Dirigenti Scolastici NOTIZIARIO NAZIONALE 050/ 2014 – 04 Ottobre 2014 REDAZIONE : R. Ciuffreda - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC IN PRIMO PIANO DIRIGENTI SCOLASTICI 01. On – line la petizione dei Dirigenti scolastici per sbloccare i contratti: FIRMA ANCHE TU 02. Richiesta unitaria al MIUR di incontro sulla situazione dei dirigenti scolastici SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA 03. Piano del Governo sulla “buona scuola” e “cantiere scuola” della FLC CGIL: proposte a confronto NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA 04. Congedo per assistenza disabili in situazione di gravità: chiarimenti sulla fruizione del congedo da parte dei genitori del disabile in presenza di convivente del disabile 05. Controlli prenatali della lavoratrice gravidanza: ne malattia ne visita specialistica scuola in ISTRUZIONE ADULTI - CPIA 06. Istruzione degli Adulti: CPIA, avvio nel caos. I sindacati chiedono un incontro urgente al Ministero 07. Istruzione degli Adulti: pronti i codici dei CPIA ITS–IFTS –IEFP – FORMAZIONE PROFESSIONALE- ALTERNANZA 08. Alternanza scuola lavoro nella secondaria superiore: le proposte della FLC CGIL 09. Istruzione e Formazione Tecnica Superiore: aggiornata la mappa digitale con l’Accordo sul sistema di monitoraggio ORDINAMENTI – RIFORME 10. Geografia generale ed economica 11. Riordino secondo ciclo: aggiornata la mappa digitale con le ultime novità normative OPINIONI A CONFRONTO : LA VALUTAZIONE DELLE SCUOLE 12. Valutare, decidere, governare, valutare…. di Franco De Anna SCUOLA: NAVIGANDO IN RETE 13. Tullio De Mauro: “La scuola di Renzi è un passo nel vuoto” ALLEGATI #sbloccacontratto dirigenti scolastici petizione on - line la buona scuola e il cantiere scuola piano del governo e proposte della flc cgil a confronto 2014 09 15 MLPS INTERPELLO 23- congedo assistenza disabili gravi per genitori in presenza di convivente del disabile attribuiti ufficialmente i codici meccanografici ai CPIA nota prot. 11391 AOODGPER Dotazioni organiche regionali dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali ed amministrativi dei C.P.I.A anno scolastico 2014/2015 contributo flc cgil alternanza scuola lavoro settembre 2014 mappa digitale sistema nazionale di istruzione e formazione tecnica superiore D.M. del 5 settembre 2014 (versione doc) Geografia generale ed economica in tecnici e professionali D.M. del 5 settembre 2014 (versione pdf) Geografia generale ed economica in tecnici e professionali mappa digitale riordino secondo ciclo del sistema educativo ----------------------------------------------------------- IN PRIMO PIANO DIRIGENTI SCOLASTICI 01. On – line la petizione dei Dirigenti scolastici per sbloccare i contratti: FIRMA ANCHE TU I dirigenti scolastici di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL invitano tutti i colleghi a partecipare alla mobilitazione dei lavoratori pubblici e della scuola a difesa del diritto al contratto e a sottoscrivere la #sbloccacontratto dirigenti scolastici petizione on - line ********** 02. Richiesta unitaria al MIUR di incontro sulla situazione dei dirigenti scolastici Così non si può andare avanti: tutte le scuole debbono avere il loro dirigente; i suoi diritti contrattuali debbono essere rispettati. I responsabili nazionali della dirigenza scolastica di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL, che insieme rappresentano la maggioranza dei lavoratori dell’Area V, hanno chiesto ai responsabili del MIUR un incontro urgente sulle principali problematiche della categoria. Perché, fra le tante cose che vengono chieste ai lavoratori e ai cittadini, non si chiede anche se per far funzionare bene tutte scuole non sia indispensabile che ognuna di esse abbia il suo dirigente (e magari anche il suo direttore dei servizi) e se i suoi diritti contrattuali debbono essere rispettati? _________________ Roma, 24 settembre 2014 Dott. Alessandro Fusacchia Capo Gabinetto MIUR Dott.ssa Sabrina Bono Capo Dipartimento per la programmazione Dott. Luciano Chiappetta Capo Dipartimento per il Sistema educativo di istruzione e formazione Dott.ssa Maddalena Novelli Direttore Generale Personale della Scuola Dott. Jacopo Greco Al Direttore Generale per le Risorse umane e finanziarie Dott. Giacomo Molitierno Dirigente responsabile dell’Area V LL. SS. Oggetto: Area V della dirigenza. Richiesta incontro urgente su assunzioni e situazione contrattuale dei dirigenti scolastici Le scriventi Organizzazioni Sindacali FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS CONFSAL, rappresentative della maggioranza dei dirigenti scolastici, segnalano il forte disagio della categoria colpita dal blocco del rinnovo del contratto, come tutti gli altri lavoratori pubblici, dalla riduzione del numero dei dirigenti che governano scuole autonome diventate più grandi e più complesse, dall’aumento dei carichi di lavoro e delle responsabilità, da una iniqua diminuzione della retribuzione media, dalla mancata applicazione dei contratti integrativi regionali regolarmente sottoscritti nel 2012/13, RITENGONO indispensabile che si dia seguito alle numerose richieste di incontro già presentate al MIUR nei mesi scorsi. Chiedono pertanto un incontro urgente sui seguenti argomenti: 1) Assunzioni dei dirigenti scolastici 2014/15 al fine di assicurare il completo utilizzo dei 620 posti autorizzati dal MEF e ripartiti nelle diverse regioni dal MIUR. Situazione complessiva dei posti vacanti e delle reggenze assegnate nelle diverse regioni sia sulle scuole “dimensionate” che “sottodimensionate”. Stato delle assunzioni in Campania nella quale i ritardi nella pubblicazione della graduatoria definitiva del concorso stanno determinando gravi difficoltà in oltre 100 scuole. 