INFORMATIVA AL PUBBLICO AI SENSI DELLE NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PRUDENZIALE PER LE BANCHE Situazione al 31/12/2013 Banca Centropadana Credito Cooperativo 1 Indice TAVOLA 1 REQUISITO INFORMATIVO GENERALE ...................................................................5 TAVOLA 3 COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZAù........................................... 14 TAVOLA 4 ADEGUATEZZA PATRIMONIALE............................................................................. 18 TAVOLA 5 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE..........................................................................................................................21 TAVOLA 6 Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB..............................................................................................31 Tavola 8 Tecniche di attenuazione del rischio................................................................................34 TAVOLA 9 RISCHIO DI CONTROPARTE.......................................................................................38 TAVOLA 10 OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE................................................................. 39 TAVOLA 12 RISCHIO OPERATIVO.................................................................................................. 43 TAVOLA 13 ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE........................................................... 44 TAVOLA 14 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO........................................................................................ 47 TAVOLA 15 SISTEMI E PRASSI DI REMUNERAZIONE E INCENTIVAZIONE..........................49 Banca Centropadana Credito Cooperativo 2 Banca Centropadana Credito Cooperativo 3 PREMESSA Al fine di rafforzare la disciplina di mercato, le nuove disposizioni di vigilanza prudenziale emanate dalla Banca d’Italia con la Circolare n.263/2006 introducono l’obbligo di pubblicazione di informazioni relative all’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi di gestione e mitigazione di tali rischi (Titolo IV, Capitolo 1). Il presente documento, riferendosi alla data del 31 dicembre 2013, è stato redatto secondo tali disposizioni, sia in termini di contenuti sia in termini di scadenza di pubblicazione. Dal 1°gennaio 2014 l’informativa al pubblico è disciplinata dal Regolamento (UE) n.575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento (cosiddetto CRR), nella Parte Otto e Parte Dieci, Titolo I, Capo 3 e dai regolamenti della Commissione europea recanti le norme tecniche di regolamentazione o attuazione in materia di modelli uniformi per disciplinare i modelli per la pubblicazione delle informazioni riguardanti i fondi propri, gli indicatori di rilevanza sistemica, la leva finanziaria, nonché per disciplinare gli obblighi di informativa in materia di riserve di capitale e l’informativa concernente le attività di bilancio prive di vincoli. Pertanto, le ulteriori informazioni richieste conformemente al CRR saranno oggetto di pubblicazione nella prossima edizione dell’informativa riferita al 31 dicembre 2014. La Banca dedica particolare attenzione al governo ed alla gestione dei rischi e nell’assicurare la costante evoluzione dei propri presidi di carattere organizzativo/procedurale e delle soluzioni metodologiche e strumenti a supporto di un efficace ed efficiente governo e controllo dei rischi, anche in risposta alle modifiche del contesto operativo e regolamentare di riferimento. Da questo punto di vista rilevano: • le importanti innovazioni in materia derivanti dalla nuova regolamentazione prudenziale internazionale, cd. Basilea 3, che definisce regole più stringenti per i livelli di adeguatezza patrimoniale delle banche e introduce per la prima volta limiti in termini di liquidità e di leva finanziaria. Secondo il dettato di Basilea 3 le nuove regole verranno attuate gradualmente, per consentire al sistema bancario di soddisfare i nuovi requisiti e ridurre l’impatto sull’economia reale. Gli accordi di Basilea 3 sono stati tradotti in legge in Europa attraverso due strumenti legislativi separati: una Direttiva (CRD IV) e un Regolamento (CRR); quest’ultimo include la maggior parte delle disposizioni relative ai requisiti patrimoniali e di liquidità, che saranno direttamente vincolanti e applicabili all’interno di ciascuno stato membro dell’Unione Europea. Il 27 giugno 2013 la versione finale del pacchetto legislativo della CRDIV/CRR è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed è entrata il vigore a partire dall’1 gennaio 2014. CRR e CRD IV sono integrati da norme tecniche di regolamentazione o di attuazione approvate dalla Commissione europea su proposta delle autorità europee di supervisione (“ESA”) che danno attuazione alla normativa primaria. Lo scorso 17 dicembre la Banca d’Italia ha emanato la Circolare n.285 - Fascicolo “Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” (nel seguito anche, per brevità “la Circolare”) con la quale vengono recepite le norme della CRD IV e indicate le modalità attuative della disciplina contenuta nel CRR, delineando un quadro normativo in materia di vigilanza prudenziale integrato con le disposizioni comunitarie di diretta applicazione. A tale proposito, la Banca partecipa alle iniziative e attività progettuali di adeguamento avviate a livello di Categoria, nel corso del 2013; • il nuovo quadro regolamentare introdotto da Banca d’Italia nel luglio 2013, attraverso la pubblicazione delle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di Sistema dei controlli interni, sistema informativo e continuità operativa (15° aggiornamento della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziali per le banche”). Le disposizioni in parola introducono alcune novità di rilievo rispetto al vigente quadro normativo, al fine di dotare le banche di un sistema dei controlli interni completo, adeguato, funzionale e affidabile. Banca Centropadana Credito Cooperativo 4 L’anno di riferimento del presente documento è caratterizzato dalla fusione per incorporazione con la ex BCC di Creta, perfezionatasi nel mese di giugno 2013. L’incorporata BCC di Creta operava nel territorio piacentino con n. 7 filiali, n. 37 dipendenti, n. 2.750 soci su un territorio di n. 40 comuni. Il programma di allineamento dei regolamenti, dei processi operativi e dei controlli è avvenuto progressivamente. Entro la data fissata per l’effettiva integrazione si sono allineate le procedure fondamentali per garantire la continuità operativa, le restanti fasi sono state completate durante il secondo semestre 2013. Le informazioni quantitative sono espresse in migliaia di euro, ove non indicato diversamente. TAVOLA 1 REQUISITO INFORMATIVO GENERALE INFORMATIVA QUALITATIVA Le “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, emanate con la Circ. 263/2006 dalla Banca d’Italia, che disciplinano le metodologie di gestione dei rischi da parte degli intermediari, si basano su tre “pilastri”, in particolare: a) prevedono un requisito patrimoniale per fronteggiare i rischi tipici dell’attività bancaria e finanziaria di credito, di controparte, di mercato e operativi (“primo pilastro”); b) introducono un sistema di autovalutazione denominato ICAAP, che richiede alle banche di dotarsi di processi e strumenti per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischi, anche diversi da quelli del primo pilastro (“secondo pilastro”); c) introducono l’obbligo di informare il pubblico, con apposite tabelle informative, come citato in premessa (“terzo pilastro”). Il governo dei rischi viene realizzato mediante il Sistema dei Controlli Interni (SCI) che coinvolge, a differenti livelli, tutte le strutture della Banca: Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale, Direzione e tutte le unità organizzative aziendali. Il SCI, in ottemperanza alle indicazioni dell’Organo di Vigilanza, prevede la suddivisione in controlli di linea (primo livello), controlli sulla gestione dei rischi (secondo livello) ed internal audit (terzo livello). La Funzione di Conformità ed Antiriciclaggio, collocata nel secondo livello, ha il compito specifico di promuovere il rispetto delle leggi, delle norme, dei codici interni di comportamento per minimizzare il rischio di non conformità normativa ed i rischi reputazionali a questi collegati. Con riferimento a ciascuno dei rischi rilevanti vengono di seguito riportati la definizione adottata dalla Banca e le principali informazioni relative al governo del rischio, agli strumenti e metodologie a presidio della misurazione/valutazione e gestione del rischio, alle strutture responsabili della gestione. Le nuove norme, in particolare: • introducono per le banche l’obbligo di definire il quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio (Risk Appetite Framework - “RAF”), che fissi ex ante gli obiettivi di rischio/rendimento che l’intermediario intende raggiungere e i conseguenti limiti operativi. Il documento contenente detti parametri è stato deliberato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del mese di dicembre 2013. Tale quadro di riferimento è definito in stretta interazione con il nuovo piano strategico triennale e gli obiettivi di rischio, le soglie di tolleranza e i limiti di rischio sono declinati in termini di misure espressive del capitale a rischio o capitale economico, adeguatezza patrimoniale, fabbisogni di liquidità; Banca Centropadana Credito Cooperativo 5 • • • • • • enfatizzano il ruolo dell’organo con funzione di supervisione strategica nella definizione del modello di business e del Risk Appetite Framework; richiedono all’organo con funzione di gestione di avere un’approfondita comprensione di tutti i rischi aziendali e, nell’ambito di una gestione integrata, delle loro interrelazioni reciproche e con l’evoluzione del contesto esterno; rivedono profondamente la disciplina delle funzioni aziendali di controllo (nomina e revoca dei responsabili; linee di riporto dei responsabili, indipendenza dalle aree di business e tra le funzioni di controllo); rafforzano i poteri della funzione di risk management. La funzione, oltre a collaborare alla definizione del Risk Appetite Framework, è chiamata, tra l’altro, a fornire pareri preventivi sulla coerenza delle operazioni di maggiore rilievo con il RAF e destinataria di responsabilità legate alla verifica del corretto monitoraggio andamentale sulle singole posizioni creditizie; introducono una disciplina organica sulle esternalizzazioni e una nuova articolata disciplina del sistema informativo e del rischio informatico; richiedono ai vertici delle banche di porre particolare attenzione alla definizione delle politiche e dei processi aziendali riguardanti la gestione dei rischi. La Banca deve conformarsi al nuovo quadro regolamentare entro il 1° luglio 2014, fatte salve alcuni disposizioni per le quali sono previsti differenti e meno stringenti termini per l’adeguamento. Un efficace sistema di controllo costituisce condizione essenziale per il perseguimento degli obiettivi aziendali. Le regole di governo societario e gli assetti organizzativi interni definite dalla Banca sono indirizzate ad assicurare condizioni di sana e prudente gestione. Il complesso dei rischi aziendali è presidiato nell’ambito di un preciso modello organizzativo che integra metodologie e presidi di controllo a diversi livelli, tutti convergenti con gli obiettivi di assicurare efficienza ed efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale, tutelare dalle perdite, garantire l’affidabilità e l’integrità delle informazioni e verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della normativa interna ed esterna. Assumono rilievo in tale ambito efficaci meccanismi di interazione tra le Funzioni aziendali al fine di disporre di una visione integrata dei rischi e di un processo dinamico di adattamento delle modalità di controllo al mutare del contesto interno ed esterno. La chiara ed esaustiva identificazione dei rischi cui la Banca è potenzialmente esposta, costituisce il presupposto per la consapevole assunzione e l’efficace gestione degli stessi, attuate anche attraverso appropriati strumenti e tecniche di mitigazione e di traslazione. Coerentemente con il proprio modello di business e operativo, la Banca è esposta a diverse tipologie di rischio che attengono principalmente alla tipica operatività di intermediazione creditizia e finanziaria, prevalentemente rischio di credito e controparte e talune manifestazioni di rischi operativi intrinseci all’attività bancaria. Come richiesto dalla normativa, la Banca ha già inviato lo scorso 30 gennaio 2014 una relazione alla Banca d’Italia recante l’autovalutazione della propria situazione aziendale rispetto alle previsioni delle nuova normativa (gap analysis), le misure da adottare e la relativa scansione temporale per assicurare il pieno rispetto di tali disposizioni. A tale riguardo la Banca partecipa alle iniziative e attività progettuali avviate a livello di Categoria per supportare il percorso di adeguamento con riferimenti interpretativi, metodologici e supporti documentali. La Funzione è collocata in staff alla Direzione Generale, tale collocazione ne assicura i profili di autonomia e indipendenza richiesti dalle Disposizioni di Vigilanza vigenti al momento della sua costituzione. In considerazione delle dimensioni aziendali e in applicazione del principio di proporzionalità, al Responsabile della Funzione fa capo anche la Funzione di Conformità. La posizione organizzativo-funzionale della Funzione, così come la coesistenza in capo al suo Responsabile di ulteriori funzioni sarà in ogni caso oggetto di riflessione nell’ambito delle attività di adeguamento del sistema dei controlli interni della Banca alle nuove disposizioni. Banca Centropadana Credito Cooperativo 6 RISCHIO DI CREDITO E’ definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’insolvenza o dal deterioramento del merito creditizio delle controparti affidate. Alla luce delle disposizioni in materia e del rilievo attribuito all’efficienza ed efficacia del processo del credito e del relativo sistema dei controlli, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento degli obiettivi di gestione e controllo dei rischi creditizi indicati dalla citata normativa prudenziale. L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da regolamentazione interna che disciplina: le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione; i criteri per la valutazione del merito creditizio; le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie, le attività di controllo, gestione e attenuazione del rischio stesso. In tale ambito nel corso del 2013, con riferimento alle operazioni con soggetti collegati, la Banca, come meglio precisato nel seguito, si è dotata di apposite Procedure deliberative volte a presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della stessa possa compromettere l’imparzialità e l’oggettività delle decisioni relative alla concessione, tra l’altro, di finanziamenti. In tale prospettiva, la Banca si è dotata anche di strumenti ricognitivi e di una procedura informatica volti a supportare il corretto e completo censimento dei soggetti collegati. La Banca ha altresì definito livelli di propensione al rischio e soglie di tolleranza coerenti con il proprio profilo strategico e le caratteristiche organizzative. Tali riferimenti sono stati integrati, nelle specifiche politiche di rischio, con assetti organizzativi e controlli interni volti a definire i ruoli e le responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti d’interesse, ad assicurare l’accurato censimento dei soggetti collegati, a monitorare l’andamento delle relative esposizioni e il costante rispetto dei limiti definiti, ad assicurare la tempestiva e corretta attivazione delle procedure deliberative disciplinate. Tenuto conto di quanto indicato nel Capitolo 7 della circ. 263/06 (cfr. Allegato A – Par. 2), si ritiene che gli ambiti di intervento volti a rendere pienamente conforme il presidio del rischio ai requisiti normativi attengano al grado di formalizzazione delle politiche di valutazione dei crediti deteriorati, nonché allo sviluppo di controlli di secondo livello più approfonditi sulle singole esposizioni, avuto particolare riguardo a quelle deteriorate. Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte del rischio di credito, la Banca utilizza la metodologia standardizzata. L’applicazione di tale metodologia comporta la suddivisione delle esposizioni in “portafogli” e l’applicazione a ciascuno di essi di trattamenti prudenziali differenziati. Con riferimento all’acquisizione ed alla gestione delle principali forme di garanzia utilizzate a protezione delle esposizioni creditizie, il Consiglio di Amministrazione ha definito specifiche politiche, al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti – giuridici, economici e organizzativi – previsti dalla normativa per il loro riconoscimento a fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa. In particolare: • sono state adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito; • sono state predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM (tecniche di mitigazione del rischio di credito) utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo; • sono stati affidati a strutture centralizzate i compiti di controllo sui profili di certezza giuridica; • sono stati posti in uso standard contrattuali con riferimento alle principali forme di garanzia accettate; • le tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono state chiaramente documentate e divulgate. Banca Centropadana Credito Cooperativo 7 L’attuale processo di gestione del rischio di credito si fonda sul coinvolgimento ai vari livelli della struttura organizzativa, al fine di contemperare la necessità di una sollecita evasione delle richieste provenienti dalla clientela con un'analitica valutazione del rischio di credito. Il processo creditizio si articola nelle fasi di pianificazione delle politiche creditizie, di istruttoria, di erogazione, di revisione periodica, di monitoraggio e gestione dei crediti «deteriorati». La politica creditizia, in attuazione degli indirizzi strategici e nel rispetto dei limiti del profilo di rischio assunto, definisce la composizione del portafoglio e la distribuzione degli impieghi prevedendo un grado di concentrazione contenuto. Le linee guida statuite vengono recepite dalle unità organizzative deputate alla gestione del rischio di credito e si riflettono conseguentemente nell’operatività di ciascuna fase del processo. La fase di istruttoria mira ad accertare i presupposti di affidabilità attraverso la valutazione del merito creditizio dei richiedenti e la verifica dell’idoneità di eventuali garanzie a coprire il rischio di un mancato rimborso. La decisione in merito alla concessione dell’affidamento è presa dai competenti Organi deliberanti, durante la fase di erogazione, valutando attentamente tutte le informazioni emerse durante l’iter istruttorio. A tale riguardo, la struttura del sistema delle deleghe é articolata in modo tale da assicurare corrispondenza tra il livello di rischiosità assunto e il grado di autonomia e di pertinenza degli Organi abilitati alla decisione. Successivamente alla concessione, le posizioni fiduciarie vengono assoggettate a un riesame periodico volto ad accertare la persistenza delle condizioni riscontrate in sede di istruttoria e considerate ai fini dell’erogazione dei finanziamenti. Il monitoraggio del credito e delle garanzie è esercitato attraverso la verifica dell’affidabilità delle controparti e in ordine alla persistenza dei requisiti generali e specifici e al valore delle protezioni acquisite, al fine di assicurarne piena ed efficace escutibilità in caso di insolvenza del debitore. La gestione dei crediti problematici è infine affidata ad appositi uffici centrali che esplicano la loro attività, diretta al ripristino «in bonis» della posizione, ove possibile, o al recupero del credito in caso di insolvenza, operando in stretta collaborazione con le dipendenze domiciliatarie dei rapporti critici. Nelle fasi di istruttoria, erogazione, revisione e monitoraggio sono effettuati controlli inerenti alla concentrazione dei rischi per le esposizioni di rilievo verso singole controparti o gruppi di controparti tra le quali sussistano connessioni di carattere giuridico e/o economico. A tal fine, vengono presi a riferimento limiti individuali in ordine ai finanziamenti di importo rilevante che, secondo la vigente disciplina di vigilanza, costituiscono un «grande rischio». RISCHIO DI CONCENTRAZIONE Il rischio di concentrazione è il rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di controparti connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica. Oltre al presidio sulla normativa in materia di “grandi rischi”, sono in essere attività di controllo sulla rappresentazione dei gruppi di clienti connessi. Ai fini della determinazione del rischio di concentrazione “single name” e del relativo capitale interno viene utilizzato l’algoritmo del Granularity Adjustment (GA) indicato nelle Nuove Disposizioni di Vigilanza Prudenziale (Cfr. Circ. 263/06 Banca d’Italia, Titolo III, Capitolo 1, Allegato B). Il modello di vigilanza è integrato da un sistema di monitoraggio interno che evidenzia l’incidenza dei primi prenditori sul totale di rischio complessivo. Mediante lo stesso strumento vengono effettuate analisi interne qualitative sulla componente geo-settoriale del credito evidenziando in particolare l’andamento sui comparti cui la Banca risulta più esposta. RISCHIO DERIVANTE DA CARTOLARIZZAZIONI Il processo di gestione delle cartolarizzazioni è assistito da specifica procedura interna che assegna compiti e responsabilità alle strutture organizzative coinvolte nelle diverse fasi del processo stesso. Per quanto concerne le procedure per il monitoraggio dei relativi rischi la Banca continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti in portafoglio. Banca Centropadana Credito Cooperativo 8 In adempimento a quanto disposto dalle Istruzioni di Vigilanza emanate dalla Banca d’Italia in materia, la Banca verifica inoltre che l’operazione nel suo complesso sia gestita in conformità alla legge e al prospetto informativo (Offering Circular). Il portafoglio di ciascuna cartolarizzazione è sottoposto a monitoraggio continuo sulla base del quale sono predisposti report verso la società veicolo e le controparti dell’operazione, così come previsti dalla documentazione contrattuale, con evidenze dello status dei crediti e dell’andamento degli incassi. Per maggiori dettagli si rinvia a quanto dettagliato nell’informativa in relazione alle operazioni di cartolarizzazione (tavola 10). RISCHIO DI CONTROPARTE Rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa. Il rischio di controparte grava sulle seguenti tipologie di transazione: • strumenti derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC); • operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci, operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margini (operazioni SFT); • operazioni con regolamento a lungo termine. Tale rischio è, quindi, una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell'insolvenza. Per la Banca, avuto riguardo all’ordinaria operatività, il rischio di controparte si deve intendere limitato: agli strumenti derivati finanziari a copertura del portafoglio bancario e creditizi negoziati fuori borsa (OTC – over- the- counter); alle operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci, operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margini (operazioni SFT – Security Financing Transactions). Conformemente alle disposizioni di vigilanza in materia, la Banca si è dotata di un sistema, strutturato e formalizzato, funzionale al raggiungimento degli obiettivi di gestione e controllo del rischio di controparte che prevede il coinvolgimento, in termini di attribuzione di ruoli e responsabilità, di diverse funzioni organizzative. In tale ambito, le politiche inerenti la gestione del rischio di controparte si basano sui seguenti elementi: declinazione della propensione al rischio in termini di limiti operativi per la negoziazione degli strumenti finanziari la cui definizione poggia sulla distinzione tra controparti di riferimento e controparti accettate; restrizione sugli strumenti finanziari negoziabili, in termini sia di strumenti non ammissibili sia di limiti all’ammissibilità per singola operazione o complessivi per tipologia di strumento/forma tecnica; deleghe operative (in termini di soggetto delegato e limiti giornalieri). Le tecniche di mitigazione del rischio di credito e di controparte utilizzate dalla Banca si sostanziano anche nell’adozione di accordi di compensazione bilaterale relativamente ai contratti aventi ad oggetto i derivati OTC e le operazioni con regolamento a lungo termine. RISCHIO DI MERCATO Il rischio di mercato è il rischio generato dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. La Banca non è tenuta al rispetto dei requisiti patrimoniali per il rischio di mercato poiché il “portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza” risulta di norma inferiore al 5 per cento del totale dell’attivo, e in ogni caso non è superiore ai 15 milioni di euro. In considerazione del rispetto delle suddette soglie, le posizioni del “portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza” sono incluse fra le attività di rischio considerate nell’ambito della disciplina sul rischio di credito. Banca Centropadana Credito Cooperativo 9 Al fine di gestire e monitorare le esposizioni ai rischi di mercato assunte nell’ambito del portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza, la Banca ha definito nel proprio Regolamento Finanza e nelle sottostanti disposizioni attuative i principi guida, i ruoli e le responsabilità delle funzioni organizzative coinvolte. Ciò allo scopo di assicurare la regolare e ordinata esecuzione dell’attività sui mercati finanziari, nell’ambito del profilo rischio/rendimento delineato dal Consiglio di Amministrazione e di mantenere un corretto mix di strumenti volto al bilanciamento dei flussi di liquidità. Le politiche definite dal Consiglio di Amministrazione si basano sui seguenti principali elementi: definizione degli obiettivi di rischio rendimento; declinazione della propensione al rischio (definita in termini di limiti operativi nei portafogli della finanza con riferimento ai diversi aspetti gestionali, contabili e di vigilanza); restrizione sugli strumenti finanziari negoziabili in termini di strumenti ammessi; struttura delle deleghe. La misurazione dei rischi viene compiuta mediante tecniche e modelli di Value at Risk, Modified Duration e di Massima Perdita Accettabile (Stop Loss). RISCHIO OPERATIVO E’ il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è anche compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. La mitigazione dei rischi derivanti da discontinuità operativa (interruzioni di operatività, disfunzioni o indisponibilità dei sistemi) avviene tramite un piano di continuità operativa. Con riguardo ai fenomeni di frode interna, dal punto di vista preventivo, è realizzata la separatezza funzionale fra inserimento ed autorizzazione delle disposizioni anche all’interno di una medesima unità organizzativa (istruttoria / delibera / perfezionamento affidamenti, bonifici in partenza, disposizioni di trasferimento strumenti finanziari, restrizione operativa sui dipendenti ad operare su propri rapporti, segmentazione dell’operatività contabile a livello di struttura organizzativa, ecc..). A posteriori sono in essere attività di controllo che si basano sulla valutazione di una pluralità di indicatori di potenziali anomalie sia mediante visite ispettive nelle agenzie sia mediante la tecnica dei controlli a distanza. La mitigazione del rischio operativo viene inoltre integrata mediante apposite coperture assicurative. Accanto alla metodologia semplificata che prevede la quantificazione del capitale assorbito in misura del 15% della media del margine di intermediazione degli ultimi tre esercizi, viene utilizzato un sistema di raccolta ed analisi dei dati relativi agli eventi di perdita. L’analisi sistematica degli eventi accorsi fornisce inoltre precisi segnali sui processi di maggior debolezza su cui si interviene per mitigare il rischio. RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE – PORTAFOGLIO BANCARIO Il rischio di tasso di interesse è da intendersi come l’eventualità di subire perdite conseguenti alla fluttuazione dei tassi di interesse sulle attività e passività diverse da quelle allocate nel portafoglio di negoziazione di vigilanza. Il principale presidio previsto nell’ordinaria gestione aziendale a fronte di tale rischio è costituito dalla realizzazione di un equilibrato mix di attività e passività sia sotto il profilo dei rendimenti, sia sotto il profilo dei parametri di indicizzazione. La Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità che vengano assunte posizioni eccedenti un determinato livello di rischio definito accettabile al superamento del quale sono attivate opportune azioni correttive. Sempre con l’intento di perseguire lo scopo suddetto, in taluni specifici casi, si è fatto ricorso a derivati di copertura (IRS) contratti sempre con controparti che fanno riferimento al movimento del credito cooperativo (ICCREA). Banca Centropadana Credito Cooperativo 10 Il processo di gestione è presidiato dall’Area Finanza mentre le attività di misurazione, controllo e verifica sono demandate all’Area Controllo e Rischi. RISCHIO DI LIQUIDITA’ Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (funding liquidity risk) e/o di vendere proprie attività sul mercato (asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte a tali impegni. Le fonti del rischio di liquidità a cui la Banca è esposta sono rappresentate principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito. La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alle disposizioni delle Autorità di Vigilanza, persegue gli obiettivi di: • disporre di liquidità in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi; • finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche. A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategia, il CdA della Banca definisce le strategie, politiche, responsabilità, processi, limiti e strumenti per la gestione del rischio liquidità - in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità - formalizzando la “Liquidity Policy” ed il “Contingency Funding Plan”. La relativa regolamentazione interna è stata adottata sulla base dello standard documentale elaborato, alla luce delle linee guida in materia fornite dalla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia, nell’ambito del progetto di Categoria “Basilea 2”. La liquidità della Banca è gestita dall’Area Finanza conformemente ai citati indirizzi strategici stabiliti dal CdA. A tal fine essa si avvale di uno strumento che permette di stimare i fabbisogni e disponibilità di liquidità nei successivi 5 e 30 giorni, alimentato da un apposito applicativo del sistema informativo gestionale ed integrato manualmente con flussi previsionali periodici indicati dalle diverse unità operative. Il controllo del rischio di liquidità è di competenza della Funzione di Gestione dei Rischi ed è finalizzato a garantire la disponibilità di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel breve termine e la diversificazione delle fonti di finanziamento, nonché, al tempo stesso, il mantenimento di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di impieghi e raccolta nel medio/lungo termine. La misurazione e il monitoraggio della posizione di liquidità operativa o di breve periodo della Banca (fino 12 mesi) avviene attraverso: • l’indicatore “Liquidity Coverage Ratio in condizioni di normalità (LCRN)” costituito dal rapporto fra le attività liquide e i flussi di cassa netti calcolati in condizioni di moderato stress. L’indicatore, con monitoraggio giornaliero, è stato definito su una logica analoga alla regola di liquidità a breve termine prevista dal nuovo framework prudenziale di Basilea 3; • la verifica della maturity ladder alimentata con i dati della Matrice dei Conti e con dati gestionali. Tale schema, attraverso la costruzione degli sbilanci (gap) periodali e cumulati, consente di determinare e valutare il fabbisogno (o surplus) finanziario della Banca nell’orizzonte temporale considerato. L’analisi è di tipo statico/deterministico in quanto evidenzia il fabbisogno o la disponibilità di liquidità su un orizzonte temporale di 12 mesi a partire dallo sviluppo dei flussi generati/assorbiti dalle operazioni presenti in bilancio alla data di riferimento dell’osservazione; • l’analisi di indicatori sulla concentrazione della raccolta. Ai fini di valutare la propria vulnerabilità alle situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili, periodicamente sono condotte delle prove di stress. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per la valutazione dell’adeguatezza dei limiti operativi, per la pianificazione e l’avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci e per la revisione periodica del Contingency Funding Plan. Banca Centropadana Credito Cooperativo 11 La liquidità strutturale viene misurata sia in ottica di ex regole di trasformazione delle scadenze sia riguardo all’indicatore NSFR (Net Stable Funding Ratio) di Basilea 3. La liquidità della Banca si mantiene su livelli elevati. Al 31 dicembre 2013 l’importo dei titoli liberi valutati al fair value che compongono le riserve di liquidità stanziabili presso la Banca Centrale Europea (BCE) ammontava a 312,2 milioni di euro, in significativa crescita rispetto ai 174,6 milioni di euro di fine 2012. Il ricorso al rifinanziamento presso la BCE ammonta a 125 milioni di euro ed è rappresentato esclusivamente da raccolta riveniente dalla partecipazione all’asta a 3 anni (LTRO – Long Term Refinancing Operations) effettuate dall’autorità monetaria nel mese di dicembre 2011. Coerentemente con le linee guida del piano industriale e considerati gli impegni di rimborso delle operazioni eseguite con la BCE, particolare e crescente attenzione viene data alla posizione di liquidità della Banca. Ciò anche alla luce del rischio di un significativo incremento degli haircut applicati alle attività stanziate a fronte di operazioni per il rifinanziamento presso la BCE che si configurerebbe nel caso di un eventuale nuovo downgrading dell’Italia da parte di DBRS1, rendendo necessaria l’integrazione delle garanzie. Più in generale, la Banca valuta con attenzione, dato anche il perdurante quadro di incertezza politica, le potenziali conseguenze sul funding connesse alla volatilità del valore di mercato dei titoli di stato. RISCHIO STRATEGICO È il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. La strategia si è consolidata nei decenni passati. Essa è focalizzata sul servizio al territorio nell’assistenza finanziaria ai soci ed alle imprese in esso operanti con sostanziale esclusione di rischi di natura finanziaria. RISCHIO DI REPUTAZIONE La Banca, consapevole dell’importanza dell’elevata reputazione di cui gode, pone costante attenzione alle tematiche di carattere socio-economico ed ambientale, non meno che alla qualità dei prodotti offerti alla propria clientela, al livello dei servizi resi alla stessa e all’adeguatezza e trasparenza delle condizioni economiche applicate. Assume, in tale ambito, estrema importanza la capacità di implementare idonee misure, anche di carattere organizzativo, per preservare la Banca da eventi che possano generare impatti negativi indotti da un deterioramento della propria reputazione e assicurare un’adeguata attenuazione degli impatti derivanti dall’eventuale manifestazione degli stessi. A supporto del monitoraggio della fattispecie di rischio viene analizzata l’evoluzione dei reclami pervenuti, secondo i principali assi di analisi definiti nell’ambito dell’annuale segnalazione di monitoraggio degli stessi promossa dall’Associazione Bancaria Italiana. 