PROSPERO - 2014 PROGETTO SPERIMENTALE DI

Polo territoriale
di Lecco
Obiettivi Formativi
PROSPERO - 2014
PROGETTO SPERIMENTALE DI
ORIENTAMENTO ATTIVO
A chi vuole capire come diventare ingegnere, a chi aspira a una carriera brillante
nel mondo dell’impresa o nell’attività professionale, ma soprattutto a chi vuole
allargare il proprio orizzonte e valorizzare le proprie capacità, il Politecnico di
Milano offre la possibilità di fare un’esperienza unica: PROSPERO!
PROSPERO - PROgetto SPERimentale di Orientmento è stato pensato dal Polo
territoriale di Lecco del Politecnico di Milano per agevolare il passaggio dei
giovani dalle Medie Superiori all’Università, in collaborazione con l’Ufficio
Scolastico Provinciale di Lecco.
Rivolto agli studenti delle scuole medie superiori della Provincia e incentrato su
materie tipiche delle Scuole di Ingegneria, il progetto prevede un pacchetto di
laboratori di orientamento da svolgersi presso le strutture del Politecnico.
Lo scopo di questi stage è coinvolgere gli studenti in attività pratiche legate agli
studi in ingegneria attraverso la risoluzione di problemi semplici affrontati però
con un approccio metodologicamente rigoroso.
Chi partecipa ha così la possibilità di fare un’esperienza dal forte contenuto
educativo avvicinandosi ai metodi di lavoro propri dell’ingegnere ed entrando
direttamente in contatto con lo spirito degli studi politecnici.
In particolare, lo studente è messo nelle condizioni di valutare, con l’aiuto dei
docenti, la propria predisposizione e le proprie motivazioni nel confronti degli
studi in ingegneria.
Laboratori
I laboratori di orientamento si svolgono presso il nuovo campusdel Polo territoriale
di Lecco del Politecnico di Milano. Ogni laboratorio è costituito da un modulo della
durata di 8 ore ripartite in quattro incontri pomeridiani ravvicinati e prevede un
numero chiuso di studenti ammessi.
I moduli si articolano in lezioni frontali, esercitazioni e laboratori sperimentali, al
termine dei quali è prevista una discussione/colloquio finale sui contenuti e sui
metodi appresi. Lo studente avrà la possibilità di capire, con rigore di metodo,
gli estremi di un problema, quindi potrà analizzarlo nel tentativo di trovare delle
soluzioni misurandosi con gli inevitabili errori.
Moduli
Posti
GEO
Le frane si possono prevedere?
Laboratorio di geologia applicata
Monica Papini
50
DNI
Diagnostica non invasiva
Laboratorio di tecniche ecografiche e tomografiche
Luigi Zanzi
25
EEC
Costruire in chiave eco-compatibile
Efficienza energetica delle costruzioni
Graziano Salvalai
40
CDE
Progettare la casa plurifamiliare
Caratteri distributivi degli edifici
Laura Elisabetta Malighetti
25
ROP
Il mondo aziendale nell’universo matematico
La Ricerca Operativa
Francesco Occhinero
25
MET
Materiali metallici per l’energia rinnovabile
Laboratorio di analisi metallurgiche
Andrea Baggioli
15
MIS
Progettazione di strumenti per lo spazio
Laboratorio di misure meccaniche e termiche
Bortolino Saggin, Marco Tarabini, Diego
Scaccabarozzi
VIS
Telecamere e termocamere: occhi del computer
Laboratorio di misure con le immagini
Emanuele Zappa
FIS
Note musicali, fotoni ed elettroni
L’onda stazionaria nella musica, nei laser e nella
materia
Marco Marangoni
BIO
Tecnologia e Design per la salute
Monitoraggio indossabile e applicazioni clinicosportive
Giuseppe Andreoni - Paolo Perego
AER
I segreti del volo
Fondamenti di aeronautica
Gerardus Janszen
35
35
25
50
30
Moduli
GEO
Le frane si possono
prevedere?
PVS
Scienziati al servizio dei Paesi in Via di Sviluppo
Progettare l’approvvigionamento idrico in Paesi in Via
di Sviluppo
Manuela Antonelli, Laura Longoni F
GTN
Uno strano materiale: il terreno
Applicazioni Geotecniche per l’Ingegneria Civile e la
Protezione del Territorio
Andrea GalliF
GES
Gestione e creazione di nuove imprese
Creazione, sviluppo d’impresa e business planning
Matteo BonaventuraF
RIL
L’occhio vigile sulle strutture
Tecniche classiche e strumentazioni moderne nel
controllo di strutture e territorio
Fabio RoncoroniFabio Roncoroni
PIE
Il progetto degli edifici e la salvaguardia dell’ambiente.
La progettazione ingegneristica per l’architettura
sostenibile.
