InFormaCuore - Club Amici del Cuore

CONA
CUORE
InFormaCuore
ORGANO DI INFORMAZIONE DEL CONACUORE (COORDINAMENTO OPERATIVO NAZIONALE ASSOCIAZIONI DEL CUORE)
Trimestrale - Sped. in A.P. 45% Art. 2 Comma 20/B L. 662/96 - Autorizzazione Filiale EPI di Modena - Anno XIV - Giugno-Luglio 2014 - L 1,30
ED ITO RIAL E
TRE MISSION IN UNA CORNICE
RIASSUMONO LA NASCITA E LO SVILUPPO
DEL CONACUORE IN TRE LUSTRI
di GIANNI SPINELLA
Ogni anno si svolge a Modena il Congresso del CONACUORE. In aprile
u.s., venerdì 11 e sabato 12, si è celebrato il sedicesimo.
Avremmo gradito una partecipazione maggiore e più equilibrata. Cioè la
presenza di un maggior numero di associazioni aderenti e, nel contempo,
la distribuzione dei delegati nelle due giornate di venerdì e di sabato,
senza arrivi ritardati o rientri anticipati.
La possibilità di tenere vivo il CONACUORE passa sicuramente per
questa strada: è evidente che tale percorso richiede l’impegno di tutti i
sodalizi. Non si può teorizzare sui massimi sistemi, sulla necessità di
avere un Coordinamento Nazionale delle Associazioni del Cuore, quale
momento unitario dei pazienti, e, poi, vivere lo stesso in modo
superficiale, limitandosi ad una adesione del tutto formale, e/o a delegare
tutto a pochi.
Le nostre mission riusciranno ad essere vincenti se le nostre
rappresentanze a confronto nel Congresso annuale saranno numerose e
propositive.
Il nostro periodico, InFormaCuore, sarà tanto migliore quanto più il
Comitato di Redazione e le penne che scrivono e descrivono saranno
maggiori e migliori.
Non basta esternare critiche, pur giuste, quando non si offre quel
contributo vitale che renda ogni posizione coerente e utile alla causa
comune. Quanto dire, dalle idee e dalle parole ai fatti.
Desidererei che queste brevi considerazioni non venissero fraintese quali
reprimenda di una persona condizionata dall’intensa e precoce calura
estiva, bensì di un presidente che ha sviluppato, con pochi altri, un’idea
nata in Val d’Aosta e realizzata a Modena tra il 1998 e il 1999. Cioè la
prima associazione di livello nazionale dei pazienti cardiopatici emersa
in Italia. È bene sottolineare che la patologia cardiovascolare coinvolge
da noi circa 7.500.000 persone, cifra corrispondente al 12,5% dell’intera
popolazione.
Si tratta della patologia che più colpisce il nostro Paese. I deceduti sono
[continua a pagina 2]
5 X 1 0 0 0
Il tuo 5x1000 è il miglior investimento per la
salute del tuo cuore e può fare la differenza!
Con un piccolo gesto sosterrai tante nostre iniziative. È sufficiente indicare il codice fiscale
del Conacuore: 9 4 0 9 9 5 3 0 3 6 5 .
Grazie di… cuore!
44
Gentili lettori,
ci sembra opportuno aprire lo spazio dedicato al
XVI Congresso nazionale del CONACUORE con un
aforisma di Niccolò Tommaseo (Pensieri morali).
“Le più ovvie e costanti bellezze della terra e del cielo, le più
consuete dimostrazioni dell’umano affetto, guardatele come
visioni e voci dall’alto; e sarete continuamente ispirati”.
MODENA, HOTEL BAIA DEL RE, 11-12 APRILE 2014
XVI CONVEGNO CONACUORE
Alcune riflessioni come Presidente della Federazione Triveneto Cuore
e come Presidente dell’Associazione Amici del Cuore di Pordenone
Caro Presidente e cari Soci
di Conacuore, è con molto
piacere che partecipo a questo consueto, annuale incontro, utile a puntualizzare quanto abbiamo prodotto ma anche ad evidenziare
eventuali migliorie gestionali e suggerimenti non dimenticando che come socio
fondatore e Presidente della Federazione Triveneto
Cuore nonché componente
del Direttivo del Conacuore
sento particolarmente l’importante significato della
“Costituzione” delle due benemerite realtà, nate quasi
in contemporanea, in quan-
to utili entrambe ai cardiopatici e ai cittadini.
[continua a pagina 2]
InFormaCuore
Pag. 2
XV I C O N V EG NO C O N A C U O RE
T R E M IS S I O N I N U N A C O R N I C E …
[segue dalla prima pagina]
[segue dalla prima pagina]
Lo scopo dei due Sodalizi
sopracitati, in definitiva, è lo
stesso: volontari a titolo gratuito che intendono operare, in collaborazione con le
strutture Socio-Sanitarie,
nell’ ambito della prevenzione, della riabilitazione,
dell’assistenza e della promozione della salute per
contrastare le malattie cardiovascolari; diversi sono,
invece, i ruoli e gli interlocutori dei due Sodalizi.
La Federazione Triveneto
Cuore, nata dall’esigenza di
non disperdere in tanti rivoli
le energie dei singoli Sodalizi, si propone di coordinare, a livello nord-est, le iniziative degli stessi, anche
confrontandole fra loro allo
scopo di migliorare il lavoro di tutti. Il Conacuore, invece, ha il compito essenziale di raccogliere le istanze della base e di farsene
portatore, quale unico diretto interlocutore presso
le sedi istituzionali, come i
Ministeri competenti (salute, istruzione, ecc.).
Per potenziare e rendere
omogenea nel territorio la
presenza degli “Amici del
Cuore” sarebbe auspicabile
che a ogni Unità Operativa
di Cardiologia a livello nazionale, con annessa Unità
Coronarica, corrispondesse un’Associazione Amici
del Cuore.
È questo un grande lavoro
del Conacuore e delle strutture Socio-Sanitarie Regio-
nali da affrontare e sviluppare con i Cardiologi dell’ANMCO insieme, se necessario, alla Fondazione
“Per il tuo Cuore”. Il risultato positivo di quanto detto avrebbe la presenza sul
territorio nazionale di un
numero sempre più elevato
di Associazioni “Amici del
Cuore”, le quali potrebbero
essere di supporto ai cardiopatici e a chi opera per la
prevenzione e la salute del
cuore, in stretto contatto
con gli operatori sanitari.
Come “Amici del Cuore” di
Pordenone da anni ci siamo
posti il problema della prevenzione, a tutto campo,
mettendo insieme, informalmente, le Associazioni di
volontariato Socio-Sanitario per aderire al Progetto
“Insieme per la Salute” avviando una serie di iniziative che, in verità, alla prova
dei fatti, sono risultate vincenti.
Argomento importante è
potenziare il lavoro in materia di prevenzione delle
malattie cardiovascolari con
iniziative mirate all’interno
delle scuole di ogni ordine e
grado.
Non è seconda la morte improvvisa.
Con tenacia proporre il progetto “Obiettivo Salvagente”
alle aziende, nei centri commerciali, agli amministratori condominiali, ai gestori di palestre e campi sportivi, discoteche, istituzioni
InFormaCuore
Organo di informazione del CONACUORE
(Coordinamento Operativo Nazionale Associazioni del Cuore)
Direttore responsabile: Arrigo Guiglia
Direttore editoriale: Gianni Spinella
In redazione (in ordine alfabetico):
Gabriella Alessandrini - Adelmo Bastoni - Renato Battiston - Giovanni Bisignani
Luigi Bradascio - Francesco Brancati- Riccardo Buchberger - Vincenzo Castelli
Giuseppe Ciancamerla - Gaetano Cuppini - Antonio Destro - Eugenio Di Ninno
Giuseppe Fattori - Lisa Galli - Laura Marenzoni - Francesca Parravicini - Roberto Parravicini
Andrea Peracino - Antonello Rossi - Pasquale Spinelli - Stefano Tondi
Redazione e Amministrazione:
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Proprietà: CONACUORE
Reg. Tribunale di Modena n. 1541 del 30.05.2000
Stampa: Tipolitografia Notizie Due - Modena
pubbliche etc. per dare attuazione alla legge n° 120
del 3 aprile 2001 che consente ai non sanitari di poter usare il defibrillatore sul
territorio (previo un corso di
formazione) su persone colpite da arresto cardiaco.
Purtroppo, per motivi diversi, ci sono delle iniziative portate avanti con difficoltà da alcune Associazioni di volontariato. Non esiste ancora l’obbligatorietà,
come per l’uso degli estintori, che stabilisce per legge
chi deve mettersi in regola.
A nostro avviso i titolari
delle attività summenzionate dovrebbero gestire il
progetto: addestrare il personale, acquistare i defibrillatori verificando il loro
funzionamento e per qualsiasi chiarimento confrontarsi con il 118 e gli organi
che gestiscono la sicurezza.
Sempre nell’ambito dell’“Obiettivo Salvagente”, è basilare dare continuità al progetto “Mini-Anne”: manichino mezzobusto destinato agli studenti delle Classi
IV delle Scuole Superiori,
per l’addestramento alla rianimazione cardio-polmonare nei casi di arresto cardiaco. La distribuzione di
questi manichini deve essere completa in tutte le scuole Superiori pubbliche e private. È da segnalare che il
progetto deve essere portato avanti insieme ai referenti
delle scuole, anno dopo anno, nonostante le obiettive
difficoltà di programmazione che si incontrano fra
i Dirigenti scolastici.
Suggeriamo agli Assessori
all’Istruzione Pubblica delle Regioni di rendere questi
corsi obbligatori da inserire
nella programmazione scolastica.
Infine un caloroso e riconoscente ringraziamento al
Presidente Gianni Spinella
per tutto ciò che ha fatto per
il Conacuore e per tutto
quello che farà nei prossimi
anni.
Renato Battiston
percentualmente sempre al di sopra del 40% del totale delle morti causate
da malattie.
Tutto ciò malgrado gli innegabili progressi compiuti da una cardiologia
che è fra le più avanzate ed efficaci del mondo. Ma si tratta evidentemente
degli effetti d’una popolazione la cui speranza di vita aumenta di anno in
anno, con le inevitabili conseguenze che un siffatto fenomeno di
invecchiamento complessivamente comporta.
