Lang Lang| Pianoforte Bach Čajkovskij Chopin martedì 4 novembre

TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI
Concerto
straordinario
fuori
Abbonamento
martedì 4 novembre 2014
ore 21.00
© Peter Hönnemann / Sony Classical
Recital pianistico
Lang Lang | Pianoforte
Bach
Čajkovskij
Chopin
Concerto
straordinario
fuori
Abbonamento
martedì 4 novembre 2014
ore 21.00
Recital pianistico
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Concerto Italiano (Concerto nach italienischen Gusto)
in fa maggiore BWV 971 (1734 ca.)
[Allegro]
Andante
Presto
Lang Lang | Pianoforte
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840 - 1893)
Le stagioni, 12 pezzi caratteristici su epigrafi liriche
di vari autori (1875/76)
1. Gennaio. Accanto al fuoco (Puškin)
2. Febbraio. Carnevale (Vjazemskij)
3. Marzo. Canto dell’allodola (Majkov)
4. Aprile. Bucaneve (Majkov)
5. Maggio. Le notti di maggio (Fet)
6. Giugno. Barcarola (Pleščeev)
7. Luglio. Canto del falciatore (Kol’zov)
8. Agosto. La mietitura (Kol’zov)
9. Settembre. La caccia (Puškin)
10. Ottobre. Canto d’autunno (Tolstoj)
11. Novembre. Troika (Nekrasov)
12. Dicembre. Natale (Žukovskij)
Fryderyk Chopin (1810 - 1849)
Scherzo n. 1 in si minore op. 20 (1830/31)
Scherzo n. 2 in si bemolle minore / re bemolle
maggiore op. 31 (1837)
Scherzo n. 3 in do diesis minore op. 39 (1838/39)
Scherzo n. 4 in mi maggiore op. 54 (1842)
Redazione a cura di Irene Sala
Il concerto è trasmesso in collegamento diretto su Radio3
per il programma “Radio3 Suite”, su Rai5 e in streaming
audio-video su www.rai5.rai.it, www.osn.rai.it e su
www.classica.rai.it.
La ripresa televisiva è effettuata dal Centro di Produzione TV
di Torino.
LANG LANG E LA RAI:
UN VIAGGIO NELLA GRANDE MUSICA DA TORINO A LAMPEDUSA
LANG LANG AND RAI:
A JOURNEY INTO GREAT MUSIC FROM TURIN TO LAMPEDUSA
Parte dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino - martedì 4 novembre alle
21 con trasmissione in diretta su Rai5 e Radio3 - il “viaggio in Italia” del celebre
pianista cinese Lang Lang. È la prima di cinque tappe che, tra l’autunno 2014 e la
primavera 2015, porteranno l’artista anche a Roma, Firenze, Milano e Lampedusa. Gli
appuntamenti saranno ripresi e trasmessi in diretta tv, radio e sui siti web della Rai.
Nel primo recital, nell’ambito della stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della
Rai, Lang Lang propone un programma musicale per lui inedito, che accosta il Concerto
Italiano di Johann Sebastian Bach a grandi pagine romantiche come Le stagioni di
Čajkovskij e i quattro Scherzi di Chopin. A corollario dell’evento, Lang Lang terrà una
masterclass con alcuni studenti di pianoforte del Conservatorio di Torino, in programma
mercoledì 5 novembre alle 14, con ingresso libero, presso il Salone del Conservatorio.
The “Italian journey”of Chinese pianist Lang Lang begins in Turin, at the Auditorium
Rai “Arturo Toscanini” on Tuesday 4 November at 9 pm, and broadcasted live on
Rai5 and Radio3. It is the first of four stages that will see him also in Rome, Florence,
Milan, and Lampedusa, between the Fall of 2014 and the Spring of 2015. All events
will be filmed and broadcasted live on tv, radio and Rai’s websites.
The first recital, included within the concert season of the Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai, will have Lang Lang presenting a new program, where Johann
Sebastian Bach’s Italian Concerto will be living alongside some great romantic works
like Čajkovskij’s The Seasons and Chopin’s four Scherzos.
On the side of this musical event Lang Lang will be holding a master class for piano
students in Turin, Wednesday 5 November at 2 pm.
Appuntamento successivo venerdì 21 novembre alle 20.30 a Roma, all’Auditorium
Parco della Musica per la stagione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con un
nuovo recital, ancora trasmesso in diretta su Rai5 e Radio3, nel quale Lang Lang
proporrà tre sonate di Mozart (la n. 5 KV 283, la n. 4 KV 282 e la n. 8 KV 310) e
le Ballate di Chopin. Un programma che arriva per la prima volta in Italia dopo lo
straordinario successo ottenuto in città come Londra e Lucerna.
