato prenotarsi al più presto. Per farlo si possono contattare la segreteria (tel.
035 4120200), il presidente Pierantonio
Chiari (tel. 035 242982), Giuseppe Oberti (tel. 388 3936338) o Lino Ronchi (tel.
0363 44536).
12
la Rassegna
3 aprile 2014
PUNTO LAVORO
a cura di Ascom e Seac
Sicurezza, le procedure semplificate
per l’adozione di modelli organizzativi nelle pmi
L’
modello
di organizzazione
e geStione
della Sicurezza
Adottare un modello di organizzazione e gestione può esimere della
responsabilità amministrativa di cui
al D.Lgs n. 231/2001 nel caso in cui
il sistema aziendale assicuri l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici
relativi:
- al rispetto degli standard tecnicostrutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro,
agenti chimici, fisici e biologici;
- alle attività di valutazione dei
rischi e di predisposizione delle
misure di prevenzione e protezione
conseguenti;
- alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo
soccorso, gestione degli appalti,
riunioni periodiche di sicurezza,
consultazioni dei rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza;
- alle attività di sorveglianza sanitaria;
- alle attività di informazione e
formazione dei lavoratori;
- alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e
delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori;
- all’acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di
legge;
- alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate.
Preme ricordare che vi è responsabilità amministrativa nel caso di reato
commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente da parte di persone
che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una sua unità
organizzativa dotata di autonomia
finanziaria e funzionale, da persone che esercitano, anche di fatto, la
gestione e il controllo dello stesso,
e persino da persone sottoposte alla
direzione o vigilanza dei soggetti
precedenti. L’ente non risponde solo
se i soggetti hanno agito nell’interesse esclusivo proprio e di terzi.
L’ente non risponde per responsabilità amministrativa se è in grado di
dimostrare:
- l’attuazione di modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire i reati della specie di quelli
verificatosi;
- che la vigilanza sul funziona-
adozione e l’efficace applicazione di un modello
di organizzazione e di gestione può esimere della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di
personalità giuridica di cui al D.Lgs. n. 231/2001 (art.
30 del D. Lgs n. 81/2008 – Testo Unico Sicurezza).
Il Ministero del Lavoro con il Decreto 13 febbraio
2014 (pubblicato sul sito http://www.lavoro.gov.it/
SicurezzaLavoro) ha approvato le procedure semplificate per l’adozione e l’efficace attuazione dei
modelli di organizzazione e gestione della sicurezza
(Mog) nelle piccole e medie imprese adottate dalla
Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro in data 27 novembre 2013.
L’adozione di un modello di organizzazione e gestione della salute e sicurezza è facoltativo per
le piccole e medie imprese. Nel caso in cui le
Pmi decidessero di adottare tale modello posso-
no avvalersi delle indicazioni organizzative semplificate, di natura operativa, allegate al decreto.
In particolare, l’adozione delle procedure semplificate,
anche se gravosa, risulta utile al fine dell’attuazione
di un sistema aziendale efficace ed idoneo a prevenire i reati previsti dall'articolo 25-septies del D.Lgs
8 giugno 2001, n. 231 (Disciplina della responsabilità
amministrativa) come sostituito dall'articolo 300 del
D.Lgs n. 81/2008. Tale norma ricomprende i casi di
omicidio colposo (art. 589 c.p.) o di lesioni gravi o
gravissime (art. 590 co. 3 c.p.) con violazione delle
norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
Secondo la definizione contenuta nel decreto del Ministero per le Attività Produttive del 18 aprile 2005, lo
si ricorda, per Pmi si intendono le imprese che hanno
meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio
annuo non superiore a 43 milioni di euro.
mento del modello era affidata a
organismo con autonomi poteri di
iniziativa e controllo (nelle piccole
imprese può farlo l’organo dirigente);
- che i soggetti hanno agito eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e gestione;
- che non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza dell’organismo di
controllo.
procedure
SempliFicate per le pmi
Il documento che contiene le procedure semplificate di cui al DM 13
febbraio 2014 tiene conto dell’articolazione della struttura organizzativa delle piccole e medie imprese in
merito alla quale si considera:
- l’eventuale coincidenza tra l’alta
direzione (i più alti livelli direzionali dell’organizzazione aziendale), il
datore di lavoro e l’organo dirigente
ai sensi del D.Lgs n. 231/2001;
- l’esistenza o meno di un unico
centro decisionale e di responsabilità;
- la presenza o meno di dirigenti, così come definiti dal D.Lgs. n.
81/2008;
- la presenza di soggetti sottoposti
alla altrui vigilanza.
