Segreteria Nazionale - CO.ISP | Segreteria Provinciale di Arezzo

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COISP · COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA
Prot. 606/14 S.N.
Roma, 23 giugno 2014
AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Alessandro PANSA
OGGETTO: Polizia Stradale di Arezzo – Necessita un’ispezione ministeriale e il trasferimento dell’attuale
dirigente.
Preg.mo Signor Capo della Polizia,
siamo purtroppo ancora una volta costretti a disturbare la Sua persona in quanto ci fa obbligo segnalarLe
l’inqualificabile condotta di un funzionario della Polizia di Stato.
Si tratta del dirigente della Sezione Polizia Stradale di Arezzo, dott. Alessandro
ROSSI (il signore della foto a fianco, tratta da internet), nei confronti del quale la Segreteria
Provinciale COISP di Arezzo, sin dal maggio 2012, ha in corso un cospicuo numero di
vertenze.
Stante la rigidità e la sostanziale “impermeabilità” a dette rivendicazioni sindacali, la
conflittualità tra il COISP e detto funzionario è inevitabilmente cresciuta, sino a raggiungere
il suo culmine con la legittima denuncia da parte di questa Organizzazione Sindacale di
schiette inadeguatezze in materia di D.Lgs. 81 del 2008, riguardanti il Distaccamento di Ponte a Poppi e
successivamente la Sottosezione di Battifolle, cui taluni Deputati hanno ritenuto di dover prestare la loro
attenzione proponendo delle interrogazioni parlamentari.
Alla prima di tali iniziative, il dott. ROSSI, guarda caso, ha fatto seguire una ristrutturazione
dell’organico della “sua” Sezione che ha finito per penalizzare proprio il massimo rappresentante del COISP
presso la Polizia Stradale, cioè il Sovrintendente Alessandro CHIUPPI componente della Segreteria Provinciale
del COISP di Arezzo, nonché della Segreteria Regionale “Toscana”. Rimozione peraltro anticipatagli soltanto per
le vie brevi e previa proposta di un “accordo tra uomini” (sic!).
Orbene, fatta questa stringata premessa in fatto, vorremmo innanzitutto ripercorrere in diritto talune
norme, di particolare valore, di cui il Dott. ROSSI, in due anni di dirigenza della Stradale aretina, ha fatto carta
straccia:
- artt. 54 comma 2 e 97 comma 1 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il
dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge…I pubblici
uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e la
imparzialità dell'amministrazione.”
- art. 54 bis comma 1 D.Lgs. 165 del 2001: “Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o
diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente
che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico
condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato,
licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di
lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.”
- art. 28 comma 1 della Legge n. 300 del 1970: “Qualora il datore di lavoro ponga in essere comportamenti
diretti ad impedire o limitare l'esercizio della libertà e della attività sindacale nonché del diritto di sciopero,
su ricorso degli organismi locali delle associazioni sindacali nazionali che vi abbiano interesse, il pretore del
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luogo ove è posto in essere il comportamento denunziato, nei due giorni successivi, convocate le parti ed
assunte sommarie informazioni, qualora ritenga sussistente la violazione di cui al presente comma, ordina al
datore di lavoro, con decreto motivato ed immediatamente esecutivo, la cessazione del comportamento
illegittimo e la rimozione degli effetti.”
Ancor più recentemente, nell’ambito del cosiddetto “pacchetto anticorruzione” (D.P.R. 62 del 2013), è
stato approvato il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, al quale si è fatto cenno sopra. Se si pone attenzione all’art. 13 di detto codice,
si potranno agevolmente rinvenire alcuni precise virtù richieste ai dirigenti: “Il dirigente assume atteggiamenti
leali e trasparenti e adotta un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i
collaboratori e i destinatari dell'azione amministrativa. Il dirigente cura, altresì, che le risorse assegnate al suo
ufficio siano utilizzate per finalità esclusivamente istituzionali e, in nessun caso, per esigenze personali (comma
4). Il dirigente cura, compatibilmente con le risorse disponibili, il benessere organizzativo nella struttura a cui
è preposto, favorendo l'instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori, assume iniziative
finalizzate alla circolazione delle informazioni, alla formazione e all'aggiornamento del personale,
all'inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di età e di condizioni personali (comma 5). Il
dirigente assegna l'istruttoria delle pratiche sulla base di un'equa ripartizione del carico di lavoro, tenendo
conto delle capacità, delle attitudini e della professionalità del personale a sua disposizione. Il dirigente affida
gli incarichi aggiuntivi in base alla professionalità e, per quanto possibile, secondo criteri di rotazione.(comma
6). Il dirigente svolge la valutazione del personale assegnato alla struttura cui è preposto con imparzialità e
rispettando le indicazioni ed i tempi prescritti (comma 7). Il dirigente intraprende con tempestività le iniziative
necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, attiva e conclude, se competente, il procedimento disciplinare,
ovvero segnala tempestivamente l'illecito all'autorità disciplinare, prestando ove richiesta la propria
collaborazione e provvede ad inoltrare tempestiva denuncia all'autorità giudiziaria penale o segnalazione alla
corte dei conti per le rispettive competenze. Nel caso in cui riceva segnalazione di un illecito da parte di un
dipendente, adotta ogni cautela di legge affinché sia tutelato il segnalante e non sia indebitamente rilevata la sua
identità nel procedimento disciplinare, ai sensi dell'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001
(comma 8). Il dirigente, nei limiti delle sue possibilità, evita che notizie non rispondenti al vero quanto
all'organizzazione, all'attività e ai dipendenti pubblici possano diffondersi. Favorisce la diffusione della
conoscenza di buone prassi e buoni esempi al fine di rafforzare il senso di fiducia nei confronti
dell'amministrazione (comma 9)”.
Insomma, in astratto, il dirigente è il garante assoluto del rispetto delle disposizioni di legge
nell’ambito dell’Ufficio che dirige … in modo che siano assicurati il buon andamento e la imparzialità
dell'amministrazione.
Ad Arezzo succede però, in concreto, che il dirigente della Polstrada, adotti provvedimenti e ponga
in essere condotte in chiaro pregiudizio dei dirigenti sindacali del COISP, dei suoi iscritti e del personale
tutto, senza curarsi delle conseguenze che ciò comporta anche sul buon andamento e sull’imparzialità
dell’ufficio che gli è stato fatto dirigere!