Le successive tappe sono in programma nella primavera del 2015, con un recital il 4
maggio al nuovo Teatro all’Opera di Firenze Maggio Musicale Fiorentino e uno il 30
giugno al Teatro degli Arcimboldi di Milano, incluso nelle iniziative per l’Expo.
Il “viaggio in Italia” di Lang Lang si concluderà con un grande evento benefico che
lo porterà, nella sua veste di Messaggero di Pace dell’ONU, in un luogo altamente
simbolico del dramma e delle speranze del nostro tempo: Lampedusa.
The next appointment is on Friday, 21 November at 8.30 pm in Rome, at the
Auditorium Parco della Musica, falling within the concert season of the Accademia
Nazionale di Santa Cecilia. During this new recital, once again broadcasted live on
Rai5 and Radio3, Lang Lang will be playing three Mozart sonatas (No. 5 KV 283, No.
4 KV 282, and No. 8 KV 310), and Chopin’s Ballades. The program reaches Italy for the
first time, after the great success it enjoyed in cities like London and Luzern.
The following events are scheduled for the Spring of 2015. One recital will be on 4 May at
the new Teatro dell’Opera di Firenze Maggio Musicale Fiorentino, and one will be on
30 June at the Teatro degli Arcimboldi in Milan, and included within the Expo events.
Lang Lang’s “Italian journey” will end with a great charity event that will bring him,
as a UN Messenger of Peace, to Lampedusa, a highly symbolic place collecting all
dramas and hopes of our time.
La Rai realizzerà anche un documentario, per raccontare le tappe e gli incontri del
grande pianista cinese in questa sua “avventura italiana”.
Rai will be making a documentary telling the story of the events and appointments
of such a great Chinese pianist on his “Italian adventure”.
Segui il “Viaggio in Italia” di Lang Lang su: www.classica.rai.it
twitta con @RaiClassica
commenta con l’hashtag #LangLangInItaly
Follow the “Italian Journey” of Lang Lang on: www.classica.rai.it
tweet @RaiClassica
leave your comments with the hashtag #LangLangInItaly
Note al programma
Per ovvie ragioni cronologiche e geografiche, Johann Sebastian Bach, Fryderyk
Chopin e Pëtr Il’ič Čajkovskij non si incontrarono mai durante la loro vita. Ma Chopin
adorò la musica di Bach e l’essenza della sua estetica musicale e Čajkovskij guardò
al periodo romantico di Chopin e di Schumann negli anni della sua formazione
musicale. Il programma del concerto di questa sera è un “viaggio al pianoforte”
che mette in luce opere di tre compositori, figli di epoche diverse.
Bach sperimentò le nuove scoperte tecniche e meccaniche dei primi pianoforti
settecenteschi. Giudice severo, testò lui stesso gli strumenti a tastiera di
Silbermann, precursore di Bartolomeo Cristofori (a cui si attribuisce l’invenzione
del pianoforte). Chopin cambiò per sempre il modo in cui si suona il pianoforte;
quello con cui aveva a che fare era uno strumento altamente evoluto, che nel XIX
secolo aveva conosciuto la nascita del dispositivo di “ripetizione” e del brevetto del
doppio scappamento di Sébastien Érard. Pur non essendo molto noti ed eseguiti
in Italia, i lavori per pianoforte di Čajkovskij sono interessanti perché hanno
accompagnato l’evoluzione dello stile del compositore russo dalla giovane età per
circa trent’anni, confermando la forte personalità del suo linguaggio musicale.
Il Concerto nach italienischen Gusto BWV 971 (Concerto alla maniera italiana)
nacque nel periodo che Bach trascorse a Lipsia, dove aveva ricevuto gli incarichi
importanti di Cantor et Director Musices oltre che di direttore del Collegium
Musicum. L’interesse verso le opere strumentali si ricollega però idealmente
al precedente periodo vissuto a Köthen, dove avevano visto la luce i Concerti
Brandeburghesi oltre alle Suite per violoncello solo, le Sonate e Partite per violino
solo e molti altri capolavori per strumento.
