numero speciale a 64 pagine Anno I Numero 9 • Maggio 2014 La Città del Parco Le idee per realizzarla all’interno il bando Corso universitario in GeoGiornalismo con una introduzione di Andrea Manzi € 2,00 IN QUESTO NUMERO Carmelo Conte Alessandro Alì Giuseppe Anzani Marco Bencivinni Amalia Bevilacqua Lanfranco Bove Francesco Colarossi Alessandro Dal Piaz Francesco Di Bisceglie Elena Dorato Giuseppe Falvella Antonia Gravagnuolo Aniello Greco Juan Carlos Loffredo Emilio Maiorino Elsa Paradiso Monica Ravazzolo Francesco Ruocco Alario Informa: Vincenzina Esposito Maria Rosaria Nese Giuliana Raimondo anno I numero 9 / Maggio 2014 NUMERO 9 Direttore editoriale Carmelo Conte Direttore responsabile Andrea Manzi EDITORE Fondazione Alario per Elea-Velia Onlus DIREZIONE E REDAZIONE Viale Parmenide, Loc. Marina 84046 Ascea (SA) Segreteria (Giuliana Raimondo) Tel +39 0974 971197 Fax +39 0974 971269 www.fondazionealario.it [email protected] INSERZIONI PUBBLICITARIE Tel +39 0974 971197 Fax +39 0974 971269 Cell. +39 393 9691485 ABBONAMENTI Ordinario € 20 Sostenitore € 50 Benemerito € 150 IBAN IT64C0539276020000001418636 TIPOGRAFIA Grafiche Letizia ss 18 Km 192 84040 - Capaccio REGISTRAZIONE n.2/2013 Registro Stampa Tribunale Vallo della Lucania (Sa) PROGETTO GRAFICO E FOTORITOCCO Icastico - Design and Publishing www.icastico.com FOTO IN COPERTINA E ALL’INTERNO di Toni Isabella (indice a pagina 64) In questo numero 2 Editoriale / Dal pluralismo progettuale al programma Carmelo Conte 4 Nuove chore per il Parco Alessandro Alì 6 Città e Parco mai più lontani Giuseppe Anzani 9 Percorsi senza più fine Marco Bencivinni 12 Trame di fiumi e borghi Amalia Bevilacqua 15 Le trecento lunghe vie del futuro Lanfranco Bove 17 Troppe strade tranello Francesco Colarossi 20 Parco 2.0 chiave smart per la nuova (geo)comunità Alessandro Dal Piaz 22 La frontiera del locale Francesco Di Bisceglie 25 Cilento Blueways. I tracciati ecologici Elena Dorato 28 Trekking per nuove avventure Giuseppe Falvella 29 Navigare tra mare e monti Antonia Gravagnuolo 32 Ascea. Tre tratte per un’idea prospettica Aniello Greco 35 Imprese green e blue economy Juan Carlos Loffredo 38 Smart Park stile Europa Emilio Maiorino 42 Spopolamento. Una rete lo impedirà Elsa Paradiso 46 Nuovi percorsi per duecento chilometri Monica Ravazzolo 50 Seguendo la scia UNESCO Francesco Ruocco 54-64 Fondazione Alario Informa LA RIVISTA È IN VENDITA NELLE SEGUENTI EDICOLE: EBOLI Gallotta, Piazza della Repubblica; Pasquarelli, Via Paestum - Santa Cecilia - ASCEA Edicola Zollino, Corso Elea CAMEROTA Talamo, Via Sirene. CAPACCIO Pastore, Via Nazionale. CASALVELINO Zoschg, Via Marina SALERNO Carini, C.so Vitt. Emanuele. AGROPOLI Lisa sas, Via Piave 32. SAPRI Magurno, Via Verdi VALLO DELLA LUCANIA Stifano, P.zza Vitt. Emanuele L’EDITORIALE Dal pluralismo progettuale al programma di Carmelo Conte efinire un programma significa avanzare delle ipotesi sulle finalità, la fattibilità, le modalità attuative, la compatibilità ambientale e sulle sue ricadute produttive e sociali. Un compito che è tanto più necessario quando i riferimenti sono complessi e coinvolgono territori “speciali e pregiati”, quali sono quelli che si identificano nella Città del Parco. Sarebbe stato, perciò, illusorio e azzardato, pensare di definirne i contorni e la realizzabilità ricorrendo a un progettista unico, sia pure in associazione con professionalità diverse e di alto profilo. Oc- D Gli elaborati del Concorso di idee che pubblichiamo in questo numero offrono una chiave di lettura del presente proiettato nel futuro, in una visione dinamica della realtà… correva un confronto aperto per rappresentare l’idea di un progetto coniugato al plurale. E, a buon titolo, la Fondazione Alario se ne è fatto carico indicendo un concorso internazionale, i cui risultati, per la straordinaria importanza qualitativa ed innovativa, costituiscono un patrimonio culturale complessivo che va bene al di là della graduatoria e della premiazione dei vincitori. È un parco non di progetti definiti ma di idee progettuali in fieri sulle quali va aperto un dibattito per farne un paradigma che sia di riferimento per i territori e per le istituzioni. E 2 Il Paradosso, condividendone le finalità, ha deciso di pubblicarne una sintesi illustrativa, a firma degli stessi autori, anche per rendere un servizio preparatorio alla lettura delle tavole tecniche che, a sua volta la Fondazione Alario ha deciso di esporre, nella sua sede, in una mostra che vuole essere di animazione più che di celebrazione. Invero, gli elaborati non propongono un pacchetto programmatico destinato a restare nel cassetto né obiettivi senza tempo, ma offrono una chiave di lettura del nostro presente proiettato al futuro, in una visione dinamica “Superare la rassegnazione…” della realtà che cambia in forme sempre più nuove. Certo il territorio deve conservare la sua vocazione storica, nel rispetto di pratiche e conoscenze tramandate di generazione in generazione, ma va interpretato e sviluppato in sintonia con il progresso tecnologico e la modernità. L’obiettivo è dare continuità creativa alla tradizione e fare in modo che l’oggi, per innovazione, valore e coerenza, diventi la tradizione di domani. Bisogna costruire, cioè, una catena virtuosa per inserire le prospettive locali nel ciclo economico in atto che non ha ancora dispiegato tutte le sue potenzialità ma lascia intravedere un senso di marcia irreversibile: è concentrato sulla trasformazione compatibile dei beni e dei luoghi, sulla comunicazione e la fruizione della conoscenza. Un processo, rispetto al quale la parola chiave è l’apertura. Vale a dire il superamento della rassegnazione, dei pregiudizi e del quieto e separato vivere per favorire la contaminazione e la trasversalità tra territori, conoscenze e idealità. Non per annullarne il valore originario e rimuoverne la durata, ma per farli convivere e diventare nell’insieme altro da sé. È, giova ripeterlo, la fondamentale ragione ispiratrice della proposta di trasformare il Parco del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni in Città del Parco, che è appunto finalizzata a conseguire l’armonia tra l’ecosistema economico e ambientale e l’ecosistema generale. Un intento che è stato colto al meglio, sia pure con sfumature e angoli visuali diversi, da tutti i progetti che sono oggetto del nostro commento. Un’idea di rete Laddove domina l’idea della rete che è l’unico modo per coordinare, rafforzare e rendere competitivi valori ambientali e ambiti produttivi minori o di nicchia. A fronte di tale prospettiva, la discussione e la sintesi intorno alle idee-guida appaiono non solo utili ma necessarie perché, attraverso arricchimenti e approfondimenti, possano alimentare la nuova modernità anche dal 3 basso, e con essa una fase politica che non attenda il suo farsi ma lo qualifichi, promuova e imponga. Bisogna prendere atto, in sintonia con Thomas Homer–Dixon, che “il gap di ingegnosità è la distanza critica che corre tra il nostro bisogno di nuove idee per risolvere i problemi complessi e la nostra attuale insufficienza offerta di ingegnosità.” Nuove chore per il Parco Sullo sfondo si stagliano una pluralità di piani, programmi e progetti che gli attori territoriali si apprestano a realizzare non senza grandi difficoltà per l’incapacità di fare sistema di Alessandro Alì, architetto * ’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni costituisce un caso “anomalo” di area protetta fortemente antropizzata. La sua conformazione geografica particolarmente complessa sia in termini di variabilità fisica e biologica, sia in termini di variabilità litologica e morfologica, la rende un territorio unico, peculiare e complesso, ricco di risorse e potenzialità inespresse. L Tre mosse percorso di lavoro strutturato in tre mosse e che ha trovato in un workshop svolto il 13 luglio 2013 in una località dell'entroterra del Parco con più di cinquanta partecipanti, un momento e uno strumento particolarmente caratterizzante dell'intero lavoro di costruzione del progetto. L’individuazione di una trama di relazioni territoriali capace di esaltare differenze e peculiarità su cui fondare una visione condivisa di sviluppo del Parco è alla base delle nuove chore. Una possibile strategia che possa Nuclei identitari definire azioni e programmi a supporto del nuovo Piano per questo Le chore che nella cultura greca e territorio è descritta attraverso un nell’immaginario collettivo identificavano i centri urbani e i loro territori di gravitazione, vengono reinterpretati nel progetto in chiave contemporanea per sottolineare differenze e specificità locali, come parti di territorio identitarie, culturali e paesaggistiche che consentono di orientarsi all’interno del Parco, di riconoscere alcuni contesti in base alla loro identità e complementarietà. Le chore rappresentano degli strumenti interpretativi del territorio a supporto di programmi, azioni e strategie. Per le progettualità di scala locale le chore costituiscono il sistema 4 di riferimento per superare rigide partizioni amministrative, per quelli alla scala sovralocale come ad esempio quelli qui proposti (progetti territoriali) rappresentano delle condizioni di radicamento e di dettaglio Il Paradosso | Maggio 2014 nelle specificità dei contesti interessati. In questo senso il riconoscimento di nove moderne chore intende restituire una diversa caratterizzazione delle parti costitutive il Parco, valorizzando la dimensione locale in una rete di risorse e di relazioni, riconoscendo l’utilità di partire dal basso per costruire una immagine unitaria del Parco. Sullo sfondo interpretativo delle moderne chore si staglia una pluralità di piani, programmi e progetti che diversi attori (enti, associazioni, singoli cittadini) che vivono nel territorio hanno definito nel recente passato o si stanno apprestando a definire, a volte, a realizzare. Queste tuttavia evidenziano una marcata incapacità di accostarsi l’una all’altra riuscendo a fare sistema. La rete sano su buone pratiche rilevate nel territorio del Parco durante l’attività del workshop che hanno agito con successo entro specifici contesti locali e che pertanto possono essere estese a più parti o in altre regioni italiane ma con caratteristiche geografiche e socio-economiche simili e che si distinguono per innovazione ed efficacia nel trattamento di specifici temi (governance e facilita- “storie”, cioè delle pratiche raccontate con la passione che viene dall’essere proprie, in molti casi il proprio progetto di vita. Queste “storie” ci raccontano di giovani, di donne, di amministratori, di piccoli imprenditori, di artisti, di pastori e agricoltori, di professionisti capaci di inventarsi occasioni per migliorare la propria terra, spesso facendo più cose assieme, iniziative culturali e imprenditoriali, ospitalità e riqualificazione urbana, sensibilizzazione ecologica e design, turismo e cibo. Riconoscere queste storie è il primo passo per sostenerle (o almeno non contrastarle), accompagnando processi fragili, irrobustendo dinamiche spontanee. “Occhio alle azioni ripetibili…” Tessere la rete dovrà essere uno dei principali obiettivi della nuova vision del Parco prima ancora di quello rivolto alla programmazione di ulteriori interventi al di fuori di una strategia incrementale basata su ciò che già esiste o estranei alle reali capacità e attitudini del territorio. Le azioni ripetibili rappresentate sullo sfondo di una grande ed immaginaria sezione territoriale del Parco (da –150 mt a +1898 mt s.l.m.) costituiscono solo alcuni interventi possibili su cui costruire la nuova visione strategica del Parco basata su una sequenza di paesaggi differenti. Le azioni ripetibili si ba- zione dei processi, mobilità e trasporti, energia e ambiente, agricoltura e sistema delle acque, cultura, cibo, comunicazione e marketing territoriale, produzione). Elea-Velia Tra le chore individuate, quella di Elea-Velia è caratterizzata oltre che dal suo patrimonio archeologico da un forte impatto antropico, consistente in una miriade di manufatti che gli conferiscono la natura di “paesaggio vivente”. Nella chora di Elea-Velia sono depositate delle 5 * Legale rappresentante UBISTUDIO srl e capogruppo dell’équipe tecnica composta da: Mariasilvia Agresta, Ernesto Bianco, Francesco Borghesi, Claudio Calvaresi, Valentina Cappelli, Laura Clarizia, Alessia Cutolo, Giovanna Hirsch, Maddalena Leanza, Antonio Emilio Alvise Longo, Christian Novak, Pierfrancesco Rescio, Piero Trotta, Lara Valtorta, Alice Maria Ventura. Il Paradosso | Maggio 2014 ome il Parco può farsi Città? Come può acquisire i caratteri “desiderabili” del contesto urbano all'interno di un processo virtuoso, di sviluppo durevole, che tenga conto delle molteplici esigenze di tutela di un’area protetta di potenziale attrazione internazionale? Attraverso quali canali i flussi multi-direzionali necessari alle auspicate attività di governement e di governance possono essere veicolati in modo efficace ed efficiente? In altre parole, come si può risolvere in concreto la contraddizione tra Parco e Città superando le distanze tra circa un centinaio di comuni sparsi su più di 300.000 ettari (comprese le aree contigue), raggiungendo la necessaria densità di relazioni e disponibilità di informazioni a supporto delle decisioni (dei singoli cittadini, delle imprese, delle istituzioni) in una prospettiva di sostenibilità paesisticoambientale ma anche economica? Città C e Parco mai più lontani Questa proposta prevede reti neurali artificiali utilizzate per dar corpo al “sistema nervoso” del comprensorio utilizzando infrastrutture territoriali già esistenti e altre che potranno essere implementate Un sistema in grado di colloquiare con ogni banca-dati per dar vita allo sviluppo sostenibile… di Giuseppe Anzani, architetto * La rete smart Per far sì che l’antitesi tra Parco e Città sia solo apparente occorre creare prioritariamente degli strumenti effettivamente gestibili e condivisibili per una connettività capillare del territorio finalizzata a questo compito multiforme. La presente proposta progettuale mira a fornire tali strumenti, individuati in quelle innovative soluzioni informatiche note col nome di “reti neurali artificiali”, insieme ad alcune articolazioni applicative (azioni) nel campo della fruizione sociale e tutela delle risorse, della fruizione turistica e dello sviluppo economico, garantendo la massima economia, 6 efficacia e flessibilità d'uso in relazione a tutti gli obiettivi e azioni del bando, grazie alla rivoluzionaria capacità di auto-organizzazione dei dati disponibili e di “apprendimento” che riduce drasticamente la lunga e dispendiosa fase di immissione e riorganizzazione dei dati. Questa proposta prevede che tali reti neurali artificiali siano utilizzate per dar corpo al “sistema nervoso” della Città del Parco, utilizzando le infrastrutture territoriali già esistenti (rete telefonica terrestre, fissa e mobile, rete internet, satellitare) e quelle che possono essere successivamente implementate. Infatti il sistema può: colloquiare con qualsiasi banca-dati, quindi con tutti quelle esistenti, e coi sistemi informatici tecnico-amministrativi, commerciali etc. di soggetti pubblici e privati quali l'Ente PNCVDA, gli enti locali, le imprese; leggere e trattare senza problemi qualsiasi dato informatico (testuale, numerico, NTN) in tutti i formati correnti; la lettura avviene attraverso l'uso di “sonde” hardware (connesse direttamente alle reti locali LAN o ai domini di rete ad es. dei comuni) o software (disponibili per i più diffusi sistemi operativi come Windows, Linux, MacOs etc.), naturalmente con l'autorizzazione e sotto il controllo dei proprietari dei dati. Tutele e fruizioni Considerata la potenziale alta intrusività del sistema sia ai fini della sicurezza delle informazioni commerciali che private, se ne prevede in partenza la progettazione in funzione della certificazione ISO 27001, da ottenere tramite un ente primario. Il Paradosso | Maggio 2014 Disporre di un sistema della potenza, duttilità e capillarità sin qui descritte significa innanzitutto mettere efficacemente in rete gli enti pubblici e offrire al territorio una serie di servizi estremamente efficaci sotto il profilo della tutela ambientale e della gestione del territorio in genere, come del miglioramento della fruizione sociale: monitoraggio delle aree a rischio e dei principali nodi e connessioni ecologiche | il sistema valuta la dinamica degli indicatori e fornisce agli enti preposti allerte, tendenze e previsioni sulle aree particolarmente sensibili anche in relazione al monitoraggio sanitario/epidemiologico o a fenomeni specifici come gli incendi boschivi; sicurezza | sovrapponibile al precedente per quanto concerne gli aspetti sanitari, cioè della sicurezza fisica, per ciò che concerne l'ordine pubblico il sistema si potrà interfacciare direttamente, ad esempio, con i dispositivi di sorveglianza audio-video pubblici e privati; mobilità sostenibile | il sistema consente di sviluppare una serie di soluzioni alternative all'uso dei mezzi di trasporto privato, in particolare attraverso servizi bus a chiamata, disponibile anche servizi come il car sharing o basati sui mezzi privati, come il car pooling; rete informatica civica | le caratteristiche del sistema possono essere utilizzate per fornire servizi innovativi a domicilio alle famiglie e alle imprese, favorendo la partecipazione ai processi decisionali e agevolando le procedure amministrative. Sovrapposta in più punti a quella destinata ai cittadini del Parco, la rete di fruizione turistica potrà ricevere un impulso decisivo dalle nuove tecnologie proposte. I servizi di tipo turistico forniti dalla nuova rete saranno perlopiù in tempo reale effettivo, molteplici e facili da utilizzare (anche grazie alla realizzazione di un’app turistica per gli smartphone): turismo integrato | il sistema fornirà informazioni in tempo reale sulla disponibilità di posti-letto, tavoli, sui vari servizi erogati (qualità, caratteristiche specifiche, distanze etc, dati che il sistema può leggere attraverso ad es. le brochure pubblicitarie degli hotel, o le loro pagine web, utilizzandone “logicamente” le informazioni..), sugli eventi e sulle attività delle strutture turistiche, con possibilità di prenotazione e così via. In particolare nelle aree rurali il si- tive - connotate da un effetto coinvolgente e “immersivo”, come i recentissimi Google Glass; mobilità turistica | a quanto indicato al capitolo precedente voce Mobilità sostenibile, si aggiunge la possibilità di trasporti dedicati per le reti ricettive, anche del tipo “a chiamata” già descritto, a integrazione dei collegamenti aerei, marittimi e ferroviari; comunicazione e attività promozionali | grazie alle sue peculiarità, il sistema potrà selezionare anche con cadenza quotidiana le informazioni da condividere con le principali piattaforme disponibili sul web (ad es. Google con i suoi molteplici servizi). Distretti culturali stema potrà garantire l'integrazione di una molteplicità di servizi di piccola scala, mettendo in contatto una domanda anche molto frammentata con l'offerta costituita da un gran numero di piccole imprese turistiche; percezione e fruibilità del patrimonio paesistico-ambientale e culturale | parte non secondaria delle informazioni veicolate dal sistema avrà per tema le cospicue risorse del Parco particolarmente appetibili da parte del turismo di tipo culturale e naturalistico. A tale scopo potranno essere usate, insieme alle consuete soluzioni multimediali, quelle riconducibili al campo della realtà aumentata, sia attraverso le apparecchiature più diffuse (in particolare gli smartphone) che quelle - più impegna7 Compito del sistema sarà fornire un'interconnessione avanzata in tre contesti e scale differenti riferibili a: A) ogni singolo “distretto culturale evoluto” così come definito dal bando di concorso (Distretto turistico sulla fascia costiera, Distretto agricolo delle vallate interne, Distretto agrituristico delle zone montuose) in particolare a sostegno delle specificità produttive che lo caratterizzano rispetto agli altri due; B) all'intero territorio del Parco (comprese le aree contigue, come finora considerato) a sostegno della riduzione degli squilibri tra zone interne e fascia costiera (diffusione dei prodotti tipici dall'interno sulla costa, redistribuzione dei flussi turistici dalla costa all'interno etc.) e della deframmentazione e piena riorganizzazione dello stesso territorio; C) alle relazioni tra sfera locale (la Città del Parco e le sue componenti) e globale, curando opportunamente le differenti modalità che caratterizzano i rapporti coi contesti confinanti. Le attività descritte di seguito, realizzabili grazie alla rete smart, sono riconducibili ai contesti indicati in parentesi: Il Paradosso | Maggio 2014 1) distribuzione locale dei prodotti (A, B) e ottimizzazione per il mercato turistico interno: il sistema mette in contatto la domanda locale proveniente dagli operatori turistici con l'offerta di produzioni tipiche o comunque locali dell'agricoltura e dell'allevamento; 2) distribuzione di materie prime (A, B, C): i produttori di materiali da utilizzare nelle imprese agricole e artigianali, anche in riferimento all'ingegneria naturalistica e alla manutenzione del territorio in genere, sono messe in rete in modo da ottimizzare il rapporto domanda/offerta; 3) marketing on line (B, C), in particolare rifermento alle produzioni di qualità (promozione dell'immagine, inserimento in circuiti specializzati); nella realizzazione del sistema informatico che regge la rete smart saranno sviluppati appositi protocolli e tracciati per alimentare in modo automatico i link messi disposizione (ad es. da Google, ipotizzando un contratto globale con l'ente gestore del sistema); 4) monitoraggio dello sviluppo locale (A, B): attingendo all'enorme mole di informazioni disponibile nella rete smart (e naturalmente autorizzata e strutturata come previsto dal protocollo ISO 27001), il sistema verifica sulla massa totale e completa dei dati (quindi non su campioni statistici) gli indicatori individuati di volta in volta dagli esperti, e senza bisogno di ulteriori programmazioni. Il sistema nervoso della Città del Parco, una volta realizzato, sarà ben percepibile attraverso i suoi effetti, all'interno e all'esterno del territorio, e certo potrà essere adeguatamente enfatizzato e valorizzato sul piano della comunicazione. Ma forse c’è un modo di rendere più visibile, e spettacolare in modo controllato, l’idea vincente di una vasta area che si struttura in rete con l’efficienza di un organismo urbano molto più con- centrato, lasciando che si manifesti direttamente sul territorio, alla sua medesima scala. La movimentata orografia del territorio, sin dalle sue antropizzazioni preistoriche, è stata dominata grazie alle relazioni visive rese possibili a lunghissima distanza dai percorsi di crinale, su cui si sono intessuti gli scambi via via più fitti che hanno strutturato l’insediamento (la rilevanza di questa trama territoriale ai fini dell’evoluzione del paesaggio culturale cilentano è esplicitamente riconosciuta dall’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco). triangolazioni rampanti intorno ai monti, fino a collegare la costa al Vallo di Diano e la chora pestana al golfo di Policastro. All’interno della rete maggiore, sub-costellazioni indicheranno l’addensarsi di relazioni visive strutturate localmente, come intorno ai rilievi principali, o sui bordi del Vallo di Diano; oppure riveleranno gli schemi di antiche linee difensive, come quelle tra i castelli coinvolti nella guerra del Vespro, o quello delle decine di torri costiere che punteggiano desolate il litorale. La Costellazione rivelerà, insieme alle connessioni visive da luogo a luogo, il nuovo sistema “Città del Parco” leggendolo attraverso la rievocazione degli antichi sistemi scomparsi, in cui è radicato, scoprendo che non è affatto nato dal nulla. L’attivazione della Costellazione, che naturalmente richiede una scarsa illuminazione o almeno la presenza di vapore atmosferico, avverrà soprattutto nelle ore serali e notturne, e potrà avere una cadenza legata ad esempio a determinati momenti del giorno o della settimana, oppure a occasioni particolari individuate di volta in volta (come particolari ricorrenze o eventi). Quello che oggi è percepibile sommariamente come una griglia di traguardi visivi su cui è possibile orientarsi sia lungo la costa che all’interno, è quindi nell’insieme una costellazione di luoghi eminentemente rappresentativi di un’identità territoriale lungamente stratificata, che può simbolizzare con la massima efficacia l’intero Parco. Per legare visivamente assieme i nodi di questa costellazione, e renderla così leggibile dal vero come se si trattasse della mappa di una costellazione celeste particolarmente complessa, è possibile usare dei raggi laser, da castello a castello * con la consulenza di Accord srl di (torre/convento/santuario…) come Agropoli (SA) e Tipot Studio snc di Batponti gettati al di là delle valli, tipaglia (SA) 8 Percorsi senza più fine L’idea progettuale è di organizzare vacanze che permettano ai turisti di conoscere l’identità e la diversità che la zona offre: partendo dalla costa il visitatore potrà inoltrarsi nelle aree interne, godendo delle tante bellezze rurali montane sottovalutate. La nuova sfida del geo-turismo… di Marco Bencivinni, ingegnere * ’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) è patrimonio umanistico dell’Unesco e riserva della biosfera. Il territorio del Parco è molto vasto e diversificato e comprende una zona costiera, più conosciuta e turistica, e una zona interna, collinare e montuosa, meno conosciuta e meno apprezzata da un punto di vista turistico. Il turismo nel Cilento offre pertanto tante possibilità di scelta e presenta peculiarità di notevole interesse a livello vegetazionale, faunistico, geologico, archeologico e gastronomico. Nonostante queste ampie possibilità, il settore turistico nel territorio del Parco non è adeguatamente sviluppato e non sfrutta appieno le proprie potenzialità, soprattutto nelle zone interne, meno frequentate malgrado custodiscano numerose bellezze ed attrazioni. In particolare da un’indagine sul territorio, abbiamo riscontrato tre problematiche di base: mancanza di coesione tra i Comuni, spesso in competizione tra loro; numerose attrazioni poco promosse nelle zone più interne; trasporti e infrastrutture inadeguate. Partendo da tali considerazioni, da una dettagliata analisi SWOT (articolata nelle macrotematiche ambiente, attività produttive, turismo, trasporti) e da quanto emerso nelle attività di ascolto avvenute negli ultimi anni tra l’Ente Parco e i portatori di interesse (stakeholders) pubblici e privati attivi nel territorio nasce il nostro progetto, con l’idea di voler istituire un’Impresa Culturale, che operi su tutto il territorio del Parco riqualificandolo. L’impresa nascente dovrà, in primo luogo, analizzare in profondità le difficoltà che un turista incontra nel visitare per la prima L 9 volta questa zona; successivamente, si passerà al comprendere le mancanze delle attuali strutture