Leggi qui - Camillo de Lellis

Domenica
25 Maggio 2014
s p e c i a l e N A S C I T A S A N C A M I L L O 21
IV centenario, occasione preziosa
per rivitalizzare l’Ordine religioso
Qui dove
il nome
preferito
per i bimbi
è Camillo
elebrare la ricorrenza della nascita
di san Camillo, nell’anno giubilare
«
C
camilliano che ricorda il IV centenario
Su 5262 abitanti di
Bucchianico, 105 si chiamano
Camillo e 36 Camilla. Altri 88
sono registrati all’anagrafe con
Camillo e Camilla come
secondo nome. Anche da
questo si evince il forte
attaccamento dei
Bucchianichesi al loro Santo,
testimoniato quest’anno da
una simpatica iniziativa: una giornata speciale
dedicata a chi porta il nome del «Gigante della
carità», promossa dal devoto Camillo Cocco e dal
rettore del santuario «San Camillo de Lellis» padre
Cristoforo Trebski. La manifestazione, inserita nelle
celebrazioni per il quarto centenario della morte di
San Camillo, si è tenuta lo scorso 25 aprile, e ha
riunito un gran numero di partecipanti di tutte le
età. La tradizione di registrare all’anagrafe i propri
figli con il nome del Santo non conosce sosta:
proprio nelle scorse settimane Bucchianico ha
festeggiato i suoi due nuovi «Camillo» e «Camilla».
Il primo, in ordine di tempo, è Camillo Zappacosta,
nato il 23 marzo da papà Silvio e da mamma
Valentina Marino. Il 9 aprile, invece, è nata Camilla
Di Luzio, figlia di papà Camillo e di mamma Ilenia
Ruano. Entrambe le coppie hanno deciso di
chiamare così i propri figli per rinnovare la
devozione al Santo di Bucchianico, nel cui
santuario hanno celebrato i loro rispettivi
matrimoni e celebreranno i battesimi dei piccoli. E
per due neonati che portano il nome di san
Camillo, non potevano mancare i due più anziani
di Bucchianico: il signor Camillo Malandra e la
signora Camilla Di Fazio, rispettivamente 94 anni e
93 anni splendidamente portati.
della sua morte, è un’occasione preziosa
per ringraziare ancora una volta il Signore
per il dono di questo grande uomo e
grande santo a tutta la Chiesa e, in modo
del tutto speciale, all’Ordine religioso dei
Ministri degli Infermi (Camilliani) da lui
fondato». Lo dice fratel Carlo Mangione,
responsabile per le attività centrale del IV
centenario. «Tra i vari appuntamenti, e le
tante iniziative in calendario - prosegue
fratel Carlo - se n’è inserito uno in modo
improvviso e non programmato: il
Capitolo generale straordinario che si
celebrerà dal 16 al 21 giugno e che ha per
tema "La rivitalizzazione dell’Ordine nel
IV centenario della morte di San Camillo".
In quell’occasione "nasceranno" il nuovo
Superiore generale dell’Ordine e la sua
Consulta, che sono chiamati ad aiutare
tutti i religiosi sparsi nei 40 paesi del
mondo, e tutta la grande famiglia di san
Camillo, a far "ri-nascere" la gioia,
l’entusiasmo, l’amore per i malati e per i
poveri. L’augurio è che tutto quello che è
stato vissuto in questi ultimi tempi sia
stato un "momento di grazia" per
riflettere sulle scelte oggi più importanti e
"ri-vitalizzare" il carisma camilliano nella
sua essenzialità e preziosità. Il camilliano
ha un cuore che sa vedere le vecchie e
nuove sofferenze e sa offrire ai tanti feriti
che incontra sulle strade del mondo (ma
che è chiamato anche a cercare) "l’olio
della consolazione e il vino della
speranza": la cura compassionevole del
Buon samaritano attraverso le mani
amorevoli di una madre».