Il Concerto italiano fa parte, insieme alla Ouverture nach französischer Art BWV 831
(Ouverture in stile francese), del secondo volume della Clavier Übung, pubblicato a
Norimberga nel 1735. La caratteristica del brano sta nella scrittura per clavicembalo
a due manuali, che servivano per ricreare gli effetti orchestrali di contrapposizione
tra il “solo” e il “tutti” tipiche del concerto grosso italiano. L’alternanza dei due
registri, uno “piano” e l’altro “forte”, ricalca da un lato la leggiadra brillantezza
dell’appuntamento solistico, dall’altro l’energia del sonoro insieme orchestrale.
David Schulenberg, autore di The Keyboard Music of J. S. Bach, scrive: «Nel
caso del Concerto italiano, per esempio, Bach deve essere stato guidato dalle
interessanti possibilità, dalle tecniche e dalle sfide del “suonare l’orchestra” dalla
tastiera. Sappiamo che lo aveva già fatto, quando a Weimar riduceva i concerti di
compositori italiani; sappiamo anche che il naturale passaggio successivo – ovvero
la trascrizione non di un brano ma di un genere - era stato compiuto, siccome al
tempo c’era un generale interesse nel “concerto senza accompagnamento” ...».
La struttura del brano segue la forma-ritornello tipica del concerto vivaldiano: un
motivo principale (ritornello) esposto dal tutti, si alterna a episodi contrastanti
affidati al solista. Giocare a ritrovare e sottolineare questa duplicità è uno dei
principali obiettivi dell’interprete.
Del resto Bach aveva grande dimestichezza con lo stile italiano: amava attingere
e accogliere nella sua musica elementi stilistici e formali di grandi maestri,
fondendoli e riadattandoli con il suo sapere. Più volte aveva maneggiato lavori
di Vivaldi, Marcello e Pergolesi ma anche dei più antichi Palestrina e Frescobaldi.
I due movimenti veloci, il primo (senza indicazione di tempo ma considerato
Allegro) e il terzo (Presto), racchiudono un Andante di stampo fortemente
vivaldiano, dove la mano destra del pianista traccia una linea melodica che
calzerebbe a pennello anche se fosse eseguita al violino.
Calendario alla mano, dal dicembre del 1875 al novembre del 1876, Čajkovskij inviò
mensilmente alla rivista periodica di San Pietroburgo «Nuvellist» un brano pianistico
ispirato al mese di pubblicazione. Così erano gli accordi con Nikolaj Bernard, direttore
del «Nuvellist», che gli aveva commissionato dodici pezzi da pubblicare come
supplemento al periodico a beneficio dei lettori, perlopiù strumentisti dilettanti della
buona società pietroburghese. Il compositore aveva accettato di buon grado, contento
di racimolare un gruzzoletto che si aggiungesse al suo stipendio di professore di
armonia al Conservatorio di Mosca. Aveva però preso un po’ sottogamba il lavoro: fa
sorridere l’aneddoto secondo cui pare che Čajkovskij avesse chiesto al suo domestico di
ricordargli di volta in volta le scadenze perché non gli sfuggisse la consegna del pezzo!
I brani pianistici dovevano essere corredati ciascuno da un verso poetico iniziale,
selezionato da Bernard stesso tra autori russi quali Puškin, Majkov, Kol’zov e
altri, che fosse rappresentativo di quel mese dell’anno. Prendono allora corpo Le
stagioni, 12 pezzi caratteristici su epigrafi liriche di vari autori, che diventeranno
tra i più celebri brani per pianoforte di Čajkovskij e che certamente contribuirono
a divulgare la sua fama di compositore. Queste dodici miniature concise e
coloristiche, riconducibili al genere romantico del “Foglio d’album”, sono moderne,
raffinate e varie nell’armonia e nel ritmo.
E se a febbraio non si può non citare il festoso carnevale (il cui incipit è stato ripreso
da Stravinskij in apertura di Petruška), ecco che gli arpeggi di maggio ricordano le
luminose “notti bianche” del nord Europa e a dicembre l’atmosfera di Natale è a
ritmo di Valzer. Celeberrime, a volte ascoltate anche nella versione arrangiata per
orchestra, la Barcarolle per giugno (con versi introduttivi di Pleščeev), il rapsodico
Chant d’automne di ottobre (preceduto dalle parole di Aleksej Tolstoj) e la corsa
della Troika, slitta trascinata da tre cavalli sulla neve, per novembre (frammento
didascalico di Nikolaj Nekrasov), che fu uno dei bis più amati da Sergej Rachmaninov.
