Echi-1-2014 - Parrocchia di Agordo

Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003
(conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, DCB - BL
Anno LXXX - n. 1- Febbraio 2014
Taxe perçue - Tassa riscossa
32100 BELLUNO - ITALIA
www.agordo.diocesi.it
BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO
Per una buona Quaresima
Creato cardinale
da papa Francesco
Liberi alla meta!
«Convertitevi e credete al
Vangelo».
È l’invito quaresimale per
eccellenza perché, per eccellenza, la Quaresima è il tempo
che ci viene donato affinché
ci decidiamo a “cambiare
strada”, affidandoci all’unica
Guida capace di portarci al
traguardo della felicità vera,
quella dell’uomo “nuovo”,
quello che sa “fare Pasqua”
ogni giorno.
È stato scritto:
«Voleva essere libero: ha
abbandonato moglie e due
bambini e si è messo con una
ragazzina.
Voleva essere libera, sentiva
crescere dentro una vita che
la strappava ai suoi progetti,
e l’ha soppressa.
Sommario
Mons.Capovilla cardinale " 2
Spigolando in Archivio
" 3
La comunità si racconta " 5
Appuntamenti Quaresima " 6
Ricordi del Natale
" 7
Pastorale famiglia
" 8
Pastorale giovanile
" 9
Parrocchia in internet
"12
Pagina foraniale
"14
Il racconto di Cielo Blu
"16
Solidarietà/Volontariato “ 17
Iniziative della Cucchini "19
Progetto S. Martino
"21
Eventi musicali
"24
Un premio a don Lorenzo "29
Giorgio Zasso, grafico "31
Auguri/Ricordi
" 32
Hockey goliardico
" 36
In memoria/anagrafe
" 37
Voleva essere libero e ha
smesso di fare il prete ed
amare così tutti senza legarsi
a nessuno
Volevano essere liberi, leggeri, senza stupidi rimorsi, si
sono ubriacati ed hanno sfasciato tutto, vita compresa.
Voleva essere libero e ha
mandato a casa gli operai
per godersi in pace quello che
aveva guadagnato.
Gesù anche voleva essere libero: ma si è ritirato
nel deserto rimanendovi per
quaranta giorni, tentato dal
maligno».
Che diversità! Noi crediamo
di liberarci, di essere liberi
diventando invece schiavi di
noi stessi, del nostro egoismo,
delle voglie momentanee, spegniamo gli ideali, calpestiamo i
sogni nostri e quelli degli altri.
Gesù si è buttato nelle braccia
del Padre, si è messo nelle sue
mani. E noi?
Se supereremo le nostre
tentazioni, saremo sulla strada
giusta per disintossicare lo
spirito, per rimetterci al nostro
posto sentendoci creature amate da Dio, e non servi che lo
sfidano, ma piuttosto figli che si
affidano a Lui, alla sua Parola:
una Parola che diventa la nostra
vera speranza di libertà.
Ecco il mio augurio: questa
Quaresima ci aiuti a cercare
e trovare la vera libertà, consapevoli che potremo dire di
essere liberi quando – come
scriveva Helder Camara, un
grande vescovo del ‘900 –
«non avremo prigioni segrete
e catene invisibili, che tanto
più opprimono quanto meno
appaiono».
C’è materiale per una buona
riflessione e un deciso impegno
quaresimale.
Don Giorgio
Monsignor
Loris Francesco
Capovilla
amico di Agordo
e degli Agordini
Nel corso dell’Angelus di
domenica 12 gennaio, papa
Francesco ha comunicato i
nomi dei nuovi cardinali che
ha creato in occasione del concistoro del 22 febbraio: sedici
cardinali elettori, provenienti
da dodici nazioni, e tre ultrottantenni.
L’annuncio è stato accolto
con particolare gioia e soddisfazione anche nella nostra
comunità perché fra questi
ultimi figura monsignor Loris
Francesco Capovilla, arcivescovo titolare di Mesembria.
Significativo il fatto che
l’elevazione alla porpora
dell’illustre e famoso prelato,
oggi 98enne, giunga nell’anno
della canonizzazione di Papa
Giovanni XXIII che sarà proclamato santo il prossimo 27
aprile assieme a Giovanni Paolo II. Mons. Capovilla è stato
infatti il segretario particolare
di Papa Giovanni, e dopo la
sua morte ne ha custodito la
memoria, divulgandone pensiero e opere.
Oggi vive a Sotto il Monte,
(continua a pag. 2)
Febbraio 2014
2
(segue da pag.1)
Monsignor Capovilla, cardinale
il paese natale del pontefice
bergamasco, in mezzo alle
memorie giovannee, dove ha
scelto di ritirarsi verso la fine
degli anni Ottanta.
Il legame di Agordo e
dell’Agordino con monsignor
Capovilla dura da anni e si è
cementato attraverso la conoscenza diretta con don Lino
Mottes al tempo del Concilio
Vaticano II, quindi con varie
gite e visite di nostri parrocchiani, guidati da don Lino a
Loreto e poi più volte a Sotto
il Monte.
Dopo aver tentato invano di
comunicargli subito per telefono (ovviamente impegnato da
tanti altri per lo stesso motivo)
il compiacimento, le congratulazioni e la felicità della nostra
comunità, l’arcidiacono monsignor Giorgio Lise, che nel
frattempo ha avuto a sua volta
verso sera, da Loris Santomaso, il quale può vantare,
con comprensibile e legittimo
orgoglio, di aver incontrato
il neo-cardinale in un paio di
occasioni a Sotto il Monte, di
aver amabilmente colloquiato
con il suo illustre omonimo,
instaurando un rapporto di
amicizia e di filiale devozione
di cui si sente fiero e onorato.
Un contatto che si mantiene
vivo attraverso piacevoli periodiche conversazioni telefoniche, ogni anno in occasione
di particolari ricorrenze, alle
quali monsignor Capovilla dà
sempre riscontro con parole
affettuose e graditissimi opuscoli di memorie dell’amato
Papa Giovanni.
Con grande emozione, dunque, nel tardo pomeriggio di
martedì 14 gennaio, Loris ha
sentito l’inconfondibile voce
Sotto il Monte. Mons. Loris Francesco Capovilla al telefono.
rapporti epistolari, gli ha inviato il seguente messaggio:
“Agordo, 12 gennaio 2014
Eccellenza Reverendissima,
gioisco con Lei per la nomina
a Cardinale voluta da Papa
Francesco: veramente Dio
“innalza gli umili” come ha
cantato Maria. Credo che per
Lei sia certamente motivo di
grande gioia; personalmente
ritengo questa nomina da
parte del Santo Padre come
un dono del Beato Papa Giovanni XXIII, nell’anno della
sua canonizzazione.
Atteso il Suo legame con
Agordo, mi permetto di farLe
pervenire, a nome mio personale e di tutta la Comunità, il
plauso più sincero e cordiale,
certi della Sua benedizione.
Con sensi di vivo ossequio,
mi creda
Mons. Giorgio Lise”
Più fortunato è stato invece
l’analogo tentativo fatto due
giorni dopo, il 14 gennaio
all’altro capo del filo che ha
risposto alle sue parole di felicitazioni e di augurio per la
fresca nomina a cardinale, con
la consueta affabilità e lucidità
di mente e di cuore, con questi
brevi pensieri:
“Sono grato a papa Francesco per questo segno di benevolenza che ho accolto con
gioia. Nel contempo rivolgo un
invito ai cattolici a seguirne le
orme, perché abbiamo tanto
bisogno di pace, di bontà, di
servizio vicendevole, di solidarietà, di solidarietà! Mando
a don Lino, a don Giorgio, ad
Agordo e agli Agordini la mia
benedizione e dico a tutti che
li ricordo, li amo e li ammiro
per l’amore e l’attaccamento
che hanno alle loro parrocchie
e comunità e che continuino a
fare onore alle virtù dei padri e
alle nostre belle grandi e sante
tradizioni. Andiamo avanti
così, vi benedico e vi auguro,
come papa Francesco, buona
serata”.
Echi di Agordo
Per riflettere sulla famiglia
con Papa Francesco…
LA RIVOLUZIONE
DELLA MISERICORDIA
Papa Francesco ha annunciato
che il tema di discussione del prossimo Concistoro sarà la famiglia
mentre poco prima, nel giorno di
san Valentino, riceverà i fidanzati.
È un’altra conferma del suo interesse verso la famiglia, fortemente
in crisi nel mondo moderno e di
cui continua a sottolineare il ruolo
centrale, anche per la trasmissione della fede.
Ma la famiglia è pure l’istituzione
più segnata dalla secolarizzazione, quella in cui le modalità
di comportamento più diffuse
sono le più distanti dalla morale
cattolica.
Lo provano ancora una volta
gli articoli pubblicati su riviste
francesi e tedesche che hanno
sondato i loro lettori sui temi del
questionario in preparazione
del sinodo, che avrà come tema
proprio la famiglia. Le risposte
sembrano confermare la distanza
fra la morale cattolica e il comune
sentire in tema di rapporti sessuali
e relazioni affettive. E, come al
solito, la pressione va nel senso
di chiedere un avvicinamento della
Chiesa alla morale dominante,
considerata ormai immutabile
anche se effetto essa stessa di un
recente mutamento: la rivoluzione
sessuale che ne ha determinato
le caratteristiche principali, infatti, si è affermata negli ultimi
cinquant’anni.
Il confronto con i fidanzati
senza dubbio sarà decisivo, da
questo punto di vista. Coloro che
aspettano in castità di iniziare
con il matrimonio cristiano la loro
vita sessuale non esistono quasi
più: in stragrande maggioranza,
le coppie che seguono i corsi
di preparazione al matrimonio,
infatti, sono conviventi e spesso
hanno già dei figli. La pressione
mediatica chiede al Papa della
misericordia di benedire questa
svolta e di accettare il capovolgimento della morale sessuale
cattolica.
Sono molti a non accorgersi
che Papa Francesco sta certo
mostrando la misericordia di Dio
nei confronti di tutte le situazioni
nuove e controverse nate da
questa rivoluzione morale, ma a
partire proprio dalle situazioni di
sofferenza che essa ha creato. La
comunione per i divorziati risposati, il battesimo dei figli delle coppie
non sposate in chiesa o di quelle
omosessuali e il loro futuro sono
nel cuore del Papa, come situazioni su cui è necessario riflettere
ed esercitare con la maggiore
generosità possibile appunto la
misericordia, ma ciò non significa
certo un cedimento più generale
alla morale dominante, del genere
“fate come volete”.
Gli interventi di Papa Francesco
e il suo volto misericordioso in
realtà mettono in luce gli effetti dolorosi della rivoluzione sessuale,
la sofferenza creata da un’utopia
che prometteva la felicità per tutti
garantita dalla libertà sessuale.
E in questo modo suggeriscono,
con pacata discrezione, di fare
un bilancio sincero e coraggioso
di quanto è veramente successo,
al di là delle ideologie ancora
dominanti. Solo a partire dalla
constatazione dei tanti fallimenti di
questa utopia, cioè solo medicando le ferite che essa ha inferto nelle
vite umane, si può aprire infatti la
possibilità di una nuova attenzione
nei confronti della morale cattolica,
in genere ormai archiviata come
residuo inutile del passato.
L’immagine dell’ospedale da
campo nel quale la Chiesa di
oggi si trova a operare, cara a
Francesco, rivela quindi un’altra
possibilità di sviluppo inedita e
creativa. Poi sarà necessario un
passo successivo: trovare parole
convincenti, un linguaggio nuovo,
per spiegare il messaggio della
Chiesa su questi argomenti e la
ricchezza di una visione che non è
solo divieti e regole. Ma piuttosto
una diversa interpretazione della
sessualità, che arricchisce la vita
degli esseri umani e può renderla
più armoniosa e serena. Senza
nascondersi che per questo sarà
necessaria una profonda rivoluzione culturale.
(Da: Lucetta Scaraffia, Osservatore
Romano, 23 gennaio 2014)
Echi di Agordo
Da circa otto anni siamo
in possesso di un documento
che ha ci destato forte, ma che
per vari motivi è rimasto nel
cassetto. È un piccolo libretto
di 24 pagine, (cm. 15x10),
manoscritto su carta a righe,
recuperato tra i rifiuti nella
piazzola ecologica di Valcozzena nella primavera del 2005,
molto danneggiato per essere
rimasto sotto le intemperie
tanto che alcune pagine sono
state eliminate. Questo quadernetto è un piccolo manuale
che riporta delle annotazioni
che possiamo definire ricette,
relative per la maggior parte
all’attività di un artigiano, di
probabile provenienza da famiglia di fabbri occupati in Val
Imperina agli inizi del ‘900.
Il documento, stilato con
inchiostro nero, presenta una
bella scrittura, tondeggiante,
facilmente leggibile, un po’
inclinata verso destra, con
qualche ricciolo che la fa riferibile appunto a documenti
d’inizio del secolo scorso. Lo
scritto presenta qualche errore
ortografico e qualche piccola
dimenticanza nella trascrizione, che abbiamo effettuato
con la massima attenzione,
lasciando le piccole anomalie,
indicate la sigla (sic).
Tratta argomenti vari, una
ricetta per l’Erpes, una per
il fieno, alcune per la tintura
dei tessuti di lana e altre per
lo più relative ad attività metallurgica.
Ne riportiamo alcuni esempi, accompagnati da brevi
chiarimenti sul significato
di vocaboli desueti o troppo
specialistici.
Erpete Cura delle erpeti
L’erpete (herpes) è una affezione virale da tutti conosciuta,
da curare con una terapia soprattutto diretta ad attenuare
il dolore. La terapia empirica
descritta qui sembra piuttosto
drastica, ora crediamo non si
usi più.
“è questa una malattia della
pelle che si manifesta in forma
di pustolette pruriginose che
screpolando lasciano uscire
un umore che si converte in
Il viso di un bimbo deturpato
dall’Erpete.
Febbraio 2014
3
di calore, inferiore a quello
che sarebbe necessario, perché prendessero tempera. Si
pretende, che gli oggetti così
raffreddati riescano meglio,
che raffreddati lentamente.
a cura di GABRIELE BERNARDI
Così si faceva una volta
Semplici ricette... da un minuscolo taccuino
crosta. Apparisce più specialmente sulla faccia, ma può
anche prodursi su quallunque
(sic) altra parte del corpo.
Questa malatia (sic) esige
una cura molto perseverante. Si fa uso d’un unguento
solforato col quale si unge la
parte malata alla sera prima
di coricarsi, si prendono delle
tisane, o decozione d’orzo del
brodo alle erbe, e di tempo in
tempo un purgante di mana
(manna, succo zuccherino,
leggermente purgativo, ottenuto per incisione del tronco
dell’orniello o frassino selvatico) se lo stomaco non è
amalato (sic). Non si dovranno
trascurare inoltre i levativi (lenitivi) ammolienti (sic), alcuni
bagni solforosi per settimana
sino a perfetta guarigione.
Durante questa cura si dovranno prendere altressì (sic)
3 o 4 pastiglie solforate ogni
giorno”.
Fieno
Nella seconda pagina c’è una
raccomandazione agricola per
la conservazione e per rendere
più appetibile il fieno per il
bestiame, ancora in uso alcuni
decenni fa.
“Modo di conservare il
fieno
Spargendo al tempo della
segatura, un ettogr. e mezzo di
sale seccato al forno e polverizzato, sopra ogni quintale di
fieno in circa, un tale foraggio
si conserverà meglio, e gioverà
molto più che gli altri alle bestie
come quello che aguzzerà il loro
appetito”.
Sono poi elencate modalità
per l’esecuzione di trattamenti
termici sul ferro e acciaio, per far
assumere una struttura cristallina tale da rendere più malleabile
o più tenace il metallo.
Ricottura dell’acciaio
La ricottura è un trattamento
termico consistente nel portare il metallo a temperatura
elevata e nel farlo poi raffreddare lentamente, allo scopo
di diminuire la durezza e di
omogeneizzare la struttura
molecolare.
“Gli oggetti in acciaio che
si vogliono radolcire (sic),
debbono essere colocati (sic)
in una cassetta di ferro, una
marmitta, ecc. perfettamente
lutata (interno ricoperto di
impasto d’argilla) e riempiuta (sic) di carbone di
legno polverizzato, torniture
o limature di ferro onde gli
oggetti siano bene garantiti
dall’azione diretta del fuoco,
e dal contato(sic) con l’aria
fredda o calda.
Si coloca (sic) questo recipiente ad un fuoco dolce, che
si attiva gradatamente.
Quando gli oggetti sono arivati (sic) ad un grado di calore
abbastanza ellevato (sic), si
ferma il fuoco e si lascia raffreddare lentamente.
Si puo (sic) ancora invece
di lasciar raffreddare lentamente gli oggetti ricotti, gettarli bruscamente nell’acqua,
quando sono giunti a un grado
Tempera dell’acciaio
Il termine esatto per questa
operazione è tempra ed è un
trattamento termico necessario per migliorare le qualità
meccaniche di resistenza e
flessibilità del metallo: consiste in un riscaldamento a una
determinata temperatura e un
successivo raffreddamento rapido ottenuto con vari sistemi.
Qui vengono enumerate almeno 6 modalità. Ne riportiamo
alcune.
Una moltitudine di mezzi e
stata preconizzata (sic) per
questa operazione; e si potrebbe dire che ciascun lavorante
ha fato (sic) delle proprie
tempere un mistero.
Il punto importante e (sic)
di riscaldare rapidamente
l’acciaio al grado convenevole
e di gettarlo nell’acqua fredda
o leggermente (sic) riscaldata,
o colocarlo (sic) sotto un rubinetto che getta un filo d’acqua
sul pezzo da temperare. Il
grado di calore conveniente
per la tempera dell’acciaio è
il rosso cilieja (sic).
Certi pezzi: come le seghe, i
bandoni le falci, i coltelli, od
altri oggetti di poco spessore si
tempera nei grassi: come oglio
(sic) o grasso animale.
Altri oggetti meno delicati
si temperano nell’acqua, ma
badando di non lasciarli raffreddare interamente prima
di estrarli ond(e) schivare le
crepature.
Mi vene (sic) indicato un
mezzo, che io credo non ancora
esperimentato, per temperare
le seghe, il quale consisterebbe nel scaldarle fino al punto
necessario, eppoi (sic) recarle
fra due dischi di ferro freddi
onde si raffredino (sic) rapidamente senza contorcersi.
La sega non può mancare con
questo mezzo di temperarsi, restando contemporaneamente
dritta e piana.
…
Prima d’infondere acqua
certi oggetti sarà ben fatto
d’immergerli rapidamente
nella resina la quale impedisce
il contatto diretto dell’acqua,
oppure coprire la superficie
dell’acqua, con olio vegetale,
di modochè (sic) coprendosi
l’oggetto di grasso avrà un raffreddamento meno brusco.
(segue a pag. 4)
Febbraio 2014
4
(segue da pag.3)
Echi di Agordo
Così si faceva una volta
Mescolanze diverse per la
tempera dell’acciaio
N°1 Acqua comune Litri
1.00
Goma(gomma) arabica grami
dai 30 ai 40
Si tempera in quest’acqua
gommosa il filo d’acciaio ed
i piccoli oggetti.
N°2 Acqua dolce o di fonte
Litri 50
Sapone nero grammi 500
Si fa sciogliere il sapone
nell’acqua e si adopera per
temperare tutti gli oggetti che
ordinariamente si temperano
nell’olio.
…
N°6 Sego di montone
kilogr.10
Olio d’oliva
“
35
Resina
“
5
Sale ammoniaco “
2
Si fa fondere il sego, si
aggiunge l’olio, e dopo la
resina ed il sale ammoniaco
(cloruro d’ammonio, sale
derivante dall’ammoniaca)
polverizzati, e si mescola bene
il tutto. Questa mescolanza e
raccomandata per la tempera
degli oggetti dellicati (sic) di
ogni specie”.
Fabbro al lavoro sull’incudine.
Saldatura dell’acciaio
La saldatura è la particolare tecnica di giunzione di
parti metalliche mediante
l’intervento del calore, della
pressione o di entrambi questi
agenti, con o senza l’aggiunta
di metallo d’apporto. I lembi o
le superfici da saldare vengono
generalmente portate allo stato di fusione o di accentuato
rammollimento mediante
apporto di calore, o possono
venire compresse fra loro così
da costringerle a tale intimo
contatto fino a costituire, nella
zona di giunzione, un tutto
uniforme e continuo dotato
di caratteristiche omogenee.
Con la saldatura è possibile
congiungere molti metalli ap-
plicando opportune sostanze
atte a fondere gli ossidi metallici che si formano durante il
riscaldamento, allontanandoli
dalle superfici che devono
essere congiunte. Per ottenere lo scopo sono utilizzate
le più impensabili sostanze,
riportandone qui solo alcune
di quelle proposte.
“La saldatura dell’acciaio
offre qualche dificoltà (sic)
ed esige perciò molta precauzione, e singolarmente
se si tratta d’acciaio fuso un
po (sic) vivo, bisogna evitare
i colpi di fuoco, e quando il
pezzo incomincia ad arrossarsi getarvi (sic) sopra del
quarzo pesto, vetro o sabia
(sic) fina od argilla ben secca
polverizzata (sic).
Appena cavato il pezzo dal
fuoco, lo si rotola in una o
laltra (sic) delle polveri suindicate, indi lo si risottomete
(sic) all’azione del martello,
i cui colpi debbono essere
debboli (sic) e precipitati nel
principio, ed aumentare progressivamente la forza.
Questo mezzo di saldare
l’acciaio è poco seguito,
perché in generale si da la
preferenza al borace (minerale – borato idrato di sodio,
monoclino di colore biancastro, derivato del boro) senza
aggiunta di altre sostanze, il
quale preventivamente si fa
fondere e si polverizza dopo
rafredato (sic) ne è necessario lasciarlo al fuoco fino a
calcinazione perfetta.
Invece poi del borace solo,
si adoperano ordinariamente
diverse mescolanze, le quali
più usate sono le seguenti:
N°1 Borace
grammi 500
Sale ammoniaco “ 250
Spirito di vino
“
50
Si fonde il tutto insieme in un
recipiente di argilla, lasciandolo per alcuni minuti al fuoco
finchè si acende (sic), indi si
ritira, si lascia rafreddare
(sic), si rompe il recipiente e
si polverizza il contenuto.
…
L’acciaio si salda al ferro
con l’una o l’altra delle polveri sopraindicate.
Bisogna scaldare il ferro fino
al bianco, e l’acciaio fino al
rosso cilieja e praticav(sic)i
sopra qualche intaglio, si getta
sul ferro quantità sufficiente
d’una di queste polveri, si
applica sopra l’acciaio e si
(danno) alcuni colpi di martello lo si rimete (sic) al fuoco
e lo si scalda moderatamente,
e si copre tutta la superficie
Pagina del taccuino. Saldature
dell’acciaio.
di sabbia quarzo od argilla.
Quando il pezzo e giunto a
conveniente grado di calore lo
si leva dal fuoco e lo si sottomete (sic) a legeri (sic) colpi
di martello, che si rinforzano
sempre più finchè il pezzo è
perfettamente saldato.
M. Rust. Ispettore generale
delle saline di Durkhaim (Baviera) che si è occupato delle
saldature d’acciaio con se
stesso e sul ferro, raccomanda
i seguenti processi:
N°1 Acido borico g rammi 35
Sal marino decrepitato
“
30
Ferrocianuro di potassio“27
Colofonia (pece greca) “8”
L’acido borico è un composto contenuto nei soffioni
boraciferi dai quali si ottiene
per cristallizzazione.
Si mescola e si polverizza
tutto insieme.
Per saldare l’acciaio fuso
al ferro, si scaldano separatamente i pezzi scevri da qualunque traccia di ossido, si getta
sulla superficie da saldare una
quantità sufficiente di polvere
per coprirla completamente e
poscia si riuniscono le parti,
si mete al fuoco il pezzo così
disposto, e mentre si scalda si
getta sopra polvere di sabbia.
Si finisce il pezzo col martello
quando e giunto a conveniente
grado di calore.
…
Le lime e le raspe prima
di temperarle, si contornano
d’una camicia (intonaco) che
protega (sic) il loro taglio
dall’azione diretta del fuoco.
Molti furono i mezzi messi in
opera a questo scopo ma i
seguenti sono una selta (sic)
abbastanza completta (sic).
N°1 Ferrocianuro di potassio
grammi 225
Cloridrato d’ammoniaca
“
50
Cloruro di sodio discecatto
“
50
(Sal marino essicato)
Corno
“
150
Carbone di legno “
25
Tutte queste sostanze debbono essere polverizzate e
mescolate insieme.
Prima di metere(sic) la
lima nel fuoco, si bagna
nell’acqua da tempera, eppoi rotolarla(sic) in questa
polvere in modochè (sic) resti
tutta coperta.