Pagina a cura dell’ufficio stampa e comunicazione
del IV centenario della morte di san Camillo de Lellis
Casa generalizia dell’Ordine dei Ministri degli Infermi (Religiosi Camilliani)
Piazza della Maddalena, 53 - 00183 Roma
e-mail: [email protected]
[email protected]
Un paese da secoli
legato al suo santo
A Bucchianico le origini di Camillo De Lellis
I
l 25 maggio, domenica di Pentecoste dell’anno santo 1550, a Bucchianico (Chieti) si
svolgevano i festeggiamenti per sant’Urbano. Camilla de Compellis, moglie del capitano
di ventura Giovanni de Lellis, non voleva mancare alla Messa solenne nonostante fosse prossima al parto. Colta improvvisamente dalle doglie, fece appena in tempo a rientrare a casa e a
partorire nella stalla sottostante. Il piccolo fu
chiamato Camillo, con grande gioia dei suoi genitori che tanto l’avevano desiderato, dopo aver
perso molti anni addietro l’unico figlio. La gravidanza della donna, ormai prossima ai sessant’anni, venne considerata miracolosa dai Bucchianichesi, che per questo l’avevano paragonata a sant’Elisabetta.
La gioia della neomamma fu però funestata da
un episodio che non riusciva a dimenticare. Qualche tempo prima, infatti, aveva sognato un gruppo di bambini contrassegnati da una croce rossa, capitanati da uno più grande degli altri. Temendo che il figlio potesse mettersi a capo di una squadra di briganti, considerava il sogno un
cattivo presagio. Non sapeva che invece Camillo
sarebbe stato il fondatore di un Ordine religioso
oggi presente in quaranta Paesi del mondo: i Camilliani, dediti alla cura dei malati e sofferenti.
Camillo trascorse il primo periodo della sua vita
a Bucchianico, fino a quando, a 17 anni, decise
di seguire l’anziano padre per essere introdotto
nell’esercito veneziano. Durante il viaggio il padre morì e Camillo fece ritorno in paese; ma ripartì presto per altre avventure militari. Stanco di
tanto peregrinare e toccato nel cuore dalle parole di un frate cappuccino, decise di cambiare vita, dedicandosi ai malati.
Fu lui a riformare e a rendere più umana l’assistenza sanitaria, tanto da essere denominato «Gigante della carità» e proclamato dalla Chiesa patrono dei malati, degli infermieri e degli ospedali. Il legame di san Camillo con Bucchianico rimase fortissimo per tutta la vita: tornato in paese nel 1584, dopo la conversione e l’ordinazione
sacerdotale, colpì i concittadini per il suo cambiamento: educava la gente alla partecipazione religiosa, distribuiva elemosine e ammoniva gli amministratori ad essere più generosi con la povera
gente. Nel 1604 i suoi concittadini gli chiesero formalmente di fondare anche a Bucchianico una
casa del suo nuovo Ordine religioso; Camillo acconsentì con gioia, nonostante le fondazioni fossero tutte in grandi città e non in piccoli centri.
Il rettore del Santuario con due collaboratrici
Da allora il Santo tornò in paese quasi ogni anno, fino al 1612. Durante quest’ultima visita si distinse ancora una volta per il suo operato; prima
di congedarsi definitivamente dai suoi compaesani, li esortò con parole accorate: «Patria mia, ricordati di quanto ti ho insegnato, perché non ci
rivedremo più!». E infatti due anni dopo, il 14 luglio 1614, san Camillo morì a Roma, nella casa
generalizia dell’Ordine - presso la chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio - dove ancora oggi si conserva il suo corpo.
In questi quattro secoli, l’amore dei Bucchianichesi per il suo Santo non è mai venuto meno:
proclamato patrono del paese nel 1624, a lui sono intitolate, tra gli altri, la piazza centrale del
paese, due strade, la Pro loco, un circolo ricreativo e l’associazione «Amici di San Camillo de Lellis», nata lo scorso anno in vista del quarto centenario camilliano. Ad organizzare la grande festa del 14 luglio (memoria liturgica del Santo) e
tutte le manifestazioni dell’anno giubilare, di concerto con il rettore del santuario padre Cristofoto Trebski, è il Comitato giubilare «San Camillo
de Lellis», composto nel 2014 - per la prima volta - anche dalle donne: ben 8 su 18 componenti, fra cui il presidente Anna Tumini. Tra le iniziative di quest’anno, si segnalano la marcia contro le malattie neglette; il progetto «Adotta un anziano», in collaborazione con le suore Figlie di
San Camillo e l’istituto comprensivo di Bucchianico; la pubblicazione del volume «Bucchianico
racconta Camillo de Lellis», a cura di Luisella Santoferrara, Valentina Tatasciore e Enzo Di Meo; la
passeggiata spirituale «I passi di San Camillo»,
con cui si è riproposto il percorso effettuato dal
Santo durante la costruzione del convento, quando si recava in una località denominata Calcara,
sede di una fabbrica di mattoni. Questo luogo,
tanto caro ai Bucchianichesi, ospitò anche uno
dei suoi miracoli più famosi, con cui san Camillo riportò in vita un agnellino di nome Martino.