Di seguito, in maniera più dettagliata possibile, tutti gli accadimenti….
In data 25 ottobre u.s. la nostra Segreteria Provinciale di Arezzo, nella veste di rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza, ha effettuato una visita ai locali del Distaccamento Polizia Stradale di Ponte a Poppi,
al fine di accertare la loro corrispondenza ai dettami del Decreto legislativo 81/2008 in materia di sicurezza nei
luoghi di lavoro.
Al termine di tale attività, in data 4 novembre u.s., inviava una lettera al dirigente della Sezione Polizia
Stradale di Arezzo (figura individuata dalla norma quale datore di lavoro per quanto concerne il citato
Distaccamento), nella quale evidenziava tutte le situazioni ritenute non conformi alle leggi e potenzialmente
pericolose per i poliziotti che sono chiamati a prestare servizio presso il Reparto in questione.
È stato inoltre rammentato al Dott. ROSSI che il Suo compito avrebbe dovuto essere anche quello di
garantire adeguati ambienti di lavoro al personale della Polizia di Stato che a lui è sottoposto o del quale, come
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nel caso di specie, incarna la figura del datore di lavoro e che sembrava che finora si fosse dimenticato di tale
responsabilità.
Il COISP di Arezzo concludeva la propria missiva al dirigente della Sezione Polizia Stradale invitandolo
“a trovare urgenti soluzioni alla sopra testimoniata situazione di precarietà, figlia della trascuratezza, che i
poliziotti del Distaccamento di Ponte a Poppi sono costretti a subire ogni qual volta accedono nel loro posto di
lavoro”.
Ebbene, con nota datata 21.11.2013 e recante Nr. di prot. 17269 Rep. – 110.7, il funzionario della Polizia
Stradale di Arezzo aveva inteso rispondere alla missiva del COISP come prima cosa “ringraziando” per aver
«inteso rappresentare, in modo estremamente puntuale, una serie di situazioni alle quali però non sempre
corrispondono carenze tali da fare definire lo stabile “in stato di abbandono” o addirittura sanzionabili a norma
di legge».
Beh, come dargli torto? Il dott. ROSSI aveva chiaramente mal tollerato la pretesa del Sindacato di
tutelare i diritti dei poliziotti. Non ci si è mai abituato!
Aveva tuttavia ragione su una questione: alle situazioni rilevate dalla nostra Segreteria Provinciale ed a
lui rappresentate «non sempre corrispondono carenze tali da fare definire lo stabile “in stato di abbandono”».
«Non sempre» ma qualche volta sì! Non ogni singola situazione ma tutte insieme sì!!
Proseguiva poi, detto funzionario, puntualizzando che alcune “situazioni” erano state prontamente
sistemate, tante altre già si conoscevano (ed evidentemente se ne infischiava), altre ancora vanno bene così come
stanno (… il Comandante del Distaccamento non ha alcuna difficoltà a premere un interruttore della luce posto
dietro un armadio …), altre “valuteremo” se sistemarle (eh già, non sono a norma ma il dott. ROSSI “valuterà” se
adeguarle …), altre sono state appositamente volute, di qualcun’altra fa finta di non leggere ….
La lettera del citato Dirigente si concludeva nello stesso spirito e con gli stessi toni che ne avevano
caratterizzato l’inizio: «Sarà infine cura di questo Ufficio provvedere ad informare il Medico competente, che
forse per mera dimenticanza di codesta O.S. non è stato interessato della faccenda, ai sensi della normativa di
riferimento e per le valutazioni che gli competono».
È sicuramente superfluo ricordare che della “faccenda” il COISP non aveva effettivamente informato il
Medico competente in quanto nessun obbligo in tal senso viene posto dalla norma in capo al rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza. Probabilmente «per mera dimenticanza» il dirigente della Stradale di Arezzo aveva
scordato di leggere, almeno una volta, la normativa vigente in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro,
a meno di non dover pensare ad una risposta, da parte sua, che tendesse strumentalmente a rovesciare
responsabilità che sono, invece, proprie del suo stato giuridico.
E arriviamo all’11 dicembre 2013.
Alle ore 08:30 circa, il dott. Alessandro ROSSI convocava il Sovrintendente Alessandro CHIUPPI, in
forza all’Ufficio Servizi di detta Sezione, nonché – come già detto - massimo rappresentante del COISP presso la
Polizia Stradale aretina, e gli proponeva di fare “un accordo tra uomini”: dal prossimo mese di gennaio lo
avrebbe destinato al servizio di vigilanza esterna per 6 mesi.
Affermava il funzionario, in tale incontro, di voler togliere un elemento dalla Squadra di Polizia
Giudiziaria (il Sovrintendente B.M.) per inserirlo all’Ufficio Servizi che, cosi, avrebbe avuto un organico di 3
elementi, uno dei quali a rotazione sarebbe stato 6 mesi di pattuglia (guarda caso avrebbe iniziato il Segretario del
COISP….!!).
Ben comprendendo il reale intento del dott. ROSSI (già l’anno precedente in tutta la Sezione si era sparsa
la voce che il nostro Dirigente sindacale sarebbe stato tolto dall’Ufficio Servizi perché il COISP “rompeva”),
CHIUPPI rispondeva che tale “accordo” non gli interessava ed invitava il dirigente a fare quello che riteneva
opportuno.
Verso le successive ore 9 circa, mentre si apprestava ad entrare nella Questura di Arezzo, il citato
funzionario notò all’esterno di essa, nei pressi del vicino bar, il Segretario Generale Provinciale di Arezzo di
quella struttura territoriale del COISP, MARTINI Iuri, e gli si avvicinò.
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Il dott. ROSSI, scrollando la testa, disse al nostro MARTINI che “avevamo esagerato” e alla richiesta di
questi di spiegare con chi ce l’avesse, rispose: “il tuo Sindacato … avete fatto fare pure una interrogazione
parlamentare attaccandomi per quanto riguarda Ponte a Poppi”. Quindi, bianco in volto, chiaramente in uno
stato di tensione nervosa che cercava di dissimulare, senza peraltro riuscirvi, dietro un sorriso di circostanza,
continuava a ripetere che non era possibile arrivare a fare tanto per una situazione non così grave … anche perché
Lui aveva sanato immediatamente tutto, gli interruttori, la luce in bagno, la lampada di emergenza che sarebbe
stata sostituita proprio oggi, gli idrocarburi di colore verde che non erano quello che Noi pensavamo ma
semplicemente detersivo di colore verde ….
