Rassegna Stampa di sab. 15, dom. 16 e lun. 17 febbraio 2014 SNALS / CONFSAL Corriere di Viterbo e della Provincia La Stampa - Ed. Cuneo Corriere Fiorentino la Repubblica - ed. Firenze la Vallee Notizie 16/02/2014 "SCUOLA E UNIVERSITA' NON POSSONO ESSERE UN COSTO" 16/02/2014 Liberta' Liberta' Liberta' Stampa SNALS locale il Giorno - ed. Lombardia la Repubblica - ed. Milano Le Cronache del Salernitano Cronache di Napoli Corriere della Sera - ed. Milano Il Mattino - Napoli Sud Costiera Il Quotidiano di Sicilia la Repubblica - ed. Palermo La Stampa - Ed. Valle d'Aosta Roma 15/02/2014 "CORSI AI PROF, NUOVI ORARI A SCUOLA" IN SCIOPERO TRENTA PRESIDI SU CENTO: "LASCIATI SOLI" INDENNITA' DA RESTITUIRE, I PRESIDI FANNO SCIOPERO PERCORSI ABILITANTI SPECIALI IN VALLE D'AOSTA, ISCRIZIONI DA LUNEDI' 3 MARZO SCUOLA, DIRIGENTI IN SCIOPERO ATA,IL DRAMMA DELLE POSIZIONI CANCELLATE E DEI SOLDI DA RESTITUIRE SCUOLA, DIRIGENTI IN SCIOPERO UNO SU 3 INCROCIA LE BRACCIA ARTICOLI PRESI ON LINE O INVIATI DALLE PROVINCE/REGIONI POSTI LETTO DA ACCORPARE IL SINDACATO PROTESTA TAXI E ATM,IL RISCHIO DELLA CITTA' BLOCCATA SENSIBILIZZARE LE DONNE ALLA CULTURA DELLA SALUTE CONCORDATO PREVENTIVO PER SALVARE LE TERME VERTENZA TAXI, MOSSA DI UBER "ANCHE NOI ALLA TRATTATIVA" TERME, UN CONCORDATO PER EVITARE IL FALLIMENTO PILLOLE- FESTIVITA', NO ALLE APERTURE DEI NEGOZI "ADDIO AL 27 SICURO, LAVORIAMO SENZA STIPENDIO" TRAFORO, GUERRA TRA GESTORE E GLI ADDETTI ALLA SICUREZZA TERME FALLITE, DIPENDENTI ABBANDONATI 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 16/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore Corriere della Sera Corriere della Sera 17/02/2014 la Repubblica la Repubblica 15/02/2014 la Stampa la Stampa il Messaggero il Messaggero il Messaggero il Messaggero il Giornale 17/02/2014 Libero Quotidiano Avvenire il Tempo il Tempo 15/02/2014 il Tempo 17/02/2014 Gente Il Fatto Quotidiano il Mattino Domenica (Il Sole 24 Ore) Il Giornale d'Italia 25/02/2014 16/02/2014 16/02/2014 15/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 15/02/2014 16/02/2014 16/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 16/02/2014 L'EFFICIENZA "BOCCIATA" DA TROPPI TAGLI QUANDO SUL GIORNALE DEL LICEO VOLEVA MANDARE A CASA FORLANI LA BATTAGLIA DEI FILOSOFI: "UN ERRORE CANCELLARE LO STUDIO DEL PENSIERO" IN CLASSE CON I LEGGINGS: PUNITA. RIVOLTA SUL WEB SCUOLE CALCIO IN CATTEDRA "CHI HA BRUTTI VOTI IN PAGELLA NON SCENDE IN CAMPO" ALLA SCUOLA POTREBBE ANDARE UN ESPONENTE DI SCELTA CIVICA CONTRIBUTI SCOLASTICI, BOOM DI DENUNCE Int. a L.Manni: "A SCUOLA DISTRAEVA I PROF RIMBAMBENDOLI DI POLITICA" DALL'UE ALLE FAMIGLIE ECCO I PIANI DI RENZI Int. a D.Saottini: "NON E' CATECHISMO MA CULTURA VERA" IL LEADER PREPARA UN COLPO A SORPRESA SUL CUNEO FISCALE Int. a G.Amato: "MI DENUNCIO: SONO OMOFOBO E PRONTO AD ANDARE IN GALERA" RENZI SI DA' 15 GIORNI: SE SBAGLIO MI GIOCO TUTTO ABBANDONO SCOLASTICO, ECCO GLI ANTIDOTI MENSE ALLE MATERNE, E' GUERRA APERTA AL TAR STOP ALL'ESENZIONE DEL TERZO FIGLIO FAMIGLIE NUMEROSE CONTRO IL COMUNE TUTTI LATINISTI CON IL CERTAMEN URBIS TACITO TRADOTTO ANCHE CON I DISEGNI 36.219 SCUOLE SI SBRICIOLANO E LO STATO GUARDA IL SOGNO DI ABBADO SUONATO DAI RAGAZZI IL TEST INVALSI DISTRAE DALLO STUDIO L'INCAPACITA' DI ATTRARRE STUDENTI LA DITTATURA DEL POLITICAMENTE CORRETTO continua Il Giornale d'Italia il Mattino il Manifesto Left Avvenimenti il Mattino Il Secolo XIX Corriere della Sera 16/02/2014 Il Tirreno Il Giornale d'Italia 16/02/2014 16/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 17/02/2014 15/02/2014 QUANDO L'IDEOLOGIA SI TRAVESTE DA INTEGRAZIONE ANCHE PER SCUOLA E UNIVERSITA' LA VERA SFIDA E' ALLA BUROCRAZIA ANCHE PER ELKANN I GIOVANI SONO MAMMONI E "CHOOSY" LA LOBBY DELL'IGNORANZA UNIVERSITA', LA BEFFA DELLE BORSE DI STUDIO VA A LEZIONE E NON IMPARA FA CAUSA AL CEPU E LA VINCE SACCOMANNI: IL TETTO DEL 3% VA RISPETTATO OPPURE IL DEBITO TORNERA' A SALIRE TRA LE TOSCANE POTREBBE FARCELA IRENE TINAGLI TOTO MINISTRI, PER L'ECONOMIA DRAGHI SCEGLIE LA REICHLIN Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 17/02/2014 il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore Corriere della Sera Corriere della Sera Corriere della Sera Corriere della Sera 17/02/2014 Corriere della Sera Corriere della Sera la Repubblica 15/02/2014 Affari&Finanza la Repubblica il Giornale L'Unita' il Tempo 17/02/2014 il Tempo Giorno/Resto/Nazione Giorno/Resto/Nazione il Mattino il Mattino 15/02/2014 il Sole 24 Ore Corriere della Sera Corriere della Sera la Repubblica 16/02/2014 la Repubblica 17/02/2014 la Repubblica il Messaggero il Giornale La Lettura (Corr. della Sera) 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 16/02/2014 15/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 15/02/2014 16/02/2014 16/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 16/02/2014 16/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 17/02/2014 16/02/2014 Int. a D.Serra: SERRA: SUBITO GIU' IL CUNEO FISCALE E TASSA SULLE RENDITE FINANZIARIE FORMAZIONE CONTINUA PER NON RESTARE SPIAZZATI IL CUD 2014 FA SPAZIO AD AGEVOLAZIONI E BONUS PRODUTTIVITA' IL BONUS RICERCA SCATTA DAL 2012 L'UTILIZZO E' CONDIZIONATO DAI TETTI DI SPESA SPENDING POTENZIATA PER TAGLIARE IRAP E IRPEF UNA PA PIU' EFFICIENTE DELL'1% AUMENTA IL PIL DELLO 0.9% TRA IL DIRE E L'INCENTIVARE CI SONO DI MEZZO I TAGLI IL DIRITTO AL LAVORO PER LEGGE L'ILLUSIONE CHE FA MALE AGLI ITALIANI IL BALZO DELLE DONNE CAPO UN QUARTO IN PIU' IN SEI ANNI NEL PROGRAMMA MENO IRAP E IRPEF CABINA DI REGIA CONTRO LA BUROCRAZIA Int. a G.Cremaschi: "MI HANNO SPINTO PER LE SCALE E IMPEDITO DI PARLARE SFIDUCEREMO IL SEGRETARIO" DIMMI LA TUA PENSIONE E TI DIRO' CHI SEI IL LAVORO NON SI CREA PER DECRETO LEGGE Int. a L.Mattioli: "LEGGI SUL LAVORO FLESSIBILI E MENO TRATTENUTE IN BUSTA PAGA" SENTIERO STRETTO PER IL WELFARE IN CERCA DI RIFORMA IL WELFARE? ORA CI PENSANO GLI IMPRENDITORI... SACCOMANNI: BUON LAVORO DEL GOVERNO, SQUINZI INGIUSTO ELKANN "STRIGLIA" I GIOVANI CHE NON LAVORANO. DELLA VALLE: SEI UN IMBECILLE Int. a R.Bonanni: "RENZI VUOLE TRASPARENZA? I SINDACATI SONO PRONTI..." FONDI EUROPEI A CHI FUNZIONA LA CASSA INTEGRAZIONE E' IN CALO IL MINISTERO VEDE ROSA, LA CGIL NO "CARO RENZI, IL SUD CHIEDE INNOVAZIONE E INCENTIVI MIRATI" Int. a I.Lo bello: "RIDURRE IL PESO DELLE REGIONI SOLO COSI' SI RILANCIA IL PAESE" PER I CONTRIBUENTI PIU' DIFFICILE TROVARE UN "PARADISO" FISCALE OGGI L'INCARICO A RENZI: PRIMI TRE MESI DECISIVI RESTA IL NODO ALFANO DONNE PIU' ABILI NEGLI INVESTIMENTI (ANCHE DURANTE LA GRANDE CRISI) LE GARANZIE DI RENZI AD ALFANO "NON CERCO ALTRE MAGGIORANZE" IL CRONOPROGRAMMA DEL GOVERNO ALFANO TAGLIA I PONTI CON BERLUSCONI "CON I SUOI INUTILI IDIOTI E' SCESO AL 22% ORMAI SARA' DIFFICILE MILLE FALLIMENTI AL GIORNO, IMPRESE IN PIAZZA CASA, LA TASI DIVENTA IL PRIMO REBUS PER IL NUOVO GOVERNO COME DIFENDERSI DALL'EURO DEBITI E PATRIMONI, LA SINDROME TOTO' CORRIER Data Pagina Foglio 16-02-2014 7 1 www.ecostampa.it Quotidiano I parlamentari Mazzoli e Terrosi insieme ai sindacati contro i tagli ai dirigenti scolastici "Scuola e università non possono essere un costo" ~ VITERBO _ _ __ "La scuola non è un costo ma un investimento, sì all'emendamento a difesa dei dirigenti. Siamo pronti a sostenere l'emendamento al decreto numero 3 che elimina il paradosso per cui all'aumentare del carico di lavoro per i dirigenti scolastici, è seguita la diminuzione dello stipendio". E' l'impegno preso da Alessandro Mazzoli e Alessandra Terrosi, i deputati del Partito democratico che hanno partecipato all'assemblea dei dirigenti scolastici organizzata da Cgil, Cisl, ViI e ~ all'interno dell'istituto Paolo Savi di Viterbo. Numerose le problematiche sollevate dai dirigenti che in prima persona vivono i cambiamenti, spesso penalizzanti, apportati negli ultimi anni. "La scuola e l'università non sono un costo e questo deve essere al centro dell'azione di chi legifera", hanno rivendicato i sindacati. Nel 2009, i dirigenti in Italia, a causa degli accorpamenti tra istituti per la riforma Tremonti-Brunetta, sono scesi di migliaia di unità. il rapporto attuale è uno ogni 87 insegnanti. "A conti fatti, un docente con 35 anni di anzianità guadagna di più di noi, nonostante le nostre responsabilità siano decisamente maggiori. Non ce l'abbiamo certo con gli insegnanti, rivendichiamo solo il nostro ruolo e il rispetto che ci andrebbe dovuto in qualità di funzionari dello Stato. Siamo descritti come privilegiati e passacarte, ma non lo siamo affatto: il nostro è un ruolo sociale fondamentale per la comunità" , hanno ricordato diversi presidi. ~ 068391 Un momento dell'assemblea che si è svolta all'istituto Paolosavi Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 4 LA STAMPA CUNEO E PROVINCIA Data 16-02-2014 Pagina 48 Foglio 1 SCUOLA. I SEMINARI PER GLI INSEGNANTI PRECARI INIZIANO ALLE 14 "Corsi ai prof, nuovi orari a scuola" www.ecostampa.it Quotidiano Da donlani seicento docenti a Torino e Alessandria: necessarie modifiche alle lezioni I. LORENZO BORATTO CUNEO Medie e Superiori Al via da domani i corsi di aggiornamento per circa seicento insegnanti precari di Medie e Superiori: si chiamano «Pas» (Percorsi abilitanti speciali). Ma sono cari (oltre 2 mila euro) e a frequenza obbligatoria: i docenti devono andare alle università di Torino (lettere) e Alessandria (matematica), con lezioni che iniziano alle 14, dal lunedì al venerdì. Così sono a rischio gli orari delle scuole che po- I «percorsi abilitanti speciali» riguardano professori precari Costano circa duemila euro a insegnante E stata scartata l'ipotesi di seminari neiweekend Frequenza obbligatoria sono state accolte complessivamente 5573 domande, ma più della metà sono insegnanti di scuola primaria e dell'infanzia. Per loro i corsi non inizieranno: l'università di Torino non ha voluto attivare i corsi per dare precedenza ai propri studenti di Scienze della formazione». Da settimane sindacati e precari protestano per le «contraddizioni» tra i decreti del ministero e le scelte delle università che, arbitraria- mente e grazie alla loro autonomia, hanno scelto come e se attivare i corsi. Altro problema: le lezioni dovevano essere nei weekend, per permettere ai prof di insegnare e non penalizzare gli alunni. Invece saranno in settimana, con inizio nel primo pomeriggio. Disagi maggiori nelle scuole di piccole dimensioni. Ad esempio alla Media di Farigliano (fa parte dell'istituto comprensivo di Dogliani) de- vono partecipare 3 docenti. Spiega la dirigente Silvana Botto: «Cambierò l'orario per agevolarli. Ma non sappiamo per quanti giorni dovranno frequentare: questa incertezza a metà anno è un vero disagio». Conclude: «E poi chi deve andare fino ad Alessandria dovrebbe uscire almeno alle 11 per arrivare in tempo. Per loro significa avere tre ore a disposizione per le lezioni e perdere il giorno libero». 068391 trebbero cambiare ad anno scolastico in corso. Graziella Dogliani, segretario provinciale ~ (sindacato autonomo della scuola) dichiara: «Per molti di loro i Pas sono l'ultima possibilità per avere l'abilitazione, dopo aver dato il concorso l'anno scorso e non averlo passato. Devono scegliere in alcuni casi di seguire i corsi e rinunciare al lavoro». Aggiunge Daniela Bedino, Cgil Scuola: «In Piemonte Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 Quotidiano m',}j!j!ijj!i i(l]j!% Ifìh 1[,] Data Pagina Foglio 15-02-2014 7 1 Scuola www.ecostampa.it dal punto di vista legale. Un altro gruppo (foto sopra) è stato ricevuto dalla vicepresidente della Regione, Stella Targetti alla quale hanno chiesto attenzione nella gestione dei bandi progetti regionali. Intanto dal 21 febbraio è stata proclamata l'astensione di insegnanti, segretari e bidelli da tutte le attività aggiuntive. Lisa Baracchi In sciopero trenta presidi su cento: «Lasciati soli» © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio SNALS 068391 Che siano i presidi da soli a fare sciopero è un evento più unico che raro. La mobilitazione nazionale a cui hanno aderito Cgil, Cisl, UiI e f§l!illi! ha coinvolto in Toscana circa un centinaio di dirigenti, circa ii 30% di coloro che si trovano a dirigere scuole con anche 1.800 alunni (è ii caso del comprensivo di San Casciano) e a gestire anche più di 150 dipendenti (come all'Isis Da Vinci). «Abbiamo grosse responsabilità che vanno dalla sicurezza fino alla gestione dei contenziosi più diversi (un caso frequente negli ultimi tempi sono ad esempio le denunce dei precari che chiedono le ferie pagate), ma siamo soli» dicono i dirigenti riuniti nella sede della Cgil fiorentina in Borgo de' Greci. Parlano di una riduzione del fondo di istituto di circa ii 70% in tre anni o della riduzione delle ore di lavoro degli addetti alle pulizie. Nella lettera indirizzata al ministro Carrozza c'è un lungo elenco dei problemi, tra cui anche una riduzione dello stipendio (in media di 2.000 euro lorde all'anno). Una delegazione di presidi è stata ricevuta all'Ufficio scolastico regionale, tra le richieste presentate c'è soprattutto più assistenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 6 la Repubblica Data Pagina Ed. Firenze Foglio 15-02-2014 9 1 Indennità da restituire, ipresidi fanno sciopero Cifrefino a2mila euro lordi. Ma c'è anche l'emergenzapulizie: scuole semprepiù sporche MARIO NERI SI SONO prima dati appuntamento sotto i! provveditorato toscano. Poi tuttiin presidio davanti alla Regione, in piazza Duomo. Per la scuola toscana è un inedito assoluto. Ieri materne, elementari, medie e superiori hanno fatto a meno delle loro figure guida: i presidi hanno scioperato. Una protesta organizzata per dire no alla decurtazione dello stipendio prevista dal Miur nelle stesse forme che poco tempo fascatenaro- no le polemiche per i soldi tolti e poi ridati agli insegnanti italiani. «Dovremo restituire un'indennità aggiuntiva che abbiamo percepito fra i! 20 12 e i! 2013, in tutto 2.000 euro lordi - diceAngela Pecetta, dirigente al liceo scientifico Rodolico - Soldi che ci spettano da contratto nazionale, solo che improvvisamente i! Mef dice di essersi sbagliato, li rivuole. È bene essere chiari, non chiediamo alcun aumento, non vogliamo privilegi, ma che ci venga assegnato ciò che ci spetta di dirittO». Allo sciopero hanno partecipato oltre 100 presidi di tutta la Toscana di Cgi!, Cisl, Ui! emmll Non ha aderito l'Associazione nazionale presidi. Ma non è solo questo i! motivo che li ha spinti in piazza. Sul piatto della contesta zioneipresidihannomessomolti dei problemi irrisolti della scuola. «Il primo e più urgente ri guarda le pulizie. Abbiamo aule, laboratOli, corridoi sempre più sporchÌ», denuncia Laura Chiri ci, preside a Calenzano. Dall'inizio dell' anno i! servizio è affidato alla Dussmann. La multinazionaie ha vinto la gara delle pulizia negli istituti scolastici del Paese con un ribasso d'asta del 50%. «Per gennaio e febbraio - spiega Giacomo Forti, preside della Verdi di Firenze - i! Miur ha inviato un'integrazione all'azienda per coprire gli stessilivelli di servizio, ma le ditte per farlo hanno semplicemente chiesto ai propri addetti di lavorare con gli stessi tempi e ad organici ridotti, come www.ecostampa.it Quotidiano se fossero già in atto le condizioni dell' appalto. È chiaro che così le scuole siano sporche». «Già adesso - continua Chirici - i! "cencio" nelle scuole viene passato solo tre volte alla settimana e non più tutti i giorni come prima, dal primo di marzo la situazione diventerà esplosiva. L'appalto diventerà davvero operativo perché i! Miur smetterà di inviare i soldÌ». «Ci sentiamo soli - dice Fiorenza Giovannini, dirigente a Scarperia - abbiamo responsabilità enormi, dobbiamo far funzionare scuole da 1.500 o 1.600 alunni, ma sempre con risorse e fondi più esigui. Lancio un appello: la Regione riorganizzi i! sistema dei finanziamenti, non li distribuisca in mille rivoli. Se raccolti in un piano coerente potrebberodarelapossibilitàdiuna svolta». © RIPRODUZIONE RISERVATA GiÙ LE MANI 068391 dalle indennità: un centinaio di presidi hanno scioperato, non vogliono restituire le somme Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 7 Data Pagina Foglio 15-02-2014 36 1 NEI GIORNI SCORSI PRESA DI POSIZIONE DEI SINDACA TI DELLA SCUOLA A DIFESA DEI PRECARI Percorsi Abilitanti Speciali in Valle d'Aosta, iscrizioni da lunedì 3 marzo AOSTA (fci) «I:Assessorato dell'Istruzione informa che, per quanto attiene i PAS (percorsi abilitanti speciali) destinati agli insegnanti delle scuole secondarie, la prima lezione del modulo pedagogico per gli immatricolati ai moduli disciplinari in Piemonte, si terrà martedì 4 marzo, alle 14.30, nella sede dell'Università della Valle d'Aosta (strada Cappuccini ad Aosta). Gli ammessi invece alle classi di concorso attivate per l'anno accademico 2013/2014 dall'Ateneo valdostano potranno immatricolarsi da lunedì 3 a lunedì 10 marzo, sempre presso l'Università». E' arrivata nel pomeriggio di giovedì scorso, 13 febbraio, i' informativa dell' Assessorato che fa tirare un sospiro di sollievo ai precari della scuola. Solo qualche giorno prima per loro si erano mobilitati i sindacati, che chiedevano alla Regione «di garantire gli impegni presi nel corso di questi anni con i precari valdostani, perseguendo tutte le azioni esperibili ai fini di siglare l'intesa con la Regione Piemonte e permettere ai valdostani di frequentare i corsi abilitanti classi di concorso gli aspiranti all'abilitazione sono stati ammessi negli elenchi della Regione Piemonte, per cui è urgente, vista l'imminente partenza dei corsi, addivenire alla sottoscrizione dell'intesa» scrivevano i sindacati. Per quanto concerne i candidati ammessi presso la Regione Valle d'Aosta alle classi di abilitazione attivate nell'anno accademico 2013/2014 presso l'Università della Valle d'Aosta (classi 43/A, 50/A, 45/AF, 46/AP, 45/Al, 46/Al, 47/A e 59/A), i' Ateneo fa sapere quindi che «sarà possibile effettuare l'iscrizione ai corsi dal 3 al 10 marzo presso l'Ufficio Segreterie Studenti della Direzione generale, in località Grand Chemin a Saint-Christophe. Sarà a breve pubblicato sul sito di Ateneo un apposito avviso contenente le indicazioni utili alla presentazione della domanda di iscrizione e l'importo delle tasse e dei contributi universitari. Riguardo quest'ultimo aspetto, l'importo complessivo sarà rateizzato e, all'atto dell'iscrizione, sarà richiesto il pagamento della prima rata». 068391 speciali che non possono essere attivati dall'Università della Valle d'Aosta». Una presa di posizione di Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt école, ~ impegnati nei giorni scorsi in un ciclo di assemblee sul territorio per raccogliere le istanze dei precari interessati all'acquisizione dell'abilitazione all'insegnamento. La protesta era arrivaa dopo «aver preso atto della comunicazione della Sovraintendente agli Studi relativa a pressioni dei comitati precari piemontesi che si opporrebbero alla sottoscrizione dell'Intesa tra la Regione Valle d'Aosta e la Regione Piemonte, con il pretesto che i precari valdostani sottrarrebbero dei posti ai piemontesi». L'UniVdA, infatti, avrebbe potuto attivare i Percorsi abilitanti speciali solo per alcune classi di concorso: 43A (italiano, storia, geografia), 50A (materie letterarie nella scuola secondaria di II grado), 45A (lingua francese), 46A (lingua e civiltà francese), 45A (lingua inglese), 46A (lingua e civiltà inglese), 47A lmatematica) e 59A (matematica e scienze). «Per altre ventitre www.ecostampa.it Settimanale Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 8 Quotidiano Data L I BE RT l{ di PIACENZA Pagina www.ecostampa.it Foglio 15-02-2014 14 1 068391 _ Un altro incandescente fronte di contrapposizione riguarda gli Ata, ed in partico- Ata,iI dramma delle lare il recupero delle somme erogate da settembre 2013 re- posizioni cancellate e lative alle retribuzioni per la dei soldi da restituire prima e seconda posizione economica. In assenza di modifiche, esiste il fondato rischio che il personale tecnico-amministrativo e i bidelli debbano restituire somme variabili da 600 euro a 1.800 euro circa, anche se sugli importi non esistono dati precisi. La compagine sindacale marcia divisa. «La Cisl - spiega Lucia Galeazzi (Cisl Scuola Piacenza e Parma) - con Uil, ~ e Gilda aveva avviato un tentativo di conciliazione, il 18 febbraio avremo un incontro con i ministeri del Miur, Mef e Fp». «Il governo - protesta Manuela Calza (Flc-Cgil) - non ha dato alcuna certezza circa la non interruzione delle posizioni economiche del personale Ata e il non recupero delle somme già erogate. Secondo le ultime disposizioni ministerali i lavoratori debbono certamente restituire quanto percepito per il lavoro già svolto da settembre 2013 mentre per ora resta sospesa la restituzione delle somme percepite da settembre 2011 ad agosto 2013. Riteniamo inaccettabile e illegittimo, che a prestazione effettivamente svolte non corrisponda un adeguato riconoscimento economico. Come si può pensare che le persone possano lavorare gratuitamente o debbano restituire i soldi per il lavoro svolto? ». Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 10 Quotidiano Data L I BE RT l{ di PIACENZA Pagina www.ecostampa.it Foglio 15-02-2014 14 1 Scuola, dirigenti in sciopero Uno su 3incrocia le braccia «Retribuzioni decurtate e maggiori carichi di lavoro»: anche i presidi piacentini (9 su 31) sul piede di guerra Dirigenti scolastici in sciopero, anche se non compattamente: nella provincia di Piacenza 9 su 31, ieri, hanno incrociato le braccia, uno su tre. La mobilitazione per il giorno di San Valentino era stata proclamata da Flc-Cgil, Cisl, Uil, rsmH.IJI Al centro delle proteste le asserite decurtazioni in busta paga incrociate con la diminuzione dei presidi in campo ed il conseguente aumento dei carichi di lavoro. Azione senza molti precedenti, lo sciopero dei presidi, a tradire un ampio malessere che sta interessando il mondo della scuola. «Uno sciopero dei dirigenti scolastici - afferma Lucia Galeazzi (Cisl Scuola) - è sicuramente un'azione forte. Del resto - prosegue Galeazzi - le decisioni del Mef si sono tradotte in una decurtazione pesante sulle retribuzioni, tenendo conto che i dirigenti scolastici, di tutti i dirigenti pubblici, sono quelli meno retribuiti». In Italia i dirigenti scolastici sono diminuiti del 24,8 per cento fra il 2008 e i120 Il (relazione Corte dei Conti giugno 2013) e oggi sono i131 per cento in meno rispetto al 2008 (elaborazione dati Miur); i dirigenti scolastici in servizio sono circa 7.500 e dirigono 8.640 istituzioni autonome con circa 44mila sedi; la retribuzione individuale media dei dirigenti scolastici è in costante diminuzione dal 2010 (relazione Corte dei Conti giugno 2013). «Oggi - afferma Manuela Calza (Flc-Cgil) - i dirigenti scioperano, ed è la seconda azione di protesta dopo il sit -in davanti al Miur dello scorso 28 gennaio, non solo per rivendicare legittimamente il loro diritto alla retribuzione prevista dal contratto di lavoro ma anche per chiedere un cambiamento delle scelte in atto che continuano a colpire insieme ai lavoratori anche la qualità dell'istruzione pubblica del nostro Paese. La loro protesta si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione dell'intero mondo della scuola. La negazione per i dirigenti scolastici del diritto all'applicazione dei contratti sottoscritti con la conseguente riduzione della loro retribuzione, come anche la cancellazione del diritto contrattuale agli "scatti" di anzianità di docenti e Ata, la negazione del diritto al pagamento delle "posizioni economiche" degliAta, l'azzeramento delle risorse per retribuire le funzioni necessarie al funzionamento delle scuole, sono provvedimenti che hanno la stessa origine e il medesimo effetto: nascono dalla volontà di deprezzare il lavoro pubblico e produrre il peggioramento delle prestazioni dei servizi pubblici e dei diritti fondamentali dei cittadini». «Siamo al limite», il giudizio sintetico e tranchant di uno dei presidi ieri sulle barricate, Mariuccia Zavattoni, dirigente scolastico del Terzo Circolo di Piacenza (e membro della struttura nazionale di comparto della Flc- Cgil). «I motivi di questa protesta - spiega Zavattoni - sono molteplici, e non solo economici». Ci sono anche questi, tuttavia: «I nostri stipendi non sono allineati a quelli degli altri dirigenti pubblici, anzi, risultano di molto inferiori. In più la decisione del Mefha condotto ad una consistente riduzione della retribuzione». Nell'elenco delle proteste, una normativa talvolta «contradditoria», con conseguente «gravosa gestione del personale», e l'incancellabile taglio di risorse. Sia al Fondo d'istituto (le cui coordinate attuali risulterebbero ancora sconosciute «con impossibilità di programmare interventi di arricchimento» dell' offerta). Sia ai fondi del Miur per il funzionamento delle scuole. «Per 930 alunni - accusa Zavattoni - per i120 14 avremo dallo Stato poco più di 6mila euro». Simona Segalini [email protected] 068391 Bi Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 11 17/02/2014 Bidelli,segretari: taglio stipendio e restituzione 600 euro per personale scolastico amministrativo Chiesta al personale Ata della scuola la restituzione degli importi per le mansioni aggiuntive: sindacati pronti ad agitazioni. Cosa farà il Miur? La situazione Il ministero dell'Economia ha chiesto al personale Ata della scuola, che comprende assistenti, tecnici, amministrativi e ausiliari, che da settembre 2011 svolgono mansioni aggiuntive, come assistenza ai ragazzi disabili, sostituire il direttore dei servizi amministrativi e dare supporto alla didattica, la restituzione dei 600 euro riconosciuti dall'ultimo contratto. Si tratta di mansioni che possono essere svolte solo da personale selezionato e formato e che sono già state retribuite. Ma quei soldi guadagnati ora dovranno essere restituiti. I sindacati avevano denunciato la situazione subito dopo le vacanze natalizie, quando era esploso il caso degli scatti di anzianità dei docenti e personali con la minaccia poi rientrate, di dover restituire i soldi. Ma gli scatti di anzianità sono stati salvati grazie all'intervento del Consiglio dei ministri. In quella stessa era stato annunciato che si sarebbe trovata una soluzione anche per le posizioni stipendiali del personale non docente, ma lo scorso 5 febbraio una comunicazione del ministero dell'Istruzione a quello dell'Economia ha dato il via libera al ‘blocco dell'erogazione del beneficio economico e al recupero delle somme erogate’ da settembre 2011 fino al 2012, dando anche il via libera al recupero delle somme corrisposte da settembre 2013. Ivana Barbacci, segretario regionale della Cisl scuola, ritiene che si tratti di “Una situazione assurda, che non sta nè in cielo, né in terra. Al ministero ci sarà un incontro di conciliazione. Se non dovesse portare al ritiro della richiesta di restituzione di quelle somme, la risposta del sindacato sarà molto decisa”. Per questo la Cisl scuola, assieme alla Uil scuola, allo Snals Confsal e alla Gilda ha inviato una diffida al Miur e al Mef con “la quale si intima alle due amministrazioni di non procedere al recupero delle retribuzioni connesse alle posizioni economiche”. I sindacati, intanto, hanno proclamato lo stato di agitazione per il personale Ata che si asterrà da tutte le prestazioni aggiuntive. 