Il Paradosso

numero speciale a 64 pagine
Anno I Numero 9 • Maggio 2014
La Città del Parco
Le idee per realizzarla
all’interno il bando
Corso universitario
in GeoGiornalismo
con una introduzione di Andrea Manzi
€ 2,00
IN QUESTO NUMERO
Carmelo Conte
Alessandro Alì
Giuseppe Anzani
Marco Bencivinni
Amalia Bevilacqua
Lanfranco Bove
Francesco Colarossi
Alessandro Dal Piaz
Francesco Di Bisceglie
Elena Dorato
Giuseppe Falvella
Antonia Gravagnuolo
Aniello Greco
Juan Carlos Loffredo
Emilio Maiorino
Elsa Paradiso
Monica Ravazzolo
Francesco Ruocco
Alario Informa:
Vincenzina Esposito
Maria Rosaria Nese
Giuliana Raimondo
anno I numero 9 / Maggio 2014
NUMERO 9
Direttore editoriale
Carmelo Conte
Direttore responsabile
Andrea Manzi
EDITORE
Fondazione Alario
per Elea-Velia Onlus
DIREZIONE E REDAZIONE
Viale Parmenide, Loc. Marina 84046 Ascea (SA)
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Ordinario € 20
Sostenitore € 50
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TIPOGRAFIA
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84040 - Capaccio
REGISTRAZIONE
n.2/2013 Registro Stampa
Tribunale Vallo della Lucania (Sa)
PROGETTO GRAFICO E FOTORITOCCO
Icastico - Design and Publishing
www.icastico.com
FOTO IN COPERTINA E ALL’INTERNO
di Toni Isabella
(indice a pagina 64)
In questo numero
2 Editoriale / Dal pluralismo progettuale al programma
Carmelo Conte
4 Nuove chore per il Parco
Alessandro Alì
6 Città e Parco mai più lontani
Giuseppe Anzani
9 Percorsi senza più fine
Marco Bencivinni
12 Trame di fiumi e borghi
Amalia Bevilacqua
15 Le trecento lunghe vie del futuro
Lanfranco Bove
17 Troppe strade tranello
Francesco Colarossi
20 Parco 2.0 chiave smart per la nuova (geo)comunità
Alessandro Dal Piaz
22 La frontiera del locale
Francesco Di Bisceglie
25 Cilento Blueways. I tracciati ecologici
Elena Dorato
28 Trekking per nuove avventure
Giuseppe Falvella
29 Navigare tra mare e monti
Antonia Gravagnuolo
32 Ascea. Tre tratte per un’idea prospettica
Aniello Greco
35 Imprese green e blue economy
Juan Carlos Loffredo
38 Smart Park stile Europa
Emilio Maiorino
42 Spopolamento. Una rete lo impedirà
Elsa Paradiso
46 Nuovi percorsi per duecento chilometri
Monica Ravazzolo
50 Seguendo la scia UNESCO
Francesco Ruocco
54-64 Fondazione Alario Informa
LA RIVISTA È IN VENDITA NELLE SEGUENTI EDICOLE:
EBOLI Gallotta, Piazza della Repubblica; Pasquarelli, Via Paestum - Santa Cecilia - ASCEA Edicola Zollino, Corso Elea
CAMEROTA Talamo, Via Sirene. CAPACCIO Pastore, Via Nazionale. CASALVELINO Zoschg, Via Marina
SALERNO Carini, C.so Vitt. Emanuele. AGROPOLI Lisa sas, Via Piave 32. SAPRI Magurno, Via Verdi
VALLO DELLA LUCANIA Stifano, P.zza Vitt. Emanuele
L’EDITORIALE
Dal pluralismo
progettuale
al programma
di Carmelo Conte
efinire un programma significa
avanzare delle ipotesi sulle finalità, la fattibilità, le modalità attuative, la compatibilità ambientale
e sulle sue ricadute produttive e sociali. Un compito che è tanto più necessario quando i riferimenti sono
complessi e coinvolgono territori
“speciali e pregiati”, quali sono
quelli che si identificano nella Città
del Parco. Sarebbe stato, perciò, illusorio e azzardato, pensare di definirne i contorni e la realizzabilità
ricorrendo a un progettista unico, sia
pure in associazione con professionalità diverse e di alto profilo. Oc-
D
Gli elaborati del Concorso
di idee che pubblichiamo
in questo numero offrono
una chiave di lettura
del presente proiettato
nel futuro, in una visione
dinamica della realtà…
correva un confronto aperto per rappresentare l’idea di un progetto coniugato al plurale. E, a buon titolo,
la Fondazione Alario se ne è fatto
carico indicendo un concorso internazionale, i cui risultati, per la straordinaria importanza qualitativa ed
innovativa, costituiscono un patrimonio culturale complessivo che va
bene al di là della graduatoria e
della premiazione dei vincitori.
È un parco non di progetti definiti
ma di idee progettuali in fieri sulle
quali va aperto un dibattito per farne
un paradigma che sia di riferimento
per i territori e per le istituzioni. E
2
Il Paradosso, condividendone le finalità, ha deciso di pubblicarne una
sintesi illustrativa, a firma degli
stessi autori, anche per rendere un
servizio preparatorio alla lettura
delle tavole tecniche che, a sua volta
la Fondazione Alario ha deciso di
esporre, nella sua sede, in una mostra che vuole essere di animazione
più che di celebrazione. Invero, gli
elaborati non propongono un pacchetto programmatico destinato a restare nel cassetto né obiettivi senza
tempo, ma offrono una chiave di lettura del nostro presente proiettato al
futuro, in una visione dinamica
“Superare
la rassegnazione…”
della realtà che cambia in forme
sempre più nuove. Certo il territorio
deve conservare la sua vocazione
storica, nel rispetto di pratiche e conoscenze tramandate di generazione
in generazione, ma va interpretato e
sviluppato in sintonia con il progresso tecnologico e la modernità.
L’obiettivo è dare continuità creativa alla tradizione e fare in modo
che l’oggi, per innovazione, valore e
coerenza, diventi la tradizione di
domani. Bisogna costruire, cioè, una
catena virtuosa per inserire le prospettive locali nel ciclo economico
in atto che non ha ancora dispiegato
tutte le sue potenzialità ma lascia
intravedere un senso di marcia irreversibile: è concentrato sulla trasformazione compatibile dei beni e
dei luoghi, sulla comunicazione e la
fruizione della conoscenza. Un processo, rispetto al quale la parola
chiave è l’apertura.
Vale a dire il superamento della
rassegnazione, dei pregiudizi e del
quieto e separato vivere per favorire
la contaminazione e la trasversalità
tra territori, conoscenze e idealità.
Non per annullarne il valore originario e rimuoverne la durata, ma per
farli convivere e diventare nell’insieme altro da sé. È, giova ripeterlo,
la fondamentale ragione ispiratrice
della proposta di trasformare il
Parco del Cilento, del Vallo di Diano
e degli Alburni in Città del Parco,
che è appunto finalizzata a conseguire l’armonia tra l’ecosistema economico e ambientale e l’ecosistema
generale. Un intento che è stato
colto al meglio, sia pure con sfumature e angoli visuali diversi, da tutti
i progetti che sono oggetto del nostro commento.
Un’idea di rete
Laddove domina l’idea della rete
che è l’unico modo per coordinare,
rafforzare e rendere competitivi valori ambientali e ambiti produttivi
minori o di nicchia. A fronte di tale
prospettiva, la discussione e la sintesi intorno alle idee-guida appaiono non solo utili ma necessarie
perché, attraverso arricchimenti e
approfondimenti, possano alimentare la nuova modernità anche dal
3
basso, e con essa una fase politica
che non attenda il suo farsi ma lo
qualifichi, promuova e imponga.
Bisogna prendere atto, in sintonia
con Thomas Homer–Dixon, che “il
gap di ingegnosità è la distanza critica che corre tra il nostro bisogno
di nuove idee per risolvere i problemi complessi e la nostra attuale
insufficienza offerta di ingegnosità.”
Nuove chore
per il Parco
Sullo sfondo si stagliano una pluralità
di piani, programmi e progetti
che gli attori territoriali
si apprestano a realizzare
non senza grandi difficoltà
per l’incapacità di fare sistema
di Alessandro Alì, architetto *
’area del Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni costituisce un caso “anomalo”
di area protetta fortemente antropizzata. La sua conformazione geografica particolarmente complessa sia
in termini di variabilità fisica e biologica, sia in termini di variabilità
litologica e morfologica, la rende un
territorio unico, peculiare e complesso, ricco di risorse e potenzialità inespresse.
L
Tre mosse
percorso di lavoro strutturato in tre
mosse e che ha trovato in un workshop svolto il 13 luglio 2013 in una
località dell'entroterra del Parco con
più di cinquanta partecipanti, un
momento e uno strumento particolarmente caratterizzante dell'intero
lavoro di costruzione del progetto.
L’individuazione di una trama di
relazioni territoriali capace di esaltare differenze e peculiarità su cui
fondare una visione condivisa di
sviluppo del Parco è alla base delle
nuove chore.
Una possibile strategia che possa Nuclei identitari
definire azioni e programmi a supporto del nuovo Piano per questo Le chore che nella cultura greca e
territorio è descritta attraverso un nell’immaginario collettivo identificavano i centri urbani e i loro
territori di gravitazione, vengono reinterpretati nel progetto
in chiave contemporanea per
sottolineare differenze e specificità locali, come parti di territorio identitarie, culturali e
paesaggistiche che consentono
di orientarsi all’interno del
Parco, di riconoscere alcuni
contesti in base alla loro identità e complementarietà. Le
chore rappresentano degli strumenti interpretativi del territorio a supporto di programmi,
azioni e strategie. Per le progettualità di scala locale le
chore costituiscono il sistema
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di riferimento per superare rigide
partizioni amministrative, per quelli
alla scala sovralocale come ad
esempio quelli qui proposti (progetti
territoriali) rappresentano delle condizioni di radicamento e di dettaglio
Il Paradosso | Maggio 2014
nelle specificità dei contesti interessati. In questo senso il riconoscimento di nove moderne chore
intende restituire una diversa caratterizzazione delle parti costitutive il
Parco, valorizzando la dimensione
locale in una rete di risorse e di relazioni, riconoscendo l’utilità di partire dal basso per costruire una
immagine unitaria del Parco.
Sullo sfondo interpretativo delle
moderne chore si
staglia una pluralità di piani, programmi e progetti
che diversi attori
(enti, associazioni,
singoli cittadini)
che vivono nel territorio hanno definito nel recente
passato o si stanno
apprestando a definire, a volte, a
realizzare. Queste
tuttavia evidenziano una marcata
incapacità di accostarsi l’una all’altra riuscendo a
fare sistema.
La rete
sano su buone pratiche rilevate nel
territorio del Parco durante l’attività
del workshop che hanno agito con
successo entro specifici contesti locali e che pertanto possono essere
estese a più parti o in altre regioni
italiane ma con caratteristiche geografiche e socio-economiche simili
e che si distinguono per innovazione
ed efficacia nel trattamento di specifici temi (governance e facilita-
“storie”, cioè delle pratiche raccontate con la passione che viene dall’essere proprie, in molti casi il
proprio progetto di vita. Queste “storie” ci raccontano di giovani, di
donne, di amministratori, di piccoli
imprenditori, di artisti, di pastori e
agricoltori, di professionisti capaci
di inventarsi occasioni per migliorare la propria terra, spesso facendo
più cose assieme, iniziative culturali
e imprenditoriali,
ospitalità e riqualificazione
urbana,
sensibilizzazione
ecologica e design,
turismo e cibo. Riconoscere queste
storie è il primo
passo per sostenerle
(o almeno non contrastarle), accompagnando
processi
fragili, irrobustendo
dinamiche spontanee.
“Occhio alle azioni
ripetibili…”
Tessere la rete dovrà essere uno dei
principali obiettivi della nuova vision del Parco prima ancora di
quello rivolto alla programmazione
di ulteriori interventi al di fuori di
una strategia incrementale basata su
ciò che già esiste o estranei alle
reali capacità e attitudini del territorio. Le azioni ripetibili rappresentate sullo sfondo di una grande ed
immaginaria sezione territoriale del
Parco (da –150 mt a +1898 mt
s.l.m.) costituiscono solo alcuni interventi possibili su cui costruire la
nuova visione strategica del Parco
basata su una sequenza di paesaggi
differenti. Le azioni ripetibili si ba-
zione dei processi, mobilità e
trasporti, energia e ambiente, agricoltura e sistema delle acque, cultura, cibo, comunicazione e
marketing territoriale, produzione).
Elea-Velia
Tra le chore individuate, quella di
Elea-Velia è caratterizzata oltre che
dal suo patrimonio archeologico da
un forte impatto antropico, consistente in una miriade di manufatti
che gli conferiscono la natura di
“paesaggio vivente”. Nella chora di
Elea-Velia sono depositate delle
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* Legale rappresentante UBISTUDIO srl
e capogruppo dell’équipe tecnica composta da: Mariasilvia Agresta, Ernesto
Bianco, Francesco Borghesi, Claudio
Calvaresi, Valentina Cappelli, Laura
Clarizia, Alessia Cutolo, Giovanna
Hirsch, Maddalena Leanza, Antonio
Emilio Alvise Longo, Christian Novak,
Pierfrancesco Rescio, Piero Trotta, Lara
Valtorta, Alice Maria Ventura.
Il Paradosso | Maggio 2014
ome il Parco può farsi Città?
Come può acquisire i caratteri “desiderabili” del contesto
urbano all'interno di un processo
virtuoso, di sviluppo durevole,
che tenga conto delle molteplici
esigenze di tutela di un’area protetta di potenziale attrazione internazionale? Attraverso quali
canali i flussi multi-direzionali
necessari alle auspicate attività
di governement e di governance
possono essere veicolati in modo
efficace ed efficiente?
In altre parole, come si può risolvere in concreto la contraddizione tra Parco e Città superando
le distanze tra circa un centinaio
di comuni sparsi su più di
300.000 ettari (comprese le aree
contigue), raggiungendo la necessaria densità di relazioni e disponibilità di informazioni a
supporto delle decisioni (dei singoli cittadini, delle imprese,
delle istituzioni) in una prospettiva di sostenibilità paesisticoambientale
ma
anche
economica?
Città C
e Parco
mai più
lontani
Questa proposta prevede
reti neurali artificiali
utilizzate per dar corpo
al “sistema nervoso”
del comprensorio
utilizzando infrastrutture
territoriali già esistenti
e altre che potranno
essere implementate
Un sistema in grado
di colloquiare con ogni
banca-dati per dar vita
allo sviluppo sostenibile…
di Giuseppe Anzani, architetto *
La rete smart
Per far sì che l’antitesi tra Parco
e Città sia solo apparente occorre creare prioritariamente
degli strumenti effettivamente
gestibili e condivisibili per una
connettività capillare del territorio finalizzata a questo compito
multiforme. La presente proposta progettuale mira a fornire tali
strumenti, individuati in quelle
innovative soluzioni informatiche note col nome di “reti neurali artificiali”, insieme ad
alcune articolazioni applicative
(azioni) nel campo della fruizione sociale e tutela delle risorse, della fruizione turistica e
dello sviluppo economico, garantendo la massima economia,
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efficacia e flessibilità d'uso in relazione a tutti gli obiettivi e
azioni del bando, grazie alla rivoluzionaria capacità di auto-organizzazione dei dati disponibili
e di “apprendimento” che riduce
drasticamente la lunga e dispendiosa fase di immissione e riorganizzazione dei dati.
Questa proposta prevede che
tali reti neurali artificiali siano
utilizzate per dar corpo al “sistema nervoso” della Città del
Parco, utilizzando le infrastrutture territoriali già esistenti (rete
telefonica terrestre, fissa e mobile, rete internet, satellitare) e
quelle che possono essere successivamente implementate. Infatti il sistema può: colloquiare
con qualsiasi banca-dati, quindi
con tutti quelle esistenti, e coi sistemi informatici tecnico-amministrativi, commerciali etc. di
soggetti pubblici e privati quali
l'Ente PNCVDA, gli enti locali,
le imprese; leggere e trattare
senza problemi qualsiasi dato informatico (testuale, numerico,
NTN) in tutti i formati correnti;
la lettura avviene attraverso l'uso
di “sonde” hardware (connesse
direttamente alle reti locali LAN o ai domini di rete ad es.
dei comuni) o software (disponibili per i più diffusi sistemi operativi come Windows, Linux,
MacOs etc.), naturalmente con
l'autorizzazione e sotto il controllo dei proprietari dei dati.
Tutele e fruizioni
Considerata la potenziale alta
intrusività del sistema sia ai fini
della sicurezza delle informazioni commerciali che private, se
ne prevede in partenza la progettazione in funzione della certificazione ISO 27001, da ottenere
tramite un ente primario.
Il Paradosso | Maggio 2014
Disporre di un sistema della potenza, duttilità e capillarità sin qui
descritte significa innanzitutto mettere efficacemente in rete gli enti
pubblici e offrire al territorio una
serie di servizi estremamente efficaci sotto il profilo della tutela ambientale e della gestione del
territorio in genere, come del miglioramento della fruizione sociale:
monitoraggio delle aree a rischio e
dei principali nodi e connessioni
ecologiche | il sistema valuta la dinamica degli indicatori e fornisce
agli enti preposti allerte, tendenze e
previsioni sulle aree particolarmente sensibili anche in relazione
al monitoraggio sanitario/epidemiologico o a fenomeni specifici come
gli incendi boschivi; sicurezza | sovrapponibile al precedente per
quanto concerne gli aspetti sanitari,
cioè della sicurezza fisica, per ciò
che concerne l'ordine pubblico il sistema si potrà interfacciare direttamente, ad esempio, con i dispositivi
di sorveglianza audio-video pubblici
e privati; mobilità sostenibile | il sistema consente di sviluppare una
serie di soluzioni alternative all'uso
dei mezzi di trasporto privato, in
particolare attraverso servizi bus a
chiamata, disponibile anche servizi
come il car sharing o basati sui
mezzi privati, come il car pooling;
rete informatica civica | le caratteristiche del sistema possono essere
utilizzate per fornire servizi innovativi a domicilio alle famiglie e alle
imprese, favorendo la partecipazione ai processi decisionali e agevolando le procedure amministrative.
Sovrapposta in più punti a quella
destinata ai cittadini del Parco, la
rete di fruizione turistica potrà ricevere un impulso decisivo dalle
nuove tecnologie proposte.
I servizi di tipo turistico forniti
dalla nuova rete saranno perlopiù in
tempo reale effettivo, molteplici e
facili da utilizzare (anche grazie alla
realizzazione di un’app turistica per
gli smartphone): turismo integrato |
il sistema fornirà informazioni in
tempo reale sulla disponibilità di
posti-letto, tavoli, sui vari servizi
erogati (qualità, caratteristiche specifiche, distanze etc, dati che il sistema può leggere attraverso ad es.
le brochure pubblicitarie degli
hotel, o le loro pagine web, utilizzandone “logicamente” le informazioni..), sugli eventi e sulle attività
delle strutture turistiche, con possibilità di prenotazione e così via. In
particolare nelle aree rurali il si-
tive - connotate da un effetto coinvolgente e “immersivo”, come i recentissimi Google Glass; mobilità
turistica | a quanto indicato al capitolo precedente voce Mobilità sostenibile, si aggiunge la possibilità di
trasporti dedicati per le reti ricettive,
anche del tipo “a chiamata” già descritto, a integrazione dei collegamenti aerei, marittimi e ferroviari;
comunicazione e attività promozionali | grazie alle sue peculiarità, il sistema potrà selezionare anche con
cadenza quotidiana le informazioni
da condividere con le principali piattaforme disponibili sul web (ad es.
Google con i suoi molteplici servizi).
Distretti culturali
stema potrà garantire l'integrazione
di una molteplicità di servizi di piccola scala, mettendo in contatto una
domanda anche molto frammentata
con l'offerta costituita da un gran
numero di piccole imprese turistiche; percezione e fruibilità del patrimonio paesistico-ambientale e
culturale | parte non secondaria
delle informazioni veicolate dal sistema avrà per tema le cospicue risorse del Parco particolarmente
appetibili da parte del turismo di
tipo culturale e naturalistico. A tale
scopo potranno essere usate, insieme alle consuete soluzioni multimediali, quelle riconducibili al
campo della realtà aumentata, sia
attraverso le apparecchiature più
diffuse (in particolare gli smartphone) che quelle - più impegna7
Compito del sistema sarà fornire
un'interconnessione avanzata in tre
contesti e scale differenti riferibili
a: A) ogni singolo “distretto culturale evoluto” così come definito dal
bando di concorso (Distretto turistico sulla fascia costiera, Distretto
agricolo delle vallate interne, Distretto agrituristico delle zone montuose) in particolare a sostegno delle
specificità produttive che lo caratterizzano rispetto agli altri due; B) all'intero territorio del Parco
(comprese le aree contigue, come finora considerato) a sostegno della
riduzione degli squilibri tra zone interne e fascia costiera (diffusione dei
prodotti tipici dall'interno sulla costa,
redistribuzione dei flussi turistici
dalla costa all'interno etc.) e della deframmentazione e piena riorganizzazione dello stesso territorio; C) alle
relazioni tra sfera locale (la Città del
Parco e le sue componenti) e globale,
curando opportunamente le differenti
modalità che caratterizzano i rapporti
coi contesti confinanti.
Le attività descritte di seguito, realizzabili grazie alla rete smart, sono
riconducibili ai contesti indicati in
parentesi:
Il Paradosso | Maggio 2014
1) distribuzione locale dei prodotti
(A, B) e ottimizzazione per il mercato turistico interno: il sistema
mette in contatto la domanda locale
proveniente dagli operatori turistici
con l'offerta di produzioni tipiche o
comunque locali dell'agricoltura e
dell'allevamento;
2) distribuzione di materie prime (A,
B, C): i produttori di materiali da
utilizzare nelle imprese agricole e
artigianali, anche in riferimento all'ingegneria naturalistica e alla manutenzione del territorio in genere,
sono messe in rete in modo da ottimizzare il rapporto domanda/offerta;
3) marketing on line (B, C), in particolare rifermento alle produzioni di
qualità (promozione dell'immagine,
inserimento in circuiti specializzati); nella realizzazione del sistema
informatico che regge la rete smart
saranno sviluppati appositi protocolli e tracciati per alimentare in
modo automatico i link messi disposizione (ad es. da Google, ipotizzando un contratto globale con l'ente
gestore del sistema);
4) monitoraggio dello sviluppo locale (A, B): attingendo all'enorme
mole di informazioni disponibile
nella rete smart (e naturalmente autorizzata e strutturata come previsto
dal protocollo ISO 27001), il sistema verifica sulla massa totale e
completa dei dati (quindi non su
campioni statistici) gli indicatori individuati di volta in volta dagli
esperti, e senza bisogno di ulteriori
programmazioni.
Il sistema nervoso della Città del
Parco, una volta realizzato, sarà ben
percepibile attraverso i suoi effetti,
all'interno e all'esterno del territorio, e certo potrà essere adeguatamente enfatizzato e valorizzato sul
piano della comunicazione. Ma forse
c’è un modo di rendere più visibile,
e spettacolare in modo controllato,
l’idea vincente di una vasta area che
si struttura in rete con l’efficienza di
un organismo urbano molto più con-
centrato, lasciando che si manifesti
direttamente sul territorio, alla sua
medesima scala.
La movimentata orografia del territorio, sin dalle sue antropizzazioni
preistoriche, è stata dominata grazie
alle relazioni visive rese possibili a
lunghissima distanza dai percorsi di
crinale, su cui si sono intessuti gli
scambi via via più fitti che hanno
strutturato l’insediamento (la rilevanza di questa trama territoriale ai
fini dell’evoluzione del paesaggio
culturale cilentano è esplicitamente
riconosciuta dall’iscrizione nella
Lista del Patrimonio Mondiale Unesco).
triangolazioni rampanti intorno ai
monti, fino a collegare la costa al
Vallo di Diano e la chora pestana al
golfo di Policastro.
All’interno della rete maggiore,
sub-costellazioni indicheranno l’addensarsi di relazioni visive strutturate localmente, come intorno ai
rilievi principali, o sui bordi del
Vallo di Diano; oppure riveleranno
gli schemi di antiche linee difensive, come quelle tra i castelli coinvolti nella guerra del Vespro, o
quello delle decine di torri costiere
che punteggiano desolate il litorale.
La Costellazione rivelerà, insieme
alle connessioni visive da luogo a
luogo, il nuovo sistema “Città del
Parco” leggendolo attraverso la rievocazione degli antichi sistemi
scomparsi, in cui è radicato, scoprendo che non è affatto nato dal
nulla.
L’attivazione della Costellazione,
che naturalmente richiede una
scarsa illuminazione o almeno la
presenza di vapore atmosferico, avverrà soprattutto nelle ore serali e
notturne, e potrà avere una cadenza
legata ad esempio a determinati momenti del giorno o della settimana,
oppure a occasioni particolari individuate di volta in volta (come particolari ricorrenze o eventi).
Quello che oggi è percepibile sommariamente come una griglia di traguardi visivi su cui è possibile
orientarsi sia lungo la costa che all’interno, è quindi nell’insieme una
costellazione di luoghi eminentemente rappresentativi di un’identità
territoriale lungamente stratificata,
che può simbolizzare con la massima efficacia l’intero Parco. Per legare visivamente assieme i nodi di
questa costellazione, e renderla così
leggibile dal vero come se si trattasse della mappa di una costellazione celeste particolarmente
complessa, è possibile usare dei
raggi laser, da castello a castello * con la consulenza di Accord srl di
(torre/convento/santuario…) come Agropoli (SA) e Tipot Studio snc di Batponti gettati al di là delle valli, tipaglia (SA)
8
Percorsi
senza
più fine
L’idea progettuale
è di organizzare vacanze
che permettano ai turisti
di conoscere l’identità
e la diversità che la zona
offre: partendo
dalla costa il visitatore
potrà inoltrarsi
nelle aree interne,
godendo delle tante
bellezze rurali montane
sottovalutate. La nuova
sfida del geo-turismo…
di Marco Bencivinni,
ingegnere *
’area del Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) è patrimonio
umanistico dell’Unesco e riserva
della biosfera. Il territorio del
Parco è molto vasto e diversificato e comprende una zona costiera, più conosciuta e turistica,
e una zona interna, collinare e
montuosa, meno conosciuta e
meno apprezzata da un punto di
vista turistico. Il turismo nel Cilento offre pertanto tante possibilità di scelta e presenta
peculiarità di notevole interesse
a livello vegetazionale, faunistico, geologico, archeologico e
gastronomico. Nonostante queste
ampie possibilità, il settore turistico nel territorio del Parco non
è adeguatamente sviluppato e
non sfrutta appieno le proprie potenzialità, soprattutto nelle zone
interne, meno frequentate malgrado custodiscano numerose
bellezze ed attrazioni. In particolare da un’indagine sul territorio,
abbiamo riscontrato tre problematiche di base: mancanza di
coesione tra i Comuni, spesso in
competizione tra loro; numerose
attrazioni poco promosse nelle
zone più interne; trasporti e infrastrutture inadeguate.
Partendo da tali considerazioni,
da una dettagliata analisi SWOT
(articolata nelle macrotematiche
ambiente, attività produttive, turismo, trasporti) e da quanto
emerso nelle attività di ascolto
avvenute negli ultimi anni tra
l’Ente Parco e i portatori di interesse (stakeholders) pubblici e
privati attivi nel territorio nasce
il nostro progetto, con l’idea di
voler istituire un’Impresa Culturale, che operi su tutto il territorio del Parco riqualificandolo.