turistiche; sviluppando poi, strategie consone, tenendo conto delle regolamentazioni dell’area protetta essendo. Nostro scopo non sarà costruire nuove strutture, ma riassettare e riorganizzare tutte quelle già presenti sul territorio. Gran parte dei territori interni sono esposti a drammatici processi di declino o di abban- “Strategia contro il declino delle aree interne…” dono, mentre, le zone costiere hanno subìto un duro attacco in termini di qualità ambientale ed oggi si trovano ad un bivio indifferibile sui temi della tutela e valorizzazione del territorio. Ciò è dovuto soprattutto alla mancanza di un organo supervisore che gestisca i flussi turistici, salvaguardando il patrimonio ambientale e culturale, integrando e promuovendo, inoltre, la conoscenza anche di aree interne altrettanto attrattive. Il turismo dovrebbe sviluppare una sorta di equilibrio tra la possibilità di crescita a livello non solo nazionale e il dovere di salvaguardare le bellezze naturali e storiche. I singoli Comuni non possono garantire ciò, in quanto la competizione tra loro è molto forte e si presenta come un punto di debolezza, non permettendo una sana cooperazione. Dunque, un’impresa culturale composta da giovani istruiti che vivono nel posto, che Il Paradosso | Maggio 2014 conoscono il territorio e che hanno istaurato con esso legami affettivi, non può che essere una strada verso la crescita e la valorizzazione di tutto il Parco. Il logo scelto è costituito da un simbolo che indica l’infinito, affiancato dalla scritta Cilento Polis, titolo del nostro progetto. Il simbolo dell’infinito rappresenta un percorso senza fine, prospettiva adottata e augurata al turismo del Cilento. Questo si riconduce al voler riassettare e riqualificare il territorio con un’azione ciclica che investirà tutte le Comunità Montane del Parco, come fossero una sorta di quartieri di un’unica Città (Polis). Il carattere di complessità rende infatti plausibile ipotizzare il sistema Parco concettualmente inquadrato in un’idea di città, intesa come luogo da sempre deputato alle funzioni collettive di relazione, di produzione e di scambio. Idea portante L’idea portante del nostro progetto sarà quella di organizzare delle settimane-vacanza che permettano ai turisti di conoscere intimamente e profondamente l’identità e la diversità che la zona offre: partendo dalla più nota zona costiera il visitatore potrà inoltrarsi anche nelle zone interne, godendo delle tante bellezze rurali, montane e ambientali, spesso superficialmente sottovalutate. Tale idea prevede un soggiorno in zona costiera, uno in zona collinare e l’ultimo in zona montana. Ciò dà l’opportunità di spostarsi e visitare zone più ampie del Parco, favorendo la piena conoscenza delle tante attrattive turistiche, talvolta prese poco in considerazione. Queste settimane saranno tracciate seguendo una logica di accostamento mare – collina – montagna, tra zone non molto lontane tra loro e che offrano diverse attrazioni turistiche. Sarà proprio compito della nostra Impresa culturale organizzare i percorsi con visite guidate e garantire una perfetta mobilità tra le località connesse. L'idea è che il turista si sposti, questo per agevolare il turismo di tutte le località, in particolare quelle interne. Alloggiando soltanto nelle zone balneari questo non avverrebbe. Il turista può comunque decidere, arrivato in loco (oppure previa prenotazione), se spostarsi con il pacchetto predefinito o in modo autonomo, scegliendo destinazioni del Parco anche lontane tra loro. Per la definizione di queste settimane-vacanza si parte da un’analisi più approfondita delle aree tematiche di interesse (ambiente, cultura, gastronomia, svago). Per quanto riguarda l’ambiente, il turismo balneare non ha bisogno di grandi riassetti. Il PNCVDA vanta ben 13 bandiere blu, e il fulcro del turismo cilentano sono proprio queste coste. Occorre però un riassetto riguardante la gestione dei flussi turistici, oltre che un deciso contrasto dell’abusivismo. I centri marini, inoltre, dovranno fungere non solo da poli di accoglienza ma anche da punti informativi, con lo scopo di promuovere tutte le meraviglie del Parco. Un altro dei punti di forza del turismo nell’area del Parco dovrebbe essere il cosiddetto geoturismo, valorizzando le bellezze paesaggistiche e geologiche del territorio, spesso sottovalutate. Compito dell’Impresa culturale sarà anche quello di promuovere e riqualificare questo tipo di turismo. Saranno organizzate visite ed escursioni, prestabiliti dei tour ponendo grande attenzione al problema trasporti, con il contributo di guide esperte, prestando grande attenzione al mantenimento di tali aree incontaminate. Come detto in precedenza, il turi10 smo invernale è del tutto assente: non vi sono strutture attrezzate ed adatte ad ospitare i turisti nelle stagioni più fredde. Per rivalutare la possibilità di tale turismo nel Parco si prevede un riassetto di più ampia portata: bisognerà inizialmente rendere percorribili e sicure le strade, lavorando anche sulle reti dei trasporti; sarà successivamente necessario adattare le strutture già esistenti al turismo invernale, realizzando attività di intrattenimento consone all’ambiente. Per ciò che concerne l’ambito della cultura, un’ azione da intraprendere attraverso il nostro progetto è intervenire nei luoghi ricchi di patrimonio culturale e artistico del Parco, elevandoli al prestigio delle zone costiere. Si interverrà inizialmente su un più adeguato piano di comunicazione soprattutto interattiva e si lavorerà sulla segnaletica, più diffusa, informativa e dettagliata. L’Impresa culturale si occuperà, inoltre, di organizzare presso tutte le aree artistico-culturali dei percorsi guidati nelle località più suggestive, di creare convenzioni con le scuole di tutta Italia, di promuovere l’organizzazione di seminari e convegni con la partecipazione di esperti, aventi luogo nei posti maggiormente attrattivi. Dal punto di vista della gastronomia, il Cilento è la patria della dieta Il Paradosso | Maggio 2014 mediterranea e abbondano i prodotti e i piatti tipici, per la cui valorizzazione, oltre che sulla ristorazione, si agirà sulla vendita e sulla produzione. Un passo importante sarebbe quello di creare delle convenzioni con le aziende agricole locali, sia per assicurare loro una vendita continua per rifornire trattorie o agriturismi, sia per le stesse strutture ristorative, che potranno vantare l’alta qualità dei prodotti di zona. Si potrà inoltre incrementare la produzione agricola, con l’aiuto di esperti e tirocinanti della facoltà di agraria più vicina. In questo modo si potrebbe evitare lo spopolamento delle aree interne, fornendo lavoro ai giovani, ed incentivare la produzione, mantenendo le aree coltivabili attive. Opportunità Le attività di svago già presenti riguardano tutte le opportunità che l’ambiente mette a disposizione: si tratta perlopiù di escursioni. Queste ultime, però, andrebbero strutturate in maniera più funzionale su tutto il territorio, accompagnandole anche con altre attività (sempre eco-compatibili): costruzione di parchi avventura, installazione di maneggi, incremento di attività sportive. A partire da tali considerazioni, gli nibili alla produzione di energia e itinerari da noi scelti per le setti- alla gestione dei rifiuti. Chiaramente mane-vacanze saranno: queste sono problematiche di più ampio respiro e richiedono un li1) Acciaroli/Pioppi – San Mauro Ci- vello negoziale e di realizzazione lento – Stella Cilento/Monte Stella non di competenza strettamente lo2) Ascea/Velia – Castelnuovo cale. Le azioni previste dovrebbero C.to/Badia di Pattano – Novi mirare a ridurre la domanda di fonti Velia/Monte Gelbison fossili, contenere i consumi delle 3) Policastro – Padula – Monte Cer- imprese e delle istituzioni, sensibivati lizzare all’idea che un investimento 4) Marina di Camerota – Morige- di questo tipo oggi sarà un risparmio rati/Oasi Bussento – Centola/Monte sul lungo periodo. Per ciò che conBulgheria cerne il problema dei rifiuti, un’idea 5) Capaccio/Paestum – Corleto è quella di realizzare un impianto di Monforte – Auletta/Monti Al- recupero della frazione residua burni/Grotte Pertosa secca (parte del rifiuto che normal6) Agropoli – Castellabate/Pri- mente non viene riciclata, ma destignano/Diga Alento – Trentinara nata in discarica e che per il 75% è 7) Marina di Casalvelino – Stio C.to costituita da materiale plastico) in – Laurino/Gole del Calore sabbia sintetica (MPS) utilizzabile 8) Palinuro – Montesano sulla Mar- nei manufatti edili, rispondendo alle cellana - Teggiano norme UNI vigenti. Infine ulteriori iniziative sarebbero Ovviamente saranno molte altre le connesse alla creazione di un marlocalità del Parco a poter essere in- chio del Parco e allo sviluppo di un teressate da queste iniziative, coin- piano di comunicazione svilupvolgendo tutti i Comuni del pando attività di comunicazione, interritorio. formazione e sensibilizzazione Un’altra idea del nostro progetto è sociale finalizzate alla valorizzaquella dei paesi-mostra, i paesi del zione e alla promozione dell’immatutto abbandonati, o comunque gine dell’area territoriale del Parco. molto spopolati, che conservano in- Scopo ultimo del nostro progetto è tatto un fascino immenso, dato che sviluppare maggiore turismo sia a lile condizioni di isolamento hanno vello nazionale che internazionale, rappresentato un elemento di difesa un tipo di turismo più ordinato gradel territorio e delle sue risorse am- zie ai percorsi organizzati e l’attenbientali: un esempio ne è Roscigno zione a tutti i particolari. Ciò gioverà Vecchia (frazione di Roscigno). anche all’ambito occupazionale con Oltre alla ripresa di tali borghi dal un aumento di posti di lavoro sopunto di vista strutturale, l’idea è prattutto giovanili che possano esquella di organizzare delle fiere sta- sere sfruttati durante il corso gionali all’interno dello stesso, ospi- dell’intero anno, incrementando il tando artigiani locali, produttori settore turistico, alberghiero e di riagricoli o esperti di gastronomia lo- storazione. cale, diventando anche una sorta di punto vendita di prodotti tipici (ali* capogruppo dell’équipe tecnica commentari, ma anche artigianali). Altre iniziative correlate che po- posta da: Anna Barbato, Albino Cona, trebbero essere portate avanti dal- Marylenia Radano l’Impresa culturale riguardano l’applicazione di principi eco-soste11 Trame di fiumi e borghi ormaborgo è un progetto intorno all'idea di borgo, in relazione alla sua forma e alla sua capacità di offrirsi come luogo di formazione. Attivare forme contemporanee di rigenerazione urbana, caratterizzate dalla convivialità per il coinvolgimento in esperienze didattiche, ludiche, culturali; rilanciare il borgo quale “Polo formativo locale in rete con il mondo”. I centri storici presi in esame sono Castelnuovo Cilento e Morigerati, sono parte del sistema dei centri storici minori che costituiscono nel loro insieme la parte più consistente del sistema insediativo locale e anche regionale e nazionale, sia per quanto riguarda l’estensione territoriale che F per il valore del patrimonio edilizio e storico. I centri storici minori, infatti, considerati soprattutto come “territori” vasti, comprendono al loro interno consistenti patrimoni insediativi, spesso organizzati a nuclei, correlati a significative risorse diffuse, ambientali e paesaggistiche. I centri storici minori, tuttavia, continuano ad essere soggetti ad un persistente fenomeno di abbandono che determina condizioni di impoverimento del tessuto insediativo e di crescente degrado del patrimonio edilizio e storico. In tale contesto, l'obiettivo di puntare sulla promozione dell'ospitalità giovanile, di studio, turistica, nelle residenze private e affiancare servizi e attività di laboratorio nelle strutture pubbliche presenti nell'area, risponde alla finalità di una valorizzazione di più ampio respiro che, oltre al centro storico, coinvolge anche il sistema ambientale e paesaggistico e le risorse territoriali a scala vasta, attivando processi di compartecipazione sulle trasformazioni e sulla decisione di nuove 12 funzioni da localizzare. È proprio sulla stretta coniugazione tra strutture fisiche ed erogazione di servizi, infatti, che si gioca l’integrazione tra interventi e processi, la sostenibilità e fattibilità di iniziative. Inutile pensare alla riqualificazione fisica, al recupero di edifici e di aree urbane, senza un progetto ampio che includa attività di produzione e servizi, capaci di creare reti che generano altre attività e nuova occupazione, specie per i giovani, producendo anche forme concrete di attrazione territoriale. La metodologia con cui si sono individuati gli ambiti territoriali si è riferita al concetto di corridoi di connessione della struttura della rete ecologica. I due fiumi costituiscono l’ossatura che riconnette il territorio dalle colline al mare così come, storicamente i fiumi erano le prime vie attraversate dall’uomo per esplorare l’interno e sempre storicamente le vie della transumanza. Attraversamenti che collegavano territori e genti, un’immagine ancora viva, alla quale si può ridare nuova vita attivando percorsi escursionisti e riconnettere il territorio dell’entroterra a quello costiero. Sono perciò stati individuati il sistema fiume Alento con polo urbano in Castelnuovo Cilento e il sistema fiume Bussento con polo urbano in Morigerati. Le azioni proposte vertono sulle Il Paradosso | Maggio 2014 molteplici valenze, sinergiche tra loro, come la storia locale che nel pratico può essere applicata al recupero edile: quindi rilanciare la ricerca sulle tecniche e i materiali costruttivi e la conseguente formazione delle maestranze verso lavori qualificati e specializzati. Ma la ricerca storica può dilagare in campi della conoscenza diversissimi, attività del passato dettate dall’abbondanza di alcune risorse spesso sono alla base di produzioni all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità e competitive sul mercato nazionale e non solo. Orientamenti Un esempio è dato dal recupero dell’uso delle piante tintorie e della lana per il quale sono già state avviate attività di ricerca da parte del Parco del Cilento, dal Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Salerno, dal CNR-Ibimet di Firenze nell’ambito del progetto “Percorsi di Orientamento” (20082011) finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’interesse e l’impegno è testimoniato dal lavoro della società civile che come singoli artigiani, cooperative o associazioni propongono manufatti, attività didattiche, animazione territoriali, percorsi conoscitivi nella natura. In questo discorso si inserisce il progetto “Trame Colorate” avviato nei territori dell’Alento e del Bussento con due convegni sul tema del recupero della lana e sull’uso delle piante tintorie. Recuperare le risorse locali per trasformarle in molteplici attività è un atteggiamento mentale che sempre più sta caratterizzando il Cilento; terra in cui si sta vivendo una stagione di emigrazione di rientro, l’incertezza dell’economia capitalistica non garantisce più quello che la città offriva a manovali e professionisti di un tempo. Si ritorna con competenze e immaginari nuovi, non affascinano più stili di vita opulenti con attività predatorie delle risorse caratterizzate da relazioni di subordinazione; il dibattito ruota intorno a scelte sostenibili, relazioni di convivialità, animazioni territoriali che trasformano le sagre in progetti di sviluppo territoriale, esemplari sono il Palio del Grano, i Cicci maritati. Formaborgo è l’idea intorno alla quale attivare una progettualità multi-azione dove il borgo offre la dimensione conviviale, in cui inserire laboratori creativi e dare ospitalità, propria delle origini dell’artigianato preindustriale. L’offerta di una simile proposta può essere rivolta a stagisti per periodi medio lunghi come anche per attività ludico conoscitive del week-end per una destagionalizzazione turistica occasione per incentivare la presenza di attività e risorse umane in periodi ora caratterizzati dall’abbandono. Il progetto sarà un work in progress dove le attività, in un crescendo di apprendimento, saranno messe in gioco di volta in volta come step allo stesso tempo di proposta esterna e formazione interna. Così il recupero del centro storico può diventare un cantiere-scuola per la formazione di figure specializzate capaci di avviare un’attività economica che si occupi dell’ordinaria manutenzione, e nonsolo, del patrimonio edilizio storico. In quest’ottica un accordo con i privati e l’amministrazione comunale, contratto di manutenzione in itinere, potrebbe garantire procedure burocratiche standardizzate e economie di scala di utile risparmio per i proprietari, si avrebbe inoltre un’utilità pubblica generale in termini di ritorno di immagine e a caduta di aumento delle redditività e di attrazione di localizzazione. Gli in13 terventi, proprio in un’ottica di recupero delle conoscenze, si avvarranno di approcci legati all’architettura naturale e alla bioclimatica, utilizzando le fonti energetiche rinnovabili sia per gli edifici che per la mobilità. Quello degli spostamenti è uno degli altri problemi da affrontare per il collegamento interno del Cilento, si vuole puntare verso forme leggere di mezzi di trasporto che possono andare dalle biciclette, magari a pedalata assistita vista la morfologia del territorio, alle nuove macchine a energia elettrica ormai in commercio e con rese ottime sulle corte distanze. Bike/Car sharing Il progetto di Bike Sharing e Fonti Rinnovabili, già avviato dal Parco del Cilento per i comuni di Casalvelino e Ascea potrebbe estendersi alle macchine e offrirsi quale alternativa al mezzo di trasporto privato e pubblico, tutti e due antieconomici dal punto di vista del costo monetario e ambientale, difficili da ottimizzare in un assetto urbano così puntiforme. Nell’intento di proporre soluzioni efficienti per sistemi urbani che non raggiungono grandi dimensioni e quindi economie di scala da rendere Il Paradosso | Maggio 2014 convenienti soluzioni pensate per città medio grandi, si propone di intervenire con due tecnologie collaudate per la piccola scala urbana nel campo dei rifiuti: la fitodepurazione e la compostazione di comunità. La fitodepurazione (auspicata nel D.lgs 152/06) è un sistema di smaltimento che garantisce gli obiettivi di qualità permettendo di riutilizzare l’acqua in uscita per l’irrigazione o scaricarla nei torrenti, fiumi, laghi o mare rispettando ottimamente i parametri richiesti dalle tabelle ministeriali. Occorre rilevare che la depurazione naturale è molto spesso la soluzione che, più di ogni altra, consente di raggiungere l’obiettivo di ridurre la circolazione artificiale e di restituire, il prima possibile, ai cicli naturali acque. Lo smaltimento dei rifiuti organici nel Cilento è una pratica mai dimenticata da parte di una buona parte della popolazione che recupera questa frazione per animali o in campagna attraverso compostiere. L’articolo 5 della legge 36/2003 obbliga a contenere la quantità di rifiuti biodegradabili da smaltire in discarica fino al limite minimo di 81 kg/ab. anno entro il 2018. Si propongono interventi programmati per incentivare lo smaltimento individuale e per diffondere l’uso di compostiere di collettività di cui Cuccaro Vetere costituisce un caso studio dell’Enea di Casaccia. Le esperienze di Zurigo, Rennes, Nantes, Porto, Barcellona mostrano come siano maturi i tempi per un passaggio dalla raccolta differenziata allo smaltimento in loco, un’economia in termini anche di anidride carbonica. Un’altra azione di cui tenere conto è l’animazione territoriale che deve avere più forme e scopi: momenti di convivialità, feste, condivisione di esperienze collettive, socializzazione delle conoscenze, marketing territoriale. Questo aspetto è da cu- rare anche nelle fasi di analisi per rendere ripetibile Formaborgo, nei diversi sistemi territoriali del Cilento, garantendo ogni volta un progetto adatto alla realtà locale e alle peculiarità specifiche una metodologia che lasci lo spazio alla creatività di soluzioni più adatte al contesto. Molte sono le tecniche di ascolto e animazione territoriale: la camminata di quartiere, cantiere evento, brainstorming, focus group, outreach, planning for real e molte altre possono essere quelle da inventare e riportare dall’esperienza cilentana. Riportare le attività nei centri storici spopolati del Cilento è un programma articolato che vede nei laboratori creativi l’attivazione di iniziative in grado di rilanciarne il ruolo e la centralità. Un luogo dove far convergere diverse esperienze (ricerca, artigianato, recupero della memoria e delle tradizioni, innovazione e sostenibilità di micro filiera) per formare, fornire servizi a uso sociale (ASL, CIM), didattico, intrattenimento turistico. Un microdistretto dove ripensare un’economia sostenibile secondo un processo endogeno che catalizzi il patrimonio umano della società civile attiva del Cilento e non, in linea con l’obiettivo di promuovere e sostenere la competitività delle imprese che operano in campo formativo, culturale ed ambientale. Unitamente a tutte le altre azioni già descritte, l’intervento di riqualificazione prevede anche la localizzazione di un incubatore di idee un luogo a basso costo d’uso dove artisti/artigiani possano dare inizio alle loro attività, un’operazione urbanistica già conosciuta nei grandi centri urbani e realizzata in aree delocalizzate spesso ubicate nelle aree industriali. Per dare respiro alla crescita del progetto si è pensato a una casa per 14 l’ospitalità internazionale per garantire la rete delle relazioni esterne anche in futuro. A questo si possono unire progetti di servizio sociale di aiuto e supporto alle amministrazioni e alla popolazione. Nei casi studio proposti la localizzazione degli incubatori è in spazi di proprietà pubblica al momento non utilizzati. La rivitalizzazione passa dunque attraverso l’offerta di una location multifunzionale, ricca di passato, a misura d’uomo, terreno fertile per le relazioni umane, sociali e per le pratiche virtuose, e in questo senso il paese albergo diventa la proposta più coerente nel contesto delineato allargato provinciale. Il Paradosso | Maggio 2014 Le trecento lunghe vie del futuro Azioni per la valorizzazione in chiave turistico-culturale dell’itinerario che fu scelto da Carlo Pisacane... a storia risorgimentale ha segnato duramente il Cilento, che ha vissuto consapevolmente questo momento storico dell’Italia e ha determinato fisionomie originali di un Risorgimento che, ancora oggi, è avvertito come uno dei momenti di protagonismo del territorio in questione. L Premessa “Il Cilento, una zona aspra e montuosa che fin dal principio dell’Ottocento fu la culla del ribellismo meridionale e che per tale ragione la polizia borbonica definì la terra dei tristi”. (L. Cassese) Considerando che oggi esiste un rilevante target di turismo culturale e rurale che basa la proposta proprio sulla strutturazione di itinerari che, partendo dal dato storico siano in grado di esaltare le emergenze comprensoriali di un territorio, il progetto, in partnership con le istituzioni locali, intende attivare ogni utile azione per la composizione di itinerari sensibili e significativi afferenti al tema della 15 eroica impresa di Carlo Pisacane. I riferimenti spazio-temporali specifici, i cosiddetti luoghi della memoria, intesi come spazi fisici investiti di un significato totale che evocano il senso di appartenenza degli individui ad un determinato gruppo, sono i luoghi testimoni della spedizione dei Trecento. Nell'intento di recuperare alla memoria quel particolare momento storico che vide il sacrificio di Carlo Pisacane e dei suoi compagni, il progetto propone di ripercorrere l'itinerario della spedizione, alla ricerca di tracce di quell’enorme patrimonio di cultura e d’umanità che ha contribuito a fare la storia del Cilento. Obiettivi Il programma vuole offrire un contributo determinante allo sviluppo sostenibile e all’economia del territorio contestualmente all’offerta turistica di carattere storico culturale, complementare a quella oggi presente fondata sui patrimoni ambientali e paesaggi- stici e connessa ad una lettura dei rapporti luoghi – eventi storici del territorio e, non ultimo, una pluralità di risorse economiche che creano posti di lavoro e reddito nei processi di valorizzazione del territorio L’obiettivo è, per tanto, valorizzare i siti dell’itinerario della spedizione, quale struttura portante di un progetto di turismo culturale che punti allo sviluppo socio economico dell’area. b) la marina di Sapri; c) la piazza del proclama a Torraca; d) il passo del fortino a Casaletto Spartano; e) l’ossario nella Chiesa dell’Annunziata a Padula; f) il vallone dell’eccidio a Sanza. sposizione alla restituzione alla natura dei suoi stessi elementi. Il progetto “sistema territoriale dell’itinerario dei Trecento” intende realizzare un museo all’aperto senza limiti né confini che si può coniugare per dare voce e rappresentare quelle storie che questa regione ha vissuto e di cui serba la memoria: una sorta di museo storico integrato ed organizzato a livello intercomunale con la funzione di contenitore della memoria, della identità culturale, del territorio e del paesaggio nella cui fattibilità siano pienamente trasmessi i valori in un’ottica di cultura della storia che coinvolge le amministrazioni comunali, enti ed istituzioni culturali, associazioni e cittadini. La scelta strategica di realizzare un’offerta turistica legata alla memoria storica fortemente vissuta e viva nei luoghi, da un lato è di supporto allo sviluppo delle aree dell’entroterra e dall’altro permette di diversificare l’offerta delle aree turisticamente più sviluppate verso un turismo di elevato spessore storicoculturale. L’ipotesi progettuale, nella sua interezza ed articolazione, si pone l’obiettivo di rivalutare l’intera area considerata , dal Golfo di Policastro al Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, partendo da ciò che I luoghi essa stessa offre in materia di risorse ambientali e umane, calando il tutto L’approdo, la marcia, e quindi i trac- nella rinomata tradizione storica e pociati viari, le soste, i luoghi degli in- polare propria dei luoghi considerati. contri, delle aggressioni, della fuga, delle sepolture, sono gli elementi Metodologia cardine della riemersione e salvaguardia dell’evento storico; sono “luoghi preziosi”, che appartengono Tra la molteplicità delle forme alla categoria dei beni da tutelare e espressive possibili, la Land Art è promuovere, perché oltre ad essere quella che si lega strettamente al fattori qualificanti per la storia e territorio, al suo paesaggio e alla sua l’architettura del territorio, hanno natura, divenendo essi stessi, con i capacità di attrarre flussi turistici si- loro messaggi evocativi di storie, eventi, significati, “strumenti” esgnificativi. senziali del progetto. I luoghi rivisitati sono: a) l’area dello sbarco a Villammare Si utilizza lo spazio rispettandolo * capogruppo dell’equipe tecnica comin tutte le sue forme dall’origine dei posta da: Carlo Vece, Vito Brancaccio, di Vibonati; materiali che la