18_3_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
18 marzo 2014
RASSEGNASTAMPA
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Martedì 18 marzo 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 76e 1,20
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Parla l’avvocato dell’infermiera sotto inchiesta, Veronica Vasapollo
Vento del Sud: l’inchiesta a lieto fine
Il colonnello e la diva si riappacificano
Il colonnello Zarrillo
AMATO a pagina 11
Da un gruppo di cittadini e da alcuni militanti M5S parte la contestazione
appena il sindaco saluta. E a Gheller: «Vai via, sei indagato»
Petrolio Eni, bagarre a Marsico
Pittella non riesce a parlare
Veronica Vasapollo
LA POLITICA LUCANA
CONGRESSO PD
Caos prolungato
si va allo scontro
tra Luongo
e Braia.
Incognita
renziana
IL PRESIDENZIALISMO
PRETERINTENZIONALE
DI PITTELLA
di LUCIA SERINO
Le contestazioni nella sala del liceo che ha ospitato l’incontro sul pozzo Pergola1
Il presidente su facebook: «Sul pozzo Pergola1 volevo
ascoltare le opinioni di tutti, come sempre, ma mi è stato
impedito. Sono dispiaciuto»
“Quinta colonna”: chi sono i contestatori di Gallicchio contro Total
Il Tar boccia Fenice sul rilascio dell’Aia: «Ma la Regione decida per il 14»
PEPE, LABANCA, PANETTIERI alle pagine 8, 9 e 10
POTENZA
Fiumara Tiera, inquinamento crescente
a pagina 21
MONTALBANO Vandali tra le mura: distrutte due statue
SCANZANO
a pagina 31
Ruba gasolio: rumeno pestato a sangue
a pagina 31
VI SEGNALIAMO:
Demografia
Basilicata a rischio spopolamento
Nel 2030 mancheranno 51 mila abitanti
a pagina 17
Viabilità
Sp 3: tre milioni per la messa in sicurezza
L’arteria del Lagonegrese sarà ammodernata
a pagina 24
Dissesto idrogeologico
Possibili frane a Fosso San Pietro
C’è l’ok al progetto preliminare
40318
9
771128
022090
a pagina 29
SIAMO alla vigilia di un passaggio critico nel
rapporto sulla governabilità della Basilicata
tra il maggior partito, il Pd, e il presidente
scelto attraverso primarie e poi eletto attraverso il voto, Marcello Pittella. La criticità
consiste, a mio avviso, nella verifica di un assunto ritenuto indispensabile da parte di alcuni democratici, quelli di formazione comunista, per intenderci. Il presidente, sostengono, non avendo un adeguato supporto
continua a pagina 6
SANTORO, RUSSOMANNO a pagina 6 e 7
POTENZA
LA CITTÀ SPECCHIO
CHE NON VUOL ESSERE
FINESTRA
di SERGIO RAGONE
HAI presente quella curva? Esattamente,
proprio quella che, quando la fai, ti fa sentire a casa. Ecco, quella non è solo una curva
della Basentana, ma è una curva delle emozioni e della memoria. Emozioni e memoria,
ma che bella combinazione per qualsiasi
continua a pagina 18
RASSEGNASTAMPA
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
Martedì 18 marzo 2014
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20
LA GAZZETTA
DI
PUGLIA - CORRIERE
DELLE
Quotidiano fondato nel 1887
PUGLIE
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Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 76
LA SOCIETÀ DI TITO CHIEDE GLI ARRETRATI E SOSPENDE L’ACCETTAZIONE
Potenza, il Comune
non paga e i rifiuti
si accumulano
UNIVERSITÀ SONO 48MILA GLI STUDENTI UNIVERSITARI FUORI REGIONE
Emigranti per la laurea
il 36% va via dalla Puglia
In ottomila preferiscono l’ateneo di Chieti e
Pescara. «Gettonate» Bologna, Milano e Torino
LAGUARDIA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA V >>
POTENZA Due passi con monnezza [foto Tony Vece]
BARILE A PAGINA 9 >>
GOVERNO A BERLINO ILLUSTRATE LE «RIFORME AMBIZIOSE» PER RISVEGLIARE IL PAESE: «MA NON SFOREREMO I PARAMETRI EUROPEI» IL CASO E IN PASSATO SCOMPARVERO «20» DE NITTIS A BARLETTA
Renzi seduce la Cancelliera
Bari, il mistero fitto
dei quadri spariti
La Merkel: «Ok al suo piano. Io colpita da lui, l’Italia sta cambiando»
Il premier contraccambia: sul lavoro vedo bene il modello tedesco Caccia alla denuncia
ELEZIONI PER STRASBURGO
IL TRIANGOLO
DI MATTEO
FRA ANGELA
E SUSANNA
Berlusconi in lista?
Stop dall’Europa
Forza Italia: ma il Cav ha ragione
di MICHELE COZZI
C
erto, non è scoppiato
un feeling tra Matteo e
Angela. Ma la «tedescona», con cautela
teutonica, non nasconde che il
«giovane principe» del Belpaese
dispone di carisma e charme.
Così per il premier, se il successo parigino era scontato, per
colleganza politica nel Partito
socialista, nonché per la comune
esigenza di un’Europa più propensa alla crescita che alla marmorea logica del rigore, quello
ottenuto nella missione con la
Cancelliera tedesca rappresenta
indubbiamente una chance. Che
forse, senza farsi eccessive illusioni, pone le basi per un nuovo
tipo di rapporto in Europa e nelle
relazioni bilaterali tra Roma e
Berlino.
Angela Merkel è «molto colpita» dal «cambiamento strutturale» del Matteo-style e loda il
premier italiano. Si dirà: «Le solite parole di rito».
SEGUE A PAGINA 2 >>
MA CHE FINE
HA FATTO
L’ORGOGLIO
DI QUESTA BARI?
l La possibilità che Berlusconi possa essere
candidato alle europee è sempre più complicata. A
gelare le aspettative del Cavaliere è stata ieri a
Bruxelles Vivienne Reding, commissaria per la
Giustizia: «Non entro in questioni nazionali, ma
la normativa europea è molto chiara», ha detto.
Affermazione che Forza Italia non accoglie bene e
alla quale replica con durezza nel sottolineare le
ragioni dell’ex premier.
SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4 E 5 >>
SERVIZIO A PAGINA 6 >>
PIANO DA 41 MILIONI, SVOLTA PER L’AEROPORTO DI GROTTAGLIE
Taranto
scalo merci
per tutta l’area
I fondi ci sono
MARTELLOTTA A PAGINA 8 >>
A GROTTAGLIE SI VOLA Un piano milionario per lo scalo tarantino
PROCESSO A TRANI
Sorbitolo killer
prime due condanne
NORSCIA A PAGINA 12 >>
MATERA
Lite per la precedenza
morto l’automobilista
MASTRANGELO A PAGINA 9 >>
di ONOFRIO PAGONE
C’
l «Vedrete, non finisce qui». Così il padre di Flavia Pennetta dopo
la vittoria sul cemento Usa a Indian Wells. La tennista brindisina
è ora numero 12 del ranking mondiale: l’obiettivo è la «top ten».
è aria di dismissione in questa
Bari. C’è un’atmosfera ovattata
di rassegnazione al peggio, di
fuga strozzata, di crisi irreversibile.
Alla vigilia di una campagna
elettorale che si annuncia velenosa quanto sterile, fa tristezza vedere comparire i comitati elettorali al posto dei
negozi che furono. Chiudono le
aziende e come «temporary store» compaiono le sedi volanti
dei candidati: tre mesi di affitto
e poi si vede.
Fa un po’ tristezza questa
città che assiste intontita al
proprio degrado. Un degrado
che è ambientale, sociale, culturale, politico, economico. Sopravvivono poche vetrine del
lusso e si moltiplicano i negozi
di cineserie repellenti, vendute
a basso costo in locali attrezzati
alla meno peggio.
SERVIZI A PAGINA 25 >>
SEGUE A PAGINA 17 >>
SPARITO «Fiori» di Vincenzo Ciardo
CRISTALLO, MARINO E SIMONETTI
ALLE PAGINE 18 E 19 >>
TENNIS TRIONFO A INDIAN WELLS
Flavia Pennetta
racchetta mondiale
orgoglio di Puglia
RASSEGNASTAMPA
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
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Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri
IL CASO L’ULTIMO CASO DI UN BISARCHISTA CALABRESE, PIZZICATO A PORTARSI VIA COMPONENTISTICA, HA RIACCESO I RIFLETTORI SU UNA STORICA PIAGA
«Predatori» dei pezzi di ricambio
all’assalto della Fiat di Melfi
POTENZA
In dieci anni i furti hanno danneggiato l’azienda per oltre 7 milioni di euro
Nel 2006 furono arrestate
nove persone con 37
indagati. L’«assalto» è a
ciclo continuo
SCANZANO JONICO: ESCAVATORE IN FIAMME
Torna l’ombra
del racket
sugli appalti
nel Metapontino
l L'ennesimo bisarchista beccato a portarsi via pezzi di ricambio dalla Fiat-Sata di Melfi ha riacceso i riflettori sul fenomeno. L'azienda teme per la sicurezza delle
sue nuove auto che saranno prodotte qui. Saranno intensificati i
controlli per fronteggiare i «predatori» della componentistica.
RUSSO A PAGINA IV >>
MICRO IMPRESE
PER I CREDITI
LUNGHE ATTESE
MA IL FISCO PREME
Un boato nella notte e la cabina di un escavatore, a circa 500 metri dal Municipio,
sulla strada provinciale 95
per Montalbano Jonico, ha
preso fuoco. La «scena»
che si è presentata ai Vigili
del fuoco ed agli agenti della Polizia di Stato accorsi
sul luogo del «delitto» appena recepito l’allarme era
simile a quella classica degli
attacchi di racket: l’abitacolo del potente mezzo edile
interamente avvolto dalle
fiamme. Nessuno nei pressi
del rogo.
l Ancora uno stop alla
raccolta di rifiuti a Potenza. L’ennesimo. La B&B
Eco di Tito Scalo, azienda
proprietaria della stazione di trasferenza dove vengono portati i rifiuti del
capoluogo e di molti comuni del bacino centro prima
di essere avviati alla destinazione finale (discarica o
inceneritore), ha inviato
una nota all’Acta con la
quale ha interrotto l’accettazione dei carichi di
spazzatura rivendicando il
pagamento del servizio.
MELE A PAGINA XI >>
LAGUARDIA A PAGINA V >>
di MASSIMO BRANCATI
S
ono oltre mille le piccole
aziende lucane che vantano crediti nei confronti
della pubblica amministrazione, Regione su tutti. La media degli arretrati dei pagamenti è
tra i 150 e i 200mila euro, quantum
che, venendo meno, ha un impatto
devastante sulla tenuta dell’impresa creditrice. Di qui l’appello
lanciato da Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio e
Confesercenti (associazioni riunite in Rete Imprese Italia) di sganciare l’attività delle micro aziende
dal condizionamento soffocante
della burocrazia e dei suoi enormi
oneri. In attesa che il patto di stabilità, come promesso da Renzi,
allenti la sua morsa, liberando così risorse destinate ai fornitori
delle pubbliche amministrazioni,
non resta che accontentarsi di un
primo risultato: il decreto sui debiti della Pa è diventato pienamente operativo. Le imprese potranno
effettuare la compensazione tra le
somme loro dovute dalle amministrazioni pubbliche ed eventuali
debiti derivanti da accertamento
tributario. Intendiamoci, è un alito di vento nella tempesta ma è
almeno un segnale tangibile che
va nella direzione auspicata dagli
imprenditori. Occorre fare molto
di più, sapendo di trovarci in un
contesto in cui molte piccole imprese stanno boccheggiando. Il
danno non è più neanche la chiusura definitiva delle aziende, ma
la loro condizione di indebitamento difficilmente risanabile. Chiudere una ditta oggi è diventato addirittura più difficile che aprirla.
E per far fronte al pagamento dei
debiti aziendali si rischia di cadere nella trappola dell’usura.
POLITICA PARTITI IN FERMENTO E SEMPRE PIÙ FRAMMENTATI. PRIMARIE DEM FISSATE PER IL 13 APRILE
Pd in cerca del segretario regionale
Cuperliani su Luongo. Renziani divisi
Assemblea di Forza Italia a Potenza con Raffaele Fitto
l È ancora muro contro muro dentro il Partito
democratico dove le due componenti, quella dei
cuperliani e quella dei renziani sono ancora allo
scontro, con nuove divisioni che si rincorrono e
si allargano. C’è aria di primarie anche per la
scelta del segretario regionale. Oggi è il termine
ultimo per la presentazione delle candidature. Si
andrà alla conta. Ma se l’ala cuperliana in
Basilicata è riuscita a fare sintesi intorno al
nome di Antonio Luongo, non altrettanto è
MATERA
Muore in ospedale
dopo l’aggressione
per una precedenza
riuscita sinora a fare la componente «renziana»
che vede in campo almeno tre propri esponeti:
Luca Braia, Salvatore Margiotta e Francesco
Mitidieri.
Forza Italia ieri ha avviato le prove di ripartenza. Prima assemblea regionale a Potenza con
la presenza di Raffele Fitto, per una sorta di asse
apulo-lucano mirante a scardinare il centrosinistra. Con il petrolio fra i temi più caldi.
INCISO E BOCCIA A PAGINA II >>
GLAUCOMA LA RISPOSTA DEL SERVIZIO PUBBLICO LUCANO
Scandalo farmaci: garantite
le cure ai malati in Basilicata
SERVIZIO A PAGINA X >>
POTENZA
Orologiaio potentino
riporta in vita la copia
del «Royal Paris»
SERVIZIO A PAGINA VI >>
DIRIGENTE Domenico Lacerenza
l Glaucoma, in Basilicata
nessuna cura sospesa per effetto dello scandalo nazionale
sull’utilizzo di farmaci più costosi. Il dirigente del dipartimento interanziendale di Oculistica in Basilicata, dottor Domenico Lacerenza, assicura:
«Anche se con costi gravosi, la
Regione Basilicata non ha mai
smesso, nel suo servizio pubblico, di garantire le cure per
gli ammalati».
SAMMARTINO A PAGINA III >>
Il Comune
non paga
E i rifiuti
si ammassano
ESAMI DI STATO
DOPO IL TAR
E AMMISSIONE
È GIUNTA L’ORA
ALLE UNIVERSITÀ DI FARE CHIAREZZA
TEST DA SPOSTARE
SU FENICE
di LICEALI DELLA V «A»*
C
on i test di ammissione a numerose facoltà universitarie,
aventi luogo tra la seconda metà di marzo e l’inizio
di aprile, uno studente diplomando rischia di dover tralasciare lo studio delle discipline del quinto anno. È impossibile sviluppare appieno
entrambi questi percorsi e così
spesso si finisce per abbandonare uno di questi per concentrarsi pienamente sull’altro. Chi cerca di barcamenarsi
tra entrambe le situazioni finisce con il fallire completamente, naufragando rovinosamente nel mare dell’inconcludenza, dell’insicurezza, dell’insoddisfazione. Suggeriamo che
tali test di ammissione debbano tenersi nel mese di settembre e comunque in data
successiva all’esame di Stato,
tappa conclusiva di un processo formativo che lo studente
aveva intrapreso entusiasticamente cinque anni addietro.
Tale soluzione permetterebbe
il sereno svolgimento della maturità e la preparazione ottimale per affrontare i test di
ammissione.
[* liceo Galilei di Potenza]
di PIO ABIUSI *
F
enice stanca di attendere
e dopo aver presentato
richiesta di Via-Aia alla
Regione il 31 marzo 2006
e non vedendo concluso il procedimento ha inteso ricorrere al Tar
di Basilicata lo scorso gennaio.
Tutti i termini per l'oppugnabilità
risultavano essere scaduti. Il Tar
ha inteso, invece, utile la diffida
presentata da Fenice alla Regione
il 14 novembre dello scorso anno ai
fini della conclusione del procedimento ed ha ritenuto che i 150
gg. previsti per il riconoscimento
dell' Aia dovessero decorrere da
quella data ed allora entro il 14
aprile sapremo la verità. Finalmente vi sarà un punto fermo e
cioè la Regione concederà l'Aia a
Fenice con eventuali prescrizioni
e Fenice potrà accettarla o inoltrare ennesimo ricorso al Tar oppure, ancora, la Giunta si opporrà
alla concessione della Via-Aia e
ritorniamo al giorno (14 ottobre
2011) in cui la Provincia di Potenza
con atto di diffida ordinò la sospensione dell'autorizzazione all'esercizio dell'impianto. I giochi
sono aperti e non c'è più scappatoia per nessuno. È giunto il momento in cui si potrà fare chiarezza su tutta la vicenda.
[* associazione Ambiente e Legalità]
RASSEGNASTAMPA
La Camorra è oggi
una forma di terrorismo
che incute paura,
impone le sue leggi
e tenta di diventare
componente endemica
nella società campana
Don Peppe Diana
ucciso a Casal di Principe il 19 marzo 1994
1,30 Anno 91 n. 75
Martedì 18 Marzo 2014
U:
Merkel-Renzi, via libera
Le quattro
amiche al bar
di Ballestra
Valerio pag. 17
●
●
Ilaria e Miran
eroi senza verità
Degli Innocenti De Sanctis Scardova pag. 18-19
Suicida L’Wren
la compagna
di Mick Jagger
Amenta pag. 20
A Berlino il presidente del Consiglio convince la cancelliera sulle sue riforme: «Sono molto colpita»
Nessuno sforamento dei vincoli, «ma occorre aiutare la crescita» ● Intesa sui dossier economici
«L’Italia non chiede di sforare le regole, ma dentro il pacchetto occorre recuperare la domanda interna». Matteo
Renzi rilancia a Berlino il piano di riforme del governo, ottenendo il sostanziale via libera di Angela Merkel, che si
dice «molto colpita» dal premier.
FRANCHI ZEGARELLI A PAG. 2-3
C’era una volta
il vincolo esterno
LA SCOPERTA
L’urlo del Big Bang:
così nacque l’universo
RONNY MAZZOCCHI
●
IL TOUR EUROPEO DEL PRESIDENTE
DEL CONSIGLIOITALIANO ERAPROGRAMMATO DA TEMPO, MA LA SUCCESSIONE DEGLI APPUNTAMENTI (sabato
François Hollande, ieri Angela Merkel) sembra mostrare che a Palazzo
Chigi è stato colto un elemento importantissimo del 2014. Complice la
scadenza elettorale di maggio, questo anno rischia infatti di diventare
cruciale non soltanto per l’euro, ma
per il futuro dell’intera Unione europea.
Il telescopio della base Scott-Amundsen al Polo Sud che ha rilevato le onde gravitazionali del Big Bang FOTO REUTERS
Einstein
aveva ragione
PIETRO GRECO
«Abbiamo rilevato le onde
gravitazionali prodotte
dall’universo bambino durante
l’inflazione cosmica».
Quella che John M. Kovac,
scienziato in forze allo
Harvard-Smithsonian Center for
Astrophysics, ha annunciato ieri a
mezzogiorno, è una notizia
scientifica davvero importante.
Di quelle, per intenderci, che
capitano una volta ogni dieci anni.
E per ben due motivi, abbastanza
indipendenti tra loro. Una
riguarda la fisica delle alte
energie. L’altra riguarda la
cosmologia.
SEGUE A PAG. 9
SEGUE A PAG. 3
LE INTERVISTE
Fitoussi: premier
coraggioso
nella battaglia
contro l’austerità
DE GIOVANNANGELI A PAG. 3
Baretta: prossima
mossa, superare
il patto interno
di stabilità
MATTEUCCI A PAG. 5
L’Europa avverte: Berlusconi ineleggibile
● La commissaria Ue
alla giustizia Reding: norme
europee sono chiare
● E oggi la Cassazione
fissa l’interdizione
dai pubblici uffici
Staino
Don Diana
una fiction
con 20 anni
di ritardo
«Il diritto Ue è molto chiaro», fa sapere
la commissaria alla Giustizia Viviane
Reding. «E anche le norme italiane»,
chiosa vicepresidente del Csm Michele
Vietti. Insomma: Berlusconi è incandidabile. E se qualcuno nutrisse dubbi non si sa su cosa fondati - oggi arriverà
l’ultimo atto della Cassazione sul calcolo definitivo dell’interdizione.
● In tv il film sul delitto
di mafia. Cantone: troppi
silenzi
LOMBARDO A PAG. 12
FANTOZZI A PAG. 4
FRONTE DEL VIDEO
MARIA NOVELLLA OPPO
Grazie a Pier Luigi Bersani
re. Maria Latella ha intervistato la mini●
(auguri al nostro stra «degli eserciti» Pinotti, che ha anex direttore!) dice che la politica è stata nunciato risparmi sugli odiati F35.
EMANUELE MACALUSO, CHE COMPIE NOVANT’ANNI
sostituita dalla comunicazione e ha ragione da vendere. La domenica, per
esempio, in tv prevalgono gli incontri direttie ogni personalitàintervistata si prepara una risposta tale da far notizia sui
giornali del lunedì. Così, Lucia Annunziata l’altro ieri ha scelto di far parlare il
presidente della Cassa depositi e prestiti, Bassanini, il quale ha assicurato che il
piano Renzi ha le gambe per cammina-
InfineFabio Fazio ha intervistatoBersani,che è stato accoltocon grande affetto dal pubblico e ne è rimasto visibilmente commosso. Ma ha subito reagito con
orgoglio, sottolineando la centralità attuale del Pd, come risultato di una campagna elettorale non vinta, ma, alla fine,
neppure persa. Già, forse dovremmo ricordarci più spesso che è anche per questo che Renzi governa.
IL CASO
CRIMEA
«L’Onu ci riconosca». Sanzioni-soft
● Dopo l’indipendenza,
adottati rublo e orario russo
● Usa e Ue, prime misure
Mentre il Parlamento della Crimea formalizza l’indipendenza votata dal referendum, Usa e Ue adottano le prime
sanzioni anti-russe: blocco dei visti e
congelamento per personalità politiche
e militari. Tutto sommato una risposta
prudente: il dialogo non è chiuso.
ARDUINI MONGIELLO A PAG. 10-11
Due impotenze
contrapposte
PAOLO SOLDINI
La reazione dell’Occidente è
penosa, ma la Russia di Putin ha
poco da cantare vittoria.
A PAG. 11
RASSEGNASTAMPA
2 PRIMO PIANO
Martedì 18 marzo 2014
LA MISSIONE
IL VERTICE ITALO-TEDESCO
Sul lavoro il premier elogia il modello:
«Troviamo un punto di riferimento: lo
dico dopo aver visto risultati»
CHE CLIMA
Angela Merkel e Matteo
Renzi. Il premier le regala
la maglia del fiorentino
Gomez
La Merkel loda Renzi
La Cancelliera: «Molto colpita, è un cambiamento strutturale»
Il premier: riforme ambiziose, non sforeremo il parametro del 3%
IL RETROSCENISTA
di MICHELE COZZI
Il triangolo di Matteo
fra Angela la tedesca
e Susanna la «rossa»
>> CONTINUA DALLA PRIMA
M
a non è proprio così se si pensa al recente
passato. Dai terribili risolini con cui, in
coppia con Sarkozy, seppellì le promesse di
Berlusconi, decretando, con quell’atto, il momento
più basso del Cavaliere al governo; all’ossequiosa
reverenza, senza però alcun cedimento sui contenuti, con cui dialogò con il prof Monti, fino all’attesa,
andata delusa, di maggiore decisionismo da parte di
Enrico Letta che pure, in politica estera, ha dato il
meglio di sè.
«Sua Eminenza» tedesca mostra un’apertura di
credito verso il nuovo corso, confidando che «l’Italia
rispetterà il patto di stabilità e di crescita». Ma non
poteva fare e concedere di più. Consapevole del mix
di interesse e diffidenza con cui la stampa del suo
Paese ha accolto il premier italiano, presentato come
una sorta di «cavallo di troia» venuto a Berlino per
minare l’ortodossia del rigore di bilancio. E non a
caso il superministro tedesco all’Economia riconferma che i paramenti europei non sono in discussione.
Chi si aspettava che sul 3% la Merkel potesse fare
concessioni clamorose, si era fortemente illuso. Ma
forse, un piccolo spiraglio si è aperto.
E di rimando il premier, che si era fatto precedere
dalla dichiarazione che l’Italia non andava a Berlino
né per prendere lezioni né per essere messa dietro la
lavagna, conferma che il Belpaese rispetterà i vincoli, ma che l’obiettivo per un nuovo «rinascimento»
europeo, è porre la priorità della crescita e dell’occupazione.
Nei fatti, Angela e Matteo sono rimasti sulle rispettive posizioni. Certo, la Cancelliera prende atto,
forse con sorpresa, di ritrovarsi dinanzi un politico
italiano di tipo nuovo. Meno compassato, ma più
esplosivo. Meno attento ai formalismi e alle logiche
di veto che hanno ingessato il Paese negli ultimi
decenni, ma con l’ambizione (tutta da dimostrare
con i fatti) di rivoltare il Paese come un calzino.
Su queste basi, Matteo non poteva che suscitare interesse nella «prima donna» d’Europa.
Ora il premier è chiamato a gestire nella politica
interna il doppio successo della missione a Parigi e a
Berlino.
Spingendo su due linee fondamentali: l’accelezione del processo di riforme e le misure economiche.
Sul primo punto, dopo il sì della Camera alla legge
elettorale, la riforma si avvia alle «forche caudine»
del Senato. E lì rischia di essere tutta un’altra musica. I tasselli delle riforme si completano con la
«fine» del Senato elettivo (e sarà un Vietnam parlamentare) e con la modifica del Titolo Quinto (sui
rapporti Stato-Regioni) della Costituzione, fonte di
lunghi conflitti di competenza.
Poi, il lato delle riforme economiche. A partire
dalla revisione della spesa. Delrio, il sottosegretario
alla presidenza, insiste e auspica che dal taglio degli
sprechi possa emergere risorse sufficienti per alimentare la crescita del lavoro. Poi, il jobs act con
misure sull’occupazione giovanile che vanno oltre lo
status delle regole vigenti. Aprendo il rischio, dice la
Cgil e la sinistra Pd, di una precarizzazione strutturale. Su questo fronte, il premier, senza timore,
afferma di parlare ai giovani e non ai sindacati. Una
mezza dichiarazione di guerra verso poteri fortemente strutturati. Non a caso, nella Cgil esplode il
fronte della polemica tra la Camusso - che chiude
nettamente a Renzi . e Landini, il leader della Fiom,
che invece vuole andare a vedere le carte. Una partita nella partita. In cui rischiano Renzi e la Camusso.
Ma soprattutto rischia il Paese.
l BERLINO. «Sono rimasta veramente
impressionata, si tratta di un cambiamento strutturale». La cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha detto subito, a inizio
conferenza stampa, mettendo ancora una
volta in chiaro che l'Italia ha rimandato
per troppo tempo le riforme strutturali e
che quelle che Renzi ha portato con sè a
Berlino, in particolar modo il Jobs Act,
«vanno nella direzione giusta». Ma è tornata anche a ribadire che sulle regole non
si transige. E del resto, ha aggiunto, «se
l’Italia ha detto che rispetterà il patto di
stabilità non vedo perchè dovrei dubitarne».
Nella sua prima visita da premier nella
cancelleria più importante d’Europa, Renzi incassa dunque l’appoggio sul suo pacchetto di riforme, non solo dalla Merkel ma
anche dal «falco» Wolfang Schaeuble.
Lui, il premier, visibilmente soddisfatto,
preme come sua consuetudine sull'acceleratore e assicura che l’incontro con la
cancelliera («che in questi anni è stata
descritta male, ma non è un nemico», dirà
in serata) è stato un’occasione per presentare riforme «ambiziose e coraggiose».
Che l’Italia intende mettere in campo «misure irreversibili di cambiamento», e sul
lavoro anche sul modello tedesco («troviamo un punto di riferimento: lo dico dopo
aver visto risultati e lo dico pensando che
noi abbiamo deciso subito un primo passo
con un dl e un ddl»), non interventi «una
tantum» ma riforme strutturali che «puntano in alto» e sono necessarie «subito»,
anche se l’orizzonte è il 2018. E poi torna a
ripetere, come ha fatto nell’ultima settimana quasi ogni giorno, che Roma rispetterà tutti gli impegni e non intende sforare
i parametri Ue, ma non perchè lo chiede
l’Europa: «L'Italia deve smettere di pensare che le riforme vanno fatte perchè ce lo
chiede Bruxelles o Berlino o altre capitali.
Le facciamo perchè sono giuste per noi». E
le facciamo «subito». E ancora: "L'Ue non è
la causa ma la soluzione dei problemi.
Quei partiti che lo dicono sbagliano».
Musica per le orecchie di Angela Merkel
alla vigilia di elezioni europee nelle quali
rischiano di trionfare i partiti populisti. E
per questo il premier aggiunge anche che
sul lavoro le regole rigide hanno fallito. Ed
è arrivato il momento di «cambiare le regole del gioco, come una squadra che perde
per cinque anni tutte le partite: è chiaro
che deve cambiare qualcosa». E ancora:
«Le regole ce le siamo date insieme e sono
importanti, ma occorre avere la forza di
investire sul grande problema dell’Italia:
con le misure di questi anni il rapporto
debito/pil è cresciuto al 132% perchè, nonostante l'avanzo primario, il nostro problema è la mancata crescita". Insomma
l’Italia rispetterà le regole, ma questo non
significa che ciò che non ha funzionato non
si possa cambiare.
Chi ha partecipato agli incontri parla di
un’atmosfera «eccellente», subito alleggerita dal regalo di Renzi, che si è presentato
con la maglietta del centravanti della Fiorentina, il tedesco Gomez, per la tifosissima cancelliera. E di «grande interesse»
per le riforme italiane durante un vertice
che ha visto confrontarsi anche sei ministri dei due governi sui diversi dossier e
si è chiuso con una cena alla quale hanno
partecipato anche i vertici di Confindustria, Enel e Generali. Perchè Italia e Germania, come ha detto Renzi a fine giornata, puntano a realizzare un «nuovo rinascimento industriale europeo». In serata parla in tv: «Rischio moltissimo, ma se
ci riesco riesce l’Italia».
IL CASO AL DI LÀ DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI, TRA I DUE È QUASI SCOPPIATO UN FEELING
Angela fa da guida a Matteo
lui le regala la maglia di Gomez
CERIMONIALE La Merkel
indica come evitare errori
l BERLINO. L'unica cosa a «tradire» Matteo Renzi a Berlino è stato il
bottone del cappotto fuori posto. Per il resto il premier ha affrontato «la
prova della Merkel» esibendo un sorriso smagliante che ha contribuito ad
alimentare il clima di intesa con «Angela».
Nel ricevere il saluto militare, la cancelliera di ferro, al suo terzo
esecutivo, ha indirizzato i passi del giovane neopremier, evitando qualche
errore. Nulla di veramente inedito: lo ha fatto in passato con Francois
Hollande e con altri primi ministri alla prova della bilaterale. Indicandogli
il percorso con la mano, la cancelliera ha evitato con cura, un paio di volta,
che Renzi le tagliasse la strada.
La cifra di questa visita di insediamento berlinese è stata subito chiara
quando, passato in rassegna il picchetto, di fronte ai flash dei fotografi,
Renzi ha risposto ad alta voce ai reporter italiani che lo incitavano a girarsi
per essere immortalato con la cancelliera: «Chi siete? Italiani...?", ha scherzato, sottolineando il primo momento di distensione previsto dal protocollo
degli onori militari. Alla fine, tutti presi dai conti dell’Italia, dal deficit, dal
mercato del lavoro, dalla fatica delle riforme, si stava per tralasciare uno
dei jolly su cui contava il neopremier, che si è presentato a Berlino con una
maglia firmata dall’attaccante tedesco della Fiorentina Mario Gomez come
regalo per la tifosissima cancelliera. Ma pare che in effetti la trovata le sia
piaciuta: «Un’idea molto bella», è stato il commento trapelato dall’entourage di «Angela».
IL CONFRONTO L’INCONTRO TRA SCHAEUBLE E PADOAN CHE HA PRESENTATO I SUOI PROGETTI PER IL LAVORO E LA LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE
«Più rigore». «Sì, con il lavoro»
Botta e risposta nel vertice tra i due supertecnici all’Economia dei due Paesi
GOVERNO Il
ministro
Padoan con
Renzi e la
Merkel
l BERLINO. Niente rinvii sul
rigore. Il ministro delle Finanze
tedesco Wolfgang Schaeuble, a
colloquio con l’omologo italiano
Pier Carlo Padoan, ha apprezzato
lo slancio del governo italiano sulle riforme «per rilanciare la crescita e creare
posti di lavoro». Un
primo incontro nel
quale l’Itali ha illustrato la propria strategia, senza dover dare conto di coperture.
Il ministero delle
Finanze tedesco ha
fatto riferimento alla richiesta
che non vi siano rinvii sul fronte
del consolidamento dei conti, attraverso le riforme strutturali.
Ma su questo rassicurazioni sono
giunte anche dal premier Renzi
durante la conferenza stampa.
«Non era un esame», hanno poi
ribadito fonti italiane, raccontando di come il severo ministro di
Angela Merkel abbia mostrato interesse per le riforme che spingeranno la crescita e la creazione
di nuovi posti di lavoro. Stando
alle stesse fonti, Schaeuble avrebbe mostrato interesse per il taglio
del cuneo fiscale e la revisione
della spesa, mentre non si sarebbe
affatto parlato di coperture.
«Il colloquio tra i due ministri
delle Finanze si è svolto in un’atmosfera costruttiva", hanno confermato dal ministero tedesco subito dopo la bilaterale. Il ministro
tedesco ha salutato favorevolmente l’obiettivo del governo italiano
di accelerare il tempo delle riforme per aumentare produttività e
crescita e ridurre l’altra disoccupazione giovanile. È però anche
giusto - ha chiarito il ministero
prendendo posizione sull’incontro – che il consolidamento delle
Finanze statali attraverso le riforme strutturali non sia rinviato».
Il faccia a faccia fra i due ministri è durato un’ora circa. È servito a illustrare il cambio di passo
del governo italiano, e a Berlino -;
come ha sostenuto Angela Merkel
in conferenza stampa - sono rimasti effettivamente colpiti
dall’energia propositiva del nuovo
governo. È stata delineata la strategia e confermato il rispetto del
vincolo del deficit entro il 3%, ma
non si sarebbe entrati nel dettaglio delle coperture. Del resto -secondo quanto riportano fonti italiane – si trattava di un incontro
bilaterale, un confronto tra pari.
Padoan ha inoltre spiegato di essere consapevole che per la realizzazione delle riforme non serviranno solo le norme ma un forte
impegno alla loro implementazione. Una parte dell’incontro è stata
dedicata al prossimo impegno italiano di guida del semestre Ue.
Su un binario parallelo ha proceduto il vertice fra i due leader
dell’industria, il presidente della
Confindustria italiana Giorgio
Squinzi e dell’omologo della Bdi
tedesca Ulrich Grillo, che chiedono all’unisono un’ambiziosa e
coerente strategia di politica industriale, di «porre la competitività industriale al centro del nuovo pacchetto energia e clima
2030», e di «sostenere un’importante agenda di liberalizzazione
commerciale».
Rosanna Pugliese
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Martedì 18 marzo 2014
Il premier spiega alla
Cancelliera che una politica
di sola austerità non basta
LA DIRETTA
Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 17
Matteo va all’incasso
«Colta la nostra svolta»
«La Germania apprezza i cambiamenti intrapresi»
IL CASO BRUXELLES ATTENDE DI CONOSCERE NEI DETTAGLI LE PROPOSTE DEL GOVERNO
La linea dell’Unione
per ora non cambia
l BRUXELLES. Un mese o poco più per mettere a punto le coperture del taglio delle
tasse e presentare alla Commissione europea il piano delle riforme e il programma di
stabilità, con il bilancio aggiornato: è a quella scadenza che guarda Bruxelles, che
sarà chiamata a dare il via libera oppure l'altolà al piano di Renzi, non appena vedrà
nero su bianco il dettaglio dei costi delle misure con cui il premier intende dare
l'annunciato «choc» all’economia.
La Commissione non ha chiusure di principio ai piani «rivoluzionari» dell’Italia,
ma allo stesso tempo sa che ogni rivoluzione rimette in discussione le regole del
sistema, e non è disposta ad accettarlo. Le regole europee di bilancio, l'attenzione al
contenimento di deficit e debito, il monitoraggio stretto e le sanzioni per chi sfora i
vincoli, sono stati lo strumento che l’Europa ha usato per uscire dalla crisi, convincendo i mercati che disciplina è sinonimo di affidabilità. E dopo tanti sforzi per
rispettare la disciplina ferrea, costati molto in termini sociali, la Commissione non
vuole rimettere a rischio il sistema. Anche perchè i Paesi «falchi» non glielo
permetterebbero, hanno tollerato solo l’eccezione della Francia (a cui è stato dato più
tempo per tagliare il deficit) ma solo per il legame speciale che la lega a Berlino, e della
Spagna per dimostrare solidarietà al Paese che si era piegato all’onta della troika in
casa. La Commissione quindi si appresta a valutare tutti gli elementi delle riforme
italiane tra metà e fine aprile: i primi di maggio pubblicherà le nuove stime
economiche che terranno conto dell’impatto delle misure su pil e deficit. Se l’Italia
volesse alzare il disavanzo portandolo dal 2,6 al 2,8 per non incorrere in una
bocciatura Ue dovrebbe allo stesso tempo ampliare i risparmi della spending.
l ROMA. Matteo Renzi ha,
per sua stessa ammissione,
una «ambizione smisurata».
Ma, nonostante la sua forte
determinazione, l’obiettivo
del premier alla sua «prima»
con la cancelliera Angela
Merkel non era chiedere un
allentamento dei vincoli europei. Bensì convincerla della
svolta del suo governo grazie
a «riforme irreversibili di
cambiamento». E la soddisfazione, alla fine del bilaterale, è grande: «La Germania ha capito la nostra direzione riformatrice e ha
molto apprezzato il coraggio e
il senso positivo dei cambiamenti intrapresi», confida ai
suoi il presidente del consiglio.
Renzi era consapevole che
non era facile superare l’esame tedesco. È vero che «frau
Merkel» era da tempo incuriosita dal leader Pd al punto
da riceverlo quando era ancora sindaco e a Palazzo Chigi
sedeva ancora Enrico Letta.
Ma altro discorso era convincere i tedeschi che il suo
obiettivo sono, in tempi brevi,
riforme strutturali in tutti i
campi, da quelle istituzionali
al lavoro fino alla burocrazia.
«Non siamo figli di un Dio
minore, siamo un grande Paese che vuole da solo fare le
riforme», è la convinzione
con cui il premier si è presentato all’incontro nello studio della Cancelliera. Dopo il
fischio di inizio, con la consegna della maglia di Mario
Gomez, Renzi ha illustrato,
senza slide, come ha ironizzato nella conferenza stampa
finale, il suo pacchetto di riforme, suscitando, spiegano
fonti di governo, grande attenzione come già sabato
scorso, a Parigi, da parte del
presidente Francois Hollande.
Ma è sulla necessità della
crescita come antidoto anche
per ridurre il rapporto deficit/pil ed erodere la mole del
debito pubblico che il premier ha insistito. Senza toccare il tetto del 3 per cento,
Renzi ha spiegato alla Merkel
che una politica di sola austerità non basta, come dimostra il fatto che, nonostante l'avanzo primario, il debito
italiano è cresciuto. E una
nuova Europa deve essere per
il premier una battaglia comune di tutti gli europeisti,
Germania inclusa, alla vigilia di elezioni europee dove i
partiti euroscettici si annunciano molto aggressivi.
Ma da Berlino Renzi ha
mandato un messaggio molto
chiaro anche all’Italia: il decreto sul lavoro non finirà
sotto i colpi dei veti incrociati
in un nulla di fatto. Prendendo a modello le politiche
tedesche sul lavoro, il premier avvisa i sindacati in
primis che si va avanti su
modelli di maggiore flessibilità visto che le politiche dei
governi precedenti e regole
troppo rigide hanno portato
la disoccupazione al 40%.
D’altra parte, spiega Renzi ai
suoi, noi per primi ci siamo
messi in gioco assumendoci
rischi molto forti. E i membri
stessi del governo saranno
valutati, come chiarisce oggi
il sottosegretario Graziano
Delrio: «I ministri e gli alti
dirigenti dei ministeri saranno giudicati in base alle loro
“perfor mance”. Chi a fine anno non avrà portato a casa il
risultato, dovrà andarsene».
Cristina Ferrulli
I COMMENTI LE OPPOSIZIONI NON APPREZZANO I RISULTATI DELLA MISSIONE. SALVINI (LEGA): A BERLINO LO SHOW DI UN EURO-PIRLA
IL FILM DELLA GIORNATA
PARATA Il «saluto» dei due premier al picchetto
COSÌ VICINI Renzi e Merkel
A PRANZO Matteo e Angela, gomito a gomito
Forza Italia delusa dal vertice
«Renzi non ha cavato un ragno dal buco». Grillo: impara ad abbottonare il cappotto
FORZA ITALIA
Il capogruppo
alla Camera,
Renato
Brunetta
l ROMA. Una clessidra sulla scrivania per
dare e darsi «il senso dell’urgenza». Matteo
Renzi, intervistato da «Quinta Colonna», indica sulla sua scrivania l'oggetto-simbolo della
sua fretta di riformare l’Italia. Consapevole di
«rischiare moltissimo» ma impegnato a dare per primo l’esempio
perchè tutti devono mettersi in
gioco. E non si sente solo: "Intorno
a me – racconta – c'è tanta gente
che dice: va tutto bene, magari mi
stai antipatico ma se ci riesci riesce l'Italia".
A poche ore dal bilaterale con la
cancelliera Angela Merkel, il premier non sembra spaventato
dall’esame: «Se l’Italia fa bene il
suo mestiere è un bene non solo
per l’Italia. Non c'è una concessione che dobbiamo chiedere, a me interessa avere un rapporto alla pari", chiarisce aggiungendo che
però in questi anni la cancelliera tedesca è
stata descritta male «ma non è nemico». Alla
Merkel il premier descriverà le sue riforme,
dalle riforme istituzionali alle prime misure
fiscali. Renzi sa che mettere 80 euro in tasca a
chi guadagna 1500 euro "non risolve la crisi"
ma è un messaggio di fiducia e speranza. "C'è
un valore economico – spiega – nel far ripartire
il mercato interno, cerchi di uscire dalla recessione di questo periodo, dai un messaggio di
giustizia sociale. È un messaggio che l'Italia
può respirare, dai un messaggio di serenità
all’intera economia».
Sull’incontro di Berlino giudizi negativi da
parte dell’opposizione. Renato Brunetta (Forza
Italia) dice che «dal combinato disposto delle
dichiarazioni del cancelliere tedesco, Angela
Merkel, e del suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schauble, a Berlino il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, non ha cavato un
ragno dal buco. Altro che riduzione della pressione fiscale in deficit, altro che coperture creative. Schauble e Merkel hanno riportato Renzi
con i piedi per terra».
«D’altronde -spiega- non poteva che andare
così. I numeri e le misure che il premier ha
presentato non lasciano spazio ad altre interpretazioni. Prima o poi dovrà farsene una ragione».
Per la Lega, il segretario Salvini dice che «a
Berlino abbiamo assistito allo show di un euro-pirla. Renzi, amico della Germania e nemico
dell’Italia. Solo un cretino può pensare che
possiamo essere alleati. Se Merkel è contenta e
gli fa gli auguri, allora ha capito che continua a
guadagnarci. Basti pensare che da quando siamo entrati nell’euro la Germania è cresciuta
del 30% mentre l'Italia è calata invece del
20%».
Beppe Grillo condivide su facebook un’immagine di Matteo Renzi con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino. Ma il leader del
M5S si sofferma su un particolare: il premier
ha abbottonato male il suo cappotto. Renzi
indossa un soprabito grigio, dove bottoni ed
asole sono accoppiati male. L’errore, nell’immagine, viene cerchiato di rosso ed una didascalia «prende in giro" il premier.
LA SQUADRA I premier con i propri ministri
TUTTI INSIEME La foto di rito con le due delegazioni
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Martedì 18 marzo 2014
POLITICA E ECONOMIA
COME FAR QUADRARE I CONTI
Dei 34 miliardi di obiettivo al 2016, 13.7
sono già stati destinati. Altri ancora
sono impegnati per il 2017 e il 2018
Per il taglio dell’Irpef
mancano quattro miliardi
È già stata impegnata una parte dei fondi del «piano Cottarelli»
l ROMA. Le risorse devono
ancora tutte arrivare, ma la
spending review a cui il governo
ha affidato le coperture del taglio del cuneo fiscale, è un bacino a cui si è già attinto e all’appello al momento mancherebbero più di quattro miliardi.
L’esecutivo di Matteo Renzi non
è il primo infatti ad affidarsi alle
risorse derivanti dai tagli della
spesa a cui sta lavorando da mesi il supercommissario, Carlo
Cottarelli. Così, dei circa 34 miliardi a cui si tende come obiettivo al 2016, 13,7 miliardi sono in
realtà già stati destinati. Altri
ancora sono stati impegnati anche per il 2017 e il 2018, sempre
che nuovi provvedimenti legislativi non intervengano a rimodulare i saldi.
La spending è infatti stata utilizzata in parte dalla legge di
stabilità, come esemplifica un
rapporto del servizio del bilancio del Senato. Il comma 427
dell’articolo 1 della legge, poi
modificato
negli
importi
dall’articolo 2 del decreto legge
sul rientro dei capitali di gennaio scorso, prevede l’adozione,
sulla base dell’attività e delle
proposte del Commissario
straordinario, di misure di razionalizzazione e di revisione
della spesa «tali da assicurare
una riduzione della spesa delle
amministrazioni pubbliche non
inferiore a 0,49 miliardi di euro
nel 2014, 1,37 miliardi nel 2015,
1,87 miliardi in ciascuno degli
anni 2016 e 2017, e 1,19 miliardi a
decorrere dal 2018». Il comma
430 della stessa legge di stabilità
dispone anche però che entro il
15 gennaio 2015 vengano disposte variazioni delle aliquote di
imposta e riduzioni delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti tali da assicurare maggiori entrate pari a 3 miliardi di
euro per il 2015, 7 miliardi per il
2016 e 10 miliardi per il 2017,
«qualora entro il primo gennaio
2015 non siano approvati provvedimenti normativi che assicurino, in tutto o in parte, i predetti importi attraverso il conseguimento di maggiori entrate
ovvero di minori spese median-
SPENDING REWIEV Il commissario Carlo Cottarelli
te misure di razionalizzazione e
revisione della spesa».
In pratica, quando il governo
Letta ha deciso di evitare l'aumento delle detrazioni fiscali
previsto dalla manovra 2014, ha
anche deciso di trovarne copertura nella spending review, con
la clausola che se i tagli non
saranno sufficienti sarà necessario sopperire con un aumento
delle aliquote e delle accise o con
una, a quel punto inevitabile,
stretta sulle detrazioni (quindi
con un aumento delle tasse).
In totale dunque le risorse già
impegnate ammontano a 490
milioni per il 2014 (sui 7 miliardi
totali previsti), 4,37 miliardi per
il 2015 (sui 18 delle slide di Cottarelli), 8,87 per il 2016 (sui 34
cumulativi strutturali), 11,87
per il 2017, 1,19 per il 2018. Una
possibile soluzione potrebbe arrivare dalla delega fiscale, che
prevede una riorganizzazione
complessiva di agevolazioni e
detrazioni, ma si tratta in ogni
caso di una bella gatta da pelare,
considerando che il governo dovrà anche compensare i contributi dalle pensioni previsti da
l ROMA. Tagli alle forze dell’ordine,
ai costi della politica, alle auto blu, agli
incentivi alle imprese, alle partecipate,
alla difesa, alle prefetture, alle capitanerie di porto, alle consulenze,
all’illuminazione pubblica, agli immobili, alle pensioni di guerra e di reversibilità. È un elenco lunghissimo, di
33 voci, quello con cui il commissario
per la spending review, Carlo Cottarelli, si è presentato venerdì scorso a
Palazzo Chigi per sottoporre al governo
il suo piano.
Il dossier di Cottarelli si muove su 5
capitoli di spesa, analizzati punto per
punto. In molti casi il commissario è
ripartito dal lavoro già intrapreso dai
suoi predecessori, Pietro Giarda e
Enrico Bondi. Per esempio nella voce
che riguarda i consumi energetici e
l'illuminazione delle aree pubbliche,
con l’operazione che Bondi aveva so-
Il vicepresidente commissione Ue
Debiti pubblica amministrazione
Tajani: «Folle attendere ancora»
Pagare i debiti della pubblica amministrazione al più presto possibile o diverse imprese saranno a rischio chiusura. È l'allarme che lancia il
vicepresidente della Commissione Ue, Antonio
Tajani, spiegando che è positiva «la decisione del
Governo di pagare i debiti ma era meglio un decreto legge perchè significa pagare in tempi più
rapidi, settembre è aspettare troppi mesi e le imprese rischiano di fallire con la perdita di ulteriori
posti di lavoro». Tajani sottolinea che «siamo i
peggiori pagatori della Ue. È una vergogna» e
aggiunge: «La Spagna, ad esempio, ha accentrato i debiti e ha pagato quasi tutto». Secondo il vicepresidente della Commissione Ue, «pagare i
debiti della Pubblica amministrazione permetterebbe la copertura dell’intera manovra annunciata dal presidente del Consiglio, infatti pagando
circa 40 miliardi rientrerebbero circa 17-18-19
miliardi come tasse» e «sarebbe la copertura perfetta».
Cottarelli ed esclusi categoricamente da Renzi. Il commissario
aveva stimato per quest’anno
un possibile apporto temporaneo di 1,4 miliardi. Risorse che
ora l’esecutivo dovrà reperire
altrove.
Con una lettera alla Presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, Maurizio Gasparri
ha chiesto inoltre che il ministro dell’Interno riferisca sui tagli alla sicurezza e alle forze
dell’ordine previsti nel piano.
«La situazione delle forze
dell’ordine è sempre più preoccupante. Il blocco contrattuale,
quello del turn-over (che solo
grazie a iniziative parlamentari
è stato in parte allentato), l’annuncio di chiusure di uffici danno l’impressione dell’impoverimento del presidio territoriale a
tutela dei cittadini – scrive Gasparri -. Ritengo che in primo
luogo ci si debba occupare del
problema degli organici e della
minacciata chiusura di commissariati, di uffici delle varie
specialità della Polizia di Stato e
anche di presidi territoriali
dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza».
BERLINO Il ministro
della difesa, Roberta
Pinotti (seconda da
sinistra) al vertice
Italia-Germania
IL BARESE SOTTOSEGRETARIO AL LAVORO
«Meno paletti e meno alibi
per le aziende che assumono»
Cassano: i sindacati stanno bene, i giovani no
l BARI. «Il principio su cui si basa il piano del lavoro del
governo Renzi è tanto semplice quanto efficace: meglio un
nuovo occupato a tempo determinato che un disoccupato in
più. L'obiettivo al momento è di smuovere un mercato rimasto
fermo per troppo anni e che ha prodotto milioni di senza
lavoro, colpendo indistintamente i nostri giovani e gli “inoccupati di ritorno” e creando, soprattutto nel Mezzogiorno
d'Italia nuove aree di estremo disagio sociale. Noi abbiamo il
compito di togliere alle aziende ogni alibi e spingerle ad
investire nelle assunzioni per rimettere in moto la macchina
dell'economia e restituire dignità e speranza agli italiani». Lo
ha detto il senatore barese, Massimo Cassano (Ncd), sottosegretario al lavoro.
«L'unica strada è quella della semplificazione di regole che
invece negli anni scorsi sembrano essere state costruite ad arte
per creare danni. Le proroghe previste per i contratti a
termine, che aumenteranno da una a 8 volte nei 36 mesi,
permetteranno una maggiore contrattualizzazione dei dipendenti, oltre ad un'emersione, soprattutto al Sud, del lavoro
in nero. E impediranno alle aziende di ricorrere all'escamotage, al momento molto diffuso, di mandare a casa i ragazzi,
Anche meno lampadine
nel dossier del commissario
prannominato «Cieli bui» e da cui nel
2012 si puntavano a recuperare 500
milioni di euro a regime.
Il primo capitolo dell’ex capo degli
Affari fiscali del Fmi riguarda l’efficientamento diretto della pubblica
amministrazione, da cui ottenere, anche grazie al lavoro della Consip, 2,2
miliardi quest’anno (dei 7 teorici complessivi nei 12 mesi), 5,2 miliardi nel
2015, fino ai 12,1 del 2016. Per il 2014,
sono previsti 800 milioni da beni e
servizi, 200 milioni dalla pubblicazione
telematica degli appalti pubblici, 100
milioni dalla riduzione delle consulenze e delle auto blu, 500 milioni dal
taglio dei dirigenti della pubblica amministrazione, 100 milioni dai corsi di
formazione, 100 appunto dall’illuminazione pubblica, 400 da altre proposte
da gruppi ministeriali.
Il secondo capitolo riguarda invece le
«riorganizzazioni»: delle province (100
milioni quest’anno) e delle spese degli
enti pubblici (altri 100 milioni). Dello
stesso ramo fanno parte anche le sinergie tra i corpi di polizia, la digitalizzazione, le prefetture, i vigili del
fuoco, le comunità montane, che però
cominceranno a dare i loro frutti nel
2015.
Dal ridimensionamento dei costi del-
la politica (Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti, oltre a organi
costituzionali), Cottarelli punta ad ottenere 400 milioni quest’anno. Dalla
riduzione dei trasferimenti inefficienti, quarto capitolo, potrebbero invece
arrivare 2 miliardi (1,4 miliardi dalla
riorganizzazione dei trasferimenti statali e regionali alle imprese, 300 milioni
dai trasferimenti alle ferrovie, 100 dalle
partecipate locali del trasporto pubblico, 200 dai microstanziamenti vari).
Ci sono infine 2,2 miliardi di spese
settoriali, quelle in cui il commissario
ha inserito anche le pensioni, oggetto
di tensione con Renzi. Nelle slide di
Cottarelli il contributo temporaneo dagli assegni pensionistici vale 1,4 miliardi quest’anno, 1 miliardo nel 2015 e
500 milioni nel 2016. Soldi da cui il
governo non intende però fare uso.
LO STUDIO ROMANI, TORINESI, MILANESI, PADOVANI E FIORENTINI SARANNO TRA I PIÙ TARTASSATI
Tasi, salasso per 5 milioni di famiglie
Federconsumatori: «Tutto dipende dai Comuni». Batosta seconde case
l ROMA. Sono oltre cinque milioni le famiglie che rischiano di rimpiangere l’Imu sulla prima casa, secondo Federconsumatori. La nuova
Tasi, infatti, potrebbe colpire anche
quel 25% delle abitazioni principali
che nel 2012 risultavano esenti
dall’Imu, grazie alle detrazioni. Inoltre se i Comuni decideranno di spalmare anche solo parte dell’aumento
delle aliquote dello 0,8 per mille sulle
prime case, il conto sarà più salato
pure per la famiglia media, e non solo
per le fasce più popolari.
Infatti, ci sarà un risparmio rispetto all’Imu solo se il Comune manterrà l’aliquota base del 2,5 per mille.
In questo caso, la nuova Tasi peserà
per 231,71 euro su una famiglia tipo
di tre persone che vive in un’abitazione A2 di 100 metri quadri, 50
euro in meno rispetto all’imposta di
due anni fa e il totale della pressione
sulla prima casa passerà dai 530 euro
del 2012 (Imu più Tarsu/Tia) ai 502
euro del 2014 (Tasi più Tari), mentre
nel 2013 era di 337 euro (mini Imu,
Tares e addizionale Tares).
Ma se l’amministrazione usufruirà, in tutto o in parte, della possibilità
di alzare le aliquote, la Tasi salirà a
284,78 euro (con un aumento dello
0,04 mille) o addirittura fino a 337,85
euro (con l’aumento massimo dello
0,08 per mille), ben oltre imposta del
2012. Il bilancio è amaro anche per le
seconde case, che nelle 10 città più
care pagheranno oltre 2 mila euro di
Tasi, con una punta di 4.005
Per Daniele Capezzone (Fi), presidente della commissione Finanze
della Camera. «Tutte le stime indicano che la Tasi sarà un salasso. Per
non parlare delle seconde case, sulle
quali in ben 10 città si arriverà a
pagare oltre i 2 mila euro, con punte
di 4 mila a Roma e 3 mila a Torino».
Sopra quota 2 mila euro (per una casa
A2 di 100 mq) finiranno anche Milano, Padova, Firenze, Venezia, Massa Carrara, La Spezia e Siena.
PROVINCIA DI BARI
AVVISO
Si rende noto che sono in pubblicazione sul
sito istituzionale dell’Ente nell’Albo Pretorio on
line, sezione Bandi, atti e avvisi diversi, a cura
del Servizio Appalti, Provveditorato, Patrimonio
e Locazioni passive gli avvisi relativi a:
1) Indagine pubblica conoscitiva finalizzata alla
raccolta di eventuali manifestazioni di interesse
all’utilizzo, in regime di locazione, dell’immobile sito in Bari, denominato “Villa Roth” per finalità di rilevanza sociale coerenti con gli scopi e
compiti della Provincia di Bari;
2) Indagine pubblica conoscitiva finalizzata alla
raccolta di eventuali manifestazioni di interesse
all’utilizzo, in regime di locazione, dell’immobile sito in Bari, denominato “Villa Capriati”
per finalità di rilevanza sociale coerenti con gli
scopi e compiti della Provincia di Bari;
Termine ultimo per la presentazione delle istanze di partecipazione è il giorno 15.04.2014, ore
12.00.
IL DIRIGENTE
Ing. Vincenzo Lomurno
Per la pubblicità su
BARI: 080/5485111
BARLETTA: 0883/531303
FOGGIA: 0881/772500
LECCE: 0832/314185
TARANTO: 099/4532982
POTENZA: 0971/418536
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Martedì 18 marzo 2014
Oggi si riunisce il consiglio supremo L’Italia al momento dovrebbe acquistare
di Difesa, convocato da Napolitano. A 90 esemplari del cacciabombardiere di
rischio due miliardi di dollari già spesi quinta generazione, rispetto ai 131 previsti
Ipotesi riduzione F35
no di militari e industria
Politica divisa. I grillini accusano: «Il ministro Pinotti sta bluffando»
BARESE Il
senatore del
Nuovo
centrodestra
Massimo
Cassano è
uno dei
sottosegretari al
lavoro del
governo
Renzi
per assumerne poi altri e evitare così le vertenze».
Cassano ha ribadito la necessità di «spostare l’attenzione sui
giovani piuttosto che sui sindacati che stanno bene, hanno uno
stipendio e una struttura che consente loro di vivere bene.