«Signori, giù il cappello: un genio», così esordì Robert Schumann quando ebbe
l’occasione di ascoltare Chopin al pianoforte. Hector Berlioz diceva che la sonorità
di Chopin (più adatta ai salotti che alle sale da concerto) era così eterea che
«veniva da avvicinarsi allo strumento e di applicarvi un orecchio». Il compositore
ungherese Stephen Heller osservò che «le mani sottili [di Chopin] potevano
allargarsi di colpo e coprire un terzo della tastiera, come le fauci di un serpente
che si spalancano per inghiottire un coniglio intero».
Ci troviamo davanti a uno dei più grandi pianisti di sempre. Soprannominato il
“poeta del pianoforte”, è «l’unico grande compositore la cui figura possa essere
studiata per intero attraverso la sua produzione pianistica: unico grande creatore
che sia stato un pianista-compositore puro, e unico pianista-compositore puro che
sia stato un grande creatore», per dirla con Piero Rattalino.
La sua produzione è un concentrato di poesia e di sentimento che rifiuta l’elemento
extra-musicale: non si trovano infatti né titoli né riferimenti esterni nelle opere
del compositore polacco.
Chopin compose i quattro Scherzi, tutti in tonalità diverse, tra il 1830 e il 1842. Con
lui lo “Scherzo” acquisisce vita a sé e non esiste più solo come movimento inserito
all’interno delle sinfonie (come era stato sino a Beethoven). A tutti e quattro è
comune il ritmo, in ¾, e la rapidità del tempo indicato come Presto con fuoco per
il primo e il terzo e Presto per il secondo e il quarto. Il compositore utilizzò, poi,
sempre solo tre figure di valore, ovvero minima, semiminima e croma.
In queste pagine Chopin abbandonò l’atteggiamento prettamente salottiero
da Biedermeier per accostarsi a contenuti densi di espressione drammatica e di
elementi autobiografici.
Inizia ex abrupto con due accordi potenti ed enigmatici lo Scherzo n. 1 in si minore
op. 20, composto nel 1830-31 con dedica a Thomas Albrecht e pubblicato a Lipsia
nel 1835, che rivela lo stato d’animo amareggiato ed annoiato del compositore
durante il secondo viaggio a Vienna. Questo primo Scherzo vive di contrasti bruschi
e repentini che lasciano emergere echi dei canti natalizi polacchi, reminescenza
della madrepatria di Chopin. Lo Scherzo n. 2 in si bemolle minore / re bemolle
maggiore op. 31, scritto e pubblicato a Parigi nel 1837 per la contessa Adèle de
Fürstenstein, è il più celebre: la prima sezione è giocata sul “botta e risposta” tra i
veloci e impalpabili arpeggi e gli accordi marcati. La melodia della seconda parte
è lirica e cantabile, ricalcando per certi aspetti lo stile del melodramma italiano.
Schumann paragonò questo Scherzo a una poesia di Byron in quanto ad arditezza
del linguaggio e al suo essere così appassionato. Il terzo Scherzo in do diesis minore
op. 39, composto per Adolphe Gutmann (uno dei suoi allievi prediletti) e pubblicato
a Lipsia nel 1840, è improntato alla continua ricerca timbrica. Il colore iniziale è
cupo e inquitante; l’atmosfera resta sospesa fra le pause, fino all’arrivo del primo
tema ad ottave che sfocerà in un corale dal sapore religioso. Dopo uno sviluppo
che rielabora i temi ascoltati, lo Scherzo si chiude all’insegna della luce e della
serenità, in contrasto con l’apertura. L’ultimo, lo Scherzo n. 4 in mi maggiore op. 54,
pubblicato a Lipsia nel 1843 in omaggio a Clotilde de Caraman, è fresco e frizzante:
abbandona quella traccia di dolore dei primi Scherzi per lasciare il posto a un ritorno
alla giovinezza, nella quale Chopin aveva già intuito che la musica era per lui vero
strumento di espressione, come scrisse a soli otto anni: «Mi sarebbe forse più facile
manifestare i miei sentimenti se potessi esprimerli con i toni musicali».
Irene Sala
Program notes
For obvious reasons of time and geography, Johann Sebastian Bach, Fryderyk
Chopin and Pëtr Il’ič Čajkovskij never met in real life. But Chopin loved Bach’s
music and the essence of his aesthetics, and Čajkovskij studied Chopin and
Schumann’s romantic period during his musical education. Tonight’s concert
program is a “piano journey” highlighting the works of three composers living in
three different ages.