…
N°3 Fuligine di legno
grammi 200
Carbonato d’ammoniaca
gram. 125
Aglio
“
50
Sal marino
“
125
Si pesta l’aglio, si aggiungono
le altre sostanze, e si fa con
acqua, una poltiglia mole per
imbrattare le lime e raspe”.
…
In ciascuna delle successive
ricette, che qui non riportiamo,
si usano persino le seguenti
bizzarre sostanze: “…Fondi
(lavature) di birra, …Corno
polverizzato, … Osso calcinato in vaso chiuso, …Scaglie
d’ostriche polverizzate, …
Cuoio torefatto e polverizzato”,
E poi non è finita…
N°9 Farina di segale
grammi 400
Sal comune
“
100
Si mescolano queste due
sostanze in quantità sufficiente di sangue, per farne una
poltiglia.
Qualche fabbricatore si accontenta di coprire le lime con
una mano di bianco di spagna
(creta bianca, carbonato di
calcio in polvere) siolto (sic)
nell’acqua.
Le lime e le raspe, scaldate al punto conveniente,
debbono essere temperate
nell’acqua…
Le rotture si dicono evvetarsi
(da evitare) gettando di tempo
in tempo nel fuoco, qualche
pezzetto di cuojo.
Si deve far cadere la crosta che copre le lime, prima
d’infonderle nell’acqua, ma
la si lascia a quelle di piccole
dimensioni, e di taglio molto
fino”.
…
Ci fermiamo qui riproponendoci di scrivere in seguito
sui processi di colorazione
della lana.
Echi di Agordo
Febbraio 2014
5
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Uno di noi
Certamente ricordate l’iniziativa “Uno di noi” che ha
impegnato anche la nostra
Comunità nella raccolta di
firme al fine di sollecitare
La Comunità si racconta
Una comunità è sempre in cammino e al suo interno vive
incontri, esperienze, avvenimenti. Ripercorriamo brevemente
quanto vissuto in questi ultimi mesi.
Cari genitori, posso?...
Desidero offrire ai genitori, primi educatori dei
propri figli, una regola aurea. Autore: San Benedetto.
Egli diceva:
Chi educa veda tutto,
lasci correre su molte cose,
intervenga su pochissime.
l’Europa a sancire con una
legge la tutela dell’embrione.
Ora il Presidente del Movimento per la Vita italiano,
on. Carlo Casini, ha inviato
all’Arcidiacono una lettera di
ringraziamento nella quale,
tra l’altro, scrive: «Come certamente Lei già sa, abbiamo
raddoppiato il numero minimo delle adesioni richieste
dal Regolamento europeo:
due milioni di cittadini europei hanno domandato che il
più piccolo e povero tra tutti
gli esseri umani, il figlio concepito ma non ancora nato,
sia considerato come “Uno
di noi”. L’Italia è stata il
motore dell’iniziativa e la Sua
collaborazione è stata essenziale, non solo per l’adesione
personale, ma anche per la
promozione che ne ha fatto nel
suo ambiente. Si apre ora una
seconda fase. Occorre che la
nostra domanda sia accolta
e che comunque divenga un
seme di rinnovamento civile
e morale… Intanto un risultato è stato già raggiunto:
un risveglio delle coscienze
ed una ripresa di coraggio
in tutta Europa».
Questa la “traduzione”:
1. Bisogna vedere tutto, seguire e interessarsi di quello
che fanno i propri figli senza però essere ossessivi e
intervenire in ogni momento e su ogni cosa.
2. Bisogna lasciar correre sulle cose meno importanti,
su ciò che non è secondo i “nostri” gusti perché i loro
“gusti” sono diversi – e giustamente! – dai nostri.
3. Occorre però saper intervenire con decisione e con
fermezza sulle cose che sono fondamentali.
Può essere una strada da cercare di seguire nella
missione educativa.
Una missione non facile: per insegnare infatti basta
“sapere” (basta la testa), ma per educare – ricordiamolo – occorre “essere” (deve esserci il cuore, la vita).
Ricordiamolo tutti.
Don Giorgio
I neo-maggiorenni del 1995
è stata per tutti una bella sorpresa: sabato 21 dicembre il gruppo
dei giovani – neo-maggiorenni
- di Agordo, nati nel 1995, hanno
voluto ritrovarsi in chiesa per la S.
Messa, prima di fare festa insieme
per il raggiungimento di una data
significativa della loro vita. All’omelia l’Arcidiacono, ha preso lo
spunto dalla figura di Giuseppe,
giovanotto ebreo pieno di ideali
(e in questo molto simile ai nostri
diciottenni) il quale si è reso disponibile a cambiare i propri progetti
e ha invitato i ragazzi presenti a
prendere in mano la propria vita,
a non trascinarla, ma a viverla in
pienezza, cercando di ricavare da
essa non tanto motivi di soddisfazione superficiale, bensì occasioni
per viverla nella gioia più vera e
profonda. In questa prospettiva,
la fede di Giuseppe è di esempio
e la sua disponibilità a rispondere
al disegno di Dio diviene il segreto
per essere felici.
Febbraio 2014
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Echi di Agordo
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
APPUNTAMENTI QUARESIMALI 2014
Martedì 4 marzo
- ultimo di carnevale
Mercoledì 5 “- Le Ceneri - ore 18,30 S. Messa, benedizione e imposizione delle
Sacre Ceneri - (magro e digiuno)
Inizio della Quaresima e della
colletta
“Un pane per amor di Dio”
Venerdì
7 “- e ogni venerdì di Quaresima, in
Arcidiaconale:
- ore 18.30 - Via Crucis
- Nei venerdì di Quaresima la S.Messa viene celebrata
solo nella chiesetta di San Vincenzo alle ore 17,30.
Domenica 9 marzo - 1a di Quaresima
Giovedì 27 “- metà Quaresima
Venerdì 11 aprile - ore 20 Via Crucis pubblica al
Cristo delle Pianizze
Domenica 13 “- ore 10 - Le Palme: Benedizione
dell’Ulivo e Processione e Messa
della Passione
29a Giornata diocesana della gioventù
La Comunità si racconta
L’Adorazione del giovedì
Si è avviata nell’Avvento scorso, per iniziativa dell’Ambito del
Consiglio Pastorale “Chiesa che celebra e prega”, l’Adorazione
Eucaristica settimanale nella Cappella della Beata Vergine di
Lourdes, attigua all’Arcidiaconale.
Un’ora di preghiera silenziosa, guidata dal Diacono Alessandro
e con la presenza dell’Arcidiacono: all’inizio viene affidata ai
presenti una intenzione particolare di preghiera per le necessità
della parrocchia, per categorie particolari di persone (malati,
giovani, vocazioni...) oppure tenendo conto di situazioni che
interessano la vita della Chiesa e del mondo.
Questa iniziativa sta avendo un buon riscontro: la piccola
chiesa si riempie ogni giovedì sera, dalla 20.00 alle 21.00) e si
aggiunge all’Adorazione del mercoledì mattina (dalle 9.30 alle
11.00) pensata soprattutto per coloro che vengono in città per il
mercato da tutto l’Agordino e possono così approfittare sia per
partecipare alla Messa (ore 9.00) sia per una sosta di preghiera
davanti al Santissimo Sacramento.
Le Liturgie Eucaristiche
animate dai ragazzi del catechismo:
- Domenica 9 marzo, I di Quaresima, ore 10,00:
Gruppi di II^ e III^ Elementare
- Domenica 16 marzo, II di Quaresima, ore 10,00:
Gruppi di IV^ Elementare
- Domenica 23 marzo, III di Quaresima, ore 10,00:
Gruppi di V^ Elementare
- Domenica 30 marzo, IV di Quaresima, ore 10,00:
Gruppi di I^ Media
- Domenica 6 aprile, V di Quaresima, ore 10,00:
Gruppi di II^ Media
Sabato 22 marzo 2014: Pellegrinaggio della Conca Agordina
a Santa Maria delle Grazie: Parrocchie di Agordo, La Valle,
Gosaldo, Tiser, Rivamonte, Voltago, Frassenè e Taibon
- ore 8,30 S. Messa e Confessioni
Una preghiera per il maltempo
«Preghiamo per le comunità a cui il maltempo non
dà tregua». È l'invito rivolto ai fedeli dall'arcidiacono e
vicario foraneo, monsignor Giorgio Lise, domenica 9
febbraio durante le messe parrocchiali.
Una riflessione che prende spunto dalle dure giornate
vissute dagli abitanti di tutti quei paesi, agordini e non,
sommersi dalla neve o allagati dalle piogge. «Preghiamo
per le comunità dell’Agordino in sofferenza a causa del
maltempo che non dà tregua. Preghiamo affinché le
famiglie e i singoli, soprattutto gli anziani, che in questi
giorni vivono nell’isolamento, nell’insicurezza e nella
precarietà, possano sentire la vicinanza affettiva di tutti,
ma in particolare possano sperimentare la solidarietà
concreta e la presenza fattiva delle autorità e delle istituzioni, in modo da poter superare il più serenamente
possibile questo momento difficile».
La speranza è che le stesse comunità di montagna
possano sentire tale vicinanza non solo nelle emergenze, ma anche nella vita di tutti i giorni, dalla sanità alla
scuola, dai trasporti alle infrastrutture. Spesso, infatti,
sono proprio il disinteresse e la lontananza di certe
istituzioni a determinare le emergenze.
Una significativa immagine degli effetti del cattivo
tempo lungo la provinciale n.3 di Valle Imperina,
tra Rivamonte e Gosaldo.
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Echi di Agordo
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VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Immagini-ricordo delle liturgie del periodo natalizio
La benedizione dei bambinelli per il presepio.
“Silenzio! O Gesù bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.
Guai se tu svegli i ragazzi, che
disastro sarebbe per noi, così
colti, così intelligenti, brevettati
miscredenti, noi che ci crediamo
chissà cosa…Fa’ piano, Bambino, se puoi…”
E’ parte di una poesia di Dino
Buzzati, che sembra fatta apposta per tanti che vivono il Natale tra frastuoni e stordimenti
festaioli; preoccupati però che
il “Bambino” – quello per cui
si fa festa – non disturbi!
Eppure, questa festa ci ricorda due verità che sono come
un balsamo sulle nostre ferite
umane, accentuate in questo
tempo di crisi dalla perdita di
fiducia nel presente e nel futuro
della vita stessa: ogni persona
umana, non è un insignificante
frammento dell’universo domi-
La Nuova Corale e il Coro dei Bambini hanno ancora una volta dato gioia con le loro voci ai momenti del Natale in chiesa.
nato dal caso, ma fa invece parte
di un grande progetto di amore
che Dio ha pensato e voluto per
ciascuno fin dall’eternità; oggi
davanti al presepio noi comprendiamo che alle nostre spalle
non sta il niente e davanti a noi
la scomparsa totale nel vuoto,
ma siamo avvolti da un grande
e continuo gesto di amore da
parte di Dio, un amore che ci
fa vivere nella speranza...
Per questo il Natale è la festa
della speranza cristiana, che non
è il vuoto ottimismo di chi non
si rende conto del malessere e
dei guai che lo affliggono, ma
è la certezza che a Betlemme
è nato Colui che ci ha detto:
“Avrete tribolazione, ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo!”
(Gv 16,32).
don Giorgio
(da l’omelia della notte di Natale)
Il 10 novembre 2013. La Consegna del Comandamento dell’Amore.
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Echi di Agordo
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
pastorale
della Famiglia
Basta un SI’ detto in due,
giorno per giorno…?
schiuso una promessa per tutta la
vita. Situazioni impensate hanno
allontanato questi giovani dalla
loro terra per portarli in mezzo a
noi, ricchi di speranza, consapevoli di aver ricevuto e costruito un
dono, il loro amore. Lo mettono a
disposizione nostra, con tenerezza e rispetto.
Dicono con sicurezza di sentirsi
parte del progetto di Dio. Non
sanno con chiarezza quale sia,
ma confidano in Lui senza riserve.
Perché non è possibile che una casualità irrazionale li abbia uniti. Si
sentono parte di un grande piano
d’amore, riferimento sicuro nelle
difficoltà, conferma nelle gioie.
Non si sentono limitati nella libertà.
Le piccole, grandi scelte del quotidiano sono scelte loro, ma sono
riposte nell’abbraccio di un Dio
misericordioso. Sono arrivati qui,
e vivono con gioia in mezzo a noi
la loro promessa d’amore, senza
rimpianti, superando le nostalgie.
Non pretendono di vedere troppo
lontano. Sanno che basta avere
fiducia nel Signore. Basta un SI
detto in due, giorno per giorno. Il
resto lo farà Lui.
Non posso fare a meno di
commuovermi: “Che meraviglia!
Questa è la forza dei nostri giovani. A noi, con qualche anno
in più, la possibilità di seguire le
loro orme.
E così, anche questo sabato,
ascolto le testimonianze che sono
state un modo nuovo di camminare
insieme.
Floriana Santomaso
Famiglie in Parrocchia - Programma
“Il piacere di stare insieme. La condivisione di un’esperienza”
Incontri mensili (2° sabato del mese)
Agordo - Centro Parrocchiale “Mons. V. Savio” - ore 16.30
L’incontro del gruppo famiglie in parrocchia dell’8 febbraio con
una partecipazione limitata a causa del maltempo...
“Il nostro incontro di coppia
non è un caso. Siamo parte di un
progetto più ampio”.
Questo è l’argomento da sviluppare nell’incontro delle “Famiglie in
Parrocchia”, sabato 11 gennaio.
Sono perplessa, all’inizio,
nell’affrontare il tema. Suona
nuovo, ma strano. D’altronde,
questa è la proposta del sussidio
che quest’anno abbiamo deciso di
seguire per un cammino più organico. (“Come si diventa coppia” di
Zattoni-Gillini).
Mi chiedo: “Quanti di noi riescono a sentirsi parte di un
progetto più ampio? E il progetto
della mia vita quale sarà stato?”
Quarant’anni fa mi sono giocata la
vita, entusiasta, con un SI a una
persona, davanti al Signore, in
una preziosa chiesa di montagna
ai piedi del monte Serva. Così è
andata! E ora, che ho più tempo,
vorrei capire di più…
Sabato 11 gennaio hanno aperto l’incontro i giovani. Le ultime
coppie che si sono aggregate al
gruppo. Vengono tutte da lontano.
Anche da molto lontano. In loro
rivedo il mio entusiasmo di allora.
Ma soprattutto intravvedo una
grande fede in Dio, che io invece
non conoscevo.
Sono storie diverse l’una dall’altra. Raccontano di circostanze
strane che li ha fatti incontrare.
Di casualità che hanno dato una
svolta repentina al loro vivere.
A volte frazioni di tempo hanno
promosso incontri che avrebbero
Venerdì 17 gennaio si è tenuto
presso il Centro Parrocchiale un
incontro sul tema dell’affido.
L’iniziativa, promossa dall’ULSS
n.1, aveva lo scopo di portare a
conoscenza la realtà, ancora poco
nota, di questa forma di solidarietà
familiare.
L’affido riconosce il diritto del
bambino di vivere in una famiglia,
ma si distingue dall’adozione
per tempi e modalità. Come per
l’adozione, anche nell’affido il
minore viene accolto in una famiglia diversa da quella di origine,
quando quest’ultima per difficoltà,
oggettive o soggettive, non riesce
a prendersi cura di lui. La prima
grande differenza però, è che l’affido è temporaneo, dura finché dura
11gennaio 2014 - Il nostro incontro di coppia non è un caso
ma...
8 febbraio - Il dialogo fra la coppia nelle scelte vitali
8 marzo - Come due diventano coppia
12 aprile - Guardare con gli occhi dell’altro/a
10 maggio - La coppia basta a se stessa?
C’è posto anche per i figli. Puoi venire.
la necessità di aiuto della famiglia
del bambino oppure per due anni
nel caso di affido disposto dal giudice. La temporaneità determina
anche una notevole flessibilità di
questo istituto, infatti l’affido può
essere pomeridiano, notturno, del
weekend, di metà settimana oppure per l’intera giornata e l’intera
settimana.
Un’altra particolarità dell’affido
è che la famiglia affidataria non
deve essere necessariamente una
coppia, ma questo sostegno può
essere dato anche da una singola
persona, non sposata, separata,
vedova...
L’affido rappresenta una forma
che ufficializza la solidarietà che
una volta veniva considerata na-
turale: l’aiuto reciproco tra famiglie
vicine di casa, tra conoscenti che
si prendevano cura dei figli altrui.
Rendersi disponibili all’affido
oggi permette sì di sostenere
chi è nel bisogno, ma anche di
evitare l’inserimento di minori
in strutture-comunità e farli così
respirare l’ambiente di famiglia,
considerato più adatto alla loro
crescita psicologica, educativa,
sociale, con conseguente, è giusto
sottolinearlo, diminuzione dei costi
del sociale.
Da non sottovalutare, infine, un
altro aspetto: questa esperienza,
per chi accoglie, potrebbe far sentire meno soli e più... famiglia sia
singoli che coppie senza figli, in
quanto permetterebbe di esplicare
quella vocazione alla maternità
e alla paternità insita nell’essere
umano.
L’istituto per la realizzazione
dell’affido, il CASF (Centro Affido
e Solidarietà Familiare) offre un
servizio di consulenza e sostegno
sociale e psicologico utile soprattutto nei casi più problematici. Chi
fosse interessato ad approfondimenti può rivolgersi al CASF di
Belluno che ha sede in Via Sala
35, telefono 0437/26802.
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Echi di Agordo
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VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Attività di pastorale
Giovanile
volontarie si sono divertite.
A fine scorso è stata fatta una
gita, molto partecipata anche
con i nonni e genitori a Malga
Ciapela, con il trenino da Sottoguda all’andata e il ritorno a
piedi lungo i sempre suggestivi
Serrai.
C’è stato chiesto dai genitori
se è possibile ripetere l’esperienza anche quest’anno.
Carla
La bella estate
del Grest e...
Per tutto il mese di luglio e
la prima settimana di agosto
2013 si è svolto presso il Centro
Parrocchiale “Mons. Vincenzo
Savio” di Agordo “il Grest” con
un bel gruppo di bambine e ragazzine delle scuole elementari
e medie.
Con suor Cristina delle suore
Dorotee, le volontarie Carla,
Norma, Graziella, Pia, Monica,
Wilma e i giovani animatori
Alberto, Alessandro, Andrea,
Jacopo, Eric, Erica, Silvia (addetti ai giochi), è stato fatto un
bel lavoro d’insieme: ricamo,
quadri, pitture, lavori vari.
Le bambine hanno partecipato
con grande entusiasmo e pure le
Malga Ciapela, martedì 6 agosto 2013: la bella gita a conclusione del Grest.
Un momento dell’attività all’aperto.
figura di Gesù bambino, anche
un’immagine povera, umile,
simile a quella che Papa
Francesco ci consiglia.
Il presepio allestito all’aperto, nel giardino di casa Tecla,
ha attirato un discreto numero
di visitatori, che hanno recepito il messaggio e l’amore con
cui è stato realizzato.
Il gruppo del Grest e le
Suore hanno manifestato la
loro soddisfazione; sperano
di poter ripresentare questa
iniziativa anche per il prossimo Natale, confidando nel
sostegno e nell’approvazione
di tutta la comunità.
Andrea
...il presepio di Natale a Casa Tecla
I ragazzi e le ragazze che
quest’estate hanno partecipato al Grest, organizzato
dalle Suore Dorotee di Agordo
e dalla Parrocchia, hanno
voluto allestire durante il
periodo natalizio un Presepio
artigianale, presso la casa
delle religiose ad Agordo.
I vari personaggi che compongono la Natività sono stati
creati con materiali riciclati
“poveri”, in modo da voler
rappresentare attorno alla
Il presepe allestito dai giovanissimi del Grest nel giardino di casa
Tecla delle suore Dorotee.
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Echi di Agordo
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Natale 2013
Le novità del Gruppo Giovani
che invita a unirsi alla loro colorata e
allegra compagnia
Eccoci qua di nuovo per raccontarvi un altro pezzo della
nostra storia, dopo la riapertura delle attività con l’arrivo
dell’autunno.
Quest’anno siamo partiti con
una novità, creando un gruppo
dedicato ai bambini e ragazzi
dalla prima elementare in su,
che si ritrova il sabato pomeriggio dalle 15 alle 17 per un
paio d’ore di allegria, attività,
riflessione, canti, compagnia,
giochi, varie ed eventuali…
Tutto è cominciato il 23
novembre scorso con un mega
gioco dell’oca a squadre, in
collaborazione con il gruppo
Colibrì di Agordo, per poi
continuare ogni settimana, trovando nuovi spunti per imparare
giocando, giocare riflettendo,
riflettere divertendoci.
Ovviamente le porte sono
sempre aperte (quelle del gruppo, quelle dell’edificio le teniamo chiuse in questa stagione!).
Quindi se vi va di unirvi a noi,
o semplicemente di assaggiare
il sapore della nostra colorata
compagnia, ci trovate il sabato
al Centro Parrocchiale, negli
orari indicati sopra, nella stanza
più remota della torre più alta.
Nel periodo dell’Avvento ci
siamo “sdoppiati” per aprire
un altro… cantiere nell’angolo
inferiore sinistro della nostra
bella arcidiaconale: la statua
di papa Luciani ha fatto anche
quest’anno da supervisore e da
custode del presepe che giorno
dopo giorno abbiamo costruito e
arricchito di dettagli, non senza
Preparazione del Presepio
nell’Arcidiconale
dimenticare la protagonista,
bensì disponendo l’intero paesaggio e i personaggi in modo
tale da indicare la centralità
della Sacra Famiglia.
Il 24 dicembre c’è stato il tradizionale ritrovo a casa Gaz per
la cioccolata calda e per l’attesa
della Messa di mezzanotte, dove
siamo andati tutti assieme.
Adesso ci prepariamo per la
stagione primaverile, per la Santa Pasqua e per San Vincenzo.
Per il momento vi salutiamo
con la promessa che sentirete al
più presto nostre nuove!
Il Gruppo Giovani
Una pizza per i
bravi chierichetti
Erano quasi tutti presenti per la pizza offerta da don Giorgio: felici
e chiassosi come tutti i bambini e ragazzi. Pensando alla serietà e
all’impegno con cui servono all’altare... non sembravano nemmeno
loro! Un grazie da tutta la Comunità perché con la loro presenza
aiutano la preghiera di tutti.
Lasciate che i
pargoli...
Dopo le fatiche natalizie, lo
scorso otto febbraio, i chierichetti dell’Arcidiaconale si
sono ritrovati tutti insieme per
mangiare una pizza in compagnia e per iniziare a pensare agli
impegni della quaresima. Alla
serata hanno partecipato quasi
tutti i ministranti, che messi
insieme sono un gruppetto
ben nutrito: addirittura 23 tra
ragazzi e ragazze!
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Echi di Agordo
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VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Per i Caduti
della Montagna
Renato Alberto “Carluccio”
Mosca, morto sull’Agnèr il 20
ottobre 1993.
Si è rinnovato anche quest’anno, il 38°, con la consueta grande e raccolta partecipazione di
fedeli venuti dall’Agordino e da
fuori, l’atteso appuntamento di
fine ottobre con la S. Messa in
suffragio dei Caduti della montagna celebrata nell’arcidiaconale
di Agordo, accompagnata dai
canti del Coro Agordo diretto da
Roberta Conedera. Una cerimonia voluta nel 1976 proprio dal
Coro Agordo, dal suo direttore
di allora Salvatore Santomaso e
dall’arcidiacono di quel tempo,
don Carlo De Bernard (grande
appassionato dei monti e autore
della stupenda “Preghiera dell’alpinista”, letta ogni volta al termine
del rito sulle note di “Montagne
addio” di Giancarlo Bregani), che
avviene in collaborazione con
la Sezione Agordina del CAI, la
Parrocchia di S. Maria Nascente, i
Gruppi Rocciatori “GIR” di Agordo
e “Val Bióis”, le Stazioni agordine
del Corpo Nazionale Soccorso
Alpino e il Gruppo Alpini AgordoRivamonte-Taibon.
«La preghiera e il canto che
guidano e impreziosiscono il
nostro affettuoso ricordo per
tanti amici», ha detto all’omelia
l’arcidiacono monsignor Lise che
ha concelebrato con don Mario
Due sentite celebrazioni
Per unirsi nel ricordo
Zanon e don Fabiano Del Favero
«sono segni di gioia, di vita, anche
quando si prega e si canta con la
morte nel cuore». Dopo un particolare ricordo per le due vittime
di quest’anno (Flavio Bortolato
e Corrado De Monte caduti ad
agosto), per i maestri Lamberto
Pietropoli e Salvatore Santomaso
e per don Sebastiano Costa, che
fu cappellano ad Agordo, morto
quarant’anni fa sul Col Giralba,
il celebrante ha richiamato il
bisogno dell’umiltà come «virtù
necessaria a garantire un sano
rapporto anche con la montagna,
con le vette che incoronano il
nostro territorio. Il che significa
estremo rispetto per se stessi e
per la montagna, di fronte alla
quale l’animo umano deve coltivare un unico atteggiamento,
oggi forse un po’ dimenticato: lo
stupore di chi si sente piccolo e
disarmato».
