LEGHE DI ALLUMINIO Franco Bonollo Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Università di Padova – Sede di Vicenza INDICE 1. INTRODUZIONE 2. LEGHE DI ALLUMINIO DA FONDERIA 3. LEGHE DA DEFORMAZIONE PLASTICA 3.1. Leghe da deformazione non trattabili termicamente 3.2. Leghe da deformazione trattabili termicamente 3.3. Alliganti meno importanti ed impurità 3.4. Classificazione dei prodotti estrusi BIBLIOGRAFIA APPENDICE 1. INTRODUZIONE La classificazione convenzionalmente riportata per le leghe di Alluminio è quella, illustrata in Figura 1.1., che le raggruppa a seconda delle tecnologie di lavorazione e di trattamento cui vengono sottoposte: - fonderia, - deformazione plastica (laminazione, estrusione, forgiatura). Una ulteriore suddivisione è possibile per le leghe da deformazione plastica, a seconda che siano o meno trattabili termicamente (intendendo per trattamento termico quello di solubilizzazione, tempra e invecchiamento, naturale o artificiale). Fig. 1.1 – Tipologie produttive di leghe di alluminio I meccanismi che, dal punto di vista metallurgico, conducono ad un rafforzamento delle leghe di alluminio sono essenzialmente (Figura 1.2): • soluzione di elementi allo stato solido nella matrice di alluminio: mentre la totalità dei metalli ha una completa miscibilità allo stato liquido con l’alluminio nessun elemento ha una totale solubilità allo stato solido; a parte il caso dello zinco la cui solubilità massima è di 66,4%, i valori della stessa sono superiori al 10% nel caso dell’argento, del magnesio e del litio, sono compresi tra 1% e il 10% con il rame, il silicio, il gallio e il germanio, mentre gli altri elementi sono impiegati con percentuali inferiori all’1%. • deformazione plastica a freddo: l’indurimento tramite lavorazione a freddo è possibile solo in leghe in cui può avvenire l’incrudimento e che in seguito saranno definite da trasformazione. Lo strain hardening è la conseguenza della maggiore parte delle operazioni di lavorazione e formatura nell’alluminio e nelle sue leghe. Nell’alluminio puro e nelle leghe non trattabili termicamente come le leghe alluminio-manganese e alluminio-magnesio, l’indurimento per deformazione aumenta la resistenza dovuta alla soluzione solida e alla dispersione di alliganti. Nelle leghe trattabili termicamente, invece, l’incrudimento migliora la risposta • all’invecchiamento. Molto spesso i prodotti della deformazione a freddo sono ricotti per riprendere una certa duttilità e per eliminare le tensioni interne. precipitazione: meccanismo successivo ad una tempra di soluzione; l’indurimento e il rafforzamento della lega di alluminio sono dovute all’invecchiamento, naturale o artificiale della lega, durante il quale avviene la formazione di precipitati coerenti nella soluzione solida. Fig. 1.2 – Classificazione generale delle leghe di alluminio 2. LEGHE DI ALLUMINIO DA FONDERIA Sono svariate le famiglie di leghe di alluminio da fonderia. La Figura 2.1 presenta l’attuale classificazione di tali leghe, secondo le Norme EN 1706 e 1780. La designazione statunitense è costituita invece da una serie di codici a due o tre cifre che individuano le famiglie di leghe in base agli alliganti principali, come si può vedere in Tabella 2.1. Serie Da 1 a 99 1xx 2xx 3xx Famiglia di leghe Al-Si Al-Cu Al-Mg Al-Si Serie 4xx 5xx 6xx 7xx Famiglia di leghe Al-Mn Al-Ni Al-Zn Al-Sn Tabella 2.1: Sistema di designazione delle leghe da fonderia in uso negli USALa definizione e la scelta della composizione sono comunque funzione degli effetti che ciascun elemento è in grado indurre sul comportamento tecnologico della lega (variazioni dell’intervallo di solidificazione, della viscosità e della fluidità, della contrazione volumetrica, interazioni con i materiali costituenti lo stampo o la forma, ecc.) e su microstruttura e caratteristiche meccaniche finali del getto. Fig. 2.1 – Classificazione delle leghe di Alluminio da fonderia secondo EN 1780 e EN 1706. Le principali famiglie di leghe da fonderia sono comunque le seguenti: • Al-Cu; • Al-Cu-Si; • Al-Si; • Al-Mg. Per ogni famiglia, si illustrano le caratteristiche principali e gli utilizzi più frequenti. Al-Cu: tale gruppo di leghe è caratterizzato da un tenore di rame compreso nell’intervallo 5-13%. In particolare, le leghe Al-Cu-Si hanno un buon impiego, visto che l’aggiunta di silicio migliora la colabilità, induce migliori proprietà meccaniche e diminuisce il peso specifico della lega, anche se la duttilità diminuisce. Le leghe Al-Cu-Si, con un tenore di rame intorno a 4-5%, sono trattabili termicamente e presentano buone proprietà meccaniche e resistenza alla corrosione oltre ad una diminuzione del peso specifico. La lega Al-Cu-Mg, con percentuale di rame vicina a 10% e di magnesio intorno allo 0,2%, vengono spesso utilizzate nella realizzazione di pistoni per motori a combustione interna, mentre per incrementare la resistenza ad elevate temperature, caratteristica richiesta, per esempio, in pistoni per motori diesel oppure in teste di cilindri raffreddati ad aria di motori per aerei, viene aggiunta alla lega Al-Cu-Mg una quantità di nichel (si consideri a questo proposito la lega 4Cu2Ni1,5Mg).Per disporre di particolari proprietà meccaniche, per i getti destinati all’industria aerospaziale, sono state in passato sviluppate le leghe Al-Cu-Ag-Mg. Al-Cu-Si: gli elementi chimici di base sono presenti, in tale famiglia, secondo varie concentrazioni, dando origine a leghe dalle caratteristiche in parte differenti. Infatti, alti tenori di rame incrementano la resistenza meccanica, mentre alte percentuali di silicio aumentano la colabilità e diminuiscono la fragilità a caldo della lega. In particolare, per evitare problemi di hot cracking, è auspicabile usare una lega ad alto contenuto di silicio. Inoltre, se il silicio è impiegato in quantità superiori al 10% si ha una bassa espansione termica della lega, e ciò suggerisce una sua utilizzazione alle alte temperature, mentre se il contenuto supera il 12% si possono formare dei cristalli che rendono la lega adatta alla fabbricazione di blocchi motori, vista la buona resistenza all’usura. Le leghe Al-Cu-Si sono trattabili termicamente e invecchiabili. Al-Si: tali leghe (Figura 2.2) sono certamente le più importanti e le più diffuse. Il silicio assicura una eccellente colabilità, un’alta resistenza alla corrosione, una buona saldabilità, una diminuzione del peso specifico. L’effetto particolarmente benefico del Si sulla fluidità delle leghe di Alluminio è illustrato in Figura 2.3, ed è tanto più evidente quanto più le composizioni sono prossime all’eutettico (12-13%); leghe ad alto tenore di alluminio, pur assicurando una buona fluidità, non presentano invece caratteristiche meccaniche soddisfacenti. La tipica struttura di solidificazione di leghe Al-Si ipoeutettiche è illustrata in Figura 2.4: sono evidenti le dendriti della fase primaria , ricca in alluminio, circondate dall’eutettico Al-Si. Va peraltro considerato che, nella maggior parte delle leghe commerciali, la composizione non è certo binaria, e possono essere facilmente presenti composti intermetallici ed eutettici complessi, ternari o quaternari (Figura 2.5). Piccole quantità di magnesio migliorano le caratteristiche meccaniche e la resistenza alla corrosione, e consentono l’effettuazione di trattamenti di invecchiamento. Il gruppo di leghe AlMg-Si può contenere rame, che consente una maggiore resistenza meccanica e migliora la risposta ai trattamenti termici, ed è in genere impiegato per blocchi cilindri in motori a combustione interna o per la voluta dei compressori nei motori a reazione. Con alti tenori di silicio si formano, nella lega sia ipoeutettica (Si<13%), sia ipereutettica (Si>13%), dei cristalli, la cui forma può essere cambiata, da aciculare a globulare, per migliorare tenacità e duttilità. Tale fenomeno è possibile grazie ad un processo metallurgico, detto modifica, nel quale, opportune aggiunte di sodio, calcio, stronzio, antimonio influenzano il meccanismo di solidificazione eutettica, favorendo la formazione di silicio con morfologia sferoidale. Fig. 2.2 – Diagramma di stato Alluminio-Silicio Fig. 2.3 – Fluidità (mm, asse y) al variare della % di Silicio (asse x) in leghe Al-Si. Fig. 2.4 – Microstruttura tipica di una lega Al-Si ipoeutettica. Fig. 