Capillare non adiabatico Il condotto capillare usato come organo di laminazione nella maggior parte degli apparecchi frigoriferi per uso domestico, costituisce uno scambiatore di calore, essendo posto in contatto termico con la linea di aspirazione del compressore. Lo scambiatore può essere ottenuto semplicemente affiancando i due condotti e tenendoli aderenti con una pellicola adesiva o saldandoli. Lo scopo dello scambiatore è quello di ridurre, sottraendo calore al capillare, il livello energetico del fluido entrante all’evaporatore, in modo da aumentare la potenza frigorifera. Il calore sottratto al capillare aumenta la temperatura del fluido aspirato dal compressore, ma l’esperienza insegna che, entro certi limiti, l’aumento di potenza assorbita dal compressore è molto limitato rispetto all’aumento di potenza frigorifera, per cui complessivamente la prestazione del ciclo frigorifero migliora. Ciò è verificato soprattutto per alcuni fluidi, tra cui l’isobutano. Fig. 1 – Circuito frigorifero con scambiatore tra capillare e linea di aspirazione L’estrema semplicità costruttiva dello scambiatore CSLHX (Capillary – Suction Line Heat eXchanger) non deve far ritenere che lo studio di questo componente sia agevole. Al contrario in esso si hanno complesse fenomenologie quali: − flusso bifase con forti perdite di carico − scambio termico in cambiamento di fase − problemi di contatto termico tra i due tubi − flusso in condizioni soniche. Possono essere utili sia strumenti di progetto, atti a dimensionare il capillare e lo scambiatore con assegnate condizioni al contorno, che strumenti di verifica, atti a calcolare la portata e le condizioni di uscita di un CSLHX di assegnate caratteristiche. Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 Per lo studio di questo sistema si può partire dalle equazioni di conservazione della portata in massa, della quantità di moto e dell’energia. Sono utili alcune assunzioni semplificative: − ambedue i condotti hanno diametro e rugosità superficiale costante − si trascura la presenza di olio − non ci sono scambi termici con l’esterno dello scambiatore − non ci sono fenomeni di metastabilità. Quest’ultima ipotesi è da sottolineare, perché in effetti la transizione di fase in seno al liquido che scorre entro il capillare può essere leggermente ritardata rispetto alla condizione di equilibrio termodinamico. Tale ritardo può comportare una sottostima della portata attraverso il capillare. Di norma lo scambiatore non è installato su tutta la lunghezza del capillare: si possono avere quindi tratti di capillare adiabatico prima e dopo il tratto ove avviene lo scambio termico. Fig. 2 – Schema dello scambiatore tra capillare e linea di aspirazione Lo schema di calcolo riportato nel seguito ricalca quello di Bansal (2002). La conservazione della portata in & , uguale per i due condotti aventi sezioni costanti Ac e As , si può scrivere introducendo la “mass massa m velocity” G: Gs = m& = const As Gc = m& = const Ac (1.1) La conservazione della quantità di moto per il capillare comprende i termini relativi agli attriti, alla variazione di pressione ed alla variazione di quota dovuta all’eventuale inclinazione θ del capillare: − m& dVc = τ cπDc dz + Ac dpc + m& g sin θ (1.2) ove Vc e pc sono rispettivamente velocità e pressione del fluido nel capillare e τ c è lo sforzo di taglio dovuto alla viscosità, calcolabile come: τ c = fc ρ cVc2 8 = fc Gc2vc 8 Nella (1.3) compaiono il fattore d’attrito f c , la densità ρ c ed il volume specifico vc del fluido Combinando le equazioni (2) e (3), si può ricavare la caduta di pressione nel capillare: Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 (1.3) − dpc G 2v dv g sin θ = f c c c + Gc2 c + dz 2 Dc dz vc (1.4) In modo strettamente analogo, per la linea di aspirazione si può scrivere: dps Gs2vs dv g sin θ − = fs + Gs2 s + dz 2 Ds dz vs (1.5) Per il fattore d’attrito, nei tratti di flusso monofase, si può utilizzare la relazione di Churchill (1977): 8 12 1 f = 8 + 1.5 ( A + B ) Re 1 / 12 (1.6) ove i termini A e B sono funzioni del numero di Reynolds Re = GD / µ e della scabrezza relativa ε / D : 16 1 A = 2.457 ln 0.9 (7 / Re ) + 0.27ε / D (1.7) 16 37530 B= Re Nella zona del capillare in cui si ha un flusso bifase, il fattore l’attrito locale può essere calcolato con la correlazione di Lin (1991): v f tp = φlo2 f v tp (1.8) ove il fattore moltiplicativo φlo2 è dato da: 8 12 1 + (Atp + Btp )1.5 Re tp 2 φlo = 12 1 8 + 1.5 Re (A + B) 1 / 12 vv 1 + x + 1 vl (1.9) Il numero di Reynolds con pedice tp che compare esplicitamente e nelle funzioni Atp e Btp al numeratore della (1.9) è calcolato in base alla viscosità equivalente del flusso bifase secondo il modello di McAdam: 1 µtp = x µv + 1− x µl (1.10) In tutte le relazioni precedenti, x è il titolo, i