Da qui l’utilità dell’ associazione unitaria dei pazienti, ben supportata da
tanti professionisti sanitari che hanno aderito al CONACUORE, fin dalla
sua nascita.
Hanno aderito con passione e senso di responsabilità ponendo le loro
conoscenze al servizio di una causa che ha stabilito tre mission fondanti
entro una cornice.
Le tre mission sono: la prevenzione sul territorio ad iniziare dall’età
scolare; la migliore cura allo stato dell’arte quale presidio contro le
recidive; la promozione concreta della ricerca per l’innovazione.
La cornice, costruita fin da subito, s’è orientata a stabilire alleanze a 360
gradi con le istituzioni socio-politiche e sanitarie variamente articolate.
Ciò ha prodotto importanti normative ad ogni livello e, soprattutto, la
consuetudine a “stare insieme” per difendere, e semmai sviluppare, un
settore che ha poco da invidiare ad ogni paese avanzato del pianeta. Ma
che ogni tanto subisce attacchi da chi s’inventa “intensità di cure” in
sostituzione di quel che di norma funziona assai bene.
Il problema era e rimane quello di schivare il male che storicamente
affligge il nostro “meraviglioso, dannato Paese”.
Cioè l’esasperato individualismo e la consequenziale divisione che ne
deriva con l’inseguire interessi di ambito di varia natura, storicamente
prevalenti, ahinoi, su quelli complessivi.
Nel settore cardiologico il CONACUORE è fenomeno recente, venuto dal
mondo dei pazienti quale risposta ad un fabbisogno di specie cospicuo,
considerata l’entità della pandemia sopra descritta.
Il fatto che la prevenzione, da tanto tempo considerata quale il più
intelligente rimedio ad un così devastante flagello, non sia diventata
cultura diffusa presso la nostra gente, la dice tutta sugli interessi sottesi
alla suddetta “negligenza”.
È risaputo che un ragazzo su tre è in sovrappeso e che uno su sei è obeso.
È del pari arcinoto che tali soggetti hanno buone probabilità, domani, di
entrare a far parte del popolo dei cardiopatici e/o dei diabetici, con buona
pace dell’art. 32, primo comma, della nostra Carta Costituzionale.
Ma con buona pace anche del costante incremento della spesa sanitaria
continuamente soggetta ad amputazioni lineari quale immediato e facile
raddobbo, in mancanza di una seria programmazione nel comparto,
magari confrontandosi con i “fruitori”, che propongono, inascoltati,
politiche di medio-lungo periodo.
Ma vi sono altri modi per “pareggiare” i conti. Cioè la pressione all’uso
crescente dei prodotti generici che sono da adottare… magari a
prescindere da ogni innovazione già operante nei Paesi dell’Ue.
Da qui anche il nostro secondo impegno per la migliore cura allo stato
dell’arte!
Ma dalla seconda si passa alla terza mission con il sostenere concretamente
la ricerca per l'innovazione. Cosa che si è già verificata in termini di sicuri
e robusti (per noi!) investimenti, con borse e assegni di studio.
Il filo che tiene tutto questo discorso appare evidentemente proteso a
tenere insieme un’unica grande ambizione: contenere e ridurre la malattia
e i suoi sconvolgenti effetti, sociali ed economici.
Ma quali chances potrà avere in siffatte direzioni un sodalizio che non
riesca ad esprimere e a realizzare una “politica” unitaria ed equilibrata,
finalizzata anche a trovare le giuste alleanze, indispensabili ad ipotizzare
un possibile successo?
In conclusione è bene ricordare che le fortune di CONACUORE non
possono non coincidere con le sue capacità di spaziare su tutte le mission,
e di sostenerle cercando e trovando a 360 gradi i consensi necessari ad
esprimere la necessaria autorevolezza.
F
InFormaCuore
Pag. 3
LA RELAZIONE
COME STRUMENTO DI CURA*
Quando un medico entra in
relazione con una persona
che deve curarsi, ha bisogno
che questa si fidi di lui.
Nel momento dei colloqui
occorre costruire una buona
alleanza terapeutica per fare
l’anamnesi, spiegare la diagnosi e la prognosi.
L’Alleanza Terapeutica non è
un optional, ma la base di
ogni percorso di cura dove
chi cura ascolta chi è curato
e viceversa.
Molte volte i medici consigliano terapie confidando in
“bravi malati” che assumano
le medicine proposte.
A volte, però, in corso di
trattamento, i medici stessi si
accorgono di non avere “bravi malati”.
Se una persona che si cura
non assume le terapie così
come le vengono prescritte,
per il medico rientra nella categoria del “cattivo paziente”.
Non esistono “cattivi pazienti” esistono solo alleanze terapeutiche non adeguate.
La differenza tra i pazienti la
si trova nelle loro storie che,
se conosciute dal curante,
possono favorire una reciproca comprensione.
In base alla propria esperienza il malato ha una rappresentazione mentale di ciò
che sta vivendo, come anche
il medico ha la sua idea della persona che ha davanti.
Quando partecipo ai colloqui
che i medici fanno ai malati e ai familiari può emergere che le terapie non sempre
vengano assunte come dovrebbero per paura degli effetti collaterali o perché non
se ne comprende la necessità
o perché non ci si vuole sentire troppo malati.
“Perché Signor Rossi non
vuole curarsi come le viene
consigliato?” ho chiesto una
volta.
“Perché il medico mi riempie
di medicine, ma io non mi
sento messo così male da doverle prendere tutte, allora
per un po’ me le ricordo e poi
le dimentico, ma solo perché
mi sento bene.”
“Ma per lei cosa vuol dire
prendere le medicine?”
Silenzio.
Ho insistito.
“Mi piacerebbe saperlo, perché
chi la cura non riesce a capire il suo comportamento.”
“Per me prendere le medicine
è come dire che sono malato,
ma non mi sento malato.”
“Se si sentisse malato si sentirebbe simile a chi?”
“A mio padre che è morto due
anni fa e io non sono messo
male come lo era lui”.
Ecco cosa sono le rappresentazioni mentali: associazioni libere della nostra mente che possono danneggiarci
anziché proteggerci, perché
ci allontanano da corretti
esami di realtà.
Lisa Galli
Psicologa-Psicoterapeuta
* Dal Blog Quando la vita cambia colore
www.lisagalli.it
PREVENIRE È SEMPRE POSSIBILE,
ANCHE IN CASO DI MORTE CARDIACA IMPROVVISA
Uno studio dell’American Heart Association rivela
che molti casi sarebbero preceduti da sintomi riconoscibili
Sono 350.000 l’anno nei soli
Stati Uniti i casi di morte
cardiaca improvvisa, una sindrome che siamo abituati a
considerare, come dice il nome stesso, imprevedibile.
Una ricerca presentata all’ultimo congresso dell’American Heart Association, però,
l’“Oregon Sudden Unespected
Death Study”, stravolge questo punto di vista. Tra il 2002
e il 2012 i ricercatori hanno
esaminato oltre un milione di
persone abitanti nell’area di
Portland (USA). Il 53% degli
uomini tra i 35 e i 65 anni che
in quel lasso di tempo ha
avuto arresti cardiaci fuori
dall’ospedale aveva avuto
qualche campanello d’allarme
prima della crisi – intenden-
do con “prima” un lasso di
tempo che, nella maggioranza dei casi, arriva fino a un
mese.
Si tratta evidentemente di
una buona notizia: lo studio
apre all’eventualità che questo
tipo di morte per cause cardiache non sia più così improvvisa, ma anzi prevedibile.
Il 56% del campione infatti
aveva avvertito dolore al petto, il 13% affanno e fiato corto, mentre il 4% aveva avuto
palpitazioni o giramenti di testa. «La morale è semplice»
dichiara Sumeet Chugh, responsabile della ricerca e direttore della sezione di cardiologia genomica al CedarsSinai Heart Institute di Los
Angeles. “Chiunque abbia
uno di questi sintomi non lo
trascuri, ma si rechi immediatamente dal medico: è un
comportamento che può fare
la differenza tra la vita e la
morte”.
Dando ai medici margini di
intervento sempre più estesi,
l’“Oregon Sudden Unexpected
Death Study” segna una svolta nelle cure e nella prevenzione della morte cardiaca
improvvisa: d’ora in avanti
sarà sempre più possibile intercettare i cuori sul punto di
cedere, programmando terapie e interventi per scongiurare la morte del paziente.
Dott.ssa Francesca Parravicini
IL RAPPOR TO
MEDICO-PAZIENTE
Il paziente viene dal medico per
avere la salute e il calore umano.
Non sempre, è bene dirlo subito,
restituire la salute è in nostro potere, ma il calore umano, quello
sì, possiamo darglielo. Certo dipende da quanto ne siamo forniti, da quanto siamo disposti a
dargliene, se ne siamo nati dotati
o ne abbiamo accumulato nei
trascorsi dell’educazione e nelle
vicende della vita.
Per il paziente ci sono due importanti parametri di valutazione del medico: uno immediato,
che è la simpatia, la comunicazione diretta e tempestiva, la
condivisione dell’obiettivo, che lo
fa sentire “amico”; l’altro si costruisce nel tempo, dettato dalla
percezione del risultato ottenuto, ma anche influenzato dai
racconti di altri pazienti, in sintesi, dalla reputazione del professionista.
Le due figure – del medico e del
paziente – che vivevano la malattia in stretto contatto e idealmente con convergenza di obiettivi, si sono allontanate, perché
tra loro si sono frapposti alcuni
nuovi elementi, che sono il sistema sanitario con tutta la sua
burocrazia, l’informatizzazione
dei processi assistenziali e, non
indifferente, la frequenza di campagne mediatiche di diffamazione sul comportamento del
medico. A prescindere dalla consistenza dei fatti, l’atteggiamento dei media è quello di processare il medico, di cui si presume
la colpevolezza, trascurando la
posizione morale di chi – paziente, parenti o legali – possa
avere interesse a diffamarlo.
