Sentiero geo-paleontologico "La pietra di Bismantiva"

INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
INFORMAZIONE AI MMG SULL’USO APPROPRIATO DEGLI IPP
eAppendice 1 – Spesa per farmaci antipertensivi
In parallelo alle aree terapeutiche incluse nel Progetto, il Coordinamento ha deciso di monitorare
per confronto quella degli antipertensivi, nella quale nell’ASL di Milano sono proseguiti gli
interventi informativi e formativi già in atto da molti anni (la prima Pillola di BPC a fine 2002
riguardava proprio tale area terapeutica, cui è stato dedicato negli anni di gran lunga il maggior
numero di schede), ma non è stato attuato alcun intervento specifico nelle altre ASL che si sono
avvicendate nel Progetto.
Il monitoraggio ha confermato il buon risultato costante dell’ASL di Milano (nonostante la
spinta alla prescrizione di antipertensivi più costosi sia forte e continua da parte di tante strutture
specialistiche) e l’assenza di qualunque effetto nelle altre ASL, come atteso.
Per l’area Antipertensivi l’ASL di Milano da anni aveva conquistato un’ottima posizione a
livello regionale, ed è rimasta sempre in 1a posizione in tutti gli anni dal 2009 (-7,8% vs media
Regione) al 2012 (-9,1%). Ad es.:
Se la spesa pesata procapite 2011 dei residenti ASL di Milano per antipertensivi fosse stata
• pari alla media lombarda, l’ASL avrebbe speso nel 2011 5,2 ml di € in più
•
“ “
“ Italiana,
“
“
“ “
“ 12,4 ml di € in più.
Se la suddetta spesa pesata procapite 2012 fosse stata
• pari alla media lombarda, l’ASL avrebbe speso nel 2012 4,2 ml di € in più
•
“ “
“
Italiana,
“
“
“
“
“ 10,3 ml di € in più.
(NB: il minor differenziale rispetto al 2011 è anche in relazione alla riduzione generale di spesa per principi
attivi via via genericati).
Questi ingenti “ricavi fittizi” (o “costi figurativi cessanti”, confermati nel 2013, dopo la chiusura
del Progetto) non trovano riscontro nelle altre ASL lombarde.
eAppendice 2 – Risorse impiegate nel Progetto
Le analisi dei dati di consumo e spesa, attuate dall’ASL di Pavia per conto delle ASL
partecipanti, si sono basate sul software Sfera, distribuito alle ASL per iniziativa del Ministero
della Salute; l’ASL di Milano ha tenuto il coordinamento generale del Progetto. Questo è stato in
origine rivolto a quattro ASL: oltre a Milano e Pavia, Cremona e Monza-Brianza, poi uscite dal
Progetto e sostituite in itinere dall’ASL di Lecco.
Responsabile tecnico-scientifico il Direttore SC Educazione Appropriatezza ed EBM dell’ASL
di Milano.
Budget erogato da AIFA e Regione Lombardia per l’intero svolgimento (17-9-‘09 – 31-12-‘12):
€ 242.000.
Operatori dedicati al progetto (per altro non a tempo pieno): 1 dirigente medico di SC, 1
dirigente medico, 1 responsabile amm.va, 1 biblioteconoma, 1 medico consulente e 1
amministrativo dedicato per l’ASL di Milano; 1 ingegnere biomedico (per il monitoraggio
mensile degli indicatori), 1 medico e una farmacista dirigenti per l’ASL di Pavia. A questi si
sono aggiunti, con impegno inferiore, dirigenti medici e farmacisti dei Dipartimenti Cure
Primarie, dei Servizi Farmaceutici e dei Distretti delle ASL coinvolte, e rappresentanti della
Medicina Generale, soprattutto per l’ASL di Milano.