Il modello di organizzazione e gestione (Mog) deve prevedere:
- la definizione della politica
aziendale di salute e sicurezza
(Allegato 1 nel quale viene riportata una lista di elementi utili per definire la politica ed i suoi successivi
adeguamenti);
- il Piano di miglioramento (Allegato 2);
- il rispetto degli standard tecnico
strutturali di legge relativi ad attrezzature, impianti, luoghi di lavoro,
agenti chimici, fisici e biologici. In
tal senso l’azienda deve predisporre
modalità che garantiscano l’aggiornamento alle prescrizioni legislative
applicabili alla propria realtà aziendale, a tal fine:
- nell’Allegato 3 vanno elencate
tutte le norme di salute e sicurezza
applicabili all’azienda, e va definito il campo di applicazione (contenuto/materia), la funzione aziendale interessata ed il responsabile
dell’aggiornamento della normativa
e della sua diffusione alle funzioni
interessate;
- nell’Allegato 4 (scheda manuten-
zione macchina) vanno elencate, per
ogni macchina, le manutenzioni ordinarie e straordinarie effettuate;
- l’attività di valutazione dei rischi
e di predisposizione delle misure
di prevenzione e protezione conseguenti (l’Allegato 5 contiene una
scheda utilizzabile per la consegna e
gestione dei dispositivi di protezione individuale);
- l’attività di natura organizzativa,
gestione delle emergenze e primo
soccorso;
- la gestione degli appalti;
- la Sorveglianza sanitaria;
- l’attività di informazione e formazione dei lavoratori;
In base alle risultanze della valutazione dei rischi ed in conformità
con la legislazione vigente ed i contratti collettivi di lavoro applicati,
tenendo conto delle capacità e delle
condizioni dei lavoratori, il datore di lavoro pianifica, predispone
ed attua il “Programma annuale di
formazione, informazione e addestramento” (Allegato 6), per tutte le
figure aziendali e lo aggiorna in occasione della revisione ed eventuale
rielaborazione della valutazione dei
rischi, nel caso di modifiche legislative, di nuove assunzioni, di cambiamenti nelle mansioni, nei cambiamenti di attività o processi (nuove
macchine, attrezzature, impianti,
nuove modalità operative, ecc.).
Al termine degli interventi formativi
deve essere verificato il grado di apprendimento, sia per i corsi organizzati dal datore di lavoro stesso che per
quelli erogati presso soggetti ester-
ni, e deve essere registrata la presenza dei partecipanti (Allegato 7).
Il datore di lavoro può raccogliere i
dati formativi, informativi e di addestramento in apposite schede, per
avere evidenza delle competenze
professionali dei lavoratori (Allegato 8). L’allegato 9 riporta, inoltre, un
modello per registrare le attività di
addestramento.
- l’attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e
delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori;
La vigilanza del rispetto delle disposizioni aziendali è distribuita,
secondo le competenze di ciascuno, tra datore di lavoro, dirigente e
preposto. L ’obbligo di vigilanza si
intende assolto in caso di adozione
ed efficace attuazione del sistema di
controllo. Le violazioni riscontrate dall’attività di vigilanza saranno
sanzionate secondo il sistema disciplinare del modello di organizzazione e gestione.
- l’acquisizione di documentazioni
e certificazioni obbligatorie per
legge (Allegato 10);
- le verifiche periodiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate;
Negli Allegati 11, 12 e 13 vengono
riportati il modulo per il rilevamento
di situazioni pericolose o di incidenti o di non conformità, il modulo per
la rilevazione dell’infortunio sul lavoro ed il piano per il monitoraggio.
- la modalità di registrazione
dell’avvenuta effettuazione delle
attività previste per l’adozione del
modello di organizzazione e di gestione;
- l’articolazione di funzioni ed istituzione di un sistema disciplinare;
- il sistema di controllo sull’attuazione del modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di
idoneità delle misure adottate;
Un idoneo sistema di controllo
sull’attuazione del modello va effettuato, oltre che con le attività di vigilanza e verifica, anche attraverso la
combinazione di due processi: gli audit interni di sicurezza ed il riesame.
L’audit è un esame sistematico, documentato e indipendente (ma non
necessariamente esterno all’azienda) per determinare se quanto pianificato e predisposto dal modello
di organizzazione e gestione viene
efficacemente attuato, risulta idoneo al conseguimento degli obiettivi ed è coerente con la politica
in materia di salute e sicurezza.
A tal proposito sono stati predisposti gli Allegati 14, 15 e 16.
Il riesame e l’eventuale modifica
del modello organizzativo devono
essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle
norme relative alla prevenzione degli infortuni e dell’igiene del lavoro,
ovvero in occasione di mutamenti
nell’organizzazione e nell’attività in
relazione al progresso scientifico e
tecnologico (Allegato 17).
- la riunione periodica e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
Nelle aziende e nelle unità produttive che occupano più di 15 lavoratori, il datore di lavoro, direttamente o
tramite il servizio di prevenzione e
protezione dai rischi, indice almeno
una volta all’anno una riunione cui
partecipano: il datore di lavoro o un
suo rappresentante; il responsabile
del servizio di prevenzione e protezione dai rischi; il medico competente, ove nominato; il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Della riunione deve essere redatto
un verbale che è a disposizione dei
partecipanti per la sua consultazione
(Allegato 18).
Per maggiori informazioni è
possibile rivolgersi allo sportello Ascom dedicato
Ascom Sistemi Gestionali –
Qualità Sicurezza Ambiente
(www.ascomqsa.it) tel. 035
4120181/129
la Rassegna
3 aprile 2014
13
Expo, in via Torretta uno sportello per le imprese
L’Expo di Milano, ormai alle porte, non sarà
solo un meeting internazionale in cui Paesi del
mondo e istituzioni potranno confrontarsi sui
temi dell’alimentazione e della sostenibilità.
L’evento, in programma dal primo maggio al 31
ottobre 2015, creerà infatti un indotto anche per
le piccole e medie imprese del territorio, le quali
potranno trovare nuove occasioni di business e
di sviluppo. Ma come prepararsi a cogliere tutte
le opportunità offerte da questa grande esposizione, riuscendo a giocare un ruolo attivo dalla
fase preparatoria fino a quella post-evento?