L’impresa nascente dovrà, in
primo luogo, analizzare in profondità le difficoltà che un turista
incontra nel visitare per la prima
L
9
volta questa zona; successivamente, si passerà al comprendere
le mancanze delle attuali strutture turistiche; sviluppando poi,
strategie consone, tenendo conto
delle regolamentazioni dell’area
protetta essendo. Nostro scopo
non sarà costruire nuove strutture, ma riassettare e riorganizzare tutte quelle già presenti sul
territorio. Gran parte dei territori
interni sono esposti a drammatici
processi di declino o di abban-
“Strategia
contro
il declino
delle aree
interne…”
dono, mentre, le zone costiere
hanno subìto un duro attacco in
termini di qualità ambientale ed
oggi si trovano ad un bivio indifferibile sui temi della tutela e valorizzazione del territorio. Ciò è
dovuto soprattutto alla mancanza
di un organo supervisore che gestisca i flussi turistici, salvaguardando il patrimonio ambientale e
culturale, integrando e promuovendo, inoltre, la conoscenza
anche di aree interne altrettanto
attrattive. Il turismo dovrebbe
sviluppare una sorta di equilibrio tra la possibilità di crescita
a livello non solo nazionale e il
dovere di salvaguardare le bellezze naturali e storiche. I singoli
Comuni non possono garantire
ciò, in quanto la competizione tra
loro è molto forte e si presenta
come un punto di debolezza, non
permettendo una sana cooperazione. Dunque, un’impresa culturale composta da giovani
istruiti che vivono nel posto, che
Il Paradosso | Maggio 2014
conoscono il territorio e che hanno
istaurato con esso legami affettivi,
non può che essere una strada verso
la crescita e la valorizzazione di
tutto il Parco.
Il logo scelto è costituito da un
simbolo che indica l’infinito, affiancato dalla scritta Cilento Polis, titolo
del nostro progetto. Il simbolo dell’infinito rappresenta un percorso
senza fine, prospettiva adottata e augurata al turismo del Cilento. Questo si riconduce al voler riassettare e
riqualificare il territorio con
un’azione ciclica che investirà tutte
le Comunità Montane del Parco,
come fossero una sorta di quartieri
di un’unica Città (Polis). Il carattere
di complessità rende infatti plausibile ipotizzare il sistema Parco concettualmente inquadrato in un’idea
di città, intesa come luogo da sempre deputato alle funzioni collettive
di relazione, di produzione e di
scambio.
Idea portante
L’idea portante del nostro progetto
sarà quella di organizzare delle settimane-vacanza che permettano ai
turisti di conoscere intimamente e
profondamente l’identità e la diversità che la zona offre: partendo dalla
più nota zona costiera il visitatore
potrà inoltrarsi anche nelle zone interne, godendo delle tante bellezze
rurali, montane e ambientali, spesso
superficialmente sottovalutate.
Tale idea prevede un soggiorno in
zona costiera, uno in zona collinare
e l’ultimo in zona montana. Ciò dà
l’opportunità di spostarsi e visitare
zone più ampie del Parco, favorendo
la piena conoscenza delle tante attrattive turistiche, talvolta prese
poco in considerazione. Queste settimane saranno tracciate seguendo
una logica di accostamento mare –
collina – montagna, tra zone non
molto lontane tra loro e che offrano
diverse attrazioni turistiche. Sarà
proprio compito della nostra Impresa culturale organizzare i percorsi con visite guidate e garantire
una perfetta mobilità tra le località
connesse. L'idea è che il turista si
sposti, questo per agevolare il turismo di tutte le località, in particolare quelle interne. Alloggiando
soltanto nelle zone balneari questo
non avverrebbe. Il turista può comunque decidere, arrivato in loco
(oppure previa prenotazione), se
spostarsi con il pacchetto predefinito o in modo autonomo, scegliendo
destinazioni del Parco anche lontane tra loro.
Per la definizione di queste settimane-vacanza si parte da un’analisi
più approfondita delle aree tematiche di interesse (ambiente, cultura,
gastronomia, svago).
Per quanto riguarda l’ambiente, il
turismo balneare non ha bisogno di
grandi riassetti. Il PNCVDA vanta
ben 13 bandiere blu, e il fulcro del
turismo cilentano sono proprio queste coste. Occorre però un riassetto
riguardante la gestione dei flussi turistici, oltre che un deciso contrasto
dell’abusivismo. I centri marini,
inoltre, dovranno fungere non solo
da poli di accoglienza ma anche da
punti informativi, con lo scopo di
promuovere tutte le meraviglie del
Parco.
Un altro dei punti di forza del turismo nell’area del Parco dovrebbe
essere il cosiddetto geoturismo, valorizzando le bellezze paesaggistiche e geologiche del territorio,
spesso sottovalutate. Compito dell’Impresa culturale sarà anche
quello di promuovere e riqualificare
questo tipo di turismo. Saranno organizzate visite ed escursioni, prestabiliti dei tour ponendo grande
attenzione al problema trasporti, con
il contributo di guide esperte, prestando grande attenzione al mantenimento di tali aree incontaminate.
Come detto in precedenza, il turi10
smo invernale è del tutto assente:
non vi sono strutture attrezzate ed
adatte ad ospitare i turisti nelle stagioni più fredde. Per rivalutare la
possibilità di tale turismo nel Parco
si prevede un riassetto di più ampia
portata: bisognerà inizialmente rendere percorribili e sicure le strade,
lavorando anche sulle reti dei trasporti; sarà successivamente necessario adattare le strutture già
esistenti al turismo invernale, realizzando attività di intrattenimento
consone all’ambiente.
Per ciò che concerne l’ambito della
cultura, un’ azione da intraprendere
attraverso il nostro progetto è intervenire nei luoghi ricchi di patrimonio
culturale e artistico del Parco, elevandoli al prestigio delle zone costiere. Si interverrà inizialmente su
un più adeguato piano di comunicazione soprattutto interattiva e si lavorerà sulla segnaletica, più diffusa,
informativa e dettagliata. L’Impresa
culturale si occuperà, inoltre, di organizzare presso tutte le aree artistico-culturali dei percorsi guidati
nelle località più suggestive, di
creare convenzioni con le scuole di
tutta Italia, di promuovere l’organizzazione di seminari e convegni con la
partecipazione di esperti, aventi luogo
nei posti maggiormente attrattivi.
Dal punto di vista della gastronomia, il Cilento è la patria della dieta
Il Paradosso | Maggio 2014
mediterranea e abbondano i prodotti e i piatti tipici, per la cui valorizzazione, oltre che sulla
ristorazione, si agirà sulla vendita e
sulla produzione. Un passo importante sarebbe quello di creare delle
convenzioni con le aziende agricole
locali, sia per assicurare loro una
vendita continua per rifornire trattorie o agriturismi, sia per le stesse
strutture ristorative, che potranno
vantare l’alta qualità dei prodotti di
zona. Si potrà inoltre incrementare
la produzione agricola, con l’aiuto
di esperti e tirocinanti della facoltà
di agraria più vicina. In questo
modo si potrebbe evitare lo spopolamento delle aree interne, fornendo lavoro ai giovani, ed
incentivare la produzione, mantenendo le aree coltivabili attive.
Opportunità
Le attività di svago già presenti riguardano tutte le opportunità che
l’ambiente mette a disposizione: si
tratta perlopiù di escursioni. Queste
ultime, però, andrebbero strutturate
in maniera più funzionale su tutto il
territorio, accompagnandole anche
con altre attività (sempre eco-compatibili): costruzione di parchi avventura, installazione di maneggi,
incremento di attività sportive.
A partire da tali considerazioni, gli nibili alla produzione di energia e
itinerari da noi scelti per le setti- alla gestione dei rifiuti. Chiaramente
mane-vacanze saranno:
queste sono problematiche di più
ampio respiro e richiedono un li1) Acciaroli/Pioppi – San Mauro Ci- vello negoziale e di realizzazione
lento – Stella Cilento/Monte Stella non di competenza strettamente lo2) Ascea/Velia – Castelnuovo cale. Le azioni previste dovrebbero
C.to/Badia di Pattano – Novi mirare a ridurre la domanda di fonti
Velia/Monte Gelbison
fossili, contenere i consumi delle
3) Policastro – Padula – Monte Cer- imprese e delle istituzioni, sensibivati
lizzare all’idea che un investimento
4) Marina di Camerota – Morige- di questo tipo oggi sarà un risparmio
rati/Oasi Bussento – Centola/Monte sul lungo periodo. Per ciò che conBulgheria
cerne il problema dei rifiuti, un’idea
5) Capaccio/Paestum – Corleto è quella di realizzare un impianto di
Monforte – Auletta/Monti Al- recupero della frazione residua
burni/Grotte Pertosa
secca (parte del rifiuto che normal6) Agropoli – Castellabate/Pri- mente non viene riciclata, ma destignano/Diga Alento – Trentinara
nata in discarica e che per il 75% è
7) Marina di Casalvelino – Stio C.to costituita da materiale plastico) in
– Laurino/Gole del Calore
sabbia sintetica (MPS) utilizzabile
8) Palinuro – Montesano sulla Mar- nei manufatti edili, rispondendo alle
cellana - Teggiano
norme UNI vigenti.
Infine ulteriori iniziative sarebbero
Ovviamente saranno molte altre le connesse alla creazione di un marlocalità del Parco a poter essere in- chio del Parco e allo sviluppo di un
teressate da queste iniziative, coin- piano di comunicazione svilupvolgendo tutti i Comuni del pando attività di comunicazione, interritorio.
formazione e sensibilizzazione
Un’altra idea del nostro progetto è sociale finalizzate alla valorizzaquella dei paesi-mostra, i paesi del zione e alla promozione dell’immatutto abbandonati, o comunque gine dell’area territoriale del Parco.
molto spopolati, che conservano in- Scopo ultimo del nostro progetto è
tatto un fascino immenso, dato che sviluppare maggiore turismo sia a lile condizioni di isolamento hanno vello nazionale che internazionale,
rappresentato un elemento di difesa un tipo di turismo più ordinato gradel territorio e delle sue risorse am- zie ai percorsi organizzati e l’attenbientali: un esempio ne è Roscigno zione a tutti i particolari. Ciò gioverà
Vecchia (frazione di Roscigno). anche all’ambito occupazionale con
Oltre alla ripresa di tali borghi dal un aumento di posti di lavoro sopunto di vista strutturale, l’idea è prattutto giovanili che possano esquella di organizzare delle fiere sta- sere sfruttati durante il corso
gionali all’interno dello stesso, ospi- dell’intero anno, incrementando il
tando artigiani locali, produttori settore turistico, alberghiero e di riagricoli o esperti di gastronomia lo- storazione.
cale, diventando anche una sorta di
punto vendita di prodotti tipici (ali* capogruppo dell’équipe tecnica commentari, ma anche artigianali).
Altre iniziative correlate che po- posta da: Anna Barbato, Albino Cona,
trebbero essere portate avanti dal- Marylenia Radano
l’Impresa culturale riguardano
l’applicazione di principi eco-soste11
Trame
di fiumi
e borghi
ormaborgo è un progetto intorno
all'idea di borgo, in relazione
alla sua forma e alla sua capacità di
offrirsi come luogo di formazione.
Attivare forme contemporanee di rigenerazione urbana, caratterizzate
dalla convivialità per il coinvolgimento in esperienze didattiche, ludiche, culturali; rilanciare il borgo
quale “Polo formativo locale in rete
con il mondo”.
I centri storici presi in esame sono
Castelnuovo Cilento e Morigerati,
sono parte del sistema dei centri storici minori che costituiscono nel loro
insieme la parte più consistente del
sistema insediativo locale e anche
regionale e nazionale, sia per quanto
riguarda l’estensione territoriale che
F
per il valore del
patrimonio edilizio
e storico. I centri
storici minori, infatti, considerati
soprattutto come
“territori” vasti,
comprendono al
loro interno consistenti patrimoni
insediativi, spesso
organizzati a nuclei, correlati a significative risorse
diffuse, ambientali
e paesaggistiche. I
centri storici minori, tuttavia, continuano ad essere
soggetti ad un persistente fenomeno di abbandono
che determina condizioni di impoverimento del tessuto insediativo
e di crescente degrado del patrimonio edilizio e storico.
In tale contesto, l'obiettivo di
puntare sulla promozione dell'ospitalità giovanile, di studio, turistica, nelle residenze private e
affiancare servizi e attività di laboratorio nelle strutture pubbliche
presenti nell'area, risponde alla finalità di una valorizzazione di più
ampio respiro che, oltre al centro
storico, coinvolge anche il sistema
ambientale e paesaggistico e le risorse territoriali a scala vasta, attivando
processi
di
compartecipazione sulle trasformazioni e sulla decisione di nuove
12
funzioni da localizzare. È proprio
sulla stretta coniugazione tra strutture fisiche ed erogazione di servizi, infatti, che si gioca
l’integrazione tra interventi e processi, la sostenibilità e fattibilità
di iniziative. Inutile pensare alla
riqualificazione fisica, al recupero
di edifici e di aree urbane, senza
un progetto ampio che includa attività di produzione e servizi, capaci di creare reti che generano
altre attività e nuova occupazione,
specie per i giovani, producendo
anche forme concrete di attrazione
territoriale.
La metodologia con cui si sono
individuati gli ambiti territoriali si
è riferita al concetto di corridoi di
connessione della struttura della
rete ecologica. I due fiumi costituiscono l’ossatura che riconnette
il territorio dalle colline al mare
così come, storicamente i fiumi
erano le prime vie attraversate
dall’uomo per esplorare l’interno e
sempre storicamente le vie della
transumanza. Attraversamenti che
collegavano territori e genti,
un’immagine ancora viva, alla
quale si può ridare nuova vita attivando percorsi escursionisti e riconnettere
il
territorio
dell’entroterra a quello costiero.
Sono perciò stati individuati il sistema fiume Alento con polo urbano in Castelnuovo Cilento e il
sistema fiume Bussento con polo
urbano in Morigerati.
Le azioni proposte vertono sulle
Il Paradosso | Maggio 2014
molteplici valenze, sinergiche tra
loro, come la storia locale che nel
pratico può essere applicata al recupero edile: quindi rilanciare la ricerca sulle tecniche e i materiali
costruttivi e la conseguente formazione delle maestranze verso lavori
qualificati e specializzati. Ma la ricerca storica può dilagare in campi
della conoscenza diversissimi, attività del passato dettate dall’abbondanza di alcune risorse spesso sono
alla base di produzioni all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità e competitive sul mercato
nazionale e non solo.
Orientamenti
Un esempio è dato dal recupero dell’uso delle piante tintorie e della
lana per il quale sono già state avviate attività di ricerca da parte del
Parco del Cilento, dal Dipartimento
di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Salerno, dal CNR-Ibimet
di Firenze nell’ambito del progetto
“Percorsi di Orientamento” (20082011) finanziato dal Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali.
L’interesse e l’impegno è testimoniato dal lavoro della società civile
che come singoli artigiani, cooperative o associazioni propongono manufatti,
attività
didattiche,
animazione territoriali, percorsi conoscitivi nella natura.
In questo discorso si inserisce il
progetto “Trame Colorate” avviato
nei territori dell’Alento e del Bussento con due convegni sul tema del
recupero della lana e sull’uso delle
piante tintorie.
Recuperare le risorse locali per
trasformarle in molteplici attività è
un atteggiamento mentale che sempre più sta caratterizzando il Cilento; terra in cui si sta vivendo una
stagione di emigrazione di rientro,
l’incertezza dell’economia capitalistica non garantisce più quello che
la città offriva a manovali e professionisti di un tempo. Si ritorna con
competenze e immaginari nuovi,
non affascinano più stili di vita opulenti con attività predatorie delle risorse caratterizzate da relazioni di
subordinazione; il dibattito ruota intorno a scelte sostenibili, relazioni
di convivialità, animazioni territoriali che trasformano le sagre in progetti di sviluppo territoriale,
esemplari sono il Palio del Grano, i
Cicci maritati.
Formaborgo è l’idea intorno alla
quale attivare una progettualità
multi-azione dove il borgo offre la
dimensione conviviale, in cui inserire laboratori creativi e dare ospitalità, propria delle origini
dell’artigianato preindustriale. L’offerta di una simile proposta può essere rivolta a stagisti per periodi
medio lunghi come anche per attività ludico conoscitive del week-end
per una destagionalizzazione turistica occasione per incentivare la
presenza di attività e risorse umane
in periodi ora caratterizzati dall’abbandono. Il progetto sarà un work in
progress dove le attività, in un crescendo di apprendimento, saranno
messe in gioco di volta in volta come
step allo stesso tempo di proposta
esterna e formazione interna. Così il
recupero del centro storico può diventare un cantiere-scuola per la
formazione di figure specializzate
capaci di avviare un’attività economica che si occupi dell’ordinaria
manutenzione, e nonsolo, del patrimonio edilizio storico. In quest’ottica un accordo con i privati e
l’amministrazione comunale, contratto di manutenzione in itinere,
potrebbe garantire procedure burocratiche standardizzate e economie
di scala di utile risparmio per i proprietari, si avrebbe inoltre un’utilità
pubblica generale in termini di ritorno di immagine e a caduta di aumento delle redditività e di
attrazione di localizzazione. Gli in13
terventi, proprio in un’ottica di recupero delle conoscenze, si avvarranno
di
approcci
legati
all’architettura naturale e alla bioclimatica, utilizzando le fonti energetiche rinnovabili sia per gli edifici
che per la mobilità. Quello degli
spostamenti è uno degli altri problemi da affrontare per il collegamento interno del Cilento, si vuole
puntare verso forme leggere di mezzi
di trasporto che possono andare
dalle biciclette, magari a pedalata
assistita vista la morfologia del territorio, alle nuove macchine a energia elettrica ormai in commercio e
con rese ottime sulle corte distanze.
Bike/Car sharing
Il progetto di Bike Sharing e Fonti
Rinnovabili, già avviato dal Parco
del Cilento per i comuni di Casalvelino e Ascea potrebbe estendersi
alle macchine e offrirsi quale alternativa al mezzo di trasporto privato
e pubblico, tutti e due antieconomici dal punto di vista del costo monetario e ambientale, difficili da
ottimizzare in un assetto urbano così
puntiforme.
Nell’intento di proporre soluzioni
efficienti per sistemi urbani che non
raggiungono grandi dimensioni e
quindi economie di scala da rendere
Il Paradosso | Maggio 2014
convenienti soluzioni pensate per
città medio grandi, si propone di intervenire con due tecnologie collaudate per la piccola scala urbana nel
campo dei rifiuti: la fitodepurazione
e la compostazione di comunità.
La fitodepurazione (auspicata nel
D.lgs 152/06) è un sistema di smaltimento che garantisce gli obiettivi
di qualità permettendo di riutilizzare l’acqua in uscita per l’irrigazione o scaricarla nei torrenti, fiumi,
laghi o mare rispettando ottimamente i parametri richiesti dalle tabelle ministeriali. Occorre rilevare
che la depurazione naturale è molto
spesso la soluzione che, più di ogni
altra, consente di raggiungere
l’obiettivo di ridurre la circolazione
artificiale e di restituire, il prima
possibile, ai cicli naturali acque.
Lo smaltimento dei rifiuti organici
nel Cilento è una pratica mai dimenticata da parte di una buona
parte della popolazione che recupera questa frazione per animali o in
campagna attraverso compostiere.
L’articolo 5 della legge 36/2003
obbliga a contenere la quantità di rifiuti biodegradabili da smaltire in
discarica fino al limite minimo di 81
kg/ab. anno entro il 2018.
Si propongono interventi programmati per incentivare lo smaltimento
individuale e per diffondere l’uso di
compostiere di collettività di cui
Cuccaro Vetere costituisce un caso
studio dell’Enea di Casaccia. Le
esperienze di Zurigo, Rennes, Nantes, Porto, Barcellona mostrano
come siano maturi i tempi per un
passaggio dalla raccolta differenziata allo smaltimento in loco,
un’economia in termini anche di
anidride carbonica.
Un’altra azione di cui tenere conto
è l’animazione territoriale che deve
avere più forme e scopi: momenti di
convivialità, feste, condivisione di
esperienze collettive, socializzazione delle conoscenze, marketing
territoriale. Questo aspetto è da cu-
rare anche nelle fasi di analisi per
rendere ripetibile Formaborgo, nei
diversi sistemi territoriali del Cilento, garantendo ogni volta un progetto adatto alla realtà locale e alle
peculiarità specifiche una metodologia che lasci lo spazio alla creatività di soluzioni più adatte al
contesto.
Molte sono le tecniche di ascolto
e animazione territoriale: la camminata di quartiere, cantiere
evento, brainstorming, focus group,
outreach, planning for real e molte
altre possono essere quelle da inventare e riportare dall’esperienza
cilentana.
Riportare le attività nei centri storici spopolati del Cilento è un programma articolato che vede nei
laboratori creativi l’attivazione di
iniziative in grado di rilanciarne il
ruolo e la centralità. Un luogo dove
far convergere diverse esperienze
(ricerca, artigianato, recupero della
memoria e delle tradizioni, innovazione e sostenibilità di micro filiera)
per formare, fornire servizi a uso sociale (ASL, CIM), didattico, intrattenimento
turistico.
Un
microdistretto dove ripensare
un’economia sostenibile secondo un
processo endogeno che catalizzi il
patrimonio umano della società civile attiva del Cilento e non, in linea
con l’obiettivo di promuovere e sostenere la competitività delle imprese che operano in campo
formativo, culturale ed ambientale.
Unitamente a tutte le altre azioni
già descritte, l’intervento di riqualificazione prevede anche la localizzazione di un incubatore di idee un
luogo a basso costo d’uso dove artisti/artigiani possano dare inizio alle
loro attività, un’operazione urbanistica già conosciuta nei grandi centri urbani e realizzata in aree
delocalizzate spesso ubicate nelle
aree industriali.
Per dare respiro alla crescita del
progetto si è pensato a una casa per
14
l’ospitalità internazionale per garantire la rete delle relazioni esterne
anche in futuro. A questo si possono
unire progetti di servizio sociale di
aiuto e supporto alle amministrazioni e alla popolazione.
Nei casi studio proposti la localizzazione degli incubatori è in spazi di
proprietà pubblica al momento non
utilizzati. La rivitalizzazione passa
dunque attraverso l’offerta di una location multifunzionale, ricca di
passato, a misura d’uomo, terreno
fertile per le relazioni umane, sociali
e per le pratiche virtuose, e in questo senso il paese albergo diventa la
proposta più coerente nel contesto
delineato allargato provinciale.
Il Paradosso | Maggio 2014
Le trecento
lunghe vie
del futuro
Azioni per la valorizzazione in chiave
turistico-culturale dell’itinerario
che fu scelto da Carlo Pisacane...
a storia risorgimentale ha segnato duramente il Cilento,
che ha vissuto consapevolmente
questo momento storico dell’Italia e ha determinato fisionomie
originali di un Risorgimento che,
ancora oggi, è avvertito come uno
dei momenti di protagonismo del
territorio in questione.
L
Premessa
“Il Cilento, una zona aspra e
montuosa che fin dal principio
dell’Ottocento fu la culla del ribellismo meridionale e che per
tale ragione la polizia borbonica
definì la terra dei tristi”. (L. Cassese)
Considerando che oggi esiste
un rilevante target di turismo
culturale e rurale che basa la
proposta proprio sulla strutturazione di itinerari che, partendo
dal dato storico siano in grado di
esaltare le emergenze comprensoriali di un territorio, il progetto, in partnership con le
istituzioni locali, intende attivare
ogni utile azione per la composizione di itinerari sensibili e significativi afferenti al tema della
15
eroica impresa di Carlo Pisacane.
I riferimenti spazio-temporali
specifici, i cosiddetti luoghi della
memoria, intesi come spazi fisici
investiti di un significato totale
che evocano il senso di appartenenza degli individui ad un determinato gruppo, sono i luoghi
testimoni della spedizione dei
Trecento.
Nell'intento di recuperare alla
memoria quel particolare momento storico che vide il sacrificio di Carlo Pisacane e dei suoi
compagni, il progetto propone di
ripercorrere l'itinerario della spedizione, alla ricerca di tracce di
quell’enorme patrimonio di cultura e d’umanità che ha contribuito a fare la storia del Cilento.
Obiettivi
Il programma vuole offrire un
contributo determinante allo sviluppo sostenibile e all’economia
del territorio contestualmente all’offerta turistica di carattere storico culturale, complementare a
quella oggi presente fondata sui
patrimoni ambientali e paesaggi-
stici e connessa ad una lettura dei
rapporti luoghi – eventi storici del
territorio e, non ultimo, una pluralità di risorse economiche che
creano posti di lavoro e reddito nei
processi di valorizzazione del territorio
L’obiettivo è, per tanto, valorizzare i
siti dell’itinerario della spedizione,
quale struttura portante di un progetto
di turismo culturale che punti allo
sviluppo socio economico dell’area.
b) la marina di Sapri;
c) la piazza del proclama a Torraca;
d) il passo del fortino a Casaletto
Spartano;
e) l’ossario nella Chiesa dell’Annunziata a Padula;
f) il vallone dell’eccidio a Sanza.
sposizione alla restituzione alla natura dei suoi stessi elementi.
Il progetto “sistema territoriale
dell’itinerario dei Trecento” intende
realizzare un museo all’aperto
senza limiti né confini che si può
coniugare per dare voce e rappresentare quelle storie che questa regione ha vissuto e di cui serba la
memoria: una sorta di museo storico
integrato ed organizzato a livello intercomunale con la funzione di contenitore della memoria, della
identità culturale, del territorio e
del paesaggio nella cui fattibilità
siano pienamente trasmessi i valori
in un’ottica di cultura della storia
che coinvolge le amministrazioni
comunali, enti ed istituzioni culturali, associazioni e cittadini.
La scelta strategica di realizzare
un’offerta turistica legata alla memoria storica fortemente vissuta e
viva nei luoghi, da un lato è di supporto allo sviluppo delle aree dell’entroterra e dall’altro permette di
diversificare l’offerta delle aree turisticamente più sviluppate verso un
turismo di elevato spessore storicoculturale.
L’ipotesi progettuale, nella sua interezza ed articolazione, si pone l’obiettivo di rivalutare l’intera area
considerata , dal Golfo di Policastro
al Parco Nazionale del Cilento e del
Vallo di Diano, partendo da ciò che
I luoghi
essa stessa offre in materia di risorse
ambientali e umane, calando il tutto
L’approdo, la marcia, e quindi i trac- nella rinomata tradizione storica e pociati viari, le soste, i luoghi degli in- polare propria dei luoghi considerati.
contri, delle aggressioni, della fuga,
delle sepolture, sono gli elementi Metodologia
cardine della riemersione e salvaguardia dell’evento storico; sono
“luoghi preziosi”, che appartengono Tra la molteplicità delle forme
alla categoria dei beni da tutelare e espressive possibili, la Land Art è
promuovere, perché oltre ad essere quella che si lega strettamente al
fattori qualificanti per la storia e territorio, al suo paesaggio e alla sua
l’architettura del territorio, hanno natura, divenendo essi stessi, con i
capacità di attrarre flussi turistici si- loro messaggi evocativi di storie,
eventi, significati, “strumenti” esgnificativi.
senziali del progetto.
I luoghi rivisitati sono:
a) l’area dello sbarco a Villammare Si utilizza lo spazio rispettandolo * capogruppo dell’equipe tecnica comin tutte le sue forme dall’origine dei posta da: Carlo Vece, Vito Brancaccio,
di Vibonati;
materiali che la natura mette a di- Cosimo Fusco, Cristiano Bove
16
Troppe
strade
tranello
a proposta progettuale propone
un nuovo tipo di narrazione, che
invece di cominciare dai posti e
dalle località, che sono il punto d’arrivo, prova a partire dalle strade,
che stabiliscono le modalità per arrivarci. L’idea di progetto tenta innanzitutto di portare alla luce un
mondo semisommerso, dalla cultura
dell’automobile nonché da un processo di progressiva perdita di memoria collettiva, che è quello delle
“strade nel paesaggio”, la cui rilettura è indispensabile alla comprensione di un contesto così complesso
dove natura e storia dell’uomo, sono
realtà inestricabili. Tracciare un
percorso è uno dei gesti più antichi
che appartengono al comportamento
L
umano, esprime
significati
profondi legati al
grado di socialità
e di cultura. Può
essere un gesto individuale, ma più
spesso è di natura
collettiva e rappresenta la forma
concreta e visibile
della “comunicazione”. Il tema è
dunque provare a
raccontare la storia dei luoghi a
partire
dalle
strade, che in Italia, nel Meridione,
rappresentano un
patrimonio di inestimabile valore,
di enorme bellezza, un autentico
“monumento diffuso”, da recuperare e valorizzare investendo risorse e idee.