Questa riforma è importante - ha rilevato – perchè dà più
opportunità ai giovani rispetto al passato, dà anche la possibilità a chi lavora di avere un importo importante in busta
paga, e nel prossimo futuro offrirà possibilità di trovare un
lavoro a chi è disoccupato».
Dal senatore del Nuovo centrodestra stoccata a Berlusconi:
«Mentre l’Italia falliva, Berlusconi e Forza Italia si occupavano
di giustizia. Credo che oggi sia più importante il bene del Paese
rispetto ai problemi della giustizia di Berlusconi».
l ROMA. L'ipotesi di una sforbiciata al programma F35 agita il
mondo dell’industria della Difesa
e quello militare che temono,
ognuno per la propria parte, pesanti ricadute negative: in termini economici e di operatività dello
strumento aereo. Tutto questo alla vigilia di un delicato Consiglio
Supremo di Difesa, che il presidente Napolitano ha convocato
anche per esaminare «le criticità
relative all’attuazione della Legge
244 di riforma» delle Forze armate
e l' «impatto sulla Difesa del processo di revisione della spesa pubblica in corso».
Un approfondito studio del Cesi, il centro studi internazionali,
analizza lo stato attuale del programma, che vede l’Italia impegnata ad acquisire 90 esemplari
del nuovo cacciabombardiere di
quinta generazione, rispetto ai 131
inizialmente previsti: un taglio di
41 esemplari deciso durante il governo Monti. Gli esperti ribadiscono come l’F35 sia un aeroplano
versatile, multiruolo, «invisibile»
ai radar. Rinunciare al programma, viene sottolineato, provocherebbe un considerevole gap dal
punto di vista operativo, mentre
sotto il profilo finanziario, indu-
quando l'Italia ha annunciato che
avrebbe acquistato non più 131
caccia ma 90, il colosso industriale
Usa ha subito tagliato da 1.215 ad
835 i (costosi) cassoni alari commissionati ad Alenia Aermacchi.
Sul fronte politico, intanto, la
revisione in termini riduttivi del
programma, ipotizzata ieri dal
premier Renzi e dal ministro Pinotti, continua a far discutere. Secondo Gero Grassi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera,
«l'annuncio del Ministro della Difesa di riduzione degli F35 va accolto positivamente in attesa degli
atti consequenziali», ed anche
l'Idv – che chiede la revoca dell’intero ordine – auspica che l'annuncio «non sia solo uno spot». Chi
parla senza mezzi termini di «propaganda, utile per farsi belli in
vista delle Europee», è il Movimento 5 stelle, mentre cautela viene espressa dal centrodestra. Cicchitto, del Nuovo centrodestra, invita a collocare la decisione sugli
F35 – che possono essere «ridimensionati, ma non eliminati» –
all’interno di una strategia complessiva, mentre l’ex sottosegretario alla Difesa Crosetto (FdI)
chiede che venga adottata una decisione «seria e non ideologica».
AEREI E POLEMICHE Un F35 in fase di decollo
striale e politico – sebbene non vi
siano penali vere e proprie in caso
di rinuncia all’acquisto – andrebbero immediatamente in fumo i
due miliardi di dollari già spesi
dall’Italia per la partecipazione allo sviluppo del velivolo e per la
costruzione della «Faco» di Cameri (Novara), cioè la linea di assemblaggio finale degli aerei italiani e, al momento, anche olandesi.
Ma pure un’eventuale riduzione dell’ordine, secondo gli analisti, produrrebbe un vulnus importante delle capacità operative, con
il rischio di non essere più all’altezza dei principali partner occidentali, e «rappresenterebbe un
notevole spreco di risorse economiche – scrive il Cesi – considerato che la linea di montaggio di
Cameri opererebbe su regimi produttivi assolutamente fuori scala
rispetto a quanto progettato inizialmente». Non solo. In questo
caso, infatti, «sarebbe tagliato
proporzionalmente da Lockheed
Martin anche il ritorno industriale previsto per il nostro Paese con
un ulteriore considerevole danno
economico». Basti pensare che
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RASSEGNASTAMPA
Martedì 18 marzo 2014
13
ECONOMIA&FINANZA
Borse europee euforiche
Milano maglia rosa: + 2,5%
Nessuna preoccupazione per l’Ucraina. Madrid guadagna l’1,6%
l MILANO. Giornata di recupero per le Borse
europee, dopo i cali della scorsa settimana. Gli
indici del Vecchio Continente hanno messo da parte le preoccupazioni per la delicata situazione in
Ucraina, mentre hanno concentrato l’attenzione
Oltreoceano e hanno festeggiato la notizia che la
produzione industriale americana ha battuto le
attese più ottimistiche, migliorando a febbraio dello 0,6%. In aggiunta sale l’attesa per le mosse che
mercoledì annuncerà la Federal Reserve, al termine della riunione del Fomc, la prima presieduta
da Janet Yellen.
Sul finale il Ftse Mib ha registrato un rialzo del
2,5%, vantando la performance migliore d’Europa.
A Milano sono rimbalzate le azioni delle banche e
in particolare sono state gettonate quelle di Unicredit (+5,5%), spinte dall’ipotesi che l’istituto abbia allo studio la quotazione di Pioneer. Sono inoltre andate bene le società legate all’energia, come
Enel (+3,7%) e A2a (+7%), entrambe premiate per i
conti 2013 pubblicati la scorsa settimana. Finmeccanica è volata del 6% nell’attesa dei conti in calendario mercoledì. Pirelli, per contro, ha perso il
2% nel giorno dell’annuncio dell’accordo del riassetto dell’azionariato della holding a monte, Camfin: dalla rosa dei soci uscirà il fondo Clessidra,
mentre entreranno i russi di Rosneft. Sul fronte dei
cambi, l’euro si conferma al di sopra della soglia di
1,39 dollari: vale 1,3926 dollari (1,3924 venerdì). La
divisa si attesta inoltre a 141,53 yen (101,41), mentre
il dollaro-yen è pari a 101,6 (101,55). Il petrolio perde
oltre l’1% attestandosi a 97,64 dollari al barile.
Le Borse europee hanno avviato le contrattazioni in rialzo, nonostante le tensioni create dal
referendum per l’annessione della Crimea alla Russia. Referendum definito illegale tanto dagli Stati
Uniti, quanto dall’Unione europea. Gli investitori
mettono ad ogni modo in conto che sia presto
raggiunta una soluzione diplomatica tra Russia e
Ucraina. Complice l'interesse dei russi, che temono
una stretta finanziaria causata da una fuga dei
capitali , visto che, come hanno sottolineato gli
economisti di Intesa Sanpaolo, solamente a marzo
le riserve valutarie sono diminuite del 7%.
Intanto sui mercati sale l’attesa per il verdetto
del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve
che si riunirà oggi, per chiudersi domani. Gli analisti scommettono che la numero uno, Janet Yellen,
pur portando avanti il taglio alle misure di sostegno all’economia, continuerà a sostenere la congiuntura Usa e a non provocare violenti scossoni
dei mercati. Milano ha registrato la performance
migliore d’Europa, seguita da Madrid (+1,6%). Parigi è salita dell’1,3%, Londra dello 0,62% e Francoforte dell’1,37%. Gli investitori ritengono che le
azioni delle Borse periferiche vantino quotazioni a
sconto rispetto a quelle degli altri mercati. A Milano hanno rialzato la testa le banche, dopo la
debolezza delle ultime sedute. In particolare sono
andate bene le Unicredit (+5,5%), nel giorno in cui
il Financial Times ha indicato che è allo studio la
quotazione della controllata Pioneer, società del
risparmio gestito valutata tra i 2 e i 3 miliardi di
euro. L’operazione, per altro, si inserirebbe in un
piano di dismissioni in parte annunciato, che prevede anche la quotazione di Fineco e la cessione di
Unicredit Management Bank, l’istituto che gestisce i crediti non performing.
MILANO IL GIORNALISTA SCEGLIE IL PRIMITIVO. LA MOGLIE DELL’EX PREMIER: PRODOTTO SENZA SOLFITI
Vino, Vespa investe in Puglia
D’Alema produce in Umbria
MICHELE PIZZILLO
l MILANO. Bruno Vespa investe in Puglia. Massimo D’Alema preferisce l’Umbria. Entrambi, però,
accomunati da un unico progetto, produrre vino senza solfiti. Un progetto presentato a Milano ieri sera ad
un banco di degustazione organizzato dall’Associazione sommelier, con Vespa che ha proposto lo spumante Velluto Expo ottenuto da uve negramaro provenienti da una vigna di San Cesario di Lecce vinificate in purezza e D’Alema con Sfide, un Umbria
rosso igt ottenuto da Cabernet franc.
Se entrambi sono appassionati di vino, differenti le
motivazioni che hanno portato l’abruzzese Vespa a
scegliere la Puglia e il «pugliese» D’Alema l’Umbria.
«Io sono innamorato della Puglia: una terra meravigliosa che ho conosciuto proprio attraverso i suoi
vini – dice il giornalista -. Appena ho avuto l’opportunità, sono entrato in società in un’antica masseria di Manduria perché ritengo il primitivo un vino
serio, impegnativo, inconfondibile ma bevibile; poi
sono riuscito a creare un’azienda mia, Futura 14, per
L’OSCAR DELLA QUALITÀ 2014 VISSANI TESTIMONIAL REGIONALE DELL’AGROALIMENTARE. IL CONSUMATORE NEL RUOLO DI SENTINELLA DEL GUSTO
La Puglia della «microcoltura»
in vetrina a S. Giovanni Rotondo
VITO PRIGIGALLO
l SAN GIOVANNI ROTONDO.
C’è un’Italia che non s’è fermata.
Una piccola Italia che non si è
ripiegata su se stessa, che non s’è
pianta addosso. È l’Italia dei territori. Celebrata nella «Puglia delle Puglie» con l’Oscar della qualità. Manifestazione che, organizzata dall’Accademia del gusto in
collaborazione con l’Accademia
della gstronomia storica (rappresentate da Massimo Pitti e Sandro
Romano), ha avuto come testimonial Gianfranco Vissani. La star
dei fornelli, ha calamitato l’attenzione delle decine di aziende presenti un uno dei settanta alberghi
di San Giovanni Rotondo. La vis
polemica del cuoco toscano ha subito prevalso: «Voi siete piccoli,
cosa potete fare in questo Paese
allo sbando dove trionfano le importazioni di farine modificate,
dove vengono truccate le etichette
e i consumatori non sanno più
cosa comprare?». Proprio sulla
«ignoranza» di chi va a fare la
spesa o si reca in un ristorante o in
un albergo puntano produttori
privi di scrupolo. Trasformarsi in
«sentinelle» del gusto è fondamentale nella cruenta battaglia contro
crisi e grande industria.
Non solo per i consumatori, ma
anche – e forse soprattutto – per gli
operatori del settore. «La nostra
terra è fonte di ricchezza – ha detto Vissani - mio padre ci è morto
continuando a lavorarla. Ecco
perché bisogna insistere nel fare
rete, nel mettersi insieme, nel fare
economia». I «microcultori», come li ha definiti il 63enne chef di
Civitella del Lago, sono il futuro.
Tanto meglio se sono giovani. Come Francesca Faccilongo, 28 anni,
laurea in Scienze gastronomiche
che, insieme al fratello Antonio,
sta trasformando la terra di Capitanata ereditata dai nonni e sta
piazzando in Cina e a Singapore
«u prunill», un pomodoro frutto
dell’aridocultura. O come Giuseppe Santoro, di Cisternino, il cui
capocollo di Martina Franca, fa da
qualche mese bella mostra di sé in
uno scaffale dei magazzini Harrods, tempio planetario dello
shopping londinese. O, ancora, come Michele Cugnetti, biologo che,
dopo aver dovuto lasciare il Cnr,
produce «birra consapevole»,
frutto di attenta ricerca scientifica. Ovvero ancora la 27enne veterinaria Alessandra Germano,
master in Marketing agroalimentare che, dopo una ricerca di mercato, ha deciso di produrre uova.
Microstorie di successi che,
premiati con l’oscar della qualità,
hanno raccontato la fatica delle
start-up, degli ostacoli che a volte
la burocrazie pone, del difficile
rapporto con le banche. Costanzo
Dragano, albergatore sangiovannese, ci crede: «Siamo rimasti in
settanta, la bolla seguita al Giubileo è scoppiata, ma quelli in attività ci sforziamo di lavorare al
meglio delle possibilità». Vissani
dal canto suo ha illustrato le sperimentazioni per produrre grano
a Bergamo, Piacenza, Brescia: indispensabile, per avere una best-practice, insistere sul ritornello del «mettersi insieme è meglio». E che l’Italia non può essere
solo rappresentata dai «supermercati del lusso alimentare»
(ogni riferimento al farinettiano
progetto «Eataly» è puramente voluta), troppo cari per diffondere
davvero la qualità, il sapere, il gusto, l’eccellenza.
Di qualità ha parlato anche Elena Gentile. «Dobbiamo riconquistare grandi e antiche tradizioni e
proporle in chiave contemporanea», ha detto l’assessore regionale.
produrre anche il primitivo Velluto nero che sarà in
commercio a novembre. Il prossimo passo sarà un
rosato da uve primitivo».
E lei, da foggiana, come mai ha preferito l’Umbria
per la vita da viticultrice?, chiediamo a Linda Giuva.
«E’ solo una scelta logistica – risponde la signora
D’Alema, mentre il marito è impegnato a spiegare la
filosofia dell’azienda La Madeleine e a versare vino ai
sommelier -. L’Umbria è più vicina a Roma e quando
abbiamo deciso di spostarci in campagna, la scelta è
caduta su un casale di Narni, con 16 ettari di terreno,
di cui la metà vitati. Poi l’idea di produrre vino e di
accettare la sfida, da qui anche il nome, di quello
senza solfiti».
Un progetto studiato dall’enologo Riccardo Cotarella che ha messo insieme una rete di aziende agricole che copre tutto il territorio nazionale. In Puglia,
oltre a Vespa c’è la storica Leone de Castris sia con lo
spumante che con un Salice Salentino rosso, entrambi ottenuti da uve negroamaro. Il vitigno di cui anche
D’Alema ne è tesse gli elogi anche per averne seguito
il grande salto qualitativo di questi ultimi anni.
E la star dei fornelli
annuncia: a Bari
aprirò un ristorante
l SAN GIOVANNI ROTONDO. Ormai pare
molto più di un progetto. Gianfranco Vissani
potrebbe tornare a Bari da protagonista.
L’apertura all’interno dell’ex albergo delle
Nazioni, sul Lungomare, di un ristorante
sembra prossima. Si tratterebbe di un locale
che trasformerà completamente il piano terra
e forse anche il primo piano dell’hotel da poco
riaperto.
«L’idea è di restare aperti dalle sette del
mattino alle due
di notte – spiega
alla Gazzetta lo
chef -. Un posto
dove si possa fare
colazione, si possa
gustare un brunch, si possa fare
l’afterhour e infine cenare». Il progetto potrebbe radicalmente
trasformare i locali.
E, secondo voci
che Vissani non
conferma, potrebbe anche coinvolgere la balconata
con vista sul mare.
Sarebbe un ritorno in Puglia per il cuoco toscano, due stelle
Michelin, primo ristoratore per il Gambero
rosso, testimonial all’Oscar della qualità di
San Giovanni Rotondo, dopo l’esperienza a
Gravina con l’Antica Masseria dell’Alta Murgia. Un’esperienza conclusasi bruscamente:
«Funzionava benissimo, anche in termini di
occupazione. Poi qualcuno ha voluto staccare
la spina». Vissani interrompe la chiacchierata e augura a tutti la buona notte.
[v.p.]
LO SBARCO
Vissani
annuncia
che a Bari
aprirà
un ristorante
.
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 17
Martedì 18 marzo 2014
PAGONE
CHE AMBIENTE FA
Bari, che fine ha fatto l’orgoglio? Zucchero, un utilizzo
di GIORGIO NEBBIA
>> CONTINUA DALLA PRIMA
I
l commercio di tradizione barese si va
estinguendo, il piccolo dettaglio (anche
quello alimentare) arranca e chiudono
persino i luoghi di aggregazione andati
per la maggiore negli ultimi anni. Per strada,
la sera, dopo la chiusura dei negozi, si respira
aria da coprifuoco: pochissimo movimento in
settimana, qualcosa in più il venerdì e il sabato.
È l’ effetto della crisi, si racconta. I ripetuti
tagli al benessere e, insieme, l’ aumento progressivo della pressione fiscale hanno impoverito ogni ceto sociale. Solo la criminalità
non conosce crisi ma anzi in questo periodo, a
giudicare dalla cronaca quotidiana, è l’unica
azienda in crescita e capace di arruolare nuovo personale.
Non è più piacevole vivere in questa città.
Anche passeggiare sotto il primo sole di primavera non produce la soddisfazione degli
incontri: facce tristi, relazioni sfilacciate, perbenismo decadente. In una città degli affari,
fare meno affari incide nel tessuto sociale. La
crisi economica segna i rapporti interpersonali, incide nella voglia di fare e toglie il fiato
alla voglia d’impresa.
È irriconoscibile Bari in questa fase. Che
fine ha fatto l’orgoglio barese? Dove è finita la
baresità intesa come intraprendenza, guizzo
culturale, apertura della mente e delle braccia
a chi è straniero in una città che sa accogliere?
Questa città assomiglia sempre più a uno stagno improduttivo, capace di far proliferare
solo zanzare e topi, come avviene lungo il
lungomare infestato da alghe putrefatte e dagli
scarichi della fogna a ridosso della spiaggia
comunale.
Questa città invecchia perché vive di ricordi
e non di memoria. Bari concepisce ormai come mausoleo della propria grandezza possibile i simboli dei fasti di una volta: la Fiera del
Levante è un recinto vuoto, lo stadio mondiale
è una cattedrale inutile e senza fedeli, perché
Bari ha visto fallire la propria squadra di
calcio senza battere ciglio, anzi - per quanto
paradossale - plaudendo al fallimento. Il teatro
Petruzzelli, pur rinato, vive di rendita e produce debiti più che spettacoli, assediato com’è
da troppi interessi politici e troppo pochi margini artistici. Persino il simbolo della città, il
santo patrono, è stato usato come effigie di
marketing e di promozione territoriale sulle
magliette dei calciatori e non più come spunto
identitario di una intera città. Quasi un affronto alla storia e alla fatica di quei sessantadue marinai che nel 1087 andarono in
Turchia e si resero protagonisti del sacro furto
delle ossa di San Nicola pur di rivendicare in
Adriatico una identità autorevole e universalmente riconosciuta.
A dispetto dei santi, questa città è sempre
più brutta perché è sempre più povera. Ma
povera non tanto nelle tasche quanto nel proprio patrimonio di valori e di cultura. È una
città nella quale da anni non viene più allestita
una grande mostra d’arte capace di calamitare
l’attenzione di turisti e di studiosi; una città
che si prende gioco dei croceristi in transito,
portandoli in giro nel traffico sui bus decappottati per mostrare quattro lampioni e musei
chiusi; una città incartata in una lotta infruttuosa all’aggressione criminale, perché la
sicurezza percepita rimane sempre dieci spanne al di sotto di quella dichiarata e faticosamente garantita dalle istituzioni preposte.
Questa è una città ferma, perché gli sgambetti reciproci impediscono a chicchessia quel
colpo d’ala che potrebbe produrre effetti. Da
queste parti perciò si ragiona in termini di
«cordata»: o si procede intruppati o nessuno
procede e può procedere, perché finisce male
comunque.
Questa Bari è sede di una delle università
più grandi e storiche d’Italia, ma con minore
incidenza sul territorio appena fuori le sue
mura. Persino gli studenti, che sono migliaia,
sono invisibili in questa che potrebbe essere
una città universitaria e pure ha fatto di tutto
per costruire una cittadella universitaria policentrica: l’ateneo in centro, il politecnico da
un’altra parte, la biblioteca nazionale e l’archivio di Stato da un’altra parte ancora.
La crisi è culturale, in questo capoluogo di
regione, la stessa Regione che ha fatto della
cultura uno dei suoi punti di forza. È una crisi
cui la politica non sa rispondere e infatti non
risponde: le prime mosse della campagna elettorale non lasciano spazio a illusioni. La politica parla d’altro, si interessa d’altro, litiga su
altro. I comitati elettorali non servono a coinvolgere ma a elargire, a cominciare dalla elargizione di promesse. Tanto, poi si vede.
Onofrio Pagone
GENNARO PICINNI
Europa, secoli di battute
I
biografi narrano che Charlie Chaplin nella realtà fuori dal
«set» fosse piuttosto «attaccato al denaro» (non per nulla si
immortalò ne «La febbre dell’oro» - 1925) e citavano un suo
cinico aforisma: - «Nella vita non ci sono soltanto i soldi… ci
sono anche gli chèques». Personalmente non sono mai stato
particolarmente attaccato al denaro quanto invece al «baratto».
Negli anni del «boom economico», al di fuori del rapporto con le
gallerie d’arte, non ho fatto altro che «barattare» i miei dipinti con
i più impensabili generi di consumo, inducendo nello stesso tempo
al collezionismo le più svariate categorie di fornitori che forse mai
«ci avrebbero fatto un pensiero». Dall’arredamento all’elettronica, all’abbigliamento (per
30 anni mi sono completamente
vestito e accessoriato presso un
negoziante convertito al «cambio quadri»).
Anche la macchina da «modernariato» tuttora in uso è
frutto di un «cambio» con una
maxi tela per una sala di rappresentanza di una concessionaria di automobili. Ma già dalla metà degli anni 2000 in poi il
piacere del «baratto» subì una
penalizzazione
progressiva
perché tutti noi ci accorgemmo
di essere sempre più a corto di
soldi, come quando «Adamo ed
Eva si accorsero di essere ignudi». E ci potete mettere una
mano sul fuoco (pardon sulla
Bibbia) che la responsabilità
(eufemismo) fu dello «Stato bu- UN EURO «Croce»
limico & sprecone» (e per esso
della pletora di «politicanti») uno Stato reo del «Peccato Originale»
e che non ci pensava nemmeno per sogno a usare «la foglia di fico»
per «coprire le vergogne» della «Spesa Pubblica», fidando che alla
bisogna bastassero le spesse mura degli esecrandi «Palazzi del
Potere». E voilà gli «italiani, brava gente» ridotti all’infimo «stato
di crisi» con un primato europeo di «supertassati». Ai fini
dell’«Economia reale» se il 2012 fu l’«anno azteco», il 2013 è stato
già archiviato ed etichettato come «annus horribilis». Meglio non
pensare all’aggettivo cui dovremo ricorrere per il 2014.
Ma, a pensarci bene, quella che stiamo vivendo è una strana
crisi da «Paese di Cuccagna». Se gli iper e supermercati rigurgitano di cibi al punto che le mortadelle «te le tirano appresso»
come dicono a Roma, tutte le altre categorie di consumi non sono
da meno, al punto che sono state inventate le automobili «a Km 0»
stipate a decine nelle concessionarie, mentre negli anni ’60 si
dovevano aspettare 6 mesi per ottenere una «600» (un 666 affatto
satanico). Ma l’arcano è facilmente svelabile. Tenuto presente «in
primis» il carico fiscale (vero e proprio bancomat «ad libitum») e
poi i mutui, i canoni d’affitto, le rate e le varie utenze, ormai
soltanto la metà degli italiani può dedicare sì e no un risicato 20%
del proprio reddito ai beni di consumo meno impellenti, mentre
l’altra metà non ce la fa ad arrivare a fine mese.
E «in breve», tenuto altresì presente che di questo «sfacelo
italico» responsabile all’origine ci sta la ben piantata e «dogmatica Europa», ancor più rabbia fanno certe TV (e non vi
dico i «politicanti») che si infervorano sin d’ora a strombazzare le prossime elezioni
per il rinnovo del Parlamento
europeo. Nel quale circa 1000
«eccellenti burocrati» andranno ad insediarsi per scaldare
gli scranni (tra «Bruxelles e
Strasbourg» e tra «agi e lussi»,
evviva gli sprechi!) con il meritorio compito di continuare a
rendere penosa se non tragica
la vita dei popoli d’Europa (italiani in testa con la ben nota
«crescita 0»). Ovviamente senza la minima intenzione di ammettere che tutto il «sistema» è
da riformare radicalmente,
compresi loro stessi che con
disinvoltura hanno fatto coniare il leonardesco «uomo vitruviano» in «croce» di quella dannosa monetina con la scritta 1 Euro
in «testa».
E, a proposito di Europa, mi ritorna in mente quell’aforisma
(tra l’«Absurde» ed il «Non-sens») di Charles de Secondat baron de
Brède et de Montesquieu (1689-1755), ineguagliabile «Maître à
penser»: - «I popoli d’Europa, avendo sterminato i popoli d’America, hanno dovuto mettere in schiavitù quelli d’Africa per
dissodare quelle terre». Aforisma che, a fronte di «Storia recente»,
potrebbe essere perifrasato in: - «I popoli d’Europa, dopo essersi
sterminati tra di loro, hanno dovuto mettersi in schiavitù dell’Euro per affossare le loro terre». Fermi restando l’«Absurde» ed il
«Non-sens» di una situazione giunta ormai al «punto di non
ritor no».
da materia prima...
M
i ricordo. Passando vicino Foggia, d’estate, si
sentiva l’acre odore, o profumo, dello zuccherificio, un odore che “sapeva” di barbabietola e
di melasso, di polpe e di lavoro umano nell’estate rovente, nei campi, nelle fabbriche. Tanti anni fa molti
studenti universitari o insegnanti in vacanza, nei quaranta
giorni della “campagna saccarifera”, trovavano un piccolo
guadagno nei laboratori degli zuccherifici, addetti all’analisi,
un carro dopo l’altro, del contenuto zuccherino di ciascuna
delle partite di barbabietole che entravano nella fabbrica. In
quelle poche settimane estive, senza respiro e interruzione, le
barbabietole mature sono raccolte e portate, in lunghe code
di camion, negli zuccherifici. L’estrazione dello zucchero consiste in un lungo e delicato processo; le barbabietole ancora
sporche di terreno vengono lavate e qui si ha un problema
ambientale di smaltimento di acque inquinate; le barbabietole vengono poi tagliate in piccoli pezzi, “fettucce”, e inviate
in adatti reattori dove l’acqua calda fa uscire lo zucchero
dalle cellule delle radici; si ottiene una soluzione contenente
dal 10 al 15 % di zucchero e una massa di residui cellulosici
privi di zucchero, le “polpe”, adatti all’alimentazione del bestiame; circa 8 chili di polpe secche per ogni 100 chili di
barbabietole lavorate. La soluzione di zucchero ancora impuro viene sottoposta ad un trattamento di purificazione con
calce: si forma un fango insolubile e si ottiene una soluzione
di zucchero quasi puro che viene concentrata in adatti distillatori. Il fango, detto “di defecazione”, è soggetto a putrefazione e fonte di inquinamento, anche se in parte viene
utilizzato come concime nei campi. In seguito all’evaporazione dell’acqua nei distillatori, si ottiene una soluzione contenente circa il 60 % di zucchero che cristallizza in seguito al
raffreddamento della soluzione. Qui interviene una vera e
propria arte; operai specializzati riescono a far formare cristalli di zucchero tutti uguali, come vogliono i consumatori;
agli inizi del Novecento gli operai specializzati in questa arte
della cristallizzazione venivano fatti venire in Italia dalla
Boemia, dove esisteva una lunga tradizione dell’industria
saccarifera. La massa viscosa contenente i cristalli viene sottoposta a centrifugazione; dalla massa di colore bruno si separano i cristalli di zucchero che vengono sottoposti a successivi lavaggi e centrifugazioni, fino ad ottenere quei bellissimi cristalli bianchi, tutti uguali, che troviamo nelle scatole di zucchero comprate nel negozio. Una operazione che
destava l’ammirazione degli studenti universitari che portavamo in visita negli zuccherifici pugliesi.
SOTTOPRODOTTI -Nei due secoli della sua vita, l’industria dello zucchero di barbabietola ha imparato a utilizzare e
riciclare (quasi) tutti i sottoprodotti; tutti i liquidi di lavaggio
sono addizionati alle soluzioni di zucchero greggio per recuperare lo zucchero che ancora contengono; alla fine si ottiene un liquido viscoso e di colore bruno, il “melasso”, che
contiene ancora il 60 percento di zucchero, circa un settimo
dello zucchero iniziale, insieme a varie sostanze azotate. Il
melasso è usato sia per l’alimentazione del bestiame, sia come materia prima per l’industria delle fermentazioni; se viene addizionato con lieviti lo zucchero del melasso si trasforma in alcol etilico e anidride carbonica. Con altri microrganismi dallo zucchero del melasso si possono ottenere
molte altre sostanze di importanza commerciale come antibiotici e amminoacidi. Proprio per la vicinanza agli zuccherifici del foggiano, fu installata a Manfredonia una fabbrica di uno di questi, l’acido glutammico, sfortunatamente
chiusa dopo pochi anni. Così come sono stati chiusi, uno dopo
l’altro, i quattro zuccherifici pugliesi e della Basilicata: quello
di Policoro nel 1990, quello di Rignano, nel Foggiano, nel 1992,
quello di Melfi nel 1994, quello di Incoronata, vicino Foggia,
nel 2005. Nel 1985 in Italia funzionavano una quarantina di
zuccherifici, con una produzione di circa un milione e mezzo
di tonnellate all’anno; il loro numero era ridotto a 17 nel 2000;
ora viene prodotto zucchero da barbabietole, circa 400.000
tonnellate all’anno, soltanto in quattro zuccherifici, a Minerbio e a San Quirico di Parma in Emilia, a Montagnana nel
Veneto e a Termoli nel Molise. La produzione nazionale è
appena un quarto del fabbisogno interno, la differenza, circa
1,2 milioni di tonnellate all’anno, viene importata. Nel mondo, ogni anno, si producono 65 milioni di tonnellate di zucchero dalle barbabietole e 130 milioni di tonnellate dalla canna. Sarà l’economia, sarà la globalizzazione, saranno gli accordi europei e mondiali, ma si stringe al cuore a pensare al
lavoro perduto, in Italia, nei campi e nelle fabbriche, alle
competenze perdute in una attività che era riuscita a perfezionare i suoi cicli produttivi con basso impatto ambientale
negativo. Eppure, pur davanti a consumi mondiali di zucchero abbastanza costanti, ci sarebbero prospettive per l’utilizzazione dello zucchero anche come materia prima per sintesi chimiche, tanto che si parla ormai di una “saccarochimica” del futuro.
RASSEGNASTAMPA
2
martedì 18 marzo 2014
MISSIONE A BERLINO
Renzi convince Merkel
«Colpita dalle sue riforme»
● Il presidente del Consiglio presenta a Berlino
il suo piano di riforme e dice: «Non sforeremo
il 3 per cento, ma serve la crescita»
● La cancelliera: «Coraggioso ed efficace»
MARIA ZEGARELLI
ROMA
E il giovane premier italiano, Matteo
Renzi, conquista la cancelliera di ferro
Angela Merkel che raramente si era vista così sorridente e rilassata dopo un
vertice con i presidenti del Consiglio italiani. «Angela» lo promuove a pieni voti,
convinta da quel programma di riforme
strutturali e istituzionali che Renzi le illustra durante il loro faccia a faccia.
«Molto colpita», così si definisce durante la conferenza stampa congiunta e augura «molta fortuna e molto coraggio»
all’Italia. «C’è cambiamento strutturale
in Italia e poi ci sono tutti i vari aspetti
della riforma che abbiamo esaminato»,
spiega dopo aver espresso personalmente a Renzi il proprio apprezzamento per
il coraggio e la direzione riformatrice intrapresa dall’Italia. «Per me è chiaro dice ai giornalisti- che l’Italia tiene conto della stabilità ma anche delle due
componenti crescita e occupazione».
Augura «molto successo» al piano che
definisce «ambizioso», accolto qui «in
modo molto positivo», ma nessun accenno a quello spostamento di zero virgola
dal 2.6% verso il tetto del 3% tra debito e
Pil. La cancelliera si rallegra di «questo
slancio» che il premier e i suoi ministri
hanno mostrato di avere, usa la parola
«felice» parlando dell’incontro e assicura il sostegno tedesco alla presidenza ita-
.. .
Il capo del governo:
«Dobbiamo fare
le riforme perché
lo chiedono i nostri figli»
.. .
«Italia e Germania hanno
avviato un percorso verso
un nuovo Rinascimento
comune europeo»
liana Ue. E le piace l’ottimismo del giovane premier, «il bicchiere è mezzo pieno e il governo italiano si preoccupa di
riempire questo bicchiere», ma adesso
bisognerà aspettare i risultati.
GLI IMPEGNI DELL’ITALIA
Renzi, così come aveva chiamato per nome il presidente francese Hollande,
chiama per nome il primo ministro tedesco, «Angela», alla quale poco prima regala la maglia di Super Mario Gomez (e
che il portavoce Steffen Seibert rilancia
subito via twitter), e ribadisce ad uso e
consumo della stampa tedesca che ieri
mattina lo ha definito l’anti-rigore, che
l’Italia rispetterà tutti gli impegni presi,
«le regole ce le siamo dati noi, insieme, e
sono importanti», quindi i patti saranno
onorati. Non per Bruxelles o per Berlino, ma per «i nostri figli». Il vero problema dell’Italia, spiega, è «che abbiamo
smesso di crescere» e quindi neanche
l’avanzo primario fa sentire i suoi effetti. Per questo occorre un processo di revisione della spesa corrente, «un processo irreversibile», un rilancio dell’occupazione, «i dati sono inaccettabili», anche
attraverso le misure del Jobs Act, perché «la pretesa di creare posti di lavoro
con una legislazione molto rigida, dura,
strutturata è fallita. Dobbiamo cambiare le regole del gioco, in questo senso
abbiamo nella Germania il nostro punto di riferimento». I sindacati protestano? «Non so perché si pensi che in Italia
ci sia dissenso. Forse questo dissenso
c'è da qualche parte del sindacato, ma il
vero dissenso è che la disoccupazione
giovanile da noi abbia superato il 40% e
che la disoccupazione sia raddoppiata
negli ultimi 6 anni». E Merkel rafforza: i
risultati arriveranno fra qualche anno,
come è accaduto in Germania dove la
maggiore flessibità ha creato nuovi posti di lavoro soprattutto tra i giovani.
A un giornalista che gli chiede se durante il vertice ha illustrato anche da dove arrivano le coperture per tutte le misure annunciate, Renzi risponde che
Merkel «non ha bisogno di conoscerle
perché le conoscono tutti gli italiani. Le
abbiamo illustrate nella conferenza
stampa di qualche giorno fa. Scherzando la cancelliera mi ha detto “qui non ci
sono slide”, evidentemente l’eco è arrivata fino a Berlino». Poco dopo è il ministro delle Finanze tedesco Wolfang
Schaeuble, parlando con il suo collega
italiano Pier Carlo Padoan, però, a mettere in guardia sui rinvii sul consolidamento delle finanze statali.
Sintonia sulla politica estera e la durissima crisi dell’Ucraina. «A Merkel dico grazie per la collaborazione che abbiamo avuto in questo momento sul piano delle relazioni europee e internazionali, il lavoro che abbiamo svolto insieme è molto importante per la delicata
vicenda dell’Ucraina», dice il premier
italiano. Ogni decisione verrà assunta
dalla Ue, ribadisce la cancelliera tedesca.
MICHELANGELO E IL DAVID
Renzi non conosce il gioco in rimessa,
solo l’attacco. Che piaccia o no questo è
il suo stile, nessuna incertezza, al contrario rivendica l’orgoglio del suo Paese e
la sua determinazione a cambiarlo. Parla di un governo con un programma
«ambizioso», il cui orizzonte è fissato al
2018, ma le riforme, insiste, vanno fatte
subito. «Il percorso che ci attende cambierà il livello istituzionale in Italia, ci
vorranno anni, ma ogni giorno sarà fondamentale», ribadisce. Sceglie le parole
e le dosa con cura e quando parla dei
rapporti bilaterali commerciali, soprattutto riferendosi alle «grandi economie
manifatturiere», pesca nel tempo, arriva al Rinascimento, quello che i due Paesi intendono rilanciare proprio in questo settore, anche se il rinascimento in-
.. .
La cancelliera tedesca
augura al nostro Paese
«molta fortuna
e molto coraggio»
.. .
«Per me è chiaro
che l’Italia tiene conto
della stabilità ma anche
di crescita e occupazione»
dustriale tedesco è partito da un po’.
«Noi vogliamo essere economie competitive, non vogliamo essere un'economia che perde un'occasione con la storia», dice Renzi. Più tardi durante il brindisi della cena (pomodorini e mozzarella) punta in alto: «Stiamo provando a fare una pacifica rivoluzione. Nei prossimi mesi la politica italiana cambierà volto». Poi ancora un salto nell’arte, stavolta Michelangelo e il David per spiegare
la spending review, «bisogna togliere
ciò che c’è in eccesso». Elogia gli imprenditori italiani, quelli che hanno lavorato
sodo, molto spesso lasciati soli dalla politica. Merkel sorride, chissà se pensa ai
vertici da brivido con Silvio Berlusconi,
alle foto con le corna, alle frasi insultanti.
Renzi alla fine è soddisfatto dell’esito
del vertice, «perfetto» dal suo punto di
vista. A parte quel bottone del cappotto
allacciato male appena sceso dall’auto
blu, subito immortalato dai flash e rimbalzato su tutti i siti web.
Il presidente del Consiglio
Matteo Renzi accolto con gli
onori militari dalla cancelliera
Angela Merkel FOTO INFOPHOTO
...
«Dai... almeno è giovane e
sveglio!»
...
BEPPE GRILLO
#Grillo che sfotte #Renzi
perché non sa abbottonarsi il
cappotto è la sintesi perfetta
dell’attuale periodo politico
italiano
...
@FRANALTOMARE
Nessun uomo è un’asola
@LAGELONI
...
Lezione 1: fingere di non
saper abbottonare il
cappotto, suscitando istinti
materni nelle signore agee
@NUNZIAPENELOPE
...
La rete ironizza sul cappotto mal
abbottonato
#cambiaverso ai bottoni
@ILFABRI
L’appello Confindustria-Bdi: «Più impresa nella Ue»
L
e prime due economie manifatturiere del continente chiedono di
rilanciare l’industria in Europa.
Parallelamente al vertice Merkel-Renzi, una piccola ma assai rappresentativa
delegazione di imprenditori italiani ha
incontrato i cugini d’oltre Brennero.
Confindustria e Bdi, l’omologa tedesca,
ogni anno a ottobre a Bolzano tengono
il Business forum italo-tedesco. Un appuntamento ormai consolidato - va
avanti dal 2010 - per conoscere e confrontarsi. Il vertice di ieri era invece assai informale. A partire dalla formazione delle delegazioni. Quella italiana era
guidata dal presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi - che quindi per la prima volta incontrava quasi ufficialmente
Matteo Renzi - e composta da Fulvio
Conti, amministratore delegato di Enel
e vicepresidente di Confindustria, Lucia Aleotti, presidente del gruppo Menarini e Mario Greco, amministratore delegato di Generali. Quella tedesca era
guidata dall’omologo tedesco di Squinzi, quel Ulrich Grillo la cui famiglia ha
origini in Valtellina - da cui scappa per
le repressioni anti-protestanti a metà
‘600 e che ha dato vita all’attuale gruppo Grillo-Werke Ag, con vari stabilimen-
IL CASO
MASSIMO FRANCHI
[email protected]
Documento comune
consegnato ai governi
italiano e tedesco. Tra
i punti: competitività
fabbisogno energetico
e commercio estero
ti nella Ruhr nell’industria chimica e
metallurgici. Grillo è a capo di Bdi dal 1
gennaio 2013 e passa per essere un ultra liberista. Con Squinzi ha incontrato
i ministri dell’industria - l’ex presidente
dei Giovani industriali Federica Guidi e
l’ex presidente dell’Spd Sigmar Gabriel
- a cui hanno consegnato un appello in
vista del Consiglio europeo del prossimo 20 e 21 marzo.
Nell'appello Confindustria e Bdi esortano i governi italiano e tedesco a sollecitare tre obiettivi. Il primo - come detto riguarda il rilancio del settore industriale, fondamentale per entrambe le economie. Squinzi e Grillo chiedono ai propri
governi di «sostenere l’obiettivo di incrementare il contributo dell’industria
al 20% del Pil dell’Unione europea entro il 2020, attraverso la definizione di
un’ambiziosa e coerente strategia di politica industriale che includa una nuova
governance industriale europea capace
di dare una chiara priorità alla competitività e di porla al centro di tutte le politiche dell’Unione europea». Il secondo
punto riguarda il problema del fabbisogno energetico e chiede di «porre la
competitività industriale al centro del
nuovo pacchetto energia e clima 2030,
adottando un approccio integrato che
prenda in considerazione i tre pilastri
della politica energetica: sostenibilità,
competitività e sicurezza delle forniture». Il terzo e ultimo riguarda il commercio estero: «sostenere un’importante
agenda di liberalizzazione commerciale, per prima cosa intensificando gli sforzi per raggiungere un ambizioso accordo commerciale con gli Stati Uniti».
PRIMO INCONTRO SQUINZI-RENZI
Squinzi poi in serata ha preso parte alla
cena offerta dal governo tedesco. Ed ha
quindi potuto per la prima volta incontrare il neo presidente del Consiglio.
Rottamata la concertazione, Renzi assieme ai sindacati non ha mancato di
punzecchiare anche Confindustria («Cosa hanno fatto in questi 20 anni?»). Per
tutta risposta Squinzi non aveva ancora
dato un giudizio preciso sulle misure
economiche prese dal governo mercoledì scorso. Venerdì si era limitato a commentare: «Per adesso abbiamo visto
un’elencazione di intenzioni che sembrano andare nella direzione giusta»,
definendo però Renzi «un motore di
Formula uno». Ieri sera avrà cambiato
idea?
RASSEGNASTAMPA
3
martedì 18 marzo 2014
Il rovesciamento
del «vincolo
esterno»
IL COMMENTO
RONNY MAZZOCCHI
SEGUE DALLA PRIMA
«Il premier ha avuto il coraggio di dire
che è l’austerità a uccidere la crescita»
UMBERTO DE GIOVANNANGELI
[email protected]
«Va dato atto al giovane primo ministro
italiano di aver avuto il coraggio di esplicitare, anche in importanti vertici europei, una verità che si è fatta strada in
questi anni di crisi, tra macerie sociali e
crescenti diseguaglianze: l’Europa che
intende davvero puntare in alto e uscire dalla recessione deve farla finita con
le politiche di austerità». A sostenerlo è
Jean-Paul Fitoussi, Professore emerito
all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi
e alla Luiss di Roma. È attualmente direttore di ricerca all’Observatoire
français des conjonctures economiques, istituto di ricerca economica e
previsione, autore di numerosi saggi,
l’ultimo dei quali è «Il teorema del lampione. O come mettere fine alla sofferenza sociale» (Einaudi, 2013). Guardando al vertice all’Eliseo fra Matteo
Renzi e il presidente francese, François
Hollande, Fitoussi rimarca: «Molto del
futuro dell’Europa dipende da una intesa forte fra l’Italia e la Francia».
ProfessorFitoussi,nelpresentare ilverticediBerlinofrailpremieritalianoMatteo
RenzielacancellieratedescaAngelaMerkel, il quotidiano tedesco Die Welt, ha
scritto che «Renzi provoca Merkel con
l’anti-rigore».
«Se di provocazione si tratta, dico: ben
venga. Perché solo con simili
“provocazioni” è possibile mettere fine
alla sciagurata politica iper-rigorista
che ha inferto un colpo mortale alla crescita, impoverendo, fino quasi ad annientarlo, il ceto medio e indebolendo
ulteriormente le fasce meno protette.
Renzi si è posto l’obiettivo di attaccare
due problemi che sono alla base di una
politica di crescita; le diseguaglianze,
cercando di ridurle anche agendo con
la leva fiscale, meno invasiva verso le
fasce meno abbienti, e soprattutto aumentando i redditi delle fasce più deboli. E nell’agire in questa direzione Renzi non è mosso solo da un principio di
giustizia sociale, che per gli esegeti del
mercato potrebbe dire poco o niente,
ma agendo sugli investimenti, anche
pubblici, Renzi ha compreso che questo è l’unico modo per rimettere in moto i consumi, inesistenti se non s’interviene sui redditi. Per questo, ritengo
che un lungimirante “anti rigorismo” è
l’unica via per agire sulla domanda, oggi bloccata, e per rilanciare una politica
di investimenti pubblici nei settori stra-
L’INTERVISTA
Jean Paul Fitoussi
«Un lungimirante
“anti-rigorismo” è l’unica
via per agire sulla
domanda e per rilanciare
una politica di investimenti
pubblici strategici»
tegici, quelli portatori di futuro. Di questo, peraltro, si è discusso recentemente a Bruxelles, in un meeting di Progressive Economy, il movimento di cui sono
copresidente assieme a Joseph Stiglitz.
Il problema, non solo per Renzi, è quello di dare contenuto a un orizzonte di
sviluppo. Ma non c’è dubbio che quella
indicata sia la strada giusta».
RIMBORSI AI PARTITI
Il premier: «Deluso
da Grillo, umanamente
e politicamente»
Matteo Renzi si dice «deluso,
umanamente e politicamente», da
Beppe Grillo. Perché - spiega il
presidente del Consiglio in
un’intervista a «Quinta colonna»
andata in onda ieri sera su Rete4 - il
leader del Movimento 5 Stelle «ha
scelto di mantenere più voti e di non
contribuire a cambiare il Paese».
Al contrario, rivendica il premier
nell’intervista televisiva, il governo
sta provando a cambiare su molti
temi sollevati più riprese proprio dal
Movimento 5 Stelle, a cominciare
dai costi della politica.
Facendo riferimento in
particolare alle spese sostenute
dalle Regioni, un tasto su cui
insistono costantemente i
parlamentari Cinquestelle e l’ex
comico genovese, Renzi annuncia
durante l’intervista televisiva che a
breve ci saranno importanti
cambiamenti: «Basta spese pazze,
elimineremo i rimborsi ai partiti dei
consigli regionali».
Cosadeveessercialcentrodiquestastrada?
«Oggi in Europa abbiamo un bisogno
vitale di politiche di sostegno al reddito
e ai salari. Una volta per tutte va infranto un tabù..»
Quale, professor Fitoussi?
«Ridurre i salari non vuol dire essere
più competitivi. Semmai, è vero il contrario. Bisogna smetterla con l’Europa
dei sacrifici. Io credo fondamentalmente che la causa di questa crisi sia stata la
crescita della disuguaglianza nell’ultimo quarto di secolo. È successo che i
mercati finanziari sono cresciuti enormemente e quando la bolla è esplosa si
è visto che non c’era abbastanza reddito per far funzionare l’economia. Troppa gente è diventata povera e il solo modo che ha avuto di mantenere il suo tenore di vita è stato quello di indebitarsi.
Non sono favorevole alle posizioni di
rendita, ma i fattori determinanti per la
qualità di vita di un popolo sono sicurezza economica e un’occupazione decente, non l’insicurezza economica dovuta
al taglio del benessere da parte dello
Stato. E qui ritorna il discorso sugli investimenti...».
Tema su cui Renzi insiste molto.
«Senza un piano di investimenti massiccio non si risolverà la situazione europea, né per quanto riguarda la crescita
né sul versante della disoccupazione
giovanile, che è un problema terribile
per i Paesi che invecchiano. Come mai
nei Paesi che diventano più vecchi, i giovani, che sono la risorsa che diventa più
rara, rimangono disoccupati? C’è un
problema di atteggiamento strutturale,
anche per quanto riguarda le politiche
giovanili. Spendere di più in scuola e
università non è il miglior investimento
per il futuro? Ho letto che Renzi insiste
molto sulla centralità dell’istruzione.
Fa bene a farlo».
Sullanecessitàdiandareoltrel’orizzonte
dell’austeritàsiè registratauna significativaassonanzatraRenzieHollandenelrecente vertice all’Eliseo.
«Molto spesso in passato si è detto e
scritto di un asse tra “cugini”. Salvo poi
veder infrangere questo “asse” quando
si trattava di intervenire sulle regole
dei mercati, soprattutto quelli finanziari, e sul come recuperare la domanda
interna. Spero che il “patto” Hollande-Renzi rappresenti davvero una svolta, perché il futuro dell’Europa dipende molto da una intesa forte fra l’Italia
e la Francia».
.. .
Economista,
professore
emerito
all’Institut
d’Etudes
politiques
di Parisi
e alla Luiss
di Roma
Basta dare un’occhiata alle previsioni dei vari istituti
demoscopici per scoprire come il malcontento delle
popolazioni europee abbia colpito tutti i Paesi, sia
quelli in difficoltà, sia quelli che in questi anni sono
riusciti a dettare l’agenda della gestione della crisi.
La capacità di contenimento politico delle spinte
anti-europee da parte delle forze democratiche sembra
ormai quasi esaurita. Il rischio che l’Europa venga
investita da una incontrollata ondata populista e
nazionalista è fortissimo. Lo scenario strategico che
però si presenta da qui a maggio è assai più complesso
della semplice contrapposizione fra forze europeiste e
anti-europeiste. La vera battaglia si combatterà dentro
il campo delle forze pro-euro, fra i fautori delle riforme
delle istituzioni comunitarie e i conservatori dello
status-quo. Sarà una battaglia di natura essenzialmente
politica e per questo conteranno moltissimo i rapporti
di forza, gli interessi in campo e le alleanze che si
andranno a realizzare.
Senza dubbio i conservatori partono avvantaggiati, sia
dalla loro apparente solidità economico-politica, sia
perché di carte da giocare ne hanno almeno due. Da un
lato, realizzare direttamente il mai del tutto
accantonato progetto di «Kerneuropa», la moneta
unica dei più forti. Dall’altro, mantenere lo status quo
nella consapevolezza che i Paesi delle periferie
europee, trovando sempre più difficile farsi carico dei
costi sociali imposti dal sistema attualmente vigente,
saranno presto o tardi costretti a uscire, aprendo la
strada alla costruzione dell’euro del Nord.
I riformatori hanno dalla loro soltanto il vastissimo
malcontento popolare e la minaccia di una crisi di
rigetto per un’Europa senza riforme, stavolta senza
possibilità di appello. Renzi sembra averlo capito e
pare intenzionato ad assumere la leadership del fronte
riformatore, visto che Hollande - che qualche mese fa
sembrava dover ricoprire questo ruolo - è
progressivamente scomparso dai radar della politica
europea. Nel farlo il capo del governo italiano ha
compreso che per convincere tutti gli altri partner
europei deve prima di tutto convincere il proprio Paese
che la riforma dell’Unione monetaria non è una
scappatoia dalle proprie responsabilità politiche, fiscali
ed economiche, ma una necessità per permettere a
tutta l’Europa di avere un futuro e di prosperare in un
mondo globalizzato. Detto in altri termini, si tratta di
guarire le nazioni più forti del continente dalla malattia
del «vincolo esterno», e di farlo a partire dal Paese in
cui esso è stato elevato a dogma indiscutibile da parte
della stragrande maggioranza delle classi dirigenti
dell’ultimo ventennio.
Dal Trattato di Maastricht fino al Fiscal Compact, ogni
nuovo accordo europeo è stato considerato come lo
scudo dietro cui tutti i governi italiani si sono sentiti
legittimati e protetti nel somministrare politiche
economiche che altrimenti non sarebbero mai stati in
grado di portare avanti. Questa sorta di “riformismo di
contrabbando” sarà stata pure una astuzia
dell’intelligenza umana alle prese con una società
sempre più difficile da rappresentare e governare, ma
alla lunga ha mostrato tutti i suoi limiti e ormai il
sistema democratico non sembra più in grado di
tollerarla. La retorica del “vincolo interno” che Renzi
ha messo in campo è un tentativo di abbandonare la
vecchia litania dei compiti a casa che è stata non solo il
macigno più grosso posto sulla strada del rilancio
europeo, ma anche un modo per deresponsabilizzare la
Germania.
La goffa convinzione che fosse possibile ottenere
maggiori margini di manovra a livello comunitario
introducendo sempre più vincoli a livello nazionale si è
scontrata con la politica dei due tempi abilmente messa
in piedi dalla cancelliera Merkel: prima i vincoli, poi le
riforme. Con il risultato che abbiamo modificato con
straordinaria rapidità la nostra Costituzione per
costringerci al pareggio di bilancio e mostrarci bravi
scolaretti davanti alla maestra, ma i tanto auspicati
avanzamenti nella definizione di strumenti per
correggere gli squilibri interni all’area euro e rilanciare
crescita e occupazione non sono mai arrivati. E il
motivo addotto era sempre che i vincoli introdotti non
erano ancora sufficienti.
Non sappiamo se il tentativo di Renzi avrà successo. Al
termine della conferenza stampa di ieri Angela Merkel
ha speso per lui parole di stima e fiducia per la verità
non molto diverse da quelle che aveva espresso in
passato nei confronti di Monti e di Letta. Saranno le
scelte politiche delle prossime settimane a dirci se,
anche nel campo europeo, si è davvero cambiato verso.
RASSEGNASTAMPA
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martedì 18 marzo 2014
LA MANOVRA
Imprese, così la rendita
finanzierà il taglio Irap
Sale al 26% l’aliquota sui ricavi da azioni,
obbligazioni, conti correnti e depositi ● Salvi Bot
e buoni postali ● Servono 2,4 miliardi
per permettere la sforbiciata alle tasse delle aziende
●
ANDREA BONZI
@andreabonzi74
Non solo Irpef. Tra le misure illustrate dal premier Matteo Renzi alla cancelliera tedesca Angela Merkel nel
summit a Berlino ci sarà stata sicuramente anche il taglio dell’Imposta regionale sulle attività produttive
(Irap) del 10%. Una boccata d’ossigeno per le imprese che, secondo quanto illustrato dallo stesso presidente
del Consiglio, vale 2 miliardi e 400
milioni di euro e dovrebbe essere operativa già a maggio.
OGGI IL PRELIEVO È DEL 20%
La strada per trovare le risorse è già
stata tracciata: sarà aumentata l’aliquota delle rendite finanziarie dal
20% al 26%, allineandosi così alla media europea del prelievo in materia. Il
provvedimento è abbozzato, e dunque potrebbe subire dei cambiamenti, ma l’idea - fanno sapere fonti vicine al ministero dell’Economia e delle
finanze - riguarda tutti i prodotti i cui
guadagni sono attualmente tassati al
20%: azioni e obbligazioni societarie,
fondi comuni di investimento, oltre a
capital gain (ovvero la differenza, se
positiva, sulla cessione dei titoli), libretti di risparmio, conti correnti e
depositi.
Nel caso l’obiettivo del prelievo di
2,4 miliardi fosse centrato in anticipo, queste ultime tre tipologie potrebbero essere “risparmiate” dall’aumento: il ministro dell’Economia,
Pier Paolo Padoan, alcuni giorni fa
.. .
10%
è la riduzione dell’Irap. Il taglio
è extra rispetto al cuneo fiscale
aveva in effetti fatto intendere fosse
così. C’è però da considerare che, sebbene siano gli strumenti più diffusi,
conti correnti e conti deposito hanno
ormai una rendita ridotta ai minimi
termini.
Resterà invariato invece il prelievo
sui rendimenti di titoli di Stato, italiani ed esteri, e dei buoni fruttiferi postali, fermo al 12,5%. Non è certa la
data in cui scatterà l’aumento, forse
già a maggio, altrimenti all’inizio di
luglio. Lo strumento utilizzato sarà
quello del decreto.
A questi aumenti, chi è abituato a
investire in Borsa, dovrà aggiungere
le misure prese dal precedente esecutivo, ovvero l’incremento della Tobin
tax dal 1° gennaio di quest’anno
(0,2% ridotta a 0,1% per gli scambi in
mercati regolamentati) e l’imposta di
bollo allo 0,2%, che però ha cancellato il minimo di 34,20 euro.
Un esempio concreto è apparso su
CONFCOMMERCIO
«Ripristinare le norme
che puniscono
gli affitti in nero»
Ripristinare la possibilità degli inquilini
di denunciare il proprietario che affitta
immobili in nero. È quanto chiede
Valerio Angeletti, presidente della
Federazione dei mediatori affiliata a
Confcommercio, dopo che la
Consulta ha cancellato «per eccesso
di delega» il meccanismo punitivo
contenuto nel decreto legislativo
23/2011, fatto per contrastare la piaga
degli affitti in nero. «Se le norme non
verranno ripristinate - insiste Angeletti
- gli inquilini non potranno più
chiedere la riduzione del canone per
gli alloggi con contratto non
registrato, causando un enorme
danno alla lotta contro l'evasione».
Il Sole 24 Ore di ieri: investitore che ha
in portafoglio 50mila euro in azioni
che danno un dividendo di 1.500 euro
dovrà lasciare allo Stato 390 euro invece che 300. Aggiungendo poi bollo
e Tobin tax, il prelievo arriva a 540
euro, oltre un terzo della cedola appena staccata.
Il tema resta comunque delicato,
tanto che su queste ipotesi di misure
gli osservatori si sono divisi. Il provvedimento è generalmente ben visto
dal mondo di centrosinistra. La leader della Cgil, Susanna Camusso, pochi giorni fa l’aveva definita una mossa «molto progressista», aggiungendo però che «non basta» per connotare come «di sinistra» un’intera manovra.
LA MANCATA PROGRESSIVITÀ
Non mancano però anche le critiche.
La prima riguarda la mancata progressività, nel senso che un esperto
giocatore di Borsa che possiede grandi quantità di prodotti finanziari continua a essere tassato con la stessa
percentuale di un piccolo risparmiatore, che magari ha poche migliaia di
euro sui principali listini. In questo
senso, resta importante il blocco della tassazione dei Bot al 12,5%.
La seconda, sottolineata da ItaliaOggi, è il «paradosso» di finanziare
il taglio delle tasse per le imprese con
misure che andranno comunque a
toccare le aziende quotate, in quanto
«si preferisce colpire gli investimenti
più rischiosi, legati all’economia reale», rendendo invece più convenienti
«i “porti” sicuri come i titoli di Stato».
Da qui il ragionamento: «Le aziende
sarebbero costrette ad offrire tassi di
interesse molto alti, e c’è da chiedersi
- conclude la testata economica - se
una parte dell’Irap risparmiata non
possa essere bruciata dai maggiori
oneri finanziari».
.. .