Giuliana IannacconeFabi
Posti
25
20
50
25
40
Laboratorio di geologia applicata
Monica Papini, Professore Associato di Geologia Applicata
Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
In Italia il rischio idrogeologico è diffuso in modo capillare e si presenta in modo
differente a seconda dell’assetto geomorfologico del territorio: si hanno infatti
numerose frane, esondazioni, ecc. Tra i fattori naturali che predispongono il nostro
territorio al dissesto idrogeologico rientra senza dubbio la conformazione geologica
e geomorfologia dell’Italia, basti pensare che il nostro territorio è per l’80% collinare
e montano. L’Italia è sede di una franosità eccezionalmente alta che causa spesso
numerose vittime e ingenti danni alle infrastrutture (strade, abitazioni, ecc.).
L’argomento di questo modulo è quello di studiare le principali tipologie di frane
esistenti nel territorio italiano andando a delineare i relativi segnali premonitori che,
opportunamente interpretati, consentono di prevedere con un certo anticipo tali
fenomeni e di stimare il rischio geologico a cui un’area è sottoposta.
Il modulo fornirà ai partecipanti una panoramica sui più importanti eventi franosi
che hanno interessato il territorio nazionale (Frana del Vajont, Valtellina, Sarno,
ecc.) e che storicamente hanno cambiato la visione della Protezione Civile in Italia,
sempre nell’ambito del rischio idrogeologico. In seguito verranno presentate alcune
nozioni generali riguardanti le diverse tipologie di fenomeni che interessano il
territorio italiano, e verranno analizzati i segnali premonitori riconoscibili sul terreno.
Si parlerà di cause innescanti e cause scatenanti con particolare riguardo alle
soglie di innesco dei fenomeni franosi. Infine si affronterà il problema dei sistemi di
monitoraggio utilizzati per tenere sotto controllo i versanti con particolare riguardo
alle più moderne tecniche attualmente in uso.
DNI
Laboratorio di tecniche ecografiche e tomografiche
Diagnostica non
invasiva
Diego Arosio
Corso di Geophysical Assessment and monitoring
Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
Parole come ecografia o tomografia fanno ormai parte del linguaggio comune e
tutti siamo abituati ad associare questi termini agli esami con cui i medici guardano
dentro il nostro corpo utilizzando strumenti non invasivi, molto sofisticati e un po’
misteriosi. Con metodi e strumentazioni simili, ingegneri, geologi e geofisici guardano
dentro muri e pilastri o sotto la superficie del terreno senza necessità di rompere o
scavare. Il trucco e’ quello di trasmettere onde elastiche o elettromagnetiche capaci
di attraversare il mezzo che si vuole studiare (struttura o terreno o altro) e di captare
l’eco che ritorna o l’energia che riesce ad attraversare tutta la struttura uscendo dalla
parte opposta.
Il modulo introduce gli allievi alla strumentazione utilizzabile per queste prove e
propone lo svolgimento di sperimentazioni per comprendere alcune possibili
applicazioni.
Con lo strumento georadar, gli allievi, dopo essere stati introdotti al principio di
funzionamento, saranno invitati a modellizzare la risposta dello strumento prima
dell’esecuzione degli esperimenti. Si svolgeranno esperimenti su muri e terreno e si
faranno anche alcuni test per mostrare come questo strumento possa essere usato per
applicazioni di protezione civile.
Similmente, dopo una introduzione al principio di funzionamento della
strumentazione sismica, gli allievi saranno invitati a costruire il modello matematico
dell’esperimento che verrà poi realizzato. Si svolgeranno esperimenti di tomografia
e di localizzazione per comprendere come questa strumentazione possa essere
usata per il monitoraggio di frane o grosse strutture o per applicazioni di protezione
civile come la localizzazione dei superstiti sepolti sotto le macerie di un terremoto.
EEC
Efficienza energetica delle costruzioni
Costruire in chiave
eco-compatibile
Graziano Salvalai
Corso di sistemi edilizi ad alta efficienza energetica
Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
L’efficienza energetica delle costruzioni è uno dei motori principali dell’innovazione
nel settore edile. Essa sta lentamente modificando il modo in cui i progettisti
concepiscono le architetture ed è un problema con cui in futuro tutti gli aspiranti
progettisti dovranno confrontarsi.
Il modulo prevede una prima parte dedicata all’inquadramento del problema e alla
definizione delle leggi fisiche di base che regolano lo scambio di calore fraterreno
o altro) e di captare l’eco che ritorna o l’energia che riesce ad attraversare tutta la
l’interno degli edifici e l’ambiente esterno. Si dimostrerà quindi come sia possibile
adottare strategie molto semplici, ma di grande efficacia, per contenere le spese
per il riscaldamento invernale delle case. Con l’aiuto di esempi costruiti, saranno
presentate le esperienze europee più avanzate in questo settore. Attraverso un
metodo di calcolo semplificato, gli studenti saranno poi invitati a valutare il bilancio
termico di un edificio e, tramite opportune variazioni dei parametri più importanti –
quali la dimensione delle finestre, l’orientamento dell’edificio, il grado di isolamento
delle pareti perimetrali, ecc. – a verificarne l’influenza sulla prestazione energetica
complessiva.
