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n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
Comprare idee
per evitare il
declino
Apple starebbe per comprarsi Beats Audio
per qualcosa di simile a 3 miliardi di dollari:
è l’ultima di una serie oramai lunghissima
di acquisizioni miliardarie di aziende promettenti da parte dei colossi della Silicon
Valley. Un altro colpo che si affianca a quelli
che hanno fatto molto parlare in questi
primi mesi dell’anno, come l’acquisizione
di Nest da parte di Google, per poco più
di 3 miliardi di dollari; o come la doppietta
messa a segno nel giro di poche settimane
da Facebook: 19 miliardi di dollari per WhatsApp e 2 milardi per Oculus VR. E questa
non è che la punta dell’iceberg: i colossi
della Silicon Valley sembra che vogliano
comprare qualsiasi azienda “respiri”,
e il tutto infischiandosene delle regole
classiche della valutazione d’impresa, dei
moltiplicatori, anche quelli più ottimistici, e
dei criteri di Discounted Cash Flow. Miliardi
di dollari per società che non hanno mai
realizzato utili.
C’è chi dice che siano gli ultimi botti prima
dello scoppio di un’altra bolla, come quella
delle “dot com” di qualche anno fa; c’è
invece chi dice che alla base di questo
“shopping compulsivo” ci sia solo una corsa
all’impazzata (anche un po’ “provinciale”)
per il dominio tecnologico nella Silicon
valley. Ma a ben vedere c’è più razionalità
di quanto non sembri.
Il contesto tecnologico muta più velocemente della capacità delle aziende di reagire alle mutate condizioni dello scenario; in
queste condizioni chi non vuole declinare
in breve tempo è condannato a sfornare
sempre nuove idee. Ma le grandi multinazionali - questo sembrano finalmente aver
capito i colossi americani – sono schiave
dei loro stessi sistemi di coordinamento e
controllo; sono ostaggio dei budget, della
contabilità analitica, delle lunghe catene
decisionali, degli schemi organizzativi a
matrice. Sono pachidermi rallentati da selve
di email, comitati e procedure; resi incapaci
di reagire velocemente dalla loro stessa
struttura organizzativa e fiaccati dal cancro
delle riunioni continue. Spesso impegna
di più l’onorarare le “liturgie interne” che
analizzare e gestire minacce e opportunità
provenienti del mondo esterno. E così i
grandi della Silicon Valley invece di farsele
venire le idee, hanno deciso che è meglio
comperarsele. Ottenendo anche l’effetto
piacevole di non vedersele soffiare dalla
concorrenza.
E le valutazioni pazze? Sì, alcune sono
proprio pazze, se si pensa al potenziale
delle aziende acquisite nell’ipotesi che
fossero lasciate autonome. La scommessa
è invece che quell’idea acquistata, che al
“pachiderma” non sarebbe mai venuta,
magari potrebbe rivelarsi decisiva per
salvare tutta la baracca tra cinque anni. E a
questa stregua, i miliardi per le acquisizioni
potrebbero essere giustificati o addirittura
rivelarsi a buon mercato.
E le grandi multinazionali dell’elettronica
di consumo dell’Estremo Oriente stanno
imparando la lezione o pensano di poter
evolvere sempre e solo sulle base delle
proprie (non sempre brillanti) idee?
Gianfranco GIARDINA
MAGAZINE
Il Nabucco in 4K
Sony, tutti i dettagli I trucchi per far durare
di più la batteria
gratis in streaming dei nuovi TV
11 dell’iPhone
sui TV Samsung 08 Ultra HD
21
SGM dice addio a Marcopolo Expert
Unieuro unica insegna del gruppo
Unieuro, con un restyling, diventa da settembre il marchio
unico di tutti i 400 negozi del gruppo SGM Distribuzione
02
Con Ascend P7 Huawei lancia 33
la sfida a Samsung e Apple
Huawei ha presentato Ascend P7, nuovo
smartphone Android top di gamma curato
in ogni dettaglio. In vendita in Italia a 399€
0x
19
Vivitek D966HD, il proiettore
perfetto per i Mondiali di calcio
Sony Xperia Z2
Tablet, potenza
in abito “skinny”
36
LG G Pad 8.3
Il tablet “a prova
di famiglia”
Il Vivitek D966HD è un DLP pensato per i locali
40
luminosi: lo abbiamo provato anche al bar
42
In prova 5 diffusori
per smartphone
a meno di 50 euro
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MERCATO SGM Distribuzione lo ha annunciato in una convention. Entro settembre il cambiamento
Addio Marcopolo Expert, Unieuro insegna unica
Unieuro diventa, con un restyling, il marchio unico di tutti i 400 negozi del gruppo
A
di Gianfranco GIARDINA
volte il destino è strano: pochi mesi fa abbiamo riportato
la notizia dell’acquisizione di
Unieuro (da tempo in difficoltà) da
parte di SGM Distribuzione, la società da anni proprietaria di Marcopolo
Expert. Si sapeva che il destino sarebbe stato quello di un’unificazione,
ma colpisce vedere che l’insegna
che, almeno a livello di comunicazione, soccombe è proprio quella
arancione: tutti i negozi del gruppo
verranno infatti presto riuniti sotto
una sola insegna, Unieuro appunto.
L’annuncio - che era nell’aria da qualche tempo - è stato il 9 maggio, alla
convention di SGM Distribuzione al
Teatro della Luna ad Assago (MI).
Il comprato che si “mangia”
il compratore?

Ma come - osserverà qualcuno -, il
comprato si è “mangiato” il compratore? No, nulla di tutto ciò, semplicemente il management di SGM ha
scelto la cosa giusta da fare, e per
diversi motivi. Innanzitutto va detto
che i punti vendita SGM erano popolari più per il marchio Expert che per
quello Marcopolo; ma Expert è un
consorzio internazionale e il marchio
non è di proprietà di SGM. Parallelamente, l’acquisizione di Unieuro
è stata “completa” e ha riguardato
anche il marchio e non solo l’avviamento dei punti vendita: già questo
sarebbe stato un buon motivo per
scartare Expert a favore di Unieuro.
Ma un’opzione poteva essere quella
di mantenere il marchio Marcopolo: i
vertici di SGM hanno quindi commissionato una ricerca per capire cosa
valesse la pena di fare ed è emerso
chiaramente che Unieuro, anche se
ha perso molte posizioni negli ultimi
anni, sia un brand molto forte, che
beneficia ancora addirittura della
celebre campagna televisiva con
Tonino Guerra che inneggiava all’era
dell’ottimismo. Dato che il progetto
della società è quello di approcciare entro due-tre anni la quotazione
torna al sommario
Apple
si compra
le cuffie
e lo streaming
di Beats?
Secondo diverse fonti
Apple è in trattativa
per l’acquisizione di
Beats Electronics per
la modica cifra di 3,2
miliardi di dollari. Il più
grande investimento
mai fatto da Apple
in borsa (e questo evidentemente si
può fare solo con un marchio di proprietà), la scelta di riunire sotto l’insegna Unieuro tutta la rete di negozi
è apparsa la scelta più sensata. Sensata ma di certo dolorosa, visto che
alla guida di SGM da quasi ottant’anni c’è la famiglia Silvestrini (affiancata
ora dal fondo Rhone Capital): dover
rinunciare al nome Marcopolo e all’insegna Expert non deve essere
stato facile.
Entro settembre
il cambiamento di insegna
su tutta la rete
Fatto sta che è nato un nuovo marchio (studiato da un primario studio
di brand positioning internazionale)
che eredita i colori sociali delle due
anime (l’arancione di Marcopolo e
il blu di Unieuro) e porterà da qui a
settembre tutta la rete (173 negozi di
proprietà e circa 230 negozi associati) ad essere riunita sotto la stessa
insegna. Si partirà dal 25 giugno in
tutti i punti vendita della Lombardia, seguiti da tutte le altre regioni
nel corso dell’estate, fino agli ultimi
“rebranding” nella prima metà di settembre, per arrivare a ottobre al lancio nazionale della “nuova” Unieuro,
con una campagna pubblicitaria televisiva che si prevede massiccia e
capillare.
Anche i siti delle due insegne verranno riuniti sotto un nuovo sito (che
erediterà buona parte delle funzioni
da quello attuale di Marcopolo, di
più recente concezione): continuerà
ad essere offerta, su tutta la rete dei
negozi di proprietà, la possibilità di
acquisto online e ritiro in negozio,
uno degli elementi di maggiore differenziazione dell’offerta multicanale
di Marcopolo.
A questo proposito, Giancarlo Nicosanti, amministratore delegato di
SGM Distribuzione, ha detto che la
multicanalità di negozio e online è
un must assoluto per andare incontro alle esigenze del cliente ma che
è necessario che il delta massimo di
prezzo tra i due canali sia contenuto
al massimo in un 5%: “Per ottenere
questo obiettivo - ha detto Nicosanti - sarà necessario diventare molto
più efficienti; ma la responsabilità di
questo obiettivo deve essere condivisa con l’Industria, che deve fare la
sua parte.”
Essere i migliori o morte!
A margine dell’incontro, Giancarlo
Nicosanti ha cercato di delineare
il futuro del mercato: “A fare il mestiere del retailer nel nostro settore
in Italia siamo sicuramente in troppi,
quindi qualcuno presto o tardi morirà e molti nodi potrebbero venire
già al pettine nel corso del 2014. C’è
solo una strada - ha concluso Nicosanti -: essere più bravi degli altri!”.
Ovviamente non basta dirlo: se la
nuova Unieuro riuscirà ad essere
più brava degli altri lo decreteranno
ovviamente i clienti. Come i vertici di
SGM hanno sentenziato: “È il cliente
che detta le regole”. E sarebbe ora
che tutto il mercato lo capisse.
di Paolo CENTOFANTI
Secondo il “Financial Times”,
Apple sarebbe in trattativa con
Beats Electronics, per rilevare
l’azienda famosa per le cuffie
Beats by Dr. Dre e per il servizio
di streaming Beats Music, per
la cifra di 3,2 miliardi di dollari.
La notizia è stata indipendentemente corroborata anche dal
“New York Times” e dal “Wall
Street Journal”. La trattativa non
sarebbe ancora stata chiusa, ma
appare essere qualcosa di più
di una semplice indiscrezione di
mercato.
Si tratterebbe di un’acquisizione
anomala per Apple, sia per l’entità dell’investimento, sia per la
fama del marchio Beats, già ampiamente affermato sul mercato. Secondo il “New York Post”,
inoltre, Apple starebbe portando
a bordo in veste di consulente
creativo del CEO Tim Cook, Jimmy Iovine già CEO di Beats oltre
che figura di spicco dell’industria
discografica.
Ad Apple farebbero gola sia il
lucrativo business delle cuffie
e degli accessori audio, che sarebbero un match perfetto per i
prodotti Apple, che naturalmente il servizio di streaming Beats
Music, partito in pompa magna
negli Stati Uniti, e che servirebbe
ad Apple per allargare la propria
offerta musicale oltre il classico
digital download.
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MERCATO Pronta la riforma che elimina il canone fisso a favore di una tassa a livelli
Il canone Rai cambia e diventerà “equo”
L’obiettivo del Governo Renzi è cancellare l’evasione a partire dal prossimo anno
A
zzerare l’evasione del Canone
Rai a partire dal 2015: è questa
la nuova “missione impossibile” del Governo Renzi. Il canone Rai,
nome comune della tassa per il possesso di un apparecchio radio-televisivo, è la tassa più evasa dagli italiani,
un danno per le casse dello stato e
della TV pubblica quantificabile in circa 1.7 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. A fare il punto della situazione ci ha pensato il neo segretario alle
Comunicazioni, Antonello Giacomelli,
che parla del 27% delle famiglie insolventi e di fenomeno imbarazzante.
Come farà lo Stato a recuperare il
canone non versato? Niente bolletta
elettrica, per fortuna, e nemmeno una
tassa legata al possesso della casa,
ma un nuovo tipo di canone calcolato
MERCATO
Cirrus Logic
compra Wolfson
Nel mondo dei convertitori audio
i concorrenti si sono sempre
potuti contare sulle dita di una
mano, tra questi la scozzese
Wolfson si era ritagliata una
buona fama per la qualità dei
suoi prodotti. Però la vera fortuna di Wolfson era la fornitura di
chipset per smartphone, dove
era diventata una dei primi fornitori di Samsung e Apple; inoltre
era uno dei principali fornitori di
Blackberry. Con l’avvento della
tecnologia 4G e il crollo del marchio Blackberry però il mercato
si è diretto in un’altra direzione e
la sola vendita di chip audio non
poteva reggere questa perdita.
Così i brillanti bilanci di Wolfson
e le radiosi previsioni di bilancio
sono state riviste. Tanto che Cirrus Logic ha lanciato l’offerta di
278 milioni di sterline per rilevare Wolfson, offerta accettata con
le solite frasi di circostanza dalla
presidenza della casa scozzese.
Ora la procedura di cessione
deve essere confermata dal consiglio di amministrazione.

MAGAZINE
di Roberto PEZZALI
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Estratto dal quotidiano online
www.DDAY.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Claudio Stellari
Simona Zucca
Maria Chiara Candiago
Alessandra Lojacono
in modo equo con il supporto del Ministero dell’economia. La proposta di
legge propone, infatti, la cancellazione del canone unico da 113,50 euro in
favore di un nuovo canone più equo
che tenga conto anche dei consumi
e della capacità di spesa degli utenti. Chi ha più televisori (o comunque
chi si può permettere più TV) pagherà
di più, per gli altri invece la cifra sarà
decisamente inferiore rispetto a quella attuale. Giacomelli parla anche di
rapporto Rai - cittadini: la Rai deve
migliorare il servizio, ridurre le spese
e creare contenuti di qualità spalleggiando web e streaming, solo così il
pagamento del canone potrà sembrare giustificato.
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
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MERCATO Il passato è ormai alle spalle ma il prezzo da pagare è stato salatissimo
Panasonic ora è in profitto: fuori dal tunnel?
Finalamente luce verde per i conti di Panasonic, dopo tre anni di profondo rosso
di Michele LEPORI
C
i sono momenti dove capita di
leggere una notizia che riesce
a darti nello stesso momento
gioia e dispiacere: è il sentimento che
prova ogni appassionato di TV nel
leggere che l’azienda giapponese ha
finalmente iniziato a chiudere il buco
nero dei conti dopo aver dato il colpo
di grazia alla divisione plasma che da
anni era il riferimento nel settore.
Due lati della stessa medaglia, quindi. Panasonic ha annunciato un utile
netto di 120.4 miliardi di Yen (1.2 miliardi di dollari), dopo il tonfo di 754
miliardi persi nel solo 2013 e dopo
tre anni di rosso: numeri che di sicuro non compensano i danni di una
gestione forse non attenta ai trend
del mercato, ma che fanno tirare un
sospiro di sollievo.
Le cose stanno cambiando, e il 2015
dovrebbe portare un altro segno po-
sitivo di circa - Panasonic stima - 140 miliardi
di Yen figli dei remunerativi investimenti che
l’azienda di Osaka sta
portando avanti nel
settore dell’infotainment automobilistico e
della tecnologia indossabile con il progetto HX-A500. Se
riuscirà a confermare le previsioni,
nel 2015 Panasonic totalizzerà un
+16% di utili netti rispetto al 2014, andando così a confermare la definitiva
uscita dalla crisi.
“Stare al passo con i competitor in
termini di investimenti, mantenere
un buon livello di innovazione in
aggiunta ad acquisizioni e partnership mirate in queste nuove aree è
la prossima sfida per Panasonic” è
l’analisi di Sotiros Paroutis, esperto
di gestione strategica della Warwick
Business School su Panasonic e sul-
la rotta da mantenere per tornare ad
essere sulla bocca di tutti oltre che
nel cuore degli appassionati.
Lumix, Viera e ToughPad sono solo tre
delle gamme su cui puntare per fare
nuovamente centro. Il sacrificio della
divisione plasma non deve essere stato vano; lo chiede senza dubbio Wall
Street ma Panasonic lo deve ai milioni
di appassionati che l’hanno sostenuta
e continueranno a sostenerla in questa fase di transizione dove il ricordo
di un glorioso passato ha lasciato spazio a un presente burrascoso. Il futuro,
però, appare sempre più sereno.
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MERCATO L’ultimo bilancio Sony indica che il mercato dei supporti fisici sta crollando
Per il Blu-ray non c’è futuro, sta morendo
Il Blu-ray non ha sfondato e sulla possibile versione 4K ci sono più dubbi che certezze
di Roberto PEZZALI
I
l Blu-ray sta per fare la fine del vinile, ma non è solo: il mercato del
supporto fisico sta letteralmente
crollando, trascinato non tanto dagli
States, dove lo streaming ormai è di
casa, ma dalla cara vecchia Europa.
Non lo diciamo noi, ma è quanto
emerge dall’ultimo bilancio di Sony
che proprio a causa della morte prematura del supporto fisico si è vista
costretta a rivedere al ribasso gli utili.
Sony, infatti, aveva stimato per il Bluray un successo simile a quello del
DVD ma così non è stato, e le scarse
vendite dei supporti non basteranno
a ripagare gli investimenti a lungo
termine fatti per questa tecnologia,
come gli stabilimenti produttivi e
tutti i nuovi impianti di Sony DADC,
l’azienda del gruppo legata appunto
ai supporti.
Una perdita, quella causata dalla
contrazione del mercato dei supporti, che Sony ha stimato in 25 miliardi di yen per quest’anno, non molto
(175 milioni di euro), ma destinata a
L’azienda taiwanese ha
un +12.70% di fatturato
ma bisogna rafforzare
la gamma media
salire nel corso degli anni.
Il Blu-ray, tanto amato dagli appassionati per l’alta definizione e l’audio
multicanale, non ha mai sfondato, e
ancora oggi viene visto come supporto di nicchia: che speranze può
avere un nuovo standard Blu-ray a
4K, la nicchia della nicchia?
Le ultime notizie parlano di fine 2015
per avere il nuovo standard di Bluray, ma la sostanza è che i lavori
sono ancora in alto mare e gli ultimi
dati hanno probabilmente fatto vacillare gli incerti. Molte aziende, per
esempio chi fa software di authoring,
spingono e sperano ovviamente che
possa arrivare un nuovo standard
per indurre i produttori a rinnovare
tutta la catena produttiva, ma i big
del consumer sono piuttosto tiepidi
da questo punto di vista.
Che il futuro sia lo streaming non c’è
dubbio, ma resta il rammarico per la
sparizione del supporto fisico, del
bene che si “tocca” e si colleziona in
tutte le sue varianti. Teniamoci stretto il Blu-ray, perché del futuro non vi
è certezza...
GADGET Aggiungendo i pezzi del kit tutte le nostre esigenze possono essere soddisfatte
Logitech “Case+”, una cover polifunzionale
Una cover per iPhone 5 tuttofare e versatile, cambia configurazione in pochi passaggi
di Michele LEPORI
uando si parla di cover, e di accessori in generale, si entra in
un mondo dove non esiste LA
soluzione definitiva. Gli esempi sono
infiniti: c’è chi dalla custodia cerca
protezione in caso di caduta, chi non
sopporta l’idea di avere in mano qualcosa che “rovini” l’estetica di iPhone,
chi ha bisogno di avere più autonomia dalla propria batteria… Esigenze
diverse e all’apparenza impossibili
da soddisfare con un unico prodotto.
Vero, sì… ma fino a un certo punto perché Logitech potrebbe aver trovato
con Case+ la quadratura del cerchio.
L’idea è semplice: quattro pezzi per

Q
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Segnali
di crescita per
HTC, spinta
da One M8
quattro utilizzi. Case+ è una backcover solida, avvolgente e leggermente
rialzata sul davanti. La compagna perfetta per chi è alla ricerca di qualcosa dal design minimale, resistente in
caso di caduta e costruita con buoni
materiali. Ad essa, che rappresenta la
base del progetto Logitech, si possono aggiungere gli altri “pezzi” del kit:
“+tilt” è la smart cover da abbinare a
Case+ per proteggere anche lo schermo dello smartphone; “+drive” è un
supporto da parabrezza con ventosa
per quando dobbiamo usare l’iPhone
come navigatore; “+wallet” ci permette di avere carte di credito e contanti
assieme al nostro iPhone e “+energy”
è una batteria da 2300 mAh che si
abbina a Case+ senza obbligarci a
cambiare custodia. Un’idea originale, senza dubbio, che negli Stati Uniti
viene proposta in preorder a 199 dollari: non si hanno ancora informazioni
dettagliate su un eventuale lancio in
Europa ma sul sito italiano di Logitech
i componenti sono venduti singolarmente. Clicca qui per il video.
di Matteo ROSELLI
HTC ha diffuso alcuni dati molto
interessanti: da un lato ha annunciato le prime vendite di HTC
One M8 e poi ha rivisto, di conseguenza, le stime del secondo
trimestre dell’anno. Si evince che
M8 inizi a dare gli effetti sperati. A
livello di ricavi, ovvero di fatturato, i dati diffusi dall’azienda si traducono in una crescita che non si
vedeva dall’ottobre 2011, ovvero
di +12.70% rispetto allo stesso
periodo del 2013. Sembra che il
nuovo top gamma stia vendendo
meglio rispetto al primo One, e il
tutto si tradurrebbe in un fatturato
complessivo compreso tra i 65 e i
70 miliardi di dollari taiwanesi (circa 2,5 mld di USD), il che farebbe
segnare un passo avanti molto
importante rispetto al trimestre
precedente, contraddistinto da ricavi per 33,1 miliardi e da una perdita netta di 1,88 mld, pari a circa
62 milioni di USD. HTC vuole far
notare che il suo One M8 sta vendendo bene e che la qualità del
terminale è capace di riflettersi
sulle casse dell’azienda: ma è peraltro vero che difficilmente questi dati reggeranno a lungo se
HTC non presenterà un prodotto
che riesca a imporsi in fascia media, dove il produttore ha sempre
sofferto. Le indiscrezioni sul nuovo One Mini 2 avrebbero quindi
un “peso” notevole anche in funzione di ciò: se Mini 2 dovesse
offrire classe, potenza e prezzo
adeguato, potrebbe davvero permettere ad HTC di migliorare il
proprio posizionamento sul mercato. Ad ogni modo le vendite di
One M8 sono pienamente giustificate dalla qualità del prodotto.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MERCATO Il marchio di chitarre elettriche espande i suoi interessi verso il consumer
Philips vende la sezione audio a Gibson
Annuncio a sorpresa: Philips cede Woox Innovations per 135 milioni di dollari
di Roberto FAGGIANO
D
opo il fallimento dell’accordo
con Funai, Philips ha deciso
di chiudere il capitolo audiovideo cedendo tutte le attività di
Woox Innovations, il gruppo che aveva raccolto l’eredità della vecchia
sezione intrattenimento del gruppo.
L’acquirente, per la cifra di 135 milioni
di dollari, è Gibson, il marchio delle
famose chitarre elettriche. Gibson
sta da tempo espandendo i suoi interessi verso i prodotti consumer e
ha già acquisito una parte di Teac;
con Philips ora potrà rafforzare i suoi
interessi in Europa.
Il marchio Philips rimarrà comunque
sul mercato con l’attuale gamma di
prodotti e ora sarà Gibson a svilupparli, anche se rimane tutta la corposa struttura di Woox Innovations
Risultati davvero
confortanti dall’azienda
coreana: a trainare
i conti sono soprattutto
l’Home Entertainment
e i dispositivi mobili LTE
di Andrea ZUFFI
a Hong Kong, già forte di oltre 1.900
unità lavoro in tutto il mondo. Gibson
si è anche impegnata a riconoscere
a Philips una cifra (non ben precisata) per lo sfruttamento del marchio
Philips per i prossimi sette anni.
L’accordo finanziario verrà completato entro la seconda parte del 2014,
dopo avere superato tutte le formali-
tà dei mercati finanziari.
Intanto rimane in atto la causa per
danni contro Funai per il precedente
accordo di licenza del marchio, che
comunque non dovrebbe incidere
sul contratto con Gibson. Vedremo
allora se questa vendita andrà in
porto o se assisteremo a un nuovo
colpo di scena.
MERCATO La trimestrale dichiara profitti elevati ma un po’ ridotti rispetto all’anno scorso
Samsung solidissima, ma gli utili sono in calo
Smartphone e televisori rallentano un po’ mentre i semiconduttori vanno fortissimo
di Emanuele VILLA
amsung ha pubblicato una trimestrale senza grosse sorprese: il colosso coreano si mantiene in ottima salute grazie a ricavi
e profitti molto alti, ma diversi analisti
pongono l’accento anche su un lieve calo nei confronti sia dello scorso
trimestre, sia dell’anno passato. Diamo qualche numero: a livello di ricavi
complessivi, Samsung ha generato
53,68 trilioni di Won, corrispondenti
a circa 38 miliardi di euro, un dato
che (ovviamente) non regge il confronto col trimestre precedente (contraddistinto dalle festività natalizie)
ma che è superiore rispetto a quello
dello scorso anno, che si posizionava a 52,87 trilioni. L’utile d’esercizio,
però, è in leggero calo: dagli 8,78
trilioni dello scorso anno agli 8,49 di
quest’anno, corrispondenti a circa 7
miliardi di euro. Il bilancio offre ulte-

S
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LG supera
se stessa: utili
in aumento
del 319%
riori indicazioni utili: la divisione CE, che comprende
soprattutto il business dei
TV, fa registrare una leggera crescita nei ricavi rispetto allo scorso anno con un
+2%, trainato soprattutto
dal +22% dell’America Latina (che risente fortemente
dell’impatto della Coppa del Mondo
di calcio), ma è interessante anche il
+3% dell’Europa e il contestuale -4%
degli Stati Uniti. Purtroppo, però, gli
utili sono in calo, passando da 0,23
trilioni di Won a 0,19, confermando
quindi il trend generico che vede un
aumento nei volumi di vendite ma
una contestuale riduzione in valore.
La divisione più importante ai fini
dell’utile d’esercizio è quella mobile, che con un profitto di 6,43 trilioni
di Won rappresenta sempre il fiore
all’occhiello dell’azienda. Bilancio
solidissimo e addirittura superiore
rispetto a quello del Q4 2013, che faceva registrare 5,47 trilioni di Won di
utile d’esercizio: questo dato, però,
rapportato allo stesso trimestre dello
scorso anno fa registrare un leggero
calo (il Q1 2013 si era chiuso con 6,51
trilioni di Won) dovuto sia alla riduzione nella domanda, sia alla maggior
concorrenza nei mercati emergenti
(cinese in primis). Infine, eccellente
la divisione Semiconductor, che quasi raddoppia il profitto rispetto allo
scorso anno.
LG ha pubblicato il bilancio del
primo trimestre 2014, un periodo decisamente favorevole all’azienda coreana. Nei conti si
registra, infatti, un utile d’esercizio di 471,47 milioni di dollari
e un utile netto di 86,62 milioni
di dollari con un incremento del
319% anno su anno.
Superano le aspettative gli introiti nel settore dell’Home
Entertainment, nel quale LG ha
evaso richieste di televisori di
grandi dimensioni per 4,63 miliardi di dollari, pari a una crescita del 3%. Il risultato è dovuto a
vari fattori, tra cui il calo di prezzo dei componenti e la grande e
competitiva offerta di TV Full HD
e Ultra HD, con l’OLED che inizia
ad affacciarsi sul mercato.
In ambito mobile l’incremento è
stato del 19%, con 12.3 milioni di
smartphone consegnati. Di questi, 5 milioni sono quelli dotati di
tecnologia LTE con una crescita
del 79% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
LG rimane decisamente fiduciosa per il futuro, anche grazie
alla prossima uscita del nuovo
modello di smartphone, il G3: il
mercato smartphone è incredibilmente affollato, soprattutto
sulla gamma alta, ma è anche
quello che promette i maggiori
margini di espansione ancora
per qualche anno. Continuerà il
trend di LG nella sfida per soddisfare consumatori sempre più
esigenti con prezzi sempre più
contenuti?
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MERCATO Diversi gli aspetti analizzati, in particolare è stato appronfondito il mercato dei TV e dei dispositivi indossabili
È veramente la fine della Consumer Electronics?
Alla Press Conference IFA i Panel di Gfk e Display Search fanno il punto sul mercato mondiale della tecnologia
A
di Emanuele VILLA
lla Global Press Conference di IFA 2014 si
sono tenuti due panel molto interessanti
sullo stato del mercato della tecnologia,
rispettivamente di Gfk e Display Search, il primo
più ampio nelle tematiche trattate, il secondo
maggiormente incentrato sul mercato dei TV e
dei dispositivi indossabili.
Secondo Gfk ora si parla
di Digital World
La premessa è che sono anni che sentiamo parlare di declino del mercato dei televisori, di IT
agonizzante e di boom degli smartphone e dei
tablet: questo significa che la fine della Consumer
Electronics è davvero alle porte?
Al momento la situazione è questa: le previsioni
del 2015 parlano di IT in continua (ma leggera)
flessione, Consumer Electronics e fotografia a 2
punti percentuali in meno e telecomunicazioni in
impennata, con lo stesso fattore di crescita del
2014. La valutazione dei dati ha quindi due facce:
il mercato della tecnologia è rigoglioso e potrebbe far registrare un +20% in sei anni, comprendenti addirittura un +7% del segmento IT e +96%
di quello delle telecomunicazioni. Pesa, e non
poco, il -23% di CE e fotografia, a rovinare (sia pur
parzialmente) un quadro altrimenti perfetto.

