n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 Comprare idee per evitare il declino Apple starebbe per comprarsi Beats Audio per qualcosa di simile a 3 miliardi di dollari: è l’ultima di una serie oramai lunghissima di acquisizioni miliardarie di aziende promettenti da parte dei colossi della Silicon Valley. Un altro colpo che si affianca a quelli che hanno fatto molto parlare in questi primi mesi dell’anno, come l’acquisizione di Nest da parte di Google, per poco più di 3 miliardi di dollari; o come la doppietta messa a segno nel giro di poche settimane da Facebook: 19 miliardi di dollari per WhatsApp e 2 milardi per Oculus VR. E questa non è che la punta dell’iceberg: i colossi della Silicon Valley sembra che vogliano comprare qualsiasi azienda “respiri”, e il tutto infischiandosene delle regole classiche della valutazione d’impresa, dei moltiplicatori, anche quelli più ottimistici, e dei criteri di Discounted Cash Flow. Miliardi di dollari per società che non hanno mai realizzato utili. C’è chi dice che siano gli ultimi botti prima dello scoppio di un’altra bolla, come quella delle “dot com” di qualche anno fa; c’è invece chi dice che alla base di questo “shopping compulsivo” ci sia solo una corsa all’impazzata (anche un po’ “provinciale”) per il dominio tecnologico nella Silicon valley. Ma a ben vedere c’è più razionalità di quanto non sembri. Il contesto tecnologico muta più velocemente della capacità delle aziende di reagire alle mutate condizioni dello scenario; in queste condizioni chi non vuole declinare in breve tempo è condannato a sfornare sempre nuove idee. Ma le grandi multinazionali - questo sembrano finalmente aver capito i colossi americani – sono schiave dei loro stessi sistemi di coordinamento e controllo; sono ostaggio dei budget, della contabilità analitica, delle lunghe catene decisionali, degli schemi organizzativi a matrice. Sono pachidermi rallentati da selve di email, comitati e procedure; resi incapaci di reagire velocemente dalla loro stessa struttura organizzativa e fiaccati dal cancro delle riunioni continue. Spesso impegna di più l’onorarare le “liturgie interne” che analizzare e gestire minacce e opportunità provenienti del mondo esterno. E così i grandi della Silicon Valley invece di farsele venire le idee, hanno deciso che è meglio comperarsele. Ottenendo anche l’effetto piacevole di non vedersele soffiare dalla concorrenza. E le valutazioni pazze? Sì, alcune sono proprio pazze, se si pensa al potenziale delle aziende acquisite nell’ipotesi che fossero lasciate autonome. La scommessa è invece che quell’idea acquistata, che al “pachiderma” non sarebbe mai venuta, magari potrebbe rivelarsi decisiva per salvare tutta la baracca tra cinque anni. E a questa stregua, i miliardi per le acquisizioni potrebbero essere giustificati o addirittura rivelarsi a buon mercato. E le grandi multinazionali dell’elettronica di consumo dell’Estremo Oriente stanno imparando la lezione o pensano di poter evolvere sempre e solo sulle base delle proprie (non sempre brillanti) idee? Gianfranco GIARDINA MAGAZINE Il Nabucco in 4K Sony, tutti i dettagli I trucchi per far durare di più la batteria gratis in streaming dei nuovi TV 11 dell’iPhone sui TV Samsung 08 Ultra HD 21 SGM dice addio a Marcopolo Expert Unieuro unica insegna del gruppo Unieuro, con un restyling, diventa da settembre il marchio unico di tutti i 400 negozi del gruppo SGM Distribuzione 02 Con Ascend P7 Huawei lancia 33 la sfida a Samsung e Apple Huawei ha presentato Ascend P7, nuovo smartphone Android top di gamma curato in ogni dettaglio. In vendita in Italia a 399€ 0x 19 Vivitek D966HD, il proiettore perfetto per i Mondiali di calcio Sony Xperia Z2 Tablet, potenza in abito “skinny” 36 LG G Pad 8.3 Il tablet “a prova di famiglia” Il Vivitek D966HD è un DLP pensato per i locali 40 luminosi: lo abbiamo provato anche al bar 42 In prova 5 diffusori per smartphone a meno di 50 euro n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MERCATO SGM Distribuzione lo ha annunciato in una convention. Entro settembre il cambiamento Addio Marcopolo Expert, Unieuro insegna unica Unieuro diventa, con un restyling, il marchio unico di tutti i 400 negozi del gruppo A di Gianfranco GIARDINA volte il destino è strano: pochi mesi fa abbiamo riportato la notizia dell’acquisizione di Unieuro (da tempo in difficoltà) da parte di SGM Distribuzione, la società da anni proprietaria di Marcopolo Expert. Si sapeva che il destino sarebbe stato quello di un’unificazione, ma colpisce vedere che l’insegna che, almeno a livello di comunicazione, soccombe è proprio quella arancione: tutti i negozi del gruppo verranno infatti presto riuniti sotto una sola insegna, Unieuro appunto. L’annuncio - che era nell’aria da qualche tempo - è stato il 9 maggio, alla convention di SGM Distribuzione al Teatro della Luna ad Assago (MI). Il comprato che si “mangia” il compratore? Ma come - osserverà qualcuno -, il comprato si è “mangiato” il compratore? No, nulla di tutto ciò, semplicemente il management di SGM ha scelto la cosa giusta da fare, e per diversi motivi. Innanzitutto va detto che i punti vendita SGM erano popolari più per il marchio Expert che per quello Marcopolo; ma Expert è un consorzio internazionale e il marchio non è di proprietà di SGM. Parallelamente, l’acquisizione di Unieuro è stata “completa” e ha riguardato anche il marchio e non solo l’avviamento dei punti vendita: già questo sarebbe stato un buon motivo per scartare Expert a favore di Unieuro. Ma un’opzione poteva essere quella di mantenere il marchio Marcopolo: i vertici di SGM hanno quindi commissionato una ricerca per capire cosa valesse la pena di fare ed è emerso chiaramente che Unieuro, anche se ha perso molte posizioni negli ultimi anni, sia un brand molto forte, che beneficia ancora addirittura della celebre campagna televisiva con Tonino Guerra che inneggiava all’era dell’ottimismo. Dato che il progetto della società è quello di approcciare entro due-tre anni la quotazione torna al sommario Apple si compra le cuffie e lo streaming di Beats? Secondo diverse fonti Apple è in trattativa per l’acquisizione di Beats Electronics per la modica cifra di 3,2 miliardi di dollari. Il più grande investimento mai fatto da Apple in borsa (e questo evidentemente si può fare solo con un marchio di proprietà), la scelta di riunire sotto l’insegna Unieuro tutta la rete di negozi è apparsa la scelta più sensata. Sensata ma di certo dolorosa, visto che alla guida di SGM da quasi ottant’anni c’è la famiglia Silvestrini (affiancata ora dal fondo Rhone Capital): dover rinunciare al nome Marcopolo e all’insegna Expert non deve essere stato facile. Entro settembre il cambiamento di insegna su tutta la rete Fatto sta che è nato un nuovo marchio (studiato da un primario studio di brand positioning internazionale) che eredita i colori sociali delle due anime (l’arancione di Marcopolo e il blu di Unieuro) e porterà da qui a settembre tutta la rete (173 negozi di proprietà e circa 230 negozi associati) ad essere riunita sotto la stessa insegna. Si partirà dal 25 giugno in tutti i punti vendita della Lombardia, seguiti da tutte le altre regioni nel corso dell’estate, fino agli ultimi “rebranding” nella prima metà di settembre, per arrivare a ottobre al lancio nazionale della “nuova” Unieuro, con una campagna pubblicitaria televisiva che si prevede massiccia e capillare. Anche i siti delle due insegne verranno riuniti sotto un nuovo sito (che erediterà buona parte delle funzioni da quello attuale di Marcopolo, di più recente concezione): continuerà ad essere offerta, su tutta la rete dei negozi di proprietà, la possibilità di acquisto online e ritiro in negozio, uno degli elementi di maggiore differenziazione dell’offerta multicanale di Marcopolo. A questo proposito, Giancarlo Nicosanti, amministratore delegato di SGM Distribuzione, ha detto che la multicanalità di negozio e online è un must assoluto per andare incontro alle esigenze del cliente ma che è necessario che il delta massimo di prezzo tra i due canali sia contenuto al massimo in un 5%: “Per ottenere questo obiettivo - ha detto Nicosanti - sarà necessario diventare molto più efficienti; ma la responsabilità di questo obiettivo deve essere condivisa con l’Industria, che deve fare la sua parte.” Essere i migliori o morte! A margine dell’incontro, Giancarlo Nicosanti ha cercato di delineare il futuro del mercato: “A fare il mestiere del retailer nel nostro settore in Italia siamo sicuramente in troppi, quindi qualcuno presto o tardi morirà e molti nodi potrebbero venire già al pettine nel corso del 2014. C’è solo una strada - ha concluso Nicosanti -: essere più bravi degli altri!”. Ovviamente non basta dirlo: se la nuova Unieuro riuscirà ad essere più brava degli altri lo decreteranno ovviamente i clienti. Come i vertici di SGM hanno sentenziato: “È il cliente che detta le regole”. E sarebbe ora che tutto il mercato lo capisse. di Paolo CENTOFANTI Secondo il “Financial Times”, Apple sarebbe in trattativa con Beats Electronics, per rilevare l’azienda famosa per le cuffie Beats by Dr. Dre e per il servizio di streaming Beats Music, per la cifra di 3,2 miliardi di dollari. La notizia è stata indipendentemente corroborata anche dal “New York Times” e dal “Wall Street Journal”. La trattativa non sarebbe ancora stata chiusa, ma appare essere qualcosa di più di una semplice indiscrezione di mercato. Si tratterebbe di un’acquisizione anomala per Apple, sia per l’entità dell’investimento, sia per la fama del marchio Beats, già ampiamente affermato sul mercato. Secondo il “New York Post”, inoltre, Apple starebbe portando a bordo in veste di consulente creativo del CEO Tim Cook, Jimmy Iovine già CEO di Beats oltre che figura di spicco dell’industria discografica. Ad Apple farebbero gola sia il lucrativo business delle cuffie e degli accessori audio, che sarebbero un match perfetto per i prodotti Apple, che naturalmente il servizio di streaming Beats Music, partito in pompa magna negli Stati Uniti, e che servirebbe ad Apple per allargare la propria offerta musicale oltre il classico digital download. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MERCATO Pronta la riforma che elimina il canone fisso a favore di una tassa a livelli Il canone Rai cambia e diventerà “equo” L’obiettivo del Governo Renzi è cancellare l’evasione a partire dal prossimo anno A zzerare l’evasione del Canone Rai a partire dal 2015: è questa la nuova “missione impossibile” del Governo Renzi. Il canone Rai, nome comune della tassa per il possesso di un apparecchio radio-televisivo, è la tassa più evasa dagli italiani, un danno per le casse dello stato e della TV pubblica quantificabile in circa 1.7 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. A fare il punto della situazione ci ha pensato il neo segretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che parla del 27% delle famiglie insolventi e di fenomeno imbarazzante. Come farà lo Stato a recuperare il canone non versato? Niente bolletta elettrica, per fortuna, e nemmeno una tassa legata al possesso della casa, ma un nuovo tipo di canone calcolato MERCATO Cirrus Logic compra Wolfson Nel mondo dei convertitori audio i concorrenti si sono sempre potuti contare sulle dita di una mano, tra questi la scozzese Wolfson si era ritagliata una buona fama per la qualità dei suoi prodotti. Però la vera fortuna di Wolfson era la fornitura di chipset per smartphone, dove era diventata una dei primi fornitori di Samsung e Apple; inoltre era uno dei principali fornitori di Blackberry. Con l’avvento della tecnologia 4G e il crollo del marchio Blackberry però il mercato si è diretto in un’altra direzione e la sola vendita di chip audio non poteva reggere questa perdita. Così i brillanti bilanci di Wolfson e le radiosi previsioni di bilancio sono state riviste. Tanto che Cirrus Logic ha lanciato l’offerta di 278 milioni di sterline per rilevare Wolfson, offerta accettata con le solite frasi di circostanza dalla presidenza della casa scozzese. Ora la procedura di cessione deve essere confermata dal consiglio di amministrazione. MAGAZINE di Roberto PEZZALI torna al sommario Estratto dal quotidiano online www.DDAY.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Claudio Stellari Simona Zucca Maria Chiara Candiago Alessandra Lojacono in modo equo con il supporto del Ministero dell’economia. La proposta di legge propone, infatti, la cancellazione del canone unico da 113,50 euro in favore di un nuovo canone più equo che tenga conto anche dei consumi e della capacità di spesa degli utenti. Chi ha più televisori (o comunque chi si può permettere più TV) pagherà di più, per gli altri invece la cifra sarà decisamente inferiore rispetto a quella attuale. Giacomelli parla anche di rapporto Rai - cittadini: la Rai deve migliorare il servizio, ridurre le spese e creare contenuti di qualità spalleggiando web e streaming, solo così il pagamento del canone potrà sembrare giustificato. Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] MERCATO Il passato è ormai alle spalle ma il prezzo da pagare è stato salatissimo Panasonic ora è in profitto: fuori dal tunnel? Finalamente luce verde per i conti di Panasonic, dopo tre anni di profondo rosso di Michele LEPORI C i sono momenti dove capita di leggere una notizia che riesce a darti nello stesso momento gioia e dispiacere: è il sentimento che prova ogni appassionato di TV nel leggere che l’azienda giapponese ha finalmente iniziato a chiudere il buco nero dei conti dopo aver dato il colpo di grazia alla divisione plasma che da anni era il riferimento nel settore. Due lati della stessa medaglia, quindi. Panasonic ha annunciato un utile netto di 120.4 miliardi di Yen (1.2 miliardi di dollari), dopo il tonfo di 754 miliardi persi nel solo 2013 e dopo tre anni di rosso: numeri che di sicuro non compensano i danni di una gestione forse non attenta ai trend del mercato, ma che fanno tirare un sospiro di sollievo. Le cose stanno cambiando, e il 2015 dovrebbe portare un altro segno po- sitivo di circa - Panasonic stima - 140 miliardi di Yen figli dei remunerativi investimenti che l’azienda di Osaka sta portando avanti nel settore dell’infotainment automobilistico e della tecnologia indossabile con il progetto HX-A500. Se riuscirà a confermare le previsioni, nel 2015 Panasonic totalizzerà un +16% di utili netti rispetto al 2014, andando così a confermare la definitiva uscita dalla crisi. “Stare al passo con i competitor in termini di investimenti, mantenere un buon livello di innovazione in aggiunta ad acquisizioni e partnership mirate in queste nuove aree è la prossima sfida per Panasonic” è l’analisi di Sotiros Paroutis, esperto di gestione strategica della Warwick Business School su Panasonic e sul- la rotta da mantenere per tornare ad essere sulla bocca di tutti oltre che nel cuore degli appassionati. Lumix, Viera e ToughPad sono solo tre delle gamme su cui puntare per fare nuovamente centro. Il sacrificio della divisione plasma non deve essere stato vano; lo chiede senza dubbio Wall Street ma Panasonic lo deve ai milioni di appassionati che l’hanno sostenuta e continueranno a sostenerla in questa fase di transizione dove il ricordo di un glorioso passato ha lasciato spazio a un presente burrascoso. Il futuro, però, appare sempre più sereno. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MERCATO L’ultimo bilancio Sony indica che il mercato dei supporti fisici sta crollando Per il Blu-ray non c’è futuro, sta morendo Il Blu-ray non ha sfondato e sulla possibile versione 4K ci sono più dubbi che certezze di Roberto PEZZALI I l Blu-ray sta per fare la fine del vinile, ma non è solo: il mercato del supporto fisico sta letteralmente crollando, trascinato non tanto dagli States, dove lo streaming ormai è di casa, ma dalla cara vecchia Europa. Non lo diciamo noi, ma è quanto emerge dall’ultimo bilancio di Sony che proprio a causa della morte prematura del supporto fisico si è vista costretta a rivedere al ribasso gli utili. Sony, infatti, aveva stimato per il Bluray un successo simile a quello del DVD ma così non è stato, e le scarse vendite dei supporti non basteranno a ripagare gli investimenti a lungo termine fatti per questa tecnologia, come gli stabilimenti produttivi e tutti i nuovi impianti di Sony DADC, l’azienda del gruppo legata appunto ai supporti. Una perdita, quella causata dalla contrazione del mercato dei supporti, che Sony ha stimato in 25 miliardi di yen per quest’anno, non molto (175 milioni di euro), ma destinata a L’azienda taiwanese ha un +12.70% di fatturato ma bisogna rafforzare la gamma media salire nel corso degli anni. Il Blu-ray, tanto amato dagli appassionati per l’alta definizione e l’audio multicanale, non ha mai sfondato, e ancora oggi viene visto come supporto di nicchia: che speranze può avere un nuovo standard Blu-ray a 4K, la nicchia della nicchia? Le ultime notizie parlano di fine 2015 per avere il nuovo standard di Bluray, ma la sostanza è che i lavori sono ancora in alto mare e gli ultimi dati hanno probabilmente fatto vacillare gli incerti. Molte aziende, per esempio chi fa software di authoring, spingono e sperano ovviamente che possa arrivare un nuovo standard per indurre i produttori a rinnovare tutta la catena produttiva, ma i big del consumer sono piuttosto tiepidi da questo punto di vista. Che il futuro sia lo streaming non c’è dubbio, ma resta il rammarico per la sparizione del supporto fisico, del bene che si “tocca” e si colleziona in tutte le sue varianti. Teniamoci stretto il Blu-ray, perché del futuro non vi è certezza... GADGET Aggiungendo i pezzi del kit tutte le nostre esigenze possono essere soddisfatte Logitech “Case+”, una cover polifunzionale Una cover per iPhone 5 tuttofare e versatile, cambia configurazione in pochi passaggi di Michele LEPORI uando si parla di cover, e di accessori in generale, si entra in un mondo dove non esiste LA soluzione definitiva. Gli esempi sono infiniti: c’è chi dalla custodia cerca protezione in caso di caduta, chi non sopporta l’idea di avere in mano qualcosa che “rovini” l’estetica di iPhone, chi ha bisogno di avere più autonomia dalla propria batteria… Esigenze diverse e all’apparenza impossibili da soddisfare con un unico prodotto. Vero, sì… ma fino a un certo punto perché Logitech potrebbe aver trovato con Case+ la quadratura del cerchio. L’idea è semplice: quattro pezzi per Q torna al sommario Segnali di crescita per HTC, spinta da One M8 quattro utilizzi. Case+ è una backcover solida, avvolgente e leggermente rialzata sul davanti. La compagna perfetta per chi è alla ricerca di qualcosa dal design minimale, resistente in caso di caduta e costruita con buoni materiali. Ad essa, che rappresenta la base del progetto Logitech, si possono aggiungere gli altri “pezzi” del kit: “+tilt” è la smart cover da abbinare a Case+ per proteggere anche lo schermo dello smartphone; “+drive” è un supporto da parabrezza con ventosa per quando dobbiamo usare l’iPhone come navigatore; “+wallet” ci permette di avere carte di credito e contanti assieme al nostro iPhone e “+energy” è una batteria da 2300 mAh che si abbina a Case+ senza obbligarci a cambiare custodia. Un’idea originale, senza dubbio, che negli Stati Uniti viene proposta in preorder a 199 dollari: non si hanno ancora informazioni dettagliate su un eventuale lancio in Europa ma sul sito italiano di Logitech i componenti sono venduti singolarmente. Clicca qui per il video. di Matteo ROSELLI HTC ha diffuso alcuni dati molto interessanti: da un lato ha annunciato le prime vendite di HTC One M8 e poi ha rivisto, di conseguenza, le stime del secondo trimestre dell’anno. Si evince che M8 inizi a dare gli effetti sperati. A livello di ricavi, ovvero di fatturato, i dati diffusi dall’azienda si traducono in una crescita che non si vedeva dall’ottobre 2011, ovvero di +12.70% rispetto allo stesso periodo del 2013. Sembra che il nuovo top gamma stia vendendo meglio rispetto al primo One, e il tutto si tradurrebbe in un fatturato complessivo compreso tra i 65 e i 70 miliardi di dollari taiwanesi (circa 2,5 mld di USD), il che farebbe segnare un passo avanti molto importante rispetto al trimestre precedente, contraddistinto da ricavi per 33,1 miliardi e da una perdita netta di 1,88 mld, pari a circa 62 milioni di USD. HTC vuole far notare che il suo One M8 sta vendendo bene e che la qualità del terminale è capace di riflettersi sulle casse dell’azienda: ma è peraltro vero che difficilmente questi dati reggeranno a lungo se HTC non presenterà un prodotto che riesca a imporsi in fascia media, dove il produttore ha sempre sofferto. Le indiscrezioni sul nuovo One Mini 2 avrebbero quindi un “peso” notevole anche in funzione di ciò: se Mini 2 dovesse offrire classe, potenza e prezzo adeguato, potrebbe davvero permettere ad HTC di migliorare il proprio posizionamento sul mercato. Ad ogni modo le vendite di One M8 sono pienamente giustificate dalla qualità del prodotto. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MERCATO Il marchio di chitarre elettriche espande i suoi interessi verso il consumer Philips vende la sezione audio a Gibson Annuncio a sorpresa: Philips cede Woox Innovations per 135 milioni di dollari di Roberto FAGGIANO D opo il fallimento dell’accordo con Funai, Philips ha deciso di chiudere il capitolo audiovideo cedendo tutte le attività di Woox Innovations, il gruppo che aveva raccolto l’eredità della vecchia sezione intrattenimento del gruppo. L’acquirente, per la cifra di 135 milioni di dollari, è Gibson, il marchio delle famose chitarre elettriche. Gibson sta da tempo espandendo i suoi interessi verso i prodotti consumer e ha già acquisito una parte di Teac; con Philips ora potrà rafforzare i suoi interessi in Europa. Il marchio Philips rimarrà comunque sul mercato con l’attuale gamma di prodotti e ora sarà Gibson a svilupparli, anche se rimane tutta la corposa struttura di Woox Innovations Risultati davvero confortanti dall’azienda coreana: a trainare i conti sono soprattutto l’Home Entertainment e i dispositivi mobili LTE di Andrea ZUFFI a Hong Kong, già forte di oltre 1.900 unità lavoro in tutto il mondo. Gibson si è anche impegnata a riconoscere a Philips una cifra (non ben precisata) per lo sfruttamento del marchio Philips per i prossimi sette anni. L’accordo finanziario verrà completato entro la seconda parte del 2014, dopo avere superato tutte le formali- tà dei mercati finanziari. Intanto rimane in atto la causa per danni contro Funai per il precedente accordo di licenza del marchio, che comunque non dovrebbe incidere sul contratto con Gibson. Vedremo allora se questa vendita andrà in porto o se assisteremo a un nuovo colpo di scena. MERCATO La trimestrale dichiara profitti elevati ma un po’ ridotti rispetto all’anno scorso Samsung solidissima, ma gli utili sono in calo Smartphone e televisori rallentano un po’ mentre i semiconduttori vanno fortissimo di Emanuele VILLA amsung ha pubblicato una trimestrale senza grosse sorprese: il colosso coreano si mantiene in ottima salute grazie a ricavi e profitti molto alti, ma diversi analisti pongono l’accento anche su un lieve calo nei confronti sia dello scorso trimestre, sia dell’anno passato. Diamo qualche numero: a livello di ricavi complessivi, Samsung ha generato 53,68 trilioni di Won, corrispondenti a circa 38 miliardi di euro, un dato che (ovviamente) non regge il confronto col trimestre precedente (contraddistinto dalle festività natalizie) ma che è superiore rispetto a quello dello scorso anno, che si posizionava a 52,87 trilioni. L’utile d’esercizio, però, è in leggero calo: dagli 8,78 trilioni dello scorso anno agli 8,49 di quest’anno, corrispondenti a circa 7 miliardi di euro. Il bilancio offre ulte- S torna al sommario LG supera se stessa: utili in aumento del 319% riori indicazioni utili: la divisione CE, che comprende soprattutto il business dei TV, fa registrare una leggera crescita nei ricavi rispetto allo scorso anno con un +2%, trainato soprattutto dal +22% dell’America Latina (che risente fortemente dell’impatto della Coppa del Mondo di calcio), ma è interessante anche il +3% dell’Europa e il contestuale -4% degli Stati Uniti. Purtroppo, però, gli utili sono in calo, passando da 0,23 trilioni di Won a 0,19, confermando quindi il trend generico che vede un aumento nei volumi di vendite ma una contestuale riduzione in valore. La divisione più importante ai fini dell’utile d’esercizio è quella mobile, che con un profitto di 6,43 trilioni di Won rappresenta sempre il fiore all’occhiello dell’azienda. Bilancio solidissimo e addirittura superiore rispetto a quello del Q4 2013, che faceva registrare 5,47 trilioni di Won di utile d’esercizio: questo dato, però, rapportato allo stesso trimestre dello scorso anno fa registrare un leggero calo (il Q1 2013 si era chiuso con 6,51 trilioni di Won) dovuto sia alla riduzione nella domanda, sia alla maggior concorrenza nei mercati emergenti (cinese in primis). Infine, eccellente la divisione Semiconductor, che quasi raddoppia il profitto rispetto allo scorso anno. LG ha pubblicato il bilancio del primo trimestre 2014, un periodo decisamente favorevole all’azienda coreana. Nei conti si registra, infatti, un utile d’esercizio di 471,47 milioni di dollari e un utile netto di 86,62 milioni di dollari con un incremento del 319% anno su anno. Superano le aspettative gli introiti nel settore dell’Home Entertainment, nel quale LG ha evaso richieste di televisori di grandi dimensioni per 4,63 miliardi di dollari, pari a una crescita del 3%. Il risultato è dovuto a vari fattori, tra cui il calo di prezzo dei componenti e la grande e competitiva offerta di TV Full HD e Ultra HD, con l’OLED che inizia ad affacciarsi sul mercato. In ambito mobile l’incremento è stato del 19%, con 12.3 milioni di smartphone consegnati. Di questi, 5 milioni sono quelli dotati di tecnologia LTE con una crescita del 79% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. LG rimane decisamente fiduciosa per il futuro, anche grazie alla prossima uscita del nuovo modello di smartphone, il G3: il mercato smartphone è incredibilmente affollato, soprattutto sulla gamma alta, ma è anche quello che promette i maggiori margini di espansione ancora per qualche anno. Continuerà il trend di LG nella sfida per soddisfare consumatori sempre più esigenti con prezzi sempre più contenuti? n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MERCATO Diversi gli aspetti analizzati, in particolare è stato appronfondito il mercato dei TV e dei dispositivi indossabili È veramente la fine della Consumer Electronics? Alla Press Conference IFA i Panel di Gfk e Display Search fanno il punto sul mercato mondiale della tecnologia A di Emanuele VILLA lla Global Press Conference di IFA 2014 si sono tenuti due panel molto interessanti sullo stato del mercato della tecnologia, rispettivamente di Gfk e Display Search, il primo più ampio nelle tematiche trattate, il secondo maggiormente incentrato sul mercato dei TV e dei dispositivi indossabili. Secondo Gfk ora si parla di Digital World La premessa è che sono anni che sentiamo parlare di declino del mercato dei televisori, di IT agonizzante e di boom degli smartphone e dei tablet: questo significa che la fine della Consumer Electronics è davvero alle porte? Al momento la situazione è questa: le previsioni del 2015 parlano di IT in continua (ma leggera) flessione, Consumer Electronics e fotografia a 2 punti percentuali in meno e telecomunicazioni in impennata, con lo stesso fattore di crescita del 2014. La valutazione dei dati ha quindi due facce: il mercato della tecnologia è rigoglioso e potrebbe far registrare un +20% in sei anni, comprendenti addirittura un +7% del segmento IT e +96% di quello delle telecomunicazioni. Pesa, e non poco, il -23% di CE e fotografia, a rovinare (sia pur parzialmente) un quadro altrimenti perfetto. Ma alla domanda se la Consumer Electronics sia prossima alla fine, Gfk sostiene una tesi diversa: piuttosto che parlare di fine di un mercato, dobbiamo rivalutarne i confini, perché il mondo non è più in grado di accettare la tradizionale suddivisione tra CE (Consumer Electronics), IT (Information Technology) e TELCO. I confini non sono gli stessi di 10 anni fa, e tutto va a confluire in quello che Gfk chiama Digital World. E il Digital World non può che crescere, spinto da quelli che Gfk ritiene fattori chiave: crescita