CONA CUORE InFormaCuore ORGANO DI INFORMAZIONE DEL CONACUORE (COORDINAMENTO OPERATIVO NAZIONALE ASSOCIAZIONI DEL CUORE) Trimestrale - Sped. in A.P. 45% Art. 2 Comma 20/B L. 662/96 - Autorizzazione Filiale EPI di Modena - Anno XIV - Giugno-Luglio 2014 - L 1,30 ED ITO RIAL E TRE MISSION IN UNA CORNICE RIASSUMONO LA NASCITA E LO SVILUPPO DEL CONACUORE IN TRE LUSTRI di GIANNI SPINELLA Ogni anno si svolge a Modena il Congresso del CONACUORE. In aprile u.s., venerdì 11 e sabato 12, si è celebrato il sedicesimo. Avremmo gradito una partecipazione maggiore e più equilibrata. Cioè la presenza di un maggior numero di associazioni aderenti e, nel contempo, la distribuzione dei delegati nelle due giornate di venerdì e di sabato, senza arrivi ritardati o rientri anticipati. La possibilità di tenere vivo il CONACUORE passa sicuramente per questa strada: è evidente che tale percorso richiede l’impegno di tutti i sodalizi. Non si può teorizzare sui massimi sistemi, sulla necessità di avere un Coordinamento Nazionale delle Associazioni del Cuore, quale momento unitario dei pazienti, e, poi, vivere lo stesso in modo superficiale, limitandosi ad una adesione del tutto formale, e/o a delegare tutto a pochi. Le nostre mission riusciranno ad essere vincenti se le nostre rappresentanze a confronto nel Congresso annuale saranno numerose e propositive. Il nostro periodico, InFormaCuore, sarà tanto migliore quanto più il Comitato di Redazione e le penne che scrivono e descrivono saranno maggiori e migliori. Non basta esternare critiche, pur giuste, quando non si offre quel contributo vitale che renda ogni posizione coerente e utile alla causa comune. Quanto dire, dalle idee e dalle parole ai fatti. Desidererei che queste brevi considerazioni non venissero fraintese quali reprimenda di una persona condizionata dall’intensa e precoce calura estiva, bensì di un presidente che ha sviluppato, con pochi altri, un’idea nata in Val d’Aosta e realizzata a Modena tra il 1998 e il 1999. Cioè la prima associazione di livello nazionale dei pazienti cardiopatici emersa in Italia. È bene sottolineare che la patologia cardiovascolare coinvolge da noi circa 7.500.000 persone, cifra corrispondente al 12,5% dell’intera popolazione. Si tratta della patologia che più colpisce il nostro Paese. I deceduti sono [continua a pagina 2] 5 X 1 0 0 0 Il tuo 5x1000 è il miglior investimento per la salute del tuo cuore e può fare la differenza! Con un piccolo gesto sosterrai tante nostre iniziative. È sufficiente indicare il codice fiscale del Conacuore: 9 4 0 9 9 5 3 0 3 6 5 . Grazie di… cuore! 44 Gentili lettori, ci sembra opportuno aprire lo spazio dedicato al XVI Congresso nazionale del CONACUORE con un aforisma di Niccolò Tommaseo (Pensieri morali). “Le più ovvie e costanti bellezze della terra e del cielo, le più consuete dimostrazioni dell’umano affetto, guardatele come visioni e voci dall’alto; e sarete continuamente ispirati”. MODENA, HOTEL BAIA DEL RE, 11-12 APRILE 2014 XVI CONVEGNO CONACUORE Alcune riflessioni come Presidente della Federazione Triveneto Cuore e come Presidente dell’Associazione Amici del Cuore di Pordenone Caro Presidente e cari Soci di Conacuore, è con molto piacere che partecipo a questo consueto, annuale incontro, utile a puntualizzare quanto abbiamo prodotto ma anche ad evidenziare eventuali migliorie gestionali e suggerimenti non dimenticando che come socio fondatore e Presidente della Federazione Triveneto Cuore nonché componente del Direttivo del Conacuore sento particolarmente l’importante significato della “Costituzione” delle due benemerite realtà, nate quasi in contemporanea, in quan- to utili entrambe ai cardiopatici e ai cittadini. [continua a pagina 2] InFormaCuore Pag. 2 XV I C O N V EG NO C O N A C U O RE T R E M IS S I O N I N U N A C O R N I C E … [segue dalla prima pagina] [segue dalla prima pagina] Lo scopo dei due Sodalizi sopracitati, in definitiva, è lo stesso: volontari a titolo gratuito che intendono operare, in collaborazione con le strutture Socio-Sanitarie, nell’ ambito della prevenzione, della riabilitazione, dell’assistenza e della promozione della salute per contrastare le malattie cardiovascolari; diversi sono, invece, i ruoli e gli interlocutori dei due Sodalizi. La Federazione Triveneto Cuore, nata dall’esigenza di non disperdere in tanti rivoli le energie dei singoli Sodalizi, si propone di coordinare, a livello nord-est, le iniziative degli stessi, anche confrontandole fra loro allo scopo di migliorare il lavoro di tutti. Il Conacuore, invece, ha il compito essenziale di raccogliere le istanze della base e di farsene portatore, quale unico diretto interlocutore presso le sedi istituzionali, come i Ministeri competenti (salute, istruzione, ecc.). Per potenziare e rendere omogenea nel territorio la presenza degli “Amici del Cuore” sarebbe auspicabile che a ogni Unità Operativa di Cardiologia a livello nazionale, con annessa Unità Coronarica, corrispondesse un’Associazione Amici del Cuore. È questo un grande lavoro del Conacuore e delle strutture Socio-Sanitarie Regio- nali da affrontare e sviluppare con i Cardiologi dell’ANMCO insieme, se necessario, alla Fondazione “Per il tuo Cuore”. Il risultato positivo di quanto detto avrebbe la presenza sul territorio nazionale di un numero sempre più elevato di Associazioni “Amici del Cuore”, le quali potrebbero essere di supporto ai cardiopatici e a chi opera per la prevenzione e la salute del cuore, in stretto contatto con gli operatori sanitari. Come “Amici del Cuore” di Pordenone da anni ci siamo posti il problema della prevenzione, a tutto campo, mettendo insieme, informalmente, le Associazioni di volontariato Socio-Sanitario per aderire al Progetto “Insieme per la Salute” avviando una serie di iniziative che, in verità, alla prova dei fatti, sono risultate vincenti. Argomento importante è potenziare il lavoro in materia di prevenzione delle malattie cardiovascolari con iniziative mirate all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Non è seconda la morte improvvisa. Con tenacia proporre il progetto “Obiettivo Salvagente” alle aziende, nei centri commerciali, agli amministratori condominiali, ai gestori di palestre e campi sportivi, discoteche, istituzioni InFormaCuore Organo di informazione del CONACUORE (Coordinamento Operativo Nazionale Associazioni del Cuore) Direttore responsabile: Arrigo Guiglia Direttore editoriale: Gianni Spinella In redazione (in ordine alfabetico): Gabriella Alessandrini - Adelmo Bastoni - Renato Battiston - Giovanni Bisignani Luigi Bradascio - Francesco Brancati- Riccardo Buchberger - Vincenzo Castelli Giuseppe Ciancamerla - Gaetano Cuppini - Antonio Destro - Eugenio Di Ninno Giuseppe Fattori - Lisa Galli - Laura Marenzoni - Francesca Parravicini - Roberto Parravicini Andrea Peracino - Antonello Rossi - Pasquale Spinelli - Stefano Tondi Redazione e Amministrazione: Via Zurlini 130 - 41125 Modena Tel. 059342459 - Fax 0592923049 E-mail: [email protected] - Web: www.conacuore.it Editore: Guiglia editore srl Via F. Rismondo 81 - 41121 Modena - Tel. e Fax 059238788 Proprietà: CONACUORE Reg. Tribunale di Modena n. 1541 del 30.05.2000 Stampa: Tipolitografia Notizie Due - Modena pubbliche etc. per dare attuazione alla legge n° 120 del 3 aprile 2001 che consente ai non sanitari di poter usare il defibrillatore sul territorio (previo un corso di formazione) su persone colpite da arresto cardiaco. Purtroppo, per motivi diversi, ci sono delle iniziative portate avanti con difficoltà da alcune Associazioni di volontariato. Non esiste ancora l’obbligatorietà, come per l’uso degli estintori, che stabilisce per legge chi deve mettersi in regola. A nostro avviso i titolari delle attività summenzionate dovrebbero gestire il progetto: addestrare il personale, acquistare i defibrillatori verificando il loro funzionamento e per qualsiasi chiarimento confrontarsi con il 118 e gli organi che gestiscono la sicurezza. Sempre nell’ambito dell’“Obiettivo Salvagente”, è basilare dare continuità al progetto “Mini-Anne”: manichino mezzobusto destinato agli studenti delle Classi IV delle Scuole Superiori, per l’addestramento alla rianimazione cardio-polmonare nei casi di arresto cardiaco. La distribuzione di questi manichini deve essere completa in tutte le scuole Superiori pubbliche e private. È da segnalare che il progetto deve essere portato avanti insieme ai referenti delle scuole, anno dopo anno, nonostante le obiettive difficoltà di programmazione che si incontrano fra i Dirigenti scolastici. Suggeriamo agli Assessori all’Istruzione Pubblica delle Regioni di rendere questi corsi obbligatori da inserire nella programmazione scolastica. Infine un caloroso e riconoscente ringraziamento al Presidente Gianni Spinella per tutto ciò che ha fatto per il Conacuore e per tutto quello che farà nei prossimi anni. Renato Battiston percentualmente sempre al di sopra del 40% del totale delle morti causate da malattie. Tutto ciò malgrado gli innegabili progressi compiuti da una cardiologia che è fra le più avanzate ed efficaci del mondo. Ma si tratta evidentemente degli effetti d’una popolazione la cui speranza di vita aumenta di anno in anno, con le inevitabili conseguenze che un siffatto fenomeno di invecchiamento complessivamente comporta. Da qui l’utilità dell’ associazione unitaria dei pazienti, ben supportata da tanti professionisti