Editoriale Giornalidea s.r.l. - Piazza della Repubblica, 19 - 20124 Milano Anno 23 n. 4 Aprile 2014 INTERVISTA Qui ci vuole “coopetizione” MERCATO I senza ricetta senza boom FOCUS Cosmofarma: gli appuntamenti da non perdere GESTIONE Le armi del retail Erika Mallarini Dossier Negozio fiduciario, trust e farmacia eglab.it Anche i farmaci generici hanno un nome. EG ® Anche i farmaci generici equivalenti hanno un nome: EG®, da sempre, garanzia di sicurezza e qualità. Stesso principio attivo, stessa efficacia dei farmaci di marca e più attenzione al prezzo. Quando scelgo un generico, chiedo EG ® L’editoriale Forse qualcosa si muove N on sembrano proprio mancare, in questi ultimi mesi, le occasioni di incontro e dibattito per i farmacisti. Da Roma (Federfarma), a Campobasso e Trieste (Federfarma Molise e Friuli Venezia Giulia), a Catania (Fenagifar), a Bologna (Cosmoprof), a Roma (Farmacistapiù), a Vicenza (Farmait) -e magari altri ancora, ai quali non abbiamo partecipato- sono la testimonianza di un rifiorire di iniziative che fanno pensare. È il segno della crisi che porta al bisogno di confrontarsi? O non piuttosto il segno che qualcosa finalmente si muove, a riprova di una ripresa? Lo vedremo tra qualche giorno a Cosmofarma, che rimane, pur a distanza di 18 anni, l’appuntamento più rilevante dell’anno. Ma anche qui registriamo fin da ora un segnale di particolare vivacità, visto che quella che è sempre stata essenzialmente una mostra farmaceutica (e continua a esserlo con i suoi oltre 350 stand), quest’anno risulta particolarmente ricca negli appuntamenti congressuali. Sono oltre 40, infatti, i convegni e i meeting in programma, a ulteriore dimostrazione che cresce la voglia di incontrarsi, discutere, aggiornarsi. Non si potrà poi mancare, sabato 10 maggio, al convegno istituzionale di Federfarma, per conoscere i contenuti del tanto atteso “Portale per la Sanità digitale”, con la Piattaforma informatica predisposta da Promofarma. Chissà che non siamo finalmente arrivati al giro di boa e si possa, dopo questo tristo periodo, “tornar a riveder le stelle”. Fondere insieme i concetti di competizione e di collaborazione. È una proposta suggestiva quella che ci fa Erika Mallarini della Sda Bocconi, con quel suo invito alla “coopetizione” (vedasi l’intervista da pag. 8). In pratica mettere in sintonia tutti gli attori del mondo sanitario -industria, distribuzione, professionisti-, in modo da integrare le loro specificità, così da offrire risposte adeguate alle nuove domande di salute e di cambiamento. E ritorniamo allora al concetto di rete (vedasi l’editoriale di Farma Mese di marzo), di cui si è dibattuto nell’interessante convegno di Fenagifar a Catania. L’invito -da non sottovalutare- spinge verso quel “ fare sistema” che porta tutta la filiera a una reale e concreta partnership. Non si può più pensare, infatti, di salvarsi da soli, ma bisogna imparare ad agire insieme e in sincronia. D’altra parte i nuovi compiti dietro l’angolo della Sanità (Pharmaceutical care, farmacia dei servizi, telemedicina, innovazione tecnologica, ecc.), sono di tale spessore da non poter essere affrontati da soli, ma da richiedere uno sforzo globale. Sicuramente questa sarà la sfida dei prossimi anni. Anche questo numero ospita a centro rivista un particolare “Dossier”. Dopo aver proposto in tre puntate il tema dell’automazione in farmacia, questo mese affrontiamo un tema di taglio legale, grazie all’aiuto dell’avvocato Claudio Duchi. Il problema non è di poco conto per quelle famiglie che si sono trovate, insieme al dolore per un lutto improvviso, anche a dover affrontare le problematiche relative al pericolo di perdere l’azienda farmacia, per i ridotti e perentori termini di decadenza della gestione provvisoria da parte degli eredi del titolare defunto. Il tema dell’applicabilità del Trust alla farmacia è assai stimolante, vuoi perché ancora assai dibattuto, causa anche molte reticenze e ambiguità. È un istituto giuridico, invece, che merita di essere approfondito, perché potrebbe risolvere difficili situazioni e impedire che la farmacia venga sottratta all’ambito familiare. Lorenzo Verlato n. 4 - 2014 3 Sommario 3 6 EDITORIALE Forse qualcosa si muove Anno 23 n. 4 Aprile 2014 21 DOSSIER Negozio fiduciario e trust LETTERE 8 INTERVISTA A ERIKA MALLARINI 36 INIZIATIVE “Conosci il signor colon?” Qui ci vuole “coopetizione” 40 MERCATO 14 FOCUS Senza ricetta, senza boom Cosmofarma: gli appuntamenti da non perdere 18 GESTIONE Non lo voglio più, grazie 44 RUBRICHE Sanità e Legge, Accademia e Storia, Aziende e prodotti 33 NOTIZIE Le armi del retail Direttore responsabile: Lorenzo Verlato Impaginazione: Emanuela Gazzetta Collaboratori: Carlo Luigi Bagliani, Alice Berlai, Paola Castelli, Claudio Duchi, Giorgio du Ban, Barnaba Grigis, Alfonso Marra, Nicola Posa, Anna Scotti, Chiara Verlato, Matteo Verlato, Stefano Visintin Direzione, redazione e amministrazione: Editoriale Giornalidea s.r.l. Piazza della Repubblica, 19 20124 Milano Tel. 02/6888775 (ric. aut.) 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L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e in suo possesso, fatto diritto, in ogni caso, per l’interessato di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi della legge 196/03. Editoriale Giornalidea s.r.l. Piazza della Repubblica, 19 20124 Milano Lettere A cura della Redazione [email protected] Fisioterapista sì, massaggiatore no Se la strada della farmacia dei servizi è davvero segnata, dobbiamo essere pronti a percorrerla. Così, sto cominciando a ragionare su quali novità potrei offrire ai miei clienti-pazienti. In particolare, mi pare che il farmacista abbia oggi la possibilità di mettere a disposizione dei cittadini un fisioterapista: è un’opportunità che sto considerando, in quanto potrei coinvolgere mio figlio, che non è fisioterapista, ma da parecchi anni fa il massaggiatore, con ottimi risultati, del resto. Ho, però, un dubbio: se la sua qualifica di massaggiatore sia sufficiente per proporre prestazioni di fisioterapia. Lettera firmata - Roma Risponde il nostro esperto Alfonso Marra Al quesito così formulato dobbiamo -purtroppo, per il nostro lettore- dare una risposta negativa. Il massaggiatore non può esercitare la professione sanitaria di fisioterapista. Il principio è stato proprio affermato dalla Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 486 del 28 febbraio di quest’anno. In motivazione, infatti, la Corte ha sancito che il massofisioterapista che abbia iniziato l’attività prima dell’entrata in vigore del Decreto ministeriale 27 luglio 2000 e non abbia effettuato un corso triennale a seguito del quale abbia conseguito un diploma non può esercitare la professione di fisioterapista. La sentenza proseguiva rilevando che, nel caso dei massofisioterapisti, la legge (la n. 431 del 1971) non dettava norme sul relativo percorso formativo, sicché esso è stato disciplinato in modo difforme sul territorio nazionale. Conseguentemente, i relativi titoli rilasciati alla fine dei corsi non possono fruire di alcun riconoscimento automatico e avere piena equiparazione al titolo (ora conseguibile con laurea breve) di fisioterapista. La rivista on line dei farmacisti preparatori Ha preso il via il nuovo web magazine della Rete farmacisti preparatori, raggiungibile sul web all’indirizzo www.retefarmacistipreparatori.it. Si tratta di un portale che si propone di dispensare consigli utili e curiosità su tematiche di salute, bellezza e benessere, cura della persona. Secondo i promotori, un gruppo di farmacisti italiani esperti in preparazioni, il progetto vuole rappresentare “una vera e propria rivista on line, nata dall’esperienza farmaceutica e rivolta a chiunque cerchi in rete informazioni e spunti per prendersi cura di sé”. Regolarmente aggiornato, il portale offrirà ai visitatori nozioni e informazioni su temi come l’alimentazione equiliSi terrà a Bologna, a partire dal prossimo mese di giugno e fino al gennaio 2015, la seconda brata, la cura della pelle, la preedizione di M.B.O Pharma, la Scuola di alta formazione per farmacista gestionale di Shacvenzione dei malesseri stagiokleton Consulting. Il percorso formativo, patrocinato da Federfarma Bologna, dall’Ordine dei nali, la corretta interpretaziofarmacisti bolognesi e da Fenagifar, si articola in cinque moduli: scenario distributivo, genene delle etichette dei cosmeral management, area Hr management, area amministrazione finanza e controllo, area comtici. merciale. La scuola consente ai farmacisti di effettuare un lavoro applicativo presso la propria Una sezione speciale del sito è organizzazione attraverso il supporto formativo di docenti esperti. dedicata alla “filosofia formuSulla figura del farmacista gestionale -dicono i promotori di M.B.O. Pharma- «si tratta di un lativa che guida la scelta dei profilo professionale con le giuste competenze per comprendere e aderire alla visione, alla principi attivi e degli ingremissione e ai valori della farmacia e guidare al raggiungimento degli obiettivi attraverso una dienti utilizzati nei prodotti di pianificazione strategica condivisa e la giusta applicazione di metodi e strumenti gestionali». cosmesi e integrazione aliPer maggiori informazioni: www.mbopharma.it; tel: 0141.946501. mentare selezionati dalla Rete farmacisti preparatori”. A Bologna la II edizione di M.B.O. Pharma 6 n. 4 - 2014 Cosmofarma Exhibition TORNA A BOLOGNA DAL 9 all’11 Maggio 2014 L’evento leader in Italia, e tra i più importanti in Europa, per il mondo della farmacia, presenta la nuova edizione e un nuovo tema: UNA FARMACIA PER TUTTE LE ETA’, UNA FARMACIA PER TUTTI. La prossima edizione di Cosmofarma Exhibition si conferma centro propulsore nevralgico per l’intero settore farmaceutico, e per tutti gli operatori coinvolti. I progetti messi in atto delineano i contorni di una manifestazione che, in anteprima, concentra le tendenze di mercato e di consumo, che supporta le imprese con iniziative concrete e che si riconferma appuntamento imperdibile per tutti i farmacisti italiani. LE NOVITÀ E I PROGETTI REALIZZATI PER COSMOFARMA EXHIBITION 2014: OSSERVATORIO COSMOFARMA: in collaborazione con il sociologo Francesco Morace (Future Concept Lab), l’Osservatorio Cosmofarma presenterà una nuova ricerca che permetterà ai visitatori di conoscere i nuovi orizzonti del cambiamento nel mercato, e le prossime tendenze rilevanti per il mondo delle farmacie, con uno sguardo rivolto alla situazione internazionale. Durante la scorsa edizione l’Osservatorio Cosmofarma aveva delineato i tratti distintivi del mercato attuale, quest’anno saranno descritti i nuovi profili del consumatore per il settore farmaceutico. Un momento quindi di grande interesse per tutti i farmacisti, che potranno pensare a formule sempre più mirate e vincenti di approccio, comunicazione e offerta. CONVEGNI FEDERFARMA: il calendario eventi della manifestazione è come sempre ricco di workshop e incontri ECM. Oltre ai momenti promossi da Cosmofarma e dalle aziende espositrici, come ogni anno il sabato mattina (10 maggio) sarà dedicato al Convegno Federfama, incentrato sulla Farmacia dei Servizi. Sarà presentata una nuova offerta di servizi in farmacia, sulla base di una proposta innovativa elaborata da Andrea Garlatti, docente di scienze economiche e statistiche all’Università di Udine. Non solo, Federfarma sarà promotrice anche di un interessante incontro previsto per domenica 11 maggio, dedicato a Farmacia Sicura, il programma congiunto CredifarmaPromofarma-Farmafidi per dare assistenza alle farmacie in situazione di criticità. Cosmorfarma Exhibition vi aspetta a Bologna dal 9 all’11 maggio 2014. U N A FA R M A C I A P E R T U T T E L E E TÀ , U N A FA R M A C I A P E R T U T T I LE INIZIATIVE SPECIALI FARMACIA ETICA: le farmacie e i farmacisti hanno un ruolo fondamentale per tutte le comunità, dai paesi più piccoli fino alle grandi città. Cosmofarma premia i progetti solidali delle farmacie italiane che si impegnano ogni giorno con progetti di solidarietà, beneficienza ed eco-sostenibilità. Tutte le informazioni su www.cosmofarma.com. INCUBATORE: le nuove idee e i giovani imprenditori sono l’anima del settore farmaceutico. Cosmofarma si fa promotore di imprese emergenti meritevoli, offrendo un contenitore di servizi, supporti, visibilità e strumenti per le start-up che costruiranno il futuro del Made in Italy nel settore della farmacia. SFRECCIA A COSMOFARMA: i nostri visitatori arrivano da tutte le parti di Italia. Per agevolare la visitazione Cosmofarma conferma la collaborazione con le Frecce Trenitalia offrendo un sconto del 40% sulla tariffa base dei biglietti. Per usufruire della promozione è sufficiente compilare il modulo dedicato scaricabile da www.cosmofarma.com. SFRECCIA A Organizzato da: Sogecos S.p.A. Milano Tel +39.02.796.420 Fax +39.02.795.036 LQIR#FRVPRIDUPDFRPZZZFRVPRIDUPDFRP A company of Con il patrocinio di: In collaborazione con: associazione nazionale imprese cosmetiche INTERVISTA I suggerimenti di Erika Mallarini, Qui ci vuole Coopetizione A l congresso dei giovani farmacisti tenutosi a Catania, Erika Mallarini, docente alla Sda Bocconi -la famosa School of management italiana- ha parlato di coopetizione, come strumento per affrontare la crisi e innovare la farmacia. Fondere, cioè, i concetti di competizione e di collaborazione, di modo che gli attori del mondo sanitario -industria, distribuzione, professionisti- integrino le loro specificità per garantire, aggiornando gli specifici ruoli, risposte adeguate alle nuove domande di salute e, più in generale, di cambiamento. Come dire che, a fronte di una crisi senza fine, a una rivoluzione sia tecnologica, sia produttiva, non si può pensare dI salvarsi da soli, ma bisogna agire insieme e in sincronia. Un argomento assai stimolante, che merita di essere approfondito. Proprio per questo abbiamo intervistato Erika Mallarini. ! Che cosa dice l’Osservatorio Sda Bocconi sulla tenuta delle farmacie? È vera e fino a che punto la loro crisi? La situazione economica dell’impresa farmacia dipende da tanti fattori: macroeconomici, come la crisi globale; istituzionali, come l’evolversi dell’assetto del sistema sanitario; 8 n. 4 - 2014 tecnologici, come la scadenza dei brevetti e lo sviluppo dei farmaci biotecnologici; di mercato, come la diffusione di nuovi competitor provenienti da settori diversi. La Sda Bocconi in questi anni ha osservato il canale farmacia sotto diverse prospettive e con più di un Osservatorio dedicato a monitorare questi diversi fattori: quello su “Le nuove frontiere della professione del farmacista”, che indaga l’evoluzione professionale del farmacista; l’”Osservatorio Farmaci Osfar”, che analizza gli effetti delle politiche pubbliche sull’assistenza farmaceutica e sulla spesa; il Centro Studi sulle Biotecnologie sanitarie (CeSBio), che mira ad approfondire l’evoluzione del prodotto farmaco; l’“Osservatorio Retail”, che studia trend e innovazioni nei diversi settori della distribuzione e che, rispetto alla farmacia, indaga l’impatto dei nuovi competitor; l’“Osservatorio sulle Aziende Sanitarie Oasi”, che monitora l’evoluzione del Ssn e, infine, il neonato “Osservatorio sui consumi privati in Sanità”, che esamina come si modificano i confini del settore in base all’ampliarsi del concetto di salute e ai cambiamenti nei comportamenti dei pazienti, nonché il potenziale ruolo di Fondi e Assicurazioni sul mercato della sanità e del farmaco. L’integrazione di questi studi ci fornisce un dato preoccupante, se prendiamo a riferimento le evidenze economiche: negli ultimi 6 anni l’utile netto medio delle farmacie è sceso del 67,5%, fino ad arrivare a un valore pari al solo 1,3% del fatturato, con evidenti impatti sul valore del patrimonio della farmacia, nonché sull’accesso al credito. Si stimano quasi 3.000 farmacie in gravi difficoltà finanziarie e 600 a rischio di fallimento. Se a ciò si aggiunge l’impatto della crisi sui consumi privati in ambito sanitario -nel 2013 il 7,7% dei cittadini ha rinunciato a visite e accertamenti per motivi economici, pur avendone bisogno- e la crescente tendenza alla riduzione dei budget pubblici -si stima che la spesa sanitaria riprenda a crescere con ritardo di 5 anni soltanto quando l’economia uscirà dalla