2.5 – Microstruttura tipica di una lega Al-10%Si-1%Cu. Al-Mg: le leghe appartenenti a tale famiglia sono impiegate in strutture nelle quali è importante l’estetica oppure quando queste sono immerse in agenti corrosivi (come l’acqua marina). Infatti tali leghe offrono una buona resistenza alla corrosione, soprattutto in assenza di impurità e in seguito a trattamento termico con tempra in olio caldo. La tendenza naturale all’ossidazione e la bassa colabilità portano a porre particolare attenzione in fase di progettazione dei dispositivi di colata. Nella Tabella 2.2 è sintetizzato invece il ruolo degli alliganti minori. Berillio viene impiegato in quantità comprese tra 0,02% e 0,2% sia in leghe alluminio-silicio-magnesio, sia in leghe alluminio-magnesio per migliorare le proprietà tensili e nelle ultime anche per ridurre i problemi di ossidazione Bismuto, Cadmio, Piombo sono elementi considerati indesiderabili nelle leghe da fonderia, e Stagno tuttavia, se utilizzati in percentuali inferiori all’1% in alcune leghe (310, 385), migliorano la lavorabilità alla macchina utensile Cromo e Manganese sono impiegati in piccole quantità (meno dell’1%) e spesso assieme per migliorare le proprietà tensili alle alte temperature, nelle leghe alluminio-ferro-silicio, alterano la forma dei costituenti, migliorando le proprietà meccaniche a temperatura ambiente Ferro non è quasi mai usato in quantità superiori all’1% perché un suo maggiore utilizzo penalizza le proprietà meccaniche; nelle leghe AlMg, la percentuale non supera lo 0,5% per evitare una penalizzazione delle proprietà tensili Nichel l’introduzione del nichel al 2,5% aumenta le proprietà tensili ad elevate temperature Fosforo un impiego di tale elemento in percentuali comprese tra 0,01 e 0,03% è possibile nel rifinire la forma delle particelle di silicio nelle leghe alluminio-silicio ipereutettiche Sodio e Calcio sono elementi che causano il meccanismo di modifica dei cristalli di silicio nelle leghe Al-Si; per tale scopo si utilizzano sodio e calcio in quantità comprese tra 0,001 e 0,003%. Titanio, Boro e Zirconio il titanio è presente, in quantità comprese tra 0,05 e 0,2% per ottenere il raffinamento del grano in leghe da fusione sia in sabbia sia in stampo permanente; il boro e lo zirconio sono utilizzati con lo stesso scopo, anche se in percentuali diverse rispetto al titanio Tabella 2.2 – Effetto di alliganti minori e impurezze sulle leghe di alluminio da fonderia 3. LEGHE DA DEFORMAZIONE PLASTICA Il sistema di designazione, promosso dall’Aluminum Association nel 1954, suddivide le leghe da deformazione plastica in base al principale elemento alligante, come riportato nella Tabella 3.1. La designazione prevede che ad ogni lega venga associato un codice a quattro cifre: la prima cifra individua la classe, la seconda serve per esprimere lo scostamento dalla lega originaria, mentre le ultime due cifre identificano una specifica lega all’interno di una stessa famiglia (o il grado di purezza dell’alluminio se si tratta della famiglia delle 1xxx). Come per le leghe da fonderia, anche per le leghe in questione si fanno seguire, al codice a quattro cifre, dei caratteri alfa-numerici che indicano il tipo di trattamento termo-meccanico eseguito. Tali leghe sono disponibili in commercio sotto forma di lamiere, estrusi, piatti, tubi, barre e fili; tali prodotti derivano da placche o billette alle quali vengono applicate delle lavorazioni primarie e secondarie che fanno loro conferire una struttura completamente ricristallizzata o frammentata, tipica di ogni lega e prodotto, e influenzano così le proprietà meccaniche e fisiche della stessa. Serie 1xxx 2xxx 3xxx 4xxx Alligante principale Alluminio puro Rame Manganese Silicio Serie 5xxx 6xxx 7xxx 8xxx Alligante principale Magnesio Silicio e Magnesio Zinco Varie Tabella 3.1: Sistema di designazione delle leghe da deformazione plastica 3.1. Leghe da deformazione non trattabili termicamente Le leghe appartenenti a tale categoria devono il loro rafforzamento alla soluzione allo stato solido degli alliganti nella matrice di alluminio e alla formazione di seconde fasi e composti intermetallici nel caso si sia in presenza di elementi che hanno bassa solubilità con l’alluminio, come ferro, nichel, titanio, manganese e cromo. A tali meccanismi deve essere aggiunto lo strain hardening, cioè l’insieme di tutte le lavorazioni che inducono una deformazione sul getto ricotto (allo stato O), facendogli conferire sia la forma desiderata, sia una struttura cristallina tale da indurre determinate proprietà meccaniche Le principali famiglie di leghe da deformazione non trattabili termicamente sono le seguenti. 