demografica, maggior diffusione dell’accesso a Internet, miglioramenti nella tecnologia dei display e un più rapido ciclo vitale di prodotti e innovazioni. Addentrandoci nei dati, smartphone in impennata torna al sommario anche nel 2015 con stime per 1,5 miliardi di pezzi venduti, ma i mercati di riferimento sono saturi: l’Europa occidentale resta al 10%, l’Europa centrale e dell’est al 6% e scende il Nord America, con quota che passa dal 13% del 2014 all’11% del 2015. Nel 2015, i grossi risultati arriveranno dai paesi emergenti dell’Asia: lì si venderà uno smartphone ogni secondo. Il televisore resta l’apparecchio “Core” della casa connessa: crescono i volumi di vendita di unità, ma calano i ricavi. Nel 2015, Gfk prevede un passaggio da 229,3 milioni di unità a 234,3, ma contestualmente una riduzione dei ricavi che ricalca all’incirca quella dello scorso anno, e que- sto nonostante il tempo giornaliero passato di fronte al TV stia crescendo, soprattutto in USA. E qui veniamo al bello: quale “forza” può spingere in avanti il mercato dei televisori? Al momento, non l’OLED: costi di produzione molto elevati e tante aziende alla finestra fanno sì che i TV che verranno venduti da qui a fine anno saranno solo 250.000, lo 0,1% del mercato globale. Meglio, e non poco, per il 4k (come dimostra anche l’intervento di Display Search), che è già il 4% del mercato e cresce soprattutto in Cina grazie ai prezzi, molti dei quali sono inferiori ai 1.000 euro. Display Search: a tutto Ultra HD Display Search va invece più in dettaglio per quanto concerne il mercato dei televisori e delle tecnologie più evolute. Il 4k, per esempio, sta decollando grazie a Netflix, ad altri servizi di streaming e, aggiungiamo noi, alla fisiologica riduzio- ne di prezzo. Ma la maturità arriverà solo con un ulteriore incremento di qualità: la prima tappa della standardizzazione dell’Ultra HD si concluderà nel 2015 ma raggiungerà solo nel 2018 (presunto) evoluzioni tecniche molto gradite come il raddoppio del frame rate (120p), una gamma cromatica e dinamica più estese, fino all’8k che è atteso come standard intorno al 2020. Interessanti stime anche per quanto concerne l’OLED, che pur manterrà una posizione defilata fino a quando non si ridurranno i costi produttivi: il produttore cinese TCL, sempre durante la Global Press Conference di IFA 2014, ha dichiarato di voler partire in modo “importante” nel segmento OLED solo quando sarà possibile coniugare OLED, 4K e prezzi “umani”. Prendendo in considerazione solo il mercato dei TV curvi, la quota dell’OLED si farà più cospicua a partire dal 2017. Non ci resta che attendere… Rock’n’Go. Loewe Speaker 2go. Speaker Bluetooth portatile con funzione vivavoce, NFC e fino a 8 ore di autonomia. Sound 2.1 integrato da 40 Watt. Prezzo al pubblico: 299 Euro. www.loewe.it n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE ENTERTAINMENT Per quanto sia stato uno dei primi esperimenti di trasmissione in 4K via rete, la qualità è stata ottima Nabucco, diretta streaming in 4K su TV Samsung Samsung ed Elemental Technology hanno trasmesso gratis il Nabucco diretto da Domingo in 4K e HEVC Basta una connessione e un TV Ultra HD. L’abbiamo visto in diretta: un esperimento molto interessante I di Roberto PEZZALI contenuti 4K sono talmente pochi che probabilmente un po’ più di promozione sarebbe servita, tuttavia Samsung e Elemental Technology hanno trasmesso, live e in tutto il mondo, il Nabucco diretto da Placido Domingo nella serata del 7 maggio 2014. Una prima visione mondiale, trasmessa dall’Opera di Vienna e ripresa con videocamere Sony PMW-F55 CineAlta 4K. Samsung, partner tecnico dell’iniziativa, ha collaborato con Elemental Technology che ha fornito la piattaforma di encoding 4K in real time con codec HEVC, compatibile con i TV di ultima generazione. Qualcosa si muove e la direzione è quella dello streaming: più facile da distribuire, più democratico e anche meno costoso. La trasmissione in diretta ora dimostra che non servono decoder, non servono misure di protezioni particolari perché registrare uno stream in 4K non è cosa facile e soprattutto si può allestire un evento in modo rapido e immediato, basta avere una connessione web veloce. Potevamo lasciarci scappare questa “premiere”? Ovviamente no: abbiamo scaricato sul televisore Ultra HD Samsung presente in redazione l’applicazione Wiener Staatsopher e ci siamo seduti comodi sul divano a gustarci le immagini del Nabucco. Le nostre impressioni: funziona! Per prima cosa va detto che non tutto deve essere filato liscio a Vienna: delle quattro videocamere annunciate, in streaming ne va solo una. Forse ci saranno anche le altre tre che stanno catturando immagini per un montaggio successivo, ma in diretta di fatto non c’è regia, probabilmente proprio per la difficoltà di disporre di un banco di regia 4K in tempo reale. Le immagini, quindi, provengono solo da una videocamera centrata torna al sommario e piazzata in fondo alla platea: i giochi di solo zoom, ovviamente anche molto lento, rendono la scena poco dinamica e spettacolare, dato che di fatto non ci sono primi piani. Le scene, poi, sono spesso molto scure, cosa che mette a dura prova l’accoppiata encoder-decoder e il TV stesso. A dire il vero è anche il cameraman a essere sotto pressione tanto che in alcuni frangenti perde il fuoco e, dato il dettaglio, l’errore si vede subito perché l’immagine perde di colpo il dettaglio. E di dettaglio, malgrado le scene scure e la luce “pungente”, ce n’è tanto: si capisce che non è “solo” Full HD, almeno a patto di stare a un paio di metri dallo schermo, non di più. Un ottimo risultato per un encoding in tempo reale. Le foto rendono solo parzialmente l’idea dello spettacolo: impossibile restituire correttamente l’intera gamma dinamica. Ma nella sequenza di schermo intero-dettaglio qui sotto, si può sicuramente scorgere la risoluzione. Inutile dire che la “deformazione” dello schermo non è un’aberrazione dell’ottica da noi usata, ma la curvatura dello schermo del televisore. Quello che più stupisce non è certo il dettaglio (di materiale in 4K oramai ne abbiamo visto tanto), ma la qualità ottenibile con uno streaming HEVC, diremmo ottima anche se con scene che definire statiche è poco e con campi lunghissimi. Non sappiamo quale sia il bitrate dello streaming messo in pista quasi segretamente dal Teatro di Vienna; di certo la connessione in fibra a 100 Mbit/s del nostro ufficio non è un collo di bottiglia e dovrebbe garantire il meglio. Durante la visione sperimentiamo due blocchi della visione con la comparsa di un errore: rilanciando lo streaming riparte tutto immediatamente. In un altro paio di frangenti si è esaurito il buffer e il TV ha ribufferizzato, bloccando l’immagine, per circa un paio di secondi, ma lo streaming è ripartito automaticamente. Streaming 4K: la strada è segnata La morale è che le trasmissioni in 4K via rete si possono fare: la qualità, per essere uno dei primissimi esperimenti in tal senso, è eccellente e può solo migliorare. Di fatto, anche la finale dei Mondiali di Calcio del prossimo luglio potrebbe essere trasmessa in questa modalità: il tassello mancante è più sul fronte produttivo, dove apsegue a pagina 9 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO In Italia il cambiamento è già in atto, grazie all’accordo con Telecom Sky Project Ethan con 4K e PVR Cloud Il futuro della televisione è senza parabola Il Telegraph svela il progetto Ethan, la visione di TV evoluta di Sky per il 2016 di Roberto PEZZALI a rivelazione arriva dal Telegraph: BSkyB sta segretamente sviluppando un set top box cloud per gestire i suoi contenuti chiamato Project Ethan. Il progetto, attivo e in fase avanzata, è il primo vero passo verso un nuovo tipo di televisione fruibile tramite Internet e con possibilità di registrazione PVR cloud e di streaming 4K per i contenuti registrati a questa risoluzione. Sky ha già messo in conto che la parabola non può funzionare per sempre, un po’ per i costi un po’ per la scarsa interattività, ancora legata al canale lineare. L’input del cambiamento è già stato dato anche in Italia: grazie all’accordo con Telecom, Sky dal 2015 permetterà di sottoscrivere la sua intera offerta anche in modalità web con un decoder dedicato per coloro che sono raggiunti da una connessione in fibra (fino al cabinet, poi rame) ad alta velocità. Sky Italia ci ha assicurato che il loro progetto web è stato sviluppato interamente dal team R&D di Sky Italia e non ha nulla a che vedere con il progetto inglese anche se un po’ di travaso tecnologico può sempre esserci. Quel che è certo è che anche il L progetto di Sky Italia, basato su fibra a 30 Mbit, può gestire senza problemi contenuti HEVC 4K. Il Telegraph è molto preciso sui dettagli: il set top box sarà sviluppato sul nuovo engine della compagnia canadese ViSX, che recentemente ha presentato il primo reference decoder per IPTV 4K HEVC ad alta efficienza, mentre la costruzione sarà affidata a un’azienda di proprietà della 20th Century Fox che realizzerà anche il decoder per Sky Italia su fibra. Il futuro della TV è via web, e mentre tutti gli appassionati di TV si chiedono se è indispensabile avere a bordo del loro futuro TV il tuner DVB-T2 con HEVC e sperano in un Blu-ray 4K, i grandi nomi del web stanno posizionando i pezzi sullo scacchiere per iniziare una delle più grandi partite mai giocate nel campo della TV. Agli angoli del campo sono schierati i produttori di hardware, i broadcaster e gli OTT come Amazon, Google e Apple. L’obiettivo è portare a più persone possibile contenuti di qualità al costo più basso. I prossimi saranno anni di grosso cambiamento per la TV tradizionale ed è difficile dire che tra 3 o 4 anni i TV saranno ancora dotati di tuner. Non è un caso che l’asta per le frequenze TV sia andata quasi deserta: l’etere non fa più gola a nessuno, la rete è il nuovo mondo da colonizzare anche se servono regole per creare una comparizione leale. All’assemblea di Mediaset Fedele Confalonieri ha apostrofato Amazon, Google e Facebook come “coloni del nuovo mondo” e “pirati del web” in relazione alla facilità con cui eludono le tasse riuscendo così a essere più competitivi: non ha tutti i torti. Infinity su Chromecast a giugno Infinity, la piattaforma di streaming senza limiti di Mediaset, sarà disponibile tra poco anche come app anche per Chromecast, la chiavetta HDMI di Google in vendita da qualche settimana anche in Italia. L’azienda ci ha confermato che, salvo problematiche dell’ultima ora, le applicazioni per iOS e Android saranno aggiornate a partire da giugno, mossa che permetterà di trasformare ogni TV in un TV compatibile “Infinity” per la visualizzazione dei film sul grande schermo. Infinity scavalca così l’ostacolo “Smart TV”: i produttori non sono stati capaci di realizzare una piattaforma unica e per le aziende inizia a diventare complesso e antieconomico gestire tutti i singoli ecosistemi. L’app per Smart TV di Infinity è disponibile oggi solo per Samsung e LG, e se non ci fosse stata Chromecast probabilmente si sarebbe fermata a questi due brand. Google ha rilasciato l’SDK di Chromecast, e implementarlo non ha costi eccessivi se già si possiedono le app per smartphone o tablet. TV E VIDEO Nabucco in 4K in diretta streaming segue Da pagina 8 pare chiaro che una regia multicamera è ancora un problema per gli eventi dal vivo. L’HEVC è la strada da percorrere e probabilmente, viste anche le prestazioni più che accettabili, lo streaming la modalità di distribuzione che verrà seguita fino a che il parco di TV installati non diventi ampio; dopodiché, è naturale che si passi (almeno per gli eventi live) al satellite. Supporti fisici 4K? Sempre più lontani. La cosa - da appassionati - non ci entusiasma, dato che sappiamo che con uno strumento offline, il fantomatico Blu-ray 4K, si potrebbe ottenere il mas- torna al sommario simo bitrate; ma, per adesso, ci lasciamo entusiasmare dai risultati dello streaming. Esperimento che speriamo venga ripetuto al più presto. Magari da RAI con il suo docu-film 4K recentemente prodotto e - almeno per ora - nascosto ai possessori di televisori Ultra HD. La foto a sinistra è un dettaglio dello schermo intero a destra: il dettaglio, seppur catturato con uno scatto fotografico, è impressionante. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE ENTERTAINMENT Sono tre i titoli da non perdere: Big Buck Bunny, Tears of Steel e Sintel Filmati in 4K da scaricare legalmente gratis L’elenco dei siti da cui è possibile scaricare materiale perfetto per provare i TV Ultra HD A di Roberto PEZZALI vete comprato una Ferrari e ora non avete la pista dove farla correre? Ci pensiamo noi. Il 4K oggi ci riporta ai primi tempi del Full HD, quando serviva un PC con un player software come sorgente e dove le clip demo si contavano sulle dita di una mano (chi si ricorda di Bikini Destination?). Oggi, fortunatamente, grazie alla possibilità di scaricare via Internet è molto più semplice recuperare contenuti video, e abbiamo cercato e setacciato il web alla ricerca di tutte le clip Ultra HD scaricabili in maniera del tutto legale e autorizzata. Dalla nostra lista abbiamo escluso volutamente Youtube: scaricare video in 4K da Youtube non è permesso dai termini di licenza e soprattutto i contenuti 4K su Youtube sono davvero troppo compressi per rappresentare delle vere clip video di riferimento. Le clip che abbiamo invece organizzato, anche se “pesanti” come dimensione file, sono di assoluto riferimento e permettono di spremere nel migliore dei modi il nuovo TV Ultra HD. Per chi vuole invece comprare un vero contenuto in 4K ricordiamo l’esistenza di Timescape, un film documentario in Timelapse e slow motion che viene venduto nella versione Ultra HD su chiavetta USB a 99$. Tornando ai contenuti “free”, i must have sono tre: Big Buck Bunny, Tears of Steel e Sintel. Big Buck Bunny è un cortometraggio open source del Blender Institute, di eccelsa qualità. A fine dicembre Big Buck Bunny è stato completamente renderizzato in versione 3D, 4K e 60 FPS: la versione H.264 Ultra HD, riproducibile anche da chiavetta USB per i TV compatibili, può essere scaricata da qui. Simile la situazione di Tears of Steel e Sintel: entrambi sono opere libere, davvero ben fatte e eccellenti per dimostrare le potenzialità dei display. Per Sintel torna al sommario c’è una versione 4K in formato MOV o MKV scaricabile da questo link, mentre per Tears of Steel ci sono le versioni 4K sia in formato H.264 sia in formato HEVC per provare il funzionamento di un eventuale decoder interno. I file sono scaricabili da questo indirizzo. Inoltre, la Tampere University of Technology, in Finlandia, ha reso disponibili una serie di clip demo scaricabili in diversi formati: sono tutte clip riprese dal vivo, non renderizzate in computer grafica, di buona qualità. Tutte le clip sono scaricabili da questo indirizzo. Se tutto questo non dovesse bastare, Harmonic Inc, azienda che produ- ce processori per l’encoding e il decoding video broadcast, ha rilasciato alcuni spezzoni video da scaricare liberamente, si possono trovare a questo indirizzo. Per raccogliere eventuali altri contenuti Ultra HD liberi e legali abbiamo creato un post sul forum di dday.it in area TV, da utilizzare per segnalare clip, brevi filmati e spezzoni interessanti da utilizzare come “demo”. ENTERTAINMENT Parla J. Katzenberg, CEO Dreamworks Più lo schermo del TV è grande più si pagheranno i film scaricati S di Emanuele VILLA econdo Dreamworks, l’intero sistema di distribuzione e sfruttamento delle opere cinematografiche subirà nel medio periodo una profonda revisione. Jeffrey Katzenberg, CEO dell’azienda, ha dichiarato, durante una conferenza stampa a Beverly Hills che, da qui a 10 anni, tutti i film avranno appena 17 giorni di esclusiva cinematografica, dopo di che entreranno (senza se e senza ma) nel circuito dello streaming e del download: si tratta esattamente di tre weekend, che rappresentano il 95% dei ricavi del 98% dei film. Tenerli di più nelle sale, oppure “blindarne” lo sfruttamento domestico a una finestra temporale lunga, sarebbe del tutto controproducente. Secondo la visione del CEO Dreamworks, il diciottesimo giorno i film saranno disponibili in tutto il mondo, e il costo per la visione sarà direttamente proporzionale allo strumento di visione, e soprattutto alle dimensioni dello schermo: si va da un movie screen (telo di proiezione), che viene impiegato per la visione con altre persone, fino allo smartphone, con prezzi che oscillano tra i 15$ (nel primo caso) a 1,99$ nel secondo. Il modello è appena abbozzato, ma porterebbe notevole semplificazione in quello che oggi è senza dubbio un mondo complesso: Jeffrey Katzenberg ritiene ci vogliano praticamente dieci anni per metterlo in pratica a pieno regime, durante i quali andranno gestite questioni tecnico/strategiche quali l’introduzione di un nuovo DRM che regolarizzi lo sfruttamento delle licenze e impedisca che il film venga visto su dispositivi diversi, magari con uno screen mirroring o qualcosa del genere. Infinity cresce: con 300 film Eagle si superano i 5.000 film Il catalogo Infinity si arricchisce con 300 contenuti della library Eagle Pictures arrivando a oltre 5.000 titoli: tutti elogiano Netflix, ma Netflix UK ha poco più di 3.000 contenuti di Roberto PEZZALI Infinity cresce ancora: il servizio di subscription on demand di Mediaset (ma Mediaset non compare più da nessuna parte) guadagna 300 film Eagle e supera la soglia dei 5.000 film disponibili. Non male, se consideriamo che Netflix, da sempre osannato (l’erba del vicino è sempre più verde), conta in UK una library di 3.017 film e in USA, dove è attivo da tempo, di 9.501 film (fonte). I film faranno ovviamente parte dell’offerta e sono opere del calibro di Basilicata coast to coast, Twilight, Il discorso del Re, Se mi lasci ti cancello, Dorian Gray, Lara Croft Tomb Raider oltre a serie TV come True Justice, contenuti anche abbastanza recenti e di sicuro appeal. Un buon balzo in avanti per Infinity, fruibile ricordiamo su una vasta gamma di dispositivi tra i quali i tablet (iPad, Samsung, Asus, Sony, Kindle, Acer), le Smart TV Samsung e LG, computer, console e smartphone iPhone, Android e Windows Phone 8. Con un numero di contenuti in crescita a 10 euro al mese, l’offerta Infinity inizia a diventare interessante. Netflix può aspettare. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Sony punta molto non solo sulla qualità video ma anche sull’audio, il design e la cura dei dettagli Sony a tutto 4K: i dettagli dei nuovi TV Ultra HD Sony ha presentato nel dettaglio la nuova gamma di televisori Ultra HD, che arriveranno questa estate Ha ribadito poi il suo impegno lungo tutta la filiera di produzione dei contenuti nel promuovere il formato 4K A di Paolo CENTOFANTI rriveranno in estate, ma rappresentano il fiore all’occhiello della gamma di TV di quest’anno di Sony. Stiamo parlando naturalmente dei nuovi modelli 4K, svelati per la prima volta al CES di Las Vegas lo scorso gennaio, e ora presentati finalmente per il lancio in Europa, nella cornice degli storici Pinewood Studios in Inghilterra, dove sono nate tantissime opere cinematografiche. Una location scelta non casualmente, perché il messaggio che Sony vuole comunicare è che il 4K è un formato già oggi utilizzato nella produzione cinematografica e nella ripresa di grandi eventi dal vivo - non ultimi gli imminenti Mondiali di Calcio in Brasile - e l’arrivo nelle nostre case dei prodotti Ultra HD è solo l’ultimo anello di una lunga catena, ma di certo non il meno importante: l’obiettivo è portare il 4K dalla cinepresa fino al nostro salotto. Il nodo dei contenuti in 4K in realtà è tutt’altro che risolto, visto che a oggi non ci sono ancora trasmissioni regolari e di supporti fisici per la loro distribuzione per il momento se ne parla timidamente, con accenni molto cauti da parte della Blu-ray Disc Association a un eventuale disco Blu-ray 4K, ancora in fase di definizione. La risposta arriverà dalla rete a quanto pare, con Netflix che è il primo servizio a offrire ai propri abbonati una serie di alto profilo come House of Cards in 4K in streaming, una funzionalità supportata dai nuovi TV Sony e dal lettore multimediale FMP-X5 presentato insieme ai nuovi TV ai Pinewood Studios, ma è chiaro che ci vorrà ancora un po’ di tempo. Ciononostante, Sony lancia una gamma di TV molto interessante che, oltre a puntare sulla qualità di immagine, riporta al centro anche l’attenzione sull’audio, così sottovalutato negli ultimi anni, e ribadisce l’attenzione per il design e la cura dei dettagli che da sempre Sony riserva ai suoi prodotti di punta. La nuova gamma di TV Sony 4K è composta essenzialmente da tre serie: il nuovo top di gamma torna al sommario SONY X9 X95 che in Europa arriverà esclusivamente nel taglio da 85 pollici, con pannello LCD con retroilluminazione Full LED; la serie X9, contraddistinta dal nuovo design a cuneo e altoparlanti magnetic fluid; e la serie slim X85. A ciò si aggiungono anche le due nuove serie top Full HD, che mantengono in parte il nuovo design a cuneo, le serie W95 e W85. Vediamo nel dettaglio tutte le novità. Forma e sostanza Il nuovo design prosegue il discorso iniziato qualche anno fa con il monolithic design, un’evoluzione che ha portato il team giapponese a dare sostanza a tre forme geometriche che simboleggiano i pilastri della filosofia Sony: il triangolo per il form factor, il cerchio per l’audio, il quadrato per la qualità di immagine. Il risultato di questo discorso è il design soprattutto della nuova serie X9, con il suo profilo a cuneo, gli altoparlanti fluido magnetici bene visibili ai lati dello schermo, e gli spigoli vivi come sezioni tagliate da un blocco unico (monolitico appunto). Anche se la serie X95 ha un profilo più “tradizionale”, le due serie top sono accomunate dalle finiture nere lucide e da linee senza soluzione di continuità, con i bordi che diventano schermo senza che sulla superficie si percepiscano discontinuità. Il frontale appare come un’unica lastra lucida. Mentre l’X9 ha i bordi laterali tagliati di netto, l’X95 ha invece un profilo più morbido per via dei suoi bordi arrotondati. L’X95, con la sua monumentale stazza da 85 pollici, è pensato per fare lui stesso da oggetto di arredo, con appoggi “a lavagna” per essere posizionato direttamente sul pavimento. Sul resegue a pagina 12 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Sony, nuovi TV Ultra HD segue Da pagina 11 SONY X85 tro tutto è stato pensato per nascondere i cavi alla vista. Il piedistallo laterale funziona infatti da canalina passa cavo, mentre Sony ha previsto anche un utilissimo Port Replicator in dotazione, un box che a tutti gli effetti funziona da prolunga per portare le connessioni principali lontano dal TV con un unico cavo. L’X9 è pensato anch’esso principalmente per essere appoggiato a un piano con i due appoggi laterali che volendo possono essere installati anche più verso il centro del TV. Anche questo modello ha in dotazione il Port Replicator per un’installazione il più possibile pulita. Anche la gamma Full HD ha dei modelli a cuneo con le serie W95 e W85. torna al sommario La serie X85 è, se vogliamo, quella con il design più tradizionale, ma anche qui non manca l’evidente cura nella costruzione, che spicca nella sottile cornice in alluminio. Vista l’assenza del completo sistema di altoparlanti della serie superiore, questo modello è più sottile e appare più snello e leggero e comunque anch’esso elegante. Il design a cuneo ritorna anche sulle serie Full HD W95 e W85, che presentano la stessa cura del dettaglio dei modelli 4K, uno dei motivi che ha spinto Sony a presentarli insieme a questi. I pilastri della qualità di immagine Dettaglio, contrasto e colore, sono i tre vertici delle soluzioni tecnologiche adottate da Sony per offrire la migliore qualità di immagine sui nuovi TV 4K e non solo. Tre parametri che si riflettono rispettivamente nelle tecnologie 4K X-Reality Pro, X-tended Dynamic Range e Triluminos Display. 4K X-Reality Pro Il sistema di elaborazione di immagine è stato migliorato per gestire l’upscaling dei segnali Full HD in 4K, ma anche per intervenire sugli stessi contenuti nativi Ultra HD. Si tratta di un’elaborazione che punta a ridurre il rumore video e a migliorare il livello del dettaglio dell’immagine, analizzando il video distinguendo tra gli elementi che compongono un fotogramma. Le caratteristiche di texture, toni della pelle, fondali naturali e non, vengono confrontati con un database di riferimento, il reality creation database, con tabelle di comparazione definite per ogni tipo di sorgente, dal video analogico fino appunto ai contenuti 4K. X-tended Dynamic Range Tutti i nuovi modelli Sony sono LCD e, fatta eccezione per il top di gamma X95 che è Full LED, con retroilluminazione LED Edge. Per migliorare il rapporto di contrasto dei suoi TV Sony ha sviluppato il nuovo sistema X-tended Dynamic Range che combina il classico local dimming con l’elaborazione digitale del segnale. Se il controllo dinamico della retroilluminazione è in grado di migliorare la resa del nero, grazie all’elaborazione digitale, Sony interviene anche sulle alte luci per ripristinare il dettaglio sui particolari più luminosi di una scena. In questo modo migliora tutta la dinamica dell’immagine, non solo il semplice rapporto tra massima luminosità e livello del nero, ma anche l’intelligibilità di particolari altrimenti nascosti. Sull’X95, grazie al pannello Full LED, il controllo è più preciso e l’X-tended Dynamic Range diventa PRO. La versione normale è disponibile invece su X9 e W95. Esclusi dunque i TV della serie X85 con pannello 4K. Triluminos Display Sony continua il suo impegno ad andare oltre lo spazio colore classico, cercando di portare anche nelle nostre case lo spazio colore “allargato” DCI in uso nel cinema digitale. Sui modelli dello scorso anno Sony aveva incorporato la tecnologia quantum dots per raggiungere questo risultato, ma i nuovi pannelli utilizzano un’altra tecnica che Sony si è guardata bene dall’illustrare nel dettaglio. Quello che possiamo solo sospettare è che i nuovi pannelli utilizzino LED RGB al posto di quelli bianchi. Non essendoci ancora contenuti nativi, fatta eccezione per i dischi Blu-ray con spazio colore x.v.Color, il rischio è che l’espansione dei segnali tradizionali porti a risultati artificiosi. Per questo motivo utilizza una scala non lineare che preservi la naturalezza dei toni della pelle, migliorando allo stesso tempo la saturazione delle tinte pastello. Tutti i nuovi TV sono naturalmente dotati anche di una completa interfaccia smart TV che è essenzialmente la stessa che abbiamo già avuto modo di vedere in dettaglio nella nostra prova del modello da 50 pollici della serie W8. La novità principale dei modelli 4K è l’inclusione del decoder HEVC che permette di riprodurre i contenuti nativi 4K da servizi come Video Unlimited e Netflix. Purtroppo al momento non sono ancora previsti contenuti di questo tipo per l’Italia, ma non è mai detta l’ultima parola, vista anche la decisione di lanciare ad agosto anche nel nostro Paese il lettore FMP-X5. ll suono torna finalmente al centro Con il top di gamma dello scorso anno, Sony era tornata a integrare e mostrare con orgoglio dei veri diffusori all’interno del TV. Una scelta che Sony ha deciso fortunatamente di portare avanti anche quest’anno, con miglioramenti che riguardano sia la serie X9, l’unica che monta i nuovi magnetic fluid speaker, che comunque le altre serie con design a cuneo. Perché grazie a questo particolare design, c’è anche più spazio per i diffusori nella parte bassa dello schermo, e quindi la possibilità di avere un suono più profondo e potente. I miglioramenti più corposi hanno riguardato nasegue a pagina 13 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Sony, nuovi TV Ultra HD segue Da pagina 12 turalmente la serie X9, quella che è dotata di un vero e proprio sistema audio integrato. Sony ha, infatti, rivisto sia l’amplificatore audio che gli stessi altoparlanti. Per quanto riguarda la scheda audio, Sony ha migliorato sia le piste elettriche, con conduttore di maggiore spessore, che la sezione di amplificazione con un amplificatore digitale più potente, uno stadio di uscita a più bassa impedenza per un migliore trasferimento della potenza, e ha aumentato la capacità dei condensatori di una volta e mezza. Tutto