crisi-, lo scenario che attende le farmacie non è dei più rosei. ! Cambiano anche gli scenari di riferimento: globalizzazione dei produttori, concentrazione della distribuzione intermedia, tagli alla spesa pubblica, riduzione dei margini. Come può il farmacista docente alla milanese Sda Bocconi PER SUPERARE LA CRISI E INNOVARE LA FARMACIA È NECESSARIO UN MIX TRA COLLABORAZIONE E COMPETIZIONE. QUESTA LA RICETTA DELLA ECONOMISTA, CHE QUI CI SPIEGA DA COSA NASCONO LE SUE CONSIDERAZIONI E COME DOVREBBE COMPORTARSI IL FARMACISTA Fare sistema non è solo un’urgenza economica, ma anche un bisogno professionale affrontare tutte queste sfide? Innanzitutto mantenendo, e in qualche caso riportando, il paziente al centro. Il patrimonio dell’impresa farmacia è proprio la fiducia dei malati. I pazienti cronici, in particolare, sono i soggetti che attribuiscono maggior valore al ruolo del farmacista: soltanto il 18% di loro acquisterebbe il farmaco su prescrizione fuori canale, a differenza dei sani, per i quali la percentuale sale al 79%; per quasi tutte le categorie di prodotti diversi dal farmaco i pazienti cronici considerano la farmacia il canale di riferimento o uno dei primi due, mentre i sani la considerano sempre all’ultimo o al penultimo posto nelle loro preferenze; i pazienti cronici ri- di Lorenzo Verlato tengono sia corretto corrispondere un premium price agli acquisti in farmacia per il valore aggiunto del consiglio, fattore considerato, invece, igienico dai sani; i pazienti cronici, infine, manifestano la propria disponibilità a usufruire di servizi sociosanitari o di diagnostica forniti dalla farmacia anche a pagamento, mentre i sani risultano decisamente meno interessati. Pertanto, se la farmacia saprà mantenere la fiducia dei pazienti avrà fatto il primo passo per affrontare le sfide del futuro, riducendo di fatto il rischio di essere sostituita da altri canali, rafforzando la propria redditività grazie al cross selling, e sviluppando nuove opzioni di crescita, per esempio nell’area dei servizi (si veda il grafico a pagina 10). " Ritiene che il farmacista sappia corrispondere alla fiducia che il paziente gli riserva? Per esem- pio, sa orientare il paziente con il suo consiglio nel processo di scelta? L’82,4% dei pazienti ritiene che ci si possa fidare dei consigli sui prodotti e il 61,2% afferma che il consiglio del farmacista è un elemento importante nelle scelte di acquisto. Ma saper consigliare il paziente nel processo di scelta non è più sufficiente a mantenerne la fiducia e tantomeno ad affrontare lo scenario che ci si prospetta. Per mantenere e rafforzare la fiducia del paziente occorre tener conto dei suoi bisogni a 360°, attuali ed emergenti. L’87% dei pazienti oggi non si sente preso in carico dal sistema e dichiara non avere figure sanitarie di riferimento; meno del 50% dei malati risulta aderente alla terapia; per gran parte delle patologie croniche il non diagnosticato è stimato sopra il 40%; il paziente è spesso costretto n. 4 - 2014 ! 9 Qui ci vuole COOPETIZIONE a ricorrere a ricoveri inappropriati per l’assenza di una rete sul territorio; l’Italia è l’ultimo Paese in Europa nei programmi di prevenzione di primo e secondo livello e nelle politiche per la salute collettiva. Aggiungiamo che il 20% dei farmaci oggi sul mercato è frutto della ricerca biotecnologica: questa categoria rappresenta il 40% dei farmaci registrati negli ultimi 3 anni e il 60% di quelli in via di sviluppo. Rispetto a questi medicinali -dei quali i principali non sono destinati a pazienti ospedalizzati, bensì a persone che si recano sistematicamente in farmacia per acquistare gli altri prodotti integrativi della terapia- le conoscenze del farmacista sono molto LA FIDUCIA DEL Tasso di Riacquisto Cross Selling Vendite clienti attualli “PAZIENTE” Immagine Reputazione Premium price e/o + volumi Vendite a nuovi clienti Nuove opzioni di crescita (es. Servizi) Inerzia cognitiva Costi di marketing Fatturato Flussi di reddito potenziali Redditività business attuale Esperienza Minore propensione a sperimentare canali alternativi Riduzione rischio dʼimpresa VALORE ECONOMICO DELLʼIMPRESA FARMACIA di essere carente. Il paziente per confermare la propria fiducia ha bisogno di una farmacia che faccia ancora di più per i malati. ! E operativamente questo limitate. Che cosa fare allora? Prevenzione; supporto a domicilio nella long term care e per i grandi anziani soli, prevenzione di primo e secondo livello; accompagnamento per l’aderenza alla terapia; attivazione di processi per la diagnosi precoce; referral verso i medici competenti; in- 10 n. 4 - 2014 formazione sulle interazioni dei farmaci innovativi con quelli acquistati in farmacia; counselling sui nuovi device e sulle nuove applicazioni per la salute e molto altro ancora. Queste sono le nuove esigenze del paziente rispetto alla farmacia e al farmacista, e su queste la farmacia rischia come si realizza? In un solo modo: facendo sistema. Fare sistema è oggi una necessità professionale prima ancora che economica. Tutte le professioni sanitarie, mediche e non mediche, si stanno indirizzando verso la specializzazione, la multidisciplinarità e, conseguentemente, verso l’integrazione. Rispondere ai bisogni del paziente vuol dire innanzitutto sviluppare la Pharmaceutical care, e quest’ultima richiede una specializzazione dei farmacisti per area terapeutica e anche il coordinamento professionale con medici di base, specialisti e operatori sanitari. Rendere, poi, la Pharmaceutical care non soltanto sostenibile, ma un investimento redditizio richiede di fare sistema con tutti gli altri attori economici e, in modo particolare, con " Per il controllo del peso cambia prospettiva pensa alla salute Indicato anche per bambini da 8 anni di età Per il controllo del picco glicemico 0373 LI O TÀ RC VI PE O IN O NE CH AN Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Favorisce il metabolismo dei grassi per la funzionalità del tessuto adiposo INTEGRATORE ALIMENTARE SCOPRI LE NOVITÀ DELLA NUOVA CAMPAGNA 2014 Per conoscere tutti i dettagli dell’operazione contatta l’agente di zona o l’ufficio commerciale ([email protected] – 0575/746316) www.aboca.com Cambiare si può INNOVAZIONE PER LA SALUTE INTERVISTA la distribuzione intermedia e l’industria farmaceutica. ! Lei non solo per la Pharmaceutical care, ma in più occasioni suggerisce di attivare partnership tra produttori e farmacia. Ma quali e come per evitare spiacevoli sorprese? Tra farmacia e industria ci sono naturalmente obiettivi divergenti e obiettivi convergenti. Per questo io parlo più che di partnership di coopetition, ovvero di coopetizione: termine che nasce da una crasi tra i concetti di competizione e collaborazione che non si escludono, ma si integrano. Oggi la crisi ha acuito la componente di competizione tra gli attori della filiera: competizione per la spartizione dei margini in primo luogo. Ma è tempo di far crescere il mercato prima di pensare a come spartirsi gli eventuali guadagni. La crisi di fiducia che in questi anni sempre più si avverte verso il farmaco, l’assenza di aderenza alle terapie, l’inappropriatezza o il ritardo nelle diagnosi, che implica un ritardo nell’assunzione delle terapie, impatta sulle aziende farmaceutiche, ma anche sulla farmacia: non dimentichiamo che la fiducia nel farmaco determina la fiducia nella farmacia più della soddisfazione per il servizio offerto. E soltanto insieme farmacia e industria farmaceutica possono rafforzare la fiducia nel farmaco, creare e concretizzare procedure per l’aderenza, individuare le modalità migliori per attivare processi di diagnosi precoce e coordinare le conoscenze di prescrittore e farmacista sul prodotto. Certo, è molto difficile sviluppare le strategie tra l’industria e la farmacia singola, per questo è altrettanto importante che al processo partecipino attivamente i soggetti che possono fare da collante nelle diverse situazioni: distribuzione intermedia, le diverse forme di aggregazione di farmacie, gli stessi sindacati. Anche perché se le farmacie che investono sulla Pharmaceutical care risulteranno poche e frammentate sul territorio sarà difficile ottenere risultati concreti: da un lato le aziende farmaceutiche non avranno la possibilità di attivare investimenti significativi, in quanto pochi attori sono in grado di portare soltanto risultati marginali, che non giustificano l’attribuzione di budget specifici alle iniziative; dall’altro poche farmacie che non si limitano al servizio tradizionale di dispensazione e consiglio non consentono ai cittadini di riconoscere al canale un ruolo diverso. Già oggi la farmacia dei servizi -sebbene sia stata istituita dal 2009- è poco conosciuta dai cittadini e scarsamente usata, per il basso numero di farmacie che hanno adottato il modello. È tempo di far crescere il mercato prima di pensare a spartirsi i guadagni ! Quindi, in sintesi, quali sono le leve che l’impresa farmacia dovrebbe utilizzare sia per differenziarsi, sia per generare redditività? Come dicevo prima, innanzitutto investire sui pazienti. Un modello di offerta che corrisponda alle loro esigenze non è imitabile dai competitor che stanno entrando nel canale. Investire sulla professione e sulla Pharmaceutical care e, quindi, sui servizi e, prima ancora, sui farmacisti collaboratori, che rappresentano il primo asset dell’azienda. Occorre valorizzare i professionisti che lavorano nella farmacia, motivarli e formarli e promuovere fortemente la meritocrazia. E in ultimo, ma non ultimo: fare sistema. E questo, a mio avviso, sarebbe il vero investimento per innovare l’azienda: superare l’individualismo e i localismi e lavorare concretamente in rete. ! n. 4 - 2014 13 FOCUS Un ricco programma di convegni AL GRANDE EVENTO SI VA PER CONOSCERE LE NOVITÀ E DIALOGARE CON LE AZIENDE. È LA MOSTRA LEADER, CON LA PRESENZA DI CIRCA 350 ESPOSITORI. QUEST’ANNO IL CALENDARIO CONGRESSUALE OFFRE SOLO L’IMBARAZZO DELLA SCELTA Appuntamenti da non perdere È UN CALENDARIO VERAMENTE RICCO QUELLO DEI CONVEGNI ORGANIZZATI DA COSMOFARMA EXHIBITION, CHE SI TIENE ALLA FIERA DI BOLOGNA DAL 9 ALL’11 MAGGIO 2014, al punto da creare imbarazzo nella scelta degli incontri da seguire. In tre giorni sono oltre 40, tra convegni e meeting, le occasioni di dibattito e aggiornamento, che vanno così ad arricchire sul piano dei contenuti quella che rimane pur sempre una mostra farmaceutica, con la presenza di circa 350 stand espositivi. Inutile, quindi, occupare spazio per descrivere le caratteristiche di questa grande kermesse della farmacia italiana, divenuta ormai leader del settore in Europa. Giunta alla sua XVIII edizione, i farmacisti sanno ormai bene che a Cosmofarma possono incontrare i loro principali fornitori, conoscere le ultime novità del mercato, dialogare su tematiche commerciali, stabilire proficue forme di partnership. Soffermiamoci, invece, sulla ricca proposta di incontri professionali. Primo tra tutti va ricordato l’appuntamento istituzionale di sabato mattina: dalle 10,30 alle 13 c’è il “Convegno Federfarma/Cosmofarma”, quest’anno dedicato alla presenta- 14 n. 4 - 2014 zione del “Portale Federfarma”, che consentirà di passare dalla fase teorico/normativa alla fase esecutiva, e mettere subito in pratica, in modo agevole e sicuro, i concetti della a Bologna, per Cosmofarma 2014 farmacia dei servizi. Un portale predisposto da Promofarma e che raccoglie più piattaforme informatiche, offrendo così ai farmacisti l’opportunità di scegliere, tra un ampio ventaglio, i servizi più congrui alla farmacia e al suo bacino d’utenza. L’incontro si aprirà con la presentazione dei dati di un sondaggio sulle attese degli italiani sulla farmacia, in modo da conoscere quali sono i servizi da loro preferiti, cui seguirà la presentazione della “Piattaforma Federfarma” da parte del dottor Gianni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma. Quindi si terrà una tavola rotonda con la partecipazione dei responsabili della politica nazionale e regionale, dell’industria e delle professioni sanitarie, tra cui il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo, che da tempo condivide la proposta di una reale partnership tra medici e farmacisti. Sempre sul piano degli incontri istituzionali va poi ricordato il convegno su “Omeopatia, sogno impossibile?”, organizzato venerdì (dalle 14 alle 16) da Omeoimprese e Cosmofarma, con la partecipazione dei responsabili di Federfarma, Aifa, Cittadinanza Attiva, Echamp, Siomi e Apo Italia. Sabato pomeriggio, invece (dalle 14 alle 16), si terrà il convegno Utifar, seguito (dalle 16,30 alle 18,30) dal convegno Fenagifar. Domenica mattina spetterà a Promofarma, Credifarma e Farmafidi presentare le iniziative per il sostegno alle farmacie in difficoltà, con il con- vegno su “Farmacia Si Cura”. A scorrere il Calendario Convegni si presentano tante altre possibilità di aggiornamento, a partire da venerdì 9. Pensiamo, per esempio, alla presentazione del II° Osservatorio Cosmofarma su “Strategie di consumo per i nuovi Consum-Autori”, durante il quale il sociologo Francesco Morace proporrà i probabili scenari evolutivi nel comportamento d’acquisto degli italiani, con utili confronti anche con esperienze maturate a livello internazionale. Il farmacista trarrà utili consigli per aumentare la capacità relazionale con i clienti e con il contesto che si è venuto a creare in questi ultimi anni. Richiamiamo l’attenzione anche sul corso Ecm dedicato alla “Longe- n. 4 - 2014 ! 15 E per i giovani c’è “L’incubatore” Una nuova iniziativa di questo Cosmofarma 2014 è l’“Incubatore”, ideato per sostenere i giovani imprenditori. Si tratta di un progetto a supporto delle startup e delle nuove imprese che intendono operare nel settore farmaceutico. In pratica, Cosmofarma si fa promotrice di nuove imprese emergenti, offrendo un contenitore di servizi, supporti, visibilità e strumenti per i giovani imprenditori che costruiranno il futuro del “Made in Italy” nel settore della farmacia. vità: una sfida per il nostro secolo”, tenuto sotto la direzione del professor Enrico Roda, presidente della Fondazione Istituto di Scienze della Salute, che tratta un tema di grande attualità e che fa parte di una delle quattro aree tematiche affrontate quest’anno da Cosmofarma: la “Terza età”, gli “Integratori alimentari”, la “Farmacia per la coppia”, l’“Oral care”. Per ciascuno di questi argomenti sono stati predisposti specifici corsi Ecm: per esempio sabato il corso sulle “Sfide nutrizionali”, tenuto sempre dal professor Roda, e quello sull’“Oral care in farmacia”, tenuto dalla professoressa Laura Strohmenger del- l’Università di Milano, e domenica quello sulla “Farmacia per la coppia”. A questi si aggiungano poi i corsi Ecm sulla dermatologia, promossi dal Gruppo Gcf di Cosmetica Italia, sia sui più comuni disturbi cutanei, sia sugli aggiornamenti di scienza e tecnologie cosmetiche. Non possiamo, infine, dimenticare, sabato pomeriggio, l’incontro su “Farmacia etica: una crescita responsabile”, cui seguirà la premiazione del contest “Marco Belli”, che metterà in risalto i progetti di solidarietà, beneficenza ed eco-sostenibilità attuati dai farmacisti italiani. Il vincitore potrà seguire un corso di formazione manageriale “Pharma- cien manager”, omaggiato da La Roche-Posay. E, stando nell’ambito delle premiazioni, va ricordata la sempre ricercata serata di gala, nel cui ambito verranno assegnati gli usuali premi del “Care Award”, dedicato alle migliori campagne pubblicitarie che hanno saputo valorizzare il ruolo del farmacista e la funzione della farmacia. Ci fermiamo qui, perché troppe sono le occasioni d’incontro e di aggiornamento offerte ai visitatori di Cosmofarma Exhibition per poterle ricordare tutte (consigliamo, allora, di scorrere il calendario eventi, pubblicato sul sito www.cosmofarma.com). Ovviamente, cerchiamo di trovare anche il tempo per visitare a fondo la Fiera, perché questo è il cuore pulsante della manifestazione. A tutti, quindi, appuntamento a Bologna, dal 9 all’11 maggio. ! PROTETTI DALLA NOSTRA RICERCA SICURI SOTTO IL SOLE S I C U R I INNOVAZIONE TEXTURE ULTRALEGGERA FINEMENTE NEBULIZZATA EROGA Z IONE CONTINUA MULTIDIREZIONALE MASSIMO COMFORT D’USO RILASTIL SUN SYSTEM Le radiazioni solari possono danneggiare irreparabilmente il DNA cellulare. Prodotti in grado di contrastare le radiazioni più pericolose ne prevengono ® i danni. 