Tra i momenti più intensi a livello spirituale, merita di essere ricordato il pellegrinaggio del crocifisso che parlò a San Camillo, accolto a Bucchianico dal 5 al 14 aprile scorso, dopo 74 anni
di assenza. Dal 1° all’8 giugno prossimo, invece,
nel paese natale di san Camillo farà tappa la reliquia del suo cuore, normalmente custodita nella Casa generalizia dei Camilliani a Roma.
A Bucchianico dunque, l’eredità camilliana è forte e consolidata, a partire dai suoi luoghi di culto; il santuario a lui dedicato nella piazza principale del paese; la chiesetta costruita nel 1792 alla Calcara; la casa natale di San Camillo, trasformata in parte in cappella nel 1712. Questo è forse l’angolo più suggestivo di tutto il paese; si apre all’improvviso fra le strette stradine medievali,
e offre al visitatore un’idea visiva della povera stalla in cui nacque il Santo. Nella cappellina avvennero diversi miracoli, fra cui il prodigioso restauro di un quadro (raffigurante San Camillo in
estasi davanti al crocifisso) nel 1741, in prossimità
della sua beatificazione.
Infine, come non ricordare che, dai tempi di san
Camillo ad oggi, la spiritualità camilliana ha regalato a Bucchianico numerose testimonianze
di fede e carità. Tra loro, un posto di primo piano spetta al venerabile Nicola d’Onofrio, nato
a Villamagna nel 1943 e morto nel seminario
camilliano di Roma nel 1964 in odore di santità. Colpito da un tumore, nell’ultimo periodo
della sua vita diede prova di dedizione totale al
carisma camilliano, e per questo il suo corpo riposa nella cripta del santuario. Originaria di
Bucchianico è suor Gilda Tatasciore, fondatrice
della Congregazione delle Figlie di Nostra Signora Stella Maris, ispirata al messaggio del «Gigante della carità».
Le testimonianze di vita camilliana proseguono
fino ai giorni nostri, con due nuovi diaconi ordinati nel mese di marzo, che diventeranno sacerdoti a luglio: Germano Santone e Umberto
D’Angelo, entrambi originari di Bucchianico. 27
anni il primo e 37 il secondo, sono nati e cresciuti
nella città natale di san Camillo, di cui hanno respirato il carisma fin da piccoli.
Bucchianico (Chieti), paese natale di san Camillo de Lellis (foto Camillo Sulpizio)
La presenza del carisma rimane viva
nei luoghi del «gigante della carità»
ttiva e vitale, la presenza camilliana
a Bucchianico si esprime in diverse
realtà. La prima è la comunità del
santuario dedicato a san Camillo, composta da quattro persone: il superiore e rettore padre Cristoforo Trebski; il parroco
della vicina parrocchia «San Michele Arcangelo» padre Mario Agasantis; padre Alfredo Buracchio, che fa la spola con la residenza sanitaria assistenziale di Sora, e il
93enne padre Giacomo Meschini ancora
attivo nelle celebrazioni eucaristiche e nelle visite ai malati. Il santuario - completato nel 1648, dopo la morte di san Camillo - ospita la statua taumaturga del Santo
e alcune sue reliquie, fra cui quella del piede sinistro piagato e dolorante. Accanto alla chiesa sorge il convento, fatto edificare
dallo stesso san Camillo a partire dal 1605;
i lavori furono caratterizzati da una serie
di eventi prodigiosi, fra cui il ritrovamento di alcuni operai rimasti incolumi dopo
il crollo di un palazzo. Al centro del chiostro si può notare una cisterna d’acqua, costruita anch’essa in maniera miracolosa.
Altra realtà camilliana di Bucchianico è il
Centro di spiritualità intitolato al venerabile Nicola D’Onofrio, che sorge su un an-
A
tico campo di fave: qui, durante la carestia
del 1612, il Santo riuscì a sfamare l’intera
popolazione grazie ad un raccolto straordinariamente abbondante. Un tempo casa di accoglienza per seminaristi, la struttura ospita oggi i partecipanti a ritiri spirituali e incontri di studio, e presto accoglierà i novizi della Provincia romana; a dirigerla è il camilliano padre Vincenzo Castaldo. Fanno parte di questa comunità anche due confratelli impegnati nella cappellania dell’ospedale di Chieti.