1xxx: l’alluminio ai vari gradi di purezza (si parte da un alluminio puro al 99,00% per arrivare a valori maggiori) è impiegato i campi che non richiedono proprietà meccaniche particolari, ma nei quali è importante la resistenza alla corrosione come in attrezzature per processi chimici, in impieghi strutturali, o nel rivestimento di leghe trattabili termicamente. L’alluminio ad elevata purezza è, però, principalmente utilizzato in settori che sfruttano la buona conducibilità elettrica e termica: nei conduttori elettrici e negli scambiatori di calore. La resistenza di tali leghe è fortemente influenzata dalla presenza di impurità: di solito nella composizione chimica si trovano tracce di ferro e silicio. 3xxx: le leghe appartenenti a tale raggruppamento hanno solo in minima parte come alligante principale il manganese, visto che tale elemento ha una solubilità nell’alluminio molto bassa (al massimo 1,5%). Le leghe in questione sono la 3003, 3x04 e la 3105, indurite per dispersione, particolarmente impiegate in applicazioni nelle quali non vengono richieste proprietà meccaniche di rilievo (scambiatori di calore, applicazioni strutturali, scatolame). Per raggiungere livelli di resistenza maggiori, in tali leghe, al manganese deve essere aggiunta una certa percentuale di magnesio; le leghe Al-Mn-Mg hanno, infatti, buone resistenze meccanica e alla corrosione, oltre a una considerevole formabilità. 5xxx: l’alligante principale di tale famiglia di leghe è il magnesio impiegato, in percentuali variabili a seconda dell’impiego successivo della lega. Una quantità superiore al 10%, determina una lega, rafforzata per soluzione solida, caratterizzata da una resistenza a trazione prossima a 358 MPa e da un carico di snervamento dell’ordine di 165MPa.Tali valori diminuiscono considerevolmente se la quantità di magnesio è minore. Le leghe con una percentuale di magnesio compresa tra 1 e 5% hanno un’ampia diffusione, mentre quelle con il 3% sono caratterizzate da una buona stabilità strutturale sia a temperatura ambiente, sia a temperatura elevata. In realtà sono poche le leghe binarie appartenenti a tale famiglia in quanto vengono spesso aggiunti degli elementi che incrementano la durezza della lega dovuta alla dispersione: si tratta di cromo, manganese, titanio, impiegati in percentuali comprese tra 0,25 e 1%. I prodotti delle lavorazioni sono spesso disponibili allo stato ricotto (O), oppure in uno degli stati base H1, H2, H3 che migliorano, in molte leghe, la stabilità delle proprietà oppure la resistenza alla corrosione. Nelle leghe 5083, 5086, 5456 si hanno molti precipitati a bordo grano e ciò rende la lega suscettibile a rotture per fatica o dovute alla corrosione, soprattutto in seguito a trattamenti di indurimento per deformazione. Per ridurre tale instabilità si sono sviluppati particolari trattamenti indicati con la sigla H3xx. La resistenza alla corrosione, la buona saldabilità e le alte resistenze portano a utilizzare le leghe alluminio-magnesio nel settore dei trasporti, nelle strutture, nel campo militare per usi che richiedono buone proprietà balistiche e criogeniche. Le leghe con sigla 5x57, 5005 o 5050 sono spesso usate per la realizzazione di carrozzerie per l’auto perché, oltre ad avere una buona resistenza meccanica, permettono un grado di finitura superficiale e di lucentezza che le rende adatte a tale utilizzo. 7xxx: le leghe appartenenti a tale gruppo non trattabili termicamente sono utilizzate, in primo luogo, come rivestimento per altri tipi di leghe; si ricorda a questo proposito la lega 7472. 