Ma alla domanda se la Consumer Electronics sia
prossima alla fine, Gfk sostiene una tesi diversa:
piuttosto che parlare di fine di un mercato, dobbiamo rivalutarne i confini, perché il mondo non è
più in grado di accettare la tradizionale suddivisione tra CE (Consumer Electronics), IT (Information
Technology) e TELCO. I confini non sono gli stessi
di 10 anni fa, e tutto va a confluire in quello che
Gfk chiama Digital World. E il Digital World non
può che crescere, spinto da quelli che Gfk ritiene fattori chiave: crescita demografica, maggior
diffusione dell’accesso a Internet, miglioramenti
nella tecnologia dei display e un più rapido ciclo
vitale di prodotti e innovazioni.
Addentrandoci nei dati, smartphone in impennata
torna al sommario
anche nel 2015
con stime per
1,5 miliardi di
pezzi venduti,
ma i mercati
di riferimento
sono
saturi:
l’Europa occidentale resta
al 10%, l’Europa centrale e
dell’est al 6% e
scende il Nord
America, con
quota che passa dal 13% del 2014 all’11% del 2015. Nel 2015, i
grossi risultati arriveranno dai paesi emergenti
dell’Asia: lì si venderà uno smartphone ogni secondo. Il televisore resta l’apparecchio “Core”
della casa connessa: crescono i volumi di vendita
di unità, ma calano i ricavi. Nel 2015, Gfk prevede
un passaggio da 229,3 milioni di unità a 234,3,
ma contestualmente una riduzione dei ricavi che
ricalca all’incirca quella dello scorso anno, e que-
sto nonostante il tempo giornaliero passato di
fronte al TV stia crescendo, soprattutto in USA.
E qui veniamo al bello: quale “forza” può spingere in avanti il mercato dei televisori? Al momento,
non l’OLED: costi di produzione molto elevati e
tante aziende alla finestra fanno sì che i TV che
verranno venduti da qui a fine anno saranno solo
250.000, lo 0,1% del mercato globale. Meglio, e
non poco, per il 4k (come dimostra anche l’intervento di Display Search), che è già il 4% del mercato e cresce soprattutto in Cina grazie ai prezzi,
molti dei quali sono inferiori ai 1.000 euro.
Display Search: a tutto Ultra HD
Display Search va invece più in dettaglio per
quanto concerne il mercato dei televisori e delle
tecnologie più evolute. Il 4k, per esempio, sta decollando grazie a Netflix, ad altri servizi di streaming e, aggiungiamo noi, alla fisiologica riduzio-
ne di prezzo. Ma la maturità arriverà solo con un
ulteriore incremento di qualità: la prima tappa della standardizzazione dell’Ultra HD si concluderà
nel 2015 ma raggiungerà solo nel 2018 (presunto)
evoluzioni tecniche molto gradite come il raddoppio del frame rate (120p), una gamma cromatica e
dinamica più estese, fino all’8k che è atteso come
standard intorno al 2020.
Interessanti stime anche per quanto concerne
l’OLED, che pur manterrà una posizione defilata
fino a quando non si ridurranno i costi produttivi:
il produttore cinese TCL, sempre durante la Global Press Conference di IFA 2014, ha dichiarato di
voler partire in modo “importante” nel segmento OLED solo quando sarà possibile coniugare
OLED, 4K e prezzi “umani”. Prendendo in considerazione solo il mercato dei TV curvi, la quota
dell’OLED si farà più cospicua a partire dal 2017.
Non ci resta che attendere…
Rock’n’Go.
Loewe Speaker 2go.
Speaker Bluetooth portatile con funzione vivavoce, NFC e
fino a 8 ore di autonomia. Sound 2.1 integrato da 40 Watt.
Prezzo al pubblico: 299 Euro.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
ENTERTAINMENT Per quanto sia stato uno dei primi esperimenti di trasmissione in 4K via rete, la qualità è stata ottima
Nabucco, diretta streaming in 4K su TV Samsung
Samsung ed Elemental Technology hanno trasmesso gratis il Nabucco diretto da Domingo in 4K e HEVC
Basta una connessione e un TV Ultra HD. L’abbiamo visto in diretta: un esperimento molto interessante
I
di Roberto PEZZALI
contenuti 4K sono talmente pochi che probabilmente un po’ più di promozione sarebbe
servita, tuttavia Samsung e Elemental Technology hanno trasmesso, live e in tutto il mondo,
il Nabucco diretto da Placido Domingo nella serata del 7 maggio 2014. Una prima visione mondiale, trasmessa dall’Opera di Vienna e ripresa
con videocamere Sony PMW-F55 CineAlta 4K.
Samsung, partner tecnico dell’iniziativa, ha collaborato con Elemental Technology che ha fornito la piattaforma di encoding 4K in real time
con codec HEVC, compatibile con i TV di ultima
generazione. Qualcosa si muove e la direzione
è quella dello streaming: più facile da distribuire, più democratico e anche meno costoso. La
trasmissione in diretta ora dimostra che non servono decoder, non servono misure di protezioni
particolari perché registrare uno stream in 4K
non è cosa facile e soprattutto si può allestire
un evento in modo rapido e immediato, basta
avere una connessione web veloce.
Potevamo lasciarci scappare questa “premiere”?
Ovviamente no: abbiamo scaricato sul televisore Ultra HD Samsung presente in redazione
l’applicazione Wiener Staatsopher e ci siamo
seduti comodi sul divano a gustarci le immagini
del Nabucco.
Le nostre impressioni: funziona!

Per prima cosa va detto che non tutto deve essere filato liscio a Vienna: delle quattro videocamere annunciate, in streaming ne va solo una.
Forse ci saranno anche le altre tre che stanno
catturando immagini per un montaggio successivo, ma in diretta di fatto non c’è regia, probabilmente proprio per la difficoltà di disporre di
un banco di regia 4K in tempo reale. Le
immagini, quindi, provengono solo
da una videocamera centrata
torna al sommario
e piazzata in fondo alla platea: i giochi di solo
zoom, ovviamente anche molto lento, rendono
la scena poco dinamica e spettacolare, dato
che di fatto non ci sono primi piani. Le scene,
poi, sono spesso molto scure, cosa che mette
a dura prova l’accoppiata encoder-decoder e il
TV stesso.
A dire il vero è anche il cameraman a essere sotto pressione tanto che in alcuni frangenti perde
il fuoco e, dato il dettaglio, l’errore si vede subito
perché l’immagine perde di colpo il dettaglio.
E di dettaglio, malgrado le scene scure e la luce
“pungente”, ce n’è tanto: si capisce che non è
“solo” Full HD, almeno a patto di stare a un paio
di metri dallo schermo, non di più. Un ottimo risultato per un encoding in tempo reale.
Le foto rendono solo parzialmente l’idea dello
spettacolo: impossibile restituire correttamente
l’intera gamma dinamica. Ma nella sequenza di
schermo intero-dettaglio qui sotto, si può sicuramente scorgere la risoluzione. Inutile dire che
la “deformazione” dello schermo
non è un’aberrazione dell’ottica da noi usata, ma la curvatura dello schermo del
televisore.
Quello che più stupisce non è certo il dettaglio (di materiale in
4K oramai ne abbiamo visto tanto), ma la
qualità ottenibile con
uno streaming HEVC,
diremmo ottima anche
se con scene che definire
statiche è poco e con campi
lunghissimi.
Non sappiamo quale sia il bitrate dello streaming messo in pista quasi segretamente dal
Teatro di Vienna; di certo la connessione in fibra
a 100 Mbit/s del nostro ufficio non è un collo di
bottiglia e dovrebbe garantire il meglio. Durante
la visione sperimentiamo due blocchi della visione con la comparsa di un errore: rilanciando
lo streaming riparte tutto immediatamente.
In un altro paio di frangenti si è esaurito il buffer
e il TV ha ribufferizzato, bloccando l’immagine,
per circa un paio di secondi, ma lo streaming è
ripartito automaticamente.
Streaming 4K: la strada è segnata
La morale è che le trasmissioni in 4K via rete si
possono fare: la qualità, per essere uno dei primissimi esperimenti in tal senso, è eccellente e
può solo migliorare. Di fatto, anche la finale dei
Mondiali di Calcio del prossimo luglio potrebbe
essere trasmessa in questa modalità: il tassello
mancante è più sul fronte produttivo, dove apsegue a pagina 9 
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO In Italia il cambiamento è già in atto, grazie all’accordo con Telecom
Sky Project Ethan con 4K e PVR Cloud
Il futuro della televisione è senza parabola
Il Telegraph svela il progetto Ethan, la visione di TV evoluta di Sky per il 2016
di Roberto PEZZALI
a
rivelazione
arriva
dal
Telegraph: BSkyB sta segretamente sviluppando un set top
box cloud per gestire i suoi contenuti chiamato Project Ethan. Il progetto,
attivo e in fase avanzata, è il primo
vero passo verso un nuovo tipo di
televisione fruibile tramite Internet e
con possibilità di registrazione PVR
cloud e di streaming 4K per i contenuti registrati a questa risoluzione.
Sky ha già messo in conto che la
parabola non può funzionare per
sempre, un po’ per i costi un po’ per
la scarsa interattività, ancora legata
al canale lineare. L’input del cambiamento è già stato dato anche in Italia:
grazie all’accordo con Telecom, Sky
dal 2015 permetterà di sottoscrivere
la sua intera offerta anche in modalità web con un decoder dedicato
per coloro che sono raggiunti da una
connessione in fibra (fino al cabinet,
poi rame) ad alta velocità.
Sky Italia ci ha assicurato che il loro
progetto web è stato sviluppato interamente dal team R&D di Sky Italia
e non ha nulla a che vedere con il
progetto inglese anche se un po’ di
travaso tecnologico può sempre esserci. Quel che è certo è che anche il
L
progetto di Sky Italia, basato su fibra
a 30 Mbit, può gestire senza problemi contenuti HEVC 4K.
Il Telegraph è molto preciso sui dettagli: il set top box sarà sviluppato
sul nuovo engine della compagnia
canadese ViSX, che recentemente ha presentato il primo reference
decoder per IPTV 4K HEVC ad alta
efficienza, mentre la costruzione
sarà affidata a un’azienda di proprietà della 20th Century Fox che realizzerà anche il decoder per Sky Italia
su fibra.
Il futuro della TV è via web, e mentre
tutti gli appassionati di TV si chiedono se è indispensabile avere a bordo del loro futuro TV il tuner DVB-T2
con HEVC e sperano in un Blu-ray
4K, i grandi nomi del web stanno posizionando i pezzi sullo scacchiere
per iniziare una delle più grandi partite mai giocate nel campo della TV.
Agli angoli del campo sono schierati
i produttori di hardware, i broadcaster e gli OTT come Amazon, Google
e Apple. L’obiettivo è portare a più
persone possibile contenuti di qualità al costo più basso.
I prossimi saranno anni di grosso
cambiamento per la TV tradizionale
ed è difficile dire che tra 3 o 4 anni
i TV saranno ancora dotati di tuner.
Non è un caso che l’asta per le frequenze TV sia andata quasi deserta:
l’etere non fa più gola a nessuno, la
rete è il nuovo mondo da colonizzare
anche se servono regole per creare
una comparizione leale.
All’assemblea di Mediaset Fedele
Confalonieri ha apostrofato Amazon,
Google e Facebook come “coloni del
nuovo mondo” e “pirati del web” in
relazione alla facilità con cui eludono
le tasse riuscendo così a essere più
competitivi: non ha tutti i torti.
Infinity su
Chromecast
a giugno
Infinity, la piattaforma di streaming senza limiti di Mediaset,
sarà disponibile tra poco
anche come app anche per
Chromecast, la chiavetta HDMI
di Google in vendita da qualche
settimana anche in Italia.
L’azienda ci ha confermato che,
salvo problematiche dell’ultima
ora, le applicazioni per iOS e
Android saranno aggiornate a
partire da giugno, mossa che
permetterà di trasformare ogni
TV in un TV compatibile “Infinity” per la visualizzazione dei film
sul grande schermo. Infinity scavalca così l’ostacolo “Smart TV”:
i produttori non sono stati capaci di realizzare una piattaforma
unica e per le aziende inizia
a diventare complesso e antieconomico gestire tutti i singoli
ecosistemi. L’app per Smart TV
di Infinity è disponibile oggi solo
per Samsung e LG, e se non ci
fosse stata Chromecast probabilmente si sarebbe fermata a
questi due brand. Google ha
rilasciato l’SDK di Chromecast,
e implementarlo non ha costi
eccessivi se già si possiedono le
app per smartphone o tablet.
TV E VIDEO
Nabucco in 4K in diretta streaming
segue Da pagina 8 

pare chiaro che una regia multicamera è ancora un problema per gli eventi dal vivo. L’HEVC
è la strada da percorrere e probabilmente, viste anche le prestazioni più che accettabili, lo
streaming la modalità di distribuzione che verrà
seguita fino a che il parco di TV installati non diventi ampio; dopodiché, è naturale che si passi
(almeno per gli eventi live) al satellite.
Supporti fisici 4K? Sempre più lontani. La cosa
- da appassionati - non ci entusiasma, dato che
sappiamo che con uno strumento offline, il fantomatico Blu-ray 4K, si potrebbe ottenere il mas-
torna al sommario
simo bitrate; ma, per adesso,
ci lasciamo entusiasmare
dai risultati dello streaming. Esperimento
che speriamo venga ripetuto al più
presto. Magari
da RAI con il suo
docu-film 4K recentemente prodotto e - almeno
per ora - nascosto
ai possessori di televisori Ultra HD.
La foto a sinistra è un dettaglio dello schermo intero a destra: il dettaglio, seppur catturato con
uno scatto fotografico, è impressionante.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
ENTERTAINMENT Sono tre i titoli da non perdere: Big Buck Bunny, Tears of Steel e Sintel
Filmati in 4K da scaricare legalmente gratis
L’elenco dei siti da cui è possibile scaricare materiale perfetto per provare i TV Ultra HD
A
di Roberto PEZZALI

vete comprato una Ferrari e
ora non avete la pista dove farla correre? Ci pensiamo noi. Il
4K oggi ci riporta ai primi tempi del
Full HD, quando serviva un PC con
un player software come sorgente e
dove le clip demo si contavano sulle dita di una mano (chi si ricorda di
Bikini Destination?).
Oggi, fortunatamente, grazie alla
possibilità di scaricare via Internet è
molto più semplice recuperare contenuti video, e abbiamo cercato e
setacciato il web alla ricerca di tutte
le clip Ultra HD scaricabili in maniera
del tutto legale e autorizzata.
Dalla nostra lista abbiamo escluso volutamente Youtube: scaricare
video in 4K da Youtube non è permesso dai termini di licenza e soprattutto i contenuti 4K su Youtube
sono davvero troppo compressi per
rappresentare delle vere clip video
di riferimento. Le clip che abbiamo
invece organizzato, anche se “pesanti” come dimensione file, sono di
assoluto riferimento e permettono
di spremere nel migliore dei modi il
nuovo TV Ultra HD.
Per chi vuole invece comprare un
vero contenuto in 4K ricordiamo
l’esistenza di Timescape, un film
documentario in Timelapse e slow
motion che viene venduto nella versione Ultra HD su chiavetta USB a
99$.
Tornando ai contenuti “free”, i must
have sono tre: Big Buck Bunny, Tears
of Steel e Sintel.
Big Buck Bunny è un cortometraggio
open source del Blender Institute,
di eccelsa qualità. A fine dicembre
Big Buck Bunny è stato completamente renderizzato in versione 3D,
4K e 60 FPS: la versione H.264 Ultra HD, riproducibile anche da chiavetta USB per i TV compatibili, può
essere scaricata da qui. Simile la
situazione di Tears of Steel e Sintel:
entrambi sono opere libere, davvero
ben fatte e eccellenti per dimostrare
le potenzialità dei display. Per Sintel
torna al sommario
c’è una versione 4K in
formato MOV o MKV
scaricabile da questo
link, mentre per Tears
of Steel ci sono le versioni 4K sia in formato
H.264 sia in formato
HEVC per provare il
funzionamento di un
eventuale
decoder
interno. I file sono scaricabili da questo indirizzo. Inoltre, la Tampere University of Technology, in Finlandia,
ha reso disponibili una serie di clip
demo scaricabili in diversi formati:
sono tutte clip riprese dal vivo, non
renderizzate in computer grafica, di
buona qualità. Tutte le clip sono scaricabili da questo indirizzo.
Se tutto questo non dovesse bastare, Harmonic Inc, azienda che produ-
ce processori per l’encoding e il decoding video broadcast, ha rilasciato
alcuni spezzoni video da scaricare
liberamente, si possono trovare a
questo indirizzo.
Per raccogliere eventuali altri contenuti Ultra HD liberi e legali abbiamo
creato un post sul forum di dday.it in
area TV, da utilizzare per segnalare
clip, brevi filmati e spezzoni interessanti da utilizzare come “demo”.
ENTERTAINMENT Parla J. Katzenberg, CEO Dreamworks
Più lo schermo del TV è grande
più si pagheranno i film scaricati
S
di Emanuele VILLA
econdo Dreamworks, l’intero sistema di distribuzione e sfruttamento
delle opere cinematografiche subirà nel medio periodo una profonda
revisione. Jeffrey Katzenberg, CEO dell’azienda, ha dichiarato, durante
una conferenza stampa a Beverly Hills che, da qui a 10 anni, tutti i film avranno appena 17 giorni di esclusiva cinematografica, dopo di che entreranno
(senza se e senza ma) nel circuito dello streaming e del download: si tratta
esattamente di tre weekend, che rappresentano il 95% dei ricavi del 98% dei
film. Tenerli di più nelle sale, oppure “blindarne” lo sfruttamento domestico a
una finestra temporale lunga, sarebbe del tutto controproducente.
Secondo la visione del CEO Dreamworks, il diciottesimo giorno i film saranno disponibili in tutto il mondo, e il costo per la visione sarà direttamente
proporzionale allo strumento di visione, e soprattutto alle dimensioni dello
schermo: si va da un movie screen (telo di proiezione), che viene impiegato per la visione con altre persone, fino allo smartphone, con prezzi che
oscillano tra i 15$ (nel primo caso) a 1,99$ nel secondo. Il modello è appena
abbozzato, ma porterebbe notevole semplificazione in quello che oggi è
senza dubbio un mondo complesso: Jeffrey Katzenberg ritiene ci vogliano
praticamente dieci anni per metterlo in pratica a pieno regime, durante i
quali andranno gestite questioni tecnico/strategiche quali l’introduzione di
un nuovo DRM che regolarizzi lo sfruttamento delle licenze e impedisca che
il film venga visto su dispositivi diversi, magari con uno screen mirroring o
qualcosa del genere.
Infinity
cresce: con
300 film Eagle
si superano
i 5.000 film
Il catalogo Infinity
si arricchisce con 300
contenuti della library
Eagle Pictures arrivando
a oltre 5.000 titoli: tutti
elogiano Netflix, ma
Netflix UK ha poco
più di 3.000 contenuti
di Roberto PEZZALI
Infinity cresce ancora: il servizio di subscription on demand
di Mediaset (ma Mediaset non
compare più da nessuna parte)
guadagna 300 film Eagle e supera la soglia dei 5.000 film disponibili. Non male, se consideriamo
che Netflix, da sempre osannato
(l’erba del vicino è sempre più
verde), conta in UK una library di
3.017 film e in USA, dove è attivo
da tempo, di 9.501 film (fonte). I
film faranno ovviamente parte
dell’offerta e sono opere del calibro di Basilicata coast to coast,
Twilight, Il discorso del Re, Se
mi lasci ti cancello, Dorian Gray,
Lara Croft Tomb Raider oltre a
serie TV come True Justice, contenuti anche abbastanza recenti
e di sicuro appeal. Un buon balzo
in avanti per Infinity, fruibile ricordiamo su una vasta gamma di
dispositivi tra i quali i tablet (iPad,
Samsung, Asus, Sony, Kindle,
Acer), le Smart TV Samsung e LG,
computer, console e smartphone
iPhone, Android e Windows Phone 8. Con un numero di contenuti
in crescita a 10 euro al mese, l’offerta Infinity inizia a diventare interessante. Netflix può aspettare.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO Sony punta molto non solo sulla qualità video ma anche sull’audio, il design e la cura dei dettagli
Sony a tutto 4K: i dettagli dei nuovi TV Ultra HD
Sony ha presentato nel dettaglio la nuova gamma di televisori Ultra HD, che arriveranno questa estate
Ha ribadito poi il suo impegno lungo tutta la filiera di produzione dei contenuti nel promuovere il formato 4K
A
di Paolo CENTOFANTI

rriveranno in estate, ma rappresentano
il fiore all’occhiello della gamma di TV di
quest’anno di Sony. Stiamo parlando naturalmente dei nuovi modelli 4K, svelati per la prima volta al CES di Las Vegas lo scorso gennaio,
e ora presentati finalmente per il lancio in Europa, nella cornice degli storici Pinewood Studios
in Inghilterra, dove sono nate tantissime opere
cinematografiche. Una location scelta non casualmente, perché il messaggio che Sony vuole
comunicare è che il 4K è un formato già oggi utilizzato nella produzione cinematografica e nella
ripresa di grandi eventi dal vivo - non ultimi gli
imminenti Mondiali di Calcio in Brasile - e l’arrivo nelle nostre case dei prodotti Ultra HD è solo
l’ultimo anello di una lunga catena, ma di certo
non il meno importante: l’obiettivo è portare il 4K
dalla cinepresa fino al nostro salotto.
Il nodo dei contenuti in 4K in realtà è tutt’altro
che risolto, visto che a oggi non ci sono ancora
trasmissioni regolari e di supporti fisici per la loro
distribuzione per il momento se ne parla timidamente, con accenni molto cauti da parte della
Blu-ray Disc Association a un eventuale disco
Blu-ray 4K, ancora in fase di definizione. La risposta arriverà dalla rete a quanto pare, con Netflix
che è il primo servizio a offrire ai propri abbonati
una serie di alto profilo come House of Cards in
4K in streaming, una funzionalità supportata dai
nuovi TV Sony e dal lettore multimediale FMP-X5
presentato insieme ai nuovi TV ai Pinewood Studios, ma è chiaro che ci vorrà ancora un po’ di
tempo. Ciononostante, Sony lancia una gamma
di TV molto interessante che, oltre a puntare
sulla qualità di immagine, riporta al centro anche
l’attenzione sull’audio, così sottovalutato negli
ultimi anni, e ribadisce l’attenzione per il design
e la cura dei dettagli che da sempre Sony riserva
ai suoi prodotti di punta.
La nuova gamma di TV Sony 4K è composta essenzialmente da tre serie: il nuovo top di gamma
torna al sommario
SONY X9
X95 che in Europa arriverà esclusivamente nel
taglio da 85 pollici, con pannello LCD con retroilluminazione Full LED; la serie X9, contraddistinta
dal nuovo design a cuneo e altoparlanti magnetic fluid; e la serie slim X85. A ciò si aggiungono anche le due nuove serie top Full HD, che
mantengono in parte il nuovo design a cuneo,
le serie W95 e W85. Vediamo nel dettaglio tutte
le novità.
Forma e sostanza
Il nuovo design prosegue il discorso iniziato qualche anno fa con il monolithic design,
un’evoluzione che ha portato il team giapponese a dare sostanza a tre forme geometriche che simboleggiano i pilastri
della filosofia Sony: il triangolo per il
form factor, il cerchio per l’audio, il
quadrato per la qualità di immagine. Il
risultato di questo discorso è il design
soprattutto della nuova serie X9, con il
suo profilo a cuneo, gli altoparlanti fluido magnetici bene visibili ai lati dello
schermo, e gli spigoli vivi come sezioni
tagliate da un blocco unico (monolitico
appunto).
Anche se la serie X95 ha un profilo più
“tradizionale”, le due serie top sono
accomunate dalle finiture nere lucide
e da linee senza soluzione di continuità, con i
bordi che diventano schermo senza che sulla
superficie si percepiscano discontinuità. Il frontale appare come un’unica lastra lucida. Mentre
l’X9 ha i bordi laterali tagliati di netto, l’X95 ha
invece un profilo più morbido per via dei suoi
bordi arrotondati.
L’X95, con la sua monumentale stazza da 85
pollici, è pensato per fare lui stesso da oggetto
di arredo, con appoggi “a lavagna” per essere
posizionato direttamente sul pavimento. Sul resegue a pagina 12 
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO
Sony, nuovi TV Ultra HD
segue Da pagina 11 
SONY X85
tro tutto è stato pensato per nascondere i cavi
alla vista. Il piedistallo laterale funziona infatti da
canalina passa cavo, mentre Sony ha previsto
anche un utilissimo Port Replicator in dotazione,
un box che a tutti gli effetti funziona da prolunga
per portare le connessioni principali lontano dal
TV con un unico cavo.
L’X9 è pensato anch’esso principalmente per
essere appoggiato a un piano con i due appoggi laterali che volendo possono essere installati
anche più verso il centro del TV. Anche questo
modello ha in dotazione il Port Replicator per
un’installazione il più possibile pulita.

Anche la gamma Full HD ha dei modelli a cuneo
con le serie W95 e W85.
torna al sommario
La serie X85 è, se vogliamo, quella con il design più tradizionale, ma anche qui non manca
l’evidente cura nella costruzione, che spicca
nella sottile cornice in alluminio. Vista l’assenza
del completo sistema di altoparlanti della serie
superiore, questo modello è più sottile e appare più snello e leggero e comunque anch’esso
elegante. Il design a cuneo ritorna anche sulle
serie Full HD W95 e W85, che presentano la
stessa cura del dettaglio dei modelli 4K, uno dei
motivi che ha spinto Sony a presentarli insieme
a questi.
I pilastri della qualità di immagine
Dettaglio, contrasto e colore, sono i tre vertici
delle soluzioni tecnologiche adottate da Sony
per offrire la migliore qualità di immagine sui
nuovi TV 4K e non solo. Tre parametri che si
riflettono rispettivamente nelle tecnologie 4K
X-Reality Pro, X-tended Dynamic Range e Triluminos Display.
4K X-Reality Pro Il sistema di elaborazione di immagine è stato migliorato per gestire l’upscaling
dei segnali Full HD in 4K, ma anche per intervenire sugli stessi contenuti nativi Ultra HD. Si
tratta di un’elaborazione che punta a ridurre il
rumore video e a migliorare il livello del dettaglio
dell’immagine, analizzando il video distinguendo
tra gli elementi che compongono un fotogramma. Le caratteristiche di texture, toni della pelle,
fondali naturali e non, vengono confrontati con
un database di riferimento, il reality creation database, con tabelle di comparazione definite per
ogni tipo di sorgente, dal video analogico fino
appunto ai contenuti 4K.
X-tended Dynamic Range Tutti i nuovi modelli
Sony sono LCD e, fatta eccezione per il top di
gamma X95 che è Full LED, con retroilluminazione LED Edge. Per migliorare il rapporto di contrasto dei suoi TV Sony ha sviluppato il nuovo
sistema X-tended Dynamic Range che combina
il classico local dimming con l’elaborazione digitale del segnale. Se il controllo dinamico della retroilluminazione è in grado di migliorare la
resa del nero, grazie all’elaborazione digitale,
Sony interviene anche sulle alte luci per ripristinare il dettaglio sui particolari più luminosi di una
scena. In questo modo migliora tutta la dinamica
dell’immagine, non solo il semplice rapporto tra
massima luminosità e livello del nero, ma anche
l’intelligibilità di particolari altrimenti nascosti.
Sull’X95, grazie al pannello Full LED, il controllo
è più preciso e l’X-tended Dynamic Range diventa PRO. La versione normale è disponibile invece su X9 e W95. Esclusi dunque i TV della serie
X85 con pannello 4K.
Triluminos Display Sony continua il suo impegno
ad andare oltre lo spazio colore classico, cercando di portare anche nelle nostre case lo spazio
colore “allargato” DCI in uso nel cinema digitale.
Sui modelli dello scorso anno Sony aveva incorporato la tecnologia quantum dots per raggiungere questo risultato, ma i nuovi pannelli utilizzano un’altra tecnica che Sony si è guardata bene
dall’illustrare nel dettaglio. Quello che possiamo
solo sospettare è che i nuovi pannelli utilizzino
LED RGB al posto di quelli bianchi.
Non essendoci ancora contenuti nativi, fatta eccezione per i dischi Blu-ray con spazio colore
x.v.Color, il rischio è che l’espansione dei segnali
tradizionali porti a risultati artificiosi. Per questo
motivo utilizza una scala non lineare che preservi la naturalezza dei toni della pelle, migliorando allo stesso tempo la saturazione delle tinte
pastello.
Tutti i nuovi TV sono naturalmente dotati anche
di una completa interfaccia smart TV che è essenzialmente la stessa che abbiamo già avuto
modo di vedere in dettaglio nella nostra prova
del modello da 50 pollici della serie W8. La novità principale dei modelli 4K è l’inclusione del
decoder HEVC che permette di riprodurre i contenuti nativi 4K da servizi come Video Unlimited
e Netflix. Purtroppo al momento non sono ancora previsti contenuti di questo tipo per l’Italia,
ma non è mai detta l’ultima parola, vista anche la
decisione di lanciare ad agosto anche nel nostro
Paese il lettore FMP-X5.
ll suono torna finalmente al centro
Con il top di gamma dello scorso anno, Sony
era tornata a integrare e mostrare con orgoglio
dei veri diffusori all’interno del TV. Una scelta
che Sony ha deciso fortunatamente di portare
avanti anche quest’anno, con miglioramenti che
riguardano sia la serie X9, l’unica che monta i
nuovi magnetic fluid speaker, che comunque le
altre serie con design a cuneo. Perché grazie a
questo particolare design, c’è anche più spazio
per i diffusori nella parte bassa dello schermo, e
quindi la possibilità di avere un suono più profondo e potente.
I miglioramenti più corposi hanno riguardato nasegue a pagina 13 
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO
Sony, nuovi TV Ultra HD
segue Da pagina 12 
turalmente la serie X9, quella che è dotata di
un vero e proprio sistema audio integrato. Sony
ha, infatti, rivisto sia l’amplificatore audio che gli
stessi altoparlanti. Per quanto riguarda la scheda audio, Sony ha migliorato sia le piste elettriche, con conduttore di maggiore spessore, che
la sezione di amplificazione con un amplificatore digitale più potente, uno stadio di uscita a più
bassa impedenza per un migliore trasferimento
della potenza, e ha aumentato la capacità dei
condensatori di una volta e mezza. Tutto questo
per migliorare definizione e dinamica. Il sistema
audio, inoltre, è ora a tre vie (il 4K top d gamma
dello scorso anno era a due vie con un terzo
diffusore passivo) e al tweeter e al mid range si
aggiunge un vero e proprio woofer con accordo reflex. Riprogettati, inoltre, i coni degli altoparlanti, ora realizzati in fibra di vetro e mica,
materiali che garantiscono una migliore rigidità,
minore distorsione e dunque un suono più preciso e pulito.
Novità riguardano anche le serie X95, W95 e
W85, visto che in virtù delle maggiori dimensioni è stato possibile migliorare anche in questo
caso la resa sonora con un nuovo altoparlante
di tipo “long duct”. Qui è stata creata una nuova chiocciola che crea un condotto ancora più
lungo (1 metro e mezzo) e che ha permesso di
abbassare la risonanza fino a 110 Hz, per un suono ancora più profondo. Grazie alla maggiore dimensione del cabinet, da una parte per la stazza
da 84 pollici, sugli altri modelli per via del design a cuneo, Sony ha aumentato l’ingombro della
cassa acustica e sia del woofer che del tweeter.
Per tutti i modelli, inoltre, Sony ha realizzato un
nuovo subwoofer Wireless, con cono da 20 cm
e amplificatore digitale da 100 Watt. Il collegamento avviene via Bluetooth e la regolazione
del crossover avviene automaticamente a seconda del TV a cui viene collegato il subwoofer, in modo da garantire un’installazione il più
semplice possibile. Un menù apposito offre comunque la possibilità di regolare a piacere le
impostazioni.
Il modulo audio di notevoli dimensioni utilizzato
nei TV serie X95, W95 e W85. All’interno si
sviluppa un condotto lungo 1,5 metri che
consente di rinforzare la gamma bassa restituita
dall’altoparlante.
A destra possiamo vedere la nuova scheda con gli
stadi di uscita dell’amplificazione audio dei nuovi
X9. A sinistra a confronto i coni dei modelli dello
scorso anno e quelli montanti dai TV X9. Questi
ultimi sono ora realizzati in fibra di vetro e mica.
cromatica dei nuovi X95 e X9, mettendo i modelli da 65 pollici (l’X95 esiste anche in questo
taglio, ma non verrà importato in Europa) con i
65 pollici Ultra HD di Samsung HU7500 e l’LG
LA965 (il modello di quest’anno non era ancora disponibile). Per il confronto tutti i TV sono
stati impostati nella rispettiva modalità “cinema”
e sono stati allineati alla luminosità del TV Samsung, che in questa modalità era il meno luminoso del lotto. Con i TV così configurati Sony
ha prima messo a confronto alcuni segnali test
per mostrare le differenze nel contrasto e nella
precisione delle sfumature, e successivamente
con alcuni spezzoni di Blu-ray Disc.
Ciò che ci ha piacevolmente stupito è stata la
resa nelle scene più scure specie del modello
LED Edge X9 in confronto a quello Full LED.
Non solo le differenze erano minime, ma in una
sequenza molto difficile di Kill Bill 2 (quella in
cui la protagonista viene seppellita viva in una
bara), in cui sullo schermo compare solo un lieve lumicino al centro, l’X9 si è comportato dav-
vero molto bene. Ben percepibile anche l’effetto
dell’X-tended Dynamic Range sulle alte luci. In
particolare ci ha favorevolmente impressionato
l’immagine della luna luminosa su sfondo nero,
che solo sui TV Sony riusciva a mostrare le caratteristiche della superficie. Altro punto a favore dei TV Sony è davvero la capacità di riprodurre le sfumature delle “rampe” colore in modo
continuo e senza “gradini”, a differenza dei TV
utilizzati nel confronto. Nel complesso i TV Sony
ci sono parsi equilibrati, contraddistinti da una
buona dinamica, buon dettaglio sulle alte luci e
da immagini luminose e brillanti. Ci teniamo a
precisare che si tratta naturalmente solo di prime impressioni dopo pochi minuti di visione e in
condizioni lontane da quelle dei nostri test, ma
la sensazione è che si tratta di prodotti molto interessanti e su cui non vediamo l’ora di mettere
le mani per una prova completa.
I modelli 4K arriveranno tra giugno e luglio.
Per conoscere e specifiche tecniche dei modelli, clicca qui.
Le prime impressioni