Dagli anni ’60, alla comunità maschile di
Bucchianico si sono aggiunte le suore Figlie di san Camillo, che gestiscono l’asilo "Guido Roberti" e soprattutto la Casa
sollievo «San Camillo», dove sono ospitati una settantina di anziani bisognosi di
assistenza totale. Le suore presenti - circa
una trentina, guidate dalla superiora suor
Graciela Guzman - abitano nell’antico
convento di Santa Chiara (con l’annessa
chiesa), che risale al 1200. Significativa a
Bucchianico è anche l’attività della Famiglia Camilliana laica - attualmente presieduta dalla signora Nicoletta Curti composta da molti professionisti del
mondo della salute.
25 maggio, una giornata cara al mondo camilliano
O
Tra le iniziative in programma
oggi un convegno a Roma
promosso dall’ufficio Cei
per la pastorale della salute
ggi 25 maggio è una data
cruciale per il mondo
camilliano: si ricorda
infatti non solo la nascita di san
Camillo, ma anche il sacrificio dei
«martiri della carità»: circa 300 fra
sacerdoti, fratelli, chierici, novizi e
oblati che, dalla nascita
dell’Ordine ad oggi, hanno
onorato fino alla morte il quarto
voto di assistenza gli ammalati.
Nel 1994, dopo l’istituzione di
questa iniziativa, fu l’allora
Segretario di Stato vaticano,
cardinale Angelo Sodano, ad
esprimere l’apprezzamento suo e
di papa Giovanni Paolo II con
una lettera indirizzata al Superiore
generale dell’Ordine. «È
importante - si legge nella missiva
- che anche nella Chiesa di oggi
continui a rifulgere in tutto il suo
splendore il carisma camilliano».
Questi fratelli defunti «hanno
tracciato un cammino che, oltre a
costituire un motivo di gloria per
codesto benemerito Istituto, offre
anche una eloquentissima
testimonianza di autentico
ministero al servizio della salute
corporale e della salvezza
spirituale dell’uomo». Il cardinale
invita anche a celebrare la
Giornata «senza ridurla ad un
semplice momento rievocativo»,
ma «attingendo dal ricordo di
questi fratelli un rinnovato
entusiasmo che animi, ogni
giorno dell’anno, un ministero
esposto ai rischi previsti o
imprevedibili dell’assistenza a chi
soffre"»
La data del 25 maggio sarà
adeguatamente celebrata a Roma
con un convegno patrocinato
dall’Ufficio nazionale per la
pastorale della salute della
Conferenza episcopale italiana,
che culminerà in una Messa
presieduta dal Segretario generale
della Cei, monsignor Nunzio
Galantino. La giornata è stata
preceduta da un triduo di
preparazione, con un «forum sul
volontariato» a cui hanno
partecipato, tra gli altri, il vescovo
ausiliare di Roma monsignor
Matteo Zuppi e il direttore per le
aggregazioni laicali e le
confraternite del Vicariato di
Roma monsignor Antonio
Interguglielmi. Da giovedì scorso,
inoltre, si è rinnovato
l’appuntamento con le notti
bianche camilliane, che hanno
visto l’apertura ininterrotta della
chiesa di Santa Maria Maddalena
a Roma (sede della casa
generalizia dei Camilliani) dalle 9
alle 24.
Per ricordare l’anniversario della
morte di San Camillo, il direttore
dell’Ufficio nazionale per la
pastorale della salute della Cei,
don Carmine Arice, ha inviato un
messaggio a tutta la comunità
camilliana. «La vita di san
Camillo - ricorda don Arice - si è
complicata meravigliosamente
con una straordinaria e virile
capacità di tenerezza. L’attualità
del suo messaggio è sorprendente,
e le sue parole, sovente ripetute ai
suoi seguaci e prese come motto
di questo anno giubilare - "più
cuore in quelle mani" -, sono una
sintesi eloquente del suo
insegnamento: l’assistenza
competente, concreta e generosa è
necessaria, ma non sufficiente.
L’ammalato ha bisogno
dell’attenzione del cuore, di
umanità e relazioni autentiche».
L’esempio trascinante di san
Camillo ha coinvolto numerosi
discepoli che ne hanno seguito le
orme: da qui la nascita
dell’Ordine dei Ministri degli
Infermi, delle congregazioni
femminili e della Famiglia
camilliana laica. «Un patrimonio
di fede e di carità - sottolinea don
Arice - che non possiamo
dimenticare, né tantomeno
disperdere».