L’INVERTER CMOS Courtesy of Massimo Barbaro Parametri Fondamentali dei gate logici CMOS Funzione logica Affidabilità, Robustezza Area Prestazioni Velocità (ritardi) Consumo di potenza Energia Courtesy of Massimo Barbaro Caratteristica Vin/Vout ideale Vout Guadagno Infinito VDD Vin Vout Ri = Ro = 0 g= Ri = impedenza di ingresso Vin 0 VDD/2 Ro = impedenza di Uscita VDD Courtesy of Massimo Barbaro Inverter CMOS Tensione di alimentazione, storicamente 5V ma ormai,in tecnologie moderne, puòessere 3.3V, 2.5V, 1.8V, 1.2V, 0.9V Tensione di uscita NMOS E’ chiamato CMOS, da Complementary MOS perché sfrutta entrambi i tipi di MOS (P e N) Courtesy of Massimo Barbaro Interruttore NMOS RON D E’ sicuramente acceso se VG=VDD E’ sicuramente Spento se VG= 0 Il terminale di source è (tipicamente) quello in basso ed è collegato alla massa (es NMOS dell inverter CMOS) Circuito aperto Courtesy of Massimo Barbaro Interruttore PMOS RON E’ sicuramente acceso se VG=0 D Il terminale di source è (tipicamente) quello in alto ed è collegato all’alimentazione E’ sicuramente Spento se VG= VDD Circuito aperto Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: funzionamento di massima Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: funzionamento di massima Ma perché possiamo affermare che la corrente è esattamente uguale a zero? La corrente non può scorrere verso massa perché lo NMOS è interdetto (Vin = 0). Inoltre il carico (il circuito a valle) sarà necessariamente un circuito dello stesso tipo (nel caso più semplice un altro inverter uguale, come in figura) e perciò presenterà in ingresso i gate di un nmos ed un pmos che sono circuiti aperti e NON assorbono corrente. Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: VTC Se il comportamento di massima è giustamente quello di un inverter come è la VTC? E’ necessario costruirla per punti conoscendo le curve caratteristiche dei due MOS al variare della tensione gatesource. Procedimento: si impone che le correnti del pmos e del nmos siano uguali (lo sono perché non ci sono altri possibili percorsi per la corrente). Graficamente questo significa disegnare le caratteristiche dei due mos sullo stesso grafico e trovare i punti di intersezione Nel caso del NMOS: VGS=Vin , VDS=Vout Nel caso del PMOS: VSG=VDD-Vin, VSD=VDD-Vout Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: VTC E’ necessario mettere in relazione le grandezze della VTC ossia ingresso (Vin) ed uscita ( Vout) con le tensioni che determinano la corrente dei MOS ossia VDSn (VSDp) e VGSn (VSGp). IDn = IDp Dn Perché la corrente non può andare da nessun’altra parte Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: Costruzione VTC per via grafica Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: VTC Vout Vout = Vin Vout = Vin + |VTP | VDD c c VM PMOS OFF NMOS OFF ½ VDD Vout = Vin - VTN b a e |VTP | Vin -VTN VTN VM VDD - |VTP | VDD Courtesy of Massimo Barbaro Inverter VTC La caratteristica è divisa in 5 zone Pmos in triodo, nmos spento (a) Pmos in triodo, nmos in saturazione (b) Pmos in saturazione, nmos in saturazione (c) Pmos in saturazione, nmos in triodo (d) Pmos off, nmos in triodo (e) Infatti lo NMOS è: Off se Vin<VTn In triodo se Vout < Vin -VTn, in saturazione altrimenti Infatti il PMOS è: Off se Vin>VDD-|VTp| In triodo se Vout> Vin + |VTP|, in saturazione altrimenti Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo dei parametri statici dell’ inverter CMOS Courtesy of Massimo Barbaro Parametri statici Una volta ottenuta la VTC dell’inverter si possono ricavare i parametri statici. Banalmente: VOH = VDD VOL = 0 Per ricavare VIL, VIH e VM bisogna utilizzare le equazioni dei MOS Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: calcolo di VM La soglia logica (VM) si trova imponendo che le due correnti siano uguali e Vout = Vin. Tale condizione si verificherà nella zona (c) dove entrambi i MOS sono in saturazione. 