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Il farmacista deve rilasciare al cliente un documento fiscale attestante la vendita (scontrino fiscale o fattura). In caso di restituzione dei prodotti il farmacista ha due possibilità: ritirare i resi e rimborsare totalmente al cliente il prezzo pagato ovvero consegnare al cliente un “buono-acquisto”. ! Qual è la procedura in caso di rimborso del prezzo pagato? La procedura richiesta dall’Ammini- 18 n. 4 - 2014 strazione finanziaria non è semplice. Il farmacista deve aprire una pratica di reso identificata con un numero contenente tutti i dati relativi all’originaria operazione e alla sua risoluzione, riprendere in carico il bene restituito nella contabilità di magazzino, effettuando una scrittura contenente la causale e l’indicazione del numero identificativo della pratica di reso, e, infine, deve emettere uno scontrino fiscale con la causale “Eventuali rimborsi per restituzioni di vendite o imballaggi cauzionali”, che è una delle causali obbligatorie elencate dall’art. 12 del D.M. 23 marzo 1983. L’importo dello scontrino viene memorizzato nel giornale di fondo alla riga “Rimborsi per resi di merce venduta” e va annotato con segno negativo nel registro dei corrispettivi a riduzione degli incassi del giorno. Il farmacista deve rimborsare al cliente il prezzo pagato, facendosi sottoscrivere una ricevuta da conservare nella pratica di reso. Deve la merce acquistata in farmacia? Non lo voglio più, GRAZIE conservare anche la singola pratica di reso sino alla scadenza dei termini previsti per gli accertamenti in materia di imposte dirette e Iva. Tale modus operandi, da un lato, e le scritture ausiliarie di magazzino, dall’altro, consentono di correlare la restituzione del prodotto al documento attestante l’acquisto originario, nonché di conoscere la movimentazione fisica del bene reinserito nel circuito di vendita. ! Ma lo scontrino, quindi, viene emesso con segno negativo? No, si tratta di un normale scontrino fiscale nel quale viene riportata la causale in precedenza citata. È proprio tale causale che legittima la successiva registrazione nel registro dei corrispettivi con segno negativo, a diminuzione degli incassi della giornata. ! Esistono limiti temporali entro i quali occorre ultimare la procedura in precedenza descritta? La normativa in vigore non prevede limiti temporali. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta al riguardo, sottolineando la necessità di porre una deadline per evitare di ledere quei principi di certezza e trasparenza che dovrebbero regnare nei rapporti tra contribuente e Fisco (Ris. n. 45/E del 7 aprile 2005). Nell’esprimere il proprio parere l’Amministrazione non ha fissato esplicitamente un termine per rettificare l’operazione d’acquisto. È evidente, però, che debba essere eseguita in un arco temporale ben definito e ragionevole. ! E se il cliente che intende restituire un prodotto ha perso lo scontrino fiscale di acquisto? In mancanza dello scontrino fiscale titolo originario di acquisto attestante dove, quando e come un prodotto è stato acquistato- non è possibile restituire al cliente il prezzo pagato. ! Che cosa accade, invece, se a fronte del reso il titolare concede un “buono-acquisto”? Qualora il farmacista, a seguito della restituzione della merce, non intenda rimborsare il prezzo pagato, può consegnare al cliente un “buono-acquisto” pari al prezzo del bene restituito, da spendere in farmacia in un momento successivo. In tale ipotesi la procedura da seguire è più semplice. Il farmacista non deve emettere alcuno scontrino fiscale, ma deve: • rilasciare al cliente un “buonoacquisto” con l’importo da rimborsare e l’aliquota Iva applicata per i resi, a cui deve essere allegato lo scontrino fiscale dei prodotti restituiti; • il giorno della sostituzione deve emettere uno scontrino in cui dal prez- zo del prodotto dato in sostituzione deve essere sottratto il prezzo del prodotto sostituito (pari al “buono-acquisto”); • acquisire, anche in fotocopia, lo scontrino emesso per i prodotti restituiti e conservarlo unitamente allo scontrino di chiusura giornaliera del giorno nel quale viene eseguita la sostituzione della merce resa. ! Dottoressa, come si deve comportare il titolare che ha emesso fattura di vendita? Occorre innanzitutto premettere che di norma il titolare emette fattura nei confronti di aziende, imprenditori, professionisti e, quindi, di soggetti dotati di partita Iva; viceversa, ai privati rilascia lo scontrino fiscale. L’aziendacliente che intende restituire la merce acquistata deve predisporre apposito documento di trasporto, mentre il farmacista deve rettificare, tramite nota di accredito, quanto già fatturato e contabilizzato. Il documento attestante la variazione deve fare espresso riferimento alla fattura in origine emessa e contenere le generalità di entrambi i soggetti coinvolti nell’operazione, la qualità e la quantità dei prodotti venduti e poi resi, nonché l’ammontare dell’imponibile, dell’imposta e l’aliquota applicata. Il farmacista può detrarre l’Iva oggetto di rettifica. ! n. 4 - 2014 19 La qualità è sempre di turno. Oltre 100 ricercatori in Italia, di cui 50 dedicati esclusivamente alla fitochimica. 800 dipendenti nel mondo. 150 brevetti concessi. Oltre 700 pubblicazioni scientifiche. 5 siti produttivi di cui 3 in Italia. Un gruppo interamente italiano, fondato nel 1921. Scopri l’origine dei principi attivi e degli estratti botanici nei prodotti che consigli. Per te e per i tuoi clienti, una garanzia di eccellenza e qualità. ® www.indena.com Headquarters: Indena S.p.A. Viale Ortles, 12 20139 Milan Italy tel. +39.02.574961 Distributore esclusivo Indena per le preparazioni galeniche in farmacia www.Farmalabor.it – tel. +39.0883.611.301 e-mail [email protected] DOSSIER IL NEGOZIO FIDUCIARIO, IL TRUST E LA FARMACIA Capita, alla morte del titolare, che la farmacia venga sottratta all’ambito familiare per la perentorietà dei termini della gestione provvisoria degli eredi. Diventa allora importante valutare con attenzione l’applicabilità del trust alla farmacia. Ecco il parere dell’avvocato Claudio Duchi SPECIALE Sciogliamo ogni dubbio sulla Come “TRAGHETTARE” la farmacia L’APPRODO AVANTI AL GIUDICE AMMINISTRATIVO DEL TEMA DELL’APPLICABILITÀ DEL TRUST ALLA FARMACIA RENDE ORMAI INELUDIBILE CHE CON ESSO CI SI MISURI, non già perchè il giudizio cautelare che a oggi ne è sortito, conclusosi con l’ordinanza n. 459/2013 del Tar Lombardia-Brescia, abbia condotto a risultati significativi, dal momento che ha rimandato la soluzione del problema al merito, quanto perché ha portato ad emersione una questione assai dibattuta nel mondo della farmacia, sia pure con qualche reticenza e ambiguità di troppo. Il dubbio riguardo alla legittima applicabilità del trust alla farmacia nasce da una innegabile indeterminatezza di questo istituto giuridico: esso non è disciplinato direttamente dal nostro ordinamento, ma è stato recepito attraverso la ratifica con Legge 16 ottobre 1989 della convenzione dell’Aia dell’1 luglio 1985. Anche il trust rappresenta un negozio fiduciario caratterizzato dal fatto che il disponente (settlor) trasferisce l’azienda a un fiduciario (trustee) perché la gestisca a favore di un beneficiario, che può essere lo stesso disponente o un terzo. In realtà il trust è già stato applicato alla farmacia e il relativo trasferimento della titolarità dell’esercizio ha già ricevuto il riconoscimento da parte della competente autorità sanitaria ai sensi dell’articolo 12 della Legge 2 aprile 1968 n. 475, ma ciò è avvenuto in un numero davvero limitato di casi, avvolti in un’aura di riservatezza, quasi si temesse di nuocere ai beneficiari rivelandoli. Il medesimo clima di sospetto, sia pure più attenuato, caratterizza l’applica- 22 n. 4 - 2014 zione alla farmacia del negozio fiduciario, concetto che ovviamente richiede un chiarimento e che qui viene provvisoriamente usato per indicare ogni negozio che consenta al disponente di garantirsi, alienando la farmacia, un successivo atto di disposizione del bene, anche in restituzione, condizionato o meno al verificarsi di certi eventi. Tale successivo atto di disposizione deve avvenire grazie al vincolo fiduciario instaurato con l’acquirente, obbligatosi a una gestione teleologicamente finalizzata appunto a indirizzare la farmacia verso la disponibilità oppure l’utilizzabilità da parte di soggetti individuati dal disponente, compreso se stesso. Trust e vendita fiduciaria perciò, pure essendo istituti giuridici diversi tra di loro, vengono accomunati in una specie di zona grigia, che a oggi pochi mostrano interesse a rendere più chiara. Le ragioni stesse del problema, non sono così facilmente delineabili, anche se innegabilmente hanno a che fare con il principio della gestione personale e diretta del titolare e con la perentorietà del termine della gestione provvisoria degli eredi del titolare defunto, che impone di disporre dell’esercizio anche nel caso in cui ciò significhi sottrarlo all’ambito familiare, non rintracciandosi al suo interno chi versi nella condizione di legge per intestarselo. Inoltre, entrambi gli istituti giuridici sono sospettati di deviare la concessione amministrativa attraverso cui si realizza l’investitura della titolarità della farmacia verso un soggetto diverso -il fiduciario o il trustee- da quello cui avrebbe dovuto essere destinata se fossero ravvisate le condizioni soggettive stabilite dalla legge. Si tratta, dunque, di verificare la compatibilità del negozio fiduciario e del trust con la farmacia secondo queste linee problematiche, discernendo tra dati normativi e “sentiment” di chi vuole preservare la farmacia da novità ritenute troppo ardimentose. legittima applicabilità del trust Le responsabilità per il regolare esercizio e per la gestione dei beni patrimoniali Occorre innanzitutto verificare in che cosa consista quella che l’articolo 11 della Legge n. 475/1968 definisce come responsabilità del regolare esercizio e della gestione dei beni patrimoniali della farmacia, ma che comunemente si intende come gestione personale e diretta del titolare secondo la precedente dizione normativa. Ciò al fine di verificare se questo principio, che viene unanimemente considerato come fondamentale nel diritto farmaceutico, impedisca l’applicabilità alla farmacia del negozio fiduciario e/o del trust. Va detto, innanzitutto, che la sostituzione del riferimento alla gestione personale e diretta della farmacia da parte del titolare con quello alla sua responsabilità per il regolare esercizio e per la gestione dei beni patrimoniali della farmacia ha costituito un opportuno adeguamento, sia all’introduzione della società di persone tra i soggetti che possono rivestire legittimamente la qualità di titolari di farmacia, sia al mutare delle dimensioni imprenditoriali delle farmacie e dell’impegno sempre maggiore che richiede la loro gestione, tali da rendere fuori di luogo il riferimento alla gestione personale e diretta del titolare, che richiama l’immagine del farmacista dietro il banco con il camice bianco per tutto l’orario di apertura dell’esercizio. Se è vero che già da tempo la prescrizione della gestione personale e diretta della farmacia non era più intesa come obbligo del titolare di assicurarvi la sua presenza ininterrotta, non vi è dubbio che da un punto di vista semantico la sua sostituzione, con quella che richiama la responsabilità del regolare esercizio e della gestione dei beni patrimoniali della farmacia, appaia d’acchito molto significativa e tale da non escludere, di per sé, l’affidamento della gestione nella sua materialità a soggetti diversi dal titolare. Questa interpretazione è stata tuttavia unanimamente scartata per il fatto che lo stesso articolo 11 citato con- templa un elenco tassativo di casi nei quali è possibile la sostituzione temporanea del titolare con altro farmacista iscritto all’Ordine nella conduzione professionale dell’esercizio, il che sta a indicare il divieto di sostituzione generalizzata e, quindi, in sostanza, di dissociazione tra titolarità e gestione in capo a soggetti diversi, salvi i casi espressamente indicati. Per questa ragione il passaggio dal riferimento alla gestione personale diretta a quello alla responsabilità del regolare esercizio e della gestione dei beni patrimoniali della farmacia è stato valutato come di rilievo soltanto semantico e come se fosse rimasta inalterata la sostanza del precetto normativo. In realtà, il venir meno della sanzione della decadenza dalla titolarità per il contravventore, disposto dalla Legge 362/1991, rappresenta di per sé una novità di grande rilievo, togliendo automaticità alla conseguenza della decadenza ora configurabile soltanto nel caso in cui si manifestino tutte le condizioni di n. 4 - 2014 ! 23 Come “traghettare” LA FARMACIA cui all’articolo 113 Tuls 1934. A parte questo aspetto, il richiamo alla responsabilità non può essere sottovalutato al punto da giustificare pigramente una sovrapposizione concettuale con il precetto della gestione personale e diretta e richiede una presa d’atto e una diversa elaborazione. Probabilmente, se ci si libera dalle vecchie incrostazioni concettuali, si può rintracciare nella responsabilità cui fa riferimento l’art. 11 citato la prescrizione della assunzione in prima persona da parte del titolare di obblighi verso l’Amministrazione, nonché la mancanza di vincoli gestori opponibili a terzi e perciò la pienezza dei poteri del titolare sia sul versante del rapporto concessorio sia su quello dei rapporti civilistici, senza che tale pienezza possa essere limitata da rinunce a favore o a carico di soggetti diversi dal titolare stesso. In altri termini, questi non può opporre che la responsabilità è di altri in base ad accordi contrattuali che si sovrappongano all’autorizzazione amministrativa ad aprire e gestire la farmacia rilasciata al suo titolare. Il fatto che il titolare della farmacia risponda personalmente nei confronti dell’Amministrazione e dei terzi non significa affatto che la sua gestione non possa essere teleologicamente indirizzata al soddisfacimento anche di interessi di terzi, perché ovviamente una cosa è la pienezza dei poteri gestori, e un’altra è lo scopo cui l’esercizio di tali poteri è diretto. La confusione tra i due piani, assai frequente quando si tratti della farmacia, in realtà non ha ragione d’essere. Perché se la gestione ha uno o più beneficiari rintracciabili come tali, ciò non autorizza all’induzione secondo cui costoro hanno titolo per interferirvi e per annacquare la pienezza dei poteri gestori del titolare che gestisce (anche) a loro favore. Del resto, è davvero difficile sostenere che il riferimento alla responsabilità del titolare della farmacia, contenuto nell’art. 11 citato, si traduca nel divieto di una gestione dell’esercizio finalizzata al soddisfacimento (anche) di interessi di terzi, perché questa conclusione passa attraverso troppi passaggi logici arbitrari: innanzitutto che la responsabilità significhi inconfigurabilità di legittimi condizionamenti, e in secondo luogo che tali condizionamenti derivino non soltanto da previsioni contrattuali esplicite, bensì siano connaturati al fatto che la gestione abbia beneficiari diversi dal gestore. Entrambe le proposizioni non reggono a un vaglio critico: va innanzitutto ricordato che la dimensione imprenditoriale dell’attività del farmacista è cresciuta nel corso del tempo, anzi, per meglio dire, in consonanza con i tempi, sino a richiedere sempre più frequentemente apporti di attività e soprattutto di capitali di terzi. Quando l’apporto dei terzi viene a emersione contrattuale è tuttavia quasi sempre accompagnato da patti diretti a garantire al terzo che il suo investimento non sfumi per le iniziative del titolare della farmacia. Assistiamo così alla stipulazione di una variegata gamma di atti che corredano l’apporto di capitali da parte di terzi alla farmacia, con garanzie intese a limitare o prevenire atti di disposizione del titolare della farmacia: si va dalla procura irrevocabile a vendere, alla prelazione, alla promessa obbligatoria di vendere la