1 Con riguardo alle operazioni di rifinanziamento, la BCE tiene conto della valutazione di quattro agenzie di rating - DBRS, Fitch, Moody's e S&P - sia per decidere l'idoneità dei titoli da dare a garanzia nelle operazioni citate, sia per valutare la portata degli scarti di garanzia (haircut) da applicare agli stessi. In particolare, per quanto riguarda l'idoneità occorre che i titoli dati a garanzia abbiano almeno il rating BBB-, ovvero il livello di “investment grade”. Con riguardo agli haircut applicati ai titoli costituiti in garanzia, scatta un significativo incremento degli stessi se si esce dal gruppo “A” dei rating e si passa al 3° grado della scala di merito. Se per lo stesso emittente/debitore o garante sono disponibili più valutazioni di ECAI contrastanti fra loro, si applica la regola del first best (ossia viene presa a riferimento la migliore valutazione disponibile). Di seguito si riporta uno schema di sintesi del quadro attuale dei giudizi di merito sull’Italia: AgenziaRatingData ultimo down/upgradeOutlookMoody’sBaa214 febbraio 2014STABILEStandard & Poor’sBBB9 luglio 2013NEGFitch BBB+25 aprile 2014STABILEDBRSA Low12 aprile 2014NEG Banca Centropadana Credito Cooperativo 12 L’istituzione di una specifica Funzione, permanente, efficace e indipendente, dedicata al presidio e al controllo di conformità alle norme si pone come un presidio organizzativo specificamente rivolto alla gestione e controllo dei rischi legali e di quelli reputazionali a questi collegati. Rientra nel ruolo della Funzione, il compito di contribuire alla diffusione di una cultura aziendale improntata ai principi di onestà, correttezza e rispetto non solo della lettera ma anche dello spirito delle norme coadiuvando, per gli aspetti di competenza, nella realizzazione del modello aziendale di monitoraggio e gestione dei rischi. In tale ambito la Funzione contribuisce a garantire la comunicazione e condivisione a tutti i livelli della struttura aziendale di linee di comportamento ispirate alla tutela degli interessi degli investitori, la definizione di chiare procedure per il collocamento degli strumenti finanziari e dei prodotti alla clientela, la costruzione, sulla base di regole condivise, di una rete di controlli di conformità alle norme atti a prevenire la violazione delle disposizioni, in particolare di quelle incidenti sulla relazione con la clientela. Riguardo alla gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, in ossequio alla disciplina di riferimento, la Banca ha provveduto ad istituire una specifica funzione di controllo di secondo livello che svolge le attività previste ed a nominare il relativo responsabile. RISCHIO RESIDUO Il rischio residuo è il rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla Banca risultino meno efficaci del previsto. Fornisce una misura dell’efficacia delle tecniche di mitigazione del rischio di credito del quale è una declinazione. A fronte dell’esposizione a tale rischio la Banca ha attivato specifici strumenti di controllo di carattere qualitativo nei presidi organizzativi e nei sistemi di monitoraggio che assumono rilevanza anche ai fini dell’ammissibilità delle tecniche di attenuazione del rischio a fini prudenziali. RISCHI CONNESSI CON L’OPERATIVITÀ VERSO SOGGETTI COLLEGATI Per rischio inerente le operazioni con soggetti collegati (ovvero l’insieme costituito dalle parti correlate alla Banca e dai relativi soggetti connessi), si intende il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della Banca possa compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di finanziamenti e ad altre transazioni nei confronti dei medesimi soggetti, con possibili distorsioni nel processo di allocazione delle risorse, esposizione della Banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, nonché potenziali danni per depositanti e azionisti. La disciplina prudenziale, di cui al Capitolo 5 del Titolo V del 9°aggiornamento della circ.263/06 del 12 dicembre 2011 (le Disposizioni), stabilisce limiti prudenziali per le attività di rischio nei confronti di soggetti collegati e la necessità di adottare apposite procedure deliberative “al fine di preservare la corretta allocazione delle risorse e tutelare adeguatamente i terzi da condotte espropriative” con riguardo alle operazioni con soggetti collegati; specifiche indicazioni in materia di assetti organizzativi e controlli interni sono indirizzate al rispetto degli obblighi di prevenzione e gestione dei conflitti di interesse, agli obblighi di censimento dei soggetti collegati e di controllo dell’andamento delle esposizioni verso tali soggetti. Ai sensi delle Disposizioni, il Consiglio di Amministrazione ha disciplinato, attraverso appositi riferimenti normativi interni, i limiti prudenziali e le procedure deliberative applicabili, rispettivamente, all’assunzione di attività di rischio e all’esecuzione di operazioni nei confronti dei soggetti collegati, allo scopo di preservare la correttezza formale e sostanziale di tutte le operazioni con tali soggetti, nonché ad assicurare l’integrità dei relativi processi decisionali da condizionamenti esterni. Nelle Politiche la Banca ha provveduto alla definizione del proprio livello di propensione al rischio in termini di misura massima accettabile delle attività di rischio verso soggetti collegati, con riferimento alla totalità delle esposizioni verso la totalità dei soggetti collegati, accettabile in rapporto al Patrimonio di Vigilanza, nonché alla definizione di una soglia di allerta rispetto al limite di esposizione complessiva nei confronti dei soggetti Banca Centropadana Credito Cooperativo 13 collegati, superata la quale l’assunzione di nuove attività di rischio verso soggetti collegati deve essere assistita da adeguate tecniche di attenuazione del rischio prestate da soggetti indipendenti dai soggetti collegati. Tali riferimenti sono stati integrati, nelle politiche assunte, con assetti organizzativi e controlli interni volti a individuare ruoli e responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti d’interesse, accurato censimento dei soggetti collegati, monitoraggio dell’andamento delle relative esposizioni e del rispetto dei limiti, corretta applicazione delle procedure deliberative definite. RISCHIO DERIVANTE DA INVESTIMENTI PARTECIPATIVI IN IMPRESE NON FINANZIARIE È il rischio conseguente un eccessivo immobilizzo dell’attivo derivante da investimenti partecipativi in imprese non finanziarie: la disciplina prudenziale, di cui al Capitolo 4 del Titolo V della circ.263/06, introdotto con il 9°aggiornamente del 12 dicembre 2011, mira a promuovere il controllo dei rischi e la prevenzione e la corretta gestione dei conflitti di interesse derivante da tali investimenti, conformemente al criterio della sana e prudente gestione, mediante la fissazione di limiti prudenziali e l’indicazione di principi in materia di organizzazione e controlli interni. Coerentemente al principio di proporzionalità e al fine di dare attuazione a tali principi, la Banca ha formalizzato le “Politiche interne in materia di partecipazioni in imprese non finanziarie e di classificazione degli investimenti indiretti in equity”. Nelle suddette politiche la Banca ha definito le tipologie di partecipazioni in imprese non finanziarie detenibili ovvero: • partecipazioni in Organismi di Categoria; • partecipazioni acquisite o detenute con finalità diverse da obiettivi di natura strettamente finanziaria o potenzialmente speculativi; • partecipazioni acquisite o detenute con finalità di natura finanziaria o potenzialmente speculativa. Ha inoltre provveduto ad individuare la propensione al rischio in termini di massimo grado di immobilizzo del patrimonio di vigilanza ritenuto accettabile con riferimento sia al complesso degli investimenti partecipativi in imprese non finanziarie sia ai singoli investimenti. Con riferimento ai livelli di responsabilità e di delega, la Banca ha assegnato al Consiglio di Amministrazione ogni decisione relativa a operazioni con società partecipate, ad eccezione delle operazioni di competenza dell’Assemblea dei soci. TAVOLA 3 COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZAù INFORMATIVA QUALITATIVA Una delle priorità strategiche della Banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali: l’evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Il Patrimonio netto della Banca è determinato dalla somma del capitale sociale e delle riserve di capitale e di utili. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Banca ricorre soprattutto al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti annuali: in ottemperanza Banca Centropadana Credito Cooperativo 14 alle disposizioni normative e statutarie la Banca destina infatti a riserva legale la quasi totalità degli utili netti di esercizio. L’aggregato patrimoniale rilevante ai fini di Vigilanza – il cosiddetto Patrimonio di Vigilanza – viene determinato sulla base delle regole emanate dalla Banca d’Italia (con la Circolare 155/91 “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul Patrimonio di Vigilanza e sui coefficienti prudenziali”, aggiornate alla luce delle “Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche” - Circolare 263/06): esso costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di Vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione della Banca ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori. Il Patrimonio di Vigilanza è calcolato sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinato con l'applicazione delle regole contabili previste dai principi contabili internazionali (IAS/IFRS), tenendo conto dei cosiddetti “filtri prudenziali” che consistono in correzioni apportate alle voci del patrimonio netto di bilancio allo scopo di salvaguardare la qualità del Patrimonio di Vigilanza e di ridurne la potenziale volatilità indotta dall’applicazione degli IAS/IFRS. Il valore del Patrimonio di Vigilanza è determinato come somma algebrica di una serie di componenti positive e negative, la cui computabilità viene ammessa in relazione alla qualità patrimoniale riconosciuta a ciascuna di esse. Gli elementi positivi che costituiscono il patrimonio devono essere nella piena disponibilità della Banca, in modo da essere utilizzati senza limitazioni per la copertura dei rischi e delle perdite aziendali. Il Patrimonio di Vigilanza è costituito dal Patrimonio di base e dal Patrimonio supplementare, aggregati ai quali sono applicati i suddetti “filtri prudenziali” e che scontano altresì la deduzione di alcune poste (“elementi da dedurre”). Di seguito si fornisce una sintetica descrizione degli elementi patrimoniali che formano i citati aggregati. Patrimonio di base (TIER 1): il capitale versato, le riserve e l’utile del periodo costituiscono gli elementi patrimoniali di qualità primaria; a questi si aggiungono i “filtri prudenziali” positivi del Patrimonio di base. Il totale dei suddetti elementi, al netto delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, della perdita del periodo e di quelle registrate in esercizi precedenti, degli “altri elementi negativi”, nonché dei “filtri prudenziali” negativi del Patrimonio di base, costituisce il “Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre”. Il Patrimonio di base è costituito dalla differenza tra il “Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre” ed il 50% degli “elementi da dedurre”. Il Patrimonio di base viene computato nel Patrimonio di Vigilanza senza alcuna limitazione. Patrimonio supplementare (TIER 2): le riserve da valutazione, le passività subordinate di secondo livello, le plusvalenze nette implicite su partecipazioni e gli “altri elementi positivi” costituiscono gli elementi patrimoniali di qualità secondaria; a questi si aggiungono i “filtri prudenziali” positivi del Patrimonio supplementare. Le passività subordinate di secondo livello sono contenute entro il limite del 50% del “Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre”. Il totale dei suddetti elementi, diminuito delle minusvalenze nette implicite su partecipazioni, degli elementi negativi relativi ai crediti, degli altri elementi negativi e dei "filtri prudenziali" negativi del Patrimonio supplementare, costituisce il “Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre”. Il Patrimonio supplementare è costituito dalla differenza tra il “Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre” ed il 50% degli “elementi da dedurre”. Tale aggregato viene computato nel Patrimonio di Vigilanza entro il limite massimo rappresentato dall’ammontare del “Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre”. In relazione ai filtri prudenziali, con riferimento agli aspetti più rilevanti, vengono applicate le seguenti correzioni: per le attività finanziarie disponibili per la vendita, gli utili e le perdite non realizzati, al netto della relativa componente fiscale, vengono compensati distinguendo tra "titoli di debito" e "titoli di capitale"; la minusvalenza netta è dedotta integralmente dal Patrimonio di base, mentre la plusvalenza netta è inclusa al 50% nel Patrimonio supplementare. Sulla base di quanto previsto dalle disposizioni in materia di “Patrimonio di vigilanza – filtri prudenziali” del 18 maggio 2010, la Banca ha esercitato l’opzione di neutralizzare Banca Centropadana Credito Cooperativo 15 integralmente gli effetti delle valutazioni dei titoli emessi dalle Amministrazioni centrali dei paesi dell’UE, allocati nel citato portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita. Tale scelta è stata effettuata entro i termini dettati dalle citate disposizioni e comunicata alla Banca d’Italia. L’opzione è stata applicata alle sole plus-minus rilevate a partire dal 1° gennaio 2010. In seguito all’incorporazione della ex BCC di Creta sono stati inseriti nel patrimonio supplementare due prestiti subordinati in valuta euro, uno sottoscritto da clientela retail e il secondo da altre BCC della regione Emilia Romagna.Tali strumenti presentano caratteristiche coerenti con quelle richieste ai fini della computabilità nel TIER 2 ai sensi del Regolamento n.575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013. STRUMENTI SUBORDINATI TASSO DI INTERESSE STEP UP DATA EMISSION E DATA SCADENZA RIMBORSO ANTICIPATO IMPORTO ORIGINARIO APPORTO AL PATRIMONIO DI VIGILANZA COMPUTABILI TA’ DAL 2014 IT0004398084 Euribor 6 mesi No 01/08/2008 01/08/2016 Non previsto 3.000.000 100% 1.800.000 IT0004765308 Fisso: 4,88% No 28/09/2011 28/09/2019 Non previsto 2.200.000 100% 2.200.000 Il Patrimonio di terzo livello non è presente in quanto la Banca non ricorre a strumenti in esso computabili. Banca Centropadana Credito Cooperativo 16 INFORMATIVA QUANTITATIVA Composizione del patrimonio di vigilanza Elementi positivi del patrimonio di Base Capitale Sovrapprezzo di emissione Riserve 31/12/2013 31/12/2012 29.869 25.317 8.171 8.109 175.630 165.564 Strumenti non innovativi di capitale - - Strumenti innovativi di capitale - - 7.360 7.322 - - Utile del periodo Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio di base Totale elementi positivi del patrimonio di base 221.029 206.312 - - 5.263 5.536 Altre immobilizzazioni immateriali 75 78 Perdite del periodo - - 441 441 Filtri prudenziali: deduzioni del patrimonio di base - 138 Totale elementi negativi del patrimonio di base 5.780 6.193 215.249 200.119 215.249 200.119 8.127 3.883 223.376 204.002 223.376 204.002 Elementi negativi del patrimonio di Base Azioni o quote proprie Avviamento Altri elementi negativi Patrimonio di Base a lordo degli elementi da dedurre Deduzioni del patrimonio di Base Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% del capitale dell'ente partecipato Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell'ente partecipato Partecipazioni in societa' di assicurazione Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP Totale elementi da dedurre TOTALE PATRIMONIO DI BASE TOTALE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE Elementi da dedurre dal patrimonio di Base e Supplementare TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA TOTALE PATRIMONIO DI TERZO LIVELLO TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA E DI TERZO LIVELLO Banca Centropadana Credito Cooperativo 17 TAVOLA 4 ADEGUATEZZA PATRIMONIALE INFORMATIVA QUALITATIVA Il processo di auto-valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) persegue la finalità di misurare la capacità della dotazione patrimoniale di supportare l’operatività corrente e le strategie aziendali in rapporto ai rischi assunti. La Circolare n. 263/2006 della Banca d’Italia, al fine di orientare gli intermediari nella concreta predisposizione dell’ICAAP e nell’identificazione dei requisiti minimi dello stesso che verranno valutati nell’ambito dello SREP (Supervisory Review and Evaluation Process), di competenza dello stesso Organo di Vigilanza, fornisce una interpretazione del principio di proporzionalità che ripartisce le banche in tre classi, caratterizzate da livelli di complessità operativa decrescente, ai quali si applicano requisiti differenziati in ordine all’ICAAP stesso. La Banca rientra nella categoria degli intermediari di Classe 3, categoria costituita dai soggetti finanziari che utilizzano le metodologie standardizzate per il calcolo dei requisiti regolamentari e che dispongono di un attivo pari o inferiore a 3,5 miliardi di euro. In virtù di tale collocazione la Banca determina il capitale interno complessivo mediante un approccio basato sull’utilizzo di metodologie semplificate per la misurazione dei rischi quantificabili, valutazioni qualitative per gli altri rischi rilevanti, analisi di sensibilità semplificate rispetto ai principali rischi assunti e la sommatoria semplice delle misure di capitale interno calcolate a fronte di ciascun rischio (approccio building block). Per capitale interno si intende il capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che si ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso; per capitale interno complessivo si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti. Il processo è articolato in specifiche fasi, delle quali sono responsabili funzioni/unità operative diverse. Il coordinamento è assegnato alla Funzione di Gestione dei Rischi. I rischi sono classificati in due tipologie: • rischi quantificabili, per i quali vengono effettuate apposite metodologie di determinazione del capitale interno: rischio di credito e controparte, rischio di cartolarizzazione, rischio di mercato, rischio operativo, rischio di concentrazione e rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario; • rischi non quantificabili, per i quali non viene determinato un assorbimento patrimoniale, bensì vengono predisposti adeguati sistemi di controllo ed attenuazione: rischio di liquidità, rischio residuo, rischio strategico, rischio di reputazione. Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca utilizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credito, controparte, di mercato e operativo) e gli algoritmi semplificati per i rischi quantificabili rilevanti e diversi dai precedenti (concentrazione e tasso di interesse del portafoglio bancario). Più in dettaglio, come richiamato nella tavola 1, vengono utilizzati: • il metodo standardizzato per il rischio di credito; • il metodo del valore corrente ed il metodo semplificato per il rischio di controparte; • il metodo standardizzato per il rischio di mercato; • il metodo base per il rischio operativo; • l’algoritmo del Granularity Adjustment per il rischio di concentrazione “single-name”; • l’algoritmo semplificato “regolamentare” per il rischio di tasso di interesse. Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, sono mantenuti adeguati presidi interni di controllo e attenuazione. Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti: rischio di credito, rischio di concentrazione sul portafoglio crediti e rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. Nel caso in cui l’analisi dei risultati Banca Centropadana Credito Cooperativo 18 degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi interni posti in essere, viene valutata l’opportunità di adottare appropriate misure organizzative e/o di allocare specifici buffer di capitale interno. La determinazione del capitale interno complessivo viene effettuata con riferimento alla situazione attuale e prospettica. La misurazione del capitale interno complessivo in chiave attuale viene aggiornata con riferimento alla fine di ciascun trimestre. Il livello prospettico viene invece determinato con cadenza annuale in sede di predisposizione del resoconto ICAAP. Banca Centropadana Credito Cooperativo 19 INFORMATIVA QUANTITATIVA Tav. 04 A DESCRIZIONE 31/12/2013 Rischio di Credito, Controparte e Cartolarizzazione 107.303 Rischio di Mercato - Rischio Operativo 9.236 Riduzione dei requisiti per banche appartenenti a gruppi bancari - Altri requisiti - Requisiti specifici (extra solvency) - CAPITALE INTERNO RISCHI I PILASTRO 116.539 Rischio di Concentrazione (Granularity Adjustment) 4.555 Rischio di Tasso d'interesse del Banking Book (shock = 200 pb) 6.944 CAPITALE INTERNO COMPLESSIVO RISCHI I E II PILASTRO (B) 128.038 Patrimonio di Vigilanza 223.376 Altri elementi patrimoniali - CAPITALE COMPLESSIVO (A) 223.376 ADEGUATEZZA PATRIMONIALE (A) - (B) 95.338 Total Risk Ratio RISCHI I PILASTRO 15,33 Tier 1 Ratio RISCHI I PILASTRO 14,78 Total Risk Ratio RISCHI I E II PILASTRO 13,96 Tier 1 Ratio RISCHI I E II PILASTRO Tabella da Resoconto ICAAP 2013 13,45 Total Risk Ratio : rapporto fra il patrimonio di vigilanza ed il totale delle attività di rischio ponderate Tier 1 Ratio : rapporto fra il patrimonio di base ed il totale delle attività di rischio ponderate Tav. 04 B dettaglio rischio credito, controparte e cartolarizzazione ADEGUATEZZA PATRIMONIALE ATTIVITA' RISCHIO DI CREDITO Amministrazioni e Banche Centrali Intermediari Vigilati REQUISITO PATRIMONIALE 31/12/2013 11.954 Enti senza Scopo di Lucro ed Enti del Settore Pubblico 792 Enti Territoriali 126 Organizzazioni Internazionali - BMS 1 Imprese e Altri Soggetti 48.492 Retail 17.776 A b.t. verso Imprese OICR Garantite da Ipoteca su Immobili Covered Bonds Scadute Ad Alto Rischio Altre Esposizioni Esposizioni verso cartolarizzazioni TOTALE Tabella dati di segnalazione di Vigilanza a dicembre 2013 Banca Centropadana Credito Cooperativo 146 9.866 15.225 12 2.412 501 107.303 20 TAVOLA 5 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE INFORMATIVA QUALITATIVA Definizione di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili. In base alla normativa di Vigilanza emanata dalla Banca d’Italia e delle disposizioni interne, le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie: Sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca. Si prescinde dall’esistenza di eventuali garanzie (reali o personali) poste a presidio delle esposizioni. Sono inclusi anche: a) le esposizioni nei confronti degli enti locali (comuni e province) in stato di dissesto finanziario, per la quota parte assoggettata alla pertinente procedura di liquidazione; b) i crediti acquistati da terzi aventi come debitori principali soggetti in sofferenza, indipendentemente dal portafoglio di allocazione contabile. Partite incagliate: esposizioni per cassa e fuori bilancio nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Per la classificazione di tali posizioni si prescinde dall’esistenza di eventuali garanzie personali o reali. Tra le partite incagliate sono incluse, salvo che non ricorrano i presupposti per una loro classificazione fra le sofferenze, le esposizioni verso gli emittenti che non abbiano onorato puntualmente gli obblighi di pagamento (in linea capitale o interessi) relativamente ai titoli di debito quotati. A tal fine si riconosce il “periodo di grazia” previsto dal contratto o, in assenza, riconosciuto dal mercato di quotazione del titolo. Tra le partite incagliate sono in ogni caso incluse (c.d. “incagli oggettivi”) le esposizioni (diverse da quelle classificate in sofferenza o rientranti nei portafogli “Amministrazioni Centrali e Banche Centrali”, “Enti territoriali” ed “Enti del settore pubblico” ai fini del calcolo di requisiti patrimoniali per il rischio di credito e di controparte ) di cui facciano parte: a) finanziamenti verso persone fisiche integralmente assistiti da garanzia ipotecaria concessi per l’acquisto di immobili di tipo residenziale abitati, destinati ad essere abitati o dati in locazione dal debitore, quando sia stata effettuata la notifica del pignoramento al debitore; b) esposizioni, diverse dai finanziamenti di cui al punto precedente, per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: I. risultano scadute e/o sconfinanti in via continuativa: 1. da oltre 150 giorni, nel caso di esposizioni connesse con l’attività di credito al consumo aventi durata originaria inferiore a 36 mesi; 2. da oltre 180 giorni, nel caso di esposizioni connesse con l’attività di credito al consumo avente durata originaria pari o superiore a 36 mesi; 3. da oltre 270 giorni, per le esposizioni diverse da quelle di cui ai precedenti punti 1) e 2); II. l’importo complessivo delle esposizioni di cui al precedente punto 1) e delle altre quote scadute da meno di 150, 180 o 270 giorni (esclusi gli eventuali interessi di mora richiesti al cliente), a seconda del tipo di esposizione che risulta scaduta verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10 per cento dell’intera esposizione verso tale debitore (esclusi gli interessi di mora). Ai fini del calcolo del denominatore si considera il valore contabile per i titoli e l’esposizione per cassa per le altre posizioni di credito; inoltre, nel calcolo sia del numeratore sia del denominatore non si considerano i finanziamenti ipotecari di cui al precedente punto a), a prescindere dall’avvenuta notifica del pignoramento. Per la nozione di continuità dello scaduto Banca Centropadana Credito Cooperativo 21 e/o sconfinamento si fa riferimento a quanto previsto dalla disciplina per le “Esposizioni scadute e/o sconfinanti”, ad eccezione del fatto che non è ammessa la compensazione fra le posizioni scadute e gli sconfinamenti esistenti su alcune linee di credito con i margini disponibili esistenti su altre linee di credito concesse al medesimo debitore. Tale compensazione non è altresì consentita ai fini della determinazione dell’ammontare di esposizione scaduta e/o sconfinante. Esposizioni ristrutturate: esposizioni per cassa e fuori bilancio per le quali a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, si acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (ad esempio, riscadenzamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo a una perdita. Esposizioni scadute e/o sconfinanti: esposizioni per cassa e fuori bilancio diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate, che, alla data di chiusura del periodo, sono scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni (a partire dal 1° gennaio 2012 è infatti terminato il periodo di deroga concesso alle banche italiane per la segnalazione come past due degli sconfinamenti continuativi delle posizioni classificate in determinati portafogli regolamentari dopo 180 giorni anziché 90). Le esposizioni che ricadono nel portafoglio prudenziale “esposizioni garantite da immobili” sono sempre determinate a livello di singola transazione; le restanti esposizioni scadute e/o sconfinanti sono determinate facendo riferimento al singolo debitore. Metodologie adottate per la determinazione delle rettifiche di valore I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo (livello 2 e livello 3) che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le attività finanziarie valutate al fair value. Sono inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari e le operazioni di pronti contro termine. La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato, comprensivo dei costi e dei ricavi di transazione direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Successivamente alla rilevazione iniziale i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione, diminuito/aumentato: dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore, dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo e della differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi, all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito. Nella determinazione del tasso di rendimento effettivo, si procede alla stima dei flussi di cassa considerando tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario che possono influire sugli importi e sulle scadenze, ma non le future perdite su crediti. Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca. Ad ogni data di bilancio viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie. Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (crediti non performing), classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia e in base alle disposizioni interne che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle diverse categorie di rischio: sofferenze; esposizioni incagliate; Banca Centropadana Credito Cooperativo 22 esposizioni ristrutturate; esposizioni scadute. Detti crediti non performing sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore. Se un credito assoggettato a valutazione analitica non evidenzia obiettive riduzioni di valore, lo stesso è inserito in una categoria di attività finanziarie con caratteristiche similari di rischio di credito e quindi sottoposto a valutazione collettiva. I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita - e cioè di norma i crediti in bonis - sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee con caratteristiche simili in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, che consentono di stimare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti. La stima dei flussi nominali futuri attesi si basa sui parametri di “probabilità di insolvenza” ( PD probabilità di default) e di “perdita in caso di insolvenza“ (LGD – loss given default) differenziate per forma tecnica; i flussi così calcolati sono attualizzati sulla base dei tempi medi di recupero, determinati su base storico statistica. La conseguente rettifica di valore è iscritta a conto economico. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di recupero del credito svalutato. Ad ogni data di chiusura del bilancio, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio di crediti in bonis alla stessa data. Banca Centropadana Credito Cooperativo 23 INFORMATIVA QUANTITATIVA Le tabelle che seguono mostrano la distribuzione delle attività finanziarie di cassa e fuori bilancio per portafoglio di appartenenza, area geografica, settore economico, fasce di vita residua (riprezzamento), tipologia di controparte e qualità creditizia con rettifiche di valore. Tav 5 B : Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia Portafogli/qualità Sofferenze 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 5. Crediti verso clientela 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Esposizioni scadute non Altre attività deteriorate Totale 1.965 524.411 1.965 524.411 154.680 1.357.057 154 73.440 41.759 12.175 22.974 72.566 154.680 1.134.143 154 7.417 7.417 Totale al 31.12.2013 73.440 41.759 12.175 22.974 72.566 1.822.770 2.045.684 Totale al 31.12.2012 54.388 38.248 11.081 17.771 70.318 1.498.715 1.690.520 Tabella di Bilancio A.1.1 Tav 5 C 1 : Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela Esposizioni/Aree geografiche ITALIA ALTRI PAESI EUROPEI AMERICA ASIA RESTO DEL MONDO Esposizione netta Esposizione netta Esposizione netta Esposizione netta Esposizione netta A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 73.440 A.2 Incagli 41.759 A.3 Esposizioni ristrutturate 12.175 A.4 Esposizioni scadute 22.973 A.5 Altre esposizioni 1.681.871 255 5 Totale A 1.832.218 255 5 5 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 2.125 B.2 Incagli 1.244 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B 592 131.320 135.281 Totale (A + B) al 31.12.2013 1.967.500 255 Totale (A + B) al 31.12.2012 1.648.818 268 2 2 Tabella di Bilancio B.2 Banca Centropadana Credito Cooperativo 24 Tav 5 C 2: Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche Esposizioni/Aree geografiche ALTRI PAESI EUROPEI Esposizione netta ITALIA Esposizione netta AMERICA ASIA Esposizione netta Esposizione netta RESTO DEL MONDO Esposizione netta A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 203.762 62 Totale A 203.762 62 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 16.682 Totale B 16.682 Totale (A + B) al 31.12.2013 220.443 62 Totale (A + B) al 31.12.2012 174.162 109 Tabella di Bilancio B.3 Tav 5 D: Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela Esposizioni/Controparti A Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B Esposiz. "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A + B) al 31.12.2013 Totale (A + B) al 31.12.2012 Governi Altri enti pubblici Società finanziarie Società di assicurazion e Imprese non finanziarie Altri soggetti Espos. netta Espos. netta Espos. netta Espos. netta Espos. netta Espos. netta 12.878 12.897 63.729 35.278 7.137 17.281 849.734 973.159 9.693 6.480 5.038 5.693 339.021 365.925 8.312 8.315 374.240 331.947 19 475.267 475.267 5.230 5.230 246 246 5.738 5.738 2.376 2.376 2.125 1.241 592 114.647 118.606 475.514 274.724 10.968 21.256 15.272 26.969 1.091.765 994.194 3 Tabella di Bilancio B.1 Banca Centropadana Credito Cooperativo 25 Tav 5 E: Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie – Valuta Euro Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa a vista 352.054 da oltre 1 giorno a7 giorni 5.889 A.1 Titoli di Stato da oltre da oltre 7 giorni 15 giorni a 15 a1 giorni mese 85.763 49.988 79.319 A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti da oltre 1 mese fino a 3 mesi 75.670 da oltre 3 mesi fino a 6 mesi 52.184 da oltre 6 mesi fino a 1 anno 98.040 da oltre 1 anno fino a 5 anni 670.212 651.458 13.969 1.945 4.551 6.497 143.000 220.000 1.417 31 647 1.453 89.700 6.900 34.601 73.693 46.985 90.090 437.512 424.558 Oltre 5 anni indeterminata 9.678 1.961 350.093 - banche 85.768 - clientela 5.889 6.444 9.678 9.678 264.325 5.889 6.444 34.601 73.693 46.985 90.090 437.512 424.558 Passività per cassa 767.130 35.646 31.916 21.764 68.571 81.661 180.653 582.482 90.121 B.1 Depositi e conti correnti 762.343 4.954 18.965 12.109 47.940 34.696 41.282 27.845 762.343 4.954 18.965 12.109 47.940 34.696 41.282 27.845 399 30.692 12.950 9.656 19.139 45.403 135.551 428.992 1.492 1.561 3.820 125.645 42 6.882 65 (1) 1.410 (512) 1.559 1.039 (2) 1 (18) (71) (21) (2) 6.441 73 881 1.161 1.416 705 390 384 73 881 1.161 1.434 776 410 826 65 (1) 1.409 530 1.627 826 66 1.411 775 1.832 2 245 205 - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" 4.388 (14.244) C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale 6.057 - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte 1 1 90.079 2 C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi (14.244) - posizioni lunghe - posizioni corte 3 1.060 3 1.060 14.244 C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale: - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale: Tabella di Bilancio sezione 3 – rischio di liquidità Banca Centropadana Credito Cooperativo 26 Tav 5F: Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela Esposizioni/Controparti Espos. netta Governi Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio Altri enti pubblici Rettifiche Rettifiche Espos. val. val. di netta specifiche portafoglio A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze Società finanziarie Rettifiche Rettifiche Espos. val. val. di netta specifiche portafoglio 19 Imprese di assicurazione Rettifiche Rettifiche Espos. val. val. di netta specifiche portafoglio 28 A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 475.267 5.230 22 12.878 TOTALE A 475.267 5.230 22 12.897 Imprese non finanziarie Rettifiche Rettifiche Espos. val. val. di netta specifiche portafoglio 63.729 44.395 9.693 4.053 35.278 9.661 6.480 1.559 7.137 80 5.038 56 17.281 2.124 5.693 704 57 849.734 57 973.159 56.260 B.1 Sofferenze 2.125 172 B.2 Incagli 1.241 28 Espos. netta Altri soggetti Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio 3.529 339.021 3.529 365.925 1.041 6.372 1.041 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.3 Altre attività deteriorate 3 592 B.4 Altre esposizioni 246 5.738 2.376 (2) 114.647 303 8.312 Totale B 246 5.738 2.376 (2) 118.606 174 303 8.315 Totale (A+B) (T 2013) 475.514 10.968 22 15.272 56 1.091.765 56.434 3.831 374.240 6.372 1.012 Totale (A+B) (T 2012) 274.724 21.256 28 26.969 50 994.194 38.614 2.593 331.947 3.762 644 28 Tabella di Bilancio B.1 Banca Centropadana Credito Cooperativo 27 (29) (29) Figura 1: informazione relativa alle imprese non finanziarie con riferimento alle sole esposizioni per cassa classificate per codice Ateco Settore AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE ATTIVITA'MANIFATTURIERE FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZIONATA FORNITURA DI ACQUA; RETI FOGNARIE, ATTIVITA'DI GESTIONE DEI RIFIUTI E RISANAMENTO COSTRUZIONI COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO ATTIVITA'DEI SERVIZI DI ALLOGGIO E DI RISTORAZIONE SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE Sofferenze esp. rettifiche netta 2.396 3.431 Incagli esp. rettifiche netta 251 62 78 27 213 52 9.183 9.644 2.854 896 Ristrutturati esp. rettifiche netta 3.255 36 Scadute Altri finanziamenti esp. netta rettifiche 59 7 4 1.291 84 92 127.244 575 143.276 11.244 21 3 26.348 127 26.370 129 31.129 134 31.371 260 21.765 11.449 16.954 4.008 7.682 937 212.146 824 258.547 17.218 15.343 13.480 4.513 1.209 1.064 132 125.897 567 146.817 15.387 93 516 159 39 7 1 30.011 131 32.524 712 3.430 1.105 1.012 960 559 69 18.284 74 23.285 2.208 368 73 110 27 401 50 6.635 27 7.514 177 3.287 12 3.288 12 8.066 2.126 ATTIVITA'PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 703 253 858 NOLEGGIO, AGENZIE DI VIAGGIO, SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE 214 201 140 2.254 25 1.629 18 6.121 757 116.964 430 142.433 7.090 211 108 13 22.757 98 24.427 576 34 467 58 15.952 68 16.772 362 AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA 75 ISTRUZIONE ALTRE ATTIVITA'DI SERVIZI ATT.DI FAMIGLIE E CONVIVENZE COME DATORI DI LAVORO PER PERS. DOMESTICO;PROD. DI BENI E SERV. INDIFF. ORGANIZZAZIONI ED ORGANISMI EXTRATERRITORIALI 349 126 3.759 ATTIVITA'ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DIVERTIMENTO 1.001 242 9.654 SANITA' E ASSISTENZA SOCIALE 85.315 rettifiche 740 ATTIVITA'FINANZIARIE E ASSICURATIVE ATTIVITA' IMMOBILIARI esp. netta Totale esp. rettifiche netta 88.022 3.849 94 23 4 5 50 92 15 4 7 192 221 40 10 44 15 13 63.729 44.395 75 425 2 519 8.926 34 8.930 25 39 1 10.271 40 10.343 137 5 7.065 31 7.340 267 15 13 973.160 59.789 