2) Situazione retributiva dei dirigenti scolastici: applicazione dei contratti integrativi regionali sottoscritti nel 2012/13, fondi nazionali per la retribuzione di posizione e di risultato 2013/14 e 2014/15. A tal fine si rinnova la richiesta già presentata il 6 giugno 2014 di acquisire formalmente i dati relativi al pagamento delle retribuzioni di posizione, di risultato e delle reggenze negli anni 2012/13 e 2013/14. Con l’occasione si richiama l’urgenza di dare seguito a quanto previsto dalla legge per il nuovo concorso per dirigenti scolastici, indispensabile per assicurare a tutte le scuole autonome una dirigenza stabile e selezionata attraverso un concorso pubblico, che deve essere bandito entro dicembre 2014. Per la definizione del bando, che dovrà prevedere anche la quota riservata alle categorie previste dal Decreto Legge 58/2014, dovrà essere effettuata l’informazione preventiva prevista dal vigente CCNL dell’Area V. In attesa di cortese sollecito riscontro, si inviano distinti saluti. FLC CGIL - CISL SCUOLA - UIL SCUOLA - SNALS CONFSAL ********** SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA 03. Piano del Governo sulla “buona scuola” e “cantiere scuola” della FLC CGIL: proposte a confronto I punti fermi e il nostro giudizio sulle proposte del Governo. Un’importante campagna di mobilitazione per condividere con il mondo della scuola protesta e proposta. Una griglia di analisi. Pubblichiamo, in allegato, le “linee di orientamento” predisposte dalla FLC CGIL per il dibattito sul documento del Governo “La Buona Scuola” presentato il 3 settembre 2014. La FLC CGIL ha discusso le proposte del Governo, ha condiviso nei suoi organismi dirigenti il giudizio, lo ha reso pubblico e ha predisposto una campagna per condividere l’analisi e la protesta. Questi sono i punti fermi della nostra federazione: analisi, protesta, proposta e mobilitazione. Il documento che pubblichiamo oggi vuole essere un ulteriore strumento di analisi e valutazioni a disposizione delle scuole e di tutti coloro che sono interessati a partecipare alla discussione nelle scuole, e non solo, e a partecipare alla consultazione indetta dal Governo sul suo piano scuola. La griglia prende in esame 15 voci e riporta, su ogni argomento, la posizione del Governo, il nostro commento e le nostre proposte. Le nostre proposte riportano, in sintesi, le elaborazioni della FLC CGIL contenute nei seguenti documenti: “La scuola vince in quattro mosse” del giugno 2013; “Proposta della FLC per il reclutamento e formazione iniziale dei docenti” del gennaio 2014; dossier consegnato alla Ministra Giannini nell’aprile 2014 e, infine, il documento “Il cantiere scuola della FLC CGIL”, presentato alla stampa nel luglio 2014. Da queste elaborazioni sono peraltro scaturiti gli specifici testi pubblicati sul “giornale della effelleci” relativi alla professionalità docente e Ata. Siamo in attesa di pubblicazione di un analogo elaborato per la dirigenza scolastica. Non lasceremo che la consultazione sia un’operazione demagogica e di facciata, con un formato fuorviante, anche perché siamo forti di proposte interessanti e utili alla scuola e ai lavoratori. Ricordiamo che, nei giorni scorsi, è stata lanciata, con un’ampia unità dei sindacati scuola, la campagna di raccolta di firme #sbloccacontratto a sostegno della richiesta di apertura delle trattative contrattuali. Tale iniziativa va di pari passo e si integra con la campagna di assemblee e di confronto in tutte le sedi possibili sul documento del Governo. Per la FLC CGIL ogni sede di confronto e dibattito, così come ogni occasione di incontro coi lavoratori, va utilizzata per incrementare il numero delle firme a difesa del contratto della scuola e per costruire il più ampio consenso ed adesione alla manifestazione nazionale di tutti i settori pubblici indetta a Roma per sabato 8 novembre 2014. ALLEGATI la buona scuola e il cantiere scuola piano del governo e proposte della flc cgil a confronto ********** NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA 04. Congedo per assistenza disabili in situazione di gravità: chiarimenti sulla fruizione del congedo da parte dei genitori del disabile in presenza di convivente del disabile Il Ministero del Lavoro, con Interpello n. 23 del 15 settembre 2014, ha precisato che il convivente more uxorio non è soggetto legittimato a fruire del congedo per assistenza disabili in situazione di gravità ai sensi dell'art. 42 del D.Lgs. n. 151 del 2001. Risposta all’istanza di interpello avanzata dall’ANCI al fine di conoscere la corretta interpretazione dell'art. 42, D.Lgs. n. 151/2001, concernente la disciplina del congedo per assistenza disabili in situazione di gravità ed in particolare se fosse possibile concedere la fruizione del congedo straordinario di 2 anni al genitore del disabile pur in presenza di convivente non coniugato di quest'ultimo. In risposta al quesito avanzato, il Ministero del lavoro ha ritenuto che, nell'ipotesi in cui il disabile non risulti coniugato o non conviva con il coniuge, ovvero quest'ultimo abbia effettuato espressa rinuncia nei termini sopra indicati, l'art. 42, comma 5, D.Lgs. n. 151/2001 consenta al genitore non convivente di beneficiare del periodo di congedo, anche laddove possa essere garantita idonea assistenza da parte di un convivente more uxorio, non essendo tale soggetto legittimato a fruire del diritto. ALLEGATI 2014 09 15 MLPS INTERPELLO 23- congedo assistenza disabili gravi per genitori in presenza di convivente del disabile Per approfondire la materia Diritti e tutele dei disabili nella scuola Guida alla Legge 104/1992 pp. 148 e-book: € 5,00 È acquistabile dal sito della casa editrice http://www.edizioniconoscenza.it/pro dotto/diritti-e-tutele-dei-disabili-nellascuola-giuda-alla-legge-10492/ a 5 euro in ebook (formato pdf) .. ********** 05. Controlli prenatali della lavoratrice scuola in gravidanza: ne malattia ne visita specialistica Controlli prenatali non sono assenza per malattia né visita specialistica ma semplicemente permessi retribuiti previsti da specifiche disposizioni di legga VEDIAMO IN PROPOSITO ALCUNI ORIENTAMENTIAPPLICATIVI ARAN PRESENTI SUL SITO DELL’ARAN 29/04/2010 Che cosa si deve intendere con “altri permessi retribuiti previsti da specifiche disposizioni di legge”? SCU_017_Orientamenti applicativi “Pare utile precisare che la disposizione dell’ art. 15, comma 7,del CCNL 2006/2009 conferma la vigenza di tutte le norme di leggi che prevedono casi di permesso retribuito - oltre a quelli indicati nel corpo dell’articolo stesso” Ad altro quesito l’ARAN risponde così: Come devono essere considerati gli esami prenatali di cui all'art. 14 del D.Lgs. n. 151/2001 per il personale del comparto? I permessi per esami prenatali, di cui all'art.14 del D.Lgs.n.151/2001, debbono essere ricompresi nella categoria dei "permessi retribuiti" previsti da specifiche disposizioni legislative di cui all'art. 15, comma 7, del CCNL 2007 Ultimo e definitivo orientamento applicativo ARAN in merito - RAL935_Orientamenti Applicativi Permessi retribuiti per accertamenti prenatali previsti dall’art. 14 del D. Lgs. n.151/2001 spettano alle lavoratrici anche se il CCNL non li ha richiamati espressamente ? “Crediamo che non possa esservi alcun dubbio sul diritto della lavoratrice ai permessi retribuiti previsti dall’art. 14 del D. Lgs. 151/2001; come pure è evidente che le relative ore di assenza dal lavoro non devono essere recuperate. Quanto al fatto che tali permessi non troverebbero riscontro nei vigenti CCNL, premesso che trattandosi di disciplina applicabile a tutti i lavoratori, pubblici e privati, non v’è alcun bisogno di una specifica clausola contrattuale, essendo sufficiente la