2 2 ∙ con 1 Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: dimensionamento per VM E’ possibile, ovviamente, ricavare, a partire dall’equazione precedente, le dimensioni da dare ai transistor (o meglio i loro rapporti) per ottenere una precisa VM. Ricordando che: Courtesy of Massimo Barbaro Soglia logica: considerazioni La soglia logica è funzione del rapporto fra i fattori di forma del pmos e del nmos. La condizione ideale (che rende la caratteristica simmetrica e massimizza i margini di rumore) è quella in cui VM=VDD/2 In un circuito tipico, in cui si punta a minimizzare le dimensioni totali, le due lunghezze saranno uguali e pari alla lunghezza minima consentita dal processo Tipicamente, in processi moderni: Le tensioni di soglia di NMOS e PMOS sono uguali La mobilità degli elettroni è circa 3-4 volte quella delle lacune Se ne ricava che, per posizionare la soglia logica al centro dell’intervallo, è richiesto (se Ln=Lp=Lmin): Wp = (μn/μp ) Wn = Wn ≈ μn/μp Wn Il rapporto fra le dimensioni del PMOS e del NMOS dovrebbe quindi essere 2.5 ma tipicamente, grosse variazione di Wp non modificano di molto la soglia logica, un valore ottimo spesso utilizzato è quello di Wp/Lp=2Wn/Ln il che porta la soglia vicino a VDD/2 (anche se non esattamente uguale) e mantiene le dimensioni dell’inverter ridotte. Courtesy of Massimo Barbaro Margini di rumore Per calcolare i margini di rumore è necessario trovare VIL e VIH. Questo calcolo è complesso se si usano le definizioni standard. Modificheremo quindi la definizione dei due valori approssimando la VTC come una curva spezzata, costituita da 3 tratti VIL viene ora definito come il punto di intersezione della retta centrale (a pendenza g) con VOH e VIH come l’intersezione con VOL Courtesy of Massimo Barbaro Margini di rumore Sappiamo già che: VOH=VDD VOL=0 g = dVOUT / dVIN Possiamo calcolare VIH e VIL geometricamente: Il guadagno g è ovviamente un numero numero negativo che deve essere calcolato. Courtesy of Massimo Barbaro Margine di Rumore VIL Si ottiene VIL risovendo il sistema ‘ ‘ ‘ Se K’n = K’p e se VTN = |VTP | = VT Courtesy of Massimo Barbaro Margine di Rumore VIH Si ottiene VIH risovendo il sistema ‘ ‘ ‘ Se K’n = K’p e se VTN = |VTP | = VT Courtesy of Massimo Barbaro Dimensionamento: considerazioni Si è visto che la condizione Wp/Lp=2Wn/Ln rende la caratteristica simmetrica, posiziona la soglia logica vicino al centro del range di tensioni e massimizza, contemporaneamente, i due margini di rumore Cosa succede se la condizione non è verificata? Qualitativamente si può pensare in questo modo: quando Wp/Lp<2Wn/Ln lo NMOS è più conduttivo (assorbe più corrente) quindi è più difficile spegnerlo per portare l’uscita a 0 quindi la soglia logica si sposta verso il basso. L’opposto avviene se Wp/Lp>2Wn/Ln Courtesy of Massimo Barbaro Dimensionamento Poiché l’obiettivo finale è sempre quello di avere i dispositivi più piccoli possibili (anche perché sono più veloci) per ottenere Wp/Lp=2Wn/Ln si agisce sulle larghezze (W) dei due MOS imponendo per ciascuno la lunghezza minima ottenibile per una data tecnologia Sarà quindi Ln=Lp=Lmin Wp= 2 Wn Nello schematico di un circuito digitale, dunque, affianco ad un transistor si mette un numero che rappresenta la sua W (espressa in micron) dando per scontato che la L sia la minima possibile. In tecnologie moderne (2014) la lunghezza di canale considerata allo stato dell’arte arriva a Lmin= 28nm. Attualmente si sperimentano tencologie con Lmin = 10nm Courtesy of Massimo Barbaro Caratteristiche