pedici v ed l si riferiscono rispettivamente al vapore ed al liquido e il volume specifico del flusso bifase è vtp = xvv + (1 − x )vl . La conservazione dell’energia, in condizioni stazionarie, si scrive: V2 m& d hc + c + gz sin θ = dq + dw 2 Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 (1.11) ove il differenziale della parentesi a primo membro rappresenta la variazione dell’energia totale (entalpia, energia cinetica e potenziale), mentre i due termini a secondo membro sono rispettivamente il calore ed il lavoro infinitesimi scambiati nel volume di controllo considerato. Essendo nullo il lavoro scambiato, la (11) può essere scritta: dhc = − dq Gc2 dvc2 − − g sin θ dz m& 2 (1.12) Per quanto riguarda la linea di aspirazione, trattandosi di un flusso monofase per tutta la lunghezza del condotto, si può semplicemente scrivere: dTs = dq c p m& (1.13) Il calore specifico può essere ritenuto costante nell’ambito del singolo volume di controllo, mentre il calore scambiato è dato da: dq = UA(Tc − Ts ) (1.14) nella quale non si è usata una differenza di temperatura media logaritmica perché si intende che i volumi di controllo siano molto piccoli. Il calcolo della conducibilità termica UA tra i due condotti è l’aspetto di più difficile modellazione. Se la temperatura dei due condotti non presenta significative variazioni in direzione circonferenziale, la convezione tra essi e i flussi monofase che scorrono al loro interno può essere valutata con la correlazione di Ghielinski: Nu = (f / 8)(Re− 100 ) Pr 0.5 1 + 1.27( f / 8) Pr 2 / 3 − 1 ( ) (1.15) Verosimilmente, il coefficiente di scambio termico dal lato del liquido sarà assai superiore a quello lato vapore. A maggior ragione sarà molto elevato il coefficiente di scambio nel tratto di capillare in cui si ha evaporazione. Pertanto le relative resistenze termiche potranno essere trascurate rispetto a quella nel vapore. Tuttavia, in assenza di una saldatura tra i due tubi metallici, si può presumere che sia nient’affatto trascurabile la resistenza termica di contatto tra essi, visto che il contatto avviene solo lungo una generatrice e la pressione di contatto garantita dalla pellicola adesiva è difficilmente controllabile. Il problema della resistenza di contatto tra solidi è stato ampiamente studiato per contatti tra superfici piane di diversi materiali e con diversi gradi di finitura superficiale, ma non per contatto tra superfici cilindriche, peraltro di diametri molto diversi tra loro. In assenza di ulteriori indicazioni, si è inserito un termine di resistenza termica equivalente costante. L’insieme delle relazioni da (1) a (15) è stato tradotto in un codice di calcolo Visual Basic incorporato in un file Excel. Le proprietà del fluido (isobutano) sono state calcolate punto per punto con le funzioni Refprop del NIST, anch’esse scritte in Visual Basic. Dal punto di vista numerico, il calcolo si presenta piuttosto oneroso in termini di tempo di esecuzione, soprattutto nel caso del calcolo di verifica di un tubo capillare di geometria nota. Infatti: − nelle condizioni usuali di un congelatore operante con isobutano, il rapporto tra le pressioni al condensatore e all’evaporatore è tale da portare il fluido in condizioni soniche all’uscita dal Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 capillare. In tali condizioni nella sezione finale si ha una derivata infinita della pressione rispetto alla coordinata longitudinale, per cui piccolissime variazioni delle condizioni di flusso portano notevoli variazioni di pressione. La soluzione dev’essere iterativa, con passo spaziale molto fitto (1 mm). Di fatto però, a partire da un valore di tentativo di portata, si giunge progressivamente a convergenza sino a stringere la portata calcolata entro un margine molto ristretto: il valore di pressione all’uscita può differire ancora sensibilmente dal valore imposto all’uscita, ma di fatto la variazione nell’ultimo tratto avviene in uno spazio limitatissimo, verosimilmente trascurabile rispetto alla tolleranza di costruzione del capillare. − Essendo lo scambio termico tra capillare e linea di aspirazione in controcorrente, partendo dall’ingresso del capillare non è nota all’inizio la temperatura di uscita del vapore dalla linea di aspirazione. Pertanto bisogna partire da un valore di tentativo che comporta una ulteriore iterazione, esterna rispetto a quella sulla portata del capillare. Il codice di calcolo è stato innanzi tutto testato in condizioni adiabatiche, raffrontando i risultati con i valori riportati in letteratura. Gli errori sono risultati piuttosto contenuti. In seguito è stata testata una configurazione semplificata con le misure mostrate in tabella. In tale configurazione il capillare e il tubo di aspirazione sono a contatto sin dall’inizio del capillare per