Tre anelli
Concepire un territorio secondo la
rete dei suoi percorsi, promuovendone il miglioramento della circolazione al suo interno, significa
promuoverne il processo di conoscenza e quindi di tutela attraverso un uso più consapevole e più
“ecologico” dei mezzi di trasporto.
In questo senso la metodologia di
progetto scelta va ad intercettare
l’elemento di fragilità del Parco, la
debolezza della rete infrastruttu17
rale, con l’obiettivo di trasformare
una criticità in una risorsa, ridefinendo l’importanza dei percorsi
storici e introducendo contenuti
nuovi ed attuali nella tradizione.
Identificati secondo il tipo di paesaggio che racchiudono, i percorsi
all’interno del Parco assumono la
forma geometrica di tre anelli:
l’anello del mare;
l’anello della campagna, definito
dai percorsi interni che collegano
i campi e le coltivazioni tra loro;
l’anello della montagna, definito
dai percorsi di crinale in uso nell’antichità che collegano i borghi
montani.
In questo modo il paesaggio, pur
conservando la sua eterogeneità e
la sua ricchezza di elementi naturali, è in certa misura “semplificato”
attraverso
categorie
riassuntive che ne interpretano le
peculiarità, offrendo tuttavia ai visitatori possibilità di lettura più
immediate.
Le reti
Il tema che affronta questo ed
altri aspetti connessi è quello generale dell’accoglienza e della
“permanenza”. A tal scopo, in
corrispondenza dei maggiori nodi
di scambio, in particolare in corrispondenza dei centri costieri
sono state predisposte delle pensiline fotovoltaiche, per l’alimentazione dei veicoli elettrici da
fonti di energia rinnovabile e ser-
Il Paradosso | Maggio 2014
vizio di car e bike sharing.
In tal modo verrebbe notevolmente
a ridursi l’impatto ambientale della
viabilità su gomma, riuscendo a garantire comunque anzi incentivando
le possibilità di spostamento all’interno del Parco. In questo modo i tre
anelli viari esistenti vengono ri-configurati come tre strade di parco.
Strategie
Su una base infrastrutturale ristrutturata secondo i criteri della sostenibilità e di un maggior grado di
accessibilità, si inseriscono le strategie d’intervento atte a promuovere
la scoperta e la conoscenza dei luoghi. La suddivisione del paesaggio
secondo i tre anelli corrisponde
anche ad una diversa caratterizzazione tematica dei tre ambiti di
progetto. Le aree tematiche individuate sulla base delle dominanti
paesistiche che le caratterizzano,
presentano tuttavia degli aspetti
comuni e sono uniti dal ruolo di
primaria importanza che l’agricoltura svolge nel Cilento e nel Vallo
di Diano, dall’area costiera alla
montagna interna.
L’anello del mare, caratterizzato da
un delicato equilibrio ecologico, appare come l’ambiente più adatto ad
ospitare strutture con impatto ambientale minimo, dedicate soprattutto alla ricerca sugli endemismi
floristici, faunistici e vegetazionali
(erbetofauna, ittiofauna, avifauna
nidificante e migratrice). I nuovi laboratori, da installare in prossimità
delle foci dei fiumi, sono concepiti
con soluzioni tecnologiche ecologiche e flessibili e sono costituiti da
moduli prefabbricati in legno assemblabili e adattabili al trasporto
lungo le sponde dei fiumi. Alimentati con fonti rinnovabili (fotovoltaico), sono predisposti anche per la
produzione e messa in rete di energia elettrica e per la raccolta e lo
stoccaggio dell’acqua piovana per
l’alimentazione delle coltivazioni.
Piccole e leggere architetture formano una rete intelligente che offrono la possibilità di compensare
le debolezze del sistema naturale.
L’anello della campagna delimita
il paesaggio delle colline interne, il
cui punto di forza è rappresentato
dalle superfici boscate e il cui elemento di debolezza è costituito da
un fragile equilibrio geologico che
si traduce in assenza di servizi e in
una intensa frammentazione degli
usi agricoli. In quest’ottica la parte
più compromessa di questo ambito
di paesaggio assumerebbe più valore proprio in relazione alla sua
maggiore criticità che la renderebbe meta di un percorso di visita
tematico, soprattutto per l’aspetto
che riguarda la capacità dei suoi
abitanti di aver saputo coglierne le
possibilità produttive rispettandone
i limiti costituzionali. Connessa all’attività di ricerca da localizzare
sulla costa è la rete di strutture di
residenza temporanea concepiti
come uno spazio multiculturale dotati di connessione Wi-Fi e spazi
comuni dove poter condividere informazioni e scambiare esperienze
e i punti di vendita di prodotti a Km
0, risultato della filosofia della filiera corta.
La montagna
L’offerta commerciale si struttura
secondo un insieme di piccole
reti distribuitive alternative e solidali e assume così contenuti
etici promuovendo insieme al biologico la cultura del gusto e della
convivialità. In questo modo, distribuendo le strutture lungo
l’anello viario si prova a riequilibrare il sistema di pesi che grava
sul territorio, dove alcune località
sono sovraccaricate rispetto ad
altre che risultano marginali.
18
Un approccio analogo di recupero e
rivitalizzazione degli ambienti rurali
sembra opportuno per l’anello della
montagna. Elemento centrale del sistema insediativo montano è la rete
arcaica dei percorsi. La viabilità
moderna, muovendosi di norma
sulle linee di mezza costa, intercetta
i centri antichi trasversalmente al
loro asse: la collisione disorienta la
struttura urbana e, agevolando l’edificazione lungo il nuovo asse stradale, riconfigura drasticamente
l’abitato. In scala urbana avviene
ciò che si riscontra per altro verso in
scala paesaggistica: i nuovi collegamenti creano nuovi nodi e condannano all’atrofia quelli posti sui
vecchi percorsi. Lungo le linee di
crinale, le antiche vie che attraversano dall’alto in basso i centri sono
spesso abbandonate o in via di abbandono, e con esse le tracce della
storia insediativa e la struttura portante del paesaggio (v. ad es. il caso
dei sistemi di mulini nelle zone ricche di corsi d’acqua di portata esigua, che lungo gli impluvi paralleli
alle linee dei crinali seguono lo
stesso destino di abbandono). Le vie
di crinale, solo raramente rotabili,
collegano oggi i nodi di una rete che
raccoglie le tracce più significanti
dell’evoluzione del paesaggio cilentano, e sono in qualche modo la
cifra della marginalità-ricchezza
del Cilento. Direttrici dell’insediamento, i collegamenti lungo le linee
di crinale sono probabilmente tra i
caratteri morfologici strutturali più
significativi del paesaggio cilentano, sia per la loro straordinaria
permanenza nella storia che per il
loro influsso sui processi formativi
della rete insediativa. La natura
straordinariamente evocativa dei
luoghi suggerisce la valorizzazione
dei percorsi storici attraverso aree
di sosta attrezzate con strutture in
materiali compatibili con la natura
del contesto.
Il Paradosso | Maggio 2014
Temi di progetto
L’accesso ad un luogo è un tema
estremamente delicato e attuale,
spesso trascurato per la sua complessità o banalizzato nelle prassi
urbanistiche. Accade che percorrendo delle strade improvvisamente
ci si ritrova risucchiati in qualche
struttura senza essercene resi conto.
È il caso soprattutto dei centri
commerciali. Ma in generale il
senso attribuito al passaggio da un
luogo ad un altro si è andato progressivamente perdendo, e la perdita di senso è stata proporzionale
alla riduzione delle distanze e dei
tempi di percorrenza. C’è stato un
tempo in cui entrare in un luogo,
una casa o anche solo una stanza,
era considerato addirittura un gesto
sacro. Era il tempo in cui sulla
Terra regnava una moltitudine di
dèi, e l’esistenza degli uomini più
che condizionata dalla presenza del
divino era ispirata dalla fusione tra
sacro e naturale.
L’architettura era allora luogo di
contatto e di flusso tra interno ed
esterno, superficie attraversabile,
confine tra dimensione pubblica e
privata, supporto fisico allo svolgimento delle relazioni umane, dove
la dimensione collettiva prevaleva
nettamente su quella privata.
Segue questa premessa la proposta delle pensiline fotovoltaiche
come sistema di accessi al parco.
Le strutture in legno lamellare e
pannelli fotovoltaici in copertura
oltre che essere una soluzione sostenibile dal punto di vista tecnologico, mediante il servizio di car
sharing rappresentano una piattaforma di condivisione socialmente
sostenibile.
Il Sud è ambiente ospitale per definizione. Accogliente è il silenzio
delle strade di paese, rotto solo dal
rumore porte che si aprono e si chiudono e di piedi che scendono e ri-
salgono rampe di scale in pietra;
i volti di donne anziane incorniciati dagli stipiti delle porte-finestra, le sedie appoggiate ai
muri nei pomeriggi estivi quando
le strade diventano i corridoi di
un’unica casa comune. Accoglienza è “una casa con la porta
aperta”, dove le regole dell’ospitalità sono il presupposto della
visita, e i comportamenti civili
non sono imposti da particolari
dispositivi di sicurezza ma affidati al senso di responsabilità
dei singoli. Predisporre luoghi di
sosta lungo strade pubbliche significa non solo offrire un servizio tanto ai visitatori quanto ai
residenti ma costituire un vero e
proprio presidio del territorio,
difendibile proprio per la sua
utilità e concepito come una
“stanza” aperta sul paesaggio.
Il progetto prevede l’installazione di padiglioni removibili,
replicabili e adattabili ad ogni tipologia di attività, dalla residenza temporanea, ai punti
vendita a km 0, a laboratori per
la ricerca. Costituiti da scatole di
legno prefabbricate che si
aprono e chiudono telescopicamente sono facili da trasportare.
Sono dotati alla base di una pedana in legno con piedini regolabili
che
consentono
l’adattamento a qualsiasi tipo di
terreno.
* componente del raggruppamento
formato da: Paolo Colarossi, Rosamaria Faralli, Massimiliano Foffo,
Martina Longo, Giovanna Saracino,
Luisa Saracino (capogruppo).
19
Il Paradosso | Maggio 2014
Linee per un modello
sociale che utilizzi
le tecnologie al fine di migliorare
la qualità della vita contenendo
i consumi e valorizzando
il patrimonio culturale
ambientale e il paesaggio
Parco 2.0
chiave smart
per la nuova
(geo)comunità
Alessandro Dal Piaz, architetto*
a proposta mira a delineare una
strategia di promozione del territorio che declina il concetto di ecosmart city integrandolo con il
riferimento al modello della smart
community. Assumendo quali principi cardine la sostenibilità, l’innovazione e l’integrazione delle
strategie di sviluppo e valorizzazione
della “Città del parco”, sotto i profili
ambientale, sociale ed economico, la
proposta è finalizzata ad affermare
un modello di comunità che utilizzi
le nuove tecnologie per incrementare
L
le dinamiche cooperative e, in tal
modo, migliorare la qualità della vita
rendendo più efficaci le politiche e
le azioni volte a contenere i consumi
di risorse non rinnovabili, a tutelare
e valorizzare il patrimonio di cultura,
ambiente e paesaggio, a sviluppare
in connessione e coerenza con esso
opportunità economico-imprenditoriali, a rendere più efficienti i servizi
collettivi.
Nell’ambito di questa visione strategica, la proposta indica specifiche
linee di azione per la promozione del
20
territorio attraverso l’innovazione sostenibile e, in particolare, delinea un
modello di smart community che facendo leva sulle fonti rinnovabili e
sull'efficienza energetica possa utilizzare questa ricchezza anche per la
promozione e la valorizzazione turistica del territorio.
Linee strategiche
Una prima linea di azione riguarda
la promozione della governance per
Il Paradosso | Maggio 2014
l’attuazione di programmi volti
alla sostenibilità energetica ed
ambientale, con riferimento specifico al “Patto dei sindaci” (iniziativa di tipo volontario promossa
dalla CE, che impegna le città
aderenti a predisporre Piani
d’Azione finalizzati ad anticipare
gli obiettivi di sostenibilità ambientale che l’Europa si è data per
il 2020) ed ai correlati programma
Energia comune e piano Energia
efficiente, volti a promuovere la
realizzazione di impianti da Fonti
Energetiche Rinnovabili, la realizzazione dei Piani di Azione per
l’Energia Sostenibile e l’incremento dell’efficienza energetica
degli edifici.
Con la seconda linea di azione
si delineano proposte specifiche per promuovere la mobilità
sostenibile e migliorare la fruibilità dell’area, riducendo, contestualmente,
gli
impatti
ambientali derivanti dalle emissioni inquinanti degli autoveicoli e migliorando le condizioni
di accessibilità per i turisti ed i
residenti.
La terza linea di azione riguarda l’applicazione di nuove
tecnologie per migliorare le modalità di fruizione turistica
delle risorse territoriali. Proponendo ed esemplificando tre tipologie di itinerari tematici
(storico-culturale; naturalistico;
produzione di qualità), “assistiti” dalle tecnologie ICT
(nelle diverse componenti: informazione, mobilità, servizi al
turista ecc.), si mira, da un lato,
ad innovare l’offerta turistica rispondendo alle domande emergenti – in tal modo puntando ad
incrementare l’attrattività –
dall’altro a coinvolgere gli attori
locali in una rete collaborativa;
l’azione è integrata dalla proposta di realizzazione di una
smart-card del Parco che po-
trebbe rendere più facile ed efficiente la fruizione della varietà di risorse esistenti. Essa
dovrebbe proporre itinerari culturali e naturalistici, visite presso
aziende agricole ed attrezzature
turistiche, degustazioni, sconti,
ma anche, mediante apposita app,
informazioni, approfondimenti,
mappe, nonché di raccogliere e
divulgare le esperienze dei turisti.
Itinerari tematici assistiti e smartcard consentono di promuovere
anche risorse e territori oggi non
adeguatamente valorizzati sotto il
profilo turistico, includendoli nei
circuiti.
Infine
la
quarta linea
di
azione
mira a qualificare e valorizzare
la
produzione
agricola mediante l’applicazione
dei metodi e
degli strumenti relativi
all’agricoltura di precisione, nuova
frontiera per
un futuro sostenibile dello sviluppo agricolo e
alimentare. Si tratta di una strategia innovativa, in grado di accompagnare l'attività agronomica
verso livelli di ottimizzazione, regolando le risposte alle effettive
esigenze colturali e alle caratteristiche biologiche, chimiche e fisiche del suolo.
* capogruppo dell’équipe tecnica composta da Immacolata Apreda, Giovanni Infante, Giosuè Gerardo
Saturno, Valentina Taliercio, Carmine
Nardone, Felice Lucia.
21
La frontiera
del “locale”
di Francesco Di Bisceglie, architetto
a frontiera non isola, filtra.
Le frontiere, per quanto arbitrarie possano essere (e c’è da sperare che lo siano il meno possibile),
sono indispensabili per trovare
l’identità necessaria allo scambio
con l’altro. Al contrario di quello
che sostiene la tesi mondialista, non
c’è democrazia senza capacità del
corpo dei cittadini, a tutti i livelli, di
darsi dei limiti”. Questa frase di
Serge Latouche ne “Limite” racchiude il concetto di una nuova
identità geografico-storico culturale
che gli abitanti dell’area del Cilento
e Vallo di Diano, a sud della Campania, nella provincia di Salerno,
sentono fortemente di voler concretizzare. Un territorio che fin dai
tempi delle colonie lucane e greche
è sempre stato unito da un profondo
legame di tradizioni, scambi commerciali, costumi, alimentazione, in
sintesi da una cultura identitaria
“L
Riprendere a godere dei frutti
dei propri campi e delle bellezze
naturalistiche ci aiuterà a vivere
meglio e ad essere più ricchi
Nuova identità geo-storica
ben definita, lontana da quella di
Salerno ed ancor più di Napoli. Oggi
stiamo subendo le conseguenze di
un abbattimento delle frontiere, la
cosiddetta globalizzazione, che per
lo più si è insinuata con la matrice
dell’economia selvaggia e senza
frontiere, la quale ha portato ad una
crisi di valori, di cultura locale, di
abitudini, all’eccessivo consumismo, alla ricerca del superfluo, che
ci fa vivere spaesati e che ci ha reso
più poveri! Il ritorno agli aspetti di
comunità, localistici, potrebbe essere l’unica salvezza! Riprendere a
godere dei frutti dei propri campi,
delle bellezze naturalistiche a due
passi da casa, l’acqua, il bosco, i
fiumi, il mare, gli altipiani, la montagna ci aiuterà a vivere meglio e ad
essere più ricchi.
L’idea di questo lavoro si basa sulla
valorizzazione del patrimonio esistente nel Parco del Cilento e Vallo
di Diano, per elevare gli standard
qualitativi del vivere quotidiano e
creare economia per le prossime generazioni.
Il Piano Territoriale Regionale
della Campania individua nell’ambito 5 l’area del Cilento e Vallo di
diano. Il recente Piano Territoriale
di Coordinamento della Provincia di
Salerno poi suddivide questo territorio in due macro ambiti identitari:
Città Vallo di Diano; Cilento, Calore,
Alento, Mingardo, Bussento ed Alburni nord est.
Analizzeremo la Città Vallo di
Diano, a dominante di sviluppo ru22
rale-culturale; ed alcune zone della
area a dominante naturalistica quali
il Bussento con il golfo di Policastro-Sapri; l’area territoriale che
comprende Vallo della Lucania ed
Ascea; ed il “Cuore del Parco”, co-
Il Paradosso | Maggio 2014
stituito da una miriade di tanti piccoli comuni incastonati nello splendido scenario naturalistico interno
della Regione-Parco.
Le invarianti che si dovranno garantire e implementare nella gestione della “regione-Parco”
saranno: istruzione, formazione, ricerca; tirocinio, apprendistato, occupazione, impresa; alimentazione,
benessere psico-fisico; turismo,
cultura, rappresentanza politicoculturale; collegamenti, trasporti
eco-sostenibili.
Basilicata ) che dall’approdo dal
mare, oltre che collegare con rete
ferrata e carrabile il “Cuore del
Parco” l’area Ascea-Vallo della Lucania, e il Vallo di Diano. L’intervento più importante è costituito
dalla creazione del Polo di Scienze,
Biologia ed Energia del Mare.
L’area ipotizzata è quella dell’ex
cementificio, tipico esempio di archeologia industriale, che da quasi
quarant’anni giace in completo abbandono, costituendo un pericoloso
ed improduttivo detrattore urbano
Vallo di Diano
I comuni interessati sono: Pertosa,
Polla, Sant’arsenio, San Pietro al Tanagro, Atena Lucana, San Rufo,
Sala Consilina, Teggiano, Padula,
Sassano, Monte San Giacomo, Montesano, Buonabitacolo, Sanza, Casalbuono.
Questo territorio, una delle “porte
principali” di accesso al Parco del
Cilento e Vallo di Diano, è immaginata, quindi, come una piattaforma
logistica, dove giungono e ripartono
nella “Regione-Parco” turisti, studenti, merci. Tali categorie conseguenti alle vocazioni ipotizzate per
il rilancio della Città Vallo ed al servizio dell’intero Parco: Città di Sala
Consilina (Facoltà universitaria
scienze agro-alimentari, zooteche e
conserviere, e marketing di settore);
Padula e Teggiano (Polo di alta formazione in discipline di marketing
eco-sostenibile, specializzazione nazionale in eco-design, “BioClima
Parco” - gestione e riciclo dei residui delle demolizioni edilizie).
forum internazionali, conferenze e
workshop tematici, oltre che la formazione universitaria in scienze del
mare. Inoltre, lungo l’intera area costiera in questione, è ipotizzata la costruzione di una filovia elettrica, a
servizio degli abitanti e turisti, delle
spiagge attrezzate, da Scario (frazione del Comune di San Giovanni a
Piro) a Sapri: lunghezza di circa
18km, con 30 fermate, per un costo
approssimativo di 23 milioni di euro.
I comuni interessati sono: San
Giovanni a Piro (con la frazione di
Scario), Santa Marina (con la frazione di Policastro), Ispani (con la
frazione di Capitello), Vibonati (con
la frazione di Villamare), Torraca,
Sapri, Morigerati, Torre Orsaia, Caselle in Pittari, Casaletto Spartano.
Ascea-Vallo
per la città Saprese. Anche per quest’area si prevede un indotto economico legato al flusso di studenti,
italiani ed esteri (nell’ambito dei
programmi di interscambio universitario) tirocinanti che ogni giorno
arriveranno nella città di Sapri ( servita anche dalla linea ferroviaria nazionale dell’alta velocità), o che
decideranno di locare un fabbricato
del posto, ottenendo incentivi dai
singoli comuni per le case nei centri storici. Un centro di alta formazione superiore sullo studio e la
Golfo di Policastro
tutela del Mare Nostrum con aule,
laboratori, sale conferenze, molo deQuesta è un’altra interessante “por- dicato per mini sommergibili ed imzione” del vasto territorio del Parco barcazioni
per
prelievo
e
del Cilento e Vallo di Diano, che co- monitoraggio delle acque, della
stituisce un ulteriore porta di ac- fauna marina e della pesca nel Mecesso sia per via terrestre (dalla diterraneo. Si prevedono master e
23
Quest’area del Parco è forse la più
rappresentativa per storia, cultura e
politica, e costituisce il polo identitario “la capitale” della “Regione
Parco”.
Si prevede: museo internazionale
della storia e cultura del mediterraneo; nuovo museo archeologico dell’antica Velia sede di master in
storia della filosofia; workshop, simposi letterali e filosofici; la fondazione italo-greca.
La storica sede del Parco, fin dalla
sua prima istituzione; centro direzionale ed amministrativo importante per l’area occidentale del
territorio.
Si prevede: sede istituzionale del
Parco del Cilento e Vallo Di Diano;
workshop, master, simposi, stages
sui bio-parchi dell’area mediterranea; master in relazioni politico-culturali
e
cooperazione
del
mediterraneo; sede della Federazione Parchi del Mediterraneo; Centro
Scientifico
Divulgativo
Internazionale sulla “dieta mediterranea”.
Il Paradosso | Maggio 2014
Questo territorio, inoltre ha delle
peculiarità paesaggistiche importanti , con le splendide spiagge del
suo litorale, oltre che le colline dagli
uliveti di alto pregio, di cui si ipotizza una denominazione di origine
protetta, con marchio ”bio Parco”.
Anche per questa porzione di costa
del Cilento si prevede una filovia
elettrica, da Pioppi ad Ascea Marina: lunghezza di circa 11km, con
16 fermate, per un costo approssimativo di 14 milioni di euro.
I comuni interessati sono: Vallo
della Lucania, Ascea (con la frazione di Marina di Ascea), Casalvelino (con la frazione di Marina di
Casalvelino), Pisciotta, Ceraso, Novi
Velia, Castelnuovo Cilento, Stella
Cilento.
Si creerà un nuovo indotto economico di tipo culturale – seminaristico – conferenziale, pertanto si
prevede la realizzazione di strutture
di ricezione alberghiera adeguate ai
più alti standard internazionali.
fitto–vendita, creando un mercato
immobiliare appetibile; realizzazione di rete a fibra ottica e wi-fi per
tutti i paesi; alti standard qualitativi
dal punto di vista energetico (classe
A+) in caso di ristrutturazione del
patrimonio edilizio esistente, garantendo la possibilità dell’installazione di impianti fotovoltaici e solari
termici su tutti gli edifici, ad eccezione di quelli vincolati (da esaminare caso per caso); realizzazione
della pubblica illuminazione con sistema a led, per abbattere i costi e
“Cuore del Parco”
Qui il tempo pare non scorrere affatto! Si tratta del territorio più affascinante dal punto di vista
ambientale, dove la natura è “sacra”
perché incontaminata! Flora e
fauna, fiumi, monti, vallate e piccoli
borghi costituiscono un unicum che
rappresenta, insieme alle coste marine l’attrazione principale per il turismo verso il Parco. L’obiettivo per
questa vasta area del Parco è di: evitare lo spopolamento della miriade
di piccoli paesi, preservare la natura, creare occupazione, conservare
la memoria storica dei borghi, distribuire ed implementare la rete
delle tecnologie per la comunicazione veloce.
Si prevedono questi interventi:
creazione del sito web: “la tua casa
nel parco”, per favorire la pubblicità
dei fabbricati disponibili per l’af-
per ridurre l’inquinamento luminoso; raccolta e catalogazione in una
mediateca per ogni comune di racconti, detti e canzoni che gli anziani
dei paesi conservano preziosamente;
introduzione di torrette per la ricarica di veicoli elettrici in tutti i luoghi pubbici e nei pressi degli edifici
comunali; incentivi per favorire il
tele lavoro nei borghi del “cuore del
Cilento”.
Paesi interessati: Ottati, Corleto
Monforte, Sant’Angelo a Fasanella,
Castelcivita, Controne, Aquara, Castel San Lorenzo, Roccadaspide,
Bellosguardo, Roscigno, Sacco,
Piaggine, Laurino, Felitto, Monteforte Cilento, Magliano Vetere, Stio,
Campora, Valle dell’Angelo, Perito,
Orria, Gioi, Moio della Civitella,
Cannalonga.
24
Nelle aree Città Vallo di Diano–
Ascea e Vallo della Lucania e Golfo
di Sapri-Policastro si prevedono dei
nodi di interscambio modale, dove
si intersecano la viabilità esistente,
quella di progetto e le reti ferroviarie esistenti e di progetto. Qui gli
abitanti, gli studenti, i lavoratori ed
i turisti della Regione Parco potranno noleggiare bici, motocicli ed
auto elettriche, ed inoltre potranno
usufruire di mezzi elettrici di trasporto collettivo (filovia/tram costieri), pubblico e privato. Tutti i
nuovi poli di formazione universitari
e post universitaria avranno al loro
interno postazioni di ricarica per i
veicoli elettrici. Grazie a partenariati pubblico –privati e ad una forte
politica di incentivi si mirerà a rendere la Regione Parco, la prima per
numero di veicoli, pubblico privati
di tipo elettrico.
Cilento
Blueways
I tracciati
ecologici
Rigenerazione
territoriale
significa selezione
di nuove azioni
e di adeguate strategie
atte a valorizzare
i paesaggi d’acqua
del comprensorio
Trame e greenways
fattori progettuali
incentrati sul valore
delle relazioni…
I fiumi simboli
di rinnovate identità
di Elena Dorato, architetto *
l progetto parte dall'acquisizione del tema della valorizzazione della rete idrografica come
corridoio ecologico e come infrastruttura culturale, valutando le
peculiarità e le interazioni tra
queste due concezioni del bene
naturale e paesaggistico. Tema
centrale è la valorizzazione dei
paesaggi delle acque interne affrontati secondo tre chiavi di lettura principali: l’ecologia come
paradigma per le politiche di sviluppo locale; il progetto di territorio come progetto di paesaggio;
le trame e le greenways come fattori di un progetto incentrato sul
valore delle relazioni (ambientali, paesaggistiche, identitarie,
socio-economiche).
La proposta progettuale Cilento
Blueways individua l’ambito
specifico della vallata del fiume
Calore come luogo di sperimentazione del progetto, modello poi
replicabile in altre porzioni del
territorio, in quanto mantiene alcune costanti: i) la considerazione del fiume come spazio
pubblico di valore patrimoniale,
legato alla presenza di insediamenti storici urbani e rurali; ii)
il fiume come spazio naturale o
da ri-naturalizzare (corridoio
ecologico, fattore di biodiversità
anche urbana); iii) la capacità
del fiumi di porsi come fattore di
identità culturale di un territorio.