Bach experimented on the new technical and mechanical discoveries applied
to eighteenth century’s pianos. He was a stern judge, and tested by himself the
keyboards of Silbermann, forerunner of Bartolomeo Cristofori (generally regarded
as the inventor of the piano). Chopin forever changed the way the piano would
be played; the pianos he worked on were highly sophisticated instruments, and
in the nineteenth century they had been marked by Sébastien Érard’s inventions
of the “repetition” device and of the double escapement action. Despite not being
well known and seldom performed in Italy, Čajkovskij’s works for piano are very
interesting as they were companions of the composer’s musical evolution for
thirty years, confirming the strong personality of his musical language.
The Concerto nach italienischen Gusto BWV 971 (Concerto after the Italian style) was
composed during Bach’s period in Leipzig, where he had been appointed Cantor
et Director Musices as well as Director of the Collegium Musicum. His interest for
instrumental works can be ideally dated back to the Köthen period, where he had
composed the Brandenburg Concertos, the Suites for unaccompanied cello, the
Sonatas and Partitas for violin, and many other instrumental masterpieces.
The Italian Concerto is found – together with the Ouverture nach französischer Art
BWV 831 (Overture after the French style) – in the second volume of the Clavier
Übung, published in 1735 in Nuremberg. The piece was written for a two keyboard
harpsichord, and it recreates the orchestral effect of the “solo” as opposed to the
“tutti” typical of the Italian Concerto Grosso. The alternating registers of “piano”
and “forte” are linked on one hand to the graceful brightness of the solo phrases,
and on the other to the power of the full orchestral sound.
David Schulenberg, author of The Keyboard Music of J. S. Bach, has written: “In
the case of the Italian Concerto, for example, Bach might have been driven by
the very interesting possibilities, the techniques, and the challenges, of ‘playing
the orchestra’ from the keyboard. We know he had already done that, when at
Weimar he reduced concertos by Italian composers; we know too that the natural
following step - the transcription not of a piece but of a genre - was being taken,
as there was at the time a generalized interest in the ‘unaccompanied concerto...”.
The piece’s structure follows that of the ritornello-form typical of Vivaldi concertos:
a main theme (ritornello) played by tutti, is alternating with solo moments. Finding
and underlining such dichotomy is one of the main goals of the interpreter.
After all Bach was very familiar with the Italian style: he loved to draw from, and
include in his music formal and stylistic elements from great masters, mixing
and readjusting them through his skill. He had often reshaped works by Vivaldi,
Marcello, Pergolesi, even of earlier composers such as Palestrina and Frescobaldi.
The two fast movements, the first (with no tempo indication ma considered
Allegro) and the third one (Presto) are separated by an Andante in a very marked
Vivaldi style, where the pianist’s right hand plays a melodic line that would
perfectly fit into a violin piece.
Each and every month, from December 1875 until November 1876 Čajkovskij
sent a piano piece - inspired by the very month in which it would be published
- to Saint Petersburg’s magazine Nuvellist. Such was the agreement with Nikolaj
Bernard, editor of Nuvellist, who had commissioned twelve pieces to be published
as a supplement to the magazine, for readers who were mainly Saint Petersburg’s
upper class amateur musicians. The composer had gladly accepted, happy to be
making a small amount of money to add to his salary as Professor of harmony
at Moscow’s Conservatory. He had apparently taken the job lightly, and we may
smile at the anecdote that tells us of a Čajkovskij asking his manservant to remind
him of the deadlines, so that he wouldn’t forget delivering his piece of music!
The piano compositions were to be accompanied by a verse of poetry inspired by
the month of publication, and selected by Bernard himself among various Russian
authors like Puškin, Majkov, Kol’zov, and others. This is how The Seasons come to
life, a set of 12 character pieces on poetic epigraphs by various authors, destined
to become some of Čajkovskij’s most famous piano works, and which surely
contributed to spread his fame as a composer. These twelve short and coloristic
miniatures, attributed to the romantic genre of the “Album Leaf”, are modern,
refined, and with varied harmonies and rhythms.
We can’t fail to mention February’s joyous carnival (whose incipit was borrowed
by Stravinskij for the opening of his Petruška), and May’s arpeggios reminding of
North European’s“white nights”, and December’s waltz-like Christmas atmosphere.
Very famous, and occasionally performed with their orchestral arrangements,
are June’s Barcarolle (with introduction verses by Pleščeev), October’s rhapsodic
Chant d’automne (introduced by Aleksej Tostoj’s words) and November’s rush of
the Troika, a three horse sled (with verses by Nikolaj Nekrasov), one of Sergej
Rachmaninov’s favorite encores.