questo per migliorare definizione e dinamica. Il sistema audio, inoltre, è ora a tre vie (il 4K top d gamma dello scorso anno era a due vie con un terzo diffusore passivo) e al tweeter e al mid range si aggiunge un vero e proprio woofer con accordo reflex. Riprogettati, inoltre, i coni degli altoparlanti, ora realizzati in fibra di vetro e mica, materiali che garantiscono una migliore rigidità, minore distorsione e dunque un suono più preciso e pulito. Novità riguardano anche le serie X95, W95 e W85, visto che in virtù delle maggiori dimensioni è stato possibile migliorare anche in questo caso la resa sonora con un nuovo altoparlante di tipo “long duct”. Qui è stata creata una nuova chiocciola che crea un condotto ancora più lungo (1 metro e mezzo) e che ha permesso di abbassare la risonanza fino a 110 Hz, per un suono ancora più profondo. Grazie alla maggiore dimensione del cabinet, da una parte per la stazza da 84 pollici, sugli altri modelli per via del design a cuneo, Sony ha aumentato l’ingombro della cassa acustica e sia del woofer che del tweeter. Per tutti i modelli, inoltre, Sony ha realizzato un nuovo subwoofer Wireless, con cono da 20 cm e amplificatore digitale da 100 Watt. Il collegamento avviene via Bluetooth e la regolazione del crossover avviene automaticamente a seconda del TV a cui viene collegato il subwoofer, in modo da garantire un’installazione il più semplice possibile. Un menù apposito offre comunque la possibilità di regolare a piacere le impostazioni. Il modulo audio di notevoli dimensioni utilizzato nei TV serie X95, W95 e W85. All’interno si sviluppa un condotto lungo 1,5 metri che consente di rinforzare la gamma bassa restituita dall’altoparlante. A destra possiamo vedere la nuova scheda con gli stadi di uscita dell’amplificazione audio dei nuovi X9. A sinistra a confronto i coni dei modelli dello scorso anno e quelli montanti dai TV X9. Questi ultimi sono ora realizzati in fibra di vetro e mica. cromatica dei nuovi X95 e X9, mettendo i modelli da 65 pollici (l’X95 esiste anche in questo taglio, ma non verrà importato in Europa) con i 65 pollici Ultra HD di Samsung HU7500 e l’LG LA965 (il modello di quest’anno non era ancora disponibile). Per il confronto tutti i TV sono stati impostati nella rispettiva modalità “cinema” e sono stati allineati alla luminosità del TV Samsung, che in questa modalità era il meno luminoso del lotto. Con i TV così configurati Sony ha prima messo a confronto alcuni segnali test per mostrare le differenze nel contrasto e nella precisione delle sfumature, e successivamente con alcuni spezzoni di Blu-ray Disc. Ciò che ci ha piacevolmente stupito è stata la resa nelle scene più scure specie del modello LED Edge X9 in confronto a quello Full LED. Non solo le differenze erano minime, ma in una sequenza molto difficile di Kill Bill 2 (quella in cui la protagonista viene seppellita viva in una bara), in cui sullo schermo compare solo un lieve lumicino al centro, l’X9 si è comportato dav- vero molto bene. Ben percepibile anche l’effetto dell’X-tended Dynamic Range sulle alte luci. In particolare ci ha favorevolmente impressionato l’immagine della luna luminosa su sfondo nero, che solo sui TV Sony riusciva a mostrare le caratteristiche della superficie. Altro punto a favore dei TV Sony è davvero la capacità di riprodurre le sfumature delle “rampe” colore in modo continuo e senza “gradini”, a differenza dei TV utilizzati nel confronto. Nel complesso i TV Sony ci sono parsi equilibrati, contraddistinti da una buona dinamica, buon dettaglio sulle alte luci e da immagini luminose e brillanti. Ci teniamo a precisare che si tratta naturalmente solo di prime impressioni dopo pochi minuti di visione e in condizioni lontane da quelle dei nostri test, ma la sensazione è che si tratta di prodotti molto interessanti e su cui non vediamo l’ora di mettere le mani per una prova completa. I modelli 4K arriveranno tra giugno e luglio. Per conoscere e specifiche tecniche dei modelli, clicca qui. Le prime impressioni Durante la presentazione non si è parlato solo di nuove caratteristiche, ma ci è stata data anche la possibilità di avere un’anteprima dei nuovi TV con una serie di demo, in cui Sony ha anche messo a confronto i suoi nuovi modelli con quelli di pari fascia di alcuni concorrenti. Un confronto a dire il vero ben allestito e non troppo partigiano, come può essere che succeda in questi casi. I tecnici Sony hanno puntato a mettere a confronto la resa in termini di contrasto e resa torna al sommario Il confronto è stato effettuato prima con segnali test come questo, in cui veniva messa a prova la capacità di riprodurre sfumature dei TV e in seguito con alcune sequenze da Blu-ray Disc “mirate”. Da sinistra destra i TV sono l’LG LA695, il Sony X9, il Samsung HU7500 e il Sony X95, tutti in taglio da 65 pollici. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Comune denominatore, elevatissimi livelli di qualità costruttiva, audio e video Tradizione e qualità per i nuovi TV Metz L’ingrediente base della nuova gamma di TV Metz è la solidità del made in Germany di Luisa GATTI n occasione dei Mondiali di Calcio 2014, la tedesca Metz amplia la propria gamma con una serie di modelli molto sofisticati in termini di tecnologia del suono e dell’immagine. Interamente fabbricati in Germania, nella storica azienda fondata nel 1938 e tuttora guidata dalla signora Helena Metz, i nuovi TV, a retroilluminazione LED, sono caratterizzati da nuovo design, nuova tecnologia e nuova interfaccia menù. Oltre al Primus, che già esiste in gamma e che per l’occasione è stato rinnovato e ulteriormente migliorato, arrivano anche alcuni nuovi modelli che arricchiscono e completano le rispettive linee di appartenenza e che sono disponibili nei negozi a partire già dallo scorso 6 maggio. I Primus, Il “primo” della classe Spicca per l’eccellenza del suono il nuovo Primus 55 Media twin R, top di gamma della casa tedesca, ora rinnovato: è caratterizzato da un sistema audio opzionale con cassa in legno, formato da 6 altoparlanti attivi, con sub e centrale integrati, da installare sul lato inferiore del TV. La qualità del suono offerta dal modulo sonoro è incontestabile, di qualità assai migliore rispetto a quanto offerto normalmente PRIMUS 55 MEDIA TWIN R Bang & Olufsen annuncia un nuovo TV Ultra HD con piedistallo motorizzato e sistema audio a scomparsa di Paolo CENTOFANTI da un TV: anche in uno spazio decisamente più ampio di quello di un salotto di medie dimensioni, l’ascolto è davvero piacevole. Per quanto riguarda il resto, la qualità dell’immagine è migliorata dal doppio schermo antiriflesso ed è implementata la tecnologia 200Hz DMC per la migliorare la fluidità nella resa dei movimenti. Sono presenti naturalmente anche tutte quelle funzionalità che fanno di questo prodotto il migliore dell’intera gamma Metz: il registratore integrato da ben 1 TB con il doppio tuner che consente di registrare un programma mentre se ne vede un altro, la registrazione anche su USB esterno e le numerose funzionalità di rete offerte da Metz Media System, il sistema proprietario per la gestione dei contenuti e provenienti dalla Rete. Il prezzo al pubblico del TV è di 4.199 euro, mentre il modulo sonoro aggiuntivo costa 400 euro. Super-personalizzazione con il nuovo menù Tri-Star I medesimi standard qualitativi in termini di immagine sono riservati al nuovo Solea Media R, TV LED che si posiziona su una fascia un po’ meno alta rispetto al Primus, ma che offre funzionalità e caratteristiche di ottimo livello, in vendita al pubblico a 1.999 euro: un 55” con digital recorder integrato da 500 GB, registrazione su USB, singolo tuner e, soprattutto, un bel menù progettato per la massima personalizzazione; c’è addirittura una funzione che permette di creare una sorta di tastierino numerato dove a ogni numero corrispondono le 10 funzioni più utilizzate. Questo va naturalmente anche a vantaggio di una facilità d’uso sempre più spinta. Un buon rapporto qualità/prezzo Gli altri due nuovi modelli presentati in anteprima offrono il miglior SOLEA MEDIA R rapporto qualità/prezzo di casa Metz: nella linea Clarea Media arriva il 47” (1.499 euro) che promette qualità video d’eccellenza, tecnologia 3D e il Metz Media System, oltre al digital recorder opzionale. Ottimo rapporto qualità/ prezzo anche per il nuovo 42” della linea Pureo, che a 999 euro offre tutto il meglio dei TV Clarea tranne il 3D e il PVR. torna al sommario BeoVision Avant, il 4K con soundbar a scomparsa Il nuovo TV BeoVision Avant di Bang & Olufsen (clicca qui per il video) nasce all’insegna del 4K e ha due caratteristiche particolari legate al design: diversi stand e staffe da parete motorizzate e la soundbar a scomparsa. Il sistema di motorizzazione per le staffe consente di tenere il TV da spento allineato alla parete, la posizione esteticamente migliore quando lo schermo diventa un oggetto di arredo, e automaticamente di orientarlo all’accensione nelle proprie posizioni di visione privilegiate, con movimenti coordinati d’effetto. All’accensione da sotto lo schermo compare anche il sistema audio, una soundbar a 3.1 canali, composta da 8 altoparlanti. Ciascun canale ha il suo amplificatore in classe D dedicato, per una potenza di 60 watt per canale, subwoofer compreso. Lo schermo è da 55’’, con risoluzione 4K e retroilluminazione di tipo LED Edge. Ciascun esemplare esce dalla fabbrica con un accurata calibrazione a 10 punti e il TV integra un sensore che volendo regola automaticamente il bilanciamento del bianco in funzione della luce ambiente della sala in cui viene installato. Il TV è dotato di dual tuner DVB-T2/S2, funzionalità di rete e piattaforma Bang & Olufsen Smart TV. BeoVision Avant è disponibile a 6995 euro. Innovative Curve A smartphone designed to fit you Now It’s All Possible n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Sony ha il dual tuner sulla gamma di televisori 4K, Philips su una serie Televisori con doppio sintonizzatore DVB-T Solo Samsung e Panasonic ci credono Samsung e Panasonic hanno intere serie di TV con doppio tuner per PVR avanzato di Roberto PEZZALI C on il videoregistratore morto e il DVD Recorder sul viale del tramonto l’unica soluzione per la registrazione fai da te è la funzionalità PVR inserita nei TV. Una feature presente da anni, che si è arricchita nel tempo di funzioni come la possibilità di registrare un evento mentre se ne guarda un altro oppure di condividere in rete le registrazioni per poterne fruire su altri dispositivi. Per poter però registrare una cosa mentre se ne guarda un’altra è indispensabile il doppio tuner, cioè non digitale terrestre e satellite (presente su molti TV di fascia media), ma un doppio tuner DVB-T o DVB-T2. Una caratteristica, questa, ancora oggi molto rara: solo Samsung, Panasonic e Sony hanno in gamma un po’ di modelli dual tuner. Abbiamo spulciato tutta la gamma dei produttori di TV, per capire quale dei nuovi modelli dispone di due sintonizzatori, permettendo funzionalità PVR evolute. Panasonic da qualche anno spinge moltissimo su questa funzione, e tutti i modelli delle serie AS750, AS800, AX800 del 2014 hanno questa caratteristica. Samsung segue a ruota: per permettere la visualizzazione dei canali anche in remoto sui tablet e sugli smartphone, oltre che su altri TV, tutti i modelli dall’H6500 in su sono dotati di doppio sintonizzatore DVB-T2. Ad oggi Samsung è l’azienda che ha il maggior numero di TV con due tuner sul mercato. La funzione dual tuner è presente anche sulla gamma Sony 4K (i modelli Ultra HD), ma solo con un aggiornamento software che sarà distribuito in estate le funzionalità di registrazione estesa verranno attivate. Philips, invece, ha una sola serie dotata di doppio tuner, la 8159, mentre nessun modello LG ha due sintonizzatori DVB-T a bordo. Situazione simile per Sharp, Hisense e Haier: nessun modello ha due tuner DVB-T. Avere due tuner digitale terrestre a bordo non è fondamentale, ma ogni consumatore ha le sue esigenze e questa funzione potrebbe far propendere per l’acquisto di un modello rispetto ad un altro. Microsoft lancia la tastiera per le Smart TV All in one Media Keyboard rende più semplice la navigazione web e app sui U di Roberto FAGGIANO sare le funzioni più interessanti delle Smart Tv con il telecomando è impresa che toglierebbe la voglia anche all’utente meglio intenzionato. Così Microsoft ha pensato di lanciare una nuova tastiera dedicata proprio a questo utilizzo. La All in one Media Keyboard (42 euro) è un modello senza fili con ricevitore USB che integra un pad e alcune funzioni dedicate alla navigazione web e app sul grande schermo. In alternativa si può usare anche con un notebook o un ta- torna al sommario Anche in Italia un media player 4K Sony dedicato ai TV Ultra HD dello scorso anno. Ma questa versione è solo per i servizi streaming di Paolo CENTOFANTI TV E VIDEO La nuova tastiera è già compatibile e utilizzabile anche con Xbox One TV Da Sony uno streaming box 4K per l’Europa blet (al momento solo Windows 7 e 8) o in abbinamento alla Xbox One. Con il pad è consentito utilizzare tutti i gesti che siamo abituati a fare con le dita sullo schermo touch di smartphone e tablet, mentre altri tasti sono dedicati alle funzioni più utilizzate con Internet Explorer o il motore di ricerca Bing. Alcuni tasti sono personalizzabili per poter avere un accesso rapido alle funzioni più utilizzate. La tastiera è leggera e compatta, facile da usare anche senza appoggiarsi su una scrivania e pronta a resistere a urti, cadute e invasioni di acqua e bibite. In tema di compatibilità con le diverse marche di televisori al momento non possiamo dire molto. A parte il TV LG utilizzato per la dimostrazione, non è ben chiaro nemmeno a Microsoft quali siano i modelli compatibili, sono in corso le diverse prove e saranno quanto prima diffuse le marche con le quali la tastiera è utilizzabile. Clicca qui per il video. Anche in Europa Sony lancerà un lettore multimediale per i contenuti in 4K. Si tratta di un prodotto leggermente diverso da quello annunciato poche settimane fa per il mercato nordamericano. Il set top box FMP-X5 condivide lo stesso design simil PlayStation 4 e la stesso scopo di base del cugino americano: dare la possibilità a chi ha aquistato un TV 4K Sony nel 2012/13, di riprodurre i contenuti in 4K dei servizi di streaming come Netflix, che fanno uso del nuovo codec HEVC, codifica non supportata sui primi modelli di TV Ultra HD. A differenza del modello americano, l’FMP-X5 non è dotato di hard disk e pertanto non ci sarà l’accesso ai film in 4K in download del servizio Video Unlimited 4K lanciato in USA. Il lettore arriverà anche in Italia ad agosto ma, da che ne sappiamo oggi, senza servizi o contenuti. Speriamo di sbagliarci e di venire sorpresi dall’arrivo di un qualche servizio in streaming in 4K prima dell’arrivo sul mercato del lettore Sony. L’FMP-X5 avrà un costo di 399 euro. Al momento Sony non ha annunciato ancora nel dettaglio specifiche tecniche e funzionalità ulteriore. Durante la presentazione abbiamo avuto modo di vedere unicamente un mockup non definitivo. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO I puristi dell’immagine non lo apprezzano, ma il TV curvo sta attirando la curiosità del pubblico TV curvo: ha davvero senso oppure è solo moda? Piatto contro curvo: è rivoluzione TV o c’è tanto marketing dietro la nuova linea di design dei televisori? Cerchiamo di capire se ha davvero un senso un TV curvo oppure se è solo l’ennesima moda da cavalcare di Roberto PEZZALI L G ha aperto le danze con il TV OLED, Sony ha lanciato (e poi fatto sparire) un modello, mentre Samsung si prepara a lanciare tutta la sua nuova campagna di comunicazione TV sulla bellezza del TV curvo. Se da una parte molti puristi dell’immagine non ne vogliono assolutamente sapere di avere in casa un TV curvo, nei centri commerciali piccoli gruppi di curiosi guardano ammirati questi nuovi TV tanto diversi e particolari. Dai tempi dei primissimi Sony FD Trinitron ci siamo ormai abituati allo schermo piatto, e per molti passare nuovamente al curvo non è altro che un tornare “indietro”. Eppure, vuoi perché ormai la macchina del marketing si è messa in moto, vuoi perché qualcosa per andare avanti si deve trovare, le aziende iniziano a puntare forte sul curvo. LG stessa, ad esempio, ha lanciato in Italia il TV OLED curvo e non porterà, come in altri Paesi europei, la versione a schermo piatto che è presente a catalogo: i problemi di produzione sono passati ormai, ma pare che la scelta del “curvo” sia più una scelta politica che tecnologica, con il “curvo” che rappresenta il nuovo mondo. Lasciando le guerre di religione ai talebani del pixel e del nero, ci siamo chiesti se davvero uno schermo curvo possa portare qualcuno dei vantaggi che le aziende stanno sbandierando per promuovere i loro nuovi TV, consapevoli però del fatto che l’effetto “wow” per le vendite conta molto di più di ogni giustificazione di carattere tecnico. Uno schermo curvo è più coinvolgente? Il cinema non mente: una immagine avvolgente è decisamente più coinvolgente di una immagine “piatta”. Con un TV curvo siamo però ben lontani dai livelli di coinvolgimento di uno schermo IMAX o di uno schermo cinematografico: per simulare la stessa esperienza dovremmo avere uno schermo molto grande. Quello che si vive di fronte all’enorme Samsung da 105” curvo, esperienza vissuta al CES di Las Vegas, non è certo quello che si prova davanti a un 55”. Per essere “coinvolti” da un TV, l’idea è avere un TV che copra almeno il 40-45% del proprio campo di visione, e per farlo su un TV da 55” si deve stare a una distanza variabile tra gli 1.5 e i 2 metri. Una distanza che però non coincide con il raggio torna al sommario di un equivalente TV curvo (foto sopra a destra). Uno schermo curvo riflette meno? di curvatura delle attuali TV: se prendiamo, ad esempio, la comunicazione fatta da LG per promuovere la curvatura dell’OLED si vede come la TV sia quasi un “monitor” talmente è vicina al punto di visione (foto sopra). Uno schermo curvo fa sembrare il TV più grande? Quello che dicono le aziende è corretto, almeno dal punto di vista matematico: un TV curvo sembra più grande di un TV piatto di pari dimensioni. Tuttavia l’affermazione perde valore più ci si allontana dallo schermo: da 3 o 4 metri di visione la differenza è minima, e si riduce più ci allontaniamo fino a quando lo vedremo addirittura più piccolo. Il TV piatto, in proiezione ortogonale, è più largo Una superficie curva dovrebbe riflettere meno luce di un analogo TV a schermo piatto perché la superficie proiettata è inferiore, ma anche qui la valutazione dipende molto dal punto di visione e dalla posizione delle fonti di luce. Con una finestra alle spalle non si possono fare miracoli, con luce incidente dal lato, invece, una superficie curva potrebbe portare qualche beneficio. Uno schermo curvo ha un miglior angolo di visione? Per chi? È questa la vera domanda da porsi. Un TV curvo, per la sua particolare forma, limita di molto il campo di visione perfetto. Il suo essere avvolgente e coinvolgente di fatto esclude la visione periferica: chi si trova fuori dal cono di segue a pagina 18 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TV E VIDEO Risultato raggiunto grazie al miglioramento della resa produttiva dei pannelli LG sconta il TV OLED 55EA970V: 3999 euro Come preannunciato, arriva il taglio di prezzo che rende più “accessibile” il TV OLED LG di Roberto PEZZALI L G abbassa il prezzo dell’OLED: come avevamo anticipato qualche settimana fa, l’eccellente TV da 55” a schermo curvo, uno dei migliori TV al mondo, subisce un taglio del listino portandosi a 3999 euro. Una bella cavalcata se pensiamo che il prezzo di partenza, nemmeno un anno fa, era di 8999 euro. Chi l’ha comprato (non molti a dire il vero) probabilmente sta maledicendo LG, ma tutti coloro che sognano di possedere quello che per anni è stato l’oggetto del desiderio degli appassionati ora finalmente possono davvero sperare. Il traguardo è stato raggiunto grazie a una ottimizzazione della catena produttiva che ha finalmente ridotto il numero di pannelli difettosi, e proprio grazie a queste migliorie LG può iniziare anche a vendere i suoi pannelli WRGB a terzi a partire da questo trimestre. Il TV OLED 55EA970V sarà il fiore all’occhiello dell’offerta di LG per questo maggio 2014, un mese molto caldo sul fronte TV dove, per l’arrivo dei Mondiali di Calcio in Brasile, si prevedono promozioni molto allettanti. GADGET Garmin Forerunner 15 Un amico al polso Forerunner 15, nuovo GPS sportwatch di Garmin, permette di tenere sotto controllo i parametri fondamentali dell’allenamento, distanza percorsa, velocità/passo corrente, frequenza cardiaca, calorie bruciate e altro. Oltre alla fascia toracica, può essere integrato con Foot Pod, sensore da caviglia che registra distanza e velocità/passo quando ci si allena indoor. In vendita da fine maggio a 149 euro da solo o a 179 euro con fascia cardio. TV E VIDEO TV curvo: ha senso o è solo moda? segue Da pagina 17 Uno schermo curvo ha un miglior contrasto? L’incidenza della luce sullo schermo e l’angolo di visione impattano sulla percezione del contrasto, che non è fatto solo dalla bontà del pannello ma anche da elementi ambientali. Difficile però dimostrare che un TV curvo possa davvero migliorare il contrasto, anzi: sempre che non si tratti di un OLED (contrasto sempre perfetto), un TV curvo potrebbe enfatizzare le problematiche dei normali TV LCD visti dal lato, dove il livello del nero si alza leggermente a seconda dell’angolo di visione. Chi sta seduto al centro potrà godere di una visione perfetta in termini di contrasto (ogni punto dello schermo viene visto ortogonalmente al punto di visione), ma il contrasto percepito da chi si siede a lato potrebbe non essere così eccellente. TV curvi, bellissimi da mostrare ma meno pratici dei TV “tradizionali” visione ideale non avrà una esperienza gratificante, cosa che invece non accade con i normali TV piatti. Un TV curvo ha un angolo di visione migliore per chi si siede al centro, ma per gli altri decisamente peggiore. torna al sommario Un TV curvo è più bello da mostrare che da vedere (sempre che non si sia al centro): l’impatto scenico, la novità, il suo essere diverso da qualsiasi altro TV è il vero elemento che distingue i nuovi TV. Uno schermo curvo, inoltre, dà una sensazione di leggerezza che un TV piatto non riesce a dare. Ormai, fatta eccezione per la base, tutti i TV sono uguali ed è difficile distinguersi, cosa che invece i nuovi TV a schermo curvo sanno fare egregiamente. È inutile negare l’evidenza: la maggior parte degli acquisti sono guidati dalla moda e da fattori estetici, e da questo punto di vista i TV curvi hanno un loro perché. Ci sono anche benefici, come una riduzione dei riflessi e una dimensione maggiore percepita, ma tutto va commisurato al posizionamento del TV: l’hot-spot di visione ideale per un TV curvo è all’interno del cono proiettato dal TV, e se si esce da questo la situazione peggiora. Inoltre, il montaggio a parete di un TV curvo funziona solo se si abita in un trullo o in un igloo: su un muro un TV “piatto” sta decisamente meglio. Inserito in un arredamento moderno, però, un TV curvo fa la sua bella figura. Tornando alla domanda di partenza, se un TV curvo ha davvero un senso, la risposta non è semplice. Per un appassionato forse non ha senso, così come non hanno senso la Smart TV, le app, l’illuminazione Edge LED e la sparizione dell’eccelso plasma, ma per il mercato un senso ce l’ha: riportare un po’ di valore nell’ormai impoverito mondo dei televisori creando qualcosa di diverso su una caratteristica che la massa facilmente percepisce, il design. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE Con un evento in grande stile, Huawei ha presentato Ascend P7, nuovo smartphone Android top di gamma Con Ascend P7 Huawei sfida Samsung e Apple È curato in ogni dettaglio, in Italia arriverà senza dual sim ad un prezzo molto aggressivo (si parla di 399 euro) C di Paolo CENTOFANTI on un evento internazionale in grande stile, Huawei ha annunciato Ascend P7, nuovo smartphone di top di gamma. Si tratta di un prodotto importante per Huawei, con il quale il marchio cinese vuole far capire al mondo di non aver nulla da invidiare ai pesi massimi che dominano il mercato. D’altra parte Huawei rientra a pieno titolo in questa categoria, visto che si tratta del terzo produttore al mondo di smartphone. Il precedente Ascend P6 ha venduto 4 milioni di pezzi ma, soprattutto, ha aiutato a moltiplicare in un anno la riconoscibilità del marchio Huawei in ambito consumer. Ora, con il nuovo top di gamma, Huawei vuole sfidare sullo stesso piano marchi come Samsung ed Apple, con un prodotto dalle caratteristiche tecniche molto interessanti, un ottimo design e alcune soluzioni innovative. Qualità della costruzione al centro Il design riprende quello del P6, con forma a doppia C, e continua a essere uno dei più sottili smartphone sul mercato, con uno spessore di appena 6,5 mm e una cornice laterale di appena 2,97 mm. Huawei ha puntato su materiali e finiture di qualità: bordo metallico, tasti rifiniti nei minimi particolari per restituire la sensazione di un prodotto premium. Il retro è costituito da 7 strati di materiali metallici caratterizzati da speciali micro pattern per ottenere una finitura che restituisse eleganza e, appunto, la qualità della costruzione. Il retro sarà disponibile nei colori rosa, bianco e blu. Come il P6, anche l’Ascend P7 può ricordare a tratti l’iPhone, ma si tratta di un prodotto con i suoi punti di originalità e molto ben rifinito. Il display, come da indiscrezioni, è costituito da un pannello da 5 pollici con risoluzione full HD, per una densità di 445 PPI. Anche l’interfaccia grafica (a nostro avviso forse il vero punto debole della precedente offerta Huawei) è stata ampiamente ridisegnata per abbinarsi meglio al design. La base rimane Android 4.4.2, ma Huawei ha ridisegnato le icone, selezionato nuove tinte più piacevoli e morbide e ha introdotto novità quali la torna al sommario lock-screen “magazine style”, personalizzabile a seconda dei propri interessi e con un pannello di controllo per accedere alle impostazioni principali, che ricorda in parte il Control Center di iOS 7. Spazio ai “selfie” Huawei ha dedicato molto spazio della presentazione alle caratteristiche fotografiche dell’Ascend P7. A sorprendere è innanzitutto la fotocamera frontale: Huawei ha posto l’accento sulla moda dei selfie e per tutti gli appassionati di autoscatti ha pensato di dotare P7 di una fotocamera frontale che è praticamente dello stesso livello di quelle normalmente utilizzate come principali: obiettivo F2.4 a 5 elementi con lenti asferiche, sensore BSI da 8 Megapixel con pixel da 1,4 micron. Dal lato software torna l’elaborazione auto beauty per migliorare gli autoritratti e la nuova Smart Preview Window, che aiuta a comporre l’inquadratura mantenendo la giusta altezza degli occhi. Altra funzione sono i Groufies o Group Selfies per effettuare selfies panoramici, di gruppo appunto. Funziona combinando tre foto, con una funzione panoramica analoga a quella utilizzata per le fotocamere principali. C’è anche una funzione di specchio con ingrandimento per sistemarsi il trucco, ma anche un simpatico effetto “appannato” per scrivere come su uno specchio umido. La fotocamera principale utilizza il nuovo sensore Sony da 13 Megapixel, con obiettivo 28 mm equivalente e apertura F2.0, ma il vero asso nella manica è il processore d’immagine targato Altek, per l’elaborazione dei dati RAW del sensore della fotocamera, che spinge la sensibilità a 3600 ISO e applica una Noise Correction analoga a quella di una macchi- na fotografica dedicata. Per quanto riguarda invece la velocità, Huawei parla di Ultra-fast Snapshot. In pratica il P7 consente di scattare in soli 1,2 secondi partendo dallo schermo bloccato, utilizzando il tasto dedicato. Dual SIM in incognito Parlando di caratteristiche tecniche, sono state confermate praticamente tutte le indiscrezioni, ma la vera sorpresa è costituita dal modo in cui Huawei ha deciso di implementare il dual SIM. L’Ascend P7 è infatti un telefono dual SIM anche se lo slot per la SIM è uno solo. I tecnici cinesi sono ricorsi a un trucco abbastanza geniale, ovvero quello di rendere lo slot per le schede microSD a doppia funzione. Il cassettone è