8xxx: si raccolgono in tale famiglia le leghe con varia composizione, come la 8001 Al-Ni-Fe utilizzata in applicazioni che sfruttano l’energia atomica, oppure in campi in cui si richiedono pressioni e temperature elevate. La lega 8280 Al-Sn-Ni-Cu è impiegata per la costruzione di cuscinetti. 3.2 Leghe da deformazione trattabili termicamente I trattamenti che sono applicati alle leghe in questione sono gli stessi (riportati in Appendice), validi per le leghe da fonderia. Le leghe appartenenti a tale categoria, oltre a presentare una solubilità che diminuisce con il diminuire della temperatura, hanno una concentrazione di alligante maggiore rispetto a quella richiesta per una soluzione solida in equilibrio a temperatura ambiente o moderatamente alta. L’invecchiamento, che permette il rafforzamento e l’indurimento della lega, si basa sulla formazione di clusters, coerenti con la fase solvente, che consentono una migliore distribuzione delle tensioni all’interno del materiale, e che ostacolano o bloccano il movimento delle dislocazioni. L’invecchiamento, naturale o artificiale, segue il trattamento termico di solubilizzazione e tempra. A parte alcune eccezioni, la maggior parte delle leghe in questione è di tipo ternario o quaternario e appartiene alle famiglie 2xxx, 6xxx e 7xxx. 2xxx: l’alligante principale è il rame, però le leghe importanti di tale famiglia hanno una secondaria aggiunta di magnesio. Le proprietà meccaniche, strettamente influenzate dall’invecchiamento, sono pari e in qualche caso maggiori rispetto a un acciaio a basso contenuto di carbonio: il trattamento termico consente di applicare carichi maggiori, anche se l’allungamento e la resistenza a trazione non subiscono sostanziale cambiamenti. La resistenza a corrosione non è buona: spesso si ricorre a rivestimenti con uno strato di alluminio super-puro oppure con la lega 6xxx; si può avere sotto particolari condizioni una corrosione intergranulare. Solo la lega binaria 2219 è dotata di buona resistenza a corrosione; la 2219 si distingue anche per mantenere le proprietà meccaniche a temperature elevate e per la sua eccellente saldabilità. Si deve ricordare la lega 2011, anch’essa binaria, per l’ottima lavorabilità alla macchina utensile, possibile per la presenza, come impurità, di piombo e bismuto. La maggior parte delle leghe 2xxx è utilizzata per impieghi che richiedono elevati rapporti resistenza-peso: sono quindi indicate per la costruzione di carrelli per aerei, per le fusoliere e per tutti i componenti soggetti a temperature elevate (fino a 150°C) e a cui sono richieste buone caratteristiche meccaniche. 6xxx: le leghe alluminio-magnesio-silicio devono il loro rafforzamento al meccanismo di precipitazione del composto intermetallico Mg2Si. Le leghe 6xxx sono spesso sottoposte ad un trattamento termico di solubilizzazione e, in seguito alla formatura, sono soggette ad un trattamento termico di precipitazione (corrisponde allo stato T4) fino ad ottenere valori delle proprietà meccaniche paragonabili a quelle proprie della lega che si trova allo stato T6. Spesso, per assicurare una resistenza maggiore della lega, si ha un eccesso di silicio, anche se tale aspetto può compromettere la resistenza alla corrosione. Inoltre, si verifica la presenza di piccole quantità di manganese o di cromo, che oltre ad accrescere la resistenza, permettono il controllo del grano; se alla lega viene aggiunta una certa percentuale di rame, in quantità che non superano 0,5%, migliorano sensibilmente le proprietà meccaniche. Tra le leghe maggiormente utilizzate si può citare la 6061 che contiene una percentuale massima di Mg2Si pari a 2% e quantità di rame e cromo entrambe di 0,25%. Le migliori resistenze, in questa famiglia, si hanno nelle 6066 e 6070, grazie all’aggiunta, tra le impurità, di manganese. Tra le principali caratteristiche di queste leghe vanno citate l’estrudibilità, la saldabilità, la resistenza alla corrosione, la formabilità e la lavorabilità alla macchina utensile. Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, è utile considerare la lega 6262-T9 la cui buona lavorabilità, seconda solo a quella della lega 2011-T3, è principalmente dovuta alla presenza di piombo e bismuto, entrambi impiegati in quantità prossime a 0,25%. 