Dipartimento di Prevenzione Medica 5° Rapporto sulle attività di prevenzione collettiva e di promozione della salute ANNO 2013 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Presentazione È con piacere che presento il 5° Rapporto sulle attività di prevenzione che, ormai virtuosa consuetudine, mette a disposizione degli operatori sanitari e di tutti i portatori di interesse i dati di attività ed i risultati ottenuti dalle azioni compiute nel campo della prevenzione presso l’ASL di Lecco. Come noto la prevenzione costituisce lo strumento essenziale per la promozione e la tutela della salute ed è un’ opportunità concreta di tutti i soggetti, singoli ed associati, che responsabilmente vogliono essere artefici della loro qualità di vita. In Lombardia la governance di molte azioni di prevenzione è affidata al Dipartimento di Prevenzione Medica che le programma ed attua in sinergia con tutti gli altri attori interni ed esterni all’ ASL. In primis, data l’attuale esigenza di controllare responsabilmente la crescita della spesa sanitaria dovuta all’aumento delle patologie croniche, la prevenzione rappresenta un investimento necessario per rendere sostenibili i costi della sanità attraverso il miglioramento della qualità di vita della persona. Insomma è proprio vero : “prevenire è meglio che curare!” Infine ringrazio quanti hanno contribuito a raggiungere i risultati ottenuti, ben illustrati nelle pagine che seguono, frutto non solo dell’impegno degli operatori della nostra Azienda ma anche delle sinergie in essere sul nostro territorio e della sempre maggior convinto coinvolgimento dei cittadini. Il Direttore Generale Dott. Enzo Lucchini 2 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 INDICE INTRODUZIONE 1.0 ANALISI DI CONTESTO 1.1 Il territorio e la popolazione 1.2 Il quadro demografico 1.3 Il contesto socio occupazionale 1.4 Le Principali cause di mortalità 1.5 Le patologie cronico-degenerative - la banca dati assistiti (BDA) pag. 7 2.0 INFORMATIZZAZIONE E SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE pag. 15 3.0 LE SINERGIE NEL SISTEMA LECCHESE DELLA PREVENZIONE pag. 17 4.0 LE AREE DI INTERVENTO 4 .1 AZIONI DI PREVENZIONE A TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: strumenti, pianificazioni, risultati 4.1.1 L’attività di vigilanza e controllo 4.1.2 Gli infortuni sul lavoro 4.1.3 Le malattie professionali 4.1.4 L’idoneo collocamento al lavoro nelle disabilità psicofisiche 4.1.5 Il sostegno alla formazione dei lavoratori e degli stakeholder della prevenzione negli ambienti di lavoro 4.1.6 I controlli sui lavoratori per la determinazione di assenza di tossicodipendenza 4.1.7 La gestione del rischio amianto 4.1.8 Verifiche periodiche su attrezzature e impianti su richiesta dei datori di lavoro pag. 20 4.2 LA QUALITÀ NEGLI AMBIENTI DI VITA 4.2.1 Ambiente e salute 4.2.2. La qualità dell’aria outdoor 4.2.3 La qualità dell’aria negli ambienti indoor e la ricerca di legionella 4.2.4 Lotta agli agenti infestanti – Ambrosia 4.2.5 Gli ambienti della persona dall’infanzia alla vecchiaia – vivibilità e sicurezza 4.2.6 Verifiche su impianti termici ed elevatori 4.2.7 Balneazione 4.2.8 Come arredare e vivere la nostra città ed il nostro ambiente pag. 32 4.3 4.3.1 4.3.2 4.3.3 4.3.4 4.3.5 4.3.6 4.4 4.4.1 4.4.2 4.4.3 4.4.4 4.4.5 4.4.6 4.4.7 pag. 21 LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE SUL TERRITORIO pag. 38 La segnalazione delle malattie infettive Gli interventi per la prevenzione di casi secondari L’attività di prevenzione e controllo dell’infezione da HIV e della malattia tubercolare L’offerta di vaccinazioni in età pediatrica La campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale L’attività di prevenzione delle malattie legate ai viaggi L’IGIENE DEI PRODOTTI ALIMENTARI PER LA TUTELA DEI CONSUMATORI Le tossinfezioni alimentari Sicurezza alimentare Il sistema di allerta alimentare Il servizio di riconoscimento dei funghi Campionamento di alimenti Qualità delle acque destinate al consumo umano Case dell’acqua 3 pag. 42 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.5 4.5.1 4.5.2 4.5.3 A COSA SERVONO LE ANALISI DEL LABORATORIO DELL'ASL? I dati analitici a supporto delle attività di prevenzione Le aree di attività del Laboratorio di Prevenzione Prospettive future pag. 47 4.6 4.6.1 4.6.2 4.6.3 LA PROMOZIONE DELLA SALUTE In cammino per la salute La prevenzione nutrizionale Promozione della sicurezza stradale pag. 51 4.7 4.7.1 4.7.2 4.7.3 LE CAMPAGNE DI SCREENING PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI Lo screening del cancro della mammella Lo screening del cancro del colon-retto Lo screening del cancro del collo dell’utero pag. 58 5.0 CONCLUSIONI pag. 62 4 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 INTRODUZIONE Il rapporto annuale sulle attività di prevenzione medica qui illustrato ha lo scopo di rendere visibili e trasparenti ai cittadini e a tutti i soggetti, istituzionali e non, della società civile le azioni di prevenzione messe in campo nel 2013 e i risultati conseguiti per la tutela e la promozione della salute del singolo cittadino e della collettività. Contemporaneamente la diffusione del rapporto diviene un modo per comunicare informazioni e conoscenze che possano accrescere la cultura della prevenzione, per fornire alla collettività e ai singoli strumenti per scelte e decisioni consapevoli volti al miglioramento della qualità degli ambienti di vita e di lavoro. “La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita...” dalla 1^ Conferenza internazionale per la promozione della salute: Carta di Ottawa, 1986. Ai nostri giorni le strategie di prevenzione per migliorare le condizioni di salute della popolazione richiedono interventi atti a promuovere e tutelare la salute delle persone e della collettività sia favorendo comportamenti individuali sani che intervenendo sui rischi negli ambienti di vita e di lavoro attraverso azioni efficaci, integrate e sinergiche con tutti i soggetti che, anche al di fuori della sanità, possono contribuire a migliorare le condizioni di salute e benessere della popolazione. Un moderno sistema di prevenzione deve peraltro tener conto della costante evoluzione degli scenari socioeconomici, scientifici e sanitari adeguando continuativamente le proprie strategie d’intervento tese a: cogliere gli elementi di cambiamento e dotarsi di strumenti per analizzare i contesti territoriali, nella loro peculiarità e dinamicità, programmando di conseguenza risposte adeguate ai bisogni di salute della popolazione; responsabilizzare e coinvolgere il cittadino per favorire scelte e stili di vita salutari; tradurre lo spirito delle direttive europee in materia di controlli, che esalta la responsabilità del datore di lavoro e l'autocontrollo dell'impresa, per permettere una prevenzione universale "diffusa", alla quale partecipano non solo gli operatori sanitari; produrre un'evoluzione dei servizi di prevenzione, che passino dall'autoreferenzialità e dalla perpetuazione di prassi consolidate, alla trasparenza delle scelte che determinano la programmazione della attività, con un approccio integrato, che ottimizzi le risorse disponibili e aumenti l'efficacia delle azioni di tutela delle singole persone, dei lavoratori e della comunità intera. In Lombardia, da alcuni anni, le indicazioni della D.G Salute hanno orientato la programmazione delle attività dei Dipartimenti di Prevenzione secondo criteri di appropriatezza e di efficacia sanitaria (Evidence Based Medicine - Evidence Based Prevention), sulla base di studi epidemiologici aggiornati e integrati con i dati del contesto locale, perseguendo obiettivi di semplificazione e promuovendo strategie di integrazione che, attraverso un moderno sistema di prevenzione, coinvolgano tutti i portatori d’interesse, amministrazioni, istituzioni, associazioni, cittadini, a vario titolo impegnati nel raggiungimento di comuni obiettivi di salute. A livello locale gli interventi di prevenzione e di promozione della salute realizzati nel 2013 sono conseguenti agli obiettivi specifici definiti nell’ambito del sistema di prevenzione regionale nelle Regole di esercizio D.G.R. IX / 4334 del 26/10/2012 e nel documento di programmazione aziendale approvato con Delibera n°49 del 08/02/2013 e trovano coerenza con le indicazioni nazionali e regionali sopra delineate. Nelle pagine seguenti il Rapporto sulle attività di prevenzione descrive, dopo una breve analisi del contesto in cui sono presentati e commentati alcuni indici demografici, epidemiologici, socio-occupazionali ed ambientali: 5 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 - - l’importanza del sistema informativo quale strumento indispensabile a supporto delle attività di prevenzione; la rilevanza strategica delle sinergie in atto nel sistema lecchese della prevenzione la promozione di scelte e stili di vita sani realizzata con progetti mirati ad incrementare l’attività motoria dei cittadini e il controllo dell’alimentazione. l’efficacia delle azioni di prevenzione e controllo indirizzate verso situazioni a maggior rischio per la salute dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori e i risultati ottenuti anche in termini di guadagno di salute; il sistema di sorveglianza delle malattie infettive e l’attività vaccinale gli screening oncologici per la ricerca dei tumori alla mammella e al colon Nelle specifiche aree di intervento illustrate nel presente Rapporto sono indicati i risultati, in termini di guadagno di salute e/o di riduzione dei rischi per la popolazione. Tra gli argomenti trattati vengono qui riassunti alcuni risultati conseguenti alle azioni di prevenzione messe in atto: Incremento della diffusione dell’attività fisica nella popolazione adulta con presenza di 57 Gruppi di Cammino attivi in 49 comuni della Provincia che hanno coinvolto 2.409 adulti. Inoltre, attraverso l’iniziativa “Pillole di salute” si è consentito che 1.645 persone accedessero ad almeno 1 prova gratuita di attività fisica e sport. Incremento della diffusione dell’attività fisica nella popolazione scolare con presenza di 145 linee “Piedibus” attive in 41 comuni della provincia che hanno coinvolto 3110 bambini pari al 20,9 % degli alunni della scuola primaria. Gli interventi di educazione e vigilanza nutrizionale volti in particolare a diminuire la percentuale di bambini in eccesso di peso Consolidamento del trend di riduzione della mortalità da incidente stradale, evidente nell’ultimo decennio. Elevata adesione agli screening che permette la diagnosi precoce in un numero consistente di persone, con conseguente avvio precoce di percorsi terapeutici e contributo alla riduzione della mortalità. Riduzione dell’incidenza degli infortuni sul lavoro denunciati a INAIL, che nella nostra provincia è passata nell’ultimo decennio da 56,6 infortuni/1000 addetti nel 2001 a 38,3 nel 2012. Di particolare evidenza la riduzione nel comparto delle costruzioni edili, nel quale il tasso di incidenza si è ridotto da 58,01 nel 2001 a 28,9 nel 2012. Contenimento dell’esposizione a fibre di amianto per incremento degli interventi di bonifica. Rispetto al 2012, si registra un aumento del 52% nel numero di Piani di Lavoro valutati, e del 5% nel numero di mq complessivamente rimossi. Si rammenta che la stima riportata in letteratura sull’entità media di rilascio in atmosfera di fibre di amianto dalle coperture in cemento amianto è di 3g/mq/anno, e pertanto il quantitativo bonificato nel 2013 darebbe nell’anno un “risparmio” del valore di 945 Kg di fibra di amianto rilasciata nell’atmosfera della Provincia di Lecco. La continuazione dei controlli negli ambienti di vita aperti e confinati ha permesso un progressivo miglioramento degli standard igienico sanitari e di sicurezza per tutti i cittadini ed in particolare la tutela della popolazione “fragile” attraverso la verifica degli standard gestionali delle strutture sanitarie e socio sanitarie. Contenimento dell’incidenza delle malattie infettive, con azzeramento delle puntate epidemiche per le patologie prevenibili a mezzo vaccinazioni, e mitigazione degli effetti delle patologie non prevenibili mediante azioni di contrasto. Contenimento delle malattie legate al consumo degli alimenti e dell’acqua potabile, mediante l’attività di controllo presso gli operatori del settore alimentare e gli Enti gestori delle reti acquedottistiche. 6 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 1.0 ANALISI DI CONTESTO Per comprendere i bisogni di salute della popolazione e quindi stabilire le priorità e programmare gli interventi di prevenzione è necessario conoscere e utilizzare sistematicamente le informazioni di natura demografica, sanitaria, epidemiologica, economica, sociale, ambientale e scientifica che consentono di contestualizzare la realtà della nostra Provincia rispetto ai trend regionali e nazionali. Per quel che concerne le evidenze di contesto vengono di seguito brevemente descritti alcuni indici considerati relativi a: caratteristiche del territorio e della popolazione; condizioni socio-occupazionali; stato di salute. 1.1 Il territorio e la popolazione La provincia di Lecco si estende su una superficie di 814,59 Km2 caratterizzata da una predominante componente montuosa e collinare con la presenza del Lario, di altri laghi minori e di diversi corsi d’acqua tra cui il principale è il fiume Adda. Grazie alla sua conformazione orografica ed alla presenza di numerosi siti di interesse naturalistico, la provincia di Lecco ha una spiccata valenza turistica; circa un terzo dell'intera superficie provinciale, è interessato dal "Sistema delle Aree Protette Lombarde" istituito dalla Regione Lombardia nel 1983 che comprende Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, Parchi Regionali, parchi locali di interesse sovracomunale, riserve naturali, aree di equilibrio ecologico che trovano nelle reti ecologiche il riferimento per la realizzazione di una trama di connessioni tra spazi naturali e seminaturali connotati da un'apprezzabile biodiversità. Amministrativamente la Provincia di Lecco è suddivisa in 89 Comuni, 51 dei quali localizzati in aree montane e 38 in aree collinari, che si caratterizzano per una differente ampiezza demografica: 19 comuni non raggiungono i 1.000 abitanti, 54 non superano la soglia dei 5.000 abitanti, 15 hanno una popolazione residente compresa tra 5.000 e 15.000, solo il capoluogo con 47.240 abitanti conta una popolazione superiore. Suddivisione dei Comuni in base all'ampiezza demografica Numero Comuni Popolazione residente fino a 999 abitanti 19 8.243 da 1.000 a 4.999 abitanti 54 149.752 da 5.000 a 15.000 abitanti 15 133.190 da 15.000 a 49.000 abitanti 1 47.240 89 338.425 Totale Elaborazione dati ISTAT al 01/01/2013 Il territorio provinciale presenta al 1 gennaio 2013 una densità media di 415 abitanti/Km2, valore paragonabile a quello medio regionale di 410 ma superiore a quello nazionale che si attesta a 198 abitanti per km2. Considerando i tre ambiti distrettuali dell’ASL la densità abitativa in rapporto all’estensione del territorio è maggiore nei comuni del meratese con quasi 1.000 abitanti per km2 , è di poco inferiore nel distretto di Lecco mentre si riduce significativamente nel Distretto di Bellano con punte minime di circa 60 abitanti per Km2 in Valsassina. Superficie Ambito distrettuale popolazione residente % Bellano 458,17 56,2 53.585 15,8 116,95 Merate 129,70 15,9 119.846 35,4 924,02 Lecco 226,72 27,8 164.994 48,8 Totale 814,59 338.425 Elaborazione dati ISTAT al 01/01/2013 7 % densità abitativa kmq n. abitanti/Kmq 727,74 415,45 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 1.2 Il quadro demografico Al 31/12/2012 la provincia di Lecco ha una popolazione di ai 338.425 abitanti residenti e rappresenta il 3,5% di quella lombarda. La popolazione femminile è leggermente superiore rispetto a quella maschile (52%) e la differenza aumenta all'aumentare dell'età. Negli ultimi 10 anni si è avuta un costante crescita con una variazione % media annua dal 2004 al 2013 del +0,91 a fronte di una variazione % media annua dal 2007 al 2011 del +0,85. In provincia di Lecco, come in molte altre Province lombarde, da diversi anni si sta assistendo ad una sensibile riduzione delle nascite (linea verde nel grafico a fianco) a fronte di un incremento delle morti (linea arancione del grafico); la tendenza si conferma anche per il 2013. Vi è di conseguenza una progressiva tendenza all’invecchiamento: nel 2013 l’età media della popolazione è salita a 43,4 anni e l’indice di vecchiaia, ossia il numero di anziani ogni 100 giovani è ulteriormente aumentato rispetto all’anno precedente ed è pari a 144,3. La quota di popolazione straniera presente sul territorio provinciale bilancia la tendenza all’invecchiamento e alla riduzione della natalità sopra descritto in quanto i residenti stranieri di sesso maschile hanno un’età media di 38 anni , mentre per quelli di sesso femminile l’età media è di 37 anni. Dall’analisi degli indicatori demografici risulta evidente che l’incremento demografico è prevalentemente legato alla popolazione migrante. Il grafico seguente riporta il flusso migratorio da e verso la Provincia di Lecco. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe dei comuni della provincia. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative). Il grafico sottostante descrive la piramide dell’età della provincia di Lecco nel 2013. La popolazione è suddivisa in classi quinquennali di età sull'asse verticale, mentre sull'asse orizzontale sono riportati due grafici a barre speculari con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati. Se si osserva la distribuzione della popolazione per età, sesso e stato civile della popolazione residente in provincia di Lecco si può notare tra l’altro: - la netta diminuzione delle nascite rispetto agli anni 60 evidenziata dal restringimento della base della piramide; 8 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 - il prevalere della popolazione femminile con l’avanzare dell’età determinato da una maggiore longevità. Anche la struttura delle famiglie conferma i dati demografici sopra descritti; le famiglie sono sempre più numerose, ma di dimensioni progressivamente più ridotte: nel 2012 in provincia si contano oltre 140.500 famiglie, l’8% in più rispetto a fine 2005. La dimensione media delle famiglie scende leggermente, da 2,5 a 2,4 componenti rispetto al 2005, mantenendosi comunque su valori superiori alla media regionale. 1.3 Il contesto socio occupazionale L’analisi di contesto socio occupazionale qui proposta tende a sottolineare gli elementi di rilievo sulle strategie di pianificazione delle azioni preventive a tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. L’attuale crisi finanziaria, infatti, determina la necessità di valutare con attenzione l’impatto delle azioni preventive sul territorio e non ultimo, conoscere l’assetto occupazionale del territorio consente di modellare le competenze del personale addetto alla vigilanza e controllo negli ambienti di lavoro verso le reali emergenze preventive. Per un esteso rapporto sul contesto occupazionale si rimanda al documento Lecco 1993-2013: dinamiche economiche, società e territorio in 100 grafici redatto dalla camera di commercio di Lecco e rinvenibile al seguente link: http://www.lc.camcom.gov.it/P42A0C123S118/Pubblicazioni.htm Nello specifico bisogna considerare gli elementi legati al lavoro determinanti i nuovi “contesti di rischio”, quali quelli esaminati nel Piano Regionale a Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro 2014-2018 – DGR 1104/2013 – ovvero: la terziarizzazione dell’impiego; il lavoro parasubordinato; il lavoro notturno; la femminilizzazione del lavoro e le differenze di genere; l’invecchiamento della popolazione lavorativa e la disabilità; le nuove tecnologie. Viene evidenziato in tabella n. 1 il rapporto di dipendenza in relazione all’età (rapporto tra le persone di età compresa tra 15 e 64 anni e quelle con età 0-14 e oltre i 65 anni) confronto Italia – Lombardia – provincia di Lecco, aggiornato al 2010 (anno più recente ai fini del confronto territoriale proposto), che 9 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 mostra come l’invecchiamento della popolazione generale abbia due tipologie di ripercussione sulla popolazione lavorativa: 1. progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa medesima con implicazioni sull’idoneità specifica a mansione soprattutto per esposizione a rischi fisici (sovraccarico biomeccanico dell’apparato muscolo scheletrico); 2. aumento del carico di lavoro domestico, con verosimile interessamento specifico del genere femminile, per la cura dei soggetti disabili, in età geriatrica, data la bassa natalità. Questi elementi di contesto sono fondamentali, per esempio, nelle valutazioni mediche per l’attribuzione del nesso di causalità nelle malattie lavoro correlate da sovraccarico biomeccanico (vedi capitolo 5.1.3) dato il concorso di più cause, anche extralavorative appunto, nello sviluppo della malattia. Tabella 1 OCCUPAZIONE, 2010 Italia Lombardia Lecco 51.995.000 8.522.000 287.000 1 51,90% 51,40% 22.899.000 4.280.000 147.700 2 Tasso di occupazione femminile 40,70% 41,90% 41,6% 2 Tasso di attività 15-64 anni 63,70% 70% Popolazione potenzialmente attiva > 15 anni Tasso popolazione femminile potenzialmente attiva Occupati Tasso di attività 15-64 anni femminile ISTAT www.demo.istat.it; 69% 1 2 77,8% 2 Tasso di attività 15-64 anni maschile 1 51,2 % 53,50% 61,40% 59,8% 2 2 Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro I dati rappresentati in tabella n. 1 mostrano un tasso occupazionale femminile locale in linea con il dato regionale ed eccedente il dato nazionale. Con riferimento al rapporto di dipendenza in relazione all’età, ovvero al tasso di attività 15-64 anni, si osserva che il dato locale relativo al sesso femminile, in linea con il dato regionale, eccede quello nazionale a significare un numero maggiore relativo di donne potenzialmente attive sul numero di donne non attive. In tabella 2 viene rappresentata la distribuzione di frequenza delle imprese attive, delle unità locali attive e degli addetti alle unità locali per settore produttivo in provincia di Lecco – fonte dati Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco. Il dato è utile alla programmazione dei controlli, in quanto tra gli elementi guida della graduazione del rischio anche la numerosità della popolazione lavorativa per settore produttivo assume uno specifico peso. Tabella 2 SETTORI PRODUTTIVI, LECCO, 2012 Industria Servizi Commercio Costruzioni Agricoltura Totale Imprese attive 4.877 8.315 6.413 4.749 1.127 25.481 UL attive 5.778 9.717 7.388 5.221 1.174 29.278 Addetti alle UL 47.781 28.304 17.266 11.717 1.682 106.750 I dati rappresentati in tabella n. 2 mostrano che il settore industriale, comprensivo del metalmeccanico/siderurgico e manifatturiero, continua a ricoprire un ruolo di rilievo a livello locale, con particolare riferimento al numero di lavoratori addetti. Posizione di rilievo, nella graduazione del rischio, assume sicuramente la presenza di lavoratori stranieri, data anche la disposizione normativa ai sensi della quale le imprese debbano addivenire ad una valutazione dei rischi tenendo conto, tra l’altro, delle differenze di provenienza. Il 10% circa della forza lavoro locale è di provenienza straniera, con provenienza importante dal continente africano. In grafico n. 1 viene rappresentata la distribuzione di frequenza della forza lavoro locale straniera per Paese di provenienza 10 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 fonte dati Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco. Si osserva che quasi il 10% della forza lavoro locale è di provenienza straniera, con provenienza importante dal continente africano. Grafico 1 Altro elemento di rilievo nella pesatura del rischio è legato alle classi dimensionali delle imprese del territorio. In tabella n. 3 è rappresentata la distribuzione di frequenza relativa (%) delle imprese attive, delle unità locali attive e degli addetti alle unità locali per classi dimensionali in provincia di Lecco – fonte dati Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro di Lecco, si osserva che le micro – piccole – medie imprese costituiscono il 70% della realtà produttiva locale. Il dato ha un forte impatto anche in relazione all’obiettivo strategico regionale di supporto alle imprese mediante l’induzione all’applicazione delle Linee Guida, Atti di indirizzo decretati da Regione Lombardia ai fini sia dell’agevolazione tariffaria derivante dall’accesso al MODELLO INAIL OT24, sia dell’eventuale riconoscimento a Buona Prassi secondo la Commissione Consultiva permanente ex art. 6 D. Lgs 81/08 e s.m.i.. Tabella 3 CLASSI DIMENSIONALI, LECCO, 2012 1-9 addetti 10-49 addetti 50+ addetti Totale Imprese attive % 93 6 1 100 UL attive % 94 5 1 100 Addetti alle UL % 48 26 26 100 La consapevolezza della prevalenza delle micro imprese che insistono sul territorio, sarà oggetto di riflessioni strategiche, per i prossimi anni, nell’ambito dei lavori del Comitato Provinciale ex art. 7 D. Lgs 81/08 e s.m.i., la cui trattazione è rimandata al capitolo 4. 