È per rispondere a questa esigenza che Confartigianato Bergamo ha deciso di lanciare un nuovo
sevizio informativo gratuito a supporto delle imprese associate: “Info Point Expo 2015”.
Aperto
nell’ufficio
Internazionalizzazione
dell’Organizzazione di via Torretta, lo sportello
aiuterà infatti le imprese a muoversi fra le proposte formative e informative, le attività e le iniziative che l’Associazione metterà in campo in sintonia con altre Organizzazioni ed enti nazionali
ed internazionali, fra le quali spiccano missioni e
incontri d’affari con le delegazioni estere.
Le imprese artigiane che intendono fornire beni
e servizi alle varie iniziative targate Expo potranno inoltre consultare e registrarsi al catalogo ufficiale fornitori dei Paesi partecipanti e al
catalogo fornitori “Bergamo for Expo 2015”,
quest’ultimo riservato agli operatori economici
della provincia di Bergamo. A questo proposito sul sito dell’Associazione, www.artigianibg.
com, è stato anche creato un apposito banner
all’urban center
Giovani imprenditori,
sinergia su
internazionalizzazione
e nuovi media
Sarà l’Urban Center di viale Papa Giovanni XXIII a Bergamo ad ospitare, giovedì
10 aprile alle 19.45, il quarto incontro del
percorso formativo sull’internazionalizzazione “Let’s Synergy International”.
L’iniziativa, strutturata in cinque serate, è
promossa dal “Coordinamento Bergamo
Giovani”, il tavolo di lavoro che raggruppa
i quattro Gruppi Giovani di Confartigianato
Bergamo, Confindustria Bergamo, Ascom
e Ance (presieduti, rispettivamente, da
Daniele Lo Sasso, Marco Bellini, Luca Bonicelli e Francesco Savoldelli) e che vede a
rotazione una gestione di progetti.
Argomento della penultima serata saranno
le nuove forme di comunicazione, il ruolo
dei social media e l’ottimizzazione dei motori di ricerca (la cosiddetta attività di Seo
– Search Engine Optimization) al fine di
ottenere un migliore posizionamento della
propria attività su Internet. Relazioneranno
il membro di giunta di Confartigianato Bergamo Valentina Trevaini (coordinatrice del
gruppo di lavoro Formazione e Comunicazione) e Alessandro La Ciura, entrambi giovani imprenditori operanti nel settore informatico. «Questo progetto – spiega la team
leader del Gruppo Giovani Imprenditori di
Confartigianato Bergamo Nicol Perquis – è
un ambiente favorevole per la contaminazione delle idee. Credo che la diversità sia
davvero un valore e lo dimostriamo ormai
da due anni con appuntamenti interessanti e
sempre molto partecipati».
Let’s Synergy è nato lo scorso anno come
progetto di formazione continua, con
l’obiettivo di aiutare i giovani imprenditori
ad affrontare le sfide del futuro favorendo
una crescita sia sotto il profilo professionale che personale. Iniziato approfondendo i
vantaggi dell’affiancamento generazionale
in azienda tra padri e figli (argomento del
primo anno), ad ogni sua edizione Let’s
Synergy si propone di sviluppare un tema
diverso, con un occhio di riguardo alle nuove tecnologie, alla comunicazione e all’internazionalizzazione.
Aperto un servizio informativo gratuito per accompagnare
gli artigiani verso le opportunità di business. Carrara:
«Un vero e proprio progetto che comprende anche eventi,
corsi e seminari sugli aspetti culturali, linguistici e tecnologici»
dove, accanto alle informazioni su convegni, seminari e corsi, è possibile accedere ai siti ufficiali dei due cataloghi.
«Siamo convinti che Expo 2015, con i suoi 20
milioni di visitatori previsti – sottolinea il presidente Angelo Carrara – rappresenti un’opportunità unica e irrinunciabile per la nostra economia
locale e quindi per le nostre imprese, che avranno la possibilità di crescere, allargare i propri
orizzonti e trovare nuove opportunità di business, facendosi conoscere ad una platea vastissima. Per questo abbiamo voluto creare al nostro
interno un vero e proprio “progetto Expo”, che
vede il suo fulcro nello sportello informativo, già
pienamente operativo, e che si svilupperà in una
serie di iniziative in grado di accompagnare gli
artigiani in questo “cammino” pluriennale».
Il progetto, infatti, non si limiterà all’attuale fase
preparatoria e ai sei mesi di durata dell’esposizione ma, soprattutto, cercherà di guardare agli
anni successivi, quando il nostro territorio potrà registrare un ritorno in termini commerciali,
turistici ed economici. «Per questo – aggiunge
riconoScimenti
Carrara – è necessario essere pronti sotto diversi
profili che cercheremo di sviluppare con eventi
seminariali e formativi: dalla preparazione culturale a quella linguistica, passando per le nuove tecnologie di comunicazione e il marketing.
Sono tutti elementi imprescindibili per farsi
conoscere e operare in un contesto sempre più
globale e internazionale. Molte iniziative, come
pure i servizi di supporto all’internazionalizzazione e alla competitività sono già stati messi in
campo ma adesso vogliamo ulteriormente potenziarli e promuoverli».
Tra questi, per esempio, c’è il servizio di consulenza per la realizzazione di siti internet e per
le traduzioni, con l’obiettivo di andare incontro
a quelle aziende che non masticano ancora perfettamente il mondo del web oppure dispongono di un sito internet ma nell’unica versione in
lingua italiana.