sanitari che hanno aderito al CONACUORE, fin dalla sua nascita. Hanno aderito con passione e senso di responsabilità ponendo le loro conoscenze al servizio di una causa che ha stabilito tre mission fondanti entro una cornice. Le tre mission sono: la prevenzione sul territorio ad iniziare dall’età scolare; la migliore cura allo stato dell’arte quale presidio contro le recidive; la promozione concreta della ricerca per l’innovazione. La cornice, costruita fin da subito, s’è orientata a stabilire alleanze a 360 gradi con le istituzioni socio-politiche e sanitarie variamente articolate. Ciò ha prodotto importanti normative ad ogni livello e, soprattutto, la consuetudine a “stare insieme” per difendere, e semmai sviluppare, un settore che ha poco da invidiare ad ogni paese avanzato del pianeta. Ma che ogni tanto subisce attacchi da chi s’inventa “intensità di cure” in sostituzione di quel che di norma funziona assai bene. Il problema era e rimane quello di schivare il male che storicamente affligge il nostro “meraviglioso, dannato Paese”. Cioè l’esasperato individualismo e la consequenziale divisione che ne deriva con l’inseguire interessi di ambito di varia natura, storicamente prevalenti, ahinoi, su quelli complessivi. Nel settore cardiologico il CONACUORE è fenomeno recente, venuto dal mondo dei pazienti quale risposta ad un fabbisogno di specie cospicuo, considerata l’entità della pandemia sopra descritta. Il fatto che la prevenzione, da tanto tempo considerata quale il più intelligente rimedio ad un così devastante flagello, non sia diventata cultura diffusa presso la nostra gente, la dice tutta sugli interessi sottesi alla suddetta “negligenza”. È risaputo che un ragazzo su tre è in sovrappeso e che uno su sei è obeso. È del pari arcinoto che tali soggetti hanno buone probabilità, domani, di entrare a far parte del popolo dei cardiopatici e/o dei diabetici, con buona pace dell’art. 32, primo comma, della nostra Carta Costituzionale. Ma con buona pace anche del costante incremento della spesa sanitaria continuamente soggetta ad amputazioni lineari quale immediato e facile raddobbo, in mancanza di una seria programmazione nel comparto, magari confrontandosi con i “fruitori”, che propongono, inascoltati, politiche di medio-lungo periodo. Ma vi sono altri modi per “pareggiare” i conti. Cioè la pressione all’uso crescente dei prodotti generici che sono da adottare… magari a prescindere da ogni innovazione già operante nei Paesi dell’Ue. Da qui anche il nostro secondo impegno per la migliore cura allo stato dell’arte! Ma dalla seconda si passa alla terza mission con il sostenere concretamente la ricerca per l'innovazione. Cosa che si è già verificata in termini di sicuri e robusti (per noi!) investimenti, con borse e assegni di studio. Il filo che tiene tutto questo discorso appare evidentemente proteso a tenere insieme un’unica grande ambizione: contenere e ridurre la malattia e i suoi sconvolgenti effetti, sociali ed economici. Ma quali chances potrà avere in siffatte direzioni un sodalizio che non riesca ad esprimere e a realizzare una “politica” unitaria ed equilibrata, finalizzata anche a trovare le giuste alleanze, indispensabili ad ipotizzare un possibile successo? In conclusione è bene ricordare che le fortune di CONACUORE non possono non coincidere con le sue capacità di spaziare su tutte le mission, e di sostenerle cercando e trovando a 360 gradi i consensi necessari ad esprimere la necessaria autorevolezza. F InFormaCuore Pag. 3 LA RELAZIONE COME STRUMENTO DI CURA* Quando un medico entra in relazione con una persona che deve curarsi, ha bisogno che questa si fidi di lui. Nel momento dei colloqui occorre costruire una buona alleanza terapeutica per fare l’anamnesi, spiegare la diagnosi e la prognosi. L’Alleanza Terapeutica non è un optional, ma la base di ogni percorso di cura dove chi cura ascolta chi è curato e viceversa. Molte volte i medici consigliano terapie confidando in “bravi malati” che assumano le medicine proposte. A volte, però, in corso di trattamento, i medici stessi si accorgono di non avere “bravi malati”. Se una persona che si cura non assume le terapie così come le vengono prescritte, per il medico rientra nella categoria del “cattivo paziente”. Non esistono “cattivi pazienti” esistono solo alleanze terapeutiche non adeguate. La differenza tra i pazienti la si trova nelle loro storie che, se conosciute dal curante, possono favorire una reciproca comprensione. In base alla propria esperienza il malato ha una rappresentazione mentale di ciò che sta vivendo, come anche il medico ha la sua idea della persona che ha davanti. Quando partecipo ai colloqui che i medici fanno ai malati e ai familiari può emergere che le terapie non sempre vengano assunte come dovrebbero per paura degli effetti collaterali o perché non se ne comprende la necessità o perché non ci si vuole sentire troppo malati. “Perché Signor Rossi non vuole curarsi come le viene consigliato?” ho chiesto una volta. “Perché il medico mi riempie di medicine, ma io non mi sento messo così male da doverle prendere tutte, allora per un po’ me le ricordo e poi le dimentico, ma solo perché mi sento bene.” “Ma per lei cosa vuol dire prendere le medicine?” Silenzio. Ho insistito. “Mi piacerebbe saperlo, perché chi la cura non riesce a capire il suo comportamento.” “Per me prendere le medicine è come dire che sono malato, ma non mi sento malato.” “Se si sentisse malato si sentirebbe simile a chi?” “A mio padre che è morto due anni fa e io non sono messo male come lo era lui”. Ecco cosa sono le rappresentazioni mentali: associazioni libere della nostra mente che possono danneggiarci anziché proteggerci, perché ci allontanano da corretti esami di realtà. Lisa Galli Psicologa-Psicoterapeuta * Dal Blog Quando la vita cambia colore www.lisagalli.it PREVENIRE È SEMPRE POSSIBILE, ANCHE IN CASO DI MORTE CARDIACA IMPROVVISA Uno studio dell’American Heart Association rivela che molti casi sarebbero preceduti da sintomi riconoscibili Sono 350.000 l’anno nei soli Stati Uniti i casi di morte cardiaca improvvisa, una sindrome che siamo abituati a considerare, come dice il nome stesso, imprevedibile. Una ricerca presentata all’ultimo congresso dell’American Heart Association, però, l’“Oregon Sudden Unespected Death Study”, stravolge questo punto di vista. Tra il 2002 e il 2012 i ricercatori hanno esaminato oltre un milione di persone abitanti nell’area di Portland (USA). Il 53% degli uomini tra i 35 e i 65 anni che in quel lasso di tempo ha avuto arresti cardiaci fuori dall’ospedale aveva avuto qualche campanello d’allarme prima della crisi – intenden- do con “prima” un lasso di tempo che, nella maggioranza dei casi, arriva fino a un mese. Si tratta evidentemente di una buona notizia: lo studio apre all’eventualità che questo tipo di morte per cause cardiache non sia più così improvvisa, ma anzi prevedibile. Il 56% del campione infatti aveva avvertito dolore al petto, il 13% affanno e fiato corto, mentre il 4% aveva avuto palpitazioni o giramenti di testa. «La morale è semplice» dichiara Sumeet Chugh, responsabile della ricerca e direttore della sezione di cardiologia genomica al CedarsSinai Heart Institute di Los Angeles. “Chiunque abbia uno di questi sintomi non lo trascuri, ma si rechi immediatamente dal medico: è un comportamento che può fare la differenza tra la vita e la morte”. Dando ai medici margini di intervento sempre più estesi, l’“Oregon Sudden Unexpected Death Study” segna una svolta nelle cure e nella prevenzione della morte cardiaca improvvisa: d’ora in avanti sarà sempre più possibile intercettare i cuori sul punto di cedere, programmando terapie e interventi per scongiurare la morte del paziente. Dott.ssa Francesca Parravicini IL RAPPOR TO MEDICO-PAZIENTE Il paziente viene dal medico per avere la salute e il calore umano. Non sempre, è bene dirlo subito, restituire la salute è in nostro potere, ma il calore umano, quello sì, possiamo darglielo. Certo dipende da quanto ne siamo forniti, da quanto siamo disposti a dargliene, se ne siamo nati dotati o ne abbiamo accumulato nei trascorsi dell’educazione e nelle vicende della vita. Per il paziente ci sono due importanti parametri di valutazione del medico: uno immediato, che è la simpatia, la comunicazione diretta e tempestiva, la condivisione dell’obiettivo, che lo fa sentire “amico”; l’altro si costruisce nel tempo, dettato dalla percezione del risultato ottenuto, ma anche influenzato dai racconti di altri pazienti, in sintesi, dalla reputazione del professionista. Le due figure – del medico e del paziente – che vivevano la malattia in stretto contatto e idealmente con convergenza di obiettivi, si sono allontanate, perché tra loro si sono frapposti alcuni nuovi elementi, che sono il sistema sanitario con tutta la sua burocrazia, l’informatizzazione dei processi assistenziali e, non indifferente, la frequenza di campagne mediatiche di diffamazione sul comportamento del medico. A prescindere dalla consistenza dei fatti, l’atteggiamento dei media è quello di processare il medico, di cui si presume la colpevolezza, trascurando la posizione morale di chi – paziente, parenti o legali – possa avere interesse a diffamarlo. Lo scenario quindi si è molto complicato negli ultimi decenni per la comparsa di nuovi elementi, alcuni totalmente scono- sciuti in passato. La figura