26%
la nuova aliquota sulle rendite
finanziarie. Vale 2,4 miliardi
OCSE
L’Italia riprende a crescere, ma è ultima nel G20
Dopo nove mesi di cali congiunturali il
Pil dell’Italia riprende a crescere nel
quarto trimestre del 2013, registrando
un +0,1% congiunturale dell’economia e
una flessione dello 0,9% rispetto al
quarto trimestre del 2012, il peggior
dato tra i Paesi del G20, sebbene in
miglioramento rispetto al terzo
trimestre. È quanto emerge dai dati
diffusi dall’Ocse, che per l’area del G20
registra nel quarto trimestre un
aumento tendenziale del 3,3% e un
incremento congiunturale dello 0,8%,
contro rispettivamente un +2,9% e un
+0,9% nei precedenti tre mesi. Per
l’Italia l’Ocse segnala una crescita dello
0,1% congiunturale contro il -0,1% del
terzo trimestre del 2013 e un -0,9%
tendenziale contro il -1,9% di tre mesi
prima. In generale, sottolinea l’Ocse, la
crescita del Pil è piuttosto diversificata
tra le maggiori economie. Il paese che
cresce di più a livello tendenziale è la
Cina, il cui Pil avanza del 7,7% in frenata
rispetto a un precedente +7,8%, mentre
a livello congiunturale rallenta dell'1,8%
contro il precedente +2,2%. Migliora
l’andamento economico dell’area Euro,
il cui Pil avanza dello 0,3%
congiunturale, contro il +0,1% del terzo
trimestre, mentre quello dell’Unione a
27 sale dello 0,4% contro il precedente
+0,3%. In Gran Bretagna e negli Usa la
crescita è rispettivamente dello 0,7% e
dello 0,6%, contro rispettivamente il
+0,8% e il +1% di tre mesi prima. La
Germania avanza a +0,4%, a fronte del
+0,3% dei primi tre mesi, mentre la
Francia registra un -0,3%, contro il
precedente livello piatto.
Tagli alla sicurezza, la parola d’ordine è coordinamento
P
er creare un vero risparmio, utile
alle casse ma non dannoso per i
cittadini, nel comparto sicurezza
c’è una sola strada: evitare duplicazioni
di servizi anche a livello territoriale e
puntare sulle centrali operative uniche,
come del resto ci chiede l’Europa da anni». La fonte del governo non è autorizzata a rivelare i dettagli del dossier di
Carlo Cottarelli sulla revisione della spesa pubblica nello specifico del comparto
sicurezza. Si parla di 800 milioni nel
2015 e di ulteriori un miliardo e 700 milioni di risparmi nel 2015. Circola un
dossier di sintesi, una quarantina di pagine che è stato consegnato ai membri
del governo venerdì pomeriggio. Ma è il
dettaglio che conta. Le parole d’ordine
sono due: «Sinergie e coordinamento».
Tutti i ministeri sono stati convocati
dal sottosegretario Graziano Delrio. Ad
ognuno è stato assegnato un compito a
casa, «un obiettivo di taglio». Chi fallisce va a casa. Dei 32 miliardi di tagli in
tre anni, una fetta importante è assorbita dal comparto Difesa e da quello Sicurezza.
Sul primo ha parlato nei giorni scorsi
il ministro Roberta Pinotti che da sotto-
IL DOSSIER
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
Il sottosegretario Delrio:
«A casa i ministri che
non tagliano». Il governo
punta su «centrali
operative uniche, sinergie
e stop alle duplicazioni»
segretario aveva già fatto un ottimo lavoro di revisione dei costi: 385 caserme
e presidi militari dismessi; 40 mila militari in meno (da 190 a 150 mila tra Esercito, Marina e Aeronautica) entro il
2024; diecimila in meno (da 30 a 20 mila) le unità del personale civile. Una bella sforbiciata al conto dei caccia F35.
Un po’ meno preciso, per ora, il ministro dell’Interno Angelino Alfano che incontrerà i sindacati delle polizie il 25
marzo.
Sul tavolo del Dipartimento della
Pubblica sicurezza ci sono tagli nel biennio 2014-2015 per un miliardo e 300 mila euro. Come già anticipato da L’Unità
due settimane fa, è previsto un taglio di
263 presidi di polizia tra cui undici commissariati e molte cosiddette «specialità», Polfer, Postale, polizia a cavallo. Al
netto del fatto che il personale sarà riconvertito in altri uffici e servizi, si dovrebbe arrivare ad un risparmio di circa
600 milioni in base a risparmi per gli
affitti e la logistica. L’Arma dei carabinieri, che in quanto forza armata può
attingere a due capitoli di spesa (Pubblica sicurezza e Difesa) mette sul tavolo il
taglio di 7 compagnie integrato dal de-
classamento di altri uffici in tenenza e
dall’accorpamento di altri presidi in
compagnie. Manca ancora una bella fetta di tagli. Per questo biennio e per il
2016.
I sindacati di polizia e i Cocer dei carabinieri sono preoccupati. Per ora almeno non sono stati invitati al tavolo della
spending review. «Tre settimane fa il capo della polizia Alessandro Pansa ci ha
convocato annunciando che nel 2014 sarà avviato un piano di razionalizzazione
dei presidi» spiega Daniele Tissone, segretario della Silp-Cgil. Quel giorno fu
mostrato l’elenco dei tagli dei presidi
della polizia di stato. Una sorta di prendere o lasciare. Per Tissone il taglio vero, e quindi il risparmio, riguarda il personale: «570 milioni sono risparmiati
grazie al blocco del turn over e al fatto
che oggi in polizia ci sono 95 mila unità
nei ruoli ordinari più 8 mila nei ruoli tecnici. A questi si aggiungono 50 milioni
di risparmi alle voce logistica e quattro
milioni per il taglio delle specialità». Di
questo passo, nel 2016 in polizia ci saranno 87 mila unità (contro 110 mila) e
nell’Arma 95 mila (contro 118 mila previsti).
Ma la spending review della sicurezza non può essere solo tagli di personale
già in corso da anni e che invece dovrà
per forza di cose essere rimpolpato e
svecchiato (l’età media oggi è 42-45 anni).
Resta solo la strada di un maggiore
coordinamento visto che sette forze di
polizia (polizia, carabinieri, finanza, forestale, penitenziaria e, a livello locale,
vigili urbani e polizia provinciale)sono
un lusso, che spesso si traduce in disservizio, che nessuna democrazia occidentale si può permettere. E qui arriviamo
al cuore segreto della relazione Cottarelli conservata in cassaforte a palazzo Chigi dal guardiano Delrio.
I sindacati di polizia hanno individuato ricette diverse. Per Tonelli, presidente del Sap, la strada «può essere solo
quella della riduzione dei vari corpi riducendo specialità e doppioni». Il Silp indica chiaramente la strada «dell’unificazione tra polizia e carabineri». La fonte
del governo si accontenta di «diverse
competenze territoriali». Come in Francia. La polizia nei centri urbani, i carabinieri nelle periferie e nel territorio coordinate da una centrale unica operativa.
RASSEGNASTAMPA
5
martedì 18 marzo 2014
«Prossimo obiettivo, superare
il Patto di stabilità interno»
LAURA MATTEUCCI
MILANO
«Il prossimo obiettivo che dobbiamo
avere è quello di allentare o mettere del
tutto in discussione il Patto di stabilità
interno. Obiettivo del resto coerente
con le proposte messe in campo. Penso
agli investimenti degli Enti locali, al piano casa, agli interventi per il dissesto
idrogeologico. È una morsa di cui dobbiamo assolutamente liberarci». Pier
Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, riconfermato nello stesso ruolo
che aveva con Letta, fa il punto sulle
prime mosse del governo Renzi: dal decreto lavoro che, da ex sindacalista della Cisl, analizza nel merito e promuove,
pur dichiarandosi aperto al confronto,
e considera il primo tassello di una serie di interventi su diritti e occupazione
(«l’obiettivo sono i diritti universali»),
dal ruolo da giocare in Europa, cui
«dobbiamo chiedere un cambio di marcia», fino alle coperture finanziarie, che
«ci sono per tutti i provvedimenti di cui
s’è parlato finora».
L’INTERVISTA
Pier Paolo Baretta
Decreto lavoro: «Troppi
otto rinnovi? Parliamone dice il sottosegretario
all’Economia - Ma adesso
le aziende
non hanno più alibi»
CONCESSIONI
Spiagge, l’Ue: «Nuova Bolkestein più flessibile»
Il commissario Ue agli Affari marittimi,
Maria Damanaki, ammette che la
direttiva Bolkestein applicata alle
concessioni balneari pone vincoli
troppo stringenti. Posto che ogni
Paese ha coste diverse rispetto agli
altri, Demanaki ha annunciato che la
nuova direttiva darà più flessibilità ai
singoli Stati per poter tener conto di
queste differenze.
Potrebbe così cambiare l’annosa
vicenda delle concessioni demaniali:
nell’ambito della liberalizzazione dei
beni e servizi all’interno dell’Unione, la
direttiva Bolkestein prevedeva la
messa all’asta delle concessioni
demaniali. Un’eventualità contro la
quale si oppongono da tempo i titolari
degli stabilimenti balneari, lamentando
che tale normativa favorisce le
concentrazioni a vantaggio di grandi
gruppi e scapito degli operatori
tradizionali, con migliaia di posti di
lavoro a rischio.
Sul tema il passaggio più recente c’è
stato a Roma 5 giorni fa: le delegazioni
del Pd ed Ncd hanno incontrato gli
imprenditori del settore per fare il
punto. Ieri, i cori di approvazione
dell’uscita di Damanaki sono stati
bipartisan. «Per l'Italia e la Romagna
significa la possibilità di trovare una
soluzione positiva per migliaia di
imprese balneari», ha applaudito il
deputato del Pd, Marco Di Maio. «Ora
anche l'Ue si rende conto che ci sono
peculiarità che vanno rispettate ed
esigenze specifiche degli operatori del
settore da tutelare», insiste Maurizio
Gasparri (Fi).
«Anche per questo è utile preliminarmente la definizione dei pacchetti di riforme da mettere in moto. Un esempio
riguarda la vecchia questione degli investimenti, che devono rimanere fuori
dal Patto di stabilità. Poi, se il Pil tornasse a crescere, il peso sul Fiscal compact, che prevede manovre tarate su 20
anni, si ridurrebbe: un punto di Pil, ricordiamolo, vale 16 miliardi. Ma, ripeto, è un discorso generale, che vale per
tutti i Paesi europei».
Ma il patto fiscale va cambiato?
«Evitiamo un equivoco: il nostro debito
non dipende dal Fiscal compact, il nostro 130% è troppo in assoluto. Abbiamo una palla al piede che vale 30mila
euro per ogni italiano: quello che dobbiamo avere è una convinta strategia di
rientro dal debito. Di tutto il resto - percentuali, tempi, modi - si può discutere».
I tagli alla Difesa la convincono?
«L’apertura sugli F35 si inserisce in un
percorso già presente nella discussione
politica, da affrontare con gradualità».
Partiamo da qui, dalle risorse: com’è che
ilgovernoprecedentefacevafaticaatrovare1 miliardo e adesso sene trovano facilmente 10 solo per la riduzione del cuneo fiscale?
«Perché la situazione economica è cambiata. Vado per punti: un anno fa, e anche meno, lo spread era a 250 punti,
adesso viaggia sui 190 e abbiamo riscontri di una tenuta: questo comporta una
riduzione di interessi sul debito di circa
2,5 miliardi solo nel 2014. Altro punto:
abbiamo avviato i pagamenti dei debiti
della pubblica amministrazione con 47
miliardi, 22 dei quali già erogati, e qualche giorno fa Renzi ha alzato l’obiettivo
a 68. Non è solo una boccata d’ossigeno
per le imprese, ma comporta anche un
ritorno per lo Stato, attraverso il pagamento dell’Iva: il rientro per i primi 22
miliardi è stimato in 1,5 miliardi. Il piatto forte, poi, è la revisione della spesa,
con l’obiettivo di risparmiare 32 miliardi al 2016, di cui 7 già quest’anno, anche se Cottarelli (il commissario alla
spending review, ndr) prudentemente
ha parlato di 3. Qui la vera svolta è che
non saranno tagli lineari, ma mirati, ed
evitando istruzione e cultura, con il
coinvolgimento esplicito di Palazzo Chigi. C’è poi un ultimo punto da considerare, il fatto che per quest’anno ci siamo dati come obiettivo del rapporto deficit/Pil il 2,6% invece del 3%, che è il
tetto massimo: e poiché ogni 0,1% vale
1,6 miliardi, esiste un margine di spesa
su cui poter contare. Quest’ultimo è un
L’anno prossimo entra in vigore il Fiscal
compact, per noi significa trovare 50 miliardi l’anno.
E il decreto lavoro?
punto delicato, in realtà, perché più restiamo distanti dal 3% più siamo autorevoli in Europa nel chiedere un cambio
delle politiche economico-fiscali. Ma
già le altre voci sono sufficienti per poter parlare realisticamente sia dell’intervento sul cuneo sia di altri. Tra l’altro, il pagamento dei debiti alla Pa è
una richiesta europea, quindi si suppone che Bruxelles acconsentirà ad una
parziale flessibilità per poter erogare il
dovuto. Inoltre, la manovra che restituirà 80 euro in busta paga partirà a maggio, il che significa che i miliardi necessari in realtà sono meno di 7».
Renzi ha visto prima Hollande, poi Merkel:qual èla lineada seguireperchiedere meno austerità?
«Questi sono anche incontri preparatori al semestre italiano. Il punto non è
chiedere per l’Italia soltanto, ma per
l’Europa nel suo complesso: oggi sviluppo e crescita sono condizioni necessarie, una maggiore flessibilità non può
che favorire investimenti ed occupazione. Importante, comunque, aver dichiarato che stiamo nei vincoli».
«Molti hanno detto che la legge Fornero conteneva rigidità in entrata che
non favorivano l’occupazione, e che
questo decreto cerca di ridurre. La possibilità di rinnovare i contratti a termine fino a 8 volte in tre anni è eccessiva?
D’accordo, discutiamone. Ma l’impianto nel suo complesso io lo approvo. Anche perché le imprese, dopo tutte le
operazioni messe in campo, compresa
questa sulla flessibilità, non avranno
più alibi per non assumere. L’occupazione cresce perché l’economia migliora, non certo perché si cambiano le regole; però se queste sono incentivanti,
sicuramente aiutano. Piuttosto, penso
che si debbano affiancare a questa flessibilità in entrata norme sui diritti universali, a partire da maternità, riposo e
malattia. È questo il terreno su cui si
combatte la precarietà».
Il contratto unico che fine ha fatto?
«Credo, ma è una mia opinione, che
quanto è stato fatto finora sia un modo
per introdurlo. Il contratto unico dovrebbe completare il percorso iniziato:
per come se n’è parlato, è in sostanza
un allungamento del periodo di prova,
che è anche la novità relativa ad apprendistato e contratti a termine. Direi,
quindi, che col decreto lavoro il tema è
stato posto, cercando di vederlo dal lato dell’entrata, e non dell’uscita, dei licenziamenti».
Tasi, salasso in arrivo per seconde case e inquilini
● Incerto il regime delle detrazioni, deciso dai
Comuni ● Federconsumatori: «Sulla prima casa
232 euro in media, 1.425 sulla seconda» ● «Tassa
simil-Imu, ma pagheranno anche gli affittuari»
LUIGINA VENTURELLI
MILANO
Cambiano i nomi e cambiano i governi,
ma le polemiche suscitate dalle tasse
sulla casa, prima o seconda che sia, sono un punto fermo della politica nazionale. Così come una certezza sono i salassi che invariabilmente procurano alle tasche degli italiani.
Dopo un’estate in balia delle infinite
versioni dell’Imu, adesso tocca alla Tasi, la tassa sui servizi indivisibili che ne
prenderà il posto nell’anno in corso. Secondo alcuni (Daniele Capezzone) vanificherà lo sforzo compiuto dal governo
con il taglio dell’Irpef, secondo altri
(Corrado Passera) rappresenta per le
famiglie un prelievo certo a fronte delle tante misure dal ritorno incerto o comunque non immediato varate
dall’esecutivo in funzione anticrisi. E
se non manca chi la considera la positiva conclusione del lungo negoziato tra
Stato ed enti sulla finanza locale (Piero
Fassino), tutti i sindacati e le associazioni dei consumatori concordano su
un fatto: molti rischieranno di pagare
di più rispetto a prima.
TRE SCENARI
Da ultimo, lo dimostra la ricerca effettuata dalla Federconsumatori nelle
105 città capoluogo d’Italia, secondo
cui dall’Imu alla Tasi si passerà dalla
padella alla brace. L’importo, infatti, si
prospetta «molto simile». Ma, mentre
per l’Imu erano previste delle detrazioni sulla prima casa pari a 200 euro, più
altri 50 euro per ogni figlio a carico,
per la Tasi spetterà ai Comuni decidere aliquote e detrazioni. Il che lascerà i
cittadini in balia della buona volontà o
della stretta necessità finanziaria del
comune di residenza. E non a caso le
organizzazioni sindacali su tutto il territorio nazionale stanno chiedendo di
aprire un confronto con le amministrazioni per scongiurare possibili aumenti delle aliquote.
In proposito, l’associazione dei consumatori ha prospettato tre scenari alternativi, a seconda che i comuni decidano di scaricare il peso dell’aumento
dello 0,8 per mille dell’aliquota necessario a finanziare le detrazioni sulle prime case (portando il prelievo fino al
3,3 per mille), sulle seconde case (innalzando il tetto massimo all’11,4 per mille, comprensa l’Imu), o su entrambe in
misura variabile. «Ci auguriamo che la
prima ipotesi sia scartata, o quantomeno circoscritta agli immobili con rendite catastali elevate» sottolinea Federconsumatori, augurandosi che nella definizione delle detrazioni o esenzioni
che spetterà ai comuni, la priorità sia
data ai soggetti svantaggiati e meno abbienti.
In questo caso, ipotizzando l’applicazione dell’aliquota media nazionale del
2,5 per mille, l’importo della Tasi sulla
prima casa si attesterà a 231,71 euro
(comprensivi di un’ipotetica detrazione di 100 euro per un appartamento di
100 metri quadri e un nucleo familiare
di 3 persone) con un risparmio di 50
euro sull’Imu 2012. Se invece il costo
delle detrazioni verrà spalmato per metà anche sulle prime case, con l’aliquota del 2,9 per mille, l’impatto della Tasi
sarà di 284,78 euro, a fronte dei 281 euro pagati per l’Imu 2012.
Per quanto riguarda le seconde case, considerando che «con molta probabilità le amministrazioni comunali finanzieranno le detrazioni aumentandone le aliquote», la tassazione massima potrà arrivare nella metà circa dei
capoluoghi italiani all’11,4 per mille tra
Imu e Tasi (i comuni sono liberi di stabilire un mix tra questi due tributi, fermo
.. .
Chi sta in affitto dovrà
sborsare una quota
tra il 10% e il 30%
della nuova imposta
restando che la Tasi non può essere superiore al 3,3 per mille). Così si avrà un
aumento medio nazionale di 106,15 euro rispetto a quanto pagato per l’Imu
2013 e di 125 euro rispetto all’Imu
2012, con un importo medio di 1425,13
euro (sempre per un appartamento di
100 metri quadri e un nucleo familiare
di 3 persone), che sale però a 2mila euro nelle dieci città più care del Paese.
Le amministrazioni comunali dovranno stabilire, inoltre, nel caso in cui
l’immobile sia affittato, la quota della
Tasi che dovranno pagare gli inquilini
con una percentuale compresa tra il
10% e il 30%. Ed anche in questo margine di discrezionalità si annidano possibili rincari per gli affittuari (che prima
non pagavano l’Imu), tanto che Federconsumatori chiede che «i comuni tengano conto dell’equità e dell’alto valore della morosità» in modo da applicare un’aliquota del 10% se non l’esenzione laddove la rendita media è bassa.
«Dietro all’introduzione della nuova
imposta, che si prospetta come una vera e propria simil Imu» conclude l’associazione, «si nascondono non poche
beffe per i cittadini».
RASSEGNASTAMPA
6
martedì 18 marzo 2014
POLITICA
Stop Ue a Berlusconi:
le regole sono chiare
La commissaria alla
Giustizia Reding chiude
all’ipotesi che si candidi
alle elezioni europee
● Oggi la Cassazione
si pronuncerà sui due
anni di interdizione
● L’ex premier: «Bene
Renzi ma preoccupano
i tagli alla sicurezza»
●
FEDERICA FANTOZZI
twitter @Federicafan
Oggi la Corte di Cassazione dirà l’ultima
parola sull’interdizione dai pubblici uffici comminata a Silvio Berlusconi - 5 anni, ricalcolati in 2 dalla Corte d’Appello come pena accessoria alla sentenza Mediaset per frode fiscale.
Il verdetto è atteso probabilmente entro stasera. E dunque da oggi, salvo colpi di scena, il Cavaliere sarà ufficialmente incandidabile. Nonostante il gran battage, a suon di dichiarazioni, raccolte firme e appelli alla disobbedienza civile sul
«Giornale», con cui Forza Italia sta tenendo in pista la «candidatura di disturbo» del leader capolista ovunque in assenza di progetti alternativi.
Del resto, ieri è arrivato anche lo stop
della Commissione Europea: «Il diritto
Ue è molto chiaro» ha detto la commissaria alla Giustizia Viviane Reding, pur
aggiungendo diplomaticamente di lasciare la questione alle scelte dei partiti
e al dibattito nazionale. L’incandidabilità italiana ex lege Severino si estende anche alla competizione europea. Anche
«le norme nazionali sono molto chiare»
ha chiosato il vicepresidente del Csm Michele Vietti. Anche se «per completezza
bisogna aspettare la Cassazione».
Intanto, il Cavaliere ha commentato
con una nota i provvedimenti economici
di Renzi: «Guardiamo con attenzione al
pacchetto di misure messe in campo dal
governo e vigileremo perché si trasformino in concreti provvedimenti, a partire dal pagamento dei debiti della P.A.
alle imprese. Ben venga anche la razionalizzazione della spesa pubblica, ma
siamo preoccupati per i tagli annunciati
alla sicurezza».
ALTO MARE
Forza Italia sulla strategia per le Europee è in alto mare. Entro fine settimana
vorrebbe chiudere i nodi più scomodi
delle liste per Strasburgo, capilista e criteri per le candidature. Ma da Berlusconi non è ancora arrivata una parola chiara. I due big in lizza, Raffaele Fitto e
Gianfranco Micciché, rischierebbero di
oscurare l’esordio del consigliere politico Giovanni Toti ma anche di dare la stu-
ra alle aspettative di altri parlamentari.
Anche il ritorno di Claudio Scajola, a cui
l’ex premier vorrebbe offrire un risarcimento politico, non entusiasma tutti.
È solo il sintomo più evidente di un
malessere diffuso. In attesa del 10 aprile
- data in cui i magistrati di sorveglianza
decideranno della sua sorte tra servizi
sociali e arresti domiciliari - il Cavaliere
è inabissato. Assente e silente, salvo sporadiche telefonate ai club sparsi per la
penisola. Ecco perché l’irritazione per
la campagna per la grazia, lanciata da
Daniela Santanchè, è reale: non solo e
non tanto perché la Pitonessa non si
muove con dietro il partito ed è stata la
più acerrima accusatrice di Napolitano.
Ma perché ai suoi il leader predica da
mesi la massima cautela: «Non dobbiamo dare ai giudici nessun pretesto».
In Forza Italia, però, la perplessità
cresce e si fa timore del futuro. «Quando
Alfano dice che non siamo né carne né
pesce non ha tutti i torti - ragiona un deputato - Va bene collaborare sulle riforme, ma sull’economia economici dobbiamo picchiare duro. Altrimenti perché
votarci?». Anche se non è facile: «Per
ora l’unica sponda che Renzi ci offre è
l’incognita sulle coperture». E dato che
nemmeno di una campagna aggressiva
anti-euro e anti-Merkel si vede traccia,
l’assenza totale di linea sta facendo scattare l’allarme rosso. Così, i segnali al leader distratto si moltiplicano. Il governo
ombra di Ganfranco Rotondi, che con
Berlusconi ha un’amicizia duratura e
schietta. Il silenzio ombroso di Fitto che
ha rifiutato contentini. Il protagonismo
IL CASO
Tweet choc
di Corsaro (Fdi)
sulle baby squillo
Massimo Corsaro, ex Pdl ora finito in
Fratelli d’Italia con La Russa e Giorgia
Meloni, non è nuovo alle
provocazioni.
Stavolta non sono piaciuti i
racconti fatti dalle baby squillo dei
Parioli (14 e 15 anni) durante
l'incidente probatorio, e diffusi dai
giornali in questi giorni. E così sul sul
suo profilo twitter ha cinguettato:
«Adesso però risparmiateci i racconti
"sofferti" delle baby-squillo.
Mignotte consapevoli e spontanee;
giovanissime, ma sempre mignotte».
Molti followers non sono
d’accordo, e Corsaro ribatte:
«Premesso che in nessun caso la mia
considerazione sminuisce la gravità
del comportamento di chi frequenta
baby-squillo né la necessità di
perseguirli, mi preme stigmatizzare
l’omologazione relativista che non ci
fa cogliere la china distruttiva della
nostra società».
di Brunetta, che sulla «Stampa» ha evocato la fine della doppia maggioranza
tra riforme e provvedimenti economici
contro l’austerity. Tesi che ha fatto sussultare più di un compagno di banco:
«Farsi chiudere la porta in faccia da Renzi dopo essere usciti dalla coalzione di
Letta? Alla vigilia delle Europee sarebbe
un suicidio...». E il battibecco tra il ministro Lorenzin - «Il voto a Fi è inutile» - e
la Biancofiore - «Ingrata. Ncd è un partito di prostituti morali».
Al di là della mobilitazione tra club
Forza Silvio e coordinatori sul territorio, l’ipotesi di ricevere la grazia dal Quirinale è una chimera. E in ogni caso non
riguarderebbe le pene accessorie. Impossibile, poi, un responso in tempo utile dalla Corte Europea dei diritti umani.
Dunque, la scelta è tra restare in panchina accettando «il vulnus alla democrazia» o sfidare le istitituzioni con la guerra dei ricorsi nelle corti d’Appello. La
partita intanto è al Senato. Dove, oltre
all’Italicum, sono in discussione le modifiche alla legge elettorale per le Europee, la 18 del ‘69. Comincia oggi la discussione generale, in aula, dopo che la
commissione Affari Costituzionali ha
parzialmente inserito la parità di genere: il 50% di donne in lista è forse tardivo
(si stanno già raccogliendo le firme) ma
una preferenza di genere su tre potrebbe passare. La lega, però, ha agganciato
la richiesta di abbassare dal 4% al 3% la
soglia minima di accesso, sperando di
portarsi dietro i partitini. E Forza Italia
è già in trincea: «Se passa questo strappo salta il patto sulle riforme con il Pd».
Riforme, restano due settimane
per eliminare le Province
● Passeggiata mattutina del presidente Grasso
con Renzi: «Prima la riforma del Senato»
● Il disegno di legge Delrio fermo in commissione
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
Se le passeggiate mattutine sono le più
generose di idee e programmi, si può
dire che il capitolo riforme ieri ha fatto
un bel passo avanti. Almeno per uscire
dallo stallo «prima la legge elettorale o
prima il Senato?». Il presidente del Senato Piero Grasso ha indicato la sua
road map: «L'abolizione del bicameralismo perfetto è un punto su cui siamo
tutti d'accordo. Ora stiamo studiando le
proposte e le bozze di lavoro e pensiamo di potere dare un contributo per trovare una formula gradita ai senatori e
quindi andare avanti. L’ideale sarebbe
procedere prima sul Senato e riforma
del Titolo V e poi sulla legge elettorale».
Il punto è che queste parole il presidente Grasso le ha pronunciate ieri mattina
ai microfoni di Rainews 24 davanti a palazzo Chigi dove era appena giunto, a
piedi, reduce da una gradevole passeggiata con il premier Renzi. Venti minuti
uno accanto all’altro, seguiti dalle scorte (anche loro a piedi), nel tratto tra l’Altare della Patria - dove si è celebrato,
con il presidente Napolitano, l’anniversario dell’Unità nazionale - e palazzo
Chigi lungo il Corso che ancora stava
aprendo i primi negozi.
Top secret la chiacchierata tra il premier e la seconda carica dello Stato. Ma
si può dedurre che abbiano parlato a
lungo del capitolo riforme che deve decidere, proprio al Senato, il suo destino. Il
presidente Grasso si è impegnato a far
lavorare i partiti per completare la bozza di riforma del Senato e del Titolo V
che il premier ha messo all’attenzione
dei partiti giovedì della scorsa settimana. E di farlo nei tempi previsti da Renzi, due settimane. L’obiettivo del premier, più volte dichiarato, è di «avere
entro il 25 maggio la legge elettorale e
l’ok in prima lettura della riforma del
Senato e del Titolo V». In termini di consenso, sarebbe una bella rincorsa per le
Europee. Un’apertura di credito pazzesca in previsione del semestre e della
richiesta di una maggiore flessibilità da
parte di Bruxelles sui nostri conti pubblici.
In base all’avanzamento dei lavori,
non c’è dubbio che la legge elettorale
sia molto più avanti (dopo l’ok della Camera serviranno altre due letture) mentre per la riforma del Senato, che modifica la Costituzione, serviranno quattro
letture e molto più tempo. Logico quindi mandare avanti questa riforma come
auspicano una bella fetta di Pd, la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro in testa, e
Nuovo centro destra. Berlusconi, si sa,
vorrebbe invece avere subito la legge
elettorale per avere le mani libere a primavera prossima.
Ma l’emergenza ora si chiama disegno di legge Delrio per l’abolizione delle province. E anche di questo non è
.. .
Fi e Ncd bloccano il testo
perché hanno 48
presidenti in carica
Rischio voto il 25 maggio
escluso abbiano discusso Grasso e Renzi nella loro passeggiata.
Si tratta del disegno di legge già approvato dalla Camera, e che attende
ora il via libera definitivo del Senato,
che abolisce le Province nel senso che
riassegna le funzioni a comuni e città
metropolitane e nei fatti svuota la ragion d’essere delle 108 province italiane
(per l’abolizione definitiva, poi, bisognerà aspettare la modifica della Costituzione contenuta nel Titolo V della carta).
Per Renzi e Delrio questo disegno di
legge è una bandiera irrinunciabile. La
prova che tagliare si può, alla voce costi
della politica. Semplificare anche. Il primo passo di una lunga marcia. Il punto
è che il testo va approvato entro due,
massimo tre settimane. Che altrimenti
il 25 maggio oltre alle Europee e ai Comuni e qualche regione, si votano pari
pari anche le Province. Come se nulla
fosse cambiato. Uno stop che il Movimento Cinque stelle attende a gloria.
Ma il testo è ancora bloccato in Commissione Affari costituzionali al Senato.
E non fa mezzo passo avanti. Forza Italia non lo vuole proprio. Ncd pone un
sacco di questioni. La verità è che Fi e
Ncd detengono la bellezza di 48 presidenti di Provincia (43 Fi e 5 Ncd) e risulta veramente difficile per i due partiti
annunciare ai loro principali rappresentanti a livello locale che devono morire
proprio mentre si va a votare per le Europee. Vorrebbe dire perdere larghe fette di consenso. E di potere locale. Inimmaginabile per due partiti che invece affrontano il test delle Europee per capire come stanno. E dove possono andare. Soprattutto il partito di Alfano e
Quagliariello che lotta per raggiungere
il 4 per cento. Oggi intanto l’aula del Senato dovrebbe votare la parità di genere nelle liste per le Europee. Un altro
test utile per capire come sta la maggioranza di Renzi.
RASSEGNASTAMPA
7
martedì 18 marzo 2014
Il Pd lavora alle liste europee
Sassoli e De Castro capolista
● L’attuale capogruppo a Strasburgo corre nel
Centro, l’ex ministro nel Nordest. Tra le new entry
Kyenge, Emiliano, Bettini, Zanonato. Il no di Rossi
ANDREA CARUGATI
ROMA
L’ex presidente
del Consiglio
Silvio Berlusconi FOTO LAPRESSE
C’è poca aria di rottamazione nella squadra che il Pd di Matteo Renzi si prepara
a mettere in campo per le europee. Anzi, dai primi nomi che trapelano in attesa dell’ufficialità (la direzione per dare
il via alle candidature è prevista per il 31
marzo) emerge una certa continuità
con la pattuglia uscente, figlia di un giudizio positivo sulla squadra del quinquennio 2009-2014.
Il primo a essere riconfermato è il capogruppo uscente DavidSassoli, che dovrebbe essere capolista nella circoscrizione Centro. Nuovo mandato anche
per Paolo De Castro, che con tutta probabilità guiderà il Pd nel Nord-est, e che
in questi anni ha avuto un forte peso nelle politiche agricole europee. Al Sud il
primo posto in lista sembra prenotato
dal sindaco uscente di Bari MicheleEmiliano, ma ci potrebbe essere un derby
con Gianni Pittella, che punta ad avere
una deroga alla ricandidatura (nonostante i tre mandati alle spalle) anche
grazie al suo ruolo di vicepresidente
dell’Europarlamento. Più incertezza invece sui capilista di Nord-Ovest e Isole.
A Nord-Ovest quasi certe le ricandidature Sergio Cofferati e Antonio Panzeri, prababile anche il ritorno di Patrizia Toia così come l’arrivo di Mercedes
Bresso e Alessia Mosca. Circola anche
il nome di Stefano Boeri, architetto mi-
lanese, già assessore nella giunta Pisapia.
A Nord Est, torna Salvatore Caronna e dovrebbero entrare gli ex ministri
Flavio Zanonato e Cécile Kyenge, mentre l’uscente Vittorio Prodi ha fatto sapere di volersi fermare. New entry la giovane deputata vicentina Alessandra Moretti, già portavoce di Bersani, che potrebbe lasciare Montecitorio per Strasburgo.
Al Centro, quasi certe le riconferme
di Roberto Gualtieri e dell’ex sindaco di
Firenze Leonardo Domenici. Molto
quotato anche il nome di GoffredoBettini, braccio destro di Veltroni ai tempi
della segreteria Pd. Sfumata invece
l’ipotesi di candidatura del governatore
toscano Enrico Rossi, a cui pure era arrivata una proposta dal partito. Lui però
ieri si è chiamato fuori «per portare a
termine il lavoro che ho intrapreso in
Toscana». La proposta era arrivata dal
segretario regionale Dario Parrini, d’accordo con Renzi «per dare più peso alla
Toscana nelle liste». Ma alla fine Rossi
ha deciso di anteporre gli «interessi della Regione». Stesso ragionamento per
Vasco Errani, che ha chiuso in modo ancora più netto: «Non discuto di cose che
non esistono».
Al Sud, oltre a Emiliano e Pittella, circolano i nomi di Pina Picierno, responsabile Sud e Legalità della segreteria
Renzi e del sindaco di Salerno Vincenzo
De Luca.
Nelle Isole la situazione è meno definita. Per la Sardegna circola con il nome del patron di Tiscali ed ex governatore Renato Soru. Dalla Sicilia, invece, sarà certamente in lista il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, renziano. Pronto a candidarsi anche l’ex capogruppo
all’Ars Antonello Cracolici. Circolano
anche i nomi della sindaca di Lampedura Giusi Nicolini, del senatore Giuseppe
Lumia (eletto a palazzo Madama con la
lista Megafono di Crocetta), e dell’ex segretario regionale Pd Salvatore Lupo.
Possibile anche la riconferma di GiovanniBarbagallo, appena subentrato in Europa a Francesca Barracciu approdata
al governo come sottosegretario.
Questa è una prima griglia di nomi.
Dei 21 eletti nel 2009, 9 sarebbero le
riconferme. Entro il 25 marzo le direzioni regionali dovranno ufficializzare le loro proposte, per poi arrivare alla direzione nazionale del 31. Probabile che,
prima delle liste finali, il segretario premier possa introdurre dei nomi di sua
fiducia, presi dalla società civile: nomi
provenienti dal mondo del sociale e del
volontariato, meno probabile che si tratti di professionisti come Oscar Farinetti
e Alessandro Baricco. «Non ci saranno
molti nomi di star nelle liste, perché abbiamo bisogno di persone che vadano
in Europa e ci restino 5 anni a lavorare», spiegano fonti della segreteria Pd.
E tuttavia la sfida europea per Renzi sarà cruciale, anche come legittimazione
popolare dopo il suo approdo a palazzo
Chigi. Per questo dal Nazareno non si
escludono fuochi d’artificio a sorpresa,
estratti dal coniglio di Renzi all’ultimo
minuto. «Sono in corso dei contatti con
alcune personalità», spiegano, «ma ancora non ci sono conferme».
«Le diversità sono una ricchezza
ma l’Arci deve evitare fratture»
GIGI MARCUCCI
BOLOGNA
«I due candidati riscuotono la fiducia
di sensibilità diverse dentro l’Arci ma
possono e devono trovare un accordo
unitario. Non si può rischiare di spaccare un’associazione come la nostra. Detto questo, penso che quello di Bologna
sia stato un bel congresso dal punto di
vista della partecipazione dei delegati,
del percorso con cui l’abbiamo preparato e dei contenuti in discussione».
Paolo Beni, presidente uscente dell’Arci, successore di Tom Benetollo, cerca
di ricucire le lacerazioni prodotte da
quattro giorni di discussione. Quello
che verrà convocato tra due o tre mesi
- «forse meno», auspica Beni - sarà la
continuazione di quello interrottosi
due giorni fa, tra fischi e contestazioni,
non un nuovo congresso. Circa seicento delegati non sono riusciti a trovare
un punto d’accordo sui criteri di composizione del Consiglio nazionale
dell’Associazione nata nel ‘57 per occuparsi di cultura e attività ricreative.
Ora sarà un comitato di reggenza composto dallo stesso Beni e dai presidenti
di 17 comitati regionali a cercare di favorire un’intesa da sottoporre entro
giugno all’assemblea.
Certo la partecipazione è stata intensa,
ma alla fine non c’è stata la conclusione,
cioè la scelta tra due candidati.
Unità d’Italia, Napolitano e Renzi all’Altare della Patria
Giorgio Napolitano, per le celebrazioni dell’anniversario
dell’Unità d’Italia, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della
Patria. Con lui il presidente del Senato Pietro Grasso, la
vicepresidente della Camera Marina Sereni e il premier Matteo Renzi.
«Non sto cercando di sfuggire alla questione, ma devo dire che il dibattito ha
fatto emergere un profilo alto dell’Arci
e una convergenza totale sui documenti politici. Certo non c’è stata una conclusione sui criteri di selezione dei
gruppi dirigenti. Non sto sottovalutando la cosa. Se c’è unità di intenti dal
punto di vista politico culturale ma
non ci si mette d’accordo sulla composizione del consiglio nazionale, vuol dire che esiste un problema attinente al
L’INTERVISTA
Paolo Beni
Il presidente uscente parla
dopo il congresso chiuso
senza la scelta
di un suo successore:
«Esiste un problema
nel gruppo dirigente»
circoli e soci in alcune regioni del Centro-Nord, al Sud, l’Arci non ha la tradizionale forza dell’insediamento storico, ma ci sono gruppi di giovani che
stanno facendo un lavoro egregio nel
territorio»
Sembra che tra questi due pezzi dell’Arci ci sia scarsa comunicazione.
«Che ci siano diversità all’interno di valori condivisi è, a mio parere, la ricchezza dell’Arci. Il punto è che questo contenitore unitario bisogna farlo funzionare, quindi deve avere strumenti di
coordinamento. È un tema affrontato
anche negli anni precedenti»
Questa volta è esploso
«Alla fine del congresso ha prevalso il
buon senso e anziché andare a una votazione che avrebbe creato una frattura ingiustificata rispetto alla discussione fatta, si è deciso di sospendere il congresso, non di farne uno nuovo».
«C’è un principio a cui non vogliamo
rinunciare, è quello della proporzionalità della rappresentanza. Selezionare
i gruppi dirigenti in base al numero di
iscritti e con lo squilibrio forte tra territori diversi finirebbe però per penalizzare le realtà numericamente meno
consistenti che è bene stiano nella rappresentanza nazionale. Questo principio va quindi corretto. L’abbiamo sempre fatto, riservando una parte del consiglio nazionale a quei territori. Questa volta si voleva codificare questa situazione ma non si è trovato un punto
di equilibrio. A mio parere perché si è
confusa la discussione sulle regole con
quella sui candidati alla presidenza»
«È qualcosa che sta a metà strada tra
gli aspetti organizzativi e quelli politici. L’Arci è una grande associazione ed
è contenitore di esperienze diverse che
condividono valori comuni. Ma sono
anche esperienze associative diverse.
Il nostro Paese va dalla Val d’Aosta alla
Sicilia. Si tratta di territori con dinamiche sociali profondamente diverse. Abbiamo una concentrazione altissima di
«No, questo è sbagliato. L’Associazione si sente parte della Sinistra ma è assolutamente autonoma dai partiti. Naturalmente le posizioni personali dei
soci contemplano tutte le posizioni della sinistra ma in maniera che non si
può far corrispondere né ai territori né
ai candidati stessi, due persone che sulla posizione politica dell’Arci non hanno espresso differenze sostanziali».
gruppo dirigente dell’Associazione».
Che problema è?
Ma la scelta dei criteri di selezione del
gruppodirigenteèunproblemapolitico
non organizzativo. Concorda su questo?
Èpossibilechecisiaunoscontrotral’Arci di Emilia-Romagna e Toscana molto
legate al Pd, e l’Arci del Sud, meno legata al partito.
RASSEGNASTAMPA
15
martedì 18 marzo 2014
COMUNITÀ
Il commento
L’analisi
Altro che quote rosa, è democrazia paritaria
Le critiche reazionarie
a Papa Francesco
Francesca
Izzo
●
ÈACCADUTOCONLAPAROLA«FEMMINICIDIO»: AL PRINCIPIO C’ERA UNA RESISTENZAFORTISSIMAADUSARLA perché brutta e ur-
ticante, ma poi l’ha spuntata perché è l’unico termine appropriato per denotare l’uccisione di una donna solo perché è donna.
Quando con una grande campagna di informazione si è chiarito che mariti, fidanzati, conoscenti le uccidono perché, aspettandosi acquiescenza e subordinazione,
non riescono invece a tollerare la loro libertà e il loro rifiuto, allora il termine è
diventato di uso corrente.
Ecco ora siamo alle prese con un’analoga situazione, forse ancora più difficile.
L’espressione che deve entrare nell’uso comune è «democrazia paritaria» ma deve
combattere per affermarsi contro quella
semplice e diffusa di «quote rosa». In questi giorni di quote rose se ne è scritto e
detto a destra e manca per raccontare
dell’iniziativa di un consistente numero di
deputate di inserire nella nuova legge elettorale il principio della parità. Chi si è dichiarato a favore chi contro, ma tranne pochissime eccezioni, tutti a parlare di quote
rosa.
Appena qualche giorno fa, ad esempio,
Gian Antonio Stella ne ha sostenuto la necessaria e temporanea introduzione per
vincere uno storico gap. Invece una platea
vasta, arringata a sorpresa ieri sera a Che
tempochefa da una Luciana Littizzetto antiquote, è duramente contraria perché respinge le tutele, vuole il merito e non i recinti protetti. Soprattutto le giovani donne si mostrano ostili: hanno misurato a
scuola, negli studi, nei concorsi il loro valore e sanno di poter competere alla pari
con i loro coetanei e quindi non vogliono
essere ricacciate nel ghetto degli svantaggiati, di quote infatti si parla per chi ha
degli handicap, per le minoranze …
Hanno pienamente ragione: le donne
non sono una minoranza e per giunta oggi
le giovani donne sono forti, preparate e
competitive, altro che svantaggiate. E allora? Il fatto è che le parole sono le cose e
usare la parola quota per indicare qualco-
L’intervento
Il disarmo nucleare
in Europa e in Italia
Francesco
Lenci
Consiglio scientifico
Unione scienziati
per il disarmo
●
ALLETANTEQUESTIONIPRESEINCONSIDERAZIONE NELLE ANALISI DELLA SITUAZIONE CHE SI È CREATA IN UCRAINA e dei conse-
guenti pericoli per la sicurezza internazionale bisogna aggiungerne una, non
sempre presente, ma fondamentale: quali sarebbero oggi i termini del problema
se sul territorio dell'Ucraina fossero ancora installate le circa 2000 testate nucleari strategiche che furono invece rimosse dopo la dissoluzione dell'Unione
Sovietica. Riflettere su questo argomento è importante non per elucubrare su
ipotetici apocalittici scenari ormai non
più attuali, ma per capire cosa si può e si
deve fare oggi, anche a fronte di preoccupanti dichiarazioni auspicanti un ritorno da parte dell’Ucraina al possesso dei
armi nucleari.
Il Consiglio scientifico dell'Uspid
Onlus (www.uspid.org) ha appena inviato una lettera al presidente del Consiglio
ed alle ministre degli Esteri e della Difesa nella quale si fa presente che, secondo
il rapporto della Nuclear Threat Initiative, l'Italia ha preso l'impegno di disfarsi
di tutto il materiale fissile da armi nu-
sa di diverso produce terribili fraintendimenti.
Democrazia paritaria è l’espressione
adeguata. Adeguata ad indicare che la rappresentanza del popolo (quella che con il
voto eleggiamo in Parlamento), per essere
democratica e non «oligarchica», deve dare «rappresentazione» del dato basilare
che il popolo è fatto per metà da uomini e
per metà da donne e che quindi la composizione parlamentare deve essere paritaria.
I criteri con i quali vengono scelti i rappresentanti, cioè i famosi merito, qualità e
competenza dei candidati riguardano in
egual misura sia gli uomini che le donne e
prescindono dalla regola paritaria, a meno che non si pensi che merito, qualità e
competenza abbondino tra gli uomini e
scarseggino tanto drammaticamente tra
le donne da dover ricorrere a sciocche incompetenti per rispettarla.
La democrazia paritaria non configura
alcuna concessione, alcun regalo o tutela,
è la semplice presa d’atto (frutto però di
un’epocale rivoluzione culturale e politica) che il popolo sovrano è fatto di uomini
e donne e non è una nozione neutra, indistinta. È stata quella nozione neutra a consentire, anche nella storia repubblicana,
di considerare «normale» che la rappre-
sentanza fosse monopolizzata dagli uomini e che la presenza delle donne fosse
un’anomalia, un’eccezione da giustificare
con meriti altrettanto eccezionali. Questa
visione, diffusa ancora oggi, è l’eredità di
un lungo passato che non vuole passare,
nel quale la politica era per definizione cosa esclusivamente di uomini e alle donne
era vietato, proibito di occuparsene e qualcuna, per sfidare il divieto, ci ha rimesso
pure la testa.
La democrazia paritaria è il compimento della democrazia, perché porta a compimento l’inclusione delle donne nella polis.
E fa anche un’altra cosa non meno rilevante: sottrae all’arbitrio o alla «generosità»
degli uomini che ne detengono le chiavi
una parte del potere di decidere, rendendo più libere le donne.
Non si chiedono meriti o medaglie speciali alle donne per entrare nella cittadella
della rappresentanza, né ci aspettiamo
azioni miracolistiche dalla loro presenza.
Ma credo sia chiaro a tutti che una rappresentanza popolare composta per metà da
donne, cambiamenti nella concezione e
nella concreta azione politica li produce e
sicuramente in meglio, vista la crisi drammatica di credibilità e di fiducia delle istituzioni rappresentative.
Maramotti
cleari presente sul suo territorio entro la
data del prossimo summit mondiale sulla sicurezza nucleare, che si terrà a
L'Aia il 25 marzo 2014. Secondo lo stesso rapporto dell'Nti, al primo novembre
2013, tale impegno non era ancora stato
onorato. Il Consiglio scientifico dell'
Uspid conclude il suo documento auspicando che il governo liberi al più presto
il territorio nazionale da questo materiale, allo stesso tempo letale e inutile, e
che diffonda la più ampia e rigorosa informazione all'opinione pubblica su tale
rimozione.
Già nel 2008 il Comitato scientifico
dell'Uspid aveva reso pubblico un documento nel quale si dimostrava quanto
fosse inutile e fonte di instabilità il mantenere sul territorio italiano le armi nucleari tattiche. Di fatto assolutamente
inutili dal punto di vista militare, le armi
nucleari, sia strategiche che tattiche,
non possono far altro che rendere sempre più difficili gli sforzi della non proliferazione, giacché altri attori – statuali e
non statuali – troverebbero in esse i medesimi «valori» (deterrenza, equalizzazione della potenza militare) vantate nei
decenni precedenti dagli Stati nucleari
riconosciuti. In particolare, non si vede
alcun ruolo per le armi nucleari tattiche.
L'idea che minacciare una escalation
verso la catastrofe nucleare potesse rendere la Nato più sicura nei confronti del
Patto di Varsavia è stata sempre tanto
incerta quanto pericolosa. Ora che la Nato si è allargata includendo la maggior
parte dei precedenti avversari e allo stato attuale non ha più avversari, non esiste alcuna ragione per mantenere armi
nucleari in Europa. In Europa sono presenti numerose armi nucleari: sia quelle
possedute da Gran Bretagna e Francia,
sia quelle americane ospitate sul territorio di alcuni Paesi europei (Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Turchia). L’Italia inoltre sta acquisendo aerei F-35 che
saranno probabilmente gli unici aerei
nuclear certified a disposizione dei Paesi
non nucleari della Nato. È opinione largamente condivisa da studiosi di problemi del disarmo ed esponenti politici europei e statunitensi che le armi nucleari
americane installate in Europa siano irrilevanti dal punto di vista strategico e costituiscono un peso dal punto di vista organizzativo e finanziario.
Tra le tante questioni che verranno discusse a L’Aia in occasione del Nuclear
Security Summit c’è anche quella dell'
ammodernamento delle circa 200 bombe B61 già installate in Europa, Italia
compresa. L’installazione di queste nuove armi (B61-12), di potenza variabile da
0.3 a 50 migliaia di tonnellate di tritolo
(kiloton) (la bomba sganciata su Hiroshima aveva una potenza di circa 13-15 kiloton), secondo autorevoli esperti, costituirebbe anche una smentita di quanto garantito da Obama nella NuclearPostureReview dell’aprile 2010 di «non predisporre
nuove capacità militari».
Da diverso tempo numerosi parlamentari europei sono attivamente impegnati
a promuovere tutte le possibili iniziative
a favore della non-proliferazione e del
disarmo nucleare, compresa la costituzione di «zone libere da armi di distruzione di massa» (http://www.pnnd.org/). Il
nuovo governo del nostro Paese non dovrebbe perdere le prossime imminenti
occasioni per adottare una ferma politica di «svalutazione» del ruolo militare e
politico di tutte le armi nucleari, in primis quelle tattiche installate sul nostro
territorio.
Claudio
Sardo
●
TANTOÈSTATOSCRITTOSULPRIMOANNODIPONTIFICATODIFRANCESCO.ENONCERTOPERCHÉLACHIESA,ASSEDIATA DAL MONDO SECOLARIZZATO, ABBIA RIMONTATO
UNSOLO CENTIMETRODEL TEMPORALISMO PERDUTO. Al con-
trario la percezione diffusa, tra i cattolici e non, è che la rivoluzione del Papa argentino muova da una ricerca di autenticità evangelica e parli alla crisi del nostro tempo con una
profondità e un’intensità che sono oggi irraggiungibili dal
«potere». Piuttosto hanno a che fare con il «contropotere»,
con un possibile riscatto dell’uomo dall’«economia che uccide» (espressione dell’Evangelii gaudium) o dall’egoismo che
riduce la persona ad individuo.
Non tutti i commenti, però, sono stati positivi. Critiche si
sono levate anche dall’interno della Chiesa. Ma la stessa manifestazione, così precoce e agguerrita, di un’opposizione
tradizionalista rafforza l’idea che ci troviamo in un tornante
storico. La contestazione reazionaria di matrice cattolica ha
preso di mira in particolare l’impianto del Sinodo sulla famiglia. L’apertura, pur condizionata, del cardinale Kasper alla
riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti della penitenza e della comunione ha scatenato la più feroce ed emblematica delle polemiche. La purezza della dottrina è stata
contrapposta all’impurità del perdono e della misericordia.
La fede è stata separata dalla carità. La missione della Chiesa è stata recintata nella legge canonica e nella teologia, come se ad esse competesse il giudizio ultimo, il principio di
verità. Il Sinodo sulla famiglia sarà un passaggio importante
nel rapporto tra Chiesa e mondo. Non è un Concilio, non c’è
un dogma in discussione. Ma per i tradizionalisti includere il
vangelo della famiglia in un cammino di conversione che
attraversa il nostro tempo e le sofferenze concrete delle persone è un rischio insopportabile. Vedono comunque il dogma incrinato. Non hanno fiducia nella presenza di Dio nella
storia. E senza dogma non riconoscono la verità.
Non sono a confronto soltanto due idee di Chiesa. Dentro
questa disputa ci sono diverse idee dell’uomo e della sua
vocazione. «La dottrina è soggetta anche a uno sviluppo»,
ha detto Kasper suscitando scandalo. Prima del Vaticano II i
divorziati erano scomunicati. Ora sono ammessi alla comunione spirituale. E una maggiore accoglienza domani potrebbe riavvicinare alla Chiesa tanti giovani, figli di coppie
che si sono ricostruiti una famiglia, dopo il dolore e a volte
senza colpa. Cosa fa muovere la dottrina? Non la resa allo
spirito del tempo, che per i tradizionalisti è propaggine del
demonio. L’epistola di Giacomo dice del demonio che anche lui crede e teme Dio, ma la differenza è che non sa amare. Il comandamento evangelico dell’amore, quello che riassume l’intera legge giudaica, può far muovere la dottrina. È
concepibile una comunità senza perdono, un’amicizia senza gratuità, una fede senza carità? Il dialogo con il mondo
contemporaneo,così problematico perla Chiesa inOccidente, passa da qui. Se c’è una rivoluzione di Papa Francesco,
questa consiste anzitutto in una lettura del vangelo senza
mediazioni (senza glosse, come invocava il santo di Assisi).
La storicità di questo papato sta nel richiamare i cristiani divenuti ormai minoranza - alla loro vera origine. Essere
sale e lievito. Non giudice al posto di Dio. L’accusa di relativismoo di modernismo, rivolta alPapa, si ammantadi austerità ma è particolarmente banale.
Semmai c’è un relativismo cristiano con cui fare i conti.
Un relativismo che ammette il limite umano. Non c’è legge
che possa comprimere la libertà e la misericordia di Dio. La
Chiesa e il Papa, per chi crede, sono posseduti dalla verità,
ma non la possiedono per intero. La conoscenza della verità
cresce nella relazione. Sono le sofferenze delle donne e degli uomini, le loro speranze, le loro cadute, il loro desiderio
di giustizia a consentire ai credenti di progredire. In questo
senso, è vero che l’azione pastorale di Francesco, alla fine,
toccherà la teologia e la dottrina. Ma la conversione - compresa la riforma della Chiesa - sarà valida se coinvolgerà il
popolo, se non riguarderà solo i chierici, se sarà capace di
portare l’annuncio al mondo. Il kerygma cristiano (la notizia
della Resurrezione) viene prima della morale cristiana. E di
ogni clericalismo.
La teologia del popolo di Bergoglio non è una teologia
politica. Una teologia politica, o forse solo un’ideologia, è
quella dei conservatori che cercano nella dottrina cristiana
un collanteper la società capitalistica incrisi o una giustificazione estrema per il liberismo che ha aperto la strada al dominio del denaro. Ma tutto ciò sfugge definitivamente con
Papa Francesco, che chiede ai cristiani di condividere le povertà. Certe critiche reazionarie al documento Kasper hanno più a che fare con la disperazione dei teocon che con la
teologiamorale. I tradizionalistiprovano a contrapporre Ratzinger a Bergoglio. Ma non sanno spiegare le dimissioni di
Benedetto XVI e la sua fiducia nella Chiesa.
Tutto ciò non lascia indifferente neppure il discorso laico, civile. Un cristianesimo che rivitalizza la radice evangelica è una risorsa di liberazione in questa società sempre più
omologata. Non la sola risorsa. Ma una risorsa tanto più
importante se affidata, nell’azione pubblica, alla piena responsabilità dei laici cristiani. Un’altra novità di Papa Francesco staproprio nella rottura dimolte mediazionidel passato. Nessuno può pretendere di parlare a nome della fede:
chi vuole la può servire.
RASSEGNASTAMPA
16
martedì 18 marzo 2014
COMUNITÀ
Dialoghi
Il referendum
e la democrazia
Prima virtù della pace è il diritto. Prima
virtù del diritto è la reciprocità nella
relazione e nella comunicazione. Culla di
queste virtù civili è il realismo. Come
attestano affluenza e risultato nel
referendum la popolazione della Crimea
è per tre quarti russa e filorussa.
MATTEO MARIA MARTINOLI
Luigi
Cancrini
psichiatra
e psicoterapeuta
La disgregazione dell’Urss è avvenuta in
modo violento e disordinato. Decisi a
staccarsi dalla Russia sono stati, soprattutto,
gli Stati che non avevano mai accettato quel
dominio e che rapidamente sono rientrati,
ad Ovest, nel contesto europeo da cui
provengono. Per tradizione e per cultura. In
cui un referendum come quello che si è
svolto domenica in Crimea darebbe un
risultato schiacciante a favore
dell’autonomia. In un modo molto diverso
sono andate le cose però in altri Paesi, come
l’Ucraina, in cui la libertà politica ed
CaraUnità
l’Unità, i ricordi
e l’edicola
Nella bella intervista a Ivano Fossati,
pubblicata domenica sul nostro giornale,
il cantautore e scrittore genovese,
rispondendo a una domanda di Stefania
Scateni, dichiara: «...Anch'io provengo da
una famiglia di operai. Mio nonno leggeva
l'Unità». La cosa non può che farmi
piacere, perché è un'altra testimonianza
del credito e del radicamento profondo di
questo giornale e della sua storia. La
soddisfazione, però, è accompagnata da
una considerazione un po' sconsolata (che
non riguarda, ovviamente, Ivano Fossati).