infatti pensato per inserire in un verso una scheda di memoria e nell’altro un’eventuale SIM aggiuntiva. Detto questo, lo smartphone utilizza il nuovo processore HiSilicon Kirin 910T, un quad core da 1.8 GHz su tecnologia a 28 nm con scheda grafica Mali450, accompagnato da 2GB di RAM e connettività LTE Cat 4 a 150 Mbit/s. Dato lo spessore di appena 6,5 mm, Huawei ha dovuto adottare alcune soluzioni nuove per quanto riguarda l’antenna. Ha progettato innanzitutto una nuova antenna posizionata nella parte bassa dello schermo, affiancata però da un’ulteriore antenna che lavora in diversità nella parte superiore dello smartphone. Questa configurazione ha permesso un guadagno di 2 dB in ricezione. Sul versante autonomia, Ascend P7 è dotato di una batteria da 2500 mAh che, secondo Huawei, consente un’autonomia di 2 giorni con l’uso normale e pari a 1 giorno intero con uso intensivo. Tenendo come paragone l’iPhone 5S, Huawei dichiara un’autonomia del 15% superiore rispetto allo smartphone di Apple; in più, con la modalità Ultra Power Saving, lo smartphone è in segue a pagina 20 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE Il prossimo iPhone potrebbe avere un innovativo sistema di cattura per foto e video iPhone 6 scatterà foto a super-risoluzione? Il nuovo sistema sfrutta la stabilizzazione ottica per ottenere immagini più risolute di Vittorio Romano BARASSI C ontinua la marcia di avvicinamento verso l’iPhone di prossima generazione e, dopo leak di vario tipo, è la volta di una caratteristica che potrebbe davvero risultare distintiva dello smartphone Apple, che probabilmente sarà presentato entro la fine della prossima estate. I colleghi di Apple Insider hanno scoperto un interessantissimo brevetto depositato da Apple, il quale mostra come l’azienda di Cupertino stia seriamente pensando di sviluppare ulteriormente la sezione fotografica dello smartphone Apple di prossima generazione. Secondo le immagini e i dati che è possibile reperire sul sito dell’ufficio brevetti statunitense, Apple vorrebbe sfruttare le potenzialità dei sistemi di stabilizzazione ottica attuali per creare immagini a super-risoluzione, senza il bisogno di aumentare i pixel del sensore fotografico. Sebbene sia abbastanza difficile riassumere il tutto in poche righe, ci proveremo lo stesso. Il sistema messo a punto da Apple è in grado di unire più scatti effettuati dal modulo fotografico partendo da riferimenti ben precisi del quadro e basandosi sui dati offerti dal sistema di stabilizzazione ottica; una volta premuto il pulsante di scatto il sistema inizierà ad effettuare una raffica di foto variando di poco il grado di inclinazione (offset) dell’inquadratura (si parla di spostamenti inferiori ad un pixel) e parametri come apertura di diaframma e tempo di scatto, per poi riunirli con la massima precisione possibile via software, attraverso alcuni set di MOBILE Ascend P7 Huawei sfida Samsung e Apple segue Da pagina 19 grado di offrire un giorno di stand by con solo il 10% di batteria a disposizione. Tra le altre caratteristiche si segnalano ancora il Nano Coating per l’impermeabilizzazione, il nuovo design termico che consente di ridurre di 7 gradi la temperatura dello smartphone durante l’uso (presumiamo rispetto al modello precedente P6), NFC, Bluetooth 4.0, 16 GB di memoria integrata. Unica nota negativa riguarda il Wi-Fi, che si ferma al classico 802.11n, comunque più che sufficiente per uno smartphone. Tutto questo quanto può costare? Il prezzo con ogni probabilità sarà di 399 euro per il nostro Paese, la versione per l’Italia, però, non sarà dotata dello slot dual SIM. Un prezzo davvero aggressivo considerando tutto quello che offre l’Ascend P7. Per quanto riguarda la disponibilità italiana, il nuovo smartphone Huawei arriverà nei negozi a fine maggio / inizio giugno. torna al sommario istruzioni ad-hoc integrate nel processore di sistema. Così facendo si otterrebbero fotografie - e video - super-dettagliate e nitide, il tutto senza la necessità di inserire un sensore fotografico da milioni di pixel in più e senza il bisogno di espandere troppo la memoria interna dei suoi dispositivi (foto più grandi, ovviamente, sono anche più “pesanti”); Apple potrebbe dunque mantenere il medesimo modulo da 8 Megapixel anche sull’iPhone 6, tutto esattamente in linea con le indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane. ZTE Open C in vendita con eBay Lo smartphone di ZTE basato su Firefox OS, l’Open, presentato lo a febbraio al Mobile World Congress, arriva ora nei negozi... virtuali. ZTE ha infatti scelto per il lancio eBay, che offrirà il telefono in Europa a un prezzo sotto i 90 euro. Lo smartphone di ZTE è uno dei primi ad uscire sul mercato con l’ultima versione di Firefox OS, che aggiunge significativi miglioramenti alla piattaforma mobile completamente basata su tecnologie web: supporto dual SIM, fuoco continuo e flash per la fotocamera, gallery fotografica migliorata e inclusione di nuove tecnologie come WebGL, WebAudio e asm.js, queste ultime indirizzate soprattutto alla realizzazione di giochi più evoluti sul Firefox OS. Lo ZTE Open C rimane uno smartphone indirizzato a chi proviene da un feature phone e vuole rimanere su un prodotto dal costo contenuto. È basato su un display da 4 pollici con risoluzione WVGA, processore dual core da 1,2 GHz ed è dotato di fotocamera da 3 Megapixel, caratteristiche chiaramente da entry level. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE La batteria dell’iPhone dura poco: vi spieghiamo le cause e vi suggeriamo come risolvere il problema Tutti i “trucchi” per migliorare l’autonomia dell’iPhone La batteria può essere ricalibrata, ma anche la scarsa copertura può influire sull’autonomia dello smartphone L di Roberto PEZZALI a batteria dell’iPhone vi fa “dannare”? Non c’è problema, non siete soli. Da qualche mese stiamo lottando con un iPhone 5 che non ne vuole sapere di stare acceso per più di 4 o 5 ore (usandolo ovviamente) e abbiamo pensato di provare ogni tipo di soluzione possibile (almeno per un consumatore) per capire se si può fare qualcosa o se la sostituzione è la strada migliore. Per farlo ci siamo ispirati ai consigli trovati online, ma abbiamo provato anche soluzioni alternative, come ad esempio il cambio di SIM e misurazioni in diversi ambienti e in diverse zone, perché anche la copertura impatta sull’autonomia della batteria: se il segnale non è fortissimo l’iPhone, come molti altri smartphone, aumenta la potenza per garantire la ricezione e questo comporta un aumento dei consumi. Purtroppo non si è mai certi di essere in una zona buona: l’indicatore della potenza del segnale infatti mostra la potenza del segnale GSM per telefonia e SMS ma non da alcuna indicazione di quanto sia buono l’eventuale segnale 3G. Gli operatori e la qualità del segnale nella zona in cui utililizziamo prevalentemente lo smartphone hanno dunque un impatto sull’autonomia della batteria: la distanza dai ripetitori e la particolare posizione, che fa saltare lo smartphone da una cella all’altra, possono impattare in modo significativo sull’autonomia. Stesso smartphone, stessa posizione ma SIM di due diversi operatori possono incidere anche sul 15% del tempo di stand-by. Se la batteria dell’iPhone non dura più come prima, o comunque dura poco, le motivazioni possono essere diverse: o la batteria ormai è usurata, o non è più calibrata oppure c’è qualcosa che non va sullo smartphone. Il primo caso è un “non problema”: le batterie si usurano con il tempo, negli altri due casi, invece, la diagnosi, così come la soluzione, non sono semplici. Batteria non calibrata? L’iPhone si spegne di colpo da solo Partiamo con la batteria non calibrata: il caso tipico è un iPhone che si spegne all’improvviso quando l’indicatore percentuale di carica non è ancora arrivato intorno al 5%. L’iPhone 5 della prova, ad esempio, ha iniziato ad un certo punto a spegnersi al 40% di carica, all’improvviso: la batteria era effettivamente scarica, ma l’indicatore è totalmente sballato. Per essere sicuri che la batteria sia veramente scarica si può tenere premuto per più di 10 secondi il tasto home assieme al tasto power: l’iPhone effettua un hard reset (non si perderà alcuna impostazione) e proverà a riaccendersi con la quantità di energia residua. Se non lo fa, mostrando il tipico segnale di carica, vuol dire che la batteria è davvero a secco e quindi si deve ricalibrare la batteria. Un processo semplice, che consiste nello scaricamento completo e nel caricamento completo possibilmente con un caricabatteria originale o certificato: provando con un caricabatterie di terze parti, infatti, i comportamenti “bizzarri” sono aumentati. Sull’Apple Store ci sono molte app che promettono miracoli in fatto di tuning batteria, come Sys Activity Monitor, tuttavia sono solo degli aiuti, non apportano alcun cambiamento. In ogni caso è bene ricordarsi di effettuare una carica completa almeno ogni mese dopo aver scaricato lo smartphone completamente. iPhone nuovo ma la batteria dura poco Veniamo invece al caso più critico: l’iPhone è nuovo, la batteria sembra calibrata bene ma l’autonomia è davvero bassa. Un caso comune, ma per fortuna è abbastanza semplice capire se qualcosa non va a livello di sistema operativo, ovvero iOS (nel nostro caso 7.1). Il test da fare è abbastanza semplice e porta via pochissimi minuti: basta andare nel menu “Generali, Utilizzo” e segnare su un foglio di carta il tempo di standby e quello di utilizzo. Il tempo di stand-by in realtà è il tempo totale del dispositivo dall’ultima ricarica, e include sia i momenti in cui lo smartphone è stato effettivamente in stand-by sia quelli in cui lo abbiamo usato. Il tempo di utilizzo è invece il tempo di uso reale, quindi smartphone sbloccato in mano. Dopo aver segnato il tempo di stand-by su carta impostare l’iPhone il modalità stand-by e aspettare 10 minuti. Scaduto il tempo controllare nuovamente i tempi e vedere di quanto sono aumentati: se l’iPhone gestisce correttamente gli stati il tempo di stand-by sarà aumentato di 10 minuti mentre quello di utilizzo massimo di un minuto. Se invece il tempo di utilizzo è più alto c’è qualcosa che non va. Nel primo caso la diagnosi è certa: usate troppo lo smartphone e non c’è nulla da fare, se non prendere i classici accorgimenti come la disattivazione dei dati (quando non servono), la riduzione della luminosità del display (che incide per il 20% circa) e la disattivazione di servizi come la localizzazione o le notifiche. Nel secondo caso invece c’è davvero qualcosa che non va: l’iPhone è in stand-by per l’utente segue a pagina 22 torna al sommario n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE L’azienda coreana condannata a pagare 120 milioni di dollari, meno dei 2,2 miliardi di dollari chiesti da Apple Samsung ha copiato Apple ma è una vittoria di Pirro Samsung ha infranto due brevetti appartenenti ad Apple, che a sua volta è colpevole di una violazione di Vittorio Romano BARASSI N uovo capitolo nella battaglia legale tra Apple e Samsung: una corte di San Jose ha, infatti, condannato Samsung al pagamento di ben 119.625.000 dollari per aver infranto volontariamente due brevetti appartenenti ad Apple e ha dichiarato colpevole l’azienda coreana di aver procurato danni alla società di Tim Cook anche per quanto riguarda un terzo brevetto. I brevetti in questione sono il numero 5,946,647 (funzionalità che trasforma sem- plice testo in funzioni) e il numero 8,046,721, il quale riguarda la celebre funzionalità Slide-to-unlock (ma questa violazione è stata riscontrata solo su alcuni dispositivi). Samsung ha preso spunto anche dal brevetto numero 8,074,172, che ha a che vedere con il sistema di auto-correzione degli errori di scrittura. Apple aveva citato Samsung per aver infranto cinque dei suoi brevetti, ma la corte ha deciso che l’azienda coreana non ha fatto nulla di male in relazione ai brevetti numero 6,847,959 (ricerca locale e sul web, in stile Spotlight) e 7,761,414, oggetto di discussione a causa della somiglianza dei sistemi di sincronizzazione dei dati (iCloud). Sul fronte opposto, la stessa corte ha anche analizzato le richieste di Samsung e fa dalla stessa Apple, la quale chiedeha decretato Apple colpevole del- va ben 2.2 miliardi di dollari di danni. l’infrazione involontaria del brevetto Secondo alcuni esperti, i circa 120 numero 6,226,449 (registrazione e milioni di dollari che Samsung dovrà salvataggio di immagini e audio) men- pagare ad Apple basteranno solo per tre ha assolto l’azienda di Cupertino coprire le spese legali. La questione, dall’accusa di violazione del brevetto però, è tutt’altro che chiusa. La corte si numero 5,579,239 (streaming video aggiornerà nelle prossime settimane durante le videochiamate/Facetime). Il poiché c’è ancora da valutare qualcorisultato? 158,400 dollari di danni che sa sul Samsung Galaxy S2 e ha dato alle due parti Apple dovrà “La sentenza di oggi ribadisce ciò che la possibilità corrisponi tribunali in giro per il mondo hanno già di fare ricorso, dere a Samstabilito: che Samsung ha volontariamente suggerendo sung. rubato le nostre idee e copiato i nostri pro- ad Apple di vaSamsung si dotti” Apple - via Re/code gliare l’ipotesi è mantenudi un appello a ta piuttosto cauta e ha preferito non rilasciare di- causa dell’evidente volontarietà nella chiarazioni mentre Apple ha commen- violazione di due dei cinque brevetti tato la questione dichiarandosi appena contestati. Ci sarà bisogno di ulteriori soddisfatta di un verdetto che eviden- approfondimenti e di altro tempo ma zia le chiare violazioni volontarie di così facendo Apple potrebbe incassaSamsung, ma che è del tutto lontano re fino a tre volte di più. Pronti per la dalle richieste avanzate diverso tempo prossima puntata? MOBILE Tutti i trucchi per migliorare l’autonomia dell’iPhone segue Da pagina 21 ma non per iOS, alcuni processi continuano a lavorare in background consumando batteria. Qui è davvero difficile identificare la causa (possono farlo all’Apple Store con utility specifiche) ma solitamente sono applicazioni poco ottimizzate e pare che Facebook sia una di queste. Destreggiarsi tra le infinite configurazioni è davvero difficile, se non impossibile: si potrebbe agire metodicamente disattivando un servizio per volta, disinstallando alcune apps e spegnendo i servizi in background per vedere cosa effettivamente consuma ma la cosa ha davvero poco senso. Quello che invece non va mai fatto è chiudere le applicazioni in background: iOS in realtà tiene solo lo stato memorizzato e non tutta l’applicazione in memoria, quindi chiudendolo e poi riaprendolo in realtà si consuma di più che tenere anche 50 apps in “finto” background. Dopo aver disattivato Facebook il nostro iPhone “indemoniato” ha comunque un’autonomia di circa 3 ore di uso, ovvero dopo una notte di ricarica alle 11 del mattino è già al 20% di batteria e minaccia di spegnersi: troppo poco. torna al sommario Decisione critica: ripristiniamo tutto Decidiamo quindi di giocarci le ultime due carte: il ripristino con backup e il ripristino totale. Il primo non aiuta molto: dopo aver ripristinato completamente l’iPhone (da iTunes o da menu) importando il backup l’impressione è quella di aver guadagnato qualcosa, in realtà ci sbagliamo, perché dopo qualche giorno la situazione sarà uguale a quella di prima. Il ripristino da backup ripulisce il sistema operativo, ma il problema spesso sono le apps installate e quando si ripristina il backup tutti i dati vengono reimportati e rimessi al loro posto, inclusi molti file temporanei e impostazioni tra le quali c’è anche quella che ha causato il problema. L’unica soluzione che ha funzionato è il ripristino globale come nuovo iPhone, una operazione che ci ha fatto perdere però i dati non salvati, dai record dei giochi (Candy Crush, sigh) ai setup, alle foto. Le cose più interessanti si possono salvare o tenere sul cloud, ovviamente, le altre vanno reinstallate stando però attenti a farlo gradualmente: solo così ci si accorge che è proprio una delle ultime apps aggiunte a causare problemi e finalmente si può intervenire (trovando una alternativa). Concert for one Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frutto della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tecnologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stesso creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibile in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la personalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ovvero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte- nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è infatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con microfono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gli amanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamenteP3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello, da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite il cavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple. Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi. www.audiogamma.it n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE One è un top smartphone che sarà in vendita a soli 299 euro, ma c’è il trucco Fenomeno OnePlus One: è solo marketing? Dietro l’azienda si nasconde Oppo, che detiene il 100% della azioni di OnePlus Lo smartphone sarà disponibile in volumi adeguati solo nel terzo trimestre 2014 di Roberto PEZZALI l 23 aprile, un’azienda nata da appena sei mesi di nome OnePlus, ha presentato One: uno smartphone top di gamma che, con 3 GB di RAM, lo Snapdragon 801 e un prezzo di 299 euro, è stato subito ribattezzato “flagship killer”. Costruito bene, con componenti di ottimo livello (il nuovo modulo camera IMX214 di Sony ad esempio), One può effettivamente giocarsi le sue carte contro i migliori smartphone del mercato, forte di un prezzo che è pari alla metà di quello a cui vengono venduti i modelli top Samsung, LG, Apple, Sony e così via. Quando si lancia una “bomba” ci si aspetta una reazione e al lancio di OnePlus One centinaia di appassionati, quasi esclusivamente “androidofili”, si son detti subito pronti ad acquistare il nuovo super smartphone orientale eleggendolo anche come uno dei migliori smartphone al mondo (senza averlo neppure visto). Ma cosa c’è dietro al fenomeno OnePlus One? Come è possibile che una azienda nata da 6 mesi possa lanciare sul mercato uno smartphone con queste caratteristiche e a questo prezzo? Che non tutto fosse rose e fiori lo si è capito quando OnePlus, con un post sul suo forum ufficiale, ha delineato la strategia distributiva del prodotto: Cambio al vertice della divisione Mobile di Samsung: secondo alcuni rumor l’azienda vuole un Galaxy S6 tutto nuovo I di Vittorio Romano BARASSI lo smartphone arriverà in volumi solo nel terzo trimestre 2014 e per i primi mesi ci sarà una distribuzione molto particolare. Al momento infatti sono disponibili solo 100 unità di One con 16 GB di memoria e chassis bianco, destinate ai 100 utenti che, sorteggiati dopo aver immesso la mail nel sito, saranno disposti a distruggere il proprio smartphone (e dev’essere un top di gamma) condividendo il video della distruzione. Altre unità verranno distribuite successivamente tramite un sistema ad inviti chiuso, ma anche in questo caso sarà una distribuzione assolutamente selezionata. Una scelta, questa, dovuta all’enorme richiesta che c’è stata dopo la presentazione internazionale dello smartphone, ma forse c’è dell’altro. OnePlus non è affatto una startup OnePlus One e Oppo Find 7 sono molto simili, arrivano dalla stessa fabbrica torna al sommario Samsung sostituisce il responsabile del design fondata da ex manager e da ex dipendenti di Oppo, ma è una azienda di cui Oppo detiene la proprietà al 100%. La stessa Oppo, famosa in tutto il mondo per aver lanciato ottimi smartphone, tra i quali il recentissimo Oppo Find 7 che, guarda caso, assomiglia davvero molto anche nelle caratteristiche tecniche al nuovo OnePlus One. Oltre al gioco di parole OnePlus One a certificare la presenza di Oppo alle spalle di OnePlus è emersa nei giorni scorsi la copia del modulo di registrazione della neonata società, che fa parte a tutti gli effetti di Oppo. One, il super smartphone, è un Oppo Find 7 destinato a quei mercati dove il brand Oppo non ha preso per la sua origine“orientale”: con un nuovo brand, un campagna di marketing più aggressiva e un prezzo super One può effettivamente riuscire dove Oppo, con i suoi ottimi prodotti, non riesce a sfondare. La distribuzione a singhiozzo, con i pezzi limitatissimi, rientra nell’operazione di marketing montata da Oppo con OnePlus: possibile che non avessero previsto un ordine di almeno 100.000 smartphone al momento del lancio? OnePlus One sarà disponibile sul mercato nel momento in cui i costi di produzione saranno tali da poter permettere di vendere il prodotto a quel prezzo senza rimetterci e in quel momento, probabilmente, saranno disponibili sul mercato smartphone con caratteristiche simili ad un prezzo simile. Samsung ha deciso di riorganizzare la divisione mobile dell’azienda; il riassetto riguarda essenzialmente la sezione dedicata al design, il cui capo Chang Dong-hoon è stato sostituito con il più giovane Lee Min-hyouk, fino ad oggi vice presidente del medesimo team. Samsung ci ha tenuto a specificare che è stato lo stesso Chang ad offrire le proprie dimissioni e che l’azienda ha in seguito deciso di affidare il delicato ruolo a Lee, già dal 2010 pezzo grosso della divisione design. Lee ha iniziato la sua esperienza in Samsung negli anni ‘90 disegnando automobili in occasione della breve (e sfortunata) esperienza che la casa coreana intraprese in seguito all’accordo con Renault; dopo quegli anni fallimentari, Lee è stato presto soprannominato “Mida” per la sua capacità di trasformare in oro tutto ciò con cui aveva a che fare. Secondo alcune voci provenienti dall’estremo oriente, Samsung avrebbe deciso di effettuare questo cambio al vertice in seguito alle polemiche sul design e sulla costruzione del Galaxy S5, smartphone molto simile nelle linee e nei materiali sia al modello di terza generazione che a quello di quarta. A questo punto è lecito sognare: il prossimo Galaxy S6 potrebbe davvero essere un prodotto diverso dalla tradizione della gamma, con la quale potrebbe segnare un taglio. Prima di vedere il risultato, però, occorre pazientare un annetto. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE Spunta in rete un renderering del chiacchierato primo smartphone di Amazon È questo il primo smartphone di Amazon? Il design è semplice ma elegante e ben rifinito, in alcuni dettagli è simile a iPhone di Paolo CENTOFANTI I l blog BGR, che nel passato recente ha rivelato molti dettagli sull’imminente smartphone di Amazon, ha ottenuto l’immagine di quello che dovrebbe essere il design definitivo del prodotto. Il rendering, che sarebbe ufficiale e confermato da diverse fonti, ritrare uno smartphone dal design semplice ed elegante che richiama in alcuni dettagli prodotti come l’iPhone (in particolare il bordo inferiore e il posizionamento degli altoparlanti e del connettore USB, che sembra quasi una porta lightning), pur mantenendo un look decisamente “alla Kindle Fire”. Come si nota, c’è un unico tasto centrale home sotto lo schermo, i classici controlli del volume e di blocco/sblocco schermo, mentre sul retro possiamo vedere fotocamera e flash. Da quello che si può dedurre, la bat- iOS 8 in arrivo Ecco il primo screenshot Spunta in rete l’immagine di iOS8 Una colonna in più e qualche app inedita la rendono credibile di Vittorio Romano BARASSI teria sembrerebbe non rimovibile e non sembrerebbe esserci spazio per schede microSD. Lo smartphone dovrebbe essere basato su un display da 4,7 pollici con risoluzione 720p, ma la vera particolarità sarebbe costituita da un sistema di 6 videocamere all’infrarosso frontali, capaci di determinare costantemente la posizione dei nostri occhi per renderizzare un sofisticato effetto 3D dell’interfaccia a schermo. Il sistema operativo e le sue funzionalità sarebbero i punti di forza dello smartphone di Amazon, che chiaramente sarà profondamente integrato con i vari servizi cloud del gigante dell’e-commerce. Secondo le indiscrezioni, Amazon potrebbe annunciare lo smartphone a giugno. MOBILE Secondo alcune fonti, Google avrebbe stanziato 1 miliardo per il programma Addio Nexus, arriveranno gli Android Silver? LG e Motorola avrebbero già aderito, gli altri non hanno ancora preso una decisione di Emanuele VILLA a notizia che Google sia prossima ad abbandonare il brand Nexus circola da un po’, ma c’è una novità assoluta: secondo alcune fonti, Google avrebbe stanziato un budget da 1 miliardo di dollari per convincere i produttori di smartphone ad aderire al programma Android Silver, cercando così di L torna al sommario far salire a bordo nomi del calibro di Samsung, LG, Sony, Motorola e altri ancora. Sempre secondo le ultime indiscerzioni, LG e Motorola sarebbero già della partita, gli altri non avrebbero ancora preso una decisione definitiva in merito. Ma di cosa si tratta? Di un cambio epocale, poiché di fatto Google abbandonerebbe la produzione di di- spositivi mobile (i Nexus, in pratica) concentrandosi sulla certificazione di dispositivi di terze parti, che al momento vengono identificati col nome di Android Silver. In pratica, Android Silver non sarà un telefono, ma ogni produttore che aderirà ne avrà uno o più di uno in gamma: saranno telefoni tipicamente di alta gamma e sui quali Google avrà controllo pressoché totale per quanto concerne il software, assolutamente standardizzato tra tutti i modelli. Verranno eliminate tutte le personalizzazioni dei singoli produttori e, al loro posto, verrà proposta un’esperienza utente unificata: esperienza utente che difficilmente sarà al 100% quella Android “stock”, poiché allora non vi sarebbe alcuna differenza tra gli Android Silver e le versioni Google Play già esistenti dei vari Galaxy, HTC One e via dicendo. Al prossimo WWDC Apple, quasi sicuramente, svelerà iOS 8 e dal web arriva un’ulteriore conferma: uno screenshot. Dall’immagine si percepisce un certo senso di novità: a conferma della maggiore grandezza del display del prossimo iPhone, spunta una quinta colonna di icone (e una riga in più, in totale si passa da 4x6 a 5x7), tutte caratterizzate dal design “flat” che Apple ha introdotto con la release 7 di iOS. L’autenticità di questo screenshot non è verificata, ma alcune nuove app di sistema sembrano giocare a favore della veridicità dell’immagine. Oltre alle applicazioni della suite iWork spuntano Healthbook, CarPlay e Watch Utility, tutte app di cui si è già parlato. A lasciare qualche dubbio sulla genuinità dello screenshot c’è il fatto che questo sia stato condiviso in formato 1600x966 pixel, una dimensione abbastanza strana, giustificabile con una risoluzione maggiore di un eventuale schermo più grande. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE SamMobile rivela le caratteristiche tecniche dell’atteso tablet Samsung Samsung Galaxy Tab S, il tablet più potente Avrà display Amoled da 2560 x 1440 pixel, CPU octa core e sensore di impronte di Emanuele VILLA l Galaxy Tab S non è semplicemente l’ennesimo tablet che Samsung ha intenzione di lanciare nel 2014 (l’ottavo, di fatto), ma è “il” tablet di cui si vocifera da un po’. Sì, quello con display WQXGA (2560×1600 pixel) con tecnologia Amoled e sensore di impronte, quello che dovrebbe essere – in buona sostanza – la versione tablet di Galaxy S5 con caratteristiche tecniche al top. La notizia viene data in esclusiva da SamMobile, le cui fonti hanno rivelato alcune caratteristiche tecniche interessanti: intanto le versioni saranno 4, due da 8,4’’ e due da 10,5’’, rispettivamente Wi-Fi (ac) e 4G/LTE. Parrebbe che Samsung abbia deciso di usare il proprio Exynos 5 Octa (5420) e di acquistare il modulo LTE da Intel al posto di impiegare un SoC Qualcomm, con l’evidente necessità di contenimento dei costi. Più in dettaglio, l’Exynos 5420 è un octa-core con 4 core Cortex A15 ope- I Sharp punta alla leadership come produttore di pannelli mobile: in programma tre LCD, da 5,5’’, 7’’ e 9’’ e 600 PPI di Emanuele VILLA ranti a 1,9 GHz e altrettanti Cortex A7 da 1,3 GHz, il tutto in configurazione big.LITTLE; come RAM, Samsung avrebbe optato per 3GB di LPDDR3 da 933 MHz e su una camera con sensore primario da 8 Mpixel e frontale da 2,1 Mpixel. Confermato anche il sensore di impronte digitali, che replicherà le funzioni già disponibili su Galaxy S5. Sempre secondo le fonti di SamMobile, il design ricorderà da vicino quello di Galaxy Tab 4, ma con bordi molto più sottili, mentre la cover posteriore sarà analoga a quella del Galaxy S5, con tanto di look similpelle. Inoltre, pare che Samsung sia già al lavoro per realizzare delle FlipCover che andrebbero a utilizzare un connettore proprietario disposto lungo la cornice. Il sistema operativo sarà Android 4.4.2, ma al momento non è chiaro se si tratterà del classico TouchWiz o di un Magazine UX, inaugurato con Galaxy Tab Pro. MOBILE L’azienda toscana ha presentato uno smartphone octa core con display IGZO NGM Forward NEXT, il selfie-phone dual Sim Per la fotocamera adotta una soluzione vintage, l’intero modulo può ruotare di 180° N di Michele LEPORI GM ha presenta lo smartphone Forward NEXT, un dispositivo con una combinazione di caratteristiche tecniche interessanti, unite al pieno supporto per la moda del momento: quella dei Selfies. Il processore octa core (non meglio specificato, ma operante a 1,7 GHz) è la caratteristica che balza immediatamente all’occhio leggendo la scheda tecnica, seguito a ruota dal display IGZO da 4,7” con vetro Dragontrail antiurto e fotocamera da 13 Mpixel. La tecnologia IGZO dovrebbe garantire qualità eccellente e consumi molto contenuti. Completano la scheda tecnica 1 GB di memoria RAM e 16 GB di memoria di archiviazione. Soluzione “rétro” per la fotocamera. Si perché torna al sommario Sharp verso il display 4K per smartphone e tablet NGM ha deciso, nell’epoca di selfies ed iphoneography, di resuscitare la fotocamera rotabile che tanto impazzava sui vari Nokia N90 & Co: la camera posta nella parte alta del dispositivo è infatti in grado di ruotare di 180° ed offrire agli autoscatti la stessa alta qualità delle foto scattate a soggetti terzi, avendo a disposizione autofocus, flash, HDR e smile detection. Il modulo di scatto, inoltre, è completamente integrato nello chassis rendendolo praticamente invisibile: unito al display IGZO saldato con soluzione di continuità, il design finale che si ottiene è davvero minimal. Come tutta la gamma NGM, anche il Forward NEXT nasce per dare la possibilità agli utenti di gestire indipendentemente due schede SIM: oltre alle funzionalità offerte da Android Jelly Bean 4.2.2, dal sito NGM è possibile scaricare un pacchetto chiamato “Funzioni Speciali” quali area privé, whitelist/blacklist, funzione antismarrimento, controllo remoto ed invio programmato di SMS. Forward NEXT è disponibile a un prezzo suggerito di 349 euro. La guerra all’ultimo pixel non conosce confini, soprattutto nel segmento “mobile”. Al momento, tra i produttori di pannelli lo scettro dello schermo più definito è detenuto da Japan Display, ma Sharp vuole guadagnare la leadership proponendo tre display da 600 pixel per pollice. Un articolo apparso su Nikkei annuncia, infatti, l’intenzione di Sharp di raggiungere i 600 PPI su display LCD da 5,5’’, 7’’ e 9’’ e anche in quello IGZO, puntando sulla qualità d’immagine e il risparmio energetico. A livello puramente teorico saremmo una spanna sopra a tutti i display attualmente in commercio: oltre i 469 PPI di HTC One e anche meglio di Oppo Find 7, che con il suo display QHD (2560 x 1440) su 5,5’’ occupa attualmente la prima posizione con 538 PPI. La produzione partirà la prossima primavera con il modello da 5,5’’, cui seguiranno le due versioni dedicate al mercato dei tablet. L’obiettivo di Sharp è consolidare la sua posizione nel mercato dei display IGZO e potenziare la sua presenza negli LCD con questi pannelli ad altissima risoluzione, sorretta da dati di mercato che parlano di un’impennata (fonte: DisplaySearch) dei pannelli da meno di 9’’ entro il 2018. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE Samsung ha presentato Galaxy K Zoom, ha una fotocamera da 20 Mpixel Ecco K Zoom, il “camera phone” Samsung Buone le specifiche, oltre allo zoom ottico 10x offre CPU hexa core e display 720p di Massimiliano ZOCCHI on un comunicato ufficiale, Samsung ha presentato Galaxy K Zoom, camera-phone che segue la strada tracciata lo scorso anno da Galaxy S4 Zoom, rappresentandone di fatto il logico successore. Ovviamente il fulcro del prodotto è la fotocamera, ben diversa da quella degli smartphone “normali” e basata su un sensore CMOS retroilluminato da 1 / 2.3” e 20,7 Megapixel, zoom ottico 10x, stabilizzatore ottico e ottica con apertura f/3.1-6.3, il tutto assistito dal flash LED. Come il modello precedente, assomiglia molto più ad una fotocamera compatta che ad uno smartphone, ma a differenza di Galaxy Camera, Samsung posiziona K Zoom come smartphone a tutti gli effetti, solo con un comparto fotografico d’eccellenza. C MOBILE Microsoft Smartwatch in arrivo? Microsoft potrebbe presentare a breve un dispositivo indossabile. La casa di Redmond, infatti, ha registrato all’ufficio brevetti degli USA un progetto relativo a un dispositivo adatto agli sportivi. Il dispositivo sarà personalizzabile grazie alla sua particolare forma: dal bracciale sarà, infatti, possibile rimuovere la parte hardware e inserirla in un altro, con colori diversi. Le applicazioni disponibili in questo smartwatch si divideranno in tre aree: Running - conta passi e anche contachilometri, grazie al GPS integrato Heart - un misuratore di frequenza cardiaca Fire - un’applicazione che fa una stima delle calorie bruciate durante l’allenamento Detto questo, ricordiamo che lo smartwatch Microsoft potrebbe essere presentato il 20 maggio, con la nuova linea Surface Mini. torna al sommario Hisense HS-U980 in Italia: design e prezzo interessante Grande display, dual SIM, design elegante e prezzo aggressivo. Queste le parole chiave del nuovo HS-U980 di Hisense in Italia a 229 euro Nonostante Samsung abbia deciso di differenziare il suo camera phone da Galaxy S5, K Zoom ne riprende alcune scelte di design come il retro con finitura puntinata, mentre per quanto riguarda la parte hardware troviamo un processore hexa core Samsung con un quad core da 1.3 GHz e un dual core da 1.7 Ghz, 2 GB di RAM, 8 GB di storage espandibile con microSD, display da 4.8” AMOLED HD con risoluzione 1280 x 720, batteria da 2.430 mAh, il tutto “mosso” da Android 4.4 KitKat. Anche la connettività è completa, tra LTE, Wi-Fi dual band, Bluetooth 4.0 e NFC. MOBILE Sony Xperia Z2 in vendita al prezzo di 699 euro Xperia Z2 è arrivato in ritardo È colpa di Android 4.4 Kit Kat di Roberto PEZZALI X peria Z2 è arrivato finalmente in Italia, con oltre un mese di ritardo rispetto alle aspettative. Un peccato, perché come dimostra il “tutto esaurito” dei pre-order su Amazon lo smartphone era attesissimo e Sony poteva davvero anticipare tutti proponendo per prima un top di gamma sul mercato. Ma cos’è successo davvero? Sony Italia ci ha parlato di “problemi con l’aggiornamento a Kit Kat”, ma è probabile che ci sia stato anche qualche problema di produzione, legato soprattutto alla certificazione IP68 waterproof e all’approvvigionamento di componenti, con Samsung che pare abbia fatto incetta di Snapdragon 801 per i suoi Galaxy S5. Xperia Z2 sarà in vendita, dove disponibile, a 699 euro e includerà nella confezione anche gli auricolari per la cancellazione acustica del rumore con DSP digitale, che valgono da soli circa 100 euro. In attesa di una prova completa del nuovo smartphone, vi rimandiamo alla nostra anteprima completa e dettagliata dell’Xperia Z2 fatta nel corso del Mobile World Congress 2014 di Barcellona. di Andrea ZUFFI Hisense, già presente nel mercato italiano dei TV e degli smartphone, ha presentato HS-U980, uno smartphone Android dual SIM dual standby (WCDMA+GSM) con una scheda tecnica di tutto rispetto e un design elegante al prezzo abbordabile di 229 euro. Il cuore di questo dispositivo è un processore quad core da 1,5 GHz con 1 GB di RAM (non meglio specificato), display multi touch da 5,5” con risoluzione 1280x800 pixel e tecnologia IPS. La fotocamera principale è da 8 Mpx con flash LED, mentre quella frontale è da 2 MPx. La memoria interna è da 4 GB, espandibile fino a 32 GB con scheda micro SD. L’autonomia è affidata a una batteria da 2.500 mAh e il sistema operativo è Android nella versione 4.2. HS-U980 presenta una certa cura nelle forme ed è sottile e leggero (pesa solo 145 grammi). Con un prezzo competitivo, il supporto Dual SIM e un generoso display, Hisense HS-U980 ha le carte in regola per incuriosire più di un amante dei phablet. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE SMARTHOME Alla Global Press Conference di IFA 2014, B/S/H presenta Home Connect Home Connect, la strada verso la casa 2.0 Il sistema “smart” gestisce elettrodomestici di marchi diversi. Lo vedremo a Berlino di Emanuele VILLA A lla Global Press Conference di IFA 2014, cui abbiamo partecipato, si sono tenute diverse presentazioni da parte di aziende che saranno presenti a settembre alla fiera di Berlino. Alcune di esse hanno pensato di rivelare qualcosa di nuovo: è il caso del gruppo B/S/H (Bosch/Siemens), che ha presentato il progetto Home Connect. Con la connettività e i servizi smart sempre più diffusi tra gli elettrodomestici piccoli e grandi, sorge un problema di interoperabilità tra apparecchi di produttori diversi, problema che B/S/H vuole risolvere con Home Connect. Tecnicamente parlan- do, Home Connect è una piattaforma complessa, con un protocollo proprietario e server centralizzati per rendere il tutto più “light” possibile dal punto di vista dell’utente, che potrà così con una sola app controllare e gestire apparecchi “connessi” di brand diversi: all’IFA 2014, B/S/H presenterà ufficialmente l’app (di cui possiamo vedere già alcune immagini in questa pagina), i brand che fanno parte del progetto e i primi grandi elettrodomestici certificati Home Connect. L’app permetterà di tutto e di più: non parliamo solo di accensione/spegnimento da remo- to, ma anche attività più complesse, come gestione delle funzionalità dei dispositivi, uso di tecnologie avanzate come NFC e possibile sfruttamento al 100% delle potenzialità dell’apparecchio. Alla Convention IFA 2014, B/S/H ha annunciato l’arrivo nel 2014 dell’app per iOS, mentre per android occorre aspettare il 2015. PC L’intento è di offrire una piattaforma compatibile con entrambe le architetture AMD rischiatutto: CPU X86 e ARM intercambiabile Skybridge è una soluzione che accontenta tutti. I primi risultati si vedranno nel 2015 di Emanuele VILLA A MD sa come vincere una guerra: basta schierarsi da entrambe le parti. Ecco perché con il suo prossimo progetto ha pensato bene di far convergere gli ecosistemi x86 e ARM all’interno di una stessa piattaforma “pin-compatible”. Il concetto perseguito da AMD è chiaro: l’azienda vuole offrire ai produttori una piattaforma compatibile con entrambe le architetture, partecipando a entrambi i mercati in modo più proficuo realizzando processori che siano intercambiabili sulla stessa motherboard grazie ad una identica configurazione. I primi risultati di tale progetto, il cui nome in codice è Skybridge, si vedranno nel 2015, quando l’azienda americana rilascerà una nuova famiglia di APU e SoC a 20 nm con processori ARM e x86 “pin-compatible”. Più in dettaglio, la versione ARM sarà a 64 bit e basata su core Cortex A57, prima in assoluto di AMD ad essere basata su architettura Heteroge- torna al sommario neous System Architecture, mentre la versione x86 sarà basata su core Puma+. Secondo le intenzioni di AMD, Project Skybridge sarà un progetto indirizzato a rivoluzionare la fascia bassa e media di mercato; per quella alta dovremo attendere il 2016, quando AMD presenterà K12, il suo primo core custom ARMv8 a 64bit che, insieme alla versione “corrispondente” x86 64bit, è stato realizzato sotto la supervisione di Jim Keller, nome noto soprattutto con riferimento agli Apple A4, A5 e AMD K8. Con K12, AMD mira a rivoluzionare i segmenti server, sistemi embedded e client a basso consumo, tipicamente tablet. Considerando la data d’uscita prevista, è probabile che i prodotti di K12 siano basati su processo a 16/14 nm FinFET, ma non vi è certezza in merito. La mossa è dovuta all’incertezza del mercato: nessuno oggi può dire se in futuro i computer andranno verso soluzioni embedded, se prevarrà Chrome OS o se Windows farà ancora la parte del leone: qualunque sia la tendenza AMD si farà trovare pronta. Symantec L’antivirus è ormai morto L’azienda simbolo della lotta ai virus informatici ammette che le difese informatiche vanno ripensate: gli antivirus moderni riescono a riconoscere solo il 45% delle minacce di Paolo CENTOFANTI “L’antivirus è morto”, un’affermazione forte che arriva dalle pagine del Wall Street Journal niente meno che per voce di Brian Dye, Senior Vice President di Symantec, una delle aziende simbolo della lotta ai virus informatici. Una tecnologia morta in termini economici, perché non è più in grado di generare crescita, ma anche perché sempre più inefficace contro le minacce informatiche moderne. Colpa di un paradigma ormai datato per combattere virus e malaware, tanto che Symantec non ha difficoltà ad ammettere che ormai gli antivirus tradizionali sono in grado di prevenire solo il 45% degli attacchi informatici. Per Symantec il guaio è anche commerciale, visto che i prodotti di sicurezza consumer valgono il 40% del proprio fatturato, che nell’ultimo anno ha segnato un -5%. Symantec ha cominciato da tempo a differenziare la propria offerta, includendo tool come password manager e anti-spam nella storica suite Norton, su cui Symantec continuerà comunque a puntare. Ma l’azienda è alla ricerca di un cambio di passo, tanto che ha già licenziato due CEO in due anni. Symantec sta sviluppando una nuova tecnologia per l’analisi e il riconoscimento di malware all’interno di una rete, mentre nei prossimi mesi lancerà un servizio di consulenza e intelligence per le aziende colpite da attacchi informatici specifici. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE PC Intel e Google fanno il punto su Chrome OS e annunciano molte novità importanti L’intesa tra Google e Intel sfida Microsoft Presentati i primi modelli con Core i3 Haswell di Dell e Acer, novità di Lenovo e Asus di Emanuele VILLA I ntel e Google sono sempre più vicine. Si è tenuta a San Francisco una conferenza organizzata congiuntamente dalle due aziende, con la partecipazione di Acer, Asus, Dell, HP, Lenovo, LG e Toshiba, un evento fondamentale per fare il punto su Chome OS, i Chromebook e tutte le principali derivazioni, oltre che per annunciare qualche nuovo prodotto. Le novità principali, che riguardano prodotti annunciati durante l’evento o di prossima introduzione, sono i primi dispositivi Chromebook marchiati Celeron e basati su SoC Intel Bay Trail-M con 11 ore di autonomia dichiarata, oltre ai primi notebook indirizzati alle prestazioni e dotati – per questo – di Intel Core i3 Haswell, il cui prezzo base è di 349 dollari, la disponibilità è prevista “a breve” e che comprenderà modelli di Acer e Dell. Molte le novità di prodotto presentate nel corso dell’evento, da parte di tutti i principali player di questo mercato: Lenovo, ormai produttore n.1 al mondo, ha annunciato i suoi primi Chromebook consumer, i modelli N20 e N20p, di cui abbiamo già parlato in una precedente news apprezzandone la versatilità: i dispositivi Lenovo ereditano infatti dalla linea Yoga la possibilità di essere usati come notebook in tutto e per tutto ma anche in modalità stand, con in più la novità del display touch. Dal canto suo, Asus ha annunciato due nuovi Chromebook, C200 da 11,6’’ e C300 da 13,3’’, con disponibilità per quest’estate. Per quanto riguarda Acer, infine, è stato presentato il Chromebook di nuova generazione (che al momento non ha un nome) basato su processori Celeron Bay Trail-M, con design più sottile, leggero e silenzioso rispetto alle precedenti edizioni. Sarà disponibile più avanti nel corso dell’anno. Infine, per quanto concerne i Chromebook basati sulle prestazioni, quelli con Core i3 Haswell per intenderci, Dell ha rinnovato Chromebook 11 e Acer Chromebook C720, quest’ultimo pensato per l’utilizzo in ambito educational e quindi disponibile alla ripresa della stagione scolastica per 349 dollari. PC Si chiama Wireless Plus, è un hard disk wireless che supporta sia DLNA che AirPlay Lo storage portatile secondo Seagate Wireless Plus è in versione da 500GB, 1TB, 2TB. Nessun cavo e ampia compatibilità S di Andrea ZUFFI eagate ha recentemente annunciato la sua nuova linea di dispositivi di memorizzazione portatile wireless. Vista la rapidità con cui proliferano nelle nostre tasche e nelle nostre case device e contenuti multimediali, l’adozione di un disco esterno facilmente raggiungibile e trasportabile è di sicuro aiuto. Wireless Plus di Seagate è un hard disk wireless appunto, utilizzabile ovunque grazie alla batteria interna con 10 ore di autonomia dichiarata. Garantisce lo streaming video in contemporanea verso tre differenti dispositivi, anche di contenuti differenti. La compatibilità è ampia in quanto Wireless Plus supporta sia DLNA che AirPlay, quindi conso- torna al sommario le di gioco, lettori Blu-Ray, sistemi audio, Smart TV e Apple TV. Inoltre, se utilizzato in modalità Hub, Wireless Plus permette di condividere una singola connessione ad Internet con tablet, smartphone, PC e altro fino ad un massimo di 7 dispositivi. Per la gestione dello storage e dei backup Seagate mette a disposizione degli utenti l’app gratuita Media per iOS, Android, Kindle Fire e Windows 8/RT. Wireless Plus può essere acquistato in tre diverse versioni. Si va dal più economico taglio da 500GB a 149.99 $ ai 199.99 $ per quello da 2TB. A metà strada la versione da 1TB a 179.99 $. Non esiste ancora un listino ufficiale per l’Italia, ma visti i prezzi USA e la spiccia conversione in euro cui siamo purtroppo abituati supponiamo che i prezzi saranno gli stessi anche nella nostra valuta. Apple aggiorna il MacBook Air, ma di nuovo c’è poco Aggiornamento della gamma di portatili ultra leggeri. Nessuno stravolgimento, niente display retina e solo un aggiornamento del processore di Paolo CENTOFANTI L’aggiornamento del MacBook Air è stato un annuncio in sordina, anche perché non si tratta di quello che qualcuno si aspettava, ma un semplice ritocco ad alcune specifiche. I nuovi modelli, già presenti sullo store online di Apple, sono praticamente identici a quelli dello scorso anno con l’unica eccezione del processore, che nella configurazione di base è stato sostituito con l’Intel Core i5 Haswell da 1,4 GHz anziché 1,3 GHz. Il monitor rimane quindi con risoluzione di 1366x768 pixel per il modello da 11” e 1440x900 pixel per quello da 13”. Già dallo scorso anno c’è chi si aspettava il passaggio a un display Retina anche sul MacBook Air come avvenuto su altri portatili Apple, ma l’azienda ha deciso di seguire una linea più conservatrice, anche perché, secondo indiscrezioni, sarebbe al lavoro su un nuovo MacBook Pro ancora più sottile. Insieme al nuovo processore arriva però anche un leggero taglio al prezzo di listino. Il nuovo MacBook Air da 11” parte da 929 euro, mentre quello da 13” parte ora da 1029 euro. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Primo diffusore portatile dell’azienda, con Bluetooth aptX e NFC Arriva Denon Envaya, il diffusore portatile Il diffusore è personalizzabile, con griglie colorate e altoparlanti proprietari di Roberto FAGGIANO S i chiama Envaya il primo diffusore portatile di Denon, costa 199 euro ed è dotato di tutte le più comode e performanti tecnologie per il collegamento wireless. Il diffusore infatti ha il Bluetooth in versione aptX con abbinamento semplificato NFC, in modo da connettersi immediatamente ai numerosi smartphone e tablet già dotati di queste tecnologie: non manca poi il classico ingresso minijack per collegare qualsiasi sorgente. Trattandosi di un prodotto Denon la tecnologia applicata è ben descritta sin dalla scheda di presentazione del nuovo diffusore: spiccano gli altoparlanti realizzati su specifiche, si tratta di un un passivo da 10 cm per le frequenze più basse e di una coppia di medio-alti da 57 mm per i due canali. Le dimensioni sono contenute (25x14x5 cm e pesa 1,5 kg), ma comunque sufficienti per non penalizzare la resa sonora. Per facilitare il posizionamento su un ripiano sul retro c’è un’aletta che si apre, come quella delle cornici per fotografie. Sono disponibili anche delle griglie colorate intercambiabili, in colore grigio, arancio, violetto e azzurro mentre il corpo del diffusore si può sce- gliere in versione nera opaca o bianca lucida. La batteria ricaricabile integrata ha un’autonomia di circa 10 ore e può essere sfruttata anche per ricaricare lo smartphone in caso di emergenza. Scopri Envaya Denon HI-FI E HOME CINEMA Cinque sintoamplificatori di fascia media in arrivo entro l’estate Aria di rinnovamento per gli ampli di Pioneer Spicca il VSX-924, un 7.2 con circuiti 4K compatibile con HDMI 2.0, ma manca il Wi-Fi di Roberto FAGGIANO R innovo primaverile per la fascia media dei sintoamplificatori Pioneer, si tratta di cinque modelli che possono coprire la gran parte delle esigenze degli utenti. I dati tecnici sono ancora preliminari, in particolare la potenza erogata viene fornita solo in maniera generica, ma è presumibile che i valori non si discostino da quelli dei modelli attuali. Tra i nuovi model- torna al sommario li spicca soprattutto il VSX-924 (549 euro), un 7.2 da 150 watt per canale ricco di funzioni e molto versatile, seppure ancora privo di connessione wi-fi per i servizi di rete. Le novità rispetto al modello dell’anno scorso riguardano la compatibilità con segnali 4K in modalità 50/60 tramite presa HDMI 2.0; inoltre nella sezione di conversione audio digitale/analogica viene utilizzato un chip della Sabre da 192 kHz/24 bit. Introdotto anche il Bluetooth con aptX che si affianca al consueto Airplay. Nel sistema di autocalibrazione è stata inserita una nuova funzione per l’equalizzazione del subwoofer. Oltre alla compatibilità con tutte le migliori codifiche Dolby Digital e DTS, è possibile riprodurre contenuti DSD stereo e multicanale. Sempre sul 924 troviamo l’AV Navigator, un software che permette di accedere a tutte le impostazioni dell’apparecchio direttamente dal web. Pioneer BDP-170 Blu-ray a basso costo con Miracast Pioneer presenta un nuovo lettore universale compatibile SACD, con Wi-Fi integrato e Miracast. È dotato di uscita analogica stereo, presenza ormai rara anche sugli apparecchi più costosi di Roberto FAGGIANO A breve distanza dall’uscita del modello 160, ecco il nuovo lettore universale di fascia media in casa Pioneer. Il nuovo BDP-170 (199 euro) mantiene una linea molto sottile, la connessione wi-fi integrata e la possibilità di riprodurre i dischi SACD; tra le novità la certificazione Miracast per riprodurre sul grande schermo i contenuti di smartphone e tablet oltre alla compatibilità con la nuova app iControl AV5. Aggiornamenti anche per i file riproducibili tramite DLNA oppure da chiavette USB, oltre ai consueti FLAC (fino a 192 KHz), WMA, MP3, MKV e DivX+ HD si aggiungono 3GP, FLV, MPEG e WMV. Il lettore è compatibile con i film in 3D. Tra le novità anche un avvio della riproduzione dei Blu-ray particolarmente rapido. Le connessioni in uscita comprendono una HDMI compatibile video 36 bit Deep Colour e 1080p/24 Hz, uscita digitale e audio analogico stereo, oltre a una presa di rete; sul pannello frontale troviamo la presa USB. Il lettore sarà disponibile entro l’estate. La lavatrice intelligente Un concentrato di tecnologia mai visto prima. Classe energetica A+++ -40% Con un consumo energetico annuo di 118 kWh, Intelius è la lavatrice con la maggiore efficienza energetica sul mercato (giugno 2012 – GfK). Haier Smart Technologies Smart Drive Motor® Motore Inverter innestato al cestello della lavatrice per un’ incredibile riduzione delle vibrazioni e della rumorosità. Smart Dosing Grazie al serbatoio per detersivo e ammorbidente, Intelius ne dosa automaticamente la giusta quantità e il risparmio è assicurato! Smart Detecting® Un sistema intelligente di rilevamento della durezza dell’acqua si associa a Smart Dosing per avere un perfetto ciclo di lavaggio. Smart Dual Spray® Due spray intelligenti lavano fibre e pelucchi lasciati sulla guarnizione dopo ogni ciclo di lavaggio. Scopri la nuova INTELIUS. www.haier.it n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE DIGITAL IMAGING Diverse e interessanti le novità rispetto al modello precedente Sony Alpha 77 II, alta definizione in 79 punti Tecnologia Translucent e nuovo sistema di messa a fuoco per foto nitide e definite E di Andrea ZUFFI rede dei modelli Alpha77 e Alpha700, la nuova fotocamera reflex Sony Alpha77 II propone miglioramenti in qualità dell’immagine, sensibilità, velocità di scatto continuo e funzioni video. La principale novità del modello Sony è il sistema di messa a fuoco automatica a rilevamento di fase a 79 punti, 15 dei quali a croce nell’area centrale del sensore. La nuova li Alpha77-II adotta inoltre la tecnologia Translucent Mirror per assicurare buone performance in ogni condizioni di luce e, mediante un nuovo algoritmo, migliora la nitidezza anche per gli scatti continui e a soggetti in movimento. Le stesse caratteristiche Dopo l’acquisto da parte di Facebook, l’azienda che ha inventato il famoso visore vuole creare un MMO di dimensioni immense di nitidezza sono apprezzabili nella cattura video che la Alpha77-II registra nel formato AVCHD in Full HD a 60p e 24p. Con il suo sensore da 24,3 Megapixel CMOS Exmor APS-C, la nuova Alpha77-II di Sony garantisce (a parità di pixel) una sensibilità maggiore del 20% rispetto al modello precedente (Alpha77). Il coprocessore d’immagine Bionz X contribuisce a ridurre il rumore in tutta la gamma di sensibilità che per questo modello va da 100 a 25.600 ISO. Notevole, inoltre, la velocità per lo scatto continuo a 12 frame al secondo, che consente di acquisire fino a 60 immagini consecutive alla massima risoluzione Jpeg. La fotocamera è dotata di Wi-Fi e NFC per la connessione a smartphone e tablet Xperia o ad altri dispositivi Android con NFC. Con la funzione Smart Remote Control lo smartphone si trasforma in un comando a distanza per scattare foto. Presente anche l’uscita HDMI. Il corpo in magnesio della Alpha77-II pesa 647 grammi ed è trattato per resistere a polvere e umidità. Il prezzo di listino è di 1.199 euro per il solo corpo oppure 1.799 euro corpo + obiettivo zoom 16-50 mm. GAMING Un appassionato americano è riuscito a far girare Crysis 3 a 8K di risoluzione Crysis 3 a 8k di risoluzione: impressionante Gli screenshot, ciascuno a 8.000 x 3.333 pixel, hanno un livello di dettaglio mai visto di Emanuele VILLA A l giorno d’oggi per sfruttare al massimo un TV 4K c’è bisogno dei videogame, ma che succederà quando il mondo richiederà contenuti 8K? Anche qui, giochi come Crysis 3 verranno in soccorso, a patto di poterli far girare su hardware all’altezza: un appassionato americano (nome in codice K-putt) è stato in grado di far girare il motore grafico di Crysis 3 in 8K, estrapolandone degli screenshot dimostrativi. Stiamo parlando di una risoluzione impressionante, con un livello di dettaglio mai visto prima: i fotogrammi sono torna al sommario Oculus VR vuole creare un MMO da 1 miliardo di player ognuno da 8000 x 3333 pixel, una modalità super-wide approssimabile all’8K, con ogni fotogramma da 26 Megapixel e svariati MB di peso.Vedere per credere, ma con una precisazione: prima che esista un computer (consumer, da esseri umani) capace di far girare in modo fluido un gioco del genere, di acqua sotto i ponti ne deve passare ancora parecchia. Ma è comunque un piacere per gli occhi… La gallery completa, con immagini originali da scaricare, è disponibile su Flickr. di Matteo ROSELLI Al TechCrunch Disrupt NY, il CEO di Oculus VR Brendan Iribe ha annunciato la volontà di creare un MMO (Massive Multiplayer Online) dalle proporzioni leggendarie, ovviamente pensato per l’impiego con Oculus Rift, il famoso visore per la realtà virtuale. Sembra che nonostante l’acquisto da parte di Facebook, la società mantenga le promesse e continui a lavorare nello sviluppo di videogiochi. Ma sarà possibile creare un MMO di proporzioni così vaste? No, diciamo noi, ma il CEO di Oculus VR ritiene che, grazie al potere mediatico offerto da Facebook, questo progetto sarà quanto meno perseguibile. In realtà, il fatto che possa esistere un MMO da un miliardo di persone è una “sparata” bella e buona; i più popolari MMORPG del mondo, World of Warcraft e le decine di MMO gratuiti, hanno una popolazione che si calcola in decine di milioni, e oltretutto nessuno dei player ha un visore in testa. Ciò nonostante, l’idea di realizzare un MMO sterminato per permettere agli utenti di usare al massimo Oculus Rift è una gran notizia per i videogiocatori, ansiosi di provare sul campo il visore. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Lo abbiamo provato e “stressato” non poco per un’intera settimana: vale veramente i 649 euro che costa? Sony Xperia Z2 Tablet: potenza in abito “skinny” Display 10.1’’ con pannello Triluminos, Snapdragon 801, design Omnibalance, waterproof, sottilissimo (6,4 mm) D di Emanuele VILLA iciamocelo: i tablet delle ultime generazioni si assomigliano un po’ tutti. C’è quello più sottile, quello rifinito meglio, quello più piccolo e quello più potente, ma chi è abituato a vederne tanti, ha spesso e volentieri difficoltà a distinguerli. Per questo, estrarre dalla confezione un tablet come il Sony Xperia Z2 è una bella cosa: finalmente un tablet diverso dalla media, con una linea forte e caratteristica, con un design che ha solo lui e che lo distingue da altri cento. Poi intendiamoci, parlando di approccio estetico, le scelte del design Omnibalance possono piacere e non piacere, ma almeno c’è davvero qualcosa di originale. È grande, squadrato e sottilissimo. Grande non solo per via del display da 10.1’’, ma anche (e soprattutto) perché il display è circondato da una cornice spessa su tutti i lati, anch’essa caratteristica del design Sony finalizzata a favorire l’impugnatura e quindi una precisa scelta ergonomica. Sottilissimo: sì, proprio skinny, 6,4 mm, bisogna provarlo per rendersene conto, ma le immagini rendono abbastanza bene l’idea. Quello che si percepisce, e che si può trasmettere, è che nonostante la sottigliezza, la solidità non ne risente: non si piega, nell’uso sbadato di tutti i giorni non emette suoni sinistri, non si graffia e tira avanti senza problemi. È anche waterproof e, di conseguenza, ha tutti i classici sportellini sul profilo cui Sony ci ha già abituati con l’edizione precedente e con tutti i suoi terminali di alta gamma degli ultimi anni. Poi si potrebbe andare avanti mesi a discutere sulla reale utilità di un tablet waterproof: difficile cada inavvertitamente nella vasca da bagno o in piscina (qualcuno legge il giornale sotto la doccia o nella vasca?), gli schizzi in cucina non fanno paura neppure ai tablet normali, ma d’altronde difficilmente Sony avrebbe potuto realizzare un design migliore, quindi va bene così. Magari avrebbe eliminato gli sportellini, che per torna al sommario video ab 649,00l€ Sony Xperia Tablet Z2 LA QUALITÀ CHE SI PAGA Xperia Z2 Tablet è un ottimo dispositivo, dal design curato nei minimi dettagli e molto fine allo sguardo, con una dotazione hardware allo stato dell’arte e “personalizzazioni” software Sony che non snaturano la natura di Android, al massimo la arricchiscono. L’esperienza d’uso è positiva sia sotto il profilo della produttività, sia dello svago, e tra l’altro sono anche disponibili diversi accessori che arricchiscono e completano l’esperienza in vari ambiti di utilizzo. Qualche imperfezione la si trova: il display, per quanto molto appariscente e di sicuro impatto, ha una risoluzione inferiore rispetto ai concorrenti più titolati, l’autonomia è nella norma senza eccellenze e il prezzo è elevato, soprattutto per la versione dotata di connettività cellulare. Ma volendo guardare il quadro nel suo complesso, i limiti di Z2 non sono altro che piccoli nei all’interno di uno dei migliori tablet sul mercato. Da prendere in seria considerazione, budget permettendo. 8.8 Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo 9 9 Design eccellente COSA CI PIACE Potenza da vendere Ottima dotazione di accessori 10 8 COSA NON CI PIACE quanto indispensabili e del tutto invisibili a tablet chiuso, una volta aperti non sono di certo la cosa più bella del mondo, ma pazienza. Apprezzabile il rivestimento posteriore, un materiale plastico che isola e favorisce la presa, evita che il tablet scivoli e cada al suolo. Anche perché Xperia Z2 è certificato IP55 e IP58 contro acqua e polvere, di sicuro non contro i crolli verticali. Non ci abbiamo provato, non fatelo neanche voi. Dotazione classica: tablet, cavo micro USB e alimentatore da presa. Ci siamo un po’ stupiti di non trovare neanche un auricolare, considerando tra l’altro la tradizione del marchio. Il prezzo è quello tipico dei top di gamma: si parte da 499 euro per la versione Wi-Fi da 16 GB e si arriva a 649 euro per la versione LTE, oggetto di questa prova e anch’essa da 16 GB. Prezzo superiore anche all’iPad Air, che in versione Wi-Fi + Cellular da 16 GB è proposto a 599 euro, e al Galaxy Note Pro 10.1 di Samsung, la cui versione “equivalente” costa 549 euro di listino. 9 8 Risoluzione display inferiore ai migliori competitor Prezzo elevato Mamma mia, che colori! Xperia Z2 Tablet attira l’attenzione. L’abbiamo portato con noi un po’ ovunque, dagli appuntamenti di lavoro al tempo libero, e ha più volte conquistato gli sguardi delle persone: perché è sottilissimo, è grande ed è bello. Punto. Ma del design si è già detto, vediamo ora cosa c’è dentro: c’è innanzitutto un display Full HD IPS da 10.1’’, uno Snapdragon 801 da 2,3 GHz con Adreno 330 come GPU e 3 GB di RAM. Concentriamo le nostre attenzioni sul primo: sarà in parte la tecnologia Triluminos, con tanto di gamut esteso, sarà (soprattutto) l’X-Reality for Mobile attivato di “default”, ma qui c’è davvero l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di (molto) diverso dalla norma. X-Reality for Mobile agisce, infatti, sull’immagine in modo importante: con un Edge Enhancement selettivo, con un Noise Reduction discretamente efficiente e, soprattutto, con l’Intelligent Image Enhancer che esalta la vividezza dei colori. Ecco perché l’impatto è così “forte” e diverso dalla media degli altri tablet: la vividezza d’immagine è spinta, i colori sono sasegue a pagina 34 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Tablet Sony Xperia Z2 segue Da pagina 33 turi, brillanti, molto incisivi. Ci vuole poco ad accorgersene: a parte che basta osservare uno dei molti sfondi messi a disposizione da Sony, ma poi è sufficiente scaricare alcuni trailer tramite Video Unilimited (che ora è integrato nell’app Film di Sony) per ottenere conferma di quanto sopra; la resa cromatica di The Amazing Spiderman 2 è brillante, intensa, come si conviene a un titolo del genere. Poi apriamo Album e scopriamo che ci sono decine di foto precaricate che ritraggono i luoghi più belli del pianeta: colori intensissimi anche qui, vividezza al massimo grado con l’aggiunta di un livello di dettaglio notevole. Superata l’emozione iniziale, che indubbiamente c’è, ci si rende anche conto che brillantezza cromatica è sinonimo di grande impatto visivo (provare per credere) ma meno di naturalezza: così come la tuta di Spiderman è uno spettacolo per gli occhi e gli effetti visivi lasciano a bocca aperta, l’incarnato dei protagonisti ci è sembrato un po’ troppo “spinto” in certe situazioni, con rossi abbastanza invadenti. Chi volesse un’immagine più neutra possibile può intervenire manualmente disattivando X-Reality e regolando il punto di bianco. Probabilmente non raggiungerà mai un’immagine totalmente neutra, ma d’altronde questo non è un tablet dedicato ai professionisti della grafica: l’impatto visivo resta eccellente nell’uso di tutti i giorni, e al 99% delle persone questo basta e avanza. Buono l’angolo visuale, il contrasto è abbastanza spinto anche se, non essendo un OLED, lo “stacco” tra display e cornice è percepibile: luminosità nella media, che rende possibile l’esperienza outdoor ma a patto di voler dribblare tutti i riflessi cui inevitabilmente questo tablet è soggetto. La risoluzione Full HD è adeguata per ogni scopo, dalla scrittura ai videogame e alla visione delle foto, ma visto il costo elevato, si può criticare Sony per non aver dotato il suo tablet di punta con un QHD (2560 x 1440), ed è un peccato perché, tra l’altro, la dotazione hardware l’avrebbe supportato senza problemi. Sotto questo profilo, sarà per il prossimo Tablet Z3. Lavoriamoci su… anche con la tastiera Bluetooth Tablet Z2 è dotato di Android 4.4.2 di base, con tutte le personalizzazioni Sony che siamo abituati a vedere nei telefoni: troviamo, dunque, le app Walkman, Album e Film per i contenuti multimediali, tre app basate sulla medesima piattaforma e logica di utilizzo; esse servono non solo a registrare e riprodurre contenuti multimediali dell’utente ma anche per la loro condivisione (DLNA incluso) e per l’accesso ai servizi di streaming di Sony, ovvero Music Unilimited e Video Unlimited. torna al sommario Una volta entrati nella logica di utilizzo, ci si rende conto di quanto siano ricche di funzionalità e offrano un’esperienza d’uso davvero piacevole. Ma visto che a Sony la logica dei tre ambienti separati per musica, foto e video non soddisfava appieno, è arrivata anche l’app What’s New che all’interno di una schermata graficamente piacevole, mostra una serie di contenuti consigliati e accessibili dalle varie piattaforme di casa Sony. Ma c’è tantissima altra roba: Socialife per tenere traccia del proprio mondo “social” in un unico ambiente, Xperia Lounge per ulteriori contenuti multimediali, il Reader by Sony per le letture e Sony Select che si manifesta in una serie di consigli sulle app più utili e/o divertenti da scaricare. Per lavorare c’è OfficeSuite7, che supporta pienamente documenti Word, fogli di calcolo Excel e presentazioni Power Point, un punto di partenza interessante per chi vuole usare Tablet Z2 soprattutto per lavorare. L’approccio di Sony è abbastanza equilibrato per quanto concerne le personalizzazioni di Android: ha tantissime app proprietarie ma non stravolge la logica di base del sistema, lasciandola il più possibile “intatta” e senza effetti speciali: per questo l’abbiamo apprezzato. Per quanto concerne la routine lavorativa, l’esperienza d’uso è stata appagante: la potenza è sovrabbondante per gli usi classici e non ci si deve minimamente preoccupare di passare dalla mail a un documento a un foglio di calcolo, poi a un appunto e alla navigazione web, magari con uno Spotify in costante sottofondo. Va tutto liscio come l’olio. L’unica cosa che non ci ha fatto esultare è proprio lo spessore delle cornici: dovendo usare spesso la tastiera on-screen in modalità Landscape, si fa fatica a raggiungere la porzione centrale del tablet anche con mani “voluminose”. Due soluzioni: o lo si appoggia da qualche parte o si usa la tastiera Bluetooth, che avevamo in dotazione per la prova. Il pairing è questione di due secondi e la sensibilità è buona: se si devono scrivere testi lunghi, è una manna, ma non pensate di poter trasformare Z2 Tablet in un notebook solo collegandogli una tastierina esterna. Non c’è trackpad né mouse, quindi il tablet va comunque controllato con le dita (controllarlo solo con la tastiera è impraticabile, nonostante vi siano tasti funzione dedicati, come quello per le e-mail) e la tastiera quando c’è da scrivere molto. Ciò premesso, è un accessorio quasi fondamentale per il business, e funziona davvero bene. Giusto per dovere di cronaca va detto che la memoria interna è di 16 GB (non c’è modello LTE da 32 GB, solo quello Wi-Fi) ma c’è ovviamente lo slot micro SD; il Wi-Fi supportato è anche in versione ac. Una serata di pausa Serie TV e tanti giochi! La parte dedicata alla potenza del dispositivo, che viene fuori in ambito multimediale, è inevitabilmente prevedibile. Con uno Snapdragon 801, una GPU Adreno 330 e 3 GB di RAM, l’ipotesi che il tablet “faccia fatica” in situazioni ad alto carico è remota. E, infatti, abbiamo scaricato decine di giochi, tra cui Alphalt 8, Fifa 14, GT Racing 2 e via dicendo, ottenendo sempre prestazioni al top della categoria: un’immagine solida dal punto di vista cromatico e della definizione, unita a fps in gran quantità, rende la sessione di gioco piacevole e coinvolgente; poi c’è anche la possibilità di collegargli un controller Dual Shock 3 per vivere una vera e propria “esperienza PlayStation” con giochi predisposti; gli utenti PS4 potranno invece sfruttare la tecnologia 2nd screen e usarlo come display secondario per informazioni e dati di gioco supplementari. Per vedere i film, invece, Sony propone un accessorio/telecomando ad hoc, utile soprattutto per chi è spesso fuori casa e vuole usare il tablet come display “TV” per i momenti di relax. Compresa all’interno del tablet c’è la suite Sony PC Companion, che consta di diversi software tra cui quello per l’importazione dei contenuti e dei contatti da un precedente telefono/tablet, un file manager, un’agenda e quello che più interessa ai nostri fini: Media Go. Si usa in modo piuttosto intuitivo e serve per sincronizzare i contenuti multimediali tra il PC e il tablet. Abbiamo caricato Z2 Tablet di tutto: alcune puntate di serie TV 720p H.264, filmati 1080p H.264 ad alto bitrate, ottenendo sempre un’immagine molto fluida e dettagliata. Colpisce la “potenza” dei piccolissimi altoparlanti frontali, che non saranno in grado segue a pagina 35 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE La presentazione di LG G3 è prevista il 27 maggio in tutto il mondo, probabilmente sarà disponibile a luglio LG Display conferma: il G3 avrà un pannello Quad HD Il prossimo terminale “flagship” dell’azienda avrà un display Quad HD da 5,5 pollici, con 538 Pixel-per-Inch di Emanuele VILLA onostante il prossimo terminale top di gamma LG verrà annunciato solo il 27 maggio, l’azienda conferma indirettamente una delle sue caratteristiche più attese, ovvero il pannello LCD da 5,5’’ con risoluzione Quad HD, che rappresenta un passo avanti importante (quanto meno sotto il profilo “quantitativo”) rispetto al già ottimo Full HD del G2. La conferma arriva indirettamente, dicevamo: sì, perché LG Display ha annunciato, in un comunicato stampa, che il suo display da 5,5 pollici “La certifica arriva poco tempo prima della presentazione del nuovo pannello LCD Quad HD che farà parte del prossimo terminale flagship di LG, previsto al lancio nella prima parte dell’anno.” N Quad HD (2.560 x 1.440) ha superato i test di qualità condotti da NEMKO, un ente norvegese appositamente dedicato alla certifica degli apparecchi elettronici. Ma è soprattutto un passaggio del comunicato stampa di LG Display a chiarire ulteriormente la situazione: una delle prime immagini “rubate” dell’apparecchio. Il display di LG G3 avrà dunque una risoluzione di 2.560 x 1.440 punti su 5,5’’, che si traducono in 538 PPI. Considerando tutte le informazioni leaked negli scorsi giorni, è plausibile che il terminale venga lanciato sul mercato subito prima dell’estate, indicativamente a luglio. Qui sotto TEST Tablet Sony Xperia Z2 segue Da pagina 34 di esprimere una qualità sonora d’eccellenza (d’altronde, le dimensioni sono quelle che sono), ma quando vogliono “fanno la voce grossa”, permettendo all’utente di gustarsi un film anche a distanza e senza l’uso delle cuffie, magari con il piccolo telecomando accessorio. E questo, stante la finalità del tablet, è un aspetto molto interessante. Fotocamera apprezzabile ma resta un tablet Il software della fotocamera è quello standard dei dispositivi Xperia. Nonostante sia un tablet, e quindi con un comparto fotografico sottodimensionato rispetto a uno smartphone, i dati di targa sono interessanti: la fotocamera principale è da 8,1 Megapixel con sensore Exmor RS for Mobile, mentre per quella frontale, Sony ha optato per un modulo da 2 Megapixel Exmor RS. Le funzio- torna al sommario nalità di scatto sono tantissime e, come anticipato, analoghe a quelle dei dispositivi smartphone Xperia: passiamo da una modalità di scatto completamente automatica, che regola in autonomia i parametri di scatto a seconda delle condizioni concrete, a una totalmente manuale, nella quale l’utente può regolare il tipo di scena (Paesaggio, Ritratto notturno, Notturno, Alta sensibilità, Animali, Neve, Spiaggia…), il bilanciamento del bianco, la risoluzione di scatto (2, 3, 5, 8 Megapixel, alternativamente in 16:9 e 4:3), timer, modalità di messa a fuoco comprensiva del rilevamento volto e messa a fuoco touch, HDR (anche per i video), ISO fino a 1600, stabilizzazione e uno zoom 8x digitale. Discorso analogo per quanto concerne il video, registrabile fino a 1080p con Smile Shutter e HDR. Non c’è flash, ma sono poi disponibili alcune funzioni creative Sony, come lo Sfondo sfuocato, che cerca di ottenere un effetto simil-bokeh mediante più scatti consecutivi e sfocatura progressiva; i risultati sono apprezzabili solo in condizioni ottimali, ovvero oggetto in primo piano a 30 cm e sfondo a circa 5 metri, poiché in generale l’effetto appare un po’ artefatto e, in alcune circostanze, l’app ci avvisa che non può sfocare lo sfondo. Ci sono poi gli AR Effect che sovrappongono disegni e cartoon alle foto, e gli effetti creativi piuttosto aggressivi ma di sicuro impatto. Oltre all’ormai consueto scatto panoramico. Qui sotto, alcune foto scattate di giorno con impostazione automatica. Trattandosi di un tablet, la qualità è più che accettabile, ma cala in modo netto in condizioni di scarsa luce, dove si mantiene luminosa ma perde di dettaglio in modo evidente. Infine, l’autonomia: la batteria da 6.000 mAh è in grado di assicurare una routine di svago/lavoro completa, con l’ulteriore possibilità di inserimento della modalità Stamina per il raddoppio (o quasi) dell’autonomia. Sotto questo profilo, le prestazioni sono nella norma: il tablet arriva a sera anche se viene usato in modo intenso, ma non fa miracoli e non promette autonomia da urlo. Ogni sera va ricaricato, come da tradizione. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Il tablet LG è molto versatile, compatto e ha caratteristiche tecniche invitanti, offerte a un prezzo è equilibrato LG G Pad 8.3 in prova, tablet per tutta la famiglia L’ottimo display e la qualità audio fanno del G Pad 8.3 un tablet consigliabile soprattutto per l’intrattenimento I di Andrea ZUFFI l G Pad 8.3, ultimo nato in casa LG, è un tablet di fascia media dalle caratteristiche interessanti. Pur non vantando un’ampia gamma di prodotti in questo segmento, LG incuriosisce con un dispositivo dalle caratteristiche accattivanti e rivolto principalmente a un pubblico che ne faccia un utilizzo domestico per entertainment, gaming e navigazione web. Lo schermo è un 8,3’’ IPS da 1.920 x 1.200 pixel con una densità pari a 273 PPI e una luminosità di 330 nit, rigorosamente sovrastato da Gorilla Glass. G Pad 8.3 Ha un processore quad core Snapdragon 600 a 1.7 GHz, con 2GB di RAM e 16GB di memoria interna espandibile fino a 32GB tramite slot micro SD. La GPU è la Adreno 320. Per quanto riguarda la connettività, troviamo Wi-Fi a/b/g/n e Bluetooth 4.0, ma niente modulo 3G/LTE. La fotocamera principale è da 5 Mpx, mentre quella frontale da 1.3 Mpx. Il prezzo di listino è di 299 euro, in linea con quello dei suoi principali competitor, Samsung Galaxy Tab 3 e Nexus 7, quest’ultimo più piccolo, più leggero e con anche 4G e NFC. Con la stessa cifra, o poco meno, si può anche puntare all’iPad Mini, ma non alla versione Retina, che parte da circa 100 euro in più. Inoltre, visto il differente sistema operativo ed ecosistema, il paragone è comunque azzardato. LG ha lavorato molto sulla customizzazione del G Pad 8.3, costruendo sulla versione 4.2.2 di Android un sistema votato alla semplicità d’uso, all’integrazione con altri dispositivi, quali smartphone, TV (LG e non) e alla fruizione di ogni tipo di contenuto multimediale. Vedremo nel corso della prova i benefici per l’utente di funzioni come QSlide, QPair, SmartVideo, Toc Toc, QuickRemote e delle altre app esclusive pre-installate da LG. Esperienza d’uso appagante Tante le app LG G Pad 8.3 di LG è un tablet dalla forte personalità, a partire dalle dimensioni. Con i suoi 8.3 pollici di diagonale, si distingue per leggibilità nell’universo dei dispositivi a 7”, ma rimane più maneggevole e trasportabile di un 10 pollici. La scocca è monoblocco, con la parte posteriore in alluminio satinato, che gli dà un tocco di classe in più; una scelta piacevole, ma resta da capire come mai lo chassis non sia tutto in alluminio, ma solo in parte. Grazie alla cornice ridotta, che ai lati del display misura 7,2 mm, e al corpo sottile, il tablet sta comodamente in una mano, il peso è in linea con gli altri dispositivi della categoria. L’utilizzo di questo dispositivo nella routine di tut- torna al sommario video lab LG G Pad 8.3 299,00 € TABLET DA SALOTTO E NON SOLO... Questo è un tablet ideale per tutta la famiglia. La sua forte vocazione multimediale, unita all’ottimo display e a un audio potente ne esaltano l’attitudine verso video, foto e gaming. L’assenza della rete cellulare e la presenza del telecomando a infrarossi rendono G Pad 8.3 un potenziale protagonista del salotto. Versatilità e trasportabilità lo rendono comunque adatto ad essere usato anche in ambito lavorativo, data la presenza della suite Polaris Office e della gestione multi-utente, che permette di mantenere impostazioni e applicazioni differenti per i diversi utenti, anche a tutela dei dati personali e della privacy. Visti i molti punti di forza, reputiamo questo G Pad 8.3 di LG un prodotto di buona qualità indicato soprattutto per lo svago. In rapporto alle specifiche tecniche e alle funzionalità, il prezzo ci sembra equilibrato e in linea con altri prodotti della stessa categoria. 8.3 Qualità 8 Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo 8 Qualità del display COSA CI PIACE Ergonomia App personalizzate LG 9 9 COSA NON CI PIACE ti i giorni è piacevole grazie alla definizione e alla luminosità del display, alla resa dei colori, la cui vividezza è marcata e all’ampio angolo di visione. Che si guardi un filmato a 1080p, che si giochi a Real Racing 3 o si navighi su siti web, anche non ottimizzati, l’esperienza d’uso è positiva. A onor del vero bisogna mettere in conto che non si tratta di un top di gamma dalle caratteristiche non-plus-ultra: nonostante i test con AnTuTu risultino soddisfacenti, con un posizionamento al quinto posto della classifica generale, saltuariamente si notano dei lag, ma solo se si mette sotto stress il processore eseguendo molte applicazioni contemporaneamente. Scarichiamo subito Asphalt 8 e addentriamoci in un torneo: la giocabilità è ottima e il dettaglio eccellente grazie all’elevata risoluzione del pannello, mentre le prestazioni riescono a mantenersi a un livello appagante; il framerate è abbastanza elevato e, soprattutto, non si nota alcun rallentamento e microblocco, neppure nelle situazioni più concitate. L’Adreno 320 di Snapdragon 600 mostrerà 9 8 Qualità della fotocamera Assenza versione “Cellulare” sicuramente i propri limiti rispetto all’Adreno 330 di Snapdragon 800 e 801, ma al momento non sono marcati e, soprattutto, non incidono sulla giocabilità. In pratica, per essere un tablet di fascia media l’esperienza d’uso è più che apprezzabile: potete navigare con musica in background, giocarci (anche qui, ascoltando musica), lavorarci e usare le app proprietarie in multitasking senza problemi; in condizioni di routine quotidiana, la fluidità e la reattività del pannello touch rendono le operazione piacevoli e naturali. Qualche problemino invece ce lo ha dato la regolazione automatica della luminosità, che non sempre risponde in modo ottimale al cambiamento delle condizioni di luce. Per l’inserimento del testo è disponibile una tastiera standard a 5 righe chè può essere separata al centro, in modo che le due metà siano più vicine ai bordi laterali del pannello e quindi tutti i tasti possono essere raggiunti comodamente con i pollici senza essere costretti ad estensioni innaturali delle dita. segue a pagina 37 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST di sincronizzare in automatico gli appunti presi con QuickMemo, un’app con la quale si può scrivere o segue Da pagina 36 disegnare su qualunque schermata in sovraimpressione e poi salvare il risultato come immagine. E ancora, con QPair si ha la possibilità di far squillare il Sono molte le personalizzazioni software di quetelefono quando non lo si riesce a trovare: infallibisto tablet, che ovviamente richiamano quelle che le, oltre che impagabile. La prova di QPair si conla stessa LG adotta sugli smartphone. Qpair, per clude con quello che LG chiama Sticker, cioè una esempio, è una delle applicazioni più interessanti icona dell’ultima applicazione aperta che compare che LG ha integrato sul G Pad allo scopo di semsempre quando posiamo un dispositivo e iniziamo plificare l’interazione con altri dispositivi. Una volta ad utilizzare l’altro. Testati varie volte, questi Sticinstallato QPair anche sul proprio smartphone (non kers funzionano bene. Ecco un esempio reale di per forza di LG, purché esegua Android 4.1 o supeutilizzo: in casa col tablet collegato al Wi-Fi si cerca riore) e, dopo aver eseguito l’accoppiamento inziacomodamente su Maps la destinazione da raggiunle via Bluetooth, è possibile utilizzare i due appagere, poi si esce, si sale in macchina e attivando lo recchi come un unico sistema. Dopo aver provato smartphone ci si ritrova in bella vista l’icona di Maps QPair con vari smartphone, tra cui un Galaxy S3, si e si è pronti a partire. può affermare che l’integrazione è efficace e semTra le altre “personalizzazioni” del G Pad 8.3 troplifica realmente nel quotidiano. Le feature di queviamo QSlide, che consente di aprire fino a due sta app non sono tantissime, ma la filosofia è confinestre, anche in trasparenza, con varie applicavincente e i benefici tangibili. Per esempio, mentre zioni (non tutte però, solo quelle disponibili nella si sta lavorando al tablet e si riceve un SMS (cosa riga dedicata a QSlide nella barra delle notifiche) che di per sé G Pad non potrebbe ricevere), una e di spostarle a piacimento sullo schermo. Con notificica di Twitter, Facebook o WhatsApp sul teSlide Aside, invece, è possibile realizzare un vero lefono, questa sarà immediatamente inoltrata al multi-tasking in stile desktop. Appoggiando infatti G Pad. In questo modo si potrà rispondere senza 3 dita sullo schermo e facendole scorrere da dedover nemmeno guardare lo smartphone. Lo stesstra verso sinistra si può portare in background una so dicasi per le chiamate in entrata, per le quali si applicazione, ripetendo l’operazione fino ad un vedrà direttamente sul display del tablet il nome del massimo di 3 volte. Ovviamente, queste operazioni chiamante, potendo decidere di rifiutare in modo sono estremamente “esose” in termini di potenza “secco” oppure con un SMS di cortesia preventivadi calcolo ma, nonostante l’utilizzo serrato ai fini mente configurato. Non avendo il G Pad 8.3 alcuna di questo test, il processore ha supportato questi componente telefonica non sarà invece possibile scenari senza esitazioni. Dalla schermata Home rispondere alla chiamata. QPair permette, inoltre, poi, con lo stesso movimento in senso opposto, è di utilizzare lo smartphone come hot-spot portatile possibile riportare in primo piano una delle app naper la navigazione web dal tablet, il tutto funziona scoste e riaprire quella che serve in quel momento. senza che sia necessaria alcuna configurazione, Nell’esperienza quotidiana questo fa risparmiare pensa a tutto QPair. tempo, perché si può tornare ad utilizzare più volte Molte le altre feature disponibili, tra cui la possibilità la stessa applicazione senza dover aspettare il tempo di caricamento. LG inserisce molte altre applicazioni utili nel bouquet software: Notebook per gli appunti, BackUp, un File Manager semplice e chiaro, Polaris Office 5, e ancora un completo Video Editor con la capacità di esportazione dei filmati modificati in qualità HD, un Dizionario con una lingua gratis (le altre si acquistano su Play Store) e SmartWorld, il market di LG per app, temi, sfondi e font per personalizzare e modificare anche completamente (icone standard compreQslide (foto a sx) permette di gestire applicazioni in finestra (come sul PC) se) ogni aspetto grafico di Slide Aside (foto a dx) è un modo avanzato per la