1
INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
eAppendice 3 – Soddisfazione del target
La soddisfazione di MMG e pazienti rispetto a materiali informativi, strategie ed esiti è stata
rilevata annualmente in modo formale con questionari concordati, destinati a MMG testimoni
privilegiati, nominati dalle rispettive OO.SS. rappresentative della Medicina Generale nell’ASL
di Milano, per il monitoraggio del Progetto Pillole. Si riporta la sintesi dell’ultimo anno di
rilevazione, attuata, per conto delle Organizzazioni indicate, da:
- un MMG Coordinatore nazionale per Medicinsieme
- due MMG nominati da FIMMG (uno anche nel Direttivo CSeRMEG)
- una MMG nominata da SNAMI
- un MMG Segretario regionale Lombardia per SMI (già Responsabile nazionale formazione)
N° iscritti (media x medico) 1.548
N° di assistiti che hanno ricevuto ≥1 Pillole di ES nell’anno: 115 per medico
Ritiene le Pillole di ES per l’assistito: distribuzione dei 5 rispondenti
 di consultabilità
media 1
medio/alta 4
 di comprensibilità media 1
medio/alta 4
 adeguate a un livello culturale medio/basso 1 medio 3
Come ha usato il materiale educativo fornito:
raccomandazioni a pazienti selezionati 5
e
consegnare a richiesta 3
medio/alto 1
l’ho consegnato con specifiche
disponibile in sala d’attesa, da
Ritiene che strumenti educativi come Pillole di ES siano di utilità:
 per sostenere il counseling medico
medio/alta 5
 per sostenere la motivazione del paziente
media 3
medio/alta 2
E’ interessato a usarle ancora? Si 5
Suggerimenti: proseguire 5
2
INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
VACCINO VIVO DELL’HERPES ZOSTER
Vaccino virale - J07BK02
Zostavax® Sanofi Pasteur MSD
0,65 ml polvere e solvente per sospensione iniettabile – uso sottocutaneo
Costo una dose: 192,40 €.
Classe di rimborsabilità: C
Registrazione centralizzata europea (19 maggio 2006)
Classificazione AIFA: 29 aprile 2010
Indicazioni terapeutiche
Prevenzione dell’herpes zoster (HZ) e della nevralgia post-erpetica (PHN) associata all’HZ in soggetti di età pari o
superiore ai 50 anni1.
Il vaccino va somministrato come singola dose per iniezione sottocutanea, preferibilmente nella regione deltoidea.
Ogni singola dose (0,65 ml) contiene non meno di 19.400 unità formanti placca.
Non è indicato per la prevenzione dell'infezione primaria da varicella e per il trattamento dello zoster o della
nevralgia post-erpetica, e non va usato nei bambini e negli adolescenti1.
Il nostro giudizio
Zostavax® è proposto per stimolare una maggiore immunità nei confronti del virus della varicella-zoster
prevenendo l’insorgenza dell’HZ e della nevralgia post-erpetica negli anziani. In base agli studi condotti la
vaccinazione si è dimostrata di efficacia preventiva molto limitata, specie nei soggetti più a rischio.
Punti chiave





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


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
L’HZ è una malattia causata dal varicella-zoster virus (VZV), lo stesso responsabile della varicella solitamente
della prima infanzia, che, quiescente nell’organismo, può riattivarsi e provocare lesioni a grappolo di tipo
vescicolare, a volte accompagnate da dolore localizzato (nevralgia post-erpetica) perdurante anche mesi o anni
dopo la guarigione della zona lesa.
Altre complicazioni dell’HZ si osservano soprattutto in soggetti molto anziani (herpes oftalmico, in particolare)
e nei pazienti immunodepressi (disseminazione con interessamento viscerale).
L’incidenza annuale dell’HZ aumenta con l’età, superando 10 casi per 1000 soggetti a partire da 70 anni.
Zostavax® è un vaccino erpetico vivo proposto per stimolare un’eventuale immunità ridotta nei confronti del
VZV, in tal modo proteggendo l’organismo dalla sua riattivazione e dalla nevralgia post-erpetica che può fare
seguito.
Il dossier di valutazione clinica del vaccino contro l’HZ si basa essenzialmente su uno studio di confronto
verso placebo in 38.546 soggetti anziani di oltre 60 anni2. Un secondo studio condotto su 22.439 persone di età
compresa tra 50 e 59 anni ha determinato l’estensione delle indicazioni a questa popolazione3. Entrambi gli
studi sono stati sponsorizzati dall’industria produttrice del vaccino.