Durante la presentazione non si è parlato solo di
nuove caratteristiche, ma ci è stata data anche
la possibilità di avere un’anteprima dei nuovi
TV con una serie di demo, in cui Sony ha anche
messo a confronto i suoi nuovi modelli con quelli di pari fascia di alcuni concorrenti. Un confronto a dire il vero ben allestito e non troppo partigiano, come può essere che succeda in questi
casi. I tecnici Sony hanno puntato a mettere a
confronto la resa in termini di contrasto e resa
torna al sommario
Il confronto è stato effettuato prima con segnali test come questo, in cui veniva messa a prova la capacità di riprodurre sfumature dei TV e in seguito con alcune sequenze da Blu-ray Disc “mirate”. Da sinistra
destra i TV sono l’LG LA695, il Sony X9, il Samsung HU7500 e il Sony X95, tutti in taglio da 65 pollici.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO Comune denominatore, elevatissimi livelli di qualità costruttiva, audio e video
Tradizione e qualità per i nuovi TV Metz
L’ingrediente base della nuova gamma di TV Metz è la solidità del made in Germany
di Luisa GATTI
n occasione dei Mondiali di Calcio 2014, la tedesca Metz amplia
la propria gamma con una serie
di modelli molto sofisticati in termini
di tecnologia del suono e dell’immagine. Interamente fabbricati in
Germania, nella storica azienda fondata nel 1938 e tuttora guidata dalla
signora Helena Metz, i nuovi TV, a
retroilluminazione LED, sono caratterizzati da nuovo design, nuova tecnologia e nuova interfaccia menù.
Oltre al Primus, che già esiste in gamma e che per l’occasione è stato rinnovato e ulteriormente migliorato,
arrivano anche alcuni nuovi modelli
che arricchiscono e completano le rispettive linee di appartenenza e che
sono disponibili nei negozi a partire
già dallo scorso 6 maggio.
I
Primus, Il “primo” della
classe
Spicca per l’eccellenza del suono il
nuovo Primus 55 Media twin R, top di
gamma della casa tedesca, ora rinnovato: è caratterizzato da un sistema
audio opzionale con cassa in legno,
formato da 6 altoparlanti attivi, con
sub e centrale integrati, da installare
sul lato inferiore del TV. La qualità del
suono offerta dal modulo sonoro è incontestabile, di qualità assai migliore
rispetto a quanto offerto normalmente
PRIMUS 55 MEDIA TWIN R
Bang & Olufsen
annuncia un nuovo TV
Ultra HD con piedistallo
motorizzato e sistema
audio a scomparsa
di Paolo CENTOFANTI
da un TV: anche in uno spazio decisamente più ampio di quello di un salotto di medie dimensioni, l’ascolto è
davvero piacevole.
Per quanto riguarda il resto, la qualità
dell’immagine è migliorata dal doppio
schermo antiriflesso ed è implementata la tecnologia 200Hz DMC per
la migliorare la fluidità nella resa dei
movimenti. Sono presenti naturalmente anche tutte quelle funzionalità che
fanno di questo prodotto il migliore
dell’intera gamma Metz: il registratore
integrato da ben 1 TB con il doppio
tuner che consente di registrare un
programma mentre se ne vede un
altro, la registrazione anche su USB
esterno e le numerose funzionalità di
rete offerte da Metz Media System, il
sistema proprietario per la gestione
dei contenuti e provenienti dalla Rete.
Il prezzo al pubblico del TV è di 4.199
euro, mentre il modulo sonoro aggiuntivo costa 400 euro.
Super-personalizzazione
con il nuovo menù Tri-Star
I medesimi standard qualitativi in
termini di immagine sono riservati al
nuovo Solea Media R, TV LED che si
posiziona su una fascia un po’ meno
alta rispetto al Primus, ma che offre
funzionalità e caratteristiche di ottimo
livello, in vendita al pubblico a 1.999
euro: un 55” con digital recorder integrato da 500 GB, registrazione su
USB, singolo tuner e, soprattutto, un
bel menù progettato per la massima
personalizzazione; c’è addirittura una
funzione che permette di creare una
sorta di tastierino numerato dove a
ogni numero corrispondono le 10
funzioni più utilizzate. Questo va naturalmente anche a vantaggio di una
facilità d’uso sempre più spinta.
Un buon rapporto
qualità/prezzo

Gli altri due nuovi modelli presentati in
anteprima offrono il miglior
SOLEA MEDIA R
rapporto
qualità/prezzo
di casa Metz: nella linea
Clarea Media arriva il 47”
(1.499 euro) che promette
qualità video d’eccellenza,
tecnologia 3D e il Metz Media System, oltre al digital
recorder opzionale.
Ottimo rapporto qualità/
prezzo anche per il nuovo 42” della linea Pureo,
che a 999 euro offre tutto il meglio dei TV Clarea
tranne il 3D e il PVR.
torna al sommario
BeoVision
Avant, il 4K
con soundbar
a scomparsa
Il nuovo TV BeoVision Avant di
Bang & Olufsen (clicca qui per il
video) nasce all’insegna del 4K e
ha due caratteristiche particolari legate al design: diversi stand
e staffe da parete motorizzate e
la soundbar a scomparsa. Il sistema di motorizzazione per le
staffe consente di tenere il TV
da spento allineato alla parete, la
posizione esteticamente migliore
quando lo schermo diventa un
oggetto di arredo, e automaticamente di orientarlo all’accensione
nelle proprie posizioni di visione
privilegiate, con movimenti coordinati d’effetto. All’accensione da
sotto lo schermo compare anche
il sistema audio, una soundbar a
3.1 canali, composta da 8 altoparlanti. Ciascun canale ha il suo amplificatore in classe D dedicato,
per una potenza di 60 watt per
canale, subwoofer compreso. Lo
schermo è da 55’’, con risoluzione 4K e retroilluminazione di tipo
LED Edge. Ciascun esemplare
esce dalla fabbrica con un accurata calibrazione a 10 punti e il TV
integra un sensore che volendo
regola automaticamente il bilanciamento del bianco in funzione
della luce ambiente della sala in
cui viene installato. Il TV è dotato
di dual tuner DVB-T2/S2, funzionalità di rete e piattaforma Bang
& Olufsen Smart TV. BeoVision
Avant è disponibile a 6995 euro.
Innovative Curve
A smartphone
designed to fit you
Now It’s All Possible
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO Sony ha il dual tuner sulla gamma di televisori 4K, Philips su una serie
Televisori con doppio sintonizzatore DVB-T
Solo Samsung e Panasonic ci credono
Samsung e Panasonic hanno intere serie di TV con doppio tuner per PVR avanzato
di Roberto PEZZALI
C
on il videoregistratore morto e
il DVD Recorder sul viale del
tramonto l’unica soluzione per
la registrazione fai da te è la funzionalità PVR inserita nei TV. Una feature
presente da anni, che si è arricchita
nel tempo di funzioni come la possibilità di registrare un evento mentre se
ne guarda un altro oppure di condividere in rete le registrazioni per poterne fruire su altri dispositivi. Per poter
però registrare una cosa mentre se
ne guarda un’altra è indispensabile il
doppio tuner, cioè non digitale terrestre e satellite (presente su molti TV
di fascia media), ma un doppio tuner
DVB-T o DVB-T2. Una caratteristica,
questa, ancora oggi molto rara: solo
Samsung, Panasonic e Sony hanno in
gamma un po’ di modelli dual tuner.
Abbiamo spulciato tutta la gamma dei
produttori di TV, per capire quale dei
nuovi modelli dispone di due sintonizzatori, permettendo funzionalità PVR
evolute. Panasonic da qualche anno
spinge moltissimo su questa funzione, e tutti i modelli delle serie AS750,
AS800, AX800 del 2014 hanno questa caratteristica. Samsung segue a
ruota: per permettere la visualizzazione dei canali anche in remoto sui
tablet e sugli smartphone, oltre che
su altri TV, tutti i modelli dall’H6500
in su sono dotati di doppio sintonizzatore DVB-T2. Ad oggi Samsung è
l’azienda che ha il maggior numero
di TV con due tuner sul mercato. La
funzione dual tuner è presente anche
sulla gamma Sony 4K (i modelli Ultra
HD), ma solo con un aggiornamento
software che sarà distribuito in estate
le funzionalità di registrazione estesa
verranno attivate. Philips, invece, ha
una sola serie dotata di doppio tuner,
la 8159, mentre nessun modello LG
ha due sintonizzatori DVB-T a bordo.
Situazione simile per Sharp, Hisense
e Haier: nessun modello ha due tuner
DVB-T.
Avere due tuner digitale terrestre a
bordo non è fondamentale, ma ogni
consumatore ha le sue esigenze e
questa funzione potrebbe far propendere per l’acquisto di un modello
rispetto ad un altro.
Microsoft
lancia
la
tastiera
per
le
Smart
TV
All in one Media Keyboard rende più semplice la navigazione web e app sui
U
di Roberto FAGGIANO

sare le funzioni più interessanti
delle Smart Tv con il telecomando è impresa che toglierebbe la
voglia anche all’utente meglio intenzionato. Così Microsoft ha pensato di
lanciare una nuova tastiera dedicata
proprio a questo utilizzo. La All in one
Media Keyboard (42 euro) è un modello senza fili con ricevitore USB che
integra un pad e alcune funzioni dedicate alla navigazione web e app sul
grande schermo. In alternativa si può
usare anche con un notebook o un ta-
torna al sommario
Anche in Italia un
media player 4K Sony
dedicato ai TV Ultra HD
dello scorso anno. Ma
questa versione è solo
per i servizi streaming
di Paolo CENTOFANTI
TV E VIDEO La nuova tastiera è già compatibile e utilizzabile anche con Xbox One
TV
Da Sony uno
streaming
box 4K per
l’Europa
blet (al momento solo Windows 7 e 8)
o in abbinamento alla Xbox One. Con
il pad è consentito utilizzare tutti i gesti che siamo abituati a fare con le dita
sullo schermo touch di smartphone e
tablet, mentre altri tasti sono dedicati
alle funzioni più utilizzate con Internet
Explorer o il motore di ricerca Bing.
Alcuni tasti sono personalizzabili per
poter avere un accesso rapido alle
funzioni più utilizzate. La tastiera
è leggera e compatta, facile da
usare anche senza appoggiarsi
su una scrivania e pronta a resistere a urti, cadute e invasioni di
acqua e bibite. In tema di compatibilità con le diverse marche di televisori
al momento non possiamo dire molto.
A parte il TV LG utilizzato per la dimostrazione, non è ben chiaro nemmeno a Microsoft quali siano i modelli
compatibili, sono in corso le diverse
prove e saranno quanto prima diffuse
le marche con le quali la tastiera è utilizzabile. Clicca qui per il video.
Anche in Europa Sony lancerà un
lettore multimediale per i contenuti in 4K. Si tratta di un prodotto
leggermente diverso da quello
annunciato poche settimane fa
per il mercato nordamericano. Il
set top box FMP-X5 condivide lo
stesso design simil PlayStation 4
e la stesso scopo di base del cugino americano: dare la possibilità
a chi ha aquistato un TV 4K Sony
nel 2012/13, di riprodurre i contenuti in 4K dei servizi di streaming
come Netflix, che fanno uso del
nuovo codec HEVC, codifica non
supportata sui primi modelli di TV
Ultra HD. A differenza del modello americano, l’FMP-X5 non
è dotato di hard disk e pertanto
non ci sarà l’accesso ai film in 4K
in download del servizio Video
Unlimited 4K lanciato in USA. Il
lettore arriverà anche in Italia ad
agosto ma, da che ne sappiamo
oggi, senza servizi o contenuti.
Speriamo di sbagliarci e di venire
sorpresi dall’arrivo di un qualche
servizio in streaming in 4K prima
dell’arrivo sul mercato del lettore Sony. L’FMP-X5 avrà un costo
di 399 euro. Al momento Sony
non ha annunciato ancora nel
dettaglio specifiche tecniche e
funzionalità ulteriore. Durante la
presentazione abbiamo avuto
modo di vedere unicamente un
mockup non definitivo.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO I puristi dell’immagine non lo apprezzano, ma il TV curvo sta attirando la curiosità del pubblico
TV curvo: ha davvero senso oppure è solo moda?
Piatto contro curvo: è rivoluzione TV o c’è tanto marketing dietro la nuova linea di design dei televisori?
Cerchiamo di capire se ha davvero un senso un TV curvo oppure se è solo l’ennesima moda da cavalcare
di Roberto PEZZALI
L
G ha aperto le danze con il TV OLED, Sony
ha lanciato (e poi fatto sparire) un modello,
mentre Samsung si prepara a lanciare tutta la sua nuova campagna di comunicazione TV
sulla bellezza del TV curvo. Se da una parte molti puristi dell’immagine non ne vogliono assolutamente sapere di avere in casa un TV curvo,
nei centri commerciali piccoli gruppi di curiosi
guardano ammirati questi nuovi TV tanto diversi
e particolari. Dai tempi dei primissimi Sony FD
Trinitron ci siamo ormai abituati allo schermo
piatto, e per molti passare nuovamente al curvo non è altro che un tornare “indietro”. Eppure,
vuoi perché ormai la macchina del marketing si è
messa in moto, vuoi perché qualcosa per andare
avanti si deve trovare, le aziende iniziano a puntare forte sul curvo.
LG stessa, ad esempio, ha lanciato in Italia il TV
OLED curvo e non porterà, come in altri Paesi
europei, la versione a schermo piatto che è presente a catalogo: i problemi di produzione sono
passati ormai, ma pare che la scelta del “curvo”
sia più una scelta politica che tecnologica, con il
“curvo” che rappresenta il nuovo mondo.
Lasciando le guerre di religione ai talebani del
pixel e del nero, ci siamo chiesti se davvero uno
schermo curvo possa portare qualcuno dei vantaggi che le aziende stanno sbandierando per
promuovere i loro nuovi TV, consapevoli però
del fatto che l’effetto “wow” per le vendite conta
molto di più di ogni giustificazione di carattere
tecnico.
Uno schermo curvo è più
coinvolgente?

Il cinema non mente: una immagine avvolgente
è decisamente più coinvolgente di una immagine “piatta”. Con un TV curvo siamo però ben
lontani dai livelli di coinvolgimento di uno schermo IMAX o di uno schermo cinematografico: per
simulare la stessa esperienza dovremmo avere
uno schermo molto grande. Quello che si vive di
fronte all’enorme Samsung da 105” curvo, esperienza vissuta al CES di Las Vegas, non è certo
quello che si prova davanti a un 55”. Per essere
“coinvolti” da un TV, l’idea è avere un TV che
copra almeno il 40-45% del proprio campo di
visione, e per farlo su un TV da 55” si deve stare a una distanza variabile tra gli 1.5 e i 2 metri.
Una distanza che però non coincide con il raggio
torna al sommario
di un equivalente TV curvo (foto sopra a destra).
Uno schermo curvo riflette meno?
di curvatura delle attuali TV: se prendiamo, ad
esempio, la comunicazione fatta da LG per promuovere la curvatura dell’OLED si vede come
la TV sia quasi un “monitor” talmente è vicina al
punto di visione (foto sopra).
Uno schermo curvo fa sembrare
il TV più grande?
Quello che dicono le aziende è corretto, almeno
dal punto di vista matematico: un TV curvo sembra più grande di un TV piatto di pari dimensioni.
Tuttavia l’affermazione perde valore più ci si allontana dallo schermo: da 3 o 4 metri di visione la differenza è minima, e si riduce più ci allontaniamo
fino a quando lo vedremo addirittura più piccolo.
Il TV piatto, in proiezione ortogonale, è più largo
Una superficie curva dovrebbe riflettere meno
luce di un analogo TV a schermo piatto perché
la superficie proiettata è inferiore, ma anche qui
la valutazione dipende molto dal punto di visione e dalla posizione delle fonti di luce. Con una
finestra alle spalle non si possono fare miracoli,
con luce incidente dal lato, invece, una superficie
curva potrebbe portare qualche beneficio.
Uno schermo curvo ha un miglior
angolo di visione?
Per chi? È questa la vera domanda da porsi. Un
TV curvo, per la sua particolare forma, limita di
molto il campo di visione perfetto. Il suo essere
avvolgente e coinvolgente di fatto esclude la
visione periferica: chi si trova fuori dal cono di
segue a pagina 18 
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TV E VIDEO Risultato raggiunto grazie al miglioramento della resa produttiva dei pannelli
LG sconta il TV OLED 55EA970V: 3999 euro
Come preannunciato, arriva il taglio di prezzo che rende più “accessibile” il TV OLED LG
di Roberto PEZZALI
L
G abbassa il prezzo dell’OLED:
come avevamo anticipato qualche settimana fa, l’eccellente
TV da 55” a schermo curvo, uno dei
migliori TV al mondo, subisce un
taglio del listino portandosi a 3999
euro. Una bella cavalcata se pensiamo che il prezzo di partenza, nemmeno un anno fa, era di 8999 euro.
Chi l’ha comprato (non molti a dire il
vero) probabilmente sta maledicendo LG, ma tutti coloro che sognano
di possedere quello che per anni è
stato l’oggetto del desiderio degli
appassionati ora finalmente possono davvero sperare.
Il traguardo è stato raggiunto grazie
a una ottimizzazione della catena
produttiva che ha finalmente ridotto il numero di pannelli difettosi, e
proprio grazie a queste migliorie LG
può iniziare anche a vendere i suoi
pannelli WRGB a terzi a partire da
questo trimestre.
Il TV OLED 55EA970V sarà il fiore all’occhiello dell’offerta di LG
per questo maggio 2014, un mese
molto caldo sul fronte TV dove, per
l’arrivo dei Mondiali di Calcio in Brasile, si prevedono promozioni molto
allettanti.
GADGET
Garmin
Forerunner 15
Un amico
al polso
Forerunner 15, nuovo GPS
sportwatch di Garmin, permette
di tenere sotto controllo i parametri fondamentali dell’allenamento, distanza percorsa, velocità/passo corrente, frequenza
cardiaca, calorie bruciate e
altro. Oltre alla fascia toracica,
può essere integrato con Foot
Pod, sensore da caviglia che
registra distanza
e velocità/passo
quando ci si
allena indoor. In
vendita da fine
maggio a 149
euro da solo o
a 179 euro con
fascia cardio.
TV E VIDEO
TV curvo: ha senso o è solo moda?
segue Da pagina 17 
Uno schermo curvo ha un miglior
contrasto?
L’incidenza della luce sullo schermo e l’angolo di
visione impattano sulla percezione del contrasto,
che non è fatto solo dalla bontà del pannello ma
anche da elementi ambientali. Difficile però dimostrare che un TV curvo possa davvero migliorare il
contrasto, anzi: sempre che non si tratti di un OLED
(contrasto sempre perfetto), un TV curvo potrebbe
enfatizzare le problematiche dei normali TV LCD
visti dal lato, dove il livello del nero si alza leggermente a seconda dell’angolo di visione. Chi sta seduto al centro potrà godere di una visione perfetta
in termini di contrasto (ogni punto dello schermo
viene visto ortogonalmente al punto di visione), ma
il contrasto percepito da chi si siede a lato potrebbe non essere così eccellente.
TV curvi, bellissimi da mostrare ma
meno pratici dei TV “tradizionali”

visione ideale non avrà una esperienza gratificante, cosa che invece non accade con i normali
TV piatti. Un TV curvo ha un angolo di visione
migliore per chi si siede al centro, ma per gli altri
decisamente peggiore.
torna al sommario
Un TV curvo è più bello da mostrare che da vedere
(sempre che non si sia al centro): l’impatto scenico,
la novità, il suo essere diverso da qualsiasi altro TV
è il vero elemento che distingue i nuovi TV. Uno
schermo curvo, inoltre, dà una sensazione di leggerezza che un TV piatto non riesce a dare. Ormai,
fatta eccezione per la base, tutti i TV sono uguali ed
è difficile distinguersi, cosa che invece i nuovi TV a
schermo curvo sanno fare egregiamente. È inutile
negare l’evidenza: la maggior parte degli acquisti
sono guidati dalla moda e da fattori estetici, e da
questo punto di vista i TV curvi hanno un loro perché. Ci sono anche benefici, come una riduzione
dei riflessi e una dimensione maggiore percepita,
ma tutto va commisurato al posizionamento del TV:
l’hot-spot di visione ideale per un TV curvo è all’interno del cono proiettato dal TV, e se si esce da
questo la situazione peggiora. Inoltre, il montaggio
a parete di un TV curvo funziona solo se si abita in
un trullo o in un igloo: su un muro un TV “piatto”
sta decisamente meglio. Inserito in un arredamento
moderno, però, un TV curvo fa la sua bella figura.
Tornando alla domanda di partenza, se un TV curvo
ha davvero un senso, la risposta non è semplice.
Per un appassionato forse non ha senso, così come
non hanno senso la Smart TV, le app, l’illuminazione
Edge LED e la sparizione dell’eccelso plasma, ma
per il mercato un senso ce l’ha: riportare un po’ di
valore nell’ormai impoverito mondo dei televisori
creando qualcosa di diverso su una caratteristica
che la massa facilmente percepisce, il design.
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE Con un evento in grande stile, Huawei ha presentato Ascend P7, nuovo smartphone Android top di gamma
Con Ascend P7 Huawei sfida Samsung e Apple
È curato in ogni dettaglio, in Italia arriverà senza dual sim ad un prezzo molto aggressivo (si parla di 399 euro)
C
di Paolo CENTOFANTI
on un evento internazionale in grande stile,
Huawei ha annunciato Ascend P7, nuovo
smartphone di top di gamma. Si tratta di un
prodotto importante per Huawei, con il quale il marchio cinese vuole far capire al mondo di non aver
nulla da invidiare ai pesi massimi che dominano il
mercato. D’altra parte Huawei rientra a pieno titolo in questa categoria, visto che si tratta del terzo
produttore al mondo di smartphone. Il precedente
Ascend P6 ha venduto 4 milioni di pezzi ma, soprattutto, ha aiutato a moltiplicare in un anno la riconoscibilità del marchio Huawei in ambito consumer.
Ora, con il nuovo top di gamma, Huawei vuole sfidare sullo stesso piano marchi come Samsung ed
Apple, con un prodotto dalle caratteristiche tecniche molto interessanti, un ottimo design e alcune
soluzioni innovative.
Qualità della costruzione al centro

