Ruota 2 annata Guidi - Rotary Club Sassuolo

Anno Rotariano 2013/2014
Segreteria del Club: c/o Rist. Cavallino, Via Abetone Inferiore 1 - 41053 Maranello (MO) - [email protected]
In redazione: Clemente Ingenito, Mario Mirabelli, Simone Ricci
www.rotarysassuolo.it
NUMERO 2 - MARZO 2014
Fiat Punto donata all’Associazione Volontariato Fioranese
RON D. BURTON
(RC NORMAN, OKLAHOMA, USA)
PRESIDENTE INTERNAZIONALE
DAVIDE GUIDI
Presidente Rotary Club Sassuolo
“E PLVRIBVS VNVM”
GIUSEPPE CASTAGNOLI
(RC BOLOGNA NORD)
GOVERNATORE DISTRETTO 2072
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Perché sono Rotariano.
La mia esperienza da Presidente
di Silvano Soragni
Sono entrato a far parte del Rotary Club di Sassuolo-Casalgrande nel 1976 durante la presidenza del
prof. Franco Nobile con la classifica di “industria edilizia”. Sono stato Presidente del Club nell’annata
84/85 prendendo le consegne dal caro amico Ferruccio Cosci. Ho fatto parte di varie commissioni sia
distrettuali e di club con tante iniziative e progetti che hanno reso il nostro sodalizio sempre in evidenzia
nel comprensorio e nel distretto. La ragione per cui mi sento Rotariano è da ricercare nel mio modo di
vivere e di servire il prossimo in base ai valori con i quali ho cercato di crescere.
Gli amici con cui condividevo e condivido i progetti mi sono sempre stati vicino con i loro suggerimenti
ed aiuto, in particolar modo voglio ricordare il mio vice presidente compianto Zeno Camellini, il segretario
Mario Pelati il prefetto Carlo Covili. I consiglieri tra cui Primo Bonaccorsi (rappresentante del Gov. per il
gruppo Ghirlandina nell’allora 207° distretto) e Leo
Moreali. I loro nomi sono sempre presenti nella mia
memoria per il loro impegno rotariano nell’organizzare iniziative coinvolgenti sia per i soci che per il
territorio.
Mi sia consentito dire che le scelte dei service sono
sempre state animate per realizzare quelle iniziative
finalizzate ad accrescere le essenziali e fondamentali note distintive che ci debbono tenere maggiormente aggregati quali la viva cordialità, la conoscenza e stima reciproca ed una sentita solidale amicizia
con pratica attuazione che si ottiene grazie esclusivamente alla partecipazione e disponibilità. Il nostro sodalizio è sempre stato ricordato dalla stampa
locale con numerosi articoli di interesse pubblico e
rotariano come dimostrano alcune immagini in allegato. Vorrei ricordare l’impegno del nostro sodalizio
come Club padrino nella formazione del nuovo club del Frignano il quale ricevette la carta il 30 aprile
1985 dal Gov. Laffi. Inoltre si ricorda che proprio durante il mio mandato ci fu la costituzione del prestigioso Premio da parte del Gruppo Ghirlandina: tutto il Club collaborò con entusiasmo nel realizzare un
service insieme agli altri Club del modenese.
Non posso poi sottacere la
nostra prima visita al Rotary Club di Mont Sartoux
Vallee de la Siagne con
una incredibile partecipazione da parte dei nostri
soci. Concludendo mi sono
sempre sentito in sintonia
con i rotariani del Club con
i quali ho reciprocamente collaborato, ora un po’
meno a causa dell’età, per
raggiungere, mantenere
e aumentare la valenza e
l’efficacia degli scopi del
Rotary.
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Editoriale:
IL GEMELLAGGIO ROTARIANO
di Mario Mirabelli
E’ doveroso, in occasione degli ultimi accadimenti che hanno coinvolto la nostra bassa, e
con il doveroso impegno preso dai nostri amici
‘gemellati’ del R C Val De Siagne, che hanno donato una importante cifra a favore del
service che abbiamo predisposto a favore dei
bambini di Bastiglia, approfondire il perché
dei gemellaggi rotariani. Sono tre le finalità
principali che costituiscono un atto di gemellaggio tra Club rotariani: promuovere incontri
periodici regolari, preferibilmente annuali, fra
i membri dei due Club, che si realizzeranno
alternativamente presso le rispettive sedi, al
fine di meglio conoscere la situazione sociale,
culturale ed economica, nonché l’ambiente di
vita dei membri del Club gemellato ed al fine di favorire le relazioni e l’amicizia personale tra i membri
dei due Club; realizzare iniziative in comune nell’ambito dei programmi di attività rotariana; realizzare
nell’ambito del territorio dei due Club la possibilità di formazione e specializzazione professionale per
i giovani dell’altro Club, al fine di favorire la comprensione internazionale ed il miglioramento della loro
preparazione.