natura mette a di- Cosimo Fusco, Cristiano Bove 16 Troppe strade tranello a proposta progettuale propone un nuovo tipo di narrazione, che invece di cominciare dai posti e dalle località, che sono il punto d’arrivo, prova a partire dalle strade, che stabiliscono le modalità per arrivarci. L’idea di progetto tenta innanzitutto di portare alla luce un mondo semisommerso, dalla cultura dell’automobile nonché da un processo di progressiva perdita di memoria collettiva, che è quello delle “strade nel paesaggio”, la cui rilettura è indispensabile alla comprensione di un contesto così complesso dove natura e storia dell’uomo, sono realtà inestricabili. Tracciare un percorso è uno dei gesti più antichi che appartengono al comportamento L umano, esprime significati profondi legati al grado di socialità e di cultura. Può essere un gesto individuale, ma più spesso è di natura collettiva e rappresenta la forma concreta e visibile della “comunicazione”. Il tema è dunque provare a raccontare la storia dei luoghi a partire dalle strade, che in Italia, nel Meridione, rappresentano un patrimonio di inestimabile valore, di enorme bellezza, un autentico “monumento diffuso”, da recuperare e valorizzare investendo risorse e idee. Tre anelli Concepire un territorio secondo la rete dei suoi percorsi, promuovendone il miglioramento della circolazione al suo interno, significa promuoverne il processo di conoscenza e quindi di tutela attraverso un uso più consapevole e più “ecologico” dei mezzi di trasporto. In questo senso la metodologia di progetto scelta va ad intercettare l’elemento di fragilità del Parco, la debolezza della rete infrastruttu17 rale, con l’obiettivo di trasformare una criticità in una risorsa, ridefinendo l’importanza dei percorsi storici e introducendo contenuti nuovi ed attuali nella tradizione. Identificati secondo il tipo di paesaggio che racchiudono, i percorsi all’interno del Parco assumono la forma geometrica di tre anelli: l’anello del mare; l’anello della campagna, definito dai percorsi interni che collegano i campi e le coltivazioni tra loro; l’anello della montagna, definito dai percorsi di crinale in uso nell’antichità che collegano i borghi montani. In questo modo il paesaggio, pur conservando la sua eterogeneità e la sua ricchezza di elementi naturali, è in certa misura “semplificato” attraverso categorie riassuntive che ne interpretano le peculiarità, offrendo tuttavia ai visitatori possibilità di lettura più immediate. Le reti Il tema che affronta questo ed altri aspetti connessi è quello generale dell’accoglienza e della “permanenza”. A tal scopo, in corrispondenza dei maggiori nodi di scambio, in particolare in corrispondenza dei centri costieri sono state predisposte delle pensiline fotovoltaiche, per l’alimentazione dei veicoli elettrici da fonti di energia rinnovabile e ser- Il Paradosso | Maggio 2014 vizio di car e bike sharing. In tal modo verrebbe notevolmente a ridursi l’impatto ambientale della viabilità su gomma, riuscendo a garantire comunque anzi incentivando le possibilità di spostamento all’interno del Parco. In questo modo i tre anelli viari esistenti vengono ri-configurati come tre strade di parco. Strategie Su una base infrastrutturale ristrutturata secondo i criteri della sostenibilità e di un maggior grado di accessibilità, si inseriscono le strategie d’intervento atte a promuovere la scoperta e la conoscenza dei luoghi. La suddivisione del paesaggio secondo i tre anelli corrisponde anche ad una diversa caratterizzazione tematica dei tre ambiti di progetto. Le aree tematiche individuate sulla base delle dominanti paesistiche che le caratterizzano, presentano tuttavia degli aspetti comuni e sono uniti dal ruolo di primaria importanza che l’agricoltura svolge nel Cilento e nel Vallo di Diano, dall’area costiera alla montagna interna. L’anello del mare, caratterizzato da un delicato equilibrio ecologico, appare come l’ambiente più adatto ad ospitare strutture con impatto ambientale minimo, dedicate soprattutto alla ricerca sugli endemismi floristici, faunistici e vegetazionali (erbetofauna, ittiofauna, avifauna nidificante e migratrice). I nuovi laboratori, da installare in prossimità delle foci dei fiumi, sono concepiti con soluzioni tecnologiche ecologiche e flessibili e sono costituiti da moduli prefabbricati in legno assemblabili e adattabili al trasporto lungo le sponde dei fiumi. Alimentati con fonti rinnovabili (fotovoltaico), sono predisposti anche per la produzione e messa in rete di energia elettrica e per la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua piovana per l’alimentazione delle coltivazioni. Piccole e leggere architetture formano una rete intelligente che offrono la possibilità di compensare le debolezze del sistema naturale. L’anello della campagna delimita il paesaggio delle colline interne, il cui punto di forza è rappresentato dalle superfici boscate e il cui elemento di debolezza è costituito da un fragile equilibrio geologico che si traduce in assenza di servizi e in una intensa frammentazione degli usi agricoli. In quest’ottica la parte più compromessa di questo ambito di paesaggio assumerebbe più valore proprio in relazione alla sua maggiore criticità che la renderebbe meta di un percorso di visita tematico, soprattutto per l’aspetto che riguarda la capacità dei suoi abitanti di aver saputo coglierne le possibilità produttive rispettandone i limiti costituzionali. Connessa all’attività di ricerca da localizzare sulla costa è la rete di strutture di residenza temporanea concepiti come uno spazio multiculturale dotati di connessione Wi-Fi e spazi comuni dove poter condividere informazioni e scambiare esperienze e i punti di vendita di prodotti a Km 0, risultato della filosofia della filiera corta. La montagna L’offerta commerciale si struttura secondo un insieme di piccole reti distribuitive alternative e solidali e assume così contenuti etici promuovendo insieme al biologico la cultura del gusto e della convivialità. In questo modo, distribuendo le strutture lungo l’anello viario si prova a riequilibrare il sistema di pesi che grava sul territorio, dove alcune località sono sovraccaricate rispetto ad altre che risultano marginali. 18 Un approccio analogo di recupero e rivitalizzazione degli ambienti rurali sembra opportuno per l’anello della montagna. Elemento centrale del sistema insediativo montano è la rete arcaica dei percorsi. La viabilità moderna, muovendosi di norma sulle linee di mezza costa, intercetta i centri antichi trasversalmente al loro asse: la collisione disorienta la struttura urbana e, agevolando l’edificazione lungo il nuovo asse stradale, riconfigura drasticamente l’abitato. In scala urbana avviene ciò che si riscontra per altro verso in scala paesaggistica: i nuovi collegamenti creano nuovi nodi e condannano all’atrofia quelli posti sui vecchi percorsi. Lungo le linee di crinale, le antiche vie che attraversano dall’alto in basso i centri sono spesso abbandonate o in via di abbandono, e con esse le tracce della storia insediativa e la struttura portante del paesaggio (v. ad es. il caso dei sistemi di mulini nelle zone ricche di corsi d’acqua di portata esigua, che lungo gli impluvi paralleli alle linee dei crinali seguono lo stesso destino di abbandono). Le vie di crinale, solo raramente rotabili, collegano oggi i nodi di una rete che raccoglie le tracce più significanti dell’evoluzione del paesaggio cilentano, e sono in qualche modo la cifra della marginalità-ricchezza del Cilento. Direttrici dell’insediamento, i collegamenti lungo le linee di crinale sono probabilmente tra i caratteri morfologici strutturali più significativi del paesaggio cilentano, sia per la loro straordinaria permanenza nella storia che per il loro influsso sui processi formativi della rete insediativa. La natura straordinariamente evocativa dei luoghi suggerisce la valorizzazione dei percorsi storici attraverso aree di sosta attrezzate con strutture in materiali compatibili con la natura del contesto. Il Paradosso | Maggio 2014 Temi di progetto L’accesso ad un luogo è un tema estremamente delicato e attuale, spesso trascurato per la sua complessità o banalizzato nelle prassi urbanistiche. Accade che percorrendo delle strade improvvisamente ci si ritrova risucchiati in qualche struttura senza essercene resi conto. È il caso soprattutto dei centri commerciali. Ma in generale il senso attribuito al passaggio da un luogo ad un altro si è andato progressivamente perdendo, e la perdita di senso è stata proporzionale alla riduzione delle distanze e dei tempi di percorrenza. C’è stato un tempo in cui entrare in un luogo, una casa o anche solo una stanza, era considerato addirittura un gesto sacro. Era il tempo in cui sulla Terra regnava una moltitudine di dèi, e l’esistenza degli uomini più che condizionata dalla presenza del divino era ispirata dalla fusione tra sacro e naturale. L’architettura era allora luogo di contatto e di flusso tra interno ed esterno, superficie attraversabile, confine tra dimensione pubblica e privata, supporto fisico allo svolgimento delle relazioni umane, dove la dimensione collettiva prevaleva nettamente su quella privata. Segue questa premessa la proposta delle pensiline fotovoltaiche come sistema di accessi al parco. Le strutture in legno lamellare e pannelli fotovoltaici in copertura oltre che essere una soluzione sostenibile dal punto di vista tecnologico, mediante il servizio di car sharing rappresentano una piattaforma di condivisione socialmente sostenibile. Il Sud è ambiente ospitale per definizione. Accogliente è il silenzio delle strade di paese, rotto solo dal rumore porte che si aprono e si chiudono e di piedi che scendono e ri- salgono rampe di scale in pietra; i volti di donne anziane incorniciati dagli stipiti delle porte-finestra, le sedie appoggiate ai muri nei pomeriggi estivi quando le strade diventano i corridoi di un’unica casa comune. Accoglienza è “una casa con la porta aperta”, dove le regole dell’ospitalità sono il presupposto della visita, e i comportamenti civili non sono imposti da particolari dispositivi di sicurezza ma affidati al senso di responsabilità dei singoli. Predisporre luoghi di sosta lungo strade pubbliche significa non solo offrire un servizio tanto ai visitatori quanto ai residenti ma costituire un vero e proprio presidio del territorio, difendibile proprio per la sua utilità e concepito come una “stanza” aperta sul paesaggio. Il progetto prevede l’installazione di padiglioni removibili, replicabili e adattabili ad ogni tipologia di attività, dalla residenza temporanea, ai punti vendita a km 0, a laboratori per la ricerca. Costituiti da scatole di legno prefabbricate che si aprono e chiudono telescopicamente sono facili da trasportare. Sono dotati alla base di una pedana in legno con piedini regolabili che consentono l’adattamento a qualsiasi tipo di terreno. * componente del raggruppamento formato da: Paolo Colarossi, Rosamaria Faralli, Massimiliano Foffo, Martina Longo, Giovanna Saracino, Luisa Saracino (capogruppo). 19 Il Paradosso | Maggio 2014 Linee per un modello sociale che utilizzi le tecnologie al fine di migliorare la qualità della vita contenendo i consumi e valorizzando il patrimonio culturale ambientale e il paesaggio Parco 2.0 chiave smart per la nuova (geo)comunità Alessandro Dal Piaz, architetto* a proposta mira a delineare una strategia di promozione del territorio che declina il concetto di ecosmart city integrandolo con il riferimento al modello della smart community. Assumendo quali principi cardine la sostenibilità, l’innovazione e l’integrazione delle strategie di sviluppo e valorizzazione della “Città del parco”, sotto i profili ambientale, sociale ed economico, la proposta è finalizzata ad affermare un modello di comunità che utilizzi le nuove tecnologie per incrementare L le dinamiche cooperative e, in tal modo, migliorare la qualità della vita rendendo più efficaci le politiche e le azioni volte a contenere i consumi di risorse non rinnovabili, a tutelare e valorizzare il patrimonio di cultura, ambiente e paesaggio, a sviluppare in connessione e coerenza con esso opportunità economico-imprenditoriali, a rendere più efficienti i servizi collettivi. Nell’ambito di questa visione strategica, la proposta indica specifiche linee di azione per la promozione del 20 territorio attraverso l’innovazione sostenibile e, in particolare, delinea un modello di smart community che facendo leva sulle fonti rinnovabili e sull'efficienza energetica possa utilizzare questa ricchezza anche per la promozione e la valorizzazione turistica del territorio. Linee strategiche Una prima linea di azione riguarda la promozione della governance per Il Paradosso | Maggio 2014 l’attuazione di programmi volti alla sostenibilità energetica ed ambientale, con riferimento specifico al “Patto dei sindaci” (iniziativa di tipo volontario promossa dalla CE, che impegna le città aderenti a predisporre Piani d’Azione finalizzati ad anticipare gli obiettivi di sostenibilità ambientale che l’Europa si è data per il 2020) ed ai correlati programma Energia comune e piano Energia efficiente, volti a promuovere la realizzazione di impianti da Fonti Energetiche Rinnovabili, la realizzazione dei Piani di Azione per l’Energia Sostenibile e l’incremento dell’efficienza energetica degli edifici. Con la seconda linea di azione si delineano proposte specifiche per promuovere la mobilità sostenibile e migliorare la fruibilità dell’area, riducendo, contestualmente, gli impatti ambientali derivanti dalle emissioni inquinanti degli autoveicoli e migliorando le condizioni di accessibilità per i turisti ed i residenti. La terza linea di azione riguarda l’applicazione di nuove tecnologie per migliorare le modalità di fruizione turistica delle risorse territoriali. Proponendo ed esemplificando tre tipologie di itinerari tematici (storico-culturale; naturalistico; produzione di qualità), “assistiti” dalle tecnologie ICT (nelle diverse componenti: informazione, mobilità, servizi al turista ecc.), si mira, da un lato, ad innovare l’offerta turistica rispondendo alle domande emergenti – in tal modo puntando ad incrementare l’attrattività – dall’altro a coinvolgere gli attori locali in una rete collaborativa; l’azione è integrata dalla proposta di realizzazione di una smart-card del Parco che po- trebbe rendere più facile ed efficiente la fruizione della varietà di risorse esistenti. Essa dovrebbe proporre itinerari culturali e naturalistici, visite presso aziende agricole ed attrezzature turistiche, degustazioni, sconti, ma anche, mediante apposita app, informazioni, approfondimenti, mappe, nonché di raccogliere e divulgare le esperienze dei turisti. Itinerari tematici assistiti e smartcard consentono di promuovere anche risorse e territori oggi non adeguatamente valorizzati sotto il profilo turistico, includendoli nei circuiti. Infine la quarta linea di azione mira a qualificare e valorizzare la produzione agricola mediante l’applicazione dei metodi e degli strumenti relativi all’agricoltura di precisione, nuova frontiera per un futuro sostenibile dello sviluppo agricolo e alimentare. Si tratta di una strategia innovativa, in grado di accompagnare l'attività agronomica verso livelli di ottimizzazione, regolando le risposte alle effettive esigenze colturali e alle caratteristiche biologiche, chimiche e fisiche del suolo. * capogruppo dell’équipe tecnica composta da Immacolata Apreda, Giovanni Infante, Giosuè Gerardo Saturno, Valentina Taliercio, Carmine Nardone, Felice Lucia. 21 La frontiera del “locale” di Francesco Di Bisceglie, architetto a frontiera non isola, filtra. Le frontiere, per quanto arbitrarie possano essere (e c’è da sperare che lo siano il meno possibile), sono indispensabili per trovare l’identità necessaria allo scambio con l’altro. Al contrario di quello che sostiene la tesi mondialista, non c’è democrazia senza capacità del corpo dei cittadini, a tutti i livelli, di darsi dei limiti”. Questa frase di Serge Latouche ne “Limite” racchiude il concetto di una nuova identità geografico-storico culturale che gli abitanti dell’area del Cilento e Vallo di Diano, a sud della Campania, nella provincia di Salerno, sentono fortemente di voler concretizzare. Un territorio che fin dai tempi delle colonie lucane e greche è sempre stato unito da un profondo legame di tradizioni, scambi commerciali, costumi, alimentazione, in sintesi da una cultura identitaria “L Riprendere a godere dei frutti dei propri campi e delle bellezze naturalistiche ci aiuterà a vivere meglio e ad essere più ricchi Nuova identità geo-storica ben definita, lontana da quella di Salerno ed ancor più di Napoli. Oggi stiamo subendo le conseguenze di un abbattimento delle frontiere, la cosiddetta globalizzazione, che per lo più si è insinuata con la matrice dell’economia selvaggia e senza frontiere, la quale ha portato ad una crisi di valori, di cultura locale, di abitudini, all’eccessivo consumismo, alla ricerca del superfluo, che ci fa vivere spaesati e che ci ha reso più poveri! Il ritorno agli aspetti di comunità, localistici, potrebbe essere l’unica salvezza! Riprendere a godere dei frutti dei propri campi, delle bellezze naturalistiche a due passi da casa, l’acqua, il bosco, i fiumi, il mare, gli altipiani, la montagna ci aiuterà a vivere meglio e ad essere più ricchi. L’idea di questo lavoro si basa sulla valorizzazione del patrimonio esistente nel Parco del Cilento e Vallo di Diano, per elevare gli standard qualitativi del vivere quotidiano e creare economia per le prossime generazioni. Il Piano Territoriale Regionale della Campania individua nell’ambito 5 l’area del Cilento e Vallo di diano. Il recente Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno poi suddivide questo territorio in due macro ambiti identitari: Città Vallo di Diano; Cilento, Calore, Alento, Mingardo, Bussento ed Alburni nord est. Analizzeremo la Città Vallo di Diano, a dominante di sviluppo ru22 rale-culturale; ed alcune zone della area a dominante naturalistica quali il Bussento con il golfo di Policastro-Sapri; l’area territoriale che comprende Vallo della Lucania ed Ascea; ed il “Cuore del Parco”, co- Il Paradosso | Maggio 2014 stituito da una miriade di tanti piccoli comuni incastonati nello splendido scenario naturalistico interno della Regione-Parco. Le invarianti che si dovranno garantire e implementare nella gestione della “regione-Parco” saranno: istruzione, formazione, ricerca; tirocinio, apprendistato, occupazione, impresa; alimentazione, benessere psico-fisico; turismo, cultura, rappresentanza politicoculturale; collegamenti, trasporti eco-sostenibili. Basilicata ) che dall’approdo dal mare, oltre che collegare con rete ferrata e carrabile il “Cuore del Parco” l’area Ascea-Vallo della Lucania, e il Vallo di Diano. L’intervento più importante è costituito dalla creazione del Polo di Scienze, Biologia ed Energia del Mare. L’area ipotizzata è quella dell’ex cementificio, tipico esempio di archeologia industriale, che da quasi quarant’anni giace in completo abbandono, costituendo un pericoloso ed improduttivo detrattore urbano Vallo di Diano I comuni interessati sono: Pertosa, Polla, Sant’arsenio, San Pietro al Tanagro, Atena Lucana, San Rufo, Sala Consilina, Teggiano, Padula, Sassano, Monte San Giacomo, Montesano, Buonabitacolo, Sanza, Casalbuono. Questo territorio, una delle “porte principali” di accesso al Parco del Cilento e Vallo di Diano, è immaginata, quindi, come una piattaforma logistica, dove giungono e ripartono nella “Regione-Parco” turisti, studenti, merci. Tali categorie conseguenti alle vocazioni ipotizzate per il rilancio della Città Vallo ed al servizio dell’intero Parco: Città di Sala Consilina (Facoltà universitaria scienze agro-alimentari, zooteche e conserviere, e marketing di settore); Padula e Teggiano (Polo di alta formazione in discipline di marketing eco-sostenibile, specializzazione nazionale in eco-design, “BioClima Parco” - gestione e riciclo dei residui delle demolizioni edilizie). forum internazionali, conferenze e workshop tematici, oltre che la formazione universitaria in scienze del mare. Inoltre, lungo l’intera area costiera in questione, è ipotizzata la costruzione di una filovia elettrica, a servizio degli abitanti e turisti, delle spiagge attrezzate, da Scario (frazione del Comune di San Giovanni a Piro) a Sapri: lunghezza di circa 18km, con 30 fermate, per un costo approssimativo di 23 milioni di euro. I comuni interessati sono: San Giovanni a Piro (con la frazione di Scario), Santa Marina (con la frazione di Policastro), Ispani (con la frazione di Capitello), Vibonati (con la frazione di Villamare), Torraca, Sapri, Morigerati, Torre Orsaia, Caselle in Pittari, Casaletto Spartano. Ascea-Vallo per la città Saprese. Anche per quest’area si prevede un indotto economico legato al flusso di studenti, italiani ed esteri (nell’ambito dei programmi di interscambio universitario) tirocinanti che ogni giorno arriveranno nella città di Sapri ( servita anche dalla linea ferroviaria nazionale dell’alta velocità), o che decideranno di locare un fabbricato del posto, ottenendo incentivi dai singoli comuni per le case nei centri storici. Un centro di alta formazione superiore sullo studio e la Golfo di Policastro tutela del Mare Nostrum con aule, laboratori, sale conferenze, molo deQuesta è un’altra interessante “por- dicato per mini sommergibili ed imzione” del vasto territorio del Parco barcazioni per prelievo e del Cilento e Vallo di Diano, che co- monitoraggio delle acque, della stituisce un ulteriore porta di ac- fauna marina e della pesca nel Mecesso sia per via terrestre (dalla diterraneo. Si prevedono master e 23 Quest’area del Parco è forse la più rappresentativa per storia, cultura e politica, e costituisce il polo identitario “la capitale” della “Regione Parco”. Si prevede: museo internazionale della storia e cultura del mediterraneo; nuovo museo archeologico dell’antica Velia sede di master in storia della filosofia; workshop, simposi letterali e filosofici; la fondazione italo-greca. La storica sede del Parco, fin dalla sua prima istituzione; centro direzionale ed amministrativo importante per l’area occidentale del territorio. Si prevede: sede istituzionale del Parco del Cilento e Vallo Di Diano; workshop, master, simposi, stages sui bio-parchi dell’area mediterranea; master in relazioni politico-culturali e cooperazione del mediterraneo; sede della Federazione Parchi del Mediterraneo; Centro Scientifico Divulgativo Internazionale sulla “dieta mediterranea”. Il Paradosso | Maggio 2014 Questo territorio, inoltre ha delle peculiarità paesaggistiche importanti , con le splendide spiagge del suo litorale, oltre che le colline dagli uliveti di alto pregio, di cui si ipotizza una denominazione di origine protetta, con marchio ”bio Parco”. Anche per questa porzione di costa del Cilento si prevede una filovia elettrica, da Pioppi ad Ascea Marina: lunghezza di circa 11km, con 16 fermate, per un costo approssimativo di 14 milioni di euro. I comuni interessati sono: Vallo della Lucania, Ascea (con la frazione di Marina di Ascea), Casalvelino (con la frazione di Marina di Casalvelino), Pisciotta, Ceraso, Novi Velia, Castelnuovo Cilento, Stella Cilento. Si creerà un nuovo indotto economico di tipo culturale – seminaristico – conferenziale, pertanto si prevede la realizzazione di strutture di ricezione alberghiera adeguate ai più alti standard internazionali. fitto–vendita, creando un mercato immobiliare appetibile; realizzazione di rete a fibra ottica e wi-fi per tutti i paesi; alti standard qualitativi dal punto di vista energetico (classe A+) in caso di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, garantendo la possibilità dell’installazione di impianti fotovoltaici e solari termici su tutti gli edifici, ad eccezione di quelli vincolati (da esaminare caso per caso); realizzazione della pubblica illuminazione con sistema a led, per abbattere i costi e “Cuore del Parco” Qui il tempo pare non scorrere affatto! Si tratta del territorio più affascinante dal punto di vista ambientale, dove la natura è “sacra” perché incontaminata! Flora e fauna, fiumi, monti, vallate e piccoli borghi costituiscono un unicum che rappresenta, insieme alle coste marine l’attrazione principale per il turismo verso il Parco. L’obiettivo per questa vasta area del Parco è di: evitare lo spopolamento della miriade di piccoli paesi, preservare la natura, creare occupazione, conservare la memoria storica dei borghi, distribuire ed implementare la rete delle tecnologie per la comunicazione veloce. Si prevedono questi interventi: creazione del sito web: “la tua casa nel parco”, per favorire la pubblicità dei fabbricati disponibili per l’af- per ridurre l’inquinamento luminoso; raccolta e catalogazione in una mediateca per ogni comune di racconti, detti e canzoni che gli anziani dei paesi conservano preziosamente; introduzione di torrette per la ricarica di veicoli elettrici in tutti i luoghi pubbici e nei pressi degli edifici comunali; incentivi per favorire il tele lavoro nei borghi del “cuore del Cilento”. Paesi interessati: Ottati, Corleto Monforte, Sant’Angelo a Fasanella, Castelcivita, Controne, Aquara, Castel San Lorenzo, Roccadaspide, Bellosguardo, Roscigno, Sacco, Piaggine, Laurino, Felitto, Monteforte Cilento, Magliano Vetere, Stio, Campora, Valle dell’Angelo, Perito, Orria, Gioi, Moio della Civitella, Cannalonga. 