1.4 Principali cause di mortalità L’andamento delle cause di mortalità va considerato separatamente sul lungo periodo (decenni) e sul breve periodo (anni). Osservando il trend della mortalità in Italia nel XX secolo, riportato nel seguente grafico ci si rende conto degli importanti cambiamenti intervenuti e si possono cogliere le diverse priorità che oggi devono essere affrontate per rispondere con efficacia e appropriatezza ai nuovi bisogni di tutela e promozione della salute. 11 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Mortalità per i principali gruppi di malattie, anni 1887-2007 (per 100.000 ab.) Fonte ISTAT Sul lungo periodo i fenomeni evidenti sono: la diminuzione della mortalità per malattie infettive e dell’apparato respiratorio, grazie alle migliorate condizioni di vita e alla scoperta di vaccini, sulfamidici, antibiotici; l’incremento della mortalità per malattie del sistema circolatorio, oggi prima causa di morte per gli italiani, e per tumori, seconda principale causa di morte, rispetto alle quali assumono importanza sia il prolungamento della vita media con conseguente invecchiamento della popolazione sia fattori comportamentali e ambientali. Nel breve periodo, per monitorare il quadro evolutivo della mortalità, il Dipartimento di Prevenzione Medica gestisce il Registro provinciale delle cause di morte che rileva sistematicamente le notifiche delle cause di morte effettuate su modello ISTAT dai medici curanti. In linea con le indicazioni della Direzione Generale Sanità, l’ASL di Lecco dal 1° gennaio 2010 ha adottato il sistema internazionale ICD10 di codifica delle cause di morte, con conseguenti profonde modifiche nelle modalità di classificazione dei quadri patologici. Per tale motivo, i dati precedenti l’anno 2010 devono essere considerati puramente indicativi e descrittivi, non utilizzabili per confronti approfonditi di carattere statistico. Nel periodo di elaborazione del presente documento i dati 2013, pervenuti ed aggiornati a settembre 2013, non risultano ancora rappresentativi dell’intera annualità e pertanto è prematura qualsiasi valutazione di confronto. La tabella seguente riporta l’andamento della mortalità per cause principali nel periodo 2004– 2012 sulla base dei dati consolidati derivanti dal registro Nell’ASL della Provincia di Lecco si registrano circa 3.000 decessi/anno, secondo l’elaborazione definitiva dei dati 2012, il tasso di mortalità del 2012 nella provincia di Lecco è l’8,9‰, dato in incremento negli ultimi 10 anni (rispetto all’8,6‰ del 2002), ma comunque inferiore sia a quello regionale (9,1‰) che a quello nazionale (9,7‰). La tabella seguente riporta l’andamento della mortalità per cause principali nel periodo dal 2004 al 2012 sulla base dei dati consolidati derivanti dal registro di mortalità. 12 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 N. ASSOLUTO RESIDENTI DECEDUTI OGNI ANNO SUDDIVISI PER GRANDI GRUPPI DI CAUSE GRUPPI DI GRANDI CAUSE 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 SISTEMA CIRCOLATORIO 1.087 1.128 1.049 1.015 1.059 1.078 1.028 1.053 1.072 TUMORI 1.050 981 1.002 991 936 1.015 1.052 983 974 APPARATO RESPIRATORIO 169 204 191 176 189 228 195 192 210 APPARATO DIGERENTE 119 101 137 123 107 119 111 113 105 TRAUMATISMI ED AVVELENAMENTI 99 96 109 106 118 121 134 131 138 GHIAND.ENDOCRINE NUTRIZ. METABOLIS. 84 84 80 103 89 100 116 111 117 SISTEMA NERVOSO E ORGANI SENSO 60 76 63 69 82 94 100 116 114 DISTURBI PSICHICI 57 52 56 77 105 93 86 86 91 STATI MORBOSI MAL DEFINITI 42 34 31 43 38 34 31 37 39 APPARATO GENITOURINARIO 23 38 39 39 48 67 51 56 56 SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI 8 6 9 18 16 11 18 14 14 MALATTIE INFETTIVE E PARASSITARIE 5 10 11 13 20 38 50 67 72 SIST. OSTEOMUSCOL./TESS.CONNETTIVO 8 9 13 15 18 19 25 13 17 MALFORMAZIONI CONGENITE 6 11 6 12 10 7 6 3 9 PELLE E TESSUTO SOTTOCUTANEO 1 2 0 3 4 5 3 4 3 COND. MORBOSE ORIGINE PERINATALE 6 4 5 2 2 7 4 10 4 GRAVIDANZA,PARTO E PUERPERIO 0 0 0 0 0 0 0 1 1 10 16 7 16 9 12 11 20 15 2.834 2.852 2.808 2.821 2.850 3.048 3.021 3.010 3.051 CAUSA DI MORTE NON PERVENTA TOTALE Nel 2012 nella ASL di Lecco le principali cause di morte sono le patologie del sistema circolatorio che rappresentano il 35,1% dei decessi seguite da quelle tumorali con 31,9% dei decessi e dell’apparato respiratorio con il 6,9% . Analizzando le principali cause di morte nel breve periodo (2004-2012), si osserva una sostanziale stabilizzazione, peraltro in lieve decremento, delle cause principali di morte: sistema circolatorio e tumori. Merita ulteriori approfondimenti, anche in considerazione delle diverse modalità di classificazione intervenute, il tendenziale incremento dei casi appartenenti ai gruppi: disturbi psichici”; “sistema nervoso e organi di senso” “malattie infettive e parassitarie” (il cui incremento è dovuto prevalentemente a setticemie negli over 75 anni e ad una differente classificazione dei casi di epatiti). Per quanto concerne la mortalità per tumori nella popolazione della provincia di Lecco, nel 2012 sono stati registrati 974 decessi, dei quali 536 nella popolazione maschile e 438 nella popolazione femminile. I due grafici seguenti riportano il numero assoluto delle prime 7 cause di morte per tumori nei maschi (corrispondenti a 344 casi sui 536 totali) e delle prime 7 cause di morte nelle femmine (corrispondenti a 259 casi sui 438 totali). Prime 7 cause di mortalità per tumore nei maschi - anno 2012 140 Prime 7 cause di mortalità per tumori nelle femmine - anno 2012 140 128 120 120 100 100 80 80 57 60 68 60 43 41 40 36 51 37 40 36 24 20 30 22 15 15 20 0 0 polmone colonretto prostata pancreas stomaco fegato vescica mammella Fonte: Registro mortalità ASL 13 polmone colonretto stomaco pancreas ovaio fegato Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Nella popolazione maschile il cancro del polmone è la prima causa di morte con 128 casi, pari al 23,9% del totale del totale, seguono in ordine: colon retto (10,6%), prostata (8%), pancreas (7,6%), stomaco (6,7%), fegato (4,5%), vescica (2,8%), altri (35,8%). Nella popolazione femminile il tumore alla mammella rimane la principale causa di morte con 68 casi pari al 15,5% del totale, seguono in ordine: polmone (11,6%), colon retto (8,4%), stomaco (8,2%), pancreas (6,8%), ovaio (5%), fegato (3,4%), altri (40,9%). Per quanto riguarda la morbilità da tumori, presso l’ASL è attivo dal 2008 il Registro Provinciale Tumori per la valutazione dell’andamento delle patologie oncologiche sia in termini di incidenza che di sopravvivenza, e per la valutazione d’efficacia delle attività di screening. In collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, si è iniziato a raccogliere i dati clinici dei casi con diagnosi istologica di neoplasia dal 2003., elaborando oltre 15.000 record di casi per il quinquennio 20032007. Il registro nel 2011 è stato accreditato dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro ( IARC). Per approfondimenti i dati di incidenza standardizzati sono esaminabili sul sito http://eco.iarc.fr/EUREG/AnalysisT.aspx con possibilità di confronto con i dati nazionali ed europei di altri Registri accreditati. 1.5 Le patologie cronico-degenerative - la banca dati assistiti (BDA) La banca dati assistiti, di cui viene riportato un quadro di sintesi, costituisce uno strumento consolidato di lettura dei bisogni di salute della popolazione residente in termini di prevalenza di pazienti con patologie croniche di lunga durata. Questo strumento esprime la storia clinica del singolo paziente e consente quindi analisi dettagliate sul consumo di prestazioni sanitarie, sui percorsi diagnostico terapeutici riferiti a specifiche condizioni cliniche, e sui modelli assistenziali integrati di raccordo tra i soggetti erogatori della rete territoriale. Pertanto, l’incremento nel tempo dei valori di prevalenza osservato nei singoli gruppi di categoria diagnostica esprime la maggiore sopravvivenza dei pazienti affetti dalle specifiche patologie. Recenti analisi condotte da parte dei servizi aziendali hanno dimostrato la positiva interazione tra i servizi ospedalieri ed i servizi territoriali nel miglioramento della qualità delle cure in termini di continuità e appropriatezza dell’assistenza. CATEGORIA DIAGNOSTICA 01 − Deceduti 02 − Trapiantati 03 − Insufficienti renali cronici 04 − HIV Positivo e AIDS conclamato 05 − Neoplastici 06 − Diabetici 07 − Cardiovasculopatici 08 − Broncopneumopatici 09 − Gastroenteropatici 10 − Neuropatici 11 − Malattie autoimmuni 12 − Malattie endocrine e metaboliche 13 − Parto 14 − Consumatore senza patologie 15 − NON Consumatore TOTALE ASSISTITI 2008 ASSISTITI 2009 ASSISTITI 2010 ASSISTITI 2011 ASSISTITI 2012 3.008 2.945 3.049 2.847 3.031 249 282 290 230 238 1.018 1.076 1.130 815 940 912 953 1.003 826 867 12.546 13.502 14.174 11.302 11.811 12.642 13.014 13.786 11.619 12.163 47.282 48.585 64.414 45.597 46.733 4.057 4.156 20.886 3.683 3.982 5.820 5.649 14.172 5.236 5.646 3.843 3.923 2.771 3.329 3.561 1.235 1.467 1.251 934 1.060 4.978 5.095 4.972 5.074 4.808 2.926 2.725 1.924 3.012 2.923 184.511 182.973 142.468 185.568 186.455 58.433 57.784 59.062 57.445 56.425 337.517 340.643 14 343.460 344.129 345.352 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 2 INFORMATIZZAZIONE E SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE Il sistema informativo è uno strumento che mette a disposizione dei Dipartimenti di Prevenzione le informazioni basilari per esercitare efficacemente le funzioni di programmazione e controllo, valutazione dei risultati, scelta tra alternative, assunzione di decisioni e, al tempo stesso, può condizionarne lo stile di governance e la sua evoluzione verso forme di maggiore coinvolgimento e partecipazione di altri soggetti operanti con finalità di prevenzione e sicurezza (ad esempio Direzioni Provinciali del lavoro, INAIL, Organismi paritetici, ARPA, Comuni, ecc). Il Sistema Informativo della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.) è costituito da un insieme di informazioni standardizzate e organizzate secondo flussi definiti e disponibili in continuo. Sono identificabili otto principali flussi informativi dedicati alla prevenzione di cui sei sono attinenti alle informazioni sanitarie sul singolo cittadino e due sono relativi alle aziende. Nel primo gruppo sono presenti i flussi delle malattie infettive, delle vaccinazioni, delle malattie professionali e degli infortuni, dell’assistenza ai malati di aids, degli screening. In questo gruppo è ricompreso anche il flusso relativo alla promozione della salute per il quale le informazioni sono presenti a livello di progetto di promozione della salute e non per individuo. Nel secondo gruppo sono presenti i flussi Impresa (anagrafe attività produttive, controlli, notifiche apertura cantieri) e il flusso relativo agli esiti dei campionamenti. Il sistema informativo aziendale si è pertanto progressivamente allineato per fornire i dati necessari per alimentare i flussi definiti e per usufruire dei conseguenti vantaggi attingendo le informazioni standardizzate messe a disposizione dai vari sistemi informativi, tra cui: PORTALEBI per i dati relativi all’area dei servizi alla persona in particolare notifiche e inchieste epidemiologiche di malattie infettive e vaccinazioni somministrate e, dal 2010, è operativo il flusso informativo per l’attività dei programmi di screening oncologici; DHW Screening che consente il calcolo dei tassi di adesione/esito degli screening e di tutte le altre informazioni che possono migliorare i servizi offerti; MAINF sistema informativo delle malattie infettive on line per la registrazione dei dati raccolti con l’inchiesta epidemiologica sui casi di malattie infettive che consente elaborazioni di incidenza per patologia, ecc; SOFIA: per la gestione dei soggetti con infezione da HIV che consente la verifica delle prestazioni di assistenza e di accesso in comunità di alloggio e Hospice e delle relative tariffe e oneri a carico dell’ASL; OPEN REGISTRY: per la gestione e il record linkage dei casi inseriti nel Registro Provinciale Tumori, accreditato IARC dal dicembre 2011. Realizzato dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano, il programma è utilizzato da alcune ASL Lombarde e consente l’elaborazione dei dati di incidenza, prevalenza e sopravvivenza per macroaree; il sistema informativo gestionale PERSON@ implementato nel 2011 per consentire attraverso l’elaborazione dei dati sanitari dei cittadini/lavoratori, la sorveglianza epidemiologica su patologie diagnosticate da strutture sanitarie specialistiche (in particolare reparti ospedalieri di pneumologia, chirurgia toracica, urologia, otorinolaringoiatria, anatomia patologica..) per ricercare la correlazione con l’esposizione lavorativa e la presenza di eventuali cluster. Nel 2014 si intende consolidare l’uso dello strumento gestionale MaPI per la registrazione dei casi di malattie professionali e Infortuni; il database regionale BDProSal relativo alle attività di promozione della salute che consente dal 2011 la rendicontazione secondo una griglia strutturata degli interventi effettuati per: gruppi di cammino, piedibus, pillole di salute, contrasto all’obesità, minimal advice antitabagico, rete Scuole che promuovono salute, reta aziende che promuovono salute, sicurezza stradale, ecc.; il sistema I.M.PRE.S@ (Sistema Informatizzazione Monitoraggio Prevenzione Sanitaria) avviato dal 2009 che si caratterizza come una banca dati alimentata da diverse anagrafiche comprendenti le attività economiche e di servizio (industrie, attività commerciali e di servizio, strutture sanitarie e socio-sanitarie, cantieri edili, strutture scolastiche, RSA, Comuni,ecc) nella quale confluiscono per ciascuna impresa/struttura i dati relativi a: 15 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 controlli effettuati dalle ASL (ispezioni, campionamenti, misurazioni, verifiche documentali, inchieste infortuni…) a tutela del cittadino, del consumatore e del lavoratore; infortuni eventualmente occorsi ai lavoratori (fonte INAIL) analisi dei singoli parametri relativi ai vari campionamenti di matrici alimentari e acque (potabili, di piscina, di balneazione) svolti dalle ASL provvedimenti e sanzioni derivanti dall’attività di controllo svolta. ALLERTE ALIMENTARI per la gestione dei flussi informativi delle notifiche di allerta inerenti alimenti e mangimi che possono provenire dalla Commissione UE tramite il sistema RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed), dagli uffici periferici ministeriali (PIF-USMAF e UVAC), dalle altre Regioni e dalle A.S.L. della Lombardia. La registrazione informatizzata dei dati relativi alle attività di prevenzione e controllo, oltre che assolvere il debito informativo verso la Regione, assume rilevanza strategica a livello aziendale per attuare un moderno sistema di prevenzione e per la condivisione delle informazioni. In quest’ottica la nostra Azienda ha acquistato un apposito applicativo gestionale per le attività di controllo e vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro, igiene e sanità pubblica, sicurezza alimentare e acque destinate al consumo umano. Analogamente, nel 2012, è stato acquistato un nuovo applicativo per il Laboratorio di Prevenzione dedicato alla completa informatizzazione di tutti i dati analitici che, tra l’altro, consente di rendicontare al sistema Impres@ le analisi dei singoli parametri correlate ai controlli e ai campionamenti di matrici alimentari, acque destinate al consumo umano, acque di piscina e di balneazione. Il Laboratorio di Prevenzione, utilizza inoltre: il portale Enter-net Italia per la sorveglianza delle malattie a trasmissione alimentare, il “Portale acque” del Ministero della Salute per l’inserimento dei dati microbiologici delle acque di balneazione, l’applicativo screening web per la trasmissione degli esiti di primo livello degli screening del colon. Sono altresì utilizzati dalle varie articolazioni organizzative aziendali afferenti al Dipartimento di Prevenzione Medica altri applicativi che consentono la trasmissione dei dati e/o l’interfacciamento con i portali dedicati come ad esempio quelli per: - la Gestione dell’attività Vaccinale (Ge.V) che consente il calcolo dei tassi di copertura vaccinale; - il registro tumori e il registro mesoteliomi; - il censimento amianto; - l’applicativo telematico per le notifiche dei cantieri; - il monitoraggio dei dati microbiologici delle acque di balneazione; - il monitoraggio dei cianobatteri potenzialmente tossici sulle acque di balneazione; - gli interventi vigilanza e ispezione in materia di sicurezza sul lavoro, igiene e sanità pubblica, sicurezza alimentare e acque destinate al consumo umano; - l’accesso alle pratiche SCIA notificate tramite PEC. Inoltre, dal primo aprile 2014 è attivo per le imprese un nuovo applicativo per la trasmissione telematica dei Piani di lavoro e delle notifiche per la bonifica dei manufatti contenenti amianto. Entro il primo semestre 2014, per le attività di accertamento dell’invalidità civile sarà attivo un software di collegamento in modalità di cooperazione applicativa con la procedura INPS che permetterà di implementare il volume e la qualità dei dati per rispondere alle esigenze di semplificazione amministrativa e riduzione dei tempi di attesa per l’utente e consentire una migliore valutazione dei dati quali-quantitativi delle prestazioni svolte. L’implementazione di tutti questi sistemi informativi dedicati alla prevenzione rende disponibili le informazioni utili per migliorare la programmazione delle attività di prevenzione indirizzandola verso situazioni di maggiore rischio e, oltretutto, consente una valutazione sempre più appropriata degli interventi messi in atto e delle possibili ricadute sulla salute della popolazione in un’ottica di Evidence Based Medicine - Evidence Based Prevention. 16 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 3 LE SINERGIE NEL SISTEMA LECCHESE DELLA PREVENZIONE Uno degli elementi fondamentali che governa le strategie della prevenzione è la consapevolezza che le condizioni del vivere e del benessere dei cittadini sono il risultato della fattiva collaborazione tra tutte le varie componenti della società che, anche al di fuori della sanità, contribuiscono a migliorare le condizioni di salute della popolazione. Le collaborazioni instaurate dalla ASL di Lecco con gli altri attori del territorio hanno permesso, in molti casi, il raggiungimento di obiettivi che altrimenti non sarebbero stati realizzati. La promozione della salute, ad esempio, prevede il concorso di tutti i soggetti che a vario titolo si occupano del benessere della popolazione. L’ASL di Lecco quindi, oltre ad una costante pianificazione aziendale integrata sanitaria e sociale, ha costruito e mantenuto negli anni una rete solida d’integrazione e progettazione partecipata con Amministrazioni, Enti, Istituzioni ed Associazioni locali. In particolare, la collaborazione con gli Assessorati Provinciali, le Amministrazioni comunali, la Prefettura, l’Ufficio Scolastico Territoriale e le Direzioni scolastiche, le associazioni di volontariato e gli esponenti delle categorie professionali hanno permesso di analizzare congiuntamente e discutere le proposte, sulla base di comuni interessi e nel segno della condivisione delle risorse disponibili. Grazie a tale approccio si sono sviluppati dei progetti di Rete che prevedono fin dalla fase progettuale la partecipazione di Amministrazioni locali ( Gruppi di Cammino e Piedibus), Prefettura, Polizia Locale e FF.O, ACI ( Consulta della Sicurezza Stradale), Istituti scolastici e Ufficio Scolastico Territoriale (Rete delle Scuole che promuovono Salute e LSTP), Azienda Ospedaliera e strutture sanitarie, MMG e PdF, Federfarma( Health Promoting Hospital & Health Services, couselling antitabagico e stili di vita), Amm.ne Provinciale, Delegazione CONI, Ass.ne Giretto, Società sportive( Pillole di Salute). In collaborazione con le componenti istituzionali, imprenditoriali e sindacali del Comitato provinciale di Coordinamento ex art. 7/81 nel 2013 è stato sviluppato il progetto WHP, attivando la Rete delle aziende che promuovono la salute. Numerose associazioni di volontariato offrono la loro collaborazione e sostegno ai progetti. Tale patrimonio umano viene valorizzato attraverso azioni di potenziamento delle conoscenze di salute (empowerment), al fine di garantire la sostenibilità stessa dei progetti e l’azione di testimonial di salute nella comunità, perché le scelte di salute non siano opportunità temporanee, ma strutturalmente sostenute, ove ruolo dell’ASL diviene la sistematica manutenzione. Si è proseguito nel percorso metodologico per lo sviluppo di progetti basati sulle evidenze di efficacia teorica, laddove disponibili, e sull’efficacia pratica correlata alle “best practice”, per garantire il metodo scientifico negli interventi, ricercando attraverso indicatori di efficienza ed efficacia un ulteriore e fondamentale supporto sia in fase di costruzione progettuale che di valutazione di esito. Il momento storico ed economico impone sempre maggiore rigore in ambito preventivo nella sistematica ricerca di indicatori di esito di salute (“guadagno di salute”). Si sono utilizzate metodologie d’intervento consolidate, quali la formazione dei formatori, la peer education, il counselling, ma anche modalità emergenti di provata efficacia quali le life skills, l’approccio del minimal advice in ambito sanitario opportunistico. L’ASL di Lecco è di riferimento per il marketing sociale, una metodologia di non ordinario uso in ambito sanitario, sperimentata con la maglietta della salute, la borsa della salute, pillole di salute, progetto quest’ultimo d’interesse regionale e nazionale ( CCM). Anche i programmi di screening, oltre alla collaborazione di tutti i soggetti erogatori, trovano concreto sostegno nelle Amministrazioni locali e nelle Associazioni di volontariato, con cui si condividono le azioni di miglioramento delle adesioni e gli esiti delle campagne. Nel 2013 la progressiva applicazione di economie secondo i principi della spending review, ha interessato in modo significativo la partita dell’integrazione locale tra enti ed istituzione, con importanti cambiamenti amministrativi locali (chiusura della Sez. Provinciali del CONI divenuta Delegazione, limitazione della programmazione dell’Amm.ne Provinciale, riorganizzazione delle risorse nelle Prefetture), con evidente ricaduta sulle partnership in atto, di cui l’ASL deve tener conto. Anche le Associazioni non sono sempre in grado di far fronte alle pregresse collaborazioni in considerazione dell’aumentata richiesta di contributi da parte delle Amministrazioni. 