farmacia, al patto di retrovendita e così via secondo un campionario noto. Ebbene, questi atti vengono solitamente rogati o autenticati dal notaio senza che, si ponga il problema della loro legittimità e questa realtà corrisponde alla evidente necessità di non sottrarre completamente la farmacia al circuito economico e del mercato, consentendone il finanziamento, l’apprezzabilità economica che ne fa oggetto di investimento e così via. Si deve perciò concludere che non è riconosciuto come un principio del diritto farmaceutico il divieto di limitare o condizionare i diritti del titolare della farmacia di disporre del bene. Ciò risponde anzi all’esigenza economica cui si è fatto riferimento e anche alla circostanza che un divieto di questo genere non ha base normativa, non essendo possibile rintracciare un collegamento giuridicamente fondato tra il precetto che vuole in capo al titolare della farmacia la responsabilità del regolare esercizio e della gestione dei beni patrimoniali e una qualunque limitazione dei suoi poteri di disposizione. La responsabilità, infatti, riguarda la gestione che è concetto diverso da quello di disposizione del bene. Dun- que il condizionamento, nelle varie forme cui si è accennato, dei poteri di disposizione del titolare non manifesta di per sé alcun aspetto di illegittimità. L’argomento che potrebbe essere opposto a questa conclusione è che il condizionamento dei poteri di disposizione del titolare della farmacia potrebbe essere sintomatico dell’affievolirsi anche dei suoi poteri gestori, così che il titolare della farmacia risulterebbe una sorta di padrone dimezzato in casa propria. L’obiezione è accettabile entro i limiti seguenti: “sintomo” non significa presunzione, non soltanto per la distinzione concettuale tra poteri di gestione e poteri di disposizione ma anche, più banalmente, perché la gestione di una farmacia richiede competenze professionali da parte del titolare che possono essere sconosciute all’investitore che vuole garantirsi riguardo alla disposizione della farmacia. Investitore che molto spesso, in effetti, non avendo alcuna competenza professionale nel settore, è indotto a lasciare carta bianca al titolare della farmacia in cui ha investito. La compatibilità rispetto alla responsabilità del titolare Una volta che si sia accettato che la responsabilità del titolare della farmacia, cui si riferisce l’articolo 11 citato, significhi pienezza dei poteri gestori e non già, necessariamente, assenza di condizionamenti ai poteri di disposizione dell’esercizio, si tratta di verificare se il negozio fiduciario da un lato, e il trust dall’altro, siano intrinsecamente incompatibili con questo precetto normativo. Il negozio fiduciario consente al fiduciante, che può essere il titolare della farmacia piuttosto che gli eredi del titolare defunto, di alienare l’esercizio a un fiduciario, il quale si obbliga a gestire la farmacia nell’interesse proprio, ma in modo da non ledere l’interesse del fiduciante con cui si vincola a ritrasferirgli la farmacia, o a trasferirla a un soggetto terzo individuato dal fiduciante. Tale obbligazione, perché non venga snaturata la funzione economico-sociale del pactum fiduciae, impone che la gestione del fiduciario non contrasti, comunque sia, con gli interessi del fiduciante che, al momento del ritrasferimento, deve contare su di un’azienda che non sia depauperata o colpevolmente diminuita di valore. L’interesse economico del fiduciante rispetto all’impresa può divenire attuale e formalizzarsi anche durante la gestione fiduciaria, prevedendo una cointeressenza agli utili o forme di partecipazione secondo la consueta gamma contrattuale, a esclusione, ovviamente, di qualsivoglia accordo che configuri una gestione comune. Il disfavore serpeggiante, ma non unanime, nei confronti dell’applicazione alla farmacia del negozio fiduciario nasce dalla sua gratuità: il fiduciante al momento del trasferimento non riceve dal fiduciario il prezzo della compravendita, in previsione del fatto che anche il ritrasferimento avverrà a titolo gratuito. Questo aspetto, che ha una riconoscibile valenza fiscale, impedendo l’emergenza di plusvalenze, è quello che desta sospetto, quasi che la mancanza di passaggio di danaro provi la natura simulata del contratto, e la vendita fiduciaria costituisca, in definitiva, l’accorgimento per mantenere la farmacia, senza soluzione di continuità, nel patrimonio del fiduciante. In realtà sospetti di questa natura conseguono a un errato approccio logico al problema: la gratuità proverebbe, infatti, la natura simulata dell’accordo, se non fosse rintracciabile anche un concreto interesse del fiduciario che, invece, si configura ogni qualvolta benefici di tutto o di parte preponderante del reddito della farmacia prodotto dalla sua gestione. È, perciò, comunque evidente che, ricavandone gli utili, il fiduciario ha un riconoscibile interesse proprio alla miglior gestione della farmacia, senza che rilevi, in proposito, la gratuità del negozio giuridico attraverso cui ne ha acquisito la titolarità. La gratuità, infatti, consegue alla obbligazione che ha per oggetto il ritrasferimento della farmacia, che è tuttavia la medesima obbligazione caratterizzante la vendita con patto di retrovendita o la vendita corredata di quello strumentario che, attraverso procure irrevo- n. 4 - 2014 ! 25 Come “traghettare” LA FARMACIA cabili, promesse obbligatorie et similia, garantisce il venditore della futura destinazione dell’esercizio. La circostanza che il fiduciario sia obbligato a ritrasferire la farmacia e che, perciò, debba mantenerne il valore in vista del ritrasferimento non può, dunque, costituire un condizionamento della sua gestione tale da pregiudicare, in termini generali, l’integrità della responsabilità del titolare ai sensi e nei termini di cui all’articolo 11 della legge n. 362/1991. Esso, infatti, si risolve nell’incentivazione virtuosa alla buona conduzione dell’esercizio, senza l’individuazione di direttive che limitino la pienezza dei poteri del titolare. Benché si tratti di una conseguenza insita in quanto si è già esposto, è opportuno precisare che nella concretezza di casi specifici ben può manifestarsi da parte del fiduciante un condizionamento della gestione del fiduciario, ma quel che si nega è che questo genere di ingerenza sia connaturato al negozio fiduciario, potendosi, al contrario, rintracciare anche in negozi giuridici di svariato genere, dalla vendita (onerosa) con patto di retrovendita, alla vendita accompagnata dal rilascio di una procura irrevocabile a vendere allo stesso venditore e via di questo passo. Dunque, così come non si può negare la legittimità di questi negozi giuridici, si deve negare che la gratuità del negozio fiduciario rappresenti la prova, o anche soltanto la presunzione, di una gestione del fiduciario che contravvenga al requisito della responsabilità che si è richiamato. Ciò che distingue il trust dalla vendita fiduciaria di cui si è appena trattato è soprattutto la segregazione patrimoniale, grazie alla quale l’azienda conferita in trust viene a costituire un patrimonio separato dal patrimonio del trustee, così che non può essere escussa né dai suoi creditori, né da quelli del settlor e neppure dai creditori del beneficiario. 28 n. 4 - 2014 Ovviamente, perché il trust non si trasformi poi in uno strumento elusivo, deve essere possibile escluderne la strumentalità a ostacolare la protezione dei creditori del disponente in caso di sua insolvenza, come ha ribadito la sentenza 27 maggio 2013 del Tribunale di Milano e, più in generale, deve esserne esclusa ogni utilizzazione elusiva del principio di integrale conservazione della garanzia patrimoniale generica del debitore sancita nell’articolo 2740 del Codice Civile. Sotto questo profilo sono soggetti ad azione revocatoria i trust istituiti dal disponente con coscienza del pregiudizio che esso avrebbe arrecato alle ragioni dei creditori, da provarsi anche a mezzo di presunzioni aventi a oggetto le circostanze di tempo e di luogo che caratterizzano l’atto di disposizione patrimoniale. Sennonché questi aspetti riguardano, per così dire, la patologia dell’istituto giuridico del trust e non attengono in nessun modo alla peculiarità della farmacia. La quale, ai fini che ora interessano, è rappresentata dalla obbligatorietà di quella gestione personale e diretta del titolare in cui si risolve, pur con i limiti richiamati, la sua responsabilità ai sensi del’articolo 11 della legge n. 362/1991. Ebbene, ben si può prevedere (e si è previsto nei casi in cui il trust è stato positivamente vagliato dall’autorità sanitaria) che il trustee abbia la gestione personale e diretta della farmacia senza condizionamento alcuno da parte di chicchessia, così integrando in maniera espressa gli estremi della responsabilità che deve caratterizzare il ruolo del titolare. La titolarità della farmacia, in altri termini, viene formalmente riconosciuta in capo al trust nella persona del trustee, il quale, farmacista idoneo, esercita la pienezza dei poteri gestori secondo quanto contrattualmente stabilito. Sotto il profilo della responsabilità di cui all’articolo 11 della Legge n. 362/1991 il trust non sembra, perciò, presentare aspetti particolarmente problematici, se non nei termini comuni agli altri contratti con cui si dispone della farmacia e della sua gestione, cioè nei termini della opportunità di ribadire la pienezza dei poteri del titolare. Né può impensierire il fatto che il riconoscimento della titolarità della farmacia avvenga in capo al trust nella persona del trustee, non trattandosi di un soggetto giuridico diverso dai soggetti ai quali la riserva l’articolo 7 della legge n. 362, bensì soltanto del particolare atteggiarsi, ai fini civilistici, della titolarità individuale del trustee. Qualche riflessione in più merita, invece, il fatto che sia connaturato al trust il potere del settlor di sostituire il trustee perché, in effetti, esso potenzialmente può rappresentare una fonte di significativo condizionamento. Tuttavia, a ben vedere, il potere di sostituire il trustee è assimilabile a quello di disporre della farmacia il cui condizionamento, come si è detto, non contrasta, di per sé, con l’integrità della responsabilità del titolare normativamente prescritta. Ciò a tacere del fatto che il trustee non può comunque sia essere sostituito prima che si compiano i tre anni dalla sua investitura della titolarità, secondo quanto previsto dalla legge. L’osservazione richiama quella più generale secondo cui, nel caso del trust come in ogni altro, gli accordi di valenza privatistica cedono rispetto ai poteri pubblicistici dell’autorità sanitaria, che, ovviamente, non possono essere limitati per la superiore funzione che è loro propria. In realtà, il problema si porrebbe soltanto nel caso in cui fosse l’intrinseca natura del trust a contrastare con i poteri dell’autorità sanitaria, perché, in questo caso, ne emergerebbe l’inapplicabilità alla farmacia. Sennonché, non pare essere questo il caso, dal momento che il trust pone in essere un regime operativo che non sembra interferire con l’esercizio dei poteri dell’autorità sanitaria. Conclusivamente sul punto, perciò, può dirsi che anche il trust come il ne- gozio fiduciario, non contrasti con la responsabilità del regolare esercizio e della gestione dei beni patrimoniali della farmacia che l’articolo 11 della Legge n. 362/1991 riserva al titolare. Ciò ovviamente alla condizione che dal relativo contratto vengano espunte le previsioni idonee a limitare la pienezza dei poteri gestori del trustee, espunzione possibile perché non snatura la funzione e la ragion d’essere del trust. L’obbligo di trasferire la farmacia entro un termine perentorio L’accusa ai titolari di farmacia di costituire una corporazione refrattaria a ogni vento di concorrenza ha trovato il proprio esempio paradigmatico nella originaria versione dell’articolo 7 della Legge n. 362/1991, che prevedeva, a certe condizioni, che gli eredi del titolare defunto potessero continuare la gestione provvisoria sino al compimento del 30° anno di età, così da avere tempo, se non proprio agio, di acquisire la condizione soggettiva (laurea e idoneità) per intestarsi la farmacia. Ricordo articoli comparsi sulla stampa cosiddetta generalista che stigmatizzavano questo genere di “favori” normativi alla categoria. Ho sempre considerato quelle critiche la conseguenza di un certo strabismo, perché valutavano come un privilegio quella che in realtà era una limitazione, sol che si consideri che soltanto la farmacia deve essere trasferita o intestata a un farmacista idoneo entro un termine perentorio, sia pure, all’epoca, non proprio ravvicinato. Il caso della farmacia, perciò, è sempre stato eccezionale, ma nel senso del limite e non già in quello del trattamento di favore ed è questa più corretta visuale che deve essere adottata a pena di trarre conclusioni fuorvianti. Sta di fatto che, sull’onda di una pretesa indifendibilità di un preteso favoritismo, il termine della gestione provvisoria è stato ridotto sino all’attuale, introdotto dal comma 11 dell’articolo 11 del D.L. n. 1/2012, di sei mesi dalla presentazione della dichiarazione di successione. Corporativo o meno che fosse il maggior termine, sufficiente o meno che sia quello più ridotto, non par dubbio che identica sia la sua giustificazione, che attiene al principio fondamentale della gestione (responsabilità) diretta e personale della farmacia e dei beni patrimoniali che vieta la dissociazione del diritto di esercizio e dell’azienda in capo a soggetti diversi. Infatti, la gestione ereditaria determina questa scissione, prevedendo la proprietà dell’azienda in capo alla comunità degli eredi e la gestione professionale in capo a un direttore responsabile, che assai spesso è addirittura estraneo all’ambito familiare. Questa situazione è indubbiamente eccezionale rispetto al principio fondamentale di cui all’articolo 11 della Legge 362/1991. Il medesimo principio viene ribadito dall’articolo 12 della Legge n. 475/1968, laddove vieta di scindere, in caso di trasferimento, il diritto all’esercizio dalla azienda commerciale che vi è connessa, e ciò a pena di decadenza. L’opportunità di rendere meno stridente con il principio richiamato la situazione che si determina con la gestione degli eredi del titolare defunto costituisce l’unica riconoscibile ragione dell’apposizione di un termine alla gestione provvisoria degli eredi del titolare defunto e della progressiva riduzione di tale termine, sino alla situazione attuale che si è ri- chiamata. Al contrario, la pretesa di rintracciare altre motivazioni si scontra con l’assenza di un qualunque aggancio normativo che le renda riconoscibili e consenta, perciò, di trarne conseguenze sistematiche. Infatti, mentre è riconoscibile la motivazione per cui gli eredi del titolare defunto devono trasferire la farmacia entro il termine perentorio versando in una situazione di dissociazione contraria ai principi generali, non lo è per nulla quella che pretendesse di individuare nell’obbligo gravante sugli eredi una misura proconcorrenziale, quasi si trattasse di togliere il prima possibile le catene a un bene come la farmacia, che, per ragioni di interesse generale, non dovrebbe essere trattenuto nell’ambito familiare. Questo approccio proconcorrenziale, che è di moda e fa sentire in consonanza con i tempi chi lo pratica, è ampiamente pretestuoso: non esiste, infatti, nel nostro ordinamento una declinazione del principio della concorrenza che vieti il mantenimento in ambito familiare dell’azienda dell’imprenditore defunto. Dunque, se un’azienda qualunque può essere gestita dagli eredi dell’imprenditore defunto per il tempo che vogliano, mentre una farmacia deve essere trasferita entro un termine perentorio, la spiegazione è soltanto nel fatto che per la prima non vi è alcun principio che vieti la dissociazione, vietata, invece, per la farmacia, tra diritto d’esercizio e proprietà nella con- n. 4 - 2014 ! 