«Solo così» ha detto don Giorgio «nelle esperienze dolorose
legate alla montagna, come quelle
che molti dei presenti rivivono in
questa celebrazione, troveremo
forza per non sentirci tristemente
trascinati verso “la fine” (chi non
resta attonito e sconvolto, imprigionato da mille “perché” di fronte
alle tragedie che accadono nelle
nostre montagne ogni anno?).
Allora, pur scossi e feriti dal dolore, non ci sentiremo trascinati
verso il vuoto, verso “la fine”, ma
riusciremo a intravvedere “il fine”,
cioè la vita da vivere e da gustare
comunque anche nei suoi momenti più duri».
«Allora tutto verrà ricondotto al
suo vero valore» ha concluso «e le
nostre Dolomiti, contemplate con
umiltà evangelica, ci condurranno
a sviluppare una sorta di “ecologia
umana e spirituale”, di cui oggi abbiamo estremo bisogno». (l.s.)
(g.s.) Nella consueta atmosfera, carica di sentimenti di
affettuosa gratitudine, la comunità religiosa e civile di Agordo e
dell’Agordino ha ricordato gli oltre
150 morti sul lavoro, ai quali nel
corso del 2013 si sono purtroppo
aggiunti Luca Monferone, il perito
minerario originario di Agordo,
morto a soli 49 anni, il 22 maggio, durante la costruzione di un
pozzo in Angola e Mauro Crepaz,
meccanico di 35 anni deceduto
ad Arabba il 5 agosto.
Una grande e commossa presenza di fedeli ha onorato anche
quest’anno la loro memoria con
la significativa cerimonia che,
dal 1982, nella ricorrenza di
Cristo Re, vuole testimoniare
riconoscenza al loro sacrificio e
solidale vicinanza ai loro famigliari. All’offertorio del sentito rito,
che si svolge per iniziativa della
Parrocchia, della Nuova Corale
(diretta da Marina Nessenzia,
che accompagna da sempre la
liturgia con canti appropriati),
delle Confraternite locali e del
Comune di Agordo, si è ripetuto
il toccante momento della lettura
dei nominativi di coloro che in
Italia e all’estero (fra cui molti
minatori e periti minerari) hanno
lasciato la vita nel compimento
del dovere quotidiano.
Sempre incisive le riflessioni
svolte nella particolare circostanza dall’arcidiacono monsignor
Giorgio Lise.
«Chiediamoci perché» ha
esordito all’omelia «molti hanno
trovato e trovano, ancora oggi,
la morte cercando di migliorare
la vita, proprio con il lavoro. Fatalità? Negligenza? Mancanza di
sicurezza? Eccessiva ricerca di
profitto senza le dovute garanzie
per la salute e la vita dei lavoratori? Non tocca a noi ora rispondere,
Per i Caduti
sul Lavoro
Luca Monferone, morto in Angola il 22 maggio 2013.
anche se dobbiamo ricordare
quanto da sempre insegna la
Dottrina sociale della Chiesa, e
cioè “che il lavoro è per l’uomo e
non l’uomo per il lavoro”.
Il che significa che i diritti dei
lavoratori, come tutti gli altri
diritti, si basano sulla natura
della persona umana e sulla sua
dignità, come il diritto ad ambienti
di lavoro e a processi produttivi
che non rechino pregiudizio alla
salute fisica e specialmente alla
vita dei lavoratori. Pertanto la
salute non dovrebbe diventare
un prodotto da vendere in cambio di un posto di lavoro: più che
una questione sociale, questa è
questione etica».
Auspicando quindi che il lavoro
si svolga sempre nella sicurezza, nella giustizia, nel senso di
responsabilità e di solidarietà e
invitando a pregare per tanti che
soffrono a causa del lavoro: per
chi cerca il lavoro e non lo trova,
per chi il lavoro l’ha trovato, ma
solo precario e provvisorio e teme
quindi di perderlo, il sacerdote
ha così concluso: «Noi crediamo
fermamente che i nostri fratelli,
che hanno lasciato questo mondo
in modo terribile e improvviso,
sono stati accolti con amore nelle
braccia di un Dio che è Padre
e non lascia cadere nel nulla il
sacrificio dei suoi figli».
Due momenti delle Messe celebrate nell’arcidiaconale domenica 27 ottobre e domenica 24 novembre 2013.
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12
Echi di Agordo
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
11 febbraio - Madonna di Lourdes
La Giornata del malato
Un’immagine di Lourdes dove i malati sono sempre al “primo posto”.
Martedì 11 febbraio si è celebrata con grande partecipazione
di fedeli in Arcidiaconale la
festa della Madonna di Lourdes e la Giornata Mondiale
del Malato.
L’Arcidiacono all’omelia,
dopo aver riferito alcune
espressioni di papa Francesco
ha aggiunto: «Guardando specificamente alla nostra realtà,
proviamo a pensare e guardare
con animo grato ai volontari del
GAV, della Cucchini, all’Auser,
alle tante persone che generosamente si rendono disponibili
e attente verso i malati.
Mi sia però permesso di dire
un grazie particolare a don
Severino per l’opera preziosa
da lui svolta quotidianamente
in Ospedale, prima di tutto
attraverso la vicinanza umana
e poi con l’accompagnamento
spirituale dei malati anche nel
momento decisivo della morte,
offrendo il conforto del sacramento della speranza cristiana,
l’Unzione degli Infermi, e
dell’Eucaristia».
Ha quindi così concluso:
«Queste presenze ricordano a
tutti che la dignità della persona non si riduce mai alle sue
facoltà o capacità, e non viene
meno quando la persona stessa
è debole, invalida e bisognosa
di aiuto».
www.agordo.diocesi.it
La Parrocchia in internet
La parrocchia di santa Maria
nascente di Agordo ha attivato
un suo nuovo sito internet.
Cliccando su
www.agordo.diocesi.it
infatti, si arriva sulla home page
dalla quale si può iniziare a
esplorare le varie sezioni anche
se ancora incomplete.
Come spiega l’arcidiacono
monsignor Giorgio Lise, il
Consiglio Pastorale precedente
aveva preso visione del lavoro
pensato e preparato in proposito da Alessandro Daurù, al
quale è stato rivolto un sentito
ringraziamento per l’impegno
profuso.
Fatte quindi le opportune
osservazioni, il sito è stato ora
di origine.
Da febbraio contiamo di
mettere on line anche il nostro
bimestrale della Pieve arcidiaconale “Echi di Agordo”».
Nella home page si possono
reperire al momento: un pensiero settimanale del parroco;
cliccando a sinistra su «avvisi
parrocchiali settimanali», si troverà il foglietto con le intenzioni
di Messe e gli avvisi e cliccando
su «omelie» attualmente si possono leggere quelle del periodo
natalizio e successive.
Cliccando poi sull’icona
«news» (al centro in alto nella
home page) e quindi su «Calendario appuntamenti» si vedranno le attività che ricorrono
Torna il Cineforum dei ragazzi
Torna puntuale anche
quest’anno l’ormai consueto
appuntamento “Dialogando
coi Film”, cineforum in quattro
incontri, organizzato dai ragazzi
per i ragazzi. L’evento, quest’anno ormai alla quarta edizione,
tratterà il tema “Il Cinema - 120
anni di evoluzione”.
Verranno presentate quattro
pellicole in quattro serate:
- 8 marzo, Hugo Cabret;
- 15 marzo, The Artist;
- 22 marzo, Nuovo Cinema
Paradiso;
- 29 marzo, Avatar.
All’Autidorium del Centro
Parrocchiale - ore 20 - ad ingresso gratuito. Vi aspettiamo!
La collaborazione a
“Echi di Agordo”
è sempre auspicata e gradita!
La home page del sito della Parrocchia di santa Maria nascente.
attivato, grazie alla volontaria
e preziosa disponibilità del
giovane Valentino Da Ronch
che si è offerto di raccogliere e
ordinare il materiale, ma ogni
contributo sarà comunque gradito e apprezzato.
«Una volta a pieno regime»,
dice don Giorgio, ringraziando
anche Valentino, «credo che il
sito sarà un valido aiuto per
comunicare all’interno della
nostra comunità e anche con
coloro che non abitano più ad
Agordo, ma si sentono comunque legati al proprio territorio
ogni settimana in parrocchia e i
più importanti avvenimenti del
mese in corso.
«Oltre al bollettino», informa
don Giorgio, «contiamo di poter
arricchire la parte legata alla
storia della nostra parrocchia
con i nomi degli arcidiaconi, i
capitelli, la devozione, ecc.
Ma puntiamo pure a dare
inizio a un dialogo con i fedeli,
vicini e lontani, con l’idea di
creare un blog, proponendo
degli argomenti di discussione
relativi alla comunità, ma anche
alla chiesa in generale».
Echi di Agordo
Febbraio 2014
13
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Giornata per la Vita
La giornata della
Domenica 2 febbraio
Si è celebrata in parrocchia
con grande solennità la tradizionale festa della “Candelora”
che, quest’anno, è caduta di
domenica.
Alla Messa delle 10,00 si è
ricordata in particolare la “Giornata per la Vita”, rallegrata e
resa “vivace” dalla presenza dei
bambini battezzati nel 2013.
L’Arcidiacono all’omelia parlando del Battesimo - ha
detto tra l’altro: «In un contesto
scristianizzato, multietnico,
multiculturale e multireligioso,
occorre che le nostre famiglie si
rieduchino a una fede autentica e
non si accontentino di una vaga
religiosità che “rivive” ogni
tanto e in qualche circostanza
particolarmente sentita.
Quindi - e prima di tutto – va
riscoperta l’importanza del
Battesimo (anche il procrastinarlo troppo se non ci sono
motivi validi suscita qualche
interrogativo) e sforzarsi poi di
vivere da battezzati: il che vuol
dire ad esempio essere coerenti
- anche nelle idee - per quanto
riguarda la vita nascente e quella
al tramonto (senza piegarsi
ai “venditori di morte” che si
presentano come paladini dei
diritti), il matrimonio tra uomo
e donna la cui indissolubilità
non è “antropologicamente
insostenibile” come qualcuno
va dicendo; e poi avere anche il
coraggio di parlare senza paura
di Dio e di Gesù, dimostrare
di amare la propria comunità,
accompagnare i propri figli a in-
Due celebrazioni speciali
contrare il Signore nella Messa,
la domenica; insomma far percepire ai bambini che il Signore
è… “uno di famiglia”».
E, continuando, si è chiesto: «Perché non cercare di
far vivere nel tempo anche
lo stupore della vita cristiana
che nasce in un bimbo con il
sacramento del Battesimo e
che può continuare a crescere
anzitutto grazie all’esempio
dei genitori? E perché, come
si avvolge di attenzione la vita
fisica e intellettuale del proprio
figlio, non avere la medesima attenzione, il medesimo impegno
e la stessa tenacia nell’aiutare la
crescita cristiana del figlio? Il
Battesimo non può essere una
“convenzione sociale”, l’occasione per “dare il nome”. Si
rischia davvero che non ci sia
più alcun seguito, come spesso
purtroppo constatiamo».
L’Arcidiacono ha concluso
riportando le parole di Papa
Francesco: «Il Battesimo non
è una formalità! È un atto che
tocca in profondità la nostra esistenza. Un bambino battezzato
o un bambino non battezzato
non è lo stesso. Non è lo stesso
vita consacrata
una persona battezzata o una
persona non battezzata. Noi, con
il Battesimo, veniamo immersi
in quella sorgente inesauribile
di vita che è la morte di Gesù,
il più grande atto d’amore di
tutta la storia; e grazie a questo
amore possiamo vivere una
vita nuova, non più in balìa del
male, del peccato e della morte,
ma nella comunione con Dio e
con i fratelli».
La Candelora
Alla Messa delle 18.30 la
benedizione della candele e
una preghiera particolare per le
nostre Suore, in occasione della
Giornata della Vita consacrata.
Nell’occasione l’Arcidiacono
ha ricordato ai presenti l’importanza della presenza delle
religiose in una comunità cristiana, dicendo: «Ringraziamo
il Signore per la presenza delle
La Messa delle 18.30 con la benedizione delle candele.
Suore nella nostra Comunità e
di altre due persone consacrate
a Laste di Rocca Pietore: al di là
di quello che fanno collaborando
alla vita pastorale, esse sono
segno prezioso del Regno di Dio
e richiamo ai valori evangelici
spesso dimenticati.
Non chiudiamo gli occhi e il
2 febbraio. Giornata per la vita. La Messa delle 10.00 rallegrata e vivacizzata dalla presenza dei
bambini battezzati nel 2013.
cuore se, vedendo le nostre Suore, sorgono in noi interrogativi
profondi sul senso della vita,
sul dono gratuito agli altri, sulla
consacrazione al Signore: sono
pensieri salutari che ci invitano
a elevare lo spirito oltre il nostro
piccolo mondo quotidiano. E
magari a riprendere vigore e
speranza».
E, riferendosi alla luce delle
candele appena benedette, don
Giorgio ha rinnovato l’invito alla
speranza «che può accendere,
ad esempio, la luce dell’amore
per la vita in tanti giovani, sposi,
anziani, malati, disoccupati che
magari brancolano nel buio della
tristezza e della sfiducia; oppure
può accendere la luce in tante
donne travolte dall’insistenza
con cui troppi falsi profeti
nascondono sotto la parola “diritti”, azioni che – oggettivamente – sono puro e semplice
egoismo». «In ogni caso», ha
concluso, «diamo incondizionatamente la nostra fiducia a chi
veramente la merita ed è fedele
per sempre: a quel Dio che ci dà
continuamente infinite prove di
bontà, di generosità e soprattutto… di pazienza».
14
Febbraio 2014
Echi di Agordo
la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale
A Selva di Cadore il 30 dicembre 2013
Il 6° incontro
degli organisti agordini
Selva di Cadore, 30 dicembre 2013. Foto-ricordo di gruppo dei
protagonisti della sesta rassegna degli organisti agordini nella
chiesa di San Lorenzo.
All’evento hanno partecipato:
Eleonora Troi organista a Colle S.
Lucia e a Selva di Cadore; Oscar
Nagler organista a Livinallongo
del Col di Lana; Filippo Costa
organista a Caviola; Guido Fabris
organista a Canale d’Agordo;
Loris Serafini già organista a Canale d’Agordo e organista titolare
a Cortina; Roberto De Nardin
organista a La Valle Agordina;
Andrea Bernardi, Alberto Del
Zenero e Mara Buttol, organisti
ad Agordo, abilmente aiutati
nei cambi di registri da Manuel
Santomaso, Giacomo Bernardi
e Diego Detomaso.
L’incontro si è concluso con il
canto “Tu scendi dalle stelle” in cui
le voci dell’assemblea dei presenti si sono unite a quelle del Coro,
accompagnate naturalmente dal
suono dell’organo.
Mara
è morto don Giuseppe Marcon
99 anni: il prete più anziano della Diocesi
Si è svolto lunedì 30 dicembre
2013, nella chiesa di San Lorenzo di Selva di Cadore, il sesto
incontro degli organisti liturgici
dell’Agordino, organizzato dalla
omonima parrocchia con la collaborazione di Agordo Musica e del
locale Piccolo Coro “Sui Sentieri
del Canto”.
La rassegna ha assunto la forma di un incontro di preghiera in
cui ognuno si è espresso secondo
le proprie capacità e le proprie
preferenze musicali, sullo storico
organo Zavarise.
L’organo, risalente alla fine del
1700, è appartenuto all’Arcidiaconale di Agordo fino al 1840,
quando è stato acquistato dal
Comune di Selva di Cadore per
la chiesa parrocchiale di San
Lorenzo.
Gli organisti si sono alternati
allo strumento presentando una
varietà di forme musicali che
hanno fatto emergere le qualità
sonore dell’organo: dai timbri più
dolci e limpidi dati dai registri dei
flauti, a quelli più solenni e potenti
ottenuti con il ripieno, all’uso delle
canne ad ancia per riprodurre il
suono della zampogna e, addirittura, a combinazioni di note
e registri per riprodurre suoni e
fenomeni della natura.
È stato momento di confronto e
di crescita sia musicale che per-
sonale e occasione per conoscere il patrimonio storico e artistico
locale. In un clima di amicizia, per
qualcuno, è stato anche un modo
per mettersi alla prova.
Il pubblico presente, circa un
centinaio di persone, ha certamente dimostrato di apprezzare
lo spirito degli organisti agordini.
L’atmosfera creatasi nella prima
parte della serata, attraverso
l’ascolto di brani del repertorio
organistico, ha raggiunto nella
parte centrale un carattere meditativo anche grazie alle voci
del Coro Femminile Col di Lana
di Livinallongo che, coniugando
musica e parole, sono davvero
arrivate agli animi dei presenti.
Nella seconda parte l’atmosfera
è divenuta prettamente natalizia
grazie all’ascolto delle pastorali
e agl’inni festosi.
È bello ricercare, accrescere ed
esprimere la propria spiritualità
attraverso la musica. È questo
lo spirito con cui i partecipanti
hanno suonato in questa serata
e suonano, settimanalmente con
passione, nelle loro parrocchie,
accompagnando le varie parti
della Messa.
È altrettanto bello ascoltare per
cercare di cogliere quelle sfumature inafferrabili che ci spingono
a elevare la nostra anima, forse
ancor più delle parole...
La mattina del 13 febbraio è
morto all’ospedale di Agordo don
Giuseppe Marcon. Aveva 99 anni
e dieci mesi (era nato il 21 aprile
del 1914), un’età che lo aveva
portato ad essere il sacerdote
più anziano del clero diocesano
di Belluno-Feltre. I funerali sono
stati celebrati dal vescovo sabato
15 nella chiesa parrocchiale di
Gosaldo, suo paese di origine.
Era stato ordinato sacerdote il
14 aprile 1939 dal vescovo Giosuè
Cattarossi. Quindi aveva svolto
l’incarico di vicario parrocchiale
a Pieve di Zoldo fino al 1940, a
Puos d’Alpago (1940-1942) e a
San Pietro di Cadore (1942-1944).
Durante la seconda guerra mondiale era stato nominato parroco
a Caprile.
A partire dal primo novembre
1944 iniziava la sua opera pastorale nella parrocchia di Tiser che
guiderà per cinquantatre anni,
fino alle dimissioni rassegnate nel
1997, quando gli subentrò il compianto don Vinceno Da Ronch.
Si era quindi ritirato a Gosaldo.
Negli ultimi tempi le condizioni
di salute e le forze che via via
diminuivano lo avevano portato al
ricovero nell’ospedale di Agordo,
nel reparto lungodegenza.
Il presbiterio diocesano di
Belluno-Feltre lo ricorda come
un uomo dal carattere gioviale e
sincero e un sacerdote buono che,
finché ha potuto, è stato sempre
presente agli appuntamenti di
aggiornamento o di fraternità
sacerdotale.
Monsignor Giorgio Lise, arcidiacono di Agordo e vicario
foraneo lo ricorda «…con la sua
lunga tonaca quando veniva in
vescovado a Belluno in corriera;
era sempre sorridente e sempre
accomodante perché cercava di
capire le ragioni dell’altro. So che
da un punto di vista pastorale è
stato molto presente anche ad
Agordo dove il mercoledì veniva a confessare. Credo abbia
incarnato lo spirito autentico di
povertà»
Don Giuseppe Marcon e don Severino Da Roit in una Messa celebrata insieme al Polifunzionale di Agordo .
Febbraio 2014
Echi di Agordo
15
la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale
A
Arte e fantasia religiosa nei
Rivamonte
Presepi della Conca Agordina
Gosaldo
Agordo
Fra le molte soddisfazioni
raccolte dal nuovo parroco don
Fabiano Del Favero nel suo
primo Natale alla guida delle
tre comunità del Pói, c’è stata la
felice realizzazione dei presepi
nelle chiese di Rivamonte e
Gosaldo, affidate alla sua cura
assieme a Tiser.
Nel primo merita di essere
evidenziata la scelta tematica
della composizione operata dai
curatori, che ha inserito la scena
della Natività in un contesto
ben preciso della nostra realtà
che, come osserva don Fabiano
«…aiuta a meditare la verità di
un’incarnazione di Cristo che
continua nella storia dell’umanità, attraverso la Chiesa».
Ammirato e apprezzato il
simbolico inserimento delle
chiese delle tre comunità e di
papa Francesco, il tutto realizzato dalle abili mani dei giovani Andrea Zanin, Christian
Schena, Roberto Fossali, Fabio,
Marco e Luca Rosson.
Per il presepio animato di Gosaldo, va senz’altro ricordato
che quest’anno, per merito dei
curatori dei presepi di Roe e Castellavazzo, si è creata una «rete
dei presepi» in varie parti della
nostra provincia, nella quale
è stato inserito il frutto della
passione e dell’inventiva di
Gianvincenzo Marcon, autore
del presepio tradizionale (elettrico-meccanico) realizzato
Gosaldo. Il presepio tradizionale elettro-meccanico, realizzato a
mano da Gianvincenzo Marcon.
interamente a mano, che resterà
aperto fino al 2 febbraio.
Proprio a Gosaldo, il giorno
dell’Epifania, al termine della
Messa, si è svolta la premiazione con consegna di attestati
ai circa quaranta partecipanti
all’edizione del «Presepio nel
Borgo», promossa dalla locale
Biblioteca comunale e dal
gruppo del catechismo.
Nel rivolgere un breve saluto,
don Fabiano ha detto che «…
allestire un presepio non è solo
tener fede a una tradizione radicata, ma è un atto di fede e di
preghiera, nella contemplazione del mistero del Dio che si fa
uomo per salvare l’umanità».
Senz’altro da segnalare anche
la originale composizione realizzata dal gruppo giovanissimi
della parrocchia di Agordo che
durante l’estate hanno partecipato al Grest.
Assieme alle suore Dorotee,
con grande impegno non privo
di inventiva, nel giardino di
casa Tecla di via 27 aprile (che
ospita la comunità religiosa),
essi hanno costruito un bel presepio, servendosi unicamente
di «materiali poveri» con cui
hanno dato libero sfogo alla
loro arte con viva fantasia, ma
anche con spiccata sensibilità.
Agordo. Il presepe allestito dai giovanissimi del Grest nel giardino
di casa Tecla delle suore Dorotee.
Pellegrinaggi a Santa Maria delle Grazie
nei sabati di Quaresima:
ore 8,30 S. Messa e Confessioni:
- 22 marzo parrocchie della Conca Agordina
- 29 marzo parrocchie della Val del Bióis
- 5 aprile parrocchie dell’Alto Cordevole
- 12 aprile parrocchie del Decanato di Livinallongo e Laste
Lunedì 3 marzo: Giornata per i chierichetti a Riese Pio X
Domenica 9 marzo: Giornata dei giovani a Jesolo,
Domenica 18 maggio pomeriggio: Pellegrinaggio foraniale
all’Abbazia di Follina
Rivamonte. Il presepio nella parrocchiale di San Floriano.
16
L’Agordino del passato era una
terra prettamente rurale. Gran
parte dell’economia era basata
sull’agricoltura a livello famigliare, dove ognuno produceva ciò
che serviva al proprio nucleo. Io
appartengo a una generazione
(i quarantenni di oggi), nata fra
il cambiamento dell’economia
agordina da agricola a industriale,
che ha avuto tutto, ma nella giusta
maniera. Credo di essere una
persona fortunata, perché nonostante sia cresciuta in un’epoca
industriale e di benessere, ho
avuto la fortuna di vedere con
i miei occhi parte di quei riti
sapienti e arcaici che appartenevano all’agricoltura agordina di
un tempo. Quando ero bambina
i miei nonni avevano un grande
fienile talvà, una stalla con tre
mucche, qualche capra, un maiale
che arrivava piccolo a primavera
e “partiva” grande e grosso in
autunno, un pollaio galinèr ben
fornito e la determinazione e la
caparbietà di lavorare la terra con
metodi antichi.
Oggi, col senno di poi, sono
molto contenta di essere stata
partecipe, anche se solo per pochi
anni, della vita semplice, ma dura
che conducevano i nostri nonni.