Dagli annali di storia rotariana risulta che nel 1930, in occasione di un Congresso Regionale Rotariano,
tenutosi per la prima volta in Europa, all’Aja,
capitale dei Paesi Bassi, rotariani francesi e
tedeschi si trovarono, per caso, alloggiati nello
stesso albergo, senza che peraltro essi avessero contatti tra loro. Da allora, grazie all’intuizione del P.D.G. Otto Buhler, del Rotary Club di
Vienna, iniziarono una serie d’incontri, sospesi
nel 1937 a causa dello scioglimento dei Club
tedeschi ed austriaci e poi ripresi nel 1950, dal
primo Governatore rotariano tedesco del dopo
guerra, Robert Haussmann, che ha risposto
ad una lettera da Jean Caroni del Rotary Club
di Lilla che proponeva di studiare la possibilità di relazioni rotariane tra francesi e tedeschi.
Da allora fu un fiorire di relazioni tra rotariani di
vari Paesi. Nel 1951 nacque il primo Comitato Interpaese Germania-Olanda, nel 1952 il C.I.P. FranciaGermania, e poi, via via, sorsero nuovi rapporti tra rotariani d’Italia, del Belgio e del Lussemburgo oltre
a quelli già esistenti con la Germania, la Francia e l’Olanda. Vennero invitati tutti i Club ad organizzarsi
per portare e scambiare Amicizia all’interno di una stessa associazione.
I Comitati Interpaese sono dunque la struttura rotariana vettore di unione e di idee, creati al fine di conseguire il quarto punto dello scopo del Rotary: “propagare la comprensione reciproca, la buona volontà
e la pace fra nazione e nazione”.
Tutto ciò, mai come in questo periodo è stato fatto, e gli Amici del nostro club francese, rappresentano
al meglio questo scopo.
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Come eravamo
“Selezione fotografica a cura di Giulia Tabanelli”
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La cena degli Auguri natalizi
E’ stata come sempre molto partecipata la cena degli Auguri di
Natale, che si è svolta, in un Cavallino addobbato “a festa”, venerdi 20 dicembre 2013. Presenti anche l’Assistente del Governatore
Alberto Farinetti, il presidente del Rotary Modena Muratori Fabrizio Della Casa e la presidentessa del Rotary Frignano Daniela Lugli. Ospite gradito anche Fabio Poli socio del Rotary Castelvetro.
Ad arricchire la serata, il discreto e delegante accompagnamento
musicale, in stile jazz, del gruppo di artisti guidato da Alberto Dolfi.
Momento importante è stato l’ingresso di un nuovo socio, Luca
Gianfreda presentato dal presidente Davide Guidi e spillato da
Mario Mirabelli.
Durante la serata il vice presidente Roteglia ha ricordato gli eventi
e i service messi in campo nella prima parte dell’annata, mentre
il presidente Guidi ha ricordato, nel suo discorso, lo spirito che
anima il “fare Rotary” e in particolare il profondo significato della
serata degli auguri di Natale.
A tutti i partecipanti sono stati distribuite le confezioni di biscotti
realizzate a mano dai ragazzi del Rotaract e alle signore è stato
donato un piccolo pensiero frutto di una donazione alla Onlus Africa nel Cuore.
di Simone Ricci
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Il teatro dell’assurdo
di Valentino Borgatti
Non è facile spiegare il teatro dell’assurdo ai profani del
genere, ma un appassionato come Valentino Borgatti,
docente di drammaturgia e studioso di storia del teatro,
è capace di svelare il significato anche dietro il nonsense.
Durante la conviviale del 14 gennaio scorso, il professor
Borgatti ci ha raccontato Eugène Ionesco, drammaturgo francese di origini romene, che si definiva dicendo:
“A quattro anni guardavo i burattini, ora faccio il burattinaio”.
Chi ha studiato letteratura francese al liceo ha potuto
ricordare la particolare costruzione de La cantatrice calva.
Le battute di questa celebre pièce di Ionesco infatti furono ispirate da un manuale di conversazione in inglese:
esse sono esemplari di un linguaggio usurato, che è divenuto ostacolo all’incontro con l’altro.
La comunicazione non esiste più, resta
l’impotenza di fronte a voci che emettono fonemi che non portano significato.