indiscussa del medico gestiva il rapporto col paziente in modo assolutamente paternalistico, decidendo il da farsi e imponendone l’esecuzione con scarsi spazi di confronto. La nascita degli ordini professionali nati a garanzia del cittadino e la richiesta dei pazienti di essere informati sul loro stato di salute e di partecipare alle decisioni che li riguardavano ha innescato il cambiamento, in cui oggi si è inserito il sistema informatico. Internet è prodiga di consigli e di insegnamenti, purtroppo non sempre sicuri e attendibili. Vi si trovano migliaia di suggerimenti e di applications (app), capaci di regolare ogni atto della vita del malato, ma quali possono garantire un’informazione sicura è difficile da discernere. Una consultazione aperta ai cittadini europei e citata in un articolo di Elena Meli sul Corriere Salute del 20 aprile u.s. (http://ec.europa.eu/eusurvey/runner/green-paper-mHealth2014) si pone il problema di come individuare e certificare informazioni sicure tra quelle dedicate ai pc, ai tablet, agli smartphone. Si crea un nuovo tipo di rapporto tra il paziente e il medico, che può esser richiesto di spiegare se una “proposta” della rete è utile, superflua o addirittura dannosa. Il sogno di avere un “paziente informato” può scontrarsi con la realtà di averlo “male informato”. Quel rapporto che parte dai grandi medici dell’antichità e si evolve nei secoli per raggiungere la compartecipazione dei pazienti vive una nuova stagione. Prof. Pasquale Spinelli InFormaCuore Pag. 4 BUONE NOTIZIE: BASTERÀ UN TEST DEL SANGUE PER PREDIRE LA MORTE PER INFARTO? Può sembrare fantascienza, ma non lo è: sulla rivista Genome Medicine è stato presentato un rivoluzionario test, messo a punto dal team del dottor Gregory Gibson, del Georgia Institute of Technology ad Atlanta, utile per predire chi, tra le persone affette da problemi di circolazione sanguigna, ha un maggiore rischio di infarto. Il test, già sperimentato su un primo gruppo di oltre 300 pazienti, si basa sull’esame di determinati geni, la cui attività è correlata al rischio di attacco cardiaco. Non tutti i pazienti con arterie e coronarie in sofferenza, infatti, devono per forza avere un infarto: il test si è dimostrato efficace e dovrebbe quindi consentire ai medici di intervenire tempestivamente e su larga scala con programmi di prevenzione personalizzata. Il sogno dei ricercatori del Georgia Institute of Technology è quello di arrivare a realizzare un apparecchio simile al glucometro che i diabetici utilizzano per misurare la glicemia: portatile e non invasivo, esso permetterebbe di eseguire il test comodamente da casa, allargando così a dismisura il numero dei pazienti che potrebbero trarne un concreto beneficio. * * * * * * * COMINCIA DA PAVIA LA LOTTA ALLA MORTE CARDIACA IMPROVVISA Tutti conosciamo almeno un tragico caso: ragazzi inspiegabilmente stroncati dalla morte cardiaca improvvisa durante lo svolgimento di un’attività sportiva. Ebbene, per evitare che accada nuovamente in futuro è attivo da dicembre 2013 a Pavia il Progetto Giovani Pavia ’93, uno screening gratuito di tutti i nati a Pavia nel 1993 (in totale 758) per l’individuazione dei segni, dei sintomi e delle alterazioni capaci di rivelare, tra le altre patologie, un’esposizione al rischio di morte cardiaca improvvisa. L’ateneo pavese, in collaborazione con le Università di Lisbona e di Coimbra, con Advanced Genetics Italia e la casa madre portoghese, HeartGenetics, ha sviluppato un microchip genetico in grado di rivelare con una rapidità e una precisione prima impensabili le condizioni patologiche che aumentano la probabilità di questo evento. Il professor Richichi, coordinatore del progetto, ha spiegato che il microchip consente di individuare cardiomiopatie ipertrofica, dilatativa e aritmogena del ventricolo destro, ma anche i fattori di rischio genetico per l’ipertensione arteriosa e la trombofolia, nonché numerosi sindromi che possono esporre al rischio di morte cardiaca improvvisa, il tutto in tempi rapidissimi: “Finora avevamo bisogno di 4 o 5 mesi per conoscere l’esito delle analisi” afferma Richichi, “oggi, in un mese al massimo, siamo in grado di sapere a quali patologie il paziente è predisposto”. La speranza, naturalmente, è che questo progetto pilota funzioni al meglio e che si possa estendere lo screening ai giovani di tutta Italia, segnando così un punto a favore della prevenzione. Dott.ssa Francesca Parravicini LETTERA DELLA PROFESSORESSA TREMOLI ALLE ASSOCIAZIONI ADERENTI AL CONACUORE GIORNATA MONDIALE PER IL CUORE – GMC 2014 Gentile Presidente, anche quest’anno vogliamo riportare l’attenzione di tutti sulla Giornata Mondiale per il Cuore che si celebra in Italia e nel mondo il 29 settembre 2014. In Italia la GMC è coordinata dalla “Fondazione Italiana per il Cuore”, unica associazione nazionale dell’area cardiovascolare membro della World Heart Federation, in stretta collaborazione con Conacuore e la Federazione Italiana di Cardiologia. La prevenzione, la cura della malattie cardiovascolari e la salute del cuore e dei vasi rimangono ancora una volta al centro dei programmi sanitari del nostro Paese con due importati appuntamenti: l’8/9 Aprile, durante gli Stati Generali della Salute a Roma, il Ministero della Salute ha dato grande rilevanza al tema della prevenzione e della ricerca, mentre con Expo 2015 il tema Nutrire il Pianeta rinnova l’invito ad affrontare la salute dei cittadini con un approccio globale, ponendo l’attenzione sui corretti stili di vita che favoriscono la riduzione di quei fattori di rischio e delle cattive abitudini che sono la causa principale della malattie cardiovascolari. Inoltre, vogliamo segnalare il monito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che quest’anno invita le nazioni di tutto il mondo a ridurre entro il 2025 il 25% dei decessi prematuri causati dalle malattie cardiovascolari che, ancora oggi, sono la principale causa di morte in Italia e nel mondo. Si tratta di un obiettivo ambizioso che richiederà un interesse primario sulle malattie cardiovascolari con particolare attenzione alla prevenzione sia primaria che secondaria. In vista di queste grandi novità invitiamo tutte le associazioni, gli enti, i gruppi, i privati etc. interessati ad organizzare sul territorio nazionale, in modo autonomo e spontaneo, degli eventi aperti al pubblico per la Giornata Mondiale per il Cuore ad inviarci comunicazione sulle attività che intendono programmare per il 2014 in modo da diffondere le informazioni in modo tempestivo. La Fondazione Italiana per il Cuore, in qualità di coordinatore della GMC 2014, è a disposizione per ulteriori informazioni o per ricevere suggerimenti contattando i seguenti recapiti: [email protected]; Tel: 02-50318317 – 318; Cell.: 366-9616406 (Dr.a Cristina Bolsi). Desidero ringraziare personalmente tutti coloro che in questi anni, con il proprio incessante impegno e i numerosi eventi, hanno dato voce alla lotta contro le malattie cardiovascolari. In attesa di un riscontro da parte vostra invio i miei più cordiali saluti. Prof.a Elena Tremoli Presidente Associazione Fondazione Italiana per il Cuore, Via Balzaretti 9, 20133 Milano - Tel: 02-50318317 - 318 E-mail: [email protected] - www.fondazionecuore.it ente giuridicamente riconosciuto n. 14.12.649 InFormaCuore Pag. 5 XVI CONVEGNO CONACUORE 1. Il moderatore dell’Assemblea, Sig. Adelmo Bastoni, apre ufficialmente la XVI assise del Conacuore. 2. Il Presidente di Conacuore, prof. Gianni Spinella, porge i suoi saluti al Congresso. 1 2 3. Il Tavolo della Presidenza al XVI Congresso. Da sinistra: il dott. Gaetano Cuppini, Presidente del Collegio Revisori dei Conti, il dott. Angelo Fiandri, tesoriere di Conacuore, il prof. Gianni Spinella, Presidente di Conacuore, il sig. Adelmo Bastoni, moderatore e il dott. Antonio Rossi, vice Presidente di Conacuore. 4. Alcuni interventi dei delegati nello spazio dedicato a “Il cuore di Conacuore, parlano le associazioni”. Da sinistra: il prof. Gianni Spinella cede la parola ai due moderatori della sessione, il sig. Renato Battiston, Presidente della Federazione Triveneto Cuore, e la dott.ssa Luisa Cattaneo, Presidente di Conacuore Lombardia; accanto, interviene il sig. Francesco Doneddu, Presidente dell’Associazione Gli Amici del Cuore d’Ogliastra. 5 6 5. Il dott. Giuseppe Ciancamerla, Presidente dell’Associazione Les Amis du Coeur du Val d’Aoste. 3 7 6. L’intervento del dott. Luca Vitale dell’Associazione Gli Amici del Cuore di Catania. 7. Il contributo offerto dal dott. Matteo Biscella, Presidente dell’Associazione Gli Amici del Cuore di Camposampiero. 4 8. Il dott. Loriano Brugnera, Presidente dell’Associazione Amici del Cuore di Motta di Livenza. 