Dove un tempo c’era il nostro
fienile con annessa stalla, oggi
c’è la casa dove abitano i miei
genitori. Eppure nella mia mente
scorgo un ricordo nitido del mio
talvà: la porta col batècol permetteva l’accesso al fienile; rivedo
ogni angolo, ogni scalino di quello
che era un luogo di gioco per noi
bambini e di soddisfazione per
gli adulti. Un’altra sensazione
che rivivo pensando al talvà è il
forte e intenso profumo del fén
fieno che m’inebriava e mi faceva
compagnia mentre sostavo fra le
pareti di legno antico che racchiudevano i miei giochi e i miei sogni
di bambina. Giocare nel talvà era
particolarmente divertente, gli
spazi erano ampi e lo si poteva
fare anche quando pioveva. Lì
c’era un mondo protetto e si stava bene. Appena aperta la porta
di legno d’entrata, a destra, ci
s’imbatteva nei restèi, ce n’erano
di tutti i tipi, di più pesanti, di più
leggeri e ognuno a casa nostra
aveva il suo, al quale era affezionato, con il quale si trovava in
sintonia. C’erano anche le forche
che si usavano per il fieno e le falz
falci appese alla parete. Forche
e falci non si potavano toccare,
questa era la regola. Una mensola
più alta era adibita a ospitare i codèr corni e le sue prìe pietre-coti.
Appese alla parete c’erano anche
le fun le corde di pelle intrecciate
che servivano per legare i fas del
fen o per il trasporto della legna,
secondo la lunghezza. Erano
provviste di una spòla navetta di
Febbraio 2014
Il racconto di Cielo Blu
Al talvà... volarìe tornà
legno che m’incuriosiva molto e
che riportava le iniziali dei miei avi
DRV. Forse già allora sentivo inconsciamente quel forte richiamo
che mi lega alle mie origini. Più
in là sul pavimento erano riposti
i còz coperte di stracci, che durante l’inverno erano ben piegati,
riposti con cura, dopo essere stati
aggiustati e revisionati. L’estate erano sul pavimento sparsi
disordinatamente e appoggiati
lì in attesa di essere riusati nei
giorni seguenti. Più in là dei còz,
a ridosso dell’altra parete c’erano
le linzòle e i darlin slitte e gerle
che venivano scomodati e usati
stagioni e conseguentemente
scandiva i ritmi dell’uomo.
C’era un unico angolo del talvà
dove noi bambini non potevamo
andare: divieto assoluto. Era il
fumèr recinto in legno con il suo
buco. Una fessura sul pavimento,
dotata di coperchio che si apriva e
chiudeva per buttare direttamente
nella stalla al piano inferiore la
quantità di foraggio che serviva
quotidianamente agli animali. Una
gran comodità per chi lavorava;
un pericolo per noi piccoli che
potevamo cadere di sotto e farci
male. Durante l’inverno el bus
del fumèr era sempre chiuso per
secondo i bisogni.
Il talvà era composto di due piani: al superiore, a cui si accedeva
con una ripida ma larga scala di
legno, si sistemava l’adòrch (fieno
di secondo taglio) che era più
fine e meno grossolano di quello
del primo taglio che si sistemava
invece al primo piano, dove c’era
più spazio.
Ricordo una sensazione di
vuoto, ma anche di libertà, quando
a primavera, mese dopo mese, il
livello del fieno calava fino a terminare, per lasciare spazio libero
alla nuova fienagione.
Ricordo anche la sensazione
di contentezza, propria dell’autunno, nel vedere il talvà pieno di
fieno: seppur bambina, mi dava
l’idea dell’abbondanza, del sicuro,
dell’aver lavorato in previsione
dell’inverno che non tardava mai
ad arrivare. L’uso del talvà seguiva l’andamento naturale delle
mantenere il più possibile la temperatura calda umida della stalla
e si apriva solo per scaricare il
fieno. Durante l’estate era sempre
aperto perché circolasse l’aria e
il fieno secco, che giorno dopo
giorno si accatastava, avesse la
giusta areazione mantenendosi
in stato ottimale.
La stalla sotto al fienile non
era molto grande, aveva posto
per tre mucche e poche capre.
Dell’andamento della stalla non
mi ricordo molto, se non che era
impegnativo: alla mattina quando
le mucche erano guernàde governate, io dormivo e al pomeriggio,
quando c’ero, vedevo i movimenti
di mio nonno che accudiva gli
animali. Un episodio mi è rimasto
impresso. Fuori dal fienile c’erano due fontane dove le mucche
erano portate ad abbeverare. Un
pomeriggio, una manda (giovane
mucca) dopo aver bevuto, scap-
Echi di Agordo
pò al controllo di mio nonno e si
diresse velocemente verso una
cesùra (recinto) vicina. Ricordo
mio nonno che la inseguiva, ma
la manda fu più veloce di lui e fu
recuperata solo in tarda serata
dopo l’arrivo dal lavoro di mio
papà.
Di quei primi della mia vita,
conservo dei gran bei ricordi e mi
piace rendere partecipe di questi
ritmi e modo di vita in armonia con
la natura e l’ambiente, raccontando quello che ho vissuto anche
a chi verrà dopo di noi. Come
diceva Manzoni “non tutto quello
che viene dopo è progresso” e lo
viviamo ogni giorno, alla prima
pioggia abbondante, alla prima
nevicata quando la poca cura e il
poco riguardo verso il nostro territorio si fa sentire provocandoci
danni e disagi.
Quando penso al talvà e al
suo andamento, mi rendo conto
che il legame uomo-natura era in
perfetta simbiosi, in perfetto equilibrio. L’uomo curava la natura,
con rispetto, prendendosi quello
che gli serviva annualmente da
primavera ad autunno e niente
di più. La natura, in cambio delle
cure ricevute, garantiva all’uomo il
sostentamento, anche per i lunghi
mesi invernali dando tutte le risorse che servivano ad affrontare la
dura ma umile vita rurale. Il talvà
era il suggello di questo legame
di rispetto che annualmente e
tacitamente s’instaurava e si
protraeva da secoli. Oggi le cose
sono cambiate, ci sono ancora
molte persone di buon senso e
buona volontà, che ringraziamo
di cuore, che curano il nostro ambiente, ma non basta. L’economia
non è più basata sull’agricoltura
come sostentamento e conseguentemente il nostro territorio è
spesso abbandonato a se stesso,
anche a causa di politiche che
non comprendono il vero senso
e il vero rispetto della natura.
L’agricoltura stessa è cambiata
e il sistema imposto per farla
è sempre meno rispettoso dei
tempi e dei ritmi biologici e delle
necessità anche economiche.
Forse è anche per questo che
ricordo spesso il talvà come dimostrazione pratica e visiva che
uomo e natura possono e devono
rispettarsi per trovare un equilibrio
che permetta la salvaguardia e
la gestione responsabile delle
risorse ambientali.
Questo voglio raccontare,
trasmettere ai miei figli e lo sto
facendo già da adesso che sono
piccoli, perché la responsabilità,
l’impegno e il rispetto verso la natura permetterà a tutti, compresi
loro stessi, una vita migliore e più
dignitosa.
Al talvà…volarìe tornà…
Blu sky
Febbraio 2014
Echi di Agordo
17
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
Un bisogno
d’aiuto
in crescita
L’occasione di inviare gli auguri
per le recenti festività natalizie a
tutti i volontari di Agordo, Cencenighe, La Valle, Rivamonte,
Taibon e Voltago, iscritti al Gruppo
Assistenza Volontaria (GAV), ha
dato al presidente, Aldo Da Ronch,
l’opportunità di formulare alcune
riflessioni e alcuni auspici.
«Anzitutto l’augurio di un Natale
sereno che, come sempre, si vorrebbe in compagnia dei familiari
che invece sono spesso lontani;
quindi per un nuovo anno che vo-
basso e medio Agordino, unione
avvenuta nel 2005-06 fra volontari
di Agordo, Cencenighe, La Valle,
Rivamonte, Taibon e Voltago e che
ci ha permesso di essere presenti
sia nell’assistenza ospedaliera
che sul territorio con i servizi a
domicilio, quali la consegna pasti
caldi e l’accompagnamento degli
ospiti della Casa di Soggiorno di
Taibon.
Un sentito grazie, ancora una
volta, a tutti i volontari per la generosa e continua disponibilità,
Un ricordo del ventennale del 2013. Il presidente con don Severino
e il vice presidente Marino De Dea.
gliamo sperare migliore di quello
concluso. Ma auguri specialmente
ai giovani perché le tanto attese di
buone prospettive per il loro futuro
si realizzino.
Abbiamo appena festeggiato i
vent’anni della nostra associazione ed è stato sicuramente un significativo traguardo, che ha dato
a noi tutti grande soddisfazione in
quanto frutto di tanta costanza e
forza per continuare ad agire anche nei momenti più critici perché
troppo importante era proseguire
nell’impegno di dare un aiuto alle
persone in difficoltà.
Proprio per questi motivi, dopo
tale traguardo, intendiamo andare avanti perché il bisogno di
sostegno è in continua crescita,
per le tante ragioni ben note
a tutti: persone sole, aumento
dell’età e conseguente necessità
di assistenza.
Tutto ciò che riusciamo a fare
oggi è possibile grazie alla fondamentale unione dei volontari del
che ci ha permesso di rispondere positivamente alle molteplici
richieste di intervento.
Grazie per quanto fatto ai volontari che han dovuto lasciare,
e un cordialissimo benvenuto ai
cinque nuovi volontari entrati nel
corso dell’anno.
Vogliamo ricordare inoltre che
la nostra opera assistenziale può
proseguire sì con l’impegno dei
volontari e ma anche grazie al
sostegno di Enti locali e donazione di altre associazioni. Un
pensiero di gratitudine, quindi, al
Circolo Ospedalieri di Belluno per
la continua generosità dimostrataci, ai comuni di Agordo, Taibon
e Voltago per il loro sostegno
economico sempre molto utile e
apprezzato.
Il Direttivo dà quindi appuntamento alla prossima assemblea
annuale, secondo il programma
sottoriportato».
II presidente
Aldo Da Ronch
Domenica 9 marzo 2014
Assemblea annuale del GAV
- ore 10.00: S.Messa nell’Arcidiaconale
- ore 11.00: Centro Parrocchiale “Mons.V.Savio”
Il Bilancio
Consuntivo
dell’anno
2013
Come ogni anno, il Gruppo desidera rendere pubblico, attraverso
“Echi”, il Bilancio a consuntivo dell’attività svolta nel 2013: sono cifre
significative della concreta testimonianza di un prezioso impegno di
volontariato solidale.
Entrate 2013
Saldo cassa al 1° gennaio 2013
€ 1.294,29
Autotassazione aderenti “ 3.866,00
Offerta libera aderenti e simpatizzanti “
621,50
Pesca San Vincenzo “ 1.824,70
Mercatino di Natale
" 2.858,00
Totale entrate € 10.191,49
Spese 2012
Aiuto alla fam. di Clementina-Costa d’Avorio € 200,00
Sottoscrizione Coro Agordo per fam Alfonso
Wiesner Corrales
“ 300,00
Offerta per malati mentali ospedali di Gregoire
Ahongbonon
“ 500,00
Aiuto allo studio a Jenia Kananok, Bielorussia “ 600,00
Offerta a don Augusto Antoniol per operazione
Sahadatou-Niger
“ 1.500,00
Aiuto ai bambini di Sr. Germana in Madagascar “ 300,00
Kit per mamme e bambini reparto maternità
di Kanawat Karamoja Uganda
“ 1.500,00
Latte in polvere per bambini malnutriti
in Karamoja Uganda
“ 1.500,00
Alluvione in Sardegna: aiuto a una famiglia
segnalata dai locali servizi sociali di Orosei “ 2.000,00
Quota associativa Belluno
“ 100,00
Spese pesca S. Vincenzo
“ 340,00
Spese mercatino di Natale
“ 183,00
Spese bancarie “44,70
Totale spese € 9.067,70
Attivo di cassa all’1.1.2014 € 1.223,79
Nel rivolgere un sempre sentito ringraziamento a tutti i generosi
offerenti e sostenitori, i responsabili del Gruppo annunciano che
come ogni anno si svolgerà la Pesca di san Vincenzo in occasione della
tradizionale Sagra del fanciullo il giorno di pasquetta a Prompicai.
La generosità
non ha bisogno di salari
si paga da sé
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Echi di Agordo
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
Quindici anni di servizio
alla nostra Comunità
Dedicata a
Renzo Da Rif
la sede
del circolo
Per il CircoloAuser “el Brói” il
2014 segna una tappa significativa,15 anni di presenza nel mondo
del volontariato agordino.
Era il marzo del 1999 quando
un gruppo di persone decise di
dare vita ad Agordo a un’associazione di volontariato ed
entrare a far parte dell’Auser
- autogestione dei servizi e la
solidarietà - costituito nel 1989
in sede nazionale.
Da quel lontano marzo molta
acqua è passata sotto i ponti,
così come molta strada è stata
fatta dal Circolo, molte persone
hanno generosamente dato il loro
tempo e la loro opera, alcune di
esse non ci sono più, altre hanno
lasciato per svariate ragioni, ed è
proprio per il contributo piccolo o
grande che esse hanno dato che
si sono raggiunti dei traguardi
forse non ipotizzabili all’inizio
dell’avventura.
Noi al presente dobbiamo fare
tesoro di tutto questo, e puntare
al futuro cercando di proseguire
migliorandoci, per questo abbiamo bisogno di inserire delle
forze nuove, in particolare nel
basso Agordino: è un invito a chi
dispone di un po’ di tempo libero
e di volontà a dare una mano a
quelle persone dei nostri paesi,
che sono più in difficoltà.
Le attività del Circolo nel finale
del 2013 si sono svolte secondo
il programma predisposto per il
secondo semestre: venerdì 8 settembre la tradizionale castagnata
per gli ospiti della casa di soggiorno di Taibon, accompagnata
da buona musica, seguita poi
nella sede Auser. Quindi festa di
compleanno per i nati nell’ultimo
trimestre 2013, l’arrivo di San
Nicolò alla scuola materna di
Agordo, una interessante conferenza tenuta da Luigi Cadorin
su “Le felci,queste sconosciute,
nella Conca agordina”, un mondo
vegetale cosi vicino a noi ma poco
conosciuto, la festa di fine anno
e l’attesa del nuovo ha chiuso in
allegria il 2013.
Il 14 novembre abbiamo
partecipato, nel 50° del Vajont,
all’incontro di Longarone “Dopo il
dramma del Vajont il territorio oltre la modernità”, organizzato da
Auser Veneto per una riflessione
che un territorio integro può offrire alle comunità e alle persone,
un monito all’uso indiscriminato
dello stesso specialmente in
montagna, per la sua fragilità.
Il 2014 è iniziato con la tradizionale tombola della befana
dedicata ai nipotini con un regalo
per tutti portato da una befana
con scopa e gerla. Il 18 gennaio
ci siamo recati a Verona per la
visita alla mostra internazionale
del presepio allestita all’Arena e
siamo poi stati ospitati dall’Auser
di Colognolla ai Colli per il pranzo,
dove ci siamo confrontati sulle
reciproche esperienze nel volontariato. Le proiezioni di alcune
attività del 2013, in sede, da parte
di Italo Schena hanno chiuso il
primo mese dell’anno.
In questo semestre, oltre alle
tradizionali attività, tombole,
compleanni, sono state programmate due conferenze: “La
prevenzione dell’osteoporosi” e
“Le acque termali”, due gite, il 16
marzo a Vicenza per la mostra
“Verso Monet” e in maggio un
viaggio nel Cilento.
L’annuale assemblea generale
del Circolo si terrà sabato 29
marzo presso l’auditorium del
centro parrocchiale.
Per concludere nell’occasione
del 15° anno di attività un ringraziamento a tutte le istituzioni che
ci hanno sostenuto, e uno particolare a tutte quelle persone che
anche con un modesto contributo
o con un semplice grazie riconoscono ciò che l’associazione, e
in particolare il volontario, fa per
i meno fortunati.
La tradizionale tombola della befana dedicata ai nipotini con un
regalo per tutti portato da una befana con scopa e gerla.
La figlia di Renzo Da Rif, Monica, e la vedova Maria Teresa, con
il presidente Alvio Peratoner,
accanto alla targa di intitolazione della sede del Circolo Auser
“El Brói”.
A distanza di un anno dalla sua
prematura scomparsa (27 ottobre
2012), gli amici del circolo Auser
“El Brói” hanno reso omaggio a
Renzo Da Rif, il loro indimenticato presidente, dedicandogli
la sede di via Rova. Lo hanno
fatto domenica 27 ottobre 2013,
con una semplice ma toccante
cerimonia, carica di ricordi e di
commozione, durante la quale la
vedova di Renzo, Maria Teresa,
ha scoperto una targa, fissata
su una parete esterna all’entrata
del Circolo, che ne perpetuerà la
memoria secondo quanto deliberato dall’assemblea annuale del
sodalizio del marzo scorso.
Dopo il saluto dell’attuale
presidente, Alvio Peratoner, il segretario Pietro Urpi, con evidente
emozione, si è rivolto ai familiari di
Renzo e ai numerosi soci presenti,
rievocando la figura del compianto presidente con espressioni
piene di riconoscente affetto. «È
passato un anno» ha detto «da
quando il nostro caro Renzo ci ha
frettolosamente lasciato, anche
se lo sentiamo sempre vivo e
presente fra noi, portando avanti
le molte attività da lui intraprese.
Con pensiero unanime abbiamo
deciso di intitolare la nostra sede
a lui, all’amico di tutti, all’amico
di sempre, all’uomo sensibile e
straordinario che è stato. È un atto
doveroso verso chi questa sede
l’ha fondata e cresciuta, lungo
tredici intensi anni di dedizione,
affrontandone gioie e problemi,
fino a farla diventare un punto
di riferimento per l’intera conca
agordina. Ci sembra giusto che
abbia il suo nome, perché qui
molto ci parla di lui».
E a parlare di Renzo, delle sue
fatiche ma anche delle sue soddisfazioni, sono i muri e la stube,
«mentre i volti delle persone» ha
proseguito Urpi «ci svelano la sua
amicizia, la sua disponibilità, la
sua naturalezza. Qui fra queste
mura, percepiamo ancora il suo
dolcissimo sorriso, vediamo i
suoi occhi grandi e sinceri dietro
ai quali c’era un carattere determinato e forte, sentiamo ancora
la sua stretta di mano onesta,
autentica, leale che ci chiede di
continuare l’impegno concorde
che fa diventare grandi le piccole
cose».
«Ci è parso questo il modo
migliore per ricordarlo con affetto
e stima» ha concluso Urpi «e per
ringraziarlo di tutto quello che ci ha
insegnato sulla vita e sul rispetto
degli altri, per il grande bene fatto
all’intera comunità dell’Agordino
interpretando e praticando la vera
solidarietà: verso i diversamente
abili, gli anziani, i bambini, e tutti
quelli che ne avevano bisogno.
Grazie, Renzo, con il tuo esempio
porteremo avanti i tuoi ideali, le tue
idee, custodendo sempre dentro
di noi il tuo caro ricordo».
SABATO 29 MARZO 2014 - ore 15.30
ASSEMBLEA GENERALE
del Circolo AUSER “el Brói” di Agordo
all’Auditorium del Centro parrocchiale
“Mons.Vincenzo Savio” (g.c.)
Echi di Agordo
Febbraio 2014
19
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
La Cucchini Associazione
Agordino ha organizzato il 2°
Corso di formazione per volontari della vallata.
È una grande occasione per
tutti coloro che si sentono vicini
all’Associazione e desiderano
mettere a disposizione il proprio
tempo a favore dell’assistenza
ai malati gravi; è una grande
occasione anche per tutti coloro
che non conoscono l’Associazione, ma che sentono germogliare dentro di sé il desiderio
di stare accanto a chi si trova
in condizioni precarie di salute.
Il cuore, la disponibilità e la
volontà messi al servizio dei
malati!
Quello della C.A.A. è un tipo
di volontariato estremamente
delicato, perché si confronta col
“dolore totale” dei malati, fatto
di dolore fisico (competenza
medica), di problemi sanitari,
umani, psicologici, sociali e
spirituali (competenza di medici, infermieri, operatori sociosanitari, psicologi, assistenti
sociali e volontari).
La frequenza al corso darà
la possibilità ai partecipanti
di formare competenze pratiche, sociali, psicologiche e
comunicative, necessarie per
relazionarsi con il malato e la
sua famiglia. Il corso, inoltre, ha
lo scopo di formare non solo i
volontari diretti, quelli cioè che
si occuperanno di assistenza alla
persona, ma anche i volontari
indiretti, quelli che saranno occupati nell’organizzazione delle
varie attività dell’Associazione.
Il 20 febbraio, alle 20.30 in
sala don Tamis ad Agordo, è
stato presentato il Corso 2014,
proprio per dare la possibilità
a tutti di conoscere le finalità,
gli obiettivi dell’Associazione,
il percorso fatto in questi anni
di lavoro, i primi accenni alle
cure palliative, la formazione
e le competenze del volontario
e i progetti per il futuro. Ha
condotto la serata la presidente dell’Associazione Nadia
Dell’Agnola e sono intervenuti
il dr. Nevio Menegus, il dr.
Pietro Paolo Faronato, il dr.
Sandro De Col e il dr. Giuseppe
Zanne. In conclusione di serata
sono state raccolte le prime
iscrizioni (negli auspici numerose), dei nuovi partecipanti
all’iniziativa.
Il Corso prevede 10 incontri
formativi, che si terranno presso
la sala dell’ex Municipio di
Taibon Agordino, sempre alle
20.30. Gli argomenti trattati
saranno vari, allo scopo di dare
una formazione completa ai
partecipanti.
Tanti e positivi i “voli” del pettirosso nel 2013
Con il Corso per volontari si apre
il 2014 della C.A.A., mentre va in
archivio il 2013, anno particolarmente ricco di iniziative volte a
favore della popolazione agordina
e accolte con entusiasmo e buona
partecipazione. Tra queste è doveroso ricordare “Filosofando...”,
un ciclo di incontri di riflessioni
sul tema della vita e della morte,
curato dalla dott.ssa Lisa De Luca,
nel corso del quale sono state
affrontate tematiche inerenti la
vita e la morte, prendendo spunto
dalle idee di grandi pensatori del
passato e del presente.
Poi, per la formazione continua
dei volontari, un interessante
incontro con il dr. Luciano Orsi,
Questo il programma dei dieci incontri:
- 6 marzo: “Il malato grave e le cure palliative (con particolare
attenzione all’assistenza domiciliare)”, Nucleo di Cure Palliative
dell’Ulss 1 Belluno.
- 13 marzo: “La rete e il sistema delle cure palliative” (in Hospice e
in reparto U.O. Medicina Lungodegenza di Agordo), dr. Agostino
Mascanzoni e dott.ssa Ileana Corazzin.
- 20 marzo: “Il codice deontologico del volontario e Core curriculum”,
dott.ssa Laura Miana.
- 27 marzo: “Gli aspetti psicologici del malato e la sua famiglia”,
dott.ssa Lucia De Cosimo.
- 3 aprile: “Il volontario, il malato e la famiglia: la relazione d’aiuto”,
dott.ssa Cristina Zaetta.
- 10 aprile: “Etica e cure palliative”, dr. Spiridione Della Lucia.
- 24 aprile: “La dimensione esistenziale e spirituale di fronte al
morire”, dott.ssa Laura Campanello.
- 9 maggio: “Elaborazione del lutto”, dr. Luigi Colusso e Gigi Zoldan.
- 15 maggio: “Confronto e riflessioni comunitarie. Forum di discussione”, dott.ssa Laura Miana.
- 23 maggio: “Testimonianze e conclusione del Corso”. Volontari
diretti, dott.ssa Laura Miana, Nadia Dell’Agnola, dr. Pietro Paolo
Faronato.
medico palliativista e bioeticista,
che ha affrontato con il tema attualissimo “Chi sceglie alla fine della
mia vita?”, i problemi etici alla fine
della vita. E ancora il via alle assistenze all’interno dell’ospedale di
Agordo, come richiesto dall’U.O.
di Medicina e Lungodegenza
dell’ospedale stesso, grazie alla
convenzione del 15 maggio siglata
con la Ulss 1.
Ricordiamo quindi la partecipazione dell’Associazione alla
“Giornata del sollievo”, l’organizzazione, in occasione della festa
dei Patroni SS.Pietro e Paolo,
della mostra d’arte “In viaggio
verso l’orizzonte”, con esposizione di opere di artisti di tutto
il territorio; la partecipazione di
alcuni volontari al Congresso
Nazionale delle cure palliative
che si è tenuto a Bologna, per
approfondire la conoscenza degli
argomenti relativi all’assistenza
del malato di fine vita, dei suoi
familiari e delle cure palliative.
