confezione modelli produttivi Ispirazione veneta, di Roberto Brumat il modello formativo-imprenditoriale della Riviera del Brenta Il settore della calzatura è oggi, in modo particolare, complementare all’abbigliamento. Per questo Antia, in occasione del consueto Convegno d’autunno, ha pensato a un confronto con il modello produttivo della Riviera del Brenta G «Gli operatori dell’abbigliamento dovrebbero prendere spunto dal modello operativo vincente dei calzaturieri della Riviera del Brenta che si basa sulla forza formativa del Politecnico Calzaturiero e sull’associazionismo di Acrib». È partita con questo invito da parte del moderatore Roberto Ferrari di Intex, la tavola rotonda su “La pelle e le scarpe. Modelli operativi vincenti. Made in Italy e legame con le griffes”, che Antia (Associazione Nazionale Tecnici Professionisti Sistema Moda) ha organizzato l’8 novembre 2013 nella veneziana Riviera del Brenta, per gli associati partecipanti a un tour conoscitivo nelle realtà calzaturiere venete. A raccontarsi con passione sono stati alcuni ex allievi della Scuola di Design e Tecnica della Calzatura del Politecnico 48 TECHNO FA S H I O N febbraio 2014 Calzaturiero. Sottolineando la forza dell’associazione Acrib, di cui fanno parte tante aziende veneziane e padovane che ne ricavano benefici formativi e strategici, Ferrari ha sollevato un quesito: sarebbe pensabile nel settore abbigliamento vedere allo stesso tavolo di Civetta finta dimostrato che le foglie del loto, Nelumbo Nucifera, possiedono eccezionali capacità auto pulenti progettazione aziende come Diesel o Zegna, solo per fare qualche nome? «Ecco perché siamo curiosi di sapere come avete fatto», ha commentato. VERSATILITÀ: DALLE GRANDI GRIFFE ALL’ARTIGIANATO LOCALE Giuseppe Baiardo, imprenditore entrato nel 2005 con la sua Iris (azienda calzaturiera tappa di una visita a Fiesso d’Artico) nella Onward Luxury Group spa, ha spiegato subito: «Il segreto del successo spesso dipende dall’essere al posto giusto nel momento giusto o al momento giusto dentro il cambiamento. In Riviera del Brenta le griffes sono sbarcate nel 1994, prima solo con qualche licenza. Alcuni imprenditori che puntavano solo a produrre quantità per i tedeschi, a quel punto si sono aperti a esperienze diverse: io per esempio, quando venne da me Mark Jacobs, iniziai a lavorare subito con lui. Fu una collaborazione che spinse altri a fare altrettanto, complice anche la crisi in Germania che portò gli imprenditori della Riviera a diversificare le scelte. A quel punto entrò in gioco la scuola del Politecnico Calzaturiero che iniziò a trasferire alle aziende tecnologia e competenze. Stabilendo delle sinergie abbiamo trasformato la Riviera del Brenta in un centro di design e creatività nell’ambito della calzatura. Avevamo capito che per avere un futuro servivano la tecnologia e la scuola, in accordo con l’associazione delle imprese». Pierpaolo Righetto, designer di Stella International Design Services ltd, ha raccontato: «Ho frequentato la scuola di modellisti dove ora insegno e a 25 anni ero direttore allo sviluppo di una grande azienda, la Rossimoda, che lavorava con grandi griffes, dove per 35 anni ho lavorato a fianco del titolare Luigino Rossi: esperienza di cui vado orgoglioso e che oggi appare impensabile, visto che ogni 2/3 anni si deve cambiare se ci si vuol rivalutare come professionista; e poi oggi le aziende sono spesso amministrate da chi guarda solo i conti e non sa cogliere le potenzialità delle persone. Sono collaboratore e direttore di sviluppo di uno studio di design che lavora anche con l’estero e quindi ho una visione globale del mondo calzaturiero. Le imprese cinesi mi hanno chiesto di sviluppare insieme a loro dei prodotti, ma collaboro soprattutto con i nostri artigiani della Riviera del Brenta. Sono artigiani che