statiche: riassunto Le tensioni nominali di uscita sono rispettivamente VDD e 0 dunque coprono il massimo range di tensioni possibile (massimizzando i margini di rumore). Il valore delle tensioni nominali VOH e VOL NON dipende dalle dimensioni dei MOS (logica ratioless, ossia NON a rapporto) In condizioni statiche esiste sempre un percorso a bassa impedenza verso massa o verso l’alimentazione (a seconda che sia chiuso lo NMOS o il PMOS) In condizioni statiche NON esiste un percorso di corrente diretto fra alimentazione e massa L’impedenza di ingresso è molto elevata (virtualmente infinita) perché rappresentata dal gate di un MOS Courtesy of Massimo Barbaro Tecnologia CMOS Capacità parassite Courtesy of Massimo Barbaro Layout NMOS Courtesy of Massimo Barbaro Capacità parassite Sovrapposizioni (overlap) fra gate/drain e gate/source: danno origine a 2 capacità proporzionali all’area di sovrapposizione Capacità di giunzione del diodo PN (due contributi: area e perimetro). Le stesse capacità sono ovviamente associate anche al drain Capacità dell’ossido, fra gate e canale (se esiste canale) o altrimenti fra gate e body Courtesy of Massimo Barbaro Capacità parassite Quasi tutte le capacità parassite sono non lineari, il che vuole dire che non sono parametri costanti del problema ma cambiano al cambiare delle tensioni in gioco. Esistono 3 tipologie di capacità, la cui origine è mostrata nella diapositiva precedente: Capacità di giunzione: Sono dovute alla giunzione pn presente fra diffusione di drain (source) ed il substrato. Sono dei capacitori NON lineari in quanto il loro valore dipende dalla caduta di potenziale ai capi della giunzione. Sono posizionate fra drain (source) e substrato. Capacità di canale: E’ l’effetto capacitivo dovuto alla regione del canale, che si trova sotto il gate. E’ non lineare perché dipende dalla regione di funzionamento del MOS. Capacità di sovrapposizione (overlap): Sono dovute alla sovrapposizione diretta fra gate e source o drain. Courtesy of Massimo Barbaro Capacità di diffusione La capacità di diffusione (di source e drain) è dovuta all’esistenza della giunzione pn fra le diffusioni stesse ed il substrato. E’ data da due contributi: area e perimetro della diffusione. Tali contributi sono non lineari (variano al variare della tensione) ma possono essere sostituiti da due capacità equivalenti costanti (nel range di tensioni di interesse). Courtesy of Massimo Barbaro Capacità di gate/canale (gate/body) (1) Cutoff (NMOS spento) Non esiste il canale quindi gate e source/drain sono isolati fra loro. Sotto il gate c’è il substrato dunque tutta la capacità dell’ossido (COXWL) è fra gate e body. Fra source (drain) e gate, invece, non c’è nessun accoppiamento capacitivo (almeno non dovuto all’area sotto il gate). CGB = COXWL CGS = 0 CGD = 0 Courtesy of Massimo Barbaro Capacità di gate/canale (gate/body) (2) Triodo Si è formato il canale che è omogeneamente distribuito sotto tutto il gate. Il body è isolato dal gate dalla presenza del canale che forma uno schermo elettrostatico ed impedisce così l’accopiamento fra gate e substrato La capacità dell’ossido si suddivide equamente fra gate/drain e gate/source, quindi all’incirca metà della capacità dovuta all’area di gate può essere attribuita ad un capacitore gate/drain e l’altra metà ad un capacitore gate/source. CGB = 0 CGS = COXWL/2 CGD = COXWL/2 Courtesy of Massimo Barbaro Capacità di gate/canale (gate/body) (3) Saturazione Il canale si strozza quindi non c’è più capacità fra gate e drain perché il drain è isolato elettricamente dal canale stesso (pinch-off). La capacità dell’ossido solo in parte si associa al source, data la forma irregolare del canale. Si può approssimare