29 Come “traghettare” LA FARMACIA nessa azienda. Se, infatti, la motivazione fosse proconcorrenziale, a parte la difficoltà di riempire il termine di contenuti ragionevoli, essa dovrebbe riguardare ogni genere di azienda e dovrebbe fare i conti con istituti giuridici anche di recente introduzione nel nostro ordinamento, quale, per esempio, il patto di famiglia, diretti, invece, a garantire il mantenimento dell’azienda in ambito familiare in situazione di non belligeranza tra gli eredi. Se si accetta questo presupposto, è da escludersi che l’utilizzazione del negozio fiduciario o del trust per traghettare la farmacia dagli eredi del titolare defunto a uno di essi o a un terzo quando sia nella condizione soggettiva per divenirne titolare abbia qualunque valenza elusiva, mancando la norma oppure, se si preferisce, il principio generale da eludere. Tale sarebbe quello che prescrivesse che la farmacia caduta in successione debba entro breve tempo uscire per sempre dalla comunione ereditaria, ma rimarrebbe da spiegare dove mai sia rintracciabile questo principio o da quale interpretazione sistematica possa trarsi e perché debba valere soltanto per la farmacia e non per una qualunque altra azienda e, in definitiva, che senso abbia. Rimarrebbe ancora da spiegare perché mai sarebbe elusivo il negozio fiduciario o il trust e non già l’atto di trasferimento oneroso della farmacia con patto di retrovendita, considerato che anch’esso è diretto a garantire il rientro dell’azienda nell’ambito familiare. La spiegazione reale sta nella convinzione che, essendovi tracciabile passaggio di danaro, non vi sia simulazione e il trasferimento della farmacia sia effettivo. Sennonché: se il problema è la simulazione e non già la funzionalità del negozio al rientro della farmacia nell’ambito familiare, è necessario chiedersi cosa si teme venga dissimulato. E la risposta allora è obbligata, vale a dire che il fiduciario o il trustee sia un semplice prestanome, che non gestisce con pienezza di poteri la farmacia, ma sia, invece, etero-diretto. A questo punto del ragionamento è tuttavia evidente che il cane si morde la coda: gestire in funzione di un ritrasferimento non può significare presunzione di gestire in una situazione di etero direzione e ciò per la ragione che il fiduciario e il trustee hanno, co- munque sia, un interesse proprio a perseguire il miglior risultato della gestione, costituito dagli utili dell’esercizio nel primo caso, e da una retribuzione commisurata ai risultati conseguiti nel secondo caso. Queste considerazioni ci riportano alla stazione di partenza: sia il negozio fiduciario, sia il trust possono essere contrari ai principi generali del diritto delle farmacie, ma lo sono soltanto nel caso in cui gli accordi che vincolano il fiduciario e il trustee ne limitino la pienezza dei poteri gestori. E tali accordi non sono per nulla connaturati né all’uno, né all’altro tipo contrattuale che, al contrario, sono del tutto compatibili con la pienezza dei poteri del fiduciario e del trustee, titolari formali della farmacia sino a farne i titolari e gestori effettivi. Conclusioni Contrariamente ad autorevoli amici che hanno ribadito anche di recente le loro perplessità riguardo alla legittima applicazione del trust, ritengo che non vi siano ragioni sufficienti per negarla, anche se indubbiamente si tratta di uno strumento piuttosto impegnativo, non da ultimo perché assai poco collaudato in applicazione alla farmacia. Ancor meno ritengo fondate le riserve, che pure sono diffuse, riguardo alla legittima applicabilità alla farmacia del negozio fiduciario. Esse, infatti, traggono arbitrariamente dalla gratuità dell’acquisto da parte del fiduciario la conseguenza della simulazione del trasferimento della farmacia o, quantomeno, il convincimento della sua permanenza nella sfera di influenza del fiduciante. In questo modo si confonde una situazione soltanto possibile in astratto e, perciò, da evitarsi in concreto con una funzione elusiva che sarebbe connaturata al negozio fiduciario. Questi fraintendimenti mettono in gravi difficoltà chi voglia disporre della farmacia con la prospettiva di riacquisirla in un secondo tempo all’ambito familiare, ingenerando una situazione di incertezza riguardo a ciò che è legittimo o meno, che risulta particolarmente gravosa quando si debba decidere -come spetta di fare agli eredi del titolare defunto- in tempi molto brevi in rapporto alla delicatezza della scelta. Va osservato da ultimo che l’obiettivo del tutto lodevole di preservare la farmacia da ingerenze imprenditoriali che annacquino la professionalità della sua gestione, non deve tradursi nel rifiuto programmatico di applicarvi le regole che valgono per le altre imprese quando, come nel caso del negozio fiduciario e del trust, non siano seriamente pregiudicate le peculiarità che le sono proprie. Si tratterebbe, infatti, di limitazioni che nuocciono ai farmacisti, senza giovare alla farmacia. Avv. Claudio Duchi 80 mg/g smalto medicato per unghie Ciclopirox 1 Più elevata efficacia antifungina 2,3 Aumenta la ricrescita dell’unghia Buona adesione alla terapia COSMOFARMA PAD. 21 STAND A32/B31 2,3 2 Si rimuove con acqua, senza solventi e lime 3 3,3 ml 6,6 ml Classe di rimborsabilità C Dispensazione del Medicinale OTC 1 applicazione giornaliera Applicare preferibilmente prima di coricarsi Bibliografia: 1. Monti D. et al. Hydrosoluble medicated nail laquers: in vitro drug permeation and corresponding antimycotic activity. British Journal of Dermatology 2009. 2. Baran R, Tosti A, Hartmane I, Altmeyer P, Hercogova J, Koudelkova V, Ruzicka T, Combemale P, Mikazans I. An innovative water-soluble biopolymer improves efficacy of ciclopirox nail lacquer in the management of onychomycosis J Eur Acad Dermatol Venereol. 2009 Jul; 23(7):773-81. Epub 2009 May. 3. Riassunto delle caratteristiche del prodotto: Niogermox. Concessionario per la vendita: ISDIN s.r.l. Viale Abruzzi 3, Milano - 20131 - Tel. 02-20520276 Dep. presso AIFA in data 18/02/2013 Maggiore penetrazione NIOGERMOX RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE: NIOGERMOX 80 mg/g smalto medicato per unghie. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA: Un grammo di smalto medicato per unghie contiene: 80 mg di ciclopirox. Eccipiente: 10 mg di alcol cetostearilico/g di soluzione. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA: Smalto medicato per unghie. Soluzione trasparente, incolore tendente al giallo chiaro. 4. INFORMAZIONI CLINICHE: 4.1. Indicazioni terapeutiche: Onicomicosi lievi e moderate causate da funghi dermatofiti e/o da funghi sensibili al ciclopirox, senza coinvolgimento della matrice ungueale. 4.2. Posologia e modo di somministrazione: Per uso topico sulle unghie delle mani, dei piedi e nelle zone cutanee immediatamente adiacenti (perionichio, iponichio). Salvo diversa prescrizione medica, applicare uno strato sottile di NIOGERMOX smalto medicato per unghie una volta al giorno su tutta la superficie, pulita e asciutta, della/e unghia/e malata/e. Applicare lo smalto medicato su tutta la lamina dell’unghia, sui 5 mm circa della cute adiacente e, se possibile, sotto il margine libero dell’unghia. NIOGERMOX smalto medicato per unghie asciuga in 30 secondi circa. Non lavare le unghie trattate per almeno sei ore. Si consiglia, pertanto, l'applicazione serale del prodotto, prima di coricarsi. Al termine di questo lasso di tempo, potranno riprendere le normali pratiche igieniche. Per rimuovere NIOGERMOX smalto medicato per unghie non necessitano solventi o abrasivi (ad esempio lime per unghie), è sufficiente lavare le unghie con acqua. In caso il prodotto venga inavvertitamente eliminato con un normale lavaggio, ripetere l’applicazione di NIOGERMOX smalto medicato per unghie. Si raccomanda di tagliare regolarmente il margine libero dell’unghia e di eliminare tutto il materiale onicolitico. Il trattamento deve essere continuato senza interruzioni fino a quando l’unghia si è rigenerata e la zona colpita è completamente guarita. Normalmente, occorrono 6 mesi di trattamento per le unghie delle mani e da 9 a 12 mesi di trattamento per le unghie dei piedi. La coltura micotica di controllo deve essere effettuata dopo 4 settimane dal termine del trattamento, onde evitare eventuali interferenze sui risultati a causa di residui del principio attivo. Poiché è un trattamento topico, non è necessario l’adattamento della posologia a gruppi specifici di popolazione. In mancanza di risposta alla terapia con NIOGERMOX smalto medicato per unghie e/o in presenza di un esteso interessamento di una o diverse unghia delle mani e dei piedi, si deve valutare la possibilità di una terapia supplementare per via orale. 4.3. Controindicazioni: Ipersensibilità al ciclopirox o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Pazienti di età inferiore ai 18 anni, per insufficienza di dati clinici in questo gruppo di età. 4.4. Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso: In caso di sensibilizzazione, deve essere sospeso il trattamento e deve essere istituita una terapia adeguata. Come per tutti i trattamenti topici delle onicomicosi, nel caso di coinvolgimento di più unghie (> 5 unghie), nel caso in cui più di due terzi dell’unghia siano alterati e nel caso di fattori predisponenti, quali il diabete e i disturbi nel sistema immunitario, deve essere presa in considerazione l’ aggiunta di una terapia sistemica. In pazienti con anamnesi di diabete mellito insulino-dipendente o neuropatia diabetica, valutare attentamente il rischio insito nella procedura di rimozione della parte onicolitica e infetta sia in caso di cure da parte dell’operatore sanitario sia in caso di pulizia da parte del paziente. Evitare il contatto con gli occhi e con le mucose. NIOGERMOX 80 mg/g smalto medicato per unghie è per esclusivo uso esterno. Non applicare smalti per unghie o altri prodotti cosmetici sulle unghie trattate. NIOGERMOX smalto medicato per unghie contiene alcol cetostearilico, una sostanza che può causare reazioni cutanee locali come, ad esempio, dermatiti allergiche da contatto. 4.5. Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione: Non sono note interazioni tra ciclopirox ed altri farmaci. Non sono riportate altre forme di interazione. 4.6. Uso in gravidanza e durante l’allattamento: Gravidanza: Non vi sono dati clinici su donne in stato di gravidanza esposte al ciclopirox. Studi sull’animale hanno evidenziato l’assenza di effetti nocivi diretti o indiretti in gravidanza, sullo sviluppo dell’embrione o del feto e/o alla nascita. Comunque, poiché non esistono dati adeguati sui possibili effetti a lungo termine sullo sviluppo post-natale (vedere paragrafo 5.3), il trattamento con NIOGERMOX smalto medicato per unghie potrà aver luogo, se assolutamente necessario, solo dopo un’attenta valutazione, da parte del medico responsabile, dei possibili rischi rispetto ai benefici. Allattamento: Non è noto se ciclopirox passi nel latte materno. Il trattamento con NIOGERMOX 80 mg/g smalto medicato per unghie potrà aver luogo, se assolutamente necessario, solo dopo un’attenta valutazione, da parte del medico responsabile, dei possibili rischi rispetto ai benefici. 4.7. Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari: NIOGERMOX smalto medicato per unghie non altera la capacità di guidare e di usare macchinari. 4.8. Effetti indesiderati: Le categorie di frequenza degli effetti indesiderati vengono definite come segue: Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non noto (non può essere valutato in base ai dati disponibili). Non si sono registrate reazioni avverse di tipo sistemico. I sintomi riferiti nella zona di applicazione sono stati transitori e di lieve entità. Disturbi generali e manifestazioni cliniche nelle zone di applicazione: Molto rari: eritema, desquamazione, bruciore e prurito nella zona di applicazione. 4.9. Sovradosaggio: Non sono stati riportati casi di sovradosaggio dovuti a questo medicinale. 5. PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE: 5.1. Proprietà farmacodinamiche: Gruppo farmacoterapeutico: Altri antimicotici per uso topico; Codice ATC: D01AE14 NIOGERMOX smalto medicato per unghie è una formulazione basata su una tecnologia brevettata (ONY-TEC®), per il rilascio di principi attivi nelle unghie. Si tratta di una soluzione idroalcolica di idrossipropil-chitosano, avente le seguenti proprietà: buona solubilità in acqua, elevata plasticità, affinità alla cheratina, attività cicatrizzante e grande compatibilità con i tessuti umani. NIOGERMOX smalto medicato per unghie ha un’azione topica antimicotica. Il principio attivo è ciclopirox (derivato piridonico). In vitro, il ciclopirox si è dimostrato efficace sia come fungicida che come fungistatico ed ha mostrato attività sporicida. Il ciclopirox è efficace contro un ampio spettro di dermatofiti, lieviti, muffe ed altri funghi. Per gran parte dei dermatofiti (varie specie di Trichophyton, Microsporum e Epidermophyton) e lieviti (Candida albicans, altre specie di Candida) la MIC (Minima Concentrazione Inibente) è compresa fra 0,9 e 3,9 μg/ml. Nessun caso di resistenza fungina a ciclopirox è stato riferito in oltre vent’anni di pratica clinica. Tavola di sensibilità (ceppi legati alla malattia): Dermatofiti, Trichophyton rubrum, Trichophyton mentagrophytes, Trichophyton spp, Microsporum canis, Epidermophyton floccosum, Lieviti, Candida albicans, Candida parapsilosis, Muffe, Scopulariopsis brevicaulis, Aspergillus spp, Fusarium solani. Dopo l’applicazione sulla superficie dell’unghia NIOGERMOX smalto medicato per unghie forma una pellicola invisibile, permeabile all’umidità e all’aria, che aderisce alla struttura cheratinica dell’unghia consentendo un semplice e rapido rilascio del principio attivo nel substrato. NIOGERMOX smalto medicato per unghie è stato studiato in uno studio clinico a lungo termine in 467 pazienti affetti da onicomicosi. Lo studio era a tre gruppi, in confronto con una formulazione del commercio di ciclopirox smalto medicato per unghie all’8% e con placebo (veicolo del medicinale NIOGERMOX). Il trattamento delle unghie infette è stato effettuato quotidianamente per un periodo di 48 settimane. Successivamente i pazienti sono stati controllati per un periodo di altre 12 settimane. Come previsto in base alle diverse caratteristiche delle formulazioni, il ciclopirox smalto medicato per unghie di riferimento è stato rimosso una volta alla settimana per mezzo di solventi e di lime per unghie, mentre NIOGERMOX ed il placebo (entrambi idrosolubili) con un semplice lavaggio. I dati relativi all’efficacia si sono resi disponibili per 454 pazienti (ITT) e sono stati confermati in 433 pazienti (PP). NIOGERMOX smalto medicato per unghie ha dimostrato maggior efficacia rispetto al placebo ed al ciclopirox di riferimento. L’effetto più significativo è stato evidenziato nell’endpoint primario: percentuale di “completa guarigione” (pazienti con esame micologico negativo e guarigione dell’unghia al 100%) e nell’endpoint secondario: percentuale di “pazienti responsivi” con esame micologico negativo e guarigione dell’unghia ≥ 90%). Nelle settimane 48 e 52, la percentuale di pazienti completamente guariti e di pazienti responsivi nel gruppo trattato con NIOGERMOX, era notevolmente superiore alla percentuale dei pazienti del gruppo trattato con ciclopirox di riferimento. Alla settimana 60, cioè dopo 12 settimane dal termine del trattamento, la percentuale di pazienti completamente guariti e di responsivi nel gruppo trattato con NIOGERMOX, risultava ulteriormente aumentata: la percentuale di completa guarigione nel gruppo NIOGERMOX era del 119% più elevata rispetto al gruppo che usava ciclopirox di riferimento (differenza statisticamente significativa, p<0,05) e la percentuale di pazienti responsivi del gruppo NIOGERMOX era del 66% più elevata (differenza statisticamente significativa, p< 0,05). NIOGERMOX smalto medicato per unghie ha mostrato un progressivo incremento di entrambi i parametri di efficacia nelle settimane 48, 52 e 60, diversamente dal prodotto di riferimento. La tollerabilità nella zona di applicazione è stata costantemente monitorata per tutto il periodo di trattamento. Insorgenza di segni/sintomi si è manifestata in pochi pazienti e in tutti i gruppi di trattamento. Complessivamente, i sintomi erano più frequenti con il prodotto di riferimento a base di ciclopirox (8,6% segni e 16% sintomi) rispetto a NIOGERMOX (2,8% segni e 7,8% sintomi). Nel gruppo trattato con placebo la percentuale è stata di 7,2% per i segni e di 12,4% per i sintomi. Il segno più frequentemente riferito è stato l’eritema, osservato dallo Sperimentatore in 2,8% dei pazienti nel gruppo NIOGERMOX, ed in 8,6% nel gruppo di riferimento. Casi di eritema sono stati inoltre riportati da un ulteriore 2,1% di pazienti nel gruppo di riferimento. Il sintomo più frequente è stato il bruciore, riferito dal 2,8% dei pazienti nel gruppo NIOGERMOX e dal 10,7% dei pazienti del gruppo di riferimento. Non sono noti sino ad oggi casi di resistenza al trattamento antimicotico con ciclopirox. 