generale previsione dell’art.2, comma 2, del D. Lgs. n.165/2001, si sottolinea, comunque, che l’art. 19, comma 9 del CCNL del 6.7.1995 stabilisce, con rinvio mobile, il diritto del dipendente a tutti i permessi retribuiti previsti da specifiche disposizioni di legge. Quindi Se la lavoratrice in gravidanza ha la necessità di esami prenatali, visite medici, controlli che debbano essere svolti necessariamente durante l'orario di lavoro, ha diritto ai permessi previsi dall’art.15 comma 7 ossia quelli previsti SPECIFICHE DISPOSIZIONI DI LEGGE ed i permessi per controllo parentale lo sono. I permessi per controlli prenatali sono disciplinati dall’art. 7, del D. Lgs. n. 645/1996; art. 15, legge n. 53/2000; INPDAP, circolare n. 24/2000; art. 14, D. Lgs. n. 151/2001; INPS, circolare n. 139/2002. In particolare l’art. 14 del D. Lgs. n. 151/2001 prevede il diritto delle lavoratrici gestanti a permessi retribuiti, non soggetti a recupero, per l’effettuazione di esami prenatali, accertamenti clinici e visite mediche specialistiche, nel caso in cui debbano essere svolti necessariamente durante l’orario di lavoro. Il Contratto Scuola al comma 14 dell’art. 19 dispone l’equiparazione delle categorie di personale dipendente a tempo determinato e indeterminato rispetto alla fruizione dei benefici disposti dal D.Lgs. 151/2001. Tali permessi quindi hanno una loro specificità e non possono essere equiparati ne a malattia ne a visite specialistiche generiche rientranti nelle previsioni della CM 2 del 17 febbraio 2014. Per approfondimenti poi in merito poi alla ns posizione in relazione al trattamento visite specialistiche si vedano gli articoli e gli allegati pubblicati sul ns notiziario 07. Assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici. Inaccettabili 019 - 2014 05 Aprile 2014 NOTIZIARIO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC circolare ministeriale 2 del 17 febbraio 2014 assenze per visite terapie prestazioni ed esami indicazioni del dipartimento della Funzione Pubblica 06. Assenze per prestazioni specialistiche ed esami diagnostici: chiesto un incontro alla Ministra Madia 025 - 2014 13 Maggio 2014 NOTIZIARIO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC 01. Visite specialistiche ed esami diagnostici: il MIUR batte un colpo e ci dà ragione 029 - 2014 30 Maggio 2014 NOTIZIARIO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC 04. Assenze per prestazioni specialistiche ed esami diagnostici: la FLC CGIL impugna la circolare della Funzione Pubblica 030 - 2014 05 Giugno 2014 NOTIZIARIO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC circolare ministeriale 2 del 17 febbraio 2014 assenze per visite terapie prestazioni ed esami avviso del 29 maggio 2014 assenze dipendenti pubblici ********** ISTRUZIONE ADULTI - CPIA 06. Istruzione degli Adulti: CPIA, avvio nel caos. I sindacati chiedono un incontro urgente al Ministero Gravi problemi di inizio d’anno per l’avvio dei CPIA La FLC CGIL insieme a CISL e UIL ha chiesto un incontro urgente al MIUR per sollecitare risposte in merito al caotico avvio dei CPIA che hanno avuto l’autorizzazione al funzionamento, in ottemperanza della circolare 36/014. La mancata attribuzione dei codici alle istituzioni autonome dei CPIA ha determinato nella fase iniziale dell’anno una serie di problemi che potranno impedire anche l’attività didattica. Parliamo dell’impossibilità di attivare un conto corrente che consenta l’accredito dei fondi spettanti al CPIA, di fare un contratto ai neo immessi in ruolo, di sbloccare i finanziamenti dei progetti che garantiscono ad esempio i corsi di lingua italiana. In molti casi non è chiara l’assegnazione della sede autonoma del CPIA e comunque nel caso di cogestione degli spazi con la cosiddetta scuola del mattino è necessario normarne l’utilizzo, anche per motivi di sicurezza. La FLC CGIL aveva avvertito da tempo l’Amministrazione che l’avvio dei CPIA avrebbe avuto bisogno di una cura particolare, essendo troppo farraginosa la normativa discesa dal Regolamento. Infatti, sono troppi i problemi irrisolti che rischiano di compromettere per queste nuove scuole un positivo avvio dell’anno scolastico sia per l’efficacia della loro azione formativa che per tutto il personale in esse impegnato. La FLC CGIL esprime preoccupazione sullo scenario che si palesa dietro le politiche ministeriali sull’Istruzione degli adulti, un settore della scuola che risulta strategico vista la situazione socio economica del Paese che causa aumento della dispersione scolastica e dei bisogni di apprendimento permanente. ___________________ Roma, 23 settembre 2014 Al Dott. Luciano Chiappetta Dipartimento per l’Istruzione Alla Dott.ssa Maria Maddalena Novelli Direttore Generale per il personale scolastico MIUR Oggetto: Richiesta di incontro urgente su istruzione adulti. Le scriventi OO.SS sono venute a conoscenza delle perduranti difficoltà che stanno affrontando i Cpia e i corsi serali a causa di un avvio del nuovo sistema dell'istruzione degli adulti, che al di là delle pastoie burocratiche (codici) si sta rilevando privo di chiarezza normativa. Poichè le scriventi hanno condiviso con l'amministrazione la funzione strategica che l'istruzione degli adulti ha per il Paese nella fase attuale, siamo certe che si voglia condividere un percorso che dia gambe alle norme attuative del Regolamento. A tal fine le scriventi OO.SS chiedono un incontro urgente con le Signorie Loro per valutare gli opportuni interventi. Distinti saluti. FLC CGIL - CISL SCUOLA - UIL SCUOLA ********* 07. Istruzione degli Adulti: pronti i codici dei CPIA A seguito dell’incontro per le economie del MOF, il MIUR ha informato i sindacati in merito all’attivazione dei codici meccanografici dei CPIA. Il 2 ottobre 2014, alla fine dell’incontro di sottoscrizione dell’Intesa sulle economie del MOF a.s. 2013/2014, su nostro sollecito, il Ministero ha fornito un aggiornamento sui CPIA: Comunicazione codici CPIA Finalmente oggi sono stati attribuiti ufficialmente i codici meccanografici ai CPIA, come era stato annunciato qualche giorno fa. Avevamo, in proposito, già chiesto un incontro urgente al Ministero, proprio per sollecitare delle risposte al riguardo. Siamo soddisfatti che questo problema si sia risolto positivamente e che i Centri per l’Istruzione degli Adulti potranno cominciare a operare anche se il Ministero sta ancora proseguendo nelle procedure per il transito del personale in organico e dei CTP associati in rete ai CPIA. Il MIUR si è impegnato, dietro nostra pressante richiesta, a completare le operazioni sul personale entro domattina. Non appena il MEF rilascerà il codice Iban sulla Tesoreria Speciale presso la Banca d’Italia, sarà consentito ai CPIA di operare tramite