L’obiettivo di questo esercizio, che accosta una dimostrazione pratica di calcolo
ad un’impostazione teorica rigorosa, è sviluppare negli studenti una comprensione
di massima degli effetti delle scelte architettoniche e tecnologiche, di come questi
possano essere tenuti sotto controllo per mezzo di strumenti matematici relativamente
semplici e di quali semplificazioni possano essere introdotte nella verifica.
CDE
Progettare la casa
plurifamiliare
ROP
Il mondo aziendale
nell’universo
matematico
Caratteri distributivi degli edifici
Laura Elisabetta Malighetti, Professore Associato di Architettura Tecnica
Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
Caratteristiche del contesto costruito, questioni di funzionalità e ottimizzazione di un
lotto edificabile, ragioni di rispetto delle tradizioni insediative locali condizionano
la scelta di un tipo quando ci si accinge al progetto di un’abitazione, e la scelta
compiuta risulta inevitabilmente un compromesso. Come educarsi a scegliere nel
modo migliore, ad affrontare questo compromesso con la maggiore preparazione
possibile? Lo studio dei caratteri distributivi degli edifici fornisce le conoscenze di
base, i fondamenti metodologici e le strumentazioni operative propedeutiche alla
gestione del costruito.
Il modulo prevede una prima parte di inquadramento del concetto di tipo e di
tipologia con particolare riferimento agli edifici residenziali. L’analisi delle principali
tipologie edilizie residenziali si articolerà attraverso la storia e la descrizione del tipo,
l’individuazione dei caratteri del tipo (modulo tipologico elementare – dimensioni –
economicità del tipo – vincoli – scale – orientamento – rapporto con il contesto
urbano) e l’illustrazione di alcuni esempi significativi nella storia delle costruzioni.
La seconda parte del modulo prevede una serie di esercitazioni nelle quali gli
studenti saranno guidati nella lettura degli elementi costitutivi di ciascun tipo edilizio
residenziale, nell’individuazione dei vincoli che la normativa pone alle scelte
distributive e tecnologiche e, infine, nell’approfondimento delle zone funzionali
dell’alloggio.
La Ricerca Operativa
Francesco Occhinero, Professore a contratto di Ricerca Operativa
Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Contrariamente a quanto comunemente si crede, la matematica riveste una
sempre maggiore importanza nell’ambito delle delicate decisioni strategiche
aziendali. In particolare la Ricerca Operativa (Operations Research) è una
branca della matematica, la cui nascita si può far risalire alla fine della seconda
guerra mondiale, che raggruppa vari algoritmi e metodi scientifici applicativi
che coadiuvano il decisore a orientarsi nel modo più opportuno all’interno delle
complesse organizzazioni aziendali. Problemi tipici di Ricerca Operativa, che può
essere definita come “scienza della decisione ottima nell’ambito di organizzazioni
complesse”, si riscontrano nelle imprese, nella pubblica amministrazione, nelle
organizzazioni militari e in tantissimi altri ambiti.
Il modulo fornirà ai partecipanti una panoramica delle principali metodologie
matematiche per la modellizzazione di problematiche tratte da situazioni reali e la
relativa risoluzione. In particolare si tratterà la programmazione lineare limitandosi
alle due variabili indipendenti con risoluzione grafica e si imparerà ad utilizzare un
software solutore per i problemi di maggiori dimensioni. Inoltre, dopo un’essenziale
trattazione della teoria dei grafi si imparerà a pianificare in maniera ottimale un
semplice progetto che prevede più attività o a calcolare il cammino minimo da un
estremo ad un altro di un viaggio su una rete stradale.
MET
Materiali metallici
per l’energia
rinnovabile
Laboratorio di analisi metallurgiche
Ing. Andrea Baggioli
Corsi di Metallurgia e materiali non metallici
Polo territoriale di Lecco
In questo modulo verranno presentati alcuni materiali metallici innovativi in fase di
studio destinati alla realizzazione di particolari meccanici per la produzione di
energia da fonti rinnovabili.
Si esamineranno prima di tutto i metodi sperimentali di laboratorio utili per chiarire
il comportamento meccanico dei materiali metallici scelti, conducendo gli studenti a
riflettere sui risultati e sui problemi che si possono incontrare nella sperimentazione
stessa. Verranno effettuate anche attività di laboratorio in cui gli studenti faranno
una esperienza pratica ed affronteranno con i metodi più opportuni i problemi
sperimentali che di volta in volta si presenteranno.