Lo sportello “Info Point Expo 2015” è aperto
da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle
14 alle 18. Per contatti chiamare il numero: 035
274285; e-mail: [email protected]
L’Anap ricorda i suoi ex consiglieri
Giornata di benemerenze, al teatro dell’oratorio Monsignor Tomasini di Clusone,
durante la 38ª Assemblea provinciale dell’Anap Bergamo (Associazione nazionale
anziani e pensionati di Confartigianato) presieduta da Giuseppe Carrara.
Uno dei momenti più toccanti dell’incontro è stato infatti la consegna di sei targhe
a ricordo degli ex consiglieri che hanno contribuito con la loro opera a far crescere
l’associazione e che sono state ritirate dai familiari.Si è trattato di Vigilio Premarini
(vicepresidente dal 1997 al 2003), Pietro Bosio (vicepresidente e presidente onorario
dal 1989 al 2004), Giuseppe Valtellina (consigliere dal 2003 al 2005), Pippo Carminati (consigliere dal 1989 al 2005), Carlo Foschetti (consigliere dal 1989 al 1994) e
Ferruccio Meneghin (consigliere dal 2010 al 2013).
Infine, il “Premio Pietro Cattaneo”, consegnato ogni anno a un ex dipendente dell'Associazione Artigiani che si è distinto per attaccamento al lavoro, è andato a Ugo Angeretti, per molti anni responsabile del personale di via Torretta.
L’agenda
■ Prevenire l’alzheimer, gazebo a romano
Approda a Romano di Lombardia, sabato 5 aprile, la campagna di prevenzione sul morbo di
Alzheimer promossa dall’Anap (Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato) in collaborazione con la Croce Rossa Italiana e l’Università La Sapienza di Roma. Dalle 9
alle 18, sotto i portici del palazzo comunale, sarà allestito il tradizionale gazebo informativo,
proposto tutti gli anni in un diverso Comune della provincia, dove i visitatori avranno anche la
possibilità di compilare un questionario in grado di evidenziare la predisposizione al morbo,
dando il proprio contributo alla ricerca.
arte &’ artigianato
In mostra i dipinti di Giovine
■ inglese, informatica e sicurezza: i prossimi corsi
Sono aperte, nella sede di Confartigianato Bergamo, le iscrizioni per il corso di lingua inglese, livello base, in partenza martedì 22 aprile. Proposto con cadenza bimestrale e rivolto a tutte le categorie, il corso è strutturato in otto incontri di tre ore ciascuna. Sempre con cadenza bimestrale,
sono inoltre programmati corsi di lingua inglese di livello intermedio. Giovedì 8 maggio, partirà
invece il nuovo corso base di informatica, per avvicinare i meno esperti all’utilizzo dei principali programmi di scrittura e di calcolo aventi utilità trasversale in ogni professione. Si ricorda,
infine, che con cadenza mensile vengono proposti i corsi obbligatori sulla sicurezza e la salute
negli ambienti da lavoro, rivolti a datori e dipendenti, ai sensi del D. Lgs 81/08. Per informazioni
e iscrizioni: ufficio Formazione (tel. 035 274321-324; e-mail: [email protected]).
■ “Pulitore qualificato 2015”, iscrizioni aperte
Iscrizioni aperte per la ventesima edizione del corso “Pulitore qualificato”, il percorso formativo rivolto alle imprese del settore della pulizia e disinfezione organizzato da Confartigianato
Bergamo. In partenza il 15 maggio, il corso sarà come sempre strutturato in due sessioni. La
prima, di carattere teorico, affronterà argomenti gestionali, normativi e contrattuali legati al
rapporto di lavoro mentre la seconda, in partenza a ottobre, avrà carattere pratico. Al termine, i
partecipanti potranno ottenere il marchio di qualità “Pulitore qualificato 2015”. Le iscrizioni si
raccolgono entro venerdì 9 maggio contattando l’ufficio Formazione al numero: 035 274314;
e-mail: [email protected].
■ confartigianato, meeting a roma dei funzionari
I funzionari di tutte le Associazioni aderenti a Confartigianato sono a Roma, nelle giornate del
3 e 4 aprile, per partecipare all’annuale appuntamento con la Convention Servizi della Confederazione. Durante il meeting, che come lo scorso anno si tiene all’Auditorium Antonianum,
i funzionari si confronteranno sulle strategie organizzative e operative comuni per il miglioramento dei servizi alle imprese associate.
Costantino Giovine
Potrà essere visitata fino a lunedì 28 aprile, nella
sala Agazzi di via Torretta e ad ingresso libero, la mostra del pittore Costantino Giovine, originario di Velletri e residente a Viadanica. Inaugurata lo scorso primo aprile, l’esposizione fa parte della rassegna “Arte
&’Artigianato” promossa da Confartigianato Bergamo col patrocinio di Regione, Provincia, Comune
di Bergamo, Camera di Commercio, Confartigianato
Imprese Lombardia e Scuola d’Arte Andrea Fantoni.
Arrivato a Milano nel 1983, Giovine inizia a studiare l’uso dei colori e ad approfondire il linguaggio dei
simboli, iniziando così a far conoscere la sua arte.
Successivamente si trasferisce a Viadanica, dove apre
un nuovo studio. Ispirandosi a culture lontane (come
quella aborigena australiana e Maya), ma anche vicine
(come quella mediterranea), realizza opere luminose
e profonde, con un linguaggio personalissimo e uno
spiccato senso cromatico.