24 Nelle aree Città Vallo di Diano– Ascea e Vallo della Lucania e Golfo di Sapri-Policastro si prevedono dei nodi di interscambio modale, dove si intersecano la viabilità esistente, quella di progetto e le reti ferroviarie esistenti e di progetto. Qui gli abitanti, gli studenti, i lavoratori ed i turisti della Regione Parco potranno noleggiare bici, motocicli ed auto elettriche, ed inoltre potranno usufruire di mezzi elettrici di trasporto collettivo (filovia/tram costieri), pubblico e privato. Tutti i nuovi poli di formazione universitari e post universitaria avranno al loro interno postazioni di ricarica per i veicoli elettrici. Grazie a partenariati pubblico –privati e ad una forte politica di incentivi si mirerà a rendere la Regione Parco, la prima per numero di veicoli, pubblico privati di tipo elettrico. Cilento Blueways I tracciati ecologici Rigenerazione territoriale significa selezione di nuove azioni e di adeguate strategie atte a valorizzare i paesaggi d’acqua del comprensorio Trame e greenways fattori progettuali incentrati sul valore delle relazioni… I fiumi simboli di rinnovate identità di Elena Dorato, architetto * l progetto parte dall'acquisizione del tema della valorizzazione della rete idrografica come corridoio ecologico e come infrastruttura culturale, valutando le peculiarità e le interazioni tra queste due concezioni del bene naturale e paesaggistico. Tema centrale è la valorizzazione dei paesaggi delle acque interne affrontati secondo tre chiavi di lettura principali: l’ecologia come paradigma per le politiche di sviluppo locale; il progetto di territorio come progetto di paesaggio; le trame e le greenways come fattori di un progetto incentrato sul valore delle relazioni (ambientali, paesaggistiche, identitarie, socio-economiche). La proposta progettuale Cilento Blueways individua l’ambito specifico della vallata del fiume Calore come luogo di sperimentazione del progetto, modello poi replicabile in altre porzioni del territorio, in quanto mantiene alcune costanti: i) la considerazione del fiume come spazio pubblico di valore patrimoniale, legato alla presenza di insediamenti storici urbani e rurali; ii) il fiume come spazio naturale o da ri-naturalizzare (corridoio ecologico, fattore di biodiversità anche urbana); iii) la capacità del fiumi di porsi come fattore di identità culturale di un territorio. L’obiettivo riguarda, quindi, l’innovazione metodologica e tecnologica della lettura e dell'interpretazione del paesaggio, che produca immagini e strumenti in grado di fornire suggestioni agli attori locali. Il nostro progetto vuole agire nell’ambito di tutti e quattro gli assi strategici individuati dal Piano del Parco, attraverso un intervento che si pone i seguenti obiettivi: sviluppare una gestione I integrata delle risorse naturali e delle attività antropiche; migliorare le prestazioni di fattori endogeni dello sviluppo e favorire la diffusione e la valorizzazione di piccole imprese; sviluppare il turismo sostenibile e la fruizione sociale; valorizzare i caratteri identitari del patrimonio insediativo. “Reti e trame dal locale all’area vasta” Il progetto vuole porre le basi per tracciare linee guida d'intervento riguardanti le modalità di completamento della rete ecologica e l’individuazione di altre reti fruitive o greenways che dovranno coesistere ed integrarsi. La strategia d’azione e di tutela si basa sul collegamento delle aree di interesse paesistico-ambientale presenti sul territorio fino a creare una rete continua. La rete si compone di aree centrali di primo interesse dette core areas, collegate attraverso corridoi ecologici e dall’individuazione di aree di riqualificazione funzionali alla rete stessa. La rete ecologica è un sistema gerarchico che quindi si caratterizza per la sua scala geografica: dalla realtà locale all’area vasta. Così concepite, tali reti rivestono un’importanza strategica non solo nei processi di pianificazione, ma anche dal punto di vista delle politiche urbane e territoriali, rappresentando il luogo di riqualificazione dello spazio naturale nei contesti antropizzati e influendo con problematiche 25 quali: l’uso e consumo del suolo, la frammentazione territoriale, la sostenibilità e lo sviluppo insediativo. Intervenire promuovendo reti ecologiche e greenways diviene indispensabile se l’obiettivo è quello di ri-strutturare il paesaggio attraverso la valorizzazione delle sue componenti culturali e naturali all’interno di una visione strategica e complessiva. Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano costituisce uno degli ambiti fondamentali nel sistema Rete Ecologica prevista per la Provincia di Salerno: valorizzando il reticolo idrografico che ancora caratterizza il territorio è possibile creare un sistema articolato di greenways e di aree nodali interconnesse in grado di potenziare e valorizzare il paesaggio, tutelando e migliorando l’habitat di specie autoctone (animali e vegetali), facilitando la fruizione del territorio da parte degli abitanti e dei potenziali turisti e, non da ultimo, fornendo uno stimolo ai processi di riqualificazione urbana. attraverso il quale è possibile iniziare un processo di cambiamento, che tenga conto dell'alto valore naturale e paesaggistico del Parco da un lato e della necessità di crescita e promozione del benessere locale dall'altro. Partendo dal presupposto che la rete fluviale caratterizza l'intero territorio ed è arricchita dagli elementi naturalistici e antropici già presentati, si è scelta quale area per l'interevento-pilota l'ambito interno dell’Alto Calore Salernitano. L’obiettivo principale è la valorizzazione e la messa in rete delle emergenze culturali e naturalistiche che arricchiscono il bacino fluviale del fiume Calore, dalla sua fonte sul Monte Cervati fino al suo congiungimento col fiume Sele. L'approfondimento proposto costituisce un modello d'intervento replicabile nei comuni del Parco attraversati da altri corsi fluviali, con l'intenzione di ampliare la rete secondo una visione generatrice di sviluppo e crescita sostenibile. Acqua come struttura Corridoi ecologici Cilento Blueways identifica il sistema fluviale come elemento di connessione diffuso omogeneamente su tutto il territorio. Il progetto affianca alla rete fisica delle acque fluviali interne la messa a sistema degli altri elementi identitari del territorio, per poter dare avvio a una visione unitaria di sviluppo territoriale. Le bellezze naturali come grotte, risorgenze, inghiottitoi e gole diventano le polarità della rete, i fulcri da cui partire per rilanciare il territorio cilentano. L’acqua non è solo attrazioni naturalistiche, ma anche patrimonio culturale testimoniato dal ricco patrimonio di architettura rurale e dagli antichi mulini ad acqua. L’acqua diventa l'elemento conduttore Le blueways, o trame d’acqua, sono percorsi fluviali facilmente accessibili e dotati di strutture per lo sport e il tempo libero che, in generale, vengono sviluppate dagli enti locali al fine di promuovere un’educazione ecologica sensibile e attenta, preservando la ricchezza della biodiversità e sviluppando un turismo green. La rete del sistema delle acque intese come blueways, maglia strutturante il territorio interno e potenziale vettore dello sviluppo locale, è un concetto contemporaneo e largamente diffuso. Le acque dei fiumi cilentani oltre a rappresentare un ricco patrimonio naturalistico possono essere fonti di energia e vettori di processi eco-sostenibili. Ad esem26 pio, i numerosi borghi storici potrebbero trarre giovamento dalla creazione di un nuovo sistema di fitodepurazione a flusso sommerso che utilizzi l'acqua fluviale e alcune specie vegetali tipiche delle zone umide. Al fine di preservare l’integrità del corridoio ecologico, vengono individuate le aree strategiche d’intersezione in cui il sistema ambientale può sopportare la pressione portata dalla rete fruitiva. Si tratta di aree adiacenti agli agglo- merati urbani dei comuni coinvolti nel progetto, poiché territori in cui sono già presenti strutture ricettive e attività turistiche da potenziare. Le attrattive d’acqua, polarità della rete fruitiva, dovranno quindi venir connesse tra loro attraverso percorsi differenti da quelli prettamente ecologici, al fine di mantenere e/o ripristinare gli ambienti naturali locali e la biodiversità. I mulini Nel territorio cilentano persistono degli elementi antropici che testimoniano il passaggio e il presidio dell’uomo attraverso varie epoche: si tratta principalmente di antiche fortificazioni, di masserie e di mulini, Il Paradosso | Maggio 2014 un tempo utilizzati per la macinazione dei cereali e strettamente connessi con i corsi d’acqua. Il valore patrimoniale di questi manufatti di architettura rurale non è solo fisico, ma anche e soprattutto immateriale, legato ad una memoria storica ricca e degna di essere preservata e tramandata alle generazioni future. Il progetto propone il recupero e la ristrutturazione dei mulini come nuovi contenitori funzionali a servizio di un eco-turismo di qualità e di conservati come tali, al fine di ospitare le numerose specie animali che nidificano negli ambienti umidi lungo le sponde del Calore. Quest’azione si allinea con le indicazioni del PTCP laddove si ipotizza il rafforzamento della rete ecologica anche attraverso la rete dei ruderi. Altra proposta è di ripristinare la funzione originaria di alcuni mulini riattivandoli per la produzione di energia pulita. Alcuni sistemi miniidroelettrici permettono la produzione di energia sufficiente all’autoconsumo e, necessitando di un salto e una portata d’acqua minimi, ben si prestano ad essere utilizzati sul territorio cilentano. Gli spazi degli antichi carcerari vengono recuperati come luoghi di produzione di energia, mentre il piano superiore può ospitare spazi didattici e pedagogici. Smart Park uno sviluppo locale consapevole delle enormi potenzialità del suo territorio. La loro localizzazione lungo le rive dei fiumi consente di determinare una rete che li connetta in un percorso fruitivo alla riscoperta delle bellezze presenti sul fiume Calore e sui borghi limitrofi. I mulini meglio conservati si prestano a ospitare diverse funzioni: centri culturali e museali e piccole strutture ricettive in cui sostare nelle pause dalle diverse attività che il fiume offre e pernottare a contatto con la natura. Il mulino diventa così un centro di promozione delle tipicità cilentane e la qualità e i marchi dop/doc possono esservi esposti e pubblicizzati, in un ambiente che esalta la tradizione, a diretto contatto con l’acqua e il territorio. I mulini in stato di rudere vengono All'acronimo di “smart” vanno associati i concetti base che ci hanno guidati, declinazioni dell'aggettivo quali sostenibilità, eco-compatibilità, sviluppo locale, rivitalizzazione economica del territorio a partire dalle sue peculiarità e, non per ultimo, l'utilizzo di nuovi supporti tecnologici. Secondo la nostra interpretazione, la creazione di uno Smart Park è un processo lungo e complesso che necessita di azioni contemporanee e complementari su due diversi fronti: quello interno dell'organizzazione degli attori locali, pubblici e privati, e quello esterno della promozione del territorio e dell'attrazione di investimenti. Lo strumento più semplice ed accessibile capace di mettere insieme questi aspetti è la “app”: Cilento blueWAYS diventa, così, una strategia di marketing contemporanea e largamente diffusa. Questa applicazione, scaricabile 27 gratuitamente da internet su smartphone o tablet, potrà guidare il visitatore alla scoperta del territorio cilentano grazie alle sue mappe di percorsi, strade e sentieri, alla localizzazione GPS -funzionante anche senza l'ausilio della connessione internet-, ad un calendario eventi ricco e sempre aggiornato e ad una rubrica di numeri utili. Oltre ad essere una guida virtuale pratica e funzionale, offre un modo nuovo, divertente e più conveniente di vivere il territorio: grazie alla creazione di una rete di commercianti, aziende ed operatori locali convenzionati, i possessori dell'applicazione godranno di sconti e offerte su prodotti e attività che sapranno trasformare il soggiorno in Cilento in un'esperienza indimenticabile. Inoltre, il miglioramento della proposta ricettiva e la creazione di nuovi servizi aumenteranno l'attrattività del territorio, creando nuova occupazione e migliorando la qualità della vita dei residenti. La promozione del territorio tramite questo strumento tecnologico semplice, gratuito e alla portata di tutti, insieme con il recupero e la ri-funzionalizzazione dei vecchi manufatti legati all'acqua e il completamento di una rete fruitiva adeguata ed ecocompatibile, potrà fare delle vallate interne del Cilento una meta ambita e ben inserita nei circuiti turistici Italiani ed internazionali. *Componente del raggruppamento composto da: Marco Zaoli (capogruppo), Alice Clementi, Valentina Di Mascio, Elena Dorato, Romeo Farinella, Agostino Maiurano, Antonio Marseglia, Cinzia Rinaldesi. Trekking per nuove avventure ’idea base è un itinerario escursionistico (naturalistico, storico-culturale ed enogastronomico) da Sapri ad Agropoli (nel caso con integrazione Rofrano-CamerotaSapri), un pacchetto completo di offerte ecoturistiche (bi, tri e quadri stagionali) per i “cittadini” europei, italiani e meridionali. 176 kilometri di sentiero escursionistico, attrezzato con tabelle e tabelloni informativi (Museo Diffuso), 18 Centri Storici attraversati, aree naturali e storicoculturali, promozione dell’edilizia locale (Albergo Diffuso), della filiera enogastronomica, dell’ artigianato, delle feste e sagre popolari. Cui si aggiunge una consistente ricostruzione dei boschi autoctoni d’alto fusto, degli ecosistemi locali e del paesaggio naturale (crediti di Carbonio). Pragmaticamente, i costi dell’ intervento pubblico sono ridotti al minimo (€ 1.098.000, di cui € 500.000 per la rinaturalizzazione), invece le ricadute per imprenditori e mano d’opera sono consistenti: già solo in fase di avvio (turismo monostagionale): si stimano realisticamente giornate lavorative per circa n/anno 4.680 ed utili d’ impresa per circa €/anno 840.000. Con la sicurezza di una tale prospettiva diventa reali- L 28 stica anche per il Cilento (come già avvenuto altrove) l’ attivazione e la crescita della vasta rete di microimprenditori locali (affittacamere, bar, osterie, alimentari, artigianato, folk e cultura, ecc.), cui spetterà il anche compito di adeguare idoneamente l’ edilizia locale, con il sostegno di necessari incentivi fiscali ed amministrativi. Pragmaticamente, per promuovere lo sviluppo dell’iniziativa ed il necessario turismo bistagionale, fin da oggi sono necessari due interventi immateriali: la stampa di una specifica Guida Escursionistica; l’allestimento di due Servizi Informazione e Coordinamento (a Sapri ed Agropoli). Le principali caratteristiche dell’dea base sono: una risposta sociale e culturale alla domanda di turismo sostenibile, storico-naturalistico ed enogastronomici (a livello meridionale, nazionale ed europeo) nel contesto della “Filiera Italiana Green”; l’impatto ambientale zero = 0 (per centri storici, valli agricole ed ambienti montani); la creazione di una rete economica (turismoagricoltura-commercio-artigiantao) consona alla identità di luoghi e popolazione, capace di moltiplicare lo sviluppo sostenibile di tutto il Cilento (zone montuose, vallate interne, ecc.); l’ampliabilità nel tempo ad altre zone del Cilento, la replicabilità nel Cilento ed in altre zone montane del Mezzogiorno; la realizzabilità per fasi e stralci, nonché la concretezza attuativa. Il Paradosso | Maggio 2014 Navigare tra mare e monti Il progetto identifica otto ambiti e ciascuno ha per riferimento un comune hub attorno al quale si definiscono hot spot territoriali per nuove connessioni Si darà vita a centri aggregativi identitari da cui partire per esplorare i luoghi della Città del Parco, connettendo le aree interne e la fascia costiera… di Antonia Gravagnuolo, architetto * l progetto Walkthrough Cilento ha come obiettivo la valorizzazione del paesaggio del Cilento attraverso la ri-scoperta del suo patrimonio materiale e immateriale. Il progetto Walkthrough Cilento è finalizzato al coinvolgimento della comunità locale nella identificazione dei valori del territorio attraverso il coinvolgimento della comunità nella segnalazione di luoghi ed eventi, e grazie ad una app/portale in grado di connettere in maniera diretta i visitatori e gli utenti locali. Il progetto mira ad integrare l’offerta turistica diffusa su tutto il territorio e incoraggia il visitatore ad esplorare luoghi, storie, sapori, odori ed immagini del Cilento. Il progetto adotta una visione strategica basata su una lettura policentrica del territorio. Sono identificati otto ambiti di riferimento, individuati analizzando la struttura territoriale del Cilento. Ogni ambito ha come punto di riferimento un comune hub attorno al quale si definiscono una serie di hot spot territoriali (borghi rurali, punti di interesse storico, ambientale, aziende agricole etc) che strutturano nuove connessioni (materiali ed immateriali) per la riscoperta del patrimonio territoriale del Cilento. La strutturazione in centri aggregativi identitari, da cui partire per esplorare i luoghi della Città del Parco, ha l’obiettivo di connettere le aree interne alla fascia costiera, ridurre la pressione antropica sulle coste durante il periodo estivo e destagionalizzare il turismo aumentando l’attrattività e l’accessibilità dell’entroterra. Il Cilento è culla di biodiversità. La terra generosa e speciale, le sorgenti copiose, il lembo di mare che la adorna, le montagne ricche di ogni cosa, sono i doni, le I “Diversità biologica come dono La sfida di Keys…” energie elementari di cui essa è ricchissima – quelle in cui gli antichi radicarono le origini del mondo e i giacimenti delle civiltà. La terra del Cilento è la macchia mediterranea nella totalità dei suoi colori – ed è la terra del grano e dei campi, delle viti e degli ulivi, dei boschi e delle fascine, dei castagni e dei funghi, dei pomodori e dei fichi, dei sorbi e dei noci, dei mirtilli e delle ginestre. Di meravigliose piante officinali. Questi doni furono la fortuna della civiltà cilentana. Le donarono forza, longevità. Fu per questo che il biologo nutrizionista americano Keys incuriosito da queste caratteristiche si stabilì sulle sue coste. Comprese come i doni di questa terra custodissero il segreto di quella longevità e benessere. Dai suoi studi nascerà la Dieta Mediterranea. La generosa terra cilentana insieme alla singolarità dei suoi prodotti possono essere una grande opportunità per fronteggiare questo momento di crisi Qui si può proporre una nuova economia rispondente a una elaborazione culturale più avanzata e ricca del nostro rapporto col cibo, che incorpora anche una superiore visione della pratica agricola come parte di un ecosi29 Il Paradosso | Maggio 2014 sorse ambientali e culturali locali. Il marchio di progetto è stato pensato per affiancare il marchio del Parco, vero simbolo identificativo del territorio. Il segno si connota come declinazione del marchio principale riprendendo le forme della primula di Palinuro (soggetto del simbolo territoriale) ma proponendo una prospettiva dall'alto del fiore. I petali che costituiscono la corolla rappresentano gli 8 territori identificati dal progetto. I "campi da gioco" si uniscono nel macroambiente Cilento e si irradiano verso altri territori utilizzando le onde elettromagnetiche delle tecnologie smart o semplicemente la diffusione delle informazioni attivate dai visitatori fisici del Parco. La vision sottesa al progetto contiene una valenza comunicativa che ha l’obiettivo di suggerire una nuova lettura territoriale per uno sviluppo auto sostenibile fondato sul patrimonio rurale del Cilento. Le azioni progettuali previste per aiutare il cittadino del Cilento ed il visitatore a ri-scoprire il patrimonio territoriale e costruire un’identità comune della Città del parco sono: la realizzazione di un’identità visiva comune e un’infografica territoriale attraverso l’identificazione di hot spot territoriali tra i Comuni hub che metta in relazione gli ambiti territoriali della nuova visione della Città del Parco; la realizzazione di un’applicazione di gioco per dispositivi mobile (smartphone, tablet) che abbia l’obiettivo di coinvolgere più Marketing territoriale attivamente i cittadini giovani e un nuovo target di visitatori della Città L’idea di marketing territoriale prodel Parco. posta si basa sulla dimensione della Walkthtough Cilento è una app per (ri)scoperta della storia e delle idensmartphone e tablet che vuole aftità locali e sulla costruzione di un frontare il viaggio alla scoperta del legame con il territorio e la comunità Cilento come una caccia alle ricche continui anche dopo la visita. La chezze nascoste di questa magnifica app/portale permette di scoprire fa- terra. cilmente realtà ricettive alternative È un gioco, ma al contempo un sie innovative, che valorizzano le ri- stema di navigazione, un’occasione stema da conservare. L’agricoltura su cui si può puntare in queste terre è di qualità perché essa utilizza con nuova consapevolezza culturale un’attività produttiva fondata sulla valorizzazione di un dato storico eminente della nostra millenaria tradizione produttiva: l’incomparabile ricchezza della biodiversità agricola cilentana da preservare e tutelare. Inoltre ad essa potrebbe essere legata l’organizzazione di una distribuzione alternativa (tramite i Gas, i gruppi del commercio eco-solidale, a km 0, ecc.). La diversità e varietà dei sapori, la salubrità e ricchezza vitaminica e minerale del frutto, la sua freschezza e assenza di conservanti e residui chimici, ne fanno un bene che acquista anche sotto il profilo culturale un nuovo valore. Questa esigenza contemporanea di gestione dell’agricoltura, che mischia tradizione e ricerca, rispetto e innovazione può divenire interessante anche per chi vorrà visitare il Cilento. Un nuovo tipo di sensibilità nutrito dalla consapevolezza della necessità di nuove forme di vita di fronte alla nefandezza dei consumi e alla decadenza delle città potrebbe trovare qui esempio e dimora. Potrebbe dare nuove motivazioni di passaggio e forse anche di permanenza, più o meno lunga, ad un particolare e sempre più numeroso tipo di turismo che riporterà a casa un'altra idea di mondo. 30 e un incentivo al viaggio, un sistema di relazione con il territorio e con gli attori locali. Dunque la esplorazione del territorio avviene attraverso il sistema di gioco, che consiste in una serie di mini giochi che si attivano nei pressi dei punti di interesse/hot spot/tappe. Ogni tappa pertanto diventa uno scenario di gioco, che una volta superato consente di accedere a contenuti multimediali che descrivono il luogo in cui si trova. Ad accogliere il visitatore nel si- stema gioco sarà un personaggio chiave legato alla cultura del territorio; in questo caso è stato scelto uno dei maestri della scuola filosofica eleatica, Parmenide di Elea: “Ciao, sono Parmenide. Io sarò la tua guida attraverso le terre eleatiche, alla scoperta delle ricchezze della terra, le meraviglie della natura, le arti degli uomini. Sarà un viaggio lento, durante il quale ti chiederò di risolvere qualche enigma. La ricompensa tuttavia sarà sempre preziosa. Ti auguro di imparare a godere di questo viaggio dell’anima, della mente e del corpo, e di portare con te per sempre quanto avrai vissuto sulla mia terra”. Il gioco consiste in diversi scenari corrispondenti ai diversi campi di gioco/ambito rurale. Ogni scenario è un ambiente di gioco indipendente che può essere giocato senza percor- Il Paradosso | Maggio 2014 rere distanze eccessive. Alla risoluzione del gioco si attivano i contenuti multimediali che descrivono il punto di interesse. Si tratta di testi, immagini, video, augmented reality che consentono all’utente di vivere pienamente la esperienza cilentana. Ancora la risoluzione del gioco attiva la possibilità di interazione con altri utenti: è previsto un sistema di feedback, per lo scambio delle opinioni tra gli utenti. Infine a seguito della risoluzione di un gioco si attivano i percorsi consigliati. Il sistema seleziona dal database degli hot spot quelli più prossimi a quello appena visitato così come quelli della medesima categoria (santuario, area archeologica, azienda agricola, panorama, ecc). Dal punto di vista del gestore del progetto i dati rappresentano qualcosa di molto prezioso. L’utente, preliminarmente al gioco, si sarà registrato presso il sito lasciando i propri dati, tra cui email e/o il numero di telefono mobile. Questo è uno strumento preziosissimo per rimanere in contatto con gli utenti e informarli di quanto avviene sul territorio. In secondo ordine vengono registrati tutti gli accessi ai punti di interesse; questo consente al gestore del sistema di capire quali sono i punti più visitati e in quale periodo, in modo da realizzare delle campagne di promozione dei punti sottoesposti, ma anche programmando manutenzioni e personale per le postazioni più visitate, ecc. Infine risulta utile la presenza del sistema di feedback. Se per gli utenti questo costituisce un’occasione di socializzazione delle esperienze, per il gestore costituisce uno strumento prezioso per capire cosa migliorare, quali sono i problemi riscontrati, quali difficoltà presentano i luoghi chiave del territorio, ma anche quali sono i punti di forza del territorio. Da un punto di vista più strettamente finanziario-economico, il progetto offre una ampia gamma di opportunità di business, molte delle quali orientate al settore del marketing offerto alle aziende con vocazione turistica dell’area vasta dell’intera area del mediterraneo. In tal senso dunque è possibile immaginare la sostenibilità del progetto con fondi privati, senza tuttavia prescindere da un coinvolgimento, quando non finanziario quantomeno organizzativo e concertativo degli enti pubblici. Un’occasione importante di promozione della nuova Città del Parco è rappresentata dal prossimo Expo 2015 per valorizzare la conoscenza delle “tradizioni alimentari” come elementi culturali e di salvaguardia del paesaggio rurale. Uno dei punti di forza di Walkthrough Cilento è la sua integrabilità con altre idee progettuali ed iniziative finalizzate alla valorizzazione del territorio cilentano. L’elaborazione di uno strumento soft che si arricchisce con l’utilizzo e si modifica nel tempo in base alle esigenze del territorio si pone in un’ottica sinergica con altre iniziative ed allo stesso tempo permette alle istituzioni di individuare i valori percepiti e monitorare il territorio ampliando la base di dati disponibile a supporto dei processi decisionali. 