In entrambi gli studi2,3 il vaccino si è dimostrato più efficace del placebo nel prevenire lo sviluppo dell’HZ, con
una riduzione del rischio relativo superiore al 50% nei soggetti di età ≥ 60 anni2 e quasi del 70% in quelli di età
compresa tra 50-59 anni3.
In termini di riduzione di rischio assoluto di insorgenza di HZ tra i due gruppi di confronto, la differenza è
invece molto piccola, pari a 0,6% - 0,7% a favore dei vaccinati sui non vaccinati2,3.
Analogo discorso vale per l’insorgenza della nevralgia post-erpetica (PHN). La riduzione del rischio relativo di
manifestazione di tale condizione è risultata superiore al 65% nei soggetti vaccinati rispetto ai trattati con
placebo, mentre la riduzione del rischio assoluto è assai modesta, inferiore all’1%.
Le percentuali riferite alla riduzione del rischio assoluto stanno a significare che, complessivamente, circa il
99% dei soggetti sottoposti a vaccinazione non ottiene alcun beneficio in termini di insorgenza della forma
erpetica, in quanto i soggetti vaccinati non avrebbero comunque l’infezione oppure vanno incontro a questa
nonostante la copertura vaccinale.
Di norma, l’efficacia protettiva assicurata dai vaccini è in genere simile a quella che segue alla malattia. I
vaccini contro polio, tetano, Haemophilus influenzae tipo B, morbillo, parotite, rosolia, epatite B, varicella
infantile proteggono oltre il 95% dei bambini che hanno completato il calendario previsto.
In base ai risultati dei due studi2,3 presentati per la registrazione del vaccino vivo dell’HZ, relativamente alla
capacità protettiva dimostrata, si deve entrare in un ordine di idee del tutto diverso, dal momento che l’efficacia
contro l’insorgenza di HZ è molto piccola, pari a 0,6% (studio SPS) e 0,7% (studio ZEST) per anno, a favore
dei vaccinati sui non vaccinati.
Una considerazione simile si può fare in merito all’effetto della vaccinazione anti-zoster sull’incidenza di
nevralgia post-erpetica, dal momento che oltre il 99% dei soggetti vaccinati non riceve nessun beneficio.
3
INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
Background
L’HZ è una malattia causata dal VZV, lo stesso responsabile dell’infezione primaria da varicella. Dopo tale
infezione, il virus non viene eliminato dall’organismo, ma rimane quiescente (in genere per tutta la vita) nei gangli
sensitivi delle radici dorsali del midollo spinale e dei nervi cranici, e può riattivarsi, probabilmente quale
conseguenza di una ridotta efficacia dell'azione esercitata dalla immunità cellulo-mediata4. Se ciò avviene, si
manifestano lesioni a grappolo di tipo vescicolare, solitamente nell’area toracica, a volte accompagnate da dolore
localizzato, anche se le manifestazioni possono comparire in altre zone dell’organismo, variabili da soggetto a
soggetto, dato che tendono a manifestarsi lungo il decorso del ramo nervoso sensoriale del ganglio in cui i virus
erpetici erano rimasti latenti. Il rash può durare qualche settimana prima di scomparire e, dopo la sua guarigione,
può persistere nella zona lesa una forma algica per mesi o per anni4. Tale complicanza è definita nevralgia posterpetica, caratterizzata da dolore spontaneo o provocato da movimenti banali e da alterazioni della sensibilità a
livello dell’area della cute innervata. Questo disturbo appare molesto, talora intenso ed intollerabile, ed è frequente
motivo di frustrazione per il paziente e per il medico perché, una volta comparso, è di difficile controllo4.
Altre complicazioni dell’HZ si osservano soprattutto in soggetti molto anziani (herpes oftalmico, in particolare)
e nei pazienti immunodepressi (disseminazione con interessamento viscerale). L’incidenza annuale dell’HZ aumenta
con l’età: 2 casi per 1000 nei soggetti con meno di 50 anni; 5,6 per 1000 dai 50 ai 69 anni; 10,5 per 1000 tra 70 e 79
anni; 11,1 per 1000 dopo gli 80 anni e in caso di immunodepressi. L'incidenza è molto più alta nei pazienti con
infezione da HIV o con neoplasie. La nevralgia post-erpetica è più frequente in età avanzata (6% dei casi prima dei
65 anni, 22% dopo i 75)4.