il meccanismo suppondendo che circa i 2/3 di tutta la capacità siano attribuibili all’accoppiamento capacitivo fra gate e source. CGB = 0 CGS = 2/3COXWL CGD = 0 Courtesy of Massimo Barbaro Capacità di sovrapposizione Sovrapposizione (overlap) Fra gate/drain e gate/source è sempre presente anche la capacità dovuta alla sovrapposizione (overlap) del gate di polisilicio con l’area di drain o source. Tale capacità è proporzionale alla larghezza del canale. Il gate si estende infatti, anche se di poco, sopra le diffusioni di drain e source. Nei moderni processi chiamati autoallineati, tale sovrapposizione è molto ridotta perché il gate viene realizzato prima delle diffusioni e svolge il ruolo di maschera per la diffusione stessa (quindi definisce la forma della diffusione). CgsO = COX xd W = COV W CgdO = COX xd W = COV W Il gate si estende al di sopra del source e del drain generando un capacitore piano le cui due armature sono date dalla porzione di gate e di source (drain) che si sono sovrapposte. Il dielettrico è ovviamente l’ossido di silicio. Courtesy of Massimo Barbaro Capacità parassite Riassumendo, le capacità parassite di un MOS sono: G CGS CGD S D CGB CSB CDB B Courtesy of Massimo Barbaro Capacità parassite • P = perimetro • Cj0 = Capacità di giunzione per unità d’area e per tensione applicata pari a 0. • Cjsw0 = Capacità di giunzione per unità di perimetro e per tensione applicata pari a 0 (sw sta per side-wall) • K = coefficienti di linearizzazione • A = Area I parametri CJ0 e CJSW0 e Keq sono costanti di tecnologia. Courtesy of Massimo Barbaro Capacità parassite Tutti i contributi capacitivi parassiti visti fino ad ora sono proporzionali alla W del dispositivo: La capacità delle diffusioni lo è perché sia area che perimetro del MOS sono proporzionali alla W. A = WZ P = W + 2Z La capacità di canale lo è perché l’area del canale è proporzionale a W. La capacità di overlap lo è perché l’area della sovrapposizione fra gate e drain/source è proporzionale a W. Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo dei parametri dinamici dell’ inverter CMOS Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: caratteristiche dinamiche Per trovare le caratteristiche dinamiche è necessario un modello ancora più approfondito dei transistor. In prima approssimazione si può pensare che la risposta sia influenzata da una sola capacità che rappresenta tutte le capacità parassite e di carico connesse sul nodo di uscita Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: tempo di propagazione Un’approssimazione del tempo di propagazione si può trovare col semplice modello ad interruttore: L’evoluzione del sistema è quella di un tipico sistema RC. La tensione d’uscita avrà un andamento esponenziale (parte da VDD) fino ad arrivare a 0. Il tempo di propagazione è dato dal tempo che impiega un sistema del primo ordine a raggiungere il 50% (VDD/2) dell’escursione Courtesy of Massimo Barbaro Inverter: tempo di propagazione Definizione di tempo di tpHL Andamento esponenziale ∙ ∙ Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo del tempo di propagazione Evidentemente è necessario avere un modello ancora più dettagliato per avere informazioni quantitative sul comportamento dinamico. Il primo punto da focalizzare è il valore esatto della capacità CL di carico: da quali capacità è costituita e quanto valgono Il secondo punto è identificare Req e, successivamente, sostituirla con un modello più concreto del MOS Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo del tempo di propagazione Quali sono le condizioni di carico in cui misurare la capacità di carico CL? Ipotizziamo di avere come carico dell’inverter la porta più semplice possibile (il caso