00_patek philippe.qxp_Digital 04.11.14 13:26 Pagina 152 società / L’anniversario di Patek Philippe © @point-of-view.ch © @point-of-view.ch © @point-of-view.ch © @point-of-view.ch 175 anni di storia, tecnica e arte Una lunga tradizione di segnatempo fatti per emozionare, quella di Patek Philippe, celebrata a Ginevra con eventi che hanno attirato ospiti dai cinque continenti, e una eccezionale collezione limited edition. Una conferma che l’alta gamma non conosce crisi. 152 · TM Novembre 2014 00_patek philippe.qxp_Digital 04.11.14 13:27 Pagina 153 società / L’anniversario di Patek Philippe L’ orologeria svizzera, con le sue proposte all’avanguardia, i suoi livelli di eccellenza, raggiunti con uno speciale mix di tecnica, arte e artigianato, suscita l’interesse di appassionati e collezionisti di tutto il mondo. Spesso di investitori che, slegati dall’ ‘effetto reddito’, cavalcano invece l’ ‘effetto patrimonio’ per investire in un settore affascinante e solido, anche in tempi di forte incertezza sui mercati. I marchi storici e i loro modelli iconici, specialmente le edizioni limitate, sono un investimento che, nel tempo, non cessa di aumentare il proprio valore; un settore di investimento che soddisfa la passione strizzando l’occhio alla finanza. Nella Manifattura di Plan-les-Ouates, alle porte di Ginevra, si sono appena celebrati i 175 anni di Patek Philippe. Un evento capace di far convenire nella città di Calvino centinaia di ospiti da tutto il mondo. Un tributo importante ad un Marchio che in ogni continente viene riconosciuto tra le massime espressioni dell’orologeria svizzera. Patek Philippe perpetua la tradizione dell’orologeria ginevrina dal 1839. Ormai ultima fabbrica di orologi indipendente a conduzione familiare - la famiglia Stern ne è proprietaria dal 1932 - esistente a Ginevra, Patek Philippe gode di una libertà creativa totale nel progettare, produrre ed assemblare i propri segnatempo che gli esperti considerano i migliori orologi del mondo, forte del suo imponente repertorio di più di 80 brevetti. Ispirata da dieci valori fondanti (indipendenza, tradizione, innovazione, qualità e lavorazione a regola d’arte, estetica, servizio, emozione e retaggio) la Manifattura ginevrina «ha sempre ricercato la perfezione, creando segnatempo di qualità e affidabilità senza uguali», nota Philippe Stern, presidente onorario di Patek Philippe. «Orologi preziosi che si distinguono per la loro esclusività e rarità, un retaggio unico da trasmettere di generazione in generazione. Per mantenere questo livello d’eccellenza, la società ha investito nella innovazione, utilizzando nuovi materiali e le tecnologie più avanzate, pur preservando la tradizione della grande arte orologiera ed applicando degli standard di controllo qualità tra i più severi di tutta l’industria del settore», aggiunge il presidente onorario, che siede nel Consiglio d’amministrazione dell’azienda, con il figlio Thierry Stern, presidente della Maison e Claude Peny, che ne è il direttore generale. Durante la sua presidenza, Philippe Stern ha segnato la storia della Maison, con azioni volte a rafforzare le sue infrastrutture industriali e la sua indipendenza, alla creazione del Patek Philippe Museum (vedasi box) ed al lancio di segnatempo eccezionali, quali il Calibro 89. Nominato presidente nel 2009, Thierry Stern ha l’ambizione di mantenere Patek Philippe all’avanguardia della tecnologia orologiera e della ricerca sui nuovi materiali - per ottimizzare senza sosta la qualità e l’affidabilità a lungo termine degli orologi, «Certamente, dando all’azienda la mia impronta e l’impronta di una nuova generazione, nel rispetto dei valori di sempre», commenta Thierry Stern. In tema di qualità, nel 2009, Patek Philippe ha creato il proprio marchio di qualità per gli orologi meccanici. Il Sigillo Patek Philippe, che va ben oltre gli standard ufficiali esistenti, «attesta l’eccellenza dei nostri orologi comprendendo tutti i savoir-faire e caratteri distintivi Sopra, da sinistra: Philippe e Thierry Stern, rispettivamente presidente onorario e presidente di Patek Philippe. La famiglia Stern è proprietaria della Maison dal 1932. In apertura, immagine grande: Patek Philippe Grandmaster Chime Ref. 5175, creato, in soli 7 esemplari per celebrare i 175 anni della manifattura ginevrina. Immagini piccole: alcuni momenti della celebrazione dell’anniversario del Marchio, avvenuta dal 13 al 18 ottobre 2014, e che ha avuto luogo nello spazio produttivo di Patek Philippe a Plan-les - Ouates, Ginevra. legati alla fabbricazione, alla precisione e alla manutenzione di un segnatempo d’eccezione», notano Philippe e Thierry Stern. Il Sigillo Patek Philippe si applica all’insieme dell’orologio finito. Ed è anche il solo marchio di qualità che garantisce la manutenzione di tutti i segnatempo della Manifattura per tutta la loro vita, qualunque sia la data di fabbricazione, retto da un regolamento molto dettagliato, sotto la supervisione di una strutTM Novembre 2014 · 153 00_patek philippe.qxp_Digital 04.11.14 13:27 Pagina 154 società / L’anniversario di Patek Philippe Gli orologi commemorativi d REF. 5575 Patek Philippe ha creato un numero limitato di segnatempo esclusivi destinati a fare la gioia di collezionisti e appassionati di rari e squisiti meccanismi. Si tratta di conquiste innovative, pezzi di cui far tesoro. Trattasi di Ref. 5275 Chiming Jump Hour, di Ref. 5575 & 7175 World Time Moon e di Ref. 5975 & 4675 Multiscale-Chronographs. Masterpiece di questa collezione è il Patek Philippe Grandmaster Chime Ref. 5175, destinato ad occupare una posizione preminente nella storia dell’orologeria: ad oggi, con le sue 20 complicazioni, l’orologio da polso più complicato della società familiare ginevrina e certamente uno degli orologi da polso più complicati del mondo. Questa sofisticatezza non riguarda soltanto il numero delle sue complicazioni, ma anche il tipo di funzioni, due delle quali sono delle grandi prime mondiali. Il Grandmaster Chime è, d’altro canto, il primo orologio da polso Patek Philippe con doppio quadrante che può essere indossato a scelta da un lato o dall’altro. Il Patek Philippe Grandmaster Chime racchiude, tra le sue complicazioni, delle funzioni molto apprezzate ed attese da molto tempo, come la grande e piccola suoneria, la ripetizione minuti, il calendario perpetuo istantaneo con indicazione dell’anno a quattro cifre, un secondo fuso orario e due prime mondiali brevettate nel campo delle suonerie: una sveglia acustica che suona l’ora della sveglia ed una ripetizione della data che suona il giorno del calendario a volontà. Quattro ulteriori brevetti sottolineano l’aspetto innovatore di questo segnatempo. Il Grandmaster Chime è l’esempio perfetto della volontà di Patek Philippe di creare degli ‘orologi intelligenti’. Per proteggere il movimento ultra com- Ginevra, acquisendo una rinomanza mondiale a fianco dell’orologeria. Al fine di perpetuare questo retaggio, Patek Philippe si adopera da sempre affinché le casse, bracciali e quadranti dei suoi segnatempo siano in grado di offrire un supporto di qualità ai mestieri di alto artigianato come l’incisione, il guillochage, le diverse tecniche di smaltatura (cloisonné, champlevé, miniatura su smalto, flinqué - smalto traslucido su un decoro guilloché -, plique à jour), l’intarsio, la gioielleria, la scheletratura dei movimenti ed altre arti collegate. A partire dagli anni ‘40, la famiglia Stern - proprietaria di Patek Philippe si è anche dedicata a collezionare le più belle testimonianze di mestieri di alto artigianato. Nel 2001 è stato inaugurato a Ginevra il Patek Philippe Museum, un museo privato dove il pubblico può ammirare questi pezzi eccezionali accanto ad un’importante collezione di orologi dal XVI secolo ai nostri giorni. Ma Philippe Stern e Thierry Stern, consapevoli che i savoir-faire indispensabili per realizzare questi capolavori non sarebbero potuti sopravvivere semplicemente con l’esposizione al museo, hanno puntato sulla necessità di praticarli