gestione del multitasking questo dispositivo. che funziona affiancando le applicazioni in senso orizzontale. LG G Pad 8.3, tablet per tutta la famiglia torna al sommario Test AnTuTu, l’LG G Pad 8.3 si piazza al quinto posto Senz’altro degna di nota QuickRemote, con la quale il nostro G Pad 8.3 si impone come “Re del salotto”. Si tratta di un vero e proprio telecomando per TV e DVD/Blu-ray player, che sorprende per la compatibilità con buona parte dei marchi in commercio. Per fare questo, LG ha integrato nella scocca una minuscola porta a infrarossi. Inoltre, scaricando l’app dedicata ai possessori di TV LG, oltre alle funzioni base del telecomando è possibile accedere alla gestione di tutte le funzionalità smart permesse dai TV delle ultime generazioni. LG non ha risparmiato in niente, ritoccando e customizzando anche la barra delle notifiche e la schermata di blocco. Tutto ciò dimostra come LG abbia lavorato su Jelly Bean per offrire ai propri utenti un’esperienza d’uso ricca e coinvolgente sotto tutti gli aspetti. In definitiva, potremmo affermare che ce n’è per tutti i gusti, anche se con qualche piccola ombra. La maggior parte degli add-on di LG sono infatti ben realizzati e funzionali: una su tutte QPair. Alcuni però richiedono ancora un po’ di sviluppo prima di convincere. In particolate l’opzione SmartVideo che dovrebbe mettere in pausa il video se chi guarda sposta il volto, ma che non sempre funziona. Non è infallibile nemmeno QuickTranslator, cioè la possibilità di tradurre una parola o frase acquisendola con la fotocamera, che però non riconosce sempre la parola inquadrata. L‘audio, invece, è di buona qualità (tenuto conto del tipo di prodotto, ovvio) grazie alla presenza di due altoparlanti nella parte posteriore: nonostante nella resa sonora restino predominanti i toni medi (com’è segue a pagina 38 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE MOBILE Il nuovo titolo della software house di Kyoto avrà contenuti multimediali fruibili da smartphone e tablet Nintendo entra nel mondo smartphone con Mario Kart 8 I giocatori potranno rimanere in contatto e visualizzare video tramite smartphone, tablet e PC, ma non finisce qui di Michele LEPORI intendo sembra sia pronta ad una timida ma importante apertura verso il mercato dei dispositivi mobili, l’apripista sarà proprio l’idraulico più amato al mondo, che nella sua nuova avventura per Wii U darà la possibilità ai giocatori di rimanere in contatto e visualizzare contenuti video tramite smartphone, tablet e PC. Il nome del progetto è Mario Kart TV ma è lo stesso presidente di Nintendo, Iwata Satoru, a spiegare che il nome è solo provvisorio e che le potenzialità N non si esauriscono certo con un paio di video fruibili su piattaforma condivisa. “Come ho già annunciato al Corporate Management Policy Briefing di gennaio, il nostro desiderio è far si che si crei una comunità di utenti basata sugli NNID (Nintendo Network ID). Mario Kart TV sarà fruibile da chiunque, ma gli utenti con un NNID registrato potranno interagire con classifiche, video, creare liste di amici con i quali organizzare tornei ed altre sfide e soprattutto rimanere in contatto con gioco e comunità anche quando non si è di fronte allo schermo della TV”, questo un estratto dell’intervista rilasciata a ninentendoeverything.com. Sembra, inoltre, sia giunta l’ora di rendere finalmente operativo il lettore NFC del gamepad di Wii U: Nintendo lancerà a breve Nintendo Figurine Platform, una piattaforma che permetterà di interagire con modellini sulla falsariga di Skylanders e Disney Infinity che si potranno collezionare e “trasportare” di gioco in gioco. Se si aggiunge l’adattatore NFC per 3DS, che uscirà in estate, e le “app” associate ai titoli di punta che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi ed ecco che prende forma un quadro a tinte davvero rosee: basterà a colmare il divario con PS4 e Xbox One? TEST LG G Pad 8.3, tablet per tutta la famiglia segue Da pagina 37 normale che sia), la pressione sonora è notevole e questo è un plus interessante per chi intende usare G Pad 8.3 soprattutto ai fini di riproduzione multimediale. La posizione dei mini diffusori è ottima quando il tablet viene impugnato per la visione di un filmato o per giocare, un po’ meno quando si vuole ascoltare della musica e lo si appoggia ad esempio su un tavolo. L’utilizzo del G Pad come navigatore, complice l’ottima visibilità dello schermo, è molto gratificante. Al primo avvio ci sono voluti alcuni minuti per il fix satellitare, ma le volte successive l’aggancio è sempre stato veloce e affidabile. Per rendere l’esperienza più completa è necessario dotarsi di una staffa da auto perché se il G Pad 8.3 è appoggiato con la scocca posteriore sul sedile l’audio sarà ancora una volta attutito. Foto: qualità nella norma Chi acquista uno tablet difficilmente lo fa per usarlo come foto/videocamera, visti il peso e la scarsa maneggevolezza, ma il sensore c’è e le occasioni per usarlo non mancheranno. La risoluzione massima degli scatti è 2560 x 1920 pixel e la qualità è nella norma, passabile ma senza entusiasmare. Le foto campione, scattate rigorosamente in modalità automatica, sono state prese di giorno ma con cielo nuvoloso, quindi non in condizioni ideali. È stato fatto anche qualche tentativo notturno, ma su G Pad 8.3 manca il flash LED e il rumore è notevole: l’uso in tutte le condizioni di luce scarsa è quindi sconsigliato. A dispetto di tutto ciò l’app, fotocamera è completa, con un menu spartano nell’aspetto ma ricco di opzioni, dalla scelta degli torna al sommario Alcune foto scattate con l’ LG G Pad 8.3, selezionandole con il mouse è possibile visualizzare un ingrandimento ISO all’autofocus, dall’autoscatto al rilevamento del sorriso, al geo-tagging. Ci sono anche varie modalità di scatto per le foto, tra cui le comuni Sport, Notte e Fotoritocco, che permette di “aggiustare” una foto subito dopo lo scatto. Non mancano, ovviamente, alcune regolazioni manuali, come la risoluzione di scatto, e sono presenti anche l’ormai immancabile modalità Panorama e Scatti Multipli. Sembra davvero non mancare nulla, anche se probabilmente non se ne farà un uso frequente, visto il tipo di prodotto e le sue finalità. Con lo stesso sensore si possono anche girare video a 1080p. Per le videochiamate sulla parte frontale del G Pad 8.3 è presente una seconda fotocamera da 1,3 Mpx che consente la cattura di filmati a 720p. L’autonomia non è niente male: abbiamo raggiunto i due giorni circa, con un utilizzo intenso ma non continuativo. Merito della batteria da 4600 mAh, anche se a fare la reale differenza è il tipo di impiego, essendo il display molto brillante ma, di fatto, avido di energia. Diciamo che la classica giornata di utilizzo è garantita in ogni circostanza; se poi si vuole di più, allora bisogna mettere in atto comportamenti virtuosi. Altro nemico dell’autonomia è QPair, che tiene attivo il Bluetooth. Se vi si rinuncia e si inserisce il risparmio energetico si sta lontani dal caricabatteria per un’ulteriore mezza giornata. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Ecco a confronto i migliori diffusori per dispositivi mobile con prezzo sotto i 50 euro. Chi ci avrà soddisfatto di più? Smartphone: in prova 5 diffusori a meno di 50 € Per dare voce alla musica archiviata su smartphone e tablet non serve spendere un patrimonio. Scopriamo come Q di Roberto FAGGIANO uando c’è poco da spendere oppure si desidera un diffusore per il proprio smartphone o tablet e da usare saltuariamente oppure da portare in viaggio, la scelta di modelli di marca non è molto ampia. Per il nostro test abbiamo selezionato cinque diffusori di costo inferiore ai 50 euro, che potrebbero fare al caso vostro: tutti sono leggeri e con batteria ricaricabile, alcuni si collegano via cavo, altri usano il Bluetooth, alcuni hanno pure la funzione vivavoce e quindi si abbinano perfettamente agli smartphone, magari anche in auto. Ecco le nostre impressioni d’uso. video lab HMDX Jam Il “vasetto di marmellata wireless” da 39,90 euro: difficile trovare a meno Ispirato a un vasetto di marmellata e venduto proprio in un vasetto trasparente, il Jam è diventato uno dei diffusori best seller sul mercato USA. Il Jam è disponibile in tanti frutti, pardon, colori diversi per soddisfare i gusti del pubblico più giovane. Per il collegamento si può utilizzare il Bluetooth oppure il solito cavetto minijack. I comandi sono ridotti al minimo indispensabile, con il controllo del volume e spie colorate per segnalare l’abbinamento Bluetooth o la ricarica. Sotto al diffusore c’è l’interruttore per l’accensione. La batteria integrata ha autonomia dichiarata di 4 ore in modalità wireless oppure 12 ore con il collegamento via cavo; in dotazione troviamo due cavetti per il collegamento a una sorgente e per la ricarica, entrambi però sono molto corti e non facilitano le operazioni. Il Jam è molto compatto e leggero, può stare in una borsa ma non in tasca come altri concorrenti di questo test; in dotazione non ci sono custodie per il trasporto. Al momento del collegamento Bluetooth ci viene stranamente chiesto il codice di abbinamento, procedura in genere eliminata su dispositivi di questo tipo. Iniziamo l’ascolto con notevoli aspettative dato il successo di vendite. Le prime canzoni però non ci entusiasmano, il suono esce “piccolo” e poco coinvolgente; la gamma bassa è inevitabilmente poco dinamica ma spesso manca del tutto e con i generi più moderni è un bel problema. Meglio i medio bassi che comun- torna al sommario que restano in secondo piano e meglio le voci maschili seppure poco corpose. Le voci femminili non riescono a convincere e sono piuttosto sottili. Il dettaglio in gamma acuta non è certo aiutato dai brani compressi MP3 e il Jam sembra averlo previsto in partenza perché la sua risposta in frequenza non pare andare molto in alto. Insomma un bel diffusore compatto e ben rifinito, ma ci aspettavamo di più. JBL Micro II 39 euro per tanta musica “da tasca” Il cavetto di collegamento è piuttosto corto e si avvolge attorno al diffusore.Per il trasporto c’è in dotazione una piccola custodia in tessuto morbido, ma questo diffusore è talmente compatto che si può infilare in tasca facilmente. La finitura è disponibile nella versione arancio-bianco del nostro esemplare oppure in tutto nero. Gli unici comandi sul diffusore sono il pulsante di accensione e una rotella vecchio stile per il volume, forse un po’ troppo facile da azionare inavvertitamente. La batteria ricaricabile ha un’autonomia dichiarata di 5 ore; in dotazione troviamo il cavetto USB per la batteria ma non il caricatore. Una particolarità del Micro II è quella di poter essere collegato “a margherita” (tecnicamente parlando, in serie) con ulteriori diffusori dello stesso tipo, in modo da creare una maggiore pressione sonora e una migliore diffusione quando ci si ritrova tra amici. C’è anche la versione wireless con Bluetooth, che costa circa 20 euro in più. Per l’ascolto basta collegare il cavetto e iniziare. Dopo l’ascolto di pochi brani, non siamo rimasti delusi. Colpisce la buona gamma bassa, che non fa miracoli, ma è comunque presente e coinvolgente, senza far perdere la trama musicale di ogni brano. Corrette le voci e molto buono il dettaglio, tanto che sfruttando qualche riflessione si può creare un buon allargamento del fronte sonoro rispetto alla sorgente quasi puntiforme. La pressione sonora non è certo esagerata, ma comunque sufficiente per sonorizzare correttamente un locale. Per il prezzo richiesto il JBL è un ottimo diffusore, in grado di restituire un buon impatto sonoro anche in gamma bassa, buon nome non mente. Logitech X100 Robusto, wireless e colorato e costa solo 50 euro Si può collegare alla sorgente senza fili tramite Bluetooth oppure con il consueto cavetto minijack. Il corpo è compatto e rivestito in materiale morbido, in modo da poter reggere piccoli urti senza danni. È segue a pagina 41 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST 5 diffusori a meno di 50 euro segue Da pagina 40 disponibile in molti colori e ha un pratico laccetto apribile per trasportarlo più facilmente, i comandi sono sistemati sul fianco e sono ben individuabili anche al tatto. L’autonomia della batteria è di 5 ore. Durante il collegamento wireless abbiamo rilevato qualche problema di interferenza e fruscii durante le operazioni sul dispositivo, forse un difetto del nostro esemplare dato che non abbiamo avuto problemi con gli altri diffusori del test. All’ascolto si nota la buona potenza e la capacità di raggiungere un volume relativamente elevato, la risposta in frequenza è complessivamente equilibrata pur con gli inevitabili limiti in gamma bassa. Ritmo e dinamica comunque non mancano, specie con i brani più “sparati” in fase di registrazione. Tutto sommato buone anche le voci, specialmente quelle maschili che hanno un buon corpo, ma anche quelle femminili sono più che accettabili. In gamma acuta non ci sono eccessi e si può cogliere un dettaglio preciso che lascia cogliere l’effetto profondità con le registrazioni migliori. L’ultimo arrivato in casa Logitech quindi se la cava piuttosto bene, anche se non raggiunge le eccellenti prestazioni dei suoi fratelli maggiori in dimensioni e prezzo. Native Union Monocle Il più particolare costa 40 euro Questo originale diffusore è dedicato agli smartphone perché integra il microfono e può svolgere la funzione di vivavoce. Si collega via cavo e il volume si regola ruotando la ghiera che circonda tutto il diffusore; ghiera che funge anche da manopola di accensione. La finitura è di ottimo livello e disponibile in molti colori diversi, con un lungo cavo rivestito in tessuto e rivestimento in pelle del diffusore, quasi come una cuffia perché il Monocle si può usare anche appoggiato all’orecchio per una conversazione telefonica riservata. Inoltre è possibile collegare in serie fino a 10 Monocle per aumentare la pressione sonora durante una festa tra amici. La batteria integrata garantisce autonomia per circa 5 ore, la ricarica avviene tramite cavetto usb. All’ascolto si nota l’impostazione scelta per questo diffusore, tutta dedicata alle voci. La gamma bassa è praticamente assente e viene fuori solo con brani sparatissimi e compressi a uso radiofonico, l’estremo acuto è in secondo piano ma comunque capace di creare un torna al sommario minimo di dettaglio e tridimensionalità. Con le voci però si raggiungono le migliori prestazioni, ottenendo un suono corposo e ricco come da diffusori più grandi. Il Monocle è un oggetto interessante e originale, ideale per chi vuole un buon vivavoce per smartphone che possa anche dire la sua con la musica quando serve. Philips Sound Shooter Una bomba a 39,90 euro Aggressivo come una bomba ma per nulla pericoloso, ecco l’originale diffusore proposto da Philips (o se preferite Woox Innovation) per il pubblico più giovane. E’ disponibile in versione verde militare (come l’esemplare in prova) o altri colori più vivaci e si collega via Bluetooth al vostro dispositivo mobile. Il rivestimento in gomma morbida offre protezione dagli urti accidentali. Può svolgere la funzione di vivavoce grazie al microfono integrato, c’è anche un circuito per ridurre il rumore ambientale. Stranamente non ci sono controlli per il volume e quindi bisognerà usare il controllo sulla sorgente. Per il trasporto c’è un pratico moschettone in modo da poterlo fissare facilmente a un passante dei pantaloni oppure alle cinghie dello zaino. L’ingresso per una sorgente via cavo è combinato alla presa usb per la ricarica, in dotazione c’è il relativo cavetto che sarà bene non perdere perché proprietario. La batteria integrata garantisce 8 ore di funzionamento. All’ascolto il piccolo Philips suono da “grande”, creando un buon impatto anche in gamma bassa e dando l’impressione di ascoltare un diffusore molto più grande delle sue dimensioni reali. Anche il volume BLUETOOTH COSTRUZIONE PRESTAZIONI RAPPORTO QUALITÀ/ PREZZO sale per poter sonorizzare ambienti di medie dimensioni. Proseguendo l’ascolto però si nota una enfasi sugli acuti che se da un lato può aiutare i brani molto compressi e riesce a fornire una buona ricostruzione della profondità, alla lunga tende ad affaticare. Anche le voci femminili risultano troppo sottili mentre quelle maschili risentono positivamente del buon medio basso. Quindi un diffusore accattivante al primo ascolto e con una gamma bassa degna di dimensioni più grandi, che però eccede sugli acuti e può diventare stancante dopo un lungo ascolto o in ambienti molto riflettenti. Positivo comunque il rapporto qualità/prezzo. Vince il “filo” con JBL Micro II ma senza lode Il nostro test ha dato un vincitore, ma francamente nessuno dei diffusori ci ha pienamente convinto. Tutti ci sembrano più adatti a un ruolo secondario o provvisorio per la riproduzione musicale: chi desidera un vero diffusore per il proprio smartphone deve salire nella fascia dei 99 euro per trovare un prodotto di qualità migliore. I contendenti del test comunque hanno un rapporto qualità/prezzo mediamente valido. Dal Jam di HDMX ci aspettavamo di più dato il suo ruolo di leader del mercato USA, comunque a questo prezzo è difficile trovare un vivavoce con Bluetooth così ben realizzato. Il Monocle di Native Union è un diffusore originale, molto interessante come vivavoce a filo e assai ben rifinito. Il Philips Sound Shooter è molto accattivante e piacerà ai giovani, però l’ascolto prolungato può diventare affaticante. Logitech non delude con il suo X100, molto pratico e compatto, anche piuttosto piacevole all’ascolto, ma quei disturbi in modalità Bluetooth pensavamo fossero un retaggio del passato. Infine il nostro vincitore: Il JBL Micro II non fa miracoli e si collega solo via cavo, però per il suo prezzo consente un ascolto musicale piacevole e soddisfacente della nostra musica preferita. E volendo c’è anche la versione senza filo con Bluetooth. HMDX JAM JBL MICRO II LOGITECH X100 NATIVE UNION MONOCLE PHILIPS SOUNDSHOOTER Sì NO Sì CON VIVAVOCE NO Sì CON VIVAVOCE 8 8 8 9 8 6 8 8 6 7 8 9 8 7 8 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Lo abbiamo provato anche in un bar con uno schermo ad elevato contrasto Draper e siamo stati soddisfatti Vivitek D966HD, proiettore perfetto per i Mondiali Un DLP pensato per i locali luminosi: va bene a casa, ma anche negli esercizi pubblici, magari per una partita D di Claudio STELLARI 966HD di Vivitek è un videoproiettore DLP Full HD con una luminosità dichiarata di 4200 Ansi Lumen, particolarmente indicato per tutte quelle situazioni in cui non è possibile oscurare l’ambiente di visione e si desidera un’immagine molto grande, tale da rendere problematico l’utilizzo di un TV. Si tratta, quindi, di un proiettore perfetto per piccole sale meeting o per esercizi commerciali come ristoranti, bar, centri di ritrovo, magari per consentire di seguire un evento sportivo come una partita di calcio, anche se nulla vieta di utilizzarlo in casa. E considerando che manca un mese al fischio d’inizio dei Mondiali di calcio, D966HD può essere il mezzo perfetto per vederli su grande schermo nel proprio locale preferito. Il prezzo di listino è di 1.599 euro, allineato quindi a quello di un TV di generose dimensioni; la durata dichiarata della lampada è di 4000 ore in modalità Eco, e il ricambio è in vendita a 329 euro. Vivitek D966HD è anche compatibile 3D, ma gli occhialini vanno acquistati a parte, una scelta condivisibile viste le prerogative di utilizzo del prodotto; gli occhiali DLP Link 3D sono in vendita al prezzo di 99 euro al paio, ma volendo è possibile utilizzare anche i più economici occhiali passivi collegando un filtro ottico esterno opzionale. Incuriositi, abbiamo deciso di mettere alla prova il Vivitek D966HD nelle diverse e possibili situazioni di utilizzo, anche con uno schermo di proiezione ad elevato contrasto Draper con telo React 2.1, capace di limitare e controllare l’effetto della luce ambientale che arriva dai lati, permettendo così una migliore riproduzione delle immagini in ambienti non oscurati. Curiosi? Vediamo come è andata. Facile da installare ma senza Shift Dal punto di vista tecnico, D966HD utilizza una tecnologia consolidata: si tratta, infatti, di un torna al sommario video Vivitek D966HD IMMAGINI LUMINOSE E DI QUALITÀ, PREZZO INTERESSANTE la€b 1.599,00 Il Vivitek D996HD è un proiettore pensato per i luoghi luminosi e capace di una buona qualità delle immagini: il nero, ovviamente, non è il migliore possibile e il contrasto non è il massimo, ma il buon comportamento sulle basse luci e l’ottimo equilibrio generale dei colori fanno si che l’immagine risulti senz’altro godibile. La sua prerogativa principale, però, è l’elevata luminosità, che lo rende perfetto per i locali pubblici, magari per trasmettere le partite degli imminenti Mondiali di calcio. In questo contesto è davvero eccellente, mentre in casa si tratta di un buon prodotto per sostituire il TV quando si desiderano immagini veramente grandi, ma è un po’ meno adatto all’Home Cinema. Il prezzo è interessante: c’è, infatti, da considerare che per acquistare un proiettore luminoso, ma più economico, occorre guardare al settore business, rinunciando alla matrice in formato 16:9 e anche a qualcosa in termini di qualità. 7.7 Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo 8 8 Luminosità elevata COSA CI PIACE Comportamento lineare Dimensioni compatte 7 7 7 8 Livello alto del nero COSA NON CI PIACE Telecomando non illuminato e tasti piccoli Menù di gestione un po’ confusi proiettore DLP compatibile 3D a singola matrice DMD Texas Instruments da 16mm (0,65”), con risoluzione nativa 1920 x 1080 pixel e rapporto di contrasto dichiarato pari a 10.000:1. Il proiettore può essere posto a una distanza dalla superficie di proiezione tra 1m e 10m per ottenere immagini con diagonale da 30” a 300”, l’ottica ha un rapporto di tiro pari 1,60 ~ 1,92:1, e ciò significa che è possibile ottenere un’immagine da 100” di diagonale a una distanza di proiezione compresa tra 3,6m e 4,2m. La regolazione dello zoom 2x e della messa a fuoco sono manuali e non è prevista la presenza dello Shift dell’ottica, pertanto il proiettore andrà posizionato il più possibile centrato rispetto allo schermo di proiezione e alla giusta altezza. La regolazione elettronica della posizione dell’immagine, infatti, consente spostamenti relativamente contenuti. A questo riguardo, c’è da considerare che lo Shift dell’ottica è una caratteristica che solitamente si trova su prodotti di classe (e prezzo) superiori. L’ottica tira leggermente verso l’alto, e ciò significa che posizionando il proiettore su un tavolino l’immagine risulterà spostata di poco verso l’alto, ma agendo sui piedini è possibile variare leggermente l’inclinazione per alzare ulteriormente l’immagine qualora necessario; il valore massimo consentito è di ±15°, e la regolazione elettronica del Keystone permette poi di raddrizzare l’immagine. Se invece si decide di installare il proiettore capovolto a soffitto, l’immagine si abbassa di quel tanto che basta per consentire una corretta visione, senza costringerci a guardare verso l’alto. Con queste premesse, e con un po’ di attenzione, non è quindi particolarmente difficile trovare la giusta posizione. Connessioni, c’è anche Display Port Tutte le connessioni sono sul pannello posteriore, la dotazione è ricca e per certi versi persino sovrabbondante: accanto a due porte HDMI troviamo il connettore Display Port, due ingressi VGA e anche un’uscita VGA, un ingresso S-video e uno composito, oltre a due ingressi e un’uscita audio. segue a pagina 43 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Vivitek D966HD segue Da pagina 42 Previsto anche un ingresso RJ45 e una porta seriale RS232 per integrare il proiettore in un sistema di controllo evoluto; la presa USB è invece riservata all’assistenza. Sul retro si scorge anche la presenza di un piccolo altoparlante integrato. Oltre a una completa dotazione di connessioni, il proiettore è ovviamente dotato di un piccolo e maneggevole telecomando, privo però di illuminazione e non molto comodo da utilizzare a causa della dimensione e della disposizione di alcuni pulsanti; le funzioni principali sono comunque disponibili, e i controlli più importanti sono replicati anche nella parte superiore del proiettore. La lampada del proiettore è facilmente accessibile rimuovendo una parte del pannello superiore: l’aria calda viene espulsa dalla ventola di raffreddamento tramite un’ampia griglia laterale, aspetto questo che facilita la disposizione del proiettore vicino alla parete di fondo della stanza. Menù, si può fare di più L’interfaccia utente è praticamente la stessa del Vivitek H1180HD che abbiamo già avuto modo di provare: la grafica è semplice ma l’organizzazione dei parametri non è delle più intuitive, così come la navigazione. L’interfaccia è strutturata in tre sottomenù: Immagine, Impostazione 1 e Impostazione 2, dove nella prima sono riunite le regolazioni della qualità video, in particolare alcuni preset con l’ulteriore possibilità di definire un’impostazione personalizzata. Tramite la voce Avanzato si può intervenire sul gamma scegliendo alcuni valori predefiniti, la voce Gestione colore permette invece di agire su tonalità, saturazione e guadagno di rosso, verde, blu, ciano, magenta, giallo e bianco. Il menù Impostazione 1 offre i parametri di primo setup del proiettore (rapporto di forma, keystone e zoom) insieme ad alcuni parametri secondari; in particolare, sotto la voce Avanzato 1 troviamo le impostazioni 3D. Nel menù Impostazione 2 sono invece raggruppati alcuni parametri secondari come la posizione del menù, il timer di spegnimento e la gestione degli ingres- si video. La scelta di utilizzare menù con sottolivelli, insieme a indicazioni in alcuni casi abbastanza anonime (le varie voci Avanzato, Avanzato 1 e Avanzato 2) confonde un po’ le idee, tuttavia i principali parametri su cui agire sono nella prima schermata, ciò rende poco frequente la necessità di ricorrere agli altri menù, semplificando le cose. bili i particolari in ombra nonostante il livello del nero sia comunque alto. Questo effetto si percepisce chiaramente nelle scene più scure, ma l’im- In casa, al buio Luminosità al top! Con il proiettore in una stanza oscurata, utilizzando un normale schermo di proiezione con superficie bianca e guadagno unitario, la Lo schermo di proiezione Draper ad elevato contrasto con telo React 2.1 prima cosa che si nota magine risulta comunque godibile grazie alla caè l’elevata luminosità del proiettore, cui si assopacità del proiettore di portare a galla i particolari cia fortunatamente una buona linearità, e ciò fa sì delle immagini anche in questa situazione. Buona che raggiungere un buon equilibrio non sia partila dinamica e convincente il comportamento nelle colarmente difficile. Per prima cosa impostiamo scene più luminose. I colori appaiono abbastanza la modalità Eco per la lampada, poi interveniamo naturali, si apprezza in particolare la riproduzione sulla temperatura colore scegliendo l’impostaziodegli incarnati del viso; questo equilibrio della cone caldo, per il gamma decidiamo di utilizzare il lorimetria di base, insieme alla linearità del proietvalore 2,2 e quindi regoliamo luminosità e contratore, permettono di ottenere una buona qualità sto con un disco test. delle immagini senza troppe difficoltà, anche D966HD non taglia i livelli più bassi della scala di per chi è alle prime armi. Più che soddisfacente grigio, e ciò permette comunque di rendere visiil livello di dettaglio, buono anche il comportamento dell’ottica: nell’esemplare in prova si nota solo un’aberrazione di lieve entità nella parte in basso a destra dell’immagine, visibile sotto forma di un doppio bordo e una leggera sfocatura sui contorni degli oggetti, che in realtà si nota solo con immagini di test. Chiudiamo con una nota sulla rumorosità: il valore dichiarato è di 35 dB in modalità ECO, e in effetti il rumore della ventola di raffreddamento si nota, ancor di più quando la lampada non è impostata in questa modalità. C’è però da considerare che questo proiettore si rivolge all’utilizzo in piccole sale meeting o in locali segue a pagina 44 torna al sommario n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Vivitek D966HD segue Da pagina 43 Nella zona superiore sono presenti i tasti per i controlli più importanti come l’accensione, il