una lunghezza di 2 metri. Il capillare prosegue poi con un tratto adiabatico di 30 cm. Un tipico risultato è mostrato in fig. 1.3, con riferimento ai dati della tabella seguente: fluido isobutano Lunghezza capillare Lc [m] Diametro capillare Rugosità capillare Dc [mm] ε [µm] 0.6 0.75 Pressione condensatore Pin [bar] 7.73 Temperatura condensatore Tcond [°C] 55 Sottoraffreddamento ∆Tsubc [°C] 5 Pressione evaporatore Peva [bar] 0.58 Temperatura evaporatore Teva [°C] -25 Lunghezza suction line Lsl [m] Diametro suction line Rugosità suction line Dsl [mm] ε [µm] 6 0.75 Pressione suction line Psuct [bar] 0.57 Temperatura ingresso suction line Tsuct [°C] Resistenza termica di contatto Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 2.3 2 -20 -1 R [K m W ] 1 9 P [bar] 60 T [°C] 8 50 7 40 T 6 30 Tsuct 5 20 P 4 10 3 0 2 -10 1 Tev a [°C] -20 Pev a [bar] 0 -30 0 0.5 1 1.5 2 z [m] 2.5 Fig. 3 – Risultati della simulazione del capillare con sottoraffreddamento di 5° Si può notare la graduale diminuzione di pressione (linea nera) e temperatura (linea marrone). Parallelamente alla diminuzione della temperatura del capillare si ha l’aumento (in controcorrente) della temperatura del vapore entro la linea di aspirazione (linea blu), a partire dalla temperatura dell’evaporatore di -20°C. L’ingresso del capillare è a 50°C per effetto del sottoraffreddamento di 5°C rispetto alla temperatura di saturazione vigente al condensatore. Nel tratto adiabatico si ha ancora liquido sino a pochi centimetri dalla fine del capillare. La vaporizzazione produce poi un brusco calo di temperatura e di pressione, a causa delle più forti perdite di carico dovute al maggior volume specifico del vapore. Si nota anche la pendenza praticamente verticale della curva di pressione alla fine del capillare, a riprova della condizione sonica del flusso in uscita. La portata calcolata, in queste condizioni, è di 2.04 kg/h. Per confronto si riporta in fig. 1.4 un diagramma analogo ottenuto variando solo il sottoraffreddamento. L’aumento delle temperature entro il capillare anticipa l’inizio dell’evaporazione e conseguentemente riduce la portata del capillare, che si porta a 2.02 kg/h. Aumenta anche lo scambio termico con il condotto di aspirazione, che porta il vapore entrante al compressore sino a 30°C. Un capillare con così ampia estensione del tratto di scambio termico può produrre un fluido in ingresso all’evaporatore con titolo contenuto (0.2 nel caso in esame). Resta da verificare se il compressore possa registrare problemi operativi a fronte di temperature di funzionamento così elevate. Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 9 P [bar] T [°C] 60 8 50 7 40 T Tsuct 6 30 5 20 P 4 10 3 0 2 -10 Tev a [°C] 1 -20 Pev a [bar] 0 -30 0 0.5 1 1.5 2 z [m] 2.5 Fig. 4 – Risultati della simulazione del capillare con sottoraffreddamento di 2° Resta poi da precisare l’esatta geometria dello scambiatore, che può portare a comportamenti più complessi (ad esempio in presenza di un tratto adiabatico iniziale il fluido può iniziare ad evaporare e poi ricondensare). A titolo di esempio si riportano in Fig. 5 gli andamenti registrati con lo stesso capillare di cui alle figure precedenti, nel quale è stato però aggiunto un tratto adiabatico iniziale di 0.4 m. Parallelamente è stata anche ridotta la resistenza termica di contatto a 0.7 [K m W-1], onde mantenere sostanzialmente invariata la quantità di calore scambiata. Si nota come il tratto adiabatico iniziale sia anche sostanzialmente isotermo. Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 9 P [bar] 60 T [°C] 8 50 7 Tsuct 40 T 6 30 5 20 P 4 10 3 0 2 -10 1 -20 Tev a [°C] Pev a [bar] 0 -30 0 0.5 1 1.5 2 z [m] 2.5 Fig. 5 – Risultati della simulazione del capillare con tratto iniziale adiabatico Anche altri parametri possono risultare critici, come il valore della rugosità, che in atto è stato stimato in base a dati di letteratura. Se il fluido è isobutano, l’effetto del calore scambiato nel SLHX, nell’ambito delle quantità praticamente scambiabili, è invariabilmente positivo, come si vede in Fig. 6. Pertanto è opportuno ottimizzare il contatto termico tra capillare e linea d’aspirazione. 2.05 2 COP 1.95 1.9 1.85 1.8 0 20 40 60 80 QSLHX [kJ/kg] Fig. 6 – Effetto del calore scambiato nel SLHX Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480 100 Bibliografia Bansal P.K., Xu B., 2002, Non-adiabatic capillary tube flow: a homogeneous model and process description, Applied Thermal Engineering 22, 1801–1819 Lin S., 1991, Local frictional pressure drop during vaporization of R-12 through capillary tubes, International Journal of Multiphase Flow 17 (1) 95–102 Via S. Marta, 3 – 50139 Firenze +39 0554796340 | fax: +39 0554796342 P.IVA | Cod. Fis. 01279680480
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