Nella mia lunga vita di redattore di questo
giornale (e ora di collaboratore) mi è
capitato d'incontrare decine e decine di
persone comuni e di celebrità che, quando
mi presentavo come giornalista de l'Unità,
puntualmente mi dichiaravano con
L’intervento
Per fare un partito forte
bisogna investirci
Stefano
Sedazzari
●
COSA È UN MODERNO PARTITO POLITICO
QUANDOGOVERNA?HOLETTOL'ARTICOLODI ROSCANISUQUESTE PAGINE. Su questo,
a sinistra, non abbiamo mai discusso abbastanza. Troppo particolari le esperienze precedenti per potere essere codificate come esempio o come standardizzazione di un rapporto governo-partito. Mi verrebbe da aggiungere che anche a destra la riflessione, negli ultimi
venti anni, è stata relativamente scarsa,
vista l'identificazione politica in Silvio
Berlusconi. Ma veniamo a noi. Al netto
della diversità dei sistemi politici, in altri paesi europei l'identificazione tra
premier e leader di partito è abbastanza
naturale. E io penso che anche in Italia,
e anche nel nostro campo, possa essere
legittima questa identificazione. Non entro sulla questione della particolarità di
questo governo di 'medie' intese. Vorrei
spostare l'attenzione sull'elemento partito. La leadership di Renzi è forte. Fortissima. Come ha scritto Ilvo Diamanti,
Renzi non ha alle sue spalle un partito
personale, ma ha, in qualche modo personalizzato, un partito. Gli ha fornito la
propria immagine. Cercando di trasformare la sfiducia nella politica in fiducia
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
economica dalla Russia è stata salutata con
entusiasmo ed in cui, tuttavia, quote più o
meno importanti di cittadini hanno
sostenuto (e votato) una politica attenta a
non schiacciarsi sulle posizioni dei Paesi che
hanno aderito alla Nato e all’Europa. È in
questo contesto più generale che
andrebbero considerate la destituzione di
Ianukovich e la presenza di ministri
neonazisti nel nuovo governo di Kiev: come
un segnale estremamente forte di
intolleranza che una piazza di Kiev ha
inviato a chi, nel Paese, aveva vinto le
ultime elezioni. Che in Crimea ed in altre
regioni in cui i russi e i filorussi sono più
fortemente rappresentati a questo tipo di
segnale si rispondesse con forza era più che
prevedibile. Che la scelta della parte con cui
schierarsi, l’Europa o la Russia, sia tornata
al popolo sovrano dovrebbe essere positivo
soprattutto per chi, da noi, crede prima di
tutto nella democrazia.
Via Ostiense,131/L 00154 Roma
[email protected]
grande entusiasmo: «Ah! l'Unità!!! Ricordo
che, quando ero bambino, mio nonno la
portava sempre in casa»; oppure: «Mio
padre la diffondeva ogni domenica e
qualche volta mi portava anche con sé». E
allora mi sorge spontanea la domanda: ma
ci sarà, tra i tanti, qualcuno che non si
limita a ricordare con nostalgia i bei tempi
andati e, oggi, va in edicola a comprarla
l'Unità?
Renato Pallavicini
I debiti della pubblica
amministrazione
Come dichiarato dallo stesso capo del
governo, fra i provvedimenti di «terapia
shock» da adottare con la massima
urgenza v’è il rimborso «totale» dei debiti
della Pubblica amministrazione verso le
imprese, che paradossalmente rischiano
la «morte per crediti». Detto questo, non
nella sua persona. Forse tutto ciò, oggi,
aiuta il Pd. Un Pd la cui cultura politica,
dalla sua nascita, è stata debole, incerta,
più frutto di compromessi che di nuova
sintesi. Ora il titolo del Pd è
“cambiamento”. Bene così. Questo serve al Paese. E le scelte annunciate da
Renzi premier indicano una direzione
giusta. Una strada di sinistra, che in molti nel Pd, avevano indicato e proposto.
Mi auguro che sulla spinta di queste scelte quando torneremo a votare, Renzi
possa vincere le elezioni e guidare un
“nostro” governo. Perché questo avvenga, Roscani lo sostiene nel suo articolo,
servirà un Pd più forte: più forte sarà il
partito più forte sarà l'azione dell'esecutivo. Ma allora sul partito bisogna investire. E sapere che partiti forti servono
sia quando si governa che quando si sta
all'opposizione. Questo avviene negli altri paesi europei dove continua a vivere
la forza e il radicamento dei partiti (a
destra come a sinistra) anche oltre il susseguirsi delle leadership. Anzi la vita e
l'articolazione dei partiti sono la garanzia di future nuove leadership.
Nessuno mette in discussione la legittimità della leadarship di Matteo Renzi,
come premier e come segretario del Pd.
E nessuno chiede un altro segretario.
Ma forse serve uno sforzo per ridare forza ad un partito che non si esaurisca nelle sue leadership: a Roma, a Firenze e
sul territorio. Il tema è l'investimento
che dobbiamo e vogliamo fare sul Pd.
Un partito oggi, deve essere uno strumento aperto e democratico per la costruzione del consenso e per l'elaborazione delle idee, capace di cogliere i sentimenti e i bisogni che si esprimono e di
organizzare le risposte. E tutto questo,
osserva Roscani, richiede forme organizzative nuove. Giustissimo. Oggi il Pd
è, certo anche per responsabilità delle
capisco perché mercoledì scorso il
Consiglio dei ministri non ha fatto un
decreto legge ma si è limitato ad
approvare un semplice disegno di legge.
Che per la relativa approvazione si
richiedono tempo lunghi. È sconcertante.
Peraltro già i governi precedenti hanno
varato provvedimenti con l’obiettivo di
ridurre il forte arretrato nei pagamenti a
favore di aziende che hanno fornito beni o
servizi alle Pubbliche amministrazioni.
Ora si rende necessario intervenire anche
sui procedimenti burocratici che spesso
ritardano i dovuti pagamenti. Intanto la
percentuale di attuazione delle riforme
varate dagli ultimi due governi è al 40 per
cento. E spesso, per la loro concreta
applicazione, devono ancora essere
emanati i decreti attuativi. Ogni
commento appare superfluo.
Angelo Ciarlo
precedenti leadership, in mezzo al guado: le vecchie forme non reggono più,
certo, ma mi sembra che le nuove si siano isterilite nel sostegno ad un capo (vale a Roma come sul territorio) e spesso
in primarie che sanno più di conta interna che di partecipazione, quasi sempre
ormai praticate con logiche da vecchia
politica. Con scarsità di risorse (continuo a pensare che la cancellazione del
finanziamento pubblico, che certo andava riformato ma che esiste in tutti paesi,
sia solo un regalo all'antipolitica) e queste logiche il partito si impoverisce e
non diventa più forte, anzi.
Vorrei discutere se il Pd si esaurisce
nella funzione e nell'azione di governo e
nell'identificazione con un premier o un
capo o è anche altro? È uno spazio in cui
si elabora una cultura politica collettiva
che esprime leadership più o meno forti
o, di volta in volta, vive dell'espressione
di una leadership forte che, in quanto
tale, diventa cultura politica? L'uno e
l'altro? Un partito serve anche quando
si sta all'opposizione o tutto va resettato
in funzione del governo? Non vorrei che
la funzione del governo surrogasse l'elaborazione di una identità politica del
Pd. Il Pd oggi è Renzi? Per molti è sufficiente e forse giusto. Ma io vorrei che il
Pd ci fosse anche dopo Renzi (che mi
auguro governi a lungo e cambi il Paese
da cima a fondo).
Ci interroghiamo da tempo su cosa
succederà a destra dopo Berlusconi. E
in molti concordano nel dire che probabilmente ci sarà una implosione vista la
natura di quel campo. Ecco, io vorrei,
che tra 30 anni, quando Renzi non sarà
più premier e capo del Pd, non ci si debba interrogare su cosa succederà nel
centrosinistra perché tutti saremo consapevoli che esiste il Pd con la sua forza
e la sua cultura politica.
La tiratura del 17 marzo 2014
è stata di 64.589 copie
L’analisi
Una spending review
anche per Camera e Senato
Marina
Sereni
Vice presidente Camera
e presidente Comitato affari
del personale
●
SE, COME SEMBRA E COME SPERO, QUESTA DIVENTERÀ
LA LEGISLATURA DELLE RIFORME, QUELLA ATTRAVERSOCUIDAREALNOSTROPAESE un sistema politico e istitu-
zionale più efficiente, più vicino ai cittadini, meno burocratico e meno costoso, allora è indispensabile che anche le «macchine» di Camera e Senato siano chiamate a
contribuire sensibilmente.
I presidenti Boldrini e Grasso hanno, sin dall'avvio
del loro mandato, messo a fuoco questo obiettivo, e i
rispettivi Uffici di presidenza hanno fin qui delineato
un percorso di contenimento dei costi che tocca dai trattamenti di deputati e senatori agli affitti e alle gare d'appalto, dall’organizzazione dei lavori e delle sedi, al personale. Di questo ultimo aspetto, insieme alla vice presidente del Senato, Valeria Fedeli, mi devo occupare personalmente. Le decisioni già assunte - l’approvazione
delle curve stipendiali per i nuovi assunti, mediamente
il 20% più basse di quelle precedenti, il taglio alle indennità di funzione, la sospensione dell’adeguamento automatico degli stipendi fino al 2015 - non hanno trovato il
consenso dei sindacati. Vorrei sgombrare il campo da
ogni fraintendimento: non c’è nessuna volontà punitiva nei confronti dei dipendenti delle nostre Amministrazioni. Sappiamo che nel Parlamento lavorano professionalità ottime, preparate, motivate, leali. Ciò che
ci spinge a mettere in discussione alcuni istituti giuridici ed economici del personale della Camera (e del Senato) è la consapevolezza di dover in ogni ambito della
spesa pubblica produrre una rivoluzione: spendere meno, lavorare meglio, eliminare privilegi diffusi, premiare semmai le qualità individuali.
Il tempo è ora, non si può più rinviare. La crisi economica e sociale ha allargato la forbice delle diseguaglianze anche nel sistema pubblico. Proprio chi vuole difendere l’autonomia normativa e organizzativa degli organi costituzionali dovrebbe vedere l’urgenza di scelte coraggiose per ridurre i costi delle nostre strutture e riorganizzare il lavoro guardando alle nuove sfide (più trasparenza, più decisione, più partecipazione, più globalizzazione, solo per rimanere agli slogan) che le istituzioni democratiche debbono affrontare.
Camera e Senato hanno deciso così di procedere insieme, attivando da domani un confronto comune con
le organizzazioni sindacali che dovrà portare ad una
forte armonizzazione delle politiche del personale fino
ad ipotizzare un «ruolo unico del Parlamento». Cosa c'è
di straordinario in questo? Niente e molto, direi. Niente, perché in un momento in cui si sta discutendo finalmente di superare il bicameralismo perfetto eliminare
duplicazioni anche sul piano degli uffici è un’operazione di buon senso. Molto, perché nel passato più o meno
recente non è stato affatto frequente che i due rami del
Parlamento collaborassero sul piano organizzativo e
delle riforme interne.
Partiamo da una fotografia dell’esistente che mostra
- sia sul piano degli istituti giuridici che su quello dei
trattamenti economici dei dipendenti - punti in comune e differenze. Dobbiamo porci un duplice obiettivo:
da un lato, armonizzare, integrare; dall’altro, riformare, risparmiare. Indubbiamente alcuni punti per noi sono prioritari, per le ripercussioni che hanno sui bilanci
e per il significato politico che rivestono. Tra questi la
necessità di «raffreddare» le retribuzioni nella parte finale della carriera. Nel momento in cui il Governo - e il
commissario Cottarelli - pone il tema di ridefinire i compensi massimi dei manager pubblici non vedo come si
possa rinunciare a mettere in atto una misura che ottenga anche per il Parlamento un risultato analogo.
Al tempo stesso aprire questo confronto più ampio
significa offrire alle stesse organizzazioni sindacali la
possibilità di contribuire a ridisegnare il ruolo e le modalità organizzative del lavoro del Parlamento nel pieno di una stagione di riforme costituzionali e istituzionali molto profonda.
Qualche giorno fa, parlando di questo processo che
intendiamo avviare, un sindacalista mi ha posto la seguente domanda: «Ma avete già deciso tutto?» «No - ho
risposto - Ma sia chiaro che vogliamo decidere. Non da
soli, possibilmente. Ma non vogliamo perderci in un
porto delle nebbie inconcludente e confuso». Apriamo
dunque questo confronto ma con l’obiettivo di giungere in tempi ragionevoli a decisioni concrete, che dimostrino la volontà di Camera e Senato di contribuire alla
più vasta operazione di «spending review» di cui il nostro Paese ha bisogno per ripartire.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Martedì 18 marzo 2014
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L’INCONTRO
Il premier lancia anche un messaggio all’Italia
il job act non sarà affossato dai veti incrociati
Renzi “seduce”
anche la Merkel
La cancelliera tedesca si dice colpita dal piano
di riforme del premier: «è un cambiamento strutturale»
dell’inviata
PAOLA TAMBORLINI
BERLINO - «Sono rimasta veramente impressionata, si tratta di
un cambiamento strutturale». La
cancelliera tedesca Angela Merkel
lo ha detto subito, a inizio conferenza stampa, mettendo ancora una
volta in chiaro che l’Italia ha rimandato per troppo tempo le riforme
strutturali e che quelle che Renzi ha
portato con sé a Berlino, in particolar modo il Jobs Act, «vanno nella
direzione giusta». Ma è tornata anche a ribadire che sulle regole non si
transige. E del resto, ha aggiunto,
«se l’Italia ha detto che rispetterà il
patto di stabilità non vedo perché
dovrei dubitarne».
Nella sua prima visita da premier
nella cancelleria più importante
d’Europa, Renzi incassa dunque
l’appoggio sul suo pacchetto di riforme, non solo dalla Merkel ma anche dal “falco” Wolfang Schaeuble.
Il ministro delle Finanze tedesco vede positivamente il salto in avanti
dell’ex sindaco di Firenze ma, ancora una volta, mette in guardia da
rinvii sul consolidamento delle finanze statali (leggi box in basso).
Lui, il premier, visibilmente soddisfatto, preme come sua consuetudine sull’acceleratore e assicura
che l’incontro con la cancelliera
(«che in questi anni è stata descritta
male, ma non è un nemico», dirà in
serata) è stato un’occasione per presentare riforme «ambiziose e coraggiose». Che l’Italia intende mettere in campo «misure irreversibili
di cambiamento», anche sul modello tedesco, non interventi «una tantum» ma riforme strutturali che
«puntano in alto» e sono necessarie
“subito», anche se l’orizzonte è il
2018. E poi torna a ripetere, come
ha fatto nell’ultima settimana quasi ogni giorno, che Roma rispetterà
tutti gli impegni e non intende sforare i parametri Ue, ma non perché
lo chiede l’Europa: «L’Italia deve
smettere di pensare che le riforme
vanno fatte perché ce lo chiede Bruxelles o Berlino o altre capitali. Le
facciamo perché sono giuste per
noi». E le facciamo «subito». E ancora: «L’Ue non è la causa ma la soluzione dei problemi. Quei partiti che
lo dicono sbagliano».
Musica per le orecchie di Angela
Merkel alla vigilia di elezioni europee nelle quali rischiano di trionfare i partiti populisti. E per questo il
premier aggiunge anche che sul lavoro le regole rigide hanno fallito.
Ed è arrivato il momento di “cambiare le regole del gioco, come una
squadra che perde per cinque anni
tutte le partite: è chiaro che deve
cambiare qualcosa». E ancora: «Le
regole ce le siamo date insieme e sono importanti, ma occorre avere la
forza di investire sul grande problema dell’Italia: con le misure di questi anni il rapporto debito/pil è cresciuto al 132% perché, nonostante
l’avanzo primario, il nostro problema è la mancata crescita». Insomma l’Italia rispetterà le regole, ma
questo non significa che ciò che
non ha funzionato non si possa
cambiare.
Chi ha partecipato agli incontri
parla di un’atmosfera “eccellente»,
subito alleggerita dal regalo di
Renzi, che si è presentato con la maglietta del centravanti della Fiorentina, il tedesco Gomez, per la tifosissima cancelliera. E di «grande interesse» per le riforme italiane durante un vertice che ha visto confrontarsi anche sei ministri dei due
governi sui diversi dossier e si è
chiuso con una cena alla quale hanno partecipato anche i vertici di
Confindustria, Enel e Generali.
Perché Italia e Germania, come ha
detto Renzi a fine giornata, puntano a realizzare un «nuovo rinascimento industriale europeo».
«Non siamo figli di un Dio minore,siamo un grande Paese che vuole
da solo fare le riforme», è la convinzione con cui il premier si è presen-
tato all’incontro nello studio della
Cancelliera. Dopo il fischio di inizio, con la consegna della maglia di
Mario Gomez, Renzi ha illustrato,
senza slide, come ha ironizzato nella conferenza stampa finale, il suo
pacchetto di riforme, suscitando,
spiegano fonti di governo, grande
attenzione come già sabato scorso,
a Parigi, da parte del presidente
Francois Hollande.
Renzi ha spiegato alla Merkel che
una politica di sola austerità non
basta, come dimostra il fatto che,
nonostante l'avanzo primario, il debito italiano è cresciuto.
Ma da Berlino Renzi ha mandato
un messaggio molto chiaro anche
all’Italia: il decreto sul lavoro non finirà sotto i colpi dei veti incrociati
in un nulla di fatto. Prendendo a
modello le politiche tedesche sul lavoro, il premier avvisa i sindacati in
primis che si va avanti su modelli di
maggiore flessibilità visto che le politiche dei governi precedenti e regole troppo rigide hanno portato la
disoccupazione al 40%.
|
LE REAZIONI
|
«Pericoloso sfiorare il rapporto del 3%»
In Germania molti bocciano la linea italiana sostenendo
che l’aumento del debito è rischioso in questo momento
di MATTEO ALVITI
BERLINO - Se la cancelliera Angela Merkel non
dice no a eventuali aumenti di spesa che non
rompano il patto di stabilità europeo, e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble promuove l’accelerazione sulle riforme del premier Matteo Renzi, ma «senza rallentare sugli
obiettivi di consolidamento», è il giovane deputato Cdu Marian Wendt a spiegare, senza le
morbidezze delle dichiarazioni ufficiali, cosa
pensi Berlino del piano del nuovo premier.
«Sono molto preoccupato dagli annunci su
un aumento del livello del deficit sul pil, anche a
nome delle giovani generazioni europee. E la
stessa posizione ha il ministro delle Finanze
Wolfgang Schaeuble», ha dichiarato Wendt in
un’intervista all’ANSA. Per il deputato 28enne,
incaricato dal partito cristianodemocratico di
seguire le relazioni con l’Italia dal gruppo parlamentare italo-tedesco del Bundestag, «anche
impegnare la differenza tra il deficit previsto e
il tetto del 3% rispetto al pil è problematico, perché compromette la possibilità di utilizzare un
cuscinetto per affrontare aumenti di spesa imprevisti». Per Wendt se Renzi «si toglie questa
possibilità potrebbe trovarsi costretto a superare i limiti previsti dai trattati. L’anno scorso in
Germania c’è stata un’inondazione e il governo
è dovuto intervenire con fondi straordinari per
8 miliardi di euro. Ma non è solo questo: ci può
essere un rallentamento improvviso dell’economia. Nessuno sa cosa succederà ora con la
Russia. Un bilancio solido si basa anche sul fatto che si possano affrontare spese impreviste.
Questo è il pericolo che vedo» per il futuro dei
progetti del premier Renzi.
Ma non è solo una questione di limiti prescritti dai trattati: «Dal punto di vista delle nuove generazioni non è comprensibile che si facciano
nuovi debiti, in Italia, in Germania, in Francia o
altrove in Europa», rincara la dose Wendt.
«Non voglio insegnare nulla agli italiani - del
resto la Germania, come l’Italia, ha un debito
troppo alto -, ma solo così possiamo dare ai giovani un solido futuro europeo», ha chiosato.
«Fare nuovi debiti per spingere i consumi invece di mettere in campo il rinnovo delle infrastrutture e progetti sostenibili è discutibile».
IL CONFRONTO
Schaeuble insiste, rigore.
Padoan,crescita e lavoro
BERLINO - Niente rinvii sul rigore. Il ministro delle
Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, ieri a colloquio con l’omologo italiano Pier Carlo Padoan,
ha apprezzato lo slancio del governo italiano sulle riforme «per rilanciare la crescita e
creare posti di lavoro». Un primo incontro nel quale l’Italia ha illustrato la propria strategia,
senza dover dare conto di coperture.
Il ministero delle Finanze tedesco ha fatto riferimento alla richiesta che non vi siano rinvii
sul fronte del consolidamento dei conti, attraverso le riforme strutturali. Ma su questo rassicurazioni sono giunte anche dal premier Renzi durante la conferenza stampa. ‘’Non era
un esame’’, hanno poi ribadito fonti italiane, raccontando di come il severo ministro di Angela Merkel abbia mostrato interesse per le riforme che spingeranno la crescita
La Merkel e
Renzi con i
ministri Lupi e
Padoan
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Primo piano
Martedì 18 marzo 2014
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BRUXELLES Il commissario Reding: «La normativa è chiara»
L’Ue stoppa il Cavaliere
Su una sua possibile candidatura alle europee
di YASMIN INANGIRAY
ROMA - La possibilità che Silvio Berlusconi possa essere candidato alle
elezioni europee come capolista nelle
cinque circoscrizioni italiane è sempre più complicata. A gelare oggi le
aspettative del Cavaliere ci pensa Bruxelles. E’ il commissario per la Giustizia Vivienne Reding a stoppare i piani
dell’ex premier: «Non entro in questioni nazionali, ma la normativa europea è molto chiara». Affermazione
che Forza Italia non accoglie bene e alla quale replica con durezza sia nel sottolineare le ragioni dell’ex premier
sia, con Maurizio Gasparri
che spiega: «Non esiste un
centrodestra senza Berlusconi».,
La presa di posizione della Commissione Ue comunque non coglie di sorpresa
Berlusconi,pronto ad alzare ancora il tiro: proseguo
con la mia battaglia - ha ribadito oggi ai suoi uomini dovrà essere evidente il disegno politico per farmi
fuori dai giochi.
Nessuna marcia indietro, anzi l’input inviato da Arcore (Berlusconi resterà a Milano anche domani, è atteso
nella capitale mercoledì in tarda mattinata) è quello di insistere nel portare
avanti la sua candidatura. Una strategia mediatica molto chiara volta, da
parte dell’ex capo del governo in primis, a non spegnere i riflettori in vista
del 10 aprile, giorno in cui il tribunale
di Milano deciderà se affidarlo ai servizi sociali, mandarlo ai domiciliari
oppure in carcere. Per domani è atteso
il pronunciamento della Cassazione a
cui spetterà di confermare o meno i
due anni di interdizione dai pubblici
uffici come previsto dalla sentenza
Domani
la Cassazione
si pronuncerà
sull’interdizione
dai pubblici uffici
L’arrivo di Renzi
a Berlino con il
famoso cappotto
abbottonato male
ma la Merkel
non se ne cura
|
SENATO
SIlvio Berlusconi con la Merkel quando era premier del Governo
Mediaset.
Una decisione che l’ex premier attenderà dunque ad Arcore dove oggi è
stato impegnato per tutto il giorno in
una serie di riunioni con i suoi legali
mentre questa sera ha in programma
una riunione con alcuni fedelissimi
tra cui il consigliere Giovanni Toti.
Al rientro nella Capitale l’ex capo del
governo ha già convocato il vertice del
partito proprio per riprendere in mano il dossier europee. L’idea lanciata
da Daniela Santanchè di una raccolta
delle firme per chiedere la grazia sarebbe stata accolta senza nessuna enfasi da parte dell’ex capo del governo.
Si tratta di un’iniziativa autonoma spiega uno dei fedelissimi di Berlusconi - nè il partito né tantomeno i circoli
sono stati mobilitati. In realtà, raccontano, l’idea di una mobilitazione in vista del 10 aprile resta tutt’ora in campo ed il Cavaliere aveva intenzione di
mobilitare tramite i circoli i militanti
|
|
azzurri: Si deve fare qualcosa, aveva
detto la scorsa settimana in una riunione. Ma certo i tempi non era quelli
pensati dalla Santanchè.
Insomma il pensiero corre ovviamente ai suoi processi, ma questo non
impedisce all’ex capo del governo di
«dire la sua“ anche su Matteo Renzi.
Mentre il premier è a Berlino per un incontro con il Cancelliere Angela Merkel, il Cavaliere al termine di un incontro con il presidente del Comitato Economico e Sociale dell’Unione Europea,
Henry Malosse dirama una lunga nota in cui ribadisce «l’attenzione» di
Forza Italia «al pacchetto di misure
messe in campo dal governo ma avverte: “vigileremo perchè si trasformino
in concreti provvedimenti». Un plauso particolare va poi all’annuncio di ”
una razionalizzazione della spesa
pubblica». Nota dolente invece sono i
tagli alla sicurezza su cui l’ex premier
esprime “preoccupazione».
CAMERA
|
L’Italicum arriva all’esame
Salva-Roma, via all’iter
Ma la priorità resta quella del nuovo bicameralismo
Task force del Pd per il piano di salvataggio del Comune
di GIOVANNI INNAMORATI
ROMA, - L’Italicum arriva
ufficialmente in Senato,
mentre il sottosegretario
Graziano Delrio, detta un
nuovo timing per l’approvazione della riforma: il
braccio destro del premier
Renzi ha infatti accolto la
richiesta di Ncd e minoranza Pd di affrontare prima la
riforma costituzionale del
Senato e dopo
quella elettorale, Questa affermazione ha suscitato sospetti
in Forza Italia
che reclama un
passaggio rapido dell’Italicum
a Palazzo Madama. La prova generale ci sarà oggi in
aula quando si voterà sull’introduzione della doppia
preferenza alle elezioni europee.
Ieri Delrio ha dichiarato
che «la riforma del Senato
ora è la priorità» che richiede una «accelerazione» che
renda possibile la sua approvazione a Palazzo Madama prima del semestre europeo, che comincia il primo luglio. Quello che chiedevano le minoranze del Pd
e Ncd, mentre Renzi voleva
dar spazio prima all’Italicum in modo da approvarlo
entro le elezioni europee del
25 maggio. Certo, Delrio insiste sul fatto che comunque sulla riforma elettorale
non si tiri il can per l’aia, dato che «c’è la ferma determinazione a raggiungere il risultato“; comunque il cambio di timing è evidente. La
scelta, maturata nelle ultime ore, dipende
dal fatto che la
riforma costituzionale che supera il bicameralismo perfetto
è considerata
dai partner europei tra le riforme strutturali necessarie
all’Italia per ripartire. Non
a caso il premier, al termine
dell’incontro con la Cancelliera Angela Merkel ha citato le riforme istituzionali
tra quelle da realizzare «subito» anche se «il nostro
orizzonte è il 2018», data
che rassicura sia i partner
europei che le riforme si faranno, sia la minoranza del
Pd e gli alleati di governo.
L’inversione dell’ordine
del giorno era stata sollecitata anche da Renzo Schifa-
FI in allerta
riforme fuori
dagli accordi
ni (“impossibile riscrivere
le regole elettorali prima di
sapere quale sarà il futuro
di palazzo Madama”). Ma a
scalpitare è ora una sospettosa Forza Italia, anche perché sui contenuti della riforma del Senato, il patto
Renzi-Berlusconi non era
entrato nei dettagli.
di MONICA SAVATTERI
ROMA - Torna in Parlamento il dl Enti locali che
contiene le norme per mettere al sicuro le finanze di
Roma capitale. Il Salva Roma ter, così come è stato soprannominato il dl, arriverà in concomitanza nelle
commissioni congiunte Bilancio e Finanze e in aula alla Camera per il voto delle
pregiudiziali presentate,
tra gli altri, dalla Lega e da
Forza Italia. Dall’altra parte, però, il Pd capitolino e
non, serra le fila per combattere contro «un accanimento verso Roma», ha detto il deputato Umberto Marroni e per assicurare un’approvazione che per il deputato Marco Causi «non è scontata». E non solo.
Ieri sera, in seno
una riunione
del partito, si è
insediata una
task force «che
entro 10 giorni
possa fare una proposta di
piano di rientro da portare
alla cabina di regia», ha sottolineato il capogruppo capitolino Francesco D’Ausilio.
La lotta alla salvezza contabile della Capitale, dunque, viaggia su due binari
paralleli e legati tra loro: da
una parte c’è la corsa alla
conversione del dl in legge,
minata dal fatto che «il problema non è più la Lega contro Roma ma è l’Italia che
non si fida», ha spiegato
Causi, già assessore capitolino al Bilancio nelle giunte
Veltroni, e dall’altra la necessità di varare un piano di
rientro in 78 giorni, condizione necessaria così come
imposta dal Governo all’interno del dl stesso.
A livello parlamentare, il
sottosegretario Giovanni
Legnini auspica «un iter
più sereno» ma, avverte,
«non serve un discorso solo
ragionieristico
perché non bisogna dimenticare che il Governo già aiuta Roma con la gestione commissariale del debito e
se si fa un buon
lavoro Roma potrebbe essere un esempio nazionale di
Spending Review». Fabio
Melilli, relatore in commissione Bilancio, mette in
guardia da «una battaglia
molto dura che ci sarà in aula perché la Lega è già partita». Un percorso in salita,
dunque. Sul fronte capitolino, invece, la vera gatta da
pelare è la stesura di un piano di rientro che riequilibri, anche per il futuro, entrate e uscite delle casse capitoline.
La discussione
non appare
così scontata
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6
Primo piano
Martedì 18 marzo 2014
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IL CASO
Oggi si chiudono
i termini
per le candidature
alla segreteria
regionale democratica
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - L’ennesino tentativo di fare sintesi andato a vuoto. L’ennesima riunione dove la confusione regna sovrana. Il Pd di Basilicata si avvia al congresso regionale in
maniera scomposta e divisa. Non poteva essere diversamente. La sensazione è che le
parti non abbiamo mai avuto seriamente voglia di trovarsi. E sarà una sfida (manca solo
l’ufficialità) tra
Antonio Luongo
(sostenuto da tutta l’area Cuperlo Bersani) e Luca
Braia che rappresenta una parte
dell’area Renzi.
C’è ancora l’incognita Salvatore
Margiotta (anche
lui candidato in
quota renziana)
che ufficialmente
è sempre candidato alla segreteria. Ieri in Direzione per lui c’era Arduino Lospinoso che si è espresso a favore dell’ennesima richiesta di rinvio del
congresso regionale. E ancora potrebbe esserci la candidatura di un altro candidato
dell’area Renzi e cioè di quelli “della prima
ora”. Di certo è candidato anche Dino Paradiso per la corrente che fa capo a Civati.
Ad ogni modo le candidature per la segreteria regionale si
chiudono stasera.
E ieri sera si è
svolta l’ultima Direzione regionale
del Partito democratico di Basilicata prima della
scadenza dei termini. Una riunione ancora più “disordinata” delle
ultime. Già dall’inizio dei lavori: oltre due ore di ritardo con nessuna spiegazione sul perchè.
Poi si è appreso che c’era una riunione in simultanea della Commissione garanzia per il
congresso. Si stava decidendo sulla data delle Primarie e su una modifica del regolamento per consentire a ciascun candidato segretario di presentare più liste collegate e non
una sola. Ma intanto i big presenti (non c’era
nessuno dei parlamentari, non c’era Vito De
Si è discusso
dell’ennesimo
tentativo di rinvio
congressuale
ma da Roma
chiedevano unità
Per quanto riguarda
le date, le primarie
per la scelta
del nuovo segretario
saranno svolte
il 7 o 13 aprile
Un momento della Direzione regionale
del Pd lucano che si è svolta ieri sera
al Principe di Piemonte di Potenza
Il Pd e la sindrome
del rinvio “negato”
Altra Direzione regionale senza risultato unitario:
si va allo scontro tra Luongo e Braia con Margiotta incerto
Filippo e nemmeno Marcella Pittella) iniziavano a spazientirsi. Poi i lavori sono cominciati. Con Piero Lacorazza che ha chiesto di
conoscere i contenuti dell’ultimo vertice avvenuto a Roma tra i leader nazionali e quelli
lucani. Attimi di confusione: nessuno sapeva e nessuno c’era stato. Per uscire dall’imbarazzo, Pasquina Bona (presidente regionale del Pd lucano) ha chiamato al cellulare
di De Filippo. Problemi di rete e altri minuti
di confusione. Alla fine Bona parla con De Filippo e comunica: «Mi ha detto il segretario
che non è stato accordato nessun rinvio perchè non c’èra l’unitarietà sullo stesso rinvio
da parte dei lucani». E subito parte il dibattito con tutti che all’improvviso mostrano di
sapere quello che era accaduto a Roma.
In sintesi ieri comunque si sono contrapposte due posizioni in maniera netta. Lacorazza poi sostenuto da Antonello Molinari e
Vito Santarsiero che chiedavano il rinvio a
dopo le europee e le amministrative per evitare ulteriori scontri e Vito Giuzio (area Antezza - Braia) che si è detto contro un ennesi-
mo rinvio: «Sono tre mesi che rinviamo e non
si è fatto nulla per unire. Ora sarebbe solo
strumentale un altro rinvio».
E così si va a congresso subito. Le Primarie si svolgeranno il 7 o 13 aprile. E tutto fa
immaginare che sarà una sfida senza esclusioni di colpi tra i cuperliani che hanno trovato la sintesi su Luongo e i renziani (probabilmente su due o tre fronti) con Braia in testa che conta sul sostegno dei Pittella.
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L’EDITORIALE
IL PRESIDENZIALISMO PRETERINTENZIONALE DI PITTELLA
segue dalla prima
di LUCIA SERINO
politico, agendo in buona sostanza
sul modello di un “presidenzialismo preterintenzionale” per usare
un'efficace sintesi spesso usata da
Ilvo Diamanti, corre il rischio di
trovarsi prima o poi davanti al muro dell'isolamento consiliare. Al
nuovo segretario regionale dovrebbe essere affidato il compito di provare la tecnica dei vasi comunicanti: il partito dovrebbe essere chiamato a sostenere le scelte del presidente, il presidente dovrebbe “cedere” una parte del suo leaderismo
(anche i quattro assessori esterni
ne sono un'espressione) per arrivare a un equilibrio come mediazione
necessaria per raggiungere gli
obiettivi di governo.
E' verosimile che questo possa accadere? Ma, soprattutto, è necessario? Ed è immaginabile vista la ra-
dicalità di cambiamento comportamentale che ha introdotto Pittella?
Il centrosinistra che ha radice nei
partiti di massa è, per sua natura,
refrattario al personalismo. Per
stare alla Basilicata Pittella ripete
spesso di non essere un monarca
ma di cercare condivisione. Nei fatti, con la doppia legittimazione popolare accumulata, agisce da solo,
facendone una risorsa politica.
Esattamente come Renzi. Buona
parte del partito non gli perdona la
scelta degli assessori esterni, ancora attende le motivazioni della scelta, parte dal principio della corresponsabilità intesa a mio avviso in
maniera troppo utilitaristica: e cioè
la responsabilità per investitura. In
pratica: io, presidente, ti attribuisco una funzione e tu, in quanto investito da questa funzione, sei perciò stesso responsabile e, dunque,
mi supporti.
Questo schema di rapporto tra par-
tito e governo ha un limite: non tiene conto della “democrazia del pubblico” che sta soppiantando la forma classica della democrazia rappresentativa. Pittella, saltando la
mediazione di tutti (media, partito),
ha disintermediato il rapporto con i
cittadini, sfruttado la sfiducia di
questi verso la politica, per superare le trappole del suo stesso partito.
Non so in quale misura in maniera
strategica, nei fatti, osservandolo,
agisce così, secondo una contemporaneità comunicativa dalla quale,
credo, non prescinderà più per tutta la durata del suo mandato. Il Pd
aspetta che faccia errori (anzi già
gli contesta numerosi errori, tutti
riconducibili alla mancanza di corresponsabilità), lui teme di farne.
In realtà quell'equilibrio compensativo tra le varie anime del Pd al
quale eravamo stati abituati nei due
mandati di De Filippo troppo spesso si erano rivelati inabilitanti rispetto alla velocità di una decisione.
Sin dall'inizio del suo mandato è
stato chiaro che Pittella (sfruttando il dato che la Rete è accessibile e
sempre più frequentata) ha tentato
di sovvertire la sfiducia nei partiti
trasformandola in fiducia personale. Le resistenze sul suo cammino
sono moltissime. La vera debolezza
della sua azione, più nella mancata
corresponsabilità, è – al contrario –
proprio nell'incertezza di un leaderismo compiuto rispetto ad alcune
scelte che sembrano evidentemente
dettate da un'impronta personalistica che è sinonimo di compensazione elettoralistica (vedi le nomine, il sostegno a Braia sulla segreteria regionale). Bisognerà vedere se
arriverà al fatale compromesso, come ha fatto Renzi sulle nomine dei
sottosegretari, ad esempio. Una cosa, però il Pd e il futuro segretario
devono imparare ad accettare: la responsabilità sulle emergenze eccezionali e strutturali passa sicuramente attraverso il coinvolgimento
di tutte le forze politiche, ma non ba-
sta più. C'è un contesto allargato di
verifica del consenso che è praticamente quotidiano, che passa attraverso il rapporto diretto che il governatore ha con i cittadini. E' una
piazza permanente. A volte gli va
bene, altre volte no, come è successo
ieri pomeriggio. Ma se una decisione politica non può essere condizionata dal thread che apre una discussione digitale o da una contestazione di piazza, è altresì vero che
qui Pittella radica la sua maggioranza occulta. Alla quale presenterà il conto di un eventuale ostruzionismo: io ho cercato di fare, dirà, sono loro che me l'hanno impedito.
Il nuovo segretario regionale del Pd
è chiamato a un compito arduo per
la Basilicata: uscire dal dissenso
sottinteso. Partecipando né per induzione né per investitura, ma per
proposizione attiva ed autoprodotta. L’unico modo per capovolgere il
metodo Pittella dicendogli: noi pensiamo di fare così, è tu?
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Assemblea regionale di Forza Italia 2.0 con Fitto e Latronico
FI si ripresenta a Potenza
L’obiettivo è sempre lo stesso: riuscire a battere il centrosinistra
di MICHELE RUSSOMANNO
I lavori della riunione forzista (Foto Mattiacci)
|
LA RISPOSTA
|
A Restaino quel che è di Restaino
A me quel che è mio
A ciascuno il suo
Nel mestiere del giornalismo non si smette mai d'imparare. Figurarsi in quello di
direttore di testata che decide la linea dei
suoi giornalisti condividendola (per come l'ho intesa sempre io) con la sua comunità' di lettori.
Ho letto e apprezzato lo stile con cui Erminio Restaino ha commentato il suo recente proscioglimento da ogni ipotesi di
reato per i gravi fatti che riguardano la vicenda dell'inceneritore Fenice di Melfi.
Nel corso di questi anni, spesso abbiamo
incrociato le lame della polemica con Restaino, adoperando lessico pungente, per
difendere posizioni antagoniste dal punto di vista politico, manifestando sempre
però reciproco rispetto personale.
Del senno del poi sono lastricate le strade del mondo, ma è giusto e utile (al mestiere del giornalismo e alla mia coscienza) analizzare alcune questioni, visto che
mi chiama in causa.Condussi, è vero, una
campagna di stampa sulle dimissioni dell'assessore regionale all'Ambiente. Ne ho
anche rivendicato spesso il risultato. Ma
non ho mai espresso posizioni giustiziali-
di NINO D’AGOSTINO
POTENZA - La impostazione della
organizzazione del personale era
certamente uno degli atti più significativi, su cui valutare la voglia di
cambiamento del presidente della
giunta regionale, Marcello Pittella.
È di tutta evidenza che c’è un profondo malessere organizzativo alla
Regione Basilicata, lo denuncia periodicamente la stessa dirigenza, lo
dimostrano tutti gli indicatori economici e sociali, lo stesso metodo
operativo, basato sui compartimenti - stagno, sulla distribuzione a
pioggia degli interventi. La politica
e la burocrazia hanno da sempre finalizzato la spesa pubblica a garantire la loro sopravvivenza, l’interesse generale viene considerato un
optional.
Il governatore si è limitato a rassicurare l’apparato, provando a responsabilizzarlo, dicendo nell’incontro avuto che “ la nuova regione
dipende da voi”, una espressione demagogica che non va al nocciolo del
problema. Ho l’impressione che
avremo qualche spostamento dei
funzionari da una stanza all’altro o
da un fabbricato all’altro. La (ri)or-
ste. Ho sempre rappresentato un punto di
vista squisitamente politico dal punto di
vista delle responsabilità' che in quel momento emergevano sulla vicenda che al
netto dei verdetti, resta una macchia nera
per l'ambiente violentato, per l'inganno
pubblico e per il clientelismo spinto. Era,
e forse è ancora, il punto di vista di molti
lucani. Non posso però trascurare il dato
che Erminio Restaino e' stato prosciolto
"per non aver commesso il fatto". Me ne
compiaccio per la sua persona e per il suo
ruolo politico. Sono sempre stato ai fatti
mettendoli in fila per come atti e dialettica
in atto senza subire alcun condizionamento esterno di nessun tipo. Un giornale innanzitutto racconta fatti che non inventa. Nelle analisi tiene in campo le opportunità del momento. A Restaino posso
dire mi spiace per quello che ha patito.Oggi quelle vicende non mi sembrano
consumate e provocano ancora sussulti.
Il giornalismo onesto medita sempre
sul suo comportamento. Spero vivamente che la buona politica faccia altrettanto.
PARIDEO
tive e creare finalmente infrastrutture».
«Dall’ultima volta in cui venni in BasiliPOTENZA - Dopo il rinvio dello scorso 6 cata – ha detto dal canto suo Raffaele Fitto –
marzo si è tenuta ieri pomeriggio, a Poten- nulla è cambiato. Le forze politiche susseza, l’attesa assemblea regionale di Forza guitesi al governo in Italia non hanno mai
Italia, con grande afpiù parlato di Sud»; e
fluenza d’iscritti, simancora, riferendosi al
patizzanti e curiosi,
nuovo presidente del
accorsi al Park Hotel
Consiglio Matteo Renper ascoltare, tra gli
zi: «L’unica reale azioaltri, i big Cosimo Lane messa in campo fitronico, Raffaele Fitnora è stata l’aumento
to e Nicola Pagliuca.
della tassa sulla prima
Un summit per concasa».
tarsi anche, per capi«Quello che ci riserre, a ridosso delle imva il futuro - ha conminenti consultaziocluso l’ex ministro mini amministrative nel
nistro per gli Affari
capoluogo di regione,
Regionali del Gover«se un’alternativa al
no Berlusconi - non
centrosinistra è davpossiamo saperlo ma è
vero possibile anche
bene ricordare che olin Basilicata».
tre un milione di itaPerchè Potenza, è
liani crede ancora in
emerso, «rappresenBerlusconi e a queste
terà un banco di prova
persone dobbiamo daimportante, una bat- Sopra Cosimo Latronico in primo piano davanti re delle risposte».
taglia da vincere; un a Raffaele Fitto. Sotto la platea al Park Hotel
«Il progetto di dar
momento fondamenvita al polo dei modetale nella storia di
rati e dei liberali nel
Forza Italia in Basilisolco della tradizione
cata».
del popolarismo euro«L’assemblea odierpeo alternativo alla sina - ha detto il coordinistra, è la cifra che ci
natore regionale del
contraddistingue e ci
partito e deputato Corende attrattivi pressimo Latronico - rapso larga parte d’elettopresenta un momenrato», ha detto ancora
to di ripartenza per la
Latronico, «la nostra
ricostruzione di Forposizione - ha poi
za Italia in Basilicata.
concluso - è quella di
Il nostro obiettivo è
una forza d’opposiquello di realizzare
zione responsabile
una presenza in tutti i
nel Paese e in Basili131 comuni della recata; in grado di metgione per offrire uno
tere al centro della
spazio di partecipasua iniziativa politizione politica che
ca l’interesse suprepunti a costruire
mo della nazione e
un’alternativa al sidella regione. In Itastema di potere che da
lia contribuendo a
troppo tempo, e con rirealizzare un disesultati poco lusingno di riforma istitughieri, governa la nozionale per uno Stato
stra regione».
più snello e amico dei
«La rinnovata policittadini, in Basilicatica di Forza Italia per
ta stimolando le forla Basilicata - ha aggiunto Latronico - sarà ze di governo a passare da una politica didi servizio alla comunità attraverso una ri- stributiva ed assistenziale ad una prodefinizione dell’utilizzo delle varie risorse, grammazione che stimoli le risorse creatibonus carburante e royalties del petrolio in- ve di cui la regione dispone».
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nanzitutto, per rilanciare le attività produt-
Latronico: «In Basilicata
dobbiamo ridefinire
l’utilizzo del bonus benzina
e delle royalties del petrolio
L’INTERVENTO
E resta il malessere organizzativo
ganizzazione richiede ben altro:
non può non fare i conti con la complessità organizzativa, per dirla
con Morin, che è fatta di molteplicità separate, di connessioni e di antagonismi negli assetti funzionali da
conciliare. Prima di chiamare a responsabilità i funzionari, il governatore avrebbe dovuto parlare del
malessere organizzativo che attiene soprattutto alla potere dominante. Avrebbe, per esemplificare, dovuto impegnarsi a nome della stessa Giunta a non interferire sulla nomina dei vari dirigenti degli uffici,
lasciando liberi i direttori generali
di scegliersi i collaboratori, perseguendo su questa strada finalmente la divisione dei compiti tra funzione politica e funzione amministrativa. Avrebbe dovuto invitare tutti a
superare il famigerato metodo accennato in precedenza. Avrebbe dovuto manifestare l’intenzione di avvalersi di un nucleo di valutazione
del personale esterno all’Ente re-
gione di caratura internazionale, al
cui giudizio vincolare parte della retribuzione e la riconferma negli incarichi.
Avrebbe dovuto annunciare il
proposito di utilizzare il suddetto
nucleo per individuare gli obiettivi
anche quantitativi da assegnare al
personale, chiarendo una volta per
tutte di avere l’intenzione di acquisire consenso, non sulla base di una
organizzazione clientelare, ma attraverso risultati tangibili di sviluppo socio-economico. Ma avrebbe
dovuto prioritariamente chiamare
una agenzia di grande professionalità per fare un check up della macchina organizzativa, logorata e demotivata da decenni di disconoscimento dei meriti e delle professionalità che pure ci sono all’interno
della regione, ma che per affermarsi debbono mettere “il ciuccio dove
vuole il padrone” e quindi rinunciare alle proprie prerogative di intelligenza e di servizio per il bene collet-
tivo. La valutazione della organizzazione è talmente strategica che
non può essere affidata a qualche
consulente improvvisato.
D’altro canto, non mi risulta che il
personale nell’incontro avuto col
presidente abbia posto il tema della
propria autonomia funzionale, per
usare un eufemismo. Da entrambi i
fronti, non c’è stato alcun tentativo
di dare un nuovo senso alla organizzazione regionale. Si è in sostanza
sprecata un’altra occasione per riformare la regione, nonostante ce
ne fossero le premesse: la annunciata riduzione del 20% della dirigenza
e del 10% del personale operativo, la
riduzione degli assessorati, la necessità del riordino degli enti strumentali, la previsione dell’abolizione delle province. I dg come numero
sono rimasti 7, per i primi incarichi
di riorganizzazione degli enti strumentali sono state individuate figure esterne, delegittimando anche
l’apparato amministrativo e non
soltanto il ceto politico regionale,
con la scelta in Giunta di tecnici
esterni alla regione, in controtendenza, peraltro, con i criteri messi
in campo da Matteo Renzi.
Non c’è stato dunque alcuno
shock organizzativo. Ai vertici regionali sono stati insediate in prevalenza persone di seconda fila, con
requisiti talvolta improbabili nel
merito e nella forma. Circolano i soliti nomi delle famiglie che risalgono alla corte colombiana: si tratta di
predestinati che si sapeva fin dalla
loro nascita che sarebbero diventati
dirigenti, passando da un ente all’altro. A cui si sono aggiunti altri
come conseguenza di sostegni avuti nelle primarie del Pd e nelle elezioni regionali. Non c’è stato bisogno
di ricorrere nemmeno ad alcun disegno gattopardesco. Il presidente
Pittella ha garantito sostanzialmente la continuità col passato nel
metodo, nei programmi e nelle persone selezionate. Se ci si pensa bene,
non poteva fare altro, data la sua caratura politica, il tipo di consenso
avuto, l’esperienza, di cui avvalersi,
offerta storicamente dal ceto politico per conservarlo.
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AMBIENTE
Petrolio: contestazioni e insulti contro governatore,
sindaco e il dirigente Eni, Ruggero Gheller
Bagarre a Marsico
Pittella costretto
ad andare via
Il presidente su facebook: «Avrei ascoltato tutti
Sono veramente dispiaciuto per quanto accaduto»
di ANGELA PEPE
la. Come in un ring di periferia. Tra i più
bersagliati il sindaco Vita, il responsabile
MARSICO NUOVO – Tra fischi e insulti. del distretto Meridionale Eni di ViggiaPer qualcuno, anche maleducazione. no, Ruggero Gheller e il presidente PittelQuesto è stato l’esito del breve incontro la.
che si è svolto ieri pomerigQualcuno dalla platea ha
gio, presso il liceo Scientifi- CENTRO OLI
iniziato a inveire per non
co di Marsico Nuovo. Conteaver invitato, a quanto dire
stazioni così fragorose che
dagli stessi attivisti “gli
hanno spinto il presidente
scienziati”
(riferimento
Pittella, e i due assessori
chiaro al non convocazione
Berlinguer e Liberali ad abdella professoressa Albina
bandonare il tavolo dei relaColella e del geologo Ortolatori.
ni).
Una gazzarra che non ha
Il governatore ha tentato
risparmiato nessuno. Il tutpiù volte di prendere la pato si è svolto nel giro di dieci
rola, ma dalla sala subito
pochi minuti. Neanche il
un’altra voce si è alzata per
tempo di far prender il micontestarlo e insultarlo. I ficrofono ai relatori, che suschi e le contestazioni sono
bito sono partiti gli insulti,
diventate man mano più
le offese verbali da parte del
pressanti, tanto da far deciresponsabile del Comitato
dere al presidente di abban“No al pozzo Pergola 1”, Madonare l’incontro e all’amrio Colella incitato da alcuministrazione di sospendeni esponenti dei penta stelre il convegno. Un rammalati di Potenza e della zona, e
rico da parte di chi voleva
del movimento No Triv Valascoltare e non ha potuto.
lo di Diano. In sala era preQualche ora dopo, il presente anche il candidato
sidente Pittella, così compresidente alle scorse rementava sui social netgionali del candidato presiwork: «Mi dispiace per codente, Nicola Pedicini.
me sia andato a finire l'inUna contestazione evicontro con la cittadinanza.
dentemente preparata per
Sul tema delle estrazioni pel’occasione, con volantini e POTENZA - Un «adegua- trolifere e del Pozzo Pergola
manifesti a seguito, inne- to» sistema di allarme per 1, avrei ascoltato le opinioni
scata già nel pomeriggio su avvertire, in caso di peri- di tutti e mi sarei aperto al
Facebook, con un messag- colo, gli abitanti nell’area confronto, come sempre.
gio preciso che circolava da del centro Olio di Viggiano Ma tutto ciò mi è stato impeparte della professoressa (Potenza), e attività di for- dito ed è stato impedito a
Albina Colella (non presen- mazione e informazione tutti i relatori presenti. Sote): «Attenzione lucani – re- sui dati ambientali, sui li- no davvero molto dispiaciucitava il suo post - all'incon- vello di inquinamento e to».
tro di Marsico Nuovo del 17 sulle “misure di autoproteMentre alcuni presenti,
Marzo 2014 sul pozzo pe- zione e sulle norme com- che avrebbero voluto lo
trolifero Pergola 1 organiz- portamentali da assumere svolgimento dei lavori,
zato senza contradditorio! in caso di emergenza”.
hanno commentato: «QueSono alcuni dei punti del sta non è democrazia. TraPotrebbe essere funzionale
all'obiettivo, e cioè risultare Piano di emergenza ester- sformare un incontro in
come pubblica audizione no dello stabilimento indu- una rissa, impedire a qual(ma di cittadini disinforma- striale del Centro Olio, ag- cuno di parlare non è demoti), così come prevista dal- giornato dopo un’attività di crazia».
l'art 14 della legge 47/98 informazione e consultaParole di amarezza anche
che regolamenta la VIA zione per i residenti nella da parte del vice sindaco di
(Valutazione di Impatto zona, e approvato dal Pre- Marsico Nuovo, Mina SasAmbientale). Così come è fetto di Potenza. Il conte- sano, che ha spiegato:
già accaduto al pozzo Alli 2. nuto del nuovo Piano sarà «L’incontro era stato orgapoi presentato nel corso di nizzato per affrontare e diCi siamo intesi?».
Insomma una vera esor- una serie di incontri a Vig- scutere delle tematiche amtazione ad affilare le armi, giano e a Grumento Nova bientali e salutari della noper far ostruzionismo a tut- (Potenza) nelle prossime stra zona.
ti i costi. Così è stato. Dopo settimane.
L’amministrazione non è
un minuto dall’intervento
la contro parte, anche perdel primo cittadino, Domenico Vita, il via ché io sono e vivo a Marsico Nuovo da oltre
alle “ingiurie” e agli slogan alternati che 40 anni con i miei figli. Il tutto –ha concluhanno coperto le parole del sindaco.
so - è stato strumentalizzato da poche per«Andate via», «Venduti», «Il pozzo Per- sone e per alcuni non sono neanche di
gola 1 non si farà mai». Offese verbali pro- Marsico Nuovo».
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venienti da alcune persone presenti in sa-
Il prefetto approva
il piano
d’emergenza
esterno
In alto il tavolo
dei relatori prima
della
sospensione dei
lavori e in basso
le constestazioni
nella sala del
Liceo di Marsico
che ospitava
l’incontro sul
pozzo
“Pergola 1”
|
VAL D’AGRI
|
I consorziati dell’ente di bonifica chiedono chiarimenti
«Metà diga per le attività estrattive
Chi controlla e paga l’acqua?»
NON ci sono solo gli agricoltori della zona a prelevare l’acqua dalle vasche del
Consorzio di bonifica della Val d’Agri. Da
anni le autobotti delle società del petrolio
se ne riforniscono per le attività estrattive.
Ma ora i consorziati e gli utenti dell’ente di bonifica chiedono chiarimenti. Innanzitutto vorrebbero conoscere la deliberazione del Consiglio di
amministrazione o altro
documento ufficiale con
cui si sono state autorizzate le diverse ditte che prelevano acqua dalle vasche
consortili ai fini delle
estrazioni petrolifere, ad
effettuare il prelievo; di
quali ditte si tratti e copia
copia del contratto stipulato con esse.
Inoltre, si chiedono chiarimenti sui
quantitativi giornalieri autorizzati ed in
quali vasche sia stato autorizzato il prelievo.
E su chi controlli, e con quali strumenti, il quantitativo giornaliero prelevato
ed in che modo. Infine, quanto costi alle
ditte suddette il prelievo dell’acqua (euro/m3 prelevato).
«La richiesta- si legge nella nota invia-
ta alla stampa - viene fatta in considerazione dell’importanza vitale della risorsa
acqua nel consumo umano e nelle attività
agricole, del costo notevole che i consorziati devono sostenere per il consumo
dell’acqua. E considerato che, facendo i
dovuti calcoli, ci sarebbe un consumo di
42 milioni di metri cubi di acqua pulita, il
totale sarebbe pari circa la metà del contenuto della diga del Pertusillo nelle condizioni medie di riempimento».
In più - sottilineano in
consorziati - bisogna tener
conto delle trattative per
l’aumento delle estrazioni
in Val d’Agri, prima a
129.000 barili/giorno e poi
probabilmente a 180.000
barili al giorno, con un
raddoppio dei barili prodotti e lavorati e quindi delle quantità di
acqua necessarie e con la consegna ai petrolieri ogni anno di un quantitativo di
acqua pulita pari all’intero invaso del
Pertusillo,
Infine chiedono di conoscere quale piano sia stato effettuato per la fornitura in
futuro , ed a quale costo, di tutta questa
preziosa risorsa-bene comune dell’intera
valle.
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9
Sul rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale
Il Tar boccia Fenice
«Ma la Regione decida per il 14»
di MARIATERESA LABANCA
SONO due le novità importanti che ha
stabilito il Tar di Basilicata in merito al
ricorso presentato da Fenice Ambiente
srl contro la Regione, sui ritardi relativi al rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale. Innanzitutto, secondo i giudici amministrativi, il ricorso
della società che gestisce il termodistruttore di Melfi contro la nota con cui
gli uffici di viale Verrastro, in risposta
alle sollecitazioni e alla successiva di
Fenice, prendevano ulteriore tempo
per la valutazione dell’istanza, è inammissibile in quanto il documento del Dipartimento ha “esclusiva valenza informativa” e “priva di ogni rilevanza
ai fini dell’obbligo di concludere il
procedimento”. Quindi non ha effetti lesivi. Ma soprattutto il Tar
fissa un termine ultimo entro cui
la Regione dovrà “chiudere la pratica”. Al massimo entro il 14 aprile
la Giunta dovrà decidere se rilasciare o meno l’Autorizzazione.
Questa la scadenza ultima per
esprimersi su una richiesta datata al lontano 2006. Un tempo eccessivamente e ingiustificatamente lungo, aveva sottolineato la società nel suo ricorso, ribadendo il grado
di collaborazione «sempre garantito alle istituzioni locali». Ma seppure siano
già passati otto anni, le motivazioni di
Fenice, secondo il Tar sono inammissibili. Perché se è vero che dal 2006 il periodo massimo di 150 giorni (prorogabile a 180) stabilito dalla normativa entro cui l’Ente avrebbe dovuto esprimersi, è scaduto già da un bel pò, è decorso
anche il termine fissato al massimo in
un anno riconosciuto all’azienda per
impugnare il silenzio. Ma il Tar fa anche un passaggio aggiuntivo. Stabilendo sostanzialmente la correttezza dell’orientamento della Regione che ha
preso ulteriore tempo con un supplemento di istruttoria, sulla base delle ulteriori prescrizioni indicate dal Consiglio regionale. Che in pratica ha chiesto
alla Giunta che nell’Aia siano pure previste “la sua decadenza al verificarsi di
Il Comitato
di Lavello
chiede
che venga
respinta
Il termodistruttore di Melfi
circostanze di pericolo per la salute delle popolazioni interessate o per l’ambiente”, e “un quadro prescrittivo organico che codifichi le modalità di esercizio dell’impianto, i controlli da effettuare, i sistemi di monitoraggio da realizzare e le modalità ottimali di informazione alla popolazione”. E siccome - ribadisce il Tar - le autorizzazioni ambientali coinvolge rilevanti interessi
pubblici e non attengono alla mera gestione amministrativa, tenuto conto
delle novità importanti menzionate dagli uffici regionali nella nota impugnata da Fenice, il termine riparte dalla data della diffida di Fenice, ovvero 14 novembre del 2013. Per cui, tenuto conto
del periodo di 150 giorni, la Regione dovrà esprimersi entro il 14 aprile prossimo. Una sentenza accolta positivamente dal Comitato per il diritto alla salute
di Lavello, che più volte aveva sollecitato la Regione a pronunciarsi sulla richiesta di Fenice. Che per il Comitato
non puù che essere una bocciatura. «Visto che - spiega il presidente del Comitato, Nicola Abbiuso - Fenice continua a
inquinare. Non ci sono quindi le condizioni per il rilascio dell’Aia. E ora a questo si aggiungono le testimonianze dei
lavoratori sugli standard di sicurezza
con cui si lavora all’interno dell’inceneritore».