Il vaccino erpetico vivo (Zostavax®) è proposto per stimolare un’eventuale immunità ridotta nei confronti del
VZV, in tal modo proteggendo l’organismo dalla sua riattivazione e dalla forma dolorosa che può fare seguito a tale
malattia.
Efficacia
Il dossier di valutazione clinica iniziale del vaccino contro l’HZ si basa essenzialmente su uno studio verso placebo
in soggetti anziani di oltre 60 anni2. L'estensione delle indicazioni è stata ottenuta con un secondo studio verso
placebo in persone di età compresa tra 50 e 59 anni3, e due studi di immunogenicità. Gli studi sono stati
sponsorizzati dall’industria produttrice del vaccino.
Shingles Prevention Study2 in persone di età uguale o superiore ai 60 anni
L’efficacia e la sicurezza del vaccino è stata valutata nel Shingles Prevention Study (SPS), studio clinico preregistrazione in doppio cieco condotto in 22 centri sperimentali degli Stati Uniti tra il novembre 1998 e il settembre
2001; il follow-up mediano è stato di 3,13 anni. Nello studio sono stati arruolati 38.546 soggetti di età ≥ 60 anni
immunocompetenti, con pregressa infezione da varicella2. A 19.254soggetti è stato somministrato il vaccino (una
sola dose), mentre a 19.247il placebo (vedi Tabella 1). I due gruppi di trattati erano omogenei per quanto riguarda
la distribuzione per età (età media 69 anni), razza e sesso (59% maschi). Il 95% dei soggetti ha completato lo
studio2.
Dato che è stato impiegato un virus vivo attenuato, sono stati esclusi dallo studio i soggetti immunodepressi,
con precedente storia di HZ, neoplasie, in trattamento cronico con corticosteroidi, con aspettativa di vita inferiore a
cinque anni. Per la sperimentazione sono stati impiegati 12 lotti di vaccino, la cui potenza stimata variava da 18.700
a 60.000 unità formanti placca (PFU) per dose. Ciò sta a significare che la potenza minima del vaccino
sperimentale era almeno 14 volte la potenza del vaccino contro la varicella (circa 1.350 PFU), in relazione al suo
utilizzo in soggetti anziani, necessitanti di una maggiore stimolazione per produrre un’adeguata risposta
immunitaria cellulo-mediata2.
Gli end point presi in considerazione per valutare l’efficacia del vaccino sono stati: l’insorgenza di HZ nei
vaccinati e nei non vaccinati; l’incidenza del dolore post-erpetico persistente per più di 90 giorni dopo l'insorgenza
del rash cutaneo nei due gruppi di pazienti; il peso della forma dolorosa erpetica da sopportare, misurata secondo la
scala composita BOI (Burden of Illness) specifica per l’herpes, aggregante incidenza, gravità e durata del dolore
acuto e cronico da HZ in un periodo di follow-up superiore a 6 mesi2.
I risultati all’incidenza di HZ nei gruppi placebo e sottoposti a vaccinazione nei tre anni di follow-up e il numero di
pazienti da trattare per gruppi di età per anno al fine di evitare un’insorgenza erpetica sono riportati nella Tabella 1
sottostante5.
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INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
Tabella 1*. Effetto della vaccinazione sull’incidenza di HZ, riduzione del rischio relativo ed assoluto di HZ e
numero di pazienti/anno da trattare per evitare un caso di HZ nello studio SPS2 (descrizione nel testo)
Gruppo vaccinati
Gruppo placebo
Gruppi
Soggetti Casi
Incidenza
Soggetti Casi
Incidenza
RRR RRA NNT/
media/anno
media/anno
di età
(%)
(%)
anno
x
x
1000
1000
persone
persone
Tutti
19.254
315
5,42
19.247
642
11,12
51,2% 1,7%
175
(1,6)
(3,3)
60-69
10.370
122
3,9
10.356
334
10,79
63,9% 2,1%
146
anni
(1,2)
(3,2)
≥ 70 anni
8.884
193
7,18
8.891
308
11,5
37,6% 1,2%
231
(2,2)
(3,4)
*Adattata e modificata da Tabella 2 di Oxman MN et al N Engl J Med 2005; 352:2271-84
RRR = riduzione del rischio relativo; RRA = riduzione del rischio assoluto; NNT = numero di pazienti/anno da
trattare al fine di evitare un’insorgenza erpetica
Come si può osservare, nell’arco di 42 giorni dalla vaccinazione si sono avuti 315 casi di HZ nei soggetti trattati
con vaccino (1,6%), pari alla media di 5,42 casi per 1000 persone/anno, rispetto a 642 casi nei soggetti trattati con
placebo (3,3%), pari a 11,12 per 1000 persone/anno (p <0,001).
