COSTRUZIONI AEROSPAZIALI Prof. Renato Barboni La Trave Aeronautica Le strutture in campo aerospaziale vengono generalmente realizzate in “parete sottile” cioè tali che : t << p << L ed irrigidite con centine, correnti, … L t p Le centine e le ordinate hanno caratteristiche così diverse dal rivestimento e dai correnti da poterle considerare: −infinitamente rigide nel piano, per cui è possibile assumere che la forma della sezione trasversale non si modifica quando caricata; −perfettamente flessibili fuori del piano, per cui la sezione se non vincolata risulta libera di distorcersi (warping non impedito). R − B a r b o n i • “ C o s t r u z i o n i ” Con tali ipotesi lo schema di calcolo di una trave in parete sottile si basa sulle formule semplici e pratiche. Tali formule devono però essere impiegate con accortezza, verificando che le ipotesi su cui si fondano siano rispettate. In questa analisi di accertamento dell’applicabilità della teoria, bisogna tenere ben presente le seguenti peculiarità delle strutture in parete sottile: 1.Il principio di St Venant non è sempre applicabile: in particolare gli effetti di bordo sono molto più estesi di quelli che si hanno in strutture piene; pertanto in prossimità del vincolo occorre una analisi basata su ipotesi ben diverse. 2.Gli sforzi di taglio non risultano genericamente trascurabili rispetto a quelli assiali, ma assumono valori elevati e significativi. R − B a r b o n i • “ C o s t r u z i o n i ” Torsione x 1. Sezioni Aperte A’ A B B’ 2. Sezioni Chiuse Uni-cellulari x Mt 3. Sezioni chiuse Multi-cellulari. R − B a r b o n i Mt “ C o s t r u z i o n i ” z 1.Torsione in Sez. Aperte y x l L z z s τ xy t y dθ = 2Gz ; τ xz = 0 dx τxy Glt M t = Bθ′ ; B = 3 t 3 3LM t θ= 3 Gt l Poiché L/t >>1, le sezioni subiscono forti rotazioni e quindi non adatte a reggere a momenti torcenti. τxy R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” 2. Sezioni Chiuse Uni-cellulari x Lo studio della torsione di sezioni anche cave ma di forte spessore, salvo il caso di sezione circolare, presenta difficoltà analoghe a quelle delle sezioni piene. Se però lo spessore è sottile si può ipotizzare che lo sforzo di taglio τ sia costante (lungo la sezione e nello spessore) e tangente alla linea media del profilo. Questo consente soluzioni molto semplici e di facile impiego. z t/2 y 0 φ=φ 1 τxs φ=0 Flusso di taglio q= ∫ −t / 2 τdt R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” z Nel tratto P1P2, (di una sezione chiusa) il flusso q ha: q = cost P2 inclinazione p Lz Ly P y P2 Ry = q P1 di modulo α P1 ∫ P2 ds Q −Una risultante R di componenti dA(P) ∫ dz dy ds = qL y ; R z = q ds = qL z ds ds P 1 R = q L2y + L2z = qL α = tan −1 Rz L = tan −1 z Ry Ly −Un momento (torcente) risultante rispetto ad un generico polo P P2 P2 P1 P1 (P) (P) M (P) = q p ds = 2q dA t ∫ ∫ con dA(P) l’area del triangolo PQS, di base ds ed altezza p(P). R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” 1° Formula di Bredt A Su tutta la sezione chiusa , il flusso q ha: −Una risultante R di componenti R y = v∫ q di modulo dy dz ds = 0 ; R z = v∫ q ds = 0 ds ds R =0 −Un momento (torcente) risultante rispetto ad un generico polo P M (P) t = 2q v∫ dA (P) = 2Aq τ xs Mt Mt = ⇒ γ xs = 2At 2AGt Si noti come si possano calcolare sforzo e scorrimento senza conoscere la rigidezza torsionale della sezione: il problema della torsione nei tubi sottili è un problema staticamente determinato. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” 2° Formula di Bredt γ′s τxs γ xs = γ′s + γ′x = G ∂v ∂u ( P ) dθ ′ ′ γ = = p γs = x ∂x dx ∂s ∂u τxs dθ = − p(P) ∂s G dx γ′x ds B A p(P) P dx dθ ⎞ ⎛τ u (s) − u (0) = ⎜ xs − p ( P ) ⎟ds G dx ⎠ 0⎝ s ∫ dθ q dθ ( P ) q dA ( P ) ds − 2 p ds = ds − u (s) − u (0) = dx 0 Gt dx 0 Gt 0 0 s ∫ s ∫ s ∫ s ∫ dθ 1 qds M t q dθ = = 0 = v∫ ds − 2A ⇒ v ∫ dx 2A Gt 4A 2 Gt dx 4A 2 4A 2 M t = Bθ′ dove B = = ds l0 v∫ Gt ds v∫ Gt R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” Spostamento fuori del piano (Ingobbamento) q dθ u(s) − u(0) = ∫ ds − 2 ∫ dA (P) Gt dx 0 0 s s R − B a r b o n i P2 M t = 2q ∫ dA (P) P1 dθ M t dove l0 = = 2 l0 dx 4A M t l0 u (s) = u 0 + 2A ∫ ds dl e dl = Gt ⎛ dl dA ( P ) ⎜⎜ − l A 0⎝ 0 s ∫ ⎞ ⎟⎟ ⎠ “ C o s t r u z i o n i ” Sezione circolare M t l0 u (s) = u 0 + 2A ⎛ dl dA ( P ) ⎜⎜ − l A 0⎝ 0 s ∫ ds 2πR l0 = = Gt Gt R C ; ls ds s s ls = = ⇒ = Gt Gt l 0 2πR 0 ∫ s ; As s ∫ A = πR 2 ⎞ ⎟⎟ ⎠ A s( C ) Rs A s( C ) s R = ⇒ = ds = 2 A 2πR 2 0 ∫ u(s) = u 0 R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” Mt 3. Sezioni Chiuse Multi-cellulari Mt Si assumono le seguenti ipotesi: −i momenti torcenti sono dati da una distribuzione di sforzi di taglio uguale a quella che si ha su una generica sezione. −le sezioni sono libere di distorcersi mantenendo inalterata la forma date le centine rigide nel loro piano e completamente flessibili fuori del loro piano. q Axs x q Bxs q xs A B Fig. a) q =q B xs A xs q Axs B C C q xs A B q xs Fig. b) q +q −q = 0 C xs B xs A xs R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” A 3a. Sezioni Chiuse Bi-cellulari q2 q1 0 Assumendo l’origine dell’ascissa s in 0. muovendosi in direzione antioraria, q2 è costante; giunti in A, q2 si divide in due q1,2 nel setto verticale e q1 lungo la parete. Tra questi tre flussi vige la relazione: q1,2=q1−q2, pertanto calcolati q1,q2 si conosce q1,2 quindi il numero di incognite linearmente indipendente è due ovvero pari al numero delle celle. q1 q2 La sola equazione di equilibrio alla torsione non è sufficiente a risolvere il problema (problema staticamente indeterminato e bisogna ricorrere alle condizioni di congruenza). R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” q1 q2 −Equilibrio = 1equazione M t = 2[A 1q 1 + A 2 q 2 ] −Congruenza=1equazione θ1′ = θ′2 ⎧ 1 1 ⎡ ⎤ ⎡⎣q 2l2 − q1l1,2 ⎤⎦ − = q q l l ⎨ 11 2 1,2 ⎦ ⎣ 2A 2 ⎩ 2A1 Sistema di due equazioni nelle due incognite q1,q2. Determinate q1,q2 si calcola la rotazione della sezione. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” 3b. Sezioni Chiuse Multi-cellulari 2 A1 A2 q2 q1 An R − B a r b o n i q n −1,n = q n −1 − q n qn 1 N −Equilibrio = 1equazione −Congruenza=N-1 equazioni Mt = 2 ∑A q n =1 n n θ1′ = θ′2 = ....θ′n = ...