17 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Per la prevenzione delle malattie infettive, in attuazione del Piano di Organizzazione Aziendale, è stata attivata una specifica struttura che, nell’ambito degli interventi di profilassi vaccinale, pratica una costante collaborazione con i Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di Libera Scelta, in particolare nella realizzazione delle campagne annuali di vaccinazione antinfluenzale. Sono altresì in corso iniziative mirate verso fasce di popolazione a particolare fragilità quale quella dei migranti ed è in atto la costruzione di una rete di collaborazione che coinvolge Istituzioni, Prefettura, Provincia e mondo associativo e della mediazione culturale. Per la prevenzione negli ambienti di vita sono in atto collaborazioni con la Prefettura e le Amministrazioni Comunali per le Commissioni di Vigilanza sul pubblico spettacolo, congiuntamente a Prefettura, VV.F ARPA sono stati redatti i protocolli sulle radiazioni ionizzanti e la relativa gestione delle emergenze; in sinergia con l’Amministrazione Provinciale, l’ARPA e con le Amministrazioni Comunali vengono garantiti gli interventi e la partecipazione alle conferenze di Servizi per Piani di Governo del Territorio, Valutazioni di Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e bonifica di siti contaminati. Per la prevenzione del rischio di esposizione al gas Radon sono state attuate iniziative congiunte con l’Amministrazione Provinciale finalizzate ad informare le Amministrazioni Comunali e ad introdurre nel Regolamento Locale di Igiene le relative norme di prevenzione. Esiste una forte attenzione alla balneazione per la valenza strategica legata alla salute e all’economia locale in particolare riguardo al turismo. Il Laboratorio di Prevenzione è stato classificato come centro di riferimento regionale per la determinazione dei cianobatteri nelle acque ed inoltre è coinvolto nella costruzione della rete regionale dei Laboratori di Prevenzione. L’ASL partecipa inoltre alla Cabina di Regia coordinata dalla Camera di Commercio Provinciale in materia di semplificazione amministrativa ed applicazione coordinata delle norme in materia di SCIA. Un ambito di attività che coinvolge sia la sicurezza della popolazione generale che quella dei lavoratori è costituito dalla vigilanza e controllo dell’applicazione del Regolamento della Comunità Europea REACH-CLP in quanto detto Regolamento riguarda la corretta gestione delle sostanze chimiche lungo l’intera filiera che comprende produzione, importazione e commercializzazione. Le principali Amministrazioni che oltre all’ASL operano nel campo della sicurezza sul lavoro sono INAIL, Direzione Provinciale del Lavoro (DPL), Vigili del Fuoco, Prefettura. Sul territorio lecchese la sinergia fra queste Istituzioni ed anche con le Parti Sociali è attiva da anni, ed ha consentito di realizzare progetti ed iniziative destinate a migliorare le condizioni di “sicurezza sul lavoro” nella nostra Provincia, e conseguentemente a prevenire e ridurre il rischio di infortuni e di malattie professionali. In questo contesto si inserisce anche l’attività analitica, effettuata per i Medici competenti, su lavoratori che, svolgendo mansioni a rischio, devono dimostrare l’assenza di assunzione di sostanze stupefacenti. Con INAIL è stato costituito un “Osservatorio Provinciale Infortuni e Malattie Professionali” per la valutazione dell’andamento dei danni da lavoro; con DPL vi è sistematico scambio di informazioni, e vengono programmate correntemente ispezioni congiunte sulla base di un protocollo specificatamente sottoscritto; con VVF vi è collaborazione costante nella gestione delle problematiche relative ai gas tossici, vengono condotte congiuntamente inchieste giudiziarie su eventi infortunistici con particolari dinamiche incidentali, nonché interventi volti al miglioramento delle condizioni di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro con particolare riferimento alle strutture sanitarie e socio sanitarie. Con l’Ufficio Scolastico Provinciale sono state realizzate importanti iniziative in materia di alternanza scuola – lavoro. Infine, tutte le iniziative inerenti l’igiene e la sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro vengono approvate e condivise nell’ambito del Comitato Provinciale di Coordinamento ex art. 7 D. Lgs. 81/08 che si riunisce di norma con frequenza mensile dove tutte le Istituzioni ed Associazioni hanno sempre assicurato una fattiva collaborazione con una presenza tanto costante quanto attiva. Nel campo della sicurezza alimentare sono garantiti gli interventi per la tutela della salute del consumatore in coordinamento e collaborazione con il Dipartimento Prevenzione Veterinario. I principali interventi consistono in: 18 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 - controlli per la verifica della sicurezza igienica degli alimenti di origine non animale nelle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione; campionamenti di alimenti; controlli e campionamenti acqua destinata al consumo umano. Sono in atto collaborazioni con diverse associazioni di categoria oltre che con le Amministrazioni del territorio per la promozione di una corretta alimentazione, in particolare per la promozione del consumo di pane a ridotto contenuto di sale. Con i Pediatri di Libera Scelta è in atto la collaborazione per un lavoro di sorveglianza nutrizionale sui dati auxologici dei loro assistiti. Sempre per la promozione di corretti stili di vita è in corso un progetto che coinvolge anche lo SPSAL, su dipendenti di struttura produttive/di servizio del territorio. Nell’ambito della medicina legale sono in atto fattive collaborazioni con l’Ispettorato della Motorizzazione in materia di rilascio e rinnovo patenti di guida e con l’INPS per quanto riguarda le pratiche di invalidità civile. Nel 2013 l’ASL ha pianificato l’avvio di un progetto strategico “Burocrazia NO grazie: semplificazione e trasparenza nelle attività di prevenzione” che, attraverso fasi successive, porterà entro tre anni alla costituzione e al funzionamento di almeno 4 tavoli tecnici permanenti di confronto fattivo con tutti gli attori istituzionali, sociali ed associativi interessati a condividere e programmare gli interventi prevenzione negli ambiti della sicurezza alimentare, della tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di vita, della sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive, della promozione della salute e per le problematiche di invalidità civile. 19 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4 LE AREE DI INTERVENTO L’assetto organizzativo e la disponibilità di risorse professionali adeguate sono i cardini per il buon funzionamento di qualsiasi programma sanitario. Il Piano di Organizzazione Aziendale ha configurato il Dipartimento di Prevenzione Medica valorizzando l’aspetto specialistico dei Servizi nei quali è articolato, e all’interno degli stessi, le competenze professionali che trovano ricomposizione e collegialità attraverso un continuo confronto con la direzione e l’organo di coordinamento dipartimentale, consentendo di utilizzare al meglio e in modo integrato le risorse ed evitare duplicazioni di interventi e sovrapposizioni, favorendo al tempo stesso il dialogo interdisciplinare. Nella ASL di Lecco il Dipartimento di Prevenzione Medica si caratterizza come macro struttura gestionale delle articolazioni organizzative complesse e semplici che vi afferiscono secondo gli specifici ambiti di competenza. DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE MEDICA Ambito Articolazioni Organizzative Responsabili Sanità Pubblica Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Servizio Prevenzione Malattie Infettive Servizio Igiene e Sanità Pubblica Salute e Sicurezza del Lavoro Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro Servizio Sicurezza e Impiantistica Supporto analitico Laboratorio di Prevenzione Promozione della salute e screening oncologici Servizio Medicina Preventiva di Comunità Certificazioni e accertamenti medico legali Servizio Medicina Legale L’attuazione delle strategie e dei programmi di prevenzione sono assicurati da operatori professionalmente qualificati: medici igienisti, medici del lavoro, biologi, tecnici della prevenzione, infermieri, assistenti sanitari, ingegneri, architetti, tecnici di laboratorio, amministrativi che svolgono le loro attività nei diversi ambiti di intervento attraverso un approccio integrato multidisciplinare secondo le linee di indirizzo del Dipartimento e delle direzioni dei Servizi di Prevenzione. A tutti gli operatori viene assicurata la formazione professionale ed il continuo aggiornamento. Nel 2013 è stata data rilevanza particolare a temi quali: la salute e sicurezza di pazienti e lavoratori nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie; gli interventi del servizio sanitario a seguito dei flussi migratori; il rischio di caduta dall’alto negli edifici civili, industriali e nei cantieri edili;, il nuovo regime delle verifiche periodiche degli impianti; il rischio da agenti chimici e cancerogeni per i lavoratori e la popolazione; il controllo della qualità delle acque di balneazione e il monitoraggio algale, la gestione dell’attività vaccinale e dell’emergenza post vaccinale, la promozione di corretti stili di vita. In coerenza con le indicazioni nazionali e regionali l’attività di controllo dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione Medica si fonda sui seguenti principi di carattere generale: Eliminazione dei controlli non necessari alla tutela degli interessi pubblici, e loro pianificazione al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni. Limitazione delle verifiche di tipo formale Prevalenza delle valutazioni di adeguatezza delle misure di autocontrollo adottate dai titolari delle attività oggetto di vigilanza, rispetto alla formale e letterale conformità a requisiti standard Focalizzazione sulle verifiche di risultato in termini di incremento della sicurezza effettiva, riconoscendo anche l’efficacia di soluzioni tecniche innovative. La programmazione e l’attuazione degli interventi di prevenzione e di controllo secondo i principi sopra delineati è diventata patrimonio comune applicata da parte di tutti i Servizi del Dipartimento, ognuno dei quali sviluppa in termini specialistici il concetto di graduazione del rischio per la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e dei consumatori. 20 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.1 AZIONI DI PREVENZIONE A TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: strumenti, pianificazioni, risultati 4.1.1 L’attività di vigilanza e controllo Nel 2013 per la Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro sono stati realizzati complessivamente 2214 controlli. I controlli, così come definiti dal Sistema Regionale della Prevenzione, ricomprendono differenti tipologie, dall’ispezione, all’audit, all’analisi documentale, e una singola impresa, mediamente, può subire, nel corso di un accertamento completo, più di un controllo di diversa tipologia. Le 2214 verifiche hanno sortito il controllo effettivo di 936 imprese del territorio. Dal livello ministeriale viene posto in capo alle Regioni l’obiettivo di controllare ogni anno il 5% delle unità locali attive. L’obiettivo viene declinato su ogni singola ASL e la definizione di unità locale attiva condivisa sul territorio nazionale, ai fini della verifica del raggiungimento dell’obiettivo, è quella fornita da INAIL, ovvero Posizione Assicurativa Territoriale con almeno un dipendente (o addetto speciale) oppure almeno due artigiani. Proprio INAIL aveva indicato in 17.118 il numero di unità locali in provincia di Lecco. Le 936 imprese sono il 5,47% del totale e, pertanto, nel 2013 il Servizio ha pienamente raggiunto l’obiettivo posto dal Ministero. Un affondo sui controlli di tipo ispettivo mostra che il 70% delle ispezioni condotte è avvenuto su programmazione; seguono le ispezioni su richiesta di altre autorità/enti e su richiesta di soggetti non istituzionali. I settori prevalentemente controllati in occasione di controllo di tipo ispettivo sono stati il settore delle costruzioni, il settore metalmeccanico e quello manifatturiero. In grafico n. 1 (*) è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale dei controlli per settore merceologico di impresa (ATECO 2007), il dato è coerente con il contesto occupazionale locale e con la graduazione del rischio operata. Grafico 1 21 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Gli elementi prevalentemente oggetto di controllo nel corso delle verifiche ispettive sono stati le attrezzature, i macchinari e gli impianti in genere, secondi ad essi i processi/sistemi di gestione della sicurezza aziendale. E’ utile riportare in questa sede che è stato dato adempimento all’obiettivo regionale di favorire l’applicazione di almeno una linea guida/atto di indirizzo decretato dalla Direzione Generale Salute in almeno una delle aziende del territorio, attuando il Decreto 14219 Direzione Generale Sanità del 21.12.2009 VADEMECUM PER IL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE NELLO STAMPAGGIO DI PLASTICA, con particolare riferimento al punto 7.0 “misure tecniche di prevenzione del rischio chimico e cancerogeno” in modo mirato al contenimento dell’esposizione a formaldeide presso una grande ditta (più di 50 addetti) del territorio. L’attuazione della linea guida ha determinato l’abbattimento dei valori di concentrazione di formaldeide in ambiente di lavoro da livelli espositivi in una fascia di rischio non sicura, a valori di 4 volte inferiori rispetto al limite, e pertanto con livello espositivo in una fascia di rischio accettabile. Il percorso di applicazione della buona pratica è stato riportato a livello Regionale, ai fini di un suo trasferimento in Commissione Consultiva Permanente ex art. 6 D. Lgs 81/08 e s.m.i. Il Servizio persegue per i prossimi anni l’obiettivo di sostenere le imprese, mediante il supporto tecnico utile all’applicazione delle Buone Pratiche, di cui agli indirizzi decretati dalla Direzione Generale Salute, ricorrendo alle sinergie in seno al Comitato Provinciale di Coordinamento ex art. 7 D. Lgs 81/08 e s.m.i., la cui trattazione è rimandata al capitolo 3. Per il 2014 sono stati pianificati controlli e interventi specifici in settori di “nuovo” interesse: 1. grande distribuzione organizzata; 2. banche e alberghi; 3. trasporti e logistica; 4. strutture sanitarie e socio sanitarie; 5. cantieri boschivi. Il razionale alla base della scelta risiede nell’emergenza del rischio organizzativo con le note conseguenze sia sullo sviluppo di disturbi lavoro correlati, con particolare riferimento ai disordini da sovraccarico biomeccanico, che sullo sviluppo di eventi infortunistici. L’interesse per i “nuovi” settori rimane affiancato ai controlli programmati per il settore delle costruzioni e per il settore metalmeccanico. 4.1.2 Gli infortuni sul lavoro analisi statistica Gli elementi determinanti l’indice infortunistico in una determinata area geografica sono molteplici e di non univoca interpretazione, tuttavia risulta interessante il confronto del tasso standardizzato di infortunio (infortuni riconosciuti da INAIL su 1000 addetti) per territorio Nazionale – Regionale – Provinciale, media triennio 2009-2011, fonte dati INAIL Flussi alle ASL (grafico n. 1), dal quale emerge il consolidamento del trend in riduzione negli anni su tutti i livelli geografici e con indici costantemente inferiori a livello locale. 22 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Grafico 1 Di seguito vengono forniti alcuni dati interessanti circa l’analisi del fenomeno infortunistico nel territorio provinciale. In tabella n. 1 viene rappresentata la distribuzione di frequenza (numeri assoluti e valori % medi sul quadriennio) degli infortuni lavorativi propriamente detti (occorsi in occasione di lavoro in ambiente di lavoro ordinario) per tipo di definizione. Tabella 1 Infortuni in occasione di lavoro, definiti positivamente, esclusi Colf, Studenti, Sportivi: Tipo definizione per anno evento Regione: Lombardia ASL: Lecco Tipo definizione 2009 2010 2011 PROGNOSI TEMPORANEA 2496 PROGNOSI PERMANENTE 172 MORTE 3 Totali 2671 2600 162 2 2764 2410 2046 150 118 2 2 2562 2166 valore medio % sul quadriennio 2012 94,0 5,9 0,1 100,0 Nei grafici n. 2 e 3 è rappresentato rispettivamente il numero assoluto degli infortuni denunciati a INAIL, anni 2001-2012 il numero assoluto di addetti nei medesimi anni. L’accostamento dei due grafici evidenzia una proporzionalità tra il numero degli addetti e il numero di infortuni denunciati a INAIL, sebbene il decremento percentuale degli infortuni - 2012 su 2001 - sia superiore al decremento percentuale degli addetti (-37,2 il decremento percentuale degli infortuni contro una riduzione percentuale degli addetti pari a -7,2). 23 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Grafico 2 Grafico 3 Numero di infortuni Numero di Addetti 6.000 110.000 5.750 5.500 105.000 5.250 5.000 100.000 4.750 4.500 95.000 4.250 4.000 90.000 3.750 3.500 85.000 3.250 3.000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 80.000 2012 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Il grafico n. 4 mostra l’incidenza degli infortuni denunciati a INAIL 2001-2012 per tutte le gestioni, confronto Italia/ Lombardia/ Lecco, e nel grafico n. 5 per la Lombardia viene esclusa la provincia di Milano che assorbe la quasi totalità del settore terziario. Generalmente si osserva una riduzione dell’incidenza del fenomeno per tutte le gestioni e il paragone Italia/ Lombardia/ Lecco, tolto l’ambito geografico metropolitano, mostra che Lecco si attesta su valori di incidenza mediamente inferiori rispetto al territorio nazionale e regionale, in particolare, nel 2012 l’incidenza su 1000 addetti è di 38,3 a fronte di 39,2 in Regione Lombardia. Descrivendo dati di incidenza, occorre tenere debitamente in conto la particolarità del ciclo economico, caratterizzato da un forte incremento, a partire dal 2008, del ricorso alla cassa integrazione. Grafico 4 Grafico 5 Un focus sul dato di incidenza disaggregato per settori (manifatturiero/costruzioni/commercio), grafico n. 6, mostra un trend in decremento negli anni e un progressivo avvicinamento delle linee. Questo dato appare di particolare interesse, in quanto potrebbe significare che una sempre più puntuale e adeguata applicazione delle misure e dei sistemi preventivi porta al superamento del cosiddetto “rischio intrinseco”, concetto legato alla passiva accettazione della ”naturale” pericolosità di determinati comparti o lavorazioni. La stessa tendenza è confermata sia sul territorio regionale (grafico n. 7) che sul territorio nazionale (grafico n. 8). 24 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Grafico 6 Grafico 7 Grafico 8 In tutti gli ambiti territoriali è evidente il forte decremento del tasso di incidenza nelle costruzioni edili, e per quanto riguarda il territorio lecchese tale decremento ha portato l’edilizia a valori inferiori rispetto al manifatturiero. (*) fonte dati Impres@ - Sistema Integrato della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.) (**) fonte dati INAIL Flussi Informativi alle ASL (***) fonte dati INAIL banca dati statistiche Le indagini sugli infortuni Nel 2013 sono state effettuate 129 inchieste giudiziarie per infortunio sul lavoro. Gli interventi di controllo per inchieste di infortunio sul lavoro, finalizzati sia all’individuazione delle cause determinanti l’evento, con conseguente individuazione di eventuali responsabilità penali, che alla prescrizione di misure atte all’eliminazione/contenimento dei rischi residui, sono stati determinati prevalentemente dall’attivazione autonoma per programmazione o per emergenza (infortuni gravi/gravissimi comportanti l’attivazione d’ufficio). In armonia con i dati INAIL Flussi alle ASL – Infortuni Gravi – il settore in prevalenza controllato è stato il settore metalmeccanico/manifatturiero. Gli elementi prevalentemente oggetto di controllo in corso di indagine sono stati le attrezzature di lavoro, le macchine, gli impianti, gli apparecchi, gli utensili e, certamente, i processi/sistemi di gestione aziendali, nonché i Dispositivi di Protezione Individuale. Con riferimento ai processi/sistemi di gestione aziendali si 25 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 precisa che questi ricomprendono tutti gli elementi propri della gestione della sicurezza aziendale (risorse umane e loro gestione ai fini della sicurezza, formazione generale e specifica di lavoratori, dirigenti e preposti ai fini della sicurezza, formazione degli addetti ai compiti speciali, formazione abilitante all’uso di determinate attrezzature di lavoro). Gli esiti dell’attività di indagine sono anche utilizzati per la programmazione dell’attività di vigilanza. 4.1.3 Le malattie professionali Il registro locale (MALPROF) annovera nel biennio 2011-2012 312 segnalazioni di sospetta malattia professionale. Il 79% dei casi è di sesso maschile e la fascia di età prevalentemente interessata – uomini/donne – è compresa tra i 45 e 55 anni di età. In provincia di Lecco si sta progressivamente assistendo al fenomeno, ben più consolidato sul territorio regionale e nazionale, di prevalenza delle segnalazioni per patologie a carico del sistema muscolo scheletrico sulle note ipoacusie da rumore. Dato di rilievo risulta essere quello relativo all’emersione dei tumori di sospetta origine professionale, non segnalati fino a pochi anni fa e ora al terzo posto nella classificazione delle segnalazioni pervenute per categoria di diagnosi. In grafico n. 1 è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale nel biennio dei casi di sospetta malattia professionale per categoria di diagnosi (*). Grafico 1 Segue la rappresentazione grafica (grafico n. 2) del confronto territoriale Regione/provincia di Lecco relativo alle segnalazioni di sospetta malattia professionale pervenute ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL e contenute nel registro MALPROF. 