il Conto Corrente bancario per il riversamento giornaliero delle somme, mentre la Direzione del Bilancio potrà procedere con le relative erogazioni di somme per le supplenze e i compensi accessori, consentendo, in tal modo, la gestione finanziaria di queste nuove strutture. Resta alta, comunque, la nostra attenzione in attesa di “linee guida sul funzionamento dei CPIA” da parte del Ministero. ALLEGATI nota prot. 11391 AOODGPER Dotazioni organiche regionali dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali ed amministrativi dei C.P.I.A anno scolastico 2014/2015 attribuiti ufficialmente i codici meccanografici ai CPIA ********* ITS–IFTS –IEFP – FORMAZIONE PROFESSIONALE- ALTERNANZA 08. Alternanza scuola lavoro nella secondaria superiore: le proposte della FLC CGIL Anche su questo versante ribadiamo il giudizio negativo sul Piano scuola del Governo. Continuano in questi giorni le prese di posizione sul tema del rapporto tra istruzione e lavoro. La FLC oltre a ribadire un giudizio pesantemente negativo sulle finalità e sulle tipologie di intervento previste su questa tematica nel Piano scuola del Governo, interviene con un proprio documento sullo specifico tema dell’alternanza scuola lavoro nella secondaria di secondo grado. Successivamente saranno presentati contributi su ruolo e funzione dell’istruzione tecnica e professionale, Istituti Tecnici Superiori e Poli Tecnico professionali. ALLEGATI contributo flc cgil alternanza scuola lavoro settembre 2014 ********** 09. Istruzione e Formazione Tecnica Superiore: aggiornata la mappa digitale con l’Accordo sul sistema di monitoraggio Presente sul sito anche una raccolta delle norme di settore in vigore. L’art. 69 della Legge 144/99 ha dato l’avvio al complesso processo di costruzione del sistema nazionale di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, finalizzato ad istituire percorsi “non accademici” nell’alta formazione che coniugassero in maniera feconda formazione con il mondo del lavoro. Il comma 631 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ha previsto la riorganizzazione del sistema dell'istruzione e formazione tecnica superiore. L’art. 13 della legge 2 aprile 2007, n. 40, nel ripristinare gli istituti tecnici e professionali nella secondaria di II grado, soppressi dalla Riforma Moratti, peraltro mai entrata concretamente in vigore, ha successivamente previsto l’istituzione degli Istituti Tecnici Superiori nell’ambito della predetta riorganizzazione. Questo complesso processo di trasformazione veniva recepito in maniera compiuta nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 Gennaio 2008. Tale atto normativo prevedeva tre tipologie di interventi: offerta formativa e i programmi di attività realizzati dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS) offerta formativa riguardante i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) la costituzione e lo sviluppo dei Poli tecnico-professionali. In base all’art. 11 del DPCM 25/01/2008 tali interventi possono essere attivati solo se adottati nei piani territoriali triennali di esclusiva competenza delle Regioni. Per diventare operativo il nuovo sistema di formazione tecnica superiore necessitava di una serie di atti normativi applicativi che con lentezza e molte contraddizioni sono stati parzialmente emanati in questi anni. Per comprendere le relazioni e i rapporti tra le norme di settore sin qui emanate, la FLC mette a disposizione due strumenti informatici: una mappa digitale del sistema nazionale di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore che permette di avere un quadro d’insieme di questo segmento del sistema formativo la raccolta delle norme in vigore con i nostri approfondimenti. ATTENZIONE: sia nella mappa che nella raccolta sono presenti esclusivamente le norme effettivamente in vigore. I due strumenti saranno continuamente e tempestivamente aggiornati con l'emanazione di ulteriori disposizioni Consigli per l'utilizzo della mappa digitale La mappa è un documento che consente di poter "navigare" e osservare i rapporti tra le norme in maniera molto libera e senza schemi precostituiti. Tuttavia richiede una fase di studio preliminare che possiamo così riassumere: 1. seguire i percorsi indicati dai differenti colori delle frecce che uniscono le caselle di testo senza cliccare sui link ivi presenti 2. scegliere un percorso a piacere cliccando sui vari link 3. dopo aver completato la lettura dei contenuti ripercorrere il percorso "senza clic" 4. ripetere le operazione di cui ai punti 2) e 3) per gli altri percorsi 5. provare a dare una lettura "complessiva" di tutta la mappa Al termine di queste operazioni, che consentiranno al lettore di impadronirsi dei contenuti della mappa, sarà possibile una lettura libera finalizzata all'individuazione di ulteriori percorsi o rimandi non previsti. Buona navigazione! ALLEGATI mappa digitale sistema nazionale di istruzione e formazione tecnica superiore ********** ORDINAMENTI – RIFORME 10. Geografia generale ed economica Arriva l'ora di "Geografia generale ed economica" nei piani di studio degli indirizzi degli istituti tecnici e professionali, le Linee guida ALLEGATI D.M. del 5 settembre 2014 (versione doc) Geografia generale ed economica in tecnici e professionali D.M. del 5 settembre 2014 (versione pdf) Geografia generale ed economica in tecnici e professionali ********** 11. Riordino secondo ciclo: aggiornata la mappa digitale con le ultime novità normative Uno strumento utile dove sono raccolte esclusivamente le norme in vigore. Segnaliamo ai navigatori del sito che la mappa digitale e la raccolta delle norme in vigore sul secondo ciclo educativo sono state aggiornate con alcune norme relative agli istituti tecnici, agli istituti professionali e al sistema nazionale di IeFP. Consigli per l'utilizzo della mappa digitale La mappa è un documento che consente di poter "navigare" e osservare i rapporti tra le norme in maniera molto libera e senza schemi precostituiti. Tuttavia richiede una fase di studio preliminare che possiamo così riassumere: 1. seguire i percorsi indicati dai differenti colori delle frecce che uniscono le caselle di testo senza cliccare sui link ivi presenti 2. scegliere un percorso a piacere cliccando sui vari link 3. dopo aver completato la lettura dei contenuti ripercorrere il percorso "senza clic" 4. ripetere le operazione di cui ai punti 2) e 3) per gli altri percorsi 5. provare a dare una lettura "complessiva" di tutta la mappa. Al termine di queste operazioni, che consentiranno al lettore di impadronirsi dei contenuti della mappa, sarà possibile una lettura libera finalizzata all'individuazione di ulteriori percorsi o rimandi non previsti. Buona navigazione! ALLEGATI