Il design riprende quello del P6, con forma a
doppia C, e continua a essere uno dei più sottili smartphone sul mercato, con uno spessore di
appena 6,5 mm e una cornice laterale di appena 2,97 mm. Huawei ha puntato su materiali e finiture di qualità: bordo metallico, tasti rifiniti nei minimi
particolari per restituire la sensazione di un prodotto premium. Il retro è costituito da 7 strati di materiali metallici caratterizzati da speciali micro pattern
per ottenere una finitura che restituisse eleganza
e, appunto, la qualità della costruzione. Il retro sarà
disponibile nei colori rosa, bianco e blu. Come il P6,
anche l’Ascend P7 può ricordare a tratti l’iPhone, ma
si tratta di un prodotto con i suoi punti di originalità
e molto ben rifinito. Il display, come da indiscrezioni,
è costituito da un pannello da 5 pollici con risoluzione full HD, per una densità di 445 PPI. Anche l’interfaccia grafica (a nostro avviso forse il vero punto
debole della precedente offerta Huawei) è stata
ampiamente ridisegnata per abbinarsi meglio al
design. La base rimane Android 4.4.2, ma Huawei
ha ridisegnato le icone, selezionato nuove tinte più
piacevoli e morbide e ha introdotto novità quali la
torna al sommario
lock-screen “magazine style”, personalizzabile a
seconda dei propri interessi e con un pannello di
controllo per accedere alle impostazioni principali,
che ricorda in parte il Control Center di iOS 7.
Spazio ai “selfie”
Huawei ha dedicato molto spazio della presentazione alle caratteristiche fotografiche dell’Ascend P7.
A sorprendere è innanzitutto la fotocamera frontale: Huawei ha posto l’accento sulla moda dei selfie
e per tutti gli appassionati di autoscatti ha pensato
di dotare P7 di una fotocamera frontale che è praticamente dello stesso livello di quelle normalmente
utilizzate come principali: obiettivo F2.4 a 5 elementi con lenti asferiche, sensore BSI da 8 Megapixel
con pixel da 1,4 micron. Dal lato software torna
l’elaborazione auto beauty per migliorare gli autoritratti e la nuova Smart Preview Window, che aiuta
a comporre l’inquadratura mantenendo la giusta
altezza degli occhi. Altra funzione sono i Groufies
o Group Selfies per effettuare selfies panoramici,
di gruppo appunto. Funziona combinando tre foto,
con una funzione panoramica analoga a quella
utilizzata per le fotocamere principali. C’è anche
una funzione di specchio con ingrandimento per
sistemarsi il trucco, ma anche un simpatico effetto
“appannato” per scrivere come su uno specchio
umido. La fotocamera principale utilizza il nuovo
sensore Sony da 13 Megapixel,
con obiettivo 28 mm equivalente e apertura F2.0, ma il vero
asso nella manica è il processore d’immagine targato Altek, per
l’elaborazione dei dati RAW del
sensore della fotocamera, che
spinge la sensibilità a 3600 ISO
e applica una Noise Correction
analoga a quella di una macchi-
na fotografica dedicata. Per quanto riguarda invece
la velocità, Huawei parla di Ultra-fast Snapshot. In
pratica il P7 consente di scattare in soli 1,2 secondi
partendo dallo schermo bloccato, utilizzando il tasto dedicato.
Dual SIM in incognito
Parlando di caratteristiche tecniche, sono state
confermate praticamente tutte le indiscrezioni, ma
la vera sorpresa è costituita dal modo in cui Huawei
ha deciso di implementare il dual SIM. L’Ascend P7
è infatti un telefono dual SIM anche se lo slot per
la SIM è uno solo. I tecnici cinesi sono ricorsi a un
trucco abbastanza geniale, ovvero quello di rendere lo slot per le schede microSD a doppia funzione.
Il cassettone è infatti pensato per inserire in un verso una scheda di memoria e nell’altro un’eventuale
SIM aggiuntiva. Detto questo, lo smartphone utilizza il nuovo processore HiSilicon Kirin 910T, un quad
core da 1.8 GHz su tecnologia a 28 nm con scheda
grafica Mali450, accompagnato da 2GB di RAM e
connettività LTE Cat 4 a 150 Mbit/s. Dato lo spessore di appena 6,5 mm, Huawei ha dovuto adottare
alcune soluzioni nuove per quanto riguarda l’antenna. Ha progettato innanzitutto una nuova antenna posizionata nella parte bassa dello schermo,
affiancata però da un’ulteriore antenna che lavora
in diversità nella parte superiore dello smartphone.
Questa configurazione ha permesso un guadagno di 2 dB in ricezione. Sul versante autonomia,
Ascend P7 è dotato di una batteria da 2500 mAh
che, secondo Huawei, consente un’autonomia di 2
giorni con l’uso normale e pari a 1 giorno intero con
uso intensivo. Tenendo come paragone l’iPhone
5S, Huawei dichiara un’autonomia del 15% superiore rispetto allo smartphone di Apple; in più, con
la modalità Ultra Power Saving, lo smartphone è in
segue a pagina 20 
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE Il prossimo iPhone potrebbe avere un innovativo sistema di cattura per foto e video
iPhone 6 scatterà foto a super-risoluzione?
Il nuovo sistema sfrutta la stabilizzazione ottica per ottenere immagini più risolute
di Vittorio Romano BARASSI
C
ontinua la marcia di avvicinamento verso l’iPhone di
prossima generazione e,
dopo leak di vario tipo, è la volta
di una caratteristica che potrebbe
davvero risultare distintiva dello
smartphone Apple, che probabilmente sarà presentato entro la fine
della prossima estate.
I colleghi di Apple Insider hanno
scoperto un interessantissimo brevetto depositato da Apple, il quale
mostra come l’azienda di Cupertino stia seriamente pensando di
sviluppare ulteriormente la sezione
fotografica dello smartphone Apple
di prossima generazione. Secondo
le immagini e i dati che è possibile reperire sul sito dell’ufficio brevetti statunitense, Apple vorrebbe
sfruttare le potenzialità dei sistemi
di stabilizzazione ottica attuali per
creare immagini a super-risoluzione, senza il bisogno di aumentare i
pixel del sensore fotografico.
Sebbene sia abbastanza difficile
riassumere il tutto in poche righe,
ci proveremo lo stesso. Il sistema
messo a punto da Apple è in grado di unire più scatti effettuati dal
modulo fotografico partendo da
riferimenti ben precisi del quadro
e basandosi sui dati offerti dal sistema di stabilizzazione ottica; una
volta premuto il pulsante di scatto
il sistema inizierà ad effettuare una
raffica di foto variando di poco il
grado di inclinazione (offset) dell’inquadratura (si parla di spostamenti
inferiori ad un pixel) e parametri
come apertura di diaframma e tempo di scatto, per poi riunirli con la
massima precisione possibile via
software, attraverso alcuni set di
MOBILE
Ascend P7
Huawei sfida Samsung e Apple
segue Da pagina 19 

grado di offrire un giorno di stand by con solo il 10%
di batteria a disposizione. Tra le altre caratteristiche si segnalano ancora il Nano Coating per l’impermeabilizzazione, il nuovo design termico che
consente di ridurre di 7 gradi la temperatura dello
smartphone durante l’uso (presumiamo rispetto al
modello precedente P6), NFC, Bluetooth 4.0, 16 GB
di memoria integrata. Unica nota negativa riguarda
il Wi-Fi, che si ferma al classico 802.11n, comunque
più che sufficiente per uno smartphone. Tutto questo quanto può costare? Il prezzo con ogni probabilità sarà di 399 euro per il nostro Paese, la versione
per l’Italia, però, non sarà dotata dello slot dual SIM.
Un prezzo davvero aggressivo considerando tutto
quello che offre l’Ascend P7. Per quanto riguarda la
disponibilità italiana, il nuovo smartphone Huawei
arriverà nei negozi a fine maggio / inizio giugno.
torna al sommario
istruzioni ad-hoc integrate nel processore di sistema.
Così facendo si otterrebbero fotografie - e video - super-dettagliate
e nitide, il tutto senza la necessità
di inserire un sensore fotografico
da milioni di pixel in più e senza
il bisogno di espandere troppo la
memoria interna dei suoi dispositivi
(foto più grandi, ovviamente, sono
anche più “pesanti”); Apple potrebbe dunque mantenere il medesimo modulo da 8 Megapixel anche
sull’iPhone 6, tutto esattamente in
linea con le indiscrezioni trapelate
nelle ultime settimane.
ZTE Open C
in vendita
con eBay
Lo smartphone di ZTE basato
su Firefox OS, l’Open, presentato lo a febbraio al Mobile
World Congress, arriva ora nei
negozi... virtuali. ZTE ha infatti
scelto per il lancio eBay, che
offrirà il telefono in Europa a
un prezzo sotto i 90 euro. Lo
smartphone di ZTE è uno dei
primi ad uscire sul mercato con
l’ultima versione di Firefox OS,
che aggiunge significativi
miglioramenti alla piattaforma
mobile completamente basata
su tecnologie web: supporto
dual SIM, fuoco continuo e flash
per la fotocamera, gallery fotografica migliorata e inclusione di
nuove tecnologie come WebGL,
WebAudio e asm.js, queste
ultime indirizzate soprattutto
alla realizzazione di giochi più
evoluti sul Firefox OS. Lo ZTE
Open C rimane uno smartphone
indirizzato a chi proviene da un
feature phone e vuole rimanere
su un prodotto dal costo contenuto. È basato su un display da
4 pollici con risoluzione WVGA,
processore dual core da 1,2 GHz
ed è dotato di fotocamera da
3 Megapixel, caratteristiche
chiaramente da entry level.
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE La batteria dell’iPhone dura poco: vi spieghiamo le cause e vi suggeriamo come risolvere il problema
Tutti i “trucchi” per migliorare l’autonomia dell’iPhone
La batteria può essere ricalibrata, ma anche la scarsa copertura può influire sull’autonomia dello smartphone
L
di Roberto PEZZALI
a batteria dell’iPhone vi fa “dannare”? Non
c’è problema, non siete soli. Da qualche
mese stiamo lottando con un iPhone 5 che
non ne vuole sapere di stare acceso per più di
4 o 5 ore (usandolo ovviamente) e abbiamo pensato di provare ogni tipo di soluzione possibile
(almeno per un consumatore) per capire se si
può fare qualcosa o se la sostituzione è la strada
migliore. Per farlo ci siamo ispirati ai consigli trovati online, ma abbiamo provato anche soluzioni
alternative, come ad esempio il cambio di SIM e
misurazioni in diversi ambienti e in diverse zone,
perché anche la copertura impatta sull’autonomia della batteria: se il segnale non è fortissimo
l’iPhone, come molti altri smartphone, aumenta
la potenza per garantire la ricezione e questo
comporta un aumento dei consumi. Purtroppo
non si è mai certi di essere in una zona buona:
l’indicatore della potenza del segnale infatti mostra la potenza del segnale GSM per telefonia e
SMS ma non da alcuna indicazione di quanto sia
buono l’eventuale segnale 3G.
Gli operatori e la qualità del segnale nella zona in
cui utililizziamo prevalentemente lo smartphone
hanno dunque un impatto sull’autonomia della
batteria: la distanza dai ripetitori e la particolare
posizione, che fa saltare lo smartphone da una
cella all’altra, possono impattare in modo significativo sull’autonomia. Stesso smartphone, stessa
posizione ma SIM di due diversi operatori possono incidere anche sul 15% del tempo di stand-by.
Se la batteria dell’iPhone non dura più come prima, o comunque dura poco, le motivazioni possono essere diverse: o la batteria ormai è usurata, o non è più calibrata oppure c’è qualcosa che
non va sullo smartphone. Il primo caso è un “non
problema”: le batterie si usurano con il tempo,
negli altri due casi, invece, la diagnosi, così come
la soluzione, non sono semplici.
Batteria non calibrata?
L’iPhone si spegne di colpo da solo
Partiamo con la batteria non calibrata: il caso tipico è un iPhone che si spegne all’improvviso quando l’indicatore percentuale di carica non è ancora
arrivato intorno al 5%. L’iPhone 5 della prova, ad
esempio, ha iniziato ad un certo punto a spegnersi al 40% di carica, all’improvviso: la batteria era
effettivamente scarica, ma l’indicatore è totalmente sballato. Per essere sicuri che la batteria
sia veramente scarica si può tenere premuto per
più di 10 secondi il tasto home assieme al tasto
power: l’iPhone effettua un hard reset (non si perderà alcuna impostazione) e proverà a riaccendersi con la quantità di energia residua. Se non
lo fa, mostrando il tipico segnale di carica, vuol
dire che la batteria è davvero a secco e quindi
si deve ricalibrare la batteria. Un processo semplice, che consiste nello scaricamento completo
e nel caricamento completo possibilmente con
un caricabatteria originale o certificato: provando
con un caricabatterie di terze parti, infatti, i comportamenti “bizzarri” sono aumentati.
Sull’Apple Store ci sono molte app che promettono miracoli in fatto di tuning batteria, come
Sys Activity Monitor, tuttavia sono solo degli aiuti,
non apportano alcun cambiamento. In ogni caso
è bene ricordarsi di effettuare una carica completa almeno ogni mese dopo aver scaricato lo
smartphone completamente.
iPhone nuovo ma la batteria dura poco
Veniamo invece al caso più critico: l’iPhone è
nuovo, la batteria sembra calibrata bene ma
l’autonomia è davvero bassa. Un caso comune,
ma per fortuna è abbastanza semplice capire se
qualcosa non va a livello di sistema operativo,
ovvero iOS (nel nostro caso 7.1). Il test da fare è
abbastanza semplice e porta via pochissimi minuti: basta andare nel menu “Generali, Utilizzo”
e segnare su un foglio di carta il tempo di standby e quello di utilizzo. Il tempo di stand-by in
realtà è il tempo totale del dispositivo dall’ultima ricarica, e include sia i momenti in cui lo
smartphone è stato effettivamente in stand-by
sia quelli in cui lo abbiamo usato. Il tempo di
utilizzo è invece il tempo di uso reale, quindi
smartphone sbloccato in mano. Dopo aver segnato il tempo di stand-by su carta impostare
l’iPhone il modalità stand-by e aspettare 10 minuti. Scaduto il tempo controllare nuovamente
i tempi e vedere di quanto sono aumentati: se
l’iPhone gestisce correttamente gli stati il tempo
di stand-by sarà aumentato di 10 minuti mentre
quello di utilizzo massimo di un minuto. Se invece il tempo di utilizzo è più alto c’è qualcosa
che non va. Nel primo caso la diagnosi è certa: usate troppo lo smartphone e non c’è nulla
da fare, se non prendere i classici accorgimenti
come la disattivazione dei dati (quando non servono), la riduzione della luminosità del display
(che incide per il 20% circa) e la disattivazione
di servizi come la localizzazione o le notifiche.
Nel secondo caso invece c’è davvero qualcosa
che non va: l’iPhone è in stand-by per l’utente

segue a pagina 22 
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n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE L’azienda coreana condannata a pagare 120 milioni di dollari, meno dei 2,2 miliardi di dollari chiesti da Apple
Samsung ha copiato Apple ma è una vittoria di Pirro
Samsung ha infranto due brevetti appartenenti ad Apple, che a sua volta è colpevole di una violazione
di Vittorio Romano BARASSI
N
uovo capitolo nella battaglia
legale tra Apple e Samsung:
una corte di San Jose ha, infatti, condannato Samsung al pagamento di ben 119.625.000 dollari per
aver infranto volontariamente due
brevetti appartenenti ad Apple e ha
dichiarato colpevole l’azienda coreana di aver procurato danni alla società di Tim Cook anche per quanto riguarda un terzo brevetto. I brevetti in
questione sono il numero 5,946,647
(funzionalità che trasforma sem-
plice testo in funzioni) e il numero
8,046,721, il quale riguarda la celebre funzionalità Slide-to-unlock (ma
questa violazione è stata riscontrata
solo su alcuni dispositivi). Samsung
ha preso spunto anche dal brevetto
numero 8,074,172, che ha a che vedere con il sistema di auto-correzione degli errori di scrittura. Apple aveva citato Samsung per aver infranto
cinque dei suoi brevetti, ma la corte
ha deciso che l’azienda coreana non
ha fatto nulla di male in relazione
ai brevetti numero 6,847,959 (ricerca locale e sul web,
in stile Spotlight) e
7,761,414, oggetto di
discussione a causa della somiglianza
dei sistemi di sincronizzazione dei dati
(iCloud).
Sul fronte opposto, la
stessa corte ha anche
analizzato le richieste di Samsung e fa dalla stessa Apple, la quale chiedeha decretato Apple colpevole del- va ben 2.2 miliardi di dollari di danni.
l’infrazione involontaria del brevetto Secondo alcuni esperti, i circa 120
numero 6,226,449 (registrazione e milioni di dollari che Samsung dovrà
salvataggio di immagini e audio) men- pagare ad Apple basteranno solo per
tre ha assolto l’azienda di Cupertino coprire le spese legali. La questione,
dall’accusa di violazione del brevetto però, è tutt’altro che chiusa. La corte si
numero 5,579,239 (streaming video aggiornerà nelle prossime settimane
durante le videochiamate/Facetime). Il poiché c’è ancora da valutare qualcorisultato? 158,400 dollari di danni che sa sul Samsung Galaxy S2 e ha dato
alle due parti
Apple dovrà
“La sentenza di oggi ribadisce ciò che la possibilità
corrisponi tribunali in giro per il mondo hanno già di fare ricorso,
dere a Samstabilito: che Samsung ha volontariamente suggerendo
sung.
rubato le nostre idee e copiato i nostri pro- ad Apple di vaSamsung si
dotti” Apple - via Re/code
gliare l’ipotesi
è mantenudi un appello a
ta piuttosto
cauta e ha preferito non rilasciare di- causa dell’evidente volontarietà nella
chiarazioni mentre Apple ha commen- violazione di due dei cinque brevetti
tato la questione dichiarandosi appena contestati. Ci sarà bisogno di ulteriori
soddisfatta di un verdetto che eviden- approfondimenti e di altro tempo ma
zia le chiare violazioni volontarie di così facendo Apple potrebbe incassaSamsung, ma che è del tutto lontano re fino a tre volte di più. Pronti per la
dalle richieste avanzate diverso tempo prossima puntata?
MOBILE
Tutti i trucchi per migliorare
l’autonomia dell’iPhone
segue Da pagina 21 

ma non per iOS, alcuni processi continuano a lavorare in background consumando batteria. Qui
è davvero difficile identificare la causa (possono
farlo all’Apple Store con utility specifiche) ma solitamente sono applicazioni poco ottimizzate e
pare che Facebook sia una di queste. Destreggiarsi tra le infinite configurazioni è davvero difficile, se non impossibile: si potrebbe agire metodicamente disattivando un servizio per volta,
disinstallando alcune apps e spegnendo i servizi in background per vedere cosa effettivamente consuma ma la cosa ha davvero poco senso.
Quello che invece non va mai fatto è chiudere
le applicazioni in background: iOS in realtà tiene
solo lo stato memorizzato e non tutta l’applicazione in memoria, quindi chiudendolo e poi riaprendolo in realtà si consuma di più che tenere
anche 50 apps in “finto” background. Dopo aver
disattivato Facebook il nostro iPhone “indemoniato” ha comunque un’autonomia di circa 3 ore
di uso, ovvero dopo una notte di ricarica alle 11
del mattino è già al 20% di batteria e minaccia di
spegnersi: troppo poco.
torna al sommario
Decisione critica: ripristiniamo tutto
Decidiamo quindi di giocarci le ultime due carte: il ripristino con backup e il ripristino totale.
Il primo non aiuta molto: dopo aver ripristinato
completamente l’iPhone (da iTunes o da menu)
importando il backup l’impressione è quella di
aver guadagnato qualcosa, in realtà ci sbagliamo, perché dopo qualche giorno la situazione
sarà uguale a quella di prima. Il ripristino da
backup ripulisce il sistema operativo, ma il problema spesso sono le apps installate e quando
si ripristina il backup tutti i dati vengono reimportati e rimessi al loro posto, inclusi molti file
temporanei e impostazioni tra le quali c’è anche
quella che ha causato il problema.
L’unica soluzione che ha funzionato è il ripristino globale come nuovo iPhone, una operazione
che ci ha fatto perdere però i dati non salvati, dai
record dei giochi (Candy Crush, sigh) ai setup,
alle foto. Le cose più interessanti si possono
salvare o tenere sul cloud, ovviamente, le altre
vanno reinstallate stando però attenti a farlo gradualmente: solo così ci si accorge che è proprio
una delle ultime apps aggiunte a causare problemi e finalmente si può intervenire (trovando
una alternativa).
Concert for one
Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frutto della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tecnologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stesso creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibile in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la personalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ovvero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte-
nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è infatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con microfono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gli
amanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamenteP3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello,
da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite il
cavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple.
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
www.audiogamma.it
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE One è un top smartphone che sarà in vendita a soli 299 euro, ma c’è il trucco
Fenomeno OnePlus One: è solo marketing?
Dietro l’azienda si nasconde Oppo, che detiene il 100% della azioni di OnePlus
Lo smartphone sarà disponibile in volumi adeguati solo nel terzo trimestre 2014
di Roberto PEZZALI
l 23 aprile, un’azienda nata da appena sei mesi di nome OnePlus, ha
presentato One: uno smartphone
top di gamma che, con 3 GB di RAM,
lo Snapdragon 801 e un prezzo di
299 euro, è stato subito ribattezzato
“flagship killer”. Costruito bene, con
componenti di ottimo livello (il nuovo
modulo camera IMX214 di Sony ad
esempio), One può effettivamente
giocarsi le sue carte contro i migliori
smartphone del mercato, forte di un
prezzo che è pari alla metà di quello
a cui vengono venduti i modelli top
Samsung, LG, Apple, Sony e così via.
Quando si lancia una “bomba” ci si
aspetta una reazione e al lancio di
OnePlus One centinaia di appassionati, quasi esclusivamente “androidofili”,
si son detti subito pronti ad acquistare il nuovo super smartphone orientale eleggendolo anche come uno dei
migliori smartphone al mondo (senza
averlo neppure visto). Ma cosa c’è
dietro al fenomeno OnePlus One?
Come è possibile che una azienda
nata da 6 mesi possa lanciare sul
mercato uno smartphone con queste caratteristiche e a questo prezzo?
Che non tutto fosse rose e fiori lo si è
capito quando OnePlus, con un post
sul suo forum ufficiale, ha delineato
la strategia distributiva del prodotto:
Cambio al vertice
della divisione Mobile
di Samsung: secondo
alcuni rumor l’azienda
vuole un Galaxy S6
tutto nuovo
I
di Vittorio Romano BARASSI
lo smartphone arriverà in volumi solo
nel terzo trimestre 2014 e per i primi
mesi ci sarà una distribuzione molto
particolare. Al momento infatti sono
disponibili solo 100 unità di One con
16 GB di memoria e chassis bianco,
destinate ai 100 utenti che, sorteggiati dopo aver immesso la mail nel
sito, saranno disposti a distruggere il
proprio smartphone (e dev’essere un
top di gamma) condividendo il video
della distruzione. Altre unità verranno
distribuite successivamente tramite
un sistema ad inviti chiuso, ma anche
in questo caso sarà una distribuzione
assolutamente selezionata. Una scelta, questa, dovuta all’enorme richiesta
che c’è stata dopo la presentazione
internazionale dello smartphone, ma
forse c’è dell’altro.
OnePlus non è affatto una startup

OnePlus One e Oppo Find 7 sono molto simili, arrivano dalla stessa fabbrica
torna al sommario
Samsung
sostituisce
il responsabile
del design
fondata da ex manager e da ex dipendenti di Oppo, ma è una azienda
di cui Oppo detiene la proprietà al
100%. La stessa Oppo, famosa in tutto il mondo per aver lanciato ottimi
smartphone, tra i quali il recentissimo Oppo Find 7 che, guarda caso,
assomiglia davvero molto anche nelle caratteristiche tecniche al nuovo
OnePlus One. Oltre al gioco di parole
OnePlus One a certificare la presenza di Oppo alle spalle di OnePlus è
emersa nei giorni scorsi la copia del
modulo di registrazione della neonata società, che fa parte a tutti gli effetti di Oppo. One, il super smartphone,
è un Oppo Find 7 destinato a quei
mercati dove il brand Oppo non ha
preso per la sua origine“orientale”:
con un nuovo brand, un campagna
di marketing più aggressiva e un
prezzo super One può effettivamente riuscire dove Oppo, con i suoi ottimi prodotti, non riesce a sfondare.
La distribuzione a singhiozzo, con i
pezzi limitatissimi, rientra nell’operazione di marketing montata da
Oppo con OnePlus: possibile che
non avessero previsto un ordine di
almeno 100.000 smartphone al momento del lancio? OnePlus One sarà
disponibile sul mercato nel momento
in cui i costi di produzione saranno
tali da poter permettere di vendere il
prodotto a quel prezzo senza rimetterci e in quel momento, probabilmente, saranno disponibili sul mercato smartphone con caratteristiche
simili ad un prezzo simile.
Samsung ha deciso di riorganizzare la divisione mobile dell’azienda;
il riassetto riguarda essenzialmente la sezione dedicata al design,
il cui capo Chang Dong-hoon è
stato sostituito con il più giovane
Lee Min-hyouk, fino ad oggi vice
presidente del medesimo team.
Samsung ci ha tenuto a specificare che è stato lo stesso Chang
ad offrire le proprie dimissioni e
che l’azienda ha in seguito deciso
di affidare il delicato ruolo a Lee,
già dal 2010 pezzo grosso della
divisione design. Lee ha iniziato
la sua esperienza in Samsung
negli anni ‘90 disegnando automobili in occasione della breve
(e sfortunata) esperienza che la
casa coreana intraprese in seguito all’accordo con Renault; dopo
quegli anni fallimentari, Lee è stato presto soprannominato “Mida”
per la sua capacità di trasformare
in oro tutto ciò con cui aveva a
che fare. Secondo alcune voci
provenienti dall’estremo oriente,
Samsung avrebbe deciso di effettuare questo cambio al vertice in
seguito alle polemiche sul design
e sulla costruzione del Galaxy S5,
smartphone molto simile nelle linee e nei materiali sia al modello
di terza generazione che a quello
di quarta. A questo punto è lecito sognare: il prossimo Galaxy
S6 potrebbe davvero essere un
prodotto diverso dalla tradizione
della gamma, con la quale potrebbe segnare un taglio. Prima
di vedere il risultato, però, occorre pazientare un annetto.
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE Spunta in rete un renderering del chiacchierato primo smartphone di Amazon
È questo il primo smartphone di Amazon?
Il design è semplice ma elegante e ben rifinito, in alcuni dettagli è simile a iPhone
di Paolo CENTOFANTI
I
l blog BGR, che nel passato recente
ha rivelato molti dettagli sull’imminente smartphone di Amazon, ha
ottenuto l’immagine di quello che dovrebbe essere il design definitivo del
prodotto. Il rendering, che sarebbe
ufficiale e confermato da diverse fonti, ritrare uno smartphone dal design
semplice ed elegante che richiama in
alcuni dettagli prodotti come l’iPhone
(in particolare il bordo inferiore e il
posizionamento degli altoparlanti e
del connettore USB, che sembra quasi una porta lightning), pur mantenendo un look decisamente “alla Kindle
Fire”. Come si nota, c’è un unico tasto centrale home sotto lo schermo, i
classici controlli del volume e di blocco/sblocco schermo, mentre sul retro
possiamo vedere fotocamera e flash.
Da quello che si può dedurre, la bat-
iOS 8
in arrivo
Ecco il primo
screenshot
Spunta in rete
l’immagine di iOS8
Una colonna in più e
qualche app inedita la
rendono credibile
di Vittorio Romano BARASSI
teria sembrerebbe non rimovibile e
non sembrerebbe esserci spazio per
schede microSD.
Lo smartphone dovrebbe essere basato su un display da 4,7 pollici con
risoluzione 720p, ma la vera particolarità sarebbe costituita da un sistema di 6 videocamere all’infrarosso
frontali, capaci di determinare costantemente la posizione dei nostri
occhi per renderizzare un sofisticato
effetto 3D dell’interfaccia a schermo.
Il sistema operativo e le sue funzionalità sarebbero i punti di forza dello
smartphone di Amazon, che chiaramente sarà profondamente integrato
con i vari servizi cloud del gigante
dell’e-commerce. Secondo le indiscrezioni, Amazon potrebbe annunciare lo smartphone a giugno.
MOBILE Secondo alcune fonti, Google avrebbe stanziato 1 miliardo per il programma
Addio Nexus, arriveranno gli Android Silver?
LG e Motorola avrebbero già aderito, gli altri non hanno ancora preso una decisione
di Emanuele VILLA
a notizia che Google sia prossima ad abbandonare il brand
Nexus circola da un po’, ma
c’è una novità assoluta: secondo
alcune fonti, Google avrebbe stanziato un budget da 1 miliardo di dollari per convincere i produttori di
smartphone ad aderire al programma Android Silver, cercando così di

L
torna al sommario
far salire a bordo nomi del calibro di
Samsung, LG, Sony, Motorola e altri
ancora. Sempre secondo le ultime
indiscerzioni, LG e Motorola sarebbero già della partita, gli altri non
avrebbero ancora preso una decisione definitiva in merito.
Ma di cosa si tratta? Di un cambio
epocale, poiché di fatto Google abbandonerebbe la produzione di di-
spositivi mobile (i Nexus, in pratica)
concentrandosi sulla certificazione
di dispositivi di terze parti, che al momento vengono identificati col nome
di Android Silver. In pratica, Android
Silver non sarà un telefono, ma ogni
produttore che aderirà ne avrà uno
o più di uno in gamma: saranno telefoni tipicamente di alta gamma e
sui quali Google avrà controllo pressoché totale per quanto concerne il
software, assolutamente standardizzato tra tutti i modelli.
Verranno eliminate tutte le personalizzazioni dei singoli produttori e, al
loro posto, verrà proposta un’esperienza utente unificata: esperienza
utente che difficilmente sarà al 100%
quella Android “stock”, poiché allora
non vi sarebbe alcuna differenza tra
gli Android Silver e le versioni Google Play già esistenti dei vari Galaxy,
HTC One e via dicendo.
Al prossimo WWDC Apple, quasi
sicuramente, svelerà iOS 8 e dal
web arriva un’ulteriore conferma:
uno screenshot. Dall’immagine si
percepisce un certo senso di novità: a conferma della maggiore
grandezza del display del prossimo iPhone, spunta una quinta colonna di icone (e una riga in più, in
totale si passa da 4x6 a 5x7), tutte
caratterizzate dal design “flat” che
Apple ha introdotto con la release 7 di iOS. L’autenticità di questo
screenshot non è verificata, ma
alcune nuove app di sistema sembrano giocare a favore della veridicità dell’immagine. Oltre alle applicazioni della suite iWork spuntano
Healthbook, CarPlay e Watch Utility, tutte app di cui si è già parlato.
A lasciare qualche dubbio sulla
genuinità dello screenshot c’è il
fatto che questo sia stato condiviso in formato 1600x966 pixel, una
dimensione abbastanza strana,
giustificabile con una risoluzione
maggiore di un eventuale schermo più grande.
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE SamMobile rivela le caratteristiche tecniche dell’atteso tablet Samsung
Samsung Galaxy Tab S, il tablet più potente
Avrà display Amoled da 2560 x 1440 pixel, CPU octa core e sensore di impronte
di Emanuele VILLA
l Galaxy Tab S non è semplicemente l’ennesimo tablet che Samsung
ha intenzione di lanciare nel 2014
(l’ottavo, di fatto), ma è “il” tablet di
cui si vocifera da un po’. Sì, quello con
display WQXGA (2560×1600 pixel)
con tecnologia Amoled e sensore di
impronte, quello che dovrebbe essere – in buona sostanza – la versione
tablet di Galaxy S5 con caratteristiche
tecniche al top. La notizia viene data
in esclusiva da SamMobile, le cui fonti
hanno rivelato alcune caratteristiche
tecniche interessanti: intanto le versioni saranno 4, due da 8,4’’ e due
da 10,5’’, rispettivamente Wi-Fi (ac) e
4G/LTE. Parrebbe che Samsung abbia deciso di usare il proprio Exynos
5 Octa (5420) e di acquistare il modulo LTE da Intel al posto di impiegare
un SoC Qualcomm, con l’evidente
necessità di contenimento dei costi.
Più in dettaglio, l’Exynos 5420 è un
octa-core con 4 core Cortex A15 ope-
I
Sharp punta alla
leadership come
produttore di pannelli
mobile: in programma
tre LCD, da 5,5’’, 7’’
e 9’’ e 600 PPI
di Emanuele VILLA
ranti a 1,9 GHz e altrettanti Cortex A7
da 1,3 GHz, il tutto in configurazione
big.LITTLE; come RAM, Samsung
avrebbe optato per 3GB di LPDDR3
da 933 MHz e su una camera con
sensore primario da 8 Mpixel e frontale da 2,1 Mpixel. Confermato anche
il sensore di impronte digitali, che replicherà le funzioni già disponibili su
Galaxy S5. Sempre secondo le fonti
di SamMobile, il design ricorderà da
vicino quello di Galaxy Tab 4, ma con
bordi molto più sottili, mentre la cover
posteriore sarà analoga a quella del
Galaxy S5, con tanto di look similpelle. Inoltre, pare che Samsung sia
già al lavoro per realizzare delle FlipCover che andrebbero a utilizzare
un connettore proprietario disposto
lungo la cornice. Il sistema operativo
sarà Android 4.4.2, ma al momento
non è chiaro se si tratterà del classico
TouchWiz o di un Magazine UX, inaugurato con Galaxy Tab Pro.
MOBILE L’azienda toscana ha presentato uno smartphone octa core con display IGZO
NGM Forward NEXT, il selfie-phone dual Sim
Per la fotocamera adotta una soluzione vintage, l’intero modulo può ruotare di 180°
N
di Michele LEPORI