14 febbraio 2014 Al via i PAS in Piemonte: la scuola pubblica rischia di piombare nel caos Molti docenti, per frequentare i corsi abilitanti, dovranno lasciare le cattedre. E gli studenti si troveranno con docenti nuovi o addirittura...senza docenti Lunedì prossimo partiranno, o così dovrebbe essere, i famigerati PAS, cioè i "Percorsi Abilitanti Speciali", rivolti ai docenti, non di ruolo, in possesso di almeno tre anni scolastici di servizio nell'arco temporale che va dall'anno scolastico 1999/2000 all'anno scolastico 2012/2013. Fin qui tutto bene, nel senso che finalmente si dà l'opportunità agli insegnanti che hanno acquisito "meriti sul campo" di accedere ad un'abilitazione, attraverso la frequenza di corsi attivitati dai vari Atenei della regione. Va sottolineato che questi corsi sono a pagamento (e non costano poco) e non garantiscono il posto fisso, ma solo un "precariato meno precario". In questa, che è una questione puramente tecnica e che quindi riguarda una categoria lavorativa, quella degli insegnanti, appunto, nessuno pensa al caos che ne conseguirà. Prendiamo due materie particolarmente importanti, se non altro per il numero di ore di insegnamento. LETTERE: i corsi per gli insegnanti cuneesi si svolgeranno a TORINO dal lunedì al venerdì con inizio alle 14. MATEMATICA: i corsi per gli insegnanti cuneesi si svolgeranno ad ALESSANDRIA, stessi giorni e orari. Cosa vuol dire? Un insegnante che ha lezione fino alle 13, o addirittura di pomeriggio, come farà ad essere al corso? Pensate poi a chi deve andare ad Alessandria. Ne abbiamo parlato con Francesca Mignolli, docente di lettere alla scuola media di Vernante. Lei è una di quelle "fortunate" che da lunedì inizierà a frequentare il PAS a Torino. Ebbene, lei chiederà una riduzione di orario rinunciando alle ore di tarda mattinata. Ma ci sarà anche chi sarà costretto a licenziarsi. Lasciando la classe. "A pagare maggiormente saranno gli studenti, che si ritroveranno con un nuovo insegnante a febbraio, quindi a secondo quadrimestre ormai avviato. La questione riguarda le scuole di ogni ordine e grado, quindi anche gli studenti che a giugno dovranno affrontare gli esami di terza media o la maturità. Ma la cosa davvero assurda è ancora un'altra. Non ci sono insegnanti per le sostituzioni. Tra PAS e TFA non ci sono più docenti in circolazione perché sono tutti impegnati nei percorsi abilitanti" - ci spiega. Sottolineando come in molte scuole si stiano facendo i salti mortali per spostare ore e docenti in modo da garantire il più possibile la continuità didattica. Ma è davvero un'impresa, soprattutto nelle scuole grandi. Tra l'altro, quanto dureranno i PAS? Uno o due anni? Non c'è alcuna chiarezza. Ed è quanto evidenzia anche Graziella Dogliani, segretario provinciale dello Snals. A tre giorni dall'inizio di questi corsi restano senza risposta molte domande, tra le quali quella relativa alle 150 ore, cioè quelle del diritto allo studio. Tutti i docenti che frequenteranno il PAS ne hanno diritto? E' quello che le sigle sindacali si augurano. Ma per ora nessuna certezza. Insomma, la scuola pubblica da lunedì potrebbe piombare nel marasma. Ci rimetteranno insegnanti e studenti. I primi, si spera, in vista di un miglioramento della loro condizione lavorativa. Per i secondi, lasciamo a commento le parole di Italo Calvino, alle quali non si può aggiungere davvero nulla: "Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere". barbara simonelli 14/02/2014 Pensioni: pratiche al patronato E l'Inps? Ora smista il traffico Il sindaco: «Agli sportelli previdenza c'è sempre coda: quindi funzionano» Però spesso uno solo dei tre è aperto per le esigenze dirette del pubblico Qual è l'ufficio più adatto per avviare la pratica della pensione, verificare la propria posizione contributiva, presentare richiesta di disoccupazione? «Lo sportello Inps, in teoria», rispondono molti pensionati e disoccupati di Orzinuovi e dintorni. Ma quando, nella pratica, si recano all'ufficio orceano della Previdenza Sociale, all'uscita non nascondono il loro disappunto perché spesso, anche se non sempre, vengono invitati a rivolgersi al Patronato, per avere spiegazioni circa i propri «dossier». «SE NON MI DÀ RISPOSTE circa la mia pensione, che cosa fa l'Inps a Orzinuovi? A cosa serve questo ufficio?» chiedono i cittadini delusi ai delegati sindacali che smistano le pratiche ai Patronati. La risposta dei delegati di Cisl, Cgil, Acli è abbastanza scoraggiante: «L'Inps non fa più niente, nel senso che gli operatori non fanno pratiche, perché i dati relativi agli utenti ormai viaggiano on line». Però per Vito Caldarese, responsabile della sezione Snals, e per Ermanno Entratici, responsabile Patronato alla Camera del Lavoro orceana, è giusto che sia così. «La lamentela c'è, ma non è giustificata - puntualizza Entratici -. Ormai il cittadino può svolgere da sé le varie operazioni per via telematica, oppure può passare al Patronato che lo aiuta gratuitamente, secondo l'accordo nazionale tra questa realtà e l'Inps - aggiunge Entratici -. Non tutti usano il computer, perciò le impiegate inviano coloro che ne sono privi a recarsi al Patronato. Noi scannerizziamo i documenti e li spediamo con la posta certificata. All'Inps compete solo la parte finale». Spiegazione che convince solo a metà gli utenti, che insistono: «Se i nostri dati vengono trasmessi per via telematica, a che serve nella pratica l'Inps di Orzinuovi?». Ma le istituzioni suggeriscono di allargare la riflessione a un ambito più ampio. «Se si pone questa perplessità su Orzinuovi, allora credo la si debba porre per altre realtà a livello provinciale e regionale - commenta l'assessore ai Servizi sociali Michele Scalvenzi -. Diciamo che il Punto Inps è un supporto che colma le lacune di molti cosiddetti "analfabeti informatici". Forse in futuro si dovrà trasformare in qualcos'altro, questa opzione ovviamente non la escluderei». La nascita del Punto Inps è piuttosto recente: l'ufficio è stato aperto due anni fa nei locali di palazzo Codagli, a conclusione di un percorso avviato dal Comune sin dalla metà degli anni '90: è un ufficio particolare che, nell'ambito di una sperimentazione provinciale, accoglie sotto lo stesso tetto anche il Centro per l'impiego. «Non è affatto assurdo che, nel rapporto di partnership sempre più stretto tra Inps ed Enti di Patronato, per specifiche situazioni, si sia indicato nel Patronato un interlocutore qualificato per l'utenza» ammette il direttore provinciale Antonio Maria Di Marco Pizzongolo. «Il Punto Inps di Orzinuovi non è un internet point, ma è un ufficio pubblico fortemente voluto dal territorio e apprezzato dagli utenti che fruiscono dei servizi resi - spiega Di Marco Pizzongolo -. Tale ufficio è aggiuntivo rispetto alle Agenzie di Manerbio e Chiari e, come tale, non fornisce tutti i servizi che sono resi da un ufficio maggiormente strutturato e dotato di personale come l'Agenzia». IL PUNTO INPS fornisce dunque informazioni su problematiche specifiche, rilascia l'estratto conto assicurativo, i duplicati dei modelli Cud e ObisM, accredita il servizio militare, inserisce variazioni anagrafiche e di indirizzo. «Al Punto Inps c'è sempre coda, ciò significa che funziona», osserva il sindaco Andrea Ratti, senza tener conto che, dei tre sportelli, spesso uno solo è aperto al pubblico. Riccardo Caffi 12/02/2014 Scuola. "Percorsi Abilitanti Speciali al via ma manca ancora l'intesa con la Regione Piemonte" Aosta - I sindacati ricordano che "costituisce diritto dei precari della Valle d'Aosta partecipare nella regione limitrofa ai P.A.S. non attivati nella nostra regione". Le classi di concorso che rimangono "scoperte" in Valle sono 23. "Chiediamo alla Regione di garantire gli impegni presi nel corso di questi anni con i precari valdostani, perseguendo tutte le azioni esperibili ai fini di siglare l'intesa con la Regione Piemonte e permettere agli aspiranti valdostani di frequentare i corsi abilitanti speciali che non possono essere attivati dall'Università della Valle d'Aosta". Insegnanti e sindacati della scuola (FLC CGIL, CISL SCUOLA, SAVT ÉCOLE e SNALS) hanno reagito così alla comunicazione diffusa dalla Sovraintendente agli Studi, relativa ad "eventuali pressioni dei comitati precari piemontesi che si opporrebbero alla sottoscrizione dell'Intesa tra le due Regioni con il pretesto che i precari valdostani sottrarrebbero loro dei posti". Le organizzazioni scolastiche regionali, impegnate in questi giorni in un ciclo di assemblee sul territorio per raccogliere le istanze dei precari interessati all'acquisizione dell'abilitazione all'insegnamento, ricordano quindi che "costituisce diritto dei precari della Valle d'Aosta partecipare nella regione limitrofa ai P.A.S. non attivati in regione". L'UNIVDA, infatti, potrà attivare i PAS per le classi di concorso 43A (italiano, storia, geografia), 50A (materie letterarie nella scuola secondaria di II grado), 45A (lingua francese), 46A (lingua e civiltà francese), 45A (lingua inglese), 46A (lingua e civiltà inglese), 47A (matematica) e 59A (matematica e scienze). Per le altre 23 classi di concorso gli aspiranti all'abilitazione sono stati ammessi negli elenchi della Regione Piemonte, per cui è urgente, vista l'imminente partenza dei corsi, la sottoscrizione dell'Intesa. Massimiliano Riccio Alcuni scatti della manifestazione davanti al MIUR dei dirigenti scolastici lo scorso 14 febbraio. (foto Paola Martano) Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio di Stefano Natoli ~ 3IO/~ del personale del pubblico , llllpiego lavora a vario titolo per la scuola. Su un totale di 3,23 milioni di dipendenti, oltre un milione è utilizzato come insegnante o personale tecnico-ammjnistrativo (dati Mef-Dipartimento della Ragioneria g~nerale dello Stato, riferiti al 31 dIcembre 2012). Quello della scuola è dunque, il più grande comparto di ' contrattazione che ha come datore di lavoro lo Stato. Normale, dunque, che in tempi di spending review quello della scuola sia uno dei comparti più "gettonati" per possibili tagli alla spesa, solo che - come ricorda Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli - nella scuola non si annidano più ~ grandi sprechi che hanno carattarizzato il recente passato». Soptattutto dopo le sforbiciate operate nel triennio 2008-2011 e decisi dalle" disposizioni in materia di organizzazione scolastica" della legge 133/2008. Insomma, «la scuola ha già qato». E a dimostrarlo è anche uno studio della stessa Fondazione Agnelli sull' «Evoluzione recente del personale scolastico». Dall'analisi curata da Stefano Molina emerge chiaramente come nel periodo 2007-2012 scuola e università siano state le realtà più "visitate" dalle politiche di spending review decise dai governi che SI sono succeduti negli ultimi anni: il personale dipendente è sceso rispettivamente del 10,9 e del9A%, quasi del doppio rispetto alla media del p.ubblico impi~go (-5,6%) e ancor più nspetto a settori come Ssn (-1>3%) o forze armate (-2>3%). Un taglio che ha colpito in modo pesante il personale docente. A fronte di una stazionarietà della popolazione scolastica iscritta alla scuola statale nel 9uinquennio 2007/08-2012/13 gli ' msegnanti sono diminuiti di nove punti percentuali (da 843mila a 766mila unità). Un dimagrimento, dunque, notevole del corpo docente italiano che rimane in ogni raso fra i più "nutriti': a livello mondiale, almeno per quanto riguarda il rapporto studenti/insegnanti: l'Italia (fonte: I Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa www.ecostampa.it Education at a çlance, 2013) è sotto i livelli Ocse (e ancora più lontana rispetto a Paesi come Germania, Francia o Inghilterra) sia per quanto riguarda la scuola elementare (11,7 studenti per doce?te contro una media dii5,4) sia relatl:'<lIl!ente a medie (11,5 contro 13,3) e supenon. Eccetto quella dell'infanzia ~ +l 0:0),. tagli del 10% hanno colpito mdlstmtamente ogni ordine di scuola, penalizzando più i contratti a tempo ?etermin?to (-25%) che quelli a tempo mdetermmato (-6%). Si è scelto, cioè, di far pesare i tagli sulle giovanileve. Una decisione che rischia di avere conseguenze negative nel lungo periodo: secondo recenti dati Ocse, ad avere più di 5aanni è il 47,6% dei docenti della scuola primaria, il 61 % di quella secondaria inferiore e il 62,5% di quella superiore. Questa razionalizzazione non ha comportato una maggiore efficienza del sistema scolastico. Secondo Gavosto, «le "forbici" ministeriali hanno prodotto solo risparmi di spesa per 8-9 miliardi. Le risorse risparmiate non sono state utilizzate per riorganizzare la scuola o per migliorare l'edilizia scolastica o ancora per dotarsi di nuove attrezzature tecnologiche». I tagli, insomma, non hanno portato a un miglioramento di produttività e di efficienza del sistema come dimostrano gli ultimi dati ' Ocse-Pisa sull' apprendimento dei ragazzi: l'Italia fatica a rimuovere le criticità che zavorrano il sistema. Una di queste riguarda il sistema nazionale di valutazione, che continua a restare solo sulla carta. Anche di questo si occupa il nuovo Rapporto sulla valutazione della scuola che la Fondazione presenterà il 19 febbraio a Roma. Un appuntamento importante anche perché - ha ricordato il presidente John Elkann - «l'Italia è l'unico Paese avanzato che non dispone di un sistema organico di valutazione delle scuole». Un sistema che dalla prossima primavera potrà contare su un nuovo portale messo a punto dalla Fondazione Agnelli, dove verranno pubblicati i risultati della nuova edizione della classifica delle scuole superiori italiane. Uno stf1llllento accessibile a tutti, che darà un contributo informativo alla valutazione delle capacità di circa4ffiila scuole superiori nella preparazione degli allievi agli studi universitari. © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 L'efficienza «bocciata» da troppi tagli 17-02-2014 14 1 ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 24 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 16-02-2014 7 1 /3 Per gli amici del liceo Matteo era il Bomba «Le sparava grosse» di ALDO CAZZlJI.LO A PAGINA 7 Q!Iando sul giornale del liceo voleva mandare a casa Forlani .~=~~=====J=iI~l~ffiIIIIHIIIBIIIIIIIl l'accento toscano, ma non ha fatto master I all'estero. Matteo Renzi non è frutto delle ~~~~~!II!!II!!II!!II!!II!!II!!II!!II!!II!!II!U._ élites. E un politico puro. Con i suoi limi. - - - ti, e con due punti di forza: il fiuto e l'energia. Il fiuto gli ha suggerito che L'ascesa del sindaco arrivato l'unico modo per emergere a sinistra era andare contro la vecchia guardia, cavalalle soglie di Palazzo Chigi cando l'insofferenza della base per leader dopo aver bruciato awersari che non vincevano mai. Poi ha usato contro l'intera classe politica lo stesso linnei Popolari, alla Provincia, guaggio e gli stessi argomenti della gente e per la corsa a Palazzo Vecchio comune. Infine ha alzato il tiro contro l'establishment, dalle banche ai sindacaUna carriera costruita ti. Si è insomma costruito contro il Palazzo. Per questo l'opinione pubblica è per(sin da piccolo) plessa, ora che lui nel Palazzo entra senza sulla guerra all'establishment passare dal voto popolare. Ma la sua energia può imprimere uno scossone a un Paese sprofondato in una crisi di fiducia n più giovane presidente del Consiglio è nato 1'11 gennaio 1975 a Rignano sull'Arno, 9 mila abitanti, 23 chilometri da piazza della Signoria Il padre Tiziano piccolo imprenditore che diventerà condi ALDO CAZZULLO sigliere comunale per la-Dc - e la madre l liceo lo chiamavano il Bom- Laura Bovoli vivono in un palazzone di ba, perché le sparava grosse. via Vittorio Veneto, con la primogenita Così almeno raccontò un suo Benedetta di tre anni (nel 1983 arriverà ex compagno in una perfida Samuele e nel 1984 Matilde, l'unica impetelefonata a un'emittente fio- gnata nei comitati elettorali del fratello). rentina, Lady Radio. Avevano sorriso an- Dopo un mese di prima elementare, la che i professori, leggendo il suo articolo maestra, signora Persello, lo promuove: il su <<lI divino», mensile del liceo ginnasio bambino è sveglio, può passare in seconDante di Firenze: «ForIani ha commesso da. Serve messa a don Giovanni Sassolini, molti errori, anche nella formazione delle parroco di Santa Maria Immacolata Gioliste, e dovrà passare la mano, com'è giu- ca stopper nella Rignanese, ma riesce mesto che sia per un segretario che perde il glio come arbitro e come radiocronista. 5%. La Dc deve veramente cambiare, in (Ancora l'anno scorso, in una partita di modo netto e deciso, mandando a casa i beneficenza, ha preteso di tirare un rigoForIani, i Gava, i Prandini e chi si oppone re: parato, per giunta dal sottosegretario al rinnovamento ...». Era il 1992. Matteo Toccafondi, alfaniano). Si fa eleggere rappresentante di classe. Entra negli scout. Repzi aveva 17 anni. E laureato in giurisprudenza (con 109; Guida un gruppo in una gita in Garfagnamancò il 110 perché discutendo la tesi li- na: si perdono in un bosco, passano la tigò con il relatore), ma non ha un curri- notte all'addiaccio. I compagni lo chiaculum di eccellenza Parlotta l'inglese con mano «Mat-teoria», perché parla parla i Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, ma poi a lavorare sono sempre gli altri. n capo scout Roberto Cociancich scrive: «Matte o ha doti di leader. Lo vedremo crescere». Oggi Cociancich è senatore pd, inserito nel listino in quota Renzi. Nel 1994, mentre l'Italia antiberlusconiana inorridisce nel vedere il padrone delle tv private entrare a Palazzo Chigi, Renzi va nelle tv private di Berlusconi: in cinque puntate della «Ruota della fortuna» con Mike Bongiorno vince 48 milioni. L'anno dopo, a vent'anni, fonda a Rignano un circolo in sostegno di Prodi. Nel 1999 si laurea con una tesi su «La Pira sindaco di Firenze» e sposa Agnese Landini, conosciuta agli esercizi spirituali nell'Agesci. Organizza la rete di strilloni per conto dell'azienda del padre, per distribuire La Nazione in strada. Con i soldi che ha guadagnato parte assieme agli amici scout per il Cammino di Santiago: una settimana di pellegrinaggio a piedi. Al ritorno i capi gli propongono di candidarsi alla guida del partito popolare di Firenze' che ha appena toccato il minimo storico: 2 per cento. Renzi accetta e vince il congresso. Segretario nazionale è Franco Marini. Palazzo Vecchio è in mano ai postcomunisti. Ai cattolici, cioè a lui, tocca la Provincia La trasforma «da cimitero degli elefanti a fucina della propria carriera», come scrive il suo biografo David Allegranti. Si inventa la kermesse culturale <<lI Genio fiorentino», la società di comunicazione Florence Multimedia, e Florence Tv, un canale che ne illustra le gesta Il primo a invitarlo in una tv vera è Corrado Forrnigli su Sky. Gli spettatori scoprono un ragazzo che non parla come un politico ma come uno di loro. Fa gaffe e le racconta, confonde Churchill con De Gaulle e ne ride. Nel 2006 passa in città BerIusconi. Ai suoi uomini confida: «Quel Matteo è bravo, ma sbaglia a vestirsi di marrone: fa tanto sinistra perdente». Scrive non riproducibile. Pag. 25 068391 Le battute, il 1001(, gli scout: la formazione del leader COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina I Foglio 16-02-2014 7 2/3 donne, tra cui Rosa Maria Di Giorgi, che slogan: «Adesso!». La nomenklatura del gli chiede: <<Ma in giunta si vota?». Lui ri- Pd lo avversa come un usurpatore. Bersasponde: «Certo. Però il mio voto vale un- ni è costretto al ballottaggio, ma prevale, dici». Oggi non ne è rimasto neanche anche a causa del regolanìento che reuno. Il sindaco li ha sempre scavalcati, stringe la partecipazione. Renzi respinge parlando direttamente con i funzionari. l'idea di una lista con il suo nome, quotata nei sondaggi al 15%. L'appoggio alla cam~ando intuisce che qualcuno passa informazioni riservate ai giornalisti, per pagna del partito è blando; ma neppure scovarlo racconta con tono da cospiratore I lui immagina la débàcle. Quando Bersani a tre assessori tre piani diversi per il traf- ! tenta di aprire ai Cinque Stelle, Renzi lo fico: individua così il colpevole. Il presi- . gela: «Si è fatto umiliare». Bersani rinundente di Confindustria Firenze, Giovanni cia a formare il governo. Gentile, critica la sua proposta di introSi vota per il Quirinale. Marini gli teledurre la tassa di soggiorno, lui replica: fona per chiedere appoggio. Renzi sbotta «Gentile conta come il presidente di un con i presenti: <<Ma vi rendete conto? Mi club del burraco». In una vecchia stazione ha chiamato per dirmi di aiutarlo a divenferroviaria, la Leopolda, riunisce i giovani tare,presidente della Repubblica, perché del partito, affida il format a Giorgio Gori lui è cattolico. Che vuoI dire? Anche io soe la regia a Fausto Brizzi. Dice che la classe no cattolico, ma per me è un valore predirigente del Paese va <<oottamata», come zioso e privato». I renziani votano Chiamle automobili. La settimana dopo, va a parino, poi Prodi, infme Napolitano. Lui pranzo da Berlusconi ad Arcore. <<Per Fi- I si illude per un giorno che il presidente renze questo e altro» si giustifica In real- rieletto poss€l affidargli l'incarico, che tà, Renzi non è antiberlusconiano; sem- tocca a Letta E allora che decide di candimai postberlusconiano. Frase-chiave: <do darsi alla segreteria del Pd. Per la nolo voglio manaare in pensione, non in ga- menklatura l'usurpatore è diventato un male necessario. L'obiettivo minimo è lera». Nell'estate 2012 sfida Bersani per la evitare che Letta e Alfano si accordino per candidatura .a Palazzo Chigi. Ma il vero una legge elettorale proporzionale che obiettivo polemico è D'Alema. D'Alema renda eterne le larghe intese. L'obiettivo consiglia a Bersani di evitare lo scontro, il massimo è Palazzo Chigi. Frase-chiave: segretario fa cambiare lo statuto per indi- «La vecchia sinistra ha sempre voluto re le primarie: <<Renzi 'non vince». Il giro cambiare gli italiani. lo voglio cambiare l1talia». d'Italia di Renzi in camper è trionfale. Lo ) RIPRODUZIONE RISERVATA Claudio Bozza del Corriere Fiorentino che qualcuno lo riferisce all'interessato. Il marrone è abolito. Da allora, Renzi evita anche di vestirsi come un politico. Preferisce i jeans Roy Rogers Anni 80 e il giubbotto di pelle da Fonzie «<IDa la pelletteria è un settore trainante dell'export italia'no!»), oppure le camicie bianche senza cravatta con le giacche blu elettrico di Scervino. Taglia il ciuffo. Dimagrisce mangiando banane e iniziahdo a correre. Martella i colleghi. Corteggia la categoria che lo attrae di più: gli imprenditori. Una città abituata a perpetrare le sue gerarchie si riconosce nel giovanotto venuto dal contado. Nel 2009 Renzi si candida alle primarie per Palazzo Vecchio. Il partito ha prescelto Lapo Pistelli, di cui è stato assistente parlamentare. Lo batte con il 40,5% contro il 26,9. Dirà un anno e mezzo dopo: «Non ho vinto io perché ero un ganzo, è che gli altri erano fave». Supera al ballottaggio il portiere Giovanni Galli ed è sindaco. Come primo provvedimento, elimina le auto blu: tutti a piedi. Lui gira in bicicletta (prova anche l'auto elettrica: tampona la macchina davanti. Poi impara). Comunica che la tranvia in centro, di cui si discute da anni, non si farà, anzi: piazza Duomo diventerà pedonale. Addio comunicati stampa: le notizie le dà direttamente lui, su Facebook e poi su Twitter. Nomina dieci assessori, cinque uomini e cinque www.ecostampa.it Quotidiano ---------- Le IIlfGl'll'lB'llani rIsenrate Quando pensa che in Comune qualcuno dia informazioni ai giornalisti dà piani diversi ai suoi assessori per scoprire il colpevole La passione Anni 80: Matteo Renzi (il quarto da destra, lWaulo eletbka Ha fatto della bicicletta il suo simbolo. Ha anche provato l'auto elettrica, tamponando la macchina davanti per poi imparare in piedi) nella squadra della Rignanese. Il segretario del Partito democratico ha sempre avuto una forte passione per il calcio, da tifoso e da giocatore nella squadra del consiglio comunale La vittoria Firenze, 8 dicembre 2013: una pioggia di spumante per festeggiare la vittoria di Matteo Renzi alle primarie del Partito democratico: il sindaco ha conquistato il 67,5 per cento dei voti 068391 (Foto Gianluca Panellal Massimo Sestini) Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 26 Pagina 16-02-2014 19 Foglio 1 Data COBBIEBE DELLA SEBA la polemica La materia eliminata dai corsi di laurea in Pedagogia e Scienze dell'Educazione. L'insegnamento nei licei ridotto di un anno La battaglia dei filosofi: «Un errore cancellare lo studio del pensiero» La filosofia è in pericolo. Scuola e università sembrano avviate verso un processo di espulsione della materia: la sperimentazione di un ciclo abbreviato di quattro anni potrebbe portare alla perdita di un anno di insegnamento (due invece di tre) nei licei, mentre in alcuni corsi di laurea, come Pedagogia e Scienze dell'Educazione, la filosofia è uscita dalle tabelle disciplinari. Decisioni che possono rientrare in quell'attacco all'umanesimo che alcuni intellettuali di varia estrazione denunciano, come hanno fatto Alberto Asor Rosa; Ernesto Galli Della Loggia e Roberto Esposito qualche mese fa con un appello congiunto pubblicato dalla rivista <dI Mulino». La filosofia dunque sembra essere la prima vittimaJ ma i filosofi non ci stanno. «E l'errore più grave che si possa fare commenta Giovanni Reale, filosofo cattolico -. Qualche volta ho sentito pronunciare da alcuni giovani le stesse cose che evidentemente pensa chi pro- pone questi progetti: la filosofia si occupa di problemi astratti che non hanno a che fare con la vita, che appesantiscono la mente. Prevale l'idea che il sapere derivi dalla scienza e che la tecnologia risolva tutti i problemi. Eppure Popper e gli epistemologi hanno spiegato che la scienza per definizione non può avere idee universali e necessarie, ma coerenti con un paradigma dominante in quel preciso momento. La bellezza della filosofia è di poter contenere anche sistemi opposti, perché le nostre idee non sono definitive». Reale guarda anche all'estero: <dn Francia e Spagna; dove l'hanno quasi eliminata dai licei, se ne sono pentiti. In Germania non c'è la possibilità di un livello intermedio di conoscenza Un filosofo come Gadamer è capito molto meglio in Italia che in Germania. Una volta mi disse che quando veniva qui si sentiva come in un santuario: tutti quei ragazzi che andavano a sentirlo avevano strumenti di comprensione che in nessun altro Paese avevano». Anche Giulio Giorello pensa «tutto il male possibile» dell'idea di ridimensionare l'insegnamento della filosofia. «Ma non per difendere la categoria - spiega -. Non penso ai filosofi come professionisti della parola o del pensiero, ma la filosofia è il respiro della mente, Hannah Arendt la definiva "la vita della mente". Si può fame a meno, ma allora si deve respirare solo con il corpo. Come diceva VIadimir lankélévitch si può vivere senza filosofia, ma molto male. La riflessione su se stessi e la meditazione sul nostro posto nel modo, quella che si chiama la "libertà filosofica" fa paura agli esponenti della cappa burocratica che mira a normalizzare il pensiero e vuole farci diventare tutti dei mestieranti mediocri». Gianni Vattimo, che ha insegnato filosofia teoretica a Torino per 25 anni, si sofferma sull'idea di togliere l'insegnamento della materia nei corsi di laurea di Pedagogia, e Scienza dell'Educazione: «E un passo verso la disumanizzazione. In generale i Paesi in cui non si insegna la filosofia sono i peggiori. 