La riduzione del rischio relativo tra i due gruppi risulta pertanto del 51,2% a favore del vaccino (IC 95%: da 44,2%
a 57,6%)2. La riduzione del rischio assoluto è riportato in tabelle (1,7%)In questo caso, l’NNT (numero pazienti da
trattare) è uguale a 175, vale a dire che, mediamente per anno, si evita un caso di HZ ogni 175 persone di età
superiore a 60 anni sottoposte a vaccinazione5.
Nei soggetti di età ≥70 anni sottoposti a vaccinazione si evita, ogni anno, un caso di HZ ogni 231 persone
vaccinate5.
A proposito di RRR – RRA – NNT: ciò che il medico deve ricordare
Riduzione del rischio relativo (RRR): è la riduzione proporzionale della percentuale di eventi sfavorevoli osservati
in una popolazione di soggetti trattati con placebo (o con altro farmaco di confronto) rispetto a quella osservata con
il farmaco in studio. Il calcolo è semplice e si ottiene dividendo la differenza tra le due incidenze per l’incidenza di
eventi del gruppo di confronto e moltiplicando per 100. Nei tre anni di follow-up dello studio SPS si sono avuti 315
casi di HZ tra i 19.254 soggetti vaccinati, pari all’1,6%, e 642 casi tra i 19.247 trattati con placebo, pari al 3,3%. Si
ha pertanto: 3,3 – 1,6/3,3 x 100 = 51,1%, il che significa che la RRR dell’herpes nel gruppo trattato con il vaccino
rispetto al gruppo placebo è di oltre il 50%.
Riduzione del rischio assoluto (RRA): è la differenza aritmetica tra la percentuale di eventi sfavorevoli che si
manifestano nel gruppo di soggetti trattati con placebo (o altro farmaco di confronto ) rispetto alla percentuale di
eventi insorti nei pazienti sottoposti al farmaco indagato. Nello studio SPS la differenza percentuale assoluta di
eventi erpetici nel gruppo trattato con placebo (3,3%) e nel gruppo trattato con il vaccino (1,6%) risulta uguale a
1,7%. Ciò significa che su 1000 pazienti vaccinati, si sono avuti 17 casi in meno di herpes nell’arco di tre anni di
follow-up (in media, 5,6 per anno) rispetto ai soggetti non vaccinati.
NNT: è il numero di soggetti che bisogna trattare per evitare un evento sfavorevole (in inglese, Number-Needed-toTreat). E’ il reciproco della differenza tra l’incidenza di eventi nel gruppo placebo (di controllo) e l’incidenza di
eventi nel gruppo vaccinato, moltiplicando il risultato per 100. Nel caso dello studio SPS, dal momento che si
devono vaccinare 1000 soggetti ultrasessantenni per prevenire in tre anni 17 herpes zoster (media: 5,6 per anno),
significa che si previene un tale evento sfavorevole ogni 58 soggetti trattati (1000/17); se la media annuale di casi di
insorgenza di herpes è risultata pari a 5,6, bisogna allora trattare 175 soggetti per evitare un evento sfavorevole. In
conclusione: NNT/anno = 175; NNT a 3 anni = 58.
L’incidenza della nevralgia post-erpetica nei gruppi placebo e sottoposti a vaccinazione nei tre anni di followup dello studio SPS sono riportati in Tabella 2 di seguito riportata5.
