Gestione malghe, ano 1 «titoli» CISTO SGABELLI VAL DI NON - Prima quella di Castelfondo, ora quella di Brez. Le malghe della valle di Non ma più in generale, quelle trentine - sempre più spesso se le aggiudicano società di altre regioni. Perché gli allevatori trentini non hanno interesse a gestirle? Giriamo la domanda a Ivo Zucal, presidente di Trentingrana, allevatore, che la situazione la conosce molto bene. «Assolutamente no», risponde. «Molto semplicemente l'allevatore locale non può offrire quei soldi. Le malghe vengono affittate da agricoltori che vantano i cosiddetti "ti- toli" riconosciuti dalla comunità europea, che premiano le grandi società di pianura, in possesso di territori estesi. Titoli che un allevatore, anche di notevoli dimensioni per la nostra zona, non può vantare, perché legati anche ad estensioni agricole per noi impossibili». Allora le malghe gradualmente, con i loro estesi territori di pascolo, saranno sempre più affidate a grandi agricoltori di altre province? «Si sperava che la Comunità europea intervenisse, modificando queste regole, ma per ora è così. Loro possono avanzare offerte per noi insostenibili. Me_alio_sarebbe_seicomuni deci- dessero di affidare le malghe alle società d'alpeggio locali, anziché fare bandi aperti a tutti. A Romeno ad esempio lo si era fatto. Ma anche i comuni hanno bisogno di soldi, così per fare cassa affidano le malghe a chi offre di più». Ma i «titoli» chi li ha? «Una vicenda annosa, legata alla storia stessa di una azienda agricola, oltre che al territorio di cui essa dispone», ammette Adriano Pinamonti, funzionario dell'Ispettorato agricolo provinciale, che si occupa in particolare di malghe e pascoli. «Non sono solo i veneti, a trarne beneficio, abbiamo anche malghe in mano a trentini, che Malga Brez, 150 mila euro per 5 anni BREZ - Per «Malga Lastè», del Comune di Brez, il cui pascolo sorge in parte su territorio altoatesino, i concorrenti in gara erano quattro. Tutti veneti: l'Azienda agricola Morandi Andrea Allevamento Ovini di Anguillara (Pd), la Società agricola Nogara di Simeon Rosanna & C (Jesolo), la Società Pascoli Alti srl di Piove di Sacco (Pd), le Aziende Agricole «Batel di Tonello» di Caerano San Marco e Rosin di Vedelago (Treviso). La gestione se l'è aggiudicata la società di Jesolo, che per gestire la malga sulla catena delle Maddalene ha offerto 150 mila euro, pari a 30 mila euro l'anno. le hanno avute in gestione proprio grazie a questi titoli riconosciuti a livello europeo». Per inciso, in valle di Non sono due: Malga Laresè (Bresimo) e Malga Flavona. Per via di norme europee: la stranezza è che la gestione di una malga può diventare speculazione immobiliare, più che operazione a sostegno della zootecnia. Un ettaro eguale a un titolo, occhio e croce, per l'Europa; con possibilità di ricavarne da 100 a 1.000 euro a «titolo», basta che sia superficie coltivabile, non importa se ad orto, frutticola, o a pascolo. E i «titoli» sono compravendibili... Alla faccia del sostegno dell'agricoltura di montagna.
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