'Ibglierla dai corsi di laurea in cui si dovrebbe "insegnare come si insegna" è un pessimo segnale. Se penso che si studia la decimologia; la scienza di come si danno i voti, allora preferisco che si studi Gentile». Secondo il teorico del pensiero debole una formazione puramente funzionale alla produzione è da buttare: «Ci ritroveremo una generazione di piccoli produttori legati a saperi specifici che poi velocemente tramontano. C'è invece una formazione che è tanto più significativa quanto più slegata all'uso delle macchine». Ma a che cosa serve la filosofia? Vattimo scherza; ma non troppo: «Serve a non farsi dirigere nella visione del mon;do soltanto dalle canzonette. E una messa in ordine delle idee sulla vita e su noi stessi. Husserl diceva che studiare la filosofia è come fare di professione l'essere umano». Alzi la mano chi non ne ha bisogno. Cristina Taglietti Il) www.ecostampa.it Quotidiano RIPRODUZIONE RISERVATA La prevalenza Giovanni Reale: «Prevale l'idea che il sapere derivi solo da scienza e tecnologia» In_la 068391 Karl Popper (1902-1994) nel 1962 alla London School of Economics dove ha insegnato logica e metodo scientifico Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 28 Ila Repubblica Quotidiano Data Pagina Foglio 15-02-2014 24 1 /2 www.ecostampa.it I Scuole calcio in cattedra "Chi ha brutti voti in pagella non scende in campo" ,;!~ Ele mamme ringraziano: "Lo sport deve educare" MAmOPINel ROMA-Incampbsolochivabene a scuola. Nei college statunitensi è così da sempre. In Italia, dove il calcio è una religione che porta milioni di fedeli a riempire i campetti di ogni categoria, sembrava quasi impossibile. Sembrava. E invece a Fiumicino lasocietà della squadra locale ha chiesto ai genitori dei ragazzi iscrittiallascuolacalciodiconsegnare le pagelle scolastiche dei figli: solo chi avrà buoni voti verrà convocato per le partite della domenica. E succede anche a Terracina, a Frosinone, a Perugia. Una tendenza sempre più in aumento. Alle porte di Roma, l'ultimo esempio.~artedìscorsolefami glie hanno consegnato i resoconti del primo semestre al responsabile della formazione sportiva dei giovanissimi calciatori del Fiumicino. Se pensate che, in ossequio al cliché del genitore che si infuria se il proprio ragazzo viene escluso dall'allenatore, qualcuno abbia protestato, siete fuori strada: a diffonderelanotizia del- L'ultilm.asocietà èlaAsdl1aD.1idDo: c:oII.'VOCh.eI."à solo sonale, andamento scuola calcio e presenze». Il ~irabello Calcio concede particolari "borse di studio" per partecipare ad alcuni tornei: paga vitto e alloggio a chi ha una buona pagella. ~entre alla Torrese Calcio, in Abruzzo, si sono inventati una premiazione speciale in municipio ai baby calciatori più bravi a scuola. E il Palermo ha addirittura indetto un concorso per riservare uno stage conIa propria squadra al ragazzo più bravo tra quelli segnalati in provincia: bravo in campo e, voti alla mano, anche a scuola, altrimenti non se ne fa nulla. Lo slogan è lo stesso del Fiumicino: «Il talento non conta, senza il profitto». Vale a dire, l'idea base che da anni anima il sistema scolastico americano, che consente di svolgere attività sportiva agonistica solo a chi ha la sufficienza in tutte le materie. _ «È proprio al modello deicollege Usa che ci siamo ispirath>, spiega~assimiliano Di Giulio, di mattina professore, al pomeriggio responsabile della scuola calcio sui campi del Fiumicino. Centottanta bambini tra i 6 e i l3 anni, nessuno gioca senza pagella "in ordine". «Ce lo hanno comunicato a settembre-racconta Simona, una mamma, mentre accompagna al campo suo figlio Nicolas, di 8 anni - il rischio con iragazzièchetrascurinolostudio per il gioco. Così invece si riesce a incentivarli». L'idea è nata appunto con questo proposito. <<Anche perché tenerli lontano dal pallone è dawero dura», ammette Di Giulio. Che ricorda come è nata !'iniziativa: «Ci siamo accorti che alcuni genitori tàlvolta non mandavano i bambini a giocare quando prendevano un'insufficienza a scuola. Allora ne abbiamo parlato insieme, e ci è sembrato un metodo intelligente per spronarli a studiare». E se poi emerge un campioncino, serve comunque il merito scolastico per giocare. In Inghilterra e in Germaniaèlaprassi.«Puoiessereanche il nuovo Balotelli - chiosa Di Giulio - ma se sei un asino da noi resti fuori». e RIPRODUZIONE RISERVATA lD~em Sicma~ i piceoB caD'&pioni colJ:eD.din:aeDto n.Up0B'e 068391 chi sib:npegDa iDeIasse la scelta della società sono state proprio le mamme {lei babycampioncini, con una lettera in cui spiegano che <<le iniziative lodevoli vanno evidenziate e pubblicizzate». Le mamme ringraziano. «Perché di ~essi se ne trova uno su un miliardo, al Fiumicino giocherà invece chi riesce a rappresentare i valori di passione, dedizione, lealtà, educazione». Se in "He got Game", film capolavoro di Spike Lee, il giovane cestista Jesus si trovava a dover scegliere tra l'università e il basket professionistico, le scuole calcio italiane cominciano a seguire il percorso opposto: studio e sport vanno tenuti insieme. Da tempo la Pro Calcio di Frosinone, affiliataall'AsRoma,ladomenica esclude dalla convocazione i ragazziilcui andamento scolastico <<Don è in linea con il regolamento della societID>. Regolamento esteso a tutti i club satelliti della Roma, come il Terracina, che chiede le pagelle per «portare i più pigri a essere dinamici», o altri disposti a regalare un anno di iscrizione ai migliori, ma «calcolando situazione familiare, per- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 30 Quotidiano la Repubblica Foglio @ 15-02-2014 24 2/2 PER SAPERNE DI PiÙ www.ecostampa.it In cal1.'lpo con la pageUa Data Pagina www.asdcittadifiumicinocalcio.com www.repubblica.it mlmrm.il!D.UlilD in provincia di Roma, chiede agli allievi di consegnare le pagelle scolastiche per stimolare i più svogliati ~omm!m.'11 La domenica non viene convocato chi non ha un andamento scolastico "in linea col regolamento della scuola calcio" 068391 in Abruzzo, premia gli allievi delle giovanili con le migliori pagelle scolastiche Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 31 Quotidiano I LA STAMPA ; Data 17-02-2014 Pagina 4/5 Foglio 1 FLAVIAAMABILE ROMA N 'egli ultimi giorni di «Scuola» e «Istruzione» si era quasi persa traccia. Nessun nome nel totoministri e men che meno nelle discussioni tra leader politici. Eppure la «Scuola» era improvvisamente entrata nella discussioni di governo. Per giorni si è discusso del tema degli scatti, della risorse, del polemico balletto di cifre e rimpalli tra ministeri e finanze. Non a caso, Matteo Renzi proprio sul rimpallo di responsabilità del governo non aveva esitato a scuoterlo con bordate pesantissime. Poi da allora, sistemato almeno dal punto di vista contabile le ragioni degli insegnanti, tutto pareva improvvisamente rientrare nel cono d'ombra, nella routine dei problemi che affliggono !'insegnamento, al formazione studenti e insegnanti. Da ieri, però, complici le ultime bozze sui nomi dei futuri ministri, il tema della scuola torna a girare: a chi andrà il ministero? A qualche renziano stretto, al Pd, al Nuovo centrodestra, o ancora, la partita se la giocheranno i minori che andranno a sostenere il nuovo governo guidato da Matteo Renzi? Pare che al ministero in viale Trastevere potrebbe arrivare una donna. E la scelta ricadrebbe tra due esponenti di Scelta Civica: la segretaria del partito, Stefania Giannini o Irene Tinagli che potrebbe anche ottenere, però, un posto di rilievo al ministero del Tesoro. Certo è che l'Istruzione sarà come sempre un ministero caldo. Qualcuno aggiunge, proprio da quei corridoi, che «Renzi non www.ecostampa.it Alla Scuola potrebbe andare un'esponente di Scelta Civica 5 miliardi per mettere in sicurezza mille edifici, e occuparsi de il merito degli insegnanti. Non prima di aver ascoltato i diretti interessati, attraverso una lunga serie di incontri da realizzare direttamente nelle scuole. Dal canto suo la mini stra Maria Chiara Carrozza, che sta preparando gli scatoloni spiega che lascerà al dicastero, e quindi al suo successore, la modifica al regolamento che gli studenti avevano chiesto. In realtà spera anche che altri suoi provvpdimenti non finiscano nel nulla, «Speriamo che il prognmuna nazÌonale della ri" cel'ca continui, è impOl'tante per l'Italia che si vada ,wanti», ha scritto via TwlUer. Così come che vada avanti In consultazione ordine h~l lc1_nci~do lHl fUf·\Sf" fa, TANTA ATTENZIONE, POCHE INDISCREZIONI L'istruzione è uno dei temi chiave per ilI sindaco: ma per il ministero non sembra esserci la ma potrà dimenticarselo visto le ai tenzioni che gli ha dedicato nel passato». Insomma, ora fatti non Non a caso, infatti, pm'" che lo stesso leader del Pd preveda nelln «smp' partpl1za pcr nuovo esecutivo una serie di provvpdirnr':nto che nnche la SCllO .. Stermia Giannini, segretaria di Scelta civica Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad 068391 mese scorso determinante per risolvere la questione degli scatti. Non bisogna trascurare il ruolo giocato in questo dalla moglie, Agnese, insegnante che da anni lavora come precaria nei licei fiorentini. «Quello della scuola è l'unico ambito' - ha detto la signora Renzi in un'intervista alla Nazionein cui Matteo si sente competente per parlare, anche in termini di provvedimenti politici, con piena conoscenza, per esperienza diretta personale e per avere ascoltato la voce di tanti colleghi precari» E ha aggiunto: «Sulla scuola posso aprirgli uno squarcio sulla realtà. Lui va spesso nelle scuole, ma alle elementari, io gli spiego cosa succede alle superiori». Gli argomenti da cui Renzi intende partire sono determinanti e onerosi. Vuole recuperare uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 32 Data LA STAMPA Pagina Foglio 17-02-2014 8 1 /2 Contributi scolastici, boom di denunce Raddoppiate in un.anno le segnalazioni di abusi da parte degli istituti. "Colpa dei tagli all'otlerta formativa" FLAVIA AMABILE ROMA Era tutto già scritto, ma ora che è febbraio e tempo di iscrizioni c'è anche la conferma. Chi pagherà il salvataggio degli scatti dei professori non saranno il Ministero dell'Economia né quello dell'Istruzione. Saranno i genitori, tanto per cambiare. Rispetto allo scorso anno sono quasi raddoppiate le denunce di abusi nelle richieste di contributi scolastici da parte delle scuole. Perché, alla fine della complessa trattativa non priva di ripercussioni politiche per il governo Letta che allora era in carica, a restare con il cerino acceso in mano· sono genitori e studenti. Si taglierà il Mof, il capitolo relativo al Miglioramento dell'Offerta Formativa, quello che permette alle scuole di organizzare le attività extrascolastiche e di avere un po' di respiro nei conti. Quel respiro da qualche anno è sempre più corto, e quest'anno ancora dìpiù. Per trovare risorse le scuole possono iuseg'nanti È il numero di studenti che frequentano le scuole pubbliche italiane È la media del contributo volontario chiesto alle famiglie nelle scuole superiori euro stampa ad uso esclusivo 068391 È la tassa erariale e di frequenza che ogni studente deve pagare all'iscrizione Ritaglio Scuola: testate nazionali E per quel che riguarda i corsi di recupero, da Bologna a Ceccano, sono in tanti gli istituti che chiamano gli studenti più bravi a tenerli. «Ci stanno strozzando», sostiene un dirigente scolastico che preferisce restare, però, anonimo. Quanto costano alle famiglie i contributi scolastici volontari? «Non esistono stime precise - spiega Daniele Grassucci , responsabile comunicazione di Skuola.net - ma é possibile comunque effettuarle. Dalle oltre 700 segnalazioni di irregolarità arrivate negli ultimi tre anni, si può evincere che .alle superiori nella maggior parte dei casi non si richiede meno di 60 euro, con punte di 200 ai professionali o ai tecnici. Questa cifra moltiplicata per 2.580.007 alunni iscritti, secondo i dati ministeriaF del 2013/2014, fa la cifra non trascurabile di 155 milioni di euro. Ripercorrendo lo stesso ragionamento per le scuole medie, dove é difficile pagare meno di 25 euro, é possibile ipotizzare un incasso da parte dei 1.671.375 studenti delle medie pari a 42 milioni di euro. Certo non tutti pagano, ma quei pochi che non lo fanno sono sottoposti a minacce di vario tipo». euro milioni luiliardi È il costo per le casse dello Stato per gli stipendi degli ottantamila professori ministero - quest'anno il Fondo di Funzionamento è rimasto stabile e si è cercato di lasciare invariati anche i fondi per i corsi di recupero (che però negli anni scorsi erano già stati fortemente ridotti). Ma tante scuole hanno fatto finta di nulla. Sono quasi raddoppiate le segnai azioni di abusi arrivate al sito Skuola.net rispetto allo scorso anno. Al professionale Marco Gavio Apicio di Anzio, senza alcun pudore, scrivono nel Patto di Corresponsabilità consegnato ai genitori che chi non pagherà la quota di 150 euro l'anno per il biennio e di 200 euro sarà iscritto con riserva. All'Ipsia di Battipaglia, denuncia un genitore, chiedono 100 euro per ogni anno, compresi i pr-imi due che fanno parte dell'istruzione obbligatoria. All'alberghiero «Scappi» di Castel San Pietro Terme arrivano fino a 210 euro. Al tecnico industriale di Catanzaro chiedono 120 euro, chi non paga non viene iscritto, denuncia una madre. Allo scientifico Tassoni di Modena considerano come spese obbligatorie quelle per fotocopie che invece riguardano l'attività didattica. Per supplire alla carenza di fondi in alcuni casi i corsi di recupero sono tenuti dagli alunni " ricavato deve essere destinato ai laboratori non al funzionamento amministrativo - - _ . _ - - - - _..- I professori sono 80 mila, 52 mila sono quelli coinvolti nella questione degli scatti soltanto rivolgersi a chi le frequenta. Al Ministero dell'Istruzione sono in aumento le segnalazioni di casi di istituti che pretendono contributi che dovrebbero essere volontari come obbligatori per frequentare i corsi di quella che una volta era la scuola dell'obbligo plurì-garantita dalla Costituzione. È un lento scìvolamento all'indietro dei diritti in corso da alcuni anni. Il Ministero ha chiarito da tempo la propria contrarietà rispetto a queste richieste con la circolare Stellacci: chi si iscrive ha il dovere di pagare solo una tassa erariale ed una tassa di frequenza, pari a circa 20 euro. Tutto quello che eccede questa cifra può essere chiesto ma è del tutto volontario, i genitori possono rifiutarsi di pagarlo, in particolare nella scuola dell'obbligo. I contributi non potranno essere utilizzati per il funzionamento amministrativo delle scuole, è possibile chiedere solo un contributo per i.laboratori ma deve essere del tutto congruo. Del tutto ingiustificate le richieste di aumenti anche perché - spiegano ancora dal www.ecostampa.it Quotidiano del destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Data Pagina I Foglio 17-02-2014 6 1 /2 «A scuola distraeva i prof www.ecostampa.it Quotidiano rimbambendoli di politica» di Letizia Manni, la compagna ~«Tifosissimoma a calcio era un disastro al liceo Dante: quella gita di terza a Budapest così si è messo a fare l'arbitro nei tornei» --------,--~~~-- l'INTERVISTA ------------------- dal nostro inviato FIRENZE I compagni di scuola lo ricordano identico a come è adesso. Un tipo smart, anche se allora non si parlava così, al liceo classico Dante di Firenze. In piazza della Vittoria. Il leader in erba era già un leader fatto, e dunque: la stagione dell'erba per Matteo non è mai esista, secondo chi condivideva studi, passioni, giochi, pomeriggi, gite scolastiche, partite di pallone e tutto o, resto della vita da ragazzi. «Matteo è uno che ha voglia di fare. L'ha sempre avuta», racconta Letizia Manni, che ora è una giovane mamma graziosa e allora frequentava la stessa classe di Matteo. E nella foto di gru ppo della II A del liceo Dante, scattata il 2 ottobre del 1991, in cui si vede anche il professore di matematica, Letizia è la ragazza bruna sulla sinistra che indossa la t-shirt con su scritto il nome di Marco Masini (il cantante). Matteo, identico a come è adesso, è quello in prima fila al centro, seduto, con addosso la tuta grigio-celestina. Letizia, Renzi com'era: un lavativo furbo a scuola, e se la cavava trasformando le interrogazioni in show o comizi? «Ma proprio no. Andava molto bene a scuola, ma non era il se cchione che studia dalla mattina alla sera. Alla maturità ha preso il massimo dei voti, sessanta sessantesimi. Forse un risultato così non se lo aspettava neanche lui. Ma poteva assolutamente starei e infatti così è stato». Se la cavava con la parlantina, .. «Sempre stato un grande oratore, effettivamente. Raccontava storie e aneddoti molto bene, con ironia toscana. Nelle interroRitaglio Scuola: testate nazionali stampa ad gazioni faceva collegamenti e intrecciava vicende anche lontane e discipline diverse, la storia con la filosofia con la letteratura e via così. In questa maniera riusciva a parlare delle cose che voleva lui evitando di andare sui temi che conosceva meno». Era un leader politico anche al Dante? «E' stato rappresentante di clasSe e ha anche fatto il rappresentante di istituto. Lo conoscevano tutti. In classe nostra era l'unico interessato di politica. Ricordo discussioni e confronti molto belli che aveva con il professor di filosofia - il Canee mi - che era di destra. Il profLo stimava molto e con Matteo parlavano di tutto. Cancemi si sentiva stimolato da questo ragazzo. Matteo gli diceva: prof, ha visto che cosa c'è scritto sul giornale? E partiva il dibattito. Per noi quelle discussioni erano una mano santa. CosÌ non si faceva lezione». E lei, Letizia, ora che cosa fa? «Ho cominciato a studiare storia. Ora lavoro nel sistema farmaceutico». Matteo l'ha più visto da allora? «Svariate volte. Sia da presidente della Provincia sia da sindaco. Nelle cene di classe. Lo scorso anno ci siano visti nel tour delle primarie ed é sempre il solito Matteo. Come quando aveva 15 anni. Non si dà le arie. Non ti fa pesare la sua posizione. Mai mai. E' l'opposto di chi si SE;nte chissà chi. Le solite battute, gli scherzi». La moglie Agnese lei la conosce? «Solo di vista. Lui si fidanzo giovanissimo, alla fine del liceo. Lei è di Pontassieve e quindi non era del nostro giro di amici qui a Firenze. Aveva altre comitive. Ed è pure un po' più piccola di noi». Insomma, è un Superman a cui è sempre riuscito tutto, ecco? uso esclusivo del destinatario, «No, non sapeva giocare a pallone. Quello proprio no. Ma ha trovato un'alternativa. Si è messo a fare l'arbitro. Ha frequentato un corso e poi ha arbitrato le partite dei tornei locali». Ricorda una gita scolastica particolare? «L'ultima, a Budapest, in terza liceo. Ci portarono Cancemi e un altro prof. Quando tornammo erano uscite le materie d'esame e c'era pure matematica. Molti di noi si spaventarono, Matteo no». A scuola faceva propaganda per la Dc? «Era democristiano, ma non da-o va i volantini dello Scudo crociato. Parlava dei problemi scolastici, delle questioni dei giovani. Il suo impegno era cosÌ. Sempre all'insegna, però, del divertimento. Non era mai palloso. Parlava sempre di calcio e della Fiorentina. Tifosissimo». Salverà l'Italia? «Me lo auguro per tutti. E' una brava persona. E al nostro Paese servono persone determinate e che pensano al bene comune. Matteo è una di queste persone». Cattolico magari anche troppo? «Andava in chiesa, ma mai ha ostentato la sua fede. La vive nella normalità più assoluta. Da persona intelligente, certe cose se le tiene per sé. E' una persona normale e anche molto speciale. La sua forza sta in questo mix. Nessuno di noi, credo, se lo sarebbe aspettato a Palazzo Chigi. Ma se qualcuno allora ci avesse chiesto chi di noi avrebbe potuto fare politica ad alto livello, avremmo tutti risposto: lui». Ma non è troppo aggressivo? «Può sembrarlo, ma non lo è. A meno che non sia cambiato negli ultimissimi tempi, ma non credo proprio. Incolpano sempre i toscani di essere bulli e spocchiosi. Ma non lo siamo. Matteo è non riproducibile. Pag. 35 068391 ~ Il ricordo Quotidiano 2 PROPRIO UN SECCHIONE Il SUO TRUCCO? PORTARE Il DISCORSO SU QUELLO CHE VOLEVA LUI 17-02-2014 6 Foglio 2/2 rante. E stato tremendo! «Se arroganza è la voglia di fare «É vero. Ma avrà avuto i suoi mo- bene, evviva l'arroganza». tivi». Mario Ajello ©RIPRODUZIONERISERVATA Dica almeno che è arrogante. www.ecostampa.it com'é. Non ha né malizia né arrivismo». Con Letta però é stato poco fratello,pqco solidale, poco coope- Data Pagina !BRARE AGG (VO MA NON , CON lETIA E TO T~EMENDO PER AVRA AVUTO I SUOI MOTIVI \1atteo Renzi (al centro in prima fila) nella foto di classe al liceo Dante di Firenze 068391 Letizia Manni Renzi scout (foto esclusiva Chi) Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 36 Data Pagina I Foglio 17-02-2014 7 1 /2 www.ecostampa.it Quotidiano Dall'Ve alle famiglie ecco i piani di Renzi altri dossier scottanti come la correzione di tiro nei rapporti con Bruxelles, il nuovo tipo di contratto e l'immediata approvazione del decreto svuota carceri (pena l'arrivo di una maximulta per l'Italia) che potrebbe costituire il battesimo del fuoco per il nuovo governo. Sara Menafra e Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA Scuola Esteri Libri elettronici . '" computer e plU Un nuovo rapporto con Bruxelles Sul fronte della scuola Matteo Renzi, marito di una professoressa precaria, ha lanciato fortissimi segnali di interesse per gli insegnanti e ha parlato senza entrare nei dettagli di possibili ritocchi all' attuale sistema delle scuole materne. Fatto sta che il ministro che erediterà i dossier di Maria Chiara Carrozza (in caso di mancata riconferma) troverà parecchi nodi da sciogliere e tutti arroventati. La questione principale della scuola è chiara: come spendere le poche risorse disponibili. Nel programma del nuovo governo ci saranno risposte chiare sulle ATTES~ assunzioni. L'attuale governo aveva stabilito di far entrare in ruolo circa 100 mila insegnanti nel quadriennio 2013-2016 adottando, un sistema che, semplificando, assegnava i posti per metà ai vincitori di concorso e per l'altra metà ai precari. C'è poi da capire il destino di 25 mila Lavoratori Socialmente Utili (Lsu) i cui stipendi sono coperti finanziariamente fino a marzo. Un altro dossier strategico è quello del Piano per la Ricerca che vale 6 miliardi in 7 anni. E' certo, infine, che nel programma di Renzi ci sarà spazio per la cosiddetta digitaliizzazione ovvero la diffusione del wireless negli istituti e il dialogo via computer con le famiglie. Ultimo capitolo: i libri scolastici. Dovrebbe allargarsi la possibilità per i professori di sostituirli con dispense o con testi elettronici scaricabili da internet. L'idea di rottura che sta accompagnando la nascita del governo di Matteo Renzi toccherà solo parzialmente gli Esteri. Su questo fornte l'unico punto di discontinuità con i governi Letta e Monti probabilmente riguarderà il dossier Europa. Non perché Renzi non sia un europeista convinto ma perché il futuro premier, anche approfittando del buon andamento dei mercati internazionali che vedono affluire verso l'Europa ingenti masse di capitali, intende costruire con Bruxelles e la Bce un rapporto più costruttivo che spinga verso l'abbandono della politica dell'austerità. Nessuna rivoluzione (a luglio l'Italia avrà la presidenza dell'Ue) ma un patto basato su tagli alla spesa pubblica in cambio del permesso di spendere di più per gli investimenti. Per il resto Renzi darà segnali forti sul dossier dei marò in India anche potendo contare sui colloqui in corso sulla liberalizzazione degli scambi economici fra Bruxelles e New Delhi. Anche sulla Siria !'Italia si appresta a giocare un ruolo più attivo. Attese novità infine sul profilo economico dell'attività del ministero degli Esteri che, con il progetto Destinazione Italia già avviato e la probabile nascita di un ministero per la promozione del Made in Italy, sarà chiamato ad una collaborazione sempre più stretta con le imprese italiane. NOVITA SULLE ASSUNZIONI DEGLI INSEGNANTI IL GOVEijNO TORNERA APREMERE PER LA FINE DELLA , AUSTERITA © RIPRODUZIONE RISERVATA ©: RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo 068391 Fra le priorità del futuro governo Renzi c'è sicuramente la scuola. Da sempre il sindaco di Firenze, sull' onda di quanto negli anni Novanta sosteneva il premier laburista TonyBlair e dei programmi di Barack Obama, è paladino di un nuovo profilo per gli insegnanti. Passare dalle parole ai fatti non sarà semplice. Così come non sarà una passeggiata affrontare del destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Data Pagina Foglio 17-02-2014 7 2/2 Lavoro Giustizia Niente articolo 18 per i neoassunti Svuota carceri e processi snelli Il programma di interventi sul mercato del Lavoro cui sta lavorando Matteo Renzi ruota intorno all'introduzione di un nuovo tipo di contratto cosiddetto a "garanzie crescenti". L'idea non è inedita. Si tratterebbe di un contratto di assunzione triennale per il quale non varrebbe l'articolo 18. Il neoassunto sarebbe licenziabile in un qualunque momento ma godrebbe, se licenziato, di una indennità crescente nel tempo. In sostanza dopo tre anni l'azienda dovrebbe pensarci bene prima di non trasformare il contratto in un'assunzione a tempo indeterminato. Il nuovo tipo di contratto ricalca suggerimenti messi in campo negli scorsi mesi dal professor Tito Boeri ma anche da Marianna Madia (attuale responsabile welfare del Pd) e da Cesare Damiano attuale presidente Pd della commissione Lavoro della Camera. Non si tratterebbe di un contratto unico ma il nuovo canale di assunzione si affiancherebbe alle attuali forme flessibili di assunzione che da 12/13 verrebbero ridotte a 7/8. Un capitolo del programma di Renzi sarà dedicato alla'sburocratizzazione dell'apprendistato e anche alle cause di lavoro che dopo la riforma Fornero sono tornate ad intasare i Tribunali. CONl'RATIO TRIENNAlE INDENNITÀ CRESCENTI PER I LICENZIATI éGC RIPRODUZIONE RISERVATA www.ecostampa.it Quotidiano La prima priorità in tema giustizia, su cui Renzi dirà parole chiare al momento dell'insediamento è l'approvazione definitiva del decreto svuota ' carceri. Solo con quello, infatti,l'Italia può sperare di non incorrere nel pagamento delle sanzioni per i trattamenti degradanti nei confronti dei carcerati che hanno fatto scattare una pesante condanna da parte della Corte di Strasburgo. Il 27 maggio 2m3, i giudici europei hanno dato al nostro paese un anno di tempo per adeguarsi alle prescrizioni e garantire ad ogni detenuto almeno 4 metri quadrati di spazio ciascuno. I tempi sono ridotti visto che il Senato deve dire il sì definitivo entro venerdì 21 febbraio. Aggirare quella boa non sarà facile: due settimane fa alla Camera la Lega e il Movimento 5 stelle erano quasi riusciti a bloccare il testo. Sulla carta, gli interventi possibili sulla giustizia sarebbero anche altri. Come sempre, ulteriori snellimenti ai processi civili e a quelli del lavoro. Nel programma del Pdma difficilmente in quello del governo - c'è anche la revisione della prescrizione per il processo penale. Ma è un impegno quasi impossibile perché riaprirebbe una fase di scontri frontali in parlamento. PERCORSO AOSTACOLI PER lA REVISIONE DElLA PRESCRIZIONE 068391 © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 38 Pagina 17 -02-2014 14 Foglio 1 Data Saottini (Cei) «Non è catechismo ma cultura vera» ROMA «Forse, i motivi di questo calo quasi fisiologico vanno ricercati principalmente in una certa involuzione sociale e culturale del nostro paese». Spiega così don Daniele Saottini, responsabile della Cei (Conferenza episcopale italiana) del Servizio nazionale per l'insegnamento della religione cattolica, il calo degli studenti che si avvalgono di questa disciplina. Un calo comunque minimo, come tiene a sottolineare don Daniele. E' vero che nelle classi superiori l'ora di religione viene seguita da un buon numero di ragazzi? «Alle superiori la frequenza al!'insegnamento della religione è considerata dalla maggior parte delle famiglie e anche degli stessi ragazzi che frequentano, come un'occasione preziosa per acquisire risorse e competenze utili e necessarie per affrontare meglio le grandi scelte della vita». L'insegnamento della religione a scuola viene spesso ancora visto come una sorta di catechismo. E' così? «Ormai penso che qùeste affermazioni appartengano a una visione ideologica ampiamente superata dalla realtà: da quasi trent'anni in Italia la religione a scuola non può essere confusa con una sorta di catechismo. La stessa nuova intesa sull'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica firmata nel 2012 ribadisce con chiarezza che "è impartito, nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni"» .. Sta pensando agli studenti italiani, vero? «La frequenza degli studenti italiani è più alta di quella di coloro che frequentano le attività pastorali delle parrocchie. Ciò dimostra che questo insegnamento viene svolto in una maniera pienamente rispettosa delle diverse sensibilità». Nelle nostre aule ci sono sem- www.ecostampa.it Quotidiano pre più alunni stranieri che appartengono ad altre religioni. Come è possibile far incontrare le diverse fedi? «Quando viene data una corretta informazione anche agli studenti stranieri, spesso sono proprio loro, e le loro famiglie, a comprendere che frequentare l'ora di religione è un' occasione imperdibile per conoscere meglio la nostra cultura e la nostra società». Come arrestare questo calo degli studenti? «Una corretta informazione sul significato dell'ora di religione, la comprovata competenza di tanti docenti e la positiva testimonianza dei compagni di classe possono essere i migliori strumenti per assicurare a tutti gli studenti la possibilità di usufruire di un insegnamento veramente significativo e arricchente per il cammino di crescita dei ragazzi e degli adolescenti». A.Cam. @RIPRODUZIONERISERVATA 068391 «BiSOGNA DARE AI RAGAZZI CORRETTE INFORMAZiONI SUll'IMPORTANZA DI QUESTE lEZIONI» Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 39 Quotidiano Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 15-02-2014 1 1 /3 Il retroscena Il leader prepara un colpo a sorpresa sul cuneo fiscale Il NQDO DELl'EUROPA Marco Conti SARA CENTRALE ANCHE Il NUMERO DI SOrrOSEGRETARI a Borsa vola. Dall'estero arrivano paragoni incoraggianti (<<Renzi, rObama italiano»), come dalle imprese che scommettono su interventi choc. L Continua a pago 3 Renzi chiede tempi più lunghi e prepara la sorpresa sulle tasse ~ Al lavoro su programma e squadra ~Sul varo però prende tempo: fiducia il piano: taglio del cuneo entro le europee non prima di metà prossima settimana segue dalla prima pagina Interventi in grado di far ripartire l'economia. La necessità di non deludere le attese spinge però il sindaco di Firenze a seguire il consiglio a «non aver fretta» che il ministro Graziano Delrio gli lascia al termine delle due ore di colloquio a palazzo Vecchio. E' il programma in file excel, con tanto di scadenze, il nodo principale sul quale si sta esercitando Renzi in attesa di ricevere - forse stasera - da Giorgio Napolitano l'incarico di formare il governo. Se così sarà, Renzi dovrà rinunciare alle partite della Fiorentina, ma difficilmente sposterà la riunione della giunta comunale di Firenze fissata per lunedì mattina, così come nòn ha rinunciato ieri agli appuntamenti fiorentini da tempo in agenda. Prima di metà della prossima settimana sarà quindi difficile che il nuovo governo possa presentarsi alle Camere per la fiducia. "suggerimenti" da convincerlo a staccare il telefono per un bel po'. Sul piede di guerra il Ncd, principale alleato di governo, che reclama tre posti da ministro, ma tensioni si avvertono anche nell'Udc e financo nel Pd nel quale la minoranza ha messo a punto un documento i cui contenuti dovrebbe entrare a far parte del programma del nuovo governo. Il segretario del Pd non sembra preoccuparse ne molto e ieri sera ha azzerato con una risata anche i totoministri che impazzano sulla rete e sui giornali. Per dimostrare di voler archiviare la fase di galleggiamento del governo-Letta, Renzi ha la necessità di presentare un programma di "rottura" che non si fermi alla modifica del mercato del lavoro, al taglio delle tasse e della spesa pubblica, all'edilizia scolastica e alle riforme elettorali ed istituzionali. L'obiettivo principale resta quello di costringere Bruxelles ad un cambio di passo in grado di contenere Berlino che ieri non a caso si è fatta tempestivamente sentire con il saluto della Cancelliera. SEMESTRE TENSIONI I problemi, ovviamente, non mancano. Per tutta la giornata di ieri sono arrivate sul tavolo del sindaco di Firenze, una tale mole di Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad Il semestre di presidenza italiana dell'Europa, che inizia a giugno, è per Renzi un'occasione molto ghiotta per scaricare il peso che uso esclusivo del destinatario, gli conferisce la carica, sull'agenda dell'Unione. La scelta del ministro per le Politiche Comunitarie, insieme a quella del responsabile dell'Economia, rappresentano quindi le caselle più complicate da riempire, anche perché con loro Renzi intende avere «la massima sintonia», archiviando di fatto la lunga stagione nella quale via XX Settembre si muoveva· in maniera semi-autonoma da palazzo Chigi. Il segretario del Pd punta ad un'accelerata forte dell'azione del governo anche per recuperare lo sconcerto che nell'elettorato del Pd, e non solo, sta provocando il repentino cambio di inquilino di palazzo Chigi. Il cambio di passo dovrà essere veloce anche perché alle elezioni Europee, primo banco di prova della gestione-Renzi, mancano meno di due mesi. Per quella data il segretario del Pd e futuro premier, intende portare a casa la legge elettorale (votata a Montecitorio) e un primo e corposo intervento sul lavoro tagliando in maniera consistente il cuneo fiscale. Anche ieri Renzi ha rassicurato l'azzurro Verdini che l'impegno preso con Berlusconi sulle riforme non cambia, anche se è probabile che dopo il primo passaggio la legge elettorale si fermi al non 068391 Il RETROSCENA riproducibile. Pag. 40 Quotidiano Data Pagina Foglio NOMINE L'esecutivo sarà snello nel numero dei ministri 12 o 15, ma più.corposo di quello Letta per viceministri e sottosegretari anche per rispondere agli impegni che tutti i dicasteri avranno in vista del semestre italiano di presidenza europea. Non c'è dubbio che la valanga di nomine che il governo dovrà effettuare n~lle prossime settimane (in ballo oltre cinquecento poltrone), sarà una buona stanza di compensazione per accontentare gli alleati che saranno gli stessi che hanno sostenuto il governo-Letta (il Ncd di Alfano, rude di Casini, la Scelta Civica della Giannini, i socialisti di Nencini e il Centro Democratico di Tabacci e Pisicchio), ma con èorposi innesti di singoli parlamentari provenienti daSeleM5S. Marco Conti www.ecostampa.it Senato in attesa che si compia un primo passaggio della riforma istituzionale. Renzi è convinto di avere il tempo dalla sua parte e non sembra preoccuparsi più di tanto dei veti che arrivano e arriveranno dai leader dei partiti che dovrebbero comporre la maggioranza e che incontrerà uno ad uno prima di presentare la lista dei ministri al Quirinale. 15-02-2014 1 2/3 © RIPRODUZIONE RISERVATA piano pl~r i lu'inli {lO giorni La scuola e l'istruzione Lal"ifonna del Senato Un piano in tre fasi che parte dalla riduzione del cuneo fiscale: taglio dei èosti del lavoro (circa 5 miliardi) dalla parte delle imprese (riduzione Irap), e da quella dei lavoratori (taglio all'Irpef). Defiscalizzazione per favorire l'ingresso dei giovani nelle imprese. La scuola è considerata strategica. Il nuovo governo dovrebbe varare un piano di edilizia scolastica. Non piccoli interventi di manutenzione, ma una vera ristrutturazione e modernizzazione di scuole e campus universitari. Un piano da almeno 4 miliardi di euro. Imprescindibili le riforme, uno dei punti che Renzi ha fatto suoi e cavalcato nei due mesi trascorsi da segretario dem: Senato e Titolo V della Costituzione restano priorità. Potrebbe invece subire un rallentamento la riforma della legge elettorale. 068391 Jobs act, taglio al costo del lavoro Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 I ai campi di sterminio: grazie all'ignoranza dei tedeschi. Tant'è che mi sono sentito in obbligo di scriverci un libro, Omofobia o eterofobia? Perché opporsi a una legge ingiusta e liberticida, edito da Fede & Cultura, che sta andando a ruba con il passaparola». Legge Iiberticida? «Hanno inventato l'emergenza omofobia per avviare una persecuzione contro chinonla pensa come loro. IlPewresearch center di Washington, presieduto da Allan Murray, ex vicedirettore del Wall Streetlournal, ha pubblicato uno studio mondiale sull' atteggiamento verso l'omosessualità. L'Italia è fra le lO nazionipiùamichevoliconigay, peri quali il 74 per cento della popolazione non prova alcuna ostilità. Siamo appena un gradino sotto la civilissima Gran Bretagna. Ma poi, scusi, servono le statistiche?Pugliae Sicilianonhannoforse eletto due governatori omosessuali?». Allora perché è stata varatalaStrategia nazionale contro l'omofobia? «Me lo dica lei. Il piano del governo prevede corsi di formazione obbligatoria sui diritti Lgbt non solo per docenti e alunni ma anche per bidelli e personale di segreteria. E che cosa vorrà dire l'impegno a "favorire l' empowerment delle persone Lgbtnelle scuole"? E il" diversity management per i docenti"? Lo chiedo ai cattolici che siedono nel governo, come Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'Istruzione, e Maurizio Lupi e Mario Mauro, ministri ciellini». A che serve l'Oscad? «Già,acheserveunasortadipoliziaspeciale? A me risulta, proprio dai dati dell' Oscad, che dal 201 Oa oggi siano pervenute appena 83 segnalazioni per offese, aggressioni, lesioni, danneggiamenti, minacce e suicidi relativi all'orientamento sessuale. Una media di 28 casi l'anno, 10gni2milionidiabitanti.Equesta sarebbe un' emergenzanazionale?». Stando agli opuscoli dell'Unar, gli insegnanti delle scuole sono tenuti a «non usare analogie che facciano riferimento a una prospettiva eteronormativa» giacché «tale punto divista può tradursi nell' assunzione che un bambino da grande siinnamorerà di una donna e la sposerà». «Sposareunadonna:inaudito!Avevavisto giusto GilbertChesterton: spade dovranno essere sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d'estate e che 2 più2fa4. Siamo giunti a un livello tale di relativismo da far impazzire la ragione. Nonsiriconoscepiùlanatura. È la teoria del gender: i ragazzi non sono maschi o Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad femmineperundato biologico,maaseconda di come sentono di essere». Insegnare che «maschio e femmina Dio li creò», come sta scritto nella Bibbia, diventerà reato? «La strada è quella, tracciata dall'Unar nelleLineeguidaperun'informazionerispettosa delle persone Lgbt, dove i credenti vengono biasimati perché descrivono "le unioni tra persone dello stesso sesso come una minaccia alla famiglia tradizionale, come contro natura e come sterili, infeconde". Nei libretti destinati ai maestri, l'Unar denuncia che "il grado direligiosità" è" da tenereinconsiderazione nel delineare il ritratto di un individuoomofobo" eche"maggiorerisulta il grado di cieca credenza nei precettireligiosi,maggioresaràlaprobabilità che un individuo ab bia un' attitudine omofo ba". Ed emette la condanna finale: "Per essere più chiari, vi è un modello omofobo di tipo religioso, che considera l'omosessualità un peccato"». Perché la Presidenza del Consiglio ha affidato tutte le pubblicazioni dell'Unar all'Istituto A.T. Beck? «È quello che stiamo cercando discoprire. C'è stata una regolare gara d'appalto? Chi vi ha partecipato? Al vincitore quanti soldi sono andati? Quali competenzeha questo istituto?PerchéilDipartimento delle Pari opportunità ne ha sposato in toto le tesi come se fossero le uniche possibili? Si saranno accorti, a Palazzo Chigi, che nelle linee-guida perilicei viene assegnato il compitino di aritmetica antiomofo bico diRosache compra trelattineditèconisuoipapà, copiato pari pari dalfascicolo per la scuola primaria?Nonmoltoscientifico, come lavoro». Di Antonella Montano, direttrice dell'Istituto A. T. Beck, che cosa può dirmi? «Poco. Se non che il suo libro Mogli, amanti, madri lesbiche è stato presentato da Paola Concia, l'ex deputata del Pd firmataria di un progetto dilegge contro l' omofobia bocciato dal Parlamento». In compenso è passato quello del collega Scalfarotto. «Testoinutileepericoloso. Già l' articolo 3 della Costituzione sancisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sonoegualidavantiallalegge,senzadistinzionedisesso". Nonpossono esservicittadini più uguali di altri, come certi animalidellaFattoria di George Orwell. Per la prima volta nel nostro ordinamento giuridico s'introduce un reato senza deuso esclusivo del 16-02-2014 17 Foglio 2/3 Data finirne il presupposto. Che cos' è l' omofobia? Non esiste una definizione scientifica' né leggi o sentenze che lo stabiliscano.Poichénonèunamalattiariconosciutadall'Oms, come la claustrofobia o l'agorafobia, verrà lasciata allaliberainterpretazione dei magistrati. Tipico degli Stati totalitari. Mi ricorda il reato di "attività antisocialista" nell'Urss: nessuno sapeva in che cosa consistesse, però ti faceva finire nei gulag». Non starà davvero esagerando? <<In uno Stato liberale il cittadino sa preventivamente quali saranno le conseguenze dei suoi comportamenti. Il nostro diritto penale sanziona i fatti, non i motivi. lo rubo? Viene punito il furto. Cheabbiarubato perfame -ecco unmotivo -può servire almassimo per gradua relapena.lnvecelaleggeScalfarottopunisceimotivi.Ecreaunacategoriaprivilegiatadi soggetti che diventano meritevoli di tutela giuridica per il solo fatto di avere un certo orientamento sessuale». Ho capito: la legge non le piace. «Passato il principio secondo cui unacategoria è stata discriminata, lo Stato dovrà dotarsi di sistemi riparativi e compensativi. Ègià successo congliafroamericani negli Usa. Arriveremo alle quote viola, su calco di quelle rosa. Chi si dichiara gay avrà diritto a un posto dilavoro e a un alloggio. Non avendo il giudice strumenti per accertare l'omosessualità, basterà un' autocertificazione». La legge Scalfarotto non lo prevede. «La legge Scalfarotto non prevede nulla, qui sta l'inganno più subdolo. Punisce l' orno fobia in baseaun' altralegge,laReaie-Mancino, che fu promulgata per combattere l'ideologia nazifascista, il razzismo, l'antisemitismo. Conigayparificatiaineri e agli ebrei, dire che un uomonon può sposareun altro uomo equivarrà a dire che va impedito il matrimonio fra l'uomo bianco e la donna nera». Conseguenze penali'? «Terribili.Perunadichiarazioneomofobalaleggemi punisce con l anno e6mesi di reclusione . Che diventano 4 anni se la faccio come associazione e addirittura6sehounacaricadirettivanellamedesima. ConI' obbligo perlo Stato diprocedere d'ufficio anche nel caso in cui il gay che ho offeso decidesse di perdonarrni o di ritirare la querela per evitare lo strepitus fori, cioè la pubblicità negativa». Papa, vescovi e preti sono candidati allagalera, visto che ilcatechismo, al paragrafo 2.357, presenta lerelazionigay«comegravidepravazioni»,dichiara che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati» e «contrari alla legge naturale» perché «precludono il dono della vitm>, destinatario, non riproducibile. Pag. 44 www.ecostampa.it il Giornale Pagina 068391 Quotidiano Data il Giornale Pagina Foglio decretando che «in nessun caso possono essere approvath>. «Sta già accadendo a tanti cristiani in giro per l'Europa. Tony Miano, 49 anni, statunitense, ex vicesceriffo della conteadiLosAngelescheoggifailpredicatore di strada, è stato arrestato lo scorso lO luglio a Wimbledon, in Inghilterra, perché commentava davanti a un centro commercialeilcapitolo 4 della prima Lettera ai Tessaluni- cesi di San Paolo, quella che invita ad astenersi dall'impudicizia. Ho letto il verbale dell'interrogatorio: allucinante, sembra un resoconto tratto dagli ActaMartyrum. E perfortuna che il poveretto non aveva osato proclamare in pubblico la prima Lettera ai Corinti, quella in cui San Paolo dice che "né effeminati, né sodomiti erediteranno il regno di Dio" ». Come presidente dei Giuristi per la EMERGENZA FALSA LEGGE LlBERTICIDA Hanno creato l'Oscad, una specie di polizia segreta, per appena 83 episodi in tre anni Punisce i motivi invece dei fatti: mai accaduto Così gli omosessuali avranno le quote viola 16-02-2014 17 3/3 vita, passerà 6 anniin ceUaanche lei. «Se essere omofobo significa considerare l'omosessualità un peccato, ritenere che il sesso debba essere aperto alla trasmissione della vita, credere nei precetti della Chiesa, alloramiautodenuncio: dichiaro pubblicamente e con orgoglio ai funzionaridell'Unardiessereunomofobo. Mandino nel mio studio gli agenti dell' Oscad ad arrestarmi. Li aspetto». (689. Continua) www.ecostampa.it Quotidiano stefano.lorenzettorailgiornale.it 068391 TASK FORCE Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita. «Siamo una quarantina, molto agguerriti» [Nicola MarfisilFotogramma] Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 45 Data Pagina Foglio 15-02-2014 4/5 1 /2 EADESSO? Renzi si dà 15 giorni: se sbaglio mi gioco tutto www.ecostampa.it Quotidiano Burocrazia, lavoro, fisco, scuola: il futuro premier vuole un paio di provvedimenti choc nelle prime due settimane 111111 «I primi quindici giorni avremo addosso gli occhi del mondo intero. Se sbagliamo lì, ci giochiamo tutto». Per questo Matteo Renzi sta lavorando come un matto alle scelte che, diventato premier, dovrà fare subito. E che «dovranno dimostrare immediatamente un cambio di verso, una rivoluzione». I binari sono due: programma e squadra. Idee e gambe su cui farle camminare. Per questo, anche se la liturgia istituzionale - consultazioni, incarico, giuramento del governo deve ancora compiersi (domani sarà a Roma, ma al Quirinale saliranno solo i capigruppo e forse Lorenzo Guerini), è già al lavoro su entrambi i dossier. Ieri ha passato tutta la giornata a Firenze. E, salvo due cerimonie di mattina e pomeriggio in occasione di San Valentino, si è dedicato a questo. Sul programma lo sta aiutando Graziano Delrio, che lo ha raggiunto a Firenze. L'idea è di mettere a punto due o tre «operazioni choc» da fare subito. Nelle prime due settimane. I titoli sono già pronti: burocrazia, lavoro, fisco, scuola. Si parte dalla «rivoluzione digitale» nella pubblica amministrazione' con la decisione di mettere online tutte le spese dello Stato e delle amministrazioni locali. Ogni soldo speso dal pubblico deve essere rendicontato e messo in Rete. E poi impulso alla fatturazione e ai pagamenti elet tronici. Sempre alla voce meno burocrazia ci sarà un intervento di semplificazione amministrativa sulle procedure di spesa pubblica che riguardano Stato centrale ed enti locali. Per esempio, eliminare da subito la sospensiva nel giudizio amministrativo, così da ridurre i tempi delle decisioni e renderle più certe. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad Il pacchetto lavoro è a buon punto perché è il famoso job acts, definito in queste settimane da MariannaMadia, Delrio e Filippo Taddei. Ci sarà la riduzione delle tante forme contrattuali esistenti a favore del contratto di inserimento «a tempo indeterminato e a tutele crescenti». Poi la riforma degli ammortizzatori sociali, con la previsione di un «assegno universale per chi perde il posto di lavoro» e «l'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova propostadilavoro». Pensa, poi, di istituire una «Agenzia Unica Federale» che coordini gli attuali i centri per l'impiego. Infine, verrà scritto un piano industriale che individua sette settori su cui puntare per creare posti di lavoro. Il capitolo tasse prevede unariduzione del 10% dell'Irap per le aziende e l'individuazione di risorse per tagliare il costo del lavoro. L'altro segnale alle imprese è la riduzione del 10% del costo dell' energia, soprattutto per quelle piccole. Sul fronte della lotta alI' evasione fiscale l'idea è di utilizzare gli incroci tra banche dati, servendosi delle nuove tecnologie. E ci sarà l'impegno scritto per cui ogni euro recuperato da evasione e spending review andrà nel taglio del cuneo fiscale. Per finire, lascuola. Già ai primi di gennaio il segretario del Pd aveva annunciato una grande campagna che coinvolgesse insegnanti, assessori del settore. Il progetto non solo verrà subito messa in pratica, ma sarà un modo per riconnettersi con il Paese reale. Naturalmente, accanto a questo, ci saranno provvedimenti sui costi della politica. E un'accelerazione sulla legge elettorale. Quanto alla squadra, quasi sicuramente sarà composta per metà di donne. Le caselle che stanno dando più da fare sono uso esclusivo del l'Economia e la Giustizia. Sulla prima, il segretario del Pd aveva pensato a Lucrezia Reichlin. Ma pare che Mario Draghi, il cui parere - ha messo in chiaro Giorgio Napolitano - è decisivo, abbia espresso perplessità. Lo stesso vale per Lorenzo Bini Smaghi. Problemi ci sono anche per la Giustizia, dove bisogna trovare un ministro che vada bene al Quirinale, ma che non sia un dito nell' occhio a Silvio Berlusconi, alleato nel percorso delle riforme. Sì perché Renzi, dal momento in cui giurerà, dovrà essere "uno e bino": fare il premier, sostenuto dall'attuale maggioranza, e nello stesso mantenere il patto per le riforme con il principale partito dell' opposizione, Forza Italia. Ieri mattina Renzi si è sentito con Denis Verdini e lo ha rassicurato: «Voglio tenere insieme i due tavoli: governo e riforme». Distinti, ma entrambi essenziali. Dunque' da parte sua, non ci saranno scherzi. Manon ci saranno, haassicurato Verdini, nemmeno da parte di Fi. Tanto che Berlusconi si sarebbe detto disposto perfino a «dare qualche senatore» al futuro premier, magari senza formalizzarlo, se ne avesse bisogno per puntellare la maggioranza a Palazzo Madama e renderla autonoma da Ncd e Scelta civica. Renzi si sarebbe poi convinto anon coinvolgere né Sei, né eventuali pezzi di SeI. Pernon creare problemi ad Alfano e per non dare l'idea di una riedizione dell'Unione prodiana. Intanto fonti di Washington, ieri, facevano sapere che la Casa Bianca, purrammaricandosi per le dimissioni di Enrico Let ta, guarda con «curiosità e interesse a quello che sarà il nuovo premieD>. E conferma la visita di Barack Obama in Italia, perii 26 e 27 marzo prossimi. destinatario, non 068391 ::: ELISA CALESSI ROMA riproducibile. Pag. 46 Data Pagina Foglio 16-02-2014 8 1 Abbandono scolastico, ecco gli antidoti Da Padova l'esperienza di una formazione «su misura». Come faceva don Bosco a' Edimar è un villaggio della carità alla periferia di Padova, dove da anni ci si misura con il disagio giovanile, offrendo percorsi di accoglienza e di rilancio scolastico e professionale. Il fondatore Mario Dupuis, che ha ben presenti le cifre sulla dispersione e l'evasione, punta il dito contro le rigidità di un sistema malato di "scuolacentrismo" e propone ricette innovative, nate dall' esperienza di questi anni. «Le ragioni per cui un ragazzo fallisce a scuola sono molteplici, ma una ragione c'è sempre, perché nessuno nasce senza il desiderio di conoscere la realtà. Compito di chi educa è scoprire questa ragione, accompagnare il ragazzo dentro la sua fatica e la sua "malavoglia" a scoprire quello che gli manca. Non è qualcosa che si fa con due sedute e qualche dialogo introspettivo, l'educazione non è un corso accelerato di consigli per vivere. È un cammino, a volte lungo e faticoso, che passa per mille tentativi, punti di verità e punti di menzogna». Di cosa hanno bisogno questi giovani? Di un metodo di apprendimento basato sull' accompagnamento e che non sia confinato nellavoro in aula. I ragazzi cosiddetti difficili sono lì a sfidarci per capire quanto difficili diventiamo noi per loro quando misuriamo il desiderio di conoscere e imparare con l'inclinazione a studiare e stare attenti in classe. I ragazzi che si ribellano alla scuola si ribellano a uno schema che sentono inadeguato. E noi come rispondiamo? Con le sospensioni e le note. Può essere una misura contenitiva, ma è indice di una impotenza educativa. Ci vuole qualcuno che scommetta sulla loro umanità così mortificata e mal ridotta. Con professionalità, ma soprattutto con carità, con amore alloro destino. Può essere utile pensare a nuovi percorsi, più adeguati a questo universo di ragazzi che si sente stretto dentro i percorsi istituzionali? In Italia vige una mentalità" scuolacentrica", servono soluzioni nuove. Se ho il 43 e mezzo di piede e continuano a propormi il 43 o il 44, il mio piede non camminerà mai bene. Bisogna fare come don Bosco, che ha creato una scuola "su misura" per quei ragazzi. Una delle prime esperienze di Ca' Edimar era la scuola-bottega, che ha offerto una risposta a centinaia di giovani che dopo le medie erano disorientati sul loro futuro e non pensavano minimamente di consegnare a una scuola superiore il Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo loro successo formativo. Con un' esperienza basata sulla "bottega artigiana" come luogo dell'apprendimento, questi ragazzi hanno ritrovato stimoli e capacità che credevano di non avere. Il primo esito non è che trovavano lavoro (anche quello però è arrivato) ma che ritrovavano se stessi. Alcuni, forti di questa nuova espeIl percorso educativo di Ca' Edimar rienza, hanno ripreso sfida le rigidità. Dupuis: superare un gli studi. Il segreto?Vesistema malato di "scuolacentrismo" niva fatto un "vestito su misura", cioè una Attenzione alla persona esinergia proposta formativa acon le aziende del territorio deguata a loro e non erano loro che si dovevano adeguare, senza averne i mezzi. Con l'obbligo scolastico e formativo anche dopo la scuola media, questo non è stato più possibile. Come superare la mentalità scuolacentrica? Occorre innanzitutto ricentrare l'obiettivo dell'obbligo scolastico e formativo, che non è l'obbligo degli alunni di frequentare a tutti i costi una delle opportunità previste dal sistema, anche se queste certamente funzionano per la stragrande maggioranza dei giovani. Il vero "obbligo scolastico" è che lo Stato garantisca a ogni studente la proposta formativa di cui ha bisogno per la sua particolare situazione, per cui i soldi che lo Stato non spende perché l'alunno non frequenta una scuola - o la frequenta con insuccesso, non potendo fare altrimenti - dovrebbero essere impiegati come "voucher per il successo formativo" perché si possano offrire progetti formativi adeguati e personalizzati. Qui a Ca' Edimar con alcuni ragazzi facciamo così, d'intesa con l'Ufficio obbligo formativo della Provincia di Padova. Solo che il voucher non viene dallo Stato o da enti locali, ma dalla solidarietà di un gruppo di imprenditori che hanno fondato l'Associazione "Amici di New Labor" collegata con Edimar, che raccoglie fondi per garantire questa opportunità. Dunque è fondamentale il ruolo delle imprese sul territorio... Le aziende, soprattutto quelle artigiane, dovrebbero concepirsi come "aule di scuola" e, d'intesa con formatori all' avanguardia, sostenere percorsi di apprendimento guidato di tipo mentoring finalizzato a offrire all' allievo sapere e competenze, condividendole sotto forma di insegnamento e trasmissione di esperienza, e processi di coachingin cui si propongono al giovane strumenti che gli permettono di prendere consapevolezza delle sue potenzialità, elaborare e identificare i suoi obiettivi e rafforzare la sua efficacia e la sua prestazione, imparando a scoprirle e ad utilizzarle. © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 GIORGIO PAOLUCCI www.ecostampa.it Quotidiano del destinatario, non riproducibile. Pag. 48 LL'TlE~~.;../ \~' 1--' ILr _II Pagina 17 -02-2014 46 Foglio 1 Data MDI appalto La Sodexo Italia contesta il bando da 400 milioni: base d'asta troppo bassa, servizio scadente www.ecostampa.it Quotidiano l Mense alle materne, è guetTa aperta al Tar È guerra su chi darà da mangiare agli scolaretti romani. La battaglia giudiziaria sulla gestione dei servizi mensa nelle scuole d'infanzia di tut ta la capitale è iniziata al Tar del Lazio. A dare inizio alla bagarre è la società Sodexo Italia, esclusa - momentaneamente - dal recente appalto bandito dal Comune di Roma dopo la sua regolare partecipazione in quello precedente del 2007 scaduto nel 2012 (prorogato poi per il 2013) . Ad accaparrarsi il nuovo servizio di ristorazione per una torta da400 milioni di euro per una durata quadriennale, ci sono sei società, anch'esse partecipanti dello scorso appalto (la Sodexo quindi è l'unica • 6 Società Undici i lotti da dividersi in parti uguali tranne la Cascina esclusa) e tutte resistenti nel processo insieme al Comune di Roma: La Cascina Global Service srl, la Società cooperativa italiana di ristorazione, il Consorzio nazionale Servizi (Cns), laDussmannService srl,laSocietà Serenissima Spa e la so cietà Vivenda Spa. Undici lotti da dividersi in parti uguali a parte La Cascina che ne ottiene uno solo. «Innanzitutto - fa sapere la Sodexo - contestiamo i criteri matematico-statistici scelti dal Coma une diRoma per l' aggiudicazione dei punti per la gara. Daquestascelta- precisa la società è stato applicato uno sconto sulla base d'asta (percentuale che si aggira sul 18% su alcuni lotti) che ritenia- mo troppo alto per garantire la qualità del servizio. Inoltre - concludono - abbiamo dei dubbi riguardanti la componente tecnica di alcuni componenti della commissione aggiudicatrice». Il3 gennaio la societàricorrente si è rivolta al Tar. Il ricorso di sospensiva è stato respinto il 6 febbraio e la Sodexo attende una decisione nel merito. La battaglia giudiziaria segue a breve distanza .dallo stato di agitazione deilavoratori delle mense scolastiche di Roma avvenuto nel periodo natalizio, per alcune problematiche legate alla nuova gara d'appalto, e risolto solo i primi di gennaio. La guerra è appena cominciata. GuaHiero Lugli ..... lla'''rl'''rrY,I"''''nn-'To-ll'cllhoMcN-~'"'O.''''plcmn.''dl,~ stop all'esenzione del term figlio "',"' __." Famiglie numerose conb'o il Comune ~;-;:~~,~,::;:. 068391 lllCS~'Ujl.",hjklk\..1\"'<.I·a"e<.<,("el;l1t01e·'\llk1ct,lbH·,I,, Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 49 -ILILL'TlE~M! ~ \ ,/ \~' 1 _ II I/d .1 Data 17-02-2014 Pagina 46 Foglio 1 1--- '~'J _ _ Asili L'associazione: «Ingiurioso cancellare il beneficio con la scusa di aprire nuovi nidi» Stop all'esenzione del terzo figlio Famiglie numerose contro il Comune www.ecostampa.it Quotidiano TI responsabile De Santis: l'assessore Cattoi è avulsa dalla realtà • «L'assessore Cattoi è completamente avulsa dalla realtà nella quale vivono le famiglie romane con tanti figli e pare non comprendere la fatica economica del far famiglia oggi. Inoltre paventarel' arma del ricatto sull'apertura di 4 nuovi nidi per "ben" 149 famiglie (non 149rnila!l a fronte della cancellazione dell' esenzione al terzo figlio è oltr~modo ingiuriosa e "familofobica"». Non usa mezzi termini Angelo De Santis, responsabile dell'Associazione Famiglie Numerose del Lazio, per repli~ care all'assessore capitolino che ha proposto di cancellare il beneficio per le famiglie numerose della Capitale. Proposta che sa più di spot ideologico che di reale risparmio per le casse comunali. «Evidentemente -incalza De Santis - Cattoi governa la nostra città senza conoscerla e senza rendersi conto delle difficoltà in cui versano quasi tutte le famiglie romane dal terzo figlio in poi, anche a causa di questa crisi che sembra non finire più. Ma le soglie di povertà Istat non le consulta? Dai commenti rilasciati ai media si denota la sua scarsa qualità politico-amministrativachenonhalmavisione d'insieme» perché «non si rende conto che tutte quelle famiglie, che con enorme coraggio e fiducia nel futuro decidono di aprirsi a nuova vita facendolo più volte, dovrebbero essere sostenute e premiate sotto qualsiasi forma, anche quella èconomica, e non demora- lizzate e disonorate dal conteggio dei denari posseduti. Quante famiglie ricche con piil prole dal terzo figlio in poi che frequentano il nido, ci saranno a Roma? Perché non s'informaprimadispararenumeri a caso in modo artefatto e ideologico? È palese che i suoi dati economicinonrispecchia·· no affatto la realtà!». De Santis insiste sul tema della soglia di povertà: «Perché urniliarci, arrogandosi a proprio merito, quei casi seguiti dai servizi sociali a cui concede l'esenzione perché hanno un miserabile reddito Isee finoa6000euro?Nondovrebbero esserci famiglie con redditi di 6000 euro quando gli affitti sono a 70011000 euro al mese, le utenze aumentano del7 -9% l'anno e la benzina costa 1,75 euro al litro! Ese èvero, come è vero, che cisono, è compito ordinario di un'amministrazione comunale seria sopperire ai fabbisogni primari di queste povere famiglie. La famiglia è un problema assistenziale o una risorsa per questa città? Ci risponda assessore, per favore! Ma del resto - conclude amaramente - cosa possiamo aspettarci da un Sindaco e dalla sua giunta che in 8 mesi non hanno fatto altro che scelte di natura ideologica e non hanno perso occasione per smontare quelle buone pratiche attuate dalla giunta precedente in materia di politichefamilia'2 ». rl. An.Ac. Polemica 068391 Le Famiglie numerose contestano la proposta di cancellare le agevolazioni negli asili nido Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 50 LITIE~~.;../\-1~)' Pagina 17 -02-2014 46 Foglio 1 Data l _11r""1--' www.ecostampa.it ILI L Quotidiano Prova il 28 al liceo Vittoria Colonna Tutti latinisti con il Certamen Urbis Tacito tradotto anche con i disegni Montaperto AI microfono il presidente del Convivium romanum IIIIIIII Toma il Certamen Urbis, l'unico che fa diventare latinisti anche gli studenti insospettabili, come quelli dei licei artistici e linguistici, non solo i ragazzi di classico e scientifico. E questo grazie a «tre prove differenti» spiega il 36enne prof. Enrico Montaperto, presidente del Convivium Romanum, l'ente promotore del Certamen Urbis. Come'? «Facciamo un esempio - spiega Montaperto -la versione italiana dello storico Tacito dovrà essere tradotta in spagnolo, inglese o francese mentre i ragazzi dell'Artistico la commenteranno con un disegno». Le prove del Certamen Urbis, giunto alla terza edizione - con il sostegno, tra le tante Istituzioni, della Provincia di Roma e che ha la medaglia del Presidente della Repubblica - si terrà il 28 Febbraio al liceo Vittoria Colonna. La premiazione ilIo Marzo in Campidoglio. G. M. Col. .....lla'''rl'''rrY,I"''''nn-'To-ll'cllhoMcN-~'"'O.''''plcmn.''dl,~ stop all'esenzione del term figlio """' __•• Famiglie numerose conb'o il Comune ~;-;:~~,~,::;:. 068391 lllCS~'Ujl.",hjklk\..1\"'<.I·a"e<.<,("el;l1t01e·'\llk1ct,lbH·,I,, Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 51 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 25-02-2014 SO/53 1 /5 un bollettino di guerra. Lo scorso 4 febbraio a Cormons, in provincia di Gorizia, la scuola è stata evacuata perché l'intonaco crollava dal soffitto. Stessa cosa pochi giorni prima, il 31 gennaio, a Sarezzo, Brescia. L'8 gennaio, invece, è finita in tragedia: uno studente del liceo scientifico De Giorgi di Lecce muore dopo essere precipitato nel vuoto in un pozo luce che si trova all'interno dell'area adibita all'educazione fisica. E ci fermiamo ai primi mesi di questo 2014. Viene da chiedersi: ma che scuole frequentano i nostri figli? Il presidente del Consiglio dice che non sono «all'altezza» di un Paese come il nostro. Di certo sono vecchie: degli oltre 36 mila edifici che ospitano scuole (da quelle dell'infanzia alle superiori), solo 9 mila hanno meno di 30 anni (vedi tabella qui sotto). A Milano, per citare un esempio, lo scorso 7 gennaio è stata inaugurata una nuova scuola dopo 40 anni di "fermo". Ma l'anno di costruzione vorrebbe dire poco, se solo si rispettassero le normative. Cittadinanzattiva ha preso in esame 165 edifici scolastici in 18 Regioni. Il ritratto è sconfortante. A cominciare dal capitolo abbattimento delle barriere architettoniche. In dieci anni il numero dei disabili che frequentano le noRitaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo stre aule è cresciuto del 56 per cento: se nel 2001 erano poco più di 120 mila, ora si sfiorano i 200 mila. Eppure solo il 55 per cento delle scuole ha posti auto riservati ai disabìlì nelle vicinanze dell'edificio, dove poi muoversi può diventare un percorso a ostacoli. Sullo stato degli edifici è ancora peggio: il 71 per cento delle scuole non ha porte antipanico, il 41 per cento ha tapparelle e persiane danneggiate, il 28 per cento le finestre. E poi c'è la sporcizia, i bagni senza sapone o carta igienica sono la norma, e ci sono le "piccole insidie", come mobili e termosifoni con spigoli vivi... E così via, in una sequela di pericoli che lascia esterrefatti. Soprattutto nel vedere queste stesse scuole aprire i portoni ogni mattina. Sarà solo un caso? Una "macchina del fango" avviata nei confronti di alcuni istituti? Il fatto è che, per ammissione dello stesso ministero dell'Istruzione, 1'82,3 per cento delle scuole non ha il certificato dì prevenzione incendi «e senza questo documento, così come senza il certificato di agibilità o quello igienico-sanitario, la scuola non potrebbe aprire», denuncia Adriana Bizzarri, coordinatrice del rapporto dell'associazione. «Già, ma se non aprissi rischierei una denuncia per interruziodel destinatario, non riproducibile. Pag. 52 068391 di Francesco Gironi ne di pubblico servizio», taglia corto Gregorio Iannaccone, presidente dell'Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici). "Più che sui problemi legati alle certificazioni, bisogna soffermarsi sulla manutenzione degli edifici che o non è fatta o è fatta male», sottolinea lannaccone. E viene in mente quanto accaduto in gennaio alla scuola De Cosmi di Agrigento, appena ristrutturata: i genitori hanno addirittura deciso di non mandare più i figli a lezione per "allarmanti criticità". Ma attenzione a semplificare tutto parlando delle difficoltà dell'Italia meridionale. E non solo perché, come abbiamo visto all'inizio, l'allarme sta suonando da Aosta a Siracusa, ma anche perché non mancano al Sud esempi in controtendenza. Lo stesso rapporto di Cittadinanzattiva cita un caso da lO e lode in provincia di Agrigento: #Alla scuola primaria Dino Lìotta di Licata l'edificio è stato completamente ristrutturato, ha pannelli solari e un impianto per la depurazione dell'aria. Le finestre hanno i vetri oscuranti e l'ascensore ha un telefono ad altezza carrozzina collegato con un sistema di emergenza". Non è quindi così difficile avere una scuola che risponda a tutti i requisiti. Ma quando le cose non vanno, di chi è la colpa? Tutto sarebbe più semplice se decollasse, finalmente, la cosiddetta anagrafe dell'edilizia scolastica che permetterebbe di conoscere lo stato degli edifici e quali interventi siano più urgenti: la legge è del 1996. Nel frattempo, i dirigenti scolastici, quelli che comunemente chiamiamo presidi, non ci stanno a finire sul banco degli imputati. E non sempre accettano il quadro disegnato da Cittadi- Data 25-02-2014 Pagina SO/53 Foglio 2/5 ci sono: «Non voglio nasconderli, in alcuni punti abbiamo infiltrazioni che monitoriamo: arrivo allo sfinimento, ma otteniamo dei risultati». Colpa dei Comuni (o delle Province quando si parla di scuole superiori)? "II fatto è che le amministrazioni devono essere messe in condizioni di effettuare la manutenzione necessaria», si giustifica Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno (Torino) e responsabile scuola per l'Anci, l'associazione dei Comuni italiani (dalle scuole delI'infanzia alle medie, la responsabilità è comunale). Sotto accusa il cosiddetto "Patto di stabilità" che impone tra l'altro una riduzione costante delle spese anche se le casse del Comune sono in attivo: «Significa che se un temporale danneggia la scuola e i fondi stanziati sono già stati spesi, non posso intervenire anche se ho le risorse economiche per farlo». E allora si aspetta l'intervento del magistrato che obblighi il sindaco a effettuare i lavori. Oppure si spera nel buon cuore di genitori e alunni. Che si rimboccano le maniche e, almeno, sono pronti a dare una mano di vernice. Francesco Gironi www.ecostampa.it Settimanale Fonte: Rapporto nazionale 2013, Ministero Pubblica Istruzione. nanzaattiva. Marta Bartolini. a capo del liceo Scientifico di Manciano (Grosseto), classificato "pessimo" per "sicurezza interna, prevenzione e vigilanza", parla di «strumentalizzazione» e restituisce al mittente le critiche: «Possono scrivere e dire quello che vogliono. La Provincia attesta che nel nostro istituto è tutto a norma». Silvia Steppi Zanin guida la scuola elementare Rismondo di Gorizia, giudicata "insufficiente": "Abbiamo ancora barriere architettoniche, soprattutto nei bagni: 3 anni fa abbiamo inoltrato una richiesta per adeguarli alle norme», spiega. Anche Anna Maria Lamberti ammette che alla scuola elementare dì via Maetti a Roma i problemi DISTACCHI DI INTONACO 20% PRESENZA DI CAVI VOLANTI 8% 068391 Fonte: XI rapporto Sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, 2013 - Cittadinanzatliva. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 53 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 25-02-2014 SO/53 3/5 EDIFICI VECCHI EPERICOLO L'82PERCE DOVREBBE CHIUDERE PERCHÉ LEAU NON SONO A NORMA. LA COLPA NON ÈSEMPRE DELLA CRISI Fonte: XI rapporto Sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, 2013 - Cittadinanzattiva. Fonte: XI rapporto Sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, 2013 - Cittadinanzattiva. E osa risponde il ministro dell'istruzione Maria Chiara ( Carrozzi'! (nella foto) di fronte alla situazione degli edifici scolastici? «Fin dai primi provvedimenti del governo letta, alla sicurezza delle nostre scuole è stata dedicata un'attenzione particolare. I primi 150 milioni stanziati sono già stati distribuiti; per il prossimo triennio sono previsti investimenti per altri 300 milioni e le Regioni potranno attivare mutui a tassi agevolati», dice il Gente. Ma intanto solo il 17 per cento delle scuole ha il certificato antincendio. {(Per avere interventi più mirati, serve riavviare l'anagrafe dell'edilizia scolastica. Il b febbraio abbiamo chiuso un accordo con Regioni ed Enti locali per anagrafe e osservatorio per l'edilizia», Basterà? «('è un problema non solo di risorse, ma anche di norme. Pochi giorni fa abbiamo dato a sindaci e presidenti di Province poteri speciali per portare CI termine progetti di edilizia scolastica. Sono ottimista». Fonte: Xll'apPol'to Sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, 2013 - Cittadinanz3ttiva. 068391 Fonte: XI rapporto Sicurezza, qualità, a(cessibilità a scuola, 2013 - Ciltadinanzattiva. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 54 Pagina 17 -02-2014 1 0/11 Foglio 1 /3 Data www.ecostampa.it Quotidiano Si chiama "Sistema", sono le orchestre giovanili e infantili e sono una delle ultime iniziative promosse dal celebre direttore morto a gennaio. Un'esperienza maturata nel 2010 e mutuata dal Venezuela. A quattro anni un bilancio di Pirro Donati l Sistema delle orchestre giovanili e infantili ita~iano è una delle ultime iniziative promosse da ClaudlO Abbado, forse l'ultimo sogno di un musicista che ha fondato ben 7 compagini per lo più dedicate ai giovani come la European Union Youth Orchestra, la Gustav Mahler Jugendorchester, la Chamber Orchestra of Europe. Il "Sistema", come lo chiamano confidenzialmente, però è qualcosa di più ambizioso di un'orchestra: creato in Venezuela da José Antonio Abreu nelle intenzioni è un progetto di educazione e pratica musicale gratuita per l'infanzia e l'adolescenza, con una forte attenzione al disagio fisico, psichico e sociale. Trapiantato in Italia da Federculture e dalla Scuola di Musica di Fiesole, con qualche difficoltà sta prendendo piede in un paese come il nostro, che vanta una delle più importanti tradizioni musicali del pianeta di cui a chiacchiere tutti si gloriano, ma dove manca una seria istruzione musicale di 1;.as~. l' I Cmquanta realta In tutto O Stiva ~ Arrivato ufficialment~, in Ital~a n~l 20~0, I?a p~rh~o con qualche passo falso gla un palO dI anm pnma, Il SIstema oggi conta una cinquantina di realtà associate e sono circa 8 mila i bambini o i ragazzi che hanno partecipato o partecipano alle sue iniziative, di cui la più rilevante da un punto di vista istituzionale è stato il concerto natalizio tenuto dall'Orchestra Nazionale del Sistema in Senato lo scorso dicembre. E non è certo mancata una notevole attenzione mediatica alle Mani bianche, vale a dire a quelle compagini di fanciulli con problemi sensoriali, per lo più sordomuti, che assieme a Cori di voci bianche partecipano all' esecuzione di un pezzo muovendo le manine guantate di bianco, con un sicuro effetto coreografico e un forte impatto emozionale sul pubblico. Il lavoro sul disagio, in questo caso psicofisico ma altrimenti anche sociale, è senz'altro uno degli aspetti più apprezzabili del Sistema, anzi per dirla schietta è una delle sue ragioni fondative. Quando a metà degli anni '70 del secolo scorso Abreu iniziò a Caracas quel percorso che ha I Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad poi portato al Sistema, uno dei principali obiettivi era offrire ai giovani venezuelani, soprattutto delle classi più povere, una alternativa alla strada, al crimine e alla droga. Non a caso il motto del Sistema in Venezuela è Tocar y luchar, suonare e lottare, uno slogan in cui risuonano gli ideali di liberazione e rivincita sociale di un intero continente come il Sud America. Nel giro di una trentina d'anni il Sistema in Venezuela ha assorbito i Conservatori e le scuole di musica e gestisce l'educazione musicale per lo Stato, con 125 orchestre infantili e giovanili, 30 orchestre sinfoniche, di cui la più celebre è la Simon Bolivar che, diretta da Gustavo Dudamel, con le sue tournée scatena gli entusiasmi dei pubblici di tutto il mondo per l'energia e la simpatia con cui quei ragazzi porgono la musica. Con i suoi 180 nuclei sparsi sul territorio venezuelano il Sistema garantisce l'educazione musicale a 350 mila giovani, talvolta ragazzi e ragazze con storie molto dure e che in alcuni casi trovano nella musica un orizzonte di vita diverso. Il Sistema si regge su un forte codice etico-filosofico, non a caso centro del percorso educativo è soprattutto la musica sinfonica e in parte da camera, vale a dire partiture dove è fondamentale lo spirito di gruppo, il lavorare assieme, la capacità di ascoltare e di ascoltarsi. La creazione insomma di un'armonia umana prima ancora che musicale. È sintomatico come il Sistema in Venezuela abbia prodotto numerose orchestre, dunque molti strumentisti alcuni dei quali oggi militano in formazioni europee, qualche direttore d'orchestra - un primus inter pares -, ma non dei solisti di fama internazionale. L'altro cardine del Sistema è l'organizzazione, basata su nuclei territoriali piuttosto flessibili, collegati in senso piramidale: inizialmente inquadrati in compagini formate in base alle fasce di età, i ragazzi se poi maturano delle particolari doti musicali sono instradati verso le orchestre maggiori e i bravissimi arrivano appunto alla Simon Bolivar. Gli stessi allievi sono progressivamente responsabilizzati, poiché chiamati a trasmettere quanto hanno appreso ai più piccoli o a quanti siano arrivati dopo di 10ro. uso esclusivo del destinatario, non 068391 IL SOGNO DI ABBADO SUONATO DAI RAGAZZI riproducibile. Pag. 57 In questo senso è possibile parlare di metodo Abreu, che andrebbe inteso come un percorso educativo e organizzativo, altrimenti potrebbe risultare fuorviante. Infatti, sotto il profilo della didattica musicale in senso stretto, il Sistema non ha una precisa metodologia, paragonabile a quella di Carl Orff o di Zoltan Kodaly tanto per citare due metodi piuttosto celebri. La cosa naturalmente può lasciare perplessi da un punto di vista squisitamente didattico, ma a ben vedere era funzionale a un paese come il Venezuela, dove non esisteva una particolare tradizione musicale colta, e dove conservatori e scuole di musica erano assai pochi. Inoltre l'assenza di un metodo didattico specifico si è dimostrata vincente per esportare il Sistema in paesi con differenti culture e tradizioni musicali, come è avvenuto nell'America Latina e del Nord, in Australia, in molti stati europei, tra cui la Francia, l'Austria e appunto l'Italia. Tuttavia si rimane un po' sorpresi