5
INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
Tabella 2*. Effetto della vaccinazione anti-zoster sull’incidenza di nevralgia post-erpetica, riduzione del
rischio relativo ed assoluto di insorgenza della forma nevralgica, numero di pazienti/anno da trattare per
evitare un caso di nevralgia nello studio SPS2 (descrizione nel testo).
Gruppo vaccino
Gruppo placebo
Gruppi
Soggetti Casi
Incidenza
Soggetti Casi
Incidenza
RRR RRA NNT
media/anno
media/anno
di età
(%)
(%)
anno
x
x
1000
1000
persone
persone
Tutti
19.254
27
0,46
19.247
80
1,38
66,5% 0,27% 1087
(0,14)
(0,41)
60-69
10.370
8
0,26
10.356
23
0,74
65,7% 0,14% 2083
anni
(0,077)
(0,22)
≥ 70 anni
8.884
19
0,71
8.891
57
2,13
66,8% 0,43% 704
(0,21)
(0,64)
*Adattata e modificata da Tabella 3 di Oxman MN et al N Engl J Med 2005; 352:2271-84
Anche per questo end point, si osserva una riduzione percentualmente elevata del rischio relativo a favore dei
soggetti vaccinati (RRR = 66,5% nell’intera popolazione, IC 95% 47,5 - 79,2), mentre la riduzione del rischio
assoluto (RRA:0,27%) è molto piccola2 e bisogna vaccinare 1087 soggetti (NNT) per evitare una nevralgia posterpetica5. Allo stesso modo si possono calcolare gli NNT di questo end-point nei due gruppi di età 60-69 anni e ≥ 70
anni5.
Infine, il vaccino ha ridotto significativamente (61,1%, p <0.001) l’incidenza, la gravità e la durata del dolore
associati alla riattivazione dell’infezione nei gruppi di vaccinati e non vaccinati. Il punteggio del peso della malattia
secondo la scala BOI è risultato 2,21 nel gruppo vaccinati rispetto a 5,68 del gruppo placebo. Anche in questo caso
la riduzione di oltre il 60% è quella del rischio relativo2.
ZEST (Zostavax Efficacy & Safety Trial) studio in persone di età tra 50 e 59 anni3,6
Lo studio ZEST ha valutato l’efficacia e la sicurezza del vaccino zoster in 22.439 persone di età compresa tra
50 e 59 anni, con storia di varicella o residenti in un’area di varicella endemica, di cui metà assegnata a trattamento
con una dose singola di vaccino contro l'herpes zoster, l’altra a placebo. I criteri di esclusione erano praticamente gli
stessi dello studio SPS3.
L’end-point primario di efficacia era costituito dall’incidenza, nei gruppi vaccinati e placebo, dell’infezione
erpetica, definita come numero di casi di herpes zoster per 1000 persone anno di follow-up dopo vaccinazione. La
durata massima del follow-up è stata di 2 anni, con una mediana di 1,3 anni3.
Nel corso di questo breve periodo di tempo, si è avuto un numero minore di casi di herpes zoster statisticamente
significativo nel gruppo vaccinato: 30 casi pari a 2 persone su 1000 per anno, rispetto a 99 casi nel gruppo placebo,
pari a 6,6 per 1000 persone anno3. In altri termini, si è osservata una percentuale del 69,8% (IC 95% 54,1-80,6)
inferiore di rischio di infezione erpetica nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questo valore si riferisce alla
riduzione del rischio relativo (RRR), mentre la riduzione del rischio assoluto (RRA) è 4,6%.
Ciò significa che su 1000 soggetti sottoposti a vaccinazione, 4,6 non andranno incontro all’infezione erpetica
nell’arco di 1,3 anni della durata dello studio (0,46%). In questo caso l’NNT a 1,3 anni è pari a 217, a 1 anno 282.
Lo studio inoltre dimostra che, rispetto al placebo, il vaccino non ha recato beneficio in oltre il 99,5% dei vaccinati.
Lo studio ZEST non ha preso in considerazione l’incidenza e la durata della nevralgia post-erpetica.