NON CLASSIFICATO Totale Tabella da procedura Minerva (matrice W) Banca Centropadana Credito Cooperativo 35.278 9.661 7.137 80 17.281 2.124 849.735 3.529 28 Tav 5G 1: Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela Esposizioni/Aree geografiche Italia Espos. netta Altri Paesi europei Espos. netta Rettifiche America Rettifiche Espos. netta Rettifiche Asia Espos. netta Rettifiche Resto del mondo Espos. netta Rettifiche A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 73.440 48.477 A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute 41.758 11.220 12.175 136 22.973 2.828 A.5 Altre esposizioni 1.681.871 4.648 255 1 5 Totale 1.832.218 67.309 255 1 5 B.1 Sofferenze 2.125 172 B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 1.244 1 592 1 131.320 333 Totale 135.281 507 Totale (A+B) 2013 1.967.500 67.816 255 1 Totale (A+B) 2012 Tabella di Bilancio B.2 1.648.818 45.689 268 1 B. Esposizioni "fuori bilancio" 5 2 2 Tav 5G 2: Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche Esposizioni/Aree geografiche Italia Espos. netta Rettifiche Altri Paesi europei Espos. netta Rettifiche America Espos. netta Rettifiche Asia Espos. netta Rettifiche Resto del mondo Espos. netta Rettifiche A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 203.762 62 Totale A 203.762 62 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 16.682 Totale B 16.682 Totale (A+B) 2013 220.443 62 Totale (A+B) 2012 Tabella di Bilancio B.3 174.162 109 Banca Centropadana Credito Cooperativo 29 Tav 5H : Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive Causali/Categorie A. Rettifiche complessive iniziali Sofferenze 31.675 - di cui: esposizioni cedute non cancellate Esposizioni ristrutturate Incagli 8.567 Esposizioni scadute 100 1.866 41 2.678 1 B. Variazioni in aumento 25.912 7.176 B.1 rettifiche di valore 17.163 4.638 2.583 B.1 bis perdite da cessione B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 2.139 287 B.3 altre variazioni in aumento 6.610 2.252 C. Variazioni in diminuzione 9.110 4.523 C.1 riprese di valore da valutazione 2.568 2.405 C. 2 riprese di valore da incasso 41 31 5 1.717 64 1.165 665 C.2 bis utili da cessione C.3 cancellazioni 5.877 C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 173 1.946 C.5 altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate Tabella di Bilancio A.1.8 552 5 48.477 11.220 136 2.827 1 La voce “C.5 altre variazioni in diminuzione” si riferisce all’elisione degli interessi di mora svalutati. Banca Centropadana Credito Cooperativo 30 TAVOLA 6 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO E ALLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE SPECIALIZZATE E IN STRUMENTI DI CAPITALE NELL’AMBITO DEI METODI IRB INFORMATIVA QUALITATIVA L’adozione della metodologia standardizzata ai fini della determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito comporta la suddivisione delle esposizioni in “portafogli” e l’applicazione a ciascuno di essi di trattamenti prudenziali differenziati, anche in funzione di valutazioni del merito creditizio (rating esterni) rilasciate da agenzie esterne di valutazione del merito di credito (ECAI) ovvero da agenzie di credito alle esportazioni (ECA) riconosciute dalla Banca d’Italia. In tale contesto, tenendo conto delle proprie caratteristiche operative, al fine di verificare gli effetti in termini di requisiti patrimoniali riconducibili alle diverse opzioni percorribili, la Banca ha utilizzato le valutazioni del merito creditizio fornite dall’agenzia Moody’s per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nei seguenti portafogli: • “Amministrazioni centrali e banche centrali”, ed indirettamente, “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti territoriali”; • “Esposizioni verso Imprese e altri soggetti” • “Esposizioni verso Organizzazioni Internazionali” • “Esposizioni verso Banche Multilaterali di Sviluppo” • “Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio” • “Posizioni verso le cartolarizzazioni”. Nel 2013 non è variata la classificazione dello Stato italiano da parte delle agenzie di rating (il 14/02/2014 è migliorato invece l’outlook da ‘negativo’ a ‘stabile’). Il declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia Moody’s nel luglio 2012 ha portato il giudizio sul debito italiano da A3 con prospettive negative a Baa2 con prospettive negative. Il downgrading applicato dall'Agenzia ha determinato per i rating a lungo termine, rispetto al mapping della Banca d'Italia, il passaggio alla classe di merito di credito inferiore, la 3. Conseguentemente, nell’ambito della metodologia standardizzata applicata dalla Banca per la determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ha comportato l’innalzamento dal 50% al 100% del fattore di ponderazione applicato alle esposizioni non a breve termine verso o garantite da intermediari vigilati italiani e alle esposizioni verso o garantite da enti del settore pubblico. Banca Centropadana Credito Cooperativo 31 INFORMATIVA QUANTITATIVA Tav 6 B1 : informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato (classe di merito) Classi di merito creditizio 1 Dati al 31/12/2013 Ante CRM 2 Post CRM Ante CRM 3 Post CRM Ante CRM 4 Post CRM Ante CRM 5 Post CRM Ante CRM 6 Post CRM Ante CRM Unrated Post CRM Ante CRM Deduzioni dal patrimonio di vigilanza Totale Post CRM Ante CRM Post CRM Amministrazione e Banche Centrali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 503.922 508.213 503.922 508.213 0 Intermediari Vigilati 0 237 0 0 99.319 100.659 0 0 0 0 62 62 134.691 134.704 234.071 235.662 0 Enti Territoriali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6.513 7.864 6.513 7.864 0 Enti Set. Pubblico ed Enti senza scopo di lucro 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 10.239 9.898 10.239 9.898 0 Banche Multilaterali di Sviluppo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 46 0 46 0 Organizzazioni Internazionali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 168 0 14 34 0 0 0 0 0 0 0 0 624.168 606.140 624.350 606.174 0 69 0 20 0 0 0 0 0 0 0 0 0 314.070 296.264 314.159 296.264 0 Esposizioni a breve termine verso imprese 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Organismi di invest.collettivo del risparmio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.812 1.825 1.812 1.825 0 Posizioni verso cartolarizzazioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.594 1.594 1.594 1.594 0 Esposizioni garantite da immobili 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 325.053 325.053 325.053 325.053 0 Esposizioni sotto forma di obblig. banc. gar. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Esposizioni scadute 0 0 0 0 1.340 0 0 0 0 0 0 0 151.670 150.469 153.010 150.469 0 Esposizioni appart. a categorie ad alto rischio per fini regolamentari 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 148 148 148 148 0 Altre esposizioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 41.404 73.065 41.404 73.065 0 237 237 34 34 100.659 100.659 0 0 0 0 62 62 2.115.283 2.115.283 2.216.275 2.216.275 0 Imprese ed altri soggetti Retail - Esposizioni al dettaglio Totale Tabella da procedura Minerva Tav 6 B2 : informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato (ponderazione) Banca Centropadana Credito Cooperativo 32 Ponderazione 0% Dati al 31/12/2013 Ante CRM Amministrazione e Banche Centrali 20% Post CRM Ante CRM 35% Post CRM Ante CRM 50% Post CRM Ante CRM 70% Post CRM Ante CRM 75% Post CRM Ante CRM 100% Post CRM Ante CRM 150% Post CRM Ante CRM Altro Post CRM Ante CRM Deduzioni dal patrimonio di vigilanza Totale Post CRM Ante CRM Post CRM 503.922 508.213 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 503.922 508.213 0 9.678 9.678 95.483 95.733 0 0 0 0 0 0 0 0 128.848 130.188 62 62 0 0 234.071 235.662 0 0 0 6.513 7.864 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6.513 7.864 0 341 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 9.898 9.898 0 0 0 0 10.239 9.898 0 Banche Multilaterali di Sviluppo 0 0 0 46 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 46 0 Organizzazioni Internazionali 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Impreseedaltri soggetti 18.017 0 179 0 0 0 14 34 0 0 0 0 606.140 606.140 0 0 0 0 624.350 606.174 0 Retail - Esposizioni al dettaglio 16.318 0 1.556 0 0 0 20 0 0 0 296.264 296.264 0 0 0 0 0 0 314.159 296.264 0 Esposizioni a brevetermine verso imprese 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Organismi di invest.collettivo del risparmio 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.812 1.825 0 0 0 0 1.812 1.825 0 Posizioni verso cartolarizzazioni 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.594 1.594 1.594 1.594 0 Esposizioni garantite da immobili 0 0 0 0 261.643 261.643 63.410 63.410 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 325.053 325.053 0 Esposizioni sotto forma di obblig. banc. gar. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1.160 0 28 0 0 0 4.243 4.243 0 0 0 0 63.649 62.297 83.930 83.930 0 0 153.010 150.469 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 148 148 0 0 0 0 148 148 0 10.537 42.082 927 1.043 0 0 0 0 0 0 0 0 29.940 29.940 0 0 0 0 41.404 73.065 0 559.974 559.974 104.687 104.687 261.643 261.643 67.686 67.686 0 0 296.264 296.264 840.435 840.435 83.992 83.992 1.594 1.594 2.216.275 2.216.275 0 Intermediari Vigilati Enti Territoriali Enti Set. Pubblico ed Enti senza scopo di lucro Esposizioni scadute Esposizioni appart. a categorie ad alto rischio per fini regolamentari Altre esposizioni Totale Tabella da procedura Minerva Banca Centropadana Credito Cooperativo 33 TAVOLA 8 TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO INFORMATIVA QUALITATIVA Politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e “fuori bilancio”. La Banca non ha adottato politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e fuori bilancio. La Banca non ricorre pertanto a tali forme di protezione del rischio di credito e di controparte. Politiche e processi per la valutazione e la gestione delle garanzie reali. Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti – giuridici, economici e organizzativi – previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa. In particolare: sono state predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo; sono state adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito; sono stati affidati a strutture centralizzate, ufficio Legale, i compiti di controllo sui profili di certezza giuridica; sono state sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata; le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono state chiaramente documentate e divulgate. Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differenziate per tipologia di garanzia. Si possono individuare due tipologie di garanzie principali, sia per volumi di credito sia per numerosità della clientela, soggette quindi a normative differenti: ipoteca (su immobili residenziali e commerciali); pegno (su titoli e denaro). Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli. In tale ambito, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo: alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del debitore; alla indipendenza del soggetto incaricato della valutazione ed esecuzione della stima ad un valore non superiore al valore di mercato; alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia; alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di verificare la sussistenza nel tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite; al rispetto della condizione di loan-to-value massimo (rapporto tra fido e valore della garanzia); alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore. Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile a garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici (mediante il servizio Pirelli & C. Real Estate Property). Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata: almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; annualmente per gli immobili di natura non residenziale. Banca Centropadana Credito Cooperativo 34 Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento del patrimonio di vigilanza della Banca) la valutazione è rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni. Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Banca, nell’ambito della definizione delle politiche e processi per la gestione dei rischio di credito e dei limiti e deleghe operative, indirizza l’acquisizione delle stesse a quelle sole aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso. Sono in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie in argomento: assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il merito creditizio del debitore; specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e bene oggetto di garanzia) e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi); qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta presso terzi; durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione. Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato la Banca utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto. La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraverso il monitoraggio del rating dell’emittente/emissione e la valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Principali tipi di garanzie reali accettate. La Banca accetta diversi strumenti a protezione del credito costituiti dalle seguenti categorie: Garanzie ipotecarie ipoteca su beni immobili residenziali; ipoteca su immobili commerciali; Garanzie finanziarie pegno di titoli di debito di propria emissione o emessi da soggetti sovrani; pegno di denaro depositato presso la Banca; pegno su altri strumenti finanziari quotati; pegno su polizze assicurative. Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivati creditizi e il loro merito di credito. Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o persone fisiche (consumatori e non), anche da parte di congiunti del debitore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative. Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercianti, etc.) la Banca acquisisce specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza. Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito a fini CRM in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale. Costituiscono un’eccezione le garanzie personali prestate da consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 t.u.b. e da enti del settore pubblico/territoriali. La Banca non ha posto in essere operazioni su derivati creditizi. Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di credito nell’ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati. Banca Centropadana Credito Cooperativo 35 La Banca allo stato attuale non valuta e gestisce il rischio di concentrazione con riferimento alle garanzie. Banca Centropadana Credito Cooperativo 36 INFORMATIVA QUANTITATIVA La tavola seguente mostra il valore delle esposizioni coperte da garanzie reali e personali, al netto degli scarti prudenziali, suddivise per portafoglio di segnalazione, come identificato dalla vigente normativa di vigilanza. In particolare rilevano le sole garanzie che, a seguito del rispetto di una serie di requisiti stabiliti nelle disposizioni di vigilanza, sono ammesse tra le tecniche di mitigazione del rischio, nell’ambito del metodo standardizzato. Le esposizioni sono al netto delle rettifiche di volatilità previste dalla normativa prudenziale. Non sono presenti garanzie rappresentate da derivati creditizi. Nel computo delle garanzie reali finanziarie assumono rilevanza preminente i depositi ricevuti per operazioni di pronti contro termine. Tav 8 : tecniche di attenuazione del rischio Dati al 31/12/2013 Amministrazione e Banche Centrali Esposizioni coperte Esposizioni coperte da Esposizioni coperte da da garanzie reali garanzie personali derivati su crediti Totale 4.323 0 0 4.323 271 1.340 0 1.611 Enti Territoriali 0 1.351 0 1.351 Enti Set. Pubblico ed Enti senza scopo di lucro 0 0 0 0 46 0 0 46 Intermediari Vigilati Banche Multilaterali di Sviluppo Organizzazioni Internazionali 0 0 0 0 34 0 0 34 Retail - Esposizioni al dettaglio 0 0 0 0 Esposizioni a breve termine verso imprese 0 0 0 0 Organismi di invest.collettivo del risparmio 12 0 0 12 Posizioni verso cartolarizzazioni 0 0 0 1.594 Esposizioni garantite da immobili 0 0 0 0 Esposizioni sotto forma di obblig. banc. gar. 0 0 0 0 Esposizioni scadute Esposizioni appart. a categorie ad alto rischio per fini regolamentari Altre esposizioni 0 0 0 0 0 0 0 0 33.393 0 0 33.393 38.079 2.690 0 42.363 Imprese ed altri soggetti Totale approccio standard Tabella da procedura Minerva Banca Centropadana Credito Cooperativo 37 TAVOLA 9 RISCHIO DI CONTROPARTE INFORMATIVA QUALITATIVA Il rischio di controparte rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa. Il rischio di controparte grava sulle seguenti tipologie di transazione: 1) strumenti derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC): derivati di copertura su prestiti obbligazionari emessi; 2) operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci, operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margini (operazioni SFT); 3) operazioni con regolamento a lungo termine (LST): operazioni a lungo termine in divisa. Tale rischio è, quindi, una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell'insolvenza. INFORMATIVA QUANTITATIVA Rischio di controparte Tipo attività al 31/12/2013 Fair Value Lordo Positivo Riduzione per Fair value positivo compensazione netto (al netto Lordo degli accordi di compensato compensazione) Garanzie Reali Fair value netto (al netto delle compensazioni e delle garanzie) 9.784 9.784 9.784 9.784 162 162 162 Derivati OTC Operazioni SFT/LST Tabella da procedura Minerva EAD, secondo metodo standard Valore nozionale derivati creditizi a copertura rischio controparte 9.784 162 Ripartizione per tipologia di contratti Tipo attività al 31/12/2013 Contratti su tassi interesse Contratti su titoli di capitale Contratti Fx Contratti su crediti Contratti su commodity Derivati OTC Operazioni SFT/LST Tabella da procedura Minerva Banca Centropadana Credito Cooperativo 162 38 TAVOLA 10 OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE INFORMATIVA QUALITATIVA Di seguito si riporta l’informativa riguardante l’attività di cartolarizzazione posta in essere dalla Banca in qualità di originator, ai sensi della L. 130/1999. La normativa richiamata disciplina la cessione “in blocco” di crediti da parte di una società (originator) ad un’altra società appositamente costituita (Special Purpose Vehicle – SPV), la quale a sua volta emette titoli collocabili sul mercato (Asset Backed Securities - ABS), che presentano diversi livelli di subordinazione, al fine di finanziare l’acquisto dei crediti