θ′N dθ n 1 = q l − q n −1l n −1,n − q n +1l n ,n +1 2A n n n dx [ Sistema di N equazioni nelle N incognite q1,q2, …, qN. Determinate le q1,q2, …, qN si calcola la rotazione della sezione. ] “ C o s t r u z i o n i ” Effetto dei setti sulla rigidezza torsionale 4A 2 ∑L ≤B<4 n ∑ n A 2n Ln B0 h=0,3a q1 a n B/B0=1 h=0,3a q1 q2 R − B a r b o n i a 2a/3 B/B0=1,006 h=0,3a q2 q1 a 3a/4 B/B0=1,016 h=0,3a q1 q2 a “ C o s t r u z i o n i ” Effetto dei setti sulla rigidezza torsionale 4A 2 ∑L ≤B<4 n ∑ n A 2n Ln B0 h=0,3a q1 a n a/3 B/B0=1,03 h=0,3a q1 q2 q3 a 2a/4 B/B0=1,056 h=0,3a q1 q2 q3 a 3a/5 B/B0=1,077 h=0,3a q1 q2 a q3 R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” Flessione (pura) σ xx = z ˆ M y Iy ˆ M z+ z y Iz A=bt t • G X y ⎡ bt 3 ⎛ h ⎞ 2 ⎤ th 3 + 2* ⎢ + ⎜ ⎟ bt ⎥ = Iy = 12 12 ⎝ 2 ⎠ ⎥⎦ ⎢⎣ h/2 h th 3 bh 2 t = + + 0(t 3 ) 12 2 P iano di carico b Iy = 3 th 12 Iy ⎛ h⎞ = bt ⎜ ⎟ ⎝ 2⎠ 2 R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” Taglio (+ flessione) ∂σ ∂σ ∂q dq = − t xx ⇒ = − t xx ∂s ∂x ds ∂x s q(s) = q 0 − ∫ t 0 σ xx ˆ ˆ ∂M ztds ∂M y z = q0 − − ∂x ∫0 I y ∂x ∂M y ∂x = Tz ∂q sx ds ∂s ∂q xs dx ∂x ∂σ xx tσ xx + t dx ∂x q xs + q xs ∂σ xx ds = ∂x s q sx + ds dx s q sx ytds ∫0 Iz ∫ Tz z ∂M z ; = Ty ∂x s Tˆy Tˆz q(s) = q 0 − z( tds) − Iz Iy 0 R − B a r b o n i My dx A Tz x My + ∂M y ∂x s ∫ 0 y( tds) = q 0 + q * (s) dx “ C o s t r u z i o n i ” NOTA σ xx z G q sx + y ∂q sx ds ∂s ds x ∂q xs dx ∂x ∂σ tσ xx + t xx dx ∂x q xs + q xs dx q sx L’elemento dxdydz deve essere in equilibrio, quindi deve soddisfare: ΣFy=0 , ΣFz=0 , ΣMt=0 ; ΣFx=0 , ΣMy=0 , ΣMz=0 • che ΣFy=0 , ΣFz=0 , ΣMt=0 è garantito dal flusso di taglio totale dovuto a q(s)=q*+q0. In particolare: − il flusso q* , che è in equilibrio con il carico T applicato , assicura l’equilibrio delle forze nel piano yz: ΣFy=0 , ΣFz=0; − il flusso q0 assicura l’equilibrio alla torsione. • che ΣFx=0 , ΣMy=0 , ΣMz=0 è assicurato dagli sforzi assiali σxx. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” Taglio (+flessione) A)−Forza T applicata nel Centro di Taglio (SENZA Torsione) A1)−Forza di taglio T nel (C.T) , (sezioni aperte). A2)−Forza di taglio T nel [C.T] , [sezioni UNI-cellulari chiuse]. A3)−Forza di taglio T nel [C.T] , [sezioni MULTI-cellulari chiuse]. B)− Forza T in un generico punto (CON Torsione) . B1)−Sezioni UNI-cellulari chiuse B2)−Sezioni MULTI-cellulari chiuse C)− Determinazione del Centro di taglio . C1)−Il (C.T) , (sezioni aperte). C2)−Il [C.T] , [sezioni chiuse]. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” Taglio (+ flessione) A)−Forza T applicata nel Centro di Taglio (SENZA Torsione) s Tˆy Tˆz q(s) = q 0 − z( tds) − Iz Iy 0 ∫ s ∫ y( tds) = q 0 + q * (s) R − B a r b o n i 0 Poiché T è applicata nel C.T. e q* garantisce ΣFy=0 , ΣFz=0 , il flusso q0 deve essere tale che q=q* + q0 abbia un momento torcente nullo rispetto al Centro di Taglio. Infatti per definizione il C.T. è quel punto dove l’applicazione di una T induce solo flessione senza torsione. “ C o s t r u z i o n i ” Taglio (sez. aperta) z Tz s A1)−Forza di taglio T nel (C.T) , (sez. aperta). scegliendo l’origine della s in un estremo: qo=0 s Tˆ y s Tˆ z q(s) = q 0 − ∫ z(tds) − ∫ y(tds) = q* (s) Iy 0 Iz 0 q * (α ) = Tz (cos α − 1) πR La q* ha: −una forza risultante pari alla forza T applicata; −un