GM ha presenta lo smartphone
Forward NEXT, un dispositivo
con una combinazione di caratteristiche tecniche interessanti, unite
al pieno supporto per la moda del momento: quella dei Selfies.
Il processore octa core (non meglio
specificato, ma operante a 1,7 GHz) è
la caratteristica che balza immediatamente all’occhio leggendo la scheda
tecnica, seguito a ruota dal display
IGZO da 4,7” con vetro Dragontrail
antiurto e fotocamera da 13 Mpixel. La
tecnologia IGZO dovrebbe garantire
qualità eccellente e consumi molto
contenuti. Completano la scheda tecnica 1 GB di memoria RAM e 16 GB di
memoria di archiviazione. Soluzione
“rétro” per la fotocamera. Si perché
torna al sommario
Sharp verso il
display 4K per
smartphone
e tablet
NGM ha deciso, nell’epoca di selfies ed iphoneography, di resuscitare la
fotocamera rotabile che
tanto impazzava sui vari
Nokia N90 & Co: la camera posta nella parte alta
del dispositivo è infatti in
grado di ruotare di 180°
ed offrire agli autoscatti
la stessa alta qualità delle
foto scattate a soggetti terzi, avendo
a disposizione autofocus, flash, HDR
e smile detection. Il modulo di scatto,
inoltre, è completamente integrato
nello chassis rendendolo praticamente invisibile: unito al display IGZO
saldato con soluzione di continuità, il
design finale che si ottiene è davvero
minimal. Come tutta la gamma NGM,
anche il Forward NEXT nasce per dare
la possibilità agli utenti di gestire indipendentemente due schede SIM: oltre
alle funzionalità offerte da Android Jelly Bean 4.2.2, dal sito NGM è possibile
scaricare un pacchetto chiamato “Funzioni Speciali” quali area privé, whitelist/blacklist, funzione antismarrimento,
controllo remoto ed invio programmato di SMS. Forward NEXT è disponibile
a un prezzo suggerito di 349 euro.
La guerra all’ultimo pixel non conosce confini, soprattutto nel segmento “mobile”. Al momento, tra
i produttori di pannelli lo scettro
dello schermo più definito è detenuto da Japan Display, ma Sharp
vuole guadagnare la leadership
proponendo tre display da 600
pixel per pollice. Un articolo apparso su Nikkei annuncia, infatti, l’intenzione di Sharp di raggiungere
i 600 PPI su display LCD da 5,5’’,
7’’ e 9’’ e anche in quello IGZO,
puntando sulla qualità d’immagine
e il risparmio energetico. A livello
puramente teorico saremmo una
spanna sopra a tutti i display attualmente in commercio: oltre i
469 PPI di HTC One e anche meglio di Oppo Find 7, che con il suo
display QHD (2560 x 1440) su 5,5’’
occupa attualmente la prima posizione con 538 PPI. La produzione
partirà la prossima primavera con
il modello da 5,5’’, cui seguiranno
le due versioni dedicate al mercato dei tablet. L’obiettivo di Sharp è
consolidare la sua posizione nel
mercato dei display IGZO e potenziare la sua presenza negli LCD
con questi pannelli ad altissima
risoluzione, sorretta da dati di mercato che parlano di un’impennata
(fonte: DisplaySearch) dei pannelli
da meno di 9’’ entro il 2018.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE Samsung ha presentato Galaxy K Zoom, ha una fotocamera da 20 Mpixel
Ecco K Zoom, il “camera phone” Samsung
Buone le specifiche, oltre allo zoom ottico 10x offre CPU hexa core e display 720p
di Massimiliano ZOCCHI
on un comunicato ufficiale, Samsung ha presentato
Galaxy K Zoom, camera-phone
che segue la strada tracciata lo scorso
anno da Galaxy S4 Zoom, rappresentandone di fatto il logico successore.
Ovviamente il fulcro del prodotto è la
fotocamera, ben diversa da quella degli smartphone “normali” e basata su
un sensore CMOS retroilluminato da
1 / 2.3” e 20,7 Megapixel, zoom ottico
10x, stabilizzatore ottico e ottica con
apertura f/3.1-6.3, il tutto assistito dal
flash LED. Come il modello precedente, assomiglia molto più ad una fotocamera compatta che ad uno smartphone, ma a differenza di Galaxy Camera,
Samsung posiziona K Zoom come
smartphone a tutti gli effetti, solo con
un comparto fotografico d’eccellenza.
C
MOBILE
Microsoft
Smartwatch
in arrivo?

Microsoft potrebbe presentare
a breve un dispositivo indossabile. La casa di Redmond,
infatti, ha registrato all’ufficio
brevetti degli USA un progetto
relativo a un dispositivo adatto
agli sportivi. Il dispositivo sarà
personalizzabile grazie alla sua
particolare forma: dal bracciale
sarà, infatti, possibile rimuovere la parte hardware e inserirla
in un altro, con colori diversi. Le
applicazioni disponibili in questo smartwatch si divideranno
in tre aree:
Running - conta passi e anche
contachilometri, grazie al GPS
integrato
Heart - un misuratore di frequenza cardiaca
Fire - un’applicazione che fa
una stima delle calorie bruciate
durante l’allenamento
Detto questo, ricordiamo che lo
smartwatch Microsoft potrebbe
essere presentato il 20 maggio,
con la nuova linea Surface Mini.
torna al sommario
Hisense
HS-U980 in
Italia: design
e prezzo
interessante
Grande display,
dual SIM, design
elegante e prezzo
aggressivo. Queste le
parole chiave del nuovo
HS-U980 di Hisense
in Italia a 229 euro
Nonostante Samsung abbia deciso di
differenziare il suo camera phone da
Galaxy S5, K Zoom ne riprende alcune scelte di design come il retro con
finitura puntinata, mentre per quanto
riguarda la parte hardware troviamo
un processore hexa core Samsung
con un quad core da 1.3 GHz e un
dual core da 1.7 Ghz, 2 GB di RAM,
8 GB di storage espandibile con microSD, display da 4.8” AMOLED HD
con risoluzione 1280 x 720, batteria
da 2.430 mAh, il tutto “mosso” da
Android 4.4 KitKat. Anche la connettività è completa, tra LTE, Wi-Fi dual
band, Bluetooth 4.0 e NFC.
MOBILE Sony Xperia Z2 in vendita al prezzo di 699 euro
Xperia Z2 è arrivato in ritardo
È colpa di Android 4.4 Kit Kat
di Roberto PEZZALI
X
peria Z2 è arrivato finalmente in Italia, con oltre un mese di ritardo rispetto
alle aspettative. Un peccato, perché come dimostra il “tutto esaurito” dei
pre-order su Amazon lo smartphone era attesissimo e Sony poteva davvero
anticipare tutti proponendo per prima un top di gamma sul mercato. Ma cos’è
successo davvero? Sony Italia ci ha parlato di “problemi con l’aggiornamento a
Kit Kat”, ma è probabile che ci sia stato anche qualche problema di produzione,
legato soprattutto alla certificazione IP68 waterproof e all’approvvigionamento di
componenti, con Samsung che pare abbia fatto incetta di Snapdragon 801 per i
suoi Galaxy S5. Xperia Z2 sarà in vendita, dove disponibile, a 699 euro e includerà
nella confezione anche gli auricolari per la cancellazione acustica del rumore con
DSP digitale, che valgono da soli circa 100 euro. In attesa di una prova completa
del nuovo smartphone, vi rimandiamo alla nostra anteprima completa e dettagliata dell’Xperia Z2 fatta nel corso del Mobile World Congress 2014 di Barcellona.
di Andrea ZUFFI
Hisense, già presente nel mercato italiano dei TV e degli
smartphone,
ha
presentato
HS-U980, uno smartphone Android dual SIM dual standby
(WCDMA+GSM) con una scheda
tecnica di tutto rispetto e un design elegante al prezzo abbordabile di 229 euro. Il cuore di questo dispositivo è un processore
quad core da 1,5 GHz con 1 GB
di RAM (non meglio specificato), display multi touch da 5,5”
con risoluzione 1280x800 pixel
e tecnologia IPS. La fotocamera
principale è da 8 Mpx con flash
LED, mentre quella frontale è da
2 MPx. La memoria interna è da
4 GB, espandibile fino a 32 GB
con scheda micro SD. L’autonomia è affidata a una batteria da
2.500 mAh e il sistema operativo è Android nella versione 4.2.
HS-U980 presenta una certa cura
nelle forme ed è sottile e leggero
(pesa solo 145 grammi). Con un
prezzo competitivo, il supporto
Dual SIM e un generoso display,
Hisense HS-U980 ha le carte in
regola per incuriosire più di un
amante dei phablet.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
SMARTHOME Alla Global Press Conference di IFA 2014, B/S/H presenta Home Connect
Home Connect, la strada verso la casa 2.0
Il sistema “smart” gestisce elettrodomestici di marchi diversi. Lo vedremo a Berlino
di Emanuele VILLA
A
lla Global Press Conference di
IFA 2014, cui abbiamo partecipato, si sono tenute diverse
presentazioni da parte di aziende
che saranno presenti a settembre alla
fiera di Berlino. Alcune di esse hanno
pensato di rivelare qualcosa di nuovo:
è il caso del gruppo B/S/H (Bosch/Siemens), che ha presentato il progetto
Home Connect. Con la connettività e i
servizi smart sempre più diffusi tra gli
elettrodomestici piccoli e grandi, sorge un problema di interoperabilità tra
apparecchi di produttori diversi, problema che B/S/H vuole risolvere con
Home Connect. Tecnicamente parlan-
do, Home Connect è una
piattaforma complessa,
con un protocollo proprietario e server centralizzati
per rendere il tutto più “light” possibile dal punto di
vista dell’utente, che potrà così con una sola app
controllare e gestire apparecchi “connessi” di brand diversi:
all’IFA 2014, B/S/H presenterà ufficialmente l’app (di cui possiamo vedere
già alcune immagini in questa pagina),
i brand che fanno parte del progetto e
i primi grandi elettrodomestici certificati Home Connect. L’app permetterà
di tutto e di più: non parliamo solo di
accensione/spegnimento da remo-
to, ma anche attività più complesse,
come gestione delle funzionalità dei
dispositivi, uso di tecnologie avanzate
come NFC e possibile sfruttamento
al 100% delle potenzialità dell’apparecchio. Alla Convention IFA 2014,
B/S/H ha annunciato l’arrivo nel 2014
dell’app per iOS, mentre per android
occorre aspettare il 2015.
PC L’intento è di offrire una piattaforma compatibile con entrambe le architetture
AMD rischiatutto: CPU X86 e ARM intercambiabile
Skybridge è una soluzione che accontenta tutti. I primi risultati si vedranno nel 2015
di Emanuele VILLA
A

MD sa come vincere una guerra: basta schierarsi da entrambe
le parti. Ecco perché con il suo
prossimo progetto ha pensato bene
di far convergere gli ecosistemi x86
e ARM all’interno di una stessa piattaforma “pin-compatible”. Il concetto
perseguito da AMD è chiaro: l’azienda vuole offrire ai produttori una piattaforma compatibile con entrambe le
architetture, partecipando a entrambi
i mercati in modo più proficuo realizzando processori che siano intercambiabili sulla stessa motherboard grazie ad una identica configurazione.
I primi risultati di tale progetto, il cui
nome in codice è Skybridge, si vedranno nel 2015, quando l’azienda
americana rilascerà una nuova famiglia di APU e SoC a 20 nm con processori ARM e x86 “pin-compatible”.
Più in dettaglio, la versione ARM sarà
a 64 bit e basata su core Cortex A57,
prima in assoluto di AMD ad essere
basata su architettura Heteroge-
torna al sommario
neous System Architecture, mentre
la versione x86 sarà basata su core
Puma+. Secondo le intenzioni di AMD,
Project Skybridge sarà un progetto
indirizzato a rivoluzionare la fascia
bassa e media di mercato; per quella
alta dovremo attendere il 2016, quando AMD presenterà K12, il suo primo
core custom ARMv8 a 64bit che, insieme alla versione “corrispondente”
x86 64bit, è stato realizzato sotto
la supervisione di Jim Keller, nome
noto soprattutto con riferimento agli
Apple A4, A5 e AMD K8. Con K12,
AMD mira a rivoluzionare i segmenti
server, sistemi embedded e client a
basso consumo, tipicamente tablet.
Considerando la data d’uscita prevista, è probabile che i prodotti di K12
siano basati su processo a 16/14 nm
FinFET, ma non vi è certezza in merito. La mossa è dovuta all’incertezza
del mercato: nessuno oggi può dire
se in futuro i computer andranno verso soluzioni embedded, se prevarrà
Chrome OS o se Windows farà ancora la parte del leone: qualunque sia la
tendenza AMD si farà trovare pronta.
Symantec
L’antivirus è
ormai morto
L’azienda simbolo della
lotta ai virus informatici
ammette che le difese
informatiche vanno
ripensate: gli antivirus
moderni riescono a
riconoscere solo il 45%
delle minacce
di Paolo CENTOFANTI
“L’antivirus è morto”, un’affermazione forte che arriva dalle pagine del Wall Street Journal niente
meno che per voce di Brian Dye,
Senior Vice President di Symantec, una delle aziende simbolo
della lotta ai virus informatici. Una
tecnologia morta in termini economici, perché non è più in grado di
generare crescita, ma anche perché sempre più inefficace contro
le minacce informatiche moderne.
Colpa di un paradigma ormai datato per combattere virus e malaware, tanto che Symantec non
ha difficoltà ad ammettere che ormai gli antivirus tradizionali sono
in grado di prevenire solo il 45%
degli attacchi informatici.
Per Symantec il guaio è anche
commerciale, visto che i prodotti
di sicurezza consumer valgono
il 40% del proprio fatturato, che
nell’ultimo anno ha segnato un
-5%. Symantec ha cominciato da
tempo a differenziare la propria
offerta, includendo tool come password manager e anti-spam nella
storica suite Norton, su cui Symantec continuerà comunque a puntare. Ma l’azienda è alla ricerca
di un cambio di passo, tanto che
ha già licenziato due CEO in due
anni. Symantec sta sviluppando
una nuova tecnologia per l’analisi e il riconoscimento di malware
all’interno di una rete, mentre nei
prossimi mesi lancerà un servizio
di consulenza e intelligence per le
aziende colpite da attacchi informatici specifici.
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
PC Intel e Google fanno il punto su Chrome OS e annunciano molte novità importanti
L’intesa
tra
Google
e
Intel
sfida
Microsoft
Presentati i primi modelli con Core i3 Haswell di Dell e Acer, novità di Lenovo e Asus
di Emanuele VILLA
I
ntel e Google sono sempre più
vicine. Si è tenuta a San Francisco una conferenza organizzata
congiuntamente dalle due aziende,
con la partecipazione di Acer, Asus,
Dell, HP, Lenovo, LG e Toshiba, un
evento fondamentale per fare il
punto su Chome OS, i Chromebook
e tutte le principali derivazioni, oltre
che per annunciare qualche nuovo
prodotto.
Le novità principali, che riguardano
prodotti annunciati durante l’evento
o di prossima introduzione, sono i
primi dispositivi Chromebook marchiati Celeron e basati su SoC Intel
Bay Trail-M con 11 ore di autonomia
dichiarata, oltre ai primi notebook
indirizzati alle prestazioni e dotati – per questo – di Intel Core i3
Haswell, il cui prezzo base è di 349
dollari, la disponibilità è prevista “a
breve” e che comprenderà modelli di Acer e Dell. Molte le novità di
prodotto presentate
nel corso dell’evento, da parte di tutti
i principali player di
questo mercato: Lenovo, ormai produttore n.1 al mondo,
ha annunciato i suoi
primi Chromebook
consumer, i modelli
N20 e N20p, di cui
abbiamo già parlato in una precedente news apprezzandone la versatilità: i dispositivi
Lenovo ereditano infatti dalla linea
Yoga la possibilità di essere usati
come notebook in tutto e per tutto
ma anche in modalità stand, con in
più la novità del display touch. Dal
canto suo, Asus ha annunciato due
nuovi Chromebook, C200 da 11,6’’
e C300 da 13,3’’, con disponibilità
per quest’estate. Per quanto riguarda Acer, infine, è stato presentato il
Chromebook di nuova generazione
(che al momento non ha un nome)
basato su processori Celeron Bay
Trail-M, con design più sottile, leggero e silenzioso rispetto alle precedenti edizioni. Sarà disponibile
più avanti nel corso dell’anno. Infine, per quanto concerne i Chromebook basati sulle prestazioni, quelli
con Core i3 Haswell per intenderci,
Dell ha rinnovato Chromebook 11 e
Acer Chromebook C720, quest’ultimo pensato per l’utilizzo in ambito
educational e quindi disponibile alla
ripresa della stagione scolastica
per 349 dollari.
PC Si chiama Wireless Plus, è un hard disk wireless che supporta sia DLNA che AirPlay
Lo storage portatile secondo Seagate
Wireless Plus è in versione da 500GB, 1TB, 2TB. Nessun cavo e ampia compatibilità
S
di Andrea ZUFFI

eagate ha recentemente annunciato la sua nuova linea di dispositivi di memorizzazione portatile wireless. Vista la rapidità con cui
proliferano nelle nostre tasche e nelle
nostre case device e contenuti multimediali, l’adozione di un disco esterno
facilmente raggiungibile e trasportabile è di sicuro aiuto.
Wireless Plus di Seagate è un hard disk
wireless appunto, utilizzabile ovunque
grazie alla batteria interna con 10 ore
di autonomia dichiarata. Garantisce
lo streaming video in contemporanea
verso tre differenti dispositivi, anche di
contenuti differenti. La compatibilità è
ampia in quanto Wireless Plus supporta sia DLNA che AirPlay, quindi conso-
torna al sommario
le di gioco, lettori Blu-Ray,
sistemi audio, Smart TV e
Apple TV. Inoltre, se utilizzato in modalità Hub,
Wireless Plus permette di
condividere una singola
connessione ad Internet
con tablet, smartphone, PC
e altro fino ad un massimo
di 7 dispositivi. Per la gestione dello storage e dei
backup Seagate mette a
disposizione degli utenti l’app gratuita
Media per iOS, Android, Kindle Fire e
Windows 8/RT.
Wireless Plus può essere acquistato in
tre diverse versioni. Si va dal più economico taglio da 500GB a 149.99 $ ai
199.99 $ per quello da 2TB. A metà
strada la versione da 1TB a 179.99 $.
Non esiste ancora un listino ufficiale
per l’Italia, ma visti i prezzi USA e la
spiccia conversione in euro cui siamo
purtroppo abituati supponiamo che i
prezzi saranno gli stessi anche nella
nostra valuta.
Apple
aggiorna il
MacBook Air,
ma di nuovo
c’è poco
Aggiornamento della
gamma di portatili
ultra leggeri. Nessuno
stravolgimento, niente
display retina e solo
un aggiornamento del
processore
di Paolo CENTOFANTI
L’aggiornamento del MacBook Air
è stato un annuncio in sordina, anche perché non si tratta di quello
che qualcuno si aspettava, ma un
semplice ritocco ad alcune specifiche. I nuovi modelli, già presenti
sullo store online di Apple, sono
praticamente identici a quelli dello
scorso anno con l’unica eccezione
del processore, che nella configurazione di base è stato sostituito
con l’Intel Core i5 Haswell da 1,4
GHz anziché 1,3 GHz. Il monitor
rimane quindi con risoluzione di
1366x768 pixel per il modello da
11” e 1440x900 pixel per quello
da 13”. Già dallo scorso anno c’è
chi si aspettava il passaggio a un
display Retina anche sul MacBook
Air come avvenuto su altri portatili
Apple, ma l’azienda ha deciso di
seguire una linea più conservatrice, anche perché, secondo indiscrezioni, sarebbe al lavoro su un
nuovo MacBook Pro ancora più
sottile. Insieme al nuovo processore arriva però anche un leggero
taglio al prezzo di listino. Il nuovo
MacBook Air da 11” parte da 929
euro, mentre quello da 13” parte
ora da 1029 euro.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Primo diffusore portatile dell’azienda, con Bluetooth aptX e NFC
Arriva Denon Envaya, il diffusore portatile
Il diffusore è personalizzabile, con griglie colorate e altoparlanti proprietari
di Roberto FAGGIANO
S
i chiama Envaya il primo diffusore portatile di Denon, costa 199
euro ed è dotato di tutte le più
comode e performanti tecnologie per
il collegamento wireless. Il diffusore
infatti ha il Bluetooth in versione
aptX con abbinamento semplificato NFC, in modo
da connettersi immediatamente ai numerosi
smartphone e tablet già
dotati di queste tecnologie:
non manca poi il classico ingresso minijack per collegare
qualsiasi sorgente. Trattandosi di
un prodotto Denon la tecnologia applicata è ben descritta sin dalla scheda
di presentazione del nuovo diffusore:
spiccano gli altoparlanti realizzati su
specifiche, si tratta di un un passivo da
10 cm per le frequenze più basse e di
una coppia di medio-alti da 57 mm per
i due canali. Le
dimensioni sono
contenute (25x14x5
cm e pesa 1,5 kg), ma comunque sufficienti per non
penalizzare la resa sonora. Per
facilitare il posizionamento su un ripiano sul retro c’è un’aletta che si apre,
come quella delle cornici per fotografie. Sono disponibili anche delle griglie colorate intercambiabili, in colore
grigio, arancio, violetto e azzurro mentre il corpo del diffusore si può sce-
gliere in versione nera opaca o bianca
lucida. La batteria ricaricabile integrata
ha un’autonomia di circa 10 ore e può
essere sfruttata anche per ricaricare lo
smartphone in caso di emergenza.
Scopri Envaya Denon
HI-FI E HOME CINEMA Cinque sintoamplificatori di fascia media in arrivo entro l’estate
Aria di rinnovamento per gli ampli di Pioneer
Spicca il VSX-924, un 7.2 con circuiti 4K compatibile con HDMI 2.0, ma manca il Wi-Fi
di Roberto FAGGIANO
R

innovo primaverile per la fascia
media dei sintoamplificatori Pioneer, si tratta di cinque modelli
che possono coprire la gran parte delle esigenze degli utenti. I dati tecnici
sono ancora preliminari, in particolare
la potenza erogata viene fornita solo
in maniera generica, ma è presumibile
che i valori non si discostino da quelli
dei modelli attuali. Tra i nuovi model-
torna al sommario
li spicca soprattutto il VSX-924 (549
euro), un 7.2 da 150 watt per canale
ricco di funzioni e molto versatile,
seppure ancora privo di connessione wi-fi per i servizi di rete. Le novità
rispetto al modello dell’anno scorso
riguardano la compatibilità con segnali 4K in modalità 50/60 tramite
presa HDMI 2.0; inoltre nella sezione
di conversione audio digitale/analogica viene utilizzato un chip della Sabre
da 192 kHz/24 bit. Introdotto anche
il Bluetooth con aptX che si affianca
al consueto Airplay. Nel sistema di
autocalibrazione è stata inserita una
nuova funzione per l’equalizzazione
del subwoofer. Oltre alla compatibilità
con tutte le migliori codifiche Dolby
Digital e DTS, è possibile riprodurre
contenuti DSD stereo e multicanale.
Sempre sul 924 troviamo l’AV Navigator, un software che permette di accedere a tutte le impostazioni dell’apparecchio direttamente dal web.
Pioneer
BDP-170
Blu-ray a
basso costo
con Miracast
Pioneer presenta un
nuovo lettore universale
compatibile SACD,
con Wi-Fi integrato e
Miracast. È dotato di
uscita analogica stereo,
presenza ormai rara
anche sugli apparecchi
più costosi
di Roberto FAGGIANO
A breve distanza dall’uscita del
modello 160, ecco il nuovo lettore
universale di fascia media in casa
Pioneer. Il nuovo BDP-170 (199
euro) mantiene una linea molto
sottile, la connessione wi-fi integrata e la possibilità di riprodurre
i dischi SACD; tra le novità la certificazione Miracast per riprodurre
sul grande schermo i contenuti
di smartphone e tablet oltre alla
compatibilità con la nuova app
iControl AV5. Aggiornamenti anche per i file riproducibili tramite
DLNA oppure da chiavette USB,
oltre ai consueti FLAC (fino a 192
KHz), WMA, MP3, MKV e DivX+
HD si aggiungono 3GP, FLV,
MPEG e WMV. Il lettore è compatibile con i film in 3D. Tra le novità
anche un avvio della riproduzione dei Blu-ray particolarmente
rapido. Le connessioni in uscita
comprendono una HDMI compatibile video 36 bit Deep Colour e
1080p/24 Hz, uscita digitale e audio analogico stereo, oltre a una
presa di rete; sul pannello frontale
troviamo la presa USB. Il lettore
sarà disponibile entro l’estate.
La lavatrice intelligente
Un concentrato di tecnologia
mai visto prima.
Classe energetica
A+++ -40%
Con un consumo energetico
annuo di 118 kWh, Intelius
è la lavatrice con la maggiore
efficienza energetica sul
mercato (giugno 2012 – GfK).
Haier
Smart Technologies
Smart Drive Motor®
Motore Inverter innestato al
cestello della lavatrice per
un’ incredibile riduzione delle
vibrazioni e della rumorosità.
Smart Dosing
Grazie al serbatoio per
detersivo e ammorbidente,
Intelius ne dosa
automaticamente la
giusta quantità e il risparmio
è assicurato!
Smart Detecting®
Un sistema intelligente di
rilevamento della durezza
dell’acqua si associa a
Smart Dosing per avere
un perfetto ciclo di lavaggio.
Smart Dual Spray®
Due spray intelligenti
lavano fibre e pelucchi lasciati
sulla guarnizione dopo
ogni ciclo di lavaggio.
Scopri la nuova
INTELIUS.
www.haier.it
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
DIGITAL IMAGING Diverse e interessanti le novità rispetto al modello precedente
Sony Alpha 77 II, alta definizione in 79 punti
Tecnologia Translucent e nuovo sistema di messa a fuoco per foto nitide e definite
E
di Andrea ZUFFI
rede dei modelli Alpha77 e Alpha700, la nuova fotocamera reflex Sony Alpha77 II propone miglioramenti in qualità dell’immagine,
sensibilità, velocità di scatto continuo
e funzioni video. La principale novità
del modello Sony è il sistema di messa a fuoco automatica a rilevamento
di fase a 79 punti, 15 dei quali a croce
nell’area centrale del sensore.
La nuova li Alpha77-II adotta inoltre la
tecnologia Translucent Mirror per assicurare buone performance in ogni
condizioni di luce e, mediante un nuovo algoritmo, migliora la nitidezza anche per gli scatti continui e a soggetti
in movimento. Le stesse caratteristiche
Dopo l’acquisto da parte
di Facebook, l’azienda
che ha inventato il
famoso visore vuole
creare un MMO di
dimensioni immense
di nitidezza sono apprezzabili nella
cattura video che la Alpha77-II registra
nel formato AVCHD in Full HD a 60p e
24p. Con il suo sensore da 24,3 Megapixel CMOS Exmor APS-C, la nuova
Alpha77-II di Sony garantisce (a parità
di pixel) una sensibilità maggiore del
20% rispetto al modello precedente
(Alpha77). Il coprocessore d’immagine Bionz X contribuisce a ridurre il
rumore in tutta la gamma di sensibilità
che per questo modello va da 100 a
25.600 ISO. Notevole, inoltre, la velocità per lo scatto continuo a 12 frame
al secondo, che consente di acquisire
fino a 60 immagini consecutive alla
massima risoluzione Jpeg. La fotocamera è dotata di Wi-Fi e NFC per la
connessione a smartphone e tablet
Xperia o ad altri dispositivi Android
con NFC. Con la funzione Smart Remote Control lo smartphone si trasforma in un comando a distanza per
scattare foto. Presente anche l’uscita
HDMI. Il corpo in magnesio della Alpha77-II pesa 647 grammi ed è trattato per resistere a polvere e umidità. Il
prezzo di listino è di 1.199 euro per il
solo corpo oppure 1.799 euro corpo +
obiettivo zoom 16-50 mm.
GAMING Un appassionato americano è riuscito a far girare Crysis 3 a 8K di risoluzione
Crysis 3 a 8k di risoluzione: impressionante
Gli screenshot, ciascuno a 8.000 x 3.333 pixel, hanno un livello di dettaglio mai visto
di Emanuele VILLA
A