8 InFormaCuore Pag. 6 TAVOLA “MONITORAGGIO REMOTO: UNA INNOVAZIONE MONITORAGGIO REMOTO DEI DISPOSITIVI CARDIACI IMPIANTABILI ATTIVI: Una sintesi sul tema da parte del moderatore della Tavola Rotonda Con la continua crescita della prevalenza delle patologie cardiovascolari e il conse- guente aumento del numero di pazienti impiantati con un device cardiaco attivo, il ca- Il dott. Edoardo Casali, Responsabile aritmologia ed elettrofisiologia interventistica dell’Azienda Policlinico di Modena porge la sua relazione. Il dott. Francesco Melandri, Direttore di Cardiologia dell’Ospedale Civile di Sassuolo offre il suo contributo. rico di lavoro del personale dei centri specializzati in impianti è in costante crescita, con riferimento allo svolgimento delle visite ospedaliere per il controllo di pacemaker, defibrillatori impiantabili e dispositivi per la resincronizzazione cardiaca. I controlli, infatti, sono generalmente condotti dallo stesso personale medico dedicato alle procedure di impianto e richiedono l’allocazione di molto tempo per un tipo di attività routinaria. Per agevolare il follow-up di questi dispositivi, sono stati sviluppati dei sistemi di monitoraggio remoto: questo approccio potrebbe permettere di sostituire molte visite ospedaliere con controlli in remoto, limitando così gli accessi del paziente all’ospedale, nonché consentire la rilevazione precoce di anomalie del dispositivo impiantato e gestire la progressione della patologia cardiaca in maniera più efficiente. Il controllo remoto consente una continua raccolta di informazioni relative allo stato clinico del paziente e informazioni tecniche relative allo stato di funzionamento del dispositivo, senza richiedere la presenza fisica del paziente in ambu- Il prof. Roberto Parravicini, moderatore, Presidente del Comitato scientifico Conacuore, Ordinario Cattedra di Cardiochirurgia dell’Università di Modena e Reggio-Emilia. latorio. Esso non è da intendersi come un trattamento ma come un diverso modo di organizzare l’assistenza. Una struttura ospedaliera che si serva di sistemi di monitoraggio remoto con un’adeguata organizzazione può infatti, eliminando le visite di follow-up non necessarie ed ottimizzando le tempistiche assistenziali, riorganizzare il proprio carico lavorativo e ridirigere le proprie risorse su diverse attività. Alcuni benefici Il follow-up da remoto, se opportunamente organizzato, richiede tempistiche nettamente inferiori rispetto al follow-up tradizionale per- mettendo al personale sanitario di dedicarsi ad altre attività, oppure aumentare il numero dei controlli per pazienti in condizioni critiche, diminuendo le visite di controllo inappropriate e incrementando così la produttività del centro e la risposta al bisogno di salute del territorio. Ciò, inoltre, ridurrebbe ulteriormente il costo del trattamento. Per il paziente, ciò comporterebbe allo stesso tempo una sostanziale riduzione degli spostamenti da e verso l’ospedale, in un’ottica assistenziale sempre più orientata a una gestione terapeutica “homebased” capace di garantire un controllo costante ed accurato dello stato clinico del POTENZIALI BENEFICI ECONOMICI/ORGANIZZATIVI DEL MONITORAGGIO REMOTO RIDUZIONE DEL NUMERO DI VISITE AMBULATORIALI INAPPROPRIATE RIDUZIONE DEL NUMERO/DURATA DI OSPEDALIZZAZIONI La prof.ssa Elena Tremoli, Presidente FIPC (Fondazione Italiana per il Cuore) aggiunge elementi indispensabili sul tema. RIDUZIONE DEL TEMPO MEDICO MEDIO PER PAZIENTE RIDUZIONE DEL TEMPO TECNICO MEDIO PER PAZIENTE RIDUZIONE DELLE NUMERO DI VISITE DI EMERGENZA NON PROGRAMMATE RIDUZIONE DEGLI SPOSTAMENTI DEL PAZIENTE DA E VERSO LʼOSPEDALE RIDUZIONE DEI COSTI SOSTENUTI DAL PAZIENTE RIDUZIONE DEI COSTI SOCIALI RELATIVI AL COINVOLGIMENTO DI EVENTUALI CAREGIVER InFormaCuore Pag. 7 ROTONDA UTILE ALL’INTERO SISTEMA SANITARIO” ASPETTI ORGANIZZATIVI E DI RIMBORSO durante il XVI Congresso del CONACUORE paziente e del funzionamento del suo device, riducendo al contempo i costi sostenuti dal paziente stesso o derivanti dal coinvolgimento di eventuali caregivers. Codifiche e rimborsi Nonostante la letteratura illustri ampiamente i benefici del monitoraggio remoto per tutti gli attori coinvolti (pazienti, ospedali e sistema sanitario nel suo complesso), la mancanza di un rimborso per la prestazione di followup da remoto e per i sistemi di monitoraggio stessi ostacola una diffusione adeguata di questa prestazione di telemedicina e non premia i centri che hanno già adottato quest’innovazione nell’ottica di offrire un servizio migliore, più efficiente e che comporti minori costi per il sistema sanitario. Allo stato attuale, l’incremento della penetrazione di questa tecnologia ai livelli auspicati non è sostenibile, né per gli ospedali né per le aziende produttrici. Il rimborso, pertanto, costituisce un elemento essenziale per poter godere dei benefici illustrati, che hanno un effetto concreto e immediato sull’impiego di risorse per la gestione dei pazienti impiantati con dispositivi cardiaci attivi. A testimonianza dell’attualità di questa problematica, il tema è stato trattato anche dai Key Opinion Leader che hanno preso parte alla stesura dell’Expert Consensus Document delle società HRS ed HERA e del documento HTA pubblicato da AIAC nel 2014. Nella verifica di congruità della classificazione ICD-9-CM richiesta alla Federazione Italiana di Cardiologia dal Ministero della Salute, ora aggiornata alla versione 2007, con esplicita richiesta di segnalare modifiche ritenute opportune, l’AIAC ha inserito una proposta di codifica per il controllo remoto. Negli Stati Uniti, dal 2006, i servizi Medicare e Medicaid hanno definito dei codici di rimborso per i controlli a distanza dei dispositivi impiantabili. In Europa il problema del riconoscimento dei controlli a distanza è in piena evoluzione e alcuni Paesi hanno già previsto un rimborso (Francia, Germania, Regno Unito, Olanda, Danimarca, Finlandia, Svezia, Portogallo). In Italia, invece, nessun riconoscimento economico per il follow-up da remoto è stato ancora adottato. Un ulteriore supporto al rimborso dei sistemi di monitoraggio remoto e delle relative prestazioni di follow-up in remoto viene anche dalle Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina (sulle quali è stata raggiunta l’intesa in Stato-Regioni nel 2014), che dichiarano che laddove una prestazione ambulatoriale possa essere svolta in maniera equivalente con il supporto della telemedicina (le linee guida cliniche internazionali dichiarano che, per quanto concerne il mero controllo del dispositivo, ci sia equivalenza di prestazioni), questa debba avere un eguale rimborso. I fondi così ottenuti potrebbero essere utilizzati dagli ospedali al fine di ottimizzare adeguatamente l’organizzazione del reparto, impiegando personale dedicato che agevoli il lavoro del medico gestendo i flussi di informazioni provenienti dal sistema di monitoraggio e supportando i processi decisionali correlati alle prestazioni di telemedicina. Il prof. Andrea Peracino, vice Presidente FIPC, arricchisce di dati ed elementi la Tavola Rotonda. Aspetti organizzativi Al fine di conseguire i benefici del monitoraggio remoto è necessaria, da parte della struttura sanitaria, una forte motivazione a realizzare il servizio, che si traduca in riorganizzazione di risorse e conduca allo sviluppo di protocolli e procedure dedicati. In questo scenario, il ruolo del tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, opportunamente qualificato, può rivestire un’importanza primaria al fine di ottimizzare l’organizzazione assistenziale da remoto, offrendo un supporto costante e professionalmente specifico nello svolgimento dei controlli a distanza. I tecnici, come avviene già in alcuni centri virtuosi, possono analizzare i report inviati dai sistemi di monitoraggio remoto, occupandosi della gestione di problematiche tecniche indirizzando al medico solo quei casi che necessitano di un’analisi clinica. In questo modo è possibile snellire notevolmente il carico di lavoro dei medici per il follow-up dei dispositivi permettendo di ridurre i costi di gestione dei pazienti impiantati. UN ASPETTO NON SECONDARIO DEL MONITORAGGIO REMOTO I pazienti cardiopatici, come tutti i malati, sono da considerare nella loro rispettiva unicità. Il carattere gioca un ruolo assai importante nel modo di vivere i propri guai. Inoltre ogni corpo ha caratteristiche così personali da farci ben comprendere la giustezza d’una antica asserzione: bisogna curare il malato, non la malattia! Ci sono pazienti che, per varie ragioni, si farebbero ricoverare anche quando non c’è bisogno. Ve ne sono altri che non vogliono neanche sentirne parlare. In estrema sintesi, in questo arco assai variegato, circa la possibilità di farsi controllare in ospedale oppure a distanza (monitoraggio remoto) il proprio pacemaker, sembra che la maggioranza sia orientata sul controllo remoto, purché ben organizzato ed efficace. In altri termini un numero crescente di tali pazienti preferirebbe evitare viaggi ricorrenti, consumo di carburante, attese talora inevitabili. A ben pensarci se ne gioverebbe financo il traffico e l’aria che respiriamo. Un paziente Prof. Roberto Parravicini InFormaCuore Pag. 8 TAVOLA R “PROGETTO MORTE CA I relatori che si sono susseguiti durante la Tavola Rotonda hanno espresso un alto livello sotto il profilo qualitativo e, soprattutto, sotto quello propositivo. Il dott. Antonio Destro, Consigliere nazionale Conacuore e la dott.ssa Laura Valagussa, Presidente di IRC Comunità intervengono in veste di moderatori. Non si è trattato, infatti, Il dott. Pier Luigi Castellini, Direttore del Centro di addestramento BLS e BLS-D de “Gli Amici del Cuore” di Modena. soltanto di commentare l’esistente o di arricchirlo con pareri personali, ma di esprimere visioni progettuali ben ancorate alla realtà, fatta di bisogni cogenti di chi vive il problema nella sua pregnante quotidianità. S’è delineata un’ansia nel Il dott. Enrico Baldi, Presidente di Robbio nel Cuore e Pavia nel Cuore. voler fare, nel costruire, Il