mappa digitale riordino secondo ciclo del sistema educativo ********** OPINIONI A CONFRONTO : LA VALUTAZIONE DELLE SCUOLE 12. Valutare, decidere, governare, valutare…. di Franco De Anna (la “direttiva” del Ministro sul sistema nazionale di valutazione) Premessa (di cui mi scuso) La “direttiva” di un Ministro è un documento di estrema importanza: la nostra Costituzione afferma che i “Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri” (art. 95). Dunque il Ministro declina congiuntamente la dimensione della politica e quella dell’amministrazione che guida. Sicchè una sua “direttiva” è da un lato “traduzione” che investe un oggetto specifico (nel caso il sistema di Valutazione) delle scelte politiche del Governo. Dall’altro è impegnativa circa l’operatività concreta della amministrazione, a partire dai suoi dirigenti e dal lavoro degli uffici che da loro dipendono. Su entrambe si misura la sua responsabilità. Di tale estensione dovr-(à)-(ebbe) dare conto agli elettori e ai cittadini. Invecchiando mi trovo sempre più sensibile ai particolari (il vecchio saggio ed il vecchio stolto sono entrambi topoi abilitati in letteratura..), e leggendo il documento in questione mi chiedevo (per l’ennesima volta) che senso avesse il fatto che una “direttiva” (con il valore ricordato più sopra) sia preceduta da tre pagine di premesse “visto…visto…visto…”) che non possono che essere sconosciute e indifferenti al lettore “cittadino” e che, per altro, sembrano far dipendere la volontà del Ministro da “altro e altrove deciso, e in altro tempo”. Quasi a suggerire una sorta di allontanamento dalla responsabilità diretta. Naturalmente si tratta di una domanda retorica… proprio la citata età mi da(rebbe) modo di inanellare risposte e analisi. Mi basta qui ricordare come tutto ciò sia il segno di una questione che dovremmo tutti porre come permanentemente all’ordine del giorno e che riguarda il ruolo e il funzionamento della Pubblica Amministrazione. Mi si dirà: un atto amministrativo “perfetto” non può che essere corredato da tutti quei “visto…”. Bisogna rassegnarsi… Come si impara studiando i diversi sistemi organizzativi, vi sono inefficienze dovute a regole di legge, che non sono aggirabili economicamente; mentre ve ne sono dovute a procedure ripetute nell’uso e consolidate come “regole”. Su queste si può e si deve agire e cambiare, in attesa che cambino le leggi, ovviamente con altri strumenti e protagonisti. Suggerisco: se un Ministro si presentasse a cittadini, elettori e apparato di cui è responsabile finale con una “dichiarazione programmatica” estesa e esauriente, e ne ricavasse, per esempio a cadenza annuale, una altrettanto esauriente “Determinazione” (stiamo all’interno del Diritto Amministrativo, non fuori..) gli atti conseguenti a quella “determina” potrebbero agevolmente semplificare la pagine di “visto…visto..” e recare un solo riferimento alla “determina” stessa. Cittadini, utenti, dipendenti ai quali si affidano le realizzazioni, avrebbero più chiare non solo le idee, ma i quadri di responsabilità… (..ma forse proprio questo è il problema..). Potrebbe essere una sensata “mediazione” tra una comunicazione squisitamente politica che ha tardivamente e disinvoltamente scoperto PowerPoint, e una comunicazione amministrativa, in teoria impegnativa del “fare” coerente alla prima, ma che continua a proporsi con questa fatica di lettura. Le conferme La struttura del Sistema Nazionale di Valutazione è sostanzialmente confermata in questa direttiva (né potrebbe essere altrimenti, con tutti quei “visto”…). I punti fermi sono in sintesi: Autovalutazione delle scuole che compilano un proprio rapporto Finalizzazione della valutazione al miglioramento con obiettivi /progetti individuati attraverso l’autovalutazione Valutazione esterna da parte di nuclei di valutazione coordinati dagli Ispettori Valutazione dei dirigenti scolastici connessa al processo di valutazione delle scuole in particolare gli impegni e realizzazioni del miglioramento Rilevazioni nazionali su base censuaria dei livelli di apprendimento, con restituzione dei rapporti alle singole scuole ed al “sistema”. I soggetti del sistema, insieme al Ministro, sono i due Istituti Nazionali (INVALSI e INDIRE) in funzione tecnico scientifica (protocolli di valutazione, assistenza e consulenza alle scuole per il miglioramento, per la formazione e la documentazione) e una Conferenza di coordinamento per il Sistema Nazionale di Valutazione in funzione di governance. La tempistica e gli impegni La direttiva indica gli impegni che coinvolgono i protagonisti A partire da Ottobre 2014 INVALSI predispone il format omogeneo del rapporto di valutazione che dovrà essere compilato dalle scuole. Su tale base le scuole avvieranno il processo di autovalutazione. In parallelo il MIUR avvierà attività di formazione per gli operatori delle scuole coinvolti (a partire dai Dirigenti Scolastici e dei referenti per la valutazione) Dicembre 2014 INVALSI definisce gli indicatori per la valutazione dei Dirigenti Scolastici, che saranno oggetto di confronto in sede di relazioni sindacali e con associazioni. Gennaio/Giugno 2015 apertura di una piattaforma nazionale curata dal sistema informativo del MIUR, e disponibilità dei dati per il confronto e la comparabilità dei rapporti di autovalutazione Luglio 2015 Pubblicazione dei rapporti di autovalutazione sul sito delle scuole e su ”scuola in chiaro”. Ottobre 2015 L’INVALSI compilerà un “rapporto sul sistema scolastico italiano” che avrà poi cadenza annuale, tenendo conto e collegando l’insieme delle attività di valutazione (dalle rilevazioni degli apprendimenti all’autovalutazione e valutazione esterna delle scuole, nonché della valutazione dei Dirigenti Scolastici, quando a regime). Impegno interessante e positivo. Nel frattempo… Invalsi provvederà a definire i nuclei di valutazione esterna delle scuole (ispettori, valutatori..) a selezionarli e formarli Anno scolastico 2015/2016 le scuole implementeranno i piani di miglioramento definiti nei rapporti di autovalutazione. Anno scolastico 2015/16 avvio della attività di valutazione esterna della scuole affidata ai nuclei di valutazione coordinati dagli Ispettori. Termine anno scolastico 2016/2017 le scuole formuleranno il primo rapporto di rendicontazione sociale con gli esiti dei piani di miglioramento. Lungo il Triennio considerato, l’INVALSI proseguirà con la rilevazione dei livelli di apprendimento e avrà cura di migliorare gli strumenti di restituzione dei risultati alle singole scuole e supporterà l’analisi differenziata dei propri dati da parte delle stesse. Naturalmente si tenga conto che il circuito “valutare-decidere-governare” è circolare e va percorso e ripercorso