Si effettuerà poi un’analisi critica dei risultati ottenuti in laboratorio, cercando di
trasferirli al pezzo reale in esercizio, tenendo presente i requisiti di progetto fisici e
meccanici per la particolare applicazione.
Durante lo stage, gli studenti saranno continuamente stimolati a riflettere sulle possibili
variabili che, durante l’esercizio, possono influenzare anche in modo significativo il
comportamento del materiale. Alla fine verrà richiesta una breve relazione sull’attività
svolta, che sarà il contenuto del colloquio finale.
MIS
Laboratorio di misure meccaniche e termiche
Progettazione di
strumenti per lo
spazio
Bortolino Saggin, Professore Ordinario di Misure Meccaniche e Termiche
Marco Tarabini, Ricercatore di Misure Meccaniche e Termiche
Ing. Diego Scaccabarozzi
Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Uno dei principali motori dell’innovazione nel campo della meccanica è
rappresentato dal settore spaziale, dove i limiti imposti di massa ed energia e
le sollecitazioni meccaniche e termiche richiedono lo sviluppo di nuovi metodi
di progettazione, l’utilizzo di materiali innovativi, l’introduzione di tecnologie di
lavorazione non convenzionali e sistemi di test e misura all’avanguardia.
Il modulo MIS prevede una prima parte dedicata alle tecniche avanzate di
progettazione della strumentazione, utilizzando modellatori solidi ed elementi
finiti (FEM). Verranno descritte le soluzioni di progettazione adottate sugli strumenti
attualmente in orbita (progettati presso il Polo territoriale di Lecco).
Particolare attenzione verrà dedicata ai meccanismi di attuazione basati su materiali
a memoria di forma, che rappresentano la frontiera ultima nel campo dell’innovazione
nell’attuazione in ambiente spaziale.
L’importanza cruciale della fase di test sperimentali verrà riflessa nei contenuti erogati
nel modulo MIS: verranno illustrate le procedure di test in condizioni di termo-vuoto,
verranno simulate le condizioni di decollo e atterraggio, nonché le procedure di
taratura per gli strumenti attualmente in fase di progettazione.
VIS
Telecamere e
termocamere: occhi
del computer
FIS
Note musicali,
fotoni ed elettroni
Laboratorio di misure meccaniche e termiche
Emanuele Zappa, Ricercatore di Misure Meccaniche e Termiche
Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Una comune telecamera, una webcam o una termocamera (telecamera sensibile
alle radiazioni infrarosse) possono essere utilizzate come “occhio” di un computer?
Che cosa si può misurare con sistemi di questo tipo?
Questi strumenti possono inviare al computer delle immagini, che contengono una
grande quantità di informazioni sotto forma di intensità di luce o radiazione infrarossa
rilevata in ciascun pixel; le immagini acquisite con telecamere o termocamere digitali
possono essere elaborate, anche in real-time da un computer in modo da ottenere
immediatamente le informazioni necessarie, quali la forma e la posizione di oggetti,
la loro temperatura, i movimenti del corpo di persone inquadrate, la presenza di
eventuali cricche ecc. Queste informazioni possono servire per verificare se il pezzo
inquadrato ha la forma e la dimensione corrette, come si sta muovendo nello spazio
e anche per intervenire sul pezzo stesso (es. pilotare un braccio robotizzato che lo
raccolga o ne faccia delle lavorazioni).
La corretta elaborazione delle immagini richiede una serie di attività ingegneristiche
come la trasformazione della realtà in modelli matematici in grado di rappresentare
gli effetti da analizzare per estrarre solo le informazioni interessanti e definire delle
azioni in base a queste.
Nella parte introduttiva di questo laboratorio si apprenderanno i concetti fondamentali
necessari a compiere correttamente l’acquisizione e l’elaborazione dei dati, tenendo
conto ad esempio dell’influenza del rumore di misura.
Il laboratorio presenterà numerose esperienze tratte da situazioni industriali,
domestiche e mediche, in cui sistemi termografici e di visione computerizzata
svolgono misure e controlli di vario tipo.
Assieme agli studenti si organizzeranno delle prove pratiche di misure di campi
termici, forma e spostamento di oggetti, utilizzando termocamere, telecamere digitali
e webcam pilotate per mezzo di un computer. Attraverso le prove sarà possibile
verificare la rapidità di misura ottenibile e stimare l’accuratezza dei risultati.
L’onda stazionaria nella musica, nei laser e nella materia
Marco Marangoni, Professore Associato di Fisica Sperimentale
Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Una forte impronta scientifica è stata da sempre la caratteristica distintiva dei percorsi
di studio dell’Ingegneria, quale presupposto indispensabile alla comprensione
approfondita e ragionata di materie anche molto diverse tra loro, quali la meccanica,
l’elettronica, le costruzioni, l’aeronautica e così via.