Il tutto venne espresso in modo molto concitato … con continua ed assillante ripetizione che avevamo
esagerato andando fino in Parlamento.
Alle ore 10.30 circa del giorno successivo, il Dott. ROSSI ebbe a convocare nuovamente il
Sovrintendente CHIUPPI per informarlo di una ridistribuzione del personale burocratico che avrebbe attuato a
brevissimo, ancora diversa da quanto prospettato solo il giorno prima.
In primis avrebbe tolto dall’aliquota pattuglianti un Assistente, B.D. (uno tra i poliziotti meno anziani
della Sezione Polstrada di Arezzo) per farlo diventare referente informatico visto che “l’attuale titolare per
problemi di salute non rientrerà prima di 3 mesi”. Quindi, poiché era venuto a conoscenza di una situazione
disastrosa presso l’Ufficio Automezzi con grossi problemi per via del materiale che, pur in carico, di fatto non
sarebbe presente in officina, avrebbe trasferito il CHIUPPI dall’Ufficio Servizi a quell’Ufficio Automezzi per un
periodo di 6-8 mesi, il tempo necessario per sistemare quella situazione. Asseriva, in tal frangente, di aver
pensato al nostro Segretario CHIUPPI per le qualità dallo stesso dimostrate durante la permanenza all’Ufficio
Servizi, che avevano effettivamente prodotto benefici all’andamento generale della Sezione con un aumento di
pattuglie ed una ottimale organizzazione dei servizi. Aggiungeva, inoltre, che al suo posto, all’Ufficio Servizi,
avrebbe trasferito personale della Squadra di Polizia Giudiziaria (il Sovrintendente B.M.) e che altro dipendente
in forza ad un Ufficio (l’Assistente Capo C.M.) sarebbe andato a far parte dell’aliquota pattuglianti.
In risposta, Alessandro CHIUPPI ricordava al dirigente che, per ben tre volte dal suo insediamento, lo
aveva convocato per dirgli che lo avrebbe tolto dall’Ufficio Servizi, motivando sempre la sua decisione con
rocamboleschi discorsi sulla funzionalità degli Uffici, mentre era di tutta evidenza che tale volontà aveva il solo
scopo di arrecare danno all’Organizzazione Sindacale COISP, che CHIUPPI rappresenta per tutta la Stradale
della Toscana ed in particolare per quella di Arezzo, in quanto la nostra O.S. è in aperto conflitto con certi
atteggiamenti di coloro che intendono l’opera di dirigenza come un gioco svincolato dalle norme.
Alle obiezioni di CHIUPPI sul perché non avesse preso in considerazione personale più qualificato di lui
e che negli anni ha peraltro già lavorato presso l’Ufficio Automezzi (proprio il Sovrintendente che il funzionario
avrebbe messo al suo posto dentro l’Ufficio Servizi) oppure personale che, già da tempo, aveva prodotto istanza
di trasferimento per esservi assegnato (l’Assistente Capo PILIA Diego) il dott. ROSSI ribatteva: “mi serve uno
con la qualifica e sveglio” (…. in realtà il collega B.M. ha anch’egli “la qualifica” e tutti e tre i colleghi sono di
certo “svegli”).
Aggiungeva inoltre, il ROSSI, di non avere alcun rancore verso il COISP (e come no!), concludendo che
avrebbe eseguito il movimento nella prima settimana del gennaio 2014.
Beh, Lei, Signor Capo della Polizia, potrebbe chiedersi: ma è possibile che il solo intervento per tutelare i
colleghi del Distaccamento Polizia Stradale di Ponte a Poppi e un’interrogazione parlamentare (che la nostra
Segreteria di Arezzo non ha sollecitato pur avendo apprezzato l’interessamento dei Deputati che hanno inteso
interessarsi della questione!) possa aver causato tanta acredine contro il COISP ed i suoi Dirigenti sindacali?
Beh, premesso che non è certo cosa normale, per una Istituzione chiamata a garantire il rispetto delle
leggi, che la legittima attività di un Sindacato trovi in risposta “prepotenza” e “vendetta”, la verità è che il COISP
di Arezzo, nel tempo, non ha certo lesinato – nell’ambito però della più corretta e costruttiva dialettica sindacale
– critiche e forti contestazioni nei riguardi dell’attività del dott. ROSSI.
17 maggio 2012 : (il citato funzionario è da circa un mese il nuovo Dirigente della Sezione Polizia
Stradale di Arezzo)
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La Segreteria del COISP di Arezzo interveniva nei confronti del dirigente del
Compartimento Polizia Stradale per la Toscana in quanto il dott. ROSSI non intendeva
conteggiare le ore di lavoro straordinario che alcuni suoi dipendenti erano stati costretti
a svolgere in occasione della visita ad Arezzo di Sua Santità Benedetto XVI. Nel
contempo si denunciava che, di contraltare alla citata illegittima negazione, a qualcun
altro veniva concesso di fare ogni mese un esorbitante ed ingiustificato numero di ore di
lavoro straordinario (40-50 ed anche oltre).
7 giugno 2012 : La Segreteria del COISP di Arezzo interveniva nei confronti del dirigente del
Compartimento Polizia Stradale per la Toscana denunciando le gravi anomalie
gestionali relative all'aggiornamento professionale e addestramento al tiro che si
evidenziavano presso la Polizia Stradale di Arezzo ove, a fronte di 97 unità, nell’anno
2011, ben 39 dipendenti non avevano effettuato nessuna esercitazione di tiro ed altri 28
poliziotti ne avevano effettuato una sola.
17 luglio 2012 : La Segreteria del COISP di Arezzo pubblicizzava un comunicato ove denunciava,
ancora una volta, la volontà del dott. ROSSI di gratificare qualche dipendente
consentendogli di effettuare 50 ore di straordinario al mese (parliamo di Polizia
Stradale, non di una Squadra Mobile!).
11 gennaio 2013: La Segreteria del COISP di Arezzo interveniva nei confronti del dirigente del
Compartimento Polizia Stradale per la Toscana, denunciando l'interpretazione alquanto
machiavellica dell'istituto del “cambio turno” messo in atto presso la Sezione Polizia
Stradale di Arezzo ad opera del suo dirigente, il dott. ROSSI, al quale sfugge,
evidentemente il rispetto di norme fin troppo chiare.