5.2. Proprietà farmacocinetiche: Grazie alla tecnologia ONY-TEC®, NIOGERMOX smalto medicato per unghie ha dimostrato buona capacità di penetrazione della cheratina. Dopo applicazione dello smalto medicato per unghie sui tessuti cornei, il principio attivo viene immediatamente rilasciato e penetra nell’unghia. Al raggiungimento della concentrazione antimicotica nel punto di infezione, il principio attivo instaura un legame irreversibile con la parete cellulare del fungo inibendo in tal modo l’assorbimento dei componenti necessari alla sintesi cellulare ed alla catena respiratoria. Solo una quantità minima di ciclopirox viene assorbita per via sistemica (<2% della dose applicata: dopo 6 e 12 mesi di trattamento i livelli ematici in uno studio a lungo termine erano pari rispettivamente a 0,904 ng/ml (n=163) e 1,144 ng/ml (n=149). Ciò dimostra che il farmaco esercita la propria azione essenzialmente a livello locale ed è irrilevante il rischio di possibili interferenze con le normali funzioni dell’organismo. 5.3. Dati preclinici di sicurezza: I dati preclinici fino ad una dose orale di 10 mg di ciclopirox/kg/die, negli studi convenzionali di tossicità a dosi ripetute, di genotossicità e di potenziale cancerogeno, non hanno evidenziato alcun rischio specifico per l’uomo. Gli studi sulla tossicità riproduttiva effettuati nel ratto e nel coniglio non hanno evidenziato effetti tossici embriofetali o effetti teratogeni. Con la somministrazione per via orale di 5 mg/kg, è stato osservato un ridotto indice di fertilità nel ratto. Non vi è evidenza di tossicità peri- o post-natale, sebbene non siano stati indagati i possibili effetti a lungo termine sulla progenie. Gli studi sulla tollerabilità locale del NIOGERMOX smalto medicato per unghie non hanno evidenziato effetti irritativi nel coniglio e nella cavia. Il derivato del chitosano contenuto nella formulazione non contiene tropomiosina e non ha mostrato potenziale allergenico in pazienti con allergia ai crostacei. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE: 6.1. Elenco degli eccipienti: Etilacetato, Etanolo (96%), Alcol cetostearilico, Idrossipropil-chitosano, Acqua depurata. 6.2. Incompatibilità: Non pertinente. 6.3. Periodo di validità: 3 anni. Dalla prima apertura del flacone: 6 mesi. 6.4. Precauzioni particolari per la conservazione: Per proteggere il prodotto dalla luce, conservare il flacone nella confezione esterna. Conservare il flacone ben chiuso, per evitare che il prodotto evapori. Non refrigerare. A temperature inferiori ai 15°C lo smalto medicato per unghie può gelificare; può anche verificarsi una lieve flocculazione o la formazione di un leggero sedimento, condizioni facilmente reversibili se si riporta il prodotto a temperatura ambiente (25°C) sfregando il flacone tra le mani fino a quando la soluzione sarà di nuovo limpida (circa un minuto). Ciò non ha alcuna ripercussione sulla qualità o sull’efficacia del prodotto. Conservare il flacone ben chiuso quando non utilizzato. Il prodotto è infiammabile. Tenere lontano da fonti di calore e da fiamme libere. 6.5. Natura e contenuto del contenitore: Flaconi di vetro trasparente con tappo a vite in polipropilene corredato di pennellino per l’applicazione. Confezioni da: 3,3 ml, 6,6 ml. E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento: Nessuna istruzione particolare. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO: Polichem SRL - Via G. Marcora, 11 - 20121 Milano - Italia. 8. NUMERO DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO: AIC n. 039390 012 Flacone da 3,3 ml - AIC n. 039390 024 Flacone da 6,6 ml. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE / RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE: 5 agosto 2010. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO: Determinazione AIFA del dicembre 2011. NOTIZIE I device nella comunicazione Le armi del retail COMUNICAZIONE E PROMOZIONE PROPOSTE NELLA LORO VESTE MIGLIORE SONO STRUMENTI FUNZIONALI E ACCATTIVANTI DEL MONDO RETAIL PER CONQUISTARE NUOVI CLIENTI. CON UN RUOLO DI PRIMO PIANO RISERVATO AI DEVICE di Nicola Posa, senior partner di Shackleton Consulting IL MONDO DIGITALE DILAGA E PERMETTE ESPERIENZE SEMPRE PIÙ AMPIE: SECONDO I RECENTI DATI AUDIWEB (NIELSEN) INTERNET FERMA, DAVANTI AL PC, BEN 13 MILIONI DI UTENTI OGNI GIORNO PER OLTRE UN’ORA. I device mobili arrivano a catturare 24 milioni di persone e questo aumenta molto le opportunità di acquisto, spiegando come il consumo in mobilità sia sempre più rilevante. Il cliente può trovare il brand e il suo prodotto ovunque: sul sito internet, su Ebay e Amazon, su social newtork, cellulare, Ipad. E i punti vendita? Devono trasformarsi, tenere il passo e offrire una shopping experience accattivante, rinnovata e che mantenga le aspettative promesse o fatte intravedere nella pubblicità. La componente comunicativa si conferma fattore indispensabile per creare una relazione nuova con il cliente. I consumatori selezionano i punti vendita e acquistano i prodotti non soltanto valutando i benefici funzionali dati dal prodotto cercato, ma considerando anche gli aspetti emozionali offerti. Ecco perché è fondamentale innovare e creare esperienze di acquisto sempre più piacevoli e coinvolgenti, dove la comunicazione e il ruolo del personale di vendita siano centrali. Per svilupparsi e affermarsi, le aziende oggi devono necessariamente mettere in atto delle strategie volte a raggiungere i propri consumatori, reali e potenziali, così da catturare la loro attenzione e mantenerla nel tempo. Per fare ciò, è necessario attivare un dialogo efficace con i clienti affinché possano sentirsi protagonisti attivi del processo. n. 4 - 2014 ! 33 Basta demonizzare la promozione in farmacia L’attività promozionale, per essere intelligente, funzionale e proficua dev’essere in accordo con l’immagine professionale del punto vendita. A volte capita di affrontare l’argomento con farmacisti preoccupati di preservare la loro immagine professionale e, dunque, un po’ statici o frenati nella loro offerta commerciale. Ma in un contesto competitivo, stare fermi per paura o timore rischia di prestare il fianco alle azioni dei concorrenti che, invece, si attivano per comunicare al mercato in modo nuovo. Per questo è necessario saper distinguere tra un’attività promozionale inserita in modo mirato in un piano strategico annuale e una politica di sconti continuativa, vissuta come aspetto prevalente e determinante. In altri termini, l’immagine professionale della farmacia non viene inquinata da attività promozionali periodiche svolte in base a determinati criteri, al contrario: la promozione, gestita e comunicata in modo adeguato, diventa l’ingrediente eccellente per dare gusto all’offerta commerciale. La comunicazione Se da dati statistici emerge che l’85% dei consumatori sceglie di consultare i device mobili per trarre informazioni sui prodotti (fonte GlobalWebIndex), è chiaro che il negozio deve trovare nuove forme di coinvolgimento per invogliare il cliente a recarsi sul punto vendita. Un esempio interessante arriva da P&G, che in autunno ha attuato nelle Filippine una campagna con obiettivi di engagement, vendite e data entry, denominata “The next generation in-store marketer”. 325 punti vendita sono stati dotati di promoter con tablet nei quali un’app interattiva promuoveva 20 nuovi brand. L’applicazione includeva video dimostrativi, testimonianze dirette, spot e contenuti media per ricavare informazioni. Ma oltre a questo, l’utente poteva usufruire di un servizio più personale: effettuare un check up del capello, per definire la tipologia di prodotto necessario alla cura della propria capigliatura. Quest’attività di marketing personalizzato era arricchita da un sistema di data entry: l’utente poteva lasciare i riferimenti per ricevere offerte, coupon, informazioni. Il risultato? Una crescita del 32% sulla media dei prodotti venduti. La componente comunicativa dei punti vendita, quindi, ha sempre più 34 n. 4 - 2014 un ruolo strategico per stabilire relazioni con il cliente. I moderni retail si sono trasformati in armi di seduzione e di conquista della clientela, che vuole vivere l’acquisto come un’esperienza multisensoriale, di divertimento e di scoperta. Il punto vendita è oggi uno strumento di comunicazione della marca e si trova nella necessità di progettare nuovi strumenti di comunicazione in store, di realizzare un restyle del packaging, che miri alla valorizzazione del prodotto. Deve anche attuare strategie per aumentare il grado di fedeltà al punto vendita e strategie per migliorare l’attrattività della propria location. Sovente, per questo si realizzano azioni di direct marketing, per gestire in modo efficace le relazioni con la clientela e arrivare così a fidelizzarla, passo dopo passo. In questo processo un ruolo chiave è assunto dal personale, che deve trasformarsi nel consulente ideale per fornire il consiglio adeguato. L’addetto dev’essere in grado di comprendere i bisogni del consumatore, adoperarsi per prestare un servizio di qualità e trasformare il cliente di passaggio di oggi in un cliente fedele di domani. In un mercato tanto rapido ed evoluto, non c’è più spazio, infatti, per poca professionalità e competenza: per i punti vendita è indispensabile poter contare su consulenti di vendita “ec- cellenti”, motivati, orientati al cliente e a conoscenza delle tecniche di vendita e di comunicazione persuasiva. Discrimine fondamentale per definire che tipo di comunicazione attuare è il target a cui ci si rivolge: clienti attivi o potenziali? Quale la fascia d’età? I mezzi e i contenuti vanno scelti e definiti in modo accurato proprio in base a chi riceverà il vostro messaggio. Per esempio, se parlate agli over 65 per comunicare il lancio di un prodotto per l’incontinenza leggera userete un linguaggio differente da quello necessario a promuovere una nuova linea di prodotti dermocosmetici ecofriendly. Senza dimenticare che, oltre ai supporti tradizionali (cartelli vetrina, cartelloni interni, pendalin, totem e simili), oggi ha acquisito importanza notevole il web, con i social network e i supporti di comunicazione digitale instore. La comunicazione, quindi, si conferma perno delle azioni in store: muove il piano strategico aziendale e avvolge il punto vendita con una presenza fisica, fatta di supporti, iniziative e attività, fino al modo di porsi del personale. A cascata, ricopre tutte le aree di un punto vendita e, a seconda di come viene gestita e utilizzata, può diventare la chiave del successo. Ma per avere successo deve far parte di un progetto strategico integrato, che includa passaggi definiti e finalizzati. Tra questi, c’è naturalmente anche la promozione. La promozione È un’attività di marketing finalizzata a influenzare il comportamento di acquisto del cliente con l’offerta di vantaggi supplementari. Di solito si tratta di un’agevolazione economica, ma non solo e non sempre. È un vero e proprio strumento per realizzare la politica commerciale del punto vendita e, per questo, obbedisce a precise regole che ne decretano il successo o l’insuccesso. Per attuare un’azione promozionale è necessario identificare gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Possono essere diversi: • differenziarsi dalla concorrenza • fidelizzare la propria clientela • valorizzare prodotti e/o servizi specifici • evidenziare eventi particolari • comunicare dinamismo. In generale, va posta attenzione a non considerare la promozione come la panacea di tutti i mali: sembra la medicina più facile e immediata per aumentare il traffico nel punto vendita, ma la sua organizzazione richiede una serie di azioni da coordinare e un’attività di supervisione e controllo dell’andamento che impiega tempo e risorse. La promozione fa parte del piano di comunicazione generale dell’insegna con il suo mercato: bisogna, dunque, comunicare nella maniera corretta e rispecchiare lo stile del punto vendita, perché sbagliare, andando fuori dai propri binari, significa rischiare di bruciare la promozione e, per di più, confondere i consumatori, rendendo loro un’immagine distorta della farmacia e del prodotto. Ma quali sono le caratteristiche che rendono efficace una promozione? E come vanno comunicate? - L’eccezionalità “Tutte le cose belle finiscono, prima o poi”, soprattutto la promozione. Un’iniziativa promozionale deve avere un inizio e una fine dichiarata, altrimenti perde il suo effetto: il clien- te non percepisce l’evento come eccezionale e questo demotiva il suo desiderio di cogliere l’occasione propizia di fare un affare. La scadenza, inoltre, gioca a vostro favore, inducendo realmente all’acquisto. Attenzione, poi, a non calendarizzare le promozioni sempre nella stessa maniera e nello stesso periodo: c’è il rischio che il cliente attenda l’”ora x” per acquistare e questo non giova al business. Variate i momenti e le occasioni e comunicate l’azione promozionale sottolineandone l’eccezionalità e ricordando loro che, come tutte le occasioni, va colta perché finisce. - L’originalità Dimenticate l’omologazione. Dovete essere voi stessi, ma con un po’ di originalità: osate. Va usato un linguaggio accattivante, che sappia, però, parlare la lingua di chi riceve: nessun burocratese o paroloni medici, sì a testi semplici e mirati che dichiarino esattamente cosa state facendo. Ricordate che l’utente è bombardato tutto il giorno da messaggi pubblicitari e, quindi, cogliere la sua attenzione e colpire nel segno non è facile. Dovete corteggiarlo e conquistarlo e dirgli esattamente quello che offrite nella maniera più semplice possibile. - L’opportunità La promozione è un’opportunità che il punto vendita riserva ai suoi clienti per proporre un prodotto a un prezzo riservato. Non è una svendita. Siamo molto lontani dal concetto di liquidazione e dobbiamo restarci: il rischio è che il cliente percepisca il prezzo pagato in precedenza come eccessivo rispetto al valore commerciale del prodotto. Va bene un’offerta sufficientemente aggressiva per attrarre l’attenzione, ma senza esagerare, per evitare di perdere credibilità. - L’obiettivo Ogni azione ha un senso se ci si pone un obiettivo da raggiungere che sia monitorabile. Nel caso della promozione, dev’essere favorire un incremento di vendite aggiuntive e non permettere ai clienti abituali di acquistare a prezzo scontato un prodotto che avrebbero acquistato a prezzo pieno. Per vendite aggiuntive si intende l’incremento di vendite dello stesso prodotto, ma anche l’incremento di vendite di prodotti che il cliente non avrebbe acquistato e che la promozione gli consente di provare e, nel caso, riacquistare in futuro. Pensiamo, per esempio, a un prodotto che può essere spinto con una promozione: lo scovolino per l’igiene dentale. Lo sconto induce il cliente al primo acquisto, ma è probabile che, una volta provato il prodotto e scoperta la sua utilità, il cliente tornerà ad acquistarlo. Gli effetti di una promozione ben organizzata e che porta risultati spesso non si esauriscono con la sua conclusione, ma continuano ad agire nel tempo. Il percepito e la considerazione che il consumatore ha sulla marca, sul prodotto acquistato o sul servizio usufruito vengono direzionati e influenzati dall’azione promozionale. Dicevamo che il cliente è bombardato di messaggi: questo lo confonde e lo satura, ma al tempo stesso affina i suoi sensi, lo rende rapido e selettivo. Il concetto di fiducia ha un peso elevatissimo: se si fida di un punto vendita, inteso nel suo complesso come luogo fisico e luogo fatto di persone, e lo elegge a “suo” punto di riferimento, il gioco è fatto. ! INIZIATIVE Dopo la campagna in farmacia, “Conosci il signor COLON?” CON QUESTO SIMPATICO TITOLO SI SVOLGERÀ “CONOSCI IL SIGNOR COLON?” È UN CONVEGNO ORGANIZZATO, SOTTO L’EGIDA DELLA REGIONE LOMBARDIA, a maggio, da Federfarma e Micro, un’associazione onlus a cui aderiscono le persone colpite da malattie infiammatorie intestinali croniche e i medici. L’evento prende spunto dai risultati conseguiti in cinque anni di attività preventiva nell’ambito della Regione, attraverso lo screening effettuato nelle circa 2.500 farmacie lombarde. All’invito di sottoporsi a un test, mediante un piccolo campione di feci da consegnare in farmacia, hanno risposto oltre 500.000 persone, su un milione e duecentomila contattate. NEL PROSSIMO MAGGIO UN CONVEGNO SULLA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE CHE POSSONO INTERESSARE LA PARTE PRINCIPALE DELL’INTESTINO CRASSO. COINVOLTI ANTONIO LUBRANO E FEDERFARMA, di Lorenzo Verlato Moderatore del convegno sarà Antonio Lubrano, il giornalista che con “Diogene” su Raidue e “Mi manda Lubrano” su Raitre (seguita da più di cinque milioni di spettatori) si è guadagnato il titolo di primo difensore civico della tv. E c’è una ragione: Antonio Lubrano, titolare di un intestino capriccioso, è presidente della Micro dal febbraio 2013 e ha promosso il convegno sul colon insieme con Annarosa Racca, presidente di Federfarma (nella foto). A lui, dunque, Farma Mese ha posto alcune domande. ! Come è nato il rapporto di collaborazione con Federfarma? Attraverso un’antica amicizia: Nicola Catapano, farmacista napoletano ora in pensione, che vive a Milano come me. Ci conosciamo da un mare di anni ed è stato lui a promuovere l’incontro con la presidente di Federfarma. E poiché abbiamo scoperto di essere, come si dice oggi, “persone del fare” che odiano ovviamente le chiacchiere, abbiamo subito concretizzato l’idea del convegno. 