migliore), ossia l’inverter stesso In tale situazione infatti il tempo di propagazione sarà il migliore possibile, in tutti gli altri casi a carico maggiore corrisponderà tp maggiore Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo di tp: capacità in gioco Cw = capacità dell’interconnessione tra uscita del primo inverter e ingresso del secondo Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo di tp: capacità in gioco Le capacità CGSn+CGBn e CGSp+CGBp non hanno influenza perché si suppone che il segnale in ingresso vari istantaneamente (ci pensa il generatore di segnale) Le capacità CDBn e CDBp sono capacità di diffusione La capacità CW è la capacità associata al metallo di interconnessione fra i due inverter (spesso trascurabile per linee corte) Le capacità CGn2 e CGp2 contengono diversi contributi (gate/bulk, gate/drain, gate/source) ma possono essere approssimate con la sola capacità di ossido (COX W L) La capacità CGDn+CGDn è l’unica che non sia connessa direttamente fra il nodo d’uscita e la massa. Può essere trasformata in una capacità fra nodo d’uscita e massa applicando il teorema di Miller. Contiene solo il contributo di overlap perché il PMOS e o NMOS sono sempre prevalentemente o in saturazione o in cutoff Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo di CL E’ possibile a questo punto calcolare CL come la somma di tutti i componenti connessi al nodo di uscita Si usa il peso 2 per via Dell’effetto Miller Teorema di Miller A = -1 Nell’inverter esattamente nel punto di commutazione Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo del tempo di propagazione Per calcolare il tempo di propagazione HL facciamo l’ipotesi che l’ingresso commuti istantaneamente da 0 a VDD. In tale caso si può affermare che il PMOS si spenga istantaneamente mentre lo NMOS si accende La corrente che scorre attraverso lo NMOS deve scaricare la capacità CL fino a0 Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo di RON Per calcolare Req dobbiamo tenere conto che, in realtà, corrente del MOS varia al variare della tensione di uscita. Tipicamente si calcola quindi una resistenza media, integrando il valore della resistenza offerta (V/I) al variare della tensione e dividendo per il range di tensioni di interesse Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo di RON Per via della velocity-saturation il MOS si trova a lavorare, durante tutta la commutazione (ossia per Vout che varia da VDD a VDD/2), in regione di saturazione. La VDSATn è infatti tipicamente più piccola di VDD/2. La cosa non sarebbe vera nel caso classico, in quanto VGS-VTH è tipicamente maggiore di VDD/2. Courtesy of Massimo Barbaro Calcolo del tempo di propagazione Stessi conti si possono fare per il tempo di propagazione nella commutazione inversa (LH). Facendo la media si ottiene il tempo di propagazione globale: Courtesy of Massimo Barbaro Effetti del dimensionamento Da cosa dipende questo valore e come può essere diminuito? Courtesy of Massimo Barbaro Diminuzione di tp Le opzioni per la diminuzione del tempo di propagazione sono: Aumento della tensione di alimentazione In realtà non è praticamente possibile agire su questo parametro perché è fissato da motivazioni tecnologiche e di processo. Potendo farlo, però, tp diminuirebbe perché diminuirebbe la resistenza equivalente (per via della parte dipendente da λ che abbiamo trascurato nell’ultima formula) Riduzione della CL Il che significa ridurre al minimo le dimensioni dei transistor e del carico Aumento di Wn e (Wp)( ricordiamo che K’ = K * S Questa è una soluzione solo parziale perché, a parità di carico, l’aumento delle dimensioni comporta l’aumento delle capacità parassite e quindi l’aumento di CL (effetto di