26 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Grafico 2 Un focus locale sulle patologie a carico del sistema muscolo scheletrico mette in evidenza che il 29% di queste è rappresentato da patologie a carico della colonna vertebrale, ovvero discopatie erniarie prevalentemente del tratto lombo sacrale, e il 71% da patologie degli arti superiori. In grafico n. 3 è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale delle patologie a carico del sistema muscolo scheletrico per specifico gruppo diagnostico (*). Grafico 3 Il focus locale sui tumori a sospetta origine professionale mette in evidenza che i mesoteliomi e i tumori polmonari rappresentano insieme il 72% delle segnalazioni pervenute nel biennio 2011-2012 (grafico n. 4) (*). Grafico 4 27 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 A fronte delle segnalazioni viene individuato un pool di casi meritevoli di inchiesta giudiziaria per sospetta malattia professionale. I criteri di selezione riguardano la gravità del danno biologico (i casi di tumore vengono indagati al 100%), la tipologia nosologica della malattia segnalata (è stata data priorità alle patologie da sovraccarico biomeccanico e ai disturbi da stress lavoro-correlato) e la presenza di particolare numerosità di casi nella medesima azienda. I controlli per inchiesta di sospetta malattia professionale nel 2013 sono stati 44 per un totale di 25 unità produttive locali ispezionate. La quota prevalente di indagini è avvenuta per programmazione, a seguire, una quota non residuale su delega dell’Autorità Giudiziaria. In grafico n. 5 (*) è rappresentata la distribuzione di frequenza in percentuale dei controlli per settore merceologico (classificazione ATECO 2007) delle unità produttive controllate. Si osserva che i settori prevalentemente controllati sono stati il metalmeccanico, il sanitario e sociosanitario e il settore delle costruzioni. Grafico 5 Gli elementi prioritariamente oggetto di controllo sono stati i piani di sorveglianza sanitaria redatti dai Medici Competenti aziendali e le idoneità specifiche a mansione per le categorie esposte ai rischi specifici. (*) fonte dati MALPROF (**) fonte dati Impres@ - Sistema Integrato della Prevenzione Regione Lombardia (S.I.P.Re.L.) Il registro locale delle malattie professionali (MALPROF) in Regione Lombardia è stato sostituito a giugno 2013 con il sistema informativo gestionale Malattie Professionali e Infortuni (Ma.P.I.), modulo integrato di Person@, datawarehouse contente l’anagrafica dei lavoratori controllati dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, e da gennaio 2014 il sistema informativo Ma.P.I. è stato consegnato alle Strutture Complesse Ospedaliere di Medicina del Lavoro al fine di incrementare l’emersione dei casi di malattia professionale. Pertanto, si è ritenuto opportuno individuare quale obiettivo prioritario la condivisione di un protocollo operativo con la Struttura Ospedaliera a favore di una emersione qualiquantitativa dei casi, con riferimento anche alla definizione di criteri, fondati su presupposti scientifici, condivisi per favorire le denunce di malattia professionale da parte dei medici del territorio, in particolare 28 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 dei Medici Competenti aziendali, ai sensi dell’art.139 del DPR 1124/65. L’intesa ha l’ambizione di coinvolgere anche INAIL per la ricomposizione sul territorio del registro unico delle malattie professionali (ASL/INAIL). 4.1.4 L’idoneo collocamento al lavoro nelle disabilità psicofisiche Viene dato un contributo, in sede di Commissione Invalidi Civili, alla valutazione specialistica dei soggetti portatori di disabilità psicofisiche per l’attribuzione del grado di invalidità e per la formulazione del giudizio utile alla Provincia – Ufficio Collocamento Obbligatorio – per l’adeguato inserimento di queste categorie di lavoratori nelle imprese, anche a soli fini risocializzanti e non lucrativi. Nel 2013 sono stati esaminati dal Servizio 997 soggetti, ai sensi della Legge 68/99. Nell’ambito delle attività valutative di lavoratori inidonei o parzialmente idonei a specifiche mansioni a rischio, prende un certo rilievo l’attività svolta (20 casi esaminati), sempre collegialmente con il Servizio di Medicina Legale, per la definizione dell’idoneità specifica a mansione ai sensi dell’art. 41 comma 9 del D. Lgs 81/08 e s.m.i. (ricorso avverso il giudizio del Medico Competente) e per le valutazioni di idoneità generica al lavoro ai sensi dell’articolo 5 Legge 300/70 (il datore di lavoro ha facoltà di far controllare l’idoneità fisica del lavoratore da parte di enti pubblici ed istituti specializzati di diritto pubblico), applicabile nei casi in cui i lavoratori non siano esposti a rischio secondo il D. Lgs 81/08 e s.m.i.. In un caso è stato avviato un percorso di disassuefazione dal consumo di alcool con successo, mediante la collaborazione con il Servizio Nuove Dipendenze, di un lavoratore che ha mantenuto il proprio posto di lavoro e che, a seguito della diagnosi di “superata dipendenza”, è stato ricollocato a mansione in coerenza con le indicazioni formulate. Si persegue l’obiettivo, per il 2014, di avviare un processo di sistematizzazione delle informazioni utili (eventi sentinella) per la programmazione delle attività di vigilanza e controllo aziendali. 4.1.5 Il sostegno alla formazione dei lavoratori e degli stakeholder della prevenzione negli ambienti di lavoro A seguito dell’emanazione dei recenti Accordi Stato-Regioni è stato avviato un percorso di confronto con le Parti Sociali e gli Enti componenti il Comitato Provinciale ex art. 7 D. Lgs 81/08 sugli aspetti applicativi delle norme, sino a costituire un tavolo permanente, consolidatosi nel 2013, denominato Gruppo di Lavoro Formazione. La configurazione del Gruppo di Lavoro coordinato dall’ASL è la seguente: Associazione Italiana fra gli addetti alla Sicurezza Associazione Nazionale Costruttori Edili Associazione Piccole Imprese CGIL CISL Confartigianato Impresa Lecco Confederazione Italiana Agricoltori Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Media Impresa Confindustria Lecco Direzione Territoriale del Lavoro INAIL Provincia Scuola Edile di Lecco Ufficio Scolastico Territoriale UIL. L’esito dei lavori condotti dal Gruppo di Lavoro Formazione è confluito nella predisposizione di una specifica sezione sul sito web aziendale contenente differenti moduli informativi per le aziende e gli stakeholder della prevenzione sul territorio, relativamente a: 1. normativa nazionale e circolari regionali di recepimento degli Accordi Stato Regioni, con riferimento alla varia tipologia formativa; 29 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 2. sviluppi operativi locali delle circolari regionali emanate in materia; 3. documento FAQ, in continuo aggiornamento, relativo alle criticità interpretative della normativa nazionale. Per comodità di lettura si fornisce il link al sito web: http://www.asl.lecco.it/Templ_cont.asp?IDLivello1=53&IDlivello2=457 Nel 2013 sono stati rilasciati dall’ASL 162 attestati di formazione e sono stati registrati nel registro informatizzato locale 131 lavoratori abilitati all’uso di determinate attrezzature di lavoro. Nel 2014 prosegue il percorso intrapreso ed è stata pianificata la seguente progettazione di qualità: 1. favorire il riconoscimento e la corretta erogazione della formazione generale e specifica dei lavoratori agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado in alternanza scuola-lavoro; 2. affiancare ai controlli documentali controlli ispettivi a campione durante l’erogazione della formazione da parte degli enti formatori sul territorio. Con riferimento all’obiettivo regionale di introduzione nei curricula scolastici della materia salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il Servizio si impegna a seguire le fasi operative che via, via verranno indicate da Regione Lombardia. 4.1.6 controlli sui lavoratori per la determinazione di assenza di tossicodipendenza Per obbligo di legge, a cura del Laboratorio di Prevenzione vengono condotte annualmente determinazioni per la verifica di assenza di tossicodipendenza su lavoratori con mansioni che comportano particolari rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute propria e di terzi, quali ad esempio gli addetti nel comparto delle costruzioni edili, dei trasporti, la movimentazione delle merci, la manipolazione dei gas tossici. Il grafico seguente riporta l’andamento dei tassi di positività nel periodo 2009-2013, mentre la tabella dettaglia le sostanze rilevate. Descrizione positività Anno 2009 2010 2011 2012 2013 Oppiacei 1 1 1 0 0 Cocaina Cannabinoidi 3 17 3 8 3 4 4 7 2 2 Amfetamine 0 0 0 0 1 Il controllo sui lavoratori sembra rappresentare un “deterrente” all’uso di sostanze illecite in soggetti che non hanno sviluppato una dipendenza. Resta da valutare se il controllo “a tappeto”, in accordo alla normativa vigente, rappresenti la modalità migliore in termini di costo/beneficio o se invece potrebbe essere più efficace la strategia di effettuare controlli mirati sui lavoratori che dall’indagine anamnestica e dalla visita clinica presentino fattori di rischio. 30 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.1.7 La gestione del rischio amianto Nell’ambito della prevenzione sanitaria sono da considerarsi prioritarie le attività relative alla gestione del “rischio amianto”, che come noto riguardano sia i lavoratori professionalmente esposti, oggi riconducibili agli addetti alle attività di bonifica, che la popolazione generale. Proprio rispetto alla esposizione della popolazione generale, è in atto nel DPM un processo di progressiva acquisizione di conoscenze tecniche e metodologiche da parte del Servizio ISP, allo scopo di garantire interventi integrati sui siti contaminati, nonché nei cantieri di bonifica dove può realizzarsi una esposizione indebita per la popolazione. Come già più volte considerato, per quanto riguarda gli effetti patologici della esposizione ad amianto la latenza è pluridecennale, e pertanto ogni possibile stima sul guadagno di salute prodotto dalle iniziative di prevenzione di questo rischio non può che essere fondata sull’indicatore indiretto dei quantitativi di amianto bonificati. I dati indicano buoni risultatati soprattutto per quanto attiene alla promozione delle iniziative di bonifica, in quanto dall’inizio dell’attuazione del PRAL il numero di “Piani di Lavoro” valutati è progressivamente aumentato, e nel 2013 sono stati valutati 1.189 piani di lavoro/notifiche, relativi alla rimozione sia di amianto in matrice friabile da coibentazioni, guarnizioni ecc. che di coperture in cemento-amianto per circa 315.000 mq. Nei grafici seguenti è illustrato l’andamento nel tempo del numero piani di lavoro presentati in provincia di Lecco, e dei mq di copertura rimossi. Numero di Piani di Lavoro metri quadri smaltiti in Provincia di LC 1200 400.000 1100 350.000 1000 300.000 900 250.000 800 200.000 700 150.000 600 100.000 500 50.000 400 0 300 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2.006 2013 2.007 2.008 2.009 2.010 2.011 2.012 2.013 Rispetto al 2012, si registra un aumento del 52% nel numero di Piani di Lavoro valutati, e del 5% nel numero di mq complessivamente rimossi, a riprova che l’attitudine alla bonifica che inizialmente interessava prevalentemente le imprese e quindi le coperture di grande estensione sta progressivamente interessando anche i singoli cittadini e pertanto le piccole superfici. Sostanzialmente, nell’ultimo triennio la media si è stabilizzata a circa 300.000 mq/anno di superficie rimossa, pari a quasi 900 mq/1000 abitanti. Rammentiamo che la stima riportata in letteratura sull’entità media di rilascio in atmosfera di fibre di amianto dalle coperture in cemento amianto è di 3g/mq/anno, e pertanto il quantitativo bonificato nel 2013 darebbe nell’anno un “risparmio” del valore di 945 Kg di fibra di amianto rilasciata nell’atmosfera della Provincia di Lecco. 4.1.8 Verifiche periodiche su attrezzature e impianti su richiesta dei datori di lavoro L’attività di verifica periodica di attrezzature e impianti nei luoghi di lavoro è regolamentata dal titolo III del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. ed in particolare per quanto riguarda gli apparecchi di sollevamento e le attrezzature che lavorano in pressione dal Decreto Interministeriale del 4 aprile 2011, mentre per quanto riguarda la verifica degli impianti elettrici e di messa a terra, dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e degli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione dal DPR 462/01. 31 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 L’attività interessa i datori di lavoro che devono adempiere agli obblighi legislativi, garantendo ai propri lavoratori dipendenti e in generale a tutti i soggetti che vengono a interferire con l’uso dell’attrezzatura/impianto la sicurezza d’uso. L’obiettivo è di assicurare interventi di vigilanza su attrezzature e impianti nel rispetto della legislazione vigente, garantendone l’uso sicuro da parte dei lavoratori rispetto ai rischi intrinseci delle attrezzature/impianti. L’attività di verifica periodica svolta dall’ASL avviene su richiesta dei datori di lavoro. In particolare, sugli apparecchi di sollevamento e sulle attrezzature in pressione è possibile individuare un soggetto diverso abilitato a livello ministeriale per l’effettuazione del controllo. Per l’effettuazione delle verifiche, vengono utilizzate le procedure imposte dalla legislazione (decreto Interministeriale 4 aprile 2011) per quanto riguarda gli apparecchi di sollevamento e le attrezzature in pressione. Le prove che riguardano la verifica degli impianti elettrici di messa a terra, dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e gli impianti con pericolo di esplosione sono invece regolati da normativa specifica del Comitato Elettrotecnico Italiano. I controlli pianificati nel piano controlli 2013, sono stati eseguiti nell’arco dell’anno. In totale sono stati effettuati 1800 verifiche. L’anno 2013 rappresenta lo spartiacque tra la vecchia concezione e la nuova dettata dal DI 11 aprile 2011 che prevede la copertura totale del fabbisogno di richieste di verifica su attrezzature di lavoro di cui all’allegato VII del D. Lgs. 81/08. L’entrata in scena di Soggetti Abilitati a livello ministeriale permette ai datori di lavoro di ottenere risposte in tempi certi rispetto al passato quando la copertura avrebbe dovuto essere garantita esclusivamente dall’Ente pubblico. Le prospettive future si traducono: - nel mantenimento di quota parte di attività di verifica periodica, indirizzando la stessa secondo il principio di graduazione del rischio, e di conseguenza nella realtà lecchese i comparti maggiormente interessati sono stati: cantieri, metalmeccanica, chimica. - nel costituire un punto di riferimento per i datori di lavoro, cittadini, installatori, nella risoluzione di problematiche normative/legislative inerenti gli impianti anche nei confronti di altri Soggetti coinvolti nel processo produttivo. 4.2 LA QUALITA’ DEGLI AMBIENTI DI VITA Le attività di prevenzione e controllo in questo settore sono volte ad assicurare la salubrità e la sicurezza degli ambienti di vita confinati e non, e a garantire una corretta gestione delle attività finalizzate alla tutela della salute dei cittadini. In base alla programmazione predisposta ed alle richieste pervenute, sono stati effettuati controlli presso ambienti di vita privati e ad uso collettivo, strutture sanitarie e sociosanitarie, attività di servizio alla persona e ambienti di vita aperti per verificare la presenza di rischi per la salute e promuoverne l’eliminazione o mitigazione. Nel caso di segnalazioni ed esposti dei cittadini viene applicato il Protocollo sulle modalità di gestione delle segnalazioni/denunce/esposti da parte di utenti privati inerenti la sicurezza dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori , pubblicato sul sito aziendale www.asl.lecco.it che definisce i criteri da utilizzarsi per valutare le segnalazioni limitando gli interventi a quelle situazioni che presentano effettivamente problematiche di salute e sicurezza e non semplicemente molestia, disagio o contenziosi tra privati. 32 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.2.1 Ambiente e salute Il rapporto con l’ambiente è uno dei determinanti fondamentali che influenza lo stato di salute della popolazione incidendo nei diversi stati di benessere o di malattia. L’ambiente può influire indirettamente o direttamente sulla salute. Può infatti favorire la circolazione di agenti patogeni e altri fattori biologici, come ad esempio i pollini e altri allergeni, che colpiscono, quando presenti, la popolazione suscettibile. Può però anche agire per mezzo di fattori non biologici, come la presenza di contaminanti chimici e fisici: in questo caso, è più difficile determinare una relazione causaeffetto e gli studi epidemiologici cercano di descrivere e quantificare i danni da esposizione, sia acuta che cronica, a diverse sostanze. Infine, l’ambiente può essere origine di incidenti e invalidità quando, sul lavoro come sulla strada o nell’ambiente urbano, non vengano osservate adeguate misure di sicurezza e protezione delle persone. 4.2.2 La qualità dell’aria outdoor Gli inquinanti presenti nell’aria degli ambienti outdoor possono pesantemente condizionare la qualità della vita dei cittadini sia in termini di perdita di salute che di fruibilità degli spazi aperti. ARPA monitora costantemente i livelli di inquinanti pericolosi attraverso il dislocamento sul territorio di stazioni di monitoraggio. Il continuo miglioramento delle prestazioni dei veicoli, la trasformazione degli impianti termici e il trasferimento delle industrie hanno portato nel corso degli ultimi 10 anni ad una netta riduzione di inquinanti quali biossido di azoto e di zolfo e monossido di carbonio; restano tuttavia critici i valori di ozono (un gas utile nell’alta atmosfera per filtrare i raggi UV ma altamente irritante se inalato), specialmente in estate e di polveri sottili (es. PM10 ). La conformazione orografica della provincia influenza anche la diffusione degli inquinanti atmosferici, è pertanto possibile distinguere tre aree territoriali con problematiche diverse: la Brianza, con una situazione molto critica praticamente sovrapponibile ai comuni dell’hinterland milanese, nei quali l’inquinante più problematico è rappresentato dalle polveri sottili (PM10); Lecco e circondario, dove grazie alla maggior ventilazione si registra una situazione leggermente migliore con un numero di superamenti annui inferiori: infatti nel 2013 a Lecco il valore soglia di 50 µg/m3 è stato superato 32 volte contro le 35 ammesse dalla normativa e non si sono verificati superamenti dei valori limite. Lago e Valsassina, con una situazione decisamente migliore, fatto salvo il problema dell’ozono nelle giornate calde della stagione estiva, problema presente su tutto l’arco delle Prealpi e anche dell’Appennino, originato da precursori chimici immessi nell’atmosfera anche a molti chilometri di distanza. 4.2.3 La qualità dell’aria negli ambienti indoor e la ricerca di legionella La qualità dell’aria indoor rappresenta un problema di sanità pubblica decisamente rilevante per due ordini di problemi: mediamente le persone trascorrono il 90% del proprio tempo in ambienti chiusi e le caratteristiche strutturali degli ambienti spesso portano ad avere concentrazioni di sostanze inquinanti decisamente più rilevanti di quelle misurate all’aperto. La natura degli inquinanti indoor è notevolmente differente rispetto a quella esterna, infatti negli ambienti chiusi, oltre a sostanze chimiche rilasciate da arredi o da particolari attrezzature, si possono avere accumuli di bioareosol ossia di microrganismi di differente natura (allergeni, batteri, muffe, virus). La qualità dell’aria indoor, infatti, viene modificata da una serie di inquinanti che si formano negli ambienti causati da alcuni problemi strutturali degli edifici: - la non corretta gestione dei ricambi d’aria facilitata anche dalla presenza di serramenti a perfetta tenuta, favorisce la formazione di condensa e muffe; - l’assenza di manutenzione degli impianti idrico e/o di condizionamento che è alla base dell’inquinamento microbiologico ivi compresa la legionella, batterio che se colonizza gli impianti può poi diffondersi nell’aria ed essere responsabile di gravi forme di polmonite. Nel 2013 i casi di legionellosi segnalati nella nostra provincia sono stati 13. A seguito di inchiesta epidemiologica, volta a verificare la possibile fonte d’infezione nei due casi verificatisi presso strutture turistico-ricettive, sono stati effettuati 14 campionamenti per la ricerca di legionella. In un caso è stata 33 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 rilevata la presenza del batterio e pertanto è stata prescritta la bonifica immediata. 4.2.4 Lotta agli agenti infestanti – ambrosia Le allergie causate da pollini costituiscono un rilevante problema di sanità pubblica. Fra queste, la principale nel territorio lombardo è l’allergopatia da ambrosia, pianta infestante che è presente anche sul nostro territorio provinciale e che è causa di gravi forme di asma allergica. La presenza di Ambrosia è stata segnalata da vari comuni situati in diverse zone della Provincia. L’ASL ha collaborato con le Amministrazioni Comunali perchè facciano opera di sensibilizzazione alla popolazione fornendo loro indicazioni sulle modalità di eradicazione dell’Ambrosia anche mediante l’emissione di idonee ordinanze. I metodi e le tecniche specifiche applicabili per la prevenzione delle allergopatie da Ambrosia sono ANDAMENTO POLLINI AMBROSIA spp. Media quadrimestri da Giugno a Settembre nel periodo dal 2003 al 2013 pubblicate in dettaglio sul sito ASL www.asl.lecco.it 20 18 16 n°pollini / mc aria Il Laboratorio di Prevenzione dell’ASL di Lecco da più di 10 anni effettua il monitoraggio dei pollini in atmosfera ed emette settimanalmente un bollettino che raggiunge l’utenza attraverso diversi canali di comunicazione (sito ASL Lecco, farmacie, medici allergologi, etc). Nel periodo di fioritura dell’ambrosia viene quindi costantemente monitorata la concentrazione di questi pollini e ne viene data tempestiva informazione agli interessati che possono attuare misure preventive in termini di terapie e comportamento. Nel grafico seguente è riportato l’andamento delle concentrazione dei pollini di ambrosia degli ultimi 10 anni; si può osservare che vi è stato un lento ma costante incremento di questi pollini nell’arco di tempo preso in considerazione con una netta diminuzione nel 2012 e nel 2013. 14 12 10 8 6 4 2 0 concentraz. 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 8,18 13,53 7,63 11,16 10,94 10,33 10,96 14,36 17,35 4,06 6,37 Altro problema è la presenza di zanzara tigre in diverse aree del territorio provinciale che può esporre a rischio di trasmissione di malattie virali di cui l’insetto può essere un vettore. Sono pervenute segnalazioni della sua presenza sia in comuni appartenenti all’area del Meratese che della zona del lago, ma si presume che la zanzara sia presente in tutte le zone pianeggianti. Anche in questo caso si è data la collaborazione alle Amministrazioni perchè facciano opera di sensibilizzazione alla popolazione dando indicazioni sulle modalità di disinfestazione mediante l’emissione di idonee ordinanze. 