36 n. 4 - 2014 ! In che modo può svilupparsi la collaborazione? Oltre al convegno sul colon, abbiamo già individuato un altro obiettivo. Sul finire del mese di aprile il dottor Sandro Ardizzone, direttore dell’Unità dipartimentale Ibd dell’Ospedale Sacco e socio della Micro, terrà un corso di aggiornamento Ecm per i farmacisti su queste malattie croniche. ! Quanti sono gli italiani colpiti da malattie infiammatorie intestinali croniche? In assenza di dati recenti valgono calcoli attendibili: sarebbero circa 200.000 in Italia i sofferenti. Nell’arco di sei anni, dal ‘98 al 2004, è quasi raddoppiata l’incidenza di queste malattie in età pediatrica. Nel 25% dei casi colpiscono ragazzi dai 14 ai 15 anni e nel 5% sotto i cinque anni. Sempre più frequente è poi l’esordio di queste patologie nei giovani dai 16 ai 30 anni. ! Per questo genere di patologie le strutture sanitarie del nostro la collaborazione continua Paese rispondono bene, sono attrezzate adeguatamente? Alla luce delle informazioni che ho raccolto in questo primo anno di attività associativa, posso dire che l’Italia non ha niente da invidiare agli altri Paesi europei, sia sul piano della ricerca, sia della diagnosi e delle terapie più innovative. In tutte le regioni esistono centri di eccellenza, da Bologna a Palermo, da Roma a Napoli a Firenze, a Padova, Torino. Soltanto a Milano esistono tre-quattro centri e qui è nato l’Igibd, il gruppo di medici italiani che studiano le malattie infiammatorie croniche dell’intestino. In Sicilia, per citare un altro esempio, esiste da tempo il Registro regionale dei farmaci biotecnologici. I punti critici sono due: non c’è ancora una sufficiente disponibilità di risorse e sembra ancora assente un’adeguata sensibilità a questo problema, che investe la salute di migliaia di persone. " Che cosa si aspetta dai farmacisti la sua associazione? Rispondo da cittadino sofferente. Poiché risulta sempre molto difficile interpretare subito i sintomi di queste malattie dell’intestino -a volte passano mesi prima che sia diagnosticato Il chi è dell’Associazione “Micro” Micro, Associazione onlus di persone colpite da malattie infiammatorie intestinali croniche e dai medici curanti, è nata a Milano nell’agosto del 2010 ed è ospitata nei locali dell’Unità operativa di Gastroenterologia dell’Ospedale Luigi Sacco, in via G. Grassi n. 74. Il numero telefonico è 345/8167280 attivo dalle 9 alle 12) e questo l’indirizzo del sito: www.associazionemicro.eu. Dal febbraio 2013 presidente dell’associazione è Antonio Lubrano. Questa onlus ha soci in tutta Italia, basti pensare che soltanto al “Sacco” passano ogni anno più di 4.000 persone affette da micro. Per chi vuole aderire, la quota associativa (20 euro) va versata sul conto corrente postale 6980172 intestato a M.I.Cro.Onlus. con certezza il morbo di Crohn- mi sembra quasi naturale che la scintilla del dubbio possa partire dal farmacista. Si calcola che ogni giorno tre milioni circa di italiani frequentino le farmacie; ebbene, capita che tra costoro ci sia chi confida prima al titolare -e non subito al medico- le sue preoccupazioni, le sue incertezze nel valutare il classico mal di pancia o quello che a Napoli si chiama “il torcimento di stomaco”. In tal caso il farmacista può formulare delle ipotesi, suggerire una visita medica proprio perché il paziente possa sciogliere il dubbio. E affrontare la realtà. Tanto basta -e sarebbe molto- e tanto chiediamo. ! n. 4 - 2014 37 Che cosa sono le MICI Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) comprendono la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Si tratta di patologie ritenute ancora relativamente rare, la cui frequenza però sembra essere in aumento, anche grazie ad una maggiore consapevolezza nella loro diagnosi. La causa di queste malattie non è ancora del tutto nota, ma le maggiori teorie ritengono responsabile un disturbo del sistema immunitario colpevole di scatenare e mantenere una infiammazione cronica intestinale: il risultato finale è un insieme di sintomi e, in alcuni casi, di complicanze, ad andamento cronico-recidivante, caratterizzato dall’alternarsi di fasi di attività a periodi di remissione. Le MICI colpiscono soprattutto soggetti giovani (nel 25% dei casi 14-15 anni, nel 5% sotto i 5 anni), con eguale frequenza tra i due sessi. La loro diagnosi può non essere sempre immediata, specie per la malattia di Crohn, richiedendo il ricorso a indagini cliniche, laboratoristiche e strumentali (come endoscopie, ecografie, radiografie). Le terapie attuali mirano a indurre e mantenere uno stato di remissione e di controllo dell’infiammazione cronica mediante tratamenti farmacologici quali i salicitati (mesalazina e salazopirina), i cortisonici, gli immunosoppressori (azatioprina,6-mercaptopurina, methotrexate) e i farmaci biologici (infliximab,adalimumab). La terapia è spesso prolungata, richiede periodici monitoraggi e la scelta dipende da vari fattori, quali il grado di attività della malattia, la sua estensione e l’eventuale presenza di complicanze. Nei casi che non rispondono a nessuna terapia o in cui si sviluppino particolari complicanze, si ricorre al trattamento chirurgico. Che cosa può fare il farmacista Succede che ai primi di sintomi di allarme si chieda consiglio al farmacista. Intanto, quali sono questi sintomi? diarrea cronica (aumento del numero delle evacuazioni giornaliere, da almeno 2-3 settimane, specie se notturna) calo di peso, spesso associato alla diarrea, ma non necessariamente astenia accompagnata alla difficoltà di “portare avanti” la propria giornata febbricola (attorno ai 38°C) dolore addominale, specie se notturno e tale da svegliare il paziente sanguinamento rettale, cioè presenza di sangue rosso vivo, isolato o misto alle feci dolore addominale pre-evacuativo, con urgenza e tenesmo rettale manifestazioni extraintestinali, quali dolore articolare diffuso, comparsa di lesioni cutanee eritematose Per la verità non sempre i sintomi sono così chiari, e tuttavia il farmacista deve suggerire una visita specialistica: vada da un gastroenterolgo. Sarà il modo più efficace di aiutare il cliente. www.associazionemicro.eu M.I.Cro associazione onlus – via G.B. Grassi 74 Milano tel. +39 345.8167280 (dalle 9.00 alle 12.00) [email protected] MERCATO I dati di Assosalute sui farmaci OTC E SOP NON RIESCONO A SFONDARE, COMPLICE ANCHE LA CRISI: NEL 2013 LIEVE FLESSIONE IN QUANTITÀ, LEGGERA CRESCITA IN VALORI PER UN COMPARTO CHE VALE QUASI 2.500 MILIONI DI EURO. LA FARMACIA RIMANE DI GRAN LUNGA IL CANALE PRIVILEGIATO di Barnaba Grigis 40 n. 4 - 2014 COME OGNI ANNO, ASSOSALUTE FA IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DELLE VENDITE DEI FARMACI SENZA OBBLIGO DI PRESCRIZIONE MEDICA NEI TRE CANALI: farmacie, parafarmacie, corner della Gdo. I risultati del 2013 «tornano a evidenziare un andamento del comparto dell’automedicazione legato, sul breve periodo, all’incidenza dei cosiddetti malanni di stagione» osserva il presidente di Assosalute, Stefano Brovelli. Si tratta di un comparto libero da prescrizioni che può rispondere alla domanda crescente di salute dei cittadini attraverso il farmacista. L’anno 2013 si è chiuso con vendite per 2.440 milioni di euro e 314 milioni di pezzi. Poco meno di tre quarti dei pezzi venduti sono Otc, farmaci a cui, com’è noto, è concesso fare pubblicità al pubblico, e l’altro quarto sono Sop, specialità farmaceutiche che non necessitano di ricetta medica, ma che non possono essere pubblicizzate. I primi costano al pubblico mediamente di meno (7,5 euro) dei secondi (8,4 euro) per cui la quota di mercato a valore (70,9%) è leggermente inferiore a quella in pezzi (73,1%). Rispetto all’anno precedente, nel- l’insieme dei due segmenti vi è stato un decremento in pezzi dell’1,1% e un aumento del fatturato dell’1,7%. I Sop, con -3,5% in pezzi e -0,1% a valore, hanno sofferto più degli Otc, che, viceversa, a valore evidenziano una percentuale positiva (+2,5%), mentre a pezzi ottengono risultati simili al 2012 (-0,2%) Farmacia dominante La farmacia mantiene sostanzialmente la sua posizione dominante rispetto alle parafarmacie e ai corner senza obbligo di prescrizione Senza ricetta senza boom FARMACI SENZA OBBLIGO DI PRESCRIZIONE VENDITE (Sell out) 2013 Unità OTC SOP TOTALE Valori Ricavo medio unitario 000.000 Quota % 000.000 € Quota % 229,5 84,5 314 73,1 26,9 100 1.729 711 2.440 70,9 29,1 100 7,5 8,4 7,8 della Gdo sia in pezzi, sia a valore. Nel 2013 ha realizzato Fonte: nostra elaborazione da Assosalute su dati Ims Health-Iri 2.257,5 milioni di euro di fatturato, il 92,5% delle vendite totali con 286,8 milioni di 120,3 milioni di euro, ha aumenta2013 ha venduto 10,6 milioni di unità indietreggiando rispetto all’anno pezzi (91,3% del totale). Sono stato la quantità delle confezioni venprecedente del 4% mentre a valoti venduti 208 milioni di confezioni dute del 9% e il valore del 13,4%, re, con 62,2 milioni di euro, ha condi Otc, circa la stessa quantità delcon un prezzo medio per unità ventenuto la perdita in termini percenl’anno precedente (-0,4%) per un dute di 7,2 euro, non molto distantuali dell’1,2% soprattutto per i valore di 1.586 milioni di euro, il te da quello delle farmacie (7,9 Sop. 2,3% in più, mentre i Sop (78,6 mieuro); in particolare, il prezzo medio Gli Otc rappresentano l’81,3% dellioni di pezzi e 671,6 milioni di degli Otc è molto vicino nei due cale vendite a valore -50,6 milioni di euro) sono scesi del 4,4% in pezzi e nali (7,6 euro nella farmacia, 7,3 euro, con un decremento del 3,5%dell’1,1% a valore. Rispetto all’aneuro nella parafarmacia), mentre e l’80,4% a pezzi (8,5 milioni di conno precedente, l’insieme dei due nella prima è più elevato quello dei fezioni, -5,4%). I Sop completano il segmenti ha portato a variazioni legSop: 8,5 euro contro 7,2. fatturato con 11,6 milioni di euro (in germente inferiori al mercato (+ Il risultato delle vendite degli Otc è sviluppo del 9,8%) e 2,1 milioni di 1,3% a valore, -1,6% a pezzi). stato di 92,6 milioni di euro, e 12,8 pezzi (+2%). Il valore medio unitamilioni di confezioni con un increrio nei due segmenti (Otc 5,9 euro mento, rispettivamente, del 10,5% E gli altri canali? e Sop 5,6 euro) è simile; nei Sop è e del 7,9%; nei Sop 27,7 milioni di circa il 50% in meno della farmacia. euro (con un sensibile incremento, La parafarmacia, nel suo piccolo, Nel lungo periodo si osserva una len+ 24,3%) e 3,9 milioni di unità mostra una vivacità, una capacità di ta diminuzione della quota di mer(+12,8%). svilupparsi sia con gli Otc, sia con i cato a pezzi delle farmacie a vanIl supermercato, invece, nell’anno Sop. Con 16,6 milioni di pezzi e n. 4 - 2014 ! 41 LA SFIDA TRA I CANALI Farmaci senza obbligo di prescrizione: % di vendite in unità per canale dal 2007 al 2013 2,1 100% 3,1 1,4 3,5 3,7 3,5 4,3 4,7 3,5 4,9 3,4 3,4 4,9 5,3 Corner Gdo Parafarmacie 75% 96,5 93,2 92,2 91,8 91,6 91,7 91,3 Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013 Farmacie 50% 25% 0% Fonte: elaborazione Assosalute e nostra su dati Ims Health e Iri IL MERCATO DIVISO IN CLASSI Trend in unità delle principali categorie (%) 11,7 Altri Apparato circolatorio Dermatologici Analgesici Apparato digerente, intestino Tosse, raffreddore, affezioni respiratorie 14,2 3,3 4,3 8,5 8,6 18,7 20,2 20,8 21,3 33,5 35 Anno 2009 Anno 2013 Fonte: nostra elaborazione su dati Assosalute taggio delle parafarmacie, mentre rimane abbastanza stabile il peso della Grande distribuzione organizzata. Le parafarmacie sono passate da una quota dell’1,4% del lontano 2007 al 5,3% del 2013 con una crescita modesta ma costante negli anni. Anche a valore la tendenza è la stessa (si veda tabella qui sopra). Va detto che 5 classi terapeutiche fanno l’85,8% delle confezioni vendute nel 2013 e l’81,3% del valore. 42 n. 4 - 2014 Le classi terapeutiche Prima tra tutte, con un terzo dei volumi totali (33,5%) e il 29% del valore, è la classe dei prodotti per tosse, raffreddore e affezioni delle vie respiratorie: 105 milioni di pezzi, 707 milioni di euro fatturati. La stagione invernale 2013 ha favorito le vendite di questi prodotti e il risultato rispetto all’anno prece- dente è stato positivo (+1,5% a pezzi e 4,6% a valore). Sono specialità medicinali con uno dei prezzi medi di vendita (6,7 euro) più bassi tra i prodotti che non necessitano di prescrizione medica. Seconda in termini di pezzi (65,3 milioni di unità) e terza per fatturato (426 milioni di euro) è la classe dei farmaci per l’apparato digerente e intestino. È un segmento che nell’anno ha subito un calo in pezzi del 3,7% e dell’1,7% a valore. Positivi, invece, gli analgesici, la terza classe per numero di pezzi (58,6 milioni di unità, +1,9%) la seconda per valore (459,6 milioni di euro, + 5,3%), mentre negativi in pezzi i dermatologici (27 milioni di confezioni, -2,8%), i farmaci dell’apparato circolatorio 13,6 milioni di pezzi, 4,7%) e le altre classi (44,5 milioni di pezzi, -4,7%). A valore sono positivi i dermatologici (238,7 milioni di euro, + 2,5%), negativi quelli dell’apparato circolatorio (153 milioni di euro, -2,9%) e gli altri (455,9 milioni di euro, 1,1%). Questi ultimi hanno un prezzo medio per confezione di 10,2 euro, il più elevato del settore che stiamo esaminando . Nel lungo periodo (cioé dall’anno 2009 al 2013) si nota una contrazione di quota di mercato a pezzi delle prime 3 classi -tosse raffreddore e infezioni delle vie respiratorie, dei dermatologici e analgesici- a vantaggio delle altre classi (si veda tabella a sinistra). Infine una nota particolare la merita il segmento dei notificati/nutraceutici, che nel 2013 continua a crescere: a valore in questo anno vi è stato, infatti, un incremento del 7,9%. Invece, l’etico si mantiene sugli stessi valori dell’anno scorso (0,4%), per cui lo sviluppo del fatturato della farmacia è nel comparto commerciale, la cui quota di vendite cresce ogni anno. Le chance del farmacista Se le aziende farmaceutiche che producono e commercializzano farmaci da banco assistono ormai da alcuni anni al lento decrescere di questo mercato (soprattutto in pezzi), d’altro lato la farmacia -con i farmaci che non richiedono prescrizioni, con i prodotti notificati, con il settore commerciale in crescita (+3,8%)- ha a disposizione strumenti efficaci di prevenzione e di cura da consigliare ai propri clienti, dialogando con loro, sensibilizzandoli a valutare il proprio benessere, rispondendo con competenza alla crescente domanda di salute, soprattutto per piccoli malanni, contribuendo nello stesso tempo alla riduzione dei costi della sanità pubblica. ! La scommessa della longevità L’innovazione è uno dei temi al centro del dibattito tra gli addetti ai lavori: non a caso “Innovare per crescere” era il tema del convegno Asis, tenutosi in marzo a Tirrenia, e di «ridurre i costi per innovare» si è parlato al Cermes nel recente incontro dal titolo “il paziente è servito (?)”