Lo scenario quindi si è molto
complicato negli ultimi decenni
per la comparsa di nuovi elementi, alcuni totalmente scono-
sciuti in passato. La figura indiscussa del medico gestiva il rapporto col paziente in modo assolutamente paternalistico, decidendo il da farsi e imponendone l’esecuzione con scarsi spazi di confronto. La nascita degli
ordini professionali nati a garanzia del cittadino e la richiesta
dei pazienti di essere informati
sul loro stato di salute e di partecipare alle decisioni che li riguardavano ha innescato il cambiamento, in cui oggi si è inserito il sistema informatico. Internet è prodiga di consigli e di insegnamenti, purtroppo non sempre sicuri e attendibili. Vi si trovano migliaia di suggerimenti e
di applications (app), capaci di regolare ogni atto della vita del malato, ma quali possono garantire un’informazione sicura è difficile da discernere. Una consultazione aperta ai cittadini europei e citata in un articolo di
Elena Meli sul Corriere Salute del
20 aprile u.s. (http://ec.europa.eu/eusurvey/runner/green-paper-mHealth2014) si pone il problema di come individuare e certificare informazioni sicure tra quelle dedicate ai pc, ai tablet, agli smartphone. Si crea un nuovo tipo di
rapporto tra il paziente e il medico, che può esser richiesto di
spiegare se una “proposta” della
rete è utile, superflua o addirittura dannosa. Il sogno di avere
un “paziente informato” può
scontrarsi con la realtà di averlo “male informato”. Quel rapporto che parte dai grandi medici
dell’antichità e si evolve nei secoli
per raggiungere la compartecipazione dei pazienti vive una
nuova stagione.
Prof. Pasquale Spinelli
InFormaCuore
Pag. 4
BUONE NOTIZIE: BASTERÀ UN TEST DEL SANGUE
PER PREDIRE LA MORTE PER INFARTO?
Può sembrare fantascienza, ma non lo è: sulla rivista Genome Medicine è stato presentato un rivoluzionario test, messo a punto dal team del dottor Gregory Gibson,
del Georgia Institute of Technology ad Atlanta, utile per
predire chi, tra le persone affette da problemi di circolazione sanguigna, ha un maggiore rischio di infarto.
Il test, già sperimentato su un primo gruppo di oltre 300
pazienti, si basa sull’esame di determinati geni, la cui attività è correlata al rischio di attacco cardiaco. Non tutti i pazienti con arterie e coronarie in sofferenza, infatti, devono per forza avere un infarto: il test si è dimostrato
efficace e dovrebbe quindi consentire ai medici di intervenire tempestivamente e su larga scala con programmi di prevenzione personalizzata.
Il sogno dei ricercatori del Georgia Institute of Technology è quello di arrivare a realizzare un apparecchio
simile al glucometro che i diabetici utilizzano per misurare la glicemia: portatile e non invasivo, esso permetterebbe di eseguire il test comodamente da casa, allargando così a dismisura il numero dei pazienti che potrebbero trarne un concreto beneficio.
* * * * * * *
COMINCIA DA PAVIA
LA LOTTA ALLA MORTE CARDIACA IMPROVVISA
Tutti conosciamo almeno un tragico caso: ragazzi inspiegabilmente stroncati dalla morte cardiaca improvvisa durante lo svolgimento di un’attività sportiva. Ebbene, per evitare che accada nuovamente in futuro è attivo da dicembre 2013 a Pavia il Progetto Giovani Pavia
’93, uno screening gratuito di tutti i nati a Pavia nel 1993
(in totale 758) per l’individuazione dei segni, dei sintomi e delle alterazioni capaci di rivelare, tra le altre patologie, un’esposizione al rischio di morte cardiaca improvvisa.
L’ateneo pavese, in collaborazione con le Università di
Lisbona e di Coimbra, con Advanced Genetics Italia e
la casa madre portoghese, HeartGenetics, ha sviluppato un microchip genetico in grado di rivelare con una rapidità e una precisione prima impensabili le condizioni patologiche che aumentano la probabilità di questo
evento.
Il professor Richichi, coordinatore del progetto, ha spiegato che il microchip consente di individuare cardiomiopatie ipertrofica, dilatativa e aritmogena del ventricolo destro, ma anche i fattori di rischio genetico per
l’ipertensione arteriosa e la trombofolia, nonché numerosi sindromi che possono esporre al rischio di
morte cardiaca improvvisa, il tutto in tempi rapidissimi: “Finora avevamo bisogno di 4 o 5 mesi per conoscere
l’esito delle analisi” afferma Richichi, “oggi, in un mese al massimo, siamo in grado di sapere a quali patologie il paziente è predisposto”. La speranza, naturalmente,
è che questo progetto pilota funzioni al meglio e che si
possa estendere lo screening ai giovani di tutta Italia, segnando così un punto a favore della prevenzione.
Dott.ssa Francesca Parravicini
LETTERA DELLA PROFESSORESSA TREMOLI
ALLE ASSOCIAZIONI ADERENTI AL CONACUORE
GIORNATA MONDIALE PER IL CUORE – GMC 2014
Gentile Presidente,
anche quest’anno vogliamo riportare l’attenzione di tutti sulla Giornata Mondiale per
il Cuore che si celebra in Italia e nel mondo il 29 settembre 2014. In Italia la GMC è
coordinata dalla “Fondazione Italiana per il Cuore”, unica associazione nazionale
dell’area cardiovascolare membro della World Heart Federation, in stretta
collaborazione con Conacuore e la Federazione Italiana di Cardiologia.
La prevenzione, la cura della malattie cardiovascolari e la salute del cuore e dei vasi
rimangono ancora una volta al centro dei programmi sanitari del nostro Paese con due
importati appuntamenti: l’8/9 Aprile, durante gli Stati Generali della Salute a Roma, il
Ministero della Salute ha dato grande rilevanza al tema della prevenzione e della
ricerca, mentre con Expo 2015 il tema Nutrire il Pianeta rinnova l’invito ad affrontare
la salute dei cittadini con un approccio globale, ponendo l’attenzione sui corretti stili
di vita che favoriscono la riduzione di quei fattori di rischio e delle cattive abitudini
che sono la causa principale della malattie cardiovascolari.
Inoltre, vogliamo segnalare il monito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che
quest’anno invita le nazioni di tutto il mondo a ridurre entro il 2025 il 25% dei decessi
prematuri causati dalle malattie cardiovascolari che, ancora oggi, sono la principale
causa di morte in Italia e nel mondo. Si tratta di un obiettivo ambizioso che richiederà
un interesse primario sulle malattie cardiovascolari con particolare attenzione alla
prevenzione sia primaria che secondaria.
In vista di queste grandi novità invitiamo tutte le associazioni, gli enti, i gruppi, i
privati etc. interessati ad organizzare sul territorio nazionale, in modo autonomo
e spontaneo, degli eventi aperti al pubblico per la Giornata Mondiale per il Cuore
ad inviarci comunicazione sulle attività che intendono programmare per il 2014
in modo da diffondere le informazioni in modo tempestivo.
La Fondazione Italiana per il Cuore, in qualità di coordinatore della GMC 2014, è a
disposizione per ulteriori informazioni o per ricevere suggerimenti contattando i
seguenti recapiti: [email protected]; Tel: 02-50318317 – 318; Cell.: 366-9616406
(Dr.a Cristina Bolsi).
Desidero ringraziare personalmente tutti coloro che in questi anni, con il proprio
incessante impegno e i numerosi eventi, hanno dato voce alla lotta contro le malattie
cardiovascolari.
In attesa di un riscontro da parte vostra invio i miei più cordiali saluti.
Prof.a Elena Tremoli
Presidente
Associazione Fondazione Italiana per il Cuore, Via Balzaretti 9, 20133 Milano - Tel: 02-50318317 - 318
E-mail: [email protected] - www.fondazionecuore.it
ente giuridicamente riconosciuto n. 14.12.649
InFormaCuore
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XVI CONVEGNO CONACUORE
1. Il moderatore dell’Assemblea,
Sig. Adelmo Bastoni, apre ufficialmente la XVI assise del Conacuore.
2. Il Presidente di Conacuore,
prof. Gianni Spinella, porge i
suoi saluti al Congresso.
1
2
3. Il Tavolo della Presidenza al
XVI Congresso. Da sinistra: il
dott. Gaetano Cuppini, Presidente del Collegio Revisori dei
Conti, il dott. Angelo Fiandri, tesoriere di Conacuore, il prof.
Gianni Spinella, Presidente di
Conacuore, il sig. Adelmo Bastoni, moderatore e il dott. Antonio Rossi, vice Presidente di
Conacuore.
4. Alcuni interventi dei delegati
nello spazio dedicato a “Il cuore
di Conacuore, parlano le associazioni”. Da sinistra: il prof.
Gianni Spinella cede la parola ai
due moderatori della sessione, il
sig. Renato Battiston, Presidente della Federazione Triveneto
Cuore, e la dott.ssa Luisa Cattaneo, Presidente di Conacuore
Lombardia; accanto, interviene
il sig. Francesco Doneddu, Presidente dell’Associazione Gli
Amici del Cuore d’Ogliastra.
5
6
5. Il dott. Giuseppe Ciancamerla, Presidente dell’Associazione
Les Amis du Coeur du Val d’Aoste.
3
7
6. L’intervento del dott. Luca Vitale dell’Associazione Gli Amici
del Cuore di Catania.
7. Il contributo offerto dal dott.
Matteo Biscella, Presidente dell’Associazione Gli Amici del Cuore di Camposampiero.
4
8. Il dott. Loriano Brugnera,
Presidente dell’Associazione
Amici del Cuore di Motta di Livenza.
8
InFormaCuore
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TAVOLA
“MONITORAGGIO REMOTO: UNA INNOVAZIONE
MONITORAGGIO REMOTO DEI DISPOSITIVI CARDIACI IMPIANTABILI ATTIVI:
Una sintesi sul tema da parte del moderatore della Tavola Rotonda
Con la continua crescita della prevalenza delle patologie
cardiovascolari e il conse-
guente aumento del numero
di pazienti impiantati con un
device cardiaco attivo, il ca-
Il dott. Edoardo Casali, Responsabile aritmologia ed elettrofisiologia interventistica dell’Azienda Policlinico di Modena porge la
sua relazione.