11 gennaio 2013: La Segreteria del COISP di Arezzo interveniva nei confronti del dirigente del
Compartimento Polizia Stradale per la Toscana, denunciando violazioni e condotte
poste in essere dal dott. ROSSI a discapito del personale ed in palese avversità alle
prerogative sindacali.
05 aprile 2013: La Segreteria del COISP di Arezzo interveniva nei confronti del dirigente del
Compartimento Polizia Stradale per la Toscana, denunciando il fatto che personale
della Sottosezione Autostradale di Battifolle di Arezzo veniva chiamato ad una nuova
modalità di consultazione della Banca Dati Interforze senza la necessaria preventiva
formazione tecnica.
23 ottobre 2013: La Segreteria del COISP di Arezzo interveniva nei confronti del Dirigente del
Compartimento Polizia Stradale per la Toscana, denunciando, ancora una volta,
l’anomalo utilizzo da parte di un dipendente della Sezione di Arezzo, con la chiara
condivisione del dirigente dott. ROSSI, della risorsa economica dello straordinario
emergente, posto in essere fuori da ogni previsione normativa ed a proprio uso e
consumo, in maniera sistematica ed addirittura prima di intraprendere il servizio in
assenza di qualsivoglia emergenza che potesse giustificare minimamente il ricorso alla
risorsa in questione che, come noto, è istituzionalmente diretta a far fronte a
straordinarie ed imprevedibili esigenze che obblighino il dipendente a svolgere attività
lavorativa in aggiunta a quella disposta con ordine di servizio giornaliero.
Denunciava inoltre che l’assurdo ed evidentemente illegittimo uso dello straordinario
emergente veniva posto in atto, evidentemente non senza l’avallo del dirigente della
Sezione di Arezzo, anzi non senza che il predetto lo abbia disposto (così prevede la
norma), anche da un secondo dipendente che, terminato il servizio al corpo di guardia o
di vigilanza stradale, si sarebbe trattenuto presso l’ufficio verbali per il disbrigo di
pratiche burocratiche che avrebbero dovuto essere affrontate con altri strumenti,
appositamente previsti dalla normativa vigente.
Il COISP di Arezzo puntualizzava anche che sarebbe stato più ragionevole non sprecare
le risorse dei contribuenti per quelle che appaiono gestioni clientelari.
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Ai citati esempi si sommavano innumerevoli altre rimostranze della nostra Segreteria Provinciale aretina
nei confronti della gestione della Polizia Stradale da parte del dott. Alessandro ROSSI, esternate con comunicati,
lettere, durante incontri, durante riunioni di “verifica” e di “confronto” (artt. 5 e 19 del vigente A.N.Q.), durante
le riunioni periodiche previste dal Decreto legislativo 81/2008, etc. etc.….
Il COISP di Arezzo aveva solo preteso il rispetto delle leggi e questa sua pretesa aveva da sempre
infastidito il Dirigente della Stradale il quale ha ben pensato di punire il massimo rappresentante della Segreteria
Provinciale di questo Sindacato in servizio alle sue dipendenze.
Quanto sopra, Preg.mo Signor Capo della Polizia, veniva esplicitato dalla Segreteria Nazionale di questa
O.S. COISP all’Ufficio per le Relazioni Sindacali del Dipartimento con nota del 13 dicembre 2013, recante prot.
1505/13 S.N.. Nella circostanza veniva preteso un immediato e deciso intervento di citato Ufficio e veniva
chiesto di informare la S.V. di quanto si verificava, adoperandosi altresì affinché si concretizzasse l’immediato
trasferimento del dott. Alessandro ROSSI dalla Polizia Stradale di Arezzo.
In risposta (nota dell’11 febbraio 2014), il citato Ufficio per le Relazioni Sindacali riferiva che “il
dirigente del Compartimento Polizia Stradale Toscana ha assicurato che una volta realizzata la riorganizzazione
dell’Ufficio Automezzi, il Sovrintendente CHIUPPI potrà rientrare presso l’Ufficio Servizi, ove era
precedentemente assegnato”.
Tale nota, in realtà, era preceduta da un colloquio, sollecitato verbalmente dallo stesso Ufficio
ministeriale, avvenuto il 20 dicembre 2013 tra il funzionario della Stradale aretina e il Segretario Nazionale del
COISP Sergio Bognanno, nel corso del quale il dott. ROSSI aveva ovviamente negato (ma non riusciva a
convincere nemmeno sé stesso!) che il trasferimento del Segretario Provinciale del COISP aretino fosse stato
posto in essere quale rivalsa nei confronti del Sindacato e aveva garantito, sottoscrivendolo pure, che una volta
che il predetto avesse risolto le problematiche rilevate presso l’Ufficio Automezzi (verificare la sospetta
mancanza del materiale in dotazione) sarebbe rientrato presso l’Ufficio Servizi. Per adempiere a tale compito lo
stesso funzionario indicava un tempo massimo di tre mesi.
Ebbene, sebbene il nostro Segretario CHIUPPI avesse svolto il compito assegnatogli già prima della fine
di febbraio 2014, il dott. ROSSI l’ha costretto a rimanere presso l’Ufficio Automezzi (a non fare nulla!) fino al 25
marzo, così da far trascorrere per intero quel “tempo massimo di tre mesi” dal trasferimento.
L’aveva indispettito qualcos’altro? Chiaramente sì!
L’aver messo CHIUPPI all’Ufficio Automezzi non è stata certo una scelta rivelatasi felice per il dirigente
della Polizia Stradale di Arezzo, atteso il fatto che detto Sovrintendente, confermando ciò che lo stesso dirigente
gli aveva prospettato, ha rilevato, mettendolo però nero su bianco, il consistente ammanco di materiale presso
citato settore (circa 80 utensili, una pistola avvita dadi pneumatica, due compressori, pneumatici, etc…) e,
soprattutto, ha negato la propria disponibilità a testimoniare per iscritto l’avvenuto fuori uso, durante la sua
gestione dell’Ufficio, del materiale di cui era stata accertata la mancanza e che di certo non si era volatilizzato da
solo.