Immunogenicità del vaccino anti-zoster
Le risposte immunitarie alla vaccinazione sono state valutate in 1395 soggetti di un sub-studio SPS7. Dopo 6
settimane dalla vaccinazione, si è osservata una maggiore risposta immunitaria VZV specifica nei vaccinati rispetto
al placebo, che si è ridotta significativamente nell’anno successivo, restando relativamente stabile negli ulteriori due
anni1. Nell’ambito dello studio ZEST3,6 le risposte immunitarie alla vaccinazione sono state valutate in una sottocoorte composta dal 10% dei soggetti arruolati, scelti a caso (1136 tra i vaccinati e 1133 del gruppo placebo). Anche
in questa indagine, rispetto al placebo, si è osservata una maggiore risposta immune varicella-zoster virus specifica a
6 settimane dalla vaccinazione1.
In altri due studi di immunogenicità, condotti rispettivamente su 367 e 763 persone, il potere immunogeno del
vaccino non è apparso differente nella fascia di età 50-59 anni e nelle persone di oltre 60 anni8.
Va tenuto presente che i correlati immunitari cellulari e umorali di protezione da zoster nei pazienti precedentemente
infettati da varicella non sono ben stabiliti, e nessuno è stato accettato come marker di protezione9,10. Oltre a ciò, i
test di laboratorio disponibili in commercio sviluppati per valutare l'immunità al VZV wild-type non sono precisi
6
INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
per la diagnosi della immunità indotta dal vaccino della varicella11. Gli studi che hanno valutato l'immunogenicità
del vaccino zoster devono pertanto essere interpretati con cautela.
Durata della protezione vaccinale
La vaccinazione con il vaccino vivo anti-HZ non determina la protezione di tutti i vaccinati. La durata della
protezione oltre 4 anni dalla vaccinazione non è conosciuta. La necessità di una rivaccinazione non è stata definita12.
Sicurezza
In aggiunta al monitoraggio di routine per la sicurezza effettuato per tutta la durata dello studio SPS sulla
popolazione totale arruolata, è stato condotta un’indagine specifica su un sottogruppo di 6616 soggetti dello stesso
studio, di cui 3345 vaccinati e 3271 trattati con placebo, al fine di registrare i possibili eventi avversi fino al giorno
42 successivo alla vaccinazione2. Le probabilità di insorgenza di uno o più eventi avversi sono risultate
significativamente più elevate (p <0,05) nel gruppo dei vaccinati che nel gruppo placebo (58,1% vs 34,4%), così
come le probabilità di uno o più eventi avversi gravi (1,9% vs 1,3%). Le percentuali significativamente più elevate
di eventi avversi osservati tra i soggetti vaccinati rispetto ai soggetti del gruppo placebo mostrano di essere
soprattutto correlate ad aumento delle reazioni nel sito di iniezione: eritema (35,8% vs 7%), dolore o dolorabilità
(34,5% vs 8,5%), gonfiore (26,2% vs 4,5%), prurito (7,1% vs 1%), calore (1,7% vs 0,3%)2. Durante i primi 42
giorni, l’incidenza di un rash varicella-simile nel sito di iniezione è apparso significativamente (p <0.05) più
frequente tra i soggetti vaccinati rispetto ai trattati con placebo (20 casi, 0,1% vs 7 casi, 0,04%), anche se l’incidenza
di herpes zoster è risultata inferiore (7; <0.1% vs 24; 0,1%) nei soggetti vaccinati2.
Una revisione caso per caso ha evidenziato che non vi erano differenze clinicamente significative negli eventi
avversi gravi tra gruppo vaccinati e gruppo placebo. Tra gli eventi avversi gravi che sono stati ritenuti
potenzialmente correlati al vaccino, due si sono verificati in soggetti vaccinati e tre in pazienti randomizzati a
placebo. I tassi di ospedalizzazione complessivi (34% vaccinati vs 34,1% placebo) e correlati all’HZ (0,2% per
ciascun gruppo) sono risultati simili. Non è stata osservata alcuna differenza nella mortalità generale: 14 decessi per
zoster nel gruppo vaccinato (4,1%) rispetto a 16 (4,1%) nel gruppo placebo. Gli effetti indesiderati sistemici sono
stati riportati più di frequente dai soggetti vaccinati rispetto a quanti sottoposti a placebo (209 vs 160)2. Cefalea e
dolore alle estremità sono stati i più frequenti1.