momento torcente risultante fatto rispetto al (C.T.) nullo. α (CT) G y 0 R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” A2)− Forza T nel [C.T] , [UNI-cellulare chiusa]. R Tz G≡[CT] Non si conosce il punto dove q=0: qo è incognita. Si “taglia” idealmente la sezione chiusa in un punto arbitrario che si assume come origine della coordinata s : q0=0 ⇒ q(s)=q*. Il flusso q* è quello di sezione aperta con T applicato in (C.T.) ed il momento da esso generato è nullo rispetto a (C.T.) e non rispetto a [C.T.] ≠ (C.T.). Per avere Mt=0 rispetto a [C.T.] occorre aggiungere a q* un flusso costante q0 corrispondente al momento di trasporto che si ha quando si passa da un punto ad un altro di applicazione della T: ( ) M[CT] = v∫ q* + q 0 p[C.T]ds = 0 ⇒ q(s) = q* + q 0 q0 = − z s (CT) 1 q * p [ C.T ] ds 2A ∫ [CT] y R − B a r b o n i 0 “ C o s t r u z i o n i ” Flessione e Taglio (sez. UNI-cellulari) Verifica dei valori ottenuti (caso A2 di Forza di taglio T nel [C.T]) utilizzando la: s Tˆ y s Tˆ z 1 * [C.T] q(s) = − q p ds − ∫ z(tds) − ∫ y(tds) v ∫ 2A Iy 0 Iz 0 R − B a r b o n i Essendo T applicato in [C.T.], la rotazione conseguente al flusso “ C q(s) deve risultare nulla: o ds ⎤ dθ 1 ⎡ * ds = + q0 =0 q ⎢ ⎥ Gt ⎦ Gt dx 2A ⎣ ∫ ∫ Nota: viceversa si poteva usare la condizione θ’=0 per trovare q0 e M[CT]=0 come verifica. s t r u z i o n i ” A3)− Forza T nel [C.T] , [MULTI-cellulari]. A1 q1 A2 q2 An qn A1 A2 An Si “tagliano” idealmente le celle in un punto arbitrario che si assume come origine della coordinata s : q0,n=0 ⇒ qn(s)=qn*. Il flusso qn* è quello di sezione aperta corrispondente alla applicazione di T in un punto diverso da [CT]. Per avere la soluzione del problema occorre aggiungere alle qn* un flusso costante q0,n tale che la rotazione delle singole celle sia nulla: θ1′ = θ′2 = ....θ′n = .... = θ′N −1 = θ′N = 0 che rappresentano N equazioni nelle N incognite q0,n. In definitiva: q n (s) = q*n + q 0,n AN R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” B)−Taglio, flessione e torsione Forza T in un punto generico P della sezione. Le sezioni aperte hanno B<<, quindi poco utilizzabili per reggere momenti torsionali . Ci si limita a considerare sezioni chiuse. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” B1)−Sezioni UNI-cellulari chiuse a)−Metodo diretto Tˆ y s Tˆ z s q (s) = − ∫ z(tds) − y(tds) ∫ Iy 0 Iz 0 * La q*, corrisponde a “tagliare” la sezione in un punto dove s=0. Il flusso q* soddisfa ΣFy=0 , ΣFz=0, ma non è garantito che ΣMt=0. Occorre quindi un qC costante tale che, se 0 è il polo: R − Tz z B a yP Ty r P b zP 0 y o n i s Ty y P − Tz z P = 2v∫ q*dA (0) + 2q C A q = q * + q C b)−Metodo del [C.T.] Se è noto il [C.T.] , si applica T nel [C.T.] + un momento torcente e si sovrappongono i risultati. “ C o s t r u z i o n i ” R − B a r b o n i B2)−Sezioni MULTI-cellulari chiuse A1 q1 A2 q2 An qn “ C o s t r u z i o n i ” a) Metodo diretto. A1 Se immaginiamo di praticare un ipotetico taglio in un generico punto di ogni cella e scegliendo per ciascuna di esse un’ascissa s con origine in tale punto ⇒ q*n (s) q1 An qn Tˆ y s Tˆ z s = − ∫ z(tds) − y(tds) ∫ Iy 0 Iz 0 A tale flusso, per ogni cella