dai video di cui è piena la rete o dai film divulgativi distribuiti dalla Fundaci6n Musical Simon Bolivar, che gestisce il Sistema in Venezuela, in cui si possono vedere alcune lezioni. L'impressione per dir cosÌ di un certo spontaneismo è talvolta forte, in un campo come la didattica musicale dove la vecchia Europa avrebbe ancora molto da dire e da dare. (osa fa il Parlamento 17 -02-2014 1 0/11 Foglio 2/3 Data Più di un grande musicista. Un vero e proprio genio. Ecco Claudio Abbado. Un uomo capace di raggiungere le vette della musica. Eppure il sogno del maestro (nato nel 1933 e scomparso il 20 gennaio scorso) è sempre stato quello di rendere accessibile e comprensibile la musica a un grande numero di persone. Come testimoniano i concerti organizzati negli anni in cui era direttore musicale delle Scala (dal 1968 al 1986). Abbado - nominato senatore a vita da Napolitano nell'agosto scorso - è stato anche direttore artistico della Staatsoper di Vienna e dei Berliner Philharmoniker. È UN PROGETTO DI EDUCAZIONE E PRATICA MUSICALE GRATUITA PER I PiÙ GIOVANI, CON UNA FORTE ATTENZIONE AL DISAGIO FISICO, PSICHICO E SOCIALE 068391 Va da sé che in Italia il Sistema usi per lo più i metodi didattici più diffusi nei nostri Conservatori e di spontaneismo magari si potrebbe parlare in altro senso: il Sistema da noi coinvolge molte realtà, alcune anche prestigiose, ma tra loro forse troppo eterogenee. Siamo ancora ai primi passi, ma il fatto che stia appassionando anche pezzi della società civile e ci sia addirittura una legge in Parlamento per riconoscere il Sistema, ricorda un vecchio assioma della fisica classica: il vuoto assoluto non esiste, e in assenza di una vera educazione musicale di base era prevedibile si agglutinassero elementi, magari disparati. Quindi non bisogna cadere vittime di facili snobismi, di altrettanto facili entusiasmi e in prospettiva saper cogliere quanto il Sistema può offrire al nostro paese, comprendendone anche i limiti. Missione impossibile, o quasi, per una politica come quella italiana che si è dimostrata sorda alla musica e forse in generale alla cultura. Da innumerevoli studi risulta infatti che il nostro è un paese a bassissima partecipazione culturale, sono scarsi gli scrittori, le persone che danzano, che recitano, che dipingono e, dal punto di vista musicale, siamo afflitti da un disastroso analfabetismo: pochissimi sanno suonare o cantare, meno ancora sanno leggere la musica. Un piano di alfabetizzazione musicale nazionale, questo era probabilmente il sogno di Abbado, è quanto il governo e il Parlamento sono da decenni chiamati a corrispondere e non lo fanno. Una simile iniziativa potrebbe trarre sicuro vantaggio dal Sistema, coscienti che in Italia esistono già moltissime scuole di musica private oltre a un sistema pubblico sicuramente imperfetto, migliorabile, e su cui da anni non si investe, anzi si tagliano risorse. Nel bene e nel male sono loro gli eredi della nostra ricchissima tradizione musicale, da non disperdere per inerzia o nel vento di una moda del momento. Pagina www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 58 I IL~'rl'1NO Quotidiano Data Pagina Foglio www.ecostampa.it I 17-02-2014 1 1 /2 Serve una discussione seria sulla valutazione dei ragazzi Il test Invalsi distrae dallo studio Giorgio Israel a questione della valutazione del sistema scolastico, e del L ruolo dell' ente preposto a tale funzione, l'Invalsi, non è roba da addetti ai lavori. Ogni genitore tocca con mano le novità introdotte dall'uso diffuso di test che, nel caso dell' esame di terza media, infIuiscono anche sul voto. Era quindi giusto che, nel momento in cui si aprivano le procedure per la nomina del nuovo presidente dell'Invalsi, si chiedesse un dibattito su ruolo e metodi della valutazione nella scuola italiana. Purtroppo, la cosa ha preso subito un taglio bizzarro cosÌ riassumibile: discutiamo sÌ, ma per convincere i recalcitranti della bontà dell'indirizzo finora seguito. > Segue a pago 12 , .lél.'.\.~.U({.*.p'a~~ina Il dibattito sulla valutazione dei ragazzi: il test Invalsi distrae dallo studio E nessuno si azzardi a modificarne di un millimetro la direzione, altrimenti si renderà responsabile di una catastrofe nazionale; il tutto condito, con articoli e interviste, da una pesante delegittimazione del Comitato di selezione delle candidature' in alcuni casi fino alla denigrazione. Come si diceva, la problematica investe la vita quotidiana di insegnanti, studenti e famiglie. Inmolte classi, in questi giorni, gli studenti sono invitati a stampare i test Invalsi di italiano e matematica per le medie: due volumi di un centinaio di pagine che spodesteranno parte della didattica ordinaria, impegnando nell' addestramento a superare i quiz invece di studiare testi di letteratura o teoremi di geometria. Lo stesso accade nelle primarie, sebbene i test Invalsi vi abbiano un ruolo di mero censimento. Il dilagare di quel che gli anglosassoni chiamano il «teaching to the test» - l'insegnamento in funzione del superamento dei test e non in funzione dell' acquisizione di conoscenze - è una realtà innegabile. E poiché questa prassi è sempre più aspramente criticata proprio nei paesi in cui è diffusa da tempo dovrebbe essere razionale discuterne. I critici che non sono di per sé nemici della valutazione (e non sono pochi) osservano che la pratica del «teaching to the test» conviene ai peggiori insegnanti che, invece di fare un lavoro di classe impegnativo (commentando e discutendo testi di letteratura, o spiegando concetti matematici), si adagiano a «somministrare» quiz e a verificare, come nei giochi televisivi, la velocità di risposta degli studenti. Vi sarebbe poi da discuteRitaglio Scuola: testate nazionali stampa ad re sul contenuto e la qualità dei test e sul dilagare di una manualistica di addestramento di infimo livello. Sono tutte questioni molto serie, su cui all' estero si dibatte, e il vero provincialismo è far credere che sia tutto ovvio, invece di considerare come un fatto positivo, l' esistenza nel mondo della scuola di un' ampia diversità di visioni e del desiderio di discutere. In conclusione, in una fase cosÌ delicata, l'Invalsi ha bisogno di un presidente e di una dirigenza capaci di parlare con il mondo della scuola, non per indottrinare ma per discutere, capaci di affrontare le tematiche in gioco con spirito aperto, come conviene a un atteggiamento razionale. Il nuovo presidente, Anna Maria Ajello, sembra essere la persona giusta, anche in vista delle sue prime equilibrate dichiarazioni. È naturale quindi che, in questa nuova fase, sia riemerso da più parti l'invito a dibattere il tema della valutazione. Tutto bene, dunque? Per niente. Perché con toni stizziti e diffidenti è stato riproposto lo stesso ammonimento di cui all'inizio: state attenti, la linea giusta è quella finora seguita, e che va anzi rafforzata, e chi non è d'accordo è persona che «non vuole mai mettere in discussione il proprio operato». È il punto di vista sostenuto da Luisa Ribolzi, commissario dell' Anvur (l'equivalente dell'Invalsi per l'università) in un duro commento sul Sole 24 Ore che ammonisce che «se si operasse un ridimensionamento del programma di test in favore della cosiddetta «valutazione qualitativa», finiremmo anche con l' allontanarci dal quadro di riferimento europeo». Siamo alle solite. Quando non si sa come imporre qualcosa si riuso esclusivo del corre all'imperativo <<l'Europa lo vuole» che, ammesso che esista, non dice nulla a chi ragioni con la propria testa, visto che i precetti dell' eurocrazia non sono il quinto Vangelo. Pochi giorni or sono il presidente Napolitano è andato al Parlamento europeo a dar voce alle critiche sempre più diffuse di chi denuncia il rischio di appiattirsi dogmaticamente su ricette che alimentano l'euro scetticismo. Non solo l'economia, ma la cultura e l'istruzione sono un tema su cui non può essere vietato discutere e riflettere criticamente. Vi sarebbe molto da dire sulla contrapposizione tra valutazioni «quantitative» e «qualitative»: se mai, i fautori delle prime non sostengono la tesi assurda che le seconde non esistano o siano il «male», ma sostengono di poterle riassorbire nelle prime ed è proprio questo uno dei punti più controversi. Vi sarebbe molto da dire sull' operato dell' Anvur, di cui molti pensano (esi tratta spesso di persone di prim' ordine sul piano scientifico) che non sia un modello di pratiche virtuose, e che invece stia contribuendo a seppellire l'università sotto un cumulo di burocrazia e a ridurla a un luogo di compilazione di scartafacci inutili. Vi sarebbe molto da dire sulla pretesa di qualificare chiunque non si adegui al «verbo» come uno che vuoI «tirare a campare» (casomai, è il «teaching to the test» che sta mobilitando stuoli di insegnanti che tirano a campare). Ci lirnitiamo a rilevare l'emergere di un atteggiamento che sarebbe solo buffo se la faccenda non fosse seria: chi si rifiuta categoricamente di mettere in discussione il proprio operato accusa chi chiede di discutere criticamente di non voler met- destinatario, non 068391 Giorgio Israel riproducibile. Pag. 60 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio venga il dibattito; ma non quello che si faceva in certe assemblee, dove tutti parlavano e poii capi davano la linea e chi non si atteneva veniva sprangato. Certo, qui nessuno spranga, ma qualche volta le sprangate intellettuali non sono meno pericolose. www.ecostampa.it tere in discussione il proprio operato ... È quindi auspicabile che venga una fase aperta,liberadalogiche di irregimentamento. E ben 17-02-2014 1 2/2 068391 © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 61 Data Pagina Foglio 16-02-2014 28 1 L'incapacità di attrarre studenti di Dorella Cianci e è vero che la felicità di uno Stato si misura da alcuni parametri economici, è anche vero che questa è strettamente collegata alla capacità che lo Stato ha di universalizzarsi con il sapere. Già Platone riteneva fondamentale il fatto che lo Stato riconoscesse dei "premi" ai più meritevoli: «Un saggio Stato deve, quindi, mese per mese, dedicare una giornata almeno o di più agli esercizi militari, senza preoccupazione alcuna per il freddo invernale o per la estiv~calura. Si distribuiscano premi e onori; i cittadini reciprocamente si rivolgano encomi e critiche, a seconda di come ciascuno si sarà comportato negli agoni, non solo ma nel corso di tutta la sua vita, celebrando il valore di chi si sia dimostrato altamente virtuoso, disprezzando chi non lo sia stato». Di recente è stato pubblicato un volumetto di Semplici che, interrogandosi sul brain drain, fornisce preliminarmente dati su una situazione sconcertante che porta molti ricercatori e studiosi ad andar via, con una contropartita quasi pari a zero: infatti sono pochiSSimi gli studiosi che arrivano in Italia. «Non si può ingabbiare il capitale umano all'interno di frontiere nelle quali esso è cresciuto», ma ciò che preoccupa è la scarsa capacità dell'Italia di attrarre investimenti dall'estero, sia materiali sia immateriali. I maggiori Paesi capaci di attirare capitale umano, secondo gli ultimi dati dell'Istat, sono il Regno Unito, la Svizzera, la Germania, la Francia. E l'Italia? Attira pochissimi stranieri e secondo i dati Almalaurea molti ven- zie al libretto di Semplici nascono anche alcune considerazioni (lontane, ma non troppo) sulla situazione dei programmi scolastici, che da qualche tempo hanno previsto un assottigliamento dell'insegnamento del greco. Potrebbe esser opportuno citare il caso Pasolini, il quale, nelle sue esperienze scolastiche, in Friuli, ritenne opportuno anticipare lo studio del greco nella scuola media,prima dell'approccio al latino, un esperimento rimasto quasi sconosciuto: «Se lo studio di una lingua moderna ha effetti anche pratici, lo studio di una lingua antica ha un significato umanistico: deve solo servire a leggere le grandi opere. E non capisco perché il fine - sempre, ahi, irraggiunto e irraggiungibile - non sia se mai di conoscere la letteratura greca, cosÌ più importante e più grande di quella latina. Il latino potrebbe sempre essere insegnato poi, al liceo e all'università, a uso di coloro che si occuperanno di letteratura romanza, di storia della lingua». Posizioni anche diSCutibili, ma già il grecista Giorgio Pasquali (1885-1952), in un saggio, incoraggiava lo studio del greco prima del latino La tendenza attuale rincorre esclusivamente l'appiattimento di entrambe le lingue classiche, senza considerare la loro peculiarità scientifica, ma non c'è da stupirsi, visto che lo stesso Pasquali diceva «il greco nelle nostre scuole non si impara», è solo sulla bocca dei tecnocrati o degli esteti (si veda anche il volume Disegnare ilfuturo con l'intelligenza antica. L'insegnamento del latino e del greco nell'Italia e nel mondo, a cura di L.Canfora -U. Cardinale, Il Mulino ). © RIPRODUZIONE RISERVATA S. Semplici, Italia no, Italia forse. Perché i talenti fuggono e qualcbevoltarltomano, La scuola, Brescia, pagg. 96, € 11,00 068391 S gono dall'Albania, dalla Grecia e dal Camerun. Le politiche statali non hanno ancora compreso che le ricadute economiche di questa fotografia scattata da enti statistici sono molto gravi e intanto si perde competitività. Un po' di dati. La sola università di Harvard, nell'ultimo Financial Report, indica un totale di entrate operative pari a oltre tre miliardi di euro, si tratta di quasi il triplo delle entrate dell'Università "La Sapienza" di Roma, che ha oltre 113mila studenti rispetto ai poco più di 20mila di Harvard, con un rapporto di docenti di 2 a 1. Le poche risorse fanno sÌ che l'Italia si trovi in fondo alle classifiche dei Paesi Ocse per quanto riguardalaformazione terziaria, dove si segnala che solo l'Ungheria e la Repubblica Slovacca stanno peggio. Nel rapporto Education at a glance 2013, una pubblicazione Ocse, l'Italia quasi non esiste come meta degli studenti stranieri. In uno scenario impietoso, come quellO delineato nel primo capitolo del libro, torna a spuntare il concetto di «merito», sempre più abusato nelle società che lo hanno quasi eliminato e degenerato in «meritocrazia», con quell'aspetto violento del merito che si impone, tipico sia della "società liquida" che ha staccato i corpi dai suoi concetti, trasformando una peculiarità, come il merito, in un elemento falsificato dall'antipoliticasia di un'antica e latente mentalità di origine spartana, che intendeva il "potere del merito" come elemento discriminatorio. Negli Stati Uniti rimane modesto l'interesse verso il settore delle Humanities e dell'Education, a favore delle discipline scientifiche. In Italia, per contrastare il fenomeno contrario, si sta procedendo a uno svilimento delle discipline umanistiche a cominciare dai programmi scolastici. Gra- www.ecostampa.it Settimanale Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 62 IL GIORNALE D'ITALIA Data Pagina Foglio 16-02-2014 5 1 /2 ISPRE IU,LEMIeHE SUIl CON:11ENUlJ!O DEI IRE MINQILI DEIlL'ISl1lliEUlJ!O BEGIe I temi tranati e gli esercizi che gli insegnanti dovrebbero proporre ai bambini introduzione di Educare alla diversità chiarisce fin da subito le intenzioni e gli scopi del progetto: "A un bambino è chiaro da subito che se è maschio, dovrà innamorarsi di una principessa, se è femmina di un principe. Non gli sono permesse fiabe con identificazioni diverse". E se è vero che tutte le bimbe hanno sognato di essere al posto di Cenerentola o Biancaneve e i bimbi di trovare la loro Bella Addormentata, non per questo sono cresciuti omofobi e irrispettosi delle differenze. E di sicuro non sono le fiabe - che preservano sogni ed innocenza - a minare la loro capacità di capire la diversità. Eppure, stando ai voi umetti dell'Istituto Beck, i piccoli crescono con gli "stereotipi" della famiglia formata da una mamma e da un papà (donna e uomo quindi), trascorrendo l'infanzia "senza accenni positivi alle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender", dando per scontato che l'orientamento sessuale debba essere eterosessuale. Ed è proprio per sfatare questi miti che sono state predisposte linee guida per rieducare insegnanti e studenti delle scuole elementari e superiori. Programmi e progetti articolati in indicazioni per maestri e professori, che attraverso letteratura, cinema e confronti con ospiti gay o trans, dovranno spiegare che esistono anche realtà diverse dallo "stereotipo da pubblicità" della famiglia tradizionale. Senza usare analogie che sottintendano "che l'eterosessualità sia l'orientamento normale". Niente regine che aspettano il loro re quindi. E nemmeno maschietti appassionati di calcio o formula uno. Meglio farli parlare di cucina e incoraggiare le femminucce a giocare con le macchinine. E non finisce qui. Ci sono anche esempi di problemini di aritmetica: "Rosa e i suoi due papà comprano due lattine, se ogni lattina costa 2 euro quanto hanno speso?". Senza contare domande come "un pregiudizio diffuso nei paesi di natura fortemente religiosa è che il sesso vada fatto solo per avere bambini. Poiché invece la cosa che conta è il rispetto del partner coinvolto nell'atto sessuale,potremmo ribaltare la questione chiedendoci: i rapporti sessuali etero sono naturali?". E ancora: si suggerisce la visione di film e documentari a tematica omosessuale e la preparazione di cartelloni con frasi tipo "che cosa fa una famiglia quando ci sono due mamme o due papà". Questo per quanto riguarda le elementari. Alle medie e superiori infatti il programma si "arricchisce" con ulteriori indicazioni. "Coloro che in questo periodo si accorgono di essere gay, lesbiche o bisessuali devono sostenere sfide peculiari del loro orientamento", e i loro insegnanti devono essere preparati ad aiutarli, evitando libri, temi o film in cui si presume che la normalità sia quella del rapporto etero. Che invece deve essere presentato "solo come uno dei possibili orientamenti sessuali". Suggerendo programmi tv 'politicamente corretti' o proponendo giochi che vanno dalle associazioni di parole ("cosa vi viene in mente quando dico le parole gay, lesbica, bisessuale, trans?") ai fatti e opinioni, in cui si analizzano e confutano le posizioni contrarie ai rapporti omosex. Che sono considerati anormali solo per la scarsa considerazione che hanno avuto al cinema e in tv. Meglio porvi subito riparo. Con film appositi tipo "Kràmpack" . Questa la trama: "Nico e Dani sono due ragazzi sedicenni che si apprestano a trascorrere le vacanze insieme. È l'estate della perdita della verginità. I due in passato avevano condiviso giochi di masturbazione reciproca" . Cose come queste rendono nostalgici della scuola vecchio stile. Che a ben vedere non ha prodotto quei mostri disumani che vogliono farci credere. CdG 068391 , www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 63 IL GIORNALE D'ITALIA Data 16-02-2014 Pagina 5 Foglio 1 I testi hanno il timbro delle Pari opportunità. Ma il vice ministro dichiara: "Non ne sapevamo nulla" di Cristina Di Giorgi Ma di sicuro non imponendo punti di vista di parte che stravolgono modelli, valori e tradizioni millenarie, Ed è proprio questo che cerca di fare il progetto Educare alla diversità. Sfogliando i tre libretti incriminati, si legge infatti che la famiglia tradizionale è uno "stereotipo da pubblicità", che i due generi (maschio e femmina) sarebbero solo un'astrazione, che la religiosità è un disvalore, che è una violenza leggere i romanzi i cui protagonisti sono etero. Lo denuncia Lucia Bellaspiga, che su Avvenire scrive: si tratta di "una serie di assurdità volte ad 'instillare' (questo il termine usato) nei bambini fm dalla tenera età preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra un padre e una madre, Alloro posto un relativismo che non lascia scampo ad alcun valore, Il tutto mascherato da rispetto per le diversità e diritto alla propria identità" , Quanto all'uso specifico dei tre volumi, "dal punto di vista puramente tecnico si tratta di materiali didattici messi a disposizione di insegnanti e studenti - spiega Roberto Pellegatta, preside dell' Istituto 'Meroni' di Lissone (Mi) - che quindi necessitano del parere concorde di docenti e genitori", Tra l'altro, commentando i tre libri in questione, il preside aggiunge: "mi sono confrontato anche con i colleghi delle medie e delle elementari e a nessuno pare materiale appropriato per la scuola: potrebbe essere adottato solo laddove qualche singolo docente volesse agitare posizioni molto ideologiche e usarlo come strumento di battaglia", Dittatura di genere quindi, Altro che difesa dei diritti e rispetto per le diversità. III 068391 educazione degli studenti italiani passa attraverso la diversità. Ed è appunto "Educare alla diversità a scuola" il titolo del progetto che prevede la redazione di tre volumetti destinati ai bambini e ragazzi degli istituti primari e secondari, Tre guide contro il bullismo e la discriminazione, prodotte dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio, dall'Ufficio anti discriminazioni razziali e dall'Istituto Beck. Questo almeno secondo gli autori, Già, perché di tale "produzione" quelli delle Pari opportunità non ne sanno proprio nulla, E' quanto emerge dalle dichiarazioni del vice ministro Maria Cecilia Guerra, che ha sconfessato l'operazione affermando che' 'di questa ricerca ignoravamo addirittura l'esistenza", Un fatto che definire grave è dire poco, soprattutto dato che i tre volumi sono stati pubblicati e diffusi con il sigillo del Dipartimento stesso, Che, dice ancora il vice ministro, ha inviato' 'una nota formale di demerito al direttore dell'Unar Marco De Giorgi", Oggetto della comunicazione è appunto la diffusione nelle scuole di materiale non approvato e addirittura sconosciuto a chi avrebbe il compito di supervisionare ciò che viene pubblicato sotto l'egida delle Pari opportunità. Materiale che, tra l'altro, non è stato valutato neanche dal Ministero dell'Istruzione (che invece dovrebbe sempre avere voce in capitolo sulla diffusione di strumenti didattici), Secondo la ricostruzione di Maria Guerra, l'Istituto Beck ha prodotto il kit per insegnanti sulla base di un contratto con l'Unar, che ha poi autorizzato la diffusione dello stesso con il logo della Presidenza del Consiglio-Pari Opportunità, senza però darne comunicazione a chi di competenza,' 'Una materia così sensibile _ dice ancora Guerra - richiede particolare attenzione ai contenuti e al linguaggio, Questa attenzione, quando si parla a nome delle istituzioni, ricade nella responsabilità delle autorità politiche, che devono però essere messe nella condizione di esercitarla", Anche e forse soprattutto quando si tratta di argomenti estremamente particolari come quello in questione, il cui impatto su bambini e adolescenti può avere conseguenze anche drammatiche, "Sono convinta - conclude il vice ministro - che l'educazione alle diversità sia cruciale, La finalità però non deve mai essere quella di imporre una visione unilaterale del mondo, ma quella di sollecitare nei giovani senso critico e rispetto di ogni specificità e identità, a partire da quelle che coinvolgono l'ambito affettivo e valoriale", Fa eco a questa netta presa di posizione anche la dichiarazione del sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi, che sottolinea la grande confusione di compiti e rapporti tra l'Unar e il Miur, "che non sa niente di quanto viene deciso" dall'Ufficio anti discriminazioni razziali, "che produce materiale per le scuole, Tra l'altro con un'impronta culturale a senso unico", Per carità, la questione del bullismo e dell'integrazione va comunque affrontata, soprattutto tra i giovani, www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 65 IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio 16-02-2014 7 1 www.ecostampa.it Quotidiano Anche per scuola e università la vera sfida è alla burocrazia Non basta avere le risorse per migliorare le strutture se poi mancano i permessi Giorgio Israel I limiti Il nuovo governo metta fine allo scandalo delle lauree affossate per la formazione degli insegnanti © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 L'idea circolante di un grande piano per l'edilizia scolastica e universitaria è ottima. Perchénonfallisca miseramente deve accompagnarsi a una lotta senza quartiere alla burocrazia: un preside racconta di "disporre" di un'ingente somma per ristrutturare il suo fatiscenteplesso, ma di essere bloccato dal comune che non la molla. Lotta alla burocrazia a tutti i livelli, anche per dare senso alla valorizzazione del merito con la valutazione; che deve esserevalutazione ex-post (con premi e sanzioni) di ciò che si è fatto, e non l'imposizione a priori di miriadi di regole e il soffocante controllo passo dopo passo. In Italia esiste l'incontenibile tendenza a creare strutture burocratiche di stile sovietico. La valutazione dirigista praticata dall'Anvur ha prodotto guasti all'università, investendola di una valanga di prescrizioni formali che soffocano lo spazio della ricerca e della didattica. Valutare il sistema scolastico e gli insegnanti non può significare comprimere lo spazio della didattica con il dilagare del "teaching to the test" indotto dal ricorso eccessivo ai test. L'intero sistema di valutazione va ripensato in modo equilibrato. In assenza di comportamenti coerenti, "largo ai giovani" è diventato uno slogan stucchevole: la scuola ha l'enorme problema dei precari ma è inammìssibile che ogni tentativo di aprire un canille stabile di formilzione e reclutamento dei giovani insegnanti sia ostacolato in modo perverso. Il governo dovrà essere capace di riattivare questo canale e di porre fine allo scandalo dell'affossamento delle lauree per la formazione degli insegnanti. Si straparla di riformare i cicli e di abbreviare il percorso scolastico. Si operi per rivitalizzare il sistema invece distressarlo conl'ennesimaaffrettata sperimentazione. Ben venga garantire a tutti la scuola dell'infanzia, e forse tagliare di un anno la primaria, ma ci si pensi dieci volte prima di toccare medie e superiori. Abbandoniamo il vizio provinciale di copiare quel che altrove è stato sperimentato e non ha dato buona prova: in Germania si sta tornando indietro rispetto all' accorciamento dei licei. Abbiamo martoriato istruzioni tecniche e professionali tra le migliori del mondo. È indispensabile potenziarle, ma alla larga dall'idea sconsiderata di farne pagare il prezzo ai licei: un paese avanzato ha bisogno di valorizzare l'intera filiera dell'istruzione, in cui tutto è strategico, inclusa la formazione scientifica e classica. Non dimentichiamo infine che istruzione e cultura non sono compartimenti separati: l'istruzione non addestra soltanto ma forma persone qualificate e autonome, dalla mente aperta e capaci di muoversi in ogni contesto. Perciò, nell'istruzione il farmaco più tossico è un approccio meramente tecnocratico. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 66 Data Pagina Foglio 15-02-2014 38 1 I rischi dietro i progetti di semplificazione. Perché cambiare non è sinonimo di migliorare www.ecostampa.it Settimanale di Giuseppe Benedetti AI liceo, ad esempio, con meno anni e la settimana corta si abbassa la qualità dell'istruzione notare che cambiamento non coincide sempre con miglioramento. Proprio il nostro sistema di istruzione e formazione, dalla scuola all'università, è una prova vistosa del fatto che i due termini non sono equivalenti. Ma la strategia in atto per abbassare la qualità dell'istruzione è molto insidiosa perché non è solo imperniata sull'idea del cambiamento (tuttavia senza un'idea chiara di futuro), ma anche sul seducente impulso della semplificazione. Riduciamo gli anni di scuola e adottiamo la settimana corta, con un certo risparmio sui costi. Chi (sempre meno) prova a obiettare che con questi ritmi non si riuscirà a svolgere i programmi come prima viene taci- tato con un sorriso di compatimento perché, si risponde, i programmi sono roba vecchia, da scuola ottocentesca. Sono stati spazzati via dalle "programmazioni", che definiscono le "competenze" da acquisire e se ne infischiano delle "conoscenze". E se qualcuno (sempre più solo) prova a replicare che le conoscenze sono state sempre insieme alle competenze, tranne che nei pedanti di ogni tempo (la cui lingua astratta somiglia moltissimo a quella dei "riformisti" di oggi), troverà dei replicanti che, scuotendo la testa, ammetteranno pure che la nostra scuola è ottima, ma concluderanno che è noiosa. E perciò bisognerà puntare sul "lazy teacher" (l'insegnante pigro), che renderà le lezioni più divertenti perché saranno gli studenti i protagonisti. In questa nuova scuola conteranno più i processi che i risultati. Del resto, non c'è un altro sistema per realizzare l'insegnamento personalizzato. L'insegnante pigro (e per questo eccezionale) chiederà agli studenti che cosa vogliono imparare e in che modo raggiungere l'obiettivo. Gli studenti saranno promossi subito al rango di esperti perché non dovranno cadere nel facile consumo di un ascolto passivo. Secondo questa teoria, quando si insegnerà meno si imparerà di più. La nostra scuola non commetterà più l'errore di sfornare eruditi e saprà intrattenere i giovani che passeranno il tempo tra congegni elettronici e laboratori, suggerendo agli ex insegnanti come organizzare la giornata scolastica senza annoiarsi. joeben61@libero. it 068391 ondate si riversano sulla scuola teorie illusorie impermeabili a ogni discussione, veri e propri misteri che, a cascata, rimbalzano dai tecnoburocrati del ministero sui direttori degli uffici provinciali prima di essere raccolti e propalati come articoli di fede dai dirigenti e dai loro collaboratori. Sono verità rivelate che sfuggono alla comprensione soprattutto di chi ha una certa pratica scolastica. Pertanto accade spesso che al ripetersi di questi annunci i docenti più scettici ripassino mentalmente il calcolo degli anni che mancano alla pensione. Induriti dall'incredulità verso i miracolosi cambiamenti più volte profetizzati, preferiscono non dichiarare il proprio dissenso, perché chi non si allinea è considerato fuori dal tempo. Anche quando è evidente che le "riforme" sono reclamate dalle varie lobby interessate a manipolare masse di ignoranti. Gli interventi dei portavoce di questi gruppi di interesse possono paragonarsi ai discorsi dei difensori delle multinazionali del tabacco e dei produttori di armi. Prescindono dai dati di fatto o se ne servono parzialmente, grondano slogan più o meno collaudati. Prendiamo il nostro liceo, che così com'è funziona, tant'è vero che spesso è la fucina di quelli che subito dopo saranno dei "cervelli in fuga". Ebbene, secondo la potente lobby dell'ignoranza deve cambiare. Perché? Ma perché tutto cambia, dicono. Cambiano i giovani, cambia la società, cambia il mondo del lavoro. Contro la potente lobby dell'ignoranza non c'è modo di far Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 68 IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio 15-02-2014 1 1 www.ecostampa.it Quotidiano Napoli, mancano i fondi: cinque studenti su sei ancora senza acconto Università, la beffa delle borse di studio Giuseppe Montesano e chiameranno Borse Fane non stiamo parlanL tasma, do di Wall Street e Londra in Le un tuturo non troppo remoto, ma dell'incredibile storia delle borse di studio accaduta alla Federico II di Napoli, vale a dire il fatto che la borsa di studio a cui aveva diritto l'ha ricevuta solo uno studente su sei, e che più di mille studenti aspettano da più di un anno che lo Stato saldi il suo debito. Le cause? Naturalmente, ma è un naturalmente da teatro del varietà, mancano i soldi, e sarebbe inutile ora risalire al patto di stabilità, ai tagli lineari, al disprezzo di anni verso la scuola e l'università o alla burocrazia resa lenta da se stessa, da tagli e mancate assunzioni. > Segue a pago 14 Pirro a pago 39 Università, la beffa delle borse di studio a Napoli Giuseppe Montesano vremmo incoraggiare in ogni modo. Probabilmente la vicenda della Federico II è soprattutto un disguido, o cosÌ vogliamo sperare, ma davvero è difficile non percepirlo come un segnale simbolico dello stato delle cose nell'intero Paese. Il giorno in cui le risorse per la scuola e la cultura saranno in eccesso, e i furti di chi si compra champagne e suv con i soldi pubblici saranno in difetto, quello è il giorno per cui varrebbe la pena spendersi. Ma come spiegare a questi ragazzi defraudati che la speranza non è una sciocchezza se non si cambia direzione? Lo diciamo sempre, su queste pagine, ma sempre non è abbastanza: il sapere è ricchezza, e in Europa e altrove l'hanno capito tutti. Non possiamo più scherzare, da queste parti, e le Borse di studio turlupined, ovvero sparite, non ce le possiamo permettere. © RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 E forse per un titolo più adatto a questa vicenda dovremmo ricorrere al maestro del brivido Edgar Allan Poe, e alla sua The turlupined letter, ovvero La lettera rubata, e proclamare quindi l'avvento della Borsa di studio rubata, sottratta, trafugata, sparita. Perché questo affare delle borse di studio è di sicuro un furto alla meritocrazia che tanto invochiamo a chiacchiere, e che poi non riusciamo a realizzare nemmeno in piccolissima parte. Eppure per le istituzioni essere credibili è in questo momento vitale, come è vitale che tutto ciò che sia cultura e merito venga incoraggiato, esaltato, nutrito di entusiasmo. E invece! Non è facile avere una borsa di studio di questi tempi, e chi l'ha presa ha lavorato, obbedendo quell' articolo della Costituzione che dichiara che la Re- pub blica italiana incoraggia in ogni modo il merito, a prescindere dal reddito: perché i padri costituenti sapevano bene che un accrescimento di cuI tura individuale è un accrescimento dell'intero potenziale di una nazione, e che pagare chi studia bene e con serietà, anche se il suo reddito non gli permetterebbe lo studio, vuoI dire progettare il futuro. La vera questione è qui, e lo sconforto o peggio la rassegnata accettazione degli studenti che non hanno potuto avere ancora la borsa non è un buon segnale, perché quella rassegnata accettazione significa un alimento per la sfiducia verso le istituzioni e per l'indifferenza dei giovani verso il Paese e la sua classe politica, e la conferma di quello che in molti di loro ormai pensano: ch~ andare via sia la sola cosa da fare. E insomma ancora un furto, una sottrazione difiducia fatta a quei ragazzi sui quali dovremmo contare di più e che do- Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 69 IL SECOLO XIX Data Pagina Foglio 15-02-2014 17 1 /3 IN UN ANNO NON PASSA UN ESAME, NEL FRATTEMPO l'UNIVERSITÀ SOPPRIME IL CORSO DI STUDI E NESSUNO SE NE ACCORGE Va alezione e non impara fa causa al Cepu e la vince www.ecostampa.it Quotidiano Assistenza non adeguata, risarcimento da 22mila euro ITo. MARCO GRASSO IL PROGRAMMA era ambizioso. Superare 15 esami in 18 mesi, laurearsi, lasciarsi indietro il più grande dei rimpianti, aver mollato l'università. A Vanessa era sembrato convincente, tanto da arrivare a indebitarsi per riuscire a pagare la costosa retta proposta dalla scuola: 22mila euro. Non è andata esattamente come sulla brochure. Anzi, è finita malissimo. Lezioni spostate, orari, corsi che spariscono perché il professore è stato licenziato. La studentessa non riesce a dare nemmeno un esame. E, dulcis in fundo, l'università sopprime il cprso di laurea e nessuno l'avverte. E così che questa storia si è conclusa in un'aula di tribunale e un giudice ha condannato la società Cesd srl, titolare del marchio Cepu-Grandi scuole: se un alunno non impara niente, il denaro va ridato fino all'ultimo centesimo. Questa storia inizia come tante altre. La protagonista si chiama VanessaAlberti ha un lavoro come impiegata in un'azienda genovese e un sogno nel cassetto: riprendere in mano gli studi, abbandonati perché aveva bisogno di lavorare. Il tempo è poco e gli impegni tanti. Per questo si rivolge al Centro europeo di preparazione universitaria,m più comunemente conosciuto con l'acronimo Cepu, che a sotto la LanternahasedeinviaPetrarca,incen- L'intenzione è quella di iscriversi al facoltà di scienze della F ormazione, indiriz:z;o di Esperto in processi formativi. E il 2009 quando Vanessa, allora trentaduenne, firma l'accordo con il centro. I servizi offerti sulla carta sono quelli della pubblicità: percorso personalizzato, preparazione alle prove, tutor che seguono gli allievi nella scelta del percorso di studi. Non è gratis, naturalmente. Ma la ragazza è motivata e chiede un prestito d'onore a un istitu to bancario per far fronte alla retta' quasi 22mila euro per 18 mesi di corsi. Vanessa ha qualche perplessità, fin da subito. Quindici esami, l'obiettivo garantito nel contratto, le sembrano molti, visti gli impegni lavorativi. E con il passare del tempo lo scetticismo aumenta. Infatti, lamenta nella citazione presentata in tribunale: «Buona parte delle lezioni non si erano svolte nei termini concordati, in quanto: avevano durata inferiore a 50 minuti; venivano saltate, in quanto le insegnanti non erano disponibili a fissare gli orari secondo le esigenze dell'attrice (e quando le lezioni saltavano i professori omettevano di contattarla); erano disturbate da interruzioni di altri studenti che venivano a cercare l'insegnante durante l'ora dedicata; non veniva concessa la possibilità di recuperare gli incontri cancellati; non erano mai state comunicate le date di chiusura nelle festività natalizie». C'è poi uno strano episodio, che riguarda le ripetizioni di storia con- temporanea: «La preparazione dell'esame prestata dalla dottoressa Chiara Barbieri veniva interrotta per il licenziamento dell'insegnante, senza successiva sostituzione da parte della scuola». La versione di Cepu è un po' diversa: il contratto della docente sarebbe stato «sospeso per matrimonio». Una versione quantomeno stravagante che per il giudice Emanuela Giordano è del tutto inverosimile: «Il fatto che in base all'iter didattico non risultino più lezioni porta a pensare che ciò sia dipeso dal suo licenziamento. Tale presunzione si ricava altresì dalla testimonianza della stessa Barbieri». Arriviamo alla goccia che fa traboccare il vaso. E il gennaio del 2010, Vanessa non ha passato ancora un esame e si rende conto di qualcosa di ancora peggiore: si sta preparando (e paga per farlo) per un corso di laurea che non c'è più. L'Università di Genova ha cancellato il suo indirizzo di studi. «Il contratto - argomenta ancora il magistrato - presuppone la conoscenza da parte della scuola della programmazione e dunque dellasoppressione di un determinato corso di laurea O'istituto infatti ammette di averne avuto segnalazione). La tempestiva comunicazione di tale circostanzacome del licenziamento della dottoressa Barbieri - rientrava nel generale dovere di correttezza nell'esecuzione del contratto». Per questo, conclude il tribunale, alla studentessa vanno ridati i 22mila euro sborsati, più gli interessi e le spese legali. [email protected] 068391 © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 70 Data Pagina IIL SECOLO III I SODDISFAZIONE DELL'EX Foglio 15-02-2014 17 2/3 EVA. NESSUN COMMENTO DALL'ISTITUTO «IO INGANNATA HO CAPITO IALEZIONE CONTINUO A STUDIARE CON LE MIE FORZE» LA DELUSIONE è tanta, anche dopo la vittoria: «Sono arrabbiata, mi sono sentita presain giro. Sul contratto che ho firmato avevo diritto a molto di più. Ma quando mi sono accorta dell'errore ormai era tardi». Vanessa, queste le sue parole attraverso il suo avvocato Stefania Colonello, continua a frequentare l'università. Ha dato alcuni esami, dopo quella brutta esperienza, senza più passare per una scuola di preparazione: «Pensavo che mi avrebbero semplificato la vita, che mi avrebbero aiutato a organizzare le cose e a prepararmi - è il commento affidato al difensore - Per chi lavora non è facile. Ma non è andata così. Sono contenta che il tribunale abbia riconosciuto che la mia battaglia era fondata». All'inizio poteva sembrare una causa difficile da intentare. «Ci siamo informati su altri casi simili - spiega l'avvocato Stefania Colonello - Quelli vinti non sono molti ma esistono. In questo caso esistevano molte condizioni non rispettate, comunicate in modo fuorviante o tardivo, e più in generale un servizio www.ecostampa.it Quotidiano molto diverso da quello che ci si sarebbe aspettato per quel prezzo». Nella citazione a giudizio c'era anche la richiesta di perdita di chance, intentata per l'anno perduto e il finanziamento richiesto presso la Bnl, un'istanza respinta dal tribunale. Ieri pomeriggio il Secolo XIX ha provato a contattare un responsabile di Cepu. «Perché vi interessate a una causa di risarcimento e chi è questa studentessa? - è stata la domanda di un'impiegata che poi si è definita «non titolata per rispondere» - La faremo ricontattare da un responsabile del polo di Genova oppure da un addetto dell'ufficio legale di San Sepolcro (sede principale della società)>>. La replica dell'azienda sul caso in questione non è più arrivata. Nel 2001 un'inchiesta della Procura di Urbino mise sotto accusa il responsabile locale di Cepu per una compravendita di lauree preconfezionate, che secondo gli investigatori sarebbero costate dai sei ai lO milioni di vecchie lire. Lafrode fu scoperta da un agente travestito da studente. M.GRA. L'ACCUSA 068391 «Ho avuto un'assistenza inferiore a quella che avevano assicurato nel contratto» Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 71 Quotidiano Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina www.ecostampa.it Foglio 15-02-2014 55 1 Antichi paradossi c Inod~rn('}rlgiustizie DIMMI LA TUA PENSIONE ETI DIRÒ cm SEI di RAFFAELE LA CAPRIA hiunque tu sia non devi stupirti se la prima domanda che ti rivolgo è: i qual è la tua pensione? Da quel che mi rispondi capirò chi sei e come vivi. Capirò se sei sempre afflitto dal pensiero dei soldi che mancano o se sei libero da questa afflizione, se la notte riesci a dormire sonni tranquilli o se l'incertezza economica ti tiene sveglio, se la insopportabile disuguaglianza del Paese ti ha riempito di sconforto e risentimento o sei lontano da questo stato d'animo. Tenendo conto del costo della vita, dell'affitto, degli alimenti, delle normali spese quotidiane, di acqua luce e gas, numero dei familiari a carico, e prime necessità, è certo, è matematicamente certo che 1.200 euro, poco più o poco meno, non bastano, non possono bastare. Eppure c'è più di un milione di persone che se le fa bastare e vive una vita grama. Eroi di sopportazione essi sono. Come fanno io non so, ma vivono male, s'aggrappano sui vetri, in verità io non posso nemmeno immaginare come fanno. Così vive oggi la maggior parte degli italiani: poveri e infelici. Non così i politici, tutti chi più chi meno stanno meglio, vivono tutti con pensioni due, quattro, dieci volte maggiori. Pensioni, Soldi dello Stato. Questa sproporzione non solo è inaccettabile, è anche pericolosa. Fa nascere cattivi pensieri. Come fa chi ci governa a non capire che occorre urgentemente un gesto, una legge, un provvedimento per ristabilire un più sopportabile equilibrio non solo economico ma anche morale, una maggiore giustizia, un'equità che serve a mantenere la pace sociale. E quale potrebbe essere questo gesto per placare gli animi e la rivolta che già si manifesta nelle piazze e nelle strade in forme sempre più violente? lo di queste cose poco m'intendo, ma penso che si potrebbe istituire una tassa che colpisse in modo sopportabile e progressivo la differenza tra una pensione medio-bassa e una pensione dorata. Mettiamo per comodità di conteggio che la pensione medio-bassa sia di 5.000 euro, (ma è già troppo alta), la differenza tra questa pensione e una di lO, 20, 30, e perfino go mila euro sarebbe di 5, 15, 25 oppure 85 mila euro da tassare. Tassabile di quanto? Questo dovrebbe deciderlo il governo di sua iniziativa, come fece al tempo della Fomero, ma dovrebbe essere una tassa tale da riparare l'infamia morale della situazione attuale. Non una tassa punitiva, ma giustamente consistente, il cui ricavato potrebbe servire in tutti quei casi - e sono tanti - che in modo urgente richiedono di essere riparati. Quando si fanno questi discorsi di solito non si è ben visti, si pensa che nascano da invidia o risentimento. E vien sempre fuori la questione dei diritti acquisiti. I diritti acquisiti non si dovrebbero toccare, è la legge. Ma a parte il fatto che questi diritti per il modo incontrollato con cui sono stati accumulati non sempre sono ineccepibili, non sarebbe meglio intaccarli appena quel tanto che vuole la decenza? Dopotutto tassandoli non si provocherebbe alcun danno allo stile di vita di chi ne è colpito. Infine va ripetuto che tutti i super-5.000 di cui sto parlando, appartenendo alla classe politica, hanno quelle pensioni per ragioni politiche e questo fa nascere il sospetto - largamente diffuso - che la politica per gli incarichi che comporta sia una buona occasione per accumulare buone pensioni. E, tanto per fare un esempio, potrebbe capitare che un rappresentante sindacale prenda una pensione di 15.000; con che faccia, stando così le cose, potrebbe perorare la causa di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese? Che ne sa un super pensionato da 15.000 euro di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese? Si sente in questo caso una stonatura, un'incongruenza che provoca diffidenza e spesso ira non facilmente controllabile. Infine è ovvio che quanto finora è stato detto non riguarda minimamente chi per le proprie capacità professionali e la propria intraprendenza· è diventato ricco. Chi si arricchisce in modo corretto aiuta lo sviluppo dell'economia, e questo è un bene per tutti. Per i ricchi insomma, da un punto di vista diverso, vale quel che dice il Vangelo: che per loro non è tanto facile entrare in Paradiso, ma non è nemmeno escluso. [J RIPRODUZIONE RISERVATA ~ Dobbiruno 068391 difendere chi non arriva a 1.200 euro Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 95 Quotidiano 15-02-2014 59 Foglio 1 www.ecostampa.it COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Il dubbio di Piero Ostellino TI lavoro non si crea per decreto legge e l'economia di un Paese non è in grado - con una autonoma e adeguata offerta - di soddisfare la domanda di lavoro, è del tutto inutile, se non addirittura controproducente, che si incrementi la domanda, aprendo le frontiere ad una immigrazione non contingentata dall'offerta. Questo è il senso teorico e pratico del referendum col quale gli svizzeri hanno bocciato l'immigrazione senza limiti e auspicato l'introduzione, da loro, di «quote» all'immigrazione che rispondano ad esigenze economiche. Chiamare razzismo l'elementare regola economica, razzista chi ragionevolmente vi si adegua e solidarietà l'assorbimento indiscriminato di manodopera - che, poi, non si è in grado di impiegare proficuamente - o è un nonsenso logico, prima ancora che economico, o è la manifestazione della cattiva coscienza di chi vede nell'immigrazione non regolata la possibilità di utilizzare manodopera a buon mercato, di sfruttare gente disperata - certa imprenditoria, soprattutto al Sud; la criminalità organizzata diffusa - o l'occasione per crearsi un bacino politico e elettorale a spese dello Stato (certa sinistra). Importare, senza limiti, immigrati, per poi, non potendo dare loro un lavoro, lasciarli a lavare i tergicristalli delle auto ferme al semaforo e costretti a versare i soldi racimolati a qualcuno che si arricchisce non lavorando, non è solidarietà. Èuna vergogna sociale e morale. In una economia di mercato che, poi, vuoi dire in una «società aperta», democratico-liberale - il lavoro non è un diritto come si soL'idea di regolare stiene demagogicamente, ma una merce, esposta, come ogni merce, l'economia alla legge della domanda e dell'offerta. II mercato non è né morale, né produce immorale. È. Non solo la migliore più danni tecnica di produzione della ricchezza, ma anche il più efficace veicolo che benefici di libertà che l'uomo conosca. Passare da un dato di fatto (la descrizione della realtà come è) a un giudizio di valore (la prescrizione di una realtà come si vorrebbe che fosse) è un nonsenso logico già condannato da Hume. Per aver ignorato la sua «legge», il comunismo è fallito e l'Unione sovietica si è impoverita e dissolta. In una democrazia liberale, agli eventuali danni collaterali che il mercato può produrre provvede lo Stato sociale. II resto sono chiacchiere. Caro presidente Napolitano, la sua invocazione a un New Deal europeo - apparentemente generosa, ma, ahimè, figlia di quella stessa cultura - è, soprattutto con l'aria di crisi che ancora tira, mi perdoni la franchezza, aria fritta novecentesca; è tardo keynesismo, la versione, democratico-liberale, del fallimentare dirigismo comunista. Il lavoro non lo si crea con i decreti legge governativi e, tanto meno, con fughe in avanti dell'Unione europea, ma liberalizzando le economie dei Paesi europei, liberando le risorse (ancora) presenti nelle loro società civili. II keynesismo - se non ci sono soldi - non produce lavoro, ma burocrazia, spesa e debito pubblici. Lltalia - che è finita nei guai, e ancora ci si trova, proprio perché ostaggio di tale dottrina - dovrebbe, almeno, ammonirci tutti, a cominciare dal mondo della politica e delle istituzioni, a non cadere negli stessi errori. 068391 [email protected] © RIPRODUllONE RISfRVATA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 96 la Repubblica Data Pagina I Foglio 16-02-2014 13 1 "Cuneo fiscale, burocrazia egiustizia ecco dove si misura il cambiamento" Le tasse, da ridurre ovunque è possibile Gli imprenditori concordano che il primo punto da affrontare per Renzi sarà quello della pressione fiscale, da alleggerire sia per le imprese che per i lavoratori con un intervento sul cuneo Ma il nuovo premier genera molte aspettative anche sul fronte delle semplificazioni: burocrazia, costi della politica, www.ecostampa.it Quotidiano pubblica amministrazione, giustizia Per i ceti produttivi le parole d'ordine usate dal segretario Pd nel suo partito e il cambiamento evocato per l'Italia devono trasformarsi soprattutto in uno Stato più snello e veloce nel dare risposte o RIPRODUZIONE RISERVATÀ "Leggi sul lavoro flessibili emeno trattenute in busta paga" MAmou Licia Mattioli è presidente dell'Unione industriali di Torino PAOLO GRISERI TORINO - Riforma dellavoro, del Fisco e della burocrazia: sono i tre cardini delle richieste di Ucia Mattioli, la presid!!nte dell'Umone Industriali di Torino che giovedì scorso ha organizzato la protesta degli imprenditori piemontesi conIa partecipazione di Giorgio Squinzi. Signora Mattioli, che cosa chiedete al nuovo governo? «Le cose- che abbiamo cI:riesto ai precedenti esecutivi senza grandi risultati. Una riforma delle leggi sul lavoro che consenta a noi imprenditori di avere più flessibilità in entrata e in uscita: leggi più semplici per le assunziom e per le riduzioni d'organico». Licenziamenti più facili? «Un mercato del lavoro meno ingessato, come negli altri paesi». Il secondo punto? «La riduzione del cuneo fiscale. Conceritrare gli aiuti dello Stato su pochi punti piuttosto che ridurre le tasse dello zero virgola su molte voci». Il cuneo fiscale si può ridurre a vantaggio delle imprese o a vantaggio dei dipendenti:Voi preferite la prima strada? «La stupirò: noi siamo per un' equa distribuzione della riduzione. È necessario ridurre le tasse alle nostre imprese ma anche far risalire i consumi con la detassazione delle buste paga» L'ultima richiesta? «Cenesarebberoancoramolte. Sedevoscegliemeuna, dico la semplificazione della burocrazia e la certezza delle leggi. Questo è uno dei motivi per cui molte aziende straniere non investono in Italia: perché il calvario delle autorizzazioni è insopportabile e perché !'interpretazione delle norme varia da una città all' altra, da un tribunale all' altro. Questo non è sopportabile da chi deve investire sul medio periodo». 068391 e RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 97 Settimanale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 17-02-2014 30/31 1 068391 aucncle (' le caranerislichc dei dinTsi "Iru,. sui mercalO. (!.du) Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 98 n l - -, ! ".' Quotidiano !"