“Hats off, gentlemen, a genius”, such was Robert Schumann’s comment upon
hearing Chopin at the piano. Hector Berlioz used to say that Chopin’s sound (more
fit to sitting rooms than to concert halls) was so ethereal that one “felt like coming
close to the instrument and place his ear on it”. Composer Stephen Heller noted that
Chopin’s “slim hands would suddenly expand and cover a third of the keyboard. It
was like the opening of the mouth of a serpent about to swallow a rabbit whole”.
We are before one of the greatest pianists ever. Named the “poet of the piano”, he
is “the only great composer whose figure can be entirely studied through his piano
production: the sole great creator who was a pure pianist-composer, and the sole
pianist-composer who was a great creator” to say it with Piero Rattalino’s words.
His production is a concentration of poetry and emotions refusing the extramusical element: we don’t find either titles or external references in the works of
this Polish composer.
Chopin wrote the four Scherzos, all in different keys, between 1830 and 1842.
Through him the Scherzo acquires a life in itself, and is no longer a movement
within a symphony (as it was up until Beethoven). All four Scherzos share the ¾
rhythm, and the speed of the tempo marked as Presto con fuoco (the first and the
third) and Presto (the second and the fourth). The composer used only three note
values, that is half-note, quarter-note, and eighth-note.
With these pages Chopin abandoned the Biedermeier sitting-room approach to
face more dramatic expressions and autobiographical elements.
The Scherzo No. 1 in B minor Op. 20 starts abruptly with two powerful and
enigmatic chords. It was written in 1830-1831 and dedicated to Thomas Albrecht.
Published in Leipzig in 1835, it reveals the embittered and weary spirit of the
composer during his second trip to Vienna. This first Scherzo stands on sudden
and sharp contrasts, revealing echoes of Polish Christmas chants, reminiscent of
the composer’s homeland. The Scherzo No. 2 in B flat minor/D flat major Op. 31,
written and published in Paris in 1837 for countess Adèle de Fürstenstein is the
most famous: the first section plays on “call and response” between the fast and
intangible arpeggios and the marked chords. The second part’s melody is lyrical,
somewhat echoing Italian melodramatic style. Schumann compared this Scherzo
to Byron’s poems, as far as boldness of language and passion. The third Scherzo in
C sharp minor Op. 39, written for Adolphe Gutmann (one of his favorite pupils)
and published in Leipzig in 1840 is marked by a continuous timbre research. Its
beginning is dark and disturbing; the atmosphere is suspended between pauses,
up until the first eighth-notes theme culminating in a chorale with a religious
flavor. After the development of themes already heard, the Scherzo come to a
light and tranquil end, contrasting with the beginning. The last Scherzo, No. 4 in E
major Op. 54, published in Leipzig in 1843 and dedicated to Clotilde de Caraman,
is fresh and sparkling: it abandons all traces of pain of the first Scherzos, returning
to a youthful approach, when Chopin had already perceived that music was for
him a real means of expression. As he wrote when he was only eight year of age:
“It would probably be easier for me to manifest my feelings if I could express them
through musical tones”.
Irene Sala
LANG LANG
© Harald Hoffmann / Sony Classical
Se c’è una parola che definisce Lang Lang, il musicista, l’uomo, la sua visione del
mondo, e coloro che vengono in contatto con lui, è “ispirazione”, una parola la cui eco
risuona come un Leitmotiv musicale attraverso la sua vita e la sua carriera. Con le sue
interpretazioni passionali ed emotive Lang Lang ispira milioni di persone, sia che suoni
in recital intimi, sia che si esibisca sul più grande dei palcoscenici – come il concerto con
Placido Domingo in occasione della finale dei Mondiali 2014 a Rio, la cinquantaseiesima
edizione dei Grammy Award in cui ha suonato con i Metallica, la cerimonia di apertura
delle Olimpiadi di Pechino del 2008 quando oltre quattro miliardi di persone in tutto
il mondo hanno assistito alla sua performance, la serata finale dei Proms alla Royal
Albert Hall di Londra o il concerto per il duecentenario della nascita di Liszt trasmesso
live in oltre cinquecento cinema sparsi in tutti gli USA e in Europa. Lang Lang forma
stabili partnership musicali con i più grandi artisti di livello internazionale, da direttori
d’orchestra del calibro di Daniel Barenboim, Gustavo Dudamel e Sir Simon Rattle ad
artisti fuori dal panorama musicale classico – fra cui il ballerino di dubstep Marquese
“Nonstop” Scott e il titano del jazz Herbie Hancock. Grazie al suo ruolo di ambasciatore
della Sony ha fatto inserire la Sonata per pianoforte n. 7 di Prokof’ev nella colonna sonora
di Gran Turismo 5 e 6, il videogioco dalle vendite multimilionarie! E getta ponti culturali
tra est e ovest, presentando sovente la musica cinese al pubblico occidentale e viceversa.