E ancora, la partecipazione di
un gruppo di volontari a “Il ritiro
del volontario”, all’OPSA (Opera
della Provvidenza di Sant’Antonio
di Sarmeola di Rubano): incontro
con gli ospiti (persone con gravi
disabilità), con condivisione delle
attività ricreative, delle funzioni
religiose, della quotidianità della
struttura; il varo del coordinamento “Volontari delle Dolomiti”, per il
sollievo e l’assistenza nello spirito
delle cure palliative, tra le quattro
Associazioni dell’Ulss 1 di Belluno: Cucchini Onlus di Belluno,
Cucchini Associazione Agordino,
Cucchini Associazione Pelmo per
lo Zoldano e Vita Senza Dolore
per il Cadore; l’organizzazione,
in collaborazione con l’Auser “El
Brói” di Agordo e il supporto del
Centro Servizi del Volontariato di
Belluno, del Corso “Assistenza per
malati e anziani nel mondo della
burocrazia: il ruolo del volontario”,
che ha previsto, alla fine, l’apertura
di uno sportello presso la sede di
Cucchini Agordino, con l’obiettivo
di dare un aiuto a quanti debbono
districarsi nel mondo della burocrazia per conoscere i diritti di
cui si gode se si assistono malati
o anziani (lo sportello è aperto
tutti i lunedì dalle 17.30 alle 19.00
presso la sede di Cucchini Associazione Agordino nell’ospedale
di Agordo).
Infine, la promozione, a conclusione dell’anno 2013, dello
splendido Concerto di Natale,
nell’arcidiaconale di Agordo, con
le esibizioni (coordinate dalla prof.
ssa Marta Bianchi) de “I Musici” di
Agordo, della “Nuova Corale” della
Parrocchia di S. Maria Nascente,
della cantante Paola Crema, magistralmente diretti dalla prof.ssa
Marina Nessenzia.
Il Consiglio Direttivo
Ricordiamo i riferimenti di contatto di Cucchini Agordino:
Cell. 342 0813080 – [email protected] – www.cucchiniagordino.it (sul sito è scaricabile il modulo motivazionale di
iscrizione al corso)
20
Febbraio 2014
Echi di Agordo
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
Le proposte dei ragazzi e del personale Promozione e integrazione sociale per
del Centro Diurno
persone con disabilità cognitiva
En vècio mestiér ogni més… Il valore dello sport nella
Anca noi sión del paés… sensibilizzazione dei ragazzi
Mercoledì 18 dicembre, durante l’annuale festa di Natale
del Centro Diurno disabili adulti
di Agordo, gestito da Società
nuova S.C.S in convenzione con
l’Ulss n° 1 di Belluno, è stato
presentato il Calendario 2014,
intitolato “En vècio mestiér
ogni més… Anca noi sión del
paés…”.
La realizzazione dell’attività è
nata durante il corso dell’anno,
all’interno di una dettagliata e
variegata programmazione che
viene proposta agli utenti in base
alle loro capacità, preferenze,
inclinazioni.
Sfogliando il calendario si
trovano immagini scattate sul
territorio per lo più Agordino che
riportano alla scoperta di vecchi
mestieri, attrezzi e abbigliamenti
in uso nel secolo scorso. Ciò
che lo rende originale è vedere i
nostri ragazzi impegnati e immedesimati in occupazioni ormai in
disuso e alle prese con antichi
arnesi quasi dimenticati.
L’impegno è stato significativo e assai lungo, ognuno con
il suo ruolo. Da chi ha avuto
l’idea iniziale, chi ha preso i
contatti con il territorio, chi ha
messo a disposizione abiti e
coordinati, chi ha speso la sua
passione per la fotografia e non
ultimi per importanza, i ragazzi
che hanno aderito alla proposta
con entusiasmo, hanno seguito
le indicazioni fornite durante
gli scatti, hanno accettato di
apparire talvolta comici o poco
presentabili per immedesimarsi
nel lavoro.
L’impegno non è stato solo
operativo ma soprattutto emozionale: incontrando persone
che spontaneamente hanno
aperto le loro porte di casa appoggiando l’iniziativa, si sono
creati nuovi legami, consolidato gli esistenti, e riscoperto
la bellezza del territorio con la
sua storia.
Le attività commerciali della
zona si sono dimostrate particolarmente sensibili e partecipi,
sostenendo il progetto con libere
donazioni; a queste va il nostro
più sentito ringraziamento.
Per chi volesse acquistarne
una copia, si può rivolgere al
Centro Diurno di Agordo, in via
Dozza, 1 presso l’edificio del
Polifunzionale:Tel.0437/64561
([email protected]).
Il raccolto della vendita verrà
destinato per la realizzazione di
nuove e sempre creative attività
per i ragazzi.
E.M.
...il gustoso calendario 2014,
realizzato
con passione
e maestria da
disabili adulti
del CEOD di
Agordo,incuisi
trovano immagini scattate sul
territorio perlo
più agordino
che riportano
alla scoperta di
vecchi mestieri,
attrezzi e abbigliamenti in
uso nel secolo
scorso...
Belluno. Squadre e allenatori assieme per la foto ricordo al termine
della riuscita manifestazione al Palasport «De Mas».
Collaborazione, passione,
sostegno e solidarietà…
questo si respirava sabato
1 febbraio durante il «Torneo dell’Amicizia» svoltosi
al Palasport «De Mas» di
Belluno.
L’iniziativa, promossa dalla
studentessa Giuliana Sasso, in
collaborazione con il Gruppo Sportivo Dilettantistico
«Schiara» e la Cooperativa
Sociale «Società Nuova», è
stata la conclusione di un
percorso di tirocinio incentrato sulla promozione e
l’integrazione sociale di persone con disabilità cognitiva
e, soprattutto, mirato alla
sensibilizzazione dei ragazzi
mediante lo sport; nello specifico, attraverso l’attività del
calcetto.
Così, a novembre 2013 è
nata l’idea di organizzare una
serie di allenamenti integrati
tra ragazzi esordienti del
G.S.D. Schiara e la squadra di
calcetto di Società Nuova; «un
modo sano e divertente per
conoscersi reciprocamente
tramite la condivisione di una
passione e l’insegnamento
reciproco» racconta la giovane studentessa, «e desidero
ringraziare gli allenatori
Claudio Stiz del G.S.D. Schiara, Omar Taglietti, Aurelio
Ferraro e Michele Firpo per
la squadra di Società Nuova,
che con competenza e capacità hanno saputo gestire ogni
incontro in modo esemplare,
coinvolgendo e facendo divertire tutti».
Concluso il periodo di allenamento, sabato 1 febbraio è
Il simbolico logo del «Torneo
dell’Amicizia».
stata la volta del Torneo che
ha visto impegnate quattro
squadre miste. Le partite
vissute appieno dai giocatori,
hanno appassionato anche il
numeroso pubblico presente
che ha sostenuto, applaudito
e allegramente accompagnato
l’intera manifestazione.
Negli spogliatoi il clima di
amicizia è continuato; non
è importato che non ci fosse
un vincitore; negli occhi di
tutti si potevano leggere la
soddisfazione e la felicità per
questo incontro che, a detta
del gruppo degli esordienti,
è stato un’occasione unica
per conoscere nuove persone
e per imparare da loro ad
affrontare le difficoltà della
vita con un sorriso.
Come è noto, Società Nuova
è una Cooperativa Sociale che
dal 1977 si occupa di servizi
alla persona nel territorio
bellunese, operante con una
struttura anche ad Agordo. È
possibile seguirne i progetti
e le iniziative che la vedono
protagonista, attraverso il
sito:
www.societanuova.eu
Echi di Agordo
Febbraio 2014
21
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
Dove la
solidarietà
è sempre
di casa
Il Progetto “San Martino”
La Caritas diocesana ci ha invitato – in particolare durante il
periodo di Avvento - a guardare alle persone più deboli, a coloro che hanno perso il lavoro e normalmente vengono seguite e
accompagnate con un sostegno in particolari circostanze. Prima
di Natale si sono riuniti con il Parroco i membri dell’Ambito
“Chiesa che accoglie e ama” del Consiglio Pastorale, per vedere
come dare seguito nella nostra parrocchia al questo progetto della
Caritas, individuando alcune proposte di lavoro.
Nei primi giorni di febbraio sono stati consegnati due nominativi
di persone che si sono rese disponibili a effettuare i lavori che
verranno loro richiesti.
Per quanto riguarda la nostra Parrocchia, d’accordo con il Consiglio di Amministrazione, si è provveduto a individuare tre lavori
da realizzare: imbiancature di due aule della Sacrestia, pulizia
degli scaffali dell’Archivio Arcidiaconale e pittura di corridoi e
aule del Centro Parrocchiale, con verniciatura lavabile.
Come già è stato spiegato a suo tempo: l’assunzione delle
persone con relativo stipendio è a carico della Caritas diocesana,
mentre al materiale provvederà la parrocchia.
Don Giorgio
Da sport e volontariato di Taibon
Il dono di una TV per gli
ospiti del Polifunzionale
Lo sport e il volontariato ancora una volta concretamente
uniti nella solidarietà.
Il Gruppo Sportivo Taibon (che quest’anno festeggerà il
50° di fondazione), guidato da Antimo Savaris, e gli «Amighi
da Listolade» venuti a conoscenza che al Polifunzionale
di Agordo si era guastato un televisore e che la struttura
aveva difficoltà a sostituirlo, hanno ritenuto che non era
possibile lasciare gli ospiti senza questo piccolo mezzo di
compagnia.
Si sono quindi subito attivati e, in accordo con i responsabili
della struttura stessa, durante le festività natalizie, hanno
provveduto ad acquistare un nuovo apparecchio e a portarlo in dono agli ospiti del Polifunzionale fra i quali anche
due compaesani, fotografati assieme ai rappresentanti del
G.S. Taibon e degli Amighi da Listolade in occasione della
semplice cerimonia di consegna della TV color.
La consegna agli ospiti del “Polifunzionale” del TV color, omaggio
del GS Taibon e dei “Amighi da Listolade”.
Aviano, 28 dicembre 2013. La rappresentanza dei Bòce da Rif, composta da Riccardo, Moreno e Sandro con suor Amabile alla quale
hanno consegnato il contributo per Casa Via di Natale.
La “Lucciolata” per Via di Natale
Si è ripetuto puntuale anche nell’anno 2013, il 18°,
il nobile gesto di solidarietà
dei Bòce da Rif e del Gruppo
alpini di Agordo-RivamonteTaibon nei confronti di Casa
Via di Natale di Aviano, la
benemerita struttura collegata al centro oncologico
pordenonese, punto di riferimento anche per i pazienti
bellunesi.
Il 28 dicembre scorso,
infatti, una delegazione del
sempre attivo gruppo di Rif si
è recata ad Aviano per consegnare i due mila e 500 euro,
raccolti con la Lucciolata
del 10 novembre 2013 e con
un contributo degli Alpini,
alla direzione di Casa Via
di Natale, attraverso suor
Amabile.
Tale contributo, come tengono a ricordare i Bòce da Rif
che sostengono le attività di
Casa Via di Natale dal 1996,
è stato possibile grazie anche
alla collaborazione dei bar
e negozi che hanno esposto
una cassetta nei loro locali,
nonché alle spontanee offerte
fatte dalla gente in occasione della Lucciolata del 10
novembre, l’ormai tradizionale camminata benefica di
san Martino da piazza santa
Maria di Agordo fino alla
piazzetta del villaggio, dove
si è felicemente conclusa
con una bella tombolata,
la pesca di beneficenza, tè
caldo, castagne e vin brulè,
cioccolata calda e dolci preparati dalle mamme e buona
musica, il tutto orchestrato
dall’immancabile simpatia
dell’amico Pino.
La direzione della Casa Via
di Natale ha ringraziato la
delegazione agordina, sottolineando come tali donazioni
siano importantissime per
continuare a garantire il supporto alle persone ammalate
e ai loro cari.
A loro volta i Bòce da Rif,
oltre agli Alpini sempre presenti, ringraziano i negozi
dell’Agordino e la gente
che ogni anno partecipano
all’iniziativa regalando premi per la tombola e la pesca.
Il 2013 si è chiuso quindi
con un’altra significativa
pagina scritta dai due sodalizi agordini nel libro della
solidarietà.
22
Febbraio 2014
Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Cristina Savaris darà man
forte all’attività del Gruppo
Alpini di Agordo-RivamonteTaibon. Dopo la consegna
(avvenuta un anno fa) della
tessera di socio al giovane Luca
Da Roit, che aveva svolto la
mini-naja, l’assemblea annuale
del sodalizio guidato da Lauro
Caio Gavaz ha regalato un’altra
buona notizia.
Domenica 8 dicembre 2013
nell’ex municipio di Taibon, infatti, è stata annunciata l’entrata
nel gruppo di Cristina Savaris.
Per quest’ultima è la tappa finale
di un percorso iniziato più di
un anno fa.
La giovane di Taibon ha
prestato servizio dall’11 settembre al 20 novembre 2012
presso il 235 RAV di Ascoli
Piceno per l’addestramento al
combattimento e dove, il 26
ottobre, ha prestato giuramento. Dal 21 novembre 2012 è
dunque diventata effettiva al 7°
Reggimento Alpini di Belluno
Il Nucleo di Protezione Civile,
guidato da Alessandro Savio,
che fa parte del gruppo alpini di
Agordo, Rivamonte e Taibon, fra
i molteplici interventi effettuati in
questi anni si è particolarmente
distinto nel recupero, sistemazione
e realizzazione di diversi ponticelli
in legno sui torrenti della Conca
Agordina, deteriorati dal tempo e
dagli agenti atmosferici. In alcuni
casi si è trattato di operazioni
piuttosto impegnative, su manufatti
con luci anche di oltre dieci metri,
portate a termine con l’impiego
di legname di larice e metodi
tradizionali al fine di salvaguardare sia l’estetica di montagna
che garantire la durata nel tempo
delle opere stesse. Tali interventi,
chiamati esercitazioni di protezione civile, sono programmati ogni
anno a rotazione, nei Comuni di
Agordo, Taibon e Rivamonte, e
vi partecipano i volontari alpini e
aggregati che forniscono gratuitamente la loro opera e l’esperienza
acquisita negli ormai venti anni di
e inserita nel plotone “Alpieri”. Durante la preparazione
ai Casta (Campionati sciistici
truppe alpine) si è infortunata al
menisco del ginocchio sinistro e
la conseguente operazione l’ha
costretta a lasciare il plotone. Da
dicembre 2012 a gennaio 2013
è stata in servizio ad Arabba
per la stesura del modello 1
giornaliero (rilevazione quantità neve, neve fresca, densità,
temperatura, vento, valanghe)
alla stazione meteorologica
di Porta Vescovo. Ritornata a
Belluno, Cristina è stata dunque
impegnata in addestramento,
poligoni, picchetti di rappresentanza e lavori d’ufficio fino
al 10 settembre 2013, giorno
del congedo.
“Brava Cristina – ha detto il
capogruppo Caio Gavaz, consegnandole la tessera di socio
- benvenuta fra di noi”.
Come sempre l’assemblea è
stata anche l’occasione per riassumere quanto fatto dal Gruppo
Alpini nel corso dell’anno che
volge al termine.
Nell’elenco delle molteplici
attività ricordate dal capogruppo spiccano la partecipazione
alle settimane bianche e verdi
con gli ipovedenti, la cerimonia
di consegna della bandiera dei
combattenti e reduci, la spedizione dei libri regalati dalla
scuola elementare di Taibon ai
terremotati, la presentazione
L’8 dicembre a Taibon
Gli alpini in assemblea
Cristina Savaris, la giovane di Taibon entrata a far parte degli Alpini, fra il capo gruppo Caio Gavaz (a dx.) e il responsabile della
protezione civile Alessandro Savio.
del libro “Voci della steppa”, la
pulizia dell’area circostante l’ex
caserma degli alpini di Agordo.
E ancora la verniciatura del ponte sul Tegnas e la sostituzione
dei pannelli all’isola ecologica
e soprattutto il fattivo contributo offerto nell’organizzazione di manifestazioni in tutto
l’Agordino, da Sport in Piazza
all’adunanza del Cai, dalla Festa dell’amicizia al trofeo dei
16 comuni, dalla Ciclinvalle
alla festa “in casa” a Paluch di
Rivamonte.
Interventi della Protezione Civile
vita del Nucleo di P.C.. Oltre alla
sistemazione di sentieri, strade forestali e recuperi ambientali, sono
stati dunque sistemati dei ponticelli
sui torrenti Bordina e Val di Nare
in Comune di Taibon, sul torrente
Sarzana in quello di Rivamonte, sul
Missiaga in Comune di Agordo e,
nel settembre scorso, anche due
piccoli ponticelli, rispettivamente
della lunghezza di cinque e sette
metri, in località Val di Frèla, sul
Il nucleo di Protezione civile con il responsabile Alessandro Savio (primo
a sn.) e il capo gruppo Alpini, Caio Gavaz (ultimo a dx), al termine dei
recenti lavori su due ponticelli sul Campregana in Val di Frèla.
Prezioso anche il lavoro
svolto del nucleo di protezione
civile, guidato da Alessandro Savio. Una quindicina le
collaborazioni e gli interventi
effettuati, per un totale di 27
giornate lavorative e 800 ore a
titolo di volontariato.
Durante la Messa celebrata
dal parroco di Taibon, don Mario Zanon, sono stati ricordati i
soci deceduti nel corso del 2013:
Luigi Selva, Titano Fontanive,
Giuseppe Tormen, Ennio Nicolao e Antonio Benvegnù.
torrente Campregana, sempre in
Comune di Agordo. Hanno partecipato a questo intervento una
decina di volontari che hanno provveduto alla rimozione dei tavoloni
del manufatto, ormai deteriorati, e
alla conseguente sostituzione con
nuovo materiale in larice, nonché
alla realizzazione del parapetto
per rendere praticabile e sicura la
vecchia stradina che da Farénzena
porta al Dón.
Va segnalato che, confermando la loro ben nota generosità,
nell’occasione gli alpini non hanno
fornito solo la mano d’opera, ma
anche i materiali sostenendo una
spesa di 1.250 euro. «Queste
iniziative» ha affermato Savio, particolarmente soddisfatto dell’esito
dei lavori «sono un valido aiuto
per la collettività e auspichiamo
che contribuiscano ad avvicinare
i giovani al Gruppo Alpini, adeguandosi alle necessità del tempo
presenti nei nostri paesi ed essere
utili nel campo del volontariato e
nel sociale».
Echi di Agordo
Febbraio 2014
23
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
2013: l’anno dello... strappo
della Sottosezione di Caprile
La Sezione Agordina del CAI
si riunirà in assemblea annuale
dei Soci domenica 23 marzo,
secondo il programma riportato
a parte.
Tra gli importanti cambiamenti intervenuti nel corso del
2013 si segnala la scissione della
Sottosezione di Caprile/Alleghe
Civetta-Marmolada “Eliana
de Zordo” che, a seguito della
domanda inoltrata alla Sede
Centrale, ha assunto il titolo
di organismo autonomo con la
denominazione di “Sezione di
Caprile”. Riprendendo quanto
già sottoscritto in sede regionale,
mentre si augura buon lavoro a
Caprile in favore del comprensorio, la Sezione madre segnala
che tale scissione non mancherà
di creare una situazione alquanto
penalizzante per l’Agordino
sotto il profilo della negatività
dell’immagine storica del territorio e soprattutto dell’unità
del mondo alpinistico vecchio
di 150 anni.
Alla luce del momento di
assoluta emergenza meteorologica, la Sezione dovrà attivarsi
per verificare la fruibilità del
territorio con sopralluoghi che
saranno effettuati in primavera
onde controllare lo stato della
sentieristica e delle opere alpine
sicuramente penalizzate dalle
abbondanti nevicate, forse in
misura maggiore che nel 2009.
Essenziale per il funzionamento dell’apparato del CAI è
il nuovo tesseramento informatizzato on-line, che permette
l’iscrizione diretta alla banca
dati della Sede Centrale eliminando vari passaggi.
Il nuovo sistema offre sicuri
vantaggi ma anche un carico di
lavoro di tipo “professionale”
che la segreteria sezionale deve
svolgere in via telematica senza
possibilità di delegare ad altri
come avveniva in passato. Una
volta verificata la validità del
nuovo sistema, in futuro tutto risulterà più semplice, nonostante
la necessità dei soci di doversi
presentare in sede in giorni
Piazzale Marconi, n.13
32021 AGORDO (Belluno)
tel / fax 0437/62904
- Mercoledì: 9.00-12.00;
- Venerdì: 20.00-22,00;
- Sabato: 9.00-12.00
sino al 31 marzo
Domenica 23 marzo
Assemblea annuale
- Mercoledì: 9.00-12.00;
- Venerdì: 20.00-22.00
dal 1° aprile al 30 agosto
Ore 9,00 - Chiesa di S. Cipriano a Taibon Agordino
- Santa Messa a ricordo dei Soci
e degli Amici scomparsi.
Ordine del giorno:
- Relazione generale del presidente della Sezione;
- Aggiornamento stato opere
alpine;
- Rendiconto economico a cura
del tesoriere;
- Libero dibattito; interventi;
- Approvazione relazione del
presidente e bilancio;
- Premiazioni e riconoscimenti
a soci.
- Pranzo sociale al Rustico in
Valle di San Lucano.
prestabiliti sia per le nuove iscrizioni, sia per il pagamento del
rinnovo annuale, per eventuali
variazioni dei propri dati e per
la firma della liberatoria relativa
al trattamento delle informazioni
sensibili (Privacy).
Orario apertura
della Sede
Sezione Agordina
del C.A.I.
Ore 10 - Sala convegni “Don
Tamis” della Comunità Montana Agordina (g.c.).
Antonello Cibien (presidente
Sezione Agordina) e Gabriella
Bellenzier (presidente Sezione di
Caprile): dal 2014 in montagna
per differenti sentieri.
Avvio della stagione 2014 con la “ciaspolada” di una quarantina di
soci a Malga Fossetta (Primiero) in una delle poche giornate con
meteo favorevole.
Si raccomanda vivamente di
rinnovare o iscriversi
entro il 31 Marzo
L’iscrizione è possibile solo
presso la Sede Sociale.
La copertura assicurativa
decorre dal giorno seguente
l’iscrizione o il rinnovo.
Sito web : www.caiagordo.it
e-mail: [email protected]
Intervento dei volontari del CAI
di Frassené al Rifugio ScarpaGurekian domenica 2 febbraio;
una prevenzione necessaria che ha
impedito danni alla struttura creando spazio per la neve che deve
ancora cadere. Grazie a tutti da
parte della Sezione Agordina.
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Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Dolomiti in Coro
Un’impegnativa serie di concerti ha caratterizzato l’attività
dei Musici, l’affermato Coro
dell’Istituto Comprensivo di
Agordo, che nei primi mesi
dell’anno scolastico si è esibito
in quattro diverse occasioni. Il
primo appuntamento è stato
legato alla manifestazione
«Dolomiti in coro», la rassegna
itinerante di canto corale, promossa dalla consulta provinciale dell’Asac, l’Associazione per
lo sviluppo delle attività corali
del Veneto
Si tratta di una rassegna
provinciale che stimola i cori
bellunesi a conoscersi, mettendo
in luce il lavoro appassionato
di direttori e cantori. Uno dei
concerti di questa rassegna, ha
avuto luogo il 17 novembre
nella Chiesa Arcidiaconale di
Agordo, dove è stato ospitato
il coro femminile Volinvoce
di Tai di Cadore. I due gruppi
corali hanno dato vita a un’esibizione canora contrassegnata
in entrambi i casi da un repertorio vario ed interessante e da
una accurata ricerca sonora e
dinamica.
Musica e
pattinaggio
Un originale accostamento
di espressioni artistiche è stato
rappresentato in seguito, nel
Voci che non finiscono di stupire
“I Musici”
Ancora uno splendido concerto con la Nuova
Corale e la soprano Paola Crema in favore della
Cucchini Associazione Agordino
Agordo, 17 novembre 2013. Un meritato riconoscimento dell’Asac
alla maestra Marina Nessenzia e, sotto, il Coro Volinvoce, diretto
da Gabriella Genova, con Silvia Riva al pianoforte.
Per la Cucchini
L'arcidiaconale di Agordo
gremita per ascoltare I Musici,
la Nuova Corale e la soprano
Paola Crema, protagonisti della
serata canora dell'antivigilia di
Natale sotto la direzione di Marina Nessenzia e con Manuela
Ben al pianoforte. Un repertorio
ricco e variegato, imperniato sul
Natale, ha catturato l'attenzione
del pubblico, coinvolgendolo in
un alternarsi di brani di epoche
e stili diversi. La voce piena e
delicata della cantante Paola
Crema ha emozionato attraverso
l'espressività sia nei brani da
solista (l’Ave Maria di Caccini,
la Nenia del Somma e Stille
Nacht), come nel dialogo con
la Nuova Corale con applausi a
scena aperta per Vierge Marie,
Cantique de Noel, ma soprattutto per lo splendido Pueri
Concinite di Herbeck. Non
meno accattivante il repertorio
mese di dicembre, dal secondo
appuntamento, in cui I Musici
hanno prestato la loro voce a
supporto di alcune scene dello
spettacolo di pattinaggio a rotelle, tenutosi a Belluno, ispirato al
Canto di Natale di Dickens.