31 Le attese Aumento delle visite nei borghi interni degli Ambiti Territoriali rurali e dei Comuni HUB dotati di punti di interesse più facilmente raggiungibili. Coinvolgimento dei residenti nell’arricchimento continuo delle informazioni presenti sulla piattaforma virtuale, rafforzamento del rapporto di partecipazione e immedesimazione dei cittadini e dei visitatori della Città del Parco. Coinvolgimento del visitatore in un’esperienza culturale “totale” (aspetti culturali, religiosi, folcloristici, enogastronomici) in grado di anticipare e proseguire nel tempo oltre la visita “fisica” alla Città del Parco e creare un legame “sentimentale” con il territorio. Miglioramento del livello di sicurezza e rispetto della legalità nelle relazioni economiche e sociali tramite un sistema di feedback dei servizi offerti. Rafforzamento del coinvolgimento del partenariato e del sistema di sponsorizzazione privato in grado di implementare i processi virtuosi nel territorio. Coinvolgimento delle associazioni nell’aumento della vitalità culturale del territorio e rafforzamento dell’economia “civile” e delle relazioni economiche locali. * Capogruppo dell’équipe tecnica composta da Alfonso Di Domenico, Amedeo Di Marco, Marianna Borriello, Anna Maria Fariello, Arturo Lamberti Il Paradosso | Maggio 2014 loro isolati geograficamente e relazionalmente, i principali sono: Velia, il villaggio della Baia Tirrena, gli insediamenti prima dei campeggi, gli insediamenti nella piana tra Marina e Velia, Grisi, Pennino, l’insediamento alla foce dell’Alento, gli insediamenti realizzati sulla strada collinare tra la stazione ed Ascea Capoluogo, gli insediamenti sparsi nell’entroterra nella zona di S. Maria e della Baronia, i vari complessi di agriturismo nell’entroterra fino alla frazione di Terradura. Appaiono poco frequentate le pur encomiabili iniziative culturali; soprattutto appare deserta quella che dovrebbe essere la maggior attrattiva: l’area archeologica. Si può dedurre che, se da un lato la città ha bisogno di nuovi spazi per favorire la nascita di luoghi di svago turistico, dall’altro ha l’obbligo morale e culturale di sfruttare le enormi risorse che al momento risultano snobbate. Le proposte mirano, quindi, al duplice scopo di: mitigare la doAnalisi manda del tipo di turismo che attualmente fruisce dei servizi del La proposta progettuale parte da paese; sfruttare l’offerta, cioè indiun’analisi tesa ad evidenziare: le viduare soluzioni capaci di favoinclinazioni socio-culturali della rire l’incremento di un turismo che cittadina, le potenzialità turistipossa essere attratto dalle risorse che e commerciali; la conformadel paese; rendere Ascea un rifezione urbanistica, le connessioni rimento per un turismo più sensiviarie, i collegamenti tra i punti bile alle ricchezze culturali, di interesse; gli aspetti dell’of- archeologiche, paesaggistiche, ferta turistica e le caratteristiche storiche ed etnologiche della città. della domanda, individuando le L’obiettivo è ricercare interventi contraddizioni e proponendo so- che trasformino una realtà costiluzioni che le porti a conver- tuita da insediamenti chiusi ed isogenza, compatibilmente con lati in una città viva, policentrica, l’aspetto paesaggistico e geomor- nella quale le varie parti costituenti fologico e nel rispetto dei vincoli la città siano armonicamente collenormativi. gate tra di loro e/o collegati ad un Il luogo di maggior interesse tu- nucleo baricentrico che sia di ristico è Marina di Ascea. Ac- grande richiamo turistico e cultucanto alle frazioni storiche rale ed offra i servizi richiesti dal esistono altri insediamenti tra di turismo di massa. l turismo asceota, dopo uno slancio risalente al secondo dopo guerra, coinciso con la realizzazione della rete ferroviaria ed il conseguente formarsi dei primi nuclei turistici, si è assestato su un target non sempre sensibile alla pur preziosa offerta turistica del paese. Ad un’offerta turistica considerevole dal punto di vista naturalistico (assume particolare valenza la zona della Baia Tirrena), climatico (la cittadina è situata in un anfiteatro naturale costituito da colline e da monti che garantiscono un clima generalmente godibile per tutto l’anno) e culturale (i resti dell’Antica VeliaElea) si contrappone una domanda turistica di locali notturni, punti di interesse collettivo, collegamenti viari più efficienti. È evidente una contraddizione che costituisce il limite ad una crescita della città: la domanda non coincide con l’offerta. Ascea I Tre tratte per un’idea prospettica Il progetto mira a sfruttare l’offerta per promuovere soluzioni capaci di incrementare il turismo che le risorse del paese potranno attrarre. Rendere il centro costiero riferimento dei flussi colti legati all’archeologia alla storia e all’etnologia di Aniello Greco, ingegnere* 32 Il Paradosso | Maggio 2014 Proposte dotto FS. All’altra sponda del torrente superato con il ponte, la strada dovrebbe biforcarsi: girando a siniLa proposta è articolata in tre diversi stra, costeggerebbe il torrente con piani: I) creazione di un collegaun tratto ciclabile, fino a congiunmento tra i vari quartieri, alleggegersi con una strada lungo fiume già rendo il traffico sul lungomare; II) esistente (via Talia). Quest’ultima creazione di una rete di tracciati costeggia da un lato il letto del fiume ciclo-pedonali, rivisitando antiche dall’altra perimetra una vasta area di percorrenze creando collegamenti insediamento chiamata Grisi, locacon i luoghi interni richiamando un lità che con tale intervento, assurgeturismo di interesse natural-ecolorebbe ad una posizione gico; III) realizzazione di un centro fondamentale nell’urbanistica cittaattrezzato, nuovo baricentro della dina, divenendo un nucleo oltre la città. Intervento I - L’intervento dovrebbe articolarsi in tre tratte: 1 tratta | Velia-Grisi-Via Calliope: la strada d’ingresso di Ascea (Via di Porta Rosa) dopo aver costeggiato e circondato la collina di Velia, giunge in località Velia. Alla sinistra di via di Porta Rosa, all’altezza degli scavi, si presenta un grande parcheggio. Attraversando tale area si accede agli scavi. La proposta prevede, all’ingresso degli scavi, la realizzazione di una strada con annessa pista ciclabile avente direzione parallela alla linea delle FS. Il primo tratto di tale strada, in parte già tracciata, costeggerebbe alla sua sinistra l’area linea ferroviaria; procedendo diritta archeologica, proseguendo lungo la strada giunge alla confluenza con una vasta area ricca di reperti. Dopo Via Calliope, principale strada di un centinaio di metri esiste una collegamento di Marina con Ascea strada sulla sinistra, che andrebbe capoluogo. rivisitata ed assunta come confine 2 tratta | Viale Calliope-Via del Sud degli scavi, che pertanto avrebMare: alle destra di Viale Calliope, bero un nuovo accesso in tale diresono presenti delle aree sfruttate a zione. Con tale intervento il turista campeggio. In tale punto è previsto il nell’accedere ad Ascea avrebbe una prima, importante, vista degli scavi nuovo asse viario (con annessa pista che gli apparirebbero nella totalità ciclabile) che, costeggiando il viadella loro bellezza. Ricalcando dotto delle ferrovie, giunge all’incrol’esempio dei templi di Paestum, si cio con una strada proveniente da ritiene, infatti, che ad Ascea gli Marina di Ascea, la quale, dopo aver scavi debbano essere inseriti in un attraversato un sottopasso della linea circuito di percorrenza quotidiana. ferrata, conduce alla località PenLa nuova strada proseguirebbe nino. Questo incrocio assumerebbe fino ad incrociare via della Bruca e una valenza importante dando sfogo continuando giungere all’incontro al traffico per e dal Pennino senza con il torrente Fiumarella, supera- gravare sulla viabilità di Ascea. La bile con un ponte a monte del via- strada dovrebbe continuare paralle33 lamente alla linea ferrata fino a saldarsi con la Via del Mare, che, da antica strada mulattiera di collegamento tra la Marina ed Ascea capoluogo, oggi assolve ad una funzione nevralgica di collegamento tra i due centri più importanti di Ascea e con i nuovi insediamenti collinari. 3 tratta | Via del Mare-Baia tirrena: la strada proposta dovrebbe attraversare il primo degli insediamenti collinari di Via del Mare, arrampicandosi per un breve tratto sulla collina a monte della linea FS con un intervento non proibitivo. Continuando la strada incontrerebbe la strada della Vecchia Fontana con l’impianto di depurazione e da qui, passando al di sotto del viadotto della ferrovia, laddove attualmente sono operanti dei campeggi, incrociare la strada che collega il lungomare alla Baia Tirrena. E’ evidente la formidabile funzione urbanistica che assolverebbe la strada proposta: alleggerimento del traffico locale di Marina di Ascea; collegamento di frazioni tra di loro divise e spesso irraggiungibili. L’intervento proposto consentirebbe di collegare tra di loro e con Marina, garantendone una notevole visibilità, posti come: Velia, Grisi, Pennino, Ascea Capoluogo, insediamenti sulla collina, Baia Tirrena. Intervento II - La seconda proposta prevede la creazione di un percorso ciclopedonale che, partendo dalla Marina di Casalvelino, dovrebbe raggiungere la Torre del Telegrafo all’estremità della spiaggia. L’intervento consegnerebbe continuità alla passeggiata del Lungomare attrezzato. La proposta riprende soluzioni già esistenti, si cita a riguardo il percorso pedonale di Santa Maria di Castellabate. Intervento III - Nell’ambito del ridisegno delle connessioni cittadine, la necessità di individuare un polo di aggregazione diventa imprescindibile. Per definizione, dovrà essere individuato in una posizione centrale, inoltre è necessario che risponda a determinati requisiti: essere facilmente raggiungibile a partire dagli altri poli di interesse; consentire il “superamento” del muro rappresentato dal ponte delle FS; essere il polo intorno al quale si sviluppa la rete di collegamenti, fatta di strade carrabili e percorsi ciclopedonali. Il nuovo baricentro della città viene inquadrato tenendo conto dell’assetto viatico proposto nel primo intervento. Si è fatto, inoltre, riferimento alle scelte operate dagli Eleati. La promozione dell’area a nucleo baricentrico della città non potrebbe sopportare una divisione tra area a valle ed a monte della ferrovia. La terza proposta prevede, pertanto, interventi sia a monte che a valle della linea ferroviaria. Punto focale della rivalutazione dell’area a monte del ponte ferroviario, è la creazione di un piccolo Parco Acquatico, individuato opportunamente, in una zona che ben si presta agli interventi previsti, non ecologicamente invasivi; d’altra parte si propone di realizzare un piccolo lago. L’intervento porterebbe una serie di significativi vantaggi: consegnerebbe all’area archeologica un posto privilegiato all’interno della città; la zona Grisi verrebbe rivitalizzata, aprendo nuove prospettive di sviluppo turistico; la centralizzazione dei tali aree potrebbe rappresentare una soluzione al problema dei parcheggi. Gli interventi ed i percorsi proposti garantirebbero un nuovo e spettacolare impatto con la città ai visitatori. Entrando ad Ascea, il visitatore in alternativa all’attuale via Porta Rosa avrebbe la possibilità di: attraversare il viadotto all’altezza degli scavi; costeggiare l’area archeologica, godendo della visione dei reperti; proseguire lungo caratteristiche zone arredate naturalmente dalla presenza di secolari alberi di ulivo; giungere al Parco Acquatico, da qui al villaggio di Grisi; incontrare, nei pressi di Via Calliope, il Castello dei Marchesi Ferolla; arrivare, infine, al cosiddetto bivio di Marina di Ascea. Si ritiene che il tragitto immaginato darebbe una visione molto più interessante della città. A valle della linea ferroviaria, si propone di sfruttare il corso d’acqua della Fiumarella come porto canale. Non è una novità: Elea-Velia aveva due porti a Nord ed a Sud della collina di Velia. A sostegno della proposta, si ritiene opportuno esprimere alcune osservazioni: il Metro del Mare, è un servizio ormai consolidato da anni. Da Napoli si sviluppano linee con alcune tra le più importanti realtà turistiche della Campania. Il servizio interessa un circuito che comprende Sorrento, Capri, Agropoli, Acciaroli, Casalvelino, Palinuro, Camerota, da cui Ascea è esclusa; realtà turistiche limitrofe, come Acciaroli e Casalvelino, offrono servizi di navetta che consentono ai turisti di visitare le realtà più belle della costa. Nel contesto immaginato, l’area del porto canale diviene punto nevralgico, in grado di fare da ponte di collegamento tra la zona attrezzata della Marina e borghi che al momento risultano sconnessi, contribuendo a conferire all’intera cittadina una nuova dimensione turistica, superando le limitazioni imposte da un assetto urbanistico dettato da processi insediativi scarsamente governati e slegato da qualsiasi strategia di sviluppo territoriale, fino ad abbattere virtualmente il “muro” divisorio della linea ferroviaria, che verrebbe inquadrato in uno schema compositivo di notevole impatto visivo. * capogruppo dell’équipe tecnica composta da: Giuseppe Greco, Alfonso Merola, Rocco Ripoli, Francesco Giordano, Rosa Casaburo, Fabrizio Valente 34 Una progettazione multilivello è necessaria: dal paesaggio allo sport, all’archeologia fino ai numerosi corsi d’acqua Imprese green e blue economy Juan Carlos Loffredo, architetto * a progettazione multilivello propone il coordinamento di opere materiali con azioni immateriali, suddivise nei 16 macrotemi di seguito riportati. L Paesaggio - Si prevede pertanto di organizzare una fruizione turistica sostenibile del variegato paesaggio cilentano, organizzando tour tematici con il supporto di guide locali e/o tecnologie informatiche (GIS, Realtà virtuale aumentata…). realizzazione della “ciclovia dell’Alento”, percorso continuo che dalla foce dell’Alento permette di raggiungere l’Oasi in località di Piano della Rocca; si prevede di realizzare piccoli approdi in prossimità dello snodo tra le piste ciclabili in località Isola e della suddetta confluenza tra corsi d’acqua; riproposizione del progetto di campo da golf, redatto dal Consorzio “Velia” e da realizzarsi in località Foresta nel Comune di Castelnuovo Cilento; organizzazione di aree attrezzate per il birdwatching nelle aree Natura 2000; campagne studio ed aree per la didattica ambientale sul modello di quello esistente nell’Oasi Alento. Natura e sport - Si prevede a tal fine, a seconda del grado di bio – potenzialità della aree, di intervenire in maniera più o meno significativa sul territorio. Le proposte principali volte alla sostenibilità della fruizione delle aree protette e al turismo naturalistico possono così essere riassunte: Archeologia - Nell’anno 2004 la Soprintendenza per i Beni Archeologici bandì un Concorso Internazionale di Progettazione per la realizzazione del museo archeologico di Elea – Velia. Sarebbe pertanto opportuno ripristinare l’iter dal suo punto di interruzione per dotare finalmente l’area archeologica dei necessari spazi espositivi. Andrebbe altresì prevista una diversa promozione del sito ricorrendo a politiche di filiera con le altre aree archeolo- mune di sviluppo e recupero dei giche campane di Pompei, Ercolano centri storici in chiavi di turismo sostenibile secondo i modelli del e Paestum. Paese Albergo e dei Borghi della Castelli, borghi e centri storici - Si Salute - Queste tipologie d’interpotrebbe prevedere un’azione co- vento sono da anni sperimentate in 35 Il Paradosso | Maggio 2014 particolar modo in Centro Italia ed in altre parti d’Europa. Di particolare rilevanza anche l’esempio di recupero in autocostruzione ed autogestione compatibile del borgo di Monastevole in Umbria, restaurato secondo i criteri sperimentali del marchio Tribewanted. ritorio attenta alla salvaguardia del paesaggio non può prescindere dal mantenimento di una diffusa attività agricola che mantenga gli elementi costitutivi dei paesaggi rurali storici come, ad esempio, i filari di siepi e boschetti, i terrazzamenti, manufatti come i muretti a secco ed i vecchi pagliai. La P.A.C. promuove le miTurismo religioso - In linea con le in- sure agro-ambientali e le indennità dicazioni per una politica comune di per le zone caratterizzate da svangestione, programmazione e pubbli- taggi naturali a sostegno della tutela cizzazione del territorio da operare del paesaggio rurale ed utili alla in maniera il più possibile unitaria conservazione della biodiversità. da parte delle amministrazioni interessate, sarebbe da prevedersi l’integrazione nei circuiti dei pellegrinaggi del sistema dei sette santuari mariani del cilento. Archeologia industriale - Si può prevedere l’istituzione, in collaborazione col Ministero, di una Scuola edile per il recupero delle tecniche tradizionali di costruzione e lavorazione dei materiali locali. Tale idea, pienamente allineata alle indicazioni di merito di strumenti sovraordinati quali il Piano del Parco, contribuirebbe alla quantomai necessaria riproposizione e recupero in chiave produttiva delle professionalità e delle tradizioni locali. L’ideale sede per la scuola potrebbe essere rappresentata dall’ex-fornace di Velina nel Comune di Castelnuovo Cilento. Musei, cultura - Come detto, un’azione congiunta delle amministrazioni e degli altri attori pubblici esistenti sul territorio, garantirebbe un maggiore coordinamento tra le strutture museali già esistenti e, senza dubbio, uno sviluppo delle stesse in termini di capacità di attrarre turismo e, conseguentemente, finanziamenti per il prosieguo e l’ampliamento del campo di attività. Paesaggio agricolo e conservazione del territorio - Una gestione del ter- rio da operare in maniera il più possibile unitaria da parte delle amministrazioni interessate, sarebbe da prevedersi una promozione unitaria di tutte le località ricche di storia, tradizione e folclore facendo si che l’afflusso di turisti durante tutto il corso dell’anno possa contribuire alla conservazione di queste tradizioni. Ospitalità diffusa - Le potenzialità del Cilento interno sono infinite: natura, paesaggio, dieta mediterranea, clima, genuinità, tradizioni. Alla crescita del settore agrituristico andrebbe affiancato un sistema innovativo di fare turismo nei paesi interni: paesi albergo, bed and breakfast, eco villaggi dovranno essere i temi portanti dello sviluppo turistico di queste zone. Istruzione - Come anticipato esistono sul territorio progetti dedicati al mondo dell’istruzione. Si potrebbe infatti prevedere l’istituzione, in collaborazione col Ministero, di una Scuola edile per il recupero delle tecniche tradizionali di costruzione e lavorazione dei materiali locali, così come da tempo teorizzato al fine Dieta mediterranea - L’istituto tec- di recuperare manufatti architettonico alberghiero di Vallo Scalo è da nici in disuso e, al contempo, poter qualche anno dedicato al mentore garantire un adeguata formazione della dieta mediterranea, il dott. agli studenti e tramandare i saperi Ancel Keys. Questo è sicuramente tradizionali. Tale ipotesi preveun segnale di presa di coscienza di drebbe il recupero dell’ex Fornace questa immensa potenzialità. Tra le della frazione Velina a Castelnuovo ipotesi di sviluppo di settore è ipo- Cilento. tizzabile l’insediamento di un istituto tecnico agrario per lo studio e Un secondo progetto rilevante è inla tutela dell’agricoltura tradizionale vece redatto dal Comune di Casal di qualità nonché l’insediamento di Velino; trattasi della proposta di reaun polo di eccellenza per la ricerca lizzazione di un polo scolastico ecoe la promozione dell’enogastrono- compatibile sperimentale, mica cilentana e della sua dieta. rispondente ai criteri EQF (Educational Quality Facilities) proposti Arte, folklore e tradizioni - In linea dalla Comunità Europea. Oltre ad con le indicazioni per una politica essere praticamente autonomo dal comune di gestione, programma- punto di vista energetico, l’edificio zione e pubblicizzazione del territo- garantirebbe la necessaria versati36 Il Paradosso | Maggio 2014 lità della didattica che si incentrerebbe sul sistema delle “classi e dei laboratori itineranti”. nelle aree P.I.P. esistenti, catalizzando fondi ed investimenti attraverso una proposta per l’istituzione di “aree a fiscalità e burocrazia Trasporti - Il Consorzio Velia ha re- zero”, mediante la riproposizione di datto negli anni un progetto esecu- una vecchia proposta dell’Ente tivo di completamento dell’asse Parco, poi apparentemente accantoviario di collegamento succitato nata, per l’istituzione di zone fran(tratto Oasi Alento – Stio); il com- che tematiche. Ricerca quindi, e pletamento del tratto inesistente, promozione di una sorta di “silicon lungo ca. 2,70 Km., garantirà un valley” cilentana diffusa, orientata adeguato collegamento bidirezio- alla ricerca di tecnologie, materiali e nale della valle dell’Alento da e per politiche l’ambiente. le zone del Cilento interno. Questo al fine di garantire la fruibilità, anche turistica, dei paesi e dei paesaggi dell’entroterra, sinora marginali rispetto a qualsivoglia flusso economico e di persone. Si prevede altresì di razionalizzare i collegamenti già esistenti tra questa “green way” e gli altri borghi dell’entroterra (Cicerale, Rutino, Ostigliano, Monteforte Cilento), in modo da garantirne l’accessibilità e l’inclusione in percorsi turistici. Ogni nodo stradale ed ogni punto paesaggisticamente e naturalisticamente rilevante rappresenterà un punto focale della “river way” dell’Alento. Anche in questo caso il Comune di Casal Ve- Energia, rifiuti e gestione delle acque lino ha predisposto uno Studio di - Le proposte possono di merito esFattibilità per la realizzazione di un sere così riassunte: incremento del“Polo intermodale d’interscambio” l’attività di produzione di energia da presso la stazione ferroviaria di fonte idroelettrica mediante il poVallo Scalo. Un’ulteriore progetto tenziamento e l’ottimizzazione in strategico è rappresentato dalla pro- termini di resa degli impianti esiposta di implementazione della ca- stenti e la realizzazione di una pacità portuale in termini di “posti nuova centrale lungo il corso del barca” e di servizi del porto di Ma- fiume Palistro; produzione di enerrina di Casal Velino. gia fotovoltaica diffusa per le abitazioni al di fuori dei centri storici, Imprese green e blue economy - En- secondo progetti esistenti ed econotrando più nel merito, si sente sem- micamente convenienti (ex: progetto pre più spesso parlare di blue Frate Sole); realizzazione di un imeconomy. Mentre per green economy pianto di fitodepurazione a valle delsi intende in generale un’economia l’Oasi Alento, in prossimità di uno che generi profitto rispettando l’am- dei laghetti in alveo; promozione biente, la blue economy impone un degli accorgimenti tecnico – edilizi cambiamento etico. L’idea guida sa- atti a garantire un miglioramento rebbe quindi quella di garantire l’in- delle prestazioni energetiche degli sediamento di attività produttive edifici (eco bonus); ridistribuzione 37 di compostiere nei territori agricoli; manutenzione e rifunzionalizzazione del sistema di depuratori comunali con sostituzione di quelli obsoleti con altri tecnologicamente più avanzati; riproposizione del sistema modello di gestione della raccolta differenziata del Comune di Casal Velino che, nel 2012, si è attestato oltre il livello dell’80%. Free wi-fi, realtà aumentata, qualità e promozione del territorio - Ideazione di un “Marchio di Qualità” con indicazione di origine, identifica e comunica l’origine, la qualità dei prodotti e dei servizi territoriali, secondo criteri noti, oggettivi e selettivi, nel rispetto di appositi disciplinari. Realizzazione efficiente rete wi-fi pubblica e gratuita, favorisce indubbiamente la diffusione delle informazioni e la nascita di nuove reti, nonché, promuove la cultura digitale garantendo facilitazioni e vantaggi ai cittadini ed ai turisti che utilizzano le reti pubbliche WiFi; predisposizione di una banca dati ed un sistema GIS per la diffusione sperimentale del sistema di Realtà Virtuale Aumentata per gli utenti durante la fruizione del paesaggio e del territorio cilentano. * capogruppo dell’equipe tecnica composta da: Gianluca Astore, Sandro Feo, Alfredo Loffredo, Alfonso Mastrangelo, Duilio Russo, Domenico Scelza Smart Park stile Europa Emilio Maiorino, architetto * l nostro progetto, come richiedeva il bando, è immateriale o meglio si basa sulla fisicità del territorio ma elabora un’idea di conoscenza e di diffusione virtuale dei temi dell'identità territoriale dell'accoglienza, della sostenibilità ambientale e di quella sociale che possono essere, e il gruppo è in grado di farlo, sviluppati nella loro specificità architettonica, urbanistica, idrogeologiche e delle risorse territoriali e umane. Ma non si è fatto perché si riteneva più importante mirare ad un progetto strategico in linea con le direttive europee per le Smart City e quindi Smart Park che piuttosto proporre progetti architettonici ambientali che il gruppo ha già sostenuto con successo nel 2009, partecipando e I Dai borghi della place-identity agli alberghi diffusi con l’assoluta certezza che più del trasporto-merci è necessario quello delle idee classificandosi 3°, al Concorso di idee “Riqualificazione paesaggistica – ambientale – turistica – sportiva e ricreativa del fiume Alento” bandito dal Consorzio “Velia” per la Bonifica del Bacino dell’Alento, con sede in Prignano Cilento. Quindi con questo progetto si vuole proporre ai cittadini l'impianto di uno Smart Park. Uno spazio sinora invisibile e virtuale che chiede di avere una sua specifica visibilità e un suo specifico ruolo e centralità con, allo stesso tempo, una dinamica territoriale che presuppone una doppia comunicazione: dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso (bottom up and signal down). L’identità territoriale come “sentimento locale” è anche una identità politico-giuridica di radicamento in un luogo di cui si ha coscienza. Si tratta, quindi, di far emergere uno spazio politico locale, di cui gli attori si sentano responsabili e in cui si giochino delle relazioni in vista della sua appropriazione. Durkheim affermava: “Affinché i voti esprimano altro che gli individui è necessario che essi siano animati da dei principi ideali”. Le identità e le differenze rilevate sul territorio, i giacimenti culturali, artistici ed enogastronomici, le rilevanze naturali coltivate e trasformate in modo armonico con l’ambiente costituiscono la base di partenza del nostro progetto di so- stenibilità dello Smart Park per far emergere uno spazio politico locale di “intelligenza territoriale d’eccellenza”, in cui gli attori si sentano responsabili e in cui si giochino delle relazioni in vista della sua ap38 Il Paradosso | Maggio 2014 propriazione. Tutto ciò costituirà la coscienza civica e culturale dello Smart Park. SNOPS - il nostro grande portale è una piattaforma di Social Network di Oggetti Persone e Soggetti, informativo e comunicativo, dello Smart Park; si alimenta con fonti strutturate e non strutturate via Internet allo scopo di produrre, raccogliere, condividere informazione e conoscenza al fine di produrre valore aggiunto. Ciò si può ottenere facendo dialogare tutti gli attori coinvolti con modalità improntate a processi di partecipazione, uso e riuso dei dati tipiche del Web 2.0; rendendo i dati pienamente accessibili e riutilizzabili. SNOPS presenta una architettura a rete basata su una federazione di entità circoscritte, caratterizzate da una forte identità culturale e sociale, come ad esempio i borghi, o le piccole cittadine (urbanizzate e/o rurali). Una città diventa una federazione di borghi. Un territorio la federazione di città e i singoli borghi. Ogni singolo borgo e ogni federazione di borghi attuano la propria governance. La rete offre il grande vantaggio di stimolare, contemporaneamente, la competizione tra i borghi dal confronto del proprio Quoziente di Intelligenza Territoriale (QIT) rispetto a quello degli altri e la cooperazione attraverso l’integrazione dei propri servizi. SNOPS offrirà una serie di servizi, ai residenti, agli amministratori, alle realtà di ogni “Borgo” in modo da permettere una perfetta sinergia tra la offerta “interna” al territorio (sociale, economica, enogastrono- mica, culturale, turistica, ecc.), il coinvolgimento del territorio “esterno” (operatori economici, turisti, ecc.), la qualità dei servizi offerti ed il loro monitoraggio e attività di policy-making. “Oggi se due persone distanti sanno due cose complementari, per il tramite delle nuove tecnologie, possono davvero entrare in comunicazione l’una con l’altra, scambiare il loro sapere, coperare. Detto in modo assai geniale, per grandi linee, è questa in fondo l’intelligenza collettiva” cit. Pierre Lévy. Ogni comune dovrà definire al proprio interno una struttura di s t a f f (SNOPSREGIA) del Sindaco in cui competenze di politiche sociali, di beni culturali e turismo, di pianificazione del territorio, di attività produttive e del commercio siano rappresentate per monitorare tutte le fasi che vanno dalla installazione alla sperimentazione di SNOPS. La SNOPS-REGIA dovrà esercitare le funzioni di governance avvalendosi sia dei dati che della misurazione del Quoziente di Intelligenza Territoriale. “La rete dei Comuni…” I comuni sono i soggetti destinatari dell’intervento SNOPS. Una rete di comuni distribuiti nel territorio oggetto del Bando è l’humus fertile per sperimentare i nuovi modelli di governance sottesi ad una azione politica di controllo strategico territoriale da parte degli organi di governo locale, regionale e/o sovra-regionale. I comuni che aderiranno al progetto SNOPS non dovranno sostenere costi. Ma saranno i veri attori del successo dell’intervento. Se è vero che SNOPS si sorregge sulla partecipazione attiva di oggetti, persone e soggetti alla produzione di conoscenza, allora solo una governance costantemente presente nel borgo e proattiva sarà capace di sviluppare la vocazione dello stesso. 