L’obiettivo riguarda, quindi,
l’innovazione metodologica e
tecnologica della lettura e dell'interpretazione del paesaggio,
che produca immagini e strumenti in grado di fornire suggestioni agli attori locali.
Il nostro progetto vuole agire
nell’ambito di tutti e quattro gli
assi strategici individuati dal
Piano del Parco, attraverso un
intervento che si pone i seguenti
obiettivi: sviluppare una gestione
I
integrata delle risorse naturali e
delle attività antropiche; migliorare le prestazioni di fattori endogeni dello sviluppo e favorire
la diffusione e la valorizzazione
di piccole imprese; sviluppare il
turismo sostenibile e la fruizione
sociale; valorizzare i caratteri
identitari del patrimonio insediativo.
“Reti
e trame
dal locale
all’area
vasta”
Il progetto vuole porre le basi
per tracciare linee guida d'intervento riguardanti le modalità di
completamento della rete ecologica e l’individuazione di altre
reti fruitive o greenways che dovranno coesistere ed integrarsi.
La strategia d’azione e di tutela
si basa sul collegamento delle
aree di interesse paesistico-ambientale presenti sul territorio
fino a creare una rete continua.
La rete si compone di aree centrali di primo interesse dette core
areas, collegate attraverso corridoi ecologici e dall’individuazione di aree di riqualificazione
funzionali alla rete stessa.
La rete ecologica è un sistema
gerarchico che quindi si caratterizza per la sua scala geografica:
dalla realtà locale all’area vasta.
Così concepite, tali reti rivestono un’importanza strategica
non solo nei processi di pianificazione, ma anche dal punto di
vista delle politiche urbane e territoriali, rappresentando il luogo
di riqualificazione dello spazio
naturale nei contesti antropizzati
e influendo con problematiche
25
quali: l’uso e consumo del suolo, la
frammentazione territoriale, la sostenibilità e lo sviluppo insediativo.
Intervenire promuovendo reti ecologiche e greenways diviene indispensabile se l’obiettivo è quello di
ri-strutturare il paesaggio attraverso
la valorizzazione delle sue componenti culturali e naturali all’interno
di una visione strategica e complessiva. Il Parco Nazionale del Cilento
e del Vallo di Diano costituisce uno
degli ambiti fondamentali nel sistema Rete Ecologica prevista per la
Provincia di Salerno: valorizzando il
reticolo idrografico che ancora caratterizza il territorio è possibile
creare un sistema articolato di greenways e di aree nodali interconnesse in grado di potenziare e
valorizzare il paesaggio, tutelando e
migliorando l’habitat di specie autoctone (animali e vegetali), facilitando la fruizione del territorio da
parte degli abitanti e dei potenziali
turisti e, non da ultimo, fornendo
uno stimolo ai processi di riqualificazione urbana.
attraverso il quale è possibile iniziare un processo di cambiamento,
che tenga conto dell'alto valore naturale e paesaggistico del Parco da
un lato e della necessità di crescita
e promozione del benessere locale
dall'altro.
Partendo dal presupposto che la
rete fluviale caratterizza l'intero territorio ed è arricchita dagli elementi
naturalistici e antropici già presentati, si è scelta quale area per l'interevento-pilota l'ambito interno
dell’Alto Calore Salernitano.
L’obiettivo principale è la valorizzazione e la messa in rete delle
emergenze culturali e naturalistiche
che arricchiscono il bacino fluviale
del fiume Calore, dalla sua fonte sul
Monte Cervati fino al suo congiungimento col fiume Sele. L'approfondimento proposto costituisce un
modello d'intervento replicabile nei
comuni del Parco attraversati da
altri corsi fluviali, con l'intenzione
di ampliare la rete secondo una visione generatrice di sviluppo e crescita sostenibile.
Acqua come struttura
Corridoi ecologici
Cilento Blueways identifica il sistema fluviale come elemento di
connessione diffuso omogeneamente
su tutto il territorio. Il progetto affianca alla rete fisica delle acque
fluviali interne la messa a sistema
degli altri elementi identitari del
territorio, per poter dare avvio a una
visione unitaria di sviluppo territoriale. Le bellezze naturali come
grotte, risorgenze, inghiottitoi e gole
diventano le polarità della rete, i fulcri da cui partire per rilanciare il
territorio cilentano.
L’acqua non è solo attrazioni naturalistiche, ma anche patrimonio culturale testimoniato dal ricco
patrimonio di architettura rurale e
dagli antichi mulini ad acqua. L’acqua diventa l'elemento conduttore
Le blueways, o trame d’acqua, sono
percorsi fluviali facilmente accessibili e dotati di strutture per lo
sport e il tempo libero che, in generale, vengono sviluppate dagli
enti locali al fine di promuovere
un’educazione ecologica sensibile
e attenta, preservando la ricchezza
della biodiversità e sviluppando un
turismo green. La rete del sistema
delle acque intese come blueways,
maglia strutturante il territorio interno e potenziale vettore dello sviluppo locale, è un concetto
contemporaneo e largamente diffuso. Le acque dei fiumi cilentani
oltre a rappresentare un ricco patrimonio naturalistico possono essere fonti di energia e vettori di
processi eco-sostenibili. Ad esem26
pio, i numerosi borghi storici potrebbero trarre giovamento dalla
creazione di un nuovo sistema di fitodepurazione a flusso sommerso
che utilizzi l'acqua fluviale e alcune specie vegetali tipiche delle
zone umide.
Al fine di preservare l’integrità
del corridoio ecologico, vengono individuate le aree strategiche d’intersezione in cui il sistema
ambientale può sopportare la pressione portata dalla rete fruitiva. Si
tratta di aree adiacenti agli agglo-
merati urbani dei comuni coinvolti
nel progetto, poiché territori in cui
sono già presenti strutture ricettive
e attività turistiche da potenziare.
Le attrattive d’acqua, polarità della
rete fruitiva, dovranno quindi venir
connesse tra loro attraverso percorsi differenti da quelli prettamente ecologici, al fine di
mantenere e/o ripristinare gli ambienti naturali locali e la biodiversità.
I mulini
Nel territorio cilentano persistono
degli elementi antropici che testimoniano il passaggio e il presidio
dell’uomo attraverso varie epoche: si
tratta principalmente di antiche fortificazioni, di masserie e di mulini,
Il Paradosso | Maggio 2014
un tempo utilizzati per la macinazione dei cereali e strettamente
connessi con i corsi d’acqua. Il valore patrimoniale di questi manufatti
di architettura rurale non è solo fisico, ma anche e soprattutto immateriale, legato ad una memoria
storica ricca e degna di essere preservata e tramandata alle generazioni future.
Il progetto propone il recupero e la
ristrutturazione dei mulini come
nuovi contenitori funzionali a servizio di un eco-turismo di qualità e di
conservati come tali, al fine di ospitare le numerose specie animali che
nidificano negli ambienti umidi
lungo le sponde del Calore. Quest’azione si allinea con le indicazioni del PTCP laddove si ipotizza il
rafforzamento della rete ecologica
anche attraverso la rete dei ruderi.
Altra proposta è di ripristinare la
funzione originaria di alcuni mulini
riattivandoli per la produzione di
energia pulita. Alcuni sistemi miniidroelettrici permettono la produzione di energia sufficiente
all’autoconsumo e, necessitando di
un salto e una portata d’acqua minimi, ben si prestano ad essere utilizzati sul territorio cilentano. Gli
spazi degli antichi carcerari vengono recuperati come luoghi di produzione di energia, mentre il piano
superiore può ospitare spazi didattici e pedagogici.
Smart Park
uno sviluppo locale consapevole
delle enormi potenzialità del suo
territorio. La loro localizzazione
lungo le rive dei fiumi consente di
determinare una rete che li connetta
in un percorso fruitivo alla riscoperta delle bellezze presenti sul
fiume Calore e sui borghi limitrofi. I
mulini meglio conservati si prestano
a ospitare diverse funzioni: centri
culturali e museali e piccole strutture ricettive in cui sostare nelle
pause dalle diverse attività che il
fiume offre e pernottare a contatto
con la natura. Il mulino diventa così
un centro di promozione delle tipicità cilentane e la qualità e i marchi
dop/doc possono esservi esposti e
pubblicizzati, in un ambiente che
esalta la tradizione, a diretto contatto con l’acqua e il territorio.
I mulini in stato di rudere vengono
All'acronimo di “smart” vanno associati i concetti base che ci hanno
guidati, declinazioni dell'aggettivo
quali sostenibilità, eco-compatibilità, sviluppo locale, rivitalizzazione
economica del territorio a partire
dalle sue peculiarità e, non per ultimo, l'utilizzo di nuovi supporti tecnologici.
Secondo la nostra interpretazione,
la creazione di uno Smart Park è un
processo lungo e complesso che necessita di azioni contemporanee e
complementari su due diversi fronti:
quello interno dell'organizzazione
degli attori locali, pubblici e privati,
e quello esterno della promozione
del territorio e dell'attrazione di investimenti. Lo strumento più semplice ed accessibile capace di
mettere insieme questi aspetti è la
“app”: Cilento blueWAYS diventa,
così, una strategia di marketing contemporanea e largamente diffusa.
Questa applicazione, scaricabile
27
gratuitamente da internet su smartphone o tablet, potrà guidare il visitatore alla scoperta del territorio
cilentano grazie alle sue mappe di
percorsi, strade e sentieri, alla localizzazione GPS -funzionante anche
senza l'ausilio della connessione internet-, ad un calendario eventi
ricco e sempre aggiornato e ad una
rubrica di numeri utili. Oltre ad essere una guida virtuale pratica e
funzionale, offre un modo nuovo, divertente e più conveniente di vivere
il territorio: grazie alla creazione di
una rete di commercianti, aziende
ed operatori locali convenzionati, i
possessori dell'applicazione godranno di sconti e offerte su prodotti
e attività che sapranno trasformare
il soggiorno in Cilento in un'esperienza indimenticabile.
Inoltre, il miglioramento della proposta ricettiva e la creazione di
nuovi servizi aumenteranno l'attrattività del territorio, creando nuova
occupazione e migliorando la qualità della vita dei residenti. La promozione del territorio tramite questo
strumento tecnologico semplice,
gratuito e alla portata di tutti, insieme con il recupero e la ri-funzionalizzazione dei vecchi manufatti
legati all'acqua e il completamento
di una rete fruitiva adeguata ed ecocompatibile, potrà fare delle vallate
interne del Cilento una meta ambita
e ben inserita nei circuiti turistici
Italiani ed internazionali.
*Componente del raggruppamento composto da: Marco Zaoli (capogruppo),
Alice Clementi, Valentina Di Mascio,
Elena Dorato, Romeo Farinella, Agostino Maiurano, Antonio Marseglia,
Cinzia Rinaldesi.
Trekking
per nuove
avventure
’idea base è un itinerario escursionistico (naturalistico,
storico-culturale ed
enogastronomico) da
Sapri ad Agropoli (nel
caso con integrazione
Rofrano-CamerotaSapri), un pacchetto
completo di offerte
ecoturistiche (bi, tri e
quadri stagionali) per
i “cittadini” europei,
italiani e meridionali.
176 kilometri di sentiero escursionistico,
attrezzato con tabelle e
tabelloni informativi
(Museo Diffuso), 18
Centri Storici attraversati, aree naturali e storicoculturali,
promozione dell’edilizia locale (Albergo Diffuso), della filiera enogastronomica, dell’ artigianato, delle
feste e sagre popolari. Cui si aggiunge una consistente ricostruzione
dei boschi autoctoni d’alto fusto,
degli ecosistemi locali e del paesaggio naturale (crediti di Carbonio).
Pragmaticamente, i costi dell’ intervento pubblico sono ridotti al minimo (€ 1.098.000, di cui € 500.000
per la rinaturalizzazione), invece le
ricadute per imprenditori e mano
d’opera sono consistenti: già solo in
fase di avvio (turismo monostagionale): si stimano realisticamente
giornate lavorative per circa n/anno
4.680 ed utili d’ impresa per circa
€/anno 840.000. Con la sicurezza di
una tale prospettiva diventa reali-
L
28
stica anche per il Cilento (come già
avvenuto altrove) l’ attivazione e la
crescita della vasta rete di microimprenditori locali (affittacamere, bar,
osterie, alimentari, artigianato, folk
e cultura, ecc.), cui spetterà il anche
compito di adeguare idoneamente l’
edilizia locale, con il sostegno di necessari incentivi fiscali ed amministrativi. Pragmaticamente, per
promuovere lo sviluppo dell’iniziativa ed il necessario turismo bistagionale, fin da oggi sono necessari
due interventi immateriali: la
stampa di una specifica Guida
Escursionistica; l’allestimento di
due Servizi Informazione e Coordinamento (a Sapri ed Agropoli).
Le principali caratteristiche
dell’dea base sono: una risposta sociale e culturale alla domanda di
turismo sostenibile, storico-naturalistico ed enogastronomici (a livello
meridionale, nazionale ed europeo)
nel contesto della “Filiera Italiana
Green”; l’impatto ambientale zero =
0 (per centri storici, valli agricole
ed ambienti montani); la creazione
di una rete economica (turismoagricoltura-commercio-artigiantao)
consona alla identità di luoghi e popolazione, capace di moltiplicare
lo sviluppo sostenibile di tutto il Cilento (zone montuose, vallate interne, ecc.); l’ampliabilità nel
tempo ad altre zone del Cilento, la
replicabilità nel Cilento ed in altre
zone montane del Mezzogiorno; la
realizzabilità per fasi e stralci, nonché la concretezza attuativa.
Il Paradosso | Maggio 2014
Navigare
tra mare
e monti
Il progetto identifica
otto ambiti e ciascuno
ha per riferimento
un comune hub
attorno al quale
si definiscono hot spot
territoriali per nuove
connessioni
Si darà vita a centri
aggregativi identitari
da cui partire
per esplorare i luoghi
della Città del Parco,
connettendo
le aree interne
e la fascia costiera…
di Antonia Gravagnuolo,
architetto *
l progetto Walkthrough Cilento ha come obiettivo la valorizzazione del paesaggio del
Cilento attraverso la ri-scoperta
del suo patrimonio materiale e
immateriale.
Il progetto Walkthrough Cilento
è finalizzato al coinvolgimento
della comunità locale nella identificazione dei valori del territorio attraverso il coinvolgimento
della comunità nella segnalazione di luoghi ed eventi, e grazie ad una app/portale in grado di
connettere in maniera diretta i visitatori e gli utenti locali. Il progetto mira ad integrare l’offerta
turistica diffusa su tutto il territorio e incoraggia il visitatore ad
esplorare luoghi, storie, sapori,
odori ed immagini del Cilento.
Il progetto adotta una visione
strategica basata su una lettura
policentrica del territorio.
Sono identificati otto ambiti di
riferimento, individuati analizzando la struttura territoriale del
Cilento. Ogni ambito ha come
punto di riferimento un comune
hub attorno al quale si definiscono una serie di hot spot territoriali (borghi rurali, punti di
interesse storico, ambientale,
aziende agricole etc) che strutturano nuove connessioni (materiali ed immateriali) per la
riscoperta del patrimonio territoriale del Cilento. La strutturazione in centri aggregativi
identitari, da cui partire per
esplorare i luoghi della Città
del Parco, ha l’obiettivo di connettere le aree interne alla fascia costiera, ridurre la
pressione antropica sulle coste
durante il periodo estivo e destagionalizzare il turismo aumentando
l’attrattività
e
l’accessibilità dell’entroterra.
Il Cilento è culla di biodiversità.
La terra generosa e speciale, le
sorgenti copiose, il lembo di mare
che la adorna, le montagne ricche di ogni cosa, sono i doni, le
I
“Diversità
biologica
come dono
La sfida
di Keys…”
energie elementari di cui essa è
ricchissima – quelle in cui gli antichi radicarono le origini del
mondo e i giacimenti delle civiltà. La terra del Cilento è la
macchia mediterranea nella totalità dei suoi colori – ed è la terra
del grano e dei campi, delle viti e
degli ulivi, dei boschi e delle fascine, dei castagni e dei funghi,
dei pomodori e dei fichi, dei sorbi
e dei noci, dei mirtilli e delle ginestre. Di meravigliose piante officinali. Questi doni furono la
fortuna della civiltà cilentana. Le
donarono forza, longevità. Fu per
questo che il biologo nutrizionista americano Keys incuriosito
da queste caratteristiche si stabilì sulle sue coste. Comprese
come i doni di questa terra custodissero il segreto di quella
longevità e benessere. Dai suoi
studi nascerà la Dieta Mediterranea. La generosa terra cilentana
insieme alla singolarità dei suoi
prodotti possono essere una
grande opportunità per fronteggiare questo momento di crisi
Qui si può proporre una nuova
economia rispondente a una elaborazione culturale più avanzata
e ricca del nostro rapporto col
cibo, che incorpora anche una
superiore visione della pratica
agricola come parte di un ecosi29
Il Paradosso | Maggio 2014
sorse ambientali e culturali locali.
Il marchio di progetto è stato pensato per affiancare il marchio del
Parco, vero simbolo identificativo
del territorio. Il segno si connota
come declinazione del marchio principale riprendendo le forme della
primula di Palinuro (soggetto del
simbolo territoriale) ma proponendo
una prospettiva dall'alto del fiore. I
petali che costituiscono la corolla
rappresentano gli 8 territori identificati dal progetto. I "campi da gioco"
si uniscono nel macroambiente Cilento e si irradiano verso altri territori
utilizzando
le
onde
elettromagnetiche delle tecnologie
smart o semplicemente la diffusione
delle informazioni attivate dai visitatori fisici del Parco.
La vision sottesa al progetto contiene una valenza comunicativa che
ha l’obiettivo di suggerire una nuova
lettura territoriale per uno sviluppo
auto sostenibile fondato sul patrimonio rurale del Cilento.
Le azioni progettuali previste per
aiutare il cittadino del Cilento ed il
visitatore a ri-scoprire il patrimonio
territoriale e costruire un’identità comune della Città del parco sono: la
realizzazione di un’identità visiva
comune e un’infografica territoriale
attraverso l’identificazione di hot
spot territoriali tra i Comuni hub che
metta in relazione gli ambiti territoriali della nuova visione della Città
del Parco; la realizzazione di un’applicazione di gioco per dispositivi
mobile (smartphone, tablet) che
abbia l’obiettivo di coinvolgere più
Marketing territoriale
attivamente i cittadini giovani e un
nuovo target di visitatori della Città
L’idea di marketing territoriale prodel Parco.
posta si basa sulla dimensione della
Walkthtough Cilento è una app per
(ri)scoperta della storia e delle idensmartphone e tablet che vuole aftità locali e sulla costruzione di un frontare il viaggio alla scoperta del
legame con il territorio e la comunità Cilento come una caccia alle ricche continui anche dopo la visita. La chezze nascoste di questa magnifica
app/portale permette di scoprire fa- terra.
cilmente realtà ricettive alternative È un gioco, ma al contempo un sie innovative, che valorizzano le ri- stema di navigazione, un’occasione
stema da conservare.
L’agricoltura su cui si può puntare
in queste terre è di qualità perché
essa utilizza con nuova consapevolezza culturale un’attività produttiva
fondata sulla valorizzazione di un
dato storico eminente della nostra
millenaria tradizione produttiva: l’incomparabile ricchezza della biodiversità agricola cilentana da
preservare e tutelare. Inoltre ad essa
potrebbe essere legata l’organizzazione di una distribuzione alternativa (tramite i Gas, i gruppi del
commercio eco-solidale, a km 0,
ecc.). La diversità e varietà dei sapori, la salubrità e ricchezza vitaminica e minerale del frutto, la sua
freschezza e assenza di conservanti
e residui chimici, ne fanno un bene
che acquista anche sotto il profilo
culturale un nuovo valore.
Questa esigenza contemporanea di
gestione dell’agricoltura, che mischia tradizione e ricerca, rispetto e
innovazione può divenire interessante anche per chi vorrà visitare il
Cilento. Un nuovo tipo di sensibilità
nutrito dalla consapevolezza della
necessità di nuove forme di vita di
fronte alla nefandezza dei consumi e
alla decadenza delle città potrebbe
trovare qui esempio e dimora.
Potrebbe dare nuove motivazioni di
passaggio e forse anche di permanenza, più o meno lunga, ad un particolare e sempre più numeroso tipo
di turismo che riporterà a casa un'altra idea di mondo.
30
e un incentivo al viaggio, un sistema
di relazione con il territorio e con gli
attori locali.
Dunque la esplorazione del territorio avviene attraverso il sistema di
gioco, che consiste in una serie di
mini giochi che si attivano nei pressi
dei punti di interesse/hot spot/tappe.
Ogni tappa pertanto diventa uno scenario di gioco, che una volta superato consente di accedere a
contenuti multimediali che descrivono il luogo in cui si trova.
Ad accogliere il visitatore nel si-
stema gioco sarà un personaggio
chiave legato alla cultura del territorio; in questo caso è stato scelto uno
dei maestri della scuola filosofica
eleatica, Parmenide di Elea: “Ciao,
sono Parmenide. Io sarò la tua guida
attraverso le terre eleatiche, alla scoperta delle ricchezze della terra, le
meraviglie della natura, le arti degli
uomini. Sarà un viaggio lento, durante il quale ti chiederò di risolvere
qualche enigma. La ricompensa tuttavia sarà sempre preziosa. Ti auguro
di imparare a godere di questo viaggio dell’anima, della mente e del
corpo, e di portare con te per sempre
quanto avrai vissuto sulla mia terra”.
Il gioco consiste in diversi scenari
corrispondenti ai diversi campi di
gioco/ambito rurale. Ogni scenario è
un ambiente di gioco indipendente
che può essere giocato senza percor-
Il Paradosso | Maggio 2014
rere distanze eccessive.
Alla risoluzione del gioco si attivano i contenuti multimediali che
descrivono il punto di interesse. Si
tratta di testi, immagini, video, augmented reality che consentono all’utente di vivere pienamente la
esperienza cilentana.
Ancora la risoluzione del gioco attiva la possibilità di interazione con
altri utenti: è previsto un sistema di
feedback, per lo scambio delle opinioni tra gli utenti.
Infine a seguito della risoluzione di
un gioco si attivano i percorsi consigliati. Il sistema seleziona dal database degli hot spot quelli più
prossimi a quello appena visitato
così come quelli della medesima categoria (santuario, area archeologica,
azienda agricola, panorama, ecc).
Dal punto di vista del gestore del
progetto i dati rappresentano qualcosa di molto prezioso. L’utente, preliminarmente al gioco, si sarà
registrato presso il sito lasciando i
propri dati, tra cui email e/o il numero di telefono mobile. Questo è
uno strumento preziosissimo per rimanere in contatto con gli utenti e
informarli di quanto avviene sul territorio. In secondo ordine vengono
registrati tutti gli accessi ai punti di
interesse; questo consente al gestore
del sistema di capire quali sono i
punti più visitati e in quale periodo,
in modo da realizzare delle campagne di promozione dei punti sottoesposti, ma anche programmando
manutenzioni e personale per le postazioni più visitate, ecc. Infine risulta utile la presenza del sistema di
feedback. Se per gli utenti questo costituisce un’occasione di socializzazione delle esperienze, per il gestore
costituisce uno strumento prezioso
per capire cosa migliorare, quali
sono i problemi riscontrati, quali difficoltà presentano i luoghi chiave del
territorio, ma anche quali sono i
punti di forza del territorio.
Da un punto di vista più strettamente finanziario-economico, il progetto offre una ampia gamma di
opportunità di business, molte delle
quali orientate al settore del marketing offerto alle aziende con vocazione turistica dell’area vasta
dell’intera area del mediterraneo. In
tal senso dunque è possibile immaginare la sostenibilità del progetto
con fondi privati, senza tuttavia prescindere da un coinvolgimento,
quando non finanziario quantomeno
organizzativo e concertativo degli
enti pubblici. Un’occasione importante di promozione della nuova
Città del Parco è rappresentata dal
prossimo Expo 2015 per valorizzare
la conoscenza delle “tradizioni alimentari” come elementi culturali e
di salvaguardia del paesaggio rurale.
Uno dei punti di forza di Walkthrough Cilento è la sua integrabilità con altre idee progettuali ed
iniziative finalizzate alla valorizzazione del territorio cilentano. L’elaborazione di uno strumento soft che
si arricchisce con l’utilizzo e si modifica nel tempo in base alle esigenze del territorio si pone in
un’ottica sinergica con altre iniziative ed allo stesso tempo permette
alle istituzioni di individuare i valori
percepiti e monitorare il territorio
ampliando la base di dati disponibile
a supporto dei processi decisionali.
31
Le attese
Aumento delle visite nei borghi interni degli Ambiti Territoriali rurali e
dei Comuni HUB dotati di punti di
interesse più facilmente raggiungibili.
Coinvolgimento dei residenti nell’arricchimento continuo delle informazioni presenti sulla piattaforma
virtuale, rafforzamento del rapporto
di partecipazione e immedesimazione dei cittadini e dei visitatori
della Città del Parco.
Coinvolgimento del visitatore in
un’esperienza culturale “totale”
(aspetti culturali, religiosi, folcloristici, enogastronomici) in grado di
anticipare e proseguire nel tempo
oltre la visita “fisica” alla Città del
Parco e creare un legame “sentimentale” con il territorio.
Miglioramento del livello di sicurezza e rispetto della legalità nelle
relazioni economiche e sociali tramite un sistema di feedback dei servizi offerti.
Rafforzamento del coinvolgimento
del partenariato e del sistema di
sponsorizzazione privato in grado di
implementare i processi virtuosi nel
territorio.
Coinvolgimento delle associazioni
nell’aumento della vitalità culturale
del territorio e rafforzamento dell’economia “civile” e delle relazioni
economiche locali.
* Capogruppo dell’équipe tecnica composta da Alfonso Di Domenico, Amedeo
Di Marco, Marianna Borriello, Anna
Maria Fariello, Arturo Lamberti
Il Paradosso | Maggio 2014
loro isolati geograficamente e relazionalmente, i principali sono:
Velia, il villaggio della Baia Tirrena, gli insediamenti prima dei
campeggi, gli insediamenti nella
piana tra Marina e Velia, Grisi,
Pennino, l’insediamento alla foce
dell’Alento, gli insediamenti realizzati sulla strada collinare tra la
stazione ed Ascea Capoluogo, gli
insediamenti sparsi nell’entroterra nella zona di S. Maria e
della Baronia, i vari complessi di
agriturismo nell’entroterra fino
alla frazione di Terradura.
Appaiono poco frequentate le
pur encomiabili iniziative culturali; soprattutto appare deserta
quella che dovrebbe essere la
maggior attrattiva: l’area archeologica.
Si può dedurre che, se da un lato
la città ha bisogno di nuovi spazi
per favorire la nascita di luoghi di
svago turistico, dall’altro ha l’obbligo morale e culturale di sfruttare le enormi risorse che al
momento risultano snobbate.