A fine dicembre, due appuntamenti natalizi hanno impegnato
il coro: il primo nell’Arcidiaconale di Agordo in favore
dell’Associazione Cucchini,
insieme alla Nuova Corale e alla
cantante Paola Crema.
de I Musici: una cinquantina di
ragazzi, di età compresa fra i
dieci e i diciott'anni, che hanno
saputo incantare ancora una
volta con la loro espressività,
la compostezza, l'impegno e la
bella vocalità esplosa con un
Cantemos a Maria finale davvero di grande emozione, che
ha richiesto il bis.
Come nel 2012 il bel concerto,
promosso dalla Cucchini Associazione Agordino, ha avuto
una lodevole finalità benefica.
La presidente del benemerito
sodalizio, Nadia Dell'Agnola,
ha brevemente ricordato l’impegno della Cucchini nell'ambito delle cure palliative e,
ringraziando i protagonisti della
serata, ha formulato gli auguri
con una breve riflessione: «Amo
Lunedì 23 dicembre. I Musici, diretti da Marina Nessenzia, con la Nuova Corale, il soprano Paola Crema e
la pianista Manuela Ben, hanno incantato il pubblico nel concerto per la Cucchini nell’arcidiaconale.
(continua a pag. 25)
Febbraio 2014
Echi di Agordo
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cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
definire la Notte di Natale la
più bella delle notti che invita
a fare silenzio dentro di noi,
a disporre il nostro cuore in
ascolto, a porgere l'orecchio e
lasciarci inondare dalle dolci
note della vera notte dei tempi,
trattenendo i suoni e l'armonia
che provengono dall'eternità
affinché formino una sinfonia
meravigliosa che riempia il
nostro cuore e ci accompagni
per tutto l’anno».
(segue da pag.24)
Il Coro dell’Istituto comprensivo
Una splendida realtà
Una continua sorpresa!
A Cortina
Infine I Musici si sono esibiti nel Santuario della Difesa
a Cortina, in un programma
interamente affidato alla loro
esecuzione. L’evento, rinviato
dal 26 al 28 dicembre a causa
dei disagi creati dal maltempo,
ha consentito di apprezzare il
gruppo corale per la capacità
di padroneggiare in modo professionale la presenza scenica,
arricchita a tratti da movimenti
coreografici, e per la cura
posta nell’educazione vocale
ed espressiva e nella ricerca
di un repertorio vario e coinvolgente.
La richiesta di un bis è stata
accompagnata da un caldo
apprezzamento, da parte degli
organizzatori, per l’impegno
necessario a raggiungere questa
cura della vocalità e dall’auspicio di poter avere anche a Cortina un’analoga formazione.
28 dicembre 2013 . L’ultimo apprezzato concerto dell’anno nel
Santuario della Difesa a Cortina d’Ampezzo.
Quest’ultima esperienza costituisce una nuova occasione
in cui il coro rappresenta con
onore l’Istituto Comprensivo di
Agordo e testimonia il continuo
progredire del gruppo, il cui merito è da ascriversi all’impegno
di tante persone che, accanto
all’insegnante Marina Nessenzia, ne sostengono la crescita,
da dentro e fuori l’ambiente
scolastico. Tra questi i genitori
e quanti in molte occasioni si
prestano mettendo a disposizione le più svariate competenze
per rendere possibile la realizzazione dei vari eventi, ma, in
prima linea, i numerosi ragazzi
che da più anni partecipano a
questa attività con costanza ed
esemplare impegno, maturando
sempre più precocemente una
sensibilità musicale non comune alla loro età e la capacità di
apprezzare e padroneggiare
repertori anche di una certa
complessità.
I Musici. Una melodia quasi celestiale
Sono i nostri ragazzi. Sono
lì sulla gradinata del presbiterio, in silenzio, pronti, lo
sguardo fisso verso la direttrice del coro Una composizione
ordinata di giovani volti e di
spartiti, uniformati da un’elegante divisa, in attesa di un
tocco della mano che dia il
via e liberi le loro voci, la
loro delicatezza.
E il canto si espande come
per magia, riempie le ampie
navate, le menti e i cuori in
attesa.
Una melodia quasi celestiale. Non è solo canto, è musica,
è armonia. È un’unica voce
che irrompe e schiude gli
animi più restii, riservati.
Li avvolge, li corteggia, li
penetra, li ammorbidisce.
È benessere quello che si
prova. È voglia di pace, di
Una bella immagine de “I Musici” con la direttrice Marina Nessenzia e la pianista Manuela Ben.
bontà da ricevere e dare. È
l’invito dei nostri figli e nipoti
a impegnarci per diventare
persone migliori, lasciando
in parte gli egoismi. Perché
si può, basta volere. Come
hanno fatto loro con ore e ore
di prove. Ore di attenzione,
di controllo della naturale
voglia di giocare, di correre,
di vociare. Ore di rinuncia
per raggiungere una meta
più grande.
Questo canto è un dono
che offrono ai presenti ma
oserei dire soprattutto a se
stessi. Forse loro non lo sanno
ancora, ma questo cammino
fatto assieme, di accoglienza
di una proposta così alta, è
una sfida vinta, la più sicura, perché ha insegnato uno
stile e il gusto del bello. Un
allenamento che li aiuterà in
futuro a superare le altre sfide,
quelle della vita.
Grazie ragazzi, grazie
direttrice Marina che continui a chiedere tanto, a
te stessa ma soprattutto ai
nostri giovani, offrendo loro
l’opportunità di verificare
le proprie potenzialità e di
gustare la soddisfazione per
l’armonia raggiunta con un
lavoro comune.
Che sia anche questo il
significato dell’arte?
Floriana Santomaso
Febbraio 2014
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Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Al tradizionale concerto di S. Stefano
La magia dei “Voceversa”
e l’“amicizia” di Loretta Ben
Ospiti d’eccezione e un
nuovo degnissimo «amico»
quest’anno per il tradizionale
concerto di Natale del Coro
Agordo. Sono stati questi gli
ingredienti essenziali del sempre atteso appuntamento canoro
della sera di santo Stefano nella
chiesa arcidiaconale di Agordo,
con tanta gente accorsa ancora
una volta a manifestare l’affetto
e l’apprezzamento al coro di
casa e ad ascoltare della buona
musica, ma non solo.
Per la 32ma volta, infatti,
il gruppo corale agordino ha
voluto esprimere gratitudine a
chi gli è particolarmente vicino
e ne sostiene l’attività in modo
discreto ma concretamente.
Con un grande applauso,
dopo quelli altrettanto calorosi
riservati ai due complessi, è
stata perciò accolta Loretta
Ben, attuale sindaco di Taibon,
proclamata «Amico del Coro
Agordo 2013». Significativa e
quanto mai appropriata la dedica riportata nella targa consegnatale dalla presidente Elena
Vallata: «Donare il proprio
tempo al prossimo è la “chiave”
che apre la porta di ogni cuore». «Un riconoscimento», ha
sottolineato la Vallata, «a una
persona speciale che, al di là del
ruolo istituzionale, con generosa semplicità e riservatezza, ci
ha dimostrato un’amicizia per
noi preziosa».
Quella stessa amicizia che ha
portato nuovamente ad Agordo
il prestigioso gruppo vocale
biellese a cappella «Voceversa», (nella foto sopra) che ha
entusiasmato il pubblico con la
magistrale esecuzione, ricca di
virtuosismi e raffinatezze vocali, di una dozzina di brani del
loro repertorio che va dall’epoca medioevale e rinascimentale
ai giorni nostri, con stili e matrici culturali diverse.
Ma altrettanto meritati e
calorosi sono stati gli applausi
riservati ai coristi di Roberta
Conedera, che hanno aperto la
serata con pezzi della tradizione
natalizia e con altri canti d’autore dimostrando sicurezza
vocale e non comune sensibilità
interpretativa.
Loretta Ben, proclamata «Amica del Coro Agordo 2013».
Il fascino misterioso del gregoriano
Il Coro gregoriano «Voce mea» nel concerto
«Gratia plena» del 7 dicembre 2013 nell’arcidiaconale.
Come sempre, hanno avuto
torto gli assenti, perché hanno
perso una più che favorevole
occasione, in particolare gli
appassionati di gregoriano, per
gustare un’ora di buona e bella
musica. Quella offerta sabato 7
dicembre dallo splendido gruppo
corale «Voce mea» di Santa Giustina Bellunese, diretto da Maria
Silvia Roveri. L’iniziativa, proposta
dalla parrocchia di santa Maria
Nascente, come ha ricordato
l’arcidiacono monsignor Lise, era
pure un invito alla comunità ad approfittare dell’opportunità offerta
dal concerto di canto gregoriano
«Gratia Plena» per un momento
di meditazione alla vigilia della
festa dell’Immacolata.
Incentrato sulla figura di Ma-
ria, l’esibizione si è svolta su un
programma articolato in 4 quadri:
Tempo di Avvento e di Natale,
Verso la Pasqua, Tempo pasquale
e Tempo dell’anno, ognuna delle
quali si è aperta con un’antifona
mariana chiudendosi con una
strofa dell’Inno Akathistòs di lode
alla vergine.
Quattro momenti durante i quali
i dodici coristi hanno alternato,
con effetti assai suggestivi e
coinvolgenti, esecuzioni musicali
del repertorio gregoriano classico
e delle recenti scoperte della
semiologia gregoriana, a recitativi
in tema mariano, espressioni della
devozione popolare rinascimentale ripresi da Dante, dal Libro dei
re, da Petrarca e da san Bernardo
di Chiaravalle.
Echi di Agordo
Febbraio 2014
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cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
I prossimi obiettivi del Gruppo
Etnoarcheologia pastorale
e Museo archeologico
È sempre in piena attività il Gruppo Archeologico Agordino ARCA.
Conclusi i lavori di scavo relativi a
siti di maggior caratterizzazione
archeologica, che vanno dal Mesolitico finale (8.000 anni fa) alla
seconda età del Ferro (V-III sec.
a.C.), ora si sta operando in un
ambito temporale più recente con
ricerche sull’attività metallurgico
– mineraria. In queste due ultime
stagioni si è lavorato in valle del
Mis, località “le Loppe” con l’intento
di riuscire a recuperare la storia
di miniere di rame prossime alla
miniera di cinabro in Vallalta. Di tale
attività sarà data ampia relazione
sul prossimo numero di Echi.
I nostri due soci e studiosi Gabriele Fogliata (vice presidente)
e Piergiorgio Cesco Frare hanno
intrapreso un’interessante ricerca
riguardante i recinti antichi usati dai
pastori per il ricovero delle pecore
in provincia di Belluno.
Nelle scorse settimane hanno
dato risalto all’attività con conferenze dal titolo “Nel recinto
di Polifemo – Etnoarcheologia
pastorale in provincia di Belluno”
descrivendo il ricco elenco dei siti
documentati. Da questa indagine
è nata una intesa che prevede una
campagna di scavi.
Uno di questi siti, nel pianoro
delle Vette Feltrine (Busa delle
Vette), insiste nel territorio del
Parco delle Dolomiti bellunesi, la
Direzione del quale ha accettato
con entusiasmo l’indagine di scavo
proposta da Arca, sottoscrivendo
una convenzione e fornendo un
importante contributo e il patrocinio
per la ricerca che verrà effettuata la
prossima estate. L’accordo prevede il doveroso coinvolgimento della
Soprintendenza dei beni Archeologici veneta e di studiosi esperti
in questo campo come i direttori di
scavo professoressa Pedrotti e il
dr. Cavulli dell’Università di Trento
e il dr. Carrerdella della prestigiosa
Università inglese di York. Per
l’indagine l’Università di Trento ha
chiesto la concessione ministeriale. ARCA eseguirà lo scavo e si
impegnerà per la logistica, che sarà
complessa e impegnativa data la
difficoltà di raggiungere il sito. Sono
già stati fatti i rilievi geomorfologici e
la documentazione orto-fotografica
del sito dalla Ditta Zollet Service di
Santa Giustina, con l’utilizzo del
“drone” e di sofisticati software di
restituzione.
Il grande mantice da officina
fabbrile (fucina) di probabile provenienza dalla Val Imperina, recuperato in una soffitta di un edificio
di Agordo e donato all’ARCA dal
Museo etnografico di Taibon.
Reperti archeologici agordini
Proposta per un Museo Archeologico Agordino
Ormai dal 1996 il nostro gruppo
è attento, oltre alla ricerca sistematica, anche alla valorizzazione
dei reperti archeologici, siano
questi raccolti dal Gruppo nelle
sette campagne di scavi effettuate
nel nostro territorio, sia di quelli
raccolti in Agordino ma da tempo
depositati nei Musei di Belluno e
Cividale del Friuli, che non sempre sono degnamente proposti
al pubblico e che potrebbero
ritornare tra noi.
Per poter attuare tale “sogno” è
necessario un locale, che ARCA
ha individuato nella sala al primo
piano dell’edificio ex-macello,
attuale raccolta museale di via 5
maggio, di proprietà comunale.
Nei giorni scorsi è stata presentata formalmente la richiesta in tal
senso al sindaco Renzo Gavaz e
all’assessore competente Cristina
Bien e siamo in attesa di un favorevole riscontro. Nel frattempo abbiamo interessato, anzi sono anni
che lo facciamo, sottoponendo la
proposta alla Soprintendenza per
i Beni Archeologici del Veneto la
quale, tramite i suoi esperti ispettori, ha valutato la fattibilità anche
sotto l’aspetto burocratico.
Ebbene la risposta è stata
positiva anche perché facilitata
dall’esistenza da decenni di un
deposito archeologico permanente autorizzato, reperti dell’Alto
Medioevo (V-VI sec.d.C.), conservato dall’ITIM “U. Follador” in un
armadio espositivo nel vecchio
edificio scolastico. Il riordino
proposto da ARCA risulterebbe
soltanto uno spostamento della
cellula museale esistente e non
sarebbe una nuova Istituzione.
Da quel momento potrebbe
essere aperto l’iter per definire
legalmente al complesso il titolo
di Museo.
Non elenchiamo qui il patrimonio di oggetti che potrebbe
essere collocato nel nuovo Museo
Archeologico Agordino, perché
è molto vasto, riteniamo inoltre
che lo stesso potrebbe essere
arricchito con il deposito di reperti
ora custoditi in abitazioni private
provenienti da lasciti famigliari o
da ritrovamenti fortuiti nei terreni
di proprietà e mai segnalati.
Altro aspetto importante, da
non trascurare per l’istituzione
di questo agognato Museo, è
che ARCA ha la proprietà di una
ventina di vetrine, dismesse e sostituite da un nuovo allestimento
dal Museo “Vittorino Cazzetta” di
Selva di Cadore e ora disponibili
ad Agordo per essere adeguate
e riutilizzate.
Noi auspichiamo che l’Amministrazione Comunale aderisca
con entusiasmo a tale progetto:
primo perché le spese da sostenere per l’allestimento sono assai
contenute, grazie anche all’apporto delle prestazioni del nostro
volontariato; secondo perché tale
Museo aggiungerebbe una elevata potenzialità attrattiva turistica a
complemento della già presente,
al pian terreno dell’edificio, importante realizzazione museale
paleontologica, mineralogica e
mineraria.
Il recupero di un mantice da
fucina
In occasione del restauro del
tetto dell’edificio prospiciente la
Piazza Libertà di proprietà degli
eredi Falchi è stata eseguita
l’eliminazione di tante cose ormai inservibili depositate nella
soffitta.
Tra queste è stato ritrovato un
grande mantice da officina fabbrile
(fucina) di probabile provenienza
dalla Val Imperina. Il recupero è
stato effettuato su interessamento
dell’architetto Giulio Favretti e in
accordo con gli eredi Falchi è
stato raccolto da Agostino Cadorin
che lo ha depositato al Museo
Etnografico di Taibon. Essendo
stato l’oggetto giudicato più
attinente all’attività metallurgico
mineraria, quale reperto di archeologia industriale, Alessandro
Savio, responsabile della raccolta
etnografica e lo stesso Agostino
Cadorin hanno consegnato l’interessante e storico manufatto
all’ARCA. Il mantice, che si può
vedere nella foto, ha dimensioni
di un metro di lunghezza per 60
cm. di larghezza. Nella struttura
assomiglia ai mantici descritti nei
disegni del trattato “De Re Metallica” di Giorgio Agricola, stampato
nel 1563 a Basilea.
Sarà un altro oggetto che arricchirà il nostro, fortemente voluto,
Museo Archeologico Agordino.
Noi speriamo nel buonsenso degli Amministratori e siamo convinti
e disponibili a collaborare affinché
ciò avvenga al più presto.
Il Gruppo Arca
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Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Santa Barbara 2013
Si è ripetuta anche quest’anno la
tradizionale festa di Santa Barbara
organizzata dall’Associazione
periti minerari (Apim) di Agordo,
presieduta da Silvano Da Roit,
e dall’Istituto tecnico «Umberto
Follador» di Agordo guidato dal
preside Bruno Bulf.
Il festeggiamento ha voluto ancora una volta riproporre la grande
e sentita devozione che l’Agordino
continua a nutrire verso la Santa
protettrice dei minatori, degli artificieri e dei vigili del fuoco, e che
trova origine nella secolare tradizione mineraria della vallata. La
manifestazione si è svolta sabato
7 dicembre, con ritrovo sul piazzale antistante la vecchia storica
sede dell’Istituto minerario in via 5
maggio dove è stata deposta una
corona di alloro al monumento al
minatore. Quindi il corteo con le
autorità, il personale docente e
gli studenti ha raggiunto la chiesa
arcidiaconale per assistere alla S.
Messa, (accompagnata dai canti
della Nuova Corale, diretta da
Marina Nessenzia) e celebrata
questa volta da don Francesco Di
Stefano (parroco di Alleghe e perito
chimico diplomato al Follador) e
benedizione dall’altare dedicato
alla Santa.
Infine in sala Tamis. Qui, dopo la
proiezione di alcuni filmati relativi
a opere che hanno visto coinvolti
periti minerari e chimici agordini
sia ieri che oggi, si è svolta la
consueta cerimonia di consegna
delle borse di studio da 500 euro
a : Daniel Andriolo (in memoria di
Attilio Buzzati), Thomas Rasa (in
memoria di Matteo Mosca), Kevin
Marchetto (in memoria di Renzo
Da Rif) per i minerari; Chiara Da
Val per i chimici. Altre borse di
studio per gli elaborati prodotti
sono andate a Ruben De Cassan
(500 euro), Jessica Nessenzia
(300 euro), Sharon Micheluzzi
(200 euro).
Come sempre, la ricorrenza di
Santa Barbara è stata festeggiata anche dai Vigili del Fuoco del
Distaccamento di Agordo, comandato da Aristide Bonifacio, con una
S. Messa celebrata da don Giorgio
Lise nella caserma di Brugnach.
(foto sotto)
Secondo semestre all’UA/A
Il programma degli incontri
da febbraio a maggio 2014
Dopo la consueta pausa natalizia, riprendono ad Agordo le
lezioni settimanali del martedì
all’Università Adulti/Anziani. Il
nutrito programma del secondo trimestre, predisposto dal Comitato
di gestione presieduto da Gabriele
Bernardi, ha preso il via alle 15.00
di martedì 4 febbraio, in sala don
Tamis di via 27 aprile.
Questo il calendario delle lezioni
reso come sempre possibile dalla
disponibilità disinteressata e gratuita dei vari docenti (indicati fra
parentesi), ai quali il Comitato rivolge un sentito ringraziamento.
Martedì 4 febbraio 2014: Più
Europa! Perché? Come? (Attilio
Menia);
11 febbraio: Montagne di cibo:
la patata e altri prodotti dell’Agordino (Daniela Perco) e La Conca
agordina... in cerca di felci (Luigi
Gio Cadorin);
18 febbraio: Biotopo di Garés:
peculiarità e valorizzazione (Valerio Finozzi e John Della Pietra)
e San Francesco in Paradiso (XI)
della Divina Commedia di Dante
Alighieri (Maurizio Mellini);
25 febbraio: Satira romana:
Belli e Trilussa, 2a parte (Savina
De Lazzer e Francesca Ceccarelli
Cau);
4 marzo: ultimo giorno di Carnevale: «Canta che ti passa», con...
Giorgio Fornasier;
11 marzo: Agordino mai visto
(Giovanni Tomasi) e Le Dolomiti
Bellunesi patrimonio dell’umanità
(Alberto Bertini);
18 marzo: Nel recinto di Polifemo - Etnoarcheologia pastorale
in provincia di Belluno (Gabriele
Fogliata, Carlo Mondini, Piergiorgio Cesco-Frare);
25 marzo: La rivolta dei contadini bellunesi nel 1800 (Ferruccio
Vendramini);
Don Attilio Menia, presidente
dell’UA/A di Belluno, che ha
aperto il secondo trimestre alla
sezione di Agordo.
1° aprile (al Centro Parrocchiale
«Monsignor Savio» di via Garibaldi): La tutela del consumatore
e la responsabilità civile (Michele
Fusina) e 1797. La battaglia di
Polpét (Augusto Modolo);
8 aprile: La madre Piave. La
provincia di Belluno e il suo fiume
(Dino Bridda);
martedì (santo) 15 aprile vacanza;
22 aprile: Intorno a Palladio (Lidia Rui) e Guida all’ascolto della
musica: Franz Joseph Haydn: «Le
ultime sette parole di Gesù sulla
croce» (Attilio Costa);
29 aprile: Direttive per la stesura
del testamento biologico in vita
(Giampaolo Ben e Francesca De
Biasi). Chiusura con considerazioni
sulla programmazione e suggerimenti per l’a.a. 2014-15 e festa di
fine anno e saluti.
Fra le attività complementari
figurano i laboratori di pittura
(Laura Ballis), di fotografia (Circolo
fotografico agordino “Gigia De Nardin”), di informatica di base (Enza
Dagai). Sono altresì in programma
gite d’istruzione a: Stra, Burchiello,
Villa Malcontenta; Belluno: visita
alla Prefettura; Feltre: Museo
Rizzarda, Museo diocesano e
mostra «Costantino e Silvestro»;
Serravalle, Conegliano e il Museo
Enologico; Cesiomaggiore: Museo
etnografico di Seravella e chiesa
di san Marcello di Umin.
Recapiti telefonici per informazioni: 0437-62416 (Coordinatore),
333-8638929 (Segreteria).
Echi di Agordo
Febbraio 2014
29
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Dal Circolo Culturale Agordino
Don Lorenzo Dell’Andrea
Premiato per aver diffuso
la cultura agordina
«Ha fatto del bene all’Agordino
e al mondo», questa in breve ma
significativa sintesi, la motivazione con cui il Consiglio direttivo
del Circolo culturale agordino ha
deliberato all’unanimità di conferire il «Premio per la diffusione
della cultura nella vallata agordina
2013» a don Lorenzo Dell’Andrea.
La 15a edizione del riconoscimento, inaugurato nel 1995, è andata
in scena sabato 16 novembre in
una affollata sala don Tamis, alla
presenza, fra gli altri, del vescovo
monsignor Andrich che ha voluto
fare una inaspettata ma gradita
sorpresa al premiato, ai promotori
e ai tanti agordini accorsi numerosi a testimoniare stima e affetto
a don Lorenzo.
«Abbiamo voluto interpretare la
sincera gratitudine dei bellunesi e
in particolare di tutti gli agordini»
ha detto la presidente del sodalizio, Mariannina Del Din Dall’Armi
«delle autorità e di quanti sono
stati interessati dall’attività di don
Lorenzo, esplicata in molteplici
campi».