Il modulo proposto si prefissa di partire da una materia squisitamente scientifica,
la fisica, e più precisamente dal concetto fisico di onda stazionaria, per arrivare a
esplorare realtà solo apparentemente distanti tra loro, quali le note e gli strumenti
musicali, i fotoni e le sorgenti laser, gli elettroni e la struttura della materia.
Il modulo prevede una breve introduzione di fisica delle onde con un approfondimento
sul concetto di onda stazionaria. Tale concetto verrà poi utilizzato negli ambiti
dell’acustica, della fisica dei laser e della fisica della materia come “passepartout”
alla comprensione di fenomeni e strumenti diversi. Primi ad essere indagati saranno
alcuni strumenti musicali, da un lato simili tra loro nella funzione di “generatori” di
note musicali, e dall’altro così diversi nella resa offerta al nostro orecchio. Quali
generatori, non più di note, ma di fotoni, e di fotoni coerenti, analizzeremo i
principi di funzionamento delle cavità ottiche e dei laser. Infine sfrutteremo il concetto
dell’onda stazionaria per dare cenni del comportamento degli elettroni negli atomi
e delle ragioni della stabilità della materia.
Il modulo prevede un laboratorio di acustica finalizzato a rendere famigliari le
grandezze fisiche fondamentali della fisica delle onde ed una visita guidata al
laboratorio di Fotonica del Polo di Lecco, allestito presso Campus Point, nella quale
verranno discusse e mostrate sperimentalmente alcune caratteristiche distintive della
luce laser.
BIO
Soluzioni di monitoraggio indossabile e applicazioni clinico-sportive
Tecnologia e Design
per la salute
Giuseppe Andreoni - Ricercatore di Bioingegneria Elettronica e Informatica
Ing. Paolo Perego
Scuola del Design
La salute dell’uomo è uno dei temi che da sempre ha guidato la ricerca e
l’innovazione ma spesso senza una reale integrazione tra le discipline coinvolte;
esempio paradigmatico sono le tecnologie biomediche ovvero dispositivi ad alto
contenuto tecnologico ma di usabilità spesso problematica se non per utilizzatori
molto esperti (anche per dispositivi semplici) e poco studiati dal punto di vista del
comfort del paziente.
L’Healthcare Design è l’approccio che si propone come strumento metodologico
privilegiato per raggiungere questi obiettivi, integrando i diversi fattori che
interagiscono e contribuiscono alla qualità della vita degli attori coinvolti nei
processi della salute. Infatti, l’iniziativa qui presentata promuove la collaborazione e
l’integrazione di competenze politecniche su progetti di ricerca (di base e applicata)
e didattica in un approccio human-centered per lo sviluppo di metodi, prodotti,
ambienti, sistemi e servizi nel settore dell’Healthcare.
Architetti, ingegneri e designer operano a stretto contatto per lo studio, l’analisi, la
valutazione e il progetto di nuove soluzioni. Multidisciplinarità e “contaminazione”
tecnica e culturale sono le parole chiave che portano all’innovazione trasversale nei
suoi pilastri: uomo, tecnologia e design.
Gli esempi che saranno illustrati nel modulo saranno dispositivi indossabili di
monitoraggio dei parametri fisiologici alla base della telemedicina, dello sport
e del fitness. Infatti, il futuro dell’assistenza sanitaria si basa su nuovi dispositivi
per garantire diagnosi e terapie sempre più accurate e personalizzate, dovunque.
Ed il monitoraggio delle performance sportive amatoriali sta via via assumendo
importanza sia personale che a livello di prevenzione
Attraverso le applicazioni sportive (ResegUp e nuoto) e del monitoraggio dei neonati
si illustreranno problematiche e soluzioni per lo sviluppo di nuovi sistemi; verrà anche
presentato il progetto che è stato realizzato da uno studente per l’esame di maturità
dello scorso anno.
Infine si mostreranno brevemente anche le Brain-Computer Interface, ossia
l’interfacciamento del computer con il cervello: attraverso la rilevazione del segnale
elettroencefalografico è possibile intuire le intenzioni del paziente e fornire dei
comandi opportuni al computer, in modo che anche persone con una ridotta
mobilità dovuta a patologie neuromuscolari gravi, possano interfacciarsi con il
mondo esterno.
AER
Fondamenti di aeronautica
I segreti del volo
Gerardus Janszen, Ricercatore di Costruzioni e Strutture Aerospaziali
Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Per secoli l’uomo ha ammirato e forse invidiato gli uccelli; da solo un secolo egli è
in grado di librarsi nell’aria a bordo di una macchina da lui inventata e costruita.
Il primo volo riconosciuto dalla storia avviene nel 1903 per opera di Wilbur e
Orville Wright: quasi mezzo secolo prima dell’apparire di una laurea in ingegneria
aeronautica, i due fratelli operano come un vero e proprio team di ingegneri
aeronautici. Soltanto così poteva essere realizzata una simile impresa.
