PUC Linee Programmatiche

PIANO
URBANISTICO
COMUNALE
OLBIA
LINEE PROGRAMMATICHE E PROCEDURE OPERATIVE
IL SINDACO
On. Giovanni Maria Enrico Giovannelli
L’ASSESSORE ALL’URBANISTICA
Avv. Carlo Careddu
Stesura: Gennaio 2013 - Revisione: Marzo 2014
IL DIRIGENTE
Ing. Costantino Azzena
1
INDICE
PREMESSA ........................................................................................................................................... 3
Introduzione........................................................................................................................................ 3
I precedenti tentativi di redigere il PUC .................................................................................................. 4
I PARTE
A
IL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI OLBIA
Linee programmatiche ............. 7
Approccio metodologico ................................................................................................................ 8
A.1
Sulla città e l’urbanistica ............................................................................................................ 8
A.2
Il progetto ambientale dei territori esterni. Una prospettiva per la città ........................................... 9
A.3
Olbia capoluogo di una città di città ............................................................................................ 9
A.4
Un processo partecipato ......................................................................................................... 10
A.5
Le dominanti ambientali nel progetto della città ......................................................................... 11
A.6
I nuovi centri della convivialità urbana: i luoghi densi di natura e di stroria.................................... 12
B
La dimensione duale del piano: la struttura e il progetto ................................................................. 13
B.1
La dimensione del progetto strutturale ...................................................................................... 13
B.2
La dimensione del progetto urbano .......................................................................................... 14
C
Il metodo della pianificazione cooperativa ..................................................................................... 15
II PARTE
IL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI OLBIA
Indirizzi operativi .................... 16
A
La strategia e gli obiettivi............................................................................................................. 17
B
Il percorso di formazione del PUC adeguato al Piano Paesaggistico Regionale ............................... 22
C
Il percorso per l’adeguamento al Piano di Assetto Idrogeologico..................................................... 26
D
Relazione con la pianificazione di livello preordinato e di pari livello ................................................ 30
E
I progetti urbani e l’aggiornamento della pianificazione di livello attuativo ........................................ 34
F
Il Sistema Informativo Territoriale del Comune di Olbia .................................................................. 40
G
Valutazione Ambientale Strategica: Integrazione e Partecipazione ................................................. 42
H
Il processo di sviluppo del Piano Urbanistico Comunale di Olbia..................................................... 47
H.1
L’Ufficio del Piano Comunale ................................................................................................... 49
2
PREMESSA
Introduzione
Il lento processo di trasformazione dello spazio che corona la cerniera del Golfo dì Olbia ha conosciuto, nel corso del
tempo, diversi momenti che hanno fortemente caratterizzato il rapporto tra la città e il suo territorio, fino ad inglobare
quest'ultimo in una morsa che lentamente si è sempre di più stretta fino a connotarlo in senso decisamente urbano,
privandolo, quasi, delle originarie prerogative, ambientali e paesaggistiche.
Dopo i trascorsi storici, che hanno registrato le alterne fortune della città, legate soprattutto alla felice posizione
geografica per quanto concerne la portualità e fino a qualche decennio addietro, l'accrescimento dell'area urbana è stato
comunque lento e controllato, pure in presenza di infrastrutture importanti come il nodo ferroviario ed il porto, mai
travalicando la dimensione di modesto centro, al pari di tanti analoghi insediamenti rurali della Sardegna interna.
Solo dopo la scoperta turistica delle coste nord-orientali dell'isola e la loro affermazione come luogo di vacanza tra i più
esclusivi e pregiati a livello mondiale, le dimensioni della città sono cresciute improvvisamente portandosi appresso una
serie di problemi di carattere urbanistico la cui soluzione appare oggi inderogabile, unitamente ad alcuni aspetti che
coinvolgono più da vicino la qualità stessa dell'abitare la città.
L'affermazione definitiva del centro gallurese come polo principale del traffico turistico aeroportuale e del maggiore punto
di snodo marittimo di passeggeri, ha inoltre favorito, contemporaneamente alla crescita gerarchica del livello funzionale
della città, una vistosa trasformazione dello spazio destinato agli usi urbani all'interno di un processo di crescita politica
ed economica che ne ha definito il ruolo odierno di centro polarizzante della Sardegna nord-orientale sotto diversi profili:
economico, finanziario, dei servizi, culturale, politico, ecc.
Un territorio che però è anche uno dei punti cardine dell'assetto territoriale della Sardegna di oggi, che vede ormai,
nell'articolazione reticolare tra pochi centri principali con Olbia polo del nord-est, simbolicamente uniti dallo snodo viario
a y della S.S. 131 e 131 D.C.N. e degli allacci trasversali a diverse quote (per Carbonia-Iglesias, Alghero, ecc) il futuro
della sua organizzazione economica a livello regionale.
D'altra parte, l'improvvisa esplosione demografica non poteva non provocare caos e disordine urbanistico, accompagnati
da una frammentazione dello spazio abitativo sovente degenerato in immancabili periferie degradate, più o meno sparse
con casualità o suggerite da esigenze abitative, compromettendo irreversibilmente territori che per vocazioni naturali,
ambientali, o paesistiche, o culturali, avrebbero meritato ben altro destino.
Un territorio complesso, quello dell'odierna città olbiese che unisce potenzialità e dinamismo a criticità urbane o deficit
strutturali sintomi di una troppo veloce trasformazione, non solo urbanistica anche sociale ed economica.
La città di Olbia non è più e solo uno spazio per abitare; é anche un polo dinamico e interagente con lo spazio da essa
direttamente cooptato e con quello agganciato ai nodi della rete di cui ormai fa parte. Olbia, o meglio lo spazio urbano
olbiese, è un sistema percorso da rivali vivaci interessi portatori di nuove ipotesi di trasformazioni territoriali, i cui assetti
sono da orientare necessariamente affinché siano in futuro confacenti alla funzione di città polo del turismo e dei servizi
in genere, di centro vivace ma moderno e ordinato con un alto livello della qualità della vita. Una città capace di
3
ristrutturare funzionalmente lo spazio della sua relazionalità interna ed esterna, che può svolgere in modo sostenibile
ma, il ruolo di polo di eccellenza del nord-est, per altro naturalmente assegnatogli dalla sua più che felice posizione
geografica, sia per quanto concerne il Golfo e quindi l'ubicazione dei porto e dell'aeroporto, sia perché frontaliera alle
coste centrali della penisola.
Una città che da area urbana disordinatamente aggregata e con vistosi segni della più recente trasformazione
improvvisata, in parte non controllata e priva di ogni logica di disegno, funzionale, urbano o dì razionalizzazione delle
funzioni, si vuole trasformare in centro dotato di elevati standard urbanistici, strategicamente adatto a erogare servizi
superiori e di vasta portata, organizzata su base ambientale ed ecologicamente sostenibile, razionalmente
interconnesso sia al suo territorio, del quale vuole esaltare le caratteristiche e la potenzialità naturali, sia agli altri spazi
con i quali è nodalmente agganciato.
Ma affinché tutto ciò diventi realisticamente raggiungibile, le città dovrà essere urbanisticamente e correttamente
modellata non solo su base infrastrutturale, ad esempio per quanto concerne l'assetto viario di una certa percorribilità,
ma anche nel senso delle dinamiche spaziali o funzionali, da adeguare al rango gerarchico occupato e al livello di
qualità urbana che la sua posizione gli consente, per non dire che gli impone.
Il presente documento, che può essere definito programmatico in quanto introduttivo alle attività di riordino generale
della pianificazione per Olbia, pone alcune questioni rilevanti che richiamano il significato profondo dell’attività stessa e
che riguardano:

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




la consistenza urbana di Olbia nel futuro mondo urbano europeo;
quale sarà il suo ruolo in questa prospettiva;
che cosa dovrà fare per essere all’altezza del suo ruolo;
quale può essere il contributo di Olbia e quale il contributo cooperativo di altri soggetti istituzionali;
di quali risorse sociali, economiche, territoriali, culturali Olbia dispone;
come possono essere messe in campo e in valore per ritrovare nuove forme del rapporto inscindibile tra
urbs e civitas più adeguate ai nuovi bisogni e alle nuove prospettive;
quale può essere in questo orizzonte il contributo dell’attività di pianificazione e in quali forme e modalità
dovrà dispiegarsi.
Il principale obiettivo dell’Amministrazione Comunale è quello di attivare un nuovo percorso di pianificazione urbana, in
armonia con gli indirizzi e gli obiettivi del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), del Piano Assetto Idrogeologico (PAI) e
del D.Lgs 152/06, al fine di valorizzare, tutelare e gestire con intelligenza il patrimonio ambientale, storico e insediativo
espressione dell’identità locale e fondamentale risorsa per il futuro.
I precedenti tentativi di redigere il PUC
Nel recente passato, quando ancora le condizioni di crescita urbana erano tutto sommato controllabili, al momento cioè
in cui si è iniziato a capire che il futuro demografico sarebbe di li a poco esploso, la città ha tentato di avviare la
redazione del suo primo Piano Regolatore Generale che avrebbe dovuto sostituire l'ormai desueto Programma di
Fabbricazione. Il lavoro di elaborazione del P.R.G. ha prodotto però solo una bozza di piano generale poiché nel
frattempo, in attuazione della legge 431/85, la Regione aveva adottato il Piano Territoriale Paesistico, costituito da ben
14 distinti ambiti, e varato nel dicembre del 1989 la L.R. 45 nota come legge urbanistica regionale.
4
Il progetto di PRG si trasformò quindi in P.U.C. in adeguamento al Piano Territoriale Paesistico n. 1 della Gallura. Il
P.U.C., elaborato dopo successivi tentativi di ottenere il consenso politico alla proposta, per via dei numerosi cambi di
Amministrazione intervenuti tra il 1990 e il 1994, venne comunque presentato nel novembre di quest'ultimo anno, subito
dopo l'entrata in vigore delle norme di attuazione del Piano Territoriale Paesistico, ma lo stesso non venne mai avviato a
concludere l'iter di approvazione definitiva.
Successivamente, il PUC venne ripreso in più occasioni, in relazione alle diverse vicende politiche che il Comune
attraversò in quel finire di millennio e solo nei primi anni del 2000 si decise di riprenderne i contenuti e rielaborare una
proposta che coniugasse le esigenze dell'Amministrazione, orientate a dare risposte a un territorio e a uno spazio
urbano nel frattempo sempre più preda all'ampliamento demografico imprevisto e incontrollabile, nonché a politiche di
salvaguardia ambientale che, nel frattempo, erano venute meno per via dell'annullamento del Piano Territoriale
Paesistico a seguito di un ricorso presentato dall’associazione “Amici della terra”.
Sicché, all'approvazione della delibera della giunta regionale 33/1 del 10 agosto del 2004, cosiddetta “Salvacoste”, il
percorso di redazione del PUC venne ripreso. Al momento del varo del Piano Paesaggistico Regionale, il PUC risultava
in via di completamento; la sua adozione, avvenuta nel corso dello stesso anno, non ebbe seguito efficace perché non
rispondente agli indirizzi e obiettivi di tale delibera regionale, pertanto valutato dall’organo regionale “improcedibile”.
L'approvazione del N.T.A. del PPR, avvenuta con la Delibera della Giunta Regionale n. 36/07 del 5.09.2006, impose una
nuova procedura di redazione del PUC. Il progetto, che comunque potrà contare sulla consistente mole di dati
ambientali, territoriali e storico-culturali già acquisiti, dovrà riorientarsi per tenere conto delle norme di attuazione del
PPR, e in particolare del disposto dell'art. 107 che detta precisi indirizzi e stabilisce delle puntuali determinazioni da
effettuare.
Esso dovrà tener conto, ai fini dell'effettiva realizzazione, delle "Linee Guida" emanate dall'Assessorato dell'Urbanistica
per orientare, anche metodologicamente, la redazione dei Piani che dovranno basarsi, fondamentalmente, sul "riordino
delle conoscenze", con le opportune e attente verifiche caso per caso, Comune per Comune.
Il Comune di Olbia ha per altro sottoscritto con la Regione un Protocollo d’Intesa, in base al quale, per tutto il processo
di costruzione dello strumento urbanistico, ci si potrà avvalere del supporto e della collaborazione della stessa Regione
e degli altri soggetti coinvolti direttamente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lsvo 42/2004), in particolare
le Soprintendenze alle Antichità e ai Beni artistici e architettonici. Di fatto, a partire dal 2008, si sono svolte alcune
riunioni per procedere alle verifiche con tutti i soggetti coinvolti, durante le quali si è potuto verificare il livello delle “fasi di
riordino delle conoscenze” già messe in atto.
L’obbligo di sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica la pianificazione urbanistica, in quanto, sulla base della
Direttiva 42/2001/CEE recepita in Italia dal decreto legislativo 4/2008, compresa fra le tipologie di piani o programmi che
possono produrre effetti significativi sull'ambiente, aggiunge un ulteriore elemento sul P.U.C. dal momento che introduce
nuove procedure sull’intero processo che dovrà guidare la sua formazione.
Con il presente documento l’Amministrazione Comunale intende riprendere il percorso di redazione del Piano
Urbanistico Comunale facendo proprie, almeno in parte, le attività già poste in essere dalle passate amministrazioni ma
alla luce di un consolidato quadro normativo basato sui vigenti Piano Paesaggistico Regionale e Piano stralcio per
l’Assetto Idrogeologico, recentemente arricchito con lo Studio delle Fasce Fluviali, sulla legislazione urbanistica
5
regionale e sulle norme in materia ambientale che impongono di affiancare l’intero processo di pianificazione a
valutazioni ambientali, di tipo partecipato, finalizzate a considerare e mitigare gli effetti che le scelte pianificatorie
avranno sul territorio.
6
I PARTE
IL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI OLBIA
Linee programmatiche
7
A
Approccio metodologico
A.1
Sulla città e l’urbanistica
Occorre in primo luogo definire i limiti dell’azione del piano, che spesso viene caricato di significati troppo estesi e
spesso impropri. È buona cosa sottolineare che il piano ha il compito specifico di progettare la città come spazio, cioè
come condizione spaziale propizia per la vita urbana e per tutte le attività sociali, economiche, culturali, che la
alimentano. Come sappiamo, è un compito speciale, che ci interpella tutti profondamente e ci richiama ai fondamenti
stessi del nostro stare insieme, perché, come ci ricorda Aristotele, le città nascono affinché gli uomini si riuniscano allo
scopo di vivere la buona vita.
Questo compito è assai difficile per le profonde trasformazioni che rendono arduo decifrare la condizione urbana
contemporanea e le forme spaziali attraverso cui si manifesta. Metamorfosi della città, dimensione ambientale,
riscoperta del senso comune, spostamento della pianificazione urbanistica nella sfera dell’etica e della legittimazione
sociale sono alcune rilevanti questioni che pongono il problema di un’apertura verso altri saperi e verso il senso comune
affinché sia possibile la formazione di un’intenzionalità collettiva per il progetto della città.
Le forme urbane sono soltanto una manifestazione visibile di un processo di trasformazione dei modi di vita, che non è
stato percepito in modo adeguato. Ciò pone rilevanti questioni pratiche per l’urbanistica, che per cercare di capire questo
mutamento deve accogliere punti di vista differenti e adottare strumenti di analisi che possono assisterci nel rileggere le
forme insediative recenti e passate per cercare di cogliere in ciò che sta accadendo una razionalità, che non è
identificabile unicamente attraverso l’analisi urbanistica classica.
Ciò ha implicazioni sul progetto della città nel senso che dove questo ordine è identificabile e il racconto insediativo è
chiaro, come nei centri storici, nel territorio storico, dove la struttura della città esistente è forte in senso formale, essa va
rafforzata recuperando il dialogo con la sua storia. Ma dove questo dialogo non è chiaro, dove il territorio non è un testo
facilmente decifrabile, dove le tracce non offrono risposte immediate all’indagine interpretativa, in queste situazioni non
sembra possibile progettare l’evoluzione della città per facile trafila dalla città esistente. Nelle aree periferiche, nei
territori della dispersione urbana, la soluzione non può essere la replica banale di stereotipi della città tradizionale, la
riduzione di tutte le forme dell’urbano ad essa, come avviene in modo addirittura caricaturale nelle simulazioni degli
spazi delle città storiche. Né la soluzione risiede nella “celebrazione del caos” urbano. È invece possibile costruire uno
sfondo comune che consenta alla condizione urbana contemporanea una convivenza civile, anche se la condizione
urbana contemporanea si presenta in forme spaziali varie e inedite. Il progetto della città ha proprio lo scopo di scoprirle
per darle una forma adeguata alle prospettive dell’universo urbano europeo.
Ma proprio di questo universo è necessario scrutare alcuni elementi significativi perché i problemi fin qui richiamati si
confrontano soprattutto con un problema più generale, un problema che ha a che fare con le prospettive di esistenza
stessa e del ruolo delle città rispetto alle geografie che si stanno delineando nel mondo urbano e che occorre subito
esplorare nelle loro tendenze generali per dare senso durevole a un’attività di pianificazione di una città come Olbia,
piccola o media a seconda della lente che si vuole utilizzare e del significato che si attribuisce a queste espressioni.
Olbia e la sua regione urbana, il suo territorio contiguo e quello più esteso a scala regionale possono essere considerate
come un punto di osservazione privilegiato, ma sembra interessante ampliare queste riflessioni per vedere se sia
8
possibile immaginare, a fianco alla grande città densa, anche un altro modello di città a densità bassa, che trasformi la
sua apparente debolezza e la profonda influenza che su di essa esercitano il paesaggio naturale e la storia in una città
non omologata ai canoni delle città globali.
A.2
Il progetto ambientale dei territori esterni. Una prospettiva per la città
Per comprendere se effettivamente lo spazio esterno alla grande città moderna, cioè i territori costellati di piccoli centri e
il loro intorno rurale, costituisca attualmente un campo d'indagine rilevante sarà necessaria qualche indagine
quantitativa.
In questo orizzonte urbano sembrano aprirsi per gli spazi esterni della città moderna, per i vasti territori della natura e
della storia, come Olbia e i suoi territori di riferimento, prospettive promettenti perché la qualità ambientale della città
sarà sostenuta in virtù di un contesto assai più vasto della vita organizzata attraverso il coinvolgimento di questi territori.
Ciò consentirà di vedere il mondo con altri occhi e di riconoscere nella qualità differenziale dei paesaggi della natura e
della storia il perno di una strategia urbana moderna.
Questo implica la necessità di dispiegare l’azione collettiva in un progetto di territorio assumendo come primo nucleo di
riferimento dell’attività la rappresentazione delle potenzialità del paesaggio ambiente –e delle densità di natura e di
storia- funzionale alle politiche di gestione, considerata la sua rilevanza rispetto alla nuova prospettiva urbana che
sembra delinearsi. Al tempo stesso il mondo urbano europeo richiama per la città dimensioni adeguate che Olbia può far
corrispondere a un territorio città esteso a differenti livelli dell’area vasta della Gallura da costruire attraverso un
ambiente cooperativo di pianificazione, una città di città inedita di cui Olbia si propone di assumere la guida urbana.
A.3
Olbia capoluogo di una città di città
La necessità di dare alla città una dimensione adeguata al mondo urbano che si va formando investe la consistenza
demografica e la dotazione di risorse urbane.
Ciò interpella differenti livelli di riferimento per la costruzione della città:


l’area urbana incentrata sul golfo interno e distesa verso la pianura, che richiama l’esigenza di un’armatura
urbana di servizi superiori, il riconoscimento delle potenzialità urbane del sistema ambientale per gli
interventi di riqualificazione del rapporto con il golfo interno, di rigenerazione della città antica, di
connessione urbana delle periferie, affermando una priorità sulla rigenerazione dell’esistente;
il campo urbano incentrato sul golfo esterno, sul quale oltre a Olbia insistono i centri di Golfo Aranci e Loiri
Porto San Paolo, ma anche la prima corona dei centri verso l’interno, come Telti e Monti.
Il progetto della città, affinché abbia un senso durevole, dovrà confrontarsi con i problemi di costruzione di una
prospettiva urbana che interpella differenti livelli territoriali e istituzionali e costruire un’armatura urbana che tenda a
rafforzare il ruolo di città capoluogo che Olbia deve ritagliarsi, ma che congiuntamente riconosca con lungimiranza ai
differenti livelli territoriali la dotazione di opportunità urbane alternative e complementari che danno senso e consistenza
all’espressione città di città. Costruire la forma della città territoriale come città di città, come una rete di opportunità
urbane alternative e complementari diramate sul territorio equivale a riconoscere che i diversi centri possano
caratterizzarsi ciascuno per una disponibilità di funzioni urbane riconoscibili, radicate nelle rispettive specificità
9
ambientali, che configura un approccio rovesciato rispetto a quello degli standard -a tutte le situazioni servizi e occasioni
dello stesso tipo- che tendeva a una normalizzazione delle differenze urbane;
Si tratta aprire le prospettive per uno sviluppo multipolare del territorio, che è, in parte, l'eredità di una specifica
tradizione ma è oggi, per lo più, il risultato di cause recenti, le cui componenti basilari sono la piccola impresa, il potere
locale, la coesione sociale, perciò occorre prendere atto del fatto che la sua crescita, sia sociale e culturale, sia
economica, può essere trainata da Olbia, ma deve anche assumere i contorni di uno sviluppo multipolare in cui trovino
adeguato spazio e riscontro le differenze storicamente determinatesi.
A.4
Un processo partecipato
Sul piano della civitas, della costruzione di una nuova cittadinanza, la produzione di località come dimensione nuova del
locale nel contesto dei processi di globalizzazione non può prescindere dal senso comune. Per questo il progetto della
città come capacità di progettare l’ambiente in cui viviamo va considerato come un processo di comprensione e di
interpretazione che non può essere preso come un insieme di regole e assunzioni, dal momento che riguarda le nostre
azioni e la nostra storia considerate nella loro globalità, quello che viene generalmente chiamato il senso comune, che
non è altro che la nostra storia personale e sociale, quella storia su cui si costruisce il senso di appartenenza che è alla
base del progetto della città.
Esiste, dunque un legame inscindibile tra comunità e territorio, in forza del quale quest’ultimo assume valore quanto più
è in grado di esprimere e condensare le modalità di coesistere nel suo spazio da parte delle persone che vi abitano e la
fitta rete di relazioni, questa volta interpersonali e comunicative, che si intrecciano tra di esse, di favorire il senso di
appartenenza e di orientamento di coloro che vi vivono, cioè quanto più diventa strutturato e organizzato e quindi dotato
di una sua specifica identità: un’appartenenza interpretativa e critica in quanto sa mettere in discussione la situazione di
fatto, senza d’altra parte tentare di imporre trasformazioni arbitrarie, perché sa di dover concepire ogni mutamento nel
quadro delle possibilità essenziali del luogo.
È, del resto, sintomatico che questa esigenza di restituire agli individui il senso di appartenenza a una comunità sia
riconosciuta sempre più come una questione urbana da affrontare con la massima urgenza e determinazione, e non a
caso, una questione alla base del nuovo ordinamento delle autonomie locali.
Per cui se la città tende sempre più a diventare sempre più il luogo critico di un’organizzazione imperniata sulla
circolazione e sullo scambio delle risorse umane, delle informazioni, delle conoscenze, cioè i punti nodali della «società
dell’informazione», la sua costruzione non potrà prescindere dagli obiettivi fondamentali di questa società, vale a dire la
crescente e sempre più attiva partecipazione dei cittadini all’informazione e al sapere che richiama l’Amministrazione
della città verso la ricerca di una sempre maggiore integrazione tra sapere tecnico e sapere comune, in quanto
intelligenza collettiva di uno specifico contesto. Questo, affinché sia possibile la formazione di un’intenzionalità comune
per il progetto della città.
Proprio per i temi che vengono interessati dal progetto della città, che traguarda una prospettiva orientata allo sviluppo
ecosostenibile, l’attività di piano crea le condizioni propizie per la partecipazione democratica a questo progetto collettivo
e nel contempo favorisce forme innovative di azione locale partecipata più estesa e intensa del passato per la cura
dell'interesse generale, forme che trovando realizzazione in diverse esperienze nel panorama internazionale, come i
forum di discussione, i circoli di studio su singoli temi, le assemblee di cittadini, forme che richiedono per tutti i cittadini
10
responsabilità e consapevolezza del proprio ruolo e valore anche all'interno dei processi decisionali perché pensate per
una cittadinanza attiva.
A.5
Le dominanti ambientali nel progetto della città
Nel territorio di Olbia, la dimensione ambientale è immanente a un punto tale che la città deve le ragioni della sua
esistenza e della sua evoluzione alle dominanti ambientali di grande scala. Con la sua immagine di città continua, Olbia
è collocata in un sito, le cui dominanti ambientali rappresentano il seme della riqualificazione urbana. Da
quest'angolazione, il tema del locale non rinvia necessariamente ad una dimensione limitata, angusta, appartata, dello
spazio, ma segnala una disponibilità al progetto, all'esplorazione di trame di relazioni descritte dalla topologia che
presiede alla storia dell'insediamento: "locale" come differenza, come disponibilità ad assumere nuovi significati nei
territori contemporanei della città. Questa immanenza del territorio e questa sua relativa integrità ne fanno il "testo"
fondamentale di riferimento del progetto della vita spaziale delle società insediate. Per questo, il progetto della città deve
essere un "progetto ambientale", come forma di azione di una comunità che costituisce il proprio ambiente di vita
attraverso processi ai quali la tecnica partecipa contribuendo con il suo sapere specifico e la sua intenzionalità etica a
stimolare una presa di coscienza collettiva dei valori ambientali che presiedono alla formazione dell'insediamento e
favorire la condivisione di esiti coerenti sull'organizzazione dello spazio insediativo.
Un approccio, questo, che riconosce al progetto il compito di concorrere alla "qualità dell'ambiente fisico", come
elemento costitutivo che contribuisce a strutturare l'interazione sociale. Questo stimola ad interpretare tutti i luoghi,
capirne i significati, decodificarli come referenti di una trama di relazioni che conferisce senso all'integrità del palinsesto
urbano e territoriale. Ogni esperienza progettuale ad ogni scala di operatività, anche la più minuta, può essere allora
convertita in un'azione che faccia emergere il senso pertinente e rilevante di questa trama di relazioni. Si può
trasformare ogni tema, ogni occasione, in un'esperienza territoriale in modo che ogni intervento a qualunque scala sia
un atto conoscitivo che tenta di produrre un mondo possibile esplorando i legami tra il luogo dell'intervento e le sue
dimensioni ambientali più generali e spesso sovralocali.
La necessità di un'etica urbana nelle nuove forme insediative spinge gli abitanti a rapportarsi con selettività a questi
"luoghi densi", che si configurano come dominanti ambientali della vita insediativa di un territorio, un'idea che unisce
luoghi e concetti spaziali densi di natura e di storia, una nuova etica che riconosca l’inscindibilità delle dimensioni
biologiche e culturali della città. Se si esaminano gli elementi di inerzia nel territorio della città diffusa, della dispersione
urbana, della periferia, di vaste regioni, è possibile trovare questi "luoghi densi", luoghi di forte attribuzione di valore. A
Olbia sono ad esempio i canali di bonifica e il sistema dei parchi radiali gli elementi di continuità tra il golfo interno e il
campo urbano che consentono di rapportare ogni luogo della città ai significati sovralocali del suo territorio: il golfo
esterno, il golfo interno, la pianura e il sistema dei rilievi testimone (Monte Pino, Monte Telti, ecc.) che incorniciano la
pianura disegnando una forma di territorio di vasta area che degrada verso Olbia secondo tre livelli geomorfologici, che
rinviano a tre livelli territoriali della città: la Gallura, la prima corona di centri intorno a Olbia e il suo campo urbano.
L’orientamento dell’attività di pianificazione come progetto ambientale della città, va inteso come una forma di azione
delle società locali che costruiscono una nuova prospettiva urbana assumendo l’ambiente – in questo piano non solo
come ambiente fisico, ma come unità di natura e storia - come nucleo centrale delle attività. L’indviduazione dei requisiti
di coerenza tra sistema paesaggistico-ambientale e organizzazione dello spazio urbano e territoriale, promuove la presa
di coscienza dei luoghi ai quali le società attribuiscono un forte valore, esprimendolo con un particolare attaccamento
11
affettivo e che possono essere definiti “dominanti ambientali”, luoghi fisici, ma anche relazioni significative tra le società
e i luoghi che presiedono alla vita organizzata.
In questo quadro vi è la necessità di esplorare gli elementi di corrispondenza tra le informazioni oggettive sul ruolo
strutturale delle dominanti ambientali nel progetto della città e quelle di carattere soggettivo, che sono riferiti alle
immagini spaziali degli abitanti alle loro opinioni a riguardo delle risorse del territorio, dei suoi problemi, delle possibili
linee di intervento.
A.6
I nuovi centri della convivialità urbana: i luoghi densi di natura e di stroria
Vi sono luoghi, come Olbia, il suo golfo, il suo territorio, che hanno una natura di per sé tettonica, che si presta
naturalmente per la sua qualità intrinseca a diventare spazio urbano, segnalando una gerarchia di valori spaziali, una
selettività dell’attenzione degli abitanti che è elemento costitutivo della vita spaziale e della città che ne è l’espressione
più nobile. Questa selettività permane accentuandosi ed estendendosi dalla città storica al territorio della città, all’urbano
contemporaneo, una sensibilità selettiva e ordinatrice che permane nel più ampio territorio della città. Non si tratta
tuttavia di una semplice estensione fisica dell’attenzione bensì di un riconferimento di senso urbano all’ambiente
complessivo in quanto propizio alla vita spaziale. Ed è questo riconferimento di senso che può favorire una dimensione
unitaria della città che comprenda le diverse forme dell’insediamento consentendo la dilatazione del concetto di città
all’intero territorio dell’abitare.
In questa ricerca degli ambienti insediativi, si parte dalla selezione dei luoghi attraverso griglie di lettura, punti di vista
discriminanti tesi all'individuazione ed esplicazione dei loro significati e della loro densità. Per questo i luoghi densi quali
elementi strutturanti di ambienti insediativi e nuovi centri della città contemporanea possono individuarsi attraverso
un’attività che può prevedere:






l’individuazione dei “grandi” segni della natura e della storia, un’idea che unisce luoghi e concetti spaziali,
che spesso per emergere necessitano di scale di lettura appropriate, non sempre costanti per tutti i mondi;
l’individuazione di elementi costituenti ossature infrastrutturali nell’esplicarsi della loro capacità di dare senso
alla realtà territoriale, secondo dimensioni locali o sovralocali;
la ricerca del senso di identità del luogo, interpretabile come indice di vitalità degli insediamenti, e quindi la
necessità di ascoltare/riascoltare i contesti locali, permettono di penetrare nei mondi percettivi delle
comunità d’ambito e di interpretarli;
la ricerca delle situazioni in grado di costituire processi di aggregazione o di limite, di induzione o, per contro,
di barriera insormontabile e come ostacoli fisicamente non superabili e come barriere psicologiche che
influiscono sui modi di appropriazione e di attribuzione di valore agli spazi degli insediamenti da parte delle
comunità;
la condivisibilità del valore attribuito al luogo dalla comunità d’ambito, individuandone anche la dimensione
da intendersi in senso locale o sovralocale in virtù delle trasformazioni della sensibilità di fronte alle
problematiche ambientali alle quali far risalire alcuni dei mutati modi di manifestare le scelte selettive;
il criterio di selettività, la cui valenza temporale ha determinato la scelta dei luoghi e le modalità di
appropriazione che si riflettono sulle nuove morfologie urbane e territoriali.
12
B
La dimensione duale del piano: la struttura e il progetto
Il processo di pianificazione del territorio di Olbia si sviluppa su alcune direttrici che si sviluppano parallelamente: l’attività
di elaborazione del Piano Urbanistico Comunale, che ha come scopo la costruzione di un’idea di città e di territorio
adeguata alle prospettive dell’universo urbano europeo; l’attività di predisposizione di una serie di progetti urbani da far
confluire sulle figure della pianificazione attuativa (PP, PRU, ecc.); l’attività di elaborazione di una serie di progetti di
ricerca urbana in aree sottoposte a gestione speciale all’interno del territorio comunale (zona industriale, porto, ferrovia,
aeroporto, ecc.) per implementare processi di pianificazione cooperativa con altri soggetti istituzionali. Questa attività di
pianificazione e progettazione costituisce anche la base per l’attività di copianificazione con la Regione Sardegna e con
gli altri enti territoriali e delle gestioni speciali. Rappresenta altresì il riferimento progettuale per l’attività di comunicazione
urbana attraverso forum orientati al coinvolgimento attivo degli abitanti per mettere le basi di un processo di
autoformazione urbana e di progettazione collettiva della città.
Per questo il piano si configura come un processo di conoscenza che si svolge su due cifre del tempo: la cifra calma del
tempo del progetto strutturale che individua le invarianti strutturali del progetto della città e costruisce gli elementi di
base di una regolamentazione diffusa del territorio, la cifra accelerata del tempo dei progetti urbani che affida ai progetti
urbani di parti cruciali della città il ruolo di alimentare il discorso pubblico e di scandire le tappe e i tempi dell’attuazione
del progetto della città.
B.1
La dimensione del progetto strutturale
La dimensione strutturale del piano, quella che può essere definita la sua cifra invariante, di lunga durata, è
rappresentata dagli elementi dominanti del sistema ambientale, in quanto strutture generative che presiedono
all’evoluzione della città, dai grandi segni della natura e della storia, rispetto ai quali la società urbana si riconosce nel
tempo e nello spazio. Questa attenzione amplificata del contesto sociale all’ambiente fisico segnala una domanda di un
più forte rapporto con la realtà e ci richiama a una «descrizione non banale» del reale, che condiziona ormai i
comportamenti in atto, vista la particolare attenzione che le comunità urbane pongono alla valutazione di qualunque
intervento di trasformazione del loro reale ambiente di vita. La questione di una “descrizione non banale” del reale fa
intravedere per l’urbanistica un’apertura verso le discipline che tradizionalmente trattano la descrizione della realtà fisica
come le scienze della natura e della storia. Saper interpretare il nuovo «regno dell’urbano», descrivere non banalmente
il reale, saper esplorare nuovi mondi possibili per le comunità a partire dalla realtà, favorire una presa di coscienza dei
valori che presiedono alla vita spaziale, tutte queste domande pongono quindi la necessità di contribuire a favorire una
presa di coscienza dei valori delle comunità, dei luoghi notevoli su cui orientano un’attenzione selettiva.
Questi luoghi dell’attenzione selettiva possono essere gli elementi portanti dello sfondo condiviso della città
contemporanea. Possono esserlo in quanto storicamente lo sono stati nei casi in cui la forma della città non è stata
necessariamente quella della città compatta e l’urbanità si è espressa anche attraverso altre forme spaziali. Possono
esserlo perché la dimensione ambientale richiama un’attenzione degli attuali modi di vita al territorio della città, richiede
una continuità di relazioni tra le diverse forme dell’urbano, tra la città e il suo contesto naturale e storico, tra le forme
insediative e i grandi segni della natura e della storia, segnala un passaggio dal mito della «città madre» al mito della
«terra madre» che descrive una continuità dei riferimenti dell’organizzazione dello spazio, che non si limita alla città
compatta, ma si estende a comprendere le relazioni dell’intero «territorio dell’abitare».
13
Non si tratta tuttavia di una semplice estensione fisica dell’attenzione bensì di un riconferimento di senso urbano
all’ambiente complessivo in quanto propizio alla vita spaziale. Ed è questo riconferimento di senso che può favorire una
dimensione unitaria della città che comprenda le diverse forme dell’insediamento umano, come lo sono la città storica,
ma anche la dispersione urbana e le altre forme della città, un riconferimento di senso, che viene esteso al territorio
complessivo della città, in modo che ogni luogo dell’attenzione selettiva rinvii ad altri luoghi, porti con sé i significati di
altri luoghi, nella costruzione appunto di uno sfondo condiviso che consente la dilatazione del concetto di città all’intero
territorio dell’abitare.
Un nuovo modo di pensare lo spazio della condizione urbana contemporanea, può allora consistere nel fare in modo
che ogni esperienza progettuale, anche la più minuta, ad ogni scala di operatività, venga convertita in un’azione che
faccia emergere il palinsesto urbano e territoriale, la trama segreta dello spazio-tempo dei grandi segni della natura e
della storia che definiscono appunto la dimensione non negoziabile del progetto strutturale della città:


B.2
il sistema ambientale, definito dai grandi segni che strutturano il sito di Olbia e che lo rendono naturalmente
propizio alla vita urbana, dal golfo esterno disegnato dalle rias, i paleo alvei della sua storia naturale, al golfo
interno, articolato nelle sue insenature e nei suoi promontori, la scena del teatro collinare , cui si lega
attraverso i filamenti del sistema idrografico dei rii e dei canali, all’isola di Tavolara che con Capo Figari
delimita il golfo esterno e rappresenta la dominante ambientale che dall’esterno introduce alla città e dalla
città all’esterno affermando la sua presenza come un’apparizione; un sistema di segni ambientali che rivela
la natura tettonica, quasi monumentale, di un territorio propizio alla città, luogo di convergenza di significati
sovra locali che rinviano alla regione urbana della Gallura e alle diramazioni verso il Monte Acuto e le
Baronie settentrionali.
il sistema storico dell’insediamento antico, imperniato sul disegno della città punica e romana e sulle tracce
dell’insediamento antico nel territorio, che imprime la sua presenza nella mente degli abitanti per fare in
modo che la città possa evolversi e traguardare le sue prospettive senza scomporre la sua forma.
La dimensione del progetto urbano
I progetti urbani rappresentano l’operatività della dimensione strutturale del piano che nei progetti si manifesta
concretamente e si offre alla discussione pubblica sull’idea di città e di territorio che vi è sottesa. Al tempo stesso
imprimono nel piano una cifra veloce del tempo dei suoi effetti.
I progetti urbani affrontano ambiti urbani e territoriali con indicazioni di dettaglio sull’organizzazione dello spazio.
Possono comprendono anche progetti di ricerca in particolare nelle aree sottoposte a gestioni speciali e si propongono
una serie di obiettivi:





Indirizzare la zonizzazione del PUC come dispositivo risultante a posteriori da un progetto dello spazio
urbano e territoriale.
Creare le condizioni di scenario per una discussione urbana consapevole degli esiti della progettazione dello
spazio.
Costituire le basi operative per lo sviluppo di piani di dettaglio di iniziativa pubblica e privata, che possono
essere avviati anche durante il processo di elaborazione del PUC.
Rappresentare le basi operative per avviare efficacemente i processi di copianificazione, sia con la Regione.
sia con gli altri enti territoriali e di gestione speciale.
Consentire di definire le norme di gestione e controllo del territorio con il riferimento a progetti guida.
14
C
Il metodo della pianificazione cooperativa
Il riconoscimento che opportunità urbane alternative e complementari risiedano anche altrove, in altri livelli territoriali e
istituzionali, richiede un profondo cambiamento del metodo di pianificazione, che deve abbandonare le modalità proprie
di un soliloquio per muovere verso una concezione dialogica con altri saperi e altri soggetti istituzionali che hanno
competenze generali o speciali nei territori della città.
Ciò implica una particolare attenzione sia sui contenuti, sia sui metodi di confronto e, in definitiva, sull’intero processo di
acquisizione di conoscenza. Da queste premesse risulta evidente che le possibilità di un ripensamento del progetto della
città ne richiedono il passaggio verso una modalità alternativa di ragionamento, distribuito, multidisciplinare, che ha
luogo concorrentemente in più saperi, intercomunicanti e legati da una relazione dialogica. D’altra parte, le tendenze
generali sanciscono l’obsolescenza del modello gerarchico nell’organizzazione dello spazio territoriale e
nell’organizzazione dei rapporti tra i differenti soggetti, una transizione verso un sistema cooperativo caratterizzato da
forme di coordinamento di tipo non gerarchico ma contrattuale.
Ciò ha decisivi riflessi sulla pianificazione – e sul controllo sociale dello sviluppo - delle nuove forme e modalità di
interazione tra gli uomini e i nuovi sistemi e servizi che si affacciano sulla rete, che richiamano problemi di
sincronizzazione, collaborazione e codecisione.
Nel processo di piano di Olbia ha implicazione a differenti livelli:




a livello regionale in quanto richiama un confronto cooperativo con la Regione, che, vista l’importanza del
territorio di Olbia come caso di studio, può anche condurre a un’innovazione disciplinare e normativa
dell’urbanistica.
a livello intercomunale perché richiede una discussione con gli altri comuni ai differenti livelli territoriali per la
costruzione di una prospettiva urbana comune.
al livello delle gestioni speciali dell’Area Industriale, del Porto, dell’Aeroporto, delle Ferrovie, per un dialogo
cruciale per l’armatura urbana della città capoluogo.
al livello della collettività urbana, dove il metodo della pianificazione cooperativa può dispiegarsi direttamente
per favorire attraverso progetti di cooperazione collettiva, sostenuti dall’Amministrazione attraverso la
struttura operativa del piano, l’emergere di nuovi soggetti sociali –come ad esempio nelle esperienze delle
cooperative di comunità- sui temi dei trasporti, sulle energie alternative, sulle reti di connettività a banda
larga, sulla valorizzazione di beni culturali e ambientali, sui servizi turistici, e altri temi da rideclinare come
risorse pubbliche a servizio di una comunità e che consentono economie di scambio gestibili per l’entità
della massa critica in forma imprenditoriale e che possono produrre ricadute positive sui servizi urbani per
migliorare la qualità della vita della società urbana, per alimentare il diritto alla città, che è di tutti gli abitanti,
anche dei “soggetti senza voce”, come i bambini, gli anziani, gli immigrati.
15
II PARTE IL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI OLBIA
Indirizzi operativi
16
A
La strategia e gli obiettivi
Da città occupata finora a vincere la scommessa di polo strategicamente rilevante dell'assetto economico sardo e di
nodo interconnesso nel più generale sistema mediterraneo, Olbia dovrà collocarsi a città orientata a implementare la
competitività con l'ambiente, intesa a migliorare la sostenibilità territoriale e urbana, al fine di riqualificare e ristrutturare il
paesaggio ed il suo carico di tracce storiche e di beni culturali, tale da definire linee di armonica integrazione con i
sistemi territoriali circostanti, com’è noto, tra i più pregiati e conosciuti della Sardegna.
In base ai dettati imposti dal PPR, all'interno di tre obiettivi generali di carattere fortemente strategico, ovvero:
-
miglioramento della sostenibilità urbana;
-
ridisegno funzionale del sistema urbano su base paesaggistica;
integrazione del progetto di sviluppo all'intento del sistema del passato e dei valori storici del proprio territorio;
passa il futuro della crescita e dello sviluppo economico della città, della sua nuova strutturazione urbana, da ideare
attraverso linee di indirizzo precise che, saranno quelle di supporto al nuovo PUC.
Per giocare questa nuova e straordinaria partita, il PUC sarà l'elemento che fisicamente indirizzerà il futuro snodarsi e
riarticolarsi dei contesti di funzionalità e di vivibilità dello spazio.
In coerenza a quanto riportato dall’articolo 3 delle Norme Tecniche di Attuazione del PPR, i principi sui quali dovrà
basarsi in nuovo Piano Urbanistico Comunale di Olbia, per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile del territorio
comunale, fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l’attività economica e l’ambiente, sono i seguenti:
-
lo studio e lo sviluppo dell’espansione delle città, delle frazioni e dei borghi;
-
la razionalizzazione dell’ecosistema urbano;
-
il recupero e lo sviluppo del patrimonio naturale e culturale;
-
la pianificazione integrata dello sviluppo urbanistico comprese le zone costiere , l’agro e i borghi rurali;
-
le politiche settoriali nel rispetto della conservazione della diversità biologica;
-
le strategie territoriali integrate per le zone ecologicamente sensibili;
-
la protezione del suolo con la riduzione di erosioni;
-
la conservazione e recupero delle grandi zone umide;
-
la gestione e recupero degli ecosistemi marini;
-
la gestione, lo sviluppo e la tutela dei paesaggi di interesse culturale, storico, estetico ed ecologico;
-
lo studio delle misure di sviluppo compatibili con il paesaggio, con particolare riferimento all’agro che va
pianificato previo studio pedologico ed agronomico dei suoli;
-
il recupero di paesaggi degradati da attività umane.
Inoltre, l’articolo 107 delle citate NTA del PPR stabilisce che i Comuni, nell’adeguare i propri strumenti urbanistici alle
disposizioni e previsioni del PPR, al fine di conferire contenuti paesaggistici alla pianificazione urbanistica comunale,
provvedono a:
17

individuare i caratteri connotativi della propria identità e delle peculiarità paesaggistiche, analizzando le
interazioni tra gli aspetti storico-culturali dell’ambiente naturale e antropizzato e promuovere il mantenimento
e la valorizzazione;
definire le condizioni di assetto necessarie per realizzare un sistema di sviluppo soste-nibile a livello locale;

determinare le proposte di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni urbanistiche in


considerazione dei valori paesaggistici riconosciuti nel territorio comunale;
individuare, sulla base della tipizzazione del P.P.R., gli elementi areali e puntuali del territorio sottoposti a
vincolo in quanto beni paesaggistici ai sensi dell’art. 134 d.lgs. 42/2004 e beni identitari di cui all’art. 9 del
PPR;

stabilire le modalità per la valorizzazione ambientale e paesaggistica del proprio territorio in conformità
alle previsioni del P.P.R.;

individuare i fattori di rischio e gli elementi di vulnerabilità del paesaggio nel proprio ambito di
competenza;
regolare e ottimizzare la pressione del sistema insediativo sull’ambiente naturale, migliorando la

vivibilità dell’ambiente urbano e i valori paesaggistici del territorio attraverso:
-
una disciplina degli usi e delle trasformazioni, orientata a limitare il consumo del territorio, delle
risorse non rinnovabili e alla prevenzione integrata degli inquinamenti;
-
una disciplina edilizia orientata al mantenimento delle morfologie e degli elementi costitutivi tipici,
correlata alle tipologie architettoniche, alle tecniche e materiali costruttivi tipici del luogo. Essa dovrà
contenere pertanto opportuni piani del colore, degli abachi, delle facciate e delle tipologie ammissibili
nelle diverse zone urbane. Tale disciplina si ispira alla considerazione del valore pubblico delle
facciate e dei prospetti che si affacciano sulle piazze e sulle vie, in quanto elementi costitutivi e
fondamentali del valore complessivo dell’insediamento urbano e della sua comunità. I Comuni in tali
piani dovranno anche prevedere nel contesto di generale coerenza col tessuto edilizio tradizionale, la
progettazione di nuove tipologie attraverso la rielaborazione di tipologie tradizionali e nuove soluzioni
architettoniche elaborate con il contributo di architetti e professionisti di chiara fama.
-
la realizzazione di interventi di riequilibrio e di mitigazione degli impatti negativi dell’attività antropica;
-
il potenziamento delle infrastrutture e delle dotazioni ecologiche ambientali costituite dall’insieme
degli spazi, delle opere e degli interventi che concorrono, insieme alle infrastrutture per
l’urbanizzazione degli insediamenti, a migliorare la qualità dell’ambiente urbano, mitigandone gli
impatti negativi.
In particolare, in conformità con le richiamate indicazioni e prescrizioni del PPR, il PUC dovrà basarsi sui seguenti
obiettivi specifici:


Conservazione, tutela e valorizzazione dell’identità ambientale, storica, culturale e insediativa.
Nel territorio di Olbia si esplicano una varietà di paesaggi e sistemi ambientali di pregio oltre a numerose
espressioni dell’identità storica e culturale della comunità stessa, che costituiscono importanti e riconosciute
risorse del territorio di Olbia. Il nuovo percorso di piano dovrà mirare alla tutela e salvaguardia di tali valori al
fine di garantire la loro protezione e valorizzazione e di cogliere le opportunità che gli stessi oggi ci
propongono.
Strategie di sviluppo sostenibile, tra identità urbana e innovazione.
Il PUC si propone di perseguire gli obiettivi volti a promuovere la qualità urbana e territoriale orientata alla
sostenibilità ambientale e alla qualità ecologica.Il concetto di sviluppo sostenibile è ormai diventato sinonimo
18
di crescita del benessere economico compatibile con l’ambiente. L’attenzione ai cambiamenti climatici indotti
dall’attività economica, con ricadute ambientali e sociali è connaturata al principio dello sviluppo sostenibile.
Lo sviluppo sostenibile rappresenta un fattore strategico per la crescita e la competitività della città di Olbia,
in termini di valorizzazione sostenibile del patrimonio edilizio esistente e futuro, delle reti di mobilità urbana,
e degli spazi collettivi. Uno sviluppo sostenibile per Olbia può essere immaginato attraverso l’azione
combinata di diversi fattori, fra i quali:



-
la valorizzazione delle risorse culturali, attraverso la costruzione di un sistema integrato dei luoghi
della cultura;
-
la pianificazione dei nuovi sistemi insediativi e la riqualificazione dell’esistente attraverso la
promozione di promozione di strategie di bioarchitettura e bioedilizia;
- il potenziamento dei sistemi infrastrutturali, fino ad ora sottodimensionati o sottoutilizzati.
Controllo del consumo del territorio.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla “riqualificazione” ed al “riuso” del sistema insediativo
esistente, nonché al “risanamento e completamento” delle aree che manifestano, con sofferenza, alcune
debolezze strutturali.
Salvaguardia e governo dei territori extraurbani. Sistema agricolo – ambientale – paesaggistico.
Il progetto di un sistema agricolo, ambientale e paesaggistico coeso, capace di individuare e connettere le
aree agricole con il sistema produttivo e insediativo è uno dei principali obiettivi del PUC.
La conservazione dei rapporti fra sistema agricolo e sistema insediativo è finalizzata alla tutela del territorio
e delle attività di produzione. Il Piano dovrà inoltre prevedere il recupero e la valorizzazione dei percorsi
tradizionali, la tutela della diversità delle produzioni e della integrità ambientale derivante da una agricoltura
evoluta.
Potenziamento e riorganizzazione del sistema turistico – Turismo sostenibile.
La pianificazione dello sviluppo urbano sulla fascia costiera dovrà essere finalizzata al corretto equilibrio tra
attività antropica e sistema ambientale. La riqualificazione ed il riuso del patrimonio esistente, la
localizzazione strategica dei servizi finalizzata a rendere competitive e appetibili aree strutturalmente
alternative, sono strettamente funzionali alla definizione di differenti modelli di gestione delle risorse stesse,
in grado di conciliare lo sviluppo economico con la salvaguardia degli elementi attrattori e la qualità della
vita.
Come noto, la fascia costiera olbiese rappresenta un’area di primaria importanza turistica a livello regionale
che registra un intenso movimento stagionale di presenze italiane e straniere con l’ambizione, attraverso
una riorganizzazione del comparto turistico, di conseguire una progressiva dilatazione della stagione
turistica.
All’interno di questo contesto gli obiettivi specifici dovranno:
-
favorire lo sviluppo sostenibile nel settore turistico, migliorando la fruibilità e accessibilità del
territorio;
-
estendere la stagione turistica oltre il periodo estivo, con strategie mirate all’integrazione degli
aspetti storico culturali, dell’alta qualità ambientale del sistema costiero e delle peculiarità
specifiche dell’entroterra;
-
prevedere la creazione ed organizzazione di itinerari turistici che coniugano il turismo culturale con
il turismo ambientale e prevedere la creazione e l’organizzazione di strutture golfistiche, strutture
legate alla talassoterapia, all’aromaterapia, alla fitoterapia, strutture sportive e itinerari turistici
enogastronomici, che coniugano il turismo culturale con il turismo ambientale.
19

Connessione fisica e funzionale tra le parti, accessibilità e fruibilità.
Il Piano dovrà prevedere il rafforzamento e il miglioramento delle reti infrastrutturali dei servizi e delle
attrezzature a supporto della vita sociale e comunitaria, del turismo e delle strutture produttive, rivisitando gli
assi portatori di servizi e i punti generatori di utenze di traffico in modo da alleggerire la “pressione” (di
traffico, rumore, gas di scarico) sui quartieri della città, ridefinendo il percorso strutturale dell’assetto viario a
servizio della città e di percorrenza esterna.
Dal riordino delle conoscenze in atto emergono già diversi punti di debolezza dell’assetto del territorio olbiese, legati
principalmente allo sbilanciamento tra le diverse componenti del territorio comunale.
Pertanto, in armonia con le indicazioni del PPR, uno dei principi cardine che sottende ai vari indirizzi e obiettivi prioritari
per conferire alla città un nuovo slancio rinnovatore è quello della ricerca di un “equilibrio”, necessario al riordino del
sistema insediativo e infrastrutturale, e con esso di quello economico e sociale della città in armonia con il contesto
ambientale e paesaggistico.
Il nuovo Piano Urbanistico Comunale dovrà essere volto al bilanciamento degli elementi del territorio e in termini
operativi potrà basarsi sul principio di rigenerazione degli ambiti consolidati in luogo dell’utilizzo di nuovo suolo per lo
sviluppo della città. Il nuovo piano urbanistico dovrà cercare modalità d’uso del suolo più performanti, sia sotto il profilo
dell’efficienza funzionale, sia sotto quello del rapporto tra edificato e paesaggio. Alcune azioni concrete riconducibili a
questo principio potranno essere offerte anche attraverso nuove forme finalizzate a incentivare la riqualificazione e
sostituzione dell’edificato esistente, attraverso il metodo della incentivazione, della compensazione e della
perequazionePertanto, il nuovo Piano dovrà avvalersi dei principi di incentivazione, compensazione e perequazione per
un nuovo bilanciamento tra obiettivi pubblici e interessi privati. Tali strumenti, potranno, almeno in certi ambiti territoriali,
facilitare il raggiungimento efficace degli obiettivi individuati dall’Amministrazione Comunale per il riordino del sistema
insediativo e l’adeguamento dell’assetto infrastrutturale e dei servizi.
Per alcuni ambiti, l’introduzione del metodo di perequazione comporterà il superamento del tradizionale metodo della
“zonizzazione” che assegna a lotti facenti parte di una medesima zona, un indice edificatorio prefissato e individua
determinate aree come identificabili in quanto necessarie per il soddisfacimento della dotazione minima di servizi
pubblici. Con l’applicazione di indici perequativi ad ogni lotto corrisponderà un diritto edificatorio svincolato dalla sua
effettiva realizzazione, prevedendo che, in caso di impossibilità di edificare direttamente in situ, tale diritto edificatorio
possa essere trasferito in altre aree idonee. La perequazione, che dovrà essere intesa come mezzo e non come fine,
sarà accompagnato da altri strumenti quali la compensazione o l’incentivazione.
L’introduzione del metodo di incentivazione dovrà rafforzare e supportare il raggiungimento degli obiettivi di
“rigenerazione” degli ambiti consolidati, di “riuso” dell’edificato esistente, nonché dell’obiettivo di “completamento”
dell’insediamento esistente.
Inoltre, l’introduzione del metodo della compensazione potrà concretamente rendere attuabili le previsioni urbanistiche in
relazione alle dotazioni minime di spazi pubblici (aree verdi, aree per l’istruzione, aree per attrezzature di interesse
comune, aree per posteggi e aree per spazi pubblici attrezzati) che difficilmente potranno essere acquisite al patrimonio
pubblico ricorrendo alle tradizionali procedure basate sull’acquisizione forzata (esproprio).
20
In sintesi, da un lato ci si ripropone di tracciare, anche con linee forti, un nuovo disegno della città, rimodellandone vuoti
e pieni e ricercando nuove armonie tra il sistema insediativo e il sistema ambientale; dall’altro –per poter attuare tale
disegno– con l’introduzione di moderne tecniche di incentivazione, compensazione e perequazione, si intende
alleggerire, e dove possibile eliminare, le contrapposizioni tra differenti capacità edificatorie che facilmente potrebbero
risultare attribuite in maniera arbitraria e far concorrere interesse privato e interesse pubblico verso l’unico obiettivo di
uno sviluppo sostenibile.
21
B
Il percorso di formazione del PUC adeguato al Piano Paesaggistico Regionale
Il quadro normativo regionale individua la necessità di adeguare i sistemi urbani territoriali con il sistema paesaggistico
ed assegna al Piano Urbanistico Comunale un ruolo determinante sulla governance del territorio.
La pianificazione paesaggistica regionale e le “Linee guida per l’adeguamento dei piani urbanistici comunali al PPR e al
PAI” prevedono che il processo di adeguamento della pianificazione locale si sviluppi secondo tre fasi tipiche:



Fase della conoscenza
Fase dell’interpretazione
Fase della risposta
La prima fase di riordino delle conoscenze territoriali ha il compito di monitorare, inventariare e classificare le risorse e i
fenomeni presenti sul territorio. Essa si dispiega attraverso la costruzione dei tre assetti:
-
AMBIENTALE
STORICO-CULTURALE
INSEDIATIVO
Il fine ultimo è ovviamente quello di fornire gli “strati informativi” utili a definire il quadro delle conoscenze territoriali fornendo la “fotografia” dello stato attuale del territorio del comune di Olbia- che costituiranno il supporto alle scelte di
governo e di utilizzo del territorio basate sulla conoscenza e sulla valorizzazione delle preesistenze storico-culturali,
naturalistiche, ambientali, materiali e immateriali che caratterizzino il territorio.
In questa fase il comune potrà arricchire e integrare l’insieme dei valori ambientali, paesaggistici e storico-culturali, sulla
base delle conoscenze raggiunte in scala di maggior dettaglio e delle strategie di valorizzazione del territorio.
Allo stato attuale, questa fase è stata parzialmente sviluppata dal Prof. Giuseppe Scanu, che ha curato gli assetti
ambientale e storico-culturale in collaborazione con la Dott.ssa Paola Mancini per la parte archeologica del territorio
extra urbano e con la locale Soprintendenza per la parte archeologica della città antica di Olbia. Per quanto concerne
invece l’assetto insediativo, lo stesso è in parte stato elaborato a cura del personale interno all’Ente.
Poiché i lavori sono ormai fermi dal 2006, occorre portare a conclusione la costruzione dei predetti assetti e aggiornarli
alle evoluzioni di un territorio che nel frattempo è stato interessato da una veloce e intensa trasformazione urbanistica.
Nella seconda fase dell’interpretazione si dovrà procedere, sulla base delle conoscenze raggiunte dai singoli assetti,
insendiativo, ambientale e storico-culturale, ad individuare e valutare gli elementi caratterizzanti del territorio in termini di
valori e criticità. Una volta individuate la struttura, le relazioni sistematiche e la qualità delle risorse paesistico–territoriali
occorre considerare i principali processi di sviluppo coerenti con gli indirizzi.
In particolare la lettura e analisi dei processi che hanno generato l’attuale conformazione del sistema insediativo –alla
luce degli aspetti morfologici, funzionali, socio-economici e culturali del territorio- serviranno di supporto per le
successive fasi di pianificazione e progettazione del sistema insediativo.
22
Và da se che a monte delle scelte e delle decisioni di intervento, sulla città e sul contesto territorio-città, esiste un'analisi
strutturata della domanda che individua la dimensione del fabbisogno abitativo, stimando sia la reale, nuova, nascita di
residenze, su cui può essere valutata dimensionalmente la crescita della città, sia l'esigenza di riqualificare l'esistente al
fine di consentire ai residenti sopratutto delle aree di più antica ma anche recente formazione, standard abitativi
adeguati alla nuova idea di città ambientalmente sostenibile.
Ma la domanda non è vista solo in relazione all'esigenza dell'abitare, del vivere, dell'operare; essa va letta anche come
analisi strutturata e determinata di caratteri dell'ambiente, del paesaggio e del carico di storia che il territorio si porta
appresso, da cui deriva l'esigenza di riqualificare, ridisegnare, recuperare ristrutturare, conservare e valorizzare le
peculiarità paesaggistiche-ambientali unitamente alle maglie e ai nodi del passato con le tracce della storia che ne
testimoniano le vicende, predisponendo gli scenari evolutivi della conservazione del paesaggio come memoria collettiva
e come cultura per il futuro delle generazioni che verranno.
La definizione dell'interazione tra i tre assetti fondamentali, ambientale-paesaggistico, storico-culturale e insediativo
individuati dal PPR, rivisitati nella fase di riordino delle conoscenze, traccia il quadro di base al cui interno collocare i
tasselli della rete che consentiranno di creare la maglia di paesaggi che descrivono l'identità e individuano valori, che
denotano le peculiarità e definiscono le esigenze, che individuano l'evoluzione e tracciano le regole dell'assetto del
futuro del paesaggio in maniera integrata con la collettività tale da consentirgli delle scelte urbanisticamente sostenibili.
La fase di interpretazione è quella che infatti connoterà il territorio e fornirà le chiavi per rispondere alla domanda di
riqualificazione della produttività dei suoli, di conservazione delle aree umide, di contrastare i fattori di rischio e di
vulnerabilità del sistema territorio, di conservazione dell'ambiente con i suoi beni paesaggistici e identitari, di riequilibrare
tra gli ecosistemi garantendo le dinamiche evolutive naturali, in particolare lungo la fascia costiera e le aree di maggiore
naturalità e vocazionalità, individuando puntualmente le qualità e le incongruità.
Infine, la fase della risposta dovrà condurre alla definizione delle norme e dei regolamenti del progetto urbanistico e
paesaggistico comunale, specificando la zonizzazione e le relative destinazioni d’uso del territorio comunale e definendo
le regole per ciascuna delle zone individuate, e le relative destinazione.
Lo schema esemplificativo che segue è rappresentativo dell’attività di aggiornamento del PUC al PPR attraverso la
suddivisione per fasi.
23
Per lo sviluppo delle citate fasi, e dei prodotti conseguenti, potrà essere di valido ausilio il Protocollo d’Intesa stipulato
con la Regione al fine di porre in essere le previste procedure di co-pianificazione, adottando metodologie concordate e
regole condivise da tutti i soggetti istituzionali competenti, finalizzate ad armonizzare i bisogni evolutivi con una corretta
interpretazione delle naturali vocazioni del territorio e a far si che il processo di adeguamento del piano sia condotto nel
rispetto delle previsioni del PPR.
In particolare, la coerenza con le indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale -e specificamente degli ambiti di
paesaggio 18 e 19 che ricomprendono l’intero territorio olbiese- nonché con le altre disposizioni regionali, verrà
costantemente monitorata attraverso la procedura di pianificazione concertata tra Comune e Regione, che dovrà
accompagnare l’intero processo di elaborazione del Piano Urbanistico Comunale. Attraverso tale procedimento si potrà
24
verificare in corso d’opera l’efficacia della stesura degli elaborati di piano, evitando che tale riscontro sia demandata
all’esito positivo della verifica di coerenza prevista dall’articolo 31 della L.R. 7/2002.
Durante l’iter di redazione del Piano potranno anche essere attivati percorsi dedicati a favorire la co-pianificazione con
gli altri soggetti titolari delle gestioni speciali del porto, dell’aeroporto, del consorzio industriale e delle ferrovie, che
hanno la finalità di armonizzare e integrare le scelte pianificatorie dei diversi strumenti di governo del territorio. Con tali
finalità, potranno essere formulate proposte operative e sviluppate specifiche progettualità.
25
C
Il percorso per l’adeguamento al Piano di Assetto Idrogeologico
Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino unico regionale (PAI). è stato approvato con D.P.G.R. n. 67 del
10.07.2006, è lo strumento conoscitivo normativo e tecnico–operativo mediante il quale sono pianificate e programmate
le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione del suolo, alla prevenzione del
rischio idrogeologico, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato.
La disciplina dell’assetto idrogeologico si prefigge il raggiungimento degli obiettivi di cui all’art.1 della Norme di
Attuazione del PAI e in sintesi:



l’individuazione e delimitazione delle aree con pericolosità idraulica o da frana;
la messa in sicurezza delle aree già antropizzate attraverso azioni strutturali e non strutturali;
la prevenzione del rischio attraverso adeguate norme d’uso del territorio.
La messa in sicurezza appartiene prevalentemente alla pianificazione e programmazione regionale, mentre la
prevenzione appartiene sia al governo regionale, attraverso regole e linee di indirizzo per l’uso del territorio, che al
governo locale, come attuazione delle regole generali del Piano e, soprattutto, come analisi di maggiore dettaglio da
effettuarsi in fase di pianificazione.
Al fine di rendere compatibili le trasformazioni territoriali connesse al rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni
comunali con la disciplina del PAI e il PPR, l’Amministrazione Comunale dovrà riportare alla scala locale le aree di
pericolosità e di rischio idrogeologico e rapportare a queste gli studi e gli atti di pianificazione, nonché recepire nelle
norme di attuazione del PUC le prescrizioni e i vincoli imposti dal PAI.
Ai sensi dell’articolo 4, comma 5, delle NdA del PAI, si dovrà riportare alla scala grafica di piano, i perimetri delle aree a
rischio idraulico Ri e geomorfologico Rg, e delle relative aree a pericolosità idraulica Hi e geomorfologica Hg, inoltre
dovranno essere contestualmente adeguare le norme tecniche dello strumento urbanistico.
26
Pertanto, nell’adeguamento del PUC al Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) l’Amministrazione Comunale
dovrà provvedere a:



riportare la perimetrazione del PAI, relativamente alle aree pericolose H4, H3, H2 e a rischio R4, R3, R2, alla
scala grafica dello strumento urbanistico vigente, adeguando contestualmente le relative norme;
quando la traslazione della perimetrazione del PAI nello strumento urbanistico generale, effettuata
dall’Amministrazione Comunale, comporti apprezzabili modifiche dei perimetri di individuazione delle aree
pericolose e a rischio, l’Amministrazione Comunale dovrà richiedere apposito parere all’Agenzia del Distretto
Idrografico, che valuterà, esprimendosi sulle analisi di maggiore dettaglio presentate dall’Amministrazione
Comunale e redatte in conformità alle Linee Guida del PAI, se la richiesta si configuri come variante al PAI
da sottoporre alla procedura dell'art. 37 delle NdA del PAI;
introdurre nelle norme tecniche dello strumento urbanistico le limitazioni d'uso prescritte dal PAI ed
effettuano la verifica della programmazione urbanistica con le condizioni di dissesto idrogeologico presenti o
potenziali evidenziati dal PAI;
Inoltre, le NdA del PAI, all'art. 26, prevedono che nell'adeguamento della pianificazione comunale vengano delimitate (in
scala 1:2000) le aree di significativa pericolosità idraulica e geomorfologica non perimetrate in precedenza dal PAI, quali
il reticolo minore gravante sui centri edificati, le foci fluviali, le aree lagunari e gli stragni.
All'art. 8, comma 2, delle NdA del PAI si prescrive che “indipendentemente dall'esistenza di aree perimetrate dal PAI”, in
sede di adozione di nuovi strumenti urbanistici i Comuni assumono e valutano le indicazioni di appositi studi di
compatibilità idraulica e geologica e geotecnica predisposti in osservanza degli artt. 24 e 25 delle NdA del PAI. Tali studi
sono riferiti a tutto il territorio comunale e analizzano le possibili alterazioni dei regimi idraulici e della stabilità dei versanti
collegati alle nuove previsioni di uso del territorio, con particolare riguardo ai progetti di insediamenti residenziali,
produttivi, di servizi, di infrastrutture.
Sempre con riferimento all’articolo 8 delle NdA, al comma 4 si stabilisce che le prescrizioni urbanistiche ed edilizie a
corredo degli atti di pianificazione devono:




contenere norme ed interventi per adeguarsi alle disposizioni di cui al Titolo II delle NdA del PAI;
dettare prescrizioni in ordine alla sicurezza idrogeologica delle attività e degli insediamenti programmati
applicando, specificando ed adattando le disposizioni del PAI secondo le situazioni di pericolo esistenti nel
rispettivo territorio;
garantire il mantenimento o il miglioramento della permeabilità dei suoli esistente adottando eventuali misure
ed interventi compensativi;
prevedere che le aree prive di insediamenti siano gradualmente dotate di adeguati sistemi di drenaggio lento
delle acque meteoriche.
I successi commi dall’8 al 12 del medesimo articolo 8, prevedono che, nelle aree perimetrale, gli strumenti di
pianificazione regolano e istituiscono le fasce speciali di tutela.
La procedura di adeguamento del PUC al PAI prevede il riporto alla scala di dettaglio delle aree di pericolosità e di
rischio idrogeologico nonché l'esame del rapporto tra queste e gli studi e le istruttorie e gli atti di pianificazione, nonché il
recepimento, nelle norme di attuazione del PUC, delle prescrizioni e dei vincoli imposti dai piani territoriali.
27
Come già detto, la fase di recepimento del PAI negli strumenti urbanistici è normata dall'art. 4 comma 5 delle NdA del
PAI, in base al quale gli Enti dovranno acquisire parere da parte dell'autorità idraulica competente che valuterà se le
modifiche alla perimetrazione del PAI sono da ascriversi a mero adattamento cartografico o configurarsi come variante
al PAI per il quale saranno attivate le procedure di cui all'art. 37 delle NdA del PAI.
Si riportano di seguito le carte di pericolosità idraulica nei due casi di mero adattamento cartografico o di variante al PAI.
1 – Esempio di adattamento cartografico delle perimetrazioni del PAI allo strumento urbanistico:
1-a - area a pericolosità idrogeologica tratta dal PAI
1.b - area a pericolosità idrogeologica tratta dalla
trasposizione del PAI alla scala locale
2 – Esempio di modifica delle aree di pericolosità a seguito di variante ai sensi dell'art. 37 delle NdA del PAI:
2-a - area a pericolosità idrogeologica tratta dal PAI
2.b - area a pericolosità idrogeologica a seguito di
studi di maggior dettaglio
Inoltre, nel caso del Olbia, di adozione di un nuovo strumento urbanistico, il Comune è tenuto, ai sensi dell'art. 8 comma
2 del PAI, a redigere lo studio di compatibilità idraulica e geologico-geotecnico esteso a tutto il territorio comunale.
Preliminarmente si dovranno elaborare i seguenti tematismi, utili ai fini dell'attività di perimetrazione delle aree di
pericolosità e di rischio idraulico e idrogeologico: carta della permeabilità dei suoli, carta delle acclività, carta
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geolitologica, carta geomorfologia, carta idrogeologica, carta pedologica e della Unità di Terre, carta dell'uso del suolo,
carta geologica, carta della copertura vegetale.
Le principali fasi di possono così sintetizzare:






analisi storica dei fenomeni di dissesto sia di frana che idraulici;
studio idrologico delle portate di massima piena attraverso l'applicazione delle metodologie indicate nelle
Linee Guida del PAI;
applicazione delle metodologie indicate nelle Linee Guida del PAI per l'individuazione delle aree di
pericolosità di frana e idraulica;
individuazione degli elementi a rischio;
individuazione delle aree di rischio idraulico e di frana secondo i livelli indicati nelle Linee Guida del PAI;
individuazione delle opere necessarie per la mitigazione del rischio idraulico e di frana.
È utile evidenziare che, poiché gli studi di adeguamento al PAI sono sottoposti, unitamente al piano urbanistico
comunale del quale fanno parte integrante, all'esame del competente Assessorato agli Enti Locali, finanze e urbanistica,
per la verifica di coerenza prevista dall'art. 31, commi 3 e 5, della L.R. 22.4.2002, n. 7, è opportuno che tali studi siano
sottoposti all’esame da parte dell’autorità idraulica competente già dalle prime fasi di redazione del Piano Urbanistico
Comunale.
Si fa presente che, il comune di Olbia nel 2008 ha conferito all’ing. Michele Territo l’incarico per l’adeguamento dello
strumento urbanistico comunale al PAI.
A seguito del recente evento alluvionale che ha colpito la Città di Olbia in data 18.11.2013, l’Amministrazione Comunale,
con D.G.C. n. 19 del 22.01.2014, ha deliberato di procedere alla redazione dello studio di Variante al PAI.
Gli studi sin qui condotti, dovranno essere rielaborati al fine di tener conto:



delle nuove “Metodologie di Analisi” approvate definitivamente, unitamente al Piano Stralcio delle Fasce
Fluviali, con deliberazione della Giunta Regionale n.1 del 20 giugno 2013;
dei maggiori franchi idraulici previsti, per le opere di mitigazione del rischio, dal comma 1, lettera d), dell'art.
21 delle NTA del PAI, recante “indirizzi per la progettazione, realizzazione e manutenzione delle
infrastrutture”;
dei disastrosi effetti prodotti dalle eccezionali precipitazioni del 18 Nov. 2013.
Per tali finalità è in fase di istituzione un tavolo di coordinamento costituito dal Comune di Olbia, dalla Direzione generale
dell’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna e dall’Ass. Reg. Lavori Pubblici, finalizzato alla
definizione della Variante al PAI e alla individuazione del soluzioni da attuare per garantire la sicurezza delle aree a
“rischio idraulico” e il relativo ordine di priorità.
Infine, si fa presente che recentemente è stato conferito al Prof. Ing. Marco Mancini, specializzato in materia di
sistemazioni di bacino e idrologia di piena e nella delimitazione delle aree di allagamento,ed al Dott. Geol. Giovanni
Tilocca, esperto di problematiche di geomorfologia inerenti la perimetrazione di aree pericolose, l’incarico per le attività
anzidette.
29
D
Relazione con la pianificazione di livello preordinato e di pari livello
Il processo di adeguamento del PUC al Piano Paesaggistico Regionale e il Piano di Assetto Idrogeologico presuppone
che lo stesso debba essere coerente anche con gli altri strumenti di pianificazione di livello sovraordinato già esistenti.
Per tali piani occorrerà, in sede di VAS, verificare la coerenza esterna, ovverosia che il piano non si ponga in contrasto
con le previsioni dei piani di valenza regionale e provinciale, quali a titolo esemplificativo il Piano Regionale dei Trasporti,
il Piano del Turismo Regionale, il Piano Energetico Regionale, il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, il Piano
Regionale di Tutela delle Acque, il Piano Forestale Regionale, il Piano Urbanistico Provinciale, il Piano Strategico
Provinciale, il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani.
Come già detto, durante il processo di costruzione del PUC si dovrà istaurare un dialogo costruttivo con i soggetti titolari
delle cosiddette gestioni speciali del porto, dell’aeroporto, dell’area industriale, delle ferrovie e dell’Area Marina Protetta
di Tavolata. Il fine ultimo è quello di perseguire una maggiore connessione e integrazione strutturale e formale fra il PUC
e gli altri strumenti di pianificazione che interessano i diversi ambiti comunali, ovverosia il Piano di Sviluppo Aeroportuale
e i relativi Piani di Rischio e Carte Ostacoli, il Piano Regolatore Generale del Porto, il Piano Regolatore Generale del
Consorzio Industriale, il Piano di Gestione dell’Area Marina Protetta e delle Aree SIC e ZPS.
Per quanto attiene i piani di competenza comunale, il Piano Urbanistico Comunale dovrà perseguire l’integrazione fra gli
obiettivi e i contenuti specifici di tali piani e quelli propri del PUC medesimo, al quale, giova ricordare, è assegnato il
compito di governare l’assetto dell’intero territorio comunale. In particolare, dovranno essere presi in considerazione il
Piano di Sviluppo Strategico, in cui sono tracciate le linee di sviluppo e del ridisegno funzionale della città, nonché i
seguenti strumenti di pianificazione settoriale attualmente in fase di predisposizione: Piano di Azione delle Energie
Sostenibili, Piano Urbano della Mobilità, Piano di Utilizzo dei Litorali e Piano di Zonizzazione Acustica.
Per quanto attiene al primo, con deliberazione di Consiglio Comunale n.70 del 01.07.2012 è stata approvata l’adesione
formale del Comune di Olbia al Patto dei Sindaci, per il perseguimento delle politiche di risparmio energetico sul proprio
territorio, attraverso l’attuazione di una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 in atmosfera entro il 2020. Il formulario
di adesione al Patto dei Sindaci, sottoscritto contestualmente alla citata deliberazione, prevede, fra gli altri, l’impegno a
presentare entro un anno dall’adesione un Piano d’Azione per l’Energie Sostenibili (PAES), comprensivo dell’inventario
delle emissioni, che metta in evidenza in che modo verranno raggiunti l’obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni di
CO2.
Poiché tale obiettivo si può raggiungere riducendo i consumi energetici del 20%, rispetto al 2009 assunto come anno di
riferimento, nei settori di intervento più idonei che sono stati individuati attraverso l’Inventario Base delle Emissioni, che
ha identificato i consumi energetici espressi in termini di quantità di CO2 emessa sul territorio comunale.
Dall’analisi dei dati è emerso che i maggiori consumi sono quelli relativi all’energia elettrica ed ai combustibili di origine
fossile, legati principalmente all’autotrazione e al riscaldamento degli edifici. Pertanto, le politiche di riduzione dei
consumi energetici da mettere in atto nel territorio comunale di Olbia entro il 2020, non possono prescindere dalla
riduzione dei consumi di energia elettrica e dei combustibili fossili connessi ai settori dell’edilizia residenziale,
commerciale e industriale, sia pubblica che privata, nonché al settore dei trasporti.
30
Affinché ciò sia un obiettivo raggiungibile e misurabile, il PAES non può essere uno strumento di pianificazione a sé
stante, ma è necessario che lo stesso sia uno strumento integrato rispetto alla pianificazione di natura urbanistica, e
nello specifico col Piano Urbanistico Comunale, nonché rispetto al Piano Urbano della Mobilità.
Diventa pertanto di fondamentale importanza prevedere all’interno del PUC un’insieme di norme, e specifiche misure,
volte ad incentivare il risparmio energetico in edilizia, introducendo nel processo pianificatorio anche le considerazioni
ambientali ed energetiche proprie del PAES. Tale strategia dovrà essere rivolta sia al miglioramento dell’efficienza
energetica del patrimonio edilizio esistente che alla realizzazione di nuove costruzioni dotate di standard energetici
qualitativamente più elevati.
Questo obiettivo potrà essere raggiunto, ad esempio, attraverso una serie di misure, da attuare nel medio e lungo
periodo, quali:
 la redazione di un "Regolamento Energetico Comunale" costituente parte integrante del regolamento edilizio,
con obbligo nelle nuove costruzioni di costruire con miglioramento del -15/20% rispetto ai parametri minimi del
D.Lgs. 192/05;
 l’incentivazione –ad esempio tramite la riduzione di TARSU e/o IMU o attraverso la previsione di bonus
espressi in termini di volumetrie edificabili- delle riqualificazioni che migliorino le prestazioni energetiche del
patrimonio edilizio esistente rispetto allo stato attuale;
 l’inserimento di norme specifiche che prevedano, all’interno dei piani attuativi, la valorizzazione del rapporto
sito-edificio, ispirati ai principi della bioarchitettura, relativamente ai criteri di esposizione rispetto ai punti
cardinali ed allo studio delle zone verdi funzionali al miglioramento delle condizioni microclimatiche e quindi alla
conseguente riduzione dei carichi di riscaldamento e raffrescamento;
 l’inserimento di norme che prevedano, nei nuovi piani di espansione, la realizzazione di circuiti di mobilità
sostenibile quale quella ciclabile;
 la semplificazione delle norme per la certificazione energetica degli edifici, favorendo però un’oggettiva ed
effettiva verifica dei requisiti di prestazione energetica sia in fase autorizzativa che a lavori ultimati;
 la semplificazione dell’iter autorizzativo degli interventi volti all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
Per quanto attiene, invece, al Piano Urbano della Mobilità, previsto dal D.Lgs. 285 del 30/04/1992 e s.m.i., il Comune di
Olbia, con convenzione in data 26 settembre 2012, ha affidato al Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e
Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari l’incarico per il supporto tecnico scientifico alla redazione del PUM, che
rappresenta lo strumento finalizzato a ottenere il miglioramento delle condizioni di circolazione e sicurezza stradale, la
riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico e il risparmio energetico. Attraverso il PUM si individueranno le
maggiori direttrici della mobilità e gli scenari di medio e lungo periodo e si definiranno le strategie in grado di orientare lo
sviluppo della mobilità nel territorio comunale, da attuarsi attraverso la previsione di una serie di interventi -per i quali
dovranno essere stabilite le priorità e i tempi di attuazione- di tipo infrastrutturale, tecnologico e gestionale.
In conformità con gli indirizzi enunciati all’articolo 65 delle NTA del PPR, il redigendo Piano Urbano della Mobilità dovrà
inoltre:
 garantire un sistema di infrastrutture adeguato rispetto alla interconnessione dell’insediamento;
 favorire le modalità di trasporto pubblico, in luogo di quello privato, nonché modalità di trasporto a basso
consumo energetico;
31
 favorire lo sviluppo della mobilità alternativa all’automobile, con particolare riferimento alle piste ciclabili;
 assicurare sedi confortevoli per la mobilità pedonale e l’effettivo abbattimento delle barriere architettoniche;
 individuare percorsi casa-scuola e casa-gioco, percorsi per ipovedenti e percorsi senza barriere architettoniche.
Inoltre, all’interno del PUC dovranno essere previste un’insieme di norme ed elaborati volti a definire l’organizzazione e
le caratteristiche progettuali di tutti gli elementi stradali, anche quelli preesistenti, gli schemi tipologici dell’organizzazione
delle intersezioni, con particolare riguardo al sistema ottagonale, sia all’interno dei nuovi insediamenti che nei tratti e
punti di collegamento con gli archi gerarchicamente superiori, l’indicazione di soluzioni per i percorsi pedonali e ciclabili
sulla viabilità locale e residenziale.
Affinché ciò sia attuabile, il PUM non deve essere uno strumento di pianificazione a sé stante, ma è necessario che lo
stesso si integri alla pianificazione urbanistica, nonché al Piano d’Azione per l’Energie Sostenibili, introducendo nel
processo pianificatorio anche le considerazioni di natura trasportistica proprie del PUM. Per garantire questa
integrazione in maniera efficace ed economica, è opportuno che sia valutato un coinvolgimento diretto del Dipartimento
di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari in seno al gruppo di lavoro
interdisciplinare che sarà incaricato di redigere il PUC.
Analoghe considerazioni possono essere fatte per quanto attiene il redigendo Piano di Utilizzo dei Litorali, con la
precisazione che quest’ultimo sarà richiamato integralmente, tale e quale, nel Piano Urbanistico Comunale, in quanto lo
stesso è predisposto già in coerenza con le disposizioni del PPR e del PAI.
Infatti, l’Amministrazione Comunale di Olbia, con Deliberazione della Giunta Comunale n. 137 del 07/05/2012, ha
adottato, in conformità agli artt. 17, 18 e 19 delle Linee Guida Regionali approvate con DGR 25/42 del 1.7.2010, il
quadro degli obiettivi e degli indirizzi operativi per la redazione del Piano di Utilizzo dei Litorali con finalità turistico
ricreativa. Tale piano disciplina le aree demaniali marittime, regolamenta l'organizzazione dei litorali anche in relazione
al territorio immediatamente attiguo, ivi compresa la regolamentazione dell’accessibilità viaria e pedonale delle aree nel
loro complesso e dei singoli siti ai sensi dell’art. 29 L.R. 11 ottobre 1985, n 23.
In conformità alle “Linee Guida per la predisposizione del Piano di Utilizzo dei Litorali” approvate con la citata
deliberazione della Giunta Regionale n. 25/42 del 01/.07.2010, il Piano di Utilizzo dei Litorali del Comune di Olbia si
prefigge i seguenti obiettivi generali:







garantire la conservazione e la tutela dell’ecosistema costiero;
armonizzare ed integrare le azioni sul territorio per uno sviluppo sostenibile anche in relazione al territorio
immediatamente attiguo;
rapportare l’organizzazione dell’arenile al carattere naturale, rurale e urbano del contesto;
migliorare l’accessibilità e la fruibilità del sistema litoraneo in maniera da contrastare i processi di erosione e
degrado della risorsa spiaggia;
promuovere e incentivare la riqualificazione ambientale;
regolamentare e coordinare le diverse attività di servizio sui litorali attraverso processi di integrazione e
complementarietà fra le stesse;
favorire la qualità, l’innovazione e la diversificazione dell’offerta di servizi turistici;
32
incentivare l’autonomia energetica delle strutture a servizio della balneazione attraverso l’utilizzo delle energie
alternative con modalità morfologicamente integrate con le architetture.
La scelta di redigere e approvare il Piano di Utilizzo dei Litorali separatamente dal PUC, è dettata dalle recenti
disposizioni regionali sopra citate, che di fatto definiscono una sostanziale indipendenza in termini procedurali, tecnico
metodologici e disciplinari del PUL rispetto al PUC, e risponde alla necessità di regolamentare i litorali secondo criteri di
sostenibilità per tutelare l’ecosistema costiero. Allo stato attuale si è provveduto ad un’accurata caratterizzazione del
sistema costiero olbiese dal punto di vista geomorfologico, sedimentologico, faunistico e vegetazionale, e sulla base dei
predetti studi sono in fase di conclusione gli elaborati di piano finalizzati a regolamentare e coordinare le diverse attività
turistico-ricreative a servizio dei litorali, che presupporre la prima adozione del PUL nei prossimi mesi.
Infine, con riferimento al Piano di Zonizzazione Acustica, che allo stato attuale è nella fase conclusiva di
predisposizione, si ritiene opportuno che lo stesso concluda l’iter di approvazione, demandandone il suo adeguamento
al PUC ad una fase successiva all’approvazione di quest’ultimo.
33
E
I progetti urbani e l’aggiornamento della pianificazione di livello attuativo
Le “Linee guida per l’adeguamento dei piani urbanistici comunali al PPR e al PAI” prevedono che il Piano Urbanistico
Comunale poiché dovrà essere capace di rappresentare con efficacia l’idea del progetto complessivo di ogni
trasformazione o modificazione prevista, sarà accompagnato da un sistema di regole puntuali e definite, necessarie per
garantire un monitoraggio efficace e trasparente degli effetti attesi, evitando, ove possibile di rinviarne la valutazione agli
strumenti attuativi sott’ordinati. Per tale motivo, i progetti che si svilupperanno all’interno del territorio comunale, in
particolare sul patrimonio degli insediamenti presenti in ciascun ambito locale, non dovranno fare riferimento a futuri
piani attuativi -quali ad esempio i Piani di recupero- che richiederebbero dilazioni temporali e procedure di approvazione
differite nel tempo.
Questa scala di dettaglio sarà contestualizzata nei cosiddetti Progetti Urbani, che rappresentano il livello di
progettazione che definisce gli elementi del contesto urbano e concretizza gli obiettivi di qualità paesaggistica e
urbanistica-architettonica che il PPR indica come prioritari nella definizione dell’assetto insediativo dei nostri centri. Alla
scala della regolamentazione locale -di norma al 2.000 con approfondimenti a scala maggiore per le porzioni urbane più
significative- dovranno essere indicate le sistemazioni di massima delle infrastrutture principali, del verde pubblico e
dell’edificato al fine di promuovere uno sviluppo armonico dell’abitato.
Inoltre, tale impostazione è richiamata, oltre che dalle citate linee guida, dall’art. 75 delle NTA del PPR che, per le
espansioni in programma, prevede che i nuovi piani urbanistici dovranno proporre “modelli insediativi di riferimento”, da
definirsi attraverso puntuali analisi morfotipologiche dell’insediamento esistente, e dovranno essere corredati da “progetti
guida” in grado di definire l’articolazione planovolumetrica della pianificazione attuativa e di illustrare le tipologie
architettoniche, le tecniche e i materiali costruttivi, in funzione degli obiettivi di qualità paesaggistica attesi.
I progetti urbani si configurano secondo differenti tipologie sia per i contenuti, sia per gli esiti in relazione alle forme e
modalità di attuazione.
Una prima tipologia riguarda i progetti urbani di ricerca, che rappresentano la base per il discorso pubblico e la
pianificazione cooperativa di parti di città fino a oggi sottovalutate sotto il profilo delle potenzialità urbane, sia perché
oggetto di gestioni speciali settoriali, sia perché considerate ingiustamente esterne e marginali nella costruzione della
forma urbis. Nel primo caso riguarda le aree soggette a gestioni speciali, ma che sappiamo essere strategiche per il
progetto della città, quali l’ambito industriale, l’ambito portuale e l’ambito aeroportuale. Nel secondo caso interessa le
aree già normate da piani di risanamento, ma il cui ruolo determinante nel progetto della città richiede un
approfondimento mirato.
Una seconda tipologia corrisponde ai progetti urbani guida, che, anche in questo caso, rappresentano la base per il
discorso pubblico e la guida per gli interventi in ambiti interni sensibili come le zone di completamento della città
compatta o in ambiti considerati esterni o marginali, ma ricchi di potenzialità urbane per la contiguità con i segni rilevanti
del sistema ambientale: si tratta sia degli ambiti periferici della pianura urbanizzata, sia degli ambiti che la geografia
urbana definisce rururbani, nei quali agricolo e urbano si contaminano in forme varie e complesse, sia degli ambiti
insediativi annucleati interni e vicini alla costa di San Pantaleo, Rudalza, Multa Maria e Berchiddeddu, sia degli ambiti
insediativi costieri del golfo esterno.
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Una terza tipologia comprende i progetti urbani che convergono nelle forme dei piani attuativi e che rappresentano
anch’essi la base per il discorso pubblico, ma hanno anche lo scopo di introdurre da subito il progetto della città nelle
sue forme concrete e di affrontare situazioni particolarmente sensibili e urgenti. Vi fanno parte l’ambito di Poltu Quadu
dall’insenatura sud alle foci del Padrongianu, l’ambito del Parco ferroviario dall’Artiglieria a Porto Romano, l’ambito di
Fausto Noce da Porto Romano alle sue estensioni settentrionali e l’ambito di Tilibbas nelle sue frange occidentali.
In contemporanea al processo di costruzione del PUC, ma con separati procedimenti, verrà svolta l’attività di
aggiornamento e di revisione di alcuni piano attuativi vigenti, ovverosia dei Piani Particolareggiati redatti ai sensi della
Legge 1150/42, dei Piani di Risanamento Urbanistico redatti ai sensi della L.R. 23/85 e del Piano per l’Edilizia
Economica e Popolare redatto ai sensi della Legge 167/62.
I piani attuativi vigenti nel comune di Olbia sono i seguenti:
Piano particolareggiato del centro storico di Olbia e San Pantaleo. La variante al “Piano particolareggiato per il centro
storico di Olbia e San Pantaleo” per l’adeguamento al PPR del previdente piano, è stata approvato con deliberazione del
Consiglio Comunale n. 52 del 05.08.2013 ed è entrato in vigore con la pubblicazione sul BURAS del 17.10.2013. Il
piano, ricompreso nel più ampio perimetro del centro matrice, definisce per gli abitati di Olbia e San Pantaleo l'identità
urbana della città più antica, fornendogli una dimensione storica e consentendo di armonizzare opportunamente le
dinamiche del passato con la realtà del futuro.
Piano particolareggiato delle aree interne al centro matrice ed estrerne al Centro Storico. Per le porzioni del territorio
comunale interne ai perimetri dei centri di antica e prima formazione, così come definiti in sede di copianificazione con la
regione e definitivamente approvati dal Consiglio Comunale con deliberazione in data 9.8.2012, è opportuno che sia
completata la pianificazione attuativa adeguata al PPR, secondo la medesima metodologia adottata recentemente per
l’adeguamento del Piano particolareggiato del centro storico. Il procedimento di formazione di questo piano, per il quale
l’amministrazione dispone già di una buona base progettuale, sarà avviato separatamente, ma contestualmente, al
procedimento di formazione del PUC.
Piano Particolareggiato o di recupero delle zone B1 da ristrutturare. Il piano non risulta mai essere stato presentato. Con
deliberazione n°121/2006 sono stati individuati dei sub comparti funzionali, in linea di massima coincidenti con gli isolati.
Il procedimento di formazione di questo piano, sarà avviato separatamente, ma contestualmente, al procedimento di
formazione del PUC o in alternativa si potrà valutare la possibilità di sviluppare progetti urbani ad hoc che convergano
nella forme dei piani attuativi.
Piano particolareggiato delle zone B6 di San Pantaleo. Il Piano Particolareggiato è stato approvato con Decreto
Regionale n° 1340/U del 25/10/1989, pubblicato sul BURAS N° 44 del 20.11.1989. Il piano presenta alcune criticità
dovute sostanzialmente alla inadeguatezza della rappresentazione cartografia, si riscontrano inoltre diversi errori e
previsioni errate, ragion per cui è necessario sottoporlo ad una accurata revisione, con la previsione di tipologie edilizie
più consone a quella tipica del centro storico di San Pantaleo.
Il procediemento di formazione di questo piano, sarà avviato separatamente, ma contestualmente, al procedimento di
formazione del PUC o in alternativa si potrà valutare la possibilità di sviluppare progetti urbani ad hoc che convergano
nella forme dei piani attuativi.
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Piano particolareggiato della zona B1 di Berchideddu. Il Piano Particolareggiato è stato approvato con Decreto
Regionale n° 1342/ U del25/10/89. Stante il mutato quadro normativo è necessario che lo stesso sia sottoposto ad
aggiornamento. Il procedimento di formazione di questo piano, sarà avviato separatamente, ma contestualmente, al
procedimento di formazione del PUC o in alternativa si potrà valutare la possibilità di sviluppare progetti urbani ad hoc.
che convergano nella forme dei piani attuativi.
Piano particolareggiato della zona B7 di Porto Rotondo. Il Piano Particolareggiato è stato convenzionato in data 29
agosto 1988 con atto repertorio n° 1106/88. Stante il tempo trascorso e le mutate esigenze, è necessaria una sua
rielaborazione che individui precisamente gli standards di cessione, e definisca con più precisazione i limiti e la disciplina
dell’edificazione.
In tale ambito si è valutato di avviare, contestualmente al procedimento di formazione del PUC, una separata procedura
di redazione del piano particolareggiato di Porto Rotondo.
Piani di Risanamento Urbanistico. Come noto, il territorio comunale di Olbia è caratterizzato dalla presenza di numerosi
Piani di risanamento urbanistico che furono individuati dall’Assessorato Regionale all’Urbanistica con Decreto 1150/U
del 15/07/1987 (decreto di approvazione del PDF), successivamente annullato dal TAR Sardegna nell’ottobre 2003 a
seguito di impugnativa.
Successivamente, con l’adozione della variante al PDF nel giugno 2004, vennero confermati di fatto i PRU come
precedentemente perimetrati dalla regione.
Tra il periodo 1989 e 2001 furono approvati tutto i piani di risanamento e fu dato corso al rilascio delle concessioni
edilizie in sanatoria e concessioni per i nuovi volumi edificabili. Con gli introiti dei corrispettivi concessori furono avviate
le opere di urbanizzazione primaria.
Per alcuni piani si è provveduto ad apportare delle varianti, come nel caso dei PRU di Sa Minda Noa, Degortes e
Pittulongu, quest’ultima in fase di approvazione. A tutt’oggi sono in corso lavori di infrastrutturazione dei comparti, ma
ancora tanto risulta da fare soprattutto riguardo all’acquisizione delle aree standards e alla realizzazione delle
urbanizzazioni secondarie.
Si rileva pertanto la necessità di procedere ad un importante processo di “revisione” che dovrà essere preceduto da una
accurata verifica dello stato di attuazione delle urbanizzazioni primarie e secondarie, dell’edificato realizzato e da
realizzare e delle aree standards da acquisire per soddisfare i parametri di legge. Questo processo di revisione dovrà
prevedere:







verifica degli aspetti ambientali, con particolare attenzione alla parte idrogeologica;
verifica delle opere di urbanizzazione primaria ancora da realizzare e quantificazione dei costi;
verifica delle concessioni emesse, quantificazione dei volumi realizzati e da realizzare;
verifica dell’allargamento del perimetro scrittore dei piani di risanamento;
aggiornamento dei corrispettivi degli oneri di urbanizzazioni;
verifica delle superfici a standards per i quali potrà essere necessario il reitero dei vincoli;
verifica delle opere di urbanizzazione secondaria eventualmente edificabili;
36




limitare il ricorso all’esproprio ed incentivare alla cessione gratuita con normativa che preveda la perequazione
e la realizzazione di opere private di uso pubblico, quali campi sportivi, parchi gioco, asili e parcheggi;
incentivare la realizzazione diretta delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria a scomputo oneri;
verificare la necessità di ampliare i comparti al fine di inserire le aree residue edificate o parzialmente edificate
e urbanizzate;
integrare la relazione paesaggistica per i piani soggetti a vincolo di tutela (Pittulongu, Multamaria, Rudalza,
Poltu Cuadu, Sa Minda Noa Est)
I procedimenti di revisione di questi piani, saranno avviati separatamente dal procedimento di formazione del PUC.
Questa attività, che definisce un importante tassello nella pianificazione urbanistica del territorio, comporta il
coinvolgimento di tutta la struttura dell’Assessorato, dotata delle necessarie conoscenze e professionalità tali da
consentire un preciso inquadramento delle problematiche e, di conseguenza, una efficace prospettiva di soluzioni
progettuali alle criticità emerse.
Di seguito vengono riportano alcuni dati relativi ai piani di risanamento urbanistico in fase di attuazione.
Zona CR.1 - Piano di Risanamento n° 1 - POLTU CUADU. Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 22 del
20.1.1994, pubblicato sul BURAS n° 17 del 6.6.1995 - inserz. n° 2416 . Con deliberazione di Consiglio Comunale 178
del 23.12.2011, è stata approvata definitivamente una variante che prevede la realizzazione di opere di urbanizzazione
primaria da parte dei privati. Il perimetro del comparto non comprende le aree limitrofe edificate classificate in zona H di
rispetto; è necessario prevedere un ampliamento del comparto del PRU, al fine di collegarlo funzionalmente con la zona
C limitrofa e con la zona H edificata, con un progetto complessivo di riqualificazione della fascia lungomare. Lo stato
attuale dell’edificazione è pari a circa il 50%. Non sono presenti opere di urbanizzazione primaria realizzate con gli
introiti di concessione. Non risultano acquisite le aree standards.
Zona CR.2 - Piano di Risanamento n° 3 - Loc. MARIA ROCCA (GIUA). Approvato definitivamente con deliberazione del
Consiglio Comunale n° 3 del 14 gennaio 2004 e recepito nella variante generale al Programma di Fabbricazione
approvata con le Delibere del Consiglio Comunale nn. 60/2004 e 65/2004. Il comparto è interessato dalla viabilità di
collegamento tra quartieri (asse mediano), è importante raccordare la stessa con gli accessi ai lotti privati al fine di non
compromettere lo scorrimento del traffico. Non risultano acquisite le aree standards.
Zone CR.3 - Piano di Risanamento n° 2 - Loc. COLCÒ - SS199. Approvato definitivamente con deliberazione di
Consiglio Comunale n° 23 del 20.1.1994, pubblicato sul BURAS n° 26 del 8.8.1994 - inserz. n° 2689. Il comparto è
interessato sul versante sud dai lavori della Olbia Sassari, è pertanto necessario procedere all’aggiornamento
cartografico e alla verifica delle aree standards non più utilizzabili. Anche in questo caso non risultano acquisite le aree
standards.
Zona CR.4 - Piano di Risanamento n° 5 - Loc. MULTA MARIA. Approvato con deliberazione del Commissario Prefettizio
n° 52 del 14.5.2002, pubblicato sul BURAS n° 27 del 1.8.2002 - inserz. n° 3162. Il PRU è suddiviso in più sub-comparti,
uno dei quali (sub-comparto 4) è stato oggetto di variante. È necessario assoggettare anche gli altri sub-comparti ad
apposita variante, al fine di rendere più omogenea e semplificata la normativa per l’edificazione privata e razionalizzare
le opere di urbanizzazione primaria.
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Zona CR.5 - Piano di Risanamento n° 6 - Loc. PASANA. Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n° 20 del
20.1.1994, pubblicato sul BURAS n° 26 del 8.8.1994 - inserz. n° 2689. Si rende necessaria l’adozione di una variante
per razionalizzare gli interventi di urbanizzazione primaria. Lo stato dell’edificazione è pari a circa il 30% della
potenzialità volumetrica. Non risultano acquisite le aree standards.
Zona CR.6 - Piano di Risanamento n° 7 - Loc. ISTICADEDDU. Approvato definitivamente con deliberazione di
Consiglio Comunale n° 66 del 31.07.1996, pubblicato sul BURAS n° 6 del 17.02.1997 - inserz. n° 719. Si rende
necessario ampliare il perimetro sino a comprendere, a ovest, alcune aree urbanizzate ed edificate. Alcune aree
standards risultano ormai compromesse dall’edificazione.
Zona CR.7 - Piano di Risanamento n° 8 - SANTA MARIEDDA. Approvato definitivamente con deliberazione di Consiglio
Comunale n° 16 del 14.1.2002, pubblicato sul BURAS n° 6 del 18.2.2002 - inserz. n° 641. Il perimetro del piano non
comprende alcune aree limitrofe edificate e parzialmente urbanizzate.
Zone CR.8 - Piano di Risanamento n° 9 - Loc. GIOVANNELLI. Approvato definitivamente con deliberazione di Consiglio
Comunale n° 22 del 20.5.1996 pubblicato sul BURAS n° 7 del 27.2.1997 - inserz. n° 883. Una parte del comparto
individuata nel PDF non è stata assoggettata a pianificazione, perciò è necessaria a una variante al PRU per normare la
parte esclusa. Non risultano ancora acquisite le aree standards.
Zona CR.9 - Piano di Risanamento n° 16 – Loc. PITTULONGU. Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n°
11 del 31.1.1996 pubblicato sul BURAS n° 22 - 1.7.1996 - inserz. n° 2797. E’ stata predisposta una variante adottata
definitivamente con Delibera del Consiglio Comunale n. 28 del 12.04.2013. E’ necessaria l’immediata riadozione del
piano di risanamento.
Zone CR.10 - Piano di Risanamento n° 13 - SA MINDA NOA NORD. Approvato definitivamente con deliberazione del
Commissario Prefettizio (assunta con i poteri del Consiglio Comunale) n. 52 del 14.5.2002 (BURAS parte III n. 27 del
1.8.2002). Risulta attuata circa l’80% della potenzialità volumetrica.
Zona CR.11 - Piano di Risanamento n° 14 - SA MINDA NOA CENTRO. Approvato definitivamente con deliberazione di
Consiglio Comunale n° 16 del 20.1.1994, pubblicato sul BURAS n° 26 del 8.8.1994 - inserz. n° 2692.
Zona CR.12 - Piano di Risanamento n° 10 - SAN NICOLA. Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n° 61
del 23.5.1994. Risulta quasi totalmente edificato ed urbanizzato, tuttavia non sono state ancora acquisite le aree
standards.
Zona CR.13 - Piano di Risanamento n° 12 - Loc. RUINADAS. Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n°
17 del 25.2.1999, pubblicato sul BURAS n° 13 del 6.4.1999 - inserz. n° 1844. Non risultano ancora acquisite le aree
standards.
Zona CR.14 - Piano di Risanamento n° 4 - Loc. DEGORTES. Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n°
112 del 29.9.1992 pubblicato sul BURAS n° 5 del 17.2.1994 - inserz. n° 469. Con deliberazione di Consiglio Comunale
n° 52 del 12.4.2007 è stata approvata una variante al PRU.
38
Zona CR.15 - Piano di Risanamento n° 15 - Frazione di BERCHIDEDDU. Approvato con deliberazione di Consiglio
Comunale n° 76 del 12.7.1991 pubblicato sul BURAS n° 9 del 20.3.1996 - inserz. n° 1128.
Zona CR.16 - Piano di Risanamento n° 11 - Frazione di RUDALZA. Sulla cartografia di piano -tavola 10.00 in scala
1:10:000- viene individuato l’ambito in loc. Rudalza da assoggettare a Piano di Risanamento Urbanistico ai sensi
dell’art. 32 della L.R. 11.10.1985 n. 23. Poiché il Piano non è mai stato adottato, allo stato attuale non sussistono i
presupposti per la redazione dello stesso.
Infine, è utile ricordare che le NTA del PPR, a più riprese, prescrivono che, per l’edificato urbano, deve considerarsi
prioritaria la predisposizione della pianificazione particolareggiata comunale per quanto attiene gli spazi pubblici, il verde
e il decoro urbano.
39
F
Il Sistema Informativo Territoriale del Comune di Olbia
Come già detto, fra le attività da porre in essere durante il percorso di redazione del PUC, riveste fondamentale
importanza la costruzione dei tre assetti, ambientale, storico-culturale e insediativo. Come prescritto dall’art. 108 delle
NTA del PPR, tali assetti, così come tutti gli elaborati che accompagnano il PUC, dovranno essere redatti anche in forma
digitale mediante l’impiego di sistemi GIS (Geographic Information System) e con riferimenti a precise procedure,
codificate dal competente Assessorato Regionale, finalizzate a consentire l’implementazione dei dati elaborati dai singoli
comuni nel Sistema Informativo Territoriale Regionale (SITR).
Questa considerazione offre la possibilità di cogliere un’importante opportunità, ovvero quella di implementare,
congiuntamente alle fasi di redazione del Piano Urbanistico Comunale, il Sistema Informativo Territoriale (SIT) del
Comune di Olbia, in coerente con le disposizioni previste nelle linee guida regionali per l’adeguamento dello strumento
urbanistico al PPR.
Nella consapevolezza che la conoscenza del territorio e dell'ambiente rappresenta, da sempre, la base fondamentale su
cui impostare le scelte di pianificazione e di programmazione socio-economica del territorio e che tale conoscenza si
concretizza anche con la realizzazione di un sistema di archivi geografici integrati e con l'utilizzo di strumenti informatici
per la lettura, l'analisi e l'elaborazione dei dati, l’Amministrazione comunale intende da subito cogliere questa
opportunità.
Il Sistema Informativo Territoriale (SIT) del Comune di Olbia si propone, dunque, come strumento di supporto nella
gestione dei processi decisionali, sia a livello pubblico che privato, poiché si pone come strumento di base per una
efficace ed efficiente conoscenza del territorio. Attraverso la schematizzazione delle componenti del territorio (cartografia
di base, infrastrutture di trasporto o servizi, zone ambientali, uso del suolo, strutture commerciali, risorse turistiche, ecc)
mediante oggetti geografici, consente l’esecuzione di analisi ed elaborazioni a supporto delle attività di governo del
territorio, di predisposizione degli strumenti di pianificazione e di comparazione di dati socioeconomici e territoriali. Tra
l’altro, il SIT consentirà di rendere disponibile l'informazione geografica ai soggetti che operano sul territorio (enti,
professionisti, cittadini) garantendo, attraverso la standardizzazione dei formati, l'aggiornamento continuo e
l’interscambio dei dati.
Il SIT del Comune di Olbia sarà concepito per dare informazioni e strumenti ai tutti i Settori del Comune, ai liberi
professionisti e ai cittadini che si occupano, direttamente o indirettamente, delle problematiche del territorio comunale.
Le finalità del portale sono:



Rendere disponibile una piattaforma informatica sulla quale documentare e condividere fatti, notizie, eventi
relativi al territorio del comune;
Fornire uno strumento di navigazione geografica che consenta l’interazione tra gli aspetti e le caratteristiche
territoriali (ad esempio valori fisico - geografici, aspetti forestali, criteri urbanistici e normativi, ecc..);
Integrare uno strumento che consenta di descrivere, razionalizzare e codificare le informazioni disponibili il fine
di facilitarne la ricerca e la condivisione.
40
Nella costruzione del SIT, che accompagnerà tutte le fasi del processo di pianificazione del Piano Urbanistico
Comunale, verrà implementata tutta la banca dati cartografica del comune di Olbia (carte tecniche
aerofotogrammetriche, ortofotocarte, foto aeree, carte storiche e carte catastali), le carte del PAI e gli studi di maggior
dettaglio, le carte tematiche e dei vincoli, gli strumenti di piano attualmente vigenti sul territorio, sia di carattere generale
(programma di fabbricazione) e sia di carattere attuativo (piani di risanamento urbanistico, piani particolareggiati, piani di
lottizzazione) ecc.
Allo stato attuale la dotazione cartografica disponibile(foto aeree, restituzioni aerofotogrammetriche, data base
topografici) è la seguente:
Anno 2007
-
riprese aeree dell’intero territorio comunale, volo al 3500 centro storico, volo al 4000 dell’abitato urbano e volo al 8000
dell’agro compreso il salto amministrativo, materiale interamente georeferenziato;
-
data base topografico 5K dell’intero territorio comunale compreso il salto, con carta dei tetti e calcolo del volume degli
edifici;
-
cartografia alla scala 1:500 del centro storico e frazioni; 1:1000 della fascia dell’urbano, 1:2000 della fascia 1° fascia
dell’extraurbano, 1:5000 dell’intero territorio comunale compreso il salto amministrativo;
Anno 2009
-
riprese aeree dell’intero territorio comunale, volo al 3500 centro storico, volo al 4000 dell’abitato urbano e volo al 8000
dell’agro;
-
data base topografico alla scala 1:500 del centro storico e frazioni con carta dei tetti e calcolo del volume degli edifici;
-
cartografia alla scala 1:500 del centro storico e frazioni;
Anno 2011
-
riprese aeree della fascia costiera volo al 4000, foto georefenziate e mosaicate;
Per la redazione del Piano Urbanistico Comunale, in adeguamento al PPR e alla variante al PAI, l’Amministrazione
Comunale sta procedendo all’aggiornamento della dotazione cartografica al fine di supportare in maniera efficace, da
una parte i nuovi processi di pianificazione dall’altra l’aggiornamento dei piani vigenti attualmente sul territorio. I materiali
necessari per l’aggiornamento cartografico e le superfici di riferimento sono di seguito riportati:
-
riprese aeree dell’intero territorio comunale, volo al 4000 dell’abitato urbano interamente georeferenziato;
-
data base topografico 2K con carta dei tetti e calcolo del volume degli edifici;
-
cartografia in scala 1:5.000 dell’intero territorio comunale, cartografia in scala 1:2.000 degli ambiti urbani e periurbani ed in
scala 1:1.000 della fascia dell’urbano.
Infine, il SIT potrà costituire un importante strumento di supporto al funzionamento dello Sportello Unico dell’Edilizia, sia
per le attività istruttorie e di verifica da parte dei tecnici dell’Amministrazione, sia per l’attività di consultazione e di
estrazione di dati da parte soggetti esterni (certificati di destinazione urbanistica, ecc.).
41
G
Valutazione Ambientale Strategica: Integrazione e Partecipazione
Come noto, ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i, devono essere sottoposti a Valutazione Ambientale
Strategica, i piani e i programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente e, in particolare, quelli che
appartengono a specifici settori, tra i quali è incluso quello della pianificazione territoriale e della destinazione dei suoli,
nonché i piani che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, la localizzazione e la
realizzazione delle opere, interventi e progetti sottoposti a VIA.
La Valutazione Ambientale Strategica dovrà essere intesa come un processo sistematico concretamente orientato a
valutare, e mitigare, le conseguenze che le azioni proposte dal Piano Urbanistico Comunale avranno sull’ambiente. Per
tale motivo, queste dovranno essere affrontate, alla pari delle considerazioni di tipo socio-economico, sin dalle prime fasi
del processo decisionale. Il procedimento dovrà, inoltre, individuare eventuali interventi alternativi che riducano gli effetti
del Piano sull’ambiente e le necessarie azioni di mitigazione e compensazione agli stessi.
Per raggiungere tali obiettivi il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) dovrà essere integrato, in tutte le
sue fasi, col processo di costruzione del PUC in adeguamento al PPR e al PAI.
Particolare attenzione sarà posta al processo partecipativo, rivolto sia ai soggetti pubblici e sia alla cittadinanza, che
interesserà in maniera trasversale tutte le fasi del procedimento. Per tale motivo il procedimento di Valutazione
Ambientale Strategica dovrà considerare con particolare attenzione, ed integrare al suo interno, la costruzione dei
modelli di pianificazione cooperativa e di partecipazione che, come più volte detto, vengono posti fra gli obiettivi
programmatici e strategici di elaborazione del PUC.
Integrare in un unico momento pianificatorio la procedura di redazione del Piano Urbanistico Comunale con la procedura
di Valutazione Ambientale Strategica, permetterà di ottimizzare i tempi legati alla comparazione degli effetti del Piano
sull’ambiente e di apportare quindi le necessarie correzioni e i possibili miglioramenti.
Lo schema seguente evidenzia come, al fine di garantire l’integrazione delle considerazioni ambientali sin dalle prime
fasi di costruzione del piano, il processo di VAS e quello di elaborazione del Piano dovranno essere condotti
contestualmente.
42
I modi e contenuti della procedura di Valutazione del Piano sono riportate nelle “Linee Guida per la Valutazione
Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali”, approvate con Deliberazione di Giunta Regionale del 14.12.2010,
n. 44/51.
Il procedimento di Valutazione Ambientale Strategica che accompagnerà il Piano Urbanistico Comunale di Olbia può
essere schematizzato nelle seguenti fasi.
L’avvio del procedimento di VAS sarà posta in atto, contestuale a quello di elaborazione del PUC, dall'amministrazione
comunale, in qualità di autorità procedente, mediante pubblicazione di apposito avviso sull'Albo comunale e sul sito
internet, contenente la definizione degli obiettivi del Piano Urbanistico Comunale di cui al presente documento.
L'Amministrazione comunale, in qualità di autorità procedente, provvederà ad informare la Provincia Olbia Tempio,
43
autorità competente, dell'avvio del processo di Valutazione Ambientale Strategica del P.U.C., mediante comunicazione
formale.
Nella fase di scoping, l’Amministrazione comunale dovrà redigere il relativo documento di scoping e attivare uno o più
incontri con i soggetti competenti in materia ambientale, precedentemente concordati con l’Autorità competente, al fine
di definire la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale.
Nella fase di redazione del piano urbanistico comunale, del rapporto ambientale e dello studio d’incidenza,
l’Amministrazione Comunale, sulla base di quanto emerso in fase di scoping, provvederà, contestualmente alla
redazione del piano come previsto dalla normativa regionale urbanistica, alla predisposizione del rapporto ambientale e
di una sintesi non tecnica, che costituirà parte integrante del piano.
Nel rapporto ambientale dovranno essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del piano
proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che potranno
adottarsi, in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano. Le informazioni da fornire nel rapporto
ambientale sono contenute nell’Allegato VI alla parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006 e s.m.i.
Inoltre, il rapporto ambientale dovrà contenere lo studio realizzato ai fini della valutazione di incidenza ambientale del
piano redatto ai sensi dell’art.5 del DPR 357/97 e successive modifiche e integrazioni e secondo gli indirizzi dell’Allegato
G del medesimo decreto.
Durante la fase di scoping e quella di redazione del piano e del rapporto ambientale saranno previsti, oltre agli incontri
con le autorità competenti in materia ambientale e con i portatori di interesse, diversi incontri aggiuntivi. Tali incontri
saranno organizzati distintamente sia con la cittadinanza, al fine di stimolarne la partecipazione, e sia con gli altri
soggetti pubblici titolari delle gestioni speciali dell’Area Industriale, del Porto, dell’Aeroporto, delle Ferrovie, per un
dialogo cruciale finalizzata a definire l’armatura urbana del Comune di Olbia.
Come abbiamo visto, proprio per i temi che vengono interessati dal progetto della città, l’attività di piano favorisce forme
innovative di azione locale partecipata più estesa e intensa per l’empowerment dei cittadini e per una presa di
coscienza, che è anche autoformativa, sull’'interesse generale. Questo processo, che è favorito appunto dal discorso
pubblico su un’idea di città e di territorio per Olbia, si sviluppa soprattutto attraverso la discussione pubblica – in varie
forme, come i forum di discussione, i circoli di studio su singoli temi, le assemblee di cittadini - sui progetti urbani da
adottare come sonde conoscitive delle dinamiche complesse che interessano la popolazione, le attività e i luoghi della
città. Si tratta, perciò, di un’attività continua e faticosa che è necessaria per favorire l’apprendimento sociale degli
abitanti e la motivazione collettiva al progetto della città.
Inoltre, altre forme di partecipazione si potranno sviluppare attraverso workshop, scuole estive, seminari e altri eventi di
carattere anche internazionale che avranno al centro temi di interesse cruciale per il progetto della città, è saranno rivolti
in particolare ai giovani professionisti e agli studenti sia universitari, sia delle scuole superiori che potranno essere
pienamente coinvolti nelle varie attività.
L’adozione del Piano Urbanistico Comunale, delle relazioni e cartografia prevista per l'adeguamento al P.A.I, del
rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, sarà deliberata dal Consiglio Comunale ai sensi dell'art. 20 della L.R.
45/89, tenuto conto delle possibili alternative e delle relative valutazioni ambientali.
44
Le procedure di deposito, pubblicità e informazione previste dell'art. 14 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i in materia di VAS
dovranno coordinarsi e integrarsi con quelle previste dalla L.R. 45/89 in materia urbanistica. A tal fine dopo l'adozione da
parte del Consiglio Comunale, il PUC dovrà essere depositato, unitamente al rapporto ambientale e alla sintesi non
tecnica, presso l'Autorità Procedente e la Provincia Olbia Tempio, sia in formato cartaceo che digitale, nonché
trasmesso in formato digitale all'Assessorato Enti Locali, Finanze e Urbanistica e all'Assessorato della Difesa
dell'Ambiente della Regione. Poiché il PUC dovrà essere sottoposto alla Valutazione di Incidenza di cui all'art. 5 del
D.P.R. 357/1997, lo stesso dovrà essere trasmesso all'autorità competente per la Valutazione d'Incidenza (Assessorato
Regionale della difesa dell'ambiente - Servizio SAVI). Inoltre, i documenti di Piano dovranno essere inviati alla Direzione
Generale Agenzia Regionale del Distretto Idrografico, in qualità di autorità competente in materia di Piano di Assetto
Idrogeologico.
Nella fase di consultazione, al fine di rispettare i termini previsti dall'art. 14 del D.Lgs 152/2006, il PUC unitamente al
rapporto ambientale e alla sintesi non tecnica, dovrà essere tenuto a disposizione del pubblico per sessanta giorni, a
decorrere dalla pubblicazione della notizia dell'avvenuto deposito. Durante tale periodo chiunque potrà prendere visione
degli elaborati e presentare, in forma scritta, le proprie osservazioni all'Amministrazione comunale e alla Provincia Olbia
Tempio.
Anche in questa fase, oltre agli incontri previsti con le autorità competenti in materia ambientale e con i portatori di
interesse, dovranno essere previsti diversi incontri aggiuntivi con la cittadinanza e con gli altri soggetti pubblici titolari
delle gestioni speciali.
La consultazione e partecipazione che dovranno aver luogo in questa fase e che avranno ad oggetto sia il piano che il
rapporto ambientale, dovranno essere tali da garantire che le osservazioni prodotte possano eventualmente consentire
di ri-orientare i documenti di piano.
Nella fase della decisione, l’autorità competente, Provincia Olbia Tempio, dovrà acquisire e valutare tutta la
documentazione presentata, nonché le osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati ed, entro 90 giorni a decorrere
dalla scadenza dei termini previsti dalla fase di consultazione, dovrà esprimere il proprio parere motivato.
Preliminarmente all'emissione del parere motivato dovrà essere acquisito il parere relativo alla valutazione d'incidenza
che sarà emesso dall'autorità competente in materia di valutazione d'incidenza.
L’adozione definitiva del Piano sarà deliberata, alla luce del parere motivato di cui al punto precedente, dal Consiglio
Comunale, dopo aver acquisito ed eventualmente valutato il provvedimento di approvazione dello studio di compatibilità
idraulica, geologica e geotecnica, come richiesto dall’art. 8, comma 2, delle Norme Attuazione del P.A.I., unitamente al
rapporto ambientale e alla sintesi non tecnica.
Ai sensi dell'art. 31 della L.R. 7/2002, il Piano Urbanistico Comunale, unitamente al parere dell’autorità idraulica, al
rapporto ambientale, alla sintesi non tecnica e al parere motivato, sono inviati all'Assessorato agli Enti Locali, finanze e
urbanistica per la verifica di coerenza del Piano rispetto agli strumenti sovraordinati di governo del territorio.
Informazione sulla decisione: a seguito della positiva verifica di coerenza, la decisione in merito all'adozione definitiva
del PUC dovrà essere resa pubblica. A tal fine l'amministrazione comunale provvederà a pubblicare la notizia sul
BURAS e sul sito internet del Comune e della Provincia. Con la pubblicazione sul BURAS il Piano Urbanistico Comunale
entrerà in vigore.
45
Contestualmente all'attuazione del PUC dovrà essere avviato il monitoraggio sugli effetti ambientali derivanti dalla
realizzazione degli interventi.
Si fa presente che, la procedura di VAS del Piano Urbanistico Comunale del comune di Olbia sarà curata dal Prof.
Giuseppe Scanu, professionista incaricato, con apposito atto di convenzione, anche della redazione degli assetti
ambientale e storico-culturale –quest’ultimo in collaborazione, per la parte archeologica, con la Dott.ssa Paola Mancini e
la locale Soprintendenza archeologica.
Infine, si precisa che qualora durante la fase di redazione del PUC venga attivato il procedimento di redazione o
aggiornamento di uno dei Piani Particolareggiati di iniziativa pubblica previsti dalla vigente normativa urbanistica, dovrà
essere contestualmente avviato un autonomo procedimento di Valutazione Ambientale Strategica, da attuarsi in
conformità a quanto sopra esposto.
46
H
Il processo di sviluppo del Piano Urbanistico Comunale di Olbia
In definitiva, il processo di pianificazione del territorio di Olbia si costruisce su una serie di attività che si sviluppano
parallelamente:
-
l’attività di aggiornamento del materiale prodotto per la fase di riordino di conoscenze che avrà lo scopo di
verificare i documenti già prodotti per la definizione degli assetti, ambientale, storico- culturale e insediativo e
aggiornare gli stessi in funzione del nuovo assetto territoriale.
-
l’attività di elaborazione della documentazione ai fini della Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione
d’Incidenza
-
l’attività di creazione e implementazione del Sistema Informativo Territoriale o Geoportale;
-
l’attività di predisposizione di una serie di Progetti Urbani, che rappresentano l’operatività della dimensione
strutturale del piano e che comprendono, a seconda dei contenuti e delle forme e modalità di attuazione:
progetti urbani di ricerca, progetti urbani guida, progetti urbani attuativi (PP, PR, PDZ, ecc.);
-
l’attività di pianificazione cooperativa con la Regione Sardegna e con gli altri enti territoriali e i soggetti delle
gestioni speciali;
-
l’attività di comunicazione urbana attraverso forum e altre forme di partecipazione attiva orientate al
coinvolgimento attivo degli abitanti per mettere le basi di un processo di autoformazione urbana e di
progettazione collettiva della città.
-
l’attività di elaborazione del progetto del Piano Urbanistico Comunale, che ha come scopo la costruzione di
un’idea di città e di territorio adeguata alle prospettive dell’universo urbano europeo; in questo senso si
costruirà attraverso un’attività alimentata dalla partecipazione attiva dei cittadini e sarà orientata alla
esplorazione dei bilanci tra popolazione e risorse del sistema ambientale , del sistema storico culturale, del
sistema insediativo e del sistema produttivo su cui calibrare ipotesi coerenti di organizzazione dello spazio
urbano e territoriale strutturata sui sistemi dell’abitare, dei servizi urbani puntuali rari e di prossimità, del verde
strutturante, della mobilità, dei trasporti, dell’allestimento delle reti infrastrutturali del territorio. In questo quadro
attività irrinunciabili come la Valutazione ambientale strategica e l’adeguamento al Piano regionale di assetto
idrogeologico risultano costitutivamente incorporate nel processo di piano.
Nello schema esemplificativo che segue vengono riportate sinteticamente le principali fasi nelle quali si dovrà articolare
l’intero processo di pianificazione del Comune di Olbia.
47
PROCESSO DI PIANIFICAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE DI OLBIA
Tavolo di Coordinamento
RIORDINO DELLE CONOSCENZE
e V.A.S.
ASSETTO AMBIENTALE
ASSETTO STORICO - CULTURLAE
ASSETTO INSEDIATIVO
ADEGUAMENTO AL PAI
STUDIO DI COMPATIBILITA’
IDRAULICA E IDROGEOLOGICA
E DI VARIANTE AL PAI,
COMPRENSIVA DEL QUADRO
DELLE OPERE DI MITIGAZIONE
DEL RISCHIO IDRAULICO
FASE DELL’INTERPRETAZIONE
COSTRUZIONE DELLE REGOLE
RELAZIONE TRA GLI ASSETTI
NORME E REGOLAMENTI
ANALISI DELLA DOMANDA
PIANIFICAZIONE
ATTUATIVA
AGGIORNAMENTO E
REVISIONE DEI PIANI
ATTUATIVI VIGENTI
SISTEMA INFORMATIVO
TERRITORIALE
CARICAMENTO DATI
CARTOGRAFICI E
ASSETTO INSEDIATIVO
IL PROGETTO PAESAGGISTICO
VALUTAZIONE AMBIENTALE
STRATEGICA
Coordinatore/i operativo/i
Coordinatore operativo
Coordinatore/i operativo/i
Coordinatore operativo
Coordinatore/i operativo/i
Coordinatore operativo
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H.1
L’Ufficio del Piano Comunale
Al fine di dotare il PUC dei contenuti previsti dalla normativa regionale e dal presente documento, sarà definito l’Ufficio
del Piano Urbanistico Comunale che dovrà disporre di competenze multidisciplinari (architetti, ingegneri, geometri,
agronomi, forestali, geologi, archeologici, storici, etc.) coinvolte in maniera coordinata e capaci di interrelazione e
integrazione reciproca.
Per la costituzione di tale Ufficio, dovrà essere prevista, in aggiunta ai professionisti già incaricati, l’introduzione di
ulteriori figure specialistiche dotate di alta professionalità, da ricercare anche in ambito universitario, al fine di dotare
l’Ufficio del Piano Comunale delle necessarie competenze multidisciplinari. Inoltre, per coordinare in maniera efficace le
attività dell’ufficio di piano, dovrà essere costituito un apposito tavolo di coordinamento.
Infine, dovrà essere previsto il coinvolgimento delle altre Strutture Interne dell’Amministrazione che fanno riferimento ai
Settori più direttamente investiti dall’attività, ed in particolare il Settore Urbanistica, l’Ufficio Legale e l’Ufficio Anagrafe e
Statistica.
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