- 1:' ;-01_-', Data Pagina Foglio 16-02-2014 12 1 I due nemici Il patron della Tod's ancora una volta attacca il rampollo di casa Agnelli: «La sua famiglia ha distrutto una quantità di posti di lavoro» Elkann cc$biglia» i giovani che non lavorano. Della Valle: sei un imbecille • Ipse dixit: «Molti giovani non colgonole tante possibilità dilavoro che ci sono o perchè stanno bene a casa o perchè non hanno ambizione». Stiamo parlando di John Elkann, naturalmente, il rampollo di casa Agnelli che ha ereditato dal nonllO Gianni il comando della Fiat e che ha pronunciato queste parole due giorni davanti a una platea di giovani. ' Stranamente nessuno di loro ha cOIninciato a fare «buuuu», nè si è alzato per lanciargli qualche vegetale a portata di mano. Ingessati più dell' ospite parlante o forse pietrificati da quanto andava dicendo ilserafico Johnsenesono stati buoni buoni pure quando ha ricordato che insieme a Lapo e Ginevra è sempre stato stimolato «dalla nostra famiglia a fare le cose dando sempre il meglio». Anche perché «stare sempre un vacanza diventa estrelnamente noioso». A rÌlnettere le cose al posto giusto ci ha pensato ieri il patron della l'od' s Diego Della Valle che con Elkann aveva già avuto un battibecco piuttosto acceso poco tempo fa. «Il poveretto di Jaki (cioè John Elkann) non perde mai tempo per ricordare agli italiani che è un imbecille» ha detto Della Valle, durante una passeggiata in p~azza della Signoria, a Firenze. «, E uno - ha aggiunto - che appartiene ad una famiglia che ha distrutto una quantità industriale di posti di lavoro e di conseguenza anche la speranza di molti giovani». Della Valle ha poi rincarato la dose, sottolineando come John Elkann è «uno che si permette di dire che i ragazzi stanno a casa perché' non hanno voglia di lavorare, perché' il lavoro c'e', èunimbecille. Lo tengano a casa sua, lo tenga- Diego Della Valle Il presidente della Fca (l'ex Fiat) Il proprietario dell'azienda Tod's 068391 JohnElkann no un po' a riposo, vada a sciare». Per Della Valle, «è' una vergogna che uno degli Agnelli dica che in Italia, per i giovani, c'e' lavoro. Dovremmo fare un referendum e chiederci se li vogliano ancora in Italia». Le esternazioni diJaki non sono piaciute neanche al capogruppo di SeI in Commissione Lavoro Giorgio Airaudo: «Credo che l' erede più rappresentativo della famiglia Agnelli abbia perso un' occasione per tacere. Quando si hanno le sue fortune e le facilità di scelta, bisognerebbe avere più rispetto e più comprensione per chi, giovane, cerca ogni giorno di costruirsi e inventarsi un futuro in un Paese dove il lavoro si riduce, si precarizzaza e si svaluta. Ma soprattutto mister Chyrsler-Fiat dovrebbe dirci, ricordando suo nonno, cosa fa lui perchè i giovani abbiano un lavoro in Italia e non negli Stati Uniti». Lui. Fra. www.ecostampa.it 'TE-\ IL_III~'~~ rL , Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 101 8. Data Pagina Foglio 15-02-2014 5 1 /2 www.ecostampa.it Quotidiano 1 Parla Bonanni Il leader Cisl: giù il cuneo fiscale per 20 miliardi «Renzi vuole trasparenza? I sindacati sono pronti...» Laura Della Pasqua I,dellapasqua@iltempo,it . . (,Si parla tanto di nuove norme per creare occupazione mail problemanonsonoleregole. Quelle ce ne sono pure troppe. Il tema è creare le condizioni per il lavoro, facendo in modo che l'Italia torni ad essere appetibile per gli investitori. Come? Ab bassando le tasse e il costo dell'energia. Questaè la strada da seguire». Il segretario generale della CislRaffaele Bonanni lancia un messaggio preciso al nuovo governo di Matteo Renzi. . La staffetta Letta-Renzi è stata rapidissima. Riuscirà il nuovo premier a dare al Paese quella svolta che ha promesso? ,(Spero che la situzione politica italiana abbia un assestamento. Occorre ridare una linea al Paese. Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da un'alta litigiosità politica. Fa impressione una classe politica che parla di tutto fuorchè di ciò che dà da vivere al Paese ovvero degli interessi degli investitori italiani e esteri. E cresciuto il disinteresse e quindi quelli che già ci sono è più facile che se ne vadano. Spero che ci sia lill cambio di direzione. Ma perchè ciò sia possibile bisogna ricreare !'interesse degli investitori italiani e esteri, ricostruendo tutti i fattori disviluppo che si sono deteriorati». Ma che fare per tornare ad essere appetibili ai grandi capitali? «Una scossa del genere ha bisogno di una politica coesa e di wlagrande intesa tra le parti sociali sapendo che ci sono interessi da rendita del Paese che remano al contrario». Quali sono questi interessi di rendita? «Mi riferisco alle grandi burocrazie' a quanti non vogliono il cambiamento. Le realtà politiche hanno avuto la vita di una farfalla perchè populismo e demagogia sOno connaturati con la vita breve della farfalla. Spero che questa sia una stagione che costruisca una di rezione nuova, con un coraggio che soppianti populismi e demagogie». Quali sono le priorità che deve affrontare Renzi? <<lrmanzitutto le tasse. Per abbassarle occorre tagliare molto le spese pub bliche rivedendo l'assetto della pubblica amministrazione. Perrecuperare competitività va messo sotto osservazione il costo dell'energia, spazzando via le posizioni di rendita e le inefficienze ma anche le tasse dello Stato. Fisco e energia sono le questioni fondamentali». Taglio alle tasse. A quali si riferisce? "Il cuneo fiscale è la priorità. Bisogna andare oltre quanto decisio dalla legge di Stabilità». Ridurre il cuneo fiscale di quanto? <<Va fatta un' operazione di almeno una ventina di miliardi che si possono. recuperare da una spending reviewmirata e dai risparmi che vengono dal trend positivo sullo spread». Renzi, da alcune battute, ha mostrato di non amare mol.to i sindacati. Parechevoglia ridimensionare i distacchi e rendere pubblici i bilanci. Che ne pensa? ,<La Cisl ha un bilancio pubblico e disponiamo di un'anagrafe puntualisima degliiscritti. Riteniamo che i permessi sindacali nel privato e nel pub~ blico siano l'ordinarietà come accade in altri Paesi demo cratici dove esiste il sindacato». Renzi sembra avere le idee chiare su cosa fare per rilandare l'occupazione. Che gliene pare delJob act? «E chiaro che occuparsi diregole del lavoro significa mandare avanti gli investimenti perchèleregolesenzaillavoro rischiano di non valere niente. Un'esperienza già fatta con il ministro Fornero, Condivido il proposito del job act, e sono convinto che possa andare avanti attraverso un confronto tra lavoratori e imprese. Quanto alle norme del lavoro occorre che le costruiscano le parti sociali con la politica» . .l:-eprlorltà «Va abbassato il costo dell'energia per rendere appetibile il Paese Gli sbagli agli investitori esteri» Ritaglio Lavoro e previdenza 068391 Il numero uno del sindacato diviaPo sottolinea che la politica è stata caratterizzata negli ultimi anni da alta litigiosità e ha dimenticato leurgonze del Paese stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 102 Quotidiano FONDI EUROPEI A CHI FUNZIONA MATTEO Renzi giochi la carta del Foglio 1 pagamento agli operatori pubblici o a quelli privati, come premio per il raggiungimento del risultato occupazionale, con una differenziazione di valore anche sulla scorta proprio del tipo di risultato: a seconda che si tratti di un'offerta di stage o di tirocinio, di un contratto in somministrazione o in apprendistato o, ancora, di un lavoro a termine o a tempo indeterminato. Sono evidenti, a questo punto, i benefici di un'operazione di tal fatta, per i giovani, ma anche per la spinta che innesca verso una maggiore efficienza e efficacia degli stessi servizi pubblici per !'impiego. Lo Stato, insomma, non butta via o quasi quel miliardo e mezzo di euro assegnato dall'Europa per la 'Garanzia giovani' in improbabili analisi, ricerche, studi e procedure. O in nuove assunzioni pubbliche. Ma - diciamolo·- applica semplicemente un vecchio adagio: «Vedere cammello, pagare moneta». 068391 voucher per 'spingere' IN FONDO, è un po' come l'uovo di l'occupazione dei giovani. Colombo. A ogni giovane I! nuovo premier ha avvertito disoccupato dovrebbe essere ripetutamente che il lavoro sarà al assegnata una dote (magari centro dalla sua rivoluzione. Ma, differenziata in relazione alla sua una l'alta a palazzo Chigi, avrà maggiore o minore occupabilità). I! pochissimo tempo per passare giovane, a sua volta, potrebbe e dalle buone intenzioni aifatti. dovrebbe utilizzarla, girandola in Allora, punti subito sulla partenza 17-02-2014 10 www.ecostampa.it IL COMMENTO rapida e immediata della cosiddetta 'Garanzia giovani': e nelfarlo recida con un machete tutto quel grouiglio di procedure burocratiche, lacci e [acciuoti, percorsi e vincoli formalistici che hanno reso i servizi pubblici per l'impiego wzaforesta pietrificata a esclusivo vantaggio o quasi del posto fisso di coloro che vi operano. Una via, per disboscare e aprire una strada verso unfuturo a quel 41 % di giovani senza lavoro, esiste. Consegni loro in mano un voucher che possano 'spendere' presso sportelli pubblici e privati, mettendo in concorrenza Agenzie per il lavoro e Centri per l'impiego. Data Pagina Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 104 Data Pagina Foglio 16-02-2014 25 1 /2 La cassa integrazione è in calo TI .. stero vede rosa, la Cgil no www.ecostampa.it Quotidiano «RijJrende la clon1(uula di lavoro». «No, è ancora emergenza» ROMA LA CASSA integrazione è in calo, segno di ripres~l della domanda di lavoro e di aumento delle ore lavomte: il ministero del Lavoro esprime un camo ottimismo sulla ripresa economica spiegando che nelle prime f~lSi ['occupazione può anche non aumentare perché si utilizza il personale già nelle aziende, riducendo la cassa imegl'azione e aumentando gli straordinari. Ma la egli dà lIna lettura diversa dei segnali, sottolìneando che ci sono ancora 440mila persone a r,ero ore in Cassa e che la Cig è si in calo, ma a causa della decisione di milite aziende di licenziare i lavol"<ltorì (come dimostra l'aumento delle domande di disoccupazione), nonché a causa della scarsi di risorse per la cassa in de· roga. ta LA CGIL rielabo-- m i dati diffusi dall'I nps, ricordando che il gennaio le aziende hanno chiesto 81 milìonì di ore dì cassa integrazione (-5,28% su dicembre, -10,36% su gennaio 2013), equivalenti appunto a 440mila lavoral:ori a zero ore. Il reddito complessivo perso djce il sindacato il: stato pari a 311 milioni di euro, ovvero 700 euro in meno in bustit paga per 006'111 lavoratore In Cig per tutto il tempo. te su base congiunturale in industria e agricoltura (+ O,S'}!) e +O,2 C%, rispettivamente) e nelle costruzioni (+0,7(},0), settore che registra il primo aumento congiunturale dopo otto trimestri consecutivi di contrazione. Stabile ìI volume di ore lavorate nei serV1Z1. SU BASE tendenziale, nonostante i dati posìtivi dìagricolmra (+ 1,7%) e industria (+ 0,1 %) la di- SU QUES·TI temi la Cgil chiede mimica aggregata resta negativa (discQntinuità)) tll nuovo governo. {(E ancora drammatica emergenza sul tì·onte lavoro --- dice il segretario confederale Elena Lattuada~, il prossimo governo dia un segnale di decisa discominuità rispetto al passato mettendo al centro dell'agenda il lavoro». I segnali di ripresa nel terzo trimestre 2013 sottolinea invece il ministero si possono leg- geTe nella crescita delle ore lavora- (-1,5%). SE SI GUARDA all'occupazione complessiva per ora, resta una situazione di st.agnazione con il numero degli occupati a dicembre ulteriormente sceso di 25mila unità su novembre, attestandosi a 22 milioni e 270mila (-424mila su dicembre 2012), anche se il tasso di disoccupazione nel mese di dicembre ha fatto segnare una lieve diminuzione alI2,7IJth. LAVORATORI 068391 Sono in Cig a zero ore secondo i calcoli Cgil sulla base degli 81 milioni di ore chieste a gennaio Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 105 ••- . _ 'Wl_I!_ I Data 16-02-2014 Pagina 4 Foglio 1 /3 ,,1.- ~ Jl.'II# «Caro Renzi, il Sud chiede innovazione e incentivi mirati» .1...: .-1>11-:, .: I UIl.PI"::l'I.I!.I1lU Tutti d'accordo: non occorrono ulteriori fondi ma trasporti efficienti tutela del territorio e attenzione al ruolo della scuola www.ecostampa.it I IL~'rl'1NO Quotidiano Economisti, imprenditori, rappresentanti di sindacato e società civile: così la svolta Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad ranto. Ma soprattutto l'esigenza di trasformare il Mediterraneo nel centro dei traffici internazionali: prenda esempio dai poli interportuali di Rotterdam e Barcellona, lì lo sviluppo è una certezza già da anni». Le imprese non vogliono più stare a guardare, dice Paolo Graziano, presidente dell'Unione industriali di Napoli: «A dicembre - spiega - abbiamo indicato una rotta per riportare il Sud fuori dal baratro. Le priorità passano dall' assetto idrogeologico del territorio, con le bonifiche che si rendono indispensabili, al peso che devono assumere il manifatturiero e il sistema dei trasporti. Le infrastrutture esistenti spesso non sono connesse tra di loro e questo complica enormemente la possibilità di attrrarre investimenti, anche in chiave turistica. Ci sono opere strategiche come la ferrovia ad alta velocità Napoli-Bari o il completamento della Salerno-Regio Calabria che non possono attendere ancora. Il governo può spingere molto». «Già ma bisogna agire subito - avverte Serena Sorrentino della segreteria confederale Cgil -: a cominciare, come da noi proposto, dalle modifiche alla programmazione dei 7 miliardi di fondi Ue salvati dal vecchio governo. La loro nuova destinazione è stata prevista su capitoli di spesa che non daranno mai lo choc di cui il Sud ha bisogno. Servono al contrario misure immediate e concrete su edilizia scolastica, manutenzione degli edifici pubblici, riassetto e tutela del territorio, e una più straordinaria per ridurre fenomeni come l' abbandono scolastico che sono in crescita. Ma conta anche una politica fiscale che nel Sud è quasi un paradosso: perché qui anche la tassazione d'impresa è più alta che nel resto del Paese». Si può procedere con la politica degli incentivi per l'occupazione? «Sì ma a patto che siano dati solo a chi merita. Ovvero a chi investe nel Sud in occupazione e innovazione». uso esclusivo del destinatario, non 068391 C'è chi chiede a Renzi di non rinunciare alla sua «fantasia» perraccogliere la sfida del Sud chevuole crescere. E chi punta dritto su manifattura, ricerca e innovazione perché «senza di esse ogni ripresa sarà difatto impossibile». Di sicuro dalle voci di economisti, imprenditori, rappresentanti del sindacato e della società civile impegnati nel Mezzogiorno emerge un'attesa particolare per le scelte per il Sud del probabile nuovo premier. Con un avviso ai naviganti da parte di Francesco Nicodemo, napoletano e responsabile della comunicazione della segreteria nazionale Pd, che va tenuto presente: «Il problema Sud non è di risorse, non lo èmai stato. Il flusso di fondi, dai tempi dell' ex Cassa del Mezzogiorno all'Ue, è stato ininterrotto. Il tema piuttosto è la qualità delle politiche da mettere in atto e Matteo su questo punto è stato chiaro: il Sud non va affrontato come un caso particolare ma come una parte importante dell'Italia intera. La sua è l'idea di un Sud responsabile: non conta cioè chi governa a Roma ma soprattutto chi governa il territorio». Messaggio esplicito: niente leggi speciali, sì all' Agenzia per la Coesione «purché diretta da una personalità di altissimo profilo». Quanto al ministro della Coesione si vedrà. «lo mi auguro che Renzi metta in campo anche per il Sud la fantasia che gli riconosciamo - dice il presidente Svimez Adriano Giannola -: dimostri insomma di capirci qualcosa perché non è con i fondi europei o la spesa più efficiente che si risolvono certi problemi». Ovvero? «Spieghi come farà a ripartire il Paese attraverso il Sud che resta l'unica strada possibile per lo sviluppo dell'Italia, dopo 20 anni di ghettizzazione meridionale. Gli ambiti operativi? L'edilizia scolastica, la gestione delle acque, lo sviluppo di realtà portuali strategiche come Gioia Tauro e Ta- riproducibile. Pag. 107 IL~MA.TTINO Ha idee precise anche Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud: «lo al posto di Renzi affronterei con una certa decisione l'emergenza sociale specialmente nelle periferie delle grandi città del Sud, e non mi riferisco solo al lavoro: penso alla dispersione scolastica e ai diritti di cittadinanza, perché altrimenti li dimentichiamo. Poi c'è da intervenire sulla mobilità interna del Mezzogiorno, sui collegamenti stradali e ferroviari cioè. Ma anche su quelli aeroportuali: da Palermo a Bari è impossibile viaggiare in aereo. E questi sono limiti enormi per lo sviluppo. Terza proposta: utilizzare i fondi europei su poche cose ma concrete, basta con mille progetti indecifrabili». D'accordo 1'economista Gianfranco Viesti: «La priorità per me è fare un ottimo accordo con l'Ue suifondi europei. Poche cose ma chiare e ben ripartite tra Stato e Regioni, evitando che queste ultime cerchino di entrare su tutti i capitoli di spesa. E poi l'innovazione: il piano dei voucher per i laureati del Sud da assumere nelle pmi è stato solo annunciato, Renzilo attui subito. Come pure metta mano al federalismo fiscale e a quel fondo di perequazione la cui mancata attuazione è all' origine di tanti problemi». n.sant. Data 16-02-2014 Pagina 4 Foglio 2/3 I Dal Mezzogiorno riparte tutto il Paese: torna il messaggio-chiave per lo sviluppo www.ecostampa.it Quotidiano Premiare chi investe su occupazione e ricerca ma attenzione anche all' emergenza sociale © RIPRODUZIONE RISERVATA La situazione al Sud 2012 2013 Indice Pii (media Italia: 67,9 98,3) Calo imprese (cessazioni di aziende al giorno) 17,2% Tasso di disoccupazione giovanile 46,9% Investimenti pubblici (miliardi di euro) -13 Qualità della vita 2.503 le ultime 20 proVince 068391 Imprese fallite 359 Tasso di disoccupazione Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 108 Quotidiano IL~MA.TTINO Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 16-02-2014 4 3/3 Giannola Spero nella sua fantasia: prenda esempio dai poli di Rotterdam e Barcellona e faccia del Mediterraneo il vero centro dei traffici Graziano Il rilancio del manifatturiero è la priorità assoluta: ma creare le condizioni per attrarre più investimenti è ancora più urgente Borgomeo L'emergenza sociale va affrontata senza altri indugi Ma bisogna anche rendere funzionali i collegamenti interni al Mezzogiorno Viesti Deve puntare subito su ricerca e innovazione: finora abbiamo sentito solo annunci. E poi riveda il federalismo fiscale 068391 Sorrentino Investa i fondi Ue recuperati su edilizia scolastica e tutela del territorio: così darà risposte anche ai giovani laureati del Sud Nicodemo Non c'è un problema di risorse: il gap meridionale è innanzitutto sociale Matteo non crede che occorrano leggi speciali Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 109 Quotidiano IL~MA.TTINO I Data 16-02-2014 Pagina 5 Foglio 1 /2 www.ecostampa.it I ,&&_-Il.1. ___ «Ridurre il peso delle Regioni solo così si rilancia il Paese» Lo Bello (Confindustria): ripartire dall'Italia dei Comuni Nando Santonastaso Non si aspetta terapie choc per l'economia Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria, dall'arrivo di Matteo Renzi al governo. Almeno non nel senso più classico del termine. Perché, al contrario, lui si aspetta una scelta di campo netta e moderna e forse pesino più complicata: la revisione di compiti e funzioni delle Regioni. Perché, sostiene, «si annida nel titolo quinto della Costituzione uno dei freni allo sviluppo del Paese. Ripartire da qui significa rilanciare la crescita' naturalmente a partire dal Sud». Si spieghi, presidente: perché bisognerebbe mettere mano alle Regioni? «Perché gli obiettivi che il legislatore aveva fissato negli anni '70 quando furono istituite queste realtà sono stati ampiamente stravolti. Dovevano essere enti soprattutto di programmazione dei territori, sono diventati centri di spesa a tutti gli effetti. E questo ha finito per aumentare debiti e sprechi come purtroppo le tante vicende giudiziarie di questi tempi dimostrano». Tutte le Regioni sul banco degli imputati? «No, naturalmente ci sono stati, e ci sono anche in questa stagione politica, significativi esempi di buona amministrazione. Penso alla Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad Campania e alla Puglia in particolare, ma il problema non è questo. La verità è che il titolo quinto ha creato un disastro alle casse pubbliche e a quelle del Mezzogiorno in particolare, impedendo alla parte sana di queste aree di emergere e di creare le condizioni per la crescita. Per questo è importante ripartire da qui». Ripartire come, presidente? «Ricollocando le funzioni delle Regioni e riportandole alla loro originaria missione istituzionale, cioè la programmazione dello sviluppo dei territori. Nel contempo bisognerebbe affidare più capacità di spesa e dunque di iniziativa ai Comuni che continuano ad essere il vero interlocutore dei cittadini e delle loro esigenze. La Regione è vista con distacco, non si capisce fino infondo quali debbano essere le sue competenze e quali invece quelle che devono spettare allo Stato. Spesso le une e le altre si sovrappongono creando situazioni quasi ingovernabili. Con i Comuni il rapporto è diverso: più immediato, concreto, operativo, c'è un controllo sociale che con le Regioni è di fatto impossibile». E le Province? Devono essere abolite? «lo credo che lo sfoltimento del loro numero sia un primo passo necessario a snellire la macchina burocratica del Paese e ad accelerare le dinamiche di crescita e modernizzazione. Ma non sono una questione prioritaria: il punto, ripeto, è cambiare le funzioni delle Regioni, riallocandole in un contesto più strategico che di gestione della spesa. Se penso alla mia Sicilia ... ». A cosa si riferisce, di preciso? «Non giudico l'attuale gestione politica ma non posso dimenticare che la orevalenza di uso esclusivo del certe forze negli ultimi anni ha bloccato, direi anzi paralizzato moltissimi investimenti importanti, come i rigassificatori di Priolo che pure avevano ricevuto una valutazione positiva del governo centrale: purtroppo sono arrivati ostacoli e ritardi dal territorio locale che ne hanno impedito la realizzazione. Ma non è l'unico caso: in Sicilia abbiamo perso investimenti che potevano valere dai 6 ai 7 miliardi di euro e anche in altre regioni si sono ripetuti casi analoghi. Ecco perché dico che ridimensionare il ruolo delle Regioni è un' occasione di crescita economica oltre che di affermazione della parte sana di queste aree. E non solo del Meridione». Ridurre il peso delle Regioni e riaffermare la centralità dei Comuni sa molto di Renzi-pensiero... «Non entro nelle valutazioni politiche che non competono ad un imprenditore. lo parlo alla luce dell' esperienza diretta che ho vissuto e vivo quotidianamente. Il Sud è un grande potenziale di sviluppo del Paese, nel quale fioccano non solo buone iniziative imprenditoriali ma anche le associazioni di impegno civile che contribuiscono a creare uno spirito innovativo sul territorio. Naturalmente resiste anche una zavorra nel Sud, fatta di realtà assistenziali e clientelari, una debolezza vistosa dal punto di vista morale e civile che coinvolge tanti pezzi della società, della politica e del mondo imprenditoriale. Quando penso allo choc di un nuovo governo penso proprio che debba interessare questa parte del Sud». CosÌ come sono state attuate, le Regioni rappresentano un ostacolo a questo processo? destinatario, non 068391 L'imprenditore siciliano: riportare questi enti alla loro funzione originaria è decisivo riproducibile. Pag. 110 Quotidiano IL~MA.TTINO Mezzogiorno. Pensi alle infrastrutture, alla banda larga, pensi a quanto sarebbe stato persino facile con quelle risorse ricostruire la qualità del vivere civile e dello sviluppo sociale del Mezzogiorno. Il reticolo di autostrade della Lombardia è impressionante, al Sud ci sono ancora tratti di strade statali incompiuti». Lei crede che ci sarà ancora un ministro della Coesione territoriale nel prossimo governo? «Il tema della Coesione è 16-02-2014 5 Foglio 2/2 importante. Devo dare atto al ministro uscente Carlo Trigilia di non essersi piegato ai diktat delle Regioni e di avere deciso nella nuova programmazione di orientare i fondi U e in maniera equilibrata. Ho sentito voci che vedrebbero la Coesione tra le competenze del nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: sarebbe un errore, a mio avviso, perché c'è bisogno di un ministro che sappia interfacciarsi con le Regioni, evitare che come in passato spendano o non spendano nella giusta direzione, ricordando che il governo centrale monitora costantemente il loro operato». Ci sarà l'Agenzia per far questo... «Non ne dubito ed è stata una scelta intelligente averla prevista. Ma il ruolo di coordinamento della politica è essenziale: il rischio dell' autoreferenzialità è sempre in agguato». www.ecostampa.it «Non ho alcun dubbio. O si tocca questo tema o qualunque altra politica risulterà inefficace com' è accaduto in questi decenni. Molti hanno pensato in buona fede che si potesse intetvenire con strumenti ordinari ma i fatti hanno dimostrato che difronte a certi muri, penso a quello della burocrazia ad esempio, non potevano bastare. Poi il titolo quinto: in Italia ci sono oggi tanti, troppi centri di spesa che si pestano i piedi e spesso, paradossalmente, nemmeno riescono a spendere le risorse». Si riferisce ai fondi strutturali? «Esattamente. C'è un pezzo della classe politica che in questi anni non ha speso i fondi europei o li ha utilizzati per supportare logiche clientelari. Lo dimostra il fatto che quei soldi, che pure non erano pochi, non sono riusciti a cambiare il volto del Data Pagina ©RIPRODUZIONE RISERVATA «Ci sono realtà come la Campania e la Puglia che stanno operando bene: ma non basta» «II coordinamento del governo centrale va mantenuto: l'autoreferenzialità è un ostacolo» n «Eloquente la storia dei fondi Ue ma sarebbe un errore rinunciare al ministro» Il fallimento Il titolo quinto della Carta è stato un disastro: le Regioni sono diventate centri di spesa favorendo spesso solo clientele ~I La zavorra AI Sud, ma non solo, pezzi della politica e della stessa imprenditoria hanno favorito le scelte assistenziali La terapia d'urto è per loro 068391 «Questo è il Paese dei municipi perché così è possibile il controllo sociale» Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 111
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