l giorno d’oggi per sfruttare al
massimo un TV 4K c’è bisogno
dei videogame, ma che succederà quando il mondo richiederà contenuti 8K? Anche qui, giochi
come Crysis 3 verranno in soccorso,
a patto di poterli far girare su hardware all’altezza: un appassionato americano (nome in codice K-putt) è stato
in grado di far girare il motore grafico di Crysis 3 in 8K, estrapolandone
degli screenshot dimostrativi. Stiamo
parlando di una risoluzione impressionante, con un livello di dettaglio
mai visto prima: i fotogrammi sono
torna al sommario
Oculus VR
vuole creare
un MMO da
1 miliardo
di player
ognuno da 8000 x
3333 pixel, una modalità super-wide approssimabile all’8K, con ogni
fotogramma da 26 Megapixel e svariati MB di
peso.Vedere per credere, ma con una precisazione: prima che esista
un computer (consumer,
da esseri umani) capace
di far girare in modo fluido un gioco del genere,
di acqua sotto i ponti ne
deve passare ancora parecchia. Ma è comunque un piacere
per gli occhi… La gallery completa,
con immagini originali da scaricare, è
disponibile su Flickr.
di Matteo ROSELLI
Al TechCrunch Disrupt NY, il CEO
di Oculus VR Brendan Iribe ha annunciato la volontà di creare un
MMO (Massive Multiplayer Online)
dalle proporzioni leggendarie, ovviamente pensato per l’impiego
con Oculus Rift, il famoso visore
per la realtà virtuale. Sembra che
nonostante l’acquisto da parte di
Facebook, la società mantenga
le promesse e continui a lavorare
nello sviluppo di videogiochi. Ma
sarà possibile creare un MMO di
proporzioni così vaste? No, diciamo noi, ma il CEO di Oculus VR ritiene che, grazie al potere mediatico offerto da Facebook, questo
progetto sarà quanto meno perseguibile. In realtà, il fatto che possa
esistere un MMO da un miliardo
di persone è una “sparata” bella
e buona; i più popolari MMORPG
del mondo, World of Warcraft e le
decine di MMO gratuiti, hanno una
popolazione che si calcola in decine di milioni, e oltretutto nessuno
dei player ha un visore in testa.
Ciò nonostante, l’idea di realizzare
un MMO sterminato per permettere agli utenti di usare al massimo
Oculus Rift è una gran notizia per
i videogiocatori, ansiosi di provare
sul campo il visore.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TEST Lo abbiamo provato e “stressato” non poco per un’intera settimana: vale veramente i 649 euro che costa?
Sony Xperia Z2 Tablet: potenza in abito “skinny”
Display 10.1’’ con pannello Triluminos, Snapdragon 801, design Omnibalance, waterproof, sottilissimo (6,4 mm)
D
di Emanuele VILLA

iciamocelo: i tablet delle ultime generazioni si assomigliano un po’ tutti. C’è quello
più sottile, quello rifinito meglio, quello più
piccolo e quello più potente, ma chi è abituato a
vederne tanti, ha spesso e volentieri difficoltà a
distinguerli. Per questo, estrarre dalla confezione un tablet come il Sony Xperia Z2 è una bella
cosa: finalmente un tablet diverso dalla media,
con una linea forte e caratteristica, con un design che ha solo lui e che lo distingue da altri
cento. Poi intendiamoci, parlando di approccio
estetico, le scelte del design Omnibalance possono piacere e non piacere, ma almeno c’è davvero qualcosa di originale.
È grande, squadrato e sottilissimo. Grande non
solo per via del display da 10.1’’, ma anche (e soprattutto) perché il display è circondato da una
cornice spessa su tutti i lati, anch’essa caratteristica del design Sony finalizzata a favorire l’impugnatura e quindi una precisa scelta ergonomica.
Sottilissimo: sì, proprio skinny, 6,4 mm, bisogna
provarlo per rendersene conto, ma le immagini
rendono abbastanza bene l’idea. Quello che si
percepisce, e che si può trasmettere, è che nonostante la sottigliezza, la solidità non ne risente:
non si piega, nell’uso sbadato di tutti i giorni non
emette suoni sinistri, non si graffia e tira avanti
senza problemi. È anche waterproof e, di conseguenza, ha tutti i classici sportellini sul profilo cui
Sony ci ha già abituati con l’edizione precedente e con tutti i suoi terminali di alta gamma degli
ultimi anni. Poi si potrebbe andare avanti mesi
a discutere sulla reale utilità di un tablet waterproof: difficile cada inavvertitamente nella vasca
da bagno o in piscina (qualcuno legge il giornale
sotto la doccia o nella vasca?), gli schizzi in cucina non fanno paura neppure ai tablet normali, ma
d’altronde difficilmente Sony avrebbe potuto realizzare un design migliore, quindi va bene così.
Magari avrebbe eliminato gli sportellini, che per
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video
ab
649,00l€
Sony Xperia Tablet Z2
LA QUALITÀ CHE SI PAGA
Xperia Z2 Tablet è un ottimo dispositivo, dal design curato nei minimi dettagli e molto fine allo sguardo, con una dotazione hardware allo
stato dell’arte e “personalizzazioni” software Sony che non snaturano la natura di Android, al massimo la arricchiscono. L’esperienza d’uso è
positiva sia sotto il profilo della produttività, sia dello svago, e tra l’altro sono anche disponibili diversi accessori che arricchiscono e completano l’esperienza in vari ambiti di utilizzo. Qualche imperfezione la si trova: il display, per quanto molto appariscente e di sicuro impatto, ha
una risoluzione inferiore rispetto ai concorrenti più titolati, l’autonomia è nella norma senza eccellenze e il prezzo è elevato, soprattutto
per la versione dotata di connettività cellulare. Ma volendo guardare il quadro nel suo complesso, i limiti di Z2 non sono altro che piccoli nei
all’interno di uno dei migliori tablet sul mercato. Da prendere in seria considerazione, budget permettendo.
8.8
Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo
9
9
Design eccellente
COSA CI PIACE Potenza da vendere
Ottima dotazione di accessori
10
8
COSA NON CI PIACE
quanto indispensabili e del tutto invisibili a tablet
chiuso, una volta aperti non sono di certo la cosa
più bella del mondo, ma pazienza. Apprezzabile
il rivestimento posteriore, un materiale plastico
che isola e favorisce la presa, evita che il tablet
scivoli e cada al suolo. Anche perché Xperia Z2 è
certificato IP55 e IP58 contro acqua e polvere, di
sicuro non contro i crolli verticali. Non ci abbiamo
provato, non fatelo neanche voi.
Dotazione classica: tablet, cavo micro USB e
alimentatore da presa. Ci siamo un po’ stupiti di
non trovare neanche un auricolare, considerando
tra l’altro la tradizione del marchio.
Il prezzo è quello tipico dei top di
gamma: si parte da 499 euro per la
versione Wi-Fi da 16 GB e si arriva a
649 euro per la versione LTE, oggetto di questa prova e anch’essa da 16
GB. Prezzo superiore anche all’iPad
Air, che in versione Wi-Fi + Cellular
da 16 GB è proposto a 599 euro, e
al Galaxy Note Pro 10.1 di Samsung,
la cui versione “equivalente” costa
549 euro di listino.
9
8
Risoluzione display inferiore
ai migliori competitor
Prezzo elevato
Mamma mia, che colori!
Xperia Z2 Tablet attira l’attenzione. L’abbiamo
portato con noi un po’ ovunque, dagli appuntamenti di lavoro al tempo libero, e ha più volte
conquistato gli sguardi delle persone: perché è
sottilissimo, è grande ed è bello. Punto.
Ma del design si è già detto, vediamo ora cosa
c’è dentro: c’è innanzitutto un display Full HD
IPS da 10.1’’, uno Snapdragon 801 da 2,3 GHz con
Adreno 330 come GPU e 3 GB di RAM. Concentriamo le nostre attenzioni sul primo: sarà in parte la tecnologia Triluminos, con tanto di gamut
esteso, sarà (soprattutto) l’X-Reality for Mobile
attivato di “default”, ma qui c’è davvero l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di (molto)
diverso dalla norma. X-Reality for Mobile agisce,
infatti, sull’immagine in modo importante: con un
Edge Enhancement selettivo, con un Noise Reduction discretamente efficiente e, soprattutto,
con l’Intelligent Image Enhancer che esalta la
vividezza dei colori. Ecco perché l’impatto è così
“forte” e diverso dalla media degli altri tablet: la
vividezza d’immagine è spinta, i colori sono sasegue a pagina 34 
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MAGAZINE
TEST
Tablet Sony Xperia Z2
segue Da pagina 33 
turi, brillanti, molto incisivi. Ci vuole poco ad accorgersene: a parte che basta osservare uno dei
molti sfondi messi a disposizione da Sony, ma poi
è sufficiente scaricare alcuni trailer tramite Video
Unilimited (che ora è integrato nell’app Film di
Sony) per ottenere conferma di quanto sopra; la
resa cromatica di The Amazing Spiderman 2 è
brillante, intensa, come si conviene a un titolo
del genere. Poi apriamo Album e scopriamo che
ci sono decine di foto precaricate che ritraggono
i luoghi più belli del pianeta: colori intensissimi
anche qui, vividezza al massimo grado con l’aggiunta di un livello di dettaglio notevole. Superata l’emozione iniziale, che indubbiamente c’è, ci
si rende anche conto che brillantezza cromatica
è sinonimo di grande impatto visivo (provare per
credere) ma meno di naturalezza: così come la
tuta di Spiderman è uno spettacolo per gli occhi
e gli effetti visivi lasciano a bocca aperta, l’incarnato dei protagonisti ci è sembrato un po’ troppo
“spinto” in certe situazioni, con rossi abbastanza
invadenti. Chi volesse un’immagine più neutra
possibile può intervenire manualmente disattivando X-Reality e regolando il punto di bianco.
Probabilmente non raggiungerà mai un’immagine totalmente neutra, ma d’altronde questo non
è un tablet dedicato ai professionisti della grafica: l’impatto visivo resta eccellente nell’uso di
tutti i giorni, e al 99% delle persone questo basta
e avanza. Buono l’angolo visuale, il contrasto è
abbastanza spinto anche se, non essendo un
OLED, lo “stacco” tra display e cornice è percepibile: luminosità nella media, che rende possibile
l’esperienza outdoor ma a patto di voler dribblare tutti i riflessi cui inevitabilmente questo tablet
è soggetto. La risoluzione Full HD è adeguata
per ogni scopo, dalla scrittura ai videogame e
alla visione delle foto, ma visto il costo elevato,
si può criticare Sony per non aver dotato il suo
tablet di punta con un QHD (2560 x 1440), ed è
un peccato perché, tra l’altro, la dotazione hardware l’avrebbe supportato senza problemi. Sotto
questo profilo, sarà per il prossimo Tablet Z3.
Lavoriamoci su…
anche con la tastiera Bluetooth

Tablet Z2 è dotato di Android 4.4.2 di base, con
tutte le personalizzazioni Sony che siamo abituati a vedere nei telefoni: troviamo, dunque, le app
Walkman, Album e Film per i contenuti multimediali, tre app basate sulla medesima piattaforma
e logica di utilizzo; esse servono non solo a registrare e riprodurre contenuti multimediali dell’utente ma anche per la loro condivisione (DLNA
incluso) e per l’accesso ai servizi di streaming di
Sony, ovvero Music Unilimited e Video Unlimited.
torna al sommario
Una volta entrati nella logica di utilizzo, ci si rende conto di quanto siano ricche di funzionalità e
offrano un’esperienza d’uso davvero piacevole.
Ma visto che a Sony la logica dei tre ambienti
separati per musica, foto e video non soddisfava
appieno, è arrivata anche l’app What’s New che
all’interno di una schermata graficamente piacevole, mostra una serie di contenuti consigliati e
accessibili dalle varie piattaforme di casa Sony.
Ma c’è tantissima altra roba: Socialife per tenere traccia del proprio mondo “social” in un unico
ambiente, Xperia Lounge per ulteriori contenuti multimediali, il Reader by Sony per le letture
e Sony Select che si manifesta in una serie di
consigli sulle app più utili e/o divertenti da scaricare. Per lavorare c’è OfficeSuite7, che supporta pienamente documenti Word, fogli di calcolo
Excel e presentazioni Power Point, un punto di
partenza interessante per chi vuole usare Tablet
Z2 soprattutto per lavorare. L’approccio di Sony
è abbastanza equilibrato per quanto concerne le
personalizzazioni di Android: ha tantissime app
proprietarie ma non stravolge la logica di base
del sistema, lasciandola il più possibile “intatta”
e senza effetti speciali: per questo l’abbiamo apprezzato.
Per quanto concerne la routine lavorativa,
l’esperienza d’uso è stata appagante: la potenza
è sovrabbondante per gli usi classici e non ci si
deve minimamente preoccupare di passare dalla
mail a un documento a un foglio di calcolo, poi a
un appunto e alla navigazione web, magari con
uno Spotify in costante sottofondo. Va tutto liscio
come l’olio.
L’unica cosa che non ci ha fatto esultare è proprio
lo spessore delle cornici: dovendo usare spesso
la tastiera on-screen in modalità Landscape, si
fa fatica a raggiungere la porzione centrale del
tablet anche con mani “voluminose”. Due soluzioni: o lo si appoggia da qualche parte o si usa
la tastiera Bluetooth, che avevamo in dotazione
per la prova. Il pairing è questione di due secondi e la sensibilità è buona: se si devono scrivere testi lunghi, è una manna, ma non pensate di
poter trasformare Z2 Tablet in un notebook solo
collegandogli una tastierina esterna.
Non c’è trackpad né mouse, quindi il tablet va
comunque controllato con le dita (controllarlo
solo con la tastiera è impraticabile, nonostante vi
siano tasti funzione dedicati, come quello per le
e-mail) e la tastiera quando c’è da scrivere molto.
Ciò premesso, è un accessorio quasi fondamentale per il business, e funziona davvero bene.
Giusto per dovere di cronaca va detto che la
memoria interna è di 16 GB (non c’è modello LTE
da 32 GB, solo quello Wi-Fi) ma c’è ovviamente
lo slot micro SD; il Wi-Fi supportato è anche in
versione ac.
Una serata di pausa
Serie TV e tanti giochi!
La parte dedicata alla potenza del dispositivo,
che viene fuori in ambito multimediale, è inevitabilmente prevedibile. Con uno Snapdragon 801,
una GPU Adreno 330 e 3 GB di RAM, l’ipotesi
che il tablet “faccia fatica” in situazioni ad alto
carico è remota. E, infatti, abbiamo scaricato decine di giochi, tra cui Alphalt 8, Fifa 14, GT Racing
2 e via dicendo, ottenendo sempre prestazioni al
top della categoria: un’immagine solida dal punto di vista cromatico e della definizione, unita a
fps in gran quantità, rende la sessione di gioco
piacevole e coinvolgente; poi c’è anche la possibilità di collegargli un controller Dual Shock 3
per vivere una vera e propria “esperienza PlayStation” con giochi predisposti; gli utenti PS4 potranno invece sfruttare la tecnologia 2nd screen
e usarlo come display secondario per informazioni e dati di gioco supplementari.
Per vedere i film, invece, Sony propone un accessorio/telecomando ad hoc, utile soprattutto
per chi è spesso fuori casa e vuole usare il tablet
come display “TV” per i momenti di relax. Compresa all’interno del tablet c’è la suite Sony PC
Companion, che consta di diversi software tra
cui quello per l’importazione dei contenuti e dei
contatti da un precedente telefono/tablet, un file
manager, un’agenda e quello che più interessa
ai nostri fini: Media Go. Si usa in modo piuttosto intuitivo e serve per sincronizzare i contenuti
multimediali tra il PC e il tablet. Abbiamo caricato Z2 Tablet di tutto: alcune puntate di serie TV
720p H.264, filmati 1080p H.264 ad alto bitrate,
ottenendo sempre un’immagine molto fluida e
dettagliata. Colpisce la “potenza” dei piccolissimi altoparlanti frontali, che non saranno in grado
segue a pagina 35 
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
MOBILE La presentazione di LG G3 è prevista il 27 maggio in tutto il mondo, probabilmente sarà disponibile a luglio
LG Display conferma: il G3 avrà un pannello Quad HD
Il prossimo terminale “flagship” dell’azienda avrà un display Quad HD da 5,5 pollici, con 538 Pixel-per-Inch
di Emanuele VILLA
onostante il prossimo terminale top di gamma LG verrà
annunciato solo il 27 maggio,
l’azienda conferma indirettamente
una delle sue caratteristiche più attese, ovvero il pannello LCD da 5,5’’
con risoluzione Quad HD, che rappresenta un passo avanti importante
(quanto meno sotto il profilo “quantitativo”) rispetto al già ottimo Full HD
del G2.
La conferma arriva indirettamente,
dicevamo: sì, perché LG Display ha
annunciato, in un comunicato stampa, che il suo display da 5,5 pollici
“La certifica arriva poco tempo prima della presentazione
del nuovo pannello LCD Quad
HD che farà parte del prossimo terminale flagship di LG,
previsto al lancio nella prima
parte dell’anno.”
N
Quad HD (2.560 x 1.440) ha superato
i test di qualità condotti da NEMKO,
un ente norvegese appositamente
dedicato alla certifica degli apparecchi elettronici. Ma è soprattutto un
passaggio del comunicato stampa di
LG Display a chiarire ulteriormente la
situazione:
una delle prime immagini “rubate”
dell’apparecchio.
Il display di LG G3 avrà dunque
una risoluzione di 2.560 x 1.440 punti
su 5,5’’, che si traducono in 538 PPI.
Considerando tutte le informazioni
leaked negli scorsi giorni, è plausibile che il terminale venga lanciato
sul mercato subito prima dell’estate,
indicativamente a luglio. Qui sotto
TEST
Tablet Sony Xperia Z2
segue Da pagina 34 
di esprimere una qualità sonora d’eccellenza
(d’altronde, le dimensioni sono quelle che sono),
ma quando vogliono “fanno la voce grossa”, permettendo all’utente di gustarsi un film anche a
distanza e senza l’uso delle cuffie, magari con
il piccolo telecomando accessorio. E questo,
stante la finalità del tablet, è un aspetto molto
interessante.
Fotocamera apprezzabile
ma resta un tablet

Il software della fotocamera è quello standard
dei dispositivi Xperia. Nonostante sia un tablet, e
quindi con un comparto fotografico sottodimensionato rispetto a uno smartphone, i dati di targa
sono interessanti: la fotocamera principale è da
8,1 Megapixel con sensore Exmor RS for Mobile,
mentre per quella frontale, Sony ha optato per
un modulo da 2 Megapixel Exmor RS. Le funzio-
torna al sommario
nalità di scatto sono tantissime e, come anticipato, analoghe a quelle dei dispositivi smartphone
Xperia: passiamo da una modalità di scatto completamente automatica, che regola in autonomia
i parametri di scatto a seconda delle condizioni
concrete, a una totalmente manuale, nella quale
l’utente può regolare il tipo di scena (Paesaggio,
Ritratto notturno, Notturno, Alta sensibilità, Animali, Neve, Spiaggia…), il bilanciamento del bianco, la risoluzione di scatto (2, 3, 5, 8 Megapixel,
alternativamente in 16:9 e 4:3), timer, modalità
di messa a fuoco comprensiva del rilevamento
volto e messa a fuoco touch, HDR (anche per
i video), ISO fino a 1600, stabilizzazione e uno
zoom 8x digitale. Discorso analogo per quanto
concerne il video, registrabile fino a 1080p con
Smile Shutter e HDR. Non c’è flash, ma sono poi
disponibili alcune funzioni creative Sony, come
lo Sfondo sfuocato, che cerca di ottenere un effetto simil-bokeh mediante più scatti consecutivi
e sfocatura progressiva; i risultati sono apprezzabili solo in condizioni ottimali, ovvero oggetto
in primo piano a 30 cm e sfondo a circa 5 metri,
poiché in generale l’effetto appare un po’ artefatto e, in alcune circostanze, l’app ci avvisa che
non può sfocare lo sfondo. Ci sono poi gli AR
Effect che sovrappongono disegni e cartoon alle
foto, e gli effetti creativi piuttosto aggressivi ma
di sicuro impatto. Oltre all’ormai consueto scatto panoramico. Qui sotto, alcune foto scattate di
giorno con impostazione automatica. Trattandosi
di un tablet, la qualità è più che accettabile, ma
cala in modo netto in condizioni di scarsa luce,
dove si mantiene luminosa ma perde di dettaglio
in modo evidente. Infine, l’autonomia: la batteria da 6.000 mAh è in grado di assicurare una
routine di svago/lavoro completa, con l’ulteriore
possibilità di inserimento della modalità Stamina
per il raddoppio (o quasi) dell’autonomia. Sotto
questo profilo, le prestazioni sono nella norma: il
tablet arriva a sera anche se viene usato in modo
intenso, ma non fa miracoli e non promette autonomia da urlo. Ogni sera va ricaricato, come
da tradizione.
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TEST Il tablet LG è molto versatile, compatto e ha caratteristiche tecniche invitanti, offerte a un prezzo è equilibrato
LG G Pad 8.3 in prova, tablet per tutta la famiglia
L’ottimo display e la qualità audio fanno del G Pad 8.3 un tablet consigliabile soprattutto per l’intrattenimento
I
di Andrea ZUFFI
l G Pad 8.3, ultimo nato in casa LG, è un tablet
di fascia media dalle caratteristiche interessanti. Pur non vantando un’ampia gamma di
prodotti in questo segmento, LG incuriosisce con
un dispositivo dalle caratteristiche accattivanti e
rivolto principalmente a un pubblico che ne faccia
un utilizzo domestico per entertainment, gaming
e navigazione web. Lo schermo è un 8,3’’ IPS da
1.920 x 1.200 pixel con una densità pari a 273 PPI
e una luminosità di 330 nit, rigorosamente sovrastato da Gorilla Glass. G Pad 8.3 Ha un processore
quad core Snapdragon 600 a 1.7 GHz, con 2GB di
RAM e 16GB di memoria interna espandibile fino
a 32GB tramite slot micro SD. La GPU è la Adreno
320. Per quanto riguarda la connettività, troviamo
Wi-Fi a/b/g/n e Bluetooth 4.0, ma niente modulo
3G/LTE. La fotocamera principale è da 5 Mpx, mentre quella frontale da 1.3 Mpx. Il prezzo di listino è
di 299 euro, in linea con quello dei suoi principali
competitor, Samsung Galaxy Tab 3 e Nexus 7, quest’ultimo più piccolo, più leggero e con anche 4G
e NFC. Con la stessa cifra, o poco meno, si può
anche puntare all’iPad Mini, ma non alla versione
Retina, che parte da circa 100 euro in più. Inoltre,
visto il differente sistema operativo ed ecosistema,
il paragone è comunque azzardato. LG ha lavorato molto sulla customizzazione del G Pad 8.3,
costruendo sulla versione 4.2.2 di Android un sistema votato alla semplicità d’uso, all’integrazione
con altri dispositivi, quali smartphone, TV (LG e
non) e alla fruizione di ogni tipo di contenuto multimediale. Vedremo nel corso della prova i benefici
per l’utente di funzioni come QSlide, QPair, SmartVideo, Toc Toc, QuickRemote e delle altre app
esclusive pre-installate da LG.
Esperienza d’uso appagante
Tante le app LG

G Pad 8.3 di LG è un tablet dalla forte personalità,
a partire dalle dimensioni. Con i suoi 8.3 pollici di
diagonale, si distingue per leggibilità nell’universo
dei dispositivi a 7”, ma rimane più maneggevole e
trasportabile di un 10 pollici. La scocca è monoblocco, con la parte posteriore in alluminio satinato, che
gli dà un tocco di classe in più; una scelta piacevole, ma resta da capire come mai lo chassis non
sia tutto in alluminio, ma solo in parte. Grazie alla
cornice ridotta, che ai lati del display misura 7,2 mm,
e al corpo sottile, il tablet sta comodamente in una
mano, il peso è in linea con gli altri dispositivi della
categoria.
L’utilizzo di questo dispositivo nella routine di tut-
torna al sommario
video
lab
LG G Pad 8.3
299,00 €
TABLET DA SALOTTO E NON SOLO...
Questo è un tablet ideale per tutta la famiglia. La sua forte vocazione multimediale, unita all’ottimo display e a un audio potente ne esaltano
l’attitudine verso video, foto e gaming. L’assenza della rete cellulare e la presenza del telecomando a infrarossi rendono G Pad 8.3 un potenziale protagonista del salotto. Versatilità e trasportabilità lo rendono comunque adatto ad essere usato anche in ambito lavorativo, data la
presenza della suite Polaris Office e della gestione multi-utente, che permette di mantenere impostazioni e applicazioni differenti per i diversi
utenti, anche a tutela dei dati personali e della privacy. Visti i molti punti di forza, reputiamo questo G Pad 8.3 di LG un prodotto di buona
qualità indicato soprattutto per lo svago. In rapporto alle specifiche tecniche e alle funzionalità, il prezzo ci sembra equilibrato e in linea con
altri prodotti della stessa categoria.
8.3
Qualità
8
Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo
8
Qualità del display
COSA CI PIACE Ergonomia
App personalizzate LG
9
9
COSA NON CI PIACE
ti i giorni è piacevole grazie alla definizione e alla
luminosità del display, alla resa dei colori, la cui vividezza è marcata e all’ampio angolo di visione. Che
si guardi un filmato a 1080p, che si giochi a Real
Racing 3 o si navighi su siti web, anche non ottimizzati, l’esperienza d’uso è positiva. A onor del vero
bisogna mettere in conto che non si tratta di un top
di gamma dalle caratteristiche non-plus-ultra: nonostante i test con AnTuTu risultino soddisfacenti,
con un posizionamento al quinto posto della classifica generale, saltuariamente si notano dei lag,
ma solo se si mette sotto stress il processore eseguendo molte applicazioni contemporaneamente.
Scarichiamo subito Asphalt 8 e addentriamoci in
un torneo: la giocabilità è ottima e il dettaglio eccellente grazie all’elevata risoluzione del pannello,
mentre le prestazioni riescono a mantenersi a un
livello appagante; il framerate è abbastanza elevato e, soprattutto, non si nota alcun rallentamento
e microblocco, neppure nelle situazioni più concitate. L’Adreno 320 di Snapdragon 600 mostrerà
9
8
Qualità della fotocamera
Assenza versione “Cellulare”
sicuramente i propri limiti rispetto all’Adreno 330 di
Snapdragon 800 e 801, ma al momento non sono
marcati e, soprattutto, non incidono sulla giocabilità. In pratica, per essere un tablet di fascia media
l’esperienza d’uso è più che apprezzabile: potete
navigare con musica in background, giocarci (anche qui, ascoltando musica), lavorarci e usare le
app proprietarie in multitasking senza problemi; in
condizioni di routine quotidiana, la fluidità e la reattività del pannello touch rendono le operazione piacevoli e naturali. Qualche problemino invece ce lo
ha dato la regolazione automatica della luminosità,
che non sempre risponde in modo ottimale al cambiamento delle condizioni di luce. Per l’inserimento
del testo è disponibile una tastiera standard a 5
righe chè può essere separata al centro, in modo
che le due metà siano più vicine ai bordi laterali
del pannello e quindi tutti i tasti possono essere
raggiunti comodamente con i pollici senza essere
costretti ad estensioni innaturali delle dita.
segue a pagina 37 
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TEST
di sincronizzare in automatico gli appunti presi con
QuickMemo, un’app con la quale si può scrivere o
segue Da pagina 36 
disegnare su qualunque schermata in sovraimpressione e poi salvare il risultato come immagine. E ancora, con QPair si ha la possibilità di far squillare il
Sono molte le personalizzazioni software di quetelefono quando non lo si riesce a trovare: infallibisto tablet, che ovviamente richiamano quelle che
le, oltre che impagabile. La prova di QPair si conla stessa LG adotta sugli smartphone. Qpair, per
clude con quello che LG chiama Sticker, cioè una
esempio, è una delle applicazioni più interessanti
icona dell’ultima applicazione aperta che compare
che LG ha integrato sul G Pad allo scopo di semsempre quando posiamo un dispositivo e iniziamo
plificare l’interazione con altri dispositivi. Una volta
ad utilizzare l’altro. Testati varie volte, questi Sticinstallato QPair anche sul proprio smartphone (non
kers funzionano bene. Ecco un esempio reale di
per forza di LG, purché esegua Android 4.1 o supeutilizzo: in casa col tablet collegato al Wi-Fi si cerca
riore) e, dopo aver eseguito l’accoppiamento inziacomodamente su Maps la destinazione da raggiunle via Bluetooth, è possibile utilizzare i due appagere, poi si esce, si sale in macchina e attivando lo
recchi come un unico sistema. Dopo aver provato
smartphone ci si ritrova in bella vista l’icona di Maps
QPair con vari smartphone, tra cui un Galaxy S3, si
e si è pronti a partire.
può affermare che l’integrazione è efficace e semTra le altre “personalizzazioni” del G Pad 8.3 troplifica realmente nel quotidiano. Le feature di queviamo QSlide, che consente di aprire fino a due
sta app non sono tantissime, ma la filosofia è confinestre, anche in trasparenza, con varie applicavincente e i benefici tangibili. Per esempio, mentre
zioni (non tutte però, solo quelle disponibili nella
si sta lavorando al tablet e si riceve un SMS (cosa
riga dedicata a QSlide nella barra delle notifiche)
che di per sé G Pad non potrebbe ricevere), una
e di spostarle a piacimento sullo schermo. Con
notificica di Twitter, Facebook o WhatsApp sul teSlide Aside, invece, è possibile realizzare un vero
lefono, questa sarà immediatamente inoltrata al
multi-tasking in stile desktop. Appoggiando infatti
G Pad. In questo modo si potrà rispondere senza
3 dita sullo schermo e facendole scorrere da dedover nemmeno guardare lo smartphone. Lo stesstra verso sinistra si può portare in background una
so dicasi per le chiamate in entrata, per le quali si
applicazione, ripetendo l’operazione fino ad un
vedrà direttamente sul display del tablet il nome del
massimo di 3 volte. Ovviamente, queste operazioni
chiamante, potendo decidere di rifiutare in modo
sono estremamente “esose” in termini di potenza
“secco” oppure con un SMS di cortesia preventivadi calcolo ma, nonostante l’utilizzo serrato ai fini
mente configurato. Non avendo il G Pad 8.3 alcuna
di questo test, il processore ha supportato questi
componente telefonica non sarà invece possibile
scenari senza esitazioni. Dalla schermata Home
rispondere alla chiamata. QPair permette, inoltre,
poi, con lo stesso movimento in senso opposto, è
di utilizzare lo smartphone come hot-spot portatile
possibile riportare in primo piano una delle app naper la navigazione web dal tablet, il tutto funziona
scoste e riaprire quella che serve in quel momento.
senza che sia necessaria alcuna configurazione,
Nell’esperienza quotidiana questo fa risparmiare
pensa a tutto QPair.
tempo, perché si può tornare ad utilizzare più volte
Molte le altre feature disponibili, tra cui la possibilità
la stessa applicazione senza dover aspettare il tempo
di caricamento.
LG inserisce molte altre applicazioni utili nel bouquet
software: Notebook per gli
appunti, BackUp, un File
Manager semplice e chiaro,
Polaris Office 5, e ancora un
completo Video Editor con
la capacità di esportazione
dei filmati modificati in qualità HD, un Dizionario con
una lingua gratis (le altre si
acquistano su Play Store) e
SmartWorld, il market di LG
per app, temi, sfondi e font
per personalizzare e modificare anche completamente (icone standard compreQslide (foto a sx) permette di gestire applicazioni in finestra (come sul PC)
se) ogni aspetto grafico di
Slide Aside (foto a dx) è un modo avanzato per la gestione del multitasking
questo dispositivo.
che funziona affiancando le applicazioni in senso orizzontale.
LG G Pad 8.3, tablet per tutta la famiglia