tutti i giorni, di farli progredire e di tramandarli da una generazione all’altra. Si è così risvegliato l’interesse per tutti i tradizionali mestieri ginevrini di alto artigianato ed è aumentata la richiesta di orologi finemente decorati. Gli orologi di alto artigianato hanno talmente riacquistato successo che i loro acquirenti devono far prova di altrettanta pazienza, quanta ne hanno gli artigiani che li realizzano interamente a mano. Su queste premesse e per celebrare il suo 175° anniversario, Patek Philippe rivela una ricca serie di segnatempo, ‘Mestieri di alto artigianato’, in edizioni limitate che rendono omaggio a tutti questi savoirfaire divenuti rari. E quale miglior tema se non la città di Ginevra, con il suo pano- REF. 5975 REF. 5175 tura di controllo indipendente. Che si tratti dei movimenti, della tecnica, dell’estetica, della buona esecuzione delle diverse funzioni o della precisione dei segnatempo, Thierry Stern e Philippe Stern si rendono personalmente garanti di tutti gli impegni iscritti nel Sigillo Patek Philippe, il più esclusivo dei marchi di eccellenza. Patek Philippe ha sempre concepito i suoi segnatempo all’insegna dell’esclusività. La Manifattura ha in produzione corrente più di 200 modelli diversi, fabbricati in piccole serie che possono andare da una decina a poche centinaia di pezzi, dotati di una vasta gamma di movimenti al 100% ‘fatti in casa’, la cui fabbricazione richiede diversi mesi. Se la storia di Patek Philippe, da 175 anni, è intimamente legata a Ginevra, la storia dell’arte orologiera, da 400 anni, è in stretta relazione con numerose abilità e competenze artigianali. Molte di queste specialità sono sopravvissute e si sono tramandate a 154 · TM Novembre 2014 00_patek philippe.qxp_Digital 04.11.14 18:10 Pagina 155 vi del 175° anniversario plicato da qualsiasi danno causato da possibili cattive manipolazioni, i costruttori hanno sviluppato dei sistemi ingegnosi di ‘isolatori’ che interrompono la trasmissione di energia fra i diversi meccanismi o bloccano certe funzioni per tutto il tempo durante il quale altre funzioni sono in azione. La realizzazione di questo eccezionale segnatempo ha richiesto oltre 100mila ore di lavoro per lo sviluppo, la fabbricazione e l’assemblaggio, di cui 60mila per i componenti del movimento. Ogni orologio ha 1580 pezzi, accuratamente rifiniti ed assemblati a mano. Sono 7 gli esemplari di questa specialissima edizione limitata dell’orologio commemorativo Patek Philippe Grandmaster Chime: sei sono destinati ad essere venduti ai fedeli collezionisti di orologi Patek Philippe. Il settimo esemplare, invece, occuperà un posto d’onore nelle vetrine del Patek Philippe Museum, dove il pubblico potrà ammirarlo. Il Grandmaster Chime viene proposto in un cofanetto anniversario in ebano di Macassar e altre 17 essenze lignee, ornato di intarsi e inserti in oro. REF. 7175 REF. 4675 Fanno parte della collezione per i 175 anni della Maison le Ref. 5275 Chiming Jump Hour, le Ref. 5575 & 7175 World Time Moon e le Ref. 5975 & 4675 Multiscale-Chronographs. Masterpiece di questa collezione è il Patek Philippe Grandmaster Chime Ref. 5175. REF. 5275 rama urbano, i suoi abitanti e la sua famosa rada? È qui che Antoine Norbert de Patek ha trovato rifugio nel 1835 ed è qui che, quattro anni dopo, ha fondato la Manifattura, ribattezzata nel 1851 Patek, Philippe & Cie, in seguito all’arrivo del geniale orologiaio francese JeanAdrien Philippe. Da allora la società è sempre rimasta fedele a Ginevra. Altri anniversari erano stati celebrati A Ginevra, un ‘tempio dell’orologeria’ La passione di Philippe Stern per i segnatempo ha portato anche alla creazione, avvenuta nel 2001, di un vero e proprio ‘tempio dell’orologeria’: il Patek Philippe Museum. Alloggiato in una costruzione art-déco completamente restaurata, nel quartiere di Plainpalais, a Ginevra, questo museo presenta più di cinque secoli d'arte orologiera, articolati su due periodi: la straordinaria collezione antica dal XVI secolo, che