L’intenzione di porre rimedio a tali “presunte” sottrazioni, affermando, adesso, che il materiale risultato
mancante veniva posto in fuori uso o, comunque, in qualche modo smaltito, veniva prospettata dal dirigente della
Sezione Polizia Stradale anche durante un incontro con il nostro Segretario Generale Provinciale di Arezzo Iuri
MARTINI e, successivamente, durante altro incontro, con il nostro Segretario Nazionale Sergio BOGNANNO.
In entrambe tali circostanze veniva anche evidenziata, dal dott. ROSSI, una verosimile condivisione di tale
“procedura” da parte dell’Autocentro di Firenze.
Preg.mo Signor Capo della Polizia, il COISP dovrebbe tacere sul fatto che un Ufficio di Polizia è stato
talmente mal gestito negli ultimi due anni che il dirigente non si è mai accorto che una innumerevole quantità di
materiale, che l’Amministrazione non ha certo ricevuto in regalo, si stava “volatilizzando” come poi è stato
accertato?? Dovrebbe tacere sul fatto che, probabilmente, alcuna inchiesta è stata avviata per accertare come si
erano potuti verificare tali ammanchi e chi poteva averli posti in essere??
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Ebbene, a fronte di un evidente disinteresse nella gestione della cosa pubblica, il dott. Alessandro ROSSI,
nel frattempo, non faceva mancare il suo impegno contro il COISP e i suoi iscritti, tanto che la nostra Segreteria
Provinciale di Arezzo si trovava costretta, nuovamente, a interessare questa Segreteria Nazionale.
Lo faceva in data 22 febbraio 2013, con nota recante prot. 54/14-COISP/AR la quale non veniva tuttavia
inviata al Dipartimento ma consegnata, brevi manu, al dirigente del Compartimento Polizia Stradale di Firenze
Maurizio GELICH il quale assicurava il suo intervento sulle varie questioni in essa riportate.
Ciò avveniva in data 7 marzo 2014 nel corso di un incontro tra il predetto dirigente, il nostro Segretario
di Arezzo Iuri MARTINI ed il Segretario Nazionale Sergio BOGNANNO.
Cosa denunciava ancora la nostra Segreteria di Arezzo? Eccolo riportato:
I fatti che saranno di seguito riportati, al di là della loro pur non trascurabile valenza nell’ambito della loro
analisi isolata, dovranno essere valutati con una chiave di lettura più ampia, accomunati tra loro ora per
l’unicità del palese disegno organizzativo, ora per la loro chiara interdipendenza, dovuta allo stimolo emulativo
artatamente ed ecletticamente promosso dal dottor ROSSI: fattori questi che ne hanno fatto un unicum di
difficile soluzione.
Oltre a quanto già oggetto di compiuta segnalazione nella nota di questa Segreteria Provinciale cui si fa seguito,
con particolare riguardo ai “precedenti” del dottor ROSSI – fatti che già da soli dovrebbero bastare a dar misura
di quanto detto funzionario appaia disattento nei confronti del rispetto dei propri precipui obblighi istituzionali
relativi al rispetto di leggi e regolamenti – oggi, i fatti sotto riportati daranno chiara contezza di quanto la citata
disattenzione sia solo una delle peculiarità che caratterizzano l’operato del V.Q.A. Alessandro ROSSI nel suo
attuale incarico.
Si deve purtroppo rilevare che, nonostante la chiarezza delle contestazioni verbalizzate in occasione della
verifica ex art. 5 A.N.Q. dalla Segreteria Provinciale di Arezzo in data 3 dicembre 2013 circa le lapalissiane
violazioni dell’accordo decentrato dallo stesso poste in essere, ed alle mancate risposte danti causa alla lettera
del 13 dicembre indirizzata a codesta Segreteria Nazionale cui si fa seguito, detto funzionario continua,
protervamente imperterrito, nel suo illegittimo atteggiamento di violazione degli accordi sottoscritti, tanto che,
alla data odierna, nessuno dei dipendenti che non aveva fruito delle previste giornate di aggiornamento è stato
formalmente informato del numero delle giornate residue da fruire, così da poter loro consentire l’esercizio del
diritto di fruirne tramite lo “studio libero”, come sancito dagli accordi decentrati.
L’inadeguatezza dell’azione di dirigenza adottata dal Dr. ROSSI, traspare in tutta la sua evidenza laddove lo
stesso ha consentito, in un clima di generale tensione, che fosse portata avanti per circa tre settimane una
iniziativa di raccolta firme in calce ad un documento di forte critica all’azione sindacale del COISP aretino,
susseguente alla divulgazione mediatica delle inadeguatezze strutturali del Distaccamento di Poppi prima e
della Sottosezione di Battifolle dopo, dalla quale è scaturita la presentazione di ben due interrogazioni
parlamentari presentate da alcuni deputati. Tralasciando la solerzia di qualcuno nel cercare di “persuadere”
colleghi non del tutto convinti a firmare, era del tutto evidente l’inopportunità di una tale azione in un momento
come quello che si sta vivendo nella Polizia Stradale aretina. Tale inopportunità avrebbe sicuramente
consigliato ad un saggio dirigente di stoppare sul nascere siffatta iniziativa che ha avuto come unica
conseguenza l’ulteriore esacerbazione degli animi di tanti. Evidentemente la saggezza non appartiene a tutti!
Peraltro, ammesso e non concesso che ad un dirigente di un ufficio sfugga per ben tre settimane un’azione di
raccolta firme nel suo ufficio per fatti di tale rilevanza, la questione assumerebbe contorni ancora più
inquietanti, perché verrebbe da chiedersi come quel dirigente eserciti la sua azione dirigenziale e dove passi il
suo tempo.
E’ comunque ben noto che il Dottor ROSSI abbia personalmente aperto una caccia alle streghe, contornata di
affermazioni, travestite miseramente da battute, che ama profferire pubblicamente, creando convinzioni di
impunità in tutti quei dipendenti che sono a lui particolarmente vicini per i più vari motivi e che hanno inteso
aderire alla politica di governo del personale da manuale adottata dal dirigente. Infatti, il 23 gennaio scorso,
questa Segreteria, al fine di spiegare le proprie ragioni ai colleghi dopo le accuse ricevute pubblicamente dai
sottoscrittori del documento dalla dubbia spontaneità di cui sopra, stilò l’allegato documento che ribadiva
chiaramente il significato di Democrazia, richiamando l’attenzione di tutti sul fatto che quanto abbiamo oggi –
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poco o tanto che sia - lo dobbiamo alla dure battaglie di chi ci ha preceduti ed ha pagato sulla propria pelle le
conseguenze del suo impegno e che appare quanto mai inopportuno, oltre che poco credibile, che un Sindacato
venga attaccato dalla base per il suo impegno contro evidenti violazioni poste in essere da un dirigente,
precisando poi che qualora non se ne approvi il metodo, rimane in capo a ciascuno il diritto di condividere un
percorso o meno con quel Sindacato: MAI però difendere l’abuso spregiudicato….. da qualunque parte arrivi!