self-loading, l’inverter carica sé stesso) Courtesy of Massimo Barbaro Delay as a function of VDD 28 Normalized Delay 24 20 16 12 8 4 0 1.00 2.00 3.00 4.00 5.00 VDD (V) Courtesy of Massimo Barbaro Dimensionamento: minimizzazione ritardo Il dimensionamento effettuato per posizionare la soglia logica a VDD/2 non coincide col dimensionamento per la minimizzazione del ritardo intrinseco Infatti per avere VM=VDD/2 è necessario rendere più largo il PMOS rispetto al NMOS in modo da equalizzare le resistenze equivalenti Ciò comporta, però, un aumento delle dimensioni del PMOS, ossia una aumento delle sue capacità parassite e della capacità di gate offerta in ingresso dall’inverter di carico (supposto sempre che sia di identico all’inverter in esame). Come è possibile allora minimizzare il ritardo accettando di rinunciare ad una soglia logica perfettamente centrata? Courtesy of Massimo Barbaro Dimensionamento per il ritardo Consideriamo un PMOS β volte più largo di un NMOS a dimensione minima: Courtesy of Massimo Barbaro Dimensionamento per il ritardo Mettendo tutto insieme: In entrambe le commutazioni (HL e LH) la capacità da scaricare o caricare è sempre la stessa, ossia la capacità parassita al nodo di uscita. Per ottenere il tempo di propagazione totale dobbiamo fare la media fra i due tempi di propagazione HL e LH: Minimo r n VDSATn p VDSATp Courtesy of Massimo Barbaro NMOS/PMOS ratio Courtesy of Massimo Barbaro Dimensionamento : considerazioni Se la capacità dei wire (CW) è trascurabile si ottiene un rapporto proporzionale alla radice di r’ anzichè a r’ come ottenuto dal dimensionamento per la soglia logica Paradossalmente, quindi, a transistor più piccoli corrispondono gate più veloci (sempre quando la capacità dei wire è trascurabile e supponendo un carico uguale al gate stesso) La ragione è da ricercare nel fatto che, alla diminuzione di uno dei due tempi di propagazione (quello LH) dovuto all’aumento delle dimensioni del PMOS corrisponde un aumento del tempo HL dovuto al fatto che lo NMOS, a parità di dimensioni, deve scaricare una capacità più grande Il valore di β trovato corrisponde al punto in cui la media dei due fenomeni è minima il che NON corrisponde al punto in cui i due ritardi sono uguali (come sarebbe richiesto dall’avere soglia logica pari a VDD/2) Courtesy of Massimo Barbaro Ritardo: riassunto Il ritardo di inverter si minimizza agendo sulle dimensioni (minimizzando la capacità parassita) Il dimensionamento per ritardo ottimo non corrisponde al dimensionamento per soglia logica ottima All’aumentare delle dimensioni il gate si carica da solo (self-loading) e le prestazioni non migliorano più Courtesy of Massimo Barbaro Consumo di Potenza nell’inverter CMOS Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dissipata Le componenti del consumo di potenza sono 3: Potenza statica: è quella dissipata quando l’inverter ha ingresso costante, in condizioni di stabilità Potenza dinamica dovuta a CL: è la potenza consumata in commutazione, dovuta al fatto che in corrispondenza di una variazione d’ingresso deve avvenire una variazione dell’uscita che comporta la carica e la scarica di CL Potenza dinamica dovuta a correnti di cortocircuito: è la potenza che si dissipa in commutazione quando, temporaneamente, si creano percorsi conduttivi diretti fra alimentazione e massa Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dinamica su CL Ogni volta che CL viene caricata in una commutazione LH una certa quantità di energia deve essere prelevata dall’alimentazione. Parte di questa energia viene immagazzinata su CL e parte dissipata nel PMOS Se la transizione dell’ingresso è istantanea, lo NMOS si spegne istantaneamente ed il PMOS si accende (inizialmente