Il sistema drammaturgico di Ionesco
non fa uso dell’azione e si prende gioco
di ogni convenzione.
È il riflesso di una società che ha smesso di pensare e si perde dietro successioni di banalità.
L’invito di Borgatti è di andare a vedere
La cantatrice calva a Parigi.
Non importa quando ci andremo, perché da oltre cinquant’anni l’opera va in
scena tutti i giorni al Théâtre de la Huchette, al 23 della via omonima. Rifiutare non avrebbe senso.
Durante la serata abbiamo dato il benvenuto ad una nuova socia, Paola Tosi,
presentata da Alessandra Viglino e
spillata dal Presidente Guidi.
di Federica Rosafio
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A “lezione” dal Maestro Franco Fontana
di Simone Ricci
Bellissima serata, il 28 gennaio scorso, insieme al noto fotografo Franco
Fontana, modenese doc conosciuto
in tutto il mondo e i cui scatti hanno fatto la storia della fotografia. Un
grazie particolare a Giulia Tabanelli
che ha reso possibile questa straordinaria conviviale.
Eravamo un sessantina ad ascoltare e ad ammirare il talento di questo arzillo ottantenne, che ci ha
trasmesso prima di tutto la grande
passione per il suo lavoro e soprattutto la spontaneità e la semplicità di
un uomo profondamente legato alla
sua terra ai valori che essa incarna.
Presente alla serata anche il suo allievo – che è stato nostro relatore sotto la presidenza di Terenzio
Tabanelli – Andrea Razzoli. “Il colore è il luogo dove l’universo e la mente si incontrano – esordisce
Fontana – e la fotografia non è solo lo studio di una realtà positiva, ma la ricerca di una verità ideale
piena i suggestione mistero e fantasia”.
La creazione fotografica assoluta nel suo aspetto più libero – come diceva Otto Steiner - rinuncia ad
ogni riproduzione della realtà. Fotografare è possedere, è un atto di conoscenza e possesso profondi.
C’è sempre qualcuno che guarda le opere d’arte con la lente di ingrandimento per cercare di vedere
“come” invece che usare il cervello e immaginare “perché”.
Infine un suggerimento….Fotografate ciò che pensate, non ciò che vedete!!
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La “nostra” punto
all’Associazione Volontariato Fioranese
di Simone Ricci
Prosegue l’impegno del nostro Rotary Club Sassuolo sul territorio del
comprensorio ceramico. Questa
volta abbiamo donato una vettura
all’Associazione Volontariato Fioranese (AVF). La cerimonia di consegna dell’automobile si è svolta
sabato 8 febbraio presso la sede
dell’Associazione Volontariato Fioranese, alla presenza del Sindaco
di Fiorano Claudio Pistoni, del vice
Sindaco Maria Paola Bonilauri, del
Presidente dell’AVF Guido Pellati e
del Presidente del Rotary Club Sassuolo Davide Guidi. La donazione
consiste in una Fiat Punto diesel 1300 Multijet di colore bianco con il logo del Rotary e l’insegna dell’
Associazione Volontariato Fioranese e servirà per il trasporto fisico delle provette contenenti i prelievi
di emoderivati, che devono essere portate dall’Ospedale di Sassuolo a quello di Baggiovara, per essere
analizzate. Oltre a questo servizio, la vettura donata dal Rotary servirà per il trasporto dei disabili sui luoghi di lavoro, per il trasporto degli anziani presso le case di riposo e dei bambini disabili presso le scuole.
“E’ una donazione per noi molto importante – afferma il presidente dell’AVF Guido Pellati – perché nel
servizio che facciamo quotidianamente la vettura percorrerà oltre 110.000 Km all’anno. La nostra è un
associazione accreditata presso la Regione Emilia-Romagna che nasce nel 1995 e ad oggi conta 145
volontari effettivi. L’AVF è convenzionata sia con il 118 di Modena che con l’Ospedale di Sassuolo – a
cui fornisce servizio 24 ore su 24 - ed è convenzionata anche ai Servizi Sociali del Comune di Fiorano.
Ringrazio ancora una volta il Rotary per la grande generosità che ci ha dimostrato”.
Al termine della cerimonia di consegna della vettura, si è svolta una cena con i volontari dell’AVF, organizzata e gestita dall’Associazione Volontari in Movimento.