Regolamento urbanistico, il Tar contro l’amministrazione di Avigliano
Mini eolico: «I comuni devono
attendersi ai limiti nazionali»
AVIGLIANO - Dal Tar di Basilicata arriva
una sentenza molto importante in fatto di
mini eolico. I comuni non possono porre
limitazioni e divieti in atti di tipo programmatorio o pianificatorio per l’installazione di impianti più restrittivi di quelli
previsti dalle norme nazionali e comunitarie: è questo il principio di base fissato
dalle linee guida del decreto ministeriale
del 2010, sulla base del quale il Tar ha accolto il ricorso della società Ingegneria
Nuove Energie srl contro il Comune di
Avigliano. Una sentenza che in pratica
annulla l’integrazione al regolamento urbanistico cittadino con la quale l’amministrazione aveva inserito una serie di prescrizioni aggiuntive rispetto alle previsioni delle normative nazionali, e recepite
dalla Regione con il Piano energetico regionale per gli impianti di potenza compresa tra i 20 e i 200 chilowatt e quelli fino
a 20 Kw.
Articoli approvati con delibera dello
scorso giugno, sulla base dei quali il Comune aveva rigettato l’istanza presentata
dalla società di Marsico Nuovo per la realizzazione di quattro aerogeneratori con
potenza di 60 Kw, in quanto - sostengono
gli uffici comunali - “non compatibile con
le previsioni del regolamenti urbanistico”.
Uno strumento integrativo con cui, nel-
le intenzioni del Comune, si è cercato di
“difendere il territorio dal numero crescente di istanze relative all’installazione
di impianti di produzione di energia elettrica da fonti eoliche”. Ma il giudice amministrativo ha accolto tutti rilievi mossi
nel ricorso della società curato dagli avvocati difensori della Igegneria Nuove energie, Carmine Bencivenga e Vittorio Micocci. Che in pratica hanno contestato che
non fosse di competenza del Comune stabilire limiti di distanza superiori a quelli
previsti dalle linee guida generali nazionali.
E che in generale ci fosse un eccesso di
potere da parte dell’amministrazione comunale, in quanto le previsioni del Regolamento urbanistico contrastano con
quanto stabilito dal normative nazionali e
comunitarie. A nulla sono valse le ragioni
del Comune, che ha cercato di sostenere
l’infondatezza del ricorso.
«Risulterebbe assolutamente irrazionale - si legge nella sentenza del giudice
amministrativo - un ordinamento giuridico che consentisse ai Comuni, come accaduto nella specie, di prevedere condizioni più rigorose per gli impianti con potenza nominale fino ad 1 MW di quelle stabilite dalla normativa comunitaria, statale e regionale per gli impianti di potenza
superiore ovvero che autorizzasse i Co-
Un impianto
di mini eolico
muni, che al pari di altri enti partecipano
alla Conferenza di servizi propedeutica al
rilascio dell’autorizzazione unica ex art.
12 D.Lg.vo n. 387/2003, a formulare in
via unilaterale una disciplina peggiorativa rispetto a quella di rango legislativo e/o
regolamentare di livello nazionale, che
gli altri Enti devono forzosamente accettare senza avere la possibilità di esprimere il proprio parere».
Di fatto, quindi, il Tar, oltre ad accogliere il ricorso della società in questione, le
cui istanze, quindi verranno valutate in
base a quanto previsto dalle linee guida
nazionali, annulla gli articoli 154 bis e
172 integrativi del regolamento organi-
stico e i provvedimenti collegati.
Una sentenza che non riguarda solo il
caso specifico del ricorso della Ingegneria Nuove Energie, visto che l’amministrazione comunale non potrà più bocciare le istanze sulla base di quelle previsioni
del regolamento urbanistico, tra l’altro
approvate senza il coinvolgimento dei cittadini e degli altri enti a cui è affidata la
competenza della pianificazione.
E che potrà costituire una base di orientamento anche per iniziative analoghe da
parte di altri comuni in materia di mini eolico.
marlab
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AMBIENTE
Martedì 18 marzo 2014
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Ieri l’ennesima protesta del gruppo di disoccupati di Gallicchio
Chiedono l’assunzione nelle aziende attualmente su Tempa Rossa
Chi c’è dietro la Quinta Colonna
Tramite la mediazione del sindaco hanno ottenuto la promessa di un tavolo alla Regione
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA – In copertina
della loro pagina facebook
spicca l’immagine di un romanzo, “Quinta Colonna” di
Graham Greene. Racconta
la storia di un uomo finito
nelle spire dello spionaggio
nazista nella Londra del
1942. Ma di connessioni
“politiche” o fantapolitiche
(visto il tono del romanzo)
con il gruppo Quinta Colonna Lucana di Gallicchio non
ce ne sono. Certo potrebbe
venire in mente la “Quinta
Columna” dei franchisti sostenuti dal fascismo in Spagna, o il termine generale di
“gruppo militare” nato per
favorire il nemico. Eppure
non c’è nulla di tutto questo,
perché dietro questo movimento si celano i disoccupati di quell’area, gli stessi che
da mesi, più precisamente
da dicembre mese della formazione del movimento, si
riversano spesso per strada
con un chiaro obiettivo: convincere la Total e le aziende
che operano sulla concessione di Tempa Rossa per la costruzione del centro oli ad
assumere i disoccupati di
Gallicchio, attualmente esclusi dall’accordo
ministeriale sulla concessione,
che prevede assunzioni lucane
su tutti i livelli.
E sono loro che
per una settimana hanno
messo in pratica cortei e proteste, incassando anche l’appoggio del sindaco di Gallicchio, Pasquale Sinisgalli,
che per ora è riuscito a strapopare soltanto la promessa
di un tavolo in regione che
possa rivedere quantomeno
gli accordi presi con le altre
aziende.
Ma di queste 50 persone,
alcune con precedenti anche
utili alla questione, due di loro per esempio hanno lavorato per compagnie petrolifere in Basilicata, sono quella parte di regione che cammina a fatica e deve affrontare il dramma della disoccupazione nella propria terra.
Ieri mattina dieci di loro si
sono trovati sulla strada
provinciale 103, nel comune
di Corleto Perticara, posizionati all’incrocio che porta a
Guardia Perticara. L’ennesima protesta che suona soprattutto come una richiesta: lavoro, assunzioni, garanzie per il futuro. Ma diciamo che la concertazione
con le aziende private che lavorano all'interno del cantiere di Tema Rossa è piuttosto difficile, perché a loro in
questo momento spetta,
eventualmente, lavorare su
qualche assunzione. Con la
Total si potrà ragionare dopo, a lavori consegnati.
Ma per capire anche la ragione di questo movimento
bisogna tenere in considerazione il fatto che si definiscono un gruppo «apolitico»
che, di fatto, cerca di tenersi
Alcune foto
delle proteste
del
movimento
“Quinta
Colonna”
svolte in
questi ultimi
mesi nell’area
di Corleto
alla larga da eventuali “protettori”. E non si tratta neanche di un gruppo con marcate caratteristiche ambientaliste o anti-petrolio. Qua si
parla di necessità primarie:
lavoro e basta, garanzie per
il futuro.
Ieri sera il gruppo si è anche riunito per fare il punto
della situazione,
ma c’è da tenere
presente che almeno ora si attende la possibilità quantomeno
di poter incontrare qualcuno
in regione ed
esprimere le perplessità sulla questione assunzione, riservata esclusivamente a
quei comuni che si trovano
effettivamente nella concessione Tempa Rossa. Gallicchio è uno di quei comuni esclusi, ed è
proprio questo il
problema principale. Dopo la 5 giorni
di proteste di febbraio comunque il
movimento cerca di
tenere insieme le varie anime che lo
compongono. Il problema principale sta
in un altro fatto: Total aveva pensato di
utilizzare i lavoratori di Gallicchio in
un’altra concessione, “Grotta Salice”,
ma non fece i conti
su una possibile, così come è stato, mancata autorizzazione.
Il problema adesso è
quasi tutto nelle mani del sindaco che effettivamente è l’uomo deputato a “contrattare” con le
grandi multinazionali petrolifere e la
Regione stessa. Le
richieste restano tutte indirizzate alle assunzioni e, nel
caso specifico di Total, aggiungono una componente
in più, la necessità di formare
questi
disoccupati.
Un’impresa
complicata,
senza un sostegno.
[email protected]
Alcuni di loro
sono già
specializzati
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|
LA DICHIARAZIONE
|
Eni: «Nel 2013 spesi
90 milioni in formazione»
POTENZA - Eni ha investito nel
2013 più di 90 milioni di euro in
master e corsi di alto livello. E’
quanto si legge in una nota di
Eni. La società, si legge nella nota «ha investito complessivamente in formazione nel 2013,
sia per i propri dipendenti che
per la progettazione ed erogazione di master e corsi di alta formazione in partnership con le Università, più di 90 milioni di euro,
con un aumento degli
investimenti superiore al 25% negli ultimi
2 anni (dato ancor più
apprezzabile in un
contesto economico
generale molto difficile)».
«Sono più di 4 milioni le ore di formazione
erogate nel 2013 - prosegue il comunicato l’investimento in formazione medio per dipendente nel 2013 si è
attestato su un valore
superiore a 1.000 euro pro-capite, dato superiore alla media di
settore».
«In Eni - continua il
comunicato - la formazione sostiene lo
sviluppo del business
e della persona a livello globale, anche in
aree di frontiera, quali l’Iraq o il Mozambico. I contenuti spaziano a 360 gradi da
aspetti tecnici relativi
alla perforazione e al project management o all’ingegneria dei
giacimenti, fino alla negoziazione internazionale, alla leadership, a temi di etica e compliance
e di sicurezza operativa, estremamente importanti per la complessità dei nostri siti produttivi.
Sono circa 180 le borse di studio
L’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni
assegnate mediamente da eni
ogni anno a studenti italiani e
stranieri. Si tratta di un impegno
rilevante che traduce in pratica il
valore che Eni annette al merito».
«E' un impegno - prosegue la
nota di Eni - che trova origine storica nella volontà di Mattei, che
già nei primi anni di
vita di Eni investì in
maniera significativa
sulla formazione e sul
merito con una serie
di iniziative che negli
ultimi anni sono state
rinnovate e ulteriormente potenziate. Mediamente circa 50 di
queste borse di studio
sono assegnate per la partecipazione al Master Medea della Scuola Mattei. La Scuola Enrico Mattei rappresenta un’esperienza
unica in Italia e rara nel mondo.
Fondata nel 1957 per volere di
quel grande capitano d’industria
- usiamo volutamente l’espressione d’altri tempi - che fu Enrico
Mattei, la Scuola propone un Ma-
ster in Management ed Economia dell’Energia e dell’Ambiente
(Medea) oggi approdato alla sua
cinquantasettesima edizione.
Mattei era un uomo con una visione e un’idea precisa di sviluppo industriale, per la sua azienda
e per il suo paese. Egli seppe da
subito valorizzare la formazione
intuendo le potenzialità di una Scuola di
formazione post-universitaria, la prima in
Italia, che selezionasse i migliori ingegneri e tecnici per un settore in espansione come quello degli idrocarburi e dell’energia. Lo spirito di quegli anni pioneristici - conclude la
nota - è ben sintetizzato da una
frase di Clemente Giusto, allievo
del primo anno accademico e in
seguito amministratore delegato di una delle società dell’Eni:
"Allora tutti avevamo l'impressione che si stesse costruendo
per fare l’Italia migliore di quella
di prima».
«Accumulate
più di 4 milioni
di ore
di lezione»
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VENTO DEL SUD
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Parla il legale dell’Oss coinvolta nell’inchiesta
«Si erano lasciati quando lei è stata interrogata»
Dopo le accuse è tornata la pace
L’avvocato Robilotta: «Nessun tradimento. Quelle dichiarazioni vanno contestualizzate»
di LEO AMATO
POTENZA - «La loro è una
relazione seria. Per questo
certe dichiarazioni nei confronti del colonnello vanno
contestualizzate. A me non
risulta che ci sia stato nessun tradimento, per quanto
la questione non rivesta alcun interesse professionale
trattandosi di vicende private. Nè può dirsi altrettanto in senso figurato, solo
per il fatto che lei si è seduta
davanti agli investigatori».
E’ quello che sostiene il legale di Veronica Vasapollo,
l’operatrice socio sanitaria
indagata nell’ultimo filone
“scoperto”
dell’inchiesta
Vento del Sud, assieme all’ex capo di stato maggiore
della Finanza Mario Zarrillo e all’imprenditore potentino Leonardo Mecca.
A novembre l’avvocato
Gianfranco Robilotta ha accompagnato l'infermiera
dal pm Francesco Basentini, che sta coordinando le
indagini degli agenti della
mobile di Potenza, e nei
prossimi giorni sarà di nuovo al suo fianco per l'interrogatorio di garanzia col
gip Rosa Larocca.
«Cercheremo di chiarire
come stanno davvero le cose». Spiega l’avvocato che
annuncia l’intenzione della
sua assistita di rispondere
alle domande dei magistrati.
«L’immagine che ne sta
venendo fuori è del tutto
sbagliata». Insiste l’avvocato. «Veronica Vasapollo
non è un’approfittatrice.
Come donna ha trovato un
punto di riferimento importante per la sua vita nel colonnello Zarrillo. L’episodio
del presunto “rivale” (Zarrillo è accusato di aver bucato le gomme della Mercedes
di un collega della donna
parcheggiata di notte sotto
casa di lei, ndr) risale a un
momento in cui si erano separati, come pure l’interrogatorio in cui lei ne ha fatto
menzione agli investigatori».
Insomma lei cerca di liberarsi di lui, che non si rassegna. Questo è quello che sarebbe successo, come accade a tante coppie e ad ogni
latitudine. Poi però l’infermiera e il colonnello sarebbero tornati assieme, almeno fino a venerdì scorso
quando quelle dichiarazioni le sono state ritorte contro: per lui sono scattati gli
arresti domiciliari, e a lei è
stata notificato l’obbligo di
presentarsi in caserma una
volta al giorno.
«Era una possibilità di cui
era consapevole, dal momento che l’accusa di millantato credito è tra le più
infide da cui doversi difendere». Conclude l’avvocato.
«Ma in questi termini è chiaro che si tratta di una misura eccessiva e speriamo che
all’esito dell’interrogatorio
possa essere rivalutata dal
giudice».
Il Tribunale di Potenza, a sinistra in alto Mario Zarrillo, sotto Veronica Vasapollo
Il San Carlo sul trasferimento dall’ Asp: «Rispettate le norme e la prassi aziendale»
«Nessun rapporto con società di lavoro private»
IL Vostro quotidiano in questi giorni ha dato ampiamente risalto a un
fatto di cronaca giudiziaria riferito
a un filone dell’inchiesta denominata “Vento del Sud” che vede coinvolto – tra gli altri – un alto ufficiale
della Guardia di Finanza. In tale
contesto vi siete soffermati su un
episodio legato alla normale operatività del San Carlo, riguardante il
trasferimento “per compensazione” di due dipendenti tra Asp e San
Carlo, una delle quali poi coinvolta
nella medesima inchiesta.
L’evidenza sproporzionata da
Voi dedicata a questo singolo episodio, con affermazioni imprecise e in
un caso false (come preciseremo in
seguito) e ancor più con titoli cubitali, ben due locandine in soli tre
giorni, l’uso suggestivo di due foto
riprese dal sito aziendale senza citare la fonte e il contesto, è atta a ingenerare nel pubblico una distorta
rappresentazione della realtà a tutto danno dell’Azienda e dei suoi
esponenti. Si realizza così un grave
e ingiustificato nocumento a carico
della stessa Azienda e di chi vi opera
a fronte di un’operatività del tutto
regolare.
Il San Carlo non ricorre (come falsamente affermato nell’articolo di
Valerio Panettieri dal titolo “Ecco la
prova del trasferimento” pubblicato sul Quotidiano di Basilicata del
17 marzo 2013, a pagina 5) a società
private per le assunzioni di dipendenti a tempo determinato ma, essendo un’azienda pubblica, applica
la procedura dell’avviso pubblico.
Nelle more dell’autorizzazione
regionale per la copertura dei posti
previsti nel piano assunzioni 2007,
il 23 aprile 2008 era deliberato un
avviso pubblico per assumere 20
Oss a tempo determinato. Il 15 luglio successivo si procedeva all’ammissione di 423 candidati aventi i
requisiti previsti, tra cui la persona
coinvolta nella vicenda giudiziaria
e si pubblicava, sulla base dei titoli
prodotti, la graduatoria che vedeva
la suddetta collocarsi al 226esimo
posto utile.
Nel corso degli anni questa graduatoria è stata utilizzata secondo
due distinte modalità:
1. per conferire incarichi a tempo
determinato nelle more della copertura di posti a tempo indeterminato;
2. per sostituire dipendenti a tempo indeterminato assenti dal servizio a vario titolo (maternità, aspettativa non retribuita, ecc.) con diritto alla conservazione del posto.
Così, nel maggio 2012, l’Azienda
decise di chiamare in servizio, nell’attesa di perfezionare altrettante
assunzioni a tempo indeterminato,
19 Oss a tempo determinato. Essendo stati già utilizzati i primi 174
classificati, si procedette a scorrere
la graduatoria, a partire dal candidato successivo. A seguito di numerose rinunce, il 26 luglio 2012 fu
convocata l’interessata che stipulò
un contratto a decorrere dall’1 agosto e con scadenza fissata al completamento della procedura di mobilità per la copertura definitiva dei 19
posti. Per il prolungarsi di questa
procedura il contratto dei 19 assunti a tempo determinato fu prorogato due volte, il 4 dicembre 2012 e il
24 aprile 2013, con scadenza finale
31 agosto 2013.
L’interessata ha sottoscritto le accettazioni delle proroghe in data 10
dicembre 2012 e 29 aprile 2013 ma
il successivo 9 maggio presentò lettera volontaria di dimissioni per assumere servizio all’Asp di Potenza
come vincitrice di concorso. L’amministrazione ospedaliera, peraltro, nel prendere atto delle dimissioni, provvide a trattenere dall’ultimo stipendio tre giorni di retribuzione per mancato rispetto dei termini di preavviso.
Il 12 settembre 2013 la persona in
questione presentò un’istanza congiunta con una dipendente di pari
grado del San Carlo per effettuare
una mobilità di compensazione
(ciascun dipendente prende il posto
dell’altro). L’istanza, inizialmente
denegata perché la dipendente Asp
non aveva terminato il periodo di
prova presso la sua Azienda, dopo
l’attestazione da parte dell’Asp del
superamento del suddetto periodo,
fu doverosamente riconsiderata,
seguendo il suo normale iter. La
procedura, che prevede un colloquio in cui l’Azienda vaglia l’idoneità del candidato, è stata perfezionata solo nelle ultime settimane.
E’ di tutta evidenza, quindi, che la
suddetta non ha goduto di alcun favoritismo, ma la sua posizione è stata gestita in rigoroso rispetto delle
norme e delle prassi aziendali.
Quanto alla foto pubblicata nei
giorni scorsi in cui il direttore generale del San Carlo è ritratto al
fianco dell’alto ufficiale della Finanza sottoposto a misura cautelare nella stessa inchiesta, corre l’obbligo di segnalare che la foto riguarda una cerimonia pubblica,
tra le tantissime che quotidianamente vedono impegnati gli esponenti aziendali. In occasione della
Pasqua 2013 un’associazione di volontariato composta da finanzieri
motociclisti, insieme a un’associazione impegnata nella ricerca sulle
malattie genetiche in area pediatrica, si recò nella pediatria del San
Carlo per consegnare uova di Pasqua e doni ai bambini ricoverati.
Questo è il link alla foto originale:
http://www.ospedalesancarlo.it/media/fotogallery/i_doni_delle_fiamme_gialle_yellow_fire_e_dellassociazione_g_lupo_ai_bambini_ricove?immagine=4 dalla quale si evince la natura
pubblica e istituzionale dell’incontro.
Da quanto sin qui narrato discende che l’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, a mezzo del suo
legale rappresentante, si riserva di
tutelare in tutte le sedi competenti
le ragioni proprie e di figure aziendali, così ingiustificatamente esposte.
Ugo Maria Tassinari
capo ufficio stampa
Aor San Carlo Potenza
«La giovane donna intratteneva
con Zarrillo un rapporto di tipo sentimentale e di recente aveva superato un concorso presso l’Asp di Lagonegro dopo aver svolto il lavoro
di Oss presso l’ospedale San Carlo
di Potenza per il tramite di una società convenzionata». Questo è
quanto scrive il gip Rosa Larocca
nell’ordinanza eseguita venerdì
scorso a pagina 18. Rispetto alle
immagini, scaricabili dal portale
del San Carlo senza evidenti limitazioni di copyright, va da sé che nessun disonore può derivare dall’essersi fatti ritrarre con un colonnello della Guardia di finanza.
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OMICIDIO GIANFREDI
Venerdì il riesame sul delitto di via Livorno
La difesa di Riviezzi torna sui possibili mandanti
«Uccisa perché sapeva dell’usura»
Cataldo: «Da cercare nella buona società potentina. La morte della moglie non è stato un errore»
POTENZA - Patrizia Santarsiero
non è stata uccisa per errore ma
perché «consapevole dell’attività
usuraria» del marito Pinuccio
Gianfredi, dato che era lei a «conservare in casa i denari oggetto dell’attività illecita».
E’ contenuta in una breve nota
che è stata appena depositata a Salerno la tesi della difesa di Saverio
Riviezzi, l’ex pugile pignolese accusato del duplice omicidio di Parco
Aurora assieme ai vertici dei vecchi
basilischi.
Venerdì l’avvocato di Riviezzi,
Nicola Cataldo, sarà in aula davanti
ai giudici del Riesame assieme alle
difese di Gino Cosentino e Carmine
Campanella: il fondatore della
“quinta mafia” e l’ex braccio destro
di Antonio Cossidente, il boss pentito della calciopoli rossoblù e dei
rapporti con la politica e i palazzi
del potere.
Per Cataldo il mandante dell’agguato di via Livorno del 29 aprile
del 1997 potrebbe essere «da ricercare in quegli ambienti della buona
società potentina in cui il Gianfredi
è stato certamente introdotto dalla
moglie». Molto più che nelle dinamiche della mala locale, in cui un
gruppo di emergenti, i “basilischi”,
cercava di affermarsi sullo storico
clan egemone degli affari criminali
nel capoluogo e dintorni.
Rispetto all’attendibilità di Alessandro D’Amato e Antonio Cossidente, i due collaboratori di giustizia che hanno confessato di essere
stati esecutore e mandante dell’agguato, Cataldo ha depositato tra i
documenti a disposizione del riesame anche una lettera a firma del secondo di dicembre del 2010 da cui si
rileverebbe che è venuto a conoscenza della collaborazione del primo dall’avvocato che per un certo
Saverio Riviezzi, a destra le accuse del suo avvocato ai pentiti che si sono accusati del duplice omicidio
periodo aveva assistito entrambi. un primo momento fosse stata marito del magistrato che all’inizio
Mentre in seguito avrebbe afferma- esclusa la partecipazione di Riviez- si è occupato del caso). Per Maria
to di aver appreso la notizia nel cor- zi all’organizzazione dell’agguato, Zambrano sarebbe credibile che
so della sua collaborazione.
salvo rettificare in un secondo mo- l’agguato sia stato di un gesto di sfi«Tanto dimostra - per Cataldo - mento con «nuovii interrogatori, da lanciato dai nascenti basilischi
che le collaborazioni del Cossidente dopo precisazioni e contestazioni, e ai rivali dello storico clan operante
e del D’amato non sono state per nette prese di posizione da parte del nel capoluogo. Come pure il mesniente spontanee, soprattutto se si Cossidente, condotti in contempo- saggio mandato in maniera pretiene presente quanto già assunto ranea da due pm dell’antimafia e da ventiva, in carcere, al boss Renato
dal D’amato in ordine al fatto che un vicequestore non facenti parte Martorano chiedendo se gli «inteunitamente al Cossidente sono ri- dell’ufficio del Tribunale di Salerno ressava» la vittima, per «palesare»
masti insieme nella stessa cella al ». Abbastanza per «ritenere che si la responsabilità per quanto stava
carcere di Bellizzi Irpino, ed hanno voleva raggiungere un certo risul- per accadere. «Si sarebbe trattato di
parlato dell’omicidio Gianfredi. Se tato». Da parte dell’accusa.
una generica intimidazione prepoi si aggiunge che il Cossidente
Anche sul movente Cataldo si era ventiva ».
ancora nel 2011 dichiarava di non soffermato a lungo in quanto il gip
Per Cataldo invece «tanto è solo
aver avuto colloqui investigativi, vi del Tribunale di Salerno ha accolto ridicolo perché nei gruppi malaviè la dimostrazione chiara che le la spiegazione del Cossidente per tosi mafiosi vige soprattutto l’onorme di legge sui collaboratori di superare i contrasti rilevati dal gip mertà, e poi non si da alcun preavvigiustizia, al fine di assicurare la ge- Romaniello, che per questo 4 anni so agli avversari che altrimenti non
nuinità delle dichiarazioni collabo- fa aveva respinto la richiesta di ar- solo preparano la difesa, ma anche
rative, sono state ampiamente vio- resti per Riviezzi e Campanella le contromosse per colpire per prilate».
avanzata dai pm di Potenza, prima mi. Nel caso poi si sarebbe addiritSulle contraddizioni nelle dichia- di inviare le carte per competenza tura avuto l’assenso del gruppo rirazioni di Cossidente agli investi- speciale ai giudici campani (nel vale, il che vuol dire solo che il Giangatori l’avvocato aveva già evicen- corso delle indagini sul duplice fredi non faceva parte di alcun
ziato nel ricorso al riesame come in omicidio è stato coinvolto anche il gruppo, che era solo un usuraio al
|
MALAGIUSTIZIA
quale quindi si voleva dare una lezione per ben altri motivi».
Il fascicolo sul duplice omicidio
di Parco Aurora con le confessioni
di D’Amato e Cossidente era arrivato a Salerno agli inizi del 2011 ma
sono occorsi 3 anni prima che arrivasse la svolta tanto attesa.
In precedenza, per l’esattezza nel
2004, erano già finiti in carcere Antonio Cossidente e Claudio Lisanti,
che oggi non può difendersi perché
è morto a gennaio dell’anno scorso,
ma è indicato come il secondo sicario del “gruppo di fuoco” entrato in
azione.
Con Cossidente ha raccontato di
aver preso parte all’agguato il melfitano Alessandro D’Amato, di professione camionista ma di fatto
braccio armato del clan Cassotta.
Per D’Amato, stando a quello che
lui stesso ha dichiarato, quella di
Parco Aurora sarebbe stata la prova del fuoco, mentre sei mesi prima
Claudio Lisanti aveva già compiuto
un altro agguato assieme a Carmine Campanella.
Secondo i pm di Salerno a distanza di meno di un anno Campanella
si sarebbe limitato a effettuare dei
sopralluoghi, come ammesso anche da Antonio Cossidente, che ha
confessato di aver organizzato il
tutto perché si era deciso di «mandare un segnale» al clan egemone
nel capoluogo.
Dato che i loro esponenti principali all’epoca si trovavano in carcere la scelta del bersaglio sarebbe ricaduta su Gianfredi considerato
l’«eminenza grigia» del gruppo,
mentre la morte della moglie Patrizia Santarsiere sarebbe stata soltanto un errore, dovuto alla mira di
Lisanti col fucile a canne mozze utilizzato per l’occasione.
[email protected]
|
Carceri italiane «inumane», e il professore torna libero
Gli inglesi negano l’estradizione a Rancadore, arrestato ad agosto dopo una soffiata alla polizia di Potenza
di ALESSANDRO CARLINI
LONDRA - “Il professore” vince
una battaglia legale con la giustizia italiana. La Westminster
Magistrates’Court di Londra ha
deciso oggi di non procedere all’estradizione in Italia di Domenico Rancadore, accusato di mafia e arrestato lo scorso agosto
nella capitale britannica dalla
polizia inglese dopo la soffiata di
un informatore della Questura
di Potenza.
Si è arrivati alla sentenza dopo
che il giudice ha ribaltato la sua
posizione e ammesso che il sistema carcerario in Italia non offre
le adeguate garanzie per il trattamento dei detenuti.
Eppure il magistrato,
Howard
Riddle,
aveva già fatto
una bozza di sentenza che andava in senso opposto e avviava il latitante Rancadore verso il ritorno in Italia. Ma
ha poi cambiato idea, basandosi
su un caso precedente che ri-
Deve scontare
7 anni
di reclusione
Domenico Rancadore, a destra
la notizia del suo arresto
guarda il tribunale di Firenze e
Hayle Abdi Badre, un cittadino
somalo a cui non è stata concessa l’estradizione in Italia per il
rischio di subire trattamenti
inumani e degradanti nel sistema carcerario nazionale. Come
con Badre, quindi, è stato invocato dalla corte inglese l’articolo
3 della Convenzione europea sui
diritti umani, uno dei più usati
nelle cause di estradizione.
Nella sentenza di ieri hanno
giocato un ruolo cruciale le precarie condizioni di salute del
65enne Rancadore, affetto da
angina, e di recente ricoverato
in ospedale. E di sicuro ha influito la testimonianza, durante le
udienze, dell’esperto Patrizio
Gonnella, che ha ricordato come
le carceri italiane siano le più sovrappopolate d’Europa. Il latitante è stato rilasciato dietro
cauzione (20 mila sterline) in attesa che venga predisposto un
appello. Dovrà vivere nella sua
casa londinese di Uxbridge, comunicare con la vicina stazione
di polizia ogni giorno e indossare il braccialetto elettronico.
Oggi Rancadore è uscito dalla
Westminster
Magistrates’
Court con la moglie, entrambi
coprendosi il volto per sfuggire
ai fotografi. La sua legale, Ka-
ren Todner, ha dichiarato che
l’immagine del suo assistito è
stata “distorta” dai media.
«Rancadore ha preso liberamente una decisione, 20 anni fa,
di lasciare la mafia e tutto quanto è ad essa collegato», ha aggiunto l’avvocato.
Molto diversa la sua descrizione che emerge dalla giustizia
italiana.
Esponente di spicco di “Cosa
nostra”, soprannominato “il
professore”, è un pluripregiudicato palermitano, destinatario
di un ordine di carcerazione dovendo scontare 7 anni di reclusione per i reati di associazione
di tipo mafioso, estorsione ed altri gravi delitti.
Era ricercato dal
1994 e per la sua
caratura criminale era inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi del
Ministero dell’Interno.
Intanto lui si era rifatto una
vita a Londra, diventata la sua
città, e che forse lo resterà ancora a lungo.
E’ stato
rilasciato
su cauzione
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Martedì 18 marzo 2014
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13
VERSO IL 2019
In attesa
della riunione
del Cda
della European
Film Academy
Nelle immagini Il direttore della Lucana film commission Paride Leporace e il presidente della Camera di commercio Angelo Tortorelli accolgono le scuole al cinema Comunale, e i ragazzi durante la proiezione (f. Martemucci)
di ANTONELLA CIERVO
MATERA - Francois Truffaut spiegato ai ragazzi. Può sembrare un’utopia, invece Camera di Commercio, Cesp e Lucana Film commission, impegnate insieme a molti altri partner
istituzionali, l’hanno resa realtà.
Ieri mattina, riuniti al cinema comunale, gli studenti del liceo classico,
scientifico, artistico e agrario, insieme ad altri istituti di alcuni comuni
della provincia, hanno assistito alla
proiezione di “400 colpi”, primo lungometraggio di Francois Truffaut.
Prima della proiezione il direttore
della Lucana Film commission, Paride Leporace, il presidente della Camera di Commercio, Angelo Tortorelli e
Vito Signati, direttore dell’azienda
speciale Cesp, hanno illustrato lo spirito delle iniziative che da ieri e per i
prossimi giorni caratterizzeranno la
vita della città e descritto il lavoro del
celebre regista francese che di lì a poco sarebbe stato proiettato.
Spiega Paride Leporace: «Abbiamo
deciso di dedicare un tempo minore
all’introduzione per dar modo a tutti i
ragazzi, anche quelli che provenivano dalla provincia di Matera, di assistere al film. Le esigenze di questi ultimi, infatti, li avrebbero costretti in
caso contrario a non seguire tutta la
proiezione. L’iniziativa - prosegue Leporace - si ripeterà oggi, sempre al cinema comunale alle 10,30 con il film
“Il ragazzo dai capelli verdi”di Joseph
Losey». Per il presidente della Camera di commercio, Angelo Tortorelli:
Matera, Truffaut
spiegato ai ragazzi
Ieri al Comunale la prima delle due proiezioni
riservate agli studenti delle scuole superiori
«E’ l’ennesima iniziativa sul progetto
alternanza scuola-lavoro che portiamo avanti con la Camera di commercio. Riteniamo si tratti di una grossa
opportunità per favorire l’estro che
nel nostro territorio c’è e si muove
proprio nelle scuole. Adriana Chiesa
Di Palma, distributore e produttore ,
che con noi è quella che ha organizzato l’evento, ha voluto che questo evento si concentrasse prevalentemente
su due aspetti: il contatto diretto con
le scuole e quello con gli imprenditori
che terremo proprio sabato mattina
alla Casa cava».
[email protected]
ALLA CASA CAVA
A tu per tu con
... Grima e Verri
IL direttore artistico di Matera 2019 Joseph Grima, insieme a Paolo Verri e al Comitato Matera 2019, come
già annunciato la scorsa
settimana durante la colazione con la stampa, domani pomeriggio, alle ore
18.30, nella Casa Cava, terrà un incontro pubblico con
tutta la comunità materana e
lucana.
In particolare, il direttore
artistico, Joseph Grima, e il
direttore generale di Matera
2019, Paolo Verri, daranno il
via alla seconda e ultima fase del percorso di candidatura di Matera a Capitale europea della cultura per il
2019 che vedrà un ampio
coinvolgimento della città e
di tutta la Basilicata.
Tutti sono invitati a partecipare e a seguire l'incontro
su twitter #portoMateranel2019. Con questa iniziativa si entra nella fase decisiva della corsa verso il 2019,
in cui la partecipazione dei
cittadini diventa l’elemento
fondamentale per concludere il percorso con successo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alla Ccia la mostra dedicata al film che rivelò i Sassi al mondo
Il vangelo di Pasolini in 30 scatti
MEZZO secolo dopo il set di Pier Paolo Pasolini torna a vivere nella mostra tematica “Omaggio a Pier Paolo Pasolini- Il Vangelo Secondo Matteo’’ che, allestita nella
sala convegni della Camera di commercio, potrà essere ammirata per tutta la settimana fino al 22 marzo.
L’evento rientra nel programma “Matera Basilicata Cantiere Cinema’’, che affianca i lavori del consiglio di amministrazione dell’ European Film Academy
(Efa), che si terrà nella Città dei Sassi dal
20 al 23 marzo. Si tratta di 30 scatti realizzati per gran parte dallo scrittore e
giornalista Domenico Notarangelo che
fu anche attore nel film e consulente del
regista friulano, e da altri eseguiti del fotografo di scena Angelo Dovi. La mostra,
curata dall’Associazione culturale materana Pier Paolo Pasolini, può essere visitata gratuitamente dal lunedì al venerdì
dalle 9 alle 13 e il martedì e il giovedì dalle
15 alle 17. Per l’occasione sono stati collocati, davanti all’ingresso della Camera di
commercio, alcuni totem esplicativi sulla
esperienza di Basilicata terra di cinema.
Dopo la vetrina materana le foto della mostra verranno esposte a San Pietroburgo,
in Russia. «La mostra -ha detto il presidente della Camera di commercio, Angelo
Tortorelli- rappresenta uno dei momenti
di maggiore interesse di una settimana
intensa sul mondo del cinema e lo conferma la presenza per la prima volta in Basilicata dell’European Film Academy,che
raggruppa oltre 3000 tra registi, produt-
tori, attori. Per Matera per la nostra regione è una grande opportunità di promozione e di crescita di un settore che
vanta professionalità e set naturali, in
grado di portare valore aggiunto all’economia locale. L’omaggio al film Il Vangelo Secondo Matteo, girato a Matera 50 anni fa, apre una ulteriore finestra sulle
grandi produzioni in grado di far conoscere e cogliere gli aspetti culturali e ambientali di una terra antica’». E con la mostra sul “Vangelo Secondo Matteo’’ appassionati, cittadini e turisti potranno ammirare fino al 22 marzo foto, attrezzature
e altri simboli del mondo del cinema nelle
vetrine del Centro allestite con l’apporto
di Confcommercio e Confesercenti. Al Vicolo Cieco di via Fiorentini, nel Sasso Ba-
Il totem della mostra alla Camera di Commercio
risano, si può assistere con inizio alle 21
alla la rassegna ‘’Proiezioni e interazione’’, l’incontro con i filmaker locali promosso da Rete Cinema Basilicata.
re.ma
RASSEGNASTAMPA
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16
Economia Italia / Mondo
Martedì 18 marzo 2014
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FINANZA Tronchetti Provera resta fino al 2019. Clessidra esce con una plusvalenza
Pirelli, arrivano i russi di Rosneft
Investimento di 500 milioni di euro per il 13% del gruppo di pneumatici
di SARA BONIFAZIO
MILANO - Marco Tronchetti Provera non farà il passo
indietro che tutti si aspettavano nel 2017 ma resterà alla guida di Pirelli almeno fino al 2019 e accanto a lui
avrà non più un socio finanziario ma un partner industriale. A meno di un anno
dal riassetto azionario di
Camfin, Clessidra esce con
una ricca plusvalenza, due
volte l’investimento iniziale
(che era stato di 150 milioni
di euro) e al suo posto entrano i russi di Rosneft che con
un investimento di circa
500 milioni di euro (12 euro
per azione) ottengono, indirettamente, il
13% del gruppo
di pneumatici.
Unicredit, Intesa Sanpaolo e
il fondo di Claudio
Sposito
sciolgono a sorpresa la partnership in Lauro61/Camfin con cui controllavano il
26% circa di Pirelli e le banche reinvestono parzialmente in un nuovo veicolo
di cui Rosneft avrà il 50% e il
restante 50% sarà detenuto
da una newco composta da
Nuove
Partecipazioni
(80%) e le banche.
Con l’uscita di scena di
Clessidra decade, insieme
ai vecchi patti, l’obbligo di
valorizzazione delle quote
dopo 4 anni, la preannunciata “exit” da Pirelli nel
2017. Anzi i russi, già dal
2012 partner commerciali
della Bicocca, puntano sul
presidente Marco Tronchetti Provera e inseriscono
una “put” negli accordi sulla governance della partnership che dovrebbe durare 5 anni (con un lockup
sulle quote per 4 anni), rinnovabili a scadenza per altri
tre. Secondo quanto si apprende nel caso Tronchetti
lasciasse l’incarico per sua
scelta, cioè prima dei 5 anni
previsti, Rosneft avrà il diritto di vendere le azioni Pirelli indirettamente detenute proprio a Mtp Spa e a
un prezzo che le garantisca
un rendimento sull’investimento effettuato pari al
10%. Un’arma quindi per
incentivare Tronchetti a rimanere presidente. In base
agli accordi è previsto che la
governance di Pirelli rimanga «invariata e incentrata sul ruolo fondamentale di guida del
board, in linea
con le best practice internazionali». Il Presidente e Ceo, indicato da Nuove
Partecipazioni,
avrà pieni poteri
relativamente alla gestione
ordinaria della società.
«Tutte le materie strategiche - anticipa una nota mentre le tecnicalità dell’accordo devono ancora essere approvate - la definizione del
business plan e il budget di
Pirelli siano sottoposte al
board dal Presidente e Ceo e
siano approvate a maggioranza, come avviene già oggi». Le decisioni su operazioni straordinarie di Pirelli (aumenti di capitale, fusioni e/o scissioni) saranno
invece oggetto di consultazione tra i soci della nuova
partnership e dovranno essere approvati da questi ultimi.
In Borsa l’annuncio dell’ingresso di Rosneft ha fatto perdere appeal al titolo
che ha lasciato sul terreno il
2,24% a 11,77 euro.
CONFINDUSTRIA
Gay è il nuovo presidente dei giovani
Torinese, succede al fiorentino Morelli
Candidatura unica. Il manager, fondatore di Web working
sarà nominato ufficialmente il 4 aprile prossimo
di PAOLO RUBINO
ROMA - «Oggi sono uno startupper». Si presenta così Marco Gay,
torinese, classe 1976: cresciuto
nell’azienda metalmeccanica di
famiglia fino a quando è stata ceduta ad una multinazionale, poi
nuove avventure imprenditoriali
come fondatore di start up, sarà
da maggio il nuovo presidente dei
giovani imprenditori di Confindustria. Chiuse le candidature gli
under 40 di via dell’Astronomia
La Borsa
non gradisce
Titolo giù
hanno dato un segnale di compattezza convergendo su un solo nome, quello dell’attuale presidente
dei giovani del Piemonte: l’elezione del prossimo 6 maggio non riserverà quindi sorprese.
Marco Gay si avvia così a subentrare a Jacopo Morelli, arrivato alla scadenza naturale di un mandato triennale non rinnovabile. «Il
segnale che vogliamo lanciare è:
pensiamo al fare», dice l’imprenditore torinese che sottolinea «il
grande onore» ma anche «la grande responsabilità»
di cui è stato investito dai colleghi giovani industriali che
evitando uno scontro tra più candidati
hanno voluto dare
«una grande prova
di compattezza e
unità: il segnale della grande responsabilità con cui vogliamo agire per il sistema di Confindustria
e per il Paese».
Il nuovo leader dei
giovani industriali
presenterà squadra
e programma al
Consiglio Centrale
dei giovani imprenditori il prossimo 4
aprile. E’ già delineata una squadra
di quattro vicepresi-
denti: in continuità con la presidenza Morelli entrerà il marchigiano Simone Mariani, che è già
vicepresidente nella squadra
uscente, ed era stato uno dei nomi
in lizza per la nuova presidenza;
poi il toscano Giangiacomo Gellini, il lombardo Francesco Ferri, ed
il campano Vincenzo Caputo.
Il fiorentino Jacopo Morelli lascia dopo anni difficili sul fronte
della crisi, «una presidenza di
guerra» sottolinea, ed al prossimo
presidente ricorda «i valori da
portare avanti», le cinque parole
chiave con cui nel 2011 la sua
squadra aveva inizia il mandato:
«Giovani, imprenditorialità, merito, leadership, futuro». E aggiunge: «Quando c’è impresa non
è solo nell’interesse dell’imprenditore, deve essere sempre anche
nell’interesse del Paese: questo
non dobbiamo dimenticarlo mai».
Sposato, con tre figli («La famiglia per me rappresenta uno dei
valori essenziali della vita e trovo
in essa larga parte delle mie motivazioni», scrive presentandosi in
un curriculum), Marco Gay coniuga l’esperienza vissuta con
l’impresa di famiglia (Proma, diventata oggi Saint-Gobain Abrasivi) con un successivo percorso di
creazione e sviluppo di nuove iniziative, esplorando nuovi terreni:
comunicazione e multimedia (a.d.
e socio fondatore di WebWorking), pubblicità e progetti digitali (con Ottovolante srl, rivolta al
settore farmaceutico; Ancora nella pubblicità è stato ceo di Gsw
WorldWide Italy).
La pagina web con il profilo di Marco Gay
LE GUERRA DELLE TELECOMUNICAZIONI
LaBorsa
Titolo
Ultimo
Prezzo
Variazione
Max
Min
A2a
Ansaldo Sts
Atlantia
Autogrill Spa
Azimut
Banco Popolare
Bca Mps
Bca Pop Emil Romagna
Bca Pop Milano
Buzzi Unicem
Campari
Cnh Industrial
Enel
Enel Green Power
Eni
Exor
Fiat
Finmeccanica
Generali Ass
Gtech
Intesa Sanpaolo
Luxottica Group
Mediaset S.p.a
Mediobanca
Mediolanum
Pirelli E C
Prysmian
Saipem
Salvatore Ferragamo
Snam
Stmicroelectronics
Telecom Italia
Tenaris
Terna
Tod's
Ubi Banca
Unicredit
Unipolsai
World Duty Free
Yoox
1,0290
8,1200
18,3000
7,5000
24,3400
17,5900
0,2395
8,3800
0,6900
0,0000
5,7950
8,0100
4,0380
2,0240
17,3600
30,7100
8,0400
6,9600
0,0000
22,6900
2,1700
38,8700
4,1400
7,6700
6,3100
11,7700
18,1800
17,1800
21,0100
4,1520
6,7050
0,8230
15,2200
3,8500
93,0500
6,5050
6,5000
2,5180
10,1200
29,1000
7,08%
3,24%
2,18%
1,83%
2,48%
1,74%
3,41%
3,33%
2,75%
3,09%
0,61%
3,89%
3,70%
2,38%
1,34%
1,35%
3,21%
6,26%
1,38%
1,52%
0,84%
1,59%
4,39%
1,59%
0,80%
-2,24%
3,00%
1,24%
-0,14%
1,91%
2,44%
3,91%
1,94%
2,94%
2,14%
2,04%
5,52%
2,78%
2,12%
3,05%
1,032
8,12
18,3
7,54
24,42
17,59
0,2395
8,38
0,704
13,69
5,8
8,01
4,048
2,024
17,4
30,75
8,05
6,975
16,16
22,88
2,172
38,88
4,146
7,695
6,35
12,04
18,18
17,27
21,13
4,152
6,71
0,823
15,22
3,85
93,3
6,505
6,5
2,53
10,25
29,18
0,965
7,87
17,92
7,37
23,71
17,01
0,2316
8,085
0,671
13,33
5,7
7,71
3,93
1,977
17,09
30,27
7,795
6,56
15,97
22,38
2,134
37,95
3,952
7,485
6,25
11,56
17,69
16,8
20,54
4,076
6,555
0,791
14,92
3,746
90,65
6,35
6,2
2,49
9,875
28,25
Indici
FTSE/Nome
MIB
All-Share
Mid Cap
Small Cap
Micro Cap
Italia STAR
Valore
20.858,84
22.229,60
29.310,96
20.391,11
24.757,94
19.413,48
Var %
+2,52
+2,37
+1,34
+2,07
-0,26
+2,28
MaggioriRialzi
Nome
A2a
Finmeccanica
Unicredit
Mediaset
Telecom Italia
Valore
1,029
6,96
6,50
4,14
0,823
Var %
+7,08
+6,26
+5,52
+4,39
+3,91
MaggioriRibassi
Nome
Valore
Pirelli & C
11,77
Salvatore Ferragamo 21,01
----------------------------------------------------------
MercatiEsteri
Var %
-2,24
-0,14
------------------* ore 21
Indice
NASDAQ 100
Dow Jones
FTSE 100
DAX 30
CAC 40
Valore
3.669,375
16.237,01
6.568,35
9.180,89
4.271,96
Cambi
aggiornato ore 21
Nome
Acquisto
Euro/Dollaro
1,3921
Euro/Sterlina
0,83688
Euro/Franco Svizzero 1,2156
Euro/Yen
141,54
Var. %
+1,14
+1,07
+0,62
+1,37
+1,32
Vendita
1,3925
0,83703
1,2157
141,61
MateriePrime
Nome
Petrolio
Oro
Argento
Valore
$ 98.03
$ 1372.9
$ 21.19
Unità di misura
Barile (158,987 Litri)
100 Troy Oz. (3,110 Kg)
5000 Oz. (155,517 Kg)
Vodafone compra Ono
e diventa leader in Spagna
di SABINA ROSSET
MILANO - Vodafone compra per 7,2 miliardi
di euro l’operatore via cavo spagnolo Ono. La
mossa porterà in dote al colosso delle tlc guidato da Roberto Colao 1,9 milioni di clienti in
Spagna e promette un aumento dei ricavi per
1 miliardo e sinergie per 2. Il gruppo della telefonia mobile amplia così l’espansione nei
servizi integrati Internet e tivù in Europa
dopo aver comprato lo scorso anno la tedesca
Kabel Deutschland mettendo sul piatto oltre
10 miliardi di dollari. L’annuncio innesca
poi sul mercato l’attesa di una nuova ondata
di operazioni straordinarie, anche per fronteggiare la potenza di fuoco di Vodafone.
«La combinazione di Vodafone e Ono crea
un leader delle comunicazioni integrate in
Spagna e rappresenta un’opportunità attraente di creazione di valore per Vodafone ha sottolineato Colao -. La domanda di comunicazioni unificate fisso-mobile è cresciuta
significativamente in Spagna negli ultimi
anni e questa transazione, assieme al nostro
piano di sviluppo di fibra ottica, accelererà la
nostra capacità di offrire proposte di qualità
sul mercato spagnolo».
Il prezzo dell’acquisizione, finanziata da
Vodafone con azioni e debito bancario, sarà
al netto della cassa e di un indebitamento per
3,3 miliardi di Ono. Il gruppo britannico prevede dall’acquisizione sinergie di costo per
240 milioni di euro l’anno nei prossimi 4 anni, pari appunto a 2 miliardi complessivi.
Ono raggiunge con la propria rete di prossima generazione 7,2 milioni di utenti, grazie
ai quali Vodafone può competere con l’offerta nella fibra ottica di Telefonica. L’operatore via cavo faceva capo per il 54,4 per cento a
quattro fondi: Providence Equity Partners,
Ccmp Capital Advisors, Qadrangle Capitale
Partners e Thomas H. Lee Partners.
Si tratterà ora di vedere come reagiranno i
concorrenti, a partire dal tycoon Usa John
Malone di Liberty Global, dato a sua volta
nelle scorse settimane per interessato ad
Ono e già “sconfitto”da Vodafone nella corsa
per Kabel Deutschland. Per non parlare di
At&T, data sempre per interessata a Vodafone, nonostante che a gennaio abbia escluso
per sei mesi un’offerta sulla società. Mentre
non è escluso che muova ancora lo stesso Colao, forte dell’accordo con Verizon per 130
miliardi di dollari concluso a settembre, anche se una buona fetta è stata distribuita ai
soci. Comunque in Spagna sembrano più
probabili nuove operazioni a breve, con la
francese Orange data in manovra, mentre i
target più probabili sembrano Jazztel e Yoigo (TeliaSonera).
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17
Martedì 18 marzo 2014
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DEMOGRAFIA Nel 2030 la popolazione calerà di 51mila unità
Spopolamento in salsa lucana
Gli attuali abitanti del Sud Italia, 60 anni dopo, emigreranno al Nord
NEL 2030 LA POPOLAZIONE prevista in
Basilicata sarà inferiore a quella censita
nel 2011 di 51.430 unità: in provincia di
Potenza vi saranno 341.476 persone
(36.459 meno di quelle attuali), in provincia di Matera 185.130
(14.971 meno di quelle attuali).
La previsione è contenuta nel Rapporto competitività delle aree urbane italiane, promosso da un
gruppo di fondazioni bancarie e dalla Banca europea investimenti e realizzato da Sinloc, in collaborazione con Istituto Tagliacarne, Istituto superiore sui sistemi territoriali per l’innovazione e Fondazione Ismu.
In un articolo di «Mezzogiorno Economia», Michelangelo Borrillo ha evidenziato che Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e
Sicilia «vedranno fuggire
circa 650 mila abitanti, pari alla popolazione di Palermo», in gran parte destinati
al Nord («La nuova emigrazione sessant’anni dopo», è scritto infatti in testa alla
due pagine di speciale).
Borrillo ha ricordato, inoltre, che la Svi-
Per la Sinloc
in provincia
di Potenza
36.459 meno
di quelle attuali
nel Materano
14.971 persone
in meno censite
VIGGIANO
Sequestrata area
adibita a deposito
Foto storica di emigrazione
mez ha previsto che nei prossimi 50 anni
«il Mezzogiorno perderà 4,2 milioni di
abitanti contro l’aumento di 4,5 milioni al
Nord’’.
Secondo i dati emersi dalla ricerca, negli ultimi tre anni la popolazione è aumentata solo in nove capoluoghi meridionali, fra i quali Matera. I dati demografici
attuali - esposti in una tabella a corredo
degli articoli pubblicati da Mezzogiorno
Economia - dicono che in Basilicata la popolazione, a settembre 2013, era di
574.661 unità (era a quota 597.768 nel
2001 e a 578.036 nel 2011).
Potenza ha una popolazione di 66.072
unità (erano 69.060 nel 2001); Matera ha
una popolazione di 59.998 persone, in aumento rispetto alle 57.785 del 2001.
Era il 18 marzo 1947
Eipli, 77 anni
di gestione dell’acqua
SENISE- L’Ente per lo sviluppo
della irrigazione in Puglia, Lucania ed Irpinia (Eipli) compie
77 anni. Era infatti il 18 marzo
del 1947 allorquando, con decreto ministeriale, vennero nominati i primi amministratori: Carlo Celentani Ungaro e Aurelio
Carrante. Si scriveva la prima
pagina di un libro ancora aperto
e tutto da completare; con protagoniste le popolazioni ed i territori in primis di Puglia e Basilicata ma anche dell’Irpinia e dell’alto Jonio calabrese. Con i primi studi di settore, i primi corsi
di formazione del personale e le
prime ipotesi di accumulo di acqua e dei primi rudimentali
schemi idrici, poi diventati rete
interregionale, si dava il via ad
una nuova concezione dell’utilizzo dell’acqua. Prima di tutto
per soddisfare la sete delle popolazioni di Puglia e metapontino,
oltre cinque milioni di utenti e Il capogabinetto dell’Eipli Di Noia, il commissario Riccardi ed il direttore Alessi
poi per dissetare i campi degli
stessi territori,oltre tre milioni to), con la realizzazione in terri- come ente da sopprimere, ha ridi ettari. Terreni che prima era- torio lucano, di otto dighe (Mon- cevuto la proroga con legge di
no poco meno di deserti, un poco te Cotugno, Pertusillo, Cama- stabilità 2013, ai sensi dell’art.1
alla volta, venivano trasformati stra, Acerenza, Genzano, Basen- comma 72. Grazie anche e soin miniere di oro verde, attraver- tello, Conza e Saetta) ed un ad- prattutto all’opera dell’attuale
so canali di irrigazione inizial- duttore principale di 190 chilo- commissario straordinario Samente in superficie che prende- metri. L’Ente, che per la sua na- verio Riccardi,il quale non solo
vano l’acqua direttamente dai tura non può essere parcellizza- ha ripagato i debiti, ma addiritfiumi e dai torrenti. Successiva- ta e regionalizzata, in quanto tura ha chiuso un bilancio ed anmente, si diede il via a tre schemi presiede al governo ed alla ge- che con saldo positivo (cosa che
idrici interconnessi, ancora in stione degli schemi idrici inter- non accadeva da oltre trentanfase di completamento (Jonio- regionali ad uso plurimo, dopo ni).
Gianni Costantino
Sinni;Basento Bradano;Ofan- essere stato più volte segnalato
LAVORO, GIORDANO (UGL)
PROGETTO FAR&NETWOK
«Sostegno alle Pmi»
Contro le discriminazioni
«BASILICATA protagonista di sviluppo conditio alla tenuta economica e sociale delle nostre
innumerevoli aziende, definendo pochi ma
qualificanti punti d'intesa che alleggeriscano le
tensioni sociali». E’ quanto sostiene il segretario regionale dell’Uglm Basilicata, Giuseppe
Giordano che, di fronte a numeri preoccupanti
(chiuse 54 imprese nel 2013, 273 dal 2009),
auspica per le aziende lucane la possibilità di
“credere che una seria concertazione su un
nuovo Piano per il Lavoro e su una Legge quadro sugli incentivi e interventi di riordino alle
Pmi possa servire a determinare un percorso di
Patto per l’occupazione, unico rimedio che se
condiviso può generare fiducia e ottimismo».
LA REGIONE parteciperà alla Settimana
d’azione contro il razzismo. Il progetto è
Far&Network contro le discriminazioni, che
dedicherà tre appuntamenti dal titolo significativo “Tutti diversi, tutti uguali. Il valore e la
convivialità delle differenze”. Il primo è oggi
con una giornata formativa/informativa e
conterrà anche la proiezione della sitcom Vicini dell’Unar, una rassegna di cortometraggi
sulla diversità. Programma che continuerà
anche domani nell’Istituto Morra a Matera e
nell’Istituto Nitti a Potenza. Giovedì alle
10,30, nella sala riunioni del Dipartimento
Politiche della Persona, si terrà un incontro
per costituire il Comitato Immigrati.
La zona sequestrata
VIGGIANO - E’un sequestro da
guiness quello operato dai finanzieri nei giorni scorsi. Nel
corso di un controllo nella zona
industriale di Viggiano, hanno apposto i sigilli a un’area di
circa 20.000 metri quadrati di
proprietà di un signore originario di un paese della Val D’Agri. All’interno dell’area i militari hanno trovato diverso materiale ferroso incustodito, catalogati comerifiuti speciali
conservati senza le dovute accortezze.
L’area era una sorta di cimitero di auto usate - se ne contano circa una sessantita di autovetture - tenute nell’area senza
le dovute autorizzazioni.
Oltre alle carcasse delle autovetture sono stati ritrovati anche numerosi pezzi tra motori,
cerchi e mezzi meccanici. Chiaramente oltre alla mancanza
delle dovute autorizzazioni, l’area è risultata essere un pericolo per l’ambiente circostante.
Da quanto si è potuto apprendere il proprietario è stato denunciato e l’area sottoposta a
sequestro. In casi come questo
toccherà allo stesso proprietario, entro un determinato periodo, provvedere alla bonifica
della zona.