Orari delle visite: da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle
12.30 e dalle 14 alle 18, sabato e festivi su prenotazione. Per informazioni: Segreteria organizzativa (tel.
035 274292; e-mail: [email protected]).
14
la Rassegna
3 aprile 2014
Gli immobili ad uso turistico
e l'opzione della cedolare secca
Con la collaborazione del Centro Studi Seac
Come noto, l’art. 3, D.Lgs. n.
23/2011 ha introdotto, a decorrere
dal 2011, la c.d. “cedolare secca”, ossia un regime di tassazione riservato
alle persone fisiche, “alternativo” a
quello ordinario IRPEF, dei redditi
fondiari derivanti dalla locazione di
immobili ad uso abitativo.
Non sono interessate alla disciplina
in esame le locazioni immobiliari (ad
uso abitativo) effettuate nell’esercizio d’impresa / arti e professioni o da enti non commerciali.
L’opzione da parte del proprietario
per il predetto regime comporta l’assoggettamento del canone di locazione dei predetti immobili ad un’imposta sostitutiva del 21% o, per le locazioni a canone concordato, del 15%
(19% fino al 2012) che sostituisce,
oltre all’IRPEF e relative addizionali,
le imposte di registro e di bollo sul
contratto di locazione.
immobili turiStici
locati tramite
agenzie immobiliari
Come accennato, l’applicazione della
cedolare secca richiede da parte del
soggetto interessato una specifica opzione correlata, a pena di inefficacia,
ad una comunicazione preventiva
all’inquilino con la quale il locatore
comunica:
• la scelta per l’applicazione della
cedolare secca;
• la rinuncia alla facoltà di richiedere l’aggiornamento del canone di
locazione, anche se contrattualmente
previsto, a qualsiasi titolo “inclusa
la variazione accertata dall’ISTAT
dell’indice nazionale dei prezzi al
consumo per le famiglie di operai e
impiegati verificatasi nell’anno precedente”.
L’opzione per la cedolare può essere esercitata anche per i contratti di locazione di immobili ad uso
abitativo di durata inferiore a 30
giorni nell’anno per i quali non
sussiste l’obbligo di registrazione. A
tal fine si rammenta che “la durata
del contratto deve essere determinata computando tutti i rapporti di
locazione anche di durata inferiore
a trenta giorni intercorsi nell’anno con il medesimo locatario”.
Con riferimento alle locazioni effettuate tramite agenzie di mediazione
immobiliare, fattispecie particolarmente frequente nelle ipotesi di locazioni ad uso turistico, l’Agenzia delle Entrate, nella Circolare 1.6.2011,
n. 26/E ha chiarito quanto segue:
“In presenza dei presupposti, non
osta all’esercizio dell’opzione per la
cedolare secca da parte del locatore
l’intervento di un’agenzia che operi
come mero intermediario tra locatore e conduttore”.
A tale fattispecie sono riconducibili,
per prassi consolidata, esclusivamente le ipotesi di contratti di intermediazione con rappresentanza.
Infatti, in virtù di quanto disposto
dall’art. 1704, C.c., solo in presenza
di mandato con rappresentanza, il
mandatario “agisce in nome del mandate”; viceversa, in caso di mandato
senza rappresenzanza, non si verifica alcuna sostituzione in quanto il
mandatario “agisce in nome proprio”
e “acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti
con i terzi”.
Recentemente il MEF, nell’ambito
della risposta all’Interrogazione parlamentare 12.3.2014, n. 5- 02262, ha
ritenuto applicabile la cedolare anche
in presenza di un’agenzia operante
tramite un mandato senza rappresentanza limitandone però gli effetti
alle imposte dirette.
cedolare Secca
“a tutto campo”
La fattispecie oggetto del citato chiarimento da parte del MEF riguarda i
contratti di locazione di immobili ad
uso turistico, nell’ipotesi in cui il
proprietario si avvalga di un’agenzia di mediazione immobiliare.
Innanzitutto il MEF ha confermato
la consolidata prassi interpretativa in
base alla quale la cedolare è applicabile in caso di conferimento da parte
del locatore di un mandato con rappresentanza ad un intermediario. In
tale ipotesi infatti:
“il contratto di locazione è concluso in nome e per conto del proprie-
ASco
tario dell’immobile il quale assume
direttamente diritti e obblighi nei
confronti del conduttore. In detta ipotesi l’opzione per il regime sostitutivo
della cedolare comporta l’esclusione
dall’applicazione dell’Irpef per i redditi fondiari derivanti dalla locazione, delle imposte di registro e di bollo
dovute sul contratto dilocazione”.
Con un’interpretazione estensiva
dell’inciso “mero intermediario”,
contenuto nella citata Circolare n.
26/E, il MEF ha precisato che la possibilità di optare per la cedolare, con
riferimento ai contratti di locazione
di immobili ad uso turistico, va riconosciuta anche se gli stessi contratti
sono conclusi da agenzie immobiliari
“in esecuzione di un mandato senza
rappresentanza”.
In tal caso gli effetti sono i seguenti:
• il locatore applica l’imposta sosti-
24124 Bergamo - Via Lombardia, 3/A - Tel. 035/222160 - Fax 035/249968
L'acquisto di beni strumentali per le pmi (nuova Sabatini)
Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato
sul proprio sito internet la versione definitiva del modello da utilizzare per richiedere l’agevolazione all’acquisto di beni strumentali di cui al dm del 27 novembre
2013 (meglio nota come “nuova Sabatini”).