Il dott. Francesco Melandri, Direttore di Cardiologia dell’Ospedale
Civile di Sassuolo offre il suo contributo.
rico di lavoro del personale
dei centri specializzati in impianti è in costante crescita,
con riferimento allo svolgimento delle visite ospedaliere per il controllo di pacemaker, defibrillatori impiantabili e dispositivi per la
resincronizzazione cardiaca. I controlli, infatti, sono
generalmente condotti dallo
stesso personale medico dedicato alle procedure di impianto e richiedono l’allocazione di molto tempo per
un tipo di attività routinaria.
Per agevolare il follow-up di
questi dispositivi, sono stati
sviluppati dei sistemi di monitoraggio remoto: questo
approccio potrebbe permettere di sostituire molte visite ospedaliere con controlli
in remoto, limitando così gli
accessi del paziente all’ospedale, nonché consentire la rilevazione precoce di anomalie del dispositivo impiantato e gestire la progressione della patologia cardiaca in maniera più efficiente. Il controllo remoto
consente una continua raccolta di informazioni relative allo stato clinico del paziente e informazioni tecniche relative allo stato di funzionamento del dispositivo,
senza richiedere la presenza
fisica del paziente in ambu-
Il prof. Roberto Parravicini, moderatore, Presidente del Comitato
scientifico Conacuore, Ordinario Cattedra di Cardiochirurgia dell’Università di Modena e Reggio-Emilia.
latorio. Esso non è da intendersi come un trattamento
ma come un diverso modo di
organizzare l’assistenza. Una
struttura ospedaliera che si
serva di sistemi di monitoraggio remoto con un’adeguata organizzazione può
infatti, eliminando le visite di
follow-up non necessarie ed
ottimizzando le tempistiche
assistenziali, riorganizzare
il proprio carico lavorativo e
ridirigere le proprie risorse
su diverse attività.
Alcuni benefici
Il follow-up da remoto, se opportunamente organizzato,
richiede tempistiche nettamente inferiori rispetto al
follow-up tradizionale per-
mettendo al personale sanitario di dedicarsi ad altre
attività, oppure aumentare il
numero dei controlli per pazienti in condizioni critiche,
diminuendo le visite di controllo inappropriate e incrementando così la produttività del centro e la risposta al
bisogno di salute del territorio. Ciò, inoltre, ridurrebbe
ulteriormente il costo del
trattamento. Per il paziente,
ciò comporterebbe allo stesso tempo una sostanziale riduzione degli spostamenti
da e verso l’ospedale, in
un’ottica assistenziale sempre più orientata a una gestione terapeutica “homebased” capace di garantire
un controllo costante ed accurato dello stato clinico del
POTENZIALI BENEFICI ECONOMICI/ORGANIZZATIVI DEL MONITORAGGIO REMOTO
RIDUZIONE DEL NUMERO DI VISITE AMBULATORIALI INAPPROPRIATE
RIDUZIONE DEL NUMERO/DURATA DI OSPEDALIZZAZIONI
La prof.ssa Elena Tremoli, Presidente FIPC (Fondazione Italiana
per il Cuore) aggiunge elementi indispensabili sul tema.
RIDUZIONE DEL TEMPO MEDICO MEDIO PER PAZIENTE
RIDUZIONE DEL TEMPO TECNICO MEDIO PER PAZIENTE
RIDUZIONE DELLE NUMERO DI VISITE DI EMERGENZA NON PROGRAMMATE
RIDUZIONE DEGLI SPOSTAMENTI DEL PAZIENTE DA E VERSO LʼOSPEDALE
RIDUZIONE DEI COSTI SOSTENUTI DAL PAZIENTE
RIDUZIONE DEI COSTI SOCIALI RELATIVI AL COINVOLGIMENTO DI EVENTUALI CAREGIVER
InFormaCuore
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ROTONDA
UTILE ALL’INTERO SISTEMA SANITARIO”
ASPETTI ORGANIZZATIVI E DI RIMBORSO
durante il XVI Congresso del CONACUORE
paziente e del funzionamento del suo device, riducendo
al contempo i costi sostenuti dal paziente stesso o derivanti dal coinvolgimento di
eventuali caregivers.
Codifiche e rimborsi
Nonostante la letteratura illustri ampiamente i benefici
del monitoraggio remoto per
tutti gli attori coinvolti (pazienti, ospedali e sistema sanitario nel suo complesso), la
mancanza di un rimborso
per la prestazione di followup da remoto e per i sistemi
di monitoraggio stessi ostacola una diffusione adeguata di questa prestazione di telemedicina e non premia i
centri che hanno già adottato quest’innovazione nell’ottica di offrire un servizio migliore, più efficiente e che
comporti minori costi per il
sistema sanitario. Allo stato
attuale, l’incremento della
penetrazione di questa tecnologia ai livelli auspicati
non è sostenibile, né per gli
ospedali né per le aziende
produttrici. Il rimborso, pertanto, costituisce un elemento essenziale per poter godere dei benefici illustrati,
che hanno un effetto concreto e immediato sull’impiego
di risorse per la gestione dei
pazienti impiantati con dispositivi cardiaci attivi.
A testimonianza dell’attualità
di questa problematica, il
tema è stato trattato anche
dai Key Opinion Leader che
hanno preso parte alla stesura dell’Expert Consensus
Document delle società HRS
ed HERA e del documento
HTA pubblicato da AIAC nel
2014. Nella verifica di congruità della classificazione
ICD-9-CM richiesta alla Federazione Italiana di Cardiologia dal Ministero della
Salute, ora aggiornata alla
versione 2007, con esplicita
richiesta di segnalare modifiche ritenute opportune,
l’AIAC ha inserito una proposta di codifica per il controllo remoto.
Negli Stati Uniti, dal 2006, i
servizi Medicare e Medicaid
hanno definito dei codici di
rimborso per i controlli a
distanza dei dispositivi impiantabili. In Europa il problema del riconoscimento
dei controlli a distanza è in
piena evoluzione e alcuni
Paesi hanno già previsto un
rimborso (Francia, Germania, Regno Unito, Olanda,
Danimarca, Finlandia, Svezia, Portogallo). In Italia, invece, nessun riconoscimento
economico per il follow-up
da remoto è stato ancora
adottato.
Un ulteriore supporto al rimborso dei sistemi di monitoraggio remoto e delle relative prestazioni di follow-up in
remoto viene anche dalle Linee di indirizzo nazionali
sulla Telemedicina (sulle quali è stata raggiunta l’intesa in
Stato-Regioni nel 2014), che
dichiarano che laddove una
prestazione ambulatoriale
possa essere svolta in maniera equivalente con il supporto della telemedicina (le
linee guida cliniche internazionali dichiarano che, per
quanto concerne il mero controllo del dispositivo, ci sia
equivalenza di prestazioni),
questa debba avere un eguale rimborso. I fondi così ottenuti potrebbero essere utilizzati dagli ospedali al fine
di ottimizzare adeguatamente l’organizzazione del
reparto, impiegando personale dedicato che agevoli il
lavoro del medico gestendo i
flussi di informazioni provenienti dal sistema di monitoraggio e supportando i
processi decisionali correlati alle prestazioni di telemedicina.
Il prof. Andrea Peracino, vice Presidente FIPC, arricchisce di dati
ed elementi la Tavola Rotonda.
Aspetti organizzativi
Al fine di conseguire i benefici del monitoraggio remoto è necessaria, da parte della struttura sanitaria, una
forte motivazione a realizzare il servizio, che si traduca in riorganizzazione di risorse e conduca allo sviluppo di protocolli e procedure
dedicati. In questo scenario,
il ruolo del tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria
e perfusione cardiovascolare,
opportunamente qualificato, può rivestire un’importanza primaria al fine di ottimizzare l’organizzazione
assistenziale da remoto, offrendo un supporto costante
e professionalmente specifico nello svolgimento dei controlli a distanza. I tecnici, come avviene già in alcuni centri virtuosi, possono analizzare i report inviati dai sistemi di monitoraggio remoto, occupandosi della gestione di problematiche tecniche indirizzando al medico solo quei casi che necessitano di un’analisi clinica.
In questo modo è possibile
snellire notevolmente il carico di lavoro dei medici per
il follow-up dei dispositivi
permettendo di ridurre i costi di gestione dei pazienti
impiantati.
UN ASPETTO NON SECONDARIO
DEL MONITORAGGIO REMOTO
I pazienti cardiopatici, come tutti i
malati, sono da considerare nella
loro rispettiva unicità. Il carattere
gioca un ruolo assai importante nel
modo di vivere i propri guai.
Inoltre ogni corpo ha caratteristiche
così personali da farci ben comprendere la giustezza d’una antica asserzione: bisogna curare il malato, non
la malattia!
Ci sono pazienti che, per varie ragioni, si farebbero ricoverare anche
quando non c’è bisogno. Ve ne sono
altri che non vogliono neanche sentirne parlare.
In estrema sintesi, in questo arco assai variegato, circa la possibilità di
farsi controllare in ospedale oppure
a distanza (monitoraggio remoto) il
proprio pacemaker, sembra che la
maggioranza sia orientata sul controllo remoto, purché ben organizzato ed efficace.
In altri termini un numero crescente
di tali pazienti preferirebbe evitare
viaggi ricorrenti, consumo di carburante, attese talora inevitabili.
A ben pensarci se ne gioverebbe financo il traffico e l’aria che respiriamo.
Un paziente
Prof. Roberto Parravicini
InFormaCuore
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TAVOLA R
“PROGETTO MORTE CA
I relatori che si sono susseguiti durante la Tavola
Rotonda hanno espresso
un alto livello sotto il
profilo qualitativo e, soprattutto, sotto quello
propositivo.
Il dott. Antonio Destro, Consigliere nazionale Conacuore e la
dott.ssa Laura Valagussa, Presidente di IRC Comunità intervengono in veste di moderatori.
Non si è trattato, infatti,
Il dott. Pier Luigi Castellini, Direttore del Centro di addestramento
BLS e BLS-D de “Gli Amici del Cuore” di Modena.
soltanto di commentare
l’esistente o di arricchirlo con pareri personali,
ma di esprimere visioni
progettuali ben ancorate
alla realtà, fatta di bisogni
cogenti di chi vive il problema nella sua pregnante quotidianità.