Il modulo affronta lo studio dei principali parametri che governano il volo di
un aeroplano. Ponendosi nelle più semplici condizioni di volo, si esaminano le
forze agenti, in particolare quelle aerodinamiche che vengono ricondotte ad una
formulazione tecnica adatta allo scopo. L’analisi dell’equilibrio sotto queste forze
conduce a dei diagrammi che coinvolgono i principali parametri da cui dipende il
volo e permettono l’osservazione dell’influenza degli stessi in relazione alla tipologia
di velivolo e alla missione per cui viene concepito.
Questo esercizio, svolto con l’ausilio di un simulatore virtuale al computer, prelude
direttamente al processo di progettazione, di cui si forniscono gli elementi essenziali:
lo studente si trova così nelle condizioni di formulare un suo progetto elementare o
di eseguire stime di funzionamento in reali situazioni di volo.
Il modulo vuole presentare un percorso di lavoro mentale, nell’analisi e nell’acquisizione
della conoscenza di un problema tecnico, tipico della professione di ingegnere.
PVS
Scienziati al
servizio dei Paesi in
Via di Sviluppo
Progettare l’approvvigionamento idrico in Paesi in Via di Sviluppo
Manuela Antonelli, Ricercatore di Ingegneria Sanitaria-Ambientale
Laura Longoni, Ricercatore di Geologia Applicata
Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
Cosa significa lavorare per i Paesi Terzi? Come si cercano delle soluzioni sostenibili in
queste realtà? “Spesso non servono investimenti ingenti o laboratori all’avanguardia
per aiutare chi è in difficoltà nel mondo. A volte basta il classico ‘lampo di genio’,
corredato dalla passione e dall’aiuto di qualcuno, magari dall’altra parte del mondo
(Ansa Magazine, Maggio 2014)”. Partendo da questo presupposto, il corso si
propone di presentare alcune problematiche relative ai PVS e definire soluzioni che
siano sostenibili e a costi accessibili, evitando materiali/componenti o competenze
non facilmente reperibili in loco. Purtroppo, le innovazioni della comunità scientifica
spesso rimangono in un contesto limitato e vengono sporadicamente promosse nei
PVS. Ancor più raramente il mondo scientifico/accademico viene sollecitato a
cercare soluzioni tecnologiche idonee a contesti poco sviluppati. Considerando
questo problema, il corso ha come obiettivo quello di contribuire alla cooperazione
attraverso la sensibilizzazione e la formazione degli studenti verso questa particolare
tematica. Verranno analizzati i fabbisogni dei PVS, partendo dalla presentazione di
alcuni casi (in Africa e in America Latina), per un inquadramento generale di queste
realtà concentrandosi sulla problematica “acqua e gestione delle risorse idriche”.
Dopo aver presentato il contesto di riferimento, verrà spiegato come occuparsi della
ricerca idrica e della potabilizzazione dell’acqua senza l’ausilio della strumentazione
che siamo abituati ad avere a disposizione nei paesi industrializzati. E’ prevista
inoltre un’attività di laboratorio in cui gli studenti a partire dalle indicazioni fornite
dalla WHO (World Health Organization) realizzeranno un filtro lento a sabbia per
il trattamento dell’acqua, semplice ma efficace per fornire acqua igienicamente
sicura in un Paese in Via di Sviluppo.
GTN
Uno strano
materiale: il terreno
Applicazioni Geotecniche per l’Ingegneria Civile e la Protezione del
Territorio
Andrea Galli, Ricercatore di Geotecnica
Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
Il terreno, insieme con le rocce, è forse il materiale più abbondante esistente in
natura, tanto che, spesso, non viene nemmeno considerato, nel comune sentire,
come vero e proprio “materiale”. Eppure le sue caratteristiche fisiche, chimiche
e meccaniche influenzano pesantemente le attività antropiche, e, in particolare
nell’ambito dell’Ingegneria Civile, la progettazione di strutture e infrastrutture. Il
terreno, infatti, non rappresenta solo il materiale su cui necessariamente poggia ogni
struttura (ad esempio un edificio, un’opera civile, un’infrastruttura di servizio), ma può
esso stesso essere utilizzato come materiale da costruzione per opere di dimensioni
anche rilevanti (si pensi al caso di argini in terra, rilevati ferroviari o autostradali, allo
scavo di gallerie in ambito urbano). Differentemente da altri materiali da costruzione,
però, il comportamento meccanico del terreno presenta aspetti complessi e, allo
stato attuale, non ancora del tutto chiariti, anche in riferimento a concetti basilari. Ad
esempio, mentre il concetto di “rottura” è relativamente intuitivo per materiali quali
il vetro, la ceramica, l’acciaio o il calcestruzzo, molto meno lo è per un terreno. Lo
studio la comprensione e la previsione del comportamento meccanico del terreno e
dell’interazione tra terreno e strutture è oggetto dell’Ingegneria Geotecnica.