esprimono una manualità e una storia molto forti, eppure vengono ultimamente penalizzati, mentre andrebbero aiutati a crescere per non disperdere la nostra tradizione. Ai ragazzi dico che è fondamentale conoscere l’inglese e che gli strumenti che abbiamo (3D, internet, ecc.) non possono prescindere da altre conoscenze specifiche e tecniche. Ma gli studenti sono spaesati, non sanno che fare, non conoscono il mercato. Credono che per aver successo basti usare bene il computer: molti non immaginano che devono imparare cosa fa la differenza tra i prodotti. Bisogna apprendere ad acquisire la sensibilità per il prodotto. In Cina il 3D lo usano in modo fantastico: quel che a loro manca nel fare le cose è la sensibilità». PERCORSI DI FORMAZIONE «Da ragazza mi iscrissi alla scuola modellisti; mi piaceva l’aspetto stilistico, ma non mi sentivo una tecnica», ha spiegato Donatella Gobbin, Giorgio Armani spa. «Ultimato il corso ebbi la fortuna di lavorare in Rossimoda: un punto di partenza importante per molti di noi, visto che si lavorava per marchi importanti. Lavoravo e contemporaneamente insegnavo progettazione e disegno, entrando in contatto con persone che amavano ciò che facevano e che quindi mi hanno dato un forte stimolo. Ricerca e creatività si devono tradurre anche in innovazione e in questo il Veneto è molto operativo; a Milano invece l’approccio è diverso. Devo Mauro Tescaro, direttore del Politecnico Calzaturiero Cristiano Baldan, responsabile di prodotto della Iris ed ex allievo del Politecnico Calzaturiero confrontarmi con lo stilista e collaborare con gli stilisti della pelletteria. È stata molto importante l’evoluzione della scuola modellisti, perché quello è luogo d’incontro di imprenditori appassionati». Cristiano Baldan della Olg spa ha raccontato che ha appreso tutto alla scuola modellisti. «Provenire da una famiglia di calzaturieri è stata per me una fortuna perché dopo l’esperienza nell’azienda di casa, nel ‘99 entrai nel mondo del lusso in Bottega Veneta a Vicenza. Dopo aver gestito per due anni e mezzo le calzature di Vicenza, sviluppando una vera e propria collezione, una volta che Gucci acquisì Bottega Veneta io fino al 2006 gestii tuti i marchi di casa Gucci: Mcqueen, Balenciaga, Stella Mc Cartney e Bottega Veneta; passando nel 2007 a Dior per tre anni. Nel 2010 sono entrato alla Iris: ne sono felice perché è una delle poche volte in cui ho trovato un titolare che ne sa più di me e da cui devo imparare. Lavorare assieme a persone che sono maestri di vita e che col direttore creativo parlano e sanno rivolgersi al cliente, è per noi una grande possibilità di crescita». Il direttore del Politecnico Calzaturiero, Mauro Tescaro ha quindi concluso: «Gli strumenti formativi della nostra scuola valorizzano le maestranze e il territorio, formato in Riviera dal 50% di aziende che operano con grandi marchi, mentre il restante è composto da chi ha delocalizzato i prodotti da prezzo e da altre imprese in sofferenza perché producono con marchio proprio solo per l’Italia. Abbiamo presentato un piano industriale per i prossimi tre anni che prevede di rafforzare l’impegno per le figure professionali di designer, progettista e tecnico. Ma il 3040% delle imprese in difficoltà ha bisogno di crescere anche sotto il profilo imprenditoriale: per questo innoveremo la strategia rivolta all’alta gamma manageriale, all’internazionalizzazione e commercializzazione delle imprese». © RIPRODUZIONE RISERVATA In occasione del convegno di autunno i soci Antia hanno visitato i reparti produttivi di Iris Spa, uno dei fiori all’occhiello del calzaturiero della Riviera del Brenta, produttrice dei marchi: Mark Jacobs, Cloè, Jilsander, Rochas, Nina Ricci, Veronique Branquinho, Proenza Schouler 49 TECHNO FA S H I O N febbraio 2014
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