ad anello, perché la valutazione abbia senso progressivo… Le conferme problematiche Come risulta chiaro da quanto precede, la conferma sostanziale della architettura del SNV, con l’indicazione della tempistica degli impegni per il triennio, lasciano però aperto il campo a molti degli interrogativi che hanno animato il dibattito politico e scientifico in questi mesi. Ne indico di seguito alcuni. Strumenti e protocolli. La Direttiva fa riferimento alla predisposizione, in particolare da parte dell’INVALSI, degli strumenti tecnico-scientifici necessari per affrontare i compiti indicati. Ma non anticipa criteri o orientamenti. In particolare sono di grande problematicità tecnica e di delicatezza politica - La definizione del format per l‘autovalutazione e, ovviamente, della batteria degli indicatori che saranno definiti per la costruzione del rapporto stesso - La definizione del set di indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici (e il vincolo normativo e contrattuale che comunque dovrà essere esplorato Autovalutazione delle scuole. Personalmente ritengo che l’autovalutazione, come impegno che sfida l’autonomia della singola organizzazione costituisca una sorta di indicatore della propensione al miglioramento. (si veda un mio contributo sul sito “Lo specchio senza Narciso”). Ma per assumere tale valore deve corrispondere ad un impegno che si radica, sia pure progressivamente, entro la cultura organizzativa della singola scuole e entro il lavoro concreto dei docenti, del dirigente, di tutti gli operatori. Questa è la storia di molte delle sperimentazioni di modelli “autocostruiti” (vedere per tutti www.aumi.it) che in questi anni si sono sviluppati. Il grande impegno di fondo è quello di reperire e assemblare i dati necessari al calcolo ed all’apprezzamento degli indicatori individuati per “misurare” la qualità del servizio offerto e dunque di “autovalutarsi”. Si comprende che, dando vita alla dimensione di “sistema” occorra “standardizzare” modelli, indicatori, scale di valutazione, in modo che i criteri e gli esiti valutativi siano confrontabili e consentano di ricostruire una panoramica sistemica. Occorre però tenere in debito conto il fatto che la standardizzazione dei modelli, pure necessaria, non può sostituire quell’impegno a reperire dati e a connetterli in indicatori “di sé”. L’autovalutazione non può ridursi alla “compilazione di un report”, pena il rischio di “conformizzare” (più o meno opportunisticamente) un adempimento. Il medesimo rischio corre la definizione dei progetti di miglioramento, quando siano slegati dall’impegno effettivo di autoanalisi. A rinforzare tale rischio contribuisce anche la “centralizzazione” relativa delle fonti di dati. (“Scuole in chiaro” per esempio). Occorre distinguere tra l’agevolare la definizione di indicatori (di efficacia, di efficienza, di input, di contesto..) e fornire alle scuole il dato già determinato, esentando proprio dall’impegno autoanalitico. Tanto più che la gran parte dei dati, su cui lavora “Scuola in chiaro” e che ripropone spesso con problematica significatività (si vedano per esempio le analisi dei bilanci), provengono, in definitiva, dalla “fonte scuola”. Direi dunque: definiamo la batteria degli indicatori. Diamo alla scuola l’impegno di calcolarli con i dati (i suoi) prelevati sul campo…Il valore dell’autoanalisi, prima ancora dei suoi esiti, sta proprio in quell’impegno. Forniamo i dati di sistema per il confronto e il benchmark, ma non sostituiamo l’impegno autoanalitico. Essere consapevoli di tali rischi significa adottare le misure opportune, per esempio nei dispositivi di “controllo della coerenza interna” che possono essere inseriti nei modelli di report; oppure l’attenzione posta nella formazione dei Dirigenti Scolastici e dei referenti per la valutazione. Indicatori per la valutazione dei dirigenti. L’INVALSI dovrà definirli tenendo conto di un doppio riferimento: i risultati raggiunti nei progetti di miglioramento definiti con l’autovalutazione e la loro parametrizzazione rispetto alle “aree” di responsabilità organizzativa e gestionale riconducibili ai compiti specifici del Dirigente Scolastico come indicate nel Decreto Legislativo 165/2001 (e modificazioni). Ricordo che tali aree sono così definite: 1) promozione della qualità dei processi formativi, 2) Direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane 3) Relazioni esterne e collaborazioni con le risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio. 4) Organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali e controllo di gestione. Del resto, a partire dal dettato del decreto legislativo 165 si sono state a suo tempo (lontano) definite disposizioni di tipo contrattuale. La delicatezza “politica” del compito di definire tali indicatori è evidente; ma anche dal punto di vista scientifico vi sono avvertenze fondamentali. La valutazione obiettivi/risultati, così semplice dal punto di vista concettuale e per la definizione di strumenti (mai perfetti comunque), è coerente con una organizzazione (e con figure professionali) definite sulla base di modelli MBO (Management By Objective). Organizzazioni (e profili di ruolo) costruiti sul paradigma obiettivirisultati e dunque valutabili attraverso quel modello. Ma la Pubblica Amministrazione, il Diritto Amministrativo, e la Scuola che è tributaria di entrambi i modelli, non sono riconducibili a gestione per obiettivi. Nella PA (e nella scuola) il peso delle “procedure” rispetto agli obiettivi è (ancora?!) determinante. Occorrono modelli valutativi più complessi se si vuole controllare il rischio di rendere il modello nulla di più di una cosmesi e di una ”conformizzazione” più o meno opportunistica. Si veda il funzionamento concreto dei modelli di valutazione obiettivi-risultati applicati alla dirigenza amministrativa…. Per approfondire più di quanto si possa fare qui la problematica del diverso modello di valutazione tra organizzazioni a parametri variabili (obiettivi risultati) e organizzazioni a parametri costanti (procedure) posso autocitarmi (Franco De Anna, “Valutare i Dirigenti della scuola, strumenti, metodologie, sfide culturali”, Casa Editrice Spaggiari). La rendicontazione sociale che nella direttiva dovrebbe (come da regolamento…) “coronare” l’impegno valutativo (autovalutazione, miglioramento, valutazione esterna…) in realtà è la semplice citazione di un impegno collocato a fine triennio. Nulla si dice né dei modelli possibili di rendicontazione sociale, né chi e come procederà a consolidarli con preoccupazioni comparative analoghe a quelle che suggeriscono la standardizzazione del format di autovalutazione. L’affermazione che il rapporto di rendicontazione sociale sarà