dott. Giuseppe Ciancamerla, Presidente dell’Associazione Les Amis du Coeur du Val d’Aoste. nel non accontentarsi mai che è tipica di un mondo e di un modo che vede l’etica coniugarsi con la pratica, con lo stare con i piedi per terra, perchè solo così si potranno salvare tante vite umane stroncate dal flagello della Morte CardiaIl dott. Vincenzo Castelli, vice Presidente di Conacuore e Presidente della Fondazione Giorgio Castelli di Roma. ca Improvvisa. Il dott. Giuseppe Fattori del Comitato Scientifico Conacuore. InFormaCuore Pag. 9 ROTONDA ARDIACA IMPROVVISA” Il prof. Giuseppe Marceca della Direzione Centrale di Sanità della Polizia di Stato. Il dott. Antonio Rossi, vice Presidente di Conacuore e Presidente degli Amici del Cuore di Paola. Il dott. Carlo Serantoni, Direttore inc. CO 118 di Modena Soccorso. Particolarmente vivace e strage silenziosa e poco di- Importante per la sua for- attuale, la Tavola Rotonda vulgata che si traduce in za razionalizzatrice e sti- ha affrontato le impor- decessi durante prove e molante è l’iniziativa del tanti novità, normative e allenamenti. censimento (mappatura) culturali, connesse al “De- È oltremodo utile cogliere dei DAE tuttora… vivi e creto Balduzzi” che, con l’occasione per dotare di operativi, da inserire nel- chiarezza non comune ha defibrillatori le palestre l’apposito sito creato da elencato norme, respon- delle scuole pubbliche, Conacuore. sabilità e competenze nel- spesso “affittate” a società Comune e forte giunga il l’organizzazione della De- sportive nelle serate e nei grido di richiesta al Mini- fibrillazione Precoce nel- week-end. I DAE in teca stero della Pubblica Istru- l’ambito sportivo. devono essere segnalati e zione: vengano resi curri- Pur apparendo eccessiva- accessibili. Ciò può por- colari i corsi di cardio- mente lungo il tempo con- tare anche ad una proficua soccorso, almeno negli ul- cesso alle società sportive collaborazione fra società timi due anni delle scuole amatoriali per mettersi in ed enti proprietari del- superiori. I programmi di regola, è stata apprezzata l’impianto sportivo scola- Educazione Fisica li po- l’occasione volta a ribadi- stico, con allevio delle spe- trebbero già includere, ma re l’obbligo della dichia- se, pur non rilevanti, per non vengono accolti, pro- razione di possesso del materiali d’uso e ricambi. grammati e attivati. DAE e della presenza di un Assai suggestiva è l’inizia- Conacuore e IRC-Comu- operatore abilitato al suo tiva dell’INAIL, comuni- nità sono a disposizione uso nell’intero corso, non cataci dal dott. Bruno Pa- per collaborare con il Mi- solo delle competizioni, paleo nei giorni prece- nistero, al centro e in pe- ma anche degli allena- denti, che introduce so- riferia, per formare Istrut- menti. È del resto noto stanzialmente sgravi con- tori di Comunità fra il per- che meno del 20% degli ar- tributivi per le imprese sonale docente e tecnico resti cardiorespiratori in che si dotino di DAE e di della scuola. ambito sportivo avviene personale addestrato, pur durante la gara. È pur- non essendo ancora ob- troppo molto ampia la bligate ad averlo. Dott. Antonio Destro InFormaCuore Pag. 10 I SALUTI DELLE AUTORITÀ CONACUORE porge i più vivi ringraziamenti alle autorità istituzionali e sanitarie che, partecipando e intervenendo Il dott. Oreste Capocasa, Questore di Modena. al XVI Congresso, Il prof. Franco Romeo, past President FIC (Federazione Italiana di Cardiologia) e Presidente eletto SIC (Società Italiana di Cardiologia). hanno dato prova di quella costante sensibilità che è alla base dei migliori rapporti e dei relativi successi che hanno arricchito la significativa storia del CoorIl prof. avv. Carlo Rienzi, fondatore e Presidente nazionale del CODACONS. dinamento Naziona- La dott.ssa Francesca Maletti, Assessore alle politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena. le delle Associazioni dei pazienti cardiopatici. Le espressioni di stima, non convenzionali ma propositive, lungi dal destare vuote reazioni di orgoglio stimolano ancor Il dott. Emilio Sabattini, Presidente della Provincia di Modena. più i volontari attivi- L’on. sen. Giuliano Barbolini, past President del Gruppo dei Parlamentari del Cuore. InFormaCuore Pag. 11 AL CONGRESSO CONACUORE sti ad adoperarsi, con maggior vigore, per corrispondere alle attese di pressanti bisogni di chi è già malato e di chi “non deLa dott.ssa Licia Petropulacos, Direttrice Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena. Il prof. Andrea Peracino, vice Presidente FIPC (Fondazione Italiana per il Cuore). ve” diventarlo. Il dott. Giuseppe Di Pasquale, past President ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), Direttore U.O.C. Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna. LA CONSEGNA DEI RICONOSCIMENTI: PERCHÉ E A CHI Da sinistra: il prof. Giuseppe Marceca, della Direzione Centrale di Sanità della Polizia di Stato, riceve dal Questore di Modena, dott. Oreste Capocasa, il Cuore d’Oro di Conacuore. Il Presidente Spinella consegna al dott. Giuseppe Fattori, del Comitato scientifico Conacuore, il Cuore d’Oro con la seguente motivazione: “Per la Sua spontanea adesione ai sogni e ai progetti del Coordinamento Nazionale. La mappatura degli strumenti salvavita reca il Suo nome. Rappresenta il senso della più umana concretezza in un Paese che, forse, ha dimenticato di investirsi nell’espressione insieme si può!”. L’attribuzione dei riconoscimenti è l’unica e modesta gratificazione che viene e verrà destinata agli infiniti episodi di solidarietà, militante e quotidiana, che fortunatamente costellano il nostro pianeta cuore. Ogni personaggio che abbia ricevuto un qualsiasi segno di riconoscenza da parte del gruppo dirigente annovera a suo merito tanto tempo prezioso dedicato coniugando alla propria abilità e versatilità la non comune vocazione a spendersi per il prossimo. Questi gesti sono altresì necessari perché diventano utili a sottolineare e a diffondere il fatto che i cittadini italiani, della più diversa estrazione e cultura, sono capaci di conseguire risultati di esemplare profilo e spessore. Consegna al sig. Bruno Zandarin, volontario dell’Associazione Amici del Cuore di Camposampiero e della Strada del Santo e consigliere-segretario della Federazione Triveneto Cuore, del Seminatore di Conacuore con la seguente motivazione: “Una persona di rilevante affidabilità, mista ad una volontà di volere esemplarmente dispensata a quanti a Lui fanno ricorso. Raro esempio di un mondo non sempre capace di coniugare alle parole la virtù delle azioni”. Consegna al dott. Angelo Fiandri, tesoriere del Coordinamento Nazionale, del Seminatore di Conacuore in quanto “Nostro tesoriere e… tesoro d’uomo. Dietro la scorza che ne cela la grande umanità, e ne pervade pensieri, gesti e rapporti, c’è l’innata ispirazione di riversarli, in solido, su chi gli vive intorno”. InFormaCuore Pag. 12 TAVOLA ROTONDA “I RICORRENTI TAGLI LINEARI SUI BENI SALUTE, SOPRATTUTTO INNOVATIVI” Un commento a conclusione della tavola rotonda tenutasi sul tema durante il XVI Congresso del CONACUORE Perché se ne parla a CONACUORE, centrando, come sempre, gli argomenti più scottanti? Perché medici e pazienti non sono d’accordo su questi aspetti che riducono le risorse dedicate alla sanità: a quella buona come a quella cattiva, a quella che mette a frutto e a quella che spreca. Sì, sprechi e corruzione sono i grandi problemi della nostra sanità. Le risorse si consumano nel percorso che fanno dall’erogatore all’utilizzatore: una dissipazione incontrollata, con varia distribuzione geografica nel Paese. I rimedi? Il primo: educare e responsabilizzare utenti e fornitori. Il secondo: mettere in sesto la medicina del territorio. Il terzo: dare alla politica il suo giusto ruolo, che è quello di programmare le grandi scelte, non di dare un posto privilegiato agli Il prof. Pasquale Spinelli, Primario Emerito dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, modera la Tavola Rotonda. operatori facendo prevalere la tessera di partito sul curriculum professionale. Ma non è solo questo. Di base c’è il fatto che sta cambiando la popolazione, che invecchia in tutto il mondo, ma in particolare in Italia e in Europa. Nel nostro continente l’a- Il prof. avv. Carlo Rienzi, fondatore e Presidente Nazionale del Codacons (a sinistra). Il prof. Gioachino Coppi, Direttore del dipartimento interaziendale integrato della cura delle malattie cardiache e vascolari della provincia di Modena. spettativa di vita cresce di 5 ore al giorno e in un anno aumenta di 71 giorni, che significa due anni nei prossimi 10. Recentemente l’Economist fa una analisi puntuale del mutamento demografico mondiale ed evidenzia ipotesi e conseguenze rilevanti anche per noi. Nel 2035 il 13% della popolazione mondiale si prevede che abbia più di 65 anni, anche come conseguenza della progressiva riduzione delle nascite. Quello che forse ingenerosamente viene indicato come “old-age dependency ratio”, il rapporto tra vecchi e persone in età lavorativa, si innalzerà rapidamente con una serie di conseguenze socio-economiche di grande rilevanza. Una più larga proporzione di anziani si traduce in una crescita economica rallentata e, dovendo i vecchi attingere alle proprie sostanze per vivere, anche in minori risparmi. Molti lavoreranno più a lungo, anche ben oltre i 65 anni. Mantenerli in salute comporterà