in saturazione) Il PMOS carica CL fino al valore di VDD con la sua corrente di drain che varia al variare di Vout Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dinamica su CL Vin=0 Vout Vin=0 Non c’è percorso diretto verso massa perché lo NMOS è off Energia fornita dall’alimentazione CL Energia C assorbita da CL Courtesy of Massimo Barbaro Energia erogata dall’alimentazione L’energia totale erogata all’ alimentazione per caricare completamente CL è: Courtesy of Massimo Barbaro Energia assorbita da CL L’energia totale assorbita da CL è pari alla metà dell’energia erogata dall’alimentazione, questo perché l’altra metà viene dissipata sul PMOS Courtesy of Massimo Barbaro Transizione HL Nella commutazione opposta (HL) il PMOS si spegne e CL si scarica attraverso lo NMOS. In questa situazione l’alimentazione non eroga energia (perché non eroga corrente). L’energia che era stata precedentemente immagazzinata su CL viene dissipata sul NMOS Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dinamica dissipata L’energia totale dissipata in una doppia transizione (L→H→L) è data dalla somma di quella dissipata sul PMOS e sul NMOS. Tale energia è indipendente dalla resistenza dei MOS e dalle loro dimensioni La potenza dissipata si ottiene dividendo l’energia per il tempo impiegato dalla doppia transizione (ossia moltiplicando per la frequenza di commutazione dell’inverter) → Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dissipata: considerazioni La frequenza f0→1 per cui viene moltiplicata l’energia non è necessariamente uguale alla frequenza di funzionamento del sistema Non è infatti vero che ogni singolo gate commuti alla frequenza del sistema (non tutti i gate commutano contemporaneamente) Questo fa sì che la frequenza effettiva da usare nella formula sia da pesare con un coefficiente moltiplicativo che deriva da considerazioni statistiche sulla probabilità di commutazione di vari gate La formula ci dà il caso peggiore (worst case) Per valutare il consumo reale bisogna avere delle statistiche sul numero di transizioni dell’uscita, che dipendono dalla specifica operazione svolta dal circuito (switching-activity). Si ottiene che, se la probabilità di avere una transizione è pari a P0→1 Pdyn = CLVDD2 P0→1 f = CeffVDD2 f Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dinamica da cortocircuito In realtà l’ingresso non potrà mai variare instantaneamente fra 0 e VDD (o VDD e 0) ma assumerà tutto i valori intermedi. Mentre l’ingresso compie la sua commutazione, in un certo range di tensioni sia il PMOS che lo NMOS sono accesi e si stabilisce quindi un cortocircuito (temporaneo) fra alimentazione e massa. Questo avviene quando l’ingresso è: Vtn<Vin<VDD-|Vtp| Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dinamica da cortocircuito Al variare della tensione di ingresso può capitare che i due dispositivi siano accesi contemporaneamente dando origine ad una corrente di cortocircuito (Ishort) che dissipa potenza ∙ ∙ ∙ 2 → → ∙ ∙ ∙ 2 Courtesy of Massimo Barbaro Potenza statica La dissipazione di potenza statica è molto piccola ed è legata solo a due fenomeni: La corrente di leakage attraverso i diodi parassiti La corrente di sottosoglia dei MOS. Corrente di sottosoglia, dovuta al fatto che, in realtà, il transistor non si spegne brutalmente ma conduce anche per VGS inferiori alla soglia. Tanto più corto è il dispositivo, tanto minore è la tensione di soglia e maggiore la corrente di sottosoglia Diodi parassiti (formati dalle giunzioni pn fra le sacche n+ di source e drain ed il substrato). Analoghe strutture nel PMOS. Courtesy of Massimo Barbaro Potenza statica Il vantaggio della tecnologia CMOS rispetto a tutte le altre è proprio il fatto