4.2.5 Gli ambienti della persona dall’infanzia alla vecchiaia – vivibilità e sicurezza Gli interventi del Servizio Igiene e Sanità Pubblica nell’ambito degli spazi abitativi e non, programmati sulla base della graduazione dei rischi, hanno riguardato: strutture con accesso pubblico, abitazioni private ed ambienti aperti quali i lidi e le acque di balneazione lacustri. L’obiettivo perseguito è tutelare la salute del cittadino garantendo una corretta fruibilità degli spazi abitativi a partire dagli asili nido fino alle residenze sanitarie assistenziali (RSA) passando attraverso ospedali, studi medici, palestre , piscine e strutture ricettive. L’attività di controllo si è svolta attraverso differenti modalità: ispezioni, campionamenti, verifiche documentali su Segnalazioni Certificate di Inizio Attività relative a pratiche per nuove aperture, cessazioni, modifiche attività e subingressi per un totale di 1.159 controlli di cui circa 400 di verifiche documentali. Sono state effettuate tutte le 343 ispezioni previste nel Piano Controlli 2013 ed in particolare sono stati effettuati 17 sopralluoghi presso asili nido in cui non sono state riscontrate gravi problematiche né strutturali né gestionali, 25 sopralluoghi presso le scuole secondarie di primo grado (medie). Le problematiche maggiori riscontrate nelle scuole sono relative alla qualità dell’aria per insufficiente ricambio d’aria spesso in aule piccole e affollate. 34 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Le 30 ispezioni presso gli ambulatori medici hanno comportato l’emissione di 6 sanzioni relative alla parte gestionale dell’attività. Sono state ispezionate tutte le strutture di ricovero e cura presenti sul nostro territorio evidenziando criticità in materia impiantistica e in merito alla gestione della sicurezza nei confronti di pazienti e lavoratori. Tali controlli hanno portato all’irrogazione di sanzioni nei confronti di una struttura che successivamente si è adeguata come riscontrato nel controllo di verifica. Attenzione è stata posta anche per le attività di trattamento alla persona ( estetisti, centri benessere etc..) sono stati effettuati 25 sopralluoghi presso estetisti, 2 presso tatuatori,e 5 in aziende produttrici di cosmetici e 2 presso centri benessere. Nelle ispezioni presso gli estetisti sono state verificate le apparecchiature utilizzate e sono state impartite prescrizioni sui requisiti aero-illuminanti. Sono stati effettuati sopralluoghi presso attività ricettive prevalentemente B&B dove si è riscontrato che l’offerta all’utenza spesso superava la possibilità data dagli spazi effettivi dell’abitazione. Nella seguente tabella sono riassunte le ispezioni effettuate nel corso del 2013: Tipologia attività ispezionata Asili nido Scuole secondarie di I° grado Ambulatori medici Estetisti / tatuatori Ditte cosmetiche Centri benessere Totale N° ispezioni 17 25 30 27 5 2 106 % 16 23.6 28.3 25.5 4.7 1.9 100 Sono inoltre state effettuate anche 170 ispezioni presso abitazioni private sia per presenza di inconvenienti igienico sanitari sia per il rilascio del certificato di idoneità igienico-sanitaria dell’alloggio. Le non conformità maggiormente rilevate sono state la mancanza del foro di ventilazione nei locali con presenza di apparecchi a fiamma libera (cucine) e la presenza di muffe riferibili prevalentemente ad una non corretta gestione dei ricambi d’aria e/o carenza di riscaldamento. Impianti natatori (piscine) Vengono effettuati controlli sugli impianti natatori, nel 2013 su 129 campionamenti abbiamo avuto il 10% di non conformità ovvero 13 campioni sfavorevoli di cui 12 nelle vasche all’aperto. n° esiti sfavorevoli ANNO n° Totale In n. vasche In n.° vasche % campionamenti coperte scoperte Sfav/totale 2010 144 11 2 9 8% 2011 134 17 4 13 12 % 2012 142 20 7 13 14 % 2013 129 13 1 12 10 % I dati sopra riportati evidenziano nel periodo 2010-2012 un peggioramento della qualità dell’acqua degli impianti che ha comportato anche un incremento delle prescrizioni impartite, il cui effetto è stato rilevato con una riduzione degli esiti sfavorevoli nell’ultimo anno. Anche per il 2013 i dati confermano come le problematiche gestionali, quali verifica afflusso utenti e percorsi, controllo parametri chimico-fisici (cloro, temperatura, ammoniaca, ecc.) siano responsabili delle non conformità analitiche riscontrate e si rilevano più frequentemente nelle vasche scoperte anche per effetto del maggior afflusso contemporaneo di persone. 4.2.6 Verifiche su impianti termici ed elevatori I controlli che interessano la sicurezza negli ambienti di vita riguardano anche: 35 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 gli impianti elevatori regolamentati dal DPR 214/10 (ascensori, montacarichi e piattaforme elevatrici per disabili); L’attività di verifica periodica su elevatori (ascensori, piattaforme disabili, ecc.) è svolta in conformità a quanto previsto dal DPR 214/10 e riguarda il controllo dell’efficienza dei dispositivi di sicurezza a protezione degli impianti; Per la verifica degli elevatori, si fa riferimento all’elenco delle prove riportate in allegato alle norme UNI EN 81. 1 e UNI EN 81.2. gli apparecchi di combustione (impianti termici, impianti tecnologici idrico sanitari per la produzione di acqua calda sanitaria), per quanto attiene la loro corretta utilizzazione. A tale controllo si accede in seguito ad esposto formulato dal cittadino per lamentare problemi igienico sanitari ovvero a seguito di eventi avversi quali episodi di intossicazioni da CO. L’attività di vigilanza, che riguarda sostanzialmente gli apparecchi di combustione in seguito ad esposto da parte di Enti o di cittadini, avviene in conformità al protocollo di gestione degli esposti messo a punto nel 2012 ed è improntata a una graduale riduzione del numero di impianti a rischio di incidente domestico attualmente installati. Tale scopo viene perseguito indirizzando, durante l’attività di controllo per gli elevatori, l’ammodernamento degli impianti (tenendo conto anche dei principi imposti dal codice di consumo) e al progresso tecnologico; e mediante l’utilizzo di impianti termici, impianti tecnologici idrico sanitari per la produzione di acqua calda sanitaria in sicurezza (ai fini della prevenzione dell’intossicazione da monossido di carbonio), a basso impatto ambientale anche nel rispetto della legislazione relativa al risparmio energetico. Per i controlli sugli apparecchi di combustione vengono verificati: la corretta installazione in relazione agli ambienti, al sistema di scarico fumi e all’eventuale interferenza con altre apparecchiature. Le valutazioni complessive vengono analizzate prendendo come riferimento le norme degli Enti federati all’UNI (per es. il CIG nel caso del gas) e il Regolamento Locale d’Igiene. Per entrambe le casistiche I controlli pianificati nell’anno 2013, sono stati rispettati. In particolare per quanto riguarda gli esposti dei cittadini è in essere una procedura che permette di conseguire e produrre risposte che tengano conto della multidisciplinarietà professionale presente all’interno del Dipartimento di Prevenzione Medica. Nel 2013 sono pervenuti 32 esposti, che hanno portato al risconto di non conformità in 15 casi, portando successivamente all’emissione di proposte di ordinanza ai rispettivi Comuni. Per il futuro si ritiene di mantenere parte di attività di verifica periodica su elevatori dando precedenza a categorie protette e strutture pubbliche e costituire un punto di riferimento per i cittadini, installatori, volto alla risoluzione di problematiche normative/legislative inerenti gli impianti anche nei confronti di altri Soggetti coinvolti. 4.2.7 Balneazione La valutazione della qualità delle acque destinate alla balneazione è un’attività di tutela della salute pubblica. Le acque superficiali sottoposte a controllo nella nostra ASL sono il ramo lecchese del lago di Como (17 punti) e la parte lecchese del lago di Pusiano (2 punti). Come previsto dalla normativa in vigore e in ottemperanza alla recente normativa europea, durante la stagione balneare, da maggio a settembre, vengono effettuati i controlli microbiologici per la ricerca degli indicatori di contaminazione fecale (Enterococchi ed Escherichia Coli) e quelli per il monitoraggio algale (determinazione dei cianobatteri produttori di tossine). 36 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 I 216 campionamenti effettuati nella stagione 2013, hanno evidenziato complessivamente, un buon andamento della qualità della acque per quanto concerne l’inquinamento microbiologico. Oltre all’analisi microbiologica, vengono monitorati i cianobatteri che provocano la cosiddetta fioritura algale. Infatti in presenza di concentrazioni elevate di nutrienti, prevalentemente fosfati derivanti da scarichi fognari o dal rimescolamento stagionale delle acque, i cianobatteri possono dare luogo ad intense fioriture visibili ad occhio nudo che alterano la colorazione dell’acqua e la rendono inutilizzabile a fini ricreativi nel periodo estivo anche per periodi medio lunghi. Nel mese di Luglio 2013 un’ampia parte della costa (alto e medio lago) del ramo lecchese del lago di Como, è stato interessato da un’intensa fioritura superficiale di una specie tossica di cianobatteri il Dolichospermum lemmermannii che ha determinato una visibile alterazione della colorazione dell’acqua; fortunatamente non è stata riscontrata la presenza di tossine. L’immagine mostra la fioritura di D.lemmermanni di Luglio 2013. Anche nel lago di Pusiano nel mese di Luglio e di Settembre si sono verificate fioriture di cianobatteri con presenza di microcistine entro il valore limite previsto dalla normativa di riferimento. In entrambi i laghi le fioriture algali non hanno comunque dato luogo a ordinanze di divieto della balneazione ma solo a raccomandazioni di non immergersi in acque che presentano colorazione anomala o torbidità. 4.2.8 Come arredare e vivere la nostra città ed il nostro ambiente Gli spazi che circondano il nostro abitato sono determinanti rispetto alla vivibilità e qualità della vita. In tale ambito uno dei compiti richiesti all’ASL è di valutare la ricaduta sulla salute pubblica sia intesa come mancanza di malattia, tenendo conto prevalentemente della salute fisica, sia intesa nel significato più ampio di qualità della vita che include nella valutazione degli interventi previsti in fase di programmazione e progettazione degli spazi del nostro territorio anche le modificazioni indotte sui determinanti della salute. A tal fine il Servizio Igiene e Sanità Pubblica collabora fattivamente con gli Enti nell’ambito delle Conferenze dei servizi per Piani di Governo del Territorio , Bonifiche , Valutazioni Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica. Nel corso del 2013 sono stati espressi 170 pareri su istruttorie tecniche in sede di organismi collegiali .tali pareri hanno preso in considerazione lo stato di fatto, cioè la situazione “ambientale” presente al momento della previsione dell’intervento, la valutazione di quanto previsto con particolare attenzione all’individuazione degli impatti negativi che la scelta urbanistica, progettuale potrebbe causare sulla popolazione sia sottoforma di inquinanti che comfort ambientale. Sono state formulate osservazioni in 12 conferenze per interventi di bonifiche che hanno interessato sia aree industriali dismesse con valutazioni delle previsioni delle azioni da effettuare al fine di poter restituire aree utilizzabili ai fini residenziali piuttosto che aree verdi e riqualificazioni ambientali sia per valutazioni sull’usabilità in sicurezza di strutture già presenti (es. Bione). 37 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 In 9 occasioni siamo stati chiamati ad esprimere le nostre osservazioni su inserimento di nuovi impianti che vanno a impattare sull’ambiente con valutazione dei recettori sensibili nelle vicinanze ed indicazioni sul monitoraggio post opera della ricaduta sulla salute dei cittadini dando la disponibilità anche di banche dati sanitarie presenti in ASL. Le osservazioni su tutte le fasi di stesura dei piani di governo del territorio a partire dalla conferenza di I° VAS fino al recepimento degli stessi hanno coinvolto gli operatori in una valutazione puntuale dando indicazioni sulle possibili mitigazioni da effettuare in modo che anche interventi di importanza strategica per l’Amministrazione (come possono essere nuovi tratti viari o rimodulazione degli stessi) non vadano ad impattare negativamente sulle strutture già presenti. Importante è anche la collaborazione con Amministrazioni e albi professionali per la gestione del rischio radon all’interno degli edifici. Nel corso del 2013 tale collaborazione ha portato ad una condivisione di un nuovo articolato, inserito all’interno del Regolamento Locale d’Igiene, che prevede diverse modalità di interventi per contrastare la presenza del gas all’interno delle abitazioni anche se nel corso del 2012-2013 già 24 Amministrazioni Comunali hanno inserito nei propri Regolamenti riferimenti alle linee guida regionali sulla prevenzione del rischio radon 4.3 LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO DELLE MALATTIE INFETTIVE SUL TERRITORIO La prevenzione ed il controllo delle malattie infettive rappresentano, ancora oggi, un obiettivo prioritario dei sistemi sanitari a livello mondiale. Nei Paesi con maggior benessere sociale ed economico, come il nostro, obiettivo della prevenzione è quello, da un lato, di mantenere le condizioni che hanno portato alla riduzione della morbilità e mortalità per le singole malattie infettive ancora presenti sul territorio, dall’altro di perfezionare la sorveglianza per l’eventuale emergere di nuove malattie. Le principali attività di competenza della Aziende Sanitarie Locali consistono nella raccolta e registrazione informatica dei dati relativi alle segnalazioni dei medici del territorio, nella programmazione di interventi mirati per la prevenzione ed il contenimento delle malattie infettive nelle collettività familiari, scolastiche e lavorative e nella somministrazione di vaccinazioni in soggetti in età pediatrica e adulti, come di seguito precisato. 4.3.1 Le malattie infettive segnalate Nel corso del 2013 è proseguita l’attività di rilevazione dei casi di malattia segnalati da medici di Istituti di Ricovero e Cura, da Medici di Famiglia e da Pediatri di Libera Scelta del territorio, con l’obiettivo di alimentare il sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive stesse. Nella tabella sottostante sono riportati i dati rilevati nell’anno ed un confronto con l’andamento registrato negli ultimi anni. La lettura dei dati conferma, anche per il 2013, la tendenza alla progressiva riduzione delle malattie infettive prevenibili con la vaccinazione in età pediatrica (morbillo, parotite, pertosse e rosolia), legato all’introduzione dei programmi di offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni a livello nazionale, che vedono nel nostro territorio una buona adesione da parte delle famiglie. Come atteso, resta elevato il numero dei casi di varicella, per la prevenzione della quale non è ancora prevista in Regione la vaccinazione in età pediatrica. Per quanto riguarda le altre malattie considerate nella tabella, nel confronto con gli anni precedenti si osservano variazioni non significative nel numero dei nuovi casi registrati nel 2013 e comunque compatibili con la caratteristica di variabilità propria delle malattie infettive stesse, né si sono osservati focolai epidemici di particolare rilevanza per il territorio. 38 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 2004 2005 2006 Malattie esantematiche di maggiore riscontro in età pediatrica s ca rl a tti na 461 431 400 va ri cel l a 2.264 770 1.433 Malattie infettive dell’apparato gastro-intestinale 160 180 229 di a rree i nfetti ve 6 1 5 epa ti te vi ra l e A 0 2 0 febbre ti foi de 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 323 1.291 339 1.316 276 1.225 284 709 373 1.233 502 1.058 453 1.552 194 6 0 218 4 1 223 13 1 229 2 0 249 3 1 191 3 0 184 11 0 3 2 4 3 18 2 4 84 2 1 72 1 2 33 1 5 67 0 2 54 1 5 63 1 37 24 23 31 19 8 15 9 9 17 5 23 19 2 6 2 3 17 0 3 1 1 12 1 3 1 8 13 3 4 1 6 8 2 4 3 11 4 3 2 2 2 i nfezi oni ,tos s i nfezi oni e n.d. n.d. n.d. 5 i ntos s i ca zi oni a l i menta ri 2 3 9 6 pa ra s s i tos i i ntes ti na l i 113 86 75 74 s a l monel l os i non ti foi dee n.d. n.d. n.d. 1 s hi gel l os i Malattie di interesse cutaneo 12 12 15 23 derma tofi tos i 44 22 22 16 s ca bbi a Malattie infettive a trasmissione ematica e a trasmissione sessuale 18 19 17 18 AIDS 2 2 1 2 bl enorra gi a 10 6 6 3 epa ti te vi ra l e B 4 1 1 4 epa ti te vi ra l e C 7 4 2 6 s i fi l i de Malattie infettive invasive e meningiti meni ngo-encefa l i te vi ra l e encefa l i te ba tteri ca ma l a tti e i nva s i ve ba tteri che Malattie dell’apparato respiratorio l egi onel l os i mi coba tteri os i non tubercol a re tubercol os i pol mona re tubercol os i extra pol mona re tubercol os i di s s emi na ta Malattie trasmesse da vettori chi kungunya l ei s hma ni os i vi s cera l e ma l a ri a ma l a tti a di Lyme Altre malattie botul i s mo brucel l os i epa ti te da CMV febbre emorra gi ca l i s teri os i ma l a tti a di Creutzfel dt-Ja kob mononucl eos i morbi l l o pa roti te epi demi ca pertos s e ri cketti os i ros ol i a teta no toxopl a s mos i TOTALE 2 0 9 4 0 10 2 0 5 2 0 11 7 0 18 7 0 16 3 0 19 5 1 23 1 0 24 4 0 33 4 1 15 9 n.d. 17 1 15 20 3 16 2 21 16 2 14 2 24 8 4 9 5 21 19 5 7 3 29 12 9 15 4 28 15 3 9 3 10 8 2 14 6 20 10 2 13 3 11 12 0 0 0 13 2 0 0 7 0 0 0 15 2 0 0 9 1 0 0 17 2 0 0 10 0 0 0 15 0 1 1 16 1 0 0 23 5 0 0 23 7 0 0 0 0 2 0 32 2 48 10 0 3 0 0 0 0 0 0 1 0 30 0 23 1 0 0 0 3 0 2 0 0 3 0 45 0 12 2 2 2 0 0 0 0 0 0 1 0 20 1 18 0 0 0 1 1 0 0 1 0 3 2 41 14 14 1 0 6 0 0 0 0 0 0 3 0 16 1 11 5 0 0 0 0 1 0 0 1 6 0 17 2 7 1 0 1 0 0 1 0 0 0 2 0 7 14 5 0 0 0 1 0 0 1 0 0 2 0 13 2 5 9 2 1 1 1 0 0 0 0 3 2 15 21 6 6 0 0 1 0 3.255 1.674 2.364 2.089 2.249 2.019 1.454 2.095 2.025 2.472 39 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.3.2 Gli interventi per la prevenzione di casi secondari Nell’ambito dell’attività di controllo delle malattie, a seguito della segnalazione dei casi di malattie infettive gli operatori della prevenzione conducono indagini epidemiologiche con l’obiettivo di osservare le modalità con cui le malattie stesse si manifestano e verificare se vi sia un rischio di contagio per le persone che sono state a stretto contatto con il malato. Per alcune malattie, è possibile limitare o prevenire i casi secondari di malattia attraverso l’effettuazione di interventi mirati quali l’offerta di profilassi con vaccinazioni o con farmaci. Nel corso del 2013 sono state condotte complessivamente n. 447 inchieste epidemiologiche a seguito della segnalazione delle malattie infettive che possono generare casi secondari in collettività familiari, scolastiche, lavorative, etc.: si tratta, prevalentemente, dei casi di epatite virale, legionellosi, meningite, morbillo, scabbia e tubercolosi. Nell’ambito delle inchieste, in particolare, sono stati attivati due interventi a seguito della segnalazione di sepsi di origine batterica, con offerta di chemioprofilassi a 75 persone in ambito familiare e lavorativo. In particolare, sono stati attivati due interventi a seguito della segnalazione di sepsi di origine batterica, con offerta di chemioprofilassi a 75 persone in ambito familiare e lavorativo. Nel corso dell’anno è stato attivo il numero verde aziendale 800.512.328, per l’informazione sulle malattie infettive e sulle attività di prevenzione offerte ai cittadini. 4.3.3 L’attività di prevenzione e controllo dell’infezione da HIV e della malattia tubercolare Anche nel 2013 è proseguita l’attività dell’ambulatorio “Punto Salute”, che offre ai cittadini un servizio di counselling, cioè di informazione sull’infezione da HIV e sulla malattia AIDS, con effettuazione del test di screening gratuito. Gli accessi all’ambulatorio sono stati in totale n. 253, con l’esecuzione, gratuita ed in anonimato, di altrettanti n. 253 test HIV. 2 soggetti risultati positivi al test sono stati inviati allo specialista infettivologo dell’Azienda Ospedale di Lecco. Parallellamente è proseguita anche l’offerta delle attività promosse presso l’Ambulatorio di Prevenzione della Tubercolosi, presente in Provincia da diversi anni. A seguito della segnalazione di casi di malattia in soggetti residenti in Provincia, è stato offerto il test di intradermoreazione di Mantoux alle persone venute a stretto contatto con malati, sia in ambito familiare che in collettività. Complessivamente, nel corso dell’anno, n. 105 persone sono risultate positive al test, cioè infettate dal germe della tubercolosi; indipendentemente dal fatto che questa positività fosse legata al contatto con il malato o fosse già presente in precedenza, queste persone sono state sottoposte ad ulteriori accertamenti, con attivazione di una sorveglianza sanitaria per alcuni mesi e con l’offerta, a n. 59 di loro, di un ciclo di profilassi con farmaci, per prevenire l’evolvere dell’infezione a malattia. Oltre all’attività nei contatti di caso di malattia, è proseguita anche l’effettuazione del test da parte di persone appartenenti a gruppi ad alto rischio, cioè con maggiore probabilità di aver contratto l’infezione data dal germe della tubercolosi: si tratta di adulti provenienti da Paesi ad alta endemia tubercolare, inviati da associazioni del territorio, oppure di ragazzi del terzo anno della scuola secondaria di primo grado, figli di persone nate in questi stessi Paesi, ai quali il test è offerto con convocazione attiva da parte del Servizio. Complessivamente, i test di intradremoreazione di Mantoux effettuati hanno portato al riscontro di n. 83 perone positive, sottoposte successivamente ad esami e ai provvedimenti di cui sopra. 4.3.4 L’offerta di vaccinazioni in soggetti in età pediatrica In linea con le indicazioni nazionali e regionali, nel corso del 2013 sono state offerte in maniera attiva e gratuita le vaccinazioni raccomandate secondo il calendario dell’età pediatrica per tutti i soggetti target residenti o domiciliati in provincia di Lecco. 40 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Vaccinazione (anno di nascita 2011) anti POLIO (3 dosi) anti DIFTERITE (3 dosi) anti TETANO (3 dosi) anti PERTOSSE (3 dosi) anti EPATITE B (3 dosi) anti HAEMOPHILUSINFLUENZAEtipo B (3 dosi) anti PNEUMOCOCCO (1 dose) anti MORBILLO (1 dose) anti MENINGOCOCCO (1 dose) Percentuale di copertura raggiunta 97,3 % 97,2 % 97,5 % 97,0 % 97,1 % 96,9 % 92.1 % 94.7 % 82.9 % Vaccinazione (anno di nascita 2001) Anti Papilloma Virus Percentuale di copertura raggiunta 82.2% Vaccinazione (anno di nascita 2007) anti POLIO (4 dosi) anti DIFTERITE (4 dosi) anti TETANO (4 dosi) anti PERTOSSE (4 dosi) anti MORBILLO (2 dosi) Percentuale di copertura raggiunta 96,5 % 95,8 % 96,0 % 95,8 % 94,7 % Vaccinazione (anno di nascita 1997) anti DIFTERITE (5 dosi) anti TETANO (5 dosi) Percentuale di copertura raggiunta 87,0 % 87,5 % La lettura della tabella sottostante mostra che anche nel 2013 sono stati raggiunti tassi elevati di copertura per tutte le vaccinazioni raccomandate in età pediatrica, in particolare per quanto riguarda i soggetti fino a 6 anni di età. Questo risultato positivo e uniforme su tutto il territorio provinciale depone a favore dell’attuale organizzazione del servizio, che prevede diverse attività di recupero alla vaccinazione per coloro che, con diversa motivazione, non rispondono alle convocazioni attive tramite lettera al domicilio. Per favorire l’adesione consapevole dei genitori alla pratica vaccinale è proseguita la collaborazione con i Pediatri di Libera Scelta del territorio e, al momento, il fenomeno del rifiuto delle vaccinazioni in età pediatrica risulta contenuto a livello provinciale. Il risultato positivo ottenuto nel corso del 2013 rispetto alle coperture vaccinali per le malattie prevenibili con la vaccinazione assume particolare valore se si considera che il vantaggio ottenuto non è solo a beneficio di coloro che hanno aderito alle vaccinazioni proposte, ma anche di tutta la popolazione locale; infatti, per il principio noto come “immunità di gregge”, i soggetti vaccinati, non più aggredibili dai germi che causano le malattie infettive, contribuiscono a diminuirne la circolazione sul territorio, limitando così il rischio per la collettività intera. 