Ebbene, la verità espressa nel nostro comunicato è apparsa talmente scomoda da indurre un dipendente della
Sezione, non appena divulgata tale nota al corpo di guardia degli uffici della Sezione, a commentarlo con
plateale negatività ed alla presenza di altri colleghi, giungendo a chiudere la propria pantomima con un finale di
sicuro effetto quale quello di strapparlo e cestinarlo, in atteggiamento da consumato attore.
Il grave comportamento sopra descritto non risulta abbia avuto alcun tipo di reprimenda dal dottor ROSSI che
ha così confermato quello che a questa O.S. appare un comportamento inadeguato ed incompatibile con il suo
ruolo.
Neppure è credibile, a meno di non chiedersi, come sopra detto, come quel dirigente eserciti la sua azione
dirigenziale e dove passi il suo tempo, vista la vasta eco che ha avuto la distruzione del comunicato sindacale,
che il dottor ROSSI non sia venuto a conoscenza dell’accaduto. Sicuramente egli avrà buon agio di affermare,
domani, di aver seriamente richiamato il suo dipendente, provvedimento questo che, se anche adottato (ma non
ci risulta minimamente!) questa O.S. non riterrebbe commisurato alla gravità del fatto.
Il discredito del COISP e dei suoi iscritti, scientificamente messo in atto dal dottor ROSSI, ha consistito e
continua a consistere in esternazioni che sarebbe troppo facile definire semplici battute, laddove esse hanno
riguardato solo il COISP, i suoi iscritti e nessun altro. Esternazioni sicuramente mai proprie di persone
assennate, fatte in circostanze che hanno fatto si che esse assumessero inequivocabilmente una valenza
minatoria neppure tanto velata.
Ed è così che, prima di recarsi per servizio presso il Distaccamento di Poppi, il dott. ROSSI si permetteva di
annunciare provocatoriamente alla presenza di più subalterni “Vado a Poppi, a sentire le lamentele di quelli del
COISP!” girando poi lo sguardo verso un dipendente ivi presente e che egli sapeva bene essere Segretario di
Sezione di questo Sindacato. Così come, nel successivo pomeriggio (23 gennaio scorso), rivolgendosi
nuovamente al predetto dipendente, tenendo in mano un comunicato del COISP esternava: “Ma cosa hanno
scritto? Questi del COISP che se fumano?? Lei iscrivendosi al COISP ha perso punti!”
Risale poi solo al 27 gennaio scorso l’ennesimo episodio emblematico delle pseudo battute del dottor ROSSI
che ha costretto il Segretario Provinciale Generale Iuri MARTINI che si trovava in Sezione per adempimenti
sindacali, a tollerare infamanti accuse, altro che battute. Il brillante dottor ROSSI, ha chiesto al dipendente della
Sezione che assisteva il nostro Segretario “quale cifra avessero raggiunto quel giorno i poliziotti pattuglianti
annunciatisi malati” e, ottenuta l’amara risposta sull’alto numero, non ha esitato a mettere in moto la macchina
del fango che tanto ben gestisce commentando: “tutti del COISP ovviamente?”. Il fatto che questa esternazione
non fosse una battuta è ulteriormente reso evidente dal fatto che, alle legittime rimostranze del Segretario, egli
ha inteso andare alla precisa disamina dei nominativi, mostrandosi estremamente informato su coloro che sono
iscritti al COISP, ma rimanendo deluso dal fatto che questi fossero solo 2 sui sei o sette malati.
La Santa battaglia del dottor ROSSI contro il COISP, oltre agli attacchi più o meno diretti, si completa
nell’evidente adozione da parte del dirigente di due pesi e due misure nella gestione del personale.
Alla persecuzione posta in essere nei confronti del personale iscritto al COISP fa da contraltare la disponibilità
a chiudere, non un occhio ma tutti e due, in riferimento ai privilegi del rimanente personale. L’utilizzo di ordini
di servizio calibrati, l’aumento delle sanzioni disciplinari ed altro rappresentano la sistematicità della gestione
ordinaria. Ed anche su tale argomento il dottor Rossi, sicuro del fatto suo, nel corso di un incontro svoltosi nel
mese corrente con il Segretario Generale Provinciale Iuri MARTINI e teso a trovare punti di convergenza
finalizzati a ridurre l’altissimo livello di tensione dei rapporti tra le parti, non ha avuto remore a manifestare la
propria intenzione, affermandone il proprio diritto, di porre in essere una opera di “moralizzazione” nei
confronti del personale turnista della Sezione che, come al predetto funzionario è ben noto, è in buona parte
aderente al COISP.
Ci viene da chiederci se sia lecito spingere detta opera di moralizzazione fino alla violazione delle norme e
degli accordi. Infatti, nella sua opera di persecuzione degli iscritti al COISP, il dottor ROSSI ha cambiato turno
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per ben tre volte ad un nostro iscritto “pattugliante” solo per coprire turnazioni lasciate scoperte da altri
colleghi: BEN 3 VOLTE E DI DOMENICA NELLO STESSO MESE, in violazione di quanto statuito dall’art.
9 numero 4 dell’Accordo Nazionale Quadro. Ma soprattutto è da rilevarsi che molti altri colleghi, normalmente
addetti agli uffici, sono rimasti al caldo nelle loro case…. già ma non erano iscritti al COISP. Congratulazioni
al dottor ROSSI, siamo sicuri che sarà convinto di esser riuscito a far capire a quel dipendente, ma anche agli
altri pattuglianti, cosa significhi moralità.
Sempre nell’ambito dell’opera di disinfezione del personale dal “morbo di COISP”, merita autonoma menzione
il “discutibile” utilizzo dello strumento della disciplina del Dottor ROSSI.