Ciononostante non dimentica mai quello che lo ispirò agli inizi, e che continua a ispirarlo
tutt’ora: i grandi artisti, e in modo particolare i grandi compositori - Liszt, Chopin e gli
altri -; poter ora offrire ad altre persone la loro musica è per lui un enorme piacere.
Persino quel famoso vecchio cartone animato di Tom e Jerry, “Jerry e il pianista”, che
da bambino gli fece conoscere la musica di Liszt, e quella gioiosa eccitazione infantile
nello scoprire la musica, lo accompagnano sicuramente ancora oggi e lo proiettano
verso quella che egli chiama “la sua seconda carriera”: portare la musica nella vita
dei bambini di tutto il mondo, sia attraverso il suo lavoro come Messaggero di Pace
per le Nazioni Unite con focus sull’istruzione globale, sia attraverso la sua Lang Lang
International Music Foundation. Così come egli ispira, allo stesso modo viene ispirato. E
così come viene ispirato, allo stesso modo ispira gli altri. E’ forse questa la qualità che ha
spinto il New Yorker a soprannominarlo “ambasciatore mondiale della tastiera”.
Il Time ha menzionato Lang Lang nei “Time 100”, citandolo come simbolo della
gioventù cinese e del futuro della Cina. Lang Lang è ambasciatore culturale per
Shenzhen e Shenyang. E anche se la passione cinese per il pianoforte non si deve
soltanto a lui, egli ha avuto una parte non piccola come modello di ruolo - un
fenomeno che The Today Show ha battezzato“l’effetto Lang Lang“. Per la prima volta la
Steinway & Sons ha intitolato un proprio strumento a un singolo artista, presentando
in Cina “Il Pianoforte Lang Lang”, progettato appositamente per lo studio.
E il bambino che Lang Lang era, e che forse è sempre con lui, avrebbe sicuramente
approvato quanto l’artista restituisce ai giovani: fa da mentore ai bambini prodigio, riunisce
in concerto cento studenti di pianoforte in una volta sola e ha dedicato la sua Lang Lang
International Music Foundation alla formazione dei grandi pianisti di domani, all’istruzione
musicale con tecnologie d’avanguardia e alla costruzione di un pubblico giovane.
Lang Lang è apparso sui maggiori network televisivi e riviste di tutto il mondo. Si è esibito
davanti a personalità di livello internazionale quali il Segretario Generale dell’ONU Ban
Ki-moon, quattro presidenti USA, il presidente tedesco Koehler, l’ex presidente francese
Sarkozy e l’attuale presidente François Hollande. Tra i molti eventi di portata storica, di
recente ha avuto l’onore di suonare per il Presidente Obama e per l’ex Presidente cinese
Hu Jin-Tao in occasione della Cena di Stato alla Casa Bianca, nonché al concerto per la
celebrazione del Diamond Jubilee della regina Elisabetta II a Buckingham Palace.
Tra gli onori che gli sono stati tributati c’è la nomina a uno dei 250 Young Global Leader
del World Economic Forum, i Dottorati Onorari del Royal College of Music e della
Manhattan School of Music, il premio più importante assegnato dal Ministro cinese
della Cultura, l’Ordine al Merito di Germania e la medaglia dell’Ordine delle Arti e delle
Lettere francese.
Lang Lang è stato recentemente nominato “Ambassador per Expo Milano 2015”
Per maggiori informazioni visita www.langlang.com | www.langlangfoundation.org
LANG LANG
© Harald Hoffmann / Sony Classical
If one word applies to Lang Lang, to the musician, to the man, to his
worldview, to those who come into contact with him, it is “inspiration”. It
resounds like a musical motif through his life and career. He inspires millions
with open-hearted, emotive playing, whether it be in intimate recitals or
on the grandest of stages –such as the 2014 World Cup concert in Rio, with
Placido Domingo, to celebrate the final game; the 56th GRAMMY Award,
where he played with Metallica; the Opening Ceremony of the 2008 Beijing
Olympics, where more than four billion people around the world viewed his
performance, the Last Night of the Proms at London’s Royal Albert Hall, or
the Liszt 200th birthday concert broadcast live to more than 500 cinemas
around the US and Europe. He forms enduring musical partnerships with the
world’s greatest artists, from conductors such as Daniel Barenboim, Gustavo
Dudamel and Sir Simon Rattle, to artists from outside of classical music –
among them dubstep dancer Marquese “nonstop” Scott and jazz titan Herbie
Hancock. Thanks to his Sony ambassadorship, he brought Prokofiev’s 7th
Piano Sonata to the soundtrack of the multi-million- selling computer game
Gran Turismo 5 and 6! And he builds cultural bridges between East and West,
frequently introducing Chinese music to Western audiences, and vice versa.