comprende il primo orologio che sia mai stato costruito, e la collezione Patek Philippe dal 1839. Quest'ultima riflette più di 170 anni di fabbricazione dei migliori orologi del mondo, compreso il segnatempo più complicato che sia mai stato costruito, il Calibro 89. Patek Philippe Museum Rue des Vieux-Grenadiers 7 - 1205 Ginevra Orari di apertura: da martedì a venerdì, dalle 14.00 alle 18.00; sabato, dalle 10.00 alle 18.00. con creazioni particolari. Così, per il suo 150° la Maison ginevrina presentava, nel 1989, il Calibro 89, il segnatempo portatile più complicato che sia mai stato costruito, e a tutt’oggi rimane ineguagliato. Con 33 complicazioni e un totale di 1728 componenti, quest’orologio è il risultato di cinque anni di ricerca e sviluppo, più altri quattro anni di costruzione. Ne sono stati costruiti solo quattro esemplari: uno ciascuno in oro 18 carati bianco, giallo e rosa e uno in platino. Un prototipo è esposto al Patek Philippe Museum. Nel 1997, per sottolineare l’inaugurazione della sede di Plan-les-Ouates, fu proposto il cronografo da polso Ref. 5500 Pagoda, un pezzo che veniva garantito come esclusivo, tanto che, fabbricato l’ultimo esemplare, ne furono distrutti gli stampi. Per la prima volta nella storia dell’orologeria, il Cosc (Contrôle officiel suisse des chronomètres) e l’Istituto del Sigillo TM Novembre 2014 · 155 00_patek philippe.qxp_Digital 04.11.14 13:28 Pagina 156 società / L’anniversario di Patek Philippe In edicola ement Edizioni Ticino Manag rivista bimestrale anno 14, numero 62 agosto 2014 Sfr. 50.-/Euro 40 orgio di Gi Mollisi * ve ta La Pie aria Assun Pisa o M s . di S ntina presugena e i Bulani di Cadro di Bn Mieartino Portugalli di M Giova Svizzeri a Pisa e Livorno aria, S. M nel ve di pliata lla Pie lte am rio de e deesbite più vo ostruzion che del pr centesca, sua ric nto, ma pella lla iesa tre o alla Seice ta ne una ch i secoli fin metà del difica lde a te mo ta da en da corso nella prim e era eriorm a tino iva ult e. La ragion San Valen finitiv ial 99 ven sistee di sbiter nel 16 spogli adeguata ora rte pre delle all ere a ev sua pa da Roma niv o ric . Ve vo rri di vevan erazione l’arri io Fe are che do ton ven o re An sizion marti r la lor chitetto ve po e altare ne pe ’ar na do nd mazio arico all ini a tribu un gra inc a nuov Santo, e Piero Dand l dato de di uire un rpo del pala storie co costr o. Le e grandi con il i inserire la lentin l’urna cu du o la San Va letate con cco in in stu poteosi di o destr rte mp co lat l te corasu con l’A ebbero sta tribuna: lli, De na a mo di ndan a rtuga chiesa di sar lla ell Co de i qu la santo no Po n lla istra e paret di co Marti buna de (foto delirio di a sin tele all maso Re ovan tri Mart ntre ina a, Gi To della nte il o, me Bient Sopr tela di figura stucco sunta di lentin nto ratta, hi raf n Va ne a rta As esc zio pe o ria di Sa gli a as Ba nel e il a Ma apertura). io Pu 3 . iedev Sant e Tomm o, altare lizzar o na ch Anton ta. rm anni no in ter uti ere che lentin Bienti Giov di po l’inter li in ma Maria Assun San Va munità di esso este op di , Ditta gli Ange Santa La co III il perm pagare qu struzione Sotto e de esa di colar a co simo comte per lla chi parti a Co ficien io de ersi all presbiterio e a suf ter ng ano ro presbi dana no ad aggiu rmo nel di Carrara n cco rom o ma co ta va l baro Francesc in to da rat de zia are li an e ta, aso Ba finan forma ni, Carlo nde alt 330 Barat uiste mi un gra ato a Tomm altare già li Baratta anni di nCristiano conq Giometti* Borro tel Giov on anni, era ag co le etti come missi Giov gato ai fra come ze si 5 uno tello hit ltore CoFiren e pa fra a la arc i scu e , e o di po suo ess ch opere di e na; un uni duca comm se Giovan rtanti co ad alc Fonta del Gran 200 scu rtanti 4 impo in ari lo . impo me il ticine a Firenze to inc cana e così pupil scudi le più co tto struir eva da zza tos o quel dicato llo stucco e soprattu Per co Bientina av sulla pia an giu re de sentav lli, ch isti à di duca sculto rtuga munit