MEDICINA E VALUTATONE Nuovi test meniscali in catena cinetica chiusa come training neuromuscolare Preventivo delle lesioni del ginocchio nel calcio LE LESIONI MENISCALI NELLO SPORT RAPPRESENTANO UN EVENTO CLINICO DI ESTREMA RILEVANZA BIOMECCANICA. COME RIPORTATO RECENTEMENTE SONO L'EVENTO LESIVO PIÙ FREQUENTE AL GINOCCHIO, CON UN'INCIDENZA CHE VA DAL 12% AL 14% DELLE LESIONI TOTALI. STUDI IN LETTERATURA INTERNAZIONALE HANNO EVIDENZIATO L'IMPORTANTE RUOLO BIOMECCANICO SVOLTO DAL MENISCO NELLA FUNZIONALITÀ E NELLA STABILITÀ DEL GINOCCHIO. TEST CLINICI.TUTTI IN CATENA CINETICA APERTA, SONO PROPOSTI PER DIAGNOSTICARE LE LESIONI MENISCALI. SONO STATI RIPORTATI, RECENTEMENTE, DAL MOVIMENTO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE, DEI NUOVI TEST, IN CATENA CINETICA CHIUSA, PER LA DIAGNOSI DELLA LESIONE MENISCALE.TRA QUESTI, ILTHESSALY TEST E L'EGE'STEST HANNO EVIDENZIATO UN'ELEVATA ACCURATEZZA DIAGNOSTICA, AVVICINANDOSI, DI FATTO A MODELLI DI RIFERIMENTO GOLD STANDARD, RIPRODUCENDO SOSTANZIALMENTE E FEDELMENTE, MOVIMENTI E GESTUALITÀ EZIOPATOGENETICHE LESIVE. STIMOLANDO MOMENTI GESTUALI TECNICO-ATLETICI, QUESTI TEST POSSONO TROVARE, "ANDANDO VERSO LA LESIONE", INDICAZIONI E PRESCRIZIONI SIA NEI TRAINING RIABILITATIVI DELLE LESIONI CAPSULOLEGAMENTOSE DEL GINOCCHIO E IN PARTICOLARE DELLE LESIONI MENISCALI, SIA IN QUELLI FISICI ATTI ALLA PREVENZIONE,VISTO L'AMBIENTE ARTICOLARE, DEL GINOCCHIO ESTREMAMENTE PROPRIOCETTIVO. 72 / Scienza&Sport L e lesioni meniscali sono di frequente riscontro nella pratica sportiva; rappresentano una delle patologie di maggior interesse per la chirurgia artroscopia del ginocchio. Uno studio recente (Kilcoyne, 2012) ha evidenziato che in sport come il wrestling e il volley si ha un'alta incidenza di lesione meniscale associata a quelle del legamento crociato anteriore (LCA - tabella A). L'accuratezza nella diagnosi di queste lesioni può essere fatta nel 75% dei pazienti, raccogliendo solo anamnesi ed esame clinico (DeHaven et al, 1975; Daniel et al, 1982). Se in passato artroscopie diagnostiche (Gillies et ai, 1979; Ireland et al, 1980) sono state proposte a conferma più o meno della lesione meniscale, oggi la risonanza magnetica è diventata ufficialmente il mezzo e il metodo non invasivo usato più di frequente per indagare e rilevare tali lesioni. L'accuratezza diagnostica della risonanza magnetica è molto alta e pari a una percentuale vicina al 98% (Mackenzie et al, 1996; Gray et al, 1997). Tabella A Sostanzialmente, tutti i test clinici Incidenza insulti utilizzati per "intercettare" le lesioni meniscali in diverse discipline (Kilcoyne, meniscali tendono, anche se in 2012). maniera diversificata, a evocare "un Rosario D'Onofrio dolore", un "clic", uno "scatto" meniscale in associazione a una possibile ed eventuale limitazione del range articolare del ginocchio. Nonostante il largo uso di questi screening clinici, sicuramente diversificati tra loro (Joint-line tendemess, Bragard test. Steinmann test, Compression test, GHApley test) la loro sensibilità, specificità e accuratezza diagnostica trovano però discordanti riscontri nell'attuale letteratura scientifica (Howell, 2002; Karachalios et al, 2005; Kilcoyne, 2012). Anderson (1986) afferma, per esempio, che il McMurray Test riesce a intercettare, secondo alcuni Autori, oltre il 58% delle lesioni meniscali. Altri (Karachalios et ai, 2005; Shakespeare et al., 1983; Eren, 2003) sostengono che una "dolorabilità" relativa alla linea articolare (Joint-line tendemess) è presente tra il 77% e l'85% dei casi di lesione meniscale utile per orientare la diagnosi di lesione (Akseki, 2004). INCIDENZA DEGLI INFORTUNI MENISCALI NEI VARI SPORT Meniscal Tears ACL Infortuni Incidenza % Wrestling 17 33 77 Calcio 12 26 46 .9 • Sport Sci 21 43 Rugby 23 46 50 Football 53 106 50 Basketball 15 34 44 Baseball 0 1 0 Ginnastica 6 15 40 Pallamano Allenamento militare 7 II 64 specifico3 18 41 44 Pallavolo 5 4 ,25 p 63 Lacrosse 5 ACL - Legamento crociato anteriore 3 Comprende judo, corsa a ostacoli, paracadutismo e lotta a corpo libero 