Ricordate le sue origini (a
L’Andria di Selva di Cadore sotto
le pareti del Cernera nella Valle
Fiorentina, una terra che considera la più bella del mondo e
alla quale ha dimostrato spesso
e concretamente il suo profondo
affetto), le vicende della sua vita
(ordinato sacerdote il 2 luglio
1954, laureato a Padova in lettere
classiche, insegnante nel seminario e alla ragioneria Ricci di Belluno, assistente religioso al Collegio
Maria Bambina, canonico della
Cattedrale di Belluno e Cameriere
segreto del Papa), i suoi molteplici
e benemeriti impegni religiosi e
sociali che lo hanno visto sempre
attento alle esigenze del tempo
(ha fondato e assistito istituzioni
per i giovani come il CTG e il CSI,
che ha poi affidato ai suoi allievi,
come è sempre stato nel suo stile,
fra i primi nelle comunicazioni
sociali, per trent’anni direttore de
L’Amico del Popolo, fondatore di
Radio Piave, TeleBelluno e del
foglio “Domenica”). «In coerente
adesione al suo motto “fare del
bene al mondo» ha proseguito la
Agordo, 16 novembre 2013. La consegna del premio a don Lorenzo
da parte della presidente del Circolo Culturale Agordino, Mariannina Del Din Dall’Armi.
presidente del Circolo «don Lorenzo ha inventato o ristrutturato
attività manageriali di servizio alla
gente e alla Chiesa: la tipografia
Piave, il Centro congressi di Piazza Piloni, il ristorante al Centro,
l’Agenzia Plavis creando lavoro
secondo le esigenze dei tempi,
vincendo difficoltà sia civili che
alle volte, ecclesiastiche, che
gli hanno già meritato il premio
San Martino di Belluno, il premio
Palmieri di Selva, e l’iscrizione
nel Libro d’Onore dei Personaggi
illustri del Cadore».
«Il nostro» ha concluso «è un
grazie sentito a don Lorenzo per
quanto di bello, buono e utile ha
svolto ad onore e vanto della nostra terra: ecco perché lo abbiamo
premiato».
Per monsignor Andrich, il riconoscimento delle elevate qualità
culturali che don Lorenzo ha
acquisito e trasmesso a larghe
mani è motivo di gioia, di compiacimento e di prestigio per il Circolo
Culturale, per l’Agordino e per
Il vescovo monsignor Giuseppe Andrich alla cerimonia in sala
don Tamis. Accanto a lui don Lorenzo, l’arcidiacono monsignor
Lise, Gabriele Caldart, Luca Luchetta presidente della Cma e don
Antonio De Fanti.
tutta la comunità diocesana.
Il successivo intervento del festeggiato è stata una vera «lectio
magistralis» sul valore della cultura quale fondamentale fattore
di conoscenza dell’ambiente, di
Dio, dell’uomo in senso globale.
Nella sua ampia disamina don
Lorenzo ha posto l’accento sul
famoso motto della regola di san
Benedetto, «ora et labora», a suo
dire mortificato perché diffuso nel
tempo senza la parola centrale
«lege» che richiamava esplicitamente l’importanza del leggere,
quindi del sapere e perciò della
cultura come elemento d’unione
nel rapporto fra Dio e gli uomini.
Dicendosi quindi grato per il riconoscimento, don Lorenzo ha così
continuato: «In questo momento
vi sono in me due sentimenti
contrapposti: il piacere e l’onore
per un così prestigioso premio
e l’imbarazzo per le tante lodi
tessute dalla presidente del Circolo. Mi pare di sentire ancora le
parole rivolteci da Albino Luciani
nel primo incontro con i bellunesi
dopo la sua elezione a Papa,
allorché disse che su L’Amico del
popolo si era scritto di lui “massa,
massa, massa”. Credo che anche
per me questa sera si sia detto
“massa”».
Richiamando poi l’impegno
culturale che la gente di montagna
ha sempre profuso e continua a
svolgere sotto varie forme per
far vivere divulgare e progredire
il nostro territorio, don Lorenzo
ha ribadito la centralità dell’uomo
in tutte le azioni volte alla conoscenza «perché» ha detto «anche
la singola opera va considerata
come opera di tutti, sia nel bene
che nel male. Tale consapevolezza va applicata allora anche a
questo premio che, riconoscendo
le varie attività dell’uomo, va considerato un importante contributo
alla costruzione di una civiltà
migliore».
Parole di congratulazioni e di
stima sono state infine rivolte a
don Lorenzo dal presidente della
Cma, Luca Luchetta, dal vicesindaco di Agordo, Sisto da Roit
e dal presidente de l’Union ladina
di Selva, Roberto Martini.
Nella stessa serata è stata
conferita l’iscrizione onoraria al
Circolo culturale agordino a Gabriele Caldart per il suo impegno
amministrativo e sociale e ai
giornalisti Celestino Vallazza e
Irene Pampanin come generosi
operatori di TeleBelluno che
profondono particolare impegno
e professionalità per l’Agordino e
per il circolo.
La consegna del premio è stata
allietata dal concerto del quartetto
cameristico “Gli archi del Friuli e
del Veneto”.
l.s.
Febbraio 2014
30
Echi di Agordo
dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della
Tempo pieno alla Scuola Primaria di La Valle
Le iscrizioni entro il 28 febbraio
Ricordi di scuola lontani e vicini
Comunicato dell’Istituto Comprensivo di Agordo
Scambio di auguri fra bambini e genitori in occasione del Natale 2013.
“Come forse già noto, dal corrente anno scolastico la classe
prima della Scuola Elementare
don Giacomo Mezzacasa di La
Valle Agordina, grazie al decisivo aiuto dell’Amministrazione
comunale, offre la possibilità del
Tempo Pieno: frequenza da lunedì
a venerdì per un totale di 40 ore
settimanali (invece delle abituali
27), iniziando dalle ore 8.00 fino
alle ore 16.30.
La collaborazione con la cooperativa Crescere che gestisce
la Scuola d’Infanzia dà inoltre
la possibilità di prolungare la
permanenza degli iscritti con
personale specializzato. Ogni
classe è seguita da due docenti
che lavorano in team, affiancati
dagli insegnanti di lingua inglese
e di religione.
Nelle 40 ore settimanali rientra
a tutti gli effetti il servizio mensa, unica spesa a carico delle
famiglie.
Ritornati a casa, bambini e genitori potranno poi trascorrere le
serate senza la preoccupazione
dei compiti.
Vista la buona accoglienza,
il Tempo Pieno caratterizzerà,
oltre alla classe seconda, anche
la classe prima che partirà a La
Valle nel prossimo anno scolastico
2014-2015: l’ iscrizione andrà
effettuata entro venerdì 28 febbraio. La segreteria dell’Istituto
Comprensivo di Agordo è a disposizione per tutte le informazioni
che verranno richieste in queste
settimane che precedono l’avvio
delle iscrizioni.
Il Tempo Pieno è auspicabile per
motivazioni sia di carattere pedagogico (didattica a tempi distesi,
compresenze delle docenti, attività laboratoriali) sia di carattere
sociale (famiglie condizionate in
modo crescente da orari di lavoro
sempre più variabili).
Spazi significativi sono dedicati alla didattica attiva, meno
nozionistica: i bambini imparano
facendo.
Le lezioni comprendono momenti di apprendimento intensivo
e altri di rielaborazione personale
o di gruppo.
Si punta ad un insegnamento
flessibile, in grado di adattarsi ai
ritmi ed alle diverse modalità di
apprendimento.
Il tempo pieno aiuta chi è in
difficoltà, valorizza le potenzialità
individuali e favorisce il lavoro di
gruppo.
La condivisione dell’intera giornata permette inoltre una forte
esperienza di socializzazione,
portando a maturazione le capacità di ognuno”.
I bravi studenti del “Follador”
Daniel Andriolo (borsa di studio in memoria di Attilio Buzzati), Thomas Rasa (in memoria di Matteo Mosca), Kevin Marchetto (in memoria
di Renzo Da Rif) per i minerari; Chiara Da Val per i chimici.
Scuola Elementare “Tito Livio Burattini”, Carnevale 1983.
In questa foto della classe 3^C di trent’anni fa, scattata dalla maestra Lea Zanatta, si riconoscono:
In piedi, da sn.: Enrico Costantini, Michele Porcu, Tatiana De
Cassan, Velleda Bronzato, Michela Rudatis, Andrea Della Lucia,
Fulvio Bustreo, Moreno Benvegù, Massimo Pravato.
Seduti: Giuliana Da Ronch, Alberto Gaz, Francesco Gongolo, Daniela
Valcozzena, Marta Monestier, Francesca Dai Prà, Michela Gavaz,
Marco Sanfilippo, Alessio Benvegnù.
La pattuglia dei periti minerari,
diplomati al Follador nel 75, non
demorde e risponde ancora una
volta con entusiasmo all’invito
del collega Ivan Paganin. E’ uno
sparuto gruppetto che vuole però
tener vivo il sentimento dell’amicizia nata sui banchi di scuola.
Erano ovviamente più numerosi,
all’esame di maturità di trentotto
anni fa, di quello che vediamo in
fotografia. Molti di loro sono lontani per lavoro, o si sono trasferiti
altrove, altri sono prematuramente andati avanti…, ma quelli che
possono rispondono volentieri al
puntuale «appello» mandato da
Ivan . Nel felice incontro conviviale
dello scorso novembre, avvenuto
all’Ostaria a Le Campe, mancava
purtroppo il simpatico Emilio
Bartoli, deceduto recentemente,
il quale, pur risiedendo lontano
ritornava immancabilmente in
Agordino con gli amici. Si sono
invece aggregati questa volta alla
rimpatriata Roberto Grisotto da
Canal san Bovo e l’altrettanto
«compagnone» Franco Sacchet,
originario di Podenzói, ma da
anni residente nel bresciano, che
ha raccontato spassosissimi ricordi scolastici. Singolare il fatto
che egli sia venuto a conoscenza
dell’iniziativa di Ivan dall’Amico
del Popolo. Nella foto: Luciano
Fadigà, Franco Sacchet, Mario
Baldissera, Ivan Paganin, Roberto
Grisotto, Claudio Sito e Tomaso
Avoscan (in piedi da sn.) e Ivano
Borghese, Giuseppe Sbardella, e
Rinaldo De Salvador (davanti), i
quali, come sempre, hanno voluto
con loro anche la segreteria del
Follador di quegli anni, qui rappresentata da Amalia e Loris.
Febbraio 2014
Echi di Agordo
31
Profili agordini
Giorgio Zasso
grafico ante litteram
- di Giorgio Fontanive Dopo la crisi del primo Novecento che aveva messo in dubbio
persino la sopravvivenza del
Regio Montanistico Istituto per
capi minatori di Agordo, il 1904
vide finalmente la pubblicazione del decreto che restituiva la
giusta dignità alla scuola nata
dalla secolare tradizione mineraria comprensoriale. Non solo: in
quel 1904 veniva istituita anche
l’Associazione dei Periti Minerari
che comprendeva gli iscritti di oltre
un trentennio, essendo avviata la
scolarizzazione sin dalla fondazione del 1867 e che a quella data
aveva dato istruzione formando
circa 150 capi minatori.
La nuova ventata promossa
dalla politica liberale di Giovanni
Giolitti, fu capace di dare anche
maggiore vigore alla scuola di
Agordo organizzando i nuovi corsi
di studio non più nella storica ma
angusta sede di Via Fadigà, bensì
nelle dignitose aule del palazzo
municipale, la cui facciata protesa
sul Broi venne ornata dalla grande
scritta “Scuola Mineraria”. Fino
alla primavera del 1909 la direzione della scuola fu mantenuta
dal prof. Monetti; nel nuovo anno
scolastico 1909-10, fu invece
inaugurata la presidenza di Aldo
Bibolini che doveva diventare
un personaggio estremamente
influente nella vita sociale del
capoluogo vallata.
Bibolini affinò l’organizzazione
scolastica creando opportuni e
validi strumenti di studio assieme
al collega Luigi Queirolo, che ben
conosciamo per essere stato
protagonista nelle operazioni di
verifica della frana di Pra e Lagunàz in valle di S. Lucano il 3
dicembre 1908.
È in questo momento che si
affaccia la figura di grafico ante
litteram dell’allievo Giorgio Zasso,
di Carlo. Originario della storica
famiglia di Agordo, ma nato a Sondrio nel 1891, il Perito minerario
Giorgio Zasso conclude i corsi
scolastici nel 1910, diciannovenne. Invero, lo studente, fin dal
1908, partecipa alla compilazione
delle dispense da distribuire agli
alunni dell’XI° Corso relativamente
alle discipline dell’Arte Mineraria
e della Meccanica, che vengono
impreziosite con una bellissima
copertina liberty.
Dopo il diploma, Giorgio Zasso
- per quanto ne sappiamo - non
prosegue il filone che l’aveva visto
protagonista nella grafica spicciola
ma, come da copione, è impiegato
nel settore della ricerca mineraria
all’inizio di una carriera che lo
vede in Toscana, Venezia Giulia,
Lombardia e in vari altri centri
della produzione nazionale per poi
dedicarsi alla libera professione.
Giorgio Zasso conclude la sua
parabola terrena a Treviso nel
1979 in casa di riposo; questa sua
collocazione geografica nell’area
trevigiana entra a far parte della
sua vita per l’acquisizione di
una tenuta vinicola, nella zona
di Preganziol-Villorba, una volta
entrato in quiescenza sempre
peraltro mantenendo i contatti
con Agordo.
Oltre alla foto che è stato possibile recuperare, di lui ci rimangono
i frontespizi dei libri suaccennati
che costituiscono una pagina - è
il caso di dirlo - che ben rappresenta il grande fervore minerario
e l’entusiasmo d’inizio secolo,
pieno di promesse e di fiducia in
un progresso che doveva offrire
grandi opportunità a tutti coloro
che avrebbero costruito le basi
del mondo tecnologico in cui
viviamo.
Giorgio Zasso di Carlo (originario della storica famiglia di Agordo ma
nato a Sondrio il 24 febbraio 1891 e morto a Treviso il 9 giugno 1979)
Frontespizio del libro di Arte Mineraria del 1908 a firma dell’ing.
Aldo Bibolini; la luce del sole e
della lampada da minatore hanno suggerito all’autore il titolo:
“Les deux soleils”.
Frontespizio del libro di Meccanica sugli appunti del prof. Luigi
Queirolo; la sigla dell’autore
Giorgio Zasso è sempre ben
riconoscibile.
“ECHI di AGORDO”
Anno LXXX - n. 1 - 2014
registrazione del Tribunale di Belluno n. 12/90 dell’ 8/8/1990;
col permesso dell'Autorità Ecclesiastica.
Mons. Giorgio Lise, Arcidiacono - Direttore Responsabile
32021 Agordo (BL) - Dolomiti - tel. 0437/62143.
Spedizione in abb. postale D.L.335/2003 (conv. in L.27.2.2004,
n.46), art.1, c.2, DCB, BL.
c.c.p. n. 10163327
Composizione e impaginazione computerizzate a cura di
Loris Santomaso e Toni Pampanin
e-mail:[email protected] - [email protected]
1910: il municipio di Agordo si affaccia sul Broi con la scritta
“Scuola Mineraria”.
www.agordo.diocesi.it
Stampa: Tipografia Piave - Belluno
Febbraio 2014
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Lauree
Le felicitazioni e gli auguri
di “Echi” a...
Echi di Agordo
Lauree
Nozze d’Oro
con la vita in due e...
Giulia Della Lucia, che il 10
ottobre 2013, all’Università
degli studi di Padova, ha brillantemente conseguito (110 e lode)
la laurea Magistrale in Psicologia Sociale, del Lavoro e della
Comunicazione, discutendo la
tesi: “Importanza dei tratti del
volto e di processi automatici
nell’individuazione dell’affiliazione politica e nella percezione di alcune caratteristiche
dei candidati politici” con il
relatore Prof. Luigi Castelli e
il correlatore esterno Dott.ssa
Luciana Carraro.
Alberto Gnech, laureatosi
in Tecnologie forestali e ambientali, il 10 dicembre 2013
all’Università degli studi di
Padova, sostenendo la tesi:
“Bacini idrici per l’innevamento artificiale: aspetti tecnicocostruttivi e analisi di un caso
di studio in ambiente alpino”,
avendo come relatore il prof.
Vincenzo D’Agostino.
Attorniati dalle figlie Lucia e Sandra con i rispettivi mariti, dai
nipoti e da uno stuolo di amici e parenti, i coniugi Ernesto Del
Din «Nino Mèla», 86 anni, e Carolina Rivis, 83 (originaria di
Digoman di Voltago), residenti a Prompicai, nell’estate 2013
hanno felicemente festeggiato le nozze di diamante, ricordando il
giorno del loro matrimonio di sessant’anni fa (30 aprile 1953) nella
chiesa di Rivamonte. Hanno voluto iniziare la festa ringraziando
il Signore con una Messa celebrata nel santuario di santa Maria
delle Grazie dall’amico parroco, padre Alberico De Pellegrin,
originario di Colvignas di Agordo.
Marina Bressan, che il 12
novembre 2013, all’Università
degli studi dell’Insubria di Varese, si è felicemente laureata
(110/110) in Igiene dentale,
discutendo con il prof. Aldo
Macchi la tesi: “Prevenzione
oro dentale nella donna in
gravidanza tramite video informativo”.
Ivana Rosson e Antonio Trevison, che lo scorso 4 gennaio
hanno celebrato le loro nozze
d’oro partecipando a una Messa
nell’arcidiaconale dove avevano pronunciato il loro “si” il 4
gennaio di cinquant’anni fa.
...con la laurea in medicina
Nel corso dell’annuale assemblea dell’Ordine provinciale dei
medici, chirurghi e odontoiatri, tenuta il 7 dicembre scorso a Belluno, sono stati premiati con la medaglia d’oro per aver raggiunto
50 anni di laurea i nostri concittadini dottor Tarcisio Rinaldo e
dottor Franco Bustreo.
Matteo Valt, che il 12 dicembre
2013, ha concluso il corso triennale all’Università degli Studi di
Ferrara, conseguendo la laurea
in Chimica con la seguente tesi:
“Chelanti del rame impiegati a
scopo terapeutico”
Echi di Agordo
Febbraio 2014
Le felicitazioni e gli auguri
di “Echi” a...
33
Le 91 primavere di zia Paola...
I 101 anni di nonna Romilde
Dopo aver festeggiato il 23 novembre scorso il traguardo delle
101 primavere, ancora in piena forma, nonna Romilde Casari
ha felicemente varcato la soglia del nuovo anno, il 102° della sua
esemplare esistenza, partecipando attivamente, come sua abitudine, a tutte le celebrazioni natalizie nella chiesa arcidiaconale.
Classico esempio di persona che non dimostra assolutamente,
come si vede dalla foto, gli anni che ha, nonostante la sua lunga vita
non sia stata senza difficoltà e prove dolorose, la signora Romilde,
sempre elegante, piccola di statura, esile nel fisico, ma passo ancora svelto e deciso, accompagnata dalla figlia Alberta, manifesta
la sua solida fede recandosi tutti i giorni in chiesa con qualsiasi
tempo per assistere alla Messa e alle funzioni religiose.
Nella vita i suoi interessi più grandi, oltre la famiglia, sono la
religione e l’arte e ribadisce che il segreto della sua longevità è
racchiuso in tre assunti: credere in un ideale, avere uno stile di
vita morigerato, ma soprattutto pregare.
Paola Zasso, di Villalta, ora degente presso la struttura Polifunzionale di Agordo, che il 14 gennaio ha festeggiato il 91° compleanno, attorniata da nipoti e pronipoti che hanno augurato alla zia
buon compleanno e tanti anni ancora, con i più affettuosi auguri
di salute e serenità anche da parte del personale della struttura e
compagni del reparto.
...e le 90 di nonna Laura
1963 - Mezzo secolo di vita - 2013
Approfittando delle festività natalizie, e quindi con il ritorno in
paese di chi è lontano per lavoro, i coscritti della classe 1963 di
Agordo e dintorni si sono ritrovati numerosi a festeggiare il fatidico
traguardo delle loro «nozze d’oro» con la vita.
La nutrita compagnia dei cinquantenni si è data quindi appuntamento il 14 dicembre scorso al ristorante «Al Rustico», in valle di
San Lucano, dando vita a un gioioso incontro conviviale fra coetanei, alcuni dei quali non si vedevano da tanto tempo, tutti felici di
trascorrere assieme un’allegra serata e di scambiarsi gli auguri.
Questo bel quadretto famigliare ci giunge da Pescara dove il
31 gennaio scorso la signora Laura De Min, vedova di Cesario
Smerilli, che fu per tanti anni apprezzato maestro delle nostre
scuole elementari, ha tagliato in buona salute il traguardo delle
90 primavere, attorniata dai suoi sei figli “agordini” Adriano,
Antonio (che vive con famiglia ad Agordo), Donatella, Alberto,
Carlo e Mauro.
Per motivi di tempo e
di spazio, altri articoli,
notizie e immagini di
fatti e avvenimenti che
hanno interessato la
comunità negli ultimi
tempi saranno pubblicati sul prossimo
numero di Pasqua di
“Echi di Agordo”.
Febbraio 2014
34
Echi di Agordo
I Fiori della Vita
Alex Bustreo, è venuto al
mondo a Belluno il 17 dicembre scorso per la gioia di papà
Fulvio e mamma Mara Sirena,
come pure dei nonni paterni
Franco e Lidia, ma sicuramente
anche dei nonni materni, Lino
e Ivonne, che dal Cielo, altrettanto felici, gli fanno da angeli
custodi.
Alla Casa della Gioventù anni ’50
Quattro generazioni
Smessi forzatamente da qualche anno i panni del mitico «malghèr»,
custode per oltre un quarto di secolo di Malga Framónt, Giovanni
Nani Bressan, pare oggi attratto da nuovi interessi… naturali.
Senza trascurare ovviamente la sua rinomata azienda agricola di
Pragrande, la scorsa estate è felicemente assurto alla qualifica di
bisnonno… impostagli dal piccolo Davide Vedana, venuto alla luce
il 9 luglio scorso, qui in braccio a mamma Laura, sotto il benevolo
sguardo di nonno Valter, a sua volta figlio del Nani, soddisfatto di
vedere la quarta generazione della sua «zóca».
Anno 1958. Proponendoci questa bella foto, Renato Guadagnin
ricorda con nostalgia quegli anni, tutto sommato felici, quando il
sabato pomeriggio anche i ragazzi di Ponte Alto (allora Comune di
Rivamonte, poste a La Valle e Parrocchia di Agordo, a quel tempo
parroco l’arcidiacono monsignor Carlo De Bernard e cappellano don
Carlo Onorini), andavano a giocare a ping-pong, calcetto e ci-clock
alla Casa della Gioventù di Agordo, l’unico posto disponibile per
divertirsi. Eccoli di ritorno da uno di quei felici pomeriggi. Da sn:
Sergio Conedera, Giancarlo Vigilante, Giancarlo Manfroi, Renato
Guadagnin, Fioravante Venialetti e Tranquillo Fossen.
La... vecchia gioventù sui monti
Due fiocchi, uno rosa e uno azzurro, sono venuti a riempire del colore
della vita e della gioia la casa dei fratelli Marco e Luca Matten a Crostolin, formando contemporaneamente altrettanti felici quadretti di
quattro generazioni aventi come denominatore comune la bisnonna
Delfina Farenzena e la nonna, sua figlia, Anna Roldo in Matten, a
sua volta madre dei due fratelli. Eccole nella foto, una con la piccola
Ambra, nata a Belluno il 2 novembre 2013, figlia di Marco e Alessandra Ongaro e l’altra con il piccolo Nicola, venuto alla luce sempre a
Belluno il 29 dicembre scorso, figlio di Luca e di Elena Forcellini.
Questa foto ce la manda Giuliano Costantini, che vive in Friuli. È
stata scattata presumibilmente nell’estate di quarant’anni fa (1973
o 1974) e immortala i partecipanti a una bella gita in montagna del
Cai, sulle Torri del Camp in Moiazza. Non è difficile riconoscere
un po’ della “vecchia gioventù” di allora:
In ginocchio da sinistra: Romano Andrich, Alcide Miola, Umberto
Benvegnù, Augusto Bedont, Italo Ciacio Schena, Silvano Peloso,
Renato Bien, Giuliano Costantini, Valter Levis.
Dietro da sn.: Elda Bien, Bepi Penasa, Marcella Peloso (fia de la
Linda), Attilio Penasa, Cesare Cèle De Nardin (seminascosto),
Attilio Paganin, (?), Gianrico Levis, Guido Zandò, Rino Camìn
Farenzena, Genio Bien.
Febbraio 2014
Echi di Agordo
35
Ricordi della mia infanzia
EL “KIT” DEI SCARPÉT
El piódech per la scòta
Un’immagine non di tantissimi anni fa ma diventata interessante
perché riproduce un operoso momento entrato ormai nell’album delle
memorie della nostra civiltà contadina. Si riferisce alla giornata/e che
i soci della latteria di Tóccol dedicavano ogni anno per preparare la
legna necessaria alle “scòte” del “casèlo”. In prima fila, capelli bianchi e
camicia a quadri dovrebbe trattarsi di Bepi Carlin il cui figlio (Sandro)
morì in un incidente aereo a Milano. Ce la fornisce l’amico Chicco
Cattadori dicendo che «è un bel ricordo dello “spirito collaborativo”
di un tempo non tanto lontano, ma oggi quasi del tutto perso».