ggiori art ben rappre dal Gran ino Po ma che uto Un arMart fra i nto e sosten rentina. gini mome barocco rte fio quel sue ori o gusto lla sua co fondeva le nuov ne e o III rri, ch Cosim come il Fe tto ite ch nella storia nell’arte nella cultura nell’economia dal Medioevo al XX secolo Stuccatori ticinesi nelle chiese di Pisa Le presenze settecentesche All’inizio del Settecento si assiste a Pisa a un rifiorire del mecenatismo e dell’attività artistica sull’onda del successo dell’operazione voluta antità e qu da Domenico Cosi del Vollia, ideatore dell’imsomma per poter quadroni per il Duomo cittadino 1. Pio la anzipresa dei , da l Monte detti av nc ipiata da Con l’arrivo di r- delle prime tele di Benedetto Luti levare nto era pri . Gio. Ma poter i cinquece e Domenico lla op al Sig be risfa-Muratori, giunte in cattedrale risì ud Po 0 a 30 ino di Sc sue sat nel 1712 e nel 1719, alcuni ordini fine un Scudi per lespettivamente Mart ni are a tti danari ovan nei dintor e tir Gi tor e religiosi e nobili cap- pisani si fecero promotori di rsi de stucca volta ccator uenza ova cantieri paga galli llo stu r la prima alla confl numerosi volti ad ammodernare o a la nu rto de io Po era 2 Il nome1 compare pe a cittadina il 22 febbra ti tino ipiata decorare ex novo molte delle più importanti ”. princ ze, un i tan zioni… lla opera tugall Bientina, cca e Firen rappresen chiese di Pisa. Nel volgere dei primi quattro aa il SeLa be tori di Lu di Pis licare verna vince decenni del secolo un piccolo esercito di mudi pp Go pro i ia “su Graz ando con le o di ratori, pittori, stuccatori, legnaioli e ottonari 01, qu decidevan ncederli la del 17 à co si armarono per dare nuova facies alle cappelle ca di munit la Co o Grandu e ai presbiteri di edifici di culto quali Santa im reniss ria Maria del Carmine, San Domenico, San Giorgio te&Sto Ar tore dei Tedeschi, Sant’Eufrasia, San Rocco, Santa * Diret Maria Maddalena, Santa Maria dei Galletti, San Martino, Sant’Anna e San Giuseppe. Centro 84 attrattivo e propulsivo al contempo di tale attività fu la grande fabbrica della Certosa di Calci che, proprio nel Settecento, fu oggetto di una vasta impresa ornamentale, ampiamente documentata in questo volume nei saggi di Andrea Spiriti e di Laura Facchin. La presenza ormai radicata a Firenze dei plasticatori di origine ticinese e il loro indiscusso successo si conferma anche nella seconda città del Granducato che vede susseguirsi, come in un’ideale staffetta, tre importanti protagonisti dell’arte dello stucco. La galleria di maestri attivi a Pisa si apre, al- * Università degli studi di Firenze l’esordio del secolo, con un artista ancora poco noto ma proveniente da una famiglia che si era contraddistinta con successo nel mestiere soprattutto in area fiorentina. Si tratta di Giovanni Vittorio Ciceri (o Ciseri), parente del più noto Giovanni Battista che fu fedele collaboratore dello scultore e architetto granducale Giovanni Battista Foggini (1652-1725) dal 1685 fino al 1715, anno della sua morte2. Vittorio compare per la prima volta a Firenze nel 1701, quando risulta iscritto alla locale Compagnia di San Carlo, mentre il 15 agosto del 1718 si immatricola all’Accademia del Disegno 3; ma la sua attività professionale si svolge prevalentemente al di fuori della capitale granducale, trovando a Pisa e nel suo contado terreno fertile di commissioni di una certa importanza. Tra le prime realizzazioni di Ciceri si segnala il significativo intervento nella sagrestia della Certosa di Calci, impresa eseguita in collaborazione con Carlo Antonio Quadrio e risalente al 1713. La decorazione occupava soprattutto il prospetto di fondo del vano, mentre le due pareti laterali erano coperte da armadi in legno intagliato ad opera del legnaiolo Giuseppe Giacobbi. In origine, al centro della parete era collocato un altare distrutto successivamente per l’inserimento della odierna porta fiancheggiata da lesene in stucco dipinto a simulare il marmo, con capitelli a doppia voluta e teste di cherubino. Tra