dobbiamo aggiungerne uno costante qC,n per garantire l'equilibrio dei momenti. Scegliendo come polo P il punto di applicazione della T: ⇒ Si hanno N costanti incognite q0,n per cui occorre imporre la congruenza A2 q2 N N ∑ v∫ q*n (s)p(P) ds + 2 ∑ q C,n A n = 0 n =1 n n =1 θ 1′ = θ ′2 =.... θ ′n =.... = θ ′N −1 = θ ′N Si hanno quindi N relazioni nelle N costanti incognite q0,n b)−Metodo del [C.T.] Se è noto il [C.T.] , si applica T nel [C.T.] + un momento torcente e si sovrappongono i risultati. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” C)−Determinazione del C.T. In alcuni casi l’individuazione del C.T. è alquanto semplice. Così se la sezione ha un asse di simmetria, il C.T. giace su tale asse; se gli assi di simmetria sono due il C.T. è dato dalla loro intersezione che coincide ovviamente con il baricentro. Per sezioni angolari o cruciformi il C.T. è l’intersezione delle pareti poiché rispetto ad essa è nullo il momento generato dal flusso di taglio. C.T. C.T. C.T. •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ” sf •R C.T Y − P B 0 a d r s • Sezione con asse di simmetria Tz b o Il C.T. giace sull’asse Y e per calcolarne la posizione si applica n una forza T in direzione Z . Poiché la q* è la soluzione i corretta solo se Tz è applicata nel (C.T.), è necessario che • rispetto ad un generico punto P dell’asse y, il momento “ C torcente dovuto al flusso q* corrisponda a quello dato da Tz: o s •t Tz sf 1 sf (P) (P) Tz d CT = q * (s)p ds d CT = q * (s)p ds ∫ ∫ •r Iy 0 Iy 0 u z i da cui è evidente che la posizione del C.T. non dipende o dall’intensità della forza di taglio applicata ma è una proprietà n della sezione. i ” C1)−Il (C.T) , (sez aperte). C1)−Il (C.T) , (sez aperte). • Sezione senza asse di simmetria z Tz Applicando un carico T1 con le componenti di figura: Tˆz = Tz T ; Tˆy = 0 ⇒ q (s) = − z Q y (s) Iy s ∫ q(s)pds = d T 1 1 0 In modo analogo con una forza T2 Tˆy = Ty ; Tˆz = 0 ⇒ q T (s) = − Ty Iz Q z (s) si ha un’altra distanza d2. L’intersezione delle linee di azione di T1,T2 è il C.T. Ty = Tz T1 I yz Iy P y •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ” C2)−Il [C.T] , [sez chiuse]. 1.Si applica una generica forza di taglio e si calcola q*n; 2.Si introducono N flussi di taglio incogniti q0,n; 3.Si impone che la rotazione totale della sezione sia nulla, quindi deve essere nulla la rotazione di ciascuna cella: q 0,n l n − q 0,n −1l n −1,n * ds − q 0,n +1l n ,n +1 + q = 0 n = 1,2,...N Gt n ∫ Sistema questo di N equazioni che va risolto nelle N incognite q0,n. 4.Si impone l’equilibrio dei momenti dove si considera incognita la posizione del [C.T], che può così essere determinata. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” σx I correnti Bs Bs+1 Bs-1 s B2 qn B1 qn qn+1 σx + ∂σ x dx ∂x qn+1 T y ∂σ x T z q n +1 − q n = − Bn = − z n Bn − y n Bn ∂x Iy Iz s Tˆz ⎡ q (s) = q 0 − ⎢ z( tds) + I y ⎣⎢ 0 ∫ ⎤ Tˆy ⎡ s z jB j ⎥ − ⎢ y( tds) + j=1 ⎦⎥ I z ⎢⎣ 0 s ∑ ∫ s ∑ j=1 ⎤ y jB j ⎥ ⎦⎥ •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ” Idealizzazione Tˆz q (s) = q 0 − Iy ⎡s ⎢ z( tds) + ⎢⎣ 0 ∫ Tˆz q (s) = q 0 − Iy s ∑ j=1 ⎤ Tˆy z jB j ⎥ − ⎥⎦ I z j=1 s ∑ z jB j − Tˆy Iz s ∑ j=1 ⎡s ⎢ y( tds) + ⎢⎣ 0 ∫ s ∑ j=1 ⎤ y jB j ⎥ ⎥⎦ y jB j = q 0 + q* •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ” Sezioni staticamente determinate Le formule ricavate nei vari casi di sollecitazione derivano dall’avere sempre soddisfatto le equazioni di equilibrio delle forze e dei momenti. a) le forze di taglio sulle pareti di una sezione devono soddisfare le tre relazioni di equilibrio della statica nel piano della sezione: ∑F y =0 ; ∑F =0 ; z ∑M t =0 che consentono di determinare flussi incogniti costanti qualora se il numero di pareti è ≤ 3 (salvo che le risultanti dei flussi delle tre pareti non risultino parallele o si incontrino in un punto); b) gli sforzi assiali sulle flange devono soddisfare alle tre relazioni di equilibrio della statica fuori del piano della sezione: ∑F x =0 ; ∑M y =0 ; ∑M z =0 che consentono di determinare gli sforzi incogniti qualora il numero di flange è ≤ 3 •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ” A−La sezione con una parete e due flange è in grado di reggere solo momenti flettenti nel piano (o piani paralleli) alle flange. • • T deve risultare parallelo alla congiungente 12 le flange. Solo in questo modo non si ha componente Mz del momento flettente cui la struttura non sarebbe in grado di reagire per mancanza di elementi resistenti; mentre ad My corrisponde un carico sulle flange Px=My/h. T deve essere applicato nel (C.T.) della sezione per non indurre momento torcente. 1 z y h q 0 x y 2 •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ” Taglio (sez. aperta) A1)−Pannello dritto “equivalente” di un tratto di pannello curvo. R = qL R d q = cost M = 2qA (P) A(P) P Un generico pannello curvo può essere pensato come un “pannello dritto equivalente (P.D.E)” con stessa R ed che generi lo stesso M. La congiungente gli estremi del pannello curvo ha modulo ed orientamento della risultante R del flusso q del pannello curvo, ma non genera lo stesso M. Occorre traslare tale congiungente a distanza d dal polo P tale che: R d = 2qA (P) 2qA (P) 2qA (P) 2A (P) quindi d = = = R qL L Ovviamente il momento dovuto al pannello dritto equivalente è nullo rispetto a qualsiasi suo punto; ne consegue che l’applicazione di una forza lungo la retta distante d da P non induce rotazione della sezione e pertanto il (C.T.) giace su tale retta. R − B a r b o n i “ C o s t r u z i o n i ” B−Sezione con due pareti e due flange, è in grado di reggere sia momenti flettenti My, applicati nel piano (o piani paralleli) delle flange, sia momenti torcenti Mt (ora la sezione è chiusa). Quindi: • T deve risultare parallelo alla retta 12 che unisce le flange. • T non deve essere necessariamente applicato nel C.T. perché la sezione è in grado di resistere a torsione. •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ” C−Sezione con due pareti e tre flange, è in grado di sopportare momenti flettenti agenti su qualsiasi piano ma non momenti torcenti. Quindi: • T può avere direzione qualsiasi; • T deve essere applicato nel C.T. perché la sezione aperta non è in grado di resistere a torsione. •R − B a r b o n i • “ C o s •t •r u z i o n i ”
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