AZIENDA OSPEDALIERA REGIONALE “SAN CARLO” DI POTENZA
AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI
Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”, via Potito Petrone, Dott.ssa
Patrizia Vinci, 85100 Potenza. Tel 0971613367/Fax 0971612551, e-mail:
[email protected], sito: www.ospedalesancarlo.it;
Procedura aperta ex art. 3, co. 37, e art. 55 del D. Lgs. 163/2006 ss.mm.ii.,
per l’’affidamento, per tre anni, della fornitura di materiale monouso
occorrente all’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”;
Nomenclatura: 33772000; Data aggiudicazione: 27/12/2013;
Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso, ex art 82 D.Lgs. 163/06
ss.mm.ii.; Offerte pervenute: n. 14; Aggiudicatari: Lotto 1: Clevex S.r.l. –
Lotto 2: Sanigen S.p.A. – Lotto 3: 3 MC S.p.A. – Lotto 4: 3MC S.p.A. –
Lotto 5: Ditta Robertazzi Paolo – Lotto 6: CM Packaging S.r.l. – Lotto 7:
CM Packaging S.r.l. – Lotto 8: Polipuglia S.r.l. – Lotto 9: CM Packaging
S.r.l. – Lotto 10: Polipuglia S.r.l. – Lotto 11: Ditta Robertazzi Paolo – Lotto
12: SMP di Sfrecola &C. S.a.S. – Lotto 13: deserto – Lotto 14: non aggiudicato. Valore finale appalto: € 884.686,90 (per 3 anni); Subappalto:
secondo le modalità previste dalle disposizioni legislative vigenti; Bando di
gara: G.U.C.E. 2013/162-282322 del 22/08/2013 G.U.R.I. n° 103 del
02/09/2013; Data di presentazione dell’avviso alla G.U.C.E.: 29/01/2014
Ricorso: T.A.R. per la Basilicata, Sede/Sezione di Potenza
IL DIRETTORE GENERALE
Avv. Giampiero MARUGGI
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Martedì 18 marzo 2014
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Valluzzi sul futuro della Provincia. Presto il commissario che gestirà lo stretto e necessario
«Avremmo contribuito alla ripresa»
Da 15 mesi cantieri fermi con lavori per 158,5 milioni di euro. Cosa accadrà ora?
ABBIAMO scelto la strada “dell’aboliamo e poi si vede”, senza
renderci conto «che quando si fa
una riforma si deve poi anche
essere in grado di prevedere un
preciso percorso. E, invece, per
le Province attualmente non c’è
alcuna prospettiva definitiva».
E’ un anno che le Province
“urlano”, conferma l’assessore
alla Viabilità, Nicola Valluzzi.
Da quando è stato deciso che
questo era l’Ente che doveva essere abolito per ridurre la spesa
pubblica del Paese. «Ma siccome
sembrava che il grande male
dell’Italia fossero le Province,
ogni nostro allarme è caduto nel
vuoto. Ora non dico che questo
Ente non poteva essere riformato, assolutamente. Solo che non
si può dire “aboliamo e poi ci
pensiamo”. Perchè ora stanno
accadendo delle cose davvero
imbarazzanti, con il disegno di
legge Delrio ancora impantanato. E nessuna prospettiva sul
futuro».
Dopo il consiglio provinciale
straordinario, convocato proprio per discutere su questa situazione, tutte le incertezze sul
futuro restano lì. E questo fa
crescere anche l’amarezza di chi
sente di essere stato null’altro
che un capro espiatorio: perchè
le Province - a conti fatti - rappresentano appena l’1,27% della spesa pubblica, i Comuni l’8%
mentre le Regioni, compresa la
spesa per la sanità, sono il 20%.
Gli enti locali e le Regioni insieme sono in tutto il 30% della spesa pubblica. Il 60% della spesa
pubblica è nelle amministrazioni centrali, compresi i costi per
le prestazioni sociali.
Quindi si è tagliato il ramo
meno pesante, tanto per accontentare un’opinione pubblica
sempre più esasperata, senza
rendersi conto che il vuoto lasciato dalle Province doveva poi
essere riempito da un «ente di
secondo livello».
Chi (e soprattutto con quali ri-
segue dalla prima
di SERGIO RAGONE
La Provincia di Potenza
sorse) gestirà ora la viabilità?
Chi le scuole? Arriverà anche
qui - come già accaduto in altre
Province - un commissario che,
ovviamente si limiterà a gestire
l’esistente. «Senza l’assunzione
di alcun rischio: sarà forse meglio per i cittadini? Io ne dubito».
«Pensi - dice Valluzzi - si parla
di caricare i costi delle scuole sui
Comuni. Che forse solo ora co-
LA PROPOSTA DI RENZI
E la Caserma sarà venduta?
Nel Piano del premier Renzi ci sono troppe caserme in Italia:
450 ma ne basterebbero 15. E i costi di gestione sono troppo
alti: chiudiamo e vendiamo gli immobili inutilizzati. Che fine farà
allora la nostra Caserma Lucania? Le ultime notizie la davano
assegnata ai carabinieri. Ma Renzi non rovinerà i loro piani?
minciano a rendersi conto davvero del rischio che corrono. Un
Comune come quello di Potenza, già con tutte le difficoltà che
ha, può mai accollarsi anche
questo costo? Io non credo».
La verità è che forse ciò che faceva questo Ente non era completamente inutile, tanto che è
necessario istituire settori di
Regioni e di Città metropolitane
che facciano le stesse cose che
prima facevano le Province,
conservando lo stesso numero
di dipendenti e di strutture: allora che senso ha abolirle? Quello che si risparmia è qualche
presidente e consigliere provinciale in meno. Ma tutti i disagi
che si arrecheranno ai cittadini
d’ora in poi giustificano questo
contentino sul piano economico?
«Dal 2010 al 2013 - ha spiegato Valluzzi - sono venuti meno
oltre 61 milioni di euro alla sola
Provincia di Potenza. Nonostante questo negli ultimi cinque anni abbiamo appaltato lavori per 137 milioni di euro affidati per l’86,3% a imprese lucane».
E per Valluzzi questo è un paradosso ancora maggiore: «Noi
abbiamo fatto diversi investimenti ma i cantieri sono fermi.
Sono in corso di esecuzione lavori per 158,5 milioni di euro, i
cui cantieri sono oramai fermi
da 15 mesi per l’impossibilità di
garantire la regolarità dei pagamenti alle imprese e sono, infine, finanziate e dovranno essere appaltate nuove opere per
ulteriori 73 milioni di euro. Insomma, avremmo potuto piuttosto concretamente contribuire alla ripresa e, invece, navighiamo a vista. Abbiamo speso
tante energie per fronteggiare
quotidianamente l’enormità
dei tagli. E ora constatiamo con
amarezza che nessuno sa che
cosa succederà dopo il 1 aprile».
Antonella Giacummo
IL DISEGNO DI LEGGE DELRIO
Il DDL, in sostanza, regola tre aspetti pratici dell’abolizione delle province. Il primo: stabilisce che i consigli e
le giunte provinciali saranno abolite
e sostituite da assemblee di sindaci
del territorio della vecchia provincia. Non ci saranno più elezioni. L’assemblea dei sindaci sarà costituita
da tutti i sindaci dei comuni con più
di 15 mila abitanti e dai presidenti
delle unioni di comuni con più di 10
mila abitanti.
L’assemblea eleggerà un presidente con un sistema di voto ponderato
(ogni sindaco conterà in proporzione al numero di abitanti del suo comune). Le funzioni di questa nuova
assemblea saranno essenzialmente
di pianificazione in aree per cui in
precedenza erano competenti le province, come l’edilizia scolastica e le
strade. Gli incarichi nell’assemblea
provinciale non saranno remunerati.
Gli altri due aspetti regolati dalla
legge sono l’istituzione delle città
metropolitane e nuove regole per la
fusione dei comuni. Le città metropolitane si sostituiranno alle province. Non ci sarà un’assemblea provinciale formata dai sindaci e nemmeno
la vecchia provincia. Il sindaco della
città metropolitana sarà automaticamente il sindaco della vecchia città
capoluogo di provincia. Il sindaco
metropolitano sarà affiancato da un
consiglio metropolitano – formato
da sindaci del territorio eletti dagli
altri sindaci – e da una conferenza
metropolitana – formata nello stesso
modo dell’assemblea provinciale.
Attualmente ci sono 20 province
italiane commissariate perché gli organi elettivi sono arrivati a scadenza
e la legge ha bloccato l’indizione di
nuove elezioni. Il commissariamento è stato prolungato fino al 31 dicembre. Dal prossimo 1 aprile seguirà la strada del commissariamento
anche la Provincia di Potenza.
Città specchio che non vuol essere finestra
animo umano! Anche i meno poetici ne sono avezzi,
anche i più cupi e i più cinici non possono fare a meno
di confrontarsi, in diversa
misura, con questi due sentimenti.
Quella curva, una volta affrontata, porta all’uscita dall’Autostrada e
verso casa. L’ingresso in città, però,
è proprio la negazione più feroce del
mix sentimental-melodico che l’animo di ogni potentino, di nascita o di
adozione, proprio non merita. C’è
forse sintesi migliore per voler provare a descrivere cosa voglia dire essere potentini? Sì, c’è e l’intenzione
di questo intervento è proprio quello di ricercare, assieme, metafore e
metriche di descrizione di un così
forte contrasto. Soluzioni? Magari,
ma non sono così ambizioso.
Qualche anno fa (sic!), un caro
amico giornalista del Riformista,
oggi colonna del Fatto Quotidiano,
in trasferta a Potenza per motivi di
lavoro, a cena mi chiese: “Sergioli’
ma questa città, com’è secondo te?”.
Posai il cucchiaio, con il quale stavo
stra, per timore di guardare altrove, vive e respira
nelle repliche continue di
ogni forma di proposta per
generare virtuosamente
collettività. Da quella culturale, al divertimento e fino alle offerte commerciali, non siamo in grado di proporre
altro che copie di noi stessi e dei nostri mille riassunti. E l’Innovazione, continuiamo a predicarla e a
chiederla agli altri. Obviously. Italo
Calvino sosteneva che “ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si
oppone”. Qual è il nostro? Contro
quale deserto vogliamo opporci? E
come vogliamo farlo? Senza buttarla in politica da social media, populista e nemmeno popolare, pensiamo prima di tutto a quale piccolo deserto abbiamo più vicino a noi e
preoccupiamoci concretamente di
come trasformarlo in oasi. Ognuno
come può, ognuno se può, ma con
entusiasmo e senza paura di scoprirci diversi, e forse, migliori dell’immagine che abbiamo dipinto e
raccontato di noi stessi e della nostra città.
(tratto da Basilicatapost.it)
Timidi, riservati e timorosi del nuovo. Questi i nostri tratti distintivi
mangiando una ottima zuppa di legumi di Trivigno, feci un sorso di vino, Aglianico obviously, diedi un
respiro non lungo e risposi così:
“Fabri’, Potenza è timida e riservata, come una qualsiasi signora della
borghesia di provincia a cui il passare del tempo ha tolto la gioventù
ma non il titolo. E’una città che, a dispetto della credenza popolare, non
ama apparire, anzi».
Fossimo stati più ambiziosi, più
vanitosi, e quindi più appariscenti,
probabilmente oggi la nostra intera
comunità si gioverebbe di una maggiore considerazione, non solo mediatica, in ambito nazionale e internazionale. Ed invece no, abbiamo
deciso che ci bastava quello che eravamo e che ci basta quello che siamo. Popolo mite, timido, riservato,
timoroso del diverso e del nuovo.
Siamo così, imho.
Ed è proprio questo quello che più
mi fa pensare, con non poca preoccupazione, a quale sia oggi il tratto
identitario più forte della nostra comunità. Perchè la città più grande
della Basilicata si è chiusa in sé e
non si è contaminata, completamente, con l’altro da sé. Chiusa nelle
sue porte, con questa sua dimensione tutta in salita (metafora straordinaria del senso di appartenenza a
questa comunità), Potenza ha sempre saputo tenersi ben distante dal
“nuovo”, preferendo sempre quello
che certa opinione pubblica chiama
il “rinnovamento nella continuità”.
Che è un po’ come quel “ghiaccio
bollente” di Tony Dallara, che generava confusione e smarrimento. Un
ossimoro che, in quanto tale, non ha
senso eppure esiste. E allora, perchè nell’era della modernità accessibile soffriamo ancora svantaggi
competitivi?
Non si dica che è tutta colpa della
politica, vi prego basta con questo
populismo, perchè pare proprio che
non sia solo la politica, di questi
tempi così debole e così fragile, a determinare le fasi della vita democratica e dello sviluppo di una città. Nella città delle tante associazioni, con
un protagonismo spinto di una cerchia di attivisti più o meno noti, in
cui l’impegno civile gronda da ogni
suo quartiere e profilo social, qual è
il vero punto di debolezza che non
permette di, mi si perdoni lo slogan,
cambiare verso? A saperlo sarebbe
tutto più semplice, scoprirlo è invece quello che più servirebbe per capire come siamo arrivati ad essere
così. Tante piccole realtà, spesso autoreferenziali, popolano le città. Potenza non ne è esente, anzi la città
specchio che non vuol essere fine-
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Potenza
Martedì 18 marzo 2014
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Il prossimo 2 aprile prevista l’inaugurazione al San Carlo nei locali del Codice rosa
Una stanza dedicata a Elisa Claps
I fondi raccolti dalla vendita del libro di Basentini e Coviello devoluti per queste attività
SARANNO destinati a finanziare le attività
del Codice rosa i soldi raccolti con la vendita
del libro “Elisa tra cielo e terra - il romanzo di
una storia vera”, scritto da Assunta Basentini e Cristiana Coviello.
Le due autrici, in occasione dell’anniversario del ritrovamento ufficiale, il 17 marzo
del 2010, dei resti di Elisa Claps nel sottotetto della chiesa dellaTrinità, hanno così voluto onorare l’impegno preso in occasione della pubblicazione del volume nell’autunno
del 2012.
Il direttore generale Giampiero Maruggi
ha concordato con le due autrici che «alla voce e al sorriso di Elisa, nel segno della ricerca
continua della verità, della testimonianza,
del coraggio di non aver paura, sarà dedicata una delle stanze del “codice rosa”, attrezzate all’interno del Pronto Soccorso del San
Carlo per l’ascolto protetto dei bambini e delle donne vittime di ogni forma di violenza,
una decisione fortemente condivisa dalla famiglia Claps. E’ motivo di grande orgoglio
per noi che la scelta di Cristiana Coviello e di
Assunta Basentini, due protagoniste dell’impegno concreto al fianco delle donne e
dei bambini vittime di violenza sia caduta
proprio sulla rete di solidarietà che stiamo
costruendo insieme alle istituzioni e a decine di strutture e di soggetti del mondo del volontariato. Un gesto che rafforza la chiamata all’impegno concreto e all’operatività».
IlCodice Rosaidentifica unpercorso di accesso al pronto soccorsoriservato a tutte
levittime di violenze. Il codice è assegnato insieme al codice di gravità, da personale addestrato a riconoscere segnali non sempre evidenti o dichiarati di una violenza subita. Il 2
aprile prossimo alle ore 11 si terrà la cerimonia di inaugurazione della “stanza di Elisa”.
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AMMINISTRATIVE
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Fierro invita a parlare
di programmi
Da sinistra Assunta Basentini e Cristiana Coviello
I CALCIATORI CONTRO L’OMOFOBIA
Domenica scorsa i
calciatori della società
Rossoblu Potenza hanno
indossato i lacci
arcobaleno per l’iniziativa
#Allacciamoli: “Diamo un
calcio all’omofobia”.
L’Arcigay Basilicata
“Marco Bisceglia”
ringrazia i calciatori e
tutta la società calcistica
Rossoblu Potenza per
aver aderito all’iniziativa
e solidarizzato nel
testimoniare che un
mondo con più diritti è
un mondo più giusto per
tutti.
GAETANO Fierro non si è mai davvero defilato dalla vita politica regionale e potentina in
particolare. Così anche un suo “innocuo” invito - oggi alle 17 presso l’hotel Vittoria - ti lascia
sempre il dubbio che sotto la cenere covi una
sua candidatura. Al momento lui non conferma nè smentisce, quindi nessuna certezza, anche se colpisce che a firmare la nota, insieme a
Gaetano Fierro, ci sia il suo vecchio assessore
al Bilancio, Rocco Lepore.
Nessuna certezza quindi. Però all’incontro
di oggi - questo è sicuro - si parlerà di programmi elettorali. In vista delle prossime comunali? Questo è chiaro. Nel frattempo all’incontro
di oggi è prevista la presenza dell’europarlamentare Marcello Vernola, commissario regionale Scelta Civica.
E proprio Scelta civica ha annunciato il suo
nuovo segretario cittadino. Si tratta di Innocenzo D’Alessandro, 39 anni, sposato e padre
di due figli. Dopo aver elaborato la sua tesi sperimentale presso il politecnico di Valencia, si è
laureato, con lode, in Ingegneria civile indirizzo Idraulica all’Università degli Studi di
Basilicata. Alla laurea è seguita una breve collaborazioni in un progetto interregionale tra
le università di Basilicata e Calabria.
Oggi in GDA Spa ricopre il nuovo ruolo di responsabile sviluppo e strategie logistiche oltre che green belt in progetti Six Sigma.
Premiazione al Comprensivo “Giacomo Leopardi” Il sindaco Caputo ha assegnato le deleghe agli assessori
Una scuola che parla di pace Un consiglio al femminile?
con contenuti concreti
Tra i ragazzi è già una realtà
L’ISTITUTO Comprensivo Giacomo Leopardi di Potenza è stato teatro di un importante cerimonia di premiazione che ha decretato i vincitori del concorso scolastico
internazionale promosso dal Lions club e
intitolato “Un poster per la pace: il nostro
mondo, il nostro futuro”.
Gli elaborati sono stati giudicati da una
commissione presieduta da Alba Fanelli
Calvello, rappresentante Lions club Potenza. Tra i disegni sono risultati di maggiore
impatto quelli di: Desiree Ferraro, Giuseppe Agatiello, Roberta Pinto, Alessia Uva e
Mattia Tolla al quale è stato assegnato il primo premio per essere stato in grado di rappresentare un ideale ponte di collegamento
tra “città oscura” e “città colorata” attraverso la creazione di un sole con i colori della
pace. Ma che cos’è questa pace tanto decantata ma spesso male interpretata?
«La pace è una dimensione esistenziale afferma Alba Fanelli Calvello - dobbiamo
prima di ogni cosa cercare la pace dentro
noi stessi e poi possiamo adoperarci per trovare le soluzioni più adeguate affinché tutti
abbiano le stesse opportunità». Nel corso
della serata sono stati anche presentati due
loghi di grande valore: uno identificativo
della scuola potentina, l’altro motivo di
enorme vanto poiché assegnato direttamente dall’Unesco.
L'Istituto Giacomo Leopardi, infatti, è l’unico in Basilicata ad aver ottenuto il riconoscimento Unesco attribuito alle scuole che,
attraverso svariate iniziative, riescono a integrare a pieno la propria attività curriculare con i principi fondamentali della pace,
declinata a più livelli, e della sicurezza e collaborazione tra Nazioni.
«È un momento importante per la scuola dice Annamaria Basso, dirigente dell’Istituto - perché il logo che abbiamo creato è un
simbolo che dimostra la carta d’identità e i
valori di una determinata organizzazione».
Anna Maria Basso durante la serata (Mattiacci)
«Ciascuna materia ha focalizzato il proprio interesse sul tema della cittadinanza sottolinea Antonella Tatulli docente della
scuola -l’Unesco ci richiede specifiche competenze sociali e civiche che si possono raggiungere attraverso la creazione e promozione di un modello scolastico di tipo laboratoriale e progettuale».
Al logo Unesco si affianca il logo dell'istituto caratterizzato da un preciso rimando
al territorio locale; la scuola, infatti, dopo
molti anni è riuscita a dotarsi di un'immagine identificativa che emerge da una linea
continua che prima disegna il ponte Musumeci, grande incompiuta, poi tratteggia
una chiave di violino, emblema dell'indirizzo musicale dell'Istituto. Lungo la chiave di
violino tre figure con i colori della bandiera
italiana sembrano ondeggiare sulle note
musicali con leggiadria , e lungo una linea
che si dipana in una soluzione di continuità, danno vita a una fiamma al cui interno
riecheggia l'eco della saggezza del mondo
classico e della genialità di Seneca: Non impariamo per la scuola ma per la vita.
E con una frase così esaustiva non poteva
che completarsi il logo dell'Istituto Giacomo Leopardi, simbolo di grande coerenza
stilistica e di pensiero.
Angela Salvatore
La giunta comunale formata dai ragazzi
IN futuro non ci sarà da preoccuparsi: per le
nuove generazioni la parità di genere in politica è già una realtà e lo dimostra proprio la
prevalenza femminile nel consiglio comunale dei ragazzi. E qui anche il sindaco - che
ieri ha assegnato le deleghe - è una ragazza,
così come il presidente del consiglio. Insomma, abbiamo speranza. Come per i Consigli
comunali, presente il personale del Comune,
oltre al vicesegretario comunale Antonietta
Fabrizio e all’assessore all’Istruzione Giuseppe Messina, tra i principali sostenitori
dell’iniziativa, anche e soprattutto nella sua
qualità di presidente della “Città educante”.
«La Consulta cittadina sulla scuola –ricorda Messina –progetta e coordina, attraverso
i suoi organi di governo, interventi educativi e formativi capaci di promuovere la formazione della persona». Poi il presidente Noemi Lopardo ha introdotto e condotto i lavori
sottolineando «l’importanza del tempo, in
ogni ambito e, quindi anche in questo, dove
ci è richiesto di proporre progetti semplici e
veloci». Il sindaco Anna Caputo ha assegnato le deleghe agli assessori: Alessia Dapoto
alla Comunicazione, Carmine Ferri alla
Pubblica istruzione, Gaia Franco alla Cultura, Aldo La Regina allo Sport e alle Politiche giovanili, Alice Lomio ai Trasporti,
Gaetano Montagna alle Finanze, Federica
Pia Summa all’Ambiente. Sempre Caputo,
che ha avocato a sé la delega alle Pari opportunità, suggerendo di prevedere in città “dei
parcheggi ‘rosa’, delle aree di sosta gratuita,
fruibili dalle donne in attesa”. L’assessore alle Finanze Montagna ha indicato la possibilità di chiedere sponsorizzazioni per reperire le piccole risorse necessarie per attuare i
diversi provvedimenti. Quella ai Trasporti
Lomio ha immaginato una green card con la
quale premiare gli studenti che dimostrino
di aver utilizzato il trasporto pubblico. Tre
proposte anche dall’assessore alla Comunizione Dapoto: «Vorrei realizzare i progetti
‘Ciao in tutte le lingue del mondo’, ‘Una lettera in giro per il mondo’ e ‘Mille e un segreto
sui social network’, i primi due per favorire
l’integrazione con i ragazzi di altre nazionalità e l’ultimo per un utilizzo più consapevole
di internet».
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Potenza e provincia
Martedì 18 marzo 2014
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POTENZA La denuncia: la rete fognaria di 15 contrade è stata progettata male
Fiumara Tiera invasa da liquami
Gli abitanti della zona sono preoccupati per le condizioni igienico-sanitarie
POTENZA - Nelle contrade
rurali di Potenza è facile imbattersi persino in un “fiume di fogna”. Proprio così: è
una tratta fognaria che raccoglie le fogne di diverse,
(almeno 15) realtà rurali
compresa Giuliano, centinaia di metri cubi che a un
certo punto della Statale 58
per cause dovute ad errori di
realizzazione dell’intera rete fognaria, si riversa nella
fiumara Tiera.
A segnalare il “fiume di fogna” è “Vivi la campagna”,
giovane associazione nata
circa un anno fa dall’idea di
alcuni residenti di contrada
Barrata a Potenza e presieduta da Vito D’Andrea.
I componenti dell’associazione, raccogliendo la sollecitazione di Rocco Bochicchio, profondo conoscitore
dei territori rurali del capoluogo, hanno effettuato un
sopralluogo.
«La situazione è di autentico disastro ambientale –
racconta Vito D’Andrea - il
“fiume di fogna” per circa 4
chilometri a valle sfocia nel
fiume Basento, a un chilometro di distanza risiedono
le circa 50 famiglie di via Dei
due Boschi, e ancora a meno
vi è un distributore di benzina».
Gli abitanti della contrada
sono allarmati: «visto la persistenza del problema da circa 3 anni - ha aggiunto il
presidente dell’associazione “Vivi la campagna” - probabilmente anche quest’estate toccherà loro di sopportare l'odore persistente e
sgradevole per non parlare
di tutto ciò che regna in quel
liquame putrido (persino topi giganti e batteri di ogni
genere)».
Il persistere del problema
è «dunque la conferma» di
quello che “Vivi la campagna” sostiene da tempo, ovvero gli abitanti delle contrade rurali sono cittadini di
serie B abbandonati a se
stessi persino per affrontare i più elementari problemi
igienico-sanitari.
Ma i componenti dell’associazione non hanno intenzione di demordere e continuiamo ad insistere «sul
protagonismo dei cittadini
POTENZA
Ruba rame
Arrestato
La fiumara Tiera dove confluiscono le acque della rete fognaria (al centro il tubo di scolo) delle 15 contrade. Nell’ultima immagine le acque di scolo
che vivono la campagna
ogni giorno, e non solo».
L’associazione si propone
di combattere innanzitutto
la chiusura e l’individualità,
invogliando alla partecipazione e all’aggregazione di
chi, pur vivendo in campagna, preso dalla routine
quotidiana, spesso dimenti-
ca di soffermarsi a pensare
al valore dell’ambiente che
lo circonda. Insomma «non
ci stancheremo di “pressare” gli amministratori co-
munali che solo in queste
settimane, a pochi mesi dal
rinnovo del Consiglio comunale, si rivedono in giro per
le aree rurali».
È ACCUSATO di furto aggravato il quarantaduenne G.T. - arrestato dagli agenti, della Squadra volanti,
coordinati dal Commissario
capo Aldo Mannarelli. L’uomo, già noto alle forze dell’
ordine, si aggirava con fare
sospetto nei pressi di Largo
Duomo. Gli agenti hanno
deciso di fermarlo mentre
tentava di allontanarsi a
bordo di un’autovettura dove hanno trovato, nascosto
nel bagagliaio, del rame
(grondaie) pezzi di grondaie asportato dall’edificio
della Cattedrale.
AVIGLIANO La nomina durante l’ultimo congresso cittadino
Psi, Carriero nuovo segretario
Il partito si prepara già in vista delle prossime comunali
AVIGLIANO - “Aperto a un nuovo
socialismo”. È lo slogan scelto, dalla
sezione “Sandro Pertini”, per il congresso cittadino del Psi, tenutosi ad
Avigliano. In una sala consiliare
gremita di gente - come non se ne vedeva da tanto nei congressi dei partiti politici - hanno preso inizio i lavori congressuali, sulle note di canti appartenenti alla tradizione socialista, intervallati da frammenti
di celebri discorsi dei principali uomini e donne del socialismo italiano. L’introduzione è stata affidata a
Mariangela Romaniello, che ha richiamato «il significato dello slogan e dell’immagine del manifesto,
che annunciava questo evento: un
lucchetto aperto a simboleggiare
un nuovo socialismo che si dischiude alla società e alle sue sfide, pronto
a ricoprire un ruolo da protagonista nella costruzione di una sinistra
riformista e di governo». Successivamente ha preso la parola il vicesindaco, Antonio Bochicchio, che
ha rimarcato che «a fronte di una
crisi economica senza precedenti
occorre una politica che, oltre ad andare incontro a quei segmenti della
popolazione in forte difficoltà, deve
saper delineare una via di uscita, di
sviluppo e progresso». Sono seguiti
molti interventi, considerazioni e
spunti di discussione, da parte di
esponenti politici, sindacali e, in
particolare, da semplici iscritti.
Molti giovani, mossi da un sincero
idealismo, come Stefano Iannielli,
che ha posto l’accento sul socialismo, definendolo «l’unico antidoto
alle tecnocrazie e alle lobbies economiche, ispiratrici delle politiche di
austerità e tagli indiscriminati, che
hanno gravato sui ceti popolari e
medi, vittime della crisi e non responsabili». Oppure Luciano Guappone, noto in città per le sue battaglie civili contro il degrado, che ha
spiegato la scelta di adesione al Psi
«perché, nel programma del partito, la difesa dell’ambiente e la salvaguardia del territorio hanno un
ruolo importante, e rappresentano
uno strumento prezioso e fondamentale per il corretto equilibrio
della nostra città». Un’analisi politica più articolata ed esaustiva è giunta da Vincenzo Genovese, già segretario cittadino, che ha sottolineato
«la necessità di aprire al più presto
un confronto programmatico con le
forze politiche, che costituiscono la
maggioranza di centro-sinistra, in
prospettiva delle elezioni comunali
del 2015». L’assise si è conclusa con
l’elezione del nuovo segretario cittadino e del direttivo. La scelta è caduta, per acclamazione, su Leonardo
Carriero che, nel suo intervento, ha
sottolineato il valore e la funzione
che un partito e, in particolare, le sezioni locali devono ricoprire. «Un
luogo fisico - ha spiegato Carriero dove la buona politica e la comunità
siano in grado di incontrarsi. Ed è Leonardo Carriero, segretario Psi di Avigliano
questo il ruolo che una sezione deve
rivestire. Qui, si avvertono, per pri- dizioni, la parità di genere. Un Psi
ma, i cambiamenti della società che che ha preferito puntare, per far cosono in atto. Qui si percepiscono i noscere le sue posizioni politiche,
sentimenti che pervadono e attra- su una campagna innovativa ma
versano la collettività. Ma proprio fondata sulle persone, sulle loro requi, si intravedono le possibili solu- lazioni, sulla costruzione di reti,
zioni». Per il Psi, ad Avigliano, in sulla capacità di offrire risposte,
prospettiva delle elezioni comunali bandendo il mercato di “politiche”,
che si terranno l’anno prossimo, il ma guardando ad una nuova visio2014 sarà un vero e proprio spar- ne politica. E per costruire questa
tiacque. Durante il congresso, con visione è necessario che non si tiri
le parole e i volti dei partecipanti, si è indietro, ma, al contrario, si orgadelineato un nuovo protagonismo nizzi - e presto - un luogo di confronsocialista: aperto alla società, inclu- to con tutti i soggetti della comunisivo, capace di confrontarsi con le tà, dai cattolici ai laici, che hanno
altre culture politiche. Un partito colto l’importanza della sfida di una
socialista che pone al centro del di- nuova proposta di comunità.
Enzo Claps
battito, senza ipocrisie, il tema del
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lavoro e della qualità delle sue con-
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VULTURE
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E’ l’unico partito a essere sceso in campo. Latitanti le altre realtà politiche
«A Venosa miseria e disperazione»
Il Movimento 5 Stelle alza il tiro in vista delle elezioni comunali
VENOSA - Mentre centrosinistra e centrodestra sono
ancora impegnati a definire le modalità per individuare il candidato sindaco,
il Movimento Cinque Stelle
da tempo è sceso in campo e
da fine gennaio e in splendida solitudine sta conducendo un serrata campagna
elettorale per conquistare
Palazzo Calvini. Ogni sabato e domenica incontra i cittadini per informarli, sensibilizzarli e coinvolgerli
anche nlla fse di predisposizione del programma elettorale. L’obiettivo è indubbiamente quello di intercettare il disagio diffuso ella
comunità locale e raccogliere la domanda di rinnovamento che viene da tutte le
parti. L’ultima iniziativa
dei pentastellati una lettera
aperta ai cittadini, co la
quale, all’insegna delle parole d’ordine di “onesta e
trasparenza” invita gli elettori a fornire il prorio contributo per operare il rinnovamento.
«Fra pochi mesi la nostra
comunità sarà chiamata ad
eleggere il nuovo sindaco
ed il Consiglio comunale
che amministrerà questo
Comune per i prossimi 5 anni - scrivono i “Grillini” venosini - Si tratta di un appuntamento importante,
un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Purtroppo la politica degli ultimi 20
anni ha costretto questo
paese in uno stato di degrado economico, culturale,
sociale e politico. Venti anni
di cattiva amministrazione
della cosa pubblica hanno
creato solo miseria e disperazione tra le tante famiglie
venosine».
A sostegno di tale diagnosi i pentastellati evidenziano che è in aumento il flusso
di giovani venosini che emigrano in cerca di fortuna;
l’aumento del numero di famiglie che progettano viaggi della speranza in America, Australia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera.
«E’ una situazione inaccettabile - denunciano i pentastellati -. Pochi fortunati
hanno goduto dei “piaceri”
e dei “favori” di una politica
clientelare. La maggior
parte dei cittadini venosini,
sono stati costretti ad arrangiarsi dimenticati da
tutti. Mentre la politica veniva piegata agli interessi
Gli attivisti grillini durante un sit-in a Venosa
di pochi, di gruppi di potere. Se tutto questo non vi risulta, se quello che noi del
Movimento 5 Stelle denunciamo da mesi credete che
non sia vero, beh … allora,
avete tutto il diritto di ignorarci e di continuare a far
finta di niente.Se invece vedete quello che ve diamo
noi, se come noi siete annichiliti dalle nefandezze della mala politica di questi anni, non potete tirarvi indietro. Avete tutti il dovere di
reagire. Abbiamo tutti il dovere di ribellarci, di chiedere e pretendere un futuro
diverso». Alla base della denuncia, la consapevolezza
che tale situazione “disperata”non può essere affron-
RIONERO Coinvolto anche un tir. Ferite lievi per i due conducenti
Un uomo guida senza patente
e provoca un incidente sulla Ss 658
RIONERO - Incidente per fortuna senza gravi conseguenze per
le persone, quello avvenuto ieri
sulla pericolosa SS 658 PotenzaMelfi, in prossimità dell’uscita
di Rionero e che ha visto protagonisti una Fiat Panda e un Tir.
Secondo le prime indiscrezioni,
erano da poco passate le 12.30
quando un 50enne di Rionero a
bordo della sua Fiat Panda stava
per immettersi sulla SS 658 in
direzione Melfi. Appena superato lo svincolo, l’uomo avrebbe
cercato di rientrare nella città
fortunatiana compiendo una
pericolosa inversione ad “U”
sulla strada a scorrimento veloce. Durante la spericolata manovra della Fiat Panda è sopraggiunto il Tir guidato da un
50enne e diretto a San Nicola di
Melfi che nulla ha potuto per
evitare il forte impatto. Sul posto sono subito accorsi i Vigili
del Fuoco e i sanitari del 118 che
hanno prestato i primi soccorsi
al guidatore della Fiat Panda.
L’uomo se l’è cavata solo con
qualche piccola escoriazione ed
un grande spavento. Sul luogo
dell’incidente sono giunti an-
che i Carabinieri della Compagnia di Melfi per accertare le responsabilità del sinistro e l’Anas per regolamentare il traffico.
Da un primo controllo effettuato dalle forze dell’ordine,
l’uomo a bordo della Fiat Panda
sarebbe risultato sprovvisto di
patente di guida e della polizza
di assicurazione.
L’arteria è stata chiusa per oltre due ore per consentire lo spostamento dei mezzi incidentati e
la pulizia del manto stradale.
Andrea Gerardi
Alcune immagini dell’incidente
GENZANO Il Psi guarda al futuro del paese
Quagliara eletto segretario
per acclamazione
GENZANO DI LUCANIA – Sabato scorso, nella sala della Biblioteca Comunale, si è tenuto
il Terzo Congresso Cittadino
del Partito Socialista, nel corso del quale sono intervenuti i
segretari-PSI regionale e provinciale (rispettivamente, Livio Valvano e Franco Simone),
il vice-segretario provinciale
Nicola Giansanti e il consigliere regionale Francesco
Pietrantuono.
Erano presenti il Sindaco
Rocco Cancellara, nonché
rappresentanti dell’amministrazione e di tutte le forze politiche attive in paese.
Il senso del titolo che si è
scelto di dare all’incontro, ovvero “Il futuro si prepara, non
si aspetta”, è stato reso chiaro
dal neo-segretario di sezione
Vito Quagliara, succeduto ad
Alessandro Ciola (quest’ultimo elogiato per il suo ottimo
lavoro) proprio sabato sera,
tata e risolta da chi ha creato le condizioni del disastro.
Che fare, quindi? «Occorre
mettere in campo forze nuove, giovani, attive. Gente
desiderosa di un cambiamento reale. Persone libere
- sostiene il Movimento 5
Stelle per fare breccia tra gli
elettori e motivarli al cambiamento - Onestà e Trasparenza sono le nostre parole
d’ordine. Nessuna promessa in cambio di voti. Solo
azioni politiche volte a garantire il benessere della comunità venosina». Principi
posti alla base del programma politico-amministrativo in vista delle prossime
elezioni.
Giuseppe Orlando
addirittura per ‘acclamazione’: cose che accadono soltanto quando la passione diviene
talmente densa e palpabile da
indurre le masse a farsi mente
unica finalizzata al perseguimento di un unico pensiero.
«È il momento in cui bisogna tirare le somme dell’attività politica svolta – ha precisato Quagliara – per poter
tracciare il cammino di quella
futura, imparando dagli errori commessi e facendo tesoro
delle cose buone realizzate». E
questo significa, appunto, ‘costruire il futuro’, in un frangente in cui disperazione e abbandono sembrano riuscire a
lasciare sul fondo ogni possibile speranza, e il termine ‘politica’viene percepito perlopiù
in senso dispregiativo.
E difatti Quagliara ammette di essersi chiesto se questo
fosse ancora un tempo possibile per la politica. Ed ecco la
risposta: «Io sento,
noi tutti sentiamo,
di dover continuare
per passione: quella
forza immensa che
lega alle idee; alle
persone che sono da
considerarsi amici,
ancor prima che
compagni; alla cultura del socialismo
riformista
italia- Il neosegretario Quagliara
no».
Le battaglie difficili, in fon- pero dell’Ici sugli immobili
do, sono sempre le più interes- commerciali (quindi non di
santi e potenzialmente foriere mero ‘culto’) della Chiesa e
di novità rivoluzionarie. Così, tant’altro ancora. «Un impeQuagliara e gli altri interve- gno capillare che ha condotto
nuti si sono concentrati perlo- il Psi a porsi quale seconda
più sugli aspetti positivi del forza politica di sinistra in Baproprio operare politico, fa- silicata, con una squadra di
cendo menzione delle ultime candidati totalmente rinnobattaglie portate avanti con vata e capace di interpretare
ostinata convinzione: la sepa- tout court il desiderio di rinrazione delle cariche in sede di novamento del popolo lucaconsiglio regionale, l’aboli- no».
zione degli Enti inutili, il recuGianrocco Guerriero
BREVI
VENOSA
Quel mondo visto
dal sellino di una bici
VENOSA - Le associazioni venosine
A.S.D. Team zHeroEmissioni e Associazione Culturale Accademia dei Rinascenti organizzano il convegno "Il mondo visto dal sellino". L'incontro si terrà
venerdì 28 marzo 2014 alle ore 18.30,
nell'Auditorium Chiesa di San Domenico a Venosa. L'obiettivo è di dare un contributo sul tema della bicicletta, attraverso gli interventi di alcuni professionisti del settore come ciclisti, ma anche
appassionati della bicicletta per parlare
dei benefici legati all'uso del mezzo.
MELFI
Conferenza stampa
per il Mediashow
MELFI - L’Istituto superiore “Federico
II” di Melfi ha organizzato per giovedì
20 marzo, alle ore 11.00 presso i locali
dell’Istituto una conferenza stampa durante la quale verranno presentati: i dati sui partecipanti, il corso di aggiornamento per i docenti, la manifestazioni
collaterali del Mediashow in programma per la fine di marzo.
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VAL D’AGRI A Spinoso partito diviso tra Pasquale De Luise e Mario Solimando
Comunali, Pd alla ricerca dell’unità
A Viggiano si fa strada la candidatura del pittelliano Domenico Bonaduce
VAL D’AGRI - Le elezioni di
fine maggio si avvicinano e
la fibrillazione per i toto
candidati a sindaco sono
palpabili in alcuni paesi del
comprensorio dell’alta Val
d’Agri.
A Spinoso, il centro sinistra sembra diviso su due
fronti: da una parte il sindaco uscente, il renziano per
eccellenza, Pasquale De
Luise, con una lista civica e
dall’altra parte la compagine del Partito Democratico
ufficiale e il suo segretario,
nonché l’ex sindaco di precedenti legislature (dieci
anni), il lacorazziano Mario
Solimando.
Raggiunto al telefono, De
Luise «non smentisce ma
neanche ufficializza la notizia» e aggiunge «visto le
molteplici attività e iniziative che abbiamo realizzato e
tutt’ora in fase di realizzazione, ci stiamo ragionando».
E tutto lascia intendere,
anche il mantenimento
pressoché immutata di
gran parte della restante
compagine amministrati-
Un seggio elettorale
va. Ma non solo, voci di corridoio fanno trapelare che
nel piccolo comune spinosese, si parla insistentemente
anche di una probabile terza lista guidata dal consigliere di minoranza Aldo Lista (Centro Democratico).
Più “buia” nel paese che ha
dato i natali all’ingegnere
poeta, Leonardo Sinisgalli,
dove la situazione è meno
fluida con silenzi e depistaggi per non bruciare il
“cavallo giusto”nel calderone.
Di sicuro Mario Di Sanzo,
l’uomo che da dieci anni siede sulla poltrona da sindaco
del comune montemurrese,
zio dell’attuale consigliere
regionale nonché presidente della Provincia, Piero Lacorazza, per obbligo di legge, deve deporre “le armi”,
ma non senza lasciare un testimone della sua continuità e si rumoreggia il nome
dell’assessore uscente, nonché segretario della sezione
locale del Pd, Senatro Di
Leo.
Intanto, dall’altra parte è
in via di costituzione un neo
movimento civico fondato
dall’attuale consigliere di
minoranza, Antonio Santomartino.
Movimento orientato all’adesione di tutti i cittadini
che manifestano interesse
ed attraverso le primarie vogliono far parte di una lista
civica che possa rappresentare un polo alternativo in
vista delle elezioni comunali di maggio. In evoluzione,
invece, la situazione nel comune viggianese.
Di fatto secondo alcuni
rumors e indiscrezioni di
palazzo sarebbero in arrivo
nuove ed eclatanti rivoluzione in casa Pd, sezione locale di Viggiano. Dopo l’abbandono dell’assessore alle
attività produttive, Domenico Fortunato come possibile outsider per una lista
(causa dissapori interni allo
stesso partito) fa il suo ingresso come papabile, la figura di Domenico Bonaduce, libero professionista, ex
assessore ai Lavori Pubblici
della prima legislatura del-
la giunta Alberti.
Un fedelissimo del governatore regionale, Marcello
Pittella. Benvoluto dalle
correnti renziane che in
questo momento agitano la
dialettica interna al partito.
Per ora sono solo voci, ma
che continuano a circolare
con insistenza nell’ambiente politico e tra le vie cittadine.
Anche se in paese si rumoreggia per altri nomi come l’attuale assessore alla
cultura, Luca Caiazza. Voci
che poi decadono nel giro di
pochi giorni. Mentre tra i
candidati alla ricerca della
carica di primo cittadino
non fa mistero la lista capeggiata dall’uscente consigliere di minoranza del
“Cambiamento”, Amedeo
Cicala.
Questa volta però, la lista
non è di centro destra, ma a
quanto dichiarato è una
“coalizione” con tutte le forze del territorio, anzi dichiara, ci sono “più elementi di
centro sinistra” con l’ingresso dell’attuale vice sindaco, Rocco Antonio Mon-
tone. Nodo da sciogliere per
l’ex Sindaco, nonché attuale
consigliere
provinciale,
Vittorio Prinzi. E’ probabile, invece, che una lista di
Grillo si possa presentare
alla tornata amministrativa e nel caso, il più papabile
dei candidati a sindaco sarebbe il referente di zona,
l’imprenditore dell’Azimut,
l’ingegnere Alberti.
Mentre è già al lavoro nel
comune di Marsicovetere, il
sindaco uscente Claudio
Cantiani (Pd) che ha ufficializzato la sua ricandidatura, naturalmente, con squadra uscente a seguito (Giovanni Vita, Michele Milano,
Marco Zipparri, Monica
Gregoriano e Giannangelo
Briglia). Di certo, la coalizione sarebbe di centro sinistra. L’altra grande e inaspettata novità del panorama politico di Marsicovetere, sembrerebbe essere –
sempre secondo i rumors –
il ritorno dell’ex sindaco
della cittadina, Michele
Mazza, con una lista di sinistra.
Angela Pepe
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LAGONEGRESE Recuperati oltre 3 milioni. Soddisfatto Valluzzi
LAURIA
Si ribalta auto
Ferita una donna
L’importante arteria verrà ammodernata e messa in sicurezza di Latronico
In arrivo fondi per la Sp 3
LAGONEGRESE - Buona notizia sul fronte viabilità.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, all’esito di
una rigorosa istruttoria, ha autorizzato il recupero di
3.098.741 euro per la realizzazione degli interventi di ammodernamento e messa in sicurezza del percorso stradale esistente tra la SS 585, Trecchina e
Maratea.
A comunicarlo è Nicola Valluzzi, assessore alla Viabilità e
ai Trasporti della Provincia di
Potenza, a conclusione dell’incontro tenutosi ieri mattina a
Roma presso il Ministero.
«Le risorse finanziarie assegnate con la Legge 388/2000
(Legge finanziaria 2001) – prosegue l’assessore – erano state
dichiarate perente e l’intervento definanziato con Legge
244/2007 (Legge finanziaria
2008), a causa dei ritardi accumulati nella definizione del
procedimento amministrativo
propedeutico all’appalto dei lavori e per l’esigua copertura
economica assicurata dal finanziamento assegnato, a
FRANCAVILLA
TRECCHINA
Riaperta la Ss 585
TRECCHINA - Riaperta al traffico, con istituzione di un senso
unico alternato,la Ss 585 "Fondo Valle del Noce" tra il km 5,700
e il km 5,770, nel Comune di
Trecchina. La chiusura si era resa necessaria per consentire interventi urgenti di disgaggio dei
massi pericolanti ed i lavori di
messa in sicurezza del costone.
Il transito veicolare viene regolato da un impianto semaforico.
Un tratto della sp 3 (da google maps)
fronte della soluzione proget- da una situazione di diffuso
tuale individuata che richiede- dissesto idrogeologico, carenva una spesa complessiva di ol- za di sistemi di protezione e amtre 40 milioni di euro».
maloramento del fondo stradaLa nuova proposta proget- le. I lavori dovranno essere aptuale formulata dalla Provincia paltati, ultimati e collaudati endi Potenza, condivisa e sostenu- tro 24 mesi secondo un preciso
ta dalla Regione Basilicata e ac- ed inderogabile cronoprocolta dal Ministero, - spiega gramma, definito secondo le
l’assessore - prevede un inter- previsioni del decreto del Minivento di ammodernamento e stero
dell’Economia
delmessa in sicurezza della Sp 3 l’1/08/2013 in materia di proceTirrena, attualmente segnata dure di monitoraggio della spe-
sa».
«Fino all’ultimo istante della
consiliatura – conclude Valluzzi – lavoreremo senza sosta per
portare a conclusione il maggior numero di iniziative avviate, per non lasciare nulla di intentato e affermare con questo
agire l’importanza e la dignità
della funzione pubblica svolta,
qualunque possa essere l’immediato destino assegnato alla
singola istituzione».
LAURIA – E’ stata ricoverata per precauzione presso il reparto di ortopedia dell’Ospedale di Lagonegro una
donna di Latronico che nella giornata di ieri, intorno alle ore 10.50, è rimasta ferita in un incidente avvenuto lungo la strada provinciale in località Fontana dei Contadini che collega località Pecorone al centro di Lauria.
L’automobile condotta dalla donna, per cause che sono ancora al vaglio dei carabinieri,
si è ribaltata nella
curva adiacente il
piazzale di Fontana
dei Contadini e durante il sinistro è andata parzialmente
distrutta.
Non si conoscono
le cause che hanno
provocato l’incidente, molto probabilmente i freni non
hanno funzionato bene.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 di Lagonegro e i carabinieri di Lauria.
Da quanto si è appreso le condizioni della donna che viaggiava da sola ,
non sono gravi.
Emilia Manco
L’incidente
è avvenuto
in località
Pecorone
MARATEA Entra nel vivo la campagna elettorale in vista delle amministrative
Cupparo
punta
al restyling
Il grillino Accardi scende in campo
FRANCAVILLA - Prosegue a pieno regime l’attività di restyling promossa dall’amministrazione
comunale di Francavilla
in Sinni capitanata da
Francesco Cupparo. Un
programma
articolato
che ha come obiettivo
quello di rendere fruibile
il paese. In questo periodo
sono in fase di realizzazione, l’asilo nido in Via Matteo Cosentino, attiguo al
complesso “Dattoli”, lo
svincolo sulla statale “Sinnica” in prossimità dell’area artigianale in contrada “Le Ischie”, le fontane
in Piazza Amendola e Magistrati Mainieri, i bagni
pubblici e 125 loculi cimiteriali. Alla fine del mese
inoltre, riprenderanno
anche i lavori che prevedono la costruzione dei
parcheggi in Via Emanuele Granturco.
Due invece, le opere già
portate a termine riguardanti la manutenzione
delle strade rurali nelle località Bruscata, Cerro
Grosso e Sant’Angelo e
l’impianto di pubblica illuminazione a led nel centro
storico e in alcune strade
adiacenti.
Per quanto concerne infine, i lavori in fase di progettazione avanzata per
finanziamenti già ottenuti, ci sono il lista la sistemazione delle scuola elementare e media e poi del
Bosco Avena.
MARATEA - Gabriele Accardi, consulente del lavoro
di Maratea, iscritto all’albo
provinciale dell’ordine di
Potenza è il candidato a sindaco per il Movimento 5
Stelle nella perla del Tirreno. Il primo atto della sua discesa in campo è la richiesta
di certificazione della lista
“Movimento 5 Stelle Maratea”, sul blog di Beppe Grillo.
«I pentastellati marateoti
- spiega in una nota il candidato a sindaco - vogliono,
coinvolgendo il maggior
numero di cittadini, intraprendere un percorso che
serva a ridare alla ridente
cittadina lucana il lustro
che merita. Per questo moti-
L’obiettivo dei pentastellati: «Ridare alla Perla del Tirreno il lustro che merita»
Sopra una foto di Maratea, a lato Gabriele Accardi
vo nasce il “Movimento 5
Stelle Maratea”, che è associazione libera da ogni ideologia, sia di sinistra che di
destra e, proprio per questo,
slegata da logiche di partito di
qualsiasi ispirazione. Vuole
seguire in tutto
e per tutto l’idea
portata avanti
dal movimento
nazionale
e
cioè: “a casa i
vecchi politici”».
L’identikit
dei candidati è
spiegato nel comunicato:
«saranno - scrive Accardi persone nuove che non han-
LAURIA L’iniziativa di alcuni cittadini nel giorno dell’anniversario dell’Unità
Ripulita da volontari l’area adiacente la villa
LAURIA - Nel giorno del 153esimo anniversario dell’Unità d’Italia 11 uomini, tra pensionati e liberi professionisti, hanno deciso di dedicare del loro
prezioso tempo a titolo gratuito alla comunità lauriota. Hanno pulito una vasta area adiacente la villa comunale del
rione superiore di Lauria. La decisione
era stata presa qualche sera fa davanti
ad un bar, tra una chiacchiera e un aperitivo, discutendo di decoro urbano
hanno pensato di dover dare un contributo alla cittadina. Servono anche di
questi segnali per recuperare quel
senso di civismo che oggi potrebbe aiutare in un momento di crisi, d’altra
parte hanno messo in evidenza un modo nuovo nell’affrontare le problematiche quotidiane di cui l’amministrazione dovrebbe farsi carico. «Che non
si valuti come un segnale di protesta, –
ci dice Vincenzo Carlomagno uno degli ideatori – perché avendo del tempo
giornaliero a disposizione abbiamo deciso di investirlo in questo modo, invece di far altro». C’è da evidenziare che
l’azione è stata ben apprezzata dai cittadini che hanno potuto verificare di
persona il lavoro eseguito, anche dal
punto di vista professionale per la maniera in cui è stato autogestito.
Mimino Ricciardi
Foto di gruppo dei volontari
no collusione con l'antica
concezione di fare politica,
perché si è stanchi di affidare nelle mani del politico di
mestiere la gestione della
cosa pubblica e si
lavorerà affinché
venga sovvertita
quella tendenza
che vuole “l’uomo
politico”
come
unico e supremo
controllore della
vita economicosociale di tutti».
«Interpretando, quindi, il malcontento popolare, si è giunti alla
conclusione che bisogna
agire e riflettere su un punto di principio fondamentale: “le culture istituzionali
hanno fatto di tutto per inculcare nella testa dei cittadini che il politico non può
essere un cittadino qualunque, né può rispondere agli
interessi del popolo o essere
soggetto alla volontà e all’influenza del popolo. È ora
che cambi questa logica, che
vede il “politico” non più essere il rappresentante dei
cittadini e dire alle nuove
generazioni, che si può
cambiare, ridando un’immagine diversa dell'”uomo
politico”».
«Un uomo politico che stia
tra la gente, - conclude il comunicato stampa - che si
faccia carico delle esigenze,
delle necessità dei cittadini
e cerchi di migliorarne le
condizioni socioeconomiche».
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Il Pd per ora sta a guardare tra Adduce, Santochirico e Braia e con il 2019 sullo sfondo
Comunali 2015, Stella apre la corsa
Con “Noi siamo l’Italia” riproposto quel messaggio civico di successo nel 2007 e 2010
E’ STATO Franco Stella ad
aprire le danze di una lunga corsa di avvicinamento
alle Comunali 2015 per la
città di Matera. Ed il messaggio proposto a gran voce, sulla scia che ha dato risultati con Acito (e poi Buccico) nel 2007 e Tosto nel
2010 è quello del civismo,
cioè di quella parte di società civile che fa una scelta diversa. L’attuale presidente
della Provincia di Matera
non si è sbilanciato di certo
ma non ha negato assolutamente l’ipotesi di una
sua candidatura diretta. Di
certo con alcuni consiglieri comunali di opposizione
nelle sue fila, un gruppo
che stando alle voci dei bene informati potrebbe rafforzarsi nei prossimi giorni, si propone con una volontà di avanguardia a livello comunale. Ed anche
la scelta di Matera per un
movimento nazionale o che
nasce come tale è sintomatica di quelli che sarà il futuro e le relative scelte. Insomma la corsa e i posizionamenti sono iniziati a circa un anno di distanza.
Molto potrà cambiare ma
come si fa per i programmi
ambiziosi ed a lunga scadenza si inizia da subito a
Franco Stella
pensarci.
Di certo Stella si muove
per primo perchè in altri
contesti si è ancora molto
lontani.
Nel Partito Democratico
c’è, ad esempio la necessità
di dare un messaggio chiaro in questo momento sulla
compattezza di un partito
diviso anche sulle regole
del gioco per l’elezione del
suo segretario cittadino.
Tre almeno i fronti aperti
così come è venuto fuori
dal congresso con un’area
di maggioranza che fa rife-
Salvatore Adduce
rimento al sindaco e che
può pensare probabilmente ad un Adduce bis. In questo senso una grande
scommessa resta l’esito
della candidatura a capitale della cultura. Potrebbe
essere, è la speranza almeno di chi sta giocandosi come Adduce questa carta,
un’opportunità importante anche per arrivare ad un
bis ed una seconda legislatura.
In quest’ottica anche l’idea di un rimpasto in giunta in extremis dovrebbe
Vincenzo Santochirico
Luca Braia
servire proprio per lancia- di terze opzioni, è la scelta della cultura.
re la volata verso il 2015. del centrodestra divisa in
Una spilla da tenere al
Un’idea chiara anche se mille rivoli tra Forza Italia, petto e da far valere inevitanon facile da realizzare.
Nuovo Centrodestra e Fra- bilmente anche in prospetLe alternative nel Pd da telli d’Italia mentre da te- tiva futura.
Cotugno a Santochirico, a nere d’occhio a Matera citMatera comincia a penBraia nel Partito Democra- tà sarà invece l’opzione sare al proprio futuro, le
tico non mancano e lascia- grillina visto che la città Comunali nelle ultime ocno pensare che si dovrà ne- dei Sassi rimane la rocca- casioni non sono mai state
cessariamente arrivare ad forte per eccellenza del Mo- nè facili e nè scontate per
una scrematura iniziale, vimento cinque stelle luca- nessuno. Stella ha aperto le
magari attraverso le pri- no.
danze con la sua convenmarie che sono ormai struUn quadro inevitabil- tion. La corsa è iniziata e le
mento consueto all’interno mente ancora in movimen- mosse future saranno tutdel Partito Democratico.
to ma su cui si inizia a lavo- te in quest’ottica.
Piero Quarto
Ancora più caotica, an- rare puntando sul civismo
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che in questo caso a favore come Stella o sulla capitale
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Matera
Martedì 18 marzo 2014
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Botta e risposta Paterino-Adduce sulle risorse alla Cassa depositi e Prestiti
«Quattro milioni di giacenze inutilizzate?»
«Tre quattro milioni rimangono in giacenza ed inutilizzati presso la cassa deppositi e prestiti».
«Assolutamente no, il fatto che non sono stati erogati
è solo perchè i lavori per cui è
stato richiesto il mutuo non
sono ancora terminati». E’
un botta e risposta fermo
quello che il consigliere comunale Michele Paterino e
il sindaco Adduce instaurano circa l’utilizzo oculato dei
fondi derivanti dalla Cassa
depositi e prestiti e che attraverso alcune giacenze resterebbero
inutilizzati.
Un’opinione controversa da
cui nasce il botta e risposta.
«E’ necessario innanzitutto – spiega il consigliere
comunale Michele Paterino
- attivare una puntuale ricognizione su una serie di parametri, in quanto non tutti
i residui dei mutui sono utilizzabili. Nello specifico si
tratta diverificare, per ciascun mutuo , l’importo concesso, quello erogato e quello non ancora erogato oltre
ad acquisire da parte degli
uffici tecnici comunali una
attestazione che le opere di
cui al finanziamento concesso dalla Cassa Depositi e
Prestiti sono state regolarmente ultimate e che non è
necessario utilizzare ulteriormente la somma residua».
Paterino ribadisce la necessità che l’Amministrazione proceda ad una gestione oculata ed efficiente an-
che delle risorse derivanti
dai prestiti già concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti,
al fine di ottimizzare l’impiego dei fondi residui non
utilizzati. Il consigliere
chiede una ricognizione delle somme giacenti.
La risposta di Adduce è di
segno opposto: «I quattro
milioni di euro a cui fa riferimento il Consigliere comunale Michele Paterino non
giacciono inutilizzati alla
Cassa Depositi e prestiti.
Sarebbe stato sufficiente
rivolgersi agli uffici per
avere in pochi secondi la
stampa della situazione degli ultimi 50 anni per sapere
che dal 1960 al 2012 il Comune di Matera ha contratto mutui per 58.690.000 di
euro. A fronte di questi importi che coprono circa mezzo secolo di appalti, sono stati erogati 54 milioni e 100
mila euro. Restano circa 4
milioni di euro per opere
tutt’ora in corso di realizzazione. Quanto al monitoraggio e alla gestione finanziaria il consigliere Paterino può dormire sonni tranquilli. Perché con l’accesso
diretto alla banca dati della
Cassa è possibile sapere appalto per appalto quanto è
stato erogato. Ciò significa
che teniamo sotto controllo
opera per opera prevedendo
la destinazione di eventuali
economie verso un diverso
utilizzo.