. Gli esperti concordano sul fatto che occorra cercare il “nuovo” avendo ben presenti le esigenze del consumatore-paziente. Al riguardo, l’invecchiamento e la longevità della popolazione sono diventati argomenti principali su cui riflettere per innovare. Nelle nostre società, infatti, la gente invecchia più che in altre realtà e nel contempo aumentano le malattie croniche. Dice in proposito il sociologo Domenico De Masi, intervenuto all’incontro di Assosalute: «La maggioranza delle persone diventa vecchia soltanto negli ultimi due anni della propria vita, durante i quali le spese farmaceutiche sono pari alla cifra impiegata per comprare medicine in Il commerciale insegue l’etico tutti gli anni della vita precedente». Al Evoluzione della quota di mercato a valore convegno del Cermes si è poi affermato che due terzi di coloro che raggiungono l’età pensionabile avranno alCommerciale meno due patologie croniche. Ha det36,1 37,4 38,3 to Sergio Liberatore, general manaEtico ger di Ims Health, al convegno Asis: «In Italia abbiamo una spesa farmaceutica pro capite inferiore alla media eu63,9 62,6 61,7 ropea, l’innovazione stenta a penetrare il mercato e il numero di lanci di nuovi farmaci è inferiore agli altri Paesi»; inoltre, «l’Europa continuerà a rallentare la velocità di crescita». Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013 Fonte: Ims Health Incontri Asis n. 4 - 2014 43 Sanità e legge A cura di Alfonso Marra Magistrato Fidelity card in farmacia, molti vantaggi e qualche rischio Una delle innovazioni della legge sulla privacy (Testo unico emanato con D.lgs. 196/2003) è stata la fidelity card, la cui attivazione presuppone, ovviamente, sempre il consenso della persona i cui dati debbano essere trattati. Ciò consente, attraverso la raccolta di alcuni di essi, la “profilazione” della clientela, il che può avvenire utilizzando soltanto dati anonimi e non identificativi e senza una relazione tra dati che permettano di individuare gli interessati e le indicazioni relative agli acquisti effettuati. È assolutamente vietato il trattamento (visualizzazione e conservazione) dei dati acquisiti per le finalità di cui sopra. Di tal che, quando la farmacia utilizza la fidelity card può trattare esclusivamente: a) dati anagrafici dell’interessato; b) dati relativi al volume di spesa globale progressivamente realizzata dal cliente, senza alcun riferimento ai dettagli dei prodotti acquistati. ll titolare della farmacia deve preliminarmente “notificare il trattamento dei dati” (art. 13, comma 1, della Legge sulla privacy). Deve poi attuare le dovute misure di sicurezza a protezione della riservatezza dei dati acquisiti. È tenuto a redigere il Dps (documento programmatico sulla sicurezza), da aggiornare al 31 marzo di ogni anno. Se non lo fa, a suo carico possono essere irrogate le sanzioni penali e amministrative previste del Dl n. 207 del 30.12.2008 (il Milleproroghe), convertito nella Legge n. 14 del 17.2.2009: pena dell’arresto fino a due anni e pagamento di una somma che può andare da 20.000 a 120.000 euro. Ma non sono soltanto queste le conseguenze a carico del farmacista che ponga in essere una lesione della riservatezza e dell’identità personale nel trattamento dei dati. Il Testo unico sulla privacy prevede una tutela successiva, consistente nel risarcimento dei danni patrimoniali e morali subìti dal pazientecliente del quale siano stati rivelati illegalmente i dati. Si tratta di responsabilità “per danno da informazione”, conseguente al trattamento illecito dei dati personali, alla falsità di dichiarazioni e notificazioni fatte al Garante, all’inosservanza delle misure necessarie alla sicurezza dei dati e al mancato rispetto delle disposizioni del Garante. Sono due le ipotesi in cui tale danno è configurabile: la prima implica la violazione del “principio di finalità” e presuppone un uso 44 n. 4 - 2014 dei dati differente da quello per cui l’interessato ha prestato il consenso; la seconda ipotesi comporta la divulgazione di informazioni false o parziali. I criteri per determinare l’ammontare del danno sono stabiliti dall’art. 15 del Testo unico: “Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento dei dati personali è tenuto al risarcimento del danno ai sensi dell’articolo 2050 del Codice civile”. Questa norma, a sua volta, stabilisce: “Chiunque cagiona un danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa è tenuto al risarcimento del danno, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitarlo”. Il legislatore ha dunque equiparato l’esercizio dell’attività del trattamento dei dati personali all’esercizio di una attività pericolosa. Quindi, sull’onere della prova, le regole processuali sono penalizzanti per il farmacista, mentre comportano un alleggerimento per il cliente che si senta danneggiato, rispetto alle regole generali previste dall’art. 2043 del Codice civile, in base al quale colui che lamenta di avere subìto un danno deve provare non solo il suo ammontare, ma anche il dolo o la colpa del danneggiante. Nel nostro caso, invece, spetta al cliente provare solo il fatto, cioè il rapporto di causalità tra divulgazione dei dati e danno, mentre incomberà al farmacista dimostrare di avere posto in essere tutte le misure di sicurezza per evitare l’evento dannoso. ! L’onicomicosi si combatte velocemente. Con Canespro, in 2 settimane. Dietro una macchiolina gialla sull’unghia può nascondersi una fastidiosa micosi. Canespro la combatte in 2 settimane per ridarti unghie sane e belle. Con Canespro tornerai presto ad essere orgogliosa dei tuoi piedi. Completa il trattamento con una crema antimicotica per 4 settimane. Chiedi di più al tuo farmacista. canesten.it È un dispositivo medico . Leggere attentamente le avvertenze. Autorizzazione Ministeriale del 13/03/2014. Accademia e storia A cura della Redazione Museo Farmacia Picciola: da Trieste a Vercelli In redazione sono arrivati due articoli, inviati da Giorgio du Ban e da Carlo Luigi Bagliani, in merito al trasferimento del Museo della Farmacia Picciola da Trieste a Vercelli. Testimoniano entrambi l’amore -questa la parola giusta- che questi due colleghi hanno sia per le vestigia delle loro farmacie, sia per la storia della professione. Un amore che non conosce limiti, di sicuro in termini di spazio, vista la lunghezza degli articoli inviatici. Il rispetto di “Farma Mese” per la Storia della farmacia è documentato da questa rubrica, da sempre offerta all’“Accademia”, ed è proprio qui che ospitiamo la notizia, invitando i lettori interessati ai testi integrali di Bagliani e du Ban a prender contatto con i due colleghi. L’amico du Ban ci scrive della sua “Farmacia Picciola”, fondata nel 1799, ci parla dei documenti conservati con ordine certosino dai due Picciola (senior, 1799-1869, e junior, 1865-1947) e ben tenuti prima dal padre e poi da lui insieme alla vetreria, ai mobili e ai vasi di Boemia. Ci parla, poi, del suo bel Museo, sistemato in un appartamento sovrastante la farmacia (dove abitò James Joyce) e inaugurato il 18 febbraio 1999, alla presenza delle massime autorità cittadine. Museo che ottiene subito lusinghieri riconoscimenti e viene accolto in seno all’“Association Européenne des Mu- 46 n. 4 - 2014 sées d’Histoire des Sciences Médicales”, oltre a essere oggetto di una pregiata pubblicazione (“Storia della Farmacia Picciola 1799-1999”), purtroppo andata esaurita. E ancora Giorgio du Ban ci parla dei numerosi (oltre 3.000) e autorevoli visitatori (tra cui docenti di storia Alcune immagini dell’interno della farmacia Picciola e la copertina del libro di Giorgio du Ban italiani e stranieri, scolaresche e anche Silvio Garattini), terminando il suo racconto con una amara riflessione, che riportiamo integralmente. «Ho cercato di regalare il mio Mu- seo alla Regione, alla Provincia, al Comune e all’Università di Trieste: ho ricevuto elogi e ringraziamenti, ovviamente apprezzati, ma nessun consiglio sul come fare per realizzare il progetto. Ho insistito per ottenere l’interessamento da parte dell’Ordine dei farmacisti e dell’Associazione dei titolari locali, ma senza risultato». Anche il dottor Bagliani ci scrive della sua passione (viene da una famiglia di medici) per il collezionismo sanitario, che si specializza nel tempo fino a quella che definisce una bibliofollia, che lo parta a collezionare volumi, libri antichi, bilance, mortai, albarelli e così via. Il dottorato in Storia della farmacia a Barcellona, la carica, poi, di segretario dell’Accademia a fianco del dottor Antonio Corvi, la carica di presidente dell’Ordine di Vercelli e Biella segnano un cammino che lo porta a realizzare un primo sogno: l’acquisto di una farmacia subito impreziosita da un antico arredo citato dal Pedrazzini, cui segue una seconda farmacia, la più antica della città, con fondazione seicentesca e patente settecentesca di Anna d’Orléans. E, infine, il sogno più grande: l’apertura del primo museo privato italiano di Storia della Farmacia (Via Galileo Ferraris, 24 - Vercelli), in un locale di 100 mq, che riunisce in tre grandi stanze le sue raccolte con quelle della farmacia Picciola di Trieste, oltre a uno spazio di 25 mq per il laboratorio. Attenzione: il 15 giugno ci sarà l’inaugurazione, un appuntamento che i colleghi appassionati non si lasceranno di certo sfuggire (per maggiori informazioni si può scrivere al dottor Bagliani: [email protected]). ! Aziende & prodotti DOTTOR CICCARELLI: stop alle verruche Spray trattamento verruche Dottor Ciccarelli è il trattamento basato sulla crioterapia e pensato per eliminare le fastidiose escrescenze cutanee, in particolare le verruche plantari e volgari. Consiste nel congelamento della verruca tramite l’applicazione locale di freddo intenso: colpendo la verruca dalla radice, si staccherà dal tessuto sottostante permettendo la rapida rigenerazione dell’epidermide. Spray trattamento verruche Dottor Ciccarelli è semplice da usare grazie ai 12 applicatori, non necessita di prescrizione medica ed è inserito in una bomboletta spray pratica da maneggiare. Per informazioni: Farmaceutici Dott. Ciccarelli - via Clemente Prudenzio 13 - 20138 Milano - tel. 02.580721 www.ciccarelli.it A cura di Matteo Verlato Giovani & corretta alimentazione: l’iniziativa ABBOTT La Fondazione italiana per l’educazione alimentare (Fei), in collaborazione con Abbott, presenta una piattaforma didattica per educare i ragazzi fino ai 14 anni alla corretta alimentazione, non soltanto un insieme di regole da imparare, ma piacevoli abitudini da sperimentare nella quotidianità. Nella piattaforma, che è utilizzabile da Pc e anche da smartphone e tablet, oltre a materiale didattico, sarà disponibile gratuitamente anche il divertente videogioco “Hungry Kids”, che permetterà ai ragazzi di divertirsi e sfidarsi imparando a dosare carboidrati, proteine e glucidi, prestando attenzione anche all’esercizio fisico e all’attività sportiva. Per informazioni: www.foodedu.it Per ritrovare la carica FISIOREVE TENS Laborest Italia, azienda attiva nella ricerca, sviluppo e distribuzione di prodotti nutraceutici, presenta Fisioreve Tens, integratore alimentare ad alto dosaggio, studiato per aiutare l’organismo a ritrovare l’omeostasi apportando la giusta quantità di L-triptofano, melatonina, magnesio chelato e di vitamine B2, B3 (niacina) e D3, sostanze indispensabili per recuperare energia e benessere. Fisioreve Tens è un coadiuvante nelle situazioni di stress e affaticamento fisico e mentale, cause di contrazioni e crampi frequenti, mal di testa e cefalee e nel trattamento della sindrome premestruale. Per informazioni: Laborest Italia - via Vicinale di Parabiago 22 - 20014 Nerviano (MI) - tel. 0331.415253 - www.laborest.com 48 n. 4 - 2014 Io posso essere orgogliosa di far parte di un team in cui ognuno garantisce la qualità dei nostri prodotti, indipendentemente dal luogo di produzione. Io posso... perché Mylan è una delle maggiori e affermate aziende al mondo produttrici di farmaci equivalenti e specialistici. I nostri team conducono accurati controlli su tutti i medicinali, dal principio attivo alla distribuzione. In Mylan, la priorità siete voi e i vostri pazienti. Visitate YourMylan.com Veronique Mylan Plant Senior Director La nostra Mylan è la vostra Mylan. Aziende & prodotti Appuntamento a Cosmofarma con TH.KOHL Naso libero con ISDIN È il nuovo spray nasale a base di ingredienti naturali efficace nel ridurre i sintomi legati a congestione. Nutrabalm Rinitis di Isdin ristabilisce, infatti, l’ottimale drenaggio e la ventilazione del naso, favorendo la respirazione in caso di rinosinusite e raffreddore, ma anche prima, per prevenire l’insorgere del problema. Lo spray ha una tripla azione: decongestiona, lenisce il prurito e aiuta a rigenerare la mucosa danneggiata, offrendo immediato sollievo alle vie nasali. Nutrabalm Rinitis elimina l’eccesso di liquido, pulendo il canale nasale e calmando l’irritazione. Contiene ectoina, sostanza naturale protettiva che non provoca dipendenza ed è così un prezioso alleato anche per la salute del naso dei bambini. Per informazioni: Isdin - viale Abruzzi 3 - 20131 Milano - tel. 02.20520276 - www.isdin.com Anche quest’anno Th.Kohl si presenta in fiera con uno stand capace di dialogare in maniera efficace con il mondo dei farmacisti (nel padiglione 26, stand Th.Kohl/Pharmathek A49-B50). Il quadro di riferimento è come sempre il concetto della bellezza funzionale, che rappresenta il credo odierno dell’atteggiamento progettuale di Th.Kohl, con un focus sulla comunicazione e il visual merchandising in farmacia. Coniugare al meglio i risultati estetici del progetto di architettura con la verifica sulla sostenibilità economica dell’investimento è l’impegno di Th.Kohl, che si concretizza all’interno di un progetto globale di cui il visual merchandising è sicuramente un aspetto fondamentale. All’interno dello stand, ampio spazio sarà, quindi, dedicato alla comunicazione e al visual merchandising in farmacia, preludio del secondo Osservatorio Th.Kohl “Comunicare i valori della farmacia”, che si terrà a Verona il 7 giugno 2014. Vi aspetteranno ogni giorno i seminari organizzati in collaborazione con Shackleton Consulting -due venerdì e sabato, uno la domenica- per approfondire le tematiche legate alla comunicazione e al visual merchandising. Verrà, inoltre, presentato ViCo, il nuovo sistema ideato per la comunicazione e l’esposizione promozionale in farmacia. Diventa, infine, sempre più fondamentale la presenza di Pharmathek, l’azienda di sistemi di automazione del Gruppo Kohl, che offre soluzioni personalizzate per la ridefinizione progettuale della nuova farmacia. Make up impeccabile con la Crema Colorata KORFF Per la sua linea Summer Collection, Korff propone la Crema Colorata Spf 15 effetto fresco. Si tratta di un trattamento di bellezza dalla texture leggera e impalpabile, facile da applicare su viso e décolleté, che rilascia un velo di colore donando un aspetto uniforme, fresco e luminoso all’incarnato. Al suo interno vi sono differenti componenti, ognuna delle quali ha una specifica funzione: l’acido ialuronico idrata, il retinolo ha una spiccata attività antiage, il mentil lattato rinfresca e i filtri Spf 15 proteggono e prevengono il fotoinvecchiamento cutaneo. Pensata in 3 nuance (noix, noisette e cafè), è disponibile in tubo da 30 ml. Per Informazioni: Istituto Ganassini - via Gaggia 16 - 20139 Milano - tel. 02.5357041 - www.korff.it 50 n. 4 - 2014 La scelta automatica. Dott. Maurizio Bagnulo, Farmacia San Girolamo, Bari (BA) Voglio oggi la migliore soluzione per domani! Stand B3/C4 padiglione 26 Cosmofarma, Bologna 9-11 Maggio CareFusion Italy 327 Srl, Via Brera 28 C - 20010 Cornaredo (MI) Tel. 02 99990120 | Fax. 02 99990139 - [email protected] - www.rowa-italia.it
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