1 TEST MENISCALI • CATENA CINETICA CHIUSA •THESSALY TEST «EGE'S TEST • Recupero Atleti Infortunati, SSC Napoli. i AgostìnoTucciarone • Ortopedico. • Responsabile Sanitario US Latina Calcio. PasqualeTamburrino • Medico dello Sport • Centro di preparazione Olimpica CONI, Fot-mia. Luigi Febbrai • Preparatore fisico AS Roma Calcio. Figura A II KKU knee CompressionRotation test alla posizione di 120° di flessione. La compressione sul ginocchio è creata spingendo la tibia contro il femore con una successiva rotazione della stessa che è ruotata sia internamente sia esternamente, mentre la mano ascolta e/o percepisce un clicking semini. Questa manovra viene ripetuta a vari angoli di flessione a 0°, 30°, 60°, 90°, 120°. Surachai Sae-Jung (2007) per evocare il dolore o "il clic" nelle lesioni meniscali ha introdotto un test clinico che associa palpazione/rotazione/compressione chiamato Khan Kaen University knee CompressionRotation Test (KKU knee Compression-Rotation test) come da figura A. Questo studio apparso nel 2007 coinvolse 68 pazienti di età compresa tra 18 e 39 anni che vennero esaminati prima dell'intervento chirurgico con il test del KKU knee Compression-Rotation e confrontato con il McMurray Test. Per questi test, la sensibilità, la specificità, il falso positivo, il falso negativo e la percentuale di accuratezza diagnostica furono calcolate e comparate incrociando i risultati con le evidenze artroscopiche. I risultati ottenuti evidenziarono che il KKU knee Compression-Rotation test esprimeva sensibilità, specificità e accuratezza diagnostica pari ai Scienza&Sport / 73 MEDICINA E VALUTAZONE livelli dell'86.27, 88.23 e 86.76% superiori alle percentuali del McMurra\ che si attestava su valori pari al 70.59, 82.35 e 73.53%.In altri termini il KKU knee Compression-Rotation test aveva percentuali di falsi positivi e negativi dell' 11.76 e 13.73% rispetto ai valori del test di McMurray ancorato al 17.65 e 29.41%. La combinazione di questi due test riportava una sensibilità diagnostica pari a valori del 90.20%. La positività di entrambi evidenziavano una lesione meniscale con una probabilità diagnostica pari al 97.14%. Diventa evidente come questa valutazione, insieme al test di Griding eseguito in catena cinetica aperta, incrementi di fatto le forze comprensive femoro-tibiali, per arrivare a un'accuratezza diagnostica tipo gola standard. Da qui la necessità di rapportarsi verso valutazioni più funzionali, ovvero in catena cinetica chiusa, incrementando di fatto, le forze compressive femoro-tibiali. È su questi parametri che si è inserito un recente studio (Karachalios, 2005), il quale ha evidenziato come il Thessaly Test, effettuato in catena cinetica chiusa, esprime un'alta percentuale, di accuratezza diagnostica (94-96%) rispetto ai tradizionali test clinici. Il Thessaly Test È una riproduzione dinamica della trasmissione di carico, ovvero una rappresentazione fisiologica di trasmissione 74 / Scienza&Sport di forze compressive femoro-tibiali sull'articolazione del ginocchio. Il paziente effettua, ad angoli di flessione di 5° e 20°, un movimento di rotazione interna ed esterna per tre volte, tenendo il ginocchio in flessione prima a 5° e poi seguendo la stessa procedura a 20° (Karachalios, 2005). Il Thessaly Test, effettuato a 20° di flessione del ginocchio (foto 1 e 2 - posizione neutrale) ha una percentuale di accuratezza diagnostica molto alta, ovvero: • 94% nell'individuare lesioni del menisco mediale; • 96% nell'individuare lesioni del menisco laterale. Questi dati sono comparabili con le percentuali di accuratezza riportate per immagini espresse dalla risonanza magnetica (Mackenzie et al., 1996; Gray et al., 1997). In atleti, che presentano una lesione meniscale associata ad una dell'LCA, l'accuratezza diagnostica del Thessaly giunge a un livello pari al 90%. In teoria, Figura 1 II Thessaly test a 20° di flessione. Posizione neutrale. Visione laterale ginocchio destro. Foto 2 II Thessaly test a 20° di flessione. Posizione neutrale. Visione frontale ginocchio destro. Foto 3 e 4 Ege's