Paterino dovrebbe sapere
che questa amministrazio-
Michele Paterino in Consiglio comunale
ne comunale nel 2013 ha ne rimane aperta e con opifatto una ricognizione di nioni diverse anche se Adtutte le somme non utilizza- duce pare chiuderla dicente nel corso di alcuni decen- do: «Da un consigliere di
ni e che ammontano a oltre 4 lunghissimo corso ed espermeuro, cifra che abbiamo ri- tissimo di pubblica amminiprogrammato inserendola strazione come Paterino mi
nel piano annuale e trienna- aspetto i complimenti e le
le delle opere pubbliche».
congratulazioni per il lavoLa querelle sulla questio- ro che stiamo svolgendo».
Viene finanziata la creazione di altre imprese o l’ampliamento di quelle precedenti
Al via un bando da 21 milioni
La Regione favorisce la riqualificazione della filiera del mobile e nuovi investimenti
UN bando da 21 milioni di euro
per il territorio murgiano e la
filiera del mobile imbottito. E’
quanto mette a disposizione la
Regione Basilicata, a sostegno della diversificazione produttiva e della riqualificazione della filiera del mobile imbottito, ha messo a bando 21
milioni di euro per i comuni
del territorio murgiano (Ferrandina, Matera, Montescaglioso e Pisticci).
Il bando gestito da Invitalia
si chiuderà il
prossimo 4
aprile e finanzia programmi di
investimento nei settori
manifatturiero, della
produzione
di energia
elettrica e specifiche attività
del settore dei servizi.
In particolare il bando finanzia: la creazione di nuove
imprese o l’ampliamento di
quelle esistenti, in settori alternativi alla filiera del mobile
imbottito, che prevedano l’adozione di soluzioni tecniche,
organizzative e produttive innovative; la riqualificazione
delle unità produttive di imprese operanti nella filiera del mobile imbottito che soddisfino specifiche condizioni in tema di
innovazione
e ricerca e
sviluppo; la
realizzazione di nuove unità
produttive o l’ampliamento di
quelle esistenti, che eroghino
servizi specialistici volti a favorire la competitività delle
imprese del Distretto stesso.
Gli investimenti devono essere compresi tra 1,5 e 5 milioni di euro, con un limite minimo di 800.000 euro per le imprese nel settore dei servizi.
Gli incentivi consistono in
un contributo a fondo perduto
fino ad un massimo del 50%
dell’investimento ammissibile, oppure in un mix di contributo a fondo perduto e mutuo
Il bando
che è gestito
da Invitalia
chiude il 4 aprile
L’investimento
dovrà essere
tra 1,5 milioni
e 5 milioni
Occasione di riqualificazione per la filiera del mobile imbottito
agevolato, fino a copertura
complessiva massima del 75%
della spesa ammissibile.
I soggetti beneficiari dovranno impegnarsi, nell’ambito del rispettivo fabbisogno
di nuovi addetti, a procedere
prioritariamente all’assunzione del personale espulso
dalla filiera produttiva del mobile imbottito del Distretto. I
progetti saranno selezionati
sulla base di un procedimento
valutativo a graduatoria.
L’iniziativa si inquadra nell’ambito delle azioni previste
dell’Accordo di Programma
sottoscritto dalle Regioni Puglia e Basilicata con il Ministero dello Sviluppo Economico
ed Invitalia per fronteggiare e
superare la crisi industriale ed
occupazionale che ha colpito il
Distretto del Mobile Imbottito.
Inoltre, nei territori lucano
e pugliese del Distretto, è ope-
rativo fino al 5 maggio, il bando del Ministero dello Sviluppo Economico per gli incentivi
a favore di programmi di sviluppo sperimentale e non preponderante ricerca industriale. L’avviso, con una dotazione
finanziaria di 20 milioni di euro, prevede l’erogazione di incentivi a favore delle imprese
per programmi di Ricerca e
Sviluppo con costi ammissibili
compresi tra 600.000 euro e 5
milioni di euro.
Gli incentivi prevedono un
contributo alla spesa variabile
dal 20 al 40% dei costi ammissibili, in base alla dimensione
d’impresa ed un mutuo agevolato fino ad un massimo del
50% dei costi ammissibili.
Il 100% dei costi dovrà essere sostenuto in unità produttive ubicate nei territori dei Comuni del Distretto del mobile
imbottito. Esclusivamente per
gliorganismi di ricerca, le spese potranno essere sostenute
in territori diversi da quelli dei
Comuni del Distretto del mobile imbottito, nei limiti del 30%
del valore complessivo del progetto presentato.
L’avviso ed i format possono
essere consultati sui siti internet del Ministero dello Sviluppo Economico e di Invitalia.
«Non ci sono fibre di amianto
nei rifiuti rinvenuti alla Valdadige»
Il Comando di Matera del Corpo forestale
dello Stato ha inviato al sindaco della città, Salvatore Adduce, una nota con la
quale si comunica che “dalle analisi dei
rifiuti di presunta origine pericolosa (lastre di eternit) rinvenuti all’interno della
Valdadige Ila Laterizi eseguite dal centro amianto dell’Arpab di Potenza è stato
accertato che non contengono fibre di
amianto nocive alla salute umane”.
Il sindaco ringrazia il Corpo Forestale
dello Stato e l’Arpab per la celerità con
cui hanno effettuato l’analisi dando così
massima rassicurazione ai cittadini interessati.
Nei giorni scorsi il Corpo Forestale dello Stato aveva informato di aver sequestrato un’area di 4000 metri e deferito
tre persone all’autorità giudiziaria par-
lando di un’azienda dedita alla produzione di travetti in cemento e mattoni laterizi.
«Nel corso degli accertamenti», si leggeva nella nota, «è emerso mediante il
tombamento di rifiuti provenienti dall’attività di produzione».
Si parlava in quel caso chiaramente di
un Aia e dell’intervento dell’Arpab per le
analisi di rito e il sequestro dell’area in
cui erano rinvenuti i depositi di rifiuti
speciali.
Oggi, come viene confermato dalla nota dell’Amministrazione comunale un
ulteriore passo in avanti chiarificatore
nella vicenda non solo relativamente all’aziendain questione ma anche all’esito
dei controlli che sono stati portati avanti
da Arpab e Corpo Forestale.
CRONACA
Muore dopo la lite
in via del Toro
l’uomo di 56 anni
I Carabinieri hanno ricostruito il tragico
episodio in via del Toro
Il gip presso il Tribunale di Matera,
Angela Rosa Nittis, ha confermato gli
arresti domiciliari per Giuseppe Sarra, di 68 anni, accusato dell’omicidio
preteritenzionale di Enrico Dandini,
aggredito durante una lite per questioni di precedenza venerdì scorso e
morto la notte scorsa nell’ospedale San
Carlo di Potenza.
Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia di Sarra, che è un operaio ed era
ai domiciliari fin dalla giornata di venerdì, dopo essere stato identificato e
rintracciato dai Carabinieri.
Sarra e Dandini, alla guida delle loro
auto, hanno litigato per questioni di
precedenza, in una strada di Matera,
via del Toro: dalle parole sono passati
ai fatti e, durante il litigio, Dandini è
caduto, riportando lesioni gravissime.
Sarra, che dopo il litigio era andato
via senza prestare soccorso a Dandini,
ha fornito al gip la sua versione dei fatti e delle circostanze che hanno portato
al ferimento di Dandini. Durante l’udienza, il pubblico ministero, Annunziata Cazzetta, ha chiesto la modifica
del capo di imputazione in omicidio
preterintenzionale, rispetto a quello
iniziale di lesioni aggravate.
Dopo il litigio e la caduta, Dandini
era stato soccorso e trasportato all’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, ma la gravità delle sue condizioni apparse subito disperate - aveva determinato il trasferimento in elicottero a
Potenza, dove la notte scorsa è morto.
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PISTICCI
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POMARICO Lavori in una delle zone più a rischio. Casolaro: «La Provincia ci ascolti»
Fosso S. Pietro, sì al progetto preliminare
POMARICO - Fosso San
Pietro è un altro dei guai di
Pomarico. Fra i vari progetti presentati dal Comune, a favore del consolidamento e sistemazione
idrogeologica dell'abitato
e delle campagne, ricordati nuovamente tra l'altro
durante la riunione del
consiglio comunale ultima e dedicata del 27 febbraio scorso, spicca un intervento per uno dei sei
fossi che circondano il territorio comunale: Fosso
San Pietro.
Perché gli eventi alluvionali, si legge, tra l’ al-
tro: «Hanno provocato
estesi movimenti franosi,
crolli di scarpate e smottamenti a valle
di via Papa
Giovanni
e
viale Kennedy, zone in
cui il limite di
frana è arrivato ormai a
poca distanza
dalle ultime
case e mincacciandole
da
vicino».
Tanto che la delibera di
giunta del 29 gennaio
2014, ancora, parla di «Fe-
nomeni in continua e costante evoluzione, rappresentanti un evidente pericolo per la pubblica e privata
incolumità».
Quindi l'amministrazione comunale ha approvato il progetto preliminare, firmato
dall'arch. Pignatelli, per un
importo complessivo di 900
mila euro.
Nella zona, fra le altre
cose, si trova uno dei depu-
ratori cittadini.
Gli uffici comunali,
inoltre, hanno avvertito e
chiesto sostegno alla Provincia di Matera, perché
via Ridola ha pure sue
competenze per l'area interessata.
Ma proprio nello svolgimento della massima assise cittadina citata, lo stesso primo cittadino Casolaro si lamentava del fatto
che la Provincia non avesse ancora risposto alle sollecitazioni di corso Garibaldi. Lo stato di Fosso
San Pietro rientra di buon
diritto nei quai pomarica-
Il centro di Pomarico e nel box il sindaco Casolaro
ni derivanti dal dissesto
idrogeologico. Principale
minaccia per Pomarico. E
nonostante i tanti soldi
spesi negli anni dal Comune, il quadro complessivo
è chiaramente preoccu-
pante tanto da costringere almeno parte della cittadinanza a stare sempre
sulle spine. Al di là degli
allarmismi come delle rassicurazioni.
n.f.
Coinvolte cittadine come Ferrandina, Pomarico, Montescaglioso, Irsina e Miglionico
Nasce il consorzio delle pro loco
Esperimento riuscito per alcuni comuni di Medio Basento e Bradano
L’ANGOLOdelloSPORT
PASSI avanti verso il Consorzio
della Pro Loco del Medio Basento e
Bradano. Contro il campanilsmo.
«Il campanile va bene, ma da che
mondo è mondo si sa anche che l’unione fa la forza - si legge sullo
spazio fb della Pro Loco "E. Mattei"
di Pomarico. Niente di più vero,
specie se si tratta d'un principio rivendicato per sostanziare un'azione pratica; mentre si rilancia, tra
l'altro, un impegno da sostenere.
Le Pro loco di Pomarico, Miglionico, Montescaglioso, Ferrandina e
Irsina, dopo un primo incontro di
qualche mese fa nel Palazzo Marchesale pomaricano (appuntamento per il quale fu tra l'altro sottolineata l'importanza su queste
stesse colonne, ndr), si sono nuovamente riunite, recentemente,
nella sala giunta del Comune di
Montescaglioso. In questa ultima Ferrandina e Montescaglioso, due dei comuni del Consorzio Pro loco
occasione è stato continuato il di- lizzato. Perché mettersi insieme? luppo del territorio. Più in generascorso che guarda alla sinergia Ecco la risposta, intanto sempre le, lo scopo primario dichiarato
reale delle diverse attività sociali. da fb: «Scopo è imparare, conosce- dal Consorzio è quello di potenziaEd «E’ stato ufficialmente presen- re e prendere diretto contatto con re l’accoglienza turistica, attività
tato il primo nucleo del Consorzio quelle che sono le risorse econo- che riveste un interesse primadelle Proloco del Medio Basento miche, imprenditoriali e organiz- rio». Il soggetto in costruzione saBradano, iniziativa unica in Basi- zative da tutelare e valorizzare, in rà presentato nel dettaglio nei
licata - s'apprende sempre dal so- nome del bene comune che si in- prossimi giorni. Ma già sappiamo
cial network attualmente più uti- tende perseguire, ovvero lo svi- che per le Pro loco «La costituzio-
Scopo primario
dichiarato
dai partecipanti
è quello
di potenziare
l’accoglienza
turistica,
ovvero l’attività
che riveste
un interesse
particolare
ne di una figura univoca che convogli in sé i vari attori interessati
mira a facilitare i rapporti tra le
Pro loco stesse e le istituzioni e autorità che operano nel settore del
turismo, nonché serve a sostenere
una maggiore flessibilità nelle interazioni tra le stesse Pro loco e i
soggetti, anche privati, che possa-
no desiderare di agire nell’interesse del territorio». Tra i punti di riferimento importanti, la Casa della Cultura che ha sede a Pomarico,
finanziata, però, dal Gal Bradanica e gestita dalla Pro loco "Mattei".
Nunzio Festa
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TERZA CATEGORIA Il capitano dell’Atletico Marconia: «Abbiamo mostrato carattere»
Cazzato: «La concorrenza ci stimola»
MARCONIA – Trasferta a
Calvello e Serrapotamo in
casa: vincere contro queste
formazioni significherebbe per l’Atletico ragguagliare altri due bottini pieni stagionali e continuare
la rincorsa al primo posto,
distante solo due lunghezze. «Innanzitutto significherebbe accrescere il morale – esordisce il capitano
dei rossoblu Lino Cazzato e poter giocare più liberi di
testa e convinti. Stiamo meglio, ci alleniamo con più
intensità, la concorrenza fa
bene e stimola. Come sto io?
Sto ritrovando serenità». Il
difensore rossoblu, dopo
un inizio di campionato da
leader, sta faticando però a
ritrovare ritmi e sicurezze
perdute a causa degli allenamenti saltati causa lavoro: «Più che l’infortunio sono stati altri problemi a rallentarmi - ha continuato
Cazzato - ma ora tutto sta
tornando alla normalità.
La mancanza del posto fisso aiuta a dare di più, oltretutto si avvicina la Coppa è
importantissimo fare bene. Il ct D’Alessandro mi conosce bene, devo solo giocare al massimo, nel calcio
non ti regala niente nessuno». Domenica prossima,
match probante contro il
Calvello: «Uno stimolo in
più per continuare a fare
punti dopo i successi importantissimi con Maratea
e Latronico». Obiettivi finali? « Il traguardo è lontano
soli 2 punti, viviamo partita dopo partita. Contro i calvellesi non sarà tanto importante il giocar bene,
quanto il fare necessariamente tre punti. Non dovessimo farcela, sicuramente abbandoneremmo
la corsa, ripiegando così
esclusivamente sulla Coppa». Prendendo in considerazione il cammino impostato finora, c’è da rimproverarsi qualcosa? «Non
credo ci siano dubbi su quale sia la squadra che gioca
meglio a calcio nel nostro
girone. Per una serie di motivazioni purtroppo non
siamo i primi della classe e
potremmo non esserlo mai.
Abbiamo pareggiato molte
partite e potremmo pagare
un prezzo molto alto per
questo. Ma siamo fiduciosi:
abbiamo dimostrato a noi
stessi prima e alle squadre
del nostro campionato
quella che è la nostra identità, il nostro carattere, il
nostro temperamento e la
nostra capacità di adattamento a tutte le situazioni.
Non dovessimo farcela a
Lino Cazzato, capitano dei rossoblu e difensore della
squadra
scavalcare il Maratea capo- ci così la promozione. E poi,
lista, dovremmo comun- punteremo forte sulla copque giungere secondi: par- pa: quello è un obiettivo che
teciperemo così al qua- desidereremmo centrare».
drangolare delle prime
Cristian Camardo
quattro classificate, [email protected]
cando di vincerlo e meritar© RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Si segua l’esempio del sindaco pugliese di Modugno che ha sospeso l’insediamento di industrie»
Basento, l’inquinamento può ampliarsi
Allarme di No scorie che chiede anche al commissario di Bernalda di attivarsi
PISTICCI - «Il fiume scorre e l’inquinamento pure, gli idrocarburi
ritrovati nel Basento all’altezza
del ponte della ss106 confermano
le ns preoccupazioni su un inquinamento diffuso che potrebbe trasformarsi in un disastro ambientale». Lo scrive No scorie che torna
sull’inquinamento in val Basento
e aggiunge: «Mentre il sindaco di
Pisticci si limita a scambiarsi epistole con il presidente della regione Pittella (senza che i due mettano in campo azioni significative)
,l’inquinamento avanza e interessa anche il comune di Bernalda,
ma potrebbe interessare anche la
costa jonica e i comuni di Ginosa e
Scanzano.
Chiediamo pertanto (se non lo
ha già fatto) al Commissario
straordinario Rosalia Ermelinda
Camerini di Bernalda di attivarsi
immediatamente per mettere in
campo tutte quelle misure di tutela e salvaguardia della salute pubblica e delle economie locali, e, di
garantire alla comunità di Bernalda una tutela da eventuali danni
che la comunità e il tessuto economico della cittadina potrebbe ave-
La Valbasento e accanto un dimostrante di No scorie
re. Intere economie agricole e turistiche potrebbero essere messe in
serio pericolo dagli errori perpetrati in val Basento. Le amministrazioni comunali della val Basento - si legge ancora - seguano
l’esempio del sindaco di Modugno
(Ba), Nicola Magrone che dice stop
a nuovi impianti industriali che
possano provocare maggior inquinamento . Per questo, ha disposto, con propria ordinanza, la
PISTICCI Riconoscimenti per il coraggio e l’impegno nella vita
sospensione dell’insediamento di
tutti i nuovi impianti industriali e
produttivi che possano essere causa di maggior inquinamento nell’area industriale del suo comune.
Il provvedimento, spiega l’Am-
ministrazione, è frutto di preoccupazione e precauzione rispetto a
potenziali minacce per la salute
dei cittadini e deriva dall’assenza
di dati certi sulla qualità dell’aria
nonostante i controlli previsti anche dalle prescrizioni ministeriali
di Autorizzazione integrata ambientale emanate qualche anno fa.
L’ordinanza del sindaco, si spiega,
deriva dall’aver accertato che risultano carenti i controlli della
qualità dell’aria che invece, secondo prescrizioni ministeriali, dovrebbero prevedere il monitoraggio in continuo soprattutto per
Pm10 e Pm2.5.
In val Basento siamo in un’area
Sin da bonificare - conxlude nella
sua nota No scorie - con un pesante
inquinamento delle falde acquifere e del fiume Basento, cosa dobbiamo aspettare oltre affinchè le
istituzioni agiscano come prevede
la legge(non rinnovando ulteriori
autorizzazioni per gli impianti a
rischio inquinamento) per tutelare la salute dei cittadini e le vere
economie del territorio?».
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GRASSANO Il Comune pensa già alla prossima edizione
E’ questione di donne Giovani artigiani crescono
Al Centro Tilt, premi a creatività e comunicazione Cittadini e studenti vincitori del concorso di presepi
PISTICCI - Dopo i quattro premi assegnati nella giornata
inaugurale di Woman in
Question 2014, al centro Tilt
di Marconia, ad altrettante
donne che si sono distinte nel
mondo del giornalismo e della tutela del territorio, sabato
scorso è toccato a quattro personalità al femminile operano nel mondo della creatività
e della comunicazione.
La serata conclusiva di
“Donna in Questione”, evento organizzato dal centro Tilt
ed altre associazioni assieme
al comune di Pisticci, ha riconosciuto l’impegno di Maria
Teresa Cascino, Fausta Losquadro e Giuliana De Donno. La cerimonia si è tenuta
in Casa Elizia, nel rione Dirupo del centro storico. Mariateresa Cascino è direttore generale e cofondatrice del Women’s Fiction Festival, appuntamento internazionale
che pone al centro delle sue
attenzioni la narrativa femminile. E’ responsabile per
l'organizzazione, la comunicazione e le relazione esterne,
si occupa di comunicazione
istituzionale e di progetti editoriali per il settore del cineturismo e del turismo culturale. Il Women’s Fiction Festival si tiene a Matera e nel
prossimo settembre inaugurerà la sua undicesima edizione. Donna in Questione ha
voluto premiare l’idea e l’impegno di una donna che ha
creduto in questo evento sin
dai suoi albori riuscendo nel
tempo a regalargli la fama
che merita. Fausta Losquadro, invece, è una scrittrice,
Le premiate. Da sin: Maria Teresa Cascino, Fausta Losquadro e Giuliana
De Donno
insegnante, mamma e moglie pisticcese che ha avuto il
coraggio di raccontare l’esperienza più difficile della
sua vita, la prematura perdita di un figlio. Ha scritto anche di solidarietà e volontariato. Ha diviso la sua vita tra
l’essere donna di famiglia e
lavoratrice. Giuliana De
Donno è, invece, una musicista. Materana diplomata in
arpa classica, nel 2008 ha
fondato e avviato la prima
scuola in Italia di arpa popolare, con sede a Viggiano. La
De Donno è una delle poche
persone al mondo a possedere e suonare un’arpa originale viggianese. Non ha potuto
ritirare il premio, invece,
Giusi Cavallo, giornalista
che dal 2011 dirige coraggiosamente la testata online locale di inchiesta, basilicata24, diventata un punto di
riferimento per l'approfondimento giornalistico dedicato
principalmente a tematiche
ambientali e politiche. La serata di premiazione è stata
condotta dalla giornalista
Marika Iannuzziello. I premi
sono stati consegnati da Rocco Calandriello e Massimiliano Selvaggi del centro Tilt,
dall’assessore alla cultura
del comune di Pisticci, Francesco D’Onofrio, che ha tenuto a ribadire quanto l’amministrazione creda nel primato dell’immateriale rispetto
alla fredda logica dell’economia, e da Nunzia Armento,
commissaria regionale per le
Pari opportunità che, a proposito di integrazione, ha
portato l’esempio virtuoso
che dette origine alla Magna
Grecia, con i greci del Peloponneso che seppero interagire con le comunità locali del
tempo.
Roberto D’Alessandro
[email protected]
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Gli alunni premiati dall’assessore Maria Porsia per i presepi realizzati
GRASSANO - Una cerimonia semplice, ma opere. Come giunta dunque abbiamo deciallo stesso tempo ufficiale nella stanza del so di trasformare quella delibera del consindaco per premiare i cittadini e gli alunni corso, e conseguentemente quei pochi soldella scuola primaria di primo grado A. Il- di come premio per la partecipazione, in
vento che hanno realizzato i presepi che so- materiale scolastico e piccoli premi. Alle
no stati esposti nel periodo natalizio a pa- classi della scuola media, che hanno realizlazzo Materi. Ad organizzare l’incontro zato bellissimi presepi di pasta oltre ad un
l’assessore alla cultura del comune di attestato di partecipazione abbiamo dunGrassano Maria Porsia che ha così spiega- que stabilito dei buoni per l’acquisto di mato: «Il ritardo nel premiare gli artisti, è do- teriale didattico , mentre ai cinque cittadivuto all’applicazione in termini di legge ni un piccolo cesto con prodotti tipici grasdella burocrazia per la destinazione di fon- sanesi. Il nostro auspicio - ha concluso l’asdi dedicati a iniziative specifiche. Avevamo sessore - è quello che per l’anno prossimo ci
indetto un bando di concorso per la realiz- sia più partecipazione e che si possa realizzazione di presepi mettendo anche una pic- zare un percorso di presepi in paese. E pencola somma in denaro per i primi tre clas- sando già all’edizione presepe 2014 stiamo
sificati. A quel bando non partecipò nessu- incrociando le dita affinchè il nostro conno, e a data scaduta alcuni cittadini Salva- cittadino, il maestro Franco Artese possa
tore Digirolamo, Anna Maria Fedele, Ma- realizzare quest’anno il suo presepe a New
rio Soranno, Vito Decuzzi, Valentino Ruz- York, notizia che sta aspettando l’intera
zi e gli alunni della scuola media abbelliro- comunità con grande attesa ed emozione».
no le stanze del piano terra di Palazzo MaGiovanni Spadafino
teri, dove è alloggiato il presepe [email protected]
tale del maestro Franco Artese, con le loro
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MONTALBANO Danneggiata l’opera delle Mura rinascimentali
Decapitata la statua della Pietà
MONTALBANO - Gravi atti vandalici, sabato notte, alle mura Rinascimentali di Montalbano Jonico, da poco interessate da restauro
e recupero nonché arredate con
statue, generosamente donate alla città dall’artista Giuseppe Martignetti, docente di arte, per anni,
nella città jonica. Divelta la testa di
una delle Pietà del monumento per
le vittime sul lavoro; solo due domeniche fa, era stata danneggiata
un'altra Pietà, già oggetto di restauro, come pure la statua di Piazza Vittoria danneggiata qualche
tempo prima. La cosa più grave
questa volta che aggiunge la beffa
al danno, è che non si può procede-
re al restauro della statua manomessa alcune notti fa , in quanto il
corpo della testa non è stato ritrovato. Rammaricato, il Sindaco Devincenzis ha sottolineato quanto
già reiteratamente sostenuto sui
social network: «Si fa appello alla
cittadinanza di collaborare per il
ritrovamento di questa parte del
manufatto. Quanto accaduto è un
fatto di estrema gravità, cosi come
lo sono gli atti vandalici compiuti
nelle ville comunali, nella fattoria
Magno Greca, nel Vaccariccio,
nelle scuole, sull’ arredo urbano e
per i sacchetti di immondizia che
ancora oggi vengono smaltiti per
le strade, per le campagne e nei ca-
lanchi. Così come gli scarti di muratura che vengono lasciati nei
punti più disparati. E questo nonostante ci sia la raccolta differenziata e l'isola per lo smaltimento
degli inerti. Questo certifica che
nella nostra comunità- aggiunge vi sono ancora sacche di inciviltà.
Si chiede la massima collaborazione da parte di tutti i cittadini per
sconfiggere queste atti di vandalismo, Montalbano non merita tutto
ciò. Dell'incidente - ha concluso
Devincenzis- sono stati informati i
Carabinieri e i Vigili Urbani. Certamente non possiamo mettere telecamere in ogni angolo del paese,
poiché gli atti vandalici sono diffu-
La statua della Pietà rimasta senza testa e un’immagine delle Mura
rinascimentali
si su tutto il territorio. Ribadisco
l'appello per il ritrovamento del
corpo della testa della statua affinché venga restaurato». Stigmatizzato come grave segno di inciviltà,
l’accaduto da tutta la cittadinanza.
Anna Carone
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L’operaio, che lavorava nell’azienda di famiglia, fu picchiato con bastoni e forcone
Massacrarono un rumeno, in manette
I carabinieri hanno arrestato due fratelli di Scanzano, autori di un pestaggio a novembre
SCANZANO - Il 30 novembre
dello scorso anno, credevano
che quel rumeno, che lavorava come operaio nell’azienda
agricola del padre, stesse rubando benzina da un barile
dello stabilimento.
L’uomo, invece,spesso veniva pagato così e quel giorno
era stato chiamato a casa dalla moglie incinta che aveva
avuto un malore. Per raggiungere la moglie si stava rifornendo (essendo già abituato ad essere pagato, a volte
con litri di carburante) dopo
aver tentato, invano, di rintracciare il suo datore di lavoro.
I due fratelli, A.C, 26 anni
G.C. 24 anni non avevano
sentito ragioni e avevano infierito sull’uomo in modo
brutale colpendolo più volte
con un bastone e un forcone
fratturandogli il naso, l’ulna,
quattro costole e spaccandogli un dente.
Nonostante l’uomo tendesse a difendersi, i due hanno
continuato a picchiarlo fino a
fargli perdere conoscenza.
Al termine del pestaggio e
quando la vittima si è ripresa,
Il centro abitato di Scanzano. La cittadina è stata teatro nel
novembre scorso di una feroce aggressione
A causa delle percosse, svenne due volte
Per lui 40 giorni di prognosi e fratture
al naso, alle costole e all’ulna
lo hanno sollevato da terra,
preso per un braccio e scaraventato nella sua auto, inti-
mandogli di andare via. Finalmente l’operaio rumeno è
riuscito a raggiungere la mo-
glie ma non appena è entrato
in casa ha perso di nuovo i
sensi a causa delle ferite dovute all’aggressione.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, anche il padre dei
due, datore di lavoro dell’operaio, aveva raggiunto la casa
e dopo aver minacciato di
morte la moglie dell’uomo,
aveva lanciato una pietra
contro il parabrezza dell’auto, spaccandolo. I carabinieri
di Policoro, ricostruendo l’intera vicenda pur con difficoltà a causa del timore di ritorsioni da parte della vittima,
con testimonianze, sopralluoghi e rilievi fotografici, sono risaliti all’identità dei due
fratelli. Le prove raccolte e
sottoposte ad Alessandra Susca della Procura di Matera
sono state sufficienti a farla
procedere con la richiesta di
misura cautelare. Il Gip Angela Rosa Nettis ha emesso il
provvedimento l’11 marzo
scorso per i due, arrestati e
sottoposti ai domiciliari per
lsioni personali gravi in concorso.
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Operazione della Guardia di Finanza sulla 106 Jonica
SCANZANO
Sequestrati 54 chili di novellame
Escavatore
incendiato
I Baschi Verdi della Compagnia Guardia di Finanza di
Matera, lo scorso week-end,
nel corso di controlli della fascia costiera jonico-metapontina, hanno intercettato un
uomo che, a bordo di un furgoncino isotermico, percorreva la SS 106 “jonica” in direzione Reggio Calabria con un
pregiatissimo carico a bordo.
L’ispezione del veicolo ha
consentito di scoprire e sottoporre a sequestro 54 chili di
novellame fresco di sarda, che
sul mercato al dettaglio
avrebbe consentito un guadagno di circa 1.500 euro.
L’uomo, originario di Corigliano Calabro, è stato denun-
ziato alla competente Autorità Giudiziaria per “detenzione di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima in violazione della normativa in vigore”, contravvenzione per la quale la
legge prevede la pena dell’arresto da due mesi a due anni o
l’ammenda da 2.000 a 12 mila
euro.
Dopo l’intervento del veterinario, il prodotto ittico sequestrato è stato distrutto mediante affondamento in mare,
in quanto privo della documentazione che consente di
tracciare la provenienza e di
conseguenza la genuinità del
prodotto. Infatti, senza l’atte-
stazione di alibilità da parte
del veterinario il novellame,
se consumato, è considerato
un prodotto alimentare a rischio per la salute umana.
La pesca senza controllo, in
particolar modo di novellame, crea danni irreparabili
non solo alla sopravvivenza
delle specie ittiche interessate, ma anche al mantenimento dell’equilibrio dell’intero
ecosistema marino. Basti
pensare che una cassetta di
novellame di sarda del peso di
6 chilogrammi riesce a raggiungere, se pescato in età
adulta, il peso di 6/7 quintali
di pesce.
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UN incendio, di probabile
natura dolosa, ha distrutto la
notte scorsa a Scanzano Jonico un escavatore di un’impresa di Policoro che sta realizzando i lavori di adeguamento della strada che collega l’abitato a Montalbano Jonico (Matera).
Sul posto sono intervenuti,
intorno alle 4 del mattino, i
Vigili del Fuoco e la Polizia,
che sta indagando sulla vicenda. Gli incendi nell’area
del Metapontino, sono un fenomeno in costante monitoraggio da parte delle forze
dell’ordine dopo la recrudescenza dei mesi scorsi che
aveva colpito alcune aziende.
POST ALLUVIONE
Unicredit annuncia
La sospensione
delle rate dei mutui
«A seguito delle avversità atmosferiche
che hanno colpito i Comuni di Bernalda,
Montescaglioso, Pisticci e Scanzano Jonico, in provincia di Matera, nei giorni 7 e 8
Ottobre 2013, e in attuazione della Delibera del Consiglio dei Ministri del 10 gennaio
2014 che ha dichiarato lo stato di emergenza per i Comuni della provincia di Matera,
UniCredit ha previsto la sospensione dei
pagamenti delle rate dei mutui ipotecari in
favore dei propri
clienti (aziende e
privati) residenti
nei territori coinvolti». Il provvedimento è stato comunicato da una
nota dell’istituto
che aggiunge: «La
sospensione, che
potrà esser richiesta a partire da oggi
e fino al 30 aprile
2014 con una semplice autodichiarazione dei danni subiti, avrà una durata massima di 6 mesi e potrà riguardare l'intero importo Serramarina allagata dopo
delle rate o la sola l’alluvione
quota capitale. Il
cliente potrà comunque decidere di riprendere i pagamenti in qualsiasi momento.
Tutte le agenzie UniCredit presenti nei Comuni interessati sono operative per dare le
informazioni sulle procedure necessarie
per l’ottenimento della sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui. «Questa iniziativa – ha dichiarato Felice Delle Femine,
Regional Manager per il Sud Italia di UniCredit – è il modo migliore che abbiamo per
offrire un supporto immediato e concreto
alle famiglie e alle imprese dei Comuni della provincia di Matera colpiti dalle avversità atmosferiche. Desideriamo dare il nostro sostegno a coloro che hanno subìto
danni dalle avversità atmosferiche e ci auguriamo che il nostro contributo possa
aiutarli a tornare alla normalità».
RASSEGNASTAMPA
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
I «PREDATORI»
Martedì 18 marzo 2014
CONTROMISURE A MELFI
Si punta a rafforzare i sistemi di sicurezza
in vista della produzione delle due nuove
autovetture nello stabilimento
IL MERCATO DEL RICAMBIO
AUTOTRASPORTATORI
L’ultimo tentativo di furto ha riacceso i
riflettori sulla debolezza del sistema di
controllo della merce in uscita dalla fabbrica
Il fenomeno
Furti a ripetizione
problema «endemico»
le altre notizie
La questione dei furti di componentistica alla Fiat di Melfi è quasi un
problema «endemico» e le numerose operazioni messe a segno dai carabinieri, evidentemente, non sono
state sufficienti a debellare il fenomeno. L’operazione più importante
si è verificata a metà novembre del
2006 e portò a nove arresti e
all’iscrizione nel registro degli indagati di 37 persone. Già in quel periodo ogni mese dalla Fiat Sata di Melfi
spariva un milione di euro in componenti di auto. L’inchiesta portò alla scoperta di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla frode contro l’industria nazionale
nata proprio per la ricettazione di
componentistica di auto e composta da commercianti, grossisti e «dipendenti infedeli» della «Tnt-Arvil»,
l’azienda contoterzista che gestiva la
logistica nello stabilimento lucano
della Fiat. A volte i Tir che entravano, venivano registrati, ma uscivano
ancora carichi. In altri casi i pezzi
sparivano dopo essere già stati immagazzinati o erano stati già sottratti
dai container consegnati in azienda.
Oggi al mercato
tra bontà e solidarietà
POTENZA
CAMPAGNA AMICA
n Oggi, in occasione del mercato settimanale di Campagna Amica al Parco Baden
Powell a Potenza, i consumatori, oltre a poter acquistare prodotti genuini, potranno sostenere la lotta al
cancro donando 10 euro alla
Lilt in cambio di 0,50 ml di
olio extravergine.
TITO
SINDACATO SAPPE
Incontro sulle carceri
sovraffollate
FABBRICA Il piazzale della Fiat-Sata di Melfi [foto Tony Vece]
Ladri di pezzi di automobili
7 milioni di danni in dieci anni
L’azienda impegnata ad arginare i continui tentativi di furto della componentistica
FRANCESCO RUSSO
l Pochi giorni fa, l’ennesimo tentativo di
furto di componenti per auto prodotte nello
stabilimento Sata di San Nicola di Melfi.
Un trentaquattrenne di origini calabresi,
autista di una bisarca in uscita dallo stabilimento, è stato colto sul fatto dai carabinieri, che insospettiti dal suo comportamento lo hanno fermato per effettuare un
approfondito controllo. Nella cabina di guida della bisarca, utilizzata per il trasporto
delle vetture prodotte nella Sata, i militari
hanno trovato pneumatici e pezzi di carrozzeria prelevati nella fabbrica ed hanno
denunciato l’uomo alla magistratura. Il valore dei pezzi trafugati, era di qualche centinaio di euro. Ma in altre occasioni la
refurtiva recuperata in seguito a controlli
delle forze dell’ordine è stata di molto maggiore, anche centinaia di migliaia di euro. Il
fenomeno dei furti di componenti alla Fiat
RECUPERO
Molti ricambi trafugati sono
stati recuperati, ma il mercato
illegale è sempre più florido
di Melfi è iniziato ad emergere a metà dello
scorso decennio. Finora, ricambi e pezzi di
componentistica del valore di milioni di
euro sono stati trafugati, ma altrettanti ne
sono stati recuperati attraverso il controllo
e le indagini delle forze dell’ordine. Di episodi avvenuti negli anni ce ne sono diversi.
Risalendo a ritroso nel tempo, arriviamo
all’aprile del 2005: circa tre milioni di euro
di materiale sequestrato dai carabinieri di
Foggia, in collaborazione con i militari di
Potenza, all’interno di un’azienda del foggiano: all’interno di un capannone erano
stati rinvenuti batterie per auto, centraline
elettriche, ammortizzatori, radiatori, alternatori, compressori e altro materiale per
auto, provenienti proprio dalla Fiat di Melfi. Da alcuni mesi i militari erano sulle
tracce dei ladri e dei ricettatori all’interno
della fabbrica lucana. Le indagini continuarono, e con la conclusione dell’operazione «Fiat Lux» nel 2007, si arrivò allo
smantellamento di una vera e propria organizzazione a delinquere dedita al furto di
pezzi di ricambio. Dopo un paio d’anni di
tregua, i ladri hanno ricominciato a colpire, fin quando nel maggio del 2009 un
autotrasportatore del foggiano e due dipendenti della Ceva Logistic addetti al carico e allo scarico di merci vennero arrestati in flagranza di reato dai carabinieri
di Melfi, mentre caricavano su un camion
ben 32 motori Fiat 1,3 Multijet, 40 motorini
di avviamento, 50 alternatori, 100 semialberi, 400 dischi freno e altri pezzi per la Fiat
Grande Punto e per un valore totale di 350
mila euro. Nell’ottobre dell’anno successivo i carabinieri di Melfi hanno arrestato
un carrellista e un camionista, che di comune accordo avevano dapprima caricato
su un autotreno un contenitore di materiali
di ricambio del valore di 100.000 euro evitando successivamente i controlli all’uscita grazie alla complicità di un vigliante.
SEMPRE PIÙ STRETTA L’«ALLEANZA» TRA LA FIAT E LE FORZE DELL’ORDINE PER FRONTEGGIARE I FURTI
l Il problema c'è. E non è da
poco. Migliaia di pezzi di componentistica realizzati alla Fiat
di Melfi per un valore complessivamente di qualche milione di euro, spesso vengono
trafugati dallo stesso stabilimento per finire sul mercato
parallelo ed illegale ed essere
rivenduti da ricettatori a prezzi molto più bassi, a volte anche della metà o di un terzo del
valore commerciale. Ma il lavoro della polizia e dei carabinieri dell’area Nord lucana, del potentino ed anche della vicina Puglia, sempre più
spesso riesce a spezzare questa
catena di affari illeciti ai danni
dell’azienda produttrice. In più
occasioni, negli ultimi anni, le
forze dell’ordine sono riuscite
a risalire a furti per milioni di
euro, e a una rete di vendita
che interessava diverse regioni
italiane, fra cui la Puglia, ma
anche il Centro e il Nord italiano. Il fenomeno è in leggera
diminuzione, ma non è ancora
scongiurato. «La stretta e proficua collaborazione con le forze dell’ordine presenti sul territorio ci ha consentito nel
passato di affrontare e risolvere efficacemente alcuni problemi che hanno interessato lo
stabilimento di Melfi», ci spiega un portavoce del gruppo
Fiat-Chrysler. «Consideriamo
importante
aggiungono
dall’azienda - il contributo fornito a livello locale per il suc-
POTENZA
POLIZIA
Ruba grondaie di rame
della cattedrale
n Un uomo di 42 anni è stato arrestato dalla Polizia a Potenza
con l’accusa di furto aggravato
di alcune grondaie della Cattedrale. L'uomo è stato notato dagli agenti nei dintorni del tempio: nella sua auto la Polizia ha
trovato le grondaie di rame. Il
magistrato ha disposto gli arresti domiciliari per l’indagato.
POTENZA
COMUNE
Proposta di legge
contro il gioco d’azzardo
n Sarà presentata oggi, alle 11,
nella sala dell’Arco del Comune di Potenza la bozza di proposta di legge per la prevenzione e il trattamento del gioco
d'azzardo patologico, presentata dall'amministrazione comunale al Consiglio regionale. Interverranno il sindaco Santarsiero e l’assessore Pace.
MINI SUV
La Renegade
sarà prodotta
a Melfi a
partire da
luglio. Si
teme un
attacco dei
predatori dei
pezzi di
ricambio
Intensificata la vigilanza
nello stabilimento
L’azienda si dice
soddisfatta della
collaborazione con
polizia e carabinieri
n Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), il più rappresentativo
della categoria, ha organizzato oggi un convegno
sul sovraffollamento delle
carceri. L’appuntamento è
alle 9.30 nel Cecilia centro
per la creatività, in contrada Santa Venere, a Tito.
cesso del lavoro svolto in comune e ci dichiariamo molto
soddisfatti. La collaborazione dice ancora il portavoce della
Fiat - peraltro non si è mai
interrotta e sta continuando
nell’attività di controllo e prevenzione al fine di evitare il
ripetersi di nuove criticità.
L’azienda, insomma, è soddisfatta del lavoro di prevenzione
nei confronti di un fenomeno
che se non arginato provocherebbe ingenti danni economici. I controlli sugli automezzi
ma anche sulle semplici vetture che transitano nell’area
industriale di San Nicola di
Melfi sono sempre più accurati
e capillari. Ma non manca,
purtroppo, chi tenta comunque di farla franca e di superare l’ostacolo costituito dalle forze dell’ordine. Come l’'autotrasportatore calabrese de[f.
nunciato pochi giorni fa.
rus.]
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Martedì 18 marzo 2014
Un fiume di fogna
bagna le contrade
GUASTO I
cittadini
segnalano
errori nella
realizzazione
dell’intera
rete fognaria
Emergenza sottovalutata. Appello per la fiumara Tiera
l Domenica scorsa abbiamo sintetizzato quelle che sono le emergenze e i
disservizi segnalati dalle contrade di
Potenza. Un microcosmo che cozza contro abbandono, incuria e marginalizzazione.
Non è solo una questione di mancanza
o carenza di servizi o di strade rotte, ma
spesso si deve fare i conti con aspetti di
natura igienico-sanitaria. Nelle contrade
rurali di Potenza è facile imbattersi per-
IGIENE Il corso d’acqua che «proviene» dalle fogne
sino in un «fiume di fogna». Ce lo segnala
l’associazione «Vivi la campagna», nata
circa un anno fa dall’idea di alcuni
residenti di contrada Barrata, presieduta
da Vito D’Andrea. Nelle foto che pubblichiamo si vede quello che è giusto
denunciare come un attentato alla salute:
una tratta fognaria che raccoglie le fogne
di diverse (almeno 15) realtà rurali, compreso Giuliano, centinaia di metri cubi
che all’altezza del km 4,800 della SS 58,
per cause dovute ad errori di realizzazione dell’intera rete fognaria, si riversa nella fiumara Tiera.
I componenti dell’associazione, raccogliendo la sollecitazione di Rocco Bochicchio, profondo conoscitore dei territori rurali del capoluogo, hanno fatto
un sopralluogo. «La situazione è di autentico disastro ambientale – riferisce
D’Andrea -. Il «fiume di fogna» per circa 4
km a Valle sfocia nel fiume Basento, ad 1
km di distanza risiedono le circa 50
famiglie di via dei due boschi, e ancora a
meno vi è un distributore di benzina. Gli
abitanti della contrada – aggiunge D’Andrea – sono allarmati: visto la persistenza
del problema da circa 3 anni probabilmente anche quest'estate toccherà loro
di sopportare l'odore persistente e sgradevole per non parlare di tutto ciò che
regna in quel liquame putrido (persino
topi giganti, batteri)». È, dunque, la conferma di quello che «Vivi la campagna»
sostiene da tempo: gli abitanti delle contrade rurali sono cittadini di serie B
abbandonati a se stessi persino per affrontare i più elementari problemi igienico-sanitari. «Ma noi - tuona D’Andrea non demordiamo e continuiamo ad insistere sul protagonismo dei cittadini che
vivono la campagna ogni giorno, e non
solo; l’associazione si propone di combattere innanzitutto la chiusura e l’individualità, invogliando alla partecipazione e all’aggregazione di chi, pur vivendo in campagna, preso dalla routine
quotidiana, spesso dimentica di soffermarsi a pensare al valore dell’ambiente
che lo circonda.
E, infine, non ci stancheremo di «pressare» gli amministratori comunali che conclude D’Andrea - solo in queste settimane, a pochi mesi dal rinnovo del
consiglio comunale, si rivedono in giro
per le aree rurali».
POTENZA CASSONETTI COLMI: LA B&B ECO DI TITO SCALO «BATTE CASSA» CON IL COMUNE
Sos rifiuti: porte chiuse
alla stazione di trasferenza
GIOVANNA LAGUARDIA
l Sos rifiuti solidi urbani: cassonetti stracolmi in molte zone della città. Da venerdì
scorso la raccolta ha subito uno stop forzato.
La B&B Eco di Tito Scalo, azienda proprietaria della stazione di trasferenza dove vengono portati i rifiuti di Potenza e di molti
comuni del bacino centro prima di essere
avviati alla destinazione finale (discarica o
inceneritore), ha inviato una nota all’Acta
con la quale ha interrotto l’accettazione dei
carichi di spazzatura provenienti da Potenza.
La motivazione, come ha confermato l’assessore comunale all’ambiente Nicola Lovallo, è un contenzioso di carattere economico
fra la ditta e il Comune di Potenza. In pratica,
l’azienda «batte cassa» e chiude le porte ai
rifiuti della città. L’Acta si è trovata, così,
nella impossibilità di conferire i sacchetti di
immondizia, che, intanto, si stanno accumulando nei cassonetti, come molti cittadini
stanno segnalando nelle ultime ore alla nostra redazione.
Prosegue, invece, senza particolari problemi, la raccolta dei sacchetti dai cassonetti
azzurri della differenziata: questi rifiuti, infatti, non vengono portati alla stazione di
trasferenza di Tito ma proseguono regolarmente il loro percorso che li porta ad essere
riciclati e a diventare materie seconde.
Cresce, intanto, la preoccupazione tra i
cittadini, anche in considerazione del fatto
che le temperature primaverili di questi giorni potrebbero contribuire ad acuire i problemi di carattere igienico sanitario se la
RIFIUTI Cassonetti colmi [foto Tony Vece]
raccolta non dovesse riprendere al più presto.
In proposito la Gazzetta ha interpellato l’assessore Lovallo, che ha assicurato che i dirigenti comunali dei settori interessati, Ambiente Finanze, sono già al lavoro per trovare
una soluzione che consenta di riprendere il
più celermente possibile le operazioni di raccolta e conferimento.
POTENZA DIRIGENTE SINDACALE MESSO SOTTO INCHIESTA
TELEVISIONE FABIO AMENDOLARA E GILDO CLAPS DA MAGALLI
Interviene il segretario Uil, Vaccaro
A «I fatti vostri» incroci fra storie di dolore L’allarme della Cia: i prezzi in picchiata
Libertà sindacale
Le Fal «sotto accusa»
l Acque agitate tra i lavoratori Fal della Basilicata:
interviene il sindacato.
«In questi giorni - scrive il
segretario generale regionale
della Uil, Carmine Vaccaro nelle Ferrovie Appulo Lucane si sono verificati alcuni
episodi che attengono la liberà sindacale e i diritti di
libera espressione e di informazione. Stando a quanto
riportato dagli organi di
stampa un lavoratore delle
FAL, nonché dirigente di un
sindacato autonomo, sarebbe
stato messo sotto inchiesta
perché in possesso di un comunicato sindacale che dissentiva rispetto ad alcune
questioni che attengono il
Presidente del C.d.A./Direttore Generale delle FAL dott.
Matteo Colamussi».
La Uil, insomma, lancia
l’allarme, soprattutto per le
future relazioni sindacali
all’interno dell’azienda ferroviaria. «Alla scrivente organizzazione sindacale confederale - dice ancora Vaccaro - non interessa il merito
della questione ma l’atteggiamento inquisitorio e persecutorio da parte della Società verso di chi dissente.
Riteniamo questo comportamento lesivo della dignità del
sindacato e dei lavoratori. Riteniamo questo comportamento pericoloso per i risvolti che potrebbe avere in
futuro. Infatti non è da escludere che, una volta entrato
nell’uso, possa diventare questo lo strumento ordinario
che il Presidente delle FAL
nonché Direttore Generale
vuole adottare nelle relazioni
industriali. Invitiamo pertanto le FAL a rientrare nei
ranghi rispettando le prerogative sindacali e il diritto a
dissentire».
AGRICOLTURA IN BASILICATA ALLEVATI OLTRE 100MILA CAPI
Da Anna a Elisa, in tivù Qualità lucana in pericolo
due misteri lucani
anche nel settore dei suini
STUDIO Un momento della trasmissione di ieri mattina
l Il caso di Anna Esposito, il
commissario di polizia trovato
morto in caserma, a Potenza,
nel 2001, ieri mattina a «I fatti
vostri», il programma di Raidue condotto da Giancarlo Magalli. Le indagini sulla vicenda
(archiviate in un primo momento come suicidio) sono ripartite sulla scia di articoli del-
la Gazzetta, ripresi da testate
giornalistiche nazionali. Intervistati da Magalli il collega Fabio Amendolara, autore del libro-inchiesta «Il segreto di Anna», la cugina della poliziotta,
Roberta Di Gaetano, e Gildo
Claps, fratello di Elisa, sulla cui
tragica fine potrebbe esserci un
incrocio con la storia di Anna.
l Costi alle stelle, ricavi in
picchiata. E prodotti stranieri
a basso costo che mettono «sotto assedio» la qualità lucana.
Questo il grido d’allarme della
Cia per il settore della suinicoltura, dove «solo nel febbraio
scorso i prezzi dei suini da
macello pesanti hanno registrato, rispetto al mese precedente, un calo del 7,2 per cento
(1,40 euro/Kg)».
Per la suinicoltura lucana oltre 100 mila capi allevati in
3500-4000 aziende, per i
tre/quarti a conduzione familiare e con una trentina di
aziende-allevamenti organizzatiattraverso la “filiera”, una
“nicchia” di razze autoctone
tra cui il suino nero che comunque non superano il migliaio di capi - è sempre più
emergenza. E’ arrivato, quindi,
-afferma la Cia- il momento di
rispondere in modo efficace ai
gravi problemi come: calo dei
prezzi, elevati costi produttivi,
burocratici e contributivi, credito con il contagocce, agguerrita e sleale concorrenza estera. L’Italia importa oltre il 40
per cento del proprio fabbisogno di carne suina anche perché manca qualsiasi sistema
obbligatorio di indicazione della provenienza.
Per mettere un freno a tutto
ciò la Cia chiede al più presto
l’etichettatura d’origine, il Comitato di prodotto, interventi
in ordine all’art. 62 del decreto
liberalizzazioni che, in concreto, in Basilicata blocca 50 mila
capi suini destinati all’ingrasso, la semplificazione di adempimenti onerosi ed eccessivamente burocratici, la creazione
di un Fondo auto per l’adeguamento delle strutture di allevamento e per l’acquisto del
mangime, oltre ad un Piano
suinicolo regionale all’inter no
della nuova Pac 2014-2020.
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
Martedì 18 marzo 2014
POTENZA DEI RAGAZZI
CONSIGLIO COMUNALE
EMANUELA FERRARA
l Un consiglio comunale a tutti
gli effetti quello che si è svolto nel
pomeriggio di ieri nel modernissimo Mobility Center di via Nazario Sauro. Presidente del consiglio, sindaco ed assessori riuniti
per discutere di vari, ma soprattutto interessanti, punti all’ordine
del giorno. La «straordinarietà»
dell’assemblea
risiede
tutta
nell’età media dei partecipanti.
Non il consiglio classico, ma qeullo baby, presieduto da una giovanissima Noemi Lopardo ed il cui
sindaco è un’altrettanto giovane
Anna Caputo. Strano a dirsi, o forse nemmeno poi così tanto strano,
ciò di cui si è discusso aveva
dell’interessante.
Chiacchiere
proficue quelle
con i vari assessori tra cui
prevale la presenza femminile, altro che
quote rosa. Segno
questo,
probabilmente, come ci hanno tenuto a precisare le stesse,
che l’interesse
per il bene comune, nonostante non debba avere sesso, è maggiormente
sentito
dalle adolescenti. I
maschietti, ha detto
una di loro di cui non
daremo le generalità
per volere della stessa, non sono abbastanza maturi per occuparsi seriamente di politica nella fase adolescenziale. Eppure,
l’unico «maschietto» ascoltato,
Gaetano Montagna, assessore alle
finanze, di cose intelligenti ne ha
dette più di qualcuna. Niente voli
pindarici da parte sua, niente pro-
IL PROGRAMMA
Il sindaco Anna Caputo e i suoi assessori
mettono a punto un programma fatto di
progetti fattibili da «girare» ai colleghi più grandi
PIÙ ASCOLTO
Dai parcheggi rosa alla green card per i
trasporti. Le proposte dei ragazzi che
lamentano scarsa sensibilità nei loro confronti
Ecco la nuova città
secondo il governo baby
Parlano gli assessori junior. Idee sul futuro del capoluogo
getti irrealizzabili. Una sola richiesta: prendere visione del bilancio comunale per capire realmente in quali acque naviga la
nostra città e redigere una lista di
interventi prioritari. Un documento simile potrebbe essere utile
non solo per il consiglio baby, ma
per l’intera collettività. «Avere coscienza di quanto accade nelle “sa-
le del potere” – ha dichiarato il
baby assessore – è utile a tutti. I
progetti dei miei colleghi sono tutti importanti, bisogna capirne la
fattibilità. Ciò che non potrà essere finanziato con fondi pubblici,
potrà essere supportato da interventi privati». Una vera e propria
sponsorizzazione per rendere fattive tutte le idee proposte insom-
QUOTE ROSA
BUON VIVERE
Giunta al femminile.
«Noi ragazze siamo
più interessate»
Il mea culpa: «Serve
più rispetto della cosa
pubblica»
PROGRAMMI
La seduta del
consiglio
comunale
baby a
Potenza
[foto Tony Vece]
STUDENTI
I ragazzi che
fanno parte
della giunta
comunale
junior
[foto Tony Vece]
TALENTI LUCANI UNA RIPRODUZIONE DEL ROYAL PARIS ESPOSTO AL MUSEO DEL LOUVRE
Un orologiaio potentino
rianima l’antica pendola
L’«impresa» è riuscita ad Alfonso Petrone
ENZO SUMMA
l Tremila chilometri, tra andata e
ritorno, per far ripartire una pendola da
tavolo stile '800.
Ma questa storia rivela una sorta di
emigrazione al contrario, cioé che il
viaggio é stato fatto per raggiungere la
Basilicata, provenienza Svizzera, per
mettere nelle mani sapienti di un orologiaio potentino una perfetta riproduzione del Royal Paris la cui copia
originale si trova esposta nel Museo del
Louvre di Parigi. Alfonso Petrone, maestro orologiaio di Potenza, é riuscito
nell'impresa che in tanti avevano rifiutato di intrapredere: far ripartire
l'orologio e il suo carillon.
Petrone, che col fratello Marcello gestisce nella centrale via Pretoria di
Potenza una gioielleria con annesso
laboratorio orologiaio ed orafo, non nasconde la propria soddisfazione quando
ripensa allo stupore del cliente che
ormai, dopo aver girovagato tra la Sviz-
zera e il Nord Italia, aveva perso le
speranze di vedere la propria pendola
scoccare il tempo che passa.
Ma poi, com'é arrivato fino a Potenza
questo orologio? «Il cliente, ci spiega
Petrone, é un lucano emigrato in Svizzera ed é stato uno dei nipoti, che ancora
vive in cittá, a propormi di provare
laddove molti avevavo fallito. Non é
stato facile, lo ammetto, ma dopo trenta
giorni di lavoro ed aver ricostruito, in
pratica, il meccanismo dell'orologio ed il
suono, tutto é tornato come prima».
Un lavoro, questo, che al di là del
compenso economico arricchisce di professionalitá e soddifsazione.
Certo Alfonso, che di anni ora ne ha
40, ha investito la propria vita ad apprendere la professione di maestro orologiaio. Una sorta di tradizione tramandatagli dal padre Saverio e, ancor
prima a quest'ultimo, dai nonni e da una
generazione di artigiani del meccanismo segna tempo.
Insomma, la Basilicata é anche que-
ma.
C'è spazio davvero per ogni tematica. Dalle pari opportunità alla comunicazione, dai trasporti
all’ambiente. Il sindaco propone
«parcheggi rosa» nei punti nevralgici della città; Alessia Dapoto, assessore alle comunicazioni, parla
di didattica specifica per l’insegnamento delle lingue nelle scuole
di ogni genere e grado; Alice Lomio, assessore ai trasporti, propone la Green Card per invogliare
i giovani all’utilizzo dei mezzi di
trasporto (una raccolta punti); infine Federica Summa, assessore
all’ambiente, parla di parco giochi
ecosostenibili. Belle parole e bei
progetti. A volte basterebbe ascoltare quelli che a più riprese vengono definiti il
nostro futuro
per migliorare,
anche di poco,
l’aspetto organizzativo e sociale del capoluogo. Solitamente si incolpano gli adulti
di scarsa sensibilità. «Nessuno ci ascolta»,
queste le parole spesso pronunciate dai
più giovani ma
un utilissimo
mea culpa arriva proprio da uno di
questi giovani. Il presidente del consiglio,
Noemi Lopardo, apre
gli occhi ai suoi coetani. «Abbiamo tutti
gli strumenti per farci sentire ma, soprattutto, abbiamo tutti
gli strumenti per fare piccoli e
grandi gesti completi. Partiamo
dalle piccole cose per migliorare le
grandi. Il rispetto per la cosa pubblica è l’Abc per un buon vivere.
Forse in questo noi giovani dovremmo migliorare».
sto, una sorta di contenitore di professionalitá che a volte si ricercano oltre
confine e non ci si accorge di avere a
portata di mano.
Valorizzare gli antichi mestieri, le
antiche tradizioni é sempre stato uno
slogan del Governo regionale, ma ad ora
é rimasto tale. Magari questa storia
potrá convincere che dagli annunci bisogna passare ai fatti e, perché no,
puntare proprio sui centri storici dei
nostri comuni, partendo dai due capoluoghi, per implementare le botteghe
artigiane. Se sono arrivati dalla Svizzera qualche motivo dovrá pur esserci.