7xxx: l’alligante principale è lo zinco, ma si tratta essenzialmente di leghe ternarie (alluminiozinco-magnesio) o quaternarie (alluminio-zinco-magnesio-rame). Le leghe quaternarie, la cui composizione prevedeva una percentuale di zinco fino al 8%, di rame fino al 2% e di magnesio fino al 3,4%, non furono facilmente commercializzate, al momento della loro introduzione, perché non offrivano una sufficiente resistenza a stress-corrosion. L’aggiunta di cromo permise di superare tale limite: fu quindi sperimentata ed introdotta la lega 7075 quaternaria. Inoltre, particolari trattamenti termici (T73, T75) consentono di eliminare le rotture da fatica-corrosione anche in semiprodotti forgiati o estrusi. Accanto alle leghe quaternarie, sono state sperimentate leghe ternarie nelle quali il rame non è presente, oppure impiegato in quantità molto basse assieme a manganese, cromo, titanio e zirconio. Tale caratteristica permette di migliorare la saldabilità oltre che di abbassare le temperature del trattamento termico (lega 7005, 7039 e 7020). Le leghe 7050 e 7010 possiedono caratteristiche chimiche simili alla 7075 e proprietà meccaniche di poco superiori: il carico di snervamento può arrivare a 450 MPa e quello di rottura a 560 MPa per la 7075, mentre per la 7050 e la 7010 si hanno, rispettivamente 532 MPa e 575 MPa. La lega 7022 presenta carichi di snervamento tra 420 e 495 MPa, e carichi di rottura tra 500 e 555 MPa. I semiprodotti spessi delle leghe 7xxx sono in genere sottoposti a solubilizzazione ed invecchiamento; la fase di aging può essere mono- o bi-stadio a seconda della destinazione degli stessi prodotti: l’invecchiamento è mono-stadio nel caso di prodotti non destinati ad impieghi avio, quando ad essi è richiesta massima durezza, mentre è bi-stadio quando è applicato a semiprodotti per l’industria aeronautica, ai quali è richiesta massima resistenza alla corrosione. 7xxx di seconda generazione: sono le leghe di alluminio che offrono in assoluto le migliori caratteristiche meccaniche: il carico di rottura può arrivare fino a circa 650 MPa. Sono leghe quaternarie, con una percentuale di zinco inferiore all’8% e di rame inferiore al 2,6%; tra queste si menziona la 7150. 3.3. Alliganti meno importanti ed impurità Nella Tabella 3.2 è sintetizzato invece il ruolo degli alliganti minori. Antimonio Argento Berillio Bismuto Boro Cadmio Cromo Ferro Piombo Nichel Stagno Zirconio è presente, in tracce, in leghe alluminio-magnesio per contrastare l’hot-cracking e per migliorare la resistenza alla corrosione, visto che dà origine a un film superficiale che protegge la lega in ambienti aggressivi dato il suo elevato costo, non può essere impiegato come alligante, però piccole aggiunte (da 0,1 a 0,6%) possono essere utilizzate nelle leghe alluminio- zinco-magnesio per migliorare la resistenza è utilizzato nelle leghe che contengono magnesio, per ridurre l’ossidazione ad elevate temperature. è un elemento utilizzato in leghe soggette a lavorazione per asportazione di truciolo (per esempio nella lega 2011), oppure nelle leghe alluminio-Mg2Si (come nella 6262) è un elemento che consente di raffinare il grano durante la solidificazione (se utilizzato in quantità che variano tra 0,005 e 0,1%) e che migliora la conduttività elettrica è impiegato, in percentuali fino a 0,3%, nelle leghe Al-Cu, per aumentare la velocità del processo di invecchiamento. Per lo stesso scopo il cadmio è impiegato anche in leghe alluminio-zinco-magnesio, ma in quantità comprese tra 0,005 e 0,5%. In alcune leghe e in percentuali pari a 0,1%, può migliorare la lavorabilità aggiunto all’alluminio puro, può influenzare la resistività elettrica. Tale elemento è spesso utilizzato come impurità in molte leghe Al-Mg, Al-Mg-Si e Al-Mg-Zn, in quantità che non superano 0,35%, perché, nelle leghe da deformazione, inibisce la crescita del grano. Le strutture fibrose che ne derivano sono meno suscettibili alla corrosione e migliorano sensibilmente la tenacità della lega tracce di questo metallo sono spesso presenti nell’alluminio, mentre è utilizzato in molte "wrought alloys" perché