stessi. Le operazioni poste in essere dalla Banca sono le seguenti: Operazione/Veicolo Credico Finance 4 srl Esposizioni cartolarizzate Data di perfezionamento (importo originario) 28.298 26/4/2005 La Banca ha posto in essere esclusivamente cartolarizzazioni di tipo tradizionale. Obiettivi della Banca e tipologie di esposizioni Si elencano di seguito i principali obiettivi perseguiti dalla Banca relativamente all’attività di cartolarizzazione: diversificazione delle fonti di finanziamento, maggiore correlazione delle scadenze fra raccolta ed impieghi, miglioramento dei coefficienti prudenziali di vigilanza. Le operazioni hanno avuto per oggetto crediti performing costituiti da mutui ipotecari concessi a clientela residente in Italia. I progetti, realizzati con l’assistenza di Iccrea Banca, hanno visto la cessione pro-soluto di portafogli di crediti nascenti da mutui ipotecari “in bonis” assistiti da ipoteca di 1° grado erogati dalla banca e da altre BCC-CR consorelle, per un valore nominale complessivo lordo di 1.076 milioni di euro di cui circa 109 relativi alla Banca. Soggetto organizzatore (arranger) è stata Societé Générale Corporate & Investment Banking con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, delle Agenzie Moody’s e Standard and Poor’s. Per l’operazione ci si è avvalsi di Società Veicolo appositamente costituite e omologate come previsto dalla L.130/1999, nelle quali la Banca non detiene interessenze né suoi dipendenti rivestono ruoli societari. L’operazione si è concretizzata per mezzo di più contratti tra loro collegati, il cui schema è di seguito rappresentato: - cessione pro-soluto, da parte degli originator, di un portafoglio di crediti individuati in “blocco”; - acquisizione dei crediti da parte del cessionario/emittente, società veicolo, ed emissione da parte di quest’ultimo di “notes” caratterizzate da un diverso grado di rimborsabilità al fine di reperire mezzi finanziari; - sottoscrizione delle “notes” Senior e Mezzanine da parte di intermediari collocatori; - sottoscrizione da parte dei singoli originators delle notes Serie C – Junior. I titoli di classe C sono stati suddivisi in differenti serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole banche, le quali hanno provveduto a sottoscriverli interamente. Ognuna di queste ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla “pari”. Banca Centropadana Credito Cooperativo 39 Relativamente alle posizioni detenute dalla Banca verso le operazioni di cartolarizzazione dalla stessa realizzate in data antecedente al 30 settembre 2005, si utilizza il metodo standardizzato per il calcolo del requisito patrimoniale (Cfr. sezione III - Titolo II - Capitolo 2 della Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia). Per quanto concerne le operazioni effettuate in data successiva al 1° gennaio 2004, il mantenimento sostanziale dei rischi e dei benefici del portafoglio ceduto comporta, secondo quanto previsto dallo IAS 39, la mancata cancellazione dal bilancio dei crediti sottostanti; di conseguenza, detti attivi continuano a figurare nell’attivo del bilancio della Banca tra le attività cedute non cancellate. Operazioni di cartolarizzazione di “terzi” Nel corso dell'esercizio è stato rimborsato anticipatamente il titolo di classe A (IT0004237696 V.N euro 8.000), detenuto dalla Banca a scopo di investimento, emesso dalla Società Credico Funding 3 srl nel contesto di una emissione di prestiti obbligazionari effettuata dalle Banche di Credito Cooperativo. Il rimborso del titolo ha comportato la rilevazione di un utile da negoziazione di 262 mila euro, iscritto alla voce 100 a) "Crediti" del Conto Economico. INFORMATIVA QUANTITATIVA C.1.7 Attività di servicer - incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo Società veicolo Attività cartolarizzate (dato di fine periodo) Deteriorate In bonis Incassi crediti realizzati nell'anno Deteriorate In bonis Credico Finance 2 senior attività deteriorate 0% Credico Finance 3 Credico Finance 4 Tabella di Bilancio C.1.7 Quota % dei titoli rimborsati (dato di fine periodo) 801 7.456 Banca Centropadana Credito Cooperativo mezzanine attività in bonis attività deteriorate junior attività attività in bonis deteriorate attività in bonis 100% 0% 100% 0% 100% 100% 0% 100% 0% 0% 0% 43 1.424 0% 100% 0% 151 1.618 0% 0% 0% 40 C.1.1 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione distinte per qualità delle attività sottostanti Esposizioni per cassa Qualità attività sottostanti/Esposizioni Senior Esposiz. lorda Esposiz. netta Mezzanine Esposiz. lorda A. Con attività sottostanti proprie : Garanzie rilasciate Junior Esposiz. netta Senior Esposiz. lorda Esposiz. netta 1.594 1.594 1.594 1.594 Esposiz. lorda Mezzanine Esposiz. netta Esposiz. lorda Esposiz. netta Junior Esposiz. lorda Senior Esposiz. netta Esposiz. lorda Esposiz. netta Linee di credito Mezzanine Esposiz. lorda Esposiz. netta Junior Esposiz. lorda Esposiz. netta a) Deteriorate b) altre B. Con attività sottostanti di terzi : a) Deteriorate b) altre Tabella di Bilancio C.1.1 C.1.2 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione "proprie" ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizione Esposizioni per cassa Senior Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni A. Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio A.1 Credico finance 2 -Mutui Ipotecari B. Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio C. Non cancellate dal bilancio C.1 Credico Finance 3 - Mutui Ipotecari C.2 Credico Finance 4 - Mutui Ipotecari Tabella di Bilancio C.1.2 Banca Centropadana Credito Cooperativo Mezzanine Garanzie rilasciate Junior Senior Linee di credito Mezzanine Junior Senior Mezzanine Junior Valore Rettif./r Valore Rettif./ri Valore Rettif./ri Esposiz Rettif./ri Esposiz Rettif./ri Esposiz Rettif./ri Esposiz Rettif./ri Esposiz Rettif./ri Esposiz Rettif./rip di ipr. di di pr. di di pr. di ione pr. di ione pr. di ione pr. di ione pr. di ione pr. di ione r. di bilancio valore bilancio valore bilancio valore netta valore netta valore netta valore netta valore netta valore netta valore 1.594 1.594 1.594 1.594 41 C.1.3 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione "di terzi" ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipo di esposizione Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene esposizioni verso cartolarizzazioni di terzi. Pertanto la tabella non viene riportata Operazioni di cartolarizzazione per fasce di ponderazione Portafoglio Bancario Cartolarizzazioni proprie Portafoglio di Negoziazione Cartolarizzazioni di terzi Cartolarizzazioni proprie Cartolarizzazioni di terzi Fasce di ponderazione Senior Mezzanine Junior Senior Mezzanine Junior Senior Mezzanine Junior Senior Mezzanine Totale Junior Ponderazione al 20% Ponderazione al 50% Ponderazione al 100% Ponderazione al 350% Ponderazione al 1250% - con rating Ponderazione al 1250% - senza rating 1.594 1.594 Totale 1.594 1.594 Banca Centropadana Credito Cooperativo 42 TAVOLA 12 RISCHIO OPERATIVO INFORMATIVA QUALITATIVA E’ il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è anche compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Con riferimento alla misurazione del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Banca, non raggiungendo le specifiche soglie previste per l’accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza, considerate comunque le proprie caratteristiche in termini operativi e dimensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA). Tale metodologia prevede che il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi venga misurato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osservazioni, su base annuale, del margine di intermediazione. INFORMATIVA QUANTITATIVA Descrizione Margine di intermediazione 2013 Valore 66.192 Margine di intermediazione 2012 65.408 Margine di intermediazione 2011 53.120 MEDIA MARGINE D'INTERMEDIAZIONE ULTIMI TRE ESERCIZI 61.573 Rischio Operativo: metodo base (15%) 9.236 Tabella modello rischi quantificabili ICAAP 2013 Banca Centropadana Credito Cooperativo 43 TAVOLA 13 ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE INFORMATIVA QUALITATIVA I titoli di capitale inclusi nel portafoglio bancario si trovano classificati tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e tra le “Partecipazioni”. Gli strumenti classificati tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” sono quelli che la Banca intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere all’occorrenza venduti per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato. I titoli di cui al punto 2.2 sono relativi alle partecipazioni detenute nel capitale di società del movimento del Credito Cooperativo e di società o enti comunque strumentali allo sviluppo dell’attività della Banca. La voce “Quote di OICR” è composta dal Fondo chiuso BCC Private Equity. Tecniche di contabilizzazione e delle metodologie di valutazione utilizzate Titoli di capitale inclusi tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” 1. Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale di tali titoli avviene alla data di regolamento. All’atto della rilevazione iniziale, le attività vengono rilevate al fair value che è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili. 2. Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie continuano ad essere valutate al fair value. Il fair value è definito dal principio contabile IFRS 13 39 come “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di misurazione”2. al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”. Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato rilevate alla data di riferimento del bilancio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, sono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono fondati su dati rilevabili sul mercato. Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli. Laddove l’attività finanziaria subisca una diminuzione di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto, viene stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di 2 L’IFRS 13 Valutazione degli strumenti finanziari si applica per gli esercizi che decorrono dal 1° gennaio 2013 disciplina in un unico principio la misurazione al fair value degli strumenti finanziari e non finanziari in diversi principi (IAS 39, IFRS 7, IAS 40…) L’applicazione del principio è prospettica (ossia non è richiesto il calcolo degli effetti con riferimento ai saldi dell’esercizio precedente inseriti in bilancio ai fini comparativi). L’IFRS 13 trova applicazione ogni volta che un Principio preveda la valutazione di un’attività o passività al fair value oppure l’informativa aggiuntiva sul fair value di un’attività o passività, salvo alcune specifiche esenzioni. Nonostante molti dei concetti dell’IFRS 13 siano coerenti con la pratica attuale, l’aspetto principale del nuovo principio è dato dalle precisazioni introdotte con riferimento alla misurazione del rischio di inadempimento nella determinazione del fair value dei contratti derivati. Tale rischio include sia le variazioni del merito creditizio della controparte sia quelle dell’emittente stesso (Credit Value Adjustment, CVA, e Debit Value Adjustment, DVA). Banca Centropadana Credito Cooperativo 44 conto economico ”Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”. Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al patrimonio netto. La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata a ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale. 3. Criteri di cancellazione Le attività vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi. 4. Criteri di rilevazione delle componenti reddituali I dividendi sono contabilizzati nell’esercizio in cui sono deliberati nella voce “Dividendi e proventi simili”. I proventi e gli oneri derivanti dalla variazione del relativo fair value sono rilevati a patrimonio netto in una specifica riserva sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione, gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita, vengono riversati a conto economico nella voce “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita”. INFORMATIVA QUANTITATIVA 4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita Voci/Valori 1. Titoli di debito 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito Totale (T 2013) Totale (T 2012) Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 493.676 30.735 275.696 45.651 448.025 1.499 30.735 2. Titoli di capitale 2.1 Valutati al fair value 2.2 Valutati al costo 3. Quote di O.I.C.R. 274.197 14.034 13.533 14.034 13.533 148 207 4. Finanziamenti Totale 493.676 Tabella di Bilancio sezione 4 voce 40 30.883 14.034 275.697 207 13.533 Il primo livello di fair value si determina mediante i prezzi quotati in mercati attivi; il secondo livello, prevede l’utilizzo di tecniche di valutazione con input significativi basati su dati osservabili dal mercato, mentre il terzo livello applica tecniche di valutazione con input significativi non basati su dati osservabili dal mercato. Banca Centropadana Credito Cooperativo 45 6.1 Utili (perdite) da cessione o riacquisto: composizione Totale Totale T 2013 Voci/Componenti reddituali Utili Perdite T 2012 Risultato netto Utili Perdite Risultato netto Attività finanziarie 1. Crediti verso banche 777 (12) 765 2. Crediti verso clientela 240 (636) (396) 17.726 (808) 16.918 15.351 (4.590) 10.762 17.726 (808) 16.918 15.351 (4.590) 10.761 18.743 (1.456) 17.287 15.351 (4.590) 10.762 (98) 507 868 (146) 723 (98) 507 868 (146) 723 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.1 Titoli di debito 3.2 Titoli di capitale 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività Passività finanziarie 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 3. Titoli in circolazione 605 Totale passività Tabella di Bilancio sezione 6 voce 100 605 Banca Centropadana Credito Cooperativo 46 TAVOLA 14 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO INFORMATIVA QUALITATIVA Natura del rischio di tasso di interesse Il rischio di tasso sul “portafoglio bancario” rappresenta il rischio attuale o prospettico di diminuzione di valore del patrimonio o di diminuzione del margine d’interesse derivante dagli impatti delle variazioni avverse dei tassi di interesse sulle attività diverse da quelle allocate nel portafoglio di negoziazione di vigilanza. Le fonti di tale rischio sono individuabili principalmente nei processi del Credito, della Raccolta e della Finanza. Misurazione e gestione del rischio ed ipotesi di fondo utilizzate Per la determinazione del capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario la Banca utilizza l’algoritmo semplificato, previsto nell’Allegato C Titolo III Cap.1 della Circolare 263/06 di Banca d’Italia, per la determinazione della variazione del valore economico del portafoglio bancario. Attraverso tale metodologia viene valutato l’impatto di una variazione ipotetica dei tassi sull’esposizione al rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario. A tal fine le attività e le passività vengono preventivamente classificate in fasce temporali in base alla loro vita residua ed aggregate per “valute rilevanti” (le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro come se fossero un'unica valuta). Per ogni aggregato di posizioni viene quindi calcolata, all’interno di ciascuna fascia, la posizione netta, come compensazione tra posizioni attive e posizioni passive. La posizione netta di ogni fascia è moltiplicata per i fattori di ponderazione, ottenuti come prodotto tra una variazione ipotetica dei tassi e un’approssimazione della duration modificata relativa alle singole fasce. Le esposizioni ponderate delle diverse fasce sono sommate tra loro. L’esposizione ponderata netta ottenuta in questo modo approssima la variazione del valore attuale delle poste denominate in una certa valuta nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato. Le esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommate tra loro. In questo modo si ottiene un valore che rappresenta la variazione di valore economico aziendale a fronte dell’ipotizzato scenario sui tassi di interesse. Ai fini della quantificazione del capitale interno in condizioni ordinarie la Banca prende a riferimento uno spostamento parallelo della curva dei tassi pari a +/- 200 bp, in analogia allo scenario contemplato dall’Organo di Vigilanza per la conduzione del cd. supervisory test. Per quanto attiene alla dinamica dei depositi non vincolati si evidenzia che la somma dei c/c passivi e dei depositi liberi sono stati ripartiti secondo le seguenti modalità: - nella fascia "a vista", convenzionalmente, una quota fissa del 25% (c.d. “componente non core”); - per il rimanente importo (c.d. “componente core”) nelle successive otto fasce temporali (da "fino a 1 mese" a "4-5 anni") in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti. Si procede poi a determinare l’indicatore di rischiosità, rappresentato dal rapporto tra il capitale interno e il Patrimonio di Vigilanza. La Banca d’Italia pone come soglia di attenzione un valore pari al 20%. Frequenza di misurazione di questa tipologia di rischio La misurazione viene effettuata su base mensile. Banca Centropadana Credito Cooperativo 47 INFORMATIVA QUANTITATIVA DESCRIZIONE VALORI VARIAZIONE VALORE ECONOMICO PER SHOCK DI +200 pb € 6.944 PATRIMONIO DI VIGILANZA € 223.376 % 3,11% INDICE DI RISCHIOSITA' (Soglia di attenzione = 20%) Tabella da resoconto ICAAP 2013 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE - VALUTA EURO (SHOCK SUPERVISORY -/+ 200 PB) 31/12/2013 FASCIA DESCRIZIONE DMA 0 Dati Non Ripartibili 0 1 A Vista e A Revoca 0 ATTIVITA' PASSIVITA' - - POS.NETTA POND. SHOCK 0 1.119.863 227.390 -200 2 Fino a 1 mese 0,04 160.281 125.525 -200 3 Da oltre 1 mese a 3 mesi 0,16 117.044 245.564 4 Da oltre 3 mesi a 6 mesi 0,36 99.098 189.988 5 Da oltre 6 mesi a 1 anno 0,715 61.062 6 Da oltre 1 anno a 2 anni 1,385 7 Da oltre 2 anni a 3 anni 2,245 8 Da oltre 3 anni a 4 anni POS.NETTA POND. SHOCK + - 0 - - 200 - 28 200 28 -200 411 200 - -200 654 200 - 654 218.550 -200 2.252 200 - 2.252 182.989 430.103 -200 6.845 200 - 6.845 125.860 204.271 -200 3.521 200 - 3.521 3,07 24.374 174.926 -200 9.244 200 - 9.244 9 Da oltre 4 anni a 5 anni 3,855 12.028 170.495 -200 12.218 200 - 12.218 10 Da oltre 5 anni a 7 anni 5,075 36.580 50.893 -200 1.453 200 - 11 Da oltre 7 anni a 10 anni 6,63 177.069 34.329 -200 - 18.927 200 18.927 12 Da oltre 10 anni a 15 anni 8,92 85.224 51 -200 - 15.195 200 15.195 13 Da oltre 15 anni a 20 anni 11,215 39.530 13 -200 - 8.864 200 8.864 14 Da oltre 20 13,015 2.030 - -200 - 528 200 - 6.944 TOTALI Tabella modello rischi quantificabili ICAAP 2013 2.243.032 - 2.072.096 411 1.453 528 6.944 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE - ALTRE VALUTE (SHOCK SUPERVISORY -/+ 200 PB) 31/12/2013 FASCIA DESCRIZIONE DMA ATTIVITA' PASSIVITA' - - POS.NETTA POND. SHOCK - POS.NETT A POND. SHOCK + 0 Dati Non Ripartibili 0 0 - 0 1 A Vista e A Revoca 0 7.243 627 -200 - 200 2 Fino a 1 mese 0,04 7.161 13.023 -200 3 Da oltre 1 mese a 3 mesi 0,16 3.058 2.887 -200 4 Da oltre 3 mesi a 6 mesi 0,36 1.177 1.229 5 Da oltre 6 mesi a 1 anno 0,715 702 6 Da oltre 1 anno a 2 anni 1,385 361 7 Da oltre 2 anni a 3 anni 2,245 8 Da oltre 3 anni a 4 anni - 5 200 1 200 -200 1 200 - 1 785 -200 1 200 - 1 548 -200 5 200 - 5 - 207 -200 9 200 - 9 3,07 - 207 -200 13 200 - 13 9 Da oltre 4 anni a 5 anni 3,855 - 207 -200 16 200 - 16 10 Da oltre 5 anni a 7 anni 5,075 - - -200 - 200 - 11 Da oltre 7 anni a 10 anni 6,63 - - -200 - 200 - 12 Da oltre 10 anni a 15 anni 8,92 - - -200 - 200 - 13 Da oltre 15 anni a 20 anni 11,215 - - -200 - 200 - 14 Da oltre 20 13,015 - - -200 - 200 TOTALI Tabella modello rischi quantificabili ICAAP 2013 Banca Centropadana Credito Cooperativo 19.702 19.720 - 49 - 5 1 - 49 48 TAVOLA 15 SISTEMI E PRASSI DI REMUNERAZIONE E INCENTIVAZIONE INFORMATIVA QUALITATIVA Processo decisionale seguito per definire le politiche di remunerazione In ossequio a quanto previsto dalla normativa, le politiche e le prassi di remunerazione che la Banca ha adottato sono in linea con le strategie e gli obiettivi aziendali di lungo periodo e sono collegate ai risultati aziendali definiti in sede di pianificazione strategica e operativa. Le politiche citate si fondano sul rispetto della vigente normativa e si ispirano ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. In particolare, il sistema di remunerazione e incentivazione della Banca si ispira ai seguenti principi: promuovere il rispetto della legge e disincentivare qualsiasi violazione; essere coerente con gli obiettivi della Banca, la cultura aziendale e il complessivo assetto di governo societario e dei controlli interni nonché con le politiche di prudente gestione del rischio e le strategie di lungo periodo; tenere nella dovuta considerazione le politiche di contenimento del rischio; non creare situazioni di conflitto di interesse; non disincentivare, negli organi e nelle funzioni a ciò deputate, l'attività di controllo; attrarre e mantenere nell’azienda soggetti aventi professionalità e capacità adeguate alle esigenze della banca; improntare i comportamenti alla massima correttezza nelle relazioni con la clientela. La Banca ha proceduto all’analisi delle Disposizioni in materia di Organizzazione e Governo Societario emanate dalla Banca d’Italia il 30 marzo 2011 (nel seguito “Provvedimento”) e all’applicazione delle stesse secondo il principio di proporzionalità. In virtù di tale principio, nella definizione delle politiche di remunerazione si è tenuto conto - oltre che dei profili dimensionali e di complessità operativa della banca – del suo modello giuridico e di business e dei conseguenti livelli di rischio ai quali può risultare esposta. A tale ultimo proposito la Banca, per la natura cooperativa e mutualistica che le è propria, non persegue attività speculative e adotta un modello di banca tradizionale che limita significativamente, rispetto ad altre istituzioni finanziarie, l’assunzione del rischio. L’attività della Banca si rivolge prevalentemente nei confronti dei soci e in un contesto di forte radicamento nel territorio, di cui è espressione. Alla luce di ciò, la Banca, avvalendosi delle facoltà di deroga concesse agli intermediari di minori dimensioni, ha deliberato di non applicare le Disposizioni della Banca d’Italia attinenti: il riconoscimento di una quota sostanziale di retribuzione variabile in azioni o strumenti innovativi e non innovativi di capitale (paragrafo 5.2.3 delle Disposizioni); Banca Centropadana Credito Cooperativo 49 il differimento nel tempo di una quota sostanziale della retribuzione variabile e, conseguentemente, i meccanismi di correzione (cd. sistemi di malus) che operano durante il periodo di differimento (paragrafi 5.2.4 e 5.2.5 delle Disposizioni); il trattenimento per cinque anni e l’assoggettamento a meccanismi di rettifica ex post dei benefici pensionistici discrezionali (paragrafo 5.3 secondo periodo delle Disposizioni). La Banca ha inoltre deciso di non istituire il Comitato di Remunerazione nell’ambito del Consiglio di Amministrazione, mantenendo le relative funzioni in capo al medesimo organo amministrativo, ai cui compiti, pertanto, si aggiungono i seguenti: vigilare direttamente sulla corretta applicazione delle regole relative alla remunerazione dei responsabili (e degli addetti di inquadramento più elevato) delle funzioni di controllo interno, in stretto raccordo con l’organo con funzione di controllo; assicurare il coinvolgimento delle funzioni aziendali competenti nel processo di elaborazione e controllo delle politiche e prassi di remunerazione; esprimersi, anche avvalendosi delle informazioni ricevute dalle funzioni aziendali competenti, sul raggiungimento degli obiettivi di performance cui sono legate le componenti variabili delle remunerazioni e sull’accertamento delle altre condizioni poste per l’erogazione delle stesse; fornire adeguato riscontro sull’attività svolta all’Assemblea. Ciò premesso, sempre in applicazione del già citato principio di proporzionalità, la Banca ha definito le proprie politiche di remunerazione, fermo restando il rispetto degli obiettivi del Provvedimento, tenendo conto dei peculiari profili organizzativi e dimensionali, dello specifico profilo di esposizione ai rischi nonché della necessaria osservanza della specifica disciplina contrattuale, collettiva ovvero individuale, applicabile. In applicazione del paragrafo 3.2 delle citate Disposizioni, la Banca ha condotto un’autovalutazione finalizzata a identificare la “categoria del personale più rilevante” sulla cui base ha individuato i seguenti soggetti: 1. Amministratori componenti il Comitato Esecutivo 2. il Direttore Generale 3. i Vice Direttori Generali 4. il Responsabile Area Crediti e Estero; 5. il Responsabile Area Controllo e Rischi. Si riportano di seguito i principali riferimenti con riguardo alle diverse categorie interessate. Amministratori Gli Amministratori: sono destinatari di un compenso fisso stabilito dall'Assemblea e di un gettone di presenza per la partecipazione ad ogni riunione del Consiglio di amministrazione e di ogni altra commissione od organismo e del rimborso delle spese effettivamente sostenute per l'espletamento delle loro funzioni Banca Centropadana Credito Cooperativo 50 ovvero, in caso di uso di autovettura propria, del rimborso chilometrico sulla base delle tabelle concordate per il personale dipendente di cui al vigente CCNL (sulla base delle vigenti tabelle ACI); gli amministratori membri del Comitato Esecutivo sono inoltre destinatari di un compenso fisso stabilito dall'Assemblea e di un gettone di presenza per la partecipazione ad ogni riunione del Comitato Esecutivo e del rimborso delle spese effettivamente sostenute per l'espletamento delle loro funzioni ovvero, in caso di uso di autovettura propria, del rimborso chilometrico sulla base delle tabelle concordate per il personale dipendente di cui al vigente CCNL (sulla base delle vigenti tabelle ACI); in nessun caso gli Amministratori, anche se investiti di particolari cariche, sono destinatari di remunerazione a fronte del raggiungimento di indici di redditività o di utili; tutti gli Amministratori dispongono di una polizza assicurativa "infortuni" e di una polizza assicurativa "responsabilità civile", deliberate anch’esse dall’Assemblea. Il Consiglio di Amministrazione - sentito il parere del Collegio sindacale e nel rispetto della deliberazioni assunte in materia dall’Assemblea – stabilisce, ai sensi degli artt. 2389 c.c. e 39 dello Statuto, la remunerazione degli Amministratori investiti di particolari cariche contemplate dallo Statuto - e precisamente del Presidente, del Vice Presidente vicario e dei Vice Presidenti - correlando la remunerazione all’impegno richiesto dalla carica, ai compiti assegnati e alle connesse responsabilità nonché alle remunerazioni mediamente riconosciute dalle BCC lombarde . Per quanto concerne in particolare il Presidente, le disposizioni di Statuto gli assegnano un ruolo di coordinamento dei lavori del Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea nonché l’onere di far pervenire ai membri del Consiglio di Amministrazione adeguate informazioni sulle materie oggetto delle sedute consiliari. Più in generale, il Presidente si pone quale soggetto che indirizza e coordina l’attività degli Organi collegiali. A questa funzione si aggiungono i compiti di legale rappresentante della società propri del Presidente ed infine, nella specifica realtà della Banca di Credito Cooperativo, il particolare impegno a cui il Presidente è chiamato nella relazione con la base sociale. Analoghe considerazioni possono svolgersi per il Vice Presidente vicario e i Vice Presidenti sia per i profili di sostituzione del Presidente che per i naturali rapporti di stretta collaborazione che si instaurano fra detti esponenti aziendali. Sindaci I Sindaci sono destinatari: di un compenso fisso stabilito dall'Assemblea, di un gettone di presenza per la partecipazione ad ogni riunione del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo e del rimborso delle spese sostenute per l'espletamento delle loro funzioni; non sono destinatari di alcuna remunerazione variabile o collegata ai risultati della Banca o dell’Organo cui appartengono; dispongono di una polizza assicurativa "infortuni" e di una polizza assicurativa "responsabilità civile", deliberate dall’Assemblea. Banca Centropadana Credito Cooperativo 51 Revisione Legale dei Conti Il corrispettivo spettante al soggetto incaricato della revisione legale dei conti, ai sensi del D.lgs. n. 39/2010 è determinato dall’Assemblea all’atto del conferimento dell’incarico e per l’intera durata dello stesso. Processo di adozione e controllo delle politiche di remunerazione Nel rispetto di quanto previsto dalle Disposizioni della Banca d’Italia, il processo di adozione e controllo delle politiche di remunerazione a favore del personale dipendente mira a pervenire a sistemi di remunerazione in linea con gli indirizzi e gli obiettivi aziendali di lungo periodo, collegati con i risultati aziendali opportunamente corretti per tenere conto dei rischi, coerenti con i livelli di capitale e liquidità necessari per fronteggiare le attività intraprese e, in ogni caso, tali da non creare incentivi distorti che possano indurre a violazioni normative o ad un’eccessiva assunzione di rischi. Il trattamento economico riconosciuto al personale dipendente è stabilito dal Consiglio di Amministrazione, nel rispetto delle deliberazioni assunte in materia dall’Assemblea e della normativa legale e contrattuale applicabile. Esso si compone di una quota fissa, ossia stabile e non aleatoria, e di una quota variabile, che può ridursi o azzerarsi in relazione alla dinamica dei risultati corretti per i rischi assunti. L’incidenza della retribuzione complessiva annua lorda variabile rispetto alla retribuzione complessiva annua lorda fissa deve essere opportunamente bilanciata, per favorire una corretta propensione verso i risultati e l’efficienza e garantire un’adeguata flessibilità nella struttura dei costi. Essa in ogni caso è contenuta entro limiti massimi prestabiliti dall’Assemblea con riguardo alle diverse categorie professionali e figure aziendali. I criteri generali della politica di remunerazione sono accessibili a tutto il personale cui si applicano, nel rispetto del diritto di riservatezza di ciascun soggetto. I parametri utilizzati per determinare la componente variabile della remunerazione sono ben individuati, oggettivi e di immediata valutazione. Il personale interessato è informato in anticipo di tali parametri. I criteri su cui si basano le valutazioni sono chiari e predeterminati e il processo decisionale è adeguatamente documentato e reso trasparente a ciascun soggetto interessato. Il Consiglio di Amministrazione riesamina con periodicità annuale le politiche di remunerazione ed è responsabile della loro corretta attuazione. L’aderenza del sistema retributivo ai valori fondanti della Banca trova un ulteriore e significativo momento di verifica e conferma nel presidio esercitato sulla materia da parte delle funzioni di controllo e di quelle chiamate a gestire le risorse umane, alle quali spetta il compito di promuovere una cultura aziendale orientata al rispetto non solo formale ma anche sostanziale delle norme e che, in tale veste, sono chiamate a esprimersi sulla coerenza e correttezza delle politiche retributive. In particolare, l'attuazione delle politiche di remunerazione adottate è soggetta, con cadenza almeno annuale, a verifica da parte delle funzioni di controllo interno, ciascuna secondo le rispettive competenze: la funzione di compliance esprime una valutazione ex ante in merito alla rispondenza delle politiche di remunerazione al quadro normativo ed è chiamata inoltre nella fase ex post a controllare la coerenza del sistema di remunerazione adottato con le politiche di gestione del rischio dalla banca, in modo che siano opportunamente contenuti i rischi legali e reputazionali insiti soprattutto nella relazioni con la clientela; la funzione di revisione interna verifica, con frequenza almeno annuale, la rispondenza delle prassi di remunerazione alle politiche approvate dall’assemblea e alla normativa emanata dalla Banca d’Italia. Banca Centropadana Credito Cooperativo 52 La pianificazione delle attività delle due funzioni tiene conto dei citati compiti di verifica. Entrambe le funzioni devono riferire sui risultati delle verifiche compiute al Consiglio di Amministrazione per l’adozione di eventuali misure correttive. Gli esiti delle verifiche condotte sono portati a conoscenza dell’Assemblea. Modalità attraverso le quali è assicurato il collegamento tra la remunerazione e i risultati La retribuzione variabile è prevista per il solo personale dipendente e si compone delle seguenti voci. premio di risultato e premio annuale per i dirigenti, previsti dai contratti collettivi di lavoro applicabili al credito cooperativo; incentivi collegati al raggiungimento di specifici obiettivi di tipo aziendale o individuale (diversi da quelli utilizzati per i premi di cui alla contrattazione collettiva), previsti dal sistema incentivante applicabile a tutto il personale, erogati sulla base dei seguenti criteri e principi generali: - perseguire obiettivi di sviluppo assicurando correttezza nelle relazioni con la clientela, tutela e fidelizzazione della stessa, contenimento dei rischi legali e reputazionali, rispetto delle norme di legge, regolamentari e di auto-disciplina applicabili nonché dei valori e degli obiettivi declinati nella Carta dei Valori del Credito Cooperativo, come strumento di cooperazione e collaborazione tra risorse umane; - favorire lo svolgimento dell’attività lavorativa con la professionalità richiesta dalla natura dei compiti e delle funzioni esercitate, adoperando il massimo impegno nel conseguimento degli obiettivi assegnati e svolgendo con diligenza le necessarie attività di approfondimento ed aggiornamento; - assegnare obiettivi riferibili alle caratteristiche specifiche di ciascuna posizione, trasversali e relativi ad attività comuni, riferiti ad un orizzonte temporale annuale o, se possibile, pluriennale; - prevedere l’erogazione dei premi al raggiungimento di specifici obiettivi e solo se gli indicatori di performance e di rischio registrati sono coerenti con i contenuti del Piano Strategico aziendale, del Budget e del resoconto ICAAP approvati dal Consiglio di Amministrazione. Ai sensi dell’Articolo 50 del CCNL per i quadri direttivi e il personale delle aree professionali non può essere adottato un sistema incentivante laddove: - con riferimento al bilancio dell’anno immediatamente precedente non si sia in possesso dei requisiti per l’erogazione del Premio di risultato disciplinato dall’Articolo 48 del CCNL; - nell’anno immediatamente precedente all’adozione del sistema incentivante, la Banca sia stata oggetto di intervento da parte dei “Fondi di Garanzia” del Movimento ovvero, al momento dell’adozione del sistema, la banca sia in attesa di detto intervento; - nell’anno immediatamente precedente all’adozione del sistema incentivante la banca sia stata destinataria di una delle misure emergenziali di cui all’art. 22, parte terza, del CCNL ovvero tali azioni siano state avviate al momento dell’adozione del sistema I medesimi vincoli sono adottati con riguardo al Direttore Generale e agli altri dirigenti. ulteriori erogazioni una tantum, di natura discrezionale e non continuativa, che possono coinvolgere uno o più soggetti, con cui si premiano prestazioni lavorative particolarmente meritevoli o erogate in occasione di speciali ricorrenze od eventi. Banca Centropadana Credito Cooperativo 53 Anche nel caso siano stati raggiunti gli obiettivi di performance assegnati, qualora l’esercizio di riferimento chiuda in perdita o con un risultato di gestione – rettificato per tenere conto dei rischi – negativo, non viene riconosciuta e pagata la remunerazione incentivante delle figure apicali appartenenti al personale più rilevante e la remunerazione incentivante eventualmente spettante al restante personale subisce una significativa riduzione. Specifiche clausole di claw back possono essere previste, ove la Banca le reputi opportune, in considerazione del criterio di proporzionalità - avuto riguardo all’appartenenza del beneficiario alla categoria del “personale più rilevate”, all’ammontare del bonus e della causa che ne ha occasionato l’erogazione. Dette clausole dispongono che, in presenza di comportamenti fraudolenti, colpa grave o violazione delle Disposizioni della Banca d’Italia o della normativa aziendale in materia di politiche di remunerazione, il dipendente è obbligato alla restituzione, in tutto o in parte, delle somme erogate a titolo incentivante. Tale obbligo è circoscritto a 3 anni successivi alla corresponsione delle somme. In casi eccezionali e limitatamente al primo anno di impiego è prevista la possibilità di riconoscere determinate forme di remunerazione variabile garantita, e in particolare: in occasione della definizione della lettera di impegno ad assumere, un compenso a fronte dell’impegno a instaurare, in un momento successivo e in esclusiva, un rapporto di lavoro con l’azienda (cd. sign on bonus); in occasione dell’instaurazione del rapporto, un compenso di ingresso (cd. welcome bonus). L’importo erogato a fronte di queste fattispecie viene comunque definito secondo adeguati limiti in termini di annualità, comunque