Le proposte mirano, quindi, al
duplice scopo di: mitigare la doAnalisi
manda del tipo di turismo che attualmente fruisce dei servizi del
La proposta progettuale parte da
paese; sfruttare l’offerta, cioè indiun’analisi tesa ad evidenziare: le
viduare soluzioni capaci di favoinclinazioni socio-culturali della
rire l’incremento di un turismo che
cittadina, le potenzialità turistipossa essere attratto dalle risorse
che e commerciali; la conformadel paese; rendere Ascea un rifezione urbanistica, le connessioni rimento per un turismo più sensiviarie, i collegamenti tra i punti bile alle ricchezze culturali,
di interesse; gli aspetti dell’of- archeologiche, paesaggistiche,
ferta turistica e le caratteristiche storiche ed etnologiche della città.
della domanda, individuando le L’obiettivo è ricercare interventi
contraddizioni e proponendo so- che trasformino una realtà costiluzioni che le porti a conver- tuita da insediamenti chiusi ed isogenza, compatibilmente con lati in una città viva, policentrica,
l’aspetto paesaggistico e geomor- nella quale le varie parti costituenti
fologico e nel rispetto dei vincoli la città siano armonicamente collenormativi.
gate tra di loro e/o collegati ad un
Il luogo di maggior interesse tu- nucleo baricentrico che sia di
ristico è Marina di Ascea. Ac- grande richiamo turistico e cultucanto alle frazioni storiche rale ed offra i servizi richiesti dal
esistono altri insediamenti tra di turismo di massa.
l turismo asceota, dopo uno
slancio risalente al secondo
dopo guerra, coinciso con la realizzazione della rete ferroviaria ed
il conseguente formarsi dei primi
nuclei turistici, si è assestato su
un target non sempre sensibile
alla pur preziosa offerta turistica
del paese.
Ad un’offerta turistica considerevole dal punto di vista naturalistico (assume particolare valenza
la zona della Baia Tirrena), climatico (la cittadina è situata in
un anfiteatro naturale costituito
da colline e da monti che garantiscono un clima generalmente
godibile per tutto l’anno) e culturale (i resti dell’Antica VeliaElea) si contrappone una
domanda turistica di locali notturni, punti di interesse collettivo, collegamenti viari più
efficienti.
È evidente una contraddizione
che costituisce il limite ad una
crescita della città: la domanda
non coincide con l’offerta.
Ascea I
Tre tratte
per un’idea
prospettica
Il progetto mira
a sfruttare l’offerta
per promuovere
soluzioni capaci
di incrementare
il turismo che le risorse
del paese potranno
attrarre. Rendere
il centro costiero
riferimento
dei flussi colti legati
all’archeologia
alla storia e all’etnologia
di Aniello Greco, ingegnere*
32
Il Paradosso | Maggio 2014
Proposte
dotto FS. All’altra sponda del torrente superato con il ponte, la strada
dovrebbe biforcarsi: girando a siniLa proposta è articolata in tre diversi
stra, costeggerebbe il torrente con
piani: I) creazione di un collegaun tratto ciclabile, fino a congiunmento tra i vari quartieri, alleggegersi con una strada lungo fiume già
rendo il traffico sul lungomare; II)
esistente (via Talia). Quest’ultima
creazione di una rete di tracciati
costeggia da un lato il letto del fiume
ciclo-pedonali, rivisitando antiche
dall’altra perimetra una vasta area di
percorrenze creando collegamenti
insediamento chiamata Grisi, locacon i luoghi interni richiamando un
lità che con tale intervento, assurgeturismo di interesse natural-ecolorebbe
ad
una
posizione
gico; III) realizzazione di un centro
fondamentale nell’urbanistica cittaattrezzato, nuovo baricentro della dina, divenendo un nucleo oltre la
città.
Intervento I - L’intervento dovrebbe
articolarsi in tre tratte:
1 tratta | Velia-Grisi-Via Calliope:
la strada d’ingresso di Ascea (Via di
Porta Rosa) dopo aver costeggiato e
circondato la collina di Velia, giunge
in località Velia. Alla sinistra di via
di Porta Rosa, all’altezza degli scavi,
si presenta un grande parcheggio.
Attraversando tale area si accede
agli scavi. La proposta prevede, all’ingresso degli scavi, la realizzazione di una strada con annessa pista
ciclabile avente direzione parallela
alla linea delle FS. Il primo tratto di
tale strada, in parte già tracciata, costeggerebbe alla sua sinistra l’area linea ferroviaria; procedendo diritta
archeologica, proseguendo lungo la strada giunge alla confluenza con
una vasta area ricca di reperti. Dopo Via Calliope, principale strada di
un centinaio di metri esiste una collegamento di Marina con Ascea
strada sulla sinistra, che andrebbe capoluogo.
rivisitata ed assunta come confine
2 tratta | Viale Calliope-Via del
Sud degli scavi, che pertanto avrebMare: alle destra di Viale Calliope,
bero un nuovo accesso in tale diresono presenti delle aree sfruttate a
zione. Con tale intervento il turista
campeggio. In tale punto è previsto il
nell’accedere ad Ascea avrebbe una
prima, importante, vista degli scavi nuovo asse viario (con annessa pista
che gli apparirebbero nella totalità ciclabile) che, costeggiando il viadella loro bellezza. Ricalcando dotto delle ferrovie, giunge all’incrol’esempio dei templi di Paestum, si cio con una strada proveniente da
ritiene, infatti, che ad Ascea gli Marina di Ascea, la quale, dopo aver
scavi debbano essere inseriti in un attraversato un sottopasso della linea
circuito di percorrenza quotidiana. ferrata, conduce alla località PenLa nuova strada proseguirebbe nino. Questo incrocio assumerebbe
fino ad incrociare via della Bruca e una valenza importante dando sfogo
continuando giungere all’incontro al traffico per e dal Pennino senza
con il torrente Fiumarella, supera- gravare sulla viabilità di Ascea. La
bile con un ponte a monte del via- strada dovrebbe continuare paralle33
lamente alla linea ferrata fino a saldarsi con la Via del Mare, che, da
antica strada mulattiera di collegamento tra la Marina ed Ascea capoluogo, oggi assolve ad una funzione
nevralgica di collegamento tra i due
centri più importanti di Ascea e con
i nuovi insediamenti collinari.
3 tratta | Via del Mare-Baia tirrena: la
strada proposta dovrebbe attraversare
il primo degli insediamenti collinari di
Via del Mare, arrampicandosi per un
breve tratto sulla collina a monte della
linea FS con un intervento non proibitivo. Continuando la strada incontrerebbe la strada della Vecchia Fontana
con l’impianto di depurazione e da qui,
passando al di sotto del viadotto della
ferrovia, laddove attualmente sono
operanti dei campeggi, incrociare la
strada che collega il lungomare alla
Baia Tirrena. E’ evidente la formidabile funzione urbanistica che assolverebbe
la
strada
proposta:
alleggerimento del traffico locale di
Marina di Ascea; collegamento di frazioni tra di loro divise e spesso irraggiungibili. L’intervento proposto
consentirebbe di collegare tra di loro
e con Marina, garantendone una notevole visibilità, posti come: Velia, Grisi,
Pennino, Ascea Capoluogo, insediamenti sulla collina, Baia Tirrena.
Intervento II - La seconda proposta
prevede la creazione di un percorso
ciclopedonale che, partendo dalla
Marina di Casalvelino, dovrebbe raggiungere la Torre del Telegrafo all’estremità della spiaggia. L’intervento
consegnerebbe continuità alla passeggiata del Lungomare attrezzato.
La proposta riprende soluzioni già
esistenti, si cita a riguardo il percorso pedonale di Santa Maria di Castellabate.
Intervento III - Nell’ambito del ridisegno delle connessioni cittadine, la
necessità di individuare un polo di
aggregazione diventa imprescindibile. Per definizione, dovrà essere individuato in una posizione centrale,
inoltre è necessario che risponda a
determinati requisiti: essere facilmente raggiungibile a partire dagli
altri poli di interesse; consentire il
“superamento” del muro rappresentato dal ponte delle FS; essere il polo
intorno al quale si sviluppa la rete di
collegamenti, fatta di strade carrabili
e percorsi ciclopedonali.
Il nuovo baricentro della città
viene inquadrato tenendo conto dell’assetto viatico proposto nel primo
intervento. Si è fatto, inoltre, riferimento alle scelte operate dagli
Eleati.
La promozione dell’area a nucleo
baricentrico della città non potrebbe
sopportare una divisione tra area a
valle ed a monte della ferrovia.
La terza proposta prevede, pertanto,
interventi sia a monte che a valle
della linea ferroviaria.
Punto focale della rivalutazione dell’area a monte del ponte ferroviario, è
la creazione di un piccolo Parco Acquatico, individuato opportunamente, in una zona che ben si presta
agli interventi previsti, non ecologicamente invasivi; d’altra parte si propone di realizzare un piccolo lago.
L’intervento porterebbe una serie
di significativi vantaggi: consegnerebbe all’area archeologica un posto
privilegiato all’interno della città; la
zona Grisi verrebbe rivitalizzata,
aprendo nuove prospettive di sviluppo turistico; la centralizzazione
dei tali aree potrebbe rappresentare
una soluzione al problema dei parcheggi. Gli interventi ed i percorsi
proposti garantirebbero un nuovo e
spettacolare impatto con la città ai
visitatori.
Entrando ad Ascea, il visitatore in
alternativa all’attuale via Porta Rosa
avrebbe la possibilità di: attraversare il viadotto all’altezza degli
scavi; costeggiare l’area archeologica, godendo della visione dei reperti;
proseguire
lungo
caratteristiche zone arredate naturalmente dalla presenza di secolari
alberi di ulivo; giungere al Parco
Acquatico, da qui al villaggio di
Grisi; incontrare, nei pressi di Via
Calliope, il Castello dei Marchesi
Ferolla; arrivare, infine, al cosiddetto bivio di Marina di Ascea.
Si ritiene che il tragitto immaginato darebbe una visione molto più
interessante della città.
A valle della linea ferroviaria, si
propone di sfruttare il corso d’acqua
della Fiumarella come porto canale.
Non è una novità: Elea-Velia aveva
due porti a Nord ed a Sud della collina di Velia.
A sostegno della proposta, si ritiene opportuno esprimere alcune
osservazioni: il Metro del Mare, è un
servizio ormai consolidato da anni.
Da Napoli si sviluppano linee con
alcune tra le più importanti realtà
turistiche della Campania. Il servizio interessa un circuito che comprende Sorrento, Capri, Agropoli,
Acciaroli, Casalvelino, Palinuro,
Camerota, da cui Ascea è esclusa;
realtà turistiche limitrofe, come Acciaroli e Casalvelino, offrono servizi
di navetta che consentono ai turisti
di visitare le realtà più belle della
costa.
Nel contesto immaginato, l’area del
porto canale diviene punto nevralgico, in grado di fare da ponte di collegamento tra la zona attrezzata
della Marina e borghi che al momento risultano sconnessi, contribuendo a conferire all’intera
cittadina una nuova dimensione turistica, superando le limitazioni imposte da un assetto urbanistico
dettato da processi insediativi scarsamente governati e slegato da
qualsiasi strategia di sviluppo territoriale, fino ad abbattere virtualmente il “muro” divisorio della linea
ferroviaria, che verrebbe inquadrato
in uno schema compositivo di notevole impatto visivo.
* capogruppo dell’équipe tecnica composta da: Giuseppe Greco, Alfonso Merola, Rocco Ripoli, Francesco Giordano,
Rosa Casaburo, Fabrizio Valente
34
Una progettazione multilivello
è necessaria: dal paesaggio
allo sport, all’archeologia
fino ai numerosi corsi d’acqua
Imprese green
e blue economy
Juan Carlos Loffredo, architetto *
a progettazione multilivello propone il coordinamento di opere
materiali con azioni immateriali,
suddivise nei 16 macrotemi di seguito riportati.
L
Paesaggio - Si prevede pertanto di
organizzare una fruizione turistica
sostenibile del variegato paesaggio
cilentano, organizzando tour tematici con il supporto di guide locali
e/o tecnologie informatiche (GIS,
Realtà virtuale aumentata…).
realizzazione della “ciclovia dell’Alento”, percorso continuo che
dalla foce dell’Alento permette di
raggiungere l’Oasi in località di
Piano della Rocca;
si prevede di realizzare piccoli approdi in prossimità dello snodo tra
le piste ciclabili in località Isola e
della suddetta confluenza tra corsi
d’acqua;
riproposizione del progetto di campo
da golf, redatto dal Consorzio
“Velia” e da realizzarsi in località
Foresta nel Comune di Castelnuovo
Cilento;
organizzazione di aree attrezzate per
il birdwatching nelle aree Natura
2000;
campagne studio ed aree per la didattica ambientale sul modello di
quello esistente nell’Oasi Alento.
Natura e sport - Si prevede a tal fine,
a seconda del grado di bio – potenzialità della aree, di intervenire in
maniera più o meno significativa sul
territorio. Le proposte principali
volte alla sostenibilità della fruizione delle aree protette e al turismo
naturalistico possono così essere
riassunte:
Archeologia - Nell’anno 2004 la Soprintendenza per i Beni Archeologici
bandì
un
Concorso
Internazionale di Progettazione per
la realizzazione del museo archeologico di Elea – Velia. Sarebbe pertanto opportuno ripristinare l’iter dal
suo punto di interruzione per dotare
finalmente l’area archeologica dei
necessari spazi espositivi. Andrebbe
altresì prevista una diversa promozione del sito ricorrendo a politiche
di filiera con le altre aree archeolo- mune di sviluppo e recupero dei
giche campane di Pompei, Ercolano centri storici in chiavi di turismo sostenibile secondo i modelli del
e Paestum.
Paese Albergo e dei Borghi della
Castelli, borghi e centri storici - Si Salute - Queste tipologie d’interpotrebbe prevedere un’azione co- vento sono da anni sperimentate in
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Il Paradosso | Maggio 2014
particolar modo in Centro Italia ed
in altre parti d’Europa. Di particolare rilevanza anche l’esempio di recupero in autocostruzione ed
autogestione compatibile del borgo
di Monastevole in Umbria, restaurato secondo i criteri sperimentali
del marchio Tribewanted.
ritorio attenta alla salvaguardia del
paesaggio non può prescindere dal
mantenimento di una diffusa attività
agricola che mantenga gli elementi
costitutivi dei paesaggi rurali storici
come, ad esempio, i filari di siepi e
boschetti, i terrazzamenti, manufatti
come i muretti a secco ed i vecchi
pagliai. La P.A.C. promuove le miTurismo religioso - In linea con le in- sure agro-ambientali e le indennità
dicazioni per una politica comune di per le zone caratterizzate da svangestione, programmazione e pubbli- taggi naturali a sostegno della tutela
cizzazione del territorio da operare del paesaggio rurale ed utili alla
in maniera il più possibile unitaria conservazione della biodiversità.
da parte delle amministrazioni interessate, sarebbe da prevedersi l’integrazione nei circuiti dei
pellegrinaggi del sistema dei sette
santuari mariani del cilento.
Archeologia industriale - Si può prevedere l’istituzione, in collaborazione col Ministero, di una Scuola
edile per il recupero delle tecniche
tradizionali di costruzione e lavorazione dei materiali locali. Tale idea,
pienamente allineata alle indicazioni di merito di strumenti sovraordinati quali il Piano del Parco,
contribuirebbe alla quantomai necessaria riproposizione e recupero
in chiave produttiva delle professionalità e delle tradizioni locali.
L’ideale sede per la scuola potrebbe
essere rappresentata dall’ex-fornace
di Velina nel Comune di Castelnuovo Cilento.
Musei, cultura - Come detto,
un’azione congiunta delle amministrazioni e degli altri attori pubblici
esistenti sul territorio, garantirebbe
un maggiore coordinamento tra le
strutture museali già esistenti e,
senza dubbio, uno sviluppo delle
stesse in termini di capacità di attrarre turismo e, conseguentemente,
finanziamenti per il prosieguo e
l’ampliamento del campo di attività.
Paesaggio agricolo e conservazione
del territorio - Una gestione del ter-
rio da operare in maniera il più possibile unitaria da parte delle amministrazioni interessate, sarebbe da
prevedersi una promozione unitaria
di tutte le località ricche di storia,
tradizione e folclore facendo si che
l’afflusso di turisti durante tutto il
corso dell’anno possa contribuire
alla conservazione di queste tradizioni.
Ospitalità diffusa - Le potenzialità
del Cilento interno sono infinite: natura, paesaggio, dieta mediterranea,
clima, genuinità, tradizioni. Alla
crescita del settore agrituristico andrebbe affiancato un sistema innovativo di fare turismo nei paesi
interni: paesi albergo, bed and breakfast, eco villaggi dovranno essere
i temi portanti dello sviluppo turistico di queste zone.
Istruzione - Come anticipato esistono
sul territorio progetti dedicati al
mondo dell’istruzione. Si potrebbe
infatti prevedere l’istituzione, in collaborazione col Ministero, di una
Scuola edile per il recupero delle
tecniche tradizionali di costruzione
e lavorazione dei materiali locali,
così come da tempo teorizzato al fine
Dieta mediterranea - L’istituto tec- di recuperare manufatti architettonico alberghiero di Vallo Scalo è da nici in disuso e, al contempo, poter
qualche anno dedicato al mentore garantire un adeguata formazione
della dieta mediterranea, il dott. agli studenti e tramandare i saperi
Ancel Keys. Questo è sicuramente tradizionali. Tale ipotesi preveun segnale di presa di coscienza di drebbe il recupero dell’ex Fornace
questa immensa potenzialità. Tra le della frazione Velina a Castelnuovo
ipotesi di sviluppo di settore è ipo- Cilento.
tizzabile l’insediamento di un istituto tecnico agrario per lo studio e Un secondo progetto rilevante è inla tutela dell’agricoltura tradizionale vece redatto dal Comune di Casal
di qualità nonché l’insediamento di Velino; trattasi della proposta di reaun polo di eccellenza per la ricerca lizzazione di un polo scolastico ecoe la promozione dell’enogastrono- compatibile
sperimentale,
mica cilentana e della sua dieta.
rispondente ai criteri EQF (Educational Quality Facilities) proposti
Arte, folklore e tradizioni - In linea dalla Comunità Europea. Oltre ad
con le indicazioni per una politica essere praticamente autonomo dal
comune di gestione, programma- punto di vista energetico, l’edificio
zione e pubblicizzazione del territo- garantirebbe la necessaria versati36
Il Paradosso | Maggio 2014
lità della didattica che si incentrerebbe sul sistema delle “classi e dei
laboratori itineranti”.
nelle aree P.I.P. esistenti, catalizzando fondi ed investimenti attraverso una proposta per l’istituzione
di “aree a fiscalità e burocrazia
Trasporti - Il Consorzio Velia ha re- zero”, mediante la riproposizione di
datto negli anni un progetto esecu- una vecchia proposta dell’Ente
tivo di completamento dell’asse Parco, poi apparentemente accantoviario di collegamento succitato nata, per l’istituzione di zone fran(tratto Oasi Alento – Stio); il com- che tematiche. Ricerca quindi, e
pletamento del tratto inesistente, promozione di una sorta di “silicon
lungo ca. 2,70 Km., garantirà un valley” cilentana diffusa, orientata
adeguato collegamento bidirezio- alla ricerca di tecnologie, materiali e
nale della valle dell’Alento da e per politiche l’ambiente.
le zone del Cilento interno. Questo
al fine di garantire la fruibilità,
anche turistica, dei paesi e dei paesaggi dell’entroterra, sinora marginali rispetto a qualsivoglia flusso
economico e di persone. Si prevede
altresì di razionalizzare i collegamenti già esistenti tra questa “green
way” e gli altri borghi dell’entroterra
(Cicerale, Rutino, Ostigliano, Monteforte Cilento), in modo da garantirne l’accessibilità e l’inclusione in
percorsi turistici. Ogni nodo stradale ed ogni punto paesaggisticamente e naturalisticamente rilevante
rappresenterà un punto focale della
“river way” dell’Alento. Anche in
questo caso il Comune di Casal Ve- Energia, rifiuti e gestione delle acque
lino ha predisposto uno Studio di - Le proposte possono di merito esFattibilità per la realizzazione di un sere così riassunte: incremento del“Polo intermodale d’interscambio” l’attività di produzione di energia da
presso la stazione ferroviaria di fonte idroelettrica mediante il poVallo Scalo. Un’ulteriore progetto tenziamento e l’ottimizzazione in
strategico è rappresentato dalla pro- termini di resa degli impianti esiposta di implementazione della ca- stenti e la realizzazione di una
pacità portuale in termini di “posti nuova centrale lungo il corso del
barca” e di servizi del porto di Ma- fiume Palistro; produzione di enerrina di Casal Velino.
gia fotovoltaica diffusa per le abitazioni al di fuori dei centri storici,
Imprese green e blue economy - En- secondo progetti esistenti ed econotrando più nel merito, si sente sem- micamente convenienti (ex: progetto
pre più spesso parlare di blue Frate Sole); realizzazione di un imeconomy. Mentre per green economy pianto di fitodepurazione a valle delsi intende in generale un’economia l’Oasi Alento, in prossimità di uno
che generi profitto rispettando l’am- dei laghetti in alveo; promozione
biente, la blue economy impone un degli accorgimenti tecnico – edilizi
cambiamento etico. L’idea guida sa- atti a garantire un miglioramento
rebbe quindi quella di garantire l’in- delle prestazioni energetiche degli
sediamento di attività produttive edifici (eco bonus); ridistribuzione
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di compostiere nei territori agricoli;
manutenzione e rifunzionalizzazione
del sistema di depuratori comunali
con sostituzione di quelli obsoleti
con altri tecnologicamente più avanzati; riproposizione del sistema modello di gestione della raccolta
differenziata del Comune di Casal
Velino che, nel 2012, si è attestato
oltre il livello dell’80%.
Free wi-fi, realtà aumentata, qualità
e promozione del territorio - Ideazione di un “Marchio di Qualità”
con indicazione di origine, identifica
e comunica l’origine, la qualità dei
prodotti e dei servizi territoriali, secondo criteri noti, oggettivi e selettivi, nel rispetto di appositi
disciplinari. Realizzazione efficiente
rete wi-fi pubblica e gratuita, favorisce indubbiamente la diffusione
delle informazioni e la nascita di
nuove reti, nonché, promuove la cultura digitale garantendo facilitazioni
e vantaggi ai cittadini ed ai turisti
che utilizzano le reti pubbliche
WiFi;
predisposizione di una banca dati
ed un sistema GIS per la diffusione
sperimentale del sistema di Realtà
Virtuale Aumentata per gli utenti
durante la fruizione del paesaggio e
del territorio cilentano.
* capogruppo dell’equipe tecnica composta da: Gianluca Astore, Sandro Feo,
Alfredo Loffredo, Alfonso Mastrangelo,
Duilio Russo, Domenico Scelza
Smart Park
stile Europa
Emilio Maiorino, architetto *
l nostro progetto, come richiedeva il bando, è immateriale o
meglio si basa sulla fisicità del territorio ma elabora un’idea di conoscenza e di diffusione virtuale dei
temi dell'identità territoriale dell'accoglienza, della sostenibilità
ambientale e di quella sociale che
possono essere, e il gruppo è in
grado di farlo, sviluppati nella loro
specificità architettonica, urbanistica, idrogeologiche e delle risorse
territoriali e umane. Ma non si è
fatto perché si riteneva più importante mirare ad un progetto strategico in linea con le direttive
europee per le Smart City e quindi
Smart Park che piuttosto proporre
progetti architettonici ambientali
che il gruppo ha già sostenuto con
successo nel 2009, partecipando e
I
Dai borghi della place-identity
agli alberghi diffusi
con l’assoluta certezza
che più del trasporto-merci
è necessario quello delle idee
classificandosi 3°, al Concorso di
idee “Riqualificazione paesaggistica – ambientale – turistica –
sportiva e ricreativa del fiume
Alento” bandito dal Consorzio
“Velia” per la Bonifica del Bacino
dell’Alento, con sede in Prignano
Cilento.
Quindi con questo progetto si
vuole proporre ai cittadini l'impianto di uno Smart Park. Uno spazio sinora invisibile e virtuale che
chiede di avere una sua specifica
visibilità e un suo specifico ruolo e
centralità con, allo stesso tempo,
una dinamica territoriale che presuppone una doppia comunicazione: dal basso verso l’alto e
dall’alto verso il basso (bottom up
and signal down).
L’identità territoriale come “sentimento locale” è anche una identità
politico-giuridica di radicamento
in un luogo di cui si ha coscienza.
Si tratta, quindi, di far emergere
uno spazio politico locale, di cui gli
attori si sentano responsabili e in
cui si giochino delle relazioni in
vista della sua appropriazione.
Durkheim affermava: “Affinché i
voti esprimano altro che gli individui è necessario che essi siano animati da dei principi ideali”.
Le identità e le differenze rilevate
sul territorio, i giacimenti culturali,
artistici ed enogastronomici, le rilevanze naturali coltivate e trasformate in modo armonico con
l’ambiente costituiscono la base di
partenza del nostro progetto di so-
stenibilità dello Smart Park per far
emergere uno spazio politico locale
di “intelligenza territoriale d’eccellenza”, in cui gli attori si sentano
responsabili e in cui si giochino
delle relazioni in vista della sua ap38
Il Paradosso | Maggio 2014
propriazione. Tutto ciò costituirà la
coscienza civica e culturale dello
Smart Park.
SNOPS - il nostro grande portale è una piattaforma di Social Network di Oggetti Persone e Soggetti,
informativo e comunicativo, dello Smart Park; si
alimenta con fonti strutturate e non strutturate
via Internet allo scopo di
produrre, raccogliere,
condividere informazione e conoscenza al
fine di produrre valore
aggiunto. Ciò si può ottenere facendo dialogare
tutti gli attori coinvolti
con modalità improntate
a processi di partecipazione, uso e riuso dei
dati tipiche del Web 2.0;
rendendo i dati pienamente accessibili e riutilizzabili.
SNOPS presenta una
architettura a rete basata su una federazione
di entità circoscritte, caratterizzate da una forte
identità culturale e sociale, come
ad esempio i borghi, o le piccole
cittadine (urbanizzate e/o rurali).
Una città diventa una federazione
di borghi. Un territorio la federazione di città e i singoli borghi.
Ogni singolo borgo e ogni federazione di borghi attuano la propria
governance. La rete offre il grande
vantaggio di stimolare, contemporaneamente, la competizione tra i
borghi dal confronto del proprio
Quoziente di Intelligenza Territoriale (QIT) rispetto a quello degli
altri e la cooperazione attraverso
l’integrazione dei propri servizi.
SNOPS offrirà una serie di servizi,
ai residenti, agli amministratori,
alle realtà di ogni “Borgo” in modo
da permettere una perfetta sinergia
tra la offerta “interna” al territorio
(sociale, economica, enogastrono-
mica, culturale, turistica, ecc.), il
coinvolgimento del territorio
“esterno” (operatori economici, turisti, ecc.), la qualità dei servizi offerti ed il loro monitoraggio e
attività di policy-making.
“Oggi se due persone distanti
sanno due cose complementari, per
il tramite delle nuove tecnologie,
possono davvero entrare in comunicazione l’una con l’altra, scambiare il loro sapere, coperare. Detto
in
modo
assai
geniale,
per
grandi linee,
è questa in
fondo l’intelligenza collettiva” cit.
Pierre Lévy.
Ogni
comune dovrà
definire al
proprio interno
una
struttura di
s t a f f
(SNOPSREGIA) del
Sindaco in
cui competenze di politiche sociali,
di beni culturali e turismo, di pianificazione del
territorio, di attività produttive e
del commercio siano rappresentate
per monitorare tutte le fasi che
vanno dalla installazione alla sperimentazione di SNOPS. La
SNOPS-REGIA dovrà esercitare le
funzioni di governance avvalendosi
sia dei dati che della misurazione
del Quoziente di Intelligenza Territoriale.
“La rete
dei Comuni…”
I comuni sono i soggetti destinatari dell’intervento SNOPS. Una
rete di comuni distribuiti nel territorio oggetto del Bando è l’humus
fertile per sperimentare i nuovi modelli di governance sottesi ad una
azione politica di controllo strategico territoriale da parte degli organi di governo locale, regionale
e/o sovra-regionale.
I comuni che aderiranno al progetto SNOPS non dovranno sostenere costi. Ma saranno i veri attori
del successo dell’intervento. Se è
vero che SNOPS si sorregge sulla
partecipazione attiva di oggetti,
persone e soggetti alla produzione
di conoscenza, allora solo una governance costantemente presente
nel borgo e proattiva sarà capace di
sviluppare la vocazione dello
stesso.