torna al sommario
Test AnTuTu, l’LG G Pad 8.3 si piazza al quinto posto
Senz’altro degna di nota QuickRemote, con la quale
il nostro G Pad 8.3 si impone come “Re del salotto”.
Si tratta di un vero e proprio telecomando per TV e
DVD/Blu-ray player, che sorprende per la compatibilità con buona parte dei marchi in commercio. Per
fare questo, LG ha integrato nella scocca una minuscola porta a infrarossi. Inoltre, scaricando l’app
dedicata ai possessori di TV LG, oltre alle funzioni
base del telecomando è possibile accedere alla
gestione di tutte le funzionalità smart permesse dai
TV delle ultime generazioni. LG non ha risparmiato
in niente, ritoccando e customizzando anche la barra delle notifiche e la schermata di blocco.
Tutto ciò dimostra come LG abbia lavorato su
Jelly Bean per offrire ai propri utenti un’esperienza
d’uso ricca e coinvolgente sotto tutti gli aspetti. In
definitiva, potremmo affermare che ce n’è per tutti i gusti, anche se con qualche piccola ombra. La
maggior parte degli add-on di LG sono infatti ben
realizzati e funzionali: una su tutte QPair. Alcuni
però richiedono ancora un po’ di sviluppo prima di
convincere. In particolate l’opzione SmartVideo che
dovrebbe mettere in pausa il video se chi guarda
sposta il volto, ma che non sempre funziona. Non
è infallibile nemmeno QuickTranslator, cioè la possibilità di tradurre una parola o frase acquisendola
con la fotocamera, che però non riconosce sempre
la parola inquadrata.
L‘audio, invece, è di buona qualità (tenuto conto del
tipo di prodotto, ovvio) grazie alla presenza di due
altoparlanti nella parte posteriore: nonostante nella
resa sonora restino predominanti i toni medi (com’è
segue a pagina 38 
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12 MAGGIO 2014
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MOBILE Il nuovo titolo della software house di Kyoto avrà contenuti multimediali fruibili da smartphone e tablet
Nintendo entra nel mondo smartphone con Mario Kart 8
I giocatori potranno rimanere in contatto e visualizzare video tramite smartphone, tablet e PC, ma non finisce qui
di Michele LEPORI
intendo sembra sia pronta ad
una timida ma importante apertura verso il mercato dei dispositivi mobili, l’apripista sarà proprio
l’idraulico più amato al mondo, che nella sua nuova avventura per Wii U darà
la possibilità ai giocatori di rimanere
in contatto e visualizzare contenuti video tramite smartphone, tablet e PC. Il
nome del progetto è Mario Kart TV ma
è lo stesso presidente di Nintendo,
Iwata Satoru, a spiegare che il nome
è solo provvisorio e che le potenzialità
N
non si esauriscono certo con un paio
di video fruibili su piattaforma condivisa. “Come ho già annunciato al Corporate Management Policy Briefing di
gennaio, il nostro desiderio è far si che
si crei una comunità di utenti basata
sugli NNID (Nintendo Network ID). Mario Kart TV sarà fruibile da chiunque,
ma gli utenti con un NNID registrato
potranno interagire con classifiche,
video, creare liste di amici con i quali
organizzare tornei ed altre sfide e soprattutto rimanere in contatto con gioco e comunità anche quando non si è
di fronte allo schermo della TV”, questo un estratto dell’intervista rilasciata
a ninentendoeverything.com. Sembra, inoltre, sia giunta l’ora di rendere
finalmente operativo il lettore NFC del
gamepad di Wii U: Nintendo lancerà
a breve Nintendo Figurine Platform,
una piattaforma che permetterà di
interagire con modellini sulla falsariga
di Skylanders e Disney Infinity che si
potranno collezionare e “trasportare” di gioco in gioco. Se si aggiunge
l’adattatore NFC per 3DS, che uscirà
in estate, e le “app” associate ai titoli
di punta che dovrebbero arrivare nei
prossimi mesi ed ecco che prende
forma un quadro a tinte davvero rosee: basterà a colmare il divario con
PS4 e Xbox One?
TEST
LG G Pad 8.3, tablet per tutta la famiglia
segue Da pagina 37 
normale che sia), la pressione sonora è notevole e
questo è un plus interessante per chi intende usare
G Pad 8.3 soprattutto ai fini di riproduzione multimediale. La posizione dei mini diffusori è ottima
quando il tablet viene impugnato per la visione di
un filmato o per giocare, un po’ meno quando si
vuole ascoltare della musica e lo si appoggia ad
esempio su un tavolo. L’utilizzo del G Pad come navigatore, complice l’ottima visibilità dello schermo,
è molto gratificante. Al primo avvio ci sono voluti
alcuni minuti per il fix satellitare, ma le volte successive l’aggancio è sempre stato veloce e affidabile.
Per rendere l’esperienza più completa è necessario
dotarsi di una staffa da auto perché se il G Pad 8.3
è appoggiato con la scocca posteriore sul sedile
l’audio sarà ancora una volta attutito.
Foto: qualità nella norma

Chi acquista uno tablet difficilmente lo fa per usarlo come foto/videocamera, visti il peso e la scarsa
maneggevolezza, ma il sensore c’è e le occasioni
per usarlo non mancheranno. La risoluzione massima degli scatti è 2560 x 1920 pixel e la qualità è
nella norma, passabile ma senza entusiasmare.
Le foto campione, scattate rigorosamente in modalità automatica, sono state prese di giorno ma
con cielo nuvoloso, quindi non in condizioni ideali. È stato fatto anche qualche tentativo notturno,
ma su G Pad 8.3 manca il flash LED e il rumore è
notevole: l’uso in tutte le condizioni di luce scarsa
è quindi sconsigliato. A dispetto di tutto ciò l’app,
fotocamera è completa, con un menu spartano
nell’aspetto ma ricco di opzioni, dalla scelta degli
torna al sommario
Alcune foto scattate con l’ LG G Pad 8.3, selezionandole con il mouse è possibile visualizzare un ingrandimento
ISO all’autofocus, dall’autoscatto al rilevamento
del sorriso, al geo-tagging. Ci sono anche varie
modalità di scatto per le foto, tra cui le comuni
Sport, Notte e Fotoritocco, che permette di “aggiustare” una foto subito dopo lo scatto. Non
mancano, ovviamente, alcune regolazioni manuali, come la risoluzione di scatto, e sono presenti
anche l’ormai immancabile modalità Panorama e
Scatti Multipli. Sembra davvero non mancare nulla, anche se probabilmente non se ne farà un uso
frequente, visto il tipo di prodotto e le sue finalità.
Con lo stesso sensore si possono anche girare
video a 1080p. Per le videochiamate sulla parte
frontale del G Pad 8.3 è presente una seconda
fotocamera da 1,3 Mpx che consente la cattura di
filmati a 720p. L’autonomia non è niente male: abbiamo raggiunto i due giorni circa, con un utilizzo
intenso ma non continuativo. Merito della batteria
da 4600 mAh, anche se a fare la reale differenza
è il tipo di impiego, essendo il display molto brillante ma, di fatto, avido di energia. Diciamo che
la classica giornata di utilizzo è garantita in ogni
circostanza; se poi si vuole di più, allora bisogna
mettere in atto comportamenti virtuosi. Altro nemico dell’autonomia è QPair, che tiene attivo il
Bluetooth. Se vi si rinuncia e si inserisce il risparmio energetico si sta lontani dal caricabatteria per
un’ulteriore mezza giornata.
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12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TEST Ecco a confronto i migliori diffusori per dispositivi mobile con prezzo sotto i 50 euro. Chi ci avrà soddisfatto di più?
Smartphone: in prova 5 diffusori a meno di 50 €
Per dare voce alla musica archiviata su smartphone e tablet non serve spendere un patrimonio. Scopriamo come
Q
di Roberto FAGGIANO
uando c’è poco da spendere oppure si desidera un diffusore per il proprio smartphone o
tablet e da usare saltuariamente oppure da
portare in viaggio, la scelta di modelli di marca non
è molto ampia. Per il nostro test abbiamo selezionato cinque diffusori di costo inferiore ai 50 euro, che
potrebbero fare al caso vostro: tutti sono leggeri e
con batteria ricaricabile, alcuni si collegano via cavo,
altri usano il Bluetooth, alcuni hanno pure la funzione vivavoce e quindi si abbinano perfettamente agli
smartphone, magari anche in auto. Ecco le nostre
impressioni d’uso.
video
lab
HMDX Jam
Il “vasetto di marmellata wireless”
da 39,90 euro: difficile trovare a meno

Ispirato a un vasetto
di marmellata e venduto proprio in un vasetto trasparente, il
Jam è diventato uno
dei diffusori best seller sul mercato USA.
Il Jam è disponibile
in tanti frutti, pardon,
colori diversi per
soddisfare i gusti del
pubblico più giovane.
Per il collegamento si può utilizzare il Bluetooth oppure il solito cavetto minijack. I comandi sono ridotti
al minimo indispensabile, con il controllo del volume
e spie colorate per segnalare l’abbinamento Bluetooth o la ricarica. Sotto al diffusore c’è l’interruttore
per l’accensione. La batteria integrata ha autonomia
dichiarata di 4 ore in modalità wireless oppure 12
ore con il collegamento via cavo; in dotazione troviamo due cavetti per il collegamento a una sorgente e per la ricarica, entrambi però sono molto corti e
non facilitano le operazioni. Il Jam è molto compatto
e leggero, può stare in una borsa ma non in tasca
come altri concorrenti di questo test; in dotazione
non ci sono custodie per il trasporto. Al momento
del collegamento Bluetooth ci viene stranamente
chiesto il codice di abbinamento, procedura in genere eliminata su dispositivi di questo tipo. Iniziamo
l’ascolto con notevoli aspettative dato il successo di
vendite. Le prime canzoni però non ci entusiasmano, il suono esce “piccolo” e poco coinvolgente; la
gamma bassa è inevitabilmente poco dinamica ma
spesso manca del tutto e con i generi più moderni è
un bel problema. Meglio i medio bassi che comun-
torna al sommario
que restano in secondo piano e meglio le voci maschili seppure poco corpose. Le voci femminili non
riescono a convincere e sono piuttosto sottili. Il dettaglio in gamma acuta non è certo aiutato dai brani
compressi MP3 e il Jam sembra averlo previsto in
partenza perché la sua risposta in frequenza non
pare andare molto in alto. Insomma un bel diffusore
compatto e ben rifinito, ma ci aspettavamo di più.
JBL Micro II
39 euro per tanta musica “da tasca”
Il cavetto di collegamento è piuttosto corto e si
avvolge attorno
al diffusore.Per
il trasporto c’è in
dotazione una
piccola custodia
in tessuto morbido, ma questo
diffusore è talmente compatto
che si può infilare in tasca facilmente. La finitura è
disponibile nella versione arancio-bianco del nostro
esemplare oppure in tutto nero. Gli unici comandi
sul diffusore sono il pulsante di accensione e una
rotella vecchio stile per il volume, forse un po’ troppo facile da azionare inavvertitamente. La batteria
ricaricabile ha un’autonomia dichiarata di 5 ore; in
dotazione troviamo il cavetto USB per la batteria
ma non il caricatore. Una particolarità del Micro II è
quella di poter essere collegato “a margherita” (tecnicamente parlando, in serie) con ulteriori diffusori
dello stesso tipo, in modo da creare una maggiore
pressione sonora e una migliore diffusione quando
ci si ritrova tra amici. C’è anche la versione wireless
con Bluetooth, che costa circa 20 euro in più. Per
l’ascolto basta collegare il cavetto e iniziare. Dopo
l’ascolto di pochi brani, non siamo rimasti delusi.
Colpisce la buona gamma bassa, che non fa miracoli, ma è comunque presente e coinvolgente, senza
far perdere la trama musicale di ogni brano. Corrette le voci e molto buono il dettaglio, tanto che sfruttando qualche riflessione si può creare un buon allargamento del fronte sonoro rispetto alla sorgente
quasi puntiforme. La pressione sonora non è certo
esagerata, ma comunque sufficiente per sonorizzare correttamente un locale. Per il prezzo richiesto il
JBL è un ottimo diffusore, in grado di restituire un
buon impatto sonoro anche in gamma bassa, buon
nome non mente.
Logitech X100
Robusto, wireless e colorato
e costa solo 50 euro
Si può collegare
alla sorgente senza fili tramite Bluetooth oppure con
il consueto cavetto
minijack. Il corpo è
compatto e rivestito
in materiale morbido, in modo da poter reggere piccoli
urti senza danni. È
segue a pagina 41 
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MAGAZINE
TEST
5 diffusori a meno di 50 euro
segue Da pagina 40 
disponibile in molti colori e ha un pratico laccetto
apribile per trasportarlo più facilmente, i comandi
sono sistemati sul fianco e sono ben individuabili
anche al tatto. L’autonomia della batteria è di 5 ore.
Durante il collegamento wireless abbiamo rilevato
qualche problema di interferenza e fruscii durante le
operazioni sul dispositivo, forse un difetto del nostro
esemplare dato che non abbiamo avuto problemi
con gli altri diffusori del test. All’ascolto si nota la
buona potenza e la capacità di raggiungere un volume relativamente elevato, la risposta in frequenza
è complessivamente equilibrata pur con gli inevitabili limiti in gamma bassa. Ritmo e dinamica comunque non mancano, specie con i brani più “sparati” in
fase di registrazione. Tutto sommato buone anche
le voci, specialmente quelle maschili che hanno un
buon corpo, ma anche quelle femminili sono più che
accettabili. In gamma acuta non ci sono eccessi e si
può cogliere un dettaglio preciso che lascia cogliere l’effetto profondità con le registrazioni migliori.
L’ultimo arrivato in casa Logitech quindi se la cava
piuttosto bene, anche se non raggiunge le eccellenti prestazioni dei suoi fratelli maggiori in dimensioni
e prezzo.
Native Union Monocle
Il più particolare costa 40 euro

Questo originale
diffusore è dedicato agli smartphone
perché integra il
microfono e può
svolgere la funzione di vivavoce. Si
collega via cavo e
il volume si regola
ruotando la ghiera
che circonda tutto il
diffusore; ghiera che funge anche da manopola di
accensione. La finitura è di ottimo livello e disponibile in molti colori diversi, con un lungo cavo rivestito
in tessuto e rivestimento in pelle del diffusore, quasi
come una cuffia perché il Monocle si può usare anche appoggiato all’orecchio per una conversazione
telefonica riservata. Inoltre è possibile collegare in
serie fino a 10 Monocle per aumentare la pressione sonora durante una festa tra amici. La batteria
integrata garantisce autonomia per circa 5 ore, la
ricarica avviene tramite cavetto usb. All’ascolto si
nota l’impostazione scelta per questo diffusore, tutta dedicata alle voci. La gamma bassa è praticamente assente e viene fuori solo con brani sparatissimi
e compressi a uso radiofonico, l’estremo acuto è in
secondo piano ma comunque capace di creare un
torna al sommario
minimo di dettaglio e tridimensionalità. Con le voci
però si raggiungono le migliori prestazioni, ottenendo un suono corposo e ricco come da diffusori più
grandi. Il Monocle è un oggetto interessante e originale, ideale per chi vuole un buon vivavoce per
smartphone che possa anche dire la sua con la musica quando serve.
Philips Sound Shooter
Una bomba a 39,90 euro
Aggressivo come
una bomba ma per
nulla
pericoloso,
ecco l’originale diffusore proposto da
Philips (o se preferite Woox Innovation) per il pubblico
più giovane. E’ disponibile in versione verde militare
(come l’esemplare in prova) o altri colori più vivaci e
si collega via Bluetooth al vostro dispositivo mobile.
Il rivestimento in gomma morbida offre protezione
dagli urti accidentali.
Può svolgere la funzione di vivavoce grazie al microfono integrato, c’è anche un circuito per ridurre il rumore ambientale. Stranamente non ci sono
controlli per il volume e quindi bisognerà usare
il controllo sulla sorgente. Per il trasporto c’è un
pratico moschettone in modo da poterlo fissare
facilmente a un passante dei pantaloni oppure alle
cinghie dello zaino. L’ingresso per una sorgente
via cavo è combinato alla presa usb per la ricarica,
in dotazione c’è il relativo cavetto che sarà bene
non perdere perché proprietario. La batteria integrata garantisce 8 ore di funzionamento. All’ascolto il piccolo Philips suono da “grande”, creando
un buon impatto anche in gamma bassa e dando
l’impressione di ascoltare un diffusore molto più
grande delle sue dimensioni reali. Anche il volume
BLUETOOTH
COSTRUZIONE
PRESTAZIONI
RAPPORTO
QUALITÀ/
PREZZO
sale per poter sonorizzare ambienti di medie dimensioni. Proseguendo l’ascolto però si nota una
enfasi sugli acuti che se da un lato può aiutare i
brani molto compressi e riesce a fornire una buona
ricostruzione della profondità, alla lunga tende ad
affaticare. Anche le voci femminili risultano troppo
sottili mentre quelle maschili risentono positivamente del buon medio basso. Quindi un diffusore
accattivante al primo ascolto e con una gamma
bassa degna di dimensioni più grandi, che però
eccede sugli acuti e può diventare stancante dopo
un lungo ascolto o in ambienti molto riflettenti. Positivo comunque il rapporto qualità/prezzo.
Vince il “filo” con JBL Micro II
ma senza lode
Il nostro test ha dato un vincitore, ma francamente nessuno dei diffusori ci ha pienamente convinto.
Tutti ci sembrano più adatti a un ruolo secondario
o provvisorio per la riproduzione musicale: chi desidera un vero diffusore per il proprio smartphone
deve salire nella fascia dei 99 euro per trovare un
prodotto di qualità migliore. I contendenti del test
comunque hanno un rapporto qualità/prezzo mediamente valido.
Dal Jam di HDMX ci aspettavamo di più dato il suo
ruolo di leader del mercato USA, comunque a questo prezzo è difficile trovare un vivavoce con Bluetooth così ben realizzato. Il Monocle di Native Union
è un diffusore originale, molto interessante come
vivavoce a filo e assai ben rifinito. Il Philips Sound
Shooter è molto accattivante e piacerà ai giovani,
però l’ascolto prolungato può diventare affaticante.
Logitech non delude con il suo X100, molto pratico
e compatto, anche piuttosto piacevole all’ascolto,
ma quei disturbi in modalità Bluetooth pensavamo
fossero un retaggio del passato. Infine il nostro vincitore: Il JBL Micro II non fa miracoli e si collega solo
via cavo, però per il suo prezzo consente un ascolto musicale piacevole e soddisfacente della nostra
musica preferita. E volendo c’è anche la versione
senza filo con Bluetooth.
HMDX JAM
JBL
MICRO II
LOGITECH
X100
NATIVE UNION
MONOCLE
PHILIPS
SOUNDSHOOTER
Sì
NO
Sì CON
VIVAVOCE
NO
Sì CON
VIVAVOCE
8
8
8
9
8
6
8
8
6
7
8
9
8
7
8
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TEST Lo abbiamo provato anche in un bar con uno schermo ad elevato contrasto Draper e siamo stati soddisfatti
Vivitek D966HD, proiettore perfetto per i Mondiali
Un DLP pensato per i locali luminosi: va bene a casa, ma anche negli esercizi pubblici, magari per una partita
D
di Claudio STELLARI
966HD di Vivitek è un videoproiettore DLP
Full HD con una luminosità dichiarata di
4200 Ansi Lumen, particolarmente indicato per tutte quelle situazioni in cui non è possibile oscurare l’ambiente di visione e si desidera
un’immagine molto grande, tale da rendere problematico l’utilizzo di un TV. Si tratta, quindi, di un
proiettore perfetto per piccole sale meeting o per
esercizi commerciali come ristoranti, bar, centri di
ritrovo, magari per consentire di seguire un evento sportivo come una partita di calcio, anche se
nulla vieta di utilizzarlo in casa. E considerando
che manca un mese al fischio d’inizio dei Mondiali
di calcio, D966HD può essere il mezzo perfetto
per vederli su grande schermo nel proprio locale
preferito. Il prezzo di listino è di 1.599 euro, allineato quindi a quello di un TV di generose dimensioni; la durata dichiarata della lampada è di 4000
ore in modalità Eco, e il ricambio è in vendita a
329 euro. Vivitek D966HD è anche compatibile
3D, ma gli occhialini vanno acquistati a parte, una
scelta condivisibile viste le prerogative di utilizzo
del prodotto; gli occhiali DLP Link 3D sono in vendita al prezzo di 99 euro al paio, ma volendo è
possibile utilizzare anche i più economici occhiali
passivi collegando un filtro ottico esterno opzionale. Incuriositi, abbiamo deciso di mettere alla
prova il Vivitek D966HD nelle diverse e possibili
situazioni di utilizzo, anche con uno schermo di
proiezione ad elevato contrasto Draper con telo
React 2.1, capace di limitare e controllare l’effetto
della luce ambientale che arriva dai lati, permettendo così una migliore riproduzione delle immagini in ambienti non oscurati. Curiosi? Vediamo
come è andata.
Facile da installare ma senza Shift

Dal punto di vista tecnico, D966HD utilizza una
tecnologia consolidata: si tratta, infatti, di un
torna al sommario
video
Vivitek D966HD
IMMAGINI LUMINOSE E DI QUALITÀ, PREZZO INTERESSANTE
la€b
1.599,00
Il Vivitek D996HD è un proiettore pensato per i luoghi luminosi e capace di una buona qualità delle immagini: il nero, ovviamente, non è il
migliore possibile e il contrasto non è il massimo, ma il buon comportamento sulle basse luci e l’ottimo equilibrio generale dei colori fanno si
che l’immagine risulti senz’altro godibile. La sua prerogativa principale, però, è l’elevata luminosità, che lo rende perfetto per i locali pubblici,
magari per trasmettere le partite degli imminenti Mondiali di calcio. In questo contesto è davvero eccellente, mentre in casa si tratta di un
buon prodotto per sostituire il TV quando si desiderano immagini veramente grandi, ma è un po’ meno adatto all’Home Cinema. Il prezzo è
interessante: c’è, infatti, da considerare che per acquistare un proiettore luminoso, ma più economico, occorre guardare al settore business,
rinunciando alla matrice in formato 16:9 e anche a qualcosa in termini di qualità.
7.7
Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo
8
8
Luminosità elevata
COSA CI PIACE Comportamento lineare
Dimensioni compatte
7
7
7
8
Livello alto del nero
COSA NON CI PIACE Telecomando non illuminato e tasti piccoli
Menù di gestione un po’ confusi
proiettore DLP compatibile 3D a singola matrice
DMD Texas Instruments da 16mm (0,65”), con risoluzione nativa 1920 x 1080 pixel e rapporto di
contrasto dichiarato pari a 10.000:1. Il proiettore
può essere posto a una distanza dalla superficie
di proiezione tra 1m e 10m per ottenere immagini con diagonale da 30” a 300”, l’ottica ha un
rapporto di tiro pari 1,60 ~ 1,92:1, e ciò significa
che è possibile ottenere un’immagine da 100” di
diagonale a una distanza di proiezione compresa
tra 3,6m e 4,2m. La regolazione dello zoom 2x
e della messa a fuoco sono manuali
e non è prevista la presenza dello
Shift dell’ottica, pertanto il proiettore andrà posizionato il più possibile centrato rispetto allo schermo
di proiezione e alla giusta altezza.
La regolazione elettronica della posizione dell’immagine, infatti, consente spostamenti relativamente
contenuti. A questo riguardo, c’è da
considerare che lo Shift dell’ottica è
una caratteristica che solitamente si
trova su prodotti di classe (e prezzo)
superiori. L’ottica tira leggermente verso l’alto,
e ciò significa che posizionando il proiettore su
un tavolino l’immagine risulterà spostata di poco
verso l’alto, ma agendo sui piedini è possibile
variare leggermente l’inclinazione per alzare ulteriormente l’immagine qualora necessario; il valore massimo consentito è di ±15°, e la regolazione
elettronica del Keystone permette poi di raddrizzare l’immagine. Se invece si decide di installare
il proiettore capovolto a soffitto, l’immagine si abbassa di quel tanto che basta per consentire una
corretta visione, senza costringerci a guardare
verso l’alto. Con queste premesse, e con un po’ di
attenzione, non è quindi particolarmente difficile
trovare la giusta posizione.
Connessioni, c’è anche Display Port
Tutte le connessioni sono sul pannello posteriore,
la dotazione è ricca e per certi versi persino sovrabbondante: accanto a due porte HDMI troviamo il connettore Display Port, due ingressi VGA e
anche un’uscita VGA, un ingresso S-video e uno
composito, oltre a due ingressi e un’uscita audio.
segue a pagina 43 
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MAGAZINE
TEST
Vivitek D966HD
segue Da pagina 42 
Previsto anche un ingresso RJ45 e una porta
seriale RS232 per integrare il proiettore in un sistema di controllo evoluto; la presa USB è invece
riservata all’assistenza. Sul retro si scorge anche
la presenza di un piccolo altoparlante integrato.
Oltre a una completa dotazione di connessioni,
il proiettore è ovviamente dotato di un piccolo e
maneggevole telecomando, privo però di illuminazione e non molto comodo da utilizzare a causa della dimensione e della disposizione di alcuni
pulsanti; le funzioni principali sono comunque disponibili, e i controlli più importanti sono replicati
anche nella parte superiore del proiettore.
La lampada del proiettore è facilmente accessibile rimuovendo una parte del pannello superiore:
l’aria calda viene espulsa dalla ventola di raffreddamento tramite un’ampia griglia laterale, aspetto
questo che facilita la disposizione del proiettore
vicino alla parete di fondo della stanza.
Menù, si può fare di più
L’interfaccia utente è praticamente la stessa del
Vivitek H1180HD che abbiamo già avuto modo
di provare: la grafica è semplice ma l’organizzazione dei parametri non è delle più intuitive, così
come la navigazione. L’interfaccia è strutturata in
tre sottomenù: Immagine, Impostazione 1 e Impostazione 2, dove nella prima sono riunite le regolazioni della qualità video, in particolare alcuni
preset con l’ulteriore possibilità di definire un’impostazione personalizzata. Tramite la voce Avanzato si può intervenire sul gamma scegliendo
alcuni valori predefiniti, la voce Gestione colore
permette invece di agire su tonalità, saturazione
e guadagno di rosso, verde, blu, ciano, magenta, giallo e bianco. Il menù Impostazione 1 offre
i parametri di primo setup del proiettore (rapporto di forma, keystone e zoom) insieme ad alcuni
parametri secondari; in particolare, sotto la voce
Avanzato 1 troviamo le impostazioni 3D. Nel menù
Impostazione 2 sono invece raggruppati alcuni
parametri secondari come la posizione del menù,
il timer di spegnimento e la gestione degli ingres-
si video. La scelta di utilizzare menù con sottolivelli, insieme a indicazioni in alcuni casi abbastanza anonime (le varie voci Avanzato, Avanzato 1
e Avanzato 2) confonde
un po’ le idee, tuttavia
i principali parametri
su cui agire sono nella
prima schermata, ciò
rende poco frequente
la necessità di ricorrere
agli altri menù, semplificando le cose.
bili i particolari in ombra nonostante il livello del
nero sia comunque alto. Questo effetto si percepisce chiaramente nelle scene più scure, ma l’im-
In casa, al buio
Luminosità al top!
Con il proiettore in una
stanza oscurata, utilizzando un normale
schermo di proiezione
con superficie bianca
e guadagno unitario, la Lo schermo di proiezione Draper ad elevato contrasto con telo React 2.1
prima cosa che si nota
magine risulta comunque godibile grazie alla caè l’elevata luminosità del proiettore, cui si assopacità del proiettore di portare a galla i particolari
cia fortunatamente una buona linearità, e ciò fa sì
delle immagini anche in questa situazione. Buona
che raggiungere un buon equilibrio non sia partila dinamica e convincente il comportamento nelle
colarmente difficile. Per prima cosa impostiamo
scene più luminose. I colori appaiono abbastanza
la modalità Eco per la lampada, poi interveniamo
naturali, si apprezza in particolare la riproduzione
sulla temperatura colore scegliendo l’impostaziodegli incarnati del viso; questo equilibrio della cone caldo, per il gamma decidiamo di utilizzare il
lorimetria di base, insieme alla linearità del proietvalore 2,2 e quindi regoliamo luminosità e contratore, permettono di ottenere una buona qualità
sto con un disco test.
delle immagini senza troppe difficoltà, anche
D966HD non taglia i livelli più bassi della scala di
per chi è alle prime armi. Più che soddisfacente
grigio, e ciò permette comunque di rendere visiil livello di dettaglio, buono anche il comportamento dell’ottica: nell’esemplare in prova si nota
solo un’aberrazione di lieve entità nella parte in
basso a destra dell’immagine, visibile sotto forma
di un doppio bordo e una leggera sfocatura sui
contorni degli oggetti, che in realtà si nota solo
con immagini di test. Chiudiamo con una nota
sulla rumorosità: il valore dichiarato è di 35 dB in
modalità ECO, e in effetti il rumore della ventola
di raffreddamento si nota, ancor di più quando la
lampada non è impostata in questa modalità. C’è
però da considerare che questo proiettore si rivolge all’utilizzo in piccole sale meeting o in locali

segue a pagina 44 
torna al sommario
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TEST
Vivitek D966HD
segue Da pagina 43 
Nella zona
superiore sono
presenti i tasti
per i controlli
più importanti
come l’accensione, il menù
e quelli per la
regolazione
del bianco e la
scelta della sorgente. Il proiettore è comunque
dotato anche
di un pratico
telecomando.
commerciali, ambienti in genere rumorosi e che
vedranno il proiettore posizionato lontano da chi
assiste alla proiezione, permettendo così di rendere trascurabile il problema.
Il telo che doma la luce