39 Motivazioni Smart cities, e soprattutto smart environment, sono insieme la grande sfida che oggi la Comunità Europea ci chiede di raccogliere. Un luogo è smart se lo sono i suoi abitanti in termini di competenze, di saper fare, di capacità relazio- Il Paradosso | Maggio 2014 nali, di inclusione e tolleranza. La stragrande parte del territorio dello Smart Park che si propone è oggi caratterizzato da un’economia rurale, in abbandono e depauperamento, mostra oggi segnali di recupero di interesse della popolazione e dei giovani capaci di riportare anche una ripresa dello sviluppo. Occorre potenziare tale tendenza perché è quello che già ha il territorio. Ricomporre i territori attraverso il paesaggio (od anche lo spazio pubblico derivato) non costa niente rispetto ad un programma architettonico di grande levatura quale un museo, o un palazzo dei congressi. Lo spazio naturale rivela l’esigenza di “legare e non slegare”, di trovare il “modus” di ricucire le trame visive interrotte dagli interventi di modificazione non controllata, di dipanarsi in un tessuto, fortemente connotato, con un interventi discreti che non aggiungano un ulteriore elemento di complessità, di sfida, ma la necessità di “ambientamento”, inteso non in senso mimetico, bensì nel senso di “accentuazione paesaggistica”. Residenze I borghi: favoriscono la cosiddetta place-identity; implicano il recupero e la cura della memoria; favoriscono l’orientamento e la comprensione dei punti di riferimento spaziali; infine, i borghi, se ben progettati e corredati di informazioni, possono aiutarci: a riconoscere la storia; ad attribuire senso all’abitare un luogo; a esprimersi come abitanti attivi, come la mente del luogo. La riqualificazione e valorizzazione dei piccoli borghi di interesse storico- artistico, culturale e ambientale, costituisce oggi un tema di grande attualità dello Smart Park Individuare sul territorio dello Smart Park alcuni manufatti edilizi residenziali o non residenziali, in disuso o abbandonati posti in ambito urbano o rurale con evidenti caratteri storici facenti parte del paesaggio antropico che consentano la creazione nel territorio dello Smart Park dell’albergo diffuso. Il territorio in esame già sufficientemente infrastrutturato, valutiamo di non incrementarlo. La qualificazione dello Smart Park non passa tanto per il trasporto delle merci, ma per quello delle idee. Si tratta quindi di creare anche in questo settore una rete di connessione di trasporto tra pubblico e privato, che utilizzando la maglia esistente e creando le condizioni favorevoli per il completamento degli anelli mancanti, organizzi circuiti compiuti a servizio delle varie comunità. Modalità e nodi intermodali tra ferro acqua e bus possono organizzare circuiti ora incompleti. Proponiamo poi nuovi contenitori, grandi attrattori, capitali della cultura territoriale, con forza simile a quanto registra la Certosa di Padula. Connessioni Tali contenitori dovranno ospitare le nuove forme di accoglienza associata alla trasmissione del sapere dello Smart Park. Guardiamo alle esperienze del nord Europa dei nuovi Ostelli della Gioventù, affiliati con centri culturali pluridirezionali, connessi in rete con associazioni e centri periferici. Si guardi all’esperienza della Mediateca Comunale a Cava de’ Tirreni. L’allocazione non è determinante. I contenuti che essi esprimeranno saranno diffusi e incrementati dalla rete. 40 Uno dei punti fondamentali per guidare lo sviluppo del territorio è quello di inserire la cultura dell' ospitalità e dell'alimentazione con la bellezza del paesaggio che è lo specchio dei rapporti sociali ed economici. Il territorio aiuta i cittadini a vivere e rispettarsi reciprocamente e non li opprime, dove si viene e si sta volentieri, dove si sa come attrarre i giovani, i creativi e i talenti, e dove la bellezza e il bene vivere è un obiettivo primario del territorio. Si tratta per i cittadini di poter condividere la propria attività e la propria storia (laboratori di tecniche artistiche, cucina, sport, riscoperta della natura...) percorrendo un pezzo di vita insieme ai visitatori, perché accogliere significa anche rendere parte di sé. Il turista diventa così agente inconsapevole di promozione territoriale, fa pubblicità ed esporta il prodotto, quando il ritorno a casa si veste dei colori di un racconto. “Ozio creativo” Conservare, manutenere le abitazioni - ma anche il paesaggio - diventa necessario anche alla riscoperta del luogo, delle sue origini, con Piani del colore e dei ma- Il Paradosso | Maggio 2014 teriali lapidei. Un numero crescente di persone, i digitali, ha imboccato un modo di vivere del tutto nuovo, “l'ozio creativo”. Essi formano ormai una massa sufficientemente corposa, omogenea e compatta. Amano il tempo libero almeno quanto il tempo del lavoro, la notte almeno quanto il giorno, l’arte contemporanea ed il design almeno quanto l’arte classica. Tendono all’eclettismo, al collage, al patchwork. Essi culturali di tipo alternativo: producono cinema e musica sperimentale, assistono gli anziani, viaggiano, navigano, animano i centri sociali. Eventi Un territorio che sia un incubatore di eventi e svolga la funzione di hub: creare spazi aperti allo sviluppo territoriale, mostrando una precisa attenzione alla vision imprenditoriale integrando il tutto con le vocazioni “naturali” del territorio, coniugando le diverse anime, pubbliche e private. La funzione che svolgerebbe un tale hub nello Smart Park sarebbe quella di sviluppatore capace di dare confluenza a temi sinora disgiunti attraverso l’organizzazione di workshop, convegni, rassegne culturali, talk-experience: turismo, ecologia, compattamento degli eventi (attraverso l'utilizzo di una programmazione unica e spalmata nell'arco del tempo), incontri di enogastronomia (per la giusta dif(per lo più giovani e disoccupati) fusione e conoscenza della dieta aderiscono in blocco a queste nomediterranea). vità epocali che hanno finito per comporre un nuovo paradigma (un insieme di elementi, caratteristi- Hub che, modi di pensare e vivere che contraddistinguono un nuovo L’hub sarebbe un “polo d'eccelgruppo sociale). Sono sensibili al- lenza” per: avvicinare una serie di l’ecologia, accettano con entusia- progettualità e competenze locali, smo la multi-etnicità e la nazionali e internazionali; interaconvivenza pacifica di etnie e reli- gire con le strutture dell’alta forgioni. Non fanno troppa distinzione mazione universitaria; costruire un tra studio, lavoro, tempo libero. Co- denso network di lobbying; rafformunicano per mezzo della musica zare la creatività e l’attrattività dei rock, dell’arte postmoderna e del- territori investendo nell’educazione l’assenza di ideologie forti. Ap- e nella formazione professionale: prezzano più la conoscenza che rafforzare il capitale sociale; esporl’apparenza, hanno cercato lavoro e tare il saper fare Cilentano e dei solo dopo hanno ripiegato su un ge- territori del Cilento; sviluppare nere di vita digitale, basato cioè l’innovazione partecipativa, coprosulla riduzione al minimo dei con- duttrice di efficacia e di legame; sumi vistosi e superflui, sul clan creare le reti di scambi reciproci di amicale, sui circuiti esistenziali e sapere (RSRS). 41 Il territorio così inteso sarà il prodotto di una “costruzione sociale”, sedimentata, nel lungo periodo, di pratiche sociali, politiche ed economiche, consolidate in un dato luogo, espressione della cultura locale in grado di costruire legami all'interno e all'esterno del contesto territoriale così costruito dove la creatività è la madre dell'innovazione e l'identità la storia dei luoghi , con l'immaterialità di una rete SNOPS dinamica per la diffusione della conoscenza dello Smart Park a livello nazionale e internazionale. * capogruppo dell’équipe tecnica composta da: Cooprogetti sc di Valter Fabio Filippetti Gubbio (PG),; BAUENSTUDIO Associati di Salerno, Pompeo Paolo Mazzucca, Aniello Sessa, Nicola Sullutrone, Giovanni Sullutrone; Gianluca Pisacane, Carmine D’Alessio, Giovanni De Michele, Andrea Salvatore Antonio barbieri, Pietro Vitale Antonio Modiano, Alfonso Cantarella, Ferdinando Cappuccio, Antonio Brancaccio, Alberto La Gloria Il Paradosso | Maggio 2014 Territorio, energia, comunicazione sono i tre fondamentali ambiti per incrementare produttività ed efficienza del sistema economico locale, attraverso l’internazionalizzazione delle imprese del Parco Spopolamento Una rete lo impedirà Elsa Paradiso, architetto * rasformare il Cilento e Vallo di Diano nel primo Smart Park d’Italia e d’Europa rappresenta la vision che, a valle di un’accurata ricognizione delle criticità e delle potenzialità del territorio, si è adottata per sviluppare la proposta progettuale. In accordo con la Comunicazione della Commissione Europea “Smart Cities and Communities – European Innovation Partnership”, il riconoscimento di Smart Cities si basa sull’intersezione di tre temi, ossia T energia, trasporti e ICT, individuati al fine di garantire una “crescita smart, inclusiva e sostenibile”, nel pieno rispetto di quelli che sono i principi della strategia “Europa 2020” adottata dal Consiglio europeo nel 2010. Ci si è dunque chiesti, quali potessero essere, per lo specifico caso del Cilento, i tre elementi da intrecciare affinché l’area potesse essere riconosciuta come “Smart”. Per rispondere a questa domanda, ci si è posti una seconda domanda: “Da 42 dove si parte?” Abbiamo illustrato, nel nostro progetto, alcuni dei più importanti riconoscimenti che l’area ha avuto per i suoi valori ambientali e culturali e dai quali sicuramente non si può prescindere per dare continuità a quelli che sono le invarianti del territorio. Il più noto si riferisce all’istituzione del Parco. Meno conosciuto è invece il fatto che il Parco sia stato inserito nella prestigiosa “Rete mondiale di Riserve della Biosfera”, attivata nel 1976 all’interno del pro- Il Paradosso | Maggio 2014 gramma “Man and Biosphere (MAB)” dell’UNESCO. Alla riserva della biosfera è attribuita, più che una funzione di conservazione, quella di occasione per sperimentare soluzioni per migliorare le relazioni tra l’ambiente e l’attività antropica, in termini di forme di recupero ambientale e pratiche di gestione del territorio caratterizzate da una migliore compatibilità ambientale, anche alla luce degli aspetti sociali ed economici connessi. Tale indirizzo è stato recepito e ribadito anche nel Piano del Parco, nel quale si parla di valorizzazione paesistica ed ambientale del Parco - in quanto “paesaggio naturale” e “paesaggio culturale” per aprire la strada a forme significative di sviluppo sostenibile per l’intero territorio cilentano, ribaltando progressivamente le tendenze all’emarginazione, alla stagnazione ed al declino registrate nelle aree interne, aprendo prospettive occupazionali, consentendo alle popolazioni locali di continuare a prendersi cura del loro territorio e di riaffermare le proprie identità e le proprie culture. Non bisogna infatti dimenticare che una delle criticità del territorio evidenziata negli strumenti di pianificazione di area vasta e, in particolare dal PTR, è lo spopolamento dei centri antichi e, in generale, delle aree interne. Al fine quindi di sviluppare e rendere operativo il perché del Parco, così come auspica il Presidente della Fondazione Alario nella sua relazione, ci si è posti come obiettivo generale il rafforzamento del tessuto socio-produttivo locale per incrementare l’attrattività del territorio, in primo luogo, agli occhi della popolazione residente, e, subito dopo, ai turisti in visita. Tale messaggio, che rappresenta quindi la trama alla base di tutte le idee progettuali proposte, è stato poi reso operativo tramite la formulazione di tre sfide strategiche da interfacciare per soddisfare le aspettative attese da uno Smart Park. La prima, per quanto detto in apertura, non può che essere la promozione delle risorse del territorio. Questo intento è del tutto in linea con la Comunicazione UE “Tabella di marcia per l’uso più efficace delle risorse” che è uno degli steps dell’iniziativa faro della Strategia Europa 2020 “Un' Europa efficiente nell'impiego delle risorse”, nella quale si afferma che l'impiego più efficiente delle risorse avrà una funzione cruciale per la crescita e l'occupazione in Europa, offrirà all'economia nuove grandi possibilità, migliorerà la produttività, ridurrà i costi e potenzierà la concorrenza. In secondo luogo, si è tenuto conto dell’energia, considerata nella Comunicazione UE per le smart Cities and Communities, come un settore prioritario e pilastro per la promozione di una Low Carbon Economy. Le ultime direttive comunitarie (2010/31/UE e 2012/27/UE) sono infatti molto stringenti riguardo i risultati da ottenere in termini di riqualificazione, efficienza e risparmio energetico, per cui si è ritenuto che uno Smart Park non possa prescindere da quelle che sono le politiche in campo energetico. Infine, si è guardato all’Information and Communication Technology, le cui soluzioni, in un ambiente che si possa definire “smart” non possono mancare. Tutti gli studi effettuati sul tema dimostrano infatti che tramite un maggiore ricorso all’innovazione tecnologica, ad internet e alle soluzioni di e-commerce, è possibile incrementare la produttività e l’efficienza del sistema economico locale, avviare nuove attività economiche e l’ “internazionalizzazione” delle imprese. La concettualizzazione dello Smart Park per il Cilento e Vallo di Diano è quindi sintetizzabile come l’inter43 sezione di questi tre aspetti intesi come sfide strategiche prioritarie. La scelta Le indicazioni del bando, riguardo il condividere dal basso e sviluppare coerentemente, network di aree urbane, siti naturalistici, zone costiere, aree interne e beni storico-archeologici, dal grande potenziale talvolta inespresso per posizionare e comunicare sul mercato internazionale un territorio vasto e articolato, con i suoi prodotti di eccellenza, in modo coordinato e unitario, hanno portato il Gruppo di Lavoro a non essere particolarmente “selettivo” nella definizione del territorio soggetto ad intervento. Questo anche per rispettare la Vision di uno Smart Park del Cilento e Vallo di Diano per il quale il Parco costituisca un punto di forza ma non il carattere esclusivo. Come logica, si è scelto dunque di fare riferimento ad alcuni Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS), individuati, all’interno del Piano Territoriale Regionale, come aree omogenee per la definizione delle politiche di sviluppo, definite “sulla base della geografia dei processi di auto-riconoscimento delle identità locali e di auto-organizzazione nello Il Paradosso | Maggio 2014 “Perseguire l’obiettivo di una moderna mobilità...” sviluppo”. Nello specifico i Sistemi Territoriali di Sviluppo presi in considerazione sono i seguenti: Magna Grecia; Alburni; Alto Calore Salernitano; Alento Monte Stella; Gelbison Cervati; Lambro e Mingardo; Bussento; Vallo di Diano. Le criticità Per la definizione e la caratterizzazione degli interventi si sono analizzate le criticità del territorio dal punto di vista sociale, economico e di gestione delle risorse. Molto utile, come punto di partenza e quadro sintetico delle “emergenze territoriali”, è stata la swot analisys condotta dall’ente Parco, che riporta nel relativo Piano, i seguenti punti: modello d’uso delle risorse generalmente non compatibile; elevato rischio idrogeologico; devitalizzazione dei centri storici e urbani specie nelle aree interne; scarsa dotazione di infrastrutture e servizi; presenza di forte squilibrio economico e territoriale tra aree costiere e di fondovalle e aree interne e montane; frazionamento elevato e abbandono dei territori agricoli; forte riduzione degli addetti e diminuzione della capacità produttiva delle imprese; diminuzione e invecchiamento della popolazione; disoccupazione giovanile diffusa. Da questo quadro è emerso in maniera evidente la necessità di dover rafforzare il tessuto socio-produttivo locale, intervenendo con soluzioni che incidessero in maniera strutturale sugli aspetti occupazionali, soprattutto in un’ottica di sostenibilità ambientale e dunque, di Green Economy. Si è poi deciso di concentrare tali soluzioni intorno ad alcuni temi prioritari. La scelta di questi è stata fatta, in parte sulla base dei caratteri identitari del territorio e, in parte, sulla base di quelle che sono le criticità emerse dai quadri conoscitivi degli strumenti programmatici e da quelli che sono gli orientamenti della Politica di Coesione della prossima programmazione 2014-2020. La presente proposta, vuole infatti, non solo essere coerente con gli indirizzi di carattere normativo, ma anche trovare riscontro in quelli che sono le priorità di intervento fissate nella prossima programmazione e sulle quali saranno allocate risorse economiche e finanziarie. A valle quindi dell’analisi condotta, le categorie tematiche che sono risultate di maggiore interesse per lo Smart Park sono state le seguenti: acqua, paesaggio, energia, mobilità. L’Acqua rientra tra le risorse sulle quali occorre investire in termini di maggiore efficienza, con particolare riferimento alle tematiche del suo ri44 ciclo e del suo riutilizzo, anche in ambito agricolo, all’interno di un approccio integrato di gestione delle acque, per la riduzione dei costi ed il recupero dei materiali. Il Paesaggio è stato inteso, coerentemente alla definizione adottata nella Convenzione Europea del Paesaggio, una parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. In tal modo si sono ricomprese proposte progettuali inerenti sia beni con valenza naturalistica che antropica. L’Energia, come si è già avuto modo di dire, è un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo di Comunità sostenibili, soprattutto con riferimento alla riconversione delle imprese in chiave ecologica e all’uso di energia da fonte rinnovabile nei cicli produttivi. La Mobilità vuole rappresentare la necessità di migliorare la connettività del territorio tramite il coordinamento e l’integrazione tra infrastrutture e servizi di trasporto con l’obiettivo di creare una rete interna allo Smart Park da inserire nella più ampia rete provinciale e regionale. L’ideazione degli interventi è stata impostata in una logica di progettazione integrata, di modo che, i risultati sortiti da un intervento costituiscano anche beneficio per Il Paradosso | Maggio 2014 altri interventi, anche in termini di attrazione di ulteriori investimenti. In molti casi si tratta di proposte in cui viene dato rilievo ad aspetti di carattere più gestionale del territorio. L’obiettivo è quello di sortire effetti benefici direttamente sul tessuto socio-economico, affinché le comunità locali possano progressivamente sviluppare forme di capacity building ed essere preparate ad offrire anche una migliore accoglienza ai flussi turistici, considerato che il turismo è una fonte economica fondamentale per il ter- mare, da un lato, il loro carattere di centralità e dall’altra la loro potenzialità in termini di incremento della connettività del territorio. Tutti gli edifici di nuova costruzione previsti per i nuovi centri di attrattività, ad esempio, i parchi tematici, verranno realizzati secondo il principio “Near Zero Energy Building (NZEB)”, in linea con gli orientamenti comunitari sull’efficienza energetica. A corredo di tale proposte, vi sono poi gli interventi immateriali, che hanno la finalità di rafforzare l’efficacia delle azioni ritorio, così come messo in evidenza nel PTCP. Alcuni degli interventi proposti hanno una valenza “diffusa” sul territorio, dovuta all’alta potenzialità di replicabilità dell’intervento e alla capacità di avere influenza su un areale più o meno esteso, altri invece sono finalizzati a creare delle polarità dalle quali si possano irradiare effetti moltiplicatori di sviluppo locale. Questi ultimi sono stati definiti “hot spots” per richia- proposte o, comunque, di facilitare il raggiungimento degli obiettivi specifici emersi. Le scelte localizzative degli hot spots (Roscigno, Stio, Sassano, Capaccio, ecc.) sono state fatte in merito a considerazioni di carattere strategico in termini di localizzazione e vocazione territoriale, oppure di emblematicità rispetto all’intervento proposto. Per ognuno degli interventi è stata predisposta una scheda progetto nella quale sono descritti gli inter45 venti, con particolare riferimento agli obiettivi, alle loro ricadute sugli aspetti socio-economici in termini di beni e servizi prodotti, alla loro attinenza rispetto alle priorità evidenziate dalla Commissione Europea nell’ambito della Politica di Coesione e, nello specifico dal Position Paper dei Servizi della Commissione Europea e dalla bozza di Accordo di Partenariato in termini di obiettivi tematici. * capogruppo dell’équipe di tecnici composta da Eduardo Bassolino, Floriana Federica Ferrara, Pietro Granillo, Danilo Iacone, Mattia Leone, Daria Rizzo, Vittorio Santangelo Nuovi percorsi per duecento chilomentri Visite a piedi o in bicicletta per favorire conoscenza e scoperta del paesaggio lungo l’ampia estensione della Città del Parco di Monica Ravazzolo, architetto * l territorio dell’attuale Parco del Cilento ha assistito nei secoli ad una lenta variazione degli equilibri che influenzarono e governarono i suoi aspetti culturali, produttivi e sociali. In una prima fase di civilizzazione e antropizzazione del territorio, le rotte di colonizzazione Micenea (1600 a. C.) stabilirono una rete importante di legami tra le città coloniali del Golfo di Taranto (Metaponto e Sibari) e quelle del Mar Tirreno (Posidonia, Elea e Lao). In questa condizione baricentrica di flussi e di scambi l’Entroterra sviluppò Paesaggi produttivi di carattere agrario, forestale e pastorizio che contemporaneamente si costituirono come dominante dei processi produttivi e commerciali tra le città costiere. Lo sviluppo della I grande Via Popilia (132 a. C.) come rotta militare di collegamento tra Capua e Regium, invertì questa logica di collegamenti trasversali, da costa a costa, convertendo la parte centrale del Parco in una zona periferica. L’indebolimento delle relazioni tra l’entroterra montagnoso e il litorale alterò completamente il significato e la vitalità di questi Paesaggi, degli agglomerati urbani, del sistema agrario e del sistema di rotte. Il declino dell’Impero Romano e lo stabilirsi di una realtà politica Medioevale, più frammentata, rivalorizzò gli agglomerati urbani e rurali dell’Entroterra, che per questioni difensive si allontanarono dalla costa, mantenendo nel frattempo una rete di accessi lungo i crinali in direzioni della Costa Tirrenica. Due velocità La logica di ristrutturazione moderna dell’Unità d’Italia invertì nuovamente questo sistema, privilegiando gli attraversamenti longitudinali, le città costiere, o quelle situate lungo il Vallo di Diano ignorando definitivamente la rete di vie e di Paesaggi che si erano andate costituendo nel corso di migliaia di anni. Quale azione potrà riequilibrare 46 e completare queste due realtà diverse, ma potenzialmente complementari? Come riattivare i Processi produttivi, rivelati nel sistema dei Paesaggi di minor scala ed insiti nella cultura locale? Come re-inne- Il Paradosso | Maggio 2014 scare uno sviluppo sociale ed economico basato sulla sovrapposizione stratigrafica di Cultura, Storia e Natura del Parco del Cilento? Azioni generali Si rivelano cosí di tre assi fondamentali, corrispondenti ad antiche rotte romane e mioceniche. Potenziali linee di collegamento tra la costa e l'interno, che infrastrutturando il paesaggio, attivano economie locali e metteno in rete le risorse del posto. La riscoperta di un sistema di percorsi trasversali tra la Costa e la parte interna del Parco garantirà l’esperienza attraverso una sequenza ricca e diversificata di Paesaggi esistenti nel Parco del Cilento, basata su un’espressiva variazione geomorfologica di luoghi emergenti, grotte, scarpate, e pianure alluvionali. Queste variazioni litologiche e geomorfologiche hanno determinato in egual modo la variazione dei biotipi presenti nel Parco, così come i modi di sopravvivenza che hanno dato origine ad un congiunto relativamente eterogeneo di paesaggi antropizzati, sia nella forma dei sistemi di coltura, sia nella forma dei luoghi abitati, da lunga data, oggi rimessi a condizioni di luoghi archeologici o rovine visitabili o dimenticate. In questo senso è stata identificata una Rete Principale di percorsi che permetteranno la visita a piedi o in bicicletta e che evidenzieranno momenti eccezionali e differenziati del Paesaggio, evocando la sua conoscenza e scoperta, per un’estensione di circa 210 km. Sono proposti così tre tragitti principali che legano la Costa al Vallo di Diano sfruttando e valorizzando, quando possibile, i tratturi esistenti che si impiantano su un sistema di luoghi di soggiorno temporaneo in alcuni borghi in abbandono, in relazione diretta con la rivitalizzazione di economie di piccola scala. Ciascun percorso è associato ad un carattere e ad un programma che trova nella qualità del paesaggio intercettato il suo senso di pertinenza, da conoscere: percorso della Via Popilia (CapuaReggio Calabria) | riattivazione del Tracciato Storico della Via Popilia e conversione in infrastrutture culturali; percorso trasversale che parte dalla Foce del Sele, in un paesaggio di apparati dunari e spiagge, e termina nell’area montagnosa carsica. Si prevede l’attraversamento di un area costiera fino al sistema umido del Tanagro e l’Oasi di Persano di riconosciuto valore ecologico, con la possibilità di realizzare parte del circuito in canoa fino a 30 km. Il restante percorso attravercrinali in relazione panoramica con una vasta porzione del Paesaggio del serà un’area collinare fino alle alture Parco. Viene inoltre distaccato, in del complesso di Alburni-Cervati, questa rete, un percorso longitudi- dove si impianta il nucleo Medioenale interno di connessione tra i tre vale di Romagnano al Monte, fratragitti, in modo da toccare una zione completamente disabitata da tempo a causa del terremoto dell’Irvasta area del Parco. Ciascun percorso si offre come ca- pinia, da riabilitare come polo cultalizzatore di economie e celebra- turale adatto ad ospitare eventi zione di identità locali, attivando legati al cinema o al teatro; esperienze derivate dalla qualità dei paesaggi intercettati e dai sistemi di percorso Trazzera degli Stranieri | il produzione in abbandono, la cui ri- percorso Archeologico e l'albergo vitalizzazione si rivela fondamentale Diffuso. Percorso di