In questo ambito appare degno di citazione un procedimento avviato dal funzionario nei confronti di un
Assistente Capo (manco a dirlo iscritto e anche dirigente sindacale del COISP), ritenuto responsabile di non
aver precisato, all’atto della comunicazione effettuata all’ufficio la domenica per il lunedì del proprio stato di
malattia, se avrebbe usufruito del congedo straordinario o dell’aspettativa e di non aver indicato il luogo in cui
avrebbe fruito di detto periodo. Purtroppo per il Dirigente, invece, tale comunicazione era stata
tempestivamente fatta anche al collega in servizio al corpo di guardia il lunedì (oltre che già la domenica) come
da questi testimoniato in relazione. Scagionato il primo Assistente Capo, la sacra collera del dirigente si è
riversata sul secondo collega (lasciamo immaginare a quale Sindacato fosse iscritto tale secondo collega …)
che non aveva avvisato l’Ufficio Servizi il lunedì (ufficio peraltro già avvisato tempestivamente la domenica
precedente tanto che aveva già provveduto a correggere i servizi). Tale castello accusatorio è caduto
miseramente dopo relazione dell’addetto allo stesso ufficio servizi che ha testimoniato di aver avuto notizia
anche il lunedì della malattia, per la seconda volta e proprio dal secondo Assistente Capo. Ciò nonostante il
secondo collega è stato punito ugualmente pur in carenza motivazionale, se non quella, non provata, di non
aver compilato l’apposito modulo che, invece, è stato compilato ma, inspiegabilmente, risulta smarrito
dall’ufficio (ove non ci sono iscritti al COISP ….!).
“Dura lex sed lex!” Ma quale legge? Quella della prevaricazione impunita e del terrore? Ma del terrore di chi
se stiamo parlando di dipendenti la cui anzianità di servizio contiamo in decenni? Il risultato vero è che,
dall’avvento del dottor ROSSI quale dirigente, i dati produttivi della Sezione Polstrada di Arezzo si sono ridotti
fortemente: evidente risultato, a parere del COISP, di incapacità gestionale della dirigenza e di carenza di
quelle doti che dovrebbero contraddistinguere un Comandante di uomini.
Due pesi e due misure, anticipavamo prima. Si, perché a fronte di tanta severità verso gli iscritti al COISP,
consta una grande disponibilità nei confronti di alcuni del rimanente personale, una disponibilità talmente
incondizionata dall’essere totalmente slegata dal rispetto delle regole e del tutto indifferente ai danni prodotti
anche economicamente all’erario.
Sotto il profilo puramente formale, stupisce – ma forse no – che il dottor ROSSI, così attento a tutte le lievi
mancanze del personale iscritto al COISP, come sopra indicato ma si potrebbe allungare la lista a dismisura,
consenta il non rispetto dell’orario contrattualmente previsto, adottato presso la Sezione, ad un Sostituto
Commissario il quale arriva sovente, quasi ogni mattina, in orario diverso da quello previsto. Invece delle 08,00
arriva alle ore 08,15, 08,20, 08,10 eccetera, registrando tale orario di ingresso nel foglio ingresso/uscita. Per
carità, lo stesso Sostituto Commissario non ruba nulla andando via alle ore 14,15, 14,20, 14,10 eccetera ed
ugualmente registrando tale orario di uscita nel foglio ingresso/uscita, ma non ci risulta che il Sostituto
Commissario sia equiparabile ad un Primo Dirigente: l’orario è orario e, come tale va rispettato da tutti senza
essere interpretato. Il bello della cosa è che il dottor Rossi, TUTTI I GIORNI, sigla per conferma il foglio
ingresso/uscita, avallando tale comportamento contrario alle norme. Grandioso esempio dell’assunto mutuato
da una famosa canzone.. “e questa è casa mia e qui comando io”.
Questa Segreteria intende evidenziare che il comportamento tenuto dal dottor ROSSI non è stato influenzato
positivamente neppure dagli eventi che hanno portato ad un interessamento di codesta Segreteria Nazionale e
del Dipartimento a seguito di quella che appare ancora più evidentemente essere stata una vendetta contro
questa O.S. e cioè lo spostamento del Segretario Provinciale Alessandro CHIUPPI ad altro incarico.
Vendetta che continua ad essere posta in essere nonostante la lettera diretta alla nostra Segreteria Nazionale con
la quale il dottor ROSSI aveva affermato che il CHIUPPI sarebbe tornato nel proprio ufficio non appena avesse
terminato un compito assegnatogli (verificare i materiale presenti in ufficio) e nonostante che lo stesso
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Ministero, con nota 557/RS/557/RS/75/8/F del 11 febbraio scorso si fosse impegnato in tal senso recependo le
assicurazioni ricevute dal funzionario.
Ebbene, ad oggi il lavoro di verifica svolto dal CHIUPPI è giunto da tempo a termine ma non solo egli non è
stato rimesso al suo posto, ma il dottor Rossi ha anche direttamente detto al nostro Segretario Provinciale
Generale Iuri MARTINI di aver già pronto un altro compito per il predetto, sempre all’interno dello stesso
Ufficio Automezzi.
Inutile dire che stupisce tutta questa improvvisa attenzione verso il settore motorizzazione, per quanto
necessaria, quando si pensa che il consegnatario è andato in pensione da circa 2 anni ed il dottor ROSSI non ha
mai inteso preoccuparsi prima di tale delicata situazione; tanto delicata, come dimostrano anche i numerosi
ammanchi di materiale rilevati e segnalati dal nostro Quadro Sindacale e sui quali si fa riservare di tornare ad
interloquire dettagliatamente.
Tutto ciò premesso, poiché gli interventi effettuati, lungi dal produrre risposte positive, hanno ingenerato
evidentemente nel funzionario reazioni di intolleranza cui hanno fatto seguito politiche gestionali addebitabili
anche a quello che a questa O.S. appare uno spostamento sul livello personale del disagio del dottor ROSSI - il
quale, se da un lato ha inteso perseverare ingiustificatamente nel mancato rispetto di norme ed accordi, d’altro
canto ha posto in essere comportamenti personali reattivi incompatibili con il ruolo istituzionale rivestito - in
data 12 febbraio scorso, questa Segreteria Provinciale ha interrotto i rapporti con il V.Q.A. Alessandro ROSSI e
rimette a codesta Segreteria Nazionale ogni intervento che riterrà opportuno adottare.