la porta e il cornicione soprastante si iscrive un dipinto ovale con la Natività della 85 Vergine del pittore cremonese Giuseppe Bottani (1717-1789) 4 incorniciato da ornati in stucco a bassorilievo. Sopra il cornicione è rappresentato un Trionfo dello Spirito Santo, ideato a coronamento del vecchio altare, con la colomba ad ali spiegate al centro della composizione da cui si dipartono raggi dorati, il tutto attorniato da un trionfo di nubi bianchissime, trapuntate da una moltitudine di cherubini. Alla campagna decorativa del 1713 appartengono inoltre i due Angeli reggicartiglio che si sporgono dal muro sopra i timpani mistilinei dei due armadi incassati. Le figure, sedute su un piccolo fastigio di nuvole, si stagliano a tutto tondo su uno sfondo di lastre in stucco colorato a finto 96 Giovanni Vittorio Ciceri e Carlo Antonio Quadrio, decorazione a stucco, Pisa, Certosa di Calci, sacrestia. marmo, del tutto simile a quello delle lesene angolari poco distanti. Dopo questa iniziale collaborazione, sembra che i due plasticatori abbiano intrapreso carriere indipendenti, ottenendo un certo successo soprattutto nella decorazione e nell’ammodernamento di alcune chiese cittadine durante il secondo e terzo decennio del Settecento 5. Quadrio fu attivo infatti nel cantiere di San Domenico, prima dell’estensiva impresa di Giovanni 97 Pisa e Livorno, due città che hanno visto, nel corso della storia, protagonisti numerosi svizzeri e, in particolare, ticinesi nell’economia e nell’arte. Società editrice Ticino Management SA Via Vergiò 8 • CH 6932 Breganzona - Lugano • Tel. 091 610 29 29 www.ticinomanagement.ch • [email protected] di Ginevra si accordano per emettere un nuovo certificato esclusivo e individuale per il Pagoda da uomo. Questo certificato, veramente unico, è stato creato per Patek Philippe allo scopo di riconoscere ufficialmente l’eccezionale qualità, precisione ed eccellenza di fabbricazione della Manifattura. E ancora, nel 2000, fu la volta di Star Caliber 2000, un segnatempo per salutare l’inizio del nuovo millennio: l’orologio da tasca double-face Star Caliber 2000 assume un aspetto tradizionale, e al tempo stesso, con 21 ingegnose complicazioni, è il terzo dei segnatempo portatili più complicati mai costruiti. Tra le 21 funzioni figura una suoneria Westminster su cinque timbri, perché lo Star Caliber 2000 è il primo e l’unico segnatempo meccanico portatile al mondo che suona questo leggendario carillon con tutte le note nella sequenza corretta e originaria. All’orologio, prodotto in edizione limitata a 20 esemplari, sono stati rilasciati sei brevetti svizzeri. Ed è sempre del 2000, la Ref. 5100-10 Days, in edizione limitata di 3mila pezzi. Di questi, 1500 in oro giallo 18 carati con quadrante bianco; 750 nel delicato colore dell’oro rosa, con quadrante bruno; 450 in oro bianco con quadrante blu; e 300 in platino con quadrante bianco. Le linee affascinanti e irriverenti della Ref. 5100 a carica manuale racchiudono un vero e proprio ‘prodigio orologiero’, uno dei calibri più avanzati mai progettati da Patek Philippe. Il suo movimento cronometrico, il calibro 28-20/220, può funzionare 10 giorni senza dover essere caricato - una prima assoluta nella storia dell’orologeria, che consente la sbalorditiva riserva di carica di 240 ore. Un Patek Philippe è molto di più di uno strumento per segnare le ore: è un oggetto personale, unico, a cui sono legati ricordi preziosi. Acquistare un Patek Philippe, significa diventare depositario di una tradizione artistica e scientifica trasmessa attraverso il tempo. Vuol dire entrare nell'universo di una manifattura familiare dove, di padre in figlio, ogni nuova generazione si impegna a perpetuare un retaggio unico. Vuol dire far entrare nella propria cerchia familiare un oggetto concepito per durare ed accompagnare molte generazioni. Vuol dire ‘fondare una propria tradizione’, gettando così un ponte tra passato e futuro. Simona Manzione
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