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Sassuolo vista con occhi diversi.
di Simone Ricci
L’11 febbraio scorso la conviviale ha avuto come
ospite l’arch. Vincenzo Vandelli, molto conosciuto
sul territorio perché membro di diverse commissioni edilizie, curatore di tantissimi interventi di recupero (Palazzo Ducale di Sassuolo, Castello di
Formigine, Rocca di Vignola, Rocca di Spilamberto, solo per citarne alcuni) e attualmente impegnato nel progetto di recupero del Municipio di Finale
Emilia.
All’inizio della conviviale abbiamo dato il benvenuto ad una nuova socia: entra nel Rotary Alessandra Borghi, Preside dell’Istituto Professionale
“Don Magnani” e dell’Istituto Tecnico “Volta”. La
prof.ssa Borghi era già molto vicina al nostro club
perché moglie dell’ex socio Luciano Teneggi, che
ora potrà frequentare come graditissimo consorte.
Durante la sua relazione, l’arch. Vandelli ha ripercorso lo sviluppo di Sassuolo nel corso dei decenni, partendo dalla realtà contadina che si sviluppava
sulle sponde del Secchia (ruolo chiave del fiume, per lo sviluppo della nostra città), fino ad arrivare alla
capitale delle piastrelle, che tutti conosciamo. Un excursus storico che ha evidenziato elementi sconosciuti ai più, frutto di ricerche minuziose e perfettamente documentate.
Oggi proliferano su Facebook gruppi di persone che evocano la bellezza di Sassuolo in anni passati,
svanita in nome di uno sviluppo edilizio sregolato e confusionario, che doveva seguire le logiche del
boom economico del distretto ceramico. “Oggi – dice Vandelli - vige un piano regolatore che prevede
una popolazione di 75.000 abitanti, quando invece siamo poco meno di 40.000. E’ evidente che le lottizzazioni che, giustamente, seguono questo regolamento, sono scollegate con una realtà profondamente
mutata. Un altro problema – conclude Vincenzo Vandelli – è quello dei “vuoti”, ovvero strutture industriali
dismesse (anche per colpa della crisi del distretto ceramico) che potrebbero essere riconvertiti a residenziale, evitando quindi di costruire in altri luoghi e consumare ulteriormente il territorio”.
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Autorità e autorevolezza del leader
di Clemente Ingenito
La sera del 25 febbraio, con la partecipazione di numerosi soci e di molti graditissimi ospiti, ha avuto come relatore il Generale di brigata Giuseppenicola Tota, Comandante
dell’Accademia Militare di Modena. L’argomento trattato mi
porta senza dubbio al ricordo del seminario sulla Leadership
a Maranello durante il mio anno di presidenza 2005/06. Il
titolo era più precisamente la Servant Ledership, uno stile di
vita che, per essere compreso, va vissuto sulla propria pelle.
La mia idea è che senza sforzo, senza sacrificio né volontà
è impossibile ottenere prestazioni elevate e, in generale, si
possono verificare analogie e differenze relative alla leadership, teamwork, concentrazione e preparazione continua, tensione all’obiettivo, lealtà, motivazione
dei collaboratori, tutti elementi che un gruppo può ritrovare sia in un contesto militare che civile.
L’argomento è stato sviluppato dal Generale prima con una presentazione e poi con una serie di domande al termine delle quali si è ricevuto l’apprezzato invito ad una visita presso l’Accademia Militare
di Modena. Il leader è colui che deve dare l’esempio, più volte ricordato dal Generale con diverse diapositive, deve aderire ad uno stile di comportamento che sia prevedibile, fondato su principi condivisi,
che lo pone in grado di ristabilire le condizioni di giustizia in caso di violazione da parte di qualche
membro.
Certo l’autorità può aiutare ad essere leader, ma una persona che ha autorità è veramente leader solo
se il suo ascendente prescinde dalla sua posizione. Un buon test di leadership è verificare se, qualora
qualcuno perda improvvisamente la propria autorità formale, gli altri lo seguano ancora. Se è un vero
leader, allora si. Se no - può darsi. Se invece è un capo autoritario, che ha preteso obbedienza cieca
senza tener conto delle persone di cui era alla guida e di cui era responsabile, allora la risposta è no,
se pure non accade che quelli che furono suoi collaboratori gli si rivoltino contro in cerca di vendetta
per le umiliazioni subite. La metafora militare dell’attacco e della difesa ha ancora un significato, ma
solo in chiave strategica: oggi le parti si superano in astuzia e si dribblano a vicenda in una battaglia a
colpi di intelligenza piuttosto che di grossi armamentari. “Sopravviva il più adatto”, una frase che rende l’idea di come un gruppo
che si armonizza all’ambiente possa sopravvivere e prosperare
(sopravvive chi “sa” essere il più adatto). L’autorità va a gonfie
vele nelle gerarchie riconosciute, come l’esercito per l’appunto. In
quel caso le persone si muovono assieme in virtù di forti valori impliciti che tutti condividono. Ma quando si cerca di guidare persone che non condividono obiettivi e valori, l’autorità non basta più.