costi alti; altro che tagli lineari. Quanto queste variazioni demografiche influenzeranno la società del futuro e l’evoluzione dell’economia e della sanità, che costituisce una delle maggiori voci di costo, dipenderà molto da come la politica saprà affrontare e gestire efficacemente i mutati scenari che verranno a prendere forma. Prof. Pasquale Spinelli Moderatore La dott.ssa Loredana Frattini, Cardiologa dell’ UCC dell’Ospedale San Paolo di Milano. La dott.ssa Giulia Mannella, del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, Roma. Il dott. Fabio Sgura, Cardiologo dell’Azienda Policlinico-Università di Modena. InFormaCuore Pag. 13 TAVOLA ROTONDA “MODELLI ORGANIZZATIVI PER INTENSITÀ DI CURA: OPINIONI A CONFRONTO” CONSIDERAZIONI SULLA TAVOLA ROTONDA SULLA INTENSITÀ DI CURA La riorganizzazione dell’assistenza secondo il modello dell’intensità di cura è stata al centro di una interessante tavola rotonda durante il Congresso CONACUORE di que- Il prof. Franco Romeo, past President FIC (Federazione Italiana di Cardiologia) e Presidente eletto SIC (Società Italiana di Cardiologia) ha moderato la sessione. st’anno, a cui hanno preso parte specialisti cardiologi di prestigio come il prof. Romeo, il dott. Di Pasquale e il prof. Rossi. Il dott. Stefano Tondi, Direttore U.O.C. dell’Ospedale Civile S. Agostino-Baggiovara di Modena. L’idea di razionalizzare l’assistenza in base al livello di assi- il dottor Di Pasquale ha ben de- dotati comunque di professio- stenza richiesta dal quadro cli- finito la modifica dell’acronimo nalità elevate, è possibile intro- nico del paziente, raggruppan- UTIC che è passata da “Unità di durre elementi di intensità di do i pazienti in appositi settori Terapia Intensiva Coronarica” a cura anche in quelle che erano prescindendo dalla differenzia- “Unità di Terapia Intensiva Car- nate come UTIC, che però, per zione basata sulla diversa spe- diologica”. Ciò a significare che il mutamento delle terapie e del- cialità, è nata anche con l’in- la tipologia di prestazione che si l’organizzazione sanitaria, han- tento di abbinare alla ottimiz- eroga oggi nella moderna UTIC no visto ridursi e modificarsi il zazione delle risorse una mi- non è legata unicamente alle loro ruolo legato alla gestione gliore efficienza delle cure. Sindromi Coronariche Acute del paziente con coronaropatia. Dai diversi contributi della ta- (infarto e angina), che spesso In questi ambiti diventa quasi vola rotonda è emerso un ele- sono prontamente stabilizzate inevitabile pensare ad una mag- mento comune: negli Ospedali dopo una efficace angioplastica giore flessibilità ed elasticità che erogano prestazioni di ele- coronarica, ma anche e soprat- del ruolo delle UTIC degli Ospe- vata complessità e che sono tutto al trattamento di pazien- dali periferici, che debbono di- punto di riferimento per terri- ti complessi, affetti da shock ventare luoghi in cui l’approccio tori ampi, la Cardiologia deve cardiogeno, scompenso cardia- multi specialistico di pazienti mantenere la sua identità e la co refrattario, endocarditi, arit- complessi consenta non solo sua originalità, in quanto for- mie ventricolari maggiori; pa- la mera sopravvivenza delle nitrice di prestazioni che sono zienti che, essendo portatori di UTIC stesse, ma addirittura specifiche e uniche (vedi le at- importanti comorbidità, neces- una riqualificazione del perso- tività di emodinamica e di rit- sitano in ogni caso di un ap- nale medico e paramedico. mologia interventistica). Anche proccio multi specialistico (in- le terapie intensive, le cosiddette fettivologo, nefrologo, aneste- UTIC, debbono mantenere una sista-rianimatore). loro specificità , tanto è vero che In alcuni Ospedali periferici, Il dott. Giuseppe Di Pasquale, past President ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), Direttore U.O.C. di Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Dott. Stefano Tondi Relatore Il prof. Rosario Rossi, Responsabile dell’Emodinamica di Cardiologia, Azienda Policlinico-Università di Modena. InFormaCuore Pag. 14 ECOCARDIOGRAFIA CLINICA: L’IMPORTANZA DELL’IMAGING L’ecografia è una metodica non invasiva che utilizza gli ultrasuoni, cioè onde sonore con una frequenza così alta da non essere percepibili dall’orecchio uma- no. Come tutte le onde sonore, gli ultrasuoni hanno la caratteristica di essere riflessi quando incontrano un ostacolo, cioè di tornare indietro verso la fonte che li ha emessi. Nell’ecografia gli ultrasuoni sono emessi da una sonda, e vengono riflessi man mano che incontrano le varie strutture del corpo. Essi ritor- nano così allo strumento, che li rileva e che ricostruisce l’immagine. Quest’ultima viene quindi visualizzata su un monitor in tempo reale. ASSEMBLEA DEGLI ASSOCIATI A GUARDIA SANFRAMONDI Un piccolo sodalizio che opera a tutto tondo! L’assemblea degli Associati, riunita in seduta ordinaria, con voto unanime ha approvato il bilancio sociale chiuso al 31 dicembre 2013 e la relazione del Direttivo a corredo dello stesso. Nel corso dei lavori sono state ripercorse le tappe principali delle attività promosse durante l’anno, che sono così riassunte: 1. Omaggio di un defibrillatore ai Carabinieri di Guardia, che sono competenti anche sui territori di San Lorenzo Maggiore e San Lupo. Con questo gesto, quindi, la nostra azione di prevenzione è di aiuto anche ai comuni viciniori. Si è realizzato un vecchio sogno e siamo stati di esempio per questo atto di altruismo. 2. Celebrazione della XIV Giornata Mondiale per il Cuore. Hanno patrocinato l’iniziativa: il Comune di Guardia, il Conacuore, la Fondazione Italiana per il Cuore, il Gruppo Italiano per le Emergenze Cardiovascolari, l’Associazione Culturale Tre Torri, la Cantina Sociale La Guardiense, l’Editrice Realtà Sannita, le Grafiche Iacobucci. Il tema è stato “Prendi la strada verso un cuore sano”; relatori il dr. prof. Michele Marzullo e il dr. Gianluca Iannuzzi (membro del nostro Comitato Scientifico). Ha partecipato anche s.e. il dr. Mario D’Ambrosio, già prefetto di Benevento, il quale ha espresso giudizi lusinghieri sul nostro operato e ci ha incitato ad andare avanti, nonostante le difficoltà, e a non cedere alla tentazione di mollare, superando con forza e coraggio i momenti bui che pure non mancano; 3. Conferimento dell’onorificenza di socio onorario al dr. prof. Michele Marzullo, dell’Università Federico II di Napoli, con una splendida motivazione. 4. Raccolta fondi per la ricerca scientifica, destinati al PRICARD gestito dal Conacuore. 5. Giornata di Prevenzione in Piazza. Abbiamo postato la nostra attenzione sulla patologia tiroidea. Il dr. Mario Guarino e la sua assistente dott.ssa Tina hanno effettuato, gratuitamente, 60 ecografie. Va sottolineato che il 10% delle persone sottopostesi al test ha scoperto in questa occasione di aver problemi alla tiroide. Sono state invitate a proseguire liberamente le indagini per le cure del caso. 6. Morti improvvise. Mediante comunicati stampa abbiamo ribadito la necessità di avere sempre a bordo campo un defibrillatore, prima di avviare qualsiasi competizione sportiva. A tanto supportati anche dalla sentenza sportiva emessa in Roma il 14 novembre 2013 dal giudice unico federale Pettinelli. A questo sono seguiti incontri personali con l’Assessore allo Sport del Comune di Guardia Sanframondi e, poi, il convegno di gennaio 2014, cui hanno partecipato il prof. Marzullo e il presidente provinciale del Coni avv. Collarile. 7. Adesione alle pressioni del CONACUORE presso l’Agenzia Italiana per il Farmaco per la immissione di nuovo nella sfera della prescrivibilità a carico del SSN del farmaco ESAPENT. Esito positivo. Dal dibattito, franco e aperto, sono emerse indicazioni pratiche per dare maggiore slancio all’Associazione e per incidere ancor più nel tessuto socio-sanitario-economico della comunità. La stessa assemblea ha poi approvato le proposte di lavoro per il 2014: 1. Visto che sul finire del 2013 ci impegnammo nella battaglia di prevenzione delle morti improvvise sui campi di gioco, di concerto con l’Assessore allo Sport del comune di Guardia Sanframondi – Iuliani- nel mese di gennaio 2014 abbiamo celebrato un convegno sul tema “L’importanza della defibrillazione precoce sul campo di gioco”. Relatori il dr. prof. Marzullo e l’avv. Collarile, presidente provinciale del Coni di Benevento. Presenti anche le Forze dell’Ordine nelle persone del Comandante della Compagnia Carabinieri di Cerreto Sannita e del Comandante della Stazione di Guardia Sanframondi, nonché il colonnello Angelo Peccerillo in rappresentanza del Questore di Benevento. 2. Sulla scorta del successo della Giornata di Prevenzione in Piazza del 22 dicembre 2013, proponiamo un’altra, nel mese di maggio. Si misureranno i valori pressori, di colesterolo e di glicemia. 3. In tale occasione potremmo organizzare un pranzo sociale, aperto anche ai non associati. 