A pena di invalidità, la domanda deve essere compilata avvalendosi del sopraindicato modello ed inviata a
mezzo posta elettronica certificata (Pec) agli indirizzi di
Pec delle banche e degli intermediari finanziari aderenti
alla convenzione tra il Ministero dello Sviluppo economico, Cassa depositi e prestiti e associazione bancaria
italiana, a partire dalle ore 9 del 31 marzo 2014.
L’agevolazione è rivolta alle Pmi di tutti i settori produttivi, che realizzino investimenti (anche mediante
operazioni di leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi
di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in
hardware e tecnologie digitali e prevede nel dettaglio:
1. la costituzione presso Cassa Depositi e Prestiti di
un plafond di risorse fino a un massimo di 2,5 miliar-
di, incrementabili con successivi provvedimenti fino a
5 miliardi, che le banche e gli intermediari finanziari
potranno utilizzare per concedere alle Pmi, fino al 31
dicembre 2016, finanziamenti di importo compreso tra
20mila e 2 milioni di euro a fronte degli investimenti;
2. la concessione da parte del Mise di un contributo in
favore delle Pmi, che copra parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti bancari, in relazione
agli investimenti realizzati. Il contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del
2,75 % annuo per cinque anni;
3. la possibilità di beneficiare della garanzia del Fondo
di garanzia per le Pmi, fino alla misura massima prevista dalla vigente normativa (80% dell’ammontare del
finanziamento), sul finanziamento bancario.
Per quanto concerne il settore del trasporto merci su
strada, l’articolo 5, comma 6, del decreto del 27 novembre 2013 esclude tra i beni agevolabili le spese relative
all’acquisto dei mezzi e delle attrezzature di trasporto.
Logistica di magazzino, insediato il tavolo della legalità
Al ministero del Lavoro, si è insediato il Tavolo della Legalità nella
logistica di magazzino richiesto
dalla Confetra per far fronte alla
degenerazione dei conflitti sociali all’interno dei magazzini dati in
appalto. Scopo del Tavolo, di cui
altre al ministero del Lavoro e alla
Confetra fanno parte le Centrali cooperative, la Federdistribuzione e i
sindacati, è quello di costituire una
sorta di presidio permanente in grado di comprendere le cause profonde di siffatti conflitti e di proporre
le misure anche legittime atte a rimuoverle. Inoltre al Tavolo spetterà
di individuare gli interventi di natura preventiva e repressiva per scongiurare gli atti di violenza promossi
da organizzazioni che strumentalizzano il disagio sociale esistente tra
i lavoratori impiegati negli appalti.
Come contributo verso la normalizzazione del sistema degli appalti
di magazzino, tra la Fedit e i sindacati è stato sottoscritto un Protocollo che fissa Linee guida per la
realizzazione di un nuovo modello
per il lavoro delle ribalte allo scopo
di favorire la stabilizzazione e l’internazionalizzazione del personale
impiegato negli appalti di cambio
di maggiore flessibilità organizzativa per le imprese. Nella sostanza
il Protocollo fissa per il personale
di ribalta su determinate materie
alcune disposizioni quadro caratterizzate da minore rigidità rispetto a quelle del Ccnl di settore; la
concreta attuazione delle suddette
disposizioni dovrà avvenire tramite
specifici accordi aziendali.
tutiva; infatti, come chiarito dal MEF
“per il profilo sostanziale dell’imposte sui redditi, il proprietario dell’immobile … è comunque titolare di un
reddito da locazione, anche nel caso
in cui l’Agenzia operi sulla base di
un contratto di mandato senza rappresentanza”.
L’opzione per la cedolare va espressa
nella dichiarazione dei redditi;
• rimangono dovute le imposte di registro e di bollo.
Infatti, secondo quanto disposto
dall’art. 1705 C.c., il mandatario
che agisce senza rappresentanza
non si sostituisce al mandante ma
semplicemente “acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi”.
Di conseguenza l’agenzia, che agisce
sulla base di un mandato senza rappresentanza, è parte contrattuale (a
differenza del proprietario dell’immobile) per cui non viene meno l’assolvimento dell’imposta di registro
(se dovuta) e di bollo che, come noto,
gravano sulle parti contrattuali (in
questo caso agenzia e conduttore).
■ Opzione cedolare immobili ad
uso turistico tramite intermediario
Con
mandato
Senza
mandato
Imposta
sostitutiva
IRPEF
SI
SI
Imposta
di registro /
bollo
No
SI (se
dovute)
In tale contesto il MEF richiama i
chiarimenti forniti dall’Agenzia delle
Entrate nella Risoluzione 10.8.2004,
n. 117/E relativa al trattamento applicabile alle somme riscosse dalle
agenzie di intermediazione immobiliare, per la locazione di immobili ad
uso turistico sulla base di un mandato
senza rappresentanza.
Il predetto trattamento risulta differenziato in base alla diversa qualificazione che la prestazione assume,
con applicazione dell’IVA al 10% se
essa si configura come "alberghiera",
ovvero esente IVA in quanto locazione di immobili ad uso abitativo.
Come sopra accennato, l’opzione per
la cedolare secca, non è possibile in
presenza di conduttori esercenti attività d’impresa / arti ovvero professioni.
Tali presupposti “devono essere
espressamente previsti nel contratto
di mandato stipulatoda proprietario
ed agenzia, quale vincolo per l’agenzia mandataria”.