39
Motivazioni
Smart cities, e soprattutto smart environment, sono insieme la grande
sfida che oggi la Comunità Europea
ci chiede di raccogliere.
Un luogo è smart se lo sono i suoi
abitanti in termini di competenze,
di saper fare, di capacità relazio-
Il Paradosso | Maggio 2014
nali, di inclusione e tolleranza.
La stragrande parte del territorio
dello Smart Park che si propone è
oggi caratterizzato da un’economia
rurale, in abbandono e depauperamento, mostra oggi segnali di recupero di interesse della popolazione
e dei giovani capaci di riportare
anche una ripresa dello sviluppo.
Occorre potenziare tale tendenza
perché è quello che già ha il territorio.
Ricomporre i territori attraverso il
paesaggio (od anche lo spazio pubblico derivato) non costa niente rispetto
ad
un
programma
architettonico di grande levatura
quale un museo, o un palazzo dei
congressi.
Lo spazio naturale rivela l’esigenza di “legare e non slegare”, di
trovare il “modus” di ricucire le
trame visive interrotte dagli interventi di modificazione non controllata, di dipanarsi in un tessuto,
fortemente connotato, con un interventi discreti che non aggiungano
un ulteriore elemento di complessità, di sfida, ma la necessità di
“ambientamento”, inteso non in
senso mimetico, bensì nel senso di
“accentuazione paesaggistica”.
Residenze
I borghi: favoriscono la cosiddetta
place-identity; implicano il recupero e la cura della memoria; favoriscono l’orientamento e la
comprensione dei punti di riferimento spaziali; infine, i borghi, se
ben progettati e corredati di informazioni, possono aiutarci: a riconoscere la storia; ad attribuire
senso all’abitare un luogo; a esprimersi come abitanti attivi, come la
mente del luogo.
La riqualificazione e valorizzazione dei piccoli borghi di interesse
storico- artistico, culturale e ambientale, costituisce oggi un tema
di grande attualità dello Smart Park
Individuare sul territorio dello
Smart Park alcuni manufatti edilizi
residenziali o non residenziali, in
disuso o abbandonati posti in ambito urbano o rurale con evidenti
caratteri storici facenti parte del
paesaggio antropico che consentano la creazione nel territorio dello
Smart Park dell’albergo diffuso.
Il territorio in esame già sufficientemente infrastrutturato, valutiamo di non incrementarlo.
La qualificazione dello Smart
Park non passa tanto per il trasporto delle merci, ma per quello
delle idee.
Si tratta quindi di creare anche in
questo settore una rete di connessione di trasporto tra pubblico e
privato, che utilizzando la maglia
esistente e creando le condizioni
favorevoli per il completamento
degli anelli mancanti, organizzi circuiti compiuti a servizio delle varie
comunità. Modalità e nodi intermodali tra ferro acqua e bus possono
organizzare circuiti ora incompleti.
Proponiamo poi nuovi contenitori,
grandi attrattori, capitali della cultura territoriale, con forza simile a
quanto registra la Certosa di Padula.
Connessioni
Tali contenitori dovranno ospitare
le nuove forme di accoglienza associata alla trasmissione del sapere
dello Smart Park. Guardiamo alle
esperienze del nord Europa dei
nuovi Ostelli della Gioventù, affiliati con centri culturali pluridirezionali, connessi in rete con
associazioni e centri periferici. Si
guardi all’esperienza della Mediateca Comunale a Cava de’ Tirreni.
L’allocazione non è determinante.
I contenuti che essi esprimeranno
saranno diffusi e incrementati dalla
rete.
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Uno dei punti fondamentali per
guidare lo sviluppo del territorio è
quello di inserire la cultura dell'
ospitalità e dell'alimentazione con
la bellezza del paesaggio che è lo
specchio dei rapporti sociali ed
economici.
Il territorio aiuta i cittadini a vivere e rispettarsi reciprocamente e
non li opprime, dove si viene e si
sta volentieri, dove si sa come attrarre i giovani, i creativi e i talenti,
e dove la bellezza e il bene vivere è
un obiettivo primario del territorio.
Si tratta per i cittadini di poter
condividere la propria attività e la
propria storia (laboratori di tecniche artistiche, cucina, sport, riscoperta della natura...) percorrendo
un pezzo di vita insieme ai visitatori, perché accogliere significa
anche rendere parte di sé. Il turista
diventa così agente inconsapevole
di promozione territoriale, fa pubblicità ed esporta il prodotto,
quando il ritorno a casa si veste dei
colori di un racconto.
“Ozio creativo”
Conservare, manutenere le abitazioni - ma anche il paesaggio - diventa necessario anche alla
riscoperta del luogo, delle sue origini, con Piani del colore e dei ma-
Il Paradosso | Maggio 2014
teriali lapidei.
Un numero crescente di persone, i
digitali, ha imboccato un modo di
vivere del tutto nuovo, “l'ozio creativo”. Essi formano ormai una
massa sufficientemente corposa,
omogenea e compatta. Amano il
tempo libero almeno quanto il
tempo del lavoro, la notte almeno
quanto il giorno, l’arte contemporanea ed il design almeno quanto
l’arte classica. Tendono all’eclettismo, al collage, al patchwork. Essi
culturali di tipo alternativo: producono cinema e musica sperimentale, assistono gli anziani,
viaggiano, navigano, animano i
centri sociali.
Eventi
Un territorio che sia un incubatore
di eventi e svolga la funzione di
hub: creare spazi aperti allo sviluppo territoriale, mostrando una
precisa attenzione alla vision imprenditoriale integrando il tutto con
le vocazioni “naturali” del territorio, coniugando le diverse anime,
pubbliche e private.
La funzione che svolgerebbe un
tale hub nello Smart Park sarebbe
quella di sviluppatore capace di
dare confluenza a temi sinora disgiunti attraverso l’organizzazione
di workshop, convegni, rassegne
culturali, talk-experience: turismo,
ecologia, compattamento degli
eventi (attraverso l'utilizzo di una
programmazione unica e spalmata
nell'arco del tempo), incontri di
enogastronomia (per la giusta dif(per lo più giovani e disoccupati)
fusione e conoscenza della dieta
aderiscono in blocco a queste nomediterranea).
vità epocali che hanno finito per
comporre un nuovo paradigma (un
insieme di elementi, caratteristi- Hub
che, modi di pensare e vivere che
contraddistinguono un nuovo L’hub sarebbe un “polo d'eccelgruppo sociale). Sono sensibili al- lenza” per: avvicinare una serie di
l’ecologia, accettano con entusia- progettualità e competenze locali,
smo la multi-etnicità e la nazionali e internazionali; interaconvivenza pacifica di etnie e reli- gire con le strutture dell’alta forgioni. Non fanno troppa distinzione mazione universitaria; costruire un
tra studio, lavoro, tempo libero. Co- denso network di lobbying; rafformunicano per mezzo della musica zare la creatività e l’attrattività dei
rock, dell’arte postmoderna e del- territori investendo nell’educazione
l’assenza di ideologie forti. Ap- e nella formazione professionale:
prezzano più la conoscenza che rafforzare il capitale sociale; esporl’apparenza, hanno cercato lavoro e tare il saper fare Cilentano e dei
solo dopo hanno ripiegato su un ge- territori del Cilento; sviluppare
nere di vita digitale, basato cioè l’innovazione partecipativa, coprosulla riduzione al minimo dei con- duttrice di efficacia e di legame;
sumi vistosi e superflui, sul clan creare le reti di scambi reciproci di
amicale, sui circuiti esistenziali e sapere (RSRS).
41
Il territorio così inteso sarà il prodotto di una “costruzione sociale”,
sedimentata, nel lungo periodo, di
pratiche sociali, politiche ed economiche, consolidate in un dato
luogo, espressione della cultura locale in grado di costruire legami all'interno e all'esterno del contesto
territoriale così costruito dove la
creatività è la madre dell'innovazione e l'identità la storia dei luoghi , con l'immaterialità di una rete
SNOPS dinamica per la diffusione
della conoscenza dello Smart Park
a livello nazionale e internazionale.
* capogruppo dell’équipe tecnica composta da: Cooprogetti sc di Valter Fabio
Filippetti Gubbio (PG),; BAUENSTUDIO Associati di Salerno, Pompeo
Paolo Mazzucca, Aniello Sessa, Nicola
Sullutrone, Giovanni Sullutrone; Gianluca Pisacane, Carmine D’Alessio, Giovanni De Michele, Andrea Salvatore
Antonio barbieri, Pietro Vitale Antonio
Modiano, Alfonso Cantarella, Ferdinando Cappuccio, Antonio Brancaccio,
Alberto La Gloria
Il Paradosso | Maggio 2014
Territorio, energia, comunicazione
sono i tre fondamentali ambiti
per incrementare produttività
ed efficienza del sistema
economico locale, attraverso
l’internazionalizzazione
delle imprese del Parco
Spopolamento
Una rete
lo impedirà
Elsa Paradiso, architetto *
rasformare il Cilento e Vallo di
Diano nel primo Smart Park
d’Italia e d’Europa rappresenta la
vision che, a valle di un’accurata ricognizione delle criticità e delle potenzialità del territorio, si è adottata
per sviluppare la proposta progettuale.
In accordo con la Comunicazione
della Commissione Europea “Smart
Cities and Communities – European
Innovation Partnership”, il riconoscimento di Smart Cities si basa sull’intersezione di tre temi, ossia
T
energia, trasporti e ICT, individuati
al fine di garantire una “crescita
smart, inclusiva e sostenibile”, nel
pieno rispetto di quelli che sono i
principi della strategia “Europa
2020” adottata dal Consiglio europeo nel 2010.
Ci si è dunque chiesti, quali potessero essere, per lo specifico caso
del Cilento, i tre elementi da intrecciare affinché l’area potesse essere
riconosciuta come “Smart”. Per rispondere a questa domanda, ci si è
posti una seconda domanda: “Da
42
dove si parte?” Abbiamo illustrato,
nel nostro progetto, alcuni dei più
importanti riconoscimenti che l’area
ha avuto per i suoi valori ambientali
e culturali e dai quali sicuramente
non si può prescindere per dare
continuità a quelli che sono le invarianti del territorio.
Il più noto si riferisce all’istituzione del Parco. Meno conosciuto è
invece il fatto che il Parco sia stato
inserito nella prestigiosa “Rete
mondiale di Riserve della Biosfera”,
attivata nel 1976 all’interno del pro-
Il Paradosso | Maggio 2014
gramma “Man and Biosphere
(MAB)” dell’UNESCO. Alla riserva
della biosfera è attribuita, più che
una funzione di conservazione,
quella di occasione per sperimentare soluzioni per migliorare le relazioni tra l’ambiente e l’attività
antropica, in termini di forme di recupero ambientale e pratiche di gestione del territorio caratterizzate da
una migliore compatibilità ambientale, anche alla luce degli aspetti sociali ed economici connessi.
Tale indirizzo è stato recepito e ribadito anche nel Piano del Parco, nel
quale si parla di valorizzazione paesistica ed ambientale del Parco - in
quanto “paesaggio naturale” e “paesaggio culturale” per aprire la strada
a forme significative di sviluppo sostenibile per l’intero territorio cilentano, ribaltando progressivamente le
tendenze all’emarginazione, alla stagnazione ed al declino registrate
nelle aree interne, aprendo prospettive occupazionali, consentendo alle
popolazioni locali di continuare a
prendersi cura del loro territorio e di
riaffermare le proprie identità e le
proprie culture. Non bisogna infatti
dimenticare che una delle criticità
del territorio evidenziata negli strumenti di pianificazione di area vasta
e, in particolare dal PTR, è lo spopolamento dei centri antichi e, in generale, delle aree interne.
Al fine quindi di sviluppare e rendere operativo il perché del Parco,
così come auspica il Presidente
della Fondazione Alario nella sua
relazione, ci si è posti come obiettivo generale il rafforzamento del
tessuto socio-produttivo locale per
incrementare l’attrattività del territorio, in primo luogo, agli occhi della
popolazione residente, e, subito
dopo, ai turisti in visita. Tale messaggio, che rappresenta quindi la
trama alla base di tutte le idee progettuali proposte, è stato poi reso
operativo tramite la formulazione di
tre sfide strategiche da interfacciare
per soddisfare le aspettative attese
da uno Smart Park.
La prima, per quanto detto in apertura, non può che essere la promozione delle risorse del territorio.
Questo intento è del tutto in linea
con la Comunicazione UE “Tabella
di marcia per l’uso più efficace delle
risorse” che è uno degli steps dell’iniziativa faro della Strategia Europa 2020 “Un' Europa efficiente
nell'impiego delle risorse”, nella
quale si afferma che l'impiego più
efficiente delle risorse avrà una funzione cruciale per la crescita e l'occupazione in Europa, offrirà
all'economia nuove grandi possibilità, migliorerà la produttività, ridurrà i costi e potenzierà la
concorrenza.
In secondo luogo, si è tenuto conto
dell’energia, considerata nella Comunicazione UE per le smart Cities
and Communities, come un settore
prioritario e pilastro per la promozione di una Low Carbon Economy.
Le ultime direttive comunitarie
(2010/31/UE e 2012/27/UE) sono
infatti molto stringenti riguardo i risultati da ottenere in termini di riqualificazione, efficienza e risparmio
energetico, per cui si è ritenuto che
uno Smart Park non possa prescindere da quelle che sono le politiche
in campo energetico.
Infine, si è guardato all’Information
and Communication Technology, le
cui soluzioni, in un ambiente che si
possa definire “smart” non possono
mancare. Tutti gli studi effettuati sul
tema dimostrano infatti che tramite
un maggiore ricorso all’innovazione
tecnologica, ad internet e alle soluzioni di e-commerce, è possibile incrementare la produttività e
l’efficienza del sistema economico
locale, avviare nuove attività economiche e l’ “internazionalizzazione”
delle imprese.
La concettualizzazione dello Smart
Park per il Cilento e Vallo di Diano
è quindi sintetizzabile come l’inter43
sezione di questi tre aspetti intesi
come sfide strategiche prioritarie.
La scelta
Le indicazioni del bando, riguardo il
condividere dal basso e sviluppare
coerentemente, network di aree urbane, siti naturalistici, zone costiere, aree interne e beni
storico-archeologici, dal grande potenziale talvolta inespresso per posizionare e comunicare sul mercato
internazionale un territorio vasto e
articolato, con i suoi prodotti di eccellenza, in modo coordinato e unitario, hanno portato il Gruppo di
Lavoro a non essere particolarmente
“selettivo” nella definizione del territorio soggetto ad intervento. Questo anche per rispettare la Vision di
uno Smart Park del Cilento e Vallo
di Diano per il quale il Parco costituisca un punto di forza ma non il
carattere esclusivo.
Come logica, si è scelto dunque di
fare riferimento ad alcuni Sistemi
Territoriali di Sviluppo (STS), individuati, all’interno del Piano Territoriale Regionale, come aree
omogenee per la definizione delle
politiche di sviluppo, definite “sulla
base della geografia dei processi di
auto-riconoscimento delle identità
locali e di auto-organizzazione nello
Il Paradosso | Maggio 2014
“Perseguire l’obiettivo
di una moderna mobilità...”
sviluppo”.
Nello specifico i Sistemi Territoriali di Sviluppo presi in considerazione sono i seguenti: Magna
Grecia; Alburni; Alto Calore Salernitano; Alento Monte Stella; Gelbison Cervati; Lambro e Mingardo;
Bussento; Vallo di Diano.
Le criticità
Per la definizione e la caratterizzazione degli interventi si sono analizzate le criticità del territorio dal
punto di vista sociale, economico e
di gestione delle risorse. Molto utile,
come punto di partenza e quadro
sintetico delle “emergenze territoriali”, è stata la swot analisys condotta dall’ente Parco, che riporta nel
relativo Piano, i seguenti punti: modello d’uso delle risorse generalmente non compatibile; elevato
rischio idrogeologico; devitalizzazione dei centri storici e urbani specie nelle aree interne; scarsa
dotazione di infrastrutture e servizi;
presenza di forte squilibrio economico e territoriale tra aree costiere
e di fondovalle e aree interne e montane; frazionamento elevato e abbandono dei territori agricoli; forte
riduzione degli addetti e diminuzione della capacità produttiva delle
imprese; diminuzione e invecchiamento della popolazione; disoccupazione giovanile diffusa.
Da questo quadro è emerso in maniera evidente la necessità di dover
rafforzare il tessuto socio-produttivo
locale, intervenendo con soluzioni
che incidessero in maniera strutturale sugli aspetti occupazionali, soprattutto in un’ottica di sostenibilità
ambientale e dunque, di Green Economy. Si è poi deciso di concentrare
tali soluzioni intorno ad alcuni temi
prioritari. La scelta di questi è stata
fatta, in parte sulla base dei caratteri identitari del territorio e, in
parte, sulla base di quelle che sono
le criticità emerse dai quadri conoscitivi degli strumenti programmatici e da quelli che sono gli
orientamenti della Politica di Coesione della prossima programmazione 2014-2020. La presente
proposta, vuole infatti, non solo essere coerente con gli indirizzi di carattere normativo, ma anche trovare
riscontro in quelli che sono le priorità di intervento fissate nella prossima programmazione e sulle quali
saranno allocate risorse economiche
e finanziarie.
A valle quindi dell’analisi condotta, le categorie tematiche che
sono risultate di maggiore interesse
per lo Smart Park sono state le seguenti: acqua, paesaggio, energia,
mobilità.
L’Acqua rientra tra le risorse sulle
quali occorre investire in termini di
maggiore efficienza, con particolare
riferimento alle tematiche del suo ri44
ciclo e del suo riutilizzo, anche in
ambito agricolo, all’interno di un approccio integrato di gestione delle
acque, per la riduzione dei costi ed
il recupero dei materiali.
Il Paesaggio è stato inteso, coerentemente alla definizione adottata
nella Convenzione Europea del Paesaggio, una parte di territorio, così
come è percepita dalle popolazioni,
il cui carattere deriva dall'azione di
fattori naturali e/o umani e dalle loro
interrelazioni. In tal modo si sono ricomprese proposte progettuali inerenti sia beni con valenza
naturalistica che antropica.
L’Energia, come si è già avuto
modo di dire, è un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo
di Comunità sostenibili, soprattutto
con riferimento alla riconversione
delle imprese in chiave ecologica e
all’uso di energia da fonte rinnovabile nei cicli produttivi.
La Mobilità vuole rappresentare la
necessità di migliorare la connettività del territorio tramite il coordinamento e l’integrazione tra
infrastrutture e servizi di trasporto
con l’obiettivo di creare una rete interna allo Smart Park da inserire
nella più ampia rete provinciale e
regionale.
L’ideazione degli interventi è stata
impostata in una logica di progettazione integrata, di modo che, i risultati sortiti da un intervento
costituiscano anche beneficio per
Il Paradosso | Maggio 2014
altri interventi, anche in termini di
attrazione di ulteriori investimenti.
In molti casi si tratta di proposte in
cui viene dato rilievo ad aspetti di
carattere più gestionale del territorio. L’obiettivo è quello di sortire effetti benefici direttamente sul
tessuto socio-economico, affinché le
comunità locali possano progressivamente sviluppare forme di capacity building ed essere preparate ad
offrire anche una migliore accoglienza ai flussi turistici, considerato che il turismo è una fonte
economica fondamentale per il ter-
mare, da un lato, il loro carattere di
centralità e dall’altra la loro potenzialità in termini di incremento
della connettività del territorio. Tutti
gli edifici di nuova costruzione previsti per i nuovi centri di attrattività,
ad esempio, i parchi tematici, verranno realizzati secondo il principio
“Near Zero Energy Building
(NZEB)”, in linea con gli orientamenti comunitari sull’efficienza
energetica. A corredo di tale proposte, vi sono poi gli interventi immateriali, che hanno la finalità di
rafforzare l’efficacia delle azioni
ritorio, così come messo in evidenza
nel PTCP.
Alcuni degli interventi proposti
hanno una valenza “diffusa” sul territorio, dovuta all’alta potenzialità di
replicabilità dell’intervento e alla
capacità di avere influenza su un
areale più o meno esteso, altri invece sono finalizzati a creare delle
polarità dalle quali si possano irradiare effetti moltiplicatori di sviluppo locale. Questi ultimi sono
stati definiti “hot spots” per richia-
proposte o, comunque, di facilitare
il raggiungimento degli obiettivi
specifici emersi. Le scelte localizzative degli hot spots (Roscigno, Stio,
Sassano, Capaccio, ecc.) sono state
fatte in merito a considerazioni di
carattere strategico in termini di localizzazione e vocazione territoriale,
oppure di emblematicità rispetto all’intervento proposto.
Per ognuno degli interventi è stata
predisposta una scheda progetto
nella quale sono descritti gli inter45
venti, con particolare riferimento
agli obiettivi, alle loro ricadute sugli
aspetti socio-economici in termini
di beni e servizi prodotti, alla loro
attinenza rispetto alle priorità evidenziate dalla Commissione Europea nell’ambito della Politica di
Coesione e, nello specifico dal Position Paper dei Servizi della Commissione Europea e dalla bozza di
Accordo di Partenariato in termini
di obiettivi tematici.
* capogruppo dell’équipe di tecnici composta da Eduardo Bassolino, Floriana
Federica Ferrara, Pietro Granillo, Danilo Iacone, Mattia Leone, Daria Rizzo,
Vittorio Santangelo
Nuovi percorsi
per duecento
chilomentri
Visite a piedi o in bicicletta
per favorire conoscenza
e scoperta del paesaggio
lungo l’ampia estensione
della Città del Parco
di Monica Ravazzolo, architetto *
l territorio dell’attuale Parco del
Cilento ha assistito nei secoli ad
una lenta variazione degli equilibri
che influenzarono e governarono i
suoi aspetti culturali, produttivi e
sociali. In una prima fase di civilizzazione e antropizzazione del territorio, le rotte di colonizzazione
Micenea (1600 a. C.) stabilirono una
rete importante di legami tra le città
coloniali del Golfo di Taranto (Metaponto e Sibari) e quelle del Mar
Tirreno (Posidonia, Elea e Lao). In
questa condizione baricentrica di
flussi e di scambi l’Entroterra sviluppò Paesaggi produttivi di carattere agrario, forestale e pastorizio
che contemporaneamente si costituirono come dominante dei processi produttivi e commerciali tra le
città costiere. Lo sviluppo della
I
grande Via Popilia (132 a. C.) come
rotta militare di collegamento tra
Capua e Regium, invertì questa logica di collegamenti trasversali, da
costa a costa, convertendo la parte
centrale del Parco in una zona periferica.
L’indebolimento delle relazioni tra
l’entroterra montagnoso e il litorale
alterò completamente il significato e
la vitalità di questi Paesaggi, degli
agglomerati urbani, del sistema
agrario e del sistema di rotte. Il declino dell’Impero Romano e lo stabilirsi di una realtà politica
Medioevale, più frammentata, rivalorizzò gli agglomerati urbani e rurali dell’Entroterra, che per
questioni difensive si allontanarono
dalla costa, mantenendo nel frattempo una rete di accessi lungo i
crinali in direzioni della Costa Tirrenica.
Due velocità
La logica di ristrutturazione moderna dell’Unità d’Italia invertì
nuovamente questo sistema, privilegiando gli attraversamenti longitudinali, le città costiere, o quelle
situate lungo il Vallo di Diano
ignorando definitivamente la rete
di vie e di Paesaggi che si erano
andate costituendo nel corso di
migliaia di anni.
Quale azione potrà riequilibrare
46
e completare queste due realtà diverse, ma potenzialmente complementari? Come riattivare i Processi
produttivi, rivelati nel sistema dei
Paesaggi di minor scala ed insiti
nella cultura locale? Come re-inne-
Il Paradosso | Maggio 2014
scare uno sviluppo sociale ed economico basato sulla sovrapposizione
stratigrafica di Cultura, Storia e Natura del Parco del Cilento?
Azioni generali
Si rivelano cosí di tre assi fondamentali, corrispondenti ad antiche
rotte romane e
mioceniche. Potenziali linee di
collegamento tra
la costa e l'interno, che infrastrutturando
il
paesaggio, attivano economie locali e metteno in
rete le risorse del
posto.
La riscoperta di
un sistema di percorsi trasversali
tra la Costa e la
parte interna del
Parco garantirà
l’esperienza attraverso una sequenza ricca e
diversificata di
Paesaggi esistenti
nel Parco del Cilento, basata su
un’espressiva variazione geomorfologica di luoghi emergenti, grotte,
scarpate, e pianure alluvionali. Queste variazioni litologiche e geomorfologiche hanno determinato in
egual modo la variazione dei biotipi
presenti nel Parco, così come i modi
di sopravvivenza che hanno dato origine ad un congiunto relativamente
eterogeneo di paesaggi antropizzati,
sia nella forma dei sistemi di coltura, sia nella forma dei luoghi abitati, da lunga data, oggi rimessi a
condizioni di luoghi archeologici o
rovine visitabili o dimenticate.
In questo senso è stata identificata
una Rete Principale di percorsi che
permetteranno la visita a piedi o in
bicicletta e che evidenzieranno momenti eccezionali e differenziati del
Paesaggio, evocando la sua conoscenza e scoperta, per un’estensione
di circa 210 km.
Sono proposti così tre tragitti principali che legano la Costa al Vallo di
Diano sfruttando e valorizzando,
quando possibile, i tratturi esistenti
che si impiantano su un sistema di
luoghi di soggiorno temporaneo in
alcuni borghi in abbandono, in relazione diretta con la rivitalizzazione
di economie di piccola scala.
Ciascun percorso è associato ad un
carattere e ad un programma che
trova nella qualità del paesaggio intercettato il suo senso di pertinenza,
da conoscere:
percorso della Via Popilia (CapuaReggio Calabria) |
riattivazione del Tracciato Storico della Via
Popilia e conversione
in infrastrutture culturali; percorso trasversale che parte
dalla Foce del Sele,
in un paesaggio di
apparati dunari e
spiagge, e termina
nell’area montagnosa
carsica. Si prevede
l’attraversamento di
un area costiera fino
al sistema umido del
Tanagro e l’Oasi di
Persano di riconosciuto valore ecologico,
con
la
possibilità di realizzare parte del circuito in canoa fino a
30
km.
Il
restante
percorso attravercrinali in relazione panoramica con
una vasta porzione del Paesaggio del serà un’area collinare fino alle alture
Parco. Viene inoltre distaccato, in del complesso di Alburni-Cervati,
questa rete, un percorso longitudi- dove si impianta il nucleo Medioenale interno di connessione tra i tre vale di Romagnano al Monte, fratragitti, in modo da toccare una zione completamente disabitata da
tempo a causa del terremoto dell’Irvasta area del Parco.
Ciascun percorso si offre come ca- pinia, da riabilitare come polo cultalizzatore di economie e celebra- turale adatto ad ospitare eventi
zione di identità locali, attivando legati al cinema o al teatro;
esperienze derivate dalla qualità dei
paesaggi intercettati e dai sistemi di percorso Trazzera degli Stranieri | il
produzione in abbandono, la cui ri- percorso Archeologico e l'albergo
vitalizzazione si rivela fondamentale Diffuso. Percorso di origine micenea
per garantire la vitalità di questi che parte dalla città di Paestum e
che attraversa un paesaggio collistessi paesaggi.