origine micenea per garantire la vitalità di questi che parte dalla città di Paestum e che attraversa un paesaggio collistessi paesaggi. Oltre alla visita del paesaggio del nare di mosaici agricoli, la dorsale Parco, all’insieme dei percorsi si as- del Chianello, i monti di Vesole, acsocia una rete di punti di sosta e compagnando la transizione tra con- “Costiera chiama aree interne…” 47 Il Paradosso | Maggio 2014 dizione geomorfologica del Flysch e quella di origine carsica, dove si impianta Roscigno. Quest’ultima, abbandonata nel 1902 a causa delle diverse frane a cui era soggetta, oggi conta un unico abitante. Data la sua posizione baricentrica rispetto all’area d’intervento si propone il recupero dell’agglomerato e la sua conversione in “albergo diffuso”, un luogo di permanenza temporanea di alloggio per un turismo a basso costo. Il tragitto in questione intercetta anche la gola di Rio Calore e passando per Teggiano, termina a Sala Consilina, nel Vallo di Diano, in un’area di interesse archeologico; percorso dell’Antico Tracciato EleaSibari | la rotta della Dieta del Mediterraneo del basso Cilento Itinerario. Il percorso si origina a Capo Palinuro dove è forte la presenza del simbolo del Parco, la Primula di Palinuro e termina nella rinomata Certosa di Padula. Il paesaggio intercettato dal percorso è soprattutto costituito da vigneti, uliveti, castagni, e su di esso s’istallò il borgo medioevale abbandonato, San Severino di Centola. Grazie ad un modello di sviluppo basato sul rispetto dell’ecosistema naturale si garantisce la tutela delle bellezze paesaggistiche e la genuinità dei prodotti della terra; percorsi secondari e Infrastrutture Esistenti di Connessione longitudinale - Lungo la costa si propone di utilizzare la linea ferroviaria esistente nel tratto PaestumElea/Velia-San Severino di Centola come infrastruttura distributiva. Attribuendo a Velia il ruolo di polo amministrativo/funzionale del Sistema proposto di circuiti storici riattivati. La tratta di Romagnano al Monte-Roscigno Vecchia-San Severino di Centola costituisce un circuito di circa 114 Km, che connette i percorsi trasversali sopra illustrati, ponendo in comunicazione i tre borghi abbandonati. Intendendo il Turismo come l’esperienza di una realtà esteriore a quella quotidiana, durante il periodo di Svago volontaria, il distaccarsi di questo congiunto di quattro percorsi che funzionano in rete, punta alla possibilità di sperimentare fisicamente, sensorialmente e intellettualmente un Territorio di Nature e Paesaggi dal carattere forte, costituendo un singolare dislocamento nello Spazio e nel Tempo. Nuova logica L’itinerario proposto s’inscrive in questo territorio come rivelazione e attivazione dei luoghi esistenti, (ri)scoperti ora con una nuova logica risultante dall’esperienza di ciascun percorso. Questa rete sorge come rivelatrice di un paesaggio, stabilendolo spazialmente e dinamizzandolo culturalmente ed economicamente. Una delle strategie della proposta garantirà lungo la rete dei percorsi la presenza di un insieme di luoghi di permanenza, rifornimento o pernottamento. Si ricerca dunque il riuso dei villaggi sopra indicati come luoghi di appoggio al percorso, consolidando alcuni edifici e strutture preesistenti, in un processo realizzato per fasi nell’arco del tempo. Questa azione ha inoltre come obiettivo la rivitalizzazione dei sistemi di produzione in attuale stato di abbandono economico. In questo senso si vanno a promuovere le aree più depresse del Parco che corrispondono ai luoghi più interni che potranno essere rilanciati permettendo l’occupazione di questi villaggi da parte di lavoratori locali che possano assicurare la continuità di queste economie e, di conseguenza, dei paesaggi associati a questi sistemi. L’obiettivo di sfruttare la rete di percorsi e strade esistenti si inse48 risce in una logica di economia di investimento sulle istallazioni della Rete. La possibilità sperimentare a piedi o in bicicletta una rete di percorsi all’interno del Parco si propone come complementare rispetto ad altri mezzi di trasporto motorizzati individuali o collettivi associati alla rete di infrastrutture ad accesso più rapido esistente ai limiti del Parco, lungo la Costa e nel Vallo di Diano, nel suo limite nascente. Questo sfruttamento di cammini esistenti, potrà essere attuata solo se completata da azioni di divulgazione e segnalazione sul territorio. Comunicazione Necessaria diventa quindi una strategia di comunicazione visuale in situ. Si propone la creazione di elementi architettonici che andranno ad istallarsi come punti di sosta, di segnalazione di incroci, e come luoghi di pernottamento in villaggi da recuperare. Un altro livello di comunicazione si ottiene con la realizzazione di una Guida e delle Mappe che potranno essere distribuiti in punti di appoggio lungo l’itinerario, o scaricandoli anticipatamente da Internet. Questa guida dovrà contenere le informazioni fondamentali Il Paradosso | Maggio 2014 per l’identificazione e l’orientamento dell’itinerario, ed informazioni complementari di carattere storico, ambientale, o culturale così come informazioni sull’offerta di servizi di pernottamento, ristorazione, commercio di alimenti e prodotti locali, commercio specifico per le attività, appoggio tecnico e medico ai visitatori. Queste informazioni potranno essere ottenute attraverso dispositivi mobili tipo PDA e GPS trasformandosi in Itinerari Assistiti che utilizzano Tecnologie diffuse universalmente. Fondamentale é la valorizzazione dell’identità locale attraverso l’appropriazione di materiali e processi di lavoro esistenti, per questo si propone l'utilizzo di artigianato locale per strategie di segnaletica e nei processi costruttivi da sviluppare in progetto. Si vuole quindi che il progetto sia un polo dinamizzatore delle economie locali con il coinvolgimento della popolazione, non solo nella dimensione economica, ma fondamentalmente culturale. natura prettamente pubblica; b) per quanto riguarda il recupero immobiliare, invece, ad una prima fase di interventi pilota, realizzabili anche mediante intervento e/o sostegno pubblico, dovranno seguire una serie di iniziative di diversa natura, a gestione alternativamente (i) pubblica, (ii) privata o (iii) a partecipazione pubblico-privata; c) anche per posti pressuppongono l’attivazione di adeguati canali di finanziamento sia pubblici che privati. In particolare, nel caso di investimenti pubblici, la strategia prevede il ricorso ai finanziamenti di livello regionale ed europeo disponibili nell’ambito della programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020. Inoltre, le modalità di attuazione prevedono l’individuazione di soggetti privati investitori il cui contributo è essenziale sia per co-finanziare gli interventi di cui sopra, sia per coprire interventi che non risultano ammissibili al finanziamento comunitario. Nel complesso, quindi, si prevede il ricorso ad una pluralità di misure di finanziamento europeo nell’ottica della realizzazione di un intervento integrato. “Una cabina di regia…” quanto riguarda la gestione degli immobili e dei servizi che si andranno a realizzare, si possono prevedere diversi tipi di scenario in virtù del coinvolgimento che di volta in volta i diversi attori pubblici e privati concorderanno; d) inoltre, a regime, la strategia gestionale complessiva del progetto necessiterà di I soggetti una “cabina di regia” che svolga La realizzazione di un progetto di funzioni di coordinamento, realizzaquesta tipologia, progetto integrato, zione e messa in rete dei servizi ter* rappresentante di Paratelier (Lipresuppone quattro distinte fasi che ritoriali e di supporto al progetto. sbona) e capogruppo dell’équipe tecnica prevedono differenti modalità attuacomposta da Leonardo Paiella, Anna tive e diversi soggetti coinvolti o poRanghi, Filippo Celata, Joao Manuel Vilhena Gomes da Silva, Catarina Josè tenzialmente coinvolgibili: a) dal Finanziamenti da Silva Raposo, Armando Manuel punto di vista degli interventi, è preNeves Ferreira, Pedro Falcão de Cunha A prescindere dalle formule gestiosumibile che quelli di natura paesaggistica e infrastrutturale siano di nali identificate, gli interventi pro- Campos Gusmão 49 Il Paradosso | Maggio 2014 Seguendo la scia Unesco Dalla lettura critica del PTR si è esaltato il ruolo delle visioni interregionali l’innovazione rispetto alla vocazione favorendo associazioni di terre basate su intenzioni strategiche e progettuali Governo d’area vasta e coordinamento tra i sindaci… di Francesco Ruocco, architetto ’approfondimento metodologico conseguente suggerisce un modello di pianificazione strategica, basato sulla correlazione tra identità, paesaggio e strategia, ed inteso come processo argomentativo e relazionale di progressivo affinamento prima del quadro dei valori condivisi, quindi delle effettive criticità cui rispondere e delle potenzialità da esaltare, infine delle alternative programmatiche e progettuali conseguenti. La definizione di un’idea forza, esaltante il rapporto uomo-natura, suggerito dal riconoscimento UNESCO di Paesaggio Culturale piuttosto che dallo status di area protetta, si è tradotta in una visione strategica alla scala locale ed interregionale. La Visione è stata riarticolata per processi strategici da “attivare” mediante temi catalizzatori. (...). L’elaborazione è frutto dell’approfondimento degli esiti della ricerca “Modalità di definizione e attuazione di un Piano Strategico di Sviluppo Globale di un'area protetta: il caso del Distretto Turistico-Culturale del Cilento” (2005-2007, Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica Alberto Calza Bini, Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con l'Istituto di Ricerca Si.T.I di Torino), alla quale si è attivamente partecipato. Il presente contributo alla definizione di un Masterplan per il territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si propone di ripartire dal processo storico che ha portato all’istituzione dell’area protetta nazionale, al fine di “ritessere” trame poco esplorate anche se tuttora di forte contenuto strategico. Il binomio tutela/sviluppo (nelle forme necessariamente du- L 50 revoli, eco-sostenibili e morfologicamente significative) rimane la sfida essenziale della “città” del PNCVDA, al fine di superare la storica marginalità socio-economica del territorio, attraverso la correlazione intenzionale tra le categorie dell’identità, del paesaggio e della strategia. (...) Del “paesaggio” se ne è esaltata la sua natura relazionale, che suggerisce, di conseguenza, la necessità di approcci transcalari e transdisciplinari al fine di promuovere la qualità delle forme materiali ed immateriali “tra gli spazi” piuttosto che semplicemente “degli spazi”. Riconoscendo la categoria città come forma e motore dello sviluppo, come storicamente si è constatato, attraverso l’approfondimento di un approccio strategico “Capitale umano necessario Le nuove sfide” si è inteso contribuire, in via argomentativa e progettuale, a definire la città del PNCVDA ovvero a strutturare il “capitale umano per l’innovazione”, proprio della esperienza urbana, ma che in questa sede deve costruire il suo stesso luogo o ritrovarne tracce nei luoghi del Parco, certamente significativi come la città di Poseidonia-Paestum, la città di Elea-Velia, l’architetturaterritorio della Certosa di Padula, la rete articolata degli insediamenti monastici italo-greci che permette di intravedere il potenziale urbano nell’immagine del Cilento territorio-convento. Il Paradosso | Maggio 2014 comprese le criticità e potenzialità, esaltate dalla ricognizione dei valori del paesaggio, ha permesso di rico(...) noscere macroaree o macrostrutture Obiettivo 1 - Identità e paesaggio intenzionalmente selezionate e non culturale dedotte semplicemente dall’assetto Azione 2 - Reti materiali e immateamministrativo. (...). riali con le Province e le Regioni Confinanti Obiettivo 3 - Implementare la mo- Città del Parco bilità sostenibile e la fruibilità del Tra la città globale che si partecipa territorio. Azione 1 - Corridoio plurimo Batti- comunque ed il deserto urbano che paglia-Sapri sia nella componente una ricerca Epson 2006 ha indivistradale che ferroviaria, rilanciando duato nel transetto tirreno-jonico del il progetto dell'alta velocità fino a Cilento-Val d’Agri-Pollino, per superare il modello “esterno e estraReggio Calabria. neo” che a partire dagli anni ’60 ha coinvolto anche questi territori per sfruttare le “meraviglie dei luoghi”, è necessario ripartire da una visione unitaria sub-regionale, che l’istituzione del Parco ed il riconoscimento dell’Unesco hanno contribuito a determinare, ma anche riproporre una prospettiva interregionale alla scala della regione verde dell’Agri-Cilento-Pollino (800.000 ettari per 530.000 abitanti). In questo senso la “new rural prosperity” suggerita dallo scienziato E. M. Nicholson nel convegno di Castellabate del 1973 è interpretata come nuova “urbana La proposta di riformulazione del ruralità” solo a partire da un orizquadro programmatico del Piano zonte metropolitano che esalta il Territoriale Regionale per il territo- ruolo ecosistemico e multifunziorio del PNCVDA, nonché la propo- nale delle aree protette regionali e sta di riformulazione delle strutture nazionali (come negli anni 60-70 per il governo di area vasta del propose già il Progetto 80 e negli PNCVDA, essendo necessario un anni 80 la proposta di legge dei seapprofondimento posto il processo natori Pinto e Coviello sul Sistema avviato di abolizione delle Province. delle aree protette del Mezzogiorno Riformulando il quadro programma- Continentale), correlando orografia, tico del PTR, si è definito un mo- corridoio plurimodale della dorsale dello strategico-programmatico autostradale e ferroviaria (progetto alternativo che possa accompagnare AC/AV) da cui si diramano oppore strutturare una riforma dell’assetto tune direttrici, urbane ed ambienamministrativo nel territorio del tali, rilanciando la centralità delle PNCVDA. valli interne. Oltre l’approccio sostanzialmente L’integrazione dell’AV/AC all’atredistributivo del PTR, l’approfon- tuale dorsale autostradale quale cordimento delle differenze dei luoghi, ridoio plurimodale tirrenico risulta L’idea progetto 51 strategica per ancorare ai sistemi metropolitani sovraregionali l’AgriCilento-Pollino e, pertanto, andrebbe superata la settorialità della visione esclusivamente trasportistica. Scala interregionale Rispetto alla proposta RFI si propone un percorso secante ed interno che attraversa la Valle del Calore (Cilento), il Vallo di Diano (Agri), il nodo di Lauria (Pollino) con diramazione successiva in alternativa lungo l'attuale percorso lungo costa (Valle del Noce) o verso la Piana di Sibari, più strategico perché baricentrico. La diramazione verso l’Appennino assume ruolo strategico in una prospettiva interregionale, oltre a favorire le connessioni tirrenoadriatiche-joniche. I nodi-stazione sono immaginati come integrazione tra la segnica morfologica e le singolarità ambientali e paesaggistiche. La Stazione per l’Agri nel Vallo di Diano, per esempio, è fuoco simmetrico della Certosa di Padula, mentre la stazione-museo del parco Cilento, è intenzionalmente pensata nell'area interna e critica della Val Calore, per alleggerire la costa e attestarsi come porta sostenibile per la fruizione del cuore montano del Parco (turismo scientifico, escursionistico, scolastico), correlata con la Fondovalle Calore in via di completamento. A breve-medio termine, tuttavia, andrebbe capitalizzato il sistema comune degli insediamenti del monachesimo italo-greco che a partire dal VI-VII sec. d.C. si diffuse tra il Cilento, il Latinianon (Lagonegrese) ed il Mercurion (Valle del fiume Lao), da approfondire come strategia interregionale per la tutela e valorizzazione del sistema a rete di risorse materiali ed immateriali, culturali e naturali, artistiche e pae- Il Paradosso | Maggio 2014 saggistiche, ma di fatto trascurato dai Programmi Operativi Interregionali Nazionali sugli "Attrattori culturali, naturali e turismo" (305 Meuro per la Regione Campania!). Ptr e Pncvda La recente integrazione del Credito Cooperativo a livello interregionale potrebbe supportare il fondamento storico, culturale, artistico e religioso di queste correlazioni. Matrici metodologiche di riformu- lazione - Si è proposta una riformulazione del quadro programmatico del PTR per il Cilento, oltre l’assetto amministrativo, a partire da una lettura congiunta dei segni caratterizzanti la morfologia delle terre e le modalità insediative dell’uomo. Interpretando le configurazioni strutturali del territorio sulla base della natura relazionale dei paesaggi, la descrizione intenzionale ha permesso di selezionare macrostrutture di riferimento. Dalla lettura critica del PTR si è esaltato in alternativa il ruolo delle visioni interregionali, la categoria dell’innovazione rispetto alla vocazione, associazioni di terre basate su intenzioni strategiche e progettuali piuttosto che sulla conferma dell’assetto amministrativo. L’approfondimento metodologico conseguente suggerisce un modello di pianificazione strategica, basato sulla correlazione tra identità, paesaggio e strategia, ed inteso come processo argomentativo e relazionale di progressivo affinamento prima del quadro dei valori condivisi, quindi delle effettive criticità cui rispondere e delle potenzialità da esaltare, infine delle alternative programmatiche e progettuali conseguenti. La definizione di un’idea forza, esaltante il rapporto uomo-natura, suggerito dal riconoscimento UNESCO di Paesaggio Culturale piuttosto che dallo status di area protetta, si è tradotta in una visione strategica alla scala locale ed interregionale. La Visione è stata riarticolata per processi strategici da “attivare” mediante temi catalizzatori. La territorializzazione dei temi avviene per Programma di progetti nella forma di progetti bandiera, dominio della convergenza istituzionale, sociale e programmatica per ciascun ambito di riferimento. Il modello programmatico proposto esalta la Centralità della Valle Interna in chiave interregionale e l’ancoraggio alla dorsale plurimodale appenninica: ne deriva la proposta di integrazione al PTR di due Campi Territoriali Complessi, tra cui il transetto Vallo di Diano-Paestum coinvolgente il sistema della Val Calore ed oggetto della proposta di nuovo asse ferroviario AC/AV Battipaglia-Reggio Calabria con diramazione interna rispetto alla proposta di RFI. A supporto del modello di piano strategico si è definito un processo valutativo correlato ed articolato in valutazione di contesto, di processo e di performance, che in prima analisi ha evidenziato il ruolo strategico del tema catalizzatore “Rete degli EcoBorghi dell’Ospitalità”, nell’istanza più generale di rigenerazione dei centri storici, quali capisaldi di una 52 possibile urbana ruralità . Comunità dei sindaci Di fronte alla prospettiva dell’abolizione della Provincia e del coordinamento tra i comuni per il “governo di area vasta”, si sono correlati riforma amministrativa, modello strategico e riordino istituzionale, con riferimento specifico al ruolo possibile della Comunità del Parco, quale “Comunità dei Sindaci”, recentemente rafforzata nel suo ruolo nel Consiglio Direttivo dell’Ente con il DPR 73/2013. Il coordinamento fra i sindaci per il governo di area vasta, come rafforzamento coerente con gli effetti della L. 135/2012 sul riordino degli enti locali, suggerirebbe alla Comunità del Parco di strutturarsi per commissioni interne, meglio ancora se supportata da Unità Tecnica e Scientifico-Metodologica. Di conseguenza, il Piano del Parco potrebbe essere integrato da componenti strutturali e strategiche, rappresentate in scala 1:10.000, per l’intero territorio, indicando le aree di trasformabilità urbana come zone “D” di promozione economica e sociale, per specificarne i contenuti da parte dei comuni nel Piano strutturale del PUC e nel Piano operativo esteso alle medesime zone “D”. Il modello strategico proposto, in conclusione, correlato con il quadro di riassetto amministrativo, è basato sul rafforzamento della centralità interna del Vallo di Diano e della centralità tirrenica della Valle dell’Alento: l’alleggerimento della fascia costiera ed il reintegro della Val Calore sono funzionali all’ulteriore apertura da promuovere verso la Regione Verde Agri-Cilento-Pollino ed al sistema più generale delle aree metropolitane del Paese. MEMORIE MOSTRA INTERMEDIALE PERMANENTE SULLA CIVILTÀ CLASSICA +,-.*/,-0 **1, $01 00*#)0* ,-'( ! " # $ % & % % # ! " # $ % % & & ' ( ) * & $ & & ' ( ! )# (* % $ % & ! % % % % + + , -# '% % . / + 0 PRIMA SALA: ( 1 2 3 4" 5 . ! % 6 ( & ( 1 %% %% 7 % % % 1 7# SECONDA SALA: 2 2 3 %8 % ! % % % 7 2 )& 2* % 3 % $ )( & & $ *# TERZA SALA: %# 2 &2'9 :( 5 3 33 % % %; < %% %7 % %% 3 # QUARTA SALA: = & 2 9 % . %8 % % % 70 % ( %; % % %; % 5 %# ' ( % ' % % %% % " # Fondazione Alario informa Maggio | Giugno Fondazione Alario per Elea-Velia Onlus Presidente Carmelo Conte Consiglio di Amministrazione Francesco Chirico Marcello D’Aiuto Francesco D’Amato Pietro Lisi Pantaleo Sansone Adalgiso Amendola (Presidente onorario) Comitato Tecnico Scientifico Enrico Bottiglieri Raffaele De Sio Mauro Maccauro Carla Maurano Michele Nappi Livio Rossetti Direttore Andrea Manzi reviolissimi giornalisti e docenti universitari. Il termine Saggio laboratorio di teatro per inoltrare le domande è fis(12 maggio) sato nel 16 giugno prossimo. Si è concluso con successo il (bando a pagina 61) laboratorio di teatro che ha visto la partecipazione di circa Patrocini 50 studenti delle classi IV e V elementare dell’Istituto ComArcheostage ‘La memoria degli prensivo di Ascea. Un ringrascavi: Elea-Velia 1997-2010’ ziamento al M° Pasquale De (31 maggio) Cristofaro e alla prof.ssa RoL’incontro del 31 maggio insanna Di Palma per l’impegno tende far conoscere il progetto e la professionalità profusa dudi valorizzazione dell’antica rante il corso e per l’organizzacittà greca di Elea e vuol eszione del saggio finale. sere la traccia di continuità, impegno e ringraziamento alla Corso di GeoGiornalismo Dott. Antonella Fiammenghi (3 giugno ) responsabile dell’area archeoL’importanza strategica della logica e ora purtroppo scomcomunicazione nel settore del parsa - che per anni ha turismo come strumento per seguito, sostenuto e consentito contrastare la crisi ed iniziare la realizzazione del progetto. un percorso di rinascita sociale Giunto alla 16° edizione grazie ed economica. Sul sito alla collaborazione di tanti www.fondazionealario.it è posistituti scolastici italiani da sibile prendere visione del Bergamo a Sapri. bando di partecipazione al corso semestrale di GeoGiorIncontro del Consorzio comnalismo organizzato e proprensoriale delle Pro Loco del mosso dalla Fondazione Alario Cilento per Elea-Velia ONLUS e dall’Università Suor Orsola Be- (31 maggio) nincasa, patrocinato dal L'intento è di collaborare e Consiglio Nazionale dell’Or- fare sistema con le associadine dei Giornalisti. L’inizia- zioni e gli enti che si occupano tiva (la prima nel suo genere) di turismo. Creare un sistema si rivolge ai giornalisti profes- di informazione, assistenza e sioinisti e pubblicisti, nonché accoglienza al turismo, che atai laureati con laurea triennale traverso un percorso di qualie magistrale. Il corso universi- ficazione vuole essere il punto tario è gratuito. Il Comitato di riferimento del sistema imscientifico è composto da auto- presa, del sistema istituzionale Il Paradosso | Maggio 2014 ma soprattutto del sistema di qualità per il turista. L’obiettivo è quello di dare ai soggetti operanti sul territorio l'opportunità di entrare in un circuito di crescita qualitativa, di condivisione territoriale, di promozione e di sviluppo economico: le imprese potranno usufruire del sistema Pro Loco a favore della diffusione dell'informazione mentre le istituzioni potranno avvalersi del loro appoggio per uno sviluppo armonico dell'informazione e dell'assistenza incoming e per una gestione del territorio improntato ad un modello di sviluppo di qualità. “Marketing Sviluppo Giornalismo Teatro Economia” I Corsi di aggiornamento professionale costituiscono un’opportunità di approfondimento e di aggiornamento sulle competenze teorico-pratiche proprie dell’ambito in cui si opera. VI Edizione della Summer School in Development Economics Formazione professionale per gior- (23-27 giugno) La Summer School, rivolta a stunalisti iscritti all’albo denti inseriti in programmi di dot(9 e 10 giugno) Incontri di aggiornamento profes- torato o di ricerca post dottorato sionale riservati alle professiona- nonché a membri junior e senior lità iscritte all’albo dei giornalisti. sia di Università partner di pro55 getto sia di altre Istituzioni universitarie e non, italiane e straniere, ha l’obiettivo di fornire una panoramica dettagliata dei principali metodi utilizzati nella ricerca empirica e teorica in economia dello sviluppo attraverso attività seminariali e di presentazione sia da parte di ricercatori di punta italiani e stranieri sia da parte degli stessi partecipanti. L’inizia- tiva è patrocinata dalla Fondazione Alario per Elea-Velia ONLUS e organizzata dal Centro Interdipartimentale di Economia del Lavoro e di Politica Economica (CELPE) dell’Università degli Studi di Salerno. Il Paradosso | Maggio 2014 di Vincenzina Esposito Biblioteca / Fondo Bruno a Fondazione Alario ha recentemente acquisito il patrimonio librario proveniente dalla biblioteca personale di Francesco Bruno, illustre critico, giornalista e scrittore italiano del Novecento, e di suo figlio Elio, anch’egli giornalista e critico letterario, che ha contribuito massimamente a diffondere la meritoria opera paterna. Sono circa 3.300 i volumi incamerati dalla Biblioteca Alario, opere di pregio, di indiscusso valore culturale, recuperate dallo staff della Fondazione tra Napoli - dove attualmente risiedono gli eredi Bruno - ed Ascea - città natale di Francesco Bruno. “Sono felice che il patrimonio librario appartenuto a mio marito e mio suocero - spiega la signora Maria Novi, moglie di Elio Bruno possa essere messo a disposizione della comunità, affidato alla cura, competenza e professionalità di addetti esperti e appassionati, che possano gestirne la collocazione e la catalogazione in ambienti idonei e dedicati”. In considerazione del lodevole gesto di prodigalità compiuto dalla famiglia Bruno, è stato infatti istituito in seno alla Biblioteca Alario un fondo intitolato a “Francesco ed Elio Bruno”, a memoria del pensiero e della rinomata attività letteraria e giornalistica degli insigni dedicatari. “Il fondo - dichiara l’on. Carmelo Conte, presidente della Fondazione - vuole essere un concreto riferimento per quanti - studenti, ricercatori, docenti, cittadini - credono come noi nel valore della cultura, che ha sempre contraddistinto la levatura morale ed intellettuale di L Francesco ed Elio Bruno, nel loro luminoso percorso umano e professionale”. Importantissima operazione di incremento del patrimonio librario, quella compiuta dalla Biblioteca Alario, che vede così raddoppiare i propri volumi e arricchire con preziose monografie le sezioni di letteratura italiana moderna e contemporanea, storia e critica letteraria. Un’operazione resa possibile soprattutto grazie alla sensibilità e il nostro territorio. È proprio Ascea, infatti, ad essere protagonista di molte delle opere di Francesco Bruno, ricordata in particolare in “Paese di eriche e ginestre”, romanzo ambientato negli ultimi anni dell'Ottocento nel paese natìo dell'autore, che racconta la storia di uomini e donne cilentane, trasfigurati in personaggi mitici, depositari del fascino di una terra antica, patria di filosofi e poeti greci. Il Cilento, dunque, come metafora della storia e della vita, terra di lungimiranza di Francesco ed Enrico, nipoti di Francesco Bruno, e della signora Maria, che ha dedicato tutta la sua vita a quell’esercizio del docere che solo uno spirito fine ed attento può esercitare. L’istituzione e la pubblica fruizione del fondo segnano così l’inizio di una proficua collaborazione con la famiglia Bruno, finalizzata a promuovere iniziative atte a favorire la conoscenza e la consultazione di tale importante patrimonio culturale, nonché a celebrare la memoria degli illustri umanisti e a valorizzare “grande stimolo e grande vitalità” come scriveva il letterato Carlo Pepoli a Giacomo Leopardi - dove “Parmenide nella sua scuola di Elea conquistò per intero l’essere alla filosofia” e Gianbattista Vico “attese ai suoi studi e vide gli eterni cicli della storia”. 