test, lesione meniscale mediale, il paziente effettua uno squat con entrambe le gambe in massima rotazione esterna, per poi ritornare, lentamente, nella posizione di partenza. Foto 5 e 6 Ege's Test, lesione meniscale laterale, il paziente effettua uno squat con gli arti inferiori in massima rotazione interna per poi ritornare lentamente nella posizione di partenza. possiamo affermare che, con questo test, l'articolazione del ginocchio è sottoposta a forze comprensive femorotibiali, flessione e rotazione, movimenti gestuali, che riproducono fedelmente momenti eziopatogenetici della lesione. Ege's Test Questo secondo test (Akseki et al., 2004) viene effettuato col paziente in una posizione eretta in appoggio bipodalico. Si parte in piedi, ginocchia completamente estese, con i piedi paralleli tenuti a una distanza di 30-40 cm l'uno dall'altro. La valutazione è indirizzata a identificare una possibile: • lesione meniscale mediale; il paziente effettua uno squat con entrambe le gambe in massima rotazione esterna, per poi ritornare, lentamente, nella posizione di partenza (foto 3 e 4); • lesione meniscale laterale; il paziente effettua uno squat con gli arti inferiori in massima rotazione interna, per poi ritornare lentamente nella posizione di partenza (foto 5 e 6). È utile precisare come un fui I squat è quasi impossibile in rotazione interna. Così l'esecuzione del test viene effettuata ad angoli di flessione sostanzialmente minori. Pertanto, questo test è positivo quando il dolore e/o un click è sentito dal paziente o dal clinico (Ege, 1968). Il clicking e/o il dolore percepito determinano la fine del test. Anche questa evidenza è accertata in relazione alla presenza di un click e/o dolore che spesso sono sentiti intorno ai 90° di flessione di ainocchio, dove le forze compressive femoro-tibiali sono massime. E giusto specificare come lesioni localizzate anteriormente al corpo meniscale producono sintomi percepibili nella più prima fase dello squat. Lesioni localizzate sul corno posteriore esprimono, invece, una chiara sintomatologia ad angoli maggiori di flessione del ginocchio (McMurray, 1949). Akseki et al. (2004) hanno comparato / 'Ege 's test, espresso in catena cinetica chiusa con il valore diagnostico del McMurray test e del Joint-line tenderness (JLT). Tutti e tre i test furono correlati con i risultati artroscopici non mostrando differenze statisticamente significative nello "scoprire" una lesione meniscale (P>0.05). Nell'analisi dei risultati, però, era evidenziabile una migliore accuratezza diagnostica ottenuta dall'Egei test per le lesioni meniscali mediali. Test cimici meniscali come strategie di training preventivo Basato su evidenze scientifiche (Assimmakopoiilos, 1992; Katonis, 2008; Adamczvk, 2002; Zimny, 1998; Mow et al., 1989; Fairbank, 1948; Jones et ai, 1978; D'Onofrio et al., 2008; Kurosawa et al, 1984; Barrett et al., 1991), l'ambiente "informatico" articolare del ginocchio, nel suo insieme, svolge un ruolo essenziale nella gestione del controllo neuromuscolare nelle sue espressività gestuali sia statiche sia dinamiche. All'interno dell'articolazione del ginocchio è nota l'esistenza di meccanorecettori del tipo di Ruffini, Pacini e corpuscoli tendinei del Golgi (Zimn\, 1998; Fairbank, 1948; Jones et al., 1978; D'Onofrio et al., 2008; Barrett et al., 1991). Questi sono presenti, in particolar modo, nella capsula articolare e nei legamenti, così come nella zona periferica del corpo meniscale (Assimakopoulos et al., 1992) come da tabella B. Istologicamente è stato dimostrato che un LCA umano indenne contiene meccanorecettori in grado di rilevare variazioni di tensione, velocità, accelerazione, direzione di movimento e la posizione del dell'articolazione del ginocchio. Katonis (2008) riscontrò, nel legamento crociato anteriore, popolazioni di meccanorecettori localizzati maggiormente alle estremità femorali e tibiali del legamento. Così come Adamczyk (2002) individuò 5 tipi diversi di meccanorecettori all'interno Scienza&Sport / 75 MEDICINA E VALUTAZIONE dell'articolazione