Accanto a ciò, in particolare per un Paese come il nostro pesantemente colpito da
calamità naturali e gravato da costi – purtroppo anche in termini di vite umane –
legati al dissesto idro-geologico, la conoscenza del comportamento meccanico dei
terreni ha diretta applicazione soprattutto in ambito di protezione del territorio, ad
esempio nell’ottica della progettazione di strutture e interventi volti alla mitigazione
del rischio frane, o della valutazione della risposta delle strutture ad azioni sismiche.
Il modulo di Applicazioni Geotecniche per l’Ingegneria Civile e la Protezione del
Territorio intende presentare ai partecipanti i concetti base per la comprensione e
la descrizione razionale del comportamento del terreno. Questi concetti, esposti
in modo semplificato e interattivo durante lezioni frontali, verranno discussi sotto
la guida del docente e applicati alla soluzione di problemi progettuali tipici
dell’ingegneria civile in ambito geotecnico.
GES
Gestione e
creazione di nuove
imprese
Creazione, sviluppo d’impresa e business planning
Matteo Bonaventura, Dottorando in Ingegneria Gestionale
Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Gli anni recenti hanno visto la nascita, lo sviluppo e il successo di numerose imprese
tecnologiche, tra le quali si ricordano i casi più noti di Facebook e Twitter. Nate
molto spesso dalle idee rivoluzionarie dei loro giovani e talentuosi fondatori,
queste imprese innovative hanno riscosso recentemente un forte interesse da parte
degli investitori internazionali. Questi ultimi ne hanno apprezzato le potenzialità,
supportandone attivamente lo sviluppo tramite la concessione di risorse sia di natura
finanziaria che di tipo manageriale, e consentendo del resto ai soci fondatori di
realizzare notevoli rendimenti sul loro investimento iniziale.
Il modulo introduce quindi gli studenti agli strumenti di base per creare un’impresa
a partire da un’idea innovativa. Particolare attenzione verrà posta sul concetto di
valore d’impresa, sulle modalità di finanziamento e sulle leve di gestione delle startup. Il tutto sarà inquadrato sulle normative vigenti in Italia.
Durante lo svolgimento del modulo, gli studenti saranno invitati a riflettere su casistiche reali
e saranno stimolati alla generazione di nuove idee di business. Inoltre, il modulo prevede
il supporto attivo alla stesura di un business plan su un’idea imprenditoriale generata
autonomamente dagli studenti.
RIL
Tecniche classiche e strumentazioni moderne nel controllo di strutture e territorio
L’occhio vigile sulle
strutture
Fabio Roncoroni
Corsi di Topografia e Cartografia
Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
La messa in sicurezza di strutture, infrastrutture e porzioni di territorio passa attraverso il
monitoraggio di movimenti e deformazioni. La variazione della geometria di manufatti di
qualsiasi tipo o di porzioni di territorio, è resa possibile dal confronto di rilievi eseguiti in
tempi successivi. Dal confronto dell’evolversi di queste variazioni con quelle che possono
essere previste per ciò che si sta monitorando senza comprometterne la stabilità, nasce un
notevole contributo per la garanzia della sua sicurezza, in quanto è possibile segnalare
per tempo l’insorgere di situazioni di pericolo.
Il modulo fornirà ai partecipanti una panoramica delle attività che si possono svolgere
con le strumentazioni di rilievo e controllo per la verifica della rispondenza di manufatti
in costruzione con i rispettivi progetti, per l’esecuzione dei collaudi, per la verifica della
loro efficienza e per la garanzia della stabilità del territorio su cui sorgono. Su queste
tematiche, che spesso coinvolgono anche la Protezione Civile, il modulo si propone in
particolare di illustrare i lavori che si sono svolti o sono in fase di esecuzione presso il
laboratorio IC&T (Ingegneria Civile e Territorio), sezione Rilevamento. I lavori presentati
saranno di particolare interesse perché eseguiti con le tecniche di rilievo e controllo
che rappresentano le nuove frontiere dello sviluppo del settore topografico: GPS, laser
scanning, radar interferometrico terrestre ed i più moderni sensori a fibre ottiche per la
misura di spostamenti e deformazioni.
Durante gli incontri, tenuti per lo più in laboratorio, con la partecipazione attiva degli
studenti, si parlerà di controlli statici di strutture e infrastrutture; di rilievi di pareti rocciose
per la realizzazione di mappe di rischio e per interventi di messa in sicurezza; di controllo
di frane; di rilievi di miniere, dighe, monumenti e porzioni di territorio, che servono da
base per la soluzione di molti problemi dell’ingegneria civile.
PIE
Il progetto degli
edifici e la
salvaguardia
dell’ambiente.