pubblicato su “Scuola in Chiaro” alla fine del triennio e terrà conto dei progetti di miglioramento e del loro risultati, fa pensare ad una concezione di “rendicontazione sociale” di portata assai ridotta. Il Bilancio Sociale è prima di tutto una “filosofia” e poi un “modello di report”. Ma è filosofia così lontana da quella della PA, che si comprende la limitatezza del riferimento. (anche qui mi autocito. Franco De Anna, ”Autonomia scolastica e rendicontazione sociale”, Franco Angeli Editore. Il già fatto ed il da farsi Difficile rielaborare una valutazione complessiva di una direttiva con tali caratteristiche di conferma di architetture e di rimando a impegni temporali serrati, ma con silenzi importanti circa criteri e direttive per la costruzione degli strumenti operativi. Costruire un Sistema Nazionale di Valutazione è una impresa scientifica e politica complessa. Necessita di impegno temporale, pazienza, attenzione falsificante, disponibilità a verificare sempre strumenti e criteri, e modificarli quando la esperienza sul campo lo richieda. Da scongiurarsi due atteggiamenti: che si possa “partire” solo quando gli strumenti siano “quelli giusti” (in realtà la dimensione della “ricerca” è ineliminabile: l’attesa della perfezione dei prodotti è semplicemente incentivo all’immobilità); e che si debba “ricominciare daccapo” ad ogni svolta politica o mutamento di responsabilità amministrativa e/o di Governo. Personalmente ho partecipato “sul campo”, come valutatore, a tutti i progetti di valutazione delle scuole che si sono sviluppati in questi anni. Dalle valutazioni legate ai progetti PON europei, alle esperienze di VALES e Valutazione Miglioramento. Con qualche puntata a Valutazione e Merito… Per tacere della valutazione dei Dirigenti che ho seguito in tutti i tentativi di sperimentazione (SIVADIS) a partire dalla istituzione dell’autonomia. Per ciascuna esperienza ho presente il quadro critico di miglioramenti possibili, di modificazione di protocolli e strumenti, di problematiche relative all’osservazione sul campo e ai caratteri professionali degli “osservatori”. Considero il “ricominciare daccapo” un vero e proprio spreco di risorse umane, culturali, economiche, sacrificate sull’altare dell’immagine “veramente innovativa” che ogni nuovo decisore politico vuole proporre. Per stare all’oggi: si è chiusa la sperimentazione VALES e Valutazione Miglioramento: vi sarebbe da procedere al riesame critico serrato e approfondito su almeno due aspetti: i protocolli, gli strumenti, gli indicatori, che necessitano di razionalizzazione, approfondimento da un lato e probabile semplificazione dall’altro. Il secondo aspetto è quello legato agli osservatori/valutatori e del loro lavoro sul campo. Occorre approfondire reclutamento, selezione, formazione, per un lavoro che ha un contenuto di forte professionalità. (Per inciso: a partire proprio dagli ispettori. La qualifica ispettiva è tutt’altro che automaticamente legata a competenze di assessor.. Se ragioni totalmente “Amministrative” pongono come inevitabile tale presenza sulla base di un astratto “profilo di ruolo”, sarà tanto più necessario l’impegno a costruire realmente il contenuto professionale necessario di chi assume ruolo di coordinamento dei nuclei di valutazione). Finora tutto ciò è stato fatto in fretta e pure ha dato modo di rilevare elementi di interesse, come per esempio quelli legati alla composizione mista dei nuclei di valutazione: giovani ricercatori “nuovi” di scuola e esperti e provati professionisti della scuola stessa. Occorrerebbe che tale impegno critico dell’esperienza condotta fosse “cosa pubblica”. Un modo anche per “disattivare” le pregiudiziali negative, le distanze e le asimmetrie che ogni “valutazione” comporta, e dunque per esplorare il dialogo necessario per la continuità e la “legittimazione” sociale. Nulla di tutto ciò, di tale necessario impegno di revisione critica della sperimentazione condotta compare nella direttiva. (non c’è neppure nei “visto…visto…” iniziali). Ciò non significa che non si faccia: ma che non se ne parli preoccupa. Come preoccupa il fatto che la valutazione esterna, che si lega a tali esperienze appena condotte (VALES e Valutazione Miglioramento) sia di fatto rinviata al 2015/16, con un anno di intervallo rispetto alla possibile continuità nei confronti della sperimentazione stessa. Ultime osservazioni in forma di domande: la valutazione del sistema di istruzione e formazione professionale è riportata, nella direttiva, al confronto con la Conferenza Unificata e con il Ministero del Lavoro. Ovvio, viste le competenze delle Regioni nella Formazione Professionale. Ma la “il sistema educativo di educazione” e la sua valutazione, con le priorità che sono positivamente elencate nella Direttiva (lotta alla dispersione scolastica, riduzione delle differenze geografiche e tra scuole; valorizzazione degli esiti degli studenti con attenzione all’Università e al lavoro..) non “incrociano” il ruolo della governance della Conferenza Unificata”? La “valutazione del sistema” è una partita che si gioca tra Ministero, scuole, INVALSI e INDIRE? E gli Istituti della ricerca educativa (e la loro affermata autonomia tecnico scientifica) non troverebbero presidio rinforzante proprio superando la stretta dipendenza dal Ministero e dilatando la loro prospettiva come “tecnostrutture” del sistema misto di governance? C’è un pezzo di Costituzione coinvolto (sia pure bisognoso di modifiche come il Titolo I). E a proposito di valore costituzionale: le scuole autonome portatrici di un valore costituzionale, sono solamente soggetti passivi nella governance del sistema di valutazione nazionale? Che forme dare ad una loro eventuale rappresentanza? ********** SCUOLA : NAVIGANDO IN RETE 13. Tullio De Mauro: “La scuola di Renzi è un passo nel vuoto” Scuola, inglese, riforme, parole. Intervista a Tullio De Mauro, linguista ed ex ministro della Pubblica Istruzione «In Francia è stata fatta una consultazione sulla scuola, ma vennero prima formulate le domande. È stato un metodo serio. La consultazione di di Renzi non mi sembra seria». di Carmelo Caruso Si abusa delle parole? «Si abusa spesso, ma è impossibile sanzionare l’abuso di parola». E’ la parola “scuola” la nostra parola abusata? «L’abuso è largo, ampio». Matteo Renzi abusa della parola scuola come abusa dell’inglese? «Il primo abuso è la parola riforma. Ormai si usa per il più banale provvedimento». Le piace la “Buona scuola” del governo? «Mi sembra vaga. Quali risorse? Quali tempi? Ho l’impressione che sia un passo nel vuoto». Nel suo appartamento romano, anzi romanesco, direbbe lo storico che ha nobilitato sillabe e dialetti, Tullio De Mauro sorveglia gli innesti dell’idioma, i