del ginocchio con una maggiore concentrazione, nel menisco e più precisamente nelle corna anteriori e posteriori e nella zona periferica a maggior vascolarizzazione, definita zona red-red. Nella dinamica funzionale e relativamente alle forze compressive femore-tibiali i menischi trasmettono, "ammortizzando e distribuendo" circa il 50% delle forze compressive del ginocchio in un range articolare che va da 0° a 90°. Studi biomeccanici riferiti al ginocchio (Fithian et al., 1990; Mow et ai, 1989; Fairbank, 1948; Jones et al, 1978) hanno rilevato che le forze compressive femorotibiali riscontrabili per esempio nella ricaduta dopo un salto, sono maggiormente "sopportate", grazie al ruolo di "sensore", dalla componente periferica della circonferenza meniscale (valori di carico pari al 45%70% del peso corporeo). Dopo meniscectomia, la stessa area di contatto tibio-femorale può diminuire fino al 5070% (D'Onofrio et al., 2008; Kurosawa et al., 1984) con un decremento del controllo neuromuscolare e un'evoluzione graduale verso processi degenerativi dell'ambiente articolare. Questi cambiamenti degenerativi dell'ambiente articolare post-meniscectomia comportano una deafferenzazione dell'attività recettoriale articolare con una "lettura intossicata" da parte del Sistema Nervoso Centrale (SNC) delle afferenze • DeHaven KE. Collins HR. Diagnosis of internai derangements of thè knee. The roie of arthroscopy. J Bone Joint Surg Ani. 1975:57:802-10. ; • Daniel D. Daniels G. Aronson D. The diagnosis of meniscus pathology. Clin Orthop. 1982:163:218-24. • Howell GEO. Clinical presentation ot'the knee. In: Bulstrode CJK. Buckwalter J, Carr A, Marsh L. Fairbank J. Wilson-MacDonald J. Bouden G. editors. Oxford textbook of orthopedics and trauma. Volume 2. New York: Oxford Universi!) Press: 2002. p 1108-13. • Gillies H. Seligson D. Precision in thè diagnosis of meniscal lesions: a comparison ofclinical evaluation. arthrography. and arthroscopy. J Bone Joint Sura ~Am.l979:61:343-6 • Ireland J. Trickey EL. Stoker DJ. Arthroscopy and arthrography ot'the knee: a criticai review. J Bone Joint SurgBr. 1980:62:3-6. -P -H O O. CO N C cu -H O tn La bibliografia completa sul sito 76 / Scienza&Sport recettoriali (D'Onofrio et al., 2008; Kurosawa et ai, 1984; Barrett et al, 1991). Una lesione o una meniscectomia creerà un black-out afferenziale, relativo alla modulazione delle forze di compressione femorotibiali e al controllo delle forze di traslazione anteriori femoro-tibiali (Logerstedt, 2010). D'altra parte, la perdita della funzionalità degli endo- ed eso-recettori provocherà adattamenti e compensi che interesseranno nel suo complesso, non solo le entrate del sistema posturale, ma anche le catene muscolari e i pivot biomeccanici della colonna vertebrale del bacino. Quindi, possiamo affermare come i recettori situati nella capsula articolare e nei menischi, segnalano e modulano le forze compressive femoro-tibiali durante il gesto tecnico atletico. Gli endorecettori, come evidenziato precedentemente, funzionano come stazioni d'ascolto e di trasmissione di informazioni relative agli stress meccanici prodotti sull'articolazione. Questi regolano il comportamento fisiologico e biomeccanico, durante i vari gradi del movimento di flessione/estensione del ginocchio, modulando il controllo dei movimenti gestuali-semplici e complessi in varo-valgo rotazione interna ed esterna dell'asse femoro-tibiale. Diventa chiaro ed evidente come recettori dell'ambiente articolare debbano essere "allenati" a rilevare situazioni anomale non fisiologiche tali da poter stimolare una risposta rapida automatica e/o riflessa di difesa. La ripetitività delle gestualità tecnico/atletiche, con la monotonia delle proposte e delle strategie di training sport -relative, possono concorre a instaurare modelli e schemi neurofisiologici adattativi ciclici, ripetitivi. Questa standardizzazione delle informazioni recettoriali creerà una consequenziale quiescenza di quest'ultimi con una consequenziale mancanza di una memoria "esperienziale" in un circuito