4.3.5 La campagna di vaccinazione antinfluenzale stagionale Con la campagna di vaccinazione antinfluenzale effettuata per la stagione 2013/2014 si è perseguito l’obiettivo dell’offerta della vaccinazione ai soggetti appartenenti alle categorie a rischio, attraverso l’ampio coinvolgimento dei Medici di Famiglia, capillarmente presenti su tutto il territorio provinciale. Si è anche confermata la collaborazione delle strutture sanitarie e sociosanitarie del territorio (Istituti di Ricovero, Cura e Riabilitazione, Residenze Sanitarie Assistenziali per anziani e Istituti Educativi Assistenziali per portatori di handicap), per la vaccinazione ai loro assistiti. Complessivamente, sono state effettuate n. 37.177 vaccinazioni, delle quali n. 30.985 in soggetti di età superiore ai 65 anni, target elettivo della proposta vaccinale. 41 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.3.6 L’attività di prevenzione delle malattie legate ai viaggi Si è confermata, per tutto il 2013, l’attività dell’Ambulatorio di Prevenzione delle Malattie Legate ai Viaggi, nelle 7 sedi di Lecco, Calolziocorte, Oggiono, Casatenovo, Cernusco Lombardone, Bellano e Introbio. Nel corso dell’anno sono stati effettuati complessivamente n. 1.277 accessi per counselling, in soggetti residenti in Provincia di Lecco, che hanno programmato viaggi all’estero per diversi motivi, come da tabella sottostante. Motivo del viaggio turismo rientro in Patria volontariato lavoro studio Totale Numero viaggiatori 652 306 153 128 38 1277 % 51% 24% 12% 10% 3% 100% In linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono state proposte e somministrate complessivamente n. 3418 vaccinazioni per la prevenzione di malattie di maggiore riscontro neille zone di destinazione del viaggio, quali ad esempio la febbre gialla e il tifo, mentre per la prevenzione della malaria sono stati prescritti n. 798 cicli di profilassi con farmaci. 4.4 L’IGIENE DEI PRODOTTI ALIMENTARI PER LA TUTELA DEI CONSUMATORI 4.4.1 Le tossinfezioni alimentari Le tossinfezioni alimentari sono quelle malattie principalmente infettive riconducibili al consumo di alimenti contaminati. Non è facile quantificarle perché la quasi totalità dei casi non viene segnalata in quanto spesse volte la sintomatologia è così lieve da non dover ricorrere al medico e non aver necessità di alcuna terapia. L’andamento delle malattie trasmesse da alimenti è correlabile alla corretta igiene delle preparazioni alimentari; occorre però precisare che i casi segnalati sono sicuramente inferiori di quelli che in realtà si verificano e inoltre spesso sono originati in ambito familiare. Come indicatore dell’andamento di malattie sicuramente legate al consumo alimentare viene monitorato il numero di salmonellosi non tifoidee segnalate dai medici nel corso del periodo 2009 – 2013. Come si osserva dal grafico non è individuabile alcuna linea di tendenza certa nell’ambito comunque di una casistica assai modesta. Per limitare l’incidenza di queste malattie il SIAN svolge un’attività di controllo sugli Operatori del Settore Alimentare (OSA) considerati a maggior rischio per quanto riguarda la sicurezza alimentare. I controlli riguardano sia le strutture che i locali (pulizia dei locali, impianti ed attrezzature, manutenzione ordinaria e straordinaria, formazione del personale ecc.); il sistema di rintracciabilità dei prodotti alimentari; l’etichettatura ma soprattutto l’osservanza delle proprie procedure di autocontrollo (HACCP) che ogni OSA è tenuto ad assicurare. L’attività di controllo comprende anche il campionamento di alimenti per valutare la qualità igienica dei prodotti destinati al consumo e di tamponi di superficie per valutare l’efficacia delle procedure di sanificazione. 42 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.4.2 La sicurezza alimentare La normativa comunitaria attribuisce all’Operatore del Settore Alimentare la responsabilità di garantire la sicurezza alimentare attraverso una verifica costante del proprio processo produttivo adottando specifiche procedure che consentano anche la tracciabilità delle sostanze impiegate, in modo da provvedere velocemente al richiamo o al ritiro degli alimenti eventualmente risultati non conformi ai requisiti igienico sanitari previsti. Il compito delle ASL è quello di organizzare un sistema di gestione dell’attività di “controllo ufficiale” conforme a quanto previsto dal regolamento CE n.882/2004 e dagli standard del Manuale Operativo delle Autorità Competenti Locali emanato dalla Regione Lombardia nel 2010, e che sia in grado di verificare e valutare l’intera filiera della produzione alimentare assicurando il conseguimento dell’obiettivo generale di un elevato livello di tutela della salute umana. Nel 2013 le attività di controllo effettuate tramite: ispezioni, audit, campionamenti, verifiche documentali su Segnalazioni Certificate di Inizio Attività (SCIA) riferite a pratiche per nuove aperture, cessazioni, modifiche di attività e subingressi, hanno interessato 833 Operatori del Settore Alimentare (circa il 20% del totale). Complessivamente sono stati effettuati n. 1.129 controlli in quanto in alcune strutture vi è stato più di un intervento. Il seguente grafico riporta , per ogni settore alimentare il numero dei controlli effettuati. Le tipologie di attività maggiormente sottoposte a controllo ufficiale sono risultate: la ristorazione pubblica (ristoranti, pizzerie, bar, ecc.); la commercializzazione di alimenti; la ristorazione collettiva (mense scolastiche, mense di strutture sanitarie e sociosanitarie) per la tipologia di utenza. Particolare attenzione è stata rivolta anche alle attività di produzione e preparazione di alimenti effettuata presso stabilimenti industriali e artigianali. Una parte dei controlli ufficiali comprende anche le ispezioni e i campionamenti alle sorgenti e agli impianti di imbottigliamento delle acque minerali. La programmazione dei controlli ispettivi nel settore degli alimenti di origine non animale viene effettuata sulla base delle risorse disponibili (numero operatori assegnati) e del livello di rischio che le varie tipologie di attività rappresentano per il consumatore finale. L’individuazione degli Operatori del Settore Alimentare da controllare viene stabilità in base ad una scala di graduazione del rischio che assegna alle singole attività differenti coefficienti di rischio che considerano la tipologia di attività, le dimensioni della struttura, il tempo trascorso dall’ultima ispezione, gli esiti dei campionamenti e delle ispezioni già svolte. Una parte dell’attività programmata viene riservata alla verifica delle SCIA. Complessivamente nel 2013 sono state effettuate 521 ispezioni presso gli OSA, comprendendo in questo numero anche i controlli sulle attività di produzione, commercializzazione e vendita di materiale destinato a venire in contatto con alimenti, e di prodotti fitosanitari. Il controllo ispettivo, indirizzato a verificare l’osservanza del regolamento CE 852/04, ha riguardato principalmente: l’osservanza delle procedure di autocontrollo (HACCP) che ogni OSA è tenuto ad assicurare; le condizioni di igiene e pulizia di locali, impianti ed attrezzature, nonché la manutenzione ordinaria e straordinaria; l’igiene degli alimenti, il rispetto delle temperature di conservazione; la formazione e il comportamento del personale; 43 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 il sistema di rintracciabilità dei prodotti alimentari; l’etichettatura. In alcuni casi, durante l’attività ispettiva, si è proceduto al campionamento di alimenti per verificarne la qualità igienica, ed all’effettuazione di tamponi ambientali sulle superfici a contatto con alimenti per valutare l’efficacia delle procedure di sanificazione. In 132 ispezioni, pari al 25,3% del totale sono state rilevate situazioni di non conformità, che hanno comportato la notifica di 216 prescrizioni e di 18 sanzioni amministrative. Il 74% delle non conformità ha riguardato il settore della ristorazione pubblica (bar e ristoranti) ed è relativo a inadeguatezze e mancanze rispetto all’ applicazione del sistema HACCP e/o ai requisiti di igiene e strutturali stabiliti nel Regolamento CE 852/04 che possono rappresentare situazioni di pericolo per la sicurezza alimentare. L’andamento dell’attività di controllo, e in particolare la contestazione e la rimozione delle Non Conformità, costituisce pertanto un indicatore di efficacia dell’azione di prevenzione svolta a tutela della salute del consumatore. Nel grafico a lato viene riportato l’andamento Percentuale di ispezioni con esito negativo dal 2009 al 2013 delle non conformità riscontrate nel periodo dal 2009 al 2013 che evidenzia un sostanziale 45% 38,7% 40% assestamento di questo parametro dopo la 34,5% 35% diminuzione osservata rispetto ai dati 2009 – 27,7% 30% 25,3% 2010. 25,1% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 2009 2010 2011 2012 2013 4.4.3 Il sistema di Allerta alimentare Una parte dei controlli è stata programmata a seguito di segnalazioni pervenute dal sistema di “allerta alimentare” per presenza sul mercato di alimenti non conformi e quindi potenzialmente pericolosi per la salute. In questi casi gli operatori ASL controllano, a campione, gli OSA che risultano aver prodotto e/o commercializzato tali alimenti, per verificare se hanno provveduto o meno al loro ritiro dal commercio. Nel 2013 sono state verificate 34 segnalazioni di allerta alimentari che hanno riguardato una gamma ampia di motivazioni e diversi prodotti alimentari tra cui si citano: presenza di muffe e di Virus Epatite A in frutti di bosco surgelati, residui di pesticidi in prodotti fruttiferi e funghi, presenza di spore di botulino e di muffe in pesto genovese, presenza di aflatossine in farinacei, cessione di Amilina e Toluidina in materiali destinati al contatto con alimenti, ecc. Nella pressoché totalità dei casi gli accertamenti hanno verificato la correttezza delle operazioni di ritiro della merce dal mercato. 4.4.4 Il servizio di riconoscimento funghi L’ASL di Lecco mette a disposizione dell’utenza due punti per il riconoscimento dei funghi freschi raccolti: uno presso la sede del LP di Oggiono e uno presso il Distretto di Bellano a cui è possibile rivolgersi gratuitamente. Da 4 anni è in atto un accordo con la Comunità Montana Valsassina, che garantisce presso la sede distrettuale di Introbio un ulteriore punto ove i cittadini possono rivolgersi. Gli esperti micologi classificano i funghi pervenuti distinguendoli in: commestibili, velenosi e mortali. La tabella seguente riporta i risultati dell’attività dell’ispettorato nel periodo di apertura da agosto a novembre 2013. Nelle tre sedi sono afferiti 87 utenti; circa il 30% della quantità dei funghi sottoposti a visita è stato confiscato perché appartenente alle categorie velenosi o non commestibili. 44 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 In Regione Lombardia il 43% delle intossicazioni è conseguente al consumo di Armillaria mellea (chiodino) e il 21% al consumo di Boletus spp (porcini), specie commestibili di largo consumo. Le cause che hanno determinato queste patologie sono l’intolleranza, specialmente per i porcini, e la poca cottura specialmente per i chiodini o la presenza di parassiti. Tra i funghi pervenuti presso i centri micologici figura anche una Amanita Phalloides, specie considerata mortale Sede Ispettorato Oggiono Bellano - Introbio Totale specie 64 47 %funghi commestibili 71 68,8 % funghi non commestibili 27 14,9 % funghi velenosi 2 14,9 % funghi mortali 0 2 Tutti gli anni l’ASL di Lecco provvede al campionamento di funghi e frutti di bosco per il monitoraggio della radioattività ambientale a seguito delle normative emanate dopo l’incidente di Cernobyl del 1986. Per l’anno 2013 è stata riscontrata la presenza di Cesio radioattivo (Cs 137) in un campione di funghi “Armillaria mellea”. 4.4.5 Campionamenti I campionamenti effettuati su acque e alimenti sono finalizzati a verificarne i requisiti di igiene e sicurezza attraverso analisi microbiologiche chimiche e fisiche. Nel corso dell’anno 2013, il Laboratorio di Prevenzione, a supporto delle attività di controllo e campionamento, ha effettuato 2744 determinazioni microbiologiche sulle acque potabili, 536 sulle acque minerali e 1472 su alimenti. In particolare sono state prelevati n 245 campioni di alimenti di varia natura (preparazioni di gastronomia, prodotti di pasticceria, gelati, acque minerali, funghi, ecc.) sui quali sono state condotte, in base alle diverse matrici alimentari, specifiche analisi per la verifica dei requisiti microbiologici, chimici e fisici atti a garantire la sicurezza alimentare per il consumatore. Il grafico a lato evidenzia il numero dei campioni prelevati e la quantità valutata non conforme. Relativamente alle analisi condotte sulle matrici alimentari deperibili vengono considerati sfavorevoli i campionamenti dove si sia rilevata presenza di batteri potenzialmente patogeni e/o indicatori di scarsa qualità igienica. 4.4.6 Qualità delle acque destinate al consumo umano L’acqua rappresenta una risorsa molto importante ed il suo impiego riguarda gli usi potabili, industriali, agricoli e ricreativi. L’urbanizzazione del territorio, l’industrializzazione e la diffusione delle attività agrozootecniche possono comportare un rischio per la qualità delle acque ed è pertanto necessario un costante monitoraggio e interventi di tutela. I sistemi acquedottistici della nostra Provincia utilizzano fonti di l’approvvigionamento idrico diverse: - nelle zone a nord di Lecco prevale l’utilizzo di sorgenti e solo in rari casi pozzi; - Lecco e circondario utilizzano fonti di approvvigionamento miste: pozzi, sorgenti e acqua di lago distribuita dall’Acquedotto Brianteo; - a sud di Lecco nella Brianza l’approvvigionamento idrico è assicurato prevalentemente dall’acquedotto Brianteo e da pozzi. Il lago di Lecco con oltre 200.000 abitanti serviti dall’acquedotto Brianteo nelle Provincie di Lecco e di Monza e Brianza rappresenta la fonte di approvvigionamento idrico più importante della Provincia. 45 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 L’attività di controllo, campionamento e analisi ha riguardato prevalentemente le acque destinate al consumo umano distribuite in tutti gli acquedotti pubblici della Provincia, e in misura minore quella distribuita dalle “casette dell’acqua” che si stanno diffondendo in modo significativo sul territorio. Nel 2013 sono stati effettuati 1165 campionamenti per la verifica della qualità microbiologica e chimica dell’acqua distribuita dagli acquedotti. 47 campionamenti hanno riguardato le casette dell’acqua, strutture in cui l’acqua trattata viene imbottigliata direttamente dall’utente. La tabella sotto riportata, indica il numero di campionamenti effettuati nel decennio 2004 – 2013 nei punti rete anno Campioni per analisi microbiologiche Campioni per analisi chimiche TOTALE 2004 2005 2006 20007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 643 695 681 656 654 649 653 604 638 617 654 671 735 645 641 635 642 536 576 548 1.297 1.366 1.416 1.301 1.295 1.284 1.295 1.140 1.214 1.165 Nel grafico a lato è riportato il confronto tra percentuali di campioni risultati non conformi e campioni risultati non potabili nel periodo 2004 – 2013 negli acquedotti della provincia di Lecco. Per una migliore comprensione dei dati riportati nel grafico è necessario precisare che, secondo la normativa vigente, qualora si osservi un superamento dei limiti indicati per i parametri microbiologici e chimici, il campione d’acqua viene valutato come non potabile se il parametro superato comporta rischio per la salute pubblica, e il campione viene considerato non conforme nei casi in cui si assiste ad ogni tipo di superamento dei valori, anche quello riguardante parametri il cui superamento del limite previsto non comporta automaticamente un rischio per la salute pubblica, essendo comunque sempre prevista, in quest’ultimo caso, una attenta valutazione. Pertanto il valore riportato nel grafico per i campioni non conformi comprende anche quelli giudicati non potabili. Lo stesso grafico evidenzia che la tendenza al miglioramento della qualità dell’acqua destinata al consumo umano, interrotta negli anni 2010 e 2011, si è confermata nel 2012 e soprattutto nel 2013, anno in cui si osservano i migliori valori di sempre. % campioni microbiologici risultati non potabili nel periodo 2004 – 2013 negli acquedotti dei tre distretti La percentuale di campioni risultati non potabili per cause di natura microbiologica sul totale dei campioni presenta sostanziali differenze sul territorio provinciale, e pare ormai una problematica limitata agli acquedotti dei comuni posti a nord di Lecco, 46 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 situati nel distretto di Bellano. Anche qui tuttavia si osserva nel 2013 un netto miglioramento, anche se l’obiettivo è quello di raggiungere le percentuali osservate negli altri distretti. Sulle acque del lago di Lecco, vengono periodicamente effettuati anche campionamenti per verificare la presenza di ciano-batteri sia in ingresso che in uscita dall’impianto di potabilizzazione come anche sull’acqua di rete. Per questi parametri non sono previsti limiti di legge. Sulla base di quanto riportato nelle Linee guida dell’OMS tuttavia, i valori riscontrati di cianobatteri e tossine non sono tali da costituire pericolo per la salute umana. Per quanto riguarda gli aspetti chimici la situazione è meno problematica rispetto a quella microbiologica. La percentuale di campionamenti non potabili è risultata pari a 0,1 %. Il consistente miglioramento osservato nel 2013, anche se non conclusivo della qualità dell’acqua destinata al consumo umano, determina una riduzione sostanziale del rischio di contrarre direttamente o indirettamente mediante il consumo di alimenti patologie veicolate dall’acqua potabile. Nel 2014 verrà continuata l’attività di campionamento e analisi delle acque destinate al consumo umano secondo le frequenze e i parametri di legge definiti, in modo da poter individuare le situazioni problematiche dove sensibilizzare e prescrivere al gestore interventi mirati. 4.4.7 Case dell’acqua Nel corso del 2013 sono state controllate 47 case dell’acqua attraverso attività di campionamento per la determinazione dei parametri microbiologici previsti dalla normativa per le acque destinate al consumo umano, che ne ha evidenziato l’idoneità. Si tratta di strutture dove viene erogata a pagamento acqua destinata al consumo umano, imbottigliata direttamente dall’utente in proprie confezioni. Le analisi. In taluni casi le analisi hanno evidenziato la presenza di cariche batteriche, che pur non modificando il giudizio potabilità, sono segno di una non adeguata efficienza igienica della manutenzione dei sistemi d trattamento. Di questo aspetto sono comunque stati informati i gestori che hanno provveduto in merito, trasmettendo in seguito l’esito analitico di campioni d’acqua che attestava la risoluzione del problema. 4.5 A COSA SERVONO LE ANALISI DEL LABORATORIO DELL’ASL 4.5.1 I dati analitici a supporto delle attività di prevenzione Nel terzo millennio è evidente a tutti che la gran parte delle decisioni cliniche prende origine dalla diagnostica di Laboratorio; i dati analitici sono, infatti, fondamentali per diagnosticare e verificare l’andamento della maggior parte delle malattie come pure per monitorare l’efficacia della terapia. Molto meno nota è ,però, l’importanza dei dati che vengono prodotti dai Laboratori di Prevenzione, il cui compito è quello di individuare rischi per la salute umana al fine di prevenire patologie che possono colpire anche più persone. L’attività di questi laboratori è improntata all’esclusivo perseguimento dell’interesse della collettività con lo scopo di migliorare lo stato di salute della popolazione del proprio territorio. Per raggiungere questo obiettivo il LP dell’ASL di Lecco ha attivato molte linee analitiche nelle quali sono effettuate determinazioni su matrici sia umane che ambientali. Nel LP sono presenti le seguenti aree di attività: microbiologia, per la ricerca di batteri, compresi i cianobatteri, essenzialmente in acque e alimenti ,ma anche su altre matrici ambientali; biologia molecolare, che rappresenta una tecnica diagnostica molto evoluta che si basa sull’amplificazione di parti del genoma cellulare e può essere applicata a matrici sia ambientali che umane; parassitologia, per la ricerca di larve di Trichine nelle carni da macello; il centro micologico- che verifica la commestibilità di funghi freschi e conservati; aerobiologia, che valuta la qualità dell’aria interna agli edifici ed esterna, compreso il monitoraggio dei pollini. Per ricerche su matrici umane è attiva la tossicologia che si occupa della ricerca di droghe d’abuso in urine e capelli e la patologia clinica a scopo preventivo che effettua lo screening di primo livello del cancro del colon retto mediante test di ricerca del sangue occulto nelle feci. Per garantire che i dati che produce siano attendibili, il LP ha ottenuto la conformità alla norma ISO 9001 attraverso la certificazione che il suo processo avviene secondo le regole della qualità. Inoltre, si è accreditato secondo la norma ISO 17025 in quanto l’accreditamento, oltre ad essere un requisito obbligatorio per legge per i laboratori che effettuano controlli ufficiali su alimenti, rappresenta il 47 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 riconoscimento formale e sostanziale della competenza tecnica del laboratorio a condurre specifiche attività analitiche e consente l’emissione di rapporti di prova validi a livello internazionale. Di seguito verranno descritte le attività analitiche effettuate dal LP in particolare verranno dettagliate le attività non trattate in altri capitoli del presente report. 