Trasmissione
Come con tutti i vaccini vivi, esiste il rischio teorico di trasmissione del virus vaccinico da individui vaccinati a
suscettibili1.
Controindicazioni
Oltre ad una eventuale storia di ipersensibilità al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o a tracce di
residui (quali per esempio neomicina), il vaccino è controindicato nelle seguenti condizioni1:
o Stati di immunodeficienza primaria ed acquisita dovuti a condizioni quali: leucemia acuta e cronica; linfoma;
altre patologie che coinvolgono il midollo osseo o il sistema linfatico; immunosoppressione dovuta ad
HIV/AIDS; immunodeficienza cellulare.
o Terapia immunosoppressiva (inclusi corticosteroidi ad alto dosaggio); tuttavia, il vaccino non è controindicato
negli individui che sono in trattamento con corticosteroidi per uso topico/inalatorio o corticosteroidi sistemici a
basso dosaggio o in pazienti che stiano ricevendo corticosteroidi come terapia sostitutiva, ad es. per
insufficienza surrenale.
o Tubercolosi attiva non trattata.
o Gravidanza. Inoltre, la gravidanza deve essere evitata nel primo mese successivo alla vaccinazione1.
Costo
Il prezzo di vendita di una dose del vaccino vivo dell’HZ Zostavax® è di 192,40 €.
In base ai dati dello studio SPS2, in una popolazione di oltre 60 anni si devono trattare 175 soggetti per evitare
l’insorgenza di un caso di HZ, per una spesa complessiva di 33.670 €. In caso di soggetti di 70 anni o più, occorre
vaccinare 231 individui per prevenire l’insorgenza di un caso di HZ, per una spesa complessiva di 44.444 €.
Sempre secondo i dati dello studio SPS2, bisogna sottoporre a vaccinazione 1087 soggetti della popolazione
totale arruolata per evitare l’insorgenza di una sola nevralgia post-erpetica, per una spesa complessiva di 209.139 €.
Per ottenere lo stesso risultato in una popolazione compresa tra 60 e 69 anni, occorre trattare 2083 individui con una
spesa di 400.769 €, mentre in un popolazione di oltre 70 anni si devono vaccinare 704 individui per una spesa di
135.449 €.
A partire da queste considerazioni, si potrebbe affermare che questo vaccino sovverte l’idea consolidata
dell’elevata cost-effectiveness della maggior parte dei vaccini, che spesso garantiscono molti decenni di vita di
buona qualità a basso costo.
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INFOFARMA 3 - 2014
APPENDICE
Visto dagli altri:
Arzneitelegramm: La STIKO (Ständige Impfkommission) momentaneamente non consiglia la vaccinazione.
(Arznei-telegramm 2013; 44: 97-8).
JCVI (Joint Committee on Vaccination and Immunisation UK): consiglia la vaccinazione con Zostavax per tutte le
persone tra 70 e 79 anni. In Inghilterra la vaccinazione è stata inserita nel programma di vaccinazioni e quindi è a
carico del Sistema Nazionale di Sanità.
(Vaccination and Immunisation Programmes 2014/15, Version 3-June 2014, NHS England)
La revue Prescrire: Negli anziani, il vaccino dell’herpes zoster mostra un modesto effetto protettivo che non
sembra essere estensivo agli ultraottantenni né agli immunodepressi. Non si conosce la durata della protezione
clinica. Non apporta niente di nuovo.
La revue Prescrire 2012: 32: 178
Eunethta: Zostavax è più efficace del placebo nel prevenire herpes zoster. L’effetto è decrescente con l’aumentare
dell’età delle persone, mentre il rischio di effetti avversi gravi sembra aumentare con l’età dei soggetti. Non è stato
mostrato nessun effetto significativo riguardando la mortalità, il tasso di ospedalizzazione e HRQL. L’effetto di
Zostavax per le attività quotidiane e nella riduzione del dolore non è chiaro.
(Zostavax for the prevention of Herpes Zoster and postherpetic neuroalgia, Pilot ID: WP-SA-1, Eunethta, V4.0 Final
version, Sept 2013)
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Zostavax
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