guasti della lingua che ha contribuito a elevare a scienza sfidando perfino le raccomandazioni del patriota Niccolò Tommaseo che considerava la linguistica la disciplina dei barbari. «Sono e rimango un linguista». Ministro per responsabilità? «In realtà da un bottone ho fatto un cappotto». De Mauro è il più integro dei ministri restituitoci da Trastevere, un ministero che ha flagellato carriere di storici, rettori, politici, il vero cimitero delle buone intenzioni italiane. E infatti il professore, restituito al diletto e al divagare, è un indulgente uomo di lettere di 82 anni vestito come un preside tutto sintassi e disciplina, un brevilineo che si controlla a tavola, tradito da orecchie alate che gli tolgono severità accademica. Renzi riuscirà a riformare la scuola? «C’è sicuramente più comprensione rispetto al passato, ma si deve capire dove e come riformare. Antonio Ruberti, ex ministro della Pubblica Istruzione, usava la formula “suscitare attese”, annunciare cose che non si possono realizzare. Ho questa stessa impressione leggendo la “Buona Scuola”. Sono buoni annunci, ma vengono ignorati i meccanismi di realizzazione». Si possono assumere 148 mila precari in un anno? «No, è fuori dalla realtà per ragioni finanziarie. Non si sa dove possano essere recuperati nel bilancio del 2015». De Mauro si protegge dalla conversazione inutile resistendo al telefonino che si ostina a non acquistare e dice che così tesaurizzi tempo, «se lo avessi le sollecitazioni alla conversazione sarebbero tante», un capitale munifico di ore che rendiconta e spartisce, insomma esaurisce. Ed esaurimento è la parola che utilizza la scuola per indicare i supplenti che sono appunto a (rischio) esaurimento, daex haurire: dissolti, consumati e dissipati. È giusto assumere in blocco i precari delle graduatorie ad esaurimento? «Anche questo aspetto mi sembra discutibile. Si dice: assumiamo tutti. In realtà, molti precari sono bravi, molti no. Hanno insegnato con mille difficoltà. E’ stato impossibile per loro aggiornarsi». Si possono lasciare fuori gli insegnanti che si sono abilitati negli ultimi anni e gli idonei dell’ultimo concorso? «Comprendo le loro proteste. Hanno ragione. Sono i sopravvissuti che vengono così lasciati ancora nell’indeterminatezza. Servivano concorsi con cadenza biennale, come del resto era previsto dalla legge». Basta un riconoscimento di 60 euro per motivare i nostri professori? «Da ministro feci avere un aumento di 100 euro. L’Ocse dice che c’è una relazione tra retribuzione economica e produttività. Il deprezzamento finanziario attrae solo santi missionari». La convince il sistema di valutazione degli insegnanti? «Mi lascia perplesso così come la parte che riguarda i presidi». La biografia di De Mauro, che ha accettato di pubblicare per il Mulino, forno nazionale di idee, è un esempio di scrittura parca dal titolo gozzaniano Parole di giorni un po’ meno lontani, un incrocio di vocali e atenei, la vita piena e militante dello studioso di sinistra. La sinistra ha rallentato l’evoluzione della scuola? «La sinistra è stata riottosa di fronte allo sviluppo della scuola. Ha dominato l’idea paritaria, promossa dai sindacati, che i dipendenti pubblici siano tutti uguali. Anche uno studioso vicino al Pci come Concetto Marchesi non voleva l’innalzamento dell’obbligo scolastico». L’inglese della “Buona scuola” sarà sempre quello di Nando Mericoni, americano che parla come i sonetti del Belli? «Nel piano del governo si dice che bisogna studiare più lingue straniere, ma gli insegnanti alle elementari non ci sono. Manca la competenza. Si è provato a formare docenti d’inglese con 50 ore, purtroppo non è così che si impara a insegnare». L’inglese di Renzi è l’ultima polverosità della politica? «Utilizzato in quel modo è inutile, ma ci fa sentire più sicuri, ci veste di internazionalità a buon mercato. Non è altro che il latino usato dall’Azzeccagarbugli con Renzo. Chi sa parlare davvero l’inglese ha imbarazzo a parlarlo». Nella “Buona scuola”, che De Mauro ha letto, c’è il diluvio dell’inglese, l’alluvione dello slang manageriale: comfort zone,problem solving, design challenge, digital divide, gamification, nudging, digital makers, hackathon, la nuova antilingua che imbroglia ma non spiega. I neologismi illuminano o oscurano? «Credo che il nostro premier ricorra ai neologismi perché gli mancano le parole o non vuole usare le parole giuste». È la supplentitela sciagura della scuola? «La sciagura non sono i supplenti, ma i vecchi programmi, l’aggiornamento, i bassi stipendi, la confusione amministrativa». E deve essere proprio il disordine l’avversario di De Mauro. La sua casa rispetta la grammatica dell’uomo di tempra solida, la rigidità morale dei filosofi campani, l’etica di Croce e l’empirismo di Vico. E c’è la stessa essenzialità nelle sovrane maniere, nell’arredamento delle sue stanze che divide con la moglie anch’essa studiosa della lingua, nella libreria che è una composizione immune da bizzarrie che invece di riempirsi si svuota di libri, «li dono. Gli ultimi che ho regalato sono testi dialettali». Perché la scuola è irriformabile? «Non si è mai riuscita a riformare perché la classe politica, imprenditoriale ha sempre nutrito una diffidenza verso l’istruzione. Queste classi non amano la crescita del livello d’istruzione. Norvegia e Finlandia erano paesi poveri ma hanno puntato sull’istruzione a partire dalla bellezza degli edifici. Qui gli unici edifici di valore sono quelli di Reggio Emilia e Ferrara». Non sono le stesse parole di Renzi? «Giuseppe Bottai che era un razzista, ma un grande ministro, per i primi sei mesi preferì ispezionare le scuole senza nessun preavviso. Questo significa andare a vedere seriamente le scuole». Il primo giorno di scuola con i ministri è stato solo passerella? «No. E anche se fosse, meglio questa passerella che Porta a Porta». Le riforme si condividono? «In Francia è stata fatta una consultazione sulla scuola, ma vennero prima formulate le domande. È stato un metodo serio. La consultazione di Renzi non mi sembra seria». Detesta la velocità? «La politica deve essere veloce, ma la velocità è diversa dalla fretta. C’è la voglia di accelerare di affrettarsi per poter spendere eventualmente questi provvedimenti in una competizione elettorale». Ha smesso di insegnare? «Da quattro anni». Le manca? «Mi manca e tornerei. Negli Usa non c’è un limite di età. Tuttavia è giusto lasciare il passo». È un parruccone, un “professionista della tartina” come dice il premier? «Mi sembra aria fritta questa polemica». Si stanca a volte di leggere? «Di leggere no, di leggere scemenze sì. Per i buoni libri ho ancora tempo». **********
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