S’è delineata un’ansia nel
Il dott. Enrico Baldi, Presidente di Robbio nel Cuore e Pavia nel
Cuore.
voler fare, nel costruire,
Il dott. Giuseppe Ciancamerla, Presidente dell’Associazione Les
Amis du Coeur du Val d’Aoste.
nel non accontentarsi
mai che è tipica di un
mondo e di un modo che
vede l’etica coniugarsi
con la pratica, con lo stare con i piedi per terra,
perchè solo così si potranno salvare tante vite
umane stroncate dal flagello della Morte CardiaIl dott. Vincenzo Castelli, vice Presidente di Conacuore e Presidente della Fondazione Giorgio Castelli di Roma.
ca Improvvisa.
Il dott. Giuseppe Fattori del Comitato Scientifico Conacuore.
InFormaCuore
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ROTONDA
ARDIACA IMPROVVISA”
Il prof. Giuseppe Marceca della Direzione Centrale di Sanità della
Polizia di Stato.
Il dott. Antonio Rossi, vice Presidente di Conacuore e Presidente
degli Amici del Cuore di Paola.
Il dott. Carlo Serantoni, Direttore inc. CO 118 di Modena Soccorso.
Particolarmente vivace e
strage silenziosa e poco di-
Importante per la sua for-
attuale, la Tavola Rotonda
vulgata che si traduce in
za razionalizzatrice e sti-
ha affrontato le impor-
decessi durante prove e
molante è l’iniziativa del
tanti novità, normative e
allenamenti.
censimento (mappatura)
culturali, connesse al “De-
È oltremodo utile cogliere
dei DAE tuttora… vivi e
creto Balduzzi” che, con
l’occasione per dotare di
operativi, da inserire nel-
chiarezza non comune ha
defibrillatori le palestre
l’apposito sito creato da
elencato norme, respon-
delle scuole pubbliche,
Conacuore.
sabilità e competenze nel-
spesso “affittate” a società
Comune e forte giunga il
l’organizzazione della De-
sportive nelle serate e nei
grido di richiesta al Mini-
fibrillazione Precoce nel-
week-end. I DAE in teca
stero della Pubblica Istru-
l’ambito sportivo.
devono essere segnalati e
zione: vengano resi curri-
Pur apparendo eccessiva-
accessibili. Ciò può por-
colari i corsi di cardio-
mente lungo il tempo con-
tare anche ad una proficua
soccorso, almeno negli ul-
cesso alle società sportive
collaborazione fra società
timi due anni delle scuole
amatoriali per mettersi in
ed enti proprietari del-
superiori. I programmi di
regola, è stata apprezzata
l’impianto sportivo scola-
Educazione Fisica li po-
l’occasione volta a ribadi-
stico, con allevio delle spe-
trebbero già includere, ma
re l’obbligo della dichia-
se, pur non rilevanti, per
non vengono accolti, pro-
razione di possesso del
materiali d’uso e ricambi.
grammati e attivati.
DAE e della presenza di un
Assai suggestiva è l’inizia-
Conacuore e IRC-Comu-
operatore abilitato al suo
tiva dell’INAIL, comuni-
nità sono a disposizione
uso nell’intero corso, non
cataci dal dott. Bruno Pa-
per collaborare con il Mi-
solo delle competizioni,
paleo nei giorni prece-
nistero, al centro e in pe-
ma anche degli allena-
denti, che introduce so-
riferia, per formare Istrut-
menti. È del resto noto
stanzialmente sgravi con-
tori di Comunità fra il per-
che meno del 20% degli ar-
tributivi per le imprese
sonale docente e tecnico
resti cardiorespiratori in
che si dotino di DAE e di
della scuola.
ambito sportivo avviene
personale addestrato, pur
durante la gara. È pur-
non essendo ancora ob-
troppo molto ampia la
bligate ad averlo.
Dott. Antonio Destro
InFormaCuore
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I SALUTI DELLE AUTORITÀ
CONACUORE porge
i più vivi ringraziamenti alle autorità
istituzionali e sanitarie che, partecipando e intervenendo
Il dott. Oreste Capocasa, Questore di Modena.
al XVI Congresso,
Il prof. Franco Romeo, past President FIC (Federazione Italiana
di Cardiologia) e Presidente eletto SIC (Società Italiana di Cardiologia).
hanno dato prova di
quella costante sensibilità che è alla base dei migliori rapporti e dei relativi
successi che hanno
arricchito la significativa storia del CoorIl prof. avv. Carlo Rienzi, fondatore e Presidente nazionale del CODACONS.
dinamento Naziona-
La dott.ssa Francesca Maletti, Assessore alle politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena.
le delle Associazioni
dei pazienti cardiopatici.
Le espressioni di stima, non convenzionali ma propositive,
lungi dal destare vuote reazioni di orgoglio stimolano ancor
Il dott. Emilio Sabattini, Presidente della Provincia di Modena.
più i volontari attivi-
L’on. sen. Giuliano Barbolini, past President del Gruppo dei Parlamentari del Cuore.
InFormaCuore
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AL CONGRESSO CONACUORE
sti ad adoperarsi, con
maggior vigore, per
corrispondere alle attese di pressanti bisogni di chi è già malato e di chi “non deLa dott.ssa Licia Petropulacos,
Direttrice Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di
Modena.
Il prof. Andrea Peracino, vice
Presidente FIPC (Fondazione
Italiana per il Cuore).
ve” diventarlo.
Il dott. Giuseppe Di Pasquale, past President ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), Direttore U.O.C.
Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna.
LA CONSEGNA DEI RICONOSCIMENTI: PERCHÉ E A CHI
Da sinistra: il prof. Giuseppe Marceca, della Direzione Centrale di Sanità
della Polizia di Stato, riceve dal Questore di Modena, dott. Oreste Capocasa, il Cuore d’Oro di Conacuore.
Il Presidente Spinella consegna al dott. Giuseppe Fattori, del Comitato
scientifico Conacuore, il Cuore d’Oro con la seguente motivazione: “Per
la Sua spontanea adesione ai sogni e ai progetti del Coordinamento Nazionale. La mappatura degli strumenti salvavita reca il Suo nome. Rappresenta il senso della più umana concretezza in un Paese che, forse, ha
dimenticato di investirsi nell’espressione insieme si può!”.
L’attribuzione dei riconoscimenti è l’unica e modesta gratificazione che viene e
verrà destinata agli
infiniti episodi di solidarietà, militante e
quotidiana, che fortunatamente costellano il nostro pianeta
cuore.
Ogni personaggio che
abbia ricevuto un
qualsiasi segno di riconoscenza da parte
del gruppo dirigente
annovera a suo merito tanto tempo prezioso dedicato coniugando alla propria
abilità e versatilità la
non comune vocazione a spendersi per il
prossimo.
Questi gesti sono altresì necessari perché
diventano utili a sottolineare e a diffondere il fatto che i cittadini italiani, della
più diversa estrazione
e cultura, sono capaci di conseguire risultati di esemplare profilo e spessore.
Consegna al sig. Bruno Zandarin, volontario dell’Associazione Amici del
Cuore di Camposampiero e della Strada del Santo e consigliere-segretario della Federazione Triveneto Cuore, del Seminatore di Conacuore
con la seguente motivazione: “Una persona di rilevante affidabilità,
mista ad una volontà di volere esemplarmente dispensata a quanti a Lui
fanno ricorso. Raro esempio di un mondo non sempre capace di coniugare alle parole la virtù delle azioni”.
Consegna al dott. Angelo Fiandri, tesoriere del Coordinamento Nazionale, del Seminatore di Conacuore in quanto “Nostro tesoriere e… tesoro d’uomo. Dietro la scorza che ne cela la grande umanità, e ne
pervade pensieri, gesti e rapporti, c’è l’innata ispirazione di riversarli, in
solido, su chi gli vive intorno”.
InFormaCuore
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TAVOLA ROTONDA
“I RICORRENTI TAGLI LINEARI SUI BENI SALUTE, SOPRATTUTTO INNOVATIVI”
Un commento a conclusione della tavola rotonda tenutasi sul tema durante il XVI Congresso del CONACUORE
Perché se ne parla a CONACUORE, centrando, come sempre, gli argomenti più scottanti?
Perché medici e pazienti non sono d’accordo su questi aspetti
che riducono le risorse dedicate
alla sanità: a quella buona come
a quella cattiva, a quella che
mette a frutto e a quella che spreca. Sì, sprechi e corruzione sono
i grandi problemi della nostra sanità. Le risorse si consumano nel
percorso che fanno dall’erogatore
all’utilizzatore: una dissipazione
incontrollata, con varia distribuzione geografica nel Paese.
I rimedi?
Il primo: educare e responsabilizzare utenti e fornitori.
Il secondo: mettere in sesto la
medicina del territorio.
Il terzo: dare alla politica il suo
giusto ruolo, che è quello di programmare le grandi scelte, non
di dare un posto privilegiato agli
Il prof. Pasquale Spinelli, Primario Emerito dell’Istituto Nazionale
Tumori di Milano, modera la Tavola Rotonda.
operatori facendo prevalere la
tessera di partito sul curriculum
professionale. Ma non è solo
questo. Di base c’è il fatto che sta
cambiando la popolazione, che
invecchia in tutto il mondo, ma
in particolare in Italia e in Europa. Nel nostro continente l’a-
Il prof. avv. Carlo Rienzi, fondatore e Presidente Nazionale del Codacons (a sinistra).
Il prof. Gioachino Coppi, Direttore del dipartimento interaziendale
integrato della cura delle malattie cardiache e vascolari della provincia di Modena.
spettativa di vita cresce di 5 ore
al giorno e in un anno aumenta
di 71 giorni, che significa due anni nei prossimi 10.
Recentemente l’Economist fa
una analisi puntuale del mutamento demografico mondiale
ed evidenzia ipotesi e conseguenze rilevanti anche per noi.
Nel 2035 il 13% della popolazione mondiale si prevede che
abbia più di 65 anni, anche come
conseguenza della progressiva riduzione delle nascite. Quello
che forse ingenerosamente viene
indicato come “old-age dependency ratio”, il rapporto tra vecchi e persone in età lavorativa, si
innalzerà rapidamente con una
serie di conseguenze socio-economiche di grande rilevanza.