Oltre alla visita del paesaggio del nare di mosaici agricoli, la dorsale
Parco, all’insieme dei percorsi si as- del Chianello, i monti di Vesole, acsocia una rete di punti di sosta e compagnando la transizione tra con-
“Costiera chiama
aree interne…”
47
Il Paradosso | Maggio 2014
dizione geomorfologica del Flysch e
quella di origine carsica, dove si impianta Roscigno. Quest’ultima, abbandonata nel 1902 a causa delle
diverse frane a cui era soggetta, oggi
conta un unico abitante. Data la sua
posizione baricentrica rispetto all’area d’intervento si propone il recupero dell’agglomerato e la sua
conversione in “albergo diffuso”, un
luogo di permanenza temporanea di
alloggio per un turismo a basso
costo. Il tragitto in questione intercetta anche la gola di Rio Calore e
passando per Teggiano, termina a
Sala Consilina, nel Vallo di Diano,
in un’area di interesse archeologico;
percorso dell’Antico Tracciato EleaSibari | la rotta della Dieta del Mediterraneo del basso Cilento
Itinerario. Il percorso si origina a
Capo Palinuro dove è forte la presenza del simbolo del Parco, la Primula di Palinuro e termina nella
rinomata Certosa di Padula. Il paesaggio intercettato dal percorso è soprattutto costituito da vigneti,
uliveti, castagni, e su di esso
s’istallò il borgo medioevale abbandonato, San Severino di Centola.
Grazie ad un modello di sviluppo
basato sul rispetto dell’ecosistema
naturale si garantisce la tutela delle
bellezze paesaggistiche e la genuinità dei prodotti della terra;
percorsi secondari e Infrastrutture
Esistenti di Connessione longitudinale - Lungo la costa si propone di
utilizzare la linea ferroviaria esistente nel tratto PaestumElea/Velia-San Severino di Centola
come infrastruttura distributiva. Attribuendo a Velia il ruolo di polo
amministrativo/funzionale del Sistema proposto di circuiti storici
riattivati. La tratta di Romagnano al
Monte-Roscigno Vecchia-San Severino di Centola costituisce un circuito di circa 114 Km, che connette
i percorsi trasversali sopra illustrati,
ponendo in comunicazione i tre borghi abbandonati. Intendendo il Turismo come l’esperienza di una
realtà esteriore a quella quotidiana,
durante il periodo di Svago volontaria, il distaccarsi di questo congiunto di quattro percorsi che
funzionano in rete, punta alla possibilità di sperimentare fisicamente,
sensorialmente e intellettualmente
un Territorio di Nature e Paesaggi
dal carattere forte, costituendo un
singolare dislocamento nello Spazio
e nel Tempo.
Nuova logica
L’itinerario proposto s’inscrive in
questo territorio come rivelazione e
attivazione dei luoghi esistenti,
(ri)scoperti ora con una nuova logica
risultante dall’esperienza di ciascun
percorso. Questa rete sorge come rivelatrice di un paesaggio, stabilendolo spazialmente e dinamizzandolo
culturalmente ed economicamente.
Una delle strategie della proposta
garantirà lungo la rete dei percorsi
la presenza di un insieme di luoghi
di permanenza, rifornimento o pernottamento. Si ricerca dunque il
riuso dei villaggi sopra indicati
come luoghi di appoggio al percorso,
consolidando alcuni edifici e strutture preesistenti, in un processo realizzato per fasi nell’arco del tempo.
Questa azione ha inoltre come
obiettivo la rivitalizzazione dei sistemi di produzione in attuale stato
di abbandono economico. In questo
senso si vanno a promuovere le aree
più depresse del Parco che corrispondono ai luoghi più interni che
potranno essere rilanciati permettendo l’occupazione di questi villaggi da parte di lavoratori locali che
possano assicurare la continuità di
queste economie e, di conseguenza,
dei paesaggi associati a questi sistemi. L’obiettivo di sfruttare la rete
di percorsi e strade esistenti si inse48
risce in una logica di economia di
investimento sulle istallazioni della
Rete. La possibilità sperimentare a
piedi o in bicicletta una rete di percorsi all’interno del Parco si propone come complementare rispetto
ad altri mezzi di trasporto motorizzati individuali o collettivi associati
alla rete di infrastrutture ad accesso
più rapido esistente ai limiti del
Parco, lungo la Costa e nel Vallo di
Diano, nel suo limite nascente. Questo sfruttamento di cammini esistenti, potrà essere attuata solo se
completata da azioni di divulgazione
e segnalazione sul territorio.
Comunicazione
Necessaria diventa quindi una strategia di comunicazione visuale in
situ. Si propone la creazione di elementi architettonici che andranno
ad istallarsi come punti di sosta, di
segnalazione di incroci, e come luoghi di pernottamento in villaggi da
recuperare. Un altro livello di comunicazione si ottiene con la realizzazione di una Guida e delle Mappe
che potranno essere distribuiti in
punti di appoggio lungo l’itinerario,
o scaricandoli anticipatamente da
Internet. Questa guida dovrà contenere le informazioni fondamentali
Il Paradosso | Maggio 2014
per l’identificazione e l’orientamento
dell’itinerario, ed informazioni complementari di carattere storico, ambientale, o culturale così come
informazioni sull’offerta di servizi di
pernottamento, ristorazione, commercio di alimenti e prodotti locali,
commercio specifico per le attività,
appoggio tecnico e medico ai visitatori. Queste informazioni potranno
essere ottenute attraverso dispositivi mobili tipo
PDA e GPS trasformandosi in Itinerari Assistiti
che utilizzano Tecnologie
diffuse
universalmente.
Fondamentale é
la valorizzazione
dell’identità locale
attraverso l’appropriazione di materiali e processi di
lavoro esistenti,
per questo si propone l'utilizzo di
artigianato locale
per strategie di segnaletica e nei
processi costruttivi da sviluppare
in progetto. Si vuole quindi che il
progetto sia un polo dinamizzatore
delle economie locali con il coinvolgimento della popolazione, non solo
nella dimensione economica, ma
fondamentalmente culturale.
natura prettamente pubblica; b) per
quanto riguarda il recupero immobiliare, invece, ad una prima fase di
interventi pilota, realizzabili anche
mediante intervento e/o sostegno
pubblico, dovranno seguire una
serie di iniziative di diversa natura,
a gestione alternativamente (i) pubblica, (ii) privata o (iii) a partecipazione pubblico-privata; c) anche per
posti pressuppongono l’attivazione
di adeguati canali di finanziamento
sia pubblici che privati. In particolare, nel caso di investimenti pubblici, la strategia prevede il ricorso
ai finanziamenti di livello regionale
ed europeo disponibili nell’ambito
della programmazione dei Fondi
Strutturali 2014-2020. Inoltre, le
modalità di attuazione prevedono
l’individuazione di
soggetti privati investitori il cui contributo è essenziale sia
per co-finanziare gli
interventi di cui
sopra, sia per coprire interventi che
non risultano ammissibili al finanziamento comunitario.
Nel
complesso,
quindi, si prevede il
ricorso ad una pluralità di misure di finanziamento
europeo nell’ottica
della realizzazione
di un intervento integrato.
“Una cabina
di regia…”
quanto riguarda la gestione degli
immobili e dei servizi che si andranno a realizzare, si possono prevedere diversi tipi di scenario in
virtù del coinvolgimento che di volta
in volta i diversi attori pubblici e
privati concorderanno; d) inoltre, a
regime, la strategia gestionale complessiva del progetto necessiterà di
I soggetti
una “cabina di regia” che svolga
La realizzazione di un progetto di funzioni di coordinamento, realizzaquesta tipologia, progetto integrato, zione e messa in rete dei servizi ter* rappresentante di Paratelier (Lipresuppone quattro distinte fasi che ritoriali e di supporto al progetto.
sbona) e capogruppo dell’équipe tecnica
prevedono differenti modalità attuacomposta da Leonardo Paiella, Anna
tive e diversi soggetti coinvolti o poRanghi, Filippo Celata, Joao Manuel
Vilhena Gomes da Silva, Catarina Josè
tenzialmente coinvolgibili: a) dal Finanziamenti
da Silva Raposo, Armando Manuel
punto di vista degli interventi, è preNeves Ferreira, Pedro Falcão de Cunha
A
prescindere
dalle
formule
gestiosumibile che quelli di natura paesaggistica e infrastrutturale siano di nali identificate, gli interventi pro- Campos Gusmão
49
Il Paradosso | Maggio 2014
Seguendo
la scia
Unesco
Dalla lettura critica
del PTR
si è esaltato il ruolo
delle visioni
interregionali
l’innovazione rispetto
alla vocazione
favorendo
associazioni di terre
basate su intenzioni
strategiche
e progettuali
Governo d’area vasta
e coordinamento
tra i sindaci…
di Francesco Ruocco, architetto
’approfondimento metodologico conseguente suggerisce
un modello di pianificazione
strategica, basato sulla correlazione tra identità, paesaggio e
strategia, ed inteso come processo argomentativo e relazionale di progressivo affinamento
prima del quadro dei valori condivisi, quindi delle effettive criticità cui rispondere e delle
potenzialità da esaltare, infine
delle alternative programmatiche
e progettuali conseguenti.
La definizione di un’idea forza,
esaltante il rapporto uomo-natura, suggerito dal riconoscimento UNESCO di Paesaggio
Culturale piuttosto che dallo status di area protetta, si è tradotta
in una visione strategica alla
scala locale ed interregionale. La
Visione è stata riarticolata per
processi strategici da “attivare”
mediante temi catalizzatori. (...).
L’elaborazione è frutto dell’approfondimento degli esiti della
ricerca “Modalità di definizione
e attuazione di un Piano Strategico di Sviluppo Globale di
un'area protetta: il caso del Distretto Turistico-Culturale del Cilento” (2005-2007, Centro
Interdipartimentale di Ricerca in
Urbanistica Alberto Calza Bini,
Università degli Studi di Napoli
Federico II, in collaborazione
con l'Istituto di Ricerca Si.T.I di
Torino), alla quale si è attivamente partecipato.
Il presente contributo alla definizione di un Masterplan per il
territorio del Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
si propone di ripartire dal processo storico che ha portato all’istituzione dell’area protetta
nazionale, al fine di “ritessere”
trame poco esplorate anche se
tuttora di forte contenuto strategico. Il binomio tutela/sviluppo
(nelle forme necessariamente du-
L
50
revoli, eco-sostenibili e morfologicamente significative) rimane
la sfida essenziale della “città”
del PNCVDA, al fine di superare
la storica marginalità socio-economica del territorio, attraverso
la correlazione intenzionale tra le
categorie dell’identità, del paesaggio e della strategia. (...)
Del “paesaggio” se ne è esaltata
la sua natura relazionale, che
suggerisce, di conseguenza, la
necessità di approcci transcalari
e transdisciplinari al fine di promuovere la qualità delle forme
materiali ed immateriali “tra gli
spazi” piuttosto che semplicemente “degli spazi”. Riconoscendo la categoria città come
forma e motore dello sviluppo,
come storicamente si è constatato, attraverso l’approfondimento di un approccio strategico
“Capitale
umano
necessario
Le nuove
sfide”
si è inteso contribuire, in via argomentativa e progettuale, a definire la città del PNCVDA
ovvero a strutturare il “capitale
umano per l’innovazione”, proprio della esperienza urbana, ma
che in questa sede deve costruire
il suo stesso luogo o ritrovarne
tracce nei luoghi del Parco, certamente significativi come la
città di Poseidonia-Paestum, la
città di Elea-Velia, l’architetturaterritorio della Certosa di Padula,
la rete articolata degli insediamenti monastici italo-greci che
permette di intravedere il potenziale urbano nell’immagine del
Cilento territorio-convento.
Il Paradosso | Maggio 2014
comprese le criticità e potenzialità,
esaltate dalla ricognizione dei valori
del paesaggio, ha permesso di rico(...)
noscere macroaree o macrostrutture
Obiettivo 1 - Identità e paesaggio
intenzionalmente selezionate e non
culturale
dedotte semplicemente dall’assetto
Azione 2 - Reti materiali e immateamministrativo. (...).
riali con le Province e le Regioni
Confinanti
Obiettivo 3 - Implementare la mo- Città del Parco
bilità sostenibile e la fruibilità del
Tra la città globale che si partecipa
territorio.
Azione 1 - Corridoio plurimo Batti- comunque ed il deserto urbano che
paglia-Sapri sia nella componente una ricerca Epson 2006 ha indivistradale che ferroviaria, rilanciando duato nel transetto tirreno-jonico del
il progetto dell'alta velocità fino a Cilento-Val d’Agri-Pollino, per superare il modello “esterno e estraReggio Calabria.
neo” che a partire dagli anni ’60 ha
coinvolto anche questi territori per
sfruttare le “meraviglie dei luoghi”,
è necessario ripartire da una visione
unitaria sub-regionale, che l’istituzione del Parco ed il riconoscimento
dell’Unesco hanno contribuito a determinare, ma anche riproporre una
prospettiva interregionale alla scala
della regione verde dell’Agri-Cilento-Pollino (800.000 ettari per
530.000 abitanti). In questo senso la
“new rural prosperity” suggerita
dallo scienziato E. M. Nicholson nel
convegno di Castellabate del 1973
è interpretata come nuova “urbana
La proposta di riformulazione del ruralità” solo a partire da un orizquadro programmatico del Piano zonte metropolitano che esalta il
Territoriale Regionale per il territo- ruolo ecosistemico e multifunziorio del PNCVDA, nonché la propo- nale delle aree protette regionali e
sta di riformulazione delle strutture nazionali (come negli anni 60-70
per il governo di area vasta del propose già il Progetto 80 e negli
PNCVDA, essendo necessario un anni 80 la proposta di legge dei seapprofondimento posto il processo natori Pinto e Coviello sul Sistema
avviato di abolizione delle Province. delle aree protette del Mezzogiorno
Riformulando il quadro programma- Continentale), correlando orografia,
tico del PTR, si è definito un mo- corridoio plurimodale della dorsale
dello
strategico-programmatico autostradale e ferroviaria (progetto
alternativo che possa accompagnare AC/AV) da cui si diramano oppore strutturare una riforma dell’assetto tune direttrici, urbane ed ambienamministrativo nel territorio del tali, rilanciando la centralità delle
PNCVDA.
valli interne.
Oltre l’approccio sostanzialmente L’integrazione dell’AV/AC all’atredistributivo del PTR, l’approfon- tuale dorsale autostradale quale cordimento delle differenze dei luoghi, ridoio plurimodale tirrenico risulta
L’idea progetto
51
strategica per ancorare ai sistemi
metropolitani sovraregionali l’AgriCilento-Pollino e, pertanto, andrebbe superata la settorialità della
visione esclusivamente trasportistica.
Scala interregionale
Rispetto alla proposta RFI si propone un percorso secante ed interno
che attraversa la Valle del Calore
(Cilento), il Vallo di Diano (Agri), il
nodo di Lauria (Pollino) con diramazione successiva in alternativa
lungo l'attuale percorso lungo costa
(Valle del Noce) o verso la Piana di
Sibari, più strategico perché baricentrico. La diramazione verso l’Appennino assume ruolo strategico in
una prospettiva interregionale, oltre
a favorire le connessioni tirrenoadriatiche-joniche. I nodi-stazione
sono immaginati come integrazione
tra la segnica morfologica e le singolarità ambientali e paesaggistiche.
La Stazione per l’Agri nel Vallo di
Diano, per esempio, è fuoco simmetrico della Certosa di Padula, mentre la stazione-museo del parco
Cilento, è intenzionalmente pensata
nell'area interna e critica della Val
Calore, per alleggerire la costa e attestarsi come porta sostenibile per
la fruizione del cuore montano del
Parco (turismo scientifico, escursionistico, scolastico), correlata con la
Fondovalle Calore in via di completamento.
A breve-medio termine, tuttavia,
andrebbe capitalizzato il sistema comune degli insediamenti del monachesimo italo-greco che a partire dal
VI-VII sec. d.C. si diffuse tra il Cilento, il Latinianon (Lagonegrese)
ed il Mercurion (Valle del fiume
Lao), da approfondire come strategia interregionale per la tutela e valorizzazione del sistema a rete di
risorse materiali ed immateriali,
culturali e naturali, artistiche e pae-
Il Paradosso | Maggio 2014
saggistiche, ma di fatto trascurato
dai Programmi Operativi Interregionali Nazionali sugli "Attrattori culturali, naturali e turismo" (305
Meuro per la Regione Campania!).
Ptr e Pncvda
La recente integrazione del Credito
Cooperativo a livello interregionale
potrebbe supportare il fondamento
storico, culturale, artistico e religioso di queste correlazioni.
Matrici metodologiche di riformu-
lazione - Si è proposta una riformulazione del quadro programmatico
del PTR per il Cilento, oltre l’assetto
amministrativo, a partire da una lettura congiunta dei segni caratterizzanti la morfologia delle terre e le
modalità insediative dell’uomo. Interpretando le configurazioni strutturali del territorio sulla base della
natura relazionale dei paesaggi, la
descrizione intenzionale ha permesso di selezionare macrostrutture
di riferimento. Dalla lettura critica
del PTR si è esaltato in alternativa il
ruolo delle visioni interregionali, la
categoria dell’innovazione rispetto
alla vocazione, associazioni di terre
basate su intenzioni strategiche e
progettuali piuttosto che sulla conferma dell’assetto amministrativo.
L’approfondimento metodologico
conseguente suggerisce un modello
di pianificazione strategica, basato
sulla correlazione tra identità, paesaggio e strategia, ed inteso come
processo argomentativo e relazionale di progressivo affinamento
prima del quadro dei valori condivisi, quindi delle effettive criticità
cui rispondere e delle potenzialità
da esaltare, infine delle alternative
programmatiche e progettuali conseguenti.
La definizione di un’idea forza,
esaltante il rapporto uomo-natura,
suggerito dal riconoscimento UNESCO di Paesaggio Culturale piuttosto che dallo status di area protetta,
si è tradotta in una visione strategica
alla scala locale ed interregionale.
La Visione è stata riarticolata per
processi strategici da “attivare” mediante temi catalizzatori. La territorializzazione dei temi avviene per
Programma di progetti nella forma
di progetti bandiera, dominio della
convergenza istituzionale, sociale e
programmatica per ciascun ambito
di riferimento.
Il modello programmatico proposto
esalta la Centralità della Valle Interna in chiave interregionale e l’ancoraggio alla dorsale plurimodale
appenninica: ne deriva la proposta
di integrazione al PTR di due Campi
Territoriali Complessi, tra cui il
transetto Vallo di Diano-Paestum
coinvolgente il sistema della Val Calore ed oggetto della proposta di
nuovo asse ferroviario AC/AV Battipaglia-Reggio Calabria con diramazione interna rispetto alla proposta
di RFI.
A supporto del modello di piano
strategico si è definito un processo
valutativo correlato ed articolato in
valutazione di contesto, di processo e
di performance, che in prima analisi
ha evidenziato il ruolo strategico del
tema catalizzatore “Rete degli EcoBorghi dell’Ospitalità”, nell’istanza
più generale di rigenerazione dei
centri storici, quali capisaldi di una
52
possibile urbana ruralità
.
Comunità dei sindaci
Di fronte alla prospettiva dell’abolizione della Provincia e del coordinamento tra i comuni per il “governo
di area vasta”, si sono correlati riforma amministrativa, modello strategico e riordino istituzionale, con
riferimento specifico al ruolo possibile della Comunità del Parco, quale
“Comunità dei Sindaci”, recentemente rafforzata nel suo ruolo nel
Consiglio Direttivo dell’Ente con il
DPR 73/2013. Il coordinamento fra
i sindaci per il governo di area vasta,
come rafforzamento coerente con gli
effetti della L. 135/2012 sul riordino
degli enti locali, suggerirebbe alla
Comunità del Parco di strutturarsi
per commissioni interne, meglio ancora se supportata da Unità Tecnica
e Scientifico-Metodologica.
Di conseguenza, il Piano del Parco
potrebbe essere integrato da componenti strutturali e strategiche, rappresentate in scala 1:10.000, per
l’intero territorio, indicando le aree
di trasformabilità urbana come zone
“D” di promozione economica e sociale, per specificarne i contenuti da
parte dei comuni nel Piano strutturale del PUC e nel Piano operativo
esteso alle medesime zone “D”.
Il modello strategico proposto, in
conclusione, correlato con il quadro
di riassetto amministrativo, è basato
sul rafforzamento della centralità interna del Vallo di Diano e della centralità tirrenica della Valle
dell’Alento: l’alleggerimento della
fascia costiera ed il reintegro della
Val Calore sono funzionali all’ulteriore apertura da promuovere verso
la Regione Verde Agri-Cilento-Pollino ed al sistema più generale delle
aree metropolitane del Paese.
MEMORIE
MOSTRA INTERMEDIALE PERMANENTE
SULLA CIVILTÀ CLASSICA
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Fondazione Alario
informa
Maggio | Giugno
Fondazione Alario per Elea-Velia Onlus
Presidente
Carmelo Conte
Consiglio di Amministrazione
Francesco Chirico
Marcello D’Aiuto
Francesco D’Amato
Pietro Lisi
Pantaleo Sansone
Adalgiso Amendola
(Presidente onorario)
Comitato Tecnico Scientifico
Enrico Bottiglieri
Raffaele De Sio
Mauro Maccauro
Carla Maurano
Michele Nappi
Livio Rossetti
Direttore
Andrea Manzi
reviolissimi giornalisti e docenti universitari. Il termine
Saggio laboratorio di teatro
per inoltrare le domande è fis(12 maggio)
sato nel 16 giugno prossimo.
Si è concluso con successo il (bando a pagina 61)
laboratorio di teatro che ha
visto la partecipazione di circa Patrocini
50 studenti delle classi IV e V
elementare dell’Istituto ComArcheostage ‘La memoria degli
prensivo di Ascea. Un ringrascavi: Elea-Velia 1997-2010’
ziamento al M° Pasquale De
(31 maggio)
Cristofaro e alla prof.ssa RoL’incontro del 31 maggio insanna Di Palma per l’impegno
tende far conoscere il progetto
e la professionalità profusa dudi valorizzazione dell’antica
rante il corso e per l’organizzacittà greca di Elea e vuol eszione del saggio finale.
sere la traccia di continuità,
impegno e ringraziamento alla
Corso di GeoGiornalismo
Dott. Antonella Fiammenghi (3 giugno )
responsabile dell’area archeoL’importanza strategica della
logica e ora purtroppo scomcomunicazione nel settore del
parsa - che per anni ha
turismo come strumento per
seguito, sostenuto e consentito
contrastare la crisi ed iniziare
la realizzazione del progetto.
un percorso di rinascita sociale
Giunto alla 16° edizione grazie
ed economica. Sul sito
alla collaborazione di tanti
www.fondazionealario.it è posistituti scolastici italiani da
sibile prendere visione del
Bergamo a Sapri. bando di partecipazione al
corso semestrale di GeoGiorIncontro del Consorzio comnalismo organizzato e proprensoriale delle Pro Loco del
mosso dalla Fondazione Alario
Cilento
per Elea-Velia ONLUS e dall’Università Suor Orsola Be- (31 maggio)
nincasa,
patrocinato
dal L'intento è di collaborare e
Consiglio Nazionale dell’Or- fare sistema con le associadine dei Giornalisti. L’inizia- zioni e gli enti che si occupano
tiva (la prima nel suo genere) di turismo. Creare un sistema
si rivolge ai giornalisti profes- di informazione, assistenza e
sioinisti e pubblicisti, nonché accoglienza al turismo, che atai laureati con laurea triennale traverso un percorso di qualie magistrale. Il corso universi- ficazione vuole essere il punto
tario è gratuito. Il Comitato di riferimento del sistema imscientifico è composto da auto- presa, del sistema istituzionale
Il Paradosso | Maggio 2014
ma soprattutto del sistema di qualità per il turista. L’obiettivo è
quello di dare ai soggetti operanti
sul territorio l'opportunità di entrare in un circuito di crescita
qualitativa, di condivisione territoriale, di promozione e di sviluppo economico: le imprese
potranno usufruire del sistema
Pro Loco a favore della diffusione
dell'informazione mentre le istituzioni potranno avvalersi del loro
appoggio per uno sviluppo armonico dell'informazione e dell'assistenza incoming e per una
gestione del territorio improntato
ad un modello di sviluppo di qualità.
“Marketing
Sviluppo
Giornalismo
Teatro
Economia”
I Corsi di aggiornamento professionale costituiscono un’opportunità di approfondimento e di
aggiornamento sulle competenze
teorico-pratiche proprie dell’ambito in cui si opera.
VI Edizione della Summer School
in Development Economics
Formazione professionale per gior- (23-27 giugno)
La Summer School, rivolta a stunalisti iscritti all’albo
denti inseriti in programmi di dot(9 e 10 giugno)
Incontri di aggiornamento profes- torato o di ricerca post dottorato
sionale riservati alle professiona- nonché a membri junior e senior
lità iscritte all’albo dei giornalisti. sia di Università partner di pro55
getto sia di altre Istituzioni universitarie e non, italiane e straniere, ha l’obiettivo di fornire una
panoramica dettagliata dei principali metodi utilizzati nella ricerca
empirica e teorica in economia
dello sviluppo attraverso attività
seminariali e di presentazione sia
da parte di ricercatori di punta
italiani e stranieri sia da parte
degli stessi partecipanti. L’inizia-
tiva è patrocinata dalla Fondazione Alario per Elea-Velia
ONLUS e organizzata dal Centro
Interdipartimentale di Economia
del Lavoro e di Politica Economica (CELPE) dell’Università
degli Studi di Salerno.
Il Paradosso | Maggio 2014
di Vincenzina Esposito
Biblioteca / Fondo Bruno
a Fondazione Alario ha recentemente acquisito il patrimonio
librario proveniente dalla biblioteca personale di Francesco Bruno,
illustre critico, giornalista e scrittore italiano del Novecento, e di
suo figlio Elio, anch’egli giornalista
e critico letterario, che ha contribuito massimamente a diffondere
la meritoria opera paterna.
Sono circa 3.300 i volumi incamerati dalla Biblioteca Alario, opere di
pregio, di indiscusso valore culturale, recuperate dallo staff della
Fondazione tra Napoli - dove attualmente risiedono gli eredi
Bruno - ed Ascea - città natale di
Francesco Bruno.
“Sono felice che il patrimonio librario appartenuto a mio marito e
mio suocero - spiega la signora
Maria Novi, moglie di Elio Bruno possa essere messo a disposizione
della comunità, affidato alla cura,
competenza e professionalità di
addetti esperti e appassionati, che
possano gestirne la collocazione e
la catalogazione in ambienti idonei
e dedicati”.
In considerazione del lodevole
gesto di prodigalità compiuto dalla
famiglia Bruno, è stato infatti istituito in seno alla Biblioteca Alario
un fondo intitolato a “Francesco ed
Elio Bruno”, a memoria del pensiero e della rinomata attività letteraria e giornalistica degli insigni
dedicatari.
“Il fondo - dichiara l’on. Carmelo
Conte, presidente della Fondazione
- vuole essere un concreto riferimento per quanti - studenti, ricercatori, docenti, cittadini - credono
come noi nel valore della cultura,
che ha sempre contraddistinto la levatura morale ed intellettuale di
L
Francesco ed Elio Bruno, nel loro
luminoso percorso umano e professionale”.
Importantissima operazione di incremento del patrimonio librario,
quella compiuta dalla Biblioteca
Alario, che vede così raddoppiare i
propri volumi e arricchire con preziose monografie le sezioni di letteratura
italiana
moderna
e
contemporanea, storia e critica letteraria.
Un’operazione resa possibile soprattutto grazie alla sensibilità e
il nostro territorio.
È proprio Ascea, infatti, ad essere
protagonista di molte delle opere di
Francesco Bruno, ricordata in particolare in “Paese di eriche e ginestre”, romanzo ambientato negli
ultimi anni dell'Ottocento nel paese
natìo dell'autore, che racconta la
storia di uomini e donne cilentane,
trasfigurati in personaggi mitici, depositari del fascino di una terra antica, patria di filosofi e poeti greci.
Il Cilento, dunque, come metafora
della storia e della vita, terra di
lungimiranza di Francesco ed Enrico, nipoti di Francesco Bruno, e
della signora Maria, che ha dedicato
tutta la sua vita a quell’esercizio del
docere che solo uno spirito fine ed
attento può esercitare.