Nondimeno questa Segreteria non può non evidenziare che la gravità delle argomentazioni sopra espresse
testimonino, oltre ogni dubbio, la perdita della necessaria obiettività ed imparzialità del dottor Alessandro Rossi
che, anche per aver posto in essere evidenti comportamenti di ingiustificabile rivalsa, pare aver perso la
necessaria serenità istituzionale essendo rimasto vittima di un evidente coinvolgimento emotivo sul piano
personale.
E’ nell’interesse anche dell’Amministrazione, pertanto, che si segnala che la rottura creatasi con questa
Segreteria non pare avere più margini di risoluzione.
Codesta Segreteria Nazionale vorrà informare di tutto quanto precede il Dipartimento della P.S., significando a
questo che il ripristino di una situazione di ordinaria legalità non può che realizzarsi mediante l’allontanamento
di citato funzionario dalla sede di Arezzo.
Come detto, tale lettera veniva consegnata al dirigente del Compartimento Maurizio GELICH ma questo
probabilmente nemmeno la leggeva. Di certo non ha posto in essere alcuna azione per impedire il protrarsi della
situazione di assoluta illiceità denunciata presso la Polstrada aretina.
Con il dott. GELICH, tuttavia, si teneva un nuovo incontro in data 5 giugno 2014 a margine di una
“verifica” della contrattazione decentrata della Polstrada di Arezzo, che lo stesso aveva presieduto.
Ad apertura di tale incontro il citato dirigente teneva a precisare che il COISP era l’unico Sindacato che si
lamentava del dott. Alessandro ROSSI. Il COISP di Arezzo, presente anche il nostro Segretario Nazionale
BOGNANNO, mostrava la propria noncuranza riguardo l’affermazione del funzionario e, dati alla mano,
testimoniava che gli atteggiamenti ed i comportamenti messi in atto dal dott. ROSSI hanno ingenerato un
meccanismo inutile, dannoso e senza precedenti di caccia alle streghe tra il personale. Sono state quindi
riproposte al Dott. GELICH le questioni già evidenziate con la nota scritta datata 22 febbraio 2014 (quella sopra
integralmente riportata) e tale funzionario, nei cui confronti è stato duramente stigmatizzato il fatto che lo stesso
non aveva posto in essere alcuna azione in ordine alle questioni segnalate, in quanto forse convinto – ma
sbagliava!! – che il trascorrere del tempo avrebbe portato questa O.S. a lasciar correre, si è stavolta impegnato a
dare immediate risposte sulle varie questioni, puntualizzando anche che nell’eventualità di un suo imminente
trasferimento, sulle cose su cui non sarebbe potuto intervenire per mancanza di tempo, avrebbe dettagliatamente
riferito al suo successore.
Alcuni giorni dopo, come peraltro richiesto dallo stesso dirigente, il nostro Segretario Generale
Provinciale di Arezzo chiamava il Compartimento di Firenze, apprendendo, dall’addetta alle relazioni sindacali,
che il dott. GELICH si trovava in congedo straordinario per trasferimento ….. e tale trasferimento ancora non era
stato fatto!!!
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In data 12 giugno 2014 le Segreterie Provinciali di Arezzo del COISP, SIULP, SAP, SIAP, UGL,
rappresentative del 94,77% dei poliziotti aretini, inviavano la seguente lettera al menzionato dirigente del
Compartimento:
Preg.mo Dott. Gelich,
in più occasioni ci siamo trovati costretti a denunciare le condotte fin troppo autoritarie poste in essere dal
Dirigente della Polizia Stradale di Arezzo dott. Alessandro Rossi, condotte che i nostri iscritti non riescono più
a tollerare.
Auspicavamo che il tempo e talune nostre prese di posizione portassero consiglio a tale funzionario ma
abbiamo dovuto prendere atto che la lontananza di questi dal personale, dai loro diritti, dal rispetto delle norme
contrattuali, è anzi sempre più marcata ed evidenzia una convinzione oltremodo dispotica di rappresentare
l’Amministrazione.
Non è nostra intenzione continuare a permetterlo.
Con la presente siamo quindi a chiederLe un urgentissimo incontro e siamo sin da ora costretti a rappresentarLe
che laddove Lei non volesse o non riuscisse a riportare su un piano di assoluta normalità la funzionalità della
Polizia Stradale di arezzo, non esiteremo a rivolgerci in altre sedi, non mancando di rendere pubblici
determinati comportamenti che riteniamo del tutto lontani dai principi e valori della Polizia di Stato.
Si rimane in attesa di cortese riscontro.
Non ci ha mai fatto paura dover affrontare da soli le varie battaglie. A quanto pare, però, adesso, anche
altri Sindacati si sono accorti della condotta inaccettabile del dott. ROSSI.
Le “paure” del dott. GELICH, che pensava che solo il COISP si lamentava del dott. ROSSI, svanivano
quindi nel nulla!
Tutto ciò premesso, nell’interesse di tutti e dell’Amministrazione intesa nella sua interezza organizzativa,
fin troppo ultimamente bersagliata da attacchi mediatici tendenti al suo scientifico discredito, al fine di evitare
che le situazioni sopra riportate solo in via riassuntiva debbano trovare ulteriore e più precisa connotazione che
obblighi al successivo interessamento di diverse Autorità, sicuramente competenti alla valutazione dei fatti stessi,
Le chiediamo, Signor Capo della Polizia, di intervenire con la più grande fermezza nei confronti di tutti gli attori
che in questa vicenda hanno avuto parti degne di altri scenari che nulla dovrebbero condividere con la nostra
Polizia di Stato. Le chiediamo di tener conto della totale, preordinatamente attendista condotta del dirigente del
Compartimento di Firenze, sempre informato compiutamente dei fatti e del tutto incurante di essi. Le chiediamo
di inviare immediatamente una ispezione presso la Polizia Stradale Aretina, che possa direttamente accertare i
fatti da noi descritti ed aiutarLa a valutare integralmente la condotta del Dottor ROSSI, il quale non potrà
sicuramente mai più rimanere nella sede di Arezzo senza che ogni suo singolo comportamento al di fuori della
norma non trovi la più pronta reprimenda di questa O.S., la cui più grande attenzione non verrà mai più meno
fino a quando detto funzionario rimarrà in sede.
In attesa di cortese urgente riscontro, Le invio i più cordiali saluti.
Il Segretario Generale del Co.I.S.P.
Franco Maccari
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