riduce la dimensione del grano. Nelle leghe Al-Cu-Ni è impiegato perché aumenta la resistenza alle elevate temperature si utilizza principalmente nelle leghe 2011 e 6262, assieme al bismuto, per aumentare la lavorabilità è aggiunto nelle leghe Al-Cu e Al-Si per migliorare la durezza e la resistenza alle elevate temperature e per ridurre il coefficiente di espansione nei prodotti per deformazione è presente in concentrazioni molto basse, pari a 0,03%, per migliorare la risposta ai trattamenti termici nelle leghe della famiglia delle 2xxx: quantità maggiori potrebbero determinare hot-cracking se utilizzato in quantità comprese tra 0,1 e 0,3%, nelle leghe Al-Zn-Mg permette il controllo del grano ed aumenta la temperatura di ricristallizzazione Tabella 4.2 – Effetto di alliganti minori e impurezze sulle leghe di alluminio da deformazione plastica 3.4. Classificazione dei prodotti estrusi Poiché le forme ottenibili col processo di estrusione sono molteplici, realizzare una classificazione semplice ed univoca dei profilati è molto difficile. Dal punto di vista puramente tipologico, si possono distinguere: profilati aperti a sezione piena (Figura 4.1), profilati con cavità aperte o semicavi (Figura 4.2), profilati a sezione chiusa o cavi (Figura 4.3). Fig. 3.1 - Esempi di estrusi aperti a sezione piena Fig. 3.2 - Esempi di estrusi con cavità aperte o semicavi Fig. 3.3 - Esempi di estrusi a sezione chiusa o cavi Più in generale, va sottolineato come il processo di estrusione si sia affermato per la capacità di ottenere un numero impressionante di forme che, a parte i vincoli tecnici imposti dal tipo di lega di alluminio utilizzata e dalle dimensioni ottenibili con una certa pressa, possono essere limitate esclusivamente dalle scelte tecniche del progettista. Questo processo spesso consente la realizzazione dei componenti finiti in alluminio a costi minori degli analoghi ottenuti in acciaio, in modo particolare quando si deve fabbricare un elemento a sezione costante ed inoltre permette la realizzazione economica di dettagli geometrici disegnati in modo da rendere semplice ed estremamente veloce l’operazione di assemblaggio dei diversi componenti (ad esempio possono essere facilmente accoppiati ad incastro). L’interesse e la convenienza dell’estrusione diventano altissimi quando il numero dei pezzi costituenti il lotto consente l’ammortamento della matrice, mentre i quantitativi minimi di estruso che devono essere approvvigionati per ogni ordine d’acquisto sono tanto maggiori quanto maggiore è il diametro della pressa. Un estruso ben progettato evita operazioni di saldatura e di lavorazione all’utensile, offre un’ottimale efficienza strutturale perché il metallo può essere messo dove necessario, riduce il numero dei pezzi per costruire un elemento, semplifica le applicazioni di finitura (Figura 4.4). Fig. 4.4 - Esempi di vantaggi degli estrusi di alluminio BIBLIOGRAFIA A. Aspetti generali sulle leghe di alluminio A1. ASM Metals Handbook, 10th ed., vol. 2, “Properties and selection: nonferrous alloys and special-purpose materials”, ASM - Metals Park, Ohio (1990). A2. S. STOEREN, “Understanding Aluminium as a Material” in TALAT 2.0 cd-rom, EAA, Bruxelles (2000). A3. ALUMINUM COMPANY OF AMERICA, “Aluminum vol.1. Properties physical Metallurgy and Phase Diagrams”, ASM (1967). A4. M. CONSERVA, G. DONZELLI, R. TRIPPODO, ”Alluminio Manuale degli impieghi”, Edimet, Brescia (1990). A5. ASM Metals Handbook, 10th ed., vol. 9, “Metallography and Microstructure”, ASM - Metals Park, Ohio (1990), pp. 351-388. A6. 