neuro-afferenziale. In questo processo disfunzionale i recettori altereranno parzialmente o completamente la propria attività informazionale. La riduzione del loro livello percettivo farà di fatto diminuire tra l'altro i meccanismi anticipatori (feed-fonvard), che attivano risposte posturologiche "esperenziali " programmate, le quali devono essere preattivati prima del movimento volontario. Per cui al RECEPTOR TYPE OF STIMULUS LOCALIZATION PROJECTION Bare nerve endings Estreme deformity, pain, inflammation Articular surface, ligaments Spinai cord (reflexes) sensory cortex Ruffian endings Low-level deformation (slow-adapting) Ligament, menisci Spinai cord (reflexes) sensory cortex Pacinian corpuscles Hight forces and pressure deformation Ligament, menisci Spinai cord (reflexes) sensory cortex Golgi receptors Estreme forces Tendon, ligaments, menisci, capsule Spinai cord (reflexes) sensory cortex (capsule and menisci Golgi tendons organs) to cerebellum only (Golgi tendons organs) _ Muscle spindles Muscle elongation velocity and acceleration Muscle Crossing thè joint .V Spinai cord (monosynaptic reflexes) cerebellum Tabella B Tipi di meccanorecettori dell'articolazione del ginocchio. momento della "deformazione articolare" (compressione, stiramento...) tali recettori potenzialmente alterati trasmetteranno informazioni nulle o aberranti. In "training preventivi che vanno verso momenti e/iopatogenetici lesivi" i vari sistemi reccttoriali di controllo creano un'adattabilità neurofisiologica tale da costruire memorie "esperen/iuli" di controllo in relazione a geslualità o movimenti che possiamo definire "estremi". Così si formeranno correlazioni e aggiustamenti posturologici^ esprimibili con un miglioramento dell'orientamento del corpo nello spazio nella suu lotta alla gravita e nella ricerca sempre del miglior a|iiìlihrio posiunile durante gestualità tecnico atletiche kumpliei o ì»amploki,o. Risulta evidente eh<5 possiamo utilizzare questi test elidici, che "vanno verso la lesione", tome strategie preventive. La MÌmuWìuiic propriocettiva a livello del meccanismo di lesione, ci consentirà sostanzialmente di proporre strategie atte a prevenire lesioni del ginocchio in relazione "alla posizione di lesione" come potrebbe essere una manovra di cutting con un valgo del ginocchio a 20° di flessione e rotazione tibiale esterna eventualmente con il piede bloccato al terreno di gioco (Rtimw c>ml.t iwi; Shakespeare ci ai, /9<S'.?). Da qui la necessità, deduttiva, di una personaliz.zazione dei tniiniiif> preventivi in relazione alla cllnica e al modello del meccanismo eziopatogenitico lesivo. Conclusioni Diversificati Test Clinici sono utilizzati per diagnosticare le lesioni meniscali del ginocchio, ma questi, lutti in catena cinetica aperta, oggi, non presentano sufficienti valori di sensibilità e specificità diagnostica tali da richiedere ulteriori approfondimenti diagnostici. Il Thesxnly text. a 20" di flessione del ginocchio ha un'alta percentuale di accuratezza diagnostica, del 94%, nella rileva/ione delle lesioni del menisco mediale e del 96% in quella delle lesioni del menisco laterale, con una bassissima pcrccnUuiI? di Uil^i positivi e lulrii nviiiUm,! menischi svolgono un ruolo essenziale nel modulare le forze uimprcsMve Icninm-libiali e tumuimli. L'impniianie attività afterenziale dei recettori situati nel menisco, nella zona perifèrica del corpo e nelle corna e sul pivot centrale legamentoso, concorre al controllo della stabilità del ginocchio durante gestualità tecnicoatletiche sport relative. A tal scopo la stimolazione recelloilale alìcren/.iale deve essere la più specifica possibile in relazione ai modelli cziopatogcnctici di lesione. La nostra proposta è quella di utilizzare test clinici, in catena cinetica chiusa, per la diagnostica delle lesioni meniscali o in genere capsulo legamentose, per strategie di alta personal/azione propriocettiva, da inserire nei protocolli preventivi delle lesioni traumaliche da sport del ginocchio. Scienza&Sport / 77
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