GIOIELLO
La
riproduzione
del Royal
Paris la cui
copia
originale è
esposta a
Parigi. A
destra Alfonso
Petrone
RASSEGNASTAMPA
POTENZA E PROVINCIA I VII
Martedì 18 marzo 2014
MARSICO NUOVO PROTESTA UN GRUPPO DI AMBIENTALISTI: «AVETE SVENDUTO IL TERRITORIO»
Petrolio, pozzo Pergola 1
il confronto non può iniziare
Pittella (Regione), Gheller (Eni) & C., contestati, se ne vanno
PROTESTA La contestazione durante l’incontro di ieri
.
PINO PERCIANTE
l MARSICONUOVO. La protesta di
un gruppetto di ambientalisti blocca il
vertice sul pozzo prova Pergola 1 che
era in programma ieri sera nell'aula
magna del liceo scientifico di Marsico
Nuovo.
Dopo il sindaco di Marsico, Domenico Vita, dovevano parlare il presidente della Giunta regionale della
Basilicata, Marcello Pittella, l'assessore
regionale all'ambiente, Aldo Berlinguer, il direttore del Cnr, Enzo Lapenna,
l'ingegnere Ruggero Gheller, responsabile del distretto meridionale di Eni e
Raffaele Vita, direttore dell'Agenzia regionale di protezione per l'ambiente
(che prima del vertice nell'aula magna
del liceo avevano avuto un incontro in
Comune).
Ma di fronte alla contestazione hanno abbandonato la sala e la riunione
non si è tenuta. I contestatori, però, non
hanno avuto la solidarietà dei presenti.
La sala è piena ma non tutti, tra
comitati e cittadini, solidarizzano con i
contestatori. «Un'occasione persa per
discutere - dicono coloro che non sono
d'accordo con chi contesta -. Potevano
fare domande dal momento che al
Fra i partecipanti le perplessità
Il governatore lucano su
Al Centro Oli
sulla contestazione:
Facebook esprime il proprio
Un adeguato
«Abbiamo perso un’occasione rammarico per non aver potuto sistema di allarme
per avere qualche risposta»
interloquire con i cittadini in caso di pericolo
tavolo c'era anche l'ingegnere Gheller».
I contestatori,dal canto loro, lamentano la mancanza di contraddittorio,
espongono dei cartelli e gridano «Andate via da Marsico, avete svenduto il
territorio». Lo gridano a Pittella e agli
altri relatori che a quel punto si alzano
e abbandonano la sala.
I protagonista della protesta sono in
rappresentanza dei vari comitati che si
sono formati contro il pozzo Pergola 1
che dovrebbe sorgere al confine tra
Basilicata e Campania (nel pubblico ci
sono anche comitati campani ) e i due
fiumi Sele e Agri e una rappresentanza
del comitato di Palazzo contro il tecno-solare. I comitati temono l'inquinamento delle falde acquifere.
Al momento è stato rilasciato solo il
permesso per il pozzo prova. Il presidente della giunta regionale della
Basilicata, Marcello Pittella, sul suo
profilo Facebook parla della vicenda:
«Mi dispiace per come è andato a finire
l'incontro con la cittadinanza sul tema
delle estrazioni petrolifere e sul pozzo
Pergola 1, avrei ascoltato le opinioni di
tutti e mi sarei aperto al confronto
come sempre. Ma tutto ciò mi è stato
impedito ed è stato impedito a tutti i
relatori presenti».
POTENZA VALLUZZI: RECUPERATE RISORSE PER TRE MILIONI DI EURO MELFI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE. ORA SI ESPRIMA LA REGIONE
Sarà messa in sicurezza Il Tar rigetta il ricorso
la «Fondovalle del Noce» presentato da «Fenice»
tra Trecchina e Maratea sulla richiesta dell’Aia
l Sarà messa in sicurezza la ss «585»,
Trecchina-Maratea. L’annuncio è dell’assesso alla viabilità della Provincia, Nicola Valluzzi al termine di un incontro
che si è tenuto ieri a Roma presso il Ministero.
Difatti il Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti, all’esito di una rigorosa
istruttoria, ha autorizzato il recupero di
oltre tre milioni di euro euro per la realizzazione degli interventi di ammodernamento e messa in sicurezza dell’arteria.
«Le risorse finanziarie assegnate con la
Legge 388/2000 – ha detto Valluzzi – erano
state dichiarate perente e l’intervento definanziato con Legge 244/2007 a causa dei
ritardi accumulati nella definizione del
procedimento amministrativo propedeutico all’appalto dei lavori e per l’esigua
copertura economica assicurata dal finanziamento assegnato, a fronte della soluzione progettuale individuata che richiedeva una spesa complessiva di oltre
40 milioni di euro. La nuova proposta
progettuale formulata dalla Provincia di
Potenza, condivisa e sostenuta dalla Regione Basilicata e accolta dal Ministero,
prevede un intervento di ammodernamento e messa in sicurezza della Sp 3
Tirrena, attualmente segnata da una situazione di diffuso dissesto idrogeologico, carenza di sistemi di protezione e ammaloramento del fondo stradale.
I lavori dovranno essere appaltati, ultimati e collaudati entro 24 mesi secondo
un preciso ed inderogabile cronoprogramma, definito secondo le previsioni
del decreto del Ministero dell’Economia
dell’1/08/2013 in materia di procedure di
monitoraggio della spesa».
«Fino all’ultimo istante della consiliatura – ha concluso Valluzzi – lavoreremo
senza sosta per portare a conclusione il
maggior numero di iniziative avviate, per
non lasciare nulla di intentato e affermare con questo agire l’importanza e la
dignità della funzione pubblica svolta,
qualunque possa essere l’immediato destino assegnato alla singola istituzione».
l MELFI. Fenice Ambiente srl ha fatto
ricorso al Tar (Tribunale amministrativo
regionale per la Basilicata) in quanto chiede
il rilascio da parte della Regione Basilicata
dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, finalizzata anche allo smaltimento di
ulteriori tipologie di rifiuti. Ma il ricorso è
stato rigettato. Il Tar, infatti, si è così espresso: «il ricorso risulta inammissibile». Adesso la palla ripassa alla giunta regionale che
dovrà concludere il procedimento entro il 14
aprile 2014. Tra l’altro nella sentenza si legge che Fenice Ambiente S.r.l. (subentrata
nel 2011 a Fenice Qualità per l’Ambiente
Spa gestisce nell’area industriale del Comune di Melfi di un impianto di termodistruzione di rifiuti con recupero energetico, dotato di una linea, denominata forno a griglia, per lo smaltimento dei rifiuti
urbani e dei rifiuti assimilabili agli urbani,
e di un’altra linea, denominata forno rotante, per lo smaltimento dei rifiuti speciali
e dei rifiuti industriali, alle quali sono connesse due caldaie, la cui energia termica
viene trasformata in energia elettrica ed
immessa in rete. La Fenice Ambiente srl che
attualmente gestisce l’ impianto in virtù
delle autorizzazioni regionali rilasciate negli anni 2000, 2005 e 2010, con istanza del
31.3.2006 ha chiesto alla Regione l’Aia. «Nella specie, non ricorrono i presupposti per la
conversione, attesocchè, essendo scaduto
da oltre 6 anni il termine procedimentale di
150 giorni, risulta decorso anche il termine
decadenziale di impugnazione del silenzio,
stabilito in “non oltre un anno dalla scadenza del termine di conclusione del procedimento”». Va rilevato che, poiché l’Aia
contiene e/o assume il valore di ogni altra
autorizzazione in materia ambientale, deve
ritenersi che la competenza della Giunta
Regionale, prevista per il rilascio della Via,
si estende anche all’Aia, per cui non può
ritenersi che la competenza, attribuita alla
Giunta Regionale, violi il fondamentale
principio della separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, non potendo le decisioni in materia di Via e/o di
Aia essere qualificate come mera gestione
amministrativa»
Un «adeguato» sistema di allarme per avvertire, in caso di pericolo, gli abitanti ed i
soccorritori nell’area del
centro Olio di Viggiano ,
e attività di formazione
e informazione sui dati
ambientali, sui livello di
inquinamento e sulle
«misure di autoprotezione e sulle norme
comportamentali da assumere in caso di emergenza».
Sono alcuni dei punti
del Piano di emergenza
esterno dello stabilimento industriale del
Centro Olio, aggiornato
dopo un’attività di informazione e consultazione per i residenti nella
zona, e approvato dal
Prefetto di Potenza. Il
contenuto del nuovo
Piano sarà poi presentato nel corso di una serie
di incontri a Viggiano e
a Grumento Nova nelle
prossime settimane e
suiccessivamente ci saranno specifici momenti
formativi rivolti ai responsabili dei servizi di
prevenzione delle ditte
che operano nell’area
industriale, agli operatori delle associazioni di
volontariato, di protezione civile ed alla popolazione scolastica.
Dalla Prefettura, inoltre,
hanno fatto sapere che
l’attività formativa sarà
testata e verificata con
apposite esercitazioni di
protezione civile.
Va detto ancora che saranno promosse attività
di informazione alla popolazione per rendere
noti i dati relativi alle sostanze pericolose, agli
incidenti rilevanti eagli
effetti nocivi sulla salute, nonchè alle misure
di autoprotezione e a lle
norme comportamentali da assumere in caso
di emergenza.
MARATEA ALLE PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI MAGGIO
Il «M5S» ha scelto
il candidato sindaco
è Gabriele Accardi
LAURENZANA PER GIUSEPPE TRIVIGNO (IDV): BALUARDO CONTRO L’ILLEGALITÀ
«No alla soppressione
dell’ufficio
del giudice di pace»
l Gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Maratea
decidono di metterci la faccia. Lo fanno presentando
la richiesta di certificazione della lista «Movimento 5
Stelle Maratea», sul blog di Beppe Grillo. Candidato
sindaco per le elezioni amministrative del maggio
prossimo è Gabriele Accardi, Consulente del lavoro a
Maratea. I pentastellati marateoti vogliono intraprendere un percorso che serva a ridare alla cittadina
lucana il lustro che merita. Per questo motivo nasce il
«Movimento 5 Stelle Maratea», che è associazione
libera da ogni ideologia, sia di sinistra che di destra e,
proprio per questo, slegata da logiche di partito di
qualsiasi ispirazione. Vuole seguire in tutto e per
tutto l’idea portata avanti dal movimento nazionale:
«a casa i vecchi politici». «Per questa ragione i candidati alle amministrative saranno persone nuove
che non hanno collusione con l'antica concezione di
l «Stanno depredando la nostra regione, le nostre
piccole comunità. Con il decreto legislativo n. 48 il
governo ha provveduto a riformare la struttura degli
uffici di giudice di pace, chiudendoli in molti comuni. In Basilicata, si è fatto il possibile per il salvataggio di questi uffici: 19 sono salvi. Tuttavia,
registriamo la chiusura dell'ufficio di Laurenzana,
essenziale sia dal punto di vista dei diritti dei cittadini alla giustizia che per l’economia locale, ma
soprattutto sociale e logistico». Così Giuseppe Trivigno, Giovani IdV Basilicata. «Questo istituto - prosegue - per Laurenzana rappresenta vera linfa vitale,
e simbolo arginante la illegalità. Una eventuale e
probabile soppressione definitiva rappresenterebbe
un colpo distruttivo alla comunità ma anche a tutta la
Val Camastra. Noi dell’ IdV, e come cittadini ci stiamo
mobilitando per scongiurare tale ipotesi, che sa-
M5S Candidato sindaco Gabriele Accardi
fare politica, perché si è stanchi di affidare nelle mani
del politico di mestiere la gestione della cosa pubblica
e si lavorerà affinché venga sovvertita quella tendenza che vuole “l’uomo politico” come unico e supremo controllore della vita economico-sociale di
tutti.Ciinque i punti da cui ripartire: trasporti, turismo-economia, connettività, ambiente e sociale».
LEGALITÀ Laurenzama si batte per l’ufficio
rebbe deleteria e siamo disponibili a qualsiasi tipo di
confronto o iniziativa. Il territorio è nostro e va difeso
cercando di incentivare sempre più l’ istituzione di
uffici pubblici ed erogatori di servizi, perché la legalità non dovrebbe essere oggetto di tagli o profonda
disattenzione da parte della classe dirigenziale altrimenti si vanno a spalancare le porte al regresso».
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA E PROVINCIA
Martedì 18 marzo 2014
«Il rilancio turistico della
zona vanificato dalla
presenza di cumuli di rifiuti
di ogni genere»
l RIONERO IN VULTURE. Nel Vulture, paesaggio stupendo dell’area
nord lucana si parla tanto di rilancio
del turismo per dare una sana boccata d’ossigeno all’ economia che
langue.
Ma tutto questo è in netto contrasto
con lo scempio che si consuma sul
territorio, vista la presenza di autentiche discariche a cielo aperto che
deturpano una natura unica nel suo
genere.
È in sintesi quanto ci ha raccontato
un cittadino della
zona certamente
scontento del mancato rispetto dell’
«oasi» del sito rupestre del Vulture.
Davide Mecca ci ha
scritto denunciando la presenza di
immondizia e cumuli di rifiuti (come dimostrano le
foto». Eppure di
motivi per attrarre
turisti ce ne sono a
iosa, da «Tuppo dei
Sassi», allo storico laghetto del «Principe» alla riserva naturale «Spacciaboschi». Ma la presenza di questi
«tesori» è vana se in contrapposizione
«fioriscono» le discariche.
Nella sua lettera Mecca sottolinea
«lo scempio che da diversi anni si
protrae lungo la strada provinciale 87
Piano del conte-Rionero in Vulture. Si
parla tanto di rilancio turistico della
zona - dice - con il sito rupestre Tuppo
SCEMPIO E DEGRADO NEL
VULTURE Una natura offesa dalla
presenza di discariche a cielo aperto
.
RIONERO IN VULTURE LA DENUNCIA DI UN CITTADINO SULLO SCEMPIO CHE SI PROTRAE DA ANNI LUNGO LA STRADA PROVINCIALE «87» PIANO DEL CONTE
Discariche abusive nel Vulture-Melfese
«E i Comuni stanno solo a guardare»
dei sass e tutto il resto, ma poi
troviamo discariche che deturpano il
paesaggio ambientale circostante, come anche l’amianto, senza che nessuno se ne curi.
In tutto questo è da apprezzare la
volontà dei cittadini volontari, nel
pulire l’area alla meno peggio per
ridare dignità a tutto il contesto, ma
queste azioni ora non bastano più. In
zona sono ancora presenti numerosi
rifiuti speciali (Elettrodomestici,
pneumatici, calcinacci, bidoni, eternit, ecc.)».
«Chi deve preoccuparsi di tutto
ciò?», si chiede Mecca. E ancora:
«Come mai un’ amministrazione pubblica tanto attenta alla comunicazione non si cura di denunciare e far
emergere i reati e gli atteggiamenti
che feriscono così visibilmente il nostro territorio? Dove sono le ordi-
nanze sindacali che impongono la
rimozione di questi ammassi di rifiuti? Cosa pensa la maggioranza del
principio di legalità e della sua applicazione in tema di rifiuti? L’ amministrazione ha stilato una mappatura dei territorio oggetto di discariche abusive? Quali sono i provvedimenti che si intende adottare per
la bonifica e riqualificazione di tali
siti?».
«Ci auguriamo che i nostri sforzi
non restino effimeri, la mera pulizia
fine a se stessa lascia il tempo che
trova. Se non c'è continuità (e la
continuità non può/deve essere garantita dalla cittadinanza e dai volontari, ma da chi di dovere) non ci
saranno mai soluzioni, solo tamponi
momentanei. Ognuno di noi difenda
ciò che la natura con molta generosità
ci ha donato».
ATELLA PER LA PRIMA VOLTA IN BASILICATA UN RADUNO DEI CANDIDATI STALLONI DEL CAVALLO DI RAZZA HAFLINGER
MELFI LICEALI
Belli, biondi e... a 4 zampe
in passerella a Sant’Andrea
GIOVANNA LAGUARDIA
l SANT’ANDREA DI ATELLA. Belli,
biondi ed atletici: in passerella o impegnati a dimostrare la propria versatilità come cavalli da sella, gli haflinger in mostra a Sant’Andrea di Atella lo scorso fine settimana hanno conquistato il pubblico.
Il 15 e 16 marzo, nelle splendide strutture del centro di selezione equina
«Monticchio» del Corpo Forestale dello
Stato, si è tenuto un raduno supplementare per i candidati stalloni della
generazione del 2011. È la prima volta
che l’associazione nazionale di razza
sbarca in Basilicata per tenere una
rassegna così importante, quella dei
futuri papà di questa razza italiana di
cavalli, originari del Trentino Alto Adige ma molto diffusi anche in Basilicata.
All’appuntamento si sono presentati in
sei, ma soltanto uno è entrato nell’olimpo degli stalloni: Nadir R. di Armena,
allevato dal Corpo Forestale dello Stato
nel centro di selezione equina di Pieve
Santo Stefano. Ma l’occasione è stata
ghiotta anche per mostrare al grande
pubblico molti dei qualitativi stalloni
che operano nelle stazioni di monda
pubbliche e private, come il «veterano»
Nobelmann, di proprietà della Regione
Basilicata, vent’anni e la grinta di un
puledro, o l’ipercrinito Liz Nouvelle,
della scuderia 3H di Avigliano. Grande
spettacolo, poi, hanno offerto la domenica mattina, i biondi cavalli del
Nord, con performance di addestramento in libertà, monta inglese, monta western, salto in libertà.
Importanti i numeri della manifestazione magistralmente organizzata
dall’Associazione regionale allevatori
di Basilicata, soprattutto considerando
i tempi di crisi: trentotto soggetti in
mostra, tra stalloni, fattrici e puledre,
per ventidue allevatori presneti: oltre ai
lucani, due dalla provincia di Bari uno
da Taranto, uno da Napoli e uno da
Arezzo.
Dal 28 al 30
marzo
va in scena
il Mediashow
ATELLA
Alcuni momenti della
manifestazione nazionale che si è
tenuta al centro di selezione
equina Monticchio del Cfs
.
LAVELLO IL COMMISSARIO UNICO DEGLI ENTI DI BONIFICA, GIUSEPPE MUSACCHIO, HA INCONTRATO IL SINDACO
«Affronterò subito tutte le questioni dei consorzi lucani»
Per Altobello è necessario l’avvio delle opere per sbloccare lavori per diversi milioni di euro
INCONTRO Musacchio con Altobello
l LAVELLO. «Affronterò con tempestività tutte le questioni che interessano i consorzi della nostra regione e lo farò in un quadro di leale
collaborazione con le istituzioni democratiche locali».
Lo ha detto ieri mattina, il commissario unico dei consorzi di bonifica lucani, Giuseppe Musacchio,
che ha incontrato a Lavello il sindaco
Sabino Altobello ed alcuni componenti della giunta comunale, prima
di andare a far visita ai dipendenti
dell’ente consortile del Vulture Alto
Bradano, con sede a Gaudiano di
Lavello. «Abbiamo ribadito - commenta i primo cittadino Altobello - la
necessità di affrontare con urgenza le
questioni che affliggono il consorzio,
tra cui la programmazione della stagione irrigua, ormai imminente, e
l’avvio di importanti opere infrastrutturali cantierabili, che potrebbero sbloccare lavori per milioni di
euro. Tutto questo - aggiunge il sindaco di Lavello - garantirebbe importanti ricadute in termini economici ed occupazionali su tutto il
territorio ed effetti positivi sulla allarmante situazione di disoccupazione del comparto delle costruzioni.».
Nel faccia a faccia con il commissario straordinario unico dei consorzi, il sindaco Sabino Altobello ha
assicurato «la totale e leale collaborazione del Comune di Lavello per
affrontare le problematiche delle imprese agricole locali, costrette a fare i
conti con una programmazione incerta della imminente campagna ir[f.rus.]
rigua».
l Dal 28 al 30 marzo 2014 l’Istituto Superiore «Federico II di Svevia» di Melfi in collaborazione con
il Miur, la Regione Basilicata,
l’Università di Basilicata, la Provincia di Potenza, e i comuni di
Melfi e Lavello, organizza la XVI
edizione del «Mediashow», manifestazione nel corso della quale 150
studenti delle scuole superiori di
tutta Italia, della Cina e dei Paesi
Europei, ospiti del Liceo con i loro
accompagnatori, si confronteranno in una olimpiade sulla multimedialità, offrendo la possibilità
di verificare lo sviluppo dell’uso
delle tecniche multimediali nelle
scuola e valorizzare le potenzialità
degli studenti. Gli studenti sono
invitati a realizzare un prodotto
con carattere di short pubblicitario, fatto su supporto audiovisivo
ed interoperabile tra diversi sistemi multimediali, della durata di
circa 3 minuti. Il Comitato scientifico, presieduto dal prof. Nicola
Cavallo dell’Università di Basilicata, si avvale della partecipazione del Ministero della Pubblica
Istruzione. La competizione tra
studenti non è l’unico aspetto
dell’iniziativa che punta anche a
far conoscere le risorse produttive, ambientali e artistiche della
Basilicata. I partecipanti saranno
guidati lungo vari percorsi che li
porteranno a scoprire gli itinerari
storici Melfitani e i tesori del Vulture. Le delegazioni saranno ospitate a Melfi dal 27 al 30 marzo:
durante questi giorni, oltre alla
gara in sé, saranno proposti dibattiti, corsi di aggiornamento, laboratori, workshop e stand espositivi. Ai docenti accompagnatori
sarà, offerta l’opportunità di seguire un corso di aggiornamento
sul tema: «Dall’Aula al Cloud passando per la mente: quali ambienti per i nuovi apprendimenti».
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I IX
Martedì 18 marzo 2014
TRAGICO DIVERBIO
ERA IN COMA A POTENZA
CAMBIA IL CAPO D’ACCUSA
Resta ai domiciliari Giuseppe Sarra, l’operaio
di 68 anni coinvolto nel litigio. Adesso dovrà
rispondere di omicidio preterintenzionale
È morto l’uomo aggredito
per la lite sulla precedenza
Enrico Dandini, 56 anni, è deceduto per le gravi lesioni riportate
UN TRISTE
EPILOGO
Via del Toro,
la strada
del rione
Agna Le
Piane nella zona
alla periferia sud
della città
dove si
è consumata venerdì scorso
la tragedia
scaturita
dal banale
litigio per
una mancata precedenza stradale
[foto Genovese]
DONATO MASTRANGELO
l Sgomento e incredulità per l’epilogo
di una banale discussione scaturita per
una mancata precedenza stradale finita
in tragedia. Enrico Dandini, uno dei
due automobilisti coinvolti nel litigio e
che lottava tra la vita e la morte non ce
l’ha fatta. L’uomo di 56 anni, originario
di Roma, ma residente a Matera, era
finito in coma dopo a lite avvenuta nella
mattinata di venerdì scorso in via del
Toro, nel rione di Agna Le Piane,
all’estrema periferia sud della città. È
deceduto ieri all’ospedale “San Carlo” di
Potenza, dove era stato eli-trasportato
dal nosocomio materano “Madonna delle
Grazie” per le gravi ferite riscontrategli
dai sanitari e ricoverato nel reparto di
Rianimazione. Sono risultati vani i tentativi dei medici di strapparlo alla morte.
Le sue condizioni di salute erano apparse subito critiche. Per lui si sono
rivelate fatali le gravissime lesioni cerebrali riportate dopo aver battuto violentemente il capo e la nuca sull’asfalto.
Una caduta, secondo una prima ricostruzione delle indagini sull’episodio
effettuate dai carabinieri, che sarebbe
stata determinata dall’aggressione ricevuta dall’altro automobilista, Giuseppe Sarra, 68 anni, con il quale Dandini
aveva avuto una accesa discussione.
L’automobilista di origini laziali era
diretto verso il centro cittadino e a bordo
del proprio autoveicolo viaggiava assieme a due donne.
Intanto il giudice per le indagini preliminari Angela Rosa Nettis ha confermato gli arresti domiciliari per Sarra,
accusato di omicidio preterintenzionale.
Ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia dell’operaio che dopo il litigio era
andato via senza prestare soccorso a
Dandini. Il pubblico ministero Annun-
ziata Cazzetta, durante l’udienza, ha
chiesto la modifica del capo d’imputazione in omicidio preterintenzionale
rispetto a quello di lesioni aggravate
L’INCHIESTA
Domani nel capoluogo lucano è
previsto l’esame autoptico sul corpo
dell’uomo originario di Roma
formulato inizialmente. L’autopsia su
Enrico Dandini verrà eseguita domani a
Potenza. Sarra, attraverso il suo legale
l’avv. Annamaria Buccico, ha nominato
come consulente di parte il prof. Alessandro Dell’Erba, mentre oggi dovrebbe giurare anche il perito nominato dal
Tribunale. I militari del Comando Compagnia coadiuvati dal ten. Giuseppe
Abrescia, dopo la segnalazione ricevuta
dalla centrale operativa erano giunti sul
luogo dell’accaduto. I carabinieri constatato il precedente intervento dei sanitari del 118 e, in assenza di elementi
utili a risalire alla dinamica dei fatti,
avevano quindi concentrato l’attività di
indagine al Pronto Soccorso dell’ospedale materano, raccogliendo testimonianze preziose e risalendo così alla
identificazione dell’uomo coinvolto nel
litigio per il quale erano immediatamente scattati gli arresti domiciliari
presso la propria abitazione. Resta lo
sconcerto nella comunità per il grave
episodio originato da questioni futili e
sfociato in dramma che ha innescato
commenti e riflessioni anche sui social
network.
LA DIFESA SARRA HA FORNITO LA VERSIONE AL GIP
«Scontro fisico?
Solo un diverbio»
l «Non c’é stata nessuna aggressione né scontro fisico ma soltanto un diverbio tra i due automobilisti dall’interno delle rispettive automobili». È quanto avrebbe riferito ieri Giuseppe
Sarra, l’uomo che si trova agli arresti domiciliari, al giudice per le indagini preliminari Angela Rosa Nettis nell’interrogatorio di garanzia.
Nel fornire al gip la sua versione dei fatti susseguenti all’alterco, l’operaio di 68 anni, che deve
rispondere ora dell’accusa di omicidio preterintenzionale, ha dunque escluso che vi sia stata una
colluttazione con Enrico Dandini, il quale sarebbe stramazzato al suolo senza aver ricevuto
alcun colpo battendo poi la testa sull’asfalto e
perdendo i sensi. Sarra, difeso dall’avv. Annamaria Buccico, è sottoposto al regime dei domiciliari da venerdì scorso, il giorno in cui si è
verificato il drammatico episodio. Uno dei punti a
suo sfavore potrebbe essere la mancata omissione
di soccorso nei confronti dell’uomo poi deceduto
al San Carlo di Potenza dopo essere andato in
coma. Solo dopo le indagini avviate dai carabinieri, infatti, è stato possibile identificare l’operaio per il quale, inizialmente, era stato formulato il capo d’accusa di lesioni gravissime.
Una svolta per fare ulteriore chiarezza su quanto accaduto ad Agna Le Piane, oltre alle testimonianze di quanti hanno assistito al litigio,
potrebbe emergere dai risultati dell’autopsia. Intatnto Sarra attraverso i suoli legali ha nominato
come consulente di parte il prof. Alessandro
Dell’Erba, professore ordinario di Medicina Legale nella Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università degli studi di Bari. Il perito nominato dal Tribunale di Matera dovrebbe essere
[d.mas.]
il prof. Antonio De Donno.
CERIMONIE LA SCULTURA È STATA INAUGURATA IERI MATTINA NELLA GIORNATA DELL’UNITÀ D’ITALIA
CAMPAGNE VENERDÌ IN CITTÀ
L’eroe garibaldino ricordato con un busto all’Istituto industriale
La Polizia
informa
sui rischi
di internet
Adduce: «Sull’esempio di Pentasuglia
impegnamoci a cambiare il destino»
l Sarà collocata all’ingresso dell’Istituto
tecnico Industriale il busto di Giambattista
Pentasuglia donato dall’Amministrazione
comunale. La cerimonia di inaugurazione
si è svolta ieri mattina, nell’aula magna
della scuola intitolata al garibaldino materano.
Dopo l’intervento del dirigente scolastico, Antonio Epifania, che si è soffermato
sull’obiettivo principale del suo istituto,
quello di formare cittadini attivi, e dopo i saluti
della ex preside, Teresa
Vigorito, che nei mesi
scorsi aveva sollecitato il
Comune a organizzare
questa iniziativa, il giornalista Pasquale Doria
ha illustrato la figura di
Pentasuglia facendo riferimento a un suo studio su documenti
inediti e mettendo a fuoco anche alcuni
originali aneddoti come l’amicizia con Giuseppe Garibaldi.
Sulla figura storica di Pentasuglia si è
soffermata la Vigorito. «Giovanni Battista
Pentasuglia – ha detto l'ex preside dell'Industriale –, nato a Matera nel 1821, dottore
in Fisica ed esperto telegrafista, da giovane
entusiasta delle idee libertarie ed autonomiste, combattè su tutti i fronti che il nostro
Risorgimento offrì, sia nell’esercito regolare che in quello volontario garibaldino.
Durante la spedizione dei Mille, la sua competenza nel campo delle telecomunicazioni
lo vide promotore dell’occupazione dell’ufficio telegrafico di Marsala che stava trasmettendo a Palermo l’allarme di avvistamento dei piroscafi garibaldini. Egli, invece, trasmise la falsa
notizia che si trattava di
imbarcazioni mercantili
e che tutto era nella normalità, consentendo di
cogliere di sorpresa
l’esercito borbonico. A
seguito dell'Unità d'Italia, fu nominato ispettore generale ai telegrafi, e
ideò e pose in opera il cavo telegrafico sottomarino tra Sicilia e Sardegna e sullo stretto di Messina. Nel 1861 fu eletto deputato.La
città di Matera, ove si spense nel 1880, lo
premiò – ha concluso Vigorito – con una
medaglia d'oro per le sue gesta patriottiche».
Il presidente della Provincia, Franco
Stella, ha sottolineato l’importanza di una
IL SINDACO
«Disdicevole non poter garantire scuole sicure
per il patto di stabilità»
CERIMONIA
ALL’ITIS
La scopertura
del busto
[foto Genovese]
iniziativa che serve a rinvigorire la memoria dell’Unità d’Italia così come è stato
fatto tre anni fa nella villa Comunale dove,
in occasione del 150.mo anniversario, venne
installato un altro busto di Pentasuglia.
Subito dopo è intervenuto il sindaco, Salvatore Adduce. «Abbiamo deciso di inaugurare questo busto – ha detto – perché il 17
marzo coincide con la Giornata dell’Unità
d’Italia. Pentasuglia rappresenta per noi
una sorta di riscatto da una condizione
difficile in cui si trovava in quegli anni la
città di Matera rispetto ai moti rivoluzionari, rispetto a quello che stava accadendo
nel Paese. Per noi vale la frase di Albert
Camus: siate realisti, chiedete l’impossibile. Ecco l’insegnamento principale di Pentasuglia: tocca a ciascuno di noi impegnarsi
per cambiare il destino. Non possiamo
aspettare che tocchi ad altri. In quegli anni
non era neanche minimamente immaginabile che un cittadino materano, in quella
particolare situazione, potesse partecipare
al processo unitario. Eppure è accaduto».
Il sindaco si è poi soffermato sulla situazione delle strutture scolastiche. «È disdicevole che le amministrazioni pubbliche
– ha aggiunto Adduce – non possano effettuare investimenti per assicurare la sicurezza delle strutture scolastiche a causa
dei limiti del patto di stabilità. Lo abbiamo
rilevato molti mesi fa e molto probabilmente qualcosa l’abbiamo raggiunto. Abbiamo
investito due milioni di euro per risistemare le scuole materane, abbiamo trovato
le risorse per ricostruire la scuola di via
Bramante e ora si avvia a soluzione il problema riguardante la Torraca. Con l’auspicio che il presidente del Consiglio mantenga l’impegno assunto con tutti gli 8 mila
comuni italiani».
Prima di scoprire il busto sono intervenuti anche il vice prefetto Alberico Gentile e il delegato dell’arcivescovo don Davide Mannarella. La cerimonia è stata allietata dall’orchestra dell’istituto.
l Farà tappa a Matera venerdì
l’automezzo attrezzato della Polizia Postale che sta girando l’Italia per spiegare le insidie della
rete internet e fornire consigli
per una navigazione sicura. L’iniziativa, a cui la Polizia di Stato
annette grande importanza, è il
frutto di un progetto realizzato in
collaborazione con il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca ed alcune importanti società che operano nel campo
della comunicazione: una campagna itinerante di educazione alla
legalità su Internet denominata
“Una vita da social”, rivolta agli
utilizzatori dei social network ed
in particolare agli studenti delle
scuole secondarie di primo e secondo grado, ai loro insegnanti e
ai loro familiari. L’automezzo della Polizia, un truck lungo 18 metri
con aula didattica multimediale,
stazionerà venerdì dalle 9 in piazza Vittorio Veneto. Saranno presenti i giocatori della squadra di
basket Bawer Olimpia, testimonial dell’iniziativa.
RASSEGNASTAMPA
X I MATERA CITTÀ
Martedì 18 marzo 2014
IL CASO VALDADIGE
Nuova tappa della vicenda Ila Laterizi
(ex Valdadige) che segue alla diffida,
LE VERIFICHE DI ARPAB E FORESTALE del 10 marzo scorso, della Regione
L’opificio non può utilizzare il pet-coke
come nel suo impianto perché deve
chiarire alcuni aspetti alla Regione
Tra i rifiuti rinvenuti
non c’è l’amianto
Dopo il sequestro di tre aree nello stabilimento
EMILIO SALIERNO
l I rifiuti rinvenuti nello stabilimento Ila
Laterizi non contengono fibre di amianto nocive
alla salute. Il Corpo Forestale dello Stato lo ha
fatto sapere al Comune, dopo le analisi effettuate
dall’Arpab. Resta, tuttavia, lo smaltimento illecito di rifiuti.
A febbraio scorso fu proprio la Forestale ad
accertare uno smaltimento illecito di rifiuti
speciali nell’azienda ubicata a Venusio. Gli accertamenti hanno fatto emergere che lo smaltimento illecito avveniva mediante il «tombamento» di rifiuti provenienti dall’attività di produzione aziendale, nonché attraverso numerosi
depositi incontrollati di rifiuti sul suolo.
Si è poi proceduto al sequestro di tre distinte
aree, per una superficie complessiva di circa
4000 metri quadrati, con il deferimento di tre persone all’autorità giudiziaria.
Questo nuovo passaggio della
vicenda Ila Laterizi (ex Valdadige) segue alla diffida, del 10
marzo scorso, della Regione
all’azienda rispetto all’attivazione dell’utilizzo del combustibile pet-coke per alimentare il
forno di cottura dell’impianto (emissione siglata
E2).
Con il provvedimento di diffida dell’Ufficio
compatibilità ambientale, si chiedono chiarimenti in merito alla tipologia del combustibile
utilizzato nella fase di riavvio dello stabilimento, sulla mancata attivazione del punto di emissione E1 (forno di cottura) e dei punti di emissione E8 ed E9, a cui corrispondono le unità
operative di essiccazione del combustibile solido
e stoccaggio, nei depositi metallici esterni, dello
stesso combustibile.
La ditta, il 17 febbraio scorso, non fornì alcuna
informazione sulla tipologia del combustibile
utilizzato nella fase di riavvio (come richiesto
dalla Regione) e per quanto riguarda le informazioni sui punti di emissione E8 ed E9,
dichiarò che il primo «non risulta avviato in
quanto non viene effettuata la fase di essiccazione del combustibile solido, mentre il se-
condo non è operativo perchè i silos metallici, ai
quali tale emissione risulta asservita, attualmente sono fuori servizio».
La mancanza di queste fasi operative rispetto
al processo produttivo autorizzato con il provvedimento Aia, è dovuto, secondo l’azienda, ad
una lavorazione «in diretta con la sola scorta
della tramoggia di scarico», in palese inottemperanza, scrive però la Regione nella diffida,
della prescrizione contenuta nel decreto di giunta regionale del 2010 (Aia). L’Ufficio compatibilità ambientale, inoltre, si sofferma sulle
modalità di stoccaggio «sia dei rifiuti prodotti
dall’impianto che di quelli utilizzati come attività di recupero».
Considerato che l’impianto - si rileva nella
comunicazione della Regione alla ditta (10 marzo) e agli enti locali - «viene attualmente esercitato in difformità da quanto
previsto dall’Autorizzazione
integrata ambientale (Aia), «si
diffida formalmente l’azienda
dal perpetrare irregolarità,
provvedendo immediatamente ad effettuare i necessari interventi al fine di garantire
l’ottemperanza a quanto disposto nel provvedimento autorizzatorio in merito alla gestione e e utilizzo del
combustibile solido ed allo stoccaggio dei rifiuti
ed a trasmettere, entro quindici giorni, una
relazione tecnica contenente gli interventi effettuati per gestire l’utilizzo del pet-coke secondo
il progetto autorizzato e la descrizione delle
modalità di stoccaggio e manipolazione sia dei
rifiuti prodotti che di quelli avviati al recupero
secondo le prescrizioni previste dall’Aia». La
Regione diffida la ditta a proseguire nell’eventuale uso del pet-coke, in quanto subordinato
alla realizzazione del progetto di modifica
dell’impianto, così come autorizzato nel 2010.
Legambiente, con Pio Acito, commenta l’ultima tappa della vicenda Ila Laterizi, in questi
termini: ««Siamo relativamente tranquilli sul
fatto che non sia stato trovato amianto nelle aree
sottoposte a sequestro nei giorni scorsi, ma resta
aperto il problema, e la massima attenzione, sul
possibile utilizzo del pet-coke».
L’INTERVENTO
A febbraio scorso fu registrato uno smaltimento
illecito di rifiuti speciali
OPIFICIO La fabbrica Ila Laterizi (ex Valdadige [foto Genovese ]
AMBIENTE UNA DISCARICA ABUSIVA POSTA SOTTO SEQUESTRO DOPO LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE
Sacchi di veleni chimici
in contrada «Pantano»
INQUINAMENTO I sacchi abbandonati
l Inquinatori all’opera. Ancora una
volta. La denuncia è di Legambiente, che
ieri ha allertato il Corpo Forestale di
Matera per una discarica abusiva in
contrada Pantano, messa poi sotto sequestro. «Nei pressi di un canale della
Gravina di Matera - dice Pio Acito - sono
stati lasciati sacchi grandi e piccoli contenenti sostanze chimiche. In particolare,
si tratta di una varietà di sale che viene
utilizzata per i bovini, prodotto che, di per
se, già produce danni alle mucche. Insomma, in quella zona del territorio
cittadino (come si vede nella foto scattata
da Acito, n.d.r.), i soliti criminali hanno
commesso l’ennesima atrocità contro
l’ambiente».
INDUSTRIA INIZIATIVA PER L’ACCORDO DI PROGRAMMA TRA REGIONI PUGLIA E BASILICATA, MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E INVITALIA
PESCA DI FRODO OPERAZIONE SULLA STATALE JONICA
Ventuno milioni per programmi di investimento nell’area murgiana
dalla Guardia di finanza
carico di novellame
Bando sul mobile imbottito Unsequestrato
l Stanziamento per i programmi di investimento da realizzare
nei comuni murgiani del Distretto
del mobile imbottito. Le domande
possono essere presentate a Invitalia fino al 4 aprile.
La Regione Basilicata, a sostegno della diversificazione produttiva e della riqualificazione della
filiera del mobile imbottito, ha
messo a bando 21 milioni di euro
per i comuni del territorio murgiano (Ferrandina, Matera, Montescaglioso e Pisticci). Invitalia è il
soggetto gestore del bando, che si
chiuderà il 4 aprile e che finanzia
programmi di investimento nei
settori manifatturiero, della produzione di energia elettrica e specifiche attività del settore dei servizi. In particolare, il bando finanzia: la creazione di nuove imprese
o l’ampliamento di quelle esistenti, in settori alternativi alla filiera
del mobile imbottito, che prevedano l’adozione di soluzioni tecniche, organizzative e/o produt-
tive innovative; la riqualificazione
delle unità produttive di imprese
operanti nella filiera del mobile
imbottito che soddisfino specifiche condizioni in tema di innovazione e ricerca e sviluppo; la
realizzazione di nuove unità produttive o l’ampliamento di quelle
esistenti, che eroghino servizi specialistici volti a favorire la competitività delle imprese del Distretto stesso.
Gli investimenti devono essere
compresi tra 1,5 e 5 milioni di euro,
con un limite minimo di 800.000
euro per le imprese nel settore dei
servizi. Gli incentivi consistono in
un contributo a fondo perduto fino
ad un massimo del 50 per cento
dell’investimento ammissibile,
oppure in un mix di contributo a
fondo perduto e mutuo agevolato,
fino a copertura complessiva massima del 75 per cento della spesa
ammissibile. I soggetti beneficiari
dovranno impegnarsi, nell’ambito del rispettivo fabbisogno di nuo-
ENTRO
IL 4 APRILE
Un bando
di 21 milioni
per Ferrandina, Matera,
Montescaglioso e Pisticci.
Invitalia
è il soggetto
gestore
vi addetti, a procedere prioritariamente all’assunzione del personale espulso dalla filiera produttiva del mobile imbottito del
Distretto. I progetti saranno selezionati sulla base di un procedimento valutativo a graduatoria.
L’iniziativa si inquadra nell’ambito delle azioni previste dell’Accordo di Programma sottoscritto
dalle Regioni Puglia e Basilicata
con il Ministero dello Sviluppo
Economico ed Invitalia per fronteggiare e superare la crisi industriale ed occupazionale che ha
colpito il Distretto del Mobile Imbottito. L’avviso ed i format possono essere consultati sui siti internet del Ministero dello Sviluppo Economico (www.mise.gov.it) e
di Invitalia (www.invitalia.it). Info: [email protected]
l POLICORO. Un pescatore
di frodo di novellame, originario di Corigliano Calabro, è
finito nella “rete” tesa dalla
Guardia di finanza di Matera
lungo la statale 106 Jonica. I
baschi verdi in servizio di pattugliamento nel Metapontino
nello scorso fine settimana
hanno intercettato il soggetto
calabrese che a bordo di un
furgoncino isotermico percorreva l’arteria in direzione Reggio Calabria con un pregiatissimo carico a bordo. L’ispezione del veicolo, infatti, ha consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro 54 chilogrammi
di novellame fresco di sarda,
che sul mercato al dettaglio
avrebbe consentito un guadagno di circa 1.500 euro. Il pescatore è stato denunziato
all’autorità giudiziaria per detenzione di esemplari di specie
ittiche di taglia inferiore alla
taglia minima in violazione
della normativa in vigore, contravvenzione per la quale la
legge prevede la pena dell’arresto da due mesi a due anni o
l’ammenda da 2.000 a 12.000
euro. Intanto, dopo l’intervento
del veterinario della Asm, il
prodotto ittico sequestrato è
stato distrutto mediante affondamento in mare poiché privo
della documentazione che consente di tracciare la provenienza e di conseguenza la genuinità del prodotto. Ricordiamo
che la pesca senza controllo, in
particolar modo di novellame,
crea danni irreparabili non solo alla sopravvivenza delle specie ittiche interessate, ma anche al mantenimento dell’equilibrio dell’intero ecosistema
marino. Basti pensare che una
cassetta di novellame di sarda
del peso di 6 chilogrammi riesce a raggiungere, se pescato in
età adulta, il peso di 6-7 quintali
[fi.me.]
di pesce.
RASSEGNASTAMPA
MATERA PROVINCIA I XI
Martedì 18 marzo 2014
SCANZANO JONICO L’IMPRESA D’AMATO GIUSEPPE DI POLICORO È IMPEGNATA IN UN LAVORO APPALTATO DALLA PROVINCIA
Un boato e l’escavatore va a fuoco
Il titolare: nessuna estorsione
Una scena simile a quelle del racket. Danni per 50mila euro
FILIPPO MELE
l SCANZANO JONICO. Un boato nella notte,
attorno alle 3 di ieri, e la cabina di un escavatore,
a circa 500 metri dal Municipio, sulla strada
provinciale 95 per Montalbano Jonico, ha preso
fuoco. La “scena” che si è presentata ai Vigili del
fuoco ed agli agenti della Polizia di Stato accorsi
sul luogo del “delitto” appena recepito l’allar me
era simile a quella classica degli attacchi di
racket: l’abitacolo del potente mezzo edile interamente avvolto dalle fiamme. Nessuno nei
pressi del rogo.
I pompieri hanno dovuto lavorare per limitare
i danni, ma la cabina, ridotta ad una carcassa di
lamiere annerite, è stata interamente distrutta
dall’incendio sviluppatosi dopo il “botto”. Con
essa sono andati distrutti tutti gli impianti e
tutte le centraline di comando. Circa 50 mila
euro i danni riportati dall’Hitachi 240 dell’impresa D’Amato Giuseppe di Policoro impegnata in un lavoro appaltato dalla Provincia di
Matera per circa 200mila euro. “Stiamo allargando il primo tratto della “provinciale” che
collega Scanzano Jonico a Montalbano Jonico»,
ci ha detto il titolare incontrato attorno alle ore
10 di ieri sul luogo dell’attentato insieme al
figlio, anche lui impegnato nell’azienda di famiglia. «Abbiamo già realizzato un tratto di rete
fognaria ed ora stiamo approntando la nuova
carreggiata, il marciapiede, alcune aiuole. Io
sono stato avvertito dalla Polizia di Stato alle
3.15. Nonostante tutto, non ci fermiamo. Stiamo
continuando a lavorare anche oggi. Se abbiamo
avuto richieste estorsive? Non ne abbiamo avute.
Forse si tratta di qualcuno della concorrenza».
Ipotesi di “lavoro” non esclusa dalla Polizia di
Stato, Commissariato di Policoro, che sta conducendo le indagini indirizzate, come suol dirsi,
a 360 gradi.
Nessuna pista è stata esclusa. Sulle origini
dolose dell’incendio che ha danneggiato così
gravemente l’escavatore, però, non paiono esserci dubbi, pur se si è in attesa della relazione
dei Vigili del fuoco. Sembra esclusa, a proposito,
l’ipotesi della bomba sia pure rudimentale. Il
“boato”, nel caso, potrebbe essere stato determinato dalla cabina data alle fiamme andata
in frantumi. In sede locale, dopo la serie di
attentati incendiari che hanno attaccato quasi
tutte le aziende della commercializzazione e
lavorazione del settore ortofrutticolo, adesso si
teme che nel “mirino” della delinquenza, organizzata o meno, siano entrate le imprese
edili.
Il sindaco Salvatore Iacobellis
«Spero che non ci siano altri anni incendiari»
SCANZANO JONICO. «Speriamo non sia l’inizio di un altro biennio di attacchi incendiari notturni. Nel 2011 i malavitosi hanno colpito
le imprese ortofrutticole, ora si dedicano a quelle edili». Lo ha detto il
sindaco Salvatore Iacobellis (Pd) dopo l’incendio che ha distrutto completamente la cabina di un potente escavatore dell’impresa D’Amato
Giuseppe di Policoro, una di quelle più longeve dell’area jonica, appaltatrice di un lavoro della Provincia. Ovviamente, il primo cittadino non
ha potuto esprimersi sulle motivazioni che possono essere alla base
dell’attacco che, tuttavia, ha una matrice sicuramente dolosa. L’opinione pubblica si augura che le forze dell’ordine siano in grado di poter individuare al più presto gli autori dell’attentato incendiario.
[fi.me.]
SIAMO ALLE
SOLITE
Sulle origini
dolose dell’incendio che
ha danneggiato gravemente un
escavatore
di una ditta
jonica non
paiono esserci dubbi
[foto Mele]
SCANZANO JONICO UN UOMO COLPITO RIPETUTAMENTE RIPORTA LA FRATTURA DEL NASO, DI UN’ULNA, DI COSTOLE E LESIONI AD UN DENTE
Due fratelli aggrediscono un rumeno
Arresti domiciliari per aver preso a botte un lavoratore dipendente dell’azienda del loro padre
l SCANZANO JONICO. Agli arresti domiciliari due fratelli, entrambi imprenditori del posto, incensurati, per una feroce aggressione ad un lavoratore rumeno, colpito con un bastone ed un forcone
tanto da riportare lesioni gravi guaribili in oltre 40 giorni. Sono stati i
carabinieri a dare esecuzione ad
una ordinanza del Tribunale di Matera nei confronti di A.C., 26 anni, e
di G.C., 24, accusati di lesioni personali gravi in concorso.
I fatti sono avvenuti il 30 novembre scorso ai danni di un lavoratore agricolo rumeno, residente in Scanzano, e del suo nucleo
familiare. L’aggressione dopo che i
due fratelli hanno notato il dipendente dell’azienda agricola del padre, A.C., 55 anni, rifornirsi di gasolio da un bidone, senza preventivo avviso. L’uomo sarebbe rimasto senza carburante per la propria
automobile ed avendo la necessità
INDAGINI
CONCLUSE
Una pattuglia
di Carabinieri davanti
alla caserma della
Compagnia di Policoro. Venerdì i militari hanno arrestato due
fratelli
di raggiungere la compagna in stato
di gravidanza che lamentava telefonicamente problemi, si stava rifornendo autonomamente.
La vittima, secondo la ricostruzione degli investigatori, è stata
colpita ripetutamente e violentemente riportando frattura delle ossa del naso, di un’ulna e di quattro
coste e lesioni ad un dente. Oltre
all’aggravante dei futili motivi, è
stata riconosciuta anche quella di
sevizie e crudeltà sulla persona offesa, avendo infierito in due, con un
bastone ed un forcone, nonostante
l’aggredito avesse tenuto un contegno di sola difesa ed avendolo
colpito fino a fargli perdere cono-
PISTICCI IDROCARBURI NEL FIUME, GLI INTERROGATIVI DI «NO SCORIE TRISAIA» METAPONTINO DOPO LE ALLUVIONI
Alluvione, UniCredit
«Perché la Provincia tace
sospende le rate
dei mutui ipotecari
sul Basento inquinato?»
l PISTICCI. «Perché sull’inquinamento da atmosferiche, organizzazione dello smaltimenidrocarburi del Basento la Provincia è silente? to dei rifiuti e tutela delle risorse idriche e,
Eppure il problema potrebbe configurare un quindi, anche delle autorizzazioni concesse
disastro ambientale». A denunciarlo è Felice agli esercenti di impianti/industrie o di tutela
Santarcangelo, di “No Scorie Trisaia” che in della flora e della fauna. Non dimentichiamo
una nota ricorda: «Dopo Comune di Pisticci, che il Basento inquinato da idrocarburi scorre
Regione e sindaci della valle, nel quadro delle fino all’area Sin e nel mar Jonio. Alla foce del
responsabilità amministrative e giuridiche di Basento, a poche miglia dalla costa si trovano le
carattere ambientale c’è
aree dove numerose specie
la Provincia alla quale, in
marine, compresi i cetabase alla legge, spettano le
cei, si nutrono, vivono e si
funzioni amministrative
riproducono. Chiediamo,
nei settori difesa del suoin base al principio di prelo, tutela e valorizzazione
cauzione, al presidente
dell’ambiente e prevendella Provincia di mettere
zione delle calamità; tutein atto tutte le misure di
la e valorizzazione delle
legge previste per tutelare
risorse idriche; proteziola salute delle persone e le
ne di flora e fauna; parchi
attività agricole-turistie riserve naturali; caccia e
che, nonché di opporsi al
pesca nelle acque interne;
rilascio e/o rinnovo di
organizzazione
dello PROVINCIA Ente chiamato in causa
qualsiasi autorizzazione
smaltimento rifiuti a livelVia o Aia per attività inlo provinciale, rilevamento, disciplina e con- quinanti presenti in Valbasento, di opporsi alla
trollo degli scarichi di acque ed emissioni at- depurazione dei rifiuti petroliferi a Tecnoparmosferiche e sonore; servizi sanitari, di igiene co e dei rifiuti provenienti da fuori regione, di
e profilassi pubblica».
attivarsi per chiedere immediatamente una riSi tratta, ricorda l’esponente di No Scorie, «di duzione graduale delle quantità di rifiuti tratcontrollo degli scarichi delle acque, emissioni tati negli impianti della Val Basento». [p.miol.]
l A seguito delle avversità atmosferiche che hanno
colpito i Comuni di Bernalda, Montescaglioso, Pisticci e Scanzano Jonico, nei giorni 7 e 8 ottobre 2013,
e in attuazione della delibera del Consiglio dei Ministri del 10 gennaio che ha dichiarato lo stato di
emergenza per i comuni della provincia di Matera,
UniCredit ha previsto la sospensione dei pagamenti
delle rate dei mutui ipotecari in favore dei propri
clienti (aziende e privati) residenti nei territori coinvolti. La sospensione, che potrà esser richiesta a
partire da oggi e fino al 30 aprile con una semplice
autodichiarazione dei danni subiti, avrà una durata
massima di 6 mesi e potrà riguardare l'intero importo
delle rate o la sola quota capitale. Il Cliente potrà
comunque decidere di riprendere i pagamenti in
qualsiasi momento. Tutte le Agenzie UniCredit presenti nei comuni interessati sono operative per dare
le informazioni sulle procedure necessarie per l’ottenimento della sospensione dei pagamenti delle rate
dei mutui. «Questa iniziativa – ha dichiarato Felice
Delle Femine, Regional Manager per il Sud Italia di
UniCredit – è il modo migliore che abbiamo per
offrire un supporto immediato e concreto alle famiglie e alle imprese dei comuni colpiti dalle avversità atmosferiche. In quanto banca del territorio
desideriamo dare il nostro sostegno a coloro che
hanno subito danni dalle avversità atmosferiche e ci
auguriamo che il nostro contributo possa aiutarli a
tornare quanto prima alla normalità».
scenza. Una volta ripresosi l’uomo è
stato fatto salire a bordo della sua
auto con l’intimazione ad andare
via cosa che è riuscito a fare raggiungendo la sua abitazione dove
ha perso nuovamente conoscenza.
Lo stesso 30 novembre, il padre
degli arrestati, secondo i carabinieri, ha raggiunto l’abitazione
dell’uomo e, dopo aver minacciato
di morte la compagna, ha lanciato
un sasso contro il parabrezza
dell’auto del rumeno infrangendolo.
Gli uomini dell’Arma, dopo aver
ricostruito i fatti, hanno relazionato alla Procura di Matera che,
con il pubblico ministero Alessandra Susca, ha avanzato richiesta di
misura cautelare al giudice per le
indagini preliminari Angela Rosa
Nettis che l’ha emessa l’11 marzo
scorso mandando ai domiciliari i
due indagati. Ordinanza eseguita
[fi.me.]
venerdì scorso.
le altre notizie
BERNALDA
BANDO DEL COMUNE
Stilato l’elenco degli avvocati
consultabile on-line e in bacheca
n Il Comune di Bernalda ha redatto un elenco degli
avvocati da cui attingere in caso di bisogno e secondo determinate caratteristiche e modalità di
compenso. Un apposito bando per la sua composizione è stato emanato dagli uffici competenti del
Municipio. È possibile consultarlo, oltre che nella
bacheca dell’ente locale, anche on line al link “atti
in pubblicazione” o “archivio atti”, da dove è pos[an.mor.]
sibile leggere e visionare la delibera.
POLICORO
CLOWNTERAPIA E MUSICOTERAPIA
I volontari dell’Oasi del Sorriso
tra i ricoverati dell’ospedale
n Tanti clown dell’associazione materana
Oasi del sorriso saranno oggi a Policoro,
nell’ospedale Giovanni Paolo II dalle 10,
provenienti da Matera, Pisticci e dalla
stessa Policoro, per prendersi cura dei ricoverati nei reparti di Pediatria, Neonatologia, Medicina, Rianimazione e Utic. E
trapelano le soddisfazioni dei volontari
che fanno clownterapia e musicoterapia
come il risveglio in una casa di riposo per
anziani di un paziente lungodegente in
coma da quattro anni e mezzo. Risveglio
avvenuto mentre i clown erano al suo ca[fi.me.]
pezzale.
RASSEGNASTAMPA
Repubblica.it
Ecco il piano Cottarelli. Tagli a politica, difesa e trasporti. Stretta su statali e forze dell’ordine
Le anticipazioni sulle “tabelle” di risparmi per 7 miliardi consegnate a Renzi. Interventi sui costi di Comuni, Regioni e
organismi costituzionali. Aperta la questione delle pensioni, della reversibilità e della invalidità
di ROBERTO PETRINI
Proposte per una revisione della spesa pubblica
TAG spending review, conti pubblici, Carlo Cottarelli
ROMA - Tagli alla difesa, assegni di accompagnamento per gli invalidi, prefetture, vigili del fuoco e capitanerie di porto, tagli
ai trasporti, dai Tir a bus e ferrovie. Nel mirino pensioni di guerra e reversibilità. E poi costi della politica: dai Comuni alle Regioni agli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale. Tagli ai costi per la riscossione fiscale, tagli alle partecipate locali
e ai trasporti pubblici. Ed altro ancora.
Ecco le tabelle
Il piano Cottarelli, il successore di Mr. Forbici Enrico Bondi a capo della spending review, prima di cedere totalmente la
titolarità della revisione della spesa a Palazzo Chigi, dove la regia sarà di Renzi e Delrio, consegna al governo le sue proposte
che valgono solo per quest’anno 7 miliardi. Settanta slide che ieri sono filtrate dalle maglie strette del governo e oggi vengono
pubblicate dal “Tempo” di Roma.
La tabella, se confermata, non lascerebbe dubbi. La cura sarà dolorosa. Anche se alcune delle proposte di Cottarelli sono già
state cancellate da Renzi stesso intervenendo l’altra sera a Porta a Porta: ad esempio il miliardo e 400 milioni dal contributo
speciale sulle pensioni non ci sarà. Il premier lo ha già escluso.
Restano comunque sul capitolo
pensioni alcuni interventi piuttosto sensibili: come le pensioni di reversibilità (previsti 100 milioni dal 2016), oppure
l’intervento sugli assegni di accompagnamento per gli invalidi totali (100 milioni dal 2015), la revisione delle pensioni di
guerra (200 milioni già da quest’anno) oppure l’innalzamento dell’età contributiva delle donne per la pensione di anzianità da
41 a 42 anni (come gli uomini).
Il commissario straordinario: “Nel 2014 3 miliardi di risparmi”
Nel mirino anche la difesa (circa 100 milioni fin da quest’anno) e la sanità (circa 300 milioni dall’introduzione dei costi standard). Recupeate anche idee di Bondi: come l’operazione “cieli stellati” da 100 milioni per combattere l’inquinamento luminoso.
Circa 100 milioni dalle auto blu, 500 dai dirigenti dello Stato, 1,4 miliardi dai trasferimenti alle imprese e blocco dei fondi che
vanno regolarmente all’autotrasporto.
(17 marzo 2014)
RASSEGNASTAMPA