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Donati gli arredi all’asilo nido
alluvionato di Bastiglia
di Simone Ricci
Dopo i progetti per i terremotati (PalaRotary, computer al Liceo Morandi di
Finale e attrezzature alla Polisportiva
Pico di Mirandola), ci siamo impegnati a favore degli sfortunati amici della
Bassa colpiti, questa volta, dalla terribile alluvione del gennaio scorso. In
particolare, con una donazione di sei
mila euro (la metà dei quali donati dai
nostri “cugini” del Rotary Mandelieu
Val De Siagne), abbiamo acquistato
gli arredi del nido comunale, danneggiati dagli allagamenti.
Come sottolinea il nostro presidente
Davide Guidi «i fondi sono stati raccolti tra i nostri associati e quelli del
Rotary club Madelieu Val de Siagne,
in Costa azzurra in Francia, allo scopo
di ridurre i disagi dei bambini a scuola
e di conseguenza l’impatto psicologico negativo provocato dall’alluvione».
«A breve - sottolinea Sandro Fogli,
sindaco di Bastiglia - partiranno i lavori per il recupero alla piena attività dei locali del nido d’infanzia e per
l’ampliamento della scuola primaria,
mentre sono avviati i lavori di sistemazione della scuola paritaria.
Quello che si sta facendo non sarebbe però possibile senza la solidarietà
e la sensibilità di tante persone, enti
e associazioni come il Rotary, che ci
hanno concretamente supportato con
donazioni e offerte».
Attualmente il nido d’infanzia di via
Tintori è chiuso per i danni dell’alluvione e i 19 bambini che frequentavano la struttura sono ospiti della vicina
scuola statale d’infanzia, dove è stata
allestita una sezione apposita. I lavori di ripristino termineranno entro la
primavera con un costo di quasi 300
mila euro.
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Il Rotary “riporta a casa”
la Pala del Banci
di Fabio Panciroli e Simone Ricci
Torna a Sassuolo ad Aprile
la “Pala di Banci”, fino ad ora
conservata nella Pinacoteca
di Ferrara, grazie all’intervento
del nostro Club. Per illustrare l’iniziativa e per conoscere
meglio l’opera cinquecentesca
di Ercole Banci (datata 1510),
abbiamo organizzato una conviviale l’11 marzo alla quale
hanno preso parte l’Assessore alla Cultura del Comune di
Sassuolo Claudio Corrado e il
curatore della Raccolta Civica cittadina dott. Luca Silingardi.
Come si ricorderà la “pala”, costituita da assi lignee giustapposte
in verticale tenute assieme da pioli e “farfalle” d’innesto, su cui
è stato steso uno strato preparatorio in gesso e colla animale,
sul quale il pittore ha steso il colore a tempera, poi ravvivato da
una vernice protettiva finale, appartenente all’Amministrazione
Comunale, era esposta nella sala Matrimoni del Municipio, dove
viene conservata la maggior parte delle opere facenti parte la
Raccolta Civica sassolese, ma subì gravi danni a causa dell’incendio che divampò nel cortile interno del Municipio nel 2002.
Fu portata a Ferrara nel 2006 per il restauro e venne deciso di lasciarla in consegna alla Pinacoteca
locale: la situazione ambientale della sala, infatti, soggetta a repentini cambiamenti climatici a causa
del riscaldamento invernale e del condizionamento estivo, rischiavano di alterare la base lignea su cui
il dipinto è poggiato.
La Pinacoteca di Ferrara si offrì, quindi, di conservare gratuitamente la pala fino a quando non fosse
stato individuato, di comune accordo
tra l’Amministrazione Comunale e la
Soprintendenza, un luogo idoneo alla
sua collocazione. Il luogo deputato al
suo trasferimento è Palazzo Ducale: al piano terra nei locali adibiti alla
biglietteria, dove verrà installata appunto in aprile e sarà visibile a tutti. Il
Rotary Club di Sassuolo, da sempre
vicino all’Amministrazione Comunale
nelle iniziative che coinvolgono la città sotto l’aspetto culturale e sanitario,
ha deciso di sobbarcarsi gli oneri necessari al trasporto ed al riallestimento dell’opera a Palazzo Ducale.
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PROGETTO GRAFICO > DI GIUSEPPE VITRANI
SCRIVONO DI NOI