4.5.2 Le aree di attività del LP Controlli per la sicurezza alimentare Le analisi effettuate ai fini della sicurezza alimentare rappresentano un’attività molto ampia del LP in particolare come si può vedere dal grafico seguente metà dell’attività in questo campo è volta al controllo microbiologico delle acque potabili. Altre tipologie di analisi quali la sierotipizzazione delle Salmonelle o il monitoraggio dei cianobatteri, pur essendo in percentuale ridotta richiedono tempi analitici e competenze tecniche più complesse. Le analisi a supporto dell’attività di controllo del IgAN per la sicurezza alimentare sono descritte in dettaglio nel capitolo 4.4. Il LP, individuato dalla Regione già da diversi anni come centro di riferimento per la provincia di Lecco, effettua l’identificazione sierologica (sierotipizzazione ) dei ceppi di Salmonella di origine umana isolati dall’ospedale e da altre strutture sanitarie. Tale attività ha lo scopo di monitorare la diffusione epidemiologica dei vari ceppi del germe sul territorio. Nel 2013 sono stati sierotipizzati 104 ceppi di salmonella e i dati sono stati inseriti nel database nazionale EnterNet e forniti al Servizio Malattie Infettive dell’ASL. Presso il LP è operativo uno degli Ispettorati Micologici dell’ASL di Lecco dove i micologi effettuano la valutazione della commestibilità dei funghi freschi raccolti dai cittadini che possono usufruire in modo del tutto gratuito del servizio; vengono inoltre analizzati funghi secchi e condizionati (sott’olio e surgelati) per valutare la qualità igienica del prodotto nell’ambito dell’attività di controllo da parte del Servizio IgAn. Nel 2013 sono stati verificati 135 campioni di funghi freschi e sono state effettuate 85 determinazioni nei funghi secchi e condizionati, in un caso richieste dai NAS. Il LP effettua, a supporto dell’attività di controllo del Servizio di Igiene degli alimenti di origine animale, le analisi per la ricerca delle larve di Trichina spp nelle carni macellate di specie sensibili. La Trichina è un parassita animale che nell’uomo che consuma carni infestate da larve, può provocare una malattia sistemica molto grave, in alcuni casi anche mortale. Il controllo viene effettuato prima che queste vengano lavorate o vendute per scopi alimentari garantendone così la sicurezza. Nel corso del 2013 il LP ha effettuato l’analisi di ricerca delle larve di Trichina spp in 384 partite di carne macellate di cui 284 di carne suina e 100 di carne equina. In nessuna caso è stata riscontrata la presenza di larve del parassita. A garanzia della qualità delle acque destinate al consumo umano derivanti da acque superficiali sottoposte a potabilizzazione, oltre ai controlli microbiologici, viene effettuato il conteggio e riconoscimento dei cianobatteri potenzialmente tossici e il dosaggio delle loro tossine sulle acque superficiali che verranno utilizzate a fini potabili. L’attività di monitoraggio è di estrema importanza in quanto i cianobatteri sono in grado di produrre tossine pericolose per la salute dell’uomo e degli animali. Nel caso delle acque destinate al consumo umano il genere di cianobatteri che maggiormente rappresenta un pericolo per la qualità dell’acqua è Planktothrix spp le cui colonie sono in grado di sopravvivere ad elevate profondità e quindi essere aspirate dalle prese dei potabilizzatore con il rischio di moltiplicarsi e/o di diffondere in rete le tossine prodotte da questa specie (microcistine). I controlli a monte a valle del potabilizzatore servono a monitorare l’efficienza di funzionamento dell’impianto di trattamento. Si tratta di un’analisi complessa che richiede personale altamente addestrato per poter fornire risultati accurati e riproducibili per questo motivo anche l’ente gestore dell’impianto di potabilizzazione si rivolge al LP per l’esecuzione delle analisi in autocontrollo. I controlli effettuati durante il 2013 hanno confermato che il periodo maggiormente critico risulta essere quello estivo, quando la biomassa algale a monte del potabilizzatore aumenta e questo mette a dura prova l’impianto di filtrazione. Tuttavia i controlli pianificati dal Servizio Igiene degli alimenti e nutrizione quelli previsti dall’ente gestore permetto di evidenziare in maniera tempestiva eventuali 48 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 anomalie e applicare gli adeguati correttivi. Nel grafico e nella tabella seguenti sono riportate le analisi suddivise per matrici effettuate dal LP ai fini della sicurezza alimentare. TIPOLOGIA ANALISI Acque potabili Alimenti Acque minerali Ricerca Trichine in carne Riconoscimento funghi freschi Analisi funghi secchi e condizionati Tamponi ambientali Cianobatteri in acque dest. al consumo umano TOTALE N° analisi 2744 1472 536 384 % 50.3 27 9.8 7.0 135 2.5 75 1.6 72 1.3 24 0.4 5452 100 Controllo della qualità degli ambienti di vita Le attività analitiche svolte per il controllo degli ambienti di vita sono molteplici: partendo dal monitoraggio della balneabilità delle acque superficiali e degli impianti natatori , al controllo della presenza di Legionella negli impianti idrici, al monitoraggio dei pollini aerodispersi (descritti in dettaglio nel capitolo 5.3), al controllo del bioareosol. Nel grafico e nella tabella seguenti sono rappresentate le attività svolte dal LP nell’ambito del controllo degli ambienti di vita. Tipologia analisi % N° analisi An. su acque di piscina 47,6 777 An. microb. su acque di balneazione Mon. cianobatteri su acque di balneazione 27,0 440 10,2 166 An. microb. acque superficiali 6,4 105 Analisi bioareosol 3,6 58 An. microb. acque reflue 3,2 53 Ricerca legionella su a. di rete 2,0 33 TOTALE 100 1632 Il controllo della qualità microbiologica dell’aria degli ambienti indoor viene effettuato attraverso la determinazione di parametri fisici (temperatura, umidità relativa e velocità dell’aria), chimici (concentrazione di anidride carbonica) e il riconoscimento e la quantificazione del bioaerosol (batteri, muffe ed allergeni). I dati ottenuti dai campionamenti effettuati hanno permesso di definire dei profili igienici differenti per tipologia di ambienti di vita e di lavoro che, in assenza di limiti di legge, consentono l’espressione di un giudizio di qualità. Nel corso del 2013 ha effettuato questo tipo di indagine presso abitazioni private ed un istituto scolastico della provincia di Bergamo nel quale diversi studenti manifestavano sintomatologie allergiche all’interno dell’edificio. I campionamenti effettuati hanno consentito di identificare nell’elevata concentrazione di spore di muffe allergeniche la probabile causa delle manifestazione allergiche e pianificare, in collaborazione con l’ASL di competenza, adeguati provvedimenti per migliorare la qualità dell’aria indoor. Nel corso del 2013 sono stati effettuate 52 analisi per il controllo della qualità dell’aria indoor. A scopo più strettamente ambientale il LP effettua per conto dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente (ARPA) analisi per la valutazione della qualità microbiologica dei corsi d’acqua superficiali della Provincia di Lecco (105 analisi nel 2013) e la rispondenza ai limiti fissati dalla normativa vigente in campioni di acque reflue, per la verifica dell’efficacia di trattamento dei depuratori (53 analisi nel 2013). 49 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Controlli su campioni biologici di origine umana In laboratorio sono attive anche due aree che si occupano di analisi su campioni umani: la tossicologia e la potologia clinica a scopo preventivo. L’area di Tossicologia del LP effettua la ricerca di droghe d’abuso su campioni di urina e di capelli/peli. La ricerca di metaboliti delle droghe d’abuso su queste matrici permette di identificare l’uso di sostanze in un tempo recente (urina) o in un periodo pregresso (capelli/peli). Le analisi possono avere un significato clinico, oppure avere finalità medico-legali. A garanzia delle persone che si sottopongono ad analisi medico-legali, gli accertamenti vengono effettuati con procedure che prevedono l’identificazione certa del campione, il rispetto della catena di custodia e, in caso di esito positivo, la conferma del dato attraverso due metodi diversi sullo stesso campione. Il Laboratorio dell’ASL è stato autorizzato dal 1995 ad effettuare analisi con valenza medico legale e nel 2009 tale autorizzazione è stata confermata da parte di un’apposita commissione regionale, previa verifica di requisiti strutturali e di qualità. Analisi a scopo clinico vengono effettuate su richiesta del Servizio Prevenzione e Cura Tossicodipendenze, allo scopo di seguire l’andamento di pazienti in cura per la disassuefazione dall’uso di sostanze. Nel corso del 2013 sono stati analizzati 9830 campioni (su cui sono state effettuate circa 42.000 determinazioni). Analisi a valenza medico-legale vengono effettuate nei seguenti ambiti: controlli per il rilascio/rinnovo delle patenti di guida, valutazione dell’idoneità di lavoratori con mansioni a rischio e controlli su richiesta dell’Autorità giudiziaria, in caso di incidente stradale (per la verifica di guida sotto l’effetto di stupefacenti) e in caso di trattamenti alternativi al carcere (per la verifica della condotta della persona). Controlli per rilascio/rinnovo di patenti di guida: nel 2013 sono stati inviati al laboratorio per accertamenti 245 soggetti da cui sono stati prelevati 491 campioni di urina e 267 campioni di capelli; di questi, 5 campioni di urina sono risultati positivi (1%): 3 per presenza di cannabinoidi, 1 di cocaina e 1 di oppiacei; 26 campioni di capelli (9,7%) sono risultati positivi, tutti per cocaina. L’A.O. “Ospedale di Lecco” i campioni di urina prelevati da soggetti coinvolti in incidenti stradali Analisi su richiesta dell’autorità giudiziaria. Nel corso dell’anno 2013 sono stati analizzati 292 campioni, riportando un tasso di positività complessivo del 19% per cannabinoidi, cocaina, oppiacei e amfetamine in ordine di prevalenza. Nella tabella seguente sono riassunte le analisi tossicologiche effettuate nel corso del 2013. Anche i privati cittadini possono accedere al servizio. Il test di screening di primo livello per lo Analisi tossicologiche a scopo clinico 90.1 screening del tumore del colon retto Analisi per rilascio/rinnovo patenti 7.2 783 viene effettuato attraverso la ricerca di di guida sangue occulto nelle feci nella Analisi richieste dall’ospedale 292 2.7 popolazione di età compresa tra 50 e 69 Totale 10905 100 anni. Al fine di garantire la corretta identificazione campione il personale del laboratorio effettua dei controlli preliminari all’accettazione del campione stesso. Questa attività rappresenta un aspetto cruciale per la riuscita del programma di screening in quanto la non corretta associazione di paziente e campione può comportare la convocazione ad approfondimenti diagnostici di soggetti sbagliati con conseguente ritardi nella diagnosi per i pazienti realmente positivi e danno d’immagine per l’organizzazione . Nel corso 2013 sono stati effettuati 27.437 test. I tassi di positività e di adesione al programma sono dettagliati nel capitolo 5.7.2. Tipologia analisi N° campioni 9830 % 4.5.3 Prospettive future Fin dalla sua istituzione il LP ha posto particolare attenzione nel cogliere le spinte al cambiamento sia che siano dovute a motivi istituzionali sia che derivino da esigenze di prevenzione non ancora inquadrate dal punto di vista normativo o da problematiche emergenti e specifiche del territorio. Per questo ha puntato sulla flessibilità organizzativa e su personale disposto ad acquisire nuove competenze. 50 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 In quest’ottica si propone di continuare a recepire il percorso di riorganizzazione dei Laboratori di Prevenzione a supporto delle ASL. Questo progetto ha l’obiettivo, nell’ottica della razionalizzazione delle risorse, di centralizzare quelle analisi che richiedono significativi investimenti (strumentali e di know-how) a patto che rispondano agli standard stabiliti dall'Unione Europea: nel corso del 2013 il LP dell’ASL di Lecco è stato individuato come centro di riferimento per il monitoraggio dei cianobatteri nelle acque superficiali destinate sia ad uso potabile che per la balneazione. Per l’anno 2014 il LP intende: mantenere l’accreditamento di metodi analitici già accreditati per garantire il livello di qualità previsto tenendo conto comunque dell’aspetto economico; ottenere l’accreditamento di nuovi metodi di prova per rispondere a problematiche emergenti; l’accreditamento dei metodi è considerato dalla Regione il presupposto per riconoscere un laboratorio come centro di riferimento; Nel 2014 il LP intende candidarsi come centro di riferimento per due problematiche emergenti: la ricerca di E. coli produttori di tossine negli alimenti e la valutazione dell’aria all’interno degli edifici di vita e di lavoro. L’importanza della ricerca di E. coli produttori di tossine negli alimenti è legato alle sempre più frequenti epidemie che in questi ultimi anni si sono verificate in America, ma anche in Europa e in Italia. Infatti, anche se rappresenta un comune abitante dell'intestino ci sono situazioni in cui E. coli può provocare malattie nell'uomo e negli animali, questo in quanto alcuni ceppi possono produrre la tossina responsabile della grave diarrea e del danno renale nei pazienti in cui l'infezione esita nella sindrome emolitico-uremica. Relativamente al secondo argomento, il problema ha assunto rilevanza su scala mondiale, negli anni ’70, con l’avvio delle prime misure per il risparmio energetico che comportavano la sigillatura dei serramenti con conseguente riduzione del ricambio naturale dell’aria degli ambienti. L’esposizione agli inquinanti che si accumulano può essere associato ad un’ampia gamma di effetti sulla salute: patologie infettive, tossiche ed allergiche. Il LP di Lecco è sempre stato propositivo su questo argomento, anche in assenza di norme cogenti, tanto da essere coinvolto dall’INAIL in un progetto di scala nazionale. estendere i metodi di biologia molecolare ad altri microorganismi la cui identificazione tramite tecniche classiche di microbiologia risulta difficoltosa; farsi carico, ove richiesto da altre ASL, delle analisi per le quali è stato individuato come laboratorio di riferimento regionale; continuare a garantire la propria collaborazione al gruppo di approfondimento tecnico regionale per concludere il percorso di riorganizzazione dei laboratori; definire periodicamente concreti e misurabili obiettivi aziendali che tengano conto delle esigenze migliorative e del raggiungimento della soddisfazione delle parti che gravitano intorno al laboratorio; mantenere attivo un sistema di sinergie con gli altri laboratori della regione e con i propri clienti con l’obiettivo di identificare le loro esigenze implicite ed esplicite, in quanto rappresentano il presente ed il futuro della propria attività puntando sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni. 4.6 LA PROMOZIONE DELLA SALUTE La Promozione della Salute trova nella provincia di Lecco il coinvolgimento di tutti gli attori che, a vario titolo, si occupano del benessere della comunità. Amministrazioni, istituzioni, volontariato collaborano per la promozione di stili di vita sani e il contrasto ai principali fattori di rischio per le patologie croniche: fumo, scorretta alimentazione, sedentarietà, abuso di alcol e sostanze, responsabili in Italia del 86% della mortalità e del 77% delle malattie ( malattie cardiovascolari, respiratorie, dismetaboliche, tumori). Il settore trova ogni anno strumento di progettazione e pianificazione nel Piano Integrato Locale degli interventi di Promozione della Salute, cui si rimanda nella sezione dedicata del sito internet ASL http://www.asl.lecco.it/ > Promozione della Salute che invitiamo a visitare. 51 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 4.6.1 In cammino per la salute Mentre la lotta al tabagismo e la promozione di una corretta alimentazione devono confrontarsi con resistenze al cambiamento individuali e culturali, oltre agli interessi economici e alle pressioni pubblicitarie dei produttori, nel nostro territorio si va sempre più consolidando una cultura dell’attività fisica, intesa non solo come pratica sportiva ma come attitudine a scegliere più volte durante la settimana un attività motoria di grado moderato (quella che consente di parlare con chi ci sta accanto). Sono nati così il Piedibus che festeggia i 10 anni, i Gruppi di Cammino, attivi da 7 anni e l’innovativo progetto “Pillole di Salute” realizzatosi proprio nel 2013. Ambiti di intervento/ destinatari degli interventi di prevenzione La popolazione sedentaria nella provincia di Lecco è stimata in circa 100.000 persone ( 29,7%). La sedentarietà è responsabile di 30.000 morti all’anno in Italia. Gli ambiti d’intervento dell’ASL, in rete con amministrazioni locali, scuole, associazioni, sono: attività motoria organizzata - Le scuole primarie ( allievi 6-10 anni) - Le famiglie - La popolazione adulta-anziana attività motoria individuale - Ambienti favorevoli alla pratica attraverso politiche di governo del territorio che valorizzino percorsi ciclopedonali Obiettivo che si è voluto perseguire Si è inteso favorire in modo organizzato la pratica motoria attraverso l’offerta di opportunità di scelta al fine di contrastare la sedentarietà educando i giovani a muoversi a piedi, stimolando le scelte delle famiglie ad attività ludico motoria o sportiva e mantenendo più a lungo in salute la popolazione anziana attraverso l’abilità alla motricità. Tali politiche sono state condivise anche in ambito di estensione dei Piani di Governo del Territorio Descrizione sintetica dell’attività svolta e modalità di attuazione Promozione del Piedidus nelle scuole primarie, reinsegnando ai bambini il piacere di camminare in modo sicuro e protetto nel proprio comune. Offerta di prove gratuite di attività fisica attraverso la ricognizione delle disponibilità nel territorio e proposta attiva alle famiglie attraverso le Pillole di Salute, in distribuzione nelle farmacie, contenenti 35 coupon gratuiti. Promozione di una rete di offerta di Gruppi di Cammino che consenta sia a titolo personale che su invito del medico curante di praticare regolarmente una “ginnastica cardiovascolare” sotto soglia di sforzo. 52 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Osservazioni ai PGT segnalando l’opportunità di analisi non solo del traffico viario, ma della continuità di una rete ciclopedonale, proponendo come indicatori di Piano l’attivazione/presenza di Piedibus e Gruppi di Cammino. Indicatori utilizzati N. di alunni aderenti al piedibus/n. alunni della scuola primaria ( misura del livello di adesione) N. di persone che hanno provato una attività fisica/numero di scatole di Pillole distribuite (per valutare l’impatto dello strumento sulle famiglie) Popolazione residente servita da GdC nel proprio Comune/ popolazione residente provinciale Grado di raggiungimento dell’obiettivo Piedibus 2013: 3110 studenti delle scuole primarie, 1250 accompagnatori di 145 linee in 41 comuni. - 3110 praticanti /14825= 21% allievi della scuola primaria Pillole di Salute: - 1645 persone con almeno 1 attività sportiva /9500 in possesso dell’offerta = 17,3% - 6,1% risulta aver proseguito l’attività sportiva Gruppi di Cammino 2013: 57 gruppi attivi in 49 Comuni; 2403 adulti partecipanti - popolazione di 49 comuni con GdC/ popolazione provinciale= 75,7% di copertura d’offerta provinciale di GdC Censimento offerta piste ciclopedonali: 380 km Guadagno di salute / risultati ottenuti Una regolare attività fisica di grado moderato riduce del 50% il rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione, infarto, ictus, diabete, tumori. Da uno studio effettuato dall’ASL sui partecipanti ai gruppi di cammino, dopo un anno di pratica si sono misurati sia nei maschi che nelle femmine significativi risultati: un incremento della performance di motricità con aumento della distanza percorsa nel test dei 6 minuti del 13%(da m 550 a m 620), la riduzione della circonferenza addominale ( grasso viscerale, indice di rischio cardiovascolare) media di 3 cm, maggiore nelle donne (da 90 a 85 cm), con riduzione dell’indice di massa corporea da 1°grado di sovrappeso a normopeso. Ottimi risultati in pazienti diabetici ed ipertesi. Non va poi dimenticato il benessere di stare insieme, rilevato grazie a 778 questionari motivazionali che testimoniano la percezione del miglioramento di salute nell’85% dei partecipanti ( 9,8% ha ridotto i farmaci dopo consulto col medico) e le positive relazioni interpersonali ( 64%) come elementi motivanti alla partecipazione. Gli insegnanti segnalano una maggiore attenzione nella prima ora a scuola degli allievi che arrivano col Piedibus. Alcune amministrazioni non hanno più bisogno del pulmino Scuolabus, perché tutti gli alunni arrivano col Piedibus. 3653 adulti e 3110 bambini praticano regolare attività motoria grazie alle strategie ASL; 1645 persone hanno provato una attività sportiva o ludico motoria grazie all’offerta di rete territoriale di Pillole. Numerose persone praticano individualmente l’attività motoria grazie alla sensibilizzazione sull’opportunità di salute e all’offerta ambientale delle piste ciclopedonali. Prospettive Proseguire le collaborazioni di rete tra scuole e amministrazioni per estendere la pratica del piedibus e dei gruppi di cammino. 