4. Il Direttivo, facendo propri i suggerimenti e le richieste verbali di alcuni soci e ritenendole giuste e condivisibili, ha conferito il 1° PREMIO CUORE D’ORO al dr. prof. Luigi Matarazzo (membro del nostro Comitato Scientifico) per i particolari meriti di ordine culturale, sociale e morale, con la seguente motivazione: “Il suo fecondo impegno nella ricerca scientifica e la non comune abnegazione con cui si è sempre inchinato davanti al sofferente hanno contribuito a migliorare in modo determi- nante gli standard assistenziali della nostra realtà, facendone un modello di operatività in termini di diagnosi, cura e prevenzione. Memori anche della disponibilità mostrata dall’insigne luminare nei confronti di tutte le iniziative culturali intraprese e, non obliando l’insegnamento di Cicerone “Consilium et vita a corde proficiscuntur“ (“Dal cuore derivano il senno e la vita”), “toto corde Cor ex Auro ei praemium deferunt” (con tutto il cuore gli assegnano in premio il Cuore d’Oro) affinché anche il suo studiolo brilli come il Pattolo nella Lidia per le pagliuzze d’oro trasportate dalle sue preziose acque”. La pergamena sarà consegnata domenica 8 giugno 2014, durante un pubblico convegno. 5. XV GIORNATA MONDIALE PER IL CUORE. Quest’anno la celebreremo con un’altra Giornata di Prevenzione in Piazza, riservata alle donne. 6. Organizzeremo anche quest’anno la RACCOLTA FONDI PER LA RICERCA SCIENTIFICA, migliorando l’organizzazione. 7. Riteniamo opportuno fare anche una GIORNATA DI CARDIOLOGIA APERTA, con visita a qualche ospedale per capire bene come si opera in dette strutture. 8. Per sensibilizzare i giovani alla prevenzione cardiovascolare, concorderemo con i Dirigenti scolastici forme e metodi per raggiungere lo scopo. 9. Per finire, la Festa degli auguri di fine anno. Carlo Labagnara Presidente L’utilizzo di onde sonore conferisce all’ecografia due caratteristiche esclusive nell’ambito delle tecniche di imaging: un’assoluta innocuità (gli ultrasuoni non sono per nulla dannosi e non hanno alcuna controindicazione, e infatti l’ecografia è usata di routine anche nelle donne in gravidanza) e la possibilità di visualizzare le strutture desiderate momento per momento, in maniera dinamica e in tempo reale. Quest’ultima caratteristica è particolarmente importante per visualizzare organi in movimento; non a caso, l’ecografia è oggi ampiamente usata per la valutazione del cuore, sia morfologica sia funzionale: si parla così di ecocardiografia. Per esempio, nei pazienti che hanno subito un infarto del miocardio (cioè l’occlusione di una coronaria) essa permette di valutare la porzione di muscolo danneggiata ed indirizzare le migliori terapie. Nel campo della diagnostica cardiaca le innovazioni più importanti hanno riguardato le cosiddette “tecniche di imaging”, cioè quelle metodiche che visualizzano strutture dell’organismo non visibili dall’esterno, permettendo così di “guardare” all’interno del corpo umano: ecografia, radiografia e tomografia computerizzata, risonanza magnetica – per citarne alcune – hanno rivoluzionato il modo di intendere la diagnostica medica, ritagliandosi in essa un ruolo fondamentale, e talvolta insostituibile. Modalità di esecuzione dell’ecocardiografia. La modalità standard in cui è in genere eseguita l’ecocardiografia è quella transtoracica bidimensionale (2D): il paziente si sdraia a torso nudo su un lettino leggermente inclinato, disponendosi sul fianco sinistro o sul dorso; la sonda, applicata dal medico sul torace del paziente, invia un fascio di ultrasuoni disposti “a ventaglio”, per cui le informazioni raccolte dall’apparecchio sono organizzate e visualizzate come immagini bidimensionali. Nell’ambito dell’e- InFormaCuore Pag. 15 TRIDIMENSIONALE PER UNA COMPLETA DIAGNOSI CARDIOLOGICA cocardiografia 2D si possono utilizzare anche altre modalità: le scansioni con il Doppler e Color Doppler visualizzano graficamente – sotto forma di “onde” o di “getti colorati” – i flussi sanguigni all’interno delle cavità del cuore e attraverso le valvole cardiache, permettendo di valutarne la velocità, l’entità e la direzione. Una nuova modalità connessa al Doppler, il Tissue Doppler Imaging (TDI), visualizza il movimento delle pareti cardiache, fornendo dati sulla funzionalità diastolica e sistolica del cuore in toto – cioè mostra se il cuore si rilassa e si contrae correttamente o meno. È anche possibile iniettare in vena del contrasto ecografico che permette di visualizzare strutture che altrimenti non si potrebbero valutare. TABELLA “Modalità esecuzione degli esami ecocardiografici” Rappresentazione a video: Monodimensionale Bidimensionale Tridimensionale Modalità valutazione flussi ematici: Doppler pulsato Doppler continuo Doppler color Macchine ecocardiografiche: Stazionarie Trasportabili Ultraportatili/ tascabili Approccio con sonde: Transtoracica Transesofagea Utilizzo ecocardiografia durante stress: Fisico (cicloergometro, tappeto rotante) Farmacologico (dobutamina, dipiridamolo) Elettrico (pacing) Nuove tecnologie ecocardiografiche: Ecocontrastografia Deformazione miocardica (strain) Estrema diffusione della metodica e necessità di esperienza nella interpretazione. Vista l’ampia gamma di informazioni (v. Tabella) che fornisce e la sua totale innocuità per il paziente, l’ecocardiografia è ormai utilizzata di routine da quasi tutti i cardiologi. Esistono però situazioni particolari – vuoi per la rarità intrinseca della malattia, vuoi per la complessità dell’interpretazione, vuoi per la difficile penetrazione degli ultrasuoni in singoli pazienti con toraci molto voluminosi – nelle quali l’interpretazione delle immagini ecocardiografiche risulta difficoltosa: in questi casi gioca un ruolo chiave l’esperienza dell’operatore. Per rendere l’idea, si consideri che le più grandi società americane (American College of Cardiology e American Society of Echocardiography), nonché l’importante Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare, hanno stimato che per ottenere un livello avanzato di esperienza sia necessario aver eseguito personalmente almeno centocinquanta esami ecocardiografici ed averne interpretati almeno trecento, e che questo “training” debba essere mantenuto negli anni per avere una competenza certificata. Da ciò l’importanza di avere un’ampia rete cardiologica per soddisfare la grande richiesta di ecocardiografie ed una struttura clinica di elevata esperienza, quale la Cardiologia Ospedaliera del Policlinico di Bari, dove i cardiologi della Ecocardiografia operano su di una mole di pazienti quantitativamente vasta e qualitativamente varia, spesso portatrice di patologie inconsuete o comunque di difficile interpretazione diagnostica. Se a ciò si aggiunge la possibilità di utilizzare apparecchiature all’avanguardia, si comprende come il Policlinico di Bari costituisca il centro di riferimento – e non solo a livello locale – nell’ambito dell’ecocardiografia. È importante che i cardiologi o i medici che eseguono le ecocardiografie abbiano seguito corsi di formazione e che abbiano superato l’esame teorico/pratico della Società Italiana di Eco- grafia Cardiovascolare ottenendo la certificazione di competenza in ecocardiografia generale e/o transesofagea, vascolare o da stress. Come funziona l’ecografia tridimensionale? Oggi si è passati dalla rappresentazione a video monodimensionale a quella bidimensionale fino (v. Tabella) alla più recente, raffinata e innovativa modalità di rappresentazione tridimensionale (3D): una metodica che richiede nuove e sofisticate apparecchiature e quindi un’esperienza ancora più grande da parte del cardiologo sia nell’eseguirla sia nell’interpretarla. Tuttavia, a fronte di questo livello di esperienza richiesta, questa tecnica non comporta ulteriori disagi al paziente rispetto alla modalità bidimensionale: in pratica, il cardiologo cambia solo la modalità di acquisizione delle immagini premendo un semplice pulsante, per cui il paziente non si accorge nemmeno della differenza. La differenza in termini di immagini è però sostanziale: nell’ecocardiografia 3D la sonda invia non più un “ventaglio”, bensì una “piramide” di ultrasuoni, per cui il dispositivo acquisisce ed elabora informazioni su tutti e tre i piani spaziali delle strutture esaminate, ricostruendo sul monitor un’immagine “solida”, tridimensionale di tutte le componenti del cuore. Patologie che possono essere meglio studiate con l’eco tridimensionale. In generale, l’ecocardiografia tridimensionale può risultare utile, in aggiunta ai dati bidimensionali, nelle situazioni che richiedano un’alta definizione delle strutture visualizzate (normali o patologiche), specialmente riguardo ai rapporti spaziali tra tali strutture e quelle circostanti. In particolare, l’ecocardiografia 3D è utilizzata: • nelle patologie delle valvole cardiache per valutarne il grado di gravità e pianificare la strategia cardiochirurgica; l’ecografia risulta, inoltre, indispensabile come ausilio negli interventi di cardiochirurgia valvolare tradizionale; in tal caso è importante valutare il cuore con una sonda inserita nell’esofago (eco transesofageo) per avere una perfetta definizione; • per una più precisa definizione delle infezioni cardiache (per esempio endocarditi su strutture native o protesiche, quali impianti valvolari o cateteri intracardiaci);1 • in presenza di fibrillazione atriale (la più frequente aritmia cardiaca) per valutare un’eventuale presenza di pericolosi trombi all’interno del cuore2 (dal quale possono facilmente migrare, originando gli emboli che causano l’ictus cerebrale)3 o di condizioni di flusso sanguigno alterato che predispongano ai trombi stessi (per esempio, disfunzione dell’auricola sinistra sempre in corso di fibrillazione atriale); • per pianificare, guidare e controllare – quindi prima, durante e dopo la procedura – l’impianto di valvole transaortiche e di “devices” (ombrellini per difetti interatriali o tappi per chiudere l’auricola)1; recentemente si è osservata una riduzione del 10% delle complicanze degli interventi alle valvole cardiache attraverso un’ecocardiografia tridimensionale che guida la mano del chirurgo senza bisogno dell’intervento a cuore aperto. La cardiologia ospedaliera del Policlinico, grazie all’ampia esperienza ecocardiografica sviluppata su tutte queste malattie cardiologiche, ha portato i dati di Bari nei più importanti convegni internazionali e li ha pubblicati sulle più importanti riviste cardiologiche internazionali,1-4 divenendo centro per la formazione di super-specialisti nelle varie tecniche della ecocardiografia. In conclusione, l’ecocardiografia rappresenta oggi uno strumento irrinunciabile per il cardiologo il quale, per utilizzare al meglio tale risorsa, deve acquisire un am- pio bagaglio di esperienza e poter accedere ad apparecchiature all’avanguardia, specialmente per diagnosi “difficili” che richiedano l’uso di metodiche sofisticate quali l’ecocardiografia tridimensionale. Paolo Colonna* Responsabile Unità referenziale Ecocardiografia basale e complessa Riccardo Guglielmi* Direttore Cardiologia Ospedaliera * Cardiologi associati ad AMA CUORE BARI Bibliografia essenziale: 1. Colonna P, Michelotto E, Guglielmi R, et al. Morphological approach to lead-dependent infective endocarditis: a preliminary real time 3D transesophageal echocardiography study. Eur J Cardiovasc Imaging 2013;Suppl12:P632. 2. Colonna P, Michelotto E, Genco W, et al. Evaluation of left atrial appendage function and thrombi in patients with atrial fibrillation: from transthoracic to real time 3D transesophageal echocardiography. Eur J Cardiovasc Imaging 2012;Suppl12:P434. 3. Colonna P. Echocardiography for embolic risk stratification in atrial fibrillation: improvement of CHA2DS2-VASc in the era of new oral anticoagulants. Rev Argent Cardiol (Eng) 2013;81:102-106. 4. Michelotto E, Tarantino N, Pedote P, Colonna P, Guglielmi R. An uncommon pericardial cyst in the central mediastinum: incremental diagnosis with contrast enhanced three dimensional transesophageal echocardiography. J Cardiovasc Echography 2013 in press. InFormaCuore Pag. 16 LA “CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA” PER L’ARRESTO CARDIACO EXTRAOSPEDALIERO Relazione presentata dal dott. Ciancamerla al 45° Congresso nazionale dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) (NB: la relazione è iniziata con la proiezione del video “Si poteva salvare se...” in cui la catena della sopravvivenza è illustrata nelle sue varie fasi: riconoscimento dell’arresto cardiaco, allarme al 118, massaggio cardiaco, uso del defibrillatore). A chi va insegnata? Sicuramente in tutte le facoltà di materie sanitarie e nelle scuole medie superiori. A chi andrebbe fatta conoscere? Cosa c’è di meglio del- le autoscuole frequentate dal 100% dei diciottenni, a cui proiettare almeno due volte al mese uno spot dimostrativo con messaggio di invito a partecipare ai corsi di primo soccorso. Nessuno spot televisivo avrebbe numericamente questo impatto. Cosa insegnare ai cosiddetti “soccorritori laici” in una lezione snella di due ore? Note essenziali di anatomia e fisiologia del cuore, cause e sintomi dell’infarto, origine della fibrillazione ventricolare, ri- conoscimento dell’arresto cardiaco, corretto allarme al 118, massaggio cardiaco solo, dimostrazione dell’uso del defibrillatore, secondo le linee guida ILCOR del 2010. La criticità principale dell’insegnamento e di conseguenza dell’applicazione della “catena della sopravvivenza” è la qualità del massaggio cardiaco. La posizione delle mani, la frequenza del massaggio e il rilasciamento sono sempre valutabili. La profondità delle compressioni è controllabile LA MADRE DI TUTTI I PROBLEMI La politica è il motore dell’umana convivenza nelle società organizzate. Anche quando ne critichiamo aspramente i risvolti negativi ci accorgiamo che non se ne può fare a meno. La madre d’ogni carenza nella soluzione del problema morte cardiaca improvvisa è di natura politica. Il volontariato ha compiuto ogni sforzo possibile (e continuerà a farlo!) per stimolare il compimento dell’impresa, sovente sostituendosi, a 360 gradi, a chi ha ruolo nel campo del soccorso. Ma alla fine rimane, ahinoi, l’incompiuto. La prima normativa aveva rivelato la “nudità del re”. La 120 del 3 aprile 2001, infatti, aveva dato la giusta indicazione: il territorio è troppo ampio, gli eventi di arresto cardiaco concedono pochissimo tempo, ben difficilmente un’ambulanza potrà prestare il necessario soccorso entro i cinque minuti salvifici. Quindi, bisogna che la popolazione provveda all’autosoccorso, se si vuole dare una definizione logica al pro- blema: troppi provvedimenti, come volevasi dimostrare, servono a poco. Bisogna che là dove si muore così barbaramente, cioè nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro, dello sport e dell’assembramento, vi siano i presidi strumentali e le persone addestrate ad usarli: tutto il resto ingenera solo confusione e scoramento, anche se è servito e serve a vederci chiaro e ad offrire alle istituzioni politiche e preposte la visione politica del che fare. Cioè una legge, vergata in mezza pagina, che renda obbligatorio quel che già ben si conosce. Come si è fatto per gli estintori. Essi servono a far limitare, da parte di chi li ha in dotazione, l’insorgere dell’incendio fino all’arrivo dei professionisti, cioè i vigili del fuoco. Parimenti i defibrillatori, ormai sempre meno costosi e più agevoli da usare, sono utili a tenere in vita un cuore in arresto, finché non giungano i professionisti con l’ambulanza. Gli strumenti li assumerà in dotazione e provvederà a che si impari ad usarli chi “abita” l’edificio o l’azienda, il centro sportivo o l’aeroporto, la stazione ferroviaria o il mezzo di trasporto. Fino a quando non sarà emersa un’altra e più idonea terapia, si continuerà a brancolare nel buio, nella generosa, ma affannosa ricerca del “meno sbagliato”. A meno che non si riesca a capire e a risolvere il problema a monte, preventivamente, cercando, trovando e curando i candidati all’arresto cardiaco. Ma anche questo problema è politico, che lo si voglia o no. Forse si tratterà di valutare… i costi: ma la politica è strettamente connessa solo all’economia o anche alla salute? I volontari continueranno cocciutamente a compiere, secondo attitudine, la loro commendevole attività di sentinelle avanzate, per esempio preparando gli allievi nelle scuole a diventar i soccorritori per la vita. Chissà che, a furia di “rompere”, non si trovi la “dritta” più adeguata. Ma che tristezza! F Buone vacanze e… tornate riposati! La Redazione di InFormaCuore augura a tutti i sodalizi aderenti al CONACUORE buone vacanze. Ai presidenti e agli attivisti il migliore auspicio non può che riferirsi alla necessità di far riposare il corpo e la mente. Ritemprarsi in modo che, tirate via le “ragnatele” della fatica conseguente all’incessante operosità, si possa tornare con la consueta tenacia a “mordere” i problemi, così da portarli progressivamente a soluzione. Uno dei massimi ostacoli che troveremo sempre tra quelli più incomprensibili e ostici da superare è la diaspora del sistema sanitario, ormai suddiviso in 21 “Stati-Regione”. Fuori da ogni metafora non è accettabile l’inesistenza d’una politica che voglia e sappia somministrare equità sanitaria in tutto il Paese-Italia. invece solo su alcuni manichini e non è facile superare la soglia dei 5 centimetri. Nel soccorso reale ci si fida della propria esperienza perché sicuramente non sono subito disponibili dei sistemi di controllo. Altre criticità: • avere persone addestrate con cui condividere il massaggio cardiaco; • avere presto a disposizione un defibrillatore (qui subentrano problemi di scelta della loro distribuzione, di responsabilità dei controlli e della manutenzione); • coronarografia a tutti gli arresti cardiaci e ipotermia. Noi cardiologi, oltre ad essere istruttori di rianimazione, soccorritori del 118, emodinamisti, medici di UTIC, possiamo fare di più? Appurato che la coronaropatia è la causa principale dell’arresto cardiaco dopo i 35 anni abbiamo il dovere professionale di prevenire l’infarto. Da soli è difficile, per cui dobbiamo allearci per collaborare con una serie di figure sanitarie per intercettare le persone in vari momenti della loro vita, utilizzando la carta del rischio come veicolo informativo. Penso: • ai farmacisti per misurare gratuitamente la pressione; • ai medici di medicina generale con cui organizzare brevi conferenze con i propri assistiti a rischio selezionati; • ai medici di sanità pubblica per consegnare la carta del rischio a chi rinnova la patente tra i 40 e i 50 anni; • agli infermieri delle cardiologie per contattare i figli degli infartuati ricoverati. Penso anche alle associazioni di cardiopatici, riunite nel Coordinamento nazionale CONACUORE, con cui già collaboriamo, ma non abbastanza, per la giornata mondiale del cuore, per cardiologie aperte, per il progetto Viva, per maratone varie. Un maggiore scambio di presenze nei relativi convegni potrebbe rinforzare questa alleanza per ottenere a livello nazionale quei risultati che già si sono visti con le leggi sulla defibrillazione. Dott. Giuseppe Ciancamerla
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