ATTUALITÀ ● MODIFICATO L’ELENCO EUROPEO DEI CONCIMI AMMESSI Uso del digestato in agricoltura bio, ora tocca al Mipaaf L’Ue ha riconosciuto il valore agronomico del digestato da biogas per le produzioni bio. Adesso ci si aspetta che venga inserito nell’elenco italiano dei fertilizzanti commercializzabili di Lorella Rossi U ganica e naturale» per «riportare al suolo» sostanza organica stabile ed elementi nutritivi (azoto, fosforo e potassio). Applicazione a livello nazionale A seguito del nuovo regolamento europeo, l’impiego agronomico del digestato agrozootecnico in agricoltura biologica è quindi liberamente fattibile anche in Italia? Per rispondere alla domanda occorre distinguere tra i fertilizzanti commerciali e i digestati tal quali. Tralasciando in questa sede l’impiego agronomico in agricoltura biologica di digestati tal quali (per i quali si applicheranno le stesse regole degli effluenti zootecnici), occorre affrontare l’uso dei fertilizzanti commerciali, per i quali non esiste una perfetta corrispondenza tra le denominazioni utilizzate nell’Allegato I e quelle previste dalla norma italiana sui fertilizzanti. Già in passato, infatti, per superare la questione, è stata svolta e ufficializzata una lettura congiunta delle due norme ed è stato precisato dal dm n. 18354/2009 che per concimi e ammendanti, di cui all’Allegato I del so agronomico di digestato da biomasse agrozootecniche e agricoltura biologica, per i più scettici e poco informati è un binomio improponibile, ma in realtà non è così. Ce lo dimostra con i fatti l’Ue, che lo scorso 8 aprile ha emanato il regolamento di esecuzione Ue n. 354/2014 che modifica e rettifica il reg. Ce n. 889/2008. In particolare è stato modificato l’Allegato I che elenca i prodotti fertilizzanti impiegabili nelle produzioni biologiche, nel caso in cui le norme di base (rotazioni colturali, sovesci, fertilizzazioni organiche, lavorazioni ridotte, ecc.) non siano sufficienti per soddisfare le esigenze nutrizionali delle colture; tale elenco è stato integrato con il «digestato da biogas contenente sottoprodotti di origine animale codigeriti con materiale di origine vegetale o animale elencato nell’Allegato stesso». Si tratta di un passaggio di notevole importanza: per il comparto delle produzioni biologiche viene ufficialmente riconosciuto a livello europeo il valore agronomico del digestato come Il digestato agrozootecnico è un fertilizzante mezzo tecnico di origine «or- di ottima qualità agronomica e ambientale 8 supplemento a L’Informatore Agrario • 27/2014 © 2014 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. reg. 889/2008, il riferimento legislativo nazionale è rappresentato dall’Allegato 13 «Elenco dei fertilizzanti idonei all’uso in agricoltura biologica» del dlgs n. 75/2010. A oggi, tuttavia, i digestati agrozootecnici non compaiono ancora tra i fertilizzanti organici liberamente commercializzabili ai sensi del dlgs 75/2010 e, di conseguenza, non sono presenti nell’Allegato 13. La situazione è tale nonostante siano diverse le pratiche presentate da tempo al Mipaaf, secondo le modalità dell’art. 10 dello stesso dlgs, per il loro inserimento come nuovi «prodotti fertilizzati». Lo scioglimento della Commissione fertilizzanti, funzionale alle attività di aggiornamento del dlgs 75/2010, ha di fatto pesantemente rallentato l’iter per elevare alla dignità di prodotto fertilizzante il digestato essiccato da biomasse agrozootecniche e agroindustriali, un fertilizzante di ottima qualità agronomica e ambientale, perché generato da processi di digestione anaerobica alimentati esclusivamente con prodotti, sottoprodotti ed effluenti che nulla hanno da spartire con il mondo dei rifiuti. L’eventuale presenza di residui di origine animale tra le biomasse di partenza non deve essere un ostacolo al percorso di nobilitazione del digestato a prodotto fertilizzante; un tale flusso entra infatti in un impianto di biogas agricolo quando è classificato come «sottoprodotto» ai sensi dell’art. 184-bis del dlgs 152/06 e rispettoso di quanto imposto dal reg. Ce n. 1069/2009, quindi sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. La filiera del recupero e della valorizzazione della sostanza organica di scarto generata dal mondo agricolo e agroindustriale deve essere completata, rendendo fattibile il «salto» a prodotto fertilizzante del digestato, una volta qualificato e standardizzato. Solo così gli operatori economici del settore agricolo, e non solo, potranno investire nella produzione di fertilizzanti organici da scarti. A questo punto non resta che chiedere di nuovo con forza la rapida ripresa delle attività ministeriali a supporto della normativa fertilizzanti, per concludere i lavori e poter finalmente «vendere» il digestato come ottimo concime organico. Lorella Rossi Crpa Reggio Emilia www.informatoreagrario.it Edizioni L’Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. 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