menù e quelli per la regolazione del bianco e la scelta della sorgente. Il proiettore è comunque dotato anche di un pratico telecomando. commerciali, ambienti in genere rumorosi e che vedranno il proiettore posizionato lontano da chi assiste alla proiezione, permettendo così di rendere trascurabile il problema. Il telo che doma la luce Per testare il proiettore in ambienti non oscurati abbiamo utilizzato uno schermo di proiezione ad elevato contrasto Draper con telo React 2.1, realizzato con un particolare materiale di colore grigio con guadagno unitario, la cui particolarità è quella di limitare l’effetto della luce riflessa e incidente sullo schermo dai lati, permettendo così di innalzare il livello del contrasto percepito. Lo schermo di proiezione che abbiamo utilizzato era in realtà un demo diviso in due parti, con telo React 2.1 da una parte e telo bianco dall’altro, particolarmente indicato per valutare il differente comportamento. Per la prova, prima di tutto abbiamo effettuato un nuovo setup ad hoc del proiettore, prendendo come riferimento la parte grigia dello schermo, impostando la lampada in modalità normale; infatti, occorre superare di molto la luce ambientale di modo tale che l’occhio “percepisca come riferimento” il bianco del proiettore, e per questo disporre di un proiettore molto luminoso è fondamentale; lo schermo, offrendo un elevato contrasto, permette di incrementare ulteriormente la dinamica percepita dell’immagine. Il risultato ottenuto con il Vivitek H996HD e lo schermo Draper React 2.1 è notevole: il contrasto non è il massimo e il nero ovviamente non è a livello di quello ottenibile in una camera buia, ma l’immagine risulta ben definita anche in presenza di luce ambientale. Molto diverso il risultato nella parte bianca dello schermo, con l’immagine che appariva poco visibile e “sbiadita” dalla luce, anche provando a modificare il setup del proiettore in realtà non si ottengono significativi miglioramenti, come del torna al sommario resto era logico attendersi. Il telo React 2.1 ha mostrato, invece, un controllo notevole della luce laterale ed è apprezzabile l’assenza di aloni intorno alle parti più luminose delle immagini (effetto spot); anche lo schermo Draper, però, nulla può in presenza di luce diretta, di riflessi o di ombre causate da una fonte di luce posteriore, mentre riesce a limitare gli effetti di una luce a soffitto. Per ottenere un buon risultato si tratta, quindi, di trovare un’adeguata disposizione in ambiente che tenga conto di questi aspetti. Lo schermo Draper a cornice con telo React 2.1 da 99” costa 1.370 euro, mentre un telo da 104 pollici motorizzato tensionato costa 2.200,00 euro. Andiamo al bar: la partita prende vita Con lo stesso setup della prova in studio, utilizzando questa volta uno schermo completamente con telo React 2.1 testiamo il proiettore nel suo habitat naturale: in un esercizio pubblico, a vedere una bella partita (la semifinale di Champions League, ndr) simulando quello che potrebbe accadere tra un mese con i Mondiali e la nostra nazionale impegnata in Brasile. Il proiettore è stato installato a circa tre metri dal telo; per quanto riguarda il collegamento tra proiettore e sorgente, la soluzione più comune è ovviamente quella del cavo HDMI, cosa che però in un locale pubblico, soprattutto per eventi una tantum come questo, non è semplice da porre in essere: spesso e volentieri decoder e proiettore sono distanti, come nel nostro caso, e far passare un cavo all’interno di un locale è cosa poco pratica e brutta a vedersi, oltre al fatto che la distanza da coprire può risultare spesso eccessiva. La soluzione che abbiamo adottato, peraltro con successo, è il trasmettitore DVDO Air, un sistema wireless HD in grado di gestire il segnale fino a 1080/60p e a 10 metri di distanza, oltre all’audio fino a 7.1 canali; una soluzione che, per qualità e comodità di installazione ci sentiamo di consigliare. Il setup è pressoché istantaneo, e non c’è bisogno di configurare nulla: si collegano i due elementi (trasmettitore/ricevitore, due piccoli box neri da pochi grammi di peso) a proiettore e decoder e il gioco è fatto, con la sola precisazione che i risultati migliori si ottengono quando i due componenti sono in visibilità ottica e a meno di 10 metri l’uno dall’altro, come consigliato dal produttore; il setup di test ricalcava condizioni ideali, poiché la distanza era di circa 3,5 metri e tra i due componenti non vi erano ostacoli: il risultato è stato eccellente, sia in termini qualitativi, sia di stabilità del segnale, che una volta agganciato, non si è mai staccato per un solo istante durante i 90 minuti della partita (compreso intervallo e recupero). Abbiamo anche risolto il “problema” dell’audio, che deve essere sufficientemente vivace per coinvolgere una platea di una ventina di persone, collegando al proiettore il diffusore Bih Jambox, con una semplicissima connessione via jack: soluzione improvvisata ma di sicuro impatto, che piace e che completa l’esperienza di visione. Impressioni di visione? Niente male: il locale era semi-illuminato durante tutta la partita eppure il contrasto tra la luce ambientale e l’immagine dello schermo era netto, senza necessità di creare “zone d’ombra” vicino al telo come capita spesso nei locali che trasmettono partite o eventi al pubblico. Luminosità alta, definizione apprezzabile, contrasto d’immagine non eccelso, ma questo fa parte del gioco ed è una conseguenza inevitabile di quanto descritto sopra. Anche i pareri di chi ha assistito alla partita sono stati positivi: chi guarda la partita al bar non sarà così attento alla resa cromatica, a micro-scie e a piccoli difetti tecnici, ma è spietato quando si tratta di luminosità insufficiente o scarsa intelligibilità del dettaglio, eppure in questo caso (pur con le luci accese) le impressioni sono state buone. Massima partecipazione, nessuna difficoltà di visione, dettaglio sempre visibile: “domani l’altra semifinale la rivediamo così, vero?” ci chiede uno spettatore alla fine dell’incontro. Spiacenti di doverlo deludere, ma il test “on the road” è, ovviamente, finito. Dammi il cinque! MODELLO 730-1 redditi 2007 ALLEGATO B Scheda per la scelta della destinazione dell'8 per mille dell'IRPEF e del 5 per mille dell'IRPEF Da consegnare unitamente alla dichiarazione Mod. 730/2008 al sostituto d’imposta, al C.A.F. o al professionista abilitato, utilizzando l’apposita busta chiusa contrassegnata sui lembi di chiusura. genzia ntrate CONTRIBUENTE CODICE FISCALE (obbligatorio) COGNOME (per le donne indicare il cognome da nubile) DATI ANAGRAFICI DATA DI NASCITA GIORNO MESE ANNO NOME SESSO (M o F) COMUNE (o Stato estero) DI NASCITA PROVINCIA (sigla) LA SCELTA DELLA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF E QUELLA DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF NON SONO IN ALCUN MODO ALTERNATIVE FRA LORO. PERTANTO POSSONO ESSERE ESPRESSE ENTRAMBE LE SCELTE SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti) Il tuo 5 per mille può cambiare la vita di molti bambini prematuri. E non ti costa nulla. Ogni anno in Italia nascono 30.000Assemblee bambini prematuri, di Dio in Italia di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr. Stato Chiesa cattolica Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Chiesa Valdese unione delle chiese metodiste e valdesi Chiesa Evangelica Luterana in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Questi bambini hanno bisogno di Unione Comunità Ebraiche Italiane e assistenza per molti anni. cure, controlli genitori hanno bisogno del tuo aiuto. AISTMAR Onlus interamente impiegate per: E anche i loro In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, si precisa che Le contenuta donazioni nel ad paragrafo 3 delle istruzioni, vengono i dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta. AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle sette istituzioni beneficiarie quota dell'otto per mille dell'IRPEF, il - l’assistenza delledella gravidanze a rischio o patologiche contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delle la cura e il supporto al neonato prematuro istituzioni beneficiarie. e alla famiglia nel percorso di sviluppo crescita La mancanza della firma in uno dei sette riquadri previsti costituisce scelta nonsua espressa da parte del contribuente. In talecaso, la ripartizione della quota d’imposta non attribuita è stabilita in proporzione alle scelte espresse. Le quote non attribuite spettanti alle Assemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Valdese Unione delle Chiese metodiste e Valdesi, sono devolute alla gestione statale. Oppure puoi sostenere AISTMAR Onlus con versamenti su: • C/C Postale: SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF (in caso29328200 di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti) • C/C BancoPosta: IBAN: IT 05 Z 07601 01600 000029328200 presso Posta di via Sambuco, 15agli- Milano Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, Finanziamento enti delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute della ricerca scientifica e della università Sui che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), • C/C Bancario: IBAN: IT 30 R 05216 01619 000 000 003641 del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale moduli presso Credito Valtellinese, Agenzia n°14 - Milano FIRMA FIRMA SOSTIENI AISTMAR Onlus con il tuo 5 per mille CUD, 730 o Unico scrivi Mario Rossi ........................................................................ 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FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA - OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO Codice fiscale del Codice fiscale del beneficiario (eventuale) beneficiario (eventuale) Associazione Italiana per lo Studio e la Tutela della Maternità ad alto Rischio Dipartimento per la Salute delle Donna, del Bambino e del Neonato U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale In aggiunta a quanto indicato nell’informativa trattamento via Francesco Sforza, 28sul - 20122 Milano dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa che i dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta. n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 MAGAZINE TEST Mirrorless di classe e capostipite di un nuovo segmento. Ecco un’analisi completa con l’ottica in kit 28-70 f/3.5-5.6 Sony Alpha 7, Full Frame in un corpo compatto Sony Alpha 7 unisce un sensore Full Frame a un corpo compatto. Immagini di qualità ad un prezzo interessante C di Cristian VIARISIO on la recentissima presentazione del modello Alpha 7s, arrivata qualche mese dopo rispetto alle Alpha 7 (oggetto di questa prova) e Alpha 7r, comincia a delinearsi la strategia di Sony volta a costruire un nuovo segmento dal nulla, ovvero quello delle mirrorless full frame. In pratica il sistema Alpha 7 è declinato in 3 versioni distinte, con la mediana da 24 Megapixel, la versione “r” (risoluzione) da 36 Megapixel e la versione “s” (sensibilità) che a fronte di soli 12 Megapixel permette però ISO fino 409.600. Sarà il fotografo a scegliere se necessita più di sensibilità, di risoluzione o una via di mezzo, scegliendo il suo modello ideale. Ad esso Sony dovrebbe affiancare un parco ottiche corposo, per rendere i vari abbinamenti più duttili e soprattutto sperare anche di convincere produttori terzi di ottiche ad abbracciare l’attacco FE (che è una baionetta “E” delle NEX adattata alle dimensioni del sensore Full Frame). Offrendo subito tutte queste declinazioni di prodotto, Sony spera di anticipare il gioco e conquistare fette di mercato soddisfacendo più fotografi possibili nei confronti delle rivali di sempre Nikon e Canon, che sono storicamente legate al concetto reflex. Il superamento del sistema reflex significa rinunciare a una delle caratteristiche più importanti del sistema tradizionale, ovvero la messa a fuoco con sensori dedicati. La grande scommessa di Sony è tutta nell’efficacia dei sistemi alternativi (da un sistema a contrasto super raffinato al sistema ibrido con anche i sensori di fase sul CMOS principale). In compenso, si avranno da una parte la maggior compattezza del corpo e dall’altra la velocità dello scatto (meno meccanismi in movimento) e una nuova serie di funzionalità video. Costruzione: leggerezza e robustezza La Alpha 7 è costruita interamente in lega di magnesio, fatto che le dona leggerezza e robustezza. Sulla torna al sommario video lab Sony Alpha 7 IMMAGINI LUMINOSE E DI QUALITÀ, PREZZO INTERESSANTE 1.499,00 € La A7 è destinata a due tipi di fotografi diversi. Da una parte la vediamo compagna ideale per chi finora ha avuto già reflex di medio e basso livello, cercava un prodotto più serio ed è disposto a tentare il passo lungo verso il formato pieno con una macchina che comunque rimane comoda da usare, e soprattutto ad un prezzo abbordabile. Dall’altra parte, la A7 è anche la sostituta ideale di corpi più importanti per fotografi avviati e che in più occasioni, magari un reportage con fotocamera nascosta, hanno odiato il peso e l’ingombro dell’attrezzatura; per loro la A7 è la manna dal cielo, che offre la stessa qualità di scatto in un corpo molto più piccolo… e per il corredo di ottiche già in possesso, ci sono gli adattatori. Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo 8.2 Qualità 8 8 9 10 7 9 Velocità AF COSA CI PIACE Compattezza e maneggevolezza Duttilità con accessori e adattatori carta risulta essere la seconda Full Frame al mondo per leggerezza, battuta per pochi grammi solo dalla Alpha 7r, che, identica in tutto, ha anche le ghiere superiori in lega. Il corpo di taglia media calza comodamente nella mano e la presa è assicurata anche dalla pronunciata protuberanza sulla destra, tutta gommata (anche appesa alla mano camminando, rimane abbastanza stabile). Il corpo, come anche l’ottica in dotazione, sono tropicalizzati e quindi in grado di resistere a polvere e spruzzi d’acqua. Praticamente tutti i comandi sono organizzati sulla parte superiore e posteriore, lasciando il frontale piuttosto lineare e in cui la parte da leone è rappresentata dall’attacco a baionetta FE (come detto, meccanicamente compatibile all’attacco E delle NEX, ma in versione full frame). L’attacco è circondato dall’anello rosso che accompagna tutti i prodotti a pieno formato di Sony. Data l’esigua profondità del corpo e le “ristrettezze” ottiche della baionetta, che in origine non era pensata per un sensore così grosso, il sensore non è stabilizzato ed è abbastanza in superficie: bisogna fare molta attenzione nel cambio Batteria un po’ piccola COSA NON CI PIACE AF ibrido si disattiva appena c’è poca luce Poche ottiche FE disponibili delle ottiche per non sporcare o far cadere polvere su di esso. Lo stabilizzatore deve essere presente nelle ottiche. Per inquadrare o rivedere gli scatti si può usare sia il mirino elettronico che il display inclinabile posteriore. La qualità del mirino è eccellente e in condizioni di buona luce permette una visione molto simile a quella di un mirino ottico. In condizioni di minor luce, invece, fa vedere un po’ di puntinato, ma nelle stesse condizioni un sistema ottico sarebbe molto più buio. Non ci sono ritardi o effetti di trascinamento, e tutte le indicazioni riportate su di esso sono molto comode ed efficaci; pensiamo per esempio sia alla funzione zebra che evidenzia le zone sovraesposte che al focus peaking, che in condizioni di fuoco manuale evidenzia (con vari colori e intensità) le zone a massimo contrasto e quindi a fuoco; avere questa informazione nel mirino è eccellente, soprattutto in condizioni di forte luce ambiente. È presente anche una livella a due assi o varie griglie in sovraimpressione. Durante i segue a pagina 47 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 TEST Sony Alpha 7 segue Da pagina 46 nostri test Sony ha pubblicato una nuova versione del firmware, passando alla 1.02: uno dei miglioramenti è la reattività del sensore che commuta da display posteriore a mirino, avvicinando l’occhio e viceversa. Prima, soprattutto con l’accensione “da freddo”, il sistema impiegava qualche (fastidioso) secondo per accendere il mirino; ora la cosa è pressoché istantanea e si può accendere la Alpha 7 avendola già all’occhio, sicuri che il mirino sarà subito disponibile. Smartphone, mon amour Ormai le fotocamere hanno tutte qualche funzione abbinata agli smartphone, e così è pure per questa Sony. Per gestire la macchina è possibile installare PlayMemories Mobile (noi l’abbiamo provato su Android KitKat, ma è disponibile anche per iOS): l’applicazione è fatta molto bene e viene aggiornata molto spesso. Se sullo smartphone è disponibile NFC, la connessione è istantanea in quanto basta avvicinare lo smartphone al lato destro della Alpha 7 per stabilirla. Con un iPhone o con prodotti senza NFC la ricerca va fatta a mano. Una volta che smartphone/tablet e fotocamera si parlano, tutte le impostazioni di scatto sono gestibili via schermo remoto, e lo stesso focus è touch. Una volta scattata una foto (ma anche per le foto già fatte), essa viene trasferita al telefono in versione da 2 Megapixel, pronta per essere condivisa sui Social Network. Non c’è traccia di funzioni per il Geotag delle foto, funzione che per esempio abbiamo di recente scovato sul software equivalente di Fujifilm, e ci sembra una mancanza pesante, visto che l’implementazione non dovrebbe essere complicata. MAGAZINE gratuite, mentre altre costano da qualche euro fino a una decina. La cosa ci fa un po’ storcere il naso: ci sarebbe piaciuto che queste estensioni fossero tutte gratis, visto il notevole investimento che questa mirrorless comporta. Comunque sono presenti filtri aggiuntivi, time-lapse, o altre funzioni che ne aumentano le potenzialità. Uso con ottiche e adattatori La versatilità conta Anche se l’attacco e-mount di cui la Alpha 7 è dotata risulta meccanicamente compatibile con le ottiche prodotte per le NEX o le altre mirrorless APS-C, utilizzarle significa incorrere in una evidente vignettatura o all’autocrop a 10 Megapixel. Le ottiche compatibili sono quelle FE, e per ora sono in numero piuttosto esiguo. Oltre alla 28-70 in kit ci sono solo altre tre ottiche compatibili e tutte prodotte da Zeiss: un 24-70 stabilizzato ad apertura costante f/4, un 35mm f/2.8 e un 55mm f/1.8 entrambi non stabilizzati ma molto luminosi, e sta per arrivare il 70-200mm. Nell’attesa che Sony amplii la gamma, le soluzioni alternative sono il ricorso agli adattatori per montare tutte le ottiche Alpha (A-mount) originali Sony (disponibili con o senza lo specchio translucent per trasformare la Alpha 7 in una DSLT), o l’uso degli adattatori terzi per montare qualsiasi altra ottica su questa baionetta. Attenzione al fatto che anche con l’adattatore originale senza specchio, la messa a fuoco non è più ibrida, ma solo a contrasto (quindi un po’ meno efficace). Noi abbiamo provato un anello passivo da meno di 10 euro per attaccare una vecchia ottica totalmente manuale (un 50mm f/1.7 prodotta da Rokkor e del valore di circa 40 euro), Le app da scaricare: molte si pagano Oltre alle possibilità di gestione via smartphone, la Alpha 7 espande le sue capacità grazie a software disponibili in un market apposito. Sulla Alpha 7 c’è proprio una specie di mini browser per accedere allo store e scaricare/installare queste app direttamente in macchina senza passare per un PC (è necessaria una connessione Wi-Fi). Alcune app sono torna al sommario ma in tal caso l’ottica da montare deve prevedere anche la regolazione del diaframma manuale, altrimenti non c’è modo di impostarlo da fotocamera, oltre che la focalizzazione. Le possibilità offerte da un obiettivo così semplice seppur datato si possono vedere con la foto della modella; grazie al focus peaking è relativamente facile mettere a fuoco, anche nel caso che il soggetto non sia statico. I dati EXIF sono ovviamente mancanti di informazioni sull’obiettivo montato, perchè per la Alpha 7 è come se non ci fosse nulla: scatta “a fiducia”. Durante un workshop organizzato dalla stessa Sony con la collaborazione del fotografo Amedeo Novelli, abbiamo poi avuto occasione di provare la soluzione creata da Metabones, un anello adattatore che permette di agganciare ottiche Canon al corpo Sony mantenendone tutti gli automatismi, dall’AF, al diaframma, alla stabilizzazione. Grazie ad esso abbiamo potuto fare qualche scatto con la Alpha 7 e un buon Canon 85mm f/1.8 USM stabilizzato. La focalizzazione risulta piuttosto rapida, seppure ci sembri proceda per step e quindi forse (come anche con gli adattatori Sony per l’attacco A-mount), limitata al sistema a contrasto; nel complesso è comunque precisa. Da notare che come lens type all’interno dei dati EXIF venga riportato Canon EF 85mm f/1.8 USM + Metabones Adapter, a testimonianza che l’adattatore è in grado di intercettare proprio le comunicazioni corpo-ottica. Grazie all’adattatore Metabones si ha accesso quasi completo a tutti gli obiettivi Canon. Altri esempi di come un’ottica economica possa comunque rivivere sono i tre scatti qui sotto, in cui è visibile la diversa profondità di campo, soprattutto per i capelli viola nei due scatti a diaframma f/1.7 (immagine al centro) e f/3.5 (a destra). Perché non aggiungerle un bel flash? La Alpha 7, come praticamente tutte le altre full-frame, non ha alcun flash integrato; eppure lo spazio ci sarebbe, mancando tutto il blocco reflex del pentaprisma. Il flash integrato sarebbe stata una comodità non tanto come illuminatore di emergenza (eviteremmo volentieri l’uso di un flash integrato), ma come attivatore di un flash remoto senza fili. La Sony, fin dal primo modello reflex prodotto dopo l’assorbimento di Minolta, ha integrato la capacità di controllo wireless dei flash, ma mentre sui modelli inferiori basta aprire il flash integrato per comunicare con quello esterno, per la Alpha 7 è necessario l’acquisto di un flash aggiuntivo. Il più piccolo ed economico è l’HVL-F20M (attenzione al fatto che Sony ha solo di recente adottato la slitta Multi Interface Shoe, meccanicamente compatibile con l’Hot Shoe ISO standard). Abbiamo potuto fare qualche scatto con il compagno ideale di questa Alpha 7: il HVL-F43M, un illuminatore con numero guida 43 e faretto integrato per le riprese video, anch’esso tropicalizzato. La rotazione del corpo avviene su un asse differente da quello adottato dagli altri flash: segue a pagina 48 n.89 / 14 12 MAGGIO 2014 TEST Sony Alpha 7 segue Da pagina 47 Lo scatto con le tessere del domino è stato effettuato appositamente a 25’600 ISO, e se in RAW non sono rilevabili differenze, nel trattamento in macchina del Jpeg il risultato migliora, con meno effetto solarizzato e sfumature più graduali. invece che sul piano orizzontale, avviene sul piano del sensore. Quando la testa non è inclinata per illuminazioni di rimbalzo, è possibile raggiungere la sincronizzazione ad alta velocità sino a 1/8000 di sec. L’aggiornamento del firmware Durante il periodo in cui abbiamo testato la Alpha 7 è stato rilasciato un update del firmware che porta la versione alla 1.02: questo dovrebbe da un lato migliorare il trattamento degli scatti in Jpeg e dall’altro aumentare la velocità in generale. Oltre al tangibile miglioramento in fase di accensione e di passaggio al mirino, abbiamo voluto fare uno stesso scatto prima e dopo l’aggiornamento, per valutare eventuali differenze. Dato che l’update impiega circa 20 mi- In questo scatto a 100 ISO è apprezzabile lo sfocato ottenibile anche con la lente in kit (non particolarmente luminosa), che anche a f/5.6 lascia a fuoco solo i sedili/motorini nella zona più vicina. torna al sommario MAGAZINE nuti non è stato possibile replicare del tutto le condizioni di luce naturale, ma comunque ci sembra che la 1.02 migliori il trattamento del rumore. risultato è salvato ovviamente solo in Jpg. Qualche errore e alone sono presenti, ma il risultato è notevole e la funzione molto comoda. La prova d’uso Ottima qualità delle riprese Nell’uso di tutti i giorni, la Alpha 7 si dimostra comoda. Forse la batteria non è un campione di capacità, ma regge anche un paio di giornate (300 foto) con tanto di revisioni continue; la ricarica, invece, adottando lo standard USB, risulta abbastanza lenta (ci vogliono anche 4 ore per quella completa). Tutti i tasti sono a portata di mano, ma la rotella posteriore, alla quale di default è assegnato l’accesso diretto agli ISO, è scomoda: in qualsiasi momento, anche durante la composizione, il pollice può variare al volo la sensibilità (che nativamente va da 100 a 25600, con estensioni verso il basso fino a 50), ma la ruota funge anche da pulsante direzionale e, girando velocemente, spesso lo si preme per sbaglio attivando altre funzioni (bilanciamento, timer, display). Sulla Alpha 7 sono disponibili due memorie di uso e 3 tasti liberamente programmabili, oltre al menù funzione in cui inserire le voci più utili. Il sistema ibrido di messa a fuoco è un fulmine e, nonostante l’ottica in dotazione non abbia motore ultrasonico, risulta rapida e decisa in gran parte delle occasioni. Appena però cala la luce ambiente, il sistema ibrido cede subito la mano al sistema a contrasto e questo è evidenziato dalle differenti indicazioni sul display. La messa a fuoco rimane rapida e precisa ma non così immediata come nelle situazioni migliori. L’ottica si comporta onestamente e mantiene una buona definizione anche sui bordi dell’immagine (condizione ostica su ottiche full-frame non particolarmente costose), ma la prenderemmo in considerazione solo come primo obiettivo per cominciare a scattare e quindi passare a ottiche di maggior qualità. Per concludere, ecco uno scatto panoramico il giorno prima della Canonizzazione dei due Papi, da sopra il colonnato di San Pietro; la funzione interna della Alpha 7 permette di muoversi in tutte le direzioni e poi ricompone in automatico la sequenza. Il Pur essendo una una macchina fotografica, perché non sfruttare le dimensioni del sensore anche a scopi video? Forte delle buone doti di sensibilità e dell’efficacia del sistema autofocus, i video vengono molto bene; è possibile attaccare un microfono stereo esterno (c’è la presa sul lato), come è possibile usare la slitta del flash con gli accessori microfonici appositi. Sul display vengono riportati i livelli di registrazione audio. Per saggiarne le capacità abbiamo fatto un piccolo torto alla Regina Elisabetta II di Inghilterra: anche se non era permesso, abbiamo ripreso il tesoro della corona. La luce era poca, e dato che la fotocamera era nascosta, erano anche riprese alla cieca. Basta alzare un po’ la sensibilità e il risultato è stato più che onorevole, con una messa a fuoco continua e la giusta luminosità delle riprese, senza incertezze. Un altro spezzone video è la ripresa da sopra il colonnato di San Pietro a Roma durante la Canonizzazione. Questa volta abbiamo lasciato l’audio originale- che ci sembra ottimamente ripreso- tridimensionale, e c’è anche un gabbiano che gracchia. La Sony Alpha 7 può riprendere Full HD 50p a 28 Megabit/s e trasmettere il segnale non compresso attraverso la micro-HDMI presente accanto alla micro-USB. Qui sopra, uno scatto a 800 ISO di una simpatica situazione… quello in foto non è un autobus di linea. Da apprezzare il contenuto rumore sul raw perfettamente gestito nel jpeg. Test ISO: il rumore compare a 12.800 Analizzando i Jpeg prodotti in macchina, si nota un’ottima gestione del rumore, che praticamente è assente fino a 6400 ISO. Comincia ad essere evidente a 12.800 e arriva a rovinare la foto al 100% di ingrandimento solo alla massima sensibilità di 25.600 ISO, come sui può vedere in questa immagine. Nei file raw, comunque, un certo rumore è presente anche agli ISO più bassi, ma è abbastanza controllabile senza sacrificare troppo in risoluzione finale. La Stele di Rosetta, al British Museum. Lo scatto è stato fatto a 2500 ISO e a mano libera, ovviamente senza flash. Da apprezzare il mantenimento di tutti i dettagli più fini e il fatto che nella versione in jpg (elaborato in macchina) il puntinato sparisca quasi del tutto. l memoriale a Lady D e Dodi AlFayed, scattato a 800 ISO e con tempi lentissimi a solo 1/6 sec, a mano libera. Lo stabilizzatore incorporato nell’ottica si è rivelato efficace in molte situazioni, seppure la grandissima risoluzione nasconda un rischio di micromosso.
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