Una più larga proporzione di anziani si traduce in una crescita
economica rallentata e, dovendo
i vecchi attingere alle proprie sostanze per vivere, anche in minori risparmi. Molti lavoreranno
più a lungo, anche ben oltre i 65
anni. Mantenerli in salute comporterà costi alti; altro che tagli
lineari. Quanto queste variazioni demografiche influenzeranno
la società del futuro e l’evoluzione dell’economia e della sanità, che costituisce una delle
maggiori voci di costo, dipenderà
molto da come la politica saprà
affrontare e gestire efficacemente
i mutati scenari che verranno a
prendere forma.
Prof. Pasquale Spinelli
Moderatore
La dott.ssa Loredana Frattini, Cardiologa dell’ UCC dell’Ospedale
San Paolo di Milano.
La dott.ssa Giulia Mannella, del Tribunale per i diritti del malato di
Cittadinanzattiva, Roma.
Il dott. Fabio Sgura, Cardiologo dell’Azienda Policlinico-Università
di Modena.
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TAVOLA ROTONDA
“MODELLI ORGANIZZATIVI PER INTENSITÀ DI CURA: OPINIONI A CONFRONTO”
CONSIDERAZIONI SULLA TAVOLA ROTONDA
SULLA INTENSITÀ DI CURA
La riorganizzazione dell’assistenza secondo il modello dell’intensità di cura è stata al
centro di una interessante tavola rotonda durante il Congresso CONACUORE di que-
Il prof. Franco Romeo, past President FIC (Federazione Italiana di
Cardiologia) e Presidente eletto SIC (Società Italiana di Cardiologia) ha moderato la sessione.
st’anno, a cui hanno preso parte specialisti cardiologi di prestigio come il prof. Romeo, il
dott. Di Pasquale e il prof. Rossi.
Il dott. Stefano Tondi, Direttore U.O.C. dell’Ospedale Civile S. Agostino-Baggiovara di Modena.
L’idea di razionalizzare l’assistenza in base al livello di assi-
il dottor Di Pasquale ha ben de-
dotati comunque di professio-
stenza richiesta dal quadro cli-
finito la modifica dell’acronimo
nalità elevate, è possibile intro-
nico del paziente, raggruppan-
UTIC che è passata da “Unità di
durre elementi di intensità di
do i pazienti in appositi settori
Terapia Intensiva Coronarica” a
cura anche in quelle che erano
prescindendo dalla differenzia-
“Unità di Terapia Intensiva Car-
nate come UTIC, che però, per
zione basata sulla diversa spe-
diologica”. Ciò a significare che
il mutamento delle terapie e del-
cialità, è nata anche con l’in-
la tipologia di prestazione che si
l’organizzazione sanitaria, han-
tento di abbinare alla ottimiz-
eroga oggi nella moderna UTIC
no visto ridursi e modificarsi il
zazione delle risorse una mi-
non è legata unicamente alle
loro ruolo legato alla gestione
gliore efficienza delle cure.
Sindromi Coronariche Acute
del paziente con coronaropatia.
Dai diversi contributi della ta-
(infarto e angina), che spesso
In questi ambiti diventa quasi
vola rotonda è emerso un ele-
sono prontamente stabilizzate
inevitabile pensare ad una mag-
mento comune: negli Ospedali
dopo una efficace angioplastica
giore flessibilità ed elasticità
che erogano prestazioni di ele-
coronarica, ma anche e soprat-
del ruolo delle UTIC degli Ospe-
vata complessità e che sono
tutto al trattamento di pazien-
dali periferici, che debbono di-
punto di riferimento per terri-
ti complessi, affetti da shock
ventare luoghi in cui l’approccio
tori ampi, la Cardiologia deve
cardiogeno, scompenso cardia-
multi specialistico di pazienti
mantenere la sua identità e la
co refrattario, endocarditi, arit-
complessi consenta non solo
sua originalità, in quanto for-
mie ventricolari maggiori; pa-
la mera sopravvivenza delle
nitrice di prestazioni che sono
zienti che, essendo portatori di
UTIC stesse, ma addirittura
specifiche e uniche (vedi le at-
importanti comorbidità, neces-
una riqualificazione del perso-
tività di emodinamica e di rit-
sitano in ogni caso di un ap-
nale medico e paramedico.
mologia interventistica). Anche
proccio multi specialistico (in-
le terapie intensive, le cosiddette
fettivologo, nefrologo, aneste-
UTIC, debbono mantenere una
sista-rianimatore).
loro specificità , tanto è vero che
In alcuni Ospedali periferici,
Il dott. Giuseppe Di Pasquale, past President ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), Direttore U.O.C.
di Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna.
Dott. Stefano Tondi
Relatore
Il prof. Rosario Rossi, Responsabile dell’Emodinamica di Cardiologia, Azienda Policlinico-Università di Modena.
InFormaCuore
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ECOCARDIOGRAFIA CLINICA: L’IMPORTANZA DELL’IMAGING
L’ecografia è una metodica non
invasiva che utilizza gli ultrasuoni, cioè onde sonore con una
frequenza così alta da non essere percepibili dall’orecchio uma-
no. Come tutte le onde sonore,
gli ultrasuoni hanno la caratteristica di essere riflessi quando
incontrano un ostacolo, cioè di
tornare indietro verso la fonte
che li ha emessi. Nell’ecografia
gli ultrasuoni sono emessi da una
sonda, e vengono riflessi man
mano che incontrano le varie
strutture del corpo. Essi ritor-
nano così allo strumento, che li
rileva e che ricostruisce l’immagine. Quest’ultima viene quindi
visualizzata su un monitor in
tempo reale.
ASSEMBLEA DEGLI ASSOCIATI A GUARDIA SANFRAMONDI
Un piccolo sodalizio che opera a tutto tondo!
L’assemblea degli Associati, riunita in seduta ordinaria, con voto unanime ha approvato il bilancio sociale chiuso al 31 dicembre 2013 e la relazione del
Direttivo a corredo dello stesso.
Nel corso dei lavori sono state
ripercorse le tappe principali
delle attività promosse durante
l’anno, che sono così riassunte:
1. Omaggio di un defibrillatore ai Carabinieri di Guardia,
che sono competenti anche sui
territori di San Lorenzo Maggiore e San Lupo. Con questo
gesto, quindi, la nostra azione di
prevenzione è di aiuto anche ai
comuni viciniori. Si è realizzato un vecchio sogno e siamo stati di esempio per questo atto di
altruismo.
2. Celebrazione della XIV
Giornata Mondiale per il Cuore. Hanno patrocinato l’iniziativa: il Comune di Guardia, il
Conacuore, la Fondazione Italiana per il Cuore, il Gruppo Italiano per le Emergenze Cardiovascolari, l’Associazione Culturale Tre Torri, la Cantina Sociale La Guardiense, l’Editrice
Realtà Sannita, le Grafiche Iacobucci. Il tema è stato “Prendi la strada verso un cuore sano”; relatori il dr. prof. Michele Marzullo e il dr. Gianluca Iannuzzi (membro del nostro Comitato Scientifico). Ha partecipato anche s.e. il dr. Mario
D’Ambrosio, già prefetto di Benevento, il quale ha espresso
giudizi lusinghieri sul nostro
operato e ci ha incitato ad andare avanti, nonostante le difficoltà, e a non cedere alla tentazione di mollare, superando
con forza e coraggio i momenti bui che pure non mancano;
3. Conferimento dell’onorificenza di socio onorario al dr.
prof. Michele Marzullo, dell’Università Federico II di Napoli,
con una splendida motivazione.
4. Raccolta fondi per la ricerca scientifica, destinati al
PRICARD gestito dal Conacuore.
5. Giornata di Prevenzione in
Piazza. Abbiamo postato la nostra attenzione sulla patologia
tiroidea. Il dr. Mario Guarino e
la sua assistente dott.ssa Tina
hanno effettuato, gratuitamente, 60 ecografie. Va sottolineato
che il 10% delle persone sottopostesi al test ha scoperto in
questa occasione di aver problemi alla tiroide. Sono state invitate a proseguire liberamente
le indagini per le cure del caso.
6. Morti improvvise. Mediante comunicati stampa abbiamo ribadito la necessità di avere sempre a bordo campo un
defibrillatore, prima di avviare
qualsiasi competizione sportiva.
A tanto supportati anche dalla
sentenza sportiva emessa in
Roma il 14 novembre 2013 dal
giudice unico federale Pettinelli. A questo sono seguiti incontri personali con l’Assessore allo Sport del Comune di Guardia
Sanframondi e, poi, il convegno
di gennaio 2014, cui hanno partecipato il prof. Marzullo e il
presidente provinciale del Coni
avv. Collarile.
7. Adesione alle pressioni del
CONACUORE presso l’Agenzia Italiana per il Farmaco per
la immissione di nuovo nella
sfera della prescrivibilità a carico del SSN del farmaco ESAPENT. Esito positivo.
Dal dibattito, franco e aperto,
sono emerse indicazioni pratiche per dare maggiore slancio
all’Associazione e per incidere
ancor più nel tessuto socio-sanitario-economico della comunità.
La stessa assemblea ha poi approvato le proposte di lavoro
per il 2014:
1. Visto che sul finire del 2013
ci impegnammo nella battaglia
di prevenzione delle morti improvvise sui campi di gioco, di
concerto con l’Assessore allo
Sport del comune di Guardia
Sanframondi – Iuliani- nel mese di gennaio 2014 abbiamo
celebrato un convegno sul
tema “L’importanza della defibrillazione precoce sul campo di gioco”. Relatori il dr.
prof. Marzullo e l’avv. Collarile,
presidente provinciale del Coni
di Benevento. Presenti anche le
Forze dell’Ordine nelle persone
del Comandante della Compagnia Carabinieri di Cerreto Sannita e del Comandante della
Stazione di Guardia Sanframondi, nonché il colonnello
Angelo Peccerillo in rappresentanza del Questore di Benevento.
2. Sulla scorta del successo della Giornata di Prevenzione
in Piazza del 22 dicembre 2013,
proponiamo un’altra, nel mese
di maggio. Si misureranno i valori pressori, di colesterolo e di
glicemia.