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BATTLE, International Materials Review, 37 (1992), pp 239-270. B11. L. WANG, M. MAKHLOUF, D. APELIAN, International Materials Review, 40 (1995), pp 221-238. C. Processi di deformazione plastica delle leghe di alluminio C1. C. PANSERI, Manuale di Tecnologia delle Leghe Leggere da Lavorazione Plastica, Ulrico Hoepli Editore, Milano (1957). C2. ASM Metals Handbook, 10th ed., vol. 14, “Forming and Forging”, ASM - Metals Park, Ohio (1990). C3. P.K. SAHA, Wear, 218, 2 (1998), pp. 179-190. C4. T. SHEPPARD, E. NISARATANAPORN, H.B. McSHANE, Zeitschrift fur Metallkunde, 89, 5 (1998), pp. 327-337. APPENDICE Stato W trattato termicamente solubilizzazione Descrizione per Stato presente solo in leghe che invecchiano a temperatura ambiente dopo trattamento termico di solubilizzazione T trattato termicamente e Stato applicato a leghe da deformazione o da stabilmente fonderia, con o senza una successiva deformazione a freddo T1 Invecchiato naturalmente fino a Stato presente in prodotti con una soluzione di una sostanziale condizione stabile alliganti ad alta temperatura e che sono stati raffreddati rapidamente T2 Ricotto Stato presente solo nei getti T3 Trattato termicamente per la Stato applicato ai prodotti lavorati a freddo per solubilizzazione, lavorato a freddo migliorare la resistenza e invecchiato naturalmente T4 Trattato termicamente per la Stato che si applica ai prodotti che non sono lavorati solubilizzazione e invecchiato a freddo dopo la solubilizzazione naturalmente T5 Invecchiato artificialmente Stato che si applica ad estrusi e getti per migliorare resistenza e stabilità dimensionale T6 Trattato termicamente per la Stato che si applica a prodotti non deformati a freddo solubilizzazione e invecchiato dopo la solubilizzazione artificialmente T7 Trattato termicamente per la Stato a cui sono sottoposti i prodotti per migliorare la solubilizzazione, superinvecchiato stabilità dimensionale e la resistenza alla corrosione T8 Trattato termicamente per la Stato applicato ai prodotti lavorati a freddo per solubilizzazione, lavorato a freddo migliorare la resistenza. Una seconda cifra indica il e invecchiato artificialmente livello di lavorazione a freddo a cui è stato sottoposto il prodotto T9 Trattato termicamente Stato in cui la lavorazione a freddo è applicata alla invecchiato artificialmente e fine per migliorare la resistenza lavorato a freddo T10 Invecchiato artificialmente e Stato applicato a prodotti, come estrusi o getti, lavorato a freddo invecchiati dopo un’elevata temperatura e lavorati a freddo per migliorare la resistenza Tx51 Detensionato tramite trazione Stato applicato ai prodotti che presentano tensioni interne dopo trattamento termico di solubilizzazione. Per eliminarle si applica una trazione Tx52 Detensionato tramite Stato applicato ai prodotti che presentano tensioni compressione interne dopo trattamento termico di solubilizzazione. Per eliminarle si applica una compressione Tx53 Detensionato tramite trattamento termico T42 Trattato termicamente per solubilizzazione T62 Trattato termicamente e invecchiato artificialmente Tabella A1: Sistema di designazione degli stati metallurgici delle leghe trattabili termicamente Stato F (al grezzo) Descrizione nessun controllo sull'ammontare di incrudimento; nessun limite sulle proprietà meccaniche. O (ricotto, ricristallizzato) stato con la minor resistenza e la più alta duttilità. H1 (incrudito) • H12, H14, H16, H18: il grado di incrudimento è indicato dalla seconda cifra e varia da 1/4 (H12) fino a incrudimento pieno (H18), che si ottiene con una riduzione di sezione di circa il 75%. • H19 uno stato extra-duro per prodotti con resistenza e incrudimento sostanzialmente superiori allo stato H18. H2 (incrudito e parzialmente H22, H24, H26, H28: stati che variano da 1/4 al pieno incrudito) incrudimento ottenuti con la parziale ricottura di materiali lavorati a freddo con resistenze iniziali maggiori di quanto desiderato. H3 (incrudito e stabilizzato) H32, H34, H36, H38: stati per addolcire le leghe Al-Mg che sono incrudite e quindi riscaldate a bassa temperatura per aumentare la duttilità e stabilizzare le proprietà meccaniche. H112 (incrudito durante la Nessun controllo speciale sulla quantità di incrudimento ma fabbricazione) richiede un controllo meccanico e garantisce un minimo di proprietà meccaniche. H321 (incrudito durante la La quantità di incrudimento è controllata durante le fabbricazione) lavorazioni a caldo e a freddo. H323, H343 Incrudimento speciale, stati resistenti alla corrosione per le leghe Al-Mg. Tabella A2: Sistema di designazione degli stati metallurgici delle leghe incrudibili
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