Istituto Vescovile “G. Marconi” Portogruaro GIORNATA DELLA MEMORIA Incontro – testimonianza sulla Shoah Gaetano Samuel Artale Von Belskoj Levy Testimone di Auschwitz Sabato 24 gennaio 2015, ore 11.00 Sala delle Colonne - Collegio Marconi Portogruaro Incontro pubblico Al Collegio Marconi la “Giornata della Memoria” Oggetto: “Giornata della Memoria” Incontro-testimonianza sulla Shoah: sabato 24 gennaio 2015 Sabato 24 gennaio, dalle ore 11.10 alle ore 12.50, lng. GETANO SAMUEL ARTALE VON BELSKOJ LEVY L’incontro è aperto a tutti “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, gli Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che si sono opposti al progetto di sterminio. In occasione del “Giorno della Memoria” sono organizzati incontri, in modo particolare nelle scuole, su quanto è accaduto, in modo da conservare la memoria, e affinché simili eventi non possano più accadere” (Legge n. 211 del 20 luglio 2000). Al Collegio Marconi di Portogruaro, dal 2009 gli alunni, le loro famiglie e gli insegnanti sono aiutati a celebrare la Giornata della Memoria dalla testimonianza dell’ingegner Samuel Gaetano Artale Von Belskoj Levy, deportato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, unico sopravvissuto della sua famiglia. Anche quest’anno, Sabato 24 gennaio, dalle ore 11.10 alle ore 12.50, l’ingegner Samuel Artale sarà ospite del Collegio Marconi e incontrerà, in particolare, gli studenti di alcune classi. Originario di Rostock, nella Germania Settentrionale, deportato ad Auschwitz il 13 aprile 1944 a sette anni, al suo arrivo fu subito separato dai suoi familiari e sistemato in una baracca con soli adulti. Dal quel giorno dovette imparare a sopravvivere … proprio fino al 27 gennaio 1945, giorno anche della “sua” liberazione. Nelle parole dell’ing. Artale e nelle fotografie e nei testi che offrirà alla vista e alla riflessione dei presenti, tutta la sofferenza, tutto il dolore, la paura, le azioni impensabili nella vita “normale”, gli incarichi atroci e disumani, ma anche l’istinto di sopravvivenza che cerca di superare ogni ostacolo alla vita. E accanto a tutto questo anche la vita che è seguita alla liberazione, l’assistenza goduta dopo quel 27 gennaio 1945, il trasferimento negli Stati Uniti d’America, una vita fatta di studio, di lavoro, l’amore di una famiglia e di una nuova “propria” famiglia. Questo non ha cancellato i ricordi, le nostalgie, gli incubi, ma ha permesso di sperimentare ancora la voglia di vivere e di impegnarsi per gli altri: questa voglia e questo impegno comunica e incoraggia con forza l’ingegner Artale, che, come molti altri sopravvissuti alla Shoah, per molti anni aveva evitato di parlare in pubblico della sua atroce esperienza nel lager; poi, di fronte a continui episodi di “negazionismo”, ha deciso che non era più possibile e non era giusto tacere. Così dal 2005 egli si rende disponibile, compatibilmente con i suoi impegni di lavoro, a parlare della Shoah e ad offrire la sua testimonianza nelle scuole o presso altre istituzioni. L’ingegner Artale, nel materiale proposto alla scuola in preparazione all’incontro, ha introdotto il suo intervento con le seguenti parole: “L’oblio spegne la luce e quando questo accade impedisce alle nostre coscienze di vedere i segnali che preannunciano la rinascita di nuove forme di violenza e terrore”. E che cosa possiamo fare noi per affrontare, combattere e superare le attuali situazioni di intolleranza, discriminazioni, persecuzioni, vicine e lontane? L’ing. Artale risponde “Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male è che gli uomini di bene non facciano nulla”, esortando tutti a studiare, a riflettere, a impegnarsi per il bene e, soprattutto, ad amare se stessi, gli altri, la vita.
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