3. In tale occasione potremmo
organizzare un pranzo sociale,
aperto anche ai non associati.
4. Il Direttivo, facendo propri i
suggerimenti e le richieste verbali di alcuni soci e ritenendole giuste e condivisibili, ha conferito il 1° PREMIO CUORE
D’ORO al dr. prof. Luigi Matarazzo (membro del nostro
Comitato Scientifico) per i particolari meriti di ordine culturale, sociale e morale, con la
seguente motivazione: “Il suo
fecondo impegno nella ricerca
scientifica e la non comune
abnegazione con cui si è sempre inchinato davanti al sofferente hanno contribuito a
migliorare in modo determi-
nante gli standard assistenziali della nostra realtà, facendone un modello di operatività in termini di diagnosi,
cura e prevenzione. Memori
anche della disponibilità mostrata dall’insigne luminare
nei confronti di tutte le iniziative culturali intraprese e,
non obliando l’insegnamento
di Cicerone “Consilium et vita a corde proficiscuntur“
(“Dal cuore derivano il senno
e la vita”), “toto corde Cor ex
Auro ei praemium deferunt”
(con tutto il cuore gli assegnano in premio il Cuore d’Oro) affinché anche il suo studiolo brilli come il Pattolo
nella Lidia per le pagliuzze d’oro trasportate dalle sue preziose acque”. La pergamena
sarà consegnata domenica 8
giugno 2014, durante un pubblico convegno.
5. XV GIORNATA MONDIALE
PER IL CUORE. Quest’anno la
celebreremo con un’altra Giornata di Prevenzione in Piazza,
riservata alle donne.
6. Organizzeremo anche quest’anno la RACCOLTA FONDI
PER LA RICERCA SCIENTIFICA, migliorando l’organizzazione.
7. Riteniamo opportuno fare anche una GIORNATA DI CARDIOLOGIA APERTA, con visita a qualche ospedale per capire bene come si opera in dette
strutture.
8. Per sensibilizzare i giovani alla prevenzione cardiovascolare,
concorderemo con i Dirigenti
scolastici forme e metodi per
raggiungere lo scopo.
9. Per finire, la Festa degli auguri di fine anno.
Carlo Labagnara
Presidente
L’utilizzo di onde sonore conferisce all’ecografia due caratteristiche esclusive nell’ambito delle tecniche di imaging: un’assoluta innocuità (gli ultrasuoni
non sono per nulla dannosi e non
hanno alcuna controindicazione,
e infatti l’ecografia è usata di routine anche nelle donne in gravidanza) e la possibilità di visualizzare le strutture desiderate
momento per momento, in maniera dinamica e in tempo reale.
Quest’ultima caratteristica è particolarmente importante per visualizzare organi in movimento;
non a caso, l’ecografia è oggi ampiamente usata per la valutazione del cuore, sia morfologica
sia funzionale: si parla così di
ecocardiografia. Per esempio,
nei pazienti che hanno subito un
infarto del miocardio (cioè l’occlusione di una coronaria) essa
permette di valutare la porzione
di muscolo danneggiata ed indirizzare le migliori terapie.
Nel campo della diagnostica cardiaca le innovazioni più importanti hanno riguardato le cosiddette “tecniche di imaging”, cioè
quelle metodiche che visualizzano strutture dell’organismo
non visibili dall’esterno, permettendo così di “guardare” all’interno del corpo umano: ecografia, radiografia e tomografia
computerizzata, risonanza magnetica – per citarne alcune –
hanno rivoluzionato il modo di
intendere la diagnostica medica,
ritagliandosi in essa un ruolo
fondamentale, e talvolta insostituibile.
Modalità di esecuzione dell’ecocardiografia.
La modalità standard in cui è in
genere eseguita l’ecocardiografia
è quella transtoracica bidimensionale (2D): il paziente si sdraia
a torso nudo su un lettino leggermente inclinato, disponendosi sul fianco sinistro o sul
dorso; la sonda, applicata dal medico sul torace del paziente, invia un fascio di ultrasuoni disposti “a ventaglio”, per cui le
informazioni raccolte dall’apparecchio sono organizzate e visualizzate come immagini bidimensionali. Nell’ambito dell’e-
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TRIDIMENSIONALE PER UNA COMPLETA DIAGNOSI CARDIOLOGICA
cocardiografia 2D si possono
utilizzare anche altre modalità:
le scansioni con il Doppler e
Color Doppler visualizzano graficamente – sotto forma di “onde” o di “getti colorati” – i flussi
sanguigni all’interno delle cavità del cuore e attraverso le
valvole cardiache, permettendo
di valutarne la velocità, l’entità e
la direzione.
Una nuova modalità connessa al
Doppler, il Tissue Doppler Imaging (TDI), visualizza il movimento delle pareti cardiache,
fornendo dati sulla funzionalità
diastolica e sistolica del cuore in
toto – cioè mostra se il cuore si
rilassa e si contrae correttamente o meno. È anche possibile iniettare in vena del contrasto
ecografico che permette di visualizzare strutture che altrimenti non si potrebbero valutare.
TABELLA
“Modalità esecuzione degli
esami ecocardiografici”
Rappresentazione a video:
Monodimensionale
Bidimensionale
Tridimensionale
Modalità valutazione flussi
ematici:
Doppler pulsato
Doppler continuo
Doppler color
Macchine ecocardiografiche:
Stazionarie
Trasportabili
Ultraportatili/ tascabili
Approccio con sonde:
Transtoracica
Transesofagea
Utilizzo ecocardiografia durante stress:
Fisico (cicloergometro, tappeto
rotante)
Farmacologico (dobutamina, dipiridamolo)
Elettrico (pacing)
Nuove tecnologie ecocardiografiche:
Ecocontrastografia
Deformazione miocardica
(strain)
Estrema diffusione della metodica e necessità di esperienza
nella interpretazione.
Vista l’ampia gamma di informazioni (v. Tabella) che fornisce
e la sua totale innocuità per il paziente, l’ecocardiografia è ormai
utilizzata di routine da quasi
tutti i cardiologi. Esistono però
situazioni particolari – vuoi per
la rarità intrinseca della malattia,
vuoi per la complessità dell’interpretazione, vuoi per la difficile
penetrazione degli ultrasuoni in
singoli pazienti con toraci molto voluminosi – nelle quali l’interpretazione delle immagini
ecocardiografiche risulta difficoltosa: in questi casi gioca un
ruolo chiave l’esperienza dell’operatore. Per rendere l’idea, si
consideri che le più grandi società americane (American College of Cardiology e American
Society of Echocardiography),
nonché l’importante Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare, hanno stimato che per ottenere un livello avanzato di
esperienza sia necessario aver
eseguito personalmente almeno
centocinquanta esami ecocardiografici ed averne interpretati
almeno trecento, e che questo
“training” debba essere mantenuto negli anni per avere una
competenza certificata. Da ciò
l’importanza di avere un’ampia
rete cardiologica per soddisfare
la grande richiesta di ecocardiografie ed una struttura clinica di elevata esperienza, quale la
Cardiologia Ospedaliera del Policlinico di Bari, dove i cardiologi
della Ecocardiografia operano su
di una mole di pazienti quantitativamente vasta e qualitativamente varia, spesso portatrice di
patologie inconsuete o comunque di difficile interpretazione
diagnostica. Se a ciò si aggiunge
la possibilità di utilizzare apparecchiature all’avanguardia, si
comprende come il Policlinico di
Bari costituisca il centro di riferimento – e non solo a livello locale – nell’ambito dell’ecocardiografia.
È importante che i cardiologi o
i medici che eseguono le ecocardiografie abbiano seguito corsi di formazione e che abbiano
superato l’esame teorico/pratico
della Società Italiana di Eco-
grafia Cardiovascolare ottenendo la certificazione di competenza in ecocardiografia generale
e/o transesofagea, vascolare o
da stress.
Come funziona l’ecografia tridimensionale?
Oggi si è passati dalla rappresentazione a video monodimensionale a quella bidimensionale
fino (v. Tabella) alla più recente,
raffinata e innovativa modalità di
rappresentazione tridimensionale (3D): una metodica che richiede nuove e sofisticate apparecchiature e quindi un’esperienza ancora più grande da parte del cardiologo sia nell’eseguirla sia nell’interpretarla. Tuttavia, a fronte di questo livello di
esperienza richiesta, questa tecnica non comporta ulteriori disagi al paziente rispetto alla modalità bidimensionale: in pratica,
il cardiologo cambia solo la modalità di acquisizione delle immagini premendo un semplice
pulsante, per cui il paziente non
si accorge nemmeno della differenza.
La differenza in termini di immagini è però sostanziale: nell’ecocardiografia 3D la sonda invia
non più un “ventaglio”, bensì una
“piramide” di ultrasuoni, per cui
il dispositivo acquisisce ed elabora informazioni su tutti e tre
i piani spaziali delle strutture
esaminate, ricostruendo sul monitor un’immagine “solida”, tridimensionale di tutte le componenti del cuore.
Patologie che possono essere
meglio studiate con l’eco tridimensionale.
In generale, l’ecocardiografia tridimensionale può risultare utile,
in aggiunta ai dati bidimensionali, nelle situazioni che richiedano un’alta definizione delle
strutture visualizzate (normali o
patologiche), specialmente riguardo ai rapporti spaziali tra tali strutture e quelle circostanti. In
particolare, l’ecocardiografia 3D
è utilizzata:
• nelle patologie delle valvole cardiache per valutarne il grado di
gravità e pianificare la strategia
cardiochirurgica; l’ecografia risulta, inoltre, indispensabile come ausilio negli interventi di
cardiochirurgia valvolare tradizionale; in tal caso è importante
valutare il cuore con una sonda
inserita nell’esofago (eco transesofageo) per avere una perfetta definizione;
• per una più precisa definizione delle infezioni cardiache (per
esempio endocarditi su strutture native o protesiche, quali impianti valvolari o cateteri intracardiaci);1
• in presenza di fibrillazione
atriale (la più frequente aritmia
cardiaca) per valutare un’eventuale presenza di pericolosi trombi all’interno del cuore2 (dal quale possono facilmente migrare,
originando gli emboli che causano l’ictus cerebrale)3 o di condizioni di flusso sanguigno alterato che predispongano ai trombi stessi (per esempio, disfunzione dell’auricola sinistra sempre in corso di fibrillazione atriale);
• per pianificare, guidare e controllare – quindi prima, durante
e dopo la procedura – l’impianto di valvole transaortiche e di
“devices” (ombrellini per difetti
interatriali o tappi per chiudere
l’auricola)1; recentemente si è
osservata una riduzione del 10%
delle complicanze degli interventi alle valvole cardiache attraverso un’ecocardiografia tridimensionale che guida la mano
del chirurgo senza bisogno dell’intervento a cuore aperto.