Yet he never forgets what first inspired, and continues to inspire him. Great
artists, above all the great composers – Liszt, Chopin and the others – whose
music he now delights in bringing to others. Even that famous old Tom and
Jerry cartoon “The Cat Concerto” which introduced him, as a child, to the
music of Liszt – and that childlike excitement at the discovery of music now
surely stays with him and propels him to what he calls “his second career”,
bringing music into the lives of children around the world, both through
his work for the United Nations as a Messenger of Peace focusing on global
education and through his own Lang Lang International Music Foundation.
As he inspires, he is inspired. As he is inspired, he inspires others. It is this
quality, perhaps, that led the New Yorker to call him “the world’s ambassador
of the keyboard”.
Time Magazine named Lang Lang in the “Time 100”, citing him as a symbol of the
youth of China, and its future. Lang Lang is cultural ambassador for Shenzhen
and Shenyang. And if the Chinese passion for piano isn’t solely due to him, he has
played no small part as a role model – a phenomenon coined by The Today Show
as “the Lang Lang effect.” Steinway Pianos for the first time named a model after
a single artist when they introduced “The Lang Lang Piano” to China, specially
designed for education.
And the child Lang Lang was and who, perhaps, is always with him, would surely
have approved of the way he gives back to youth. He mentors prodigies, convenes
100 piano students at a time in concert, and dedicated his Lang Lang International
Music Foundation to cultivating tomorrow’s top pianists, music education at the
forefront of technology, and building a young audience.
Lang Lang has been featured on every major TV network and in magazines
worldwide. He has performed for international dignitaries including the
Secretary-General of the U.N. Ban Ki-moon, four US presidents, President Koehler
of Germany, former French President Sarkozy and President Francois Hollande.
Of many landmark events, he was honored to perform recently for President
Obama and former President Hu Jin-Tao of China at the White House State Dinner,
as well as at the Diamond Jubilee celebratory concert for Queen Elizabeth II at
Buckingham Palace.
Honors include being added as one of the World Economic Forum’s 250 Young Global
Leaders, Honorary Doctorates from the Royal College of Music and Manhattan School
of Music, the highest prize awarded by China’s Ministry of Culture, Germany’s Order
of Merit and France’s Medal of the Order of Arts and Letters.
Lang Lang has been recently nominated “Ambassador for Expo Milano 2015”
For further information visit www.langlang.com | www.langlangfoundation.org
Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori
abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.
Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite
e iscrivetevi subito!
Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito
www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected].
La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni
concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure il martedì e il
giovedì dalle 10 alle 12, telefonando al 335 6944539.
Le
Domeniche
dell' Auditorium
ore 10.30 | conversazione con Paolo Gallarati
a seguire | Quintetto di ottoni
6 conversazioni-concerto
con Paolo Gallarati
e i gruppi da camera
dell’Orchestra Rai
Roberto Rossi, Roberto Rivellini | Trombe
Ettore Bongiovanni | Corno
Devid Ceste | Trombone
Gianfranco Marchesi | Trombone basso
Poltrona numerata in ogni settore
5,00 euro
Poltrona numerata giovani
(dal 1985) in ogni settore
3,00 euro
CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti
per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO
PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone,
vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel
foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla
tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla
sezione "riduzioni".
In collaborazione con:
domenica 9 novembre 2014
Charpentier
Byrd
Bach
Grieg
Brahms
Ravizza
Williams
Rota
Autori vari
4°
giovedì 6 novembre 2014
ore 21.00
venerdì 7 novembre 2014
ore 20.30
Corrado Rovaris | Direttore
Silvia Chiesa | Violoncello
Ottorino Respighi
La boutique fantasque, suite dal balletto
su musiche di Gioachino Rossini
Ildebrando Pizzetti
Concerto per violoncello e orchestra
Edvard Grieg
Peer Gynt. Suite n. 1 op. 46 dalle musiche
di scena per il dramma di Ibsen
Carl Nielsen
Sinfonia n. 4 op. 29 L’inestinguibile
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861
[email protected] - www.osn.rai.it