Per testare il proiettore in ambienti non oscurati abbiamo utilizzato uno schermo di proiezione
ad elevato contrasto Draper con telo React 2.1,
realizzato con un particolare materiale di colore
grigio con guadagno unitario, la cui particolarità è quella di limitare l’effetto della luce riflessa
e incidente sullo schermo dai lati, permettendo
così di innalzare il livello del contrasto percepito.
Lo schermo di proiezione che abbiamo utilizzato era in realtà un demo diviso in due parti, con
telo React 2.1 da una parte e telo bianco dall’altro,
particolarmente indicato per valutare il differente
comportamento.
Per la prova, prima di tutto abbiamo effettuato un
nuovo setup ad hoc del proiettore, prendendo
come riferimento la parte grigia dello schermo,
impostando la lampada in modalità normale; infatti, occorre superare di molto la luce ambientale di modo tale che l’occhio “percepisca come
riferimento” il bianco del proiettore, e per questo
disporre di un proiettore molto luminoso è fondamentale; lo schermo, offrendo un elevato contrasto, permette di incrementare ulteriormente la
dinamica percepita dell’immagine. Il risultato ottenuto con il Vivitek H996HD e lo schermo Draper
React 2.1 è notevole: il contrasto non è il massimo
e il nero ovviamente non è a livello di quello ottenibile in una camera buia, ma l’immagine risulta
ben definita anche in presenza di luce ambientale. Molto diverso il risultato nella parte bianca
dello schermo, con l’immagine che appariva poco
visibile e “sbiadita” dalla luce, anche provando a
modificare il setup del proiettore in realtà non si
ottengono significativi miglioramenti, come del
torna al sommario
resto era logico attendersi.
Il telo React 2.1 ha mostrato, invece, un controllo notevole della luce laterale ed è apprezzabile
l’assenza di aloni intorno alle parti più luminose
delle immagini (effetto spot); anche lo schermo
Draper, però, nulla può in presenza di luce diretta,
di riflessi o di ombre causate da una fonte di luce
posteriore, mentre riesce a limitare gli effetti di
una luce a soffitto. Per ottenere un buon risultato
si tratta, quindi, di trovare un’adeguata disposizione in ambiente che tenga conto di questi aspetti.
Lo schermo Draper a cornice con telo React 2.1 da
99” costa 1.370 euro, mentre un telo da 104 pollici
motorizzato tensionato costa 2.200,00 euro.
Andiamo al bar: la partita prende vita
Con lo stesso setup della prova in studio, utilizzando questa volta uno schermo completamente con
telo React 2.1 testiamo il proiettore nel suo habitat
naturale: in un esercizio pubblico, a vedere una
bella partita (la semifinale di Champions League,
ndr) simulando quello che potrebbe accadere tra
un mese con i Mondiali e la nostra nazionale impegnata in Brasile. Il proiettore è stato installato a
circa tre metri dal telo; per quanto riguarda il collegamento tra proiettore e sorgente, la soluzione
più comune è ovviamente quella del cavo HDMI,
cosa che però in un locale pubblico, soprattutto
per eventi una tantum come questo, non è semplice da porre in essere: spesso e volentieri decoder e proiettore sono distanti, come nel nostro
caso, e far passare un cavo all’interno di un locale
è cosa poco pratica e brutta a vedersi, oltre al fatto che la distanza da coprire può risultare spesso
eccessiva. La soluzione che abbiamo adottato,
peraltro con successo, è il trasmettitore DVDO
Air, un sistema wireless HD in grado di gestire il
segnale fino a 1080/60p e a 10 metri di distanza,
oltre all’audio fino a 7.1 canali; una soluzione che,
per qualità e comodità di installazione ci sentiamo
di consigliare. Il setup è pressoché istantaneo, e
non c’è bisogno di configurare nulla: si collegano i
due elementi (trasmettitore/ricevitore, due piccoli
box neri da pochi grammi di peso) a proiettore e
decoder e il gioco è fatto, con la sola precisazione
che i risultati migliori si ottengono quando i due
componenti sono in visibilità ottica e a meno di
10 metri l’uno dall’altro, come consigliato dal produttore; il setup di test ricalcava condizioni ideali, poiché la distanza era di circa 3,5 metri e tra i
due componenti non vi erano ostacoli: il risultato
è stato eccellente, sia in termini qualitativi, sia di
stabilità del segnale, che una volta agganciato,
non si è mai staccato per un solo istante durante i 90 minuti della partita (compreso intervallo e
recupero). Abbiamo anche risolto il “problema”
dell’audio, che deve essere sufficientemente vivace per coinvolgere una platea di una ventina di
persone, collegando al proiettore il diffusore Bih
Jambox, con una semplicissima connessione via
jack: soluzione improvvisata ma di sicuro impatto,
che piace e che completa l’esperienza di visione.
Impressioni di visione? Niente male: il locale era
semi-illuminato durante tutta la partita eppure il
contrasto tra la luce ambientale e l’immagine dello schermo era netto, senza necessità di creare
“zone d’ombra” vicino al telo come capita spesso
nei locali che trasmettono partite o eventi al pubblico. Luminosità alta, definizione apprezzabile,
contrasto d’immagine non eccelso, ma questo fa
parte del gioco ed è una conseguenza inevitabile
di quanto descritto sopra. Anche i pareri di chi ha
assistito alla partita sono stati positivi: chi guarda
la partita al bar non sarà così attento alla resa cromatica, a micro-scie e a piccoli difetti tecnici, ma è
spietato quando si tratta di luminosità insufficiente o scarsa intelligibilità del dettaglio, eppure in
questo caso (pur con le luci accese) le impressioni
sono state buone. Massima partecipazione, nessuna difficoltà di visione, dettaglio sempre visibile: “domani l’altra semifinale la rivediamo così,
vero?” ci chiede uno spettatore alla fine dell’incontro. Spiacenti di doverlo deludere, ma il test
“on the road” è, ovviamente, finito.
Dammi il cinque!
MODELLO 730-1 redditi 2007
ALLEGATO B
Scheda per la scelta della destinazione
dell'8 per mille dell'IRPEF e del 5 per mille dell'IRPEF
Da consegnare unitamente alla dichiarazione
Mod. 730/2008 al sostituto d’imposta, al
C.A.F. o al professionista abilitato, utilizzando
l’apposita busta chiusa contrassegnata sui
lembi di chiusura.
genzia
ntrate
CONTRIBUENTE
CODICE FISCALE
(obbligatorio)
COGNOME (per le donne indicare il cognome da nubile)
DATI
ANAGRAFICI
DATA DI NASCITA
GIORNO
MESE
ANNO
NOME
SESSO (M o F)
COMUNE (o Stato estero) DI NASCITA
PROVINCIA (sigla)
LA SCELTA DELLA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF E QUELLA DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF
NON SONO IN ALCUN MODO ALTERNATIVE FRA LORO. PERTANTO POSSONO ESSERE ESPRESSE ENTRAMBE LE SCELTE
SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)
Il tuo 5 per mille
può cambiare la vita
di molti bambini
prematuri.
E non ti costa nulla.
Ogni anno in Italia nascono 30.000Assemblee
bambini
prematuri,
di Dio in Italia
di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr.
Stato
Chiesa cattolica
Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Chiesa Valdese unione delle chiese metodiste e valdesi
Chiesa Evangelica Luterana in Italia
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Questi
bambini
hanno
bisogno di
Unione Comunità
Ebraiche
Italiane
e assistenza per molti anni.
cure, controlli
genitori hanno bisogno del tuo aiuto.
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interamente impiegate per:
E anche i loro
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beneficiarie
quota dell'otto
per mille
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- l’assistenza
delledella
gravidanze
a rischio
o patologiche
contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente.
La
scelta
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esclusivamente
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la
cura
e
il
supporto
al
neonato
prematuro
istituzioni beneficiarie.
e alla
famiglia
nel percorso
di sviluppo
crescita
La mancanza della firma in uno dei sette riquadri previsti costituisce scelta
nonsua
espressa
da parte
del contribuente.
In talecaso,
la ripartizione della quota d’imposta non attribuita è stabilita in proporzione alle scelte espresse. Le quote non attribuite spettanti alle
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n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
MAGAZINE
TEST Mirrorless di classe e capostipite di un nuovo segmento. Ecco un’analisi completa con l’ottica in kit 28-70 f/3.5-5.6
Sony Alpha 7, Full Frame in un corpo compatto
Sony Alpha 7 unisce un sensore Full Frame a un corpo compatto. Immagini di qualità ad un prezzo interessante
C
di Cristian VIARISIO
on la recentissima presentazione del modello
Alpha 7s, arrivata qualche mese dopo rispetto
alle Alpha 7 (oggetto di questa prova) e Alpha
7r, comincia a delinearsi la strategia di Sony volta
a costruire un nuovo segmento dal nulla, ovvero
quello delle mirrorless full frame. In pratica il sistema
Alpha 7 è declinato in 3 versioni distinte, con la mediana da 24 Megapixel, la versione “r” (risoluzione)
da 36 Megapixel e la versione “s” (sensibilità) che a
fronte di soli 12 Megapixel permette però ISO fino
409.600. Sarà il fotografo a scegliere se necessita
più di sensibilità, di risoluzione o una via di mezzo,
scegliendo il suo modello ideale. Ad esso Sony dovrebbe affiancare un parco ottiche corposo, per rendere i vari abbinamenti più duttili e soprattutto sperare anche di convincere produttori terzi di ottiche
ad abbracciare l’attacco FE (che è una baionetta “E”
delle NEX adattata alle dimensioni del sensore Full
Frame). Offrendo subito tutte queste declinazioni di
prodotto, Sony spera di anticipare il gioco e conquistare fette di mercato soddisfacendo più fotografi
possibili nei confronti delle rivali di sempre Nikon
e Canon, che sono storicamente legate al concetto reflex. Il superamento del sistema reflex significa
rinunciare a una delle caratteristiche più importanti
del sistema tradizionale, ovvero la messa a fuoco
con sensori dedicati. La grande scommessa di Sony
è tutta nell’efficacia dei sistemi alternativi (da un sistema a contrasto super raffinato al sistema ibrido
con anche i sensori di fase sul CMOS principale). In
compenso, si avranno da una parte la maggior compattezza del corpo e dall’altra la velocità dello scatto
(meno meccanismi in movimento) e una nuova serie
di funzionalità video.
Costruzione: leggerezza e robustezza

La Alpha 7 è costruita interamente in lega di magnesio, fatto che le dona leggerezza e robustezza. Sulla
torna al sommario
video
lab
Sony Alpha 7
IMMAGINI LUMINOSE E DI QUALITÀ, PREZZO INTERESSANTE
1.499,00 €
La A7 è destinata a due tipi di fotografi diversi. Da una parte la vediamo compagna ideale per chi finora ha avuto già reflex di medio e basso livello,
cercava un prodotto più serio ed è disposto a tentare il passo lungo verso il formato pieno con una macchina che comunque rimane comoda da
usare, e soprattutto ad un prezzo abbordabile. Dall’altra parte, la A7 è anche la sostituta ideale di corpi più importanti per fotografi avviati e che
in più occasioni, magari un reportage con fotocamera nascosta, hanno odiato il peso e l’ingombro dell’attrezzatura; per loro la A7 è la manna dal
cielo, che offre la stessa qualità di scatto in un corpo molto più piccolo… e per il corredo di ottiche già in possesso, ci sono gli adattatori.
Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo
8.2 Qualità
8
8
9
10
7
9
Velocità AF
COSA CI PIACE Compattezza e maneggevolezza
Duttilità con accessori e adattatori
carta risulta essere la seconda Full Frame al mondo
per leggerezza, battuta per pochi grammi solo dalla
Alpha 7r, che, identica in tutto, ha anche le ghiere
superiori in lega. Il corpo di taglia media calza comodamente nella mano e la presa è assicurata anche
dalla pronunciata protuberanza sulla destra, tutta
gommata (anche appesa alla mano camminando,
rimane abbastanza stabile). Il corpo, come anche
l’ottica in dotazione, sono tropicalizzati e quindi in
grado di resistere a polvere e spruzzi d’acqua. Praticamente tutti i comandi sono organizzati sulla parte
superiore e posteriore, lasciando il frontale piuttosto
lineare e in cui la parte da leone è rappresentata
dall’attacco a baionetta FE (come detto, meccanicamente compatibile all’attacco E delle NEX, ma in
versione full frame). L’attacco è circondato dall’anello rosso che accompagna tutti i prodotti a pieno
formato di Sony. Data l’esigua profondità del corpo
e le “ristrettezze” ottiche della baionetta, che in origine non era pensata per un sensore così grosso, il
sensore non è stabilizzato ed è abbastanza in superficie: bisogna fare molta attenzione nel cambio
Batteria un po’ piccola
COSA
NON CI PIACE AF ibrido si disattiva appena c’è poca luce
Poche ottiche FE disponibili
delle ottiche per non sporcare o far cadere polvere
su di esso. Lo stabilizzatore deve essere presente
nelle ottiche.
Per inquadrare o rivedere gli scatti si può usare sia
il mirino elettronico che il display inclinabile posteriore. La qualità del mirino è eccellente e in condizioni di buona luce permette una visione molto
simile a quella di un mirino ottico. In condizioni di
minor luce, invece, fa vedere un po’ di puntinato,
ma nelle stesse condizioni un sistema ottico sarebbe molto più buio. Non ci sono ritardi o effetti
di trascinamento, e tutte le indicazioni riportate su
di esso sono molto comode ed efficaci; pensiamo
per esempio sia alla funzione zebra che evidenzia
le zone sovraesposte che al focus peaking, che in
condizioni di fuoco manuale evidenzia (con vari
colori e intensità) le zone a massimo contrasto e
quindi a fuoco; avere questa informazione nel mirino è eccellente, soprattutto in condizioni di forte
luce ambiente. È presente anche una livella a due
assi o varie griglie in sovraimpressione. Durante i
segue a pagina 47 
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12 MAGGIO 2014
TEST
Sony Alpha 7
segue Da pagina 46 
nostri test Sony ha pubblicato una nuova versione
del firmware, passando alla 1.02: uno dei miglioramenti è la reattività del sensore che commuta da
display posteriore a mirino, avvicinando l’occhio e
viceversa. Prima, soprattutto con l’accensione “da
freddo”, il sistema impiegava qualche (fastidioso)
secondo per accendere il mirino; ora la cosa è
pressoché istantanea e si può accendere la Alpha
7 avendola già all’occhio, sicuri che il mirino sarà
subito disponibile.
Smartphone, mon amour
Ormai le fotocamere hanno tutte qualche funzione
abbinata agli smartphone, e così è pure per questa
Sony. Per gestire la macchina è possibile installare PlayMemories Mobile (noi l’abbiamo provato su
Android KitKat, ma è disponibile anche per iOS):
l’applicazione è fatta molto bene e viene aggiornata molto spesso. Se sullo smartphone è disponibile
NFC, la connessione è istantanea in quanto basta
avvicinare lo smartphone al lato destro della Alpha
7 per stabilirla. Con un iPhone o con prodotti senza NFC la ricerca va fatta a mano. Una volta che
smartphone/tablet e fotocamera si parlano, tutte
le impostazioni di scatto sono gestibili via schermo remoto, e lo stesso focus è touch. Una volta
scattata una foto (ma anche per le foto già fatte),
essa viene trasferita al telefono in versione da 2
Megapixel, pronta per essere condivisa sui Social
Network. Non c’è traccia di funzioni per il Geotag
delle foto, funzione che per esempio abbiamo di
recente scovato sul software equivalente di Fujifilm, e ci sembra una mancanza pesante, visto che
l’implementazione non dovrebbe essere complicata.
MAGAZINE
gratuite, mentre altre costano da qualche euro fino
a una decina. La cosa ci fa un po’ storcere il naso:
ci sarebbe piaciuto che queste estensioni fossero
tutte gratis, visto il notevole investimento che questa mirrorless comporta. Comunque sono presenti
filtri aggiuntivi, time-lapse, o altre funzioni che ne
aumentano le potenzialità.
Uso con ottiche e adattatori
La versatilità conta
Anche se l’attacco e-mount di cui la Alpha 7 è dotata risulta meccanicamente compatibile con le
ottiche prodotte per le NEX o le altre mirrorless
APS-C, utilizzarle significa incorrere in una evidente vignettatura o all’autocrop a 10 Megapixel. Le
ottiche compatibili sono quelle FE, e per ora sono
in numero piuttosto esiguo. Oltre alla 28-70 in kit
ci sono solo altre tre ottiche compatibili e tutte prodotte da Zeiss: un 24-70 stabilizzato ad apertura
costante f/4, un 35mm f/2.8 e un 55mm f/1.8 entrambi non stabilizzati ma molto luminosi, e sta per
arrivare il 70-200mm.
Nell’attesa che Sony amplii la gamma, le soluzioni
alternative sono il ricorso agli adattatori per montare tutte le ottiche Alpha (A-mount) originali Sony
(disponibili con o senza lo specchio translucent per
trasformare la Alpha 7 in una DSLT), o l’uso degli
adattatori terzi per montare qualsiasi altra ottica su
questa baionetta. Attenzione al fatto che anche con
l’adattatore originale senza specchio, la messa a
fuoco non è più ibrida, ma solo a contrasto (quindi un po’ meno efficace). Noi abbiamo provato un
anello passivo da meno di 10 euro per attaccare una
vecchia ottica totalmente manuale (un 50mm f/1.7
prodotta da Rokkor e del valore di circa 40 euro),
Le app da scaricare: molte si pagano

Oltre alle possibilità di gestione via smartphone, la
Alpha 7 espande le sue capacità grazie a software
disponibili in un market apposito. Sulla Alpha 7 c’è
proprio una specie di mini browser per accedere
allo store e scaricare/installare queste app direttamente in macchina senza passare per un PC (è necessaria una connessione Wi-Fi). Alcune app sono
torna al sommario
ma in tal caso l’ottica da montare deve prevedere
anche la regolazione del diaframma manuale, altrimenti non c’è modo di impostarlo da fotocamera,
oltre che la focalizzazione. Le possibilità offerte da
un obiettivo così semplice seppur datato si possono vedere con la foto della modella; grazie al focus
peaking è relativamente facile mettere a fuoco, anche nel caso che il soggetto non sia statico. I dati
EXIF sono ovviamente mancanti di informazioni sull’obiettivo montato, perchè per la Alpha 7 è come
se non ci fosse nulla: scatta “a fiducia”. Durante un
workshop organizzato dalla stessa Sony con la collaborazione del fotografo Amedeo Novelli, abbiamo
poi avuto occasione di provare la soluzione creata
da Metabones, un anello adattatore che permette
di agganciare ottiche Canon al corpo Sony mantenendone tutti gli automatismi, dall’AF, al diaframma,
alla stabilizzazione. Grazie ad esso abbiamo potuto
fare qualche scatto con la Alpha 7 e un buon Canon
85mm f/1.8 USM stabilizzato. La focalizzazione risulta piuttosto rapida, seppure ci sembri proceda per
step e quindi forse (come anche con gli adattatori
Sony per l’attacco A-mount), limitata al sistema a
contrasto; nel complesso è comunque precisa. Da
notare che come lens type all’interno dei dati EXIF
venga riportato Canon EF 85mm f/1.8 USM + Metabones Adapter, a testimonianza che l’adattatore
è in grado di intercettare proprio le comunicazioni
corpo-ottica. Grazie all’adattatore Metabones si ha
accesso quasi completo a tutti gli obiettivi Canon.
Altri esempi di come un’ottica economica possa comunque rivivere sono i tre scatti qui sotto, in cui è
visibile la diversa profondità di campo, soprattutto
per i capelli viola nei due scatti a diaframma f/1.7 (immagine al centro) e f/3.5 (a destra).
Perché non aggiungerle un bel flash?
La Alpha 7, come praticamente tutte le altre full-frame, non ha alcun flash integrato; eppure lo spazio
ci sarebbe, mancando tutto il blocco reflex del pentaprisma. Il flash integrato sarebbe stata una comodità non tanto come illuminatore di emergenza
(eviteremmo volentieri l’uso di un flash integrato),
ma come attivatore di un flash remoto senza fili. La
Sony, fin dal primo modello reflex prodotto dopo
l’assorbimento di Minolta, ha integrato la capacità di
controllo wireless dei flash, ma mentre sui modelli
inferiori basta aprire il flash integrato per comunicare con quello esterno, per la Alpha 7 è necessario
l’acquisto di un flash aggiuntivo. Il più piccolo ed
economico è l’HVL-F20M (attenzione al fatto che
Sony ha solo di recente adottato la slitta Multi Interface Shoe, meccanicamente compatibile con l’Hot
Shoe ISO standard). Abbiamo potuto fare qualche
scatto con il compagno ideale di questa Alpha 7: il
HVL-F43M, un illuminatore con numero guida 43
e faretto integrato per le riprese video, anch’esso
tropicalizzato. La rotazione del corpo avviene su un
asse differente da quello adottato dagli altri flash:
segue a pagina 48 
n.89 / 14
12 MAGGIO 2014
TEST
Sony Alpha 7
segue Da pagina 47 
Lo scatto con le tessere del domino è stato effettuato appositamente a 25’600 ISO, e se in RAW
non sono rilevabili differenze, nel trattamento in
macchina del Jpeg il risultato migliora, con meno
effetto solarizzato e sfumature più graduali.
invece che sul piano orizzontale, avviene sul piano
del sensore. Quando la testa non è inclinata per illuminazioni di rimbalzo, è possibile raggiungere la sincronizzazione ad alta velocità sino a 1/8000 di sec.
L’aggiornamento del firmware
Durante il periodo in cui abbiamo testato la Alpha 7
è stato rilasciato un update del firmware che porta
la versione alla 1.02: questo dovrebbe da un lato migliorare il trattamento degli scatti in Jpeg e dall’altro
aumentare la velocità in generale. Oltre al tangibile
miglioramento in fase di accensione e di passaggio
al mirino, abbiamo voluto fare uno stesso scatto prima e dopo l’aggiornamento, per valutare eventuali
differenze. Dato che l’update impiega circa 20 mi-

In questo scatto a 100 ISO è apprezzabile lo sfocato ottenibile anche con
la lente in kit (non particolarmente
luminosa), che anche a f/5.6 lascia
a fuoco solo i sedili/motorini nella
zona più vicina.
torna al sommario
MAGAZINE
nuti non è stato possibile replicare del tutto le condizioni di luce naturale, ma comunque ci sembra che
la 1.02 migliori il trattamento del rumore.
risultato è salvato ovviamente solo in Jpg. Qualche
errore e alone sono presenti, ma il risultato è notevole e la funzione molto comoda.
La prova d’uso
Ottima qualità delle riprese
Nell’uso di tutti i giorni, la Alpha 7 si dimostra comoda. Forse la batteria non è un campione di capacità,
ma regge anche un paio di giornate (300 foto) con
tanto di revisioni continue; la ricarica, invece, adottando lo standard USB, risulta abbastanza lenta (ci
vogliono anche 4 ore per quella completa). Tutti i tasti sono a portata di mano, ma la rotella posteriore,
alla quale di default è assegnato l’accesso diretto
agli ISO, è scomoda: in qualsiasi momento, anche
durante la composizione, il pollice può variare al volo
la sensibilità (che nativamente va da 100 a 25600,
con estensioni verso il basso fino a 50), ma la ruota
funge anche da pulsante direzionale e, girando velocemente, spesso lo si preme per sbaglio attivando altre funzioni (bilanciamento, timer, display). Sulla
Alpha 7 sono disponibili due memorie di uso e 3
tasti liberamente programmabili, oltre al menù funzione in cui inserire le voci più utili. Il sistema ibrido
di messa a fuoco è un fulmine e, nonostante l’ottica
in dotazione non abbia motore ultrasonico, risulta
rapida e decisa in gran parte delle occasioni. Appena però cala la luce ambiente, il sistema ibrido cede
subito la mano al sistema a contrasto e questo è
evidenziato dalle differenti indicazioni sul display. La
messa a fuoco rimane rapida e precisa ma non così
immediata come nelle situazioni migliori. L’ottica si
comporta onestamente e mantiene una buona definizione anche sui bordi dell’immagine (condizione
ostica su ottiche full-frame non particolarmente costose), ma la prenderemmo in considerazione solo
come primo obiettivo per cominciare a scattare e
quindi passare a ottiche di maggior qualità.
Per concludere, ecco uno scatto panoramico il
giorno prima della Canonizzazione dei due Papi, da
sopra il colonnato di San Pietro; la funzione interna
della Alpha 7 permette di muoversi in tutte le direzioni e poi ricompone in automatico la sequenza. Il
Pur essendo una una macchina fotografica, perché
non sfruttare le dimensioni del sensore anche a
scopi video? Forte delle buone doti di sensibilità e
dell’efficacia del sistema autofocus, i video vengono molto bene; è possibile attaccare un microfono
stereo esterno (c’è la presa sul lato), come è possibile usare la slitta del flash con gli accessori microfonici appositi. Sul display vengono riportati i livelli
di registrazione audio. Per saggiarne le capacità abbiamo fatto un piccolo torto alla Regina Elisabetta II
di Inghilterra: anche se non era permesso, abbiamo
ripreso il tesoro della corona. La luce era poca, e
dato che la fotocamera era nascosta, erano anche
riprese alla cieca. Basta alzare un po’ la sensibilità e
il risultato è stato più che onorevole, con una messa
a fuoco continua e la giusta luminosità delle riprese, senza incertezze. Un altro spezzone video è la
ripresa da sopra il colonnato di San Pietro a Roma
durante la Canonizzazione. Questa volta abbiamo
lasciato l’audio originale- che ci sembra ottimamente ripreso- tridimensionale, e c’è anche un gabbiano
che gracchia. La Sony Alpha 7 può riprendere Full
HD 50p a 28 Megabit/s e trasmettere il segnale non
compresso attraverso la micro-HDMI presente accanto alla micro-USB.
Qui sopra, uno scatto a 800 ISO di
una simpatica situazione… quello in
foto non è un autobus di linea. Da apprezzare il contenuto rumore sul raw
perfettamente gestito nel jpeg.
Test ISO: il rumore compare a 12.800
Analizzando i Jpeg prodotti in macchina, si nota
un’ottima gestione del rumore, che praticamente è
assente fino a 6400 ISO. Comincia ad essere evidente a 12.800 e arriva a rovinare la foto al 100%
di ingrandimento solo alla massima sensibilità di
25.600 ISO, come sui può vedere in questa immagine. Nei file raw, comunque, un certo rumore è
presente anche agli ISO più bassi, ma è abbastanza controllabile senza sacrificare troppo in risoluzione finale.
La Stele di Rosetta, al British Museum. Lo scatto è stato fatto a 2500
ISO e a mano libera, ovviamente
senza flash. Da apprezzare il mantenimento di tutti i dettagli più fini
e il fatto che nella versione in jpg
(elaborato in macchina) il puntinato
sparisca quasi del tutto.
l memoriale a Lady D e Dodi AlFayed, scattato a 800 ISO e con
tempi lentissimi a solo 1/6 sec,
a mano libera. Lo stabilizzatore
incorporato nell’ottica si è rivelato
efficace in molte situazioni, seppure la grandissima risoluzione nasconda un rischio di micromosso.