È quindi in ogni caso escluso dal
campo di applicazione della cedolare secca il contratto di locazione tra
proprietario e agenzia, con la successiva stipula di un contratto di sublocazione tra quest’ultima e il cliente
finale che utilizza l’immobile ad uso
abitativo.
la Rassegna
3 aprile 2014
PAGINA A CURA DELLA
15
FOGALCO
Terziario, imprese più ottimiste
Ma ottenere credito resta difficile
L’Osservatorio del Credito di Confcommercio registra un leggero
miglioramento del clima di fiducia nell’ultimo trimestre del 2013.
Peggiora l’accesso ai finanziamenti: domande accolte
nel 23,8% dei casi contro il 26% della rilevazione precedente
Nell’ultimo trimestre del 2013
l’Osservatorio del Credito Confcommercio sulle imprese del terziario fa
segnare in leggero miglioramento
del clima di fiducia, che non trova però riscontro nell’andamento
di gran parte delle aziende, con il
trend dei ricavi ancora in flessione e
quello occupazionale che fa registrare livelli sempre più bassi. In lieve
miglioramento, invece, la situazione dei prezzi praticati dai fornitori.
Con riferimento al fabbisogno finanziario, continuano le difficoltà
delle imprese nel rispettare i propri
impegni. Quanto alla domanda e
all’offerta di credito, si registra una
leggera crescita, su base nazionale
(con il 10,8% contro il 10,5%), della percentuale delle imprese che si
sono rivolte alle banche per chiedere
un finanziamento, un fido o la rinegoziazione di questo, o di un finanziamento già esistente. Si fa sempre
più preoccupante la stretta creditizia,
con l’abbassamento della cosiddetta
area di stabilità, costituita dalla percentuale delle imprese che ottengono il credito con un ammontare pari
o superiore rispetto alla richiesta
(23,8% contro 26% del trimestre
precedente) e l’innalzamento della
cosiddetta area di irrigidimento, rappresentata dalla somma della percentuale delle imprese che si sono viste
accordare un credito inferiore rispetto a quello richiesto e dalla percentuale di aziende che non se lo sono
viste accordare affatto (52,3% contro
49,1%). In questo scenario peggiorano tutte le valutazioni circa le condizioni generali del credito, quali le
altre condizioni applicate, la durata
del credito, le garanzie richieste ed
il costo dei servizi bancari. In leggero miglioramento, invece, il giudizio
degli imprenditori circa l’andamento
dei tassi di interesse.
■ clima di fiducia
Negli ultimi tre mesi del 2013 si registrano lievi segnali di ottimismo
circa l’andamento dell’economia italiana. Il 4,7% degli imprenditori valuta positivamente l’ultimo scampolo
dell’anno, molto meglio del trimestre
precedente, quando solo l’1,9% si dichiarava fiducioso. L’indicatore sale
a 17 rispetto al 14,4 del trimestre precedente. In miglioramento anche la
previsione per il primo trimestre del
2014, con un indice pari a 28,5 contro
24dell’indagine precedente. Il 6,6% è
ottimista per l’inizio del 2014, contro
il 3% del terzo trimestre del 2013.
Risulta invece sostanzialmente stabile l’opinione degli imprenditori rispetto alla propria impresa (indicatore pari a 18,7 contro 18,6 dell’indagine precedente), con una dinamica che
vede salire sia la percentuale degli
ottimisti (dal 1,6% al 5,7%) sia quella
dei pessimisti (dal 64,4% al 68,3%).
In leggera ripresa, nel loro complesso, le attese circa l’andamento della
propria attività economica per il primo trimestre del 2014 (indicatore pari
a 32,3 contro il precedente 31,8).
■ andamento congiunturale
Peggiora ulteriormente l’indicatore
relativo all’andamento dei ricavi,
che si attesta a 16 contro il precedente 18,5. Nel dettaglio, le valutazioni
negative salgono al 72,5% (contro il
65% del trimestre precedente). Pressoché stabili le previsioni per quanto concerne i ricavi per i prossimi
tre mesi con un 32,4 contro 32. In
peggioramento anche l’andamento
dell’occupazione, con un indicatore
pari a 30,1 contro 31,1 del trimestre
precedente. Analogo trend si registra
per le previsioni in merito all’occupazione nella propria impresa nel
trimestre successivo (29,9 contro
30,3). Cresce leggermente l’ottimismo, all’1,1 % contro lo 0,3% del
terzo trimestre 2013, ma aumenta
anche il pessimismo che arriva al
41,4% (contro il 39,7% del terzo trimestre 2013).
In miglioramento l’andamento dei
prezzi praticati dai fornitori, con un
indicatore di 30 contro 29 del terzo trimestre del 2013. La valutazione è positiva per il 5,7% degli imprenditori,
contro il 4% del trimestre precedente.
In leggero miglioramento anche la
previsione per il primo trimestre del
2014 (41,6 contro 40). Schiarite pure
nei ritardi dei pagamenti da parte dei
clienti. L’indicatore congiunturale
passa dal 30,5 del trimestre precedente al 33,3 del quarto trimestre dello
scorso anno. Analogo trend si registra
riguardo alle previsioni per il primo
trimestre del 2014 (41,5 contro 40,9).
Anche sui crediti vantati nei confronti
della Pubblica Amministrazione l’indagine registra un qualche miglioramento dei tempi di pagamento. L’indicatore si attesta al 22,3 rispetto al
precedente 20.