La cardiologia ospedaliera del
Policlinico, grazie all’ampia esperienza ecocardiografica sviluppata su tutte queste malattie
cardiologiche, ha portato i dati di
Bari nei più importanti convegni
internazionali e li ha pubblicati
sulle più importanti riviste cardiologiche internazionali,1-4 divenendo centro per la formazione di super-specialisti nelle varie
tecniche della ecocardiografia.
In conclusione, l’ecocardiografia
rappresenta oggi uno strumento
irrinunciabile per il cardiologo il
quale, per utilizzare al meglio tale risorsa, deve acquisire un am-
pio bagaglio di esperienza e poter accedere ad apparecchiature
all’avanguardia, specialmente
per diagnosi “difficili” che richiedano l’uso di metodiche sofisticate quali l’ecocardiografia
tridimensionale.
Paolo Colonna*
Responsabile Unità referenziale
Ecocardiografia basale e complessa
Riccardo Guglielmi*
Direttore Cardiologia Ospedaliera
* Cardiologi
associati ad AMA CUORE BARI
Bibliografia essenziale:
1. Colonna P, Michelotto E, Guglielmi R, et al. Morphological approach to lead-dependent infective endocarditis: a preliminary
real time 3D transesophageal
echocardiography study. Eur J
Cardiovasc Imaging 2013;Suppl12:P632.
2. Colonna P, Michelotto E, Genco W, et al. Evaluation of left atrial
appendage function and thrombi
in patients with atrial fibrillation: from transthoracic to real time 3D transesophageal echocardiography. Eur J Cardiovasc Imaging 2012;Suppl12:P434.
3. Colonna P. Echocardiography
for embolic risk stratification in
atrial fibrillation: improvement of
CHA2DS2-VASc in the era of new
oral anticoagulants. Rev Argent
Cardiol (Eng) 2013;81:102-106.
4. Michelotto E, Tarantino N, Pedote P, Colonna P, Guglielmi R. An
uncommon pericardial cyst in
the central mediastinum: incremental diagnosis with contrast
enhanced three dimensional transesophageal echocardiography. J
Cardiovasc Echography 2013 in
press.
InFormaCuore
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LA “CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA” PER L’ARRESTO CARDIACO EXTRAOSPEDALIERO
Relazione presentata dal dott. Ciancamerla al 45° Congresso nazionale dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri)
(NB: la relazione è iniziata
con la proiezione del video “Si
poteva salvare se...” in cui la
catena della sopravvivenza è illustrata nelle sue varie fasi: riconoscimento dell’arresto cardiaco, allarme al 118, massaggio cardiaco, uso del defibrillatore).
A chi va insegnata? Sicuramente in tutte le facoltà di materie sanitarie e nelle scuole
medie superiori.
A chi andrebbe fatta conoscere? Cosa c’è di meglio del-
le autoscuole frequentate dal
100% dei diciottenni, a cui
proiettare almeno due volte al
mese uno spot dimostrativo
con messaggio di invito a partecipare ai corsi di primo soccorso. Nessuno spot televisivo
avrebbe numericamente questo impatto.
Cosa insegnare ai cosiddetti
“soccorritori laici” in una lezione snella di due ore? Note
essenziali di anatomia e fisiologia del cuore, cause e sintomi dell’infarto, origine della
fibrillazione ventricolare, ri-
conoscimento dell’arresto cardiaco, corretto allarme al 118,
massaggio cardiaco solo, dimostrazione dell’uso del defibrillatore, secondo le linee
guida ILCOR del 2010.
La criticità principale dell’insegnamento e di conseguenza
dell’applicazione della “catena
della sopravvivenza” è la qualità del massaggio cardiaco. La
posizione delle mani, la frequenza del massaggio e il rilasciamento sono sempre valutabili. La profondità delle
compressioni è controllabile
LA MADRE DI TUTTI I PROBLEMI
La politica è il motore dell’umana
convivenza nelle società organizzate. Anche quando ne critichiamo
aspramente i risvolti negativi ci accorgiamo che non se ne può fare a
meno.
La madre d’ogni carenza nella soluzione del problema morte cardiaca improvvisa è di natura politica.
Il volontariato ha compiuto ogni
sforzo possibile (e continuerà a farlo!) per stimolare il compimento dell’impresa, sovente sostituendosi, a
360 gradi, a chi ha ruolo nel campo
del soccorso. Ma alla fine rimane,
ahinoi, l’incompiuto.
La prima normativa aveva rivelato
la “nudità del re”. La 120 del 3 aprile 2001, infatti, aveva dato la giusta
indicazione: il territorio è troppo ampio, gli eventi di arresto cardiaco
concedono pochissimo tempo, ben
difficilmente un’ambulanza potrà
prestare il necessario soccorso entro
i cinque minuti salvifici.
Quindi, bisogna che la popolazione
provveda all’autosoccorso, se si vuole dare una definizione logica al pro-
blema: troppi provvedimenti, come volevasi dimostrare, servono a
poco.
Bisogna che là dove si muore così
barbaramente, cioè nelle abitazioni,
nei luoghi di lavoro, dello sport e dell’assembramento, vi siano i presidi
strumentali e le persone addestrate
ad usarli: tutto il resto ingenera solo confusione e scoramento, anche
se è servito e serve a vederci chiaro
e ad offrire alle istituzioni politiche
e preposte la visione politica del
che fare. Cioè una legge, vergata in
mezza pagina, che renda obbligatorio quel che già ben si conosce. Come si è fatto per gli estintori.
Essi servono a far limitare, da parte di chi li ha in dotazione, l’insorgere dell’incendio fino all’arrivo dei
professionisti, cioè i vigili del fuoco.
Parimenti i defibrillatori, ormai
sempre meno costosi e più agevoli
da usare, sono utili a tenere in vita
un cuore in arresto, finché non
giungano i professionisti con l’ambulanza.
Gli strumenti li assumerà in dotazione e provvederà a che si impari
ad usarli chi “abita” l’edificio o l’azienda, il centro sportivo o l’aeroporto, la stazione ferroviaria o il
mezzo di trasporto.
Fino a quando non sarà emersa
un’altra e più idonea terapia, si
continuerà a brancolare nel buio,
nella generosa, ma affannosa ricerca del “meno sbagliato”. A meno che
non si riesca a capire e a risolvere il
problema a monte, preventivamente, cercando, trovando e curando i
candidati all’arresto cardiaco.
Ma anche questo problema è politico, che lo si voglia o no. Forse si
tratterà di valutare… i costi: ma la
politica è strettamente connessa solo all’economia o anche alla salute?
I volontari continueranno cocciutamente a compiere, secondo attitudine, la loro commendevole attività di sentinelle avanzate, per esempio preparando gli allievi nelle scuole a diventar i soccorritori per la vita.
Chissà che, a furia di “rompere”, non
si trovi la “dritta” più adeguata. Ma
che tristezza!
F
Buone vacanze e… tornate riposati!
La Redazione di InFormaCuore augura a tutti i sodalizi aderenti al CONACUORE
buone vacanze.
Ai presidenti e agli attivisti il migliore auspicio non può che riferirsi alla necessità di far
riposare il corpo e la mente. Ritemprarsi in modo che, tirate via le “ragnatele” della fatica
conseguente all’incessante operosità, si possa tornare con la consueta tenacia a “mordere”
i problemi, così da portarli progressivamente a soluzione.
Uno dei massimi ostacoli che troveremo sempre tra quelli più incomprensibili e ostici da
superare è la diaspora del sistema sanitario, ormai suddiviso in 21 “Stati-Regione”.
Fuori da ogni metafora non è accettabile l’inesistenza d’una politica che voglia e sappia
somministrare equità sanitaria in tutto il Paese-Italia.
invece solo su alcuni manichini e non è facile superare la
soglia dei 5 centimetri. Nel
soccorso reale ci si fida della
propria esperienza perché sicuramente non sono subito disponibili dei sistemi di controllo.
Altre criticità:
• avere persone addestrate
con cui condividere il massaggio cardiaco;
• avere presto a disposizione
un defibrillatore (qui subentrano problemi di scelta della
loro distribuzione, di responsabilità dei controlli e della
manutenzione);
• coronarografia a tutti gli arresti cardiaci e ipotermia.
Noi cardiologi, oltre ad essere
istruttori di rianimazione, soccorritori del 118, emodinamisti, medici di UTIC, possiamo
fare di più? Appurato che la
coronaropatia è la causa principale dell’arresto cardiaco dopo i 35 anni abbiamo il dovere professionale di prevenire
l’infarto.
Da soli è difficile, per cui dobbiamo allearci per collaborare con una serie di figure sanitarie per intercettare le persone in vari momenti della
loro vita, utilizzando la carta
del rischio come veicolo informativo.
Penso:
• ai farmacisti per misurare
gratuitamente la pressione;
• ai medici di medicina generale con cui organizzare
brevi conferenze con i propri
assistiti a rischio selezionati;
• ai medici di sanità pubblica per consegnare la carta del
rischio a chi rinnova la patente
tra i 40 e i 50 anni;
• agli infermieri delle cardiologie per contattare i figli
degli infartuati ricoverati.
Penso anche alle associazioni
di cardiopatici, riunite nel
Coordinamento nazionale CONACUORE, con cui già collaboriamo, ma non abbastanza,
per la giornata mondiale del
cuore, per cardiologie aperte,
per il progetto Viva, per maratone varie. Un maggiore
scambio di presenze nei relativi convegni potrebbe rinforzare questa alleanza per ottenere a livello nazionale quei risultati che già si sono visti con
le leggi sulla defibrillazione.
Dott. Giuseppe Ciancamerla