La “beata gioventù”, Carestiato Anni ’50
Questa foto, ambientata fra i monti agordini, ci mostra una compagnia
della beata gioventù degli anni ’50, in una bella e gratificante gita al
rifugio “Carestiato”, in una serena giornata d’estate sulla montagna
di casa. In piedi a sn.: Mario Scussel, Aldo Paganin, Gianni Troi,
Marinella Carlin, Lina Spat, (?). Davanti, seduti: Ivo Ronch, Tullio
Martini, Giuseppe Benvegnù, Lucilla Marcon, Luisa Schena.
Lettere a “Echi di Agordo”
Abbiamo ricevuto il nuovo Calendario Agordino,favoloso come il solito.
Mandiamo un piccolo contributo a riconoscenza del vostro incessante
operato che svolgete attraverso “Echi” per le comunità locali, nazionali
e internazionali. Un sentito grazie di vero cuore e tanti cordiali saluti a
lei e collaboratori.
Paolo e Bruna Benvegnù - Sault Ste. Marie, Canada
Sono davvero grata per il gentilissimo pensiero di avermi inviato le tre
copie di “Echi di Agordo” con gli scritti della mamma Fiorenza Zasso.
Complimenti per le belle pagine realizzate. Resteranno lì a fissare
quei ricordi che sono degni della memoria collettiva. Che sapranno
testimoniare delle nostre suggestioni ormai perdute. Che aiuteranno a
non dimenticare le nostre origini e la poesia di un passato dove i riti e i
costumi intessevano la trama delle vite facendone una fabbrica prolifica
di ricordi e nostalgia.
Paola Massari - Roma
Caro don Giorgio, quest’anno il Calendario è super super bello! Complimenti per il raffinato gusto nella scelta delle immagini a lei e ai suoi
bravissimi collaboratori. Grazie di cuore.
Rosanna Boranga - Pisa
La pubblicazione su “Echi” delle tre belle memorie d’infanzia
di Fiorenza Zasso è stata molto gradita e apprezzata dai nostri
lettori e ha invogliato altri, come si vede, a trasmetterci le emozioni dei tempi belli della fanciullezza. Ringraziamo Mara per
questa sua simpatica ed efficace “testimonianza”, invitando, chi
volesse, a fare altrettanto...
Quando eravamo piccoli, durante l’estate, a scuola finita, nostro
padre ci prendeva “in bottega”
per aiutarlo.
Non c’erano allora i sindacati o
l’ispettorato del lavoro che si preoccupassero dello “sfruttamento”
dei minori da parte di padri crudeli,
anzi, questi lavoretti dei ragazzi
venivano considerati normali e
perfino educativi, opportuni per
attenuare la estenuata fannullaggine delle giornate di vacanza. Io
scendevo in negozio con molto entusiasmo, con fierezza portavo al
collo il lungo cordone colorato con
appese le forbici a punte arrotondate, che rappresentava l’insegna
stessa del nostro mestiere.
I lavori che mi venivano assegnati erano piuttosto modesti:
potevo vendere i fazzoletti da
testa, rigorosamente divisi in due
file, quelli di uso quotidiano e quelli
“da festa”. Bellissimi questi ultimi,
per lo più a fondo scuro con ghirlande di fiori coloratissimi e orlati
da lunghe frange. Ora da noi non
esistono più e si possono trovare
quasi esclusivamente nei mercati
dei paesi dell’est.
Potevo anche, in qualche caso,
tagliare dei pezzi di “casalina”
da poco prezzo per grembiuli o
strofinacci da cucina, o vendere
filo e bottoni.
Ma quello che era veramente il
mio lavoro, quello che mi faceva
sentire importante e mi appagava,
era la preparazione dei kit pronti
per la confezione dei famosi e
usatissimi “scarpét”. Per questi
piccoli corredi esistevano regole
di preparazione ben precise, che
differivano un poco a seconda che
si trattasse di “scarpét” da uomo
o da donna; una volta ultimati poi,
si riponevano separati in apposite
ceste, pronti per essere rapidamente venduti, data la grande
richiesta.
Si partiva dal velluto per la
tomaia, liscio, serico, morbido
come il dorso di un gatto, prodotto
allora da una famosissima ditta
lombarda unicamente per questo
scopo. I colori erano pochi: i più
richiesti il nero, di rigore per l’uomo, e il rosso, ad uso esclusivo
dei bambini. Mio padre mi tirava
giù dagli scaffali le pesanti pezze
appoggiandole sul bancone, e
mi raccomandava di evitare gli
sprechi. Srotolata a fatica la pezza
del velluto, con l’aiuto di un metro di legno e di un gessetto per
sarti, segnavo via via con delle
tacche sul rovescio della stoffa
le misure: 18 cm per la donna e
20 per l’uomo. Cominciava poi il
divertimento vero e proprio: tagliato il vivagno in corrispondenza del
segno di gesso, la stoffa doveva
essere strappata; le strisce si
staccavano lungo il dritto filo con
dei meravigliosi crac, crac, crac,
decisi, divertenti, liberatori!
Ogni striscia veniva poi arrotolata su se stessa, con all’interno
l’occorrente per completare la
confezione degli “scarpét”: un
gomitolo di spago sottile, un ago
a punta triangolare per impunturare le suole, un metro di fettuccia
sbieca per orlare l’apertura delle
tomaie. Le suole erano formate da
molti strati di stracci sovrapposti e
ben compattati con fitte impunture.
Ecco: come succede ai vecchi,
anch’io mi sono lasciata andare
alla retorica del com’eravamo.
In realtà la vita al tempo “dei
scarpét” non era tanto migliore
di quella attuale, solo il velo della
nostalgia la rende più suggestiva
e romantica.
Mara Bortolini
36
Negli anni ’70 del secolo
scorso, gli appassionati hockeysti agordini combinavano simpatici e appassionati incontri fra
squadre dai nomi fantasiosi di
cui ci siamo già occupati negli
anni passati. Ora abbiamo
rintracciato altre belle foto,
forniteci da Marino Maschio,
di quelle partite oltre ad alcune
notizie più precise.
Febbraio 2014
i ricordi dello sport
Echi di Agordo
Hockey goliardico anni ’70
Nel 1976 fra le squadre Mista
A e Mista B finì 11 a 6.
Ci è pervenuta la foto di una
sola delle due squadre, composta da sn. in alto:
(?), Marino Maschio, Gianni
Tormen, Corrado Luki Ben,
Italo Schena, (?), Mariolino
Facciotto, Bebe Facciotto, Elio
Lotto.
Del 1978 abbiamo già pubblicato le foto di due squadre
sul n°1/2004 di Echi.
Ma in quell’anno vi furono
anche vari incontri fra le squadre Agordo Sud e Agordo Nord
con i seguenti risultati: andata
7-8; ritorno 7-4; la bella 6-6.
Ci fu anche lo spareggio, ma
non sappiamo chi ebbe la meglio: il fatto certo e documentato
è che dopo il 7-4 fu Tita Martin
De Nardin, contrariamente a
quanto affermato nel citato n°
1/2004 di Echi, a pagare il fio
per la cena di tutti.
Nella foto a lato vediamo Marino Maschio, molto soddisfatto, di incassare la quota dovuta.
“Foto storica”, assicura Marino
che annotò tale affermazione
anche sul retro, poiché Tita era
considerato uno molto restio a
tirar fuori il portafoglio.
a cura di Dario De Nardin
APPUNTI PER UNA STORIA
DELLO SPORT AGORDINO
Per cominciare, su Echi n°1/2000 abbiamo presentato due
squadre che non erano Canada e Stati Uniti, bensì Canada e
Cecoslovacchia, la cui partita si concluse in pareggio 3 a 3. Del
Canada, che indossa la divisa dell’ITIM, è la foto sopra con Titi
Carlin, Ivan Case, Massimo Guadagnini, Bebe Facciotto, Marino
Maschio, Sergio De Riva e, in piedi, l’arbitro Toni Benvegnù.
Nel 1973 si giocò Spagna-Japan che finì pure questa volta in
parità 6 a 6. Una delle squadre, qui sopra, era composta da Sergio
De Riva, Bebe Facciotto, Sandro Botter, Maurizio Milone, Lui-gi
Gio Cadorin, Enrico Bettini. Davanti (?), Valentino Benvegnù,
Titti Carlin, Paolo Cut Collesei, Gianni Biòt Schena. A sinistra,
in piedi, l’arbitro Toni Benvegnù.
Un’azione di
gioco, con in primo piano Bebe
Facciotto.
Quest’altra immagine rappresenta la squadra di Agordo Sud:
Silvano Rudatis, Sergio De Riva, Toni Benvegnù, Marino Maschio,
Mario Favretti, Bebe Facciotto, (?), Gigi Fontanive, Mariolino
Facciotto, Italo Schena, Elio Lotto, Florestano Nano Monestier,
Luigi Gio Cadorin.
Echi di Agordo
“Il ricordo dei buoni
resta per sempre”
Pia De Nardin, a un anno dalla
morte (21 gennaio 2013), resta
più che mai viva nel ricordo dei
figli, dei fratelli e delle tante
persone che hanno goduto del
suo spirito di volontariato.
Febbraio 2014
37
IN MEMORIA DI
Paolo De Nardin, nel 10° anniversario (29 febbraio 2004) il
suo ricordo rivive nell’affetto
dei fratelli, dei congiunti e nella
nostra comunità riconoscente.
Maria Rosa Apollonia, ved.
Carlin, nel 2° anniversario
della morte (20 febbraio 2012),
resta nel ricordo affettuoso dei
suoi cari ma anche nel pensiero
riconoscente della comunità
con il suo sorriso, il suo vivace modo di essere e il suo
amorevole impegno offerto in
particolare nei confronti della
chiesetta di Sant’Agostino a
Toccol.
Loretta Poloniato, salita al
Cielo ormai da undici anni
(19 febbraio 2003), conserva
quaggiù, fra i familiari e nella
nostra comunità, il più vivo
e affettuoso ricordo della sua
simpatia, del suo sorriso e della
sua generosità.
Giusto Fossen, deceduto il 29
ottobre 2013, a 94 anni, appena
quattro mesi dopo aver festeggiato le nozze di diamante,
è ricordato con affetto dalla
moglie Egizia Corona, dai figli
Claudio e Mirella, dalla nipote
Rossana e da Sara e da quanti
gli hanno voluto bene.
Clementina Della Putta (11 maggio 1994) ed Enrico Santomaso (1° febbraio 2005), sono sempre vivi nel ricordo dei figli
Damiana, Sara, Giovanni e Attilio, nipoti e parenti.
Mario Sirena, nel 2° anniversario della prematura scomparsa (4 gennaio 2012), lo
ricordano con affetto i fratelli e
i parenti e con tanta gratitudine
la nostra comunità per i molti
“silenziosi” ma preziosi servizi
ricevuti.
Renata Curti, in Rocchi,
originaria di Agordo, da anni
residente a Bolago, deceduta
a soli 66 anni il 13 gennaio
scorso. Si uniscono al marito, ai
figli e ai parenti nell’affettuoso
ricordo, i tanti amici agordini
e in particolare i compagni di
scuola, i primi periti chimici
diplomati al Follador nel 1965.
Ma si sente vicina anche la nostra comunità, tramite “Echi” di
cui Renata era rimasta sempre
affezionata lettrice.
Bruno Calegari. “Sono trascorsi tre anni (1° gennaio
2011) da quando ci hai lasciti,
ma il tuo ricordo è sempre vivo
nei nostri cuori. Tua moglie
Graziella, tua figlia Loretta
con Vincenzo, i nipoti Veronica
e Massimiliano, tuo fratello
Renzo con Irma, Randy Griffin,
Lianne, Corryn”.
Mario Gambaretto (19 marzo
2003), continua a vivere con
grande affetto nel cuore e nel
ricordo della moglie Rosina,
dei figli Gianmoreno e Marco,
della nuora e dei parenti.
Nel 14° anniversario di Antonio Forcellini e Maria Schena (21
gennaio e 23 febbraio 2000), i figli, con le rispettive famiglie, li
ricordano sempre con tanto rimpianto e immenso affetto.
“Il ricordo dei buoni
resta per sempre”
38
Febbraio 2014
IN MEMORIA DI
Don Sebastiano Costa, caduto
sul Col Giralba la notte del 4
marzo del 1973, a soli 45 anni,
portando soccorso a cinque giovani in difficoltà in montagna
come il “buon pastore pronto a
dare la vita per le pecorelle”.
Attilio (Riki) Ben, nel 20°
anniversario della morte (31
marzo 1994), viene ricordato
con grande affetto e rimpianto
dalla moglie, dai congiunti e
dai tanti amici.
Romano Ipsa, nel 30° anniversario (9 gennaio 1984) della sua
morte è ricordato con immutato
affetto dalla moglie, dai figli,
nipoti, parenti e dal mondo
della scuola.
Aldo Lino Meneghini, nel secondo anniversario della morte
(13 dicembre 2011), resta nel
ricordo affettuoso della moglie,
delle figlie e dei congiunti,
nonché dei tanti amici.
“Eccoci qua, mia cara nonna
Rosy, seconda mamma, donna che
hai cresciuto con onore e amore tre
generazioni, donna forte e combattiva fino all’ultimo.
Anche questa volta hai provato
a vincere una battaglia che portavi
avanti da tanti anni, ma questa
volta è stata più dura del solito e ti
ha sconfitto.
So che hai lottato con orgoglio
ancora una volta, perché volevi
restare ancora con noi, ma non è
bastato. Ora il Signore ti ha chiamato a sé.
Avevo chiesto di vederti per l’ultima volta, ma non mi è stato dato
ascolto, sappi però che sarai sempre
nel mio cuore, nonna mia cara.
Ora spero che da lassù tu ci
protegga tutti noi e io, ogni sera,
prima di andare a letto, guarderò
in cielo e troverò la tua stella e, se
vuoi, ogni tanto vieni a trovarmi, ne
sarò felice.
Ciao nonna, con tanto amore,
tuo nipote Christian (dalla Germania)”
I familiari di Claudio Mei ringraziano Monsignor Giorgio Lise e Loris
Santomaso per il bell’articolo pubblicato sullo scorso Echi di Agordo a
ricordo del loro caro.
Vogliamo inoltre ringraziare tutti coloro che in qualsiasi modo e forma
ci hanno dimostrato affetto e vicinanza in questo momento difficile. Un
ringraziamento particolare all’Università degli Adulti Anziani per aver
ricordato Claudio durante i loro incontri. Grazie di cuore.
“Ciao nonno Nani,
hai visto? Siamo tutti qui oggi.
Abbiamo lasciato le nostre occupazioni (il lavoro per i più grandi
e lo studio per i più giovani) e le
nostre case per venire qui a porgerti l’ultimo saluto.
E ora guardiamo, con gli occhi
lucidi per la commozione, la cassa
di legno chiaro che raccoglie le tue
spoglie, ognuno frugando nella
propria memoria alla ricerca del
ricordo più bello che ha di te per
afferrarlo e non lasciarlo scappare
via in modo tale da ricordarti per
sempre.
Certo, ci sembrerà un po’ strano
la prossima volta che verremo
ad Agordo non trovarti sulla tua
panchina, a fianco dei gradini di
casa, con l’immancabile toscano
Echi di Agordo
fra le labbra. I nostri occhi si affanneranno a cercare la tua figura
in cortile o in casa, ma poi la consapevolezza che ora sei sempre
con noi e ci guardi e ci proteggi
da lassù ci colpirà strappandoci,
i primi tempi, una lacrima, poi un
sorriso perché siamo certi che in
Paradiso c’è stata una grande
festa quando sei arrivato tu, e lì
hai ritrovato i tuoi affetti, in primo
luogo la nostra cara nonna Erminia
che ti mancava tanto.
Grazie nonno per tutto quello
che, con il tuo esempio, ci hai insegnato. Grazie per averci mostrato
la via dell’onestà e della rettitudine,
virtù che, insieme ad una salda
fede in Cristo, ci hai tramandato
attraverso i nostri genitori, i tuoi
figli che hai amato tanto.
Ora ti salutiamo, cercando di
imprimere nelle nostre menti le
ultime immagini della bara che
viene accolta tra le braccia della
madre terra.
Prega per noi e per le nostre
famiglie ed accompagnaci sempre
nel nostro cammino di vita quotidiano. Un abbraccio ed un bacio
Ciao, anzi “sani” come piaceva dire a te, dai tuoi nipoti e
pronipoti.
Marco Del Din, Arco (TN)
PS: salutaci tanto anche la
nonna Erminia…”
Luigia Menegazzi (1902-30.12.2003), Mosè Pongan
(1899-1.4.1987)
“Mamma e papà carissimi, avete amato tanto:
la vita con ottimismo: i vostri figli intensamente; con fedeltà amici e
parenti; il lavoro con dedizione esemplare; con passione il sapere; il
sacrificio con gioia; con nostalgia le cose passate; la Provvidenza con
abbandono; con umiltà e fiducia la Chiesa.
Ora immersi nell’Amore avete la vostra ricompensa. Lodiamo con
gratitudine il Signore nella certezza di riabbracciarvi. Siete sempre vivi
nel nostro cuore. M.Teresa, Francesca, Elio, Anna e Paolo”
Echi di Agordo
DEFUNTI
Riposino in pace
Anno 2013
Febbraio 2014
39
Anagrafe parrocchiale
Anno 2014
57. De Manzoni Matteucci Giuliana, a.77, il 5 dicembre
5. Spat Lina ved. Farenzena, a.
81, il 19 gennaio
52. De Nardin Attilio, a. 83, il
25 ottobre 2013.
58. Zanin Wanda, a. 87, il 6
dicembre a Desio (MI) e sepolta
in Agordo.
1. De Nardin Emilia ved. Da Ronche, a. 90, il 9 gennaio 2014.
6. De Lazzer Pietro, a. 89, il
19 gennaio
7. Mattana Tiziana Beppina
ved. Baldassi, a. 81, il 24
gennaio
53. Dal Molin Cristina ved.
Soppelsa, a. 86, il 3 novembre.
59. Miola Giovanni Battista
(maestro Miola), a. 96, il 9
dicembre.
2. De Pellegrin Angelo, a. 72,
il 14 gennaio
54. Ren Maria ved. Moretti,
a. 84, il 4 novembre (res. a La
Valle).
8. Rosson Angela (Alba) ved.
Schena, a. 91, il 25 gennaio
60. Conedera Andreanna ved.
Farenzena, a.90, il 28 dicembre
3. Da Barp Giuseppina, a. 87,
il 16 gennaio.
9. Facciotto Silvana Regina in
Manfroi, a. 79, il 4 febbraio
55. Ganz Fausta in Ben, a. 84,
il 17 novembre.
61. Elena Sommariva, a. 30 , il 24
dicembre, sep. a Rivamonte
4. Conedera Luigi, a. 78, il 17
gennaio
Battezzati
Rinati nell’acqua alla luce
Anno 2013
56. Re Romano, a. 77, il 4
dicembre.
17. Benvegnù Erika, b. il 7 dicembre 2013 (n. il 21.02.2012)
18. Benvegnù Thomas, b. il 7 dicembre (n. il 28.07.2013)
10. Zasso Rosanna in Favero,
a.69, l’11 febbraio.
Febbraio 2014
40
La fama di Giuliano De Colò
«Titòt», autentico menestrello
popolare agordino, ha varcato i
confini della vallata ed è giunta fino
in Vaticano. Il simpatico fisarmonicista, figlio d’arte in quanto nipote
di Sebastiano, il «Bastiàn Titòt»
da Listolade, morto nel 1950, ma
ricordato ancora oggi come allegro
e mordace cantastorie, autore
di versi canzonatori e di satire
sulla gente e gli avvenimenti del
paese, perpetua da anni la vena
poetica e musicale del nonno, sia
come componente del popolare
complesso del «Taca banda», che
animando all’occorrenza incontri o
manifestazioni in cui sia richiesta
un po’ di allegria.
È stato così che lo scorso 5
agosto, in occasione della festa
della Madonna della neve, patrona di Garés, la ridente località
in fondo all’omonima splendida
valle, Giuliano ha avuto l’onore di
esibirsi e farsi applaudire anche
dal cardinale Giovanni Laiolo,
della Curia vaticana, al termine
della Messa concelebrata con il
parroco di Canale d’Agordo, don
Mariano Baldovin, nella suggestiva
Il menestrello
e il cardinale
Giuliano De Colà Titòt, fra il
cardinale Laiolo e la suora, nel
festoso incontro del 5 agosto in
val di Garés.
Echi di Agordo
chiesetta del villaggio.
Il gioioso momento d’intrattenimento, vissuto insieme dai numerosi valligiani e turisti presente,
anche con un gustoso pranzo
rustico all’aperto, è stato allietato
dalla fisarmonica di Giuliano De
Colò “Titòt” alla presenza divertita
pure dell’illustre porporato e della
suora al suo servizio subito coinvolti dalla particolare piacevolissima
atmosfera popolare. I consolidati
rapporti del cardinale Laiolo con
Canale d’Agordo hanno fra l’altro
consentito ai parrocchiani di Canale e di Vallada di visitare una
parte del Vaticano e di ammirare
gli splendidi giardini che ospitano
pure le impareggiabili sculture di
Franco Murer, in occasione della
gita-pellegrinaggio a Roma dello
scorso ottobre.
Vi ha partecipato anche Giuliano
De Colò, ma questa volta senza
fisarmonica per riguardo allo
spirito del pellegrinaggio. Sta di
fatto, però, che avendolo scorto
nei giardini vaticani, sia il cardinale
che la suora conosciuti a Garés,
gli hanno subito chiesto: «…dov’è
la fisarmonica?».
La soluzione del Cruciverba dialettale
(Echi n° 4-5 - ottobre 2013 - proposto per la festa di Sant’Agostino a Tóccol il 1° settembre.
Ha suscitato un po’di curiosità
la presenza del cruciverba su
«Echi» e crediamo di aver ottenuto il risultato sperato, risvegliando negli anziani la curiosità
di verificare la propria memoria,
ricordando parole obsolete o
dimenticate per lasciar posto a
nuovi termini, neologismi, molto spesso frammisti di vocaboli
inglesi o acronimi quasi sempre
incomprensibili.
Allo stesso modo dando ai
giovani la possibilità di intraprendere un viaggio in un
mondo a loro in gran parte sconosciuto. Lo scopo era proprio
quello di stimolare gli agordini a
un ritorno all’uso del dialetto.
Molte persone, per quanto ne
sappiamo, hanno partecipato
al gioco, chiedendo consigli o
chiarimenti, più che giustificati
in quanto alcune parole, causa
esigenze del cruciverba, dovevano essere scritte seguendo
la pronuncia. In particolare le
doppie hanno creato qualche
difficoltà nell’inserimento.
Alcune persone entusiaste
hanno comunicato il completamento del gioco nella speranza
di essere i primi a raggiungere
il traguardo.
Riportiamo dunque la soluzione come da noi prevista.
Chi non avesse concluso, potrà
verificare ed eventualmente
comprendere e perdonare il
compilatore per qualche svarione commesso. C’è sempre
una prima volta.
Arrivederci a una prossima
occasione, se ci sarà!
G.B.
Ave Maria della sera
La signora Giuseppina, di
Brugnach, ricordando di aver
imparato da piccola, dalla voce
dei vecchi, questa bella preghiera alla Madonna, desidera
proporla a sua volta ai giovani
di oggi perché ne facciano tesoro per se stessi e per chi verrà
dopo di loro.
Il Signore sia benedetto
che dà fine alla giornata
e raccoglie sotto il tetto
una famiglia affaticata;
in quest’ora di riposo
Egli scende a noi pietoso;
Gabriele gli apre la via
e tu saluta, o Ave Maria!
LE FOTO
di questo numero di “Echi”
sono di, o fornite da:
Eliofoto Luly Della Lucia, Agordo
Foto, Giorgio Fontanive, Federico Costa, Andrea e Gabriele
Bernardi, Alberto Del Zenero,
Giuliana Da Ronch, Gianni
Santomaso, Auser, GAV, CEOD,
Antimo Savaris, ANA, Sandro
Zasso, Manuel Conedera, Ordine Medici Belluno, Isabella
Lanciato, Renato Guadagnin,
Giuliano Costantini, Chicco
Cattadori, Giordano Larese,
Mara Bortolini, Mario e Sonia
Scussel, Bòce da Rif, Marina
Nessenzia, Giorgio Zanon,
Gabriele Fogliata, Giulio Agnoli,
Francesca Dai Prà, Gianluca
Da Roit, Andrea Colantuono,
Gruppo Giovani e Grest.
Archivio: Loris Santomaso, Dario De Nardin, Silvano Peloso.
La “vècia pòpa”
2014
La tradizionale festa di metà
Quaresima, curata dall’apposito attivissimo gruppo di
volontari, si svolgerà
Domenica 30 marzo