53 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 A seguito di interessamento regionale, si prevede l’estensione del progetto Pillole di salute ad altre 2 province lombarde attraverso il potenziamento del portale dedicato: http://www.pilloledisalute.giretto.it/ Favorire la pratica dell’attività motoria anche individuale attraverso politiche di Rete ( Rete delle Scuole che promuovono salute, Rete delle Aziende che promuovono salute) e la valorizzazione dell’offerta territoriale dei percorsi ciclopedonali, pubblicandoli sul sito internet ASL. Per informazioni: S. Medicina Preventiva di Comunità – tel 0341/ 482726-727 e-mail [email protected] 4.6.2 La prevenzione nutrizionale Ambiti di intervento Gli interventi hanno riguardato la promozione di corretti stili di vita con particolare riferimento alle abitudini alimentari, attraverso attività di valutazione delle tabelle dietetiche in ambito scolastico, il monitoraggio dei dati di peso ed altezza in 4 fasce di assistiti dai PLS, e attraverso controlli ispettivi nutrizionali nella ristorazione scolastica e attraverso varie attività di sensibilizzazione della popolazione ad una alimentazione corretta. Obiettivo Promuovere corretti stili di vita ed un particolare una sana alimentazione attraverso interventi mirati su determinate fasce di popolazione e alla popolazione in generale Descrizione sintetica attività svolta Continua la valutazione di tabelle dietetiche e di diete speciali, specialmente in ambito di ristorazione scolastica. La tabella di seguito riportata mostra il numero di valutazioni, operate nel corso degli ultimi anni, riferite a diete standard (tabelle dietetiche) e a diete speciali per coloro che soffrono di allergie, intolleranze. Nel 2011 e 2012 si è osservato un aumento delle diete speciali, rientrato comunque nel 2013 dopo informativa alle strutture scolastiche, riconducibile ad un ricorso improprio di queste valutazioni per motivi religiosi. E’ continuata l’iniziativa “Con meno sale nel pane”che si pone l’obiettivo di promuovere il consumo di pane a ridotto contenuto di sale, in collaborazione con le Associazioni di Categoria. I panificatori aderenti a questa iniziativa sono passati da 28 nel 2012 a 31 a fine 2013 e il loro nominativo è pubblicato sul sito WEB dell’ASL. Iniziative in collaborazione con associazioni per la promozione di una corretta alimentazione Il 10 ottobre, data prevista per l’Obesity day nazionale organizzato dalla società scientifica ADI, gli operatori dell’ASL si sono uniti a 2 gruppi di cammino in modo di sensibilizzare gli aderenti ad integrare l’esercizio dell’attività fisica con una corretta alimentazione. Attività di counseling su popolazione pediatrica E’ continuata la collaborazione con un team di Pediatri di Famiglia che riguarda l’effettuazione di colloqui con genitori e bambini obesi o sovrappeso, segnalati dai pediatri del team al fine di contribuire alla correzione di stili di viti. 54 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Attività di sorveglianza nutrizionale su dati auxologici e abitudini alimentari Nel corso del 2010, è iniziato un importante lavoro di sorveglianza nutrizionale in collaborazione con i Pediatri di Famiglia, riguardante la raccolta e la valutazione dei dati auxologici di peso altezza di bambini dell’età di 5 -6 anni e 8-10 anni. I dati relativi al quinquennio 2009 - 2013, riportati nel grafico seguente, riguardano più di 16000 rilevazioni di peso ed altezza trasmesse dai pediatri di famiglia, evidenziano un trend di sostanziale stabilità per quanto riguarda l’eccesso di peso nella fascia d’eta 5-6 anni (età pre-scolare), mentre si osserva un aumento nei bambini di 8 -10 anni (età scolare). Il dato nazionale 2012 dell’eccesso di peso, che è la risultante della somma tra soprappeso ed obesità, nella fascia di età 8-10 anni, è pari 32,8 %, il dato lombardo è del 24,5% mentre il dato di Lecco è 21,4%. Come evidenziato nel grafico a lato il trend dell’eccesso di peso nei bambini tra 8–10 anni nel corso del quinquennio 2009-2013 è in aumento raggiungendo nel 2013 il valore del 24,8%. Si osserva anche l’aumento del divario dell’eccesso di peso nei bambini tra 5-6 anni e quello tra 8-10 anni: nel 2011 tale divario era poco più di 3 punti nel 2013 è più di 9. Questo ultimo aspetto, se confermato con i dati 2014, merita un approfondimento circa le possibili cause. Nel 2011 il lavoro di sorveglianza nutrizionale è stato integrato con i dati di 2 nuove fasce di età: 2-3-anni e 11-13 anni. Età bambini 2-3 anni 5-6 anni 8-9 anni 11-13 anni % di bambini in eccesso di peso 2011 6 16,6 19,8 18,6 % di bambini in eccesso di peso 2012 5,3 16,5 21,4 17,1 % di bambini in eccesso di peso 2013 6,2 15,5 24,8 17,6 La tabella evidenzia le percentuali di bambini in eccesso di peso nelle 4 fasce d’età rilevate: in tutti gli anni del periodo 2011-2013 si assiste un trend all’aumento della prevalenza dell’eccesso di peso che culmina nella fascia di età 8-10 anni, a cui segue una riduzione nell’intervallo di 11-13 anni Questo lavoro di sorveglianza nutrizionale fornisce importanti informazioni sullo stato di eccesso di peso nella popolazione pediatrica residente nella provincia di Lecco, permettendo paragoni con altre realtà locali, regionali e nazionali e soprattutto consente di verificare nel tempo importanti variazioni, come quella osservata nel 2013 nella fascia di età 8-10 anni, al fine di analizzarne le cause. Indicatori utilizzati L’andamento delle attività inerenti la nutrizione viene monitorato con l’acquisizione mensile dei dati riguardanti le valutazione delle tabelle dietetiche e diete speciali. Per quanto riguarda il lavoro di sorveglianza nutrizionale l’indicatore è l’inserimento nel data base di tutti i dati auxologici trasmessi in formato elettronico dai pediatri di libera scelta. Guadagno di salute Il dato significativo da evidenziare è quello di una situazione di eccesso di peso in età pediatrica migliore rispetto il dato nazionale. L’eccesso di peso ed il sovrappeso in età pediatrica è correlato al mantenimento di questa situazione anche in età adulta. Sono diversi i fattori che possono aver contribuito a questo risultato, non ultimo anche il continuo lavoro di sensibilizzazione svolto da operatori dell’ASL in occasione 55 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 dei numerosi interventi di educazione e promozione della salute in ambito scolastico e non solo e dalle collaborazioni in atto con i Pediatri di Famiglia. Prospettive Anche per il 2014 si continuerà rilevare lo stato di peso ed altezza della popolazione pediatrica. In aggiunta verrà effettuato un ulteriore studio che prevede la misurazione diretta di circa 500 alunni della terza classe della scuola primaria. In questo modo si verificherà con 2 modalità diverse anche l’aumento osservato in questa fascia di età nel corso del 2013. 4.6.3 La promozione della sicurezza stradale La prevenzione in tale settore è necessariamente frutto di sinergia tra tutte le istituzioni coinvolte. L’ASL in collaborazione con Prefettura , Amministrazioni comunali e provinciale, Scuole, Polizie Locali, FF.O., ACI, Isp. Motorizzazione, AREU 118 e numerose associazioni di volontariato, ha sviluppato una rete per la promozione di una cultura della sicurezza stradale che trova nel “Tavolo tecnico per la sicurezza stradale”, previsto nell’ambito della Conferenza Permanente in Prefettura, l’occasione di coordinamento delle azioni sia di prevenzione ch e di controllo. L’ASL assume un ruolo di riferimento tecnico-scientifico sviluppando materiali educativi condivisi (“Questa è la mia strada” per le scuole secondarie,“La mia amica strada” per primaria ed infanzia, i video “Bad News” per le superiori) e supportando la progettazione locale attraverso periodiche iniziative di formazione dei formatori (insegnanti, operatori della polizia locali, volontari delle associazioni, amministratori) secondo moderne metodologie d’intervento. I materiali educativi dell’ASL sono stati apprezzati e utilizzati a livello nazionale in 62 province attraverso la Rete Nazionale Educatori della Polizia Locale (www.quellidelpegaso.it) nata proprio dalle collaborazioni tra ASL di Lecco e Comandi di P.L. in tutte le regioni d’Italia. Oltre a queste forme di prevenzione primaria l’ASL attua forme di prevenzione secondaria sui soggetti a rischio: in particolare quanti sottoposti durante la guida a controllo da parte delle Forze dell’Ordine per il sospetto di utilizzo di alcool o sostanze stupefacenti o a seguito di incidenti stradali. I medici cui compete l’accertamento medico legale verificano che sia rispettato quanto stabilito dal contenuto dell’articolo 119 del Codice della Strada( CdS); in caso di dubbi circa l’idoneità e sicurezza alla guida del candidato, o qualora il soggetto sia affetto da qualche patologia ricompresa tra quelle dell’articolo 320 del CdS, il medico dovrà rinviare il candidato alla valutazione di un organo tecnico collegiale denominato Commissione Medica Locale (CML), ufficialmente costituito in ogni provincia. Nel grafici successivi, sono riportati alcuni dati sull’attività della Commissione Medica Locale relativi alle idoneità (o non idoneità) alla guida di persone inviate a seguito di riscontro di guida in stato di ebbrezza (ex art. 186 Codice della Strada) o sotto l’uso di sostanze stupefacenti (ex art. 187 Codice della Strada) o in seguito ad incidente stradale grave per il quale sorgano dubbi circa l’idoneità alla guida del conducente (ex art. 128 Codice della Strada). Nel primo grafico sono indicati il numero di visite eseguite dall’anno 2007 all’anno 2012 per abuso di alcool. Si può notare come vi è stato un aumento progressivo nel numero complessivo delle visite eseguite (da 1473 nel 2007 a 1975 nel 2012, con un calo nel 2013). Si può certamente ipotizzare che l’aumento progressivo delle visite trovi motivazione non solo nell’aumento dell’uso di bevande alcoliche, in particolare tra i giovani, ma anche nella maggior azione di controllo e verifica esercitata dalle Forze dell’Ordine a fronte di norme più severe previste dal Codice della Strada. Il grafico seguente mette in evidenza il rapporto tra i soggetti risultati idonei alla visita medica in CML ed i soggetti risultati non idonei (quando gli esami di laboratorio evidenziano un’assunzione di alcolici patologica). 56 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Nel corso degli anni si nota un progressivo e sensibile calo dei casi di non idoneità, anche se nel 2012 il numero dei non idonei è aumentato dal 23% al 28%; nel 2013 il dato è stato del 27% quindi in lieve calo. I dati relativi alle visite per guida sotto l’effetto di stupefacenti rilevano invece una complessiva stabilità del numero degli invii in quest’ultimo quadriennio, anche se è presente un costante, lieve incremento. Nel 2013 sono stati inviati al Laboratorio di prevenzione per accertamenti 245 soggetti da cui sono stati prelevati 491 campioni di urina e 267 campioni di capelli; di questi, 5 campioni di urina sono risultati positivi (1%): 3 per presenza di cannabinoidi, 1 di cocaina e 1 di oppiacei; 26 campioni di capelli (9,7%) sono risultati positivi, tutti per cocaina. Il Laboratorio di Prevenzione, inoltre, esegue analisi su campioni di urina richiesti dall’autorità giudiziaria in seguito ad incidenti stradali e prelevati dall’Azienda Ospedaliera di Lecco. Nel corso dell’anno 2013 sono stati analizzati 292 campioni, riportando un tasso di positività complessivo del 19% per cannabinoidi, cocaina, oppiacei e amfetamine in ordine di prevalenza. Da rilevare il maggior numero dei non idonei tra le persone esaminate per uso di stupefacenti (14% di media nei 7 anni) rispetto alla non idoneità per abuso di alcol (4% di media nei 7 anni). Continua la collaborazione tra Commissione Medica Locale Patenti e Servizio Alcologia al fine di fornire agli utenti complessi una risposta psicoeducativa multidisciplinare, grazie all’offerta di idonei corsi di informazioneformazione, propedeutici al rinnovo della patente per i soggetti inviati alla CMLP per tasso di alcolemia oltre i limiti di legge. Nel corso dal 2011 al 2013 hanno partecipato agli incontri informativi “Alcol e sicurezza alla guida” 1538 persone. 57 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Mortalità da traffico residenti prov. Lecco 60 50 46 51 43 41 42 36 38 35 40 33 31 32 31 27 30 27 27 30 26 30 23 20 17 17 19 9 10 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 Grazie alle attività di prevenzione e controllo coordinate nella provincia di Lecco, si registra nell’ultimo decennio un trend di costante riduzione della mortalità, legata anche all’utilizzo dei sistemi di sicurezza attiva e passiva e alla standardizzazione delle tecniche di pronto intervento. Guadagno di salute Per quanto riguarda i dati di mortalità attribuibili ad incidenti stradali , nei primi anni ’90 si era registrata una media nel quinquennio 1990-1994 pari a 43 morti/anno (valore superiore all’atteso di 35,2). In coerenza con l’andamento nazionale, si è registrata una progressiva diminuzione del dato con una riduzione cumulativa del 53,5% dal 1990 al 2011. Il miglioramento è sensibile negli ultimi 10 anni: esaminando infatti il dato dell’ultimo quinquennio 2008-2012, si rileva una media di 17 morti/anno. (negli ultimi 2 anni è 13 ). nell’ultimo decennio, a fronte dell’obiettivo europeo di riduzione della mortalità per incidenti stradali del 50%, anche nella nostra provincia si è raggiunta questa significativa riduzione di mortalità. 4.7 LE CAMPAGNE DI SCREENING PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI Nell’ASL sono attivi i programmi di screening per la prevenzione del cancro della mammella e del colon retto. Gli interventi di screening da sempre sono stati condotti in stretta collaborazione con le strutture ospedaliere, le case di cura, le amministrazioni comunali, le associazioni di volontariato quali LILT, ANDOS, Croce Rossa Italiana e altre associazioni presenti sul territorio. 4.7.1 Lo screening del cancro della mammella Il carcinoma della mammella continua ad essere un tumore molto frequente fra le donne, per incidenza e mortalità. Mentre la mortalità è in calo a partire dagli anni novanta, l’incidenza è in lieve ma costante aumento. Lo screening mammografico è rivolto alle donne residenti in età compresa tra i 50 e i 69 anni. Le attività di screening mammografico vengono condotte in collaborazione con le associazioni di volontariato LILT sezione di Merate e ANDOS sezione di Lecco che ne favoriscono l’accessibilità attraverso l’attività di call center. Nel corso dell’anno 2012 sono state invitate allo screening 21.763 donne, tra queste 12.433 ha aderito all’invito. Considerando le mammografie di screening e le mammografie effettuate spontaneamente dalle donne appartenenti alla stessa coorte di età, la percentuale di adesione alla 58 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 mamografia raggiunge il 73,94% (adesione corretta) un dato al di sopra della media regionale che è pari al 68%. Tab.1 Dati di attivita screening mammografico anno 2012 Classi di età 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 Totale Totale 50-69 Popolazione N° donne che hanno N° totale donne richiamate per N° donne operate con invitata nel 2012 aderito allo screening approfondimenti diagnosi di benignità 6.932 3.673 302 5.219 2.915 110 5.216 3.203 140 4.396 2.642 104 163 122 9 21.926 12.555 665 21.763 12.433 656 N° donne operate con diagnosi di malignità 13 0 1 1 0 15 15 12 11 11 13 4 54 50 Nel corso del 2013 è stato condotto in ASL il progetto di monitoraggio dei cancri intervallo, gia avviato dal 2012 per lo studio dei casi del 2008. Il progetto è stato attuato attraverso l’identificazione dei nominativi di donne risultate negative allo screening nel corso 2009 e successivo incrocio di tali nominativi con i dati relativi alle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) per prestazioni compatibili con la patologia ricercata. I casi identificati sono stati verificati anche con i dati disponibili presso l’Anatomia Patologica dell’Ospedale di Lecco. Tali azioni hanno consentito di individuare le donne che, con diagnosi negative allo screening mammografico nel 2009, sono state operate per cancro alla mammella prima del richiamo al round successivo ovvero prima dei due anni. Guadagno di salute Tra le donne aderenti nel 2012, 656 sono state richiamate per approfondimenti e 50 sono state le operate con diagnosi di malignità (Tab.1). Delle 50 donne operate, 36 avevano un tumore invasivo di dimensioni ≤ 2 cm ed hanno ricevuto un trattamento chirurgico di tipo conservativo. Il tasso di identificazione di tumori (detection rate), dato dal rapporto tra numero di cancri individuati e numero di donne screenate, nell’ASL di Lecco nel corso del 2012 è stato pari a 4 ‰ , superiore al dato medio lombardo che è stato pari a 3,8 ‰. Dall’analisi della tabella 1, si evince inoltre che 4 donne di età compresa tra i 70-74 anni (neo settantenni nel round in corso) aderenti allo screening, sono state operate con diagnosi di malignità. Questo dato suggerisce che nonostante la chiamata allo screening sia attiva per le fascia di età 50 - 69 anni è importante che le donne, sentito il loro medico di fiducia, continuino a fare i controlli. Dai dati attualmente disponibili risulta che nel 2013, tra le 12.674 donne che hanno aderito 650 sono state richiamate per approfondimenti. Sono ancora i fase di verifica i dati relativi alle donne operate nell’anno 2013 con diagnosi di malignità I risultati degli ultimi anni in termine di adesione ed estensione hanno posto il programma di screening mammografico di Lecco in condizione di soddisfare i principali standard di risultato e qualità previsti. Si è così garantito il miglior contesto per realizzare, per tutta la popolazione, l’anticipazione diagnostica utile a ridurre i casi di malattia in stadio avanzato, favorendo i trattamenti di tipo conservativo. 4.7.2 Lo screening del cancro del colon-retto Lo screening del cancro del colon- retto è attivo nella nostra provincia dal novembre del 2005. Il tumore del colon-retto è una malattia “importante” in termini di salute pubblica, in quanto è la seconda neoplasia più frequente nelle donne e la terza nei maschi. In entrambi i sessi rappresenta la seconda causa di morte per tumore, preceduto dal cancro del polmone nei maschi e da quello della mammella nelle femmine; circa il 90% delle persone si ammala dopo i 50 anni. La ricerca del sangue occulto nelle feci è un’iniziativa di prevenzione oncologica rivolta ad una popolazione di residenti costituita da uomini e donne in età compresa tra i 50 e i 69 anni che ogni due anni ricevono l’invito. L’accessibilità al test è favorita dalla collaborazione con le farmacie, che consegnano il kit e dalle associazioni di volontariato che collaborano nella raccolta dei campioni. Nel corso del 2012 sono state invitate 34.414 persone, fra queste 20.047 hanno aderito. L’ adesione corretta, calcolata tenendo conto anche del numero di inviti inesitati (52) e del numero di esclusi dopo invito per segnalazione di test recente (521), è stata pari al 59,23%, nettamente al di sopra della media regionale che risulta pari al 47.6%. 59 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Tab2 Dati di attivita screening del cancro del colon retto anno 2012 Classi di età N°invitati anno 2012 <50 50 - 54 55 - 59 60 - 64 65 - 69 70 + Totale N° rispondenti anno 2012 4 9.883 8.715 8.521 7.289 2 34.414 N° persone positive 0 5.389 5.054 5.204 4.399 1 20.047 N° di persone con N° di persone N° di persone con cancro^ con adenoma adenoma iniziale avanzato 0 196 176 178 204 0 754 0 4 4 4 2 0 14 0 40 27 31 31 0 129 0 25 43 40 48 0 156 Dai dati attualmente disponibili risulta che nel 2013 il numero di persone invitate è stato di 47.272, fra queste 27.721 hanno aderito; l’adesione alla sola chiamata di screening è stata di circa il 58,64%, è ancora in fase di consolidamento il dato relativo all’adesione corretta; il numero di soggetti risultati positivi alla ricerca del sangue occulto nelle feci è stato di circa il 4,4 degli aderenti; è ancora in fase di consolidamento il dato relativo al numero di persone con cancro individuate tra i positivi. Guadagni di salute Tra le 34.414 persone che nel corso del 2012 hanno aderito, 754 sono stati i positivi richiamati per gli approfondimenti di secondo livello (colonscopia), successivamente fra questi 14 sono state trattate per diagnosi di malignità, 129 per adenoma avanzato, 156 per adenoma iniziale. Il reale vantaggio del programma di screening è dato dall’intercettazione dei tumori in stadio iniziale, in quanto l’identificazione dei casi di malattia nella fase asintomatica permette un intervento precoce ed una prognosi migliore con conseguente riduzione della mortalità nei soggetti con tumore colo rettale, con adenoma avanzato, con adenoma iniziale. 4.7.3 Lo screening del cancro del collo dell’utero L’ASL della Provincia di Lecco non ha attualmente in corso un programma di screening dei tumori della cervice uterina con chiamata attiva, ma offre l’esame “PAP TEST” gratuitamente ogni tre anni alle donne nelle fasce d’età compresa tra i 25 e i 64 anni. Il nostro contesto provinciale prevede come unico centro di effettuazione degli esami citologici il Laboratorio di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Lecco, al quale affluiscono per l’esame citologico, oltre che i PAP TEST effettuati dalla A.O. anche quelli dei consultori dell’ASL, dei privati accreditati e dei libero professionisti. Dal 2008 viene effettuata la campagna di vaccinazione delle giovani undicenni contro l’HPV, che registra già una buona risposta , ed al momento della vaccinazione sono garantite attività informative rivolte alle madri per sensibilizzale sull’opportunità dell’effettuazione periodica del pap-test. Nel 2013 sono state promosse iniziative volte alla sensibilizzazione delle strutture accreditate per la rendicontazione completa e secondo le regole del flusso della specialistica ambulatoriale dei PAP TEST al fine di ottenere le percentuali di copertura della popolazione. Tab.3 dati relativi alla copertura al pap test suddiviso per fascia di età e per area territoriale di appartenenza delle donne. Anno esecuzione esame Distretto BELLANO LECCO 2012 MERATE Totale n. assistite che hanno effettuato almeno un paptest per fascia di età 2535455525-64 34 44 54 64 417 605 % copertura per fascia di età 25-34 35-44 45-54 2534 4.226 4.135 55-64 25-64 304 1.889 2.842 1.351 1.940 1.851 1.104 6.246 9.298 12.647 12.702 10.668 45.315 3.350 7.060 710 1.062 563 n. assistite residenti per fascia di età al 31.12.AP 990 588 9.707 8.840 3.490 14.693 7.930 33.537 2.478 3.607 3.404 1.996 11.485 19.200 26.580 25.677 22.088 93.545 60 3544 4554 15% 14% 14% 5564 2564 9% 13% 15% 15% 15% 10% 14% 10% 11% 11% 7% 10% 13% 14% 13% 9% 12% Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 Anche nel corso del 2013, a livello aziendale, sono state condotte iniziative per individuare e sensibilizzare la popolazione femminile “fragile”, che meno si sottopone al pap test (Tab. 3), favorendo soprattutto l’accesso alla prestazione alle donne in fascia di età compresa tra i 55-64 anni che meno effettua il pap test, dando la possibilità di prenotare l’esame direttamente presso i consultori dell’ASL anche in occasione del ritiro delle provette dello screening del colon retto. Sono state inoltre coinvolte nelle attività di sensibilizzazione anche associazioni di volontariato presenti sul territorio, LILT, ANDOS che facilitano l’accesso alla prestazione dando informazioni durante le attività di call center dello screening mammografico. 61 Rapporto sulle attività di prevenzione dell’ASL di Lecco 2013 5.0 CONCLUSIONI Attraverso l’elaborazione del Rapporto sulle attività di prevenzione 2013 si è cercato di descrivere e rendere noti i risultati ottenuti dalle azioni di prevenzione, vigilanza, controllo e promozione della salute realizzate dai Servizi del Dipartimento di Prevenzione Medica. La traduzione dei risultati ottenuti in termini di “guadagno di salute per la popolazione” non sempre risulta evidente in quanto in diversi ambiti delle attività di prevenzione non vi è la disponibilità di indicatori immediati e diretti che dimostrino l’efficacia sanitaria. Inoltre, nella maggior parte dei casi, gli effetti degli interventi di prevenzione sono misurabili solo a lungo termine e non è sempre possibile associarli univocamente ad un miglioramento delle condizioni di salute e di benessere osservati che, come è noto, hanno origini multifattoriali. Complessivamente, le attività svolte e i risultati conseguiti nel 2013 sono da ritenersi soddisfacenti e confermano la necessità di continuare nel percorso intrapreso, per concretizzare e sviluppare ulteriormente quel “guadagno di salute della popolazione”, che costituisce l’obiettivo essenziale di ogni attività di prevenzione medica. Il contenuto del presente rapporto fornisce una visione d’insieme di quanto realizzato e dei risultati ottenuti e rappresenta un utile strumento di lettura per quanti, non solo all’interno dell’ASL, vogliano partecipare al processo di continuo miglioramento delle attività di prevenzione. In quest’ottica il Dipartimento di Prevenzione Medica programma le proprie attività sulla base di analisi del contesto territoriale, epidemiologico, sanitario e ambientale sempre più affinate, elaborando indicatori sempre più mirati e precisi e attraverso un confronto continuo con tutti i soggetti interessati. Per il 2014, nell’ambito delle attività di vigilanza e controllo,gli interventi sono stati indirizzati verso quelle situazioni caratterizzate da un maggior rischio per la salute dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori. Gli elementi di maggior dettaglio delle scelte programmatorie e delle attività di promozione della salute e di prevenzione, vigilanza e controllo in essere sono pubblicati sul sito internet aziendale www.asl.lecco.it nei seguenti documenti: - Documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari Piano Integrato Locale degli interventi di Promozione della Salute – anno 2014. - Piano integrato di prevenzione e controllo 2012-2014 - Programmazione 2014 del Dipartimento di Prevenzione Medica. cui si rimanda per eventuali approfondimenti. 62
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