56 Il Paradosso | Maggio 2014 CilentoDigitale di Maria Rosaria Nese Digitalizzare e valorizzare il patrimonio culturale del Cilento. Questo l’obiettivo del progetto CilentoDigitale a cui la Fondazione Alario affida l’interessante riflessione sul tema del digitale applicato alla cultura, e sulle opportunità e sfide of- utenti - in considerazione dell’ancora carente dotazione di tecnologie informatiche e multimediali, in particolare nelle aree interne del Cilento - e, in secondo luogo, nella convinzione che dal loro uso corretto scaturiscano soluzioni di ecce- ferte nel settore dai nuovi strumenti di comunicazione. Foto, libri, audiovisivi, documenti sul Cilento, le sue risorse, i suoi beni culturali diventano ‘digitali’, rendendo possibile l'interazione tra il settore della cultura - e del turismo che di cultura si alimenta - e le tecnologie informatiche. Il progetto - che prende l’avvio con la creazione, presso Palazzo Alario, di un piccolo ‘centro servizi digitali’, finanziato con il contributo della Fondazione della Comunità Salernitana Onlus che ha reso possibile l’acquisto delle attrezzature - intende applicare alla valorizzazione del territorio gli strumenti offerti dalle opportunità digitali, intanto perché dal loro utilizzo derivino utilità sociali per il maggior numero di zionale interesse ai fini della fruizione e della promozione dei beni culturali e delle risorse di cui l’area è ricca. CilentoDigitale mira, pertanto, alla creazione di archivi digitali di immagini, testi, audiovisivi - raggruppati in filoni tematici (ad esempio: storia, paesaggio, cultura, tradizioni, Biblioteca specialistica online con libri e cataloghi bibliografici digitalizzati, ma anche e-tourism e itinerari georeferenziati.) - il cui materiale, conferito dagli autori/proprietari e digitalizzato, sarà reso fruibile anche attraverso la messa in rete su sito dedicato. CilentoDigitale è un progetto innovativo, ambizioso, suscettibile di sviluppi via via crescenti proporzionati alla diffusione degli strumenti 57 57 e delle applicazioni informatiche. La valorizzazione del patrimonio culturale e i fini di utilità sociale che possono scaturirne in un’area che di cultura e turismo potrebbe vivere, partono dalla conoscenza dei dati relativi alle location, agli eventi, all’offerta di territorio, e dal renderne pubblica la consultazione. Il progetto, pertanto, partendo dagli archivi digitali e dalla biblioteca online, potrà estendersi fino alla costituzione di un database unificato in formato opendata RDF (Resource Description Framework, quale è lo strumento base per la codifica, lo scambio e il riutilizzo di metadati strutturati, che consente l'interoperabilità tra applicazioni che si scambiano informazioni sul web) che permetta di accorpare e rendere fruibili dati provenienti da amministrazioni pubbliche o consortili su scala comunale/comprensoriale/regionale per dare l’opportunità ad operatori turistici, portali web territoriali ed extra territoriali, di valorizzare la propria offerta con l’esposizione e consultazione dei dati tematici (cultura, turismo, meteo, viabilità). In uno con l’impegno della Fondazione Alario, sarà proprio il coinvolgimento degli operatori territoriali, pubblici e privati, a rendere possibile la sostenibilità e l’ampliamento del progetto nel tempo. Il Paradosso | Maggio 2014 Lettere in redazione Gentile redazione, vi scrivo per chiedere un intervento per rendere più vivibile il parco che si trova sul lungomare di Ascea. Il parco è meta di ‘turismo familiare’ anche dai paesi limitrofi, ma le giostrine sono poche e alcune, ormai, malridotte. Anche la scarsa sorveglianza e soprattutto la mancanza di luci rendono il parco poco sicuro. Nella vostra qualità di ‘ente per lo sviluppo del territorio’ non potreste occuparvi di questa situazione? Migliorare la qualità della vita delle persone residenti e non solo e migliorare i servizi, penso siano obiettivi da perseguire, non pensate? Giulio Innocenti Ascea e dovreste prevedere anche dei corsi per adulti. Giulia Apolito Vallo della Lucania La scorsa estate abbiamo dato vita a un corso di dizione e di improvvisazione teatrale al quale parteciparono anche adulti. Fu un successo notevole che vorremmo replicare anche nella prossima estate, non escludendo di istituzionalizzare un corso per adulti nella programmazione invernale del prossimo anno. I riscontri che hanno premiato i nostri sforzi sono direttamente legati alla qualità dei docenti che siamo riusciti a coinvolgere e che ringraziamo anche da queste colonne. Cara redazione, non amo le lamentazioni, ma come si fa a non rilevare la crisi politica del Cilento, che in questo periodo, nonoUno degli obiettivi de Il Paradosso è stante i tanti consiglieri regionali proprio di legare la nostra progettua- eletti, è praticamente senza una degna lità culturale alla natura e alla vita dei rappresentanza? luoghi meravigliosi che ci accolgono e che noi vorremmo tanto trasformare. Giulio Comite Talvolta, però, il dialogo con le pubbliAgropoli che amministrazioni non è facile. Da parte nostra, tenteremo con ogni sforzo Messa in di stringere rapporti e allestire reti con questi terl’obiettivo di elevare i livelli di vivibimini la lità dei nostri territori. È un impegno, sua “dema anche una sfida. nuncia” appare proprio Caro Direttore, come una lamentazione di cui il Ciho partecipato con interesse al saggio lento non ha bisogno. Anziché rilevare finale del corso di teatro svolto presso generiche inefficienze o crisi di rappredi voi. Non avrei mai pensato che dei sentanza, perché non si concentra su ragazzini così piccoli potessero por- singoli problemi, fornendo magari un tare in scena la Divina Commedia con suo contributo specifico oppure attratanto successo. È stata una sorpresa endo sensibilità e apporti che richieper tutti. Iniziative del genere dovreb- dono lavoro e impegno? In effetti, la bero esserci per tutto l’arco dell’anno storia è antica ed è quella che contrap58 pone da sempre le critiche alle pratiche: le prime vanno bene, ma occorre modularle su aspetti specifici, su percorsi reali. Solo passando da generale al particolare si diventerà cooperatore di democrazia. Gentile redazione, ma il GeoGiornalismo di cui vi occupato che cosa è: un nuovo metodo o un vecchio settore editoriale? Giulia Aprea Montecorice Le rispondo proponendole un brano del bando del nostro Corso universitario semestrale in GeoGiornalismo, organizzato con l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che si aprirà nei prossimi giorni ad Ascea: “(…) Formare dei “geogiornalisti” che maturino gli strumenti metodologici necessari per la comprensione delle dinamiche geostoriche e dei principali processi di sviluppo globale di un territorio, attraverso la ricerca sul terreno e la conoscenza diretta delle fonti di informazione, insieme a una sensibilità cronistica rivolta alle specificità di aree complesse (di cui il Cilento è esempio emblematico).” Il Paradosso | Maggio 2014 GeoGiornalismo una palestra di notiziabilità di Andrea Manzi Tratta dal Piano di comunicazione della Fondazione Alario, approvato dal Cda nell’autunno scorso, pubblichiamo di seguito l’introduzione al GeoGiornalismo, un’area professionale da formare e alimentare per il nuovo mercato editoriale e che rappresenta una concreta sfida per i prossimi anni. Il testo fa da premessa alla pubblicazione del bando (segue nelle pagine successive) relativo al I Corso universitario in GeoGiornalismo, organizzato con l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che sarà inaugurato a fine giugno presso la Fondazione Alario ad Ascea. Al via un Corso universitario per dotare gli addetti ai lavori di nuovi strumenti in grado di dare centralità ad un’informazione vicina al territorio e funzionale all’obiettivo dello sviluppo ancora atteso, “tra la Scilla del giornalismo acquiescente e la Cariddi del giornalismo d’assalto, quel “giornalismo obbiettivo”, osservatore attento e cauto ascoltatore dei movimenti della società”. Il deficit di legittimazione del giornalismo contemporaneo è aumentato ulteriormente negli ultimi anni, a fronte del decantato ruolo che si accredita alla comunicazione nella cosiddetta era post-industriale, a volte soltanto in teoria caratterizzata da una centralità dell’economia della conoscenza. Tra le cause di tale calo di credibilità, vi sono senza dubbio la man- È 59 cata ridefinizione dei rapporti tra fonti e informazioni, la scomparsa della realtà sociale e territoriale dal centro del racconto giornalistico dell’attualità e “la crescita sostanziale dell’integrazione tra regioni, società e culture del paese, (…) con brusco aumento delle interdipendenze, degli scambi e delle comunicazioni che coinvolge tutta la terra”. Tale situazione ha terremotato la vecchia idea di giornalismo, governata ancora da criteri familistici e condizionata da radicate logiche di potere e di controllo. Allo stesso tempo il processo di mondializzazione delle informazioni Il Paradosso | Maggio 2014 non è stato supportato da una speculare presa di coscienza di tale rivoluzione della conoscenza ed è rimasto confinato in un’area esclusivamente ideologica. Non ha attivato, cioè, percorsi conoscitivi, al punto che non sono state valutate adeguatamente le conseguenze che i nuovi contenuti e gli innovativi messaggi degli odierni mezzi multimediali avrebbero determinato nelle relazioni tra individui e gruppi sociali, in quella che felicemente fu definita la nuova “geografia mentale”. Mutamenti La mancata presa di coscienza di tale “sovracultura planetaria integrata” ha determinato guasti considerevoli che si riflettono sul mancato sviluppo di una informazione matura, critica e consapevole e, al contempo, di un territorio pronto a recepirne i messaggi e le costruttive provocazioni. Il rapporto scienza/tecnologia/economia di mercato, infatti, non solo sembra non conoscere alternative, ma va ad incidere su elementi e aspetti della vita umana molto concreti un deficit di conoscenza su questi temi diventa perciò rischioso e pregiudizievole per le comunità di base, soprattutto per quelle meno progredite. In queste ultime si manifestano sempre più spesso atteggiamenti di rifiuto e di resistenza rispetto ai globali mutamenti in atto, percepiti come minacce e non come opportunità di sviluppo verso nuovi orizzonti, con ritorni al fondamentalismo localistico e al più deleterio campanilismo. Media e conoscenza Recuperare terreno nella conoscenza dei media, del loro possibile uso e delle loro finalità appare quindi una premessa indispensabile per poter acquisire consapevolezza delle profonde trasformazioni sociali ed economiche degli ultimi trent’anni e della loro futura evoluzione, nel controllo a diverse scale dell’economia di mercato e delle degenerazioni a quest’ultima spesso legate (accumulazione di profitti, violazione di diritti ecc.) Attualità In tale contesto, un’altra preliminare considerazione riguarda l’attualità giornalistica che si produce in quell’area dalle spiccate funzioni conoscitive dal nome emblematico di “campo giornalistico”. L’attualità infatti “è una forma di conoscenza del mondo sociale” e vive a distanza ravvicinata dagli eventi, in alcuni casi li produce essa stessa, rivelandosi addirittura un’attività poietica: basti pensare che in molte circostanze appare difficile distinguere le hard news (notizie vere e proprie) dagli pseudo-eventi (che accadono proprio in funzione delle notizie che circolano) o dai contro-eventi (che si verificano come opposizione alle notizie veicolate). Per radicare la notizia alla realtà ed evitarne pericolose derive speculative, astratte e fuorvianti, bisogna dunque tornare al territorio e al peso tangibile dei suoi eventi concreti e dei suoi problemi quotidiani. Occorre riconsiderare, cioè, il ruolo del giornalista nell’ambito dello spazio vissuto in cui adempie la sua opera professionale e ricostruirgli, per l’efficace svolgimento della sua attività, un contesto d’azione effettiva, un luogo privilegiato, centrale e strategico, nel quale “dare legittimazione alla rappresentazione giornalistica del mondo sociale”. Per attuare questa trasformazione non sarà però più possibile considerare i mezzi di comunicazione come 60 contenitori inerti, esistenti di per sé a prescindere dalle notizie, ma occorrerà dotare gli addetti ai lavori di maggiori e più complessi strumenti professionali, di una più completa e aggiornata cultura territoriale, ridando centralità a un giornalismo “militante”, praticato “sul terreno”, volto all’indagine, all’inchiesta, alla valutazione critica della concreta, vissuta attualità. Non sarà un percorso semplice, ma è doveroso tentare di metterlo in atto per riaccreditare una professione mai così ignobilmente celebrata, conferendo nuova credibilità, identità e nuovi stimoli ai suoi rappresentanti e operatori. “Il nuovo giornalista ha da essere soprattutto un osservatore e un ascoltatore del mondo sociale nel suo farsi, capace di leggere la realtà e di raccontarla nel modo più sintetico possibile, nel modo più chiaro possibile al maggior numero di persone possibili” (...) Il Paradosso | Maggio 2014 Corso universitario / il bando GeoGiornalismo Corso di Perfezionamento ed Alta Formazione in Geogiornalismo Anno accademico 2013/2014 Promotori Fondazione Alario per Elea-Velia onlus Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli Centro di Lifelong Learning di Ateneo Patrocinio Ordine dei Giornalisti della Campania Direzione scientifica Lucio d'Alessandro e Andrea Manzi Comitato tecnico-scientifico Adalgiso Amendola, Alessandro Barbano, Carmelo Conte, Enricomaria Corbi, Giustino Fabrizio, Ottavio Lucarelli, Antonio Polito, Silvia Siniscalchi, Fabrizio Manuel Sirignano, Lino Zaccaria. Coordinamento didattico Roberto Conte Ai sensi del D.P.R. 162 del 10.3.82, dell'art. 6 della L. 341 del 19.11.90, del D.M. 509/99, del D.M. 270/2004, visto lo Statuto del Centro di Lifelong Learning di Ateneo, visto lo Statuto della Fondazione Alario per Elea-Velia onlus, preso atto del protocollo d’intesa in data 11/12/2013 tra l’Università Suor Orsola Benincasa e la Fondazione Alario, preso atto del patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti-Consiglio Regionale della Campania, è istituito il Corso giudizio positivo, i candidati ammessi al corso con il semplice diploma che abbiano regolarmente Requisiti di accesso - Il corso è ri- frequentato le lezioni e superato volto ai giornalisti professionisti e l’esame finale conseguiranno il tipubblicisti di età non superiore ai tolo di Corso di perfezionamento e 35 anni (al primo giugno 2014) in aggiornamento professionale in Copossesso di laurea e/o diploma: ai noscenza e comunicazione del terrigiornalisti laureati sarà rilasciato il torio. titolo di Corso di perfezionamento ed Alta formazione in Geogiornalismo, ai giornalisti diplomati sarà rilasciato il titolo di Corso di perfezionamento e aggiornamento professionale in Geogiornalismo. di Perfezionamento e Alta Formazione in GeoGiornalismo. Si precisa che il Patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti-Consiglio Regionale della Campania è concesso solo ai giornalisti professionisti e/o pubblicisti e che ne verrà I due terzi dei posti disponibili safatta menzione esclusivamente sugli ranno riservati, qualora ne venga attestati relativi al Corso di Geo- fatta domanda, ai candidati resigiornalismo. denti nei Comuni che ricadono nell’area del Parco Nazionale del Possono altresì accedere a coloro, Cilento, Vallo di Diano e Alburni. sempre con lo stesso limite anagrafico, che abbiano conseguito la lau- Il Corso, ideato e organizzato con rea triennale o il patrocinio dell’Ordine dei Giornaspecialistica/magistrale (D.M. listi della Campania, avrà inizio nel 509/99; 270/04) o laurea quadrien- mese di giugno 2014 e si concluderà nale (legge 341/90) in qualsiasi di- entro il mese di dicembre dello sciplina e, in questo caso, sarà stesso anno. rilasciato il titolo di Corso di perfezionamento ed alta formazione in Obiettivi: (...) “Formare dei “geoConoscenza e comunicazione del ter- giornalisti” che maturino gli struritorio. menti metodologici necessari per la comprensione delle dinamiche geoPotranno accedere al Corso anche storiche e dei principali processi di candidati in possesso del solo di- sviluppo globale di un territorio, atploma di maturità, purché dotati di traverso la ricerca sul terreno e la coun curriculum attinente alle temati- noscenza diretta delle fonti di che del corso. informazione, insieme a una sensibiLa specificità curriculare sarà at- lità cronistica rivolta alle specificità tentamente vagliata dalla Commis- di aree complesse (di cui il Cilento è sione esaminatrice e, nel caso di esempio emblematico). A tal fine i 61 Il Paradosso | Maggio 2014 Corso universitario / il bando GeoGiornalismo “geogiornalisti” devono saper coniugare l’esigenza giornalistica generalista con la ricerca di metodologie comunicative finalizzate alla comprensione delle problematiche strutturali e occasionali di un territorio, quale presupposto per il suo sviluppo organico, attivando processi comunicativi volti alla maturazione di una consapevolezza culturale che coinvolga innanzitutto le comunità locali. Il corso intende così formare una professionalità che possa agevolmente muoversi lungo la linea mediana dell’informazione territoriale e della comunicazione, offrendo una specificità tecnico/professionale oggi non facilmente rinvenibile sul mercato e di cui invece si ha fondamentale bisogno”. delle elevate competenze proposte; è consentito un margine di assenza non superiore al 20% del monte ore previsto per le attività didattiche in presenza. Il corso è a numero chiuso. Il numero massimo dei partecipanti è fissato a 45, che il Comitato tecnico scientifico potrà elevare a 50. per Elea-Velia onlus, dovrà pervenire entro il 16 Giugno 2014 on-line mediante il modulo disponibile sul sito web www.unisob.na.it Qualora le domande risultino in numero superiore a 45/50, una apposita Commissione nominata dal Rettore e dal Presidente della Fondazione Alario provvederà alla va- Qualora il numero degli iscritti risultasse inferiore, l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e la Fondazione Alario si riserveranno di non attivare il corso. Nella domanda di ammissione al Corso, in carta semplice, redatta su apposito modulo da ritirarsi presso la Fondazione Alario per Elea-Velia Il Corso ha la durata di 160 ore onlus o presso Segreteria Studenti d'aula, integrate da visite studio, te- dell'Università degli Studi Suor Orstimonianze aziendali, incontri, la- sola Benincasa e disponibile sul sito boratori e workshop, per un totale di web www.unisob.na.it, l'aspirante 250 ore. dovrà dichiarare: Le attività di stage/tirocinio si svolgeranno presso redazioni di giornali, emittenti radio-televisive e testate online nazionali e regionali, enti e società leader nel settore della Comunicazione. Il calendario degli incontri in presenza si articolerà, di norma, in due incontri settimanali, da giugno 2014 a dicembre 2014. Gli incontri si terranno, di norma, il venerdì o il sabato e si articoleranno in una parte teorica, seguita da incontri e testimonianza d’area e in esercitazioni pratiche. nome, cognome, luogo e data nascita, cittadinanza, codice fiscale; i titoli in suo possesso; il recapito al quale intende ricevere le comunicazioni inerenti il corso. La domanda dovrà essere corredata dal certificato di laurea in carta semplice o del certificato del diploma di maturità (o autocertificazione del titolo) con l'indicazione del voto finale e da un dettagliato curriculum vitae et studiorum. Le domande non in regola non saranno prese in considerazione. lutazione ed alla predisposizione di una eventuale graduatoria che terrà conto dei titoli in possesso dei candidati e dei curricula allegati. L'elenco degli ammessi (o la graduatoria) sarà pubblicato sui siti internet www.unisob.na.it e www.fondazionealario.it, non saranno inviate comunicazioni personali ai candidati. Entro sette giorni dalla data di pubblicazione dell'elenco degli amLa domanda, indirizzata al Magni- messi, gli aspiranti dovranno perfefico Rettore dell'Università degli zionare l'iscrizione, per la quale non La frequenza è obbligatoria ed es- Studi Suor Orsola Benincasa e al è prevista alcuna quota di partecisenziale ai fini della acquisizione Presidente della Fondazione Alario pazione. 62 Il Paradosso | Maggio 2014 Corso universitario / il bando GeoGiornalismo Nel caso in cui, dalla documentazione presentata risultino dichiarazione false o mendaci rilevanti ai fini dell'immatricolazione, ferme restando le sanzioni penali di cui all'art. 76 del DPR n. 445 del 28/1/2000, il candidato decadrà automaticamente d'ufficio dal diritto d'immatricolazione. Al termine del Corso, i candidati nalisti sarà rilasciato l’attestato di Corso di Perfezionamento e Alta Formazione in Conoscenza e comunicazione del territorio (per i laureati) oppure del Corso di perfezionamento e Aggiornamento professionale (per i diplomati) in Conoscenza e comunicazione del territorio. I dati personali forniti dai partecipanti saranno trattati per le operazioni connesse alla formazione dell'elenco degli ammessi al corso, secondo le disposizioni della L. 31.12.1996 n. 675 e successive modificazioni. Le lezioni, gli incontri ed ogni altra attività del Corso si terranno presso la sede della Fondazione Alario per Elea-Velia onlus in Ascea (SA) – viale Parmenide. Il programma di studio, suddiviso in tre moduli, sarà sui siti dell’Università Suor Orsola Benincasa (www.unisob.na.it) e della Fondazione Alario per Elea-Velia onlus (www.fondazionealario.it) con ogni in regola con gli aspetti formali e so- altra informazione tecnica utile per stanziali (documentazione, fre- i candidati. quenza, verifiche in itinere, ecc.) sosterranno una prova di esame ine- Napoli e Ascea, 22 Maggio 2014 rente una delle tematiche trattate nel Corso. Firmato Presidente della Fondazione Alario Ai giornalisti professionisti e pub- On. avv. Carmelo Conte blicisti che supereranno l'esame finale verrà rilasciato l'attestato del Rettore dell’Università Corso di Perfezionamento e Alta For- Suor Orsola Benincasa mazione in GeoGiornalismo (per i Prof. Lucio D’Alessandro laureati) oppure del Corso di perfezionamento e Aggiornamento profes- Info sionale (per i diplomati) in Centro Lifelong Learning dell’UniGeoGiornalismo. versità Suor Orsola Benincasa | tel. 081.2522348 (lun-ven 11,00Ai laureati e ai diplomati non gior- 13,00); [email protected] 63 Fondazione Alario per Elea-Velia onlus | Viale Parmenide snc 84046 Ascea (SA) | tel 0974 971197 – 3939691485 | mail | [email protected], [email protected] Il Paradosso | Maggio 2014 Fotografi alla ribalta Le immagini di questo numero (vedi indice in basso) sono di Toni Isabella * Nato ad Ascea, ha raccolto in poco più di 10 anni di attività circa 15.000 foto del Cilento e filmati sulla cultura del territorio. Ha realizzato un portale sulla Dieta Mediterranea e due guide del Cilento. Copertina Pisciotta Pagina 2 Roccagloriosa: santuario Pagina 3 In alto: Piano Vetrale | murales In basso: Teggiano | manifestazione ‘Alla Tavola della Principessa Costanza’ Pagina 4 In alto: Ascea | area archeologica di Elea-Velia In basso a dx: Ascea | ciliegio secolare In basso a sx: Teggiano | manifestazione ‘Alla Tavola della Principessa Costanza’ Pagina 5 Moio della Civitella: cantina Pagina 6 Ascea capoluogo: olivo secolare Pagina 7 Vallo di Diano: peperoni ‘cruschi’ Pagina 8 Cilento: fichi bianchi DOP Pagina 9 Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico Pagina 10 Tortorella: cacio ricotta Pagina 12 Moio della Civitella: resti acquedotto Pagina 13 Calvanico: ‘permacultura’ Pagina 14 Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico Pagina 15 Ascea capoluogo: olivi secolari Pagina 16 Castelnuovo Cilento: fiera delle arti e mestieri antichi Pagina 17 Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico Pagina 19 Teggiano: museo delle erbe Pagina 21 Teggiano | manifestazione ‘Alla Tavola della Principessa Costanza’ Pagina 22 In alto: Ascea | olivo secolare In basso a dx: Casal Velino | azienda olearia In basso a sx: San Mauro Cilento | distillazione erbe Pagina 23 Vallo di Diano: caciocavallo podolico Pagina 24 Agnone: festa prodotti tipici locali Pagina 26 Terradura: potatura albero di fichi Pagina 28 Roscigno vecchia Pagina 29 Tortorella: formaggio Pagina 30 Acciaroli: festa del pesce Pagina 32 Ascea: museo di Elea-Velia | busto di Parmenide Pagina 33 Acquavella: azienda casearia Pagina 34 Agnone: fiera degli antichi mestieri Pagina 35 foto in alto e in basso: Ascea | prodotti tipici locali Pagina 36: San Mauro Cilento: esposizione erbe spontanee e non Pagina 37 Roccagloriosa: panoramica Pagina 38 In alto: Ascea | area archeologica di Elea-Velia | Porta Rosa In basso a dx: Castelnuovo Cilento | conserve di peperoncino In basso a sx: Vallo della Lucania | busto di San Filadelfo Pagina 39 Paestum: tomba del tuffatore Pagina 40 Cilento: esposizione erbe medicinali spontanee Pagina 41 Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico Pagina 42 Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico Pagina 43 Felitto: fusilli fatti a mano Pagina 44 Agropoli: strada SP430 Pagina 46 In alto: Tortorella In basso a dx: Roccagloriosa | area archeologica In basso a sx: Laurito | chiesa basiliana Pagina 48 Acquavella: azienda casearia Pagina 51 Ascea: forno antico Pagina 52 Agnone: fiera antichi mestieri *Le foto di questo e degli altri numeri de Il Paradosso non illustrano il contenuto degli articoli, ma rappresentano una libera lettura della Città del Parco affidata a validi ed attenti artisti del luogo LEGGEREZZA RAPIDITÀ ESATTEZZA VISIBILITÀ MOLTEPLICITÀ COERENZA www.icastico.com [email protected] +393387716489 64
© Copyright 2024 Paperzz