L’istituzione e la pubblica fruizione
del fondo segnano così l’inizio di
una proficua collaborazione con la
famiglia Bruno, finalizzata a promuovere iniziative atte a favorire la
conoscenza e la consultazione di
tale importante patrimonio culturale, nonché a celebrare la memoria
degli illustri umanisti e a valorizzare
“grande stimolo e grande vitalità” come scriveva il letterato Carlo Pepoli a Giacomo Leopardi - dove
“Parmenide nella sua scuola di Elea
conquistò per intero l’essere alla filosofia” e Gianbattista Vico “attese
ai suoi studi e vide gli eterni cicli
della storia”.
56
Il Paradosso | Maggio 2014
CilentoDigitale
di Maria Rosaria Nese
Digitalizzare e valorizzare il patrimonio culturale del Cilento. Questo
l’obiettivo del progetto CilentoDigitale a cui la Fondazione Alario affida l’interessante riflessione sul
tema del digitale applicato alla cultura, e sulle opportunità e sfide of-
utenti - in considerazione dell’ancora carente dotazione di tecnologie
informatiche e multimediali, in particolare nelle aree interne del Cilento - e, in secondo luogo, nella
convinzione che dal loro uso corretto scaturiscano soluzioni di ecce-
ferte nel settore dai nuovi strumenti
di comunicazione.
Foto, libri, audiovisivi, documenti
sul Cilento, le sue risorse, i suoi
beni culturali diventano ‘digitali’,
rendendo possibile l'interazione tra
il settore della cultura - e del turismo che di cultura si alimenta - e le
tecnologie informatiche.
Il progetto - che prende l’avvio con
la creazione, presso Palazzo Alario,
di un piccolo ‘centro servizi digitali’,
finanziato con il contributo della
Fondazione della Comunità Salernitana Onlus che ha reso possibile
l’acquisto delle attrezzature - intende applicare alla valorizzazione
del territorio gli strumenti offerti
dalle opportunità digitali, intanto
perché dal loro utilizzo derivino utilità sociali per il maggior numero di
zionale interesse ai fini della
fruizione e della promozione dei
beni culturali e delle risorse di cui
l’area è ricca. CilentoDigitale mira,
pertanto, alla creazione di archivi
digitali di immagini, testi, audiovisivi - raggruppati in filoni tematici
(ad esempio: storia, paesaggio, cultura, tradizioni, Biblioteca specialistica online con libri e cataloghi
bibliografici digitalizzati, ma anche
e-tourism e itinerari georeferenziati.) - il cui materiale, conferito
dagli autori/proprietari e digitalizzato, sarà reso fruibile anche attraverso la messa in rete su sito
dedicato.
CilentoDigitale è un progetto innovativo, ambizioso, suscettibile di
sviluppi via via crescenti proporzionati alla diffusione degli strumenti
57
57
e delle applicazioni informatiche.
La valorizzazione del patrimonio
culturale e i fini di utilità sociale
che possono scaturirne in un’area
che di cultura e turismo potrebbe vivere, partono dalla conoscenza dei
dati relativi alle location, agli
eventi, all’offerta di territorio, e
dal renderne pubblica la consultazione. Il progetto, pertanto, partendo dagli archivi digitali e dalla
biblioteca online, potrà estendersi
fino alla costituzione di un database unificato in formato opendata RDF (Resource Description
Framework, quale è lo strumento
base per la codifica, lo scambio e
il riutilizzo di metadati strutturati,
che consente l'interoperabilità tra
applicazioni che si scambiano informazioni sul web) che permetta
di accorpare e rendere fruibili dati
provenienti da amministrazioni
pubbliche o consortili su scala comunale/comprensoriale/regionale
per dare l’opportunità ad operatori
turistici, portali web territoriali ed
extra territoriali, di valorizzare la
propria offerta con l’esposizione e
consultazione dei dati tematici (cultura, turismo, meteo, viabilità). In
uno con l’impegno della Fondazione
Alario, sarà proprio il coinvolgimento degli operatori territoriali,
pubblici e privati, a rendere possibile la sostenibilità e l’ampliamento
del progetto nel tempo.
Il Paradosso | Maggio 2014
Lettere in redazione
Gentile redazione,
vi scrivo per chiedere un intervento
per rendere più vivibile il parco che si
trova sul lungomare di Ascea. Il parco
è meta di ‘turismo familiare’ anche dai
paesi limitrofi, ma le giostrine sono
poche e alcune, ormai, malridotte.
Anche la scarsa sorveglianza e soprattutto la mancanza di luci rendono
il parco poco
sicuro. Nella
vostra qualità
di ‘ente per lo
sviluppo del
territorio’ non
potreste occuparvi di questa situazione? Migliorare la qualità
della vita delle persone residenti e
non solo e migliorare i servizi, penso
siano obiettivi da perseguire, non pensate?
Giulio Innocenti
Ascea
e dovreste prevedere anche dei corsi
per adulti.
Giulia Apolito
Vallo della Lucania
La scorsa estate abbiamo dato vita a
un corso di dizione e di improvvisazione
teatrale al quale parteciparono anche
adulti. Fu un successo notevole che
vorremmo replicare anche nella prossima estate, non escludendo di istituzionalizzare un corso per adulti nella
programmazione invernale del prossimo anno. I riscontri che hanno premiato i nostri sforzi sono direttamente
legati alla qualità dei docenti che
siamo riusciti a coinvolgere e che ringraziamo anche da queste colonne.
Cara redazione,
non amo le lamentazioni, ma come si
fa a non rilevare la crisi politica del
Cilento, che in questo periodo, nonoUno degli obiettivi de Il Paradosso è stante i tanti consiglieri regionali
proprio di legare la nostra progettua- eletti, è praticamente senza una degna
lità culturale alla natura e alla vita dei rappresentanza?
luoghi meravigliosi che ci accolgono e
che noi vorremmo tanto trasformare.
Giulio Comite
Talvolta, però, il dialogo con le pubbliAgropoli
che amministrazioni non è facile. Da
parte nostra, tenteremo con ogni sforzo
Messa in
di stringere rapporti e allestire reti con
questi terl’obiettivo di elevare i livelli di vivibimini la
lità dei nostri territori. È un impegno,
sua “dema anche una sfida.
nuncia”
appare
proprio
Caro Direttore,
come una lamentazione di cui il Ciho partecipato con interesse al saggio lento non ha bisogno. Anziché rilevare
finale del corso di teatro svolto presso generiche inefficienze o crisi di rappredi voi. Non avrei mai pensato che dei sentanza, perché non si concentra su
ragazzini così piccoli potessero por- singoli problemi, fornendo magari un
tare in scena la Divina Commedia con suo contributo specifico oppure attratanto successo. È stata una sorpresa endo sensibilità e apporti che richieper tutti. Iniziative del genere dovreb- dono lavoro e impegno? In effetti, la
bero esserci per tutto l’arco dell’anno storia è antica ed è quella che contrap58
pone da sempre le critiche alle pratiche: le prime vanno bene, ma occorre
modularle su aspetti specifici, su percorsi reali. Solo passando da generale
al particolare si diventerà cooperatore
di democrazia.
Gentile redazione,
ma il GeoGiornalismo di cui vi occupato che cosa è: un nuovo metodo o un
vecchio settore editoriale?
Giulia Aprea
Montecorice
Le rispondo proponendole un brano del
bando del nostro Corso universitario
semestrale in GeoGiornalismo, organizzato con l’Università Suor Orsola
Benincasa di Napoli, che si aprirà nei
prossimi giorni ad Ascea: “(…) Formare dei “geogiornalisti” che maturino gli strumenti metodologici
necessari per la comprensione delle dinamiche
geostoriche e
dei principali processi
di sviluppo
globale di
un territorio,
attraverso la
ricerca sul terreno e la conoscenza diretta delle fonti di informazione, insieme a una sensibilità cronistica
rivolta alle specificità di aree complesse
(di cui il Cilento è esempio emblematico).”
Il Paradosso | Maggio 2014
GeoGiornalismo
una palestra
di notiziabilità
di Andrea Manzi
Tratta dal Piano di comunicazione
della Fondazione Alario, approvato
dal Cda nell’autunno scorso, pubblichiamo di seguito l’introduzione
al GeoGiornalismo, un’area professionale da formare e alimentare per
il nuovo mercato editoriale e che
rappresenta una concreta sfida per i
prossimi anni. Il testo fa da premessa alla pubblicazione del bando
(segue nelle pagine successive) relativo al I Corso universitario in GeoGiornalismo, organizzato con
l’Università Suor Orsola Benincasa
di Napoli, che sarà inaugurato a
fine giugno presso la Fondazione
Alario ad Ascea.
Al via un Corso universitario
per dotare gli addetti
ai lavori di nuovi strumenti
in grado di dare centralità
ad un’informazione vicina
al territorio e funzionale
all’obiettivo dello sviluppo
ancora atteso, “tra la Scilla del
giornalismo acquiescente e la
Cariddi del giornalismo d’assalto,
quel “giornalismo obbiettivo”, osservatore attento e cauto ascoltatore
dei movimenti della società”.
Il deficit di legittimazione del giornalismo contemporaneo è aumentato ulteriormente negli ultimi anni,
a fronte del decantato ruolo che si
accredita alla comunicazione nella
cosiddetta era post-industriale, a
volte soltanto in teoria caratterizzata
da una centralità dell’economia
della conoscenza.
Tra le cause di tale calo di credibilità, vi sono senza dubbio la man-
È
59
cata ridefinizione dei rapporti tra
fonti e informazioni, la scomparsa
della realtà sociale e territoriale dal
centro del racconto giornalistico
dell’attualità e “la crescita sostanziale dell’integrazione tra regioni,
società e culture del paese, (…) con
brusco aumento delle interdipendenze, degli scambi e delle comunicazioni che coinvolge tutta la terra”.
Tale situazione ha terremotato la
vecchia idea di giornalismo, governata ancora da criteri familistici e
condizionata da radicate logiche di
potere e di controllo.
Allo stesso tempo il processo di
mondializzazione delle informazioni
Il Paradosso | Maggio 2014
non è stato supportato da una speculare presa di coscienza di tale rivoluzione della conoscenza ed è
rimasto confinato in un’area esclusivamente ideologica. Non ha attivato, cioè, percorsi conoscitivi, al
punto che non sono state valutate
adeguatamente le conseguenze che
i nuovi contenuti e gli innovativi
messaggi degli odierni mezzi multimediali avrebbero determinato
nelle relazioni tra individui e
gruppi sociali, in quella che felicemente fu definita la nuova “geografia mentale”.
Mutamenti
La mancata presa di coscienza di
tale “sovracultura planetaria integrata” ha determinato guasti considerevoli che si riflettono sul
mancato sviluppo di una informazione matura, critica e consapevole
e, al contempo, di un territorio
pronto a recepirne i messaggi e le
costruttive provocazioni. Il rapporto
scienza/tecnologia/economia
di
mercato, infatti, non solo sembra
non conoscere alternative, ma va ad
incidere su elementi e aspetti della
vita umana molto concreti un deficit
di conoscenza su questi temi diventa perciò rischioso e pregiudizievole per le comunità di base,
soprattutto per quelle meno progredite. In queste ultime si manifestano
sempre più spesso atteggiamenti di
rifiuto e di resistenza rispetto ai globali mutamenti in atto, percepiti
come minacce e non come opportunità di sviluppo verso nuovi orizzonti,
con
ritorni
al
fondamentalismo localistico e al più
deleterio campanilismo.
Media e conoscenza
Recuperare terreno nella conoscenza dei media, del loro possibile
uso e delle loro finalità appare
quindi una premessa indispensabile
per poter acquisire consapevolezza
delle profonde trasformazioni sociali
ed economiche degli ultimi trent’anni e della loro futura evoluzione,
nel controllo a diverse scale dell’economia di mercato e delle degenerazioni a quest’ultima spesso
legate (accumulazione di profitti,
violazione di diritti ecc.)
Attualità
In tale contesto, un’altra preliminare
considerazione riguarda l’attualità
giornalistica che si produce in quell’area dalle spiccate funzioni conoscitive dal nome emblematico di
“campo giornalistico”. L’attualità infatti “è una forma di conoscenza del
mondo sociale” e vive a distanza
ravvicinata dagli eventi, in alcuni
casi li produce essa stessa, rivelandosi addirittura un’attività poietica:
basti pensare che in molte circostanze appare difficile distinguere le
hard news (notizie vere e proprie)
dagli pseudo-eventi (che accadono
proprio in funzione delle notizie che
circolano) o dai contro-eventi (che si
verificano come opposizione alle notizie veicolate).
Per radicare la notizia alla realtà
ed evitarne pericolose derive speculative, astratte e fuorvianti, bisogna
dunque tornare al territorio e al peso
tangibile dei suoi eventi concreti e
dei suoi problemi quotidiani. Occorre riconsiderare, cioè, il ruolo del
giornalista nell’ambito dello spazio
vissuto in cui adempie la sua opera
professionale e ricostruirgli, per l’efficace svolgimento della sua attività,
un contesto d’azione effettiva, un
luogo privilegiato, centrale e strategico, nel quale “dare legittimazione
alla rappresentazione giornalistica
del mondo sociale”.
Per attuare questa trasformazione
non sarà però più possibile considerare i mezzi di comunicazione come
60
contenitori inerti, esistenti di per sé
a prescindere dalle notizie, ma occorrerà dotare gli addetti ai lavori di
maggiori e più complessi strumenti
professionali, di una più completa e
aggiornata cultura territoriale, ridando centralità a un giornalismo
“militante”, praticato “sul terreno”,
volto all’indagine, all’inchiesta, alla
valutazione critica della concreta,
vissuta attualità. Non sarà un percorso semplice, ma è doveroso tentare di metterlo in atto per
riaccreditare una professione mai
così ignobilmente celebrata, conferendo nuova credibilità, identità e
nuovi stimoli ai suoi rappresentanti
e operatori.
“Il nuovo giornalista ha da essere
soprattutto un osservatore e un
ascoltatore del mondo sociale nel
suo farsi, capace di leggere la realtà
e di raccontarla nel modo più sintetico possibile, nel modo più chiaro
possibile al maggior numero di persone possibili” (...)
Il Paradosso | Maggio 2014
Corso universitario / il bando
GeoGiornalismo
Corso di Perfezionamento
ed Alta Formazione
in Geogiornalismo
Anno accademico 2013/2014
Promotori
Fondazione Alario
per Elea-Velia onlus
Università degli Studi
Suor Orsola Benincasa - Napoli
Centro di Lifelong Learning
di Ateneo
Patrocinio
Ordine dei Giornalisti
della Campania
Direzione scientifica
Lucio d'Alessandro e Andrea Manzi
Comitato tecnico-scientifico
Adalgiso Amendola, Alessandro Barbano, Carmelo Conte, Enricomaria
Corbi, Giustino Fabrizio, Ottavio Lucarelli, Antonio Polito, Silvia Siniscalchi, Fabrizio Manuel Sirignano,
Lino Zaccaria.
Coordinamento didattico
Roberto Conte
Ai sensi del D.P.R. 162 del
10.3.82, dell'art. 6 della L. 341 del
19.11.90, del D.M. 509/99, del
D.M. 270/2004, visto lo Statuto del
Centro di Lifelong Learning di Ateneo, visto lo Statuto della Fondazione Alario per Elea-Velia onlus,
preso atto del protocollo d’intesa in
data 11/12/2013 tra l’Università
Suor Orsola Benincasa e la Fondazione Alario, preso atto del patrocinio
dell’Ordine
dei
Giornalisti-Consiglio Regionale
della Campania, è istituito il Corso
giudizio positivo, i candidati ammessi al corso con il semplice diploma che abbiano regolarmente
Requisiti di accesso - Il corso è ri- frequentato le lezioni e superato
volto ai giornalisti professionisti e l’esame finale conseguiranno il tipubblicisti di età non superiore ai tolo di Corso di perfezionamento e
35 anni (al primo giugno 2014) in aggiornamento professionale in Copossesso di laurea e/o diploma: ai noscenza e comunicazione del terrigiornalisti laureati sarà rilasciato il torio.
titolo di Corso di perfezionamento ed
Alta formazione in Geogiornalismo,
ai giornalisti diplomati sarà rilasciato il titolo di Corso di perfezionamento
e
aggiornamento
professionale in Geogiornalismo.
di Perfezionamento e Alta Formazione in GeoGiornalismo.
Si precisa che il Patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti-Consiglio
Regionale della Campania è concesso solo ai giornalisti professionisti e/o pubblicisti e che ne verrà I due terzi dei posti disponibili safatta menzione esclusivamente sugli ranno riservati, qualora ne venga
attestati relativi al Corso di Geo- fatta domanda, ai candidati resigiornalismo.
denti nei Comuni che ricadono nell’area del Parco Nazionale del
Possono altresì accedere a coloro, Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
sempre con lo stesso limite anagrafico, che abbiano conseguito la lau- Il Corso, ideato e organizzato con
rea
triennale
o il patrocinio dell’Ordine dei Giornaspecialistica/magistrale
(D.M. listi della Campania, avrà inizio nel
509/99; 270/04) o laurea quadrien- mese di giugno 2014 e si concluderà
nale (legge 341/90) in qualsiasi di- entro il mese di dicembre dello
sciplina e, in questo caso, sarà stesso anno.
rilasciato il titolo di Corso di perfezionamento ed alta formazione in Obiettivi: (...) “Formare dei “geoConoscenza e comunicazione del ter- giornalisti” che maturino gli struritorio.
menti metodologici necessari per la
comprensione delle dinamiche geoPotranno accedere al Corso anche storiche e dei principali processi di
candidati in possesso del solo di- sviluppo globale di un territorio, atploma di maturità, purché dotati di traverso la ricerca sul terreno e la coun curriculum attinente alle temati- noscenza diretta delle fonti di
che del corso.
informazione, insieme a una sensibiLa specificità curriculare sarà at- lità cronistica rivolta alle specificità
tentamente vagliata dalla Commis- di aree complesse (di cui il Cilento è
sione esaminatrice e, nel caso di esempio emblematico). A tal fine i
61
Il Paradosso | Maggio 2014
Corso universitario / il bando
GeoGiornalismo
“geogiornalisti” devono saper coniugare l’esigenza giornalistica generalista con la ricerca di metodologie
comunicative finalizzate alla comprensione delle problematiche strutturali e occasionali di un territorio,
quale presupposto per il suo sviluppo
organico, attivando processi comunicativi volti alla maturazione di una
consapevolezza culturale che coinvolga innanzitutto le comunità locali. Il corso intende così formare
una professionalità che possa agevolmente muoversi lungo la linea
mediana dell’informazione territoriale e della comunicazione, offrendo
una specificità tecnico/professionale
oggi non facilmente rinvenibile sul
mercato e di cui invece si ha fondamentale bisogno”.
delle elevate competenze proposte;
è consentito un margine di assenza
non superiore al 20% del monte ore
previsto per le attività didattiche in
presenza.
Il corso è a numero chiuso. Il numero massimo dei partecipanti è fissato a 45, che il Comitato tecnico
scientifico potrà elevare a 50.
per Elea-Velia onlus, dovrà pervenire entro il 16 Giugno 2014 on-line
mediante il modulo disponibile sul
sito web www.unisob.na.it
Qualora le domande risultino in
numero superiore a 45/50, una apposita Commissione nominata dal
Rettore e dal Presidente della Fondazione Alario provvederà alla va-
Qualora il numero degli iscritti risultasse inferiore, l'Università degli
Studi Suor Orsola Benincasa e la
Fondazione Alario si riserveranno di
non attivare il corso.
Nella domanda di ammissione al
Corso, in carta semplice, redatta su
apposito modulo da ritirarsi presso
la Fondazione Alario per Elea-Velia
Il Corso ha la durata di 160 ore onlus o presso Segreteria Studenti
d'aula, integrate da visite studio, te- dell'Università degli Studi Suor Orstimonianze aziendali, incontri, la- sola Benincasa e disponibile sul sito
boratori e workshop, per un totale di web www.unisob.na.it, l'aspirante
250 ore.
dovrà dichiarare:
Le attività di stage/tirocinio si svolgeranno presso redazioni di giornali,
emittenti radio-televisive e testate
online nazionali e regionali, enti e
società leader nel settore della Comunicazione.
Il calendario degli incontri in presenza si articolerà, di norma, in due
incontri settimanali, da giugno 2014
a dicembre 2014. Gli incontri si terranno, di norma, il venerdì o il sabato e si articoleranno in una parte
teorica, seguita da incontri e testimonianza d’area e in esercitazioni
pratiche.
nome, cognome, luogo e data nascita, cittadinanza, codice fiscale;
i titoli in suo possesso;
il recapito al quale intende ricevere
le comunicazioni inerenti il corso.
La domanda dovrà essere corredata dal certificato di laurea in carta
semplice o del certificato del diploma di maturità (o autocertificazione del titolo) con l'indicazione
del voto finale e da un dettagliato
curriculum vitae et studiorum. Le
domande non in regola non saranno
prese in considerazione.
lutazione ed alla predisposizione di
una eventuale graduatoria che terrà
conto dei titoli in possesso dei candidati e dei curricula allegati.
L'elenco degli ammessi (o la graduatoria) sarà pubblicato sui siti internet
www.unisob.na.it
e
www.fondazionealario.it, non saranno inviate comunicazioni personali ai candidati.
Entro sette giorni dalla data di
pubblicazione dell'elenco degli amLa domanda, indirizzata al Magni- messi, gli aspiranti dovranno perfefico Rettore dell'Università degli zionare l'iscrizione, per la quale non
La frequenza è obbligatoria ed es- Studi Suor Orsola Benincasa e al è prevista alcuna quota di partecisenziale ai fini della acquisizione Presidente della Fondazione Alario pazione.
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Il Paradosso | Maggio 2014
Corso universitario / il bando
GeoGiornalismo
Nel caso in cui, dalla documentazione presentata risultino dichiarazione false o mendaci rilevanti ai
fini dell'immatricolazione, ferme restando le sanzioni penali di cui all'art. 76 del DPR n. 445 del
28/1/2000, il candidato decadrà automaticamente d'ufficio dal diritto
d'immatricolazione.
Al termine del Corso, i candidati
nalisti sarà rilasciato l’attestato di
Corso di Perfezionamento e Alta Formazione in Conoscenza e comunicazione del territorio (per i laureati)
oppure del Corso di perfezionamento
e Aggiornamento professionale (per
i diplomati) in Conoscenza e comunicazione del territorio.
I dati personali forniti dai partecipanti saranno trattati per le operazioni connesse alla formazione
dell'elenco degli ammessi al corso,
secondo le disposizioni della L.
31.12.1996 n. 675 e successive modificazioni.
Le lezioni, gli incontri ed ogni altra
attività del Corso si terranno presso
la sede della Fondazione Alario per
Elea-Velia onlus in Ascea (SA) –
viale Parmenide.
Il programma di studio, suddiviso in
tre moduli, sarà sui siti dell’Università Suor Orsola Benincasa
(www.unisob.na.it) e della Fondazione Alario per Elea-Velia onlus
(www.fondazionealario.it) con ogni
in regola con gli aspetti formali e so- altra informazione tecnica utile per
stanziali (documentazione, fre- i candidati.
quenza, verifiche in itinere, ecc.)
sosterranno una prova di esame ine- Napoli e Ascea, 22 Maggio 2014
rente una delle tematiche trattate
nel Corso.
Firmato
Presidente della Fondazione Alario
Ai giornalisti professionisti e pub- On. avv. Carmelo Conte
blicisti che supereranno l'esame finale verrà rilasciato l'attestato del Rettore dell’Università
Corso di Perfezionamento e Alta For- Suor Orsola Benincasa
mazione in GeoGiornalismo (per i Prof. Lucio D’Alessandro
laureati) oppure del Corso di perfezionamento e Aggiornamento profes- Info
sionale (per i diplomati) in Centro Lifelong Learning dell’UniGeoGiornalismo.
versità Suor Orsola Benincasa | tel.
081.2522348 (lun-ven 11,00Ai laureati e ai diplomati non gior- 13,00); [email protected]
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Fondazione Alario per Elea-Velia
onlus | Viale Parmenide snc 84046
Ascea (SA) | tel 0974 971197 –
3939691485 | mail | [email protected], [email protected]
Il Paradosso | Maggio 2014
Fotografi alla ribalta
Le immagini di questo numero (vedi indice in basso) sono di
Toni Isabella *
Nato ad Ascea, ha raccolto in poco più di 10 anni di attività circa 15.000 foto del Cilento e filmati sulla cultura del territorio. Ha realizzato un portale sulla Dieta Mediterranea e due guide del Cilento.
Copertina
Pisciotta
Pagina 2
Roccagloriosa: santuario
Pagina 3
In alto: Piano Vetrale | murales
In basso: Teggiano | manifestazione
‘Alla Tavola della Principessa Costanza’
Pagina 4
In alto: Ascea | area archeologica di
Elea-Velia
In basso a dx: Ascea | ciliegio secolare
In basso a sx: Teggiano | manifestazione
‘Alla Tavola della Principessa Costanza’
Pagina 5
Moio della Civitella: cantina
Pagina 6
Ascea capoluogo: olivo secolare
Pagina 7
Vallo di Diano: peperoni ‘cruschi’
Pagina 8
Cilento: fichi bianchi DOP
Pagina 9
Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico
Pagina 10
Tortorella: cacio ricotta
Pagina 12
Moio della Civitella: resti acquedotto
Pagina 13
Calvanico: ‘permacultura’
Pagina 14
Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico
Pagina 15
Ascea capoluogo: olivi secolari
Pagina 16
Castelnuovo Cilento: fiera delle arti e
mestieri antichi
Pagina 17
Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico
Pagina 19
Teggiano: museo delle erbe
Pagina 21
Teggiano | manifestazione ‘Alla Tavola
della Principessa Costanza’
Pagina 22
In alto: Ascea | olivo secolare
In basso a dx: Casal Velino | azienda
olearia
In basso a sx: San Mauro Cilento | distillazione erbe
Pagina 23
Vallo di Diano: caciocavallo podolico
Pagina 24
Agnone: festa prodotti tipici locali
Pagina 26
Terradura: potatura albero di fichi
Pagina 28
Roscigno vecchia
Pagina 29
Tortorella: formaggio
Pagina 30
Acciaroli: festa del pesce
Pagina 32
Ascea: museo di Elea-Velia | busto di
Parmenide
Pagina 33
Acquavella: azienda casearia
Pagina 34
Agnone: fiera degli antichi mestieri
Pagina 35
foto in alto e in basso: Ascea | prodotti tipici locali
Pagina 36:
San Mauro Cilento: esposizione erbe
spontanee e non
Pagina 37
Roccagloriosa: panoramica
Pagina 38
In alto: Ascea | area archeologica di
Elea-Velia | Porta Rosa
In basso a dx: Castelnuovo Cilento |
conserve di peperoncino
In basso a sx: Vallo della Lucania |
busto di San Filadelfo
Pagina 39
Paestum: tomba del tuffatore
Pagina 40
Cilento: esposizione erbe medicinali
spontanee
Pagina 41
Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico
Pagina 42
Ascea/Pisciotta: strada loc. Rizzico
Pagina 43
Felitto: fusilli fatti a mano
Pagina 44
Agropoli: strada SP430
Pagina 46
In alto: Tortorella
In basso a dx: Roccagloriosa | area archeologica
In basso a sx: Laurito | chiesa basiliana
Pagina 48
Acquavella: azienda casearia
Pagina 51
Ascea: forno antico
Pagina 52
Agnone: fiera antichi mestieri
*Le foto di questo e degli altri numeri de Il Paradosso non illustrano il contenuto degli articoli, ma rappresentano una libera lettura della Città del Parco
affidata a validi ed attenti artisti del luogo
LEGGEREZZA
RAPIDITÀ
ESATTEZZA
VISIBILITÀ
MOLTEPLICITÀ
COERENZA
www.icastico.com
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+393387716489
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