di avere una dissipazione statica praticamente trascurabile Nelle tecnologia moderne (deep-submicron), dai 90nm in giù, la corrente di sottosoglia tende a dominare il fenomeno. Diodi parassiti (formati dalle sacche n+ e dal body e dalle sacche p+ e dalla nwell) ID Courtesy of Massimo Barbaro Riduzione della potenza statica Le correnti di sotto-soglia dipendono fortemente dalla tensione di soglia dei transistor: Effetto Body: La tensione di soglia dipende dalla polarizzazione del substrato VSB Aumentato la VSB aumenta anche la tensione di soglia, quindi il transistor diventa sia piu lento (a parita di Vin il transistor è piu resistivo), sia energicamente piu efficiente, in quanto ri riducono le correnti di sottosoglia, principali responsabili della dissipazione della potenza statica Courtesy of Massimo Barbaro Riduzione della potenza statica: Body Bias e Power Gating Body collegato ad una tensione diversa da VDD o GND Forwarding Body Bias Transistor piu veloci ma con piu leakage Reverse Body Bias Transistor meno veloci ma con meno leakage Power gating: attraverso uno switch (pmos o nmos) viene interdetta l’alimentazione, quindi annullando ogni contributo di potenza statica Courtesy of Massimo Barbaro Potenza dissipata La potenza dissipata totale è data dalla somma delle 3 componenti: P = Pstat+Pdyn+Pdp = = IleakageVDD+ [CLVDD2 + VDDIpeak (tr +tf )/2]f0→1 In genere il contributo di Pdyn è quello dominante Courtesy of Massimo Barbaro Prodotto Potenza/Ritardo (PDP) Un parametro fondamentale di una tecnologia è il prodotto potenza/ritardo (Power Delay Product), ossia il prodotto fra massima frequenza di funzionamento e ritardo. Nel caso CMOS si può ricavare dalla formula della potenza, notando che la massima frequenza di funzionamento dell’inverter è pari al doppio del tempo di propagazione. Infatti per ogni colpo di clock devono essere compiute due commutazioni (HL e LH) (per frequenze maggiori il segnale non riesce a propagarsi prima che l’ingresso cambi nuovamente), dunque, trascurando i contributi di statica e di cortociruito: PDP = Pdyntp = CLVDD2 fmax tp = CLVDD2 (1/2tp) tp = ½ CLVDD2 Il termine PDP dipende solo da alimentazione e CL che vanno quindi minimizzate contemporaneamente. Il PDP è una misura dell’energia mediamente consumata per una transizione. Come metrica ha però un difetto: mediando l’energia sul tempo di elaborazione può essere resa bassa semplicemente riducendo la frequenza di operazione, ossia impiegando più tempo per fare la stessa operazione (a scapito delle Courtesy of Massimo Barbaro prestazioni effettive). Prodotto Energia/Ritardo (EDP) Una metrica più efficace è rappresentata dal prodotto energia/ritardo (Energy Delay Product) Lo EDP misura infatti l’energia spesa a parità di prestazioni (a parità di velocità di funzionamento). Si può facilmente ricavare l’EDP di un inverter CMOS dal suo PDP moltiplicando ulteriormente per il tempo di propagazione: EDP = PDP tp= ½ CLVDD2 tp Si vede ora che, all’aumentare della tensione di alimentazione aumentano le prestazioni (diminuisce tp) ma aumenta anche l’energia dissipata (quadraticamente). Al contrario, il PDP migliora indefinitamente al diminuire della VDD (ovviamente a scapito delle velocità). Courtesy of Massimo Barbaro Potenza: riassunto La dissipazione di potenza statica è praticamente nulla La dissipazione di potenza dinamica è proporzionale al quadrato della tensione di alimentazione ed alla frequenza di commutazione In commutazione ci possono essere cortocircuiti temporanei fra alimentazione e massa Il PDP dipende solo da VDD e da CL Lo EDP dipende da VDD e da CL e dal tempo di propagazione Courtesy of Massimo Barbaro
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