non superiori a sei mensilità di retribuzione lorda del neo assunto. La Banca può inoltre: stipulare con il personale accordi individuali di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro - anche al fine di minimizzare il rischio di eventuali oneri aziendali connessi a vertenze - che prevedano il riconoscimento di un’incentivazione all’esodo anche con criteri e modalità riconducibili alle previsioni contrattuali vigenti; a conclusione del rapporto di lavoro, prevedere a favore di taluni dipendenti delle diverse categorie professionali distintisi particolarmente per merito e fidelizzazione all’azienda, la corresponsione di un riconoscimento economico per l’impegno lavorativo profuso, in aggiunta alle spettanze di fine rapporto. L’importo erogato a fronte delle due fattispecie sopra richiamate deve essere di contenuta entità e non può in ogni caso essere superiore a 24 mensilità di retribuzione annua lorda fissa del dipendente interessato. Sono inoltre ammesse per il Direttore Generale e gli altri Dirigenti clausole contrattuali in forza delle quali la Banca, nel caso in cui receda anticipatamente dal rapporto di lavoro, si impegna a corrispondere un compenso predeterminato, ulteriore rispetto alle spettanze di fine rapporto (cd. golden parachutes). Tale compenso può consistere in mensilità di preavviso ulteriori rispetto a quelle previste dalla contrattazione collettiva. Tali clausole - se ritenute opportune dal Consiglio di Amministrazione - sono definite in conformità alla strategia aziendale, agli obiettivi, ai valori e agli interessi a lungo termine della banca. In ogni caso, i compensi erogati a tale titolo sono collegati alla performance realizzata e ai rischi assunti, sono limitati al massimo a 24 mensilità della retribuzione lorda fissa del dirigente interessato e sono assoggettati a Banca Centropadana Credito Cooperativo 54 meccanismi di correzione ex post operanti attraverso l’apposizione di clausole di claw back o, in caso di differimento, di malus. Ove ne ricorrano i presupposti, la Banca può attivare incentivi all’esodo rispondenti a logiche di contenimento dei costi aziendali e razionalizzazione della compagine del personale ovvero finalizzati a favorire l’adesione a misure di sostegno previste, dalla legge o dalla contrattazione collettiva, per la generalità dei dipendenti. La relativa definizione non dovrà produrre effetti distorsivi ex ante sui comportamenti del personale e dovrà prevedere clausole di claw back per i casi di comportamenti fraudolenti o di colpa grave e di compensi corrisposti in violazione delle Disposizioni della Banca d’Italia o della normativa aziendale in materia di politiche di remunerazione. Tale obbligo è circoscritto a 3 (tre) anni successivi alla corresponsione dell’incentivo. Qualora la Banca intendesse attivare incentivi all’esodo nei confronti di soggetti appartenenti al “personale più rilevante”, questi dovranno inoltre rispettare, in quanto applicabili, le regole previste dal Paragrafo 5 delle Disposizioni della Banca d’Italia, attinenti il collegamento alle performance realizzate e ai rischi. Personale dipendente Direttore Generale e altri Dirigenti Il trattamento economico riconosciuto al Direttore Generale e agli altri Dirigenti è stabilito dal Consiglio di Amministrazione, al quale compete la loro nomina e la determinazione delle loro attribuzioni, ai sensi dell’art. 35 dello Statuto sociale. Esso è individuato - previa verifica della sua sostenibilità economica e patrimoniale in modo tale da attrarre e mantenere in azienda soggetti aventi professionalità e capacità adeguate alle esigenze dell’impresa. Detto trattamento economico consta di una parte fissa e invariabile - cioè non correlata a risultati aziendali o individuali, né ad iniziative premianti o incentivanti - e di un parte variabile. La parte fissa si compone delle seguenti voci: • stipendio; • eventuali trattamenti indennitari e/o erogazioni connesse all’anzianità di servizio e/o a modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, previsti dalla contrattazione collettiva di lavoro, compensi per la partecipazione ai lavori del Consiglio di Amministrazione; • altre voci costanti nel tempo, previste dalla contrattazione collettiva di lavoro ovvero frutto di pattuizioni individuali (quali, ad esempio, emolumenti ad personam riconosciuti al fine di acquisire o mantenere particolari professionalità ovvero in occasione del conferimento di particolari incarichi); • benefit: forme di retribuzione in natura (comunque soggette al regime fiscale e contributivo previsto dalla normativa vigente), anche frutto di pattuizioni individuali, finalizzate a riconoscere una particolare prestazione. I benefit comprendono comodato d’uso di autovettura, buoni benzina e buoni pasto (come previsto dalla contrattazione collettiva nazionale). La contrattazione collettiva di lavoro, inoltre, dispone in favore dei dirigenti sistemi integrativi di natura assistenziale e previdenziale. La parte variabile, correlata a risultati aziendali o individuali, comprende: Banca Centropadana Credito Cooperativo 55 • premio annuale erogato, sulla base di risultati aziendali conseguiti, ai sensi dell’art. 18 del CCNL Dirigenti; poiché la disposizione contrattuale citata non esprime parametri specifici a cui è collegato il premio in parola, riferendosi, in via generica, ai “risultati aziendali conseguiti”, l’erogazione dello stesso avviene in considerazione di criteri atti ad assicurare la correlazione del premio all’effettività/stabilità di risultati di gestione positivi (tenendo conto, ad esempio, dell’andamento dei volumi, del migliore assetto organizzativo, del risultato lordo di gestione, del raggiungimento di un utile di esercizio, del contenimento del rischio, dell’adeguatezza patrimoniale, dell’equilibrio finanziario) adeguatamente corretti per i rischi. Il premio viene corrisposto rapportando detti risultati conseguiti con quelli ottenuti nel corso degli esercizi precedenti e verificando la rispondenza a definiti parametri e criteri di bilancio, patrimonializzazione e rischiosità; • incentivi: la Banca ha previsto un sistema incentivante ai sensi dell’art. 19 del CCNL Dirigenti (incentivi ulteriori rispetto al premio di cui all’art. 18 del CCNL Dirigenti) al fine di incrementare la motivazione al raggiungimento di obiettivi di miglioramento predeterminati, in coerenza con i piani strategici aziendali, in una prospettiva di stabilità/effettività dei risultati. Fermi i principi già enunciati, gli incentivi sono correlati, in via prevalente, a indicatori di natura economica, rappresentati da parametri pluriennali di misurazione delle performance, nonché al completamento delle attività progettuali così come previste nel piano industriale triennale; • ulteriori erogazioni una tantum connesse a prestazioni meritevoli in termini di efficacia e di efficienza, riferite a particolari progetti o eventi. Consistono in erogazioni di natura discrezionale e non continuativa, riconosciute in unica soluzione, che possono coinvolgere uno o più soggetti, con cui si premia una prestazione particolarmente significativa per qualità e per importanza oppure il compimento di un progetto o, in genere, di un incarico oppure che vengono corrisposte in occasione di particolari ricorrenze o di eventi di carattere straordinario. Al fine di assicurare un prudente equilibrio fra la componente fissa e variabile della remunerazione per non limitare la capacità di mantenere o raggiungere un livello di patrimonializzazione adeguato ai rischi assunti, il rapporto fra la parte variabile, rappresentata dagli emolumenti sopra indicati, e la parte lorda fissa non può eccedere la percentuale del 40%. Infine, al Direttore Generale e agli altri dirigenti compete il trattamento di fine rapporto in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, come stabilito dall’art. 2120 c.c. e dall’art. 58 del CCNL Dirigenti. Qualora ricorrano i presupposti per l’attivazione di incentivi all’esodo applicati nei confronti di dirigenti rientranti nella categoria del personale rilevante, questi dovranno rispettare le regole previste dalle Disposizioni (par. 5) con riguardo alla struttura della componente variabile della remunerazione, attinenti il collegamento alle performance realizzate e ai rischi assunti e la previsione di meccanismi di claw back per i casi di comportamenti fraudolenti o di colpa grava e per i compensi corrisposti in violazione delle Disposizioni. Le informazioni sui compensi corrisposti al Direttore Generale e agli altri dirigenti, ai sensi di quanto disciplinato dal paragrafo 16 dello IAS 24, sono riportate nella parte H della Nota Integrativa al Bilancio di esercizio, nell’ambito delle informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategiche. Quadri Direttivi e Aree Professionali Il trattamento economico applicato ai quadri direttivi e alle aree professionali si compone di una parte fissa e invariabile - cioè non correlata a risultati aziendali o individuali, né ad iniziative premianti o incentivanti - e di un parte variabile. La parte fissa si compone delle seguenti voci: Banca Centropadana Credito Cooperativo 56 • stipendio; • eventuali trattamenti indennitari e/o erogazioni connesse all’anzianità di servizio e/o a modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, previsti dalla contrattazione collettiva di lavoro; • altre voci costanti nel tempo, previste dalla contrattazione collettiva di lavoro ovvero frutto di pattuizioni individuali (quali, ad esempio, emolumenti ad personam riconosciuti al fine di acquisire o mantenere particolari professionalità ovvero in occasione del conferimento di particolari incarichi a carattere continuativo); • benefit: forme di retribuzione in natura (comunque soggette al regime fiscale e contributivo previsto dalla normativa vigente), anche frutto di pattuizioni individuali. I benefit comprendono comodato d’uso di autovettura, buoni benzina e buoni pasto (come previsto dalla contrattazione collettiva nazionale). La contrattazione collettiva di lavoro, inoltre, dispone in favore dei quadri direttivi e del personale appartenente alle aree professionali sistemi integrativi di natura assistenziale e previdenziale. La parte variabile, correlata a risultati aziendali o individuali, comprende: • erogazione prevista dall’art. 48 del CCNL di categoria, denominata “premio di risultato”, definita dal secondo livello di contrattazione collettiva, in base ai parametri stabiliti dagli Accordi Collettivi Nazionali, ritenuti conformi alle Disposizioni della Banca d’Italia. Il “premio di risultato” è calcolato rapportando i risultati conseguiti dalla Banca nell'anno di misurazione con quelli ottenuti nel corso dei due esercizi precedenti, tenuto conto della fascia di appartenenza della Banca, determinata attraverso il confronto con i risultati medi delle BCC lombarde. Per tale motivo la corresponsione e l’ammontare del “premio” non sono preventivabili; • sistema incentivante: la banca adotta, ai sensi dell’art. 50 CCNL, un sistema incentivante, i cui premi sono erogati al raggiungimento di specifici obiettivi (diversi da quelli prescelti per il premio di risultato di cui all’art. 48 CCNL), nel rispetto dei criteri generali sopra indicati. Il sistema incentivante, oltre a tenere conto dei principi di pari opportunità dei lavoratori, è finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento predeterminati, in coerenza con i piani strategici aziendali, in una prospettiva di stabilità/effettività dei risultati. Il sistema incentivante è improntato a criteri di sostenibilità della capacità di generazione di valore della banca e di premio per il raggiungimento di obiettivi corretti per il rischio, per preservare capitale e liquidità. A tal fine sono previste specifiche condizioni di attivazione, ricondotte a obiettivi di natura qualitativa (di norma correlati a indicatori riferiti al processo di intermediazione e orientati al rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari applicabili alle banche) e ad obiettivi quantitativi collegati al raggiungimento delle previsioni di budget. Il mancato raggiungimento degli obiettivi qualitativi pregiudica l’accesso al premio, costituendo vincolo prioritario rispetto agli obiettivi di quantità. Ai fini della sostenibilità e della stabilità economica della Banca il sistema di incentivazione è stato finanziato con specifici stanziamenti. • ulteriori erogazioni una tantum connesse a prestazioni meritevoli in termini di efficacia e di efficienza. Consistono in erogazioni di natura discrezionale e non continuativa, riconosciute in unica soluzione, che possono coinvolgere uno o più soggetti, con la finalità di gratificare il personale distintosi nell’espletamento della prestazione lavorativa o in occasione di particolari ricorrenze. Per assicurare un prudente equilibrio fra la componente fissa e variabile della remunerazione per non limitare la capacità di mantenere o raggiungere un livello di patrimonializzazione adeguato ai rischi Banca Centropadana Credito Cooperativo 57 assunti, il rapporto fra la parte variabile rappresentata dagli emolumenti sopra indicati e la parte fissa lorda non può eccedere la percentuale del 20%. Infine, ai quadri direttivi e alle aree professionali compete il trattamento di fine rapporto in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, come stabilito dall’art. 2120 c.c. e dall’art. 83 del relativo CCNL Funzioni di controllo interno Oltre a quanto specificamente previsto in ragione dell’inquadramento contrattuale, la retribuzione dei responsabili (e del personale di livello più elevato) delle funzioni di controllo interno è adeguata al ruolo ricoperto tenuto conto dei requisiti di indipendenza, professionalità e autorevolezza richiesti. La Banca ha adottato meccanismi di incentivazione rivolti a detto personale, escludendo l’assegnazione di obiettivi di natura economico-finanziaria, ancorché indiretti, sostituiti da obiettivi di carattere qualitativo, identificati di norma principalmente nel rispetto delle scadenze delle attività progettuali di competenza, nella copertura del piano delle attività di controllo pianificate per l’anno di riferimento e nella valutazione dell’efficacia delle attività di controllo svolte dalle singole strutture. Per assicurare un prudente equilibrio fra la componente fissa e variabile della remunerazione e per non limitare la capacità di mantenere o raggiungere un livello di patrimonializzazione adeguato ai rischi assunti, il rapporto fra la parte variabile rappresentata dagli emolumenti sopra indicati e la parte lorda fissa non può eccedere la percentuale del 20%. Collaborazioni Professionali I criteri di conferimento degli incarichi professionali e di collaborazione sono ispirati a principi di competenza, economicità, trasparenza e correttezza. Tutti i compensi e/o le somme a qualsiasi titolo corrisposte ai soggetti di cui sopra sono adeguatamente documentati e comunque proporzionati all’attività svolta, anche in considerazione delle condizioni di mercato e delle norme di legge applicabili. In particolare, con riferimento ai professionisti iscritti in appositi albi, i compensi sono pattuiti preventivamente con riferimento alle condizioni più favorevoli per la banca tenuto conto dell’incarico e delle condizioni di mercato. Con riferimento ai collaboratori a progetto e a quelli non iscritti in appositi albi, il compenso viene stabilito in linea con i parametri delle retribuzioni minime previste dal CCNL applicabile per le figure professionali il cui profilo di competenza e di esperienza sia analogo a quello del collaboratore a progetto, a parità di estensione temporale dell'attività oggetto della prestazione. INFORMATIVA QUANTITATIVA Di seguito si precisa, in forma tabellare, il valore aggregato delle componenti fisse e variabili della retribuzione riferita alle diverse categorie di percettori. Si precisa che gli elementi riportati corrispondono ai contenuti informativi riportati nella relazione ex-post portata a conoscenza dell’Assemblea. L’informativa è resa nel rispetto dei principi in materia di protezione dei dati personali e in attuazione del principio di proporzionalità di cui alle menzionate Disposizioni. Banca Centropadana Credito Cooperativo 58 REMUNERAZIONI RUOLI Amministratori con particolari cariche Membri del comitato esecutivo Altri amministratori Sindaci Direzione e alti dirigenti Responsabili di Area Responsabili delle funzioni di controllo interno Altri dipendenti Collaboratori Numero percettori Componente Fissa Componente variabile % variabile / fissa 4 2 8 3 6 8 3 311 3 293.532,66 27.799,56 81.744,03 330.343,83 854.628,49 697.273,30 186.422,08 12.998.740,42 151.750,00 168.599,19 53.662,64 20.209,51 771.073,45 0 19,73 7,70 10,84 5,93 0 Dati espressi in Euro Si precisa che, nei confronti di tutte le categorie di soggetti sopra indicate, le componenti variabili: 1) sono state erogate in denaro; 2) non sono state soggette a sistemi di pagamento differito e a meccanismi di correzione ex post in base ai rischi. Con riguardo al personale rientrante nelle categorie “Direzione e alti dirigenti”, “Responsabili di area”, “Responsabili delle funzioni di controllo interno”, durante l’esercizio 2013: 1) non sono stati effettuati pagamenti per trattamenti di inizio rapporto; 2) non sono stati erogati emolumenti in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, non essendosi interrotto alcun contratto di lavoro con soggetti appartenenti a dette categorie. Conformemente a quanto previsto nelle Istruzioni di Vigilanza in materia di bilancio bancario, le informazioni sui compensi corrisposti agli Amministratori, ai Sindaci e ai Dirigenti sono riportate nella parte H della Nota Integrativa al Bilancio di esercizio, nell’ambito delle informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategiche. Infine, ai sensi delle istruzioni della Banca d’Italia attinenti la raccolta di informazioni sui cd. “ high earners” - ovvero, il personale la cui remunerazione totale è pari ad almeno un milioni di euro su base annuale - si precisa che la Banca ha comunicato nei termini previsti la non esistenza di tali soggetti nel proprio organico. La funzione di compliance e quella di internal audit, ciascuna secondo le proprie competenze, hanno condotto verifiche specifiche sulla coerenza del sistema premiante adottato con le politiche di gestione del rischio della banca e di contenimento dei rischi legali e reputazionali, insiti soprattutto nelle relazioni con la clientela, nonché la rispondenza delle prassi di remunerazione alle politiche approvate dall’assemblea e alla normativa emanata dalla Banca d’Italia. Banca Centropadana Credito Cooperativo 59
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