■ investimenti
Il 27% per cento delle imprese del
terziario dichiara di aver effettuato
investimenti negli ultimi due anni,
mentre il 73% afferma di non averne
effettuati. Rispetto ad eventuali investimenti in programma nei prossimi
24 mesi, il 13,4% delle imprese del
terziario dichiara che li effettuerà,
contro l’86,6% che afferma di non
volerne effettuare.
■ Fabbisogno finanziario
Diminuisce la percentuale delle imprese del terziario che si sono rivelate
in grado, senza alcuna difficoltà, di
fare fronte al proprio fabbisogno finanziario. L’indicatore congiunturale
scende a 36,9 contro il precedente
43,6. Peggiorano ulteriormente le
aspettative per i primi tre mesi del
2014 (31,5 contro 34,6).
Solo al 4% la richiesta
per investimenti
domanda e offerta di credito
Lievissima crescita su base nazionale (con il 10,8% contro il
10,5%) della percentuale delle imprese del terziario che si sono rivolte alle banche per chiedere un finanziamento, un fido o la rinegoziazione di questo, o di un finanziamento esistente. Nell’ambito
delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere
credito, il 23,8% lo ha ottenuto con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, il 27,2% lo ha ottenuto, ma con un
ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, il 25,1% ha visto
rifiutata la propria domanda di credito, il 10,4% è in attesa di conoscere l’esito della propria richiesta e non è intenzionato a ripresentarla nel prossimo trimestre ed il 13,5% è in attesa di conoscere
l’esito della propria richiesta ed ha dichiarato di essere intenzionato a formalizzare istanza di credito alle banche nel prossimo trimestre. Diminuisce la percentuale delle imprese che ottengono il
credito con un ammontare pari o superiore rispetto alla richiesta,
che sono il 23,8%, contro il 26% del trimestre precedente (area di
stabilità). Aumenta, rispetto al trimestre precedente, la cosiddetta
"area di irrigidimento" rappresentata dalla somma della percentuale delle imprese che si sono viste accordare un credito inferiore
rispetto a quello richiesto e della percentuale di aziende che non
se lo sono viste accordare affatto. L’area di irrigidimento risulta
aver colpito nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2013,
il 52,3% delle imprese contro il 49,1% nel trimestre precedente.
ragioni delle richieste di finanziamento
Fondo di garanzia al commercio turismo
e servizi società cooperativa
BERGAMO - via Borgo Palazzo, 137 - tel. 035 4120321
Iscr. Reg. Imprese BG n° 0170674 - Iscr. ex U.I.C. n° 27278
Cod. fisc. 80028070169
Iscrizione Albo cooperative a mutualità prevalente al n° A111345
[email protected] - www.fogalco.it
CoNVoCAZIoNE
ASSEMBlEA oRDINARIA
DEI SoCI
I soci della FOGALCO soc. coop. sono convocati in Assemblea ordinaria presso la sede sociale in Bergamo via Borgo Palazzo 137, per
lunedì 28 aprile 2014 alle ore 15 in prima convocazione e, occorrendo,
lUNEDÌ 5 MAGGIo 2014 - oRE 10,30
in seconda convocazione presso l'Hotel Settecento in Presezzo (Bg) via Milano 3 - per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Nell’ambito del 10,8% delle imprese del terziario che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito, il 96% lo ha fatto
per esigenze di liquidità o cassa o per ristrutturare debiti esistenti,
mentre il 4% per effettuare investimenti.
tassi di interesse
Migliora leggermente il giudizio degli imprenditori del terziario
circa l’andamento dei tassi di interesse (indicatore pari a 25,3 contro 25 del periodo precedente). Le imprese che hanno affermato
che la situazione è migliorata sono lo 0,3%, quelle che ritengono
che la situazione sia rimasta invariata sono il 50,1%, mentre le
imprese che riscontrano un peggioramento sono il 49,6%.
altre condizioni applicate Peggiorano, rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente, i giudizi delle imprese del terziario circa le altre condizioni
applicate dalle banche (ad esempio messa a disposizione fondi)
con un indicatore pari al 21,5 contro il 22,5. Nessuna impresa del
campione ritiene che la situazione sia migliorata, le imprese che
affermano che è rimasta invariata sono il 43%, mentre le imprese
che dichiarano che la situazione è peggiorata sono il 57%.
Durata del credito
In peggioramento (indicatore pari a 20,1 contro 22,5 del trimestre
precedente).
garanzie richieste
1) Presentazione del bilancio al 31 dicembre 2013, della Relazione sulla
gestione, del Rapporto del Collegio Sindacale e della Relazione di certificazione;
2) Delibere conseguenti ai sensi del Codice Civile.
In peggioramento anche le condizioni relative alle garanzie richieste dalle banche agli imprenditori a copertura dei finanziamenti o
degli affidamenti concessi, con un indicatore congiunturale del
19,5 contro il precedente 20,1.
Secondo quanto disposto dall’articolo 18 dello Statuto Sociale, all’Assemblea hanno diritto di voto coloro che risultano iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci.
costo dei servizi bancari
Bergamo, 25 marzo 2014
Il presidente
rag. Riccardo Martinelli
In peggioramento. L’indicatore relativo al quarto trimestre del
2013 si attesta al 23,9 contro il 24,9 fatto registrare nel trimestre
precedente.
16
3 aprile 2014
la Rassegna