La progettazione ingegneristica per l’architettura sostenibile.
Giuliana Iannaccone, Ricercatore di Architettura Tecnica
Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
Più che in passato, oggi c’è una crescente consapevolezza dei danni sull’ambiente causati
dal settore delle costruzioni. Ogni edificio, come un organismo vivente, consuma risorse
ed espelle rifiuti, in proporzioni tali che l’edilizia è considerata tra i principali responsabili
dell’inquinamento del nostro pianeta.
Tuttavia, gli esseri umani, per vivere e svolgere la maggior parte delle loro attività, hanno
bisogno di edifici. Molti di questi già esistono e richiedono degli interventi di adeguamento
e trasformazione per rispondere alle esigenze attuali. Altri, ormai in piccola parte, devono
ancora essere costruiti, occupando nuove porzioni di territorio o impegnando aree liberate
da demolizioni. In entrambi i casi, ogni scelta legata al differente tipo di intervento deve
essere supportata da una accurata analisi, di natura multidisciplinare, per limitare gli effetti
negativi sull’ambiente, senza perdere di vista la qualità complessiva degli edifici e degli
spazi che essi racchiudono.
Il modulo, suddiviso in ore di lezione e di laboratorio, ha come obiettivo di illustrare
agli studenti i principali strumenti e metodologie di analisi presenti in campo
ingegneristico a supporto delle decisioni nelle diverse fasi della progettazione di un
intervento edilizio, sia nuovo che di recupero.
Una prima parte (della durata di due ore) è dedicata all’analisi dei differenti impatti
causati all’ambiente dagli edifici: consumo di risorse non rinnovabili (energia,
materiali, acqua, suolo) e produzione di rifiuti.
Una seconda parte (della durata di due ore) è dedicata all’identificazione delle
principali strategie di riduzione dei consumi e dei rifiuti in ambito edilizio e agli
aspetti connessi alla loro integrazione.
La terza parte (della durata di 4 ore) introduce gli strumenti e le metodologie di base
riconosciute in ambito internazionale (e adottate nei principali studi di ingegneria)
per poter operare delle scelte sostenibili per l’ambiente nella progettazione e
costruzione di edifici. Attraverso la simulazione di casi reali, gli studenti saranno
coinvolti attivamente nel processo decisionale, mediante la prefigurazione dei
possibili scenari di intervento e la valutazione delle diverse alternative – mediante
metodi semplificati - considerando gli impatti sull’ambiente alle diverse scale.
Durante le ore di laboratorio, gli studenti saranno inoltre accompagnati nella stesura
di un piccolo report, nella forma di uno schematic design, che riassume gli esiti di
tale processo.
Modalità di
partecipazione
In collaborazione
con
Periodo di svolgimento
Unica sessione autunnale in ottobre/novembre/dicembre 2014. Il calendario di
ciascun modulo sarà pubblicato con sufficiente anticipo.
Destinatari del progetto
Studenti iscritti all’ultimo e al penultimo anno di una Scuola Media Superiore della
Provincia di Lecco.
Adesione al progetto e richiesta di partecipazione
Le richieste di partecipazione devono essere inoltrate attraverso la Scuola facendo
pervenire alla Direzione del Polo di Lecco via e-mail [email protected]
il modulo di adesione con il nominativo di un proprio docente di riferimento e con
l’elenco degli studenti candidati.
Di ogni studente occorre precisare con chiarezza:
• cognome, nome, data di nascita, genere;
• classe, tipo di studi, indirizzo di studio particolare nella scuola;
• il modulo PROSPERO di prima preferenza e quello di seconda preferenza.
Si raccomanda ai dirigenti delle scuole di selezionare gli studenti e di ordinarli in
graduatoria con particolare attenzione al loro effettivo bisogno di una forma di
orientamento attivo.
Termini di iscrizione
Scadenza per la presentazione delle richieste di partecipazione: 26 settembre 2014.
Selezione dei partecipanti
Per garantire l’efficacia didattica delle progetto i posti a disposizione sono limitati
e per questo motivo l’ordine progressivo contenuto negli elenchi delle richieste di
iscrizione costituirà una graduatoria per l’ammissione dei candidati.
L’ammissione degli studenti che hanno frequentato la precedente edizione sarà
valutata in basa al numero di richieste.
Modulo di frequenza
Ogni modulo PROSPERO è a numero chiuso: i partecipanti ammessi vengono iscritti
cercando di rispettare le preferenze espresse da ogni singolo studente. I moduli
che non raggiungono un numero ragionevole di richieste non verranno attivati e i
partecipanti verranno iscritti al modulo di seconda preferenza.
Certificato di frequenza
Il Polo di Lecco rilascerà un certificato nominale per ogni partecipante attestando le
ore effettivamente frequentate, che verrà inviato entro metà dicembre direttamente
all’Istituto di appartenenza.